Alien Uprising

di Soccer Geek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Alien Uprising

Premessa

Buongiorno fandom, grazie per essere passati da questa storia ^^
La prima cosa da precisare è che si tratta di una traduzione. Io sono Endorphin_94 (magari qualcuno si ricorda di me per lunghe recensioni al limite dello stalking e una pesante songfic – o “long-song” come la chiamo io - a tema Kisshigo e Katy Perry), sono qui in veste di traduttrice appunto.
 
L’autrice di questa storia ha un profilo su fanfiction.net come Soccer Geek e su Archiveofourown.org come Ninja_Librarian. Sul primo ha pubblicato moltissimi lavori, sia a tema TMM, che altri; mentre su AO3 sta ricaricando questo in seguito a revisione.
 
Alien Uprising è una bellissima e lunga storia che potete trovare qui (in inglese):
https://www.fanfiction.net/s/8296139/1/Alien-Uprising
Ha 56 capitoli (lunghi e ricchi) ed è anche la prima storia di una serie: ha infatti due sequel, che trovate sempre sul profilo fanfiction.net di Soccer Geek: Alien Upgrade e Alien Ultimatum. Tutte e tre le storie hanno avuto un successo enorme, la terza è ancora in corso.
 
La trama è illustrata nella presentazione dell’autrice: si tratta di una long ambientata dopo la sconfitta di Deep Blue, in cui le ragazze e gli alieni si troveranno ad affrontare nuovi nemici e saranno aiutati da nuovi alleati. Soccer Geek ha inventato una schiera di bei personaggi originali (ci sono anche le loro descrizioni sul suo profilo).
 
Come mai ho scelto di tradurre questa storia (e probabilmente le successive): perché è molto carina, piena di azione, ma anche di momenti romantici e comici.
I pairing saranno sia i classici più amati (io sono inguaribilmente per la Kisshigo, se non lo sapevate, sappiatelo!), ma anche amori tra i nostri eroi e alcuni personaggi originali creati dall’autrice.
Quindi, io ho trovato questa storia perché cercavo di sanare in siti stranieri la mia sete di Kisshigo e ora la propongo a voi, sperando che vi catturi e vi diverta come è successo a me.

 

Note sulla traduzione:

L’autrice usa i nomi del manga inglese, cioè Ichigo, Lettuce, Mint, Pudding, Zakuro, Ryo, Keiichiro, Kish, Tart, Pie, Masaya. Inoltre viene spesso fatto uso di vezzeggiativi e nomignoli giapponesi (-kun, -san, Onee-chan...) e Purin parla come nell’anime originale (aiuto!), cioè dicendo spesso il suo nome in terza persona e chiudendo ogni frase con “na no da” (se non ho reso l’idea, andate a vedervi un episodio in giapponese sub. Eng. su YouTube, consiglio il 40 e capirete).
Per la traduzione ho deciso di scegliere il giapponese per uniformare il tutto, quindi userò Retasu, Minto, Purin, Kisshu, Pai, Taruto al posto dei loro equivalenti inglesi.
La smetto di annoiarvi e passo direttamente al primo capitolo. Spero che la storia vi piaccia e vi invito a lasciare recensioni, provvederò personalmente a passarle all’autrice.
Grazie a tutti,
Endorphin <3
 

Capitolo 1

La sedicenne Ichigo Momomiya sorrise mentre guardava verso il parco.
 
Erano passati solo tre anni da quando in quello stesso posto aveva conosciuto Purin Fon e assistito alla sua prima trasformazione in Mew Purin? Erano passati solo due anni da quando lei e le altre Mew Mew avevano sconfitto Deep Blue? Erano passati solo due anni da quando avevano visto gli alieni per l’ultima volta, li avevano combattuti a lungo, finendo poi per allearsi e diventare amici?
 
Ichigo sospirò al pensiero di Kisshu, Pai e Taruto. Dopo averli combattuti ogni giorno, non vederli aveva portato qualcuno ad abituarsi, ma a lei onestamente mancavano. Tuttavia era sollevata di sapere che erano tornati a casa sul loro pianeta con un modo per salvarlo.
 
Sei mesi dopo la partenza degli alieni, le Mew Mew avevano ricevuto un messaggio dal trio, che diceva che il loro pianeta era stato rinnovato, regalando al loro popolo non solo acqua pulita e cibo, ma anche la possibilità di vivere in superficie alla luce del sole. L’orgoglio e la felicità che irradiavano da quelle parole scritte avevano lasciato tutti sorridenti e felici per settimane.
 
«Sei molto pensierosa oggi».
Ichigo sorrise alla sua amica e compagna di squadra, Retasu Midorikawa, che camminava accanto a lei.
 
«In realtà sono persa nei ricordi» disse lei. «Difficile a credersi che solo due anni fa stavamo combattendo per salvare la Terra dagli alieni, che ora sono nostri amici e alleati. Adesso tutto quello di cui devo preoccuparmi è passare biologia...».
 
Retasu abbassò gli occhi e si guardò i piedi per un minuto.
«Ti manca?» chiese. «Perché qualcuno dice che a me manca qualcosa. Mi manca la sicurezza che avevo quando ero Mew Retasu la guerriera».
 
«La tua sicurezza si è spenta da allora ed è abbastanza evidente adesso» assicurò Ichigo all’amica. «Sì, spesso mi manca lottare. Potrei dire che ho iniziato ad odiare le giornate monotone e ripetitive, senza qualche mostro o alieno-stalker...»
 
«Io vorrei che Pai, Kisshu e Taruto avessero mantenuto i contatti. Vorrei davvero sapere come sta andando la ripresa del loro pianeta» disse Retasu malinconica. Ichigo annuì.
 
Dopo quella prima trasmissione, un anno e mezzo prima, avevano perso i contatti con gli alieni. Purin in particolare era arrabbiata per questo, perché le mancava Taruto, il suo amico per cui aveva una cotta.
 
E anche recentemente, a Ichigo era cominciata a mancare la sua ombra dai capelli verdi. Molte volte aveva sentito la sua voce sarcastica nella testa, specialmente a ridosso periodo in cui lei e Masaya avevano deciso, di comune accordo, di lasciarsi. Sia Ichigo che Masaya avevano capito di volere cose diverse da una relazione e i due avevano mantenuto da allora una bella e fraterna amicizia. Ichigo era felice di vedere Masaya uscire con una timida ragazza della loro scuola, che condivideva con lui la passione per gli animali e l’ambiente. Lei e Ichigo ora erano ottime amiche.
 
«Sì» disse Ichigo, sorridendo leggermente al pensiero dell’alieno. «Divertente eh? Penso che davvero mi manchi la tendenza di Kisshu di comparire improvvisamente senza un motivo».
 
Entrambe le ragazze sobbalzarono quando un ragazzo alto, con un’arruffata chioma verde si materializzò di fronte a loro.
 
«Beh, parli del diavolo…» disse Retasu con una timida, ma felice risata, appena realizzò che si trattava di Kisshu. Sembrava lo stesso, ma diverso. Era più alto, i capelli più lunghi, i muscoli e i lineamenti del viso più definiti, più maturi. Ma c'era qualcosa di strano...
 
Ichigo aggrottò la fronte. Qualcosa non andava. Kisshu non l’aveva salutata con il suo personale ghigno (*) o uno degli irritanti soprannomi da animaletto che le riservava. La sua pelle era più pallida del normale, i suoi occhi erano opachi e fuori fuoco e le gambe gli tremavano.
 
«Kisshu?» disse lei, facendo un passo avanti.
 
«Ichigo…» sussurrò Kisshu. Chiuse gli occhi e cadde in avanti. Ichigo riuscì a mala pena a evitare che sbattesse al suolo. Sussultò quando vide la sua schiena.
 
La maglia era strappata e un segno a forma di asterisco percorreva in lungo e in largo la schiena del giovane alieno. Dalle ferite scorreva molto sangue sulla sua pelle e un pugnale era conficcato attraverso il suo corpo per metà. Ichigo estrasse il pugnale con cura. Mostrava uno strano simbolo sul manico di simil-avorio e la lama d’argento era coperta dal sangue di Kisshu.
 
«Non ha...» chiese Retasu, aiutando Ichigo con un po’ del peso di Kisshu, mentre l’altra studiava brevemente la ferita.
 
«Non ha colpito organi vitali, non penso» disse. «Sembra che abbia solo attraversato i muscoli». Ichigo alzò lo sguardo verso l’amica. «Dobbiamo portarlo al Caffè. Ryo e Keiichiro sapranno come curarlo».
 
Retasu annuì. Le due ragazze con cura ripercorsero la strada attraverso il parco, condividendo il peso dell’alieno ferito. Fortunatamente Retasu aveva guidato verso il parco, dato che avevano intenzione di fare un giretto tranquillo per chiacchierare, a seguito della loro mattinata di shopping.
 
Ichigo si sedette dietro insieme a Kisshu, che era sdraiato sul sedile, con la testa nel suo grembo. Lei gli accarezzò i capelli e gli prese la mano, chiedendogli di stringerla se riusciva a sentirla. Sorrise quando sentì la sua pressione sulle dita.
 
Kisshu emise un lamento leggero e provò a rannicchiarsi a palla, ma sibilò quando le sue ferite gli diedero la prova che quella era una posizione sbagliata. Si girò dolorosamente per alcuni secondi, spostando il braccio in modo che fosse attorno alla vita di Ichigo. La strinse leggermente.
 
«Koneko-chan» sussurrò, seppellendo il viso nella sua gonna con un sorriso felice. «Mi sei mancata».
Ichigo sorrise dolcemente. Gentilmente gli spostò i capelli dalla fronte.
 
«Kisshu, chi ti ha fatto questo?» chiese. «Cosa è successo?»
«Tradito…» borbottò Kisshu e strizzò gli occhi. Sussultò quando la macchina passò sopra un tombino. Retasu guardò brevemente nello specchietto, chiedendo scusa con lo sguardo per qualcosa che non aveva potuto evitare o fermare. Proseguì, continuando a mormorare scuse.
«Kisshu, Kisshu!» Ichigo strinse ancora la sua mano e gli occhi di Kisshu si aprirono di scatto. «Chi ti ha tradito?» Kisshu chiuse di nuovo gli occhi.
 
«Trovate Pai e Taruto... Loro sanno... Loro...» sussurrò Kisshu. Prese un profondo e rauco respiro. «Loro ve lo diranno. Loro ve lo diranno...»
 
Ichigo non provo più a chiedergli altre informazioni. Non aveva più energia ed erano arrivate. Keiichiro Akasaka, che era uscito per portare fuori la spazzatura, posò lo sguardo su Kisshu e impallidì.
 
«Dobbiamo portarlo dentro in fretta» disse. Chiamò Ryo Shirogane, che arrivò alla porta mentre Retasu aiutava con cura a passare Kisshu sulle spalle di Keiichiro. La mano di Ichigo era ancora in quella di Kisshu mentre correva per tenere il passo con l’uomo dai capelli lunghi.
 
«Cosa è successo?» chiese Ryo ad Ichigo mentre teneva la porta aperta.
 
«Ha detto di essere stato tradito, ma non ha detto da chi» disse Ichigo, accarezzando i capelli di Kisshu mentre lui emetteva un lamento basso.
 
«Ehi ragazzi! Guardate cosa sa fare Purin...!» gridò la Mew Mew bionda, entrando in cucina con due vassoi in equilibrio mentre stava in piedi su un pallone. Il suo viso si rabbuiò e spalancò gli occhi appena vide Kisshu. «Sta bene? Dove sono Taru-Taru e Pai?» chiese con voce preoccupata.
 
«Non lo so, ma Kisshu ha detto che loro sanno chi gli ha fatto questo» disse Ichigo, mentre saliva le scale verso le camere superiori, dove era pronta un’infermeria.
 
«Purin, fai uscire gli ultimi clienti e chiudi il caffè» disse Ryo guardando oltre la propria spalla la giovane tredicenne che stava ai piedi delle scale. «Saremo giù tra poco per parlare con tutte».
 
«Purin lo può fare, na no da!» disse Purin correndo fuori dalla cucina per trovare le altre ragazze.
 
Ichigo si accucciò accanto a Kisshu, cercando di confortarlo; Keiichiro, Retasu e Ryo si occupavano delle sue ferite, mentre lui giaceva prono sul letto. Il suo cuore si spezzava ogni volta che lui si lamentava per il dolore. Vide che si stava mordendo il labbro, cercando di trattenersi dall’urlare forte. Alzò lo sguardo verso Ryo, che capì immediatamente cosa lei voleva che facesse. Sparì per poco e tornò con una siringa. Quindi fece un cenno ad Ichigo, la quale sussurrò a Kisshu.
 
«Kisshu, sentirai un pizzicore al braccio. Ti farà dormire profondamente, così non sentirai nessun dolore. Stringimi la mano e andrà tutto bene» promise Ichigo.
 
Kisshu mantenne una presa stretta alla mano della ragazza-gatto mentre Ryo puliva con cura il suo braccio, quindi gli somministrò la dose di antidolorifico. Ichigo sentì se stessa respirare più tranquillamente appena la stretta sulla sua mano si attenuò e l’alieno poté dormire libero dal dolore.
 
«Qui finiamo io e Ryo» disse Keiichiro, sorridendo confortante ad Ichigo. «Voi ragazze andate di sotto, vi raggiungiamo in un minuto».
 
Le due ragazze annuirono e si diressero al piano di sotto. Furono salutate in cucina da Purin, Minto Aizawa e Zakuro Fujiwara, tutte vestite delle loro uniformi del Caffè.
 
«Kisshu starà bene?» chiese Minto, alzando lo sguardo dall’unghia che si stava limando. Ichigo guardò verso Retasu che si stava lavando le mani dal sangue di Kisshu al lavandino. Ichigo era stata così presa dall’evitare a Kisshu altro dolore, che non sapeva di cosa avessero discusso i tre che si stavano occupando di lui.
 
«Ha perso molto sangue, ma Keiichiro è fiducioso che si riprenderà» disse Retasu, alzando dalla schiuma lo sguardo triste. «I suoi organi sono intatti e il resto sono solo ferite ai muscoli».
 
«Lo stesso ha bisogno di una trasfusione» disse Ryo, mentre lui e Keiichiro scendevano dalle scale. «Il problema è che non pensiamo di potergli donare del sangue umano. Il suo corpo potrebbe non reagire bene o potrebbe avvelenarlo».
 
«Mi ha detto che Pai e Taruto avrebbero saputo chi lo ha ferito» disse Ichigo incrociando le braccia. «Probabilmente sapranno anche come curarlo».
 
«Quindi immagino che dovremo trovarli» disse Zakuro.
 
Improvvisamente due esseri si materializzarono nella cucina. Uno era alto, con i capelli viola scuro e l’altro solo un po’ più basso con i capelli castani, ma entrambi avevano il viso triste e gli occhi preoccupati. Il gruppo li riconobbe subito.
Pai e Taruto.
 
«Ehi, non ci è voluto proprio nulla, na no da!» esclamò orgogliosa Purin.




 
(*) L’autrice usa da qui in avanti le azzeccatissime parole “trademark smirk” per indicare il sorriso arrogante/ghigno di Kisshu, quello insomma che tutte adoriamo :D
Nella traduzione io penso che “ghigno personale” non renda l’idea, ma non sono riuscita a pensare a nulla di meglio e ho voluto farvi sapere lo stesso com’era l’originale.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

«Lui dov'è?» domandò Taruto, studiando le facce degli umani. I suoi occhi si fermarono su Purin. La ragazza bionda fece un passo avanti, mise una mano sulla spalla dell’alieno e gli sorrise.
 
«Kisshu-chan è di sopra a dormire, na no da» gli disse. Taruto e Pai tirarono un sospiro di sollievo.
 
«Ha detto di essere stato tradito e che voi avreste saputo chi è stato» disse Ichigo. Tirò fuori il pugnale che aveva estratto dalla schiena di Kisshu. «Credo che questo appartenga a chi lo ha attaccato».
 
Sia Pai che Taruto impallidirono alla vista dell'arma sporca del sangue del loro fratello. Ma dopo che ebbe distolto lo sguardo dalla lama, il viso di Pai tornò ad essere una maschera priva di emozioni.
 
«Vi diremo a chi appartiene quel pugnale maledetto che hai tra le mani, ma prima abbiamo bisogno di vedere Kisshu» disse Pai. Ryo annuì e si diresse verso le scale. Il piccolo gruppo salì dietro di lui.
 
Pai e Taruto furono felici di vedere Kisshu addormentato, con le ferite medicate e bendate. Ryo spiegò che avevano ricucito il taglio più profondo per evitare che si riaprisse e che Kisshu aveva subìto una consistente perdita di sangue.
 
Pai posizionò attentamente la mano sulla schiena di Kisshu, in corrispondenza del cuore. Le sue dita brillarono per un secondo, quindi tolse la mano. Kisshu torò un forte respiro rauco, poi la sua respirazione si fece più regolare.
 
«Gli ho donato un po’ della mia energia, affinché il suo corpo possa ricaricarsi da solo» spiegò Pai agli umani che lo guardavano. «Temo però che possa non essere sufficiente. Una volta che il suo corpo si sarà ripreso dallo shock della perdita di sangue, lo riporteremo alla nostra nave, così la sua guarigione potrà essere completa». Le sue labbra si strinsero ad una linea sottile. «Ora suppongo che vogliate conoscere la storia i cui risultati giacciono qui».
 
Tornarono alla sala principale del caffè. Keiichiro portò un vassoio con tè e dolcetti. Pai accettò ringraziando una tazza di tè, mentre Taruto masticava distrattamente un biscotto, fissando le scale. Pai bevve un abbondante sorso del suo tè, prima di appoggiare la tazza cinese nel suo piattino, le dita ancora strette sul manico. Prendendo un respiro profondo, iniziò a parlare.
 
«Il miglior modo in cui questa tragica vicenda può essere raccontata, è iniziare con la storia di Risa, la madre mia e di Taruto, e di Lila, madre di Kisshu.
 
«Nostra madre incontrò Lila quando erano bambine. Diventarono velocemente amiche e la loro amicizia fu ciò che le aiutò a sopravvivere nell’età adulta. Si prepararono insieme per diventare Guaritrici. Erano molto rinomate come ostetriche: e le madri e gli infanti di cui si occupavano loro tendevano ad avere un minor tasso di mortalità, grazie al fatto che loro due lavoravano insieme, a differenza di molti altri Guaritori.
 
«Quando io avevo circa tre anni, Lila incontrò e sposò il padre di Kisshu, Alec, un ufficiale militare vedovo, con un figlio di cinque anni, di nome Mylo. Il primo matrimonio di Alec era combinato e la sua prima moglie morì di una malattia improvvisa quando Mylo aveva quattro anni. A differenza del primo matrimonio, Alec sposò Lila per amore. Sei mesi dopo il matrimonio, Lila scoprì di essere incinta di Kisshu. Purtroppo però la sua gravidanza fu difficile. Diventava sempre più debole col passare dei mesi, ma combatté per sopravvivere per la salvezza di suo figlio. Nostra madre si occupò di Lila quando partorì e riuscì a regalarle ciò che desiderava: vedere suo figlio. Sperò tanto che Lila si riprendesse» Pai fece una pausa e chiuse gli occhi. «Ma non lo fece. Entro la mattina seguente, Lila era morta.
 
«Alec era devastato, ma fece del suo meglio per crescere entrambi i figli. Aveva un legame particolare con Kisshu e i due stavano raramente separati. Già in giovane età, Mylo realizzò che Kisshu era nato per amore, e lui no. Era geloso di Kisshu: tirò fuori la sua rabbia e occasionalmente gli mise le mani addosso. Kisshu, per motivi che non ho ancora scoperto, ammirava suo fratello e subiva le percosse senza protestare. Quando Kisshu ebbe cinque anni, Alec morì in una missione per Deep Blue. I nostri genitori adottarono Kisshu, mentre Mylo fu preso dalla famiglia di sua madre, che incoraggiò la sua rabbia verso il fratello minore. Pochi mesi dopo la morte di suo padre, Kisshu, Taruto e io fummo accettati all’accademia militare».
 
«Le cose non fecero che peggiorare per Kisshu, da allora» disse Taruto, spazzolandosi via le briciole dalla maglia sul pavimento. Minto fece un leggero cenno, offesa. L’unica cosa che aveva fatto quella mattina era stata spazzare il pavimento ed era fiera di quanto fosse pulito prima che l’alieno tredicenne rovinasse tutto.
 
«Kisshu era bravissimo in tutto, il che nella maggior parte dei casi è una cosa buona. Nel suo caso fu ciò che gli causò molti dei suoi problemi.
 
«Mylo era il suo ufficiale di comando ed era crudele con lui. A Kisshu venivano assegnati i lavori peggiori, subiva le frustate più frequenti e gli venivano tolti molti pasti per nulla. Alla fine iniziò a ribattere verbalmente, ma mai fisicamente. Rifiutava di alzare le mani su Mylo. Mylo lo sapeva e usava questo contro di lui. Un giorno Mylo e alcuni dei suoi compari lo presero di mira» Taruto fissò il pavimento e strinse i pugni. «Due di loro lo trattennero a terra, così che non potesse teletrasportarsi via, mentre Mylo e gli altri lo pestavano. Sulle braccia ha ancora le cicatrici dal coltello di Mylo. Le nasconde sotto le fasce rosse che porta sulle braccia» la rabbia nella voce di Taruto diminuì e venne sostituita da dolore. Purin si sporse sul tavolo e gli prese la mano confortante.
 
«Kisshu non è stato più lo stesso dopo quell’attacco. Avete visto tutti com’era due anni fa. Solo di recente è tornato il Kisshu che conoscevamo». Taruto alzò velocemente lo sguardo prima di guardare di nuovo in basso, ma Ichigo poteva giurare che aveva guardato lei. Come se lei fosse ciò che lo aveva riportato indietro. Ma era impossibile, si disse.
 
«A quel tempo abbiamo pensato che la missione sulla Terra fosse perfetta per Kisshu» disse Pai, sostituendosi al fratello minore, che stava guardando di nuovo verso le scale. «Sarebbe stata una possibilità per lui di allontanarsi da Mylo. Non avevamo dubbi che avrebbe avuto successo. Purtroppo, quando Deep Blue pensò che Kisshu avesse bisogno di aiuto, assegnò Mylo per raggiungerlo. Solo con l’intervento tempestivo di qualcuno che conosceva la storia di Kisshu e Mylo ciò fu evitato.
Le Mew Mew rabbrividirono immaginando come sarebbero potute essere le loro battaglie, se avessero dovuto affrontare due fratelli che si odiavano.
 
«Due anni fa, quando ritornammo sul nostro pianeta, Cynnth, fummo accolti in modi contrastanti» disse Pai continuando. «Da un lato, molti erano contenti che avessimo trovato un modo di rigenerare la nostra casa. Dall’altro, molti erano furiosi perché, non solo avevamo palesemente fallito, ma perché avevamo lasciato che Deep Blue venisse ucciso. Mylo era uno di questi ultimi. La prima settimana dopo il nostro ritorno, Mylo si presentò da Kisshu e gli diede addosso, lo chiamò codardo e traditore. Non lo abbiamo più visto fino a circa due mesi fa. Cercò Kisshu per scusarsi del suo comportamento e chiese il suo perdono e la sua amicizia. Kisshu prontamente, glieli diede entrambi.
 
«La scorsa notte, Kisshu è andato a cena alla residenza di Mylo. Non c’era nessun altro là e crediamo che sia stato allora e lì che Kisshu abbia ricevuto quelle ferite. Letteralmente pugnalato alle spalle da suo fratello. Fortunatamente, è riuscito a raccogliere un po’ energia per teletrasportarsi via, o temo che a quest’ora sarebbe morto».
 
«Aspetta, la notte scorsa?» chiese Iichigo, i suoi occhi si allargarono e le spuntarono le orecchie da gatto. Per quanto tempo Kisshu era rimasto sanguinante, prima di arrivare da lei e Retasu?
 
«Il tempo su Cynnth è diverso da quello sulla terra» disse Pai. «Là sono poche ore dopo mezzanotte, ma qui è il primo pomeriggio».
 
Ichigo si calmò e le sue orecchie sparirono.
 
«Le cicatrici sul braccio di Kisshu-san» disse timidamente Retasu, con gli occhi lucidi. «Di che forma sono?»
 
«Così» Taruto disegnò un asterisco nell’aria con il dito. «Sul nostro pianeta è simbolo di potere. Perché?»
 
«Le ferite di Kisshu avevano una forma simile» disse Ryo fisandosi i piedi. Era molto più silenzioso di quanto Ichigo pensava sarebbe stato, in quella situazione.
 
«Questo non mi sorprende» disse Pai, stringendo le labbra in una linea dura. «Mylo non sarebbe stato capace di resistere a dare un ultimo sfoggio di chi dei due riteneva fosse il più forte».
 
«Perché Mylo ha scelto di attaccare ora Kisshu-chan, na no da?» chiese Purin, le sue sopracciglia bionde si nascosero su dietro la frangia.
 
«C’è stata una discussione riguardo ad eleggere Kisshu come nostro leader, perché era stato il capo della nostra missione qui» disse Taruto. «Kisshu ha sempre riso e scherzato su questa cosa. La verità è che non si sarebbe mai lasciato trascinare in politica, non voleva tutta quella autorità sulle persone. Disse che la voce della candidatura faceva sembrare come se lui avesse provato a salvare Cynnth solo per conquistare potere».
 
«Mylo, d’altra parte, prese sul serio quel pettegolezzo» disse Pai. «Con il suo orgoglio egocentrico, non avrebbe mai lasciato che Kisshu diventasse più potente di lui».
 
Ichigo sentì il senso di colpa gonfiarle il cuore. Kisshu aveva fatto esperienza di cose orribili da parte di uno che avrebbe dovuto volergli bene. Come poteva, nonostante gli abusi, amare di nuovo, aver amato lei e combattere ancora per la sua gente, incluso colui che gli aveva fatto del male? Si pentì di ogni parola dura e colpo che gli avesse mai inferto.
 
«Quindi, che facciamo adesso?» chiese Minto, spingendo di lato la sua tazza.
 
«È solo una questione di tempo prima che Mylo sappia dove si è teletrasportato Kisshu e venga qui» Pai fece una pausa. «Proverà a finire ciò che ha iniziato».
 
«Intendi...» disse Ichigo, sentendo il sangue gelarsi.
 
«Sta venendo per uccidere Kisshu» disse Pai abbassando lo sguardo al suolo.





 

 NdT
 
Buonasera :)
 
Non ho voglia di studiare quindi pubblico questo capitolo.
Volevo solo precisare che Cynnth è appunto il nome che l’autrice dato al pianeta alieno, mentre la parola Cyniclon, che incontrerete più avanti, sta a indicare la razza degli alieni di Cynnth.
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni e le visualizzazioni allo scorso capitolo, spero che questo vi piaccia ugualmente ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 
Ryo e Keiichiro offrirono agli alieni le stanze libere del Caffè al piano di sopra, che Pai e Taruto accettarono immediatamente. Volevano stare il più possibile vicini a Kisshu, e visto che sembrava che lui sarebbe rimasto al Caffè Mew Mew per un bel po’, sarebbero rimasti anche loro.
I due fratelli alieni andarono con Purin alla loro nave per impacchettare alcune cose, come vestiti e appunti di ricerca di Pai, che lui desiderava condividere con Ryo e Keiichiro.
 
