Arigatou...

di Sarhita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** Fare qualcosa. ***
Capitolo 3: *** Primo incontro con Sakura ***
Capitolo 4: *** La stessa cosa ***
Capitolo 5: *** Una domanda scomoda... ***
Capitolo 6: *** Un legame mai spezzato ***
Capitolo 7: *** Dobe piccolo pene ***
Capitolo 8: *** Dichiarazioni spezzate a metà ***
Capitolo 9: *** Dubbi e bugie dette solo a se stessi ***
Capitolo 10: *** Specchio. ***
Capitolo 11: *** E se...? ***



Capitolo 1
*** Ritorno a casa ***


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Ho tradito.
Ho ferito.
Ho ucciso.
Ma ho imparato una cosa nel corso degli anni, a mie spese. Quello che ho imparato è che c'è sempre stata una sensazione di vuoto che mi attanagliava il cuore, mi feriva l'anima e mi rendeva un guscio vuoto privo di emozioni che lentamente andava sgretolandosi. Anche dopo aver ottenuto la mia vendetta... Ma mi sono reso conto che c'è stato un breve periodo della mia vita in cui questa sensazione si era affievolita fino a quasi scomparire. Ciò succedeva perché c'era la mia squadra, c'eri tu...
E io sarei Sasuke Uchiha, l'allievo geniale? Ci ho messo dieci lunghi anni per pentirni di quello che ho fatto! Ora sono solo un ventiduenne senza casa, solo.
Dieci anni fa me ne andai in cerca del potere che poi mi ha permesso di uccidere mio fratello. Andandomene tradii tutto ciò in cui credevi, Konoha, gli amici, il team sette, te...
Pero eri sempre presente, quante volte ci siamo incontrati e ci siamo battuti. Poi ho saputo che eri diventato Hokage ma lo stesso avevo tue notizie.
Poi sono venuto a Konoha, per sfidarti, per sfidare il Rokudaime Hokage del villaggio della foglia. Mi avevi quasi preso ma è intervenuto il mio team. Sai, ho tradito anche loro, alla fine. Così come tradii voi.
Non ti so spiegare perché sono tornato, alla fine, con la convinzione che non mi avreste riconosciuto. Non era possibile perché con un Jutsu avevo cambiato il colore dei miei occhi. Faticai a entrare senza essere scoperto. Ma credevo che tu avessi smesso di cercarmi, proprio nel momento in cui volevo che lo facessi. Il sigillo maledetto era sparito da tempo e non era più l'odio che guidava le mie azioni.
Ma ero forte comunque, e veloce, e riuscii a entrare senza farmi scoprire. O almeno credevo...


Sasuke Uchiha camminava per il villaggio senza dare nell'occhio. Aveva i capelli neri sciolti, lunghi fino alle spalle e gli occhi neri erano camuffatti di giallo. Portava pantaloni e felpa anonimi, neri.
Camminando si fermò spostando l'attenzione sui volti di pietra degli Hokage. Il primo aveva il naso da poco restaurato mentre il Nidaime, Sandaime, lo Yondaime e il Godaime erano come sempre. Poi c'era il Rokudaime, il motivo del suo ritorno. Ma ciò che lo sorprese era un settimo volto non ancora completato. Un settimo? Ma allora che fine aveva fatto Naruto?

Mi diressi al palazzo degli Hokage e mi stupii seriamente nel sapere chi fosse il nuovo Hokage: Shikamaru Nara, lo svogliato ninja che considerava anche solo alzarsi la mattina una seccatura. Dopo che mi ebbe fatto entrare mi chiese cosa volessi. Mi aveva riconosciuto!?! Come era possibile?
- Come...
«Credevi davvero che nessuno si fosse accorto del tuo arrivo?»
Li avevo sottovalutati. Ma se sapeva che ero li perché potevo girare libero per il villaggio?
Intuendo i miei pensieri Shikamaru mi disse: «Non ti ho ancora fatto catturare per rispettare le volontà di un mio amico.»
Facile immaginare chi fosse «Naruto»
«Si, prima di qualsiasi cosa devi parlare con lui.»
Ero venuto proprio per questo...
«Ma aspettati un Naruto diverso! Molto diverso...»
Ma va? Sarà cresciuto anche lui no? Uscii e mi diressi a casa sua. Ma mai mi sarei aspettato quello che di li a poco sarebbe successo. Quello che avrei visto...



Ed eccola li, la fantomatica casa.
Non ho mai capito come facessi a vivere in un buco del genere.
Parlo proprio io che per anni ho vissuto con la "piacevole" compagnia di quella serpe di Orochimaru che voleva soltanto il mio corpo e lo "Ssssharingan"...
Ripensandoci... meglio il tuo sporco e incasinato monolocale...
Ero sulla strada a guardare la tua finestra, completamente sigillata, e mi ero immerso nei ricordi.
Ritornato in me mi accorsi che il cielo si era tinto di arancione e via via si stava scurendo e presto avrebbe lasciato posto al buio della notte.
Mi ero incantato?
Arancione... Naruto... "Ti decidi o no?" mi dissi e cominciai ad avanzare.


Sasuke Uchiha era in piedi davanti all'ingresso del piccolo appartamento indeciso sul da farsi.
Sospirò e fece tornare i suoi occhi del loro colore naturale.
Nero, Nero ossidiana.
Gli inconfondibili freddi occhi neri di Sasuke Uchiha.
Magari un po' meno freddi di un tempo...

Bussare? Non bussare? Mi viene da ridere ripensando a quei momenti di indecisione. Sasuke Uchiha aveva paura di rivedere un suo vecchio amico?!?
Eppure le parole di Shikamaru mi tornavano alla mente, insistenti, a volermi avvertire.
- Aspettati un Naruto diverso. Molto diverso.
Davanti a quella porta mi chiedevo cosa avesse voluto dire.
Bussai.
Nessuna risposta.
Misi una mano sulla maniglia e la abbassai. Con un leggero cigolio la porta si aprì. Non mi stupii più di tanto. Certi vizi non cambiano mai, eh?
ma forse quella era l'unica cosa che non era cambiata in te...
Entrai.
La casa era nella più completa oscurità. Andai ad aprire la finestra, d'istinto, per far entrare un po' di luce.
I deboli raggi di sole entrarono illuminando lievemente la stanza.
Mi girai riportando il mio sguardo all'interno e notai che era tutto in ordine... no no, non era da te.
Poi ti vidi. Li in un angolo, accovacciato sul pavimento gelido. Il mento sulle ginocchia e le mani nei capelli...
«Naruto!»
Il tuo sguardo si posò su di me.
-«Sasuke...?»
«Si sono io» mi accovacciai anch'io, al tuo fianco.
I tuoi occhi... non erano più azzurro cielo, ma azzurro sofferenza...
«Come stai?» non sono bravo a rompere il ghiaccio, vero?
«Li vedo, Sas'ke. Ogni notte sono qui. Tornano da me... » solo allora notai le occhiaie che avevi.
«Chi? Naruto, di chi parli?»
«Tutti loro...»
«Loro chi? Non capisco.»
«E ogni volta gli fa del male. Muoiono. Poi ritornano!»
«MA CHI!? Stai delirando, Naruto?»
Tu mi guardasti implorante, uno sguardo che non scorderò mai. «Mandali via... Mandali via!»
«Naruto calmati!»
«Sasuke... Sasuke Sasuke!»
«SONO QUI ACCIDENTI!» Risposi e tu mi svenisti addosso.
«Baka... ma che fai...»
Ti presi di peso e ti misi sul letto e ti osservai. Eri molto dimagrito e i capelli si erano leggermente allungati e sempre spettinati. Portavi una t-shirt nera che una volta ti sarebbe dovuta state aderente, ma che ora era perfino larga.
Ero così preso a notare quanto fossi cambiato e a chiedermi che cosa mai ti fosse successo che non mi accorsi di un'altra persona che ci stava osservando...

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Capitolo 2
*** Fare qualcosa. ***


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«Che cosa ci fai qui?» ecco, questa non me l'aspettavo. Pensa che ero talmente distratto a... a guardarti... che non mi resi conto che qualcuno ci osservava dal davanzale. Ma che razza di ninja ero?!?
«Ti ho chiesto cosa ci fai qui?!»
Lo guardai. Un ragazzino alto. Avrà avuto si e no sedici anni. Aveva i capelli castani e il tuo stesso identico taglio di capelli. Gli occhi erano neri, ma di un nero vivo, non come i miei. In un certo senso ricordavano il tuo sguardo... il tuo sguardo di un tempo!
Portava una felpa verde e indossava degli occhialetti... occhialetti che mi ricordavano qualcosa.... ma cosa?
«Chi sei?» cambiò domanda sperando che stavolta gli rispondessi.
«TU, chi sei?»
«L'ho chiesto prima io e poi sei tu che ti sei introdotto nella casa del mio sensei!» e così quel ragazzino era un tuo allievo?
«Sensei?»
«Si, è stato Naruto a insegnarmi tutto quello che so!»
Allora capii. Quegli occhialetti... Erano i TUOI occhialetti! Quindi il ragazzo non poteva che essere...
«Ehy, un momento! Ma tu sei Sasuke Uchiha?!» aveva fatto prima lui.
«E tu Konohamaru Sarutobi.» dopo anni mi stupii di ricordarmi ancora certi nomi. Quel ragazzo l'avevo visto si e no un paio di volte, e parecchi anni prima.
Il ragazzo scese dal davanzale entrando nella stanza. «E così sei tornato» ti guardò «Naruto sarà contento... » ma vidi odio nei suoi occhi «... anche dopo tutto quello che gli hai fatto!» me lo meritavo. Lo lasciai parlare. Purché mi dicesse che cosa ti era successo. Ti guardai. Konohamaru se ne accorse.
«Non è sempre così» anche lui spostò il suo sguardo su di te «a volte è in sé, ma quando Kyuubi...
«Kyuubi?» c'era sempre di mezzo quel demone.
«Sì. Tsunade prima di morire era riuscita a rinforzare il sigillo, quindi Kyuubi non può più prendere il controllo su Naruto, così per potersi liberare ogni volta che Naruto si addormenta ne approfitta per farlo impazzire.» Konohamaru aveva gli occhi lucidi «molte volte sono venuto qui e l'ho trovato che... che tentava... tentava di uccidersi!»
Lo guardai incredulo. Naruto non avrebbe mai fatto una cosa simile! Non potevi averci provato!
«Da quanto... » non riuscii a finire la frase.
«Da quasi un anno, ormai. Nessuno sa cosa fare. Gli unici che ne sapevano abbastanza su Kyuubi sono tutti morti. Jirayia, Tsunade, Kakashi, Yamato...»
Fu li che presi la mia decisione. Fu li che l'aver ucciso Itachi si rivelò essere una fortuna.
In quell'istante presi la decisione migliore di tutta la mia vita. Uscii dalla finestra lasciando Konohamaru da solo con te e mi diressi al palazzo dell'Hokage...


Konohamaru guardò Naruto. «Forse hai ragione. Bisogna trovare il buono in ogni persona. Perfino in quel Sasuke...»
Poco dopo Sasuke entrò con furia nell'ufficio dell'Hokage senza neanche bussare sorprendendo Shikamaru e i presenti.


«Shikamaru devo parlarti!» ok, forse ero entrato un pochino di corsa e forse la mia entrata s'addiceva a uno come te, Naruto. Avevo spalancato la porta e mi ero fiondato dentro incurante che l'Hokage potesse anche non essere solo.
«Dico io, chiunque tu sia ti pare questo il modo si entrare!?» mi voltai verso la ragazza che aveva parlato. Aveva i capelli lunghi, molto lunghi, biondi. Gli occhi erano azzurri. Vicino a lei c'era un'altra ragazza, capelli rosa, un po' più lunghi di quanto mi ricordassi e occhi verdi, che riconobbi subito come Sakura. Quindi l'altra non poteva che essere Ino. Entrambe indossavano la divisa da ninja medico.
Quello che più mi preoccupava era Sakura. Mi stava fissando sin da quando ero entrato. Di certo non mi aveva riconosciuto, ma avrebbe potuto farlo da un momento all'altro.
«Ragazze...» disse Shikamaru «potete andare e tenetemi aggiornato.»
Le ragazze uscirono, ma finché la porta non si richiuse non mi staccarono gli occhi di dosso.
«Ti stavo aspettando, Sasuke.»
Mi stava aspettando?
«Sono venuto perché credo di poter fare qualcosa... »
Shikamaru sorrise. «E secondo te, perché credi che ti avrei lasciato andare da lui?»
Non faceva una piega...





Shikamaru mi guardò come se avesse appena detto la cosa più ovvia del mondo.
Quel ragazzo era un genio! In pochissimo tempo era riuscito a capire qualcosa che io sarei arrivato a comprendere solamente molto, molto tempo dopo. Sospirai e iniziai a parlare.
«Anni fa ho ottenuto un nuovo sharingan» evitai volutamente di raccontare il come lo avessi ottenuto, probabilmente, in fondo, già ne era al corrente «ma comunque già prima di ottenerlo, al covo di Orochimaru, incontrai Naruto e riuscii ad entrare in contatto con il demone della volpe a nove code. Quindi adesso dovrei essere in grado di fare anche qualcosa di più il problema è che...
» «Stai cercando di dirmi che ti serve del tempo per capire come far interagire il tuo sharingan con lo spirito della volpe, senza far del male a Naruto che è molto debole, al contrario del demone?»
Odio essere interrotto «Esatto.»
- Be... fa come vuoi, ma cerca di farlo in fretta. Forse non lo sai ma molto probabilmente sei la sua unica speranza.»
Cosa credeva che non ci fossi già arrivato da solo? Se avessero saputo cosa fare l'avrebbero già fatta no!? In fondo era da un anno che eri così... così...
C'era una domanda che mi ronzava in testa ma non sapevo proprio come porre... e che continuava a tormentarmi.
«Potrei... Insomma...» stavo esitando?? Ohh al diavolo l'orgoglio Uchiha! « potrei sapere... ecco... come si è arrivati a questo punto?»
Shikamaru mi guardò. Uno sguardo misto tra il triste, il comprensivo e il seccato.
Evidentemente la sua natura svogliata vinse perché ecco cosa mi rispose: «È una storia lunga... Va da Konohamaru, lui ne sa molto più di me...» non era mia intenzione fulminarlo con gli occhi, no, ma a quanto pare fu proprio quello che feci perché Shikamaru, ubbidientemente cominciò a parlare...
«Che seccatura.... ok, siediti.»
Una volta che fui seduto incominciò a raccontare...
«Naruto era seduto qui, in questa scrivania, a sbrigare le solite seccature di un Hokage... magari qualche seccatura in più perché Konoha non era proprio in un bel periodo... Il villaggio dell'erba si era alleato con il villaggio del suono con l'intenzione di attaccare Konoha potendo contare anche sul pieno appoggio delle forze militari del villaggio della nebbia. Ovviamente non era paragonabile all'attacco dell'organizzazione Alba anche perché i villaggi in questione non avevano una grande forza militare, anzi... Però erano furbi e ci davano comunque una buona dose di grattacapi. Comunque Naruto era nel suo ufficio quando... »


«Naruto-sama, Naruto-sama!» una ragazza dai capelli arancioni sparati all'insù entrò di corsa nell'ufficio del Rokudaime.
«Moegi? Che è successo?»
La ragazza, visibilmente molto agitata riuscì a farfugliare: «Konohamaru... Udon... nella foresta... ninja dell'erba!»
«Cosa? Non capisco!? Dov'è Ebisu?!»
«In missione...»
«Andiamo!!»

«Moegi guidò Naruto fin nella foresta appena fuori dal villaggio e li trovarono una scena agghiacciante. Udon era morto mentre Konohamaru era gravemente ferito e i sei ninja del villaggio dell'erba non avevano neanche un graffio...»

«E poi?»
«Non so esattamente cosa successe. So soltanto che Naruto alla vista dei suo amici e allievi in quello stato perse il controllo arrivando alla quarta coda e uccise cinque dei ninja nemici in pochi secondi. Raggiunta la quinta coda stava per attaccare Konohamaru che era disteso a terra ma fu fermato da Yamato e Tsunade che lo bloccarono e riuscirono a sigillare il demone. Furono però interrotti dal ninja nemico sopravvissuto e Yamato si distrasse per un attimo. La volpe ne approfittò e, prima di rientrare definitivamente nel corpo di Naruto lanciò una sterzata di chakra che uccise non solo il ninja dell'erba ma anche Tsunade e Yamato. In più Kyuubi riuscì a impedire che la sua coscienza venisse sigillata insieme al suo spirito. Così è in grado di comunicare con Naruto in qualsiasi momento e ne sta approfittando. Da quel giorno Moegi non è più uscita di casa, Konohamaru si è ripreso e Naruto... lo sai» Shikamaru mi guardò e io annui tristemente poi lui continuò.
«Soltanto io, Konohamaru, Sakura, Ino e alcuni Anbu sappiamo cosa è successo. Ufficialmente Naruto ha rinunciato al titolo di Hokage per partire per un viaggio di allenamento.
» Eppure io l'ho trovato facilmente.
«Perché eri autorizzato. Ci sono ben sei Anbu a controllare la casa di Naruto. Sai, per ogni evenienza.»
«Lo salverò. Giuro che lo salverò!»
Shikamaru sorrise... «Era proprio quello che volevo sentirti dire. Comincia a darti da fare!»

