Alien Uprising di Soccer Geek (/viewuser.php?uid=881666)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Alien Uprising
Premessa
Buongiorno fandom, grazie per essere passati da questa storia ^^
La prima cosa da precisare è che si tratta di una traduzione. Io sono Endorphin_94 (magari qualcuno si ricorda di me per lunghe recensioni al limite dello stalking e una pesante songfic – o “long-song” come la chiamo io - a tema Kisshigo e Katy Perry), sono qui in veste di traduttrice appunto.
L’autrice di questa storia ha un profilo su fanfiction.net come Soccer Geek e su Archiveofourown.org come Ninja_Librarian. Sul primo ha pubblicato moltissimi lavori, sia a tema TMM, che altri; mentre su AO3 sta ricaricando questo in seguito a revisione.
Alien Uprising è una bellissima e lunga storia che potete trovare qui (in inglese):
https://www.fanfiction.net/s/8296139/1/Alien-Uprising
Ha 56 capitoli (lunghi e ricchi) ed è anche la prima storia di una serie: ha infatti due sequel, che trovate sempre sul profilo fanfiction.net di Soccer Geek: Alien Upgrade e Alien Ultimatum. Tutte e tre le storie hanno avuto un successo enorme, la terza è ancora in corso.
La trama è illustrata nella presentazione dell’autrice: si tratta di una long ambientata dopo la sconfitta di Deep Blue, in cui le ragazze e gli alieni si troveranno ad affrontare nuovi nemici e saranno aiutati da nuovi alleati. Soccer Geek ha inventato una schiera di bei personaggi originali (ci sono anche le loro descrizioni sul suo profilo).
Come mai ho scelto di tradurre questa storia (e probabilmente le successive): perché è molto carina, piena di azione, ma anche di momenti romantici e comici.
I pairing saranno sia i classici più amati (io sono inguaribilmente per la Kisshigo, se non lo sapevate, sappiatelo!), ma anche amori tra i nostri eroi e alcuni personaggi originali creati dall’autrice.
Quindi, io ho trovato questa storia perché cercavo di sanare in siti stranieri la mia sete di Kisshigo e ora la propongo a voi, sperando che vi catturi e vi diverta come è successo a me.
Note sulla traduzione:
L’autrice usa i nomi del manga inglese, cioè Ichigo, Lettuce, Mint, Pudding, Zakuro, Ryo, Keiichiro, Kish, Tart, Pie, Masaya. Inoltre viene spesso fatto uso di vezzeggiativi e nomignoli giapponesi (-kun, -san, Onee-chan...) e Purin parla come nell’anime originale (aiuto!), cioè dicendo spesso il suo nome in terza persona e chiudendo ogni frase con “na no da” (se non ho reso l’idea, andate a vedervi un episodio in giapponese sub. Eng. su YouTube, consiglio il 40 e capirete).
Per la traduzione ho deciso di scegliere il giapponese per uniformare il tutto, quindi userò Retasu, Minto, Purin, Kisshu, Pai, Taruto al posto dei loro equivalenti inglesi.
La smetto di annoiarvi e passo direttamente al primo capitolo. Spero che la storia vi piaccia e vi invito a lasciare recensioni, provvederò personalmente a passarle all’autrice.
Grazie a tutti,
Endorphin <3
Capitolo 1
La sedicenne Ichigo Momomiya sorrise mentre guardava verso il parco.
Erano passati solo tre anni da quando in quello stesso posto aveva conosciuto Purin Fon e assistito alla sua prima trasformazione in Mew Purin? Erano passati solo due anni da quando lei e le altre Mew Mew avevano sconfitto Deep Blue? Erano passati solo due anni da quando avevano visto gli alieni per l’ultima volta, li avevano combattuti a lungo, finendo poi per allearsi e diventare amici?
Ichigo sospirò al pensiero di Kisshu, Pai e Taruto. Dopo averli combattuti ogni giorno, non vederli aveva portato qualcuno ad abituarsi, ma a lei onestamente mancavano. Tuttavia era sollevata di sapere che erano tornati a casa sul loro pianeta con un modo per salvarlo.
Sei mesi dopo la partenza degli alieni, le Mew Mew avevano ricevuto un messaggio dal trio, che diceva che il loro pianeta era stato rinnovato, regalando al loro popolo non solo acqua pulita e cibo, ma anche la possibilità di vivere in superficie alla luce del sole. L’orgoglio e la felicità che irradiavano da quelle parole scritte avevano lasciato tutti sorridenti e felici per settimane.
«Sei molto pensierosa oggi».
Ichigo sorrise alla sua amica e compagna di squadra, Retasu Midorikawa, che camminava accanto a lei.
«In realtà sono persa nei ricordi» disse lei. «Difficile a credersi che solo due anni fa stavamo combattendo per salvare la Terra dagli alieni, che ora sono nostri amici e alleati. Adesso tutto quello di cui devo preoccuparmi è passare biologia...».
Retasu abbassò gli occhi e si guardò i piedi per un minuto.
«Ti manca?» chiese. «Perché qualcuno dice che a me manca qualcosa. Mi manca la sicurezza che avevo quando ero Mew Retasu la guerriera».
«La tua sicurezza si è spenta da allora ed è abbastanza evidente adesso» assicurò Ichigo all’amica. «Sì, spesso mi manca lottare. Potrei dire che ho iniziato ad odiare le giornate monotone e ripetitive, senza qualche mostro o alieno-stalker...»
«Io vorrei che Pai, Kisshu e Taruto avessero mantenuto i contatti. Vorrei davvero sapere come sta andando la ripresa del loro pianeta» disse Retasu malinconica. Ichigo annuì.
Dopo quella prima trasmissione, un anno e mezzo prima, avevano perso i contatti con gli alieni. Purin in particolare era arrabbiata per questo, perché le mancava Taruto, il suo amico per cui aveva una cotta.
E anche recentemente, a Ichigo era cominciata a mancare la sua ombra dai capelli verdi. Molte volte aveva sentito la sua voce sarcastica nella testa, specialmente a ridosso periodo in cui lei e Masaya avevano deciso, di comune accordo, di lasciarsi. Sia Ichigo che Masaya avevano capito di volere cose diverse da una relazione e i due avevano mantenuto da allora una bella e fraterna amicizia. Ichigo era felice di vedere Masaya uscire con una timida ragazza della loro scuola, che condivideva con lui la passione per gli animali e l’ambiente. Lei e Ichigo ora erano ottime amiche.
«Sì» disse Ichigo, sorridendo leggermente al pensiero dell’alieno. «Divertente eh? Penso che davvero mi manchi la tendenza di Kisshu di comparire improvvisamente senza un motivo».
Entrambe le ragazze sobbalzarono quando un ragazzo alto, con un’arruffata chioma verde si materializzò di fronte a loro.
«Beh, parli del diavolo…» disse Retasu con una timida, ma felice risata, appena realizzò che si trattava di Kisshu. Sembrava lo stesso, ma diverso. Era più alto, i capelli più lunghi, i muscoli e i lineamenti del viso più definiti, più maturi. Ma c'era qualcosa di strano...
Ichigo aggrottò la fronte. Qualcosa non andava. Kisshu non l’aveva salutata con il suo personale ghigno (*) o uno degli irritanti soprannomi da animaletto che le riservava. La sua pelle era più pallida del normale, i suoi occhi erano opachi e fuori fuoco e le gambe gli tremavano.
«Kisshu?» disse lei, facendo un passo avanti.
«Ichigo…» sussurrò Kisshu. Chiuse gli occhi e cadde in avanti. Ichigo riuscì a mala pena a evitare che sbattesse al suolo. Sussultò quando vide la sua schiena.
La maglia era strappata e un segno a forma di asterisco percorreva in lungo e in largo la schiena del giovane alieno. Dalle ferite scorreva molto sangue sulla sua pelle e un pugnale era conficcato attraverso il suo corpo per metà. Ichigo estrasse il pugnale con cura. Mostrava uno strano simbolo sul manico di simil-avorio e la lama d’argento era coperta dal sangue di Kisshu.
«Non ha...» chiese Retasu, aiutando Ichigo con un po’ del peso di Kisshu, mentre l’altra studiava brevemente la ferita.
«Non ha colpito organi vitali, non penso» disse. «Sembra che abbia solo attraversato i muscoli». Ichigo alzò lo sguardo verso l’amica. «Dobbiamo portarlo al Caffè. Ryo e Keiichiro sapranno come curarlo».
Retasu annuì. Le due ragazze con cura ripercorsero la strada attraverso il parco, condividendo il peso dell’alieno ferito. Fortunatamente Retasu aveva guidato verso il parco, dato che avevano intenzione di fare un giretto tranquillo per chiacchierare, a seguito della loro mattinata di shopping.
Ichigo si sedette dietro insieme a Kisshu, che era sdraiato sul sedile, con la testa nel suo grembo. Lei gli accarezzò i capelli e gli prese la mano, chiedendogli di stringerla se riusciva a sentirla. Sorrise quando sentì la sua pressione sulle dita.
Kisshu emise un lamento leggero e provò a rannicchiarsi a palla, ma sibilò quando le sue ferite gli diedero la prova che quella era una posizione sbagliata. Si girò dolorosamente per alcuni secondi, spostando il braccio in modo che fosse attorno alla vita di Ichigo. La strinse leggermente.
«Koneko-chan» sussurrò, seppellendo il viso nella sua gonna con un sorriso felice. «Mi sei mancata».
Ichigo sorrise dolcemente. Gentilmente gli spostò i capelli dalla fronte.
«Kisshu, chi ti ha fatto questo?» chiese. «Cosa è successo?»
«Tradito…» borbottò Kisshu e strizzò gli occhi. Sussultò quando la macchina passò sopra un tombino. Retasu guardò brevemente nello specchietto, chiedendo scusa con lo sguardo per qualcosa che non aveva potuto evitare o fermare. Proseguì, continuando a mormorare scuse.
«Kisshu, Kisshu!» Ichigo strinse ancora la sua mano e gli occhi di Kisshu si aprirono di scatto. «Chi ti ha tradito?» Kisshu chiuse di nuovo gli occhi.
«Trovate Pai e Taruto... Loro sanno... Loro...» sussurrò Kisshu. Prese un profondo e rauco respiro. «Loro ve lo diranno. Loro ve lo diranno...»
Ichigo non provo più a chiedergli altre informazioni. Non aveva più energia ed erano arrivate. Keiichiro Akasaka, che era uscito per portare fuori la spazzatura, posò lo sguardo su Kisshu e impallidì.
«Dobbiamo portarlo dentro in fretta» disse. Chiamò Ryo Shirogane, che arrivò alla porta mentre Retasu aiutava con cura a passare Kisshu sulle spalle di Keiichiro. La mano di Ichigo era ancora in quella di Kisshu mentre correva per tenere il passo con l’uomo dai capelli lunghi.
«Cosa è successo?» chiese Ryo ad Ichigo mentre teneva la porta aperta.
«Ha detto di essere stato tradito, ma non ha detto da chi» disse Ichigo, accarezzando i capelli di Kisshu mentre lui emetteva un lamento basso.
«Ehi ragazzi! Guardate cosa sa fare Purin...!» gridò la Mew Mew bionda, entrando in cucina con due vassoi in equilibrio mentre stava in piedi su un pallone. Il suo viso si rabbuiò e spalancò gli occhi appena vide Kisshu. «Sta bene? Dove sono Taru-Taru e Pai?» chiese con voce preoccupata.
«Non lo so, ma Kisshu ha detto che loro sanno chi gli ha fatto questo» disse Ichigo, mentre saliva le scale verso le camere superiori, dove era pronta un’infermeria.
«Purin, fai uscire gli ultimi clienti e chiudi il caffè» disse Ryo guardando oltre la propria spalla la giovane tredicenne che stava ai piedi delle scale. «Saremo giù tra poco per parlare con tutte».
«Purin lo può fare, na no da!» disse Purin correndo fuori dalla cucina per trovare le altre ragazze.
Ichigo si accucciò accanto a Kisshu, cercando di confortarlo; Keiichiro, Retasu e Ryo si occupavano delle sue ferite, mentre lui giaceva prono sul letto. Il suo cuore si spezzava ogni volta che lui si lamentava per il dolore. Vide che si stava mordendo il labbro, cercando di trattenersi dall’urlare forte. Alzò lo sguardo verso Ryo, che capì immediatamente cosa lei voleva che facesse. Sparì per poco e tornò con una siringa. Quindi fece un cenno ad Ichigo, la quale sussurrò a Kisshu.
