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La raccolta è ambientata
nel periodo dei 6 mesi di convivenza di Gray e Lluvia, dopo la saga di Tartaros, quando la gilda si era sciolta.
{The Itten Challenge
Tabella: Blu ~ Mirtillo}
Mi
chiedo spesso se tu sei felice come Me
Quella mattina Lluvia si era alzata e aveva decretato
che, dopo i consueti allenamenti mattutini, avrebbe preparato una crostata ai
mirtilli.
Da quando era iniziata quella specie di convivenza con il
suo amato Gray-sama, la maga aveva deciso di migliorare, oltre che le sue
abilità nel combattimento, anche le sue doti culinarie, approfittando della
necessità di dover cucinare per entrambi dato che Gray non era esattamente il
migliore dei cuochi e spesso interrompeva gli allenamenti solo per mangiare,
giacché se avesse dovuto sempre aspettare lui si sarebbe fatto sempre
pomeriggio inoltrato prima di pranzare.
Tuttavia, l’idea di preparare dolci era causata
principalmente dal fatto di aver notato che piacessero particolarmente al mago
del ghiaccio, poiché non commentava quasi mai la sua cucina – e Lluvia sapeva
che il solo fatto che la mangiasse implicava che la gradisse – ma quando
arrivavano a un dolce, poteva notare la sua espressione soddisfatta e qualche
volta si era persino complimentato con lei.
Dopo gli esercizi e gli allenamenti, aveva detto a
Gray-sama che avrebbe iniziato a preparare il pranzo e si era ritirata nella
cucina, intenta ad evitare ogni possibile errore. Passata un’ora, era tutto
pronto e la crostata era sul davanzale della finestra, calda e fumante.
Lluvia uscì per chiamare Gray, ma non lo vide e dedusse
che si era inoltrato nei boschi come spesso faceva mentre si allenava; decise
di proseguire e continuò a chiamarlo, finché comprese che non l’avrebbe mai
trovato continuando a girovagare a vuoto.
Sbuffò e sperò che non fosse andato via per uno dei suoi
lunghi giri, che a volte lo facevano ritornare due tre giorni dopo, e tornò
verso la loro casa con aria mesta.
Tuttavia un sorriso gioioso si dipinse sulle sue labbra
quando entrò e lo vide lì, vicino alla finestra, con una fetta di crostata in
mano e la bocca sporca di macchie di mirtilli.
«Lluvia!» disse lui, allontanandosi immediatamente dal
davanzale, consapevole di essere stato colto in flagrante durante il suo
piccolo furto.
«Com’è?»
«Cosa?»
«La crostata.»
«Ehm… buona.» disse lui,
leggermente imbarazzato.
Lluvia si avvicinò a lui, ridendo divertita e gli puntò
un dito nell’angolo della guancia destra.
«Sei sporco, proprio qui.»
Gray provvide subito a pulirsi velocemente, ottenendo
solo di sporcarsi ancora di più per la fretta del gesto.
«Fermo, fermo! Hai le dita sporche e stai solo aumentando
la macchia, lascia fare a Lluvia.» disse lei, appoggiando il palmo sulla
guancia di Gray e togliendo lentamente la marmellata con l’ausilio del pollice.
Il dito sostò più del previsto, in quella che Lluvia
avrebbe potuto chiamare una piccola carezza rubata.
Anche Gray se ne accorse, ma non scostò la sua mano,
evitando però di guardarla negli occhi.
Lluvia si godette quel gesto per ancora qualche secondo,
finché non tolse la mano.
«Ora sei pulito.»
Prese la crostata, dicendo che era ora di pranzo e si
sedette, volutamente ignorando il
rossore, ben visibile, sul volto di entrambi.
Fine!
Caro fandom
di Fairy Tail, ecco una nuova raccolta Gruvia
ovviamente!
Fa parte della serie dell’Itten Challenge, di cui ho già scritto una NaLu, una GaLe e Gerza. Avevo in mente la Gruvia
da tempo, ma causa università e vari problemi tra cui la mancanza di
ispirazione, non mi veniva nessuna buona idea per iniziare.
Ora ce l’ho, per cui che
gli aggiornamenti saranno abbastanza frequenti! :)
Il titolo è ovviamente un verso
della bellissima canzone Straordinario
di Chiara. L’ho trovato adatto perché sicuramente è una delle cose che si è
chiesta Lluvia in quel periodo, mentre lei era felicissima per quella
sistemazione **
Spero vi piaccia questo
primo capitolo e spero vorrete lasciarmi la vostra opinione :3
La raccolta è ambientata nel
periodo dei 6 mesi di convivenza di Gray e Lluvia, dopo la saga di Tartaros,
quando la gilda si era sciolta.
{The
Itten Challenge
Tabella: Blu ~ Ghiaccio}
Mi
chiedo spesso se tu sei felice come Me
«Lluvia, vieni. Devo sperimentare un nuovo attacco!»
«Arrivo!»
Ogni mattina e ogni pomeriggio, tranne quando devono
lavorare per guadagnare, Lluvia e Gray si allenano, aumentando la loro forza e
sperimentando nuove tecniche.
Il potere che mettono entrambi è ridotto rispetto al loro
effettivo potenziale, specialmente quello del mago, ma il loro è solo un
allenamento e sicuramente non vuole rischiare di ferire Lluvia, per quanto lei
diventi sempre più abile e brava nel prevedere le sue mosse.
Lo stile di combattimento di lei, invece, come è del
resto Lluvia nella vita, è del tutto imprevedibile e spesso Gray non riesce a
capire in anticipo che tipo di attacco la maga intende volgergli contro.
Quel giorno vuole sperimentare delle speciali Saette
ghiacciate, che dovrebbero girare e ferire il nemico anche mortalmente, con la
loro velocità e forza.
Lluvia le schiva tutte con fatica e quelle poche che non
riesce ad evitare, il potere di Gray le ferma immediatamente.
Proseguono per tutto il pomeriggio, finché la luce del
tramonto non fa capolinea nel cielo, decretando anche la fine di quella
giornata.
