Non sono una principessa! di VelenoDolce (/viewuser.php?uid=780599)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Thor... ***
Capitolo 3: *** Dovere di presenza. ***
Capitolo 4: *** Un piccolo volo. ***
Capitolo 5: *** Buone nuove. ***
Capitolo 6: *** Ingenuo? Molto... ***
Capitolo 7: *** Loro sono pronti, noi no. ***
Capitolo 8: *** L'alba ***
Capitolo 9: *** Un piccolo indizio sul futuro ***
Capitolo 1 *** L'incontro ***
Il principe Loki
cammina tranquillo. Il bosco ghiacciato è stupendo. La neve
fresca copre ogni cosa, rendendo il paesaggio soffice e irreale.
Allunga la mano per far cadere un po' di neve da un ramo, sorride.
Gli piace stare li, solo, immerso in quella natura quieta. Il lungo
mantello di pelliccia bianca lo copre interamente, nascondendo la sua
pelle blu, altrimenti coperta solo dalla leggera stoffa dei
pantaloni. È li per raccogliere erbe, ma si è lasciato
ammaliare da quel magnifico paesaggio. Si è spinto fin troppo
all'interno di quel bosco selvaggio. Ne è consapevole, ma è
troppo sicuro di se per esserne intimorito. I suoi occhi vagano
curiosi tra gli alberi. Tutto lì sembra immobile. Si tocca la
fronte, le sue corna non sono cresciute. Sospira, resteranno piccole.
Non sa se esserne contento o meno. Almeno le ha... Tra gli jotun
avere le corna è il simbolo del potere sugli elementi. Tutti
gli dicono che è un mago potente, ma le sue corna dicono ben
altro. Lui non ci può davvero fare nulla. Oltretutto quelle
cosine così piccole lo fanno spesso passare per una femmina
agli occhi di chi non lo conosce. E lui lo odia. A volte vorrebbe non
averle nemmeno. Altre resta solo confuso sulla loro grandezza. Lui è
un uomo, sa di esserlo, non vuole essere trattato con attenzione e
dolcezza, da nessuno. Le donne nella loro specie sono rare, dei fiori
preziosi. E tutte le donne hanno cornine piccole e graziose. E poi
c'è lui, che vorrebbe squartare chiunque si osa a chiamarlo
principessa... Immerso nei suoi pensieri continua ad addentrarsi
nella foresta.
Sente dei rumori,
si blocca. C'è qualcuno li? Dovrebbe essere vietato. Dovrebbe
fuggire, tornare a palazzo e mandare delle guardie. Dovrebbe...
Mentre lo pensa si sta già incamminando nel fitto della
foresta per andare a controllare. Il figlio di Laufey ha un
piccolo-enorme difetto. Non ha il senso del pericolo. Lui ci tenta ad
essere assennato come i fratelli. Ma la sua curiosità è
superiore a tutto il suo buon senso. I rumori si fanno sempre più
vicini. Chi mai può essere stato così sconsiderato da
addentrarsi un quel posto? Oltre lui, ovviamente... Lì è
pieno di belve feroci e profondi dirupi, che potrebbero essere fatali
quando vengono coperti dalla neve fresca. Li vede in lontananza. Sono
due uomini, ma non sono come lui, sono forestieri. Loki si blocca,
saranno pericolosi? Si avvicina ancora un po'. Uno trascina l'altro,
sembrano feriti, lasciano una scia di sangue mentre camminano. Devono
essere stati attaccati da un orun, è strano che siano ancora
vivi. Quegli animali sono quasi impossibili da uccidere...
“Aiuto...”
Lo straniero lo ha visto. Gli tende una mano, supplicandolo. Non
sembra ostile.
“Ti prego,
il mio amico perde molto sangue, salvalo...” Quell'uomo fa
alcuni passi verso di lui, incerto. Loki gli si avvicina. Non sa se
lasciarli li a morire. Sono nemici. Si toglie il cappuccio, lo
sconosciuto sussulta appena.
“Aiutalo.
Ti ricompenserò. Puoi anche consegnarci a Laufey, ti
ricompenserò lo stesso se lo salvi...” L'uomo lo guarda
negli occhi. Loki ha un tuffo al cuore, due occhi limpidi e azzurri
lo fissano, facendogli improvvisamente impazzire il cuore. Nonostante
l'enorme mole e il sangue sui vestiti gli sembra stranamente dolce.
Lo straniero apre la bocca per parlare, ma cade a terra, svenuto.
