Nulla è mai ciò che sembra! di z34 (/viewuser.php?uid=25744)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Visione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8...(W la fantasia!) ***
Capitolo 9: *** Capitolo9...(Sono ancora viva!) ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci....(pensavate di esservi liberati di me, eh?) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12...(sono stata brava vero?) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16...parte prima^^ ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 1 *** Visione ***
Angolo
dell’autrice:
Innanzitutto
vi prego di essere clementi: questa è la mia prima fan
fiction su HP e la
seconda in assoluto. Non sono una grande scrittrice e immancabilmente
soffro di
cali di autostima pazzeschi, per questo vi chiederei di recensire.
Inoltre
volevo avvertirvi che probabilmente diventerà col passare
del tempo una Yaoi,
perciò a chi non piace il genere sa a cosa va
incontro… in effetti lo è già se
si tiene conto di Remus e Sirius!
Va
bè non so cosa altro dirvi se non che non
ci saranno assolutamente spoiler
di HP7 che non ho neppure letto e che terrò solo
parzialmente conto di ciò che
avviene in HP5.
Buona
lettura!
P.S:
Il titolo è provvisorio! E i capitoli probabilmente saranno
più corti in
seguito!
Capitolo
1 Visione.
Il
treno sbuffava, impaziente di partire come due bambini, che sorridenti
ascoltavano le parole di un uomo dai capelli neri e gli occhi azzurri,
dall’aspetto distinto e nobile, anche se un po’
disordinato. Julian ed Harry
avevano fantasticato per anni su quel giorno e d’ora non
vedevano l’ora di
poter partire finalmente. A Julian poco importavano le convinte
raccomandazioni
del padre, anche perché sapeva perfettamente che questo non
si aspettava
minimamente che loro le seguissero e che quindi le faceva solo per far
felice
Remus. Annuendo ogni tanto per dare almeno l’apparenza di
essere attento, il
bambino cercava con lo sguardo i
suoi
due migliori amici: Draco e Blaise. Individuò grazie alla
sua biondissima
chioma, il primo ,ma non si azzardò neppure a salutarlo: era
in compagnia del
padre Lucius, il quale non lo vedeva molto di buon occhio . Di Blaise
invece
nessuna traccia. All’improvviso qualcuno gli coprì
gli occhi azzurri con le
mani chiedendo:-Chi sono, July?-
La
risposta non presentava particolari problemi. L’unico al
mondo che si azzardava
a chiamarlo “July” era Blaise.
Voltandosi
rivolse un enorme sorriso al bambino dietro di lui, i cui occhi blu lo
fissavano divertiti tra alcuni ciuffi ribelli della frangia nera.
-Blay!
Pensavamo ti fossi perso!- esclamò Julian, interrompendo le
parole del padre.
-Ciao
Blaise! Certo che se non arrivi in ritardo non sei tu, eh?-
salutò Harry,
rivolgendogli uno dei suoi splendidi sorrisi.
-Ciao
Harry!Comunque le persone importanti arrivano sempre in
ritardo… non ve l’ha
mai detto nessuno?-ribattè Blaise – Comunque
perché non siete con Draco?-
Domandò notando solo in quel momento l’ assenza
del bambino.
-E’
con mio zio…-fu la laconica risposta di Julian, confermata
dall’annuire di
Harry.
-Capisco…
vorrà dire che ci riuniremo sul treno!Anzi sarà
meglio sbrigarsi, altrimenti
resteremo in piedi….-suggerì Blaise.
-Figurati!
Un Black non resta mai in piedi! Se non c’è un
posto libero lo libera da sé!-lo
smentì Julian acquistando quell’aria di
superiorità, che tanto si addiceva al
cognome che portava, simbolo di generazioni di nobili maghi abituati ad
avere
qualunque cosa desiderassero e a sentirsi migliori degli altri.
-Julian!
Lo dicevo io che mandarti in vacanza dai nonni non ti avrebbe fatto
bene: già
di tuo hai un ego smisurato, poi ci si mettono anche loro con queste
storie… Ed
ecco il risultato!- lo riprese Sirius, suo padre, con fare divertito:
dopo
tutto anche lui ai tempi della scuola ed alcune volte
tutt’ora si era
comportato come il figlio, e in fin dei conti non gli dispiaceva
neppure poi
tanto quel modo di fare, se Julian si fosse mantenuto entro alcuni
limiti ben
definiti.
-Si
si… va bene… la smetto di fare lo snob!
Contento?...Ora possiamo andare? Finito
con le raccomandazioni di Remus?- chiese impaziente di cominciare
quella nuova
avventura il ragazzino, con uno sguardo da cucciolo implorante.
-Si
potete andare, ma prima i saluti!-dicendo questo Sirius si
abbassò abbracciando
e scompigliando gli ordinatissimi capelli neri del figlio scoccandogli
un bacio
sula fronte, per poi ripetere la stessa operazione con Harry, che pur
non
essendo suo figlio nel senso stretto del termine, era ugualmente
considerato
tale dall’uomo.
-Fate
i bravi! Non combinate troppi disastri o per lo meno non fatevi
beccare…se non per
me almeno per Remus!-si raccomandò per
l’ultima volta Sirius, sapendo perfettamente che quei due
presi nel giorno
giusto, cioè sempre, avrebbero fatto impallidire il ricordo
delle malefatte dei
Malandrini, mentre i ragazzini salivano sul treno.
-Va
bene! Ciao papà!- lo salutarono in cori Harry e Julian,
senza neppure voltarsi,
trascinandosi dietro il povero Blaise, che ancora stava scambiando gli
ultimi
saluti con i genitori.
Da
quel giorno erano passati quasi cinque anni e nel frattempo erano
successe
tantissime cose: la sera stessa, per cominciare, Julian ed Harry erano
stati
smistati in due case diverse, Serpeverde per il primo, Grifondoro per
il
secondo. Inizialmente era stato duro: non solo perché le due
case si odiavano,
ma anche perché i due bambini erano abituati fin dalla
più tenera età a passare
insieme 24 ore al giorno. Però alla fine l’avevano
preso, aiutati da Blaise e
Draco, anche loro smistati a Serpeverde, come un modo per essere in
costante
competizione ed avere un utile scusa per le loro passeggiate notturne.
Inoltre
Harry aveva dovuto affrontare varie volte Voldermort, il mago oscuro
che aveva ucciso
i suoi genitori e gettato nel terrore il mondo magico e non fino alla
sua prima
sconfitta per mano di un Harry ancora in fasce, riuscendo a cavarsela
sempre in
qualche modo grazie all’aiuto di Julian. I due ragazzi si
erano rivelati i più
ammirati della scuola, come Draco e Blaise, un po’ per la
loro intelligenza(
avevano i voti più alti di tutti gli studenti del loro anno,
senza
apparentemente applicarsi troppo nello studio), un po’ per la
loro abilità nel
Quidditch ( le loro partite lasciavano spesso con il fiato sospeso sino
all’ultimo secondo di gioco per
le
acrobazie che compievano in groppa alla scope) e infine per la loro
considerevole bellezza. Pochi riuscivano a resistere al fascino del
bello,
impossibile e profondamente bastardo di Julian o a quella tenerezza da
cucciolo, mista all’innocenza e
all’ingenuità che emanava Harry, il
tutto condito da due splendidi occhi verdi,
che sembravano trapassarti l’anima, e da un fisico
praticamente perfetto. Però
a interrompere questa specie di pace, esclusi gli annuali incontri con
Voldermort o suoi sottoposti, alla fine del loro quarto anno era
successa una
cosa che pochi avrebbero voluto vivere: Voldermort era risorto e la
guerra era
ricominciata, facendo piombare nel panico il mondo magico, che invece
di
prepararsi a combattere per la libertà, cercava di negare
l’accaduto, facendo
di Harry, che si sforzava di far valere la verità, un pazzo
visionario
desideroso solo di fama.
Non
tutti , però, fortunatamente cercavano di ignorare
verità, che si mostrava
sempre più palese agli occhi di tutti con il passare dei
giorni. Silente, il
preside di Hogwarts e ritenuto dall’opinione pubblica il
più potente stregone
in vita, infatti aveva rifondato l’Ordine della Fenice: un
gruppo di maghi che
si opponeva attivamente a Voldermort e ai suoi sotto posti, i
Mangiamorte. Di
questi inizialmente facevano parte anche i genitori di Draco, quelli di
Blaise
e anche quelli di Pansy, una loro vecchia amica, ma poi si erano uniti
all’Ordine
lavorando come spie al servizio di Silente. Però fare il
doppiogioco era
pericoloso se si parlava di ingannare Voldermort,abilissimo Legimens
tra
l’altro, quindi per la loro sicurezza avevano fatto
trasferire i figli dai
rispettivi Manor alla sede dell’Ordine, casa Black,
obbligandoli a una sofferta
convivenza con alcuni loro compagni di scuola, amici di Harry, ma
nemici
dichiarati dei quattro Serpeverde: Ron Weasley e famiglia
più Hermione Granger,
una petulante mezzosangue so tutto io.
Svegliandosi,
Julian
gustò il temporaneo silenzio di
casa sua, che presto sarebbe stato rotto dalle irritanti voci di
coloro, che
l’avevano invasa e dai continui litigi. Fosse stato per lui i
Weasley avrebbero
anche potuto rimanere a casa loro, ma sapeva benissimo che
così facendo
sarebbero stati condannati a morte, perché privi di una
qualsivoglia
protezione, che invece Casa Black, come il Manor fornivano pienamente.
Emergendo
lentamente dal modo dei sogni, si accorse che ogni suo movimento con la
parte
destra del corpo gli era negato, ma non sapeva spiegarsene il motivo.
Azzardandosi a sollevare di poco le palpebre, il suo sguardo
incontrò una massa
disordinata di capelli neri: Harry. Ma quando era entrato nel letto?
Non che
gli dispiacesse più di tanto: se poteva essere in qualche
modo utile al suo
fratellino, era ben felice di offrirsi e sapeva perfettamente, che
l’unico
rimedio contro gli incubi, che dalla fine della scuola lo tormentavano
era o dormire
con qualcuno, quasi sempre lui, o una bella pozione
soporifera, che a differenza del primo
metodo creava dipendenza e a lungo andare causava altri danni ben
più gravi
degli incubi. Ormai completamente sveglio Julian cercò di
districarsi dalla
presa di Harry, senza svegliarlo, per poter così andare a
lavarsi, vestirsi e
scendere in cucina, sicuro di trovarci Remus. Dopo alcuni minuti di
tentativi
pressoché inutili, Harry si mosse di sua spontanea
volontà, lasciando libero
Julian, che si sbrigò a scendere dal letto, fiondandosi in
bagno. Mezz’ora più
tardi fece il suo ingresso in cucina, vestito con una maglietta nera a
maniche
corte aderente al punto giusto, dei jeans dello stesso colore a vita
bassa,
stracciati in alcuni punti strategici, i capelli di solito
perfettamente
pettinati quella mattina erano stati scientificamente spettinati, in
modo che
alcune ciocche gli cadessero ribelli sui magnetici occhi azzurri, il
tutto con
l’unico scopo di esaltare il suo fascino tenebroso,
così tipico degli esponenti
maschi della sua famiglia, e poter in quella maniera tranquillamente
torturare
la Granger e la Weasley. Si divertiva un mondo a vedere come cercavano
di
nascondere gli sguardi sognanti che gli indirizzavano e come
arrossivano se le
fissava con un po’ troppa insistenza o se per puro caso le
sfiorava passando
per i corridoi o quando puntualmente chiedeva il sale e altro. Ma
ciò che più
di tutto premiava il suo impegno era lo sguardo furente i Ron: da anni
sbavava
dietro la mezzosangue, però non trovava il coraggio per
confessarsi o chiederle
di uscire insieme.
-Non
ti sembra di esagerare un po’ Julian? Così non
è giusto povero Ron!-lo accolse
Remus, con un espressione di rimprovero, che vene subito sostituita da
un dolce
sorriso: più passava il tempo più quel ragazzo
somigliava al padre, il suo
Sirius.
-‘Giorno
papà!-lo salutò il moro rispondendo al sorriso:
anche se Remus in realtà non
era suo padre, era il compagno di Sirius, da quando questo, appena dopo
la
nascita di Julian, si era lasciato con la moglie, che aveva dovuto
sposare per
imposizione dei genitori e per non fare estinguere la stirpe dei Black,
quindi
il ragazzo lo considerava effettivamente tale, perché aveva
vissuto con lui fin
da quando aveva pochi mesi- Comunque
è
lui che se la cerca!- aggiunse con un sogghigno furbo.
-In
ogni caso dovresti smetterla, Ju-Ju. Comunque cosa vuoi mangiare?-
-Pane,
Nutella e succo d’arancia, grazie!-
-Sei
ripetitivo, Black!-A quanto pareva quel giorno Weasley aveva deciso di
cominciar male la giornata fin dalla colazione, ma sfoggiando la sua
aria di
superiorità Julian fece finta di non averlo neppure
sentito,e senza degnarlo di
uno sguardo continuò a parlare tranquillamente con Remus e a
gustarsi il suo
pane con triplo strato di Nutella.
-Buongiorno
a tutti! Julian stai benissimo!- Pansy entrò dopo qualche
momento e si chinò
sulla guancia del moro per schioccargli un bacio, prima di prendere a
sua volta
posto al tavolo.
-‘Giorno!
Anche tu sei bellissima come sempre!-Quello era diventato una specie di
rito
per i due Serpeverde, che fin dal secondo giorno di scuola
controllavano a
vicenda l’ordine del compagno. Per la cronaca, la ragazza
indossava una mini
bianca con un top azzurro, che facevano risaltare la sua leggera
abbronzatura,
ricordo delle due settimane passate in Egitto, attirando
irrimediabilmente lo
sguardo di ogni esponete maschile della casa. Anche lei,naturalmente
come il
compagno evitò accuratamente ogni contatto visivo con il
Weasley.
-
Harry dov’è? Di solito quando scendo io
è già sveglio…-chiese Pansy
incuriosita
dall’assenza dell’amico.
-Certo
se non dormi la notte è difficile non essere svegli la
mattina…comunque ora
dorme miracolosamente, quindi il primo che si azzarderà a
fare il minimo
rumore, proverà le gioie della Cruciatus!- le rispose
Julian, rivolto
soprattutto a Ron, che sbiancò leggermente.
-Julian
Orion Black!-Cattivo segno se Remus usava il suo nome completo:
sopranome era
una falsa predica, nome era una predica vera ma non ci teneva
più di tanto,
nome e cognome predica vera che andava presa come tale e infine nome
secondo
nome e cognome era infuriato!
-Scherzavo!
Scherzavo! Non farei mai una cosa simile…era solo per far
capire che nessuno
doveva disturbarlo…poverino già dorme poco se noi
ci mettiamo anche a far
rumore è finita! Rischia un esaurimento nervoso,no?-Julian
cercò di correre ai
ripari prima che fosse troppo tardi e si giocasse definitivamente
l’uscita
programmata per quel pomeriggio. Remus lo fisso per alcuni istanti con
fare
indagatore, poi riprese a sorridere convinto della buona fede del
figlio.
-Va
bene, ho capito ma non farlo più! Siamo
d’accordo?- domandò in tono di
rimprovero.
-In
cosa dovrebbe essere d’accordo, amore?-si intromise Sirius
appena entrato in
cucina, avvicinandosi a Remus per dargli il bacio del buongiorno,
attirandosi
uno sguardo di puro disgusto dalla signora Weasley, che era dietro di
lui e dal
figlio di lei.
Ecco
un’altra cosa che Julian odiava in quei tizzi: ma come si
permettevano di
giudicare male i suoi genitori? Che male c’era se erano due
uomini? L’
importante non era forse che si amavano? Per i Weasley, no. Loro, e con
loro
Julian intendeva Molly, pensavano
che
fosse scandaloso che due uomini stessero insieme e che oltre tutto non
si
premurassero neppure di tener nascosta la cosa, turbando con le loro
effusioni
pubbliche le giovani e impressionabili menti dei due bambini che gli
erano
stati affidati, altra cosa incredibile: come avevano mai potuto
affidare a due
come loro dei bambini?Maschi tutti e due per di più! Ma cosa
pensava che Remus
e Sirius molestassero lui o Harry?
Naturalmente
la donna non ne parlava apertamente, ma Julian l’aveva
sentita parlarne col
marito una notte, che era sceso tardi in cucina per preparare un the ad
Harry,
dopo che si il ragazzo era svegliato sconvolto da uno dei soliti
incubi. Quando
aveva sentito quelle dispregiative parole pronunciate contro due delle persone che
amava di più al mondo
era stato preso da una rabbia tale che aveva fatto esplodere
accidentalmente
tutti gli oggetti di vetro della casa, svegliando ogni abitante ed
interrompendo il discorso di Molly. Fortunatamente nessuno aveva
ricollegato
l’esplosione a lui, anche se Remus che lo aveva visto salire le scale con le lacrime agli
occhi aveva
intuito qualcosa, ma conoscendo bene il ragazzo aveva preferito non
indagare
oltre pensando che al momento giusto sarebbe andati di sua
volontà a sfogarsi
con lui, come sempre. Fatto sta che dal quella notte gli atti di
affetto di
Julian verso i genitori erano aumentati esponenzialmente,
così come quelli di
disturbo verso i Weasley.
-Buongiorno!-esclamò
la signora Weasley con una nota dispregiativa e disgustata nella voce,
che notò
solo Julian.
-Buongiorno
Molly cara!-la salutò cordiale come sempre il mannaro,
staccatosi dal bacio
dell’amante- Vedi Sirius, Julian ha minacciato di usare una
maledizione senza
perdono contro chiunque osi svegliare Harry, ma abbiamo convenuto
insieme che
in futuro non lo farà più,
vero?-spiegò poi all’uomo che
aveva incrociato le braccia sulla sua pancia,
posandogli il mento
sulla spalla.
-Certamente
papà!-concordò Julian con un enorme sorriso.
-E
perché? Ha ragione, Remus! Harry ha bisogno di riposo!- lo
contraddisse Sirius
con uno sguardo stupito, scatenando una
risata mal repressa in Pansy e Julian, ma attirandosi
un’occhiataccia
scandalizzata da parte di Remus e Molly .
-
Sirius,
se un giorno lo andrai a ripescare ad Azkaban non dire che non ti avevo
avvertito! Non puoi dirgli di usare le maledizioni senza
perdono!-mormorò Remus
sconsolato: il suo amore era proprio senza speranze!
Il
resto della colazione si svolse senza altri intoppi, tranne quando i
gemelli
Weasley vollero mostrare a tutta la combriccola il loro nuovo scherzo,
che
avevano creato con l’aiuto di Julian, visto che era
l’unico in tutta la casa
che capisse qualcosa di pozioni e fosse anche disposto a dare una mano.
Lo
scherzo in pratica trasformava chiunque lo mangiasse in un piccolo
maiale e
tale rimaneva per almeno sei ore, quel giorno toccò guarda
caso a Ron
suscitando nei quattro Serpeverdi presenti un ghigno soddisfatto:
avevano fatto
le foto!
-Ora
ci toccherà chiedere a Piton di rimediare!-esclamo con le
lacrime agli occhi
per lo sforzo di non scoppiare a ridere Sirius.
-Grazie
per la considerazione papà!- ribatté piccato
Julian.
-Non
è che non ti considero è che ho paura che tu lo
avveleni, figlio mio adorato.-lo
rassicurò l’uomo con uno sguardo complice.
-Giusto
non ci avevo pensato...-dicendo questo il ragazzo fece per alzarsi,
perché
aveva ormai finito da un pezzo di fare colazione, ma mentre compiva
l’azione la
stanza davanti ai suoi occhi svanì sostituita da una radura
immersa nel
buio. La radura era
deserta tranne che
per due ragazzi che parlavano animatamente. Julian
li conosceva bene erano lui e Harry …ma
perché stavano litigando?E non uno dei loro normale litigio,
sembrava diverso …
sembrava serio! Più il tempo passava più i toni
si facevano accesi e dalle
semplici parole si passò agli incantesimi… era
uno scontro reale: i due ragazzi
colpivano per fare del male! Gli alberi colpiti cominciarono a prendere
fuoco e
tutto fu illuminata da una luce cupa, foriera di messaggi.
All’improvviso dalla
bacchetta del Julian della radura partì una luce verde:
l’Avada Kedavra!
L’incantesimo colpì Harry in pieno petto,
uccidendolo. Un ghigno maligno
apparve sul volto dell’altro ragazzo, che poi si
smaterializzò con una perfida
risata…infine tutto svanì, lasciando Julian con
un’orribile sensazione a pesare
sul cuore.
-Julian
caro devo avvertirti che sei davvero poco elegante quando rimani a
fissare il
vuoto. Dovresti veramente imparare a controllare le tue doti veggenti!-
Pansy
abituata alle visioni dell’amico non ci faceva più
molto caso, e le prendeva
semplicemente come occasioni per prenderlo in giro. Questa volta
però si
accorse che nel ragazzo qualcosa non andava, quindi chiese -Julian
tutto bene? Sembri
sconvolto!-
La
mente del ragazzo registro l’accaduto: sembrava sconvolto? Lui era sconvolto! Avrebbe
ucciso suo
fratello, come doveva sentirsi? Allegro e felice? Fortunatamente la
freddezza,che
gli derivava da anni di esperienza suoi e dei suoi avi,
entrò immediatamente in
funzione permettendogli di fingere che non fosse accaduto nulla di
grave.
-Nulla
di che Pansy, solo il regalo che mi farà mio zio Fester:
semplicemente
orribile! Dovrò chiedergli qualcosa di
specifico…- Sapeva che chi lo conosceva
non si sarebbe bevuto quella bugia da quattro soldi ma gli altri
sì, inoltre
come precauzione aggiuntiva aveva innalzato delle barriere attorno alla
sua
mente: Draco e Blaise erano ottimi Legimens!
Per
evitare altre domande si alzò in tutta fretta dal tavolo e
salendo di corsa le
scale si rifugiò in camera sua, dove Harry ancora dormiva.
-Perché?...Perché
farò una cosa simile?-sussurò solamente affranto
osservando il viso sereno di
Harry.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Julian
sospirò profondamente: non
poteva rimanere tutto il giorno chiuso nella stanza, ma
doveva riflettere con calma sull’accaduto,
possibilmente senza interruzioni di sorta. L’unica stanza, in cui gli altri non
entravano mai, oltre la
sua camera da letto, era la sala dell’Albero, a cui Kreacher faceva la guardia strenuamente, non facendoci
entrare chiunque
considerasse poco degno. Inoltre nella
stanza c’era anche il suo adorato pianoforte, che era
preferibile al violino a
causa dell’umore nero del ragazzo.
Rialzandosi,
prese un bel respiro e
uscì sul pianerottolo sperando vivamente di non incontrare
nessuno; il fato per
una volta fu benevolo e il moro riuscì a salire le scale
senza fare incontri
indesiderati. Non c’era niente di meglio al mondo che suonare
per riordinare le
idee o almeno riprendere l’autocontrollo, infatti quando era
a scuola Julian
passava ore ed ore nella Stanza delle necessità, soprattutto
prima di un
compito difficile oppure di una partita, in particolar modo se era
contro i
Grifondoro, e quindi contro Harry.
-Ora
non ditemi che non è una cosa
grave:sta suonando!-sbottò Pansy come se fosse la cosa
più ovvia del mondo
-Già...deve
essere molto grave: suona Schubert!-rincarò
Draco scuotendo la testa.
-Secondo
voi dovremo cercare di
scoprire cosa ha visto?-fece Blaise dubbioso.
-Scusate?
Ma cosa state blaterando? Da
quando Black ha le visioni e che cos’è tutta
quella storia del pianoforte?-li
interruppe Ron.
-
Weasley nessuno ti ha chiamato in
causa! E poi Harry dovrebbe avertene parlato...evidentemente non si
fida di
te!-insinuò beffardamente Draco.
-Perché
Ju-Ju suona? Che cosa
è successo?-chiese una voce assonnata
alle spalle dei litiganti.
-Perché
non mi hai detto che Black è
bravo solo perché bara?-domandò infuriato Ron,
che nel frattempo aveva
collegato la bravura di Julian a scuola solo con le sue doti veggenti.
-Eh?
In cosa dovrebbe barare? Draco,
aiuto!- Harry, che si era appena svegliato non riusciva a capire il
nesso del
discorso e guardava l’amico con un’espressione di
pura confusione.
-Allora...
Julian ha avuto una visione,
non ci ha detto che
ha visto, ma
sembrava sconvolto, per
questo suona. Il pezzente non sapeva che
la madre di Julian è una veggente, quindi ha scoperto il suo
dono solo adesso e
credo che pensi che lui usi il suo dono per trovare le soluzioni ai
compiti o
una cosa simile...-spiegò Draco con voce calma, che non
tradiva minimamente l’impulso
di vendere Weasley al primo mangiamorte a disposizione.
-Aaah!
Julian non bara, Ron: per lui è
più divertente non sapere quello che gli
succederà, neppure se si tratta della
sua carriera scolastica, anche perché non ne ha bisogno...
Caspita siamo
passati a Mozart! E’ più che grave...-
-Dai
almeno non cucina dolci...-lo
consolò Blaise con un sorriso.
-I
dolci sono solo se sta per morire
qualcuno...peccato sono così buoni!-si aggiunse alla
conversazione con aria di
rammarico Sirius.
-Già
e se si chiude nel laboratorio di
Pozioni, cosa stava per succedere?-domandò dubbioso Harry
-Arriva
sua nonna!-mormorò Remus
ridacchiando.
-Giusto!-esclamarono
in coro i tre Serpeverde,
Harry e Sirius.
-Non
è vero! Siamo ingiusti: Julian ci
vive nel laboratorio!-si corresse Harry
-Certo!
Se non è in biblioteca...-
-O
nel campo da Quidditch...-
-O
a un appuntamento...-
-O
in punizione...-
-Insomma
se non vivo la mia vita?-Da un
po’ il suono del pianoforte era cessato ma nessuno se ne era
accorto perché
tutti erano troppo presi dallo scambio di battute.
-Buongiorno
fratellone!-esclamò Harry
con un sorriso solare stampato sul volto.
-Sai
vero di essere un incredibile lecchino?...tu
dovevi essere un Serpeverde, te lo dico io!...comunque come
stai?-ribattè
Julian sorridendo di rimando, attirandosi immancabilmente gli sguardi
dei
Weasley non abituati al lato premuroso e iperprotettivo del ragazzo,
che
emergeva chissà come solo in quei sorrisi e in presenza del
moro Grifondoro.
-Come
dovrei stare secondo te?...in
ogni caso meglio di ieri, e del giorno prima o di quello prima
ancora...tutto
merito della nostra nuova terapia!-lo rassicurò Potter,
sapendo perfettamente
quanto il ragazzo si preoccupasse per le sue condizioni-Piuttosto
perché suonavi?-chiese
inquisitorio. Julian temeva quella domanda, perché non
sapeva che rispondere,
soprattutto considerando che Harry aveva imparato da tempo a
riconoscere i suoi
stati d’animo, come i suoi due migliori amici solamente
seguendo le note o le
melodie che suonava.
-Nulla...solo
un attacco di panico
improvviso...sai quest’anno abbiamo i G.U.F.O, che sono molto
importanti per il
nostro futuro e così...-le deboli farneticazioni del ragazzo
furono interrotte
dalla voce scocciata di Ron:
-Come
se tu potessi preoccuparti del
tuo futuro!...potresti non fare nulla dalla mattina alla sera per tutta
la tua
vita e i tuoi discendenti avrebbero ancora abbastanza denaro per
imitarti
ancora per centinaia di generazioni..inoltre potresti comprarti una
qualunque
carica ministeriale!-
-
Harry, siccome, se poso di nuovo il
mio sguardo su di lui, finisce male, potresti dirgli che io non sono un
qualunque nobile blasonato e che perciò si sente in diritto
di avere tutto ciò
che desidera solo con un gesto...almeno nella vita seria-La voce di
Julian
aveva raggiunto un tono gelido, che spaventò persino Harry:
il moro odiava
sentirsi dire che solo perché era ricco e nobile, poteva
avere tutto ciò che
voleva, come se lui non si impegnasse mai nemmeno minimamente. In quel
momento
era meglio portargli via Ron da sotto il naso prima che il rosso si
condannasse
con le proprie mani.
-Scusa
tanto, Ron, ma con questo
saresti insinuando che neppure io abbia mai fato niente per guadagnarmi
da
vivere?- Anche la voce di Sirius aveva raggiunto lo steso tono di
quella del
figlio, pensandola esattamente come lui.
-N..no..i...io
volevo s..solo dir..solo
dire c...che...-tentò di
difendersi Ron
senza successo.
-Ma
che aria allegra che spira...- il
professor Piton si era materializzato in cucina, accompagnato da due
Auror, di
cui Julian non conosceva il nome, di ritorno da una missione per conto
dell’Ordine,
spezzando l’atmosfera tesa che si era creata nella stanza.
-Buongiorno
professore!-lo salutarono
in coro i quattro Serpeverde, felici di avere almeno un adulto dalla
loro parte
ogni tanto.
-Buongiorno
ragazzi! Black proprio lei
cercavo...-
-Ma
dai, Severus! Sul serio? E’ così
strano trovarmi qui, visto che è casa mia!-sbottò
sarcastico Sirius.
-Intendevo
tuo figlio!-gli rispose a
tono il professore.
-Come
mai mi cercava?-domandò
incuriosito il ragazzo, interrompendo le continue frecciatine dei due
adulti.
Il
professore gli porse un foglio, che
Julian prese cominciandolo a leggere con attenzione.
-Non
ho tutti gli ingredienti...cinque
o sei sono proibiti e si può procurarseli solo a Nocturn
Alley...inoltre sembra
una cosa complicata ed è sicuramente un preparato
oscuro...la belladonna mi
convince poco in queste proporzioni... con la polvere di Ruffer, poi,
mi
convince anche meno! E il tempo di cottura è troppo
poco...con un giorno solo i
fiori di Etelion non cuociono...scusi professore ma è sicuro
che sia giusta?-chiese
infine il ragazzo dopo aver fatto un rapidissimo esame della pozione,
descritta
sul foglio che Piton gli aveva dato, poco convinto di ciò
che aveva letto.
-No,
è sbagliata!Era solo un esame...-mormorò
ghignando il professore: Black poteva avere tutti i difetti del mondo
ma non
c’era un altro pozionista come lui in tutta la scuola!
-Dovevo
immaginarlo!-sbuffò Julian con
aria offesa: possibile che Piton si divertisse così tanto a
tendergli tutti i
tranelli possibili? Che cosa gli aveva fatto di male?
A
parte fargli saltare per aria il
laboratorio personale e sgraffignarli qualche ingrediente ogni tanto,
nulla!
-In
ogni caso se non ha niente di
meglio da fare, oltre alla Lupica, ne avrei un’altra da
assegnarle, signor
Black... sempre che lei non sia troppo offeso,
naturalmente!-buttò li Piton con
un sorrisetto d’intesa verso uno dei suoi allievi preferiti,
sicuro che
quest’ultimo non avrebbe mai rifiutato.
-Di
cosa si tratta?-chiese infatti interessato
il ragazzo, felice di avere qualcosa con cui distrarsi dalla visione
per un bel
po’ di tempo.
-Legga...
Pensa di potercela fare?- lo
sfidò Piton.
-Certo
che ci riuscirò! Non sono mica
Paciock io! Anzi mi correggo: Weasley!-
La
risposta riempì d’orgoglio il professore: quando
dopo lo smistamento Black era
finito nella sua casa aveva pensato in tutti i
modo come potersi vendicare dei torti subiti dal padre, ma
conoscendolo
aveva cominciato ad apprezzarlo, non solo perché mostrava
un’indole tipicamente
Serpeverde ma anche per le sue varie doti nascoste e soprattutto per la
sua
attitudine nella materia che insegnava.
-Perfetto!..ha
pensato poi al corso di
Alchimia, che le aveva proposto di seguire?-fece Piton ricordandosi
della
conversazione avuta con il ragazzo l’anno precedente.
-Sì...ma
non sono sicuro di volerlo
seguire! L’Alchimia non mi attira particolarmente...-
-Mi
dispiace per lei ma è già iscritto!
Il professor Warlock non vede l’ora di poter esaminare
personalmente le sue
doti!...Sappia signor Black che non le permetterò di
sprecare un’occasione
simile solo per una sciocca antipatia!-Infatti l’unico motivo
per cui Julian
non voleva seguire il corso era perché il professore che se
ne occupava non lo
poteva sopportare: apparentemente senza una causa specifica
l’aveva preso di
mira sin dal secondo giorno di scuola, punendolo senza motivi validi e
riprendendolo continuamente. Inizialmente il ragazzo
aveva pensato, che il padre avesse tormentato
anche Warlock da giovani, però era saltato fuori che i due
non si conoscevano
neppure e lo stesso valeva anche per la madre, quindi
l’antipatia era proprio
rivolta verso di lui!-Ma quella cosa chiamata libero arbitrio non
esiste
più?..inoltre se mio padre non firma
l’autorizzazione essendo minirenne io non
posso partecipare al corso!-concluse Julian sicuro di aver vinto:
Sirius non
avrebbe mai fatto un favore a Piton, nemmeno in punto di morte!
-Ha
già firmato!-esclamò il professore
trionfante: aveva battuto Black!
Julian
si girò di scatto con
un’espressione assassina ad animargli lo sguardo, verso il
padre che guardava
il soffitto indifferente con un’espressione innocente dipinta
sul volto. Sirius
sentendosi osservato riportò l’attenzione sul
figlio e con una scrollata di
spalle spiegò:
-Ha
ragione lui! Tu adori l’Alchimia: ne
parli fin da quando eri piccolo! Ed è l’unica
strada che ti ho mai sentito dire
di voler percorrere da grande, quindi non ti permetterò di
tiranti
indietro...dovessi portatrici io alla lezioni!- Incredibile si erano
uniti!Quei
due si erano giurati odio eterno!
E quando
avevano deciso di fare una tregua? Proprio quando lui contava su
quell’odio! La
vita era veramente ingiusta! Senza dire un’altra parola prese
il foglio che
Piton gli porgeva, lesse velocemente e poi uscì dalla stanza
con passo
impettito e un’espressione sdegnata. Erano solo le undici e
la giornata era già
rovinata!
-Non
ammetterà mai una sconfitta, vero?-fece
Piton osservando il ragazzo che se ne andava furente.
-Forse
e dico forse dopo due o tre anni
di torture...altrimenti no!-ipotizzò Sirius ridacchiando.
-Non
lo fa neppure sotto tortura, a un
passo dalla morte... anzi diventa anche più testardo!- lo
contraddisse funereo Harry,
che aveva assistito di persona alla cocciutaggine del fratello.
-Non
ho difficoltà nell’immaginarlo!
Chissà come sarà contento di sapere che
sarà Prefetto, insieme a Draco.- continuò
Piton divertito.
-Quello
gli farà piacere per davvero:
Prefetto uguale ronda uguale spalle coperte per le uscite notturne!
Salterà di
gioia! Inoltre potrà tormentare i più piccoli ed
essere anche
giustificato...insomma gli ha fatto un regalo, professore!-lo
smentì Draco.
-Non
ci aveva pensato!...bè pace ciò
che è fatto, è fatto!- mormorò Piton
scrollando le spalle.
Da
un’altra parte dell’Inghilterra, in
una sfarzosa camera da letto dall’aria antica un giovane
ammirava il suo
riflesso nello specchio, muovendo lentamente ogni muscolo, carezzandosi
il
corpo pallido con la punta delle dita.
-Quanto
ho aspettato questo momento! Finalmente
ho recuperato la mia giovinezza e tutto per merito suo...-
-Mio
signore, sono arrivati!- lo
interruppe una voce pigolante ed ossequiosa al tempo stesso.
-Nessuno
ti ha ordinato di parlare o
entrare, Codaliscia! Sai ha bisogno di una punizione...Crucio!- le urla
dell’uomo riempirono la stanza accompagnate dalla fredda
risata del giovane
moro dagli occhi neri come la pece e altrettanto profondi, capaci di
ammagliare
chiunque col fuoco che vi bruciava dentro.- Penso basti...di che sto
per
arrivare. Rivestendosi il ragazzo ripenso a colui al quale doveva il
suo nuovo
corpo e con un ultimo sorriso maligno sussurrò -Sarai mio!- . Poi uscì
dalla stanza e regalmente
scese le scale per andare a dare il benvenuto ai suoi ospiti.
-Noto
con piacere che si siete tutti
questa volta...-
-Nostro
signore!-risposero quelli
prostrandosi ai suoi piedi: i suoi fedeli Mangiamorte!
-Ma
bando alla ciance..Malfoy seguimi! Dobbiamo
parlare di cosa importanti...-ordinò gelido il giovane a uno
degli uomini
inginocchiati. Una volta che furono soli in un’altra sala
insonorizzata, si
volto verso il suo interlocutore.
-Lo
voglio e tu me lo porterai! Le sue
doti non possono essere sprecate per aiutare quegli sporchi
babbanofili, soprattutto
Silente. E’ un mago oscuro molto
potente, che ha solo bisogno di un valido addestramento per imparare ad
usare
le sue doti. Portamelo e sarai ricompensato degnamente, ma ti avverto
torcigli
un solo capello e sarai tu a morire, dopo
tuo figlio, naturalmente. E ti
avverto: saranno due morti molto lunghe e
dolorose, in particolare quella di Draco! Sai i miei fedeli hanno
bisogno di
divertirsi ogni tanto...- concluse prima di scoppiare in
un’allegra risata, che
fece gelare il sangue nelle vene a Lucius.
-Ve
lo porterò, mio signore! Ma io lo
conosco bene e non so se si piegherà facilmente a voi:
è testardo e
orgoglioso...-cercò di farlo ragionare Lucius, sapendo
già di non avere
speranze e preparandosi alla punizione che lo aspettava.
-Lo
conosci bene? In che senso?-domandò
il moro con uno sguardo indecifrabile.
-E’
mio nipote, signore, quindi lo vedo
spesso.-rispose guardingo il Mangiamorte, non riuscendo a capire dove
volesse
arrivare il suo padrone.
-Ah!
Solo per quello lo
conosci...meglio per te! Ora vattene e manda via anche gli altri!-
Nocturn
Alley di notte non era
propriamente un posto raccomandabile, ma tanto ridotto in quel modo
nessuno l’avrebbe
potuto riconoscere: la pozione cambia-sesso dava sempre ottimi
risultati! Aveva
finito di acquistare quello che doveva da un bel po’,
però non aveva voglia di
tornare a casa, non perché fosse realmente arrabbiato con il
padre, che l’aveva
iscritto senza il suo consenso al corso di Alchimia, ma solo per fare
due passi
in tutta tranquillità... una volta che fosse riuscito ad
arrivare a Diagon
Alley naturalmente!
Dopo
qualche minuto, recuperato il
senso dell’orientamento in quel labirinto di stradine fetide
e buie fino
all’inverosimile, emerse nella più illuminata
Diagon Alley, trotterellando
verso la gelateria e uscendone con un enorme gelato al cioccolato. Fece
appena
in tempo a dare la prima leccata che un ragazzo gli si
avvicinò
-Cosa
ci fa una bella ragazza come te
tutta sola a quest’ora?-Julian si trattenne dal scoppiargli a
ridere in faccia:
a volte era difficile credere che Blaise avesse schiere di ragazze i
suoi
piedi. Però non era male l’idea di giocare un
po’ con l’amico tanto mancavano
ancora diverse ore alla fine dell’effetto della pozione.
-Il
mio ragazzo mi ha abbandonata qui!-rispose
Julian con una vocetta triste sbattendo le lunghe ciglia nere.
-Ma
che razza di stupido! Comunque io
mi chiamo Blaise...-disse il ragazzo prendendo la mano di Julian tra le
sue-
Con chi ho l’onore di parlare?- Ecco : ora gli serviva anche
un nome alla
svelta...
-July!-esclamò
Julian infine trionfante.
-Hai
un nome splendido...vuoi fare due
passi con me?-Gli chiese Blaise sempre sorridendo: quella ragazza era
proprio
carina, un po’ strana forse, ma carina. Julian
accettò con un cenno del capo e
cominciò a camminare affianco a Blaise parlando dl
più e del meno. La serata
passò in fretta ridendo allegramente, inventandosi balle
assurde per costruirsi
un passato e il moro si scordò completamente della visione e
di tutti i
problemi che doveva affrontare, ammettendo con se steso che il suo
amico ci
sapeva proprio fare con le ragazze. Infine quando Blaise fu richiamato
da un
Piton alquanto frustato, venne il momento dei saluti e il ragazzo
riuscì a
rubare un bacio a fior di labbra alla ragazza prima di andarsene
salutandola
allegramente per lo
sguardo basito che
lei gli lanciava. Pochi secondi dopo Julian tornò nella sua
forma originale
sfiorandosi le labbra mentre scuoteva la testa con un sorrisetto
strano: usare
la pozione per gioco ogni tanto non era una cattiva idea...
-Signor
Black ha intenzione di rimanere
a fissare il nulla ancora per molto?-la voce astiosa di Piton lo
riportò alla
realtà allontanandolo dai suoi piani.
-No...
arrivo professore! Comunque
grazie per averci accompagnato stasera..-Un po’ di sano
lecchinaggio non faceva
mai male, inoltre pensava davvero che Piton fosse stato fin troppo
gentile per
i suoi standard ad accompagnarli. Il professore gli rivolse uno sguardo
strano,
poi riprese a parlare:
-Posso
sapere cosa ha oggi? E’ strano:
fa quello che le chiedo senza sindacare, non si comporta da bimbetto
viziato se
qualcuno non fa ciò che lei vuole, mi ringrazia persino! Sta
forse per
lasciarci?-
-Potrebbe
essere...-soppesò pensoso- Ma
sinceramente non so cosa io abbia oggi..sono così punto e
basta!-“E poi ho
avuto una visione in cui uccidevo Harry, magari centra
qualcosa?”aggiunse il
moro mentalmente.
-Sarà!Ma
lei non mi convince...comunque
eviti di utilizzare la pozione cambia-sesso, potrebbe finire in guai
seri.-Sarebbe
stato troppo pretendere che Piton non si accorgesse di quello
stratagemma,
dopotutto se insegnava pozioni un motivo c’era, no?
-Lo
terrò a mente...ma a volte può
essere utile. Insomma per me girare tranquillamente a Nocturn Alley
potrebbe
presentare alcuni spiacevoli inconvenienti non pensa?-
domandò Julian, conoscendo
già perfettamente la risposta.
-Potrebbe
smettere di andarci una volta
per tutte...non è un posto che andrebbe frequentato alla sua
età.- Il
professore sapeva che Black non avrebbe mai fatto quello che gli stava
suggerendo perché Nocturn Alley era l’unico posto
in tutta l’Inghilterra dove
si potessero trovare determinati ingredienti, banditi dai normali
mercati
perché proibiti o troppo pericolosi da recuperare. Comunque
nulla gli impediva
di provare a far ragionare il ragazzo o di preoccuparsi per la sua
salute.
-E
le mie pozioni? L’unica altra
alternativa sarebbe il mercato nero e preferirei evitare quel giro,
finché mi è
possibile.-ribattè immancabilmente il ragazzo.
-Beh...
una volta che si capisce come
comportarsi non è poi così male, glielo assicuro!
Però Nocturn Alley ha tutto
un altro fascino, questo glielo concedo.- Purtroppo
era giunti a casa e non potevano più continuare la
conversazione senza
scandalizzare troppo i presenti oppure farsi arrestare dagli Auror
presenti,
che chiudevano spesso un occhio fingendo di non vedere, ma che non
sarebbero
rimasti impassibili di fronte ad una confessione in piena regola. Per
ovviare
anche all’inconveniente della vista, Julian aveva
già reso invisibili i vari
pacchetti, quindi poterono entrare senza preoccupazioni.
-Era
ora che tornaste! Fila subito a
dormire, giovanotto, senza obbiezioni! E’ tardissimo!- La
calorosa accoglienza
della signora Weasley li investì non appena misero piede al
di là della porta,
suscitando uno sguardo infastidito in Julian, che già
assaporava lunghe ore nel
suo laboratorio, e uno sorpreso in Piton, che di certo non immaginava
che la strega
potesse avere tanta famigliarità con il suo allievo da
potersi permettere di
dargli ordini, cosa concessa solo a Sirius, a Remus e a pochi altri . I
ragazzi, che gli avevano preceduti di una buona mezz’ora
dovevano già essere
stati spediti nello loro camere, ma il moro non aveva la minima
intenzione di
sottostare agli ordini della donna perciò con una punta di
cattiveria nella
voce le rispose:
-Io
non sono suo figlio, quindi non si
permetta di darmi ordini...adesso se permette vado nel mio
laboratorio.-A quel
tono di voce la signora Weasley sbiancò dalla rabbia: i suoi
figli non
avrebbero mai osato rispondere ad un adulto in un modo simile. Quel
ragazzino
insolente non sapeva ancora con chi aveva a che fare!
-Ascoltami
bene, Julian, non tollererò
la tua insolenza ancora a lungo...-cominciò la strega con
voce furente.
-E
allora torni a casa sua con tutta la
sua famiglia. Nessuno la obbliga a restare! Le assicuro che io
personalmente non
sentirò la sua mancanza e nemmeno gli altri se è
per questo.- Venne immediatamente
interrotta dal Serpeverde, che da giorni cercava un pretesto per dire
quelle
cose. Il professore si accorse che quello era solo un scusa per Julian,
ma non
volle interromperlo: il ragazzo per agire così doveva avere
un buon motivo e
poi era divertente vedere la Weasley messa al suo posto ogni tanto.
Però se si
fossero spinti troppo oltre avrebbe fermato i due litiganti.
-Piccolo
ingrato che non sei altro!Io
mi spacco la schiena per te ed i tuoi amici e tu osi dirmi queste
cose?- sibilò
furiosa la donna facendo scoppiare a ridere sarcasticamente Julian.
-Da
quando è qui, signora, lei non a
mosso un dito, se non per ordinare agli elfi domestici cosa fare,
quindi non
dica stronzate per favore.- le rispose sprezzante Black, dopo aver
smesso di
ridere.
CIAF!
Uno
schiaffo colpì il viso di Julian,
lasciandogli una vistosa impronta sulla guancia destra, ma
sorprendentemente il
ragazzo, al
professore non sembrò essere
animato da intenzioni omicide, purtroppo però questo non
voleva dire che Molly
fosse salva, anzi semmai il contrario...
Massaggiandosi
la guancia offesa, Julian
lanciò uno sguardo glaciale alla donna poi disse:
-La
verità è difficile da digerire,
vero?- Poi senza attendere una risposta si avviò verso una
porta nel sottoscala
che lo condusse nel laboratorio di pozioni dove intendeva rimanere per
almeno
tre ore, prima di
decidersi ad andare a
dormire.
Era
semplicemente furioso: nessuno in
tutta la sua vita lo aveva mai preso a schiaffi per punirlo o
azzittirlo! Suo
padre sarebbe andato su tutte le furie al solo saperlo e di sicuro
anche Remus
sarebbe stato d’accordo con lui, per questo non avrebbero
saputo mai niente
dell’accaduto, per
questo Julian non
aveva detto nulla a nessuno. Solo il professor Piton aveva assistito
alla scena
e alla sua poco brillante ritirata, ma aveva dovuto, non aveva potuto
permettere che accadesse di nuovo, non in quella situazione almeno, non
contro
la signora Weasley, che per quanto odiata,
non meritava una tale punizione per un gesto di
così poco conto...da ore
Julian cercava di calmare il suo furore, senza risultati. Le Ombre, che
il
gesto di Molly aveva evocato, si agitavano turbinose attorno alla
figura del
ragazzo oscurandone a tratti la vista, chiedevano qualcuno su cui
potersi
sfogare, qualcuno da colpire. Quel potere, che da generazioni non
riappariva
nella casata dei Black, suoi fieri portatori, era la maledizione del
ragazzo e
doveva restare nascosta il più possibile. Con quello stesso
potere aveva già
fatto del male e non voleva che la cosa si ripetesse, non voleva
più sentire la
vita della persona colpita fuoriuscire dal corpo, mentre questo
appassiva come
un fiore a cui mancava l’acqua. Passarono le ore , i gesti
ripetitivi ed attenti
necessari per preparare la pozione calmarono Julian a sufficienza. Le Ombre si ritrassero
inappagate e il
ragazzo poté concedersi un sorriso vittorioso: aveva
resistito! Non sarebbe
stato costretto a sopportare lo sguardo di rimprovero e profondamente
rammaricato che il fratello gli avrebbe rivolto: Harry poteva essere fiero di lui questa
volta... ma Harry non
avrebbe neppure saputo che gli erano scapate un’altra volta.
