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di Little_Lotte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Questa storia si basa unicamente sugli eventi dell'Anime e, di conseguenza, tutti i Bronze Saints (a parte, ovviamente, Shun e Ikki) NON sono fratelli. La vicenda si svolge dopo gli eventi della Saga di Nettuno e non tiene conto della serie di "Hades."

Buona Lettura :)

 

Nuova Luxor, Giappone.

La vita a Villa Kido aveva finalmente ripreso a scorrere tranquillamente, dopo che i recenti eventi avevano costretto i poveri Cavalieri di Athena e la stessa dea a rischiare - come sempre- la propria vita per la salvezza del mondo intero. La povera Saori - che negli ultimi mesi aveva rischiato di morire un numero di volte decisamente fin troppo esiguo per una qualsiasi altra fanciulla della sua età - era a dir poco esausta e considerato che anche i Bronze sarebbero stati più che felici di avere a disposizione un po' di tempo per recuperare le proprie forze, avevano tutti approfittato di quell' inconsueto periodo di pace per riposarsi e concedersi una meritata tregua dalle loro estenuanti fatiche.

Ciò, ovviamente, non esentava nessuno dai propri allenamenti quotidiani, ma era pur sempre un sollievo sapere di potersi permettere di tenere la guardia abbassata, di tanto in tanto. La maggior parte dei Cavalieri era più che lieta di questo periodo di pausa, fatta eccezione per uno solo di essi, che sembrava disdegnare più di ogni altra cosa quello stile di vita così insolitamente pacifico e sedentario.

<< Non avrei mai pensato di doverlo dire, Shiryu, ma inizio a sentire la mancanza delle battaglie e dei nostri nemici. >>

Shiryu ridacchiò sommessamente, sollevò il capo e guardò di sottecchi in direzione di Seiya, seduto di fronte a lui.

<< Non dirmi che ti stai annoiando! >> esclamò il Dragone, in tono divertito << Che c'è, Seiya, non sei felice di poter trascorrere un po' di tempo in pace e tranquillità? >>

<< Tutt'altro. >> rilanciò prontamente Seiya, sbuffando e sprofondando a braccia conserte nella propria poltrona; lui e Shiryu erano proprio nel bel mezzo di una partita di scacchi e il cavaliere di Pegaso pensava che quello fosse l'avvenimento più emozionante che fosse loro capitato da almeno una settimana a quella parte << E puoi forse darmi torto, Shiryu? Se non fosse per gli allenamenti direi che la nostra vita sia diventata vuota! A te non sembra che il tempo scorra ogni giorno sempre più lentamente? >>

<< Non direi. >> rispose Shiryu, facendo spallucce << Io trovo sempre il modo di tenere allenati la mente e il corpo: esercizi fisici, meditazione, letture... Persino gli scacchi sono un metodo eccellente per mantenere la mente sempre attiva. Per questo motivo anche tu dovresti mettere un po' più d'impegno in questa partita. >>

Seiya fece una smorfia.

<< E a che scopo? >> protestò << Tanto vinci sempre tu! Come pensi ch'io possa tenere allenata la mia mente se non mi concedi mai l'opportunità di una vittoria? >>

<< Oh, è proprio questo il punto. >> Shiryu sorrise maliziosamente << Non è certo vincendo che si migliora, bensì grazie alle sconfitte e a quanto si può imparare da esse. Da una vittoria non imparerai mai niente.>>

Seiya storse il naso e sbuffò nuovamente.

<< Sarà pure come dici tu, intanto a me è passata la voglia di giocare. >> disse << Piuttosto, dove sono finiti gli altri cavalieri? E Saori? >>

<< Si trova in giardino, nel roseto. >> rispose Shiryu, fissando con espressione concentrata la scacchiera che aveva di fronte a sé << Non so dirti dove siano i cavalieri, ma per quanto riguarda Shun credo che non esca da camera sua da almeno un paio d'ore. Immagino senta molta nostalgia di Ikki. >>

Seiya si morse il labbro inferiore, annuendo con fare malinconico.

Ikki, al contrario di tutti gli altri cavalieri, aveva limitato il proprio soggiorno a Villa Kido ad appena un paio di giorni, per poi ripartire come sempre alla volta di lidi sconosciuti, in cerca di solitudine e tranquillità; era una cosa che faceva di continuo e nessuno dei suoi compagni (neanche la stessa Athena) sembrava più sorprendersene, per quanto alcuni di essi – o più semplicemente Shun – facessero ancora fatica ad accettare pienamente questa sua forma di distacco.

<< E' comprensibile. >> rilanciò Seiya, con un leggero sospiro << Sai quanto Shun sia legato a suo fratello, non riesce proprio a sopportare la sua assenza! Comunque, per quanto emotivo possa essere il nostro amico, sono certo che prima o poi verrà fuori dalla sua stanza... Quantomeno per mangiare qualcosa. >>

Shiryu sorrise debolmente.

<< Eppure negli ultimi tempi mi è sembrato molto più mesto del solito, come se stesse tentando di nascondere un segreto. >> osservò << Tu non hai avuto questa impressione? >>

Seiya soffocò una risata.

<< Un segreto? Shun? >> rilanciò sbigottito << No, lui non ha segreti: E' un libro aperto per chiunque, sai meglio di me quanto possa essere semplice leggergli dentro. La sua catena sarà anche una difesa impenetrabile per chiunque, ma non si può proprio dire altrettanto dei suoi occhi. >>

Questa volta Shiryu non poté fare a meno di concordare con l' amico; del resto, se esisteva al mondo una persona il cui sguardo rendesse del tutto impossibile celare a qualcuno la propria verità, quella era senza dubbio Shun.

<< Sì, probabilmente è come dici tu. >> mormorò il Dragone << Anche se da un lato continuo a pensare che vi sia sotto qualcosa, e non mi riferisco solamente a Shun: anche Hyoga si comporta in maniera strana, da qualche giorno a questa parte mi sembra di percepire grande tensione da parte di entrambi. >>

Seiya continuò a fissarlo con aria perplessa.

<< Non ci vedo nulla di strano. >> fu il suo commento << Shun è un ragazzo molto sensibile ed emotivo, e l'assenza di Ikki lo rende ancora più vulnerabile del solito. Per quanto riguarda Hyoga... Beh, immagino sia superfluo ricordare quanto è da poco accaduto fra lui e Isaac: troppi ricordi, troppe emozioni violente, e poi quella cicatrice sull'occhio! Persino tu, al posto suo, ti sentiresti altrettanto smarrito e sconsolato. >>

Shiryu si morse il labbro inferiore e annuì mestamente, il suo sguardo che si adombrò di colpo.

<< Sì, lo ritengo estremamente probabile. >> disse << Perdonami, Seiya, probabilmente mi sono lasciato trascinare dalle miei percezioni e ho travisato completamente il senso della realtà. >>

Seiya ridacchiò sotto i baffi, tentando di sdrammatizzare.

<< E' quel che accade quando si sta troppo tempo senza fare niente. >> commentò << Forse dovresti alzarti un po' da quella poltrona, sai? Sei seduto lì da troppo tempo e forse dovremmo... >>

<< Seiya. >> lo ammonì il dragone, guardandolo di traverso << Non provarci neanche, non si può lasciare una partita di scacchi a metà: va contro ogni principio legato alla sacralità del gioco. >>

Seiya storse il naso e guardò la scacchiera con aria di sufficienza.

<< Dunque questo gioco avrebbe anche una sua sacralità? >> bofonchiò << Mi riesce piuttosto difficile crederlo, fino ad ora mi è sembrato solamente un modo piuttosto accurato per farmi perdere la pazienza. >>

Shiryu sospirò profondamente, con tutta la calma e la sopportazione di cui Seiya difettava.

<< Non si può pretendere di giocare a scacchi se non si è nella disposizione mentale giusta. >> asserì << Sai, Seiya, forse tu ed io dovremmo parlare un po': ho passato gli ultimi due giorni a preoccuparmi per Hyoga e Shun, ma credo che anche la tua mente sia turbata da qualcosa. Non ho forse ragione? >>

<< Cosa? Niente affatto, io... >> Seiya tentò di sviare ma lo sguardo di Shiryu, implacabile come sempre, incrociò severamente il suo prima ancora che questi avesse il tempo di sottrarsi a quell'inquisizione << Per tutti gli dei, Shiryu... Non ti si può nascondere niente! >>

Shiryu sorrise.

<< Come ho già detto, la mia cecità ha condotto il mio Sesto Senso verso un livello superiore. >> disse << Sfortunatamente, però, non è ancora sufficientemente sviluppato da riuscire ad indovinare i pensieri più intimi di una persona; dunque, se davvero vuoi rendermi partecipe dei tuoi tormenti, dovrai essere tu stesso a parlarne, amico mio. >>

Seiya tirò un sospiro d'incoraggiamento e poi - quasi svogliatamente - si decise a vuotare il sacco, non potendo tuttavia nascondere la propria gratitudine nei confronti di Shiryu

<< Sono stati giorni davvero intensi, Shiryu, e io ho avuto modo di pensare a molte cose: pensieri inusuali per me, talmente assidui da non riuscire a darmi pace. >>

Shiryu lo fissò con aria interrogativa: << Inusuali, dici? Spiegati meglio. >>

Seiya sospirò nuovamente: << E' complicato, Shiryu. Io... Io sono molto confuso. Non so cosa mi stia accadendo, né perché, ma per quanto faticosamente io possa tentare, non riesco a smettere di pensare a lei. >>

Un ampio sorriso beffardo si fece strada lungo le labbra del Dragone.

<< Lei? >> ripeté maliziosamente.

Seiya si fece completamente rosso in volto e iniziò a balbettare: << Sì, io... Ecco, sì... Insomma... >>

<< Seiya, amico mio! >> lo interruppe Shiryu, in tono divertito << Non devi certo sentirti in imbarazzo di fronte a me, non ne hai alcun motivo. E neanche di celare le tue emozioni, se è per questo: è sempre stato evidente a tutti quanto Shaina ti stesse a cuore. >>

Il volto di Seiya si fece, se possibile, ancora più rosso e accaldato.

<< S-sul serio? >> farfugliò << A tutti quanti? >>

Shiryu scrollò le spalle.

<< Forse non proprio a tutti, ma a me sì. >> rispose << Ti prego di non farmi ripetere il mio soliloquio sul Sesto Senso e di proseguire con il tuo racconto, ti assicuro di esserne molto interessato. >>

<< Non saprei neanche che cosa dire, Shiryu. >> replicò Seiya, con voce intrisa di mestizia << Shaina esercita su di me un potere indescrivibile, neanche quando ci siamo sfidati sul campo di battaglia mi sono mai sentito così inerme e indifeso dinnanzi a lei. >>

<< E' una cosa del tutto normale. >> rispose Shiryu, ritrovandosi a ridacchiare sommessamente.<< Se i sentimenti che provi per Shaina sono così intensi come penso, è comprensibile che il solo pensare a lei ti faccia sentire così debole e indifeso. Fa parte dell'amore, amico mio. >>

Seiya tornò a mordersi il labbra, sempre più confuso e pensieroso.

<< Tu credi dunque che il mio sia amore, Dragone? >> domandò infine, scrutando attentamente gli occhi di Shiryu come in cerca di una risposta al suo dilemma << Davvero lo ritieni possibile? >>

<< Non mi trovo nella tua testa, Seiya, dunque non posso affermarlo con assoluta certezza. >> gli rispose l'altro, con un rapido sospiro << Tuttavia, se riconosco bene i sintomi, mi sembra quasi di notare in te lo stesso smarrimento e la stessa confusione da me avvertiti quanto, per la prima volta, mi accorsi di quanto intensi e profondi fossero i sentimenti che mi legavano a Shunrei. Non so se nel tuo caso si possa propriamente parlare di amore, ma di qualsiasi cosa si tratti ti assicuro che ci va molto vicino. >>

Seiya sospirò a sua volta e si guardò le mani, con imbarazzo.

Possibile che fosse realmente innamorato di Shania?

Certo, lei gli stava molto a cuore e negli ultimi tempi doveva ammettersi di essersi ritrovato a pensarla molto più spesso di quanto fosse lui concesso, ma come poteva accertarsi che si trattasse di amore?

<< Non puoi tentare di razionalizzare la cosa, amico mio. >> disse ancora Shiryu, quasi gli avesse appena letto nel pensiero << Non funziona così, non quando si tratta di sentimenti umani. L'amore è probabilmente il più grande mistero dell'Universo intero. >>

Seiya sospirò profondamente: << Sinceramente, preferirei non esserne coinvolto: Non credo che l'amore faccia per me, Shiryu, e poi Shania si trova in Grecia ed io non sono del tutto sicuro che continuare a pensare a lei sia una buona idea; siamo così maledettamente lontani l'uno dall'altra. >>

<< La lontananza non ha alcun valore, se il sentimento che lega due persone è puro e sincero. >> lo interruppe Shiryu, molto pacatamente << Insomma, guarda me e Shunrei. Inoltre, sei già stato in Grecia prima d'ora; non dovrebbe essere troppo difficile per te tornarvi e andare a trovare la tua amata, così da poterle confessare apertamente i tuoi sentimenti. Immagino che tu non l'abbia ancora fatto, dico bene? >>

<< Dici bene, e al momento non ho nessuna intenzione di farlo. >> gli rispose Seiya, quasi inorridito da quel consiglio << Non sono pronto, Shiryu, non posso agire in maniera impulsiva come faccio sempre quando c'è di mezzo una battaglia... Ho bisogno di tempo! Inoltre, non me la sento proprio di lasciare Nuova Luxor: è vero che negli ultimi tempi sembra essere tornata la pace, ma non sappiamo quanto ancora essa potrà durare e se qualcuno dovesse attentare nuovamente alla vita di Milady, voglio accertarmi di essere abbastanza vicino a lei da poterla difendere. >>

Shiryu annuì in silenzio, per poi sospirare.

<< Comprendo il tuo punto di vista, amico mio, e lo rispetto. >> rispose << Cerca solo di non metterci troppo tempo, va bene? Shaina potrebbe non essere disposta ad aspettare così a lungo. >>

Seiya fece segno di sì con la testa e abbozzò un sorrisetto di riconoscenza.

<< Lo terrò bene a mente. >> disse << Grazie dei preziosi consigli, amico mio, vedrò di farne tesoro. >>

Shiryu sorrise di rimando.

<< Mi auguro che tu lo faccia davvero, cavaliere. >> mormorò gentilmente << E adesso, se posso darti un altro consiglio, faresti meglio a cercare qualcosa con cui ingannare il tempo: gli allenamenti non sono sufficienti a tenere la testa impegnata, avresti bisogno di un passatempo più produttivo, così da limitare le ore della giornata durante le quali la tua mente si ritrova a vagare verso malinconici lidi. >>

Seiya sollevò lievemente un sopracciglio, guardandolo di traverso: << Per esempio? >>

<< Per esempio, potremmo finire la nostra partita a scacchi. Coraggio, non fare quella faccia... Sono disposto a darti una piccola agevolazione, per questa volta. >>

Seiya fece una smorfia: << Ossia, mi farai vincere la partita? >>

<< Ovviamente no. >> lo freddò Shiryu << Tuttavia, ti concederò il vantaggio della prossima mossa. Coraggio, cavaliere... Sono nelle tue mani. >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e, infine, acconsentì alla generosa offerta di Shiryu.

Sentiva, in un certo senso, di doverglielo.

Del resto, con tutte le volte che Shiryu era corso in suo soccorso e gli aveva salvato la vita, finire quella dolorosa partita a scacchi era decisamente il minimo che un vero amico potesse fare.

*

In quello stesso momento, rinchiuso nella sua camera da letto, Shun se ne stava sdraiato a pancia in giù sul materasso, intento a scarabocchiare su di un quaderno, con aria estremamente concentrata. Aveva di recente riscoperto la passione per il disegno e negli ultimi giorni, approfittando del fatto che la vita a Nuova Luxor fosse tornata a scorrere con una certa tranquillità, aveva trascorso più tempo rinchiuso nella propria stanza a fare schizzi piuttosto che a socializzare con gli altri cavalieri.

La maggior parte dei suoi amici pensava che si trattasse di semplice nostalgia nei confronti di suo fratello e in pochi, oramai, sembravano stupirsi nel vedere Shun rinchiudersi in camera dopo ogni allentamento o rabbuiarsi di tanto in tanto, persino nei momenti di massima allegria o ilarità collettiva; si trattava di Ikki, naturalmente, e del fatto che Shun non fosse in grado di tollerare la sua assenza, nonostante l'abitudine.

Tuttavia, se taluno avesse osato addentrarsi nella sua camera e avesse provato a sbirciare nel suo quaderno dei disegni, avrebbe compreso con molta facilità che il motivo reale della mestizia di Shun non era affatto Ikki, bensì qualcuno che da troppo tempo rendeva il cuore e la mente del cavaliere di Andromeda ancor più pesanti e oppressi dalle preoccupazioni; sarebbe stato sufficiente curiosare fra quelle pagine, disseminate di occhi azzurri e cristallini, lineamenti delicati e lunghi capelli color oro.

Fortunatamente per Shun, nessuno dei cavalieri sembrava sospettare che potesse esservi una qualsiasi altra ragione da attribuire alla sua malinconia; era più che felice di non dover dare spiegazioni, dal momento che mai – per nessuna ragione al mondo – si sarebbe sognato di confessare apertamente i propri sentimenti.

Neppure allo stesso Hyoga,

Una parte di lui (neanche troppo profonda, a dire il vero) in realtà moriva dalla voglia di aprire il proprio cuore al cavaliere del Cigno, ma le ragioni per non farlo erano – almeno nella sua testa – talmente tante da fargli completamente resistere alla tentazione.

E' troppo rischioso, Shun.” era solito ammonirsi il ragazzo, nella solitudine della propria camera “ Tu sei un cavaliere di Athena, non puoi permettere a sentimenti d'amore di sconvolgerti l'esistenza in questo modo. Senza contare, inoltre, che fino a questo momento si tratta di un qualcosa che si trova solamente nella tua testa, non stiamo certo parlando di un sentimento reciproco e condiviso! Per quanto ne sai, Hyoga potrebbe persino spaventarsi e fuggire via, se tu osassi confessare apertamente ciò che senti nei suoi confronti.”

Quest'ultima preoccupazione, in effetti, era diventata ancor più frequente negli ultimi tempi: Shun non sapeva se si trattasse soltanto di una sua impressione ma da quanto avevano fatto ritorno a Nuova Luxor, dove aver sconfitto il dio Nettuno, Hyoga sembrava aver in qualche modo cambiato atteggiamento nei suoi confronti, come se in un certo senso stesse tentando di stargli alla larga. Non che avesse deciso di ignorarlo del tutto, i due avevano sempre avuto un rapporto speciale e quella complicità sembrava ancora trapelare da ogni loro gesto, ma erano giorni ormai che il cavaliere del Cigno faceva di tutto per impedirsi di restare da solo con Shun, quasi l'idea di non avere nessun altro nei dintorni lo facesse sentire a disagio e fuori luogo.

Shun era più che sicuro di non aver detto o fatto niente che potesse ferire i sentimenti dell'amico, dunque perché prendere le distanze in quel modo? Forse perché, malgrado tutti gli sforzi di Shun di tenere celato il proprio amore per Hyoga, questi aveva infine mangiato la foglia e adesso la sola idea di poter trascorrere del tempo assieme a lui lo faceva sentire turbato e confuso? Forse temeva di poter dare lui una falsa speranza, oppure – più semplicemente – l'idea che l'amico potesse provare dei suoi confronti qualcosa di così profondo ed equivoco lo disgustava più di ogni altra cosa al mondo, al punto da non riuscire neanche a sopportare la sua vicinanza.

Il cavaliere tentò di scacciare quei pensieri oscuri.

No, Hyoga non si sarebbe mai comportato in maniera così meschina; i due erano legati da un affetto profondo e di certo non sarebbe bastata una simile incomprensione a rovinare la loro amicizia, di questo Shun era più che certo.

O almeno, credeva di esserlo.

<< Shun? Shun, ci sei? >>

Shun sussultò. Era talmente assorto nei suoi pensieri da non essersi minimamente accorto che Hyoga – sì, proprio Hyoga – stesse ormai da diversi minuti bussando con insistenza alla porta della sua stanza. Con un gesto rapido ficcò il quaderno sotto al cuscino e si sedette a gambe incrociate sul materasso, sforzandosi di dare a se stesso una minima parvenza di dignità.

<< S-sì! >> farfugliò il ragazzo, ravvivandosi i capelli dietro le spalle << A-avanti. >>

Hyoga, molto timidamente, aprì la porta e si sporse appena per scrutare al suo interno, con curiosità.

<< E' permesso? Posso entrare? >>

Shun annuì in silenzio, non potendo trattenersi dal guardare il Cigno con evidente sorpresa; erano giorni ormai che Hyoga non provava neanche ad avvicinarsi alla sua stanza, Shun non ricordava neanche a quando risalisse l'ultima volta che i due avevano trascorso un po' di tempo da soli, senza che vi fosse qualcun altro a fare da incomodo. Forse, tutto sommato, le cose non erano poi così tragiche come il cavaliere di Andromeda le aveva dipinte in principio.

<< C-ciao, Hyoga. >> disse infine Shun, con voce tremolante << Cosa posso fare per te? >>

Hyoga lo guardò con occhi colmi di velata dolcezza e sorrise.

<< In realtà ero venuto a controllare come stavi. >> rispose morbidamente << E' tutto il giorno che te ne stai chiuso qui dentro e se fino ad ora ho preferito lasciarti i tuoi spazi e rispettare la tua intimità, adesso mi sento in dovere di accertarmi che sia tutto apposto. Non è forse questo ciò che fanno i veri amici? >>

Shun dovette trattenersi dal contrarre il proprio volto in una smorfia, nel momento in cui le labbra di Hyoga pronunciarono la parola “amici”.

<< Ti ringrazio per le premure, Hyoga, ma non hai proprio alcuna ragione di essere preoccupato. >> gli rispose << Avevo bisogno di restarmene un po' per conto mio, le emozioni delle ultime settimane sono stata decisamente intense e la partenza di Ikki non ha contribuito a migliorare il mio umore. Io... Sentivo il bisogno di ritrovare me stesso, lontano dal chiasso e dalla confusione degli altri cavalieri. >>

<< Sei certo che sia tutto apposto? >> insistette Hyoga << Lo sai, Shun, se vi fosse qualcosa a tormentarti io sarei più che disposto ad ascoltarti. Sarei felicissimo se potessi, in qualche modo, esserti di conforto. >>

Shun si ritrovò immancabilmente a sorridere, intenerito e visibilmente appagato dalle inaspettate premure che Hyoga mostrava nei suoi confronti. Che sciocco era stato a pensare che l'amico stesse tentando di evitarlo! L'affetto che i due nutrivano l'un l'altro non si era in alcun modo affievolito e forse Shun avrebbe fatto molto meglio a smetterla di tormentarsi con simili, inutili paturnie, fondate praticamente sul niente.

<< Sto bene, Hyoga. >> mormorò dolcemente il cavaliere di Andromeda << Davvero, non hai alcun motivo di essere in ansia per me. Piuttosto, tu... Tu come ti senti? Non abbiamo parlato molto negli ultimi tempi. Non da soli, almeno. >>

Hyoga arrossì di colpo e chinò rapidamente il capo, con fare imbarazzato.

<< Sì, io... Perdonami, Shun, sono stato preso da molti pensieri. >> farfugliò << Dopo quanto è accaduto con Isaac credo di essermi sentito terribilmente confuso e frastornato, avevo bisogno di trascorrere un po' di tempo da solo con me stesso, per riflettere. >>

Shun dovette trattenersi dal colpirsi in pieno volto con uno schiaffo.

Giusto, Isaac.

Come aveva fatto a non pensarci? Era ovvio che Hyoga fosse ancora molto scosso per quanto era accaduto fra lui e il suo vecchio compagno di addestramento, si trattava di una motivazione più che valida per chiudersi in se stesso e rifiutare qualsiasi genere di contatto col mondo.

Shun avrebbe dovuto rendersene conto sin dal principio.

<< Sì, immagino che non sia stato affatto semplice per te. >> disse ancora questi, con voce lieve << Come sta il tuo occhio? Ti fa ancora molto male? >>

Hyoga sorrise debolmente: << Non troppo a dire il vero. Lo sai, Shun, io sono un cavaliere di Athena: ho sopportato dolori ben peggiori, nella mia vita. >>

Shun sorrise con dolcezza, guardando di sottecchi la fasciatura che Hyoga aveva posto a copertura del suo occhio leso. Il cavaliere del Cigno era diventato incredibilmente bravo a nascondere il proprio dolore, forse perché il male infertogli da quella cicatrice non valeva neanche un decimo di tutte quelle atroci sofferenze che albergavano dentro di lui.

<< Sai, Shun, sono felice di vederti nuovamente sorridere. >> disse ad un tratto Hyoga, in tono quasi casuale << E' capitato così di rado negli ultimi tempi. >>

Le guance di Shun assunsero un colore “lievemente” scarlatto e il ragazzo abbassò in fretta lo sguardo, per impedirsi d'incrociare quello di Hyoga. E dire che, fino a pochi minuti prima, temeva che l'amico stesse tentando di prendere le distanze da lui.

<< Lo hai detto tu stesso, Hyoga, sono stati momenti difficili per tutti. >> rispose il cavaliere di Andromeda, con voce tremante << Immagino semplicemente di non aver avuto molte occasioni per sorridere. >>

<< Ma tu dovresti sorridere sempre. >> gli rispose immediatamente Hyoga, guardandolo intensamente negli occhi, tanto da far battere il suo cuore all'impazzata << Che ne sarebbe di noi Cavalieri di Bronzo, se fossimo privati del tuo splendido sorriso? >>

Shun si sentì completamente avvampare e per un attimo si chiese se quel giorno Hyoga non avesse deliberatamente deciso di mandarlo completamente in fiamme o, peggio ancora, di farlo letteralmente morire per l'imbarazzo.

<< Voi... Ve la cavereste benissimo anche senza di me. >> tartagliò il cavaliere, distogliendo ancora una volta lo sguardo << Non sono un elemento di fondamentale importanza, lo sai anche tu. Quante volte ho avuto bisogno che mio fratello Ikki accorresse in mio soccorso e mi salvasse la vita? >>

<< E quante volte, invece, sei stato tu a salvare le nostre? >> rilanciò prontamente Hyoga << Non parlo solo dei nemici che hai fronteggiato, ma di tutte le volte in cui ti sei preso cura di un amico, quelle volte in cui il tuo sguardo e il tuo sorriso ci hanno aiutato a trovare dentro di noi la forza per andare avanti. Potrai non crederlo, cavaliere, ma è avvenuto molto più frequentemente di quanto tu non riesca ad immaginare. >>

Shun si morse il labbro inferiore e continuò a fissare il pavimento, troppo imbarazzato da riuscire a guardare l'altro negli occhi.

<< Dovresti essere un po' meno lusinghiero nei miei confronti, Hyoga. >> dichiarò << Non credo di meritarmi così tanti encomi. >>

<< Oh, te li meriti eccome. >> insistette il biondo, muovendo qualche passo in direzione dell'amico per avvicinarsi ulteriormente a lui << E' proprio questo il punto, Shun, tu... >>

S'interruppe di colpo e ammutolì per diversi secondi, mordendosi il labbro con fare pensieroso.

Voleva davvero dirlo? Si chiese in quel momento.

Era disposto ad aprirsi a tal punto con Shun, arrivando persino a tradire se stesso e tutte le promesse che, suo malgrado, si era visto costretto a suggellare? No, certo che no; lo aveva giurato, aveva promesso che per nessuna ragione al mondo sarebbe mai venuto meno alla propria parola, e neanche lo sguardo dolce e premuroso di Shun, per quanto irresistibile che fosse, sarebbe mai riuscito a...

<< Hyoga? Va tutto bene? >>

La voce di Shun riportò immediatamente Hyoga sulla terra, ridestandolo dai suoi stessi pensieri.

<< Cosa? Sì, io... >>

Lo sguardo del Cigno incrociò finalmente quello di Shun e i due rimasero in silenzio per diversi secondi, semplicemente fissandosi come se tutto il resto del mondo avesse, d'un tratto, perso di significato.

Hyoga avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un fioco e distratto: << Sei molto più forte di quanto pensi, Shun. Cerca solo di non lasciarti abbattere dai cattivi pensieri. >>

Il volto di Shun si adombrò rapidamente e tutto l'entusiasmo che pian piano aveva sentito crescere in sé, sin dal momento in cui aveva visto comparire Hyoga sulla sua soglia, si smorzò di colpo, esplodendo nell'aria come una fragile bolla di sapone.

<< Ti ringrazio, Hyoga. >> rilanciò a mezza voce << Vedrò di tenerlo ben presente. >>

Hyoga annuì in silenzio e poi distolse in fretta lo sguardo, potendo un immediata distanza di sicurezza fra lui e Shun. Il cavaliere di Andromeda avvertì una dolorosa fitta al petto e dovette mordersi duramente il labbro inferiore per impedire alle lacrime di scendere copiosamente lungo il suo viso.

Hyoga... Perché si comportava in questo modo? Perché un attimo era come se al mondo non esistesse altri che Shun e l'attimo dopo diventava improvvisamente freddo, distaccato, quasi la sola idea di essere gentile con lui o disgustasse profondamente? I dubbi che così faticosamente era riuscito ad accantonare, tornarono in un attimo a tormentare la sua mente e la sua anima.

<< Adesso dovrei andare. >> disse poi Hyoga, voltandosi dall'altro lato << La mia benda ha bisogno di essere cambiata, l'ho tenuta su per troppo tempo. Io... Sì, è meglio che vada. Ci vediamo più tardi, a cena. >>

Shun fece segno di sì con la testa, senza fiatare, e i due si salutarono frettolosamente, senza sprecare troppe parole. Hyoga si richiuse la porta alle spalle con delicatezza e non appena fu certo di non poter essere udito, Shun si abbandonò ad un profondo sospiro straziato e si accasciò sul materasso, afferrando di prepotenza il cuscino e stringendoselo al petto, lo sguardo adesso completamente offuscato dalle lacrime.

Proprio non riusciva a comprendere il perché del comportamento di Hyoga, per quanti sforzi facesse gli era del tutto impossibile capire che cosa potesse mai passare per quella sua mente così contorta e complicata; sembrava quasi che nel corpo del cavaliere albergassero due personalità differenti, una gentile e affettuosa e l'altra fredda e distaccata, due facce opposte della stessa medaglia che difficilmente sarebbe stato possibile far coincidere.

Ardua impresa stabilire quale delle due prevalesse sull'altra: A quale Hyoga Shun doveva rivolgere i propri pensieri? A quello dolce, gentile e premuroso, oppure al suo alter ego introverso e distaccato? Shun, da parte sua, sentiva di amare entrambi allo stesso modo, ma questi continui cambiamenti d'umore da parte dell'amico non facevano altro che confonderlo, molto più di quanto egli stesso ritenesse possibile.

Faresti meglio a dimenticarti di lui, Shun, tornare a guardarlo coi soli occhi dell'amicizia.” si ammonì mentalmente, ma mentre la sua testa pronunciava quelle parole il suo cuore, immediatamente, si apprestava a rinnegarle.

Perché sì, nell'arco dei mesi Shun aveva imparato che non esisteva un solo nemico al mondo, né una singola battaglia che egli non fosse in grado di vincere, ma l'amore – quel sentimento puro e nobile che nutriva nei confronti di Hyoga – lo avrebbe sempre visto cadere e soccombere per primo.

*

Hyoga avrebbe tanto voluto prendersi a schiaffi: Aveva trascorso gli ultimi tre giorni in cerca di un pretesto per far visita a Shun e quando finalmente lo aveva trovato, era riuscito brillantemente a rovinare ogni cosa, nella maniera più stupida che potesse immaginare. Come aveva potuto essere così idiota? Shun non meritava un simile trattamento, Hyoga sapeva benissimo di non aver alcun diritto di comportarsi in quel modo, rivolgendosi a lui con tanto affetto e premura, salvo poi rinchiudersi in se stesso e prendere le distanze nel momento in cui subentrava la paura.

Paura, sì... Perché, in fin dei conti, di nient'altro si poteva parlare: paura di avvicinarsi troppo a Shun ed essere per lui ragione di dolore, paura di arrendersi al volere di un sentimento che da troppo tempo covava dentro al suo petto.

Paura di innamorarsi o, per meglio dire, di ammetterlo con se stesso.

Più di ogni altra cosa al mondo, paura di amare.

Eppure era proprio quel che stava accadendo, senza alcuna ombra di dubbio; inutile continuare a negarlo, era tutto talmente chiaro e lampante che Hyoga sarebbe potuto persino venire accecato dall'intensità devastante dei suoi sentimenti.

Non sapeva esattamente quando il suo modo di vedere l'amico fosse cambiato.

Era semplicemente accaduto e adesso il cavaliere non riusciva ad immaginare niente di più normale dei nobili sentimenti che lo legavano a Shun. I due, in fin dei conti, avevano sempre avuto un legame speciale, sin da quando – ancora bambini – vivevano a Nuova Luxor assieme a tutti gli altri aspiranti cavalieri di Athena: il piccolo Hyoga, la cui natura si era rivelata sin dal principio particolarmente fredda e distaccata, aveva trovato in Shun il suo primo vero amico e persino quando riuscì finalmente ad integrarsi con il resto del gruppo, continuò a mostrare un'evidente predilezione per il futuro cavaliere di Andromeda.

Shun, d'altra parte, trascorreva in compagnia di Hyoga tutto il tempo che non passava assieme a suo fratello e ben presto il giovane siberiano si conquistò un posto d'onore dentro al suo cuore, appena dopo il tanto adorato Ikki – il quale, probabilmente, non sarebbe stato particolarmente entusiasta di sapere che qualcun altro esercitava su Shun il suo stesso fascino e la sua stessa influenza.

Ovviamente all'epoca non si poteva certo parlare di amore e quando i due ragazzini vennero separati per dare inizio ai rispettivi addestramenti, dimenticarono per molto tempo quella grande amicizia e la tanto accesa sintonia che a lungo avevano condiviso. Tuttavia, quando dopo anni si ritrovarono a Nuova Luxor per la tanto attesa Guerra Galattica, fu come se non fosse cambiato niente.

Quantomeno, fu così per Hyoga.

Nel rivedere gli occhi verdi e brillanti di Shun, il cavaliere riconobbe immediatamente il suo tenero amico d'infanzia e una piacevole sensazione di calore lo avvolse interamente, come un dolcissimo abbraccio.

Erano passati anni, ma per il cuore di Hyoga non era trascorso un solo giorno. Lo stesso Shun doveva essersi sentito altrettanto stordito da quelle emozioni, perché da quel giorno i due tornarono ad essere inseparabili, grandi amici e confidenti come un tempo, praticamente simbiotici come mai erano stati in passato.

Con simili presupposti, in effetti, innamorarsi di Shun sembrava essere l'unica opzione possibile.

Non che Hyoga lo avesse fatto apposta, ovviamente, era semplicemente accaduto e nonostante tutti i suoi sforzi per impedirsi di pensare a lui in quel senso, il Cigno si era inevitabilmente visto costretto ad arrendersi all'evidenza e ad accettare la chiara ed inequivocabile realtà: era completamente, totalmente ed irrimediabilmente innamorato di Shun.

E questa era in assoluto l'ultima cosa che Hyoga potesse augurarsi.

Egli non voleva innamorarsi di Shun o, per meglio dire, sarebbe stato auspicabile per lui non innamorarsi mai di nessuno; certo, il fatto che fosse proprio Shun l'oggetto dei suoi desideri rendeva tutto ancora più complicato.

Faresti molto meglio a togliertelo dalla testa, Hyoga, per il tuo bene e soprattutto per la sicurezza di Shun.” era solito dirsi, soffermandosi in modo particolare su quell'ultimo punto.

La sicurezza di Shun era per lui quanto di più importante vi fosse al mondo e il Cavaliere del Cigno sapeva che il modo migliore per metterla a repentaglio sarebbe stato proprio avvicinarsi a lui più di quanto fosse consentito fare ad un amico. Del resto, Hyoga sapeva fin troppo bene quale triste sorte il fato era solito riservare a tutte quelle persone che, loro malgrado, entravano a far parte della sua vita guadagnandosi un posto d'onore dentro al suo cuore: sua madre, il suo venerato maestro, il suo vecchio compagno di addestramento Isaac... Tutti quanti erano accomunati da un unico, tragico destino.

Tutti quanti erano morti, a causa di Hyoga.

Non poteva permettere a Shun di fare la stessa fine di tutte le persone a lui care, doveva fare qualsiasi cosa fosse in suo potere per impedire al suo grande amore di abbandonarlo per sempre, così come avevano già fatto tutti gli altri. E il solo modo che aveva per accertarsi che tutto andasse secondo i suoi piani, era stare il più lontano possibile dal Cavaliere di Andromeda.

Certo, non era affatto semplice far fede ai propri propositi: Hyoga aveva tentato spesso di tenere lontano Shun, il più delle volte comportandosi persino come se non volesse neanche avere a che fare con lui, ma ogni volta che il suo sguardo incrociava anche solo per un breve istante quello dell'altro, ogni tentativo di resistenza diveniva del tutto vano, facendogli desiderare piuttosto di morire egli stesso che stare lontano dall'amico.

Sembrava essere una battaglia persa in partenza.

Eppure devi riuscirci, Hyoga, per il suo bene.” si ammonì mentalmente il ragazzo, facendo ritorno a passo lento verso la propria stanza “Smettila di essere egoista, non pensare esclusivamente ai benefici tratti dalla vicinanza di Shun e preoccupati unicamente della sua incolumità.”

Si richiuse con forza la porta alle spalle e poi si appoggiò ad essa con la schiena, lasciandosi scivolare a terra e stringendosi le ginocchia al petto, chinò la testa all'indietro e infine chiuse gli occhi, sospirando a pieni polmoni.

<< Oh, Shun. >> mormorò mestamente << Perché deve essere tutto così complicato? >>

Sospirò nuovamente.

Certo, se Shun lo avesse respinto sarebbe stato molto più semplice porre fine al suo dilemma; tuttavia, Hyoga conosceva il cavaliere di Andromeda come le proprie tasche ed era perfettamente conscio di essergli caro almeno quanto egli stesso stava lui a cuore.

Ovviamente Shun non lo avrebbe mai ammesso ed era ovvio che non sospettasse in alcun modo che i suoi sentimenti per Hyoga fossero ricambiati, tanto era insicuro, ma il giovane siberiano sapeva – anzi, era più che certo – che quei sentimenti erano reciproci e per tale ragione, non poteva assolutamente permettersi di lasciarsi andare; se Shun avesse saputo, se avesse scoperto la mutualità di quell'affetto, non avrebbe mai permesso a Hyoga di allontanarsi da lui ed era proprio ciò che questi avrebbe dovuto impedire.

Il Cigno sollevò lentamente il capo e i suoi occhi azzurri si posarono sulla parete di fronte a lui, sulla quale trionfava una vecchia cartina geografica, mezza sgualcita ma ancora perfettamente leggibile.

Un lungo sospiro si levò dalla sua gola e una decisione, infine, venne finalmente presa: Poco importava quanto sinceri e profondi fossero i suoi sentimenti, Hyoga doveva allontanarsi da Shun il prima possibile; doveva andarsene da Nuova Luxor, così da non rischiare di essere per lui alcuna fonte di pericolo.

E vi era un solo posto, in tutto il mondo, in cui avrebbe potuto farlo.


 


 


 


N.d.A: Se siete riusciti a sopravvivere a questo capitolo chilometrico e non avete provato in alcun modo il desiderio di uccidere l'autrice, allora non posso che darvi il benvenuto! xD
Dunque, cercherò di essere breve: da tempo mi ronzava intorno questa idea e adesso, grazie sopratutto a due care amiche e stimate scrittrici (per oggi non farò nomi, tanto chi deve intendere intenda e tutti gli altri in camper) mi sono finalmente decisa a pubblicare... Il che - in effetti - non so se sia un bene, ma io almeno ci provo. :D

Avrete già capito attorno a quali coppie ruoterà la storia e chi saranno i protagonisti assoluti delle vicende, ma dal momento che non voglio discriminare nessuno, cercherò di dare il giusto spazio a tutti e di trattarli con riguardi.
Ho scelto di scrivere una storia in "tempo di pace", perchè prediligo occuparmi di sentimenti piuttosto che di battaglie e guerre sante; come dico sempre, è stato Kurumada a mostrarci "i cavalieri", io preferisco invece soffermarmi sui ragazzi, sulle loro emozioni e sui pensieri più nascosti perché, in fin dei conti, non sono nati unicamente come servi di Athena.
In primo luogo, essi sono semplicemente degli esseri umani.

Un grazie a chiunque avrà la voglia e la pazienza di seguirmi e un grande bacio a tutti <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


<< Shiryu... Shiryu, presto! Ho notizie molto importanti da comunicare, prestami ascolto. >>

Più tardi, quella sera.

Mancavano ancora poche ore alla cena e dopo altre due lunghe partite a scacchi, Shiryu aveva consigliato a Seiya di ritirarsi nella propria stanza per meditare e riflettere, così da poter fare un po' di ordine nella propria testa. Credeva di essersi liberato di lui per il resto del pomeriggio e, invece, ecco che il cavaliere di Pegaso si presentava nuovamente al suo cospetto, dopo neanche un'intera ora di assenza.

<< Seiya, che ci fai qui? >> domandò il Dragone << Ti credevo nella tua stanza a meditare. >>

<< Infatti, ed è quel che ho fatto fino ad ora! >> esclamò Seiya, con aria trionfante << Ho riflettuto a lungo, ho pensato e ripensato, e adesso so cosa devo fare per distogliere la mente da tutte le preoccupazioni. >>

Shiryu inarcò un sopracciglio, in segno di perplessità.

<< I tuoi tempi di meditazione sono ben più rapidi dei miei. >> fu il suo commento scettico << Coraggio, parla pure. >>

Seiya sorrise ampiamente e, dopo un aver tirato un lungo sospiro profondo, disse: << Ho deciso di organizzare una festa. >>

<< Cosa? >> Shiryu strabuzzò gli occhi e fissò l'amico con espressione annichilita.

Era piuttosto sicuro di aver sentito bene ma, onde evitare ogni genere di dubbio, decise di porre nuovamente la propria domanda.

<< Seiya, non sono del tutto certo di aver udito bene: che cosa hai detto di voler fare? >>

<< Voglio organizzare una festa. >> ripeté il cavaliere di Pegaso, scandendo le parole così chiaramente da non lasciare a Shiryu alcuna parvenza di dubbio << Tra qualche settimana sarà Capodanno e ho pensato che potrebbe essere una bella idea organizzare una festa qui a Villa Kido. >>

<< Perché? >> domandò ancora Shiryu, sempre più incredulo e perplesso.

Seiya sospirò intensamente, con aria quasi stizzita.

<< Perché non abbiamo mai festeggiato il Capodanno assieme e ho pensato che potrebbe essere un'interessante novità. >> spiegò << Ho ricordi molto vividi delle feste organizzate in orfanotrofio quando ero piccolo, erano molto divertenti! Poiché in questo periodo non dobbiamo combattere contro minaccia alcuna, ritengo che sia il momento più propizio per rilassarsi ed organizzare una bella festa. >>

Shiryu rimase a fissare l'amico in silenzio, per diversi secondi.

In circostanze differenti avrebbe pensato a quelle parole come ad uno scherzo, ma lo sguardo di Seiya rifletteva molto chiaramente la sincerità dei suoi pensieri.

<< Dunque dici sul serio. >> mormorò il Dragone, in tono confuso << Tu vuoi davvero organizzare una festa. >>

Seiya storse il naso: << Certo che lo voglio, Shiryu, e mi ferisce profondamente sapere che tu non mi prendi sul serio. Ti sembra un'idea tanto folle, amico mio? >>

<< Io... Non lo so! >> esclamò Shiryu << Come hai detto tu stesso, non abbiamo mai festeggiato tutti assieme – non da quando abbiamo iniziato i nostri addestramenti per diventare cavalieri di Athena – e mi sembra una cosa talmente insolita. >>

Seiya fece spallucce.

<< Sì, questo te lo concedo. >> ammise << Tuttavia, l'ardire di un cavaliere non sta forse nell'affrontare con coraggio anche le situazioni di maggiore incertezza? Abbiamo combattuto contro le forze più oscure e ritengo che potremo affrontare una festa senza troppe difficoltà. >>

Shiryu sospirò a sua volta e si morse il labbro con fare pensieroso.

<< Riconosco che non si tratta di un'idea così malvagia. >> disse infine << Non hai torto nel dire che dovremmo approfittare di questo periodo di quiete e provare a rilassarci per un po', in fin dei conti anche io sento la mancanza della mia “vita normale”. Quel che non capisco, tuttavia, è per quale motivo tu abbia preso questa decisione: quali pensieri, esattamente, ti hanno spinto a simili riflessioni? >>

Seiya chinò lievemente il capo e un flebile sospiro si levò dalle sue labbra.

<< Sto cercando di non pensare a lei, Shiryu. >> dichiarò << Devo tenere mia mente impegnata e questa festa, per quanto ridicolo possa sembrare, al momento è l'unico modo che ho per riuscirvi. >>

Shiryu annuì con fare comprensivo.

<< Credo di capire. >> rispose << Continuo ad essere un tantino frastornato da tutta questa faccenda, ma immagino che tu abbia tutte le tue buone ragioni e non ho alcuna intenzione di farti sentire giudicato. >>

Il volto di Seiya s'illuminò di colpo e un ampio sorriso si fece strada lungo le sue labbra: << Oh, Shiryu... Questo significa che mi darai una mano? >>

<< Darti una mano? Io? >> protestò ancora Shiryu, tutt'altro che incline alla collaborazione << Seiya, devo forse ricordarti che si tratta di una tua idea? Per quale motivo dovrei rendermi tuo complice? >>

<< Sei il mio più caro amico, Shiryu! >> esclamò Seiya, come se quella semplice affermazione fosse di per sé sufficiente a convincere il Dragone ad accettare la richiesta << Non puoi lasciarmi solo nel momento del bisogno. >>

Shiryu sollevò nuovamente il sopracciglio e inclinò il capo con fare incerto.

<< Questa sarebbe dunque una sorta di “situazione di emergenza”? >>

<< Senza dubbio! >> dichiarò fermamente Seiya, portandosi una mano al petto con fare solenne << Si tratta di organizzare una festa per almeno una quindicina di invitati, come posso occuparmi di tutto da solo? >>

Shiryu roteò gli occhi e sospirò con tutto il fiato che aveva in corpo.

<< Probabilmente finirò col pentirmene amaramente, ma... >>

<< … Ma? >> Seiya lo guardò con i suoi grandi occhi scuri spalancati << Vuoi forse dirmi che accetterai, Shiryu? >>

Shiryu replicò un ennesimo sospiro, con esasperazione.

<< Sì, va bene. >> acconsentì << Puoi contare sul mio aiuto, Seiya. >>

<< Sììì... Fantastico! Grazie mille, amico... Prometto che non te ne pentirai. >>

<< Me ne sto già pentendo, in realtà. >> rilanciò il Dragone, lasciandosi abbracciare dall'amico entusiasta << Tuttavia, mi sembra di capire che la questione ti stia enormemente a cuore, dunque sarò felice di esserti d'aiuto. Mi auguro solo che tu riesca davvero a distogliere la mente dalle tue preoccupazioni. >>

Seiya annuì.

<< Puoi credermi, Dragone. >> assicurò << Vedrai, sarà un' esperienza indimenticabile e... Hey, potremmo invitare anche Shunrei! Non la vedi da tempo, dico bene? Non senti da morire la sua mancanza? >>

Nel sentir pronunciare il nome della sua amata, il volto di Shiryu venne di colpo solcato da uno strano sorriso, un'espressione indecifrabile a metà fra la gioia assoluta e la malinconia.

<< Molto più di quanto le parole possano esprimere. >> mormorò il Dragone << Mi sembra trascorso un secolo dall'ultima volta che l'ho stretta fra le braccia, io... Oh, mi sembra di impazzire! >>

Seiya lo guardò silenziosamente e sorrise, seppure con evidente mestizia; Shiryu se ne accorse e di colpo si sentì pervadere da un'intensa sensazione di melanconia.

<< Perdonami, Seiya, >> mormorò con un filo di voce << Sono stato indelicato, non avrei dovuto... >>

<< Non dire sciocchezze, Shiryu. >> lo interruppe prontamente Seiya, dandogli una leggera pacca sulle spalle << La mia vita privata e la tua sono due cose differenti, non ha alcun senso metterle sullo stesso piano. Se a te manca Shunrei e desideri rivederla, io non posso fare niente per impedirtelo... E neppure lo vorrei! Al contrario, mi renderebbe molto felice vedervi trascorrere assieme il Capodanno giapponese. >>

Shiryu sorrise dolcemente: << Davvero? >>

<< Naturalmente! Te l'ho già detto, Dragone, tu sei il mio più caro amico e desidero solamente che tu possa essere felice. Vederti trascorrere un giorno di feste assieme alla donna che tu ami, sarà per il mio cuore diletto sufficiente a farmi scordare ogni mio dramma e ogni preoccupazione. >>

Il sorriso sul volto di Shiryu si ampliò enormemente e con voce rigonfia di gratitudine il cavaliere rispose: << Benissimo, allora, mi hai convinto: ti aiuterò ad organizzare questa festa, Seiya, sarò il tuo fedelissimo braccio destro. Come sempre, del resto. >>

Seiya ridacchiò sommessamente.

<< Preferirei essere io il braccio destro e lasciare a te la parte di elaborazione del piano. >> rispose << Del resto, sei sempre stato tu la mente di questo nostro invincibile duo... Dico bene? E' per questo motivo che tu ed io funzioniamo tanto bene assieme. >>

Shiryu rise a sua volta.

<< In effetti le idee migliori sono sempre venute a me, ma questa volta hai un'ottima occasione per ribaltare la situazione. >> dichiarò << Intendo lasciare a te l'intera organizzazione della cosa ed occuparmi semplicemente delle questioni pratiche. Ripongo in te la massima fiducia, Seiya, sono certo che saprai cavartela egregiamente. >>

Il volto di Seiya venne solcato da un ampio sorriso euforico.

<< Dragone, come potrei vivere senza la tua preziosa amicizia?! >> esclamò con entusiasmo << Vieni qui e lascia che ti abbracci di nuovo, devo mostrarti tutta la mia immensa gratitudine e... >>

<< … E adesso credo che tu debba darti una calmata, Seiya, altrimenti consumerai tutte le energie prima ancora di esserti messo all'opera. >> lo interruppe Shiryu, scuotendo il capo con fare a metà fra lo sconsolato e il divertito << Inoltre, mi sembra ancora molto presto per far partire i festeggiamenti; dobbiamo ancora parlarne con Milady, ricordi? >>

<< Oh, Saori non sarà certamente un problema. >> gli rispose prontamente il cavaliere di Pegaso << Se conosco bene la nostra dea – e la conosco piuttosto bene, fidati di me – sarà più che lieta di partecipare ad un evento mondano, tanto più se avrà semplicemente la possibilità di svagarsi e riposare senza alcuna preoccupazione riguardo ai preparativi. Gliene parleremo questa sera a cena e vedrai che otterremo senza alcun problema anche il suo benestare. >>

Shiryu non disse niente e si limitò a spalancare le braccia, con fare arrendevole; Seiya era ormai in brodo di giuggiole.

<< Adesso, se non ti dispiace, farei ritorno in camera mia per elaborare un primo piano organizzativo. >> disse poi il cavaliere di Pegaso, senza perdere il proprio entusiasmo << Ci saranno molte cose da fare e devo darmi subito da fare se voglio convincere Saori a collaborare. Grazie per il supporto, Dragone, ci vediamo più tardi. >>

<< Aspetta un attimo, Seiya... >>

Prima ancora che Shiryu potesse portare a termine la propria frase, Seiya era già sparito, lasciandolo come al suo solito con troppe domande ancora in testa e ben poche risposte realmente soddisfacenti. Il Dragone alzò gli occhi al cielo e sospirò profondamente, non potendo – tuttavia – trattenersi dal sorridere di fronte alla testardaggine e all'entusiasmo dell'amico. Sapeva che Seiya avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di rendere quella festa assolutamente indimenticabile per tutti i presenti e lui, in qualità di suo amico più caro, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di aiutarlo a rendere quella serata semplicemente e indiscutibilmente perfetta.

*

Quella sera, come ogni sera, la cena si svolse più o meno in religioso silenzio, fatta eccezione per Seiya che – incapace di trattenere la propria esaltazione – non aveva fatto altro che agitarsi sulla sedia e prendere a gomitate il povero Shiryu, malauguratamente sedutosi al suo fianco; il Dragone aveva fatto di tutto per non reagire, ma persino la sua proverbiale calma interiore sembrava non essere abbastanza di fronte all'eccesso di entusiasmo dell'amico.

<< Seiya, per l'amore del cielo! >> esclamò ad un tratto Saori, rivolgendo al cavaliere di Pegaso uno sguardo di mero biasimo << Si può sapere che ti prende stasera? Per tutta la durata della cena non hai fatto altro che agitarti, credo che il povero Dragone abbia ormai perso l'uso del suo braccio sinistro. >>

Seiya si fece leggermente rosso in volto e sorrise imbarazzato, mentre Shiryu lo guardava di traverso e storceva il naso.

<< Perdonami, Saori... Quest'oggi sono particolarmente euforico e mi renderebbe molto felice poter condividere la mia gioia con tutti voi. >> rispose briosamente il primo << Ho avuto un'idea a dir poco brillante e vorrei rendervene partecipi. >>

Saori e i restanti cavalieri di bronzo di scambiarono una serie di occhiate incuriosite.

<< Un'idea brillante, dici? E di che si tratta, esattamente? >>

Seiya sorrise ampiamente e iniziò a parlare a macchinetta, illustrando ai presenti il proprio progetto e sforzandosi di suonare il più convincente possibile, così da persuadere tutti quanti – e in particolar modo Saori – ad accettare quella proposta.

<< Mi rendo conto che la cosa vi suonerà un tantino... Bizzarra. Tuttavia, ritengo che potrebbe essere un'esperienza estremamente positiva per tutti quanti. >> disse infine Seiya, dopo aver concluso la propria spiegazione - ed essere riuscito, inspiegabilmente, a non rimanere senza fiato << Dunque, che cosa ne pensate? Vi andrebbe di organizzare questa festa? >>

I cavalieri di bronzo si guardarono uno ad uno, con fare pensieroso, e poi si voltarono in direzione di Saori in attesa di una sua dichiarazione; la fanciulla sospirò profondamente e sorrise, rivolgendosi a Seiya con un'esperienza insolitamente gioiosa e rispondendo con voce piena di brio: << Hai proprio ragione, Seiya: adesso che finalmente la vita ha ripreso a scorrere normalmente abbiamo proprio bisogno di un po' di tempo per rilassarci e dedicarci a noi stessi! Sarà sufficiente continuare a pregare e ad allenarvi, miei amati Cavalieri, ma non vedo proprio alcun motivo per cui non dovremmo organizzare questa festa. >>

<< Come... Dici sul serio, Saori? Possiamo davvero organizzare una festa qui a Villa Kido? >> domandò confusamente Seiya, sollevando un sopracciglio ed osservando la dea Athena con leggera perplessità.

