(S)Ghost adventures

di Veni Vidi Jackie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


«Allora, gente.» Il viso di Zak Bagans era inquadrato perfettamente dalla telecamera. «Quest'oggi siamo in Versilia, ad indagare nella sua bellissima pineta. Non vi diremo la località precisa in cui ci troviamo per mantenere alta la suspense e dare un tocco ancora più misterioso alla puntata.»

L'obiettivo si spostò alle spalle di Zak, inquadrando Nick Groff e Aaron Goodwin, con quest'ultimo che stava tranquillamente mangiando un panino. Si trovavano all'entrata della pineta di T**** *** **g*, caratterizzata da un ampio spazio privo di vegetazione e separata dal piccolo paesino da un grosso cancello che veniva chiuso solo di notte.

«Aaron, cosa caz*o stai facendo?» si lamentò Zak. «Ti metti a mangiare adesso? Non vedi che stiamo riprendendo? Togli quel caz*o di panino!»

«Scusami.»

Aaron ubbidì e racchiuse il gustoso panino in un sacchetto di plastica.

«E ora che stai facendo?» lo rimproverò ancora. «Non abbiamo tempo per chiuderlo in un sacchetto, gettalo per terra e basta!»

«Ma non mi sembra una cosa giusta...»

«Gettalo!»

Aaron scrollò le spalle e lanciò il cibo lontano, facendolo cadere in un cespuglio.

«Allora» si ricompose Zak, guardando nella telecamera «come stavo dicendo: la pineta di T**** *** **g* è una stupenda risorsa naturalistica, molto spesso sciupata da incivili che vi gettano oggetti di ogni tipo, come se fosse una discarica...»

Aaron guardò a bocca aperta il suo amico.

«...incivili come Aaron, che se non si muove ad andare a riprendere il suo panino lo gonfio di botte!»

Zak fulminò con lo sguardo Goodwin, che non sapeva più cosa dire.

«Ma...poco fa mi hai detto...»

«Vai a prendere quel caz*o di panino che hai tirato!»

Aaron brontolò qualcosa e ubbidì di nuovo, tornando pochi secondi dopo.

«Guardiamo se riesco a finire, stavolta» proseguì Bagans, passandosi una mano sulla faccia «molti abitanti della zona riferiscono di strani movimenti in questi luoghi durante la notte. Molti giurano di aver visto strane ombre muoversi tra gli alberi e di aver sentito delle voci, altri ancora sono sicuri di aver avvistato un tirannosauro. Testimonianze molto concordanti, dunque. Comunque, noi abbiamo un ospite molto importante...»

La telecamera di Nick allargò l'inquadratura, mostrando un uomo - rimasto nascosto fino a quel momento- che andò a stringere la mano a Zak.

«Ciao, Dario. Come stai?»

L'uomo sorrise.

«Bene, Zak. Tu?»

«Alla grande.» A questo punto si girò di nuovo verso Nick. «Quest'uomo è Dario Lampa, anche conosciuto come “Lampa Dario”. Ha una importante testimonianza da raccontarci. Vuoi sederti, Dario?»

Zak gli mostrò un tronco dove il tizio fece per sedersi, ma fu bloccato proprio da Zak.

«Qui mi ci siedo io» lo corresse Bagans «tu ti siedi per terra»

«Ah...»

Trovate finalmente le rispettive posizioni, le telecamere di Nick e Aaron si avvicinarono a loro.

«Allora, Dario, vuoi dirci che cosa hai visto?»

«Beh, è molto difficile da dire per me...»

«Tranquillo, tranquillo. So che è un ricordo che metti i brividi ma fai un tentativo.»

Zak gli batté una mano sulle ginocchia, sperando con quel gesto di dargli forza.

«Bene» fece l'uomo, asciugandosi una lacrima «adesso vi racconterò tutto»

«Grande! Innanzitutto, vuoi dirci che lavoro fai?»

«Certo, io sono un ladro»

«Ah!» Zak sembrava molto sorpreso. «Tanto per curiosità, c'è crisi anche in questo mestiere?»

Dario Lampa fece una smorfia. «No, non direi...e comunque in Italia questo tipo di lavoro non manca mai»

«Lavori qui?»

Il suo interlocutore scosse la testa. «No, no. Lavoro a Roma, in Parlamento»

«Ah! Un'attività davvero molto redditizia, allora! Bene, passiamo a quella notte...vuoi dirci cos'è successo?»

