Grossi guai per Vì e Flox!

di Aster Moony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nel corpo dell'altra. ***
Capitolo 2: *** Un "piccolo problema"... ***
Capitolo 3: *** Questione di organizzazione ***



Capitolo 1
*** Nel corpo dell'altra. ***


Capitolo uno

Nel corpo dell’altra.

 

Sembrava dover essere una mattina tranquilla, ma non fu così.
Flox, credendo che fosse mercoledì non aveva i compiti di matematica, e con la De Transvall guai a dimenticare i compiti, si sarebbe beccata un due in pagella!
Così a Pervinca venne un’idea: era martedì e lei aveva Artistica e i compiti di matematica li aveva in cartella, quindi perché non scambiarsi di posto?
A me fin dall’inizio era sembrata una straorripessima idea: si trattava di infrangere la Legge!
Anche a Flox non era piaciuta la trovata di Pervinca, ma alla fine accettò e ognuna assunse l’aspetto dell’altra.
-Tranquilla, Felì. Si tratta solo di un’ora! –provò a rassicurarmi la mia Vì.
Non immaginava cosa sarebbe successo…

 

-Guai! Guai! Siamo in un mare di guai! –continuavo a ripetermi mentre volavo per i corridoi della scuola. –Povera me! Strega Tomelilla mi licenzierà sicuramente! Sono stata una stupida! Stupida!
In quel momento sentì una mano afferrarmi per le ali. Riconobbi subito chi era.
-Felì! Che succede? E dov’è Flox? –chiese Pervinca.
Io, un po’ frastornata, mi spolverai il vestitino di nuvole che indossavo e la squadrai indispettita.
-Ti sembra questo il modo di trattarmi?
Pervinca mi guardò sorpresa. –Che? Oh, certo! Scusami Felì! La forza dell’abitudine… Ti ho fatto male?
La bambina da un po’ di tempo aveva preso il vizio di afferrarmi per le ali e, anche se le intimavo di smettere, continuava a farlo.
Feci “no” con la testa, ma misi il broncio.
-Felì, ti assicuro che Pervinca è davvero dispiaciuta e non lo farà mai più. Vero Vì? –disse Vaniglia fulminando la sorella con lo sguardo.
-Oh, sì! Non lo farò più. Ora possiamo sapere dov’è Flox? Tra poco finisce l’intervallo e voglio tornare a essere me!
Diedi un buffetto sulla guancia di Vì, perdonandola, e parlai.
-Flox, cioè… tu… Oh, insomma! Flox e il tuo corpo sono nei guai! –dissi rivolta a Pervinca. Lei mi guardò con gli occhi a forma di punto interrogativo (le streghe lo sanno fare!). –Come?
Sospirai. –La signorina Liliflora pensa che tu, cioè Flox, abbia la febbre e stanno andando ad avvertire vostra zia! Inoltre, quell’odiosa di Scarlet ha scoperto tutto!
Ora gli occhi di Vì e Babù erano a punto esclamativo!
-E l’ha detto alla Preside? –chiese una tremante Babù.
-No, penso che voglia farlo scoprire a Tomelilla. –risposi afflitta.
Drinnn! Fece in quel momento la campanella: bisognava tornare in classe.
-Ora che facciamo? –chiese Pervinca, arrabbiata.
Vaniglia sorrise. –Forse mi è venuta un’idea. Vediamoci al bagno tra cinque minuti, okay?
Pervinca fece un lieve cenno d’assenso, poi tornò in classe.
-Che intenzioni hai? –chiesi a Babù.
-Vedrai! –mi rispose, e ci avviammo. Attraversammo i corridoi che pian piano si svuotavano di alunni e, finalmente, giungemmo davanti alla porta della 5^B.
Vaniglia bussò educatamente ed entrò nell’aula. 
La professoressa De Transvall, che stava spiegando qualcosa alla lavagna, si girò di scatto.
-Tutti gli alunni devono stare nelle rispettive aule e, soprattutto, non devono disturbare le lezioni delle altre classi. –disse in tono secco.
La mia bambina non se la prese, anzi continuò: -I miei più cordiali saluti, eccellentissima signora De Transvall. Ho saputo che mia sorella è malata e sono venuta a vedere come sta.
Poi si girò versò Flox-Pervinca. –Ti senti tanto male, vero? E sono sicura che hai anche molta sete. –disse cercando di far capire il piano all’amica, e ci riuscì. Flox annuì con la testa e fece finta di tossire. A quel punto Vaniglia si voltò verso l’insegnante. -Signorina De Transvall, con il suo permesso, potrei portare mia sorella in bagno a bere un bicchier d’acqua? Ha molta sete. –cercò di spiegare alla professoressa, ma prima che lei potesse risponderle, si udì la voce stridula di Scarlet che protestava. -Veramente lei non è neanche della classe. E poi potrei accompagnare io Pervinca, dopotutto siamo grandi a… am… amiche! –disse cercando di nascondere il disprezzo della voce.
-Ma io sono sua sorella! E’ giusto che sia io ad accompagnarla!
-Signora De Transvall –disse Scarlet. –Sono sicura che anche lei ritiene inopportuno il comportamento di Periwinkle uno, cioè… di Vaniglia.
Babù stava per risponderle, ma la De Transvall bloccò entrambe.
-Ora basta! Signorina Pimpernel, seduta! E in quanto a te, Periwinkle, fuori di qui o ti abbasso il voto in condotta!
Babù guardò Flox dispiaciuta e si avviò verso la porta. Stava per aprirla, quando…