Sapeva che, con le giuste armi, sarebbe stato in grado di persuaderla senza troppe difficoltà, ma non si aspettava certo che sarebbe stato così semplice farla cedere alle sue lusinghe; evidentemente i continui combattimenti e le minacce da parte di divinità ostili erano stati troppo persino per lei, abbastanza da farle desiderare di poter condurre una vita normale e cessare finalmente di essere la dea Athena, almeno per un po'.

<< Non vedo perché no. >> rispose nuovamente Saori, con voce morbida << Sempre che la cosa stia bene anche agli altri cavalieri, ovviamente. >>

<< Oh, a noi sta più che bene! >> esclamò prontamente Jabu, eleggendosi autonomamente come portavoce di tutti i cavalieri << Non è vero, ragazzi? >>

<< Sì, certo. >> fece eco Nachi, con altrettanto entusiasmo << Anche noi cavalieri di bronzo abbiamo bisogno di un po' di riposo, di tanto in tanto. >>

Seiya fece una smorfia.

Noi cavalieri di bronzo?” pensò fra sé e sé “Come se voi aveste mai fatto qualcosa per la dea Athena, negli ultimi mesi.”

Saori sospirò felicemente.

<< Benissimo, allora siamo tutti d'accordo. >> disse << Dragone, tu cosa ne pensi? >>

Shiryu scrollò distrattamente le spalle e sospirò a sua volta, con rassegnazione.

<< Ho dato a Seiya la mia parola prima ancora che quest'idea diventasse così popolare, dunque non posso certo pensare di tirarmi indietro proprio adesso. >> asserì.

<< Meraviglioso. E voi, che cosa ne pensate? Shun? Hyoga? >>

Saori si voltò verso gli unici due cavalieri che ancora non si erano pronunciati; Shun, il quale non si sarebbe mai sognato di tirarsi indietro di fronte a una simile esperienza, non ci pensò su una seconda volta prima di rispondere uno squillante: << Sì! >> nelle orecchie della povera Saori, seduta di fianco a lui.

La fanciulla ridacchiò sommessamente, sempre più entusiasta dalla vicenda.

<< E tu, Hyoga? Anche tu sei d'accordo che la festa si faccia? >>

Il Cigno non rispose ed abbassò leggermente lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore come se si stesse trattenendo; sembrava quasi che volesse impedirsi di parlare, come se qualcosa lo frenasse dal dire ciò che realmente pensava in quel momento, ma nessuno a quel tavolo sembrò farci veramente caso.

Nessuno, ad eccezione di Shun.

<< Hyoga? >> domandò a mezza voce il cavaliere di Andromeda, guardando l'amico con espressione allarmata << Va tutto bene? >>

Hyoga deglutì e scosse con forza il capo, riprendendosi da quella sorta di atarassia in cui era piombato.

<< Sì, io... Perdonatemi, non credo che il mio voto abbia molta importanza in questo dibattito. >> rispose freddamente, scostando la sedia come per alzarsi da tavola << Non intendo partecipare alla festa, dunque non tenete conto della mia opinione. >>

<< Cosa? Che significa che non parteciperai alla festa? >> domandò immediatamente Seiya, in tono stizzito << Questo mi offende, Hyoga, hai così poca fiducia nelle mie doti organizzative? E cosa pensi di fare, allora? Te ne starai tutta la sera in camera, a costruire origami a forma di fiocco di neve e... >>

<< Quello che volevo dire, cavaliere, è che non sarò fisicamente presente. >> lo interruppe Hyoga, spazientito << Intendo partire per la Siberia domani stesso. >>

<< Cosa? >> questa volta fu Shun ad esprimere il proprio disappunto, i suoi occhi verdi spalancati e puntati su Hyoga in un'espressione di puro terrore, come se avesse appena detto di non voler mai più fare ritorno in Giappone << Hyoga, come... Che significa che vuoi partire per la Siberia? Per quale motivo? >>

<< Le mie motivazioni non ti riguardano, Shun, così come non riguardano nessuno di voi. >> replicò freddamente Hyoga, senza guardare negli occhi nessuno << Nessuno si lamenta mai quando è Ikki a partire, giusto? Io non ho forse i suoi stessi diritti ad allontanarmi da Nuova Luxor? Andrò ad allenarmi in Siberia, in fin dei conti mi sono sempre mosso molto meglio fra i ghiacci che in questo clima temperato. >>

<< E non ti senti tremendamente egoista per questo, cavaliere del Cigno? >> gli rispose immediatamente Jabu, alterandosi << Come osi abbandonare così la nostra dea Athena? Non pensi a lei e al fatto che potrebbe aver bisogno di tutti noi cavalieri di bronzo messi assieme? >>

Hyoga si alzò da tavola e rivolse lui un'occhiata sprezzante, i suoi occhi azzurri così trasparenti da sembrare di vetro.

<< Io ho prestato il mio servizio in difesa della dea Athena per gli ultimi cinque mesi, Unicorno. >> dichiarò a denti stretti << Dimmi, tu dove ti trovavi in quel momento? >>

Jabu non rispose e chinò rapidamente il capo, arrossendo per la vergogna.

Hyoga si voltò verso la dea Athena.

<< Milady, immagino che per voi non ci siano problemi. Dico bene? >>

Saori scosse il capo: << No, nessun problema. Sono certa che riusciremo a cavarcela anche senza di te, sono solo... Turbata dalla tua decisione, cavaliere. Sono certa che vi sia una valida motivazione dietro a questa tua scelta, tuttavia mi domando se non... >>

<< Milady, con tutto il rispetto, gradirei non dover rispondere ad alcuna domanda. >> tagliò corto Hyoga, in tono sempre più sprezzante << Adesso, se non vi dispiace, avrei ancora un sacco di cose da fare prima della mia partenza, perciò... Con permesso. >>

<< Aspetta un attimo, Hyoga... Hyoga! >>

Seiya provò a trattenere l'amico, ma il ragazzo fu ben più rapido e sgattaiolò fuori dalla sala da pranzo prima ancora che l'altro avesse il tempo di alzarsi in piedi e corrergli dietro; Seiya si lasciò cadere sulla sedia con un gemito profondo, le braccia conserte e il volto contrito in una smorfia di disappunto.

<< Accidenti, stupido Cigno dalla testa dura! >> bofonchiò acidamente << Ma lo avete sentito? Razza di cafone, ogni tanto potrebbe anche provare a comunicare come fanno le persone normali, invece che starnazzare parole altezzose e fuggire via in quel modo, come se tutto gli fosse dovuto. >>

<< Seiya. >> lo ammonì subito Shiryu, guardandolo di sbieco << Forse non dovresti usare parole tanto dure nei confronti di Hyoga. >>

<< Oh, adesso lo difendi anche? Lui si comporta da egoista e tu lo difendi? Andiamo, Shiryu, da quando in qua tu stai dalla parte degli opportunisti? >>

<< Seiya. >> fece eco Saori, con lo stesso tono severo con cui lo stesso Shiryu si era rivolto a lui << Ti prego, forse dovresti prestare maggior attenzione alle tue parole. >>

Seiya la fissò confusamente, senza capire.

<< Attenzione? Io? Per tutti gli dei dell'Olimpo, ma da che parte state tutti quanti? Dalla mia, oppure da quella di un biondino egocentrico che passa il tempo a... >>

<< Seiya, dannazione! >> strillò a quel Jabu, fulminandolo con il proprio sguardo << Vuoi metterti a tacere, una buona volta? >>

Seiya, a quel punto, riprese coscienza della realtà circostante e il suo sguardo cadde immediatamente sul volto di Shun, in quel momento leggermente proteso in avanti e con gli occhi ben fissi a terra, il respiro irregolare e un lieve tremolio del corpo che lasciava chiaramente intuire il suo attuale stato emotivo.

<< Shun... >>

Seiya si fece piccolo piccolo e per un attimo desiderò tanto poter sprofondare sotto al tavolo ed esalare lontano da tutti il suo ultimo respiro, completamente avvolto dalla vergogna.

<< Perdonami, Shun, non volevo alzare la voce in quel modo. Io... >>

<< Vado a parlargli. >> lo interruppe il cavaliere di Andromeda, alzandosi in piedi con uno scatto fulmineo e rivelando per la prima volta i suoi occhi verdi ricolmi di lacrime << Con permesso, scusatemi. >>

Nessuno dei presenti osò protestare e così Shun si allontanò senza aggiungere altro, all'inseguimento di Hyoga. Non appena ebbe abbandonato la stanza, Jabu afferrò una mela dal centro della tavola e la scaraventò in direzione di Seiya, colpendolo in piena fronte.

<< Aiha... Ti ha dato di volta il cervello, Unicorno? Perché diamine lo hai fatto? >>

<< Perché tu sei un vero mentecatto, Seiya. >> gli rispose l'altro a tono << Ci chiedevamo tutti quanto ancora avresti continuato ad infamare Hyoga, prima di renderti conto dell'effetto che le tue parole stavano avendo sul povero Shun. >>

<< Sì, sei un insensibile. >> concordò Ichi, lanciando a Seiya l'ennesimo sguardo truce della serata << Sai quanto i due siano amici, avresti dovuto immaginare sin dall'inizio quanto duramente avrebbe reagito Shun alla notizia della partenza di Hyoga. Insomma, dovevi per forza continuare ad infierire in quel modo? >>

Seiya storse il naso ed alzò gli occhi al cielo.

<< Come se adesso fosse colpa mia. >> protestò << Shun ha una predilezione per Hyoga e io devo misurare le parole per evitare di ferire i suoi sentimenti, non starete pretendendo un po' troppo da me? >>

<< Adesso basta, smettetela di discutere. >> intervenne infine Saori, con tono fermo e deciso << I rapporti fra i cavalieri di Andromeda e del Cigno non riguardano nessuno di noi, così come non ci riguardano le motivazioni che hanno spinto Hyoga a voler partire per la Siberia: dobbiamo avere fiducia in lui, sono certa che saprà far fede ancora una volta al giuramento da lui prestato nei confronti di Athena. Vi prego dunque di non fare domande e lasciare semplicemente che il destino segua regolarmente il proprio corso. >>

Nachi la guardò con aria interrogativa: << Dunque, fare finta che non sia accaduto niente? >>

Saori sospirò profondamente, per poi sorridere con una leggera forzatura.

<< Volevamo organizzare una festa a Villa Kido, giusto? >> disse << Non vedo per quale motivo mettere da parte questa splendida idea. Tu sei sempre d'accordo, Seiya? >>

<< Sì, ma dovrai permettermi di lasciare a me e a Shiryu l'organizzazione di ogni cosa. >> replicò prontamente Seiya, in tono quasi altezzoso << E di a Tatsumi di non immischiarsi come al suo solito, per questa volta deve giurare che non metterà bocca sul mio operato. >>

Saori rise: << Va bene, per questa volta lo lasceremo stare. >>

L'intera tavolata scoppiò in una risata fragorosa e il buonumore sembrò fare magicamente ritorno nella stanza, almeno per il resto della serata. Mentre là fuori, nel frattempo, era in procinto di scatenarsi una vera e propria tempesta.

*

<< Hyoga... Hyoga, aspetta! Fermati un attimo, Hyoga... Ti prego. >>

Hyoga si arrestò di colpo e si bloccò nel bel mezzo del corridoio, ad appena pochi passi dalla propria stanza; la voce di Shun lo aveva colto di sorpresa e adesso si sentiva come avvolto da un milione di spire soffocanti, incapace di muoversi e di agire, completamente inerme di fronte al potere del tutto inconsapevole del cavaliere di Andromeda.

<< Shun. >> mormorò con un filo di voce, senza neanche voltarsi << Che cosa vuoi? >>

<< Spiegazioni, Hyoga, direi che è il minimo che tu possa fare al momento. >> rilanciò Shun, con voce incrinata dalle lacrime << Tu... Non puoi andartene così, su due piedi, e fuggire in Siberia senza neanche dare una valida spiegazione, la cosa non ha alcun senso. >>

Hyoga si morse il labbro inferiore e serrò con forza i pugni, irrigidendosi ulteriormente.

<< In primo luogo, io non sto affatto fuggendo. >> mentì << E in secondo luogo... Da quando in qua sono necessarie delle spiegazioni? Tuo fratello viaggia di continuo eppure nessuno ha mai pensato di domandare delucidazioni, non vedo perché il sottoscritto debba essere giudicato con moneta diversa. >>

<< Lascia stare Ikki, tu non sei come lui. >> replicò Shun, con maggiore insistenza << Mio fratello è un tipo particolare, spesso ha bisogno di stare da solo e non ama la compagnia di troppe persone, ma tu... >>

<< Io sono un solitario come lui, Shun, solo che non lo do a vedere altrettanto bene. >> lo interruppe bruscamente Hyoga, continuando a fissare il pavimento; un solo sguardo in direzione di Shun e sarebbe stata la fine << Io sono freddo e distaccato, ricordi? Lo sono sempre stato, per cui non vedo come la cosa possa sorprendervi più di tanto. >>

<< Tu non sei così, Hyoga... Non lo sei affatto. >> dichiarò Shun, mentre gli occhi ricominciavano a riempirsi di lacrime << Fingi di esserlo per non essere ferito da chi ti sta intorno, eppure io ti conosco e so fin troppo bene chi è il vero Hyoga, colui che si cela dietro a quella maschera di gelo e di indifferenza. Tu non sei così, non lo sei mai stato. Io lo so. >>

<< Che cosa sai, Shun, si può sapere? >> Hyoga si voltò di scatto e lanciò al cavaliere di Andromeda uno degli sguardi più truci che avesse in repertorio << Sei così convinto di sapere tutto di me e di comprendermi meglio di chiunque altro? Ultime notizie, Shun: non è affatto così. >>

Shun lo fissò imbambolato, sempre più confuso, stranito e addolorato.

<< Hyoga, perché mi stai dicendo tutte queste cose orrende? >> farfugliò tristemente << I-io non capisco. >>

Hyoga emise una risatina sprezzante.

<< Già, come volevasi dimostrare. >> rispose << Te l'ho già spiegato, Shun, è inutile che ti sforzi di comprendere; sarebbe solamente un futile spreco di energie. >>

<< Allora potresti essere tu a spiegarmi come stanno davvero le cose, Hyoga! >> esclamò in risposta Shun, le lacrime che scendevano a fiotti lungo le sue guance << Perché vuoi andare in Siberia? Ti supplico, dimmelo. E' a causa mia? Ho forse detto o fatto qualcosa che ti ha ferito? >>

Hyoga roteò gli occhi e sbuffò fortemente, quel suo solito modo di fare sprezzante che lo aveva così stranamente contraddistinto negli ultimi tempi.

<< Dannazione, Shun... Perché devi sempre fare la vittima? >> sbraitò << Non tutto ruota intorno a te, sai? E tu non sei assolutamente al centro dei miei pensieri, perciò smettila di piagnucolare come se ogni cosa a questo mondo fosse colpa tua. >>

Qualcosa dentro al petto di Shun si spezzò completamente.

Il giovane non sapeva se si trattasse del proprio cuore, poiché in quel momento gli sembrava di non avercelo neanche più un cuore, eppure qualcosa dentro di sè era andato totalmente in frantumi e Hyoga, vincolato a lui da un legame ben più profondo dei rispettivi Cosmi, avvertì il dolore sulla propria pelle con la stessa intensità che aveva appena travolto il cavaliere di Andromeda.

<< Shun... Io... >>

Il Cigno si zittì di colpo, facendo immediatamente ritorno sui propri passi: anche se lo addolorava moltissimo dover continuare a mentire, anche se avrebbe preferito morire piuttosto che tacere ulteriormente i suoi reali sentimenti per Shun, doveva continuare a mantenere le distanze, se non per sé stesso quanto meno per lo stesso Shun, così da proteggerlo da tutti quelli eventuali pericoli che la sua vicinanza avrebbe potuto provocare.

<< … Io non ho più alcuna voglia di discutere, me ve vado in camera mia. Ti pregherei di fare altrettanto, così facendo non sei di aiuto a nessuno dei due. >>

Fece per allontanarsi e raggiungere la propria stanza, ma Shun lo rincorse e lo afferrò per un braccio, strattonandolo con tutte le sue forze.

<< Perché, Hyoga? Perché fai così? >> singhiozzò il più piccolo << Perché mi tratti in questo modo? Che cosa ti ho fatto? Fino a poco tempo fa sembravo essere tutto il tuo mondo, che cosa è cambiato da allora? Perché un giorno mi eviti e il giorno dopo fingi che non sia accaduto niente? Che cosa ho mai fatto per meritarmi questo? >>

Hyoga si morse il labbro e soffocò i singhiozzi, inghiottendo le lacrime e con esse tutto ciò che il suo cuore avrebbe desiderato pronunciare in quel momento.

<< Non c'è un perché, Shun. >> rispose con freddezza << Accetta semplicemente che io sono fatto così e lasciami andare, lasciatemi andare tutti quanti; fate ritorno alla vostra vita, senza curarvi di me. Credimi, Shun, è la cosa migliore per tutti quanti. >>

Shun era come pietrificato, incapace di rispondere o di reagire a quelli stimoli.

Si domandò di fronte a quale Hyoga si trovasse adesso: certamente non a quello amorevole e premuroso, né a quello così insolitamente distaccato; in quel momento, era come se vi fosse un terzo Hyoga dinnanzi a lui, una persona tanto egoista e sprezzante da non avvicinarsi minimamente al nobile cavaliere del quale Shun si era innamorato.

Era uno Hyoga così diverso da tutti gli altri, da non sembrare neanche reale.

<< Va bene, ho capito. >> disse infine Shun, con appena un filo di voce << Non ti disturberò oltre, ti lascerò andare come mi hai chiesto. Perdonami, tu... Va pure in Siberia, io ti lascerò in pace e non ti porrò più alcuna domanda; non voglio sapere niente riguardo alle tue decisioni, è la tua vita ed è giusto che sia tu a scegliere come viverla. Addio, Hyoga. >>

<< Addio, Shun. >> rispose l'altro, con quel suo solito tono freddo e distaccato.

Shun indugiò per appena qualche istante, fissandolo tristemente mentre Hyoga sosteneva fieramente il suo sguardo, poi finalmente si decise ad andare, dirigendosi a passo svelto verso la propria stanza, situata dall'altro lato del corridoio. Hyoga non aspettò neanche di vederlo andar via e subito si precipitò in camera sua, chiudendo la porta con violenza e gettandosi a peso morto sul materasso.

<< Mi dispiace, Shun. >>> mormorò con voce vinta, lasciandosi vincere dalle lacrime << Mi dispiace da morire. >>

Poi si raggomitolò su se stesso e si abbandonò in un pianto sommesso, ignaro del fatto che a poche porte di distanza, nella camera di Shun, si stava consumando lo stesso, identico rituale.


 


 


 

N.d.A: Lo so, in questo capitolo Hyoga sembra un tantino "bipolare", ma... Beh, ha tutte le sue ragioni, povero cignuzzo! Confesso di averlo insultato parecchio nella mia testa mentre scrivevo, ma so perchè si sta comportando in questo modo e tutto sommato non me la sento neanche di odiarlo, anche se fa soffrire il mio piccolo Shun (ma d'altra parte Hyoga è il preferito numero due, quindi non potrei odiarlo comunque).
In ogni caso questo è solo l'inizio, perchè in futuro continueranno a patire un bel po' (soprattutto Shun, visto che vale la regola del dolore direttamente proporzionale all'affetto che la scrittrice nutre nei confronti del personaggio), mentre per quanto riguarda Seiya e Shiryu... Beh, anche loro avranno modo di farsi notare parecchio. XD
Un abbraccio a tutti e alla settimana prossima... Grazie ancora a tutti coloro che hanno deciso di seguirmi :3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quella notte, né Hyoga né Shun riuscirono a chiudere occhio, il primo roso dai sensi di colpa ed il secondo praticamente incapace di fermare le lacrime. Nessuno degli altri cavalieri osò disturbarli, consapevoli del fatto che ogni tentativo di migliorare quella situazione sarebbe stato vano: Shun, sconvolto come era dalla notizia della partenza di Hyoga, non avrebbe favorito alcuna sorta di conversazione e in quanto al Cigno, era altamente improbabile che si sarebbe mai sognato di rivelare a qualcuno le reali motivazioni di quell'inaspettata decisione.

Non sarebbe stato in alcun modo possibile tentare di risollevare la situazione, così tutti quanti decisero che la cosa migliore sarebbe stata semplicemente far passare la notte ed aspettare il mattino seguente per tentare di rimettere insieme i pezzi.

Sfortunatamente, i pezzi sembravano essere già così disordinatamente dispersi da non poter più essere riallineati, almeno non in un futuro immediato: il mattino seguente, infatti, Shiryu e Seiya furono i primi a trovare in cucina quella sgradevole sorpresa , un biglietto firmato da Hyoga e lasciato in bella vista proprio sul tavolo della prima colazione, là dove tutti avrebbero potuto vederlo.

<< Oh, no. >> mormorò Shiryu, dopo aver preso il biglietto ed averne letto con somma attenzione il contenuto << A quanto pare Hyoga non ha perso tempo, è partito per la Siberia questa mattina all'alba. >>

<< Come? Dici sul serio? >> Seiya, ancora mezzo addormentato, si risvegliò tutto d'un colpo << No, non può essere. >>

<< Controlla tu stesso, se non mi credi. >> replicò Seiya, porgendo al cavaliere di Pegaso il biglietto che teneva in mano << E' scritto qui a chiare lettere, nero su bianco. >>

Seiya lesse velocemente il messaggio di Hyoga e poi lo accartocciò fra le proprie mani, gettandolo a terra con forza e disprezzo.

<< Non posso credere che lo abbia fatto sul serio, ma che cosa gli passa per la testa? E' uscito completamente di senno, per caso? >>

Shiryu sospirò profondamente: << Seiya, ti prego... Rilassati. Cerca di stare calmo, così non migliorerai certo la situazione. >>

<< Io sono calmissimo, Shiryu, non mi vedi? Sono la quintessenza della calma, nemmeno tu durante i tuoi momenti migliori riusciresti ad essere più calmo di quanto lo sono io al momento. >>

Shiryu sollevò un sopracciglio e lo guardò di traverso, per poi sospirare una seconda volta.

<< Sì, lo vedo. >> rispose a mezza voce, in tono sarcastico << Comunque non sono per niente sorpreso, visti gli esiti della cena di ieri era immaginabile che Hyoga sarebbe partito questa mattina stessa; non vi era più niente che lo trattenesse qui a Villa Kido. >>

Seiya fece una smorfia e annuì in silenziò, con evidente disappunto.

<< “Niente”, dici? >> rilanciò indispettito << E noi, allora? Non siamo forse suoi amici? Hyoga dovrebbe imparare a fare maggiore affidamento sulle persone a lui care, provare a confidarsi e non fare le cose alle spalle di chi si preoccupa per lui. >>

Shiryu ridacchiò sotto i baffi, scuotendo il capo con fare lievemente divertito.

<< Tu non conosci affatto Hyoga, amico mio. >> sentenziò << Egli è così introverso e orgoglioso, preferirebbe morire piuttosto che rivelare a qualcuno le sue paure più intime e le preoccupazioni. Le rare volte in cui sono riuscito a comprendere un suo disagio è stato solamente grazie al mio Sesto Senso, non credo di averlo mai sentito lamentarsi in prima persona di qualcosa che lo affliggeva. Davvero ti stupisci del fatto che abbia preferito tenerci all'oscuro dei suoi piani di fuga per la Siberia? >>

Seiya sospirò profondamente e replicò una seconda smorfia.

<< E Shun? Perché non si è confidato con lui? >> osservò << E' il suo migliore amico, chi meglio di lui avrebbe potuto comprenderlo e capire il suo punto di vista, senza rischiare di farlo sentire giudicato? >>

<< Evidentemente Hyoga non la pensa come te, Seiya. >> echeggiò mestamente una voce alle loro spalle << Altrimenti per quale motivo estromettermi così brutalmente dalla sua vita? >>

Seiya e Shiryu si voltarono contemporaneamente ed incrociarono lo sguardo triste e avvilito di Shun, il quale aveva appena fatto il suo ingresso in cucina.

<< Dunque è come temevo, è fuggito via prima di offrirci la possibilità di convincerlo a restare. >> mormorò il cavaliere di Andromeda, gli occhi già pieni di lacrime fino all'orlo.

Seiya e Shiryu si guardarono in silenzio, sul volto di entrambi un'espressione mesta e contrita.

<< Mi dispiace, Shun. >> rispose poi il Dragone, avvicinandosi all'amico e posando gentilmente una mano sulla sua spalla, per confortarlo << Se può consolarti, sarebbe stato comunque difficile convincerlo a non andare, perciò... >>

<< Sì, lo so bene. >> lo interruppe Shun, con un debole sorrisetto avvilito sul volto << Hyoga sa essere molto testardo, quando vuole. Non pretendevo certo di fargli cambiare idea, solo... Speravo semplicemente che sarebbe stato lui stesso, dopo questa notte, a decidersi a non partire più. Evidentemente avrà avuto le sue buone ragioni per essersene andato tanto in fretta. >>

<< Ragioni che tu non sospetti minimamente, dico bene? >> intervenne sfacciatamente Seiya, beccandosi in cambio un'occhiata sinistra da parte di Shiryu << Ieri sera hai provato a parlare con lui, se non sbaglio. Non sei riuscito a capire il perché della sua decisione? >>

Shun sospirò profondamente, con enorme tristezza.

<< Hyoga non ha voluto parlare e mi ha cacciato in malo modo. >> rispose in un sussurro << Non riesco a capire cosa gli stia succedendo, negli ultimi tempi è diventato così strano e io davvero non riesco a comprendere quel che gli passa per la testa. >>

<< Quindi è come pensavo io, c'è davvero qualcosa che lo disturba. >> intervenne Shiryu, in tono lievemente saccente << Il mio infallibile Sesto Senso non mi ha tradito neanche questa volta. >>

Seiya lo guardò di traverso e fece una smorfia.

<< Il tuo infallibile Sesto Senso non ci sarà comunque di aiuto, Shiryu, se non possiamo comunicare con Hyoga. >> bofonchiò acidamente.

Shiryu fece spallucce e sospirò flebilmente.

<< Forse il mio intuito da solo servirà a ben poco, ma il nostro amico Shun potrebbe aiutarci a fare luce su questo mistero. >> osservò il Dragone, per poi voltarsi in direzione di Shun con sguardo quasi inquisitorio, facendolo letteralmente rabbrividire.

<< I-io? >> domandò incredulo il cavaliere di Andromeda << Io vi ho già spiegato tutto quello che so. >>

<< Sì, ma hai detto anche che ultimamente Hyoga aveva un comportamento strano nei tuoi confronti. >> rilanciò prontamente Shiryu, sostenendo con insistenza il suo sguardo << Poiché io stesso ho avuto la sensazione che tu e Hyoga aveste qualcosa da nascondere, e più di una volta ho notato una certa malinconia dentro ai tuoi occhi, non posso fare a meno di pensare che le due cose abbiano una correlazione; per cui, lascia che ti ponga la mia domanda senza troppi giri di parole: E' forse accaduto qualcosa fra te e Hyoga? Qualcosa che nessuno dei due aveva il coraggio o – piuttosto - il permesso di riferire? >>

Shun si morse con forza il labbro inferiore e chinò il capo per guardare a terra; rimase in quella posizione, silente, per diversi secondi, cercando dentro di sé la forza ed il coraggio per dare risposta all'interrogativo di Shiryu. Poi, finalmente, risollevò con lentezza il capo e rivolse lui un'espressione avvilita, a tratti persino imbarazzata.

<< Non mi sento in grado di rispondere anche a nome di Hyoga, ma per quanto mi riguarda ne sono accadute molte di cose. >> rispose tentennando << Immagino di dover essere estremamente sincero con voi, amici, per cui lasciate che vi spieghi esattamente come stanno le cose. Vi prego, con tutto il mio cuore, di non giudicarmi male per quanto sto per dirvi. >>

Seiya e Shiryu si scambiarono un rapido sguardo confuso, per poi voltarsi nuovamente in direzione di Shun e annuire con fermezza. Il cavaliere di Andromeda sospirò con tutto il fiato che aveva in corpo, facendosi coraggio prima di parlare.

<< I sentimenti che mi legano a Hyoga non sono dettati dalla mera amicizia. >> confessò << Ho provato ad ignorare le mie emozioni, ma è stato del tutto inutile: esse non facevano che crescere dentro di me e per quanti sforzi abbia fatto per contrastarle, alla fine mi sono visto costretto ad arrendermi e dichiararmi vinto una volta per tutte. >>

<< Aspetta, fammi capire bene. >> lo interruppe Seiya, guardandolo confusamente << Tu... Per caso stai dicendo che tu sei... >>

<< … Innamorato di Hyoga, sì. >> confermò Shun, facendosi completamente rosso in volto << Lo sono sin da quando ne ho memoria, non credo di ricordare un singolo giorno nella mia vita in cui non sia stato così. Ho sempre tentato di non darlo a vedere, specialmente a Hyoga, tuttavia ho il timore che negli ultimi tempi lui abbia iniziato a nutrire qualche sospetto, ed immagino che siano queste le ragioni che lo hanno spinto a partire. >>

Seiya lo guardò con aria interrogativa.

<< Temi forse che le sue intenzioni fossero quelle di tenersi alla larga da te? >> chiese.

<< Non vedo altre spiegazioni. >> rilanciò Shun, con voce incrinata dalle lacrime << E' comprensibile, se ci pensi bene, non sarà certo felice di avermi continuamente intorno adesso che conosce la vera natura dei miei sentimenti. Forse non vuole spezzarmi il cuore, o semplicemente si sente in imbarazzo a starmi vicino poiché non è in grado di ricambiare i miei sentimenti. >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e sbuffò pesantemente, con fare esasperato.

<< Diamine, sembrerebbe davvero non esserci altra spiegazione. >> commentò mestamente, per poi tentare di riprendersi e confortare Shun << Questo però non significa che le cose debbano concludersi nel peggiore dei modi, magari Hyoga ha solo bisogno di un po' di tempo in solitudine per riflettere sulla questione; forse al momento preferisce stare lontano da te, ma vedrai che una volta schiaritosi le idee vedrai farà ritorno a casa e tornerà ad esserti amico come ha sempre fatto, dimenticandosi del resto. >>

<< Sì, probabilmente è così che stanno le cose. >> fece eco Shiryu, sorridendo a Shun con fare rassicurante << Non devi preoccuparti, Shun, Hyoga ti vuole troppo bene per rischiare di perderti. Sì, ora ha bisogno di starti lontano per riflettere al meglio sulla questione, ma non devi prenderla troppo sul personale: sono certo che fra un paio di settimane farà ritorno a Nuova Luxor e voi due tornerete ad essere grandi amici come un tempo, forse persino più di prima! >>

<< Inoltre, hai provato a pensare al fatto che anche lui potrebbe essere innamorato di te? >> intervenne poi Seiya, con un sorrisetto sornione sulle labbra << Sembra che tu stia dando per scontato che non ricambi i tuoi sentimenti, ma se fosse proprio il contrario? Se Hyoga avesse semplicemente bisogno di schiarirsi le idee riguardo a ciò che sente per te e avesse bisogno di farlo lontano da tutti, per non subire influenze esterne? >>

Il voltò di Shun s'illuminò di colpo.

<< Io... A questo non avevo pensato. >> mormorò a voce bassa, con contenuta eccitazione << Ammetto di aver preso in considerazione solamente l'ipotesi di un rifiuto e non mi ha mai sfiorato l'idea che anche Hyoga potesse provare qualcosa per me. Tu... Voi lo ritenete davvero possibile? >>

Seiya annuì energicamente, poi Shun si voltò in direzione di Shiryu e anche questi annuì con fermezza, imitando il gesto del cavaliere di Pegaso.

<< Il mio Sesto Senso mi ha sempre portato a credere che vi fosse qualcosa di speciale fra voi due. >> rispose il Dragone, in tono solenne << E credimi, cavaliere, il mio Sesto Senso si sbaglia di rado. >>

Seiya roteò gli occhi e sospirò profondamente.

<< Tu e il tuo Sesto Senso. >> disse, per poi sorridere ampiamente in direzione di Shun << Comunque sono d'accordo, trovo molto più plausibile che Hyoga ricambi i tuoi sentimenti, piuttosto che il contrario. >>

Shun si morse il labbro inferiore e sorrise leggermente, un bagliore di speranza che trapelava dal suo sguardo.

<< Mi è sempre sembrato più semplice pensare al peggio, immaginare di non avere speranze. >> disse << Pensavo di non avere alcuna possibilità con Hyoga, in fin dei conti perché mai un ragazzo come lui dovrebbe interessarsi a uno come me? >>

Shiryu e Seiya si scambiarono un rapido sguardo di complicità e sorrisero.

<< Ovviamente tu non hai idea di come appariate all'esterno, Shun. >> gli rispose Shiryu << Per chi vi osserva è del tutto impossibile non notare l'intesa e l'alchimia fra di voi, siete talmente affiatati che persino un bambino se ne renderebbe conto. >>

<< Sì, sono d'accordo. >> fece eco Seiya, in tono allegro << Solo tu e Hyoga non lo avevate mai notato, probabilmente perché troppo coinvolti dalla vicenda da riuscire a ragionare con lucidità. >>

Shun continuò a torturarsi il labbro con fare assorto e rimase a lungo in silenzio, meditabondo.

Hyoga, innamorato di lui.

Da una parte faceva ancora fatica a credervi, eppure in quel momento le parole di Seiya e Shiryu suonavano così convincenti alle sue orecchie. Del resto, se con il passare del tempo Shun aveva imparato ad amare così profondamente il suo amico, non era forse possibile che lo stesso Hyoga avesse maturato nel corso anni quel medesimo sentimento? E chissà che non fosse stata proprio quella la ragione di quel suo improvviso distacco, chissà che il Cigno - introverso e riservato come era – non avesse semplicemente bisogno di riflettere sui propri sentimenti per Shun il più lontano possibile da lui, così da non lasciare ad alcun evento di influenzare le proprie decisioni.

Shun sospirò profondamente, con fare sconsolato; sembrava tutto così plausibile da un lato e, tuttavia, assolutamente privo di senso dall'altro.

<< Non lo so, amici miei. >> disse infine, con voce incrinata << So solo che Hyoga mi mancherà da morire: non ho idea di quanto tempo passerà prima ch'io possa rivederlo e non so quanto a lungo potrò resistere senza conoscere la verità. Oh... Sarebbe stato molto meglio se non mi aveste detto niente, avrei preferito continuare a vivere con la convinzione che Hyoga non ricambiasse i miei sentimenti, piuttosto che con il dubbio di essere corrisposto. >>

<< No, Shun... Questo non devi dirlo. >> lo interruppe Shiryu, guardandolo duramente << E' molto meglio avere qualcosa in cui sperare, piuttosto che niente in cui valga la pena credere... Non pensi anche tu? >>

<< Shiryu ha ragione, Shun. >> fece eco Seiya, in tono entusiastico << Dai, cerca di essere ottimista! Si tratta solo di far passare un po' di tempo, nel mentre potresti aiutare me e Shiryu con l'organizzazione della festa: abbiamo un'infinità di cose da fare e un po' di aiuto ci farebbe molto comodo. >>

Shun sospirò tristemente, gli occhi che ancora una volta gli si riempirono di lacrime.

<< Vi ringrazio, ragazzi, ma al momento non ho voglia di pensare a niente. >> disse << Mi è persino passato l'appetito! Vado in camera mia a fare un po' di meditazione, ci vediamo più tardi agli allenamenti. >>

<< Oh... Va bene. >> Shiryu e Seiya si scambiarono uno sguardo contrito, seppur rassegnato << Ci vediamo dopo, Shun... Tu comunque cerca di non torturarti troppo, va bene? >>

Shun rivolse ai suoi amici un ultimo sguardo avvilito e poi, prima di andarsene, mormorò con voce intrisa di mestizia: << La vera tortura, in questo momento, è stare lontano da Hyoga. >>

Si allontanò senza aggiungere altro e si richiuse con forza la porta della cucina alle spalle, con una tale intensità da far persino sobbalzare gli altri due cavalieri.

<< Accidenti, l'ha presa davvero male. >> fu il commento di Seiya, accompagnato da un rapido sospiro sconsolato << E adesso, che cosa facciamo? >>

Shiryu sospirò a sua volta ed incrociò le braccia al petto, lo sguardo che indugiò a lungo sulla porta della cucina, come a voler osservare un'invisibile scia lasciata dal malinconico percorso di Shun.

<< Adesso aspettiamo. >> rispose semplicemente << E speriamo solo che il mio Sesto Senso non sbagli neanche questa volta. >>

*

Hyoga era ormai lontano da Villa Kido, abbastanza da sentire già la mancanza di Shun e, tuttavia, non ancora a sufficienza da non avvertire più così chiaramente la sua presenza.

Probabilmente, pensò fra sé e sé, nessuna distanza sarebbe mai stata abbastanza vasta da permettere lui di scacciate del tutto quella presenza, non sarebbe stato sufficiente trasferirsi dal capo opposto del globo; ovunque fosse andato, per quanto lontano avesse tentato di fuggire, il fantasma di quell'amore avrebbe continuato a perseguitarlo e vano sarebbe sempre stato ogni tentativo da parte di Hyoga di mettere da parte i ricordi.

Lo sapeva da tempo, ormai, più di una volta aveva sperimentato sulla propria pelle quella sensazione di malinconia: poteva mettere da parte il passato, tenerlo celato alla vista del suo cuore, ma non poteva cancellarne del tutto le tracce e alla fine, prima o poi, esso sarebbe sempre tornato a fargli visita, più opprimente e doloroso che mai. Era stato così con sua mamma, con il suo maestro e con Isaac, e adesso la stessa storia si ripeteva con Shun: Hyoga avrebbe anche potuto far finta di voler dimenticare, per un po' ci sarebbe persino riuscito, ma alla fine tutti i ricordi e le emozioni sarebbero tornati a galla ed il suo cuore, ancora una volta, si sarebbe riempito di fiele, una sensazione di amarezza che il cavaliere conosceva ormai talmente bene da poterne persino immaginare il sapore sulle labbra.

In ogni caso, aveva da tempo imparato a convivere con quella spiacevole sensazione ed era questo il motivo che lo portava a credere di poter sopportare il dolore ancora una volta, per quanto esso gli fosse stato inflitto ancor più dolorosamente di tutte le altre volte. Era forte Hyoga, molto più di quanto le sue stesse paure non volessero ammettere; sarebbe stato faticoso, certo, ma il Cigno sarebbe riuscito a vincere anche quel dolore.

In quanto a Shun... Beh, lui aveva la fortuna di potersi appoggiare agli altri cavalieri e anche nel dolore non sarebbe mai rimasto da solo. Hyoga sapeva di averlo ingiustamente sottoposto ad una sofferenza ingiustificata e sapeva anche quanto duramente il suo tenero cuore pieno d'amore sarebbe riuscito a sopportare tanta pena; tuttavia, egli conosceva anche il grande coraggio e lo splendore di Shun ed era certo che con il passare del tempo e il dovuto supporto da parte degli amici, il cavaliere di Andromeda si sarebbe rivelato ancora una volta più forte delle sue debolezze. Inoltre, il profondo senso di colpa del Cigno era lenito dalla certezza di aver agito unicamente per il bene di Shun, e se quella lontananza era l'unico modo che aveva per tenere il suo amato al sicuro dal pericolo, allora Hyoga sarebbe stato disposto a pagare quel caro prezzo senza alcuna protesta.

Qualunque scelta compiuta per il bene di Shun, si disse Hyoga, era una buona scelta.

Hyoga sospirò profondamente e si rimise in marcia, senza guardarsi indietro; il passato sarebbe tornato a bussare alla sua porta molto presto, ma adesso era il momento di guardare avanti e lasciarsi tutto il resto alle spalle, senza alcun dubbio o preoccupazione.

Senza rimpianti.

Per quelli ci sarebbe stato tutto il tempo, in futuro.

*

In quello stesso istante, molto più lontano, Ikki interruppe di colpo la propria marcia e si arrestò in mezzo alla strada, quasi fosse stato brutalmente colpito da un fulmine: un brivido percorse interamente la sua schiena ed un'intensa sensazione di calore lo avvolse da cima a fondo, paralizzandolo in ogni suo gesto.

Il cavaliere spalancò gli occhi e rimase a fissare il vuoto, terrorizzato.

<< Shun. >> la sua voce era fioca e rauca, intrisa di preoccupazione.

Non vi era alcun dubbio, qualcosa di terribile doveva essere accaduto a suo fratello e questi stava praticamente implorando il suo aiuto, sebbene in maniera del tutto inconscia; probabilmente il cavaliere di Andromeda avrebbe preferito risparmiare al fratello maggiore quest'ennesima incombenza, ma il suo cuore aveva inconsapevolmente richiesto il suo aiuto, sprigionando tutta l'energia del proprio Cosmo affinché la Fenice rispondesse al suo richiamo.

E Ikki, naturalmente, non aveva nessuna intenzione di sottrarsi al proprio dovere.

<< Non temere, Shun, sto venendo da te. >> dichiarò fermamente, alzando gli occhi a cielo e rivolgendosi ad esso come se sperasse, in quel modo, di far arrivare al fratello il proprio messaggio << Tieni duro, fratellino... Presto andrà tutto bene. >>

Poi s'incamminò in direzione di Shun, il passo svelto e accelerato, e il suo Cosmo che pulsava intensamente al pensiero del fratellino in pericolo.

Non c'era tempo da perdere, pensò fra sé e sé.

Se davvero voleva aiutare il suo fratellino, doveva sforzarsi di raggiungere Nuova Luxor il prima possibile.




N.d.A: QUALCUNO doveva pur fare la sua comparsa ad un certo punto della storia.
Non avrete mica pensato che lo avrei lasciato con le mani in mano, mentre il suo fratellino si strugge per amore? :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Se con il trascorrere dei giorni Shun divenne sempre più cupo e silenzioso, Seiya e Shiryu facevano tutto il possibile per tenersi occupati e in continua attività, cercando di coinvolgere il Cavaliere di Andromeda in ogni loro progetto, nella speranza che prima o poi questi avrebbe finito per cedere a quelle lusinghe.

In fin dei conti, pensava Seiya, era impossibile tenere il muso per sempre, nessun essere umano ne sarebbe mai stato capace.

Shun, tuttavia, sembrava aver deciso di battere il suo record personale di “Giorni trascorsi senza neanche un sorriso” e al momento era sulla buona strada per diventare ufficialmente l'abitante più triste e avvilito di tutta Villa Kido. Proprio lui, che riusciva sempre a trovare una valida ragione per essere felice, persino nei momenti peggiori, adesso sembrava non ricordare neanche come si facesse a sorridere.

Nessuno riusciva a farsene una ragione e nessuno, tuttavia, era in grado di aiutare Shun a ritrovare il suo perduto buon umore, nessuno sembrava avere gli strumenti adatti.

Questo, almeno, fino a quando Villa Kido non venne invasa da un ospite inatteso.

<< Hey, Shun! Shun, presto... Vieni giù, si tratta di una cosa estremamente importante. >>

Shun sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo e si voltò curiosamente, guardando in silenzio la porta chiusa a chiave di camera sua; negli ultimi giorni Seiya e Shiryu avevano tentato più volte di farlo uscire dalla stanza – spesso senza alcun risultato – ma quel giorno la voce di Seiya sembrava essere molto più insistente del solito e il Cavaliere di Andromeda non poté fare a meno di pensare che potesse essere accaduto qualcosa di veramente significativo.

<< Seiya, che succede? >> domandò il ragazzo, dopo aver messo da parte il proprio libro ed aver aperto la porta della stanza, soffermandosi sulla soglia << Perché tanta insistenza? >>

<< Vieni giù e lo scoprirai, ho detto che è importante! Eddai, Shun... Fidati di me. >>

Shun sospirò profondamente e si convinse a scendere, suo malgrado; percorse lentamente le scale fino a raggiungere la sala da pranzo, dove ad attenderlo insieme a Seiya e Shiryu vi era la più bella sorpresa che il ragazzo potesse mai aspettarsi di ricevere.

Per poco non si sentì mancare il fiato.

<< Niisan... Sei tu! >>

Senza aggiungere altro si gettò fra le braccia di suo fratello e si mise a piangere, sotto li sguardi inteneriti di Seiya e Shiryu che, in maniera del tutto inevitabile, non poterono fare a meno di commuoversi di fronte ad una scena tanto toccante. Ikki sorrise ampiamente e si strinse con forza al corpo del fratellino, con un lungo e profondo sospiro di sollievo.

<< Oh, Shun... Grazie al cielo stai bene. >> mormorò flebilmente la Fenice << Temevo che ti fosse accaduto qualcosa di male, ero così in pena per te! >>

Shun sollevò lentamente il capo e lo guardò con aria confusa, senza capire.

<< Qualcosa di male, dici? Cosa ti ha dato motivo per pensare una cosa simile, fratello? >>

<< E' stato il richiamo del tuo Cosmo, ho percepito il tuo bisogno di aiuto e ho creduto che ti trovassi in difficoltà. >> spiegò Ikki, staccandosi dall'abbraccio per guardare l'altro direttamente negli occhi << Come stai, fratellino? Va tutto bene? A guardarti si direbbe che tu non abbia alcuna ferita sul corpo, dunque niente farebbe pensare ad un combattimento... Eppure il tuo Cosmo era così inquieto! Deve pur essere accaduto qualcosa, se ho avvertito così chiaramente la tua richiesta di aiuto. >>

Shun si fece completamente rosso in volto e abbassò mestamente lo sguardo, come se si vergognasse.

<< Dunque tu... Tu hai percepito il mio Cosmo, Ikki? >> domandò timidamente << Lo hai sentito invocare il tuo aiuto? >>

<< Sono tuo fratello, Shun. >> gli rispose Ikki << Sai che siamo uniti da un legame speciale, io riesco sempre a sentirti in caso di pericolo. Allora, vuoi dirmi cosa è successo esattamente? Per quale motivo il tuo Cosmo ha invocato il mio aiuto? >>

Shun non rispose e iniziò a torturarsi il labbro inferiore, sforzandosi di non guardare suo fratello negli occhi; non poteva raccontare come stessero esattamente le cose, era certo che Ikki sarebbe andato completamente fuori di testa se avesse conosciuto le reali motivazioni che avevano spinto il Cosmo di Andromeda a ricercare così ardentemente quello della Fenice.

<< Shun? >> insistette Ikki, guardandolo severamente << Sto aspettando. >>

Nessuna risposta.

Ikki iniziò seriamente a spazientirsi.

<< Shiryu! Seiya! >> tuonò il Cavaliere, voltandosi verso gli altri due << Dal momento che mio fratello sembra aver momentaneamente perso la capacità di comunicare, vi dispiacerebbe dirmi che cosa è accaduto da queste parti? Sapete, ho come la sensazione che voi due sappiate molto più di quanto non vogliate darmi a vedere. >>

I due si guardarono timorosamente, non potendo fare a meno di trasalire.

<< Dunque, noi... In realtà, Shiryu ed io... >> farfugliò nervosamente Seiya, guardando il Dragone di sottecchi come in cerca di supporto.

Sapevano entrambi quanto Ikki potesse diventare pericoloso se contraddetto, ma non potevano certo pensare di tradire la fiducia di Shun così a cuor leggero, anche perché una simile violazione sarebbe stata sufficiente a farlo infuriare come una bestia, tanto da scatenare una vera e propria Nebulosa di Andromeda all'interno di Villa Kido.

<< Allora? >> insistette Ikki, sempre più spazientito << Volete vuotare il sacco, sì o no? Che c'è, avete perso tutti la lingua? Devo forse andare a cercare Hyoga per ottenere delle rispos... >>

Si bloccò di colpo, come se avesse tutto d'un tratto realizzato qualcosa di ovvio che, fino a quel momento, non era riuscito a visualizzare.

<< Ragazzi, dov'è Hyoga? >> domandò curiosamente, guardandosi intorno con fare circospetto << Non l'ho ancora visto e credo di sentire un po' la mancanza del suo solito, acido starnazzare. Che c'è, si è rinchiuso in camera per uno dei suoi soliti momenti di ascesi oppure... >>

<< Hyoga non è qui. >> lo freddò immediatamente Shun, in tono piatto e asciutto << E' partito per la Siberia qualche giorno fa. >>

<< Come? Sul serio? >> fu il commento sorpreso di Ikki << E perché mai lo avrebbe fatto? Credevo che aveste deciso tutti di restare a Villa Kido per un po', cosa può averlo spinto a partire proprio adesso? >>

Shun sospirò tristemente e non rispose, lasciando così a Shiryu l'incombenza di tale compito.

<< Non lo sappiamo, Ikki. >> disse il Dragone, sospirando a sua volta << Hyoga non ha voluto fornirci alcuna spiegazione, ha detto che non erano affari nostri. E' stato un tantino scortese, in effetti, ma immagino che avesse le sue buone ragioni per comportarsi in maniera così brusca e scostante. >>

<< Probabilmente tu lo capisci meglio di tutti noi, visto quanto di frequente ti allontani. >> fece eco Seiya, una lieve punta di acidume che traspariva dal tono della sua voce.

Shiryu lo guardò di traverso e lo colpì con una poderosa gomitata nello stomaco, ma Ikki sembrò non farci particolarmente caso e, al contrario, si mostrò più divertito che adirato dall'affermazione appena pronunciata dal cavaliere di Pegaso.

<< In effetti, credo di capirlo. >> rispose in tono giocondo << Non prendetevela troppo con lui, Cavalieri, noi solitari abbiamo spesso bisogno di un po' di libertà, i legami troppo stretti talvolta ci fanno mancare il respiro! Vedrete che Hyoga tornerà presto, non avete alcun motivo di essere... >>

Il Cavaliere s'interruppe ancora una volta, attratto da una forte ondata di energia proveniente da suo fratello, un'energia che – apparentemente – egli era il solo a percepire; si voltò rapidamente in direzione di Shun e in quel momento fu come se riuscisse a leggergli dentro, come se ogni singola parte del suo corpo fosse fatta di cristallo.

Shun s'irrigidì di colpo e in quel momento sentì il proprio sangue raggelarsi nelle sue vene, perché – evidentemente – Ikki non era ormai troppo lontano dallo scoprire la verità.

<< Shun, cos'è questa storia? >> domandò severamente la Fenice << Perché il tuo Cosmo ha ricominciato a pulsare come l'altro giorno? Che cosa sta succedendo? >>

Shun arrossì maggiormente e si voltò dall'altro lato, per sfuggire al penetrante sguardo inquisitorio di suo fratello.

<< Niisan, ti prego. >> implorò << Non adesso. >>

Avvolse entrambe le braccia attorno al suo corpo come a voler trattenere il suo Cosmo, ma l'energia da esso sprigionata era talmente forte da non conoscere ostacoli e in men che non si dica, arrivò a Ikki rimettendo assieme tutti i pezzi di quell'assurdo e intricatissimo mosaico.

<< E per Hyoga, vero? >> gridò il Cavaliere della Fenice << E' a causa di Hyoga che stai così male, dico bene? Shun, rispondimi. >>

Shun continuò a torturarsi il labbro inferiore, trattenendosi dal rispondere; sapeva che in quel modo avrebbe semplicemente accresciuto le ire di Ikki ma era come paralizzato, bloccato all'idea di dover rivelare a suo fratello la realtà dei suoi sentimenti.

<< Shun, adesso inizio davvero ad innervosirmi. Conto fino a tre, poi esigo che tu mi dica la verità: Uno... Due... >>

<< … Shun è innamorato di Hyoga, ed è per questo motivo che la sua partenza lo ha tanto intristito. >> intervenne a quel punto Seiya, tutto d'un fiato << La notte prima della partenza i due hanno litigato e il giorno seguente Hyoga se n'è andato senza neanche salutare, lasciando solamente un bigliettino per informarci della partenza. Negli ultimi tempi si comportava in maniera strana con Shun, perciò tuo fratello teme di essere, in qualche modo, causa di questa sua partenza improvvisa. >>

<< Seiya! >> esclamarono all'unisono Shiryu e Shun, il primo in tono di biasimo e il secondo con voce letteralmente rigonfia di terrore.

Ikki, da parte sua, sembrava essere del tutto incapace di proferire parola.

<< Di un po', Seiya, ti ha dato di volta il cervello? >> lo sgridò Shiryu, con sguardo sinceramente adirato << Questi non sono affari nostri, chi ti ha dato il diritto di immischiarti in faccende che non ti riguardano? >>

<< Beh, Ikki voleva sapere la verità e Shun non sembrava essere particolarmente propenso a parlare, così ho pensato di accorciare i tempi. >> si giustificò il cavaliere di Pegaso, come se realmente non riuscisse a comprendere che cosa vi fosse di tanto sbagliato in quel suo gesto << Che c'è, ho forse fatto male? >>

Shiryu si batté una mano contro la fronte, sconsolato, mentre Ikki si parò di fronte a Shun e lo costrinse ancora una volta a guardare dentro ai suoi occhi, così da poterlo finalmente affrontare.

<< E' vera questa storia, Shun? >> domandò severamente il maggiore, con aria minacciosa << Tu sei veramente innamorato di Hyoga? >>

Shun chinò nuovamente il capo e fece segno di sì con la testa, senza parlare.

In fin dei conti, pensò fra sé e sé, non sarebbe servito a molto continuare a nascondere la verità.

<< Ed è anche vero che avete litigato? >> insistette Ikki << E' come ha detto Seiya? Lui si comportava in maniera strana nei tuoi confronti e ha deciso di partire così, di punto in bianco, senza dire niente? >>

Shun annuì per la seconda volta: << Sì, Niisan. >>

Ikki rimase in silenzio per qualche secondo, mordendosi il labbro con fare pensieroso, come se la sua mente stesse tentando di elaborare; aveva un'aria stranamente pacata e il Cavaliere di Andromeda – che lo conosceva fin troppo bene – sapeva che non vi era da aspettarsi nulla di buono da quello sguardo così placido ed insolitamente tranquillo.

<< I-Ikki? >> azzardò timidamente Seiya, non potendo nascondere una leggera punta di timore << V-va tutto bene, amico? >>

<< IO GIURO CHE LO AMMAZZO! >> berciò a quel punto il cavaliere della Fenice, facendosi completamente rosso in volto e iniziando a muoversi freneticamente per tutta la stanza << SPENNERO' QUEL DANNATO PENNUTO CON LE MIE STESSE MANI, DOVESSE ESSERE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO! >>

Shun arretrò rapidamente e andò di corsa a nascondersi dietro al divano, al riparo dalla rabbia e dall'irruenza di Ikki.

Oh sì, pensò fra sé e sé, sarebbe stato molto meglio tenere suo fratello all'oscuro di ogni cosa.

<< Ikki, ti prego... Cerca di calmarti, non ti sembra di stare esagerando? >> intervenne cautamente, tentando inutilmente di sedare l'ira del Cavaliere.

