Mediaset occupata! 7 - A sorpresa un compratore

di monsieur Bordeaux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gradito ritorno ***
Capitolo 2: *** Primi ostacoli un po' violenti ***
Capitolo 3: *** Poca libertà di movimento ***
Capitolo 4: *** Un pessimo senso del gusto ***
Capitolo 5: *** Sempre più ospiti in studio! ***
Capitolo 6: *** Chi non muove si rivede! ***
Capitolo 7: *** Professionisti dell'aldilà ***
Capitolo 8: *** Vecchi programmi ***
Capitolo 9: *** Momenti di difficoltà ***
Capitolo 10: *** Citazioni musicali ***
Capitolo 11: *** Letteralmente un crossover ***
Capitolo 12: *** Tiro al bersaglio con annesso finale ***



Capitolo 1
*** Gradito ritorno ***


Capitolo 1 - Gradito ritorno


Rieccomi a voi, gente!
Sono passati più di sei anni da quando avevo scritto la mia prima fan-fiction, l'inizio di questa assurda "saga", e ancora una volta ho ritrovato l'ispirazione per scrivere quello che sarà la settima edizione di "Mediaset occupata!". (Se è una fortuna o meno, dipenderà da voi lettori, ovviamente... N.d.A.)
E poi il numero sette è un bel numero, quindi spero che mi porti bene! Qualcuno potrebbe aver notato, rileggendo la versione precedente, che avevo "dichiarato" di non più intenzione di continuare con questo genere... bhé, capita a tutti di commettere sbagli, no?
Basta però con l'introduzione e iniziamo il capitolo! Buona lettura a tutti!


A pochi minuti dalla diretta, in uno studio avvolto dalla penombra e in fermento per gli ultimi preparativi, stava per andare in onda una nuova puntata del talk-show condotto da Nicola Bivio, noto presentatore dal carattere irascibile e temerario. Sempre impeccabile con camicia e cravatta, nonostante le pessime combinazioni di colori scelte, Nicola era ormai pronto ad iniziare una puntata speciale di "Brandelli d'Italia", controllando le ultime notizie che gli arrivavano sullo schermo davanti a lui. Ma non era solo in quello studio, infatti accanto a lui, seduti su delle comode poltrone bordeaux, c'erano gli ospiti della puntata odierna, scelti personalmente dal presentatore per sostenerlo in quella che sarebbe stata una lunga diretta televisiva.
Partendo da sinistra, il primo ospite della trasmissione era un ragazzo completamente vestito di nero, con i capelli scuri, rivolti verso l'alto, e lo sguardo freddo, anche se in quel momento sembrava perlopiù annoiato per essere stato invitato allo show. Oltre a ciò, a chiunque saltò subito all'occhio che il primo ospite di Nicola era d'altezza medio-bassa, ma nessuno dei presenti, stranamente, glielo fece notare: era meglio non scherzare troppo con un tipo del genere!
Il secondo ospite, seduto a destra del primo, sembrava l'esatto opposto del precedente: era alto, chiacchierone e forse un po' troppo egocentrico, per farsi notare sarebbe bastata inquadrare la sua chioma rossa. Per la sua altezza e per il fisico, fu subito evidente che si trattava di uno sportivo, probabilmente di basket.
Al centro dello studio c'era ovviamente Nicola, concentratissimo, e alla sua destra c'era seduto il suo terzo ospite, che un po' nervosamente si stava sistemando il codino. Indossando un kimono rosso tipicamente cinese, il ragazzo dai lunghi capelli neri era stato presentato come esperto di arti marziali, anche se la sua disciplina era molto particolare e per questo motivo Nicola lo aveva voluto in trasmissione.
Per chiudere in bellezza, l'ultimo ospite era una ragazza dai capelli lunghi e marroni, con la frangetta sulla fronte e la coda di cavallo. Come il primo ragazzo, anche lei indossava un abito nero, ma a differenza di prima c'erano diverse parti colorate di rosa. Nonostante l'aspetto da brava ragazza, sembrava essere molto abile nel combattimento e forse non solo per quel motivo era stata invitata...
Finiti gli ultimi controlli, in cui trovò anche il tempo per sistemare i suoi capelli scuri, Nicola diede il via libera e nel giro di pochi secondi lo studio si illuminò, mostrando chiaramente gli ospiti seduti alle spalle del conduttore. Come al solito, Nicola iniziò la trasmissione mostrando il suo miglior sorriso.
«Cari amici telespettatori, benvenuti ad una nuova edizione speciale di "Brandelli d'Italia"! Ma prima di iniziare con la notizia del giorno, facciamo una veloce presentazioni dei miei ospiti di oggi!»
Dopo aver preso in mano una cartellina piena di appunti, che in precedenza era vicina al monitor, Nicola fece le presentazioni. «Il nostro primo ospite è uno spadaccino di origini demoniache ed è affetto da quella che è stata definita "Sindrome di pochezza centimetrica"... parlo ovviamente di Hiei!»
«Tsk...»
«Potresti almeno forzarti un po' con i saluti?»
«Salve.»
«Meglio di niente... d'altronde, cosa posso pretendere da un taciturno come lui?» chiese ironicamente Nicola, che poi continuò con le presentazioni. «Al suo fianco, troviamo una promessa sportiva del basket giapponese, famoso anche per darsi i soprannomi da solo! Un applauso per Hanamichi Sakuragi!»
«Buonasera a tutti!!! Io sono Hanamichi Sakuragi, il genio del basket!»
«Ci risiamo!» protestò Hiei. «Un altro spilungone che urla in continuazione...»
«Ehi, nanerottolo! Guarda che ti spacco la faccia, se lo voglio!»
«Eh no! Se voi due mi fatte inca**are, sarò io il primo a spaccare la faccia a qualcuno!» intervenne Nicola in maniera rabbiosa. «Non siamo mica in un talk-show di Mediaset, dove il presentatore fa la figura del cretino durante le risse!» (Nonostante il carattere, amo il suo stile! N.d.A.) (Mi mancavano le note tra parentesi... N.d.Nicola ironico)
Placcata il diverbio tra i primi ospiti, il presentatore passò la parola al terzo. «Per non farci mancare nulla, abbiamo chiamato anche un esperto di arti marziali, che stranamente è considerato double face... non so perché, ma glielo chiederemo subito! Abbiamo tra noi Ranma Saotome!»
«Non risponderò alla tua domanda! Ma in compenso saluterò i telespettatori!» rispose il ragazzo, visibilmente imbarazzato.
«E per chiudere, la nostra ospite femminile. Si tratta di una sterminatrice di demoni originaria dell'epoca Sengoku, famosa per aver attirato l'attenzione di pervertiti vestiti da monaci... o monaci vestiti da pervertiti? Ora non ricordo, ma vi presento in ogni caso Sango!»
«Salve a tutti!»
«A questo punto, sicuramente chi ci ha seguito in passato, noterà che all'appello manca il mio Socio di mille avventure... non è qui perché è già stato inviato sul luogo del misfatto, ovvero davanti alla sede centrale di Mediaset! Diamo subito la linea al nostro inviato Enrico!»

Su un maxischermo, alle spalle del presentatore, comparve la sagoma di Enrico, che in quel momento stava sistemando le cuffie per ricevere il segnale audio. Il ragazzo dai capelli marroni e spettinati si trovava nei parcheggi adiacenti gli studi Mediaset, quasi vuoto e illuminato a giorno dai vari lampioni presenti. Dopo qualche momento d'incertezza, l'inviato prese la parola.
«Mi senti?»
«Forte e chiaro, Enrico!» rispose il presentatore. «Ma prima di entrare, potresti confermare la notizia che circolava questo pomeriggio su Mediaset?»
«Fino a qualche ora fa non c'era niente di ufficiale, ma nel tardo pomeriggio c'è stata una svolta e stanotte aspettiamo solo la conferma...»
«Enrico, non divagare!!!»
«Scusa!» esclamò l'inviato rammaricato. «In poche parole è successo questo: un misterioso compratore si è fatto avanti per acquistare Mediaset!»
«Ottimo! E mi puoi confermare che si tratta di un operazione in grande stile?»
«Sì, sì! In ballo c'è il 51% della proprietà, stiamo parlando di un vero e proprio cambio al vertice!»
«Signori, questo è uno scoop! A confronto, la profezia dei Maya era una ca**ata!» (Lo era realmente... N.d.A.) (Era una battuta, pirla! N.d.Nicola)
«Però le informazioni sull'acquirente sono veramente scarse...»
«Del tipo?»
«C'è chi sostiene che sia giapponese, ma nessuno ce lo ha confermato!»
«Tu pensa se fosse vero... si vedrebbero anime non censurati sulle reti generaliste! E' pura follia!»
«Non dirlo a me!»
«Arrivati a questo punto Enrico, devi assolutamente entrare e scoprire quanto questa storia sia vera e se abbiamo un po' di fortuna, arrivare proprio durante le trattative!»
«Ci potrei provare, ma ho paura di incontrare molte persone ostili là dentro...»
«Ci credo! Rischiano di perdere il posto!»
«Tu dici?»
«Ipotizziamo che il nuovo compratore voglia far rimanere solo la gente seria a Mediaset... più del novanta per cento andrebbero a casa! E credo anche a calci, per certi programmi...»
«Devo proprio andarci?»
«Enrico, hai due opzioni: o entri volontariamente o entri a spinta!»
«D'accordo, entro!»
«Oh, finalmente!»
«Era proprio necessario minacciarlo?» intervenne Ranma.
«Non è stato così maligno, dopotutto...» commentò Hiei.
«Ho la sensazione che noi due la pensiamo allo stesso modo, più o meno!» confermò Nicola.
«Ora non esageriamo. Diciamo che al massimo abbiamo due punti di vista simili.»
«Per dare un po' di tempo ad Enrico, sperando che il collegamento non ci dia troppi problemi...» disse Nicola facendo le corna per gli scongiuri. «Ricordo che saremo sempre aggiornati grazie al mio monitor e che possiamo ricevere qualsiasi tipo di segnalazione. Tranne le proposte d'amicizia, quelle le evito come la peste!»
«Nient'altro?» domandò Hanamichi.
«No, a parte una raccomandazione per i nostri ospiti: avete lasciato le armi fuori dallo studio?»
«Purtroppo sì» affermò Hiei.
«Perché non potevo tenermi il mio Hiraikotsu in studio?» domandò Sango.
«Prima di tutto, quella specie di enorme boomerang mi occupava metà dell'inquadratura e vedere metà schermo colorato di bianco non è per niente bello. Ma il vero motivo è che l'ultima volta è successo un casino là fuori e ho voluto prendere delle precauzioni...»
«Che genere di casino?»
«Troppe persone e troppe lame coinvolte, capisci cosa intendo?»
«Più o meno.»
«E meno male che non eravamo in diretta, sennò facevo un milione di visualizzazioni su YouTube!»


Col proseguire della trasmissione, chi incontrerà Enrico entrando a Mediaset? Chi sarà il misterioso compratore? Ma soprattutto... le misure di sicurezza prese da Nicola saranno efficaci? (Per me no! N.d.A.)
Mi raccomando, seguitemi e commentate!


Continua...

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Capitolo 2
*** Primi ostacoli un po' violenti ***


Capitolo 2 - Primi ostacoli un po' violenti


Ricevute le indicazioni, o per meglio dire gli ordini perentori dallo studio, Enrico superò l'alto cancello che circondava Mediaset e proseguì diretto verso l'entrata principale. Sicuro di accedere nella famosa emittente televisiva, l'inviato mostrò alle guardie di sicurezza il suo pass arancione e avanzò verso il portone, ma a sorpresa fu subito bloccato per un controllo. Dopo aver superato un lungo momento di disagio, in cui Enrico rischiò di rimanere strozzato perché una delle guardie aveva preso di forza il pass che a sua volta era legato al collo, l'inviato con urgenza si collegò con lo studio. Era visibilmente agitato ed era tutto inclinato a destra, come se tentasse ad ogni costo di rientrare nell'inquadratura.
«Oooh! Mi sentite?» urlò muovendo le braccia.
«Che ti prende adesso? Sei rimasto impigliato con pass al cancello?» chiese Nicola un po' ironico.
«Sembra un pesce preso all'amo...» commentò invece Hiei.
«Temo di avere delle brutte notizie!» rispose Enrico.
«Ti è scaduto il pass?» domandò Nicola. Se lo aspettava una cosa del genere da parte del suo inviato, non era la prima volta che commetteva una leggerezza di quel tipo.
«No, peggio! Non mi vogliono far entrare nell'edificio!»
«Ma com'è possibile? Tu hai il pass fatto apposta per entrare lì dentro!»
«Lo so, ma preferirei non insistere... mi guardano veramente storto!»
«Qui c'è sotto qualcosa» affermò un pensieroso Nicola. «Forse la notizia che c'è un compratore per Mediaset non era così assurda, dopotutto!»
E mentre il presentatore fece questa piccola riflessione, il povero inviato fu cacciato via a malo modo dall'entrata di Mediaset, ricevendo spintoni, sberle e calci. Le reazioni in studio furono quasi immediate.
«Ma sono dei bastardi!» esclamò Ranma, mentre al suo fianco Sango disse: «Poco professionali come guardie!»
Ma lo sfogo di Nicola superò tutti per tono di voce. «Tutto ciò non è possibile! Ogni volta che c'è un collegamento in esterna, c'è sempre qualcosa che va storto!» E poi iniziò ad elencare una serie di eventi con le dita: «Una volta l'audio e il video vanno in tilt, una volta c'è un black-out e in studio non si vedeva un tubo, un'altra volta Enrico si è fatto rapire in diretta...»
«Enrico è stato rapito?!?» intervenne Hanamichi.
«Sì, da Orochimaru... ma è una lunga storia!»
Dopo qualche minuto, in cui la telecamera si muoveva in maniera caotica per evitare i colpi delle guardie, Enrico riesce a ricollegarsi con lo studio. Si teneva dolorante il naso e la guancia destra, ma per fortuna non aveva niente di serio.
«Basta! Per carità, mettete giù quel manganello!»
«Pure quello? E dopo un calcio in faccia, cosa? Una mitragliata?»
«Nicola, purtroppo ho delle altre brutte notizie...» annunciò Enrico, con voce desolata.
«Sei ferito?» chiese Ranma.
«No, riguarda la trasmissione. Visto che non ci concedono l'autorizzazione per filmare, c'è il rischio che ci censurino!»
«Ancora?!?» esclamarono in coro i presenti nello studio.
«Ma allora è un vizio!» commentò Nicola. Era talmente innervosito da quella notizia che si voltò per non dire nulla di volgare direttamente in camera. Fu un mezzo miracolo se non iniziò a bestemmiare per tutto lo studio!

