Alla scoperta di Lisbonland

di ilovebooks3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo faremo insieme ***
Capitolo 2: *** "Questo ti provocherà delle emozioni" ***
Capitolo 3: *** "Ha solo bisogno di un po' di pittura" ***
Capitolo 4: *** “È ancora qui” ***
Capitolo 5: *** "Birra e pizza" ***
Capitolo 6: *** "Studente della settimana" ***
Capitolo 7: *** "Dov'era la tua camera?" ***
Capitolo 8: *** “Mi piacciono i tuoi disegni sul muro” ***



Capitolo 1
*** Lo faremo insieme ***


"Lo faremo insieme"


Lisbon andrà a Chicago. Prometto a me stesso che la seguirò solo se me lo chiederà.
Ma lei, testolina terribilmente orgogliosa, non ha intenzione di farlo.
Ok, credo che la seguirò in ogni caso. “Vuoi che venga?”
La risposta di Teresa, che mi avvisa che non mi divertirei (il divertimento è sopravvalutato!), è evasiva: “Se vuoi, puoi venire”.
No, stavolta farò quello che lei vuole.
Distoglie per un attimo lo sguardo, le costa ammettere le sue debolezze. E io, lo so, sono la sua più irritante debolezza: “Sarei felice se venissi”, capitola.
Sorrido. La rincorrerò anche nel passato, se necessario.
E ti sbagli, Lisbon: ci divertiremo.

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Capitolo 2
*** "Questo ti provocherà delle emozioni" ***


“Questo ti provocherà delle emozioni”
 

Sopracciglia aggrottate e labbra serrate mi comunicano che Teresa è nervosa. Vorrei dirle che andrà tutto bene. Per quello che vale, l’aiuterò ad affrontare il suo passato come lei ha fatto col mio.
Il suo passato è qui, in questa casetta che un tempo doveva essere gialla. Ci era entrata a 3 anni. Non ci torna da quando suo padre è morto. Chissà quante emozioni sta provando.
La cosa strana è che le sto provando anch’io.
La osservo soppesare con diffidenza il posto in cui ha vissuto fino alla fine del liceo, con un genitore ubriacone, l’altro morto, e tre fratellini a cui badare. Nei suoi occhi intravedo il ricordo di un’infanzia negata.
Farei qualsiasi cosa per restituirgliela.
 

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Capitolo 3
*** "Ha solo bisogno di un po' di pittura" ***


“Ha solo bisogno di un po’ di pittura”

 

La casa non è conciata bene. Ma è graziosa. Ha solo bisogno di un po’ di pittura.
“Non devi essere gentile”, ribatte Lisbon.
Non avevo intenzione di esserlo.
È pur sempre una casa. Io, da piccolo, un tetto sopra la testa me lo sognavo. “Sono un po’ invidioso”. Scherzo, o forse no. Forse voglio ricordarle quanto intimamente posso comprenderla: le infanzie infelici si assomigliano tutte.
La casa gialla ha davvero bisogno solo di un po’ di pittura.
Anche il tormentato legame tra Lisbon e il suo passato, fratelli compresi, necessita di una rinfrescatina. Lei, così abile a ridipingere la mia vita, è una frana con la propria.
Siamo qui per questo.

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Capitolo 4
*** “È ancora qui” ***


“È ancora qui”

La porta non si apre. Lisbon trova una chiave dietro una vecchio lume rotto. “È ancora qui”, dice, rivolgendomi uno strano sguardo fatto di stupore, curiosità e paura.
Intravedo una bambina dagli occhi smeraldo che, in punta di piedi, tenta di raggiungere un nascondiglio troppo alto per lei.
Ormai adulta, la guardo armeggiare con la serratura. Chissà quante volte lo ha fatto, ragazzina troppo responsabile per tornare indietro e fuggire lontano.
Mentre entriamo trattiene un respiro. Lo faccio anch’io.
Squadro ogni dettaglio della soglia, e riconosco una Teresa adolescente, terrorizzata da quello che avrebbe trovato al di là.
Vorrei abbracciarla. Non lo faccio, perso in un ricordo non mio.

