La migliore amica.

di Lellaofgreengables
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il viaggio di nozze. ***
Capitolo 2: *** Di nuovo insieme. ***
Capitolo 3: *** La cameriera balla il tango ***
Capitolo 4: *** Le nozze ***



Capitolo 1
*** Il viaggio di nozze. ***


Il viaggio di nozze in Argentina era stato una sorpresa di Gonzalo, che aveva voluto condurre con sé e la moglie anche la piccola Esperanza, che ormai aveva un anno e mezzo. Erano in viaggio da circa tre settimane quando giunsero a Buenos Aires. Il rientro a Cuba era previsto tra due settimane ma la giovane Maria Castro, non sentiva la nostalgia dell'Avana. Nelle ultime due settimane Gonzalo era diventato ancor più protettivo, dopo che avevano fatto una dolce scoperta, che al momento avevano deciso di tenere solo per loro.

In un certo senso Maria sapeva che si sarebbe trovata davanti a quel ristorante, sin dal momento in cui aveva scoperto che la località segreta del loro viaggio di nozze, sarebbe stata proprio l'Argentina. L'indirizzo combaciava con quello che una mano gentile aveva tracciato sul retro delle buste da lettere che nel tempo erano giunte al Jaral . Sapeva che quel ristorante era della sua migliore amica Celia. Solo il nome del locale non combaciava con quello che la sua amica aveva citato nelle lettere: “La posada de Celia era diventata La posada de Esperanza, come se la sua migliore amica avesse voluto dare il nome della figlia di Maria, alla sua attività.

“Sapevo che sarebbe successo” affermò Maria. “Sapevo che mi avresti condotto da lei.”

“Sai che avresti dovuto affrontarla prima o poi. Hai sempre saputo che Celia presto o tardi avrebbe dovuto sapere tutta la verità”.

“Mi crederà una assassina. E forse in parte lo sono.” affermò Maria. “Dovrei dirle che non mi pento di aver agito in un certo modo e che rifarei ogni cosa per il bene della mia famiglia. E non so se Celia mi capirebbe” Maria era molto triste e Gonzalo, che nel frattempo cercava anche di impedire ad Esperanza di sfuggire al loro controllo e di correre all'interno del ristorante come una piccola furia, tentava di consolarla.

“Amore mio” affermò l'uomo con voce dolce rivolgendosi a sua moglie , mentre baciava la figlia sulla fronte “ Celia ti conosce benissimo. Siete state insieme in quel convento solo qualche settimana , però a lei sono bastate per conoscere la tua anima e viceversa. Sa che sei una donna buona e che se hai tentato di uccidere Francisca è stato solo per proteggere la tua famiglia.

Maria era stata accusata di adulterio dal suo ex marito ed era stata condannata a trascorrere cinque anni in un convento, proprio quando era in dolce attesa di Esperanza, la figlia che aveva concepito proprio con Gonzalo, che all'epoca era stato effettivamente il suo amante.

Celia era una novizia di quel convento. Era stata costretta ad entrare in quel posto terribile dai suoi genitori, che avevano fatto un voto: avrebbero consacrato la loro figlia a Dio, se Lui avesse salvato il loro figlio maschio da una terribile malattia. Il fratello di Celia era guarito ma per la ragazza era iniziato un vero e proprio incubo.

Celia aveva immediatamente stretto amicizia con Maria, l'aveva aiutata, sostenuta. Era una ragazza astuta e aveva organizzato una fuga perfetta dal convento. Una fuga che le era riuscita alla perfezione. L'unica persona a conoscenza della sua decisione di fuggire era stata Maria. Ed era a lei che Celia aveva scritto molte lettere dall'Argentina. Una lunga corrispondenza che era stata interrotta da un tragico evento, o meglio da un presunto tragico evento.

“Non so se riuscirò a raccontarle tutto quello che mi è capitato. Dovrò anche chiederle perdono.” Maria temeva la reazione di Celia.

“Io ed Esperanza saremo al tuo fianco, Maria. Non ti lasceremo un secondo. Anche se credo che ad un certo punto, desidererai stare sola a chiaccheràre con la tua amica, senza avere me tra i piedi.” sorrise Gonzalo, stringendo forte la mano della moglie.