Dopo aver camminato per qualche secondo, per sfogare tutto il suo rancore, Nicola prese qualche respiro profondo e provò a riprendere in mano la trasmissione. Come ci si poteva aspettare, i suoi ospiti rimasero molto colpiti dal comportamento del conduttore: aveva già sentito che era una testa calda, ma vederlo dal vivo era tutta un'altra storia!
«Ma questo è matto o cosa?» domandò Sango. Subito dopo fu Hiei a fare un commento.
«Io purtroppo ne conosco uno simile: è alto, arrogante e si arrabbia per nulla. Ma per fortuna è tutto fumo e niente arrosto...»
«Stai parlando di me, nanerottolo?» ribatté Hanamichi, innervosito almeno quanto Nicola per il discorso di Hiei.
«Ehi, stai calmo! Sennò sono guai... sei parente di Kuwabara per caso?»
«Di chi?!?»
Quando la situazione sembrava essere tornata alla normalità, Nicola si voltò e raggiunse nuovamente la sua postazione. Ma proprio quando stava per ricollegarsi con Enrico, un rumore da dietro le quinte attirò l'attenzione di tutti. Senza alcun motivo, qualcuno stava gridando in una lingua orientale e poi di seguito partì la base di una canzone piuttosto nota. La reazione di Nicola, come ci si poteva immaginare, fu rabbiosa.
«Chi ha parlato? Chi c***o ha parlato? Chi è quel lurido bastardo checca e yaoista che ha firmato la sua condanna a morte?!?» (Direi che questa è proprio una citazione! Anche se un po' modificata. N.d.A.) (Ma va? N.d.Nicola) (Era proprio necessaria? N.d.Enrico ancora dolorante)
«Ma questo non è Gangnam Style?» commentò Hanamichi.
«E' presente pure qui? Ma allora è proprio dappertutto!»

Passato anche quel momento di distrazione, Nicola si ricollegò con Enrico e lo incitò a trovare un'altra strada per entrare a Mediaset. Sebbene l'inviato non era del tutto convinto dalla proposta del suo socio, iniziò lo stesso a cercare una via alternativa e manifestò la sua desolazione con un prolungato sospiro e inclinando in avanti la testa.
«Mi sembra un obiettivo un po' troppo fuori la sua portata» sentenziò Hiei, trovando però un paio di pareri contrari. Il primo fu quello di Sango.
«Diamogli almeno una seconda possibilità!»
«Io, se fossi in te, non lo darei subito per sconfitto» aggiunse Ranma. «Se è ancora in piedi dopo tutto quello che ha subito, può ancora farcela! Non è ancora detta l'ultima parola!»
«Tsk... e secondo voi io sto a sentire i vostri giudizi?»
«Oh, state calmi!» avvisò Nicola. «Se avete voglia di litigare, almeno aspettate di arrivare a metà trasmissione. Sennò mi rovinate il bello della diretta!»
«E se non lo facciamo?» chiese Hanamichi.
«Prima c'è il richiamo... e se non funziona gli urli...»
«E se non funzionano neanche quelli?»
«Vengo lì e gli spacco la faccia in diretta!»
«Che modi!» intervenne Sango.
«Il fine giustifica i mezzi» mormorò Hiei.
Nel frattempo Enrico continuò la sua ricerca attorno al cancello di Mediaset, ma non trovando alcun modo per entrare. Dopo un paio di giri attorno all'edificio e pensando a vari modi per andare dall'altra parte, tipo salire in cima ad un albero, usare un lungo bastone come asta per il salto in lungo o nascondersi dentro un auto, l'inviato stava ormai pensando seriamente di alzare bandiera bianca. La cosa che lo preoccupava di più però era la reazione di Nicola a quella notizia, già si era scatenato in studio, ma proprio in quel momento Enrico ricevette un aiuto quasi insperato.
Da una finestra dell'edificio, situata per la precisione al primo piano, qualcuno nell'ombra stava richiamando l'inviato con una serie di fischi, che un po' sorpreso si avvicinò più che poteva al cancello. Era talmente sbalordito che alzò lo sguardo e senza pensarci domandò alla misteriosa figura se stava richiamando proprio lui. Senza ricevere alcuna risposta in cambio, Enrico vide una fune lanciata oltre la finestra, che finì nei pressi dell'inviato.
«Che stai aspettando? Afferrala e tirati su!» commentò Nicola, che aveva assistito a tutta la scena seguendola sul monitor.
«Ma mi posso fidare? Già non sono sicuro che sia una cosa legale entrare senza permesso...» ribatté l'inviato dai capelli marroni e disordinati.
«Vai tranquillo! E ricordati che hai il pass, quindi puoi andare ovunque!»
«Va bene, ci provo. Ma dovrete ridarmi la linea tra un bel po', non sono mai stato bravo nell'arrampicata libera!»
«L'hai già fatta l'assicurazione sulla vita, vero?»
«Che gran bastardo...»
«Lo so!»
«Scusa un secondo!» intervenne nuovamente Hanamichi. «Il tuo inviato ti dà del bastardo e non reagisci neanche con una smorfia?»
«Ci conosciamo dai tempi delle elementari, quindi lui può dirmi tutto ciò che vuole!»
«Ah...»
«Tanto non mi offende mai!»
«Cambiando discorso, prima dov'eri finito?» domandò l'inviato, prima si salire sulla corda.
«Ah, nulla d'importante. Ho solo parlato a voce alta con un folle rapper sudcoreano!»
Ma prima di scalare la parete, Enrico controllò che la corda fosse ben salda. «Tiene?» (Provincia di Vicenza! N.d.A.) (Dopo questa battuta, potrei seriamente pensare di chiudere qui la trasmissione! N.d.Nicola) (Ma non si scrive con l'acca dopo la T? N.d.Enrico) (Enrico, non dargli corda! N.d.Nicola) (Anche perché la sta già usando per salire! N.d.A.) (No comment... N.d.Nicola)


Chi sarà mai la misteriosa figura che sta aiutando Enrico? Chi altri incontrerà una volta dentro Mediaset? Ma soprattutto... quanto è fuori di testa Nicola quando si arrabbia? Questo e molto altro nel prossimo capitolo, au revoir!


Continua...

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Capitolo 3
*** Poca libertà di movimento ***


Capitolo 3 - Poca libertà di movimento


Ci volle più del previsto, forse colpa della parete scivolosa, ma alla fine Enrico riuscì nell'intento di entrare a Mediaset, passando per una finestra del primo piano. Superato il bordo della finestra, l'inviato fu aiutato a rialzarsi da un personaggio piuttosto bizzarro, dalle chiare origini giapponesi e con indosso una vistosa giacca rossa. Appena lo vide, Enrico rimase così stupito nel vederlo che a momenti stava per urlare, ma la cosa più strana in quella faccenda era che anche quel curioso individuo, per qualche strano motivo, era rimasto immobile alla vista dell'inviato, come se avesse sbagliato qualcosa di veramente importante. I due per un po' rimasero in silenzio, con gli occhi sgranati e con una vistosa goccia che scendeva sul volto, ma poco dopo il tizio che aveva "pescato" Enrico con la corda prese la parola e iniziò ad agitare le braccia, come per segnalare ancora di più il suo disagio per quello che era successo pochi attimi prima.
«Ma... non è possibile!»
«Lo so, l'arrampicata non è il mio forte...» accennò l'inviato, che fu però subito bloccato dal suo interlocutore.
«Tu non sei Jigen!»
«Io? Non credo di esserlo...»
«Che cavolo di risposta è? ENRICO?!?» urlò Nicola dallo studio. «Non hai visto che quello lì è Lupin III?»
«Ah, ora è chiaro! Mi pareva un tipo losco!»
«Ne parli come se fosse l'unico dentro Mediaset... in ogni caso, che ci fa da quelle parti il noto ladro gentiluomo?»
«Sarà per un furto, come al suo solito!» commentò Hanamichi. Nicola non prese molto bene la sua risposta.
«Davvero? Stasera per caso siamo alla fiera dell'ovvietà?»
«E datti una calmata!» ribatté il giocatore di basket.
«Lo avevo capito pure io che è da quelle parti per un furto! Vorrei solo sapere perché ha gettato una fune da una finestra. Escludo per aiutare il nostro inviato!»
«Ma com'è possibile che Jigen sia in ritardo...» sospirò Lupin. «Eppure gli avevo detto che il luogo dell'appuntamento era questo!»
«In ogni caso, grazie del passaggio!» affermò Enrico, consapevole di aver avuto un gran colpo di fortuna.
«A proposito di lui, se non mi sbaglio avevo letto una notizia che lo riguardava...» accennò Nicola, consultando lo schermo davanti ai suoi occhi. «Ah, eccola! C'è una nota sulla presunta fidanzata di Lupin, alias Fujiko Mine! (Il cognome pronunciatelo come volete! N.d.Bordeaux)
«Un momento!» intervenne Lupin. «Fujiko E' la mia fidanzata!»
«Se ne sei convinto... in ogni caso, è proprio di oggi la notizia che la signorina si sia ufficialmente fidanzata con un noto rampollo di un'importante famiglia! Ci sono pure delle foto a testimonianza del fatto!»
«Ma noooo!!! Fujiko, perché lo hai fatto?» esclamò Lupin disperato, aggrappandosi ad Enrico per avere un sostegno morale.
«Lo so, fa male...» ammise l'inviato, picchiettando con la mano la spalla del povero ladro.
«Anch'io comprendo il suo stato d'animo. Ho avuto ben cinque ex!» commentò Nicola.
«Ma va? Non lo avrei mai detto, col tuo carattere!» mormorò Enrico, che però fu subito ripreso dal conduttore.
«Ehi! Cos'è tutta questa confidenza?»
Il rimprovero fu piuttosto inutile, come confermato dalle risatine in sottofondo dei suoi ospiti. Ma nonostante la magra figura fatta in diretta, Nicola riprese in mano la conduzione del programma.
«Sono felice che vi siate divertiti, poco fa...»
«Scusate monsieur» intervenne nuovamente Lupin. «Ma non si sa nient'altro sul presunto fidanzato di Fujiko? Perché secondo me sarà il solito figlio di papà cretino che sarà spennato come un pollo!»
«Abbiamo il suo nome: Lapo Elkann!» (Un po' ci avrei scommesso! N.d.Nicola)
Ricevuta la notizia, Enrico esclamò: «Ma stiamo parlando proprio del rampollo di casa Fiat? Di quello che veste in maniera eccentrica e che una volta aveva la mania per le felpe?»
«Se vogliamo usare la parola "eccentrica" al posto di "schifosa"... sì, è proprio lui!»
«Bhe, se le cose stanno così, posso stare tranquillo!» affermò Lupin, rassicurato dalla notizia.
«Però da qui devo ammettere che la notizia è assai improbabile, degna di una pagina da gossip. Due tipi del genere non potrebbero mai andare d'accordo, ci sarebbero problemi di comunicazione!»
«In che senso?» chiese Sango.
«Fujiko parla poco l'italiano, Lapo non lo parla proprio... come fanno a capirsi?»
«Ottimo!» affermò Lupin, ormai completamente ripreso. «E dopo tutto ciò, vi saluto gente! Ora devo proprio scappare!»
«Di già?» domandò Enrico.
E proprio in quel momento un nuovo personaggio fece la sua apparizione in scena, facendo un balzo in avanti e mostrando un paio di lucenti manette tra le dita. Era vestito con un lungo cappotto marrone e di colpo Lupin si voltò, visibilmente spaventato per l'arrivo di quell’uomo che conosceva benissimo.
«Zazà? Che ci fai qui?»
«LUPIN! Tu non scapperai da nessuna parte, perché io ti arresterò!» urlò l'ispettore Zenigata.
«E chi è il tizio al tuo fianco? Un tuo complice?»
«Io? Ma stiamo scherzando?!?» esclamò Enrico.
«Non importa! Il mio incarico è quello di arrestare Lupin, stasera non mi scappi!»
Determinato come sempre, Zenigata lanciò le manette verso i polsi di Lupin, nel tentativo di fermarlo una volta per tutte. Ma purtroppo per lui il ladro dalla giacca rossa riuscì a togliersi dalla traiettoria delle manette, che sfortunatamente si chiusero nei polsi di Enrico.
«Ma che...?»
«Oh no! Ho sbagliato mira!» commentò Zenigata.
«Devi stare più attento con quei cosi, Zazà!» rimproverò ironicamente Lupin, scappando lungo uno dei corridoi del piano. «Potresti arrestare per errore un onesto ladro come me!»
«Lupin, fermati!!!»
«Ehi, non se ne va! Non posso mica andare in giro con le manette ai polsi!» affermò Enrico.
«Mi scusi, sono desolato... gliele apro subito!» mormorò Zenigata in maniera desolata. L'ispettore a quel punto mise la mano in una tasca del suo cappotto e prese un filo di ferro pieno di piccole chiavi, cercando di trovare quella giusta. Dopo alcuni tentativi, fu subito chiaro che trovare quella giusta, tra le decine presenti, sarebbe stato molto difficile.
«Ho paura che andremo per le lunghe!» avvisò l'inviato.
«Ci mancava anche il numero da illusionista in questo programma!» mormorò Nicola, cercando di trattenere la rabbia.