Stanco
per l’impresa appena compiuta si
sedette sulla poltrona del laboratorio, tirandosi le ginocchia contro
il petto
e appoggiandoci sopra la fronte: di certo quello non era proprio il suo
periodo
fortunato! Se fosse andato avanti così probabilmente si
sarebbe fatto
ricoverare al San Murgo nel reparto malattie mentali.
Concedendosi
un breve sorriso al
pensiero di due uomini vestiti di bianco che lo trascinavano via ,
insensibili
alle sue proteste, chiuse gli occhi per un momento e venne sopraffatto
dalla
stanchezza addormentandosi cullato dal lieve borbottio della pozione.
Angolino dell'autrice:
Mi dispiace enormemente per avervi fatto aspettare tanto ma ho avuto un
sacco di problemi, inoltre ho un'altra storia in corso e vorrei finire
quella,perciò le do la precedenza. Non posso promettervi di
diventare più puntuale, ma cercherò di esserlo.
Comunque spero che mi lasciate un po' più
commenti^^Arrivederci alla prossima!
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Dormì
un sonno agitato turbato dagli strascichi della visione del giorno
prima e da
immagini raccapriccianti di ciò che sarebbe potuto succedere
alla signora
Weasley se non si fosse fermato in tempo. Quando si
risvegliò erano appena le
cinque del mattino e non aveva nessuna voglia di andare nel suo letto,
ne di
fare nient’altro se non un bel bagno rilassante. Con un
ultimo sguardo alla
pozione che durante tutta la notte aveva continuato a bollire senza
incidenti,
uscì dal laboratorio salendo velocemente le scale che lo
portarono nel bagno,
dove rimase immerso nell’acqua calda per alcune ore,
eliminando tutta la
tensione accumulata durante la notte quasi insonne, fino a che non
sentì i
primi rumori dovuti ai risvegli degli abitanti di casa Black. Sbuffando
si
costrinse a lasciare il bagno agli altri e vestendosi sommariamente
scese a fare
colazione anche se non aveva tutta questa gran voglia d interagire con
chicchessia.
-Buongiorno
Julian!...Stai bene?- Il caloroso benvenuto di Remus gli diede la forza
per
fare uno stiracchiato sorriso, che non l’aiuto affatto a
convincere il
licantropo della sua perfetta salute.
-Sì,
Rem, va tutto bene...ho solo dormito male!-rispose brusco come a voler
far
capire che non aveva nessuna intenzione di parlare quella mattina.
-Sai,
fratellino, tu non ci crederai ma hanno inventato anche i pantaloni e
inoltre
hai tre armadi pieni di vestiti fatti su misura per te, quindi penso
che un
qualcosa di meglio di ciò con cui dormi potevi trovarlo...-
disse Harry
sorridendo, mentre veniva cacciato fuori dalla dispensa da un Kreacher
mediamente arrabbiato. In effetti il moro aveva addosso solamente una
felpa di
tre o quattro taglie più grande e i boxer neri, in totale i
due abiti lascavano
poco spazio alla fantasia di chiunque avesse posato lo sguardo su di
lui, ma
comunque non ci vedeva niente di strano nel suo abbigliamento
perché infatti si
era sempre presentato così a colazione prima che gli
invadessero la casa.
-Se
ti
da noia guarda qualcos’altro: nessuno a chiesto il tuo
parere!- sbottò stizzito
il ragazzo con un tono di superiorità, pentendosi
però immediatamente
del tono usato contro il
fratello.
-Sì,
Rem, è decisamente di buon umore oggi...sua
maestà mi può passare lo zucchero o
le arreca troppo disturbo?-domandò Harry rivolgendogli un
occhiata gelida, che
però non gli fece abbassare lo sguardo, pur sentendosi
immensamente in colpa.
-Tieni,
Harry!- lo precedette Remus prevedendo l’imminente disastro,
meglio di come
avrebbe fatto un veggente.
-Sarà
sorpreso, mio caro Prescelto, che lei non è
l’unico a questo mondo ad avere
problemi e che perciò anche agli altri ogni tanto
è concesso essere di cattivo
umore! Quindi le chiedo immensamente perdono se le ho rovinato la
colazione ma
purtroppo non so essere felice a comando e davvero non so come scusarmi
per
averle rubato il ruolo di perennemente scontento e averle portato via
qualche
momento di attenzione da parte di tutti, mio Eroe!- Neppure Julian
sapeva
perché infuse così tanta cattiveria in quelle
parole, toccando abilmente tutti
i tasti che facevano più soffrire il ragazzo che gli stava
davanti. Harry e
Remus rimasero basiti da quell’uscita di Black, tanto che per
alcuni secondi
faticarono a credere che a parlare fosse proprio stato lui e
ciò diede il tempo
al ragazzo di andarsene dalla cucina sbattendo con tutta la forza che
aveva la
porta della cucina .
-L’hai
sentito anche tu, Rem?...per favore dimmi di no! Non anche lui!- Il
fievole
lamento di Harry si levò nel silenzio improvviso che era
sceso sulla cucina,
dopo che il moro se ne era andato. Il lupo mannaro non sapeva come
rispondere
al figlio, ne tantomeno spiegare il comportamento dell’altro,
ma quando
incrociò gli occhi con quelli verdi feriti del ragazzo che
trasmettevano una
totale confusione mista alla disperazione di chi aveva perso un solido
sostegno,
si infuriò con Julian rinunciando a cercare una motivazione
se non
un’improvvisa voglia di protagonismo o una pura cattiveria.
Era passato sopra a
tante cose fatte del ragazzo, ma non aveva nessuna intenzione di
perdonargli
anche quello che era appena successo, qualunque fosse stata la scusa
che Julian
avrebbe adotto per spiegarsi. Con questi propositi si
avvicinò ad Harry
prendendogli le mani nelle sue a accucciandosi al suolo per guardarlo
negli
occhi, però non gli vene in mente nulla per alleviare il
dolore del figlio,
perciò lasciandogli le mani lo strinse a se pensando fosse
la cosa migliore da
fare, accarezzandogli i capelli e posandovi ogni tanto un bacio, come
faceva
quando era più piccolo se si svegliava per un incubo,
mormorando vuote parole
di consolazione.
Qualche
minuto dopo ancora mezzo addormentato si affacciò sulla
porta sgangherata della
cucina Sirius, che passo lo sguardo da Harry a Remus e viceversa
cercando di
capirci qualcosa.
-Ma
che succede stamani?- domandò infine sempre più
spaesato, accostandosi ai due
ancora abbracciati.
-Succede
che a tuo figlio gli ha dato di volta il cervello! Ecco cosa succede,
mio
caro!-Raramente l’uomo aveva visto Remus tanto arrabbiato in
particolare contro
Julian per cui aveva sempre avuto un debole come genitore.
-Perché
che ha fatto stavolta?-chiese ancora, stupito dalla risposta ricevuta,
sicuro
che non fosse niente di grave e che il suo compagno stesse come al
solito
ingigantendo le cose, però quando gli fu spiegato per filo e
per segno casa era
successo quella mattina non poté fare a meno di essere
pienamente d’accordo con
il licantropo nel voler dare al figlio una lezione, che difficilmente
si
sarebbe scordato. Fu quindi con un umore nero che i due uomini si
diressero
nella camera di Julian decisi a far giustizia e a capire cosa lo aveva
spinto
ad agire a quel modo almeno per quanto riguardava Sirius. Entrarono
nella
stanza come delle furie, ma vennero accolti dal vuoto totale: il
ragazzo non
era lì e da come ebbero modo di scoprire poco tempo dopo
neppure in tutto il
resto della casa. Lungi dal farli calmare, l’assenza di
Julian li fece solo
arrabbiare di più, e questo stato peggiorò
esponenzialmente man mano che il
tempo scorreva e del ragazzo non si vedeva neppure l’ombra.
Non poteva essere
andato lontano perché non aveva portato con se la bacchetta,
continuava a
ripetersi Sirius attendendo sule scale d’ingresso il ritorno
del figlio. Ma
Julian non tornò per quel giorno e neppure il giorno
seguente. A quel punto era
più che chiaro che il ragazzo anche se era sicuramente
uscito da solo
dall’abitazione, non aveva scelto liberamente di non tornare:
immediatamente le
squadre di ricerca dell’Ordine cominciarono a setacciare
tutta Londra, nella
vana speranza di una fuga adolescenziale a cui nessuno credeva
realmente, e
tutti i posti in cui il moro si sarebbe potuto rifugiare. Nessun luogo
diede
frutto e la rabbia fu sostituita a mano a mano che le ore passavano da
una cupa
disperazione condivisa da quasi tutti gli abitanti del numero 12 di
Grimmaul
Place . Harry si sentiva in colpa per non aver capito al volo lo stato
d’animo
dl fratello e così anche Remus che si era auto convinto di
non aver fatto tutto
il possibile per evitare che succedesse quello che era successo pur
sapendo da
giorni che il ragazzo aveva qualcosa che non andava, Sirius sembrava
aver perso
ogni forza e passava tutte le giornate alla ricerca disperata del
figlio, anche
se gli era stato proibito da Silente, tornando a casa solo a notte
inoltrata per
poi uscire di nuovo all’alba. I tre Serpeverde tentavano in
tutti i modi di
consolare Harry, sentendosi totalmente impotenti perché non
potevano fare
niente per i due amici, persino Piton aveva perso la voglia di
vendicarsi su
Black senior e appariva preoccupato come l’uomo. Gli unici a
sembrare immuni da
tutto ciò erano la signora Weasley e Ron, che non avevano
mostrato segno di
preoccupazione ritenendo entrambe che quello fosse solo un modo di
Julian per
attirare l’attenzione...purtroppo per Ron ebbe la malaugurata
idea di esternare
il suo pensiero e a quel punto neppure intervene per fermare il
linciaggio che
il ragazzo ricevette da tutto il resto dei compagni di scuola. Per
completare
il tutto la mattina di cinque giorni dopo la pozione lasciata
incustodita dalla
scomparsa di Julian esplose rendendola inutilizzabile,perciò
Lupin dovette
passare la luna piena senza il suo sostegno: fu la peggiore di tutta la
sua
esistenza perché anche il lupo soffriva per
l’assenza di un membro del suo
branco e Remus dovette essere ricoverato al San Murgo per le ferite ch
si
inflisse. Come se tutto ciò non fosse bastato Harry lo
stesso pomeriggio trovò
il diario su cui Julian riportava tutte le sue visioni venendo a sapere
cosa
l’avesse tanto sconvolto qualche mattina prima. Su un pagina
macchiata
d’inchiostro infatti era stata riportata fedelmente la data, l’ora
approssimativa e l’argomento
dettagliato della visione con l’elegante scrittura del
fratello. Quello che
lesse riportato così freddamente come era abitudine di
Julian lo distrusse
completamente: scritto nero su bianco era stata riportata la sua morte
per mano
dell’unica persona da cui non
se lo
sarebbe mai aspettato. Con il briciolo di forze che gli restavano
cercò anche
l’altro diario del moro, quello personale su cui appuntava
tutti i pensieri e
gli avvenimenti, che riteneva importanti. Dopo poco lo trovò
e ciò che vide
scritto su quello lo rinfrancò un poco: neppure Julian
voleva credere a ciò che
aveva visto, neppure lui voleva credere di esserne capace! Affermava
con tutta
la forza possibile che mai e poi mai avrebbe fatto una cosa del genere,
e che
anzi che farlo avrebbe preferito gettarsi dalla torre più
alta della scuola,
giù da un ponte oppure bere un veleno, ma che assolutamente
avrebbe ucciso il
suo adorato fratello!
Però
il momentaneo sollievo venne subito sostituito da un tremendo dubbio: e
se
Julian avesse avuto un’altra visione che specificava
l’ora e la data dell’assassinio
di Harry e avesse deciso di portare a termine i suoi propositi per
salvarlo?
Questo avrebbe spiegato il cattivo umore del ragazzo durante gli ultimi
istanti
in cui l’aveva visto, però mancava comunque il
corpo del fratello e inoltre
Harry non voleva prendere in considerazione neppure alla lontana il
fatto di
poter essere indirettamente il colpevole della morte di Julian.
Ispezionando la
camera in cerca di qualche altro indizio scorse in un angolino buoi la
bacchetta del moro..strano che nessuno durante quei giorni si fosse
accorto di
qual particolare: Julian non si allontanava mai troppo senza la sua
bacchetta,
al massimo usciva sul tetto o in strada per una boccata
d’aria, ma mai più
lontano. Quella notte aspettò che Sirius tornasse e gli fece
vedere tutto
quello che aveva trovato sperando che almeno il padrino potesse trovare
un
senso a tutto ciò, però neppure l’uomo
seppe spiegare, cadendo in una
disperazione ancora più nera. Passarono i giorni, che presto
divennero
settimane, che a loro volta si trasformarono in mesi, passò
anche il compleanno
di Harry, il peggiore di tutta la sua vita, ma di Julian non si
trovò nessuna
traccia neppure la più piccola e tutti cominciarono a temere
il peggio. Se il
ragazzo non era stato trovato e non si era ancora fatto vivo solo due
erano le
possibilità o era stato rapito oppure, nella più
nefanda delle ipotesi, era
morto. In entrambe i casi c’era un solo possibile colpevole:
Voldermort! Ma
Piton e le altre spie non sapevano nulla di un ordine contro Julian o
del fatto
che il ragazzo fosse nelle mani del Signore Oscuro, che in quel periodo
era stranamente
calmo.
Dopo
due mesi quando ormai mancavano solo tre settimane all’inizio
del nuovo anno
scolastico, Julian ricomparve in una buia stradina della Londra Babbana
e al
limite delle sue forze riuscì a trascinarsi fino
all’ospedale dei Maghi, dove i
medimaghi di turno informarono immediatamente la famiglia del ragazzo
con una
lettera via gufo. Passarono pochi minuti che Remus, Sirius ed Harry
fecero la
loro comparsa trafelati nell’atrio dell’ospedale.
Lì vennero accorti da Michael
Nort, un guaritore che faceva parte dell’Ordine e che aveva
precedentemente
curato il licantropo, avvertendoli ogni qual volta che uno dei loro
finiva al
San Murgo. Michael era inoltre un amico di vecchia data della famiglia
e
conosceva i due ragazzi sin da quando erano nati
ed era stato un compagno di scuola dei
Malandrini. Di Julian ed Harry sapeva ogni cosa possibile, compresi i
poteri
del primo. Negli occhi dell’uomo si leggeva una forte
preoccupazione, per
questo apprezzarono ancora di più il fatto che si sforzasse
a sorridere, mentre
gli informava delle condizioni di salute di Julian:
-Ancora
non so dirvi di preciso cosa abbia subito in tutto questo tempo, ma non
deve
essere stato nulla di piacevole. Da una prima analisi abbiamo trovato
nel suo
sangue tracce massicce di tutti veleni, che provocano più
dolore al mondo e dei
loro rispettivi antidoti, le ferite riportate gli sono state fatte
nella
maggior parte dei casi senza l’ausilio della magia o comunque mai in modo che
non possano essere
curate..in poche parole non sono maledizioni. Mostra segni di percosse.
Inoltre
la sua muscolatura riporta danni evidenti dovuti da
un’esposizione prolungata a
Cruciatus... devo anche informarvi che gli stanno per fare degli esami,
che
verifichino se abbia subito qualche altro genere di violenza.- Sirius,
che era
inorridito per il resoconto di ciò che il suo bambino aveva
subito durante quei
giorni di assenza, non poté esimersi dal chiedere con voce
strozzata:
-Cos’altro
potrebbero avergli fatto, Mic? Praticamente ci hai detto tutto
ciò che una
persona può subire da un’altra...che altro
c’è?- C’era una nota di puro
dolore nella voce
dell’uomo, dolore che
si rispecchiava negli occhi grigi e in quelli dorati e verdi delle
altre due
persone presenti. Michael non sapeva come porre la risposta: non voleva
essere
troppo brusco, perché si rendeva perfettamente conto di cosa
dovessero passare
i due uomini e il ragazzo. Decise di prenderla alla larga sperando che
ci
arrivassero da soli, pur sapendo che era un comportamento da codardi:
-Bisogna
tener conto che Julian è un ragazzo a dir poco
molto bello... desiderabile per alcuni, potremmo dire,
quindi i medici
vedendo alcuni lividi che aveva sul corpo hanno pensato che forse...-
Ma perché
la prontezza di Sirius era andata a farsi un giro in quel
momento?-...Che forse
possano averlo rapito per...per scopi...che non c’entrano
nulla con la causa di
Voi-sapete-chi...ma più
personali...bassi...infimi...disgustosi...- Il medimago
non sapeva più a che cosa appellarsi per far capire cosa
intendesse dire perciò
non gli restava altro che esprimersi chiaramente. E lo stava per fare
se Remus
non lo avesse fermato , parlando per primo:
-Intendi
dire che qualcuno potrebbe aver abusato di Julian?- mormorò
con voce cupa
tremando leggermente a quel pensiero.
-Precisamente
Remus...naturalmente Sirius siccome sei il padre di Julian e lui
è ancora
minorenne puoi decidere di non fargli fare quei particolari esami,
perché non sono
compresi in quelli regolamentari o che comunque sono utili per la sua
salute...-
-Non
dire scemenze Mic! Fate tutti gli esami che vi passano per la testa, se
sono
utili a sapere chi ha fatto del male a Julian, basta che non lo
traumatizzate
più di quello che non è!-lo interruppe
bruscamente Sirius, alzando una mano .
-Se
autorizzate allora dovete firmare un modulo...comunque ora dorme,
quindi non
dovremmo dargli fastidio.-lo rassicurò Michael con un
sorriso comprensivo.
-Ma
come ci è arrivato qui mio fratello?- Harry che aveva
ascoltato in silenzio
fino a quel momento la conversazione degli adulti senza interrompere,
troppo
sconvolto da ciò che Julian aveva subito, forse per colpa
sua, e anche ciò che
avrebbe potuto subire.
-Non
lo so...è entrato da un’uscita secondaria, che
usiamo in caso di pericolo per
evacuare i pazienti, che in realtà nessuno dovrebbe
conoscere. Io l’ho trovato
passando di lì per caso, dopo una visita, altrimenti sarebbe
potuto rimanere li
per giorni. Non è una coincidenza vero? Voglio dire: lui lo
sapeva che io
l’avrei trovato, no?- domandò per la prima volta
da quando li aveva accolti un
po’ meno sicuro di ciò che diceva.
-Probabilmente
hai ragione ma non possiamo esserne sicuri finché non si
sveglierà...- lo
assecondò il licantropo, desiderando solo poter stare
accanto al figlio,
rassicurarlo facendogli capire che ormai era la sicuro e che non
avrebbe
permesso mai più a nessuno di fargli del male...ma forse per
il periodo in cui
vivevano era solo una vana promessa, soprattutto considerando chi fosse
il
ragazzo in questione. Mentre parlavano erano giunti nella sala
d’aspetto
davanti alla camera privata che avrebbero assegnato al ragazzo una
volta terminati
gli esami: era quella più grande e luminosa,
perciò Michael aveva pensato
potesse essere quella giusta per il moro, anche perché se
uno dei due uomini
avesse deciso di rimanere con Julian, durante le sue notti di
permanenza
all’ospedale, ci sarebbe potuto stare tranquillamente,
dormendo nel secondo
letto della stanza. Inoltre la camera dava su un giardino sotterraneo
che però
dava l’illusione di essere all’aperto, sotto un
cielo soleggiato. Ad attenderli
sulla porta della stanza, c’era una delle ultime persone che
il medimago
avrebbe voluto vedere in quel momento: era un ometto basso e untuoso
che dava
l’impressione di provare giovamento dalla disgrazie altrui e
dal dolore dei
suoi pazienti, Jebediah Ruthenford. Per di più
c’era un altro particolare che
lo rendeva odioso in quel particolare momento: era il direttore del
reparto
malattie mentali.
-Cosa
ci fai tu qui?- lo apostrofò sgarbatamente Michael.
-Mi
sembra ovvio! Se i rapporti sono giusti il ragazzo potrebbe avere
bisogno della
mia assistenza, come i Paciock. Rammenti, Nort?-rispose
l’ometto con un sorriso
tra il crudele e il contento sul volto.
-Se
anche ne avesse bisogno saresti l’ultima persona al mondo a
cui lo affiderei,
Ruthenford, quindi togliti di torno!- sibilò il medimago
minacciosamente. Gli
altri tre presenti non avevano idea di cosa stesse succedendo tra i due
medici,
ma comunque trovavano estremamente antipatico lo sconosciuto e
sicuramente non
avrebbero permesso neppure che sfiorasse con un dito Julian, ma il
riferimento
ai Paciock non era andato a vuoto, quello lo avevano capito fin troppo
bene e
speravano con tutta l’anima che il loro famigliare non avesse
subito la stessa
sorte: non avrebbero sopportato di vederlo in quello stato.
-Va
bene, Nort...vado via! Ma ricorda: nessuno sfugge agli effetti della
Cruciatus,
per quanto sia forte! Tutti alla fine impazziscono dal dolore...-
Jebediah
godendosi le espressioni addolorate del quartetto se ne
andò, lasciando
alleggiare sui presenti le parole della sua profezia.
-Perché
non ce l’avevi detto, Mic?-sussurò Sirius.
L’uomo era al limite della
sopportazione, ancora una notizia del genere e avrebbe dovuto essere
lui stesso
ricoverato per esaurimento nervoso.
-Perché
sono sicuro che Julian stia bene almeno in quel senso: una persona se
perde la
ragione non va all’ospedale, non scappa ai suoi carcerieri e
non riconosce chi
gli è famigliare! Non date peso alle insinuazioni di
quell’uomo!-
-Ma
potrebbe essere stata una cosa momentanea...-bisbigliò
Black, sedendosi
scompostamente su una sedia, incapace di reggersi oltre in piedi.
-Sirius,
ascoltami bene: io non sto dicendo che Julian appena sveglio
starà
perfettamente bene! Per molto tempo avrà
difficoltà a dormire, paura di
rimanere solo, difficilmente vorrà stare a lungo in luoghi
aperti e affollati e
sicuramente non sarà lo stesso Julian che avete visto
l’ultima volta, in
particolar modo se per caso avessero abusato di lui, avrebbe
difficoltà a
relazionarsi con gli altri...mentirei se ti dicessi un’altra
cosa! Ma tu sai
bene che tuo figlio è forte, molto più di quanto
noi riusciamo a immaginare,
perciò io sono sicuro, come in nessun altra cosa in vita
mia, che con il tempo
tornerà quello di sempre, che guarirà
completamente. Voi dovete solo stargli
vicino, cercare di non fargli pressioni, di non costringerlo se non si
sente
pronto a fare qualcosa e basta. Hai capito?- lo scosse energicamente
Michael:
se avessero cominciato con il piede sbagliato per Julian tutto sarebbe
stato
ancora più difficile e doloroso, e come suo medico non
poteva permetterlo per
nessuna ragiona al mondo.
-Sì,
ho capito!- La decisione brillava ora negli occhi grigi di Sirius: la
decisione
di dare tutto l’appoggio e l’aiuto possibile al suo
bambino!
Passarono
pochi minuti e
dalla stanza uscì
un’infermiera che gli informò che avevano finito
con gli esami e che il ragazzo
era già stato portato nella camera, dove ora riposava,
raccomandandosi di non
disturbarlo, infine si fece da parte per farli entrare, trattenendo
però il
medimago, per informarlo che se voleva tutti i risultati delle analisi
e degli
esami erano nel suo ufficio. Michael impaziente di conoscerli
salutò
velocemente i tre prima di scappare verso l’ufficio,
promettendo di informarli
al più presto. Trattenendo il fiato, Sirius Remus e Harry
entrarono nella
camera impazienti di vedere Julian, aspettandosi il peggio. Julian
giaceva
compostamente nel letto coperto dalle leggere coperte estive, il bianco
della
federa sembrava fare concorrenza con il pallore della pelle del ragazzo
non
segnata dai lividi e i capelli neri un po’ più
lunghi di come si ricordavano
sparsi sul cuscino gli davano un’area stranamente irreale.
Dal pigiama si
intravedevano le bende che gi fasciavano gran parte dei corpo, visto
che i
medici avevano preferito non somministrargli nessuna pozione, per non
peggiorare la situazione. Era molto dimagrito e il volto scavato pur
avendo un
espressione serena, merito dei tranquillanti trasmetteva una parte del
dolore
che il ragazzo doveva aver provato in quei lunghi mesi.
-Il
mio bambino...-sussurò Sirius avvicinatosi al letto,
spostando con la punta
delle dita la frangia dagli occhi chiusi del ragazzo, fino a
trasformare quel
tocco leggero in una vera a propria carezza, sui morbidi capelli, a cui
Julian
ancora addormentato rispose inclinando la testa in modo da poter
usufruire più
a lungo di quel contatto.- Ora va tutto bene Julian, sei con me al
sicuro...Ti
prometto che non fallirò un’altra volta... ti
proteggerò, costi quel che costi!
La voce del moro si spense nei singhiozzi, che non si capiva se erano
dovuti
alla felicità di riavere lì il figlio oppure
all’amarezza di non averlo saputo
difendere quando era giunto il momento giusto, lasciandolo in balia del
mostro
che lo aveva ridotto in quello stato. Riscuotendosi dal momento di
indecisione
che li aveva colti quando avevano visto le condizioni di Julian, Remus
ed Harry
fecero per affiancare Sirius che si era inginocchiato a terra accanto
al letto
, ma se per il licantropo non ci furono problemi per il moretto fu ben
diverso:
non riuscì ad accostarsi di un passo, che il fratello venne
avvolto da un
oscuro sudario: le Ombre. In un primo tempo i tre non capirono a cosa
fosse
dovuta quell’improvvisa manifestazione di potere, che
diversamente dalle
precedenti apparizioni non era stata provocata da nessun tipo di
provocazione,
ma che sembrava più intenzionale e controllata, creando un
controsenso visto
che Julian era incosciente. Le Ombre infatti non erano partite
all’attacco come
era successo in passato verso un nemico reale o meno, ma si limitavano
ad
agitarsi in un lento movimento intorno al ragazzo addormentato, non
rappresentando
un pericolo neppure per Sirius che era a stretto contatto con la magia
oscuro,
perché aveva ancora una mano appoggiata sui capelli del
figlio e teneva dolcemente
nella sua una mano del ragazzo. Sembravano vegliare sul loro padrone e
quando
Remus fece un passo avanti fu sfiorato da un filo di Ombra, che si
ritrasse
subito dopo. Era evidente che cercavano qualcosa di preciso e che per
tutti gli
altri non sarebbero state un pericolo, ma il problema era capire cosa
volessero!
I tre non giudicavano probabile che si fossero attivate
perché in qualche modo
avevano avvertito la presenza del carnefice di Julian, però
non sapevano quali
altre alternative ci fossero! Era certo che non avevano reagito alla
presenza
dei medici né ai loro esami, altrimenti di quei maghi non
sarebbe rimasto altro
che un guscio vuoto senza vita, nella migliore della ipotesi e neppure
ai due
adulti, che non avevano avuto difficoltà ad avvicinarsi al
moro persino, nel
caso di Sirius, riuscendo a toccarlo. Quindi quali
possibilità restavano?
-Cosa
significa? Perché sono apparse le Ombre?- chiese Harry
confuso come i due
uomini, se non di più.
-Non
lo so...forse ha un incubo!- ipotizzò Sirius poco convinto
di ciò che diceva ,
visto che non c’erano segni sul volto di Julian a confermare
al sua ipotesi.
-Non
credo sia per quello: è troppo tranquillo...-
esclamò Remus andando alla
finestra per controllare se per caso ci fosse qualcuno
all’esterno e successivamente
alla porta ripetendo la stessa operazione.- Non capisco...non
è normale che
facciano così! Non l’avevano mai fatto prima o
sbaglio?- domandò, finita
l’ispezione, il lupo mannaro rivolto ad Harry, che in teoria
era quello che
avrebbe dovuto saperne di più passando molto tempo a
contatto con il ragazzo.
-No,
non è mai successo...forse è solo una specie di
sfogo,perché sono rimaste
impotenti per tanto tempo, mentre Julian ne aveva bisogno.-rispose il
moro con
un’alzata di spalle. Fatto sta che le Ombre non accennavano
neppure alla
lontana di voler sparire. Harry a quel punto desideroso di vedere il
fratello
da più vicino riprese ad avvicinarsi da dove era rimasto
dopo la comparsa delle
Ombre, rinfrancato dal fatto che Remus non era stato colpito. Quanto si
sbagliava ad essere così sicuro che anche con lui avrebbero
reagito allo stesso
modo! Infatti non appena il ragazzo avanzò di due passi una
parte della nebbia
oscura che vorticava attorno al Julian si staccò puntando
decisa su di lui,
solo la prontezza di riflessi del licantropo lo salvò
dall’essere colpito e
quasi sicuramente ucciso. Le Ombre mancando il loro obbiettivo si
ritirarono
fremendo per il fallimento, limitandosi a ribollire intorno ai Black.
-Perché
hanno fatto così solo con me? Cosa ho fatto di sbagliato?-
si lamentò il
ragazzo massaggiandosi la schiena visto che l’intervento di
Remus l’aveva fatto
cadere rovinosamente per terra. I due uomini non sapevano cosa dire, ma
ripercorrendo l’accaduto mentalmente, cominciarono a
sospettare che fin
dall’inizio era stato Harry la causa scatenante della magia
Oscura: infatti non
erano comparse finché Harry e Remus non si erano fatti
avanti, ma siccome il
lupo mannaro era riuscito ad avvicinarsi indenne, l’unica
possibilità rimaste
era che Julian volesse impedire proprio al fratello di stargli accanto,
anche
se non ne comprendevano il motivo.
-Rem,
credo
che sia meglio se tu ed Harry uscite di qui e tornate a casa...
così potrete
informare tutti sulle condizioni di Julian. Saranno preoccupati come
noi, no?
Inoltre se si svegliano e non trovano nessuno cominceranno a pensare il
peggio.-Era un magro tentativo quello di Sirius, ma non voleva
esternare i suo
pensiero ad Harry, che probabilmente non avrebbe sopportato di sapere
che il
fratello aveva come minimo paura di lui e nel peggiore dei csi lo
odiava tanto
da volerlo morto. Remus capì, perché anche lui
aveva pensato le stesse cose,
quindi baciando Julian sulla fronte e dandogli un ultima occhiata come
per
accertarsi che non sparisse nuovamente, prese delicatamente
l’altro ragazzo per
un braccio portandolo con determinazione il più lontano
possibile dalla camera,
senza protesta da parte di Harry, come invece si sarebbe aspettato.
Giunti
nella hall dell’ospedale, il licantropo strinse a se il
figlio e poi facendo
una piccola giravolta si smaterializzò di fronte alla porta
del numero 12 di
Grimmaul Place. Lì Harry lo trattenne un attimo per la
manica impedendogli di
entrare in casa e fissando con i profondi occhi verdi il terreno,
chiese
tristemente:- Ero io quello da cui volevano proteggerlo, vero? E non
mentirmi!-
Remus a vederlo in quello stato sentì una fitta al cuore e
un enorme peso prese
a gravargli sullo stomaco:- Non lo so Harry...ma da quello che abbiamo
visto
sembrava proprio così- La mano che stringeva la
manica di Remus tremò lievemente e il ragazzo
sembrò afflosciarsi sotto
il peso di quella conferma. Perché il fratello agiva in quel
modo? Lo riteneva
davvero responsabile di ciò che aveva subito oppure era per
il modo in cui si
erano lasciati? O ancora peggio Julian lo aveva sempre odiato e ora
incosciente, non avendo più freni inibitori, glielo stava
dimostrando nel
peggiore dei modi? Era difficile e doloroso credere che la persona su
cui più
aveva contato in tutta la sua vita, come si era resto conto in quel
momento,
non avesse altro desiderio che vederlo morto, ma alla luce dei fatti
non
riusciva a trovare nessun’altra valida spiegazione.
-Rem,
perché mi odia?- mormorò. Scosso da singhiozzi
del pianto disperato, buttandosi
tra le braccia dell’uomo, che lo confortò se non a
parole al meno con i gesti.
-Non
preoccuparti, Harry! Vedrai che si tratta di una cosa passeggere e che
non
appena sarà di nuovo sveglio, si sistemerà
tutto...lui non ti odia! Lo sai che
ti vuole bene: sei il suo fratellone dopo tutto, no?-gli
mormorò in un orecchio
accarezzandogli i capelli neri disordinati come al solito. Con quelle
parole
riuscì a calmarlo e finalmente poterono entrare in casa dove
aspettarono
tranquillamente il risveglio di tutta la combriccola.
Nella
stanza di Julian all’ospedale, le peggiori ipotesi di Sirius
avevano trovato
conferma: non appena Harry aveva varcato la porta, le Ombre erano
svanite e
anche il ragazzo si era rilassato, allo stesso modo in cui avrebbe
fatto dopo
aver scampato un pericolo. Non sapeva come spiegarsi
l’accaduto, perché fino al
momento della scomparsa Julian non aveva mai mostrato la minima
ostilità nei
confronti del moretto e non voleva prendere come vere le ultime parole
che i
due si erano scambiati, perché erano solo uno sfogo ed era
sicuro che il figlio
non avesse pensato realmente ciò che aveva detto. Ma allora
cosa era successo
per fargli cambiare idea fino a quel punto in quei due mesi? Fino a
quando
Julian non si fosse svegliato non avrebbe avuto una risposta,
perciò non gli
rimaneva che attendere e sperare che si fosse trattato solo di un
errore.
Julian
dormì profondamente per due interi giorni, non mostrando
alcun segno di vita se
non le Ombre che comparivano puntualmente ogni volta che Harry si
trovava a
pochi metri di distanza, provocando sempre al ragazzo un dolore sordo.
Come
Sirius anche Harry sperava che una volta cosciente il fratello avrebbe
dato una
spiegazione soddisfacente del fenomeno, ma nel frattempo non poteva
fare a mano
di dirsi che meritava quella punizione: Julian, per l’unica
colpa di essergli
stato accanto in tutti quegli anni aveva dovuto affrontare ogni genere
di
pericolo, dai ragni giganti ai Mangiamorte e pur essendosela cavata,
sempre per
il rotto della cuffia tra l’altro, aveva riportato
innumerevoli ferite sia
fisiche che psicologiche, cercando tutte le volte di non fargli pesare
l’accaduto. Si rendeva conto che forse era troppo chiedere a
Julian di passare
sopra anche a quell’ultimo fatto o di non incolparlo,
perciò accettava di non
potergli più stare accanto e già si preparava a
perderlo del tutto.
“Quanto
tempo era passato dall’ultima volta?” si chiedeva
insistentemente Julian
confuso non riuscendo a capire perché ancora non fosse
venuto a svegliarlo per
ricominciare con la tortura giornaliera. Era passato decisamente troppo
tempo,
dall’ultima volta. c’era troppa
tranquillità...anche i soliti insopportabili
dolori che gli attraversavano tutto il corpo da quando era stato
portato lì, erano
ridotti a un pulsare trascurabile.
Inoltre anche il freddo era sparito e sentiva un calore rassicurante ad
avvolgerlo...persino il persistente puzzo di muffa e rifiuti in
putrefazione
era svanito. Come per magia! La stessa a cui gli era stato negato
l’accesso dal
giorno in cui era stato portato via dalla sicurezza della sua
casa..insomma
sicurezza forse era un po’ eccessivo, visto che il suo
carnefice- non trovava
davvero altri modi per definirlo ormai-gli era sempre stato vicino,
persino in
quella casa, senza suscitare il minimo sospetto in nessuno. Forse Remus
e
Sirius erano riusciti a smascherarlo, capendo alla fin che lui non
poteva
essere scappato semplicemente di casa, come invece avevano creduto, da
quanto
gli diceva il suo personalissimo aguzzino- ecco quella era veramente
un’ altra
bella parola per definirlo!- per tutto quel
tempo...Tempo...già...quanto tempo
era passato? Giorni? No, troppo poco. Settimane? Probabile, ma
ugualmente
poco...Mesi?Sì, doveva essere quella la risposta giusta.
Però non riusciva a
capire quanti mesi precisamente...non molti, meno di un anno di sicuro!
L’altro, il carnefice, altrimenti non sarebbe potuto essere
lì: doveva andare a
scuola! Silente si sarebbe insospettito se non fosse stato presente il
primo
giorno, anche se avesse adotto a una buona scusa, Julian era certo che
il
preside avrebbe capito tutto. Forse era per quello che non era ancora
arrivato:
era dovuto tornare a Hogwarts! Ma allora perché
l’aveva lascito vivere? Pensava
che non fosse più un problema? Che non avrebbe detto niente? Che fosse impazzito per le
torture subite?
Non poteva trattarsi di quello: avevano parlato, anche se per poco,
qualche
ora? Giorno?...va beh poco tempo prima, l’ultima volta e
sapeva che non aveva
nessun problema a livello mentale, che ancora aveva tutte le rotelle a
posto e
visto che era un Black comunque difficilmente si sarebbe notata la
differenza!...perfetto stava veramente migliorando se trovava la forza
di fare
battute. Ora che ci pensava era sdraiato su una superficie morbida e
anche la
testa posava su un qualcosa di soffice, aveva persino fame!
C’era decisamente
qualcosa di insolito!
Una
speranza nacque nel cuore del ragazzo: possibile che
l’avessero trovato? Che
l’avessero portato via dalla sua prigione? Decise di
socchiudere gli occhi,
anche se temeva di essersi sognato tutto. Una luce intensa gli
ferì la vista,
costringendolo a richiuderli immediatamente, per poi riaprirli con
più calma,
un po’ per volta. Quando infine vi riuscì vide che
si trovava al centro di una
camera a lui sconosciuta: la luce entrava da un’ampia porta
finestra da cui si
faceva strada anche un dolce profumo di fiori, le pareti erano dipinte
in un
tenue azzurrino, che donava una calma di cui Julian aveva tanto
bisogno, mentre
il soffitto era bianco. Accanto al letto- ecco cos’era la
superficie morbida!-
su cui si trovava c’era una poltrona verde, ma era vuota,
anche se doveva
essere stata occupata fino a poco tempo prima, perché i
cuscini non avevano
ancora ripreso la loro forma originale mostrando l’impronta
di qualcuno. Contro
una parete c’era anche un altro lettino, ma non sembrava
essere stato usato
recentemente. Voltando lentamente la testa per non procurarsi alcun
dolore, Julian vide
una porta di legno chiaro su cui
svettava una cartella simile a quelle che usavano i dottori e una
piccola
finestrella di vetro smerigliato. Di Lui non c’era traccia, e
questo era un
bene, ma purtroppo il fatto di non sapere dove si trovasse lo
inquietava un po’:
i ricordi dei giorni precedenti erano ancora troppo freschi nella sua
mente per
aver già riacquistato il suo coraggio o la sua baldanza. Si
augurava che non
durasse all’infinito quello stato di costante terrore
perché altrimenti non
sarebbe riuscito a sopportarlo! Meglio morire che non riuscire
più a mettere il
naso fuori casa senza che il cuore cominciasse a battere come impazzito
oppure
senza essere costantemente sul chi va là, incapace di
fidarsi di chiunque! Non
gli avrebbe permesso di rovinargli il resto della vita! Mentre arrivava
a
questa conclusione il vetro della porta si oscurò rivelando
la forma e la
maniglia si abbassò, ma la porta non venne aperta. Una voce
irriconoscibile per
via dell’ostacolo prese a parlare, senza che Julian riuscisse
a capire le
parole, un’altra rispose sollevata, quando la prima si
azzittì. Poi ci fu il
silenzio e un uomo entrò di spalle nella camera, ma non ci
fu bisogno che si
voltasse per permettere al ragazzo di riconoscerlo: era suo padre!
Allora era
vero che l’avevano salvato! L’uomo non si accorse
che il figlio era sveglio
fino a quando non si fu seduto sulla poltrona ed ebbe bevuto un sorso
della
bevanda nella tazza, che reggeva in mano. Julian
da parte sua non riusciva a parlare per
avvertirlo tale era la sua felicità.
All’improvviso Sirius dovete capire che
c’era qualcosa di diverso nell’aria,
perché alzò lo sguardo sul viso del
ragazzo, incontrando il suo sguardo azzurro-grigio. Dalla sorpresa e
dall’euforia di vederlo sveglio, Sirius lasciò
andare la tazza, che si infranse
sul pavimento inondandolo con il liquido bollente che conteneva. Ma
l’uomo non
badò al bruciore concentrando tutta l’attenzione
sul viso del figlio, che non
staccava lo sguardo dal suo ancora quasi incredulo di ciò
che vedeva.
-Julian...?-mormorò
sfregandosi sbattendo più volte le palpebre, come a voler
essere sicuro che non
fosse stato tradito dai sensi.
-Papà...-rispose
Julian di rimando, sollevando una mano fino a prendere quella
dell’uomo e
tirandoselo contro debolmente, imitando il gesto che faceva da piccolo
quando
voleva essere abbracciato o preso in braccio. L’uomo, che
comunque non avrebbe
avuto bisogno della richiesta del figlio, capì
immediatamente cosa voleva e si
mise sul letto per poi sollevarlo a sedere e stringerlo a
sé, cullandolo.
Julian piangendo, affondo il viso rigato dalle lacrime nel petto
dell’uomo,
aggrappandosi con tutta la forza che aveva al leggero maglione nero che
indossava, come se avesse avuto paura di vederlo andar via. Anche
Sirius
piangeva, ma a differenza di Julian cercava di trattenere i singhiozzi,
anche
se con scarsi successi. Era triste e felice allo stesso tempo: triste
perché
non aveva saputo impedire l’accaduto e felice
perché il ragazzo aveva
finalmente riaperto gli occhi e stava bene, meglio di quanto avesse
osato
sperare fino a quel giorno.
-Sei
al sicuro adesso... nessuno ti farà più del male!
Non lo permetterò mai più, te
lo prometto, piccolo mio- mormorava sconnessamente Sirius accarezzando
i
capelli e la schiena di Julian, cercando in quel modo di calmare se
stesso e il
figlio.
Angolino dell'autrice:
come avrete notato in questo capitolo la mia vena sadica si
stà cominciando a far sentire...
E ora visto che non l'ho fatto per il primo capitolo
risponderò alle vostre recensioni:
Summers 84( Grazie mile per i tuoi complimenti mi fa molto piacere che
la mia fic ti piaccia!)
Andy14( Grazie tante anche a te!Purtropo i miei aggiornamenti sono
alquanto ballerini...)
Rotavius(Elà quanti fan ha Julian...comunque fossi in te non
lo chiamerei July, diventa molto aggressivo quando qualcuno pronuncia
quel nome^^)
Titania77(Allora per rispondere alle tua domade: sì, Julian
può vedere nel futuro ma ancora non ha il controllo del suo
dono, quindi non può decdere se avere o no una visione.. Per
gli errori grammaticali: io scrivo con Word perciò se non mi
segna errore non ci bado molto cercherò di stare
più attenta! Comunque i Weaslwy non sono tutti da
buttare: Fred e George sono dalla parte dei nostri^^)
WigsHP(Sono cantenta che i parti della mai mente malata piacciano anche
a te^^)
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Una
volta che Julian si
fu calmato del tutto
Sirius, pur controvoglia, si costrinse a fargli la domanda che
più temeva,
perché solo con quelle semplici parole avrebbe potuto
riportare il figlio a
rivivere i dolorosi momenti che si era appena lasciato alle spalle:
-Julian,
sai chi è stato a rapirti?- mormorò quindi
l’uomo fissando negli occhi il
ragazzo, tentando di dare il giusto peso ad ogni sua reazione, cose che
se il
moro avesse voluto sarebbe diventata impossibile. Ma per una volta non
ci fu
bisogno di diventare un esperto psicologo per capire quale sentimento
si fosse
impossessato del cuore di Julian e fu proprio tanta chiarezza a stupire
Sirius:
negli occhi grigi del giovane non si trovava nessuna traccia di paura o dolore, solo un infinito
furore,
apparentemente ultimo tra le reazioni che avrebbe dovuto provare in
quel
momento il Serpeverde.
-Non
sono stato rapito!-sbottò con rabbia Julian ricordando
l’avvenimento che
l’aveva portato a quelle settimane di sofferenza, stupendo
ancor di più Sirius
-Mi ha ingannato, facendo in modo che io lo seguissi di mia spontanea
volontà... deve solo osare farsi rivedere da me per
comprendere a fondo di che
pasta sono fatto e a cosa servono generazioni di pazzi sanguinari alle
spalle!
Lui e quell’altro!-continuò con una perfidia tale
nello sguardo grigio che per
un secondo Sirius temette di avere d fronte a se la sorella Bellatrix.
-Per
favore... Calmati, cucciolo! E dimmi chi è stato ci
penseremo io e gli
Auror a fare
giustizia, non tu!- disse
con estrema convinzione Sirius per cercare di far riemergere il vero
Julian da
quel lago di rabbia e follia in cui stava annegando.
-Dipende
da chi arriva prima!-La tortura come già Harry a suo tempo
aveva affermato non
aveva il potere di annientare la testardaggine di Julian e neppure di
piegarlo
se era per quello.- Comunque se vuoi una risposta e meglio che ti siedi
e ti
metti comodo, perché non ti piacerà quello che
stai per sentire...non piacerà a
nessuno, in verità!-corresse immediatamente il tiro il
ragazzo accorgendosi
dell’ira paterna e rabbonendo Sirius con uno dei suoi
meravigliosi sorrisi,
anche se velato dalla tristezza che aveva preso il posto della rabbia
anche nei
suoi occhi e nella sua voce. Quando Sirius si fu seduto nella poltrona
che
aveva da poco abbandonato, il moretto riprese a parlare puntando lo
sguardo
ostinatamente verso la parete che gli stava di fronte, per non dover
sopportare
il dolor che di li a poco avrebbe sicuramente scorto negli occhi del
padre e
ringraziando il cielo che non fosse presente anche Remus a quel primo
racconto
dei fatti, perché se Sirius ne avrebbe sofferto, Remy non
avrebbe retto,
venendo colto come minimo da un infarto.