«Kisshu, sentirai un pizzicore al braccio. Ti farà dormire profondamente, così non sentirai nessun dolore. Stringimi la mano e andrà tutto bene» promise Ichigo.
Kisshu mantenne una presa stretta alla mano della ragazza-gatto mentre Ryo puliva con cura il suo braccio, quindi gli somministrò la dose di antidolorifico. Ichigo sentì se stessa respirare più tranquillamente appena la stretta sulla sua mano si attenuò e l’alieno poté dormire libero dal dolore.
«Qui finiamo io e Ryo» disse Keiichiro, sorridendo confortante ad Ichigo. «Voi ragazze andate di sotto, vi raggiungiamo in un minuto».
Le due ragazze annuirono e si diressero al piano di sotto. Furono salutate in cucina da Purin, Minto Aizawa e Zakuro Fujiwara, tutte vestite delle loro uniformi del Caffè.
«Kisshu starà bene?» chiese Minto, alzando lo sguardo dall’unghia che si stava limando. Ichigo guardò verso Retasu che si stava lavando le mani dal sangue di Kisshu al lavandino. Ichigo era stata così presa dall’evitare a Kisshu altro dolore, che non sapeva di cosa avessero discusso i tre che si stavano occupando di lui.
«Ha perso molto sangue, ma Keiichiro è fiducioso che si riprenderà» disse Retasu, alzando dalla schiuma lo sguardo triste. «I suoi organi sono intatti e il resto sono solo ferite ai muscoli».
«Lo stesso ha bisogno di una trasfusione» disse Ryo, mentre lui e Keiichiro scendevano dalle scale. «Il problema è che non pensiamo di potergli donare del sangue umano. Il suo corpo potrebbe non reagire bene o potrebbe avvelenarlo».
«Mi ha detto che Pai e Taruto avrebbero saputo chi lo ha ferito» disse Ichigo incrociando le braccia. «Probabilmente sapranno anche come curarlo».
«Quindi immagino che dovremo trovarli» disse Zakuro.
Improvvisamente due esseri si materializzarono nella cucina. Uno era alto, con i capelli viola scuro e l’altro solo un po’ più basso con i capelli castani, ma entrambi avevano il viso triste e gli occhi preoccupati. Il gruppo li riconobbe subito.
Pai e Taruto.
«Ehi, non ci è voluto proprio nulla, na no da!» esclamò orgogliosa Purin.
(*) L’autrice usa da qui in avanti le azzeccatissime parole “trademark smirk” per indicare il sorriso arrogante/ghigno di Kisshu, quello insomma che tutte adoriamo :D
Nella traduzione io penso che “ghigno personale” non renda l’idea, ma non sono riuscita a pensare a nulla di meglio e ho voluto farvi sapere lo stesso com’era l’originale. |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
«Lui dov'è?» domandò Taruto, studiando le facce degli umani. I suoi occhi si fermarono su Purin. La ragazza bionda fece un passo avanti, mise una mano sulla spalla dell’alieno e gli sorrise.
«Kisshu-chan è di sopra a dormire, na no da» gli disse. Taruto e Pai tirarono un sospiro di sollievo.
«Ha detto di essere stato tradito e che voi avreste saputo chi è stato» disse Ichigo. Tirò fuori il pugnale che aveva estratto dalla schiena di Kisshu. «Credo che questo appartenga a chi lo ha attaccato».
Sia Pai che Taruto impallidirono alla vista dell'arma sporca del sangue del loro fratello. Ma dopo che ebbe distolto lo sguardo dalla lama, il viso di Pai tornò ad essere una maschera priva di emozioni.
«Vi diremo a chi appartiene quel pugnale maledetto che hai tra le mani, ma prima abbiamo bisogno di vedere Kisshu» disse Pai. Ryo annuì e si diresse verso le scale. Il piccolo gruppo salì dietro di lui.
Pai e Taruto furono felici di vedere Kisshu addormentato, con le ferite medicate e bendate. Ryo spiegò che avevano ricucito il taglio più profondo per evitare che si riaprisse e che Kisshu aveva subìto una consistente perdita di sangue.
Pai posizionò attentamente la mano sulla schiena di Kisshu, in corrispondenza del cuore. Le sue dita brillarono per un secondo, quindi tolse la mano. Kisshu torò un forte respiro rauco, poi la sua respirazione si fece più regolare.
«Gli ho donato un po’ della mia energia, affinché il suo corpo possa ricaricarsi da solo» spiegò Pai agli umani che lo guardavano. «Temo però che possa non essere sufficiente. Una volta che il suo corpo si sarà ripreso dallo shock della perdita di sangue, lo riporteremo alla nostra nave, così la sua guarigione potrà essere completa». Le sue labbra si strinsero ad una linea sottile. «Ora suppongo che vogliate conoscere la storia i cui risultati giacciono qui».
Tornarono alla sala principale del caffè. Keiichiro portò un vassoio con tè e dolcetti. Pai accettò ringraziando una tazza di tè, mentre Taruto masticava distrattamente un biscotto, fissando le scale. Pai bevve un abbondante sorso del suo tè, prima di appoggiare la tazza cinese nel suo piattino, le dita ancora strette sul manico. Prendendo un respiro profondo, iniziò a parlare.
«Il miglior modo in cui questa tragica vicenda può essere raccontata, è iniziare con la storia di Risa, la madre mia e di Taruto, e di Lila, madre di Kisshu.
«Nostra madre incontrò Lila quando erano bambine. Diventarono velocemente amiche e la loro amicizia fu ciò che le aiutò a sopravvivere nell’età adulta. Si prepararono insieme per diventare Guaritrici. Erano molto rinomate come ostetriche: e le madri e gli infanti di cui si occupavano loro tendevano ad avere un minor tasso di mortalità, grazie al fatto che loro due lavoravano insieme, a differenza di molti altri Guaritori.
«Quando io avevo circa tre anni, Lila incontrò e sposò il padre di Kisshu, Alec, un ufficiale militare vedovo, con un figlio di cinque anni, di nome Mylo. Il primo matrimonio di Alec era combinato e la sua prima moglie morì di una malattia improvvisa quando Mylo aveva quattro anni. A differenza del primo matrimonio, Alec sposò Lila per amore. Sei mesi dopo il matrimonio, Lila scoprì di essere incinta di Kisshu. Purtroppo però la sua gravidanza fu difficile. Diventava sempre più debole col passare dei mesi, ma combatté per sopravvivere per la salvezza di suo figlio. Nostra madre si occupò di Lila quando partorì e riuscì a regalarle ciò che desiderava: vedere suo figlio. Sperò tanto che Lila si riprendesse» Pai fece una pausa e chiuse gli occhi. «Ma non lo fece. Entro la mattina seguente, Lila era morta.
«Alec era devastato, ma fece del suo meglio per crescere entrambi i figli. Aveva un legame particolare con Kisshu e i due stavano raramente separati. Già in giovane età, Mylo realizzò che Kisshu era nato per amore, e lui no. Era geloso di Kisshu: tirò fuori la sua rabbia e occasionalmente gli mise le mani addosso. Kisshu, per motivi che non ho ancora scoperto, ammirava suo fratello e subiva le percosse senza protestare. Quando Kisshu ebbe cinque anni, Alec morì in una missione per Deep Blue. I nostri genitori adottarono Kisshu, mentre Mylo fu preso dalla famiglia di sua madre, che incoraggiò la sua rabbia verso il fratello minore. Pochi mesi dopo la morte di suo padre, Kisshu, Taruto e io fummo accettati all’accademia militare».
«Le cose non fecero che peggiorare per Kisshu, da allora» disse Taruto, spazzolandosi via le briciole dalla maglia sul pavimento. Minto fece un leggero cenno, offesa. L’unica cosa che aveva fatto quella mattina era stata spazzare il pavimento ed era fiera di quanto fosse pulito prima che l’alieno tredicenne rovinasse tutto.
«Kisshu era bravissimo in tutto, il che nella maggior parte dei casi è una cosa buona. Nel suo caso fu ciò che gli causò molti dei suoi problemi.
«Mylo era il suo ufficiale di comando ed era crudele con lui. A Kisshu venivano assegnati i lavori peggiori, subiva le frustate più frequenti e gli venivano tolti molti pasti per nulla. Alla fine iniziò a ribattere verbalmente, ma mai fisicamente. Rifiutava di alzare le mani su Mylo. Mylo lo sapeva e usava questo contro di lui. Un giorno Mylo e alcuni dei suoi compari lo presero di mira» Taruto fissò il pavimento e strinse i pugni. «Due di loro lo trattennero a terra, così che non potesse teletrasportarsi via, mentre Mylo e gli altri lo pestavano. Sulle braccia ha ancora le cicatrici dal coltello di Mylo. Le nasconde sotto le fasce rosse che porta sulle braccia» la rabbia nella voce di Taruto diminuì e venne sostituita da dolore. Purin si sporse sul tavolo e gli prese la mano confortante.
«Kisshu non è stato più lo stesso dopo quell’attacco. Avete visto tutti com’era due anni fa. Solo di recente è tornato il Kisshu che conoscevamo». Taruto alzò velocemente lo sguardo prima di guardare di nuovo in basso, ma Ichigo poteva giurare che aveva guardato lei. Come se lei fosse ciò che lo aveva riportato indietro. Ma era impossibile, si disse.
«A quel tempo abbiamo pensato che la missione sulla Terra fosse perfetta per Kisshu» disse Pai, sostituendosi al fratello minore, che stava guardando di nuovo verso le scale. «Sarebbe stata una possibilità per lui di allontanarsi da Mylo. Non avevamo dubbi che avrebbe avuto successo. Purtroppo, quando Deep Blue pensò che Kisshu avesse bisogno di aiuto, assegnò Mylo per raggiungerlo. Solo con l’intervento tempestivo di qualcuno che conosceva la storia di Kisshu e Mylo ciò fu evitato.
Le Mew Mew rabbrividirono immaginando come sarebbero potute essere le loro battaglie, se avessero dovuto affrontare due fratelli che si odiavano.
«Due anni fa, quando ritornammo sul nostro pianeta, Cynnth, fummo accolti in modi contrastanti» disse Pai continuando. «Da un lato, molti erano contenti che avessimo trovato un modo di rigenerare la nostra casa. Dall’altro, molti erano furiosi perché, non solo avevamo palesemente fallito, ma perché avevamo lasciato che Deep Blue venisse ucciso. Mylo era uno di questi ultimi. La prima settimana dopo il nostro ritorno, Mylo si presentò da Kisshu e gli diede addosso, lo chiamò codardo e traditore. Non lo abbiamo più visto fino a circa due mesi fa. Cercò Kisshu per scusarsi del suo comportamento e chiese il suo perdono e la sua amicizia. Kisshu prontamente, glieli diede entrambi.
«La scorsa notte, Kisshu è andato a cena alla residenza di Mylo. Non c’era nessun altro là e crediamo che sia stato allora e lì che Kisshu abbia ricevuto quelle ferite. Letteralmente pugnalato alle spalle da suo fratello. Fortunatamente, è riuscito a raccogliere un po’ energia per teletrasportarsi via, o temo che a quest’ora sarebbe morto».
«Aspetta, la notte scorsa?» chiese Iichigo, i suoi occhi si allargarono e le spuntarono le orecchie da gatto. Per quanto tempo Kisshu era rimasto sanguinante, prima di arrivare da lei e Retasu?
«Il tempo su Cynnth è diverso da quello sulla terra» disse Pai. «Là sono poche ore dopo mezzanotte, ma qui è il primo pomeriggio».
Ichigo si calmò e le sue orecchie sparirono.
«Le cicatrici sul braccio di Kisshu-san» disse timidamente Retasu, con gli occhi lucidi. «Di che forma sono?»
«Così» Taruto disegnò un asterisco nell’aria con il dito. «Sul nostro pianeta è simbolo di potere. Perché?»
«Le ferite di Kisshu avevano una forma simile» disse Ryo fisandosi i piedi. Era molto più silenzioso di quanto Ichigo pensava sarebbe stato, in quella situazione.
«Questo non mi sorprende» disse Pai, stringendo le labbra in una linea dura. «Mylo non sarebbe stato capace di resistere a dare un ultimo sfoggio di chi dei due riteneva fosse il più forte».
«Perché Mylo ha scelto di attaccare ora Kisshu-chan, na no da?» chiese Purin, le sue sopracciglia bionde si nascosero su dietro la frangia.
«C’è stata una discussione riguardo ad eleggere Kisshu come nostro leader, perché era stato il capo della nostra missione qui» disse Taruto. «Kisshu ha sempre riso e scherzato su questa cosa. La verità è che non si sarebbe mai lasciato trascinare in politica, non voleva tutta quella autorità sulle persone. Disse che la voce della candidatura faceva sembrare come se lui avesse provato a salvare Cynnth solo per conquistare potere».