Non potendo andare avanti con la trasmissione, per evidenti problemi di movimento dell'inviato, Nicola decise di guadagnare un po' di tempo facendo un paio di interviste ai suoi ospiti.
«Allora, cambiando discorso... che ne pensate della moda dei programmi di cucina in TV? Da qualche anno a questa parte, si sono moltiplicati come funghi!»
«Non saprei proprio...» sussurrò Hiei, completamente indifferente alla domanda.
«Io all'inizio conoscevo solo quello su RaiUno, dove la conduttrice spara doppi sensi ogni tre per due, e poi è venuta quella cretina, che apriva dicendo "Salve, sono Benedetta Parodi e questa è la mia cucina!". Avrei voluto prendere un lanciafiamme e dargli fuoco alla sua cucina!»
«Che esagerato!» intervenne Sango.
«Ovviamente se non lo faceva prima la conduttrice mentre faceva la grigliata! Adesso vanno di moda quelle in cui ci sono i cuochi che giudicano e urlano come dei dannati. Carini, anche se sono un po' bastardi!»
«Saresti adatto in quel ruolo!» affermò Hanamichi.
«Ma quando mai! Io non vado mica in giro con un cappello bianco in testa!»
«Per me non è una grande idea...» commentò Ranma.
«E come mai?» chiese il presentatore.
«Tu prova ad immaginare se Akane vede uno di quei programmi. Potrebbe passargli per la testa di preparare la cena! E' un disastro solo nel preparare il riso in bianco!»
«Mi immagino già la scena: ti ritrovi un liquido strano nel piatto e pensi "Che sia una minestra di verdure o acido muriatico?"»
«Esattamente così!»
«Ma voi maschi siete capaci solo di giudicare?» intervenne nuovamente Sango, infastidita da quel discorso iniziato da Nicola. «Tu invece come te la cavi in cucina?»
«A parte far bollire l'acqua per la pasta e fare il caffè, poco altro!» rispose il conduttore, in maniera schietta.
«C'era da immaginarselo!»
«In compenso sono bravissimo a tenere pulita casa...» (Ecco perché ne ha avute cinque di ex! Dove lo trovi un altro che ti pulire casa senza protestare? N.d.Bordeaux) (Effettivamente... N.d.Enrico ancora alle prese con le manette) (E quella non è la mia dote migliore! Ma purtroppo non posso dirla, siamo in fascia protetta... N.d.Nicola) (E' sempre il solito esagerato! N.d.Bordeaux ed Enrico)


E mentre la trasmissione continua, riuscirà Enrico a liberarsi delle manette di Zenigata? Lupin si rifarà vivo durante la diretta? Ma soprattutto chi sono le cinque ex di Nicola? Siamo aperti a tutte le ipotesi che volete!


Continua...

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Capitolo 4
*** Un pessimo senso del gusto ***


Capitolo 4 - Un pessimo senso del gusto


Finalmente libero dalle manette di Zenigata, l'inviato poté riprendere la sua perlustrazione nei corridoi Mediaset, alla ricerca di notizie sul possibile compratore della ben nota emittente televisiva. Per il momento tutto era tranquillo, ma essendo un esperto di occupazioni Enrico non si sentiva per niente al sicuro ed infatti, poco tempo dopo, un rumore sospetto attirò la sua attenzione, facendogli inoltre fare un salto all'indietro per lo spavento. Anche dallo studio ci fu un lungo momento di pausa e poco dopo videro una griglia della ventilazione cadere a poca distanza da Enrico, che puntò lo sguardo in alto con aria molto tesa. Lentamente da un condotto nel soffitto si fece vivo una persona vestita con indumenti pesanti, scarponi, zaino e poco altro. Da come si muoveva, sembrava aver ricevuto un addestramento militare.
«Ma che...?» esclamò Enrico, girando la testa per avere una prospettiva migliore.
«Escludo che sia un elettricista!» commentò Nicola, che poco dopo intravide il misterioso personaggio in faccia. «Ma aspetta un minuto! Io quella faccia da scemo l'ho già vista da qualche parte!»
«Ma non era quello che fa programmi sulla sopravvivenza in ambienti estremi?»
«Sì, sono io: Bear Grylls!» disse l'uomo scendendo dal condotto di ventilazione. «Il mio elicottero mi ha abbandonato qui, in questo ambiente ostile e pieno di pericoli...»
«Non lo dica a me! Conosco questo posto fin troppo bene!» affermò Enrico.
«Ah, un indigeno! Ottimo, mi potrà dare dei buoni consigli!»
«Ehi, fermi tutti!!!» intervenne Nicola, infastidito all'idea di perdere altro tempo per le ricerche all'interno di Mediaset. «Non vorrai mica portarmi via l'inviato così, su due piedi!»
«Ma che ci fa lì quel tipo?» domandò Ranma, cercando per lo studio uno sguardo amico. Quasi senza volerlo, ottenne una risposta dal noto esploratore.
«Io ho affrontato i climi e gli ambienti più estremi del nostro pianeta. Ho attraverso i deserti più roventi e vasti, le montagne più alte e sperdute, i luoghi più inaccessibili e sconosciuti, passando dal freddo pungente al caldo estremo.»
«E non ti sei mai domandato "Ma chi me lo ha fatto fare?"» chiese Nicola.
«E una volta raggiunto la meta, la mia priorità è quella di procurarmi le cose essenziali per la prima sopravvivenza: cibo, acqua, un riparo, una connessione a Facebook...»
«Ma è scemo o cosa?» mormorò Hiei, il cui dubbio su chiarito dal presentatore.
«Mi sembra superflua come domanda...»
Nel frattempo Bear continuò con la sua spiegazione: «Poi c'è da affrontare i pericoli di questo terribile ambiente, che possono nascondersi dietro ogni angolo. Ma al momento non ne ho incontrati.»
«Mai visto i talk-show del pomeriggio di Mediaset? Quelli sì che sono pericolosi, posso farti star male per interi giorni!» affermò Nicola.
«Come certe piante o fiori velenosi?»
«Peggio... almeno in quel caso si conoscono gli antidoti!»
«Devo ammettere però che poco fa ho rischiato grosso» aggiunse l'esploratore. «Mi ero ritrovato quasi faccia a faccia con una bestia terribile, che ringhiava in continuazione e osservandomi con occhi pieni di sangue...»
«E chi era? Un predatore? Qualche animale selvatico?»
«No, un associato del MOIGE che aveva appena visto un anime non censurato e pieno di sangue, violenza e ideogrammi!»
«Dire che ha rischiato la vita è un eufemismo!» commentò Nicola.
«Adesso che vuol fare, signor Grylls?» domandò Enrico.
«Bhe, prima di tutto cercare un po' di cibo. Sempre se ne trovo...»
«Non so se lo hai mai visto in azione Enrico, ma quell'uomo, se si può definire tale, non è per nulla schizzinoso sul cibo. Una volta l'ho visto mangiare un polipo in due bocconi!» raccontò Nicola.
«E cosa ci sarebbe di strano in tutto ciò?»
«Era ancora vivo e pesava almeno due chili!»
«Oh mamma...»
Poi Bear Grylls aggiunse: «I tentacoli sono difficili da mandare giù, ma dopo un po' ci si abitua!»
«Nicola, all'improvviso non mi sento tanto bene...»
«Scusate, ma ora devo proprio andare!» avvisò l'esploratore. «Proverò a procurarmi del cibo nelle mense della Mediaset!»
«Ma sei completamente impazzito?!?» esclamò l'inviato. «Lo sai quanto può essere rischioso una cosa del genere?»
«Tranquillo Enrico!» intervenne Nicola. «Con lo stomaco che si ritrova, può affrontare senza problemi la cucina aziendale di Mediaset!»
«Ah, certo. Non ci avevo pensato... però non ho mai capito perché il cibo nella mensa di Mediaset sia sempre di pessimo gusto.»
«Enrico, non puoi pretendere del buon cibo da chi per abitudine produce programmi di me**a!»

Chiuso momentaneamente il collegamento con l'inviato, che doveva ancora riprendersi dopo aver sentito i disgustosi e alquanto discutibili scelte alimentari di Bear Grylls, Nicola si prese una piccola pausa per dare un'occhiata allo schermo che aveva davanti, usando il dito per sistemare il touch-screen.
«Nonostante sia passato molto tempo dal nostro primo collegamento all'interno di Mediaset, noto che l'assurdità da quelle parti non finirà mai! E ciò non dovrebbe stupirmi, visto quello che ho pubblicato tempo fa!»
«In che senso?» chiese Hanamichi.
«Forse non lo sai, ma ho scritto insieme al mio Socio una raccolta di teorie, ipotesi e cose simili, intitolata "Miti, leggende e altre ca**ate del genere". E' una lettura molto interessante!» (Per chi fosse interessato all'argomento, ne ho parlato in maniera molto più amplia nella fan-fic "E mi dicevano che le terme erano tranquille..." N.d.Bordeaux) (Sempre pronto a fare pubblicità occulta, eh? N.d.Nicola)
«Cioè...» accennò Ranma, alquanto stupito dalle parole del presentatore. «Tu hai scritto un libro? Davvero?»
«Ora non esageriamo: è un libretto, giusto per una rilassante lettura estiva. E non sai quanto materiale ho dovuto tralasciare per mancanza di tempo o per i continui casini che avvenivano durante la scrittura della raccolta!»
«In parte posso capirti!» (Ogni riferimento a ninja provenienti da Konoha o simili è puramente casuale! N.d.Bordeaux) (Come se fossero stati gli unici a generare problemi, quella volta... N.d.Nicola rammaricato)
«Solo per citarne uno, volevo inserire la "Sindrome della Principessa Peach", che fa in modo che un personaggio tende ad essere rapito dal cattivo di turno! Avevo pure cercato di intervista una ragazza a riguardo, una certa Yukina...»
«Yukina?» mormorò Hiei, improvvisamente interessato a quel discorso.
«Sì, per caso la conosci?» domandò Nicola. «E' una ragazza molto malinconica, infatti sta cercando quel disgraziato del fratello...» (Prevedo grossi guai in arrivo! N.d.Bordeaux) (Ma Hiei non è il fratello di Yukina? N.d.Enrico con ovvietà) (Anche voi due cercate rogne? N.d.Hiei) (NO! N.d.Bordeaux ed Enrico)
«Non dovresti parlare di argomenti così pericolosi...» accennò Hiei, con tono minaccioso verso il conduttore. Quest'ultimo però non era per nulla intimorito dalle parole dello spadaccino.
«Ah sì? E di quali argomenti pericolosi starei parlando?»
«Ci sono argomenti che dovrebbero rimanere segreti, per l'incolumità di certe persone troppo curiose.»
«Tipo me?»
«Probabile...»
«E se ti dicessi che l'ho fatto apposta solo per vedere la tua reazione?»
«Eh?!?» esclamò Hiei, guardando storto Nicola che poi aggiunse: «Se non lo avessi capito, questo è un talk-show molto particolare. Di solito sono gli ospiti che litigano tra di loro, mentre qui è il presentatore che lo fa! Molto originale, no?»
«Tsk... però devo ammettere che mi sei simpatico, per certi versi. Ma non capisco se il tuo è coraggio o incoscienza!» affermò Hiei, chiudendo lì la discussione.


Finendo in bellezza, con una mezza litigata tra ospite e presentatore, ora ci domandiamo: Nicola con chi altro litigare col proseguire della trasmissione? Enrico si riprenderà dalla stomacata in diretta? Ma soprattutto... perché continuo a fare domande così idiote?


Continua...

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Capitolo 5
*** Sempre più ospiti in studio! ***


Capitolo 5 - Sempre più ospiti


Tutto sembrava tornato alla normalità in studio, dopo la breve lite tra Nicola e Hiei, ma pochi minuti dopo si udirono alcuni rumori da dietro le quinte, come se più persone stessero correndo all'impazzata in giro. Trattenendo a stento urli e bestemmie, il presentatore si avvicinò con passi decisi nel retro dello studio, minacciando di mandare tutti fuori a calci, se non avessero smesso di fare casino.
Nicola fu molto sorpreso di scoprire chi aveva interrotto il suo programma: erano in quattro e li aveva già incontrati in passato!
Il primo della fila era un ragazzo giapponese dai capelli marroni, tra cui spuntava un paio di cuffie arancioni, e dagli occhi scuri. Il suo vestiario era composta da una camicia bianca, un paio di pantaloni verdi e degli zoccoli di legno e tra le mani impugnava un'antica spada da samurai. Nonostante la sua aria poco seria, sembrava essere il leader del gruppo.
Al suo fianco c'era un secondo ragazzo, le cui origini stavolta erano cinesi. Aveva una curiosa pettinatura, con una punta in cima alle testa, e indossava una divisa completamente nera, con i dettagli gialli. Come in precedenza, anche lui impugna un'arma, per la precisione una lunga alabarda.
Leggermente più spostato rispetto ai primi due, c'era il terzo ragazzo del gruppo, anche lui giapponese. Aveva i capelli di color azzurro e tutti rivolti verso l'alto, grazie ad una fascia, e indossava una giacca color crema e celeste con un paio di pantaloncini color blu scuro. All'apparenza non aveva armi con sé, ma sulle spalle reggeva uno showboard bianco.
L'ultimo del gruppo e il più grande per età era sicuramente il più inquietante: alto, biondo, carnagione pallida e pesanti occhiaie, sembrava appena uscito da un film horror. Vestito di bianco e con un capello a punta dello stesso colore, si portava dietro di sé quello che sembrava uno scheletro umano...
«Ma che diavolo?» accennò Nicola.
«Attenti! Sono armati!» avvisò Ranma.
«Oh, salve! Chi si rivede!» commentò il primo della fila, facendo un sorriso a trentadue denti.
«Ma siete impazziti?!? Cosa ci fate qua dietro, sto facendo una trasmissione in diretta!» lamentò il presentatore
«Sul serio?»
«No, per finta!»
«Ma chi sono quei tizi?» domandò Sango.
«Se non ricordo male sono degli sciamani...»
«Precisamente! Io mi chiamo Yoh Asakura!» disse il primo della fila presentandosi. «Questo al mio fianco è Ren Tao, quello là in fondo è Horohoro e per finire lui è Faust!»
«Piacere di conoscervi» fece quest'ultimo.
«Parla come se fosse un becchino... e forse lo è realmente!» affermò Hanamichi.
«No, in realtà sarebbe un medico, ma ho sempre sospettato che sia un autodidatta!» commentò Nicola. «Ma ora torniamo alla domanda di prima: che diavolo ci fate qui dentro?»
«A parte cercare un posto in cui poter mangiare un cheeseburger?» chiese Yoh.
«SI'!»
«Lascia perdere, ci penso io a spiegare come stanno le cose. Sono più bravo di te nelle spiegazioni e non solo!» affermò Ren.
«Basta che vi sbrigate, non posso rimanere in pausa per sempre!»
«Da qualche ora stiamo inseguendo un'entità negativa, che si sta aggirando in questi studi...»
«Ce l'avete come me per caso?» intervenne Hiei, piuttosto irritato.
«Io stavo parlando di entità, non di persone vestite in maniera triste come te!» ribatté il cinese.
«Ma che stai dicendo? Pure tu sei vestito di nero!» commentò l'ospite di Nicola.
«E' vero, ma il mio ha un tocco di eleganza e di tradizione cinese che tu non hai!»
«Tsk... se per te quel giallo orribile significa elegante, hai proprio uno strano concetto della moda!»
«COME?!?»
«Calma!!! E mettete giù le armi, please!» avvisò il presentatore, mettendosi tra i due per impedire una nuova rissa.
«Per entità voi intendete...» accennò Ranma, un po' impaurito.
«Fantasmi, spiriti, anime vaganti... hanno vari nomi!» rispose Horohoro.
«Cioè, mi state dicendo che tra queste pareti c'è un fantasma? E chi sarebbe, Margaria? (Direttore dello spazio giovani in Mediaset, per la cronaca. N.d.Bordeaux)
«Quando ho detto negativo, intendevo dire molto negativo! Ci siamo intesi?» chiarì Ren.
«Purtroppo sì!» rispose Nicola. «E quanto ci vorrà per liberarsi del problema? Già ho avuto dei problemi col collegamento, stasera...»
«Ehi, non possiamo mica risolvere il problema così, su due piedi!» affermò Horohoro.
«Ah no?» esclamò Yoh, estremamente dubbioso.
«Ma lo fate per confondermi o cosa?» lamentò il presentatore.
Nel frattempo, con gli sciamani indecisi su quanto sia effettivamente pericoloso l'entità negativa, sullo schermo di Nicola c'era un'icona che lampeggiava, segno che era appena giunta in redazione una notizia dell'ultima ora. Appena il presentatore controllò il contenuto, rimase semplicemente basito davanti a ciò che aveva davanti agli occhi.
«Scusate, ma mi è appena arrivata una notizia sconvolgente...»
«E' stata venduta Mediaset?» domandarono più persone all'interno dello studio.
«No, ma ci siamo andati vicino. Vi consiglio vivamente di prepararvi psicologicamente a cosa sto per dire.»
«Ma cosa potrebbe essere di così spaventoso?» domandò Faust.
«Non ci credete... ma è appena stato fondato un nuovo club di ragazze che detesta lo yaoi!!!»
In pochi secondi il gelo scese su tutto lo studio. Le reazioni alla notizia furono così evidenti che Sango si coprì la bocca con le mani, Ranma si guardò attorno spaventato, Hanamichi iniziò a sudare freddo e Hiei sgranò gli occhi come mai aveva fatto in vita sua. Ci fu pure un urlo nelle retrovie, la cui origine però era sconosciuta.
«Lo so ragazzi. Già sapere che al mondo c'era una ragazza che odia lo yaoi è qualcosa di incredibile, ma questa...»
«Tutto ciò è scioccante!» affermò Hanamichi.
«A questo punto, io avrei anche chiuso la trasmissione perché dopo questo non ci sarebbe altro da dire, ma per dovere di cronaca dobbiamo andare avanti!» affermò Nicola.

