Un grande cuore... e quattro zampe

di shinepaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Cookie ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Rocky ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Ghost ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Choco ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Tomoe ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Shougo ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Maxi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Igor ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Shin ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Damon ***
Capitolo 11: *** Capitolo extra - Micio ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Cookie ***


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- Cookie

Pioveva, il giorno in cui mi hai trovato. Faceva freddo, avevi freddo. Io piangevo, volevo solo che qualcuno si accorgesse di me. E tu lo facesti, mi raccogliesti e mi stringesti al tuo petto. Sentivo che il tuo cuore era buono, pensavo saresti diventato il mio tutto. Per un cane 'tutto' è l'amore. Invece mi lasciasti tra braccia più calde, contro un petto più forte. Non potevo saperlo, ma mi regalasti una famiglia. Per il mio 'tutto' anche tu ne facevi parte. Grazie, ragazzo dal cuore buono. Grazie, Chase.

- Ehi, Cookie - mi chiami. La tua voce è dolce, bassa, con una nota d'allegria, eppure velata di tristezza. Se fossi un umano penserei che sia paradossale, però sono solo un cane e la mia mente è troppo semplice perché io possa capire il significato di 'paradossale'.

Trotterello da te scodinzolando piano, perché corrisponde al mio modo di sorridere.

Stai seduto con la schiena poggiata contro il letto, le mani allungate verso di me per stringermi. Sorridi, ma io so che dentro soffri, me lo dice il mio naso dall'olfatto ultra-sviluppato. Nessuno si accorge del tuo dolore, a parte l'altro cucciolo. Il ragazzo del cuore buono non lo sa, non vuoi che lo sappia, lo ami quanto io amo te e non vuoi, non puoi affidargli un tale fardello.

Mi lascio abbracciare, adoro quando affondi le mani nella folta pelliccia del mio collo. Adoro anche quando giocherelli con le mie orecchie, quando mi fai salire sul tuo letto nonostante gli umani grandi non vogliano, insomma, amo tutto di te.

- Ehi, bello.

Alzo il muso. Mi osservi con i tuoi grandi occhi lucidi, ancora ti sforzi di sorridere. Una lacrima ti riga il viso, te la asciughi con delicatezza e fai finta di nulla. Io ti lecco il viso, sai di buono. Esibisci una smorfia quando la mia lingua passa su uno dei tanti graffi sul tuo volto.

Mi accarezzi sul capo, facendomi i grattini che mi strappano mugolii soddisfatti.

- Ti prenderai cura del mio fratellino? - chiedi, fissandomi dritto negli occhi. Non abbiamo bisogno di parole per capirci, viviamo tanto in simbiosi che mi basta il tuo sguardo per intuire i tuoi pensieri.

Scodinzolo.

- Sei un bravo cane, Cookie - dici, poggiando le tue labbra spaccate e sanguinanti sulla mia testa.

Sono un bravo cane.

Arriva l'altro cucciolo.

- Parli col cane, Rocky?

- Tu no? - sorridi. Percepisco dai punti in cui mi stai toccando i tuoi sentimenti, la tristezza infinita che ti pervade in questo momento.

- Anch'io - risponde l'altro cucciolo, sedendosi vicino a me e accarezzandomi. - E di cosa stavi parlando con Cookie?

- Del fatto che ti voglio bene, Edward.

Abbracci l'altro cucciolo, Edward, sempre con me in mezzo.

Neanche ora sei felice, eppure nel mio naso s'insinua il dolce profumo dell'affetto.

-

Note dell'autrice:
ohayo! Eccomi qua con una raccolta nuova nuova dal punto di vista di dieci amati quattro zampe, fatemi sapere se vi piace. Oggi pomeriggio inizia la scuola, quindi probabilmente potrei non postare per un po' finché non si assesteranno le cose. Baci

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Rocky ***


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- Rocky

Sono sempre stato con la mamma, in mezzo ai miei fratellini. C'era una persona gentile ad occuparsi di noi. E poi arrivasti tu. Tu con l'indecisione nel cuore, l'inesperienza nel tocco goffo. Eppure sotto sotto sapevi cosa desiderassi, cercavi un compagno di giochi in regalo 'per l'amore della tua vita', dicesti. Proprio così, per l'amore della tua vita. E noi cuccioli ascoltavamo e non capivamo, cosa potevamo saperne dell'amore? Ma l'avrei compreso presto.