BUUUUM!

Ci fu uno scossone e al centro dell’aula si aprì un’enorme voragine. La De Transvall ci sarebbe caduta dentro, se non fosse stato per Flox-Pervinca che la spinse via appena in tempo.
Tutti gli alunni e gli insegnanti uscirono dalla scuola, in preda al panico.
Vidi Joe discutere animatamente con la Preside Flumini e il Sindaco e poi avviarsi verso la Piazza e urlare a Quercia.
-Come mai Joe tratta Quercia così male? –mi chiese Vaniglia.
-Non lo so, tesoro. Ora cerchiamo Vì e Flox, così potranno tornare normali e sarà la fine di quest’incubo.
Proprio in quel momento ci vennero in contro. -Non sapete cosa sta succedendo! Joe sta accusando Quercia di aver distrutto la scuola! –ci disse entusiasta Pervinca. -Lo trovo davvero improbabile! –dissi io. –Cambiando discorso: siete riuscite a tornare normali?
Vì e Flox mi guardarono dispiaciute.
-Bè, c’è parecchia gente in Piazza e non siamo riuscite a trovare un nascondiglio. –si giustificarono.
Sospirai. -Allora andiamo alla Bottega delle Delicatezze. Nessuno ci noterà, sono tutti in Piazza. Ci stavamo avviando quando sentimmo un grido.
-Felì! Bambine!
Era mamma Dalia e che ci stava venendo in contro correndo.
-Oh, no! Siamo fritte! –borbottò Pervinca nei panni di Flox.
Raggiungemmo mamma Dalia.
-Ciao mamma! –la salutò Babù.
-M… m… mamma! Che piacereeee! –disse Flox-Pervinca cercando di recitare. Vidi la vera Pervinca stringere i pugni.
-Bambine mie! Ero così preoccupata! Ero da Primula quando ho sentito cos’è successo alla scuola. Oh! Non sapete com'ero in pensiero! –disse abbracciando Vaniglia e “Pervinca”, che si irrigidì.
-Flox, cara! Come stai?
-Benissimo! –rispose Pervinca imitando Flox.
-E la tua Piffero dov’è? Non l’ho vista oggi.
Pervinca si girò verso Flox, che le mimò con la bocca “Zia Ortensia”. -E’ rimasta a casa ad aiutare Zia Ortensia! –rispose. Flox le fece un “ok” con il pollice.
-Mamma, che ne dici di invitare Flox a pranzo? Ci farebbe tanto piacere e poi ha… ehm… bisogno di una mano con i compiti!
Dalia accettò e le tre amiche si avviarono soddisfatte verso Via degli Orchi Bassi.