Per mantenere ciò che aveva detto poco fa, il presentatore si collegò nuovamente con il suo inviato, ma appena vide lo schermo ci fu un'amara sorpresa per lui. Al posto di Enrico, c'era un grosso cartello con su scritto "Torno subito!" e sotto in piccolo "Sono andato a mangiare".
«Ma che cavolo è quell'affare?» esclamò Nicola, trattenendosi nuovamente più che poteva.
«Ha avuto la mia stessa idea, è andato a mangiare!» commentò Yoh.
«QUESTO LO CAPIVO ANCHE DA SOLO!» urlò il presentatore, cercando poi di avere un tono di voce più normale. «La mia era una domanda retorica... ma perché lo ha fatto?»
«Sarà da mezz'ora che non lo contatti, si sarà rotto le scatole ad aspettare!» ipotizzò Ranma.
«Se fosse vero, dov'è finito Enrico? Escludo alle mense di Mediaset!»
«Non può essere andato troppo lontano...» commentò Sango. «Forse si è accomodato nei paraggi per fare uno spuntino veloce!»
«Spero vivamente che sia veloce o ultrasonico quello spuntino... perché lo voglio lì. ORA!»
«E rilassati una buona volta!» affermò Yoh. «Mi ricordi molto una persona che conosco fin troppo bene...»
«Ah, sì Anna. La tua fidanzata e per fortuna che è tua!» ammise Horohoro.
«Che tipino interessante...» mormorò Nicola, voltandosi all'indietro. «Provo ad invitarla in studio? Tanto un ospite in più non fa differenza, a questo punto!»
«NO, GRAZIE!!!» esclamarono in coro gli sciamani.


Con un Nicola impegnato a gestire gli ospiti inattesi, dove sarà finito Enrico? E' il suo modo per protestare contro i continui maltrattamenti del presentatore? Ma soprattutto... sarà andato in pizzeria o in un fast-food?


Continua...

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Capitolo 6
*** Chi non muove si rivede! ***


Capitolo 6 - Chi non muore si rivede!


Dopo un'assenza di circa cinque minuti, come se nulla fosse accaduto, Enrico ritornò nell'inquadratura della telecamera e con molta tranquillità tolse il cartello che aveva appeso prima di andarsene. Nicola era visibilmente nervoso e fu quasi un miracolo se non assalì a parole l'inviato.
«Noto con piacere che sei di buon umore...» ironizzò.
«Oh, grazie! Mi ci voleva proprio una pausa!»
«Mi stai prendendo in giro per caso?» urlò Nicola, prendendo di soprassalto Enrico.
«In che senso?»
«E me lo domandi pure? Sei sparito di punto in bianco dall'inquadratura, abbiamo una trasmissione da mandare avanti!!!»
«Non hai letto il cartello? Sono andato a farmi uno spuntino!»
«Davvero?»
«Sì, sono andato a mangiarmi un panino dal mugnaio qui vicino...»
«Da chi?!?» esclamò Nicola sorpreso, come i suoi ospiti del resto.
«Mi aveva gentilmente invitato e non ho potuto rifiutare. E' veramente un tipo simpatico, con un accento spagnolo e si porta sempre dietro una gallina di nome Rosita.»
«Ma che assurdità è questa?» domandò Ranma.
«Lascia stare, non è una novità per Enrico finire in posti assurdi!» commentò il presentatore, mentre l'inviato continuava con suo racconto.
«Dopo avermi fatto un discorso lungo un chilometro su quanto fossero naturali i suoi ingredienti, stavo per andarmene, ma ad un certo è squillato il telefono e da lì è successo di tutto. Da quello che ho capito, il mugnaio aveva parlato con un orso, tale Bruno, che si lamentava del fatto che il tonno in scatola è così tenero che si taglia con un grissino... c'è veramente gente strana in giro!»
«Puoi ben dirlo!» affermò Nicola, puntando il dito verso lo schermo. Ovviamente nell'immagine si vedeva la figura dell'inviato. «A parte la tua piccola gita fuori porta, hai potuto avere notizie sul misterioso compratore di Mediaset? Qui non si vede nulla di nuovo!»
«Provo a cercare in giro. Forse trovo a cercare qualche responsabile con cui parlare...»
«Vai allora!»

Ripercorrendo i lunghi e tortuosi corridoi Mediaset, l'inviato si rimise a setacciare la zona in cerca di qualcuno e ad un certo punto intravide due figure, che stavano camminando verso la sua posizione. Immediatamente Enrico si fermò di colpo e da quel momento un brivido freddo gli attraversò la schiena: conosceva una delle due persone e ciò non era per nulla una notizia positiva per lui!
Il più vicino all'inviato, che ancora non lo aveva notato, era un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi marroni, con indosso una maglietta blu a maniche bianche e pantaloni grigi. Aveva l'aria spaesata e con sé aveva una rudimentale spada. Al suo fianco c'era una ragazza ed era proprio lei ad aver spaventato quasi a morte Enrico. Alta e bionda, indossava una corazza leggera e argentata e con sé aveva una pesante spada, detta comunemente claymore, ma il particolare che aveva messo tanta paura all'inviato erano i suoi occhi: erano argentei e freddi, insensibili anche quando vide Enrico nonostante i due si erano già incontrati in passato.
«Non è possibile...»
«Ma chi sono quei due?» domandò Nicola.
«Oh, molto interessante!» mormorò Hiei con aria sorridente. Era come se avesse intuito qualcosa su quella ragazza, che sicuramente era una guerriera.
«Di nuovo tu?» domandò impassibile quest'ultima.
«La conosci?» chiese Ranma dallo studio.
«Sì!» rispose Enrico di getto. «Si chiama Claire ed è terribile!»
«Incredibile!» commentò Hanamichi.
«Salve! Io mi chiamo Raki!» disse il ragazzo, un po' titubante.
«Ma per me lo è di più un altro particolare...» annunciò il presentatore. «Avete notato che il ragazzo dai capelli marroni è la copia sputata di Enrico, solo qualche anno più giovane?»
«Ora che mi ci fai pensare, gli assomiglia!» affermò Sango.
«Potrebbe essere tuo parente, Enrico! O forse è semplicemente un tuo sosia!»
«Non credi di esagerare un po'?» ribatté l'inviato. (Nicola potrebbe aver ragione. Enrico è sopravissuto a tutto nonostante i pericoli e le difficoltà, senza alcuna preparazione a ciò che avrebbe affrontato... proprio come Raki! Potrebbe essere un altro "eroe dei nostri tempi!" N.d.A.) (Oh, questa è un'ottima occasione per fare un po' di pubblicità alla nostra raccolta "Miti, leggende e altre ca**ate del genere"! N.d.Nicola) (Sei peggio di Bruno Vespa... N.d.Enrico) (Non è vero! Io almeno non mi porto i plastici a casa per poi lasciarli sul comodino! N.d.Nicola) (Non sono un po' macabri? N.d.Enrico) (Per me sono i feticci sessuali di Vespa... tipo che non riesce a fare sesso se non ha un plastico sul letto!)
«Enrico, non mi hai ancora spiegato perché è così pericolosa, a tuo giudizio...» domandò Nicola.
«Ma hai visto i suoi occhi?!?» esclamò Ranma.
«Se non ricordo male, è una sterminatrice di demoni!» spiegò Enrico.
«Ah, come la nostra ospite!» affermò il presentatore, voltandosi poi verso Sango. «Come mai non ci hai detto che era una tua collega?»
«Perché non la conoscevo! Di solito si lavora in diverse zone e difficilmente ci si incontra» rispose lei.
«Però lo si poteva capire che eravate colleghe, con un po' di ragionamento...»
«Cioè?»
«Tu hai un grosso boomerang, lei ha una grossa spada! Come dice il noto detto: "Per sconfiggere un nemico grande, non ci vuole un'arma grande, ma una grande arma!"» (Siamo sicuri che sia un detto? N.d.Enrico) (No, è lo slogan di una storica pubblicità di pennelli! N.d.A.) (Citazione, please! N.d.Nicola)
Finito quella frase, un disorientato Raki si guardò attorno e poco dopo disse: «Claire, qui non ci sono Yoma.»
«L'avevo già intuito...»
«I cosa?!?» domandò Enrico.
«Sarebbero dei mostri in grado di assumere un aspetto umano» spiegò Raki.
«Allora siete venuti nel posto giusto!» affermò Nicola dallo studio. «Qui sono pieni di mostruosità, basta andare un po' in giro!»
Abbastanza sbalordito dal discorso del presentatore, Raki si allontanò dall'inquadratura, sempre al seguito di Claire.

Tutto sembrava tornato alla normalità, anche se molto relativa, ma ad un certo punto dei nuovi rumori attirarono l'attenzione dei presenti in studio, disturbando nuovamente la trasmissione in corso. Sempre cercando di mantenere la calma, con grande fatica Nicola si voltò all'indietro e puntò lo sguardo verso gli sciamani, che si era sistemati in un angolo dello studio. Erano in completo relax: c'era chi stava mangiando un panino, chi stava bevendo tè e chi giocava a carte...
«Siete stati voi a fare nuovamente casino?» domandò il presentatore, con tono minaccioso.
«Non abbiamo fatto niente!» rispose Yoh, con voce innocente.
«Adesso siamo in pausa!» aggiunse Horohoro, tenendo alcune carte in mano. «E in ogni caso, quel punto era mio Ren!»
Il cinese, impassibile, prese la sua alabarda in mano e la puntò di scatto con lo sciamano con lo showboard. La lama arrivò a pochi centimetri dal suo viso. «Stavi dicendo?»
«Ok, il punto è tuo!»
«Saggia decisione!» commentò Faust in sottofondo.
«I rumori che hai sentito non venivano da quella parte» intervenne Hiei. «Ma vengono dall'ingresso. Credo che ci sia altra gente...»


Chi saranno gli altri intrusi avvertiti da Hiei? Come gestirà la cosa il presentatore, si arrabbierà di nuovo o no? Ma soprattutto... Enrico sarà veramente parente di Raki? (Per me sì! N.d.A.) (Siamo in due! N.d.Nicola)


Continua...