Loki lo fissa alcuni secondi, sorpreso. Una pozza di sangue si
allarga sulla neve bianca, e lui pensa che sia bellissima.
“Padre mi
ucciderà stavolta...” Borbotta. Crea una piccola stanza
di ghiaccio e cancella le tracce di sangue che conducono fino a lì,
non vuole certo ritrovarsi a difendere quegli strani esseri rosa da
un orun inferocito e affamato. Accende un fuoco, gli stranieri temono
il freddo, lo ha letto nei libri. Crea delle brande, e ce li adagia
sopra. Li controlla velocemente e li cura, un po' con la magia, il
minimo, e il resto con le erbe. Li guarda. Sono diversi tra loro. Uno
ha i capelli scuri, mentre l'altro, quello che gli ha parlato, è
biondo e ha la barba. Gli si siede accanto, sulla branda. Sarà
normale per loro avere la temperatura così alta? Si domanda,
poggiandogli una mano sulla fronte imperlata di sudore. Erano feriti
abbastanza gravemente, se non avessero trovato lui sarebbero morti.
Guarda il viso rilassato di quello strano essere, la sua pelle rosa.
Gli accarezza il viso, è strano sentire la barba sotto al suo
palmo. Ha anche dei muscoli molto sviluppati. Gli passa un dito sul
torace e sul ventre, segnato dalle piccole collinette degli
addominali. Come rialza gli occhi si perde un quelli azzurri dello
straniero. Il suo cuore accelera i battiti.
“Hogun...
sta bene?” L'uomo biondo è preoccupato per l'amico. Loki
annuisce.
“Grazie...”
Loki guarda
quell'essere che gli sorride, grato. Sentono dei rumori fuori dal
loro riparo.
“Saranno le
guardie di Asgard? Sono venuti a cercarci...” Il biondo cerca
di alzarsi, ma gli gira la testa. Loki lo fa stendere ed esce. Gli
basta fare pochi metri per vedere le guardie. Si copre con il
cappuccio del mantello e si fa vedere.
“Chi sei?
Stiamo cercando i nostri compagni.” Una donna in armatura gli
parla. Lui la guarda, nella loro razza ci sono pochi esseri solo
donne. Gli fa cenno. Li porta alla capanna di ghiaccio, appena
visibile in mezzo alla foresta innevata. E poi si rende invisibile.
Guarda le guardie portare via i due che ha curato. Si sente strano a
vedere l'uomo biondo venir portato via, incosciente. Sospira. Fa
sparire la capanna e i giacigli. Per terra c'è qualcosa che
luccica. Un bracciale. Lo raccoglie, era di quello strano essere, lo
indossa e torna a casa.
Eccomi qui... Colpa delle svariate
fanart su jotun-Loki mi è venuta in mente questa cosina...
Saranno 9 o 10 capitolini, per lo più già scritti, sto
solo revisionandoli prima di postarli. Spero vi piacciano e spero che
mi farete sapere se avete gradito o meno ^.^
A presto <3
Veleno
|
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Capitolo 2 *** Thor... ***
Loki
esce dal castello. Da un mese si reca ogni giorno sul luogo dove
ha visto lo strano essere. All'inizio si domandava il motivo, ora
ha anche smesso di chiederselo. Sa che non ammetterà mai,
nemmeno con se stesso, che vorrebbe rivedere l'uomo biondo. Ci va
e basta. Si rigira il bracciale al polso. Cammina veloce, fino a
quel piccolo spazio tra gli alberi. Come sempre non c'è
nulla e nessuno. Sospira e si mette a cercare le erbe. Riempie la
sua sacca. I guaritori sono molto felici della sua nuova passione
per la raccolta delle piante officinali. Se sapessero il vero
motivo per cui è lì non approverebbero. Gira intorno
per alcune ore. Poi torna al castello con la sacca piena e il
cuore un pochino più pesante.
“Principe,
il Re vuole vederla nel suo studio, subito.” Una delle
guardie gli va incontro appena entra dal portone principale. Lui
gli consegna la sacca per farla portare subito dai guaritori e
cammina veloce per i corridoi. Cerca di ricordare tutto quello che
ha combinato ultimamente. Deve trovare una buona scusa a tutto. Il
re si è anche arreso nel dargli le punizioni, ma non nel
riprenderlo aspramente davanti ai fratelli, facendolo spesso
sentire un idiota. Bussa prima di entrare. Laufey è in
piedi davanti a una delle finestre.