Ed ecco il mio primissimo capitolo!!!!
Ho visto che era scritto troppo piccolo e quindi l'ho modificato. Ora dovrebbe essere giusto (spero!).
Ringrazio s u n per la sua bella recensione e spero che continui a seguire la mia storia.
Ciao e a presto amici!
                                                                                                Polliflox

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Capitolo 2
*** Un "piccolo problema"... ***


Capitolo due

Un “piccolo” problema…

Arrivate a casa ci fiondammo nella stanza delle gemelle.
-Uff! Per fortuna è andato tutto bene! –sospirò Vì mentre chiudeva la porta.
-Tutto bene?! Scarlet ci ha scoperto, la scuola ci è quasi caduta addosso e tu dici che è andato TUTTO BENE?!!!-urlai fuori di me mentre spruzzavo scintille per tutta la stanza (mi succede quando sono superfuriosissima!).
-Però se non ci fosse stato quel terremoto ci avrebbero scoperto tutti…-mormorò Flox cercando di sdrammatizzare. La fulminai con lo sguardò. Ok, forse ho un po’ esagerato, ma sono stata fin troppo paziente con loro e prima o poi tutti devono sfogarsi!
Flox mi guardò imbronciata. Era davvero strano vederla nei panni di Pervinca, anche se entrambe erano streghe del buio erano diverse in tutto.
Respirai piano e mi lasciai cadere su un gomitolo di lana.
-Ora, però, è tutto finito –dissi più a me stessa che a loro. –Un piccolo incantesimo e sarà tutto a posto.
Vì e Flox si misero una di fronte all’altra.
-Vì?
-Sì, Flox?
-Secondo te, qualcuno noterebbe le mie lentiggini se le colorassi?
-Cosa?!
-Bè, insomma! Le mie lentiggini! Hanno un solo colore e le trovo noiose! Non sarebbe bellissimo se fossero viola, gialle, verdi, blu, rosse, bianche, porpora, lilla…? Come se mi fossi spruzzata un pennello in faccia!
A quel punto intervenne Vaniglia.
-Flox! Scherzi, vero? Sarebbe bellissimo, ma si tratta di cambiare la natura delle cose ed è vietato!
Flox la guardò amareggiata.
-Ma se abbiamo già infranto una legge e non è successo niente, non capisco perché non dobbiamo infrangerne un’altra!
Mi si accartocciarono letteralmente le antenne a sentire quella frase.
-BASTA! –urlai. –TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI DETTO?! LE LEGGI SONO FATTE PER ESSERE RISPETTATE, NON PER INFRANGERLE!
Le tre ragazze mi guardarono ammutolite, poi mi calmai e mi sedetti sul mio gomitolo sbuffando (Che giornata!).
-Penso sia il momento di fare l’incantesimo e dimenticarci di questa storia. –borbottò Pervinca.
Vì e Flox chiusero gli occhi recitando mentalmente l’incantesimo, ma non successe niente.
-Qualcosa non va! –bofonchiò Vì, ancora con gli occhi chiusi. –È la decima volta che provo, ma niente!
Anche Flox non riusciva a trasformarsi. Strinse gli occhi e divenne sempre più rossa, fino a che non stramazzò sul tappeto.
Ci precipitammo tutte ad aiutarla e in poco tempo si riprese.
-Bel guaio! Ora che facciamo? –chiese Pervinca.
-Io corro da zia Tomelilla! –disse Babù avviandosi verso la porta a passo deciso, ma Vì la fermò.
-Non abbiamo fatto tutto questo per poi arrenderci alla prima difficoltà! –ruggì. –Dobbiamo risolvere il problema da sole! Siamo grandi, Babù!
-Tu… Tu hai solo paura di finire in punizione! –urlò Vaniglia, con le lacrime agli occhi.
Vì fece per risponderle, ma qualcuno bussò alla porta.
-Tutto bene, bambine? Vi ho sentite gridare. –disse mamma Dalia entrando nella stanza.
Le volai incontro sorridendo.
-Benissimo, Dalia. Le bambine stavano giocando.
Dalia sorrise rassicurata, poi si rivolse a “Flox”.
-È passata zia Ortensia poco fa! Ha detto che entro mezzora devi essere a casa.
I volti delle ragazze si incupirono.
-Non… Non può restare da noi questa notte? Abbiamo già fatto tutti i compiti e credo che la scuola resterà chiusa per un po’… -disse Babù con uno sguardò supplichevole.
Dalia sospirò.
-Ok, va bene. Chiederò a Ortensia se Flox può rimanere, ma solo per una notte!
Le bambine le rivolsero un sorriso a trentadue denti e lei uscì.
-Ci è andata bene! –disse Pervinca e per la prima volta io ero d’accordo con lei.
In quel momento qualcuno picchiettò alla finestra…

