Mandy e Mr Thewlish

di Roylove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'incontro ***
Capitolo 2: *** un thè e un lavoro ***
Capitolo 3: *** weekend in campagna ***
Capitolo 4: *** Compleanno ***
Capitolo 5: *** via ***
Capitolo 6: *** Fine ***



Capitolo 1
*** l'incontro ***


~~Mandy è una ragazza di 21 anni, orfana purtroppo , vive a Londra in un orfanotrofio ma ancora per poco. Ama scrivere , scrive veri e proprie storie di come sogna la sua vita, storie purtroppo non apprezzate da Miss. Ponfy la tutrice dell'orfanotrofio. Ma troverà qualcuno disposto a leggere le sue storie, qualcuno che la sprona a dare il massimo e a raggiungere uno dei suoi obbiettivi . Sperando che questa storia vi piaccia , vi lascio alla lettura.

 

 

 

 

 

Quella mattina di fine Giugno , Mandy come al solito si era alzata tardi, Miss. Ponfy l'avrebbe uccisa anche oggi , sicuro.
Scese con cautela e in cucina trovò solo tre bambini dell'orfanotrofio.
-Vai tranquilla non c'è l'arpia.- A parlare fu una bambina di appena 7 anni, con una piccola fetta di pane e marmellata tra le labbra.
-Ah no? E dov'è andata?-Chiese Mandy sedendosi a tavola.
-Non lo sai? Marcus è stato bocciato e i professori vogliono parlare con lei.-Rispose un altro bambino.
-Povero Marcus, chissà cosa gli aspetta!-Rise Mandy.
-Di sicuro tante botte!-Disse l'altra bambina.
Mandy mentre ascoltava le risate degli altri bambini si stava preparando pane e marmellata per uscire.
-Mandy, dove vai?-Chiese un bambino.
-Oh beh mi cambio e vado al parco, mi serve concentrazione.-Mandy fece l'occhiolino ai tre, dopodiché salì nella sua stanza.
Le pareti grigie erano addobbate da disegni fatti da Mandy e dai bambini che erano passati li in tutti gli anni che viveva in quel posto, chi è stato adottato e chi trasferito, ma Mandy ha voluto bene ad ognuno di loro.
Nella sua stanza c'era solo un letto, una scrivania , un armadio ed infine una vecchia libreria, con pochi libri, ma ben tenuti.
Si preparò in fretta , mise un jeans blu, una t-shirt rosa e pettinó i suoi lunghi capelli color miele con piccoli boccoli alle punte.
-Ragazzi io vado, non fate danni!-Disse lei uscendo con la sua tracolla in spalla.
Vide i bambini pulire le tazze della colazione in cucina, sapeva che non avrebbero fatto danni, erano piccoli, ma molto responsabili e sapevano cavarsela da soli.
Uscita da quel posto perché casa non si poteva chiamare , si diresse verso il parco più vicino, 5 minuti a piedi ed arrivò in un meraviglioso parco con un laghetto, la gente passava ancora di rado così si poteva concentrare meglio.
Si mise sotto un albero per ripararsi dal sole,cacciò il blocco con la penna ed iniziò a scrivere qualche abbozzo per il suo libro, ma ogni cosa scrivesse sembrava essere ridicola e banale.
-Così nonnon va.... Credo che non faccia per me.-Disse mentre strappava un altro foglio dal blocco, era arrivata già a 7 fogli.
Poggió la testa al tronco dell'albero e chiuse gli occhi, si rilassó solo per un attimo. Quando sentì un cosa umida nel suo orecchio scattò di lato.
Era un cane bianco e nero, a pelo lungo, con un occhio azzurro e uno marrone.
-Ciao bel cagnolino!-Disse lei avvicinandosi piano.
Il cane di grandezza media si avvicinò a lei con fare amichevole, come se volesse giocare.
-Te ne stai tutto solo come me? Il tuo padrone dov'è?- Lo accarezzó, era davvero soffice e profumava di pulito.
Poi il cane annusó il blocco da scrivere e guardò Mandy.
-Oh già, sai io scrivo, non ho idee buone al momento, ma scrivo.-Rise continuando ad accarezzare .
D'un tratto il cane afferrò il blocco ed iniziò a correre .
-Hey tu fermo! È il mio blocco!-Ma il cane non si fermò, continuò dritto verso il laghetto.
Mandy raccolte le sue cose lo iniziò a rincorrere il cane, passò vicino il laghetto ma il cane non parve minimamente stanco, Mandy invece era esausta e si fermò lasciando correre il cane.
Lo vide sparire dietro un grosso albero molto vecchio e decise di raggiungerlo cogliendolo però di sorpresa .
Quindi, non appena si accostó all'albero vide la coda del cane scondinzolare non appena agì per prendere il cane l'unica cosa che prese fu la terra.
-Accidenti!-Disse lei a terra , ma notò che davanti a lei c'era qualcuno.
Quando si alzò vide un uomo che leggeva il suo blocco e rideva.
-Non lo prenderai mai, non ama farsi prendere.-Rise l'uomo senza staccare gli occhi dal blocco.
-Mi scusi se l'ho disturbata, ma vede, il suo cane ha preso il mio blocco.-Disse lei indicando l'oggetto nelle mani dell'uomo.
-Oh quindi questo è tuo? Mi scuso per Remus ma a volte fa di testa sua.-Disse l'uomo porgendo il blocco a Mandy.
-Grazie Signore.-
-Sai mi piace molto come scrivi, hai molta fantasia.-Sorrise lui.
-Grazie ma non credo di essere così brava, non per l'obbiettivo che mi sono fissata.-Il sorriso di Mandy sparì, intanto scrutava quell'uomo.
Avrà avuto sulla quarantina, capelli quasi sul biondo cenere, occhi azzurri, magro e pallido, era ben vestito con pantaloni marroni, camicia color panna e una giacca dello stesso colore dei pantaloni.
-E mi dica signorina....-Era un modo gentile per chiedere il suo nome.
-Mandy Thompson .-
-Bene signorina Thompson, mi dica, qual'è il suo obbiettivo attuale?-Chiese poi l'uomo.
-Scrivere un libro, signor...-A quel punto anche lei era curiosa di sapere come si chiamasse lui.
-Nathan Thewlish . Beh è un bell'obbiettivo, molto impegnativo, e di cosa parlerebbe?-
-Beh, non so, questo è il punto.-
-Signorina Thompson, le do un consiglio.... Le migliori idee vengono quando meno ce le aspettiamo, aspetti, vada in giro con un blocco e se le viene qualche idea, anche a cena, in bagno, scriva! Non pensare a cosa dice la gente se la vede in mezzo la strada a scrivere.-Quell'uomo sembrava saperla lunga.
-Lei è uno scrittore?-Chiese lei.
-Una specie si, ma sono fermo da un po'. Mi limito a dare consigli per ora .-Rise lui.
-La ringrazio.-Sorrise lei.
-Oh è un piacere, mi fa piacere aiutare giovani scrittori e se un giorno pubblicherà qualche libro, sarò il primo a comprarlo.-L'uomo con un grosso sorriso le fece l'occhiolino .
-Beh è mezzogiorno è ora che io e Remus torniamo a casa.-Detto questo si alzò  e fece un fischio al cane che torno subito dal padrone.
-Se vorrà altri consiglio , noi saremo qui tutti i giorni a quest'ora. Buona giornata signorina.-
-Buona giornata signor Thewlish.-Disse Mandy sorridendo .
Li vide allontanarsi e solo quando sentì il big ben suonare si ricordò dell'ora.
-Sono morta!-Esclamò correndo più veloce possibile attraverso il parco.
Sarebbe arrivata tardi per il pranzo e la signora Ponfy l'avrebbe sgridata se non di più.
Come già si era immaginata la signora Ponfy già era arrabbiata ed il suo ritardo l'aveva fatta infuriare e la lasciò senza pranzo, dopo che l'aveva sgridata e gli aveva dato due ceffoni.
Ormai Mandy era abituata a quelle cose tanto da non provare neanche più dolore quando la menava.
Si rifugió in camera sua e si mise sdraiata sul letto, non aveva idee , però seguì il consiglio di quell'uomo, aveva sempre accanto a se un blocco da scrivere ed una penna.
Solo all'ora di cena scese assieme agli altri e finalmente addentó qualcosa da mangiare, un po' di pollo con i broccoli e le patate, cucinato dalla cuoca Mildred Nocera, Italo inglese.
-Mandy lo sai che non voglio che tu tenga oggetti sul tavolo quando mangiamo.-Disse la tutrice senza alzare lo sguardo dal piatto.
La signora Ponfy era tipo le classiche tutrici , un po' grasse, vecchia, acida e i capelli grigi in uno chignon. Vestiva sempre con i soliti abiti neri il che rendeva l'orfanotrofio ancora più triste.
-Va bene se lo metto sulle gambe?-Chiese Mandy.
-No.-Disse secca lei.
-A terra? -
-Nemmeno.-
-Allora dove lo posso mettere?-
-Dove sta bene, in camera tua.-
Mandy sospirò e lo mise sulle gambe.
-Non mi hai sentito? In camera tua.-Questa volta la tutricr si giró con lo sguardo verso si lei e visto che a Mandy non andava di essere schiaffeggiata ancora una volta, decise di posare il blocco in camera.
-Bambini non seguite mai l'esempio di Mandy.-Disse la tutrice quando Mandy tornò al tavolo.
I bambini rimasero muti e Mandy chinó il capo sul piatto.
-Dopo Mandy ti voglio parlare nel mio ufficio.-
-Si signora Ponfy.-
Dopo cena Mandy si recò nell'ufficio dell'arpia e già sapeva dove voleva andare a parare.
-Quanti anni hai Mandy?-
-Ventuno signora.-
-E questo vuol dire...-
-Che ho superato l'età per stare qui.-
La signora Ponfy la guardava severa .
-E tu sai che o trovi un lavoro e vai a vivere per conto tuo, oppure continui a stare qui , però andando all'università, ma anche se fosse la seconda opzione due anni e saresti automaticamente fuori.-
-E quindi?-Chiese Mandy.
-Quindi o trovi un lavoro prima della fine dell'estate o ti mando in un college dove puoi dimenticare i tuoi cari libri.-Disse secca la signora Ponfy.
-Cercherò di trovare lavoro prima di fine agosto.-Decise Mandy.
-Molto bene, almeno sarai utile a qualcosa.-La signora Ponfy pensava che i ragazzi non fossero buoni a niente.
-Posso andare?-Chiese Mandy.
-Si vai!-Detto questo la tutrice si girò e continuò con le sue scartoffie.
Quando Mandy aprì la porta che l'avrebbe portata al corridoio trovò tutte e quattro i bambini li davanti.
-Che ci fate qui?-
-Te ne andrai?-
-Come faremo senza di te?-
-Non lasciarci!-
-Chi ci difenderà dalla Ponfy?-
Le domande dei bambini erano disperate, amavano Mandy e separarsi da lei era davvero una cosa dura.
-Oh, venite qui. Sapete, ormai sono diventata grande, devo andare a lavorare, non posso restare qui in eterno.-Li abbracció amorevolmente.
-Ora andate a letto che è tardi.-Rise lei con tono dolce ma autoritario.
I bambini corsero a letto e lei anche andò in camera sua, si buttò sul letto e senza neanche mettersi il pigiama si addormentó