“ Non potevo trovare un marito migliore di te, Gonzalo Castro. Ho lottato tanto per averti ma credo di aver scelto proprio bene.”

La piccola famiglia attraversò la strada e giunse davanti all'entrata del ristorante.

Quando fu all'interno del ristorante Maria riconobbe immediatamente Celia. I capelli castani della sua amica erano ora lunghi e legati in una treccia. Indossava un vestito piuttosto elegante ma anche pratico, mentre serviva ai tavoli della sua locanda. Si vedeva subito, dall'espressione del suo volto e dal modo spigliato e pratico in cui si muoveva, che Celia era rimasta la ragazza sveglia e intelligente che Maria aveva conosciuto un paio di anni prima.

Quando gli occhi nocciola di Celia si alzarono dal tavolo che stava sparecchiando e incontrarono quelli neri di Maria, i piatti che la giovane teneva tra le mani, caddero a terra provocando un rumore sordo.

“Maria, sei tu?!?” Sei ancora viva!!?” mormorò Celia stupita.

 

Fine primo capitolo.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Di nuovo insieme. ***


Celia non diede il tempo alla sua amica di rispondere o di spiegare perché si lanciò tra le sue braccia. Maria la strinse forte e lacrime di gioia scesero dal suo volto, oltre che da quello di Celia.
“Pensavo che fossi morta” affermò l'ex suora. “Ed invece sei qui, vicino a me.” proseguì con un sorriso. Anche Gonzalo faticava a trattenere le sue lacrime.
Esperanza invece aveva deciso che fosse giunto il momento in cui la nuova arrivata iniziasse ad abbracciare anche lei, come aveva fatto con la sua mamma.
La piccola quindi cominciò a tendere le sue piccole braccia verso Celia, che l'accontentò prendendola in braccio felice.
“E così sei proprio tu, la bimba che dava tanti calci a Maria nel pancione. La piccola principessa che ho visto nelle foto che mi ha spedito la tua mamma. Ma come sei cresciuta. Sei stupenda.” cinguettò Celia, baciando le guance rosee di Esperanza.
La bimba ormai era stata conquistata. E non voleva saperne di abbandonare le salde braccia di Celia. Gonzalo allora lasciò le due donne sole con la piccola Esperanza , per andare a fare una passeggiata nei dintorni.
Celia con in braccio la piccola Esperanza e Maria si sedettero in uno dei tavoli vuoti della locanda.
“ Non riesco a credere che tu sia viva e davanti ai miei occhi insieme a questo tesoro. Vi ho pianto molto. Ero distrutta quando ho ricevuto la lettera di tua madre che mi annunciava la tua morte e quella della bambina. Non sapevo che cosa pensare. Sapevo che non ti eri ripresa dalla morte di Gonzalo, che in ogni caso è a sua volta vivo, e temevo che avessi tentato di uccidere la tua madrina per motivi molto seri.” affermò Celia certa che Maria non fosse una assassina e ben consapevole dei metodi usati dalla Montenegro.
“Ho scoperto che Francisca aveva ingaggiato un killer cubano, per uccidere Gonzalo quando partì per Cuba,in cerca di una donna, che anni prima, durante la guerra, aveva avuto una relazione con mio zio Tristan. Come sai tutti credevamo Gonzalo morto per una malattia contratta durante il viaggio. Ed invece quel bastardo gli aveva sparato e l'aveva lasciato morire nelle sabbie mobili. Poi Leonardo giunse a Puente Viejo per ottenere altro denaro, spacciandosi per il figlio cubano di mio zio. Ho sospettato di lui e ho fatto cose terribili e dolorose per amore di Gonzalo e per scoprire la verità. Quando Leonardo ha capito che io stavo indagando su di lui e che ero vicina alla verità, ha rapito Esperanza. Sono andata a consegnare il riscatto però, non voleva restituirmi mia figlia. Prima di andare via mi confessò che aveva ucciso Gonzalo per volere della Montenegro. Non fece in tempo a dirmi altro perché qualcuno gli sparò. A sparare fu