-Vedi
quel giorno mi ero svegliato di un umore più nero del mio
nome e non
riuscivo a
sopportare il minimo insulto
se pur fatto con tutta la buona volontà. Infatti come
saprai, non ho risposto
proprio bene ad Harry...beh magari perché avevo una specie
di predizione di che
stronzo, bastardo, psicopatico,malato di mente, pugnalatore alle spalle
e
sadico fosse- All’insolito numero di epiteti scagliati da
Julian contro il
fratello Sirius sbiancò di colpo e credendo di capire da
cosa derivassero,
cercò di calmare il figlio:
-Non
è colpa di Harry ciò che ti è
successo, Julian! E’ la guerra che non guarda in
faccia a nessuno e lo sai! Voldermort ha colpito te per fare del male a
lui
questo te lo concedo, ma ciò non significa che la colpa sia
di tuo fratello...sai
che lui non vorrebbe vederti soffrire!-Ma l’amara risata, che
scaturì dalla ola
del figlio, fece comprendere a Sirius che forse non aveva capito niente
di ciò
che voleva dire con quelle parole. Ed infatti la successiva spiegazione
del
ragazzo confermò le sue supposizioni:
-Una
volta lo credevo anch’io e per questo era pronto a
sacrificarmi per
lui...purtroppo la realtà è ben diversa,
papà! Avrei preferito che mi avesse
rapito Voldermort, tu non sai quanto l’avrei voluto, ma non
è andata così e
forse è meglio perché alla fine mi si sono aperti
gli occhi e ho potuto vedere
che razza di persona malata e profondamente marcia sia Harry
veramente!- parole
sputate con veleno quelle di Julian che fecero gelare il sangue nelle
vene del
padre, ma purtroppo non finirono lì -Già
perché come avrai ormai capito, non è
stato Voldermort a rapirmi ed a torturarmi per tutto questo tempo...non
, non
lui! Ma bensì la persona di cui mi fido, o meglio mi fidavo
di più al modo,
quello che per anni ho definito mio fratello, quello a cui ho voluto
più bene!
E’ stato Harry a ridurmi così, aiutato dal suo
degno compare Weasley!- Se il
pavimento o il modo intero gli fosse crollato addosso Sirius si sarebbe
sentito
meglio in quel momento: non poteva credere alle parole di Julian,che
però
evidentemente ci credeva eccome se ci credeva! Sicuramente il ragazzo
era stato
giocato in qualche modo, qualcuno lo aveva preso in giro prendendo le
sembianze
si Harry mentre lo feriva e lo torturava e quelle di Ron per portarlo
via. Lo
scopo gli sfuggiva in quel momento ma era andata sicuramente
così e doveva
farlo capir anche a Julian che aveva ripreso a piangere
silenziosamente,
coprendosi il volto con le mai e tirandosi le ginocchia contro il
petto. L’uomo
gli andò vicino prendendolo delicatamente, ma con fermezza
per i polsi in modo
da poterlo vedere in volto,
cosa che non fu comunque possibile perché Julian
affondò il viso nella sua
spalla stringendoli il maglione tra le mani di nuovo libere.
-Julian
quello che hai detto è impossibile e lo sai anche tu, nel
profondo...ragiona!
Perché avrebbe dovuto farti una cosa del genere? E poi io lo
visto in questi
giorni era preoccupato, quasi disperato!-Però dulia non era
del suo stesso
avviso :
-Te
lo detto, papà, è psicopatico! Cambia carattere
da un momento all’altro! L’ha
sempre fatto perché ora non vuoi credermi? Ti fidi
più di lui che di me, forse?
Pensi che mi sia fatto da solo tutto questo?- chiese disperato tra le
lacrime,
indicando le bende che avvolgevano ancora gran parte del suo corpo e
anche le
pozioni accanto al letto.
-No,
Julian! Io ti credo sono sicuro che quello che mi stai dicendo per te
è la
verità...ma puoi essere stato ingannato, lo sai meglio di me
che esistono
un’infinità di pozioni per cambiare il proprio
aspetto, o sbaglio?-continuò
imperterrito il padre, cercando al contempo di calmare il figlio e di
convincerlo della realtà dei fatti.
-Le
pozioni cambiano solo l’aspetto, persino la Polisucco non
riesce ad imitare
l’aura magica di un mago e
quelle che ho
sentito io erano di Harry e Weasley!...mi dispiace anche dire che in
quella del
mio adorato carnefice non si notava alcuna alterazione dovuto a
maledizioni
varie come invece ne presentava quella di Ron, che suppongo abbia agito
sotto
Imperius!- Sirius si era completamente dimenticato che essendo un Mago
Oscuro
seppur ancora alle prime armi, Julian aveva una visione molto
più ampia dei
comuni maghi e che perciò riusciva a distinguere le aure,
cosa che nessun altro
mago poteva fare senza un duro e lungo addestramento e che quindi
purtroppo non
c’era modo che potesse essersi sbagliato
sull’identità di chi l’aveva seviziato
per tutto quel tempo... in particolar modo se si trattava di Harry ,
del
fratello che amava tanto.
-Julian,
ne sei sicuro? Del fatto che non esista nulla che possa copiare
l’aura di un
mago e trasferirla su di un altro? Pensaci bene è
importante!-riprovò
l’animagus dopo qualche minuto di riflessione.
-Non
conosco tutte le pozioni del mondo papà...dovresti chiedere
a Piton lui ne sa
molto più di me, ma io sono sicuro di quello che ho sentito,
di quello che ho
visto... anche le cose che mi diceva le conoscevamo per la stragrande
maggioranza solo io ed Harry, perciò non credo di essermi
sbagliato. Mi
dispiace, davvero!- la voce mesta del moretto non lasciava spazio a
dubbio
alcuno, ma di certo non potevano andare al ministero e fare arrestare
il
salvatore del mondo magico e non, il magnifico bambino sopravvissuto e
il
ragazzo lo sapeva bene, non chiedeva questo stranamente.
-Faremo
delle analisi sia ad Harry che a Ron e alle loro
bacchette...-cominciò Sirius
per dare almeno al figlio l’impressione che non avrebbero
messo del tutto a
tacere il fatto.
-Non
usava la sua, papà e Weasley non ne ha avuto bisogno- lo
contraddisse Julian
parlando alla sua spalla, visto che pur avendo smesso di piangere non
si era
minimamente spostato dalla posizione precedente. Imprecando mentalmente, l’uomo si chiese
seriamente quali
provvedimenti poter prendere, quando tutto ad un tratto
l’ormai famigliare e
ribollente nebbia oscura avvolse lui
e
il figlio, che prese a tremare, pigolando:
-Non
lo farai entrare, vero? Rem sì, ma lui non ce lo voglio qua
dentro, altrimenti
non risponderò delle mie azione ora che posso usare i miei
poteri pienamente-
Sirius sospirò pensando che almeno quello poteva
concederglielo al suo bambino,
perciò si alzò e prima che i due ospiti potessero
arrivare alla porta uscì
bloccandoli e raccontando quanto più poteva
dell’accaduto, sorvolando però su
ciò che Julian aveva detto per il bene di tutti.
-PERCHE’
IO NON POSSO ENTRARE?- chiese Harry infastidito, mentre il padre
adottivo lo
fissava come in cerca delle cose che aveva detto Julian, investigando
ancora
più a fondo negli occhi verdi del ragazzo per cercare di
trovarci la pazzia, di
cui non c’era traccia, fortunatamente o sfortunatamente
secondo le
interpretazioni.
-
Julian vuole vedere meno persone possibili in questo momento...e poi
sai quanto
sia vanitoso!Non vorrà farsi vedere in quello sto pietoso da
te!-“ perché tanto
tu sai bene quanto abbia sofferto, vero?” non poté
impedirsi di pensare l’uomo
prima di accorgersene: ma cosa gli prendeva? Harry non era il colpevole!
-Sono
tutte balle! Mi odia per quello che gli è
successo...ammettetelo una buona
volta!-sbottò allora il ragazzo, abbassando gli occhi non
sapendo neppure lui
se sentirsi più ferito od arrabbiato in quel momento. Sirius
invece prese
spunto da quell’uscita per domandare con dolcezza che in
realtà nascondeva ben
altro.
-Come
mai dovrebbe odiare te per quello che gli è successo? Non
sei sto mica tu a
fargli del male, no?- Remus che aveva notato lo strano comportamento
del
compagno li lanciò un occhiata interrogativa non indagando
però anche a parole
una volta colto un gesto rassicurante da parte di Sirius.
-Perché
se io non lo conoscessi lui non sarebbe di certo nelle mire dei
Mangiamorte, o
meglio ci sarebbe, ma come membro onorario visto e considerato che
appartiene
ad una delle famiglie più purosangue della storia. Quindi
è colpa mia se la sua
vita è uno schifo e tutti gli anni deve vedersela con quanto
di peggio esiste
al mondo!Perciò mi odia anche se io materialmente parlando
non li faccio
niente...e questa è solo una delle tante
motivazioni!-mormorò Harry con molto
meno astio e un’infinita tristezza negli occhi verdi. Intanto
Sirius si
domandava cosa avesse
fatto di male
nella sua vita per meritarsi due figli simili? Uno che prendeva sulle
sue
spalle tutto il dolore e l’altro...beh Julian era
semplicemente Julian!
-Gli
passerà Harry! Ma per ora lascialo fare, conosci tuo
fratello quando si fissa,
no?-gli sussurò con un piccolo sorriso, che fu subito
ricambiato da Harry,
consolato dalle parole del padre adottivo e dal sorriso
dell’altro. Rassicurato
leggermente anche Remus che pur sapeva che ci doveva essere
qualcos’altro
sotto, lasciò nel corridoio i due per andare a trovare anche
Julian, che non
appena lo vide gli saltò addosso dal letto, rischiando
seriamente di far cadere
entrambi per terra. Dopo poco entrò anche Sirius ed una
volta spiegato
brevemente il perché dell’allontanamento di Harry,
ritornarono all’argomento
che più premeva ai due adulti, cioè come Julian
fosse stato portato fuori dalla
casa che a regola avrebbe dovuto essere a prova i intrusione e
introvabile per
chiunque non facesse parte dell’Ordine .Certo su Julian aveva
ragione quelle
protezione era valse a ben poco visto e considerato ce erano stati
proprio due
membri ad aggredirlo, perciò senza attendere oltre, il
licantropo con la sua
dolce voce gli chiese:
-Julian
hai voglia di raccontarci come è andata?-Il ragazzo che fino
a quel momento
stava sorridendo più sereno, pendendosi tutte le coccole che
Remus gli elargiva,
si incupì, ma annuendo iniziò a parlare, non
volendo nascondere nulla ai
genitori, anche perché in effetti non ce n’era
motivo:
-Dopo
la mia uscita con Harry - Come ormai era diventato abituale il nome del
ragazzo
fu sputato fuori con quanto più disgusto e odio potesse
imprimerci- sono andato
in camera mia a cambiarmi perché volevo uscire a schiarirmi
le idee, ho usato
la magia quindi non mi ci sono voluti più di pochi secondi.
Poi sono sceso
dalle scale ma sul pianerottolo ho incontrato Weasley che mi ha
proposto una
tregua incondizionata. Io ho accettato ritenendolo un comportamento da
perfetto
Grifondoro, perciò per cementare l’accordo gli ho
proposto di fare una passeggiata
con me...sono stato un perfetto idiota: mi era già accorto
che c’era qualcosa
che non andava in lui, ma non ho dato il giusto peso alla situazione
perché ero
ancora troppo arrabbiato con Harry e inoltre mi sentivo in colpa con
lui per
come l’ho trattato, quindi volevo solo distrarmi, un
po’ per poi tornare a
pagare le conseguenze delle mie azioni e spiegare a voi in qualche modo
anche
perché avevo agito così. Però non
l’ho potuto fare...mi dispiace!-
“Ah!
Ma allora e’ vero che le Cruciatus facevano male al
cervello!”pensò Sirius
prima di sbottare forse un po’ troppo brusco:-Ma non dire
scemenze! Non mi
sembra proprio il caso d sentirsi ancora in colpa per quello,
July!perciò
mettici una pietra sopra e falla finita!- Insomma un chiaro esempio di
buone
maniere alla Black, ma che sortì comunque il suo effetto
dato che Julian, dopo
aver fatto un piccolo sorriso, riprese a parlare:
-Stavo
dicendo che sono andato con Weasley e per un po’ è
andato tutto
bene...veramente era un po’ inquieto per usare un eufemismo,
ma ho dato la
colpa al fato che mi ero scordato in camera la bacchetta...cosa tra
l’altro
poco probabile perché in ogni caso avrei saputo difendermi.
Comunque camminando
camminando siamo giunti al parco e lì ci siamo seduti su di
una panchina, che
forse per puro miracolo ci ha retti tutti e due- Remus al commento
tirò un
sospiro di sollievo: se Julian aveva ancora tanta voglia di criticare
in tono
tipicamente Serpeverde, non doveva stare proprio tanto male,no? Almeno
che non
fingesse per rassicurarli...-Abbiamo parlato per qualche minuto e la
mia ansia
cresceva: avevo come un migliaio di voci in testa che mi dicevano di
andarmene
da l’ più in fretta possibile, come era successo
allo stadio l’anno scorso,
alla finale della coppa del mondo, ma non capivo cosa volessero!
Perciò le ho
messe a tacere : ventesimo errore della giornata! Facevo meglio a
starmene in
laboratorio, almeno avrei potuto tenere sotto controllo tutti i miei
possibili
errori...Tornando all’argomento di cui stiamo parlando,
all’improvviso ho
sentito un rumore dietro di me, ma non ho fatto in tempo a girarmi che
qualcosa
mi ha colpito alla testa ed io sono svenuto. Quando mi sono risvegliato
era
nella cantina o quello che era dove ho passato gli ultimi
mesi...?...legato ad
una parete con Harry sghignazzante davanti a me, che mi ha gentilmente
spiegato
di aver confinato tutti i miei poteri magici attivi. E poi il resto
credo lo
abbiate intuito da solo...sinceramente non so come io abbia fatto a
fuggire da
lì, fino a prima pensavo che mi aveste trovato voi, ma se
non è così non so che
dirvi...magari è rinsavito e mi ha lasciato andare sperando
che il mio cervello
fosse andato a farsi benedire- concluse il ragazzo con
un’espressione di
clinica riflessione. Neppure i due uomini sapeva cosa dire
perciò cambiarono
discorso limitandosi ad aggiornare Julian su tutto ciò che
era successo in sua
assenza. L’ora di visita passò velocemente e
un’infermiera acida come lo yogurt
, venne fin troppo presto a cacciare Remus, che avrebbe fatto di tutto
pur di
rimanere un altro po’ con il suo adorato figlioccio,
perciò fu con una faccia
da cane bastonato che uscì dalla stanza. A quel punto Julian
impietosito lanciò
uno sguardo al padre e con estrema grazia gli fece capire, che siccome
lui
stava perfettamente bene, poteva anche ritornare a casa lasciandolo
solo per
quella notte ed andare a consolare il povero licantropo, aggiornando
anche gli
altri. A nulla valsero le proteste dell’uomo,
perché alla fine il moretto
l’ebbe vinta e l’animagus fu praticamente buttato
fuori a calci dalla camera. Al
ragazzo diversamente da come tutti sembravano pensare non dispiaceva
più di
tanto doversene stare
da solo, anche se
di notte, perché sapeva che in un certo senso ormai il
peggio era passato e per
quanto il suo medico non fosse altrettanto certo di questa sua
sicurezza,
pensando che lui si dovesse per forza comportare come tutti quelli che
avevano
vissuto un’esperienza simile, lui stava bene...per davvero.
Inoltre ormai aveva
capito a sue spese che qualunque cosa gli dicesse la sua personalissima
voce
interiore era meglio starla a sentire per quanto assurdo fosse il suo
monito o
inappropriato al momento che stava vivendo. Per il resto stava
magnificamente e
quindi scontato magari qualche incubo era certo di poter passare una
notte e
anche tutte quelle a venire senza il padre a vegliare su di lui, come
quando in
un imprecisato momento della sua infanzia le visioni avevano preso a
infestargli le notti con immagini raccapriccianti di morte e
guerra...quale
guerra poi non lo aveva mai capito e neppure intendeva indagare al
momento! Non
vedeva l’ora di poter essere abbastanza potente da acquisirne
il controllo, di
quelle maledette visioni, come sua madre! Per un certo periodo aveva
sperato
che frequentare Divinazione potesse aiutarlo, ma si era sbagliato del
tutto,
contando che la Cooman era messa peggio di lui in quanto neanche si
ricordava
le sue profezie...che mondo di scoppiati era il suo!
Arrivata
l’ora di pranzo decise di raggiungere gli altri ricoverati in
sala mensa e lì
trovo una gradita sorpresa ad attenderlo: Cedric Diggory, che da bravo
Tassorosso aveva deciso di darsi alla medicina ed ora stava seguendo un
corso,
facendo nel tempo libero il volontario all’ospedale...certa
gente era proprio
votata al martirio!
-Guarda
un po chi si vede! Che ci fai qui Julian? Sei per caso venuto a dirmi
che devo
morire un’altra volta?-lo accolse il ragazzo più
grande con un sorriso gioioso.
L’anno prima Julian aveva avuto, prima dell’ultima
prova del torneo Tre Maghi,
una visione, che gli aveva mostrato la morte di Cedric...e per quanto
non
potesse sopportare il ragazzo all’epoca aveva deciso comunque
di salvarlo,
anche se non in un modo troppo consono forse.
-No,
sta tranquillo! Vivrai per sempre felice, contento e senza gambe
rotte!-gli rispose
con un sorriso furbo, ricordandosi come di preciso l’aveva
salvato.
-Dovrò
fidarmi di una serpe della tua risma?...Mah! L’ultima volta
avevi ragione
perciò ti darò retta anche questa
volta...comunque non hai risposto cosa ci fai
qui?-Certo che on e ne faceva scappare una quello! E lui che sperava di
averlo
portato fuori strada.
-Secondo
te?! Come potrai notare del mio splendido pigiamino
all’ultima moda e dalla mia
cera che non è proprio delle migliori, sono qui
perché non mi sono sentito
troppo bene ultimamente, quindi sono stato ricoverato- lo
accontentò Julian
mantenendosi, però, sul vago: Harry era pur sempre visto
come un eroe nel mondo
magico e anche se ultimamente la sua reputazione non era delle migliore
era pur
sempre meglio evitare di dire in giro che era diventato un pazzo
psicopatico,
no?
-Oh!
Mi dispiace davvero, Julian...spero che ora tu ti senta meglio!
Comunque cosa
ti posso portare da mangiare?-riprese Cedric con il suo solito sorriso.
-Qualunque
cosa si possa mangiare..oggi non mi va proprio di fare lo schizzinoso.
In ogni
caso perché me lo porti tu il mangiare?Pensavo volessi fare
il medico non il
cameriere- lo prese in giro con un ghignetto ironico, Julian.
-Noi
volontari facciamo questo ed altro, Black! E per di più tu
mi hai pur sempre
salvato la vita, no?- A quel commento del tutto inaspettato il moro
arrossì
lievemente: non si aspettava mica eterna gratitudine per una cosa
simile!
-Figurati!
Chiunque l’avrebbe fatto! Non solo io, quindi occupati di chi
ha davvero bisogno
del tuo aiuto. Posso fare da solo, anche se ti ringrazio per la
premura.-
L’altro a quell’uscita rimase basito: era raro
vedere quel lato di Julian! Per
una serpe come lui doveva essere difficile non farsi servire e
riverire,
lasciando quel privilegio a chi ne aveva davvero bisogno. E le cose
stupefacenti non erano finite lì per quella sera: infatti
Julian, accorgendosi
che, pur avendo tutta la buona volontà dalla loro, i
volontari non riuscivano a
stare dietro a tutti coloro, che ne avevano bisogno, prese ad aiutare
diverse
persone, in particolare un vecchio scorbutico, come se fosse la cosa
più
naturale del mondo per lui. Alla fine però, rapito da
quell’insolito compito
finì col non riuscire a mangiare a sua volta, facendo
scoppiare a ridere
Cedric, quando lo ammise rosso dall’imbarazzo.
-Dai
seguimi..troveremo qualcosa in cucina, penso!-gli disse
perciò il ragazzo,
prendendolo delicatamente per una spalla avendo intravisto le bende-
certo che
se davvero strano, Julian: on si direbbe da come ti comporti a scuola
che tu
possa fare cose simili..scusa se te lo dico ma sei un po’
bastardo a Hogwarts,
per minimizzare.-
-Quella
è per l’appunto la scuola, questa è la
vita vera, Cedric...Non penserai sul
serio che io pensi di comportarmi come a Hogwarts per sempre, no?...Mi
rendo
conto che andando avanti in quel modo non farò molta strada,
o meglio non la
farò nel modo in cui desidero. E ora cerca di non vedere
nelle mie parole l’istinto
da crocerossina, per favore!- sbottò infine irritato dallo
sguardo che il tasso
gli stava rivolgendo, pieno di ammirazione.
-No,
no figurati! Con il carattere che ti ritrovi, poveri i tuoi
pazienti!-Dopo
quella frase arrivarono in cucina e consumarono in silenzio il loro
pasto, che
purtroppo consisteva solo in un mero panino ripieno con fette di
tacchino
arrosto e pomodoro. Una volta finito, Cedric decise di accompagnare
Julian in
camera, quindi si ritrovarono a discutere del più e del
meno, abbandonando
definitivamente i discorsi impegnati con cui si erano intrattenuti,
prima di
mangiare. Ma una volta sulla porta, l’ex-Tassororsso
bloccò Julian e abbassando
lo sguardo disse tutto serio:
-So
che tu non vuoi sentire ringraziamenti per quello che è
successo al torneo, ma
io non posso fare a meno di ringraziarti ancora una volta, anche se
rischio di
finire sulla tua linea di fuoco. Tu davvero non ti rendi conto di
quanto ti
sono grato per il
tuo gesto, per avermi permesso
di continuare la mia strada, per avermi permesso di poter un giorno
realizzare
i miei sogni, perciò vorrei che tu mi dessi la
possibilità di sdebitarmi in
qualche modo anche se so che qualunque cosa io faccia non
potrò mai ripagare il
mi debito.- Julian rispose a tutto il discorso con un sonoro sbuffo ed
un’occhiataccia,
prima di dare l’ambita risposta a Cedric:
-Ascoltami
bene perché non te lo ripeterò un’atra
volta in maniera civile! Tu non devi
fare assolutamente nulla per sdebitarti per quanto mi riguarda...ma se
proprio
ci tieni tanto: continua a vivere la tua vita e diventa
un buon medico, anzi un ottimo medico!
Facendo così restituirai il favore che o ho fato a te a
centinaia di altre
persone e ti assicuro che mi basterà.-Un discorso
decisamente troppo serio per
Julian che si sentì in dovere di sdrammatizzare un
po’ quello che aveva detto
aggiungendo con un sorrisetto furbo:- Inoltre sarò sempre
disponibile quando
vorrai farti rompere una gamba, pietrificare, imbavagliare legare come
un
salame, strappare qualche ciuffo di capelli e chiudere in un polveroso
sgabuzzino.-Infatti aveva salvato in quel modo molto poco ortodosso
Cedric,
visto che il ragazzo non voleva credergli per quanto riguardava la
visione, prende
dolo solo come un pretesto per favorire Harry.
-Sì...ti
chiamerò di sicuro! Anche se ancora non ho capito
perché mi hai rotto la gamba.
A che ti è servito, dico io?-Finalmente il ragazzo
più grande aveva capito che
Julian non intendeva rivangare il passato troppo a lungo e inoltre si
era
commosso per le sue parole, quindi per non darlo troppo a vedere aveva
preferito stare al suo gioco e mettere in tutto in chiave ironica.
-Ma
come non l’hai capito? Era così chiaro! Infatti se
qualcuno ti avesse trovato
non avresti comunque partecipato alla prova, semplice
no?-spiegò Julian con la
stessa espressione di chi spiega qualcosa di elementare ad un bambino
di cinque
anni un po’ tardo.
-Elementare,
direi!...Comunque ora ti devo salutare: devo tornare a studiare,
altrimenti
domani l’esame non lo passò neppure se scende a
darmi suggerimenti Merlino in
persona! Buonanotte...serpe!-Detto ciò Diggory, si
affrettò ad andarsene
salutato da Julian che non se l’era affatto presa. Ora che ci pensava forse
aveva davvero un po’
esagerato con il ragazzo l’anno precedente, anche
perché nel luogo in cui l’aveva
rinchiuso nel caso le cose per lui fossero andata male non
l’avrebbero
ritrovato per almeno mille anni. Poveretto! Ma era stato tutto per il
suo bene,
anche il fatto che aveva preso il suo posto al Torneo grazie alla
pozione Polisucco,
finendo consapevolmente in braccio allo zio Tom e compagni...Certo che
di stronzate
ne aveva fatte in vita sua! E belle grandi anche...Pace: ormai era
tutta acqua
passata!
Con
lo stesso identico sorriso che aveva quando aveva salutato Cedric,
entrò nella
sua stanza, dirigendosi a grandi passi verso il balcone,
poiché non aveva sonno
ed era tutto il giorno che voleva sapere dove portava quella finestra
sapendo
che l’ospedale era sotterraneo come la maggioranza degli
edifici magici così
imponenti. Non si accorse che la poltrona verde era già
occupata e non proprio
dalla persona che più avrebbe voluto vedere in quel momento
se non quando quest’ultima
parlò facendolo sobbalzare dallo spavento:
-Buonasera,
Julian, pensavo non saresti tornato per oggi!-Era una voce glaciale
capace di
far gelare il sangue nelle vene ad ogni mago con un minimo di istinto
di
conservazione, in particolare se disarmato, ma il ragazzo sapeva di non
essere
in pericolo perché altrimenti non sarebbe stato
già più in vita o almeno il suo
sesto senso l’avrebbe messo in allerta.
-E
tu cosa ci fai qui?-Davanti agli occhi di un esterrefatto Julian
c’era in tutto
il suo oscuro splendore Voldermort.
Angolino
dell’autrice:
Ed
ecco a voi un altro capitolo! Posso considerarlo un record per la
velocità di
aggiornamento, più o meno^^
Ringrazio
tutti quelli che leggono e in particolare WingsHP, che a recensito (
Visto
Voldermort non centrava sul serio :P)
Ora
vi saluto e vi lancio un ultimo appello: per favore un commentino anche
solo
per dirmi di tagliarmi le mani e smettere di scrivere lasciatemelo, mi
farebbe
davvero piacere.
Ciao
e alla prossima^^
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
Voldermort
prese a ridere per la reazione di Julian solitamente almeno durante i
loro brevi incontri
tanto composto e freddo.
-Non
sei contento di vedermi, Julian?-ribattè quindi al posto di
rispondere, felice
che il ragazzo non avesse già messo in allarme tutto
l’edificio e che inoltre
non sembrasse avere intenzioni belligeranti.
-Da
morire!Perché non si vede?-rispose l’altro non
poco seccato da quella presa in
giro bella e buona- In ogni caso cosa vuoi da me, ancora?
L’anno scolastico non
è ancora neppure cominciato, se non te ne sei reso conto,
perciò sei in vistoso
anticipo, caro il mio Lord!- Come suonava bene quella parola
pronunciata dal
ragazzo, aveva un tono tutto particolare, una forza diversa, che ogni
volta gli
faceva saltare un battito.
-Mi
mancavi troppo per attendere un’altra delle mie scaramucce
con Potter...spero
non ti dispiaccia!-esclamò il Signore Oscuro a
metà fra il serio e il faccetto,
con un sorriso seducente sulle labbra e i profondi occhi neri puntati
in quelli
sorpresi di Julian, che rise brevemente per quelle parole.
-Figurati!
La mia porta è sempre aperta per te...magari sarebbe buona
educazione avvertire
prima di venire a trovarmi, almeno mi preparo per riceverti con tutto
l’onore
che merita una persona della tua importanza.- In quel momento
Voldermort si
chiese quanta verità ci fosse in quella frase o se Julian lo
stesse prendendo
semplicemente in giro: molte volte aveva provato a leggere i sentimenti
del
ragazzo ma senza alcun risultato fin dal loro primo incontro, quando
era ancora
un bambino. Quello si che era un avversario degno di questo nome, non
Potter!
Da lui si che avrebbe accettato le ripetute sconfitte! Anche
perché aveva un
certo stile nel ricordargliele, che non guastava affatto...in
realtà aveva
stile in tutto quello che faceva, non solo in quello! Per questo motivo
il
ragazzo doveva essere suo e in tutti i sensi possibili.
-La
prossima volta non mancherò, stanne certo! Per te questo ed
altro.- Una nuova
bassa risata scaturì dalla gola del purosangue, che con un
sorriso ironico
commentò:
-Sembrano
tanto le parole di un corteggiatore, sai? Chissà come ci
rimarrebbe male Harry
se ti sentisse parlare così: ormai eravamo giunti a
conclusione che fosse lui
la luce dei tuoi giorni! Certo anche Severus non farebbe propriamente i
salti
di gioia...-concluse pensieroso prima di voltarsi a guardare il piccolo
giardino su cui si affacciava la sua camera. Il Lord per un
po’ non fiatò
colpito ed affondato dall’illazione di quella piccola
meravigliosa serpe che
gli dava tanto sfacciatamente le spalle, quasi come se stesse parlando
ad un
suo compagno...ora che ci pensava aveva anche abbandonato
l’uso del “voi”, che
usava nei loro precedenti incontri, preferendo quello del
“tu” : che avesse
capito cosa l’aveva spinto ad andare da lui quella sera,
oppure era solo un
modo per tentare di metterlo in difficoltà e bearsi della
sua figuraccia? Decise
che Julian aveva semplicemente voglia
di giocare, ma che comunque trovava strano tutto
quell’improvviso desiderio nei
suoi confronti e
perciò cercasse di
capire a cosa fosse dovuto. Magari avere un aspetto più
giovanile non aveva
fatto altro che farlo apparire meno spaventoso e più alla
mano e quindi il
ragazzo agiva di conseguenza senza accorgersene realmente,
perché loro erano,
purtroppo, nemici e una visita del signore oscuro, per quanto non
mostrasse
apparentemente cattive intenzione, non era comunque da prendere alla
leggera:
ci voleva tanto poco per fargli cambiare idea!
-Io
esco fuori, ti converrebbe seguirmi: nel caso qualcuno entrasse,
eviteresti
inutili morti.-mormorò all’improvviso, Julian
prima di aprire la finestra e
uscire sul balconcino, prima di scendere i tre scalini che lo
separavano dal
giardino . Cos’era quello un invito? Black aveva proprio
deciso di mandarlo
fuori di testa quel giorno! In ogni caso lo seguì e non di
mala voglia: aveva
ragione a dire che fuori sarebbero stati più tranquilli. Ad
un certo punto del
tragitto fu attirato da un bagliore causato dalla luce lunare
proveniente
dall’esterno sul un lucido bastoncino di legno , ovvero la
bacchetta di Julian,
posata con non curanza sul comodino, accanto al letto. Non aveva
nemmeno
tentato di recuperarla, pur avendo a che fare con lui...strano ragazzo
davvero
il suo Julian. Deviando un attimo il percorso passò accanto
al comodino e la
prese, poi uscì e lo raggiunse davanti al laghetto, dove
Julian si era
accucciato per osservare da vicino le ninfee che erano sbocciate al suo
interno. Quando fu abbastanza vicino da non dover alzare la voce gli
domandò:
-Ti
interessano i fiori, Julian?-Il diretto interessato si
rialzò in piedi,
scuotendo la testa.
-Solo
se servono per qualche pozione, altrimenti non so che farmene dei
fiori!-Era
una mezza verità: infatti al ragazzo i fiori piacevano
molto, grazie all’amore
per la botanica trasmessogli dalla madre, quando era piccolo e
tutt’ora, se non
era troppo impegnata con qualche nuovo fidanzato o spasimante.
-Capisco...e
questi allora?-continuò imperterrito l’Oscuro
cercando di capire di più quel
labirinto di Dedalo formato persona, ora che ne aveva la
possibilità.
-Sono
le Ninfee della notte. Servono per preparare un potente veleno,
perciò mi
sembrava strano vederle qui alla portata di tutti contando che ne
è proibito il
commercio...volevo essere sicuro di non aver preso un granchio.-gli
rispose
caustico, sedendosi su di una panchina. Per poi chiedere- Posso sapere
cosa ci
fai con la mia bacchetta in mano?-
-Nulla
di particolare: volevo solo vederla. Di che materiale è
fatta? Non ne ho mai
viste così...-ammise con una certa difficoltà
Voldermort.
-E’
solo del semplice ebano...un po’ strana te lo concedo ma
è l’unico legno che
per ora sopporta il mio potere. Suppongo che andrebbe bene anche il
sambuco
perché ha un’ottima resistenza alla magia,
però Olivander dice che è meglio
quella.-spiegò porgendo la mano , facendo capire allo zio
Tom, come lo definiva
nella sua mente che la rivoleva indietro.
-E
dentro cosa c’è?- domandò ancora
curioso passando le dita affusolate sui
rilievi della bacchetta, ammirato.
-Cervello
di mago oscuro antipatico affumicato!- sbottò infastidito
Julian, che ad
un’alzata di sopraciglia della’altro si corresse:-
Praticamente di tutto...ho
un’anima complessa io!- Ridere a quella scocciata ammissione
era d’obbligo per
Tom.
-Povero
caro!Ma non essere comuni non è necessariamente un male,
sai?In ogni caso voglio
una risposta seria...-
-E
tu cosa mi dai in cambio?-Ma che razza di faccia di bronzo aveva quel
ragazzo
per arrivare a chiedergli qualcosa in cambio? E senza un briciolo di
paura fra
l’altro! L’Oscuro Signore si sentiva tanto un
bimbetto in compagnia di Julian,
comunque il ragazzo l’aveva tanto favorevolmente colpito
anche per quello,
quindi non gli restava che accontentarlo in qualche modo.
-Ti
dico perché sono qui, va bene come accordo?- Il sorriso
soddisfatto di Julian
valse più di mille parole. In realtà anche
quest’ultimo si chiedeva cosa gli
prendesse quella sera per chiacchierare in assoluta
tranquillità con quello che
a regola doveva essere il suo peggior nemico...forse era solo
perché in fondo
ora che aveva un corpo normale lo trovava affascinante? O
perché si divertiva
semplicemente a giocare con il fuoco? Probabilmente centrava qualcosa
anche il
fatto che per i due mesi precedenti era stato torturato da quello che
considerava un fratello e, che non solo non sarebbe stato punito, ma
molto
probabilmente neppure interrogato perché ritenuto
sicuramente innocente come un
agnellino. Quindi dal suo punto di vista Voldermort in quel momento non
era
tanto peggio, anche perché l’uomo personalmente
non gli aveva fatto mai del
male, erano sempre stai i suoi sottoposti a divertirsi con lui, anche
alla
finale del torneo.
-C’è
un crine di Therstral e uno di Unicorno...e un pelo di Lupo Mannaro.
Dall’unione di questi ingredienti ne salta fuori una
bacchetta piuttosto
umorale e lunatica, ma sicuramente potente. Contento?- disse Julian un po’
imbarazzato sempre cercando di
recuperare la sua amata bacchetta.
-Certo
che sei un bel tipino per aver una bacchetta simile...Ora suppongo
tocchi a me
parlare, no?- Aveva fatto davvero un ottima scelta! Julian sarebbe
stato perfetto
come compagno, se solo avesse accettato...
-Se
non vuoi chiamare qualcun altro...direi di sì! Comunque
almeno potevi
ringraziarmi per l’ottimo lavoro che ho fatto per te: sei
molto meglio di
quando sei rinato adesso!- Stravolto Voldermort si girò di
scatto a guardare
con tanto d’occhi il ragazzo, che approfittò del
suo momentaneo smarrimento per
rientrare in possesso della bacchetta.
-Tu
non dovresti ricordarlo! Piton mi aveva assicurato...-Ma subito la
sfuriata del
Lord fu interrotta dal ragazzo, che non voleva mettere in eccessivo
pericolo
l’incolumità del suo professore preferito per
così poco.
-Piton
è un mezzosangue, io no! Sono più potente di lui
come mago oscuro anche se sono
giovane...per ora mi batte solo in esperienza...e poi sei tu quello che
sostiene la superiorità dei purosangue!-sbuffò
infine con finto sdegno, facendo
sorridere Tom.
-Hai
ragione non ci avevo pensato...comunque ritornando a noi sono qui per
proporti
un patto...-inizio l’uomo con aria cospiratoria.
-Perché
ho come l’impressione di non voler sapere
altro?-domandò innocentemente Julian
appoggiandosi meglio allo schienale della panchina e rovesciando la
testa in
modo da poter guardare senza problemi lo stupendo cielo stellato, che
si
estendeva sul giardino. Però, non si accorse che dal pigiama
slacciato si
intravedevano, nella nuova posizione, perfettamente le bende, prima
nascoste
alla ben e meglio. Quella vista fece sussultare il Signore Oscuro, che
non si
era perso nessuno dei provocanti, quanto non voluti per una volta,
movimenti
del giovane. Non era riuscito a capire perché Julian fosse
finito all’ospedale
e neppure le sue numerose spie avevano trovato nulla al riguardo, come
se in
realtà non fosse successo nulla di spiacevole al moretto, ma
quelle bende
bianche, macchiate in alcuni punti di un rosso scuro tendente al
marrone non
significavano sicuramente nulla di buono. Appuntandosi mentalmente di
chiederglielo in un secondo momento Tom decise di formulare finalmente
la causa
di quell’incontro.
-Sono
qui perché ti considero un grande mago, per quanto ancora
immaturo. Hai delle
grandi potenzialità che andranno sprecate se continuerai a
stare dalla parte di
Potter...-
-Non
sto dalla parte di Potter!...Sto dalla parte di chi preferisce la
libertà al
piegarsi davanti al primo venuto, dalla parte di coloro che ancora
riconoscono
la dignità del loro sangue e non hanno intenzione di
barattarla con le loro
vite, sto dalla part di coloro che non hanno nessuna intenzione di
ridurre in
schiavitù tutte la creature e i maghi che non possono
vantare generazioni di
maghi e streghe alle loro spalle...e questo che non mi piace per niente
del tuo
modo di fare e che
sinceramente non ho
voglia di capire ora come ora.- L’intero discorso era stato
pronunciato da
Julian con una calma glaciale, senza nessun cambiamento di intonazione
o
posizione, senza neppure aprire gli occhi. E ciò non fece
altro che aumentare
la stima di Tom nei suoi confronti: pur essendo tanto giovane, aveva le
idee
ben chiare ed ora capiva perché i suoi Mangiamorte, o almeno
coloro tra essi,
che conoscevano meglio il più giovane dei Black gli avevano
sconsigliato di
provare a tirarlo dalla sua parte . Ma non per questo aveva intenzione
di
desistere.
-Grazie
per la gentile definizione di primo venuto che mi hai dato...me lo
ricorderò!
Comunque noto con piacere che non hai contraddetto le mie parole: sai
anche tu
che le tue potenzialità andranno sprecate se a vincere
dovesse essere Potter!
Quindi io sono qui per offrirti un futuro in cui non dovrai nasconderle
ma
usarle a tuo piacimento. Seguimi e sarà possibile, Julian!-
Il ragazzo scosse
la testa, poi con aria scocciata si costrinse a rispondere civilmente.
-Quale
parte di ciò che ho detto prima non ti entra in testa? Ho
detto che non ho
nessuna intenzione di piegarmi di fronte a nessuno, te compreso! Questo
significa che la carriera del mangiamorte non fa per me: io non mi
abbasserò
mai a comportarmi come un elfo domestico! Se non hai capito ti faccio
un
disegnino.- Male, molto male! Julian stava rapidamente perdendo la
pazienza e
il signore oscuro non aveva nessuna intenzione di perdere
quell’opportunità di
parlare da pari a pari con lui: infatti se si fosse lasciato scappare
quell’occasione avrebbe dovuto come minimo rapirlo per
parlarci di nuovo e in
ogni caso di fronte ai suoi sottoposti non avrebbe potuto permettersi
il lusso
di mostrarsi accondiscendente.
-Io
non ti sto proponendo di diventare un mangiamorte, né di
prendere il
marchio...voglio che tu ti schieri al mio fianco da pari, come signore
del
nuovo mondo che creerò, possibilmente anche grazie al tuo
aiuto. Sono stufo di
questa guerra...come tutti.-gli spiegò quindi con pazienza
cercando di fargli
capire cosa avesse in mente di preciso. Il ragazzo a quelle parole
tirò su la
testa di scatto guardandolo con gli occhi spalancati : o aveva seri
problemi di
udito oppure aveva appena sentito Voldermort proporgli
un’alleanza. Il
poveretto stava cominciando a perdere davvero colpi se si riduceva
addirittura
a chiedere qualcosa ad altri, ma comunque non poteva dire che non fosse
seducente
come proposta: se avesse continuato a servire Silente non avrebbe mai
potuto sfruttare i
suoi poteri, d’altra
parte se si schierava dalla parte del Lord, la Morte non lo avrebbe
più
abbandonato macchiandogli permanentemente l’anima e la mani
di un rosso cupo.
Non voleva essere il complice di colui che avrebbe reso schiavi i
mezzosangue e
i Babbani ma in quel momento non voleva neppure aiutare Harry a vincere
e
sopravvivere...provava ancora troppo odio nei suoi confronti e
sospettava che
mai quell’odio se ne sarebbe andato.
-Posso
pensarci o vuoi una risposta immediata?- Tom quasi si mise a saltare
dalla
gioia: Julian non aveva rifiutato! Se voleva pensarci significava che
poteva
anche rispondergli positivamente, che c’era una speranza!
-Puoi
prendere tutto il tempo che ti serve, Julian...basta che tu non
impieghi secoli
a decidere.-Il signore oscuro avrebbe voluto dirgli tante cose ancora
ma
sospettava che se avesse forzato troppo la mano il ragazzo poi non lo
avrebbe
più ascoltato. Perciò penso fosse meglio cambiare
discorso -Come mai sei
qui?...-
Un
sorriso amaro spunto sul volto del purosangue e anche il suo tono prese
la
stessa sfumatura, quando rispose.
-Nulla
ho solo passato gli ultimi due mesi a cercare di non impazzire o
morire..tu non
ne sai niente, vero?-Questa volta tocco a Tom strabuzzare gli occhi:
chi aveva
osato fare del male al suo Julian?
-Certo
che non ne so niente...altrimenti non te l’avrei chiesto, no?
Non sarà mica
stato uno dei miei, vero? Se è così dimmi chi
è e domani troverai la sua testa
davanti alla tua porta!-Il basso ridacchiare del moretto gli fece
capire che
forse si era reso leggermente ridicolo ai suoi occhi, quindi non
poté impedirsi
di arrossire come un adolescente qualsiasi. Julian rimase affascinato
da quel
repentino cambio di aspetto del Lord, che appariva molto più
umano per non dire
bello con le guancie arrossate.
-Sai
che così sei veramente carino?..Dovresti arrossire
più spesso!-Si lasciò
scappare senza neppure accorgersene con voce bassa e roca. Il cuore
della’altro
saltò un battito per il complimento: era per caso il suo
giorno fortunato? Se
avesse continuato con quell’andazzo, presto si sarebbe
ritrovato con un Potter
morto stecchito per una tegola in testa... e non gli sarebbe per niente
dispiaciuto.
-Comunque
a forza di parlare si è fatto tardi...ti dispiacerebbe
andartene adesso e
lasciarmi così modo di dormire?...Magari ci vediamo domani
se proprio non puoi
farne a meno.- Com’erano arrivati a darsi anche appuntamento?
Julian era
davvero imprevedibile e lo adorava per la sua lunaticità,
anche se non aveva
potuto sperimentarla in tutte le sue sfaccettature per ovvi motivi,
visto che
fino a qualche mese prima l’avrebbe volentieri consegnato ad
un drago tenuto a
stecchetto per otto mesi.
-Se
ti fa così piacere avermi attorno, non tarderò a
venire a trovarti, ma per
andarmene voglio prima una cosa da te.-propose perciò con
aria misteriosa Tom,
mirando a riacquistare almeno un po’ il contegno perduto.
Julian alzò
elegantemente un sopracciglio in segno interrogativo e con un
sorrisetto
avvicino il suo viso a quello dell’altro soffiandogli sulla
labbra:
-Cosa
vorresti di preciso?- Tom arrossì di nuovo: possibile che
avesse già capito
tutto? Ma chi era la sibilla cumana quel ragazzino? Neppure Silente,
tanto per
restare in tema, capiva le intenzioni degli altri con tanta
facilità!...E poi
che diamine! un po’ di privacy poteva anche dargliela...era
il signore oscuro
lui, non il suo compagno di stanza, per dincibacco! Certo visto che
Julian gli
aveva offerto tanto gentilmente le sue labbra chi era lui per rifiutare
quel
dono divino? Nessuno, quindi tanto valeva approfittare, no?
Si
avvicinò ancor di più, ma Julian lo sorprese
alzandosi e rientrando nella
stanza, come se niente fosse successo. Tom si disse che forse aveva
frainteso
le azioni del purosangue oppure che il ragazzo aveva capito
perfettamente ma
non aveva voluto concedergli quello che voleva.
-Hai
intenzione di rimanere lì?...Mio padre non sarebbe contento
di vederti domani
mattina, ammesso che ti riconosca. Comunque non mi hai ancora detto
cosa vuoi.-
Beh non si poteva pretendere che Julian fosse onnisciente, no?
Alzandosi a sua
volta dalla panchina il signore oscuro lo raggiunse nella camera,
rimanendo per
un attimo ad osservarlo mentre guardava con occhio critico le medicine
che gli
erano state messe sul comodino e scuoteva la testa rovesciandole nel
vaso di
una pianta.
-Non
sapevo che le piante avessero bisogno di quella roba, sai?-lo
apostrofò
ironicamente Tom, facendogli alzare le spalle
-Non
servono neppure a me...ho bisogno che i miei poteri tornino al loro
massimo
alla svelta. Queste mi stordirebbero soltanto- Fu la risposta del
ragazzo che sedendosi
sul letto si mise ad attendere la richieste del Lord.
-Giusto
devo dirti cosa voglio per andarmene...- Tom lentamente si avvicino a
Julian
che attendeva senza fare una piega, infine giunto a poca distanza da
lui si
chinò poggiando le mani sul letto i lati del ragazzo, poi
posò le proprie labbra
su quelle di Julian. Fu solo uno sfiorarsi e nulla più, ma
provocò ad entrambi
un brivido di piacere.
-Ci
vediamo domani, Julian!-salutò allegramente il Lord prima di
smaterializzarsi,
lasciando Julian a maledirsi per non aver saputo rispondere con la sua
soluta
arguzia, avendo il cuore che batteva come quello di una ragazzina alla
prima
cotta. Sbuffando sonoramente affondò la faccia nel cuscino
buttandosi a peso
morto sul cuscino, poi con un sorriso vendicativo si
addormentò pacificamene:
gliel’avrebbe fatta vedere lui al caro Tom il giorno dopo!
Angolino
dell’autrice:
Vi
autorizzo ad eliminarmi: questo capitolo oltre ad essere una tragedia
per il
modo in cui è scritto lo è anche per quello che
ho fatto fare ai personaggi.
Perdonatemi ma i quattro a matematica mi fanno questo effetto!
Comunque
voglio ringraziare tutti coloro che leggono e che hanno messo la storia
tra le
preferite, ma in particolare:
WingsHP
(Io l’ho detto di essere sadica e poi il titolo mica
l’ho messo a caso...No,
questa è una balla il titolo l’ho tirato su con i
bigliettini tipo estrazione...Comunque
non posso dirti niente se è oppure no veramente Harry quello
che ha rapito Julian.Devi
aspettare, o versare 3 milioni di euro nel mio conto nella mia banca in
svizzera^^)
Darkalexandr(
Mi fa piacere che ti piaccia la mia
storia...anche se dubito che sarà così ancora a
lungo se continuerò a fare
capitoli tipo questo...Mi dispiace ma come ho detto prima non posso
dirvi
niente, quindi per ora dovete credere che alla fine in Harry si cominci
a
vedere l’effetto dell’Avada^^)
Bene
non mi resta altro da fare che salutavi e pregarvi in ginocchio di
recensire,mi farebbe davvero piacere sapere quali sono le vostre
opinioni,
senza dover minacciare per averle, ma se non mi lasciate altra scelta
la
prossima volta saprete quali saranno le conseguenze! *risata malefica*
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
Il
giorno dopo Julian si svegliò con la stranissima
sensazione di essersi perso qualcosa durante la notte, un qualcosa di
molto
importante in verità. Ricordava di aver fatto un sogno un
po’ particolare, però
non riusciva a mettere insieme le varie immagini, quindi era come non
averlo
fatto affatto...strano lui di solito ricordava tutto ciò che
sognava, perché
molte volte quei sogni erano visioni di vitale importanza! Ne ricordava
uno in
cui aveva visto il regalo ideale per una Corvonero del terzo anno quando lui
frequentava ancora il
primo: quel regalo era stato la chiave per farla cadere ai suoi piedi!