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Capitolo 3
*** Primo incontro con Sakura ***




Darmi da fare...
Come se fosse facile...
Odio ripetermi ma, non sapevo ne cosa ne come ne se ne sarei stato effettivamente in grado.
Daltronde...
Quanti avevano cercato di sottomettere un demone al proprio volere prima di allora?
In molti...
Quanti di loro erano riusciti nel loro intento?
Uno, uno soltanto.
Ma non uno qualunque, un Uchiha.
Ma non un Uchiha qualunque.
Madara Uchiha.
Il possessore di uno Sharingan che io non avrei potuto mai avere...
Il mio Sharingan, seppur potente, non reggeva il confronto...
Quindi il punto era io sarei riuscito a fare qualcosa?
"Devo... altrimenti perché diamine sono tornato?" Gia... Perché ero tornato?
Per il villaggio? Un villaggio che è stato la causa di tutto?
Per Sakura? Simpatica, ma in fondo non l'ho mai considerata più di una compagna di Squadra.
Quindi era per te... era così difficile ammetterlo? Perché avevo lasciato il tuo mondo e ora ero deciso a rientrarvi? Non lo sapevo allora e sinceramente neanche adesso sono sicuro di saperlo... ma tu eri così instabile sull'orlo di un baratro, come mi sentivo io con il segno maledetto, moltiplicato di almeno dieci volte...
Insomma basta! Non voglio pensarci!
Dov'eravamo?
Ah, si darsi da fare.
Ok, primo passo: sapere chi, o meglio cosa, fossero i cercoteri. Dovevo sapere ogni cosa, in particolare su Kyuubi, il demone della volpe a nove code, il demone che custodivi dentro.
Sebbene un po' riluttante, Shikamaru mi aveva autorizzato l'accesso a dei documenti di cui solo l'Hokage e il consiglio, che si era riformato dopo che la mia vendetta si era abbattuta sui suoi vecchi membri, potevano essere a conoscenza.
Erano custoditi in una stanza segreta molto ampia, che assomigliava molto a una piccola biblioteca, e li dentro era racchiusa la storia di Konoha, trascritta in rotoli ingialliti e da pergamene e antichi testi. La sala era comunemente chiamata "l'archivio segreto della foglia"... Che fantasia...
Comunque non ero l'unico che consultava quei rotoli e chi lo faceva, lo faceva per il mio stesso motivo...



Il moro si trovava in una grande sala segreta all'interno del palazzo dell'Hokage, o meglio, sotto di esso.
L'archivio consisteva in una grande sala disseminata di scaffali e cassetti. Al centro vi era un tavolo di medie dimensioni e, di fianco alla porta da dove era entrato, si ergeva una piccola colonna con il simbolo della foglia e, disseminati attorno i vari clan del villaggio.
Proprio sotto il simbolo di Konoha erano raffigurati i due clan fondatori di Konoha. Il clan Senju e il clan Uchiha.
Il simbolo di quest'ultimo consisteva in un piccolo ventaglio rosso e bianco. Sasuke lo sfiorò per un attimo restando impassibile e poi si diresse con passo deciso verso lo scaffale che Shikamaru gli aveva indicato come ottimo per cominciare le sue ricerche.

Da quei rotoli scoprii molte cose interessanti... ma niente di veramente utile... nessun riferimento a come controllare i demoni e poco sullo Sharingan e i suoi poteri al riguardo. Mi alzai per riporre il rotolo che avevo finito di consultare in uno scaffale quando la porta si aprì facendo entrare l'unica persona che non avrei voluto vedere. Troppe sensazioni, e un pizzico di senso di colpa. Eccola, Sakura Haruno.
«Chi sei? Cosa ci fai qui?»
Che bell'accoglienza!
«Guarda che ce l'ho il permesso per stare qui» rispose evitando la domanda.
«Non ne dubito.» ribatté acida lei. Non m'importava molto, in realtà, di essere riconosciuto o meno... ma non potevo rischiare che tutto il villaggio scoprisse che ero li. In fondo ero un Nukenin, un traditore... Fortuna che avevo cambiato il colore dei miei occhi. Quelli neri, quelli veri, erano per qualcun altro...
«Che ci fai con quello?» aveva notato il rotolo che avevo ancora in mano e sapeva cosa contenesse. Certo, l'avrà consultato anche lei per salvarti.
«Un lavoro per l'Hokage.» dissi.
Lei mi guardo accigliata «Che tipo?»
«Informazione riservata.»
Lei rifletté per un attimo e poi mi chiese «Ci siamo già visti?»
«Nell'ufficio dell'Hokage.»
«No...» continuò «dico... prima... sei di Konoha?»
«No.» mi affrettai a rispondere «e ora scusami, ma ho da fare.»
La buttai praticamente fuori e mi rimisi al lavoro...

Cinque ore dopo Sasuke era di nuovo fuori, senza aver trovato uno straccio di informazione utile. Stava tornando alla sua casa improvvisata quando vide Konohamaru sbalzato fuori dalla finestra dell'appartamento di Naruto, rompendo il vetro, e ricadere in strada.
«Uscita discreta... che è successo? »
Konohamaru si alzò, un po ammaccato. «Non lo so ma... che botta... ecco, lui è... fuori controllo!»


Konohamaru era spaventato ma il terrore arrivò quando vide i miei occhi.
Non credo che abbia mai visto lo Sharingan, ma non era affar mio... ora dovevo fare solo una cosa... o almeno, provarci...


«Cosa vuoi fare?»
Lo guardai un attimo. Konohamaru sembrava veramente preoccupato. Sembrava molto scosso ma fisicamente stava bene. Non che la cosa mi interessasse davvero ma se fosse stato ferito tu non te lo saresti mai perdonato. Mai.
«Cos'hai fatto per fargli perdere il controllo?» chiesi.
«Niente... te... te l'assicuro!»
Piegai le gambe: «Ti credo.» mi apprestai a saltare «Ora Vado a vedere se posso fare qualcosa.»
In pochi balzi fui sul davanzale della tua finestra, o per meglio dire, quel che ne rimaneva...
Gettai un'occhiata all'interno.
Nella casa regnava la devastazione più totale...
Entrai e feci alche passo nella stanza. Inevitabilmente qualche vetro scricchiolò sotto i miei sandali.
All'improvviso vidi un pugno carico di chakra colpirmi in pieno visi. No, non era arrivato. Ma era il mio sharingan che mi aveva mostrato quel pugno che sarebbe venuto di li a poco, e grazie ad esso riuscii a schivarlo tranquillamente appena in tempo.
Eri tu. O meglio, era Kyuubi...
Le iridi rosse, cremisi, e la pupilla verticale, ferina. Le unghie erano lunghe, affilate, così come i canini erano più pronunciati, quasi animali...
Il sottile strato di chakra rosso che ricopriva interamente il tuo corpo terminava con una, una sola coda.
Eppure sembrava che avevi gia perso completamente il controllo che, se non ricordavo male, conservavi almeno fino alla quarta coda...
Ma eri troppo debole per resistere al suo potere, stanco e provato com'eri; e, in fin dei conti avevi resistito troppo a lungo...

Kyuubi ringhiò sommessa e nuovamente, senza esitare un attimo, si scagliò contro l'Uchiha che non si fece sorprendere e con un balzo evitò il colpo. Ma Kyuubi non si fermò e fu molto più veloce di lui. in un attimo gli fu sopra, bloccandolo, così facendo, però, fece l'errore di guardarlo negli occhi...

Successe in un attimo. Un momento prima ero a terra, bloccato, e il momento dopo ero solo, al buio, senza niente intorno a me...
Realizzai di trovarmi in un luogo che doveva essere una specie di corridoio, lungo. Solo un rumore era percepibile nell'aria nell'eco di quell'oscurità...
Plic...
Un fastidioso gocciolio di sottofondo, continuo, inesorabile. Inquietante.
Plic...
...una goccia...
...poi un'altra...
Cosi, Senza nemmeno accorgermene, avevo iniziato a correre senza sapere dove andavo, seguendo quel suono...
Plic...
...ed eccola li...
...plic...
...la gabbia...
- Grrrrr
...e la volpe...
La volpe a nove code, Kyuubi no yoko, mi fissava attraverso le sbarre. «Grrrr! Uchiha!» ringhiò poi «Uchiha! Tuuuuu...»
Rimasi freddo. Niente passi falsi. «Dov'è Naruto?» primo passo falso... poteva usarlo a suo vantaggio
La volpe ghignò mostrando possenti zanne.
«Rispondi!» non mi lasciai spaventare... imprudente...
Poi lo sentiii. Un lamento soffocato... di lacrime. Mi voltai e ti vidi.
«Naruto...» sussurrai.
«Sas'ke?» mi guardasti «Sas'ke? Che ci fai qui? Pensavo fossi un sogno!»
In piedi davanti a me, nel buio dei meandri della tua anima, o ovunque diamine fossimo, c'era forse Naruto?
No. Come non eri il vero Naruto il giorno prima, quando ti avevo rivisto per la prima volta dopo anni...
No, non eri quel ninja sorridente che rompeva sempre le scatole a tutto e tutti. Il compagno insopportabile, iperattivo, avventato, coraggioso, leale... compagno... quello che nonostante tutto sentivo... importante?
No. Davanti a me c'era un ragazzo, un uomo, distrutto. Debole, che non sorrideva, non sorrideva veramente, di un sorriso sincero, da molto, troppo tempo. Dove sono finiti quei sorrisi da dodicenne che amavo?
- Sono qui per te, baka!
Ed eccolo, il tuo sorriso. Amaro, finto. Mi fece ancora più male. La causa di tanta sofferenza ero io, per la gran parte. Col mio tradimento e tutto il resto... Ma non solo io... Kyuubi...
Mi voltai verso la volpe. «Da adesso in poi» dissi minaccioso «non ti permetterò più di fargli del male!»
Come risposta ottenni una sonora risata. «E dimmi, Uchiha» ringhiò poi «chi ha fatto soffrire Naruto per tutti questi anni lasciandolo solo? E lui che ti considerava un fratello.»
Era vero...quello che aveva detto era dannatamente vero... ma la mia vendetta... vendetta...
«Sasuke non ascoltarla!!» tu... dovevo essere io a difenderti da Kyuubi non tu...
«Naruto...» ripresi coraggio e mi voltai di nuovo verso la gabbia.
Puntai il mio sharingan su Kyuubi. Ero determinato come non mai. Mi bastava guardarti per ottenere nuova forza. Eppure...
«Tsk. Non hai ancora capito che contro di me non puoi niente?! NIENTE!!» ringhio la volpe facendosi ancora più minacciosa e poi, ghignando disse: «I tuoi occhi non mi minacceranno più sono più forte che mai!! Pagherai per questo affronto!»
Non capii quello che voleva dirmi, al momento, poi fui investito da una piccola parte di chakra e così come fui li non fui più...
In pochi secondi eravamo di nuovo a casa tua...
«Ma cosa... Sono stato io?» ti guardasti attorno notando in che stato era la tua casa. Una sola parola: caos!
All'improvviso sentii una fitta lancinante all'altezza degli occhi. Fu così forte che dal dolore caddi in ginocchio reggendomi la testa tra le mani.
«Sasuke che hai?» ti avvicinasti a me, preoccupato.
Era come se nella mia testa ci fosse qualcuno che si divertiva a pungere il mio cervello e gli occhi... era come se andassero a fuoco.
«Sas'ke!»
Alzai lo sguardo. La vista appariva e scompariva. Ti vedevo accanto a me poi non c'eri più. La vista...
«Che ti succede? Sasuke che hai? Stai male?»
...appariva...
«Naruto, io... » tentai di alzarmi inutilmente.
...scompariva...
Irrimediabilmente un'altra fitta di dolore mi fece barcollare. Per fortuna c'eri tu a sorreggermi.
...appariva...
«I miei occhi!» -urlai.
...scompariva.
«Che hanno i tuoi occhi Sas'ke!?»
Aspettai qualche secondo per vedere se la vista ritornava, ma niente. Inutile. «Non vedo niente... non vedo più niente!» buio era tutto buio
Realizzai di essere cieco... CIECO!! E lo avevi capito anche tu. «È colpa mia...» mi dissi «Sasuke perdonami!»
- Dobe - sussurrai. Senza ottenere il solito "teme!" come risposta.
Mi sentivo frustato. Strano, perché in quel momento mi sentivo tremendamente così non per il brutto tiro che mi aveva fatto Kyuubi rendendomi cieco e rendendo inutilizzabile il mio Sharingan, ne per me. No. Il mio pensiero fu questo: avrei potuto esserti di aiuto così? Era rivolto a te. Era come se ti avessi tradito, di nuovo. Se non altro eri tornato in te... Ma per quanto?




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Capitolo 4
*** La stessa cosa ***


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Buio... intorno a me soltanto buio.
E quella sensazione di inutilità...
Aprii gli occhi cercando di ricordare cosa fosse successo e capire dove mi trovavo.
Peccato che non riuscivo a vedere niente...
Sbattei le palpebre niente.
Come mai? Ah, si... ero cieco!
Cercai di alzarmi, ma mi faceva male la testa. Decisi di non muovermi.
Dov'ero? In un letto... fin qui c'ero arrivato! Quindi dovevo essere svenuto... Ma dov'ero? Ero ancora a casa tua? Molto probabilmente si.
Richiusi gli occhi. "E ora? Che si fa? Pensa Sasuke, pensa!"
Sentii che c'era qualcun altro nella stanza. Si sentiva un leggero respiro affannato. Tenni gli occhi chiusi e aspettai...

Naruto era dall'altra parte della stanza. Non si era accorto del risveglio dell'altro.
Era seduto sul pavimento con la schiena appoggiata al muro e aveva la testa stancamente abbandonata all'indietro. Teneva gli occhi chiusi e stava cercando di regolarizzare il respiro che si era fatto un po affannoso.
Konohamaru usci dal piccolo bagno tenendo in mano un asciugamano bagnato che porse al biondo che lo prese senza alzarsi e lo usò per rinfrescarsi il viso.
Ogni volta che si lasciava sopraffare dalla volpe a nove code in lui rimaneva una sensazione di caldo bruciante su tutta la pelle.
«Stai meglio?» il ragazzo si sedette vicino a lui.
«...»
«Ehy! Non fare così!» disse Konohamaru corrucciato «Non è da te fare l'indifferente...»
«Perché sei sempre qui?» il biondo temeva che Konohamaru venisse a fargli visita perché si sentiva in colpa per quello che era successo mesi prima nella foresta... quando aveva ucciso quei ninja e Yamato... e Tsunade...
«Eh? Perché vengo qui? Per te, no? Sei il mio maestro! Perché... forse non vuoi che vengo?»
-... Naruto non lo guardò, ma rivolse il suo sguardo in direzione del suo letto dove l'Uchiha sembrava stesse dormendo.
Konohamaru capì cosa stesse provando il biondo. «Non è colpa tua.» disse ottenendo in risposta un pesante silenzio.

Konohamaru, non sapendo cos'altro aggiungere, lascio cadere la questione. «Senti,» esordì poi «io vado ad informare L'Hokage su quello che è successo.»
Naruto fece un piccolo sorriso poi guardò il suo allievo prediletto con sguardo malizioso. «E poi magari fai uma visitina ad una certa Hyuga...»
Konohamaru diventò tutto rosso e l'immagine di una ragazza dai capelli neri e gli occhi bianchi gli si affaccio alla mente con prepotenza» Veramente... io e Hanabi... ecco noi non... veramente...» mentre lo disse si grattò la testa mostrando un sorriso sornione. A Naruto sembrò quasi di guardarsi allo specchio.
«Certo certo!» il biondo sorrise poi riprese la sua espressione assente.
«Cooomuuunquuee...» Konohamaru era deciso a far sorridere il suo mito decaduto «... se vuoi posso passare da Ayame e ti porto un po di ramen... »
Lo sguardo del biondo s'illuminò per un attimo «Col miso?» chiese speranzoso.
«Certo!» Konohamaru si alzò «Porzione extra! Peccato che non puoi uscire altrimenti avremmo potuto andare alle terme a... no meglio di no, senno Hanabi mi uccide!»
Intanto l'umore del biondo era di nuovo sottoterra.
«Facciamo così! Due ciotole di ramen col miso formato XXL! Che ne dici!?» continuò Konohamaru agitando due dita sotto il naso del biondo che sorrise.
«Allora sbrigati! Ho una fame!»
L'Uchiha che in realtà non dormiva sorrise, era bello sapere che tra le tante cose alcune rimanevano sempre uguali...
Konohamaru uscì dalla finestra dimostrando di aver preso tutte le abitudini del suo biondo maestro. Nessuno dei due infatti entrava od usciva in maniera tradizionale. Ecco perché Konohamaru non pensò nemmeno un secondo di usare la porta...

Quando quel rompiscatole se ne fu andato cercai di sedermi e tu ti accorgesti che ero sveglio.
«Sasuke sei sveglio!»
«No, sono sonnambulo.» risposi ironico.
«Stai meglio?» ti sentii più vicino. Dovevi esserti alzato e ora stavi in piedi davanti al mio letto.
«Si» sussurrai
Ti avvicinasti a me, troppo, potevo sentire il tuo respiro caldo sul viso... era piacevole... No un momento!
«Baka, ma che...?»
«Come temevo. Non ci vedi, non è così?»
Ahh, ti eri avvicinato per guardare meglio i miei occhi..
Ti allontanasti rimanendo però sempre accanto al letto. «Mi dispiace.»
«Tu non c'entri. È Kyuubi che... »
«Kyuubi o Naruto che differenza fa ormai? Non lo so più nemmeno io!! Noi siamo la stessa persona!»
«No!» urlai «NON DEVI PENSARLO! NON È AFFATTO VERO!» non so quale fu la tua reazione, ma siccome nessuno dei due ruppe il silenzio che si era creato tra noi decisi di continuare.
«Naruto non è Kyuubi! Naruto è un rompiscatole che aveva un sogno... »
«E una promessa...»
«FAMMI FINIRE! Non è facile per me dire certe cose. Non interrompermi!» feci una pausa poi continuai. «Dicevo... Naruto è quel ragazzo che nonostante tutto è sempre andato avanti ed ha realizzato il suo più grande sogno: diventare Hokage! Kyubbi invece è un demone che non ha sogni, sentimenti o scopi!»
«Ti sbagli, uno scopo c'è l'ha. Lo sai Sas'ke?»
«Dovrei?»
«Il suo scopo è...
la vendetta... »



«Salve Shikamaru!»
«Bau!»
«Wof!»
L'Hokage alzò lo sguardo dal foglio che stava fingendo di leggere mentre in verità pensava ad altro. Questo altro consisteva nelle tensioni con il villaggio dell'erba e alleati. Per fortuna che poteva contare ancora su Suna... e poi c'era il problema di Naruto, che non era di minor importanza.
Davanti a lui c'erano tre membri della Squadra speciale, più precisamente della sezione dei ninja inseguitori.
I tre, anziché portare la maschera sul viso la tenevano legata al collo.
La ragazza aveva la frangia e lunghi capelli corvini che aveva raccolto in un coda alta per praticità.
Aveva gli occhi bianchi e la maschera che portava legata al collo raffigurava un gatto bianco con delle striature azzurrine. La presenza delle striature proprio di quel colore stavano ad indicare che la ragazza, all'occorrenza, poteva rivelarsi un abile ninja medico.
Il suo nome era Hinata Hyuga.
Il ragazzo vicino a lei era un tipo dai capelli castani e gli occhi neri dai leggeri riflessi dorati.
Sul viso, precisamente sulle guance, aveva due tatuaggi color cremisi a forma di zanna che gli conferivano un aspetto selvaggio, ma allo stesso tempo affascinante.
Legata al collo vi era la maschera di un cane bianco dalle orecchi marroncine molto simile ai due cani che erano accoccolati al suo fianco.
Il suo nome era Kiba Inuzuka.
I due cani erano un enorme cagnolone bianco di nome Akamaru e un cagnolino grande quanto la testa del più grande che sonnecchiava, appunto, sella testa del più grande.
Il cucciolo, anzi la cucciola, si chiamava Lara e faceva parte della cucciolata di Akamaru e della cagnetta Lavi. Lara era uguale ad Akamaru con l'unica differenza che aveva una macchia marroncina intorno all'occhio sinistro e la punta della coda marroncina.
L'ultimo componente era anch'esso castano e portava un paio di occhiali dalle lenti scure.
Con la maschera sempre al collo, che ricordava un coleottero, si copriva la parte inferiore del viso.
Il suo nome era Shino Aburame.
«Completata con successo.» rispose quest'ultimo.
«Io non l'avrei considerata neanche di livello S... mah...» aggiunse Kiba.
«Bene potete andare.»
«Ehm» cominciò Hinata leggermente a disagio «mi chiedevo se... ecco... si, insomma...»
Kiba non ce la fece più ed esasperato dalla timidezza della ragazza fini la frase per lei «Insomma tutti noi ci stavamo chiedendo se un certo baka era tornato da una certa missione... insomma sono mesi che è via...»
oolo Shino si accorse dell'espressione incerta di Shikamaru e il suo leggeri irrigidirsi.
«No, non ancora.» rispose vago.
«Ma va tutto bene, vero?» chiese la ragazza preoccupata.
«Certo non vi state a preocc...»
In quel momento, come a volerlo smentire, la porta si apri di scatto facendo entrare Konohamaru.
«Shikamaru-sama! È succ...» fortunatamente si accorse in tempo che Shikamaru non era solo.
Shikamaru capì di cosa volesse parlargli e in fretta congedò gli altri in modo da restare solo col giovane Sarutobi.
«Allora?»