Francisca. Io avevo una pistola in mano e quando me la trovai davanti, feci fuoco contro la Montenegro. Esperanza era tra le mie braccia. L'avevo colpita in maniera non mortale e volevo che finalmente pagasse per il male fatto alla mia famiglia. Stavo per finirla ma proprio in quel momento giunse Gonzalo. Il suo vero fratello lo aveva salvato. Si, Gonzalo ha un fratello a Cuba. Si chiama Tristan Jr e viviamo insieme a lui. E' un uomo straordinario. Abbiamo dovuto fingere la morte mia e di Esperanza perchè Francisca non solo mi accusò del suo ferimento ma anche della morte di Leonardo. Mi ha accusato di un crimine commesso da lei. Per quanto riguarda Gonzalo, quasi tutti, eccetto la mia famiglia, credono che sia morto per quella grave malattia e che riposi nel cimitero di Puente Viejo.” Maria concluse con un sospiro.
“Mamma, che storia. Che strega la tua madrina. Il tuo segreto con me sarà al sicuro. Non dirò nulla. Vedo però che sei felice. Radiosa. Come meriti. Si nota che a Cuba ti senti realizzata.” disse Celia, baciando la testolina mora di Esperanza.
“Ho tutto quello che desidero: una figlia stupenda e un marito meraviglioso. Mio cognato è fantastico. Ho trovato tanti nuovi amici e poi presto...” Maria si accarezzò il ventre ancora piatto, sorridendo. “Celia, non lo sa ancora nessuno a parte Gonzalo. Lo abbiamo scoperto quando eravamo già partiti per la luna di miele. Lo confesso a te perché sei la mia migliore amica. Presto io e Gonzalo avremo un altro bambino.” Mentre pronunciava quelle parole, gli occhi di Maria brillavano di pura gioia. Celia fece scendere Esperanza a terra, e si avvicinò a Maria, stringendola forte, con un grande sorriso.
“Sono felicissima per te, per Gonzalo e anche per Esperanza. Quella bimba sarà un'ottima sorella maggiore.” Sentenziò Celia, staccandosi da Maria per prendere nuovamente tra le braccia la piccola Esperanza.
“Ti fermerai a dormire nella mia locanda, vero? Dovete restare qui almeno una settimana” Propose Celia con un tono che non ammetteva repliche.
“Certamente. E poi dovrai insegnarmi a ballare il tango.” aggiunse Maria con un sorriso.
“E devo presentarti Miguel, il mio futuro marito. Tra due settimane mi sposo e mi farebbe piacere se tu ed Esperanza foste presenti.” propose Celia.
Maria abbracciò felice la sua amica e sorrise.
“Quanto mi sarebbe piaciuto averti con me il giorno del mio matrimonio. Ti ho pensato. Però sono stata bravissima a descriverti ogni dettaglio della cerimonia nella mia lettera.” Mentre parlava Maria notò che proprio dietro al bancone, in bella vista, Celia aveva fatto appendere una foto che tempo prima, lei stessa le aveva spedito, una fotografia che ritraeva lei e Gonzalo con in braccio la piccola Esperanza. Una foto che era stato lo zio Nicolas a scattare quasi una vita fa'. Celia seguì lo sguardo di Maria e comprese all'istante i pensieri dell'amica.
“L'ho appesa lì quando ho saputo che eravate morte. Non volevo dimenticarvi mai. E ho anche deciso di cambiare il nome della mia locanda e di darle quello di tua figlia, per ricordarvi sempre.” spiegò l'ex suora. Le sue parole commossero Maria, che abbracciò la sua amica nuovamente con le lacrime agli occhi.
“Ma ora è bandita la malinconia. Ci siamo ritrovate e come avevo predetto quando eravamo in convento, io, te e la bambina siamo di nuovo insieme e libere. Niente Madre Superiora tra i piedi.” Sentenziò Celia mentre giocava con la piccola Esperanza, che sembrava adorarla quanto sua madre.
Maria sorrise. L'allegria di Celia era sempre stata contagiosa.


Fine secondo capitolo.












 

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Capitolo 3
*** La cameriera balla il tango ***


Cap 3.
La cameriera balla il tango.