Perciò
non poteva proprio permettersi di scordarsene qualcuna, anche se aveva
la sua
sfera di cristallo a casa che li immagazzinava tutti, in quelle
occasioni...tutta colpa di Tom decise scrollando le spalle, prima di
entrare in
bagno e farsi una rilassante doccia.
Quando
uscì non ebbe tempo di vestirsi che Mic entrò di
corsa nella sua stanza per eseguire i soliti controlli mattutini. Era
evidentemente di fretta e borbottava frasi sconnesse...non si accorse
neppure
che non aveva preso le pozioni prescrittegli. Solo quando
uscì della camera si
decise a rivolgerli la parola per dirgli che quel giorno non sarebbe
venuto
nessuno a fargli compagnia e che sarebbe stato dimesso il 30 di agosto,
ovvero
appena prima della partenza per Hogwarts. Quando anche Mic se ne fu
andato
Julian si vestì di tutto punto abbandonando finalmente il
pigiama e poi decise
di fare un giretto per l’ospedale, visto che non aveva voglia
di rimanere
rinchiuso tutta la mattina nella sua camera ora che era abbastanza
forte per
camminare, anche a lungo. Stava fantasticando sullo sconvolgente
incontro della
notte appena passata quando andò a sbattere malamente contro
qualcuno che cadde
a terra malamente a giudicare dal verso di dolore che gli
scappò.
-Scusa
ti se fatto male...Paciock?!- E chi mai poteva
essere se non quel’imbranato cronico a sbattergli contro in
un corridoio largo
quanto un campo da Quidditch?
-B...Black
che ci fai qui?- Julian non era mai riuscito a
capire perché quel Neville avesse paura di lui: non gli
aveva mai fatto niente
in quattro anni di scuola, perciò teoricamente non avrebbe
dovuto provare
perfettamente nulla nei suoi confronti. Invece il Grifondoro balbettava
ogni
volta che Julian gli rivolgeva la parola o solo se era nei dintorni,
inoltre
combinava ancora più disastri del solito in sua presenza, ma
a tutto ciò non
c’era una spiegazione logica o accettabile.
-Oh!
Nulla...sono qui per alcune analisi!...E tu?-Julian
non fece in tempo a pronunciare la domanda che si pentì di
averla posta: sapeva
perfettamente perché Paciock fosse lì, era per i
suoi genitori! Dandosi del
deficiente cercò immediatamente di rimediare al danno.
-Non
ti sprecare a rispondere non mi importa quello che
un impiastro come te fa qui...ti va un the?- E poi lo psicopatico era
Harry,eh?
Non si poteva insultare una persona per poi offrirgli un the come se
niente
fosse successo, non era normale!...Beh considerando gli ultimi eventi
lui non
si poteva certo definire normale: Tom docet! Neville
continuò a fissarlo
stranito per alcuni istanti annuendo timidamente per accettare la sua
proposta.
Era meravigliato che il ragazzo lo avesse invitato a fargli compagnia,
perché
nei quattro anni passati a Hogwarts non gli aveva quasi mai rivolto la
parola
se non una volta durante il secondo anno quando l’aveva
insultato per una buona
mezz’ora per avergli rovinato la pozione, su cui stava
lavorando tanto
efficientemente da quasi due ore durante una lezione di Piton: Black
l’aveva
trattato tanto male che neppure il professore aveva avuto il coraggio
di
riprenderlo dopo! Per il resto del tempo il moro non l’aveva
mai minimamente
calcolato, che da una parte era anche un bene, perché al
contrario di molti dei
suoi compagni Serpeverde non lo prendeva neppure in giro.
-Come
mai mi hai invitato? -chiese prudentemente Neville
mentre si sedevano ad un tavolino nella graziosa caffetteria del San
Murgo,
dopo aver ordinato i loro the.
-Mi
andava di farlo... e poi ero curioso!-L’affermazione
spiazzò completamente Paciock che rivolse al Serpeverde uno
sguardo incredulo,
sperando al contempo che non volesse indagare più
approfonditamente sul perché
anche lui fosse all’ospedale: no era proprio la persona a cui
più voleva
raccontare la storia dei suoi genitori.
-Curioso
di qualcosa che riguarda me?...Tu?-esclamò
quindi il Grifondoro arrossendo un pochino, sotto lo sguardo indagatore
dell’altro
ragazzo: era identico a quello di Piton, quando commetteva qualcosa di
sbagliato!
-Sì!
Perché non ti pare possibile Paciock? Sei un tipo
interessante e utile, a tuo modo. Come tutti!-A Julian improvvisamente
era
venuto in mente che Neville era il più grande esperto in
Erbologia di
praticamente tutta la scuola esclusa ovviamente la professoressa Sprite
e che
quindi poteva porgli alcune domande sulle piante in generale evitando
così di
dover fare una marea di lavoro una volta tornato a scuola.
-L..lo
p..pensi davvero?-Se prima Neville era incredulo
ed imbarazzato ora stava cominciando seriamente a temere di non aver di
fronte
il vero Julian o che il ragazzo fosse impazzito del tutto: era arrivato
persino
a fargli dei complimenti!
-No,
ti sto prendendo in giro!- Ah, ecco ora sì che
riconosceva il solito Serpeverde!
-Mi
sembrava strano!-ridacchiò Neville un po’
abbattuto:
figuriamoci se una persona come Julian poteva fargli dei complimenti!
Quel
ragazzo era un genio, era purosangue e aveva Hogwarts ai suoi
piedi...non aveva
proprio nulla da invidiare ad un tipo come lui!
-Certo
che come Grifondoro sei parecchio strano, sai?Della
tua casa hai solo il coraggio...comunque dicevo sul serio: anche tu hai
i tuoi
pregi e i tuoi difetti come tutti! Ma non aspettarti che lo ammetta
davanti a
qualcuno che non sia tu!- precisò Julian con un ghigno. Per
alcuni minuti i due
ragazzi restarono in silenzio cercando di studiare le reazioni
dell’altro.
Neville notò solo in quel momento che Black non appariva
proprio al meglio
delle sue condizioni: aveva il viso un po’ tirato e ogni suo
movimento era
lento e studiato come se agisse con cautela, ma per la naturale
timidezza che
lo invadeva sempre se doveva prendere l’iniziativa, non
indagò, preferendo
aspettare che il Serpeverde gli dicesse cosa voleva da lui.
-Che
tu sappia esistono piante in grado di far assumere
ad un mago l’aura di un altro?-sparò
all’improvviso Julian anche se con un tono
casuale, che voleva trasmettere una falsa non curanza per la domanda
che aveva
appena posto.
-Piante
che cambiano l’aura?...Pensavo che per cose così
complicate ci volessero delle pozioni!-esclamò Neville preso
alla sprovvista
dalla strana domanda.
-No,
nessuna pozione fa cose simili...quindi non esiste
nessuna pianta del genere?-chiese di nuovo Julian sentendo dentro di se
affievolirsi l’ultima sciocca
speranza
che non fosse stato il fratello a seviziarlo, ma qualcun altro
interessato a
farli dividere.
-In
realtà ho sentito parlare di una pianta che ha quelle
proprietà..in realtà è un fiore, ma
è molto raro! E’ difficile da
trovare...cresce solo in un posto nel cuore della Foresta Amazzonica.
Per di
più deve essere colto in uno specifico modo e in un giorno
dell’anno ben
preciso altrimenti perde le sue proprietà.- Neville quasi si
era scordato di
quel particolare fiore di cui aveva letto due estati prima- Dovrebbe
essere
l’orchidea di Andersen...ma non ne sono certo!- Se avesse
potuto Julian gli
sarebbe saltato addosso dalla felicità! Se fosse stato tutto
vero, Harry non era
colpevole di nulla, quindi poteva tornare a trattarlo come sempre ed ad
aiutarlo...probabilmente era stata quella l’intenzione del
suo rapitore:
metterlo contro il fratello! Il motivo ancora non riusciva bene ad
afferrarlo, perché
di solito avrebbe dato la colpa a Voldermort & company, ma lui
si era
dichiarato all’oscuro di tutto e sembrava anche sincero nella
sua reazione di
rabbia repressa, perciò per il momento non aveva in mente
nessuno.
-Vedi!
Che ti dicevo? Io non avrei mai saputo una cosa
del genere, se non dopo secoli di estenuanti ricerche...sono felice che
Harry
possa contare su amici come te!- Ok! Julian cominciava seriamente a
preoccupare
Neville: troppi complimenti in una sola giornata da parte sua erano
preoccupanti...forse aveva una grave malattia e voleva rimediare alla
sue
cattiverie prima di andarsene.
I
due ragazzi passarono quasi tutta la mattinata insieme
parlando del più e del meno, tanto che alla fine Neville
dovette ammettere un
se stesso che Black era un tipo a posto... se non gli rovinavi le
pozioni,
perché, commesso quel terribile errore, era capace di
ucciderti a sangue
freddo. Quando la nonna di Neville venne a riprendere il nipote, anche
lei
visibilmente stupita di vederlo parlare tranquillamente con Julian, i
due
ragazzi si salutarono allegramente. Neville era certo che quella
piacevole
esperienza non si sarebbe ripetuta ad Hogwarts ma il serpe verde lo
stupì di
nuovo dicendogli prima di voltargli le spalle definitivamente
-Se
per caso hai bisogno di ripetizioni di Pozioni non
esitare a chiedermelo!- Poi se ne andò sventolando la mano
sopra la testa in
segno di saluto.
Il
resto della mattinata fino a dopo pranzo per Julian
passò lentamente, perché non aveva niente da fare
e troppi pensieri che gli
frullavano nella testa, molti dei quali gli piacevano poco. Quello che
apprezzava di meno lo si poteva considerare come una spia luminosa che
ogni
tanto lo avvertiva che si stava comportando in un modo troppo fuori dai
suoi
ordinari scemi per non essere degni di almeno un minimo sospetto: la
sera prima
che se ne rendesse conto o no aveva tranquillamente flirtato con Tom
Riddle per
esempio e di certo quello non poteva considerarlo normale ...se per
quello
neppure aiutare gente in difficoltà era nei suoi normali
comportamenti! Stava
forse impazzendo del tutto? Magari era solo una fase passeggera,
insomma tutti
i Black avevano avuto periodi di totale pazzia seguiti da un lento
ritorno alla
normalità, quando andava tutto per il verso giusto: sua zia
Andromeda per
esempio era stata innamorata per un certo periodo di Lucius Malfoy,
mentre la
sorella Narcisa si era convinta di voler aprire una fattoria, poi
entrambe si
erano accorte che non era la loro strada ed erano tornate quelle di
sempre. Per
contro però suo padre non si poteva considerare nella
stragrande maggioranza
dei casi sano di mente e così neppure sua zia Bellatrix, che
era del tutto
partita, quindi a ben guardare aveva solo il cinquanta percento di
possibilità
di tornare in sé...non era molto incoraggiante! Perso nei
suoi pensieri non si
accorse che qualcuno era entrato nella sua stanza fino a che non gli
mise le
mani davanti agli occhi facendolo sussultare per la sorpresa e un
po’ anche per
lo spavento:
-Indovina
chi sono, July?-gli domandò una voce ben
conosciuta, ripetendo un gioco stupido, che facevano da piccoli.
-Mi
dispiace, ma non so chi tu sia!Quindi esci dalla mia
stanza o chiamo la sicurezza...- disse il ragazzo fingendo di non
riconoscere
l’amico, tanto per vendicarsi di essere stato chiamato per
l’ennesima volta
“July”, ma come doveva dirglielo che non era una
ragazzina? Blaise cadde nel
tranello con tutte le scarpe e preoccupato si affrettò a
mettersi di fronte a
Julian, chiedendogli con uno sguardo da cucciolo bastonato
-Davvero
non ti ricordi di me?-Alla sua espressione
disperata Julian non poté impedirsi di ridacchiare
divertito: come poteva
scordarsi di un tipo del genere?
-Io
mi ricordo solo che ti chiami Blaise Zabini, che ci
conosciamo da una vita che facciamo entrambi parte della stessa casa e
che ti
ammazzo se riprovi a chiamarmi July...basta?- domandò
innocentemente Black
mettendosi l’indice sul labbro inferiore come quando pensava
a qualcosa di
particolarmente difficile.
-Stupido
che non sei altro! Mi hai fatto
preoccupare!...-sbottò Blaise stizzito alzandosi di colpo,
mentre andava alla
finestra per non mostrare il volto imbarazzato, ma felice.
-Figuriamoci
se il nostro Julian può comportarsi da
persona sana di mente: è un Black!- lo consolò
Draco appoggiato allo stipite
della porta con la sua solita espressione strafottente.
-Lo
sei anche tu, cuginetto!-borbottò Julian fintamente
offeso -Comunque che ci fate qui?...pensavo non veniste, oggi-
-Infatti
non dovevamo venire, ma siamo scappati
praticamente: sarei impazzita se non avessi visto con i miei occhi che
stavi
bene! E poi ero stufa di passare il mio tempo con la banda Weasley -
Spiegò
Pansy mentre gli si sedeva tranquillamente in braccio facendogli una
carezza e
dandogli un bacino sul naso.-Sei sempre splendido, ma come
fai?-aggiunse la
ragazza per mascherare la commozione che l’aveva assalita nel
vedere che
l’amico stava realmente bene, come l’aveva
già rassicurata Sirius.
-Splendido?!
Ho delle occhiaie che fanno invidia al cane
di Hagrid!E poi sono troppo magro: i vestiti in pratica mi pendono
addosso!...Sembro uno spaventapasseri incrociato con una mummia-si
lamentò il
ragazzo stringendo a se l’amica.
Il
comportamento agli occhi di estranei poteva sembrar nascondere
qualcos’altro,
un sentimento diverso dall’amicizia, ma non era assolutamente
così: fra i
quattro c’era come un tacito accordo di non sconfinare mai
oltre quelle
semplici dimostrazioni d’affetto fraterno, o almeno era
così per Julian e
Pansy. Altrettanto non si poteva dire per Draco che spesso era caduto
-per
dirla con le sue parole- nel letto della ragazza, in ogni caso
però non c’erano
grandi coinvolgimenti sentimentali, se non appunto l’amicizia
che li legava e
la voglia di provare.
-Non
è vero!-protestò Pansy imbronciandosi -Vedrai che
tra qualche giorno sarai perfetto come sempre!-
-Se
lo dice l’esperta non posso che fidarmi,
no?-ribattè
allora Julian accondiscendente.-Volete per caso qualcosa da bere o
mangiare?-
-No,
niente...siamo qui perché ci devi fare un favore se
puoi.-Fu Draco a rispondere e dalla serietà della sua voce
Julian capì che si doveva
trattare di un qualcosa di serio
-Dimmi
pure...farò quel che posso!- acconsentì Black
riavviando un ciuffo di capelli che gli era caduto davanti agli occhi.
-Si
tratta di Harry.-Sembrava quasi un avvertimento e in
realtà Julian si era aspettato che il favore riguardasse il
fratello in qualche
modo -Tu devi parlargli, Julian! E’ in uno stato
pietoso...Non fa che piangere!
Era talmente contento quando ci hanno detto che ti avevano ritrovato e
lo era
ancora di più quando ti sei svegliato e ci hanno etto che
non avevi subito
danni permanenti. Poi però tu non hai più voluto
né vederlo né parlargli e lui
è caduto in depressione quasi!Non è un bello
spettacolo!E’ il fantasma di se
stesso...- Draco aveva uno sguardo speranzoso, ma sapeva che se Julian
non avesse
voluto parlare con Harry sarebbe stato impossibile convincerlo: fin dai
primi
mesi di vita era stato testardo fino al midollo!
-E’
venuto con voi, vero?-Il volto colpevole dei tre
amici diede al Black la risposta che cercava -Siete fantastici
ragazzi...sul
serio! Ma ora dov’è?-domandò nuovamente
il ragazzo prima di alzarsi dalla
poltrona.
-Nella
caffetteria...Ma non sei arrabbiato?- Pansy
sembrava più spaventata dal fatto che Julian fosse
tranquillo e che avesse
accettato al primo colpo, che dal vederlo sbraitare,cosa che comunque
non avrebbe
mai fatto per il suo ferreo contegno.
-No,
tutto a posto...ora vado!-Il ragazzo non aveva
ancora finito di pronunciare le ultime parole che era già
schizzato fuori dalla
porta correndo fino alla caffetteria dove trafelato cercò di
individuare la
famigliare testa di capelli neri arruffati, trovandola al primo colpo.
Era
seduto da solo ad un tavolino nell’angolo più
estremo
del locale sorseggiando svogliatamente da una tazza colorata: Julian
non
avrebbe saputo dire, se non lo avesse saputo, ci tra loro due fosse
stato
rapito e tenuto prigioniero per mesi. Harry era insolitamente pallido e
due
profonde occhiaie facevano bella mostra di se sotto i suoi occhi, che
sembravano come spenti..se dulia avesse avuto ancora dei dubbi
sull’innocenza
del fratello quella vista glieli avrebbe cancellati del tutto: era
stato uno
stupido a pensare che Harry gli avesse potuto fare del male
intenzionalmente e
con una così sadica dedizione. Lentamente si
avvicinò al tavolino, poi, dopo
aver spostato una sedia, si sedette senza chiedere il permesso. Per la
prima
volta in vita sua non sapeva cosa dire, era semplicemente inorridito
per quello
che era riuscito a fare al suo adorato fratellone, pur avendone
apparentemente
tutte le ragioni: sapeva che Harry non amava far del male, che anche se
provocato odiava rispondere con la forza, eppure aveva creduto lo
stesso a ciò
che gli veniva mostrato. Aveva preferito fermarsi
all’evidenza che fidarsi del
suo cuore e questo era semplicemente imperdonabile. Finalmente pronto
ad
affrontare la sua sorte ed a subire tute le opportune conseguenza
alzò gli
occhi verso il volto di Harry e quasi non scoppiò a ridere
malgrado il momento
non fosse dei migliori: il Grifondoro lo fissava con gli occhi
spalancai, come
se fosse un’apparizione divina, con la tazza a
mezz’aria sul punto di versarsi
la cioccolata che stava bevendo addosso.
-Ciao,
Harry...-disse solo Julian, sentendosi sempre più
in colpa per ogni secondo che Harry trascorreva nel più
totale silenzio
Angolino
dell’autrice:
Sì,
lo so sono da uccidere! Spendo un intero
capitolo a parlare di nulla di interessante e quando la cosa non si
prospetta
più una noia totale, io che faccio? Taglio! Beh vedetela in
questo modo se mi eliminate
non potete leggere il seguito e questo è male o almeno
spero...
Comunque
mi volete spiegare perché mi lasciate
sempre e solo due recensioni? Naturalmente non parlo a chi recensisce,
ma a
tutti gli altri: che vi costa scrivere qual cosina, eh?...Dai ora la
smetto con
queste inutili preghiere e passo alle minacce: o lasciate
almeno quattro recensioni o del
prossimo capitolo non vedrete neppure l’ombra, intesi?
Per
Titania77(
No, dai non serve fustigarsi per così poco!Può
succedere di saltare un
capitolo...ti perdono davvero^^. Mi fa piacere che ti piaccia Tom,
perché non
mi convinceva tanto, essendo un po’ troppo OOC -Tanto lo
sanno tutti che sono
la regina dei personaggi OOC. Dici che ti piacerebbe la coppia Tom/
Julian
eh?...ma potrebbe anche essere se Julian non rinsavisce^^)
Per
WingsHP(
Su non mi morire...sei una delle poche che recensisce e poi se muori
avrai in
eterno il dubbio su cosa sarebbe successo leggendo il seguito, no?...Mi
dispiace che non ti
piacciano
le Yaoi ma spero che continuerai a
seguirmi lo stesso, vero? ç_ç...Sì,
devo ammettere che il lato oscuro di Julian
ha sorpreso anche me e punto a farlo uscire molto spesso in futuro.
Grazie
ancora per l’appoggio!)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
-Julian?...-Chiese
Harry sgranando i verdissimi occhi: non credeva a quello che vedeva, da
quando
si era svegliato il fratello non aveva più voluto vederlo e
prima che si
svegliasse si era addirittura protetto da lui con le Ombre!
-Sì..sono
io...come va?-Possibile dover ricorrere a domando così
idiote per sciogliere il
ghiaccio con la persona che conoscevi da più tempo: era
pietoso!
-Bene...tu?-
Harry si dette dello stupido: era da giorni che si preparava un
discorso
nell’evenienza che il ragazzo si decidesse a rivolgergli la
parola o comunque
per farglielo sull’Espresso , e ora che ce l’aveva
davanti che faceva? Gli
chiedeva come stava! Come poteva mai stare se si trovava in ospedale
con una
carte,la medica lunga quanto un’autostrada?
-Meglio,
grazie.-“ Julian svegliati! E’ tuo fratello
dannazione! Non un perfetto
sconosciuto...non ti mangia mica se gli parli! E che caspio!”
Julian si stava
odiando in quel momento: era andato lì per parare di cose
importanti con Harry
non per scambiarsi i convenevoli!
-Posso
dirti una cosa in tutta sincerità?...Siamo
ridicoli!Sembriamo due cani che si
studiano per la prima volta, sai?- mormorò Harry accennando
l’ombra di un
sorriso.
-Mai
stato più d’accordo con te...-convenne il
Serpeverde scompigliandosi i capelli,
con un sorriso imbarazzato. Tra i due cadde un silenzio carico di
attesa, ma
Julian non si decideva a prendere la parola per paura di aver perso per
sempre
il rapporto che divideva con Harry.
Non
voleva neppure pensare ad un eventualità del genere anche se
sapeva
perfettamente che solo pochi giorni prima era stato lui a volerlo
troncare.
-Harry
devo parlarti di una cosa importante..sono qui per questo, ma non so da
che
parte iniziare!-mormorò sconfitto alla fine Julian cercando
di incrociare gli
occhi di Harry che continuava a posarli dovunque tranne che su di lui.
-Prova
a partire dall’inizio, no?...-fece il Grifondoro con una
punta di curiosità e
sollievo nella voce,visto che Julian non sembrava arrabbiato con lui,
ma solo estremamente
nervoso.
-Sì,
mi sa che hai ragione...anche se partire dalla fine sarebbe
più nel mio stile,
no?-un primo vero sorriso nacque sulle labbra dei due ragazzi e
l’atmosfera
pesante che regnava fino a poco prima svanì del tutto-
Più o meno sai tutto ciò
che mi è stato fatto in questi ultimi mesi da quanto
è scritto sulla cartella
medica, ma tu, come quasi tutti gli altri non sai, o almeno
così spero chi è il
colpevole, vero?- Harry aveva percepito una leggera intrusione nella
sua mente
da parte del fratello, però pur non sapendo il motivo per
cui lo stava facendo
non protestò, non tentando nemmeno di chiuderla, tanto
sapeva che sarebbe stato
tutto inutile.- No, non lo sai...e non sai quanto sono felice di averlo
accertato...scusami per la piccola intrusione, non accadrà
di nuovo!-Il moretto
guardò con tanto d’occhi il fratello cominciandosi
realmente a preoccupare,
pensando che forse le continue Cruciatus subite gli avessero lasciato
qualche
irreparabile danno: come pensava che lui potesse sapere chi
l’aveva rapito? Con
la sfera di cristallo, forse?
-Ora
mi spieghi! Come potevo sapere chi ti ha rapito? Io non sono un
veggente!-sbottò perciò confuso, Harry.
-Sei
stato tu a rapirmi, quindi dovevi saperlo non credi?...Cioè
è stato qualcuno
con le tue sembianze e la tua Aura, ma non tu...io pensavo non
esistesse modo
per copiare le Aure, quindi credevo che non potessi essere stato altri
che tu.
Ma poi ho avuto una piacevole chiacchierata con Paciock e lui mi ha
detto che
esiste un fiore con quelle proprietà, perciò mi
pareva ovvio non fossi statu
tu, solo che dovevo esserne certo anche perché quel tipo
sapeva cose che di
regola solo tu e io dovevamo sapere...capito?-Julian per la
felicità aveva
detto tutto in un fiato, lasciando il fratello leggermente stordito,
tanto che
ci mise qualche secondo per dare un senso logico a quello che aveva
sentito,
per poi annuire brevemente.
-July,
mi fai un favore?...Rallenta! Non sembri tu se mandi il tuo
autocontrollo a
farsi un giro al mare, quindi per favore recuperalo, altrimenti mi
spaventi
seriamente, sai?- lo prese in girò Harry, avendo recuperato
a sua volta il buon
umore.
-Sì,
sì...sei solo invidioso tu!-esclamò Julian
mettendo su un finto broncio, che
distese immediatamente tornando serio- Non sei arrabbiato con me...o
deluso per
il mio comportamento, vero fratellone?- Il Grifondoro per poco non gli
tirò un
pugno: l’aveva fatto preoccupare talmente tanto per una cosa
che si poteva
risolvere in due secondi netti e
ora aveva anche il coraggio di chiedergli se era deluso od arrabbiato?
Sinceramente non poteva dirsi deluso, al posto di Julian avrebbe agito
allo
stesso modo, con prove così schiaccianti a pesare su di lui,
e non era neppure
arrabbiato nel vero senso della parola. Più che altro s
sentiva irritato, ma
anche quel sentimento veniva cancellato dal sollievo di avere di nuovo
il
fratello dalla sua parte e che quest’ultimo non lo odiasse
per il fatto che per
colpa sua veniva continuamente preso di mira. Perciò fu con
un sorriso
splendido dei suoi che gli rispose:
-Certo
che non sono arrabbiato con te, Julian! Chiunque avrebbe fatto quello
che hai
fatto tu al tuo posto e inoltre non hai detto nulla a nessuno se non ai
nostri
genitori, no? Se tu parlavi io ero definitivamente rovinato...potevi
vendicarti
in quel modo, ma non l’hai fatto perciò sono fiero
di te!- Poi non resistendo
più si alzò dalla sedia e abbracciò
dulia stritolandolo quasi, ma venendo
ugualmente ricambiato dall’altro.
-Pensavo
di averti perso del tutto fratellino- gli mormorò in un
orecchio.
-Anch’io
Harry...anch’io!-rispose Julian.
Il
treno sferragliava rumorosamente sui binari, mentre si avvicinava
sempre di più
alla sua meta, la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Julian era
stato
trascinato di peso dal cugino nello scompartimento dedicato ai Prefetti
e ai Caposcuola
dove da mezz’ora ascoltava la voce lagnosa di Stefy
Hudson,Caposcuola di
Tassorosso, che stava spiegando cosa ci si aspettava dai loro e quali
erano i
loro doveri principali: una noia colossale! Solo il suo tanto decantato
autocontrollo,
tornato a funzionare perfettamente da quando era salito
sull’espresso, gli
impediva di sbadigliarle tranquillamente in faccia, cosa che Weasley
invece non
mancava di fare ogni trenta secondi netti. Non vedeva l’ora
di per uscire di lì
ed andare nello scompartimento che aveva occupato con i suoi compagni
di stanza
a scuola, Blaise e Theodor Nott, per poter discutere in santa pace
delle
vacanze appena trascorse e subirsi un dettagliato resoconto delle nuove
conquiste di Theo, che immancabilmente avrebbe insistito per
raccontargliele
tutte. Un sorrisetto gli sfuggì al pensiero delle allegre
risate che si sarebbe
fatto di li a poco, visto che Nott era un ottimo attore e sapeva
imitare
perfettamente le voci e i comportamenti delle sue conquiste. La cosa
non sfuggì
a Draco gli rivolse uno sguardo interrogativo, non capendo cosa ci
fosse di
tanto divertente nel dover sorbirsi i primini nei loro primi mesi a
scuola.
Finalmente, dopo le solite raccomandazioni di rito, furono liberi di
andarsene
a fu con uno sforzo immane che Julian non si precipitò fuori
dallo
scompartimento ma attese pazientemente che tutti uscissero salutando
educatamente i Caposcuola, poi fu libero.
-Che
noia! Io Piton lo avveleno!...che ho fatto di male per meritarmi di
essere Prefetto,
eh?-si sfogò con Draco che annuì
d’accordo.
-Ci
ha fregati con la storia del potere e che siamo gli unici del nostro
anno a
poter rappresentare al meglio Serpeverde...ci toccano anche i primini
te ne
rendi conto?-Un gemito del cugino gli fece capire che se ne rendeva
perfettamente conto, ma che per il momento non ci voleva neppure
pensare.
-E’
un’ ingiustizia! Essere i migliori non dovrebbe essere
punito..e poi se i
Prefetti sono i migliori del loro anno che ci fa Lenticchia tra di
noi?-
ricalcò Julian lanciando uno sguardo di disprezzo puro al
ragazzo che gli stava
davanti: la cosa positiva dell’essere stato rapito era che
non lo aveva avuto
davanti per tutta l’estate!
-Che
ci troverà Harry in lui mi chiedo...Io sono molto
meglio...Blaise è molto
meglio! Tu non tanto, però..-gli diede manforte il biondo
Serpeverde,
prendendolo un po’ in giro.
-Tutta
colpa di Silente! Col passare del tempo sta perdendo quel poco di
cervello che
aveva! La scuola diventerà un circo se continua di questo
passo!-Ormai i due
ragazzi erano giunti al loro scompartimento dove fecero il loro
ingresso
salutati dai compagni che intanto non si erano ancora scannati, per la
gioia
dei cugini: era risaputo che Theo non amava particolarmente la
compagnia di
Blaise, che ricambiava apertamente l’ostilità,
quindi non era raro vederli
litigare anche aspramente, fino al punto di scambiarsi maledizioni.
-Siete
tornati finalmente...stavamo per andare a chiamare la squadra di
ricerca!-li
accolse allegramente Theo facendo posto a Julian in modo che si sedesse
accanto
a lui.
-Di
la verità: stavi per fare una festa!...Due rivale in meno ad
Hogwarts ti
avrebbero fatto comodi, no?- ribatté Draco seduto accanto a
Blaise, che come al
solito leggeva un pesante libro.
-Ma
non dire scemenze, principino dei miei stivali...io non ho paura di voi
due!
Sono superiore e lo sapete!- si vantò Nott attirandosi uno
sbuffo spazientito
di Blaise, che alzò comicamente gli occhi al cielo
esasperato dai continui
vanti dell’altro Serpeverde.
-Avete
sentito la novità? Hanno licenziato Lupin!...Ah, ma voi
questo già dovevate
saperlo visto che tu vivi con lui, Julian, e avete passato insieme
l’ultima
estate...Mi dispiace veramente per lui! Era un ottimo professore...-
Già i
ragazzi lo sapevano e il moro Prefetto fumava ancora di rabbia al
pensiero di
quello che avevano osato fare al suo Remus: il ministero aveva deciso
che i Mannari
e creature simili non potevano più far parte di nessuna
istituzione pubblica,
Hogwarts compresa. Rem, che aveva sempre dato tutto se stesso per una
professione,
che aveva desiderato svolgere sin da piccolo, non aveva retto bene il
colpo,
anche se si sforzava di non mostrare i suoi sentimenti ai figli e al
compagno.
Non c’era stato niente da fare, neppure le influenze di
Sirius avevano potuto
risolvere la situazione, perciò ora gli studenti di Hogwarts
si trovavano a
dover cambiare insegnante, ma non tutti avevano intenzione di rendere
la vita
facile al nuovo venuto, in particolare i Serpeverde e i Grifondoro del
quinto
anno per una volta d’accordo. Inoltre contando che il nuovo
insegnante in
questione era Dolores Umbridge, la donna più falsa ed odiosa
esistente sulla
faccia della Terra, non poteva che essere così.
-E’
il migliore che esista!...E poi ci copriva sempre!-mormorò
Julian un po’ più
cupo al pensiero di Rem, solo in casa, a guardare spento un libro che
non
leggeva per davvero come faceva sempre quando era abbattuto...certo il
fatto di
essere solo con Sirius rendeva le cose un meno tristi, visto che
sicuramente
l’uomo non avrebbe resistito più di tanto prima di
fare un romantico, quanto
passionale agguato al compagno.
-Dai,
non ci pensare :vedrai che starà bene tra qualche giorno...-
lo rassicurò Draco
che aveva capito perfettamente cosa passasse in testa al cugino, che
infatti
sorrise per ringraziarlo.
-Cambiando
argomento...che hai fatto di bello quest’estate Theo?- Quelle
erano le parole
magiche! Ora neppure uno Schiantesimo avrebbe fermato Nott dal
raccontare per
filo e per segno ogni sua giornata estiva, perciò a Blaise
scappò un gemito
disperato, mentre fulminava con gli occhi i suoi migliori amici. Come
previsto Theo
continuò a parlare per due ore intere, ignorando chiunque
entrasse nello
scompartimento per portare avanti le sue imitazioni, che fecero ridere
fino ad
avere i crampi allo stomaco i suoi compagni, Blaise compreso, che alla
fine
aveva abbandonato il libro per ascoltare. Solo l’irruzione di
Harry ebbe il
potere di fermare Nott, dalle sue continue chiacchiere.
-Tutto
a posto fratellone?-chiese Julian cogliendo l’espressione
furibonda del
Grifondoro.
-Qualcuno
di voi quattro crede per caso che io sia un pazzo visionario malato di
protagonismo?-domandò quello al posto di rispondere, facendo
spalancare gli
occhi ai Serpeverde.
-
Harry, non essere sciocco! Quello è ciò che
pensiamo di Julian..tu sei a posto!
Perché comunque?-lo tranquillizzò Draco lanciando
un sorrisetto al cugino che
lo guardava offeso.
-Alcuni
dei miei compagni di casa e la maggioranza degli occupanti del treno mi
hanno
gentilmente detto che pensavano che io abbia bisogno di una visita da
uno
psichiatra...strano ma vero gli unici che non infieriscono sono i
Serpeverde,
che si limitano alle solite offese.- sbottò Harry prendendo
posto tra il
fratello,appoggiando la testa sulla sua spalla, e Nott, che gli fece
posto più
che volentieri.
-Ma
si può essere così deficienti?...Secondo loro tu
non avresti niente di meglio
da fare che inventarti il ritorno di Voi sapete chi?-sbottò
Draco indignato.
-Cosa
vuoi farci sono dei poveri pezzenti dal primo all’ultimo! Se
noti solo i
Serpeverde gli credono...-disse Theo fiero, che per una volta la sua
casa si
stesse mostrando la migliore anche come comportamento agli occhi di
tutti,
vedendolo come un modo certo per avere il favore di tutti gli
insegnanti.
-Sai
se tuo padre comincia a raccontarti che un giorno combatterai anche tu
al
fianco del Signore Oscuro, che finalmente è risorto, non
puoi far finta che non
sia tornato...-lo smentì immediatamente Julian che aveva
capito perfettamente
perché i suoi compagni di casa agissero in quel modo.
-Oh,
beh io problemi del genere non né ho...mio padre e mia madre
non sono mai stati
suoi sostenitori, quindi dovrei essere salvo, no?-fece Theo tornando
sui suoi
passi mogio: mai che dicesse la cosa giusta.
-Non
so che risponderti Theo...Teoricamente non è salvo nessuno
di noi, ma dubito
che colpirà per primi i purosangue, quindi potrebbe anche
accettare che essi
non entrino nelle sue schiere, a patto però che non lo
ostacolino...-rispose Blaise,
stupendo Harry, Draco e Julian, che per un momento si chiesero se
quello che
avevano di fronte era proprio il loro Blaise o una sua copia riuscita
male.
-Basta
con questi argomenti tristi parliamo di qualcosa di più
allegro tipo...scommesse
su chi vincerà la coppa di Quidditch quest’anno?-
Blaise poteva dire tutto quello
che voleva su Theo ma non poteva negare e mai l’aveva fatto
che, quando
collegava il cervello, riuscisse sempre a distoglierli dai pensieri
peggiori.
-Vinciamo
noi naturalmente! Abbiamo la squadra migliore e le scope
migliori...-iniziò
Draco felice di aver abbandonato un argomento spinoso come quello che
stavano
trattando prima.
-Mi
dispiace contraddirti ma abbiamo le stese scope dei Grifondoro: Harry
è
riuscito a corrompere lo zio Astolfus!- Lo zio Astolfus era il
più grande
produttore a livello mondiale di scope da Quidditch e regolarmente
forniva ai
suoi nipoti i modelli più recenti, se non addirittura i
prototipi stessi e
quell’anno aveva appunto deciso di rifornire le intere
squadre dei nipoti in un
impeto di generosità, o almeno così diceva lui.
-Ma
non è giusto...comunque restiamo la squadra migliore
tecnicamente parlando.-provò
Theo imperterrito.
-Trovami
due battitori ed un cacciatore all’altezza di quelli che
abbiamo perso e ti do
pienamente ragione, Theo, altrimenti mi sa che dovrò
costringerli ad allenarsi
anche di notte.-lo contraddisse immediatamente Julian.
-Certo
che sei proprio pessimista, fratellino...Una minima
possibilità ce l’avete
anche voi!...se mi rompo un polso prima di ogni partita e se i miei
cacciatori
cominciano a soffrire di vertigini!- disse Harry con un sorriso di
scherno,
tanto per prendere un po’ in giro Julian che immediatamente
mise il broncio.
-Ma
come sarai mai simpatico?...Comunque chi te lo dice che non
succederanno
nessuna di queste cose? La vita ha mille imprevisti...-fece il
Prefetto,
sorridendo con fare misterioso, lasciando perfettamente intendere cosa
fossero
i vari imprevisti che potevano capitare.
-Tu
non giocheresti così sporco! Non sei il tipo...e lo sai!-gli
rinfacciò benevolo
Harry sempre tranquillamente appoggiato sulla sua spalla.
-Potrei
pur sempre cambiare... Un Piton arrabbiato perché non
vinciamo contro di voi
non mi renderebbe la vita troppo semplice. Poi quest’anno mi
tocca anche
sopportare quello di Alchimia - Il pensiero di dover passare molte ore
a
settimana con il Professor Warlock fece storcere la bocca a Julian che
se l’era
quasi dimenticato a causa di ciò che gli era successo.
-Su
sarai il suo miglior studente non potrà avercela con te
all’infinito, no?-tentò
di rassicurarlo Blaise.
-Ti
vorrei ricordare che il nostro caro Capocasa non ha mai smesso di
tormentare
Harry!...Paciock entra! Mi irrita la gente che sta sulla
porta...-Julian si era
accorto già da qualche minuto dell’Aura di Neville
ma aveva aspettato a
chiamarlo fino a quando non era stato certo che il ragazzo non entrasse
da
solo, per non dover dare spiegazioni.
-I...io
vo...volevo vedere s..se H...Harry sta...stava bene-mormorò
Neville non appena
ebbe fatto il suo ingresso nello scompartimento pestando un piede a
Julian
tanto per gradire.
-Grazie
Nev! Ora sto meglio...rimani con noi?-chiese Harry rivolgendo
all’amico un
sorriso gentile e facendogli cenno di sedersi accanto a Draco, mentre i
Serpeverde lo fulminavano con lo sguardo.
-N...Non
saprei n...non voglio disturbare!- balbettò il Grifondoro
avendo visto
chiaramente le occhiate degli altri occupanti dello scompartimento.
-
Paciock siediti! Non disturbi...-Julian aveva dato alla sua voce un
tale tono
di comando che Neville si era seduto quasi senza rendersene conto.
Harry invece
aveva guardato stranito prima il fratello poi l’amico,
imitato dagli altri
Serpeverde: cosa aveva fato Julian per avere un tale ascendente sul
Grifondoro,
da toglierli quasi il libero arbitrio?
-Gentile come sempre
July...-mormorò irritato
Blaise, che aveva più volte tentato di fermare i suoi
compagni di casa dal
tormentare Neville, avendo capito che facendo in quel modo riuscivano
solo a
fargli avere meno stima in sé stesso, conducendolo a
combinare continui
disastri.
-Sai
com’è, mi riesce difficile essere gentile se
qualcuno mi sta comodamente
appollaiato su di un piede, Blay...e poi dopo tutto non l’ho
mica buttato fuori
a calci!-ribattè Black non capendo cosa avesse dato tanto
noia all’amico
-Infatti
gli hai solo ordinato di rimanere! E’ una persona non il tuo
elfo domestico!-Certe
volte Zabini odiava il modo di fare di Julian così incurante
dei sentimenti
degli altri: l’aveva fatto anche quell’estate con
Harry e ora la scena si stava
ripetendo con Neville, perciò era stufo di passare oltre
come invece facevano i
suoi amici.
-Io
non gli ho ordinato niente! E poi era liberissimo di fare quello che
voleva,
mica sono il suo padrone!-replicò Julian esasperato da tutte
quelle storie solo
perché aveva usato un tono diverso da quello che avrebbe
avuto Blaise.
-Scusate?...Julian
ha ragione io mi sono seduto perché volevo, non
perché l’ha detto lui! Sono
capace a scegliere per me...-L’intervento di Neville
fermò la risposta non
proprio carina che aveva in mente Blaise di dare a Julian.
-Complimenti
Neville hai detto un’intera frase senza
balbettare!...Comunque grazie!-Il
sorriso e il complimento, se così si poteva definire, che il
Prefetto moro gli
fece, fecero arrossire Paciock che immediatamente portò il
suo sguardo
all’altezza dei ginocchi dell’altro per non essere
costretto a guardarlo negli
occhi ed imbarazzarsi ancora di più, come gli era successo
al San Murgo. Zabini
invece rifilò a Julian un occhiata di
fuoco: quello era il sorriso che il ragazzo usava per fare colpo sulle
ragazze
! Cosa si era messo in mente? Di conquistare Paciock, per caso? E poi
perché il
Grifondoro arrossiva tanto? Magari era già successo qualcosa
fra i due...Un
momento ma da quando a lui importava cosa faceva Julian e con chi ci
provava?
No, a lui non importava: voleva solo salvaguardare la già
carente autostima di
Paciock...sì solo quello!
-Voi
due da quando vi chiamate per nome?-domandò Harry dopo aver
ripreso il dono
della parola, che momentaneamente era rimasta bloccata per lo shock di
vedere
il fratello rivolgere tanto amichevolmente la parola ad un ragazzo che
ignorava
totalmente fino a qualche mese prima.
-Da
quest’estate...ci siamo incontrati al San Murgo un
giorno.-spiegò Neville
felice di poter distogliere l’attenzione da Julian, anche se
per poco.
-Davvero?
Julian non mi ha detto nulla...-mormorò Harry, appoggiato
dall’annuire di Draco
e Blaise anche loro all’oscuro della cosa.
-Non
potete mica sapere tutto quello che faccio! Io non pretendo di sapere
ogni cosa
che fate, no?-si difese Julian che
non
voleva dire davanti a Paciock che si era praticamente scordato di
averci
parlato quel giorno per evitare di offenderlo.
-Certo
non lo pretendi ma a conti fatti tu sai tutto, Ju-Ju! Ti vorrei
ricordare le
tue doti veggenti.-lo smentì immediatamente Nott con un
ghigno: si stava
divertendo un mucchio a mettere in difficoltà
l’amico, visto che non succedeva
tanto spesso di vederlo fallire.
-Siete
degli amici orribili! Quasi quasi vado da Weasley...a proposito coma
mai lui e
l’altra non sono ancora venuti a salvarti dalle nostre
grinfie?-volle sapere
Julian notando solo in quel momento la mancanza dei due amici del
fratello.
-Sono
di ronda...sai per evitare le liti e aiutare i primini. Credo sia nei
compiti
dei Prefetti.-rispose Harry con un vago tono di scherzoso rimprovero
verso
Julian che avrebbe dovuto essere nei corridoi ad aiutare gli altri
prefetti e
non lì a parlare con loro.
-Davvero?!
Ma lasciamo che si divertano un po’ anche loro...tanto a
Hogwarts non potranno
fare niente, perché noi glielo impediremo.-Il sorriso del
moro in quel momento
era alquanto inquietante e lo faceva assomigliare molto più
di quanto sarebbe
stato consigliabile ai suoi parenti più tristemente famosi.
-Mi
fai quasi paura fratellino, sai?...Comunque deve essere una noia
occuparsi dei
bimbetti o dell’ordine in generale.-esclamò Harry
pensieroso, ringraziando una
volta di più per non essere stato scelto da Silente per quel
ruolo.
-Non
ti preoccupare io e Draco ci siamo divisi il lavoro: io punisco, lui fa
tutto
il resto-lo rassicurò Julian facendo scoppiare un acceso
dibattito con l’altro
prefetto che gli accompagno fino all’arrivo ad Hogsmeade.
Quando
i ragazzi scesero dal treno, furono accolti dal vocione di Hagrid, che
li
salutò da lontano mentre chiamava a sé i bambini
del primo anno per la
tradizionale traversata del lago Nero, poi Harry e Neville si
congedarono dai
Serpeverde per salire sulla carrozza con Hermione e Ron. Arrivati a
scuola i
ragazzi fecero il loro ingresso nella sala Grande dove come
d’abitudine Julian
rivolse lo sguardo al tavolo dei professori per salutare Remus e solo
all’ultimo momento si rese conto che il genitore non ci
sarebbe stato
quell’anno visto che era stato licenziato. Dopo lo
smistamento, Silente fece il
suo abituale discorso di inaugurazione del nuovo anno accademico,
parlando come
al solito dell’unione che ci doveva essere fra le Case,
particolarmente visto i
tempi che tutti stavano per vivere, ma ad un certo punto venne
interrotto dalla
Umbridge, che ne approfittò per tenere un suo discorso tutto
particolare, che
ad un ascoltatore poco attento poteva sembrare un insieme di parole
senza senso
compiuto, ma che a Julian provocò una serie di brividi:
quelle parole dicevano
che il progresso doveva essere scoraggiato,almeno che non fosse
saldamente
guidato da qualcuno e che solo i maghi potevano sfruttarlo, come a dire
che
coloro che non lo erano pienamente dovevano essere esclusi dalla
società
magica, ma quello che era peggio era l’evidente intenzione
del ministero di
intromettersi nella scuola, indipendente da quando era stata fondata!
Purtroppo
pochi avevano colto il senso di quelle parole, quindi nessuno poteva
capire
l’irritazione di Black, che prestò poca intenzione
quando Silente riprese la
parola:
-Bene
ora che la professoressa Umbridge ha finito il suo illuminante
discorso, posso passare
a farvi un importante annuncio: quest’anni ci saranno quattro
nuovi alunni
provenienti da un’altra scuola. Essi si uniranno alle case in
cui sono stati
smistati stamane dal Cappello Parlante, seguendo il quinto anno.
Perciò vi
prego di dare un caloroso benvenuto ai vostri nuovo compagni.-Quattro
ragazzi
si fecero avanti da un angolino in ombra della sala dove si erano
appostati
mente il Preside informava i loro compagni della loro presenza: tre di
essi
vestivano i colori dei Grifondoro, uno dei Serpeverde. Dagli sguardi
che si
scambiavano non sembravano andare molto d’accordo, anzi era
più giusto dire che
sembravano odiarsi, solo il castano appariva meno ostile nei confronti
del
nuovo acquisto dei Serpeverde. Il ragazzo in questione aveva i capelli
neri
lunghi fino alle spalle, così lisci e lucenti da sembrare
unti
irrimediabilmente, aveva un fisico secco e i tratti del volto erano
quasi
spigolosi, ma tutto sommato, pur non essendo paragonabile a due dei
Grifondoro
non era brutto, solo particolare. Julian gli lanciò solo
un’occhiata distratta
perché la sua attenzione era stata calamitata sul ragazzo
castano, quello che
sembrava immune dall’odio che traspirava dagli altri tre.