E così Kyuubi voleva vendetta...
...vendetta...vendetta...vendetta...
In un certo senso era come me... no non potevo paragonare me, Sasuke Uchiha, con un demone... no!
Però entrambi avevamo rovinato la nostra esistenza e quella delle persone a noi importanti per la vendetta... o almeno era questo che io avevo fatto...
«Vuole vendicarsi di Konoha perché era tutto ciò in cui credeva Yondaime, mio padre, colui che l'ha resa prigioniera... sai io capisco come si sente...»
Sorrisi. Tu non saresti mai cambiato...
Non risposi. Solo un pensiero.
«Destino bastardo!»


«Aaaaaaahhhhh! Finalmente! Mi aspetta una bella dormita! Vero Akamaru?»
«Wof!»
«E tu Lara?»
La cagnetta scodinzolò e abbaiò felice.
«Ciao ragazzi!» salutò Hinata dirigendosi verso villa Hyuga.
«Ciao Hinata! Ci vediamo!» salutarono i compagni.»
Quando la ragazza ebbe svoltato l'angolo Shino si avvicinò al compagno.
«Kiba?» disse «Shikamaru non ti è sembrato un po' strano?»
«In che senso, scusa?»
«Non hai notato che quando abbiamo chiesto di Naruto era piuttosto agitato?»
Kiba rifletté per un attimo «In effetti...»
Shino gli fece un gesto d'intesa e tornò indietro. Kiba sbuffò, fece un gesto ai suoi cani e si diresse verso casa.


«Cieco? Accidenti questo è un problema!» Shikamaru pensò un attimo «Chiamami Sakura e Ino! Vai!»
Konohamaru usci per eseguire l'ordine. Non ci avrebbe messo molto.
Una volta solo Shikamaru si lasciò scappare un sospiro.
«Naruto, non volevi far preoccupare nessuno e non volevi che si sapesse quello che era accaduto quel giorno nella foresta... per ora solo Konohamaru, Sasuke, Ino e Sakura sanno della tua situazione. E ora le ragazze sapranno anche di Sasuke. Non deve saperlo nessun altro. Ma è difficile rispondere da mesi alle domande dei nostri amici mentendo... spero che tutto si risolva presto...»
Si alzò e si avvicinò alla finestra. Getto uno sguardo sui volti scolpiti degli Hokage. Si soffermo sugli ultimi due. Il volto di Naruto e il suo, non ancora completo. «Prima che il mio volto sarà completò tu devi essere di nuovo al posto che ti spetta. Il posto di Hokage... Perché hai scelto me? Perché mi hai dato questa seccatura?»
Un leggero bussare interruppe i suoi pensieri.
Shikamaru tornò al suo posto.
«Avanti!»
Le due migliori ninja medico del villaggio, Sakura Haruno e Ino Yamanaka, entrarono. «Ci ha fatte chiamare?»
Shikamaru prese tempo. Non poteva sapere come avrebbero reagito sapendo del ritorno di Sasuke.
Era il momento...
E intanto, un insetto, in silenzio, obbediente, spiava...


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Capitolo 5
*** Una domanda scomoda... ***




«Sa... Sa... Sasuke? Sasuke è tornato?»
Ci aveva provato a dirlo nel modo giusto...
Ci aveva davvero provato...
Eppure quelle due erano rimaste impietrite... Finché Sakura fece un passo in avanti.
"Adesso esplode..." pensò il Nara.
3
Sakura fece un altro passo.
2
Strinse i pugni
1
Guardò il settimo con sguardo molto, molto arrabbiato.
0
«E QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRCELO?!»
"Ecco appunto" pensò il Nara sconsolato.
La Yamanaka poggiò una mano sulla spalla dell'amica.
«Sakura, calmati!» disse «Ricordati che questo idiota è, purtroppo, sempre l'Hokage!»
Shikamaru sbuffò.
«Adesso sarei pure un idiota... con tutte queste seccature... ma chi me l'ha fatto fare?» si lamentò. Poi i suoi sensi, o meglio, il suo istinto di sopravvivenza, gli fece percepire lo sguardo omicida della ragazza bionda su di lui.
«Oh oh...»
«CON TUTTO QUELLO CHE HAI DA FARE?» gli urlò contro «Ma se non fai altro che sonnecchiare dalla mattina alla sera!» disse avvicinandosi pericolosamente al Nara con un pugno alzato.
Un bussare deciso interruppe l'hokagicidio.
«E adesso chi sarà? Prevedo altre scocciature in arrivo!» sbuffò sconsolato.
Shikaku Nara entrò con una deliziosa pargoletta in braccio.
«Shikamaru riprenditi questo mostro! Non ne posso più!»
Shikamaru si sentì in trappola per l'ennesima volta quella giornata.
«Che è successo stavolta?»
«Ha ingoiato due pedine dello shoji!»
Shikamaru guardò la piccola esasperato. Quei vispi occhietti verdi ricordavano pericolosamente quelli inquietanti della madre. Però, come quelli di Temari, anche quelli di Shirako erano così dannatamente dolci e lui non sapeva resisterle.
«Shirako, che combini!! Vieni da papà!»br> Ino tratteneva a stento le risate, ma appena il Nara più grande uscì si lasciò andare e cominciò perfino a canzonare il suo vecchio compagno di squadra che stava spupazzando la figlioletta di due anni.
Shikamaru si sentì leggermente a disagio.
«Sentite perché non andate?»
Durante tutta la scena Sakura era rimasta seria. Forse nemmeno si era accorta dell'entrata in scena della piccola.
Ino la dovette risvegliare dai suoi pensieri e poi insieme uscirono lasciando solo il povero Shikamaru.
«Nghe!»
...o quasi...
Intanto, poco lontano, un ragazzo che indossava un paio di occhiali neri e spessi, veniva messo al corrente di tutta la faccenda da uno dei suoi insetti.


«Perché sei tornato?»
Eccola la domanda scomoda. Certo non potevo cavarmela con un semplice "non lo so". Ma era proprio quella la verità.
«Insomma ho passato anni della mia vita a cercare di riportarti indietro...»
«Ma, inesorabilmente, fallivi...»
«E ora, di punto in bianco sei tornato come se niente fosse... io non capisco!»
Perché, io si?
«Cos'è cambiato... Sas'ke?»
Io. Sono cambiato io, sei cambiato tu, sono cambiati i sentimenti e sono cambiate molte, troppe altre cose. Ma invece di risponderti dissi: «Già, cosa è cambiato... Naruto? Cosa?»
«Sasuke non mi hai ancora risposto.»
No, non chiedermelo di nuovo. No.
«Perché sei tornato?»
Salvato in extremis dal bussare di qualcuno alla porta.
«Konohamaru! Finalmente! Avevo una fa... ah...»




Naruto aveva aperto la porta ma, a differenza di quello che si aspettava, non si era trovato davanti Konohamaru con, finalmente, il suo ramen, ma bensì una ragazza dai capelli rosa che si fece strada in casa.
A Sakura bastò soltanto fare qualche passo per scorgere l'Uchiha, seduto sul letto, con quegli occhi, neri, quei pozzi d'onice che aveva amato anni, troppi, anni prima. Quei buchi profondi di nero straziante, immobili, che non potevano vederla, aperti e fissi su un punto vuoto, che non poteva vedere.
Occhi d'ossidiana.
Vacui.
Spenti
Ciechi.
Come la notte che non può vedere il giorno.
Lo riconobbe come il ragazzo che aveva visto in biblioteca. Era lui. In fondo lo sapeva. Quando lo aveva visto in quella sala aveva trattenuto il fiato. Poi però aveva visto quegli occhi che non erano neri. E Sasuke li aveva di un nero vivo... anche se in quel momento le sembrarono spenti, morti. Ciechi.
Le prudevano le mani.
Una gran voglia di picchiarlo a sangue per tutto quello che le aveva fatto passare...
A lei, che lo amava, anche se da tempo ormai lui aveva perso il posto di riguardo che aveva sempre avuto, nonostante tutto, nel suo cuore.
Ma soprattutto per quello che aveva fatto a lui.
Lei si era arresa da tempo.
Lui no.
Lui soffriva.
Lui che non si era mai arreso
Lui che pur di diventare abbastanza forte per poterlo riportare a casa si era illuso di poter controllare un potere più forte di lui.
Lui che anche se era dive tato Hokage ostentava una falsa allegria e mangiava sempre meno...
Eppure lui continuava a sorridere sempre e comunque.
In fondo doveva essere felice, era diventato Hokage...
Un sogno, un sogno che forse per Naruto non contava più ormai...
Un corpo debole non è in grado di controllare la sua forza...
Un Naruto in forma già doveva state molto attento quando ricorreva a Kyuubi...
Ma un Naruto che soffriva... che non mangiava... non dormiva...
E poi l'incidente.
Tsunade e Yamato uccisi da Kyuubi.
Sensi di colpa.
Rifiutare l'incarico di Hokage per partire da solo, in un viaggio di allenamento, o meglio, di riflessione.
Per poi tornare al villaggio sconvolto per aver ucciso ancora, perché Kyuubi sembrava avere la meglio.
Shikamaru che non sapeva cosa fare. Naruto che voleva essere rinchiuso.... qualsiasi cosa per fermare quel demone assetato di sangue...
La decisione di nasconderlo da tutti, dagli amici.
Shikamaru che le affidava il compito di "tenerlo in vita", "non fargli fare pazzie" ma prepararsi al peggio. Al dover intervenire se...
Però, il ritorno di Sasuke non poteva sopportarlo.
Eppure Shikamaru le aveva detto che lui avrebbe potuto aiutare, in qualche modo, forse, Naruto.
Solo questo.
Solo questo la tratteneva dall'ucciderlo all'istante.
«Sakura, che ci fai qui?» la voce del biondo la riportò alla realtà.
«Volevo vedere se era vero che era tornato.»


Voleva vedere se era vero?
Come biasimarla, sembrava strano anche a me essere lì.
Ma in fondo la notte non può tradire l'alba. In fondo non lo ha mai fatto.
Cosa c'entra? Non lo so.
Ero cieco e non vedevo altro che tenebra.
In fondo nelle tenebre ci avevo vissuto.
Inoltre lo sharingan mi aveva già dato problemi alla vista, ma cieco del tutto mai.
In fondo era da quando avevo poco più di dodici anni che vivevo nel buio.
Nelle tenebre, fredde, e nell'odio.
Poi un giorno Juugo è morto e il segno maledetto ha iniziato a impazzire per scomparire dopo pochi mesi.
Da allora in parte mi sono sentito meglio. Libero.
Come prima di quel fatidico giorno alla foresta della morte, prima di Orochimaru, della valle dell'epilogo, prima della morte di Itachi per mano mia, dell'attacco a Konoha e degli anziani, uccisi uno per uno sotto la mia furia. Anche quel Danzo, che scoprii essere stata la causa di tutto.
Ho aperto gli occhi e visto la luce. La tua. Ed è forse per questo che ho deciso di tornare.
Sentivo gli occhi di Sakura puntati su di me.
Cosa provava? Rabbia? Odio?
«Domani tornerò. Ho ricevuto l'ordine di occuparmi io dei tuoi occhi.»
Fredda e distaccata. Brava Sakura.
«Intesi?»
Se pretendeva che facessi conversazione, che le dessi delle spiegazioni, si sbagliava di grosso. Ma aldilà delle mie più rosee aspettative, così come era arrivata, girò i tacchi e uscì.
Strano che in biblioteca non mi avesse riconosciuto.
La gente si affida troppo ai caratteri somatici per riconoscere le persone.
Io so che, cieco o non cieco, ti avrei riconosciuto ovunque, Naruto.
Mentre lei non mi aveva riconosciuto solo perché il colore degli occhi era diverso.
E pensare che una volta mi disse che mi amava.
Rimasi in silenzio e notai che anche tu non accennavi a parlare.
Naruto e silenzio nella stessa frase. Cacofonico.
Un silenzio che non ti si addiceva.
Provai a rompere quella cacofonia
«Naruto...»
Tu ti sedesti sul letto, al mio fianco.
«Che c'è?»
Mi dispiaceva essere cieco. Non potevo rivedere quegli occhi color cielo. Anche se sapevo che in quel momento vi avrei scorto un cielo ombroso, di pioggia. E non quel cielo azzurro che di solito erano i tuoi occhi.
«Niente.»
Sentii un peso sulle gambe. La tua testa. Ti eri appoggiato a me. Sorrisi dentro di me e ci addormentammo così, dimentichi per un attimo della situazione.

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Capitolo 6
*** Un legame mai spezzato ***


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Konohamaru camminava nella sera con dietro un Anbu, uno di quelli che facevano la guardia all'appartamento di Naruto. Konohamaru ne aveva approfittato per un piccolo favore.
L'Anbu infatti stava portando sei contenitori e Konohamaru altre sei. Il nuovo servizio take-away di Ayame Ichiraku.
«Meno male che Ayame-san mi ha fatto lo sconto e pure in orario di chiusura! Se sapesse che sono per Naruto non ce le farebbe nemmeno pagare!»
L'Anbu restò in silenzio.
«Possibile che sei sempre così silenzioso! Non fai nemmeno più battute sarcastiche!»
«Avrei una domanda invece.» chiese l'altro da sotto la maschera.
«Dimmi.»
«Come diavolo fa piccolo-pene-daime a mangiare così tanto, di punto in bianco?»
Konohamaru rise. «Ma Sai! Non sono solo per lui! Anch'io ho un certo languorino e poi... e poi non credo che ne mangerà molto. Anche se da quando é tornato Sasuke ha ricominciato a mangiare quasi come prima.»
«Sasuke...» ripeté Sai.
«Siamo arrivati. Meglio che tu vada.»
Sai lasciò le sue sei ciotole al più giovane e sali su un tetto li vicino, dando il cambio ad un altro Anbu che, silenzioso nella notte, saltando di tetto in tetto, si diresse al palazzo dell'Hokage per l'ultimo rapporto del giorno.


Shikamaru si era addormentato sulla scrivania. Nei suoi sogni rivide gli avvenimenti degli ultimi tempi che lo avevano cambiato. Le immagini si susseguivano. Pezzi di frasi dolorose e altre felici. Rivide la partenza di Naruto il giorno dopo "l'incidente".
(flashback)

«Devo andare» gli aveva detto «andrò al monte Myoboku e troverò un modo per controllarla. E poi li non potrò fare del male a nessuno.»
«Ma sei l'Hokage! E il villaggio? Che farai?»
«Ci sarai tu.»
«Cosa?»
«A presto settimo hokage»

e così adesso era Shikamaru l'Hokage di Konoha... ma lui sapeva che quel posto era solo in prestito perché Naruto sarebbe tornato... Un mese dopo, però, capì che non era così semplice...


« Naruto! Sei tornato!»
«Shikamaru... tu devi fermarmi... Kyuubi... non riesco a controllarla! Appena può prende il controllo e uccide. Uccide con le mie mani!» quello che aveva davanti non era più Naruto.
«E che cosa dovrei fare...»
«Rinchiudimi, esiliami, uccidimi... quello che voi ma Kyuubi non deve far del male ad altre persone. Non deve.»

E così Shikamaru Nara era diventato Hokage. Un Hokage che sentiva di non essere in grado di compiere scelte difficili come quella che forse, avrebbe dovuto prendere a discapito di in amico. Ma non era solo perché aveva qualcuno che gli dava la forza ogni volta che rincasava...


«Forse non ha capito bene "signorsettimohokage". Io vengo a vivere a casa TUA. A Konoha. Con TE.»
«Ma...»
«E NON OSARE contraddirmi!»
«Sei una seccatura...»
«Ehy...»
«Fammi finire. Sei una seccatura, la mia, dolce, unica seccatura.»


E un anno dopo, stava cercando una soluzione per Naruto quando Sakura era entrata di corsa nell'ufficio.