«Mylo, d’altra parte, prese sul serio quel pettegolezzo» disse Pai. «Con il suo orgoglio egocentrico, non avrebbe mai lasciato che Kisshu diventasse più potente di lui».
Ichigo sentì il senso di colpa gonfiarle il cuore. Kisshu aveva fatto esperienza di cose orribili da parte di uno che avrebbe dovuto volergli bene. Come poteva, nonostante gli abusi, amare di nuovo, aver amato lei e combattere ancora per la sua gente, incluso colui che gli aveva fatto del male? Si pentì di ogni parola dura e colpo che gli avesse mai inferto.
«Quindi, che facciamo adesso?» chiese Minto, spingendo di lato la sua tazza.
«È solo una questione di tempo prima che Mylo sappia dove si è teletrasportato Kisshu e venga qui» Pai fece una pausa. «Proverà a finire ciò che ha iniziato».
«Intendi...» disse Ichigo, sentendo il sangue gelarsi.
«Sta venendo per uccidere Kisshu» disse Pai abbassando lo sguardo al suolo.
NdT
Buonasera :)
Non ho voglia di studiare quindi pubblico questo capitolo.
Volevo solo precisare che Cynnth è appunto il nome che l’autrice dato al pianeta alieno, mentre la parola Cyniclon, che incontrerete più avanti, sta a indicare la razza degli alieni di Cynnth.
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni e le visualizzazioni allo scorso capitolo, spero che questo vi piaccia ugualmente ^^
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
Ryo e Keiichiro offrirono agli alieni le stanze libere del Caffè al piano di sopra, che Pai e Taruto accettarono immediatamente. Volevano stare il più possibile vicini a Kisshu, e visto che sembrava che lui sarebbe rimasto al Caffè Mew Mew per un bel po’, sarebbero rimasti anche loro.
I due fratelli alieni andarono con Purin alla loro nave per impacchettare alcune cose, come vestiti e appunti di ricerca di Pai, che lui desiderava condividere con Ryo e Keiichiro.
Ryo inoltre ordinò alle Mew Mew di rimanere al caffè, perché voleva che fossero tutte insieme se e quando Mylo avesse attaccato. Fortunatamente per Purin, suo padre era a casa quindi non doveva preoccuparsi per i suoi fratellini.
Mentre aspettavano che gli alieni tornassero, Ichigo sedette accanto a Kisshu nella stanza di sopra, per il suo turno di guardia, il ciondolo Mew Mew stretto in mano. Sul tavolo accanto a lei c’erano una brocca d’acqua, un bicchiere, un flacone di antidolorifici, il suo cellulare e del cibo che avrebbe dovuto essere adatto allo stomaco di Kisshu, se si fosse svegliato affamato. Non c’era bisogno di dirlo, era preparata.
Ichigo usò quel tempo anche come un’opportunità per fare un po’ di compiti e leggere l’ultimo dei romanzi assegnatole tra il lavoro estivo. Stava leggendo da circa un’ora, quando sentì le molle del materasso cigolare piano e il rumore di stoffa contro stoffa. Ichigo segnò la pagina e si voltò, per vedere gli occhi d’oro di Kisshu aprirsi di scatto.
«Buon mattino, raggio di sole» disse ichigo allegramente.
«È mattina?» gracchiò Kisshu, sbattendo le palpebre un po’ di volte.
«Beh, veramente no, è quasi il tramonto. Però Purin una volta mi ha detto che a qualunque ora ci si svegli è sempre mattino» spiegò Ichigo. In realtà era pomeriggio inoltrato e il sole stava iniziando ad abbassarsi.
«Sembra qualcosa che la scimmia direbbe» disse Kisshu, alzandosi di poco sui gomiti. «Cosa fai qui?»
Pai aveva richiesto che fossero lui e Taruto a dire a Kisshu che Mylo lo stava cercando. Ichigo fu molto felice di non avere quel compito.
«Qualcuno doveva tenerti d’occhio. Per un po’ non eravamo sicuri che ce l’avresti fatta» era una mezza verità e Kisshu sembrò bersela.
«È bello sapere che ti importa, micetta» disse Kisshu, appoggiando il mento sul braccio piegato e ghignando verso di lei.
Ichigo sorrise e alzò gli occhi al cielo. «Quindi, come ti senti?» chiese.
«Affamato» rispose Kisshu. Guardò le portate di cibo sul vassoio: «Cos’hai per me, gattina?»
«Crackers, zuppa, ramen, ghiaccioli, gelatina…» disse Ichigo, elencando. Kisshu mugugnò deluso.
«Niente frutta?» chiese rivolto a Ichigo, spingendo fuori il labbro inferiore in un broncio.
«No. Ryo ha detto che, con gli antidolorifici che ti ha dato, gli acidi della frutta sarebbero troppo pesanti per il tuo stomaco e staresti male» gli rispose Ichigo, toccandogli dolcemente la punta del naso in risposta al suo broncio. «Ma ti dirò una cosa, facciamo un compromesso. Puoi avere una ghiacciolo al sapore di frutta».
A Kisshu piacque l’idea e Ichigo uscì dalla stanza, lasciando la porta aperta. La ragazza corse giù dalle scale, spalancò il freezer, prese un ghiacciolo e tornò su in fretta. Sorrise quando sentì il russare dall’alieno. Gongolando, lo toccò su una spalla.
Kisshu aprì gli occhi, interrotto in mezzo ad un pesante respiro e alzò la testa.
«Huh? Cos-?» Kisshu si guardò intorno con lo sguardo offuscato, guardando poi male una divertita Ichigo, appena si accorse di lei. «Non è divertente, koneko-chan» grugnì, arrossendo sulle guance.
«Al contrario, la tua espressione è impagabile» disse lei. Kisshu emise un “humph” di frustrazione e imbarazzo, le punte delle sue orecchie diventarono rosse. Ichigo sorrise e sventolò il ghiacciolo. «Lo vuoi ancora questo?» chiese.
Kisshu annuì. Ichigo aprì l’involucro gelato, mentre lui si metteva piano in posizione seduta, appoggiandosi ai grandi cuscini impilati. Ichigo gli diede il ghiacciolo e lui lo succhiò contento. Alzò lo sguardo su di lei qualche secondo dopo.
«Quindi, avete trovato Pai e Taruto?» chiese titubante.
«Ci hanno trovato loro in realtà e ci hanno spiegato tutto» disse Ichigo. «Erano molto preoccupati per te. Ti hanno dato un’occhiata e sono rimasti un po’ di tempo. Ryo ha offerto di farvi stare tutti e tre qui per un po’, così Pai e Taruto sono andati a fare i bagagli. Dovrebbero tornare presto». Kisshu annuì.
«Quindi… com’è andata in questo periodo, gattina? Romeo ti tratta bene?» chiese Kisshu.
«Romeo? Oh, Masaya» disse ichigo. «Io e lui abbiamo rotto un po’ di tempo fa. È stata una decisione condivisa. Siamo ancora amici però e lui si vede con una bellissima ragazza che è perfetta per lui».
«Non può essere» disse Kisshu, scuotendo leggermente la testa. «Hai appena detto che non si vede con te».
Ichigo arrossì e entrambi stettero in silenzio. Kisshu masticava nervosamente il suo ghiacciolo, le punte delle orecchie divenute rosse.
«Allora, uhm, incontrerò il tuo nuovo ragazzo?» chiese Kisshu dopo essersi schiarito la gola.
«Non c’è un nuovo ragazzo» disse Ichigo, cambiando posizione sulla sedia.
«Oh bene, ok…» disse Kisshu, gioendo mentalmente, anche se il suo viso non esprimeva emozioni, come quello di Pai. Poteva avere una possibilità…
«E tu?» chiese Ichigo, prima che potesse impedirselo. «Hai una bella fidanzatina Cyniclon che in questo momento starà impazzendo dalla preoccupazione per te?»
«No, sono sul mercato» disse Kisshu, sfoggiando il ghigno che era il suo marchio di fabbrica. Ma poi la sua voce divenne annoiata e il sorrisetto fu rimpiazzato da un’espressione cupa. «Preferirei non esserlo. Impedirebbe a tutte le ragazze passabili tra i 13 e i 30 di darmi la caccia, ogni volta che esco di casa…»
Ichigo ghignò all’immagine mentale di Kisshu rincorso dalle fan.
Stettero seduti in silenzio per qualche minuto, prima che lui parlasse di nuovo.
«Allora… perché non hai risposto ai messaggi?» chiese. Ichigo aggrottò la fronte.
«Quali messaggi?» chiese lei. Toccò a Kisshu accigliarsi.
«Non… non li hai ricevuti?» chiese lui. Ichigo scosse la testa. «Questo è strano…»
«Nessuna delle altre ragazze ha ricevuto messaggi, Taruto ha già chiesto a Purin e lei ha detto che non ha ricevuto nulla. Ci è arrivato solo quello che tu, Pai e Taruto avete mandato un anno e mezzo fa e vi abbiamo mandato una risposta. L’avete ricevuta?» chiese Ichigo. Kisshu scosse la testa.
«Non credo che sia un equivoco» disse Kisshu, le labbra strette a pensare. «Qualcuno deve voler impedire i contatti tra noi…»
«Mi chiedo perché» disse ichigo. Si chiese se Mylo avesse qualcosa a che fare con quella storia.
Kisshu scrollò le spalle e mangiò il resto dell’ghiacciolo.
«Quindi che succede ora?» chiese.
«Ora ti rimetti in sesto» rispose ichigo, prendendo il bastoncino dalla mano di Kisshiu e buttandolo nel cestino della spazzatura. «Dopo di che non so. Ryo e Pai stanno ancora discutendo di questo. Vuoi qualcos’altro da mangiare?»
«Prenderò uno di quei cracker, per favore» disse Kisshu. Ichigo sbatté gli occhi dalla sorpresa. Non aveva mai sentito Kisshu usare le buona maniere. Taruto aveva ragione. Quello non era il Kisshu che aveva conosciuto due anni prima.
Kisshu mormorò un grazie con la bocca piena di cracker.
Mentre lui masticava, Ichigo non poté fare a meno di fissare le fasce avvolte attorno alle braccia di Kisshu, sotto le quali ora sapeva esserci delle orribili cicatrici e fu grata che non ci fosse stato bisogno di toglierle per curare le sue ferite.
Con un tuffo allo stomaco Ichigo realizzò che presto la sua schiena sarebbe stata come le braccia.
Kisshu la guardò con la coda dei suoi occhi felini e corrugò la fronte.
«Tutto bene, koneko-chan?» chiese. Con la mano libera, si grattò l’avambraccio fasciato della mano che teneva il cracker.
«Stavo solo, ehm, pensando» disse Ichigo, arrossendo e abbassando lo sguardo.
«Pai e Taruto ti hanno detto come mai indosso queste» (*) disse Kisshu senza accusa. Ichigo annuì. «Immaginavo che lo avrebbero fatto» mormorò lui.
Kisshu si appoggiò all’indietro contro i cuscini e fissò il soffitto.
«Sai, ho accettato la missione della conquista della Terra come possibilità estrema. Per fare qualcosa della mia esistenza, per dare al mio popolo la vita che meritava» fece una pausa. «E dare a mio fratello un motivo per essere orgoglioso di me».
«Lui non è tuo fratello!» disse Ichigo balzando in piedi, strinse i pugni e sentì la rabbia salirle dentro. Non aveva neanche notato che le erano spuntate le orecchie da gatto e che la sua coda aveva il pelo ritto. «Un fratello non farebbe questo. Non farebbe del male a quelli che dovrebbe amare!»
«Lo pensavo anch’io» rispose tristemente il Cyniclon sedicenne.
«Ho invidiato Pai e Taruto. Non vanno sempre d’accordo, ma si guardano le spalle a vicenda e si vogliono bene. Era per questo che Pai era così in collera con Taruto durante la nostra battaglia finale. Voleva proteggerlo nell’unico modo che conosceva e Taruto rifiutò di lasciarglielo fare. Pai si sentì tradito perché Taruto aveva voluto mettersi contro di lui e Deep Blue. Ma poi, durante il viaggio di ritorno, si sono chiesti scusa a vicenda: è stata la fine della questione e non è stata più menzionata da allora. Loro sono fratelli, non solo di sangue. Questo era ciò che volevo. E ciò che pensavo che finalmente anche lui avesse capito e volesse».