<< Esagerando? Io?! >> sbraitò Ikki << Quella specie di anatra spennacchiata fa soffrire mio fratello e io starei esagerando?! >>

<< Non puoi prendertela con Hyoga in questo modo, neanche sappiamo come stiano realmente le cose fra lui e Shun! Forse se provassimo a capire meglio... >>

<< Capire? Che cosa c'è da capire? Quell'idiota di un siberiano sta giocando con i sentimenti di mio fratello ed è mio dovere fargliela pagare! >> il volto di Ikki era ormai completamente paonazzo e una grossa vena minacciosa aveva appena iniziato a pulsare sul suo collo, così voluminosa e prepotente da far credere di poter esplodere da un istante all'altro << Santo cielo... Mi prudono le mani! Spero tanto che il pennuto non si decida a tornare troppo presto dalla sua gita, altrimenti serviremo cigno arrosto come portata principale per celebrare il suo ritorno! Oppure alla griglia, non saprei... In ogni caso, ci sarà la sua dannatissima testa su di un piatto d'argento! >>

<< Ikki, ascolta... >>

<< Forse dovrei colpirlo con un Pugno della Fenice, anche se non sono del tutto sicuro che Athena approverebbe. Magari se provassi a confonderlo con un Fantasma Diabolico otterrei comunque lo stesso risultato. >>

<< Ikki! >>

<< Oppure potrei affrontare la cosa diversamente, prenderlo da parte e... >>

<< INSOMMA, LA VOLETE SMETTERE TUTTI QUANTI?! >>

Ikki, Seiya e Shiryu di voltarono rapidamente in direzione di Shun, appena uscito dal proprio nascondiglio e intento a guardare tutti quanti con un'espressione a metà fra il rabbioso e l'angosciato, le lacrime che scivolavano copiose lungo il suo volto.

<< Vi prego, non ce la faccio più a sentir parlare di Hyoga. >> gemette il Cavaliere di Andromeda << Voi ve ne state lì, a discutere della sua partenza come se la cosa neanche vi toccasse, con mio fratello che continua a pronunciare frasi senza senso, ma per me è una vera tortura ascoltarvi! Per favore, io... Vorrei semplicemente essere lasciato in pace. >>

Si voltò in direzione di Ikki e lo guardò duramente, in modo così intenso e inaspettato da farlo persino rabbrividire; il Cavaliere della Fenice deglutì con forza.

<< Shun, io... >>

<< No, Ikki... Questa volta non ho nessuna intenzione di ascoltarti. >> lo freddò Shun, con voce rotta dalle lacrime << Ti sono davvero grato per essere accorso così rapidamente, ma non sono stato io a domandare il tuo aiuto! Non è colpa mia se il mio Cosmo ha pensato di mettersi in contatto con il tuo, non era ciò che volevo; in questo momento, desidero solamente restare da solo. >>

Ikki lo guardò confusamente, annichilito da quelle parole per lui così apparentemente senza senso.

<< Che stai dicendo, Shun? >> farfugliò << No, tu non sei così... Tu non rifiuteresti mai il mio aiuto. >>

Shun si morse il labbro inferiore e si voltò di scatto, mordendosi con forza il labbro inferiore, per non lasciarsi sopraffare dai singhiozzi.

<< Adesso non lo voglio. >> bubbolò astiosamente << Voglio solo essere lasciato in pace. Da tutti voi. >>

<< Shun, aspetta un attimo! Non andar... >>

<< Lascialo stare, Ikki. >> lo interruppe Shiryu, afferrandolo per un braccio e fermandolo prima che potesse seguire Shun fuori dalla stanza << Ha ragione lui, adesso ha bisogno di rimanere solo per un po'. E' meglio così, credimi: tuo fratello non è più un bambino, non puoi continuare a stargli addosso come facevi un tempo. >>

<< Ma... Perché fa così? >> Ikki sospirò mestamente e si voltò nella direzione dalla quale, pochi istanti prima, Shun aveva fatto la sua uscita di scena << Non riesco a capirlo, Shiryu, in tutti questi anni non ha mai rifiutato il mio aiuto, neanche una volta. >>

Shiryu sospirò a sua volta, per poi abbozzare un leggero sorrisetto contrito in direzione di Ikki.

<< Perché è innamorato, amico mio. >> gli rispose con naturalezza << Le persone innamorate, molto spesso, si comportano come non ci saremmo mai aspettati da loro. >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e storse il naso, in segno di protesta.

<< Appunto, ragione in più per volersi tirare fuori dalle faccende amorose. >> biascicò << Te l'avevo detto, Shiryu, che era tutta una perdita di tempo! No, questa storia non fa per me... Non voglio ridurmi ad un vegetale come Shun. >>

Ikki lo guardò di traverso, sollevando un sopracciglio con aria perplessa: << E tu che diamine c'entri? >>

<< Niente, lascialo perdere! >> Shiryu fulminò il Cavaliere di Pegaso con lo sguardo << Seiya ha la tendenza ad essere un tantinello egocentrico, di tanto in tanto. Non è vero, Seiya? >>

Seiya roteò gli occhi e sbuffò con pesantezza, per poi annuire.

<< Sì, sono un egocentrico, per questo ho deciso di organizzare una festa qui a Villa Kido. >> rilanciò con sarcasmo << Resterai con noi abbastanza da potervi partecipare, Ikki? >>

<< Come... Una festa? >> Ikki sembrava sempre più confuso << Vi prego, ditemi che state scherzando. >>

Un ennesimo sospirò esasperato si levò dalle labbra di Shiryu.

<< Siamo tutti fin troppo seri, purtroppo. >> gli rispose << Se avrai la pazienza di stare con noi abbastanza a lungo, ti metteremo al corrente di tutte le ultime, esaltanti novità. >>

<< E' forse sarcasmo il tuo, Dragone? >> fece eco Seiya, indispettito << Se così fosse, sappi che non mi diverte affatto. Non dovresti sminuire le mie trovate, considerato poi il fatto che tu stesso ti sei dichiarato a favore... Devo forse ricordartelo? >>

<< Ti prego, Seiya, adesso non ricominciare! >>

<< No, io ricomincio eccome! Ti prego, Ikki... Di' qualcosa anche tu! >>

Ikki sospirò profondamente e ridacchiò sotto i baffi, distendendo le labbra in un lungo sorrisetto divertito.

In fin dei conti, pensò fra sé e sé, era bello fare ritorno a casa, di tanto in tanto.

*

Hyoga chiuse gli occhi, sospirò profondamente e si strinse entrambe le ginocchia al petto, raggomitolandosi in una vecchia coperta sdrucita di fronte ad un piccolo falò, che sembrava bruciare a fatica in mezzo a quelle lande desolate.

Era fredda, la sua Siberia, molto più di quanto egli ricordasse.

Hyoga si ritrovò inevitabilmente a pensare a quanto buffo e – a tratti, persino ridicolo – fosse il fatto che proprio lui, che da sempre aveva tratto le proprie energie dal freddo e dalla desolazione di quelle terre, adesso riuscisse a malapena a sopportarli.

Era cambiato, su questo non vi era alcun dubbio: non era più il ragazzino freddo e schivo di un tempo, talvolta persino sprezzante nei confronti dei sentimenti e delle emozioni umane, adesso era diventato un uomo profondo e sensibile, che dietro a quell'imperitura facciata di ghiaccio nascondeva un cuore puro e generoso, oltre che un grande, irrefrenabile desiderio di amare.

Desiderio che, tuttavia, non gli sarebbe mai stato concesso di realizzare.

Hyoga scosse energicamente il capo, ridestandosi dai propri pensieri.

Doveva smetterla di pensare ai suo amici, a Nuova Luxor e a tutto ciò che, negli ultimi tempi, aveva imparato a chiamare casa; adesso era quella casa sua, la Siberia con i suoi venti freddi e le sue steppe deserte, e rimanere ancorato ai ricordi non aveva proprio alcun senso, almeno non in quel momento.

Basta pensare al calore e alla dolcezza che Shun e gli altri Cavalieri erano soliti trasmettergli: doveva tornare ad essere freddo e distaccato, proprio come un tempo.

Già... Come se fosse una cosa semplice.” pensò fra sé e sé, ulteriormente raggomitolato dentro alla propria coperta “Come posso obbligarmi a non pensare a qualcuno che non voglio dimenticare?”

Sospirò profondamente e sollevò il capo in direzione del cielo, soffermandosi a fissare le stelle con occhi colmi di amore e inevitabile preoccupazione.

<< Che cosa dovrei fare, Mama? >> mormorò con voce rotta << Dovrei davvero sforzarmi di dimenticare Shun? Vivere la mia vita lontano da lui, come se egli non fosse mai entrato a farne parte? >>

Un ennesimo sospiro si levò dalle labbra di Hyoga e il poi il ragazzo abbassò nuovamente il capo, chiuse gli occhi e si morse il labbro per trattenere le lacrime, il vento che iniziava a soffiare con maggiore intensità, tanto da far traballare le fiamme davanti a lui.

Stava arrivando una tempesta, ne era più che sicuro.

Alzò nuovamente gli occhi al cielo e scrutò curiosamente le nuvole all'orizzonte, il vento che accentuava la propria forza e il freddo che si faceva sempre più pungente, praticamente impossibile da sopportare. Il Cigno si alzò lentamente e lasciò cadere a terra la coperta, chiuse gli occhi e spalancò le braccia, lasciandosi travolgere da quella perturbazione.

Coraggio, Hyoga... Cerca di ricordare chi sei.” si disse in silenzio, respirando a pieni polmoni quell'aria di tempesta “Dimentica Shun, Nuova Luxor e tutto ciò che ancora ti trattiene... Dimentica ogni cosa e lasciati andare, diventa un tutt'uno con il ghiaccio e con la neve. Ricordati sempre chi sei, Hyoga, poiché da questo momento in poi non ti rimane nient'altro che te stesso.”

I vento sibilò intensamente e Hyoga riaprì di scatto gli occhi, fissando l'orizzonte davanti a sé con aria di sfida: la tempesta era ormai arrivata, carica di rabbia, ferocia e distruzione.

E Hyoga non aveva nessuna paura di affrontarla.

*

<< Shun? Shun, posso entrare? >>

Shun si rigirò nel letto e si mise a braccia conserte, dando le spalle alla porta di camera sua, dietro alla quale si trovava in quel momento Ikki, che da circa dieci minuti stava bussando senza interruzione alcuna, nella speranza che prima o poi Shun avrebbe finito col cedere per sfinimento.

<< Shun! Eddai, fratellino, apri questa porta. >>

Shun alzò gli occhi al cielo e sbuffò energicamente, issandosi di scatto per strillare in direzione della porta: << Che vuoi ancora, Ikki? Credevo di averti detto di lasciarmi in pace! >>

<< E' vero, lo avevi detto, ma io ho deciso di non starti a sentire. Mi conosci, Shun, sai che potrei continuare a bussare alla tua porta per delle ore... Davvero non vuoi darmi il permesso di entrare? >>

Shun sospirò nuovamente e, infine, si alzò in piedi e si decise ad aprire la porta, sperando di riuscire – in questo modo – di mettere a tacere quel rompiscatole di suo fratello; un ampio sorriso di trionfo si dipinse sul volto della Fenice, nel momento in cui l'immagine di Shun fece la propria comparsa sulla soglia.

<< Era ora! >> esclamò il più grande, facendosi strada dentro alla stanza di suo fratello << Stavano iniziando a farmi male le nocche. >>

Shun lo guardò malamente e fece una smorfia.

<< Sai, Niisan, per essere un tipo che non ama la compagnia sai essere decisamente invadente, quando ti ci metti. >> bubbolò, mettendosi a braccia conserte << Che cosa vuoi? >>

Ikki sospirò profondamente e si accomodò sul letto di Shun, facendo lui segno di accomodarsi al suo fianco.

<< Parlare con te, fratellino, stavolta senza che tu ti tiri indietro come hai fatto l'ultima volta. >> gli rispose << Guarda che non sto cercando di rimproverarti o altro, io sono sinceramente preoccupato per te! Seiya e Shiryu mi hanno detto che negli ultimi tempi è diventato praticamente impossibile avvicinarsi a te, e questo non è certo lo Shun che io conosco! Non riesco ad accettare che quello stupido pennuto danzante ti abbia ridotto in questo stato. >>

Shun abbozzò un leggero sorriso, divertito dal nuovo epiteto coniato da suo fratello.

<< Hyoga non c'entra, Niisan. O almeno, non completamente. >> replicò in tono malinconico << Sono stato io a permettere lui di ridurmi in questo stato, se vi è qualcuno da dover biasimare quello sono proprio io. >>

<< Cosa? >> Ikki lo guardò confusamente << Ma, Hyoga... >>

<< Hyoga non mi ha mai fatto alcuna promessa. >> lo interruppe il cavaliere di Andromeda, lasciandosi cadere sul materasso accanto a lui << Insomma, non ci siamo scambiati giuramenti d'amore o che so io... Siamo sempre stati due semplici amici, niente più. Amici speciali, questo te lo concedo, ma nulla che andasse al di là di questo mero rapporto di affetto. Hyoga aveva tutto il diritto di partire, non doveva certo chiedere il mio permesso! >>

<< Beh... Avrebbe potuto almeno domandarti cosa ne pensavi! >> esclamò nuovamente Ikki, con voce alterata << L'opinione del suo migliore amico non conta niente, per lui? >>

Shun si morse il labbro inferiore e guardò il fratello di traverso, storcendo il naso.

<< Strano che sia proprio tu a dirlo, Ikki. >> lo canzonò << Non mi risulta che tu ti sia mai comportato diversamente, eppure io sono tuo fratello. >>

Ikki arrossì di colpo e abbassò rapidamente il capo, con aria di vergogna.

<< T-touché, fratellino. >> balbettò << Va bene, immagino che le mie argomentazioni siano finite. Tuttavia... >>

<< Tuttavia niente, Ikki. >> Shun sospirò nuovamente, alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo << La questione ormai è chiusa, lo hai detto anche tu. Come puoi vedere, non c'è davvero niente di cui dobbiamo parlare. >>

Ikki deglutì sommessamente e rimase in silenzio per qualche secondo, semplicemente a fissare il volto di Shun, che in quel momento ritraeva tutta la malinconia e la mestizia che si celavano dentro al suo cuore.

Un'immagine, per lui, a dir poco straziante.

<< Tu però lo ami, Shun. >> mormorò pochi istanti dopo, incapace di trattenere ulteriormente quel commento tanto ovvio da far persino male alle orecchie di Shun << Questo non è un dettaglio che puoi pensare di trascurare. >>

Un ulteriore sospiro flebile si levò dalle labbra del cavaliere di Andromeda, che si raggomitolò su se stesso e avvolse entrambe le braccia attorno al proprio corpo, come a volersi isolare dal dolore.

<< Forse dovrei sforzarmi di ignorare i miei sentimenti. >> replicò a mezza voce << In fin dei conti, non so neanche se essi siano ricambiati! Seiya e Shiryu vorrebbero che io non demordessi, secondo loro il cambiamento improvviso di Hyoga e la sua partenza potrebbero dipendere proprio da sentimenti confusi nei miei confronti, eppure io non riesco ancora a convincermene. Tutto ciò che so, Ikki, è che Hyoga è diventato sempre più freddo nei miei confronti e questa partenza per la Siberia non migliora certamente le cose: insomma, come posso non pensare che si sia stancato di me, o che in qualche modo abbia deciso di allontanarmi? >>

Ikki, a quel punto, si ritrovò inevitabilmente a sorridere e gli si fece più vicino, avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle in un gesto di conforto.

<< Oh, fratellino... Avere me come fratello non ti ha proprio insegnato nulla, non è vero? >>

<< Cosa? Che intendi dire? >> Shun lo fissò curiosamente.

<< Che è proprio tipico di noi persone introverse allontanarci dalle persone che amiamo, per timore di far loro del male. Tu forse non lo avrai mai notato, ma per certi versi Hyoga ed io siamo molto simili: non amiamo raccontare i fatti nostri, spesso ci rinchiudiamo nella nostra solitudine, e abbiamo enormi problemi ad affrontare faccia a faccia i nostri sentimenti. >>

Shun spalancò gli occhi con interesse e sollevò il capo; pendeva letteralmente dalle labbra di suo fratello.

<< Tu... Stai forse dicendo che anche Hyoga... >>

<< Hyoga ti adora, fratellino, lo ha sempre fatto e questo non cambierà mai, qualunque cosa tu faccia o dica. >> gli rispose la Fenice << Tu temi che voglia allontanarsi da te, io ritengo piuttosto che lo stia facendo per necessità, per tutelarti da qualcosa. >>

Shun sembrava sempre più confuso: << Tutelarmi, dici? E da cosa sentirebbe mai il bisogno di tutelarmi? >>

Ikki fece spallucce.

<< Questo non posso saperlo, mi dispiace. >> rispose << Non riesco a leggere nella mente di Hyoga, mi limito a fare un'analisi accurata della situazione, in quanto persona dotata di una visione del mondo piuttosto simile a quella del soggetto in questione. Immagino di comprendere il suo atteggiamento molto meglio di quanto faresti tu, fratellino. >>

Shun increspò le labbra in un broncio pronunciato.

<< Già, puoi ben dirlo. >> bofonchiò << Non riesco proprio a capire cosa gli passa per la testa, se veramente mi vuole bene allora perché ha deciso di escludermi dalla sua vita così, di punto in bianco, e senza neanche addurre una valida spiegazione? >>

Stavolta fu Ikki a sospirare, rivolgendo poi al fratellino un rapido sorrisetto malinconico.

<< Perché per quelli come noi è molto più semplice fare così. >> replicò << So che non riesci a capirlo, che per te sarebbe molto più semplice parlare e trovare un punto d'incontro... Ma noi esseri introversi siamo estremamente complicati, non riusciamo ad aprirci agli altri con la stessa facilità con cui vi riescono gli altri. >>

<< E allora, che cosa dovrei fare adesso? >> domandò il cavaliere di Andromeda, con fare sconsolato.

Ikki sospirò profondamente, e in tono pacato e rassicurante rispose: << Aspettare, Shun. Temo proprio che non vi siano alternative. >>

Shun annuì silenziosamente, per poi sospirare con mestizia.

<< Aspettare. >> ripeté in un sussurro << E' molto più facile a dirsi che a farsi. >>

Ikki lo guardò con dolcezza e sorrise, con fare di conforto.

<< E' una vera fortuna che ci sia io qui con te, fratellino! >> esclamò allegramente la Fenice, stringendosi maggiormente al corpo del più giovane << Vedrai che insieme supereremo ogni cosa, te lo prometto! Del resto, non è a questo che servono i fratelli maggiori? >>

Shun sorrise a sua volta e si rannicchiò fra le braccia di Ikki, sospirando beatamente.

<< Grazie, Niisan. >> mormorò dolcemente << Sono felice che tu sia tornato. >>

<< Anche se fino a pochi minuti fa non volevi neanche farmi entrare in camera tua? >>

Shun rise.

<< Anche se fino a pochi minuti fa non volevo neanche farti entrare in camera mia. >> rispose << Ho bisogno di te, Niisan, adesso più che mai. Prometti che stavolta non te ne andrai? Non riuscirei a sopportare anche la tua assenza. >>

Ikki fece segno di no con il capo, sorridendo ampiamente.

<< Tranquillo, fratellino, ho intenzione di restare a Nuova Luxor per molto tempo. >> rilanciò in tono divertito << E poi, non posso certo perdermi la festa di Capodanno! Seiya l'ha definita “L'evento del secolo” e se Shiryu ha davvero deciso di dargli corda, allora immagino che ne valga davvero la pena parteciparvi. >>

I due fratelli scoppiarono a ridere e nel momento in cui i loro sguardi, complici, s'incrociarono, Shun avvertì un'intensa sensazione di calore al petto, un'emozione che da tempo non avvertiva sulla propria pelle, e che sembrò restituirgli, per un attimo, tutta la fiducia e la speranza che per troppo tempo aveva lasciato sepolte in fondo all'anima.

E in quel momento, per la prima volta dopo giorni, sentì di non essere più solo.


 


 



N.d.A: Ed eccolo qua, il nostro fratellone preferito.
Bentornato, Niisan, e grazie di cuore per essere accorso in aiuto di tuo fratello.
Mi rendo conto che la "regola del preferito" sta diventando sempre più evidente in questa storia, fra Shun e Hyoga non so chi sto facendo soffrire di più... E devono ancora accaderne di cose.
Beh, io la smetto di spoilerare e vi ringrazio ancora per l'effetto e la pazienza, ci risentiamo la settimana prossima! :D

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La tempesta fu molto più violenta di quanto Hyoga non si fosse immaginato.

Il vento gelido della Siberia soffiava con un'intensità disarmante, così forte e violento da riuscire a malapena a tenersi in piedi, mentre la neve cadeva dal celo in maniera copiosa ed incessante, tanto da non permettere al Cigno di guardare al di là del proprio naso. Hyoga si sentì mancare il fiato e crollò a terra esausto, il capo chino e rivolto verso quella gelida neve dentro alla quale, lentamente, stava affondando.

Non riusciva a credere di essersi indebolito a tal punto: Il clima della Siberia non era diverso da quello che aveva sempre conosciuto, il suo corpo non aveva mai sofferto a causa di quel freddo e, al contrario, il suo Cosmo non aveva mai smesso di trarre energie da esso; era proprio questo ciò che più amava delle sue terre, il fatto che – più di ogni altra cosa al mondo – lo facessero sentire invulnerabile.

Adesso tutto era cambiato.

Hyoga non si sentiva più invulnerabile, bensì fragile ed indifeso, come spogliato di ogni sua forza e abilità di resistenza; avvertì per la prima volta il freddo sulla pelle, la fatica nelle ossa, la paura nel suo cuore, come se tutti quelli anni trascorsi a fortificarsi fra i ghiacci e le nevi avessero, di colpo, perso ogni significato.

Come un Cigno, le cui ali spezzate impediscono ormai di spiccare il volo.

Hyoga provò a rialzarsi, ma ogni sforzo fu del tutto vano e in men che non si dica si ritrovò nuovamente a terra; si sentì mancare il fiato, ogni singola fibra del suo corpo sembrava piangere dal dolore e dalla fatica.

Il cavaliere emise un leggero gemito strozzato.

Eppure sarebbe bastato così poco per salvarsi, bruciare il suo Cosmo fino all'estremo e liberarsi da quella fredda prigione innevata. Hyoga, tuttavia, sentiva di non averne la forza.

Come poteva continuare a lottare, quando sentiva di non averne più alcuna ragione?

Sì, forse combattere lo avrebbe aiutato a sopravvivere in mezzo a quella bufera, ma a quale scopo? Lontano da casa, da Shun e da tutto ciò che riusciva a renderlo felice, Hyoga sentiva di non avercelo più un vero e proprio scopo.

E' forse questo il mio destino, dunque?” pensò dolorosamente fra sé e sé, tentando a malapena di reagire “Sono destinato a restare sepolto qui, fra queste nevi che un tempo sono state la mia casa?”

Il vento ululò più forte, come a voler dar lui una risposta, mentre la neve continuava a scendere copiosa ed implacabile; Hyoga sentiva di essere ormai all'estremo delle proprie forze.

<< No... Non così... >> sospirò a fior di labbra, allungando una mano in avanti e affondandola nella neve, come a voler trarre energia da essa << … Non posso lasciarmi andare in questo modo. >>

Provò a tirarsi su, ma il vento fu ancora una volta più forte di lui e con tutta la violenza che possedeva lo scaraventò ancora una volta a terra, facendolo rotolare giù per la vallata; Hyoga, a quel punto, chiuse gli occhi e con tutto il fiato che ancora gli restava in corpo urlò al cielo tutto il suo dolore, la sua paura e la sua infinita, sconsolata desolazione.

Una sola, inconfondibile parola, si levò dalle sua labbra mentre il vento lo trascinava giù per la discesa.

<< Shuuuuuuuuuun! >>

Poi, ad un tratto, un rumore sordo ed un dolore lancinante alla testa, un' improvvisa sensazione di vuoto e smarrimento, come se il suo intero corpo fosse stato interamente risucchiato via dal proprio Cosmo.

Poi, più niente.

Non un solo rumore, un soffio di neve o un alito di vento.

Soltanto il bieco, desolato silenzio della Siberia.

*

Nel frattempo, a Villa Kido, si stava svolgendo una vera e propria cena di benvenuto in onore di Ikki, il cui ritorno aveva reso immensamente felice non sono il giovane Shun ma anche la dea Athena, la quale non poteva fare a meno di provare un profondo e gradevole senso di sollievo ogni volta che vedeva il suo cavaliere più indisciplinato fare ritorno a casa, a chiara dimostrazione di tutta le lealtà e la devozione che nutriva nei suoi confronti.

<< E' una tale gioia averti nuovamente qui con noi, Ikki. >> aveva detto la fanciulla, accomodandosi come sempre al suo posto d'onore, proprio al centro della tavolata << Mi auguro solo che per questa volta non ti limiterai ad una visita breve, cavaliere. >>

Ikki fece segno di no con la testa e si sedette proprio di fronte alla dea, di fianco a suo fratello Shun.

<< Assolutamente no, Milady. >> rispose << Stavolta ho intenzione di restare il più a lungo possibile. Del resto, anche noi girovaghi abbiamo bisogno di fare ritorno al nido di tanto in tanto, e in questo momento credo che ci sia più bisogno di me qui a Nuova Luxor che altrove. >>

Nel pronunciare quelle ultime parole i suoi occhi si spostarono rapidamente su Shun e questi abbassò di colpo lo sguardo, arrossendo imbarazzato. Un lungo e dolcissimo sorriso si fece strada lungo le labbra rosee della dea Athena, la quale si ritrovò a fissare entrambi i fratelli con occhi colmi di affetto e partecipazione.

<< Questo mi rende molto lieta, cavaliere. >> dichiarò con voce morbida << Quali che siano le motivazioni che ti hanno spinto a fare ritorno, sono semplicemente felice di averti di nuovo qui con noi, seppure in tempo di pace. La tua presenza mi fa sentire molto più sicura. >>

<< Già, anche a me. >> mormorò Shun con filo di voce, accertandosi che solamente suo fratello potesse udirlo.

I due si scambiarono un rapido sguardo complice, mentre Seiya – seduto al lato destro di Saori – incominciava a servirsi un'abbondante porzione di riso, prima ancora di riceverne il permesso.

<< E' una vera fortuna che tu abbia deciso di restare, Ikki, così potrai partecipare alla festa di Capodanno! >> esclamò a bocca piena il cavaliere di Pegaso, sputacchiando in qua e là chicchi di riso ad ogni parola << Vedrai, sarà un vero spasso! Shiryu ed io ci stiamo impegnando davvero moltissimo ad organizzare ogni cosa nel minimo dettaglio. >>

Shiryu, dal suo posto accanto a Seiya, alzò appena appena un sopracciglio e sollevò gli occhi al soffitto, sospirando con fare lievemente esasperato.

<< A dire il vero, non abbiamo ancora iniziato a fare un bel niente. >> commentò in tono asciutto << Il gran cerimoniere Seiya ancora non ha preso alcuna decisione sul tema della festa e finché non riceverò le sue direttive precise, non potrò fare niente per dare il via ai preparativi. >>

<< Andiamo, Shiryu... Quante storie per un po' di ritardo sulla tabella di marcia! >> protestò Seiya, guardando l'amico di traverso << Lo sai che mi piace prendermi un po' più di tempo per ragionare sulle questioni, preferisco avere le idee ben chiare piuttosto che rischiare di affidarmi all'improvvisazione. >>

Jabu, seduto ad appena pochi posti di distanza da Seiya, lo guardò malamente e storse in naso in segno di dissenso, prima di rispondere in tono acido e sgarbato: << Che strano, Seiya, ho sempre pensato che tu agissi unicamente sulla base dell'ispirazione del momento! In tutta onestà, non ho mai creduto che fossi realmente in grado di ragionare su qualcosa. >>

<< Come... Razza di stupido ronzino, ripetilo ancora se hai il coraggio! >> sbraitò in risposta Seiya, alzandosi in piedi come a voler menare le mani << Roba da matti, se davvero pensi di avere il diritto di rispondermi in questo modo, allora io... >>

<< Seiya, placa i bollenti spiriti. >> lo ammonì duramente Shiryu, rivolgendo lui una profonda occhiata severa << Ti sembra forse questo il luogo e il momento adatto per mettersi a fare discussioni? >>

Seiya si lasciò cadere nuovamente sulla sedia, incrociando le braccia al petto e mettendo su una sorta di broncio pronunciato.

<< Ha cominciato lui. >> bubbolò a denti stretti, i suoi occhi che di sottecchi fissavano il cavaliere di Unicorno con livore e irritazione.

Jabu storse il naso e si limitò a sostenere quello sguardo con la stessa durezza, mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di commentare qualcosa di estremamente sgradevole. Shiryu alzò nuovamente gli occhi al cielo e sospirò profondamente, sempre più esasperato.

<< Oh miei dei. >> commentò a mezza voce, sotto li sguardi divertiti di tutti gli altri Bronze << Vi prego, ditemi che cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo? >>

Ikki e Shun scoppiarono in una risata fragorosa, alla quale si unì dopo pochi secondi anche Saori, che in quel momento era intenta a servirsi di un'abbondante dose di verdure e salsa di soia; la fanciulla sospirò beatamente, felice di ritrovarsi finalmente circondata da risa, gioia ed allegria, lontana dal dolore e dalle continue sofferenze che la guerra era solita portare.

<< Miei cavalieri, sapeste quanto mi rende felice vedervi così allegri e sorridenti dopo tanto tempo. >> dichiarò dolcemente << Niente più guerre e nemici contro cui dover combattere, nessuna preoccupazione per le sorti dell'umanità o... >>

Fu proprio in quel momento, nel pronunciare quell'ultima frase, che Saori si sentì brutalmente percorsa da un brivido intenso, una sensazione di vuoto e di gelo che l'avvolse interamente, facendola sentire come pietrificata; le posate le caddero di mano e il suo sguardo si perse nel vuoto, quasi a fissare un qualcosa di troppo lontano e irraggiungibile.

Nove teste si voltarono in fretta verso di lei, silenziosamente.

<< Saori, che ti prende? >> domandò preoccupato Seiya, guardandola con espressione visibilmente allarmata << Sei diventata pallida, sembra quasi che tu abbia appena visto un fantasma! Che sta succedendo? >>

<< Milady. >> mormorò ad un tratto Shun, fissando intensamente la fanciulla, e con voce talmente fioca e flebile da risultare a malapena percettibile << Vi prego... Ditemi che non lo avete sentito anche voi. Vi supplico, ditemi che riuscite ancora a percepirlo. >>

Ikki si voltò rapidamente in direzione di Shun, fissandolo con accesa curiosità; Saori, da parte sua, abbassò mestamente lo sguardo e fece segno di no con la testa, mordendosi il labbro inferiore come a volersi trattenere dal pronunciare ad alta voce quell'amara, inesorabile sentenza.

<< Vorrei poter dire che è così, Cavaliere. >> dichiarò questa in tono spento << Credimi, vorrei tanto poterlo fare. >>

Gli occhi di Shun si riempirono di lacrime e il ragazzo dovette mordersi con forza il labbro inferiore, per impedirsi di urlare con tutto il fiato che ancora gli era rimasto in gola.

<< Shun? Shun, che sta succedendo? >> domandò a quel punto Ikki, rivolgendosi a lui con occhi ricolmi di ansia e preoccupazione, quella tipica sensazione che era solito avvertire ogni volta che il dolore si manifestava così chiaramente nello sguardo del fratello << Perché stai piangendo, che cosa ti prende? E poi, che cosa c'entra Milady? >>

Il suo sguardo andò a posarsi immediatamente sulla figura di Saori, ancora con lo sguardo tristemente rivolto a terra.

<< Milady? >> insistette Ikki, irrobustendo prepotentemente il tono della propria voce << Milady, vuole dirmi che cosa sta succedendo? Perché vi siete adombrata così di colpo e perché il vostro improvviso incupimento ha suscitato su mio fratello lo stesso, identico effetto? Che cosa ci sta nascondendo, Milady? Avanti, risponda! >>

<< Saori, ti prego. >> intervenne nuovamente Seiya, sforzandosi di suonare il più tranquillo e rassicurante possibile, così da non far sentire la fanciulla eccessivamente sotto pressione << Vuoi dirci che cosa sta succedendo? >>

Saori sollevò lentamente il capo e guardò tutti i suoi cavalieri uno ad uno, soffermandosi infine sulla figura di Shun, ancora tremante e con le lacrime agli occhi.

<< Si tratta del Cavaliere del Cigno. >> spiegò << Il suo Cosmo si è spento all'improvviso. >>

Nel sentir pronunciare quelle parole, quasi esse avessero risvegliato in lui la consapevolezza di quel che era accaduto, si alzò di scatto e corse fuori dalla sala da pranzo, senza dire una sola parola.

<< Shun! >>

Ikki non indugiò un solo istante e lo seguì rapidamente, lasciando il resto dei cavalieri interdetti e ancora troppo confusi da rendersi pienamente conto di quanto stesse accadendo. Il cavaliere della Fenice riuscì a fermare il fratello appena in tempo, poco prima che questi riuscisse a sparire su per le scale e dentro alla sua stanza, dentro alla quale – certamente – avrebbe finito per seppellirsi per chissà quanto tempo (forse persino per giorni interi).

<< Shun, ti prego... Vieni qui, stammi ad ascoltare! >>

<< Che cosa vuoi, Ikki? >> sbraitò a quel punto Shun, gli occhi talmente appannati dalle lacrime da renderlo quasi incapace di mettere a fuoco l'immagine di suo fratello << Ti prego, almeno per questa volta lasciami in pace! Non hai sentito quello che ha detto Milady? Vuoi forse che sia io stesso a ripetertelo? Davvero avresti l'ardire di infliggermi una simile tortura? >>

Ikki lo guardò confusamente, spiazzato da tanta inaspettata irruenza.

<< Io... Shun, io sto solamente cercando di esserti vicino. >> rilanciò con fare incerto << La notizia di quanto è accaduto a Hyoga è stata a dir poco spiazzante e io voglio semplicemente esserti accanto in un momento così difficile. Non devi prendere le distanze da me, fratello, io so esattamente come ti senti. >>

<< No, invece! >> gli rispose l'altro, a denti stretti << Non puoi sapere come mi sento, Ikki... Tu non ne hai la minima idea. Puoi cercare di starmi vicino – ed io te ne sarò immensamente grato – ma non puoi pretendere di capire come mi sento... Non ne hai il diritto. >>

<< Che cosa? >> se solo Ikki avesse provato ad osservare con maggiore attenzione lo sguardo addolorato di Shun, probabilmente si sarebbe trattenuto dal pronunciare quelle dure e severe parole che seguirono << Sai una cosa, Shun? Forse sei proprio tu a non avere il diritto di prenderti un'esclusiva sulla morte di Hyoga. Tu sei innamorato di lui? Beh, di là in sala da pranzo ci sono altre otto persone che non riescono a mandar giù l'idea di averlo perso per sempre, me compreso. Era nostro amico, Shun. Credi davvero che sia semplice accettare l'idea della sua morte? Pensi forse che il nostro dolore sia inferiore al tuo, oppure che... >>

<< Tu non hai sentito il suo Cosmo spegnersi, Ikki! >> tuonò a quel punto Shun, la voce che si perse interamente fra i singhiozzi e il suo corpo che sembrò quasi afflosciarsi su se stesso, ormai del tutto privo di energie << Non hai avvertito il gelo scorrere nelle tue vene, il vuoto penetrare dentro te e fin dentro la tua anima. Non hai sentito l'energia di Hyoga estinguersi tutto d'un colpo e non sai che cosa significa sentirsi semplicemente persi, senza più alcun senso o direzione in cui andare. Non hai provato niente di tutto questo e nessun altro, a parte me, saprai mai che cosa si prova in un momento simile, per cui ti prego... Ti prego, smettila di dire che sai esattamente come mi sento. >>

Ikki non rispose, rimase semplicemente immobile di fronte a suo fratello e non fu più in grado di proferire una singola parola. Del resto, come avrebbe potuto? Non vi erano argomentazioni che reggessero, nessuna obiezione da porre nella speranza di far ragionare suo fratello o fargli cambiare in qualche modo idea.

Aveva ragione Shun, dopo tutto: non sarebbe mai stato in grado di capire che cosa provava.

O forse sì.

Del resto, sapeva fin troppo bene che cosa significasse perdere una persona cara e anche se nel corso degli anni aveva cercato di mettere da parte quelli orribili ricordi, niente e nessuno sarebbe mai stato in grado di cancellarli del tutto dalla sua mente.

<< Sai, Shun... Forse è come dici tu. >> disse infine il più grande, con un tono di voce insolitamente pacato << Probabilmente non capirò mai come ti senti davvero, ma una cosa è certa: so perfettamente che cosa significa dover dire addio alla persona che si ama. Conosco il dolore e la sofferenza, so come ci si sente all'idea di non poterla mai più rivedere, di non poter più udire il suono della sua voce, specchiarsi dentro ai suoi limpidi occhi... Conosco tutto quanto. Forse non capirò ogni cosa, ma posso assicurarti che riesco a comprendere il tuo stato d'animo meglio di chiunque altro. >>

Shun, a quel punto, riuscì a calmare in buona parte le lacrime e a ritrovare la sua solita tranquillità – per quanto, naturalmente, la situazione lo rendesse possibile; si avvicinò ad Ikki lentamente e poi, senza dargli neanche il tempo di accorgersene, si gettò fra le sue braccia e si strinse a lui in un caloroso abbraccio, ricominciando subito a piangere senza sosta.

<< Perdonami, Niisan. >> singhiozzò il cavaliere di Andromeda, seppellendo il proprio volto del petto del fratello << Non volevo essere così brusco e arrogante, mi dispiace. Non avrei dovuto dirti tutte quelle cose, io... >>

<< Shhh, lo so. >> mormorò gentilmente Ikki, carezzandoli con dolcezza i capelli e la fronte << Lo so, fratellino, non devi spiegarmi niente. Come ti ho già detto, so bene come ti senti. >>

Shun tirò sonoramente su col naso.

<< Ho sentito il suo Cosmo spegnersi, Ikki. >> ripeté con voce rotta e sfiatata << Tutto ad un tratto, ho sentito il vuoto esplodere dentro di me e nella mia anima. E' stato orribile, io... Non riesco ancora a credere che sia accaduto veramente. >>

<< Sai, è proprio questo che non riesco a capire. >> disse poi Ikki, staccandosi leggermente dall'abbraccio di Shun così da convincerlo a guardare dentro ai suoi occhi << Come hai fatto a sentire il suo Cosmo, Shun? Posso capire Milady, ma tu... La Siberia è così lontana! Né io né gli altri cavalieri siamo riusciti a percepirlo, possibile che il Cosmo di Andromeda sia così potente? >>

Shun, a quel punto, si fece leggermente rosso in volto ed incominciò a mordersi energicamente il labbro inferiore, come a voler prendere tempo prima di rispondere.

<< N-non... Non si tratta solo di questo, Ikki. >> disse infine << Indubbiamente il Cosmo di Andromeda è molto potente, ma non è questa la ragione per cui riesco a sentire quello di Hyoga persino a distanza di migliaia di chilometri. O meglio, riuscivo a sentirlo. >>

Ikki lo guardò confusamente: << Spiegati meglio. >>

Shun tirò un lungo sospiro profondo.

<< Ricordi quanto accadde durante la nostra scalata verso il Grande Tempio, vero? Il momento in cui, con il calore del mio Cosmo, risvegliai Hyoga dal suo eterno sonno di ghiaccio? >>

Ikki annuì in silenzio.

<< Qualcosa di veramente incredibile accadde quel giorno: il Cosmo di Andromeda, così forte e potente, si unì a quello ancora troppo debole del Cigno, e non si limitò semplicemente a restituirgli tutto il vigore che aveva perso, no; in quell'istante, i nostri due Cosmi, così apparentemente distaccati e diversi l'uno dall'altro, si unirono in un'unica, immensa fonte di energia. >>

<< Non capisco. >> intervenne dubbiosamente Ikki, sempre più perplesso << Vuoi dire che da quel giorno tu e Hyoga condividete lo stesso Cosmo? >>

Shun scosse energicamente il capo.

<< No, niente affatto. >> rispose << Diciamo più semplicemente che si è creato un legame speciale fra di noi, più forte di quello che ci unisce a qualsiasi altro cavaliere di Athena. Noi riuscivamo a sentirci, Ikki, a qualunque distanza. Non riuscivamo a percepire i nostri pensieri più intimi né a sapere con certezza dove ci trovassimo, ma sapevamo di essere vivi, semplicemente avvertivamo la nostra energia e sentivamo di essere sempre presenti dentro al Cosmo dell'altro. Non è come fra me e te, Niisan, è una cosa ben più complessa e complicata... Non sono neanche del tutto certo di riuscire a spiegarla. >>

Ikki sorrise debolmente e lo guardò con dolcezza, sforzandosi di trasmettere lui tutto l'affetto e la tenerezza che quelle parole avevano appena suscitato.

<< Non devi spiegarmi proprio niente, fratellino. >> replicò morbidamente << In un certo senso, penso di aver capito. Immagino quanto tu debba sentirti addolorato in questo momento, e credo che adesso tu debba solamente... >>

<< Adesso, ho semplicemente bisogno di stare da solo. >> lo freddò immediatamente Shun, abbassando nuovamente lo sguardo e allontanandosi da lui di qualche passo << Per favore, dì a Milady e agli altri cavalieri che preferisco trascorrere il resto della serata in camera e domanda loro scusa da parte mia. >>

Ikki sospirò a sua volta, per poi annuire con fare ormai del tutto rassegnato.

<< D'accordo, Shun, se questo è ciò che desideri io rispetterò le tue volontà. >> dichiarò comprensivo << Sappi solo che, se mai avessi bisogno di qualcuno, potrai sempre contare sul mio supporto, per qualsiasi cosa. >>

Shun abbozzò un sorrisetto di gratitudine e lo guardò con dolcezza, per poi rispondere con voce fioca e vellutata: << Lo so, Niisan, e ti ringrazio. Se mai avessi bisogno di te saprò sempre dove trovarti, solo... Beh, non per stanotte. >>

Detto ciò, il cavaliere di Andromeda si voltò in silenzio e si diresse a passo lento verso la sua stanza, sotto lo sguardo impotente di Ikki che, almeno per questa volta, si era visto costretto ad accettare il fatto che la sua presenza fosse diventata del tutto superflua. La Fenice sospirò profondamente e con abbondante mestizia, poi girò nuovamente i tacchi e si apprestò a fare ritorno in sala da pranzo, dove il resto della compagnia era ancora intenta a sospirare e versare lacrime per la triste sorte del povero Hyoga.

*

<< Mamma! Mamma! Guarda, mamma: Si sta svegliando! >>

Hyoga si ridestò pian piano e provo a guardarsi curiosamente intorno, ancora piuttosto debole e privo delle energie necessarie a risollevarsi completamente; non furono necessari più di pochi istanti per realizzare che si trovava dentro ad una calda e confortevole 'izba* siberiana, con le pareti in legno e il soffitto rivestito di travi, un delizioso profumino di spezie che aleggiava nell'aria e il tepore del camino che lentamente si diffondeva nella stanza.

<< Mamma, mamma! Presto, vieni a vedere. >>

E un ragazzino biondissimo, dai grandi occhi azzurri e la voce fastidiosamente squillante, che saltellava vivacemente sul suo materasso.

<< Mamma! Mam... >>

<< Va bene, va bene... Penso che la mamma abbia capito. >> intervenne ad un tratto Hyoga, cercando di risollevarsi per quanto potesse << Non ritengo necessario che tu continui a saltarmi addosso in questo modo. Non pensi anche tu, piccolo? >>

Il bambino si voltò curiosamente verso di lui e sorrise ampiamente, scivolando lungo il materasso ed accovacciandosi educatamente al bordo del letto, postazione perfetta per osservare il nuovo arrivato con tutta l'attenzione e l'interesse che meritava.

<< Pensavamo che eri morto. >> disse in tono squillante << Papà ti ha trovato svenuto in mezzo alla neve, ha detto che il cuore batteva ancora e che doveva assolutamente portarti in salvo. Ha detto anche che una persona normale sarebbe morta in mezzo a tutto quel freddo, tu però sei riuscito a sopravvivere. Sei una specie di dio, per caso? >>

<< Cosa? >> Hyoga lo guardò confusamente, con aria perplessa << No, io... Certo che no. >>

<< Allora forse sei un angelo. >> insistette il bambino << In camera mia c'è il ritratto di un angelo e ti somiglia moltissimo. Sicuro di non essere il mio angelo custode, venuto a vegliare su di me? >>

<< Ma che cosa... No, assolutamente no! >> esclamò nuovamente Hyoga, mostrandosi sempre più stranito ed esasperato << Che assurdità sono queste, io non sono un angelo... Sono una persona normale, come tutte le altre. >>

Il bambino fece spallucce.

<< Allora sei solo molto fortunato. >> asserì << Il mio papà ti ha salvato la vita, potevi anche morire se non fosse arrivato in tempo e... >>

<< Santo cielo, Dimitri... Per favore, lascialo respirare! >>

Una donna dai lineamenti dolci e materni, due grandi occhi verdi ed espressivi, lunghi capelli castani raccolti in una treccia e tante graziose lentiggini disseminate per tutto il viso, fece il suo ingresso dentro alla stanza, attirando immediatamente su di sé l'attenzione di Hyoga; il ragazzo la fissò curiosamente e senza proferire parola, intimorito e al tempo stesso affascinato da quella presenza.

<< Ti sei ripreso, finalmente! >> esclamò la donna, con voce ilare << Che gran sollievo, eravamo tutti così in pensiero per te... No, aspetta! Non ti alzare, sei ancora troppo debole per simili sforzi. >>

La donna accorse immediatamente in soccorso di Hyoga che, piuttosto inconsciamente, aveva tentato con risultati alquanto scarsi di scendere dal letto e rimettersi in piedi; il ragazzo sembrò non gradire molto quel gesto eccessivamente materno e protettivo, e non poté trattenere una leggera smorfia di disappunto nel momento in cui la sua infermiera gli rimboccò nuovamente le coperte.

<< Così, da bravo. >> lo ammonì dolcemente la donna, rilassando le labbra in un tenero sorriso che riuscì ad addolcire nuovamente il ribelle Hyoga << Non devi essere così precipitoso, ci vorranno ancora un po' di giorni prima che tu riesca a recuperare tutte le tue forze. Probabilmente non te lo ricordi neanche, ma sei rimasto privo di sensi per molto tempo. >>

<< Sì, la mamma ha detto che avevi un grosso bernoccolo sopra la testa. >> aggiunse il piccolo Dimitri, con la sua solita – e decisamente inappropriata, pensò Hyoga – euforia << Per questo ti ha messo quella fasciatura, uguale a quella che già hai sull'occhio. >>

Il ragazzo si portò rapidamente una mano all'occhio sinistro, sfiorando delicatamente con le dita la benda che lo ricopriva.

<< Che cosa è successo, esattamente? >> domandò confuso << Ho la testa così pesante e caotica, io... >>

<< Tu hai avuto una fortuna sfacciata, ragazzo mio! >> la interruppe la donna, a metà fra il severo e il sollevato << E' stato mio marito Boris a trovarti in mezzo alla neve, dopo che la tempesta si era placata: eri completamente pallido in volto, eppure respiravi ed il tuo cuore batteva ancora. Deve essersi certamente trattato di un miracolo, nessun essere umano riuscirebbe mai a sopravvivere a simili temperature per tutte queste ore. >>

<< Secondo me è un angelo, anche se lui dice di no. >> trillò allegramente Dimitri, mettendosi a saltellare sul pavimento << Che bello, mamma, abbiamo ricevuto la visita di un angelo. >>

Hyoga scosse il capo con fare sconsolato e sospirò profondamente, mentre la madre di Dimitri ridacchiava sotto i baffi, con aria divertita.

<< Dimitri, che cosa ti ha detto la mamma riguardo agli ospiti? >> domandò questa, con voce morbida e sguardo autorevole.

Dimitri chinò lievemente il capo e si morse il labbro inferiore, quasi intimidito.

<< Che non bisogna essere invadenti. >> rispose a mezza voce, per poi voltarsi in direzione di Hyoga << Scusami, prometto che non lo farò più. >>

Hyoga non riuscì a trattenere un ampio e grazioso sorriso di tenerezza.

<< Non fa niente. >> rispose << Puoi continuare a chiamarmi angelo, se la cosa ti fa piacere. >>

<< Per il momento, direi che non è proprio il caso di prendersi simili confidenze. >> intervenne la donna, afferrando Dimitri per le spalle e massaggiandole dolcemente << Cerca di essere rispettoso nei confronti del nostro ospite, d'accordo piccoletto? >>

Dimitri annuì solennemente, sfoggiando un ampio sorriso compiaciuto.

Hyoga ridacchiò a sua volta, finalmente un po' più sollevato e tranquillo.

<< Oh, a proposito... Non mi sono ancora presentata, che razza di cafona. >> disse poi la donna, voltandosi cortesemente in direzione di Hyoga e sorridendo ampiamente << Il mio nome è Anja, molto piacere di conoscerti. >>

<< E io sono Dimitri! >> echeggiò prontamente il bambino, mettendosi sull'attenti di fronte a Hyoga.

Anja ridacchiò dolcemente.

<< E questo è Dimitri, come avrai capito. >> ripeté rallegrata << E tu, invece? Qual è il tuo nome, ragazzo? >>

Hyoga, a quel punto, si guardò le mani come in cerca di una risposta e poi sollevò lentamente lo sguardo, i suoi occhi vuoti e smarriti che si ritrovarono a fissare Anja e Dimitri con aria estremamente confusa e spaesata.

<< Beh, io... >> mormorò a mezza voce, gli occhi che iniziarono pian pian a riempirsi di lacrime << ... A dire il vero, io non me lo ricordo. >>







N.d.A:  * La 'Izba (o Isba) è una tipica abitazione rurale russa, generalmente a uno o due piani, interamente costruita di tavole di legno e tronchi d'albero, abitata da contadini (detti muzik)


 

Buonasera a tutti... Direi proprio che, arrivata alla fine di questo capitolo, un po' di note sono doverose.
In primo luogo, mi dispiace per la quintalata di angst: sfortunatamente l'idea di Hyoga che perde la memoria è stato proprio l'input iniziale di questa storia, dunque ero partita praticamente da subito con l'idea che le cose dovessero andare in questo modo. Ovviamente TUTTO tornerà a sistemarsi (io sono assolutamente a favore del lieto fine), ma penso che ci vorrà del tempo.


Non so quanto possa reggere la mia teoria sui cosmi di Hyoga e Shun in connessione: ero sicura che Saori fosse in grado di percepire chiaramente i propri cavalieri, anche da lontano (insomma, è la dea Athena) ma se non ricordo male, non è semplice per un cavaliere capire dove possa trovarsi un suo compagno, specie se così lontano (se non erro, riescono principalmente a riconoscere i nemici e a percepirli quando sono nei dintorni)... In ogni caso, se qualcosa non dovesse quadrare, fatemelo pure sapere e cercherò di risistemare le cose. :)

Mi sono per altro resa conto del fatto che, non volendo, tempo fa avevo pure scritto una one shot che si ricollega perfettamente a questa nuova long, tanto che potrebbe persino sembrare un missing moment: nel caso vi interessase, io ve la linko :)

Ah, un'ultima cosa: per ideare i personaggi di Anja e Dimitri, mi sono ispirata ai personaggi di Anna  e Kristoff (ovviamente da piccolo) di Frozen:     

Vi ringrazio come sempre per l'attenzione e la pazienza, e vi do appuntamento alla prossima settimana. <3


 


 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


<< Aspetta... Come sarebbe a dire che non te lo ricordi? >>

Anja e Dimitri guardarono Hyoga con aria sinceramente confusa e perplessa, in attesa di una sua risposta; il ragazzo, tuttavia, sembrava tutt'altro che disposto ad accontentare le loro richieste, ben più stranito e spaventato dei suoi due salvatori.

<< M-mi dispiace, io... Io proprio non ci riesco. >> mormorò imbarazzato Hyoga, gli occhi rigonfi di lacrime e confusione << Sto cercando di mettere a fuoco i ricordi, ma non ce la faccio. Ho come un vuoto, nella mia testa c'è il buio totale. >>

Si sentiva completamente inerte e spaventato, come se la sua mente fosse sprofondata nel nulla, avvolta dall'oscurità; senza preoccuparsi di apparire troppo fragile ed impaurito di fronte a due perfetti sconosciuti – il quel momento, in fin dei conti, non vi erano orgoglio o amor proprio che tenessero – si voltò rapidamente in direzione di Anja e con voce ariosa e spaventata chiese: << Che cosa mi sta succedendo, Anja? >>

La donna lo fissò con timore, non sapendo bene in che modo dovesse rispondere a quelle parole; non voleva rischiare di spaventare ulteriormente il ragazzo, era già abbastanza stordito da quanto era successo e una frase sbagliata, in quel momento, avrebbe rischiato di compromettere totalmente la sua stabilità.

<< Tu... Non riesci proprio a ricordare niente? >> domandò gentilmente, accovacciandosi al suo fianco e carezzandogli il volto con fare materno e rassicurante.

Hyoga scosse il capo.

<< Niente. >> mormorò con voce e corpo tremanti << E' inutile, io... Io proprio non ci riesco! Non capisco che cosa stia succedendo, perché non riesco a ricordare? >>

Ania sospirò profondamente, con tristezza.

<< Temo proprio che il colpo alla testa ti abbia causato un'amnesia. >> disse << La botta deve essere stata così forte da farti perdere la memoria... Ne ho già sentite di storie simili in paese! Immagino che si tratti di questo e temo proprio di non poter fare molto al riguardo. >>

Gli occhi di Hyoga si riempirono copiosamente di lacrime.

<< E allora, che cosa posso fare adesso? >> gemette.

Anja tirò un ennesimo sospiro e per diversi secondi restò semplicemente in silenzio, fissando Hyoga con aria pensierosa e concentrata. Era molto difficile per lei – una madre – sopportare l'immagine di quel ragazzino solo e completamente sperduto, probabilmente senza una casa o qualcuno che si prendesse cura di lui, e al momento privo della possibilità di ricordare qualsiasi cosa che avrebbe potuto aiutarlo a ritrovare se stesso.

Non poteva restare impotente di fronte a tanta paura, doveva assolutamente fare qualcosa.

<< Per adesso, rimarrai qui con noi. >> dichiarò fermamente << Al momento non puoi certo restare solo e immagino che tu non abbia nessuno a prendersi cura di te, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che tu ti trovassi da solo, di notte, durante una tempesta di neve. >>

Hyoga si morse il labbro inferiore e chinò lievemente il capo, con mestizia.

<< Io... Immagino sia così. >> rispose.

<< Dunque, da questo momento in poi, ci penseremo noi a prenderci cura di te. >> proseguì Anja, sorridendo e continuando ad accarezzargli gentilmente il viso << Non è vero Dimitri? >>

Il piccolo annuì con fermezza, sorridendo a sua volta.

<< Sì, assolutamente! >> trillò con entusiasmo << Sarà divertente, tu potrai essere il mio fratello maggiore! Non ne ho mai avuto uno. >>

Hyoga abbozzò un rapido sorrisetto divertito e venne subito imitato da Anja, che si alzò in piedi e si diresse velocemente in direzione di Dimitri, accovacciandosi alla sua altezza così da riuscire a guardarlo direttamente negli occhi.