«Sakura?»
«Temari... si è sentita male.»
«COSA?»
« Le si sono rotte le acque!»
La nascita di Shirako... la risognò tutta... c'erano tutti i suoi amici. Tutti tranne uno...
«Naruto.»
«Shika! Che ci fai a casa mia?»
«Sei dimagrito... stai bene?»
«Certo!»
«Sai, oggi Tem ha partorito.»
«Sono felice per te!»
«C'erano tutti. È un anno che sei qui. Forse avrebbero il diritto di sapere...»
«No. Sarebbe tutto più difficile lo sai. Come si chiama tuo figlio?»
«Shirako. È una femmina.»

«Anche se di poco, hai rotto la tradizione dello "Shika"! Ahahah!»
"Prima o poi uscirai da quest'appartamento senza timore che la volpe faccia qualcosa. Giocherai con mia figlia e rivedrai tutti i tuoi amici."
E adesso anche Sasuke.
«Lo salverò.»
«È quello che voglio che tu faccia, Uchiha.»


«HOKAGE- SAMA!? SI SVEGLI!»
Shikamaru aprì gli occhi.
«Shiho? Che c'è!?»
La ragazza si sistemò gli occhiali. «C'è un Anbu che deve consegnare un rapporto.Bussava da un po', e ha attirato la mia attenzione, come sua assistente mi sono permessa di entrare a svegliarla.»
«Fallo entrare.»
L'Anbu entrò e consegnò il rapporto della sua missuone.
«Chi è rimasto di sorveglianza da Naruto?»
«Sai e la sua Squadra.»
«Bene.»
L'Anbu sparì lasciando Shikamaru da solo.
«Un momento! Che ore sono? Meglio andare a casa, altrimenti chi la sente Temari? Aveva detto che cucinava lei... ehm... quasi quasi dormo qui!»





Era così comodo dormire così
Era così... caldo?
Mi alzai lentamente senza fare movimenti bruschi dato che eri ancora appoggiato a me.
Posai una mano sul tuo viso e sulla tua fronte. Bollente.
«Naruto svegliati! Cos'hai?»
Non potevo vederti ma potevo sentire il tuo respiro affannato e i tuoi lamenti.
«Naruto...»
Misi di nuovo la mano sul tuo viso per percorrerlo delicatamente e trovare gli occhi e li sentii chiusi.
«Ti prego...»
Sentii un ringhio, una voce non tua...
«Maledizione!»
Imprecai mentalmente. Cosa potevo fare?
Provai a scuoterti leggermente poi con più forza. «Apri gli occhi! Dannazione!»
Tsunade aveva rinforzato il sigillo, così aveva detto Konohamaru, ma a quanto pare non era sufficiente. Il sigillo dipendeva dalla tua forza di volontà... ed era proprio quella che Kyuubi era riuscita ad indebolire... e devo dire che gran parte è stata colpa mia...
In quel momento qualcuno bussò. Era Konohamaru col ramen, sicuro. E aveva preso tutto dal suo sensei. Era in ritardo.
Cercai di spostarti per alzarmi. Intanto continuavi a mormorare parole sconnesse poi soltanto ringhi sommessi.
«Naruto? Sasuke? Ci siete? Che succede?»
Chi diamine aveva avuto la stramaledetta idea di chiudere la porta a chiave? Cercai di spostarti in modo da poter alzarmi e aprire confidando che non ci fossero ostacoli tra il letto e la porta, ma appena la posai sulla tua fronte subito ritrassi la mano.
Mi ero... scottato?
«Ma che diamine...?» un comune essere umano non avrebbe potuto sopportare una temperatura cosi alta! Superava largamente la temperatura a cui si poteva sopravvivere!
Ti scostai lo stesso e inciampando ad ogni passo raggiunsi la porta. Fortunatamente la chiave era ancora nella toppa e mi bastò girarla e abbassare la maniglia, poi sperai che Konohamaru facesse qualcosa.



Konohamaru appena fu aperta la porta si accorse subito che il suo sensei stesse male e fece cadere i contenitori di ramen. Si lamentava e si vedeva che stava male e i baffi si erano infoltiti e le unghie erano diventate artigli. Presto anche i canini si sarebbero allungati e quegli occhi si sarebbero aperti, rossi.
«Uchiha che è successo?»
«E che ne so!» rispose il moro «Fai qualcosa, no?»
Konohamaru si riscosse e prese subito un asciugamano dal bagno e, dopo averlo bagnato lo mise sulla fronte del biondo. Pochi secondi e il calore l'aveva già asciugato.
«Eppure oggi ha perfino mangiato... non è debole... ha anche dormito. Dovrebbe riprendersi se solo riuscissi a svegliarlo...» borbottò il giovane Sarutobi. Sasuke a tastoni si avvicinò al letto. «Dobe mi ci costringi tu.» dopo aver capito dove si trovasse il viso del biondo gli diede un sonoro schiaffo.
«DOBE SVEGLIATI IMMEDIATAMENTE! TU SEI PIÙ FORTE DI QUELLA VOLPACCIA!» urlò sotto lo sguardo sbigottito di Konohamaru che era rimasto a bocca aperta. Alla fine però sorrise quando vide gli occhi dell'ex-hokage aprirsi, azzurri, i baffi tornare normali e gli artigli scomparire.
«Sas'ke? Teme... perché mi hai dato quello schiaffo?»
Il teme in questione, appena senti la voce del biondo represse il forte impulso di gettarsi tra le sue braccia. Naruto si sedette sul letto ormai ripreso. Si riprendeva in fretta anche se era un po' stanco e accaldato. Guardò prima l'Uchiha e poi Konohamaru e infine notò la porta e i contenitori che Konohamaru aveva lasciato cadere.
«RAMEN!» Konohamaru rise e anche l'Uchiha non riuscì a reprimere uno stiramento di labbra alla voce allegra del biondo.
Qualche minuto più tardi i tre erano seduti al tavolo a mangiare, come se nulla fosse accaduto. O perlomeno fingevano che non fosse accaduto.
«Sai... - cominciò Konohamaru rivolto all'Uchiha parlando a bassa voce in modo da non farsi sentire dal biondo, impegnato, con la faccia interamente nella ciotola, a divorare il suo piatto preferito «sembra che da quando sei tornato abbia ritrovato l'appetito.»
Sasuke non si mosse, ma quando pose la domanda la voce era incrinata, sia per la recente preoccupazione che per la sorpresa. «N-non mangiava prima?»
«Solo se costretto. A volte perfino imboccato.»
«Cheg chomp avetghe da boffonchiarghe voih dhue?»
«Naruto...» lo rimproverò l'Uchiha «e tu saresti stato l'Hokage? Non si parla con la bocca piena, dobe.»
«Teme. Non mi vedi quindi...»
«Ti sento testa quadra. E fai schifo.»
Mentre i due litigavano Konohamaru sorrise. Quell'Uchiha era importante per il suo sensei. Solo la sua presenza era positiva. Dopo l'incidente Naruto non era a suo agio con nessuno. Abbassava lo sguardo e si sentiva dannatamente in colpa e si chiudeva in se stesso come se sentisse di non meritare le loro attenzioni. E Kyuubi ne approfittava girando la situazione a suo vantaggio e, insistente, ogni giorno lo trascinava nel suo buio.
Ma, nonostante Sasuke Uchiha fosse un traditore, nonostante avesse cercato di ucciderlo molte volte, nonostante avesse attaccato Konoha, la sua sola presenza sembrava aver riportato luce e serenità, sebbene in minima parte, nel cuore del biondo. Eppure guardandolo, era difficile associate Sasuke alla luce. Era più facile associarlo alle tenebre. Guardandoli battibeccare Konohamaru si rese conto che anche Naruto aveva un influsso positivo sull'Uchiha.
Sasuke forse ancora non lo sapeva, ma il legame che aveva tentato per anni di spezzare si stava riformando più forte di prima. Anzi, quel legame, forse, non si era mai spezzato...

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Capitolo 7
*** Dobe piccolo pene ***


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La notte passò senza altri problemi. Dopo che le dodici, anzi nove, tre erano cadute non so quando, ciotole di ramen furono svuotate, e io ne avevo mangiata una scarsa, sia tu che Konohamaru vi addormentaste.
Ma non aveva una casa quel moccioso?
Comunque, vuoi perché voi due nel sonno facevate un poco piacevole concerto, vuoi per i tanti pensieri, rimasi sveglio, con le orecchie tese per studiare il tuo respiro irregolare, il tuo leggero russare, pronto a intervenire al minimo lamento, al minimo segnale che facesse capire che il demone avesse intenzione di prendere il sopravvento.
Cosa che per quella notte non avvenne.
Cosi arrivò mattina e, anche se non lo davo a vedere, mi sentivo a pezzi.
E in più quel giorno ci sarebbe stata la visita e Konohamaru avrebbe dovuto accompagnarmi, anche se non ero d'accordo. Mi sarei orientato in qualche modo, insomma oltre la vista avevo tutti gli altri sensi, no?
Ma visto che in casa evitavo a fatica di sbattere, decisi che sarebbe stato più dignitoso essere guidato da un moccioso, invece che andare a sbattere e urtare chiunque rischiando che si venisse a sapere del mio ritorno.
Però sia io che Konohamaru pensammo che qualcuno doveva restare con te, per qualsiasi evenienza.
Cosi quel moccioso se ne usci con una frase che mi venne voglia di spedirlo in un'illusione, chissà magari se avessi potuto vedere e usare lo sharingan lo avrei fatto davvero.
«Naruto, ti dispiacerebbe se Sai venisse a trovarti?»
Sai? Il mio sostituto? Quel tipo dal sorriso falso? Ex root?
«Ok. Affacciati e chiamalo!»
"Affacciati e...? Allora è uno dei sei Anbu che sorvegliano l'appartamento..." c'era da aspettarselo che tu lo sapessi. Shikamaru non me lo aveva detto, ma da quello che mi aveva fatto capire era ovvio.
Solo mi stupii del fatto che lo dicessi con tanta leggerezza...
Konohanaru aprì la finestra, sentii qualche rumore e capii che doveva essere entrato qualcuno.
«Naruto, Konohanaru.... Uchiha.» salutò Sai.
Cos'era quella punta di disprezzo nel pronunciare il mio cognome?
«Sai, io e Sasuke usciamo ti va di restare con Naruto?»
« Certo, sarei Felice di tenere compagnia a piccolo pene!»
«Sai, non imparerai mai, Vero?»
«Sono più di sei anni che ti chiamo così. Come si chiamano queste? Ah sì... "abitudini". Giusto, dobe piccolo pene?»
Dobe? DOBE?
«Tra te e Sas'ke non so chi sia quello con cui valga meno la pena di litigare!»
«Non mi paragonare a quel tipo.» feci io. Era ufficiale, lo odiavo.
«Meglio che andiamo... eheh ...dai Sasuke che poi arriviamo in ritardo.»
A parte il fatto che Sakura aveva detto "domani" e non aveva dato indicazioni sull'ora e quindi non potevamo arrivare in ritardo, seguii Konohamaru fino alla porta, o meglio mi mi ci guidò lui. Poi il moccioso si fermò e disse: «Dobbiamo camuffarti però, non possiamo rischiare.»
Beh visto che quando ero tornato nonostante il colore degli occhi Shikamaru mi avesse riconosciuto, mi sembrò una buona idea...

Konohamaru e Sasuke camminavano per le vie di Konoha. Konohamaru aveva costretto l'Uchiha ad indossare un mantello chiaro col cappuccio, ignorando che fosse estate e che soltanto uno come Shino osasse andare in giro vestito in quel modo.
Konohamaru guidava il moro col braccio. All'inizio avevano attirato qualche sguardo visto come era conciato l'Uchiha e il fatto che Konohamaru lo guidasse, ma gli abitanti di Konoha erano abituati a simili stranezze. In fondo avevano avuto Naruto Uzumaki come sesto Hokage, quindi ormai erano avvezzi ad ogni sorta di avvenimento strano, e conoscendo Konohamaru come allievo del loro Rokudaime, non ci fecero troppo caso.
Arrivarono all'ospedale verso le dieci. Si sedettero su una panca in corridoio aspettando che Sakura fosse libera dai suoi pazienti.
Mentre stavano aspettando Sasuke sentì dei passi leggeri e quando udì una voce di donna capì di avere davanti il ninja medico più abile che si fosse mai visto, dopo la grande Tsunade.
«Seguitemi.»
Konohamaru prese il braccio dell'Uchiha che resistette all'impulso di scostarsi e di incenerirlo con una tecnica di fuoco e lo seguì. Sakura li condusse in una stanza spoglia. Vi era solo un lettino e dei macchinari ospedalieri.
«Fallo sedere, arrivo subito.»
Per tutta la visita, Sakura aveva deliberatamente evitato di rivolgersi direttamente all'Uchiha.
Solo le parole di Shikamaru, che le aveva spiegato che lo Sharingan avrebbe potuto fare qualcosa per Naruto, le impedivano di mollargli un pugno in quella faccia da traditore, e di ucciderlo con le sue stesse mani per tutto quello che aveva fatto. Dopo essersi congedata, e aver constatato che non poteva far poi molto e che il chakra di Sasuke era come sigillato, uscì e andò a cercare Ino. In due forse avrebbero potuto fare di più.

Shino era distrutto, anche se non si notava. Neanche un osservatore attento avrebbe potuto scorgere qualche espressione dietro quelle spesse lenti scure.
E poi dopo un allenamento di quattro ore con Shibi Aburame chiunque avrebbe il corpo dolente e l'anima sconfitta.
Stava in piedi, appoggiato ad un albero, nel loro vecchio campo di allenamento, a braccia conserte ad aspettare i suoi compagni di Squadra: Kiba e Hinata.
Aveva deciso di renderli partecipi di quanto aveva scoperto, o perlomeno Kiba.
Ma i suoi propositi andarono in fumo quando un ragazzino di circa cinque anni gli si avvicinò correndo e gli si attaccò a una gamba.
«ZIO INSETTO!! Ome tai?»
«Bene, Asuma, ma non chiamarmi zio. »
Se c'era quella peste allora...
«Ehila, Shino!» salutò Kiba.
Ed eccola infatti, dietro Kiba e Hinata, con Akamaru che scodinzolava felice alzando un po' di polvere e la piccola Lara che abbaiava contenta correndole a fianco, la loro sensei, che ormai aveva abbandonato la carriera di ninja da anni: Kurenai Yuhi.
Shino sospirò... Avrebbe raccontato tutto a Kiba più tardi.



La visita, grazie a kami, durò poco.
Sakura si limitò a vedere se la mia pupilla rispondesse alla luce, poi non so cosa abbia fatto ma mi ha spesso toccato gli occhi.
Alla fine ha detto qualcosa tipo trauma e retina. Non ricordo.
Poi ha parlato di un probabile intervento e ha chiuso con: “devo fare altri controlli per sapere cosa fare e soprattutto devo vedere se la tua cecità è parziale o totale e soprattutto se è permanente o, come spero, transitoria.”. La cosa che mi ha seccato più di tutte è che non potrò usare il mio chakra al completo, ma non ho ben chiaro il motivo. Chissà che cosa mi ha combinato quella volpaccia della malora!
Dopo aver aggiunto non so che termini, tipo criochirurgia o roba simile, ci ha detto che potevamo tornare a casa.
L’indomani avrebbe potuto eseguire con calma tutti gli esami necessari.
In poche parole non avevamo concluso niente.
Il fatto che con me c’era Konohamaru e con lei Ino la frenò molto.
Sapevo che voleva dirmi qualcosa.
Lo capivo dal tono della voce.
Ma forse aveva chiamato Ino proprio per evitarlo.
Fatto sta che eravamo, finalmente, tornati a casa. Anche perché mi ero stufato di dover stare attaccato a quel moccioso per evitare di finire addosso a qualcuno. Già davanti alla porta sentii la tua voce e quando Konohamaru aprì la porta…
«Naruto? Ma che diavolo ci fai sopra di Sai?»




Naruto stava sopra Sai in una posizione un po’ equivoca mentre Sai mostrava un sorriso molto plastico e scenografico.
Un osservatore attento però avrebbe capito che non era affatto una situazione equivoca. Anzi.
Semplicemente Naruto non aveva retto all’ennesima battuta sarcastica, e, come spesso accadeva, si era fiondato sul moro per dargliene di santa ragione.
Konohamaru poi, notando il pugno alzato e l’espressione del biondo si mise a ridere.
«Giuro! Ahahaha sembrava che ahahaha che voi…. Si insomma… ahaha sembrava che stesse facendo cose sconce!» li prese in giro.
Konohamaru non se ne accorse, ma con quella battuta fece sorridere Sai, infuriare e vergognare Naruto e sussultare Sasuke…
«Konohamaru! Ma come ti vengono in mente queste cose! Sai non è mica una ragazza!» urlò l'Uzumaki rosso in volto.
Uno sorrise, uno si tenne la pancia dal ridere, l’altro fece un ennesimo sussulto.
«Naruto, così avresti potuto dimostrarmi se ho ragione.» fece Sai
«Eh?»
«Sì, avrei visto se è davvero piccolo!»
Naruto digrignò i denti.
«Uno: l’hai già visto e hai già espresso opinioni indesiderate! Due: ma che cazzo stai dicendo!? Ma io ti ammazzo! Lo capisci o no che non sono gay! E che non è piccolo? Accidenti a te!»
Sai, che si era rialzato venne ributtato a terra dal biondo che aveva tutta l'intenzione di prenderlo a pugni sul serio.
«Aspettate un attimo…» fece Konohamaru. «Quand’è che Sai avrebbe visto…?»
Sai sorrise. «Circa sei anni fa, ero ancora nuovo nel team.» mentre lo diceva non si trattenne da dare una penetrante occhiata a Sasuke, che ovviamente non la vide e non percepì «Yamato ci aveva portato alle terme per farci conoscere meglio. Vero piccol»
«Eh NO! Adesso basta Sai! Se vuoi morire dillo subito!» s'infervorò il biondo simulando l'atto dello strangolamento.
Konohamaru rise di gusto «Sai, mi sa che è meglio che torni al tuo lavoro, prima che qui scoppi un'altra guerra ninja!»
Sai annuì e, dopo essere riuscito ad alzarsi, usci dalla finestra sparendo dalla loro vista.