Aveva uno sguardo
dolce e gentile, ma che a tratti rivelava una profonda tristezza, in
generale
il suo aspetto aveva un qualcosa di trascurato e le vesti che indossava
erano
troppo grandi per lui, tanto che le mani erano quasi nascoste dalle
maniche, a
dimostrare insieme al tessuto liso, che erano sicuramente di seconda
mano. Non
era bellissimo ma agli occhi di Julian aveva un fascino tutto
particolare
simile a quello degli animali selvatici e la sua fierezza
nell’incedere, lo
incantò. Ma erano gli occhi quelli che lo colpirono di
più, sia per quello che
mostravano nella loro riservatezza, sia per il colore
dorato...immediatamente
ricondusse quegli occhi un’altro paio a lui tanto caro:
quelli di Remus. Il
castano , che intanto si era accorto del suo minuzioso esame, gli
rivolse un
mezzo sorriso gentile, mentre prendeva posto al tavolo dei Grifondoro e
improvvisamente tutto fu chiaro al ragazzo: lo sguardo gli ricordava
quello di
Remus, perché il ragazzo era Remus! Incredulo rivolse una
rapida occhiata agli
altri due nuovi Grifondoro e i suoi sospetti vennero confermati: alla
destra di
Remus sedeva un ragazzo che sembrava la sua fotocopia, mentre alla
sinistra
c’era la fotocopia senza occhiali e con gli occhi neri di
Harry, in pratica
Sirius e James...Julian non capiva però una cosa: suo padre,
Remus e Piton -
perché l’altro ragazzo era sicuramente lui-
avrebbero potuto bere una pozione
ringiovanente ed essere lì dimostrando quindici anni, ma il
padre di Harry come
poteva essere spiegato? Non potevano mica averlo resuscitato, no?...Per
quanto
assurda l’unica spiegazione possibile era che i quattro
avessero compiuto un
qualche viaggio temporale.
Angolino dell’autrice:
Prima di tutto vi assicuro che quello
dell’altra volta era
uno scherzo: non avrei mai sospeso la storia solo perché
ricevevo poche
recensioni, comunque mi ha fatto piacere riceverne così
tante e sapere che
almeno qualcuno mi segue con così tanta passione.
Come avrete notato ne ho fatto
un’altra delle mie! Vi
chiederete cosa ci incastrano adesso i Malandrini e Piton, no? Bene non
lo so
neppure io solo che mi piaceva l’idea e poi ho notato che la
mia trama era
troppo lineare, quindi dovevo incasinarla ancora di
più...tanto neppure la sto
seguendo una vera e propria trama, quindi non so dove voglio
arrivare(Immagino
quanto vi faccia piacere saperlo, no?^^) Però dovette
ammettere che sono stata
brava ad aggiornare così in fretta^^(Il tuo unico merito N
di Julian)(Tu, Razza
di ingrato! Tom te lo sogni di notte adesso)
Bene ora che ho finito le mie solite
ciance inutili passo ai
ringraziamenti:
WingsHP (Visto
come sono stata brava ho aggiornato subitissimo^^Mi fa piacere che ti
piaccia
Julian, ma dubito che ti sia piaciuto molto il discorso che fa con
Harry, solo
che è il meglio che ho saputo fare visto che
l’avrò modificato cento volte
minimo...Grazie per i complimenti, comunque!)
Titania77[
NOOOO!
LA TORTURA NOOOO! Ti prego non mi torturare io sono una brava bambina!
(Tom: e
io sono cappuccetto
rosso!)....comunque
una Harry/Julian la vedo molto dura e poi sappi che Tom è
tutto mio!In ogni
caso mi fa piacere che ti sia piaciuta la scena finale,
perché fino ad ora
penso che sia quella che mi è venuta meglio. Grazie anche a
te per i complimenti
e per l’appoggio^^]
Darkalexandra85(Sono
contenta di averti reso meno duro un periodo di esami e che la mia fic
ti
piaccia così tanto da farti intonare addirittura un
alleluia...quasi quasi mi
commuovo^^ )
Samek (Sai
come
si dice meglio dardi che mai! Devo dire che Tom che arrossisce ha
scatenato
molto successo e anche il mio Julian ha già milioni di fan
in tutto il mondo,
ma averne una di più fa sempre piacere...spero di rivedere
un tuo commento^^)
Alii(Non
ti preoccupare
non ti prendo per una pazza, ma ti prego no mi dare del lei: mi fai
sentire
vecchia!Io ho solo 17 anni, dopotutto, ma se invece è una
forma di rispetto
verso la tua padrona e signora fai pure^^Mi dispiace deluderti ma
dovrai
abituarti all’idea di una Tom/ Julian perché quasi
certamente ci sarà anche se
non so a che livello: se non si fosse capito io adoro incasinare le
situazioni!)
Lilly86(Eh,
sì lo
so di essere un genio..scherzo naturalmente^^ Sono felice che la mia
storia ti
piaccia e spero che continuerai a seguirla, in particolare se sei una
fan delle
Rem-Sirius adesso che hanno fatto la loro comparsa anche da quindicenni
dovrebbe fati piacere^^)
Tigre86(1-la
mia
mail non funziona!Fregata! 2-Visto la tua minaccia ha comunque sortito
effetto^^ 3-Sai ho descritto tanto bene Neville perché
è tale e quale a me:
anch’io non faccio che danni e come autostima sono messa
maluccio, per questo
chiedo le vostre recensione altrimenti penso che non piaccia a nessuno
e quindi
non mi viene l’ispirazione...per Harry invece non ci si
può fare niente: amo
fargliene passare di tutti i colori...siccome ho sentito
l’urlo di guerra delle
sue fan, ti saluto e mi raccomando non tralasciare i tuoi compiti per
me!Ma ti
ringrazio se lo fai^^)
Yuke(Non
ti
preoccupare saresti confuso anche se avessi letto tutto; lo sono io che
la
scrivo figuriamoci i poveretti che leggono...Comunque stai tranquillo
apprezzo
il tuo sforzo e ti ringrazio per l’appogio)
Perfetto ho finito! Vi avverto che
andrò via per Pasqua,
quindi non potrò aggiornare...Buone vacanze e mi raccomando recensite!
|
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Capitolo 8 *** Capitolo8...(W la fantasia!) ***
Capitolo
8
Durante tutta la cena Julian
non aveva fatto
altro che osservare i tre nuovi Grifondoro, cercando di capire se aveva
preso
un abbaglio o meno, però tutto era a suo favore: i movimenti
e le espressioni dei
tre ragazzi erano identici, almeno per quanto riguardava i due che
conosceva a
quelli dei genitori, perciò non c’era modo di
sbagliarsi. Inoltre aveva notato
che anche il fratello sembrava piuttosto sconvolta
dall’apparizione dei nuovi
arrivati e gli lanciava continue occhiate interrogative, a cui Julian
poteva
rispondere solo con un’alzata di spalle e un espressione
altrettanto confusa.
Purtroppo i ragazzi si erano seduto troppo lontani affinchè
Harry riuscisse a
parlargli o comunque ad ascoltare i loro discorsi e anche il Serpeverde
era
impossibilitato ad intavolare una discussione con il Piton
più giovane per lo
stesso motivo. Entrambi avrebbero dovuto aspettare fino alla fine delle
cena,
che quell’anno sembrava dover durare all’infinito ,
sia per indagare che per
scambiarsi le opinioni. Al tavolo Serpeverde intanto
l’irrequietudine del
Prefetto non era passata inosservata dai suoi migliori amici, che
però non
capivano a cosa fosse dovuta, non avendo prestato molta attenzione ai
nuovi
arrivati.
-Che
hai July?-chiese alla fine Theo, pur rendendosi conto che probabilmente
stava
entrando in un campo minato.
-Eh?...
Niente di importante, se vogliamo escludere che i nuovi arrivati sono
mio
padre, quello di Harry, Remus e Piton.- rispose Julian con un tono non
curante,
passando sopra per una volta all’odiosa storpiatura del suo
nome tanto era
impegnato.
-Stai
scherzando ,vero?-domandò Blaise alla sua destra, studiando
i nuovi Grifondoro
prima e poi loro nuovo compagno di casa con attenzione.
-Se
avessi il mio album di foto capiresti che ho ragione! E poi riconosco
le
persone che mi hanno cresciuto, sai?- replicò il ragazzo,
ormai senza dubbi
sull’identità delle persone in questione.
-E
allora perché Silente non ha detto i loro veri
nomi?-mormorò Theo per non farsi
sentire dal resto dei loro compagni abituati a vedere i quattro
confabulare tra
loro,ma non per questo meno curiosi di sapere su cosa vertevano i loro
discorsi.
-Ma
forse perché bene o male tutti li avrebbero riconosciuti?
Theo ti vorrei
ricordare che siamo in guerra e se la notizia della presenza del padre
mio e di
Harry uscisse di qui e arrivasse alle orecchie sbagliate potremmo
cessare di
esistere, anzi non saremmo mai neppure esistiti!- spiegò
Julian saccente.
-Ormai
sei nato nessuno può impedire la tua esistenza almeno che
non ti uccida
direttamente, sai Julian?-lo prese in giro Draco con il suo solito
ghignetto.
-
Draco ragiona: se quelli fossero il Remus e il Sirius contemporanei,
come
potresti spiegare il fatto che ci sono due Piton e James Potter, che se
non lo
sapessi sarebbe anche morto?...No devono per forza provenire tutti dal
passato,
altrimenti non si spiega! Quindi se per caso Voldermort uccidesse quel
James
Potter, Harry non potrebbe nascere, capito adesso?-Per quanto assurda
fosse la
spiegazione di Julian era anche l’unica plausibile e gli
altri rimasero colpiti
dalla scoperta, restando in silenzio per alcuni minuti. Alla fine fu
Theo a
prendere la parola:
-WOW!
...Però Silente poteva pensare a nomi meno orribili! Remus
ora si chiama Eric
Moss, tuo padre è Christopher Folw, quello di Harry Daniel
Gabrielson, il povero
professor Piton invece Abel Nightroad ...io mi sarei infuriato al loro
posto
con dei nomi così Babbani!-I suoi compagni si trattennero a
mala pena e solo
per non sfigurare agli occhi del resto della scuola da lanciargli
contro i
bicchieri: come si poteva pensare ai nomi dopo una rivelazione del
genere?
-Teoricamente
mio padre dovrebbe essere felice di aver perso il nome altisonante che
si
ritrova...per gli altri non so cosa dirti!-gli rispose Julian scuotendo
al
testa mentre finiva di mangiare il suo dolce e si alzava dal tavolo
-Draco per
favore ti puoi occupare da solo dei piccoli?...Io devo andare da
Harry!-continuò
supplicando il ragazzo riferendosi ai primini.
-Certo
li metto io a letto, tesoro! Però cosa dico gli dico se mi
chiedono perché il
loro papà non
c’è?-acconsentì Draco sorridendo.
-Rispondigli
che con uno moglie come te ho bisogno di svagarmi, cara...ci vediamo
dopo!-Quello era un vecchio gioco che mandavano avanti fin da piccoli:
siccome
Pansy voleva sempre giocare con le bambole ma non voleva giocare con le
altre
bambine, aveva deciso che Julian e Draco erano marito e moglie, Harry
suo figlio
e Blaise suo marito, costringendoli poi ad occuparsi delle bambole e
trattandoli appunto come se si trattasse di vere coppie, traumatizzando
l’infanzia degli amici irrimediabilmente, secondo il parere
di molti.
Ormai
la cena era finita r tutti stavano abbandonando la sala grande per
raggiungere
i rispettivi dormitori. I prefetti richiamavano i loro nuovi acquisti e
qualcuno dei più vecchi approfittava della confusione per
salutare gli amici
appartenenti alle altre Case oppure chiacchierare un po’ con
i propri compagni.
Julian perciò si ritrovò ben presto imbottigliato
nel traffico in uscita dalla
sala e tra quelli che invece rimanevano semplicemente in piedi nel bel
mezzo
dei corridoi tra i quattro tavoli, quindi raggiungere Harry fu
più difficile
del previsto, anche perché il ragazzo era nascosto dalla
folla, essendo ancora
seduto. Alla fine intravide una famigliare chioma arruffata e fece per
posare
una mano sulla spalla del possessore di quel cespuglio di capelli.
-Cerchi
guai serpe?-La sua mano non aveva ancora toccato la spalla del ragazzo
che una
voce allo stesso tempo famigliare ma sconosciuta lo bloccò.
Voltandosi con
disappunto verso chi l’aveva apostrofato così
carinamente, quasi si mise a
piangere per l’irritazione: era stato suo padre o per lo meno
colui che lo
sarebbe diventato a fermarlo! Osservando meglio il ragazzo che aveva
scambiato
per il fratello, Julian si accertò della cantonata che aveva
preso, infatti
quello era James, però ancora non si spiegava una cosa.
Perché suo padre lo
trattava così male? Silente avrebbe dovuto dirgli chi era,
no? Ora che ci
pensava bene il Preside gli aveva rivolto un’occhiata
piuttosto divertita
quando aveva annunciato i quattro nuovi acquisti della scuola...e
ciò poteva
stare solo a significare che non aveva detto nulla ai ragazzi o quasi!
Quel
brutto vecchio figlio di...
-Sai
Chris credo si sia incantato...-Le parole di scherno di James lo fecero
tornare
bruscamente alla realtà maledicendo con tutto il cuore
Silente una volta di più.
-Non
ti preoccupare non mi sono incantato...scusate il disturbo ho sbagliato
persona
e ora che guardo quella che cercavo non è neppure
più qui...-Ben conscio della
magra figura che stava facendo Julian decise che forse era meglio
battere in
ritirata prima di peggiorare le cose sperando di poter parlare con
Harry il
giorno dopo, ma non gli fu possibile andarsene: ormai era entrato nelle
mire
dei Malandrini.
-Certo
che voi Serpeverde peggiorate di anno in anno...tra un po’
per vedere il vostro
cervello ci vorranno le lenti di ingrandimento.- disse Sirius con aria
fintamente affranta.
-E’
un
dolore che conosci bene, immagino... -lasciò cadere Julian:
non aveva
intenzione di farsi insultare, neppure da suo padre! La faccia paonazza
di
Sirius fu un vero spettacolo, ma ancor più gratificante fu
per il ragazzo
sentire la sommessa risata di Remus, che fino a quel momento era
rimasto in
silenzio.
-Tu
come osi!-Tale padre, tale figlio...era proprio vero quel detto!
Infatti James
vedendo umiliato l’amico era scattato in piedi, puntando la
bacchetta contro il
petto di Julian.
-Fossi
in te, non lo farei- Il Prefetto sapeva che molto probabilmente si
stava
giocando l’amicizia del ragazzo, però non era mai
stato il tipo che rifiutava
una sfida e poi aveva sempre pensato che sarebbe stato divertente se un
giorno
avesse potuto sfidare i vecchi Malandrini per vedere a conti fatti se
gli aveva
superati nella grandezza.
-Solo
perché sei un Prefetto?...Credi di potermi spaventare?-Era
gratificante sapere
che James era fatto della stessa sua pasta.
-No,
non per questo... dico solo che sono un discreto avversario quindi non
ti
conviene tirare troppo la corda, perché io non sono Piton e
non starò buono a subire
neppure in inferiorità numerica- Il tono gelido con cui
Julian pronunciò queste
parole portò James ad indietreggiare, anche per il
riferimento al loro
passatempo preferito, il tormento a Piton.
-E
tu
come fai a saperlo?-domando Sirius confuso: era certo che nessuno
potesse
sapere quelle cose, né tantomeno che Mocciosus
l’avesse detto al primo venuto.
-Non
importa come faccia a saperlo, conta che io sappia anche altre cose
oltre a
questa...Per esempio conosco il mantello
dell’invisibilità, la Mappa del
Malandrino e tanto altro...-E qui lanciò un occhiata ricca
di significato a
Remus con un sorriso inquietante.
-Osa
fare qualcosa a Re...Eric e giuro che ti pentirai di essere
nato!-Questa volta
la minaccia era arrivata da Sirius, appoggiato comunque
dall’annuire torvo di
James.
-Non
ti preoccupare ! Non potrei comunque fare qualcosa a lui, visto che non
centra
niente in questo nostro piccolo diverbio... era solo per dire!- Il
solare
sorriso di Julian fu disarmante per i due Grifondoro già sul
piede di guerra:
quel ragazzo aveva dei seri problemi!- In ogni caso vi conviene andare
nella
vostra torre, se il mio direttore di casa vi becca fuori oltre
l’orario potete
cominciare a pregare...-
-Perché?
Non gli abbiamo ancora fatto niente!-protestò Sirius
dimenticandosi che quello
di fronte a lui era in teoria un nemico.
-Non
è
proprio così...ma comunque lo scoprirete domani! Di solito
le sue lezioni sono
sempre il primo giorno...Buonanotte!-Dicendo così Julian si
avviò fuori dalla
sala, poi prese la strada dei sotterranei. Nella sala comune dei
Serpeverde
ormai non c’era più nessuno, perciò
Julian si diresse direttamente nel suo
dormitorio. Arrivato fuori dalla porte sentì delle voci
alterate che
discutevano all’interno della stanza ma stranamente non
sembravano appartenere
a Blaise e Theo, come invece sarebbe stato logico immaginare: erano
stati
insieme senza litigare per quasi un’intera giornata...un
miracolo! Preparandosi
a fare da paciere fece il suo ingresso nella stanza, trovandosi di
fronte una
Pansy, che strillava inviperita contro Tiger, che avesse fatto il
povero
ragazzo per meritarsi tale terribile punizione restava un mistero,
tanto era
difficile capire cosa stesse dicendo l’amica. Scuotendo la
testa e resistendo
all’impulso di pietrificare tutti Julian si
avvicinò con un sorriso comprensivo
alla ragazza, poggiandola una mano sul braccio per attirare la sua
attenzione.
-Pansy,
tesoro che succede?- chiese dolcemente quando lei si decise a guardarlo.
-Questo
brutto deficiente dice che io non vado bene per posare per il suo
quadro!-urlò
in risposta Pansy, con le lacrime agli occhi ma felice di aver
finalmente
trovato qualcuno che la volesse difendere.
-E’
vero,Vins?-domandò Julian annoiato al compagno, che
alzò le spalle prima di
dire
-Non
è
la persona che cerco...mi serve una ragazza di una bellezza
particolare!-A
Black piacevano particolarmente i quadri e i disegni di Vincent,
stimandolo
molto come artista, ma a volte pensava sul serio che non avesse un
briciolo di
cervello: dire cose del genere ad una ragazza come la Parkinson
equivaleva ad
una dichiarazione di guerra.
-Vedi?
Dice che non sono abbastanza bella!...Picchialo!- D'altronde anche
Pansy in
quanto a cervello non scherzava...anche volendo cosa pensava che
potesse
riuscire a fare Julian a mani nude contro quell’energumeno di
Tiger? Il
solletico, forse!
-Pansy
cara, lui non vuole dire che sei brutta o non abbastanza bella, ma che
tu
possiedi una bellezza... più classica! Il tipo di bellezza
che apprezzerebbe
uno scultore dell’epoca dei Greci o dei romani, per
intenderci. Capito?- Per
togliersi da quell’impiccio Julian stava dando il meglio di
se e sperava con
tutto il cuore che Pansy gli desse ascolto e che nessuno provasse a
contraddirlo, nemmeno Vincent, che in realtà era
l’unico a poter aver voce in
capitolo.
-Sì,
adesso ho capito...ciò non toglie però che sia un
brutto deficiente: poteva
dirlo subito! Scusate il disturbo...buonanotte!-La ragazza
baciò i suoi amici
sulla guancia poi felice uscì dalla stanza seguita da Tiger
,che dormiva
nell’altro dormitorio, dopo che quest’ultimo ebbe
ringraziato Julian con un
sorriso.
-Come
avocato potresti fare carriera, sia?-esclamò Blaise, stupito
dalla facilità con
cui dulia aveva sistemato quell’epica lite.
-Grazie,
ma preferisco le mie pozioni...danno più
soddisfazioni!-ribattè Julian con una
smorfia disgustata per la proposta ,lasciandosi cadere sul suo letto,
sprofondando un po’ nelle soffici coperte rigorosamente verdi
e argento.
-Ti
interessi di pozioni, Black?-Una voce ricca d’odio fece
alzare la testa a Julian:
Piton seduto sul suo letto, fissava Julian con interesse che purtroppo
combatteva con il disprezzo per chiunque portasse quel nome.
-Sì...Nightroad.
Anche tu per caso?-Julian non sapeva come doveva comportarsi con il
giovane, essendo
a conoscenza dell’odio che scorreva tra lui e suo padre, ma
sperava che se si
fosse dimostrato gentile e disponibile anche l’altro ragazzo
si sarebbe
comportato di conseguenza, permettendogli di divenire suo amico.
-Sì,
spero che il vostro professore non sia un completo inetto
perciò...altrimenti
mi toccherà fare da solo- L’ostilità di
Severus nei confronti del ragazzo non
era calata ma almeno non tentava più di fulminarlo con lo
sguardo, come poco
prima.
-Non
preoccuparti! Il professor Piton è il migliore che esista,
anche se è molto
severo. Non ti farà rimpiangere quello che avevi
nell’altra scuola, stanne
certo!-“ Colpito e affondato” pensò
Julian mentre vedeva il volto del ragazzo
illuminarsi per lo stupore di aver sentito quel complimento uscire
proprio
dalla bocca di un Black, che probabilmente doveva essere il figlio di
colui che
gli rendeva a vita un inferno dal primo giorno di scuola.- Comunque non
mi sono
ancora presentato: io sono Orion Black, Julian per gli amici, come hai
sentito.-Julian sperava con tutto il cuore che Piton scegliesse di
chiamarlo
con il suo secondo nome, Julian appunto.
-Come
mai ti piace di più un nome così semplice?
Babbano direi...-volle sapere
Severus sinceramente incuriosito da quel comportamento tanto atipico
per un
Serpeverde, che di solito avrebbe dovuto tenere molto al nome
pluriblasonato
che si portava dietro.
-Julian
è solo mio, Orion di una cinquantina di miei avi: per questo
mi piace di più,
pur essendo così semplice e Babbano come dici tu..inoltre
è il nome che mi ha
dato mio padre- Sirius infatti andando contro ogni usanza aveva
preferito dare
al suo bambino un nome più moderno, in cui potesse un giorno
identificarsi,
invece di perdersi nella marea di Orion Black presenti
nell’Albero Genealogico
della famiglia. Purtroppo, però, non era riuscito a
convincere la moglie a
metterlo come primo nome, quindi per l’opinione pubblica
Julian restava Orion a
tutti gli effetti.
-
Il
primo è davvero un bel motivo, il secondo un po’
meno... ma per caso tuo padre
è Sirius Black?-Alla fine Severus si era deciso a porre la
domanda che tanto
gli premeva, ma che comunque giunto a quel punto non avrebbe leso
più di tanto
il rapporto che voleva instaurare con il giovane tanto gli stava
simpatico.
-Sì,
proprio lui... una sciagura come poche!-rispose Julian sorridendo,
mentre
alzava le spalle come a dire che i parenti non si potevano scegliere.
-July,
il bagno è libero se vuoi...-li interruppe Blaise, prima di
seppellirsi sotto
un manto di calde coperte.
-July?-ripeté
Severus con un luccichio ironico negli occhi neri: aveva in mente di
usarlo
quel nomignolo un giorno o l’altro.
-Sì,
lo so che è penoso. Ma non so cosa fare per toglierglielo
dalla bocca, a
parte un bel incantesimo di memoria, che il
te del mio tempo mi ha sconsigliato vivamente...-sbottò il
Prefetto mettendo il
broncio.
-Non
ti preoccupare, non lo diffonderò...per
ora!-ribattè Severus mettendosi anche
lui sotto le coperte sempre sorridente, contento di potersi mostrare
per una
volta per quello che era veramente e non il solito musone freddo e
distaccato,
che tutti conoscevano nel suo tempo.
-Buonanotte,
allora!-Doveva stare attento a non fare nulla che lo potesse offendere:
non
avrebbe resistito all’umiliazione di sentirsi chiamare in
pubblico “July”!
Angolino
dell’autrice:
Vi
do l’autorizzazione
a picchiarmi: due giorni fa ho inserito il nuovo capitolo solo che mi
sono
scordata di salvarlo perciò
voi potete
leggerlo solo adesso...sono senza speranze ammettiamolo^^...comunque
eccoci qua,
come promesso, appena rientrata dalle vacanze tortura, scrivendo tra un
compito
e l’altro con la minaccia delle pagelline incombenti(che
incubo!!!). Tutto ciò
era per dire che se il capitolo fa pena dovete avere pietà
di me...ringrazio in
anticipo tutti quelli che avranno il coraggio di leggere e commentare.
Titania77(Mi
dispiace ma Tom è impegnato a
conquistare il mondo e a somministrare l’Imperius ai miei
prof, quindi per un po’
non entrerà in scena^^...Comunque hai ragione Harry voleva
solo fare pace
perciò non ha cercato altre spiegazioni da Julian, anche
perché ormai è
abituato a sentire le sue stranezze..che ci vuoi fare è un
Black!)
Yuke(Perdono!
Chiedo perdono in ginocchio! Mi dispiace
davvero averti scambiato per un ragazzo, ma ero indecisa, quindi o
tirato ad
indovinare...mi perdoni?Ç_Ç...Tornando alla
storia: sono d’accordo con te per
quanto riguarda la parte del chiarimento, so di averla un po’
tirata via ma in
ogni altro modo in cui la pensavo, poi Harry se ne andava arrabbiato,
togliendo
per un bel pezzo il saluto a Julian. Invece riguardo ai nuovi alunni
spero di
averti chiarito le idee con questo capitolo che serviva appunto a
quello se non
si fosse notato^^..per Blaise non posso dirti niente ancora, per
scoprirlo devi
leggere ...se posso confidarti un segreto non lo so nemmeno io^^)
WingsHP(Quanti
complimenti che mi fai! Mi monterò la testa
prima o poi... e inoltre ogni volte che li leggo saltello come una
deficiente per
mezz’ora, che va anche bene eh, se sono a casa ma a scuola va
un po’ meno
bene^^Pace tanto ormai lo sanno che mi manca qualche rotella! Come per
Yuke,
spero che ance a te questo capitolo abbia chiarito le idee, mentre per
l’incontro
Harry-James dovrai aspettare il prossimo capitolo, anche se non ne
assicuro la
buona riuscita)
Ci
vediamo alla prossima, però per favore lasciate un segno del
vostro
passaggio...un insulto, un commento costruttivo, la lista della spesa,
insomma
qualunque cosa! Ciao ciao!
|
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Capitolo 9 *** Capitolo9...(Sono ancora viva!) ***
Capitolo 9
Harry si era
allontanato immediatamente dalla Sala Grande stufo
di dover sopportare gli sguardi di disprezzo degli studenti
dell’intera
Hogwarts . Velocemente aveva salito le scale e percorso i corridoi che
lo
avrebbero portato nel suo dormitorio nella torre di Grifondoro...gli
sembrava
un po’ presto per cominciare a chiedere ospitalità
ai Serpeverde, che comunque
l’avrebbero accolto con piacere, come sempre. Tante volte
sembravano più
comprensivi e fedeli come amici che i suoi compagni di casa! Solo
quando era
ormai giunto di fronte al ritratto della Signora Grassa si era
ricordato che
Julian gli aveva fatto segno di aspettarlo per parlargli. Gli si poneva
di
fronte un problematico dilemma: tornare indietro ed affrontare di nuovo
tutta
la scuola oppure entrare e la torre mettersi a dormire e affrontare
Julian il
giorno dopo? Beh, Julian gli doveva un favore, visto che non gli aveva
parlato
per due giorni, quando si era svegliato dopo che lo avevano rapito
ritenendolo
colpevole quindi...Poteva aspettare fino al giorno dopo! Certo che
però gli
sarebbe piaciuto sapere se anche il fratello era d’accordo
con lui sull’identità
dei loro nuovi, per modo di dire, compagni. Avrebbe finalmente potuto
parlare
con suo padre! Chissà se gli sarebbe stato simpatico oppure
no...sperava tanto
di sì. Anche se era convinto che Julian avrebbe trovato il
modo per
litigarci...gli sarebbe toccato rimediare, come se no avesse
già abbastanza
pensieri per la testa! Con un mezzo sorriso, disse la parola
d’ordine e poi fu
accolto dall’abituale torpore della sala comune con il suo
scoppiettante
caminetto sempre acceso. Senza soffermarsi ancora salì le
scale che conducevano
ai dormitori maschili, scoprendo di essere stato diviso dai suoi vecchi
compagni di stanza: avrebbe dormito con Sirius, Remus e...suo padre!
Non poteva
desiderare di meglio! Essendo salito prima degli altri, ebbe tutto il
tempo per
farsi una bella
doccia rilassante e poi
con in capelli ancora bagnati, si mise il pigiama attendendo
impazientemente
l’ingresso dei suoi nuovi coinquilini, ingannando
l’attesa lucidando la sua
nuova scopa, fra l’altro già perfetta, essendo
nuova di zecca. Dopo qualche
minuto sentì un ciarlare festoso raggiungerlo dai piani
più bassi ed intuì che
i gemelli avessero organizzato un festino. Ben presto alle risate, si
unì la
musica ed Harry desiderò come non mai potersi unire alla
festa anche se era sicuro
che poi si sarebbe messo nei guai: meglio quelli che
l’isolamento! Ma non scese,
non volendo rovinarsi ancora di più la giornata,
già pessima anche senza altre
complicazioni. Attese ancora qualche istante e finalmente
sentì le voci che
tanto desiderava sentire
-Certo che
ce ne di gente strana in questo posto! Come fa a
sapere della mappa del Malandrino? Chi gliel’ha detto, si
può sapere?- Era
Sirius che infuriato strepitava mentre entrava nella stanza con la sua
solita
irruenza.
-Io di certo
no, Sis... E inoltre conosceva anche il vero nome
di Mocciosus! Per non parlare del piccolo segreto di
Rem...-concordò con lui
James, scompigliandosi con stizza i capelli già abbastanza
disordinati per
conto loro.
-Ma quello
non è importante!-sbottò Black con un gesto che
voleva dimostrare la piccolezza del fatto.
-Certo tutti
vorrebbero dormire con un mannaro o studiarci
insieme, vero?-Fu il polemico commento di Remus, mentre guardava male
Sirius,
che ne approfittò per tirarselo contro e posargli un bacio
sul naso.
-Adoro
quando metti il broncio!-gli sussurò a fior di labbra,
impossessandosene.
-Emh,
piccioncini non vorrei disturbarvi ma abbiamo compagnia e
ha sentito tutto.-li interruppe James vagamente disgustato dalla
smielosità che
riusciva a raggiungere il suo migliore amico, quando si trovava accanto
a Rem.
Harry aveva osservato in silenzio tutto la scena chiedendosi che mai
potesse
conoscere la Mappa oltre a lui: solo Julian! Possibile che il fratello
fosse
già riuscito a litigarci? Sì- si rispose- era
perfettamente nelle sue capacità...
anzi probabilmente si era anche trattenuto!
-Oh!Non
c’è problema...non mi danno fastidio- Il ragazzo
stava
tentando con tutto se stesso di mantenere un tono normale anche se
l’emozione
lo stava quasi soprafacendo: aveva suo padre in carne ed ossa davanti
agii
occhi!
-Visto
Jamie? Non gli diamo fastidio, quindi...-Sirius tentò di
riappropriarsi delle labbra di un Remus, rosso fino alla punta dei
capelli per
l’imbarazzo, che però riuscì a portarsi
a distanza di sicurezza.
-Controllati
Sirius! E poi la volete finire di usare i nostri
veri nomi...avete sentito cosa ha detto il preside, no?- li
sgridò entrambi il
licantropo dopo aver ripreso controllo di sé.
-Ma lo fai
anche tu!- protestarono in coro i due malandrini
imbronciati, facendo ridere sommessamente Harry che vedeva nella scena
l’esatta
replica di ciò che accadeva più o meno
giornalmente a casa sua.
-Si
può sapere cosa c’è di divertente?- la
gelida domanda si suo
padre fece tornare bruscamente Harry al presente: non doveva
assolutamente
mettersi contro i tre ragazzi, perché se Julian poteva
permettersi di
litigarci, lui no, non avendo la versione adulta di suo padre.
-
Nulla...solo che non pensavo fossero così anche da
ragazzi-si
giustificò prima di rendersi conto di cosa avesse detto.
-Cosa
vorresti dire?..tu li conosci? Sai chi siamo?-chiese James
avvicinandosi al letto su cui Harry era seduto, desideroso di avere
delle
spiegazioni che il preside si era rifiutato di dare, sostenendo che
sarebbe
stato più divertente per loro scoprire le cose poco a poco.
-Sì,
certo che vi conosco...ma Silente non vi ha detto
niente?-esclamò Harry sgranando gli occhi verdi.
-Quel
vecchio bacucco no ha voluto dirci niente...a
mala pena ci ha detto che siamo nel futuro
rispetto al nostro tempo!-si lamentò Sirius sedendosi sul
letto di fronte,
seguito da Remus.
-...Ah!
Già Silente ha l’abitudine di fare queste
cose...non
fosse per Julian, neppure io ne saprei tante.-cercò di
consolarli Harry,
consapevole come non mai di avere James seduto accanto, a pochi
centimetri, a
portata di mano.
-Come mai ci
conosci? Chi sei?- volle sapere Remus, lasciandosi
abbracciare da Sirius consapevole dell’inutilità
di ogni tentativo di
impedirglielo. Harry non sapeva cosa rispondere o come evitare quella
domanda, senza
che i tre ragazzi se la prendessero. L’unica cosa sensata che
gli venisse in
mente era dire la verità, anche a prezzo di rendere
consapevole il padre del
terribile destino che lo aspettava dietro l’angolo, oppure
rispondere in modo
vago, ad esempio dicendo solo che Remus era stato un suo professore.
Però
l’ultima possibilità gli sembrava quasi una mezza
bugia, perciò decise di dire
la verità, sperando di non combinare danni.
-Io mi
chiamo Harry...Harry Potter - confessò a mezza voce,
spiando sottecchi le reazioni degli altri: James e Sirius spalancarono
gli
occhi sorpresi mentre Remus annuì avendo già
capito da tempo che il moro doveva
essere imparentato in qualche modo con l’amico.
-Jamie! Hai
un figlio! Che bello, Rem, siamo zii!-ululò Sirius
alzandosi di scatto dal letto.
-Sei...sei
davvero mio figlio?-mormorò tra lo stupito e lo
sconvolto James, che al debole annuire di Harry, lo
abbracciò, felice come non
mai in vita sua. Il ragazzo, d’altro canto, venne sommerso da
una tale quantità
di emozione che alla fine gli venne da piangere, non sapendo nemmeno
lui se
fossero lacrime di gioia o meno, stringendo fra le dita il maglione del
padre:
aveva sempre saputo che un abbraccio dei suoi veri genitori non sarebbe
mai
stato uguale a quello dei padrini, senza nulla togliere a loro
naturalmente, ma
non avrebbe mai creduto di comportarsi come una ragazzina isterica
sperimentandolo. Dopo qualche minuto le lacrime cessarono di scendere
dagli
occhi di giada del ragazzo, consapevole del fatto che il padre lo aveva
consolato
senza prenderlo per matto, ma anzi preoccupandosi non poco per la sua
inattesa
reazione.
-Tutto bene?
Che cosa è successo?- gli domandò infatti con
apprensione James quando fu più calmo.
-N..niente
è solo che io...io...- Poteva dirgli la verità?
Raccontargli
che quello era l’unico abbraccio che si sarebbe mai
ricordato? Poteva dire a
James che non avrebbe visto crescere suo figlio, perché
sarebbe stato ucciso da
Voldermort?...Sì, poteva farlo e l’avrebbe fatto!
Raccontò tutto, dall’inizio
alla fine . Più di quanto avesse mai parlato in tutta la sua
vita, fregandosene
altamente se con le sue parole stava compiendo qualcosa di irreparabile
oppure
no. Quando ebbe finito la sua voce si spense in un religioso silenzio,
che
venne interrotto dopo qualche istante da Sirius
-Jamie...?-mormorò
il ragazzo preoccupato dal mutismo
dell’amico.
-Va tutto
bene Siry...sono solo un po’ sconvolto!-sussurò
James
spostando alternativamente lo sguardo dal figlio alla luna fuori dalla
finestra.
-Sei sicuro
di stare bene, James...vuoi qualcosa da bere..un po’
d’acqua magari?-intervenne Remus comportandosi da brava
mammina, come era
solito fare da ben cinque anni.
-No, Remus.
Va bene sul serio...e poi state facendo preoccupare
Harry!Tornando alle cose serie: vi rendete conto che mi
sposerò con Lily? Con
Lily Evans!-esclamò quello contento come una pasqua, avendo
ormai esiliato in
un angolino buio della sua memoria la parte che riguardava
l’assassinio e il
tradimento di Peter.
-E lo shock
che parla vero?-domandò Sirius al compagno e ad
Harry, che alzarono le spalle. – Ti rendi conto tu vero che
Harry, tuo figlio,
ti ha appena detto che morirai per mano di Voldermort?-
-Anche se me
ne preoccupo non posso farci nulla, no?...Per
conquistare Lily invece sono sempre in tempo!-L’ossessione
amorosa di James per
Lily era talmente forte da superare qualunque barriera, morte compresa
e mai
come in quel momento gli amici del ragazzo furono contenti di doversi
sorbire
ore dei suoi commenti sulla ragazza dei sui sogni e futura moglie.
Quando
smisero di prenderlo in giro era ormai tardi per qualunque
altra domanda a meno che il mattino dopo non volessero dover usare gli
stuzzicadenti
per tenere aperti gli occhi.
Nel
frattempo nei dormitori verde argento, Julian aveva ricevuto
una lettera che al contrario di ogni logica lo aveva fatto saltare
dalla gioia:
era di Tom. In realtà più che una lettera era un
bigliettino in cui il signore
oscuro gli chiedeva un appuntamento. C’era scritto solamente
“ Tra mezz’ora
nella foresta proibita, al laghetto degli unicorni” e il
Serpeverde non se lo
fece ripetere due volte. Si cambiò nuovamente togliendosi il
pigiama ed
indossando un maglioncino bianco sui jeans, poi sfruttando un passaggio
segreto
di sua conoscenza uscì dalla scuola ridendo mentalmente al
solo, mentre pensava
che si stava comportando esattamente come ogni ragazzina che gli
correva dietro...il
mondo stava per finire!
Il mattino
seguente come pronosticato da Julian scoprirono che
la prima lezione dell’anno sarebbe stata appunto quella di
Pozioni, per la
felicità dei Serpeverde e lo sconforto dei Grifondoro, che
avevano deciso di
festeggiare l’inizio di un nuovo anno scolastico con un
festino che si era
protratto fino a notte fonda. Il moro Prefetto di Serpeverde era
arrivato come
al solito in perfetto orario in Sala Grande per la colazione, anche
nella
speranza di riuscire a beccare Harry, per farsi raccontare tutto quello
che era
successo la sera prima con i Malandrini, ma in particolare con James.
La sua
era stata una vana speranza perché, accompagnato da Sirius e
James, visto che
Remus era stato puntuale il fratello non si era presentato, se non
all’ultimo
minuto, proprio poco prima che suonasse la prima campanella che segnava
l’inizio delle lezioni. Quindi alla fine si erano potuti
vedere solo di fronte
alla porta dell’aula dove già aspettavano tutti i
Serpeverde.
-Alla buon
ora Harry!-lo accolse Julian con una punta di
rimprovero e le mani saldamente piantate sui fianchi.
-...Scusa!
Ma non ho sentito la sveglia...e poi non sono in
ritardo, ora che ci penso!- mormorò Harry facendo mente
locale un secondo.
-Per la
lezione no, per tutto il resto sì!-replicò Julian
acido,
scoccando un occhiataccia anche ai Malandrini ritenendoli responsabili
del
ritardo a prescindere.
-Non ci
avevi detto di essere fidanzato, Harry!- esclamò subito
James squadrando da capo a piedi Julian – Certo potevi
scegliere uno un po’
meglio...come carattere intendo.-giudicò infine critico.
-Se permetti
anche il suo non è un gran che come carattere...in
ogni caso non stiamo assieme!-disse Julian figurandosi mentalmente la
scena di
lui e Harry che si baciavano, prima di scuotere la testa divertito.
-Le ci
mancherebbe solo quello, signor Black...entrate!-Il
professor Piton, che era uscito dall’aula per richiamare
l’attenzione della classe, non
aveva potuto fare a meno di trattenere un suo commento sarcastico a
quanto
aveva sentito. L’uomo quel giorno emanava una strana aura
soddisfatta e felice
che non prometteva nulla di buono per i suoi studenti, soprattutto per
i Grifondoro,
ai quali vennero i brividi al solo incrociare gli occhi di Piton.
-Vedo che
abbiamo dei nuovi allievi...spero per voi che siate in
pari con il programma, perché io non mi fermerò
di certo. Sono il professor
Severus Piton e nella mia classe non tollero sciocchezze di nessun
genere spero
ve ne rendiate conto prima che io debba ricorrere a metodi drastici.-
Neppure a
dirlo James e Sirius erano rimasti impietriti a sentire il nome
dell’uomo e
spostavano lo sguardo da lui al loro giocattolo preferito con crescente
orrore,
mentre Remus seduto dietro di loro accanto a Neville sospirava
affranto:
quell’anno Pozioni per lui sarebbe stato un vero incubo,
già lo sapeva!
-Signor
Black, per favore venga alla cattedra...svolgerà qui la
pozione di oggi sperando che i suoi compagni prendano esempio- In
realtà Piton
voleva solo impedire che come al solito il ragazzo distribuisse
suggerimenti a
destra e a manca, togliendoli il divertimento di tormentare qualcuno.
-Va bene,
professore- mormorò mogio Julian prendendo tutte le
sue cose che già aveva disposto sul tavolino da lavoro, per
trasferirsi in
quello accanto alla cattedra.
-Black?!Quello
è un Black?..ora si che mi spiego tante cose- si
sentì bisbigliare nemmeno troppo silenziosamente dal fondo
dell’aula, precisamente
dal punto in cui sedevano i Malandrini.
-Se non le
va bene può cambiare scuola, signor Folw! 10 punti in
meno a Grifondoro e si consideri fortunato- Dopo di che Piton fece il
solito
discorsetto di inizio anno con l’unica variante degli
imminenti G.U.F.O, per
cui si sarebbero dovuto preparare con più costanza visto che
lui non accettava
studenti che non avessero preso una E in pozioni..il che significava
che al
massimo ci sarebbero stati quattro studenti l’anno
successivo: Julian, Blaise,
Draco e Hermione se le fosse andata bene. Poi passo ad illustrare la
pozione di
quella lezione: un composto molto complicato che richiedeva un estremo
tempismo
e un’ assoluta precisione in ogni operazione, inoltre le ci
volevano due ore
per cuocere, quindi non erano ammessi errori di alcun genere.
Julian
naturalmente non ebbe nessun problema a portare a termine
il suo lavoro, meritandosi più volte gli elogi del
professore,che non perdeva l’occasione
di tormentare i nuovi Grifondoro, lasciando stranamente in pace Harry,
che per
una volta non fece una completa schifezza, e Neville, sue vittime
designate in
quei cinque anni. Alla fine della lezione i ragazzi ebbero una gradita
sorpresa: siccome mancava Hagrid avrebbero avuto le due ore seguenti di
buco.
-Julian!Aspettami...-Quando
Julian si voltò vide che Harry,
seguito dai malandrini che ormai sembravano essere diventati la sua
ombra.
-Che
c’è Harry?-chiese il Serpeverde mentre faceva
cenno agli
altri di andare avanti, sicuro che sarebbe stata una cosa lunga da come
il
fratello lo guardava.
-Perché
non li hai avvertiti?-fece quello rivolgendogli uno
sguardo di rimprovero, come se avesse compiuto chissà quale
terribile
malefatta.
-Perché
non me l’hanno chiesto... mi sembra ovvio, Harry! E poi
se lo meritano...-rispose Julian con un gesto noncurante della mano,
mentre
sorrideva ad una ragazzina del primo anno che si era incantata a
guardarlo.
-Anche
Remus?...Cos’è il tuo nuovo compagno di stanza
è già
riuscito a tirarti dalla sua parte?-soffiò Harry inviperito
per il comportamento
del fratello. Semplicemente non sopportava quando si trasformava nella
serpe
che era in quel momento.
-Piton non
ha neppure guardato Remus!-ribattè Julian caustico -Comunque
potrei rivolgerti la stessa domanda, sai?-
-Harry
è innutile provar a far ragionare un Black: si sentono
superiori a tutti, punto e basta!-disse Sirius con l’aria di
chi la sa lunga
fermando l’inventiva del Grifondoro sul nascere e attirandosi
un’occhiata
sarcastica di Julian, che si rendeva perfettamente conto che la
situazione
stava degenerando e ben presto si sarebbe trasformata in uno dei soliti
violenti litigi con il fratello. Ma non per questo rinunciò
ad apostrofare il
padre
-E tu lo sai
bene, vero?...tormentare le persone solo per noia è
un gesto nobilissimo degno dei colori che porti e del fatto che tu non
voglia
avere nulla a che fare con la tua famiglia suppongo- Se gli sguardi
avessero
ucciso Julian sarebbe morto di certo in quel momento, trafitto da
quello
combinato di Harry e di James, mentre Sirius abbassava il suo e Remus
spalancava gli occhi sorpreso che qualcuno oltre a Lily si fosse deciso
a dire
al compagno la verità.
-Prova a
dire di nuovo una cosa del genere a Sirius e, giuro
Black, te ne pentirai amaramente!- sillabò James estraendo
la bacchetta e
puntandola contro il petto del Serpeverde.
-Tremo dalla paura...vedi di
non farmi ridere Potter!-mormorò
Julian sorridendo falso, mentre con un solo minuscolo gesto disarmava
il
Grifondoro: quello che gli aveva insegnano la sera prima Tom era
davvero utili,
dopo tutto! Dentro di se però il ragazzo non provava nessuna
soddisfazione,
tale sentimento infatti era stato cancellato dal dolore:Harry non aveva
neppure
fatto finta di aiutarlo...ciò che aveva vissuto ei due mesi
passato era ancora
troppo chiaro perché potesse rimanere indifferente ad un
gesto simile.-Sai,
Harry, sinceramente pensavo che il nostro rapporto fosse più
forte...evidentemente mi sbagliavo. Se ora mi volete scusare ho altro
da fare
che non litigare con voi!- Julian fece un cenno con la testa e poi se
ne andò
via lasciando basito il fratello, che non si sentiva affatto in colpa
per
quello che era appena successo: la colpa era di Julian, non di James o
Sirius!
Scusate
l'enorme ritardo nel postare ma il mio computer mi ha lasciato
definitivamente. Ora sto postando da un internet point a 20Km da casa
mia, quindi capirete anche voi che non potrò aggiornare
molto spesso...vi prego di scusarmi anche perchè non ho il
tempo di rispondere alle vostre recensioni, ma spero che questo non vi
scoraggia a lasciare un segno del vostro passaggio^^
Grazie
a tutti quelli che hanno letto il capitolo precedente e a Juke, WingsHP
e a Titania77 che hanno avuto la pazienza di commentare il precedente
capitolo.