Ichigo si sedette accanto a Kisshu sul letto e lo abbracciò. Gentilente gli diede un bacio sulla fronte.
«Mylo non sa cosa si perde» sussurrò.
Kisshu la guardò negli occhi e provò a sorridere. Lentamente, i loro visi si fecero più vicini, chiusero piano gli occhi, le loro labbra si stavano per incontrare…
Quando la porta si spalancò.
(*) “Lo sai come mi sono fatto queste cicatrici??” :’D
Scusate, non ho resistito, nd Endorphin che ride da sola traducendo.
NdT
L’amore è nell’aria in questo capitoletto ;)
Un po’ di movimento in più nei prossimi.
Un grosso ringraziamento da parte mia e dell’autrice a chi ha recensito, preferito/seguito/ricordato, o anche solo visualizzato i capitoli scorsi :)
Segnalatemi eventuali errori che correggo! Spero di risentirvi, ci sentiamo al prossimo aggiornamento
Endorphin <3
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
Ichigo balzò in piedi, frugando alla ricerca del suo ciondolo Mew Mew. Ma non appena lo ebbe in mano, capì che aveva fatto tutto per nulla, quando Taruto letteralmente volò nella stanza.
«Kisshu, sei sveglio!» disse Taruto abbracciando con attenzione il fratello adottivo.
«Yeah! Kisshu-chan è sveglio, na no da!» esclamò Purin correndo dentro, alle spalle dell’amico.
«Gomen-nasai (*)» disse Retasu timidamente dalla porta, Pai in piedi dietro di lei. «Ho sentito le vostre voci e l’ho fatto notare a Pai, ma questi due mi hanno sentito…»
«Non importa» disse Kisshu scompigliando forte i capelli di Taruto, un po’ irritato che il suo momento privato con Ichigo fosse stato rovinato. «Non potevate sapere che sarebbero piombati qui».
I due tredicenni non sembrarono per nulla intimiditi.
Kisshu si rivolse a Pai.
«Grazie per il rifornimento di energia, ne avevo bisogno» disse lanciando un ghigno zannuto al Cyniclon maggiore.
«Non è un problema» rispose Pai, sollevando un angolo della bocca. Anche se era felice di vedere il suo amico sveglio, Pai non aveva intenzione di ostentare il suo sentimento come facevano suo fratello e la Mew scimmia. «Come ti senti?»
«Indolenzito, stanco, fa male se mi muovo troppo veloce… Ero un po’ stordito quando mi sono svegliato la prima volta, ma la stanza ha smesso di girare appena ho mangiato qualcosa».
«Niente altro?» chiese Pai. «Siamo preoccupati che tu possa avere ancora dei sintomi da trattare che siano dovuti alla perdita di sangue».
«Sento solo la testa leggera, ma immagino sia per quello» ammise KIsshu.
Ichigo gli mise una mano sulla fronte.
«Beh, non credo che tu abbia la febbre» disse. «Se l’opposto per voi non indica niente altro. La tua pelle è fredda».
Pai afferrò il polso di Kisshu e lo tenne per pochi secondi, tenendo alta l’altra mano per indicare agli altri di stare in silenzio.
«E il tuo battito è veloce, ma debole» disse gravemente, lasciandogli il polso. «Hai bisogno di almeno una trasfusione, se non di più. Ti farò sia una flebo di sangue, che una di soluzione salina per tenerti idratato».
Kisshu annuì e dieci minuti dopo aveva le due flebo appese e collegate. In realtà non gli piacevano gli aghi, ma decise di non lamentarsi. Non era dell'umore adatto per litigare con i suoi fratelli o con Ichigo e sapeva che avrebbe comunque perso la battaglia.
Tuttavia non fu così male come aveva pensato, perché Ichigo rimase seduta accanto a lui, tenendogli la mano. La ragazza lo riempì di attenzioni, rimboccandogli le coperte e sistemandogli i cuscini, dandogli l'acqua quando aveva sete. Non si poteva lamentare.
Però Ichigo se ne andò presto. Aveva bisogno di andare a casa e prendere delle cose prima di tornare al caffè. Apparentemente Ichigo e le altre Mew Mew avrebbero alloggiato lì per un po', però Kisshu non sapeva perché. La rossa liquidò la questione dicendo che il suo capo voleva solo fare il dispotico, tuttavia Kisshu sentì che quello non era il vero motivo, ma non fece altre domande.
Qualche minuto dopo che Ichigo se ne era andata, Pai e Taruto tornarono per controllare Kisshu. Sembravano un po' agitati, ma Kisshu lo attribuì alla preoccupazione. Stette ad ascoltare Taruto che raccontava della sua giornata insieme a Purin, la Mew scimmia. Da quando Taruto era entrato nella adolescenza qualche tempo prima, le ragazze erano improvvisamente diventate molto interessanti per lui e non disgustose come erano quando aveva incontrato per la prima volta l'energica Mew gialla.
«Annunceranno il loro fidanzamento tra qualche giorno» disse sarcastico Pai, quando Taruto paragonò la risata di Purin a campanelle sonanti. Taruto lanciò un'occhiataccia al fratello e Kisshu ebbe un attacco di tosse per le troppe risate.
«E cosa mi dici di te e la ragazza-pesce, eh? Ho visto che eravate molto intimi a cena» accusò Taruto, mentre Pai porgeva un bicchiere d'acqua a Kisshu. Kisshu, all'espressione di Pai, sputò l'acqua e ricominciò a ridere.
«Si chiama Retasu» disse Pai riacquistando la sua compostezza, mentre Kisshu era di nuovo in preda alla tosse. «Siamo amici. È solo una persona con cui avere una bella, lunga e intelligente conversazione, a differenza di voi due».
«Ah, non fingere che non ci ami, Pai» disse Kisshu con voce rauca, quando smise di tossire.
«Tu sì. Taruto... Beh, la giuria sta ancora deliberando in proposito» rispose Pai, guardando il fratello minore, che ghignò maligno.
«Quindi, a parte tutte le cose belle che ha fatto Purin, che mi sono perso?» chiese Kisshu, sorridendo, mentre Taruto diventava scarlatto.
Pai si mosse a disagio sulla sedia e le orecchie di Kisshu si drizzarono leggermente all’erta. Che l'imperturbabile Pai fosse agitato, lo preoccupava profondamente.
«Non ti sei perso nulla di importante» disse Pai, fissandosi gli stivali. «Sospettiamo che Mylo sappia che hai lasciato Cynnth, ma non abbia ancora scoperto dove sei andato. Con un po’ di fortuna, tu sarai completamente rimesso prima che lui scopra la nostra posizione».
«E poi che si fa? Ce ne andiamo?» chiese Kisshu, contraendo le labbra. «Mylo sa che gli unici contati che abbiamo sulla terra sono le Mew Mew. Sospetterà che mi stiano nascondendo e non credo che esiterebbe ad ucciderle».
«Ryo e io abbiamo già discusso questa possibilità» disse Pai. «E anche le ragazze lo sanno. Sono preparate a combattere e a difendersi, se necessario».
Kisshu annuì, pensando ad Ichigo nella sua uniforme da Mew Mew sporca di sangue e ferita in tutto il corpo, ma in piedi a combattere nonostante tutto. Deglutì. L’aveva quasi persa in precedenza e non voleva che succedesse di nuovo, specialmente non a causa delle delusioni di quel pazzo di suo fratello.
«Ichigo mi ha detto che non hanno ricevuto nessuno dei nostri messaggi» disse Kisshu. «Abbastanza strano, non pensate?»
«Si lo è» disse Taruto. «Per di più abbiamo già provato a mandare un messaggio a casa a mamma e papà, ma non ha funzionato».
«Qualcosa sta bloccando le frequenze da e per Cynnth» disse Pai. «Keiichiro sta cercando di capire i motivi con i suoi computer e il robottino di Mew Ichigo».
«Ma perché?» chiese Kisshu.
Improvvisamente gli occhi di Taruto si spalancarono e guardò i suoi fratelli.
«Ragazzi, non pensate che qualcuno da Cynnth stia programmando un'invasione, vero?» chiese.
Kisshu e Pai impallidirono. Nonostante Cynnth non avesse molti alleati, aveva frequenti connessioni con altri pianeti. Occasionalmente, uno dei pianeti più ricchi decideva di fare dell’elemosina a Cynnth e mandava cibo e vestiti, tuttavia mai abbastanza per coprire il loro bisogno. Però, tagliare tutte le comunicazioni tra Cynnth e i pianeti con cui stavano per ingaggiare guerra, era una distinta tattica militare dei Cyniclon.
«Ma la Terra e Cynnth sono in pace» disse Pai. «Chi vorrebb-»
«Pai, c’è anche bisogno di chiedere?» disse Kisshu, prendendosi la testa tra le mani. «Mylo entrerà in guerra con la Terra».
Nel frattempo, ad anni-luce di distanza, un alto alieno Cyniclon ghignò rivolto ponte della sua nave, i denti appuntiti brillanti nella luce fioca. Aveva i capelli bianchi, scintillanti e lunghi fino alla vita e gli occhi neri, contornati da piccoli occhiali squadrati. Si girò a fronteggiare i suoi uomini, un piccolo manipolo di quindici alieni. Nonostante fossero in pochi, non aveva dubbi che avrebbero avuto successo.
«Signori!» disse a voce alta, iniziando a camminare su e giù per la fila di soldati. «Stanotte segna l’inizio di una nuova era per Cynnth! Stanotte inizia la più importante missione che il nostro popolo abbia mai intrapreso. Sì, è stata tentata prima, ma non ha mai avuto successo».
Fece una pausa, per ottenere un effetto drammatico.
«Stanotte entreremo nell'atmosfera della Terra. Stanotte cominceremo a fare piani di battaglia. Stanotte inizieremo a sterminare le debolezze dei nostri avversari!»
Il suo sorriso divenne più grande, più largo, più cattivo....
«Stanotte inizieremo la nostra invasione della Terra!»
I suoi uomini esultarono forte.
Mylo si crogiolò nella gioia e nell’entusiasmo.
A partire da quella notte, la Terra sarebbe stata sua.
(*) Dal giapponese, “Mi dispiace"
NdT
Ciao ^^
Vi linko questo capitolo in versione originale perché mi va :)
https://www.fanfiction.net/s/8296139/4/Alien-Uprising
Nonostante Extraterrestrial sia ferma da un bel po’, ci tenevo a dire che non sono morta :|
Ho ricominciato oggi le lezioni, ho avuto da studiare, mi sono dedicata ad una complessa OS per un concorso su questo fandom, ne ho scritta una su un altro, ho fatto disegni… Il solito, insomma :D
Per i pochi a cui può interessare, ET ci mette tanto perché ho deciso che voglio metterla giù molto meglio più o meno tutta, prima di pubblicare, ma soprattutto perché il settimo capitolo non ne vuole sapere di venire fuori decente, né come idee, né come forma… Sono comunque sulla buona strada – credo – immagino che venga a molti la crisi di mezza long fiction (immaginate per me che è la prima).
Spero che questo capitolo – un po’ corto a mio avviso, ma se ne scusò anche l’autrice a suo tempo – vi sia piaciuto, metterò anche il prossimo tra un giorno o due, altrimenti temo che chi segue si perda via :)
Segnalatemi eventuali errori o cose strane, dubbi, perplessità, sono aperta a confronti e opinioni (in fondo anch’io sono una lettrice, quindi posso discutere insieme a voi della storia)
Grazie a tutti i lettori, seguitori, ricordatori e preferitori (sto esagerando con le idiozie)
Endorphin <3
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5
Era un giorno silenzioso al Caffè Mew Mew. Avevano deciso di chiudere temporaneamente, con la scusa che il caffè aveva bisogno di lavori di manutenzione. Tuttavia, quelli che vi lavoravano erano ancora dentro e si annoiavano a morte.
Retasu, che era una nota pulitrice nervosa, aveva strofinato ogni singola superficie del caffè, pulito a fondo tutte le camere e il laboratorio nel seminterrato, prima di mezzogiorno.
«Purin ha paura di fare un passo e rovinare il duro lavoro di Retasu Onee-chan, na no da» disse Purin mentre scendeva le scale, quasi accecata dalla brillantezza di ogni cosa. Taruto si teletrasportò vicino a lei e se la caricò in spalla. La ragazza rise, svolazzando per la sala principale con l’alieno, mentre Retasu, Minto e Zakuro - tutte vestite delle loro uniformi da lavoro – li osservavano dal tavolo a cui erano sedute bevendo il tè.
Retasu si voltò verso Ichigo e Pai quando questi scesero dal piano di sopra.
«Come sta Kisshu stamattina?» chiese.