Salve grande popolo di EFP! Ecco che per Pervinca e Flox le cose si fanno più difficili.
Ce la faranno a risolvere le cose? Mmm... Scopritelo nel prossimo capitolo! ;)
Baci <3
                                                                                                                    Polliflox

 

 

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Capitolo 3
*** Questione di organizzazione ***


Capitolo tre
Questione di organizzazione

Piffero si precipitò dentro la stanza andando ad abbracciare “Flox”.
- Piccola mia! Finalmente ti rivedo! Oh, non sai com'ero in ansia quando ti ho visto entrare nella 5^B trasformata da Pervinca: temevo che sarebbe andato tutto storto e avrei voluto rimanere con te, ma ho dovuto seguire Vì per non destare sospetti e poi, poco prima che la scuola si sgretolasse, Joe mi ha avvisata che zia Ortensia aveva bisogno di me e...
Piffero era un fiume in piena che sembrava che non volesse smettere di parlare, così mi avvicinai a lei chiamandola. - Ehm... Piffero, non so davvero come dirtelo senza sconvolgerti: Flox non è... -
- Flox non è in forma? - chiese Piffero. - Bé, forse hai ragione. Flox, sei diversa dal solito: hai una faccia... Sicuramente questa giornata ti ha sconvolta! Ortensia mi ha mandata qui per dirti che questa notte puoi rimanere con Vì e Babù, ma credo sia meglio tornare subito a casa se stai poco bene. -
- Piffero... -
- Tranquilla, Felì: non ti sto dando la colpa di quello che è successo. -
Provai a chiamarla più volte, ma lei continuava a interrompermi senza lasciarmi finire la frase. A quel punto intervenne Vì-Flox che afferrò Piffero per le ali (una cosa che per le fate è stuzzicodiosafastidiosa!) e cominciò a scuoterla gridando spazientita: - MA INSOMMA, VUOI CAPIRLO O NO CHE IO NON SONO FLOX?! È MEZZ'ORA CHE FELI' CERCA DI DIRTI CHE IO SONO PERVINCA! -
- Pervinca Periwinkle lascia subito andare Piffero! - ordinai alla bambina accorrendo in aiuto della povera fata frastornata. Vì sbuffò e obbedì. -Scusa, ma ho perso la pazienza. - disse con voce tremante lasciandosi cadere sul suo letto.
- Mi state dicendo che Pervinca e Flox non si sono ancora scambiate? - domandò Piffero.
Esitai. - Purtroppo loro non riescono a tornare normali e non capiamo perché. - risposi infine con voce afflitta. Piffero strabuzzò gli occhi. - Fatamia! Cosa facciamo adesso? Chiediamo aiuto alla tua strega? - si stava sicuramente riferendo a Tomelilla.
- NO! - gridò Pervinca; poi, accorgendosi di aver gridato, si mise a parlare con più calma. - Io e Flox abbiamo combinato questo guaio e tocca a noi risolverlo: non voglio chiedere subito aiuto ai grandi.
Vaniglia prese la parola. - Vì, non sono capace a dire bugie agli altri e lo sai. Io... Io non voglio coprirvi per un minuto di più e so che la cosa giusta da fare è chiedere aiuto e togliersi subito di torno questo problema. Se non lo farete voi...
La streghetta non concluse la frase e corse fuori dalla stanza. Pervinca fece per seguirla, ma la bloccai. - Ci penso io.