Alla
prossima!(Che spero non sia tra qualche secoloT_T)
|
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Capitolo 10 *** Capitolo dieci....(pensavate di esservi liberati di me, eh?) ***
Capitolo
dieci
Julian
sempre più
arrabbiato salì a due a due tutti gli scalini fino a
ritrovarsi sulla Torre
ovest del castello. Da lì aveva una vista perfetta di tutto
il parco della
scuola, che ogni volta lo lasciava senza fiato per la sua bellezza,
calmando il
suo bollente spirito...ma quella volta fu inutile, come si immaginava:
litigare
con Harry era la cosa che più odiava e quell'anno lo stava
un po' troppo per i
suoi gusti! Prima per il rapimento adesso per quel deficiente di suo
padre
versione ridotta e peggiorata...ma cosa diamine stava succedendo? Non
poteva
neppure tollerare l'idea che crescendo lui e il fratello non
riuscissero più
neppure a sopportarsi per pochi secondi...voleva Remus! Lui avrebbe
saputo
tirarlo su di morale o dargli un buon motivo per ciò che
stava succedendo, ma
lui era distante centinaia di chilometri e il gufo, che aveva mandato
quella
mattina presto, ci avrebbe messo per lo meno due giorni a portargli la
risposta...che anno orribile! Per fortuna c'era Tom ad ascoltarlo,
quando non
era troppo impegnato a combattere contro l'Ordine e quindi le persone a
cui il
ragazzo voleva bene.
Sbuffando
si sedette
sul muretto con le gambe penzoloni nel vuoto. Gli ci voleva un bravo
psichiatra
e anche alla svelta, però ricordando la sera prima non si
pentiva di nulla,
malgrado le magre figure che aveva fatto comportandosi come una
ragazzina
innamorata...chissà se lo era davvero? Certo che innamorarsi
della persona che
voleva Harry morto non era proprio consigliabile, ma dopotutto al cuor
non si
comanda e non tutti erano fortunati come suo padre nel vedersi piovere
fra le
braccia uno come Remus, no? I suoi pensieri non voleva tornare sulle
cose
importanti, come Harry, ma veleggiavano tutte le volte sulla sera
prima...distrattamente si accarezzò le labbra, ricordando
come l'aveva accolto
Tom non appena aveva fatto il suo ingresso nella radura dove lo
aspettava, impaziente
quasi quanto lui di arrivare. Lo aveva baciato con passione,
diversamente
dall'ultima volta, in cui il loro bacio era stato solo un leggero
sfiorarsi di
labbra e nulla più. Quando si erano separati entrambi scossi
e
sorpresi...faceva così ridere Tom quando non aveva la sua
solita espressione
controllato. Avevano iniziato a ridere tutti e due con leggerezza
evitando
accuratamente di pensare a chi si trovassero davanti, ma facendo finta
di
essere due normali adolescenti. Per un po' erano stati in silenzio,
studiandosi
a vicenda e in particolare il l'Oscuro per un po' aveva temuto di dover
affrontare le Ombre di Black, ma i vari sorrisi, che il giovane gli
aveva
lanciato, tanto luminosi da poter rischiarare tutta la radura l'avevano fatto ricredere:
evidentemente
Julian aveva gradito le sue attenzioni. Ma il Serpeverde non aveva
certo
intenzione di lasciarsi conquistare così facilmente e
subdolamente aveva
cominciato a tirare fuori il suo repertorio da seduttore, divertendosi
tantissimo a far morire l'altro dal desiderio. Comunque non avevano
fatto solo
quello, anzi Tom gli aveva dato anche molte informazioni sui suoi
seguaci e
sulla sua vita, senza però fargli pressioni...stranamente
non erano tornati
sulla richiesta che Voldermort gli aveva fatti quando erano in ospedale, di seguirlo
cioè, come un suoi pari e non
suddito e Julian aveva apprezzato il gesto. Per entrambi era stata una
sofferenza doversi lasciare, ma un altro bacio era stato sufficiente ad
allontanare tutti i cattivi pensieri accompagnato dalla promessa di
rivedesi
presto. Sinceramente pensandoci a freddo il moro ancora non riusciva a
capire
perché si fosse lasciato baciare per ben due volte senza
opporre resistenza. Si
rendeva conto che si stava facendo trattare come lui trattava ogni
ragazza che
voleva solo usare per uno sfizio passeggero, però non
riusciva e non voleva
opporsi!
-Disturbo?-Una
voce
timida e dolce alle sue spalle lo fece sobbalzare, rischiando di fargli
perdere
l'equilibrio. Era Remus...ma che ci faceva lì? Aprendosi in
un enorme sorriso,
Julian rispose
-No,
figurati...non
sei tu quello che mi da fastidio!-
-Mi
dispiace che tu e
Harry abbiate litigato per colpa di Sirius e James...Loro sono un
po'...un
po'..-si scusò il licantropo, abbassando gli occhi.
-Dei
palloni gonfiati?-lo
aiuto il Serpeverde con un sorriso sghembo, apprezzando però
il gesto di Remus,
che a quell'affermazione storse la bocca:mai offendere il compagno di
un Lupo
mannaro!
-...hai
ragione.
Molte volte anch'io mi chiedo se faccia bene a dargli corda-
mormorò Remus
abbassando lo sguardo dorato.
-Sei
innamorato di
Sirius e dopo tutto sono i tuoi migliori amici, quindi è
normale che tu ti
comporti così, non devi avere tutti questi sensi di colpa,
Remy...te lo dico
sempre!- Julian aveva parlato senza veramente rendersi conto di ci che
gli
usciva dalla bocca e perciò riportò il suo
sguardo grigio su di Remus, notando
l'espressione stupita. -Suppongo che Harry si sia scordato di dirvi chi
sono,
vero?- Remus annuì, chiudendo la bocca, mentre si sedeva sul
muretto vicino a
Julian.-Che sono un Black l'hai già sentito, quindi non mi
resta che dirti che
sono figlio di Sirius e, in pratica, tuo.-
-Ah!
Ecco come facevi
a sapere tutte quelle cose...o merlino! Mi hanno affidato due
bambini!...E se
vi avessi fatto del male? Potevo mordevi e trasformarvi...potevo
uccidervi!-Ecco che ripartiva! Remus era sempre lo stesso qualunque
età avesse.
Sorridendo Julian gli tappò la bocca con una mano.
-Sei
il miglior padre
che esista! Perciò non farti tutti questi problemi, intesi?-
gli disse
fissandolo negli occhi con serietà, per poi sorridere quasi
subito -Papà come
minimo ci avrebbe persi dopo la prima settimana...te lo immagini?-
-Sì,
hai ragione
Orion...ma tu e Sirius non vi odiate, vero? Insomma per come vi siete
trattati...-chiese
preoccupato Remus, assumendo la sua classica espressione da chioccia
premurosa.
-Per
prima cosa
chiamami Julian. Orion è il nome per le occasioni ufficiali
e per gli altri
Black, tranne papà...comunque certo che non ci odiamo! Gli
voglio un mare di
bene e di solito andiamo anche d'accordo...sinceramente non so cosa sia
successo ieri e neppure oggi...forse è che non mi aspettavo
di essere trattato
a quel modo. Ma trovo il tutto molto divertente: ho sempre desiderato
vedermela
con i Malandrini al completo, fin da piccolo.-terminò il
moro spostandosi dagli
occhi i capelli neri, con un gesto che a Remus ricordava tanto quelli
di
Sirius.
-Mi
fa davvero
piacere saperlo! Temevo il peggio, che tu e tuo padre vi comportaste
come lui e
sua madre...-esclamò felice il licantropo con uno dei suoi
meravigliosi
sorrisi, che come sempre fece dimenticare a Julian ogni cattivo
pensiero.
-No,
figurati! Pensa
che ora vanno quasi d'accordo e tutto grazie alla mia nascita...e
siccome io ti
adoro, piaci anche a lei, malgrado tutto!- continuò
allegramente il Serpeverde,
sorprendendo Remus.
-Davvero?!..Ha
accettato un mezzosangue licantropo per far felice te?- Il Grifondoro
si era
aperto in un'espressione scettica ridicola che fece sghignazzare Julian, anche se dentro di
se dovette
ammettere che il ragazzo aveva ragione ad esserlo: sua nonna era una
classica
purosangue, quindi non vedeva di buon occhio i
mezzosangue...figuriamoci i
licantropi mezzosangue!
-Così
dice...ma non
credo sia completamente vero. Tu le piaci sul serio: secondo lei hai
rimesso la
testa sulle spalle a papà e sei la persona giusta per
lui...inoltre nessuno che
ti conosca può disprezzarti!- Remus a quelle parole sincere
arrossi come un
peperone, distogliendo lo sguardo da Julian.
-Stai
esagerando come
Siry...voi vedete qualcosa che non c'è! Comunque sei stato
davvero perfido a
non dirci di Piton!-fece il mannaro cambiando argomento repentinamente,
evitando così che Julian replicasse a ciò che
aveva detto su di se.
-Non
sarebbe cambiato
niente: lui vi avrebbe trattato a quel modo comunque...in tanti anni
non gli è
ancora passata!-si difese il Serpeverde, poi gli venne in mente una
cosa- Ma
come ci siete arrivati qui voi?-Il castano ci pensò un po'
su, tentando di
racimolare i ricordi:
-Non
so cosa sia
successo di preciso...James e Sirius come al solito stavano duellando
con
Piton. Io ho tentato di fermarli e così anche lui, i nostri
quattro incantesimi
si sono incrociati, sono esplosi...una grande luce ha avvolto l'intera
stanza e
quando si è spenta ci siamo trovati nel parco. Tutto qui!-
Per un po' i due
rimasero in silenzio, riflettendo sull'accaduto, chiedendosi quale
strano
meccanismo avessero attivato per riuscire a viaggiare nel tempo, ma
senza
trovare alcuna risposta.
-Beh
sono felice che
siate qui qualunque cosa vi ci abbia portati!...almeno così
Harry ha potuto
conoscere il padre.-Nel nominare il fratello, il volto di Julian
assunse una
sfumatura triste che non passò inosservata.
-Se
ti dispiace così
tanto perché non vai a fare pace con lui?-propose Remus
gentilmente.
-Perché
con lui ci
sono i tuoi amici, quindi finiremo per litigare di nuovo peggiorando la
situazione...aspetterò di trovarlo solo. Tanto prima o poi
con me dovrà
parlarci visto che ho la mappa e il mantello...solo spero che ne abbia
bisogno
presto!-borbottò il purosangue facendo sorridere Rem dolcemente. Passarono il
resto delle due ore
di buco insieme,chiacchierando del più e del meno. Alla fine
Remus dovette
ammettere che Julian era una persona splendida, per lo meno con chi
voleva
esserlo, mentre Julian ebbe solo una conferma su Remus.
Quando
sentirono la
campanella suonare insieme si diressero verso la sala grande per
mangiare, ma a
metà strada incontrarono un Sirius Black in piena crisi di
panico, avendo perso
Remus da due ore intere
-Moony!Ma
dove eri
sparito?-esclamò Black, facendo voltare mezzo castello. Poi
notò Julian -E tu
che ci fai con lui?- Neppure a dirlo fu Remus a prendere il controllo
della
situazione prima che i due ragazzi iniziassero una nuova lite.
-Sono
stato con lui
tutto il tempo...abbiamo parlato del più e del meno. Sai ho
scoperto anche che
è figlio di Sirius Black! Pensa un po' che bella notizia!-
L'altro malandrino
sbiancò completamente, facendo temere agli altri ragazzi che
di lì a poco
sarebbe svenuto.
-C...COSA!?-urlò
alla
fine -Questo sarebbe mio figlio?! Un
Serpeverde cocco di Mocciosus?-aggiunse in un tono
più basso.
-Sì!-
rispose fiero
Julian guardando il padre fisso negli occhi grigi: ricordava ancora
perfettamente i momenti di terrore che aveva vissuto quando aveva
comunicato la
prima volta a Sirius la notizia, tremando al solo pensiero di quello
che l'uomo
avrebbe potuto dirgli una volta saputo che il suo unico figlio non era
altro
che un'infida serpe. Naturalmente non era successo niente di niente:
malgrado
tutto quello che Sirius aveva detto loro prima che prendessero il treno
era
stato ugualmente felice per il figlio, ben sapendo che la sua natura
difficilmente si sarebbe mai potuta adattare al modo di fare dei
Grifondoro e
che quindi Serpeverde era la casa giusta per lui.
-Julian!-Una
nuova
voce impedì al Grifondoro di commentare. Julian si
voltò al richiamo e un
sorriso divertito si formò sulle sue labbra, che fu
velocemente sostituito da
una smorfia preoccupata
-Papà!
Che ci fai
qui?...È successo qualcosa a Remus?-Infatti la voce
apparteneva proprio a Sirius
Black, che in tutto il suo disordinato e ombroso splendore stava si
stava
dirigendo era ormai a pochi passo dal trio.
-No,
il mio Remy sta
bene...almeno fisicamente. Sono venuto per parlare con Silente, ma non
so di
cosa.-disse lanciando uno sguardo distratto ai due compagni di Julian,
di cui
uno si era sciolto in un brodo di giuggiole e l'altro lo stava a sua
volta
guardando in modo critico, spostandosi senza neppure accorgersene,
accanto
all'amato come per proteggerlo.
-Ho
come il vago
sospetto di sapere cosa voglia dirti...a proposito! Questi sono
Christopher
Folw ed Eric Moss- Il sorriso di Julian era tornato a splendere, mentre
indicava con una mano il piccolo Sirius e Remus al padre, che dopo un
attimo di
esitazione riconobbe i due.
-Ma
è
impossibile!Loro...Io..Rem!-Le farneticazioni di Sirius sarebbero
durate ancora
a lungo se qualcuno non si fosse intromesso
-Sirius!
Che fai
qui?- A quale Sirius si stesse riferendo Harry non l'avrebbero mai
saputo,
perché l'urlo di gioia di James e del Sirius più
grande non li diedero tempo di
spiegarsi...dopo tutto non era cosa da tutti i giorni rivedere il
più caro
degli amici morto da tempo. I due continuarono a scambiarsi pacche ed
abbracci
per un bel po', tanto che alla fine Julian odiandosi dovette riportarli
alla
realtà...fortuna che ormai erano tutti a pranzo!
-Che
bello rivederti,
Jamie! Per Godric, che sorpresa!...Quando lo saprà Remus...!-
-Papà!
Controllati
per favore!-Di nuovo Julian dovette fermare gli sproloqui del padre
prima che
fosse troppo tardi.
-Papà!?-ripeté
James
stupito, chiedendosi come quello spocchioso Serpeverde potesse essere
il figlio
del suo migliore amico.
-Eh
sì!Julian è mio
figlio...-confermò distrattamente Sirius scompigliando gli
ordinatissimi
capelli di Julian, che lo fulminò con gli occhi.
-Ma
è un Serpeverde!
Ed è pure antipatico e maligno!-esclamò James
imperterrito.
-Lo
diventa solo se
provocato in qualche modo...di solito se insultano Harry o Remus
davanti a lui,
scatena il peggio di se. Per il resto non è molto diverso da
me alla sua
età...-disse Sirius difendendo il figlio tranquillamente,
senza però staccare
gli occhi dal giovane licantropo, che arrossì sotto
quell'esame: sembrava se lo
volesse mangiare con gli occhi! Cadde un silenzio imbarazzato da parte
dei
malandrini e di Harry che dovette riconoscere la verità
nelle parole del
padrino...aveva offeso nel peggior modo possibile Julian senza neppure
rendersene conto.
-Insomma
è come me e
te?...Non sembrava!-disse alla fine James colpito da quella descrizione
di
Julian che nel mentre tentava di sottrarsi agli attentati del padre al
suo
ordine.
-La
prossima volta fa
venire Rem...e poi oggi non è il vostro anniversario?
Spicciati ad andare a
casa e...beh saprai meglio di me come renderlo felice!-Quello era
l'ultimo
disperato tentativo di toglierselo di torno per il Serpeverde!
-Non
ti preoccupare
ho già tutto pronto!...comunque hai ragione. Beh ragazzi
è stato un piacere
rivedervi tutti, ma ora devo proprio lasciarvi.- Detto questo Sirius si
allontano con il suo incedere elegante salendo a due a due la scale. Il
figlio
seguì per un po' il percorso del padre, poi, scuotendo la
testa, si voltò per
entrare in sala grande. Dire che fu sorpreso di trovare James Potter
che gli
tendeva la mano imbarazzato era poco...
-Abbiamo
cominciato
con il piede sbagliato...e mi stavo chiedendo se ti andava di
ricominciare.
Dubito che Sirius mi mentirebbe a quel modo, quindi devi essere un buon
amico...- Il prefetto per un po' soppesò l'idea di rifiutare
l'offerta, ma poi
si dette dello sciocco: se voleva far pace con Harry, comportarsi a
quel modo non
era certo il modo migliore non l'avrebbe portato da nessuna parte!
Perciò
strinse la mano a James...si sentiva tanto un capo di stato che firmava
la
pace!
-Va
bene...tutta
acqua passata!- Harry rimase colpito dalla facilità con cui
Julian si era
lasciato convincere e sospettò che quell'improvvisa
gentilezza fosse dovuto
soprattuto al loro litigio. La bella atmosfera fu di nuovo interrotta
dall'arrivo del capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde.
-Black!
Proprio te
cercavo...stasera dopo cena cominciamo le selezioni per i nuovi
battitori. Vedi
di esserci e dillo anche a Zabini!...A dopo! Ci vediamo Potter!-
-Giochi
a
Quidditch?-chiese James soppesando il ragazzo, cercando di indovinare
in quale
ruolo potesse giocare.
-Sì...sono
un
cercatore come Harry- rispose Julian riavendosi: non aveva per niente
voglia di
dover sorbirsi tutta la serata le prove di incapaci vari!
-Wow!
Davvero?-fece
Sirius ammirato. Harry aveva raccontato a tutti e due durante quelle
ore
passate insieme che in tutta la scuola c'era una sola persona capace di
tenergli testa e batterlo: il cercatore di Serpeverde! Quindi Julian.
-Già,
Julian è un
vero campione...insomma quasi quanto me!-si intromise Harry senza
però
incrociare mai lo sguardo con il fratello, che sorrise allegramente.
-Ju-Ju
ti muovi?-E
dopo tutte le interruzioni possibili e immaginabili non poteva mica
mancare Theodor
Nott! No signore...
-Scusate...devo
andare! Harry ti dispiacerebbe aspettarmi prima di andare a Storia
della magia?
Devo parlarti di una cosa importante...-Ottenuto il consenso, Julian si
avviò a
grandi passi verso gli amici che lo attendevano sulla soglia della sala
grande,
per andarsi a sedere al loro tavolo. Durante tutto il pranzo il moro
non parlò
molto, limitandosi più che altro ad ascoltare, e comunque lo
fece solo con Sev.
Il cugino e Blaise notarono lo strano comportamento di Julian che
solitamente
tendeva ad accentrare tutta l'attenzione su di se ma non fecero
commenti.
Per
una volta però
non si stava comportando così per qualcosa di negativo, ma
perché era
semplicemente felice di aver fatto pace, se così si poteva
dire, con i
Malandrini...appena possibile si doveva ricordare di mandare una torta
alla
doppia crema pasticcera al padre!
Finito
il pranzo,
Harry accompagnato dai Malandrini e Ron si avvicinò al
tavolo di Serpeverde
aspettando che Julian finisse di sgridare non molto convinto due
ragazzini del
secondo anno, sotto lo sguardo irritato di Draco.
-Allora
di che volevi
parlare?-chiese Harry non appena il fratello ebbe sbrigato i suoi
compiti da
Prefetto.
-...Ti
arrabbi se ti
dico che non mi ricordo?-mormorò il Serpeverde imbarazzato:
ma dove aveva la
testa se non ricordava neppure qualcosa pensato mezzora prima? Che
colpa ne
aveva lui se la sua mente tornava perennemente a due profondi ed
ammaglianti pozzi
di petrolio?
-Stai
perdendo colpi,
July...mi domando se il tuo cervello non abbia riportato dei danni
recentemente.-commentò allegramente Harry, dando alcune
affettuose pacche sulla
testa del fratello come avrebbe fatto con un cane.
-A
volte me lo
domando anch’io...prima o poi me lo ricorderò!
Comunque che lezione hai
adesso?- Julian avrebbe fatto di tutto pur di non seguire la sua
prossima
lezione, ma con Piton alle costole e il padre a giro per il castello
dubitava
fortemente che anche il suo genio senza eguali avrebbe potuto aiutarlo
a
scamparla, quindi stava cercando un modo per distrarsi.
-Divinazione...cioè
il niente totale! Tu invece?-Harry sapeva quale lezione avrebbe avuto a
breve
Julian, ma l’espressione in cui si produceva ogni volta che
ne pronunciava il
nome era assolutamente impagabile. Mentre parlavano erano giunti nel
giardino
della scuola accomodandosi sotto la gigantesca quercia che aveva fatto
da
testimone alla loro vita da quando erano a Hogwarts , la stessa sotto
la quale
anni addietro si sedevano i loro genitori.
-Lo
sai!-soffiò Julian,
cominciando a pregare che la
campanella non suonasse più. Neppure le chiacchiere dei
compagni riuscirono a
distrarlo e alla fine fu con lo sguardo di un condannato a morte che si
accinse
a raggiungere l’aula di Alchimia quando la campanella
suonò, dopo aver salutato
i presenti come se quella fosse stata l’ultima loro occasione
di vedersi.
Angolino
dell’autrice
SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Da quanto tempo non ci si vede, eh?
Sembrano
mesi! In
effetti sono mesi, ma adesso sono tornata e non vi
abbandonerò più(Ti vorrei
ricordare che tra sei giorni parti...NdJulian_ Taci tu! NdMe). Comunque
tutti i
miei problemi si sono risolti, debito di matematica a parte(ma chi me
la fatto
fare di andare allo scientifico?...il classico dovevo fare io!T_T)e
adesso sono
più carica di prima, pronta a sfogare i miei perfidi istinti
su Julian e Harry,
oltre a voi miei poveri lettori *risata maligna* quindi non pensate di
liberarvi di me tanto facilmente!
Bene
dopo i miei
scleri quotidiani non mi resta che ringraziare tutti quelli che hanno
letto,
tutti coloro che hanno la mia storia nei preferiti ed in particolare
coloro che
hanno recensito:
WingsHP(Quando
Julian è
attratto dal lato oscuro lo capirai ben presto, come anche si nota in
questo
capitolo...resta solo da vedere se cederà alle sue lusinghe.
Secondo
te?Comunque Harry e dulia hanno tutto un loro modo per relazionarsi e
perciò
anche i litigi per quanto gravi si risolvono in tre secondi^^, non
preoccuparti
non è ancora giunto il momento di una separazione definitiva
dei due fratelli
:P)
Padfood_07(L’importate
è che tu l’abbia ritrovata, altrimenti avresti
perso
il mio capolavoro..._Dacci un taglio autrice boriosa! NdJ_...
Emh..sì
dicevamo?Il seguito, giusto! Beh il tuo seguito l’hai avuto e
spero ti sia
piaciuto. Alla prossima e grazie
per
i complimenti )
ARRIVEDERCI
A TUTTI!
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
Non
fu con sorpresa che Julian notò
che
nell’aula di Alchimia oltre a lui erano presenti solo altre
quattro persone e
tutte Corvonero. L’alchimia era una disciplina complicata e
pericolosa, non
alla portata di tutto. Solo pochi potevano aspirare a percorrere le sue
vie ed
erano ancora di meno coloro che potevano sperare di proseguire nel suo
studio
anche dopo la fine della scuola. Dire
che era una materia elitaria era un eufemismo!
Julian
prese posto accanto all’unica ragazza presente
nell’aula, una biondina dai
lineamenti da bambola di porcellana, tutta intenta a leggere le prime
pagine
del manuale di Alchimia, in cui veniva spiegato più o meno
in cosa consistesse
la complicata materia. Essa era nata dall’unione e dal
perfezionamento di
pozioni e Trasfigurazioni, almeno nello stadio primario, evolvendosi in
seguito
in una branche che utilizzava l’energia che fluiva nella
terra incanalandola in
speciali cerchi. Per quell’anno da quanto il Serpeverde
sapeva si sarebbero
occupati solo della Bassa Alchimia(quella che usava le trasfigurazioni
e le
pozioni) e solo negli anni successivi avrebbero potuto sperare di
praticare l’Eccelsa(quella
dei cerchi).
Mentre
faceva quelle considerazioni, soppesando se fosse o meno il caso di
attaccare
bottone con la ragazza, Il professore fece il suo ingresso
nell’aula, entrando
da un porta di legno dipinta di nero, colore predominante nella classe,
situata
dietro la cattedra. Lo sguardo che l’uomo gli rifilo fece
rabbrividire Julian:
era più forte di lui quell’uomo gli faceva
ribrezzo ed ogni volta che lo
incontrava era come se il suo animo gli urlasse terrorizzato di
allontanarsi il
più possibile da lui. L’uomo non gli aveva mai
fatto niente di male in tutto
quegli anni, se si escludevano i punti tolti e le varie punizioni date,
che
però faceva eseguire da altri insegnanti, quindi Julian non
capiva cosa il suo
istinto stesse cercando di dirgli, ma non per questo avrebbe abbassato
la
guardia. Il professore si presento ai suoi alunni dichiarandosi colpito
che
così tanti avessero preso parte al suo corso
quell’anno, mentre di solito non
aveva mai superato le tre persone. Parlava sorridendo, ma il suo
sorriso per Julian
aveva un qualcosa di falso, di viscido che gli faceva accapponare la
pelle. Si
rendeva conto perfettamente che aveva paura di quell’uomo,
una paura
irrazionale, ma impossibile da debellare. Per il prefetto era inutile
dirsi che
non era solo con l’uomo e che quindi non avrebbe potuto
fargli niente di male senza
subire della conseguenze amare... ne era
terrorizzato! Solo il suo forte autocontrollo gli impedì di
mostrare agli altri
cosa provava, permettendogli persino di esprimersi in un educato
sorriso mentre
il professor Marvenis gli faceva i complimenti ( falsi!) per gli ottimi
voti e
la perfetta padronanza che mostrava nelle pozioni. Finito con i
convenevoli
Marvenis passò ad illustrare loro cosa avrebbero dovuto fare
quel giorno,
cominciando a spiegare i fondamenti della Bassa Alchimia. Il loro
compito per
quel giorno era solo ascoltare e prendere appunti, perciò le
due ore passarono
molto lentamente, tanto che il Serpeverde più volte si
chiese se qualcuno non
avesse deciso di fermare il tempo a sua insaputa. Il professore aveva
un tono
ipnotizzante e nel silenzio, quasi religioso dell’aula, la
sua voce dolce e
roca si spandeva impedendo a chiunque la minima distrazione. Julian
notò che i
suoi compagni sembravano rapiti dalla parole dell’uomo,
mentre lui al contrario
si sentiva sempre più teso ogni secondo che passava, tanto
che quando la
campanella suonò si alzò con talmente tanta foga
da far cadere la sedia per
terra interrompendo bruscamente le parole del professore che ancora
stava dando
loro alcune indicazioni. Per la prima volta da quando era entrato in
classe, il
professore portò i suoi occhi slavati e giallastri su Julian
(neppure quando
gli aveva fatto i complimenti, lo aveva guardato) e il ragazzo si
sentì
sommergere ancor di più dal terrore: l’aveva fatta
grossa!
-Signor
Black, le mie lezioni sono così noiose che non vede
l’ora di scappare via?-Il
tono che l’uomo aveva usato era dolce, ma Julian
rabbrividì ancora. Era
impossibile ignorare il suo istinto in quel momento ma doveva farlo.
-No,
professore! Le sue lezioni sono molto interessanti-rispose con il tono
di voce
più calmo che riuscì a produrre-Mi sono solo
spaventato...- In un certo senso
non era una menzogna quindi sperava che l’uomo non lo punisse
o che per lo meno
la ramanzina non durasse così a lungo da dover rimanere solo
con lui.
-Spaventato,
signor Black? E cosa l’ha spaventata di preciso?- Marvenis
sembrava godere di
tutta quella situazione e questo non fece che peggiorare lo stato
d’animo del
prefetto, che portò una mano a stringere convulsamente la
bacchetta, nascosto
dal banco e le pieghe della divisa.
-Un
ragno...ne ho il terrore. Mi dispiace averla interrotta-A quelle deboli
scuse
il Professore sorrise di nuovo, ma poi sorprendendo Julian disse
-Che
non succeda mai più Black, altrimenti...- La velata minaccia
che quell’esitazione
conteneva fece correre un brivido lungo la schiena del ragazzo, che
ormai era
nel panico più totale -...mi vedrò costretto ad
intervenire. Potete andare!-
Il
serpe verde sospirò di sollievo raccattando tutta la sua
roba mentre si
preparava ad andare all’ultima lezione della giornata:
erbologia. Odiava quella
materia come nessun altra. Per quanti sforzi facesse non riusciva ad
avere più
di un Oltre Ogni Previsione...ormai era arrivato alla conclusione che
le piante
lo odiassero!
Siccome
l’aula di Alchimia era situata in una della torri di
Hogwarts, dovette correre
per giungere in orario ad Erbologia e, arrivato di fronte alle serre si
piegò
in due per riprendere fiato. Era ancora scosso per ciò che
era successo con
Marvenis, perciò non si accorse subito che c’era
qualcosa che non andava nei
colori indossati da metà dei suoi compagni.
-Tutto
a posto Julian?- lo accolsero in coro due di questi. Stupito il ragazzo
si
rialzò incontrando lo sguardo di Severus e..Harry? Che ci
faceva suo fratello
lì? Anzi che ci facevano lì tutti i Grifondoro?
-Si,
Sev...tutto a posto adesso. Che ci fanno qui i
Grifondoro?-Mormorò Julian
ignorando completamente Harry, al quale però si era
appoggiato.
-Abbiamo
quasi tutte le lezioni con loro...quest’anno! Comunque ti
ricordo che io sono
Abel!-spiegò acido
Severus. Julian
sorrise in risposta a quelle parole:ormai conosceva il professore
abbastanza
bene da capire quando era arrabbiato o irritato sul serio e quando lo
faceva
solo per mantenere la facciata, come in quel momento.
-Perfetto!
Non potevo chiederei meglio!-esultò Julian.
-Perché?-
gli chiesero di nuovo in coro gli altri due.
-Semplice:
c’è Paciock!-disse Black come se fosse la cosa
più ovvia del mondo: era
contento di poter fare Erbologia con i Grifondoro perché
così avrebbe potuto
farsi aiutare da Neville senza chiederglielo, come invece aveva in
programma di
fare...doveva avere una buona stella da qualche parte!
-Ti
prego Julian! Lascialo in pace...almeno ad Erbologia che è
la materia in cui
riesce meglio! Se gli rovinate Anche questi momenti sono sicuro che non
si
riprenderà più...-lo pregò Harry con
enfasi, temendo in un improvvisa caduta
del fratello.
-Ma
che dici? Paciock mi serve per migliorare i voti! Non posso certo farlo
cadere
in depressione.-La convinzione del moro rassicurò un poco il
Grifondoro che
salutandolo tornò dai suoi amici mentre l’altro si
avvicinava ai propri
compagni.
Non
appena entrati nelle serre però successe una cosa che fino a
qualche giorno
prima sarebbe sembrata impensabile: Julian come se fosse la cosa
più naturale
del mondo prese posto accanto
a Neville.
-Chiudi
la bocca Paciock, altrimenti ci entrano le mosche- fece il Serpeverde
gelido,
notando con sorpresa che l’altro faceva esattamente
ciò che gli era stato
detto...strano che un Grifondoro obbedisse agli ordini!Probabilmente
era
sconvolto... come tutti! Persino la professoressa ci mise alcuni
secondi prima
di spiegare loro con voce traballante cosa si aspettava che facesse.
Avrebbero
dovuto potere una pianta...semplice come compito se non fosse stato che
la
piantina in questione poteva spruzzare un potente irritante, che
avrebbe
costretto in infermeria per almeno una settimana chiunque. Julian
odiava quel
genere di compiti ma quell’anno aveva la sua arma segreta a
portata di mano.
Era risaputo che lui imparava in fretta, perciò gli sarebbe
bastato osservare
cosa faceva Paciock e ricopiare tutti i suoi movimenti. Un allegro
sorriso si
formò sulle sue labbra mentre indossava tutte le varie
protezioni che erano
richieste per occuparsi della dolce piantina, che lui avrebbe
volentieri
trattato con una pozione corrodente.
-C...come
m..mai ti sei seduto vicino a me?-balbettò confuso Neville,
arrossendo di botto
non appena Julian gli sorrise gentile, ben sapendo che effetto faceva
al povero
Grifondoro...a dire
il vero riusciva a
mettere in soggezione praticamente chiunque pur non volendo, ma di
solito con
chi voleva come amico non succedeva: probabilmente era Paciock ad
essere
facilmente impressionabile!
-Mi
andava...allora come si trattano queste cose?-gli sussurro tranquillo,
osservando con disgusto la piantina che pulsava ritmicamente
-Prima
bisogna farle capire che non le si vuole fare del
male...così!- Neville aveva
ormai dimenticato quasi completamente il mondo che lo circondava
riservando
tutta la sua attenzione sul vegetale. Julian si trovò ad
ammettere che cambiava
completamente in quei momenti: diventava padrone di ogni suo movimenti,
tutta
la goffaggine spariva in un soffio...in poche parole il ragazzino
imbranato che
tutti conoscevano veniva sostituito dal ragazzo che Neville con un
po’ più di
autostima avrebbe potuto essere. Con uno sguardo di pura sfida Julian
prese ad
occuparsi della pianta imitando tutti i gesti del Grifondoro con
attenzione.
Cercava di essere il più possibile rassicurante, combattendo
l’avversione e la
pianta parve accorgersene perché smise di pulsare. Il resto
della lezione andò
perfettamente e il prefetto poté dichiararsi soddisfatto
dell’esperimento, appuntandosi
mentalmente di non permettere a nessun altro di accaparrarsi il suo
Erbologo di
fiducia, si disse anche che ion cambio doveva offrirgli
qualcosa...magari
ripetizioni in Pozioni o in una delle altre materie in cui non andava
bene.
Contento
della sua prima giornata di scuola, eccezion fatta per il professore di
Alchimia
Julian, dopo aver salutato il fratello e i Malandrini si diresse nei
sotterranei,
preparandosi psicologicamente a dover assistere dopo cena alla solita
sfilata
di incapaci..fortuna che alla squadra mancavano solo i due battitori,
altrimenti sarebbe impazzito! Si stava rimproverando scherzosamente per
la
cattiveria, quando qualcuno lo afferrò malamente per un
braccio, tappandogli la
bocca e lo gettò dentro uno sgabuzzino vuoto. Senza perdere
tempo Julian cercò
di afferrare la bacchetta ma immediatamente il suo aggressore gli
bloccò i
polsi impedendogli qualsiasi movimento. Il terrore provato con Marvenis
e
quello più vecchio, ma comunque ancora fresco,
dell’estate precedente si fece
sentire più forte che mai e il ragazzo si trovò a
contrastare persono le sue
stesse Ombre che premevano nel suo animo per fuoriuscirne . Per fortuna
poco
prima di lasciarle andare riconobbe l’aura del suo
aggressore: era Blaise!
Bestemmiando in un centinaio di lingue diverse Julian si
calmò, non prima di
aver tirato un calcio negli stinchi al compagno che sibilando dal
dolore gli
tolse la mano dalla bocca.
-MA
TI SEMBRA IL MODO DI FARE,CRETINO CHE NON SEI ALTRO?...VOLEVI MORIRE
PER
CASO?-urlò il Prefetto una volta libero di parlare,
tramortendo ancor di più
Blaise, che arretrò bruscamente inciampando in una scatola
di detergenti per
bagni infestati.
-Shhhhhhhhhh!
Non urlare...Vuoi che ci sentano tutti?-esclamò Blaise
preoccupato. Black
sbuffò spazientito poi scandendo le parole ad una ad una
ripeté, sibilando
gelido
-Cosa-diavolo-ti-è-preso-?-
A quel punto anche Zabini capì che era meglio pensare prima
di esprimere i suoi
pensieri successivi.
-Scusa..ma
ho una cosa importante da dirti e non voglio che nessun altro la senta.
Mi
dispiace July...non volevo spaventarti- Con un po’
d’impegno lo sveglio
Serpeverde aveva messo in moto l’intero suo cervello,
immaginando che per
Julian, che pur si sforzava di non mostrare la sua inquietudine a
nessuno,
essere trascinato all’improvviso con la bocca tappata in uno
sgabuzzino non
doveva essere precisamente ciò che si definisce piacevole e
che da buon amico
quale si riteneva avrebbe dovuto pensarci prima. Ciò che
aveva provato però gli
aveva come tolto tutte la facoltà di pensiero, lui che era
un calcolatore nato!
-Va
bene..ho capito. Ma non farlo mai più. Se non ti avessi
riconosciuto, io...-“Ti
avrei ucciso!” Questo non lo disse, ma entrambi sapevano cosa
sarebbe successo:
anche Blaise aveva visto di cosa erano capaci le Ombre e non aveva
certo voglia
di finire come quell’uomo anni prima.-Di che devi parlarmi?-
domandò incuriosito
ora che la paura era passata.
-Neville-sussurò
Blaise come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno o anche dallo
steso
Julian.
-Paciock?!
Che centra lui?-Julian era stupito, ma non del tutto sorpreso. Anche
sul treno
Blaise aveva reagito in un modo strano quando Neville si era seduto fra
loro,
ma l’espressione impenetrabile del riccioluto Serpeverde
aveva gli aveva
impedito di capirci qualcosa.
-Avrai
notato che è molto migliorato....-continuò quello
guardando tutto tranne che l’altro
ragazzo.
-Dici?..non
ci ho mai fatto troppo caso a dire il vero. -disse il prefetto alzando
un
sopraciglio, scettico: dove voleva andare a parare Blaise?
-Sei
sicuro? Sicuro di non averci mai fatto nessun pensierino?-chiese
incalzante Zabini,
fissando negli occhi Julian, con una luce strana che gli animava e
accendeva i
profondi occhi scuri.
-Certissimo!
Lo sai che ho una passione per i capelli biondi, no?-fece per scherzare
l’altro.
-A
dire il vero non mi è mai sembrato che tu andassi a
colori...più che altro vai
a come ti svegli la mattina- lo redarguì Blaise con un che
di minaccioso.
-Sì..hai
ragione. In ogni caso non puoi dire che, se voglio solo divertirmi
scelga
persone inesperte, no?Non mi piace illudere la
gente.-ribattè il più basso
cauto.
-Già
se ti vuoi solo divertire no...ma chi può dirlo che tu non
abbia cambiato idea?-esclamò
accusatore Blaise puntando il dito contro l’amico, che a quel
gesto si innervosì:
quando era troppo, era troppo!
-Blaise
ti decidi a dirmi qual è il problema? Se anche Neville mi
piacesse e volessi divertirmici
, a te che cambierebbe?... non ti sono mai interessate le mie
attività notturne
o comunque intime! Cosa cambia con Paciock?-
-Allora
lo ammetti che ti piace! Che ti ci vuoi divertire!-I toni si stavano
facendo
decisamente concitati e Julian sbuffando cercò di riportare
la conversazione
alla civiltà. Non aveva nessuna voglia di litigare anche con
Blaise!
-Blaise
mettitelo bene in testa: Paciock non mi piace! E’ un ottimo
ragazzo, un buon
amico...ma nient’altro, per me almeno. Tu invece che mi
dici?-Impossibile per
Blaise sfuggire ai penetranti occhi dell’amico.
-Credo,
e dico credo, che mi piaccia un po’...ok, d’accordo
tanto!-Una nuova occhiataccia
di Julian lo spinse a correggersi per la seconda volta- Va bene,
smettila!
Credo di essermi innamorato! Sei contento adesso?-
-Sì,
da morire!...Non potevi sceglierti persona migliore..ora devi solo
conquistarlo
e io ti aiuterò. Anche se non credo tu possa averne
eccessivo bisogno...-Ora
che il mistero era risolto Julian non riuscì a smettere di
prendere in giro
Blaise per almeno una decina di minuti buoni, ridacchiando come un
deficiente...era
bello avere amici come quelli!
Angolino
dell’autrice:
Ma
salve! Da quanto tempo non ci si vede? Poco rispetto al
solito...comunque
eccomi appena tornata dalla mia crociera a postare per voi un nuovo
capitolo di
questa storia che si fa sempre più confusionaria. Chi
sarà il misterioso
Marvenis? Perché Julian lo teme tanto?...scopritelo nelle
prossima puntate^^
Comunque
spero vi sia piaciuto anche questo capitolo come il resto se non di
più(si vede
che sono di buon umore vero?). Vi ringrazio per la vostra attenzione,
miei cari
lettori e in particolare ringrazio coloro che hanno recensito:
WingsHP(In
realtà non so se mai avverrà
un vera separazione definitiva tra Harry e Julian, ma non escludo a
priori che
possa esserci...quindi preparatevi a tutto! Come ho già
detto un’infinità di
volte non seguo una vera pianificazione per la storia, quindi potrebbe
accadere
di tutto, compresa invasione di alieni o viaggio al centro della Terra.
Per
quanto riguarda Tom: io non ho mai detto che si sia innamorato. Julian
ha dei
dubbi sui propri sentimenti, Di Tom invece ho detto solo che vuole
Julian...
come si dice se son rose fioriranno, se son rovi pungeranno^^)
Patfood_07(Si
devo ammettere che quella è la parte che mi è
piaciuta di più...per i
complimenti scherzo naturalmente, solo che mi imbarazzo facilmente
tutto
qui...sono ben accetti comunque^^)
Se
ne avete voglia e se vi piace Saiyuki avrei scritto una fanfic un
po’
particolare che vi inviterei a leggere se vi va. Si intitola Kuro Neko.
Bene,
finita la
pubblicità e i ringraziamenti vi do appuntamento alla
prossima^^
Ciao!
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12...(sono stata brava vero?) ***
Capitolo
12
Era
inutile: non ce la faceva proprio a smettere di ridacchiare ogni volta
che
incrociava lo sguardo perso di Blaise. Erano a lezione di Erbologia,
una delle
poche esclusivamente teoriche dell’anno e Julian, seduto
compostamente tra Sev
e Remus, non riusciva proprio a trattenersi...capiva di non essere
educato, ma
vedere Blaise perdere il controllo in quel modo era troppo divertente
per poter
rimanere in silenzio. Dalla sua confessione era
passata quasi una settimana, ma non
c’erano stati grandi passi avanti. Zabini continuava a studiare Neville da
lontano senza farsi notare,
facendo scuotere la testa a Julian che non riusciva a capire cosa
temesse
l’amico: era uno dei ragazzi più ammirati della
scuola, intelligente, bello,
popolare...forse temeva di spaventare il Grifondoro, che da quanto si
sapeva
non aveva mai avuto esperienze sentimentali di alcun genere. in ogni
caso
secondo Julian avrebbe dovuto farsi avanti: prima o poi Blaise sarebbe
comunque
riuscito a far cedere Neville, secondo lui. Insomma non poteva mica
desiderare
rimanere solo per il resto della sua vita? Oppure candido come in
giglio, no?...certo
si trattava pur sempre di un Grifondoro e si sapeva che i Grifondoro su
alcune
cose erano un po’ imbranati, un po’ tanto
imbranati, e quindi poteva essere
complicato farli uscire troppo dagli schemi le prime volte.
Però poteva anche
darsi che a Paciock piacessero i ragazzi e fosse proprio per quello che
non
avesse avuto storie o avventure, oltre alla sua imbranataggine e
all’aspetto non
proprio eccellente, che comunque veniva messo in secondo piano dallo
splendido
carattere, una volta che si riusciva a farlo aprire ...doveva indagare!
E chi
poteva indagare meglio di Harry? Erano amici da anni e negli ultimi
tempi i
loro rapporti si erano fatti ancora più stretti, visto che
tutti gli altri gli
avevano voltato le spalle, credendo a ciò che era scritto
sulla Gazzetta.
Un
sorriso lupesco apparve sul volto dl ragazzo e fece gelare Remus e
Severus al
suo fianco: era tremendamente simile a quello di Sirius quando aveva
qualcosa
in mente..di solito qualcosa che sarebbe stato meglio non conoscere!
Qualche
ora più tardi uno splendido lupo nero, impolverato dalla
testa alla coda folta,
fece il suo ingresso nella stanza che Harry divideva con i Malandrini,
scrutando l’ambiente con i magnifici occhi grigi, dopo essere
passato da una
botola nel pavimento. C’era un solo occupante:
Remus, che nel vedersi comparire davanti un vero e proprio
lupo aveva
fatto un salto all’indietro sul letto, afferrando la
bacchetta per ogni
evenienza. In teoria gli animali, in particolare i lupi, avrebbero
dovuto
riconoscere la sua natura, rispettandolo come tale, ma poteva sempre
essere che
quello non fosse stato informato dell’usanza!
-Ciao
fratellino!- Harry era appena rientrato, tornato evidentemente da un
allenamento di Quidditch, dove era stato accompagnato da Sirius e James.
-Sei
un Animagus?- domandò quest’ultimo rivolto al lupo
che si stava ripulendo
puntigliosamente la pelliccia sul copriletto di Harry.
-Ovvio
è mio figlio!-rispose per lui Sirius, prima di baciare Rem
dolcemente,
sussurandogli qualcosa che lo fece ridacchiare nell’orecchio.
-Sì,
quello e il fatto che viviamo con un mannaro sono i principali motivi
che ci
hanno spinto a imparare...il secondo è la
rivalità.-Julian era tornato alla sua
forma originale con lo stesso ghigno che aveva sfoggiato durante
l’ora di
Erbologia ad increspargli le labbra
-Fa
paura quel sorriso, sai?-lo rimbeccò Harry non troppo
tranquillo, mentre si
sedeva accanto al padre, sospettoso quanto lui.
-Perché?-
domandò angelico il Serpeverde, guardandosi le unghie con
interesse.
-E’
lo stesso di Sirius quando ha in mente qualcosa-mormorò
Remus, che chissà come
era finito in braccio a Sirius, impegnato a posargli tanti piccoli
bacini sul
collo e la nuca.
-...E’
mio padre! Ovvio che abbiamo qualcosa in comune-disse Julian cambiando
totalmente discorso.-Comunque devo chiederti una cosa Harry....un
favore!-
-Cosa?-
Lo sguardo di Harry era sospettoso e guardingo: quando Julian chiedeva
favori
non era mai qualcosa di buono!
-Dovresti
capire i gusti in campo sentimentale di Paciock...se ha mai avuto
qualcuno, se
ha orientamenti particolari, se è votato alla
castità perenne...cose del genere
insomma.-spiegò Julian non badando troppo allo sguardo
stupito di Harry.
-Non
ci credo! Ti piace per davvero!-esclamò
quest’ultimo a bocca aperta.
-Ma
che cavolo dici! Ti pare che Paciock possa essere nelle mie mire? Un
Grifondoro
inesperto e con l’autostima di una lumaca?...Non mi va di far
suicidare la
gente, Harry.-esplose Julian infastidito da quel continuo rinfacciargli
un
interesse per Neville.
Negli ultimi
tempi aveva più o meno dovuto rispondere allo stesso modo
anche a Nott, che
poverino apriva la bocca solo per dargli aria spesso e a Draco che un
minimo di
sale in zucca in più avrebbe dovuto averlo.
-E
va bene..ho capito! Non devi mica arrabbiarti...- lo calmò
il fratello
sorridendo tranquillizzato- Comunque perché vuoi sapere
quelle cose?-
-Segreto!
Non posso dirti niente...ho promesso-fece il Serpeverde con modi
misteriosi- Ma
se tutto va bene e tu fai il tuo lavoro presto lo saprai.-
-Come
sei antipatico, fratellino! I Serpeverde non dovrebbero tenere
così tanto alla
parola data!-
-Io
sì! In particolare con gli amici...non posso mica rivelare
tutto quello che mi
dicono. Li tradirei se lo facessi!.- rispose Julian serio: erano parole
quelle
che sarebbero state benissimo in bocca ad uno qualunque dei ragazzi
presenti
nella stanza, ma che per un qualche oscuro motivo sembravano sbagliate
in bocca
a Julian. Ed era parecchio strano visto che come Harry sapeva il
fratello non
aveva mai tradito un amico o la fiducia di qualcuno, almeno in quel
senso.