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Capitolo 5
*** "Birra e pizza" ***


"Birra e pizza"


Entriamo.
Al di là delle poltrone fatiscenti ricoperte da lenzuoli sporchi, delle pareti scrostate e degli scatoloni stracolmi di cianfrusaglie, è una bella casa.
O forse lo è solo perché ci ha vissuto baby Lisbon.
Birra e pizza: Teresa si allontana per avvertire un fratello che l’altro, quello latitante, è stato qui. Forse è una scusa per scappare da questa montagna di ricordi impolverati.
Meglio per me. Quando mi ricapiterà un’altra occasione del genere?
Analizzo ogni oggetto, con sguardo vorace. È la mia specialità.
Ma, stavolta, non sono solo curioso.
Voglio conoscere, e spolverare, quel passato che ha reso Lisbon la donna che è oggi. Nonostante tutto devo ringraziarlo.
 

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Capitolo 6
*** "Studente della settimana" ***


“Studente della settimana”
 


Afferro un vecchio diario sepolto in uno scatolone. Un trafiletto di giornale cattura la mia iperstimolata attenzione: “Studente della settimana: Teresa Lisbon”. Una secchiona, ci avrei scommesso. Sono fiero di lei.
Frugo ancora. Un bellissimo viso imbronciato mi osserva da una fotografia scattata circa venticinque anni fa. Riconosco determinazione in quei due enormi occhi verdi, sempre gli stessi, eppure così diversi. Rabbia. Desiderio di riscatto. Forza. Fragilità. Paura. Una dolcezza infinita dietro l’invalicabile barriera che aveva appena iniziato a costruire.
Un oceano di tenerezza mi invade.
Chissà come sarebbe stato conoscerci da ragazzini. Forse avrei potuto proteggerla dallo spaventoso mondo di adulti in cui era stata catapultata.
Sorrido, pensando a quanti pugni sul naso mi sono risparmiato.

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Capitolo 7
*** "Dov'era la tua camera?" ***


“Dov’era la tua camera?”
 
Mentre salgo le scale sto ancora sorridendo come un ebete e tenendo in mano la preziosa foto. Quasi corro. La camera di Lisbon era al piano di sopra, e io sono impaziente di vederla.
La porta è socchiusa.
Per un istante i miei muscoli si paralizzano.
Entro, con un’irrazionale fitta di paura.
Ma qui, oltre la soglia, c’è luce. C’è il bene. E una rassicurante parete verdina.
Nessuno smile scarlatto.
In un indefinito frammento di eternità, il mio passato si fonde con quello di Lisbon.
Poi il ricordo svanisce dalla mia mente, troppo impegnata ad analizzare quello che resta del rifugio di una bimba speciale.
Lo so da molto tempo ormai: Teresa è la mia luce.

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Capitolo 8
*** “Mi piacciono i tuoi disegni sul muro” ***


“Mi piacciono i tuoi disegni sul muro”
 


Tende bianche e mobili in tinta. Scatoloni stracolmi. Una fotografia incorniciata. Frammenti di una vita di cui io non facevo parte.
Un lembo di parete attira la mia attenzione. Mi accuccio, sposto alcune ceste e scopro un mondo, disegnato con tratti insicuri e colori vivaci: una bimba, i suoi fratellini, un albero, una macchina, un cane, un fiore e questa casa, la casa gialla. E una firma, infantile ma riconoscibile: la sua.
Sorrido, intenerito dall’idea di una piccola Teresa che, ogni sera, nella posizione in cui mi trovo adesso, sognava una famiglia un po’ più perfetta della sua.
Forse nessuno le ha mai detto che i suoi disegni erano belli.
Glielo dico io. Adesso.











Angolo dell'autrice: è molto tempo che non scrivo qualcosa su The Mentalist, quindi mi scuso per l'enorme ritardo nella pubblicazione di questa raccolta di drabbles.
Ho intenzione di riprenderla e recuperare, sperando che a qualcuno interessi ancora ;)
A presto!!



 

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