Ryo inoltre ordinò alle Mew Mew di rimanere al caffè, perché voleva che fossero tutte insieme se e quando Mylo avesse attaccato. Fortunatamente per Purin, suo padre era a casa quindi non doveva preoccuparsi per i suoi fratellini.
 
Mentre aspettavano che gli alieni tornassero, Ichigo sedette accanto a Kisshu nella stanza di sopra, per il suo turno di guardia, il ciondolo Mew Mew stretto in mano. Sul tavolo accanto a lei c’erano una brocca d’acqua, un bicchiere, un flacone di antidolorifici, il suo cellulare e del cibo che avrebbe dovuto essere adatto allo stomaco di Kisshu, se si fosse svegliato affamato. Non c’era bisogno di dirlo, era preparata.
 
Ichigo usò quel tempo anche come un’opportunità per fare un po’ di compiti e leggere l’ultimo dei romanzi assegnatole tra il lavoro estivo. Stava leggendo da circa un’ora, quando sentì le molle del materasso cigolare piano e il rumore di stoffa contro stoffa. Ichigo segnò la pagina e si voltò, per vedere gli occhi d’oro di Kisshu aprirsi di scatto.
 
«Buon mattino, raggio di sole» disse ichigo allegramente.
 
«È mattina?» gracchiò Kisshu, sbattendo le palpebre un po’ di volte.
 
«Beh, veramente no, è quasi il tramonto. Però Purin una volta mi ha detto che a qualunque ora ci si svegli è sempre mattino» spiegò Ichigo. In realtà era pomeriggio inoltrato e il sole stava iniziando ad abbassarsi.
 
«Sembra qualcosa che la scimmia direbbe» disse Kisshu, alzandosi di poco sui gomiti. «Cosa fai qui?»
 
Pai aveva richiesto che fossero lui e Taruto a dire a Kisshu che Mylo lo stava cercando. Ichigo fu molto felice di non avere quel compito.
 
«Qualcuno doveva tenerti d’occhio. Per un po’ non eravamo sicuri che ce l’avresti fatta» era una mezza verità e Kisshu sembrò bersela.
 
«È bello sapere che ti importa, micetta» disse Kisshu, appoggiando il mento sul braccio piegato e ghignando verso di lei.
 
Ichigo sorrise e alzò gli occhi al cielo. «Quindi, come ti senti?» chiese.
 
«Affamato» rispose Kisshu. Guardò le portate di cibo sul vassoio: «Cos’hai per me, gattina?»
 
«Crackers, zuppa, ramen, ghiaccioli, gelatina…» disse Ichigo, elencando. Kisshu mugugnò deluso.
 
«Niente frutta?» chiese rivolto a Ichigo, spingendo fuori il labbro inferiore in un broncio.
 
«No. Ryo ha detto che, con gli antidolorifici che ti ha dato, gli acidi della frutta sarebbero troppo pesanti per il tuo stomaco e staresti male» gli rispose Ichigo, toccandogli dolcemente la punta del naso in risposta al suo broncio. «Ma ti dirò una cosa, facciamo un compromesso. Puoi avere una ghiacciolo al sapore di frutta».
 
A Kisshu piacque l’idea e Ichigo uscì dalla stanza, lasciando la porta aperta. La ragazza corse giù dalle scale, spalancò il freezer, prese un ghiacciolo e tornò su in fretta. Sorrise quando sentì il russare dall’alieno. Gongolando, lo toccò su una spalla.
Kisshu aprì gli occhi, interrotto in mezzo ad un pesante respiro e alzò la testa.
 
«Huh? Cos-?» Kisshu si guardò intorno con lo sguardo offuscato, guardando poi male una divertita Ichigo, appena si accorse di lei. «Non è divertente, koneko-chan» grugnì, arrossendo sulle guance.
 
«Al contrario, la tua espressione è impagabile» disse lei. Kisshu emise un “humph” di frustrazione e imbarazzo, le punte delle sue orecchie diventarono rosse. Ichigo sorrise e sventolò il ghiacciolo. «Lo vuoi ancora questo?» chiese.
 
Kisshu annuì. Ichigo aprì l’involucro gelato, mentre lui si metteva piano in posizione seduta, appoggiandosi ai grandi cuscini impilati. Ichigo gli diede il ghiacciolo e lui lo succhiò contento. Alzò lo sguardo su di lei qualche secondo dopo.
 
«Quindi, avete trovato Pai e Taruto?» chiese titubante.
 
«Ci hanno trovato loro in realtà e ci hanno spiegato tutto» disse Ichigo. «Erano molto preoccupati per te. Ti hanno dato un’occhiata e sono rimasti un po’ di tempo. Ryo ha offerto di farvi stare tutti e tre qui per un po’, così Pai e Taruto sono andati a fare i bagagli. Dovrebbero tornare presto». Kisshu annuì.
 
«Quindi… com’è andata in questo periodo, gattina? Romeo ti tratta bene?» chiese Kisshu.
 
«Romeo? Oh, Masaya» disse ichigo. «Io e lui abbiamo rotto un po’ di tempo fa. È stata una decisione condivisa. Siamo ancora amici però e lui si vede con una bellissima ragazza che è perfetta per lui».
 
«Non può essere» disse Kisshu, scuotendo leggermente la testa. «Hai appena detto che non si vede con te».
Ichigo arrossì e entrambi stettero in silenzio. Kisshu masticava nervosamente il suo ghiacciolo, le punte delle orecchie divenute rosse.
 
«Allora, uhm, incontrerò il tuo nuovo ragazzo?» chiese Kisshu dopo essersi schiarito la gola.
 
«Non c’è un nuovo ragazzo» disse Ichigo, cambiando posizione sulla sedia.
 
«Oh bene, ok…» disse Kisshu, gioendo mentalmente, anche se il suo viso non esprimeva emozioni, come quello di Pai. Poteva avere una possibilità…
 
«E tu?» chiese Ichigo, prima che potesse impedirselo. «Hai una bella fidanzatina Cyniclon che in questo momento starà impazzendo dalla preoccupazione per te?»
 
«No, sono sul mercato» disse Kisshu, sfoggiando il ghigno che era il suo marchio di fabbrica. Ma poi la sua voce divenne annoiata e il sorrisetto fu rimpiazzato da un’espressione cupa. «Preferirei non esserlo. Impedirebbe a tutte le ragazze passabili tra i 13 e i 30 di darmi la caccia, ogni volta che esco di casa…»
 
Ichigo ghignò all’immagine mentale di Kisshu rincorso dalle fan.
 
Stettero seduti in silenzio per qualche minuto, prima che lui parlasse di nuovo.
 
«Allora… perché non hai risposto ai messaggi?» chiese. Ichigo aggrottò la fronte.
 
«Quali messaggi?» chiese lei. Toccò a Kisshu accigliarsi.
 
«Non… non li hai ricevuti?» chiese lui. Ichigo scosse la testa. «Questo è strano…»
 
«Nessuna delle altre ragazze ha ricevuto messaggi, Taruto ha già chiesto a Purin e lei ha detto che non ha ricevuto nulla. Ci è arrivato solo quello che tu, Pai e Taruto avete mandato un anno e mezzo fa e vi abbiamo mandato una risposta. L’avete ricevuta?» chiese Ichigo. Kisshu scosse la testa.
 
«Non credo che sia un equivoco» disse Kisshu, le labbra strette a pensare. «Qualcuno deve voler impedire i contatti tra noi…»
 
«Mi chiedo perché» disse ichigo. Si chiese se Mylo avesse qualcosa a che fare con quella storia.
 
Kisshu scrollò le spalle e mangiò il resto dell’ghiacciolo.
«Quindi che succede ora?» chiese.
 
«Ora ti rimetti in sesto» rispose ichigo, prendendo il bastoncino dalla mano di Kisshiu e buttandolo nel cestino della spazzatura. «Dopo di che non so. Ryo e Pai stanno ancora discutendo di questo. Vuoi qualcos’altro da mangiare?»
 
«Prenderò uno di quei cracker, per favore» disse Kisshu. Ichigo sbatté gli occhi dalla sorpresa. Non aveva mai sentito Kisshu usare le buona maniere. Taruto aveva ragione. Quello non era il Kisshu che aveva conosciuto due anni prima.
 
Kisshu mormorò un grazie con la bocca piena di cracker.
 
Mentre lui masticava, Ichigo non poté fare a meno di fissare le fasce avvolte attorno alle braccia di Kisshu, sotto le quali ora sapeva esserci delle orribili cicatrici e fu grata che non ci fosse stato bisogno di toglierle per curare le sue ferite.
Con un tuffo allo stomaco Ichigo realizzò che presto la sua schiena sarebbe stata come le braccia.
 
Kisshu la guardò con la coda dei suoi occhi felini e corrugò la fronte.
 
«Tutto bene, koneko-chan?» chiese. Con la mano libera, si grattò l’avambraccio fasciato della mano che teneva il cracker.
 
«Stavo solo, ehm, pensando» disse Ichigo, arrossendo e abbassando lo sguardo.
 
«Pai e Taruto ti hanno detto come mai indosso queste» (*) disse Kisshu senza accusa. Ichigo annuì. «Immaginavo che lo avrebbero fatto» mormorò lui.
 
Kisshu si appoggiò all’indietro contro i cuscini e fissò il soffitto.
 
«Sai, ho accettato la missione della conquista della Terra come possibilità estrema. Per fare qualcosa della mia esistenza, per dare al mio popolo la vita che meritava» fece una pausa. «E dare a mio fratello un motivo per essere orgoglioso di me».
 
«Lui non è tuo fratello!» disse Ichigo balzando in piedi, strinse i pugni e sentì la rabbia salirle dentro. Non aveva neanche notato che le erano spuntate le orecchie da gatto e che la sua coda aveva il pelo ritto. «Un fratello non farebbe questo. Non farebbe del male a quelli che dovrebbe amare!»
 
«Lo pensavo anch’io» rispose tristemente il Cyniclon sedicenne.
 
«Ho invidiato Pai e Taruto. Non vanno sempre d’accordo, ma si guardano le spalle a vicenda e si vogliono bene. Era per questo che Pai era così in collera con Taruto durante la nostra battaglia finale. Voleva proteggerlo nell’unico modo che conosceva e Taruto rifiutò di lasciarglielo fare. Pai si sentì tradito perché Taruto aveva voluto mettersi contro di lui e Deep Blue. Ma poi, durante il viaggio di ritorno, si sono chiesti scusa a vicenda: è stata la fine della questione e non è stata più menzionata da allora. Loro sono fratelli, non solo di sangue. Questo era ciò che volevo. E ciò che pensavo che finalmente anche lui avesse capito e volesse».
 
Ichigo si sedette accanto a Kisshu sul letto e lo abbracciò. Gentilente gli diede un bacio sulla fronte.
 
«Mylo non sa cosa si perde» sussurrò.
 
Kisshu la guardò negli occhi e provò a sorridere. Lentamente, i loro visi si fecero più vicini, chiusero piano gli occhi, le loro labbra si stavano per incontrare…
 
Quando la porta si spalancò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

(*) “Lo sai come mi sono fatto queste cicatrici??” :’D
Scusate, non ho resistito, nd Endorphin che ride da sola traducendo.
 

NdT

L’amore è nell’aria in questo capitoletto ;)
Un po’ di movimento in più nei prossimi.
 
Un grosso ringraziamento da parte mia e dell’autrice a chi ha recensito, preferito/seguito/ricordato, o anche solo visualizzato i capitoli scorsi :)
Segnalatemi eventuali errori che correggo! Spero di risentirvi, ci sentiamo al prossimo aggiornamento
Endorphin <3

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Ichigo balzò in piedi, frugando alla ricerca del suo ciondolo Mew Mew. Ma non appena lo ebbe in mano, capì che aveva fatto tutto per nulla, quando Taruto letteralmente volò nella stanza.
 
«Kisshu, sei sveglio!» disse Taruto abbracciando con attenzione il fratello adottivo.
 
«Yeah! Kisshu-chan è sveglio, na no da!» esclamò Purin correndo dentro, alle spalle dell’amico.
 
«Gomen-nasai (*)» disse Retasu timidamente dalla porta, Pai in piedi dietro di lei. «Ho sentito le vostre voci e l’ho fatto notare a Pai, ma questi due mi hanno sentito…»
 
«Non importa» disse Kisshu scompigliando forte i capelli di Taruto, un po’ irritato che il suo momento privato con Ichigo fosse stato rovinato. «Non potevate sapere che sarebbero piombati qui».
 
I due tredicenni non sembrarono per nulla intimiditi.
 
Kisshu si rivolse a Pai.
 
«Grazie per il rifornimento di energia, ne avevo bisogno» disse lanciando un ghigno zannuto al Cyniclon maggiore.
 
«Non è un problema» rispose Pai, sollevando un angolo della bocca. Anche se era felice di vedere il suo amico sveglio, Pai non aveva intenzione di ostentare il suo sentimento come facevano suo fratello e la Mew scimmia. «Come ti senti?»
 
«Indolenzito, stanco, fa male se mi muovo troppo veloce… Ero un po’ stordito quando mi sono svegliato la prima volta, ma la stanza ha smesso di girare appena ho mangiato qualcosa».
 
«Niente altro?» chiese Pai. «Siamo preoccupati che tu possa avere ancora dei sintomi da trattare che siano dovuti alla perdita di sangue».
 
«Sento solo la testa leggera, ma immagino sia per quello» ammise KIsshu.
 
Ichigo gli mise una mano sulla fronte.
 
«Beh, non credo che tu abbia la febbre» disse. «Se l’opposto per voi non indica niente altro. La tua pelle è fredda».
 
Pai afferrò il polso di Kisshu e lo tenne per pochi secondi, tenendo alta l’altra mano per indicare agli altri di stare in silenzio.
 
«E il tuo battito è veloce, ma debole» disse gravemente, lasciandogli il polso. «Hai bisogno di almeno una trasfusione, se non di più. Ti farò sia una flebo di sangue, che una di soluzione salina per tenerti idratato».
 
Kisshu annuì e dieci minuti dopo aveva le due flebo appese e collegate. In realtà non gli piacevano gli aghi, ma decise di non lamentarsi. Non era dell'umore adatto per litigare con i suoi fratelli o con Ichigo e sapeva che avrebbe comunque perso la battaglia.
 
Tuttavia non fu così male come aveva pensato, perché Ichigo rimase seduta accanto a lui, tenendogli la mano. La ragazza lo riempì di attenzioni, rimboccandogli le coperte e sistemandogli i cuscini, dandogli l'acqua quando aveva sete. Non si poteva lamentare.
 
Però Ichigo se ne andò presto. Aveva bisogno di andare a casa e prendere delle cose prima di tornare al caffè. Apparentemente Ichigo e le altre Mew Mew avrebbero alloggiato lì per un po', però Kisshu non sapeva perché. La rossa liquidò la questione dicendo che il suo capo voleva solo fare il dispotico, tuttavia Kisshu sentì che quello non era il vero motivo, ma non fece altre domande.
 
Qualche minuto dopo che Ichigo se ne era andata, Pai e Taruto tornarono per controllare Kisshu. Sembravano un po' agitati, ma Kisshu lo attribuì alla preoccupazione. Stette ad ascoltare Taruto che raccontava della sua giornata insieme a Purin, la Mew scimmia. Da quando Taruto era entrato nella adolescenza qualche tempo prima, le ragazze erano improvvisamente diventate molto interessanti per lui e non disgustose come erano quando aveva incontrato per la prima volta l'energica Mew gialla.
 
«Annunceranno il loro fidanzamento tra qualche giorno» disse sarcastico Pai, quando Taruto paragonò la risata di Purin a campanelle sonanti. Taruto lanciò un'occhiataccia al fratello e Kisshu ebbe un attacco di tosse per le troppe risate.
 
«E cosa mi dici di te e la ragazza-pesce, eh? Ho visto che eravate molto intimi a cena» accusò Taruto, mentre Pai porgeva un bicchiere d'acqua a Kisshu. Kisshu, all'espressione di Pai, sputò l'acqua e ricominciò a ridere.
 
«Si chiama Retasu» disse Pai riacquistando la sua compostezza, mentre Kisshu era di nuovo in preda alla tosse. «Siamo amici. È solo una persona con cui avere una bella, lunga e intelligente conversazione, a differenza di voi due».
 
«Ah, non fingere che non ci ami, Pai» disse Kisshu con voce rauca, quando smise di tossire.
 
«Tu sì. Taruto... Beh, la giuria sta ancora deliberando in proposito» rispose Pai, guardando il fratello minore, che ghignò maligno.
 
«Quindi, a parte tutte le cose belle che ha fatto Purin, che mi sono perso?» chiese Kisshu, sorridendo, mentre Taruto diventava scarlatto.
 
Pai si mosse a disagio sulla sedia e le orecchie di Kisshu si drizzarono leggermente all’erta. Che l'imperturbabile Pai fosse agitato, lo preoccupava profondamente.
 
«Non ti sei perso nulla di importante» disse Pai, fissandosi gli stivali. «Sospettiamo che Mylo sappia che hai lasciato Cynnth, ma non abbia ancora scoperto dove sei andato. Con un po’ di fortuna, tu sarai completamente rimesso prima che lui scopra la nostra posizione».
 
«E poi che si fa? Ce ne andiamo?» chiese Kisshu, contraendo le labbra. «Mylo sa che gli unici contati che abbiamo sulla terra sono le Mew Mew. Sospetterà che mi stiano nascondendo e non credo che esiterebbe ad ucciderle».
 
«Ryo e io abbiamo già discusso questa possibilità» disse Pai. «E anche le ragazze lo sanno. Sono preparate a combattere e a difendersi, se necessario».
 
Kisshu annuì, pensando ad Ichigo nella sua uniforme da Mew Mew sporca di sangue e ferita in tutto il corpo, ma in piedi a combattere nonostante tutto. Deglutì. L’aveva quasi persa in precedenza e non voleva che succedesse di nuovo, specialmente non a causa delle delusioni di quel pazzo di suo fratello.
 
«Ichigo mi ha detto che non hanno ricevuto nessuno dei nostri messaggi» disse Kisshu. «Abbastanza strano, non pensate?»
 
«Si lo è» disse Taruto. «Per di più abbiamo già provato a mandare un messaggio a casa a mamma e papà, ma non ha funzionato».
 
«Qualcosa sta bloccando le frequenze da e per Cynnth» disse Pai. «Keiichiro sta cercando di capire i motivi con i suoi computer e il robottino di Mew Ichigo».
 
«Ma perché?» chiese Kisshu.
 
Improvvisamente gli occhi di Taruto si spalancarono e guardò i suoi fratelli.
 
«Ragazzi, non pensate che qualcuno da Cynnth stia programmando un'invasione, vero?» chiese.
 
Kisshu e Pai impallidirono. Nonostante Cynnth non avesse molti alleati, aveva frequenti connessioni con altri pianeti. Occasionalmente, uno dei pianeti più ricchi decideva di fare dell’elemosina a Cynnth e mandava cibo e vestiti, tuttavia mai abbastanza per coprire il loro bisogno. Però, tagliare tutte le comunicazioni tra Cynnth e i pianeti con cui stavano per ingaggiare guerra, era una distinta tattica militare dei Cyniclon.
 
«Ma la Terra e Cynnth sono in pace» disse Pai. «Chi vorrebb-»
 
«Pai, c’è anche bisogno di chiedere?» disse Kisshu, prendendosi la testa tra le mani. «Mylo entrerà in guerra con la Terra».
 
 
Nel frattempo, ad anni-luce di distanza, un alto alieno Cyniclon ghignò rivolto ponte della sua nave, i denti appuntiti brillanti nella luce fioca. Aveva i capelli bianchi, scintillanti e lunghi fino alla vita e gli occhi neri, contornati da piccoli occhiali squadrati. Si girò a fronteggiare i suoi uomini, un piccolo manipolo di quindici alieni. Nonostante fossero in pochi, non aveva dubbi che avrebbero avuto successo.
 
«Signori!» disse a voce alta, iniziando a camminare su e giù per la fila di soldati. «Stanotte segna l’inizio di una nuova era per Cynnth! Stanotte inizia la più importante missione che il nostro popolo abbia mai intrapreso. Sì, è stata tentata prima, ma non ha mai avuto successo».
 
Fece una pausa, per ottenere un effetto drammatico.
 
«Stanotte entreremo nell'atmosfera della Terra. Stanotte cominceremo a fare piani di battaglia. Stanotte inizieremo a sterminare le debolezze dei nostri avversari!»
 
Il suo sorriso divenne più grande, più largo, più cattivo....
 
«Stanotte inizieremo la nostra invasione della Terra!»
 
I suoi uomini esultarono forte.
 
Mylo si crogiolò nella gioia e nell’entusiasmo.
 
A partire da quella notte, la Terra sarebbe stata sua.
 
 

 
 
 
 
 
 
(*) Dal giapponese, “Mi dispiace"

NdT

Ciao ^^
Vi linko questo capitolo in versione originale perché mi va :)
 

https://www.fanfiction.net/s/8296139/4/Alien-Uprising
 
Nonostante Extraterrestrial sia ferma da un bel po’, ci tenevo a dire che non sono morta :|
Ho ricominciato oggi le lezioni, ho avuto da studiare, mi sono dedicata ad una complessa OS per un concorso su questo fandom, ne ho scritta una su un altro, ho fatto disegni… Il solito, insomma :D
 
Per i pochi a cui può interessare, ET ci mette tanto perché ho deciso che voglio metterla giù molto meglio più o meno tutta, prima di pubblicare, ma soprattutto perché il settimo capitolo non ne vuole sapere di venire fuori decente, né come idee, né come forma… Sono comunque sulla buona strada – credo – immagino che venga a molti la crisi di mezza long fiction (immaginate per me che è la prima).
 
Spero che questo capitolo – un po’ corto a mio avviso, ma se ne scusò anche l’autrice a suo tempo – vi sia piaciuto, metterò anche il prossimo tra un giorno o due, altrimenti temo che chi segue si perda via :)
Segnalatemi eventuali errori o cose strane, dubbi, perplessità, sono aperta a confronti e opinioni (in fondo anch’io sono una lettrice, quindi posso discutere insieme a voi della storia)
 
Grazie a tutti i lettori, seguitori, ricordatori e preferitori (sto esagerando con le idiozie)
Endorphin <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Era un giorno silenzioso al Caffè Mew Mew. Avevano deciso di chiudere temporaneamente, con la scusa che il caffè aveva bisogno di lavori di manutenzione. Tuttavia, quelli che vi lavoravano erano ancora dentro e si annoiavano a morte.
 
Retasu, che era una nota pulitrice nervosa, aveva strofinato ogni singola superficie del caffè, pulito a fondo tutte le camere e il laboratorio nel seminterrato, prima di mezzogiorno.
 
«Purin ha paura di fare un passo e rovinare il duro lavoro di Retasu Onee-chan, na no da» disse Purin mentre scendeva le scale, quasi accecata dalla brillantezza di ogni cosa. Taruto si teletrasportò vicino a lei e se la caricò in spalla. La ragazza rise, svolazzando per la sala principale con l’alieno, mentre Retasu, Minto e Zakuro - tutte vestite delle loro uniformi da lavoro – li osservavano dal tavolo a cui erano sedute bevendo il tè.
 
Retasu si voltò verso Ichigo e Pai quando questi scesero dal piano di sopra.
 
«Come sta Kisshu stamattina?» chiese.
 
«Molto meglio» rispose Ichigo sorridendo e anche Pai si concesse un raro sorriso.
 
«Le sue ferite non si sono infettate e ha mosso qualche passo» disse Pai. «Ha mangiato qualcosa. Ha anche detto che si sta annoiando...»
 
Kisshu non l'aveva detto davvero. Però Pai ne aveva abbastanza di Taruto e Purin che "si divertivano" insieme e aveva deciso che, dal momento che Kisshu si sentiva meglio, sarebbe stato il suo turno di sorbirsi la loro euforia.
 
Proprio come aveva sospettato, il viso di Purin si illuminò:
 
«Purin sa come dis-annoiare Kisshu-kun!» esclamò e si precipitò su per le scale, seguita da Taruto che si teletrasportò dietro di lei.
 
«Grazie» disse Ryo, venendo su dal seminterrato e togliendosi le cuffiette dalle orecchie. «Avrebbero finito per rompere qualcosa quassù».
 
«È stato un piacere» disse Pai, sedendosi con le altre Mew Mew. Stettero seduti a chiacchierare per qualche minuto, quando udirono bussare alla porta principale.
 
«Vado io» disse Retasu alzandosi e aggiustandosi il grembiule dell'uniforme. «Probabilmente è il fattorino con quelle tortiere che ha ordinato Keiichiro settimana scorsa. Vengono sempre alla porta principale».
 
Andò alla porta con un largo sorriso, la aprì un poco, poi subito la richiuse sbattendola con un urletto e schiacciandovi la schiena contro, gli occhi spalancati dal terrore.
 
«Retasu?» disse Ichigo, alzandosi e aggrottando le sopracciglia.
 
Improvvisamente udirono delle voci urlanti da fuori.
 
«Krod! Non devi bussare alla porta come se ti stessero aspettando! Devi buttarla giù e far vedere a quei miseri umani chi è che comanda!»
 
«Mylo!» sussurrò Pai, mentre l'alieno continuava ad apostrofare "Krod".
 
«Veloce, teletrasportatevi!» sussurrò Zakuro. Pai scosse la testa. «Se si arriva allo scontro, non potrò tornare qui abbastanza velocemente!» rispose, nascondendosi sotto il tavolo. Tutti furono improvvisamente grati di aver ordinato le tovaglie della misura sbagliata, tanto che la stoffa toccava il pavimento e la regola "niente rimborsi" della ditta li aveva lasciati senza altra scelta che usarle.
 
«Ryo, fai venire qui Purin e dì a Taruto di trattenere Kisshu di sopra!» sibilò Ichigo. Ryo annuì e corse veloce su per le scale.
 
«Retasu, apri la porta» disse la rossa.
 
«Ichigo, hai perso la testa?» le soffiò Minto.
 
«Comportati da carina dolce e innocente e potremmo superare questa situazione» disse Ichigo.
 
«Siamo spacciati…» fece Zakuro laconica.
 
Retasu tremando aprì di nuovo la porta, proprio mentre un alto Cyniclon concentrava energia nel palmo alzato.
 
«Benvenuti al Caffè Mew Mew!» disse Ichigo spingendo di lato Retasu. Aveva messo su il suo sorriso più vincente e un atteggiamento vivace.
 
«Mew Mew, hai detto?» disse il Cyniclon alto, che Ichigo suppose fosse Mylo, fissandola dall'alto in basso. Mylo aveva lunghi capelli lisci e bianchi e freddi occhi scuri, resi ancora più scuri dalla pelle pallida. Indossava un'uniforme tutta nera, che consisteva in pantaloni lunghi, stivali, maglia senza maniche, fasce nere avvolte intorno agli avambracci, fino ai gomiti e un mantello nero dal collo alto.
 
«Sì, molto carino vero?» disse Ichigo trillando. «Tavolo per quanti?» si sporse alle spalle di Mylo e contò.
 
«Tavolo per cinque, venite da questa parte» disse mentre Minto afferrava dei menù.
 
«Non abbiamo intenzione di mangiare qui, insolente umana!» sbottò Mylo, arrossendo per la rabbia. «Siete voi le Mew Mew che hanno impedito ai Cyniclon di conquistare la Terra, che gli spettava di diritto?!»
 
Ichigo e Minto risero di nuovo come delle ragazzine.
 