-Lo
so, lo so...scherzavo!-si affrettò a dire Harry, ben sapendo
quanto fosse
suscettibile Julian su quel punto. Il Prefetto non ebbe tempo di
ribadire che
una civetta completamente nera, la sua, bussò alla finestra
della torre. Il
ragazzo fece una smorfia stupita: non aspettava lettere e quello non
era certo
l’orario adatto per aspettarle. Alzandosi,si
affrettò a far entrare il suo
povero Perseo, che arruffò le penne non appena si fu posato
sul braccio del
padrone, lasciando cadere nella mano di Julian un bigliettino scritto
con una
grafia sottile e frettolosa che il ragazzo aveva imparato a conoscere
alla
perfezione. Tom alla fine si era fatto risentire! Era una settimana che
non
spediva neppure una riga al Serpeverde e fu con rabbia che questo lesse
le
poche parole che gli aveva scritto
“Vieni
al solito posto.
Tom”
Ma
con chi credeva di avere a che fare quello? Con uno qualunque dei suoi
Mangiamorte o con un elfo domestico? Lui era un Black! E non permetteva
a
nessuno di trattarlo a quel modo. Non era ancora ridotto
così male da accettare
ordini o da farsi comandare a bacchetta da Tom. Quella volta per nulla
al mondo
si sarebbe fatto trattare come lui trattava le sue distrazioni
notturne... e
che cavolo!
Harry
osservò preoccupato Julian fare in tanti piccoli pezzettini
il biglietto appena
ricevuto. Con il volto livido e le labbra sottili stirate con rabbia,
per poi
spargerne il risultato fuori dalla finestra, affidandolo al vento
impetuoso che
da poco aveva cominciato a soffiare.
-Ma
chi si crede di essere!-sbottò infine il ragazzo tornando a
grandi passi sul
letto del fratello, buttandocisi sopra scompostamente.
-Chi
Ju-Ju?- solo in quel momento Julian si ricordò di non essere
solo, sbiancando
di botto...fortuna che aveva la carnagione chiarissima e che nella
camera c’era
poca luce, altrimenti avrebbe avuto un bel po’ di cose da
spiegare. Aveva come
la vaga impressione che Harry non avrebbe fatto salti di gioia nel
scoprire che
fraternizzava con colui che gli aveva sterminato la famiglia e che lo
tormentava dalla nascita.
-Una
ragazza!-rispose quindi assumendo un tono annoiato...era la prima volta
che
mentiva ad Harry, si rese conto con una sorta di fitta sorda al cuore,
mentre
la sua ultima visione gli tornava in mente con dolore.
-Capisco...Non
sia mai che una ragazza abbia pretese su di te, anche se te la sei
portata a
letto vero?-Il sarcasmo di Harry venne ricompensato con una cuscinata
che però
colpì in pieno James, scatenando una guerra di proporzioni
epiche, che
coinvolse anche Remus e Sirius strappandoli dal loro mondo incantato.
Quando
alla fine smisero, ricoperti da capo a piedi da piume e cotone, erano
distrutti, ma un sorriso allegro distendeva le labbra a tutti e
cinque...era
tutto semplicemente perfetto. Julian troppo stanco per trasformarsi di
nuovo e
ripercorrere tutti i piani che lo dividevano dalla sua stanza,
fregò con tanta
gentilezza un pigiama al padre, augurò la buona notte a
tutti e si stese nel
letto del fratello sotto le morbide coperte riparando a mala pena uno
dei
cuscini distrutti, prima di cadere in un sonno profondo, cullato dal
respiro di
Harry e dal suo calore.
La
pioggia batteva gelida sul cimitero.
Le lapidi gelide facevano da testimoni al dolore di un ragazzo dai
capelli
neri. Elegante nel suo vestito scuro, tanto bagnato da sembrare una
seconda
pelle giaceva, scompostamente inginocchiato sulla nuda terra,
recentemente
smossa, priva della verdissima erba che ricopriva le altre tombe. Gli
occhi
grigi, grigi come le nuvole della tempesta in corso e riflettenti il
dolore
lancinante che dilaniava il petto del giovane, erano invasi di lacrime,
lacrime
di chi sa di essere colpevole del suo dolor, lacrime amare. Dopo tutto
era
stato lui a uccidere colui che piangeva!
L’aveva fatto senza rimorso...e ora non gli restava altro che
il pianto. E si
consumava chiedendo perdono a quella muta lapide d’ossidiana,
alla foto
sorridente di colui che aveva strappato brutalmente dalla vita... Harry
si era
fidato di lui e in cambio lui l’aveva pugnalato alle spalle
come il più infido
dei sicari. Non gli restava altro che piangerlo e ormai aveva poco
tempo anche
per quello: mancava poco e poi l’avrebbero trovato...non si
era neppure dato la
pena di nascondersi. Vivere non gli importava più e la sua
non era più vita da
quando aveva ucciso Harry. Non aveva nessuna scusante,
perché non era neppure
stato Tom a ordinargli di farlo, oh no! Così sarebbe stato
troppo semplice...la
realtà era ben più meschina: era arrivato ad
odiare Harry, ad invidiarlo e non
solo lui. Anche Tom era morto per mano sua, anche lui, che mai si era
fidato di
qualcuno, aveva donato la sua fiducia nelle mani sbagliate e il ragazzo
dai
neri capelli ne aveva approfittato. Dopo una notte passata assieme a
scambiarsi
promesse d’amore, in frammentate da baci e carezze,
l’aveva avvelenato, godendo
appieno nel vedere la consapevolezza farsi lentamente strada negli
occhi neri
dell’amato, mentre l’ultima scintilla di vita si
spegneva nei suoi occhi. Aveva
preso il controllo dei Mangiamorte, il ragazzo e poi dopo aver fatto
credere al
fratello di poter finalmente essere felice, l’aveva condotto
nella foresta, gli
aveva rivelato i suoi veri e nuovi sentimenti e l’aveva
ucciso. Il duello non
era durato molto...Harry non combatteva per uccidere, Julian
sì!
Ma
il suo tempo era giunto al termine e
con quello anche la consapevolezza di aver fatto un’enorme
stupidaggine.
-Mi
dispiace fratellino...addio!-mormorò
il giovane alzandosi ancora con le lacrime agli occhi, estraendo la
bacchetta
dalla tasca del mantello poggiato a terra.
-ORION
BLACK! Ti dichiaro in arresto per
l’uccisione di Harry Potter e per gli altri crimini da te
commessi...arrenditi
se ti resta un po’ di orgoglio!- Come suonava strano sentirsi
apostrofare in
quel modo dal proprio padre..come era doloroso per il ragazzo doverne
affrontare lo sguardo in cui vedeva riflesso il suo stesso dolore.
Aveva perso
tutto Sirius...Remus, Harry, Julian e tutti grazie ad Orion.
Già Julian aveva
smesso di esistere nella mente dell’uomo, che lo piangeva
come se fosse stato
ucciso.
-Mi
dispiace, padre..non posso venire
con te- Un altro duello, stesso risultato: Orion...Julian, qualunque
cosa fosse
diventato aveva vinto e disarmato il padre.
-Perdonami
se puoi...-Un sussurro, una
nuova lacrima e poi le Ombre avvolsero la figura del ragazzo,
consumandolo fin
nell’anima, nutrendosi del loro stesso padrone, relegandolo
in un limbo di
eterna sofferenza.
Nel
cimitero ormai era rimasto solo
Sirius a piangere i suoi cari, urlando contro un cielo crudele.
Tremante
come un foglia, Julian venne svegliato bruscamente dal fratello,
preoccupato
per il gelo che il ragazzo emanava...simile a quello di un corpo morto
e per
questo terrorizzante. Aveva aperto gli occhi da poco Harry sentendo un
qualcosa
di umido bagnarli la spalla, solo per accorgersi che Julian stava
piangendo
disperatamente con il volto nascosto nell’incavo del suo
collo e le braccia a
circondargli il petto in un abbraccio stritolante, di quelli che si
dedicavano
a chi credevi perso per sempre. In un primo momento non si era accorto
che
fosse ancora addormentato, ma poi il freddo che gli si era insinuato
sotto la
pelle scacciando completamente il calore delle coperte e del suo corpo,
come
una gelida pioggia, l’aveva reso improvvisamente consapevole
che in Julian ci
fosse qualcosa che non andava. L’aveva chiamato con voce
sempre più accorata,
ancora ed ancora ma il fratello non aveva dato segni di ripresa mentre
la
temperatura continuava a precipitare tanto che il respiro di Harry si
era
condensato in soffici nuvolette. Poi finalmente quando il Grifondoro
ormai stava
per chiamare aiuto, Julian si era svegliato, con gli occhi spiritati
ancora
persi nel luogo da cui l’aveva richiamati.
-Harry..-mormorò
con voce rotta il Serpeverde abbracciando il fratello con tutta la
forza di cui
era capace, piangendo sempre a dirotto in quel suo modo silenzioso che
Harry
odiava, ritenendolo fin troppo simile a quello di coloro che non hanno
più
nessuna speranza.
-Sono
qui July...calmati. Va tutto bene adesso! Era solo un incubo...- Ogni
parola
del moretto sembrava non far altro che peggiorare le condizioni di
Julian, che
riusciva persino a scuotere la testa, con il viso affondato nel suo
petto, all’altezza
dello stomaco. Era raro vedere il fiero Serpeverde in quelle
condizioni, in
particolare per Harry: solitamente era lui ad essere consolato dal
fratello,
quasi mai il contrario...negli ultimi anni poi era diventata una
rarità!
-Non
era un incubo...era una visione, Harry!-singhiozzò Julian,
alzando di poco il
viso per incrociare gli occhi verdi di Harry, scuriti
dall’apprensione.
-Cosa
hai visto di così terribile?-domandò preoccupato
l’altro accarezzandogli i
morbidi capelli neri per calmarlo un poco, almeno quanto bastava per
capirlo.
-Io...io...Oh,
Harry! Ti giuro che non voglio e che farò tutto
ciò che è nelle mie capacità
per evitare che succeda....non mi importa se il destino che vedo
è
irreversibile: io lo cambierò!Giuro!-rispose Julian fra i
singhiozzi, mentre la
temperatura tornava pian piano al calore originario. Naturalmente Harry
non ci
capì niente.
-Lo
so...ti credo, Julian...ho sempre creduto in te, no?-
-Non
dovresti farlo...Harry secondo le mie visioni io ti
ucciderò! Ti tradirò nel
peggiore dei modi...tradirò tutti. E non mi
limiterò ad uccidere solo te...e
no! Persino Rem..ti rendi conto?...Dovresti odiarmi!-disse
l’altro con la voce
impastata di disgusto verso se stesso.
-Lo
sapevo già...ma non mi importa! Io non ti
abbandonerò.-Cullato da quelle parole
totalmente fiduciose, Julian non ribatté: stava troppo male
per riuscire ad
allontanare Harry in quel momento. Sapeva di essere solo uno sporco
egoista, ma
non poteva fare a meno di essere consolato dall’affetto del
suo fratellino.
-Grazie-
mormorò alla fine grato all’inverosimile,
sorridendo ricambiato dal fratello più
tranquillo a suo volta.
-Figurati...-esclamò
sbadigliando-...torniamo a dormire?- Julian annuì e di nuovo
una volta
sistematosi caddero in un profondo sonno, privo di sogni e visioni di
un oscuro
passato.
Angolino
dell’autrice:
Salve!
Visto come sono stata veloce stavolta?...Spero vi sia piaciuto anche
questo
capitolo che forse è un po’ troppo cortino, ma che
non mi sentivo di attaccare
a qualcos’altro, visto che mi sembra abbastanza significativo
e ricco anche
così com’è. Sinceramente non so da dove
sia uscita la visione di Julian...non
sembra neppure scritta da me! Io di solito mantengo un tono medio
ovunque,
anche se so bene che così non coinvolgerò mai
neppure l’ombra di un lettore e
invece lì il tono mi sembra piuttosto oppressivo o sbaglio?
Comunque
cosa credete che succederà adesso? Come lo
prenderà Tom il rifiuto di
Julian?...a voi l’ardua immaginazione^^
Ringrazio
tutti coloro che leggono tutti quelli che hanno messo la mia storia fra
i
preferiti ei in particolare le mie fedeli
WingsHP(Eliminiamo
dalla tua lista Ginny tanto per cominciare! Dovessero staccarmi una
mano con
quella non ce lo metto, anzi Piton a quel punto!..Comunque non lo so,
ma io
sono praticamente fissata con lo Yaoi quindi potrebbe trattarsi di
chiunque
maschio o femmina che sia. Per la crociera non sei troppo invadente non
preoccuparti.
Era una normalissima crociare Costa con scalo in vari porti di
Portogallo, Spagna
e Marocco..è stata fantastica! La vacanza ideale per chi si
vuole rilassare e
nel mio caso da chi vuole disintossicarsi dal computer per un
po’! Baci alla prossima^^)
Patfoot_07
(Più
che altro Julian è la persona indicata per combinare un
macello, povero Blaise!
Appena trovero il modo adatto di farli diventare per lo meno amici il
gioco
sarà fatto...il problema però e proprio che non
so in che modo farli conoscere
tanto da unirli: come si può notare Neville cerca di stare
il più lontano
possibile dei Serpeverde in generale, quindi proprio non so che
fare...ma non
disperate mi basterà friggermi un altro neurone sotto il
solo e tutto sarà a
posto. Una abbraccio, alla prossima^^)
Saluti
a tutti e mi raccomando perdete
trenta secondi per comporre una piccola recensione...non costringetemi
a essere
cattiva^^
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo
13
Luce.
Luce, che dispettosa giocava sul suo volto, portandolo lentamente al
risveglio.
Stranamente malgrado quello che era successo quella notte il ragazzo
era
tranquillo: non gli importava ciò che Julian aveva visto
nelle sue visioni.
Sapeva che non sarebbe mai successo niente di simile, che il fratello
non
sarebbe mai stato capace di ucciderlo...Uccidere in generale, quello
sapeva
essere perfettamente nelle sue capacità, ma non lui. Non
capiva cosa lo rendesse
tanto certo, però non aveva i minimi dubbi sulla sua
veridicità: Julian si
sarebbe fatto uccidere pur di non fare lo stesso a lui... era anche
vero però
che Julian era infallibile. MAI una sua visione si era rivelata
sbagliata, MAI
erano riusciti a cambiarla. Ricordava ancora quando il ragazzo, allora
bambino
aveva visto il suo adorato gatto, morire investito da una macchina:
avevano
fatto tutto il possibile per evitarlo, ma non c’era stato
niente da fare. Il
gatto era morto schiacciato da una macchina in corsa, la stessa che
Julian
aveva visto, anche se in un momento della giornata diversa. Ed era
sempre
successa la stessa cosa: erano riusciti a posticipare
l’avvenimento, ma mai a scongiurarlo
del tutto...quando si era trattato di persone poi, neppure la
posticipazione
era riuscita. Il Serpeverde aveva una sua teoria: maggiori e
più forti erano le
volontà in gioco, minori erano le possibilità di
cambiare il destino, anche se
le persone in questione facevano tutto il possibile per evitarlo. A
differenza
di Harry pensava che il destino fossa stato già scritto
nelle sue linee guida,
che in pratica una qualsiasi creatura vivente appena nata, ricevesse
già la
data della sua morte, che un oggetto appena creato, avesse già un periodo di
tempo ben definito per svolgere
la sua funzione... che un assassino fosse tale fina dalla nascita,
senza
possibilità di scampo, senza possibilità di
cancellare quell’invisibile
marchio. Il libero arbitrio per Julian non esisteva nella
realtà...era solo un
modo creato dall’uomo per illudersi di contare qualcosa, di
non essere solo un
granello di polvere disperso nell’immensità
dell’universo, di essere superiore
a tutte quelle creature che definiva animali e piante. Naturalmente
Julian non
era un seguace del pensiero ӏ tutto
già deciso perciò è innutile che mi
impegni a fare del mio meglio” anzi tutto il contrario,
infatti gli importava
poco se era tutto deciso lui si impegnava comunque per arrivare ai suoi
obbiettivi...solo se si trattava di visioni tutta la sua
combattività veniva
meno. Solo col gatto aveva cercato di cambiare il futuro realmente, poi
erano
stati tutti tentativi falsi, mossi dall’insistenza di Harry,
che voleva credere
che il futuro e il destino fossero nelle loro mani.
Osservando
Julian dormire raggomitolato nelle coperte, Harry volle credere in quel
momento
più che mai che il destino non fosse stato già
deciso, altrimenti l’intera sua
esistenza di li a poco sarebbe stata cancellata e con lui quella della
sua
famiglia.
Il
risveglio del Serpeverde fu grigio, come grigia fu la sua giornata e il
suo
umore. Sembrava una bambola di porcellana, vuota, spenta, apatica. La
voglia di
ribellarsi non era certo svanita, ma il peso dei ciò che
aveva visto si era
abbattuto nuovamente su di lui, con una forza maggiore di quanto non
avesse già
fatto. Non riusciva a vedere soluzioni, o per meglio dire ne aveva
già pensate
tante ma non credeva realmente che sarebbe riuscito ad imporre la
propria
volontà al futuro. Già sentiva le ultime
preghiere di Remus, ucciso da lui dopo
una lunga ed estenuante tortura, come aveva scoperto grazie ad una
visione
allora di pranzo, già sentiva le parole d’odio e
di incredulità di Harry nei
suoi ultimi momenti. A completare il tutto sentiva su di se
imperterriti gli
occhi brucianti e vuoti al pari dei suoi del padre l’uomo che
si sarebbe visto
strappare l’intera famiglia in poco meno di un mese.
Non
vedeva soluzioni tranne il suicidio anticipato, il Serpeverde...se lui
fosse
morto quel destino non si sarebbe mai avverato. La vita di una per
quella di
tre non era una grande prezzo da pagare dopo tutto, no? E allora cosa
stava
aspettando a togliersela?
La
verità era che un qualcosa nel profondo dell’anima
di Julian stava ancora
lottando, suggerendo al ragazzo che un modo di salvare tutti
c’era, senza
doversi privare della via lui stesso. Peccato che il Prefetto non
riuscisse a
sentire quella parole appena sussurrate, troppo piano
affinchè arrivassero alla
sua mente in avaria.
Qual
particolare stato d’animo del giovane non era sfuggito a
nessuno e tra gli occhi
preoccupati che lo osservavano in quella giornata tanto vuota per il
giovane, altri
erano decisamente infuriati. Due paia d’occhi esprimevano
questa emozione,
appartenenti a persone che avrebbero sempre dovuto trovarsi da parti
opposte.
Lord Voldermort, ancora parecchio irritato per il mancato appuntamento
ed Harry
Potter che semplicemente odiava quando Julian entrava in
modalità zombi avrebbero
volentieri dato una svegliata al ragazzo, anche se ovviamente ognuno
con metodi
e maniere piuttosto diverse.
-Ora
basta! Non può continuare
così...-sbottò Harry dopo l’ennesima
volta durante la
lezione di Difesa contro le Arti Oscure in cui il fratello lasciava
scorrere un
commento della Umbridge poco carino nei confronti del loro precedente
professore, Remus. Non
era normale che
Julian non dicesse niente! Nella settimana passata aveva collezionato
una
decina di punizioni solo perché difendeva Remus e una
trentina perché difendeva
Harry, invece quella mattina si lasciava scorrere tutto addosso
..neppure il
sarcasmo di Piton era riuscito a smuoverlo! E il Grifondoro non
intendeva
lasciarlo fare ancora per molto...doveva riscuotersi che lo volesse
oppure no!
Mentre Harry finiva di fare i suoi piani di battaglia, la campanella
suonò e
lui non dovette far altro che seguire il fratello lungo le scale, fin
sotto la
quercia che avevano ereditato dai loro genitori...un’altra
cosa strana era che
Julian non aveva neppure provato a calmarsi o a svegliarsi, secondo i
punti di
vista con la musica sua fida arma!
-Non
hai niente di meglio da fare che piangerti addosso?-sputò
velenoso, con il solo
intento di svegliarlo. Julian lo degnò appena di un sguardo
poi scuotendo la
testa, riportò i vuoti occhi grigi sul lago Nero, facendo
irritare Harry ancor
di più: non era normale che facesse così!
-Immagino
sia un no....sai certe volto ho l’impressione che sia io
quello che di te non
ha mai capito niente e che invece Ron ci abbai sempre preso.-Ancora
nessuna
reazione degna di nota, neppure un tremolio che potesse indicare che il
fratello fosse presente o che avesse ascoltato minimamente quello che
Harry
aveva setto, quindi il Prescelto ritenne giusto continuare.
-Dopo
tutto non hai mai fatto niente per meritarti un giudizio diverso...per
essere
viziato lo sei, spocchioso pure, vigliacco lo stai dimostrando
pienamente,
persino bugiardo. Davvero Ron ti ha capito meglio di quanto io abbia
mai
fatto.- Finalmente Julian si decise a rispondere, ma non ero
decisamente la
risposta che Harry si aspettava.
-E’
un bene che tu te ne sia accorto, così non ti
mancherò.-La voce piatta di
Julian aveva fatto venire la pelle d’oca al fratello, certo,
che, se a parlare
fosse stato un morto, le parole avrebbero avuto più
sfumature. Inoltre tutta la
frase era troppo sibillina per i suoi gusti.
-Cosa
stai cercando di dire?-chiese di getto il Grifondoro afferrando per una
spalla
Julian e girandolo verso di lui.
-Quello
che ho detto...se sono una persona così orribile non ti
mancherò di certo.-
ripeté il ragazzo non incrociando il suo sguardo.
-E
dove andresti di bello?-disse ironico Harry che si stava lentamente
arrabbiando.
-Dove
non potrò fare del male a nessuno...-Un sussurro cupo
uscì dalla bocca di
Julian, confermando ad Harry di essere riuscito nell’intento
di portare di
nuovo il fratello nel mondo dei vivi, ma stranamente non fu affatto
felice di
tale risultato...aveva come l’impressione di aver commesso un
enorme sbaglio.
-E
dove sarebbe questo posto? Dai tuo nonni? Da tua madre? Azkaban?
DOVE?-domandò
con crescente ansia il moro, notando un lieve tremore
nell’altro.
-Oh,
no! Sono tutti posti da cui potrei andarmene...no, andrò in
un posto da cui non
si può più uscire, una volta entrati- Julian fino
a quel momento aveva cercato
di combattere con tutte le sue forze
contro quell’unica insistente soluzione che la
sua mente razionalmente
gli proponeva: togliersi la vita per salvare quella delle persona a cui
voleva
bene. Non aveva voluto accettarla perché sapeva che questi
avrebbero comunque
sofferto sentendosi a loro volta in colpa, ma dopo quello che Harry gli
aveva
detto si era sentito improvvisamente abbandonato e codardo. Quella era
l’unica
soluzione possibile e lui stava solo prendendo tempo prima
dell’inevitabile. E
poi, se neppure Harry gli credeva più, a che cosa serviva
continuare a soffrire
e a sperare di trovare un’altra soluzione tutti insieme?
L’avrebbero comunque
abbandonato tutti a se stesso...
Non si era accorto, che il
fratello fingeva...
tutto il suo essere era troppo preso dall’altro problema per
essere anche in
grado di capire che era tutta una falsa.
Harry
avrebbe dovuto capirlo, ma era tropo preso dalla voglia di far tornare
in se
Julian per accorgersi di quello che stava commettendo il più
grave errore della
sua vita. Da quando Julian era stato ricoverato all’ospedale
sentiva come un
muro a dividerli e a nulla erano valse le deboli e insulse spiegazioni
del
fratello. Si era sentito ferito e umigliato, quando Julian gli aveva
detto che
fino a quel momento aveva creduto che fosse stato lui a seviziarlo, ma
ci aveva
messo fin troppo in fretta una pietra sopra, dimenticando persino
ciò che aveva
letto nel diario dove il Serpeverde appuntava tutte le sue visioni. La
notte
prima quei sentimenti erano riapparsi, quando Julian gli aveva
raccontato tra le
lacrime che cosa aveva visto, però troppo preoccupato per il
ragazzo non vi
aveva fatto troppo caso e non aveva capito che inconsciamente tutte le
parole
che gli aveva detto poco prima erano state dettate solo dalla voglia di
ferire.
Quello
che però era nato come un semplice ferire stava lentamente
tramutandosi in una sentenza
di morte per Julian, anche se Harry ancora non se ne rendeva conto,
agendo come
se qualcun altro si fosse impadronito del suo corpo.
-Se
ti sembra un posto così perfetto vacci allora...non avevi
forse detto che avresti
fatto di tutto per cambiare il futuro? Ora che hai trovato la soluzione
perché non
la metti in pratica?- Una nuova gelida stilettata attraverso il cuore
ormai
agonizzante di Julian, che con un mesto sorriso rispose
-Avrei
voluto prima salutare Rem e papà...ma non serve a nulla
rimandare l’inevitabile
suppongo.-mormorò tristemente il Prefetto, estraendo dalla
tasca una lettera
sgualcita.- Dalla a loro per favore e di che mi dispiace tanto, me che
non
posso fare altrimenti.-
-Lo
farò stanne certo...saranno fieri di te.-Un’ultima
frase, definitiva condanna.
-Su
questo ho i miei dubbi...addio fratellino.-Julian venne avvolto dalle
Ombre e
con un ultimo sorriso triste,
con gli
occhi invasi dalla lacrime si smaterializzò. Il ragazzo
odiava quelle lacrime,
segno che infine non era altro che un codardo...era l’unico
modo per salvare
gli altri e allora perché sentiva un opprimente groppo in
gola? Doveva essere
felice di quello che stava per fare, sentirsi fiero di
quell’atto e invece
piangeva! Piangeva come uno sciocco, sperando mentre portava la
boccetta di
veleno alle labbra che qualcuno lo venisse a fermare, che qualcuno lo
salvasse,
lo consolasse dicendogli che un’altra possibilità
esisteva, che non doveva
morire per forza. Ma nessuno venne a consolarlo tranne il freddo
abbraccio
della morte, una morte senza pace.
-...Addio
fratellino.- Le ultime parole di Julian ebbero il poter di risvegliare
Harry. Perché
gli stava dicendo addio? Si sarebbero rivisti a pericolo passato, non
serviva
dirgli addio...non ce n’era bisogno! Non aveva sentito mai
pronunciare un addio
a Julian, neppure al gattino morto...o aveva salutato con un pigolante
“ciao”,
anche se quello era un saluto definitivo! Julian aveva il terrore degli
addii,
non li pronunciava mai! E allora perché quella vota
sì? Perché per una
separazione non definitiva l’aveva fatto? Cos’erano
inoltre quelle lacrime,
quella disperata richiesta di salvezza che gli aveva letto negli occhi?
Come
un automa, Harry aprì la lettere che Julian aveva
indirizzato ai loro genitori,
incurante che non fosse per lui, spinto da un terribile presagio. La
lesse, la
lesse diverse volte, ma il significato di quello che leggeva non
mutava. Aveva
mandato Julian a morire...era quello il posto da cui non si poteva
tornare
indietro, da cui non si poteva uscire. Con le sue parole aveva fatto in
modo
che Julian credesse che quella fosse l’unica soluzione, lo
aveva ucciso. Disperato
in un grottesca imitazione di quello che Julian aveva visto fare a se
stesso,
cadde in ginocchio, piangendo distrutto su quelle parole,
già macchiate da
lacrime non sue.
Angolino
dell’autrice:
Voi
non avete idea della fatica che io abbia fatto per scrivere questo
capitolo.
Ogni due parole iniziavo a piangere come una deficiente e dire che per
far
piangere me ce ne vuole. Non mi ero mai commossa per un qualcosa
scritto da me
per quanto drammatico fosse. Si vede che i suicidi mi toccano
profondamente...ora
però non fatevi brutte idee su di me, eh! Non è
che sono una di quelle persone
che desideri farla finita, anzi tutto il contrario, solo che
l’argomento
suicidi mi affascina, visto che mi riesce difficile capire cosa possa
spingere
una persona a farla finito. Mi scuso se ho offeso qualcuno con le mie
parole,
giuro che non lo volevo.
Ma
forse
è meglio lasciar perdere questi discorsi, va.
Ringrazio
come al solito tutti coloro che hanno letto, quelli che hanno aggiunto
la
storia fra i preferiti e in particolare coloro che hanno recensito
(WingsHP non
ti è piaciuto il capitolo precedente? )
Padfoot_O7
(come vedi ho aggiornato molto presto e credo di aver scritto un
capitolo ancor
più ricco dell’altro, no?)
Federkikka(sono
felice che la storia di piaccia e grazie per i complimenti)
Saluti!
E per il prossimo capitolo voglio almeno tre commenti altrimenti niente
aggiornamenti^^ ..vi avevo avvertiti che diventavo cattiva^^
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Capitolo
14
La
testa pulsava in modo continuo e doloroso, ogni singolo osso era
dolorante...se
Julian non fosse stato tanto sicuro di essere morto avrebbe pensato di
essere
caduto dalla scopa dopo un duro allenamento di Quidditch. Certo che la
morte
era proprio dolorosa, altro che annullamento di ogni sensazione.
-Hai
intenzione di restare con gli occhi chiusi ancora a lungo stupido
ragazzino?-Un
voce grave, profonda, ma musicale. Il ragazzo aprì
lentamente gli occhi...forse
doveva essere giudicato per i suoi sbagli o qualcosa di simile. Non era
mai
stato uno che credeva ad inferno e paradiso, ma non era neppure mai
morto. Era in
una camera, con un basso soffitto decorato con un motivo floreale,
giaceva su
un letto con uno strano copriletto verde, simile al muschio e tutto
sembrava
fatto di legno e parte integrante della costruzione. Originale come
posto,
originale davvero.
-Ma
bene! Il signorino si è degnato di aprire gli
occhi!....-Julian rivolse gli
occhi verso colui che aveva parlato: era un vecchio, che a definirlo
solo
vecchio si offendeva la sua età. Aveva una lunga barba
bianca simile a quella
di silente, e la pelle che si riusciva a scorgere era un intrico
infinito di
rughe profonde, gli occhi, blu elettrici, erano profondi, tanto che
sembravano
poterti inghiottire...ed esprimevano rabbia!- MI SPIEGHI COSA DIAVOLO
TENTAVI
DI FARE? NON TI E’ BASTATO UNA VOLTA? VOLEVI RIPETERE
L’ESPERIENZA, PER CASO?...IO
NON SO DAVVERO IN COSA ABBIA SBAGLIATO CON TE, NIPOTE! SEI DIVENTATO
ADDIRITTURA MORTALE E TUTTO PER COLPA DI
QUELL’ESSERE!....DEVI ESSERE ALTRUISTA
TU! DEVI SEMPRE IMMISCHIARTI NEGLI AFFARI DEI MORTALI...-Probabilmente
il
vecchi sarebbe andato avanti ancora a lungo, in quella sua filippica
contro il
povero Julian, se non fosse entrato un bimbetto con dei vivacissimi
occhi neri
a fermarlo.
-Nonno,
credo che lui non capisca quello che tu gli stai dicendo... Dicono che
ha
ancora i ricordi sigillati.- La vocetta sottile del bimbo
superò il boato di
quella del vecchio che una volta calmatosi con profondi respiri, disse
-Hai
ragione...non ci avevo pensato, Nevi.-
-Posso
sapere dove mi trovo?-mormorò Julian massaggiandosi
lentamente le tempie. Il
mal di testa era insopportabile, ad ogni parola pronunciata una
terribile fitta
gli penetrava il cervello, facendogli desiderare di poter tornare a
dormire ed
inoltre il fatto di non capire dove si trovava, non lo aiutava di certo.
-Sei
nel mio Regno Satellite. Al momento ti trovi all’interno
dell’Yggdrasill, l’albero
del mondo...-
-Quello
di Odino?-domandò il ragazzo scettico. Ok, lui era un mago e
non si sarebbe
dovuto sorprendere più di tanto, ma anche per i maghi
accettare l’esistenza di
quelle divinità che avevano sempre affermato non esistere
non era facile- E cos’è
un Regno Satellite?- Passato lo shock, la naturale
curiosità dal giovane stava riemergendo,
anche se era offuscata in gran parte dal dolore.
-Una
domanda alla volta, ragazzino!-sbottò il vecchio,
irritandosi di nuovo.-Nevi fa
qualcosa per il suo mal di testa, altrimenti continuerà a
non capire niente!-
Il bambino si avvicinò saltellando a Julian buttandosi
sorridente sul letto,
dove il ragazzo si era seduto. Ora che lo vedeva da vicino Black
notò che aveva
le orecchie a punta, come quelle degli estinti Elfi Alti e che i suoi
capelli
biondi sembravano brillare di luce propria, muovendosi come sospinti da
un’inesistente
brezza. Inoltre l’aria intorno a Nevi profumava intensamente
di vaniglia. Lo
strano bambino posò delicatamente le mani, avvolte da un
luce verde, sulle
tempie di Julian ed immediatamente il
suo mal di testa scomparve come tutti gli altri dolori fisici...si
sentiva come
nuovo!
-Grazie...-sussurò
il ragazzo con un sorriso estremamente grato.
-Tu
mi hai salvato la vita in passato..è il minimo che io posso
fare per te,
Mani!-rispose il bambino sorridendo dolcemente, mentre si accomodava
accanto a
Julian, che non aveva voluto far domande su
“Mani”...l’unica cosa che gli
ricordava quel nome era il dio nordico che guidava il carro della Luna.
-Ora
ti senti meglio, nipotino mio adorato?-Il vecchio era improvvisamente
diventato
la gentilezza fatta in persona cosa che invece di far calmare Julian lo
fece
agitare ancor di più, gettandogli addosso un incredibile
senso di deja-vu...gli
sembrava di essere già stato in quel posto, esattamente come
la paura di Marvenis,
non gli sembrava nuova... ma che gli stava succedendo?
-Sì,
ora sto bene....-Il vecchio sembrò contento della risposta e
con un dolce sorriso
spaventoso riprese a parlare.
-Allora
come ti ho detto noi siamo nell’Yggdrasill, ma non
è esattamente quello di
Odino. Si tratta di
un altro esemplare
che io ho allevato- Ad un cenno d’assenso di Julian
l’uomo continuò – I Regni
Satellite sono quei luoghi dove gli esponenti dell’Antica
Razza si sono ritirati
dopo aver lasciato il mondo agli uomini e ai maghi, che un tempo erano
loro
servitori. Questi luoghi sono stati creati dagli esponenti
dell’Antica razza in
ricordo dei loro regni passati...come dire siamo abituati a vivere con
ogni
comodità! -
-Capisco...insomma
non che sappia cosa sia l’Antica Razza, ma riesco a capire
tutto ciò...più o meno.
Come ci sono arrivato qui? Mi ci ha portato lei?-La
curiosità di Julian
cresceva di secondo in secondo ed ogni nuova risposta faceva nascere
altre mille
domande nella mente del ragazzo.
-Ci
sei arrivato da solo...ho sentito la tua aura all’ingesso del
Regno, poi però
si è affievolita di colpo e sono venuto a vedere cosa ti
fosse successo.
Arrivato, ho visto la fiala di veleno e ho capito che ci eri ricaduto,
nipote
degenere! E dire che un tempo era così a modo...-
spiegò il vecchio, terminando
con un tono di pesante rammarico. Il ragazzo non capiva come facesse
quell’uomo
a conoscerlo o come potesse essere suo nipote, visto che il vecchio non
era
decisamente umano.
-Come
fa lei a conoscermi?...Perché continua a dire che sono suo
nipote?...Chi è
Mani?-Visto che sicuramente le risposte non gli sarebbero piovute dal
cielo, tanto
valeva provare a farsele dare, no?
Uno
sguardo addolorato attraversò le iridi del vecchio, mentre
sospirando si
lasciava cadere su una morbida poltrona apparsa dal nulla.
-Non
ricordi proprio niente, ragazzo mio?-mormorò poi flebile. A
Julian dispiaceva
vederlo in quello stato, ma non poteva mentire. Di qualunque cosa
quello stesse
parlando lui non ricordava.
-No...vorrei,
davvero! Però non capisco neppure cosa doveri ricordare...-
-Bene...se
tu non ricordi, ti farò ricordare io tutto!-La decisione
aveva di nuovo
indurito i tratti del vecchio che si era di colpo raddrizzato sulla
poltrona .
consolato dal quel gesto Julian si preparò ad ascoltare
tutto.
-Allora
cominciamo a spiegarti cos’è l’Antica
Razza... mi sembra di essere tornato a
quando eri piccolo!-Il vecchio sorrise nostalgico poi riprese- I
componenti
dell’Antica Razza sono creature di vari tipi esistiti in un
tempo precedente
all’umanità e dotate di poteri inimmaginabili o
semplici caratteristiche
speciali. Di essa fanno parte ad esempio tutti quelli che gli umani
hanno
adorato per millenni come divinità oppure tutte le razze
mannare antiche e
ancora gli Elfi Alti. Ci siamo fin qui,
ragazzino?-
-Sì...ma
che significa razze mannare antiche?-Di tutto il discorso solo quel
punto
risultava incomprensibile a Julian anche se aveva un’idea.
-I
mannari che conosci tu, oltre a
limitarsi solo alla forma di lupo, sono nati in un periodo
successivo
all’antica razza. Essi furono creati con la magia, ma poi la
cosa sfuggì di
mano agli umani e l’infezione divenne incurabile e
irreversibile. Invece i
mannari antichi, oltre a potersi trasformare in qualunque tipo
d’animale, come
ad esempio in gatti, tigri e cinghiali, nascevano tali ed avevano il
potere di
decidere quando effettuare la trasformazione e quando invece restare in
forma
umana, anche se non è corretto dire così.
Potevano inoltre trasformarsi solo
parzialmente o decidere di sfruttare solo delle caratteristiche della
loro
controparte animale, ma comunque restavano sempre poco umani. In loro
l’istinto
ha sempre prevalso e prevale ancora oggi. Capito?-Julian
annuì e il vecchio
continuò.
-Vengo
chiamato in molti modi e sono ricordato in molte leggende come re degli
elfi, anche
se elfo non sono, ma tu puoi chiamarmi semplicemente Elwe e sono tuo nonno. Mari, come
avrai già capito sei
tu...ma anche per te Mari è solo uno dei molti nomi che ti
sei scelto durante
la tua vita. Eri nel periodo nordico e ti piaceva l’idea di
farti adorare come
divinità della Luna...che ci trovavi di bello lo sai solo
tu! Hai sempre avuto
questa balzana idea di farti adorare in un modo o nell’altro
e per parecchio
tempo, cambiando nomi e luoghi, ci sei riuscito. Come
divinità non eri poi
neppure male: non pretendevi troppo, non chiedevi sacrifici...ti
bastava la tua
festa ogni anno ed eri contento! Peccato che ti abbiano sostituito con
il
cristianesimo poi, beh tutti sono stati sostituiti.-Il vecchio Elwe si
fermò un
attimo bevendo un sorso di una bevanda color miele che spandeva
nell’aria un
profumo delizioso.
-Ora
ti chiederai perché non ricordi niente di tutto
ciò...semplice sei stato
punito! E ti sei sacrificato...-Nuovamente lo sguardo del vecchio si
era fatto
triste, ma Julian non sapeva come poter far tornar il sorriso ironico
sul volto
di Elwe.
-Cosa
ho fatto per essere punito?-mormorò mogio il Serpeverde,
cominciando a
chiedersi se tutta la sua vita non fosse stata altro che una farsa e se
lui non
avesse rubato il posto a qualcun altro, al vero Julian Black.
-Diecimila
anni fa ti sei ucciso per salvare un umano... per noi è il
più grave dei crimini.
Dare la nostra vita immortale per un essere mortale è
considerato sacrilegio e
il consiglio di allora decise di punirti togliendoti tutti i ricordi ed
esiliandoti per sempre nel mondo dei mortali, destinando la tua anima a
rincarnarsi in eterno. Inoltre tenendo conto che ti suicidasti decisero
che
ogni tua vita doveva finire in un modo tragico e violento in giovane
età. Molte
volte sei stato ucciso da tuoi cari, altre solo per il tuo aspetto,
altre
ancora per i tuoi ideali o ancora per i tuoi poteri... Non hai passato
del bel
tempo credimi e io non potevo più sopportare le tue continue
grida d’aiuto.
Anche prima l’hai fatto, senza neppure accorgertene continui
a chiamarmi come
facesti quel giorno...-Una sola singola lacrima scese dagli occhi del
vecchio
Elwe, subito asciugata con stizza.
-Non
avevo scelta...non potevo fare altrimenti! Se io non fossi morto al mio
posto
ci sarebbe stata tutta la mia famiglia e non mi importa niente sapere
che non
lo è veramente!-disse deciso Julian con gli occhi grigi
velati dalla tristezza.
Per quell’uscita si aspettava che il vecchio si arrabbiasse
di nuovo, ma invece
Elwe lo sorprese scompigliandoli affettuosamente capelli.
-Se
avessi avuto i tuoi ricordi, avresti capito che quelle visioni non
erano vere,
Mani...invece quegli stupidi vecchiacci non mi hanno voluto ascoltare
neppure
questa volta! Ma se si aspettano che ti lasci continuare
quest’assurdità delle reincarnazioni
si sbagliano di grosso... - Il volto di Elwe aveva assunto una posa
battagliera
che fece sorridere Julian con una strana malinconia: tutto quello gli
era
dolorosamente famigliare eppure tristemente estraneo, così
come le aure dei due
che stavano con lui.
-In
che senso le mie visioni sono false? E perché sono morto la
prima volta? Cioè
per chi mi sono sacrificato? E che vuol dire che se avessi avuto i miei
ricordi,
avrei capito tutto? Mi era già successo?...Ti prego Nonno,
spiegami!-Neppure se
ne era accorto il ragazzo che aveva chiamato il vecchio
“nonno” , ma sia Elwe
che Nevi sì, sorridendosi a vicenda. Il primo
perché tanto vicino a ritrovare
il suo antico protettore, il secondo perché lentamente stava
per riavere il
nipote tanto amato.
-Ehi
piano! Una domanda per volta altrimenti non ci capisco niente...anche
se a dire
il vero sono tutto incluse nella seconda...mi chiedi perché
sei morto la prima
volta? Ebbene ascolta la risposta.- Invecchi prese un respiro profondo
e
muovendo la mano destra, quella che non teneva appoggiata sulla mano di
Julian,
fece apparire uno specchio.
-In
uno dei tuoi numerosi tempi viveva un giovane dalla bellezza e dai
poteri straordinari
per essere un semplice umano. Ti era stato consacrato appena nato e tu
l’avevi
preso sotto la tua ala protettrice immediatamente, donandogli come
augurio la
chiaroveggenza. Il ragazzo crebbe amato da tutti, rispettato
per la sua grande intelligenza e ammirato
per essere entrato nelle tue grazie così alla svelta. Tu
sapevi che era
destinato a grandi cose, ma c’era qualcuno che non capiva.
Questo qualcuno era
uno dei tuoi fedeli seguaci, un appartenete all’antica razza
come te, ma molto
più giovane e meno potente. Tu volevi bene anche a lui, ma
vedevi anche molte
dei suoi lati nascosti e poco di piaceva la sua sete di potere.
Purtroppo però
ti fidavi di lui...ti fidavi troppo, fino a confidargli
l’unico modo per
ingannarti. Un giorno parlando gli dicesti come si poteva ingannare la
tua Vista
e lui se ne approfittò. Ben conoscendo lo stretto legame che
ti univa al
ragazzo ti fece vedere la sua morte, una morte inflitta proprio dalla
tue mani...-
A Julian sembrava di vedere di nuovo la scena che aveva vissuto qualche
mese
prima e la notte precedente...era già successo tutto!-
Inoltre secondo le tue
visioni avresti ucciso il tuo pupillo perché lui, accecato
dall’ira e dall’invidia
nei tuoi confronti avrebbe rivelato
a
tutti il segreto del nostro mondo, mandandoci alla rovina. Ti
scervellasti per
giorni, cercando un modo per salvare te stesso, il ragazzo e tutti noi,
ma
invano..sapevi che il destino che vedevi era immutabile, quindi facesti
l’unica
cosa che ritenesti possibile. Ti uccidesti, ben sapendo quali sarebbero
state
le conseguenze per te... Marvenis però non voleva quello. Tu
avevi vinto
comunque, Nevi si era dimostrato fino alla fine il tuo preferito. Per
rendere
vano il tuo gesto provò ad uccidere Nevi, ma in memoria del
tuo gesto invece di
morire, il ragazzo prese un’latra forma diventando un elfo,
al sicuro da tutte
le possibili mosse di Marvenis. Questo vedendo fallire tutti i suoi
piani, prese
a seguire tutte le tue reincarnazioni, tormentandoti.- Marvenis era
stato quell’essere
viscido ad ingannarlo! Era stato lui fin dall’inizio a minare
le sue
convinzioni... se avesse ripreso anche solo metà della sua
forza originaria
gliel’avrebbe pagata cara, eccome se gliel’avrebbe
pagata!
Grazie
al racconto di suo nonno inoltre aveva fatto chiarezza anche su molti
altri
aspetti, come ad esempio Nevi...ma ancora c’era una cosa da
chiarire.
-Cosa
mi succederà adesso? Posso tornare indietro?-
-Non
ancora... cerca di capire: se tu tornassi dopo che ti ha visto morire,
Marvenis
comprenderebbe che io ti ho salvato e che tu sai tutto...saresti una
minaccia e
non esiterebbe ad ucciderti, Mani.-
-E
allora cosa devo fare? Non posso lasciar credere alla mia famiglia di
essere
morto!-esclamò il giovane balzando in piedi.
-Aspetteranno
poco, Mani...devo solo risvegliarti, poi accompagnato da Nevi, potrai
tornare
indietro.-Vedendo l’espressione confusa del giovane Elwe
spiegò- Il consiglio
degli anziani ha giudicato sufficiente la tua pena, puoi tornare ad
essere
quello che eri, poteri compresi...-Un sorriso enorme si dipinse sul
volto di
Julian, o Mani che dir si voglia.
-Grazie!
Grazie! Grazie!...sei il migliore nonno!-esclamò Julian
abbracciando il
vecchio. Non capiva come, ma sapeva che era stato il vecchio a
convincere gli
anziani che era ora di far terminare la sua pena.
Angolino
dell’autrice:
Ed
eccovi un altro capitolo a tempo di record. Mi sarei sentita cattiva a
lasciarvi con il fiato sospeso^^ Spero di essere stata abbastanza
chiara con le
spiegazioni, ma se così non dovesse essere non esitate a
chiedere.
Grazie
a tutti coloro che hanno letto, ma soprattutto a
Padfoot_07(Ti
chiedo umilmente perdono! Come una deficiente ho continuato a sbagliare
l tuo
nome, pur sapendo che era quello di Sirius versione Animagus..sarei da
fustigare!
Comunque
hai visto che qualcuno lo ha salvato il nostro Julian, non proprio chi
volevi
tu, ma almeno e vivo. Ho anche, in
fretta e furia,spiegato chi fosse Marvenis.)
_SiMoNa_(
Non posso assicurarti che il rapporto tra Julian e Harry
sarà sempre lo stesso:
hanno un bel po’ di cose da chiarire questa volta... ma
almeno non ho fatto
morire Julian no? Non ti preoccupare se non recensisci tutti i
capitoli, mi
farebbe piacere sentire cosa ne pensate tutti della mia storia, ma
capisco
anche che tante volte non si sa che scrivere, quindi non ti
preoccupare^^)
Marcolp(Sono
stata brava vero? Non sei affogato nel frattempo, giusto?Dimmelo
perché altrimenti
mi sento la coscienza sporca^^ Spero che ti piaccia anche questo come
colpo di
scena^^)
Arrivederci
alla prossima! E mi raccomando recensite!