«Molto meglio» rispose Ichigo sorridendo e anche Pai si concesse un raro sorriso.
«Le sue ferite non si sono infettate e ha mosso qualche passo» disse Pai. «Ha mangiato qualcosa. Ha anche detto che si sta annoiando...»
Kisshu non l'aveva detto davvero. Però Pai ne aveva abbastanza di Taruto e Purin che "si divertivano" insieme e aveva deciso che, dal momento che Kisshu si sentiva meglio, sarebbe stato il suo turno di sorbirsi la loro euforia.
Proprio come aveva sospettato, il viso di Purin si illuminò:
«Purin sa come dis-annoiare Kisshu-kun!» esclamò e si precipitò su per le scale, seguita da Taruto che si teletrasportò dietro di lei.
«Grazie» disse Ryo, venendo su dal seminterrato e togliendosi le cuffiette dalle orecchie. «Avrebbero finito per rompere qualcosa quassù».
«È stato un piacere» disse Pai, sedendosi con le altre Mew Mew. Stettero seduti a chiacchierare per qualche minuto, quando udirono bussare alla porta principale.
«Vado io» disse Retasu alzandosi e aggiustandosi il grembiule dell'uniforme. «Probabilmente è il fattorino con quelle tortiere che ha ordinato Keiichiro settimana scorsa. Vengono sempre alla porta principale».
Andò alla porta con un largo sorriso, la aprì un poco, poi subito la richiuse sbattendola con un urletto e schiacciandovi la schiena contro, gli occhi spalancati dal terrore.
«Retasu?» disse Ichigo, alzandosi e aggrottando le sopracciglia.
Improvvisamente udirono delle voci urlanti da fuori.
«Krod! Non devi bussare alla porta come se ti stessero aspettando! Devi buttarla giù e far vedere a quei miseri umani chi è che comanda!»
«Mylo!» sussurrò Pai, mentre l'alieno continuava ad apostrofare "Krod".
«Veloce, teletrasportatevi!» sussurrò Zakuro. Pai scosse la testa. «Se si arriva allo scontro, non potrò tornare qui abbastanza velocemente!» rispose, nascondendosi sotto il tavolo. Tutti furono improvvisamente grati di aver ordinato le tovaglie della misura sbagliata, tanto che la stoffa toccava il pavimento e la regola "niente rimborsi" della ditta li aveva lasciati senza altra scelta che usarle.
«Ryo, fai venire qui Purin e dì a Taruto di trattenere Kisshu di sopra!» sibilò Ichigo. Ryo annuì e corse veloce su per le scale.
«Retasu, apri la porta» disse la rossa.
«Ichigo, hai perso la testa?» le soffiò Minto.
«Comportati da carina dolce e innocente e potremmo superare questa situazione» disse Ichigo.
«Siamo spacciati…» fece Zakuro laconica.
Retasu tremando aprì di nuovo la porta, proprio mentre un alto Cyniclon concentrava energia nel palmo alzato.
«Benvenuti al Caffè Mew Mew!» disse Ichigo spingendo di lato Retasu. Aveva messo su il suo sorriso più vincente e un atteggiamento vivace.
«Mew Mew, hai detto?» disse il Cyniclon alto, che Ichigo suppose fosse Mylo, fissandola dall'alto in basso. Mylo aveva lunghi capelli lisci e bianchi e freddi occhi scuri, resi ancora più scuri dalla pelle pallida. Indossava un'uniforme tutta nera, che consisteva in pantaloni lunghi, stivali, maglia senza maniche, fasce nere avvolte intorno agli avambracci, fino ai gomiti e un mantello nero dal collo alto.
«Sì, molto carino vero?» disse Ichigo trillando. «Tavolo per quanti?» si sporse alle spalle di Mylo e contò.
«Tavolo per cinque, venite da questa parte» disse mentre Minto afferrava dei menù.
«Non abbiamo intenzione di mangiare qui, insolente umana!» sbottò Mylo, arrossendo per la rabbia. «Siete voi le Mew Mew che hanno impedito ai Cyniclon di conquistare la Terra, che gli spettava di diritto?!»
Ichigo e Minto risero di nuovo come delle ragazzine.
«Oh no. Abbiamo solo dato al caffè il loro nome per tutti i loro servigi!» disse Minto appoggiando i menù sul tavolo. «Specialmente Mew Minto. È la più tosta, la più carina, la più potente del-»
Minto fu interrotta da Purin che si si catapultò all'improvviso davanti a lei.
«Volete che Purin vi illustri i nostri piatti speciali, na no da?» chiese la bionda, atterrando sulle punte e guardando Mylo sbattendo le ciglia, mentre Zakuro si avvicinò portando un vassoio di dolci e indossando il suo strabiliante sorriso da un milione di dollari.
«No, voglio che mi diciate la verità!» urlò Mylo arrabbiato.
«Vuoi sapere la verità?!» gridò improvvisamente Retasu, le labbra contratte e gli occhi duri.
Tutti si girarono e la guardarono con gli occhi spalancati. Mylo fece brillare i denti in un ghigno soddisfatto. Avrebbe ottenuto le sue risposte alla fine...
Da sotto il tavolo Pai sentì il sangue scivolare via dalla testa. Cosa stava facendo Retasu? Li avrebbe davvero traditi così velocemente?
Stettero in silenzio per sessanta secondi buoni. Quindi Retasu all'improvviso sorrise e inclinò la testa da un lato.
«Abbiamo uno speciale due per uno sui cheesecake! Abbiamo una grande varietà di sapori, tra cui mirtillo, fragola, cioccolato e ciliegia!» disse allegramente.
«Io lo prendo al mirtillo!» disse ad alta voce un Cyniclon alzando la mano.
«Sta' zitto Krod!» urlò Mylo sopra la propria spalla. Krod abbassò la mano e si guardò i piedi.
Le Mew Mew quasi svennero per il sollievo. Da sotto il tavolo, Pai si coprì la bocca per impedirsi di ridere.
Questa è la mia ragazza, pensò orgoglioso, chiedendosi subito dopo da dove arrivasse quel pensiero.
«Idioti» soffiò Mylo, prendendosi con due dita il ponte del naso. «Perché sono sempre circondato da idioti?»
E con quello, girò sui tacchi e si teletrasportò fuori dal caffè. I suoi uomini si teletrasportarono dietro di lui e rimase solo Krod.
«Posso avere quei cheesecake da portare via?» chiese. Subito uno dei suoi compagni tornò e lo prese per un braccio, teletrasportandosi via di nuovo.
«Allora...» disse Ichigo, rompendo il silenzio imbarazzante che riempiva la stanza. «È stato interessante».
«Direi» disse Zakuro. Si girò verso Retasu. «Cosa diavolo era quello? Ci hai fatto quasi venire un infarto!»
«Onestamente, non ne ho idea» ammise Retasu, arrossendo timida. «Più o meno, mi è uscito sul momento…»
«È stato geniale» si complimentò Pai mentre usciva da sotto il tavolo, accettando la mano di Ichigo per aiutarsi a tornare in piedi.
«Sì, Retasu Onee-chan è una bravissima attrice, na no da!» esclamò Purin abbracciando Retasu.
«Cosa diavolo è appena successo?»
Tutti si girarono per vedere Kisshu scendere le scale, una mano ancorata al corrimano e l'altra a tenersi la coperta stretta intorno alle spalle.
«Lunga storia» disse Ichigo andando al fianco dell'alieno. «Cosa fai alzato?»
«Giusto, Taru-Taru non doveva tenerti di sopra, na no da?» chiese Purin.
«Sì, è abbastanza difficile tenere una persona in un posto quando sa teletrasportarsi!» gridò Taruto da un luogo imprecisato al piano di sopra. «E... Ora mi sono perso».
«Allora, vi ha dato qualche indizio su cosa vuole?» chiese Kisshu, zoppicando verso un tavolo vicino con un braccio di Ichigo intorno alla vita.
«No, stava solo esibendo la sua personalità vincente» disse Zakuro sarcastica.
«Già, voi tre messi insieme, quando avete attaccato la Terra, non eravate tanto idioti quanto lo è lui adesso» disse Minto raccogliendo di nuovo i menù.
«È... Un complimento?» chiese Pai guardando le altre Mew Mew.
«Da Minto lo è» disse Retasu con un piccolo sorriso.
«Questo posto è più grande di quanto sembri!» si fece sentire la voce di Taruto, ma nessuno se ne curò.
«Se non altro ora abbiamo un vantaggio» disse Keiichiro salendo dal seminterrato. «Noi sappiamo che loro sono qui. E dato che sono entrati nel caffè ho raccolto dati su quanto sono potenti e le tecnologie che hanno portato».
«Ragazzi, sul serio, mi sono perso!» Taruto li chiamò di nuovo.
«Quindi con cosa abbiamo a che fare?» chiese Ryo.
«Masha mi ha fatto rapporto. Apparentemente ha rilevato una nave abbastanza grande sopra l'atmosfera terrestre» rispose Keiichiro.
«La NASA si starà divertendo un mondo con quella» fece Minto.
«Credo di essere in un armadio… Accidenti, ma è neve questa? Sono a-? No, non importa, sono solo palline di naftalina» la voce di Taruto fece eco dall'alto.
«Lo sa che può teletrasportarsi quaggiù, vero?» chiese Retasu aggrottando le sopracciglia.
«Sì, si ricorderà di questo piccolo dettaglio tra qualche minuto, fino ad allora sarà fuori dai piedi» rispose Kisshu. «Comunque. Tornando al mio maledetto fratellastro, non credo che quelli che sono venuti con lui siano il suo vero seguito. Conoscendolo, ha portato con lui molti dei suoi "amici". In altre parole, qualunque folle decerebrato che creda che Mylo sia forte, intelligente e potente.
«Sembra che dovremo faticare parecchio per fargli abbassare la cresta» disse Minto versandosi una tazza di tè.
«Possiamo fare pratica su di te, Minto!» disse Ichigo sarcastica.
«Cosa dovrebbe significare?» domandò Minto indurendo lo sguardo.
«Oh, non so» disse Ichigo tamburellandosi il mento pensierosa, poi imitò la voce di Minto. «Abbiamo dato al caffè il nome delle Mew Mew, specialmente Mew Minto. È la più tosta, la più carina, la più egocentric-»
Zakuro afferrò Minto per un polso, mentre questa si preparava a lanciare un piattino addosso ad Ichigo. La Mew lupo guardò male entrambe.
«Dateci un taglio voi due» disse.
Minto e Ichigo abbassarono lo sguardo. Sia Pai che Kisshu si scrissero una nota mentale: Ichigo poteva essere la leader, ma non scherzare con Zakuro.
Taruto apparve all'improvviso sulla sedia di fianco a Purin, con gli occhi ridotti a fessure.
«Ho appena realizzato una cosa» disse Taruto.
«Che nessuno sarebbe venuto a cercarti, neanche se hai trovato Narnia nell'armadio di sopra?» rispose Ichigo.
«Un'altra cosa» disse Taruto. «Mylo ha un altro motivo per essere venuto sulla terra».
«Perché Taru-Taru pensa questo na no da?» chiese Purin.
«Perché anche Mylo è abbastanza sveglio per capire che se Kisshu è venuto sulla terra, è rimasto con due opzioni. La prima sarebbe tornare a Cynnth, quindi Mylo poteva continuare ad accrescere il suo potere lì e uccidere Kisshu appena fosse tornato. La seconda è che Kisshu rimanga qui sulla Terra e ancora Mylo poteva prendere il potere a Cynnth facilmente. Quindi perché è qui?» chiese Taruto.
«Credo che lo scopriremo presto» disse Kisshu dopo un lungo momento di silenzio.
NdT
Salve lettori e lettrici ^^
Abbiamo fatto la conoscenza dei “nemici” :)
Questo capitolo mi fa sempre ridere un sacco, spero che la traduzione renda bene e faccia divertire un po’ anche voi.
Sono aperta a discussioni sulla storia, parole o frasi che non vi piacciono, segnalazioni di errori vari ^^
Alla prossima
Endorphin <3 |
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6
Più tardi, quella sera, dal momento che Kisshu si sentiva meglio, Pai stabilì che il suo fratellastro era pronto per completare il suo processo di guarigione sulla loro astronave. I tre alieni sarebbero stati accompagnati da Ichigo, Purin e Retasu. Pensarono che fosse la cosa migliore nel caso Mylo avesse deciso di attaccare mentre Kisshu era incapace di combattere.
«Sembra una cosa complessa» disse Retasu guardando il pannello di comando al quale stava Pai impostando la sessione di guarigione di Kisshu.