“Siediti.”
Non si volta nemmeno. Ma la sua voce dice già a Loki che è
nei guai. Obbedisce immediatamente.
“Se
ti dico la parola Asgard, a cosa pensi?” Il re gli da le
spalle, guarda la terrazza sotto le finestre.
“Guai.”
Loki deglutisce, ha pensato a un paio di occhioni azzurri.
“Se
ti dico che un asgardiano è venuto qui a cercare chi lo ha
salvato, che mi dici?” Stavolta il re si volta,
pietrificando il figlio con lo sguardo.
“Grossi
guai...” Loki si morde le labbra, agitato.
“Perchè
non li hai portati qui?” Laufey non gli chiede nemmeno se è
stato lui, gli basta vedere che è calmo. Se non fosse
colpevole sarebbe indignato.
“Erano
molto gravi, se li avessi portati qui sarebbero morti. Volevo
curarli e poi portarveli. Ma sono arrivate delle guardie, erano
troppe per poter reagire. Glieli ho lasciati portar via.”
Loki cerca di non sorridere, il discorso che ha fatto non fa una
piega.
“Non
fa un difetto questo discorso. Tranne il fatto che quello che hai
salvato vuole la mano della sua salvatrice, come mi spieghi
questo?” Laufey sorride, suo figlio ha sussultato.
“Ha
visto il mio viso, ma era in preda alla febbre. Posso ucciderlo?
Odio essere preso per una femmina.” La voce di Loki è
diventata tagliente nell'ultima frase.
“Ucciderlo
gradirei di no. È il principe Thor di Asgard. Ed aspetta
una tua risposta. Ora è con i tuoi fratelli, nel salone.”
Il re sorride, divertito dalla cosa. Uno strano brivido scorre
lungo la schiena del principe. Una risposta? Quei magnifici occhi
azzurri lo vorrebbero? No, quell'idiota di principe pensa che lui
sia una donna.
“Prima
di rispondergli gradirei parlarti ancora. Per ora vai, ma non
ucciderlo, te lo vieto.” Laufey ha notato l'inquietudine
dietro la solita indifferenza del figlio.
Loki
esce dallo studio del re con l'insana voglia di uccidere
quell'essere. Arriva nel salone e vede l'uomo biondo, e gli altri
due guerrieri che aveva incontrato nel bosco. Parlano con i suoi
fratelli. Una strana sensazione gli chiude lo stomaco. Si avvicina
lentamente, il gruppetto parla di guerra. Si occulta alla loro
vista. Non sa nemmeno il motivo, ma non vuole che lo vedano.
Osserva quel dio biondo. Mentre parla si agita e imita le mosse,
facendo divertire i suoi fratelli. Quando il biondo scoppia a
ridere a lui sembra che gli sia scoppiato il cuore. Batte
impazzito dentro al suo petto a sentire quella risata forte e
cristallina. Si volta e corre via. Non capisce il motivo di tutta
quell'agitazione. Va nelle sue stanze e si butta sul letto,
nascondendo il viso contro ai cuscini.
“Loki...”
Lemnir, il maggiore dei suoi fratelli entra nella stanza, lo
chiama gentilmente.
“Cosa
succede cucciolo?” Gli si siede accanto accarezzandogli la
schiena.
“Non
lo so...” La voce di Loki è solo un sussurro.
“Ti
ho sentito entrare e poi fuggire via. Thor dice che è
venuto qui per cercare una persona. Ne sai qualcosa?” Lemnir
gli parla dolcemente, sa che a prenderlo di petto non gli si
caverebbe una parola nemmeno con la tortura.
“Il
mese scorso ho trovato lui e il guerriero moro nel bosco. Gli ho
curati e poco dopo è arrivata la guerriera e le guardie a
portarli via.” Mentre parla Loki si è seduto,
fronteggiando il fratello.
“Non
hai detto nulla...”
“Ero
troppo all'interno della foresta. E poi non volevo fare la figura
dello stupido, li ho lasciati fuggire...” Loki abbassa lo
sguardo.
“Cosa
provi quando guardi quel dio biondo?” Lemnir gli prende il
mento con la mano, costringendolo a guardarlo negli occhi.
“I..io...”
Loki tentenna, arrossisce, si agita. Non riesce a capirne il
motivo.
“Ti
sei innamorato di lui.” Una semplice conclusione
“Ma
cosa dici? Io... No....” Loki inizia ad andare in
iperventilazione. Lemnir si alza dal letto e gli volta le spalle.