«Oh no. Abbiamo solo dato al caffè il loro nome per tutti i loro servigi!» disse Minto appoggiando i menù sul tavolo. «Specialmente Mew Minto. È la più tosta, la più carina, la più potente del-»
 
Minto fu interrotta da Purin che si si catapultò all'improvviso davanti a lei.
 
«Volete che Purin vi illustri i nostri piatti speciali, na no da?» chiese la bionda, atterrando sulle punte e guardando Mylo sbattendo le ciglia, mentre Zakuro si avvicinò portando un vassoio di dolci e indossando il suo strabiliante sorriso da un milione di dollari.
 
«No, voglio che mi diciate la verità!» urlò Mylo arrabbiato.
 
«Vuoi sapere la verità?!» gridò improvvisamente Retasu, le labbra contratte e gli occhi duri.
 
Tutti si girarono e la guardarono con gli occhi spalancati. Mylo fece brillare i denti in un ghigno soddisfatto. Avrebbe ottenuto le sue risposte alla fine...
 
Da sotto il tavolo Pai sentì il sangue scivolare via dalla testa. Cosa stava facendo Retasu? Li avrebbe davvero traditi così velocemente?
Stettero in silenzio per sessanta secondi buoni. Quindi Retasu all'improvviso sorrise e inclinò la testa da un lato.
 
«Abbiamo uno speciale due per uno sui cheesecake! Abbiamo una grande varietà di sapori, tra cui mirtillo, fragola, cioccolato e ciliegia!» disse allegramente.
 
«Io lo prendo al mirtillo!» disse ad alta voce un Cyniclon alzando la mano.
 
«Sta' zitto Krod!» urlò Mylo sopra la propria spalla. Krod abbassò la mano e si guardò i piedi.
 
Le Mew Mew quasi svennero per il sollievo. Da sotto il tavolo, Pai si coprì la bocca per impedirsi di ridere.
 
Questa è la mia ragazza, pensò orgoglioso, chiedendosi subito dopo da dove arrivasse quel pensiero.
 
«Idioti» soffiò Mylo, prendendosi con due dita il ponte del naso. «Perché sono sempre circondato da idioti?»
 
E con quello, girò sui tacchi e si teletrasportò fuori dal caffè. I suoi uomini si teletrasportarono dietro di lui e rimase solo Krod.
 
«Posso avere quei cheesecake da portare via?» chiese. Subito uno dei suoi compagni tornò e lo prese per un braccio, teletrasportandosi via di nuovo.
 
«Allora...» disse Ichigo, rompendo il silenzio imbarazzante che riempiva la stanza. «È stato interessante».
 
«Direi» disse Zakuro. Si girò verso Retasu. «Cosa diavolo era quello? Ci hai fatto quasi venire un infarto!»
 
«Onestamente, non ne ho idea» ammise Retasu, arrossendo timida. «Più o meno, mi è uscito sul momento…»
 
«È stato geniale» si complimentò Pai mentre usciva da sotto il tavolo, accettando la mano di Ichigo per aiutarsi a tornare in piedi.
 
«Sì, Retasu Onee-chan è una bravissima attrice, na no da!» esclamò Purin abbracciando Retasu.
 
«Cosa diavolo è appena successo?»
 
Tutti si girarono per vedere Kisshu scendere le scale, una mano ancorata al corrimano e l'altra a tenersi la coperta stretta intorno alle spalle.
 
«Lunga storia» disse Ichigo andando al fianco dell'alieno. «Cosa fai alzato?»
 
«Giusto, Taru-Taru non doveva tenerti di sopra, na no da?» chiese Purin.
 
«Sì, è abbastanza difficile tenere una persona in un posto quando sa teletrasportarsi!» gridò Taruto da un luogo imprecisato al piano di sopra. «E... Ora mi sono perso».
 
«Allora, vi ha dato qualche indizio su cosa vuole?» chiese Kisshu, zoppicando verso un tavolo vicino con un braccio di Ichigo intorno alla vita.
 
«No, stava solo esibendo la sua personalità vincente» disse Zakuro sarcastica.
 
«Già, voi tre messi insieme, quando avete attaccato la Terra, non eravate tanto idioti quanto lo è lui adesso» disse Minto raccogliendo di nuovo i menù.
 
«È... Un complimento?» chiese Pai guardando le altre Mew Mew.
 
«Da Minto lo è» disse Retasu con un piccolo sorriso.
 
«Questo posto è più grande di quanto sembri!» si fece sentire la voce di Taruto, ma nessuno se ne curò.
 
«Se non altro ora abbiamo un vantaggio» disse Keiichiro salendo dal seminterrato. «Noi sappiamo che loro sono qui. E dato che sono entrati nel caffè ho raccolto dati su quanto sono potenti e le tecnologie che hanno portato».
 
«Ragazzi, sul serio, mi sono perso!» Taruto li chiamò di nuovo.
 
«Quindi con cosa abbiamo a che fare?» chiese Ryo.
 
«Masha mi ha fatto rapporto. Apparentemente ha rilevato una nave abbastanza grande sopra l'atmosfera terrestre» rispose Keiichiro.
 
«La NASA si starà divertendo un mondo con quella» fece Minto.
 
«Credo di essere in un armadio… Accidenti, ma è neve questa? Sono a-? No, non importa, sono solo palline di naftalina» la voce di Taruto fece eco dall'alto.
 
«Lo sa che può teletrasportarsi quaggiù, vero?» chiese Retasu aggrottando le sopracciglia.
 
«Sì, si ricorderà di questo piccolo dettaglio tra qualche minuto, fino ad allora sarà fuori dai piedi» rispose Kisshu. «Comunque. Tornando al mio maledetto fratellastro, non credo che quelli che sono venuti con lui siano il suo vero seguito. Conoscendolo, ha portato con lui molti dei suoi "amici". In altre parole, qualunque folle decerebrato che creda che Mylo sia forte, intelligente e potente.
 
«Sembra che dovremo faticare parecchio per fargli abbassare la cresta» disse Minto versandosi una tazza di tè.
 
«Possiamo fare pratica su di te, Minto!» disse Ichigo sarcastica.
 
«Cosa dovrebbe significare?» domandò Minto indurendo lo sguardo.
 
«Oh, non so» disse Ichigo tamburellandosi il mento pensierosa, poi imitò la voce di Minto. «Abbiamo dato al caffè il nome delle Mew Mew, specialmente Mew Minto. È la più tosta, la più carina, la più egocentric-»
 
Zakuro afferrò Minto per un polso, mentre questa si preparava a lanciare un piattino addosso ad Ichigo. La Mew lupo guardò male entrambe.
 
«Dateci un taglio voi due» disse.
 
Minto e Ichigo abbassarono lo sguardo. Sia Pai che Kisshu si scrissero una nota mentale: Ichigo poteva essere la leader, ma non scherzare con Zakuro.
 
Taruto apparve all'improvviso sulla sedia di fianco a Purin, con gli occhi ridotti a fessure.
 
«Ho appena realizzato una cosa» disse Taruto.
 
«Che nessuno sarebbe venuto a cercarti, neanche se hai trovato Narnia nell'armadio di sopra?» rispose Ichigo.
 
«Un'altra cosa» disse Taruto. «Mylo ha un altro motivo per essere venuto sulla terra».
 
«Perché Taru-Taru pensa questo na no da?» chiese Purin.
 
«Perché anche Mylo è abbastanza sveglio per capire che se Kisshu è venuto sulla terra, è rimasto con due opzioni. La prima sarebbe tornare a Cynnth, quindi Mylo poteva continuare ad accrescere il suo potere lì e uccidere Kisshu appena fosse tornato. La seconda è che Kisshu rimanga qui sulla Terra e ancora Mylo poteva prendere il potere a Cynnth facilmente. Quindi perché è qui?» chiese Taruto.
 
«Credo che lo scopriremo presto» disse Kisshu dopo un lungo momento di silenzio.
 



 

NdT

Salve lettori e lettrici ^^
Abbiamo fatto la conoscenza dei “nemici” :)
Questo capitolo mi fa sempre ridere un sacco, spero che la traduzione renda bene e faccia divertire un po’ anche voi.
 
Sono aperta a discussioni sulla storia, parole o frasi che non vi piacciono, segnalazioni di errori vari ^^
Alla prossima
Endorphin <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 
Più tardi, quella sera, dal momento che Kisshu si sentiva meglio, Pai stabilì che il suo fratellastro era pronto per completare il suo processo di guarigione sulla loro astronave. I tre alieni sarebbero stati accompagnati da Ichigo, Purin e Retasu. Pensarono che fosse la cosa migliore nel caso Mylo avesse deciso di attaccare mentre Kisshu era incapace di combattere.
 
«Sembra una cosa complessa» disse Retasu guardando il pannello di comando al quale stava Pai impostando la sessione di guarigione di Kisshu.
 
«Lo è» disse Pai, le dita che danzavano sui tasti mentre parlava. «Il paziente deve essere monitorato costantemente. Il computer non prevede un allarme se le sue condizioni peggiorano o se si sveglia. Nelle situazioni in cui il paziente è incosciente durante il tempo di ricovero, potrebbe svegliarsi ed essere disorientato, il che è molto pericoloso e può degenerare in violenza, nei casi di soldati veterani».
 
«Puoi mostrarmi ciò che fa ogni cosa?» chiese Retasu timidamente. Un angolo della bocca di Pai si sollevò e lui annuì.
 
 
Nel frattempo, nella stanza accanto, Ichigo stava svolgendo con cura le bende dal busto di Kisshu.
 
«Come ti senti?» chiese Ichigo.
 
«Bene» rispose Kisshu, togliendosi i nastri dai capelli smeraldo e passandoci le dita, accorgendosi di quanto fossero sporchi. «Fisicamente sento davvero poco dolore. Però mi tormento cercando di capire Mylo, se è almeno possibile. E quelle vasche di rigenerazione mi mettono in ansia ogni volta».
 
«Perché?» chiese Ichigo mentre ispezionava attentamente i suoi punti di sutura.
 
«Mi danno la claustrofobia. O si dorme profondamente, o si è da qualche parte in un limbo tra la coscienza e il sonno. Quest'ultimo stato in particolare è molto spaventoso, perché si può sentire ogni parola e suono intorno, ma non si può rispondere. Per non parlare del fatto che si è lì sdraiati esposti e nello stato più debole» disse Kisshu fissando il muro. Ichigo alzò lo sguardo verso di lui.
 
«Sembra che tu ci sia passato molte volte» disse Ichigo, soffiandosi via una ciocca di capelli color fragola.
 
«Questa sarà la mia sesta volta» ammise Kisshu. «La prima volta avevo una paura folle. Avevo quattro anni e mi ero rotto il braccio. Mio padre rimase seduto accanto a me tutto il tempo e io ho continuato a sentire la sua voce e gradualmente ho avuto sempre meno paura, perché sapevo che lui era lì. Le volte che seguirono, accanto a me c'erano Pai o Taruto, o la mia Risa Oba-san».
 
Kisshu smise di parlare e si guardò le bende sulle sue braccia.
 
«Quando avevo dieci anni, dopo l'attacco di Mylo, avevo paura e ero paranoico verso qualunque cosa mi si avvicinasse, anche se stava cercando di aiutarmi. Non ho saputo che molto dopo, che incoscientemente diedi di matto nella vasca di rigenerazione. Mi agitai, urlai e piansi, pestavo sul vetro e dovettero tirarmi fuori prima che fossi completamente rimesso. Anche se le ferite erano guarite, le cicatrici non potevano essere cancellate» Kisshu accarezzò la stoffa sul braccio sinistro.
 
«Io, io immagino che dovrei togliermele adesso» sussurrò.
 
Ichigo gli prese la mano.
 
«Kisshu, mi dispiace così tanto» sussurrò lei. «Nessuno dovrebbe provare una cosa del genere, specialmente a quella giovane età».
 
Kisshu le sorrise dolcemente.
 
«Grazie» disse. Ichigo legò le braccia attorno a lui in un abbraccio, e sedettero lì insieme per qualche minuto.
 
«Ichigo» sussurrò Kisshu. «Io- io voglio che tu veda ciò che solo pochi hanno visto. Voglio che tu veda le cicatrici».
 
Ichigo raggelò. Prima che potesse balbettare una risposta, Kisshu stava già svolgendo la lunga striscia di stoffa rossa che lei aveva sempre visto sulle sue braccia. La stoffa cadde dal suo braccio sinistro e lui proseguì col destro. Ichigo intensamente, notando che la pelle di Kisshu era più pallida dov'è erano state le stoffe. Per un secondo si chiese perché le stesse mostrando quello. Poi se ne rese conto: le stava mostrando che si fidava completamente di lei.
 
Stava letteralmente svelando un luogo profondo e oscuro della sua anima, un luogo che era pieno di dolore e adagiandolo lì davanti a lei. Una parte di lui che solo i suoi amici più intimi - così intimi da essere fratelli - avevano visto.
 
Finalmente, il secondo pezzo di stoffa cadde. Kisshu prese un respiro profondo e distese le braccia davanti a sé. Quindi lentamente le ruotò. Là, sul lato sotto delle sue braccia, c'erano dei segni identici. Le cicatrici erano seghettate e di color rosso-violaceo, ma bianche in alcune parti, dove il coltello non aveva tagliato molto in profondità.
 
Tremante, Ichigo alzò una mano. Guardò Kisshu e lui annuì. Rabbrividendo leggermente, Ichigo toccò dolcemente le cicatrici con un dito. Erano fredde e dure, ma lisce. Sembravano molto dolorose. Ichigo sentì la rabbia ribollirle dentro. Avrebbe ucciso Mylo per quello che aveva fatto a Kisshu.
 
«Kisshu...» sussurrò, con le lacrime che si formavano negli occhi. «Oh Kisshu...»
 
Kisshu rimase in silenzio e la guardò intensamente. Fu molto sorpreso quando Ichigo gli gettò le braccia al collo abbracciandolo stretto. Kisshu sbatté gli occhi e le diede dei colpetti sulla schiena.
 
«Va tutto bene» disse lui, non molto sicuro riguardo a cosa la stesse rassicurando.
 
«No, non è vero» disse Ichigo. «Lui ti ha fatto del male. Ti ha fatto male in passato e ora lo ha fatto di nuovo. Perché gli hai dato una seconda possibilità, Kisshu?»
 
Kisshu la prese per le spalle, così da poterla guardare negli occhi.
 
«Gli ho dato una seconda possibilità» disse in un sussurro rauco. «Perché quando sono venuto qui, non mi aspettavo che la mia intera vita fosse capovolta da una ragazza-gatto con i capelli rosa. Non mi sarei mai aspettato che mi sarei innamorato di lei e che mi sarei innamorato così tanto, da mettere in secondo piano il danno che Mylo aveva fatto. Che lei e le sue piccole orecchie da gatto avrebbero guarito il mio cuore, mi avrebbe permesso di amare e perdonare e sapere che le persone possono cambiare. Tu mi hai cambiato Ichigo. E io non ho mai guardato indietro neanche una volta. Io ti amo, Koneko-chan. Ti ho amato fin dal giorno in cui ho messo gli occhi su di te e l'ho saputo dal giorno in cui ti ho rubato quel bacio.
 
«Il mio primo bacio» disse Ichigo con una risata soffocata. «Allora ho pensato che il mio mondo fosse crollato. Adesso vedo che era appena iniziato. Io so che ti ho sempre amato, ma la mia testa è entrata in sintonia col mio cuore solo di recente. Ti amo, Kisshu».
 
Kisshu avvolse di nuovo le braccia attorno a Ichigo stringendola a sé. Sedettero a lungo lì in silenzio godendosi la compagnia dell'altro. Alla fine Ichigo si sfilò dalla presa di Kisshu. Lui le indirizzò un'occhiata ferita e lei gli sorrise.
 
«Possiamo farci di nuovo le coccole dopo. Adesso voglio che tu torni in perfetta salute» disse lei.
 
Kisshu le indirizzò il ghigno che era il suo marchio di fabbrica.
 
«Va bene arrivo» disse. «Lasciami finire di svestirmi e sarò là in un minuto».
 
Ichigo annuì e gli baciò la guancia, facendolo diventare dello stesso colore dei suoi capelli.
 
La ragazza sentì un ampio sorriso allargarsi sul proprio viso, un sorriso che non aveva avuto per lungo tempo.
 
 
Due ore dopo, Ichigo stava ancora sorridendo mentre si sedette accanto alla vasca di rigenerazione che teneva un Kisshu dormiente, giocando a carte con Taruto e Purin.
 
«Purin rilancia di due caramelle, na no da» disse Purin.
 
«Purin, non puoi farlo» ribatté Ichigo.
 
«E perché non potrebbe, na no da
 
«Stiamo giocando a Go Fish!» le ricordò Ichigo.
 
«Oh, già...» Purin disse sovrappensiero. Rimise via le sue caramelle. «Bene, più caramelle per dopo, na no da
 
Ichigo alzò gli occhi al cielo. Guardò verso Pai e Retasu che parlottavano intorno al pannello di controllo.
 
«Quanto manca prima che possiamo svegliare Kisshu?» chiese.
 
«Circa trenta minuti» disse Pai. «I responsi dicono che le sue ferite sono completamente guarite senza danno cicatriziale rimasto. Il tempo extra serve alla macchina per concentrarsi su qualsiasi così di strano o fuori posto, come bruciature o graffi, affinché lui sia ricaricato al cento per cento».
 
Ichigo annuì e si voltò di nuovo verso le sue carte. Si girò di scatto quando udì un "thum" proprio dietro la sua testa.
 
«Kisshu?» disse Taruto alzandosi in piedi. Camminò velocemente verso la vasca e sbiancò quando un pugno di Kisshu collise di nuovo contro il lato. Il viso del ragazzo era contorto dal dolore e i suoi muscoli erano tesi. «Pai, qualcosa non va!»
 
«Sta sognando» disse Pai, guardando avanti e indietro tra Kisshu e i responsi del monitor. «Un incubo, a quanto sembra».
 
«C'è bisogno di svegliarlo?» chiese Retasu.
 
Proprio in quel momento, Kisshu, non cosciente, tirò indietro la testa ed emise un urlo da gelare il sangue e iniziò a dimenarsi violentemente.
 
«Pai, togli il blocco!» strillò Taruto. Pai lo fece con gli occhi sgranati. Il coperchio della vasca scivolò di lato e Taruto afferrò le spalle di Kisshu per tenerlo giù.
 
«Portate una coperta, sta gelando!» urlò di nuovo Taruto e le Mew Mew scattarono per la stanza per trovare una coperta. Finalmente Purin ne trovò una e corse al fianco dell'alieno. Pai velocemente la avvolse attorno a Kisshu che si stava ancora agitando e lui e Taruto accuratamente lo sollevarono.
 
«No!» urlò Kisshu, cercando di opporsi ai due alieni che lo tenevano stretto. «NO! ICHIGO!»
 
Ichigo fu al suo fianco all'istante.
 
«Lasciate me» disse. «Lasciate che lo tenga io».
 
Non aspettò una risposta. Fece scivolare con cura le braccia nel mucchio e le avvolse intorno a Kisshu.
 
«Kisshu, va tutto bene, ci sono qui io» disse Ichigo dolcemente. Gli occhi dorati di Kisshu si spalancarono, ma erano vetrosi, fuori fuoco. Stava ancora sognando.
 
«Ichigo?» sussurrò Kisshu.
 
«Sono proprio qui» disse Ichigo. Pai e Taruto con cura spostarono Kisshu, così che lui si sedette cullato da Ichigo. Kisshu le afferrò la maglia e affondò il viso nella sua spalla.
 
«Va tutto bene» sussurrò dolcemente lei, accarezzandogli i capelli. «Era solo un brutto sogno, ecco tutto».
 
«Era troppo reale» mormorò Kisshu e Ichigo sembri gocce bagnate attraverso la maglietta. «Ti avevo perso di nuovo. Eri morta e niente poteva salvarti».
 
«Non mi perderai» promise Ichigo. «Non permetterò che succeda. E so che tu di certo non lo permetterai».
 
Sedette tenendo stretto Kisshu finché il suo respiro non rallentò e lui si addormentò di nuovo.
 
«Che diavolo era quello?» chiese Taruto guardando suo fratello.
 
«Non sono sicuro» rispose Pai con voce tremante, alzandosi da dove era accucciato sul pavimento. «So che è possibile sognare e avere incubi quando si è in una vasca di rigenerazione, ma non avevo mai sentito di uno così violento. Temo che se non lo avessimo tirato fuori in tempi avrebbe potuto romper il vetro».
 
«Non credi che potesse essere uno di quei sogni premonitori?» chiese piano Retasu. «Come quelli che faceva Masaya, durante i mesi precedenti alla battaglia finale?»
 
Ichigo rabbrividì al ricordo. Quel sogno era diventato realtà quando Kisshu era morto in battaglia, prima che la Mew Aqua ripristinasse la sua vita. Ichigo aveva tenuto tra le braccia Kisshu mentre moriva, piangendo. Che Kisshu stesse facendo un sogno sulla situazione contraria?
 
«Per adesso non credo che abbiamo nulla di cui preoccuparci» disse Pai. Con cura estrasse Kisshu dalle braccia di Ichigo e prese in braccio il ragazzo più giovane come se non pesasse nulla. «Tormentarsi su ciò che può accadere non è mai una cosa buona prima di una battaglia».
 
«Pai-kun ha ragione» disse Purin forzando un sorriso. «D'altro canto ci sono molte altre cose che portano brutti sogni, na no da».
 
Lo stesso, nessuno riuscì a togliersi dalla testa il terribile sogno di Kisshu e le sue urla per Ichigo - che nella sua mente era morta - risuonavano ancora nelle loro orecchie.
 





 

 
NdT
Ben ritrovati a tutti :)
 
Innanzitutto, il Go Fish, se a qualcuno interessa, è un gioco di carte:
https://en.wikipedia.org/wiki/Go_Fish
 
Ringrazio tutte le lettrici degli scorsi capitoli, è sempre un piacere confrontarsi sulla storia, dato che anch’io la leggo come voi ^^
Endorphin <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 
Kisshu si svegliò con un profumo di fragole e qualcosa di comodo sotto la schiena e qualcosa di caldo e morbido a coprirgli il corpo. Sbatté gli occhi lentamente e si guardò intorno. La prima cosa che realizzò fu che era nella sua camera, sull’astronave che lui e i suoi fratelli usavano come quartier generale, sul suo letto, sdraiato sotto il suo piumone. La seconda cosa che realizzò fu che Ichigo stava sdraiata accanto a lui, appallottolata come un gatto contro il suo fianco. Kisshu sorrise dolcemente e le accarezzò i capelli morbidi.
 
Ichigo… lei gli aveva detto che lo amava solo… quanto tempo prima era? Da quanto stava dormendo nel suo letto?
 
Kisshu si sfilò con cura dall’abbraccio di Ichigo, si sedette e si stiracchiò. Non sentiva più dolore alla schiena. Prendendo un profondo respiro per tranquillizzarsi, si portò il braccio intorno per sentirsi la schiena. Fu sollevato di non sentire nessuna cicatrice.
 
Scese dal letto facendo attenzione e tirò fuori dei vestiti puliti. Si lanciò in bagno e fece una doccia veloce, immergendosi nei suoi pensieri.
 
Mi ricordo di aver sognato qualcosa mentre dormivo. Qualcosa riguardo a Ichigo. Ma cos’era? Si chiese, mentre si riavvolgeva le fasce intorno agli avambracci. Non importava quanto forte spremesse la propria memoria, non riuscì a ricordare cosa riguardasse il sogno e se era stato bello o brutto.
 
Kisshu si vestì velocemente nella sua solita tenuta e iniziò ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano uscendo dal bagno. Appena mise un piede fuori, gli occhi di Ichigo si aprirono.
 
«Buongiorno, Kisshu» disse Ichigo, stiracchiandosi come un gatto.
 
«Buongiorno, gattina» disse Kisshu, frizionandosi i capelli con l’asciugamano.
 
«Come ti senti?» chiese Ichigo scendendo dal letto.
 
«Pronto ad affrontare qualunque cosa Mylo abbia in serbo per noi» disse Kisshu, pettinandosi i capelli con le dita.
 
Ichigo gli sorrise e iniziò a tirarsi su i capelli nei suoi soliti codini.
 
Kisshu la guardò per un momento mentre si metteva i nastri nei capelli, in modo da far pendere delle ciocche davanti alle sue orecchie.
 
«Sai, ho fatto un sogno su di te» disse Kisshu all’improvviso. Ichigo tirò troppo il suo nastro e quello si strappò. Si girò verso di lui, il suo viso leggermente pallido e gli occhi spalancati.
 
«D-davvero?» disse, reggendo in mano i pezzi del nastro rotto.
 
«Sì» disse Kisshu distrattamente, senza guardarla. «Ma non ricordo cosa succedeva».
 
Ichigo emise un sospiro di sollievo, ma Kisshu non lo notò. Dopo aver finito di acconciarsi i capelli, guardò la ragazza, che stava cercando di capire cosa fare con un solo nastro.
 
«Mi piaci con i capelli sciolti così» disse Kisshu passando le dita tra le ciocche color fragola. «È un look bello ed elegante».
 
«Grazie» sorrise Ichigo, ficcandosi il nastro in tasca. Fece due passi nella stanza mentre Kisshu rifaceva il letto malamente, chiedendosi cos’altro non sapeva di lui. Raccolse una specie di strumento a fiato in legno che stava su una mensola.
 
«Suoni?» chiese lei.
 
«Sì» disse Kisshu, alzando lo sguardo con un sorriso quando vide cosa lei aveva in mano. «Me l’ha insegnato mio padre quando avevo circa quattro anni. Lui aveva sempre amato suonare la musica e io amavo ascoltarla quindi un giorno gli chiesi se poteva insegnarmi». Kisshu sorrise al ricordo. «Ehi, me lo dai un attimo?» chiese Kisshu. Ichigo glielo diede e Kisshu iniziò a suonare.
 
La melodia era vivace e allegra e a Ichigo piacque sia ascoltare la musica, che guardare il viso di Kisshu. Quella era una cosa che lui chiaramente amava e a cui era anche affezionato. Alla fine della canzone, Ichigo batté le mani e Kisshu fece un inchino sorridendo.
 
«Quella è una canzone che non mi stanco mai di suonare» disse Kisshu, riponendo con cura lo strumento prima di tornare a sedersi sul letto. «È stata una delle prime che mio padre mi abbia insegnato. Era la preferita di mia madre e anche la mia. Suonarla mi fa sentire più vicino a loro».
 
«Ti mancano» disse Ichigo, sedendosi accanto a lui.
 
«Molto» ammise Kisshu. «Ma credo che siano felici, dovunque siano, perché adesso sono insieme».
 
«Questo è un bel modo di vedere la cosa» disse Ichigo, prendendogli la mano. Kisshu le sorrise e le strinse la mano.
 
«Hai fame, gattina?» chiese alzandosi.
 
«Mi piacerebbe fare un po’ di colazione» disse Ichigo in risposta, permettendo a Kisshu di aiutarla ad alzarsi.
 
I due lasciarono la stanza e camminarono lungo il corridoio verso la cucina. Arrivarono sul luogo di un disastro. I banconi, una volta curatissimi, erano coperti di zucchero, cioccolato, farina e piatti sporchi. Purin e Taruto alzarono lo sguardo da dove erano seduti a chiacchierare su un bancone.
 
«Cosa è successo qui?» chiese Kisshu a Taruto, osservando la cucina.
 
«Purin e Taru-Taru hanno fatto dei dolci, na no da!» esclamò Purin, reggendo un piatto per mostrarli ai due.
 