«Lo è» disse Pai, le dita che danzavano sui tasti mentre parlava. «Il paziente deve essere monitorato costantemente. Il computer non prevede un allarme se le sue condizioni peggiorano o se si sveglia. Nelle situazioni in cui il paziente è incosciente durante il tempo di ricovero, potrebbe svegliarsi ed essere disorientato, il che è molto pericoloso e può degenerare in violenza, nei casi di soldati veterani».
«Puoi mostrarmi ciò che fa ogni cosa?» chiese Retasu timidamente. Un angolo della bocca di Pai si sollevò e lui annuì.
Nel frattempo, nella stanza accanto, Ichigo stava svolgendo con cura le bende dal busto di Kisshu.
«Come ti senti?» chiese Ichigo.
«Bene» rispose Kisshu, togliendosi i nastri dai capelli smeraldo e passandoci le dita, accorgendosi di quanto fossero sporchi. «Fisicamente sento davvero poco dolore. Però mi tormento cercando di capire Mylo, se è almeno possibile. E quelle vasche di rigenerazione mi mettono in ansia ogni volta».
«Perché?» chiese Ichigo mentre ispezionava attentamente i suoi punti di sutura.
«Mi danno la claustrofobia. O si dorme profondamente, o si è da qualche parte in un limbo tra la coscienza e il sonno. Quest'ultimo stato in particolare è molto spaventoso, perché si può sentire ogni parola e suono intorno, ma non si può rispondere. Per non parlare del fatto che si è lì sdraiati esposti e nello stato più debole» disse Kisshu fissando il muro. Ichigo alzò lo sguardo verso di lui.
«Sembra che tu ci sia passato molte volte» disse Ichigo, soffiandosi via una ciocca di capelli color fragola.
«Questa sarà la mia sesta volta» ammise Kisshu. «La prima volta avevo una paura folle. Avevo quattro anni e mi ero rotto il braccio. Mio padre rimase seduto accanto a me tutto il tempo e io ho continuato a sentire la sua voce e gradualmente ho avuto sempre meno paura, perché sapevo che lui era lì. Le volte che seguirono, accanto a me c'erano Pai o Taruto, o la mia Risa Oba-san».
Kisshu smise di parlare e si guardò le bende sulle sue braccia.
«Quando avevo dieci anni, dopo l'attacco di Mylo, avevo paura e ero paranoico verso qualunque cosa mi si avvicinasse, anche se stava cercando di aiutarmi. Non ho saputo che molto dopo, che incoscientemente diedi di matto nella vasca di rigenerazione. Mi agitai, urlai e piansi, pestavo sul vetro e dovettero tirarmi fuori prima che fossi completamente rimesso. Anche se le ferite erano guarite, le cicatrici non potevano essere cancellate» Kisshu accarezzò la stoffa sul braccio sinistro.
«Io, io immagino che dovrei togliermele adesso» sussurrò.
Ichigo gli prese la mano.
«Kisshu, mi dispiace così tanto» sussurrò lei. «Nessuno dovrebbe provare una cosa del genere, specialmente a quella giovane età».
Kisshu le sorrise dolcemente.
«Grazie» disse. Ichigo legò le braccia attorno a lui in un abbraccio, e sedettero lì insieme per qualche minuto.
«Ichigo» sussurrò Kisshu. «Io- io voglio che tu veda ciò che solo pochi hanno visto. Voglio che tu veda le cicatrici».
Ichigo raggelò. Prima che potesse balbettare una risposta, Kisshu stava già svolgendo la lunga striscia di stoffa rossa che lei aveva sempre visto sulle sue braccia. La stoffa cadde dal suo braccio sinistro e lui proseguì col destro. Ichigo intensamente, notando che la pelle di Kisshu era più pallida dov'è erano state le stoffe. Per un secondo si chiese perché le stesse mostrando quello. Poi se ne rese conto: le stava mostrando che si fidava completamente di lei.
Stava letteralmente svelando un luogo profondo e oscuro della sua anima, un luogo che era pieno di dolore e adagiandolo lì davanti a lei. Una parte di lui che solo i suoi amici più intimi - così intimi da essere fratelli - avevano visto.
Finalmente, il secondo pezzo di stoffa cadde. Kisshu prese un respiro profondo e distese le braccia davanti a sé. Quindi lentamente le ruotò. Là, sul lato sotto delle sue braccia, c'erano dei segni identici. Le cicatrici erano seghettate e di color rosso-violaceo, ma bianche in alcune parti, dove il coltello non aveva tagliato molto in profondità.
Tremante, Ichigo alzò una mano. Guardò Kisshu e lui annuì. Rabbrividendo leggermente, Ichigo toccò dolcemente le cicatrici con un dito. Erano fredde e dure, ma lisce. Sembravano molto dolorose. Ichigo sentì la rabbia ribollirle dentro. Avrebbe ucciso Mylo per quello che aveva fatto a Kisshu.
«Kisshu...» sussurrò, con le lacrime che si formavano negli occhi. «Oh Kisshu...»
Kisshu rimase in silenzio e la guardò intensamente. Fu molto sorpreso quando Ichigo gli gettò le braccia al collo abbracciandolo stretto. Kisshu sbatté gli occhi e le diede dei colpetti sulla schiena.
«Va tutto bene» disse lui, non molto sicuro riguardo a cosa la stesse rassicurando.
«No, non è vero» disse Ichigo. «Lui ti ha fatto del male. Ti ha fatto male in passato e ora lo ha fatto di nuovo. Perché gli hai dato una seconda possibilità, Kisshu?»
Kisshu la prese per le spalle, così da poterla guardare negli occhi.
«Gli ho dato una seconda possibilità» disse in un sussurro rauco. «Perché quando sono venuto qui, non mi aspettavo che la mia intera vita fosse capovolta da una ragazza-gatto con i capelli rosa. Non mi sarei mai aspettato che mi sarei innamorato di lei e che mi sarei innamorato così tanto, da mettere in secondo piano il danno che Mylo aveva fatto. Che lei e le sue piccole orecchie da gatto avrebbero guarito il mio cuore, mi avrebbe permesso di amare e perdonare e sapere che le persone possono cambiare. Tu mi hai cambiato Ichigo. E io non ho mai guardato indietro neanche una volta. Io ti amo, Koneko-chan. Ti ho amato fin dal giorno in cui ho messo gli occhi su di te e l'ho saputo dal giorno in cui ti ho rubato quel bacio.
«Il mio primo bacio» disse Ichigo con una risata soffocata. «Allora ho pensato che il mio mondo fosse crollato. Adesso vedo che era appena iniziato. Io so che ti ho sempre amato, ma la mia testa è entrata in sintonia col mio cuore solo di recente. Ti amo, Kisshu».
Kisshu avvolse di nuovo le braccia attorno a Ichigo stringendola a sé. Sedettero a lungo lì in silenzio godendosi la compagnia dell'altro. Alla fine Ichigo si sfilò dalla presa di Kisshu. Lui le indirizzò un'occhiata ferita e lei gli sorrise.
«Possiamo farci di nuovo le coccole dopo. Adesso voglio che tu torni in perfetta salute» disse lei.
Kisshu le indirizzò il ghigno che era il suo marchio di fabbrica.
«Va bene arrivo» disse. «Lasciami finire di svestirmi e sarò là in un minuto».
Ichigo annuì e gli baciò la guancia, facendolo diventare dello stesso colore dei suoi capelli.
La ragazza sentì un ampio sorriso allargarsi sul proprio viso, un sorriso che non aveva avuto per lungo tempo.
Due ore dopo, Ichigo stava ancora sorridendo mentre si sedette accanto alla vasca di rigenerazione che teneva un Kisshu dormiente, giocando a carte con Taruto e Purin.
«Purin rilancia di due caramelle, na no da» disse Purin.
«Purin, non puoi farlo» ribatté Ichigo.
«E perché non potrebbe, na no da?»
«Stiamo giocando a Go Fish!» le ricordò Ichigo.
«Oh, già...» Purin disse sovrappensiero. Rimise via le sue caramelle. «Bene, più caramelle per dopo, na no da!»
Ichigo alzò gli occhi al cielo. Guardò verso Pai e Retasu che parlottavano intorno al pannello di controllo.
«Quanto manca prima che possiamo svegliare Kisshu?» chiese.
«Circa trenta minuti» disse Pai. «I responsi dicono che le sue ferite sono completamente guarite senza danno cicatriziale rimasto. Il tempo extra serve alla macchina per concentrarsi su qualsiasi così di strano o fuori posto, come bruciature o graffi, affinché lui sia ricaricato al cento per cento».
Ichigo annuì e si voltò di nuovo verso le sue carte. Si girò di scatto quando udì un "thum" proprio dietro la sua testa.
«Kisshu?» disse Taruto alzandosi in piedi. Camminò velocemente verso la vasca e sbiancò quando un pugno di Kisshu collise di nuovo contro il lato. Il viso del ragazzo era contorto dal dolore e i suoi muscoli erano tesi. «Pai, qualcosa non va!»
«Sta sognando» disse Pai, guardando avanti e indietro tra Kisshu e i responsi del monitor. «Un incubo, a quanto sembra».
«C'è bisogno di svegliarlo?» chiese Retasu.
Proprio in quel momento, Kisshu, non cosciente, tirò indietro la testa ed emise un urlo da gelare il sangue e iniziò a dimenarsi violentemente.
«Pai, togli il blocco!» strillò Taruto. Pai lo fece con gli occhi sgranati. Il coperchio della vasca scivolò di lato e Taruto afferrò le spalle di Kisshu per tenerlo giù.
«Portate una coperta, sta gelando!» urlò di nuovo Taruto e le Mew Mew scattarono per la stanza per trovare una coperta. Finalmente Purin ne trovò una e corse al fianco dell'alieno. Pai velocemente la avvolse attorno a Kisshu che si stava ancora agitando e lui e Taruto accuratamente lo sollevarono.
«No!» urlò Kisshu, cercando di opporsi ai due alieni che lo tenevano stretto. «NO! ICHIGO!»
Ichigo fu al suo fianco all'istante.
«Lasciate me» disse. «Lasciate che lo tenga io».
Non aspettò una risposta. Fece scivolare con cura le braccia nel mucchio e le avvolse intorno a Kisshu.
«Kisshu, va tutto bene, ci sono qui io» disse Ichigo dolcemente. Gli occhi dorati di Kisshu si spalancarono, ma erano vetrosi, fuori fuoco. Stava ancora sognando.
«Ichigo?» sussurrò Kisshu.
«Sono proprio qui» disse Ichigo. Pai e Taruto con cura spostarono Kisshu, così che lui si sedette cullato da Ichigo. Kisshu le afferrò la maglia e affondò il viso nella sua spalla.
«Va tutto bene» sussurrò dolcemente lei, accarezzandogli i capelli. «Era solo un brutto sogno, ecco tutto».
«Era troppo reale» mormorò Kisshu e Ichigo sembri gocce bagnate attraverso la maglietta. «Ti avevo perso di nuovo. Eri morta e niente poteva salvarti».
«Non mi perderai» promise Ichigo. «Non permetterò che succeda. E so che tu di certo non lo permetterai».
Sedette tenendo stretto Kisshu finché il suo respiro non rallentò e lui si addormentò di nuovo.
«Che diavolo era quello?» chiese Taruto guardando suo fratello.
«Non sono sicuro» rispose Pai con voce tremante, alzandosi da dove era accucciato sul pavimento. «So che è possibile sognare e avere incubi quando si è in una vasca di rigenerazione, ma non avevo mai sentito di uno così violento. Temo che se non lo avessimo tirato fuori in tempi avrebbe potuto romper il vetro».
«Non credi che potesse essere uno di quei sogni premonitori?» chiese piano Retasu. «Come quelli che faceva Masaya, durante i mesi precedenti alla battaglia finale?»
Ichigo rabbrividì al ricordo. Quel sogno era diventato realtà quando Kisshu era morto in battaglia, prima che la Mew Aqua ripristinasse la sua vita. Ichigo aveva tenuto tra le braccia Kisshu mentre moriva, piangendo. Che Kisshu stesse facendo un sogno sulla situazione contraria?
«Per adesso non credo che abbiamo nulla di cui preoccuparci» disse Pai. Con cura estrasse Kisshu dalle braccia di Ichigo e prese in braccio il ragazzo più giovane come se non pesasse nulla. «Tormentarsi su ciò che può accadere non è mai una cosa buona prima di una battaglia».
«Pai-kun ha ragione» disse Purin forzando un sorriso. «D'altro canto ci sono molte altre cose che portano brutti sogni, na no da».