«Direi che può bastare, Lluvia.»
La maga annuisce, con un sorriso tirato e si dirige
subito verso la casa.
«Lluvia si è un po’ stancata, vado a farmi un bagno e poi
preparo la cena.»
«Posso fare io qualcosa.»
Le volte che Gray ha proposto quell’alternativa, Lluvia
ha sempre rifiutato con decisione, quindi il mago si stupisce quando la vede
annuire, ringraziandolo.
Pensa subito che forse quel giorno l’ha fatta lavorare
troppo e prova subito a pensare a cosa potrebbe cucinare per far recuperare le
energie a entrambi.
Lluvia, raggiunto il bagno, si libera dell’ennesimo
vestito pieno di tagli e graffi e lo butta nel cesto, dove provvederà a vedere
se può ricucirlo, per poi aprire l’acqua in quella vasca che hanno improvvisato
appena giunti in quella casa. Collegata direttamente al pozzo là vicino, in
realtà manderebbe soltanto acqua fredda, ma un tocco della magia di Lluvia è
sufficiente per riscaldarla e portarla alla temperatura perfetta.
Stringe i denti mentre si piega nella vasca, costatando
che la ferita che si è fatta potrebbe volere più di un bagno ristoratore per
guarire.
La verità era che, mentre si allenavano, una delle saette
di Gray-sama le aveva colpito il fianco molto più in profondità delle altre:
aveva evitato con la magia di far scorrere troppo sangue, poiché non voleva
sembrare debole ai suoi occhi poiché sapeva benissimo che Gray riduceva di
molto la sua forza e poi non voleva che si preoccupasse per lei o si sentisse a
disagio per averla ferita.
Pensava che un semplice bagno nel suo elemento, azione
che solitamente le leniva ogni tipo di dolore, sarebbe stato sufficiente, ma
evidentemente le sarebbe servito qualche giorno e qualche benda per riprendersi
totalmente.
Esce dall’acqua decisamente più riposata e si applica una
garza, mettendo sopra un vestitino e facendo in modo che non si noti.
Gray-sama, quando esce, è seduto nel divano, dopo essersi
rinfrescato nella doccia che hanno installato fuori e sulla tavola ci sono due
bistecche che volevano essere leggermente cotte, ma sono uscite quasi al
sangue.
Lluvia sorride intenerita e gli dice di sedersi al
tavolo, mentre consumano la loro cena.
«Ti senti meglio?» chiede Gray, all’improvviso,
rischiando di far strozzare la povera Lluvia.
«Come?»
«Eri stanca.»
«Oh. Sì, Lluvia sta molto meglio!» esclama, contenta e
pimpante per l’interessamento dimostrato dal mago.
Si alza, allegra e pronta a fare i piatti, quando una
nuova fitta la coglie impreparata, facendole sfuggire un sospiro di dolore.
«Ehi, che hai?» le chiede subito Gray, alzandosi e
accostandosi a lei.
«Niente, niente.»
Tuttavia la ferita tradisce le sue parole poiché inizia a
sanguinare più forte, inzuppando la benda e sporcando anche il vestito.
«Stai sanguinando!» le dice Gray, incredulo e
preoccupato, giacché Lluvia sembrava stare bene e invece deve avere qualche
taglio profondo nel fianco che non capisce come si sia procurata.
Finché un flash lo coglie.
«Sono state le mie Saette, vero?» le dice poi, strappando
di colpo il pezzo di tessuto insanguinato e facendo arrossire Lluvia a
dismisura per quel gesto.
«Fammi vedere.»
Gray le ripulisce la ferita in fretta, mentre il viso di
Lluvia sta letteralmente bollendo per la piega che ha preso la situazione e
sente che sta per svenire – se per il sangue o Gray-sama non lo sa neanche lei.
Una volta che le ha applicato una nuova benda, Lluvia
corre in bagno per cambiarsi e far calmare il ritmo del suo cuore.
Sa benissimo che Gray-sama ha solamente agito per
controllare la sua ferita, irruento come al solito, ma non può fare a meno di
dipingere milioni di scenari dove i vestiti glieli toglie per ben altri motivi.
Quando esce dal bagno, Gray la guarda con sguardo
corrucciato, senza però dirle niente.
La serata passa nel silenzio più totale ed è ormai ora di
dormire, quando Lluvia si avvicina al letto vicino alla finestra.
Gray-sama, fin dal primo giorno, si è rifiutato di
dormire con lei, dicendo di preferire di gran lunga il divano, su cui passa
tutte le notti.
Vari e vani sono stati i tentativi della maga, poiché la
volontà del mago di mantenere il suo proposito si era dimostrata irremovibile.
«Buonanotte, Gray-sama.» gli dice, prima di coricarsi.
Spesso lui neanche le risponde, se non con un mugugno o
un rapido ‘notte’, ma quella sera altre parole le giungono alle orecchie.
«Mi dispiace.»
«Per cosa? Il taglio? Non è stata colpa tua, Gray-sama.»
«Tecnicamente è stata colpa delle mie Saette di Ghiaccio,
quindi è stata colpa mia.»
«Lluvia è stata troppo lenta nello schivarle.»
«No, sei molto veloce, invece. Ho caricato troppo alla
fine.»
«Lluvia non è d’accordo.»
«Perché non me lo hai detto?» chiede poi, dopo alcuni
minuti di silenzio.
«Non era grave, Gray-sama. Non c’era bisogno di
preoccuparsi.»
«Non importa. Se ricapita, dimmelo.» borbotta lui.
«Okay.»
«Non voglio segreti tra di noi.» le dice, infine, in un
sussurro.
Lluvia arrossisce, nel buio della stanza, e stringe forte
il cuscino tra le mani.
«Neanche Lluvia li vuole.»
«Bene, allora non ne avremo.» le promette, neppure
immaginando la piega che gli eventi prenderanno e quello che sarà obbligato a
fare.
«Buonanotte, Lluvia.»
E quella serata si chiude così, in quei buonanotte
sussurrati, che fanno battere il cuore di Lluvia e, ormai, un po’ anche quello di Gray.