«Sasuke tutto bene?
Il moro era ancora sulla porta con alcune ciocche di capelli che gli coprivano il volto.
«Sas’ke? Teme? We, ci sei?» chiamò il biondo.
Il moro si riscosse e alzò il viso, tentando di dirigere il volto verso la voce. «Nh?»
«Loquace come al solito eh? A proposito! Come è andata la visita? Riprenderai a vedere vero Sas’ke? Vero?» chiese speranzoso il biondo.
Sasuke rimase impassibile alle sue domande rispondendo solo con un grugnito infastidito.
«Sakura non lo sa, deve fare altri esami.» rispose per lui Konohamaru.
Il biondo abbassò lo sguardo sentendo un peso sullo stomaco. Era stata la volpe a portare via la vista a Sasuke, quindi anche lui era colpevole.



Mi sentivo strano.
Arrabbiato, forse?
Si un po’.
Sorpreso?
Anche. E non in positivo.
Non avevo mai provato una simile sensazione ma era nata nello stesso momento in cui Konohamaru aveva insinuato che tu e Sai…
Ma non capivo perché mi ero sentito quasi frustrato quando hai detto che lui aveva potuto vedere…
Ma perché non riesco a finire le frasi?
Possibile che… nah…
Ecco l’ho fatto di nuovo. Un’altra frase a metà.
Che ci vuoi fare. In quel momento i miei pensieri si susseguivano l’un con l'altro talmente velocemente che non riuscivo a completarne uno.
Mi sentivo… confuso?
Perché?
Non ne avevo idea.
Mi resi conto che mi ero sentito un po’ deluso quando avevi detto che…
“Ma perché diamine ci sto pensando?”
Accidenti. Quel Sai non lo sopportavo proprio. Come si permetteva di dirti certe cose?
Un momento… io ti dicevo anche di peggio… perché se lo faceva lui mi dava così sui nervi?
Che cavolo mi stava succedendo?
Iniziavo a formulare pensieri su come eliminare Sai…
Konohamaru era andato a comprare qualcosa da mangiare in fondo era quasi ora di pranzo.
Pace e silenzio regnavano nella casa.
Stavamo seduti a tavola. Io e te. In silenzio…
Naruto e silenzio nella stessa frase?
«Sasuke…»
Come non detto. «Nh?»
«Mi dispiace… »
«Per cosa?»
«Per quello che ti ha fatto Kyuubi...»
IO dovevo farlo. Io dovevo dirti “mi dispiace”. Per tante, troppe cose.
«…»
«Sasuke, perché non rispondi?»
«Naruto… io…no niente.»
Sempre il solito orgoglioso. “Mi dispiace” sembravano parole troppo difficili da pronunciare. Troppo umili. Troppo vere.
«Naruto?»
«Nh?»
«Sei troppo silenzioso.»
«…nh…»
«Mi stai per caso imitando?»
«…»
«Naruto, non posso vederti. Ti prego. Almeno fammi sentire che sei qui.»
Come mi era venuto in mente di dire quella frase? Cosa mi passava per la testa?
«Naruto?»
«Non me l’aspettavo una frase così da te, teme.»
Mi morsi il labbro inferiore. Neanch'io me l'aspettavo, ma sembrava che a volte la mia bocca si muovesse da sola e a parlare non fossi io.
«Sas’ke… tu sai che cosa mi è successo… Shikamaru te l’ha detto?»
La tua voce tremò.
«Sì.»
Silenzio. «Dobe?»
Piangevi. Silenziosamente. Ma qualche singhiozzo me lo fece capire.
«Io non volevo fare quelle cose… io non…»
«...»
«Sai Shikamaru non sa tutto quello che è successo. Quando sono partito Kyuubi una notte ha… kami c’erano anche dei bambini! Io non… io ero partito per stare solo… dopo aver ucciso baa-chan e Yamato io dovevo stare solo… ma ero vicino ad un villaggio… una notte… quei bambini… io li ho… come ha potuto Kyuubi farmi fare una cosa simile!?»
Ascoltavo in silenzio. Ogni parola era come una lama. Tu, il ragazzo così solare, che odiava le ingiustizie, come potevi andare avanti con un simile peso?
Dovevo fermare quello sfogo. Dovevo dire qualcosa. La mia espressione non cambiava, forse, ma dentro c'era come un vortice…
Ogni parola era un dolore.
Un dolore perché capivo come ti potevi sentire.
Quando ho ucciso Itachi ho capito molte cose, ho scoperto la verità e ha fatto male.
Ho capito di aver sempre sbagliato.
Ho cercato di vendicarmi sul villaggio.
Quando il segno è sparito ho capito che forse il fato voleva darmi una seconda possibilità... e tornando ho capito quale fosse stato in realtà il mio errore più grande...
A volte provavo anch'io un senso di colpa tale da desiderare la morte.
E per te, così solare, così buono, così sensibile ai problemi degli altri.. doveva essere ancora più difficile.
Continuavi a parlare, la voce incrinata dal pianto e io non sapevo cosa fare.
«Sasuke, forse, se io morissi sarebbe tutto più facile…» amara conclusione.
Quelle parole non sembravano dette dal caso, ma sembravano frutto di lunghe e dolorose riflessioni.
Mi ritornarono alla mente le parole di Konohamaru... tu hai veramente cercato di ucciderti....
«Non pensi anche tu che sarebbe meglio?»
«No.»
Non potevo sentirti dire una cosa del genere.
Però non sapevo che altro aggiungere.
Avrei voluto dirti che ero tornato per te e che se tu fossi morto io ti avrei seguito.
Se tu non ci fossi stato allora…
Non ti sentivo più. Nemmeno i singhiozzi. Non sentivo nemmeno il tuo respiro.
«Naruto? Ci sei ancora? Fai un rumore, parla»
«Kyuubi vuole ucciderti.»
«Cos… cosa?»
«È da quando sei tornato che aspetta l’occasione giusta e ha detto che è adesso.»
Erano... erano azzurri o rossi quegli occhi che avevo davanti?


Shino non era riuscito a dire niente, anche perché non riusciva a intercettare Kiba da solo.
Prima era insieme a Kurenai e al piccolo Asuma, senza contare Hinata.
Poi era sparito e aveva dovuto usare un insetto per rintracciarlo e lo aveva trovato all’ufficio dell’Hokage a pregare per una missione ricordando spaventosamente in modi di fare di un certo biondino, poi, uscito dall’ufficio non aveva potuto parlargli perché dovevano allenarsi e Hinata li aveva subito raggiunti.
Shino non sapeva come fare e mentre, grazie ai suoi insetti evitava l’ennesimo attacco combinato di Kiba, Akamaru e Lara, mentre Hinata stava per attaccare Kiba col Byakugan ebbe come la sensazione che avrebbe fatto meglio a non dire niente.
Finito l'allenamento però, quando ormai era sera e Hinata era già andata a casa, riuscì ad avvicinarsi a Kiba ed allora gli rivelò tutto quello che aveva scoperto.
Kiba negli ultimi anni si era legato molto a Naruto. Avendo un carattere simile però finivano spesso col litigare, ma nonostante ciò erano molto amici.
Quando Kiba aveva confessato al biondo la sua cotta per Hinata, questi l'aveva aiutato e consolato quando Kiba non riusciva a far capire ad Hinata il suo amore.
Hinata ormai non amava più Naruto, non come un tempo. Lo ammirava certo, e tanto. Ma non sveniva più davanti a lui e questo non era certo solo perché era più coraggiosa.
Ormai erano due anni che Kiba ed Hinata stavano insieme, ma quando Naruto era partito entrambi sentivano un po' la sua mancanza.
E ora sapere il perché era andato via, faceva male... «Stai…stai dicendo che è stato Naruto a uccidere Tsunade e Yamato?»
Shino annuì tristemente.
«E che non è mai andato in missione ma… è tenuto sotto controllo a causa sua… al centro del villaggio... e che c’è Sasuke con lui…?»
Shino si limitò ad annuire ancora.
Kiba si appoggiò al tronco dell’albero nel campo di allenamento e si lasciò scivolare fino a terra. Lara, prudentemente, gli si avvicinò e gli leccò la mano. «È assurdo… non ci posso credere! E non ci hanno detto niente! NIENTE!» urlò l'Inuzuka. Akamaru, che stava accucciato ai piedi di Shino, alzò di scatto la testa.
«Kiba immagina se lo scoprissero gli anziani. Non poteva dircelo. Non dovrei saperlo neanche io. Come ti ho già detto ho spiato Shikamaru e per questo potrei essere accusato. Solo che volevo andare a trovare Naruto. Per sapere come sta.»
Kiba annuì. «Avrei fatto lo stesso. Però non possiamo andarci. E non possiamo dirlo a Hinata. Non dovevi dirlo neanche a me. Se mi scappasse qualcosa rischierei di metterti nei guai o peggio pensa se gli anziani lo scoprissero… »
«Te l’ho detto perché mi sembrava giusto. E poi… »
«Poi?»
«Da quello che ho capito Naruto non sta bene e, ripeto, pensavo di andarlo a trovare.»
Kiba lo guardò annuendo anche se un po' sorpreso dal comportamento del compagno.
«CHI SEI E CHE COSA NE HAI FATTO DI SHINO ABURAME!?» urlò rialzandosi in piedi e indicando Shino, una volta realizzato, il quale inarcò un sopracciglio sotto gli occhiali.
«Baka. Non è la prima volta che mi preoccupo per un mio amico.»
«Gomen.» Kiba si rimise seduto alle radici dell'albero «Allora troviamo un modo per andare a trovare il nostro Rokudaime!»
«Il nanaime non deve saperlo.» gli ricordò Shino.
«Ma sì. Shika non lo saprà mai!» guardò Akamaru e Lara e come un lampo di genio Kiba ebbe l'idea giusta per affidare "al caso" la visita all'amico «Sai Shino? Mi è venuta un idea.» Shino in quello stesso istante si pentì di aver mai solo pensato di coinvolgere Kiba in tutta quella storia.
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Capitolo 8
*** Dichiarazioni spezzate a metà ***


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Capitolo 16: *** Dichiarazioni spezzate a metà ***

« Naruto? Ci sei ancora? Fai un rumore, parla. »
«Kyuubi vuole ucciderti, ora. »
«Cos… cosa?»
«È da quando sei tornato che aspetta l’occasione giusta e ha detto che è adesso.»
Erano... erano azzurri o rossi quegli occhi che avevo davanti?


Deglutii a vuoto. Il senso di quelle parole mi roteava furioso nella testa, e non poter vedere era dannatamente frustrante, però nel tuo chakra non percepivo variazioni, quindi… c'era speranza?
« Naruto…»
Un sospiro provenne dalla tua parte, come se tu stessi cercando di calmarti.
«Ma io, Sasuke, non voglio… non so perché…»
Naruto… non sapevo cosa dire. Allungai la mano sul tavolo in cerca della tua.
Inaspettatamente tu la afferrasti con entrambe le mani, portandotela al volto. Potevo sentire la tua guancia sul dorso muoversi mentre parlavi, e facevi dei discorsi strani. Io però in quel momento ero del tutto concentrato sulla mia mano, calda, tra le tue. Probabilmente la sensazione più strana del mondo. Non mi era mai successa una cosa del genere.
«Sai Sasuke, io non sopravvivrei anche a questo, se dovessi morire anche tu…»
Ascoltavo in silenzio l’eco delle tue parole, sorridendo amaro dentro di me. In effetti fin da piccoli, sembrava che qualcosa più grande di noi ci avesse legati profondamente, e non sto parlando della solitudine che provavamo entrambi.
« … io non riuscirei più ad andare avanti. Sto cercando di farla stare zitta. Quando… quando sei qui con me sembra più facile tenerla a bada… Sai, quando te ne sei andato ho tentato di riportarti indietro più volte, senza mai riuscirci. Alla fine tutti hanno iniziato ad arrendersi, anche Sakura, sai? Non ti ama più, non sei più il suo Sasuke.»
«Immagino…»
« Ma io credo di non essermi mai arreso perché tu, per me, sei più di un amico.»
Già, lo avevi già detto. Tante di quelle volte.  «Un fratello.»
«No, non proprio... Ecco, Sasuke… io…»
Realizzai. In fondo potevo capirlo. Avrebbe spiegato molte cose. I pezzi di un enorme puzzle che andavano al loro giusto posto, rendendo il quadro più delineato.
Di scatto tolsi la mia mano ancora stretta tra le tue. «Konohamaru dovrebbe essere già qui.» dissi velocemente, rasentando l'isteria.
«Sas-»
«Riuscirai a sconfiggere la volpe, vedrai.» E pregavo mentalmente che stessi zitto. "Non continuare la frase, non continuare quella frase!"
«Sasu…»
«Perché quello stupido ragazzino è in ritardo? Dove si è cacciato?»


Naruto non emise più un fiato. Era evidente che Sasuke avesse capito esattamente cosa voleva dirgli e che stesse evitando apposta l’argomento.
Stava piangendo, silenziosamente, senza farsi sentire. Cosa credeva? Ancora non gli sembrava vero che Sasuke fosse lì. Sembrava un sogno. Tutto era successo così velocemente. Era troppo debole perfino per esserne felice. Si sentiva da schifo. Un idiota. Sasuke era lì, finalmente. Non avrebbe dovuto rovinare tutto così.
Strinse tra le mani la stoffa dei pantaloni.
Spostò lo sguardo ancora umido su di lui. Ne osservò il profilo fiero e i capelli neri troppo lunghi, rispetto a come se li ricordava. Chissà se il suo vecchio taglio gli sarebbe stato ancora bene.
Deglutì, raccogliendo un po’ di coraggio.
«Sa… Sasuke?» aveva paura di essere interrotto di nuovo. Il moro si irrigidì, ricordando spaventosamente una corda di violino. Continuava a tenere il volto in modo da nasconderlo alla vista grazie alla sua chioma, più lunga di come Naruto la ricordava.
«Ti andrebbe di farti tagliare i capelli? Sì, insomma... di farteli tagliare com’erano prima?»
Sasuke sgranò gli occhi cechi e rimase completamente di sasso dalla quanto mai inaspettata domanda.
«I… capelli?»

Prima stava per dire qualcosa di pesante, una confessione che volevo evitare, non ero ancora pronto per tutto ciò. Mi sentivo confuso. Sentivo il bisogno di cancellare quella conversazione.
Quando poi ha di nuovo pronunciato il mio nome temevo volesse continuare, e, invece, da bravo imprevedibile, se ne esce con i miei capelli?
Che razza di…
«Beh, non che tu non stia bene così, però… così, ecco, così non sei tu. Non sei il m… non sei il Sasuke che conosco.»
Il mio Sasuke. Stava per dirlo. Me lo immagino benissimo anche se non posso vederlo. Così impacciato e buffo. Tenero quasi.
E pensare che questi pensieri li facevo già da prima di lasciare il villaggio, e mi sono sempre sembrati cosi sbagliati.
“Cosa mi sta succedendo? Cosa CI sta succedendo?
Tutto questo non sarebbe dovuto accadere. Non saremmo dovuti arrivare a tanto. Avrei dovuto scoprire la verità su Itachi prima di rincorrere la vendetta. E noi, non avremmo mai dovuto incontrarci. Sono tornato per capire cosa ancora mi spingesse inesorabilmente verso Konoha, ma ora che l’ho capito, è tutto così sbagliato.
Non sarebbe mai dovuto succedere.
Forse se faccio finta di niente…
L’ho ignorato per anni, ciò che mi lega a te, posso farlo ancora.”
«Allora, cosa ne dici?»
«Nh, come vuoi.»
“Devo tornare freddo con lui, possibile che senza il segno maledetto e una volta perso il mio scopo, il mio carattere si sia rammollito così tanto? Eppure al tempo stesso mi sento così forte.
Perché? Perché sono tornato?”
«I capelli sono tuoi, la mia era… era solo una proposta…»
-    nh
“Puoi farcela Sasuke. Sei un bravo attore. Lo sei sempre stato. Anche questo sentimento, per quanto sconvolgente e doloroso sia, verrà nascosto dalla gelida maschera che ormai fa parte di te, Sasuke Uchiha, solo un nome vuoto e freddo.” Perché quei pensieri sembravano così ingiusti anche a me stesso?
Pensieri che  furono interrotti dall’arrivo di Konohamaru. Nel resto della giornata, sia durante il pranzo, sia durante il pomeriggio, e persino a cena, feci finta che quella dannata conversazione non fosse mia avvenuta. Sentivo che eri triste, Naruto, ma ti ignoravo volutamente. Egoisticamente forse. Ma questa “cosa” era troppo per me. Cerca di capirmi…