- Dov'è il mio piccolo cucciolo? Dov'è? - chiedi in falsetto, prima di sbucare da dietro il divano e farmi 'BUH!'. Io sussulto e scodinzolo, poi vengo a leccarti la faccia.

- Sì, sì, anche papà ti adora - ridi, afferrandomi le zampe anteriori e poggiandole sul tuo petto. In effetti sono cresciuto parecchio, ma nonostante ciò continui a chiamarmi cucciolo.

Mugolo, tornando saldamente con le zampe per terra, dopodiché ti mordicchio le caviglie.

- Vieni, andiamo su, tanto la mamma non c'è, è al lavoro - dici, dandomi una pacca scherzosa sul capo. Inizi a salire al piano di sopra, io per poco non ti travolgo per restare al tuo fianco.

Ti accomodi sul letto e batti la mano sul materasso, vicino a te. Balzo nel punto in cui mi fai cenno di mettermi e poggio la testa sulla tua gamba.

- Jay mi ucciderebbe se ci vedesse così sul suo letto - sogghigni, il tuo sorriso in parte di amore infinito.

Io sospiro, soddisfatto. All'improvviso il tuo umore muta, diventi malinconico.

- Anche mio fratello lo faceva sempre con Cookie... e nostro padre s'infuriava, ma non per questo lui smetteva di farlo salire sul letto.

Vorrei guardarti negli occhi e chiederti perché sei triste, se ho fatto qualcosa di sbagliato. La tua mano però mi tiene saldamente il muso fermo sul tuo grembo, impedendomi di alzarlo.

- Spero tu sia felice qui con noi, Rocky. Povero Cookie... ha vissuto la metà di quanto vive un cane, siccome è morto... morto di solitudine.

Sei dispiaciuto, ti senti in colpa. Non capisco, quindi mi limito a scodinzolare, magari ti torna il sorriso.

Ti stendi, tirandomi con te e abbracciandomi.

- Credo che il passato non mi abbandonerà mai - sorridi, affondando il viso nel mio pelo corto. E piangi.

Sento che ho fallito il mio compito come cane, almeno finché non mormori, prima di addormentarti:

- Ti voglio bene, Rocky.

-

Note dell'autrice:
e questa è l'ultima cosa che posto probabilmente oggi. Non disperate, se non avrete più mie notizie! Baci

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Ghost ***


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- Ghost

Dell'essere umano avevo solo conosciuto la crudeltà, quella stessa crudeltà per la quale avevano sterminato la mia famiglia. Un cucciolo senza mamma non può che morire, siccome sono tutti sordi davanti ai suoi gemiti penosi. Poi arrivò lei. E mi portò da te, un cucciolo biondo come me. Tu umano, io canino. Ma per me non contava, io non vedevo la differenza come voi due zampe riuscite a vederla in quelli della vostra stessa specie.

- Ghost! Ghost, ehi, bello! Dov'è James? Eh? Dov'è? Cerca James! - dici, indicandomi la distesa di sabbia. Io faccio come mi chiedi, correndo qua e là in modo assai buffo.

- Dai, Ghost! Dov'è James?

E io cerco il tuo 'tutto', ovvero l'umano piccolo e con gli occhi da gatto. Gatti. Che strani animali.

Lo trovo nascosto dietro una duna. Scodinzolo, abbaiando e mordicchiandogli una mano.

- Ragazzino... quando la smetterai di farmi giocare a questi stupidissimi giochi? - sbotta, eppure io lo percepisco, si sta divertendo.

Tu scoppi a ridere, adoro quando ridi, è come quando esce il sole dopo la pioggia, si può giocare. Abbaio di nuovo e salto attorno a te come un canguro.

- Vieni qui, scemotto. Sei un bravo, bravo cane, Ghost.

Mi accarezzi sul capo, poi tiri a te l'umano piccolo e lo baci, non smettendo di sorridere sulla sua bocca.

Non lo capisco, prova a spingerti via ma sta provando sentimenti positivi. Be'... dev'essere questa vostra incomprensibilità umana.

Mugolo un po' quando non sembri voler staccarti dal tuo 'tutto', eppure mi ignori e continui a baciarlo.

- Hmpf... Troy, dai. Dopo il cane diventa geloso - protesta il tuo umano, siccome gli sto toccando insistentemente il palmo con il tartufo umido.

Mi accarezzi fra le orecchie, lasciandogli l'ennesimo bacio sul naso.