La voce di Loki lo ferma quando sta per uscire dalla stanza.
“Lui
pensa che io sia una donna. E ha chiesto la mia mano... Perchè
diavolo quell'idiota pensa che io sia una donna!” Loki si
arrabbia, tira un pugno sul materasso. Il fratello lo guarda
alcuni secondi senza commentare.
“Non
hai lezione con i bambini? Farai tardi.” Gli ricorda. Poi
esce e va via.
Loki
arriva dai bambini in orario, si stava dimenticando di loro. Tutta
colpa di quell'impiastro di asgardiano. Lo fa uscire di testa. Non
si è nemmeno cambiato, i bambini lo guardano sorpresi. Il
loro maestro, sempre vestito in abiti costosi e stoffe pregiate,
si è presentato a loro coperto con una lunga pelliccia
bianca e sotto indossa solo dei pantaloni di pelle nera. A metà
lezione taglia i lati superiori per far passare le braccia,
spiegare dovendo spostare costantemente la pelliccia iniziava ad
infastidirlo.
A
fine lezione Loki si domanda come mai quei bambini fossero più
irrequieti del normale. Sospira e li fa andare via.
“Zio...
Oggi sembrate strano. Fate meno paura.” Lafi gli tende le
mani. È uno dei suoi alunni più piccoli, ha appena
otto anni*.
“Per
quale ragione?” Loki sorride prendendolo in braccio.
“Come
siete vestito. Di solito sembrate simile al nonno. Oggi invece
siete.... bello.” Il bambino non sa come spiegarsi, gli
accarezza il petto, non lo ha mai visto a petto nudo. Le sue linee
sembrano così strane.
“Di
solito non sono bello?” Gli domanda ridendo.
“Si,
bello, ma fate paura. Oggi siete... meglio.” Li bambino lo
dice serio. Facendolo ancora ridere.
“Ora
vai, puoi giocare fino all'ora di cena.” Lo poggia a terra,
dandogli un bacio sulla fronte. Il bambino corre via ridendo.
“Ciao...”
La voce di un uomo lo fa voltare. Loki stringe i pugni.
“Ti
cercavo...” L'asgrdiano sorride.
“Ti
avevo promesso una ricompensa...” L'uomo gli è
arrivato davanti, ora lo guarda incerto. Sorpreso dal suo mutismo.
Loki annuisce, non sa cosa dire. Quegli occhi chiari lo bloccano.
Può solo stare a fissarli, con una strana ansia.
“In
realtà non sono qui per questo io...” Quell'essere
gli prende la mano, incerto.
“Non
ho fatto che pensare a te.” Thor lo confessa tutto d'un
fiato. Loki lo fissa, non sa ridere o se esserne felice.
“Il
mio bracciale...” Dice accarezzandolo. Il sorriso gli
ritorna sulle labbra.
“Sei
bellissima. Vieni ad Asgard con me, sarai la mia principessa...”
Il biondo lo dice stringendogli la mano, con trasporto. Loki
chiude gli occhi. Sente la rabbia amplificare i suoi poteri. Ha
promesso di non uccidere quel... quel... Una leggera patina di
ghiaccio ricopre le dita dello sventurato che gli stringe la mano.
“Ma
cosa...” Il biondo sposata la mano, stupito e dolorante.
“Cosa
vi ho fatto, mia splendida signora, per meritarmi un simile
trattamento...” Due occhi azzurri lo guardano sorpresi.
“Io.
Non. Sono. Una. Donna!” Loki lo sibila furente. Guardando
male il povero dio, che spalanca gli occhi.
“Stupido
idiota. Vieni qui, chiedi la mia mano e nemmeno sai come sono
fatti gli jotun?”Loki stringe i pugni. Cerca di trattenersi
dallo squartare quel bellissimo essere davanti a lui.
“I..io...
Scusami. È stato un terribile errore...” Il biondo è
sconvolto, tenta di rimediare.
“Tu...”
Loki ansima. Lascia esplodere parte del suo potere, scaraventando
Thor contro al muro. Gli si avvicina.
“Ti
odio.” Sussurra, con gli occhi pieni di lacrime. Gli passa
accanto e sparisce andando via.
*Otto
anni per uno jotun sono quasi cinque umani.