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Capitolo 7
*** Professionisti dell'aldilà ***


Capitolo 7 - Professionisti dell'aldilà


Una volta capita la direzione da cui proveniva quei rumori, Nicola con passo sicuro si avvicinò all'ingresso, cercando di trattenere il più possibile i commenti riguardanti i lavori delle madri e delle sorelle degli intrusi, che secondo il presentatore erano delle professioniste nel praticare il mestiere più antico del mondo. Nicola rimase di stucco quando scoprì che tra i nuovi arrivati, tutti vestiti con un kimono nero, c'erano due persone che in passato aveva già incontrato. Il primo era un ragazzo dai capelli arancioni, che portava sulle spalle una lunga spada, mentre la seconda era una ragazza di bassa statura e dai capelli neri. Non c'era da meravigliarsi se Nicola reagì in quella maniera, chiunque avrebbe fatto così vedendo un gruppetto di shinigami!
«Ichigo? Rukia?»
«Tu?!?» esclamò il ragazzo. «Che ci fai qui?»
«Sarei io a doverlo chiedere!» ribatté Nicola. «Non lo vedi che sto facendo una trasmissione in diretta!»
«Di nuovo?» commentò Rukia infastidita.
«Chi sono quei tizi?» domandò Sango, ricevendo quasi subito la risposta del presentatore.
«Lui era un mio ospite della scorsa edizione, mentre lei è una fastidiosa infiltrata che disegna strani scarabocchi sui fogli di carta!»
«Conigli bianchi» puntualizzò la ragazza.
«Secondo quale criterio siano animali quelli che disegno non lo so, ma se per te lo sono...»
«Non sei cambiato di una virgola!»
«Se è per quello neppure tu!» rispose Nicola, arrivando ad un faccia a faccia con la ragazza. «Hai la stessa simpatia di una scheggia di legno infilata nel legno e che non riesci a togliere a mani nude!»
«Che immagine evocativa!» affermò Ichigo, poco prima di essere centrato allo stomaco da un potente colpo di Rukia, che con disinvoltura utilizzò il fondo del fodero come arma.
«Ma gli altri due chi sono?» chiese Ranma. Alle spalle di Ichigo infatti c'erano due personaggi che Nicola non aveva mai incontrato, anche se però uno di loro, per la precisione quello dalla folta capigliatura rossa e dalla fascia bianca sulla fronte, aveva brevemente conosciuto l'inviato della trasmissione. Il suo nome era Renji, riconoscibile anche per i numerosi tatuaggi che aveva sul corpo.
«Hai uno stile piuttosto interessante...»
Dietro di lui c'era l'ultimo del gruppo, caratterizzato da una vistosa pelata e con in mano una lancia a più sezioni. Era così contento di vedere Nicola che si fece largo per salutarlo di persona.
«Piacere, Ikkaku!»
«Per caso avete scambiato il mio studio per un hotel?» (Con quante stelle? N.d.A.) (Forse a malapena arriviamo alla terza stella! N.d.Enrico) (Eh no Enrico, quest'anno la terza stella la prendiamo di sicuro! N.d.Nicola) (Il presentatore si riferisce alla Juventus, la sua squadra del cuore. N.d.A.) (Mi sembrava scontato! N.d.Nicola versione ultrà.)
«Effettivamente siamo tanti qui dentro...» intervenne Yoh da lontano.
«Troppi!» aggiunse Hanamichi, un po' disturbato dal fatto che tutta quella gente gli rubava la scena.
«Spero solo che non arrivino altri delle vostre brigate, sennò stavolta mi inca**o sul serio!» avvisò Nicola.
«E tu come sai a sapere delle brigate?» domandò Renji.
«Semplice!» esclamò il conduttore. «Una volta Enrico ha incontrato un'amica di Ichigo e tra i due c'è stata una lunga chiacchierata... come si chiamava? Orihime?»
«Sì, esatto!» commentò il ragazzo dai capelli arancioni. «Ma come ha fatto a sapere di tutto ciò?»
«Credo di aver intuito...» affermò Hiei. «Enrico deve essere uno molto bravo a raccogliere informazioni mentre parla con le persone che incontra. Così si spiegherebbe perché fa l'inviato!»
«No!» rispose Nicola. «Essendo Enrico abbastanza scemo e che la ragazza non è da meno da quel punto di vista, i due si sono trovati fin da subito in sintonia e si sono scambiati una marea di informazioni a vicenda. Per esempio adesso Orihime sa perfettamente quale olio per motore uso per la mia Ducati rossa...»
«Un po' me lo aspettavo» ammise Ichigo.
«Ora però torniamo alle cose serie... perché diavolo siete entrati qui dentro?»
«E' un informazione riservata!» rispose Rukia severissima. Dopo l'ennesimo insulto da parte del presentatore, stavolta riferito ad un improbabile viaggio a quel paese, quest'ultimo aggiunse: «Io pretendo di sapere cosa ci fate qui, sennò qui scoppia una rissa che passa alla storia!!!»
«Oh, finalmente si ragiona!» commentò Ikkaku.
«E' necessario tutta questa segretezza?» chiese Ichigo rivolgendosi a Rukia. La ragazza accennò un sì con la testa, ma il ragazzo ignorò completamente la sua riposta. «Siamo qui perché abbiamo avvertito una presenza ostile provenire da queste parti.»
«Pure voi?» intervenne Horohoro, mettendo via le carte da gioco. Ormai si era stufato di giocare con Ren, anche perché il cinese ogni tre per due lo minacciava di morte se stava per vincere una partita.
«E lo chi sarebbero?» chiese Renji.
«Sono indeciso se definirli intrusi, rompiballe o altro!» commentò Nicola.
«Siamo semplicemente un gruppo di sciamani!» rispose Yoh.
«Però è da qualche minuto che non percepiamo più nulla...» intervenne Faust, mettendo un po' in agitazione gli ultimi arrivati per via del suo aspetto.
«Ma sta bene quel tizio?» esclamò Ichigo.
«Tranquilli, non è appena uscito dalla cripta...» commentò il presentatore. (Quello è Sallustri! N.d.Nicola) (E' vecchia come battuta... N.d.A.) (Però fa sempre ridere! N.d.Nicola)
«Probabilmente si è spostato da un'altra parte» aggiunse lo sciamano biondo dalle origini tedesche.
«Era quello che temevo...» mormorò Rukia.
«Ora che vi osservo meglio, avrei una cosa da chiedervi...» accennò Nicola, rivolgendosi al gruppo da poco arrivato. «Prima ho visto una tizia bionda che si portava dietro una spada lunga due metri e pesante quanto lei, ora tu Ichigo ti porti sulla schiena un enorme mannaia che farebbe concorrenza a quelle degli spot televisivi... ma in Giappone negli ultimi tempi le spade ordinarie sono state bandite?»
«E' solo una moda» sussurrò Hiei, rivendicando il suo orgoglio da spadaccino.
«Fanatico!» esclamò Hanamichi in risposta.
«Però adesso basta scherzare. Se volete entrare, almeno mettete giù le armi!» chiese Nicola, ormai rinunciando all'idea di allontanare i nuovi arrivati.
«E da quando in qua siamo in arresto?» intervenne Ikkaku. Tutti i presenti, compresi i suoi compagni, rimasero per qualche secondo ad osservarlo in silenzio e creando un situazione di totale imbarazzo.
«Intendeva dire appoggiarle e metterle da parte...» spiegò Ichigo.
«Ah, capisco! Lo faccio volentieri!»
«Grazie» replicò Nicola un po' sarcastico. «Puoi metterti dove vuoi, ma non sotto i fari: un raggio di luce potrebbe riflettere sulla tua pelata e darmi fastidio!»
«Bastardo...»

Poco dopo aver sistemato, come meglio poteva, i nuovi arrivati in studio Nicola riprese il collegamento in esterna con Enrico. Quando l'immagine apparve sul monitor, l'inviato aveva la fronte piena di sudore e il fiato corto, come se avesse smesso di correre solo da qualche minuto.
«Enrico, che ti è successo?»
«Ho... delle novità...»
«Non dirmi che sei scappato da qualcuno o da qualcosa!»
«Ah, no! Poco fa mi ero messo all'inseguimento di un personaggio e adesso sto riprendendo un po' di fiato...»
«Bhe, almeno stavolta non sei tu quello disperatamente in fuga! Ma chi stavi inseguendo?»
«Il direttore di Italia Uno Luca Tiraboschi! Gli volevo chiedere notizie a proposito del possibile compratore di Mediaset, ma è partito a razzo come se avesse visto un fantasma!»
«O dopo aver visto per sbaglio un programma di qualità, conoscendo il tipo!»
«Vuoi che gli faccia una domanda, se per caso lo ripesco da qualche parte?»
«Sì. Testuali parole: "Perché avete fondato Italia Due? Perché?". Cioè, hanno replicato un canale che fa alquanto schifo, cosa pensavano di fare? Raddoppiare le ca**ate in tv?»


Con ancora l'identità del compratore ignota, a questo punto sorgono spontanee alcune domande: sarà una persona reale o no? Che sia una specie di rappresentante, inviato per conto di qualcun'altro? Ma soprattutto... quanta gente c'è nello studio di Nicola?

 

Continua...

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Capitolo 8
*** Vecchi programmi ***


Capitolo 8 - Vecchi programmi


Nonostante il ritmo sostenuto nella corsa, allenato negli anni a forza di fughe all'interno di Mediaset, l'inviato non riuscì a ritrovare il direttore di Italia Uno, che era scomparso alla sua vista. Dopo aver giro a vuoto per alcuni corridoi, alla fine Enrico si ricollegò con lo studio per comunicare la brutta notizia.
«Mi dispiace Nicola, l'ho perso. Potrei cercarlo per ore qui dentro, ma sono troppo stanco per continuare...»
«Ho capito!» rispose Nicola, che sembrava occupato. «Però adesso smettetela di parlare! Non siamo mica in uno di quei programmi dove si urlano addosso solo per dire ca**ate in diretta!» (Ogni riferimento a "Uomini e donne" o ad un altro programma condotto da Maria De Filippi è puramente voluto! N.d.A.) (Io mi sono sempre domandato chi cavolo potrebbe seguire con interesse un trans che ha la mania di seguire giovani per fargli fare cose allucinanti... N.d.Nicola) (Questa mi sembra più la descrizione di Orochimaru! N.d.A.) (Almeno lui un programma decente lo saprebbe fare! N.d.Nicola) (Attenti che siamo al limite della denuncia... da parte di Orochimaru, naturalmente! N.d.A.)
«Ma... ma che succede in studio?» domandò Enrico, sentendo molte voci in sottofondo. «Non dovevano essere solo quattro gli ospiti in studio? C'è per caso qualche interferenza?»
«Non me ne parlare Enrico, qui in studio è entrato di tutto. Sciamani, shinigami, sciatori... ho perso il conto!»
«Sciatori?!?» domandarono in coro quasi tutti i presenti in studio.
«Eh vabbé! Ho visto lui vestito come uno pronto per andare in montagna e mi son confuso!» si giustificò il presentatore, indicando Horohoro.
«Ehi! Non tirarmi in ballo quando non ho fatto niente!» replicò furioso l'interessato.
«Cambiando discorso, avrei bisogno di parlare col tuo amico cinese...»
«Un secondo! Al massimo è un mio collega, amico non di sicuro!»
«In ogni caso potrebbe raggiungermi un secondo? Ho una cosa da chiedergli...»
Ren era piuttosto contrario ad avvicinarsi a Nicola, anche perché quest'ultimo aveva un ghigno che non prometteva nulla di buono. Nonostante l'aria poco raccomandabile del presentatore e i numerosi occhi spalancati per ciò che stava succedendo, il cinese si alzò e con passo deciso si avvicinò al centro dello studio. Quando gli fu abbastanza vicino, Nicola mise accanto a lui e disse: «Mi sono ricordato di una cosa riguardo al tuo abbigliamento»
«Cioè?»
«Mi sono sempre chiesto perché i cinesi, almeno negli anime, siano sempre vestiti o quasi con dei kimono che sono vecchi almeno di un secolo. E' come se io andassi in giro normalmente con il cappello a cilindro!»
«Mi hai tirato in ballo sono per dire questo?» ribatté Ren, piuttosto infastidito.
«No! E' che finalmente abbiamo trovato la soluzione a questo mistero dell'animazione giapponese! Per quasi tutto un oggetto se ha un secolo di vita si può tranquillamente definire vecchio, ma ho scoperto di recente che per i cinesi una cosa per essere definita antica deve avere almeno due secoli! Puoi confermare che è così?»
«Sì, tutto quello che hai detto è giusto» rispose il cinese, sospirando per quella che secondo lui era una perdita di tempo.
«Ed è così che un grande mistero è stato svelato! Altro che la trasmissione del nome omonimo, il cui unico mistero è perché sia ancora in onda nonostante l'evidente inutilità!»

Nel frattempo Enrico, cercando tra i corridoi di Mediaset, iniziò girare a vuoto e ad un certo punto si ritrovò in uno studio buio e polveroso, finendo la sua corsa in un vicolo cieco e senza trovare alcun elemento per orientarsi. Come ci si poteva aspettare, Nicola non prese bene la notizia e fu quasi un miracolo se non tirò un cazzotto allo schermo.
«Hai il senso dell'orientamento di una patata!» mormorò il presentatore. «Dove cavolo sei finito stavolta?»
«Non lo so!» rispose l'inviato, trasmettendo a tutti un senso di angoscia. «Qui è tutto buio ed è veramente enorme! Sento la mia voce rimbombare sulle pareti!»
«Non riesci a vedere proprio nulla?»
«Vedo una lunga gradinata e un paio di postazioni, ma faccio fatica solo a vedere i contorni delle cose!»
«Almeno non ha problemi di vista...» commentò Hiei.
«Sei finito in un luogo veramente tetro! Mi raccomando, se vedi un grosso portone con su scritto "Lasciate ogni speranza, o voi che entrate" non aprirlo!» avvisò Nicola.
«Molto spiritoso...» affermò Enrico con voce triste. «Qualcuno di voi in studio ha in mente un piano per farmi uscire da qui?!?»
Di colpo nei dintorni di Nicola scese un lungo silenzio, interrotto ogni tanto da qualche mormorio di chi stava pensando ad un modo per aiutare l'inviato disperso. Ad un certo punto, sotto pressione del presentatore che voleva evitare tempi morti in trasmissione, qualcuno dalle retrovie ebbe un'illuminazione. Fu Renji a dire la sua.
«E se provasse ad accendere la luce?»
Una lunga serie di sguardi minacciosi inchiodarono il ragazzo dalla vistosa chioma rossa, ma in suo soccorso, quasi inaspettato a quel punto, arrivò Enrico.
«Ho trovato l'interruttore! Ora vedo tutto!!!»
«Visto che avevo ragione?» affermò un sorridente Renji.
«Se ne vanta pure!» replicò Ichigo.
«Meglio metterci una pietra sopra...» aggiunse Rukia.
Una alla volta i vari riflettori si illuminarono e davanti agli occhi di Enrico comparve lo studio televisivo di un programma assai noto: "Ciao Darwin". Tutto è ricoperto da numerosi e lunghi teli di plastica, piedi di polvere e dimenticati da chissà quanto tempo. Guardandosi attorno, l'inviato si avvicinò al centro dello studio, proprio ai mezzo alle due tribune che caratterizzavano il programma televisivo.
«Non è cambiato nulla.»
«Ogni tanto lo sguardo anch'io Ciao Darwin, era una dei pochi programmi in cui Paolo Bonolis faceva ancora ridere. Ma l'ultimo in cui aveva una certa professionalità rimane Bim Bum Bam!»
«Tu prova ad immaginare se potessimo prendere in affitto questo posto per una notte. Si potrebbe fare un bel Buoni contro Cattivi!»
«Io mi schiererei tra i secondi! Senza alcun dubbio!»
«Questo presentatore non è per nulla normale...» commentò Ranma.
«Se lo fate, io di sicuro faccio il capitano!» annunciò Hanamichi.
«E se invece portiamo uno dei nostri capitani?» ribatté Ikkaku.
Ichigo zittì il pelato quasi subito. «Per carità, verrebbe fuori un macello!!!»
«Mi domando in quale settore andrebbe Hiei, data la sua storia personale!» affermò Nicola.
«Tsk! Starei tra il pubblico...» rispose l'interessato.
«Ora però Enrico esci da quel posto! Abbiamo ancora un compratore da ritrovare!»
«Va bene, ma prima ho trovato qualcosa d'interessante che devo assolutamente vedere!» disse l'inviato, sparendo per qualche secondo dall'inquadratura. Ricomparve poco più tardi con un polveroso telone in mano, sotto il quale era celata una particolare vettura, dalla forma alquanto bizzarra.
«Ma che cos'è quella cosa?» chiese Sango.
«Ma è... la macchina del tempo!» esclamò Nicola.
«Ecco dov'era finita! Chissà se funziona ancora...» mormorò l'inviato.
«Enrico, non toccare nulla! Con la sfiga che ti ritrovi, non vorrei ritrovarti tra qualche fossile di qualche milione di anni fa!»
«Oddio, spero di no!» rispose l'inviato. «Però posso notare una cosa: chi ha inventato l'auto, di sicuro non l'ha testata di persona...»
«Come fai a dirlo?»
Prima di rispondere, Enrico indicò una specie di cilindro metallico che spuntava fuori dal cofano, proprio davanti al posto di guida e con l'uscita rivolta all'indietro. «Ha il tubo di scappamento che finisce direttamente in bocca al guidatore!»
«Può darsi. Ma in fondo doveva essere uno di Mediaset che ha progettato quell'auto, quindi era probabile che facesse qualche tipo di ca**ata...»