Lo stesso, nessuno riuscì a togliersi dalla testa il terribile sogno di Kisshu e le sue urla per Ichigo - che nella sua mente era morta - risuonavano ancora nelle loro orecchie.
NdT
Ben ritrovati a tutti :)
Innanzitutto, il Go Fish, se a qualcuno interessa, è un gioco di carte: https://en.wikipedia.org/wiki/Go_Fish
Ringrazio tutte le lettrici degli scorsi capitoli, è sempre un piacere confrontarsi sulla storia, dato che anch’io la leggo come voi ^^
Endorphin <3 |
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo 7
Kisshu si svegliò con un profumo di fragole e qualcosa di comodo sotto la schiena e qualcosa di caldo e morbido a coprirgli il corpo. Sbatté gli occhi lentamente e si guardò intorno. La prima cosa che realizzò fu che era nella sua camera, sull’astronave che lui e i suoi fratelli usavano come quartier generale, sul suo letto, sdraiato sotto il suo piumone. La seconda cosa che realizzò fu che Ichigo stava sdraiata accanto a lui, appallottolata come un gatto contro il suo fianco. Kisshu sorrise dolcemente e le accarezzò i capelli morbidi.
Ichigo… lei gli aveva detto che lo amava solo… quanto tempo prima era? Da quanto stava dormendo nel suo letto?
Kisshu si sfilò con cura dall’abbraccio di Ichigo, si sedette e si stiracchiò. Non sentiva più dolore alla schiena. Prendendo un profondo respiro per tranquillizzarsi, si portò il braccio intorno per sentirsi la schiena. Fu sollevato di non sentire nessuna cicatrice.
Scese dal letto facendo attenzione e tirò fuori dei vestiti puliti. Si lanciò in bagno e fece una doccia veloce, immergendosi nei suoi pensieri.
Mi ricordo di aver sognato qualcosa mentre dormivo. Qualcosa riguardo a Ichigo. Ma cos’era? Si chiese, mentre si riavvolgeva le fasce intorno agli avambracci. Non importava quanto forte spremesse la propria memoria, non riuscì a ricordare cosa riguardasse il sogno e se era stato bello o brutto.
Kisshu si vestì velocemente nella sua solita tenuta e iniziò ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano uscendo dal bagno. Appena mise un piede fuori, gli occhi di Ichigo si aprirono.
«Buongiorno, Kisshu» disse Ichigo, stiracchiandosi come un gatto.
«Buongiorno, gattina» disse Kisshu, frizionandosi i capelli con l’asciugamano.
«Come ti senti?» chiese Ichigo scendendo dal letto.
«Pronto ad affrontare qualunque cosa Mylo abbia in serbo per noi» disse Kisshu, pettinandosi i capelli con le dita.
Ichigo gli sorrise e iniziò a tirarsi su i capelli nei suoi soliti codini.
Kisshu la guardò per un momento mentre si metteva i nastri nei capelli, in modo da far pendere delle ciocche davanti alle sue orecchie.
«Sai, ho fatto un sogno su di te» disse Kisshu all’improvviso. Ichigo tirò troppo il suo nastro e quello si strappò. Si girò verso di lui, il suo viso leggermente pallido e gli occhi spalancati.
«D-davvero?» disse, reggendo in mano i pezzi del nastro rotto.
«Sì» disse Kisshu distrattamente, senza guardarla. «Ma non ricordo cosa succedeva».
Ichigo emise un sospiro di sollievo, ma Kisshu non lo notò. Dopo aver finito di acconciarsi i capelli, guardò la ragazza, che stava cercando di capire cosa fare con un solo nastro.
«Mi piaci con i capelli sciolti così» disse Kisshu passando le dita tra le ciocche color fragola. «È un look bello ed elegante».
«Grazie» sorrise Ichigo, ficcandosi il nastro in tasca. Fece due passi nella stanza mentre Kisshu rifaceva il letto malamente, chiedendosi cos’altro non sapeva di lui. Raccolse una specie di strumento a fiato in legno che stava su una mensola.
«Suoni?» chiese lei.
«Sì» disse Kisshu, alzando lo sguardo con un sorriso quando vide cosa lei aveva in mano. «Me l’ha insegnato mio padre quando avevo circa quattro anni. Lui aveva sempre amato suonare la musica e io amavo ascoltarla quindi un giorno gli chiesi se poteva insegnarmi». Kisshu sorrise al ricordo. «Ehi, me lo dai un attimo?» chiese Kisshu. Ichigo glielo diede e Kisshu iniziò a suonare.
La melodia era vivace e allegra e a Ichigo piacque sia ascoltare la musica, che guardare il viso di Kisshu. Quella era una cosa che lui chiaramente amava e a cui era anche affezionato. Alla fine della canzone, Ichigo batté le mani e Kisshu fece un inchino sorridendo.
«Quella è una canzone che non mi stanco mai di suonare» disse Kisshu, riponendo con cura lo strumento prima di tornare a sedersi sul letto. «È stata una delle prime che mio padre mi abbia insegnato. Era la preferita di mia madre e anche la mia. Suonarla mi fa sentire più vicino a loro».
«Ti mancano» disse Ichigo, sedendosi accanto a lui.
«Molto» ammise Kisshu. «Ma credo che siano felici, dovunque siano, perché adesso sono insieme».
«Questo è un bel modo di vedere la cosa» disse Ichigo, prendendogli la mano. Kisshu le sorrise e le strinse la mano.
«Hai fame, gattina?» chiese alzandosi.
«Mi piacerebbe fare un po’ di colazione» disse Ichigo in risposta, permettendo a Kisshu di aiutarla ad alzarsi.
I due lasciarono la stanza e camminarono lungo il corridoio verso la cucina. Arrivarono sul luogo di un disastro. I banconi, una volta curatissimi, erano coperti di zucchero, cioccolato, farina e piatti sporchi. Purin e Taruto alzarono lo sguardo da dove erano seduti a chiacchierare su un bancone.
«Cosa è successo qui?» chiese Kisshu a Taruto, osservando la cucina.
«Purin e Taru-Taru hanno fatto dei dolci, na no da!» esclamò Purin, reggendo un piatto per mostrarli ai due.
«È grandioso» disse Kisshu. Poi alzò un sopracciglio verso Taruto. «E così, sei ancora vivo. Immagino che significhi che Pai non abbia ancora visto questo casino». Allo sguardo confuso di Ichigo, lui spiegò. «Pai è più o meno una bestia delle pulizie. Andrebbe su tutte le furie se vedesse la cucina in questo modo».
«Retasu è circa allo stesso modo» disse Ichigo sorridendo. «Sfortunatamente, molti dei casini che succedono al Caffè sono a causa sua e ciò la fa diventare una macchina da scuse».
«Posso pulire tutto prima che lo veda Pai» disse Taruto con un gesto della mano «Non ti preoccupare».
«Dove sono Pai e Retasu?» chiese Ichigo.
«Nello studio di Pai» disse Taruto, saltando giù e iniziando a pulire. «Sono stati lì per ore, discutendo su poesie di gente morta, opinioni scientifiche e la teoria-di-qualcosa di Einstein».
«Reatasu Onee-Chan e Pai-Kun sono perfetti l’uno per l’altra, na no da» disse Purin mentre prendeva uno straccio bagnato. «Purin si chiede se loro lo sappiano, na no da».
«Probabilmente no» disse Kisshu mettendo via i contenitori degli ingredienti. «Pai è troppo timido con le ragazze, così timido che non si direbbe che ha quattro sorelle».
«Voi avete quattro sorelle?» disse Ichigo, guardando avanti e indietro tra Kisshu e Taruto.
«Yep» disse Taruto. «C’è Rindou, che è la gemella di Pai, più vecchio di cinque minuti. Si somigliano molto, ma sono totali opposti. Se Pai è scuro e serio, Rin sorride e si diverte sempre. È anche molto intelligente e una bravissima artista. Lavora per il governo: cataloga e fa disegni di tutti i tipi di nuove piante che stanno crescendo».
«Poi c’è Rirī, che è più grande di me di sei mesi» disse Kisshu. «Risa Oba-san la sta istruendo per diventare una Guaritrice. Mi ricorda molto te, micetta, perché adora vestirsi di rosa».
«Rozū è tre anni più giovane di me» disse Taruto. «Adora Kisshu perché lui le ha insegnato a combattere e sembra che non finisca mai le energie…»
«Poi Asagao è la piccolina, nata cinque mesi fa» disse Kisshu. «È la bimba più carina di sempre».
«Purin vuole incontrare le sorelle di Taru-Taru, na no da!» disse Purin con un largo sorriso in faccia.
«Forse, dopo che questo fiasco di Mylo sarà finito, potremmo venire a Cynnth» suggerì Ichigo, guardando Kisshu e Taruto, che sembrarono eccitati all’idea. «Siamo ansiose di venirci da quando abbiamo ricevuto il vostro primo messaggio, che diceva che la Mew Aqua aveva funzionato».
«Ci piacerebbe un sacco che voi ragazze veniste a vedere Cynnth» disse Taruto. «Specialmente adesso che non è più una landa desolata».
«Com’è là?» chiese Ichigo, appoggiando i gomiti sul bancone.
«È così bello» disse Kisshu, guardando lo spazio fuori, con un largo sorriso sul viso. «Ci sono alberi – così tanti alberi! – e stanno tutti crescendo ad altezze diverse. Ci sono così tanti diversi alberi da frutto che producono i frutti più saporiti di sempre, ancora migliori di quelli che ci sono qua sulla Terra, secondo me. Ci sono fiumi con acqua fresca e pulita che puoi bere direttamente e le persone possono attingere senza paura di prendere malattie. E i bambini possono correre e giocare senza più paura che si facciano male o si ammalino».
«Le verdure e i cereali stanno crescendo all’inverosimile, perché il suolo è così fertile adesso» disse Taruto fluttuando nell’aria per pulire un armadietto che si era macchiato di cioccolato. «Nessuno soffre più la fame adesso: anche se qualcuno non può permettersi di compare il cibo, puù piantarlo e mangiarlo dal proprio giardino. Fare il contadino ora è un lavoro molto fruttuoso. Papa-San al momento sta gestendo una piccola fattoria, dove coltiva abbastanza cibo non solo per tutti noi, ma riesce anche a vendere parte del raccolto al mercato. Mama-San ha anche un piccolo angolo di giardino in cui fa crescere le sue erbe medicinali».
«E ci sono i fiori» disse Kisshu chiudendo brevemente gli occhi. «Non puoi andare da nessuna parte senza vedere fiori ora. Le ragazze sono state felicissime di trovare i fiori corrispondenti ai loro nomi e ne abbiamo piantati alcuni vicino alla casa. Abbiamo piantato dei semi di campanula il giorno che è nata Asagao e stanno crescendo veloce come lei».
Ichigo e Purin si ritrovarono a sorridere come Kisshu e Taruto. Quelle immagini non solo erano bellissime, ma si poteva anche sentire la gioia nelle voci dei due ragazzi alieni e vedere quanto amavano il loro pianeta».
Purin chiese di sapere di più su Cynnth e Taruto le stava raccontando tutto della città in cui vivevano, mentre ancora pulivano la cucina. Kisshu e Ichigo si sedettero per fare colazione e furono presto raggiunti da Pai e Retasu, che arrivarono nella stanza ridendo di qualcosa. Kisshu alzò le sopracciglia al suono della risata di Pai e sussurrò ad Ichigo:
«Potrei contare su una mano sola le volte che ho sentito Pai ridere» disse piano al suo orecchio. «La tua amica Retasu deve essere qualcosa di speciale per farlo ridere così».
Ichigo sorrise e gli sussurrò di rimando:
«Anche Pai deve esserlo, non ho mai visto il viso di Retasu così luminoso» disse lei.
Ichigo e Kisshu avevano appena finito di mangiare che il telefonino di lei squillò. Ichigo scavò nella propria tasca e tirò fuori il cellulare rosa.
«È Minto» disse rispondendo. «Ehi Minto, che c’è?»
«Quanto tornate?» domandò Minto ignorando la domanda di Ichigo.
«Ehm, presto immagino. Non abbiamo avuto occasione di fare piani in realtà, stiamo solo finendo di fare colazione adesso, quin-»
«Allora scendete subito!» urlò Minto al telefono. Ichigò spostò il cellulare via dal proprio orecchio, per non venire assordata. «Mylo sta attaccando e ci servono rinforzi!»
«Arriviamo subito!» disse Ichigo riagganciando. Si guardò intorno nella cucina improvvisamente silenziosa.
«Pronti per una battaglia?» chiese Ichigo saltando in piedi.