- Non è un cane, è un dingo - precisi.

Sono solo Ghost.

No, gli umani ancora non li capisco. Non li comprendo, li chiamo umani. Ma, sotto sotto, non siamo poi così differenti.

-

Note dell'autrice:
salve! E anche il primo giorno di scuola è andato... adesso ho altro da fare, magari dopo aggiorno ancora. Baci

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Choco ***


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- Choco

Rinchiudere un cucciolo in gabbia è deplorevole, soprattutto se il suddetto cucciolo è abituato a correre fra le rocce e uggiolare alla luna insieme ai propri simili. La mia storia inizia esattamente da una gabbia. Aspettavo. E speravo. Il tempo passava e nulla evolveva, o almeno finché non comparisti tu. 'Ehi, cucciolo', dicesti. Non avevo mai sentito parole più dolci. Il tuo sorriso era vivo e i tuoi occhi brillavano. 'Adesso vieni con me, conosco qualcuno che ti vorrà bene', aggiungesti. A me non importava dove mi avresti portato o a chi mi avresti dato. Eri il mio salvatore e basta.

Le braccia del mio salvatore mi poggiano delicatamente su una superficie ampia e scivolosa.

- Troy... guarda cosa ti ho portato!

Nella stanza c'è un altro umano e profuma di dingo. La sua presenza mi attrae come una calamita, eppure il suo animo è inquieto.

Mi lanci un'occhiata fredda, soppesandomi. Non so leggere le emozioni umane dal loro viso, ma riesco ad annusare il tuo dolore. Dolore di una perdita.

- Non lo voglio - asserisci, neutro. Ti passi una mano sul volto. Il tuo dolore è così acuto che penetra perfino nel mio petto di cucciolo.

- Perché? - sospira il mio salvatore.

- Perché non è Ghost, e se non posso riaverlo indietro allora non voglio nessuno stupido cucciolo! - sbotti rabbiosamente tu che porti addosso l'odore di un mio simile, prima di uscire sbattendo la porta. Io inizio ad uggiolare.

- Non ti preoccupare, cucciolo. Gli passerà - sospira ancora il mio salvatore.

Fossi come loro direi 'ne dubito', ma sono uno 'stupido cucciolo' e continuo ad uggiolare.

~~~

Nei giorni a seguire cerco di entrare nelle tue grazie, di farmi amare da te, eppure a parte qualche sorriso tirato riesco solo a fare uscire dalla tua bocca un 'riportalo dove l'hai trovato'.

Il mio salvatore sbuffa.

- Non lo ascoltare, cucciolo. Fa il vecchio orso ma è un ragazzino dolce come il miele.

E come tutte le notti mi lascia a dormire in una cuccia comoda, poi la presenza di un grosso uccello dal piumaggio rosso mi terrorizza e comincio ad ululare.

Il mio salvatore scende lungo le scale a piedi scalzi e mi porta su in camera con lui. Le parole dure che vi scambiate dopo hanno unicamente il potere di farmi ululare più forte.

- Dallo a me - dici, allungando le mani. Mi stringi al tuo petto caldo. - Ora basta piangere, okay?

Contro di esso mi tranquillizzo, raggomitolandomi come un gattino spaurito. In fondo sono ancora uno scricciolo di dingo.

- Bravo cucciolo. Hai bisogno di un nome, no?

Mugolo piano, ancora un po' spaventato.

- Di che colore ha gli occhi, James?

- Uguali al cioccolato, due perfette perle di cioccolato - sussurra il mio salvatore.

- Benvenuto in famiglia, Choco - replichi tu, baciandomi sul capo.

Non so cosa ti portò a cambiare idea ed accettarmi, ma compresi che il mio salvatore aveva ragione.

Sei dolce.

-

Note dell'autrice:
e con questa per oggi è tutto, buonanotte! Baci

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Tomoe ***


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- Tomoe

Senza di te ero nulla. Anche coloro che mi hanno abbandonato mi consideravano nulla. Poi, in quella giornata di temporale, comparisti tu. Un cuore solitario come me, un'anima in cerca di un po' di comprensione. Pensavo saresti andata avanti come tutti, invece guardasti i miei occhi, mi sondasti anima e corpo e ti apristi alla dolcezza. Avevi bisogno di me ed io di te. Era amore. Grazie di avermi amato, Emma.

Giri per la stanza a passo felpato, camminando accuratamente tra i libri sparsi ovunque per la camera. In sottofondo una musica dolce, di quelle che dici di non riuscire a smettere di ascoltare.

Prendi un altro libro, ti siedi sul tappeto di fianco a me. Io sonnecchio, aprendo un occhio per sbirciarti.

Ai miei occhi sei un angelo.

- Tomoe...? - mi chiami, dolcemente. Amo questi pomeriggi in cui siamo soli tu ed io, senza il tuo umano del cuore, mi ricordano i vecchi tempi. Anche un cane possiede dei ricordi ai quali pensare.

Sbadiglio, tirandomi faticosamente a sedere. Tu mi prendi una zampa e la poggi delicatamente sul pancione.

- Sai, bello? Hai fatto davvero tanto per me, per la mia famiglia. Se c'è qualcuno che amo quanto Niko, be', sei proprio tu. Tomoe, io... so che nessuno vive per sempre, quindi, credimi, è okay. È okay se smetti di lottare - dici, sorridendo con malinconia mista a dolcezza. I tuoi occhi sono pieni di lacrime, so che ti stai costringendo a non piangere e so che mi vuoi bene, mi ami da impazzire.

Non sono certo di comprendere il concetto di morte, ma non voglio lasciarti, Emma.

Posi le labbra sul mio capo, giocherellando con un mio orecchio.

- Sei il cane migliore del mondo, Tomoe. Tutti meriterebbero di avere un cane come te. Mi sento così fortunata... così... fortunata... - continui, permettendo alle lacrime di rigarti il viso.

Sono vecchio e stanco eppure mi alzo sulle zampe tremanti e te le lecco via, sperando di cancellare anche la tua tristezza.

I bravi cani non fanno piangere i loro padroni.