Fine!
L’idea per questa fic mi è venuta giusto stamattina mentre viaggiavo sull’aliscafo
(devo ammettere che le idee mi vengono nei posti più disparati) e onestamente
non l’avevo progettata così lunga.
Ma, si sa, una parola tira
l’altra! *_*
Non c’è molto da dire, se
non il riferimento finale al manga, poiché Gray, alla fine, avrà un grande
segreto con Lluvia, spezzando questa immaginaria promessa che si son fatti
nella mia fic.
Ringrazio i lettori e chi
ha inserito la storia nelle seguite e Roby_chan che
mi lascia sempre la sua opinione, ti adoro <3
La raccolta è ambientata
nel periodo dei 6 mesi di convivenza di Gray e Lluvia, dopo la saga di Tartaros, quando la gilda si era sciolta.
{The Itten Challenge
Tabella: Blu ~ Cielo stellato}
Mi
chiedo spesso se tu sei felice come Me
Uno dei sogni di Lluvia, da quando viveva con il suo
amato, era stato quello di poter vedere la volta stellata insieme a lui,
coricati su una coperta colorata e protetti dalla notte sopra di loro.
Ovviamente dei progetti romantici della maga, Gray non aveva intenzione di
assecondarne neanche mezzo, ma la maga dell’acqua era famosa per la sua
determinazione e testardaggine.
Pensò, innanzitutto, che il primo obiettivo da conseguire
era che rimanessero fuori durante la notte: dato che si allenavano intensamente
tutto il giorno, la sera erano così stanchi che riuscivano appena a mangiare
prima di crollare nel sonno. La soluzione ideale era fare un allenamento
notturno - non del tipo che avrebbe preferito Lluvia - e poi escogitare qualche
scusa per costringere il mago a rivolgere il suo sguardo al cielo.
Sfruttando una missione che si era conclusa a notte
fonda, la maga riuscì a convincere Gray a saltare la sessione mattutina, per riprendere
le forze perse nella notte e poi recuperare in serata le ore perse.
«Lluvia, ma sei sicura che ti va di allenarti di notte?
Possiamo ricominciare normalmente domani mattina.» disse lui, dopo la cena.
«Lluvia pensa che potrebbe esserci molto utile affinare
le nostre tecniche al buio, focalizzandoci su altri sensi oltre la vista.»
Inutile specificare che Gray lo trovò un piano fantastico
e che, quindi, decise di dare il via all’allenamento serale. L’idea di Lluvia,
benché nata per altri intenti, si era rivelata davvero utile e proficua ed
entrambi dopo tre ore di intenso allenamento avevano già visti i benefici di
quel cambiamento di programma.
Lluvia, ormai stanca, decise di dare il via al vero piano
e, accidentalmente, cadde sul suolo
leggermente freddo. Non si rialzò, sondando la reazione del mago che, come
previsto, si sedette nel suolo accanto a lei.
«Stancata?»
«Tu no?»
«Decisamente.» ammise lui con un sorriso beffardo. «Rientriamo.»
propose poi, già pronto ad alzarsi.
«No!» esclamò lei d’impulso, costringendosi a riprendere
un apparente controllo per evitare che il piano andasse in fumo. «Lluvia
vorrebbe restare un altro po’ fuori.»
«Resta.» rispose lui, per nulla sorpreso.
«Ma... non da sola, Gray-sama.» sussurrò lei, arrossendo.
«Ah, vuoi compagnia?»
Tonto, a volte l’unica definizione possibile per il suo
Gray-sama era tonto.
Il mago si distese accanto a lei, essendo stanco e non
avendo davvero capito perché Lluvia non volesse restare sola.
Lei attese fremente, certa che non appena Gray avesse
alzato lo sguardo verso il cielo punteggiato di stelle, ne sarebbe stato
estasiato e lei finalmente avrebbe potuto coronare uno dei suoi sogni.
Dopo essere rimasto coricato per qualche motivo, Gray
effettivamente ebbe una reazione ma non fu assolutamente quella che Lluvia si
aspettava.
«Torno dentro.» disse, infatti, repentinamente.
«Gray-sama!» lo fermò lei, ricevendo uno sguardo
interrogativo in risposta. «Non… non ti piace il
cielo stellato?»
«No.»
I sogni di Lluvia fecero un sonoro crack e si sparsero nel suolo della sua immaginazione, spazzati via
dal vento dell’indifferenza di Gray.
«Ma… ma perché?» chiese, non
comprendendo.
«Non c’è un motivo.» rispose lui, trincerandosi dietro un
silenzio che nascondeva ben altre emozioni.
Lluvia non insistette, avendo capito che c’era qualche
brutto ricordo legato alle stelle e sospirò tristemente: non riusciva a
combinarne una giusta per riuscire a rendere felice anche Gray-sama.
«La sera prima che Ur morisse guardavamo le stelle con
lei e Lyon.» iniziò lui, inaspettatamente. «Il cielo era limpido e c’erano
tantissime stelle, come stasera. Abbiamo anche visto alcune stelle cadenti e io
ho espresso un desiderio che, proprio il giorno dopo, si è infranto.»
«Cosa avevi chiesto?»
Gray non rispose, continuando a mantenere fisso lo
sguardo sulla volta celeste, con la mente persa nei suoi ricordi.
«Di non restare di nuovo solo.»
La maga sentì un tuffo al cuore e la grandissima voglia di
abbracciarlo, nella vana illusione di far sparire la solitudine che, da
piccolo, lo aveva sempre accompagnato.
Pensò rapidamente a cosa dire, per farlo stare meglio e
poggiò delicatamente una mano sulla sua.
«Non sei solo, Gray-sama, non più da quando sei entrato a
Fairy Tail. Anche se ora ci siamo separati, Lluvia è certa che ci riuniremo. E
poi, comunque, non lo sarai mai più perché ci sarà sempre Lluvia al tuo fianco.»
disse lei, allegra nell’inizio e sfumando in un sussurro imbarazzato verso la
fine.