Gonzalo e Maria stavano ballando il tango nella sala da ballo della locanda di Celia. Erano rimasti soli e stavano tentando di ripetere i passi del famoso ballo, che gli erano stati insegnati da Celia e Miguel. Lo stavano facendo alla perfezione perché come Maria, ben sapeva, suo marito era un ballerino straordinario.
“Mi stupisci, Gonzalo Castro. Sei il ballerino più bravo che io conosca. In mezzora hai appreso da Celia e Miguel tutto quello che c'era da sapere.” si complimentò Maria.
“Mia cara moglie, per caso ti stupisci. Dal giorno del nostro matrimonio, tutte le volte che ho ballato con te, ho dato mostra di essere un ottimo ballerino, in grado di guidarti nelle danze più sfrenate. E visto che sono così bravo, che non abbiamo poi tanto bisogno di esercitarci, che nostra figlia è uscita con Miguel e Celia e non rientrerà prima di questa sera, perché non ne approfittiamo per salire nella nostra stanza. Infondo questa è la nostra luna di miele.” Per dare enfasi alle sue parole Gonzalo iniziò a baciare il collo della moglie.
“ Ma perché finisco sempre per assecondare le tue folli idee... Mi hai stregata, temo.” Maria non fece in tempo a pronunciare quelle parole che Gonzalo la baciò con passione sulle labbra, la prese in braccio, uscì dalla stanza e velocemente salì le scale che li conducevano fino al piano superiore, nella loro stanza.
Più tardi la coppia accolse Celia, Miguel ed Esperanza che tornavano da una gita. La bambina era felice perché la coppia di amici dei suoi genitori l'aveva riempita di dolci e di piccoli regalini. Esperanza poi era una bimba socievole e amava stare tra la gente. Maria si accorse però che Celia era molto preoccupata.
“Piedad, la mia cameriera del ristorante si è ammalata. Per qualche giorno non potrà venire a lavorare e non so a chi rivolgermi. In locanda voglio sempre personale di mia fiducia. Siamo pieni di ordinazioni e di clienti. Non so come fare. Io e le altre due ragazza superstiti non sappiamo cosa fare.” si lamentò Celia, che non era solita abbattersi.
“Posso aiutarti io. Potrei fare la cameriera nel ristorante. Infondo sono figlia di locandieri.” affermò Maria, mentre Gonzalo la guardava con orgoglio, certo che sua moglie sarebbe stata in grado di fare qualsiasi cosa si fosse prefissata di conseguire.
Celia però era dubbiosa. “Maria, questa è la tua luna di miele. Devi divertirti, rilassarti e sei mia ospite. Non posso approfittare di te in questo modo.” concluse la novizia scuotendo la testa.
“Ma io sono felice di farlo. Infondo ho già visto Buenos Aires in questi cinque giorni che sono stata tua ospite . Sono in viaggio da settimane e sono quasi un poco stanca di questa inattività. Potrò rendermi utile e sdebitarmi con te per tutti i panni che hai stirato al mio posto, in convento, quando ero al sesto mese di gravidanza e faticavo a reggermi in piedi. Dimmi dove posso prendere dei vestiti più adatti e un grembiule. Vedrai sarò così brava che guadagnerò anche un sacco di mance.” sorrise Maria.
Celia dovette cedere. Il giorno seguente, la signora Castro, si rivelò una lavoratrice instancabile che seppe con la sua intelligenza, la sua dolcezza e i suoi modi eleganti, conquistare i clienti.
Quando giunse la sera e chiusero il locale, Celia raggiunse Maria seduta ad un tavolo. L'ex novizia notò che la sua amica era triste e le chiese il motivo.
“ Lavorare qui con te mi ha fatto pensare ai miei genitori e a mio fratello Matias a Puente Viejo. Mi mancano tanto e vorrei rivederli. Però devo accontentarmi di scrivere loro e di ricevere delle lettere di tanto in tanto. So che stanno passando un brutto momento, Celia. Il papà è stato sul punto di tradire mia madre con un'altra donna. Spero solo che ricordino quanto si siano amati e quanto siano riusciti a costruire insieme. Spero che il bambino che sto aspettando glielo ricordi. Lui ed Esperanza sono il futuro della loro famiglia. Anche se di fatto né io né Matias siamo i figli biologici di mio padre. Lui però ci ha amati molto.” spiegò Maria, con lo sguardo triste, mentre beveva un bicchiere di vino che Celia le aveva offerto.
“Maria, sono sicura che si risolverà tutto. Tuo padre e tua madre si ritroveranno. Sono anche certa che un giorno, tu, Gonzalo e i bambini, riuscirete a tornare a Puente Viejo e a riabbracciare i vostri parenti. Per poi tornare a Cuba, perché credo che ormai le radici della vostra famiglia siano state trapiantate lì.” Celia aveva parlato con sicurezza e Maria capì che aveva ragione. Per quanto desiderasse un giorno tornare a Puente Viejo per una visita, il suo futuro e quello di Gonzalo erano ormai a Cuba. Giunge sempre il momento per i figli di prendere la loro strada. La giovane però sperava che la strada di Alfonso ed Emilia proseguisse per un sentiero che ancora univa i suoi genitori. Non poteva pensare a quella coppia unita separata.
“Basta piangere. Guarda, ho ricevuto moltissime mance. E tu che non ti fidavi delle mie capacità di cameriera”. Maria e Celia sorrisero felici.
C'erano tante cose da preparare perché le nozze dell'ex novizia con il suo Miguel si avvicinavano sempre più.