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Capitolo 2
*** un thè e un lavoro ***


~~Grazie a tutti coloro che hanno recensito mi avete resa veramente felice. Finalmente riesco a postare il nuovo capitolo quindi buona lettura!

 

 

La mattina dopo Mandy si alzò presto, si cambiò e scese in cucina per aiutare la cuoca con la colazione.
Quando finalmente fu tutto pronto arrivarono gli altri, compresa la signora Ponfy.
-Già pronta?-Chiese la signora a Mandy.
-Beh volevo uscire presto per cercare lavoro.-Disse Mandy sedendosi al tavolo.
-Almeno qualcosa di saggio e giusto.-Disse la donna con superiorità mentre prendeva una tazza di thè.
In realtà Mandy voleva starsene al parco e sperare di ritrovare quel signore tanto gentile.
-Beh io vado. Signora Ponfy, non si preoccupi per me a pranzo, ho intenzione di andare un po' lontano da questo quartiere.-Spiegò lei sperando che la donna gli dava il permesso.
-Va bene.-Disse la donna alzandosi e sparendo dietro un angolo.
-Beh ragazzi io vado, a dopo!-
Uscì con il sottofondo dei saluti dei bambini e a passo svelto si diresse verso il parco, sotto lo stesso albero.
Non ciacció subito il blocco, ma si rilassó in cerca di idee, era intenta a fissare il cielo che non si accorse della compagnia che aveva affianco, solo quando la sfiorò allora si voltò.
-Oh Remus! Ciao bello. Tutto solo?-Chiese lei accarezzando il cane che gli annusó il viso.
-Dimmi un po', dove hai lasciato gli altri malandrini?-Scherzó lei sapendo che il nome che gli aveva dato il padrone era quello di uno dei malandrini di Harry Potter, Remus Lupin.
-Purtroppo c'è solo un malandrino.-Rise una voce dietro di lei.
-Oh signor Thewlish, buongiorno.-Sorrise Mandy continuando ad accarezzare Remus.
-Buongiorno! Così abbiamo una lettrice di Harry Potter eh Remus!-Il signor Thewlish sorrise al cane se si sedè al fianco della ragazza.
-Beh si, è stato il primo libro che ho letto.-Sorrise Mandy.
-E dimmi, il tuo personaggio preferito?-Chiese l'uomo.
-Beh un po' tutti, ma il mio preferito è il professor Lupin!-Quando Mandy parlava di quei libri gli si illuminavano gli occhi.
-Che resti tra noi, ma è anche il mio personaggio preferito.-Rise l'uomo.
-Sennò non avrebbe chiamato il suo cane Remus.-Constató lei.
-È vero! Ma dimmi hai scritto qualcosa?-Chiese .
-Niente, non ho idee. Porto sempre con me un blocco, ma le idee non vengono.-
-Capita a tutti una giornata no... L'importante è non abbandonare l'idea di scrivere.-Spiegò l'uomo.
-Lei come fa quando non ha idee?-
-Beh, cerco di divertirmi . E con Remus viviamo delle vere e proprie avventure.-Rise lui accarezzando il suo cane.
-Avventure?-Chiese Mandy curiosa.
-Prova a vedere le cose di sempre con altri occhi! Immagina di essere in un'epoca diversa, un mondo diverso. Rendi interessante il noioso.-Disse l'uomo alzandosi.
Mandy anche si alzò e seguì l'uomo che si avviò verso l'uscita del parco.
-Ti farò vedere una cosa che solo chi ha buoni occhi può vedere.-Sorrise.
Uscirono dal parco ed arrivarono verso delle piccole villette a schiera.
-Io vivo qui, non ti preoccupare , non pensare male, ma forse posso aiutarti con il tuo problema .-Sorrise l'uomo aprendo la porta d'entrata .
Mandy entrò in casa e si ritrovò in un corridoio dalle pareti verde scuro e il parquet .
-Vieni intanto metto a fare del thè, puoi aspettarmi in giardino.-Disse lui indicando una grande vetrata vicino la cucina.
Mandy andò con Remus in giardino, era grande , con piante esotiche e sculture in pietra di diverse forme.
Remus gironzolava in quel giardino e poi tornò da Mandy.
Era un posto meraviglioso , sembrava veramente un altro mondo.
-Ecco il thè!-Esclamò il signor Thewlish portando un vassoio con due tazze di thè caldo e lo poggió su un piccolo tavolinetto li in giardino.
-Allora che ne pensi?-Chiese lui notando che Mandy era ancora incantata da quel posto.
-È meraviglioso. Sembra di stare in qualche posto esotico, e queste pietre mi ricordano delle case per fate o gnomi, come avevo letto da piccola.-Mandy sembrava una bambina in un parco giochi e gironzolava nel giardino puntando il dito su ogni cosa strana che vedeva.
-Sono felice che ti piaccia, sai c'è gente che non capisce la bellezza di questo posto. Dicono che è solo un giardino un po' diverso.- Presentata una tazza di thè e la diede a Mandy.
-Questo non è un semplice giardino, è un altro mondo, un luogo magico.-Sorrise lei.
-Beh se ti fa piacere stare qui, puoi venire quando vuoi, può diventare..... La nostra Hogwarts .-Sorrise l'uomo bevendo un sorso di thè.
-Davvero?-Chiese lei incredula.
-Si certo. Mi fa piacere averti qui. -L'uomo sembrava più felice di lei.
-Perché è così gentile con me signor Thewlish?-Chiese lei poi andando verso l'uomo.
-Vedi Mandy, tu mi ricordi una persona a me cara, e vederti sorridere mi ricorda lei. È una sensazione meravigliosa.-Disse l'uomo un po' nostalgico.
-Se posso permettermi, chi era questa persona?-Chiese lei.
-Mia figlia.-Disse lui malinconico.
-Oh...-Mandy si rattristó ma l'uomo la rallegró subito.
-Visto che mi ricordi tanto mia figlia, vorrei che avessi questo.-Disse l'uomo togliendosi un ciondolo dal collo, era a forma di Lupo ed era in argento.
-Ma è bellissimo. Deve significare molto per lei, non posso accettarlo.-Disse lei facendo cenno di no con la testa.
-Mi renderebbe davvero felice che lo abbia tu, lei lo considerava il suo protettore. -Disse lui con gli occhi pieni di gioia.
-Va bene.-Disse Mandy accettandolo.
Poi corse a prendere la tracolla vicino al tavolinetto e estrasse da essa il blocco con la penna.
-Idee?-Chiese l'uomo.
-Si molte!-Disse Mandy scrivendo con un grosso sorriso.
Il signor Thewlish si avvicinò a lei per vedere cosa stesse scrivendo e rimase colpito da ciò che stava scrivendo.
-Ma stai scrivendo di noi?-Chi se incerto.
-Si, con qualche variazione e qualche tocco magico, ma si, scrivo di noi. Le dispiace?-Chiese Mandy preoccupata guardandolo.
-No affatto! Continua pure!-Disse l'uomo con un grosso sorriso mentre si sedeva vicino a lei.
Passarono cinque minuti e poi Mandy si fermò e riprese la tazza di thè.
-Credo che adesso ho la storia perfetta per il mio libro.-Sorrise lei.
-Ne sono davvero felice.-Sorrise l'uomo.
-Toglimi una curiosità , quanti anni hai di preciso?-Chiese poi l'uomo.
-Ne ho 21. Lei invece?-
-Ne ho 40 precisi. Quindi non vai in nessuna università?-Chiese poi.
-No, purtroppo non ho ricevuto nessuna borsa di studio e in orfanotrofio non abbiamo abbastanza soldi per permetterci di andare all'università. Quindi sarò costretta a trovare lavoro.-Spiegò lei come se niente fosse.
-Un momento, orfanotrofio? Quindi non hai più i tuoi genitori?-Chiese stupito l'uomo.
-Purtroppo non ho mai conosciuto i miei genitori, ma non mi pesa questi, certo , se avevo una famiglia credo avrei avuto molte più possibilità di studio. Ma va bene così.-
In realtà l'uomo vedeva che a Mandy pesasse quella situazione e non continuò il discorso.
-Mi dispiace, ma credo che posso aiutarti io.-Disse l'uomo.
-In che senso?-
-Hai detto che cerchi lavoro, o sbaglio?-
-No non sbaglia, ma cosa centra?-
-Beh, come ti ho detto sono uno scrittore, sto scrivendo un libro e sono ancora 200 pagine, ma purtroppo per piccoli problemi di salute non posso stare troppo davanti al computer e poi stare seduto troppo tempo mi annoia.-Iniziò lui.
-Quindi mi sta dicendo che dovrei scrivere il suo libro al computer per poi stamparlo?-Chiese Mandy.
-Esattamente! Che ne pensi? Il prezzo puoi deciderlo tu se vuoi.-Rise lui.
-Per me va benissimo! Ma il prezzo lo decida lei.-Sorrise lei.
-Perfetto.... Mmmm, che ne pensi di 50 centesimi a pagina?-Chiese lui.
-Benissimo, quando posso iniziare?-Chiese lei entusiasta.
-Direi che domani va benissimo. Verrai qui tutti i giorni tranne sabato e domenica dalle 9 alle 18, va bene?-Chiese infine l'uomo.
-Va benissimo! Non so come ringraziarla!-Mandy lo abbracció dalla gioia ma dopo si accorse che forse non era un gesto molto consono.
-Molto bene, adesso è meglio che tu vada, si sta facendo tardi.-Le sorrise l'uomo.
In effetti era l'ora di pranzo e aveva una fame da lupi, ma non voleva disturbare il signor Thewlish , così prese la sua borsa e salutando l'uomo ed il suo cane se ne andò, memorizzó la via sul suo blocco dopodiché andò in un bar li vicino dove prese un sandwich e mentre mangiava al parco continuava a scrivere , solo dopo pranzo notò che il cielo si stava mettendo male, così decise di rientrare.
Appena in tempo, quando entrò in orfanotrofio iniziò a piovere forte.
-Sei rientrata!-Disse una bambina piccola.
-Si eccomi qui!-Sorrise Mandy.
-Oh sei tornata, allora?-Chiese la signora Ponfy arrivando dal lungo corridoio scuro.
-È andata bene, un mio amico mi ha offerto un lavoro e ho accettato, scriverò un libro al computer e verrò pagata.-Disse Mandy sperando che almeno in quel momento la tutrice fu fiera di lei.
-Una scrittrice? Beh non è molto , però è sempre megllio di niente.-Disse la signora andandosene nel suo ufficio.
Era pomeriggio tardi quando Mandy continuò a scrivere la sua storia, arrivò a pagina 50 dopodiché decise di riposarsi un po' gli occhi e si appisoló .