«È grandioso» disse Kisshu. Poi alzò un sopracciglio verso Taruto. «E così, sei ancora vivo. Immagino che significhi che Pai non abbia ancora visto questo casino». Allo sguardo confuso di Ichigo, lui spiegò. «Pai è più o meno una bestia delle pulizie. Andrebbe su tutte le furie se vedesse la cucina in questo modo».
 
«Retasu è circa allo stesso modo» disse Ichigo sorridendo. «Sfortunatamente, molti dei casini che succedono al Caffè sono a causa sua e ciò la fa diventare una macchina da scuse».
 
«Posso pulire tutto prima che lo veda Pai» disse Taruto con un gesto della mano «Non ti preoccupare».
 
«Dove sono Pai e Retasu?» chiese Ichigo.
 
«Nello studio di Pai» disse Taruto, saltando giù e iniziando a pulire. «Sono stati lì per ore, discutendo su poesie di gente morta, opinioni scientifiche e la teoria-di-qualcosa di Einstein».
 
«Reatasu Onee-Chan e Pai-Kun sono perfetti l’uno per l’altra, na no da» disse Purin mentre prendeva uno straccio bagnato. «Purin si chiede se loro lo sappiano, na no da».
 
«Probabilmente no» disse Kisshu mettendo via i contenitori degli ingredienti. «Pai è troppo timido con le ragazze, così timido che non si direbbe che ha quattro sorelle».
 
«Voi avete quattro sorelle?» disse Ichigo, guardando avanti e indietro tra Kisshu e Taruto.
 
«Yep» disse Taruto. «C’è Rindou, che è la gemella di Pai, più vecchio di cinque minuti. Si somigliano molto, ma sono totali opposti. Se Pai è scuro e serio, Rin sorride e si diverte sempre. È anche molto intelligente e una bravissima artista. Lavora per il governo: cataloga e fa disegni di tutti i tipi di nuove piante che stanno crescendo».
 
«Poi c’è Rirī, che è più grande di me di sei mesi» disse Kisshu. «Risa Oba-san la sta istruendo per diventare una Guaritrice. Mi ricorda molto te, micetta, perché adora vestirsi di rosa».
 
«Rozū è tre anni più giovane di me» disse Taruto. «Adora Kisshu perché lui le ha insegnato a combattere e sembra che non finisca mai le energie…»
 
«Poi Asagao è la piccolina, nata cinque mesi fa» disse Kisshu. «È la bimba più carina di sempre».
 
«Purin vuole incontrare le sorelle di Taru-Taru, na no da!» disse Purin con un largo sorriso in faccia.
 
«Forse, dopo che questo fiasco di Mylo sarà finito, potremmo venire a Cynnth» suggerì Ichigo, guardando Kisshu e Taruto, che sembrarono eccitati all’idea. «Siamo ansiose di venirci da quando abbiamo ricevuto il vostro primo messaggio, che diceva che la Mew Aqua aveva funzionato».
 
«Ci piacerebbe un sacco che voi ragazze veniste a vedere Cynnth» disse Taruto. «Specialmente adesso che non è più una landa desolata».
 
«Com’è là?» chiese Ichigo, appoggiando i gomiti sul bancone.
 
«È così bello» disse Kisshu, guardando lo spazio fuori, con un largo sorriso sul viso. «Ci sono alberi – così tanti alberi! – e stanno tutti crescendo ad altezze diverse. Ci sono così tanti diversi alberi da frutto che producono i frutti più saporiti di sempre, ancora migliori di quelli che ci sono qua sulla Terra, secondo me. Ci sono fiumi con acqua fresca e pulita che puoi bere direttamente e le persone possono attingere senza paura di prendere malattie. E i bambini possono correre e giocare senza più paura che si facciano male o si ammalino».
 
«Le verdure e i cereali stanno crescendo all’inverosimile, perché il suolo è così fertile adesso» disse Taruto fluttuando nell’aria per pulire un armadietto che si era macchiato di cioccolato. «Nessuno soffre più la fame adesso: anche se qualcuno non può permettersi di compare il cibo, puù piantarlo e mangiarlo dal proprio giardino. Fare il contadino ora è un lavoro molto fruttuoso. Papa-San al momento sta gestendo una piccola fattoria, dove coltiva abbastanza cibo non solo per tutti noi, ma riesce anche a vendere parte del raccolto al mercato. Mama-San ha anche un piccolo angolo di giardino in cui fa crescere le sue erbe medicinali».
 
«E ci sono i fiori» disse Kisshu chiudendo brevemente gli occhi. «Non puoi andare da nessuna parte senza vedere fiori ora. Le ragazze sono state felicissime di trovare i fiori corrispondenti ai loro nomi e ne abbiamo piantati alcuni vicino alla casa. Abbiamo piantato dei semi di campanula il giorno che è nata Asagao e stanno crescendo veloce come lei».
 
Ichigo e Purin si ritrovarono a sorridere come Kisshu e Taruto. Quelle immagini non solo erano bellissime, ma si poteva anche sentire la gioia nelle voci dei due ragazzi alieni e vedere quanto amavano il loro pianeta».
 
Purin chiese di sapere di più su Cynnth e Taruto le stava raccontando tutto della città in cui vivevano, mentre ancora pulivano la cucina. Kisshu e Ichigo si sedettero per fare colazione e furono presto raggiunti da Pai e Retasu, che arrivarono nella stanza ridendo di qualcosa. Kisshu alzò le sopracciglia al suono della risata di Pai e sussurrò ad Ichigo:
 
«Potrei contare su una mano sola le volte che ho sentito Pai ridere» disse piano al suo orecchio. «La tua amica Retasu deve essere qualcosa di speciale per farlo ridere così».
 
Ichigo sorrise e gli sussurrò di rimando:
 
«Anche Pai deve esserlo, non ho mai visto il viso di Retasu così luminoso» disse lei.
 
Ichigo e Kisshu avevano appena finito di mangiare che il telefonino di lei squillò. Ichigo scavò nella propria tasca e tirò fuori il cellulare rosa.
 
«È Minto» disse rispondendo. «Ehi Minto, che c’è?»
 
«Quanto tornate?» domandò Minto ignorando la domanda di Ichigo.
 
«Ehm, presto immagino. Non abbiamo avuto occasione di fare piani in realtà, stiamo solo finendo di fare colazione adesso, quin-»
 
«Allora scendete subito!» urlò Minto al telefono. Ichigò spostò il cellulare via dal proprio orecchio, per non venire assordata. «Mylo sta attaccando e ci servono rinforzi!»
 
«Arriviamo subito!» disse Ichigo riagganciando. Si guardò intorno nella cucina improvvisamente silenziosa.
 
«Pronti per una battaglia?» chiese Ichigo saltando in piedi.
 
 



 

Ndt


Saaaaalve, bentrovati all’appuntamento del martedì con AU =)
In fondo a questo capitolo ci sono delle NdA che ora tradurrò:

 
Ho avuto l’idea di dare a Pai e Taruto delle sorelle da una serie di vignette di “Insanity0Rocks0My0Socks” chiamata “Sweet and Sour”, che aveva come protagonisti Purin e Taruto. In una scena si menziona il fatto che Taruto nella sua storia abbia una moltitudine di sorelle e quindi mi sono ispirata per creare i miei personaggi originali.
 
Rindou è il nome giapponese per un fiore blu, o blu scuro, chiamato genziana giapponese (“Japanese gentania” in inglese). Rin è anche il nome di uno dei due personaggi principali del manga e anime “Usagi Drop” o, per usare quello che credo sia il suo nome Americano, “Bunny Drop”. È un anime molto carino, ma il manga diventa un po’ strano dopo i primi pochi volumi. Credo che questo nome compaia anche in altre ocasioni nei manga/anime, ma questo è quello in cui l’ho trovato originalmente.
 
Rirī vuol dire giglio (“Lily” in inglese), Rozū significa rosa, e Asagao significa campanula (“Morning Glory” in inglese) e sono anche i nomi giapponesi di questi stessi fiori. Tutte queste ragazze compariranno nella storia, anche se ci sarà molto di più riguardo alle tre maggiori e solo poche scene con Asagao.

 
Torno a parlare io. Non ho trovato nulla che riconducesse alla serie di vignette sopracitata, ma qui trovate info su Usagi Drop --->  https://it.wikipedia.org/wiki/Usagi_Drop
 
Il capitolo è un po’ di transizione… Però finalmente si menzionano le sorelle ^^
Non vedevo l’ora, spero vi piaceranno :)
 
Grazie a tutti per seguire la storia, scrivetemi le vostre opinioni – ed eventuali errori o brutture varie…
Endorphin <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

I tre alieni si teletrasportarono in centro città con le tre ragazze, le quali velocemente si trasformarono nelle loro forme Mew in grandi sfere di luce.

«Allora, dove credete che siano?» chiese Taruto tirando fuori il suo click clack.

Proprio in quel momento un grosso gruppo di persone urlanti li oltrepassò correndo.

«Sono convinto che se andiamo in quella direzione li troveremo» disse Kisshu sarcastico, indicando la direzione opposta.

«Davvero?» replicò Ichigo ugualmente sarcastica, preparandosi a scattare.

Il gruppo iniziò a correre giù per la strada. Furono accolti dagli urli di battaglia di Minto e Zakuro e, non uno, ma due chimeri. Ad attaccare accanto ad essi vi erano cinque alieni Cyniclon e Mylo che aleggiava in alto nell'aria sopra di loro, sogghignando con le braccia incrociate, guardando la battaglia.

«Che ci siamo perse?» chiese Ichigo a Zakuro, che le indirizzò un'occhiataccia. «Ok, ho capito» disse Ichigo. Si portò la Strawberry Bell alla mano. «Pronte ragazze?»

«Ribbon Minto Echo!»

«Ribbon Retasu Rush!»

«Ribbon Puring Ring Inferno!»

«Ribbon Zakuro's pure!»

«Ribbon Strawberry Surprise!»

Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo quando uno dei chimeri cadde al suolo.

«Fuori uno, resta un altro!» strillò Ichigo trionfante.

Nel frattempo, Pai e Kisshu combattevano contro i loro confratelli Cyniclon stando schiena contro schiena. Mylo aveva già reso perfettamente chiaro che li avrebbe pugnalati alle spalle e non avevano intenzione di dargliene l'occasione. Taruto aveva usato i suoi poteri sulle piante per trattenere indietro l'altro chimero, usando rami di albero arrotolati intorno alle sue braccia. Minto si assicurava che nessuno cercasse di attaccare Taruto mentre stava facendo il suo lavoro e intercettò un bel po' di armi e nemici. Vedendo che però né Taruto né Minto potevano continuare la loro strategia molto a lungo, le Mew Mew finirono velocemente il chimero e procedettero a combattere gli alieni.

«Attento Kisshu!» esclamò improvvisamente Retasu. Kisshu si voltò e fu subito afferrato di peso e sollevato in aria da Mylo.

«Allora, ci incontriamo di nuovo, fratellino» disse Mylo con un ghigno, affondando le sue unghie lunghe nella carne del collo di Kisshu, mentre l'alieno più giovane cercava di lottare per liberarsi. «Ti trovo bene».

«Sì, non grazie a te» ringhiò Kisshu cercando di affondare i suoi di artigli nel braccio di Mylo.

Mylo sorrise al tentativo, come se Kisshu fosse un gattino che cercava di cacciare un falco. Guardò oltre la spalla di Kisshu e gridò: «Basta!»

I soldati di Mylo smisero di combattere e, sorridendo vittoriosi, si teletrasportarono via. Le Mew Mew, Pai e Taruto rimasero in piedi al suolo. Pai e Taruto si lanciarono in volo per soccorrere Kisshu, ma erano in aria di soli due piedi, quando ricaddero rovinosamente a terra. Pai imprecò nella sua lingua nativa mentre si rialzava in piedi, stringendo le nocche intorno ai ventagli fino a farle sbiancare.

«Ha messo un campo di forze intorno a noi, così che non possiamo muoverci o teletrasportarci» spiegò. Realizzarono presto che erano intrappolati in una bolla di sei piedi e niente poteva romperla (*).

«Che cosa vuoi, Mylo?» domandò Kisshu, fissando il Cyniclon dai capelli bianchi. «Se sei qui per uccidermi, fallo e basta!»

Mylo sghignazzò.

«Oh, gira sempre tutto intorno a te, giusto?» disse Mylo alteramdo la voce in segno di scherno e scuotendo un po' Kisshu. «Anche se ucciderti qui e ora è molto allettante, non ci vedrei nessun divertimento».

«Se non hai intenzione di uccidermi, allora perché sei qui?» domandò Kisshu.

«Vedi, fratellino, prima che tu ritornassi su Cynnth da quel fiasco di missione sulla Terra, io ero sulla buona strada per prendere il potere che mi merito semza dubbi. Ma poi, tu e i tuoi amichetti siete tornati con la Mew Aqua e siete diventati i salvatori del nostro popolo. Quello in realtà è stato solo un lieve contrattempo. Mi ha solo fatto realizzare che ci sono cose più importanti che regnare su Cynnth» disse Mylo con un tono disgustosamente dolce e paternalistico, come se stesse provando a spiegare qualcosa ad un testardo bambino di due anni.

«Ad esempio?» gli sputò Kisshu, gli occhi dorati ridotti a fessure.

«Voglio che tu viva, così potrai vedere che io sono in grado di avere successo in ciò in cui tu hai fallito» disse Mylo. Iniziò a ridere, una crudele risata senza cuore. «Io non regnerò solo su Cynnth, ma anche sulla Terra!»

E con quello lasciò andare Kisshu. Kisshu cadde almeno 10 piedi (**) prima di poter concentrare abbastanza energia per fermare la caduta e galleggiare a mezz'aria. Nel secondo in cui Kisshu era stato lasciato andare, il campo di forze di Mylo svanì. Ridendo, l'alieno iniziò a volare via.

«Ehi, Mylo!» urlò Ichigo. Mylo si voltò verso di lei con un'occhiata incuriosita. «Credo che questo appartenga a te!»

Improvvisamente un lampo d'argento volò attraverso l'aria con precisione letale.

Mylo ghignò afferrando l'elsa del proprio pugnale appena prima che la lama si conficcasse nel suo petto.

«Credo che tu sia la mia preferita, gattina rabbiosa» disse. Mylo rise mentre Ichigo soffiò arrabbiata come un felino. Con il suono delle sue risate che faceva eco attraverso le strade vuote, sparì.

«Sarebbe potuta andare molto meglio» disse Minto, spolverandosi la gonna.

«Puoi dirlo forte» disse Zakuro fissando il punto dove un momento prima si trovava Mylo.

«Quindi cosa facciamo adesso?» chiese Taruto.

«Torniamo al caffè» suggerì Retasu. «Potremmo non solo ricaricare le energie, ma Ryo e Keiichiro potrebbero avere alcune idee sulle prossime mosse da fare».

«Spero proprio di sì» disse Kisshu passandosi la mano sui segni sanguinanti che aveva sul collo.

«Stai bene?» chiese Ichigo a Kisshu, che fissava le gocce rosse che gli erano rimaste sulla mano.

«Sopravviverò» rispose lui, strofinandosi la mano sui pantaloni. «Andiamo».


«Mylo ha un esercito troppo numeroso» disse Pai seduto a mezz'aria a gambe incrociate, sorseggiando il tè. «E noi siamo una squadra troppo piccola. Abbiamo bisogno di aiuto se vogliamo sconfiggerlo».

«L'ex ragazzo di Ichigo può ancora trasformarsi nel Cavaliere Blu, na no da?» chiese Purin con la bocca piena di biscotti.

«Se può, io non lo so» disse Ichigo fissando il pavimento con le braccia incrociate, in profonda riflessione.

«Berry e Ringo?» chiese Zakuro guardando Ryo. Lui scosse la testa.

«I loro segni sono spariti tempo fa» rispose. «E anche se potessero, non saprei quanto potrebbero essere di aiuto. Quello che ci serve è qualcuno che sia familiare con lo stile di combattimento dei Cyniclon».

«Credete che possiamo trovare qualcuno di cui fidarci su Cynnth, per combattere per noi?» chiese Retasu guardando Pai.

«Non sappiamo nemmeno quale sia la situazione su Cynnth in questo momento. E anche se tentassimo, molto pochi avrebbero voglia di combattere contro Mylo. Ha seminato la paura nel cuore di molti» disse Pai.

«Ci serve un miracolo» gemette Minto.

Improvvisamente l'aria nel centro del caffè si increspò e tutti balzarono in piedi con gli occhi spalancati. Tre ragazze Cyniclon caddero fuori dal nulla e atterrarono al suolo con un tonfo.

«Rin, puoi farci atterrare su qualcosa di più morbido la prossima volta?» disse una ragazza con i capelli castani che scendevano morbidi da un'acconciatura simile a quella di Minto. Indossava lunghi pantaloni bianchi, una maglia bianca corta sopra la vita con sopra una giacca rosa a maniche corte e stivali bianchi con i lacci rosa. Indossava anche dei guanti bianchi senza dita che salivano fino al gomiti, con un fiocco rosa attorno al polso. Stava guardando male una ragazza più grande che aveva occhi felini viola.

«Già, un'altra volta puoi mirare dell'erba o qualcosa del genere?» disse la ragazzina più giovane di tutte. Aveva capelli viola scuro raccolti in due codini e indossava una gonna rossa con leggins blu. Un top bianco con rose rosse stampate sopra e stivaletti rossi alla caviglia. Nonostante la supposta rabbia verso la sorella, i suoi occhi marrone dorato brillavano. Gli umani realizzarono improvvisamente che gli occhi della ragazzina più giovane erano identici a quelli di Taruto.

«Provate voi a teletrasportarvi in un posto sconosciuto lontano anni luce, la prossima volta. Almeno ci ho portate qui tutte di un pezzo» rispose la ragazza più grande da dove giaceva sdraiata sulla pancia. Aveva riccioli viola sciolti, lunghi fino alla vita, con fiori applicati sopra le orecchie. Indossava un top blu scuro, una gonna a balze azzurra con calze lunghe, e degli stivali blu al ginocchio.

«Più o meno» la schernì la ragazza di mezzo. La maggiore la ignorò. Guardò invece Pai con i suoi occhi viola e gli sorrise.

«Come va, fratello?» disse con nonchalance.







(*) Lascio le misure in piedi come sono nel capitolo originale, [maledetti americani...] 2 piedi equivalgono a 61 centimetri e 6 piedi a 183 centimetri.

(**) Poco più di tre metri.

NdT


Ciaooo!
Mylo aveva cominciato parecchio male, ma qui si rifà un pochino, dai, secondo voi? :) Se non altro abbiamo capito che non sta scherzando...

Eeeeeee... Abbiamo fatto la conoscenza delle sorelle Ikisatashi, finalmente!
Non sono PACCHIANISSIME?! xD xD spero che non vi disgustino e non smettiate di seguire la storia :'D
Mi hanno messo troppa voglia di disegnarle! Vedete cosa faccio invece di studiare? Ed eccole qua - almeno due su tre...
Rindou&Riri

Ringrazio tutte le lettrici, scrivetemi le vostre impressioni ^^
Alla prossima
Endorphin <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

«Rin? Rirī? Rozū? disse Taruto incredulo. «Cosa ci fate qui?»

«Oh, niente, un capitombolo qua e là...» disse la ragazza più giovane - Rozū, dedusse Ichigo. Diede un'occhiata nella stanza e i suoi occhi si allargarono non appena atterrarono su Kisshu. Saltò in piedi, ottenendo lamenti di dolore e rabbia dalle sue sorelle, mentre accidentalmente camminò loro sopra e gettò le braccia al collo di Kisshu. «Kisshu-Chan! Sei vivo!»

«Già, immagino di sì» disse Kisshu sorridendo e accarezzando i capelli della ragazza.

«Eravamo preoccupati quando Pai disse che eri sparito e ferito» disse Rirī, accettando la mano di Taruto e alzandosi, dando al fratello un abbraccio laterale una volta che fu in piedi. «Mama-san era affranta» disse Rirī abbracciando anche lei Kisshu, anche se con meno vigore della sorella minore. Rirī sorrise lasciando andare Kisshu. «Posso dire che stai meglio, la tua aura è di nuovo luminosa.»

«Perché non siete con Mama-san, Papa-san e Asagao?» chiese Pai, corrugando la fronte mentre la sua gemella si sistemava la gonna.

«Mama-san e Papa-san ci hanno mandato qui» disse Rin. il suo sorriso cadde e i suoi occhi divennero seri quanto quelli di suo fratello. «Pai-Chan, dobbiamo parlare. Le cose vanno male, molto male, su Cynnth.»

«Parleremo» promise Pai, poggiando la mano sulla spalla di sua sorella. Rin gli fece un piccolo sorriso in risposta. Pai quindi presentò le sue sorelle a tutti nella stanza e viceversa.

«Così voi siete le famose Mew Mew di cui abbiamo sentito così tanto parlare» disse Rozū con un sorriso. «Le uniche persone nell'intero universo che possono prendere a calci i nostri fratelli in battaglia e loro siano così stupidi da tornare per averne di più.»

Taruto diede a sua sorella minore una pacca dietro la testa e lei gli restituì il favore con un pizzicotto sul braccio. Si guardarono male per un secondo prima di distogliere lo sguardo.

«Ciò che la nostra cara sorellina sta cercando di dire è che siamo davvero felici di incontrarvi, anche se vorrei che fosse stato in circostanze migliori» disse Rin. Si prese un ricciolo e si mise a giocarci mentre parlava. «Dato che voi siete stati senza dubbio informati riguardo alla situazione Mylo e probabilmente ad oggi lo avete già affrontato in battaglia, dovreste sapere che lui è la ragione per cui siamo qui.»

«Cosa intendi?» chiese Taruto, alzando le sopracciglia.

«Sono successse brutte cose su Cynnth nel breve tempo in cui voi ragazzi siete stati via» disse Rirī. I suoi occhi erano pieni di tristezza. «Gli uomini di Mylo hanno preso il potere. Il governo è sotto il suo controllo. Tutti coloro che supportavano la Rinascita e la Mew Aqua sono stati licenziati, perfino Rin.»

«Ma è terribile!» esclamò Retasu.

«È anche peggio» disse Rin con un sospiro. «Io sono stata la prima ad essere licenziata. Il resto sono stati buttati fuori così da non farlo sembrare mirato. In realtà lo era. Tutta la famiglia è stata presa di mira. Io ho perso il mio lavoro, Rozū è stata espulsa dalla scuola per nulla, i campi di grano di Papa-san sono stati incendiati dai soldati di Mylo-»

«Papa-san sta bene?» chiese Pai interrompendola.

«Ha qualche bruciatura per aver provato a spegnere le fiamme prima che si avvicinassero troppo alla casa, ma per il resto è illeso» disse Rin, indirizzando ai suoi fratelli preoccupati un sorriso confortante. «Mama-san si è occupata di lui, quindi starà bene. È solo frustrato per i campi.»

«Non lo biasimo» disse Taruto triste. «Era così vicino al raccolto.»

«E diventa ancora peggio» disse Rozū. «Alcune delle piante stanno morendo e un fiume è inquinato da tossine. Mylo ha fatto dei gran discorsi riguardo a come sia stato provato che sia colpa della Mew Aqua e ha dichiarato voi tre traditori per averla portata a Cynnth. Se foste visti su Cynnth sareste arrestati e giustiziati. Ha anche reso perfettamente chiaro in quel suo discorso che aveva intenzione di trovarvi e uccidervi e conquistare la terra nel frattempo.»

«Qualcuno ha ancora fede nella Mew Aqua?» chiese Kisshu. Rozū scosse la testa.

«Se c'è qualcuno, è abbastanza sveglio da non dirlo» disse. «Mylo ha minacciato la prigione per chiunque ancora creda nella Mew Aqua o sia contrario alla conquista della Terra.»

«Quindi, in pratica, ciò che state dicendo è che se falliamo,» disse Ichigo con tono buio, «Kisshu, Pai e Taruto saranno giustiziati e il resto di noi verrà messo in una prigione Cyniclon per aver protetto la Terra e sostenuto la Mew Aqua?»

«Hai colto nel segno» disse Rin.

«Beh, non potrebbe andare peggio» disse tristemente Kisshu.

«Oh, sì invece» disse Rin fintamente allegra. «Indovinate chi è il braccio destro di Mylo e al momento sta governando Cynnth in sua assenza?»

I tre alieni impallidirono.

«No, non lei, per favore, non lei» gemette Taruto.

«Temo di sì» disse Rirī con un sospiro.

«Ho quasi paura a chiederlo, ma chi è lei?» chiese Minto preoccupata.

«La cugina di Mylo da parte di madre, Topaz Yuuka» disse tristemente Kisshu. «In breve, è la gemella malvagia di Mew Ichigo. Tutta rosa, tutta stelline e tutta la pazzia di Mylo. Ti può fare un sorriso dolce e innocente mentre ti trapassa con una spada. Lei e Mylo pensavano di essere nati per comandare tutti e hanno fatto sì che chiunque incontrassero se ne accorgesse. Quella è pazza da legare.»

«E ha una cotta per Pai» aggiunse Taruto a bassa voce. Retasu si raddrizzò sulla sedia. Sentì qualcosa roderle dentro, qualcosa che non aveva mai sentito prima.

Pai lanciò un'occhiataccia a suo fratello minore.

«Avevi giurato che non ne avresti mai parlato» grugnì.

Taruto sorrise imbarazzato.

«Topaz ha una fissa innocua» disse Rin alzando gli occhi al cielo. «Ma almeno non la vedo giocare un ruolo di primo piano nella campagna di Mylo per invadere la Terra.»

«Parlando del più e del meno, non ci avete ancora detto perché siete qui» disse Kisshu, voltandosi verso Rin.

«Ci hanno mandato Mama-san e Papa-san» disse Rin sorridendo di nuovo. «Sapevano che eravate qui e che Mylo non sarebbe stato molto lontano. Per questo siamo qui. Per aiutarvi a combattere.»

«Non siete addestrate con lo stesso allenamento che abbiamo noi» disse Pai alle sue sorelle. «E non avete nemmeno delle armi.»

«Questo non è vero e tu lo sai» disse Rin. Stese le mani, palmi in alto e quelli che sembravano due ventagli tradizionali ripiegati, si materializzarono nelle sue mani. «Io ho l'altra metà dei ventagli in eredità» disse Rin, alzando le sopracciglia orgogliosa.

Dispiegò i ventagli, rivelando che avevano l'aspetto e il motivo sulla carta di quelli di Pai, con fiori viola-blu dipinti sopra. La natura curiosa da gatto di Ichigo scalpitò e lei sporse la mano per toccarli, bloccandosi per chiedere a Rin il permesso con gli occhi. La ragazza più grande sorrise e annuì. Ichigo con attenzione toccò i ventagli e fu sorpresa di scoprire che erano freddi e duri.

«Ventagli Tessen» sussurrò Ichigo con meraviglia, spalancando gli occhi quando vide il luccichio del metallo sulla punta.

«Le lame e il ventaglio sono fatti di metallo che non si macchia, non arrugginisce, o luccica, non importa cosa finisca sulle lame» spiegò lei agli umani attenti, che erano tutti in ammirazione. «I miei appartenevano alla nostra nonna materna. Quelli di Pai appartenevano a suo fratello, il nostro prozio e gemello della nostra nonna. Ci sono stati dati al nostro decimo compleanno e siamo stati entrambi addestrati ad usarli. Se qualcuno di noi - o dei nostri figli - avesse dei figli gemelli, questi ventagli andrebbero a loro, come da tradizione di famiglia.»