~~~

Mi sveglio nel bel mezzo della notte colto da un'ambigua sensazione. Ti mordicchio le dita, scuotendo la tua mano con il naso.

Il sonno ti abbandona immediatamente, ti siedi e ti stropicci un occhio.

- Tomoe? È già ora? - domandi in tono sempre dolce ma rassegnato, velato di tacito dispiacere.

Mi sento assonnato, voglio solo richiudere gli occhi e tornare a dormire. Non so nemmeno io perché ti ho svegliata.

Mi abbracci forte, altre lacrime bagnano il mio capo.

- Va bene. Va bene. Va tutto bene, cucciolone mio. Puoi andare. Io starò bene, Tomoe. Starò bene. Ti voglio tanto bene.

Mugolo, vorrei leccarti il viso ma non riesco a muovere un solo muscolo. Il tuo umano del cuore biascica qualcosa, tu lo ignori e mi stringi ulteriormente. Le tue parole mi tolgono un peso dal cuore.

Sospiro soddisfatto, richiudendo gli occhi.

Va tutto bene.

-

Note dell'autrice:
lo so, lo sooo! Avevo detto che sarebbero stati flashback un po' meno tristi, ma non ce la faccio. Il mio stile prevalente era sempre stato quello malinconico. Comunque domani, sempre se il mondo intero non mi mette i bastoni fra le ruote, aggiornerò 'Le scarpe piene di sabbia'. Potrei inoltre iniziare a tradurre una fanfiction di un crossover di Junjou Romantica trovata su un altro sito di fanfiction (ma mi dà errore 503... proprio mentre forse avevo ottenuto il permesso dell'autrice!). Infine vi lascio con un brano che non riesco a smettere di ascoltare, 'They don't know about us' dei One Direction. Baci

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Shougo ***


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- Shougo

Siamo cresciuti insieme come fratelli, tu, io e lui. Sono stato il tuo compagno di giochi, il tuo migliore amico. Ti ho leccato le lacrime quando piangevi e ho ascoltato i tuoi sospiri innamorati. Sei diventato grande, forse fin troppo in fretta. Comunque troppo in fretta perché io potessi restare al tuo fianco. Ho permesso alle lacrime di rigarti il viso un'ultima volta quando desideravo solo che sorridessi, mormorando 'ciao, Shougo'. Allora lo dico io. Ciao, Raphael.

- Raphael ha il braccio rotto, non può portarti a spasso - dici, stringendoti nelle spalle. Io però non posso capirti... cosa significa 'rotto'?

Mi metti il guinzaglio e usciamo. Cammini lentamente, lo sguardo rivolto a terra e il passo strascicato. Io annuso qua e là mantenendomi sempre piuttosto vicino a te, pronto a cogliere ogni minima sfumatura del tuo stato d'animo.