L'uomo deglutì a fatica. «Sì. Dunque, ero venuto qui per sotterrare il mio bottino da cinquecento mila euro. Sai...è una grossa cifra e va nascosta bene...in un luogo sperduto...»

«Certo, certo»

«Erano circa le ventidue e trenta e stavo percorrendo uno dei tanti viottoli della pineta. Ricordo che avevo una torcia in mano. All'improvviso mi sentii osservato, come se qualcuno mi stesse guardando. Ho pensato che fossero le forze dell'ordine...ma non potevano essere loro, perché le avevo già corrotte tutte. Comunque, sotterrai il denaro e tornai qui, dove ci troviamo adesso noi»

«Te ne stavi andando?»

«Esatto, ma non riuscivo a togliermi quella sensazione dal corpo. C'era qualcuno...lo sentivo. E poi...beh, poi avvenne l'incontro...»

Dario si asciugò alcune lacrime con un manica, mentre Nick gli allungava un fazzoletto. Nel frattempo, Aaron aveva ripreso a mangiare il suo panino, intriso di foglie e aghi di pino.

«Coraggio, coraggio» fece Nick

«Scusate, ragazzi, ma questa storia mi dà sempre i brividi» piagnucolò il ladro, per poi riprendersi. «Stavo dicendo...ero appena tornato in questo luogo per andare in albergo, quando lo vidi»

«Cosa hai visto?» lo incoraggiò Zak

«Beh, dovete considerare che questo è l'unico punto della pineta in cui arriva la luce dei lampioni del paese, tutto il resto è al buio. Ecco, proprio davanti a me, c'era un...come chiamarlo? Un uomo? Un essere? Insomma, c'era qualcuno...qualcuno curvo sulle spalle...sembrava portasse qualcosa sulla la schiena. Mi sembra che fosse anche piuttosto grosso, come se fosse grasso. Procedeva lento, per il peso di ciò che trasportava...ah! Aveva anche qualcosa che gli pendeva sulla testa, come uno strano cappello.»

Zak annuì pensoso. «Mhm, riesci a ricordare che giorno era?»

«Il 25 dicembre.»

Adesso Zak scosse la testa. «Impressionante, davvero impressionante. Non so a cosa pensare. Tu cosa pensi che fosse, Nick?»

Groff puntò l'obiettivo contro se stesso.

«Non saprei» confessò «ma probabilmente lo spirito di un vecchio abitante del paese. Che sia senziente o solo un residuo, però, non lo so.»

Zak tornò ad annuire.

«Bene, bene» disse, poi si rivolse verso il ladro «Vorresti farci compagnia nelle nostre indagini stasera?»

«Sarebbe un piacere»

«Ottimo! Nick, Aaron...prepariamo le attrezzature!»

«Subito!» risposero all'unisono

«Hey...aspettate un momento...»

Zak si guardò il polso, poi per terra. Sembrava cercasse qualcosa.

«Dove diamine è finito il mio Rolex? L'ho sempre tenuto qui sul mio...ah! Ma tu guarda!»

L'investigatore ridacchiò mostrando il polso di Dario Lampa alle telecamere, sul quale faceva bella vista di sé uno splendido orologio.

«Questo sì che è un vero ladro!»

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La notte stava ormai calando sulla piccola località di T**** *** **g* e Zak, Nick e Aaron avevano ormai quasi terminato di sistemare le apparecchiature. Adesso, la parte della pineta in cui si trovavano era totalmente controllata da telecamere e registratori di ogni genere.

Zak fece segno a Steve, un cameraman, di inquadrarlo.

«Bene, signori. Abbiamo appena finito di posizionare gli strumenti per le indagini. Da questo sentiero in cui ci troviamo adesso si diramano un mucchio di stradine secondarie, completamente al buio: è lì che noi andremo.»

Nick e Aaron indossarono i loro zaini, presto imitati da Zak.

«Bene» ripeté l'investigatore «possiamo cominciare! Ragazzi, a lavoro!»

I tre investigatori, in compagnia di Lampa Dario, si incamminarono lungo il sentiero principale. Nel frattempo, le tenebre erano definitivamente calate sul paese.

Goodwin e Groff avevano in mano due telecamere a visione notturna, mentre Bagans una a scansione termica.