Anche Rirī quindi materializzò la sua arma, un arco simile a quello di Minto, tranne che quello di Rirī era bianco e aveva una faretra piena di frecce ad accompagnarlo.

«Le frecce sono state fabbricate in modo che ritornino sempre da me, anche se hanno colpito qualcosa o qualcuno. Le frecce non uccidono, ma possono menomare o ferire seriamente» spiegò Rirī. Sorrise. «Non preoccupatevi che vi possa colpire. Ho una mira molto buona.»

Fu il turno di Rozū. Sorrise e gridò: «Rose Thorns!» Nelle sue mani apparvero due spade sai simili a quelle di Kisshu, ma la tsuka era rosso scuro, avvolta di bianco e aveva l'emblema di una rosa scavata nel moto. «Io uso le spade prorpio come Kisshu-chan!»

«Dimenticatelo, Rozū» disse Pai appena vide le spade. «Tu non combatterai.»

«Sì che lo farò!» insistette Rozū mettendosi le mani sui fianchi, con le punte dei pugnali rivolte lontano dal suo corpo. «Ho la stessa età che aveva Purin quando è diventata una Mew Mew e lei ha sconfitto tutti e tre voi e i vostri chimeri ogni giorno!»

«Su questo ha ragione» mormorò Kisshu.

«Visto?!» disse Rozū sorridendo.

«Per questo tu sei il suo preferito» disse Pai imbronciato rivolto a Kisshu, che minimizzò con un gesto. Pai guardò Rozū. «Va bene. Ma se ti viene detto di lasciare una battaglia, o di non venire proprio e tu disobbedisci, ti rispedirò a Cynnith prima che tu possa dire "Non è giusto".»

«Andata» disse Rozū con un cenno di assenso.

«Bene, con questo siamo a posto» disse Ichigo guardando le armi di ognuna delle aliene. «Benvenute in squadra.»

Rin, Rirī e Rozū erano raggianti.

«Ora che abbiamo i numeri, abbiamo nuovi problemi» disse Ryou. «La scuola inizia lunedì.»

«Con tutto quello che è successo negli ultimi giorni, mi sono dimenticata della scuola» disse Retasu. «Ma perché è un problema?»

«Sarete tutte sparse per la città» disse Keiichiro. «Minto e Retasu alla loro scuola, Purin alla sua e Ichigo alla sua. Se Mylo scoprisse dove sia qualcuna di voi, potrebbe colpire.»

«Beh, non possiamo saltare la scuola» disse Minto rabbuiata.

«Già, i miei genitori mi ucciderebbero prima che gli scagnozzi di Mylo ne abbiano la possibilità» aggiunse Ichigo.

«Perciò siamo fortunati che la tua scuola e quella di Purin siano affiliate» disse Keiichiro a Ichigo, con gli occhi scuri che brillavano.

Quando tutti lo fissarono confusi, Rin parlò ad alta voce.

«Ciò che stai dicendo è» disse, i suoi occhi viola luminosi, «che sarebbe meglio se ci fossero due o più membri della squadra nello stesso luogo.»
«Esattamente» rispose Keiichiro sorridendo a Rin. «Retasu e Minto saranno già insieme e anche con Berry nel caso i suoi poteri Mew tornino, come hanno fatto quelli di Ichigo. Quindi Ichigo, Kisshu e Rirī possono andare nella stessa scuola e fare lezione insieme per la loro vicinanza in età. Poi anche Taruto e Purin faranno lo stesso.»

«E io?» chiese Rozū.

«Tu resterai al Café con il resto di noi» disse Keiichiro. «Tutto considerato avresti dovuto andare ad una scuola ancora diversa, quindi sarebbe più sicuro qui.» Vedendo il broncio della ragazzina, si inginocchiò accanto a lei e le sussurrò all'orecchio: «E sarai l'assaggiatrice ufficiale di tutti i dolci che serviamo.»

Le larghe orecchie di Rozū si drizzarono e lei sorrise annuendo vigorosamente. Al contrario i suoi fratelli groaned. L'ultima cosa di cui tutti avessero bisogno era Rozū in overdose da zuccheri. La ragazza aveva già abbastanza enegia da competere con Purin.

«Beh, se dovete impersonare degli umani per un po', dovete anche assomigliargli» disse Minto alzandosi. «E io ho una carta di credito che non uso da trentasei ore e sto già impazzendo. Andiamo!»

Due ore dopo, gli alieni stavano ammirando gli acquisti orgogliosamente. Rin aveva scelto molte gonne in viola scuro e blu, con tante maglie abbinate, vestiti e scarpe, sprattutto ballerine. Rirī aveva preso delle gonne corte con leggins, jeans e top. Si era innamorata all'istante di tantissime paia di scarpe di ogni sorta ed era tornata a casa con la maggior parte. Rozū adorava i suoi vestiti nuovi, soprattutto i jeans e le t-shirt. Aveva storto il naso davanti ai pochi vestiti e gonne che era stata convinta a prendere e il suo acquisto preferito erano un paio di sneakers nere con fiori rossi e stringhe bianche.

Rin era anche attratta dall'idea dello smalto e ne aveva comprate alcune boccette per dipingersi le sue lunghe unghie. Lei e le sue sorelle vennero fermate molte volte da persone che chiedevano se le loro unghie fossero vere, cosa che le lasciò confuse, non conoscendo l'esistenza delle unghie finte.

Kisshu indossò dei jeans, una t-shirt con sotto una maglia a maniche lunghe e scarpe da skate. Taruto mise dei pantaloni sotto il ginocchio, una maglietta rossa e scarpe da ginnastica. Pai, sotto i suggerimenti e la guida di Retasu, decise di optare per un look gotico. Indossò un paio di jeans neri con molte tasche e delle catenine argentate che pendevano, una meglietta nera con un dragone rosso, una giacca nera e stivali neri.
Dopo lunghe discussioni, il gruppo giunse all'accordo che i maschi potevano tenere i capelli come li avevano. La salvezza di Taruto in quella questione fu che i suoi capelli erano cresciuti tanto che aveva smesso di portarli in due codini e li aveva raccolti in una coda di cavallo.

Dato che erano giunti alla conclusione che il Café sarebbe servito anche come parte della copertura degli alieni, vennero loro fornite delle personali uniformi del Café Mew Mew. Le ragazze ebbero uniformi silimi a quelle delle Mew Mew. Quella di Rin era viola, quella di Rirī rosa acceso e quella di Rozū di un rosso luminoso. I ragazzi indossarono uniformi abbinate, che consitevano in pantaloni e scarpe nere, camicia bianca a maniche lunghe, giacca nera e cravatta. Ogni cravatta era di un colore diverso: quella di Kisshu era verde smeraldo, quella di Taruto era rossa e quella di Pai era viola scuro.

«E per quanto riguarda le uniformi scolastiche?» chiese Kisshu a Ichigo, ricordandosi che la sua scuola richiedeva un vestiario specifico.

«Dopo che passerete l'esame di ammissione, vi verranno dati tre set della stessa uniforme» disse Ichigo memtre piegava un paio di jeans nuovi di Rozū. Vide Kisshu e Rirī abbassare leggermente le orecchie e scambiarsi un'occhiata carica di panico. «Non preoccupatevi, l'esame di ammissione non è troppo difficile. Serve solo a testare quanta matematica conoscete e quanto leggete bene.» Entrambi gli alieni si rilassarono un po'.

«Noi dobbiamo mettere le uniformi o passare un esame?» chiese Taruto a Purin.

«No e no» esclamò Purin da dove era seduta sul pavimento con Rozū. «La scuola dell'obbligo è fantastica, na no da

«Voi ragazzi sembrate molto umani» disse Ryo appoggiato a un muro del Café, guardandosi intorno nella stanza piena di vestiti. «C'é solo una piccola cosa che attira l'attenzione.»

«Eh?» disse Rirī. Lei e i suoi fratelli alzarono le orecchie confusi, con sguardi interrogativi. «Che cosa?»

«Suggerimento» disse Ryo. Si mise i polsi ai lati della testa accanto alle orecchie, con le dita che puntavano dritte verso l'esterno. Per enfatizzare, mosse le dita.

«Ah» disse Ichigo cogliendo il messaggio di Ryo. «Le orecchie.»

«Non sembrano molto umane, vero?» disse Kisshu, percorrendosi un orecchio con le dita. «Come dovremmo spiegarlo?»


«Ci ho pensato io» disse Keiichiro emergendo dal sotterraneo. «Dovete solo dire che siete migrati qui dall'isola di Boola Boola.»

«La gente non si accorgerà che Boola Boola non è, beh, reale?» chiese Zakuro.

«Se qualcuno sospetta, farà ciò che fa chiunque abbia un computer, lo cercherà su internet. Ho già messo online alcuni siti falsi che parlano di Boola Boola» rispose Keiichiro.

«Hai fatto tutto nelle due ore in cui siamo stati fuori a fare spese?» chiese Taruto meravigliato.

«No. Ryo e io ci abbiamo lavorato negli ultimi giorni, in caso che tutti voi foste rimasti più a lungo di quanto pensassimo» disse Keiichiro.

«Grande!» disse Rin con un sorriso. «Quindi voi avete davvero un intero laboratorio in cantina?»

«Sì» disse Keiichiro orgoglioso. «Puoi venire a vederlo quando vuoi.»

«Se posso aiutarti in qualsiasi modo, sarò felice di farlo» rispose Rin sorridendo.

Ryo ordinò delle pizze e la squadra si sedette per una cena tarda. Venivano tutti da diversi ambienti e luoghi. Avevano vite diverse, talenti e difficoltà. Diversi gusti, amori e successi. E lo stesso sedevano tutti a tavola, come se si conoscessero da tutta la vita, sapendo di avere tutti lo stesso obbiettivo: proteggere le proprie case da Mylo.

Ichigo sentì che Kisshu le prendeva la mano da sotto il tavolo. Si sorrisero.

Erano tutti in profonda sintonia.




NdT


Ciaooo :D
Sono in ritardo, lo so, mi dispiace! Non sono stata molto bene...
Questo capitolo mi ha fatto un po' dannare, sarà che non amo le descrizioni degli outfit dei personaggi...
Ho bisogno di un po' di sane battaglie, non vedo l'ora dei prossimi capitoli.
Spero di tornare ad aggiornare il martedì
grazie mille a chi segue e recensisce ^^
Endorphin <3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Ichigo giaceva nel suo letto fissando il soffitto. Non riusciva a dormire, nonostante sapesse di averne bisogno. Non solo perché la mattina seguente sarebbe andata con Kisshu e Rirī all'incontro che quel pomeriggio Ryo aveva organizzato con il preside della sua scuola, ma anche perché non voleva ritrovarsi senza energie se Mylo avesse deciso di colpire.

Tuttavia Ichigo non riusciva a smettere di pensare a Kisshu. Non era sicura di nulla riguardo ai suoi sentimenti per lui. Lei lo amava... ma aveva anche amato Masaya, o almeno credeva di averlo amato...

Non so cosa voglio. Non l'ho mai saputo, realizzò tristemente.

Forse lei e Masaya avevano affrettato troppo le cose. Forse aveva paura di commettere lo stesso errore una seconda volta. Non si stava pentendo della sue decisione di aver detto a Kisshu che lo amava. Ma voleva che le cose funzionassero tra loro, anche se non sapeva come farle funzionare.

I suoi pensieri vennero interrotti da un bussare alla sua finestra. Ichigo si alzò, corse al vetro e sorrise quando vide Kisshu seduto su un albero, vestito in pantaloni del pigiama e t-shirt, le sue solite fasce rosse attorno agli avambracci.

«Ciao» disse Ichigo aprendo la finestra.

«Ehi» rispose Kisshu con un sorrisetto.

«Cosa stai facendo sul mio albero?» chiese Ichigo.

«Non riuscivo a dormire» rispose lui con un'alzata di spalle. «Ho pensato di venirti a trovare. Posso entrare?»

«Certo» rispose Ichigo. Si spostò affinchè Kisshu potesse infilarsi attraverso la sua finestra.

«C'è qualcosa che ti preoccupa?» chiese la ragazza sedendosi sul letto, con le ginocchia tirate al petto.

«Molte cose» ammise Kisshu sedendosi a gambe incrociate di fronte a lei. Evitò il suo sguardo per un momento. «Ho paura».

«Di cosa?» chiese Ichigo inclinado la testa.

«Non di cosa, ma per chi» rispose Kisshu. «Per Pai e Taruto, per Rin, Rirī e Rozū, per le altre Mew Mew, per te, per tutti in realtà».

«Perché?» chiese Ichigo.

«Mylo non esiterà ad uccidere chiunque di noi» disse Kisshu con un sospiro. «C'erano così tanti modi per evitare tutto questo. Così tanti innocenti sono a rischio a causa del suo egoismo».

«Andrà tutto bene alla fine» disse Ichigo con un sorriso lieve, sporgendosi per accarezzare la spalla di Kisshu. «Siamo una squadra, ricordi? Non ci arrenderemo senza combattere».

Kisshu sorrise, i suoi denti bianchi brillarono nel buio.

«No, certo che no» disse.

«Allora, mi puoi dire di più sulle tue sorelle?» chiese Ichigo sperando di distogliere i pensieri di Kisshu da Mylo. Kisshu sembrò apprezzare l'argomento e si mise più comodo.

«Prima di tutto, un avvertimento. Rozū ha una vena selvatica e la tendenza a parlare troppo, entrambe queste cose le vedrai parecchio. Ma la maggior parte delle volte sa capire quando ha bisogno di calmarsi. Tuttavia quella ragazzina sa combattere e ha un sacco di energia per farlo. So che in questo momento è a terra per essere stata buttata fuori dalla scuola, anche se si comporta da dura e non lo fa vedere. Aveva in mente di andare all'accademia militare, come ha fatto il resto di noi. Doveva fare il test attitudinale il mese prossimo. Ma a causa dell'espulsione, non ha più i requisiti per farlo».

«Poverina» disse Ichigo. «È una tradizione di famiglia andare all'accademia militare?»

«Più o meno» rispose Kisshu. «Mio padre era un ufficiale di alto grado nell'esercito e Curry Oji-San aveva una posizione buona che bastava per essere sicuri che avessimo cibo e vestiti e che tutti i ragazzi passassero il test per entrare in accademia. Pai, Taruto e io siamo gli unici ancora legati all'esercito. Curry Oji-San è andato in congedo quando abbiamo portato a casa la Mew Aqua, dicendo che era stanco di combattere e voleva solo rilassarsi e trascorrere del tempo con la famiglia. E da lì Asagao» disse Kisshu ammiccando.

Ichigo sorrise di rimando.

«Quindi, tu quando hai iniziato l'accademia militare?» chiese.

«Di solito i bambini sono accettati all'accademia all'età di dieci anni. Occasionalmente si prendono bambini più giovani, come Pai, Rin, Taruto e io, anche se stavamo lì solo mezza giornata fino a che non abbiamo avuto dieci anni. Pai e Rin sono stati presi a otto anni e mezzo perchè i loro QI erano oltre la media. Io sono stato accettato a sei per la mia abilità a creare chimeri e le doti in combattimento. E Taruto è stato accettato a tre, per il controllo che ha sulle piante, che è una cosa estremamente rara tra i Cyniclon. Cosa ancora più rara è che il talento di un bambino fosse così sviluppato, come era quello di Taruto, già prima dei cinque anni. Taruto è stato il bambino più giovane mai accettato all'accademia».

«Le cose hanno funzionato bene alla fine, eravamo tutti insieme e potevamo guardarci le spalle a vicenda» continuò a spiegare Kisshu. «I ragazzi vanno all'accademia per fare addestramento di combattimento o per fare studi e ricerca. Pai è stato uno dei pochi a fare entrambi. Le ragazze ricevono un po' di addestramento militare, ma solo poche sono ammesse all'addestramento avanzato. Dopo quello iniziale, le ragazze possono o restare per studiare varie materie, in aggiunta a qualche corso di addestramento, o tornare a casa dalle famiglie e imparare un mestiere. Rin ha scelto la botanica, mentre Rirī ha deciso di restare a casa per fare pratica con sua madre per diventare Guaritrice. Rozū vuole raggiungere ciò che nessuna donna ha mai fatto e diventare un'ufficiale militare di alto grado, preferibilmente un generale».

«Grandi ambizioni per una ragazzina» commentò Ichigo.

«Rozū è una persona che fa le cose in grande, o piuttosto non le fa (*)» disse Kisshu con un ghigno. «E non permette a nulla di mettersi sulla sua strada. È molto competitiva e ama vincere. Una cosa è certa, nessuno degli uomini di Mylo saprà mai cosa lo ha colpito...»

«Rirī è come Pai. Matura e responsabile. Ha un istinto materno e il cuore tenero. Si è presa molto cura di Taruto quando lui era piccolo, anche se ha solo tre anni in più di lui e sono molto uniti».

«Rirī ha detro qualcosa prima, riguardo alla tua aura che è di nuovo luminosa. Cosa intendeva?» chiese Ichigo.

«Rirī è nata con l'abilità di "leggere" le aure. Quando tocca qualcuno, può "vedere" la sua vera natura (**) e questo la aiuta a fare diagnosi sui pazienti. È visto come un tratto distintivo dei Guaritori e aiuta i maestri Guaritori a scegliere chi istruire. Risa Oba-San ha la stessa abilità e l'aveva anche mia madre. Rirī ha l'occhio attento e nota dettagli che nessun altro vedrebbe. Ma in più è anche un'ottima combattente corpo a corpo. Il suo stile di combattimento preferito è senza armi, quindi le frecce vanno bene per lei, perchè non è un vero e proprio combattere arma contro arma. Le era stato offerto l'addestramento avanzato all'accademia, ma lei ovviamente ha rifiutato. Pai la biasima ancora per questo occasionalmente, dicendo che ha sprecato il suo talento. Lei risponde sempre che stava semplicemente affinandone un altro. Le piace quello che fa e non rimpiange la decisione».

«Sembra che Rirī sua un'amante e non una guerriera» commentò Ichigo.

«Sì, questo riassume abbastanza» disse Kisshu con un sorriso.

«E Rin? Cosa c'è in lei?» chiese Ichigo.

«Cosa intendi?» chiese Kisshu aggrottando la fronte.

«Rin sembra solo... così diversa dal resto di voi, in un modo che non riesco a descrivere a parole...» disse Ichigo, desiderando trovare vie migliori per spiegarsi.

«Ah, ho capito cosa intendi» Kisshu le sorrise, toccandosi il labbro con un dente appuntito. «Rin è un'eterna bambina (***). Lo è sempre stata. Lei e Pai sono come il bianco e il nero. Se pai è razionale e pensa bene ogni cosa prima di farla, Rin è impulsiva e raramente riflette prima di agire. Rin è anche molto femminile. Era il suo modo di evadere dalla vita orribile che facevamo prima. Solo raramente l'ho vista indossare i pantaloni invece che la gonna ed era solo perchè erano parte dell'uniforme all'accademia. Mio padre una volta descrisse Rin come una persona che riusciva a vedere solo i colori brillanti in un mondo nero e grigio (****)».
Kisshu si fissò i piedi. «Io devo molto a Rin, ma lei rifiuta di vederlo».

«Cos'ha fatto?» chiese Ichigo.

Kisshu alzò lo sguardo verso Ichigo, fissandola tristemente.

«Mi ha tirato fuori dalla depressione dopo che Mylo mi ha aggredito» spiegò. «Ma incolperà sempre se stessa per ciò che è successo quella notte».

«Mylo ha provato a corteggiarla fin da quando erano bambini. Lei ha sempre rifiutato le sue avances, ma lui ha sempre insistito. La voleva - e la vuole ancora - così disperatamente. Quando sono cresciuti, Mylo è diventato ancora più convinto del prendersela. Ha minacciato di fare del male a lei o ai suoi fratelli se non accettava di stare con lui. Un giorno ha esagerato e ha dato una sberla a Rozū. Lei aveva sei anni al tempo; stava cercando Rin ed è finita nel posto sbagliato al momento sbagliato. Rin ha dato di matto e, beh, in sostanza ha preso a calci le chiappe dispiaciute di Mylo da un capo all'altro di Cynnth (*****). Mylo diventò lo zimbello dell'accademia e tutti riconobbero che Rin aveva vinto quella guerra».

Kisshu abbassò lo sguardo di nuovo.

«Lui allora le fece un'altra offerta inondandola di lusinghe, dicendole che lui sapeva che lei era la sua anima gemella, perchè era l'unica che potesse batterlo in uno scontro. E Rin lo rifiutò. Nonostante quelle conversazioni fossero di solito fatte con molte poche persone intorno, Mylo fece la sua offerta davanti all'intera scuola, sperando di redimersi agli occhi di tutti, quando lei avesse accettato. La sua ulteriore umiliazione lo rese furioso e disse a Rin che lei avrebbe pagato per tutte le volte che lo aveva respinto. Rin, sapendo che poteva battere Mylo, gli disse che non aveva paura di nulla che lui potesse fare. Quella stessa notte, Mylo mi ha ha pestato me».

Ichigo sentì le lacrime riempirle gli occhi, si sporse in avanti e abbracciò Kisshu. Lui sorrise leggermente all'abbraccio di Ichigo.

«Grazie» sussurrò lui, sfiorandole la spalla. Prese un profondo respiro e parlò di nuovo, la testa di Ichigo stretta contro il petto. «Pochi giorni dopo, mi sono chiuso in camera, non parlavo con nessuno e rifiutavo di mangiare. Tutto quello che riuscivo a fare era sedere lì e fissarmi le cicatrici. Non volevo che nessuno le vedesse a causa di quanto sono disgustose e non volevo occhiate o pietà. Pensavo che fosse tutta colpa mia, che forse avevo fatto qualcosa di male e ne stavo pagando le conseguenze, come mi aveva detto Mylo quand-» Kisshu si interruppe e scosse la testa.

«Comunque, Rin alla fine è riuscita ad entrare nella mia stanza e ha iniziato a chiedermi scusa. Io rifiutai di accettare le sue scuse, perché lei non aveva nulla per cui scusarsi e glielo dissi. Credo che ci siamo anche urlati addosso, ognuno di noi incolpava se stesso per le azioni di Mylo, per circa dieci minuti prima che entrambi scoppiassimo a piangere. Pai ci ha trovato pochi minuti dopo. Mi ricordo che ci ha preso entrambi tra le braccia e ci ha tenuto stretti finché nessuno dei due aveva più lacrime. Ha detto fermamente ad entrambi che nessuno di noi era da incolpare. Che nessuno dei due meritava di essere ritenuto responsabile per ciò che Mylo aveva fatto. Tuttavia ci è voluto del tempo perchè il messaggio facesse presa su di noi.

«La mattina seguente, Rin è tornata nella mia stanza e ha avvolto queste bende rosse attorno alle mie cicatrici. "Nessuno deve sapere cosa c'è sotto," disse. "Adesso tutto quello che le persone vedranno sarai tu." E aveva ragione. Da allora ho realizzato che non era colpa mia e che Mylo aveva dei problemi. E io pensavo sbagliando che potessero essere risolti, ma lui mi ha dimostrato il contrario. Rin, comunque, incolpa ancora se stessa, ma non lo ammette».

Ichigo sedette in silenzio pietrificato e si limitò ad abbracciare Kisshu più stretto.

Kisshu notò il silenzio di Ichigo.

«Koneko-chan?» sussurrò. «Stai bene?»

«No» disse Ichigo contro il suo petto. «Voglio stare seduta qui e abbracciarti e non lasciarti mai andare». Sentì lacrime calde caderle lungo il naso. «Non voglio che tu combatta Mylo. Ti ha fatto già abbastanza male e non ne meriti ancora».

«Ma, come hai detto tu,» disse Kisshu. «Andrà tutto bene». Kisshu baciò i capelli di Ichigo. «E io non lascerò che Mylo si prenda il meglio di me stavolta. Non quando ho un ottimo motivo per vincere».

«E qual è?» chiese Ichigo tirando su col naso.

«Ti darò degli indizi» disse Kisshu sorridendo. «Ha i capelli rossi, le orecchie da gatto, un cuore tenero e in questo momento mi sta abbracciando».

«Ho bisogno di altri indizi» scherzò Ichigo alzando lo sguardo verso Kisshu.

«Sta per ricevere un bacio da me» disse Kisshu. Baciò teneramente il naso di Ichigo e lei sorrise. Stettero seduti insieme per qualche minuto ancora, con le braccia intorno all'altro. Alla fine Kisshu si mosse per alzarsi.

«Immagino di dover andare» disse Kisshu. «Buonanotte, gattina».

«Aspetta» disse Ichigo, mentre lui evocava un portale da teletrasporto. Kisshu si voltò con un sopracciglio alzato. «Vorresti... dormire con me stanotte?» chiese Ichigo.

Quando Kisshu ghignò, Ichigo arrossì e aggiunse velocemente: «Sai, solo sotto le coperte e con i pigiami, niente di strano».

Kisshu richiuse il portale e tornò indietro verso il letto di Ichigo.

«Ne sarei felicissimo» disse.

I due si acciambellarono sotto le lenzuola rosa di Ichigo, di nuovo con le braccia attorno al corpo dell'altro. Dopo pochi minuti, entrambi dormivano pacificamente.






(*) Questa frase in inglese era più d'effetto: "Rozū's a 'go big or go home' outlook kind of person". A volte l'inglese ha delle espressioni colloquiali che sono fantastiche, non trovate? Il problema poi è trovare qualcosa di equivalente e altrettanto buono in Italiano...

(**) Idem come sopra, questo era "she can 'see' their true colors", che può corrispondere appunto al nostro "vedere la vera natura di qualcuno", ma il contesto qui ci suggerisce che non si tratta solo di comprendere il carattere di una persona, ma anche il suo stato d'animo e stato fisico. Tutto condensato, ma intuibile nel semplice "true colors" :)

(***) Questo capitolo è pieno di cose particolari! Ho tradotto "wild child" in un modo che non capisco ancora se sia riduttivo o esagerato... Fate voi :)

(****) E quattro... Questo era: "a person who could only see the bright colors in a world of black and gray". L'unico modo è tradurlo letteralmente, magari per loro è un modo di dire normale. Comunqure mi piaceva l'idea di proporvi la frase originale che mi piace molto.
(*****) Sentite questo xD "Rin has kicked Mylo's sorry rump from one side of Cynnth to the other"

NdT

Buonasera :D
Sono tornata!!
Ho accumulato parecchio ritardo con questa storia, perchè ho dato la precedenza alla one shot per il contest, avevo finito i capitoli pronti e non mi mettevo mai a tradurne di nuovi... Da adesso cercherò di tornare come prima :)

Riporto le NdA dell'autrice:
Allora, non molta azione in questo capitolo, ma queste informazioni di background (non chiedetmi di tradurlo) e questi fatti - quelli su Rin in particolare - dovevano essere inseriti. Inoltre mi danno la scusa per raccontare più cose sulla vita dei Cyniclon su Cynnth prima della Mew Aqua e un'occasione per far coccolare Ichigo e Kisshu. Ci sarà più azione nei prossimi capitoli *ghigno malefico. A lunedì!