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Julian,
non appena fu in grado di restare in piedi senza l’aiuto di
nessuno, fu
condotto da Nevi e il vecchio fuori dalla stanza. Le rivelazioni che
gli erano
state fatte poco prima erano ancora in fase di assimilazione e una
nuova
domanda gli premeva sulle labbra, non permettendo al giovane di
ammirare lo
splendido paesaggio che si poteva vedere al di fuori
dell’Albero del Mondo grazie
ad alcune enormi finestre,che si aprivano nella sua corteccia
-Nonno...io...io
sono io?-La domanda aveva un che di sibillino effettivamente, ma il
ragazzo era
sicuro che Elwe l’avrebbe capito comunque. Se era vero che
erano parenti allora
doveva conoscerlo da molto tempo, contando che la punizione gli era
stata
inflitta appena cinquemila anni prima e che sicuramente come Mani aveva
vissuto
per millenni.
-Sì..lo
spirito di un corpo si crea in esso al concepimento, quindi non ha i
rubato il
posto a nessuno, Mani e anche la personalità è la
tua. Nel tuo caso anche se
non vieni creato e come se venissi risucchiato dal corpo che viene
concepito
nel momento preciso della tua morte, impedendoti in questo modo di
andare in
uno dei mondi della Morte.-
La
risposta fece sorridere Julian...era veramente se stesso allora!
Rasserenato
cominciò ad interessarsi a cosa si estendeva al di fuori
dell’albero. Sembrava
una foresta secolare, ma nessuno degli alberi per quanto verdi alti e
rigogliosi poteva anche solo lontanamente competere con
l’Yggdrasill. Alcuni
sfoggiavano chiome dai colori più particolari come uno
proprio davanti alla
finestra in cui Julian si era fermato ad ammirare, che aveva le foglie
viola ed
era cosparso di enormi fiori cangianti.
Nell’aria mille profumi diversi si mischiavano
facendo girare la testa
al ragazzo e uccelli multicolore sfrecciavano giocando fra di loro...in
realtà
nell’aria oltre agli uccelli c’era
qualcos’altro, ma Julian preferì non
indagare, perché intuiva che con quelle creature era meglio
non avere a che
fare.
Accortosi
di essere rimasto indietro rispetto agli altri si affrettò a
raggiungerli,
seguendoli in un intrico di corridoi e passaggi, passando davanti a
centinaia
di porte che si affacciavano su stanze dagli usi più
disparati.
Dall’inclinazione del pavimento e dalle immagine che
scorgeva, capiva di
scendere sempre più in basso, ma non aveva idea di dove lo
stessero portando...il
Vecchio aveva parlato di risvegliarlo, ma Julian non sapeva cosa questo
potesse
significare.
Perso
nell’ammirare tutte le splendide novità e
stranezza che incontrava durante il
cammino però dimentico di chiederlo e per poco non
notò neppure di essere
arrivato in una sala circolare non molto grande. Al centro si trovava
una
piscina, le cui acque cambiavano colore incessantemente formando
arabeschi
capaci di ipnotizzare lo sguardo del giovane. Attorno ad essa stavano
dei
bracieri, sette per la precisione, uniti da linee rosse pulsanti.
L’atmosfera era
pesante, ricca della potente magia imprigionata nelle acque...Julian
non sapeva
come mai avesse quella certezza, ma sapeva che era così.
-Questo
è il luogo in cui sei stato Addormentato, questo
è il luogo in cui sono
racchiusi tutti i tuoi ricordi e la tua forza...-disse infatti Elwe
confermando
ciò che il ragazzo già intuiva. -Questo
è il luogo in cui ti Risveglierai.
Entra in quelle acque Julian, figlio di Sirius e Cassandra e rinasci
come Mani.-
Il ragazzo come mosso da una volontà non propria si immerse,
nelle acque
venendo immediatamente sommerso da emozioni troppo forti per essere
gestite da
una debole mente umana... ma che pian piano iniziò ad
assorbire tornando a ciò
che era stato un tempo. Conoscenze ormai da tempo dimenticate
ritornarono,
poteri sconosciuti fecero la loro comparsa, ricordi dimenticati vennero
ricordati...ma tra tanti belli, quelli orribili erano i più
numerosi, i più
forti e i più dolorosi. Era morto così tante
volte, era stato ucciso in maniere
così tremende, gli avevano inferto tanti di quei dolori che
per un attimo
Julian temette di impazzire. Non ebbe però il tempo per
soffermarcisi troppo. I
suoi occhi cominciarono a vedere cose mai viste, il naso odori mai
sentiti, la
pelle sensazioni ma provate, la orecchie suoni mai percepiti, la lingua
sapori
mai gustati. Era tutto nuovo e tutto troppo, così dovette
difendersi da tutti
quelle stimolazioni esterne. Poi il potere fluì nelle sue
vene ruggendo e
galvanizzandolo. Infine si addormentò ricco di nuova
consapevolezza.
Quando
si risvegliò accanto a lui era seduto Nevi, sorridente.
-Buongiorno!-
lo salutò solare l’elfo saltellando nella stanza.
-Buongiorno
Nevi!- ricambiò Julian. Aveva deciso che quel nome per il
momento gli andava
benissimo...nuovi poteri o no lui restava pur sempre il figlio di
Sirius nella
altro mondo ed era fiero di esserlo.
-Sono
contento che siate di buon umore, maestro.-Il piccolo elfo sembrava non
stare
nella pelle per l’eccitazione, ma il ragazzo non sapeva a
cosa fosse
dovuta...ora che aveva di nuovo il pieno controllo dei suoi poteri
avrebbe
potuto scoprirlo facilmente, ma conservava ancora il piacere di
scoprire le
cose poco per volta, che molti dei suoi simili non apprezzavano.
Ricordava come
in passato in tanti gli avessero chiesto una dettagliata descrizione della loro vita,
ma lui aveva
sempre rifiutato un po’ perché non poteva sapere
quale dei tanti futuri si
sarebbero avverati, un po’ perché non voleva...se
gli era fatti tutti nemici
per quella sua testardaggine.
-Quante
volte ti ho detto di darmi del tu? Non cominciamo per favore la stessa
storia
di cinquemila anni fa, eh?- Nevi sorrise ancora di più se
era possibile, mentre
il suo maestro scavava nell’armadio per trovare qualcosa di
adatto. Aveva
sempre avuto uno straordinario senso del gusto e in tutti i dipinti nei
tempi
che lo raffiguravano aveva sempre un ottimo aspetto.
-Che
cercate?- Julian sorrise fra sé: Nevi era incredibile o usava un tono rispettoso e
distaccato oppure
ti trattava come un amico d’infanzia, riservandoti lo stesso
trattamento.
-Qualcosa
di adatto a incontrare i miei parenti...ma perché mi tocca
sopportare tutto
ciò?-sbuffò esasperato il giovane Antico
tirandosi sul letto. Non aveva nessuna
voglia di vedere quei pazzi e tanto meno di parlarci un’altra
volta...voleva
tornare da Harry, voleva tornare da Remus, voleva tornare dalla sua
famiglia
nel mondo degli umani. Loro si che erano a posto!- E se scappassi?-
-Non
credo ti servirebbe, Mani..ti troverebbero comunque. E poi dove
andresti
sentiamo?-
-Nel
mondo degli umani...porterei anche te, così non avrebbero
testimoni da
torturare per avere le loro informazioni. Che ne dici?-
mormorò Julian
speranzoso. Sapeva che non gli serviva di certo il permesse del piccolo
elfo dai
capelli bianchi.
-Secondo
me ci metteremmo nei guai, però tu e le regole non siete mai
andati tanto
d’accordo, quindi non vedo cosa ti potrebbe fermare- Malgrado
il suo aspetto
Nevi era perfettamente in grado di ragionare come un adulto... anche
quando era
un bambino umano sorprendeva chi aveva intorno a se per la sua
perspicacia
innata, non del tutto adatta ad un bambino così piccolo.
-Già...allora
scappiamo?- chiese nuovamente ghignando il ragazzo, che aveva chiamato
già
intorno a se le fedeli Ombre.
-Non
possiamo! Non si fa...-provò debolmente a convincerlo
l’elfo, mentre l’Antico
lo guardava con i suoi tipici occhi da cucciolo bastonato.
-Uffa!
Sei troppi responsabile Nevi! Ogni tanto dovresti anche divertirti...ti
ricordi
quando ti ho fatto volare la prima volta? Anche quello non si doveva
fare e a
dirla tutta non mi sarei neppure mai dovuto palesare a te o raccontarti
tutto
sull’Antica Razza..impara questo: le regole sono fatte per
essere violate- Le
parole di Julian finirono al vento...nel vero senso della parole.
Infatti un
poderoso vento si era levato dal nulla facendo capire al giovane che i
parenti
erano venuti a dargli il bentornato..e l’arrivederci,
aggiunse pensieroso il
ragazzo, mentre sbuffando indossava un semplice paio di pantaloni neri,
ricamati con arabeschi argentati e una
tunica grigia gli gli scendeva morbida fino alle ginocchia, stratta in
vita con
un’elaborata cintura.
-Sappi
che ti sei guadagnato il mio odio, Nevi...su andiamo.- Il giovane, non
si
sprecò certo a scendere la scale, preferendo materializzare
se stesso e l’amico
direttamente davanti ai nuovi venuti, nel giardino che circondava per
qualche acro
l’Yggdrasill, prima di
lasciare spazio alla rigogliosa foresta, che occupava gran parte del
Regno di
Elwe
-Ohilà!
Da quanto tempo non ci si vede!- Un giovane biondo, dai glaciali occhi
chiari
si fece avanti per abbracciare Julian, ma questo si fece immediatamente
indietro, sfuggendo al tocco.
-Preferirei
baciare Hati che avere a che fare ancora con te, Loki!..o con tutti voi
se è
per questo. Quindi finiamola con i convenevoli e andate dritti al sodo
se non
vi dispiace- Julian non era mi stato un tipo che amasse
l’ipocrisia. Sapeva che
dei presenti gli unici che fossero realmente felici di vederlo erano
appunto
Hati_ suo amico d’infanzia, benché nella varie
mitologie li avessero descritti
come nemici. Se si doveva dar retta a quelle infatti l’uomo
lupo avrebbe dovuto
inseguire Mani fino alla fine dei suoi giorni, o meglio fino
all’avvento del
Ragnarok, quando avrebbe finalmente potuto sbranarlo_ e Fenrir,
l’altro uomo
lupo presente al raduno. Tutti gli altri, Loki per primo, avrebbero
preferito
vederlo morto o comunque addormentato nel mondo degli umani.
-Ma
come siamo scortesi... vedo che la tua punizione non è
servita a farti
abbassare la cresta, Mani. Ti ricordo che potrebbero cambiare idea i
Saggi...-fece
Loki, mostrando le vere emozioni che provava verso il suo simile.
-Ti
consiglierei di non continuare la minaccia, Loki. Per il tuo bene...-Un
imponente antico si era fatto avanti, frapponendosi tra Loki e Julian
con il
pugno alzato che sfolgorava di una minacciosa luce rossastra. I suoi
arruffati
capelli neri, il fisico muscoloso e il portamento fiero fecero
immediatamente
capire al moro di chi si trattasse: era Fenrir. Ricordava come i
rapporti tra
loro due non fossero iniziato sotto la migliore delle stelle, ma come
pian
piano avessero cominciato a provare rispetto l’uno nei
confronti dell’altro ed
infine amicizia, un’amicizia profonda e forte che ancora li
legava.
-Già
potrebbe non essere divertente essere fatto a pezzi...oppure qualcosa
di
peggio, visto che il nostro caro amico sembra aver conservato il sua
adorabile
caratterino- sghignazzò un enorme lupo dal pelo bianco,
alzandosi sulla due
zampe, prima di acquistare l’aspetto di un ragazzo sui
diciotto anni, dai
lineamenti nobili. Hati. Come se niente fosse stato i due si girarono
verso
Julian, rivolgendogli due enormi sorrisi... lupeschi, non
c’era davvero altro
modo per definirli. Entrambi sfoggiavano una dentatura bianca, perfetta
e
tremendamente acuminata, identica a quella degli animali in cui si
tramutavano.
Erano tutti e due più alti di qualche decina di centimetri
rispetto a Julian,
ma Fenrir era il più alto e il più spaventoso a
vedersi. Ogni cosa di lui
emanava il sentore della ferocia, che gli era stata attribuita e della
straordinaria potenza fisica, neppure tanto nascosta, ma anzi
testimoniata dai
muscoli che guizzavano, celati a mala pena del vestiario poco
ricercato_ in
realtà sembrava appena passato sotto una schiacciasassi, ma
questo era un
dettagli insignificante. Hati al suo fianco invece appariva quasi
fragile, con
il fisico slanciato e fine, avvolto da splendide sete azzurre e blu, su
ci
ricadevano morbidamente acconciati i lunghi capelli argentati. Gli
occhi
ridevano, velati dalla malizia, mentre critico squadrava da capo a
piedi l’amico
ritrovato, poi sorprendendo tutti lo strinse tra le braccia. Hati non
era il
tipo da mostrare i suoi sentimenti, era sempre freddo, impassibile e
cinico con
tutti e tutto, fin da piccolo, ma evidentemente il ritorno di Julian
non gli
aveva lasciato altra scelta.
-Sono
felice che tu sia di nuovo qua!-
-Anch’io,
Hati, anch’io...-
-Ma..?-non
ci voleva certo un genio per capire che c’era un ma nel
discorso di Julian e Hati
non era affatto stupido.
-Devo
tornare indietro. Non resterò qui ancora per molto...devo
sistemare parecchie
cose. In particolare Marvenis si troverà ad avere a che fare
con un dio della
Luna parecchio infuriato e vendicativo.-sussurò Julian con
lo sguardo basso,
sentendosi tremendamente in colpa.
-Non
ti preoccupare..sappiamo tutti che sei troppo leale per lasciare
qualcuno a
soffrire a causa di una tua azione. Vai a fare quello che devi fare,
Mani e non
esitare a chiamarci se dovessi avere bisogno di noi per qualunque
cosa.-Era
stato Fenrir a parlare sorridendo gentile, dopo aver posato una mano
sulla sua
spalla.
-Grazie!
Siete dei veri amici...anche se ogni tanto potevate venire a trovarmi!
Neppure
un salutino in cinquemila anni!-Ovviamente il ragazzo scherzava e i
suoi amici
lo capirono scoppiando in una allegra risata insieme a lui.
Continuarono a
parlare e a prendersi in giro per un tempo indefinito, ignorando
completamente
tutto il resto dei visitatori e coinvolgendo solo Nevi. Si interruppero
solo
quando il sole tramontò colorando di rosso e oro tutto il
paesaggio. I saluti
comunque andarono avanti fino a che una luminosissima luna piena non
apparve
sulle loro teste. Un essere umano avrebbe notato sorpreso che quella
luna non
era la stessa che si vedeva dalla Terra. In realtà era
un’immagine della Luna
del passato, priva di molti dei crateri che la costellavano nel
presente e resa
più grande dall’aria priva di ogni inquinamento
del Regno Satellite. Nel momento
in cui anche Hati e Fenrir scomparvero da quel luogo, Julian si
affrettò a
recuperare i suoi vecchi abiti, indossarli ed afferrare Nevi per un
braccio,
mentre salutando distrattamente suo nonno scompariva da quel mondo per
tornare
dove aveva lasciato Harry.
Angolino
dell’autrice.
Salve
a tutti! Per prima cosa volevo chiarire che ho cambiato la data del
sacrificio
di Mani a cinquemila anni prima degli avvenimenti che narro e non
più a
diecimila e che quindi non è un mio errore. Seconda credo
che sia giusto dire
che non è tutta farina del mio sacco l’Antica
Razza, ma l’ho copiata da un
altro libro (“I segreti di Nicholas Flamel.
L’immortale” di Michael Scott),
anche se poi l’ho modificata secondo il mio uso e consumo.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto e in particolare
_SiMoNa_
(Beh
la fantasia non è tutta mia , ma mi fa comunque piacere che
ti sia piaciuto lo
scorso capitolo)
PadFoot_07 (Julian
resta Julian,
niente paura...forse solo un po’ più saggio e meno
impulsivo...ma che dico! Resterà
esattamente lo stesso, solo più potente^^ Inoltre non
preoccuparti neppure per
Sirius e remus...ho in mente un piccolo espediente che non li
metterà in
ansia...Grazie per tutti i complimenti! P.S: ho corretto il tuo nome in
tutti i
capitoli precedenti^^)
Marcolp(Grazie
mille per i complimenti! Sono felice che ti piacciano i miei deliri^^)
Fedekikka(La
contorsione è il mio mestiere! Sono capace di ricamare
qualunque cosa su
praticamente tutto, molte volte facendo un disastro altre solo un
minestrone
insipido e alcune qualcosa di carino..ma io non mi arrendo e continuo!
Grazie
anche a te^^)
Arrivederci
al prossimo capitolo e mi
raccomando....RECENSITE!
Ciao
ciao^^
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 16...parte prima^^ ***
La
luna accolse Julian e nient’altro. Sapeva che il tempo
passava in modo
differente sulla
terra rispetto ai Regni
Satelliti, perciò non sapeva dire da quanto mancasse da quanto tempo fosse
“morto” e quindi
neppure quanto scalpore avrebbe destato la sua ricomparsa. Mentre
rifletteva su
quanto poteva essere conveniente riapparire e in particolare dove
ricomparire
due forti braccia lo strinsero da dietro.
-La
morte ti fa inaspettatamente bene, Julian...-gli sussurò una
calda voce
nell’orecchio. Un brivido risalì la schiena del
ragazzo e un sorriso dolce
sbocciò fra le sue labbra.
-Non
sono il solo, Tom...-mormorò a sua volta, alzando il volto
in modo da poter
incontrare gli occhi dell’altro, due scuri pozzi senza fine.
L’Oscuro Signore
rise, una bassa ed incantevole risata, che fece arrossire Julian fra le
sue
labbra: il ragazzo era convinto che se avesse riso più
spesso in quel modo, non
avrebbe avuto alcun bisogno di condurre una guerra per la conquista.
-Scusate...Mani,
signore...noi non dovremmo...Marvenis... vostro fratello...-Un
balbettio
sconnesso, distrasse i due dalle loro effusioni, facendo notare per la
prima
volta a Tom un bimbetto con candidi capelli imbarazzatissimo. Il
bambino
guardava dovunque tranne che dalla loro parte, torcendosi le mani
delicate.
-Sì,
hai ragione, Nevi...devo andare Tom- Julian si liberò di
mala voglia dalla
stretta dell’altro, regalandogli un bacio a fior di labbra,
il primo che gli
dava spontaneamente.
-Se
cerchi Potter, sappi che non è a scuola...credo che sia
tornato a casa. Per i
funerali, che fra l’altro si sono svolti senza che nessuno lo
venisse a sapere,
neppure a Hogwarts...un miracolo in pratica!- Se qualcuno avesse visto
l’espressione imbronciata sul volto di quello che era lo
stregone oscuro più
temuto di tutti i tempi, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere:
aveva messo
su un broncio adorabile, molto simile a quello dei bambini piccoli,
arricciando
le labbra e gonfiando la guancie.
-Ci
vedremo presto, Tom...grazie!- Un altro bacio a fior di labbra e poi
Julian
scomparve avvolto dalle Ombre.
Ad
accogliere il suo arrivo, stavolta fu un gatto randagio, decisamente poco contento
di essere stato
disturbato, ed un lampione bruciato...preferiva di gran lunga la Luna e
Tom!
Sospirando,
uscì dal vicolo in cui era comparso, portandosi lentamente
davanti alla porta
del numero 12 di Grimmauld Place
-Rimani
nascosto, Nevi...devo sbrigarmela da solo.- L’elfo
annuì silenziosamente, poi
scomparve. Probabilmente era andato ad esplorare Londra...aveva sempre
avuto
una passione per le grandi città.
Julian
rimasto solo sentì tutto il suo coraggio esplodere come una
bolla di sapone:
come avrebbe potuto presentarsi davanti alla sua famiglia con tutti i
casini
che aveva fatto? Era arrivato addirittura a suicidarsi! Come dovevano
essersi
sentiti i suoi genitori quando avevano letto la lettera?... Non ci
voleva
neppure pensare. Ed Harry? Harry che l’aveva visto per
ultimo, che aveva avuto
la possibilità di salvarlo, ma non c’era riuscito,
che avrebbe potuto fermarlo,
ma non aveva capito?
Forse
sarebbe stato meglio per tutti se lui fosse scomparso realmente,
svanendo nel
Regno Satellite di suo nonno...NO! Che stava pensando! Così
si sarebbe
semplicemente comportato da codardo. Risoluto avanzò fino ad
entrare nel
cerchio di luce davanti alla porta e fece per bussare, ma una bacchetta
puntata
tra le scapole lo fece desistere dal compiere un qualunque movimento.
-Chi
sei?- Tonks! Almeno la cosa restava nell’ambito
famigliare...ma come dirle chi
era?
-Sono...-cominciò
debolmente il ragazzo.
-Non
fiatare!- E come faceva a dirle chi era se non parlava? Gli scriveva
una
lettera?- Voltati lentamente con le mani in alto e non fare strani
scherzi,
altrimenti...- Julian fece esattamente quello che gli era stato detto,
cercando
di immaginarsi l’espressione della ragazza non appena
l’avesse visto in
faccia...da ridere, pensò tristemente. La giovane Auror
sbiancò indietreggiando
di qualche passo, scordandosi per un momento che si trovava sulla
scale. Quasi
non cadde, ma fortunatamente Julian riuscì a prenderla per
un braccio.
-Attenta!-A
volte ci si chiedeva come quella ragazza potesse appartenere ai Black:
non
aveva un briciolo di autocontrollo, ne di compostezza...però
Julian le voleva
bene lo stesso e si sentiva ugualmente in colpa per averla fatta
soffrire, come
tutti gli altri.
-Julian...?-domandò
incerta tremando appena. Per un attimo Tonks aveva pensato si trattasse
di un
fantasma, ma i fantasmi non erano solidi, quindi le rimanevano solo due
alternative: o Julian non era morta o era diventato un burattino nelle
mani di
qualcuno, che si era impossessato del suo corpo...e le veniva in mente
il nome
di un solo mago in grado di fare ciò.
-Sì,
sono io. Sono vivo, nel caso te lo stessi chiedendo- La ragazza si
rilassò
visibilmente, emettendo un sospiro di sollievo.
-Ma
come...?
Che ci fai qui?-
-Devo
spiegare le mie azioni...non posso lasciarli credere che io sia morto o
che in
caso contrario sia pronto a commettere atti che neppure voglio
menzionare.-La
voce di Julian tremò appena, facendo capire alla cugina in
che stato versasse
il suo animo...forse non era una campionessa di grazia, ma i sentimenti
li
capiva meglio di tanti altri.
-Ci
sono solo Harry, Sirius e Remus in casa..gli ultimi non so se singoli o
doppi.
Entra. Io tornerò un altro giorno...-Poi di slancio
abbraccio il ragazzo, come
a volergli infondere un po’ del suo coraggio- Buona
fortuna!-aggiunse
schioccandogli un bacio sulla guancia. Infine si
smaterializzò.
Bene
ora non gli restava altro che affrontare un Mannaro infuriato e un
padre anche
peggio...fortuna che era immortale! Con una calma che non provava, si
avvicinò
nuovamente alla porta d’ingresso, bussando. La porta si
aprì e un lacrimoso
Remus lo accolse, mutando la sua espressione da benevola accoglienza a
esterrefatto stupore in meno di trenta secondi. Nulla si mosse, non una
foglia
non un filo d’aria, neppure il più piccolo dei
rumori turbò il silenzio del
momento. Tutto era statico, fino a quanto il mannaro non
scoppiò in un pianto
di gioia lanciandosi sul figlio. Julian accolse con piacere
quell’abbraccio,
sapeva che sarebbe giunto il momento della rabbia presto, ma essere
certi che
dopo sarebbe stato ancora accolto dal
padre lo faceva sentire leggero. Non importava che avesse ritrovato la
sua
identità passata, al momento era sempre Julian Black e come
tale era ancora un
ragazzino di quindici anni, bisognoso di avere una famiglia e di non
vedersi
voltare le spalle da coloro che amava... inoltre anche come antico, per
quanto
potente fosse non era altro che un ragazzino agli occhi di suo nonno e
del resto
della sua specie. Attirato
dal rumore
improvviso anche Sirius fece capolino dalla porta della cucina con gli
occhi
grigi terribilmente arrossati...doveva aver pianto molto. Il cuore di
Julian
ebbe come un tremito ed un enorme peso vi si posò sopra.
Colpa. Per suo padre
doveva essere stato terribile...prima il rapimento poi quello... ma che
razza
di figlio era? Lo
aveva fatto soffrire,
fregandosene altamente dei suoi sentimenti, scegliendo
“ciò che era meglio per
tutti”. Ma a chi pensava di darla a bere? Aveva agito
egoisticamente, come il
migliore dei Serpeverde. Per sottrarsi alla vista dell’altro
genitore Julian si
strinse ancor di più a Remus nascondendo il viso nel suo
petto, come faceva da
piccolo dopo essersi svegliato da un incubo... riflettendoci
probabilmente il
tempo passato dalla sua scomparsa era stato realmente un incubo per i
genitori
e il fratello.
-Amore,
che...?-La voce tremante di Sirius si affievolì di colpo,
riconoscendo il
bracciale che pendeva dal polso di colui che stava abbracciando. Era
formato da
un semplice laccio di cuoio nero con una pietra azzurra, senza alcun
valore,
trovata sulla sponda di un fiume legata al suo centro: era identico a
quello
che secoli prima aveva regalato al suo Julian. Crescendo il figlio
aveva smesso
di portarlo al polso, perché diceva che era poco elegante e
non si intonava
alla sua persona, però non se ne separava mai, lo teneva in
una delle tasche,
attaccato alla borsa di scuola, alla scopa...dovunque in pratica,
l’importante
era avercelo dietro. Diceva che gli portava fortuna.
Quindi
la domanda che girava per la mente di Sirius era questa: come poteva
quel
ragazzo avere il braccialetto del figlio? E per di più Remus
pareva conoscerlo
bene, visto che non era esattamente il tipo che abbracciava chiunque
incontrasse per la strada o sulla porta di casa, come in quel
caso...quindi chi
era? C’era
un'unica risposta, ma il
Malandrino non voleva concedersi il lusso di pensarci, per paura di una
delusione cocente.
-Julian?-Sussurò
quel nome come se pensasse che dicendolo con più forza, il
ragazzo sarebbe
scomparso nel nulla, svenendo in uno sbuffo di fumo. Si era
già sentito in quel
modo, qualche settimana prima, però in quel momento era
tutto infinitamente
peggiore, perché era stato Julian stesso a vedere un gesto
estremo come unica
soluzione. Il ragazzo annuì, senza ovviamente essere visto
dal padre. Il gesto
strappò un sorriso a Remus, che più o meno aveva
capito cosa frullava nella
testa dei due Black.
-Non
ti vede se fai così, Ju-Ju... Siry avrà tante
qualità, ma non quella di vedere
attraverso le persone, sai?- mormorò dolcemente, con la voce
ancora leggermente
rotta per il pianto, cullando il ragazzo, di cui vedeva solo i capelli
neri fra
le sua braccia.
-E’
veramente...sei...non era vero?- Sirius non sapeva se essere felice,
infuriato
o cos’altro, quindi preferì i gesti alle
parole...si era dichiarato in quel
modo anche a Remus ed era andato tutto per il meglio. Si
avvicinò ai due
abbracciati, li separò, a sua volta strinse fra le braccia
il figlio, baciandolo
fra i capelli come era solito fare per consolarlo, in quel momento era
solo per
accertarsi che fosse reale, poi se ne staccò e gli diede un
ceffone, sibilando
uno “Stupido!” fra i denti, prima di stringerlo
nuovamente tra le sue braccia,
anticipando Remus.
-Scusa...-mormorò
il ragazzo. In realtà non aveva capito molto bene cosa era
appena successo,
doveva averne perso qualche passaggio, ma l’essenziale
l’aveva compreso: era
stato perdonato, tanto bastava.
-Non
pensarci più...l’importante è che tu
abbia compreso il tuo errore e non abbia
commesso una sciocchezza.-Anche il mannaro pensava di essersi perso
qualche
passaggio, ma ormai era abituato a quel genere di cose quindi, aveva
impiegato
meno tempo del figlio per comprendere.
-La
“sciocchezza” l’ho portata fino in fondo,
papà... io non dovrei essere qui in
questo momento- A quelle parole Sirius sussultò, tirandosi
indietro
leggermente, spaventato da ciò che aveva sentito.
-Che
significa?- Julian abbassò lo sguardo. Ecco ora
l’avrebbe buttato fuori di casa..doveva
aspettarselo: l’avevano accolto così bene solo
perché pensavano che alla fine
non si fosse suicidato, ma ora che sapevano che non era
così... Il ragazzo fece
un passo e poi un altro e un altro ancora all’indietro
torcendosi le mani,
sembrava terribilmente fragile, si sentiva terribilmente fragile,
più di come
si era mai sentito in vita sua, malgrado la nuova consapevolezza di se
non si
sentiva altro che un bambino sperduto. Sapeva che se avesse raccontato
ai due
cosa era successo e i genitori l’avessero cacciato, non si
sarebbe più ripreso.
-Io
sono andato fino in fondo... non mi sono fermato. Non
potevo!-L’ammissione era
stata fatta con una voce talmente carica di dolore, rammarico e terrore
che
anche Sirius dovette rendersi conto che non stava affrontando le cose
nel modo
giusto, per nessuno dei presenti... insomma non era normale che suo
figlio si
allontanasse da lui con quella faccia, non l’aveva mai fatto
neppure quando era
infuriato con lui!
-Julian...-
mormorò con dolcezza-...ascolta, per favore, io non sono
arrabbiato con te...ok,
forse solo un pochino. Ma più che altro sono arrabbiato con
me stesso perché non
sono stato capace di impedire tutto questo, pur sapendo della prima
visione,
capito?-Il ragazzino annuì. Senza alzare né lo
sguardo o avvicinarsi. A quel punto
non sapeva più nemmeno lui di cosa avesse paura.. era come
se temesse che se si
fosse avvicinato troppo Sirius gli avrebbe fatto chissà che
cosa, ma il padre
non l’aveva mai picchiato se si escludeva lo schiaffo di poco
prima. E allora
cosa gli prendeva? All’improvviso capì: non aveva
paura di Sirius in se, era l’istinto
a guidarlo, istinto che gli veniva dalle vite passate. Nella sua mente
i vecchi
ricordi non si erano ancora sopiti e vi regnava il caos più
totale dove il
vecchio si mischiava al nuovo e il nuovo al vecchio creando solo
confusione.
Forse la sua non era stata un grande bella mossa. Avrebbe dovuto darsi
più
tempo prima di tornare a casa, in modo da riuscire a far
ordine...però ormai
era lì e doveva ricorrere alle misure di emergenza.
-Mi
dispiace...-mormorò piano, tentando di far valere la ragione
sull’istinto, di
riportare la sua mente al presente concentrandosi sui suoi attuali
genitori e
non si quelli passati.
-Lo
so, Julian...lo so- sussurrò Sirius, cercando lo sguardo del
compagno per
capire cosa deve fare..ma Remus non c’è! Bel
momento a scelto quello per
decidere che devono approfondire la loro relazione padre e figlio!
Certo anche
il corridoio non è il posto migliore per affrontare i
problemi..sembra dare un
senso di instabilità, come a dire o fai quello che io voglio
o quella è la
porta. Anche quando era stato cacciato di casa il litigio era avvenuto
in
corridoio...dovevano andare da qualche altra parte!
L’uomo
non fece in tempo ad aprire bocca per proporre lo spostamento che si
ritrovò il
figlio tra le braccia, stretto al maglione e con il viso affondato nel
suo
torace, come poco prima aveva fatto con il licantropo... voleva dire
che gli
era passata?
Istintivamente
portò una mano sulla sua testa, accarezzandogli i morbidi
capelli neri. La loro
consistenza era la stessa di sempre ed anche il profumo non era
cambiato...eppure
c’era qualcosa di diverso in Julian, un qualcosa che non
riusciva ad afferrare.
-Papà...ci
sediamo?-pigolò Julian, distogliendo il padre dalla sua
ricerca.
-Eh?...Ah
sì. Andiamo!-Sciogliendo l’abbraccio i due si
diressero verso una dei salotti,
il più vicino. Il ragazzo lanciò
un’occhiata sottecchi al genitore, che
sembrava perso in chissà quali oscure riflessioni...
chissà a che pensava.
Arrivati si sedettero o meglio Sirius si sedette e Julian si
sdraiò poggiando
la testa sulle sue ginocchia. Si sentiva un tantino infantile, ma non
poteva
farne a meno, visto che faceva tutto parte del suo modo di convincere
se stesso
che i ricordi passati non corrispondevano a Sirius ne tanto meno a
Remus.
-Ju-Ju..tu
prima hai detto che sei arrivato sino in fondo, ma ora sei qui...cosa
è
successo?-domandò dopo un po’ Sirius, osservando
intensamente il figlio con i
profondi occhi azzurri. Quello fece un piccolo sorriso, beandosi delle
coccole
che gli venivano somministrate, poi disse
-Se
te lo raccontassi non ci credesti mai papà!-
-Tu
provaci e io in cambio ti do una bella notizia...- propose
l’uomo con un
sorriso misterioso sul volto. Julian saltò su mettendosi in
ginocchio,
incuriosito
-Cosacosacosa?-Sirius
sorrise scuotendo la testa.
-Prima
tu, poi io, July... dopotutto sei in debito sai? Con lo spavento che mi
hai
fatto prendere...-Julian storse il naso abbassando nuovamente lo
sguardo, poi
sospirò riacquistando la posizione che aveva abbandonato.
-Sei
cattivo!-si lagnò con un piccolo broncio.
-Modestamente!
Mi ci son voluti anni per diventare così!-
esclamò Sirius con un ghigno
malandrino tutto suo. Era contento che Julian sembrasse essere tornato
normale,
come dimostravano tutte le sue moine, ma per nulla al mondo gli avrebbe
permesso di sviare l’argomento su quello che voleva se prima
non gli avesse
detto tutta la verità.
-Antipatico
vecchietto!- Il sopraciglio sinistro di Sirius ebbe un tremito ma nulla
nel suo
aspetto dette l’impressione che se la fosse presa, infatti
fece solo un gesto
per invitare il figlio a parlare.
-Uffa!-Julian
sospirò sconfitto e mettendosi comodo iniziò il
suo dettagliato racconto.
Quando ebbe finito Sirius emise un breve fischio scioccato, incapace di
dire
una qualunque cosa. La sua prima reazione sarebbe stato comportarsi
come quando
aveva scoperto che il suo Remus era un lupo mannaro: saltellare in
circolo come
un deficiente di prima categoria, vantandosi di avere un amico mannaro.
Però
non pensava fosse il caso...Julian l’avrebbe preso a
cuscinate, come minimo!
-Certo
che in questa casa la normalità manca decisamente, vero?-Una
voce gentile e
lievemente sarcastica li distrasse.
-Amore!
Dove eri finito?-
-Aspettavo
che voi due finiste...-sorrise Rem, avvicinandosi su letto e
schioccando un
bacio sulla labbra dell’amante -Lo dici tu o lo dico io?-
chiese poi con un
bagliore di pura gioia negli occhi dorati.
-Tu!-Julian
fissava entrambi con curiosità mal celata di nuovo in
ginocchio sul divano
-Allora?-chiese
impaziente come un bambino a Natale, prima di scartare i suoi regali,
dopo che
i due avevano passato quasi dieci minuti buoni a decidere chi dovesse
comunicargli
la notizia
-Allora....REMUS
ASPETTA UN BAMBINO!-urlò il moro felice come una pasqua,
dando libero sfogo
alla sua gioia con un balletto patetico.
-MA
E’ MERAVIGLIOSO!-gridò a sua volta Julian
abbracciando il mannaro, accorgendosi
che in effetti l’aura dell’uomo aveva qualcosa di
diverso.
-Cosa
è meraviglioso?-mormorò Harry apparso
improvvisamente in salotto.
-REMUS
E’ INCINTO!- lo mise al corrente Julian, correndo ad
abbracciare anche lui,
scordandosi per un momento la lunga discussione che li aspettava, nelle
gioia
del momento.
-E’
SPLENDIDO, REMY!-si aggiunse allora anche il moretto, abbracciando
tutti quanto
e unendosi ai festeggiamenti della famigli. Andarono avanti in quel
modo per un
bel pezzo, fino a che Julian con un improvviso guizzo di intelligenza,
trascinò
via il fratello quando i genitori cominciarono a scambiarsi effusioni
che gli
avrebbero traumatizzati per il resto della loro vita.
-Io
e te dobbiamo parlare.-gli disse deciso una volta giunti nella sua
camera da
letto.
Angolino
dell’autrice:
Salve
gente! Scusate per il ritardo ma ho avuto un po’ da fare in
questi giorni e il
computer l’ho visto giusto con il binocolo. Spero di non
avervi
deluso...sinceramente non so da dove mi sia uscito il pezzo su Remus,
ma mi
spirava^^ Sono carini!
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto e in particolare
WingsHP(All’inizio
il tuo commento mi aveva leggermente lasciato perplessa
perché non capivo come
mai non ti risultavano chiare certe cose, arrivata in fondo ho scoperto
con un
sospiro di sollievo il motivo...all’inizio mi ero preoccupata
di risultare poco
chiara in quello che scrivevo^^ fortuna che non è
così. Comunque credo che
questo capitolo sia arrivato dopo la tua partenza, ma
aspetterò con ansi i tuoi
commenti al tuo ritorno. Grazie per l’appoggio ^^ )
Padfoot_07(Sono
contenta che ti piaccia tanto quello che scrivo^^ Ogni volta che leggo
i tuoi
commenti arrossisco sempre e sorrido per mezz’ora dalla
felicità. Spero di non
averti deluso con il ritorno. Ciao e Grazie per la tua presenza^^)
Alla
prossima
P.S:
come mai siamo ritornato a solo due
recensori?
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Capitolo
16
I
due
fratelli, seduti uno sul letto e l’altro sulla poltrona,
erano immersi nel
silenzio, entrambi cercando un modo per iniziare il discorso. Di solito
non era
così complicato per loro due parlarsi, ma in quel momento le
parole sembravano
essere andate momentaneamente in sciopero ed un insana timidezza si era
fatta
strada tra loro: si sentivano dei perfetti sconosciuti, messi insieme
per
sbaglio. Julian fece una smorfia addolorata: fino a quel punto aveva
degradato
il rapporto che condividevano?
-Mi
dispiace...- Quante volte quel giorno aveva già detto quelle
parole? Troppe,
decisamente troppe volte. Harry lo guardò stupito, sgranando
gli splendidi
occhi verdi, nascosti dietro gli occhiali: non toccava a Julian
scusarsi!
-E
per
cosa?- domandò brusco, più di quello che avrebbe
voluto. Ricordava ancora
perfettamente cosa era successo l’ultima volta che si erano
parlati..lo aveva
mandato a morire e non intendeva di certo ripetere
l’esperienza, ma quel tono
era uscito senza che lui potesse fermarlo! Si vide costretto ad
ammettere con
se stesso che si sentiva ferito dal modo di fare del fratello. Non
poteva fare
quello che voleva e poi pensare che con delle scuse si aggiustasse
tutto,
cavolo...non era mica il suo schiavo lui!
-Per
tutto... per quello che ho fatto quest’estate, per averti
tenuto nascosto le
mie visioni, per averti mentito, per...non lo so! Per tutto, Harry, ma
in particolare
per aver rovinato quello che ci legava!-disse tutto in un fiato il
Serpeverde,
riprendendo a torturarsi le mani..quel vizio doveva venirgli
sicuramente dalla
parte Mani, visto che non l’aveva mai fatto prima di quel
giorno.
-E
tu pensi
che basti scusarsi? Pensi davvero che delle semplici scuse bastino a
riportare
tutto com’era un tempo?...Vedi di crescere Julian e comincia
a prenderti le tue
responsabilità!- Gelo. Solo quello sentiva
l’Antico nelle parole del
fratello...aveva rovinato tutto!
-E
tu credi
che io non mi stia prendendo le mie responsabilità,
Harry?...so che quello che
ho distrutto non tornerà mai più! Ma per il bene
di papà e Remus dobbiamo per
lo meno fingere di essere com’eravamo... non ti chiedo di
perdonarmi adesso e
neppure domani, ti chiedo semplicemente di provare un giorno anche tra
cento
anni a capirmi! Io non sapevo davvero che altro
fare!-esclamò Julian con la
voce carica di tormento, lo stesso tormento che aveva provato in tutti
quei
mesi, ma in particolare negli ultimi due giorni.
-Magari
provarne a parlare? Una volta lo facevamo e non mi sembrava tanto
difficile...-disse con sarcasmo Harry.
-Mi
immagino
la scena: io arrivo e ti dico ”Sai Harry probabilmente ti
ucciderò per
diventare il nuovo signore oscuro, dopo aver ucciso Voldermort e Remus.
Hai
qualche idea di come io possa evitare di farlo?”...ma ti
rendi conto di quello
che dici? Era impossibile che io ti parlassi, anche perché
dopo la prima
visione sono stato rapito e guarda caso per me eri stato tu a
farlo!-gli ricordo
con pesante ironia Julian, trovando quel litigio migliore persino del
silenzio
che gli avvolgeva prima.
-Mi
sembra
che abbiamo già chiarito questa faccenda, no?...hai detto
che esiste una
pozione che cambia le aure...-
-Ora
so che
non è stata la pozione: Marvenis è un Antico come
me...mi odia, perciò ha
cercato di mettermi contro di te!-lo interruppe il Serpeverde
mettendolo al
corrente delle cose, molto brevemente.
-Cos’è
questa storia adesso?-Julian raccontò tutto quello che gli
era accaduto in
quegli ultimi due giorni, senza risparmiarsi un solo particolare.
-Sei
sempre
il solito...non posso lasciarti solo un attimo che m diventi una
divinità!-commentò tra lo scocciato e
l’ammirato Harry –Questo significa che
siamo stati manovrati da quello? Che è colpa sua tutto
quello che è
successo?-chiese il Grifondoro un po’ più calmo e
molto più propenso a
perdonare Julian.
-Sì,
ma se
io non gli avessi dato corda non sarebbe successo niente...la colpa per
gran
parte è solo mia, Harry- mormorò Julian
abbassando lo sguardo.
-Beh...
le
tue visioni fino ad ora si sono sempre avverate, quindi era normale che
tu ci
credessi...diciamo che per questo sei perdonato-fece il Grifondoro con
un mezzo
sorriso –Però devi promettermi che da ora in poi
ci diremmo tutto come prima...-aggiunse
allungandogli la mano per fare pace.
Julian
sorridendo a sua volta ignorò la mano buttandosi sul
fratello per abbracciarlo,
spingendolo sul letto.
-Mi
sei
mancato fratellino!-esclamò al massimo della
felicità.
Iniziarono
una piccola lotta per vedere chi sarebbe riuscito a mettere sotto
l’altro
usando i cuscini e ogni cosa non dolorosa a loro
disposizione...sembravano due
bambini!
Li
distolse
dai loro impegni un sommesso bussare.
-Avanti!-dissero
in coro con due enormi sorrisi. Le cose erano andate a posto per il
momento e
fra loro tutto sembrava essere tornato realmente come prima senza muri
e
divisioni varie.
Un
Remus
molto scompigliato e con un vistoso succhiotto sul collo
entrò precipitosamente
in camera nascondendosi dietro ai due figli.
-Salvatemi!-mormorò
ridacchiando come un bambino, mentre appariva anche Sirius deciso a
completare quello
che aveva lasciato in
sospeso. L’espressione dell’uomo divenne delusa e
si imbronciò come un bimbo
piccolo
-Non
vale
nascondersi dietro ai figli!-borbottò guardando male Remus
-il
regolamento dice che vale papà...-ribatté Julian
con un sorriso saputo
-Non
credere
che siccome hai tre milioni di anni tu possa dettare legge,
marmocchio!-esclamò
Sirius sorridendo
-Comunque
se
non posso dare la mia affettuosità a
Remy…-mormorò lasciando la frase a
metà
per buttarsi sui due figli e affogarli con le sue coccole.
La
cosa ovviamente
scatenò una lotta di proporzioni epiche e Remus ritenne
più sicuro spostarsi
dal letto, sistemandosi su una delle poltrone, accarezzandosi
distrattamente il
ventre.
Non
poteva
ancora credere che una dolce creatura stava crescendo in lui, ma il suo
istinto
non poteva sbagliarsi…e pensare che era stato tutto frutto
di uno sbaglio!
Qualche
giorno prima infatti era andato a ritirare come al solito la propria
pozione
Lupica da Severus, solo che l’aveva scambiata con
un’altra, quella che appunto
rendeva in grado anche i maghi di concepire…Ovviamente con
il maniaco che si
trovava per compagno non c’era voluto molto prima che si
verificassero tutte le
condizioni adatte al concepimento!
La
faccia di
Sirius era stata impagabile quando gli aveva detto che lo avrebbe reso
papà…gli
aveva fatto tante di quelle feste!
E
lui che
pensava si sarebbe arrabbiato!...insomma c’era sempre il
rischio che il piccolo
ereditasse il gene del licantropismo, no?
Le
sue
riflessioni furono interrotte dalle parole di Julian che aveva avuto la
meglio
con Harry sul padre
-Dovremmo
salvare la nostra sorellina da questo pazzo!- borbottò
infatti il ragazzo, non
rendendosi conto dell’effetto che aveva scatenato in tutti
gli altri, che
ovviamente pensavano che avesse già previsto il sesso del
nascituro: in realtà
non era così!
Aveva
solo
espresso la sua preferenza: voleva una sorellina e fina a prova
contraria
avrebbe continuato a considerarla tale, senza rovinarsi la sorpresa con
inutili
previsioni.
Anche
Remus
avrebbe tanto desiderato una bambina e lo stesso Sirius…dopo
tutto avevano già
allevato due maschi, un po’ di rosa mancava in quella casa!
-Guardate
che non lo so…se sarà femmina
intendo…-ritenne opportuno avvertirli Julian,
scatenando così un nuovo attacco combinato da parte del
padre e di Harry.
Il
licantropo invece si era peso di nuovo nelle sue considerazioni.
Aveva
sempre
voluto una femminuccia, ma non aveva mai voluto tentare, per paura di
condannare la propria bambina ad un futuro di dolore e sofferenza. Non
aveva
mai chiesto: sarebbe stato un mostro a far passare tutto quello che
aveva
passato lui ad un bambino…ma ora che il destino aveva scelto
per lui era
estremamente felice, al settimo cielo per la gioia!
Inoltre
guardando la sua famigli aveva la certezza che la sua creatura non
sarebbe mai
stata sola: aveva un padre fantastico, anche se lievemente pazzo e due
fratelli
meravigliosi che sicuramente l’avrebbero protetta da tutto e
tutti e…e poi
ovviamente c’era lui che l’avrebbe guidata in tutte
le tappe della sua vita,
anche come licantropo, se che ne fosse stato bisogno.
Il
bambino
non avrebbe potuto desiderare di meglio…era fortunata la sua
dolce creatura.
Angolino
dell’autrice:
mi
dispiace
molto avervi lasciato per così tanto tempo, ma ho avuto la
mia dose di problemi
che ha distrutto in me ogni ispirazione seria…non che sia
tornata, ma non posso
lasciare cose a metà.
Scusate
l’attesa
e il capitolo striminzito.
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