<< Dimitri, ascoltami bene. >> disse lei << Come avrai capito, il nostro ospite non sta affatto bene e noi dobbiamo occuparci di lui ed aiutarlo a stare meglio. E' molto importante che tu comprenda, così da dare una mano alla mamma: sarà un periodo lungo e difficoltoso, ed io avrò un grande bisogno del tuo aiuto. Pensi di poterlo fare? >>

<< Puoi scommetterci, mammina! >> esclamò il piccolo, mettendosi sull'attenti come un soldatino << Mi comporterò benissimissimo, te lo prometto! >>

<< Oh, ma non è necessario. >> intervenne immediatamente Hyoga, alzandosi di scatto ed avvertendo, di, conseguenza, un leggero giramento di testa << Sul serio, non occorre che vi disturbiate così tanto per me! Avete già fatto tanto salvandomi la vita e... >>

<< E continueremo ad occuparci di te fino a quando non avrai recuperato la memoria. >> lo interruppe Anja, con voce ferma e decisa << Che senso avrebbe salvarti la vita e poi abbandonarti a te stesso? No, mio caro, non ho intenzione di lasciarti da solo e senza memoria, a vagare senza meta per i villaggi della Siberia. >>

<< Beh, ma io... >>

<< Nessun “ma” e nessun “però”, ho deciso che rimarrai con noi e non intendo accettare un “no” come risposta, mettitelo bene in testa. Siamo intesi, ragazzo? >>

Hyoga abbozzò un sorrisetto rassegnato e fece segno di sì con la testa, sospirando.

Sembrava davvero impossibile mettersi contro Anja e così, semplicemente, decise di accettare la sua proposta senza troppe reticenze.

<< Grazie mille, Anja. >> rispose con voce morbida << Io... Non credo che troverò mai il modo per ripagarvi degnamente per quanto state facendo. >>

<< Oh, non dirlo neanche per scherzo! >> rilanciò la donna << Fare del bene al prossimo mi rende felice, dunque considera il nostro debito già estinto. Adesso, credo che faresti meglio a mangiare qualcosa; hai dormito troppo a lungo e credo che il tuo stomaco debba essere riempito... Ho ragione? >>

Hyoga si portò una mano alla pancia e la sentì immediatamente brontolare, chiaramente in cerca di cibo.

Fece una smorfia.

<< In effetti... >> mormorò con voce fioca << … Avrei una certa fame. >>

Anja sorrise: << Già, lo immaginavo; non si può stare così tanto tempo senza mangiare, non fa bene all'organismo. Vado subito in cucina a prepararti qualcosa. Dimitri? >>

Il bambino scattò sull'attenti.

<< Dimitri, io vado a preparare un po' di zuppa per il nostro ospite: tu resta qui con lui e assicuranti che non si affatichi, d'accordo? >>

<< Sì, mammina. >>

<< Bravo il mio ometto. >>

Anja gli scompiglio affettuosamente i capelli e poi si diresse in cucina, lasciando il bambino da solo in compagnia di Hyoga. Il bambino si arrampicò sul letto e si accovaccio sul suo addome, ignorando completamente le raccomandazioni di sua madre.

<< Hey, Hey... Vacci piano, piccoletto! >>

<< Sai, sono proprio contento di averti qui! >> cinguettò allegramente Dimitri << Almeno adesso non mi sentirò più solo. >>

Hyoga lo guardò con aria leggermente malinconica.

<< Ti capita spesso di sentirti solo? >> chiese.

Dimitri scrollò le spalle.

<< Qualche volta. >> rispose << Quando mamma e papà lavorano troppo e non hanno tempo per me. Mi piacerebbe avere qualcuno con cui giocare, quando loro non ci sono. >>

Hyoga continuò a fissarlo con aria malinconica, non potendo fare a meno di provare una certa tenerezza nei confronti di quel povero bambino.

<< Mi dispiace. >> disse infine, con voce piatta.

Dimitri sorrise.

<< Ma non importa, perché adesso ci sei tu! >> rilanciò gioioso << Così ci faremo compagnia a vicenda e non saremo più soli... Giusto? >>

Hyoga lo guardò dolcemente e sorrise, rispondendo con altrettanto entusiasmo: << Massì, certamente! Sono sicuro che ci divertiremo insieme. >>

<< Sììì! >> squittì Dimitri << Oh... Però abbiamo un problema: come faccio a chiamarti, se non conosciamo il tuo nome? >>

Hyoga restò in silenzio per qualche secondo, in confusione.

Già, il suo nome.

Non aveva minimamente pensato a quanto potesse essere strano non avere la più pallida idea di quale fosse.

<< Beh, io... A dire il vero... >>

<< Non importa, troverò io il nome giusto per te. >> lo interruppe Dimitri, senza perdere il proprio entusiasmo << Dunque, vediamo un po'... >>

Il bambino si accovacciò sul materasso in una posa pensierosa, facendo ridacchiare Hyoga; poi, ad un tratto, esclamò con brio: << Hey, ho trovato! Ti chiamerò Vlad! >>

Hyoga lo fissò curiosamente: << Vlad? >>

<< Sì, Vlad. >> confermò il piccolo << Quando era piccola, la mia mamma aveva un cane che si chiamava così. Lei gli voleva molto bene. >>

Hyoga fece smorfia: << Mi stai paragonando ad un cane, per caso? >>

<< Che cosa pretendi, io sono solamente un bambino. >> si legittimò Dimitri << Non conosco molti nomi. >>

Hyoga alzò gli occhi al cielo e sospirò, non potendo comunque fare a meno di sorridere intenerito.

<< D'accordo, vada pure per Vlad. >> acconsentì << Tutto sommato, non mi dispiace come nome. >>

<< Sììì, evviva! >> esultò il bambino << Sono contento, secondo me ti sta davvero bene! Chissà, magari è davvero il tuo nome. >>

Hyoga sorrise di nuovo.

<< Chissà. >> rispose << Se non altro, siamo entrambi russi! Questo è già qualcosa. >>

<< Oh, vedrai che presto ricorderai tutto quanto... Ti aiuterà la mia mamma! >> rilanciò allegramente Dimitri << Sai, lei è molto brava a prendersi cura delle persone. >>

Hyoga ammiccò con dolcezza.

<< Ne sono sicuro. >> pronunciò con voce morbida << Ha proprio l'aria di essere una persona splendida. >>

Dimitri annuì: << Lo è davvero, è anche il mio papà lo è! Presto conoscerai anche lui e... >>

<< Dimitri? Tesoro, potresti venire qui in cucina a darmi una mano? >>

Il bimbo saltò giù dal letto.

<< Devo andare, mamma ha bisogno di me. >> fece lui, baldanzato << Ce la farai a stare senza di me? >>

Hyoga soffocò una risata, prima di commentare ironico: << Tenerò di sopravvivere. Su, adesso vai dalla mamma. >>

<< Vaaaa bene! A più tardi. >>

Hyoga osservò con aria divertita il piccolo Dimitri mentre saltellava fuori dalla stanza, canticchiando felicemente; poi, quando fu finalmente solo, si abbandonò ad un lungo sospiro profondo, sconsolato ed inevitabilmente malinconico.

<< Vlad. >> si disse a mezza voce, mentre fissava il soffitto << Chi sei veramente? Che cosa ti è successo prima di quell'incidente? >>

Chiuse gli occhi e sospirò nuovamente, rilassandosi del tutto. Al momento era troppo stanco per qualsiasi cosa, specialmente per pensare.

Sperava soltanto che, prima opoi, avrebbe davvero trovato il modo di dare risposta a tutte quelle domande.

*


<< Come sta? >>

Nel momento in cui Ikki si richiuse la porta della cucina alle spalle, otto paia di occhi vennero di colpo putati su di lui con fare inquisitorio. La Fenice sospirò profondamente, con fare sconsolato.

<< Non bene, direi. >> rispose << E' distrutto, non vuole parlare con nessuno e non credo che uscirà tanto presto dalla sua stanza. Non lo avevo mai visto così, è un'immagina che mi spezza il cuore. >>

Saori sospirò a sua volta, con mestizia.

<< Povero Shun, non deve essere semplice per lui. >> mormorò tristemente << Io stessa ho avvertito il Cosmo di Hyoga spegnersi tutto d'un colpo e se anche Shun ha percepito quelle stesse sensazioni, non stento a credere che si stia sentendo così a pezzi. >>

<< Beh, ma come è possibile tutto questo? >> domandò curiosamente Jabu << Come può Shun aver percepito il Cosmo del Cigno ad una tale distanza? Credevo che soltanto voi, Milady, ne aveste la facoltà. >>

Saorì tirò un secondo sospiro.

<< Lo credevo anch'io. >> rispose << Evidentemente il Cosmo di Andromeda è ben più potente di quanto pensassi. >>

<< Non si tratta solo di questo, Milady. >> intervenne Ikki << Shun non ha voluto parlare molto, ma mi ha spiegato che il suo Cosmo è più o meno collegato a quello di Hyoga: loro riescono a sentirsi, in qualche modo, persino a distanza di chilometri e chilometri. Non so bene come sia possibile, ma è così. >>

Gli altri cavalieri si guardarono in silenzio, annuendo con fare comprensivo.

<< Che cosa possiamo fare, adesso? >> domandò poi Seiya, con voce mesta << Insomma, siamo davvero certi che Hyoga sia.... >>

<< Il suo Cosmo è svanito, cavaliere, di più non posso dire. >> lo interruppe Saori, con voce tagliente << Credetemi, vorrei avere maggiori certezze e riuscire a trasmettervene a mia volta, ma non posso. Vi prego, non crediati che la scomparsa del Cigno non addolori anche me. >>

I ragazzi chinarono il capo e restarono in silenzio, come a voler onorare il compagno scomparso. Poi, ancora una volta, fu Seiya ad interrompere la quiete con le sue parole.

<< Saori, forse dovremmo annullare la festa e tutto il resto: la morte di Hyoga ha sconvolto tutti quanti e... >>

<< No, vi prego! Non cancellate la festa, ve ne scongiuro! >> Saori lo fissò con aria implorante, praticamente supplichevole << Per favore, cavalieri... Non privatemi di questa gioia. >>

Tutti i cavalieri la guardarono confusamente, con sguardo attonito.

<< Abbiamo trascorso momenti davvero tragici negli ultimi tempi... Troppi! >> proseguì la fanciulla << Non abbiamo avuto un solo istante di pace, né ci è stato mai concesso il lusso di vivere la nostra vita come se fossimo persone normali. Seiya voleva darci l'oppurtunità di farlo, per un po', e non ritengo giusto dovervi rinunciare proprio adesso... Non è ciò che il vostro compagno Hyoga vorrebbe. >>

Shiryu fece una smorfia.

<< A dire il vero, Hyoga neanche voleva partecipare alla festa. >> osservò << E poi, non credete che sarebbe molto più rispettoso onorare la sua dipartita con un periodo di lutto? >>

<< Onoreremo la sua scomparsa e lo celebreremo con tutti gli onori, ve lo prometto! >> insistette Saori, sempre più supplichevole << Ma vi prego, vi scongiuro: non lasciamo che il nostro destino ci privi ancora una volta della nostra vita da esseri umani. >>

I cavalieri ammutolirono per qualche istante, guardandosi tra di loro come in cerca di conferme fino a quando Seiya, ancora una volta, non prese per prima la parola.

<< Saori.... E' molto importante per te, non è vero? >> domandò.

Lei lo guardò con i suoi grandi occhi spalancati: << Molto più di quanto tu possa immaginare, cavaliere. >>

Dalla bocca di Seiya si levò un fioco sospiro e sulle sue labbra spuntò pian piano un sorriso.

<< Va bene, Saori... La festa si farà. >> disse << Solo... Beh, cerchiamo almeno di onorare al meglio la scomparsa di Hyoga: ignorarla non sarebbe giusto. >>

<< Credete che Shun sarà d'accordo? >> s'intromise a quel punto Nachi << Insomma, è da poco scomparso il suo migliore amico... Non credete che dovremmo tenere in considerazione anche il suo parere? >>

<< Se vuoi sapere come la penso io, Lupo, non credo che Shun abbia molta voglia di esprimersi al momento. >> rilanciò prontamente Ikki, in tono piatto << E onestamente, non credo neanche che sia il caso di forzarlo: conosco bene mio fratello, insistere non porterebbe ad altro che a farlo chiudere ulteriormente in sé stesso. >>

Shiryu si morse il labbro, annuendo in silenzio.

<< Sì, temo che Ikki abbia ragione. >> concordò, facendo spallucce << Per il momento è bene lasciarlo in pace, sarà lui a chiedere il nostro aiuto se e quando lo vorrà. >>

I cavalieri annuirono all'unisono, tutti concordi.

Poi, dopo l'ennesimo sospiro intriso di mestizia, Saori mormorò con voce fioca: << Beh, non credo che sia il caso di andare a dormire a stomaco vuoto. Vogliamo terminare la nostra cena, cavalieri? >>

I ragazzi assentirono e si accomodarono nuovamente al proprio posto, così da poter terminare il pasto; il resto della cena si svolse in silenzio e ognuno dei cavalieri trascorse tutto il tempo a pensare a Hyoga, ricordandolo in momenti diversi e significativi della loro amicizia, non potendo fare a meno di provare in quel momento un forte senso di dolore e sconsolatezza.

Tutti quanti, ad eccezione di Ikki, i cui pensieri erano indirizzati ad un luogo ben più vicino della desolata Siberia, ad appena pochi metri di distanza da lui: In quella stanza triste e buia, che Shun aveva così inevitabilmente scelto come suo sacro ed inviolabile rifugio.

*

In quello stesso momento, rinchiuso nella sua stanza, Shun era in preda ad un violento pianto di dolore.

Aveva cercato di trattenersi il più possibile, per impedire al Cosmo di Ikki di penetrare nei meandri più profondi di quello di Andromeda, ma dopo numerosi tentativi aveva semplicemente scelto di arrendersi alla sua pena e smetterla una buona volta di preoccuparsi di quel che suo fratello avrebbe pensato di lui.

Del resto, in quel momento, Ikki non aveva proprio niente a che spartire con la sua sofferenza: Nessuno dei cavalieri ne aveva, neppure la stessa dea Athena, per quanto ella più di chiunque altro fosse in grado di comprendere pienamente il vero stato d'animo di Shun.

Non vi era posto per nessun altro, fra le pareti di quel dolore.

<< Oh, Hyoga. >> gemette il cavaliere di Andromeda, raggomitolandosi il più possibile su stesso, quasi a voler sparire, inghiottito dalle sue stesse lacrime << Perché? Perché è dovuto accadere tutto questo? Perché? >>

A malapena riusciva a parlare, le lacrime e i singhiozzi erano talmente rapidi e violenti da bloccargli letteralmente il fiato in gola; si sentiva fiacco, debole, ed il petto gli faceva male, come se un enorme e pesantissimo macigno fosse stato adagiato proprio lì, sopra il suo cuore.

Sapeva che, da quel giorno in poi, avrebbe dovuto imparare a convivere con quel peso.

Si chiese se ne sarebbe mai stato capace e, soprattutto, se quella fastidiosa sensazione di vuoto lo avrebbe mai abbandonato: sarebbe stato in grado di sopportare quel tormento? Avrebbe imparato a vivere senza la costante e rassicurante presenza del Cosmo di Hyoga al suo fianco? Sarebbe mai riuscito ad abituarsi a quell'assenza?

O più semplicemente, avrebbe solo fatto finta di essere forte abbastanza da superare il dolore?

Domande, domande... Troppe maledettissime domande e neppure una risposta.

Era dunque così che si era sempre sentito Hyoga, dopo la morte di sua madre Natassia? Così che ancora continuava a sentirsi Ikki, nel ripensare alla dolorosa e prematura scomparsa della sua amata Esmeralda?

Oh, fratello mio.” pensò fra sé e sé, invocando silenziosamente il suo caro Ikki “E' dunque questo il fardello che rechi con te sin dai tempi della tua investitura a cavaliere? E' così grande il dolore che opprime il tuo petto, un dolore del quale non osi parlare? A malapena io riesco a respirare e tu sei stato in grado di sopravvivere per anni a questo tuo lutto, senza mai lasciarti abbattere o essere preda dello sconforto. Mi chiedo solamente se riuscirò mai a fare altrettanto.”

Con il poco fiato che ancora gli era rimasto in corpo, Shun emise un lieve sospiro strozzato, per poi accasciarsi nuovamente sul proprio materasso, il cuscino stretto stretto al proprio petto e le lacrime che copiose scivolavano lungo il suo pallido volto delicato.

Provò un ultimo, disperato tentativo, chiudendo gli occhi e abbandonandosi alla potenza del proprio Cosmo, alla ricerca di quello del Cigno: sapeva che si trattava di una vana speranza, ma non era ancora disposto ad arrendersi, ancora credeva con accesa fermezza che il Cosmo di Hyoga non si fosse davvero spento del tutto e che, se avesse provato a concentrarsi un po' di più, prima o poi sarebbe riuscito ad avvertire la sua chiara – seppur flebile – presenza.

Provò e riprovò, ma ogni suo tentativo si concludeva sempre con un'amara sconfitta.

Impossibile rintracciare il Cosmo del Cigno: dovunque egli si trovasse al momento, era ormai abbastanza chiaro che il suo cuore avesse definitivamente smesso di battere.

Il pianto di Shun si fece ancora più disperato, rumoroso, semplicemente impossibile da placare.

Sentiva di aver ormai perso ogni cosa: il suo migliore amico, il dolce e rassicurante conforto del suo Cosmo, il calore e la fiducia che quella presenza erano soliti infondere lui. Non avrebbe mai più rivisto il suo sorriso, né si sarebbe specchiato dentro ai suoi occhi azzurri o avrebbe potuto bearsi del suono cristallino della sua risata.

Non avrebbe mai avuto l'occasione di dirgli quanto lo amava e forse era proprio questo il dolore più grande, la triste consapevolezza di non poter mai rivelare a Hyoga la vera natura dei suoi sentimenti. Il suo grande amore sarebbe rimasto nascosto per sempre, sepolto in un abisso tetro e senza fine, lontano dalla luce e dal tenero calore delle stelle.

E a Shun non sarebbe rimasto nient'altro che il ricordo, e la vana ed effimera speranza di quel che sarebbe potuto essere.





N.d.A: Scusate il ritardo clamoroso nell'aggiornamento, purtroppo ieri sono stata fuori tutto il giorno e oggi ero abbastanza sfatta (le bellezze del teatro, assieme alle sue fatiche). In questo capitolo Hyoga inizia a rivedere un po' di luce, mentre Shun continua a brancolare del buio.
Secondo voi che cosa accadrà adesso? Io vi lascio ancora un po' con il dubbio, almeno fino a sabato prossimo. :)
Baci a tutti <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Onde evitare confusione, vi anticipo che TUTTI gli eventi narrati in questo capitolo avvengono in contemporanea, nello stesso arco temporale. Buona lettura :)
 




I giorni trascorsero in fretta e Hyoga, finalmente rimessosi in sesto, diventò ben presto un membro ufficiale e di fondamentale importanza di quella splendida e chiassosa famiglia che lo aveva tanto premurosamente accolto.

Si sentì da subito parte integrante di quel delizioso quadretto, come se vi facesse parte praticamente da sempre, ed imparò in fretta a conoscere - e amare – ogni suo singolo membro: Dimitri non era così diverso da come gli era sembrato sin dal loro primo incontro, il suo entusiasmo era a dir poco contagioso e Hyoga non aveva potuto fare a meno di affezionarglisi profondamente, ritrovandosi a guardare a lui con gli stessi occhi adoranti di un fratello maggiore; Anja, oltre ad essere un'ottima padrona di casa, si rivelò soprattutto una donna vivace, dal carattere deciso ed impulsivo, a volte persino un po' troppo impetuoso (come dimostrarono più volte le sue continue “esplosioni” nei confronti dei propri familiari); Boris, infine, era un uomo calmo e pacato – forse troppo, pensava Hyoga, ma in un certo senso quel suo modo di fare così placido riusciva a trasmettergli un profondo senso di pace e sicurezza - , un padre premuroso e l'uomo perfetto per una donna tosta e frizzante come Anja.

I due erano una coppia decisamente passionale: trascorrevano buona parte del loro tempo a litigare, Anja non permetteva mai a Boris di avere l'ultima parola ed ogni loro discussione nasceva praticamente dal niente, ogni scusa era buona per mettersi a discutere e alzare la voce; tuttavia, era fin troppo chiaro quanto profondamente si amassero e quanto fossero importanti l'uno per l'altra, era sufficiente osservare il modo in cui si guardavano per capirlo.

Hyoga si ritrovò a pensare più di una volta a quanto sarebbe stato felice di incontrare, un giorno, qualcuno che lo guardasse nello stesso modo in cui erano soliti fare Anja e Boris.

L'atmosfera familiare era esattamente ciò di cui il ragazzo aveva bisogno per ritrovare le proprie energie; nonostante l'amnesia, Hyoga sentiva di avere del tutto recuperato le proprie forze e persino il suo stato d'animo, inizialmente così cupo e malinconico, era nettamente migliorato: il giovane si sentiva sereno, pretetto e al sicuro, lontano da qualunque forma di dubbio o preoccupazione.

Più di ogni altra cosa, si sentiva amato.

Una sensazione che mai prima di allora credeva di aver davvero sperimentato sulla propria pelle.

<< Allora, vi siete lavati le mani? La cena sta per essere servita! >>

Hyoga e Dimitri, già seduti ai rispettivi posti intorno alla tavola, scattarono sull'attenti e iniziarono a guardare Anja con espressione famelica, quasi fossero sul punto di saltarle addosso e divorare anche lei, assieme alla portata principale. La donna sorrise ampiamente e con fierezza, sembrava particolarmente fiera del piatto che aveva preparato.

<< Spero che abbiate fame! >> esclamò briosamente << Questi pirozhki*sono ancora caldi e non si mangeranno certo da soli! >>

Boris la fissò dubbiosamente, storcendo appena appena il naso.

<< Anja, te l'avevo detto che avevi steso troppa pasta. >> commentò << Ne sono usciti fuori troppi, non riusciremo mai a finirli tutti! >>

Anja lo guardò di traverso, rispondendo alla sua smorfia con un'altra, ancora più irritata.

<< Ne ho preparati apposta così tanti, sono per i ragazzi. >> gli rispose << Dimitri ha bisogno di crescere e Vlad non è ancora nel pieno delle sue forze, hanno bisogno di nutrimento! >>

<< Sì, ma in questo modo rischiamo di fargli venire un'indigestione. Per l'amor del cielo, Anja, non hai davvero il senso della misura! >>

<< E tu sì, invece? E' forse questo che volevi dire, Boris? Ci risiamo, ogni volta che decido di cucinare qualcosa di diverso, ecco che subito lui incomincia a... >>

Hyoga e Dimitri si scambiarono uno sguardo divertito, sogghignando sotto i baffi.

<< Andranno avanti ancora per molto, non è vero? >> domandò il più grande, osservando di sottecchi i due coniugi, in quel momento impegnati in un'accesissima discussione.

Dimitri fece spallucce: << Penso proprio di sì. Possiamo andare fuori a giocare, Vlad? Chissà quanto ci vorrà, prima che finiscano! >>

Hyoga si voltò in direzione di Anja e Boris, troppo impegnati a litigare fra di loro per accorgersi minimanente di quanto stava accadendo dall'altro capo della tavola. Il ragazzo sorrise divertito.

<< Massì, andiamo. >> rispose << Tanto non faranno caso alla nostra assenza per un bel po' di tempo. >>

Dimitri ridacchiò sornione e i due sgattaiolarono fuori dalla cucina, fino a raggiungere la veranda dove si sistemarono comodamente per guardare le stelle; la notte era fredda, ma fuori erano state ordinatamente disposte delle coperte di lana e così i due si avvolsero interamente in esse, accovacciandosi poi su di un piccolo dondolo di legno.

<< Accidenti, Vlad... Guarda quante stelle! >> trillò il piccolo con entusiamo, il nasetto all'insù per osservare il cielo ed i suoi astri con ammirazione << Sono così belle, hai visto? Chissà se anche loro hanno un nome, proprio come le persone. >>

Hyoga ridacchiò dolcemente.

<< Beh, direi proprio di sì. >> disse << Ognuna di quelle stelle ha un nome e non solo: la maggior parte di esse si riunisce assieme ad altre sue compagne per creare una costellazione, ossia una figura... Come una specie di disegno! >>

Dimitri lo guardò curiosamente: << Un disegno, dici? >>

<< Sì, esatto. >> confermò Hyoga << Aspetta, ti faccio vedere. Quella stella laggiù, ad esempio... >>

Con estrema delicatezza afferrò il braccio di Dimitri e lo puntò verso il cielo, in direzione Nord.

<< … E' l'Orsa Maggiore. Se la osservi attentamente, noterai che la figura ricorda proprio un orso inseguito da tre cacciatori, così come racconta il mito. >>

<< Il mito? >> Dimitri continuò a guardarlo confusamente, senza capire.

Hyoga annuì sorridente.

<< Sì, Dimitri... Il mito. Tutte le costellazioni traggono il proprio nome da un mito della cultura greca o latina, generalmente è proprio la dispozione delle loro stelle ad essere ricondotta ad esso, a causa della figura che ritraggono nel cielo. Lo stesso vale anche per le costellazioni zodiacali, quelle legate ai segni che ci accompagnano sin dal giorno della nostra nascita. >>

Dimitri ascoltava le parole di Hyoga con ammirazione, gli occhi fissi su di lui e spalancati in un'espressione di puro stupore e meraviglia.

<< Wow... E tu come fai a sapere tutte queste cose, Vlad? >> domandò.

Hyoga non rispose, fermandosi per qualche secondo a pensare.

Già... Come faceva a sapere tutte quelle cose?

Rispondere alle domande di Dimitri era stato un gesto piuttosto immediato, Hyoga non aveva neanche avuto bisogno di pensarci su; non aveva la più pallida idea di come fosse venuto a conoscenza di quelle informazioni, lui lo sapeva e basta, così come sapeva di essere vivo e di stare respirando.

Era davvero necessario preoccuparsi del “come”?

<< Ecco, io... Non ne sono sicuro. >> rispose Hyoga, in tono stranito << Immagino di averlo imparato da qualche parte prima di perdere la memoria, forse l'avrò letto in qualche libro! E' piuttosto difficile da dire, considerata la mia amnesia. >>

Dimitri annuì con fare comprensivo.

<< Sì, capisco. Però adesso voglio sapere altre cose sulle costernazioni, Vlad! Dai, raccontami qualcos'altro. >>

Hyoga rise di gusto.

<< Si dice costellazioni, Dimitri. >> lo corresse gentilmente.

<< Sì, beh... Quello che è. >> protesto il bambino << Per favore, Vlad... Voglio sapere! Per esempio... Cosa sono quelle stelle laggiu? >>

Indicò un secondo gruppo di stelle, situate dal lato opposto a quelle precedentemente individuate da Hyoga. Il ragazzo le fissò attentamente, prima di rispondere con certezza: << Quella è la Croce del Sud, ed è la più piccola di tutte le costellazioni che conosciamo oggi, nonostante sia molto famosa e anche incredbilmente luminosa. Dall'altra parte, invece, puoi vedere la sua costellazione antitetica: La Croce del Nord, detta anche Costellazione del Cigno. >>

Un intenso brivido percorse la sua schiena nel momento in cui le sue labbra pronunciarono quelle ultime parole.

Che cosa strana, pensò fra sé e sé.

Non si era mai sentito così strano e smarrito negli ultimi giorni, neppure a causa della propria amnesia; come era possibile che un semplice ammasso di stelle fosse in grado di mandarlo così profondamente in confusione? Il ragazzo scosse ripetutamente il capo, tentando di riportarsi con i piedi per terra.

Doveva essere parecchio stressato, su questo non vi era alcun dubbio.

<< Uhm... Non ha esattamente la forma di un cigno, secondo me. >> echeggiò il piccolo Dimitri, osservando la costellazione con aria un po' scettica << Quella laggiù invece come si chiama? >>

Hyoga scrutò con attenzione la costellazione da lui indicata.

<< Quella laggiù è la Costellazione della Lira, Dimitri, e la sua stella principale Vega è una delle più luminose della nostra galassia. >> rispose << E' molto bella, non trovi anche tu? >>

<< Sì, splende moltissimo. >> rilanciò il frugoletto, sempre più esaltato << Oh... E quella laggiù, invece? Che cosa rappresenta? >>

Hyoga si voltò nella direzione che Dimitri aveva appena segnalato e i suoi occhi si posarono di colpo su di una serie di stelle incredbilmente luminose, disposte l'una accanto all'altra come a voler formare una specie di lettera A.

D'improvviso, avvertì una violenta morsa al cuore e il fiato sembrò di colpo mozzarglisi in gola.

<< Quella laggiù... >> mormorò a mezza voce, quasi del tutto afono << … E' la Costellazione di Andromeda. Andromeda era una giovane principessa e secondo il mito sarebbe stata la dea greca Athena a collocare la sua immagine in mezzo alle stelle, al fianco del suo amato sposo e di sua madre, la regina Cassiopea. Sai, la leggenda racconta che un bel giorno la regina affermò con assoluta certezza di essere più belle di tutte le Nereidi messe insieme, un gruppo di Ninfe Marine famose in tutto il mondo per la loro bellezza. Il dio del Mare, Poseidone, accorse in loro difese e per punire la sfrontatezza della regina Cassiopea inviò un terribile mostro marinoa razziare le coste del territorio del re, Cefeo. Il sovrano allora si rivolse ad un Oracolo in cerca di una soluzione e questi gli rispose che il solo modo che avevano per scampare al pericolo era sacrificare al mostro marino la loro unica figlia, la principessa Andromeda. ** >>

<< Che cosa? Ma è terribile! >> esclamò Dimitri inorridito << Vuol dire che per salvare tutti quanto hanno fatto mangiare al mostro la principessa? >>

Hyoga ridacchiò dolcemente e scosse il capo.

<< No, per fortuna le cose non andarono così. Andromeda venne incatenata ad una roccia e offerta in sacrificio al dio Poseidone, ma il destino volle che in quel momento passasse di lì un valoroso eroe di nome Perseo, a cavallo di uno splendido cavallo alato; l'uomo rimase immediatamente stregato dalla bellezza e dalla tragica sorte della principessa, così decise di trarla in salvo e portarla via con sé, al sicuro da quell'orrendo mostro marino. Alla fine, naturalmente, Perseo lo uccise e la principessa Andromeda divenne la sua sposa, per questo le loro costellazioni si trovano così vicine nel cielo. >>

Dimitri lo fissò con aria sempre più ammirata, la bocca semiaperta in segno di stupore.

<< Wow, Vlad. >> mormorò quasi incredulo << Sai veramente tantissime cose su questa principessa. >>

Hyoga arrossì leggermente, senza neanche comprendere il perché.

<< Sì, beh... La sua è una storia così bella! >> farfugliò nervosamente << Il mito della principessa Andromeda è a dir poco affascinante e poi... Beh, trovo che la sua sia in assoluto la più bella fra tutte le costellazioni! Pensa che ai suoi confini vi è persino un'intera galassia che porta il suo nome... Lo sai che cosa significa questo? >>

Dimitri scosse il capo e Hyoga sospirò profondamente.

<< Neppure io, a dire il vero. >> ammise << Non so spiegarmi bene il perché, Dimitri, ma è come se quella costellazione mi stesse chiamando... Come se in qualche modo io fossi legato ad essa. E' strano, lo so, e non mi aspetto neanche che tu capisca. >>

Dimitri continuò a fissarlo con aria visibilmente perplessa.

<< Infatti non capisco. >> rispose con candida sincerità.

Hyoga gli sorrise dolcemente, poi sospirò per la seconda volta.

<< Non fa niente, piccoletto... Immagino che prima o poi tutto avrà un senso. >> disse infine << Anche se dovessero passare mesi e mesi, io sento che un bel giorno riuscirò finalmente a ricordare. >>

<< Beh, per adesso ti ricordi un sacco di cose sulle stelle e sulle loro storie. >> osservò allegramente Dimitri << E' già qualcosa, non credi? >>

Hyoga lo guardò con aria di riconoscenza, per poi arruffargli affettuosamente i capelli e facendolo ridacchiare di gusto.

<< Sì, credo proprio che tu abbia ragione. >> rilanciò con altrettanta contentezza << Chissà, magari sono molto più vicino alla meta di quanto io stesso non creda. >>

<< Dimitri! Vlad! Che cosa fate là fuori al freddo? Su, venite dentro: la cena è pronta. >>

Hyoga si alzò in piedi ed aiutò il piccoletto a fare altrettanto, rivolgendogli un ennesimo sguardo di complicità accompagnato da un rapido occhiolino.

<< Beh, direi che per stasera mamma e papà hanno smesso di litigare. >> commentò divertito << Su, piccola peste... Adesso andiamo a mangiare. >>

<< Hey, Vlad... Aspetta un attimo. >> Dimitri lo afferrò per un braccio e lo strattonò leggermente << Posso farti una domanda? >>

Hyoga lo guardò con curiosità e fece segno di sì con la testa; gli occhi di Dimitri lo fissavano con aria quasi implorante, come se avesse paura di ricevere una risposta negativa.

<< Mi prometti che mi porterai di nuovo qui in giardino a guardare le stelle? >>

Il sorriso sul volto di Hyoga si ampliò enormemenente: << Ma certo, piccoletto! Torneremo spesso a guardare le stelle, te lo prometto. Adesso però torniamo dentro, d'accordo? Non vogliamo certo fare arrabbiare tua mamma, credo che per oggi discutere con papà le sia bastato. >>

Dimitri annuì beatamente ed afferrò la mano di Hyoga, stringendola saldamente; i due rientrarono in casa ancora avvolti dalle coperte e prima di richiudersi la porta alle spalle, Hyoga si voltò un'ultima volta in direzione del cielo, soffermandosi per pochi istanti ad osservare quelle stelle.

Andromeda.” pensò fra sé e sé “ Non so perché, ma credo che tu possa essere la chiave che mi aiuterà a ritrovare me stesso.”

Poi, con un ennesimo sospirò, seguì il piccolo Dimitri dentro casa e raggiunse il resto della famiglia per la cena.

*

<< Va bene, Shiryu, adesso ci sono: ho appena finito di buttare già la lista delle cose da fare durante la festa, vuoi sentire? >>

Shiryu, seduto al tavolo del salotto insieme a Seiya, fissò intensamente il suo amico ed annuì in silenzio, senza mostrare troppo entusiasmo. Erano trascorsi diversi giorni dalla scomparsa di Hyoga e nonostante la tristezza collettiva, i cavalieri di Athena cercavano di vivere la propria vita come sempre, sforzandosi il più possibile di concentrarsi sulle cose belle e mettere da parte – per quanto potessero – il dolore della perdita dell'amico.

L'unica eccezione era rappresentata da Shun, il quale si rifiutava categoricamente di mettere piede fuori dalla propria stanza, se non per consumare i propri pasti; il giorno della commemorazione di Hyoga riuscì a malapena a proferire parola e una volta conclusasi la cerimonia fece nuovamente ritorno nella propria stanza, chiaramente intenzionato a restarvi in isolamento il più a lungo possibile.

Non permetteva a nessuno di avvicinarsi, ad eccezione di Ikki – e solo perché questi era troppo insistente e minaccioso da poter essere contrastato. Era un'immagine a dir poco insopportabile e l'unico modo che avevano gli altri cavalieri per non lasciarsi andare a loro volta era tenersi impegnati il più a lungo possibile, così come stavano facendo Seiya e Shiryu con la preparazione della festa di Capodanno.

<< Allora, ecco come avrei pensato di organizzare la serata. >> Seiya si schiarì la gola ed incominciò a leggere tutti i punti della sua lista, a cominciare dal primo << La festa avrà inizio alle otto in punto e nell'arco della prima mezz'ora ci dedicheremo ai saluti e all'accoglienza degli ospiti – sicuramente molti di loro arriveranno in ritardo, è la prassi. Dopo di ché ci siederemo a tavola e daremo il via alla cena, che potrebbe durare per almeno... Beh, immagino per parecchio tempo, considerato il quantitativo di roba che avremo da mangiare. >>

<< Fammi indovinare, Seiya. >> lo interruppe immediatamente Shiryu, guardandolo di traverso << Hai intenzione di cucinare per un intero battaglione? >>

<< Si tratta di un giorno di festa, Shiryu, il cibo è una delle attrazioni principali della serata! >> esclamò Seiya, con una certa ovvietà << Ho pensato ad un menù estremamente vario, con piatti tipici della cucina cinese e giapponese, ovviamente senza dimenticare un'abbondante dose di sushi e sashimi. Vedrai, ci sarà da leccarsi i baffi! >>

Shiryu sospirò profondamente: << Spero solo che il mio stomaco non esploda. >>

<< Oh, no... Non preoccuparti, avremo tutte le energie necessarie per quello che avverrà in seguito. >> gli rispose Seiya, con fare rassicurante – o almeno, quello voleva essere il suo intento << Dopo cena, ci dedicheremo ai giochi: ho comprato le racchette per lo hanetsuki, poi potremo far volare gli acquiloni (sempre che il vento lo permetta) e organizzare un bel torneo di koma, prima di giocare a backgammon. Poi abbiamo il fukuwarai, il karuta*** e... >>

<< … E poi arriveremo direttamente alla sera del primo gennaio. >> bofonchiò il Dragone, con aria sempre più spazientita e sconsolata << Vuoi fare troppe cose, Seiya, non riusciremo mai a portarle tutte a termine. >>

Seiya lo guardò malamente e fece una smorfia.

<< Beh, non dobbiamo per forza farle tutte. >> rilanciò << Io sto solo facendo delle proposte, i giochi li sceglieremo tutti assieme la sera della festa. Non mettermi i bastoni fra le ruote, Shiryu, so benissimo quello che sto facendo. >>

Shiryu sospirò nuovamente, abbozzando un leggero sorrisetto divertito.

<< E sia, mi hai convinto. >> cedette infine << Immagino che rimarremo svegli fino all'alba, per ammirare il primo sole**** del Nuovo Anno, dico bene? >>

<< Sì, ovviamente. >> confermò Seiya << E ognuno di noi dovrà scrivere su di un biglietto i propri desideri per il prossimo anno, che verranno conservati fino al prossimo Capodanno per scroprire quali di essi si sarà avverato. Oh, dimenticavo una cosa importantissima... Durante la festa si svolgerà una gara per il miglior costume. >>

Shiryu lo guardò confusamente: << Miglior costume? >>

<< Sì, ho deciso che sarà una festa in maschera. >> rispose Seiya, facendo spallucce << Avevo dimenticato di dirtelo? Beh, poco male... Hai ancora un sacco di tempo per pensare al tuo travestimento, io stesso non ho ancora scelto da cosa vestirmi. >>

Shiryu ridacchiò sotto i baffi.

<< Accidenti, Seiya... Certo che ne hai di idee per questa festa! >> esclamò allegramente << Non credevo che ci avresti messo così tanto impegno, in tutta onestà temevo che sarebbe stata una delle tue solite trovate campate in aria e che non saresti mai riuscito a concretizzarla. Confesso di essere molto ammirato e, allo stesso tempo, persino sorpreso. >>

Seiya, a quel punto, si lasciò sfuggire un rapido sospiro ed il suo volto s'incupì velocemente in una sorta di espressione malinconica.

<< Devo tenermi occupato, Shiryu. >> mormorò flebilmente << Devo fare di tutto per non pensare a Hyoga o a Shaina. Ultimamente ho avuto troppi pensieri negativi e questo è il solo modo che ho per tenerli alla larga, devo focalizzarmi sulle cose belle e piacevoli della vita! Solo così posso riuscire ad andare avanti, lo capisci? >>

Shiryu annuì comprensivo.

<< Sì, lo capisco. >> rispose << E condivido il tuo stato d'animo, per quanto mi riesca difficile dimenticare le cose brutte. Ancora non riesco ad accettare il fatto che Hyoga non sia più con noi e faccio parecchia fatica a comprendere il perché della scelta di Milady: per quale motivo non rimandare la festa e soffermarsi ad onorare un po' più a lungo il nostro compagno? In fin dei conti, avremo altre occasioni per festeggiare, adesso non mi sembra esattamente il momento più propizio e... >>

<< … Saori ha le sue buone ragioni, cavaliere. >> Seiya lo zittì bruscamente << Ti chiedo di non dubitare della nostra dea, neppure per lei è semplice dover dire addio al cavaliere del Cigno. Ritengo che abbia avuto un motivo più che valido per domandare che la festa non venisse spostata e credo che sia nostro dovere riporre in lei tutta la nostra fiducia, come abbiamo sempre fatto. Ti supplico, Dragone... Non voltarci le spalle e fidati di noi. >>

Shiryu, a quel punto, guardò il compagno con occhi colmi di sentita ammirazione e sorrise, per poi sospirare con fare insolitamente sollevato.

<< Non potrei mai voltarti le spalle, amico mio. >> dichiarò << Neppure di fronte a questa tua folle idee di travestirci tutti quanti per la festa di Capodanno. Sappi, comunque, che dovrai aiutarmi a scegliere un costume con i fiocchi, perché ho tutte le intenzioni di vincere il primo premio. >>

<< Oh, non se sarò io a soffiartelo da sotto il naso! >>

I due scoppiarono a ridere e continuarono a stuzzicarsi a lungo amichevolmente, mettendo per un attimo da parte tutti i ricordi spiacevoli e le preoccupazioni. Era bello pensare che, persino nei momenti di sconforto, avrebbero sempre potuto fare affidamento l'uno sull'altro.

Era bello sapere che niente al mondo avrebbe potuto scaldire la loro amicizia, neppure gli eventi più disperati.

Neppure l'amara consapevolezza e la rassegnazione che fosse ormai troppo tardi per ricominciare a vivere.

*

In quello stesso momento, mentre Hyoga era intento a mirare le stelle e Seiya e Shiryu si occupavano dell'organizzazione della festa, Shun si trovava come sempre in camera sua, rannicchiato sotto le coperte e abbracciato al proprio cuscino, le lacrime che scendevano copiosamente e senza sosta lungo le sue guance.

Un altro giorno senza Hyoga, un altro giorno di dolore.

Shun credeva di essere sul punto di impazzire: era riuscito a malapena a sopportare il giorno della funzione - trascorrendo praticamente tutto il tempo in silenzio, a piangere - e adesso non riusciva più ad affrontare la propria vita come un tempo.

Hyoga gli mancava da impazzire e a poco servivano le rassicurazioni dei suoi amici, le parole di conforto di Ikki, i continui tentativi di Saori di fargli credere che ben presto avrebbe smesso di soffrire.

Per Shun non erano altro che parole al vento.

Del resto, che cosa potevano saperne gli altri del suo dolore? Sì, il cavaliere si era ripromesso di smetterla di essere così ingiusto nei confronti dei compagni ( in fin dei conti anche loro avevano conosciuto il dolore della persita, ed in minima parte comprendevano davvero il suo stato d'animo ), eppure ancora non riusciva a confidarsi con nessuno di loro, preferendo al contrario il conforto silente della propria solitudine.

Stai diventando ridicolo, Shun... Davvero ridicolo.” si ammonì mentalmente, ancora raggomitolato su se stesso “ Che cosa direbbe di te Hyoga, se ti vedesse in questo momento? Non sarebbe certo felice di... Ah!

Shun ebbe un violento sussulto e si tirò su di scatto, il cuore che batteva all'impazzata; il ragazzo si portò una mano al petto e cercò di respirare regolarmente, guardandosi attorno con aria confusa.

No, impossibile.

Non poteva che trattarsi di un miraggio, di un'illusione! In fin dei conti era molto stanco, aveva addosso un ingente quantità di stress ed era plausibile che la sua mente avesse giocato lui un simile scherzo.

La mia mente sì... Ma il mio cuore?”

Shun sospirò profondamente, cercando di razionalizzare, e proprio in quel momento ecco che la sentì di nuovo: una sensazione di calore che lo attraversò da capo a piedi, facendolo sentire come se ogni stella del suo Cosmo stesse pulsando. Era una sensazione fin troppo familiare, Shun sapeva di averla già provata altre volte, e negli ultimi giorni aveva spesso temuto di non riuscire mai più ad avvertirla.

Lacrime di gioia iniziarono a rigargli il volto ed in un gesto spasmodico il cavaliere di Andromeda scattò fuori dalle coperte e si precipitò fuori dalla propria stanza, verso quella di suo fratello.

<< Niisan! Niisan, presto... Apri la porta! >>

Shun iniziò a battere con forza contro la porta della stanza, insistentemente e senza smettere di chiamare a grando voce il nome di Ikki.

<< Niisan, aprimi! >>

<< Sì, sì... Ho capito, aspetta un attimo. >>

Ikki aprì la porta con fare scocciato e rivolse a suo fratello uno sguardo sinistro.

<< Che diamine vuoi, Shun? Ero appena riuscito a chiudere... >>

Si bloccò di colpo, realizzando solo in quel momento chi si trovasse dinnanzi a lui.

<< Shun? >> farfugliò incredulo << Per tutti gli dei, Shun... Ti sei finalmente deciso ad uscire dalla stanza! E' meraviglioso, quasi non ci speravo più. >>

<< Niisan, ascoltami. >> lo interruppe Shun, cercando – invano - di attirare la sua attenzione << Devo dirti una cosa molto importante, io... >>

<< Era ora che ti riprendessu, in fondo non potevi cerco restare dentro a quella stanza per sempre. >>

<< Niisan, ti prego... >>

<< Adesso è molto importante non sprofondare di nuovo nella depressione, perché a quel punto potrebbe essere ancora più difficile venirne fuori. La cosa migliore da fare, a mio parere, sarebbe senza dubbio... >>

<< Accidenti, Niisan... Vuoi starmi a sentire, una buona volta? >>

Ikki si zittì di colpo e chinò il capo, quasi intimorito.

Detestava quando suo fratello alzava la voce, conosceva fin troppo bene il potere della sua Nebulosa e non si sarebbe mai sognato di sfidarlo, per nessuna ragione al mondo.

<< Va bene, Shun.. Scusami, non volevo certo interromperti. >> disse << Allora, che cosa c'è? Volevi forse dirmi qualcosa? >>

Shun si morse il labbro inferiore e serrò con forza i pugni, cercando di trattenere le lacrime il più possibile.

Non voleva scoppiare a piangere come un bambino – non davanti a suo fratello – anche se in quel momento gli sembrava l'unica cosa veramente sensata da fare.

<< Ikki, io... Si tratta del Cosmo di Hyoga. >> mormorò flebilmente << E' successa una cosa stranissima, io... >>

<< Shun, no... Non ricominciare, ti prego. >> lo zittì nuovamente Ikki, alzando gli occhi al cielo con fare esasperato << So che ti manca moltissimo e che non riesci ad accettare la sua morte, ma è arrivato il momento che tu vada avanti e... >>

<< … Io l'ho sentito, Ikki. Ho sentito il Cosmo di Hyoga. >>

Ikki restò a bocca aperta e non rispose, fissando semplicemente suo fratello con occhi colmi di stupore.

Shun sollevò lo sguardo e sospirò a pieni polmoni, per farsi coraggio prima di ripetere a chiare lettere: << Ne sono più che certo, Niisan: Hyoga è ancora vivo. >>


 






N.d.A: * I pirozhki sono un piatto tipico della cucina russa, simili a focaccine ripiene, e possono essere sia dolci che salata; nel secondo caso, sono generalmente farciti con purè di patate, funghi, cipolle, uova, carne oppure pesce.

** Questo è il VERO mito della principessa Andromeda. Scusate, ma da brava classicista quale sono, mi si accappona sempre la pelle nel sentire questo bellissimo mito storpiato ( non solo lui, purtroppo) dal signor Kurumada: Andromeda NON era una regina, non ha deciso di sua spontanea volontà di essere incatenata a quelle rocce e soprattutto NON è morta. Capisco che la rivisitazione si addica molto di più al Cosmo di Andromeda e al personaggio di Shun, ma non toccatemi la mitologia greca. u.u

*** Sono tutti giochi tipici del giappone e, soprattutto, che si svolgono durante il capodanno giapponese. Per maggiori delucidazioni, potete consultare questa pagina.

**** Altra tipica tradizione del capodanno giapponese è quella di ammirare il primo Sole dell'anno - questo perché esso riveste un ruolo di estrema importanza nella mitologia giapponese.  Per poter godere di questo spettacolo, i giapponesi si recano solitamente in posti come spiagge o montagne.

Ooook, dopo avervi infarcito per bene di annotazioni, ecco che finalmente mi appresto a concludere questo capitolo. :D
Molti di voi avevano capito che ci sarebbe stato un risvolto nella storia ed io ve ne ho dati addirittura due, uno da parte di Hyoga e l'altro da parte di Shun. Beh, che i loro Cosmi fossero legati lo avevamo già visto... E anche se il nostro Cignuzzo continua a non ricordare niente, nel profondo del suo cuore avverte che qualcosa sta lentamente cambiando. :)

Grazie come sempre per la lettura, alla settimana prossima! <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Questo capitolo è dedicato a tutti i fan di Ikki, essendo egli praticamente il protagonista indiscusso dello stesso.
Buona lettura :)


 




<< Ma di che cosa stai parlando, Shun? Ciò che dici non ha davvero senso. >>

Shun sospirò profondamente, con rassegnazione.

Sapeva che Ikki non gli avrebbe mai creduto – e nessun altro, probabilmente, avrebbe fatto diversamente al posto suo – eppure sentiva di non essere mai stato tanto certo di qualcosa come in quel momento.

<< E' la verità, Ikki... Io lo so. >> affermò con certezza il più giovane, guardando intensamente suo fratello << Hyoga è vivo, sarei disposto a giurarlo sul nome di Athena! >>

In quel momento, i suoi occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, come se qualcosa si fosse di colpo risvegliato in lui; come se pronunciare quelle parole ad alta voce lo avesse reso pienamente cosciente e consapevole della cosa.

Hyoga, ancora vivo.

Shun non la smetteva di sorridere e piangere allo stesso tempo.

<< Shun, stai chiaramente vaneggiando. >> rilanciò Ikki, scuotendo il capo con fare sconsolato << E' chiaro, sei ancora sotto shock per quanto è accaduto ed più che normale che adesso... >>

<< Lui è vivo, Ikki! >> ripeté ancora una volta Shun, con voce alterata << Ho percepito il suo Cosmo, per quale motivo ti rifiuti di credermi? >>

<< Perchè so che cosa significa negare l'evidenza, Shun! >> esclamò a quel punto suo fratello, gli occhi lucidi e la voce tremante << So cosa significa non voler accettare la morte della persona amata, aggrapparsi ad ogni minima, dannatissima speranza, illudersi come uno stupido che quella persona prima o poi farà ritorno, che magari la vedrai comparire sulla soglia della tua stanza e tutto il dolore svanirà come per incanto. >>

Shun ammutolì di colpo, guardando Ikki con espressione chiaramente angosciata.

<< I-Ikki... Tu... >>

<< Io so che cosa stai passando, Shun. >> lo interruppe Ikki, sforzandosi per trattenere le lacrime << Credi che non abbia trascorso mesi e mesi della mia vita a pensare ad Esmeralda e a pregare affinchè facesse ritorno? Solo perché non amo parlare del mio dolore, non significa certo che io sia immune ad esso. >>

Shun non sapeva proprio che cosa dire.

Non era abituato a vedere suo fratello così vulnerabile, vederlo esibire il proprio dolore con tanta facilità, onesto e sincero come non lo era mai stato. Sembrava quasi impossibile, per lui, accettare che persino il suo fortissimo, coraggiosissimo fratello maggiore, avesse bisogno di aiuto.

<< Ikki... >>

<< Non voglio essere duro con te, fratellino. >> disse ancora Ikki, lottando contro le sue stesse lacrime << Sto solo cercando di tutelarti, non voglio certo vederti soffrire! Il periodo della negazione è senza dubbio il più faticoso da superare, ma se tu provi ad essere un po' più cinico del solito e ti sforzi di accettare la realtà, forse allora... >>

<< Ikki, ti ringrazio di cuore per le premure, ma questa volta non devi proteggermi da niente. >> ribattè suo fratello, in tono stizzito << So che credere alle mie parole potrà sembrarti impossbile, ma prova un attimo a metterti nei miei panni: come ti sentiresti se – all'improvviso, nel silenzio della tua stanza – il tuo cuore avvertisse la presenza di Esmeralda, se per un attimo tu avessi la certezza che lei è ancora viva, da qualche parte lontano da qui? Metteresti da parte tutte le speranze, getteresti la spugna solamente perché la realtà e la logica non sono dalla tua parte? >>

Ikki si morse il labbro e chinò lentamente il capo, non sapendo bene come rispondere.

<< Io... Io non lo so. >> ammise << Forse non lo farei sin dal principio, ma prima o poi finirei col farmene una ragione. >>

Shun soffocò una risata.

<< Oh, Ikki... Davvero ti aspetti che io ti creda? >> lo canzonò << Ti conosco fin troppo bene, fratello, e so che quando una cosa conta abbastanza da non permetterti in alcun modo di rinunciare. Nel nostro sangue scorre il medesimo sangue, ricordi? Nessuno dei due sarebbe mai disposto a rinunciare alla persona che ama, in questo tu ed io siamo uguali. >>

Ikki sospirò profondamente, con rassegnazione.

Sì, stavolta Shun aveva ragione su tutto: lui e suo fratello non erano poi così diversi quando si trattava di sentimenti, di fronte alla prospettiva di doversi arrendere e rinunciare per sempre alla persona amata, il Cavaliere della Fenice avrebbe sempre scelto di lottare, così come Shun.

<< Va bene, Shun... Ammesso e non concesso che sia davvero così... >> Ikki guardò il cavaliere di Andromeda con espressione leggermente titubante << … Cosa pensi di fare, adesso? D'accordo, hai sentito il Cosmo di Hyoga e pensi che sia ancora vivo... >>

<< … Io so che è ancora vivo. >> lo corresse Shun, in tono saccente.

Ikki sbuffò.

<< Insomma, cosa credi di fartene di queste tue convinzioni? >> domandò << Non hai alcuna prova, nessuno a supportare la tua ipotesi, praticamente non hai in mano niente! Come pensi di muoverti, adesso? >>

Shun si soffermò a pensare per pochi istanti, prima di rispondere in tono secco e convinto: << Devo andare a cercarlo. >>

Si voltò di scatto e si allontanò velocemente, in direzione delle scale, ma Ikki fu più rapido e si piazzò dinnanzi a lui, sbarrandogli completamente la strada.

<< Che razza di follie stai blaterando, Shun? >> sbraitò la Fenice << Sei completamente impazzito, per caso? >>

<< Lasciami passare, Ikki... Non essermi d'intralcio! >> gli rispose rabbiosamente l'altro, opponendo resistenza << Non costringermi a farti del male, sai bene che è l'ultima cosa che vorrei. >>

<< L'unica persona alla quale rischi di fare del male è te stesso, Shun! Ti rendi conto della pazzia che hai appena detto? Che cosa vorresti fare? Andare in Siberia, per caso? >>

Shun s'irrigidì di colpo, facendosi completamente rosso in volto.