Niente, appunto ha detto tutto lei - tranne per il fatto che io non so se aggiorno lunedì xD

Riflessioni mie: Non fraintendetemi, adoro Kisshu e Ichigo insieme, ma forse il Kisshu di questa storia è un po' troppo "buono" (e anche un po' vittima) per i miei gusti... Non so, per quanto mi riguarda, mi sono innamorata di Kisshu pazzo, o almeno arrogante e soprattutto forte, con le spade in mano a cavallo di un chimero insomma :D
All'autrice invece è piaciuto renderlo più "tenero" e soprattuto, "giustificare" i suoi comportamenti di prima con un trauma che ha lasciato in lui delle grosse tracce.
Voi cosa ne pensate?
Io intanto andrò a sfogare la mia idea di Kisshu nel capitolo nuovo di ET :D

Grazie a tutti i lettori attivi o silenziosi, ci sentiamo a breve - spero :)

Endorphin <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Ichigo si svegliò con un braccio di Kisshu attorno a sé. Stava dormendo profondamente, con la testa sulla sua spalla. Gli sorrise. Era così carino quando dormiva...

Però, in realtà, rifletté con un sorriso, sporgendosi per accarezzare i capelli di Kisshu. Quand'è che Kisshu non è carino?

Ichigo si sentì abbastanza bene da alzarsi. Immaginò che fosse meglio controllare almeno che ore erano, perché non voleva che i suoi genitori entrassero all'improvviso. Ciò avrebbe portato a molte domande imbarazzanti e un mucchio di grida. Ichigo afferrò la sveglia e la studiò. I suoi occhi si spalancarono all'istante.

«Kisshu, Kisshu svegliati!» disse con urgenza scuotendo Kisshu. Il giovane alieno mormorò nel sonno e aprì di colpo gli occhi.

«Che c'è, gattina?» disse Kisshu con uno sbadiglio.

«Arriveremo in ritardo all'incontro con il preside! Dobbiamo essere lì entro trenta minuti!» esclamò Ichigo. Gli occhi di Kisshu si allargarono e si sfilò dal fianco di Ichigo.

«Devo assicurarmi che Rirī sia sveglia... e vestirmi!» disse freneticamente. Baciò la guancia di Ichigo. «Sarò qui tra venti minuti con Rirī».

«Sarò pronta» promise la ragazza.

«Sì, certo...» disse Kisshu ghignando, conoscendo la tendenza di Ichigo ad essere in ritardo. Prima che lei potesse ribattere, Kisshu si teletrasportò via. Ichigo lo guardò male, poi scese dal letto.

Venti minuti dopo, Ichigo si era fatta la doccia, si era vestita, aveva fatto colazione ed era pronta per andare, quando udì bussare alla porta principale. Kisshu e Rirī erano lì e sembravano più umani possibile. Ichigo notò che Rirì aveva qualche problema a stare con piedi a terra.

«Pronta?» chiese Kisshu.

«Sì» rispose Ichigo. Guardò oltre la propria spalla e chiamò: «Mamma, sto uscendo! Tornerò prima di cena!»

«Andiamo» disse Rirī e Ichigo chiuse la porta. Il trio congiunse le mani e si teletrasportò in un viale ad un isolato di distanza dalla scuola. Corsero lungo la strada verso l'edificio, riuscendo ad arrivare appena in tempo.

Un'ora più tardi, Ichigo stava seduta sulla panchina fuori dagli uffici della scuola, aspettando che Kisshu e Rirī finissero il loro esame di ammissione. L'incontro con il preside era stato lungo e imbarazzante in alcuni punti. Il preside ebbe problemi a credere che Boola Boola esistesse davvero e fu molto sorpreso dei risultati della sua non-così-discreta ricerca su internet. Ci fu anche un momento in cui tutti trattennero il fiato quando Kisshu chiese se - una volta passato l'esame - avrebbe potuto indossare una maglietta a maniche lunghe sotto la sua camicia dell'uniforme. La cosa lo aveva costretto poi a raccontare dell'abuso che aveva sofferto, anche se lo fece con cautela e senza dare troppi dettagli. Un sospiro di sollievo scappò a tutti e tre una volta che il preside gli diede il permesso.

Quindi, a lui e Rirī non rimaneva che supersre il test...


«Ichigo?»

Ichigo alzò lo sguardo e vide Masaya camminare lungo il corridoio.

«Ciao Masaya» disse Ichigo con un sorriso. «Cosa fai qui?»

«Riunione del club di kendo per gli studenti del primo anno interessati ad entrarci» spiegò Masaya, sedendosi accanto a lei. «Tu?»

«Aspetto alcuni amici che stanno facendo l'esame di ammissione» rispose Ichigo.

Masaya si guardò attorno prima di ridurre la voce ad un sussurro.

«Homare e io ti abbiamo visto al telegiornale ieri sera» disse. «Cosa è successo? Sembrava che alcuni degli alieni stessero combattendo tra di loro...»

«È una lunga storia» disse Ichigo.

«E gli amici che stai aspettando...?» chiese Masaya, affievolendo la voce.

«Sono Kisshu e sua sorella adottiva Rirī» rispose Ichigo. «Andremo al Café dopo l'esame. Se vuoi sapere cosa sta succedendo, puoi venire con noi».

«Ci sarò» disse Masaya con un cenno di assenso.

«Bene» disse Ichigo. «Ora, dato che in qualche modo può essere collegato e per il fatto che ho promesso a Purin che te l'avrei chiesto appena ti avessi visto... hai per caso sentito qualche impulso da semi-dio, paranormale, o da Ao no Kishi-barra-Deep Blue, ultimamente?»

«Sarai la prima a saperlo se mi succede» rispose Masaya.

«Immaginavo che l'avresti detto» disse ichigo con un sospiro.

Sedettero in silenzio per un momento prima che Masaya parlasse di nuovo.

«Allora, cosa succede tra te e Kisshu?» chiese.

«Cosa intendi?» chiese Ichigo, con il viso che iniziava ad abbinarsi ai capelli.

«È tutto a posto, Ichigo» disse Masaya sorridendole. «So che hai ancora dei sentimenti per Kisshu. Lo sapevo da molto prima che ci lasciassimo».

«Non so esattamente a che punto siamo» disse ichigo con un sospiro. «Intendo, lui mi piace, io gli piaccio, ci diamo qualche bacino, ma non ci siamo baciati davvero, ci teniamo per mano, ci facciamo le coccole, ci siamo detti 'ti amo'. Ma non so se tutto questo vuol dire che stiamo ufficialmente insieme o cosa».

«Ichigo» disse Masaya. «Non bisogna essere ufficialmente nulla per essere innamorati».

«Lo so» disse Ichigo, guardandosi i piedi. «Credo di... credo di aver incasinato tutto l'ultima volta. Perchè ho rifiutato di vedere il lato di lui che stava cercando disperatamente di mostrarmi. Non voglio farlo di nuovo».

«Da quello che sembra, le cose ora sono diverse rispetto a prima» disse Masaya. Sorrise. «Non state combattendo uno contro l'altra, per cominciare».

«Quello aiuta parecchio» disse ichigo con una risata. «Però lo stesso è strano. Ho trascorso tutto quel tempo pensado che Kisshu fosse un orribile mostro. Ora sono arrivata a realizzare che nulla di quello era veramente lui. Sì, lui voleva conquistare la terra, ma era perchè così averebbe potuto salvare il suo popolo. Ma non era per questo che lui era come era. E adesso è completamente cambiato. Certo, è sempre lo stesso vecchio Kisshu, con lo stesso vecchio sorrisetto esasperante, ma è anche cambiato. Un bel cambiamento, ma penso che sia comunque qualcosa a cui abituarsi».

«Suona come lui stia facendo uno sforzo, per cercare di mostrarti che ti ama» disse Masaya.

«Va oltre il 'fare uno sforzo'» disse Ichigo. «Ma questo fa parte della lunga storia».

Si voltò dando le spalle a Masaya quando sentì la porta dell'ufficio aprirsi. Kisshu e Rirī ne uscirono con grandi sorrisi in faccia.

«Siamo dentro!» dissero all'unisono.

Ichigo sorrise, saltò su e abbracciò i due alieni, congratulandosi con loro.


Mezz'ora dopo, Kisshu e Rirī stavano ancora sorridendo, mentre camminavano giù per il marciapiede con Ichigo e Masaya, reggendo borse che contenevano le loro nuove uniformi, orario delle lezioni e libretto degli studenti. Kisshu e Rirī volevano sapere tutto riguardo alla loro nuova scuola e come funzionava tutto e Ichigo e Masaya furono felici di raccontarglielo. Ichigo sorrise vedendo i due alieni con gli occhi che brillavano, deliziati come bambini, quando vennero descritti gli sport a squadre, i club e le lezioni.

Erano ad un isolato di distanza dal Café, quando successe. Rirī e Ichigo stavano ridendo di qualcosa che aveva detto Masaya, quando notarono che Kisshu aveva smesso di camminare. Si girarono e lo videro in piedi un metro e mezzo più indietro. Era immobile e fissava il vuoto, i suoi occhi dorati opachi.

«Kisshu?» disse Ichigo, tornando indietro verso du lui. Le sue parole non furono riconosciute. «Kisshu, stai bene?» chiese Ichigo mettendo una mano sulla sua fronte.

Improvvisamente gli occhi di Kisshu si rovesciaron all'indietro e lui collassò al suolo, tremando in modo incontrollato. Ichigo riuscì appena a tenerlo prima che la sua testa colpisse il marciapiede. Rirī fu accanto a lui all'istante e provò a capire cosa non andava. Masaya gridò che avrebbe cercato aiuto al Café e corse via.

«Cosa gli sta succedendo?» chiese Ichigo a Rirī, mentre provavano a tenere fermo Kisshu, che lottava per liberarsi dalle loro prese.

«Non lo so» rispose Rirī. «Non ho mai visto niente del gente prima. Dobbiamo fare in modo che non si faccia del male da solo».

Furono entrambe sollevate quando Pai e Rin - entrambi con indosso le loro uniformi del Café - apparvero accanto a loro. I gemelli si inginocchiarono e aiutarono le ragazze a tenere Kisshu. Ryo, Keiichiro e Masaya arrivarono solo un minuto più tardi, ansimando. Keiichiro e Masaya aiutarono a tenere fermo Kisshu, mentre Ryo preparava una siringa.

«Un rilassante per i muscoli» spiegò ad Ichigo, che fissava l'ago. «Come quello che gli abbiamo dato l'altro giorno».

Pai tenne il braccio di Kisshu teso verso l'esterno cosicché Ryo potesse dargli la medicazione. Con generale sollievo, smise di contorcersi entro qualche sencondo.

Rin si sedette indietro sui tacchi, prendendo respiri profondi, mentre guardava alternativamente Ichigo, Rirī e Masaya.

«Cosa è successo?» chiese.

«Stava bene, perfettamente bene» mormorò Rirī.

«Stavamo camminando» disse Ichigo. «Poi lui ha smesso di camminare con noi. Abbiamo impegato pochi secondi a notarlo. Stava in piedi, fissando il nulla e non rispondeva quando lo abbiamo chiamato. Poi è semplicemente crollato».

«Ha battuto la testa quando è caduto?» chiese Pai mentre con cura tirava su Kisshu.

«No, Ichigo lo ha preso in tempo» disse Masaya rialzandosi in piedi. «È stato così strano che abbia iniziato così all'improvviso».

Ichigo guardò Pai, che si accigliò.

«Proprio come l'incubo» disse Ichigo.

«Quale incubo?» chiese Rin, facendo saettare lo sguardo tra Pai e Ichigo. Anche Ryo, Keiichiro e Rirī alzarono curiosi gli occhi verso i due.

«Questa non è una coincidenza» concordò Pai, ignorando la domanda della sorella. «Lo riporto sulla nostra nave. Speriamo che la vasca di rigenerazione riesca a darci una diagnosi».

E con quello, Pai si teletrasportò via con Kisshu.

«Sarà meglio che noi andiamo con lui» disse Rin a Rirī, che annuì. «Torneremo presto con qualche notizia» promise Rin e lei e sua sorella scomparvero.

I quattro umani tornarono in silenzio verso il Café. Una volta dentro, Ichigo camminò oltre le sue compagne di squadra, tutte con gli occhi ansiosi e le facce pallide. Era ovviamente stato detto loro cosa era accaduto e volevano sapere cosa stava succedendo. Ichigo le ignorò mentre si sedeva e afferrava un pasticcino da un piatto. Alzò lo sguardo verso Masaya.

«Allora, sei pronto per ascoltare tutta la storia?» chiese.







NdT

Ciao ^^
Ben ritrovati con Alien Uprising, vi traduco le NdA:

Allora, sì, sto giocando di nuovo con la salute di Kisshu, mi dispiace. *fa la faccina da gattino* Però vi prometto che starà bene!
In più ho postato una storia intitolata "Pudding's Ex-Boyfriend", se la volete leggere
(e io ve l'ho trovata ^^ *nd Endorphin) grazie per aver letto!

Vi ringrazio anch'io per tutto, al prossimo capitolo!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12


Kisshu non voleva aprire gli occhi. Stava troppo comodo e ancora stanco. E poi tutto era così silenzioso, così sereno...

"Cosa intendi con 'le scansioni non hanno rilevato niente'?"

La voce di Taruto. Cosa aveva da urlare questa volta?

"Esattamente ciò che Pai ha detto." Rin. Stranamente suonava molto irritata. Non era da lei. "Niente."

"È solo che è strano che sia iniziato così all'improvviso." La voce di un angelo. O almeno qualcosa di vicino ad un angelo. Ichigo.

"Come l'incubo." Retasu.

Kisshu aggrottò la fronte. Quale incubo? Cos'era successo? E dove si trovava?

Kisshu aprì gli occhi e se ne penti subito. La stanza era brillantemente dal sole luminoso di metà pomeriggio. Si accorse di essere sdraiato sul suo letto nella camera al primo piano del Café Mew Mew, che divideva con Pai e Taruto.

Sbatté gli occhi un po' di volte e si guardò intorno nella stanza. Ichigo era seduta ai suoi piedi. Purin, Rozū e Taruto sedevano sul pavimento contro il muro. Rin, Zakuro e Minto sedevano sul letto di Pai, mentre Rirī e Retasu su quello di Taruto. Pai era appoggiato al muro con un aggeggio in mano.

"Cosa è successo?" chiese Kisshu, alzandosi a sedere piano.

"Kisshu, sei sveglio!" esclamò Rozū balzando in piedi.

"Già, me ne sono accorto," disse Kisshu tenendosi la testa tra le mani e massaggiandosi le tempie con le dita. "Allora, cosa mi ha colpito? C'è stata una battaglia o qualcosa, perché non me lo ricordo."

Alzò lo sguardo per vedere tutti che lo fissavano con gli occhi spalancati.

"Kisshu, qual è l'ultima cosa che ricordi?" chiese Pai.

Kisshu pensò per qualche secondo.

"Abbiamo superato l'esame di ammissione. Poi stavamo tornando al negozio. Dopo di che è tutto vuoto. Perché? Cosa è successo?" chiese Kisshu.

"Beh, ad essere onesti, non lo sappiamo," rispose Ichigo. "Ti sei semplicemente fermato e avevi lo sguardo vitreo. Ti abbiamo chiamato, ma non sembrava che ci sentissi. Poi hai girato gli occhi e sei caduto a terra."

Kisshu batté le ciglia sorpreso, sforzandosi di ricordare quella parte.
"Quindi sono solo svenuto?" chiese aggrottando le sopracciglia.

"No, hai iniziato a tremare e ad agitarti, come se stessi avendo una crisi" disse Rirī. "Ryo ti ha messo K.O. con una qualche medicina, poi Pai, Rin e io ti abbiamo portato alla nave."

"Abbiamo provato ad usare la vasca di rigenerazione per fare una diagnosi, ma le scansioni non hanno evidenziato niente," aggiunse Rin con un'espressione buia.

Kisshu aggrottò le sopracciglia.

"È così strano, non mi ricordo nulla nemmeno di qualcosa del genere," disse. "Quanto tempo sono rimasto assente?"

"Più di ventiquattr'ore," rispose Pai. Agli occhi spalancati di Kisshu, aggiunse: "Anche dopo che l'anestetico si è esaurito, hai continuato a dormire e ti abbiamo lasciato fare, perché sapevamo che qualsiasi cosa fosse successa, aveva preso una bella fetta della tua forza fisica. Dormire era il miglior modo per farti riprendere.

Kisshu annuì vagamente.

"Ho un'altra domanda," disse Kisshu, guardandosi intorno nella stanza, i suoi occhi indugiarono su Ichigo. "Quale incubo?"

"Già, questa la vogliamo sapere anche noi," disse Rin, fissando il suo gemello, che a mala pena ricambiò lo sguardo.

"Non è niente-" iniziò a dire Ichigo, tremando sotto lo sguardo di Kisshu.

"È ovviamente qualcosa," ribatté Kisshu.

"Kisshu, quando sei stato nella vasca di rigenerazione la prima volta, hai iniziato ad agitarti," disse Pai. "Taruto e io ti abbiamo tirato fuori e abbiamo provato a svegliarti, ma non siamo riusciti. Ad un certo punto hai aperto gli occhi, ma era ovvio che stessi ancora dormendo. Hai visto Ichigo e sei diventato confuso e le hai detto che l'avevi vista morire nel tuo sogno."

"Quindi avevo ragione, avevo davvero fatto un sogno su di te," disse Kisshu voltandosi di nuovo verso Ichigo. "Ma non riuscivo a ricordare... Perché non me l'avete detto?"

"Non volevamo allarmarti," disse Ichigo, disegnando una scia col dito sul lenzuolo. "L'abbiamo solo accantonato come brutto sogno. Ma con la crisi di oggi abbiamo pensato a come i due incidenti siano simili nel fatto di essere arrivati improvvisamente e senza preavviso."

"Per non dire anche in un breve periodo di tempo," aggiunse Pai.

"Allora che si fa adesso?" chiese Kisshu appoggiandosi i gomiti sulle ginocchia.

"Non lo so," ammise Pai. "Per adesso, se ti senti abbastanza in forze e non accadono altri incidenti, io dico che vai avanti normalmente. Non c'è nulla che suggerisca che tu debba fare altrimenti."

Kisshu annuì.

"E con questo, andrò a prendermi qualcosa da mangiare sto morendo di fame," disse Kisshu uscendo dal letto e sorprendendosi di vedere che stava indossando gli stessi vestiti del giorno precedente.

La comitiva si spostò di sotto e lì mangiarono presto tutti insieme.

"Allora, cosa ha detto abbraccia-alberi quando gli hai detto cosa stava succedendo?" chiese Kisshu a Ichigo, finendo di mangiare i suoi noodles.

"Non molto," disse Ichigo. "Era scioccato certo. Vuole aiutarci, ma dato che non può più trasformarsi nel Cavaliere Blu non può combattere. Sta cercando di inventare dei modi di aiutarci dal lato tecnico, insieme a Ryo e Keiichiro."

"Credo che ci possa aiutare ad analizzare i chimeri," disse Zakuro, riponendo le bacchette. "Ha esperienza con quelli e sa praticamente tutto riguardo a qualunque animale del mondo. Questo significa che conoscerà le loro debolezze e saprà come combatterli."

"Può funzionare," disse Keiichiro, spostando di lato la sua ciotola. "Masha ha un trasmettitore ottico e potremmo progettare un modo di parlarci a distanza."

"Come i walkie-talkie, na no da?" chiese Purin.

"Probabilmente qualcosa meno ingombrante," rispose Ryo alzandosi da tavola. "Forse potremmo trovare qualcosa che ci stia nell'orecchio. Ehi, prima che mi dimentichi, Keiichiro e io abbiamo qualcosa per voi, ragazzi," continuò guardando gli alieni, scavando con la mano nella tasca.

Ryo lanciò un piccolo oggetto a Kisshu, che prontamente lo afferrò. Nelle sue mani stava una lucida pietra ovale, verde smeraldo, con un'impronta di gatto incisa sopra.

"Cos'è?" chiese Kisshu, mentre ognuno dei suoi fratelli osservava oggetti simili nelle proprie mani.

La pietra di Pai era di un pallido color ametista con un pi greco sopra, quella di Rin era viola con una campanula, quella di Rirī rosa con un giglio, quella di Taruto rosso granato con una foglia e quella di Rozū rosso acceso con una rosa.

"Sono simili ai pendenti delle Mew Mew," disse Keiichiro. "Sono impostati in modo che, quando sono attivati, voi vi trasformiate con diversi costumi per le battaglie."

"Possiamo provarli?" chiese Rozū eccitata. Keiichiro annuì.

Prendendo un respiro profondo, Rozū sentì il potere della pietra e si lasciò guidare da lei.

"Battle-Form Rose... Metamorphosis!"

Rozū prese la pietra e la baciò, prima di prenderla nelle mani a coppa, tenendole sopra il petto.

Subito fu circondata di una sfera di luce rossa, entro pochi secondi, riapparve, vestita con un body nero con pietruzze rosse, scaldamuscoli rossi sulle braccia, che terminavano in guanti senza dita, leggins bianchi al ginocchio, un tutù piatto rosso con glitter neri e ballerine nere con dei fiocchi rossi (che salivano su per i polpacci). I suoi capelli erano raccolti in codini alti sulla testa, con piccole roselline di pietra legate alla fine. Strette nelle sue mani vi erano le sue spade Rose Thorn.

"È stato fantastico!" esclamò ammirando il suo nuovo completo.

Anche i suoi fratelli decisero di provare le loro pietre.
Pai fu il primo.

"Battle-Form Pai," disse con la sua voce profonda, il viso pallido e gli occhi duri, mentre incrociava le braccia sul petto come faceva quando caricava di energia i suoi ventagli, la sua pietra stretta nella mano destra. "Transformation!"

In pochi secondi, Pai si trovò vestito nella stessa uniforme militare in cui le Mew Mew lo avevano visto la prima volta. Anche se mantenne un'espressione indecifrabile, mentalmente tirò un sospiro di sollievo per avere addosso di nuovo vestiti normali.

Rin scosse veloce i riccioli, prima di dire: "Battle-Form Rindou… Metamorpho-sis!"

Posò la sua pietra alla base del collo, e iniziò a girare in una sfera di luce viola scuro. Emerse vestita di una maglia violetto con maniche a sbuffo, che avevano lacci viola scuro attorno ai polsi, sopra i gomiti e sotto le costole, dove la maglia si interrompeva. Indossava leggins viola sotto una gonna ricamata porpora e argento, che aveva spacchi ai lati permettendole movimenti liberi e strisce di stoffa viola scuro applicate alla banda in vita, che pendevano dietro, anche se erano più corte di quelle che indossavano i suoi fratelli. Indossava ballerine viola che abbracciavano i suoi piedi piccoli e i suoi capelli erano raccolti in una coda di cavallo, con applicati grandi fiori bianchi e due ciocche di ricci ad incorniciarle il viso. Teneva fascinosamente uno dei suoi ventagli alto a nasconderle parte del viso, mentre l'altro ventaglio stava al suo fianco, chiuso, ma stretto nella sua mano.

Rirī lanciò in aria con leggerezza la sua pietra e la prese al volo.

"Battle-Form Lily… Metamorpho-sis!" disse baciando la pietra. La mano che stringeva la pietra si tirò indietro come per disegnare la corda di un arco, con l'altro braccio teso all'esterno. Emerse dalla luce rosa-bianca, vestita leggera di un abito rosa scuro senza maniche che le avvolgeva la frame e guanti lunghi bianchi coprivano le sue braccia, fermandosi sotto le spalle. Indossava anche dei pantaloni bianchi con tendrils di stoffa rosa applicati sul retro dell'elastico in vita ed erano corti come quelli di sua sorella. Indossava stivali rosa con stringhe bianche e i sui capelli acconciati nel suo solito stile, ma con fiocchi rosa che pendevano dagli chignon. Appesa alla sua cintura di stoffa rosa c'era una faretra bianca di pelle, con dentro le sue frecce piumate di bianco. Nella sua mano stava il suo piccolo arco.

Kisshu chiuse la mano attorno alla sua pietra e chiuse gli occhi prima di riaprirli a fessure.

"Battle-Form Kisshu," disse portandosi il polso sopra la testa e, come aveva fatto così tante volte prima di allora, esclamò: "Fusion!"

Kisshu emerse dalla sfera di luce verde indossando il suo completo tipico e stringendo in mano le sue Dragon Swords. Con un ghigno, fece finta di spazzare via della polvere dalla maglia.

Taruto sorrise a Purin, prima di unire le mani insieme, la sua pietra tra i palmi.

"Battle-Form Taruto," disse. "Revolution!"

Taruto fu circondato da una sfera di luce rossa ed emerse indossando il suo completo caratteristico, roteando pigramente la sua arma-giocattolo click-clack attorno al dito, sorridendo timidamente.

"State tutti alla grande!" disse Ichigo sorridendo. "Penso che siamo pronti per qualunque momento Mylo decida di attaccare."


Proprio in quel momento, Masha volò dentro squillando.

"Chimera Anima! Chimera Anima!

"Sembra che sia arrivato il nostro turno di attivare i nostri ciondoli, ragazze" disse Minto estraendo la sua pietra.

"Mew Mew Zakuro!" disse Zakuro con un raro sorriso, mentre le Mew Mew rimettevano in scena la loro trasformazione.

"Mew Mew Purin!" strillò Purin, con i pugni in aria.
"Mew Mew Retasu!" disse Retasu, sentendo molta più sicurezza di quanta ne aveva avuta per anni.

"Mew Mew Minto!" aggiunse Minto, stringendo il suo ciondolo.

"Mew Mew Strawberry!" disse Ichigo, prima che tutte le ragazze gridassero:

"Metamorpho-sis!"

In pochi secondi anche le Mew Mew erano pronte a combattere.


Masha le guidò al parco dove Kisshu era apparso davanti a Ichigo e Retasu qualche giorno prima.

"Cos'ha che non va questo parco, che viene sempre attaccato?" chiese Ichigo facendo un salto indietro per evitare la frustata di un chimero.

"Passavamo un bel po' di tempo qui, vero?" disse Retasu deviando la lancia di un Cyniclon.

"Era un buon luogo," spiegò Taruto caricando la sua arma. "Nel mezzo della città, molte persone, buona varietà di animali..."

"Ci siamo divertiti molto qui," disse Minto. "Purin si è trasformata qui la prima volta."

"Kisshu-chan aveva detto a Purin di essere un angelo che avrebbe dato a Purin le orecchie da gatto," disse Purin con una risata. "Purin non gli ha creduto, na no da."

"Già, mi hai risposto che un angelo non aveva la faccia cattiva," disse Kisshu ghignando al ricordo.

"Odio far piovere sulla vostra parata di bei ricordi, ma possiamo per favore finire il lavoro qui?" disse Rirī, scoccando un'altra freccia. Sorrise quando colpi il suo obiettivo e il chimero ululò di dolore.

"Rirī ha ragione, finiamola," gridò Zakuro. Le Mew Mew rivolsero la loro attenzione alla bestia e la misero fuori gioco.

"Bel lavoro!" esclamò Rin con un sorriso.

"Ah, Rinny, è così bello vederti, mio prezioso fiore."

Rin si voltò veloce per vedere Mylo seduto sul ramo di un albero e con un'aria molto rilassata, un gomito poggiato sulla gamba e il mento a riposare sulla mano.

"Non sono il tuo fiore, Mylo," sibilo Rin. "Perché sei ancora qui? Abbiamo sconfitto la tua creatura e i tuoi uomini se ne sono già andati."

Mylo sorrise, mentre si teletrasportava via all'altro lato della radura dove avevano combattuto.

"Allora sei venuta per combattere me, vedo," disse Mylo. Sorrise di nuovo. "Hai fatto tutto il viaggio solo per me."

"Non sono venuta qui per te," sbottò Rin, stringendo la presa sui suoi ventagli. "Sono venuta per fermarti."