Dopo questo fuori programma, riuscirà Enrico a ritrovare il misterioso compratore? O troverà altre persone? Ma soprattutto... come andrà la macchina del tempo? A plutonio? Carbonella? Bestemmie?


Continua...

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Capitolo 9
*** Momenti di difficoltà ***


Capitolo 9 - Momenti di difficoltà


Enrico era pronto ad abbandonare lo studio, ovviamente mettendo a posto il telone che aveva sollevato per vedere la macchina del tempo, ma ad un certo punto sentì un rumore di passi e di colpo si bloccò. Temendo di aver combinato qualche pasticcio o fatto arrabbiare qualcuno, l'inviato prese in mano il pass arancione che aveva dentro la maglietta e lo agitò davanti a sé, come un naufrago farebbe per segnalare la sua posizione su un'isola deserta. Di certo non passò inosservato, grazie al fatto che il pass era plastificato: il suo riflesso per qualche attimo accecò anche chi lo stava seguendo sul monitor.
«Ho il pass! Ho il pass! Ho il pass!!!»
«Smettila di agitare quel coso!!!» intervenne Nicola, parecchio infastidito. «Abbiamo capito che ti piace quel pezzo di plastica!»
«Ma qui ci sono delle guardie! Potrebbero anche sparare a vista!»
«Se fai tutto quel casino, ci credo che sparino a vista!»
In realtà i quattro individui che erano entrati nello studio chiuso erano delle vecchie conoscenze, che anche in precedenti edizioni erano apparsi. Erano Goku e Crili, con le loro inseparabili uniformi da combattimento arancione, Junior con suo lungo mantello e il turbante e a chiudere la fila c'era Vegeta, che come al solito se ne stava in disparte in un angolino.
«Urca! Chi si rivede da queste parti!» esclamò il guerriero noto anche per la sua vistosa pettinatura scura.
«Felice di vedervi!» commentò rassicurato Enrico.
«E' una sorpresa anche per me rivederti!» affermò il pelato del gruppo. «Con tutte le volte che hai rischiato la vita qui dentro...»
«Eh già!» confermò l'inviato, lievemente imbarazzato.
«Detto da uno come Crili, quella frase potrebbe sembrare quasi offensiva!» intervenne Nicola da studio.
«Non perdi mai il tuo caratteraccio, eh?» replicò il guerriero dalla pelle verde.
«Mai! E' il mio biglietto da visita, Junior!»
«Che confidenza!» commentò Ranma. «Vi siete incontrati di persona per caso?»
«E' una lunga storia, amico mio!» rispose il conduttore, con tono nostalgico. «Ci sarebbe troppo da raccontare... e non abbiamo molto tempo a disposizione! Come mai siete da quelle parti?»
«C'è un fastidio problema da risolvere...» accennò Vegeta, facendosi vedere solo in quel frangente.
«E' una mia impressione o il tizio che ha appena parlato potrebbe essere un parente del nanetto? Hanno lo stesso stile nel parlare!» intervenne Hanamichi.
«Questo tizio ha un'insana voglia di morire!» replicò Hiei, pronto a sguainare la spada contro il giocatore di basket. Si fermò solo perché Nicola glielo chiese e dopo aver notato che Renji e Ikkaku lo fissavano con sguardo interessato. Alla fine lo spadaccino dai capelli neri decise di non mostrare le sue abilità al piccolo pubblico che si era creato attorno a lui. «Tsk... che razza di esaltati!»
«Per cortesia, datevi una regolata!» avvisò Nicola, tornando poi a comunicare con l'esterno. «Ma prima di tutto... che diavolo di problema ci sarebbe dalle vostre parti?»
«Abbiamo percepito una presenza oscura aggirarsi nei corridoi. L'abbiamo mancata per poco» spiegò Vegeta.
«Davvero?» commentò Enrico.
Poco dopo Nicola riprese la parola, più infastidito del solito. «Eh no! Basta con questa storia: sono già venuti in otto qui dentro per la storia della presenza oscura, non posso gestire più persone di così! Questo studio non è un albergo!» (Citazione da una nota canzone degli 883. N.d.A.)
«Dove sono le patatine fritte?» domandò Rukia.
«Là in fondo, sulla destra!» rispose di getto Nicola.
«Grazie!»
«Ma... lo fai apposta?»
«Tranquillo! Dopo un po' ci si abitua!» commentò Ichigo.
La lamentela del presentatore però fece innervosire non poco Vegeta. «E tu ti lamenti per questo motivo così banale? Che cosa dovrei dire io, che ogni volta che esco di casa c'è un cretino che mi chiede se gli ripeto "It's over 9000!" con tanto di autografo? La prossima volta giuro che polverizzo appena fuori dalla porta!!!»
«Vegeta, stai calmo...» intervenne Goku, con tanto di gocciolone sulla fronte.
«Eh no, Kakaroth! Lo dovevo dire, così ho avvisato il futuro malcapitato... e sono stato anche troppo buono, stavolta!»
«Lascialo perdere!» affermò Junior. «Pure io sono tormentato da una delle mie frasi, ma non per questo reagisco in maniera isterica come te!» (Ma d'altronde, chi oserebbe chiedere di gridare "Ha un'aura potentissima" ad un bestione verde alto due metri? N.d.A.) (Io sì! N.d.Nicola) (E ti pareva... N.d.Enrico e Bordeaux)
«Scusate...» intervenne l'inviato. «Ma di quale presenza oscura state parlando? Sapete, anche in studio abbiamo delle testimonianze di presenze poco raccomandabili.»
«Abbiamo delle pessime notizie» annunciò Crili. «Sappiamo che Cell è entrato in questo edifico!»
«Oh... cavolo!» reagì Enrico, palesemente sconvolto dalla notizia.
«Ho sentito bene?» domandò Nicola. «Ne siete sicuri?»
«Sicurissimi, purtroppo!» rispose Goku.
«E allora qui abbiamo un problema... perché qui mi hanno informato che la minaccia percepita in precedenza era una presenza inconsistente. E di sicuro Cell non lo è!»
«Quindi ci sta dicendo che...» accennò Enrico agitatissimo e quasi balbettando. «Che Cell non è L'UNICA minaccia all'interno di Mediaset?»
«Purtroppo credo di sì! E anche stavolta, ti trovi in una brutta situazione Socio!»
«Di male in peggio... ora ci mancherebbe solo che Cell sia il misterioso compratore che stiamo cercando da un bel pezzo!»
In studio scese un silenzio imbarazzante a causa della teoria di Enrico, ma che curiosamente trovò un sostegno in Nicola «Bhe, non sarebbe così assurdo, in fin dei conti. Solo un pazzo esaltato potrebbe pensare di acquistare Mediaset, no?»

Apprese le ultime novità, Nicola decise di fare una breve pausa. La diretta stava durando da molti minuti e aveva bisogno di tirare un po' il fiato, anche perché non si aspettava di avere più ospiti del dovuto. Anche l'inviato ne aveva bisogno, dopo tutto quello che aveva corso.
«Meno male che c'è un distributore di bibite qua fuori! Vado a prendermi qualcosa di fresco!»
«Ed io invece ho bisogno di un caffè!» commentò Nicola. «A forza di richiamare tutti, stasera rischio di perdere la voce!»
«Immagino. Ci sono ancora tutti i tuoi ospiti?»
«Sì, compresi quelli autoinvitati. Due sciamani hanno ripreso la loro partita a carte, quello con le cuffie è arrivato al secondo cheeseburger, il finto becchino sta lucidando uno scheletro ed infine quelli vestiti di nero stanno fissando un monitor di servizio come se fosse un oggetto alieno... che c'è di così interessante, stasera?»
«Ci sono dei tizi vestiti in mutande che stanno dando calci ad un palla...» rispose Renji.
Incuriosito Nicola si avvicinò e scoprì l'arcano. «Ah, state guardando una partita di calcio sul satellitare!» (Ci sono anche le repliche della Formula Uno, per caso? N.d.A. fan sfegatato) (No! N.d.Nicola)
Nel frattempo Enrico, tornato con la bibita in mano, riprese il collegamento. «Come pensi di riprendere la trasmissione? Non è accaduto molto, ultimamente...»
«Tranquillo, ho già uno slogan per il ritorno in diretta. Tipo: "Solo per stasera due pelati al posto di uno!" Che te ne pare?»
«Tu, grandissimo bastardo!» urlò di rabbia Ikkaku e indicando minacciosamente il presentatore. «Ti taglio in due come un'anguria!»
«Cosa sarebbe? Una minaccia?» replicò Nicola, dando l'aria di essere solo infastidito dall'intervento del pelato.
«Sì, pezzo di...»
«Ora non esageriamo!» intervennero Ichigo e Renji, bloccando i due prima e allontanandoli per evitare problemi.
«Che state facendo? Lasciatemi andare!» gridò Ikkaku.
«Se si avvicina di nuovo, giuro che gli pulisco la testa con una pelle di daino!» rispose Nicola.
«Ma che ca**o di minaccia è?» chiese un dubbioso Renji.
«E' la prima che mi è venuta in mente!»
Una volta calmati i due esagitati, che erano già pronti ad uscire dallo studio per risolvere la loro divergenza, se si poteva dire così, ad un certo punto gli ospiti "ufficiali" fecero notare al presentatore che sul suo monitor stava lampeggiando una luce gialla. Dopo essersi dato una veloce sistemata ai vestiti, Nicola andò a controllare.
«Ah, si tratta di una nota di servizio» disse leggendo il contenuto del messaggio appena arrivato. Riguardava la precedente fuga di Lupin che a quanto sembrava era ancora in fuga tra i corridoi dell'edificio. «La riporto subito, così trasmetto la notizia a chi di dovere...»
«Di che cosa parla?» domandò Sango.
«Devo segnalare la presenza di un pericolosissimo criminale all'interno di Mediaset, ancora a piede libero. Il suo viso è molto noto, quindi fate molta attenzione se lo incontrate...»
Passò qualche minuto e appena Nicola si preparò per far ripartire la trasmissione, fu accolto da un improvvisa telefonata in diretta, che sembrava provenire direttamente da Mediaset.
«Non è giusto dire tutte quelle brutte parole nei confronti di mio padre! Lei è un gran bastardo!!!» affermò un piangente Piersilvio, vice presidente di Mediaset, mettendo giù il telefono di colpo. La faccia di Nicola, completamente spaesato e con gli occhi sgranati, rappresentava al meglio il suo stato di incredulità per quel momento a suo dire imbarazzante. Rimase immobile per qualche secondo, prima di concepire cos'era accaduto. (Leggo un leggera punta di satira politica in questo capitolo... N.d.Nicola) (Ma va? N.d.A.) (Però è meglio chiudere per oggi, non vorrei che mi telefonasse in diretta anche il padre! N.d.Nicola)


Ed ora le consuete domande di fine capitolo: salterà fuori alla fine questo benedetto compratore? Nicola finirà col litigare a morte con uno degli ospiti? Ma soprattutto... come si fa a telefonare in diretta ad una trasmissione televisiva? (E' una dote di famiglia... N.d.Nicola) (E meno male che non l'hai detto con accento siciliano! N.d.A.)


Continua...

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Capitolo 10
*** Citazioni musicali ***