Fine terzo capitolo. 

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Capitolo 4
*** Le nozze ***


Cap 4


Le nozze
I giorni erano volati ed era giunto il momento delle nozze di Celia. Maria stava preparando la sua amica che però si mostrava ribelle come sempre.
“Se non starai ferma, non riuscirò mai a sistemare il velo sulla tua testa.” sorrise Maria. Il velo era bianco e di pizzo e Maria doveva legarlo come una bandana sul capo della sua amica. La sposa indossava un abito bianco a tunica ricamato. Era uno splendore. Maria si era data da fare con il trucco e il risultato aveva superato ogni rosea aspettativa di Celia.
Esperanza le guardava da lontano, intenta a giocare con la sua bambola. Anche la piccola indossava un abitino bianco perché avrebbe consegnato le fedi agli zii Celia e Miguel.
“Sono così contenta che tu e Gonzalo abbiate deciso di farci da padrini. La mia famiglia è a Puente Viejo e spero di non vedere mai più i miei genitori. Il padre e la madre di Miguel sono morti. E sarà strano vederlo entrare in chiesa al tuo braccio. Ops, di fatto io non lo vedrò perché Gonzalo mi condurrà qualche minuto dopo. Mamma mia, come sono emozionata. Non mi rendo nemmeno conto di ciò che dico.” affermò Celia afferrando il bouquet di rose bianche che Maria le aveva preparato.
La signora Castro cantò una canzoncina che veniva dedicata a tutte le spose di Puente Viejo dalle loro amiche e parenti, durante i preparativi della futura moglie. Maria aveva le lacrime agli occhi quando abbracciò Celia, sempre attenta a non sporcare l'abito ella sua amica.
“Tu non devi assolutamente piangere. Rovinerai il trucco altrimenti. Ora io ed Esperanza andremo via. Dobbiamo raggiungere Miguel e scortarlo in chiesa. Tra poco arriverà mio marito, spero in tempo. Altrimenti vivremo la nostra prima crisi coniugale.” sorrise Maria.
“Sono nella stanza accanto” ridacchiò Celia, non credo che riuscirebbero ad arrivare in ritardo.” In effetti proprio in quel momento giunse Gonzalo, elegante più che mai, che, come in occasione delle nozze con Maria, aveva accettato di indossare una cravatta, anche perché costretto dalla sua moglie tutta pepe.
“Bene, vado da Miguel” affermò Maria, salutando con un bacio Gonzalo, e prendendo in braccio la piccola Esperanza, che sorrise al suo papà prima di allontanarsi con la sua mamma.
Un'ora dopo Gonzalo e Maria erano in chiesa, accanto a Celia e Miguel e non potevano fare a meno di guardarsi negli occhi e di pensare alle loro nozze.
Celia e Miguel erano già marito e moglie ed Esperanza era stata bravissima nel consegnare loro le fedi. Tutti avevano sorriso di tenerezza quando l'avevano vista camminare tenendo per mano la sua mamma, verso l'altare e porgere la scatolina di avorio con i due anelli agli sposi. Il cuore di Gonzalo poi si era gonfiato nel petto. Era pieno d'orgoglio e di amore per la sua piccola principessa.
“Mettimi come un sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore perché l'amore è forte come la morte. Tenace come gli inferi è la passione. Le sue vampe sono fiamme di fuoco, una fiamma del Signore. Le grandi acque non possono spegnere l'amore, né i fiumi travolgerlo”. Lesse il sacerdote.