Indifferente. Pensieroso. Malinconico. Triste.

Mi tiri verso la panchina che hai adocchiato, poi lasci andare il mio guinzaglio e ti siedi, prendendoti la testa fra le mani. Lo annuso ancor prima che tu effettivamente abbia iniziato.

Stai piangendo.

- Shougo... perché? Perché dev'essere così? Perché non posso essere come Raphael? DIMMELO, SHOUGO!

Io guaisco, ansioso. Mi guardi attraverso uno spiraglio delle tue braccia, i tuoi occhi sono fiumi in piena.

Dolore, solo dolore.

Il padroncino non vuole che tu pianga, ma come posso dirtelo?

Ti poso la testa in grembo.

- Se sapessi parlare cosa diresti, eh? - singhiozzi, stropicciandomi le orecchie. Mi allungo e ti asciugo le lacrime con la lingua. - Non piangere?

Mi abbracci lentamente. Non saprei come definire quest'emozione... rincuorato?

- Ho capito. Torniamo da Raphael, a casa.

Il mio umore si adegua in fretta al tuo.

Casa!

-

Note dell'autrice:
ed eccomi qua con il capitolo dedicato a Shougo. Si potrebbe intuire che sia accoppiato con Raphael, ma ho preferito dedicare il flashback al sottile rapporto che il cane ha con Jake. E niente, dall'album American Idiot dei Green Day vi porto da ascoltare 'Give me Novacaine'. Spero vi piaccia quanto piace a me. Baci

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Maxi ***


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- Maxi

Nella mia giovane vita ho sempre avuto a che fare con gli esseri umani. Nel complesso la mia prima casa era una buona casa. Un tetto sulla testa, la mamma, i miei fratellini e sorelline e una persona gentile a prendersi cura di noi. Poi sei arrivata tu, con lui. Non cercavi un cane a cui aprire il tuo cuore, però lui sì. 'Oh, Emma', dicesti. 'Sono perfetti. So che Chase vorrebbe un cane grande ma... ma si ricrederà'. E io? Io m'ero già innamorato.

- Amore mio? - lo chiami suadente, stringendo tra le mani dalle dita affusolate la mia casa portatile. - Questo regalo è un po' da parte mia e un po' di Emma.

- Shane... lo sai che mi basti tu come regalo - scherza il tuo umano del cuore con aria maliziosa. La mia casa portatile viene posata su una superficie piatta e io spingo il capo contro il coperchio per uscire. - Oh mio Dio.

Guaisco interrogativamente, osservando attorno a me con sguardo spaesato.

- Ti piace? - domandi, ansioso di compiacerlo. Quanto amore puoi riversare su di lui? Ne riverserai mai così tanto su di me?

- È... è stupendo - balbetta, accarezzandomi fra le orecchie come tu stai facendo ora. Vi baciate.

- Sarà il nostro piccolo... sempre piccolo.

Ti lasci carezzare il capo e mugoli come me.

- Come vuoi chiamarlo, Chase? - chiedi dolcemente, potrei annusare la tua felicità a un chilometro di distanza.

- Visto che non possiamo prendere un cane grande... ma sarà un grande cane, che ne dici di Maxi? - propone il tuo lui, impossessandosi nuovamente delle tue labbra.

- Maxi... mi piace.