Trovai Vaniglia nella serra a osservare Tomelilla che lavorava. Un brivido percorse il mio piccolo corpicino di luce: Vaniglia aveva già rivelato alla strega quello che era successo?
- Ciao, Felì! - mi salutò Tomelilla sollevando lo sguardo. - Sto mettendo la lana nei vasi delle rose, così staranno al calduccio questo inverno. Cercavi Vaniglia?
Scossi la testa e mi avvicinai a loro accomodandomi tra le pieghe dello scialle di Tomelilla e tirando un sospiro di sollievo.
- Zia - chiese a un tratto Babù. - ti è mai capitato di avere un problema e di non sapere come comportarsi al riguardo?
Tomelilla le rispose senza smettere di lavorare. - Tantissime volte, tesoro. Però ricorda una cosa: talvolta la risposta non è quella che reputi più giusta. Devi adattarti al problema.
La strega non aggiunse altro e lasciò Babù e me con un palmo di naso. Erano tipiche di Tomelilla le risposte apparentemente senza senso. Provai a pensare. “Talvolta la risposta non è quella che reputi più giusta.” aveva detto la mia strega e questo era vero: spesso la soluzione di un problema è totalmente diversa da quella che pensi. “Devi adattarti al problema.” aveva poi aggiunto. Non riuscivo proprio a trovare un senso per quella frase. Insomma: come si fa ad adattarsi a un problema?
La soluzione mi arrivò poco dopo, quando Vaniglia si alzò di scatto e ringraziò Tomelilla dandole un bacio sulla guancia.
Insieme corremmo dentro casa. - Babù, cos'è successo? - le chiesi confusa mentre salivamo le scale dirette alla camera delle gemelle. La bambina non rispose e si fiondò dentro la stanza.
- HO TROVATO LA SOLUZIONE! - gridò eccitata. Pervinca, Flox e Piffero la guardarono confuse, così Vaniglia prese fiato e spiegò. - Sono andata da zia Tomelilla e... No, Vì: non le ho detto niente di quello che è successo. - si affrettò a dire notando che la sorella la fissava imbestialita. - Bé, zia Tomelilla mi ha dato un consiglio che mi ha aiutata a venire a capo del problema. Propongo di fare così: per una settimana non diremo niente a nessuno e cercheremo di trovare un modo per far tornare normali Vì e Flox. Se entro sette giorni non ci saremo riuscite, allora dovremo rassegnarci e chiedere aiuto. Ci state?
Quindi era questo che significava “Adattarsi al problema”! Vaniglia era stata davvero geniale: nemmeno io che ho quasi 1000 anni sarei riuscita ad arrivarci!
La sera le tre bambine si addormentarono subito e io ne approfittai per aggiornare il mio diario.

Caro diario,
oggi ci siamo messe in un brutto guaio, ma Vaniglia ha trovato il modo per provare a venirne a capo. È cominciato tutto questa mattina, quando Flox ha scoperto che oggi era giovedì...

Gli occhi mi si chiusero da soli prima che riuscissi a terminare il mio racconto e scivolai nel mondo dei sogni.

 

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