«Sakura…»
Shikamaru era sorpreso di vedere Sakura a quell’ora, soprattutto perché non voleva scocciature, e una Sakura che entra nel suo ufficio con l’aria di aver visto un fantasma, era di certo una di queste.
«Shikamaru, ho… fatto le analisi a Uchiha, ed è risultato questo.» disse lei mostrandogli una cartella medica contenente alcuni fogli.
“L’ha chiamato Uchiha, Uchiha non Sasuke” pensò per un secondo il settimo Hokage prima di prendere la cartella e dargli un’occhiata.
Quello che lesse lo lasciò un po’ di stucco.
«Cosa vuol dire?» chiese al ninja medico, avendo già intuito la risposta.
«Senza un’analisi approfondita non ci sarei mai arrivata. Pensavo che la causa della cecità fosse la corrosione dovuta al chakra di Kyuubi, o qualcosa del genere.»
«Ma… - la incitò a continuare.»
«Ma questo non è normale! È come se un po’ del chakra di Kyuubi avesse tentato di sigillare lo Sharingan di Sasuke.»
Shikamaru sgranò gli occhi. «Non è possibile, il demone non dovrebbe essere in grado di farlo…!»
«E infatti non lo è! È stata la tecnica di Sasuke. Ha cercato di riportare la volpe al suo posto, ma credo che il demone sia riuscito in qualche modo a…»
«A rigirare la tecnica contro di lui!» – realizzò Shikamaru. «E questo è un bene o un male? Nel senso, ora che lo sai, tu e la tua equipe medica potreste trovare una soluzione…?»
Sakura scosse la testa abbattuta «Non lo so, quella che cercava di usare Sasuke è una tecnica di controllo dello Sharingan, solo lui la sa usare, e solo lui può sapere come scioglierla. Ma non è detto che la volpe non ci abbia messo del suo. Magari ha usato qualche tecnica aggiuntiva o… non so.»
«Però…» fece Shikamaru pensieroso. «se è una tecnica di sigillo o simile, c’è un modo, comunque, per spezzarla…»
«Probabile…» Sakura ci aveva già riflettuto sopra. Ma se questa tecnica esisteva, lei non la conosceva.
«Quindi dobbiamo mettere al corrente anche il padre di Ino della situazione, il suo clan è esperto in tecniche di controllo, mentre per quelle di sigillo, sia Jiraiya, che Tsunade, Yamato e Kakashi sono morti… fantastico… chi ci rimane?»
«Ma Inoichi è sempre membro del consiglio! Non è rischioso?»
Shikamaru sospirò «L’arrivo dell’Uchiha, possessore di una tecnica oculare come lo sharingan, in grado di controllare, seppur in parte la volpe, mi aveva fatto nascere una piccola speranza. Se prima la prospettiva era di controllare Naruto in modo da farlo vivere, che vita poi… ora invece, con Sasuke, sebbene un Nukenin, c’è la speranza di salvarlo o almeno di farlo tornare ad una vita normale. Non mi importa dell'Uchiha, ma lo aiuterò, nonostante ciò che ha fatto. Soprattutto per Naruto. E Inoichi è ancora vivo grazie a Naruto, così come tutti noi.
«Ma il consiglio non sarà d’accordo e benché mi fidi di Inoichi Yamanaka io…»
«Il nuovo consiglio non è mai stato informato per volere di Naruto, perché la situazione era comunque senza speranza,  ma non è come il vecchio consiglio. È un consiglio di ben sette membri. Ricorda che parliamo di Inoichi Yamanaka, il padre di Ino, Shikaku Nara, ovvero mio padre, Choza Akimichi, il padre di Choji, Hiashi Hyuuga, il padre di Hinata, Gai Maito, Shibi Aburame, il padre di Shino e Kontaki Somaki. La maggior parte dei loro figli ha combattuto al fianco di Naruto, ha svolto missioni con lui, ci si è affezionato. E i loro figli sono stati salvati da lui, e anche loro stessi. Mi fido abbastanza da sperare che su sette membri almeno quattro, se non tutti, capiranno che Sasuke è l’unica possibilità di Naruto. Poi decideremo sulla sorte di Sasuke, non mi interessa di lui francamente. Ma so che se Naruto starà bene, sarà lui stesso a salvare Sasuke, in qualche modo. Sai com’è fatto.»
Sakura abbassò lo sguardo. «Sì, Naruto per Sasuke farebbe qualsiasi cosa. È per lui, che lo facciamo.»
Shikamaru annuì, capendo al volo a cosa si riferisse la rosa. «»Sì, e Naruto fosse stato davvero in missione e non in quelle condizioni, probabilmente Sasuke a quest’ora sarebbe sotto arresto. Io sono l’Hokage, e lui è un Nukenin. Ma io non abbandono Naruto, che è il vero Hokage di Konoha, un eroe e un compagno.»
Sakura sorrise. Naruto sapeva conquistare l’affetto di tutti quelli che erano disposti a conoscerlo abbandonando i pregiudizi. C’erano state poche volte in cui Shikamaru si era dimostrato così risoluto.
Una di queste volte era riuscito a sconfiggere e ad uccidere un ninja di livello S, e per giunta immortale.
Sarebbe andato tutto bene, si disse, mentre si congedava e usciva dall’ufficio dell’Hokage.




-«Non funzionerà mai, Kiba. Non sei più un ragazzino, dovresti arrivarci da solo... e Naruto è certamente sorvegliato dagli Anbu. Da quanto dicono i miei insetti c’è una barriera a prova di Byakugan.»
«Mi chiedo solo come possa esistere una barriera così…» disse Kiba mentre addentava una mela, seduto a terra all’ombra di un albero.
«Le conoscenze in questo campo sono aumentate dopo la lotta contro la radice. In fondo Danzo assoggettava tutti con il suo sharingan tanto da riuscire a diventare Hokage.»
«Già…» Kiba lanciò il torso della mela ad Akamaru, poiché era la sua parte preferita del frutto.
«E poi ci sono sempre gli Anbu intorno alla casa.»
«Uuuh, ma tu sei loquace solo per rovinarmi i piani!?» sbottò l’inuzuka, evidentemente esasperato.
«Se sono destinati al fallimento… sì.» ammise l’altro.
Kiba si alzò in piedi a fronteggiarlo. «Ma non mi possono mica dire niente se sarà Lara a finire inavvertitamente nell’appartamento di Naruto.»
«»Sempre che non l’abbattano prima…»
Kiba emise un gridolino sconvolto «NO! Non lo farebbero! È solo un cane!»
«Il riconoscibilissimo abile cane ninja della famiglia Inuzuka. Essere uno degli “eroi”» sputò la parola quasi con disprezzo  «di Konoha vuol dire che sanno tutto di te, Kiba.»
Kiba mise il broncio, e Akamaru e Lara, sintonizzati sulla stessa frequenza del padrone, abbassarono le orecchie.
Shino non amava particolarmente demoralizzare il suo amico. Se c’è una cosa che però aveva capito di lui, era che se era determinato, otteneva quello che voleva, a qualsiasi costo, e spesso però, con lo stesso ragionamento, si buttava nelle situazioni sempre più assurde, seguendo solo l’istinto, più quello animale che quello umano, e quindi poteva cacciarsi in grossi guai.
Quindi, un po’ per il rispetto e la gratitudine che aveva verso Naruto, aveva salvato lui e suo padre, in fondo, durante la guerra contro Madara e contro la radice, e un po’ per l’affetto che lo legava verso i suoi compagni di squadra, tra cui Kiba, decise di aiutare l’Inuzuka cambiando solo di un elemento il suo piano.
«Magari un insetto potrebbe non essere scoperto, anche se non vedremmo di persona Naruto come prevedeva il tuo, ma…»
Kiba gli saltò letteralmente addosso «Grazie Shino!» poi si ricompose appena accortosi del gesto, e si staccò immediatamente da lui. «Ehm, ci sarei arrivato anche io, sai? Dovevi solo darmi ancora qualche minuto.»
«Non ne dubito.» rispose Shino senza dare alla voce alcun tipo di tonalità.
«Dico sul serio!» urlò Kiba, ma l'altro si stava già allontanando. «Shino! Torna qui!»




Ringraziamenti speciali: devo ringraziare i lettori che hanno pazientemente aspettato, e annamariz che mi ha fatto ricordare questa storia ormai finita nel dimenticatoio.
Grazie a lei sono andata a cercarla sul computer, e lo sto portando avanti.
GRAZIE! E anche per aver recensito le altre mie storie, dove ti ringrazierò nei capitoli successivi di queste...
Mii hai fatto ornare la voglia di scrivere questa fic, che io non giudico affatto bella, ma mi divertiva scriverla, e anche adesso. ARIGATOU, è proprio il caso di dirlo XD

e grazie anche a
Emylovely, shadow madness, mikita, Lady Hime,
e Hanabi2000 per aver recensito lo scorso capitolo... scusate sono di fretta...





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Capitolo 9
*** Dubbi e bugie dette solo a se stessi ***


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Capitolo 17: *** Dubbi e bugie dette solo a se stessi ***



-    «Non capisco.» sì, pronunciate proprio da me quelle parole.
Se c’è una cosa che odio è proprio non capire le cose.
Eppure io trovo sempre la soluzione.
A tutto.
Ok, forse a volte è quella che mi fa comodo.
Sono passati abbastanza anni per ammetterlo.
Ma io proprio, quello che mi stava dicendo Sakura, non riuscivo ad afferrarlo.
Ero leggermente distratto da qualcosa.
O meglio da una conversazione che stavo cercando di cancellare.
L’Haruno era arrivata di mattina presto insieme alla Yamanaka, chiedendomi di seguirla in ospedale, mentre la bionda sarebbe dovuta restare con Naruto.
L’avevo seguita, da bravo cagnolino obbediente quale non sono, col rischio di cadere ogni volta che cercavo di allontanarla per non avermela appiccicata addosso.
Se mi concentravo bene le mie capacità ninja potevano permettermi di girare liberamente da solo. Il fatto che abbia quasi preso in pieno un muro non c’entra assolutamente niente, chiaro?
Sottobraccio a Sakura, sottolineiamo, per cause di forza maggiore, arrivai in ospedale e lei mi spiegò la situazione.
Che situazione?
Ed ecco che torniamo al punto di partenza. Ovvero al fatidico…
-    Non capisco.
Sakura cercò almeno di essere più chiara e di procedere con calma, invece di parlare come la pazza isterica quale era, vista la scenata di poco prima.
Così, cambiando metodo, iniziò a farmi lei delle domande invece di spiegarmi.
«Hai usato qualche tecnica usando lo sharingan, mentre eri con Naruto?»
Ripensai al giorno, non molto distante, in cui la mia vista se ne andò a farsi benedire del tutto per colpa di quel coso codato che han messo in Naruto.
 «No.» risposi.
«No?» fece lei, molto scettica.
«  No. Ho attivato lo sharingan per minacciare la volpe. Se ho attivato qualche tecnica devo averlo fatto non intenzionalmente.»
«Probabile. Ma questo complica le cose.»ammise lei.
Sospirai. Ora che altro mi avrebbe chiesto?
«  Esattamente… cosa è successo dentro… si insomma… dentro Naruto?»
“Sasuke, non pensare al doppio senso intrinseco in questa frase” mi dissi.
«  Non lo so con precisione. Ho guardato negli occhi Naruto con lo sharingan attivo e mi sono ritrovato in una…» feci una pausa cercando la parola.
«  In una?» incalzò lei, totalmente priva di pazienza.
«Prigione? Non so c’era un corridoio nero con uno strano gocciolio e una gabbia col demone.»
Stette in silenzio, come pensierosa «Gocciolio? …Una gabbia? Com’era esattamente?»
Come voleva che fosse una gabbia? «Fatta di… sbarre?» ironizzai.
«Si ma… c’era qualcosa di particolare?»
«Oltre a una volpe gigante all’interno?» risposi, poi mi venne in mente una cosa «Aspetta… Ora che ci penso c’era una pergamena. Credo fosse una specie di sigillo. Ma era molto rovinata. Non si leggeva più. Poi ce ne era una più piccola, come a voler rinforzare la prima. Ma era quasi completamente distrutta.»
Ci fu un lunghissimo momento di silenzio.
«Ah,» esordì poi « e inseguito che cosa hai fatto?»
«Ho guardato in giro e ho trovato Naruto. Era piuttosto spaventato, ma quando mi ha visto si è rassicurato.» evitai accuratamente di aver pregato che mi sorridesse. Così come di aver pensato di avere nostalgia dei suoi sorrisi da dodicenne, che, pensai proprio così, tanto amavo. Stetti in silenzio per un tempo infinito ripensando ai pensieri di allora, capendo che sono stato uno stupido a non accorgermene prima…

“Davanti a me c'era un ragazzo, un uomo, distrutto. Debole, che non sorrideva, non sorrideva veramente, di un sorriso sincero, da molto, troppo tempo. Dove sono finiti quei sorrisi da dodicenne che amavo?
«Sono qui per te, baka!»
Ed eccolo, il tuo sorriso. Amaro, finto. Mi fece ancora più male. La causa di tanta sofferenza ero io, per la gran parte. Col mio tradimento e tutto il resto... Ma non solo io... Kyuubi...
Mi voltai verso la volpe. «Da adesso in poi» dissi minaccioso «non ti permetterò più di fargli del male!!»”

Era tutto così chiaro! Fin da allora!
«…suke…?»
Mi riscossi. Spaventato, no che dico, terrorizzato, da ciò che avevo appena pensato.
«Nh, cosa c’è, Sakura?» ma ancora una volta la mia maschera mi protesse, così Sakura pensò soltanto che la mia fosse semplice distrazione.
«Ti ho chiesto se tu e Naruto avete parlato.»

“«Sono qui per te, baka!»”

-   «No. Ho, solo guardato la volpe.»
«E non gli hai detto niente? Solo guardata?»

“«Da adesso in poi non ti permetterò più di fargli del male!!»”

«No, non gli ho detto niente. Non era mia intenzione fare conversazione con un demone…» sibilai.
«E la volpe?» fu l'ennesima domanda.
«Ha detto…»

“«I tuoi occhi non mi minacceranno più sono più forte che mai!! Pagherai per questo affronto!!»”

«Che non potevo nulla contro di lei e che avrei pagato.»
 «Cosa?» chiese con tono semi sorpreso «E che cosa ti ha fatto?»
«Mi ha lanciato una piccola sfera di chakra e poi mi sono ritrovato fuori. Dopo qualche secondo la vista… » mi misi una mano sul viso « ha iniziato semplicemente a lampeggiare, poi non ho visto più niente.» ammisi, era una sconfitta. Uno smacco. Ma era ancora più bruciante il fatto che tutte le azioni che avevo commesso fin dal mio ritorno giravano tutte intorno a un fattore comune. E ora era fottutamente chiaro. Non può essere. Non posso essermi… no... assolutamente no...
« Quando Naruto ti ha visto si è rassicurato… non hai come sentito qualcosa?»
Ritornai a quel giorno. Cercando disperatamente di evitare di ricordare le mie parole, ma solo le sensazioni.
«Come, non so, come se Naruto fosse più forte?» incalzò.
“Pensa Sasuke, pensa!”

“«Sasuke, non ascoltarla!»”

«Ha tentato di distogliermi dalle parole della volpe, come se non volesse che mi minacciasse. Mi ha urlato di non ascoltarla.»
«Ma certo! Tu non hai idea di quanto queste informazioni siano importanti! Confermano a pieno una mia tesi.» fece, poi si zittì di colpo.

Sakura si morse il labbro. “Kyuubi si fa sentire sempre quando Naruto è in preda alla rabbia, ed è più forte quando Naruto è debole e ha pensieri negativi, mentre è lui ad essere più forte del demone con la volontà, se è stimolato con ricordi e pensieri felici. È una cosa così scontata e banale che sembrava non avere importanza, ma forse… se è una tecnica che ha indebolito i sigilli e reso più forte la volpe, Naruto sarebbe in grado di scioglierla. Però… sono solo teorie… e poi come farebbe? I bei ricordi non sono oggetti che in caso di pericolo si possono afferrare o usare come arma contro la volpe…
Devo parlarne con Ino.”
«Vieni, Sasuke.»



«Allora, Naruto…» fece Ino cercando di introdurre l’argomento nel modo più… nel modo meno sfacciato.
«Sasuke è tornato, ne sei felice?»
La ragazza si rese conto che aveva fallito miseramente il suo scopo. Naruto alzò gli occhi dalla sua ciotola di riso al curry preparato da Ino stessa, piuttosto salato tra l’altro, e sorrise, guardando la ragazza seduta a tavola di fronte a lui. «Certo. Anche se non ci ho capito molto.»
“Nemmeno noi, Shika dice che tanto se sta qui è sorvegliato meglio che in prigione, e poi è cieco. Ma io mi preoccupo!” pensò la Yamanaka. “Sakura ha detto che la mia tecnica potrebbe essere utile, ma essendo Naruto un Jinchuuriki mi è stato sempre raccomandato di non usarla. Ma allora perché questa mattina mio padre è stato fatto chiamare da Shikamaru, e fatto scortare fino al palazzo da due Anbu fidati?”
«Sei pensierosa.» fece presente il biondo, finendo il suo pranzo, nonostante fosse ancora presto.
«Mh? Oh, sì, scusami.» Ino riportò l’attenzione alla stanza, notando solo in quel momento che vi era una finestra con il cartone al posto del vetro. «E quella?»
«Oh… non lo so. Credo di essere stato io. Era tutto un caos. E la finestra era a pezzi…» rispose l’Uzumaki abbassando il tono della voce e lo sguardo.
«Capisco.» rispose la Yamanaka, sapendo di non capire affatto, in realtà. Non osò chiedere altro.



Sai aveva appena dato il cambio ad un altro Anbu, quando si accorse che qualcosa non andava.
In realtà era stato solo un piccolo spostamento d’aria, ma un Anbu ormai abituato a missioni di livello S come lui, non poteva abbassare la guardia.
Stette in allerta uno, due, tre minuti.
Dopo quasi un quarto d’ora di nulla totale, iniziò a rilassarsi. Ma non troppo.
L’invisibile barriera sembrava stabile.    
Gettò un occhiata all’Anbu più vicino a lui, che era appostato sotto un tetto, perfettamente mimetizzato. Affinò l’occhio e…
«Sta dormendo?!» Sai sgranò gli occhi. Beh perdonabile, infondo sono appostamenti di ore, e a lui hanno affidato nuove reclute, Anbu promossi da poco, evidentemente in cerca di missioni di alto grado e un po’ d’azione.
Come se proteggere niente meno che l’ex hokage e il jinchuuriki della volpe a nove code, insieme a un Nukenin ricercato di grado S, non fosse una missione importante.
«Buongiorno Kagemaru, dormito bene?» si era avvicinato furtivamente, lasciando un bunshin al suo posto, per riprendere il suo sottoposto.
Sottoposto che a sentire la voce del suo capitano si svegliò di soprassalto.
«S-Sai-sama, mi scusi, io…»
«Vai dall’hokage» l’altro sussultò «e fammi mandare un altro al tuo posto.» concluse, mostrando un sorriso falso e forse un po’ maligno.
«Io… gomen-gomen nasai, Sai-sama.»
L’Anbu ripreso si rialzò, si mise a posto la maschera sul volto e scomparve, veloce, verso il palazzo dell’Hokage.
Sai creò un altro clone per sostituire l’altro, e tornò al suo posto, facendo scomparire il clone precedente.
Si nascose in modo perfetto.
Se qualcuno avesse saputo che Naruto era lì, forse avrebbero potuto approfittare del fatto che Kagemaru stava dormendo.
Sperò che Shikamaru gli desse la giusta punizione, una volta che avrebbe fatto rapporto…



Shino Aburame era nei pressi dell’Ichiraku ramen, e stava camminando da solo, con aria pensierosa.
Era in pausa, e si era messo il suo amato giaccone che lasciava scoperta solo la parte superiore del volto, con gli occhiali neri inseparabili.
Si fermò, così, in piedi, senza nessuna apparente ragione.
Se qualcuno lo avesse incontrato e fosse stato abbastanza vicino a lui, avrebbe giurato di averlo sentito sussurrare una parola al vento.
«Bingo.»