Ndt
Saaaaalve, bentrovati all’appuntamento del martedì con AU =)
In fondo a questo capitolo ci sono delle NdA che ora tradurrò:
Ho avuto l’idea di dare a Pai e Taruto delle sorelle da una serie di vignette di “Insanity0Rocks0My0Socks” chiamata “Sweet and Sour”, che aveva come protagonisti Purin e Taruto. In una scena si menziona il fatto che Taruto nella sua storia abbia una moltitudine di sorelle e quindi mi sono ispirata per creare i miei personaggi originali.
Rindou è il nome giapponese per un fiore blu, o blu scuro, chiamato genziana giapponese (“Japanese gentania” in inglese). Rin è anche il nome di uno dei due personaggi principali del manga e anime “Usagi Drop” o, per usare quello che credo sia il suo nome Americano, “Bunny Drop”. È un anime molto carino, ma il manga diventa un po’ strano dopo i primi pochi volumi. Credo che questo nome compaia anche in altre ocasioni nei manga/anime, ma questo è quello in cui l’ho trovato originalmente.
Rirī vuol dire giglio (“Lily” in inglese), Rozū significa rosa, e Asagao significa campanula (“Morning Glory” in inglese) e sono anche i nomi giapponesi di questi stessi fiori. Tutte queste ragazze compariranno nella storia, anche se ci sarà molto di più riguardo alle tre maggiori e solo poche scene con Asagao.
Torno a parlare io. Non ho trovato nulla che riconducesse alla serie di vignette sopracitata, ma qui trovate info su Usagi Drop ---> https://it.wikipedia.org/wiki/Usagi_Drop
Il capitolo è un po’ di transizione… Però finalmente si menzionano le sorelle ^^
Non vedevo l’ora, spero vi piaceranno :)
Grazie a tutti per seguire la storia, scrivetemi le vostre opinioni – ed eventuali errori o brutture varie…
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 8
I tre alieni si teletrasportarono in centro città con le tre ragazze, le quali velocemente si trasformarono nelle loro forme Mew in grandi sfere di luce.
«Allora, dove credete che siano?» chiese Taruto tirando fuori il suo click clack.
Proprio in quel momento un grosso gruppo di persone urlanti li oltrepassò correndo.
«Sono convinto che se andiamo in quella direzione li troveremo» disse Kisshu sarcastico, indicando la direzione opposta.
«Davvero?» replicò Ichigo ugualmente sarcastica, preparandosi a scattare.
Il gruppo iniziò a correre giù per la strada. Furono accolti dagli urli di battaglia di Minto e Zakuro e, non uno, ma due chimeri. Ad attaccare accanto ad essi vi erano cinque alieni Cyniclon e Mylo che aleggiava in alto nell'aria sopra di loro, sogghignando con le braccia incrociate, guardando la battaglia.
«Che ci siamo perse?» chiese Ichigo a Zakuro, che le indirizzò un'occhiataccia. «Ok, ho capito» disse Ichigo. Si portò la Strawberry Bell alla mano. «Pronte ragazze?»
«Ribbon Minto Echo!»
«Ribbon Retasu Rush!»
«Ribbon Puring Ring Inferno!»
«Ribbon Zakuro's pure!»
«Ribbon Strawberry Surprise!»
Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo quando uno dei chimeri cadde al suolo.
«Fuori uno, resta un altro!» strillò Ichigo trionfante.
Nel frattempo, Pai e Kisshu combattevano contro i loro confratelli Cyniclon stando schiena contro schiena. Mylo aveva già reso perfettamente chiaro che li avrebbe pugnalati alle spalle e non avevano intenzione di dargliene l'occasione. Taruto aveva usato i suoi poteri sulle piante per trattenere indietro l'altro chimero, usando rami di albero arrotolati intorno alle sue braccia. Minto si assicurava che nessuno cercasse di attaccare Taruto mentre stava facendo il suo lavoro e intercettò un bel po' di armi e nemici. Vedendo che però né Taruto né Minto potevano continuare la loro strategia molto a lungo, le Mew Mew finirono velocemente il chimero e procedettero a combattere gli alieni.
«Attento Kisshu!» esclamò improvvisamente Retasu. Kisshu si voltò e fu subito afferrato di peso e sollevato in aria da Mylo.
«Allora, ci incontriamo di nuovo, fratellino» disse Mylo con un ghigno, affondando le sue unghie lunghe nella carne del collo di Kisshu, mentre l'alieno più giovane cercava di lottare per liberarsi. «Ti trovo bene».
«Sì, non grazie a te» ringhiò Kisshu cercando di affondare i suoi di artigli nel braccio di Mylo.
Mylo sorrise al tentativo, come se Kisshu fosse un gattino che cercava di cacciare un falco. Guardò oltre la spalla di Kisshu e gridò: «Basta!»
I soldati di Mylo smisero di combattere e, sorridendo vittoriosi, si teletrasportarono via. Le Mew Mew, Pai e Taruto rimasero in piedi al suolo. Pai e Taruto si lanciarono in volo per soccorrere Kisshu, ma erano in aria di soli due piedi, quando ricaddero rovinosamente a terra. Pai imprecò nella sua lingua nativa mentre si rialzava in piedi, stringendo le nocche intorno ai ventagli fino a farle sbiancare.
«Ha messo un campo di forze intorno a noi, così che non possiamo muoverci o teletrasportarci» spiegò. Realizzarono presto che erano intrappolati in una bolla di sei piedi e niente poteva romperla (*).
«Che cosa vuoi, Mylo?» domandò Kisshu, fissando il Cyniclon dai capelli bianchi. «Se sei qui per uccidermi, fallo e basta!»
Mylo sghignazzò.
«Oh, gira sempre tutto intorno a te, giusto?» disse Mylo alteramdo la voce in segno di scherno e scuotendo un po' Kisshu. «Anche se ucciderti qui e ora è molto allettante, non ci vedrei nessun divertimento».
«Se non hai intenzione di uccidermi, allora perché sei qui?» domandò Kisshu.
«Vedi, fratellino, prima che tu ritornassi su Cynnth da quel fiasco di missione sulla Terra, io ero sulla buona strada per prendere il potere che mi merito semza dubbi. Ma poi, tu e i tuoi amichetti siete tornati con la Mew Aqua e siete diventati i salvatori del nostro popolo. Quello in realtà è stato solo un lieve contrattempo. Mi ha solo fatto realizzare che ci sono cose più importanti che regnare su Cynnth» disse Mylo con un tono disgustosamente dolce e paternalistico, come se stesse provando a spiegare qualcosa ad un testardo bambino di due anni.
«Ad esempio?» gli sputò Kisshu, gli occhi dorati ridotti a fessure.
«Voglio che tu viva, così potrai vedere che io sono in grado di avere successo in ciò in cui tu hai fallito» disse Mylo. Iniziò a ridere, una crudele risata senza cuore. «Io non regnerò solo su Cynnth, ma anche sulla Terra!»
E con quello lasciò andare Kisshu. Kisshu cadde almeno 10 piedi (**) prima di poter concentrare abbastanza energia per fermare la caduta e galleggiare a mezz'aria. Nel secondo in cui Kisshu era stato lasciato andare, il campo di forze di Mylo svanì.
Ridendo, l'alieno iniziò a volare via.
«Ehi, Mylo!» urlò Ichigo. Mylo si voltò verso di lei con un'occhiata incuriosita. «Credo che questo appartenga a te!»
Improvvisamente un lampo d'argento volò attraverso l'aria con precisione letale.
Mylo ghignò afferrando l'elsa del proprio pugnale appena prima che la lama si conficcasse nel suo petto.
«Credo che tu sia la mia preferita, gattina rabbiosa» disse. Mylo rise mentre Ichigo soffiò arrabbiata come un felino. Con il suono delle sue risate che faceva eco attraverso le strade vuote, sparì.
«Sarebbe potuta andare molto meglio» disse Minto, spolverandosi la gonna.
«Puoi dirlo forte» disse Zakuro fissando il punto dove un momento prima si trovava Mylo.
«Quindi cosa facciamo adesso?» chiese Taruto.
«Torniamo al caffè» suggerì Retasu. «Potremmo non solo ricaricare le energie, ma Ryo e Keiichiro potrebbero avere alcune idee sulle prossime mosse da fare».
«Spero proprio di sì» disse Kisshu passandosi la mano sui segni sanguinanti che aveva sul collo.
«Stai bene?» chiese Ichigo a Kisshu, che fissava le gocce rosse che gli erano rimaste sulla mano.
«Sopravviverò» rispose lui, strofinandosi la mano sui pantaloni. «Andiamo».
«Mylo ha un esercito troppo numeroso» disse Pai seduto a mezz'aria a gambe incrociate, sorseggiando il tè. «E noi siamo una squadra troppo piccola. Abbiamo bisogno di aiuto se vogliamo sconfiggerlo».
«L'ex ragazzo di Ichigo può ancora trasformarsi nel Cavaliere Blu, na no da?» chiese Purin con la bocca piena di biscotti.
«Se può, io non lo so» disse Ichigo fissando il pavimento con le braccia incrociate, in profonda riflessione.
«Berry e Ringo?» chiese Zakuro guardando Ryo. Lui scosse la testa.
«I loro segni sono spariti tempo fa» rispose. «E anche se potessero, non saprei quanto potrebbero essere di aiuto. Quello che ci serve è qualcuno che sia familiare con lo stile di combattimento dei Cyniclon».
«Credete che possiamo trovare qualcuno di cui fidarci su Cynnth, per combattere per noi?» chiese Retasu guardando Pai.
«Non sappiamo nemmeno quale sia la situazione su Cynnth in questo momento. E anche se tentassimo, molto pochi avrebbero voglia di combattere contro Mylo. Ha seminato la paura nel cuore di molti» disse Pai.
«Ci serve un miracolo» gemette Minto.
Improvvisamente l'aria nel centro del caffè si increspò e tutti balzarono in piedi con gli occhi spalancati. Tre ragazze Cyniclon caddero fuori dal nulla e atterrarono al suolo con un tonfo.
«Rin, puoi farci atterrare su qualcosa di più morbido la prossima volta?» disse una ragazza con i capelli castani che scendevano morbidi da un'acconciatura simile a quella di Minto. Indossava lunghi pantaloni bianchi, una maglia bianca corta sopra la vita con sopra una giacca rosa a maniche corte e stivali bianchi con i lacci rosa. Indossava anche dei guanti bianchi senza dita che salivano fino al gomiti, con un fiocco rosa attorno al polso. Stava guardando male una ragazza più grande che aveva occhi felini viola.
«Già, un'altra volta puoi mirare dell'erba o qualcosa del genere?» disse la ragazzina più giovane di tutte. Aveva capelli viola scuro raccolti in due codini e indossava una gonna rossa con leggins blu. Un top bianco con rose rosse stampate sopra e stivaletti rossi alla caviglia. Nonostante la supposta rabbia verso la sorella, i suoi occhi marrone dorato brillavano. Gli umani realizzarono improvvisamente che gli occhi della ragazzina più giovane erano identici a quelli di Taruto.
«Provate voi a teletrasportarvi in un posto sconosciuto lontano anni luce, la prossima volta. Almeno ci ho portate qui tutte di un pezzo» rispose la ragazza più grande da dove giaceva sdraiata sulla pancia. Aveva riccioli viola sciolti, lunghi fino alla vita, con fiori applicati sopra le orecchie. Indossava un top blu scuro, una gonna a balze azzurra con calze lunghe, e degli stivali blu al ginocchio.
«Più o meno» la schernì la ragazza di mezzo.
La maggiore la ignorò. Guardò invece Pai con i suoi occhi viola e gli sorrise.
«Come va, fratello?» disse con nonchalance.
(*) Lascio le misure in piedi come sono nel capitolo originale, [maledetti americani...] 2 piedi equivalgono a 61 centimetri e 6 piedi a 183 centimetri.
(**) Poco più di tre metri.
NdT
Ciaooo!
Mylo aveva cominciato parecchio male, ma qui si rifà un pochino, dai, secondo voi? :) Se non altro abbiamo capito che non sta scherzando...
Eeeeeee... Abbiamo fatto la conoscenza delle sorelle Ikisatashi, finalmente!
Non sono PACCHIANISSIME?! xD xD spero che non vi disgustino e non smettiate di seguire la storia :'D
Mi hanno messo troppa voglia di disegnarle! Vedete cosa faccio invece di studiare? Ed eccole qua - almeno due su tre...
Rindou&Riri
Ringrazio tutte le lettrici, scrivetemi le vostre impressioni ^^
Alla prossima
Endorphin <3
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