Spero vi piaccia anche questo capitolo!

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Capitolo 3
*** weekend in campagna ***


~~Grazie ancora a coloro che hanno recensito e hai messaggi privati che dicevano di amare la mia storia.... Grazie di cuore. Non mi resta che augurarvi buona lettura!

 

 

Quando Mandy si svegliò era ormai ora di cena, come sempre passò in totale silenzio e ordine, solo dopo cena Mandy passò qualche minuto con i bambini.
-Mandy ci leggi uno dei tuoi libri?-Chiese la più piccola.
-Che libro volete che vi legga?-Chiese lei.
-L'ultima volta siamo rimasti a metà di Harry Potter ed il prigioniero d'Azkaban.-Disse il maschio più grande.
-Bene, allora andate a sistemarvi e una volta sotto le coperte vi leggerò qualche capitolo.-I bambini corsero al piano di sopra per prepararsi ed intanto Mandy andò in camera sua a prendere il libro interessato.
Quando andò in camera dei bambini li trovò già sotto le coperte pronti per ascoltare la lettura.
Finì di leggere quasi a mezzanotte quando tutti si addormentarono, dopodiché anche lei crollò in camera sua , prima però mise la sveglia per il giorno dopo , non voleva far tardi il suo primo giorno di lavoro.
La mattina dopo uscì presto di casa, ed arrivò alle 9 spaccate a casa del signor Thewlish.
Suonò, era ansiosa, si stava facendo domande su domande come ad esempio "gli piacerà il mio modo di lavorare?" , e cose del genere.
Si aprì la porta e si ritrovò il signor Thewlish come suo solito ben sistemato con un bel vestito.
-Puntuale! Ottimo inizio!-Esclamò lui con un grosso sorriso.
-Buongiorno!-Sorrise Mandy.
-Vieni entra.-L'uomo la fece entrare e la fece accomodare in un salone con una grande finestra .
Il salone era pieno di mobili vecchi, alcuni anche orientali e a Mandy piacevano molto.
Una poltrona in particolare la colpì, era diversa da tutto l'arredamento, era di pelle nera, sembrava molto comoda .
-Allora, hai scritto qualcosa di nuovo ieri?-Chiese l'uomo poi andando vicino a Mandy che era lì ferma nel salone.
-Oh si! 50 pagine all'incirca, mi era venuta un'idea e ho iniziato a scrivere, che sia buona o meno non ne ho idea però.-Disse lei timidamente.
-Bene facciamo così, mentre tu lavori con il mio libro , io do una letta al tuo. Ci stai? È un giusto baratto.-Rise lui.
-Va bene.-Disse lei aprendo la tracolla e cacciando il blocco .
-Molto bene, immagino che non c'è bisogno che ti dica come funziona un computer vero? Voi ragazzi ne sapete più di noi. Il libro è lì vicino al computer .-Disse lui indicando una vecchia scrivania con un blocco di fogli e un computer nuovo di zecca.
-Mi metto subito all'opera!-Disse Mandy con un sorriso.
Accese il computer, si mise comoda e iniziò a scrivere, mentre il signor Thewlish leggeva interessato il racconto della ragazza.
Mandy era un asso con il computer, tutto merito della scuola che le aveva permesso di frequentare un corso di informatica.
Così quando arrivò l'ora di pranzo aveva quasi raggiunto le 100 pagine, mentre il signor Thewlish dopo aver letto il racconto, aveva continuato a scrivere nuove pagine del suo libro.
-Direi che una pausa ci vuole!-Disse l'uomo alzandosi dalla poltrona di pelle.
Mandy si stiracchió e e stroppicciandosi gli occhi si voltò verso il signor Thewlish che era già nella zona cucina a preparare dei sandwich.
-L'aiuto.-Disse Mandy andando verso di lui.
-Molto gentile, grazie!-
Quell'uomo aveva il potere di rallegrare Mandy, sempre così sorridente e allegro.
-Ma dov'è Remus?-Chiese poi Mandy.
-In giardino, sembra che un gatto sia passato per il giardino e lui ora non si dà pace finché non lo cattura.-Spiegò l'uomo.
-Povero gatto.-Rise Mandy.
-È stato il cerchio della vita.-
-Questa l'ha copiata dal Re Leone.-Rise Mandy.
-È vero! Beccato.-Rise a sua volta l'uomo.
D'un tratto entrò Remus, con molta tranquillità andò a bere alla sua ciotola.
-Hey ciao Remus!-Lo salutò Mandy .
Il cane per tutta risposta fece un piccolo sbadiglio e poi tornó in giardino.
-Non lo ha ancora preso.-Scherzó l'uomo.
-Comunque la tua idea è ottima, complimenti, 50 pagine ben scritte e senza nessun errore di ortografia, cosa assai rara ai tempi d'oggi.-Fece l'occhiolino alla ragazza.
-La ringrazio.-Disse con un grosso sorriso, si sentiva soddisfatta in quel momento.
-Continuiamo a lavorare, sennò non andremo molto avanti.-Diede una pacca sulla spalla della ragazza è poi si rimisero ai posti di lavoro.
Sta di fatto che la pausa dopo cioè alle 17 fu quella più rilassante , erano in giardino a chiacchierare .
-In che orfanotrofio ti trovi?-Chiese poi .
-Al Cesar , quello a qualche isolato da quì, dopo il parco.-
-Quindi sei anche vicina! Dimmi, come ti trovi li?-Il volto dell'uomo era serio.
-Beh, credo bene, insomma... È casa mia, ho sempre vissuto lì, non so cosa significa avere una vera casa con una vera famiglia.-Disse lei perplessa.
-Hai ragione, scusa la mia domanda impertinente.-Si scusó lui.
-Oh non si scusi. C'è gente che sta peggio, mi reputo fortunata almeno ad avere un luogo coperto e al sicuro come vivere.-Lo rassicuró.
Chiacchierarono per quasi un'ora del più e del meno dopodiché Mandy dovette tornare a casa.
-Allora a domani signor Thewlish.-Disse lei con un grosso sorriso.
-A domani Mandy, buona serata.-La salutò l'uomo.
-Anche a lei.-Detto questo Mandy si avviò verso casa ed una volta li dopo un bel bagno caldo e una cena (non delle migliori, però sempre cibo era), andò in camera sua , si mise a scrivere, aveva mille idee per la testa e le scrisse tutte su carta.
Solo alle due di notte crollò sul letto .
La mattina dopo fu dura alzarsi, ma comunque ci riuscì e puntuale si presentò a casa del signor Thewlish per il solito lavoro.
Ogni giorno eccetto il sabato e la domenica Mandy si recava a casa dell'uomo per aiutarlo con il libro e lui leggeva e aiutava Mandy con il suo.
Così passò un mese, Mandy ed il signor Thewlish avevano stretto una grande amicizia, persino che l'uomo gli aveva promesso che un fine settimana sarebbero andati in campagna , dato che Mandy non era mai uscita da Londra.
E così arrivò quel fine settimana, Mandy era emozionata, due giorni lontana dall'orfanotrofio , con una delle persone che Mandy stimava di più.
Un piccolo borsone e alle 10 in punto si ritrovò davanti casa dell'uomo.
-Tutto pronto?-Chiese lui uscendo dalla porta con Remus a guinzaglio.
-Si, l'aiuto?-Chiese lei notando che l'uomo faticava a portare il suo borsone.
-Puoi portare Remus?-Chiese lui con un sorriso.
-Certo!-Sorrise lei.
Si avviarono così alla stazione centrale e presero il treno che li avrebbe portati nella campagna più vicina.
Il signor Thewlish avevano una casa li, la usava poco , però era un posto veramente grazioso a suo dire.
Arrivarono dopo pranzo e dopo un breve tratto di strada a piedi dalla stazione, arrivarono a quella casa, era piccola ma veramente bella, si trovava in mezzo al verde con tanti fiori intorno .
-Ti piace?-Chiese l'uomo fermandosi a contemplare la casa assieme a Mandy.
-È stupenda!-Esclamò Mandy.
-Grazie.-Rise lui.
Entrarono, dentro era rustico, un piccolo salone con il camino, un bagno al piano terra, una piccola cucina e sopra due camere ed un bagno.
-Vieni ti mostrò la tua camera.-Disse l'uomo Salento le vecchie scale di legno.