Gray sussultò a quelle parole, ma si controllò e Lluvia
non se ne avvide minimamente. Spostò lo sguardo verso di lei che era con gli
occhi fissi sulle stelle ed era rossa, nonostante non ci fosse altro che la
luce debole di una piccola mezzaluna ad illuminarla.
Pensò che voleva dirle tante cose, prima tra tutte,
quella missione che stava progettando insieme ad Erza, ma aveva giurato che non
le avrebbe detto niente per proteggerla e questo andava oltre la promessa che
si erano fatti sul non avere segreti tra loro.
E poi c’erano
altre cose che voleva dirle, che teneva dentro da forse troppo tempo.
Ma sapeva che non era il momento, che non lo sarebbe
stato neanche a breve.
Lluvia sentì muoversi la mano di Gray e sospirò
interiormente sapendo che il mago voleva spostarla, ma quando avvertì che la
girava per aprirla e incastrare le dita tra le sue, dovette muovere lo sguardo
verso il basso per accertarsi di non sognare.
Arrossì ancora più intensamente nel vedere le loro mani
unite, come se fossero in procinto di essere in uno dei loro attacchi.
Lluvia tornò a guardare le stelle, felice perché sapeva
benissimo che era il modo di Gray-sama per dirle che no, neanche lei sarebbe stata mai più sola.
{'Cause the spaces between my fingers Are right where yours fit perfectly}
Fine!
Stavolta ho aggiornato
molto velocemente, ma quest’idea di Lluvia e Gray sotto un cielo stellato era
troppo carina per lasciarsela sfuggire! (tra stasera e domani penso di
aggiornare anche ‘Can youfeel’,
non temiate u.u)
Beh, non c’è molto da
dire, spero che l’idea vi sia piaciuta e vi abbia emozionato :3
I versi finali sono presi
dalla bellissima canzone VanillaTwilight
di Owl City, li ho trovati perfetti per descrivere il
finale della storia *_*
Bene, ringrazio tutti
quelli che seguono e leggono e Roby-chan, nana21guns
e HatsuneNMiku per le recensioni **
La raccolta è ambientata nel
periodo dei 6 mesi di convivenza di Gray e Lluvia, dopo la saga di Tartaros, quando la gilda si era sciolta.
{The Itten Challenge
Tabella: Blu ~ Onde del mare}
Mi
chiedo spesso se tu sei felice come Me
«Lluvia, ho trovato un nuovo incarico.» annunciò Gray, entrando
trionfante nella cucina con alcuni fogli nelle mani.
Anche se entrambi disponevano di abbastanza Jewels per permettersi di lavorare poco, era necessario di
tanto in tanto che trovassero delle missioni da poter svolgere, per non
rimanere completamente senza soldi.
«Dove?» chiese la maga, prendendo tra le mani i documenti
per poter vedere di cosa si trattasse: un semplice caso di un recupero di un
oggetto smarrito, ma decisamente ben retribuito.
«Honde. È a Sud da qua.»
«Oh.»
«La conosci?»
«È famosa per lo splendido mare che circonda la parte Est
della città. Sarebbe bello andarci.» disse lei con occhi sognanti.
«Ma ci andremo.» rispose il moro, mentre milioni di
scenari si erano già formati nella mente di Lluvia, quasi tutti che si
concludevano con Gray-sama e lei sulla spiaggia a guardare il tramonto. «L’oggetto
che dobbiamo recuperare è proprio in fondo al mare.»
Lluvia vide le sue illusioni scemare di colpo; del resto,
le era parso strano che il suo amato proponesse di andare al mare senza nessun
motivo particolare.
La maga lesse per bene i fogli e scoprì che l’oggetto era
una rarissima perla, che giaceva nel fondale di Honde.
«Ma perché richiedere questo compito a dei maghi? A
Lluvia sembra più lavoro per ricercatori di tesori o mercenari.»
«Me lo sono chiesto anche io, probabilmente la perla è
protetta da qualche magia. In ogni caso, è pagato bene e dubito ci sia qualcosa
che non possiamo sconfiggere.»
Lluvia annuì e stabilirono che sarebbero partiti la
mattina seguente. Preparò una piccola borsa con l’indispensabile e il costume
nuovo che si era comprata da poco e si coricò felice che, anche se per lavoro,
avrebbero passato la giornata al mare. Chissà, magari sarebbero riusciti a
vederlo davvero il tramonto.
Il viaggio verso la cittadina impiegò tutta la mattina e
metà del pomeriggio, per cui quando i due varcarono l’ingresso di Honde era ormai pomeriggio inoltrato.
Honde fu esattamente la cittadina
che Lluvia si aspettava: circondata dal mare sulla parte Est, incentrata sull’attività
della pesca e del commercio navale e con tante case che si arrampicavano nelle
salite che andavano dal mare verso la parte alta. Il mandate non era stato
molto esplicito sulla posizione della perla, ma aveva garantito che si trovasse
sul fondale e non più vicino di 30 chilometri dalla spiaggia.
I due proseguirono sul litorale fino ad arrivare a una
spiaggia quasi abbandonata, dove decisero di lasciare la borsa e gli indumenti
per poi iniziare la ricerca: avrebbero potuto cercare solo per poche ore, prima
che tramontasse il sole e se non vi fossero riusciti, avrebbero proseguito il
mattino seguente.
Lluvia si tolse il vestito e si cambiò il costume in una
cavità che aveva visto nella roccia e, quando uscì, la scena che le si presentò
di fronte la fece arrossire fino ai capelli.
«Gray-sama!»
«Dimmi. Ah, sei pronta, possiamo andare?»
«No!» sbottò lei, coprendosi gli occhi con le mani.
«Perché?»
«Perché tu… non hai il costume
addosso!»
«Oh, ma non ce l’ho.» fece lui, guardandosi. «Non pensavo
servisse.»
Lluvia sospirò silenziosamente, ma siccome sapeva di
conoscerlo benissimo e sapeva che avrebbe ritenuto superfluo indossare un
costume, aveva provveduto a portarne uno per lui, prendendolo dal suo armadio.