«Allora, Dario» fece Zak al ladro «vuoi portarci sul luogo dove ti sei sentito osservato?»

«Va bene, sì.»

L'uomo li condusse in una stradina laterale, immersa nel buio più totale. Ogni tanto udivano il rumore delle piante mosse dal vento, che produceva un suono inquietante. Tutto intorno a loro, infatti, era solo fitta vegetazione.

«Ecco, ero proprio qui, quando...»

«Uo, uo, uo!» esclamò d'un tratto Zak. «Nick, inquadrami le braccia! Presto! Guardate, ho la pelle d'oca!»

«Zak, ci sono cinque gradi sotto zero...» obiettò Aaron

«Non è il freddo, ignorante di un Aaron!» lo sgridò Bagans. «Il corpo umano percepisce la presenza di un'entità proprio in questo modo, per via dell'energia elettrostatica di cui sono composti i fantasmi!»

«Sarà...»

I quattro continuarono il loro percorso, girandosi di scatto non appena sentivano un rumore sospetto.

«Dunque, Dario» riprese Zak «cosa è successo in questo luogo?»

«Come vi stavo dicendo, fu qui che per la prima volta sentii...»

«Santo Cielo!» lo interruppe Nick, facendo un balzo in avanti. «Ho sentito qualcosa! Ho sentito qualcosa! Era come un sibilo sinistro...»

Bagans scrutò l'ambiente circostante con la sua telecamera termica, senza rilevare nulla di particolare.

«Nick, sicuro di non esserti sbagliato?»

«Sicurissimo! Un sibilo!»

«Bah, per me sei solo un idiota...» bofonchiò sotto voce

«Eh? Cosa hai detto?»

«Nulla, nulla...»

«Ehi, Nick» lo chiamo Aaron. «Hai parlato di un sibilo?»

«Sì, come quando sgonfi un palloncino.»

Aaron fece una smorfia. «Allora mi sa che ero io, prima ho sganciato una puzzetta...»

Nick lo rimproverò e poi il gruppo di uomini penetrò ancora più nella foresta, fino a quando Zak non fece segno di fermarsi.

«Voglio fare una sessione di E.V.P.» A questo punto si rivolse verso la telecamera di Steve. «Come voi saprete, amici miei, “E.V.P.” sta per “fenomeni vocali elettronici”: le presunte voci degli spiriti. Adesso cercherò di comunicare con loro.»

Zak prese il suo piccolo registratore dalla tasca e lo tenne davanti a sé.

«Chi c'è qui con noi?» domandò. «Sei morto qui? Palesati, non ti vogliamo fare del male.»

Nick e Aaron mossero lentamente gli obiettivi intorno a loro, cercando di catturare qualunque sorta di indizio. Nessun rumore sospetto.

«In quanti siete attorno a noi?» continuò Zak. «Siete consci di essere morti?»

Tutti cercarono di mantenere il silenzio più profondo, che era interrotto solamente dal vento fra le piante.

«Uo uo uo!» esclamò stavolta Aaron, spaventatissimo. «Ragazzi, ho sentito un ringhio. Ve lo giuro! Un ringhio!»

«Anch'io...» ammise Nick, che cominciava a sentirsi la parte anteriore dei pantaloni bagnati. Con sollievo si rese conto che nessuno, in quell'oscurità, poteva accorgersene.

«Io non ho sentito nulla, ragazzi. Ne siete certi?» domandò Zak

«Certo!» rispose Groff. «Un ringhio feroce, proprio alle mie spalle. E di certo stavolta non era il posteriore di Aaron, se no sarebbe stato grave...»

Aaron annuì deciso, mentre Bagans non faceva che roteare il registratore in cerca di indizi.

In quel momento, un senso di inquietudine li avvolse tutti quanti, senza che ne comprendessero il motivo.

«Ragazzi, sta per succedere qualcosa...lo sento...» sussurrò Zak. «Ho l'impressione che da un momento all'altro...OH, MIO DIO!»

Uno spaventoso ringhio li fece sobbalzare e correre in direzione del sentiero principale, urlando in preda al panico. Aaron era il più lento e più volte fu sul punto di inciampare per terra. Si fermarono nel luogo in cui avevano sistemato gli attrezzi quella mattina, riprendendo fiato. Nessuno di loro sapeva cosa fosse successo, ma una cosa era certa: laggiù c'era qualcosa.