Capitolo 10 - Citazioni musicali


Placcato l'ennesimo litigio all'interno dello studio, Nicola decise di dare un po' di tempo ad Enrico, prima di riprendere con la trasmissione. Nel frattempo l'inviato aveva fermato un paio di segretarie, impegnate a fare una pausa, e dall'intensità del loro dialogo sembrava che stesse raccogliendo delle informazioni molto importanti. Ma avendo qualche dubbio a riguardo, il presentatore preferì chiede alcuni chiarimenti.
«Sei sicuro che possiamo fidarci, Enrico? Non vorrei che fossero due pazze megalomane con la sindrome della velina mancata...»
«Certamente!» esclamò l'inviato. «Essendo due segretarie, sanno tutto su tutti! Sennò che segretarie sarebbero?»
«Già, questo è vero...» ammise il presentatore annuendo col capo e agitando l'indice. «Però cerca di stare attento: lavorano sempre per Mediaset, potrebbe sparare delle balle solo per far scena! Già ne avevo le scatole piene col tormentone dell'anno scorso...»
«Quale tormentone?» chiesero diversi ospiti in studio.
«Ma come? Quello secondo cui un antico popolo americano aveva previsto la fine del mondo per il solstizio d'inverno!»
«Intendi il 21 dicembre 2012?» domandò Ranma.
«Oh, la balla è giunta anche a voialtri?» affermò ironicamente Nicola. «L'isteria di massa colpisce proprio chiunque!»
Mentre il presentatore diceva tutto ciò, uno dei suoi ospiti stava cercando di trattenersi per non far vedere la sua risata agli altri. Era Hiei, che pur di trattenersi si era portato una mano davanti la bocca.
«Ma che gli prende a questo qua?» domandò Hanamichi.
«Semplice: ride per l'enorme ca**ata che è stata divulgata in tutto in mondo!» commentò Nicola.
«Voi umani siete veramente ridicoli...» commentò lo spadaccino vestito di nero, quasi al limite.
«E ha ragione! Cioè, mi domando... com'è possibile credere a certe cose se la profezia Maya faceva acqua da tutte le parti?»
«Davvero?» chiesero quasi tutti.
«Mi sembra ovvio! E c'erano diversi indizi per capirlo: primo, come ci si può fidare di un popolo che ha previsto la fine del mondo e non la propria? Secondo, se su un calendario trovi l'ultima data scritta in fondo, non significa che quel giorno ci sarà la fine del mondo, ma solo che bisogna comprare un nuovo calendario! E terzo... non si può dare una cosa del genere per certo solo perché quello che l'ha detta assomiglia ad Indiana Jones!»
«Quindi quel giorno sei rimasto calmo e sereno, giusto?» domandò Rukia.
«Mi sono seduto sul divano e ho ascoltato non so quante volte "A che ora è la fine del mondo?" di Ligabue. Poi mi sono guardato un po' di TV perché trasmettevano il terzo Festival del dolore, con la finale dei casi umani meno meno umani che mai! Ovvero era un programma condotto da Pain con tutta l'Akatsuki al completo!» (Citazione interna alla canzone, ovviamente! N.d.A.)
«Più rilassato di così si muore!» intervenne Hanamichi.
Poco dopo un Enrico alquanto entusiasta chiese nuovamente la linea, come se avesse scoperto qualcosa di veramente importante. Sembrava proprio che la chiacchierata con le due segretarie avesse funzionato alla grande.
«Che vuoi?» domandò Nicola.
«Ho una notizia eccezionale da dirti!!!»
«Hai trovato un modo per sembrare più intelligente?»
«Che bastardo...» dissero quasi tutti gli ospiti in studio, gli altri si limitarono a pensarlo.
«No!» rispose Enrico in tutto il suo entusiasmo. «Ho finalmente trovato il posto in cui si svolgerà la riunione tra il misterioso compratore e i dirigenti Mediaset! Non è troppo lontano dalla mia posizione!»
«E allora che fai là fermo? Vai e raggiungi quel posto!!!»
Come un lampo l'inviato raggiunse le scale e scese al piano immediatamente sotto. Mentre puntava verso una delle stanze situate al centro, Enrico non smise di parlare.
«Ho saputo altri particolari... molto interessanti... sul misterioso compratore.»
«Non tenerci sulle spine, racconta tutto!» incitò Nicola.
«Prima di tutto, il misterioso compratore sarebbe in realtà il rappresentante di un gruppo di imprenditori giapponesi interessati all'acquisto dell'emittente televisiva.»
«Oh, la storia inizia a farsi interessante...»
«E tra questi c'è una nostra vecchia conoscenza. Ti ricordi di Seto Kaiba?»
«E chi se lo scorda! Quello fissato con le carte di Duel Monsters e con il mantello-giacca bianco in cui ha messo troppo ammorbidente?»
«Esattamente...»
«E' un tipo affidabile?» chiese Hiei.
«Se non perde la testa, sì!» rispose il presentatore. «E' un tantino megalomane: se acquistasse la Mediaset, potrebbe anche presentarsi a reti unificate e lanciare a tutti un messaggio del tipo "Più carte per tutti!" o roba simile.»
A quel punto intervenne Enrico, per dire la sua. «Scusami Nicola, ma come potrebbero le persone credere ad una frase ridicola come quella?»
«Tranquillo, la gente è attratta fisicamente dalle ca**ate... ne abbiamo parlato poco fa in studio!» (E' il continuo della parte satirica del capitolo scorso? N.d.Nicola) (Più o meno. Problemi? N.d.A.) (No. Mi sono già procurato la dinamo nel caso dovessero staccarci la corrente! N.d.Nicola) (Terribile... N.d.Bordeaux ed Enrico)
Nel giro di qualche minuto l'inviato raggiunge la stanza indicatagli dalle due segretarie, dove si dovrebbe trovare il misterioso compratore e i dirigenti. Ma il condizionale in questo caso è d'obbligo, visto che non si sentiva nulla provenire aldilà della porta. Dopo qualche attimo di attesa, il nervosismo in studio iniziò a salire.
«Non è che quelle due ti abbiano fregato come un pirla?» domandò un agitato Nicola.
«Ma... eppure mi avevano detto che la riunione era qui!» affermò l'inviato. «Com'è possibile... aspetta un minuto! Sento alcune voci!»
«E che cosa stanno dicendo?»
Purtroppo per Enrico quello che uscì dalla stanza furono solo delle urla, che fecero fare all'inviato un bel salto all'indietro per lo spavento. Poco dopo un tizio, dai tratti somatici tipicamente giapponesi, uscì di corsa dalla porta completamente nel panico e urlando certi acuti che avrebbero tranquillamente fatto concorrenza ad una sirena della polizia.
Le immagini dell'improvvisa fuga fu così concitata che tutti i presenti si affacciarono allo schermo per capire cosa stava succedendo, travolgendo però Nicola che a fatica riprese la posizione in piedi.
«Volete farmi un po' di spazio o no?» gridò il presentatore, che poi si rivolse al suo inviato. «Socio, che cavolo sta succedendo in quel posto?»
«Io proprio non lo so! Ho visto questo tizio giapponese scappare a gambe levate, che sembrava la partenza dei cento metri piani... forse era proprio il compratore che stavamo cercando! Però adesso mi sorge una domanda: cosa può averlo spaventato così a morte?»
«E che ne so io! Forse gli hanno fatto vedere Emilio Fede quando ancora conduceva il TG4!»
«Che faccio? Lo inseguo?»
«No, sarebbe inutile. Prova invece a vedere cosa sta succedendo in quella dannata stanza, forse i dirigenti Mediaset lo hanno spaventato apposta per far saltare le trattative!»
Con passo molto cauto Enrico si avvicinò alla porta e lentamente abbassò la maniglia. Quando allargò la porta abbastanza per darci un'occhiata dentro, l'inviato si sporse di lato e cercando di rimanere calmo provò a descrivere quello che stava vedendo. Ma ad un certo punto Enrico si prese un grosso spavento e di colpo chiuse la porta alle sue spalle, iniziando a respirare affannosamente e a sudare freddo. Sembrava sul punto di crollare fisicamente.
«Enrico? Che diavolo hai visto lì dentro?» chiese Nicola, circondato da sguardi tesi.
L'inviato era così agitato che non riuscì a parlare, ma solo ad emettere alcuni versi incomprensibili e ad indicare con le dita la porta chiusa alle sue spalle.
«Socio, che ca**o hai detto? Stai cantando la parte iniziale di "I'm a Scatman"?» (Andate a cercare questa canzone per capire cosa intendi dire. N.d.A.)
«Un momento!» esclamò Rukia. «Sto percependo un'energia spirituale che avevamo sentito poco fa!»
«Mi hai anticipata!» affermò Yoh. «Stavo per dire una cosa simile!»
«Non sarà mica...» accennò Ichigo.
«Sì. Abbiamo ritrovato l'Hollow.» spiegò Renji, mentre Ikkaku commentò: «Ottimo! Finalmente si fa qualcosa!»
«Nicola...» chiamò l'inviato, ritrovando la concentrazione per parlare. «C'è un fantasma enorme qui dietro! Con una maschera bianca!»
«Eh, ma che sfiga! Ad averlo saputo prima, avrei portato gli zaini protonici come la volta scorsa!»
«E adesso che faccio?!?»
Nel frattempo tutti gli ospiti giunti senza invito uscirono di corsa dallo studio, cercando di raggiungere più in fretta che potevano la zona di Enrico.


Riuscirà l'improvvisato gruppo di soccorso a salvare l'inviato in seria difficoltà? Chi sarà mai la misteriosa entità che ha fatto fallire le trattative? Ma soprattutto... Nicola sarà contento che ora lo studio è stato svuotato? (Ovviamente! N.d.Nicola)


Continua...

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Capitolo 11
*** Letteralmente un crossover ***


Capitolo 11 - Letteralmente un crossover


Il primo gruppo ad arrivare sul luogo dell'accaduto, trovando un Enrico ancora scosso per lo spavento di poco fa, fu quello capitanato da Goku, anche loro in stato di allerta dopo aver percepito l'oscura presenza. Neanche il tempo di scambiare un paio di chiacchiere con l'inviato, intento a raccontare cos'era succedendo nel frattempo, e all'improvviso i presenti sentirono delle urla provenire dall'altra parte della porta. Erano assai minacciose e dal tono di voce era chiaro che si trattava di una vecchia conoscenza di Goku...
«E' Cell!!!»
«Ma che sta succedendo lì dentro?» esclamò Enrico tutto spaventato.
«Questo baccano non è per nulla positivo» commentò Junior.
«Prima il fantasma con la maschera, ora Cell... è peggio di un incubo!» affermò l'inviato, mettendo in agitazione anche Crili.
«Fantasma? Quale fantasma?»
«Ora ci volevano anche gli spettri...» mormorò Vegeta.
Nel frattempo Enrico intravide da lontano un numeroso gruppo correre verso la sua posizione, quello composto da sciamani e shinigami. Vedendo quant'era nutrito, l'inviato non si meravigliò più di tanto se Nicola era piuttosto nervoso l'ultima volta che si era collegato: la confusione in studio doveva essere veramente enorme!
«Ma chi sono questi tizi?» domandò Rukia, la prima del gruppo ad arrivare.
«Non sono affari tuoi!» replicò duramente Vegeta. «E in ogni caso, non abbiamo bisogno del vostro aiuto!»
«Che tipino allegro...» commentò Yoh.
«Vegeta, ora non fare lo scorbutico come al tuo solito!» intervenne Goku. «Potrebbero anche darci una mano, io non ho mai visto un fantasma! Tranne che ad Halloween, naturalmente!»
«Essendo sciamani e shinigami, dovrebbero essere degli esperti sull'argomento!» aggiunse Nicola da studio.
Nonostante il vistoso e lungo sospiro di totale impazienza, alla fine Vegeta decise di dare ai nuovi arrivati la possibilità di aiutarli per un eventuale scontro con Hollow. Ma prima di prendere qualsiasi decisione, l'orgoglio principe dei Sayan fece un chiarimento.
«Voi fate pure il vostro lavoro da Ghostbusters, ma ricordatevi che Cell è nostro! Guai a chi ce lo tocca!»
All'improvviso davanti ad Enrico comparvero diverse facce dubbiose, la cui perplessità fu racconta da una domanda di Renji: «Chi è Cell?»
«E' una specie di cavalletta gigante, con molte manie di grandezza!» rispose Enrico. «Secondo la loro versione, anche lui si trova nella stanza alle mie spalle.»
«E perché?» continuò lo spadaccino dai capelli rossi.
«Questa è una gran bella domanda!»

Passò qualche secondo e all'improvviso un fortissimo rumore attirò l'attenzione di tutti, che di scatto si voltarono verso la stanza in cui era fallita la trattativa per l'acquisto di Mediaset. Era un forte risucchio d'aria, come se dall'altra parte della porta ci fosse un piccolo uragano.
«Ma cosa sta succedendo? Qualcuno ha acceso un grosso aspirapolvere?» chiese Ichigo perplesso.
«Oh, cavolo...» accennò Crili. «Non starà mica tentando di risucchiare qualcuno?»
«Impossibile!» esclamò Enrico. «Tutti quelli che erano nella stanza sono scappati via urlando, posso giurarlo!»
«Confermo!» affermò Nicola.
«Ma allora... che sta facendo lì dentro?» domandò il primo compagno di Goku.
«Escludo ripulire la stanza dalla polvere» commentò Junior sarcasticamente.
Intuendo che qualcosa di negativo stava per succedere, Goku aprì di colpo la porta e cercò di intervenire, ma fu troppo tardi. Davanti ai suoi occhi, come a quelli di tutti gli altri, c'era Cell che aveva assorbito da poco l'Hollow che si aggirava nella stanza, usando la coda come avrebbe fatto uno scorpione con la sua vittima. Pochi istanti dopo lo storico nemico di Goku si inginocchiò dolorante a terra, come se avesse ricevuto una fitta allo stomaco.
«Ma quant'è brutto quel coso?» commentò Horohoro.
«Io ne ho visti di peggio...» replicò Ikkaku.
«Questa scena da film horror non mi piace per niente!» aggiunse Nicola osservando lo schermo. «Non vi ricorda la parte in cui il mostro si trasforma o una cosa simile?»
«Mi hai tolto le parole di bocca!» affermò Ranma, visibilmente schifato da ciò che stava vedendo. Nel frattempo Hiei un po' preoccupato mormorò: «La vedo nera...»
All'improvviso il corpo di Cell subì una mutazione e nel giro di pochi secondi divenne tutto nero a macchie grigio scuro. Sul suo volto comparve una grottesca maschera bianca, che vagamente ricordava un volto umano che rideva. Poi, come se fosse normale, Cell si sollevò leggermente da terra, ondeggiando minacciosamente la coda appuntita.
«Ma che ohhh!!!» urlò Nicola. (Citazione! N.d.A.)
«E' semplicemente orribile! Orribile!» furono le uniche parole di Enrico, ormai paralizzato dalla paura.
«Ma che genere di mostro è mai quello?» esclamò Sango.
«Signore e signori, siamo di fronte ad una perfetta fusione tra Cell e un Hollow... un Cellow!!!» raccontò il presentatore. (Neologismo, ovviamente! N.d.A.) (Me ne assumo tutta la responsabilità! N.d.Nicola)
«Aiuto!» gridò Crili vedendo il nuovo essere.
«Questa proprio non me l'aspettavo...» mormorò Rukia.
A quel punto Vegeta, un po' infastidito dalle reazioni preoccupate degli altri, decise di intervenire di persona per fermare Cell una volta per tutte. Senza alcun avviso, il principe dei Sayan mostrò il palmo in avanti e utilizzò la sua tecnica migliore, il Big Bang Attack. L'esecuzione del colpo fu immediata, ma incredibilmente tutta quella energia non andò a segno: sebbene la traiettoria fosse giusta, la tecnica di Vegeta attraversò il corpo di Cell sospeso in aria e si schiantò contro la parete opposta della camera, generando un bel po' di scosse in tutto l'edificio. Sembrava impossibile, ma in quel momento la nuova creatura aveva la stessa consistenza dell'aria, esattamente quella che avrebbe un fantasma.
«Ma-ma... io l'avevo preso!!!» urlò Vegeta.
«Molto interessante» sussurrò Cell nella sua nuova versione. «Sono diventato immune ai comuni attacchi!»
«Ma che diavolo hai combinato?» esclamò Faust, rivolgendosi a Vegeta. «Hai demolito la parete in fondo alla stanza!»
«A dir la verità, ha demolito almeno tre muri di fila! Guarda che roba!» commentò Enrico, gettando un'occhiata oltre Cell. Alle sue spalle era ben visibile il cielo notturno e inoltre si sentiva un fresco vento soffiare in direzione dell'inviato. «E meno male che non c'erano altri palazzi in traiettoria, sennò era un massacro!»
«Praticamente ha creato dal nulla un tunnel per la metropolitana!» commentò Hanamichi.
«ORA SMETTETELA!!!» gridò Vegeta, che a momenti stava per trasformarsi in Super Sayan per la rabbia.
«Ehi! Quel Hollow sta scappando!» avvisò Rukia, vedendo appena in tempo Cell scompare attraverso una parete laterale.
«Merda! E' scomparso!» commentò Ikkaku.
«E adesso che succede?» chiese Enrico, guardandosi attorno in cerca di una risposta.
«Credo che per stasera ci sarà una caccia allo spettro non prevista...» affermò Nicola, mentre stava leggendo alcune notizie sul suo schermo. Dal tono di voce, era facile intuire che era deluso.
«Va tutto bene da quelle parti?» domandò l'inviato
«Tutto ciò è assurdo!»
«Se intendi la fusione tra Cell e quel Hollow, allora ti dò completamente ragione!»
«Non intendevo quello... è che Mediaset in questo momento sta dando notizie senza senso! Non parlano nemmeno della mancata offerta del compratore giapponese e dello scossone che si è sentito nell'edificio!»
«E allora di cosa parlano?»
«Continuano a mandare messaggi su quanto sopra bravi, su quanto lavorano e su altre cazzate del genere... addirittura c'è scritto che rivogliono fare il Grande Fratello con la Marcuzzi! Grazie Piersilvio... usare il cervello per pensare è un optional!»
«Di nuovo? Ma non lo avevano chiuso perché faceva ascolti bassissimi?»
«Ma in fondo è sempre un'accoppiata vincente: dato che è diventata famosa con la pubblicità di uno yogurt che ritrova la tua regolarità intestinale, ci voleva una come lei per un programma che fa cagare!»