"Oh, non devi fingere," disse Mylo, apparendo di fronte a lei, carezzandole la guancia. Rin tentennò. "So che in realtà sei qui per me. Lascia perdere questi sfigati e unisciti a me. Diventerai la donna più potente dell'universo al mio fianco."

Mylo improvvisamente si scostò da Rin, tenendosi il lato della faccia. Taruto fece girare la sua arma click-clack, caricandola e preparandosi a colpire di nuovo.

"Non toccarla!" ringhiò.

Mylo sogghignò mentre si sollevava in aria, segni rossi si formarono sul suo viso a causa del colpo di Taruto.

"Che dici, Rinny?" chiese, voltandosi verso di lei, con un sorriso vincitore sulla faccia.

"Ti direi quello che vorrei dirti davvero, ma ci sono dei bambini impressionabili presenti," sbottò Rin, ignorando lo scoppio d'ira di Rozū al commento. "Preferirei morire piuttosto che schierarmi al tuo fianco!"

Il sorriso di Mylo cadde in un broncio. Strinse gli occhi a fessure.

"Così sia," sputò. "Non ti preoccupare, ti darò un'altra possibilità quando alla fine vedrai la luce." Sondò la squadra, studiandoli brevemente. "Vedo che i vostri numeri sono più dell'ultima volta che ci siamo incontrati. Questo può voler dire solo una cosa, una sfida. Una sfida che io sono voglioso di accettare. Pensate di essere pronti a giocare questo inutile gioco ad un livello più alto?"

Mylo ghignò.

"Bene," disse cercando qualcosa nella sua veste.

"Allora iniziamo il gioco!" disse mentre scagliava il suo coltello attraverso l'aria con precisione letale...

... dritto verso Taruto.






NdT


Buonasera e buon Natale! Anzi, visto che è passata mezzanotte, è già il 26, in realtà.
Perdonate l'ennesimo ritardo, per addolcirvi vi ho fatto un paio di disegni:
Battle form Lily
Sarebbe Rirī con il nuovo costume, spero che vi piaccia - dovrei essere un tantino migliorata rispetto al disegno di Rin e Rirī e poi ora coloro in digitale :)
Nota tecnica: ho lasciato in lingua originale le formula di trasformazione, non mi andava di cambiarle, sono abbastanza una purista in queste cose.
Al prossimo capitolo,
Tanti auguri!
Endorphin <3

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13


"Taru-Taru!" strillò Purin tuffandosi verso di lui.

Purin fece giusto in tempo per salvare la vita di Taruto, trascinandolo a terra. Tuttavia, una profonda, rossa, ferita apparve sul braccio di Purin, dove la lama aveva graffiato la pelle.

Prima che chiunque potesse reagire, Mylo e il suo pugnale erano spariti.

"Purin, stai bene?" chiese Taruto, vedendo il sangue scorrere lungo il braccio di Purin. Purin sorrise stringendosi il braccio con la mano per trattenere l'emorragia.

"Purin starà bene, na no da," disse Purin con la sua solita allegria, per nulla impressionata del fatto che lei e Taruto avevano appena scampato di poco la morte.

"Grazie per avermi tolto da lì," disse Taruto mentre Rirī ispezionava velocemente la ferita.

"Purin non aveva intenzione di permettere a Mylo di uccidere il suo ragazzo, na no da," dichiarò Purin in tono di sfida.

"Sì, ma io sarei stato felice di farmi colpire dal pugnale, così che la mia ragazza non si ferisse," rispose Taruto, sollevando Purin tra le sue braccia. Il giovane alieno si fermò un secondo e mosse le orecchie confuso. "Ehi, quando siamo diventati 'la mia ragazza' e 'il tuo ragazzo'?" chiese.

"Proprio adesso, stupido Taru-Taru," disse Purin baciando la guancia di Taruto con un luminoso sorriso. I presenti risero al dialogo e al viso rosso di Taruto.

"Torniamo al Café e ti rimettiamo in sesto, Purin," disse Rirī. Afferrò la mano di Minto mentre Rin afferrò la mano di Zakuro, Kisshu quella di Ichigo, e Pai di Retasu. La faccia di Retasu presto si abbinò a quella di Taruto.




In pochi secondi erano tornati al Café.

"Sembra che qualcuno dovrà lavorare solo alla cassa per un po'," disse Ryo osservando oltre la spalla di Rirī mentre lei lavorava per pulire la ferita di Purin. Anche se bruciava ancora, il dolore era diminuito, grazie Taruto, che teneva la ragazza in grembo e la imboccava con caramelle morbide.

"Cosa pensi che Mylo intendesse con 'giocare questo gioco ad un livello più alto'?" chiese Zakuro.

"Chi può dirlo con quello psicopatico?" disse Rin buia incrociando le braccia. "Ciò che so io è che non ci saranno battaglie facili."

"Com'è la questione tra voi due, Rin?" chiese Minto. "Sembrava volerti davvero dalla sua parte."

Kisshu e Ichigo si scambiarono un'occhiata consapevole. Ichigo si morse il labbro e Kisshu alzò le spalle. Fece un cenno verso Rin, i suoi occhi dicevano: Se vuole che loro lo sappiano glielo racconterà. Se non vuole lo dirà e basta.

Il broncio di Rin si fece ancora più buio mentre parlò di nuovo, non riuscendo a guardare nessuno.

"Mi sta dietro fin da quando eravamo bambini. Sono un premio da vincere per lui, quello che voi umani chiamate una 'moglie trofeo'. Ha provato a corteggiarmi per anni e io ho rifiutato ogni proposta che lui mi abbia messo davanti. Eccelle nella manipolazione emozionale e odia il fatto che io sono largamente immune al suo cosiddetto 'fascino'. Ho visto donne che che pendevano dalle sue labbra e lui lo sapeva. Le usa per ottenere tutto quello che vuole: potere, denaro, buon cibo, promozioni, informazioni, connessioni sociali. Io sono l'unica cosa che vuole, ma che non è mai stato capace di vincere. Non riesce ad accettare il fatto che io rifiuti di arrendermi a lui e che sempre lo farò. Continua a cercare di spezzarmi, pensando che alla fine mi sottometterò a lui." Chiuse gli occhi, così che nessuno potesse vedere il dolore che stava nascosto nelle iridi violetto. "Ed è arrivato molto vicino al successo un po' di volte. Troppo vicino."

Rin si alzò improvvisamente.

"Io... io non voglio più parlare di questo. Vado a letto," disse e si teletrasportò via.


"Non capisco," disse Retasu, qualche secondo dopo la scomparsa di Rin. "Se fossi in lei, io vorrei stare il più lontana possibile da lui. Perché è venuta qui ad affrontarlo?"

"Perché sa che deve combatterlo qui per tenersi la propria libertà," disse Pai a voce bassa, fissando il vuoto. "Se Mylo fosse sconfitto e riuscisse a conquistare sia la Terra che Cynnth, avrebbe abbastanza potere da costringerla a sposarlo. Rin sta combattendo per se stessa tanto quanto sta combattendo per la sua casa."

"Povera Rin-Chan," mormorò Purin, appena prima che il silenzio li inghiottisse. "Purin sa personalmente che nessuno merita un matrimonio imposto."





Entro il giorno dopo, Rin fu di nuovo allegra come sempre. Trascorse gran parte della giornata e del giorno successivo nella cucina con Keiichiro, aiutandolo a cucinare e decorare dolci. Aiutò anche a progettare una torta per un grande evento per il quale al Café era stato chiesto di occuparsi del catering il giorno dopo.

Keiichiro capì presto che Rin aveva talento in tutte le forme d'arte: nonostante non lo avesse mai fatto prima, era abbastanza brava a decorare torte.

"Cosa ne pensate di questa?" suggerì Keiichiro la mattina seguente mentre lo staff dei camerieri del Café Mew Mew e Ryo ammirava il lavoro di lui e Rin, prima di spedire la torta. "Potresti lavorare come cameriera quando siamo molto occupati e non abbiamo grossi ordini e in caso contrario aiutarmi qui con la decorazione. Lavorando insieme possiamo gestire molti clienti alla volta."

L'idea piacque specialmente al portafoglio di Ryo, dato che aveva aggiunto sei ulteriori buste paga da elargire.




"Augh, Purin è stanca," disse Purin atterrando sul pavimento accanto a Taruto quella sera. Avevano appena chiuso le porte del Café e stavano facendo le pulizie dopo la lunga giornata, Purin riposò la testa sulla spalla di Taruto e chiuse gli occhi. "Purin ha bisogno di un pisolino," disse con uno sbadiglio.

"Il tuo corpo sta usando molta energia per guarire il muscolo strappato," disse Rirī strofinando un tavolo. "Così, naturalmente-"

Ma il resto delle spiegazioni di Rirī andò perso per Purin, che si era profondamente addormentata con la testa in grembo a Taruto.

"Dovrei alzarmi?" chiese Taruto accarezzando i capelli biondi di Purin.

"Nah, sembra che stia comoda," disse Ichigo con un sorriso. "Mi ha detto che non ha dormito bene negli ultimi due giorni, perché il suo braccio le ha impedito di trovare una posizione confortevole. Lasciala stare."

Il resto dello staff del Café Mew Mew pulì la sala da pranzo in silenzio. Lavorarono per circa mezz'ora, quando Taruto corrugò la fronte.

"Purin?" disse dolcemente. Il viso della giovane ragazza era contorto dal dolore e i suoi occhi erano serrati. Purin iniziò a tremare e ad agitarsi. Taruto la mise distesa e chiamò aiuto. La ragazza urlò molte volte da stringere il cuore e le lacrime iniziarono a rigarle il volto attraverso le palpebre chiuse. Nessuno riuscì a calmarla, nonostante avessero provato di tutto: parlarle, trattenerla, colpirle le guance abbastanza forte da svegliarla. Continuava solo ad urlare la parola "No!" ancora e ancora.

Improvvisamente i suoi occhi marroni si aprirono di scatto, vetrosi e sfocati all'inizio. Ciecamente saettarono attraverso la folla intorno a lei: le sue compagne Mew, i suoi capi, il suo ragazzo e la sua famiglia. Sbatté le palpebre, poi si concentrò di nuovo su Ichigo, Minto, Zakuro e Retasu, nonostante i suoi occhi fossero ancora nebbiosi. Ichigo sentì Purin prenderle la mano e dolcemente la strinse.

"Onee-Chan," sussurrò. "Onee-Chan sono ancora vive. Sono al sicuro."

I suoi occhi si chiusero ancora e seppellì la faccia contro le gambe di Taruto, mentre un brivido collettivo percorse la stanza.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14


"Li vedi? Quei ragazzi con le orecchie grandi?"

"Sì, chi sono?"

"Quel ragazzo è così bello..."

"Anche la ragazza è molto carina."

"Perché sono con Momomiya-san?"

"Suoi amici, forse?"

"Magari lei e il ragazzo escono insieme. Magari lui si è trasferito qui per stare più vicino al suo amore!"

"Accidenti, vanno in fretta!"

"E allora, l'altra ragazza?"

Kisshu e Rirī sorrisero modestamente ai sussurri tutto intorno a loro, mentre Ichigo mise il broncio.

"Siamo entrati da neanche dieci minuti e la gente sta già spettegolando," mormorò. Come gli alieni, anche lei aveva l'udito sensibile grazie ai geni del gatto, così poteva sentire ciò che quei ragazzi stavano dicendo.

Provò anche una cera soddisfazione all'idea che quelle ragazze sarebbero rimaste male sapendo che Kisshu poteva sentire ogni parola che dicevano su di lui.

"Ce ne vuole per integrarsi," disse Rirī con una risatina.

"Siete i nuovi compagni che segretamente sono alieni. Non abbiamo mai pensato che vi sareste semplicemente integrati," disse Ichigo. Con un sorriso canzonatorio aggiunse: "Non con quelle mostruosità attaccate alla testa."

"Andiamo, ti piacciono, ammettilo," disse Kisshu avvolgendo un braccio intorno alla vita di Ichigo e stringendola al suo fianco, sfregando il proprio orecchio sulla sua guancia, e and muovendolo in modo da farle il solletico. Ichigo arrossì, ma sorrise e Rirī scoppiò a ridere.

"Sì, sono le orecchie," disse Ichigo secca. "Esco con te solo per le orecchie. Sono la tua unica caratteristica buona."

"Ouch, gattina, tu sai di certo come sgonfiare l'ego di un uomo," disse Kisshu mentre le sue orecchie si abbassavano piano.

"Si da il caso che sgonfiare il tuo ego sia la cosa che mi riesce meglio," rispose Ichigo. Rirī rise di nuovo.

"Voi due siete così carini," disse Rirī. "Cosa vi ha impedito di stare insieme prima?"

"Oh, l'orgoglio e il fatto che lui cercava regolarmente di conquistare il mio pianeta," disse Ichigo.

"Ma più che altro l'orgoglio," disse Kisshu con un ghigno zannuto mentre entravano nella loro classe.

Il trio trovò dei posti nella fila centrale e si sedette. L'insegnante fece l'appello e si fermò a 'Ikisatashi, Kisshu' and 'Ikisatashi, Rirī'.

"Ah, le nostre nuove aggiunte," disse l'insegnante. Studiò i due, che sedevano ai due lati di Ichigo. "Scusate se ve lo chiedo, ma siete gemelli?"

"No," disse Rirī. "Io sono più grande di sei mesi."

"E io sono adottato," aggiunse Kisshu.

Ichigo sentì un colpetto sul retro della spalla. Si girò e vide le sue amiche Moe e Miwa che la fissavano.

"Li conosci?" articolò Miwa usando il labiale, accennando a Rirī e Kisshu.

"Sì, lunga storia," sillabò Ichigo. "Parliamo dopo."

A pranzo, Moe e Miwa fecero la conoscenza di Kisshu e Rirī, che Ichigo presentò come i figli di un amico di Ryo e spiegò che i due e i loro fratelli sarebbero stati da Ryo per un po'. Le amiche di Ichigo accettarono la storia senza sospetto. Chiacchierarono fino a che i ragazzi di Moe e Miwa le chiamarono a sedersi con loro.

"Ehi, sei riuscita a chiedere a Purin qualcosa sul sogno che ha avuto l'altra sera?" chiese Rirī mentre dava un ultimo morso alla sua polpetta di riso.

"Sì, gliel'ho chiesto prima che aprissimo ieri," disse Ichigo prendendo un sorso di succo.

"Si ricordava nulla?" chiese Kisshu.

"Non ricordava nemmeno di essersi addormentata con la testa in grembo a Taruto," disse Ichigo. Si spazzò le briciole dalla gonna. "Sembrava un po' fuori di sé riguardo a quello che diceva."

"Non incolparla," disse Kisshu. Si mise ad acccartocciare il tovagliolo del suo panino. "Povera ragazza."

"Già," disse Ichigo."Sono contenta che abbia Taruto con lei. Per essere una persona così estroversa, Purin fa fatica a fare amicizia a scuola. Pensando tutti che sia strana."

"Lei è strana," disse Rirī alzandosi. "Ma strana in senso buono."

I tre tornarono alle loro lezioni. Durante l'ultima ora il cellulare di Ichigo vibrò, annunciando un nuovo messaggio da parte di Retasu. Aprì il telefono con discrezione e i suoi occhi si dilatarono. Rapidamente scrisse due bigliettini identici e li passò a Kisshu e Rirī.

Anche i dui giovani alieni strabuzzarono gli occhi quando lessero la calligrafia tremante di Ichigo.

Retasu mi ha appena scritto. Purin è all'ospedale.



I tre liceali si gettarono nel l'ingresso del pronto soccorso, sollevati di vedere Ryo, Keiichiro, Rin, Pai e Rozū nella sala d'attesa.

"Purin sta bene? Cosa è successo?" chiese Ichigo, guardando tra i suoi amici.
"Ha avuto un attacco a scuola," rispose Keiichiro. "Hanno chiamato i paramedici. Suo padre sta arrivando, ma era a due ore dalla città quando lo hanno chiamato circa un'ora fa, Taruto, Minto, Retasu e Zakuro, sono con lei adesso, cercando di tenerla calma.

"E i suoi fratellini? Non c'è bisogno di andarli a prendere a scuola?" chiese Kisshu.

"Dopo scuola vanno dritti al daycare," disse Ryo. "Purin ci ha detto così. Ichigo, probabilmente c'è bisogno che tu vada là dentro. L'attacco è finito quando sono arrivati i paramedici, ma lei è sveglia ed è nel panico per qualche motivo. Abbiamo bisogno di tenerla calma e non so quanto successo abbiano avuto gli altri finora."

Ichigo annuì e seguì le indicazioni di Keiichiro lungo il corridoio. Bussò alla porta e sentì la voce di Minto invitarla dentro. Ichigo capì subito cosa intendeva Ryo.

"Ichigo Onee-Chan!" esclamò Purin da dove giaceva sul letto, lottando contro le prese di Zakuro e Taruto. "Dì loro di lasciare andare Purin!"

"Purin, devi calmarti," disse Ichigo, accarezzando i suoi capelli biondi.

"Purin non può calmarsi!" disse Purin con le lacrime che si formavano negli occhi.

"Purin, per favore, dicci perché!" implorò Taruto. "Stai cercando di scappare da quando sei arrivata qui. Cosa c'è che non va?"

Purin strinse gli occhi e gridò: "Non posso permettermelo! Non abbiamo l'assicurazione! Papà e io non guadagniamo abbastanza per pagarla e dare da mangiare a tutti!" Purin aveva grosse lacrime che le correvano giù per il viso. Taruto e le ragazze la abbracciarono.

Zakuro prese il mento di Purin nella mano e guardò negli occhi pieni di lacrime della ragazzina.

"Purin, non preoccuparti per i soldi. Tutto quello che devi fare è rilassarti. Renderà più facile per tuo corpo riprendersi e per i dottori." Purin aprì la bocca, ma Zakuro parlò prima che la più giovane potesse farlo. "Purin, ti sto chiedendo di fare questo non solo per te stessa, ma per i tuoi fratellini, tuo padre e la tua squadra, la tua 'famiglia estesa'. Noi ti vogliamo bene e non permetteremo che tu o chiunque altro moriate di fame perché tu sei in ospedale. Mi capisci?

Purin annuì. Zakuro sorrise e la baciò sulla testa.

"Bene, adesso sdraiati e riposa. Io vado a vedere quando arriverà il dottore. Torno tra poco," promise Zakuro.

Le tre restanti Mew e Taruto riuscirono a tenere calma Purin, che aveva finalmente ceduto al desiderio del suo corpo di dormire. Si addormentò con Taruto sdraiato accanto a lei che le braccia protettivamente le braccia attorno.

Pochi minuti dopo che ebbero la certezza che Purin fosse profondamente addormentata, udirono o bussare alla porta. Retasu la aprì per fare entrare Keiichiro, Pai, Rin, Rirī, Kisshu e Rozū.

"Come sta?" chiese Rin.

"È esausta," disse Minto accarezzando gentilmente i capelli di Purin. Scosse la testa. "Era preoccupata di quanto le verrà a costare la permanenza qui."

"Purin ha più maturità di quanta gliene si accrediti," disse Ichigo, guardò alternativamente Pai e Keiichiro. "So che state entrambi pensando quello che penso io," disse.

"Non è solo una coincidenza che due membri della nostra squadra abbiano avuto incubi che predicevano morte e non ricordino di averli avuti, con violenti attacchi subito dopo, tutto nel giro di una settimana," disse Pai, il volto indecifrabile. "C'è qualcosa di sbagliato e la nostra tecnologia non è stata capace di determinare cosa. Spero che le vostre attrezzature mediche umane saranno in grado di fare po' di luce sulla situazione."

"Spero davvero di sì," concordò Retasu. "Dove sono Ryo e Zakuro?"

"Zakuro voleva parlare con Ryo in privato, ma non ha detto riguardo a cosa," disse Keiichiro. "Ci ha detto di venire qui a trovarla prima che arrivassero i dottori."

Il dottore entrò pochi minuti dopo. Guardò la cartella di Purin, quindi diede un'occhiata nella stanza.

"Per favore, non offendetevi, ma chi siete tutti voi?" chiese.

"La 'famiglia onoraria' di Purin," rispose Retasu con un sorriso timido. "Lavoriamo tutti insieme in un Café. Siamo una specie di gruppo molto unito.

Il dottore chiese se loro sapessero di una condizione preesistente o di sintomi che Purin poteva aver avuto. Le Mew Mew risposero facendo del loro meglio, con Keiichiro che occasionalmente aggiungeva un commento. Taruto rispose ad ogni domanda riguardo all'attacco, essendo stato con lei l'intera giornata.

Dopo aver preso degli appunti, il dottore chiuse la cartella di Purin.

"Tra pochi minuti la portiamo giù in radiologia e facciamo qualche lastra," disse. Notando che Taruto non si era ancora mosso da accanto Purin, aggiunse: "Se qualcuno vuole venire insieme, può farlo."

Zakuro e Ryo entrarono subito dopo che il dottore uscì.

"Scusate se ci abbiamo messo tanto," si scusò Zakuro. "Quello era il dottore?"

"Sì," rispose Rirī. "Voleva vedere se potevamo dargli degli indizi su cosa non va in Purin."

"Hanno detto che la porteranno a fare delle lastre tra qualche minuto," aggiunse Keiichiro.

Zakuro annuì. Ichigo sedette e fissò la porta, dondolando la testa da un lato all'altro.

"Cosa c'è che ti fa drizzare la coda?" chiese Minto. Ichigo si girò improvvisamente per vede la sua coda agitarsi dietro di lei. Prese un profondo respiro e la coda si ritirò.

"Qualcosa non quadra," disse. Tirò fuori il telefono e guardò Masha che pendeva da un angolo. "Masha, i tuoi sensori non rilevano niente?"

"Nessun chimero. Nessun altro Cyniclon," cinguettò Masha.

"Lo stesso qualcosa non va," mormorò Ichigo, facendo scivolare il telefonino di nuovo nella borsa.

"I tuoi sensi da gatto vibrano?" disse Ryo sarcastico. Ichigo gli fece una linguaccia.

"Ehi, io non ho detto nulla sulla tua coda che ti pende dai pantaloni," sbottò.

Ryo istintivamente si girò per vedere se lei avesse ragione, prima di ricordarsi che la sua coda e le orecchie da gatto non spuntavano fuori all'occasione come quelle di Ichigo.

"Molto divertente," disse Ryo arrossndo sulle guance. Ichigo sorrise orgogliosa per un secondo, poi fece cadere il sorriso.

"Come ho detto, qualcosa sembra fuori posto. È quasi un senso di pericolo," disse.

Un'infermiera bussò alla porta e Keiichiro la fece entrare. Spiegò che stava per portare Purin giù per fare le radiografie.

Ichigo agganciò gli occhi con Kisshu, che stava seduto su una sedia dalla parte opposta a lei. Lui capì perfettamente il significato del suo sguardo. Con un sospiro si alzò in piedi. Taruto guardò i due confuso.

"Cosa c'è?" disse Kisshu scompigliando la chiama bruna di Taruto e camminando oltre il ragazzino. "Vogliamo venire anche noi, qual è il problema?"

Taruto guardò i due con sospetto, ma non disse nulla. Quindi camminò accanto a Purin tenendole la mano, con Kisshu e Ichigo a pochi passi dietro di loro.

"Lo senti?" disse Kisshu a bassa voce a Ichigo.

"Come quando ci stavano seguendo?" rispose Ichigo.

"Esattamente," disse Kisshu. La sua bocca si contorse in una smorfia cupa, mentre si guardava intorno nei corridoi pieni di personale dell'ospedale e pazienti. "Se stiamo per essere attaccati lui o lei sa che non possiamo trasformarci, non con tutte queste persone intorno."

"Prova a prenderci senza poteri, al nostro massimo della debolezza," aggiunse Ichigo rabbuiandosi anche lei.

Continuarono a camminare in silenzio, ascoltando con attenzione e tenendo gli occhi attenti a qualunque cosa fuori dall'ordinario. Furono portati ad un corridoio con una serie di porte e sedie. L'infermiera portò Purin ancor addormentata in una stanza e chiese che gli altri tre stessero fuori. I tre furono lasciati soli nel corridoio vuoto.

Taruto si lasciò cadere in una della serie di plastica e corrugò la fronte quando vide che invece Ichigo e Kisshu stavano ancora in piedi.

"Cosa c'è che non va?" chiese.

"Niente, per ora," mormorò Ichigo.

Fece un passo lungo il corridoio...

E si fermò improvvisamente quando una figura in nero, simile ad un ninja, saltò fuori da dietro le sue spalle e la afferrò.





NdT
Ciao a tutti ^^
Cerco di dare un turbo a questa storia, perché mi rendo conto che di questo passo, chissà quando finisco...
Vi lascio il link per un lavoretto che ho finalmente completato - più o meno, si può sempre migliorare :) Mylo
Alla prossima
Endorphin <3

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15



Ichigo gridò e Kisshu e Taruto reagirono all'istante.

"Lasciala andare!" ruggì Kisshu, lanciandosi contro il ninja. Il suo attacco finì con un calcio allo stomaco e un volo attraverso il corridoio, colpendo con la testa il muro bianco di cemento con un sonoro crack.

"Kisshu!" esclamò Taruto vedendo suo fratello a terra. I suoi occhi bronzei si strinsero s fessure. "La pagherai per questo!" avvertì il ninja con un ringhio selvaggio.

Il ninja scaraventò Ichigo contro la fila di sedie e lei fu certa che la mattina seguente sarebbe stata piena di ammaccature. Taruto e il ninja iniziarono a combattere corpo a corpo, schivando e bloccando i colpi dell'altro. Con rapidità e astuzia, Taruto condusse il ninja in fondo alla sala, lontano da Purin.

Ichigo, riguadagnando equilibrio, balzò con agilità felina sulla schiena del ninja. Chissà come non fu sorpresa di scoprire che il loro assalitore aveva orecchie da Cyniclon e usò la cosa a proprio vantaggio.

"Hai messo fuori gioco il mio ragazzo, tu, stupido viscido alieno!" gridò strizzando le orecchie del ninja con forti strattoni e strappi.

Il ninja se la tolse di dosso e lei praticamente volò lungo la sala e rotolò sul pavimento, per poi atterrare sui talloni. Il ninja diede a Taruto un ultimo pugno nel mezzo dello sterno e si teletrasportò via.

Ichigo si alzò in piedi e corse indietro dai due alieni.

"Stai bene, nanetto?" chiese aiutando Taruto ad alzarsi in piedi. Il ragazzo si strinse il petto con la mano, ma riuscì a fare un cenno di assenso ad Ichigo, nonostante il dolore.

"Nel caso non lo hai notato, vecchia gallina, ora ti supero di cinque centimetri," grugnì Taruto appoggiandosi contro il muro. Ichigo sorrise, capendo che se faceva così, Taruto stava bene.

"Niente di rotto?" gli chiese Ichigo oltre la propria spalla, mentre si dirigeva verso Kisshu.

"Non credo," rispose Taruto, sfregandosi il petto: il dolore stava già diminuendo. "Credo che Kisshu si sia beccato il colpo peggiore."

Ichigo si inginocchiò accanto all'alieno incosciente e scosse la sua spalla.

"Kisshu, Kisshu svegliati!" disse muovendolo di nuovo.

"Koneko-chan?" sussurrò Kisshu aprendo gli occhi. Sorrise. "Quindi sarei il tuo ragazzo adesso, eh?"