Eccoci
al secondo capitolino ^.^ Loki è dolce, ma farlo arrabbiare
tende a diminuire l'aspettativa di vita di Thor... Che sbaglia
parole e modi con il bel principe. u.u Solo la fortuna ha voluto
che Laufey ordinasse al figlio di non ucciderlo... o forse il re
sapeva benissimo come sarebbe potuta andare a finire la cosa?
Scusate
la mia assenza, ho avuto un po' di problemini con il pc ( non mi
voleva più far aprire efp.. -.-) E ho avuto da fare in real
^.^ Spero che non vi siate dimenticate di me >.< Sono una
povera scrittrice incasinata... Risponderò a tutte le
recensioni ( sempre se riesco, non sempre il sito va bene...) e
cercherò di postare più frequentemente. Spero
vogliate dirmi se il capitolino vi è piaciuto o meno u.u
anche se sembra il contrario tengo molto alle vostre recensioni
>.<
A
presto <3
Veleno
|
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Capitolo 3 *** Dovere di presenza. ***
Quando
arriva nella sua camera si butta sul letto. Non riesce più a
trattenere il pianto che gli stringe il cuore. Quello stupido, è
tutta colpa sua. Lo ha scambiato per una donna. Ora che sa che non
lo è di sicuro non lo vorrà più. Era meglio
continuare a sognare un loro incontro, piuttosto che rivederlo
realmente. Ora gli resta solo il suo cuore spezzato. Stupido
asgardiano. Perchè doveva avere degli occhi così
intensi? Perchè doveva sembrargli così bello? Perchè,
perchè, perchè... Stringe il cuscino. Singhiozza.
Perchè lui doveva innamorarsi di quell'essere incontrato nel
bosco? Non si accorge del fratello maggiore che entra nella sua
stanza poco dopo. “Cucciolo...” Lemnir gli accarezza
la schiena. È strano vedere Loki che si lascia andare al
pianto in quel modo. Gli si sdraia accanto e l'abbraccia. Si
stupisce, come ogni volta, nel constatare quanto suo fratello sia
estremamente fragile. Proprio per quello Loki è il suo
preferito, lo sarà sempre. Poterlo consolare mentre piange è
una cosa strana. Di solito il suo piccolo fratello si nasconde
quando è in quelle condizioni. Sospira, deve essere veramente
distrutto. “Cosa è successo?” Gli domanda
accarezzandogli la schiena. “L'asgardiano... mi ha parlato.
Pensava che fossi una donna. Ha detto che... che...” Loki
inizia a singhiozzare. “Che... è stato un...
errore...” Riesce a dire in fine. Andando poi a soffocare i
singhiozzi sul petto del fratello. “Calmati cucciolo.”
Lemnir sospira. “Quell'aesir ti ha proprio rubato il
cuore.” Gli spiace immensamente che Loki stia male, ma non ci
può fare nulla.
“Principe,
il re vi aspetta nel suo ufficio.” Una guardia blocca Loki
mentre cercava di uscire dal castello. Voleva sparire per un paio di
giorni, in modo da non dover più vedere Thor. “Dove
stavi andando?” Laufey sospira. Cosa deve fare con quel
ragazzo? “Mi mancavano delle erbe per un esperimento,
andavo a raccoglierle...” Loki spera che la scusa non sembri
troppo ridicola. “Dieci minuti prima di cena? Vestito in
quel modo?” Il re non sa se ridere o se sgridarlo. Loki stava
andando nel palazzo di Farabuti. “So che hai avuto un
piccolo scontro con il principe Thor.” Continua, gli basta
vede il modo in cui suo figlio stringe i pugni per capire chi ha
avuto davvero la peggio. “Non l'ho ucciso. Io...”
Loki si blocca. Abbassa la testa. Ansima appena. È colpa di
quello stupido. “Si, lo so, va bene piccolo.” Laufey
si avvicina al figlio, gli poggia le mani sule spalle. “Ma
non puoi semplicemente sparire ora. Devi affrontare Thor. Non
possiamo permetterci di offendere Asgard. Basta che...” Si
blocca, stupito dalla reazione del figlio. Ha gli occhi lucidi e sta
cercando di non piangere. “Tu... lo ami?” Gli
domanda. Come risposta Loki chiude solo gli occhi, una lacrima gli
scivola sulla guancia. “Dieci minuti, stai seduto a cena
per dieci minuti. Poi manderò una guardia per darti la scusa
di andare via. Odino non tollererebbe un affronto simile. Non posso
farti andare via senza parlargli.” Sospira, essere re non è
sembra bello. “Grazie.” Loki si asciuga il viso, con
il volto abbassato.