Mi guardi, i tuoi grandi occhi dorati rifulgono. Con il tuo sguardo posato su di me, mi è sembrato di vederti sorridere un po' di più.

~~~

- Ehi... Maxi.

Mi sollevi, guardandomi dal basso del divano. Mi divincolo, voglio leccarti la faccia.

- Sì, sì, mi piacciono i tuoi baci canini - ridi, ricambiando il gesto con bacetti fugaci. Mi poggi sul tuo grembo, diventando serio, perfino malinconico.

Guaisco.

- Anche a te manca Chase, vero? - sospiri. - Non te lo dice poi così spesso, ma ti vuole bene. Anch'io ti voglio bene. Sei il bambino che non abbiamo avuto. Il nostro bambino. Se non fosse per il suo lavoro, forse... ah, che dico? Chase ama il suo lavoro. Bastate tu e Raphael e Jake, eh?

Mi stringi al tuo petto, sospirando ancora.

- Il nostro piccolo, grande Maxi.

-

Note dell'autrice:
eccomi qua! Scusate... ho avuto una specie di piccolo diverbio con delle persone, comunque nulla di preoccupante. Sono solo piuttosto stanca e di cattivo umore. Dunque a domani, vi lascio come brano 'Theory of Happiness' degli FT Island. Baci

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Igor ***


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- Igor

Faceva così freddo, quando mi trovasti. Il tuo petto era caldo e le tue braccia forti; volevi amarmi, ma ancor di più desideravi che lui ti amasse. Lui era, è un angelo. Certo, a volte abbaiate così tanto tra di voi che si potrebbe pensare che non vi sopportiate, ma io lo sento, vi amate da morire. E con il vostro amore anche il mio è cresciuto.

State discutendo. Non è una novità. Il mio sguardo saetta da te a lui come quello di uno spettatore che segue una partita di tennis.

Botta e risposta. Botta e risposta.

Lui alza la voce, tu cerchi di sovrastarlo, per quanto detesti urlare. Stai provando a smettere di farti mettere i piedi in testa da colui che ami, sai che alla fine cedi sempre.

Io guaisco, di tanto in tanto, anche se non fate caso a me.

- Stai sbagliando! - sbotta alla fine Victor. Gli lanci uno sguardo carico di rabbia, mi fai cenno di seguirti. Io scodinzolo ansiosamente. - Visto? Ho ragione! Per questo il cane non vuole venire con te!

- Stai zitto! Non voglio sentirti! Andiamo, Igor!

Mi tiri per il collare, io non ho il coraggio di oppormi. Vorrei restare con il padroncino strano, eppure non ho il coraggio di oppormi al tuo volere.

- Raphael! Il fatto che tu fugga è l'ennesima dimostrazione che stai sbagliando!

- Non me ne importa un fico secco, Victor! Non voglio sentirti!

E torniamo in fretta a casa, prima di andare in camera. Ti ci chiudi dentro e scoppi a piangere, affondando il viso nel pelo chiaro e morbido del mio collo.

- Lo sapevo! Lo sapevo, io! Victor non fa altro che farmi soffrire! - singhiozzi, senza alzare il capo. Mi stai abbracciando un po' troppo stretto, ma va bene. Hai bisogno di me.

Non cerco di leccarti il viso, per quanto muoia dalla voglia di farlo per confortarti. Se vorrai, io sarò qui, sempre.

- A volte dubito perfino che mi ami... e mi chiedo se dovrei lasciarlo. Però, io... io lo amo, Igor. Non ci posso fare niente. Amo quello stronzo.

- Lo so - abbaio, nonostante tu non mi possa comprendere. Bussano alla porta, io annuso l'odore dell'umana gentile e il profumo del padroncino strano.

- Raphael?

- Che c'è, mamma? - sospiri, alzandoti e accostandoti alla porta. Ti tallono come un bravo cane dovrebbe dovrebbe fare.

- C'è qui Victor, ti vuole parlare.

- Mandalo via.

Stavolta è lei a sospirare.

- Raphael, non essere maleducato. E poi l'ho già invitato a cena.

- Mamma...!

Ma apri comunque la porta, trovandotelo davanti. Avanza di un passo, in mano ha un fiore color cielo.

- Scusa.

-

Note dell'autrice:
avrei potuto aggiornare questo pomeriggio, ma ho deciso di prendermi una pausa di relax. Mi sento un po' stressata e lo stress è anche una causa dell'emicrania. A domani, forse. Baci

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Shin ***


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- Shin

Quando mi portasti a casa ancora non sapevo dove stessimo andando. Sapevo solo che il tuo cuore era buono, e che parlavi la stessa lingua dell'umano che si occupava di noi e della mamma. 'Casa' era davvero grande. Ma sembrava minuscola quando conobbi colui che aveva bisogno di me. Un cuore gentile eppure solitario. Il mio universo. 'Ecco, Rei', dicesti. 'Si chiama Shin. Vuol dire spirito.' Spirito, il tuo spirito custode. Non un angelo, hai però sempre saputo accontentarti.