<< S-se dovesse servirmi a ritrovare Hyoga sì. >> rispose imbarazzato << Non posso certo restarmene qui, con le mani in mano, mentre lui è da solo in Siberia... Insomma, potrebbe avere bisogno di aiuto! Forse in questo momento si trova nei guai, o magari è impaurito e disperato perché non ha nessuno. Non posso abbandonarlo proprio adesso, Ikki. >>

<< Hyoga è cresciuto in Siberia, quei luoghi sono praticamente casa sua. >> osservò giustamente Ikki, nel vano tentativo di far ragionare suo fratello << Il ghiaccio e la neve non costituiscono alcuna minaccia per lui, egli è da sempre abituato a vivere e lottare in mezzo ad essi. Ti scongiuro, fratellino, non commettere azioni avventate e delle quali potresti pentirti. >>

<< E che altro dovrei fare, allora? >> domandò il più piccolo, le lacrime agli occhi e il tono disperato << Io sto impazzendo, Ikki... Non so più che cosa fare! Hyoga mi manca moltissimo, non faccio che pensare a lui e ancora non riesco ad accettare l'idea di averlo perso per sempre. Forse hai ragione tu, forse mi sto solo illudendo e prima o poi sarò costretto a fare i conti con la realtà, ma non riuscirò a darmi pace fin quando non lo scoprirò. >>

Ikki annuì con fare comprensivo, recuperando pian piano la propria calma.

<< Questo lo comprendo, Shun... Ma la Siberia! >> disse poi, con fare più allarmato che di rimprovero << Sarebbe un viaggio troppo pericoloso, soltando uno come Hyoga – padrone delle energie fredde – saprebbe affrontarlo senza difficoltà. Inoltre, come pensi di riuscire a scovarlo? Neanche conosciamo il luogo in cui ha trovato rifugio, per quel che ne sappiamo potrebbe aver girato ogni singolo villaggio della Siberia. Davvero pensi che riuscirai a trovarlo in mezzo a tutta quella desolazione. >>

<< Posso provarci! >> esclamò testardo Shun, sempre meno propenso all'idea di rinunciare << Sono sicuro che riuscirei a trovarla... Potrei fare affidamento sul mio Cosmo! Ti ho già parlato del suo legame con quello di Hyoga, sono certo che se mi concentrassi profondamente riuscirei a... >>

<< Shun, il Cosmo di Hyoga è scomparso del tutto. >> tuonò a quel punto Ikki, alzando nuovamente la voce << E' così da giorni e non puoi affidare le tue ricerche ad una sensazione durata appena pochi istanti, che potrebbe non ripresentarsi mai più. Non posso permettere che tu parta per questa “missione suicida”, te lo impedirò con tutte le mie forze. >>

<< E allora che dovrei fare, secondo te? >> Shun scoppiò a piangere a dirotto e a quel punto, privo di ogni sua difesa, si accasciò lentamente a terra, come se avesse di colpo perso tutte le energie << Che accidenti dovrei fare, Ikki? I-io... Mi sento del tutto perso. >>

Ikki osservò Shun farsi piccolo piccolo ed avvertì una violenta, dolorosissima morsa al cuore.

Si chinò su di lui ed allungò cautamente una mano nella sua direzione, scostandogli i capelli da davanti il volto e carezzandogli con dolcezza una guancia, con fare paterno e rassicurante.

<< Lo so, fratellino. >> mormorò flebilmente, senza smetterla di accarezzare il suo volto << Lo so, capisco fin troppo bene come ti senti, perché ci sono passato anche io: anch'io ho dovuto sopportare questo stesso dolore che oggi ti affligge e la cosa peggiore è che ho dovuto farlo da solo, senza nessuno che mi aiutasse ad andare avanti. Non permetterò a te stesso di fare la stessa fine, Shun... Io non ti lascerò da solo. >>

Shun non rispose e si raggomitolò su se stesso, quasi a voler scomparire fra le sue stesse membra. Ikki lo avvolse fra le braccia e lo strinse con forza al proprio petto, posando un tenero bacio sulle sue tempie e continuando a sfiorare la sua pelle nivea con il dorso della mano.

<< Giuro che ti aiuterò a superare la cosa, Shun. >> promise << Farei qualsiasi cosa per te, lo sai. >>

Shun annuì timidamente.

<< Fammi parlare con Milady. >> bisbigliò << Per favore. Ho bisogno di sapere se anche lei lo ha sentito, se ci sono davvero delle possibilità che Hyoga sia ancora vivo. >>

<< Domani, Shun. >> gli rispose Ikki, in tono calmo e rassicurante << Domani mattina parlerai con lei, adesso hai bisogno di dormire. Ti supplico, Shun, non costringermi a diventare troppo severo. >>

Shun gli sorrise debolmente, tirando su col naso.

<< Va bene, come vuoi tu. >> cedette << Forse hai ragione... Inizio ad essere un po' stanco. >>

<< Già, probabilmente non dormi da giorni. >> osservò Ikki, facendo una smorfia << Su, adesso vieni qui: ci penserò io a te. >>

Con estrema accortezza e delicatezza, il cavaliere della Fenice sollevò il fratellino da terra e lo prese in braccio, lo condusse nella propria stanza e poi, con dolcezza, lo adagiò sul proprio materasso e lo coprì con una morbida coperta di lana, il tutto senza che lui emettesse un singolo suono di protesta o di dolore.

<< Adesso vedi di riposare, fratellino. >> bisbigliò fra i suoi capelli << Io resterò qui, a vegliare su di te. Non ti lascerò più solo, Shun... Mai più. >>

Shun, troppo esausto per rispondere, si limitò a sorridere beatamente e poi scivolò in un sonno profondo, il respiro che si fece subito più regolare e i lineamenti del suo volto distesi in un'espressione più rilassata, un'immagine che troppo a lungo era mancata alla vista e al cuore di suo fratello Ikki.

La Fenice tirò un profondo sospiro di sollievo.

Doveva assolutamente fare qualcosa, non poteva permettere che Shun si consumasse fino a quel punto; sarebbe stato disposto a tutto, pur di salvare la vita del suo fratellino.

Non preoccuparti, Shun... Qualunque cosa accada, tu ed io l'affronteremo insieme, a tempo debito. Te lo prometto.”

*

<< Vlad? Posso entrare? >>

Hyoga si voltò di scatto e sorrise ampiamente, lieto di veder spuntare sulla soglia della propria stanza la figura esile e snella di Anja, in quel momento intenta a risistemare i panni puliti nei rispettivi armadi.

<< Certamente, Anja, non dovresti neanche chiedere. >> le rispose con brio << E non ti saresti neanche dovuta scomodare a lavare la mia biancheria, avevo detto che me ne sarei occupato io stesso. >>

<< Figurati, non mi è costata alcuna fatica. >> rilanciò prontamente Anja, con quel suo tipico modo di fare affabile e materno << Avrò lavato sì e no un paio di capi, la maggior parte dei panni sporchi appartenevano a Boris e a Dimitri! Quei due sono il mio incubo, così disordinati ed indisciplinati! Sei fortunato a non essere una fanciulla, mio caro Vlad, i lavori domestici non sono certo un divertimento. >>

Hyoga rise.

<< Beh, ma tu sei un'ottima padrona di casa. >> affermò in tono lusinghiero << Vivere insieme a te è un vero piacere, sono certo che anche Boris e Dimitri la pensano allo stesso modo. >>

<< Uhm... Chissà. >> mormorò Anja, con una leggera smorfia sul volto << A volte sembrano dimenticarsi di quanta fatica faccio a mandare avanti la casa. >>

<< No, questo non devi dirlo. >> le rispose Hyoga, sorridendole con dolcezza << Ti adorano entrambi e sanno di essere incredibilmente fortunati ad averti nella loro vita. Credimi, so perfettamente ciò che dico... Io sono una specie di sensitivo. >>

Anja scoppiò a ridere di gusto.

<< D'accordo, Vlad, voglio fidarmi di te. >> disse allegramente << A proposito, Dimitri mi ha raccontato di essersi molto divertito a guardare le stelle insieme a te! Credo che abbia scoperto una nuova passione e vuole assolutamente ripetere l'esperienza nei prossimi giorni. Povero caro, era così entusiasta che ci ho messo più di mezzora per farlo addormentare. >>

Hyoga rise a sua volta, sul volto un'espressione di dolcezza e mera adorazione.

<< Oh, ne sarò più che lieto! >> esclamò << Osservare le costellazioni è stata un'esperienza davvero... Beh, interessante, direi. >>

<< Sì, Dimitri me ne ha parlato. >> gli rispose Anja << Ha detto che conosci moltissime cose sulle costellazioni e non ha fatto altro che ripetere il nome di una certa principessa. Aspetta, come si chiamava... Ah, sì: Andromeda! Immagino che tu ne sappia qualcosa, vero? >>

Hyoga si fece completamente rosso in volto.

<< Beh, io... Si tratta solamente di un vecchio mito legato alle costellazioni. >> farfugliò nervosamente << Sai... Leggende antiche, senza un vero e proprio fondamento di verità. Non è niente di speciale, davvero. >>

Anja lo guardò con fare circospetto, avvicinandosi a lui e facendolo sentire – se possibile – ancora più in imbarazzo.

<< Non ne sono affatto convinta. >> affermò << Non chiedermi perché, Vlad, ma ho come la sensazione che vi sia molto di più dietro a tutta questa storia. Lo vedo dai tuoi occhi. >>

Hyoga sbattè le palpebre, in segno di confusione: << I miei occhi? >>

<< Sì, i tuoi occhi. Quando ho nominato Andromeda si sono illuminati di colpo, come se avessi pronunciato il nome di una persona a te cara. Ho seri motivi per pensare che questa principessa possa essere, in qualche modo, legata al tuo passato. >>

Hyoga sospirò profondamente, per poi sorridere appena.

<< Sai, confesso di averlo pensato anch'io. >> disse << Insomma, non è strano che – pur non conoscendo il mio passato – io sappia così tante cose riguardo alle costellazioni e alla mitologia greca? E poco prima, mentre fissavo la costellazione di Andromeda... Non lo so, ho avvertito come una specie di colpo al cuore, come se qualcosa dentro di me stesse tentando di venire a galla e qualcos'altro ancora la stesse trattenendo. So che può sembrare una cosa del tutto assurda, ma... Beh, tu lo ritieni possibile, Anja? >>

La donna lo guardò con dolcezza, sorridendo ampiamente.

<< Perchè non dovrebbe esserlo? >> fu la sua risposta << Io credo che la tua mente sia ancora bloccata, ma che il tuo cuore stia incominciando a rimembrare. Finchè la prima non entrerà in contatto con il secondo non avrai piena coscienza dei tuoi ricordi, ma saranno comunque lì e ti guideranno verso il futuro. Devi solo avere pazienza, piccolo Vlad: ogni cosa, presto, tornerà al proprio posto. >>

Hyoga sorrise a sua volta e fece segno di sì con la testa.

<< Me lo auguro davvero. Continuo a chiedermi se ho una famiglia da qualche parte, degli amici o una persona speciale al mio fianco... Qualcuno a cui importi di me e che magari, in questo momento, sta sentendo la mia mancanza. La scorsa notte ho sognato un paio di occhi azzurri: non appartenevano a nessuno in particolare, ma erano così belli, profondi e rassicuranti. Ancora non riesco a togliermeli dalla testa. >>

Anja lo fissò con sguardo comprensivo.

<< Credo che il tuo cuore sia più gonfio di ricordi di quanto tu stesso creda. >> dichiarò << La tua deve essere stata una vita piena di avventure, mio caro Vlad. >>

Hyoga sospirò.

<< Oppure sono solo un ragazzo con la testa piena di penseri, anche se non riesce a ricordarli. >>

<< Per quello ci vorrà ancora del tempo, ma non disperare. >> intervenne nuovamente Anja, con fare rassicurante << Ricordi cosa ti dissi sin dal principio? Ci prenderemo cura di te fino a quando non sarai in grado di cavartela da solo, dunque fino ad allora non dovrai preoccuparti di niente. >>

Hyoga la guardò con aria di riconoscenza.

<< Grazie, Anja. >> rispose sentitamente << Non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che stai facendo. >>

<< Oh, vieni qui tu! >> la donna, in preda ad uno slancio affettivo, afferrò il ragazzo e se lo strinse fra le braccia con fare materno << Sei un ragazzo d'oro, Vlad, il tuo ingresso in questa famiglia è stato una vera e propria benedizione! Ringrazierò sempre il cielo per averti mandato qui da noi. >>

La donna si staccò dall'abbracio e provò a ricomporsi alla bell'e meglio, gli occhi visibilmente lucidi a causa della commozione.

<< Adesso ti lascio solo, Vlad, credo che sia ora che tu vada a dormire. Buonanotte, tesoro. >>

<< Buonanotte, Anja. >>

Hyoga la guardò andar via con occhi pieni di affetto, il cuore pesante di emozioni e la testa leggera, libera dai pensieri. Per la prima volta dopo giorni, sentì di essere veramente felice. Si addormentò sereno, dimentico di ogni genere di preoccupazione o pensiero sgradevole, rilassandosi a tal punto da non accorgersi minimamente del fatto che, ancora una volta, quegli occhi color del male erano tornati ad affacciarsi nelle sue più recondite fantasie oniriche.

*

Altri due giorni trascorsero piuttosto velocemente a Villa Kido, tra allenamenti e preparativi per la tanto attesa festa di Capodanno. Shun, finalmente decisosi ad uscire dalla propria stanza, ancora non riusciva a darsi pace, incapace di rinunciare al proprio proposito di ritrovare Hyoga e ancora visibilmente scettico di fronte all'idea di dover accettare la sua morte.

A niente era servito parlare con Saori, udirla pronunciare quelle fatidiche parole (“Mi dispiace, Shun, ma non riesco a percepire il Cosmo del Cigno sin dal giorno della sua scomparsa”) non era bastato a spegnere la fiducia e la speranza nel cuore del cavaliere di Andromeda.

Fortunatamente suo fratello era riuscito a convincerlo a non partire, ma si trattava di un successo solamente temporane e lo stesso Ikki sapeva che se le sue argomentazioni non fossero state sufficientemente valide, non sarebbe bastata tutta la buona volontà di questo mondo a trattenere Shun dal compiere quella sua folle impresa.

<< Vorrei tanto poter fare qualcosa per aiutarlo. >> aveva detto in presenza di Saori, un pomeriggio durante il quale i due si erano ritrovati a passeggiare insieme per il giradino di Villa Kido << Mi spezza il cuore vederlo così spento e privo di vita... Non mi sembra più lui! Non so più come comportarmi, Milady, io... Io rivoglio il mio fratellino. >>

Saori sospirò tristemente e guardò il cavaliere con aria contrita.

<< Mi dispiace, cavaliere... Vorrei poter fare qualcosa per aiutarti, ma temo di non averne alcuna facoltà. >> rispose << Purtroppo i miei poteri sono limitati, di fronte ad un simile dolore persino il mio Cosmo è impotente. >>

<< Beh, ma voi siete davvero certa che il Cosmo di Hyoga sia sparito del tutto? >> domandò nervosamente Ikki, con fare apprensivo << Perdonatemi, Milady, non voglio certo mettere in dubbio le vostre parole, è solo che... Insomma, Shun sembra essere così sicuro delle sue sensazioni, e allora mi stavo chiedendo se forse voi noi... Sì, insomma... Se non vi foste sbagliata. >>

<< Sbagliarsi è del tutto impossibile, Ikki. >> rilanciò prontamente Saori, in tono secco e tagliente << I miei cavalieri sono legati a me in maniera profonda, riconoscerei ovunque i loro Cosmi. Per quanto mi costi ammetterlo, temo proprio di non poter affermare diversamente. >>

Ikki annuì in silenzio, arrossendo per la vergogna.

<< Perdonatemi, Milady... Non volevo mancarvi di rispetto. >> rispose mortificato << Non mi permetterei mai di dubitare di voi, ma al tempo stesso non mi sento neppure in diritto di reputare mio fratello un bugiardo. E' vero, in un primo momento ho creduto anch'io che la sua fosse stata semplicemente un'allucinazione, un miraggio dovuto al suo ancora troppo evidente stato di confusione, eppure una parte di me non riesce del tutto a dubitare di lui. Conosco fin troppo bene Shun, Milady, e quando ho guardato dentro ai suoi occhi vi ho visto solamente tanta sincerità, oltre al dolore. Credo che egli abbia davvero sentito qualcosa, anche se non sono completamente sicuro di poterlo dimostrare. >>

Saori lo guardò curiosamente.

<< Dunque tu credi a tuo fratello, cavaliere? >> domandò << Sii onesto con me, non mi offenderò certo per un tuo commento sincero. >>

Ikki sospirò profondamente, spalcando le braccia con fare quasi sconsolato.

<< Non lo so, io... Sono così confuso! >> esclamò << Mi rendo conto che quanto dice Shun va contro ogni forma di logicità apparente, ma se vi fosse qualcosa di vero nelle sue parole? Gliel'ho già detto, conosco mio fratello meglio di chiunque altro al mondo e non c'è mai stata una sola volta, in tutta la nostra vita, in cui egli mi abbia mentito. E' così puro e candido, Milady, non sarebbe mai in grado di dire una bugia. Questo lo sapete anche voi. >>

Saori sospirò a sua volta, annuendo fermamente.

<< Sì, su questo non posso che darti ragione. >> disse << Il cavaliere di Andromeda è forse l'uomo più onesto e genuino che io abbia mai conosciuto, non vedo per quale motivo egli possa aver sentito il bisogno di mentire. Immagino che, in un modo o nell'altro, abbia davvero percepito qualcosa. Se solo fossi in grado di aiutarlo! >>

<< Già, anche io. >> fece eco Ikki, sempre più sconsolato << Ricordo quanto fu doloroso dover affrontare la morte di Esmeralda da solo e credo che se all'epoca qualcosa mi avesse dato, in un modo o nell'altro, la speranza di poterla ritrovare... Beh, probabilmente avrei fatto l'impossibile pur di arrivare a lei. In un certo senso, penso di capire che cosa stia provando Shun in questo momento. >>

Saori fissò il cavaliere in silenzio, pensierosa e visibilmente commossa dalle sue parole. Sembrava che, in qualche modo, stesse cercando nella sua testa le parole adatte per aiutarlo a trovare una soluzione più o meno immediata a tutti i suoi dilemmi.

<< Ascoltami bene, cavaliere. >> esordì la fanciulla << Non sono del tutto certa di poter offrire una risposta ad ogni tuo quesito, ma dirò una cosa che spero potrà aiutarti a prendere una decisione sul da farsi. Vuoi sapere per quale motivo ho deciso, nonostante la tragica notizia della scomparsa di Hyoga, di non rimandare la festa di Capodanno organizzata da Seiya? >>

Ikki annuì.

<< Perché sono stanca di dover rinunciare alla mia vita per far fede ai miei doveri di dea della Giustizia. >> svelò Saori, in maniera così sincera e spiazzante che Ikki quasi fece fatica a credere di trovarsi d'innanzi proprio la dea Athena << Non ho mai pensato di tirarmi indietro, né ho provato a sottrarmi alle mie responsabilità, ma non sempre riesco ad accettare il fatto di non poter essere semplicemente una persona normale. Quando Seiya ha parlato di una festa, dopo tutto ciò che abbiamo passato negli ultimi mesi, il mio cuore sembrava sul punto di esplodere dalla gioia: finalmente avrei potuto trascorrere una serata lontana dalle preoccupazioni, sentirmi nuovamente una persona come tutte le altre, una donna libera di sentirsi tale e non una dea. Sentivo di averne bisogno, Ikki, e lo sento tutt'ora: non possiamo vivere di soli doveri e non possiamo permetterci di sacrificare noi stessi. Forse la mia scelta non è stata troppo rispettosa nei confronti di Hyoga, ma non potevo pensare di mettere di nuovo da parte la mia felicità, insieme a quella di tutti i miei cavalieri. >>

Ikki ascoltò le parole di Saori con occhi e bocca spalancati, sorpreso nel vederla così simile ad una semplice donna, piuttosto che ad una dea. Era ammirato da una tale visione eppure, al tempo stesso, non poteva fare a meno di sentirsi terribilmente confuso.

<< Milady, perdonatemi ma non riesco a capire. >> fece lui, mostrandosi palesemente smarrito di fronte a quelle parole << Perchè mi state dicendo tutto questo? Che cosa ha a che fare con me e mio fratello? >>

Saori abbozzò un lieve sorrisetto malinconico e poi sospirò, prima di rispondere con voce mesta e appena percettibile: << Io ho messo da parte per troppo tempo i miei sentimenti e le mie vere emozioni. Non voglio che tu e Shun siate costretti a fare altrettanto. >>

Le parole di Saori colpirono duramente Ikki, come un fulmine a ciel sereno.

D'improvviso, come se la risposta ad ogni sua domanda si fosse semplicemente materializzata lì, davanti ai suoi occhi, il cavaliere capì che non poteva più starsene con le mani in mano. Capì che era arrivato il momento di aiutare Shun a ritrovare se stesso e la propria felicità, e vi era solamente un modo per farlo: ritrovare Hyoga, dovunque egli fosse.

Sembrava un'impresa del tutto impossibile – e di certo lo sarebbe stata per chiunque altro – ma Ikki sapeva quando profondo fosse il legame fra i due cavalieri e confidava nella potenza del Cosmo di Shun; se Hyoga era ancora vivo, insieme avrebbero trovato il modo di riportarlo a casa.

E forse, pensò Ikki fra sé e sé, la soluzione era molto più vicina di quanto si potesse immaginare.

<< Milady, vogliate scusarmi... >> farfugliò ansiosamente Ikki, in preda ad una frenesia improvvisa << Devo correre da mio fratello, credo di avere una cosa molto importante di cui parlargli. Vi spiegherò tutto più tardi, in ogni caso... Grazie, grazie per le vostre illuminanti parole. >>

<< Oh... Sì, non c'è di che. >> mormorò Saori, leggermente spiazzata, mentre Ikki faceva ritorno dentro Villa Kido a rotta di collo.

Il cavaliere raggiunse di corsa camera di Shun – era ovviamente certo di trovarlo lì – ed incominciò con forza a bussare alla sua porta, chiamando il suo nome all'impazzata. Non furono necessari più di venti secondi prima che Shun gli si presentasse davanti, sul volto un'espressione a metà fra lo sconvolto e l'incuriositò; era evidente che non si aspettasse minimamente di veder comparire suo fratello così all'improvviso.

<< Ikki, si può sapere perché devi fare tutto questo baccano? >> protestò il più giovane, facendo una smorfia << Se devi dirmi qualcosa, non puoi semplicemente fare come tutte le persone normali e limitarti a... >>

<< … Ti aiuterò a ritrovare Hyoga, Shun. >> lo zittì immediatamente Ikki, troppo entusiasta da riuscire a perdere tempo << Ho deciso che è mio compito farlo: Se davvero sei certo che il nostro amico è ancora vivo, allora io ti aiuterò a ritrovarlo. >>

<< Che cosa? Dici sul serio? >> un'espressione di pura gioia si fece rapidamente strada lungo il volto di Shun << Oh, Ikki... Ma è meraviglioso! Non posso credere che tu stia dicendo sul serio, io... Oh, è tutto così confuso e al tempo stesso bellissimo! Ti ringrazio, Niisan... Grazie! >>

Il ragazzo si gettò fra le braccia di suo fratello e lo strinse con forza, tanto da farlo quasi soffocare.

<< Piano, piano... Così mi strozzi! >>

<< Allora, Ikki? Quando partiamo per la Siberia? >>

Ikki si staccò di prepotenza dall'abbraccio di Shun e lo allontanò di qualche passo, afferrandolo per le spalle e guardandolo direttamente negli occhi.

<< Mi spiace deluterti, fratellino, ma non andremo in Siberia. >> rispose, smorzando tutto il suo entusiasmo << Non ho cambiato idea al riguardo, continuo a pensare che partire per un luogo sconosciuto e senza avere la più pallida idea di dove cercare sia un'idea folle, più precisamente da suicidio. >>

<< E allora come pensi di aiutarmi a ritrovare Hyoga? >> rilanciò stizzito il Cavaliere di Andromeda, storcendo il naso in segno di protesta << Non posso mica cercarlo qui, a Nuova Luxor. >>

<< Oh, sì che puoi. >> lo corresse Ikki, sul volto un ampio sorriso di compiacimento << E' proprio ciò che sono venuto a dirti, fratellino, io posso aiutarti a ritrovare Hyoga senza alcun bisogno di partire per la Siberia. >>

<< Cosa... E come pensi di fare? >> domandò confusamente Shun, fissando suo fratello con aria sempre più stranita.

Ikki sospirò profondamente e sorrise.

<< Sai, Shun, nel corso dei mesi ho imparato a conoscere meglio tutte le abilità del mio Cosmo e ho scoperto di possedere delle doti alquanto singolari. >> spiegò << Le Ali della Fenice non sono una mera arma di attacco, esse sono in grado di portarmi dove voglio, in qualsiasi luogo io desideri: mi hanno condotto alla Sesta Casa da Virgo, nel regno Sommerso di Nettuno... Persino nell'Oltretomba. Mi basta la percezione di un Cosmo per riuscire a ritrovarlo, ovunque egli sia. >>

<< Dunque mi stai dicendo che potresti ritrovare anche Hyoga? >> domandò Shun, con entusiasmo.

Ikki scosse il capo.

<< No, sfortunatamente io non ho la percezione del suo Cosmo e non sarei mai in grado di rintracciarlo. >> rispose << Ma tu sì, fratellino: Tu riesci a sentirlo anche adesso che neppure Milady ci riesce e credo che se ti concentrassi a fondo, riusciresti persino a raggiungerlo in Siberia... Ovviamente, sempre che sia ancora vivo. >>

Shun sospirò tristemente, con fare sconsolato.

<< E come, Ikki? Io non possiedo i tuoi stessi poteri, il mio Cosmo non è in grado di eguagliare le tue mosse. >>

<< Però può sempre impararle, dico bene? >> insistette Ikki << Pensaci, Shun: il tuo Cosmo possiede un'energia sovrumana e il suo legame con quello di Hyoga non è cosa da poco! Forse non riusciresti a raggiungere la Siberia fisicamente, ma sono certo che con un po' di allenamento ce la faresti almeno sul piano astrale. Devi solo esercitare le abilità del tuo Cosmo e comunque non dovrai farlo da solo: ci sarò io con te, ti svelerò tutti i trucchi che conosco e giuro che in un modo o nell'altro io riuscirò a condurti da Hyoga. >>

Shun ci pensò su per qualche secondo, prima di domandare con voce lievemente titubante: << Tu credi davvero che ne sarei capace? >>

Ikki annuì: << Io ho piena fiducia nelle tue capacità, fratellino. So che quando ti metti in testa una cosa è del tutto impossibile farti cambiare idea, dunque che cosa stai aspettando ancora? Non vuoi ritrovare il tuo Hyoga? >>

<< Sì. >> replicò con fermezza Shun << Più di ogni altra cosa al mondo. >>

<< Benissimo, fratellino... Mettiamoci all'opera! >> esclamò fieramente Ikki, afferrando la mano di suo fratello e stringendola con forza << Il tuo Maestro ha un sacco di cose da insegnarti. >>

I due si scambiarono un lungo sguardo di complicità e si sorrisero a vicenda, gli sguardi di entrambi rigonfi di dolcezza e amorevole orgoglio, e il cuore di Shun nuovamente traboccante di speranza.

Ti troverò, Hyoga... Puoi starne certo. Farò di tutto per arrivare da te e quando ti avrò ritrovato... Beh, questa volta non ti lascerò più scappare via con tanta facilità.”






N.d.A: Buon fine settimana a tutti! :)
Allora... Ikki.
Sì, insomma... Ikki.
Prima o poi doveva avere un capitolo che lo mettesse un po' più in luce, no? Voglio dire, non è forse uno dei personaggi più belli dell'intera serie? Solo lui poteva essere il vero punto di incontro fra Hyoga e Shun, soltanto lui con il suo grande cuore e il ricordo di Esmeralda poteva fare da tramite con il proprio Cosmo... Ed io credo proprio che, pian piano, ci riuscirà.. :)
Un abbraccio a tutti voi lettori e passato un bel weekend (magari al mare, voi che potete ç_ç).

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Nei giorni che seguirono, Ikki e Shun si allenarono spesso e a lungo per potenziare il Cosmo del Cavaliere di Andromeda allo scopo di aiutarlo a raggiungere – anche solo con il pensiero – quello lontano e apparentemente disperso del Cigno.

I risultati, ovviamente, ancora tardavano a mostrarsi ma Ikki si diceva particolarmente ottimista: il Cosmo di Shun era assai potente e di immensa vastità – così come i sentimenti che lo legavano a Hyoga – e con un po' più di lavoro e di buona volontà, sarebbe certamente riuscito a raggiungere il proprio obiettivo.

Naturalmente nessuno dei due fratelli osò far parola agli altri cavalieri del loro “progetto segreto”, non ne parlarono neppure con Saori; Shun avrebbe voluto confidarsi almeno con Seiya e Shiryu, ma Ikki fu del tutto irremovibile riguardo alla faccenda.

<< E' meglio non raccontare in giro il fatto che tu abbia sentito il Cosmo di Hyoga. >> aveva detto la Fenice << Potrebbero malgiudicarti, pensare che lo stress ti abbia solamente giocato un brutto scherzo e metterti in agitazione, cosa che in questo momento non puoi assolutamente permetterti. Devi essere lucido, Shun, non puoi lasciarti influenzare dal mondo esterno se vuoi davvero riuscire a raggiungere Hyoga. >>

Così i due avevano semplicemente scelto di tenere tutti quanti all'oscuro di quel “piano di ricongiungimento”, utilizzando come scusa per le loro continue assenze il fatto che Shun fosse ancora troppo sconvolto per la morte di Hyoga e che l'unica persona in grado di tranquillizzarlo fosse proprio il suo amatissimo fratello maggiore.

Shiryu – intuitivo come sempre – aveva capito perfettamente che Ikki e Shun stavano tramando qualcosa, ma per quieto vivere aveva scelto di far finta di niente, ignorando completamente la questione. Seiya, al contrario, aveva preso quella faccenda un po' troppo sul personale.

<< Non mi piace il fatto che Ikki si prenda il diritto di far da psicologo a Shun senza coinvolgere noi altri cavalieri. >> protestò un pomeriggio, mentre lui e Shiryu erano – come al solito – intenti ad organizzare i preparativi per la festa ormai sempre più imminente << Capisco che Shun sia sconvolto e che Ikki sia suo fratello, ma anche noi siamo importanti... Siamo i suoi amici! Possibile che Shun non desideri sfogarsi anche con noi? >>

Shiryu sospirò profondamente.

<< Seiya, non credo che tu debba prenderla così sul personale. >> disse << Shun sta attraversando una fase molto delicata e penso che Ikki sia il solo veramente in grado di aiutarlo. >>

Seiya fece una smorfia.

<< Ridicolo! >> biascicò << Conosco Shun, so per certo di essere uno dei suoi amici più cari e che non mi nasconderebbe mai niente, a meno che non fosse di vitale importanza. >>

Shiryu fece spallucce.

<< Lo hai detto tu stesso, Seiya: Di vitale importanza. >> rilanciò <<  Io credo che in questo momento Shun ed Ikki abbiano bisogno di starsene un po' per conto loro, forse hanno delle... Faccende importanti da sbrigare. Sai... Cose fra fratelli. >>

Seiya lo guardò curiosamente: << Vuoi dire che ci stanno tagliando fuori deliberatamente? Allora avevo ragione io, ci stanno nascondendo qualcosa di importante e... >>

<< Seiya, dacci un taglio! >> lo zittì a quel punto Shiryu, in tono esasperato << Smettila di pensare che il mondo ruoti intorno a te, non c'è niente di male a volersi ritagliare un po' di tempo per se stessi in un momento di crisi. Devo forse ricordarti ciò che Ikki ha passato a causa della sua amata Esmeralda? Non pensi che, forse, Shun in questo momento possa aver bisogno di qualcuno che sappia davvero quel che si prova a dover vivere un simile lutto? >>

Seiya si fece di colpo più serio e avvilito.

<< I-io... Non ci avevo pensato. >> ammise << Non avevo minimamente pensato ad Esmeralda... In effetti il tuo ragionamento sembra non fare una piega, Dragone! >>

Shiryu annuì fieramente, come a voler dire “Sì, lo so”.

Il Cavaliere di Pegasus sospirò profondamente.

<< Probabilmente è come dici tu ed io sono troppo egoista. >> commentò << Non lo faccio apposta, credimi... Credo solo di essere un po' troppo stressato, ecco tutto! Organizzare feste è un lavoro ben più complicato di quanto si possa pensare. >>

Shiryu soffocò una risata.

<< Addirittura, Seiya? >> lo canzonò << Sono sufficienti pochi festoni e qualche gioco di società per metterti al tappeto? >>

Seiya storse il naso.

<< Non prendermi in giro, Shiryu... Sai quanto è difficile occuparsi di ogni cosa? >> rilanciò << Ho già rinunciato all'idea della festa in maschera perché Saori non la trovava di suo gradimento, almeno tu evita di mettermi i bastoni fra le ruote. >>

<< Oh, grazie al cielo Milady è riuscita a farti ragionare! >> esultò il Dragone << Senza offesa, Seiya, ma non ero particolarmente entusiasta all'idea di dovermi travestire. >>

Seiya lo fulminò con lo sguardo.

<< Non cantare vittoria troppo presto, amico. >> bubbolò a denti stretti << Saori ha deciso che indosseremo abiti tradizionali del Giappone per la festa, dunque dovrai adattarti in ogni caso alle nostre disposizioni. Sono ordini di Athena, caro mio. >>

Shiryu tirò un ennesimo sospiro e, con fare rassegnato, rispose: << Va bene, farò questo sacrificio! Dovrò ricordarmi di dirlo a Shunrei, credo che ne sarà felice: gli abiti tradizionali le piacciono moltissimo. >>

<< Oh... Allora sarà presente anche lei! >> Seiya batté le mani con entusiasmo << Bene, sono felice che tu abbia seguito il mio consiglio! Del resto, i miei consigli sono ottimi... Andrebbero sempre seguiti. >>

<< Non prenderti troppi meriti, Seiya... Non avrei potuto fare diversamente. >> replicò Shiryu, con voce sognante e gli occhi che brillavano << Non sopportavo l'idea di stare lontano dalla mia Shunrei in un giorno di festa. >>

Seiya ridacchiò sommessamente, deliziato da uno Shiryu così tenero e innamorato.

<< Ma guardati, Dragone... Sei completamente perso! >> commentò divertito << Che ne è del valoroso ed agguerrito combattente che conosco? L'amore è in grado di ammansirti fino a questo punto? >>

<< L'amore tende a farlo piuttosto spesso, amico mio. >> fu la sua semplice risposta << Dovresti saperlo anche tu. >>

Seiya si fece completamente rosso in volto ed incominciò a balbettare.

<< Beh, io... Perché cerchi sempre di mettermi in mezzo, Shiryu? >> protestò << Smettila di farneticare simili sciocchezze, ti prego! >>

<< Non sono affatto delle sciocchezze, Cavaliere! >> gli rispose l'altro, in tono leggermente risentito << Di' un po', non hai pensato all'eventualità di invitare anche Shaina alla festa di Capodanno? >>

<< Cosa? Stai scherzando? >> Seiya lo fissò inorridito << No, no... Non se ne parla, non posso farlo! Se non ricordi male, ho scelto di organizzare questa festa e di occuparmi personalmente dei preparativi proprio per impedirmi di pensare a lei. >>

<< E invece dovresti fare proprio il contrario, approfittarne! >> esclamò immediatamente Shiryu, con entusiasmo << Non capisci, Seiya? Quale migliore occasione di un giorno di festa per rivelarle ciò che senti? Lei potrà vederti con occhi diversi, non sarai più un cavaliere di Athena ma un uomo... Un ragazzo innamorato! E anche lei ti apparirà in maniera totalmente diversa, questo potrebbe aiutarti, in qualche modo, ad esprimere al meglio i tuoi sentimenti. >>

Seiya continuò a fissare l'amico come se questi fosse completamente impazzito: nella sua testa ogni singola parola pronunciata dalle labbra del Dragone sembrava non avere il benché minimo senso, eppure il cavaliere sembrava fare decisamente sul serio.

<< Allora, Seiya? Stai pensando di seguire il mio consiglio? >>

<< No, sto pensando che sei del tutto impazzito! >> esclamò nervosamente Seiya, ormai rosso fin sopra le orecchie << Non posso invitare Shaina alla festa, Shiryu... In primo luogo, se lei venisse contravverrebbe alle regole del Santuario, ed in secondo luogo... Beh, non voglio. Bastano come risposte? >>

Shiryu storse il naso e lo guardò malamente.

<< Direi che non sono minimamente sufficienti. >> rispose << Mi spiace, Seiya, ma proprio non riesco a capirti: Perché ti ostini a nasconderti? Non desideri forse vivere la tua storia d'amore alla luce del sole, lontano dai dubbi e dai sotterfugi? >>

<< Sì, certo che lo vorrei. >> rilanciò a quel punto Seiya, il tono della sua voce che s'indebolì di colpo, facendosi quasi impercettibile << E mi stupisce il fatto che proprio tu non riesca a capire. Davvero non comprendi le ragioni della mia riluttanza? >>

Shiryu guardò confusamente il suo amico, senza parlare.

Seiya sospirò profondamente: << Shaina non è una donna come le altre, ma una Sacerdotessa Guerriera... Una servitrice della dea Athena, proprio come il sottoscritto. Riesci ad immaginare quante complicazioni potrebbero derivare da questa situazione? Quanto dolore finiremmo per causarci a vicenda? Ogni istante trascorso assieme potrebbe essere l'ultimo, ogni battaglia potrebbe segnare la fine della nostra esistenza... E come potrei mai vivere una storia d'amore, con simili presupposti? No, sarebbe solo un'inutile perdita di tempo. >>

<< Che diavolo stai dicendo, Seiya? >> echeggiò Shiryu, visibilmente perplesso << Anch'io sono un Cavaliere di Athena, eppure questo non mi ha certo impedito di innamorarmi di Shunrei e desiderare una vita al suo fianco. Credi forse che per noi sia una cosa semplice? Hai idea di quante volte io l'abbia vista piangere, cadere a terra in lacrime ed in preda alla disperazione, con il cuore pieno di angoscia e di terrore alla prospettiva di non vedermi più fare ritorno? Pensi che sia facile, per me, abbandonarla ad ogni chiamata a battaglia e ordine di Milady? Credi forse che lo faccia con tanta leggerezza, senza alcun peso sul cuore? Mi dispiace, cavaliere, ma le tue obiezioni non hanno alcun fondamento! >>

Seiya tacque e chinò rapidamente il capo, mordendosi il labbro come a volersi punire per quanto aveva detto. Come sempre, pensò in quel momento, la sua eccessiva impulsività lo aveva portato ad aprire bocca troppo in fretta, senza prestare minimamente attenzione alle possibili conseguenze.

<< M-mi dispiace, Shiryu... Sono stato inopportuno e indelicato. >> disse poi, con una vocetta basse e tremolante << Non volevo certo dire che tu e Shunrei abbiate vita facile, quel che intendevo io era che... >>

<< So bene cosa intendevi, amico mio, e non è certo per farti sentire in colpa che ho parlato di me e Shunrei. >> lo interruppe il Dragone, con voce nuovamente calma e pacata << Il mio non voleva essere un rimprovero, ma un incoraggiamento. Pensaci bene, Seiya: Se Shunrei ed io riusciamo ancora a stare insieme e a desiderare un futuro l'uno al fianco dell'altra, nonostante le battaglie e i pericoli da me affrontati, perché fra te e Shaina dovrebbe essere diverso? >>

Seiya sospirò profondamente, con fare angustiato.

<< Perché conosco Shaina e so fino a che punto sarebbe disposta ad arrivare per me. >> rispose << Hai visto come è andata a finire durante lo scontro contro Nettuno? Era disposta a sacrificare la sua stessa vita pur di salvarmi e se ha scelto di farlo allora, ignara dei sentimenti che mi legano a lei, fino a che limite potrebbe mai spingersi se solo osassi dichiararmi? Non voglio essere un pericolo per la sua vita, non lo sopporterei! >>

Shiryu continuò a fissarlo con aria di scetticismo.

<< Dunque, hai deciso di rinunciare? >> domandò << Senza lottare, senza fare neanche un minimo tentativo? Hai deciso di lasciarti sfuggire l'occasione di essere felice, di vivere una storia d'amore che potrebbe davvero essere importante per te? >>

Seiya abbozzò un rapido sorrisetto contrito.

<< Non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine. >> mormorò malinconico << Guarda Hyoga e Shun. >>

<< Non puoi paragonare te e Shaina a loro due, Seiya. >> rilanciò prontamente Shiryu << Sono due cose completamente diverse, e comunque non puoi pensare di fare di tutta l'erba un fascio: solo perché è andata male a qualcuno, questo non significa certo che andrà male anche a te. >>

Seiya tirò un secondo sospiro, ancora più angosciato del primo.

<< Per favore, Shiryu... Non parliamone più. >> implorò << Non sono in vena, al momento, preferisco rimandare questa conversazione a... Beh, a mai più, possibilmente. >>

<< Seiya, non credi che invece dovremmo... >>

<< No, Shiryu. >> lo freddò nuovamente l'altro, in tono fermo e deciso << Ti prego, se davvero ti sta a cuore la nostra amicizia, allora smettila di darmi il tormento con questa storia. In questo momento mi preme soltanto una cosa, ossia organizzare la festa di Capodanno. Non so se te ne sei accorto, ma ci sono rimaste solo due settimane di tempo. >>

Shiryu annuì in silenzio, rassegnato.

<< Va bene, Seiya... Chiudiamo l'argomento. >> assentì << Non comprendo il tuo punto di vista ma lo rispetto ed in nome dell'amicizia che ci lega, prometto di tormentarti più con questa faccenda. >>

<< Grazie, Dragone... Lo apprezzo moltissimo. >> gli rispose Seiya, ampliando il proprio sorriso in un'espressione di pura riconoscenza << E adesso torniamo al lavoro, ci sono alcune cose riguardo al menù che ancora non mi convincono e vorrei provare a risolvere il tutto entro la fine di questa giornata. >>

Shiryu fece segno di sì con la testa e rimase in silenzio a fissare Seiya, nuovamente immersosi nel proprio lavoro: Il Cavaliere di Pegasus si mordeva il labbro con fare concentrato, lo sguardo fisso su quel fogli di carta e le dita che tamburellavano nervosamente sul tavolo.

Shiryu sospirò flebilmente, fra sé e sé, e in quel momento capì che era arrivato per lui il momento di fare qualcosa; non era ancora del tutto certo del come, ma sapeva con assoluta certezza di essere il solo, fra tutti i cavalieri presenti a Villa Kido, in grado di poter aiutare Seiya.

E lo avrebbe fatto certamente, senza alcuna esitazione.

In nome di quella grande, sacra amicizia sulla quale sarebbe stato persino disposto a giurare.

*

In quello stesso momento, in camera di Shun.

Il Cavaliere di Andromeda, sotto la supervisione di Ikki, si stava duramente impegnando ad espandere il proprio Cosmo oltre i confini dello spazio, così da raggiungere finalmente quello ancora sopito di Hyoga. I risultati, tuttavia, tardavano ad arrivare e questo non faceva che svilire il povero Shun, nonostante le continue parole di conforto da parte di suo fratello.

<< Non devi pretendere troppo da te stesso, Shun... Stai già facendo un ottimo lavoro! Il Cosmo di Andromeda è diverso dal Cosmo della Fenice, se per me è semplice raggiungere qualsiasi luogo io desideri, non si può dire lo stesso per te. Hai bisogno di tempo, fratellino, non è un risultato che si possa raggiungere così da un giorno all'altro... Ci vogliono molta pratica e altrettanta pazienza. >>

<< Lo so, ma non sono del tutto sicuro di farcela! >> esclamò corrucciato Shun, con le lacrime agli occhi << Sono giorni che ci alleniamo, e ancora non si vedono i risultati! Chissà, forse hai sopravvalutato la potenza del mio Cosmo. >>

<< Impossibile. >> rilanciò prontamente Ikki << Il tuo Cosmo possiede una potenza smisurata, fratellino, e tu ne sei perfettamente consapevole. Non si tratta delle tue abilità, come ti ho già detto hai solo bisogno di tempo per apprendere delle tecniche che di base non apparterrebbero al tuo Cosmo; chiunque altro, al posto tuo, si ritroverebbe a dover affrontare le medesime difficoltà. >>

Shun sospirò profondamente: << Tu credi? >>

<< Ne sono più che certo! >> dichiarò con fermezza << Fidati di me, fratellino, neppure Shiryu e Seiya sarebbero in grado di apprendere le mie tecniche senza difficoltà... E tu non sei certo da meno di loro! Adesso cerca di stare tranquillo e riposati, per oggi abbiamo fatto abbastanza. >>

<< Oh, no... Io vorrei continuare! >> esclamò Shun, fissando l'altro cavaliere con aria implorante << Per favore, Ikki... Sento di non aver ancora fatto abbastanza. Non sono neppure lontanamente vicino al mio obiettivo, non è ancora arrivato per me il momento di riposarmi. >>

<< Invece sì, Shun. >> insistette la Fenice, guardandolo di traverso << Sei stanco, abbiamo lavorato ininterrottamente per tre ore e il tuo corpo ha bisogno di riposo. Non pretendere troppo da te stesso, non è in questo modo che riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi. >>

Shun chinò mestamente il capo ed incominciò a torturarsi il labbro inferiore con i denti, le dita che giocherellavano velocemente le une con le altre, come in una sorta di tic nervoso.

<< D'accordo, fratello... Farò come dici tu. >> rispose infine, risollevando nuovamente lo sguardo ed indirizzandolo timidamente verso l'altro cavaliere << Forse hai ragione, non otterrò grandi risultati se prima non riposo un po' le mie membra stanche. Va bene, per oggi credo di potermi fermare. >>

Ikki gli sorrise dolcemente, con fare orgoglioso.

<< Bravo piccoletto, così mi piaci. >> rispose in tono brioso, scompigliandogli affettuosamente i capelli << Ti lascio riposare, allora, e nel frattempo andrò a farmi una corsetta nel parco. Mi raccomando, però: se avessi bisogno del mio aiuto, per qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi. >>

<< Ti ringrazio, Niisan, ma per questa volta non ti scomoderò. >> replicò il più giovane, sorridendo a sua volta << Mi sdraierò sul letto e dormirò per qualche ora, non avrò alcun bisogno del tuo soccorso. >>

<< Benissimo, allora. Ci vediamo più tardi per cena, tu vedi di riposarti e di non combinare pasticci... Siamo intesi? >>

<< Intesi. >> confermò il Cavaliere di Andromeda, prima di congedare in via definitiva suo fratello e richiudersi nuovamente la porta alla spalla, restando infine da solo, a godere della sola ed unica compagnia dei propri pensieri.

Il ragazzo sospirò profondamente e poi, con occhi semichiusi, si accovacciò sul materasso a gambe incrociate – la sua tipica posa da meditazione - concentrandosi sul pensiero di Hyoga con tutte le energie che ancora gli erano rimaste; sapeva di aver promesso a Ikki di dedicare le restanti ore al riposo, ma un ultimo tentativo – pensò fra sé e sé - non poteva certo nuocergli.

Coraggio, Hyoga... So che sei ancora vivo e so che puoi sentirmi, ne sono certo. Ti prego, cavaliere... Rispondimi.”

Un'aurea di colore rosa scuro lo avvolse interamente ed il suo corpo si fece più pesante, il cuore prese a battere più in fretta e Shun si sentì come stordito, ogni singola fibra del suo corpo sembrò vibrare al suono dei suoi pensieri e del suo implorante richiamo.

Se Hyoga era ancora vivo, si disse, prima o poi sarebbe riuscito a trovarlo.

Hyoga... Hyoga...”

Shun!”

Shun ebbe un violento sussulto, tanto rapido ed inaspettato da fargli perdere l'equilibro e farlo cadere a terra. Il ragazzo, tuttavia, si rialzò immediatamente in piedi e si portò una mano al petto, proprio all'altezza del cuore, come a volerlo contenere durante la sua folle ed inarrestabile corsa.

Lo aveva sentito... Era certo di averlo sentito.

O forse non del tutto, in effetti era parecchio stanco e quelle continue ore di allenamento potevano avergli dato alla testa... Ma qualora fosse stato anche solo nella sua testa, Shun era più che certo di aver sentito la voce di Hyoga chiamare il suo nome.

Esausto, tornò ad accasciarsi sul letto e si distese a pancia in su, gli occhi chiudi ed entrambe le mani poggiate sul petto, il respiro che pian piano tornava a farsi regolare, nonostante l'evidente stato di agitazione al quale era sottoposto in quel momento. L'adrenalina dei primi istanti lasciava adesso il suo posto alla stanchezza dovuta alle troppe ore di intenso lavoro e così, pian piano, il Cavaliere scivolò fra le tenere ed accoglienti braccia di Morfeo, tutti i muscoli del suo corpo finalmente rilassati e la mente, tuttavia, non ancora del tutto sgombra dai pensieri.

Qualcosa di assolutamente straordinario era appena accaduto, Shun ne era più che certo.

Ma di qualsiasi cosa si fosse trattato, lo avrebbe scoperto con la dovuta pazienza al proprio risveglio.

*

<< Shun! >>

Hyoga si svegliò si soprassalto, gli occhi spalancati in uno sguardo di terrore e il cuore che batteva all'impazzata dentro al suo petto. Gocce di sudore scivolavano lungo il suo viso ed il collo, e il suo respiro era affannato, come dopo una lunga e faticosissima corsa.

<< Vlad? Vlad, che cosa sta succedendo? >>

Anja si precipitò di corsa nella stanza di Hyoga, allarmata da quelle sue grida improvvise; lui la guardò confusamente, ancora stordito e disorientato da quella situazione.

<< Anja... >> farfugliò nervosamente << .. Io... >>

<< Devi aver fatto un brutto sogno, Vlad... Hai un'aria così sconvolta! >> esclamò la donna, accucciandosi di fianco a lui e mettendogli un braccio intorno alle spalle, con fare di conforto << Ti ho sentito gridare nel sonno, non facevi che pronunciare un nome... Shun, mi sembra. Lo ripetevi di continuo, sembrava come un'invocazione. Che cosa è successo, Vlad? Chi è questo Shun? >>

Hyoga si portò una mano al petto e l'altra alla fronte, raccogliendosi per qualche istante alla ricerca di una logica spiegazione a quanto era appena accaduto.

Shun... Sì, aveva pronunciato quel nome pochi istanti prima, nel dormiveglia.

E adesso, lentamente, persino le rimembranze dei suoi sogni incominciavano a farsi più nitide.

<< I-io... Io stavo sognando, Anja. >> balbettò Hyoga << Non era un sogno qualsiasi, era come... Come un ricordo nel mio passato, un momento della mia vita al quale stavo facendo da spettatore. Ho visto me stesso ed ero privo di sensi, sembravo quasi... Morto. Sì, io... Io ero come morto e c'era un'altra persona con un me, un ragazzo... Un ragazzo dai lineamenti dolcissimi e con due splendidi occhi verdi, occhi puri e traboccanti di vita come non ne avevo mai visti prima. Lui mi teneva fra le braccia e mormorava parole gentili, di conforto. Ricordo di aver sentito il freddo nelle vene, come una sensazione di impotenza e poi... Il nulla. Era tutto così strano, Anja. >>

Anja lo guardò confusamente.

<< Strano, dici? In che senso? >> lo interrogò.

<< Sì... Te l'ho detto: è stato come rivivere un momento della mia vita, del quale – tuttavia non ho alcuna memoria. >> le rispose Hyoga << E poi... Poi è successa una cosa ancora più strana: quel ragazzo continuava a stringermi e poi, tutto d'un tratto, una luce rosea ha incominciato ad avvolgere entrambi ed io l'ho visto indebolirsi sempre di più, fino a perdere a sua volta conoscenza.... E proprio in quel momento, sono stato io a risvegliarmi, e l'ho trovato al mio fianco, svenuto e quasi in fin di vita. E' stato allora che mi sono svegliato e che tu mi hai sentito urlare. >>

Si bloccò di colpo, guardando prima a terra e poi di nuovo Anja, sempre più confuso e turbato.

<< Credo che sia lui, quel ragazzo... Shun. >> mormorò << Deve avermi salvato la vita, molto tempo fa. Se solo riuscissi a ricordare. >>

<< Beh, ma il tuo inconscio ti sta già lanciando dei messaggi. >> rilanciò con entusiasmo Anja << E ben precisi, direi: questo Shun deve essere molto importante per te, forse voi due avete condiviso qualcosa di speciale in passato. Non riesci a ricordare nient'altro? >>

<< I-io... Non credo. >> replicò Hyoga a malincuore << Per il momento questo è tutto ciò che riesco a rimembrare, non sarei in grado di dirti altro. Ho la testa che mi scoppia... Mi sembra quasi di impazzire! >>

<< Aspetta, adesso lascia fare a me. >> Anja si alzò in piedi e lo aiutò ad adagiarsi nuovamente sotto le coperte, rimboccandogliele con cura e dirigendosi in cucina per qualche secondo, per poi ritornare con un panno di stoffa completamente imbevuto di acqua fresca.

<< Ora rilassati e chiudi gli occhi, cerca di non pensare più a niente. >> la donna sistemò il panno sulla fronte di Hyoga ed incominciò ad accarezzargli i capelli con fare materno e confortante << Hai avuto troppe emozioni tutte assieme, hai bisogno di riposare. Se vuoi resterò qui con te fino a quando non ti sarai nuovamente addormentato. >>

Hyoga annuì in silenzio e Anja tornò a sedersi al suo fianco, le sue dita che continuavano a giocherellare con i capelli biondi del ragazzo e le sue labbra che, lentamente, iniziarono ad intonare una dolce e rassicurante melodia. Le labbra di Hyoga si distesero in un ampio sorriso beato.

<< Che bella canzone. >> mormorò con voce impastata << Mi sembra di averla già sentita da qualche parte. >>

<< E' una tipica ninnananna russa. >> spiegò Anja << Forse anche tua madre era solita cantarla a te, quando eri piccolo. >>

Hyoga annuì di nuovo.

<< Sì... Forse. >> disse << Mi piacerebbe riuscire a ricordare mia madre... E Shun... Mi piacerebbe poter ricordare ogni cosa. >>

<< Shhh... Adesso non ci pensare. >> Anja si chinò su di lui e posò un tenero bacio sulla sua guancia, le dita che ancora gli accarezzavano il volto ed i capelli << Sei esausto e hai bisogno di riposare, allontana i cattivi pensieri e vedrai che gli incubi non torneranno a disturbarti. Dormi bene, dolce Vlad. >>

Hyoga sorrise ampiamente e sussurrò un flebile “Buonanotte” prima di sprofondare nuovamente in un sonno profondo. Anja rimase a lungo al suo fianco e forse fu proprio quella presenza così piacevole e confortante a rendere i sogni di Hyoga più piacevoli e sereni: Non più confusione ed oscurità, ma prati fioriti e un dolce profumo che si diffondeva nell'aria.

E due morbide braccia che lo avvolgevano, sotto lo sguardo amorevole di due occhi azzurri e splendenti come un mare di Grecia.