Anche adesso che si erano ripresi dalla fatica della corsa, riuscivano a sentire strani rumori e brontolii dal punto in cui si trovavano prima. Sì, c'era sicuramente qualcuno...o qualcosa.

Zak Bagans, con le mani tremanti, prese la telecamera termica e la indirizzò davanti a sé, per svelare il mistero. Nick e Aaron si avvicinarono al piccolo schermo, curiosi più che mai.

Ci misero un po' a mettere a fuoco le immagini, ma ben presto compresero ciò che stavano guardando.

«Santo Cielo...» riuscì solamente a dire Zak.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


«Cosa diamine è?»

Nick Groff guardava senza capire l'immagine apparsa sulla telecamera termica: una grossa macchia rossa si muoveva nel sentiero davanti a loro, che avevano appena lasciato. Si potevano ancora udire brontolii e grugniti da quella punto della foresta.

«Ma è un cinghiale!» esclamò ridendo Aaron. «E' solo un cinghialotto!»

«No, Aaron» fece Zak «non è un cinghiale.»

Nick e Goodwin lo guardavano dubbiosi.

«Ma sì che lo è! Si vedono le zampe e la testa, guarda qui» disse Nick, mostrandogli sulla telecamera il corpo dell'animale.

«No, no.» Zak Bagans alzò lo sguardo nell'oscurità, in direzione del “mostro”. «Questo è il fantasma di un cinghiale, ragazzi.»

I suoi due colleghi si guardarono l'un l'altro, mentre Lampa Dario improvvisò un balletto per tenersi caldo. Un vento freddo stava infatti attraversando il bosco, scuotendo in modo sinistro le cime degli alberi.

Zak alzò il registratore davanti a sé. «Ti abbiamo visto, bestia! Dicci come ti chiami!»

Aaron cominciò a credere che Bagans stesse diventando matto ed era sicuro che Groff la pensasse come lui.

«Ripeto: dicci il tuo nome! Sei morto qui?» Ora Zak stava veramente urlando. «Uo, uo, uo! Lo avete sentito, amici?»

Gli altri tre si guardarono di nuovo negli occhi, senza sapere che cosa Bagans si aspettasse che dicessero.

«Sì...» dissero poi all'unisono

«Era come...non lo so...un ghigno» sussurrò Zak

«Non credi...che il cinghiale è reale?» chiese con gentilezza il ladro

«Non essere stupido!» esplose l'investigatore. «Qui non c'è niente di vivo, eccetto noi. E' uno spirito senziente quello con cui stiamo interagendo, su questo non ci sono dubbi.»

Zak si bloccò per qualche secondo, senza muovere un muscolo. I suoi compagni lo videro socchiudere gli occhi e mormorare qualcosa a bassissima voce. All'improvviso si riprese ed urlò:

«Via, ragazzi! Andiamo via! Via!»

«Ma che dici?» chiese Nick, mentre Bagans scappava verso la sua sinistra, in direzione del fiumiciattolo.

«Sta per caricarci!» gridò poi, allontanandosi sempre più. «Gliel'ho sentito dire!»

«Per favore, Zak» ridacchiò Aaron. «Lo scherzo è bello quando...»

Goodwin si fermò, sentendo un veloce rumore che sembrava venire proprio verso di lui, da davanti. Sollevò la telecamera a visione notturna e riuscì solo a vedere una testa enorme con due zanne puntargli contro. Cercò di scansarla, ma fece troppo tardi.

Il corpo di Aaron Goodwin volò sopra gli alberi, accompagnato da un lungo grido di dolore. Qualche secondo dopo si udì un tonfo sordo da qualche parte del bosco, dove era ricaduto. Presi dal panico, anche Nick e Dario scapparono via.

 

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AUTORE

Salve! Per problemi tecnico-tattici il racconto si dovrà chiudere qui hahah. Non rido perché sono contento, ma perché ho avuto il coraggio di chiamarlo “racconto”. Non doveva essere molto lungo (massimo 3 capitoli), ma certo non doveva chiudersi così. Purtroppo sono pieno di roba da fare e questa storia, a differenza delle altre (poche) che ho pubblicato, non aveva capitoli già scritti da mesi. E' nata come puro divertimento e perdita di tempo.

Scusate ancora e alla prossima :)

 

 

 

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