Quando Mandy entrò si ritrovò in una stanza stupenda, dalla carta da parati a fiori, al letto enorme anche se coperto da un telo per non farlo impolverare , un armadio, una scrivania e una libreria piena di libri.
-Non è molto, ma spero che ti piaccia.-Disse l'uomo.
-Ma è stupenda! Grazie signor Thewlish, è l'uomo migliore del mondo!-Disse Mandy abbracciandolo.
L'uomo ricambió l'abbraccio e in quel momento Mandy sentì una sensazione nuova, di calore, come una protezione, forse era questo quello che voleva dire un abbraccio familiare.
-Vieni aiutami a sistemare le altre cose.-Disse lui sorridendogli.
Diedero una pulita veloce alla casa e in un momento si sentirono solo le imprecazioni dell'uomo verso il cane è le risate di Mandy , Remus infatti non appena l'uomo lavava a terra , passava sul bagnato sporcando tutto.
-Un nome , un piano!-Rise lei.
-Un malandrino di tutto rispetto.-Rise l'uomo .
La sera Mandy insistette per preparare la cena, il signor Thewlish era stato così gentile con lei che voleva ricambiare in qualche modo.
-Cosa prevede il menu?-Chiese l'uomo entrando in cucina.
-Pollo al limone con patate arrosto e insalata.-Disse lei fiera della sua cucina.
-Sembra buono, ma mi posso fidare?-Chiese lui un po' perplesso nel vedere il pollo di colore giallo.
-Certo!-Disse lei.
Quando la cena fu pronta l'aspetto dei piatti non era il massimo, però dall'odore sembrava buono.
-Non ti offendere, ma dall'aspetto non è molto convincente.-Rise lui.
-Doveva venire meno giallo, ma credo sia buono.-Disse lei perplessa.
-Proviamo.-Disse lui assaggiando il pollo.
-Mmmh... Buono! Chi lo avrebbe detto!-Continuò dopo aver assaporato la pietanza.
-Non è malvagio.-Constató Mandy.
Anche Remus gradì la cena e dopo di essa si misero tutti e tre in salotto.
-Che pace che c'è qui!-Disse Mandy guardando fuori dalla finestra.
-In effetti mi piace proprio perché è tranquillo.-Disse l'uomo sedendosi su una poltrona.
-Che ne dici, ti va una partita?-Chiese cacciando gli scacchi da sopra la libreria.
-Mi insegna? Non ho mai giocato a scacchi.-Mandy avrebbe voluto imparare, ma non avendo la possibilità aveva perso ogni speranza.
-Certo, vieni!-Sorrise lui.
Passarono la sera a giocare a scacchi o meglio cercando di giocare a scacchi, a mezzanotte passata decisero di andare a dormire e Remus andò nella stanza con Mandy.
La ragazza crollò , ma si risvegliò verso le 3 di notte, con dei colpi di tosse.
Si alzò ed andò nel piccolo corridoio che portava fino alla stanza del signor Thewlish , la luce in camera sua era accesa e l'uomo stava tossendo .
Mandy non sapeva che fare ma Remus voleva entrare nella stanza del proprio padrone.
-Remus sta qui!-Disse a bassa voce lei.
Ma il cane non ubbidì e entrò nella stanza del padrone.
L'uomo si girò e Mandy poté vedere il volto pallido.
-Oh Mandy, scusami, ti ho svegliata.-Disse tossendo.
-Non si preoccupi, ma lei sta bene?-Chiese la ragazza preoccupata.
-Oh si, tranquilla , a quanto pare ho preso un colpo di freddo e ora ne pago le conseguenze.-Sorrise debolmente l'uomo.
-Vuole che le preparo qualcosa di caldo? Un thè?-Chiese Mandy.
-Oh no tranquilla, ci penso io. Torna a dormire, domani devi essere riposata per dove voglio portarti domani.-Disse lui avvicinandosi.
-Ne è sicuro? Se sta male possiamo anche rimandare.-Disse lei.
-Oh no, non se ne parla, vai ora, sogni d'oro.-Disse lui con un sorriso a trentadue denti.
-Buonanotte.-Disse lei incerta.
Tornò in camera sua, senza Remus questa volta.
Si rimise sotto le coperte, ma era sempre con l'orecchio attento se al signor Thewlish tante volte servisse una mano.
Ma dopo un paio di ore crollò e la mattina fu svegliata dall'uomo .
-Mandy, è ora di alzarsi!-Esclamò con un grosso sorriso.
Mandy si alzò, aveva ancora sonno, erano le 8 ma non si lamentó, anzi era felice di vedere che il signor Thewlish stava bene e sorrideva.
-Sta bene ?-Chiese lei alzandosi dal letto.
-Oh si benone! Già tutto passato. Ti avevo detto di stare tranquilla.-Sorrise lui andando fuori dalla stanza.
Mandy si cambiò veloce e quando scese in cucina trovò i pancake pronti.
-Ci vuole una bella colazione!-Esclamò l'uomo sedendosi a tavola.
-Sembrano squistiti.-Disse Mandy accomodandosi.
In effetti erano veramente buoni, erano con i mirtilli e Mandy adorava i mirtilli.
Dopo colazione uscirono, l'uomo portò Mandy in mezzo alle campagne, era un posto magnifico.
Arrivarono in un luogo dove dovettero attraversare un piccolo tunnel tra le roccie, ma lo spettacolo dopo ne valeva la pena di sporcarsi un po'.
Dopo il tunnel c'era una piccola cascata e un fiumiciattolo che portava chissà dove.
Tutto intorno erano fiori colorati sembrava che l'uomo non avesse mai messo piede lì.
-Ma è un luogo magico!-Esclamò Mandy a bocca aperta.
-Questa è la casa delle fate. La chiamò così mia figlia.-Disse l'uomo sedendosi su una roccia.
-Ci sono davvero le fate?-Chiese Mandy come una bambina di cinque anni.
-Se solo sai vederle.-Rise lui.
-Allora non ci riuscirò mai.-Si demoralizzó.
-Non essere pessimista, basta credere che esistano e si faranno vedere.-
Quella mattinata la passarono a chiacchierare, Mandy decise di mettere i piedi ammollo del ruscello mentre il signor Thewlish schiacciava un riposino, poi iniziarono a giocare con Remus a palla.
Tornarono a casa poco prima di pranzo e dopo un sandwich veloce tornarono in stazione per tornare a casa.
-Peccato che sia già finita.-Disse Mandy affacciata tristemente al finestrino del treno.
-Ci saranno altre occasioni.-Sorrise l'uomo.
-La prima volta che vai in un luogo però è sempre speciale.-Sorrise lei.
-Questo è vero!-Esclamò l'uomo prendendo un vecchio libro tra le mani.
Il viaggio durò le solite tre ore e il signor Thewlish si offrì di riaccompagnare Mandy fino all'orfanotrofio .
Bussarono alla porta e l'uomo si presentò alla signora Ponfy.
-Salve signora, mi presento sono il signor Nathan Thewlish.-Si presentò educatamente lui.
-Quindi è lei l'uomo con la quale Mandy passa tutto il suo tempo.-Disse la donna.
-Si signora, è un'ottima lavoratrice e volevo ringraziarla di persona per aver dato il permesso a Mandy di accompagnarmi questi due giorni in campagna.-Era così educato che Mandy non poté fare a meno di sorridere.
-Ha 21 anni, è libera di fare quello che vuole.-Rispose sgarbatamente la signora Ponfy.
-Giusto.-Disse l'uomo quasi pentito di aver usato tutta la sua gentilezza.
-Ora mi scusi signore, ma ho molto lavoro da fare.-Detto questo la signora Ponfy sparì.
-Mi scuso per il suo comportamento, purtroppo è sempre così.-Disse Mandy dispiaciuta.
-Non ti preoccupare, beh, io vado, buona serata.-Sorrise lui avviandosi.
-Anche a lei .-Disse Mandy rientrando.
Quella sera Mandy raccontó di quel fine settimana in campagna .
-Ti immagini che bello se ti adottasse il signor Thewlish.-Disse una bambina.
-Ma ormai nessuno mi adotterà. Gli adulti vogliono bambini come voi, non ragazze come me.-Rise lei, però doveva ammettere che ci aveva fatto anche lei un pensierino.
Quella sera crollò e per la prima volta sognó il signor Thewlish come se fosse suo padre.


continua, spero vi piaccia anche questo capitolo.... riuscite per caso ad immaginare come sarà il seguito???? muahahahhaha

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Capitolo 4
*** Compleanno ***


~~Ecco un nuovo capitolo, ultimamente ho i nervi tesissimi e la rabbia sale, però trovo sempre il tempo di scrivere, quindi buona lettura!