N.d.A: Perdonate il ritardo, ma questa settimana è stata veramente impegnativa e non ho avuto tempo per scrivere come avrei voluto... Temo purtroppo che fino al 24 i ritmi saranno questi, per cui vi chiedo scusa in anticipo per eventuali ritardi futuri.
In ogni caso, ho pensato che fosse il caso di mettere un po' più di carne al fuoco, con un trafiletto dedicato a Seiya e Shiryu e mostrando un Hyoga che FINALMENTE incomincia a ricordare qualcosa.
Che dite... Ce la farà il nostro Cignuzzo? :)
Io sono ottimista al riguardo. :)
Un bacio a tutti e buona settimana :3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


<< Capisci, Niisan? Ti rendi conto di quello che ti ho detto? Ci sono riuscito, ho percepito il Cosmo di Hyoga e lui mi ha risposto, ha avvertito il mio richiamo! Oh, non posso credere che sia accaduto davvero! >>

Più tardi, dopo essersi finalmente ripreso dallo shock degli ultimi eventi, Shun si precipitò in camera di Ikki per informarlo di quanto era successo; il ragazzo non la smetteva di gesticolare e parlare a macchinetta, sotto lo sguardo divertito - e a tratti persino sconsolato - del fratello maggiore.

<< Shun, ti prego... Dominio. >> mormorò pacatamente la Fenice << Cerca di parlare un po' più piano, altrimenti ti sentiranno tutti. >>

<< Non posso farci niente, Ikki... Sono talmente felice che vorrei urlare! >> esclamò allegramente l'altro, un ampio sorriso entusiasta che si allargava sul suo bel volto << Hyoga, ancora vivo... Capisci che cosa significa tutto questo? Sapevo di non essermi sbagliato, che avrei potuto riconoscere il suo Cosmo ovunque. >>

Ikki ridacchiò sommessamente.

<< Sono felice per te, fratellino. >> rispose << Anche se questo non significa certo che da questo momento in poi tu possa adagiarti sugli allori e trascurare i tuoi allenamenti: hai stabilito un primo contatto, certo, ma adesso arriva la parte più complicata, quella in cui il tuo Cosmo deve riuscire ad instaurare un vero e proprio dialogo con quello di Hyoga. Non sarà facile, te lo anticipo, ma non dovrai fare tutto da solo: io continuerò ad esserti vicino e ad aiutarti, fino a quando non ci sarai riuscito. >>

Il volto di Shun s'illuminò di colpo: << Dunque continuerai ad allenarmi, Niisan? >>

<< Ma sì, te l'ho detto! Come potrei abbandonarti proprio adesso, ad appena un passo dal traguardo? >>

Shun lanciò a suo fratello uno sguardo intenso e colmo di gratitudine, per poi gettarsi fra le sue braccia e stringerlo in un fortissimo e caloroso abbraccio.

<< Grazie, Niisan... Grazie! >> esclamò << Sai, all'inizio temevo che non saresti rimasto al mio fianco, che mi avresti preso per un visionario. >>

Ikki sospirò intensamente.

<< Forse un tempo lo avrei fatto, ma adesso non potrei mai voltarti le spalle. >> dichiarò << So che il tuo cuore è sulla strada della verità ed intendo fidarmi di te ciecamente, senza alcuna esitazione. Te lo meriti, fratellino mio. Inoltre, so per certo che avresti fatto altrettanto se al posto di Hyoga vi fosse stata Esmeralda. >>

<< Oh, senza dubbio! >> rilanciò prontamente Shun << Lo sai, Niisan... Io per te farei qualsiasi cosa. >>

Ikki sorrise ampiamente.

<< Sì, lo so. >> disse << Ed io farei qualsiasi cosa per te, fratellino. Mi è stata negata la possibilità di essere felice con la persona che amavo, non voglio che tu sia destinato alla mia stessa sorte. >>

Shun annuì malinconico.

<< Sì, lo capisco. >> rispose << Continua a piangermi il cuore al pensiero di te ed Esmeralda, ancora non riesco a concepire un sì tragico epilogo alla vostra storia d'amore. >>

Ikki si morse lievemente il labbro, per poi sospirare una seconda volta.

<< Purtroppo il Fato non è stato benevolo con noi. >> mormorò mestamente << Eppure, io non ho mai dimenticato la mia piccola, splendida Esmeralda. >>

Shun lo guardò con dolcezza, sorridendo.

<< Perché non mi parli un po' di lei? >> chiese << Non lo hai mai fatto prima d'ora. >>

Ikki non rispose e rimase in silenzio per qualche istante, il capo chino ed un'espressione assorta sul volto. Shun si sentì di colpo il cuore pesante.

<< Se non ti va di parlarne, io... >>

<< No, no... Mi va di parlarne. >> rispose Ikki, sorridendo debolmente << Non lo faccio da troppo tempo e credo di sentirne la mancanza. Sai, lei era... Beh, Esmeralda era una creatura meravigliosa, tanto graziosa di aspetto quanto dolce e pura di cuore. La prima volta che la vidi quasi non riuscì a credere ai miei occhi, pensavo di avere di fronte una creatura divina e non un semplice essere umano. >>

Shun rise con dolcezza, osservando suo fratello con aria ammirata.

<< E' stato amore a prima vista? >> domandò curiosamente.

Ikki scosse il capo.

<< No, non direi. >> rispose << Non per me, almeno: ho imparato ad amare Esmeralda lentamente, con il trascorrere del tempo. Sai, in principio non badavo ad altro che ad allenarmi e non avevo altre distrazioni, pensavo solamente a come conquistare quella benedetta armatura. E a te, ovviamente. >>

<< A me? >>

Shun sembrò sinceramente sorpreso da quella rivelazione.

<< Sì, a te. >> replicò l'altro, con fermezza << Tu eri sempre presente nei miei pensieri ed il tuo ricordo riusciva sempre a farmi andare avanti, ogni giorno; mi aiutava a sopportare la fatica degli addestramenti e a non soffermarmi troppo su quei pensieri di odio che il mio Maestro cercava di instillare dentro al mio cuore. In effetti, sei sempre stato la mia unica fonte di salvezza. >>

<< Fino a quando non ha incontrato Esmeralda. >> aggiunse il cavaliere di Andromeda, con un sorrisetto malizioso sulle labbra.

Ikki arrossì bruscamente.

<< Sì, beh... Io... E' stato strano. >> farfugliò imbarazzato << Non credevo possibile innamorarmi di qualcuno, eppure Esmeralda è riuscita a cambiarmi e a rendermi una persona migliore. Chissà, forse senza di lei non sarei mai diventato un Cavaliere di Athena. In fin dei conti, lei ha visto in me qualità che io stesso non pensavo di possedere. >>

Shun ampliò il proprio sorriso.

<< Oh, Niisan... >> mormorò teneramente.

<< Dico sul serio, Shun! >> lo interruppe suo fratello, facendosi ancora più rosso in volto << Non sono mai riuscito a capire perché Esmeralda si fosse innamorata di me, ma se lo ha fatto... Beh, immagino che in me debba esserci davvero qualcosa di buono e per cui valga la pena di non arrendersi. >>

<< Ma questo è sempre stato ovvio, Niisan! >> tuonò in quel momento Shun, con voce quasi alterata << Tu sei una persona dal cuore d'oro, solo che a volte sei un tantino... Troppo brusco, oltre che solitario. Tuttavia, io che ti conosco bene so quanto tu sia speciale e cosa si nasconda davvero dietro quella tua aria da duro. In effetti, non mi stupisce affatto che Esmeralda si sia innamorata di te. >>

Ikki tornò nuovamente a sorridere.

<< Lei ha sempre visto solo il buono in me e questo mi rendeva felice. Non credo che riuscirò mai a dimenticare quei giorni, finché campo. >>

<< E non devi farlo, fratello mio. >> gli rispose Shun, sorridendo a sua volta << Non devi scordare il tuo passato, esso fa parte di te e ha contribuito a renderti l'uomo che sei oggi, la persona che ho di fronte e che io amo e stimo più di chiunque altro. Non scordare mai il tuo passato, Niisan... Per nessuna ragione. >>

Ikki annuì con fermezza e per un attimo Shun ebbe la sensazione di intravedere qualche lacrima dentro ai suoi occhi.

<< Ti ringrazio, Shun. >> disse la Fenice, mascherando al meglio la propria commozione << Non solo per essere sempre al mio fianco, ma anche per avermi fatto ricordare: da troppo tempo non pensavo ad Esmeralda e... Beh, mi ha fatto veramente bene. >>

Shun gli si avvicinò pian piano e posò gentilmente una mano sulla sua spalla, in segno di conforto.

<< Ne sono felice, Niisan. >> dichiarò << Mi spiace solo non poter fare di più. >>

Ikki lo guardò con fare adorante ed allungò una mano nella sua direzione, carezzandogli dolcemente il volto con le nocche.

<< Tu stai già facendo abbastanza, Shun. >> affermò con voce morbida << Nessuno mi sarà mai vicino nel mondo in cui lo fai tu ed io non desidero avere al mio fianco altri che te. Tu ed io siamo una squadre vincente, fratellino. >>

Shun annuì allegramente, allargando il proprio sorriso.

<< Sì, lo siamo. >> confermò << E spero che insieme riusciremo anche a ritrovare Hyoga, dovunque egli sia. >>

<< Oh, di questo puoi star pur certo! >> lo tranquillizzo Ikki << Anzi, a tal proposito... Che ne diresti di esercitarci un po'? >>

Shun lo guardò confusamente: << Adesso? >>

Ikki rivolse lui un ampio sorrisetto sghembo.

<< Quale miglior momento del presente? Su, fratellino... Diamoci una mossa! >>

Shun emise un acutissimo gridolino di gioia e corse ad abbracciare suo fratello, il quale non poté fare a meno di ridacchiare d'innanzi ad una simile dimostrazione d'entusiasmo. Poi, senza aggiungere altro, i due tornarono a dedicarsi agli allenamenti di Shun, certi del fatto che stavolta i risultati non avrebbero tardato troppo a farsi vedere.

*

In quelli stessi giorni, in Grecia, un'altra persona aveva fin troppi, assidui pensieri che non riuscivano in alcun modo a darle pace.

Shaina se ne stava accovacciata sul terreno erboso, di fronte alla tomba del suo adorato allievo Cassios, il capo chino ed il volto nudo, insolitamente privo della sua solita maschera e in quel momento deturpato dalle troppe lacrime di dolore che sgorgavano dai suoi occhi.

<< Ciao, Cassios. >> mormorò cupamente la fanciulla, con voce rotta dal pianto << Perdonami per non essere più passata a trovarti; negli ultimi tempi sono accadute molte cose ed io... Beh, io non ho potuto sottrarmi al mio dovere. Essere una servitrice di Athena, purtroppo, significa anche questo. >>

S'interruppe per qualche secondo, appena il tempo necessario per asciugarsi le lacrime.

<< Mi riesce sempre molto difficile venire qui da te, Cassios. >> confessò << Continuo  a sentirmi in colpa per la tua morte e anche se so che tu non ce l'hai affatto con me e non attribuisci nessuna colpa alla sottoscritta, non posso fare a meno di pensare di aver in parte contribuito alla tua morte. >

La fanciulla tirò su col naso ed allungò le dita in direzione della croce di legno che adornava quel sepolcro, carezzandola gentilmente come avrebbe fatto con il volto o i capelli del suo valoroso interlocutore.

<< Avrei dovuto proteggerti meglio, lo so: Avrei dovuto occuparmi di te e comprendere sin dal principio la grandezza e la profondità dei tuoi sentimenti; forse, in quel modo, sarei riuscita a trattenerti dal sacrificarti per me. >>

Un gemito di dolore interruppe per pochi istanti le sue parole.

<< So che non lo hai fatto per lui, Cassios. >> aggiunse, risollevando lentamente il capo e tornando a guardare di fronte a sé << So che il tuo unico intento era proteggere me, impedirmi di donare la mia vita per salvare quella della persona che amo. Ciò che tu stesso hai deciso di fare. >>

Nel pronunciare quell'ultima frase, Shaina si ritrovò nuovamente travolta da un pianto disperato; le lacrime scendevano senza sosta lungo il suo viso, la gola pizzicava ed il petto continuava a muoversi in su e in giù con irregolarità, tanto forti ed insistenti erano i suoi singhiozzi.

<< Perdonami, Cassios... Perdonami per tutto quanto! >> implorò << Vorrei poter tornare indietro, riuscire a riportarti in vita. Non dovevi pagare un simile prezzo, tu non lo meritavi affatto. >>

Con entrambe le mani si coprì il volto, persa nel proprio cordoglio, e continuò a versare lacrime fino a quando non si sentì completamente esausta; poi, pian piano, si risollevò con il busto e si rimise in piedi, gli occhi ancora arrossati ed il respiro irregolare, le dita che ancora si muovevano con delicatezza lungo quella croce di legno.

Sospirò profondamente e si coprì nuovamente il volto con la propria maschera, pronta a rimettersi in sesto.

<< Mi dispiace, Cassios. >> bisbigliò nuovamente, con un ultimo gemito << Mi dispiace così tanto. >>

<< Shaina, eccoti qua! Era ora che ti trovassi, ti ho cercata praticamente dappertutto! >>

Shaina ebbe un violento sussultò e si voltò di scatto, allarmata, le braccia sollevate in avanti in posizione di difesa; ci vollero appena pochi istanti affinché la ragazza abbassasse la guardia, realizzando finalmente chi si trovasse di fronte a lei.

<< Kiki?! >> esclamò confusamente, fissando il bambino con aria di incredulità << E tu che cosa ci fai qui? >>

<< Sono venuto al Grande Tempio per allenarmi. >> spiegò questi con entusiasmo << Mu mi sta facendo lavorare sodo, dice che devo incominciare sin da ora se voglio – un giorno – diventare il nuovo cavaliere dell'Ariete. >>

Shaina alzò gli occhi al cielo, sospirando con fare esasperato.

<< Non intendevo dire questo, Kiki. >> bubbolò << Ciò che ti stavo domandando è: che cosa ci fai tu qui, al mio cospetto? Che cosa vuoi da me? >>

Un ampio sorriso sornione si fece strada lungo il volto di Kiki e il piccolo estrasse dal taschino una lettera tutta stropicciata, porgendola a Shaina con fare misterioso. Lei lo fissò con aria sempre più confusa.

<< Che cosa è? >> domandò allibita.

<< E' per te. >> rispose semplicemente Kiki << Su, leggila. >>

Shaina aprì quel foglietto spiegazzato, continuando a guardare di sottecchi il suo giovane araldo.

<< Se è per me, Kiki, per quale motivo è stata già aperta? >> chiese in tono inquisitorio.

Kiki si grattò il retro del collo e sorrise impacciatamente.

<< Beh... Ero curioso! >> si giustificò << Mi era sembrato così strano che Shiryu ti avesse scritto una lettera e così ho voluto saperne di più. >>

<< Cosa... Shiryu il Dragone mi ha scritto una lettera? >> lo interruppe Shaina, sempre più stranita ed incapace di comprendere << E perché mai lo avrebbe fatto? >>

<< Uffaaaaa, perché non la smetti di fare domande e non ti decidi a leggere quello che c'è scritto? >> sbraitò a quel punto Kiki, roteando gli occhi al cielo e sbuffando a pieni polmoni.

Shaina sospirò profondamente e finalmente si decise ad ascoltare le parole di Kiki, leggendo con somma attenzione l'intero contenuto di quella lettera. A mano a mano che la lettura procedeva i suoi occhi si facevano sempre più grandi, fino a spalancarsi in un'espressione di sorpresa mista a panico, e le sue guance si tinsero completamente di rosso.

Più andava avanti e meno riusciva a credere che fosse tutto vero.

<< Ma che diavolo... >>

<< Allora, Shaina? Che cosa ne pensi? >> Kiki incominciò a saltellarle intorno prima ancora che questa avesse il tempo di portare a termine la propria frase, facendola sentire sempre più nervosa e a disagio.

La sacerdotessa dell'Ofiuco rimase immobile ed in silenzio per diversi secondi, la lettera ancora saldamente stretta fra le mani; per un attimo Kiki credette che stesse semplicemente pensando al modo migliore per articolare un discorso sensato, ma pochi istanti dopo la ragazza si voltò di scatto ed accartocciò rabbiosamente la lettera, per poi gettarla a terra.

<< Penso che si tratti di una pura follia! >> tuonò stizzosamente, voltando le spalle al piccolo Kiki ed incrociando le braccia al petto << Mi spiace, non se ne parla neanche. >>

<< Perché no? >> domandò Kiki, in tono visibilmente deluso e avvilito << Non vuoi rivedere gli altri cavalieri? >>

Shaina storse il naso: << No, in effetti credo proprio di riuscire a farne a meno. >>

<< Eddai, Shainaaaaaa! >> la voce di Kiki si fece molto più acuta e fastidiosa, quasi simile ad un pianto << Non dirmi che non muori dalla voglia di rivedere Seiya! >>

Il volto di Shaina si fece completamente paonazzo e la ragazza s'irrigidì di colpo, come pietrificata.

<< D-dovrei? >> balbettò, cercando di non mostrarsi troppo vulnerabile agli occhi di Kiki.

Un minimo passo falso e la sua copertura sarebbe stata del tutto compromessa.

<< Beh... Direi di sì. >> le rispose il bambino << Io personalmente lo sarei. >>

<< Appunto... Tu. >> Shaina si allontanò di qualche passo, tentando di mantenere una distanza di sicurezza << Come ho già detto, io posso tranquillamente farne a meno... Senza contare il fatto che devo restare qui ad Atene, a fare la guardia al Grande Tempio. Ora che Marin è lontana, tocca a me occuparmi di ogni cosa. >>

Kiki la guardò di traverso.

<< Io non credo che la tua presenza sia fondamentale. >> asserì << Mio fratello e gli altri Cavalieri d'Oro possono farcela da soli, tanto più che adesso siamo persino in tempo di pace. Mi spiace, Shaina, ma non hai nessuna scusa per restare ad Atene. >>

<< Accidenti, Kiki, ma non ti arrendi mai? >> protestò la fanciulla, con irritazione << In che lingua devo dirtelo che non ho voglia di andare a Nuova Luxor? Ad una festa, per di più... Come credi che io possa presentarmi, con indosso la mia maschera da sacerdotessa? Inoltre, non sono neanche certa del fatto che i cavalieri desiderino la mia presenza. >>

<< Che dici, Shaina? E' stato lo stesso Shiryu ad invitarti, cosa ti fa credere di non essere desiderata? >>

Shaina chinò mestamente il capo, mordendosi il labbro inferiore da sotto la maschera.

<< Beh, Kiki... Tu hai parlato di Seiya, poco fa. >> bisbigliò a mezza voce << Non credi forse che, se la mia presenza gli fosse gradita, sarebbe stato lui stesso a mandarmi un invito? >>

Un ampio sorriso sornione, a quel punto, si fece strada lungo il volto di Kiki.

<< Dunque è questo che ti preoccupa? Hai paura che Seiya non voglia vederti? >>

Shaina non rispose, troppo imbarazzata e piena di vergogna per ammettere la verità.

Kiki le si avvicinò ulteriormente e con dolcezza la prese per mano, così da riuscire a trasmetterle tutto il suo conforto e la sua comprensione.

<< Non devi preoccuparti, Shaina... Anche Seiya è orgoglioso come te, non credo che avrebbe mai trovato il coraggio di farsi avanti da solo. >> le disse << Probabilmente è stato lui a chiedere a Dragone di scriverti. >>

Shaina si voltò verso il piccolo Kiki.

<< Tu... Lo pensi davvero, Kiki? >> osò domandare, sul volto un'espressione di pura speranza, così duramente celata dietro la sua maschera d'argento << Credi che Seiya sarebbe realmente contento di vedermi? >>

<< Ne sono sicuro! >> Kiki annuì fermamente << Scommetto che in questo momento si trova nella sua stanza a pensare a te, e si sta domandando se hai già ricevuto il suo invito e se sceglierai o meno di accettarlo. >>

Shaina ricominciò a torturarsi il labbro in silenzio, con fare pensieroso.

Seiya... Sarebbe stato sciocco da parte sua fingere di non aver più pensato a lui, da quel lontano giorno in cui assieme agli altri cavalieri avevano sconfitto il dio Nettuno. Sarebbe stato inutile mentire a se stessa, convincersi di non sentire terribilmente la sua mancanza e non aver desiderato – almeno una volta – di poter fuggire fino a Nuova Luxor per vederlo, anche solo per un istante.

Certo, il suo ruolo le impediva di lasciarsi andare ad eccessivi sentimentalismi, e la convinzione un po' troppo pessimistica che il suo amore non fosse minimamente ricambiato non le permetteva di soffermarsi troppo a lungo sul pensiero dell' adorato cavaliere di Pegasus.

Eppure, adesso, si vedeva costretta a dover prendere una decisione.

Essere fedele al mio ruolo di sacerdotessa e servitrice di Athena, oppure al mio cuore di donna?” si chiese “Posso davvero permettermi di osare a tal punto, nonostante il rischio nient'affatto trascurabile di venir rifiutata? Meglio passare per sciocca ed illusa, ferita nell'animo per un rifiuto, o per vigliacca, un cuore talmente pusillanime da essersi arreso prima ancora di aver lottato fino alla fine per il proprio amore?”

Shaina sentiva di essere ormai vicina ad un punto di non ritorno, ancora una volta divisa fra il proprio cuore e la Giustizia.

Adesso era arrivato il momento di prendere una decisione.

<< E va bene, Kiki. >> disse infine, con un ultimo sospiro d'incoraggiamento << Mi hai convinto: facciamo come vuoi tu. >>

Il volto di Kiki s'illuminò d'entusiasmo.

<< Vuoi dire che andiamo a Nuova Luxor? >> gioì

Shaina annuì esasperata.

<< Sì, andiamo a Nuova Luxor. >>

<< Evviva! >>

Kiki ricominciò a saltellare intorno a Shaina, euforico, strillando a pieni polmoni e tanto da far venire il mal di testa alla povera fanciulla. La sacerdotessa sospirò per l'ennesima volta, scuotendo il capo e spalancando infine le braccia, in segno di resa.

Mi auguro solo che non finirò col pentirmene.” pensò fra sé e sé.

Tuttavia, nonostante la preoccupazione e l'insofferenza di quel momento, non poté fare a meno di risollevare il capo ed indirizzare il proprio sguardo al cielo, lassù in direzione del punto dove – di notte – sapeva di poter intravedere la costellazione di Pegasus.

Ed il suo animo, in quel momento, venne pervaso da un'intensa e piacevole sensazione di calore e benessere.

*

<< Coraggio, Vlad... Prova a starmi dietro! >>

<< Fai attenzione, Dimitri! Il ghiaccio è molto scivoloso, potresti cadere e farti male. Hai sentito che cosa ha detto la mamma? >>

Negli ultimi giorni, in Siberia, le temperature avevano subito un brusco calo e nonostante la neve avesse ormai smesso di cadere copiosamente dal cielo, non era comunque consigliabile uscire all'aperto per troppo tempo. Dimitri ovviamente non era tipo da rispettare questo genere di regole ed era così riuscito a convincere sua madre a lasciarlo uscire per qualche minuto, approfittando del fatto che Hyoga si fosse offerto di accompagnarlo per impedire che si facesse male.

Il ragazzo aveva pensato che non sarebbe stato troppo difficile tenere a bada un bambino di neanche sette anni, ma una volta messo piede fuori casa si era reso conto di aver rovinosamente peccato di superbia e superficialità.

<< Dimitri, rallenta! >> strillò Hyoga, arrancando in mezzo alla neve dietro di lui << Cerca di stare più attento. >>

<< Oh, ma io sto attentissimo! >> esclamò il bambino, sorridendo entusiasta << Vieni con me, voglio andare a camminare sul ghiaccio. >>

<< No, aspett... Dimitri! >>

Hyoga accelerò il passo e raggiunse a fatica il piccolo Dimitri, che velocemente aveva raggiunto il laghetto che si trovava sul retro della loro abitazione; il freddo aveva completamente congelato l'acqua, fino a trasformarla in una sorta di pavimento ghiacciato, luminoso ed invitante quanto – Hyoga ne era piuttosto certo – instabile e pericoloso.

<< Dimitri, torna indietro! >> gridò il più grande, bloccandosi ad appena pochi centimetri dal bordo << Non puoi metterti a giocare sul ghiaccio è troppo pericoloso! >>

Dimitri ignorò le sue parole e continuò pian piano a camminare su quella lastra di ghiaccio, fino a raggiungerne il centro. Hyoga era a dir poco terrorizzato.

<< Dimitri! Ti scongiuro, torna indietro. Il ghiaccio è instabile, potrebbe cadere da un momento all'altro. >>

<< Dai, Vlad... Vieni anche tu! >> Dimitri iniziò a saltellare sul ghiaccio, sbracciando in direzione di Hyoga << E' così bello stare qui, coraggio! Vien... Aaaah! >>

<< Dimitri! >>

Fu un attimo.

Il ghiaccio si ruppe da sotto i piedi di Dimitri ed il bambino si ritrovò immerso fino al collo nell'acqua gelida, i muscoli del corpo completamente irrigiditi dal freddo ed incapace di fare qualsiasi movimento.

<< Aiuto! Aiutami, Vlad... Aiuto! >>

Hyoga non esitò un solo istante e si gettò in acqua.

Lo fece senza pensarci su, senza considerare minimamente l'ipotesi di non riuscire a sopravvivere a quel tuffo.

Poco importava, in fin dei conti: Dimitri e la sua famiglia gli avevano salvato la vita e adesso era arrivato il momento di ricambiare il favore.

<< Resisti, Dimitri... Arrivo! >>

Hyoga non poté fare a meno di stupirsi di fronte alla sua incredibile resistenza al freddo; la temperatura di quel lago essere di decine di gradi al di sotto dello zero, eppure lui riusciva ancora a respirare senza troppe difficoltà e a muoversi con agilità fra quelle gelide acque.

<< Vlad! >>

Hyoga nuotò velocemente in direzione di Dimitri ed una volta raggiuntolo lo afferrò con decisione per la vita, facendo attenzione a non fargli del male e sospirando di sollievo nel vedere che il piccolo non aveva ancora del tutto perso i sensi.

<< D'accordo, piccolo... Stai tranquillo. >> sussurrò con voce ansante << Andrà tutto bene, adesso ti riporto a riva. Non devi preoccuparti di niente, ci sono io qui con te. >>

Dimitri non rispose e così Hyoga cercò di aumentare il ritmo dei suoi movimenti, nuotando il più velocemente possibile verso riva; l'acqua era sempre più gelida, Dimitri sempre più ansante, e lui non riusciva a smetterla di pensare di aver già vissuto quel momento prima di allora.

Un'ondata di malessere lo colpì all'improvviso, facendolo quasi sentire stordito: l'acqua fredda... Quel corpo esile e freddo avvinghiato a lui...

<< No... Hyoga! >>


Hyoga avvertì un secondo sussulto.

 

<< Lasciami, Isaac... Salvati almeno tu. >>

<< Non parlare così: non bisogna mai arrendersi! >>


 

Le voci continuarono ad echeggiare nella sua testa, per poi lasciare il posto alle immagini: Hyoga vide se stesso, avvinghiato al corpo di un altro ragazzo nel bel mezzo di un vortice sottomarino, entrambi in bilico fra le vita e la morte; il ragazzo aveva un occhio ferito, sanguinante, e non faceva che ripetergli di non arrendersi, che per nessuna ragione al mondo avrebbe dovuto smetterla di lottare.

Isaac... Il suo compagno.

Le immagini nella sua testa cambiarono nuovamente, lasciando il posto ad una donna dai lunghi capelli biondi, che giaceva in fondo al mare come addormentata. Gli occhi di Hyoga si riempirono di lacrime ed il suo cuore si fece più pesante.

Mama.... La mia Mama.”

Altre immagini continuarono ad affollargli la mente: un cavaliere dall'armatura dorata che lo rinchiudeva dentro ad una prigione ghiacciata, una donna dai lunghi capelli castani che sussurrava lui parole di giustizia, due grandi occhi verdi che lo fissavano intensamente, facendolo arrossire ed accelerando bruscamente i battiti del suo cuore.

Ricordi che lo scossero duramente, fino a fargli quasi perdere il controllo di sé.

Hyoga riuscì a tenere a bada quelle immagini per qualche secondo, appena il tempo di raggiungere nuovamente la riva e trarre in salvo il piccolo Dimitri. Il salvataggio lo aveva stremato e così si accasciò per terra, ormai del tutto privo di forze.

<< Oh, buon Dio... Boris! Boris, presto... Porta subito delle coperte, sbrigati! >>

Proprio in quel momento, per fortuna, Anja era uscita sul retro della casa per sbrigare alcune faccende ed era così accorsa in aiuto dei due ragazzi, da poco scampati a quel tragico, inevitabile destino.

<< Dimitri! Santo cielo, Dimitri... Stai bene? >>

<< Dimitri! Accidenti, Anja... Ti prego, dimmi che respira ancora. >>

<< Sta bene. >> intervenne a quel punto Hyoga, con voce spezzata dalla fatica << S-sono riuscito a salvarlo prima che perdesse i sensi, ma dovreste portarlo subito al caldo. >>

Boris annuì ed avvolse il piccolo in un'enorme coperta di lana, poi lo prese in braccio e lo condusse velocemente dentro casa per metterlo al riparo. Anja afferrò l'altra coperta e con quella coprì il corpo di Hyoga, chinandosi su di lui e stringendolo talmente forte da rischiare persino di fargli male.

<< Che Dio ti benedica, ragazzo mio... Hai salvato la vita del mio bambino! >> esclamò la donna, in tono di riconoscenza << Il cielo mi è testimone, non riuscirò mai ad esprimere a sufficienza la mia gratitudine. >>

Hyoga fece segno di sì con il capo e rimase in silenzio a fissare il vuoto, il respiro che pian piano sembrava ritrovare il proprio ritmo regolare. Anja lo guardò confusamente, con aria allarmata.

<< Vlad... Va tutto bene? >> domandò ansiosamente << Che ti sta succedendo, Vlad? >>

<< Hyoga. >>

La voce del ragazzo era flebile e stanca, ma perfettamente chiara e ben decisa.

Anja lo guardò sempre più confusamente, senza capire.

<< Come? Che costa stai dicendo, Vlad? >>

<< Hyoga, i-io... Io mi chiamo Hyoga. >> le rispose il ragazzo, lo sguardo ancora fisso nel vuoto.

Anja non riuscì a proferire parola e continuò a guardare il ragazzo con aria stupida, incredula, semplicemente incapace di comprendere quanto stesse accadendo. Hyoga sospirò profondamente, sentendosi in quel momento come se un enorme peso fosse stato finalmente tolto da sopra il suo cuore.

<< Adesso me lo ricordo, Anja... Ricordo perfettamente: il mio nome è Hyoga e sono un Cavaliere di Athena. >>


 




N.d.A: Scusate, scusate, scusateeeeeeeeeee!
Lo so, dovevo pubblicare due giorni fa ma i miei mille impegni me lo hanno impedito! Sfortunatamente fino al 17 sarò oberata di lavoro e non avrò il tempo per scrivere, ma prometto che dalla settimana prossima tornerò ad essere un po' più costante negli aggiornamenti.
Comunque, dai... Non potete lamentarvi troppo, visto che vi ho dato la comparsa di Shaina ed un discretissimo colpo di scena! :D
Adesso, che cosa pensate accadrà? Io nella mia testa ho tutto mooolto chiaro, ma sono sempre curiosa di conoscere le vostre opinioni. :3
Ci risentiamo presto (spero entro sabato, ma al più tardi lunedì) con il prissimo capitolo, e anche prima con i nuovi capitoli delle raccolte su Hyoga e Shun! <3
Baci

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


<< Dunque, vediamo se ho capito come stanno le cose: il tuo vero nome è Hyoga, fai parte di un gruppo di combattenti chiamati “I Cavalieri di Athena” e lotti al loro fianco in difesa della giustizia sulla terra... Dico bene? >>

Qualche minuto più tardi, dopo aver messo a letto Dimitri, Anja e Boris si ritrovarono comodamente seduti in salotto assieme a Hyoga, dinnanzi al caminetto acceso; adesso che il giovane aveva finalmente ritrovato la memoria, erano molti gli avvenimenti del suo passato che desideravano conoscere.

<< Sì, diciamo che le cose stanno proprio così. >> rispose Hyoga << Noi Cavalieri di Athena abbiamo da sempre il compito di proteggere la nostra dea, sin dai tempi più remoti: Ogni volta che la pace viene minacciata dalle forze del male, noi torniamo a nuova vita e sotto la guida di Athena lottiamo affinché il bene trionfi sul male. >>

<< Ogni volta che la pace viene minacciata... Intendi dire che ciò accade molto spesso? >> domandò immediatamente Boris, allarmato.

Hyoga abbozzò un sorrisetto contrito.

<< In un certo senso. >> rispose << Ma non dovete aver paura, noi Cavalieri siamo sempre riusciti a portare a termine le nostre missioni e di sicuro continueremo a farlo anche in futuro, se dovesse essere necessario un nostro nuovo intervento. Per il momento, fortunatamente, siamo ancora in tempi di pace. >>

<< Vuoi dire che non ci sono pericoli per la nostra terra? >> chiese ancora Boris, che nonostante le parole di Hyoga sembrava non essersi ancora del tutto tranquillizzato.

Hyoga assentì.

<< Nessuna minaccia. >> assicurò << Ragion per cui la dea Athena non ha avuto troppi problemi ad accordarmi il permesso di venire qui in Siberia – la mia terra natia – per qualche tempo. Sapeva di potersela cavare anche senza di me. >>

<< E per quale motivo hai deciso di venire qui in Siberia? >> domandò ad un tratto Anja, con fare inquisitorio << Insomma, capisco che si tratta della tua terra natia e che vi siano molte cose qui alla quali sei legato, ma ho come la sensazione che tu ci stia nascondendo qualcosa. >>

Si voltò in direzione di Hyoga e lo fissò intensamente negli occhi: << Sbaglio, per caso? >>

Hyoga si fece completamente rosso in volto e chinò lievemente il capo, sospirando profondamente.

<< No. >> ammise << Diciamo che la mia è stata una vera e propria fuga: ho scelto di fare ritorno in Siberia perché volevo scappare da qualcosa che mi faceva troppa paura. >>

Anja lo guardò confusamente.

<< Paura, dici? Di cosa potrebbe mai aver paura un Cavaliere di Athena? >>

Hyoga sospirò nuovamente, prima di risollevare il capo e rispondere con voce mesta: << Della sola cosa per cui non sono stato mai addestrato: i miei sentimenti. >>

Anja avvertì una sorta di fitta al cuore, sinceramente colpita dalle parole del giovane, dalla sua voce spenta e dai suoi occhi azzurri e chiaramente intimoriti.

<< Boris, tesoro... Ti dispiacerebbe lasciarci soli per un attimo? >>

Boris annuì in silenzio e si alzò dalla poltrona, dirigendosi fuori dalla stanza così da poter lasciare ai due un po' di intimità; era piuttosto chiaro che, in quel momento, la sua presenza fosse del tutto superflua e se vi era una persona in grado di parlare a cuore aperto di vicende amorose e sentimentali, quella era proprio sua moglie Anja.

<< D'accordo, Hyoga... Adesso voglio che tu sia assolutamente sincero con me. >> Anja fece segno al ragazzo di accomodarsi al suo fianco, sulla poltrona << Ricordati che puoi raccontarmi qualsiasi cosa, non devi aver paura di essere sgridato o giudicato... Io sono qui solamente per ascoltarti! Credo che ti farebbe bene parlare con qualcuno, non puoi certo tenerti tutto dentro. >>

Hyoga si morse il labbro inferiore, con fare ancora incerto; Anja, accortasi di quella sua titubanza, allungò una mano verso di lui ed incominciò a carezzargli il volto, dolcemente e con fare rassicurante.

<< Puoi fidarti di me, Hyoga. >>

Il Cigno non ebbe bisogno di altro per lasciarsi andare.

Senza troppe remore, iniziò a parare ad Anja della sua vita intera, a cominciare dai pochi ricordi che aveva di sua madre, per poi passare agli anni trascorsi in orfanotrofio, ai duri addestramenti in Siberia e al suo ritorno a Nuova Luxor, senza omettere – ovviamente – tutto ciò che era avvenuto dopo la Guerra Galattica, dalla scalata al Grande Tempio fino alla guerra contro Poseidone. Non omise un singolo dettaglio e, naturalmente, non trascurò di parlare anche di Shun e dei sentimenti che - con il tempo – si era ritrovato a provare nei suoi confronti.

Alla fine di quel racconto, Anja non poté fare a meno di rivolgere al Cigno un tenero sorriso di conforto, cosa che il ragazzo mostrò di gradire particolarmente.

<< Beh... Credo di averti detto tutto. >> dichiarò infine Hyoga, con un ennesimo sospiro << Questo è più o meno tutto ciò che c'è da sapere sul mio conto. >>

Anja continuò a guardarlo dolcemente ed un ampio sorriso si fece strada lungo le sue labbra.

<< Adesso riesco a capire molte cose. >> mormorò la donna << La Costellazione di Andromeda.... Il sogno che hai fatto qualche notte fa.... Si trattava sempre di Shun, non è vero? >>

Hyoga annuì in silenzio.

<< Dunque, se ho capito bene, tu sei scappato da Nuova Luxor perché non volevi più stargli vicino.... Ma perché? Voglio dire... Che senso ha stare lontano dalla persona che si ama? >>

Hyoga la guardò con espressione annichilita.

<< Cosa... Come sarebbe a dire “perché”? >> bofonchiò << Non hai sentito tutto quello che ti ho detto? Non posso restare vicino a lui, sarebbe troppo pericoloso! Non hai sentito quanto è accaduto a mia madre, al mio maestro, ad Isaac e... >>

<< Oh, Hyoga... Ti prego. >> lo interruppe immediatamente Anja, con voce lievemente alterata << Devi smetterla di colpevolizzarti, tu non hai fatto niente di male: la morte di tua madre è stata solamente un tragico incidente, del quale possono essere incolpati solamente degli ufficiali di marina incapaci di fare il proprio lavoro, mentre i tuoi maestri erano stati sedotti dalle forze del male - così come il tuo amico Isaac - e tu non potevi fare altro che difenderti da essi, per impedire che fossero loro stessi ad uccidere te; è stata una semplice lotta per la sopravvivenza, tutto qui. Tu non sei certo un assassino, Hyoga... Questo pensiero non dovrebbe neppure sfiorarti. >>

<< E Shun, allora? >> insistette Hyoga << Lui ha rischiato la sua stessa vita pur di salvare la mia, sarebbe stato disposto a morire per me! Non riesco a sopportare l'idea che possa succedere di nuovo, io... Io non voglio che gli accada qualcosa di male, solamente per colpa mia. >>

Anja sospirò profondamente, scuotendo severamente il capo.

<< Hyoga, in questo modo ti stai precludendo la possibilità di essere felice. >> lo ammonì << Se continui a scappare via da qualsiasi problema o situazione di confronto, ti ritroverai sempre da solo. E' davvero questo ciò che vuoi? >>

Hyoga chinò tristemente il capo e ricominciò a torturarsi il labbro inferiore.

No, non era certo questo ciò che voleva... Ma erano davvero così importanti i suoi bisogni ed i suoi desideri? Shun e la sua felicità non venivano forse prima di qualsiasi altra cosa?

<< Ormai sono abituato alla solitudine. >> rispose infine il ragazzo << Non dico che mi piaccia, ma ho imparato a convivere con essa e ho sviluppato un'ottima capacità di sopportazione. Non soffrirò Anja, puoi starne certa. >>

Anja sollevò lo sguardo al soffitto e sospirò profondamente.

<< Tu forse non soffrirai, ma hai provato a pensare a chi ti sta accanto? >> domandò provocatoriamente << So che hai paura di fare del male alle persone che ami, ma spesso è allontanandosi da esse che si commettono gli errori più imperdonabili. Non credi forse che Shun – o chiunque altro – sarebbe molto più felice di averti accanto, piuttosto che saperti lontano? >>

Hyoga non rispose, limitandosi semplicemente a fissare la donna in silenzio, in attesa di ulteriori consigli.

Anja sospirò nuovamente: << Adesso lascia che ti dica una cosa che, molti anni fa, mia madre disse a me: le persone – tutte quante, senza alcuna eccezione – sono destinate a farsi del male. E' così, il semplice fatto di entrare a contatto con un altro individuo ci dona il potere di ferirlo o renderlo felice, persino contro il nostro stesso volere. Può capitare... Anzi, a volte capita molto più di frequente di quanto si possa immaginare. >>

Hyoga rivolse lei un'espressione puramente interrogativa.

<< E questo che cosa significa? >> domandò.

<< Significa che non puoi evitare di soffrire o di far soffrire chi ti sta accanto. >> rispose Anja << O meglio, puoi farlo, ma questo significa vivere una vita a metà, lontano dalle persone che ami e priva di qualsiasi genere di felicità. Forse adesso credi che stare lontano da Shun proteggerà entrambi da un futuro di sofferenze e di dolori, ma non è così: la solitudine non è mai la soluzione migliore, i problemi vanno affrontati assieme e con pazienza, non bisogna mai arrendersi al primo ostacolo. >>

Hyoga arrossì leggermente.

<< I-io non mi sto arrendendo. >>

<< Sì, invece. >> insistette Anja << Hyoga, tu hai scelto di scappare via piuttosto che affrontare i tuoi sentimenti e questo significa arrendersi! Hai mai pensato di parlare a Shun di ciò che provi nei suoi confronti? >>

Hyoga annuì flebilmente.

<< Un milione di volte. >> rispose << Eppure ho sempre pensato che la cosa migliore fosse andarmene da Nuova Luxor e lasciare che Shun andasse avanti con la propria vita senza di me. Pensavo che sarebbe stato al sicuro senza di me e che prima o poi, con il tempo, sarebbe stato persino... Beh, felice. >>

Anja annuì con fare comprensivo.

<< Lo capisco, credimi. >> rispose << So che il tuo è stato un gesto meramente altruistico e che non volevi fare del male a nessuno. Non sono qui per rimproverarti, tesoro, né per farti sentire in colpa: vorrei solo che tu capissi di cosa ti stai privando e che, a discapito di quanto tu possa pensare, non è così che riuscirai a rendere felice il tuo Shun. >>

Hyoga fece segno di sì con la testa.

<< Dunque, che cosa dovrei fare adesso? >> domandò timorosamente.

Anja tirò un ennesimo sospiro profondo.

<< Io posso dirti solamente ciò che farei io. >> rispose << Metterei insieme tutti i pezzi, tornerei a Nuova Luxor e parlerei con Shun, cercherei di essere sincera fino in fondo ed aprirei il mio cuore completamente, senza reticenze. Certo, mi rendo conto che tu ed io siamo assai differenti e non posso aspettarmi che tu segua alla lettera ogni mio consiglio... Tuttavia, vorrei che provassi a pensarci un po' su, prima di tirarti nuovamente indietro: Non puoi dichiararti realmente sconfitto, se prima non combatti. >>

Hyoga ricominciò a mordersi il labbro, con aria assorta.

<< Combattere. >> bisbigliò << In questo caso, non è poi così semplice. >>

<< No, certo che non lo è. >> rilanciò gentilmente Anja, carezzando nuovamente il volto di Hyoga, con fare materno e comprensivo << Per questo motivo credo che tu abbia bisogno di riflettere, magari di dormirci su. Sei ancora molto confuso, stanco e frastornato... Ed è del tutto comprensibile, visto quanto hai passato! Domattina vedrai tutto in una luce differente, ne sono certa. >>

Hyoga assentì.

<< Sì, forse hai ragione tu. >> disse << In effetti, io... Credo di essere molto stanco. E confuso. >>

Anja sorrise debolmente: << Lo so, Hyoga. Adesso cerca di non pensare più a niente e rilassati, ci sono io qui con te. Puoi addormentarti qui, se vuoi... Io resterò a vegliare su di te. >>

Hyoga sorrise a sua volta e scivolò fra le braccia di Anja, poi chiuse gli occhi e sospirò profondamente, beandosi di quella meravigliosa sensazione di calore e di conforto.

<< Grazie, Anja. >> bisbigliò dolcemente, prima di scivolare in un sonno profondo << Sai... Avevo quasi dimenticato quanto fosse bello avere una madre accanto: tu sei riuscita a risvegliare in me quei ricordi sopiti... Ed io non posso che essertene grato. >>

Poi, finalmente, si addormentò.

Ed Anja, di fronte a quella toccante dichiarazione, non poté fare a meno di lasciarsi andare ad un silenzio pianto di felicità.

*

<< Hyoga! >>

Shun si svegliò di soprassalto, avvolto fra le lenzuola umide e con l'immagine del proprio sogno ancora perfettamente impressa nella mente.

Hyoga... Questa volta era assolutamente certo di averlo visto: seduto dentro ad una tipica casa siberiana, di fronte ad un caminetto acceso, intento a parlare con una donna dall'aspetto dolce e materno. Non aveva idea di quanto stesse accadendo o di cosa i due stessero parlando, ma in quel momento nessuna delle due cose sembrava avere la minima importanza, di fronte all'assoluta certezza che Hyoga fosse ancora vivo.

Il cavaliere di Andromeda sorrise ampiamente ed i suoi occhi, di colpo, si riempirono di lacrime.

<< Lo sapevo... Sapevo che eri ancora vivo, Hyoga. >> mormorò con voce flebile, entusiasta e al tempo stesso quasi incredulo per l'accaduto << Sapevo di non essermi sbagliato. >>

Chiuse gli occhi e sospirò profondamente, facendo lentamente risalire le proprie mani all'altezza del cuore per auscultare il suo battito accelerato; doveva assolutamente trovare il modo di mettersi nuovamente in contatto con Hyoga e – stavolta – accertarsi che questi riuscisse a sua volta a comunicare con lui.

<< Coraggio, Hyoga... Ti prego, rispondimi. Sono io, Shun... Dimmi che riesci a sentirmi. >>

Shun?”

Shun ebbe un violento sussulto.

<< Hyoga? S-sei veramente tu? >>

Shun... Che cosa sta succedendo? Io... Ricordo di essermi addormentato e adesso vedo tutto scuro, mi sento come avvolto da una nube di fumo. Non vedo e non sento più niente, a parte... A parte il suono della tua voce.”

Shun non riusciva a smetterla di sorridere per la felicità.

<< Oh, Hyoga... Sono così felice di sapere che stai bene e che riesci a sentirmi! Eravamo tutti così preoccuparti per te: Milady non riusciva più a percepire il tuo Cosmo, pensavamo che fossi morto e... >>

Mi dispiace Shun, io... Sono successe tante cose da quando sono partito, cose estremamente complicate da spiegare e... Beh, non sono sicuro di riuscirti a spiegare tutto adesso.”

<< Oh... Sì, certo. >> rispose Shun, visibilmente confuso << N-non importa, quello che conta davvero è sapere che tu stai bene è che tornerai presto a Nuova Luxor. >>

Shun, ti prego... Non adesso.” lo interruppe bruscamente Hyoga “So che abbiamo molto di cui parlare, ma in questo momento sono piuttosto confuso e.... Beh, preferirei che tu la smettessi di cercarmi con il tuo Cosmo.”

<< Che cosa... Perché? >> strillò in risposta Shun, senza preoccuparsi di poter essere udito da qualche stanza accanto << Che stai dicendo, Hyoga? Perché continui a scappare da me, che cosa ti ho fatto? >>

No, Shun... Per favore, non rendermi le cose ancora più difficili!” lo implorò Hyoga “Non è come pensi tu: io non sto cercando di scappare da te, ho solo bisogno di tempo e... Beh, ci sono alcune cose che devo ancora capire, non posso prendere decisioni troppo affrettate. Ti chiedo solo di avere fiducia in me, Shun, e di smetterla di cercarmi.”

Shun ricominciò a piangere e singhiozzare.

<< C-credevo che ti importasse di me. >> gemette << Che non mi avrei mai fatto del male. >>

Ed è così, Shun!” rilanciò prontamente l'altro “Devi credermi, io... Io tengo a te più di chiunque altro a questo mondo e ferirti è decisamente l'ultima cosa che voglio fare. Vorrei spiegarti di più, ma non posso... Sono ancora troppo confuso e ho bisogno di altro tempo per riflettere. Per favore, Shun: prova a fidarti di me per l'ultima volta.”

Shun tirò su col naso e soffocò un ennesimo singhiozzo.

<< I-io mi fido di te. >> biascicò << E' solo che non riesco a capire perché continui a fare così, perché continui a scappare da me e... >>

Devi solo avere fiducia.” ripeté per l'ultima volta Hyoga, prima che la sua voce si perdesse nel vuoto “Fidati di me, Shun, ed andrà tutto bene...”

<< No, Hyoga... Fermati, non te ne andare... Hyoga! >>

Fu tutto inutile, il Cosmo di Hyoga svanì all'improvviso e si rese del tutto irraggiungibile, quasi il cavaliere avesse sollevato una sorta di muro fra lui ed il compagno.

Shun avvertì una violenta e dolorosissima morsa al cuore.

Aveva fatto tutto il possibile per mettersi in contatto con Hyoga e questi, al contrario di quanto sperasse, non aveva fatto altro che ampliare ulteriormente le distanze fra di loro.

Il tutto senza una valida e logica spiegazione.

Eppure, in un certo senso, Shun sapeva che doveva esserci qualcosa dietro; in cuor suo, nonostante il dolore che le parole di Hyoga gli avevano inflitto, egli non poteva fare a meno di riporre nel compagno tutta la sua fiducia.

<< Cerca solo di non deludermi, Hyoga. >> bisbigliò fra le lacrime << Io intendo darti tutta la fiducia ed il tempo di cui avrai bisogno... Ma ti scongiuro, non deludermi. >>

Si lasciò scivolare nuovamente fra le lenzuola e rigirandosi su di un fianco abbracciò con forza il proprio cuscino, le lacrime che continuavano a sgorgare lungo le sue guance.

Pazienza, si disse... Doveva solo avere pazienza.

Non sarebbe certo stato un problema per lui, il giovane Cavaliere era praticamente nato per aspettare e sperare: era quella, fra le altre cose, la sua più grande ed innata virtù.

Ed in alcuni casi, persino la sua più grande debolezza.

*

In quello stesso momento, in Grecia, Shaina stava facendo i conti con se stessa.

Era ormai troppo tardi per tirarsi indietro, eppure una parte di lei ancora non riusciva a credere di essere sul punto di commettere una simile sciocchezza.

Lei, a Nuova Luxor.

Da Seiya.

Shaina scosse freneticamente il capo, sforzandosi di distogliere dalla testa quei pensieri.

<< No, no... Adesso cerca di stare tranquilla, Shaina, non farti prendere dall'ansia. >> si ammonì ad alta voce << Andrà tutto bene, hai sentito che cosa ha detto Kiki? Probabilmente anche Seiya sarà contento di vederti... Insomma, perché non dovrebbe? >>

Shaina si morse il labbro inferiore, guardandosi attorno con aria assorta.

Già, era una domanda più che legittima: perché mai Seiya avrebbe dovuto respingerla? Che motivo poteva avere ad invitarla ad una festa se il suo unico intento era quello di liquidarla?

A dire il vero è stato Shiryu ad invitarti, Shaina, e per quanto ne sai Seiya potrebbe non esserne neanche al corrente. E se in realtà non avesse alcuna voglia di vederti? Se una volta arrivata a Nuova Luxor lui ti trattasse con freddezza e mostrasse chiaramente di non gradire la tua presenza?”

Shaina sospirò profondamente e si lasciò cadere sul materasso, sconsolata.

Non aveva davvero alcun senso continuare ad allarmarsi in quel modo, sarebbe servito solamente a farla sentire ancora più confusa e stordita; aveva ragione Kiki, l'unica cosa da fare era mettere la parte il proprio orgoglio e le proprie paure ed affrontare a muso duro quella situazione, anche se questo significava dover tradire i propri principi.

<< E' tutta colpa tua, Seiya. >> commentò acidamente la ragazza, rigirandosi in posizione prona << La mia vita era molto meno complicata prima di conoscerti, tu hai rovinato tutto! >>

Sbuffò profondamente ed abbracciò prepotentemente il cuscino, affondandovi il volto adesso privo della sua solita maschera d'argento.

Detestava ammetterlo, eppure stava letteralmente morendo dalla voglia di rivedere Seiya.

Certo, era una situazione terribilmente sgradevole e complicata, e Shaina avrebbe preferito morire piuttosto che volare fino a Nuova Luxor ed affrontare faccia a faccia l'uomo che amava.

Eppure, non è forse questo il bello dell'amore? Esso non è forse in grado di travolgere l'animo umano con la stessa intensità di un fiume in piena, non possiede forse la facoltà di decidere la gioia o l'infelicità di chiunque sia assoggettato al suo potere?

Shaina era certa che fosse così.

Del resto, ella stessa si sentiva letteralmente dilaniata da un sentimento così grande ed incontrastabile:

Praticamente ad un passo dall'inferno.

Ed al tempo stesso, così vicina al paradiso da riuscire persino a sfiorarlo con un dito.







N.d.A: Ebbene, sì... RIECCOMI QUA.
Sono finalmente tornata e questa volta - incrociamo le dita - spero di restare fra di voi il più a lungo possibile. Vi chiedo scusa per l'assenza, ma sono state settimane davvero impegnate, per svariati motivi l'umore non è stato dei migliori e come se non bastasse mi è pure venuta la febbre! XD
In ogni caso, sono finalmente tornata all'attacco, anche se questo capitolo si è rivelato un tantino diverso da come lo avevo programmato... Insomma, non pensavo di aggiungere altro angst proprio adesso, ma come sempre l'istinto ha avuto la meglio su di me... Il che forse significa anche allungare ulteriormente il brodo.
Oddio, no... Va bene, prometto che questa storia finirà entro almeno 5 capitoli, farò del mio meglio per non tirarla troppo per le lunghe! XD
In ogni caso, vi ringrazio moltissimo per la pazienza e per l'affetto con cui continuate a seguirmi... Nel caso vi foste persi qualcosa negli ultimi due giorni (dopo essere stata improduttiva per diverso tempo sono tornata a pubblicare tutto d'un botto xD), potete trovarli come sempre qui sulla mia pagina... E adesso la smetto di fare l'egocentrica. xD
Un abbraccio a tutti e alla settimana prossima. <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Trascorsero altri giorni e Hyoga non fece che pensare a Shun per tutto il tempo.

Si detestava a morte per averlo congedato in maniera tanto brusca, ma che altro avrebbe potuto fare? Non poteva cedere ai sentimenti, non adesso che aveva appena recuperato la memoria e si sentiva ancora così confuso e spaventato riguardo al proprio futuro.

Le parole di Anja erano state piuttosto chiare ed incisive, ed in cuor suo Hyoga sapeva che la cosa migliore da fare fosse proprio seguire i suoi consigli e tornare immediatamente a Nuova Luxor; eppure, una parte di lui non ne aveva il coraggio. L'idea di tornare a Nuova Luxor e dover affrontare Shun, prendersi la responsabilità delle proprie azioni... E poi ancora abbandonare Anja, Boris e Dimitri, l'unica vera famiglia che avesse mai avuto... No, Hyoga sentiva di non essere ancora pronto per tutto questo.