Gli altri bambini giocano e ridono rumorosamente sulla spiaggia e fra le onde. La loro palla colorata ti arriva addosso, sollevando un po' di sabbia.

- Ehi, Rei! Passa!

Ti alzi, gliela calci. Ti invitano a giocare con loro, ma rifiuti e, imbronciato, torni a sederti. Io scodinzolo piano, abbaiando interrogativamente. Perché non ti diverti con loro? Possiamo divertirci insieme, non ti va?

Mi accarezzi fra le orecchie.

- Torniamo a casa, Shin. Non mi piace stare qui.

E ci dirigiamo verso 'casa', con la tua mano che continua a scivolare sul mio capo e sul mio collo. Ti siedi a bordo piscina e io mi sdraio di fianco a te, l'erba rigogliosa che mi solletica la pancia.

- Shin, ti voglio bene. Ti voglio tanto bene. Sei il mio migliore amico, lo sarai per sempre, vero? - dici, lo sguardo perso ad osservare i giochi di luci sul pelo dell'acqua limpida e azzurra.

Strofino il naso sotto il tuo palmo e mi appoggio abbastanza goffamente al tuo corpo sottile per cercare di rallegrarti con qualche bacio.

Mi abbracci forte. Sei così triste.

Poi giochiamo, facciamo la lotta, ci rotoliamo talmente tanto che finiamo per farci un - involontario - tuffo in piscina. Quando usciamo, non molto più tardi, mi dedichi un sorriso leggero e una carezza fra le orecchie.

Mi allontano per scrollarmi, per quanto mi piaccia avere la pelliccia bagnata. Tu inizi a tremare, ti mordi il labbro inferiore e scoppi a piangere. Sono sconcertato dai tuoi sbalzi d'umore, più imprevedibili del tempo, umani, così, non sapendo cosa fare, scodinzolo.

Mi butti le braccia al collo. Sei freddo, la tua pelle chiara sa di cloro.

- A volte ho paura che senza di te io resti solo... completamente solo. Shin, Shin, non lasciarmi mai. Ti prego.

Guaisco, sentendomi pervadere dalla tua solitudine struggente. Le tue lacrime bagnano il mio pelo ancora umido.

- Non ti lascio, Rei! - abbaio. Ma non puoi capirmi.

Spero però che tu una cosa la sappia... niente e nessuno può separarci.

-

Note dell'autrice:
l'emicrania imperversa, il raffreddore le dà man forte. Voci dicono che sono pallida come un fantasma. In sintesi, in ottima forma. Domani ho un mucchio di cose da fare e domenica pure, ma non v'angustiate, posterò qualcosina comunque. Baci

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Damon ***


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- Damon

Ero uno scricciolo di cane quando mi salvasti. Denutrito, sporco e ferito. Loro volevano trasformarmi in uno spietato cane da guardia, ma tu non glielo permettesti. Eri il mio eroe. 'Fottuti bastardi! Lasciate stare quel cucciolo! La sua colpa, se così si può chiamare, è solo quella di essere buono, vero?', sbraitasti. Eri un ragazzino come io ero un cucciolo, eppure lottasti con unghie e denti per me. Gli esseri umani mi terrorizzavano, ma tu eri il mio eroe e io per ringraziarti non ti mollavo un attimo. Un giorno mi lasciasti completamente solo nel tuo appartamento. Ululai tanto che i vicini chiamarono la polizia. 'Scusa, Damon', dicesti fra le lacrime. 'Perdonami, non lo farò mai più. Mai più.'

La luna è salita nel cielo ventun volte da quando il padroncino biondo è sparito.

Tu piangi in continuazione o, quando i tuoi occhi sono asciutti, torturi le corde di quello strumento che chiami 'chitarra' ed esse si lamentano. Mi piace quando soffrono, producono dei suoni piacevoli. Ti lamenti con loro, ma la tua voce sopravvale, è molto più di un mero accompagnamento.

Adesso stai piangendo e, no, non è una novità. Hai la schiena a ridosso del letto, le ginocchia piegate e le braccia a coprirti il volto.

- Olly, Olly - lo chiami, in un modo così struggente che io soffro quanto te.

Poggio una zampa sul tuo ginocchio, scodinzolando un po'.

- Ehi, guardami - mugolo.

- Olly...

Spingo il naso tra le tue braccia nude, vesti una t-shirt nera, per aprire uno spiraglio al mio muso e leccarti le lacrime.

Mi neghi l'accesso, stringendole l'una contro l'altra. Ogni tuo singhiozzo mi ricorda le percosse che ricevevo da cucciolo.