Loki
vuole aspettare l'ultimo minuto per entrare nella sala per la cena.
Si mette a passeggiare per le balconate. “Scusate...”
Una voce lo blocca. Si volta, una bellissima donna asgardiana gli va
incontro. “Credo di essermi persa...” Quando lei
sorride sembra che un raggio di sole illumini tutto. “Posso
accompagnarvi.” Loki si sente stranamente a suo agio accanto a
lei. Le sorride. “Dovevo andare a cena con i principi e il
re, credo di essere tremendamente in ritardo, una cosa
imperdonabile.” Dice impensierendosi. “No, siete
ancora in orario lui arriva a cena quando il campanile rintocca le
otto.” Loki si sente il cuore stranamente leggero in sua
presenza. “Laufey è vostro padre?” La donna lo
segue. “Sono il principe Loki.” Le fa un piccolo
sorriso. “Ho sentito parlare voi. Non capita spesso che
qualcuno atterri mio figlio Thor. Sono Frigga, la regina di Asgard.”
Lei ride quando lo vede spalancare gli occhi per qualche secondo e
poi farle un inchino. “Mio figlio è un po' un
pentapalmo... Non voleva offendervi. Era tanto agitato...” Si
azzarda a prenderlo a braccetto, lui sussulta appena, ma non si
ritrae. “Vi ha cercato tutto il pomeriggio, per chiedervi
scusa. Voi lo turbate, non poco.” Lo guarda, quel ragazzo
sembra così impenetrabile, ma lo sente tremare mentre si
avvicinano a un enorme porta. Quando entrano tutti si zittiscono
e si voltano. Loki riesce a fare un piccolo sorriso, fingendo
indifferenza. Non sono ancora a tavola, manca ancora il re, per
fortuna. “Madre, pensavamo di mandare qualcuno a cercarvi.”
Thor sorride, ma non si azzarda a dire di più. “Mi
ero persa, per fortuna ho incontrato Loki, che mi ha accompagnata.”
Frigga si avvicina al gruppo di guerrieri, continuando a tenere Loki
a braccetto. Lui non può far altro che assecondare il volere
di lei. Sarebbe offensivo opporsi, anche se vorrebbe
fuggire. “Pensavo di essere in ritardo. Ma vedo che Laufey
non è ancora qui.” La voce della regina ha sempre un
suono dolce. “Si, è stato trattenuto. Pochi minuti
fa sono tornati i maghi dal loro ritiro, il re è dovuto
andare ad accoglierli.” Lemnir sorride, sarà divertente
vedere la faccia di Thor quando capirà com'è composta
la famiglia reale. “Lui è tornato?” Loki
sorride felice, suo padre è via da parecchi mesi e a lui
manca immensamente. “Si, quanto starà qui stavolta?
Io ho scommesso per 10 giorni, Vatan per cinque. Tu che dici?”
Lemnir ride, tanto sa che, come sempre, quella sfida verrà
vinta da Loki. “Sono indeciso. Due giorni o anni. Spero
anni. Ma stavolta non posso dirlo con certezza.” Loki sorride,
è felice, sa che Laufey negli ultimi tempi è stato
male. E sa anche il motivo, gli manca il compagno. Anche se poi
litigano dopo poco. Ed ha anche visto come guarda i bambini a cui
lui fa lezione. “Anni? Impossibile.” Vatan, il
secondo figlio del re, ride. “Si. Magari posso
convincerlo... Devo solo trovare il modo giusto...” Loki sta
già pensando a cosa dire al padre per fargli capire cosa
vorrebbe Laufey. Ovviamente senza dirlo apertamente, o rischia di
venire ucciso dall'altro... I fratelli non si sono accorti che un
paio di occhi chiari sono improvvisamente diventati tristi
all'inizio di quel discorso. Thor non riesce a capire. Vedere Loki
felice per il ritorno di qualcuno gli ha fatto male al cuore.
Stringe i pugni, impedendosi di parlare e di rovinare l'allegria di
quell'essere che gli sconvolge l'anima. Non lo aveva mai visto
sorridere in quel modo. E lo sta facendo per un 'lui' che gli sta a
cuore. Aveva sperato quando aveva riconosciuto il suo bracciale al
polso dell'altro. Si era illuso anche dopo, quando aveva visto
quelle lacrime soffocate. Ma ora... Loki non è solo. Un tuono
fa sussultare tutti. Fuori il celo si sta annuvolando.