<< Che cosa devo fare, Mama? Perché deve essere tutto così difficile e complicato? >>

Hyoga sospirò profondamente, rivolgendo il proprio sguardo ad una piccola icona ortodossa che troneggiava sopra il suo letto; aveva scelto di pregare un po', quel giorno, perché per troppo tempo aveva messo da parte il prezioso ricordo della sua amatissima madre ormai scomparsa.

<< Mi sento terribilmente confuso, Mama. >> disse ancora il Cigno << So che dovrei ascoltare i consigli di Anja e tornare a Nuova Luxor il prima possibile, eppure non credo di riuscirci... Non ancora. Non sono pronto all'idea di affrontare nuovamente Shun e ritrovarmi faccia a faccia con i miei sentimenti, per quanto assurdo possa sembrare io... Beh, semplicemente non ci riesco. Non so neanche perché continuo a comportarmi in questo modo, io... Sono davvero un vigliacco. >>

Hyoga tirò un ennesimo sospiro a si accasciò sul materasso, raggomitolandosi su se stesso e issando gli occhi al cielo, come in cerca di conforto.

<< Come posso fare, Mama? Come posso pretendere di proteggere Shun dal mio Lato Oscuro se non riesco neppure a proteggere me stesso? Come posso impedirmi di fare del male a chi amo, se continuo imperterrito a ferirmi? Temo di essere un disastro... Un vero, completo disastro. Se solo tu fossi qui con me. >>

Hyoga iniziò a piangere sommessamente, le ginocchia saldamente strette al petto ed il cuore che batteva all'impazzata.

<< Perdonami, Mama. >> bisbigliò dolorosamente << Perdonami per tutto quanto. >>

<< Hey, Vlad! Vlad, sei qui? >>

Hyoga sussultò e si voltò di scatto in direzione di Dimitri, il quale aveva appena fatto il proprio ingresso nella stanza.

<< Hey, piccoletto! >> farfugliò il ragazzo, asciugandosi le lacrime e ricomponendosi in fretta << C-che cosa ci fai qui? Credevo dovessi restare a letto ancora per qualche giorno. >>

Dimitri scosse il capo.

<< La mamma ha detto che sto molto meglio adesso e che posso alzarmi dal letto. >> cinguettò << Però non posso ancora uscire in giardino. >>

Hyoga rise: << Beh, non ha poi tutti i torti: Te la sei vista davvero brutta, giovanotto... Ci hai fatto spaventare tutti quanti! >>

<< Sì, ma tu mi hai salvato! >> esclamò allegramente Dimitri << E' merito tuo se adesso sono ancora qui. >>

Hyoga sospirò profondamente, con fare malinconico.

<< Buffo. >> commentò a mezza voce << Sarebbe la prima volta in tutta la mia vita. >>

Dimitri lo fissò confusamente: << Cosa? >>

<< No... Niente. >> farfugliò il Cigno, arrossendo vistosamente << L-lasciamo stare. Piuttosto, sono davvero felice di vedere che stai finalmente bene. >>

<< Oh, sì... Sto benissimissimo! >> esclamò briosamente il piccolo << E anche tu stai molto meglio, giusto? La mamma mi ha detto che adesso ti ricordi chi sei, è fantastico! >>

Hyoga ridacchiò sommessamente, piacevolmente sollevato da quelle parole.

Sì, pensò fra sé e sé, finalmente ricordava ogni cosa.

<< La mamma ha ragione, Dimitri. >> rispose con voce morbida << Ho finalmente ritrovato la memoria. >>

<< Sììì, è magnifico! >> esultò Dimitri, incominciando a saltellare per tutta la stanza << Che bello, sono tanto felice per... Oh! >>

Si bloccò di colpo, l'entusiasmo smorzato da un'improvvisa realizzazione.

<< Questo significa che devo smettere di chiamarti Vlad? >>

Hyoga rise di gusto; vi era una chiara sfumatura di disappunto nelle parole di Dimitri, cosa che il ragazzo non poté fare a meno di trovare estremamente divertente.

<< Beh, puoi continuare a farlo se ti fa piacere. >> rispose << In ogni caso, il mio nome è Hyoga. >>

Dimitri lo guardò curiosamente: << Hyoga? Che nome strano! >>

<< Beh, è giapponese. >>

<< Giapponese? >>

<< Sì, io sono per metà giapponese. >> Hyoga sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi << Ho vissuto buona parte della mia vita lì, oltre che in Siberia. E' da lì che sono partito qualche settimana fa, per venire qui. >>

Il volto di Dimitri si adombrò di colpo.

<< Questo significa... >> azzardò << … Significa che presto tornerai in Giappone? >>

Hyoga fu tanto sorpreso quanto intristito da quella domanda.

<< I-io... Non lo so. >> replicò con voce tremante << Mentirei se dicessi che non lo desidero, tuttavia... Beh, è molto complicato. Ci sono troppe cose che ancora mi spaventano e non so se sono abbastanza coraggioso da saperle affrontare. >>

<< Che genere di cose? >> domandò Dimitri, sempre più curioso.

Hyoga tirò un sospiro profondo: << Cose... Complicate, te l'ho detto. Non credo che capiresti, sei ancora troppo piccolo. >>

Dimitri lo guardò di traverso, facendo una smorfia.

<< Uffa, lo dice sempre anche la mia mamma. >> bofonchiò << Certe volte voi grandi siete così strani! >>

Hyoga scoppiò a ridere: << Oh, temo proprio che tu abbia ragione! Spesso noi grandi siamo davvero difficili da comprendere, specialmente per voi bambini. >>

<< Oh, puoi dirlo forte! >> echeggiò Dimitri, con aria di sdegno << Anche mamma e papà lo sono, specialmente quando bisticciano. E' ridicolo, fanno tante storie quando io non chiedo subito scusa per aver fatto qualcosa di sbagliato e se litigano fra di loro poi non si parlano per una settimana. Non è stupido? >>

Il Cigno abbozzò un sorrisetto contrito.

<< Sì, in effetti lo è. >> rispose << Ma vedi, certe volte gli adulti hanno problemi ad affrontare i propri sentimenti e preferiscono restare in silenzio e, tenere tutto per sé. Certo, so che non ha molto senso... >>

<< Non ne ha per niente. >> lo interruppe Dimitri, storcendo il naso in segno di disappunto.

Hyoga lo fissò silenziosamente e con aria pensierosa per qualche secondo, prima di sospirare profondamente e rispondere con uno sconsolato: << Già, non ne ha per niente. >>

<< E' davvero stupido non parlare agli altri dei propri pensieri. >> proseguì Dimitri, in tono sempre più battagliero << Io dico sempre quello che penso, perché per voi adulti deve essere così difficile? >>

Un ennesimo sospiro si levò sconsolato dalle labbra di Hyoga; era evidente che non avesse la benché minima idea di come rispondere alle domande del bambino ed in un certo senso sentiva di essere persino ammirato dalla sua sagacia e dall'inaspettata saggezza dei suoi sette anni.

<< Non lo so, Dimitri. >> disse << Come hai detto tu stesso, noi grandi siamo davvero molto strani. >>

<< Oh, puoi dirlo forte! >> Dimitri replicò un'ennesima smorfia << Comunque, questo significa che resterai ancora qui con noi? >>

<< Beh... Immagino di sì. >> rispose Hyoga, con una rapida scrollata di spalle << Anche se prima o poi dovrò trovare il coraggio di superare le mie paure. In ogni caso, credo che dovrai sopportare la mia presenza ancora per un po', ragazzino. >>

Il volto di Dimitri s'illuminò all'istante.

<< Oh, io ne sono felice! >> trillò entusiasta << Così possiamo continuare a studiare le costellazioni! Non lo abbiamo più fatto dall'ultima volta. >>

<< Giusto! >> Hyoga si batté una mano contro la fronte << Hai ragione, abbiamo ancora così tante cose da imparare. Sai, potremmo farlo anche stanotte, se la tua mamma fosse d'accordo. >>

<< Sììì, che bello! Allora andiamo subito a chiederglielo... Mammaaaaaaaaa! >>

Hyoga scoppiò a ridere e seguì il piccolo Dimitri fuori dalla stanza, in cerca di Anja; per un breve istante il suo volto sembrò essere nuovamente sul punto di adombrarsi, ma il ragazzo fu abbastanza rapido da scacciare i cattivi pensieri prima che questi avessero modo di assalirlo del tutto e turbare ancora una volta il suo animo.

Adesso basta, Hyoga.” si ammonì mentalmente “Non devi pensare al futuro, non adesso. Hai ancora bisogno di tempo e preoccuparti in maniera così incessante non ti aiuterà certo a trovare una soluzione a tutti i tuoi problemi.”

Il ragazzo sospirò profondamente, con rassegnazione.

Sarebbe arrivato, prima o poi, il momento di assumersi le proprie responsabilità.

Solo, non quel giorno.

*

Erano ormai trascorsi due giorni dall'ultima volta in cui Shun aveva tentato di mettersi in contatto con Hyoga e quel pomeriggio il cavaliere si trovava in compagnia di Seiya, Shiryu ed Ikki, per mettere a punto gli ultimi preparativi per la tanto attesa e chiacchierata festa di Capodanno. Il Dragone, la Fenice ed il Cavaliere di Andromeda non avevano l'aria di essere troppo entusiasti al riguardo, ma il giovane Pegasus aveva un'aria talmente eccitata da ricordare vagamente un bambino piccolo nel giorno del proprio compleanno.

<< Oh, ragazzi... Sono così eccitato! Non riesco a credere che manchi solamente una settimana alla festa, spero solo che i giorni che restano ancora passino in fretta; non credo di avere la pazienza di aspettare. >>

Shiryu, come al solito, sollevò lentamente un sopracciglio e rivolse al compagno una lunga occhiata perplessa ed a tratti un po' severa.

<< Seiya, per favore >> lo ammonì duramente << Cerca di darti una calmata, non sei più un ragazzino! Un uomo della tua età – ed un Cavaliere di Athena, per di più – dovrebbe imparare ad avere un maggiore controllo e padronanza di se stesso. >>

<< Eddai, Shiryu... Lasciati andare, per una volta! >> gli rispose prontamente l'altro, con fare stizzito << Vuoi forse farmi credere di non essere neanche un po' emozionato all'idea di festeggiare? Sarà un evento memorabile, ci divertiremo da impazzire e tu riuscirai finalmente a rivedere la tua amata Shunrei, dopo tanti mesi di lontananza. Non ne sei vergognosamente felice? Io al posto tuo stare già facendo i salti di gioia. >>

Oh, mi auguro solo che continuerai a pensarla in questo modo anche alla festa, quando vedrai sbucare Shaina.” pensò il Dragone fra sé e sé, cercando di non apparire troppo strano.

Non voleva certo destare sospetti, se Seiya avesse capito che stava nascondendo qualcosa – e che quel qualcosa era proprio Shaina - sarebbe andato su tutte le furie; il Cavaliere di Pegasus, tuttavia, era fin troppo concentrato sui preparativi ancora da definire da poter prestare pienamente attenzione a quanto stava accadendo attorno a lui.

<< Ieri pomeriggio ho finalmente comprato il mio abito per la serata, è a dir poco stupendo! Mi auguro che siano pronti anche i vostri, sono proprio curioso di vedere che aspetto avrete con indosso degli abiti tradizionali. >>

<< Ecco, a tale proposito... >> intervenne a quel punto Ikki, con una smorfia sul volto << E' proprio necessario mettersi addosso quella roba? Non potremmo, per esempio, indossare una normalissima maglietta ed un paio di pantaloni? >>

<< Assolutamente no. >> tagliò corto Seiya, con il tipico tono di chi non ammette repliche << Non si discute sull'abbigliamento, Ikki, ne abbiamo già parlato. >>

<< Uffa, ma perché? >> protestò la Fenice, sempre più esasperata << Sono certo che avrò un aspetto ridicolo con indosso quell'affare e non mi va di trascorrere una serata intera dando a tutti l'impressione di assomigliare ad un perfetto idiota. >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e sospirò profondamente.

<< Non sembrerai un perfetto idiota. >> disse << Nessuno di noi lo sembrerà, te lo assicuro. Diglielo a che tu, Shun! >>

<< Uh... Cosa? >>

Shun si voltò distrattamente in direzione di Seiya, lo sguardo assente ed un'aria quasi sorpresa; era piuttosto evidente che non avesse ascoltato una singola parola che suo fratello e l'amico si erano scambiati nell'arco degli ultimi dieci minuti.

<< S-scusatemi ragazzi, io... Io non stavo ascoltando. >> mormorò vergognosamente il ragazzo, arrossendo imbarazzato.

Seiya, in risposta, rivolse lui una lunghissima occhiata ricolma di astio e risentimento.

<< Sì, me ne sono accorto. >> rilanciò in tono stizzito << E' da un po' di giorni, in effetti, che non presti molta attenzione al sottoscritto. >>

<< Come? >> Shun lo guardò confusamente, piuttosto stupito da quell'affermazione << Che vuoi dire, Seiya? >>

<< Seiya, ti prego. >> fece eco Shiryu, rivolgendosi all'amico con aria implorante << Non credo che sia il caso di... >>

<< No, Shiryu... Non lo è! >> rilanciò astiosamente Seiya, ormai all'apice della sopportazione << Negli ultimi tempi sono stato fin troppo paziente, adesso è arrivato il momento di parlare. >>

Poi si voltò in direzione di Shun, al quale furono rivolte le successive parole.

<< Ho provato ad essere comprensivo con te, Shun, mi sono sforzato di comprendere il perché del tuo comportamento evitante, ma non credo di riuscire a sopportare ulteriormente questo tuo improvviso allontanamento. La morte di Hyoga ti ha sconvolto, lo capisco, ma chiuderti in te stesso e rifiutare l'aiuto dei tuoi amici non è la soluzione giusta. >>

<< Seiya, guarda che ti sbagli. >> s'intromise a quel punto Ikki, accorrendo in difesa del fratello << Le cose non stanno affatto così, Shun... >>

<< … E' perfettamente in grado di difendersi da solo, Ikki. >> lo zittì Seiya, guardandolo malamente << E poi tu fai presto a parlare, sei il solo che Shun non abbia scelto di escludere dalla sua vita! Certo, se per una volta tu provassi ad essere obiettivo, magari ti renderesti conto che... >>

<< Seiya, smettila di rivolgerti ad Ikki in questo modo. >> rilanciò allora Shun, stanco di quel ridicolo siparietto << Non ne hai alcun diritto; sono io quello con il quale sei arrabbiato, giusto? >>

<< Io non direi proprio che Seiya sia arrabbiato con te, Shun. >> gli rispose invece Shiryu << Il nostro amico sta esagerando come al suo solito, non dovresti prenderlo troppo sul serio. >>

<< No, invece ha ragione. >> mormorò Shun << E' vero, sono stato distante negli ultimi tempi e me ne dolgo infinitamente. Non ho mai pensato di allontanarmi da voi, è solo che... Beh, temevo che non avreste capito. >>

Seiya, a quel punto, sembrò essere piuttosto confuso.

<< Che cosa avremmo dovuto capire, Shun? >> domandò.

Shun sospirò profondamente, per farsi coraggio e rivelare – finalmente – tutto ciò che fino a quel giorno aveva così faticosamente tenuto sepolto dentro al suo cuore.

<< Hyoga non è affatto morto come pensate, al contrario. >> rivelò << E' vivo e si trova da qualche parte in Siberia, anche se non so bene dove. Lo so con certezza, ho percepito molto chiaramente il suo Cosmo. >>

Seiya e Shiryu rimasero a fissarlo in silenzio, incapaci di proferire parola.

Erano letteralmente sconvolti da quella rivelazione e nei loro occhi si leggeva piuttosto chiaramente quanto fosse difficile per entrambi credere alle parole che le labbra di Shun avevano appena pronunciato.

<< Tu... Cosa... Stai dicendo sul serio, Shun? >> balbettò Shiryu << S-stai dicendo che Hyoga sarebbe ancora vivo? >>

<< Eppure Saori non ha percepito il suo Cosmo. >> osservò giustamente Seiya, sempre più stranito << Come puoi esserci riuscito tu? Non riesco a capire. >>

<< I-io non lo so. >> rispose Shun, altrettanto confuso << Immagino che si tratti del fatto che Hyoga ed io abbiamo un legame molto forte, una sorte di connessione continua. Dubito che Milady, per quanto potente possa essere il suo Cosmo, sia in grado di superare questo nostro legame. >>

Seiya e Shiryu si scambiarono un lungo sguardo attonito, che silenziosamente spostarono in direzione di Shun; il Cavaliere di Andromeda alzò gli occhi al cielo, quasi infastidito da quell'espressione incredula e – a tratti – persino giudicante.

<< So che tutto questo sembra assurdo da credere, ma posso assicurarvi che sto dicendo la verità! >> esclamò il ragazzo, sforzandosi di far ragione i compagni << E l'altra notte, quando sono riuscito a mettermi in contatto con lui... >>

<< Che cosa?! >>

Shun quasi rabbrividì alla sensazione degli occhi di Seiya, Shiryu ed Ikki così fastidiosamente e curiosamente puntati su di lui.

<< Dici sul serio, Shun? >> domandò Shiryu << Tu hai davvero parlato con Hyoga? >>

Shun si fece completamente rosso in volto e con voce tremante rispose un rapido e flebile: << S-Sì. >>

<< E perché non me lo hai detto? >> lo rimproverò Ikki << Shun, credevo che tu ti fidassi di me. >>

<< Infatti è così, Ikki! >> esclamò prontamente il fratello << Avrei voluto dirtelo, credimi, solo che non potevo: Hyoga mi ha... Beh, lui mi ha pregato di non cercarlo più, così ho pensato che fosse molto meglio non parlartene affatto. >>

Ikki non disse niente, limitandosi a guardare malamente il fratello e rivolgere lui una specie di boccaccia, mentre Seiya e Shiryu continuavano a fissarsi in silenzio, sempre più sconvolti ed attoniti.

<< Fammi capire, Shun. >> intervenne poi il Cavaliere di Pegasus << Tu sei riuscito a metterti in contatto con Hyoga e lui, dopo averti rassicurato riguardo alla sua – tutt'altro che esistente - morte, ti ha detto di lasciarlo semplicemente in pace? E perché mai lo avrebbe fatto? >>

Shun sospirò nuovamente.

<< Non lo so, non riesco a capire. >> ammise << Hyoga dice di avere una spiegazione per tutto quanto e che prima o poi, quando arriverà il momento giusto, me ne parlerà. Io non so che cosa pensare, so solo che devo fidarmi di lui. >>

<< Sì, certo che devi fidarti. >> gli disse Shiryu, con entusiasmo << Hyoga non è uno sconsiderato, sono certo che vi siano delle spiegazioni più che logiche dietro al suo comportamento degli ultimi mesi. Vedrai, Shun, prima o poi faremo luce su questo mistero... Intanto dobbiamo semplicemente essere lieti del fatto che sia ancora vivo! >>

Seiya replicò a quell'ultima affermazione con una smorfia, prima di rispondere in tono tagliente: << Beh, io credo che il suo sia semplicemente egoismo: quando è partito per la Siberia lo ha fatto unicamente per se stesso e adesso continua a comportarsi nello stesso modo, a chiudere gli altri al di fuori del suo prezioso rifugio dorato. Andiamo, come fate a non capire che quel ragazzo pensa solamente a se stesso? >>

<< Perché non è così. >> gli rispose brutalmente Shun, guardandolo di traverso << Tu forse non lo conosci abbastanza, ma io sì: Hyoga non è un egoista e se più di una volta si è comportato come tale, lo ha fatto solamente per evitare di essere ferito. Non so quali motivazioni vi siano dietro al suo comportamento, ma sono certo che siano più che valide e prima o poi anche io riuscirò a comprendere il perché di questo suo assurdo allontanamento. >>

Seiya ed Ikki lo fissarono silenziosamente, con aria perplessa.

<< E' così, ve lo assicuro! >> insistette Shun << Hyoga potrà anche essere un po' freddo e distaccato, talvolta, ma non è certo un egoista. >>

<< Shun, dopo tutto quello che ti ha fatto passare... >> commentò Ikki, con aria di biasimo.

<< … Devi esserne davvero innamorato perso, se continui a parlare di lui in questo modo. >> concluse Seiya, storcendo il naso e guardandolo di traverso.

Un ennesimo sospiro si levò dalle labbra di Shun.

<< Mi spiace avervi tenuto all'oscuro di questa faccenda, prometto che non vi nasconderò più niente. >> disse infine ai suoi compagni << Vi prego di dimenticare ogni genere di incomprensione e di perdonarmi per avervi ferito. E soprattutto, vi chiedo di perdonare Hyoga: lui non merita il vostro rancore. >>

Seiya, a quel punto, si abbandonò finalmente ad un tenero ed ampio sorriso.

<< Se me lo dici guardandomi in quel modo, come faccio a dire di no? >>

Shun non riuscì a trattenere l'entusiasmo e si gettò fra le braccia di Seiya, stringendolo talmente forte da farlo quasi soffocare.

<< Va bene, va bene... Adesso lasciami andare, va bene? Così mi fai male, Shun! >>

<< Oh, sì... Scusami. >>

Shun si staccò dall'abbraccio  ridacchiando e poi si voltò in direzione di Shiryu, con aria lievemente impacciata.

<< E tu, Shiryu? Anche tu sei disposto a perdonarmi? >>

Il Dragone rise.

<< Shun, io non sono mai stato arrabbiato con te! >> lo rassicurò << E ho piena fiducia anche in Hyoga, sono certo che farò presto ritorno a Nuova Luxor e che tutte le incomprensioni saranno finalmente chiarite. >>

Ikki fece una smorfia: << Io non ci scommetterei. >>

<< Ikki. >> lo ammonì suo fratello, soffocando una leggera risata; poi sospirò nuovamente, stavolta con fare di sollievo << In ogni caso, vi ringrazio di cuore: mi sono comportato davvero male negli ultimi tempi ed è una vera gioia sapere che nonostante tutto, potrò sempre fare affidamento su di voi. >>

<< Diciamo che dovrai comunque farti perdonare, Shun. >> gli rispose Seiya, alzando distrattamente gli occhi al cielo << Ad esempio, potresti aiutarmi con il menu di Capodanno: sai, ci sono ancora alcune cose da sistemare. >>

<< Non avevi detto che era tutto sotto controllo? >> domandò Shiryu, inarcando un sopracciglio.

Seiya fece spallucce.

<< Più o meno... Ho detto più o meno. >>

I quattro scoppiarono a ridere di cuore e mentre Shiryu continuava a beffeggiare Seiya e la sua totale mancanza di organizzazione, Shun non poté fare a meno di sentirsi nuovamente felice, sereno ed in pace con se stesso, così come non si sentiva oramai da troppo tempo. Forse, pensò fra sé e sé, non aveva ancora ritrovato il suo Hyoga, ma di una cosa era certo: non avrebbe mai perso il prezioso sostegno e la compagnia dei suoi amici.

*

Quella notte faceva ancora troppo freddo perché il piccolo Dimitri ricevesse da Anja il permesso di uscire e così Hyoga aspettò che fosse ormai da tempo superata la mezzanotte, per avventurarsi in giardino ed ammirare le stelle, complici la sua malinconica ed il fatto che i troppi pensieri avessero reso così difficile l'addormentarsi. Sperava di poter trascorrere un po' di tempo da solo per riflettere, ma con sua grande sorpresa, scoprì di non essere affatto l'unico ad aver bisogno di un po' d'aria fresca, quella notte.

<< Hyoga? Che cosa ci fai tu qui, ancora sveglio? >>

Boris, avvolto da una coperta di lana, se ne stava comodamente seduto in veranda, con in mano una tazza di te bollente ed un aria piuttosto disordinata. Hyoga lo fissò confusamente.

<< Boris, io... Scusami, non pensavo di trovarti qui! >> farfugliò il ragazzo, arrossendo leggermente << Non riuscivo a prendere sonno e così ho pensato di uscire e respirare un po' d'aria fresca... Cosa che hai scelto di fare anche tu, a quanto vedo. >>

Boris ridacchiò sommessamente.

<< Sì, in effetti lo faccio spesso. >> rispose << Quando non riesco a dormire vengo sempre qua fuori, mi aiuta a rilassarmi e a combattere l'insonnia. >>

Hyoga sospirò profondamente, con fare malinconico.

<< Ah, vorrei tanto che funzionasse anche con me! >> disse, accomodandosi di fianco all'uomo << Purtroppo non è così semplice. >>

Boris lo scrutò curiosamente.

<< Cattivi pensieri? >> chiese.

<< All'incirca. >> rispose Hyoga, con un secondo sospiro << Diciamo che aver ritrovato la memoria comporta anche qualche svantaggio. >>

<< Oh, sì... Riesco ad immaginarlo. >> echeggiò Boris, rivolgendogli uno sguardo di amorevole conforto << Presumo che tu abbia qualche faccenda in sospeso, non è vero? >>

Hyoga annuì, mordicchiandosi il labbro.

<< La mia vita intera è una faccenda in sospeso. >> dichiarò << Io sono molto diverso dagli altri ragazzi della mia età. >>

Boris continuo a fissarlo con attenzione.

<< E' perché sei un Cavaliere di Athena, giusto? >> azzardò << Deve essere un grande onere per un ragazzo così giovane. >>

<< Già, puoi dirlo forte! >> confermò Hyoga << Ho visto cose davvero spaventose, Boris, e ho... Beh, ho ucciso molte persone. Ovviamente non ne vado certo fiero, al contrario, mi detesto profondamente per questo. >>

<< Beh, ma erano tuoi nemici. >> osservò l'altro << Combattevano contro di te e volevano distruggere la terra, aver combattuto contro di loro non ti rende un assassino, quanto – piuttosto – un eroe. >>

In risposta a quell'ultima affermazione, il volto di Hyoga si adombrò di colpo ed il suo sguardo si fece ancora più cupo e malinconico del solito.

<< Sai, non... Non è stato sempre così, Boris. >> ammise << Io non ho ucciso esclusivamente nemici. >>

<< Che intendi dire? >> domandò l'altro, con voce e sguardo confusi.

Hyoga si morse lentamente il labbro inferiore, quasi a volersi trattenere dal rivelare troppo.

Egli stesso era stupito di tanta spontaneità; del resto, non certo suo solito essere così aperto e loquace con le persone. Eppure, in quel momento, sentì di potersi fidare ciecamente di Boris e senza farsi troppi problemi, raccontò lui di quanto era accaduto negli ultimi anni, a cominciare dalla morte di Natassia fino ad arrivare a quella di Isaac.

<< Adesso capisci, Boris? >> domandò infine, dopo aver portato a termine il proprio racconto << Io non sono affatto un eroe, ma un ignobile assassino. Non merito tanto rispetto da parte tua. >>

Boris continuò a guardarlo in silenzio, più con aria di conforto e consolazione, piuttosto che di biasimo o castigo.

<< Io non lo credo affatto, Hyoga. >> disse infine, allungando una mano verso di lui e carezzando con affetto la sua chioma bionda << Tu non hai ucciso per puro divertimento, ma per necessità: i tuoi avversari non erano inerti o disarmati, se tu non avessi fatto qualcosa al più presto sarebbero stati loro stessi ad ucciderti. La tua è stata una scelta necessaria, non un crimine. >>

Hyoga sollevò lentamente il capo e con i suoi occhi azzurri ricolmi di lacrime, guardò timorosamente Boris e domandò lui: << Lo pensi davvero? >>

<< Sì, certo che lo penso! >> rilanciò l'altro << E tu adesso devi smetterla di torturarti, addossarti colpe che non hai e pensare di essere tu il responsabile di ogni cosa. Non puoi continuare a ferirti in questo modo, Hyoga... Credimi. Io lo so. >>

Hyoga, a quel punto, osservò l'espressione afflitta dell'uomo con maggior confusione e perplessità.

<< Come... Che cosa stai dicendo, Boris? >>

Boris sospirò profondamente ed anche i suoi occhi, a quel punto, sembrarono farsi più lucidi e mesti.

<< Io so come ti senti, Hyoga, perché anch'io ho creduto per molto tempo di essere responsabile della morte di una persona. >>

Hyoga non riusciva a credere alle sue orecchie; Boris era certamente l'ultima persona dalla quale si sarebbe mai aspettato una simile confessione.

<< Lei si chiamava Olga ed era mia sorella. >> proseguì l'uomo, con voce incrinata << L'ho persa tanti anni fa, durante un incidente al fiume: eravamo insieme al nostro fratellino più piccolo, incominciò a piovere e durante la tempesta la barca si ribaltò; ci ritrovammo in acqua ed anche se io riuscivo a tenermi a galla con facilità, per i miei fratelli non era certo lo stesso. Joseph, il mio fratellino, non sapeva ancora nuotare ed ero certo che sarebbe morto se non lo avessi salvato immediatamente... Così nuotai velocemente nella sua direzione per salvarlo e riuscì infine a riportarlo sulla barca, ma quando mi voltai in direzione di Olga per accertarmi che stesse ancora bene, lei non c'era più. >>

<< Oh, Boris... >>

Hyoga non sapeva cosa dire.

Conosceva benissimo quella sensazione, quel sentimento di dolore ed impotenza che come una dolorosa morsa opprime il cuore fino a schiacciarlo completamente, eppure in quel momento non aveva la più pallida idea di cosa dire per riuscire a confortare l'amico.

Forse perché, come egli stesso aveva avuto modo di capire, non esistono parole in grado di reprimere il dolore.

<< Mi dispiace. >>

<< Mi sono dato addosso per anni, Hyoga... Per una vita intera! >> il tono di voce di Boris era squillante e concitato, così come Hyoga non lo aveva mai sentito prima di allora << Ero riuscito a trarre in salvo il mio fratellino e di questo ero più che felice, ma non era stato abbastanza. Non ho mai smesso di pensare che avrei dovuto fare di più, che se fossi stato più attento e veloce mia sorella sarebbe ancora qui con me. >>

<< Oh... Ma non è stato così! >> replicò immediatamente Hyoga, stringendo le mani dell'uomo come a volerlo confortare << Non è stata colpa tua, Boris... Non potevi certo evitarlo! La sorte beffarda ha fatto sì che tu fosti costretto a scegliere fra i tuoi due fratelli e so che tu hai fatto l'impossibile per evitare di essere sottoposto ad una simile scelta. Non è stata colpa tua, Boris... E' stato solamente un tragico, fatale incidente. >>

Un tenue e leggero sorriso si fece a quel punto strada lungo le labbra di Boris.

<< Adesso ne sono consapevole. >> dichiarò con voce morbida << Ora che ho trent'anni, una famiglia che amo ed una vita che mi rende felice, ma a quindici anni è davvero difficile liberarsi dal rimorso. Credo che tu ne sappia qualcosa, Hyoga. >>

Hyoga ammutolì e chinò rapidamente il capo, facendo segno di sì con la testa.

Sì, certo che lo sapeva... Meglio di chiunque altro al mondo.

Incredibile quanto gli fosse semplice, in quel momento, comprendere i sentimenti e lo stato d'animo di Boris.

<< Sai, adesso so che la morte di mia sorella è stata solo una tragica fatalità e per quanto ancora io non la smetta di provare dolore, ho finalmente smesso di incolparmi di ogni cosa. >> proseguì Boris << Anche la morte di tua madre, del tuo Maestro e di Isaac sono stati solamente le terribili conseguenze di una disgrazia che non avresti potuto evitare, Hyoga, e adesso è arrivato il momento che tu vada avanti con la tua vita senza avere più questo terribile peso sulla tua coscienza. >>

<< Beh, non è per niente semplice! >> sospirò mestamente Hyoga << Anzi, direi che è praticamente impossibile! Tu come hai fatto a superare tutto quanto? >>

Lo sguardo di Boris si addolcì notevolmente ed il sorriso sulle sue labbra si ampliò a tal punto da offuscare persino le stelle, mentre le sue guance pallide si tingevano leggermente di un timido colore rosso chiaro.

<< E' stato grazie ad Anja. >> rispose candidamente, e la sua voce era come musica.

Hyoga credette di non aver mai visto tanto amore dentro ai suoi occhi come in quel momento.

<< Anja? >> ripeté confusamente il ragazzo.

<< Sì, lei. >> assentì Boris << Quando la conobbi eravamo ad una festa di paese ed il nostro primo approccio fu, diciamo... Tutt'altro che amichevole: io ero molto scontroso, non parlavo e se lo facevo rispondevo in maniera fredda e lapidaria, e questo lei non riusciva a mandarlo giù! E' sempre stata una ragazza chiacchierona ed espansiva, anche a vent'anni. >>

Hyoga ridacchiò sotto i baffi: << Sì, lo immagino. >>

<< Il paese era piuttosto piccolo, dunque capitava di frequente che ci incontrassimo. >> continuò Boris << Lei non riusciva a sopportarmi ed io non volevo essere importunato, eppure sembrava quasi che il fato si divertisse a prendersi gioco di noi, facendoci incontrare continuamente e nei luoghi più improbabili. Ripensandoci adesso, immagino che fossimo semplicemente destinati l'uno all'altra. >>

Hyoga sorrise dolcemente, intenerito da quel racconto. A quanto pare era dotato persino di una vena romantica... Quante cose di sé che ancora non aveva avuto modo di scoprire fino in fondo.

<< Anja ed io non riuscimmo mai a legare veramente, fino a quando non ci ritrovammo per l'ennesima volta ad una festa di paese: lei aveva litigato con la sua famiglia, che avrebbe tanto desiderato vederla sposata con un ragazzo che lei decisamente non sopportava, ed un po' per solitudine, un po' per mancanza di altra compagnia, ci ritrovammo finalmente a parlare. Scoprimmo di avere in comune molte più cose di quanto credessimo e con il trascorrere del tempo, sempre più a mio agio in sua compagnia, mi ritrovai a raccontarle di quanto era accaduto cinque anni prima con mia sorella. >>

Hyoga strabuzzò gli occhi, protendendosi in avanti con aria sempre più interessate.

<< E che cosa accadde, a quel punto? >>

Boris sospirò profondamente, per poi sorridere.

<< Anja ascoltò il mio racconto in silenzio, senza mai dire una sola parola. >> rispose << E poi, quando ebbi finito, mi guardò direttamente negli occhi e continuò a rimanere in silenzio, con un'espressione talmente enigmatica da non farmi minimamente presagire quanto sarebbe potuto accadere dopo. E poi, molto semplicemente, si alzò in piedi, venne verso di me e mi abbracciò. Un unico, semplice abbraccio, che in quel momento valeva molto di più di qualsiasi parola. >>

Hyoga non poté fare a meno di sorridere, sinceramente commosso da quel dolce racconto; aveva sempre pensato che Anja fosse una donna assolutamente eccezionale e quelle parole non avevano fatto altro che accrescere in lui quella conferma.

<< Da allora diventammo inseparabili ed Anja divenne praticamente la mia ancora di salvezza. >> aggiunse Boris << E' stato solo grazie a lei, al suo amore e a tutto ciò che lentamente riuscimmo a costruire insieme, che riuscì a lasciarmi finalmente il passato alle spalle. Grazie a lei ho capito che non devo vergognarmi di ciò che sono, che spesso la vita ci mette a dura prova e che solo le persone più coraggiose riescono a rialzarsi dopo una sconfitta, e che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto continuare ad infliggermi pene che non meritavo. Ci ho messo molto tempo, ma alla fine ho capito che non ero io il responsabile della morte di Olga, e da allora ho smesso di guardarmi allo specchio e vedere in esso solamente il riflesso di un assassino. >>

<< Ed Anja ti ha aiutato a capire tutto questo? >> domandò Hyoga, quasi incredulo << Lei da sola? >>

Boris gli sorrise dolcemente.

<< Lei ed il suo amore. >> precisò << Non sai quante magie si possano realizzare, quando si ha al proprio fianco una persona da amare. Anja è così, lei riesce a mettere in risalto tutte le mie migliori qualità e a farmi apprezzare persino i miei difetti. Certo, spesso litighiamo e non ci capiamo sempre fino in fondo, ma se dopo tutti questi anni lei ha ancora la voglia ed il desiderio di starmi accanto, allora significa che ne vale davvero la pena... Che io ne valgo la pena. >>

Hyoga avvertì una specie di fitta al cuore ed il suo pensiero, inevitabilmente, andò a Shun.

Shun, che lo aveva sempre apprezzato e supportato durante tutto questo tempo, che aveva lottato al suo fianco e gli era stato vicino persino al di fuori del campo di battaglia, che mai una volta lo aveva fatto sentire giudicato, sbagliato o fuori posto.

Il suo Shun, che egli amava con tutto il suo cuore e del quale sentiva così tremendamente la mancanza.

Boris osservò attentamente il giovane cavaliere, l'espressione malinconica che solcava il suo volto, e come un abile indovino riuscì a leggere fra le righe di quel cuore infranto e pensieroso. Il suo sguardo si addolcì ulteriormente e le sue labbra si ampliarono in un caldo, rassicurante sorriso.

<< Ascolta bene quanto sto per dirti, Hyoga, perché è una lezione che non dovrai mai dimenticare. >> disse l'uomo, con fare benevolo e paterno << L'amore non è affatto come ce lo dipingono nelle fiabe, non è solamente rose e fiori, e non è in alcun modo esente dal dolore. Chi ama riesce a farlo persino nei momenti più bui, in quei momenti in cui tutto sembra andar male e non vediamo alcuna luce all'orizzonte. Sarebbe troppo semplice amare qualcuno privo di difetti, qualcuno che è sempre troppo felice o che nella vita non ha mai conosciuto il dolore... Insomma, le cose belle piacciono a tutti quanti! Ma quando riusciamo a trovare quel qualcuno in grado di amarci e che sarebbe disposto a dare la sua stessa vita per noi... Beh, non possiamo in alcun modo permetterci di lasciarcelo scappare. >>

Quelle ultime frasi colpirono Hyoga come un fulmine a ciel sereno.

Eccola lì, la risposta che stava tanto cercando e che così ingenuamente non era riuscito a trovare; gli era sembrato tutto così complicato, all'inizio, eppure adesso era perfettamente chiaro, lampante e cristallino, come il ghiaccio e la neve dai quali il suo Cosmo traeva alimento.

La soluzione giusta non era allontanarsi da Shun, ma permettere lui di avvicinarsi, aprirgli il proprio cuore e smetterla di nascondersi dietro ad inutili scuse senza senso.

Adesso lo sapeva, finalmente lo aveva capito.

E non poteva più permettersi di perdere tempo.

<< Boris, io... Io devo andare. >> si alzò in piedi così velocemente che quasi non inciampò in uno scalino << Lo so che è tardi e che non ha senso, ma io... I-io devo andare. >>

<< Hey, hey... Aspetta un momento, ragazzo... Calmati! >> Boris si alzò a sua volta e su abbastanza forte e rapido da afferrare Hyoga per un braccio prima che questi potesse andar via << Che cosa significa che devi andare? Dove, esattamente, vorresti andare. >>

Hyoga si fermò per qualche istante, il cuore che batteva all'impazzata ed il fiato corto.

<< Io... Quello che hai detto, Boris... Adesso l'ho capito. >> farfugliò << Ora finalmente so che cosa devo fare, so qual è il mio posto e la strada che devo seguire, io... Adesso lo so! >>

Boris continuò a fissarlo confusamente, sempre più stranito.

Hyoga si ricompose in fretta e finalmente, dopo troppo tempo trascorso a maledirsi e a soffrire in silenzio, un vero sorriso entusiasta si fece largamente strada lungo le sua labbra.

<< Ho deciso, Boris. >> dichiarò con fermezza << E' finalmente arrivato di momento di ritornare a casa mia. >>






N.d.A: Ed eccomi qua, finalmente! Le ferie sono ufficialmente finite e anche se mi sono presa un po' più di tempo per il capitolo, stavolta sono riuscita ad aggiornare! Ormai manca davvero poco
alla fine (non sono ancora sicura di quanti) e dopo aver praticamente maltrattato Hyoga e Shun per 12 capitoli, prometto che d'ora in poi le cose andranno finalmente meglio. :)
Come sempre vi ringrazio per la pazienza e la costanza con cui mi seguite... E vi abbraccio forte, dandovi appuntamento al prossimo capitolo. :)

Un bacio

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


<< Allora, Shaina... Ti vuoi muovere? Guarda che ti lascio qui! >>

Aeroporto di Atene.

Mancavano pochissimi giorni alla tanto attesa festa di Capodanno a Villa Kido e per Kiki e Shaina era finalmente arrivato il momento di abbandonare la Grecia e partire alla volta del Giappone. Inutile dire che se l'entusiasmo di Kiki sembrava bastare per tutti e due, la riluttanza della giovane sacerdotessa era tanta da farle desiderare di non aver mai accettato quella proposta - e da farla persino scappare almeno un paio di volte, salvo poi essere rimessa nuovamente al proprio posto dalle “maniere forti” del suo giovane accompagnatore.

<< Shaina! Muoviti, così rischiamo di perdere il volo! >>

<< Sì, sì... Ho capito! >> Shaina sbuffò con tutto il fiato che aveva in corpo e s'incamminò verso la scaletta, fino a raggiungere il piccolo Kiki << Certo che sei veramente su di giri, Kiki! Ti conviene darci un taglio, altrimenti non credo che riuscirò a sopportarti per tutto il viaggio. >>

<< Uffa, Shaina... Ma come fai a non essere emozionata? >> domandò Kiki, mettendo su un bel broncio pronunciato << Io non vedo l'ora di essere a Nuova Luxor, non ci sono mai stato e sono curioso di vedere che aspetto ha! Sarà molto divertente esplorare luoghi sconosciuti. >>

Shaina fece una smorfia, mentre lei e Kiki mettevano finalmente piede dentro all'aereo e andavano alla ricerca dei rispettivi posti.

<< Io non credo che sia un posto così interessante. >> biascicò, cercando con lo sguardo il numero del suo sedile << La Grecia è certamente più bella e in ogni caso, io non sto andando a Nuova Luxor per fare la turista. >>

Kiki le sorrise malizioso.

<< Già, sappiamo entrambi per quale motivo stai andando lì. >> sentenziò, ricevendo in cambio - da parte di Shaina - un'occhiata truce da sotto la maschera << Scommetto che non stai nella pelle all'idea di rivedere Seiya, dico bene? >>

Shaina replicò una seconda smorfia.

<< Riparliamone quando saremo arrivati, Kiki. >> disse, raggiungendo infine i posti che erano stati loro assegnati << Oh, finalmente li abbiamo trovati. Ti avverto, piccoletto, il posto corridoio è mio: non azzardarti a sederti qui, se non vuoi farmi arrabbiare seriamente. >>

Kiki, in risposta, la guardò di traverso e le mostrò la lingua facendo una pernacchia.

<< Sei davvero antipatica, Shaina. >> protestò << Che altro devo aspettarmi ancora, che tu rimanga in silenzio per tutta la durata del viaggio? >>

Shaina alzò gli occhi al cielo e sospirò esasperata.

<< La mia idea iniziare era quella, ma immagino che tu non me lo permetterai. Dico bene? >>

Kiki rispose a quella domanda con un sorrisone.

<< Ecco, appunto. >> Shaina sospirò con rassegnazione << D'accordo, Kiki... Hai vinto tu. Fa pure di me ciò che vuoi, io non ti fermerò. >>

<< Sììì, evviva! >> esultò Kiki, mettendosi a sedere sul proprio sedile << Che bello, ho il posto vicino al finestrino: potrò guardare il cielo e le nuvole mentre voliamo. >>

Stavolta, di fronte a tanto entusiasmo, Shaina non poté trattenersi dal sorridere con dolcezza.

<< Sei veramente incorreggibile, Kiki. >> fu il suo ilare commento << Anche se devi ammettere che il tuo buon umore mi fa sentire molto meno a disagio di quanto credessi. >>

Kiki sorrise di rimando: << Certo, perché anche tu sei felice all'idea di rivedere Seiya e gli altri. Io queste cose le capisco, sai... Sono molto intuitivo. >>

Shaina soffocò una risata.

<< D'accordo, Signor Intuizione... Dimmi: Sai anche come andranno a finire le cose, una volta arrivati a Nuova Luxor? >>

Kiki fece spallucce.

<< Quello dipende da te e dal modo in cui ti rivolgerai a Seiya. >> disse, mentre le voci delle due hostess di servizio pronunciavano parole incomprensibili di fronte a loro << Per questo motivo è bene che tu stia molto attenta. >>

Shaina lo fissò con aria preoccupata.

<< Perché? >> domandò con voce puerile << Credi che ci sia qualcosa che non va nel mio atteggiamento? >>

<< Diciamo che non sei molto coerente. >> le rispose Kiki << Voglio dire... A volte sai essere molto dolce con lui, ma in certi momenti di comporti come se volessi prenderlo a schiaffi! >>

Shaina si fece completamente rossa in volto.

<< Beh, io... Io... E' che non so mai come comportarmi! >> farfugliò << Non sono disposta a mettere da parte ciò che sono per Seiya, e comunque non voglio che lui pensi a me solamente come ad una guerriera non meritevole di amore. So che è un concetto piuttosto complicato da comprendere, ma... >>

<< Oh, no... Io lo capisco. >> la interruppe Kiki << Tu vuoi che Seiya ti apprezzi come donna, ma non vuoi che questa tua femminilità ti rende troppo debole e vulnerabile. Trovo che sia comprensibile. >>

Shaina si morse il labbro inferiore ed annuì con fare contrito.

<< Sì... Credo di sì. >>

Kiki sospirò nuovamente.

<< Stai tranquilla, andrà tutto bene. >> le rispose gentilmente << Tu cerca solo di essere gentile e di mettere da parte il tuo lato più aggressivo, il resto verrà di conseguenza. >>

<< Se solo dici tu... >> Shaina non sembrava essere del tutto persuasa da quelle parole.

Kiki, tuttavia, non aveva nessuna intenzione di darsi per vinto.

<< Abbi fiducia, per una volta. >> le disse << Sono sicuro che andrà tutto benissimo, devi solo crederlo anche tu. >>

<< Sì, ma non è per niente semplice. >> rilanciò la ragazza, arrossendo vistosamente << L'idea di rivedere Seiya mi rende così nervosa. >>

<< Certo, perché ne sei innamorata! >>

Kiki scoppiò in una risata fragorosa, mentre le hostess informavano tutti i passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza in prossimità del decollo.

<< Non è divertente, Kiki! >> sbraitò la fanciulla, allacciandosi la cintura mentre il ragazzino continuava a ridere a crepapelle << Se continui in questo modo dovrò prenderti a sculacciate... Su, finiscila. >>

Quelle minacce non servirono minimamente a spaventare il piccolo Kiki, che continuò a ridere a crepapelle anche dopo essersi sistemato la cintura di sicurezza ed aver trovato la posizione più comoda per affrontare il viaggio. Shaina sospirò profondamente ed incrociò le braccia al petto, sprofondando nel sedile con fare spazientito e sconsolato.

Tu la fai tanto facile, Kiki, ma io sono a dir poco terrorizzata.” pensò fra sé e sé “ E se non riuscissi a mettere da parte il mio lato aggressivo? Se il mio orgoglio fosse più forte del sentimento che nutro nei confronti di Seiya?”

A quel punto Kiki, quasi avesse letto nel pensiero di Shaina, allungò una mano verso di lei e la strinse forte, in segno di conforto.

<< Sta tranquilla, Shaina. >> mormorò dolcemente << Comunque vada, io sarò sempre qui con te. >>

Shaina sorrise con riconoscenza e strinse maggiormente la mano di Kiki, mentre l'aereo decollava finalmente alla volta di Nuova Luxor.

*

In quello stesso momento, a migliaia di chilometri di distanza da Atene, qualcun altro si stava preparando a partire.

<< Allora, hai presto tutto? Ti ho messo degli abiti puliti nel borsone, del cibo nel caso tu avessi fame ed una borraccia piena d'acqua, non si sa mai. Non sono sicura di aver preparato abbastanza cose, quindi ti raccomanderei di razionare le vivande per non rischiare di ritrovarsi senza... >>

<< Anja, rilassati! >> esclamò Hyoga ridendo, mentre la donna si perdeva per l'ennesima volta in raccomandazioni per il viaggio << Non preoccuparti, riuscirò a cavarmela senza problemi. Del resto sono un Cavaliere di Athena, ricordi? >>

Anja arrossì leggermente.

<< Oh, sì... Giusto. >> farfugliò.

Hyoga rise nuovamente, per poi rivolgerle un lungo e sentito sguardo di adorazione e riconoscenza.

<< Non temere, posso sopportare un viaggio fino a Nuova Luxor. >> dichiarò << Ho affrontato situazioni ben peggiori, nella mia vita. >>

Anja gli sorrise di rimando.

<< Sì, è vero. >> rispose, per poi gettarsi senza alcun ritegno fra le braccia del ragazzo << Oh, Hyoga... Sono così orgogliosa di te! Sapevo che prima o poi avresti fatto la scelta giusta, ne ero sicura. >>

<< Vuoi dire che non ti mancherò nemmeno un po'? >> ridacchiò Hyoga in quell'abbraccio.

Anja si staccò velocemente da quella stretta.

<< No, sciocchino... Che diavolerie vai dicendo? Certo che mi mancherai! >> i suoi grandi occhi verdi iniziarono a riempirsi di lacrime, che la donna provvedette immediatamente ad asciugare << Tuttavia, sono molto felice di sapere che tornerai a casa e che hai deciso di mettere a posto le cose; come ho già detto, sono molto orgogliosa di te. >>

Hyoga sorrise fieramente.

<< Sì, beh... Per questo devo ringraziare Boris. >> rispose, voltandosi in direzione dell'uomo e rivolgendo anche a lui uno sguardo di riconoscenza << E' stato lui ad aprirmi gli occhi, mi ha aiutato a comprendere cose che da troppo tempo continuavano a sfuggirmi. >>

Boris gli sorrise di rimando.

<< Tu conoscevi già la retta via, Hyoga. >> disse << Avevi solo bisogno di una luce che la illuminasse nel buio. >>

<< Sì, beh... >> Hyoga tirò su col naso, anch'egli visibilmente commosso << Mi auguro solo che non sia troppo tardi. Spero di essere ancora in tempo per sistemare ogni cosa. >>

<< Ma certo che lo sei! >> esclamò prontamente Anja, sorridendogli con fare incoraggiante << Tesoro, tu sei così bello e buono... Nessuno potrebbe mai pensare di escluderti dalla sua vita! >>

Gli arruffò affettuosamente i capelli, facendolo ridacchiare.

<< Stai tranquillo, Hyoga, vedrai che andrà tutto bene. >> promise.

<< Sì, non hai nulla da temere. >> echeggiò Boris << Se ce l'ho fatta io, allora ci riuscirai anche tu. >>

I tre si raccolsero in un caloroso abbraccio, che venne però immediatamente interrotto da una vocina stizzita alle loro spalle.

<< Hey, hey, hey... E io?! >>

Hyoga, Anja e Boris si voltarono ridacchiando in direzione di Dimitri, che se ne stava in piedi a braccia conserte ed un'espressione profondamente imbronciata sul volto. Hyoga sorrise dolcemente, non potendo fare a meno di intenerirsi di fronte a tale scenario.

<< Su, vieni qui. >> il Cigno si chinò ed afferrò con forza il frugoletto, caricandoselo sulle spalle << Credevi forse che me ne sarei andato senza salutarti? Mi raccomando, Dimitri, fai il bravo e vedi di non cacciarti nei guai. >>

<< Uffa, non è giusto! >> rilanciò il bambino, con voce lacrimosa << Non abbiamo ancora finito di studiare le stelle! Non puoi andartene proprio adesso. >>

Hyoga si morse tristemente il labbro inferiore, mentre una strana e violenta sensazione di dolore andò ad opprimergli la gola ed il petto.

<< Ascolta, piccoletto... Lo so che ti dispiace. >> mormorò flebilmente, mettendo nuovamente a terra il bambino ed inginocchiandosi di fronte a lui per poterlo guardare direttamente negli occhi << Credimi, vorrei tanto restare qui con voi... E' solo che non posso. Non è questo il mio posto... Lo capisci? >>

Dimitri annuì mestamente.

<< Sì... Credo di sì. >> rispose.

Hyoga gli sorrise affettuosamente, passandogli una mano fra i capelli spettinati,

<< Sì, certo che capisci... Tu sei un ragazzo sveglio! >> esclamò << E voglio che tu sappia che sentirò molto la tua mancanza, mentre sarò via. >>

<< Anche tu mi mancherai, Hyoga! >> Dimitri si aggrappò con forza alla gamba del Cigno << Sarà tutto così triste senza di te. >>

<< Beh, magari un giorno potrei tornare a trovarvi. >> replicò allegramente Hyoga, dandogli un leggero buffetto sul naso << La Siberia è pur sempre il posto dove sono nato, sarei ben felice di tornare da queste parti. >>

Lo sguardo di Dimitri s'illuminò all'improvviso.

<< Dici davvero? >> domandò speranzoso.

<< Sì, certamente. >> confermò l'altro << E anche tu puoi venire a trovarmi in Giappone tutte le volte che vuoi. >>

<< Cosa? Dici sul serio?! >> Dimitri si staccò dalla gamba di Hyoga ed incominciò a saltellare con entusiasmo per tutta la stanza << Wow, sarebbe bellissimo! Hai sentito, mamma? Dici che possiamo andare? >>

Anja ridacchiò sommessamente, scuotendo il capo con fare divertito.

<< Beh... Perché no? >> rispose << Se ti comporterai come si deve... >>

<< Oh, sì... Sarò bravissimo! >> il piccoletto non stava più nella pelle << Allora devi andartene subito, Hyoga, così metterai tutte le cose al loro posto ed io potrò venire a trovarti. >>

Hyoga lo guardò a metà fra il divertito ed il perplesso: << Cos'è, adesso mi stai cacciando? >>

Tutti quanti scoppiarono in una risata fragorosa e poi, quando i loro sguardi si ritrovarono ancora una volta, capirono che era arrivato davvero il momento di dirsi addio.

<< Beh, allora... Grazie di tutto. >> Hyoga si rivolse in primo luogo a Boris << Grazie a te, Boris. Non sarei mai riuscito a trovare dentro di me la forza di reagire, se non fosse stato per te. Ti sarò debitore in eterno. >>

Boris sorrise ampiamente e poi lo abbracciò con vigore, dandogli qualche leggera ed affettuosa pacca sulla spalla.

<< Consideralo semplicemente un regalo da parte di un amico. >> disse << Mi raccomando, vedi di non rendere vane le mie parole. >>

<< Oh, no.. Prometto di non farlo! Puoi starne certo. >>

<< Su, adesso tocca a me! >> Dimitri entrò di prepotenza in quell'abbraccio, saldando baldanzosamente sulle spalle di Hyoga << Ciao, Hyoga... Ci vediamo prestissimissimo! >>

Hyoga rise: << Ciao, piccoletto! Mi raccomando, abbi cura di te. E se dovessi sentire la mia mancanza, alza la testa al cielo e cercami nelle stelle: io sarò sempre lì per te. >>

Dimitri annuì felicemente e scivolò giù dalle spalle di Hyoga, atterrando elegantemente a terra. Infine, Hyoga si voltò in direzione di Anja ed i suoi occhi si persero dentro a quelli della donna per diversi secondi.