«Tieni, Gray-sama.» disse lei, allungandoglielo con una
mano mentre con l’altra continuava tenacemente a coprirsi gli occhi e il viso
ancora scarlatto.
«Okay.»
Sentì il fruscio della stoffa e poi il rumore di un
tuffo, segno che il mago si era già lanciato nell’acqua e finalmente poté
aprire gli occhi. Gray-sama la guardava dall’acqua, incitandola a seguirlo e
Lluvia dovette amaramente constatare che il suo costume azzurro non aveva
suscitato per niente l’attenzione del mago, come del resto lei si aspettava.
Lo seguì nell’acqua, creò una bolla d’aria per Gray-sama
che fungesse da ossigeno e poi si immersero entrambi nelle profondità marine.
Per Lluvia era come tornare a casa, una sensazione di
calore e freschezza insieme che solo l’acqua le poteva provocare e inoltre le
piaceva moltissimo osservare Gray-sama nuotare.
Decisero di dividersi e setacciarono il fondale per quasi
un’ora, rincontrandosi quando la bolla di Gray stava quasi per consumarsi. In
quell’intervallo, il mago la informò di aver trovato una cavità che andava
assolutamente ispezionata, quindi rigenerata la bolla i due andarono verso la
grotta sottomarina.
Era stretta e piena di sporgenze affilate che rischiarono
più volte di ferire i due, finché non giunsero in uno spiazzo buio e solitario;
Lluvia riuscì a creare una fonte di luce usando la sua magia e iniziarono a
scavare, quasi certi che la perla che cercassero dovesse essere lì.
Dopo un lasso di tempo che nessuno dei due aveva
calcolato, Gray la chiamò, mostrandole un forziere che sicuramente conteneva l’oggetto
in questione.
Lo aprirono e il bagliore luccicante della perla li
abbagliò, sennonché non appena fu aperto lo scrigno, un potente ruggito
riecheggiò nelle pareti e la terra sotto di loro iniziò a tremare, quasi
spaventata. Il forziere sfuggì dalle mani di Gray e Lluvia si sporse immediatamente
per prenderlo, ma una corrente d’acqua, forte come poche aveva sentito, la
investì e la scaraventò lontano dall’oggetto.
Gray si mise subito in posizione di combattimento,
conscio che l’essere sotto l’acqua non fosse esattamente l’ambiente ideale per
lui, ma consapevole che niente avrebbe potuto fermare Lluvia nel suo elemento
naturale.
Il mostro avanzò nell’oscurità e finalmente si mostrò
agli occhi dei due, stupendoli per il misto di animali che ricordava nel suo
insieme: lunghi tentacoli che si stagliavano nel corpo molle e gelatinoso, con
chele che avrebbero ricordato quelle di un granchio e due occhi che sembrano
del felino più agguerrito che potesse esistere.
Come se il mostro avesse percepito il potere di Lluvia,
si concentrò immediatamente su di lei, tirandola da un piede con una delle sue
estremità tentacolari, la maga sobbalzò e fu trascinata sotto terra dalla
potenza di quella presa senza riuscire a contrattaccare.
Gray si scagliò subito contro il nemico, ma l’acqua gli
rendeva i movimenti lentissimi e non sarebbe riuscito a ghiacciare tutta la
caverna a causa dei ripetuti attacchi. Come se non bastasse, l’ossigeno della
bolla si esaurì molto più velocemente per lo sforzo e la battaglia, quindi
scoppiò nel giro di pochi minuti, lasciandolo in balia dell’acqua e del mostro.
Quando l’aria che aveva nei polmoni stava per finirgli
aveva deciso di adottare una soluzione drastica, distruggendo la parete
rocciosa per poter tornare in superficie ma non fu necessario giacché sentì un
tremito da sotto la terra e, d’improvviso, arrivò un’esplosione di acqua che
travolse il mostro e Gray. Il mago fu scaraventato via e non ci mise molto a
comprendere che era tutta opera della magia di Lluvia che, liberatasi dai
tentacoli, aveva scatenato dei potentissimi geyser acquatici, distruggendo l’intera
cavità.
Mentre risaliva per la superficie, sarebbe svenuto se all’ultimo
Lluvia non l’avesse afferrato e avesse trascinato entrambi sulla spiaggia.
Gray sputò tutta l’acqua che aveva ingoiato e si era
buttato sulla spiaggia, respirando a pieni polmoni.
«La perla…» disse il mago, tra
un respiro e l’altro.
La maga alzò una scatolina trionfante e gli mostrò la
grossa perla che brillava al suo interno. Gray annuì e fu soddisfatto di aver
concluso quella missione in appena una giornata, poiché non lo avrebbe
ulteriormente distratto dagli allenamenti.
Dopo essersi ripreso, vide Lluvia che era seduta sulla
riva e aveva lo sguardo puntato sull’orizzonte, dove un vermiglio tramonto si
stagliava impetuoso.
«Bello, vero?» le chiese, sedendosi di fianco a lei.
Lluvia arrossì e vide il desiderio che aveva espresso la
sera prima esaudirsi in quel panorama così bello e con il suo elemento a
pochissima distanza da lei.
«È bellissimo.»
Quando pensava che quella giornata non potesse ulteriormente
migliorare, ci pensò Gray, come sempre, a sorprenderla nel momento in cui si
alzò, andò verso l’acqua e girandosi la schizzò con una gamba da capo a piedi.
«Gray-sama!» esclamò, stupita e divertita.
«Beh, la missione è conclusa. Hai comprato un costume nuovo,
sfruttalo non per lavoro.» le rispose lui, buttandosi nell’acqua e iniziando a
nuotare nell’acqua calda, illuminata dal tramonto, sperando che Lluvia non
avesse affatto notato le occhiate che quel costume gli aveva rubato in tutta
quella avventura; del resto, se le stava così bene, non era mica colpa sua se
continuava a guardarla!
Lluvia arrossì, ma probabilmente in quella luce rossastra
nessuno l’avrebbe visto, e si buttò immediatamente tra le onde del mare, quasi
incapace di trattenere la sua emozione.
L’aveva notato!