 

 

 


La mattina dopo Mandy era piena di energie, non vedeva l'ora di andare a lavorare, con un sorriso enorme si recò a casa dell'uomo puntuale.
-Sei la prima persona che arriva puntuale ogni giorno, lo ammetto, anche io sono un po' tardatario.-Rise lui facendo accomodare Mandy al suo posto di lavoro.
Mandy aveva notato che non sembrava in piena salute, anche se non lo dava a vedere.
-Signor Thewlish è sicuro di stare bene? Sembra un po' pallido.-Disse preoccupata.
-Tranquilla un po' di febbre, niente di preoccupante. Tu piuttosto, hai scritto qualcosa?-Chiese poi porgendo la mano verso la ragazza.
Era sicurissimo che aveva scritto qualcosa, infatti Mandy le consegnó il blocco.
-Bene, siamo a quota 140 . Ottimo lavoro.-
Mandy aveva scritto 140 del suo libro ma ancora non aveva pensato ad un finale, la storia raccontava di loro due e quindi non c'era ancora una fine e Mandy sperava che non ci fosse mai una fine di quella storia.
-Bene a lavoro!-Esclamò lui sedendosi sulla solita poltrona in pelle.
Quel giorno Mandy si concentrò poco, vedeva che l'uomo stava male, era in pensiero per lui è avrebbe voluto aiutarlo, ma era sicura che lui avrebbe rinunciato al suo aiuto.
Ripresero a parlare solo dopo che lui finì di leggere le pagine del libro di Mandy.
-Ottimo lavoro, direi che puoi tranquillamente scrivere il finale.-Constató .
-Di già?-Chiese lei voltandosi verso di lui.
-Oh si, non vuoi finire il libro?-Chiese lui.
-Beh si, è solo che mi dispiace un po' finirlo.-Disse lei timidamente.
-Invece è ilun gran traguardo. Pochi hanno il tuo dono Mandy, sfruttalo al meglio.-Sorrise lui.
Mandy si rattristó di colpo.
-Ho detto qualcosa che non va? -Chiese lui preoccupato, avvicinandosi a lei.
-È solo che, manca poco che io finisca di scrivere il suo libro e finire anche il mio vuol dire che...-Mandy a testa bassa non riuscì a finire la frase che l'uomo la interruppe.
-Mandy, hai paura di finire il tuo libro ed il lavoro, perché pensi che dopo non ci vedremmo più?-Chiese lui cercando di guardare il volto di Mandy che era sempre più basso e la guancia rigata da una lacrima.
Lei fece cenno di si, non voleva farsi vedere mentre piangeva, lo faceva di rado, odiava piangere.
-Anche se tu finisci il lavoro e il libro vorrei che continuassi a venire qui, ogni giorno. Io e Remus ci siamo affezionati a te e non vorremmo mai che una persona meravigliosa come te esca dalle nostre vite.-Sorrise abbracciandola.
-Davvero?-Chiese lei alzando lo sguardo con occhi pieni di lacrime.
-Ma certo! Perché hai pensato ad una cosa simile?-Chiese lui continuando ad abbracciarla.
-Io... Non lo so, sono abituata a gente che si stanca di me e mi ritrovo sempre sola.-Disse lei tra un singhiozzo e l'altro.
-Non sei sola, ci siamo io e Remus ora.-Sorrise lui.
Intanto anche il cane si era aggregato a quell'abbraccio.
-Grazie, e scusi per il mio sfogo.-Disse lei cercando di asciugarsi le lacrime.
-Tranquilla, può succedere a tutti, anche ai più forti come te. Ed io ho un rimedio infallibile per queste situazioni.-Disse lui andando in cucina.
Mandy rimase li a coccolare Remus che non si era mosso ed era attento ad ogni movimento della ragazza.
-Grazie Remus.-Disse lei piano mentre coccolava il cane.
Il signor Thewlish tornò con due tazze piene di cioccolato caldo e doppia panna, anche se era estate quella giornata sembrava quasi autunnale, con la pioggia che cadeva.
-Niente di meglio per una cioccolata calda per rallegrarsi.-Erano seduti a terra come due bambini e Remus in mezzo a loro.
-Ti senti meglio?-Chiese lui con un grosso sorriso.
-Si grazie. Non so che mi sia preso, scusi ancora.-Disse lei con un mezzo sorriso.
-Hai semplicemente avuto un crollo di nervi. Capita è la cosa più normale che ci sia. Non prendertela, tutti dobbiamo sfogarci prima o poi, chi lo fa con la rabbia e chi con la tristezza. Non bisogna aver paura di esprimere i propri sentimenti.-Spiegò lui.
-Signor Thewlish, le dispiace se domani vengo verso le 10?-Chiese lei arrossendo un po'.
-No di certo, come mai?-Chiese lui curioso.
-Beh, domani è il 1 Agosto, è il mio compleanno e all'orfanotrofio abbiamo la tradizione di festeggiare a colazione.-Disse lei con un grosso sorriso.
-Davvero? Ma certo che puoi . E quanti?-Chiese curioso.
-22. -Disse sorridente.
-Magnifico! -
-Bene, io mi rimetto a lavoro...-A Mandy era tornato il sorriso e questo rendeva l'uomo ancora più felice.
-Bene, io ne approfitto per fare il bagno a Remus.-Rise.
A quelle parole il cane scappò chissà dove e Mandy e il signor Thewlish scoppiarono a ridere.
Quando furono le 18 Mandy staccó il computer e salutò l'uomo che era impegnato con delle scartoffie.
Tornò in orfanotrofio e dopo cena Mandy iniziò a scrivere il finale del suo libro, finché alle 23 passate non scrisse finalmente l'ultima riga.
-Bene, finito!-Un sospiro uscì dalle labbra della ragazza che non appena si mise a letto crollò dal sonno.

 

 

La mattina dopo fu svegliata da tutti i bambini dell'orfanotrofio.
-Mandy buon compleanno!-Esclamarono i piccoli in coro.
Il più piccolo di loro aveva in mano una bustina.
-Ciao ragazzi! Grazie.-Disse lei abbracciandoli tutti.
-Questo lo abbiamo fatto per te.-Disse il più piccolo porgendogli la busta di carta.
Dentro c'era un bigliettino di auguri fatto dai bambini stessi, pieno di disegni e anche alcuni errori di ortografia.
-È bellissimo , grazie a tutti!-Esclamò lei.
Scesero per la colazione e Mandy trovò tante piccole tortine ai piatti.
-Ma sono bellissime!-Disse Mandy.
-Le ha fatte la cuoca per te! Gliene sono avanzate un bel po'.-Disse un bambino.
Si accomodarono e i bambini fecero spegnere a Mandy una piccola candela consumata sulla torta.
Quando la colazione finì erano le 9.30 , Mandy corse a prepararsi e passando per la cucina rubo dopodue tortine e le portò con se per il signor Thewlish.
Arrivò alle 10 in punto .
-Oh Mandy! Tantissimi auguri di buon compleanno!-L'uomo l'abbracció con fare paterno una volta che fu dentro.
-Grazie, le ho portano due piccole torte.-Rise lei mostrando il contenitore.
-Sembrano squisite!-Disse l'uomo con un grosso sorriso.
-Possiamo mangiarle dopo pranzo.-Disse lui facendogli l'occhiolino.
-Si!-
Andarono in salone , dopodiché Mandy diede il blocco all'uomo.
-L'ho finito, credo che è il finale migliore che abbia mai scritto.-Disse lei.
-Ne sono veramente felice.Dammi che lo leggo!-
Mandy lavorò fino alle 12, poi aiutò il signor Thewlish con il pranzo.
L'uomo voleva fargli assaporare uno dei suoi pranzi, a base di patate e maiale al forno.
-Quanta roba!-Disse Mandy notando la tavola imbandita.
-Per un giorno speciale ci vuole un pranzo all'altezza.-Rise l'uomo cacciando una bottiglia di vino rosso da una dispensa.
-Anche il vino?-Chiese lei stupita.
-Certo!-Esclamò lui.
-Non l'ho mai bevuto.-Rise lei.
-Questa è un'ottima occasione per assaggiarlo.-
Si accomodarono a tavola ed iniziarono a mangiare, era tutto ottimo, chiacchieravamo del più e del meno e bevevano.
-Buonissima questa torta!-Disse l'uomo.
-La cuoca è molto brava con i dolci.-Disse lei.
-Ho un regalo per te.-Disse poi l'uomo.
-Un regalo? Il pranzo non bastava?-Rise lei.
-No! Tanti auguri!-Disse cacciando un pacco piatto, con carta color indaco intorno.
Mandy lo scartó e si ritrovò un quaderno di cuoio nero ben rifinito con le sue iniziali sopra color argento.
-Ma è stupendo.-Disse Mandy a bocca aperta.
-Ero sicuro che ti piaceva.Potrai scrivere il tuo prossimo libro o le cose che per te sono importanti.-Sorrise l'uomo.
-Grazie signor Thewlish, è il migliore!-Esclamò Mandy abbracciandolo.
-Figurati. Che ne dici di sdraiarci un po' sul divano? Questo vino era più forte di quanto pensassi.-Rise alzandosi.
-Credo abbia ragione.-Disse lei alzandosi, ma barcollando un attimo.
-Tutto bene?-Chiese l'uomo attento.
-Si si!-Disse lei sedendosi poi sul divano.
Dopo pochi minuti entrambi si addormentarono sul divano, quando si risvegliarono erano quasi le 18 e Mandy stava per prepararsi per andare a casa , anche il signor Thewlish si alzò ma era pallido.
-Signore è sicuro di stare bene?-Mandy era preoccupata, lo vedeva, era barcollante.
-Si si, ho solo...-Non fece in tempo a finire la frase che l'uomo svenì e Mandy cercò di tenerlo,con molta fatica lo sdraió sul divano e chiamò un'ambulanza.
Pochi minuti dopo arrivò il soccorso, un dottore prese Mandy in disparte e gli fece un po' di domande.
-Sono il dottor Flich, seguo personalmente il signor Thewlish, ha notato qualche cosa di strano in questi ultimi giorni?-
-No, anzi si! Siamo andati in campagna e la notte non ha fatto altro che tossire, ma il giorno dopo stava bene.-Disse lei.
-Ormai ci è abituato, ha rifiutato di prendere anche le medicine. Lei è a conoscenza della malattia che ha il signor Thewlish?-
Mandy fece cenno di no e poi sentì l'ansia invadergli il corpo.
-Il signor Thewlish ha un tumore ai polmoni, da quando lo ha scoperto gli hanno detto che è un caso incurabile e si è rifiutato di fare chemio e di prendere medicine. Non le ha mai detto niente?-
A Mandy mancò il respiro, sentì che a breve era lei che sarebbe svenuta.
-Signorina sta bene?-Chiese il dottore notando il pallore della ragazza.
-Devo sedermi.-Disse lei sedendosi su uno scalino che portava al piano di sopra.
-Vuole un po' d'acqua?-Chiese poi il dottore.
-No, quanto gli resta?-Chiese Mandy in lacrime.
-Poco ormai, qualche settimana se tutto va bene.-Il dottore era serio e Mandy scoppiò in lacrime, quelle maledette lacrime che tanto odiava.
Quando la fecero rientrare in salone trovò il signor Thewlish sul divano che dormiva e i medici che sistemavano tutto  per andarsene.
-Deve riposare , e gli dia queste gocce tre volte al giorno, dopo i pasti, allevieranno il dolore.-Disse il dottore dandogli una dialettale di un medicinale.
Quando se ne andarono Mandy avvertì in orfanotrofio che non sarebbe rientrata quella sera e poi iniziò a sistemare la cucina che ancora era in disordine.
Quando ebbe finito, si sedette sulla poltrona di pelle e crollò dal sonno, con Remus ai suoi piedi che occhiava il suo caro padrone.