Gonzalo e Maria si guardarono negli occhi e capirono che quelle parole non erano perfette solo per Celia e Miguel ma anche per loro. Loro due avevano superato venti, maree, fuochi e tempeste ma il loro amore era rimasto saldo ed era diventato sempre più forte . Un amore che aveva dato i suoi frutti: Esperanza e il figlio che stavano aspettando.
Maria sorrise e Gonzalo pensò che era bella più che mai, con quel vestito rosa che indossava.
La cerimonia finì e Celia abbracciò Maria prima di allontanarsi verso il ristorante con suo marito.
La signora Castro osservò Celia e capì che tutte e due avevano affrontato mille difficoltà, mille soprusi ma alla fine ne erano uscite vincitrici e che dall'altra parte dell'oceano, lontano da quel convento dove si erano incontrate, da quei paesi dove erano cresciute, avevano trovato la loro felicità. Se c'era una persona che meritava di essere felice, era proprio Celia, la dolce novizia che Maria aveva incontrato in uno dei momenti più bui della sua vita.
Il banchetto nuziale era stato consumato alla locanda, Maria guardava la sua amica ballare con il marito, nella sala da ballo mentre teneva Esperanza tra le braccia. La bimba era sveglia e osservava le coppie ballare con molto interesse.
Gonzalo raggiunse Maria alle spalle, senza che lei se ne rendesse conto e le sussurrò all'orecchio.
“Sai cosa stavo pensando durante tutta la durata della cerimonia? Pensavo che ti avrei risposata immediatamente e lo rifarei altre cento volte. Tu, Esperanza e il piccolo in arrivo siete quanto di più bello mi sia mai capitato. E' vero che a volte sei una despota insopportabile, ma sei la donna migliore che io abbia mai conosciuto.”
Per tutta risposta Maria si voltò e lo bacio . Esperanza sorrise. Adorava vedere i suoi genitori farsi le carezze, anche perché poi anche lei riusciva sempre a ricavare qualche bacetto.
L'indomani venne il momento dei saluti. Maria e Celia si tennero strette a lungo, con le lacrime agli occhi. Non sapevano quando si sarebbero potute stringere ancora in un abbraccio, anche se avevano deciso di scriversi almeno una volta al mese per mantenersi aggiornate sugli eventi delle loro vite.
“Devi venirmi a trovare quando nascerà il bambino” disse Maria, asciugandosi una lacrima che, traditrice, le scendeva sulla guancia.
“Certamente. La zia Celia non mancherà. Lo strapazzerà di coccole, puoi contarci. Verrò anche perché non vedo l'ora di farmi un bagno. Dicono che le acque siano splendide a Cuba. Scherzo, verrò solo per te, per Gonzalo, e per i vostri due tesori.” sorrise Celia.
Esperanza a sua volta guardava la scena con tristezza. Sapeva che per molti mesi non avrebbe rivisto la zia Celia.
Gonzalo guardava la scena consapevole che fuori dalla porta della locanda, era appena giunta l'automobile che li avrebbe condotti fino al porto.
“Maria, dobbiamo andare” affermò l'uomo, prendendo in braccio la piccola Esperanza, restia a lasciare l'accogliente locanda.
Maria e Celia si diedero un ultimo bacio e poi si separarono. Prima di salire sull'automobile guardò per un'ultima volta l'insegna del locale della sua amica. “La posada de Esperanza”. Era certa che presto si sarebbero riviste e che la speranza, che le aveva accompagnate fino a lì, le avrebbe guidate sempre.
Fine.



























 

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