«Shikamaru, ma ti rendi conto di cosa hai fatto?» Inoichi era sconvolto, mh, no.
Forse “sconvolto” era riduttivo.
Aggiungiamoci un furioso marcio, un deluso e sorpreso oltre ogni limite.
Ecco, sì.
Ora siamo abbastanza vicini alla realtà.
«Inoichi…»
«Shikamaru, figliolo, da quant’è che ci conosciamo? Te lo dico come amico… il consiglio potrebbe accusarti di tradimento! Non tanto per averci tenuto nascosto lo stato di Naruto, ma Sasuke che gira liberamente?»
«Non gira liberamente…», puntualizzò.
«Accidenti, ma perché non segui qualche regola?»
Shikamaru si stava spazientendo, lo Yamanaka non lo faceva nemmeno parlare. “Tale padre tale figlia”, recitava un antico proverbio, e, vista la figlia, non poteva che dar ragione alla saggezza di un tempo.
«Senta, il resto del consiglio non deve per forza saperlo. Per ora, almeno.»
«Ma Shikamaru…»
«Anche se mi fido del consiglio, e mi fido ancor di più di te, Inoichi.» incalzò il Nara, appoggiando i gomiti sulla scrivania, appoggiandoci la testa con fare annoiato.
Il biondo tacque.
«Dove sarebbe ora Ino, se non ci fosse stato Naruto?» continuò il settimo Hokage.
«Ti prego non tirare in ballo mia figlia, ora!»
«E tutti noi, allora? Sasuke Uchiha, che noi lo vogliamo o no, può aiutarlo. Ma noi dobbiamo prima aiutare lui.»
Lo Yamanaka era ancora scettico e non tardò a dimostrarlo.
«E chi ti dice, che una volta riacquistata la vista, sempre che questo sia possibile, lui aiuterà Naruto?»
Shikamaru si rilassò sulla sedia, con fare scocciato, ma con un sorrisino furbo a increspargli le labbra.
«Oh, non me lo dice nessuno, lo so e basta.»
Probabilmente, se colui con cui stava parlando non l’avesse conosciuto così bene come Inoichi, lo avrebbe accusato di peccare di presunzione. E in effetti, così può sembrare. E forse così è…
O, forse, Shikamaru è solo più intelligente, ma soprattutto più lungimirante, di coloro che gli sono intorno.
E così Inoichi tacque, senza possibilità di ribattere al genio dell’Hokage
Recensioni alla storia 'Arigatou...' - capitolo 16





Uff pant pant...
se sapevo che riprendere la storia dopo tanto tempo che non ci pensavo pù fosse ancora più difficile che continuarla di filato, non la interrompevo proprio!
Ora devo decidermi a far succedere qualcosa che sblocchi la situazione O_o ergo, devo riprendere il filo (ecco il perchè sti capitoli smebtrano tanto di transizione -_-" è perchè non mi ricordo quale idea avevo in testa quando ho iniziato la storia e devo immaginarla tutta da capo... ) l'ispirazione sembra tornata... boh... staremo a vedere...
E ora.... RECENSIONI TIME!!!!
  Emylovely
Risposta alla recensione piccina picciò ma che fa sempre tantissimo piacere! XD
Scommetto che ormai nessuno dei miei lettori sperava in nuovi aggiornamenti, vero? Beh, nemmeno io ^^"
Anche io sono contenta che mi abbiano ricordato dell'esistenza di questa fic, spero che questo capitolo non sia troppo noioso, io stessa devo riprendere le redini della trama...
Spero continuerai a seguirmi ^_^, al prossimo capitolo!
  mikita 
Risposta alla recensione dell'immancabile-fedelissima XD
L'avevo abbandonata, infatti. Il bello è che ora non mi ricordo più come volevo farla finire O_O
EHehe, come hai detto tu stessa. Meglio tardi che mai.
Ahaha la tua definizione di sasuke calza a pennello! Vigliacco teme bastardo e testardo... XD
Grazie, adoro mandare in pappa il cervello del perfetto Sasuke Uchiha, amo friggergli i neuroni e saltarli in padella XD
  annamariz 
 Risposta alla recensione di colei che il primo luglio ha compiuto gli anni e l'ho scoperto solo quando, tre giorni dopo, ho letto la sua recensione stupenda-stupendissima XD
Ma ma ma ma.... ma AUGURI! Anche se un tantinello in ritardo O_o
Sono davvero contenta che ti piaccia la storia, qui Sasuke riflette ancora un po', e forse sono caduta nel banale, ma cercherò di rimanere IC, in fondo ancora non si è reso conto del tutto, spero di non averti delusa >_<
" Naruto che sente la necessità di rivelare i suoi sentimenti a Sasuke, quasi avesse paura di non avere più tempo per farlo, ormai rassegnato all'inevitabile destino di soccombere al volere
 della volpe..." mia cara tu mi leggi nel pensiero! Era proprio questa l'impressione che volevo dare! Io invece non adoro in particolar modo Sasuke, non almeno quello della seconda parte del manga, ma mi piace come personaggio (soprattutto all'inizio del manga *_*, oh che nostalgia!) , e se non avesse difetti, non sarebbe perfetto. Benchè questa frase sia piena di contraddizioni è quello che penso U_U
Le tue recensioni mi fanno sempre molto piacere, e colgono sempre la chiave della storia.
GRAZIE! Con tutto il cuore.
  vivvinasme 
Risposta alla recensione della ansiosissima che si fa i viaggi mentali, attenta a non diventare come la sottoscrittà però. Ormai c'ho l'abbonamento ai viaggi mentali XD
Davvero ti piace? Ne sono immensamente felice!
Si i personaggi sono cambiati, sono cresciuti, ma sono sempre loro (oh almeno ci provo)
Credo che quella più diversa sia Sakura, ma è anche quella che ha vissuto il cambiamento più grande, daltronde, era il suo team ad essersi sfasciato.
Poi c'è Ino, che è molto maturata, come anche nello Shippuden, sebbene a ovlte Kishi le conceda qualche frivolezza in più, rispetto all'Haruno.
Naruto qui è debole, e spero che non sia patetico, ma la sua forza la deve ritrovare poco a poco, non mi piacciono le cose di fretta.
Sasuke... beh, Sasuke è Sasuke. è molto difficile caratterizzarlo bene, quindi qualcuno mi avvisi se esco dal personaggio. XD
Forse è perchè mi piacciono le sfide che ho deciso proprio il suo punto di vista. è un personaggio complesso, e noi lo amiamo per questo, sebbene Sasuke nel manga sia un po'... mmh... non so... ora come ora è ripetitivo, e anche Naruto. Kishi dovrebbe smettera di riciclare le stesse frasi XD
e poi... adoro mandare in pappa il cervello del perfetto Sasuke Uchiha, amo friggergli i neuroni e saltarli in padella! Più che tu, credo sia lui a farsi un  sacco di viaggi  mentali, come abbiamo visto in questi due capitoli. Il bello è che non so nemmeno io cosa succederà nei prossimi capitoli.
Avevo abbandonato la fic e devo riprendere il filo. Ma spero di aggiornare presto ^_^

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Capitolo 10
*** Specchio. ***


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Inoichi passò molte ore studiando i rapporti sulle condizioni di Naruto e sull’accaduto, per decidere il da farsi.

Le sue tecniche erano potenti, ma poco potevano contro il grande potere del demone. Aveva pertanto eliminato sin da subito l’idea di usare qualche tecnica direttamente su Naruto, in modo da indebolire il demone. Quando aveva raggiunto sua figlia a casa dell’Uzumaki gli si strinse il cuore nel vedere l’ex Hokage in quelle condizioni. Non sembrava più l’idiota pasticcione di un tempo. Sì, quell’idiota che era ormai un EROE.

Però Ino e Sakura avevano escogitato qualcosa. Avevano scoperto che la tecnica che la volpe aveva usato per togliere la vista a Sasuke era un mero “specchio” che aveva ritorto contro la tecnica che cercava di usare lo stesso Uchiha. Inoltre credevano che facendo tornare Sasuke all’interno di Naruto, avrebbero potuto suscitare delle emozioni, in Naruto, che avrebbero potuto giocare a loro favore, il tutto mediante una tecnica segreta del clan Yamanaka.

In effetti, il demone è sempre stato legato alle emozioni di Naruto, approfittando in particolare della rabbia. La teoria era che Naruto, vedendo Sasuke, sia riuscito ad evitare il peggio, grazie ai sigilli di contenimento che si erano aggiunti negli anni. Naruto ormai non era più in sé, quindi aveva una mente alienata, che saltava di ricordo in ricordo come se il tempo non scorresse linearmente per lui. Probabilmente, ipotizzò Inoichi, vedendo Sasuke, il biondo si è sentito ritrasportato nel passato.

I sigilli però non avrebbero tenuto per sempre sotto controllo il demone. Erano solo varie toppe in una barca che si prepara comunque ad affondare.

E Shikamaru evidentemente aveva visto nel possessore dello Sharingan, un’ancora di salvezza.

Mentre il demone, vi aveva visto la minaccia. Strano che il demone temesse ancora lo Sharingan, dopo tutto.

Sospirò, mentre per il terzo giorno di fila attendeva l’ok degli Anbu di guardia per avvicinarsi a casa Uzumaki.

 

 

Fu Sasuke ad aprire la porta, quando lo Yamanaka bussò. Anche non vedendoci, aveva imparato a muoversi nel piccolo appartamento come se lo conoscesse da sempre.

Ino e Sakura, arrivate qualche minuto prima, erano ordinatamente sedute su due sedie avvicinate al letto, dove s’intravedeva la zazzera bionda di Naruto, che era sdraiato in modo fin troppo composto.

 

«Condizioni stabili e umore calmo» fu il freddo riassunto di Ino. «Entrambi.» aggiunse, riferendosi sia a me che a Naruto. In realtà, da quella mezza dichiarazione non avevo parlato molto con Naruto. E forse era solo per questo che era calmo. Ma sapevo che dentro non doveva esserlo così tanto come Ino pensava.

Non riuscivo ad alzare lo sguardo su di lui, da tre giorni. Io non potevo vederlo, certo, ma lui, invece, poteva benissimo vedere me. Per la prima volta in vita mia, mi mancava la faccia tosta di essere nel torto marcio e fregarmene. Era una tacita ammissione di aver sbagliato, ma che, fortunatamente, sentivo solo io.

«Qual è il piano?» canzonò Naruto, come se cercasse sempre di sminuire la gravità delle cose. Sembra funzionare, vero Naruto? Non è così, sappilo, e non fu così allora. A un orecchio attento, anche senza poterti vedere, le sfumature della tua voce non sfuggono. Ma non lo notarono. Non lo notarono allora, né MAI. Cazzo, ma sono sorde?

«C’è questa tecnica… del mio clan...» iniziò Ino «che dovrebbe permetterci di far tornare Sasuke dov’è sigillata la volpe…»

«Dentro… di me?» Naruto si sfiorò il ventre, non del tutto convinto. Avrei voluto far notare a tutti che da quello che mi era stato raccontato del quarto Hokage e via discorrendo, ormai Naruto era un po’ un condominio. Ma non sono mai stato famoso per il mio sense of humor… quindi tacqui. Come sempre.

«L’obiettivo sarebbe? Provocare quell’essere rabbioso?» sputai, forse in modo troppo acido, perché avvertii l’aria farsi pesante. Non pensavo che quella frase potesse ferire Naruto più di quanto la situazione non lo facesse già.

Fu Inoichi a rispondermi, anche se con tono ostile, lo stesso da tre giorni, in altre parole da quando ha scoperto cosa il Nara gli aveva nascosto per tutto questo tempo, ovvero Naruto.

«L’idea è di studiare le reazioni del demone, in base alle reazioni di Naruto… a te. Inoltre abbiamo scoperto che la volpe non ti ha reso cieco, ma ha usato una specie di trucchetto per rigirarti contro le tue stesse mosse. Per fare tutto questo pensavamo di spostarci in un luogo più sicuro. Stiamo attendendo che Sai arrivi per condurci lì, mediante uccelli d’inchiostro, tra un paio d’ore, ovvero quando sarà abbastanza buio.»

 

 

 


Shino riferì a Kiba la conversazione che si era scambiata nell’appartamento dell’Uzumaki, in una versione ristretta. Kiba era appena tornato da una missione durata due giorni, e aveva lasciato i suoi animali a riposare, poiché molto provati. I due sostavano non molto lontano dalla casa di Naruto, appoggiati ad un muro di un edificio.
«Allora, li seguiamo?» chiese l’Inuzuka.
Il ninja degli insetti aveva un brutto presentimento, ed era seriamente combattuto sul da farsi…
La cosa che i loro compagni volevano fare era pericolosa, inoltre avevano accennato alla sorveglianza ristretta di un corpo speciale. Lo stesso che sorvegliava Naruto. Ninja con tecniche adeguate a fermare ed eliminare la forza portante prima che essa diventi un pericolo, ma che non avrebbero potuto nulla invece contro il demone in persona.
Un intervento di prevenzione, insomma, che avrebbe però potuto condannare Naruto in qualsiasi momento.
Shikamaru aveva convinto tutte le autorità di Konoha con la sua astuzia e intelligenza.
Shino avrebbe voluto seguirli volentieri, per tener d'occhio la situazione, ma anche se si fidava di Shikamaru, il suo gesto a molti ninja sarebbe quasi parso tradimento. Un ostacolo a una missione interna non da poco. Inoltre voleva vederci chiaro su molti aspetti.

«No, Kiba. Noi facciamo un salto dal nostro caro amico Shikamaru.»

 

 

 

Ci fermammo in una radura ai confini di Konoha, dopo ben tre ore di volo. Sai ci fece notare che se la volpe si fosse liberata, per un demone di tale portata quelle nostre tre ore di viaggio non sarebbero stati che pochi minuti, ma superare il confine per quel tipo di missione sarebbe stato peggio che una dichiarazione di guerra.

Con dei sigilli che io non potei vedere, gli Yamanaka eseguirono la tecnica, mentre io e Naruto stavamo stesi a terra a pochi metri l’uno dall’altro.

Fu un attimo, e mi ritrovai in un corridoio buio, che riconobbi subito, umido e con quella pesante sensazione d’infinito. Ricordavo ogni dettaglio di quel luogo e rivederlo mi diede un brivido inaspettato…

Rivederlo…

«Ci vedo…» appurai sorpreso. Evidentemente essendo solo una proiezione di me stesso avevo lasciato l’handicap visivo nel mio corpo. Oppure riguardava quella storia del “trucchetto” di cui aveva parlato il padre di Ino.

“Devi trovare Naruto e parlarci. Devi dirgli qualcosa che susciti qualcosa in lui, cosicché possiamo capire come e quanto questo influisca sui livelli di chakra, dato che noi della volpe ne sappiamo poco e siamo ancora lontani dalla soluzione, ma questo è il primo passo.” mi aveva spiegato l’Haruno al riparo delle orecchie di Naruto.

Tutto si basava sull’assurda teoria che la rabbia repressa di Naruto nei miei confronti avesse rifatto tornare a galla l’ira della volpe, ma contemporaneamente l’affetto che lui provava per me avesse in qualche modo prevalso, anche se non abbastanza in fretta.

“Inoltre”, aveva aggiunto Sakura, “dovrai trovare un modo per annullare ciò che ti ha fatto.”
Eh, però se dentro Naruto il trucco della volpe semplicemente non vale? Come risolvo la situazione?

Mi addentrai in quei cunicoli scuri, beandomi della capacità di vedere, anche solo per poco. Il gocciolio aumentava, e sentivo già il ringhio roco del demone, quando scorsi una figura davanti a me, avvicinarsi, correndo verso di me.

«Sasuke!»

Era Naruto… ma non il Naruto di quel momento, ma il Naruto dodicenne! Quasi come se fosse uscito direttamente dalla nostra foto ricordo. Sembrava volermi venire addosso, ma per qualche motivo non mi spostai. Anziché urtarmi però, la figura mi attraversò, come se io fossi stato un fantasma, o come se lo fosse stato lui… chi lo sa.

Quanto… quanto deve averlo ferito la mia assenza? Per vendicare la mia famiglia, e poi Itachi, non mi ero reso conto di cosa stavo lasciando indietr

«Sas’ke… sono qui.» un altro richiamo, ed ecco un’altra figura che stavolta si avvicinava lentamente. Ed ecco il Naruto del mio presente di allora.

«Vedo con piacere che ci vedi!»

Notai la sua voglia di abbracciarmi felice, e il suo buffo trattenersi.

«Cosa vuoi fare? Andare direttamente dalla volpe?» mi chiese.

Notai che quelle erano le prime parole che rivolgeva direttamente a me da quando mi aveva chiesto se volevo tagliami i capelli, dopo che avevo stroncato ogni suo tentativo di svelarmi i suoi sentimenti.

Anche stavolta avevo sbagliato. Una lista infinita di errori avevano segnato la mia vita.

«Avevi ragione, mi starebbero meglio corti.» dissi, scostandomi una ciocca dalla spalla, ricordandomi appunto della sua innocente richiesta. Era come se volessimo tornare indietro per poi recuperare.

La mia uscita era completamente fuori luogo, e nel momento più sbagliato possibile… ma vidi Naruto ridere. Ridere.

La sua risata durò per un paio di minuto, che sembrarono un’eternità. Da quanto ero lì? Il tempo si era come fermato, e tutta la nostra schifosa realtà era passata in secondo piano. C’eravamo solo noi. E c’era la risata di Naruto.                                                                                                                                  

Rideva felice perché gli avevo dimostrato di non aver dimenticato quella conversazione. Avevo ammesso di voler tornare su quel discorso, un giorno.

Nella mia vita avevo fallito. Su tutta la linea.

Lo capii sentendo quella sua risata.

I miei propositi di tornare il Sasuke Uchiha di sempre, quello perfetto, freddo e distaccato, anche dopo esser stato tormentato dal rimorso e aver perso tutto, erano falliti.

Falliti al suono di quella risata.

Quel discorso in cui voleva addentrarsi Naruto…

Quel “Ma io credo di non essermi mai arreso perché tu, per me, sei più di un amico.”…

Era ora di sapere come andava a finire. Volevo sapere cosa avrebbe detto poi.