<< Allora... Sì, dunque... Insomma, io... Oh, al diavolo! >> farfugliò impacciatamente << E' ancora più difficile di quanto pensassi. >>

Anja, a quel punto, non lasciò lui alcun secondo di tempo per aggiungere altro e lo tirò a sé con forza, intrappolandolo in un abbraccio talmente intenso da fargli quasi mancare il fiato.

<< Che il Signore ti benedica, Hyoga. >> mormorò la donna, con voce rotta dalle lacrime << Sei un dono del cielo, ragazzo mio, ed averti avuto nelle nostre vite anche solo per poco tempo è stata una vera gioia. Abbi cura di te e pensami, di tanto in tanto. Io prometto di farlo ogni singolo giorno, fino alla fine della mia vita. >>

<< Non potrei mai smettere di pensare a te, Anja. >> replicò Hyoga, anch'egli in lacrime << Sei stata come una seconda madre per me, un'altra Mama dopo che il destino crudele ha deciso di strapparmi la mia dalle braccia. Sei stata l'unica, in tutto questo tempo, in grado di farmi sentire veramente amato e protetto. Non ti dimenticherò mai, Anja... Mai. >>

Anja lo baciò dolcemente sulla fronte e poi, con estrema riluttanza, si decise finalmente a lasciarlo andare.

Nessuno dei presenti osò indugiare ulteriormente, ben consapevoli di quanto quel tergiversare avrebbe potuto rendere ancor più difficile e doloroso il momento della separazione. Così, infine, Hyoga si allontanò senza aggiungere altro e senza mai voltarsi, lasciandosi alle spalle un mondo pieno di ricordi e momenti felici, che certamente non avrebbe mai scordato di rivivere al momento opportuno.

Dinnanzi a sé, invece, vi era il futuro, un futuro roseo e pieno di speranza, che da troppo tempo ormai aspettava solamente di essere vissuto.

E Hyoga, finalmente, aveva trovato dentro di sé tutto il coraggio necessario per farlo nel migliore dei modi.

*

Gli ultimi giorni trascorsero con estrema rapidità ed ecco che, finalmente, arrivò il giorno della tanto attesa festa di Capodanno. La maggior parte dei Cavalieri (e ovviamente la stessa dea Athena) erano tutti molto eccitati all'idea di essere finalmente in procinto di festeggiare ma vi era uno di loro – inutile ribadire di chi si trattasse – che a sole due ore dell'inizio dell'evento sembrava essere letteralmente sul punto di farsi prendere da una crisi isterica.

<< Va bene, va bene... E' tutto pronto, ragazzi? Il cibo, le attrezzature per i fuochi, i giochi di società... >>

<< E' tutto apposto, Seiya. >> mormorò tranquillamente Shun, cercando di contenere il nervosismo dell'amico << Stai tranquillo, abbiamo tutto sotto controllo. >>

<< Avete già preparato la musica? >>

<< Sì, tutte le compilation nell'ordine da te stabilito. >>

<< Il cibo è al suo posto? >>

<< Sì, certamente. >>

<< Oh, e vi siete assicurati che... >>

<< Seiya, ti prego! >> intervenne a quel punto Shiryu, all'apice della sopportazione << Non ce la facciamo più, sono ore che impartisci ordini a destra e a manca! Ti abbiamo già detto che è tutto sotto controllo, adesso perché non provi a rilassarti per qualche minuto? >>

<< Sì, Shiryu ha ragione. >> fece eco Shun, posando gentilmente una mano sulla spalla di Seiya << Sei troppo nervoso e la festa inizierà solamente fra un paio d'ore. >>

<< Già, non è ancora arrivato il momento di lasciarsi prendere dal panico. >> aggiunse Ikki, osservando tutti gli altri con aria di sufficienza.

Seiya sospirò profondamente, con fare sconsolato.

<< Lo so, avete ragione. >> disse << Vi chiedo scusa, è solo che... Beh, sono così nervoso! Tengo molto a questa festa, non posso accettare l'idea che qualcosa vada storto. >>

Shun sospirò a sua volta.

<< Sì, questo lo capiamo. >> rispose << Tu però devi smetterla di agitarti, così peggiori solamente la situazione. Vedrai, andrà tutto benissimo. >>

<< E se non dovesse andar bene? >> insistette Seiya, facendosi nuovamente prendere dall'agitazione << Non voglio che capiti qualche disastro, io... Non voglio rovinare ogni cosa come al mio solito. >>

Shiryu, Shun ed Ikki lo fissarono curiosamente, quasi sorpresi da quella reazione.

<< Dunque è questo che ti spaventa, Seiya? >> domandò gentilmente << Temi di rovinare la festa? >>

<< Non sarebbe certo la prima volta! >> rilanciò il Cavaliere di Pegaso, in tono stizzito << Ammettetelo, quando mai non ho rovinato qualcosa di importante a causa del mio modo di fare? Non voglio che accada anche questa volta... Non riuscirei a perdonarmelo. >>

Shun lo guardò con aria contrita, non potendo fare a meno di sentirsi profondamente dispiaciuto per il suo amico.

<< Non lo farai, Seiya... Prometto che questa volta non rovinerai proprio niente. >> lo rassicurò << In primo luogo, perché hai lavorato duramente affinché questa festa fosse perfetta e tieni alla sua buona riuscita più di chiunque altro... >>

<< … Ed in secondo luogo, perché ci siamo noi qui ad impedirti di mandare tutto all'aria! >> concluse Shiryu, ridacchiando sommessamente << Non temere, amico mio, la sicurezza della festa non rischia in alcun modo di essere compromessa. >>

Seiya sorrise leggermente, guardando i suoi compagni con aria di riconoscenza.

<< Dite davvero? >>

<< Sì, assolutamente! >> esclamò Shiryu << Te l'ho già detto, puoi fidarti di noi. Non è vero, ragazzi? >>

Shun ed Ikki annuirono con fermezza e Seiya, a quel punto, poté finalmente tirare un profondo e rilassato sospiro di sollievo.

<< D'accordo, adesso mi sento molto meglio. >> dichiarò << Direi che possiamo andare a prepararci, vi voglio con indosso i vostri abiti entro trenta minuti. >>

<< A tal proposito, Seiya... >> azzardò Ikki << Sai, credo proprio che il mio si sia rovinato. Ho provato a risistemarlo, ma è stato inutile. Sai, temo proprio che dovrò... >>

<< Non inventarti balle, Ikki! Ti voglio qui tra mezzora con il tuo abito, proprio come tutti gli altri. >>

<< Uffa, lo sapevo! >>

I ragazzi scoppiarono a ridere e finalmente l'ansia e la preoccupazione svanirono di colpo, lasciando spazio a nient'altro che non fossero solamente allegria e divertimento.

<< Coraggio, ragazzi... Che la festa cominci! >>







N.d.A: Chiedo scusa per il ritardo!
Sono ormai gli ultimi capitoli e il tempo a disposizione per scrivere è sempre poco, quindi non riesco mai a rispettare la tabella di marcia... Almeno, non come vorrei.
In ogni caso, questo è un capitolo un po' di passaggio, e ormai siamo prossimi alla conclusione, perciò... Beh, chiedo scusa se sono stata troppo frettolosa (spero di no, in realtà) , spero di riuscire a scrivere e pubblicare gli ultimi capitoli per tempo... :)

Un bacione a tutti e buon inizio di settimana <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


<< Shunrei! Eccoti qui, tesoro mio... Che bello rivederti! >>

<< Caspita Jabu, quest' abito ti sta davvero a pennello! Bisogna ammettere che questo genere di abbigliamento si addice moltissimo alla tua figura. >>

<< Oh, Milady... Siete davvero bellissima questa sera. Sappiate che entro la fine della serata dovrete ballare con me, e non accetto un “no” come risposta. In fin dei conti, sono pur sempre il vostro maggiordomo. >>

Seiya non riusciva a smetterla di sorridere con entusiasmo.

La festa era iniziata da circa un paio d'ore e tutti gli invitati, dal primo all'ultimo, avevano l'aria di divertirsi moltissimo. Non vi era assolutamente niente che non fosse perfetto: La musica, le decorazioni, il buffet al quale tutti attingevano avidamente... Ogni cosa stava andando esattamente come da programma.

<< E dire che tu avevi paura di rovinare tutto! >> lo canzonò allegramente Shiryu, allungano una mano verso il tavolo delle vivande per afferrare l'ennesimo onigiri della serata << Sta andando tutto benissimo, amico, molto meglio di quanto sperassimo. Forse non sei un completo disastro, dopo tutto. >>

Shun, Ikki e Shunrei ridacchiarono sommessamente, mentre Seiya rivolse un'occhiataccia all'amico e storse il naso.

<< Molto spiritoso, Dragone. >> bubbolò << E' questo il ringraziamento per aver portato qui Shunrei? >>

<< Oh, in effetti Seiya non ha tutti i torti. >> intervenne la fanciulla, che per l'occasione aveva scelto di indossare un grazioso abito tradizionale del suo paese, di color lillà e azzurro, con una morbida fascia di seta attorno alla vita << Se non avesse organizzato questa festa, probabilmente tu ed io non ci saremmo visti per chissà quanto altro tempo ancora. >>

Shiryu guardò con dolcezza la propria innamorata e sospirò beatamente, per poi sorriderle.

<< Quanto sei saggia, tesoro mio. >> mormorò con voce morbida << Ancora non mi capacito di come abbia fatto a resistere tutto questo tempo senza di te. >>

Shunrei sorrise a sua volta e i due, noncuranti del resto, si abbandonarono per qualche istante ad una serie di tenere e soffuse effusioni.

<< Puah, ragazzi! >> protestò Ikki, distogliendo immediatamente lo sguardo << Vi prego, vi sembra questo il momento? >>

<< Eddai, Ikki... Lasciali stare. >> ribattè malinconico Shun, osservando i due innamorati con occhi ricolmi di velata tristezza << Non vedi quanto si vogliono bene? Io... Credo che sia bello avere la possibilità di trascorrere un giorno di festa con la persona amata. Non trovi? >>

Ikki annuì in silenzio, colto a sua volta da una leggera sensazione di malinconia.

<< Sì, io... Immagino di sì. >> bisbigliò.

Seiya guardò malamente i due amici ed intervenne immediatamente per risollevare loro il morale.

<< Su, che cosa sono questi musi lunghi?! >> esclamò << Siamo ad una festa, dobbiamo ridere divertirci! A proposito, Ikki... Non ti ho ancora detto che quel vestito ti sta veramente d'incanto? >>

<< Non provarci, Pegasus, nessuno mi vieta di usare le mie Ali della Fenice contro di te! >> rilanciò rabbiosamente Ikki << Fai un'altra battutina di questo genere e ti giuro che io... >>

<< Ragazzi, possibile che ogni volta che vengo a trovarvi Ikki debba essere sempre così arrabbiato? >>

L'intero gruppetto – compresi Shiryu e Shunrei – si voltò di scatto in direzione di quella voce tanto familiare alle loro spalle e nel trovarsi di fronte niente meno che il piccolo Kiki, nessuno riuscì a trattenersi dall'esprimere chiassosamente il proprio stupore.

<< Oh, miei dei... Kiki! >>

Seiya e Shun corsero ad abbracciare il bambino, tanto calorosamente da fargli quasi mancare il fiato.

<< Coff... Coff... Va bene, ho capito... Vi sono mancato! Adesso, per favore, vi dispiacerebbe farmi respirare? >>

<< Kiki, che sorpresa meravigliosa! >> esclamò felicemente Seiya << Che cosa ci fai tu qui? Non credevo che fossi a conoscenza della festa. >>

<< E' stato Shiryu il Dragone ad informarmi. >> rispose Kiki << Mi ha detto che tu eri talmente indaffarato con i preparativi che probabilmente ti saresti dimenticato di informarmi, così ci ha pensato lui. >>

<< Lieto di vedere che tu abbia accettato il mio invirto. >> rilanciò il Dragone, ammiccando in direzione del piccolo con fare allusivo.

Kiki ridacchiò sotto i baffi.

<< Deve essere stato un viaggio molto lungo e faticoso. >> intervenne poi Shun, col suo tipico modo di fare affabile e premuroso << Sei venuto dalla Grecia fino a qui tutto solo, senza nessun accompagnato? >>

<< Oh, no... In effetti c'era qualcuno con me. >> ribattè prontamente Kiki, guardando dietro di sé con la coda dell'occhio << Ed in effetti, quel qualcuno è ancora qui con me. Non è vero, amica mia? >>

<< Che cosa... >>

Seiya e gli altri si ammutolirono di colpo, nel momento in cui una giovane fanciulla vestita in abiti tradizionali fece il suo ingresso nel salone: la ragazza sembrava avere un fisico snello ed atletico – almeno, questo era quanto si poteva supporre nonostante i vestiti – ed il suo volto era coperto da un'antica maschera teatrale giapponese raffigurante il volto di una donna dallo sguardo cupo e triste.

Sembrava che stesse facendo tutto il possibile per mantenere celata la propria identità, ma Seiya non ebbe bisogno di più di una manciata di secondi per capire chi avesse di fronte.

<< Shaina. >> mormorò a mezza voce, il cuore che di colpo prese a battere all'impazzata dentro al suo petto << S-sei tu. >>

Shaina sorrise debolmente da sotto la maschera.

<< Ciao, Seiya. >> rispose con voce tremante << E' un vero piacere rivederti. >>

Seiya rimase come pietrificato, incapace di proferire parola e persino di muovere anche un solo muscolo.

Gli altri cavalieri e Shunrei osservarono la scena incuriositi, mentre il piccolo Kiki - chiaramente compiaciuto del fatto di essere finalmente riuscito a far incontrare i due - non riusciva a smetterla di sorridere malizioso.

Probabilmente quel siparietto muto sarebbe andato avanti ancora per molto tempo, se Shun non avesse preso in mano le redini della situazione bisbigliando a mezza voce: << Ehm, ragazzi... Io credo che sarebbe meglio lasciarli da soli. >>

Shiryu annuì in silenzio e prese per mano Shunrei, la quale a sua volta afferrò Kiki per un braccio, trascinando entrambi nell'altra stanza, immediatamente seguiti da Shun, Ikki e – pochi istanti dopo – da tutti gli altri ospiti, compresi Tatsumi e la dea Athena.

In men che non si dica, Seiya e Shaina si ritrovano da soli dentro a quell'enorme salone addobbato a festa.

<< Dunque... >> incominciò il Cavaliere, il capo rivolto a terra e gli occhi che continuavano a fissarsi intensamente le punte dei piedi.

Shaina soffocò un singulto.

<< Dunque... >> ripetè flebilmente, troppo imbarazzata per andare avanti.

I due sospirarono all'unisono, quasi con disperazione.

Non sarebbero andati molto lontano, se avessero continuato a parlare esclusivamente per avverbi o congiunzioni.

<< N-non mi aspettavo di vederti qui. >> disse infine il ragazzo, lasciandosi trasportare da un improvviso slancio di coraggio << Neanche sapevo che Shiryu ti avesse invitato. >>

<< Sì, beh... E' stata una sorpresa anche per me. >> ribattè la fanciulla, giocherellando nervosamente con i capelli << In effetti non ero neanche sicura di voler venire, ma Kiki ha insistito così tanto e allora... Insomma, sai com'è fatto Kiki! >>

<< Oh, sì... Lo so. >> rilanciò Seiya, continuando a guardare per terra.

Prima o poi avrebbe dovuto decidersi a guardarla negli occhi... In fin dei conti, che cosa sarebbe mai potuto accadere? Indossava persino una maschera, di certo non lo avrebbe pietrificato con il proprio sguardo o roba simile.

<< A che stai pensando, Seiya? >> domandò improvvisamente Shaina, avvicinandosi al Cavaliere di qualche passo.

Seiya sussultò d'istinto e a quel punto non potè proprio impedirsi di sollevare nuovamente il capo e soffermarsi a guardare la ragazza direttamente negli occhi.

<< Beh, io... Io... >> farfugliò nervosamente, in cerca delle parole giuste da pronunciare.

Avrebbe voluto dire un milione di cose, ma in quel momento si sentiva come se fosse incapace di articolare, ed il fatto che Shaina indossasse ancora quell'orribile maschera giapponese non aiutava affatto.

<< I-io... >>

Poi, all'improvviso, capì.

<< I-io... Vorrei tanto che ti togliessi quella maschera. >> confessò Seiya << Non riesco a guardarti negli occhi e questo mi infastidisce profondamente. >>

Shaina arrossì violentemente.

<< Cosa... Io... N-non posso levarmi la maschera. >> balbettò << N-non qui dentro, almeno, con tutti gli altri Cavalieri che... >>

<< Ci siamo solamente noi due, Shaina. >> la interruppe gentilmente Seiya, sorridendo sotto i baffi << Dubito che gli altri torneranno tanto presto ad infastidirci. >>

Shaina chinò velocemente il capo, cercando di evitare il più possibile il contatto visivo con Seiya.

<< C-continuo a credere che non sia il caso. >> insistette << Lo sai, Seiya, se un uomo dovesse vedere il mio volto io dovrei... >>

Seiya si avvicinò lentamente alla fanciulla ed allungò una mano verso di lei, sfiorandole delicatamente le dita e facendola sobbalzare. Shaina sollevò nuovamente lo sguardo e lasciò che le dita di Seiya s'intrecciassero pian piano con le sue.

<< Shaina. >> l'ammonì gentilmente il Cavaliere << Ancora con questa storia? Credevo che oramai avessimo superato quella fase. >>

Shaina soffocò una risatina nervosa.

<< Il fatto che fino ad ora non ti abbia mai ucciso non significa niente. >> dichiarò << E anche se non ho alcuna intenzione di farlo in futuro, anche se in più di un'occasione ho pensato di sacrificarmi per la tua salvezza, io non... >>

<< Ti prego, Shaina... Togliti la maschera. >> implorò Seiya << Ti supplico, io... Ho bisogno di capire alcune cose, e non posso farlo se tu non mi mostri il tuo volto. Per favore, Shaina... Togliti la maschera. >>

A quel punto, Shaina non poté fare altro che arrendersi.

Sapeva, del resto, di non avere alternative ed anche se in quel momento doveva mostrarsi molto più dura e forte di quanto non si sentisse realmente, anch'ella nutriva dentro di sé l'enorme desiderio di mostrarsi al Cavaliere in tutto il proprio splendore.

La fanciulla sospirò profondamente per farsi coraggio e poi, con un gesto lento e misurato, si privò finalmente dell'ingombro della propria maschera, mostrando agli occhi di Seiya un volto niveo e dai lineamenti delicati, le labbra rosee e carnose, due grandi occhi verdi ed un grazioso nasetto a punta che le conferiva un'aria gradevole e sbarazzina.

Seiya per poco non si sentì mancare il fiato: Non erano trascorsi molti mesi dall'ultima volta in cui aveva avuto il privilegio di mirare il volto di Shaina, eppure a fatica sembrava ricordarne l'innegabile bellezza.

<< Oh, Shaina... >> mormorò in tono estasiato << Sei bellissima. >>

Shaina arrossì ancora una volta e subito si voltò dall'altro lato per l'imbarazzo.

<< Beh, che cosa vuoi ancora? >> domandò con voce mesta e quasi impercettibile << Mi hai visto senza la mia maschera indosso e sai perfettamente che non oserei mai ucciderti. Che fai, ti prendi gioco di me? Continui a scherzare con i miei sentimenti, approfitti del fatto che sono sempre pronta ad accorrere in tuo soccorso nel momento del bisogno e poi... >>

<< Shaina, io ti amo. >>

Shaina ammutolì di colpo.

Rimase ferma nella stessa posizione per qualche secondo, incapace di dire o fare qualsiasi cosa, e solo quando la voce di Seiya ripetè nuovamente il suo nome – come a volerla esortare a rispondere – si voltò pian piano nella sua direzione e lo fissò confusamente, come se facesse ancora troppa fatica a credere a quelle parole.

<< Come... Che cosa hai detto? >>

<< Hai sentito bene, Shaina. >> Seiya afferrò entrambe le mani della ragazza e le strinse gentilmente fra le proprie, senza che questa avesse la possibilità di protestare << Ti amo e non nutro alcun genere di dubbio riguardo ai miei sentimenti. E' vero, all'inizio pensavo che tu fossi una specie di demonio e credevo di non potermi fidare di te, ma poi ho finalmente compreso che cosa si nasconde realmente dietro a quella maschera che indossi tanto gelosamente. >>

Shaina si morse il labbro inferiore e soffocò un singhiozzo.

<< E cosa... Che cosa si nasconde dietro di essa? >> domandò.

Seiya la guardò dolcemente, sorridendo con aria innamorata.

<< Coraggio. >> le rispose con voce morbida << Lealtà, un impareggiabile senso di giustizia e di devozione alla dea Athena. E poi dolcezza, un animo nobile e generoso, qualità che non possono mancare in una vera Sacerdotessa al servizio del Bene e dell'Umanità. >>

Shaina plasmò un leggero sorrisetto compiaciuto.

<< Tu... Tu vedi tutto questo in me? >> chiese, ancora visibilmente incredula.

<< Ammetto di averci messo un po' di tempo! >> esclamò a malincuore << Alla fine, comunque, è il risultato quello che conta... Non credi? >>

Shaina fece segno di sì con la testa, ridacchiando sommessamente.

<< Sì, credo di sì. >> rispose << Dunque, adesso... Che cosa ne sarà di noi? >>

Seiya si morse il labbro inferiore e si fece ancora più rosso, poi sospirò nuovamente e con voce rotta dall'emozione disse: << I-io penso che dovremmo provarci. A stare assieme, voglio dire. E' vero che per molto tempo io stesso ho avuto molti dubbi e timori al riguardo, pensavo che fosse difficile per due Cavalieri di Athena poter vivere serenamente una storia d'amore e... >>

<< Oh, lo è. >> lo interruppe Shaina, con una leggera malinconia << Aiolia e Marin ne sono la chiara dimostrazione: ogni nuova battaglia viene vista con terrore, si ha costantemente la paura che ogni giorno trascorso assieme possa essere l'ultimo e abbandonarsi ai sentimenti non è certo il modo migliore per servire al meglio la nostra dea Athena. Tuttavia... >>

<< Tuttavia? >>

Shaina sospirò profondamente, stavolta con fare romantico e beato.

<< Tuttavia, quando li osservo assieme e vedo il modo in cui si guardano, non posso fare a meno di pensare che ne valga realmente la pena. >> disse << La vita è un'enorme incognita che incombe su di noi, Seiya, e non possiamo trascorrere la nostra intera esistenza a domandarci come sarebbe andata se avessimo osato di più. Credo che l'amore sia un qualcosa di troppo grande ed importante da non essere vissuto, e non voglio ritrovarmi a dover rimpiangere, un giorno, di non averlo mai fatto. >>

Seiya annuì in silenzio, osservando intensamente Shaina con occhi rigonfi di gioia e amorevole orgoglio.

<< E' la stessa cosa che mi ha detto Shiryu. >> disse << E anche se in un primo tempo anch'io avevo troppa paura a lasciarmi andare, adesso ho capito di non poter fare altrimenti. L'ho imparato in queste ultime settimane, mettendo assieme ogni singolo pezzo di questa festa, e l'ho capito soprattutto questa notte, dopo aver rivisto il tuo bel volto e tutto ciò che si cela dentro ai tuoi occhi. Sono disposto a rinunciare a molte cose, Shaina... Ma non a questo. >>

Si avvicinò lentamente a Shaina ed allungò un braccio verso di lei, avvolgendole la vita gentilmente e attirandola a sé con un gesto deciso e calibrato.

<< Ci ho messo molto tempo, Shaina, e non ne vado certo fiero. >> mormorò con voce roca, il suo volto ormai a pochi millimetri di distanza da quello della ragazza << Adesso, però, ti chiedo di mettere da parte tutti i rancori e i dubbi del passato, e di essere semplicemente mia. So che lo vuoi anche tu. >>

<< Lo voglio. >> confermò Shaina, il volto paonazzo e la voce tremante << P-più di ogni altra cosa, Seiya. Ma sappi che ci sono alcune regole che dovrai rispettare. >>

<< Davvero? >> rilanciò il Cavaliere, sorridendo malizioso << Del tipo? >>

<< In primo luogo, non dovrai trattarmi come una docile e delicata fanciulla. >> disse lei, mentre le dita di Seiya giocherellavano distrattamente con i suoi lunghi capelli castani << Ricordati che sono pur sempre una Sacerdotessa di Athena e anche se ho acconsentito ad essere la tua compagna, non intendo certo tirarmi indietro di fronte ai miei doveri di Cavaliere. >>

<< Legittimo. >> approvò Seiya, con un sorrisetto sornione sulle labbra << Qualcos'altro? >>

Le sua dita continuavano a scorrere dolcemente lungo il volto di Shaina, cosa che rendeva molto difficile alla ragazza articolare un vero e proprio discorso di senso compiuto.

<< D-dovrai sempre lasciarmi fare di testa mia. >> proseguì << Quando si tratta di questioni importanti non amo farmi mettere i piedi in testa dagli altri, questo è bene che tu lo sappia sin dal principio. E poi... Poi... >>

Shaina non fece in tempo a concludere la propria frase, perché all'improvviso le labbra di Seiya si posarono sulle sue intrappolandole in un lungo e morbido bacio, al quale – ovviamente – la Sacerdotessa non osò in alcun modo sottrarsi; le braccia di Seiya stringevano dolcemente il corpo esile di Shaina, le cui mani risalirono fino al collo del ragazzo ed affondarono avidamente nei suoi capelli castani, i loro corpi stretti l'uno all'altro fino ai limiti dell'impossibile.

Continuarono a baciarsi a lungo, noncuranti di tutto il resto.

Neppure del piccolo Kiki che, dopo aver sbirciato un'ultima volta dallo spioncino, fece ritorno saltellando nell'altra stanza, esclamando in tono brioso e concitato: << Signora e Signori, Missione Compiuta! >>

*

Più tardi, dopo aver cenato tutti assieme – e dopo che tutti i cavalieri avevano imbarazzato Seiya per il fatto di non essere più l'appetibile scapolo di un tempo – i ragazzi si radunarono in una stanza per dare inizio al primo torneo di carte della serata. Saori non aveva mai imparato a giocare come si deve ( “E' un gioco troppo complicato, non lo capisco!”) e così, dopo l'ennesima partita ricominciata da zero perchè la signorina ancora non riusciva a comprendere le regole del gioco, Shun decise di filarsela e sgattaiolò in silenzio nel giardino, certo del fatto che, in mezzo a quella confusione, nessuno si sarebbe accorto della sua assenza.

Camminò a lungo per tutto il cortile, ammirando le mille luci e le decorazioni con cui Seiya lo aveva accuratamente adornato, e continuò a passeggiare in silenzio fino a soffermarsi sul pontile, da sempre il suo luogo preferito per guardare le stelle e dedicarsi alla meditazione.

Alzò gli occhi al cielo e sospirò profondamente: vi erano molte stelle nel cielo, quella notte, ma le troppe luci che adornavano il giardino rendevano quasi impossibile la loro identificazione.

Poco male.” pensò fra sé e sé il Cavaliere “La costellazione che mi interessa non è comunque visibile in questo periodo dell'anno.”

Tirò un secondo sospirò desolato e si raggomitolò su stesso, lo sguardo spento e perso nel vuoto.

<< Oh, Hyoga... Vorrei tanto che tu fossi qui. >> mormorò tristemente << Non è la stessa cosa senza di te, niente ha più lo stesso sapore! Se solo sapessi dove ti trovi al momento... >>

<< A dire il vero, non così lontano. >>

Shun trasalì e si voltò velocemente, un'espressione di pura sorpresa e di incanto che si dipinse sul suo volto nel momento in cui i suoi occhi verdi si posarono su quella figura fin troppo conosciuta.

Per poco non si sentì venire meno.

<< Hyoga... Sei tu. >>

Il Cigno sorrise ampiamente e Shun subito gli corse incontro, pronto ad accoglierlo con un caloroso abbraccio.

<< Oh, Hyoga... Sono così felice di vederti! >> esclamò con voce incrinata, gli occhi già lucidi e vicini alle lacrime << Quasi non mi sembra vero, io... Oh, pensavo che non ti avrei mai più rivisto. >>

Hyoga si morse mestamente il labbro inferiore ed istintivamente si aggrappò al corpo di Shun, con forza, quasi a volerlo rassicurare riguardo al fatto che – da quel momento in poi - non se ne sarebbe mai più andato.

<< Perdonami, Shun. >> disse infine il Cigno << So di averti ferito e deluso, e di averti praticamente abbandonato senza alcuna spiegazione. Sono un essere a dir poco spregevole e non sai quanto io mi detesti per tutto ciò che ho fatto. Mi auguro solo che un giorno tu possa perdonarmi. >>

Shun si staccò lentamente dall'abbraccio e per qualche secondo rimase in silenzio a fissare Hyoga, lasciandosi inevitabilmente sopraffarre dall'affetto e dai sensi di colpa; il Cigno aveva un'aria sinceramente afflitta e mortificata ed era piuttosto difficile pensare che quelle parole di pentimento non fossero veritiere.

<< Io ti ho già perdonato, Hyoga. >> gli rispose dolcemente << Non ho bisogno di ulteriori scuse, sono solo... Confuso. Vorrei capire che cosa è accaduto, Hyoga, perché hai deciso di andartene in Siberia senza fornire alcuna valida spiegazione? >>

Hyoga si morse il labbro inferiore e poi deglutì.

Sapeva che era finalmente arrivato il momento di essere sincero con Shun e dopo quella lunga, importantissima chiacchierata con Boris di pochi giorni prima, sapeva di non potersi più sottrarre ai propri doveri.

<< La verità è che ho avuto paura. >> disse << So che potrebbe sembrare una banalissima scusa, una di quelle sciocche giustificazioni che si danno quando si vuole far leva sul senso di colpa altrui, ma io ho davvero avuto paura. Di tante cose, Shun, ed in primo luogo dei miei sentimenti per te. >>

Shun ebbe un violentò sussulto.

<< I t-tuoi sentimenti per me? >> ripetè quasi incredulo.

<< Sì, esattamente. >> confermò Hyoga, completamente rosso per l'imbarazzo << E' da diverso tempo che convivo con essi, con la consapevolezza di provare per te qualcosa di ben più profondo di una semplice amicizia. A dire il vero, credevo che tu stesso lo avessi capito. >>

A quel punto, arrivò anche per Shun il turno di arrossire.

<< I-io... A dire il vero io non ne ero certo. >> farfugliò << Avevo capito di starti molto a cuore, ma ogni volta che provavo ad avvicinarmi a te tu mi respingevi brutalmente e ti comportavi come se volessi semplicemente tenermi alla larga. >>

<< Sì, certo... Perchè avevo paura! >> insistette Hyoga << Non riesci a capirlo, Shun? Dopo tutto quello che ho passato, dopo che tutte le persone a me care sono morte per colpa mia... I-io non volevo che ti accadesse qualcosa di male. >>

Shun continuava a fissare il compagno confusamente, rimettendo pian piano assieme tutti i pezzi di quell'intricatissimo mosaico.

<< Tu... Stai dunque dicendo che hai fatto tutto questo solamente per proteggermi? >> domandò perplesso << Hyoga, non ha alcun senso! Non avevi alcun motivo di tenermi alla larga, tu non sei certo pericoloso. >>

<< Credevo di esserlo. >> rilanciò tristemente Hyoga, gli occhi lucidi e la voce pesante << In fin dei conti, come potevo pensare diversamente? Mia madre è morta, i miei maestri sono stati uccisi per mano mia e la stessa cosa è accaduta ad Isaac, mio compagno di addestramenti. Magari tu la pensavi diversamente, Shun, ma per molto tempo io ho davvero creduto di essere un mostro. >>

Shun gli si avvicinò lentamente, posando una mano sulla sua spalla in segno di conforto.

<< E adesso non lo credi più? >> domandò.

Hyoga sospirò profondamente: << Diciamo che durante il mio soggiorno in Siberia sono successe alcune cose che mi hanno aiutato a capire. Non voglio annoiarti con tutta la storia di come ho perso la memoria e sono stato accudito da una famiglia russa... >>

<< Cosa... Hai perso la memoria? E adesso stai bene? >>

<< Shun, ti prego... Lasciami finire, di quello parleremo più tardi. >>

Hyoga prese un bel respirone d'incoraggiamento, prima di ricominciare.

<< Shun, sono accadute molte cose in queste ultime settimane e alcune di esse hanno contribuito a cambiarmi. >> il Cigno afferrò entrambe le mani di Shun e le strinse dolcemente fra la proprie, facendolo sussultare ed arrossire vistosamente << Non del tutto, a dire il vero, diciamo che continuo ad essere la solita persona di sempre, ma il punto è che... Finalmente ho capito! Ho capito che non devo più aver paura del mio passato, poiché esso non contribuirà a tracciare il mio futuro; ho capito che devo smetterla di sentirmi in colpa, che non posso trascorrere la mia intera esistenza a tormentarmi e che non posso più permettermi di mettere da parte la felicità, solamente per paura di quel che potrebbe accadere in futuro. >>

Shun lo fissò intensamente, con sguardo perso ed innamorato.

<< Wow... >> mormorò con voce sognante << … Ed è stata un'amnesia a farti capire tutto questo? >>

Hyoga ridacchiò dolcemente.

<< Quella ed un paio di persone veramente eccezionali. >> rispose << In ogni caso, Shun, credo di aver capito di non volermi più nascondere dietro a questo muro di ghiaccio. Non con te, almeno. >>

Shun avvertì un violento ed improvviso tuffo al cuore.

Sapeva che qualcosa di incredibile stava per accadere, eppure una piccola parte di lui ancora stentava a crederci.

<< Sai, Shun... Da quando ci siamo ritrovati durante la Guerra Galattica, io non ho mai smesso di pensare a te come ad una delle persone più importanti della mia vita. >> dichiarò solennemente Hyoga, con voce ferma e – tuttavia – chiaramente emozonata << So di non essere mai stato un tipo particolarmente socievole, ma tu hai sempre saputo come prendermi, mi sei stato accanto nei momenti difficili ed eri l'unico a capirmi veramente... Molto più di chiunque altro. >>

Shun arrossì per l'imbarazzo.

<< Ho sempre pensato che in te vi fosse molto di più della freddezza dietro alla quale ti nascondevi. >> disse << Ho capito sin dal principio che non avevi bisogno di altro che una persona amica che ti facesse sentire protetta e amata. In effetti, non era poi così difficile da capire. >>

Hyoga sorrise dolcemente, guardandolo con adorazione.

<< Visto? Tu lo avevi capito molto prima di me, Shun. >> mormorò << E credo che sia stato proprio questo a farmi innamorare di te. >>

Il cuore di Shun, a quel punto, sembrò fermarsi per pochi istanti per poi ripartire ad una velocità talmente elevata che il Cavaliere pensò di poterlo sentire scoppiare dentro al suo petto.

Quasi non gli sembrava vero: Hyoga, innamorato di lui.

Non poteva essere un'allucinazione, giusto?

<< Hyoga, tu... Davvero... Tu davvero... >>

Hyoga avvampò.

Non riusciva a credere alle sue stesse orecchie: Davvero era riuscito a lasciarsi andare fino a tal punto? Doveva essere davvero disperato.

O più semplicemente, davvero innamorato.

<< Sì, Shun. >> lo interruppe gentilmente il Cigno, posando due dita sulle sue labbra per zittirlo << E immagino di averlo sempre saputo, anche se è stato solo dopo il tuo salvataggio nella Settima Casa che ne ho avuto pienamente coscienza. So anche che avrei dovuto dirtelo prima, ma non ho mai trovato il coraggio né l'occasione giusta per farlo... Oltre al fatto che, naturalmente, pensavo che la cosa migliore da fare fosse ignorare i miei sentimenti e proteggerti da qualsiasi sventura. >>

Gli occhi di Shun si riempirono di lacrime e sul suo volto si fece strada un ampio, dolcissimo sorriso emozionato.

<< Sventura... >> ripetè a mezza voce << Come se tu potessi essere una sventura! >>

Hyoga ridacchiò nervosamente.

<< Questo devi dirmelo tu, Shun. >> rispose << Sei tu che hai rischiato la tua stessa vita, pur di salvare la mia. >>

Shun allungò una mano verso il volto di Hyoga e lo carezzò dolcemente con le nocche, senza smettere di sorridergli amorevolmente.

<< Sarei disposto a farlo ancora, se necessario. >> dichiarò fermamente, scostando un piccolo ciuffo ribelle dalla fronte del compagno << Sai, Hyoga... E' come hai detto tu: E' accaduto qualcosa quel giorno, qualcosa di veramente incredibile che ci ha cambiato per sempre, e credo che adesso sia il caso di smetterla di ignorare la faccenda. >>

<< Oh, sì... Lo credo anch'io. >> mormorò il Cigno in risposta, allungando a sua volta una mano verso Shun e carezzandogli dolcemente il viso << Sarebbe sbagliato e decisamente poco saggio disobbedire al volere degli dei. >>

<< E quindi... >>

<< Quindi... >>

I loro volti erano ormai talmente vicini l'uno all'altro da potersi persino toccare; Hyoga posò una mano su quella di Shun e velocemente fece intrecciare le loro dita, mentre i loro nasi si strofinavano l'uno all'altro e le loro labbra si sfioravano dolcemente.

<< Sai, Hyoga del Cigno... >> bisbigliò soffusamente Shun, socchiudendo i propri occhi per prepararsi al bacio << … Credo di essermi innamorato di te sin da quella prima volta in cui ti vidi combattere durante la Guerra Galattica. >>

Non ci fu bisogno di aggiungere altro.

Le loro labbra si unirono in un tenero bacio, i loro corpi si strinsero dolcemente ed i cattivi pensieri svanirono di colpo, come per magia. Erano state necessarie battaglie, una fuga in Siberia, un'amnesia e fin troppe lavate di capo, ma finalmente ce l'avevano fatta: finalmente erano insieme.

E non vi sarebbero mai più state paure o insicurezze in grado di separarli.

*

<< Per tutti gli dei dell'Olimpo, ragazzi... Quello è Hyoga! >>

<< Hyoga?! >>

Circa un'ora più tardi, Shun fece nuovamente ritorno dentro Villa Kido in compagnia di Hyoga, il quale – naturalmente – venne subito assalito da tutti i suoi compagni, sorpresi ma decisamente molto più che felici di poter rivedere ancora una volta il suo volto.

<< Hyoga, ma allora non sei morto! Come è possibile? >>

<< Pazzesco, e dire che neppure io stessa riuscivo più a percepire il suo Cosmo! >>

<< Si tratta di un miracolo, non c'è alcun dubbio. >>

<< Ed io invece lo sapevo, sapevo che eri ancora vivo! >>

Hyoga non riusciva a trovare il tempo di rispondere ad una domanda che subito ne arrivava una nuova; Shun osservò la scena con aria divertita, ridacchiando sotto i baffi, mentre Shunrei si avvicinava a lui e domandava curiosamente: << Dunque era come dicevi tu? E' ancora vivo! Shiryu mi aveva raccontato alcune cose, ma non sono sicura di aver capito. >>

Shun sospirò profondamente.

<< A dire il vero, Shunrei, neppure io ho capito granchè di tutta questa storia. >> rispose, guardando Hyoga in lontananza con aria sognante << Ma la cosa importante è che Hyoga sia finalmente tornato a casa. >>

Shunrei lo guardò dolcemente e sorrise, posandogli una mano sulla spalla in segno di partecipazione.

Hyoga, nel frattempo, era ancora intento a rispondere alle infinite ed assidue domande dei suoi compagni.

<< Dove sei stato per tutto questo tempo, amico? >> domandò severamente Seiya << Ci hai fatto spaventare a morte, non sai quanto siamo stati male per colpa tua! >>

<< Sì, lo so... Mi dispiace, ragazzi. >> gli rispose il Cigno, in tono sinceramente dispiaciuto << Giuro che prima o poi vi racconterò tutto, per il momento credo sia molto meglio lasciar... >>

<< ECCOTI QUI, MALEDETTO PENNUTO! FINALMENTE HAI TROVATO IL CORAGGIO DI FAR RIVEDERE LA TUA BRUTTA FACCIA DA QUESTE PARTI. >>

Hyoga si sentì di colpo raggelare il sangue nelle vene.

<< I-Ikki. >> mormorò terrorizzato, voltandosi molto lentamente in direzione della Fenice, il quale se ne stava in piedi nel bel mezzo della stanza, le braccia incrociate ed un'espressione a dir poco furente sul volto << A-amico, che piacere vederti! V-va tutto bene? >>

Si sentì come se la sua vita gli stesse praticamente scorrendo davanti agli occhi.

Aveva analizzato molti aspetti rischiosi della sua ipotetica storia d'amore con Shun, ma non aveva minimamente preso in considerazione il fattore “fratello maggiore troppo aggressivo e compulsivamente geloso”.

<< I-Ikki, parliamone. >> farfugliò nervosamente Hyoga, quando si accorse che il compagno stava iniziando ad avanzare minacciosamente verso di lui << Tu ed io siamo sempre stati buoni amici e non mi sembra il caso che per una sciocca incomprensione... >>

<< Tu hai fatto soffrire mio fratello. >> ringhiò rabbiosamente la Fenice << Dovrei spezzarti l'osso del collo per questa cosa, lo sai? >>

<< Ikki! >> lo ammonì a quel punto Shun, avanzando in difesa del povero Hyoga << Adesso smettila, ti stai redendo ridicolo! Hyoga ha commesso degli errori, è vero, ma ha già pagato a sufficienza per i suoi sbagli. Inoltre, le cose tra di noi vanno a gonfie vele, adesso. >>

Ikki guardò a turno prima Shun, poi Hyoga ed infine nuovamente Shun, con aria interrogativa.

<< Stai per caso dicendo che voi due... >>

Shun e Hyoga annuirono all'unisono.

<< DANNATISSIMO PENNUTO, ADESSO Sì CHE HO UNA VALIDA RAGIONE PER FARTI A PEZZI! >>

<< Dannazione, Ikki... Ma non ti va bene niente! Shun, aiutami! >>

<< Per favore, Ikki... Lascialo andare! >>

<< Ragazzi, dateci un taglio con le vostre discussioni! >> intervenne a quel punto Saori, freddando i suoi cavalieri con un'espressione arcigna e glaciale << Non avete visto che ore sono? Tra pochi minuti scoccherà la mezzanotte! >>

Ikki assunse un'espressione visibilmente contrita ed ammutolì seduta stante, ricevendo in cambio un'occhiatina di rimprovero da parte di Shun.

La Fenice sospirò profondamente.

<< E sia. >> cedette, allungando una mano in direzione di Hyoga affinché l'afferrasse << Ti concedo una tregua di ventiquattro ore. >>

Hyoga sospirò a sua volta, sollevato – era comunque molto più di quanto si aspettasse da Ikki.

<< Allora, ci muoviamo? >> strillò a gran voce Kiki, in tono spazientito << Manca pochissimo alla mezzanotte ed io voglio andare in giardino a fare i botti! >>

Seiya e soci ridacchiarono divertiti e poi, senza aggiungere altro, seguirono il piccolo Kiki in giardino con un ingente quantitativo di fuochi casalinghi per dare il benvenuto al nuovo anno. Furono necessari diversi minuti per montare tutto l'occorrente (“Accidenti, Jabu... Muoviti! Non voglio certo perdermi la mezzanotte per colpa tua!”), ma ad appena pochi secondi dalla mezzanotte l'intera comitiva era finalmente pronta a dare il benvenuto al Nuovo Anno.

<< Allora, siete tutti pronti? 10... 9... 8... 7... 6... 5... 4... 3... 2... 1... BUON ANNO NUOVO! >>

Jabu e Nachi fecero partire i botti come da programma e tutti i presenti scoppiarono in una applauso fragoroso, riempiendosi di baci ed abbracci per augurarsi reciprocamente i migliori auguri per un felice, promettente anno nuovo. Shiryu e Shunrei si appartarono in un angolino per scambiarsi tenere effusioni ed anche Seiya e Shaina, dopo qualche iniziale momento di reticenza, misero da parte l'imbarazzo e si lasciarono andare a loro volta.

<< Immagino che adesso dovrò farci l'abitudine, giusto? >> domandò divertito Seiya, sollevando lievemente la maschera di Shaina per scoprirle parte del viso.

La fanciulla sorrise di rimando.

<< Immagino di sì. >> rispose << Certo, a meno che tu non abbia già cambiato idea. In quel caso, Cavaliere, ti avverto subito che non... >>

Seiya interruppe le sue parole con un bacio appassionato ed ogni dubbio o incertezza, anche solo di passaggio, vennero così immediatamente cancellati. Nel frattempo, mentre tutti festeggiavano e ridevano in allegria, anche Hyoga e Shun si erano allontanati dalla folla, per godersi qualche tranquillo momento di intimità sopra il “loro” pontile.

<< Accidenti, certo che tuo fratello l'ha presa decisamente male! >> esclamò il Cigno, con un sospiro sconsolato << Per un attimo ho avuto davvero il terrore che volesse uccidermi. >>

Shun ridacchiò sotto i baffi, stringendosi al corpo di Hyoga con tutte le sue forze.

<< Non temere, ci penserò io a difenderti. >> disse, strofinando il proprio viso con quello del biondo << Non permetterò a Ikki di farti del male. >>

Hyoga sorrise debolmente, facendosi di colpo rosso in volto a causa del contatto così stretto fra lui e Shun.

<< Sai, Shun... Non sarà sempre così. >> balbettò << Voglio dire, sai quello che provo per te e non cambierà mai, ma io non sono un tipo molto... Espansivo. E' vero, ci siamo appena ritrovati e l'entusiasmo della serata è tanto, ma in futuro potrei non essere altrettanto... >>

Shun lo zittì con un dolce e rapido bacio sulla guancia.

<< Non preoccuparti, ghiacciolino. >> lo canzonò << Ti conosco fin troppo bene e sono disposto ad accettarti così come sei, pregi e difetti inclusi. L'importante, adesso, è che tu la smetta di scappare. >>

Hyoga sorrise ampiamente e voltandosi verso di lui rispose con voce morbida e sicura: << Non scapperò più, Shun, te lo prometto. >>

Shun sorrise di rimando e mettendo per un attimo da parte le obiezioni di Hyoga, si gettò di nuovo fra le sue braccia e si strinse a lui in un abbraccio caloroso. Hyoga ampliò il proprio sorriso e conferì maggior forza a quell'abbraccio, in una sorta di promessa silenziosa.

Non sarebbe scappato mai più, questo era poco ma sicuro.

Del resto, che motivo avrebbe mai avuto per scappare da casa sua?


 





N.d.A: Ed eccoci qua.
Lo so, stavate tutti aspettando questo momento e anch'io, motivo per cui spero tanto di non aver disatteso le aspettative di nessuno. Posso dire di averci messo giorni e giorni a scrivere questo capitolo, l'ho cancellato mille volte perchè nulla mi convinceva, e questo è il risultato finale.
Insomma... Che posso dire?
Niente, immagino, tutti i noti sono venuti al pettine e le coppie sono state riunite (persino Shiryu e Shunrei), ho persino fatto un breve omaggio ad Aiolia e Marin... Che altro posso fare? Sicuramente prima o poi Hyoga racconterà tutte le sue avventure, ma non volevo rischiare di essere troppo prolissa in questo capitolo, per cui potrebbe diventare un bel missing moment... E chissà che prima o poi io non ne scriva qualcuno, tipo spin off! :D
Per il resto (e soprattutto, per i sentimentalismi) aspetto il prossimo capitolo (l'epilogo), che sarà ufficialmente l'ultimo... Mi viene quasi da piangere. ç_ç
Ciao a tutti e felice weekend. :D

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


EPILOGO


<< Psss... Ragazzi? Hey, ragazzi... Svegliatevi! >>

Hyoga sbuffò, ancora mezzo addormentato, e si voltò dal lato opposto, il braccio di Shun ancora saldamente stretto attorno alla sua vita.

<< Hyoga! Shun! Coraggio, pigroni, alzatevi! >>

Il Cigno aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi di fronte niente meno che uno sveglissimo e trepidante Seiya che lo fissava intensamente e con impazienza.

Hyoga fece una smorfia: << Che cosa vuoi? E' prestissimo, saranno almeno le cinque del mattino! >>

<< Le cinque e mezzo, per l'esattezza. >> rispose Seiya << Su, alzatevi... Gli altri sono già in piedi. >>

<< Perché? >> domandò acidamente Hyoga << Per quale assurdo motivo qualcuno dovrebbe alzarsi alle cinque, dopo essere andati a dormire alle due? >>

Seiya sospirò allegramente.

<< Per vedere l'alba, mi sembra ovvio. >>

Hyoga sospirò di rimando, esasperato ma ormai rassegnato all'idea di darla vinta all'amico; del resto, dopo essere sparito per quasi un mese senza dare spiegazioni, era il minimo che potesse fare.

<< Va bene, dammi solo cinque minuti. >> biascicò << Appena il tempo di svegliare Shun. >>

<< D'accordo, io vado a svegliare Kiki. In ogni caso, sbrigatevi: albeggerà a momenti e non intendo perdermi i primi raggi di sole. >>

Si allontanò senza aggiungere altro, mentre Hyoga si voltava in direzione di Shun – ancora addormentato, nonostante il baccano infernale prodotto da Seiya – e lo scuoteva con delicatezza, bisbigliando dolcemente nel suo orecchio: << Hey, dormiglione... E' ora di alzarsi. >>

Shun mugugnò: << Uhm... Che ore sono? >>

Hyoga ridacchiò sommessamente.

<< Le cinque e mezza. >> rispose << Seiya vuole che guardiamo l'alba tutti assieme, come da tradizione. Lo so, è una cosa assolutamente folle e... >>

<< Io lo trovo romantico. >> rilanciò Shun con voce morbida.

Poi si sollevò leggermente e rivolse a Hyoga un tenero sorrisetto assonnato.

<< Buongiorno. >> mormorò << Spero che tu abbia riposato bene... Anche se abbiamo dormito sul pavimento e per non più di qualche ora. >>

Hyoga rise: << Ho dormito benissimo, il pavimento non era poi così scomodo. E poi, è stato davvero piacevole trascorrere la notte abbracciato a te. >>

Si allungò verso di lui e fece strofinare i loro nasi.

<< Hyoga! Shun! Insomma, volete muovervi? Stiamo aspettando solo voi. >>

Shun e Hyoga sospirarono profondamente, esasperati; poi, senza protestare, si alzarono dai loro giacigli e raggiunsero infine il resto della comitiva, che si era già raggruppato in giardino per assistere allo spettacolo della nuova alba.

<< Era proprio necessaria questa levataccia, Seiya? >> bofonchiò il Cigno, stropicciandosi gli occhi << Mi auguro solo che ne valga la pena! >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e sorrise ampiamente.

<< Giudica tu stesso, amico mio. >>

Hyoga sollevò lo sguardo ed il fiato, in quell'istante, gli si mozzò in gola: era uno spettacolo a dir poco fantastico, il sole si stava levando lentamente il cielo, il quale aveva da poco assunto uno splendido e luminoso color arancione.

Tutti i Cavalieri, nessuno escluso, non poterono trattenersi dall'emettere un sonoro “Oooh” di meraviglia.

<< Incredibile. >> mormorò Shunrei con voce sognante, dolcemente avvolta fra le braccia di Shiryu << E' davvero uno spettacolo meraviglioso. >>

<< Oh, eccome se lo è! >> esclamò beatamente Seiya, stringendosi a sua volta al corpo di Shaina << Non vi sentite tutti così piccoli, in confronto alla vastità dell'universo? >>

Ikki lo guardò di traverso, mentre Shun ridacchiava sotto i baffi.

<< Da quando in qua sei diventato così poetico, Seiya? >> domandò divertito il Cavaliere di Andromeda.

Seiya arrossì leggermente.

<< Beh... E' così! >> farfugliò << Perché, a voi non sembra? >>

Hyoga e Shun si scambiarono un rapido sguardo complice, per poi annuire.

Seiya sospirò beatamente.

<< Se questo è solamente l'inizio, non possiamo che aspettarci un anno ricco di meraviglie. >> affermò estasiato, sigillando quella frase con un tenero bacio sulle tempie di Shaina, che sospirò a sua volta con altrettanta felicità.

Hyoga e Shun si scambiarono un secondo sguardo di complicità e con discrezione, senza rischiare di sembrare troppo invasivo, il più giovane intrecciò le proprie dita con quelle del compagno. Hyoga lo guardò dolcemente e in quel momento, senza alcun bisogno di parlare, i due compresero di aver finalmente trovato il loro posto nell'universo.

Tutti quanti, compresa la dea Athena, sembravano essere perfettamente in linea con il proprio destino.

<< Sai, Seiya... Volevo ringraziarti. >> disse ad un tratto la fanciulla, avvicinandosi al Cavaliere di Pegasus << Per aver organizzato questa festa ed aver fatto sì che tutto ciò che avevo sempre desiderato si avverasse. E' stato bello poter essere una ragazza come tutte le altre, anche solo per una notte. >>

<< Già, lo stesso vale per tutti noi. >> aggiunse immediatamente Jabu, a nome degli altri Cavalieri << A volte tendiamo a dimenticarci di quel che significhi essere delle persone normali ed è stato bello, per una sera, mettere da parte la nostra vita e vivere questa spensierata parentesi. Te ne saremo per sempre grati... Amico. >>

Seiya tirò su col naso e sorrise ampiamente, gli occhi lucidi per la commozione.

<< Grazie a voi, ragazzi. >> rispose felice << E' stata una vera gioia poter condividere questo momento con tutti voi. >>

Jabu gli sorrise di rimando e – per la prima volta da quando si conoscevano – con sincero affetto.

Quel giorno, del resto, non vi era alcun posto per i rancori e gli antichi dissapori: essi erano stati lasciati alle spalle, così come quell'anno ormai passato, per lasciare spazio ad un futuro migliore e ricco di gioie e soddisfazioni. Tutti i cavalieri si raccolsero attorno alla dea Athena, accompagnati dalle rispettive innamorate, da Tatsumi e persino dal piccolo Kiki, stretti stretti l'uno all'altro e con il naso ancora all'insù per ammirare il sole che adesso brillava fieramente nel cielo.

Era quello l'inizio di un nuovo anno di speranze e di incredibili.

E naturalmente, lo avrebbero affrontato tutti insieme.

Come una vera famiglia.


 


 

Fine


 

N.d.A: Ebbene sì, eccoci qua.

Siamo ormai arrivati alla fine di questa storia e devo dire di esserne parecchio dispiaciuta! E' stata la mia prima long su Saint Seiya (e non sarà certo l'ultima) ed è probabilmente una delle storie cui sono più affezionata in assoluto. Tutti voi saprete quanto sono importanti per me i bronzetti e in questa storia ho voluto dare libero sfogo al loro lato umano, a discapito di quello “cavalleresco” (il quale verrà approfondito, invece, nella mia prossima long).

Volevo ringraziare tutti quanti per aver vissuto questa avventura insieme a me, per avermi seguito ed aver commentato, ed un grazie va anche a tutti i lettori silenziosi.

Grazie soprattutto alle mie socie Sonia e Sonia, che hanno sempre sopportato i miei scleri da “Buuuu, il capitolo fa schifo, non lo pubblico!”

Grazie a tutti, vi abbraccerei uno ad uno.

Per qualsiasi cosa, sapete dove trovarmi... E se aveste voglia di qualche nuova storia, restate collegati! :)


Baci a tutti quanti.


Little_Lotte

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