Rieccomi
con un altro capitolino di questa piccola cosina. Qualcuna mi ha
fatto notare che pretende il proseguo XD Grazie per le recensioni,
scusate se sono in tremendo ritardo con le risposte ma ho un po' di
problemi con pc e sito Y.Y si odiano. Dal cel non riesco a scrivere
le risposte u.u sono una frana, lo so. Spero che mi scusiate e che
continuiate a recensire e sopratutto a leggere. Grazie infinite a
tutte <3
A
presto.
Veleno
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Capitolo 4 *** Un piccolo volo. ***
“Scusate...”
Thor esce sulla terrazza. Si appoggia al parapetto. Chiude gli
occhi, deve usare tutto il suo autocontrollo per non far
scoppiare un temporale. Vorrebbe andare via da lì.
Rintanarsi sotto delle coperte, al caldo, non vedere e sentire
più nessuno. Purtroppo sa che non può farlo.
Sospira. Sente dei passi. Il re e un altro uomo camminano verso
di lui. Fa un piccolo inchino al re.
“Buona
sera Thor.” Laufey sorride. Quel ragazzo deve essere
fuggito da Loki.
“Buona
serata sire.” Il dio non sa che dire. Quel re gli mette una
strana agitazione addosso.
“Farabuti!”
La voce di Loki li fa sussultare. In pochi secondi si stringe al
collo dello jotun, facendolo ridere.
“Ciao
amore.” Farabuti lo abbraccia.
“Mi
sei mancato. Quanto resti? Resti per un po'? Devo farti vedere
delle cose. Ho finito degli esperimenti, devi vederli!”
Loki parla a raffica.
“Solo
qualche giorno...” Lo jotun sorride, incerto.
“No!
Devi stare di più.” Loki mette su la sua migliore
faccia imbronciata.
“Non
è questo il momento di parlarne...” Laufey ha notato
che Thor è sul punto di scoppiare. Era convinto che quel
piccolo borioso sarebbe andato via appena saputo che Loki non era
esattamente una donna, invece sembra aver proprio perso il cuore
dietro al più scapestrato dei sui figli.
“Ti
prego, non andare via...” Loki decide di cambiare tattica,
occhioni da cucciolo e voce dolce. Stringe la veste del padre, lo
guarda negli occhi.
“Va
bene... resterò.” Farabuti si arrende, sorride al
suo combina guai. Sa che è tutta una messa in scena per
fargli fare qualcosa, ma non può dire di no quando viene
guardato in quel modo.
Thor
è rimasto pietrificato. Quell'uomo ha chiamato Loki amore,
che a sua volta lo sta praticamente implorando di restare,
davanti al padre... Allora stanno insieme? Perchè ne è
così turbato? Non ci capisce più nulla. Chiude gli
occhi, stringe i pugni. Vorrebbe poter strappare il suo stesso
cuore, averlo in petto gli fa troppo male. Si volta,
appoggiandosi al parapetto mentre gli altri entrano nella sala.
Cerca disperatamente di non scatenare un uragano, sarebbe un
disastro in quella landa ghiacciata.
“Frigga,
scusate il ritardo, sono stato trattenuto.” Laufey sorride
e le prende le mani.
“Devo
ammettere che ero in ritardo anche io, mi ero persa, ma vostro
figlio Loki mi ha aiutata.” Lei sorride, quell'essere le
sembra così strano, a volte dole e a volte severo. Ma a
sentir parlare del figlio minore gli si illuminano sempre gli
occhi.
“Deve
essere una sua nuova abitudine salvare asgardiani...”
Farabuti fa un piccolo inchino alla regina.
“Sono
Farabuti, signore di Jothuneim.” Sorride gentile, una
spiacevole sensazione di gelosia gli ha punto il cuore a vedere
Laufey così gentile con lei. Non dovrebbe, si sono
lasciati da più di tre anni. È stato stupido
puntualizzare il fatto di essere il reggente, ma lo ha fatto
senza quasi pensarci, come a dirle che il re è suo. Anche
se non lo è più. Anche se lei è la regina,
sposata con Odino.
“Io
sono Frigga, signora di Asgard.” Lei gli risponde con il
sorriso. Ora capisce da dove Loki ha preso la sua bellezza.
“Mio
figlio è rimasto fuori... Loki saresti così gentile
ed andare a chiamarlo? Te ne prego.” Lo dice dolcemente,
non vuole essere un ordine, ma una richiesta. Lo vede irrigidirsi
e annuire.