Soprattutto se alla fine avrei risentito quella risata.

I miei pensieri subirono una svolta. Furono una vera dichiarazione di guerra.

«Demone del cazzo!» urlai nel buio, all’improvviso, con rinnovato fervore. Non sapevo se con quel gesto avrei compromesso qualcosa oppure no, ma come ho già detto, la realtà era in secondo piano. Il mio gesto avventato aveva sorpreso anche Naruto, oltre che me stesso

 «NON AVRAI IL SUO CORPO, O TANTOMENO LA SUA ANIMA!».

Le mie parole echeggiarono per un po’ nel buio, mentre Naruto si avvicinava ancora di più a me, e mi sorrise, portandosi al mio fianco, osservando anche lui il punto oscuro da dove proveniva il ringhio sommesso del demone, anche lui con rinnovata forza.

Un ringhio, più forte degli altri, esplose… mentre io sigillavo una promessa.

“Quel sorriso…

Non deve sparire mai più…”

 

 

«Cosa succede?» Sakura era confusa. Con le mani appoggiate ognuna su uno dei suoi ex compagni di squadra, stava tenendo sotto controllo i valori dei loro chakra.

«Non so, la tecnica sta funzionando.» rispose Ino.

Sakura chiuse gli occhi per concentrarsi meglio. Non c’erano dubbi. Il chakra di Naruto stava subendo delle fluttuazioni. Ma non vi era il chakra del demone.

«Sai, togligli la felpa! Io non posso!» ordinò l’Haruno accennando con lo sguardo all’altra mano che teneva sotto controllo il chakra di Sasuke.

Quando Sai ebbe finito, i suoi sospetti si rivelarono fondati. Il sigillo stava pulsando. L’unica cosa che la sorprendeva, era che era circondato dal chackra di Naruto. Eppure aveva la sensazione che la situazione potesse cambiare da un momento all’altro.

«Sai, quanti sorvegliano la zona?»

«C’è tutto il corpo speciale, e Shikamaru dovrebbe raggiungerli a breve. Devo metterli in allerta?»

«È solo precauzionale, » rispose lei «però sì, fallo. Dobbiamo essere pronti.»

Si morse le labbra, sperando che quel presentimento non si avverasse mai.                                                              

 

 

I ringhi della volpe si facevano sempre più forti, mentre io e Naruto correvamo fianco a fianco verso il demone…

«Ehy, teme!» cazzo se mi era mancato sentirlo!

«Sì, dobe?» di nuovo, la sua risata. Quella vera, non quella finta che avevo sentito nel suo appartamento da quando ero tornato.

Sorrisi, impercettibilmente, ma abbastanza da essere notato da lui.

Poi arrivammo davanti alla gabbia. Il demone sorrideva sornione.

«Uchiha» sputò «Non pensavo fossi in grado di tornare fino a qui. Vuoi goderti forse la mia dipartita, stupido Uchiha? Vuoi forse venire con me?»

«Che cosa?» chiesi stupito. Da quando la volpe spiattellava così le sue verità? La cosa mi puzzava…

«Ma non sono immortali questi cosi?»
«Sì lo sono. Sembra che un cercoterio possa morire insieme alla sua Forza Portante se questa muore con il sigillo ancora funzionante; tuttavia, in poco tempo la bestia tornerà in vita. »
«Continuo a non capire… »
«A quanto pare da anni, a mia insaputa, la volpe sta cercando una strada per tornare in vita. Ha creato un forte legame con le mie emozioni, per prendere il controllo ed eliminare chi avrebbe potuto creare nuovi sigilli per rinchiudere il suo spirito, in modo da poter tornare libero. Ma ultimamente il legame era ad ambo i versi, e ho iniziato a capire il suo piano. Il tuo arrivo ha accentuato questo legame. Ha scoperto le sue carte involontariamente grazie all’odio che prova per gli Uchiha. Per ora non lo sei, ma potresti essere una potenziale minaccia… e i sigilli hanno indebolito il suo potere, per questo per prendere il controllo deve prima indebolire me. »
Non ti avevo mai sentito usare questi termini così tecnici, soprattutto per parlare di una cosa simile. Mi ricordava quanto fossi stato lontano, e soprattutto stupido. Inoltre capii che non volevi assolutamente dirlo agli altri. Ti fidavi ancora così tanto di me, dopo tutto quello che era successo?

Il demone sogghignava. Ti aveva lasciato parlare, come se sapesse che non avremmo potuto in alcun modo intralciare il suo piano.

Realizzai che la sua vendetta includeva anche Naruto. Non voleva solo il suo corpo… per tornare in vita, doveva ucciderlo. Ma prima, evidentemente, doveva eliminare me.

«E tu pensi…» iniziai, rivolto alla bestia «… tu pensi davvero che io te lo permetta?»

Un’improvvisa ondata di chakra ci investì, facendo tintinnare pericolosamente le sbarre.

Deglutii. Avevo agito d’impulso, e solo in quel momento mi resi conto di non aver pensato minimamente a cosa avrei fatto una volta faccia a faccia con quel brutto muso.

Naruto lo intuì, e mi prese la mano.

La mia mano, ancora una volta nella sua. La sua mano era un ancora. Era sicura, non tremava. Era calda. La strinsi e guardai la volpe. Mi chiesi fino a quale punto si spingesse la tecnica della Yamanaka, e quanto a lungo sarebbe potuta durare. Ma tanto non sapevo nemmeno da quanto tempo ero lì. Non sembrava essere passato molto, però dentro Naruto il tempo non scorre come all’esterno. O forse sì?

Mi beai ancora qualche istante della mano del dobe, e provai a capire se potevo usare il mio chakra.

Chiusi gli occhi e attivai senza aprirli lo sharingan, e in un battito di ciglia lo disattivai. Mi concentrai e richiamai il mio chakra e mi stupii di sentire che potevo disporne al cento per cento, cosa che non sarebbe accaduta se fossi entrato in Naruto con una delle mie tecniche oculari.

Funzionava. Che razza di tecnica era quella che stavano usando Ino e suo padre? E ci credo che era una tecnica segreta di famiglia… ecco anche perché servivano ben due persone per realizzarla. Doveva consumare molto chakra. Non ero una semplice proiezione! Era come se fossi davvero nel corpo di Naruto! “Ma se posso usare il mio chakra, perché allora qui dentro non sono cieco? E se mi succedesse qualcosa qui dentro, cosa accadrebbe?” mi chiesi.

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Capitolo 11
*** E se...? ***


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Shikamaru guardava attonito i due ninja che avevano fermato la sua corsa, scortato da due Anbu.

Kiba e Shino erano riusciti a eludere gli altri Anbu, e gli si erano parati davanti. Aveva fatto giusto in tempo a fermare uno della sua scorta, dal lanciarsi contro loro due.

Loro sapevano, e volevano una risposta.

«Naruto è nostro amico, ci siamo stufati dei sotterfugi, Shikamaru! Includici in questa missione!»
Kiba non si sentiva sicuro senza i suoi cani, ma la missione da cui aveva fatto ritorno li aveva prosciugati da qualsiasi energia. Li aveva lasciati, però, in buone mani e ora affrontava insieme a Shino niente popò di meno che l’hokage in persona.

Shino dal canto suo non era sicuro di niente, ma nonostante ciò appariva determinato, e dal poco che si intravedeva del suo volto, si poteva capire che ogni sua decisione non ammetteva repliche.

«E sia» sbuffò Shikamaru, sorprendentemente sbrigativo. Non voleva certo creare discussioni interne, inoltre l’operazione avventata che stavano compiendo, aveva bisogno di Anbu pronti a intervenire. Kiba e Shino poi, erano amici fidati, e anche ottimi ninja. Escluderli a quel punto sarebbe stato stupido.

La Yamanaka lo aveva convinto ad agire, presa dall’entusiasmo. Solo Tsunade, prima di lei, aveva azzardato l’ipotesi che insegnando a Naruto a contenere determinati sentimenti, sarebbe stato utile a controllare il demone stesso. E ora che erano in ballo dovevano ballare.

L’assenza di Sasuke, e le sue poche apparizioni da nemico sempre più agguerrito, evidentemente avevano suscitato altri tipi di emozioni negative di cui la volpe aveva  potuto approfittare. Come del resto si approfittava del senso di colpa di Naruto. Shikamaru si era lasciato convincere da Ino a mettere la parola fine a tutta quella storia.

Spiegò a Kiba e Shino cosa stava succedendo, non sorprendendosi più di tanto di trovarli già informati su molte cose. Decise di troncare così le spiegazioni e allungare il passo, non appena Shino li avvisò di grandi flussi di chakra che avevano avvertito i suoi insetti.

 

 

«Sakura, che succede?» chiese il Nara una volta giunti, vedendo Naruto avvolto da strie di chakra, e altre di chakra demoniaco.

«Sto cercando di capirlo… però c’è un problema… »

«Sì, Shikamaru… noi… noi abbiamo sciolto la tecnica da un po’… ma Sasuke non è… tornato. » concluse Ino sconcertata.

Shikamaru guardò Inoichi stravolto, mentre Kiba strinse i pugni e sbottò «Come sarebbe a dire? Non può essere!»

«Non lo so! Non me lo spiego!» anche Inoichi sembrava perplesso. Continuava a ripetere mentalmente i sigilli per attivare la tecnica, e per scioglierla, cercando di capire dove avesse potuto sbagliare, ma non riusciva a trovare una risposta convincente.

 

 

Non capivo come potesse essere accaduto, eppure di punto il bianco il cancello si era spalancato, come se non vi fosse mai stato alcun sigillo a tenerci sigillato quel bestione. Una “zampata” di chakra ci fece indietreggiare con un balzo. Attivai in fretta il mio Sharingan. Ogni volta che ero entrato nel suo corpo non potevo disporre della mia solita quantità di chakra, eppure adesso potevo sentirne la piena potenza, e l’adrenalina mi spingeva a usare ogni fonte di potere disponessi in quel momento.

Naruto dal canto suo avevo preso la cosa come una sfida, ma più il demone avanzava dalla sua prigione più respirava affannosamente senza fare nulla.

«Naruto? »

«Sto bene… » ansimò.

Ero tentato di usare Amaterasu, ma non sapevo quali effetti potesse avere dentro Naruto. Lo Sharingan non aveva l’effetto sperato sulla volpe. Non riuscivo a controllarla. Avevo dato fondo a ogni tecnica di controllo che conoscessi. Gli occhi mi dolevano in una maniera insopportabile e il demone continuava a divertirsi a giocare al gatto col topo, standosene nel buio e continuando a lanciarmi fendenti di chakra, che faticavo a evitare. Era come se occupassero tutta quella realtà. E in effetti probabilmente era così.

Mi avvicinai a Naruto, che si era seduto sul… pavimento? Si può definire pavimento, quella specie di buio allagato?

«Sto bene… davvero. »

«Naruto… » con una leggera carezza sul volto, riuscii a farmi guardare.

«I tuoi occhi… » mi bloccai. Erano fottutamente rossi.

La volpe ringhiò rabbiosa, come se avesse notato il mio contatto con Naruto, e ciò avesse ancor di più provocato la sua rabbia, e il suo chakra esplose in ogni dove. Mi sentivo bruciare, bruciare dappertutto! L’unica cosa che sentii fu un ringhio sommesso.

 «Vi ucciderò…  a iniziare da te… con le sue mani! »

Mi risvegliai nella radura, alzandomi di colpo, come da un incubo.

Mi guardai le mani, che ancora sentivo bruciare, così come il resto del corpo, e notai che le distinguevo a malapena. Non vedevo molto… ma sicuramente poco più di prima.

«Sasuke! Sei uscito finalmente!» sbottò Sakura.

Mi guardai intorno. Vi erano degli Anbu, tra i quali riconobbi anche l’Hokage, l’Inuzuka, e l’Aburame. Inconfondibili, come sempre.

«Ci vedo. » bofonchiai, ma contrariamente a come pensavo, l’Haruno non si sorprese. Lei sapeva già da prima che sarebbe successo. Tendo a sottovalutare troppo spesso le persone.

Mi voltai cercando Naruto e lo vidi...

 

 

Il corpo di Naruto si alzò, ma nessuno ne fu sollevato. Come abili ninja quali erano, capirono subito che quello non era Naruto. Sakura aveva già visto quella scena in passato, e tratteneva rabbia e lacrime legate  a una terribile sensazione di deja-vu.

Gli occhi erano rossi, e fissavano i ninja che avevano davanti. Attraverso Naruto uscì un ringhio. «Come la vedi, Naruto, se li uccidessi con le TUE MANI?»

«C’è qualcosa che non va… non si sta trasformando… niente… code…»  sibilò Shikamaru.

«Ed è un bene? O un male? Non so se hai sentito quello vuole farci fuori!» fece l’Inuzuka senza troppi preamboli.

Ma mentre ancora si cercavano risposte, Naruto si era già lanciato verso di loro…

 

 

Sasuke si mise sull’attenti, cercando il più possibile di riacquistare il controllo della vista, che lentamente si stava schiarendo. Continuava a chiedersi come fosse possibile vederci di nuovo, semplicemente dopo essere stato dentro Naruto. Sapeva che il suo occhio non aveva subito danni, e la sua cecità era causata dalla volpa, ma non comprendeva.
Accantonò questi pensieri per schivare un colpo che Naruto stava per sferrargli in pieno volto.
Un vortice di insetti si levò dove solo qualche decimo di secondo vi era Naruto, che li aveva evitati, per poi lanciare un grido inumano.
Si tappò le orecchie, d’istinto, e così fecero tutti.

 

Cazzo, se faceva male. Un urlo demoniaco aveva appena immobilizzato gli insetti di Shino, che ricaddero a terra come sassolini suscitando il disappunto dell’Aburame.
Kiba tentava di colpirti scomposto, a disagio senza il suo fedele compagno Akamaru, mentre Shikamaru, protetto dai suoi due Anbu stava componendo dei sigilli. Anche Inoichi si era unito nella battaglia contro, mentre io me ne stavo vigliaccamente in disparte.
Vincere era impossibile se ci limitavamo a colpire per non ferire, così mi avvicinai a Shikamaru, mentre tutti erano entrati nello scontro.
“ Cosa stai facendo?” biascicai in domanda a Shikamaru.
“Dei sigilli, se Naruto libera la volpe siamo nei guai! Piuttosto, hai l’aria di vederci di nuovo!”
Annuii. “Sto studiando i suoi movimenti. Sono strani.”.

 

 

Sai richiamò un uccello di inchiostro, e vi salì, poiché Shikamaru aveva iniziato a comporre i sigilli. Iniziò a sorvolare la zona attivando man mano delle pergamene di contenimento, che fungevano da debole sostituto al potente sigillo che Tsunade aveva applicato a casa di Naruto, facendone l’unica dimora possibile. Fino ad allora. Gettò un fugace sguardo a ciò che accadeva sotto di lui. Il dubbio che quella non fosse una normale possessione del demone lo impensieriva. Non capiva se la volpe non avesse le forze per richiamare le code di chakra e trasformarsi, o se ne avesse più del solito non avendone bisogno. Non conosceva adeguatamente i cercoteri per poter azzardare ipotesi. E ciò lo terrorizzava ancora di più.

Naruto si muoveva agile, ma i suoi movimenti, purché rapidi, sembravano goffi, come animaleschi. Con poche mosse aveva atterrato Kiba, già di per sé in svantaggio,  e Inoichi stava faticando a tenergli testa, avendo perso molto chakra per svolgere tecnica che aveva portato Sasuke all’interno di Naruto. Ino  e Sakura si erano avvicinate a lui. Sasuke quasi non riconobbe l’enorme forza di Sakura. Da sola stava praticamente distruggendo la foresta, mentre Ino era di ben poco aiuto, anche lei esausta.
Nel combattimento però Sasuke notò che nemmeno Naruto faceva sul serio. Ma continuava a fissarlo con aria di sfida. Come a dirgli “Voglio te, gli altri posso farli fuori quando voglio, non vieni a combattere?”
Raccogliendo la sfida, con un rapido scatto, Sasuke si unì alla battaglia.

 

Questa volta sarei stato paziente e prudente. Dovevo lasciar intendere alla volpe, dato che non era Naruto quello con cui si stava combattendo, che non avrei mai permesso a nessuno di far del male a Naruto, e che ero pronto a difenderlo, nonostante fino ad allora la causa del suo dolore ero io. Volevo quel demone che mi guardasse negli occhi, senza abilità oculari a far da schermo, e che tremasse di paura.

Sasuke si avvicino velocemente a Naruto, che aveva appena incassato senza volerlo nemmeno schivare. un pugno di Sakura. La ragazza si morse il labbro nervosa. Il suo colpo non aveva sortito alcun effetto su Naruto, che sorrideva divertito, con i suoi occhi rossi puntati su Sasuke. Per tutto lo scontro non aveva mai smesso di fissarlo, non dando minima attenzione ai suoi avversari, se non per scaraventarli lontano quando diventavano fastidiosi.

“Avresti potuto ucciderci tutti quando volevi, perché ti stai trattenendo?” chiese la kunoichi indispettita.

 

In tutta risposta il demone rise, lanciandosi su di me…

 

Shikamaru era preoccupato. Adesso Naruto faceva sul serio, e si poteva percepire la forza a distanza. Il fatto che avesse preso il controllo di Naruto senza aver bisogno di code lo preoccupava. Non capiva quale ragionamento contorto potesse esserci. Per lui le azioni del demone erano stupide. Come se non volesse ucciderli, come se non li ritenesse degni. Escluso l’Uchiha. Ma anche con lui, notò, non usava tutte le sue armi. Per cominciare non usava le tecniche di Naruto, ma lui non sapeva se il demone potesse farne uso, lo stesso però sentiva come se non volesse uccidere l’Uchiha. Non subito almeno.
Un pensiero lo scosse. Possibile che una mente primordiale potesse fare un ragionamento così subdolo?  Inoltr la battaglia stava procedendo sempre più velocemente, e probabilmente un civile non sarebbe stato in grado di seguirne le mosse.
Lui però era l’Hokage, e non si era perso un solo istante. Proprio per questo temeva il peggio.

«E se il demone volesse costringere l’Uchiha a eliminare Naruto?»

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