Lo so che sono capitoli un pò corti, ma li ho dovuti spezzare così, spero vi piaccia, vi avverto siamo quasi alla fine, si lo so corta ma spero che almeno sia bella. Bacioni!

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Capitolo 5
*** via ***


~~Eccomi qui... Oggi sono davvero di pochissime parole, perciò non mi dilungo tanto, buona lettura!

 

 

 


La mattina Mandy si svegliò alle 7 in punto, il signor Thewlish ancora dormiva e Remus affianco a lui.
Si alzò dalla poltrona, notò che era tutto nuvoloso fuori, così decise di preparare del thè caldo.
Quando andò in cucina sentì che l'uomo di stava svegliando.
Infatti quando si affacció dalla cucina, lo ritrovo seduto sul divano mentre Remus gli faceva le feste.
-Signor Thewlish.-Disse Mandy seria.
-Mandy!? Tu cosa ci fai qui?-L'uomo era confuso ma poi si ricordò.
-Oh giusto.-Lo disse in tono colpevole e quasi si vergognava.
-Perché non mi ha mai detto che era malato? Avrei potuto aiutarla.-Disse Mandy.
-E come? Purtroppo nessuno può aiutare a guarire da questo male.-Disse l'uomo.
-Il suo dottore mi ha detto che rifiuta qualsiasi cura.-
-Vieni, siediti qui.-Disse l'uomo indicando il divano.
Mandy ubbidí e con la tazza di thè si sedette sul divano.
-Devi sapere che io fin da piccolo sapevo che sarei morto di questo male. Non è dovuto a fumo o smog come pensa la maggior parte della gente.-Iniziò lui.
-E allora a cosa?-Chiese lei curiosa.
-Ad un fatto genetico, nella mia famiglia, a cominciare da mio nonno tutti i maschi prima o poi hanno questo male, chi prima e chi tardi.Mio padre, i miei fratelli.... Tutti hanno provato le cure, ma purtroppo nessuno di loro è rimasto in vita.-Spiegò.
Mandy rimase lì zitta a ragionare poi se ne uscì con una domanda spiazzante.
-Non ha paura della morte?-
Il signor Thewlish rimase un attimo colpito dalla domanda, non aveva mai pensato a come sarebbe stato morire.
-Beh, no.. Si? Non ne ho idea.-Fece una faccia buffa, Mandy rimase in silenzio , sapeva che ben presto avrebbe dovuto separarsi da lui .
-Che cos'è quella faccia seria?-
-È che alla fine lei mi lascerà...-Disse lei guardandolo negli occhi.
-Vorrei che non fosse così, ma è inevitabile.-Si rassegnó lui.
-Beh, io vado a farmi una doccia, ti posso chiedere un favore?-Chiese lui con un sorriso.
-Si certo!-Esclamò Mandy.
-Potresti portare Remus un po' fuori? È da un po' che non esce.-Disse lui guardando il cane .
-Certo!-Disse lei alzandosi.
Quando si alzarono dal divano l'uomo diede il guinzaglio, un ombrello e con Mandy mise un piccolo impermeabile a Remus.
-Bene , ci vediamo tra un po'.-Disse Mandy uscendo.
Si avviò verso il parco dove erano soliti ad andare con il signor Thewlish.
Pioveva e diciamo non era proprio il massimo per portare a spasso il cane, ma Remus era così felice, si divertiva a prendere le gocce d'acqua con la bocca.
Mandy intanto se lo guardava divertita, per un po' gli aveva fatto dimenticare il male del signor Thewlish.
Dopo un'ora smise di piovere e decisero di tornare a casa.
Quando tornarono trovarono il signor Thewlish vestito come al solito di giacca, camicia e pantaloni, non riusciva a stare un po' trasandato.
-Siamo tornati.-Disse Mandy con un sorriso.
-Ben tornati!-Disse lui accogliendoli con un sorriso.
Remus fece le feste al suo padrone è ci fu una risata collettiva da parte dei due.
-Ora è meglio che vada. Sicuro che non le serve altro?-Chiese Mandy.
-Sicurissimo Mandy , grazie.-Disse lui con un sorriso enorme.
-Va bene, allora ci vediamo domani.-Disse Mandy con aria preoccupata.
-Certo! Tieni la borsa... Ah Mandy!-La bloccò come se avesse dimenticato qualcosa.
-Si?-
-Sta tranquilla, non ti preoccupare per me.-Il sorriso dell'uomo era così caldo e rassicurante Mandy non poté fare a meno di sorridere.
-Cercherò... Ma non le assicuro niente.-
Detto questo Mandy se ne andò, tornò in orfanotrofio e li trovò uno dei più piccoli fare le valigie.
-Hey che succede?-Chiese Mandy vedendo il bambino correre a destra e sinistra per raccogliere tutte le sue cose.
-Mi hanno adottato!!!!-Esultó lui andando verso Mandy.
-Davvero? Come sono?-Chiese Mandy curiosa.
-La mamma è bellissima e buona, sempre sorridente. Il papà ha detto la signora Ponfy che è un uomo importante ma anche lui sempre sorridente. -Disse lui tutto entusiasta.
-Sono davvero felice per te!-Disse Mandy abbracciandolo.
Mandy andò in camera sua con un grosso sorriso, finalmente qualcuno lasciava quel posto orribile per vivere meglio.
Quel pomeriggio tutti salutarono il bambino e la sera ci fu una certa malinconia nel cenare senza di lui.
-Mandy dopo nel mio ufficio!-Ordinò la signora Ponfy.
Dopo cena Mandy non tardó ad andare nell'ufficio dell'arpia.
-Mi dica signora Ponfy.-
-Dimmi Mandy, come va il lavoro?-Chiese lei.
-Oh beh ho quasi finito.-Disse lei.
-Bene.... E dimmi, come mai hai passato la notte a casa di quell'uomo?-
-Beh gliel'ho detto... Purtroppo è malato e gli serviva aiuto.-Spiegò lei.
-Mandy, a me non mi va giù il fatto che tu abbia dormito da lui. È un uomo molto più grande di te, se avesse abusato del tuo corpo?-Ora la signora Ponfy era arrabbiata.
-Ma che abusare di me! Ha avuto un malore e se non fosse stato per me sarebbe morto ieri sera! Il signor Thewlish è un uomo di tutto rispetto!-Mandy aveva alzato il tono della voce, non poteva pensare che la signora Ponfy aveva creduto che il signor Thewlish fosse una persona del genere.
-Non alzare la voce con me signorina! Gli uomini sono viscidi!-Urlò la signora.
-Sa che c'è, lei non capisce niente! -Disse lei.
A quel punto Mandy si beccó un ceffone in faccia ma ciò non le impedì di dire la verità.
-Lei crede che menandomi risolva le cose? Beh si sbaglia, sono stufa dei suoi modi, sono stufa di questo posto, sarei voluta morire quella notte appena nata , sarebbe stato meglio!-Disse Mandy, ciò che diceva erano tutti gli anni che aveva passato lì dentro e aveva sopportato il comportamento della signora Ponfy, ma adesso era stanca.
-Fuori di qui! Visto che ti sei stancata di tutto qui!-
Mandy furiosa uscì dall'ufficio, andò in camera sua, prese le poche cose che aveva , le mise in un borsone e uscì da quel posto.
Fuori pioveva a dirotto ma a Mandy non importava, voleva solo andare lontano da quel posto, superò il parco dove andava di solito, non sapeva dove stava andando ma qualsiasi posto era meglio dell'orfanotrofio. Arrivò sotto una galleria, era sola, e girava gente poco raccomandabile e lei aveva paura, ma ciò non la fece tornare dalla signora Ponfy.
Era quasi mezzanotte , Mandy era ranicchiata con il volto sulle ginocchia, aveva sonno, era triste e calde lacrime salate rigavano le sue guance.
D'un tratto sentì qualcosa di freddo e umido tra le sue mani.
Alzò gli occhi e si ritrovò Remus davanti a lei.
-Remus?-Chiese debolmente.
-Eccoti qui.-Disse una voce fin troppo familiare , era il signor Thewlish.
-Signor Thewlish.-Mandy non ci stava capendo più niente.
-Sei passata davanti casa, Remus ha iniziato ad abbaiare, e quando mi sono affacciato ti ho visto correre verso chissà dove. Stai bene?-Chiese lui preoccupato.
-Io, credo di sì.-Disse Mandy alzandosi da terra.
Il signor Thewlish lanciò un sospiro di sollievo, ma subito dopo tirò uno schiaffo a Mandy per poi abbracciarla stretta.
Mandy era talmente confusa che neanche fiató.
-Si può sapere che ti è saltato in mente? Mi hai fatto prendere un colpo! Non devi andare in giro a queste ore, non da sola!!!-La sgridó, ma a Mandy non sembrava proprio una sgridata, ma una sorta di consiglio.
-Io... Mi dispiace. Ho agito d'impulso... Mi dispiace.-Disse lei a bassa voce.
-Vieni, andiamo a casa.-Disse lui facendogli un sorriso paterno.
Arrivarono a casa del signor Thewlish fuori il tempo ancora era peggio, e lui fece fare un bel bagno caldo alla ragazza , gli diede una tuta e mentre lei si preparava, lui era intento a preparare della cioccolata calda.
Mandy era lì da sola, nel bagno, un bellissimo bagno Avana, con una grossa vasca dove Mandy sprofondó , era tutto così profumato, così familiare, tutta roba che Mandy aveva solo sognato, e che mai credeva fosse realizzabile.
Dopo un po' uscì dalla vasca e si cambiò, nel corridoio notò che c'erano due camere più uno sgabuzzino. Non era mai stata al piano di sopra di quella casa e iniziò a ficcanasare.
Sapeva che non doveva, ma entrò lo stesso nella stanza dell'uomo, era semplice, con le pareti giallo ocra, un letto matrimoniale dalle lenzuola arancioni, un armadio e un comodino con una vecchia foto sopra. La foto colpì subito la ragazza, l'immagine era una famiglia felice, il signor Thewlish, sua moglie e la figlia, era così simile a Mandy, ecco perché l'uomo gli voleva così bene... Forse.
Scese giù in salone e lì trovò il signor Thewlish con della cioccolata calda fumante sul divano.
-Come ti senti?-Chiese lui con un grosso sorriso.
-Meglio, la ringrazio.-Disse Mandy sedendosi sul divano affianco all'uomo.
-Cos'è successo?-
-Ho avuto una brutta discussione con la signora Ponfy... E , quando gli ho detto la verità in faccia, mi ha cacciata dall'orfanotrofio.-Spiegò Mandy rattristandosi.
-In litigio così brutto?-Chiese curioso .
-Si, ma non mi pento niente di quello che gli ho detto. Era la verità.-
-Ti credo.... Ma scappare così non si fa.-
-Ero così arrabbiata che neanche capivo dove stavo andando.-
-Che ne dici se domani andiamo insieme a parlare con la signora Ponfy?-
In quel momento Mandy era spaventata.
-Non credo che funzionerà molto....ha detto di non farmi più vedere lì.-
-Noi ci proviamo comunque.-Disse l'uomo con un grosso sorriso.
-Ora a letto! È quasi l'una di notte!-Disse lui guardando l'orologio che aveva su un vecchio mobile.
-Signor Thewlish, la ringrazio. Ha fatto così tanto per me e non so davvero come ringraziarla.-Disse Mandy finendo la sua cioccolata.
-Lo faccio con piacere.-Disse lui abbracciandola.
Quando salirono le scale, Mandy fu sistemata in una camera che di sicuro era stata quella della figlia, a giudicare dal tocco femminile.
Un letto di legno singolo, un armadio tutto ben intagliato una libreria, molti peluches , una libreria assortita e una scrivania.
Quella notte Mandy non dormì tranquilla, il giorno dopo sarebbe dovuta andare all'orfanotrofio a chiedere scusa alla signora Ponfy e temeva una sua qualsiasi reazione.