Andò subito vicino al mago e iniziarono a giocare, con
Gray che ogni due minuti ghiacciava tutto attorno a sé e Lluvia che tentava di
far tornare la superficie a temperatura normale.
Più di qualche abitante di Honde
si era stupito, guardando il mare quella sera e vedendo quegli strani giochi
sulla parte finale del litorale, seguiti da grida e risate.
«Gray-sama! Il costume!» aveva, infatti, esclamato Lluvia
quando il mago si era tolto di nuovo il costume che si era arenato sulla
spiaggia.
Mentre usciva, la maga si era coperta gli occhi con una
mano, ma casualmente una piccola
fessura si era aperta fra le sue dita e l’acqua attorno a lei non ci mise che pochissimi minuti per raggiungere il
grado di ebollizione.
Fine!
Giuro che quando inizio a
scriverle le progetto più corte e poi, loro da sole, decidono di dilatarsi XD
Non c’è molto da
aggiungere, Lluvia ha specificato che lavoravano anche, quindi perché non
immaginare qualche situazione avvenuta per via di qualche incarico? u.u
Honde
è un paesino inventato e ho scelto questo nome semplicemente perché Honde è mare in giapponese.
Idem per il mostro, che
grazie al cielo non esiste perché me lo sono immaginato davvero brutto x°D
Bene vi saluto, vi
ringrazio per la lettura, ringrazio Roby-chan, unbreakable per le recensioni :*
Se mi lasciaste la vostra
opinione ne sarei davvero felice :D
La raccolta è ambientata nel
periodo dei 6 mesi di convivenza di Gray e Lluvia, dopo la saga di Tartaros, quando la gilda si era sciolta.
{The Itten Challenge
Tabella: Blu ~ Regalo}
Mi
chiedo spesso se tu sei felice come Me
Gray-sama era tornato dopo essere stato via per ben una
settimana, nella quale Lluvia si era preoccupata molto, non essendo abituata ad
un’assenza prolungata del mago.
Non poteva sapere che quelle erano le prime assenze del
moro per via della sua infiltrazione nella gilda di Avatar e aveva passato
tutti e sette i giorni a chiedersi dove fosse andato.
Quando lo vide spuntare, osservando l’arrivo dalla
finestra della casa, il cuore le rimbalzò nel petto e corse ad abbracciarlo,
controllando che stesse bene.
Gray fu lapidario come al solito e giustificò la sua
assenza con un allenamento che doveva svolgere da solo, per poter accrescere la
sua forza.
Guardò l’espressione intristita di Lluvia a quella
spiegazione e dovette ricordare che era per il suo bene, che per proteggerla
occorreva tenerla all’oscuro.
La maga scacciò subito via la tristezza, dicendosi che il
suo amato sapeva quel che faceva e osservò preoccupata il suo petto, privo di
camicia come al solito, per vedere se ci fosse traccia del tatuaggio nero che
gli aveva ricoperto il corpo qualche tempo prima.
Gray l’aveva giustificato, assicurandole che fosse un
effetto della magia trasmessagli dal padre, ma Lluvia aveva avvertito una nota
di falsa rassicurazione in quelle parole, che poi aveva scacciato dicendosi che
mai Gray-sama le avrebbe mentito.
La sera Gray si era coricato abbastanza presto, dicendole
che fosse stanco e si era addormentato nel divano in un lampo, mentre Lluvia
finiva di lavare i piatti e sistemare la cucina.
Prima di stendersi, il suo occhio guizzò alla borsa del
mago semi-aperta, da dove s’intravedeva uno scatolo quadrato di medie
dimensioni.
Lo osservò incuriosita, in preda ad un dilemma morale,
perché voleva capire cosa ci fosse in quella scatola che non aveva mai visto,
ma sapeva che non fosse giusto frugare tra gli oggetti di Gray-sama. Si era
decisa a lasciar perdere la curiosità, quando il destino ci mise lo zampino e
una gamba di Gray si mosse nel sonno, urtando la borsa e facendola cadere e
lasciando scivolare la scatola sul pavimento che si aprì praticamente di fronte
a Lluvia.
La maga trattenne a stento un urlo di gioia: dentro c’era
una collana composte da una lunga fila di pietre blu. Si avvicinò e prese in
mano la scatola, esaminandola più attentamente.
Lluvia non se ne intendeva molto di pietre preziose, ma
quelli erano sicuramente lapislazzuli.
Arrossì vistosamente, giacché si era fatta un’idea
precisa della situazione: il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno e
quello doveva essere un regalo di
Gray-sama per lei! Non ci potevano essere altre spiegazioni!
Era convinta che Gray-sama non si sarebbe neanche
ricordato la ricorrenza e invece le aveva addirittura comprato un regalo!
Rimise tutto a posto, attenta a non svegliarlo e si
addormentò con il sorriso sulle labbra, felice come non lo era da tempo.
Il giorno dopo Gray si comportò come al solito, senza
minimamente accennare a degli auguri o alla collana, portando Lluvia al
pensiero che volesse darglielo in serata.
Nel pomeriggio, però, il mago le chiarì tutta la
situazione, senza neanche volerlo.
Tirò fuori l’agognata scatola e già Lluvia era arrossita
a dismisura, quando Gray pronunciò poche parole.
«Lluvia, vado a consegnare questo oggetto in paese.
Mentre ero via ho accettato una missione di consegna al volo, dato che il luogo
del ritiro era il villaggio qua vicino.» ed uscì dalla casa, ammirando il sole
che contornava quella bella giornata.
La maga, dentro la cucina, si era paralizzata a quelle
parole e un’ondata di depressione aveva distrutto tutti i sogni che si era
fatta quella sera, seguita poi da un sospiro di consapevolezza.
Già era difficile che Gray-sama ricordasse la data del
suo compleanno, cosa che non era avvenuta visto che si era comportato
normalmente per tutto il giorno, figuriamoci se le avesse anche comprato un
regalo! E una collana, per giunta. Non era proprio il genere di regalo che si
sarebbe aspettata da lui.