Quando ormai tutto sembrava risolto, ecco una nuova minaccia all'orizzonte! Riuscirà il gruppone a fermare il nuovo Cell? Enrico riuscirà a documentare tutto anche stavolta? Ma soprattutto... chi pagherà i danni causati da Vegeta? (Sua moglie Bulma! Mi sembra ovvio! N.d.Enrico) (Fosse la prima volta che gli risolve un problema a suo marito... N.d.Nicola)


Continua...

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Capitolo 12
*** Tiro al bersaglio con annesso finale ***


Capitolo 12 - Tiro al bersaglio con annesso finale


Con l'improvvisa scomparsa della nuova creatura, battezzata Cellow, il gruppo che la stava cercando si divise, per cercarlo in un’area più vasta possibile. Ritrovandosi praticamente da solo, Enrico decise di andare sul tetto dell'edificio, sicuro che l'essere oscuro non si sarebbe mai nascosto in quella zona. Era priva di nascondigli e inoltre l'inviato stava avendo un problema con le cuffie: da qualche minuto sentiva debolmente il segnale proveniente dallo studio e stava cercando una nuova frequenza per riprendere il collegamento. Anche Nicola aveva intuito il problema e quasi subito si era messo al lavoro per risolverlo, ovviamente trattenendo a malapena le sue parole per l'ennesima difficoltà nel collegamento. (Ogni volta c'è sempre qualcosa che non va! Non è che c'è una maledizione contro di voi? N.d.A.) (Dicono che sia il bello della diretta... ma nel nostro caso è il brutto della diretta! N.d.Nicola)
«Mi sentire ora?» domandò l'inviato.
«Come se ci fosse una dinamo alle tue spalle!» fu la risposta nelle sue cuffie. «L'unica cosa rimasta integra è il video!»
«Potresti fare in fretta? Sto iniziando a tremare...»
«E' così freddo lassù?»
«No, ma ho una brutta sensazione su ciò che sta accadendo da queste parti!»
All'improvviso un soffio gelido fece rabbrividire Enrico, che di scatto si voltò alle sue spalle. Fu quasi un miracolo se non urlò quando vide Cellow comparire davanti ai suoi occhi, sollevato a mezz'aria. Ma c'era qualcosa di strano nel suo sguardo: era come se di colpo si fosse diventato triste, senza alcun motivo apparente.
«Che vuoi?!?»
«Tu sei un giornalista? Lavori qui?» domandò la creatura. Anche la voce era diversa, sicuramente non era quella di Cell.
«Eh?» fece Enrico, prendendosi una breve pausa prima di rispondere. «Sì, sono un inviato... ma non di questa emittente!»
«Ah, capisco.»
Nel frattempo dallo studio, col fiato sospeso per quello che stava accadendo, Nicola e i suoi ospiti stavano in silenzio per sentire al meglio il dialogo tra i due, nonostante le interferenze.
«Sembra quasi che abbia perso la sua combattività...» affermò Hiei, con tono distaccato.
«Già, tutta un'altra persona!» confermò Nicola.
Qualche secondo dopo, dopo aver preso un po' di coraggio, Enrico riprese a parlare con l'essere grigiastro.
«Ma tu chi sei? Non mi sembri quello di prima?»
«Perché prima c'era quella specie di cavalletta gigante! Ora ci sono io!»
«Tu... quello che si trovava nella stanza delle riunioni?»
«Sì, ero io.»
«E chi saresti?»
«Una volta ero uno sfortunato telespettatore, che per colpa di un guasto alla TV ho dovuto seguire per ben 24 ore filate tutti i palinsesti di Mediaset... alla fine non ce l'ho fatta e sono morto sulla poltrona!»
«Ma è orribile!!!»
«Che cosa?» gridò Nicola. «La convenzione di Ginevra avrebbe dovuto impedire certe torture!»
«Almeno così si spiega perché ti sei trasformato in Hollow, con tutta quella tristezza era inevitabile!» commentò Enrico. «Ma adesso che vuoi da me?»
«La tua anima!»
«No, grazie!»

Con uno scatto disperato, Enrico provò a togliersi dal raggio d'azione del Cellow, ma ben presto si ritrovò in un angolo del tetto, con alle spalle di baratro alto diverse decine di metri. Era finito in trappola e lentamente vedeva avvicinarsi la creatura con la sua coda appuntita. Ma proprio in quel momento fu enorme fracasso attirò l'attenzione di entrambi, facendoli voltare la testa di lato. Lentamente dal bordo del tetto emerse la figura di Renji, che si trovava in cima ad un enorme serpente di legno, dalla folte criniera rossa e diviso in sezione che gli permettevano di muoversi.
«Ma che...?» mormorò l'inviato sbalordito, non meno della creatura che gli stava di fronte.
«Ma che sta facendo quel tizio?» domandò Hanamichi.
«In una parola sola?» ribatté il presentatore. «Bankai!» (Io conosco Banzai... N.d.A.)
«Proprio al momento giusto!» sottolineò Ranma.
Senza neanche ordinare ad Enrico di spostarsi, perché nel frattempo si era già spostato ben lontano dopo l'apparizione dello shinigami, Renji scagliò l'enorme serpente contro il Cellow, che lanciò una grossa sfera d'energia dalla bocca. L'attacco fu inevitabile e la creatura grigiastra cadde a terra rovinosamente per diversi metri, ma senza subire troppi danni.
«Più resistente del previsto. L'unione con l'altra bestia deve avere alzato le sue difese» affermò lo shinigami dalla folta chioma rossa.
«Ci vorrà più di un colpo per abbatterlo, Renji!» intervenne Ichigo, proveniente dalle scale e già armato di spada. Accanto a lui c'era Yoh, anch'esso con la sua arma stretta tra le mani.
«Ha un punto debole quel coso?» chiese lo sciamano.
«Mira alla maschera!!!»
Non dando nemmeno il tempo a Cellow di rialzarsi, i due spadaccini colpirono quasi all'unisono all'altezza del viso, lasciando un profondo segno a forma di X sul volto sorridente. Ma nonostante la violenza di quell'attacco combinato, la maschera rimase attaccata alla creatura, che inferocita si rialzò in piedi. Ichigo e Yoh rimasero increduli vedendo che la loro combinazione non era andata a buon fine, ma a risolvere la situazione ci pensò Ren Tao. Grazie alla sua alabarda e alla sua velocità d'esecuzione, dopo una serie di raffiche la maschera bianca si spezzò, cadendo a terra in mille pezzi.
«Da qui è veramente impressionante... lo è anche da te, Enrico?» domandò Nicola.
«Ancora di più!» rispose l'inviato. «Ora dovrebbe essere sconfitto, no?»
«Io aspetterei a cantar vittoria!» replicò Sango.
Come preannunciato dalla sterminatrice di demoni, la battaglia non era ancora finita. Sebbene Cellow fosse stato sconfitto perché gli era stata distrutta la maschera, le due entità che lo formavano, cioè l'Hollow e Cell, si erano separate e potevano rappresentare un serio pericolo per i presenti. Ma per fortuna ci fu il tempestivo intervento di Rukia, che grazie ai poteri della sua spada congelò l'Hollow.
«Ehilà! Qui saltano fuori come i funghi!» commentò Nicola.
«Chi ha attirato l'Hollow qui?» domandò la ragazza vestita di nero. Gli indici di Ren Tao, Yoh, Renji e Ichigo puntarono la figura assai spaventata di Enrico. «LUI!»
«Non l'ho attirato!» si giustificò. «Mi ha seguito per sbaglio sul tetto!»
«In ogni caso sei stato uno stupido a muoverti, potevi non uscirne vivo.»
«Ma-ma-ma... io stavo solo cercando di collegarmi con lo studio! Nicola, hai sentito?»
«Stavolta sì, perché finalmente mi hanno trovato una frequenza libera!» spiegò Nicola, costretto a tenere in mano un microfono per poter parlare in esterna. «In ogni caso, questa Rukia ha un bel caratterino... è fastidiosa come una scheggia di legno conficcata in un dito e che non riesci a togliere se non hai una pinzetta sottomano!»
«Complimenti per la descrizione, Nicola!» (Sarà per atmosfera carica di tensione, ma il nostro presentatore regala metafore d'antologia! N.d.A.) (Ci manca giusto la corona d'alloro... N.d.Enrico) (Volete stare zitti, cretini? N.d.Nicola)
Rendendosi conto di essere rimasto solo e circondato da troppi avversari, Cell decise di darsi alla fuga e fece un gran balzo oltre il parapetto. Ma non si era accorto che al piano inferiore, vicino ad una finestra aperta, c'era Junior che si stava concentrando per eseguire uno dei suoi attacchi più potenti. Dopo qualche secondo il namecciano spostò due dita in avanti e mirò verso la figura di Cell.
«Cannone demoniaco!!!» (Se non ricordo male, quelli di Mediaset lo chiamavano "Cannone spirituale", ma non vorrei sbagliarmi... N.d.A.)
Il raggio di energia scatenato da Junior centrò in pieno la schiena dell'essere verdastro, causandogli molte bruciature, ma tutta quella potenza non bastò a fermarlo. Nonostante il colpo subito, Cell continuò la sua corsa aerea e stava per scomparire dietro ad una lunga schiera di palazzi.
Ormai si sentiva sicuro di aver seminato i suoi inseguitori, ma ad un certo punto intravide una figura scura comparire su uno dei tetti che stava sorvolando, che lo prese completamente alla sprovvista. Si trattava di una giovane donna vestita di scuro, con accanto un boomerang di enormi dimensioni.
«Ma chi è quella tizia?!?» domandò Ichigo stupito.
«Ma è Sango!» affermò Enrico.
«Ha fatto veramente in fretta a salire sul tetto!» commentò Nicola, con una certa soddisfazione.
«Ma scusami un secondo Nicola... non mi avevi detto che gli ospiti dovevano venire senza armi?»
«No! Io ho detto solo che non dovevano entrare con le armi in studio. Potevano tranquillamente tenerle fuori, nell'apposito sgabuzzino.»
«Ah...»
«Enrico, mi conosci: non sono mica stupido! Avevo messo in conto che poteva accadere una cosa del genere!»
«Con quelli di Mediaset certe cose sono necessarie, giusto?»
«Esattamente!»
L'Hiraikotsu, ovvero il particolare boomerang di Sango, fu lanciato con forza dalla ragazza in aria e prese in pieno stomaco Cell, che fece una vistosa smorfia di dolore con tanto di urlo. Lo scontro aereo fu così letale che l'essere verdastro fu ricacciato all'indietro, verso il tetto da cui poco prima era scappato. Ormai inerme, Cell era diventato un facile bersaglio e Goku si stava preparando per assestargli il colpo di grazia. Dopo aver assistito alla mancata fuga del suo storico avversario, il super sayan concentrò tutte le sue energie per lanciare un'Onda Energetica di incredibile potenza. Cell si voltò giusto il tempo di vedere il colpo arrivargli addosso, che nel giro di pochi attimi lo disintegrò nel bel mezzo del cielo notturno.
Dopo tanta tensione, Enrico poté finalmente tirare un bel sospiro di sollievo. «Meno male è finita!»
«Già! Un bel tiro al bersaglio...» ironizzò Nicola. «Peccato per la mancata trattativa col compratore giapponese.»
«Il fallimento è sempre contemplato, Socio! Soprattutto se si parla di Mediaset!»
«Già, questo è vero!» rispose il presentatore, voltandosi poi verso i suoi ospiti per i saluti finali. «Ringrazio Hiei, Hanamichi, Ranma e Sango per aver partecipato alla nostra trasmissione, anche se quest'ultima non è presente in studio per ovvi motivi!»
«Arrivederci dal genio del basket!»
«Buonasera a tutti!»
«Tsk...» si limitò a dire lo spadaccino. Poi Nicola continuò parlando verso lo schermo.
«Saluto anche il nostro inviato, che stasera ha corso non poco!»
«Per i nostri telespettatori questo e altro!»
«E già che ci sono, saluto anche tutti coloro che sono intervenuti durante la trasmissione... anche se in maniera causale!»
Una confusionaria serie di voci, tutte provenienti dall'esterno, coprirono il povero inviato, letteralmente circondato.
«E direi che per stasera è tutto. Grazie per averci seguito, arrivederci alla prossima!!!»



Fine


E anche questa è finita! La settima e (molto probabile) ultima fan-fic della saga si è conclusa, le avventure del duo Nicola-Enrico per fortuna no! Entro breve infatti sarà pubblicata una nuova storia, sempre basata su anime conosciuti e non solo, dove i due saranno di nuovo protagonisti. Ringrazio fin da ora coloro che hanno seguito e letto questa mia ennessima follia, che continua da qualche anno. Ci si rivede, spero!

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