Ichigo arrossì, ma sorrise. "Certo, questa è la prima cosa che mi chiedi dopo l'attacco di un ninja," disse. Lei e Taruto aiutarono un frastornato Kisshu a rimettersi in piedi e ognuno dei due si passò un suo braccio sulla spalla per dargli sostegno.

"Sto cercando di decidere cosa sia stato più doloroso," disse Kisshu. "Il calcio in pancia o la testa contro il cemento."

"Beh, almeno ora sappiamo che hai la testa dura," disse Ichigo ironica.

"Quello lo sapevamo già," disse Taruto secco. "Ma credo che tutti saranno molto contenti di sapere che quel muro non cadrà da un momento all'altro."

Il trio rise e tornò al corridoio. Scoprirono che nel mezzo della loro battaglia, Purin era stata riportata nella sua stanza. Con qualche lamento, rifecero il percorso fino alla stanza di Purin.

Ryo diede loro una strana occhiata quando entrarono nella stanza.

"Cosa vi siete fatti?" chiese.

"Calcio al plesso solare e testa contro il cemento," disse Kisshu sedendosi.

"Sbucciature multiple e ho sbattuto la testa sul pavimento, così ora ho un mal di testa pazzesco," disse Ichigo lasciandosi cadere accanto a Kisshu.

"Pugno diretto sullo sterno, con qualche ammaccatura," disse Taruto sedendosi accanto a Purin ormai sveglia, che sembrava molto preoccupata per lui.

"Credo che lui intendesse 'cosa vi è successo che vi ha ridotto così male'?" disse Rirī riponendo il libro di testo.

"Oh, sai, cose normali," rispose Kisshu, appoggiandosi allo schienale della sedia con gli occhi chiusi. "Ichigo ora è la mia ragazza. Taruto ha dato prova di non essere un nanetto. Abbiamo incontrato un ninja. Abbiamo scoperto un muro che non verrà giù da un momento all'altro..."

"Aspetta, com'era l'ultima parte?" disse Rin indurendo lo sguardo.

"C'è un muro che abbiamo scoperto non-" iniziò Taruto.

"No, prima di quello," disse Rin alzando gli occhi al cielo al fratello minore. "Avete incontrato un cosa?"

"Un ninja," disse Ichigo con una smorfia. "Un Cyniclon ninja."

"Un ninja?" ripeté Pai sorpreso, sbattendo le palpebre.

"Non ti fidi se diciamo che c'era un ninja?" chiese Kisshu senza alzare lo sguardo.

"Non sto negando la vostra credibilità," gli assicurò Pai. "Sono più sorpreso che dubbioso. Posso chiedere come sapete che era un Cyniclon?"

"Perché Ichigo gli è saltata sulla schiena, ha afferrato le sue orecchie, che pare che siano esattamente come le mie e le tue, Pai e lo ha chiamato, qui cito, stupido viscido alieno. Poi si è teletrasportato via dopo avermi dato una botta a forma di pugno al petto," disse Taruto.

Zakuro guadò Ichigo. "Devi imparare insulti migliori," disse in tono piatto.

"Lo so," ripose Ichigo con un gemito.

"Come ha fatto il ninja cattivo a battervi quando eravate trasformati, na no da?" chiese Purin sedendosi a gambe incrociate.

"Non abbiamo potuto trasformarci," disse Kisshu. "Eravamo in un posto troppo affollato. Se fossimo stati beccati a trasformarci sarebbe stata la fine."
"Questo non va bene," disse Rozū tristemente. "Credete che Mylo lo abbia mandato contro di voi?"

"Unica spiegazione logica," disse Keiichiro corrugando la fronte. "Ma come poteva sapere Mylo di mandarlo qui? E perché oggi?"

Queste domande rimasero in sospeso perché, non un secondo più tardi, il padre di Purin si precipitò nella stanza, estremamente sollevato di vedere sua figlia sveglia.

Con l'arrivo del signor Fong, il gruppo che stava occupando il piccolo spazio della stanza di Purin se ne andò, diretto in sala d'attesa. Mentre aspettavano, mangiarono la cena e i ragazzi lavorarono ai loro compiti. Dopo aver finito, Minto, Retasu e Rirī andarono a prendere il resto dei bambini Fong per portarli a casa, dato che il signor Fong aveva chiamato il doposcuola per informare i responsabili di chi sarebbe venuto e spiegare la situazione. Quando Purin fu finalmente pronta per essere dimessa quella sera tardi, Rozū era profondamente addormentata con la testa in grembo a Pai. Mentre il resto del gruppo rimase per aiutare Purin, Pai e Rin decisero di riportare Rozū addormentata al cafe.

Per l'irritazione del signor Fong, i dottori non avevano nessuna idea per spiegare ciò che era successo. A Purin fu detto di prendersi una settimana a casa da scuola e ordinato di stare la letto per la maggior parte del tempo, così da poter facilmente essere monitorata. Ryo e Keiichiro, notando i dubbi del signor Fong riguardo alla necessità di prendersi cura di Purin e il bisogno di lavorare per mantenere i figli, offrirono al signor Fong di portare Purin al Café ogni mattina, prima di andare al lavoro, così loro potevano tenerla d'occhio e poi avrebbe potuto venirla a prendere quando sarebbe tornato. Il signor Fong fu estremamente grato per la loro gentilezza e li ringraziò ripetutamente.

Purin fu sorpresa quando Ryo fece scivolare una busta nelle sue mani mentre il signor Fong firmava i documenti che gli porgevano i dottori.

"Cos'è questo, na no da?" chiese Purin al giovane biondo.

"La tua busta paga," disse Ryo semplicemente.

"Ma il giorno della paga non sarà prima della fine del mese," disse Purin, confusa. "Perché dare a Purin la sua paga adesso, na no da?"

"Io sono il capo," disse Ryo con un'alzata di spalle. "Posso dare le buste paga quando mi pare."

Purin lo guardò sospettosa. Aprì la busta e i suoi occhi si illuminarono alla vista delle banconote. Ryo l'aveva pagata una larga somma in più del solito.

"Ryo-chan!" esclamò lei. "Hai pagato Purin troppi soldi!"

Ma lui non la senti nemmeno. Quando lei alzò lo sguardo, lui se ne era andato. Purin rimase a bocca aperta, tenendo la busta paga stretta nelle mani, non sapendo cosa pensare. Si sedette su una sedia a rotelle vicino a suo padre, che era andato al bancone per sistemare il pagamento delle sue cure. La ragazza era ancora sotto shock per il regalo di Ryo, ma si riscosse dal suo stato sognante a sufficienza da sentire la conversazione che era in corso vicino a lei.

"Io non capisco, cosa intende con 'è già stata pagata'?" chiese il signor Fong confuso. "Noi non abbiamo l'assicurazione, quindi so che non è quella che ha coperto le spese."

"Siamo stati avvisati poco dopo che sua figlia è stata ricoverata di mandare il conto a una persona," disse la segretaria. "Lei è stata molto ferma a riguardo. Ha detto di voler coprire l'intero costo del trattamento."

Il signor Fong rimase di sasso per un momento. "Può dirmi il suo nome? Devo assolutamente ringraziarla per la sua generosità."

"Una signorina..." la segretaria passò in rassegna alcuni documenti. "Fujiwara Zakuro."

Purin si raddrizzò sulla sedia, gli occhi spalancati mentre guardava attraverso la stanza fissando la giovane donna in questione, al momento intenta a parlare di qualcosa con Keiichiro.

Purin si alzò in piedi tremando e il signor Fong colse il suo movimento con la coda dell'occhio. "Purin?" disse girandosi vero la figlia, che era ormai a metà strada lungo la sala.

Purin si fermò a pochi passi da Zakuro, con gli occhi pieni di lacrime, Zakuro la vide e si girò verso di lei, alzando un sopracciglio con curiosità. Sebbene le fosse appena stato ordinato di non farlo, Purin corse e gettò le braccia al collo della modella.

"Grazie, Zakuro Onee-Chan. Grazie mille," sussurrò Purin, lasciando andare le lacrime. "Purin non sa come ringraziarti."

Zakuro sorrise e ricambiò l'abbraccio. "Lo hai appena fatto, Imouto," disse accarezzando i capelli morbidi di Purin. "Lo hai appena fatto."

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16


"Così stanno le cose," disse Ichigo mentre Rirī le steccava il polso slogato e Zakuro le portava una borsa del ghiaccio per i lividi. "Dobbiamo imparare a combattere corpo a corpo."

"Ichigo ha ragione,” disse Minto osservandosile calze rotte e le medicazioni alle ginocchia. "Questo ninja ci ha preso di mira troppe volte nelle ultime settimane."

Oltre ad essersi fatto vedere all'ospedale, il ninja si era presentato alla biblioteca per attaccare Retasu, alla pausa pranzo di Taruto a scuola, aveva attaccato Kisshu mentre portava fuori la spazzatura del Café, Pai e Rin mentre tornavano dalla consegna di una torta, aveva sorpreso Zakuro in camerino prima di una sfilata e ora aveva affrontato Ichigo e Minto di ritorno dal negozio di alimentari.

Retasu aveva gli occhiali rotti ed era piena di lividi causati dai libri che le erano caduti addosso, quando era stata scaraventata contro uno scaffale. Taruto sfoggiava un occhio nero e l'orgoglio ferito, ma quest'ultimo fu curato da Purin, che gli faceva le fusa e lo inondava di bacini. Kisshu aveva un brutto sfregio sullo zigomo, e le maniche della divisa da lavoro strappate. Pai e Rin erano riusciti a cavarsela con danni fisici molto lievi, ma entrambi erano tornati esausti e a mala pena capaci di camminare in linea retta. Zakuro aveva qualche ferita da schegge di vetro dove il suo specchio si era rotto, ma altrimenti era illesa. Il suo agente, d'altro canto, aveva dato di matto. Ichigo si era slogata il polso cercando di proteggersi dalla caduta ed era piena di lividi, Minto infine aveva ginocchia e mani insanguinate e leggermente bruciate per l’atterraggio sull'asfalto caldo. 

"Si nota un filo logico," disse Zakuro. "Il ninja si fa vedere in luoghi pubblici, con molta gente intorno."

"Ciò significa che non possiamo trasformarci per proteggerci," disse Retasu sfregandosi gli occhi. Stava cercando di sistemarsi le lenti a contratto, che metteva raramente, ma non aveva altra scelta che indossare fino a che fossero arrivati i suoi nuovi occhiali. Guardò lei sue compagne Mew Mew. "E non so per il resto di voi, ma a me combattere viene naturale solo come Mew Retasu. La Retasu di tutti i giorni è un bersaglio facile."

"Stessa cosa," disse Minto. "Mew Minto è la combattente. Minto la ballerina non lo è."

"Come ha detto Ichigo Onee-Chan," commentò Purin dalla sedia. "Dobbiamo imparare a combattere corpo a corpo, na no da."

"Possiamo spostare al muro i tavoli della sala da pranzo e usare lo spazio per un po’ di allenamento?" chiese Rin a Ryo.

"Non vedo perché no," rispose Ryo. "Prenderemo anche qualche tappetino, così nessuno si farà male nelle cadute."


La mattina seguente, ore prima dell'apertura del Café, lo staff era dentro a spostare i tavoli e impilare le sedie per liberare il pavimento sul quale vennero stesi dei tappetini blu.

Pai e Rirī fecero un incontro di dimostrazione. Tutti osservarono ammirati i due gemelli danzare uno attorno all'altro, schivando e bloccando, con uno scintillio trionfante negli occhi ogni volta riuscivano a mandare un colpo a segno sull'altro. Alla fine, dopo molti minuti, Pai chiamò il time out. Lui e Rirī si fecero un inchino e scesero dai tappeti.

"È stato fantastico!" esclamò Ichigo. 

"Guardare voi due combattere non mi stanca mai," aggiunse Kisshu lanciando a Pai una bottiglietta. Il maggiore trangugiò l'acqua con gratitudine e si asciugò la bocca col dorso della mano.

"Rirī è un'ottima avversaria," rispose. Si girò verso sua sorella minore. "Ho sempre pensato che tu avresti dovuto accettare l'Addestramento Avanzato."

Rirī alzò le spalle asciugandosi la fronte con un panno. "Adoro quello stile di combattimento, ma adoro ancora di più ciò che faccio," spiegò. Sorrise e guardò il resto del gruppo. "Allora, chi vuole cominciare?"

Minto e Zakuro si offrirono volontarie, nonostante entrambe fossero nervose. Rirī spiegò e mostrò le mosse base a Minto, mentre Pai faceva lo stesso con Zakuro dall'altra parte della stanza. 

"Di solito, all'inizio di questo addestramento, ti viene insegnato a non mettere forza negli attacchi, a meno che non sia una sfida o un vero scontro," spiegò Rirī sistemando la posizione di Minto. "Comunque voglio che tu metta un po' di energia in queste mosse, così possiamo vedere dove hai bisogno di migliorare e dove sono i tuoi punti di forza, oltre ad allenarti per combattere un avversario reale."

In pochi minuti, Minto e Rirī erano in pieno combattimento.

"Ehi, sto diventando brava!" esclamò Minto con un sorrisetto, mentre bloccava uno dei colpi di Rirī. 

Rirī sorrise e velocemente si abbassò sulle ginocchia, fece un giro e calciò le gambe di Minto da sotto. Minto cadde con un grido di sorpresa.

"Bel lavoro Minto," disse Rirī aiutandola a rialzarsi. "Ho senza dubbio visto dei miglioramenti. Hai anche un equilibrio sorprendente."

"Grazie," rispose Minto, compiaciuta, prendendo una bottiglia d'acqua dal tavolo. 

Anche Zakuro sembrava contenta di come era andato il suo allenamento e fece l’nchino finale a Pai.

"Retasu-san?" disse Pai, offrendo la mano alla ragazza dai capelli verdi. Timidamente Retasu la accettò. Lui la porto nel mezzo della materassina e la ragazza sentì gli occhi di tutti puntati su di lei, dato che Rirī aveva deciso di fare una pausa. In realtà voleva solo vedere cosa sarebbe successo tra i due.

Pai gentilmente insegnò a Retasu la posizione di difesa e lei arrossiva ogni volta che lui le spostava un braccio.

"Da questa posizione, puoi facilmente passare all'attacco," disse Pai colpendo un avversario immaginario con un pugno come dimostrazione. Quindi si spostò di fronte a Retasu. "Ora prova tu contro di me."

Tremando dalla paura e dall'imbarazzo, Retasu fece come le era stato spiegato, con gli occhi serrati, sussultando per tutto il tempo. Esitante, portò in alto il pugno...

... e in un instante si pentì del momento in cui le sue nocche avevano sfiorato la guancia di Pai. 

Pai corrugò la fronte. "Retasu-san, devi mettere un po' di forza nella attacco. Se lo impari così adesso, non esiterai a colpire il tuo nemico quando ce ne sarà bisogno," disse Pai pazientemente.

"Ma io non voglio fare del male nessuno!" rispose Retasu preoccupata.

"Io ho allenato la mia mente e il mio corpo per anni per riuscire a sopportare ogni colpo infertomi," le assicurò Pai, mettendole la mano sulla spalla e facendola diventare rossa come un pomodoro. "E se mi farò del male durante questi esercizi di allenamento, ti posso garantire che non sarà la prima volta né l'ultima." Pai si mise nella stessa posizione di difesa che aveva mostrato a Retasu qualche minuto prima. "Adesso fai come ti ho mostrato e colpiscimi con tutta la forza che hai."

"O-ok," mormorò Retasu.

Pai osservò la Mew dai capelli verdi mettersi nella stessa posizione in cui era lui, poi velocemente assumere quella di attacco. Vide il suo pugno arrivare verso di lui e nonostante sapesse di dover rilassare il corpo per incassare bene, in realtà non credeva che il colpo sarebbe stato granché...

Subito dopo si ritrovò a terra supino, stordito a fissare le nuvole dipinte sul soffitto del caffè, stelle e punti neri danza ti davanti agli occhi. O almeno, al suo occhio destro, quello sinistro si stava lentamente gonfiando fino a chiudersi.

Girò lievemente la testa e si rabbuiò nel vedere entrambi i suoi fratelli a terra che ridevano come pazzi. Taruto rotolava sul pavimento tenendosi forte lo stomaco, mentre Kisshu stava sulla pancia pestando le piastrelle col pugno. Le sue sorelle, non più comprensive di loro, ridevano con le braccia strette al ventre. Quindi vide Ryo che si reggeva stretto allo stipite della porta anche lui piegato in due dal ridere. Le Mew Mew non erano meglio. Almeno Minto, Zakuro e Ichigo cercavano di nasconderlo, ma Purin era festante.

Cosa mi ha colpito? Si chiese per un poco. Si sedette facendo attenzione, sbattendo gli occhi un po’ di volte per darsi equilibrio e sentendo l’insorgere di un blando mal di testa.

Vide Retasu, che stava lì in piediin stato di assoluto shock: il suo viso era di tutti i colori e teneva entrambe le mani strette alla bocca.

"Gomen-nasai, Pai-Kun," continuava a ripetere Retasu da dietro le mani.

Almeno Keiichiro ebbe pietà di Pai, lo aiutò ad alzarsi e gli porse una borsa del ghiaccio, che Pai istantaneamente si mise sull'occhio, sollevato di sentire un po' del dolore sciogliersi insieme al ghiaccio. 

"Mi hai tirato un bel pugno," disse Pai imbarazzato ad una mortificata Retasu.

"Gomen-nasai," sussurro lei con un inchino. "Non intendevo colpirti così forte."

"Se non altro ora sappiamo che Retasu se la caverà, se il ninja la attaccherà ancora," disse Rin con una risata.

"Bel colpo, Retasu Onee-chan!" esultò Purin. Pai scelse di ignorarla come aveva fatto con i suoi fratelli, i quali sapeva non gli avrebbero mai, mai fatto dimenticare la cosa.

"Penso che sia abbastanza per oggi," disse Kei guardandosi attorno.

"Sono d'accordo," rispose Pai e così dicendo se ne andò per medicarsi l'occhio nero e la vergogna.

Con Pai fuori dalla sala, Retasu aveva iniziato a scusarsi con i suoi fratelli. 

"Non serve," disse Rin, fermando le sue scuse. "Gli serviva un bel colpo al suo ego. Così adesso lascerà in pace Rirī per un po', dato che sa benissimo che non sarebbe successo nulla se non avesse abbassato la guardia."

"Sa anche che Rirī non si sarebbe mai aspettata un colpo facile," aggiunse Kisshu raccogliendo i tappetini insieme a Ichigo.

"Comunque, da dove ti viene tutta quella forza?" chiese Minto.

Retasu sorrise timidamente. "Chi avrebbe detto che tutti quegli anni ad essere costretta a portare le borse pesanti delle compagne avrebbero allenato un bel po' di forza negli arti superiori?"

"Oh, Retasu Onee-chan," disse Ichigo scuotendo la testa.

"Lo so," disse Retasu abbassando lo sguardo.


Iniziarono il solito lavoro al Café, anche se la giornata non fu meno interessante. 

Pai era immensamente popolare tra le ragazze che venivano al Café, a causa del suo bell'aspetto e dell'aria tenebrosa e spesso flirtavano con lui. Quel giorno ogni singola ragazza che attraversava la porta del Café gli faceva le fusa per l'occhio nero.

"Cosa ti è successo?" chiedeva una ragazza trattenendo il respiro .

"Un piccolo incidente prima del lavoro," rispose semplicemente Pai. "Sono inciampato in qualcosa che era più duro di quanto mi aspettassi."

"Povero cucciolo," pigolò l'amica della prima ragazza, accarezzando la guancia di Pai che le riempiva il bicchiere. 

Entro la metà pomeriggio Pai aveva fatto il callo alle attenzioni delle clienti. Non incoraggiava certo il loro comportamento, ma lo tollerava, se non altro, quelle ragazze lasciavano abbondanti mance.

Tuttavia Retasu aveva assistito al ripetersi di quelle scene per tutta la giornata ed era verde di rabbia. Un'ora prima della chiusura, dopo aver visto un'altra bella ragazza rimbambirsi attorno all'alieno, Retasu si ritirò come un uragano verso la cucina, schizzando ovunque acqua sporca della pulizia dei tavoli.

"Gli ho fatto un occhio nero, dovrei essere io a stargli attorno," grugnì a se stessa oltrepassando Kisshu e Ichigo. I due si scambiarono un'occhiata consapevole. 

"Cento yen che alla prossima ragazza che tocca la faccia di Pai, quella si trasforma e la sbatte fuori dalla porta con un Retasu Rush," ghignò Kisshu.

"Nah, farebbe qualcosa di più discreto. Farebbe finta di inciampare e rovesciare del cibo addosso ragazza. È goffa e, beh, è Retasu, tutti crederebbero che sia stato un incidente," replicò Ichigo. 

Nessuno dei due arrivò a vedere cosa successe dopo, perché le luci tremarono e si spensero. Keiichiro uscì dalla cucina, annunciando che c'era un problema elettrico e scusandosi perché avrebbero dovuto chiudere prima quel giorno. 
Una volta che l'ultimo cliente fu fuori, Rirī riaccese le luci.

"Mylo?" chiese. Keiichiro annuì cupamente.

La squadra annuì in risposta e tutti estrassero i propri pendenti. Entro pochi minuti erano arrivati alla zona della battaglia trasformati e pronti all'azione.


"Dieci minuti, niente male," disse Mylo fluttuando nell'aria, facendo oscillare dal mantello un grosso e antico orologio da taschino argentato. “Felice che siate venuti a giocare.” L'alieno alzò un sopracciglio quando vide Pai.

“Cosa ti è successo, Ikisatashi?” chiese. “Hai volato contro qualcosa di duro?” 

“Qualcosa del genere,” rispose Pai secco.

Mylo alzò le spalle. “Non sei mai stato il migliore nel volo, quindi non vedo perché stupirsi,” disse esaminandosi le unghie con scarso interesse.

Pai si sentì il viso avvampare al commento, però dovette ammettere di essere più arrabbiato perché l'altro aveva ragione.

Di colpo Mylo alzò lo sguardo e ghignò. “Questa conversazione mi annoia,” disse sollevando le mani. I suoi palmi si illuminarono e materializzò un parassita a forma di medusa. “Animiamo un po’ questo allegro raduno. Per l’appunto, Mew Ichigo, vorrei presentarti qualcuno, credo che andrete d’accordo purr-fettamente.”

Subito un piccolo gattino rosso cadde sotto il controllo di Mylo. E sembrava proprio avere una predilezione per gli oggetti luminosi…


“Metti giù Purin, gattaccio cattivo!” gridò Purin sospesa a mezz’aria per la coda tra le zampe ora giganti di quello che era stato il gattino. Kisshu si alzò in volo e cercò di liberarla, mentre gli altri distraevano il chimero e cercavano di distruggere il parassita dentro di lui. 

Kisshu provò a pugnalare la zampa del gatto con le sue spade, in modo che lasciasse andare la Mew Mew, tuttavia quello si mosse e lo evitò. Purin strillò di dolore. 

“Attento alla coda!” gridò a Kisshu.

“Scusa!” rispose lui prendendo la mira di nuovo. Stavolta il colpo andò a segno e Purin venne liberata con un ululato. Taruto volò ad afferrarla, mentre Kisshu tirava fuori il pugnale dalla zampa infilzata.

“Grazie per aver preso Purin, Taru-Taru!” disse Purin dandogli un bacio sulla guancia. 

“Certo, certo,” disse Taruto arrossendo. “Andiamo a finire questo felino oversize. E non sto parlando di Ichigo...”

“CHE COS’HAI DETTO, NANETTO?” gridò Ichigo indignata, fulminando Taruto con lo sguardo, col pelo ritto e gli occhi infuocati.

“Niente!” rispose lui in fretta, lanciando un’occhiata alla Strawberry Bell di Ichigo, che sapeva da precedenti esperienze poteva mirare parti molto sensibili dell’anatomia di un ragazzo. E faceva più male di quanto si poteva credere.

“La pagherai comunque dopo!” gridò Ichigo. Taruto deglutì e ritornò alla battaglia. 

Il mostro era quasi sconfitto, quando all’improvviso Rozū strillò. Il ninja era tornato e stava trattenendo la ragazza così stretta da impedirle di teletrasportarsi. 

Rirī mollò l’arco e si precipitò verso i due, sferrando al ninja un tagliente calcio negli stinchi. Quello lasciò andare Rozū, che velocemente si teletrasportò accanto a Pai e Rin. I gemelli alzarono le armi per unirsi a Rirī che fronteggiava il ninja, ma la ragazza gridò loro: “Finite il chimero! Qui me la sbrigo io!” 

Riluttanti, suo fratello e sua sorella si voltarono di nuovo verso la battaglia. Rirī e il ninja si fissarono a lungo, ognuno sfidando l’altro a fare la prima mossa. Alla fine il ninja attaccò, e Rirī lo bloccò con il braccio prima di sferrare il suo attacco, che venne anch’esso parato. 

Continuarono con questo ritmo per un po’, poiché si equilibravano perfettamente nel combattimento.

Rirī finalmente mise a segno un colpo sulla spalla del ninja, colpendo un nervo a destra, così che il suo intero braccio fu immobilizzato.

Il ninja indietreggiò fissandola con duri occhi blu zaffiro. 

Aspetta, conosco quegli occhi, pensò Rirī con improvviso orrore. 

Volò attraverso l’aria e strappò via la maschera del ninja, rivelando il volto di un Cyniclon sedicenne, di bell’aspetto, con i capelli rosso fragola che gli ricadevano sulle spalle e due lunghi e folti codini ai lati del viso. Un viso molto familiare per Rirī.

Gli occhi di Rirī si riempirono di lacrime.

“Zen?” sussurrò.

Il ragazzo – Zen – sussultò al suono della sua voce, si sollevò nell'aria teletrasportandosi via. 

Riri rimase in un silenzio impietrito, sentendo i suoi amici e fratelli che la chiamavano.

“Rirī?” disse Taruto mettendole una mano sulla spalla.

Con le lacrime agli occhi, Rirī spinse via il fratello minore e corse via, afferrando da terra il suo arco. Raggiunto il limite dell’isolato si teletrasportò, ignorando i richiami di Rin. 

"Come mai tutto questo?” chiese Minto.

Tutti i Cyniclon eccetto Rozū alzarono le spalle. La più piccola Ikisatashi tuttavia era seria.

“Io so chi è il ninja e adesso lo sa anche Rirī,” disse tristemente la ragazzina. “Quando mi ha afferrato, la sua manica si è sollevata un po’. C’era il tatuaggio di un drago blu sul suo braccio.”

“Quindi?” chiese Ichigo. Kisshu si girò verso di lei, con il viso che rifletteva il suo stupore. 

“C’è solo una persona che conosciamo che sa combattere così, far reagire Rirī nel modo in cui ha fatto e ha un dragone blu tatuato sull’avambraccio,” disse.

“Chi?” chiese Retasu.

“Zen Tatsuya,” disse Pai solennemente. “Il migliore amico di Rirī.”



Buonasera :) Ebbene sì, con un capitolo lungo e interessante ho ripreso in mano Alien Uprising e conto di andare avanti così. Questa storia non ha mai avuto molto seguito, ma nonostante questo, la traduzione è un impegno che voglio prendermi, quindi prima o poi la finirò di sicuro :) 
Nel frattempo ho creato una pagina Facebook e mi permetto di spammarla qua Endorphin_94 EFP
Inoltre proprio oggi ho finito il disegno che questo capitolo mi ha ispirato Zen Tetsuya
Grazie a chiunque passerà di qui 
Endorphin <3 

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