Si rinfrancò, pensando che il regalo fosse poter vivere
quei mesi sola con il suo Gray-sama, in attesa che la gilda si ricomponesse e
poter gioire insieme a lui delle piccole azioni quotidiane.
Sorrise e decide di prepararsi una bella torta, con
ripieno al cioccolato, di quelle che piacevano tanto sia a lei che al suo
amato.
Dopo un’ora il mago tornò alla casa e iniziò con Lluvia
gli allenamenti pomeridiani, costatando che stessero finalmente iniziando a
dare i loro frutti e sia lui che lei potevano ritenersi soddisfatti dei progressi.
La sera, a tavola, mangiò lo spezzatino che aveva
cucinato Lluvia e, di seguito, la torta al cioccolato su cui la maga idealmente
vedeva una candelina. Aveva deciso di non dirgli niente, proprio per evitare di
sottolineare la sua dimenticanza, ma si stupì ancora, in quella giornata piena
di sorprese, quando Gray tirò fuori dallo zaino una margherita blu e gliela
porse, con le guance leggermente imporporate.
«È per te. Per il tuo compleanno.»
La maga era rimasta a bocca aperta, incapace di
realizzare la situazione; Gray interpretò quella confusione in modo errato e si
mise a spiegare il suo gesto.
«So che non è granché come regalo, ma mi ero dimenticato.
Me l’hai fatto ricordare tu stamattina quando hai detto, nel sonno, che oggi
sarebbe stato un bellissimo compleanno.»
«Gray-sama!» urlò lei, riprendendosi e abbracciando il
mago che, per l’impatto, finì a terra con lei che gli stava stritolando il
collo.
«Grazie! È un regalo bellissimo!»
«Mi stai soffocando Lluvia…»
disse lui, cercando di prendere aria.
Lluvia si alzò, prendendogli la rosa dalle mani e
volteggiando gioiosa nella stanza per il regalo inaspettato.
«È bellissimo!» continuò, prendendo un piccolo vaso in
ceramica che avevano trovato appena arrivati in quella casa e riponendo il
fiore, dopo averlo riempito di acqua.
Lluvia non avrebbe saputo che Gray, dopo essere uscito
per consegnare la collana, aveva girovagato per tutto il villaggio cercando
qualche idea per non tornare a mani vuote e, quando aveva perso la speranza,
aveva intravisto, tra le varie piante e i vari boccioli del fioraio, una margherita
che si distingueva tra le altre per il suo colore blu.
Non ci aveva pensato due volte e gliel’aveva comprata e,
a giudicare dalla sua espressione gioiosa, aveva scelto bene.
«Auguri Lluvia.» le disse, sorridendole e distogliendo lo
sguardo, sedendosi nel divano, mentre la maga posava i piatti nel lavello e
pensava che quello non fosse semplicemente un bellissimo compleanno, ma il migliore che avesse mai passato.
Fine!
Ho utilizzato il prompt libero, scegliendo Regalo, perché entrambi i regali
della storia sono blu: i lapislazzuli che alla fine non erano per Lluvia e la
margherita che, invece, era per lei.
Spero che l’idea vi sia
piaciuta e spero che mi lascerete un commentino **
Ringrazio tutti e Roby-chan e unbreakable per le
recensioni e perché mi seguite sempre <3
La raccolta è ambientata nel
periodo dei 6 mesi di convivenza di Gray e Lluvia, dopo la saga di Tartaros, quando la gilda si era sciolta.
{The Itten Challenge
Tabella: Blu ~ Occhi}
Mi
chiedo spesso se tu sei felice come Me
«Oggi ci alleneremo in modo diverso.» le aveva detto quel
mattino Gray, volgendogli uno sguardo soddisfatto, reduce probabilmente dalla
conclusione dei suoi pensieri che l’aveva portato a quell’idea.
«Come?» chiese lei, intenta a sistemare i vestiti
poggiati sul letto.
«Con questa.» rispose, porgendole una benda nera che
teneva chiusa nel pugno della mano. Lluvia la osservò confusa, inclinando
leggermente la testa per esprimere i suoi dubbi.
«Combatteremo con una benda sugli occhi!» spiegò lui,
legandosela attorno al viso e aprendo le mani entusiasta.
«Oh.»
Era molto simile all’idea che aveva usato Lluvia per
convincere il suo amato mago a guardare le stelle con lei e ricordava bene come
fosse stato esaltato nello sperimentare quel particolare tipo di allenamento.
«Inizio io. Terrò la benda e combatteremo come facciamo
sempre. Poi toccherà a te.» le disse, infine, uscendo dalla casa e aspettandola
nello grande spiazzo di fronte al bosco.
Lluvia ripiegò con cura gli ultimi indumenti e poi uscì,
legandosi i capelli in una coda, pronta per una nuova giornata di allenamento.
Ultimamente capitava sempre più spesso che Gray-sama si
assentasse per due, tre giorni, senza farle avere alcuna notizia e poi
rispuntasse, adducendo sempre come scusa l’allenamento o mantenendo il silenzio
su suoi motivi: Lluvia non poteva evitare di restarne ferita, non perché
Gray-sama volesse allenarsi senza di lei, ma perché percepiva chiaramente che
qualcosa non andasse. Aveva cercato di convincersi che fosse lei in errore, che
il potere del padre non c’entrava, ma ci credeva ogni giorno di meno.
Si rinfrancò, cercando di godersi quella giornata e confidando
nel legame che la univa a Gray-sama.
Gray, nonostante non vedesse e utilizzasse solo gli altri
sensi per combattere, riuscì perfettamente a tenere testa a Lluvia, intuendo la
direzione dei suoi attacchi con l’udito e avendo chiara percezione della realtà
intorno a lui.
Direzionare il ghiaccio verso di lei, senza poterla
vedere, si rivelò invece ben più difficoltoso. Lluvia, dopo pochi minuti, aveva
iniziato ad essere il più silenziosa possibile e questo non permetteva a Gray di
capire esattamente dove si trovasse, portandolo quindi spesso a sbagliare la
direzione da impostare.
Proseguirono per quasi un’ora, finché Lluvia non decise
che sarebbe stato il caso di fare una pausa.