- Non piangere, ti prego! - abbaio, sentendo crescere il panico. Perché non smetti? È colpa mia? Sono un cane cattivo?

Lentamente allunghi una mano, me la posi dietro un orecchio e lo sfreghi delicatamente, adori seguire i bordi frastagliati di esso con l'indice.

Fra le lacrime, sorridi. Hai il viso inondato di pianto, il dolore marchiato a fuoco nei tuoi dolci occhi.

- Mi dispiace, angel. Non ce la faccio più, ma non posso lasciarti... non posso. Te l'ho promesso, che non ti avrei mai più lasciato.

La tua mano smette di sfregarmi l'orecchio, si sposta lungo il mio collo e giocherella con la catena che lo impreziosisce, per poi tornare su e massaggiarmi all'altezza della mandibola.

- Mi manca... Olly. Ma non quel 'mi manca' di quando so che lo rivedrò dopo il lavoro, no, mi manca come se avesse preso una parte di me, l'avesse strappata e se la fosse tenuta. Il mio cuore, sì. Si è preso il mio cuore.

Mugolo, prima di asciugarti con la lingua le lacrime che hanno ripreso a rigarti il volto. Ridacchi.

- È così facile amarti, Damon. Sei buono, sei un angelo. Fossi una persona, be', sarei già pazzo di te.

Mi scosti con dolcezza per carezzarmi il capo.

- Speriamo che torni presto, eh, Dam?

Scodinzolo. Speriamo che torni presto, il tuo sorriso.

-

Note dell'autrice:
finita questa raccolta? E invece no! Domani posterò una specie di piccolo extra/ultimo capitolo con un 'personaggio' speciale... e niente, buonanotte!

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Capitolo 11
*** Capitolo extra - Micio ***


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- Micio

La mia vita prima che ti incontrassi era molto differente. Il mio umano era un uomo scorbutico che si occupava unicamente di darmi da mangiare e da bere, oltre a portarmi di tanto in tanto dal veterinario. Per il resto, una volta uscito, potevo restarmene fuori finché lui non tornava. Poi si stufò di me e mi abbandonò davanti alla tua porta. 'Va', va' per la tua strada', disse. Per fortuna tu mi trovasti... sai? Grazie di avermi insegnato quanto sia bello l'amore, Brad.

Ti aggiri fra i libri con calma, accarezzandoli con lo sguardo con sincero affetto. Io zampetto al tuo fianco, seguendo i tuoi passi senza mai superarti.

Mi piace la tua casa, ha un buon profumo. Profumo di carta, di legno, di mistero, di saggezza, profumo di te e del padroncino biondo, della strana creatura con la casa sulla schiena.

Di tanto in tanto per restarti vicino devo saltare su qualche pila di romanzi ordinatamente ammucchiati, facendole franare. Tu, alla ricerca di un titolo in particolare, ti fermi e mi lanci un'occhiata di divertito rimprovero, prima di rimetterli a posto.

- Micio... magari vorresti la libertà, eh? - domandi all'improvviso, pensieroso.

- No, Brad - miagolo, agitando la coda. Mi accarezzi fra le orecchie ed io inarco la schiena, facendo le fusa.

- No? Ti piace stare qui, fra i libri?

Ti poggio una zampa sulla mano, i nostri occhi si incantenano gli uni agli altri. Sì, mi piace stare qui. Da quando sono qui non rimpiango la libertà, perché preferisco la compagnia dei padroncini a quella dei passeri.

Mi prendi in braccio e mi depositi sul pavimento.

- Bravo, Micio. Hai sempre un ottimo intuito nello scovare i volumi che cerco prima di me - ridi, prendendo quello su cui ero poggiato. Poi ti fai spazio in qualche modo e ti sdrai sulla pancia, inziando a leggerlo. Io mi accoccolo sulla tua schiena.

~~~

Quando mi sveglio tu stai ancora dormendo con la guancia poggiata sul libro e il padroncino biondo è a casa e sta riponendo il cellulare nella tasca anteriore dei jeans.

- Scusa, kitty - dice, sorridendo imbarazzato. - Non potevo non scattarvi una foto... siete tutto ciò di cui ho bisogno.

Io salto giù dalla schiena del padroncino con gli occhiali e mi stiracchio, poi mi struscio contro le sue gambe magre.

Anche i miei padroncini sono tutto ciò di cui ho bisogno.

FINE

-

Note dell'autrice:
e anche questa raccolta si è conclusa, con questo extra dedicato all'unico gatto di tutta la serie. Spero vi piaccia. Scusate se non ho aggiornato prima e se non ho risposto alle recensioni ma... ero davvero molto giù. Ora un po' meno, non preoccupatevi. Ci si sente! Buonanotte

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