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Capitolo 6
*** Fine ***


Siamo alla fine ragazzi.... Siete pronti? Ahahahah buona lettura!

 

 

 

La mattina dopo Mandy si alzò con Remus che gli leccava la faccia.
-Si, buongiorno anche a te Remus.-Disse con la bocca ancora impastata dal sonno.
Il cane iniziò a saltellare per tutta la stanza quando Mandy si alzò dal letto.
Uscì dalla Camera diretta in bagno e sentì l'odore del caffè.
Una volta sistematasi per bene scese e trovò il signor Thewlish seduto a tavola che leggeva il giornale mentre sorseggiava il caffè.
-Oh buongiorno Mandy! La colazione è pronta!-Disse con un grosso sorriso.
-Grazie signor Thewlish.-Disse lei sedendosi a tavola.
C'erano dei toast, burro, marmellata e latte e caffè.
Quando ebbe finito la colazione Mandy aiutò l'uomo a sistemare tutto , dopodiché si prepararono per andare dalla signora Ponfy.
Mandy aveva un passo incerto, ma l'uomo la fece distogliere subito da quei brutti pensieri.
-Allora, trovato qualche editore per pubblicare il tuo libro?-
-Veramente ancora no, avevo intenzione di chiedere a qualche nota casa editrice , però non credo accettino il mio libro.-Spiegò.
-E cosa te lo fa pensare?-Chiese lui curioso.
-Il fatto che io sia una scrittrice in erba.... Insomma, chi rischia i soldi a pubblicare un libro di una sconosciuta?-
Il signor Thewlish scoppiò a ridere di cuore.
-Che c'è?-
-Non dare mai le cose per scontato mia cara...-Disse lui fermandosi di colpo.
Erano arrivati davanti l'orfanotrofio e a Mandy mancò un battito.
-Tranquilla, ci sono io con te.-Disse lui con un sorriso rassicurante.
Varcato il cancello del cortile trovarono i bambini ad accoglierli.
-Mandy!-Urlarono in coro correndo verso di lei.
-Piccoli! Che bello vedervi!-Mandy li abbracció con tutta la gioia che aveva in corpo.
-Bambini, vi presento il signor Thewlish.-
-Ciao piccoli! Quanto siete belli!-Li salutò il signor Thewlish con un sorriso.
-Mandy, è venuto qui per adottarti?-Chiese una bambina.
-No cara, mi ha accompagnata per parlare con la signora Ponfy.-Disse lei preoccupata.
-Buona fortuna ad entrambi allora.-Disse il bambino più grande.
-Grazie, beh vogliamo andare signor Thewlish?-Chiese lei prendendo tutto il coraggio che aveva.
Non appena entrò in quell'edificio tutto il suo coraggio cedette e le gambe la reggevano a malapena e strinse la mano dell'uomo come se fosse l'unica ancora di salvezza.
Arrivarono all'ufficio della signora Ponfy e quando ricevettero risposta di entrare Mandy si aggrappó ancora di più all'uomo.
-Chi torna all'ovile! Ed anche accompagnata!-Esclamò la donna.
Mandy non riusciva a proferire parola.
-Buongiorno signora Ponfy. Credo si ricordi di me.-Iniziò l'uomo.
-Già il Signore del libro.-
-Si, sono io. Beh voglio rassicurarla sul fatto che ho trovato Mandy girovagare questa notte e l'ho ospitata da me. Quindi mi scuso se è stata in pensiero.-
-Non sono stata in pensiero, la mia tutela su quella ragazza è finita quando ha fatto 18 anni, la tengo qui solo perché una legge dice che se entro i 18 anni non avrà trovato famiglia, o un lavoro, la ragazza deve continuare con gli studi, ma Mandy ora ha trovato un lavoro e quindi in un certo senso non è più costretta a vivere qui.-Disse la donna con la sua solita aria di superiorità.
-Capisco, ma è sempre una ragazza che ha cresciuto, non era neanche un po' in ansia?-Chiese lui.
A Mandy sembrò che il signor Thewlish stesse perdendo la sua solita calma.
-Neanche un po'. Da quando Mandy ha lasciato questo luogo l'altra sera , non ha più il diritto di restarci.-
-Ma non ha dove andare! Lascerebbe una ragazza fuori alla strada?-Chiese stupito l'uomo.
-Esatto. E poi mi pare che non ha avuto problemi ad ospitarla per alcune notti.-
-È diverso, non potrei mai adottare Mandy! Mi ha aiutato con il mio lavoro , ma anche se era sempre a casa mia, non vuol dire che l'adotti per forza.-Esclamò il signor Thewlish.
In quel momento Mandy perse ogni certezza che aveva nel signor Thewlish, lui non l'avrebbe mai adottata e da come ne stava parlando ora sembrava che la stesse trattando come una conoscente qualunque.
-Credo che sia tutto inutile signor Thewlish, quando questa donna si mette in testa una cosa, non la smuove neanche Dio in persona.-Disse Mandy voltandosi verso l'uomo.
-Forse hai ragione, credevo avesse un po' di buon senso, ma mi sbagliavo. Addio signora Ponfy.-Disse il signor Thewlish senza neanche guardare la signora in faccia.
Uscirono da quel posto in silenzio , i bambini erano in cucina a preparare la tavola per il pranzo , non si accorsero che Mandy era andata via.
-Prenderò le mie cose e non la disturberó più signor Thewlish.-Disse secca .
-Perché dici questo?-Chiese l'uomo preoccupato.
-Beh, sono un peso in meno.-Disse lei entrando in casa dopo l'uomo.
-Non sei affatto un peso! Un momento.... Te la sei presa per quello che ho detto a quella donna?-Chiese poi guardando Mandy negli occhi.
-Io... Beh si, ma non sul fatto dell'adozione, ormai a quello ci sono abituata. Ma al fatto che ha parlato di me come se fossi una conoscente . Insomma signor Thewlish , ci conosciamo da un po' ormai e devo dire mi ha ferita quello che ha detto.-Disse lei arrabbiata.
-Mi dispiace, non era assolutamente mia intenzione. Mi sono espresso malissimo. Per me tu conti molto! E ora parlando tra di noi... Sono felice che te ne sia andata dalle grinfie di quella donna! Puoi stare qui quanto vuoi. E , se la prossima volta dovessi ferirti quando parlo , tu dimmelo, senza problemi.-Disse lui con un grosso sorriso.
-Quindi posso restare da lei?-Chiese Mandy incredula.
-Ma certo! -
Ci fu un piccolo abbraccio tra i due dopodiché li raggiunse Remus con in bocca la ciotola del cibo.
-Hai ragione Remus, è ora di mangiare.-Rise l'uomo.
Quel giorno a Mandy sembrava il più bello della sua vita, ed anche gli altri che vennero, nonostante i piccoli malori dell'uomo, erano comunque bellissimi.
Quando arrivò Settembre, Mandy finí di scrivere delle ultime note sul suo libro e su quello del signor Thewlish. Finalmente quel 7 Settembre, Mandy decise di andare alla casa editrice che le aveva suggerito l'uomo.
-Allora io vado.-Disse lei alla porta.
-Hai preso tutto? Chiavi? Ombrello? Giacchetto?-Chiese l'uomo ansioso.
-Si ho tutto.-Disse lei con un grosso sorriso.
-Vai, e appena ti fanno sapere corri qui a darmi la notizia, bella o brutta che sia.-Sorrise l'uomo dandogli un bacio sulla fronte per salutarla.
Mandy si avviò verso il centro di Londra, in uno dei quartieri più benestanti , li entrò in un palazzo dove salì al decimo piano e la fecero attendere per quasi mezz'ora.
-La signorina Mandy?Prego mi segua.-Disse una donna gentilissima.