Il mago non protestò e, tolta la benda, il sole gli
accecò gli occhi e ogni colore attorno a lui sembrava rilucere di chiarore
nuovo, tanto forte da confonderlo. Chiudendo e riaprendo gli occhi, si abituò
nuovamente alla luce e osservò la figura di Lluvia, distesa sul prato, mentre
riprendeva fiato.
Lui si sedette, contento che quelle giornate passate con
lei, gli dessero modo di evitare di pensare ad Avatar, a tutte le bugie che le
stava dicendo e ai segreti che non poteva condividere.
Dopo qualche minuto, la maga si alzò, chiedendo la benda
per poterla legare al viso. Si mise in posizione di combattimento e cercò
subito di attivare gli altri suoi sensi, ignorando il fatto che fosse tutto
buio e la stoffa che le prudeva sul viso sudato.
Fu chiaro fin da subito che Lluvia era molto più brava ad
annullare un senso per convogliare l’energia negli altri, acuendoli a vista d’occhio.
Schivava le mosse del mago come se le vedesse e, spesso, i suoi attacchi
acquatici mancarono il mago di pochi centri menti. Gray la osservava
sinceramente stupito e capì che quella non era sicuramente la prima volta che
la maga faceva un allenamento di quel tipo.
Continuarono così per oltre un’ora finché Gray non riuscì
a metterla al tappeto, bloccandole i piedi con il suo ghiaccio, e sciogliendole
la benda dal viso, segno che la lotta si fosse conclusa.
Lluvia restò senza fiato per l’improvvisa luce che la
colpì e, d’istinto, si liberò dal ghiaccio e scagliò un attacco contro di lui,
infastidita da quella che era, a conti fatti, una sconfitta.
Gray scansò il getto d’acqua e la fissò soddisfatto,
guardando la determinazione negli occhi, ora scoperti, della maga.
Gli piaceva confrontarsi contro Lluvia, ma raramente la
vedeva così agguerrita.
«Oggi non vuoi perdere, Lluvia?»
La maga, in tutta risposta, si rimise in posizione di
attacco, sorridendo. Continuarono a combattere, contenti come due bambini che
giocano nel bosco.
Esausti, verso la sera, caddero al suolo, mentre la
superficie attorno a loro era piena di acqua e ghiaccio che traboccavano da
tutte le parti.
Rimasero in silenzio, a riprendere fiato e osservando i
colori rossastri del tramonto, dove intense pennellature scarlatte si
arrampicavano sulle nuvole grigie, rendendo il cielo sempre più violetto. «Lluvia
non ha mai visto un tramonto così.»
«La fatica rende i nostri sensi più recettivi, per questo
ti sembra diverso.» spiegò Gray, affascinato come lei dai colori di quel cielo.
«Lluvia pensa che sia ingiusto togliere il merito al
tramonto.»
Gray rise, per poi prendere la benda dalla sua tasca e
legarsela al polso.
«Avevi già fatto questo esercizio, vero?»
«A Phantom Lord erano comuni
questo tipo di esercitazioni: affinavano ciascun singolo senso, per agire al
meglio in qualsiasi situazioni e saper scomparire proprio come fantasmi.»
spiegò lei, sempre reticente a parlare della sua vecchia gilda.
«Sai, ripensandoci, sono contento che ti sei unita a
quella gilda.»
Lluvia voltò il viso di scatto, irrigidendosi.
«Perché?»
Lei, quando pensava a quel periodo, lo faceva sempre con
tristezza e si era sempre rimproverata per aver seguito una gilda che avesse
intenti oscuri e di supremazia del potere. Senza contare, la pioggia perpetua
che l’aveva sempre accompagnata. L’unico lato positivo che ricordasse erano le
missioni con Gadjeel-kun che, pur essendo rude e
burbero, l’aveva sempre protetta e trattata meglio di tutti gli altri Elementi
di Phantom Lord.
«Perché, magari, se fossi stata in un’altra gilda non ti
saresti unita poi a Fairy Tail e…»
Il mago arrossì per il pensiero che gli era venuto in
mente, ma il chiarore del tramonto lo aiutò e la maga non se ne accorse.
«E Lluvia non avrebbe mai incontrato Gray-sama.»
Si mise seduta e sorrise al suo amato, felice di poter
condividere quei momenti con lui. Non gli importava se lui, al momento, non
ricambiava i suoi sentimenti: avevano stretto un legame profondo e il sapere
quanto Gray si fidasse di lei, era sufficiente per Lluvia.
Guardandola negli occhi, anche il blu delle iridi di
Lluvia era diverso nel rosso di quella sera. Sembrava quasi che brillasse, ma
il merito era sicuramente del
tramonto, come aveva detto la maga, non di quel sentimento che scintillava così
chiaramente nel riflesso dei suoi occhi.
Si alzò in piedi, scostando lo sguardo, e, nonostante non
glielo disse, osservando la loro casa, pensò che anche se non fosse stata a Phantom Lord forse le cose non sarebbero cambiate.
Magari per altre vie, in un momento diverso, ma Lluvia
apparteneva alla gilda di Fairy Tail e, in qualsiasi situazione possibile, era certo che comunque lui avrebbe finito
con l’incontrarla.
Fine.
E si conclude questa
piccola raccolta su Gray e Lluvia
Spero davvero che vi sia
piaciuta e che vi abbia trasmesso almeno una piccola idea di ciò che penso su
di loro che sì, sono fondamentalmente una coppia di un manga, ma tolte le
esagerazioni e le situazioni topiche tipiche dello stile del manga,
rappresentano la fiducia, l’aspettarsi e l’essere sempre presenti qualunque
cosa accada.
E quindi niente, vi
saluto: ringrazio chi ha letto questa storia, l’ha messa nei
preferiti/ricordate/seguite, ringrazio nana21guns, HatsuneNMiku
per le recensioni e in particolare Roby-chan e unbreakeable che mi hanno sempre lasciato la loro opinione,
aiutato con le loro recensioni e reso felice con i loro complimenti.