Mandy fu accolta in una sala dove ad attenderla c'erano 3 persone, tutti ben vestiti.
-Si accomodi signorina.-Disse l'uomo al centro.
-Buongiorno.-Disse lei.
-Buongiorno a lei. Prego, non mordiamo.-Sorrise quello alla destra.
-Bene signorina, abbiamo letto il suo libro, molto bello davvero. Non ci sono errori, la lettura è davvero gradevole e la storia è originale.-Iniziò quello alla sinistra sfogliando il plico di fogli che Mandy gli aveva spedito tempo fa.
-Come le è venuta l'idea?-Chiese poi quello al centro.
E da lì Mandy iniziò a parlare della sua vita, di come ha incontrato il signor Thewlish, di come l'ha aiutata nella scrittura e tutto con molto rispetto e ammirazione verso l'uomo.
-Il signor Thewlish è così! Bene signorina, siamo lieti di annunciarle che il suo libro verrà pubblicato tra due settimane.-Disse l'uomo al centro.
-Deve firmare solo questo foglio che dice che lei si impegna a rimanere nella nostra casa editrice per ben 7 anni. Quando sarà deciderà lei se rimanere con noi o cambiare.-L'uomo alla destra gli porse un foglio .
Mandy ricordò le parole del signor Thewlish che la rassicurava , non era uno di quei contratti ingannatori, ma un contratto onesto. Così Mandy firmò subito.
-Molto bene signorina, tra due settimane ogni libreria di Londra avrà il suo libro. Se tutto andrà bene potrà tenere delle piccole conferenze. -
-Vi ringrazio signori. Non so come ringraziarvi.-Disse lei emozionata.
-È un piacere e ci saluti il signor Thewlish.-Dissero i tre.
Mandy non appena uscita da quell'edificio corse a casa, corse così veloce che il cuore stava per scoppiare, ma non le importava, voleva dirlo subito al signor Thewlish.
Arrivò a casa e dopo aver ripreso fiato entrò.
-Signor Thewlish! Lo pubblicheranno! Ha sentito?-Chiese Mandy emozionata andando in salone.
Ma una volta lì trovò il signor Thewlish rivolto a terra, gli occhi chiusi, il volto pallido.
-No, no , non può essere!-Disse Mandy avvicinandosi a lui.
Lo toccò, era freddo come il ghiaccio.
Chiamò subito un'ambulanza che arrivò poco dopo.
Intanto Remus si avvicinò a Mandy ed entrambi sapevano che ormai non si poteva più far niente per lui.
Quando arrivò l'ambulanza dichiararono che era morto di infarto un'ora e mezza prima, poco dopo che Mandy aveva lasciato la casa.
Mandy seppure così giovane si occupò di tutto, del funerale, di tutti i documenti  e tutto il resto.
Il giorno del funerale , l'8 Settembre non voleva smettere di piovere, nonostante le lamentele del prete Mandy riuscì a portare Remus in chiesa e al cimitero. Mandy cercava di essere forte, ma era tutto inutile, pianse , e le sue lacrime si mischiarono alla pioggia.
Al funerale c'era molta gente , ma Mandy non conosceva nessuno, così rimase in disparte con Remus e se ne tornò a casa .
-Siamo rimasti noi ora.-Disse Mandy rientrando in quella casa, ormai vuota.
Il cane non voleva lasciare un attimo da sola Mandy.
Passarono due giorni, Mandy sistemó la casa, ma sapeva che ben presto sarebbe dovuta andarsene, non aveva più un padrone.
Quella mattina qualcuno bussó alla porta.
Mandy andò ad aprire e sì ritrovò un ragazzo poco più grande di lei.
-Salve signorina, sono Tom Hingory , il notaio del signor Thewlish.-Si presentò.
Mandy lo fece entrare e notò che era ben vestito , capelli neri pettinati con cura e gli occhi azzurri.
-Volevo prima di tutto farvi le mie condoglianze. Il signor Thewlish mi ha parlato molto di lei, deve essere stata dura.-
-Si, molto dura.-Disse Mandy stanca.
-Vuole del thè?-Chiese poi al notaio.
-Si, la ringrazio.-Accettò lui.
-Perché è qui?-
-Ho qui il testamento del signor Thewlish.-Disse mostrando una busta sigillata.
Mandy servì il thè e si accomodó sulla poltrona che era dell'uomo.
-Cosa dice?-Chiese poi Mandy curiosa.
Il ragazzo aprì la lettera e iniziò a leggere.
-Io Nathan Thewlish , ancora capace di intendere e di volere, scrivo qui le mie ultime volontà. Lascio tutti i miei averi alla signorina Mandy Thompson, si che si prenderà cura anche di Remus anche meglio di me. I ricavati del mio ultimo libro deciderà lei cosa farne. Allego a questa busta anche un'altra lettera che solo la diretta interessata dovrà leggere.-
Mandy aveva una faccia da ebete, il signor Thewlish gli aveva lasciato tutto, anche Remus, non poteva crederci.
-Allora, questa è per lei signorina. E poi mi deve dire se accetta il patrimonio che le lascia il signor Thewlish.-
Mandy ricevette dal giovane un'altra lettera sigillata.
-Si accetto.-Disse Mandy ancora incredula.
-Molto bene. Qualsiasi cosa le occorre, domande , curiosità, non esiti a chiamarmi. Mi farebbe piacere sentirla ancora.-Disse il ragazzo timidamente.
-Oh, ok. La ringrazio.-Disse lei arrossendo.
Quella sera a letto Mandy lesse la lettera che gli aveva lasciato il sognor Thewlish.

 

 

 

"Cara Mandy,
Se stai leggendo questa lettera significa che sono morto. Non essere triste per me, mi hai reso l'uomo più felice del mondo.
Mi hai fatto rivivere i giorni di spensieratezza che avevo una volta.
Mia cara, ti ho sempre voluto bene, come una figlia, purtroppo avevo preso si dall'inizio la decisione di non adottarti perché ben presto saresti rimasta sola, senza un padre, di nuovo. Però sappi che ho voluto più bene a te che ad altri. So che ti prenderai cura di Remus, ultimamente si è affezionato a te. Sono sicuro che il tuo libro andrà bene, non so se lo pubblicheranno, ma se è così, allora andrà bene. Continua a scrivere , hai un dono unico. Spero che sia stato un buon amico per te, sperando anche qualcosa di più, un padre per esempio. Con queste ultime righe ti saluto con un bacio, sapendo che saprai cavartela in questo mondo.

 

                               Con affetto
                             Nathan Thewlish.  "

 

 

Quando lesse quella lettera Mandy scoppiò a piangere. Aveva pensato al suo bene da quando l'aveva conosciuta e in quel momento a Mandy mancava più di ogni altra cosa.

 

 

Passarono le settimane e il libro di Mandy come d'accordo fu pubblicato ed andò a ruba, con l'aiuto di Tom Hingory un po' dei soldi guadagnati li diede in beneficenza agli orfanotrofi di Londra.
Mandy continuò a scrivere e riuscì a pubblicare altri meravigliosi libri , che dedicò tutti al signor Thewlish.
Mandy iniziò anche ad uscire con Tom Hingory e ben presto i due si fidanzatino, in più la ragazza continuò a prendersi costantemente cura del giardino di casa, che il signor Thewlish teneva moltissimo.
E Remus continuò a vivere con Mandy ed era trattato benissimo.

 

 

 

Così finisce la storia, io RoyLove, malandrina (ultimamente mio fratello e i miei amici mi chiamano così) ci salutò con un grosso abbraccio.

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