Loki
riesce sulla balconata. Guarda il biondo stringere i pugni, con
lo sguardo perso nel vuoto. Che gli sarà preso? Si
domanda. Deve chiamarlo. In fretta, e senza fare casini.
“Thor.”
La sua voce è forse troppo brusca, infatti vede l'altro
sussultare e voltarsi di scatto.
“Dimmi.”
Thor si sente improvvisamente esposto a quello strano sguardo di
sangue.
“La
cena, te la sei dimenticata?” Loki alza un sopracciglio,
soppesando il comportamento di quello strano dio.
“Non
ho molta fame...” Il biondo scuote la testa per schiarirsi
le idee.
“Con
quella mole mi sembravi uno che mangia parecchio.” Lo jotun
gli si avvicina, inconsapevolmente attratto da quegli occhi
azzurri che gli sembrano così tristi.
“Sono...
solo un po' stanco, e turbato...” Thor cerca di sorridere.
Si volta per guardare il panorama, non vuole vedere quegli occhi,
lo sconvolgono troppo.
“Cosa
ti turba?” Loki si pente subito di quella domanda, come
sempre la sua curiosità ha avuto la meglio su tutto. Non
dovrebbe importargli di quell'essere. Dovrebbe stargli il più
lontano possibile. Invece si rende conto di essergli accanto, le
loro spalle quasi si sfiorano.
Thor
si volta, incerto su cosa rispondere e se lo trova accanto. Il
cuore impazzisce, la mente va in subbuglio.
“Tu...”
Risponde semplicemente e sinceramente.
“Io?”
Loki lo guarda stupito. Sono così vicini. Le loro labbra
sono a pochi centimetri.
“Tu.”
Il biondo lo dice con più convinzione. Riesce solo a
pensare che sarebbe sconveniente baciare l'altro principe. E poi
gli mette la mano dietro al collo e lo attira in un bacio.
Pochi
attimi, poi Loki si scosta. Sorpreso, indignato, spaventato... Il
cuore che batte impazzito. Guarda quell'essere davanti a lui con
gli occhi spalancati.
“I...io...
scusami. Mi confondi così tanto... non volevo... io
non...” Thor farfuglia in preda al panico. Guarda quello
strano essere che si arrabbia sempre di più.
“Ti
odio.” Loki lo sibila tra i denti, ma sente le lacrime che
gli pizzicano gli occhi. Quel... quel...
Un
boato fa tremare l'intero piano del palazzo. Farabuti sorride.
“Tuo
figlio, ha appena fatto volare il principe di Asgard giù
dalla balconata...” Dice con un sospiro
“Perchè
ogni volta che fa qualcosa di male diventa automaticamente solo
mio figlio? E poi sicuramente se l'è meritato...” Il
re lo guarda serio.
“Conosco
abbastanza il mio Thor da essere pienamente d'accordo con voi
Laufey.” Frigga scuote la testa, che avrà combinato
stavolta il suo disastro ambulante? Il re le sorride.
“Lemnir,
vai a vedere come sta Loki. Vatan, tu va da Thor...” Laufey
guarda i suoi figli alzarsi in fretta.
“Che
gli avrà detto per farlo arrabbiare in quel modo?”
Frigga sorride.
“Qualcosa
di veramente grave, avevo ordinato a Loki di fare il bravo. Non è
mai capitato che disobbedisse a un ordine così esplicito.”
Il re sospira.
Thor
si mette a sedere, dolorante, sul selciato. Loki stavolta gli ha
fatto male. Sospira. Si prende il viso tra le mani. Come gli è
saltato in mente di baciare un altro uomo? Ovvio che quello abbia
reagito in quel modo. Oltretutto sta con un altro... Ma quelle
labbra erano troppo invitanti... Si da mentalmente del cretino.
Vuole Loki, ma non vuole Loki. Non capisce nemmeno lui che vuole.
“Vi
siete fatto male?” Una voce gentile lo fa sussultare.
“Non
fisicamente. Magari l'orgoglio...” Alza il viso e sorride.
Uno strano essere risponde a sua volta con un sorriso. È
coperto da una lunga pelliccia, il viso è scarno, anche se
il corpo gli sembra grasso. È blu come gli jotun che ha
già visto, ma le linee che caratterizzano quella razza
sono strane, sbiadite. Oltre due grandi corna, ha anche delle
strane cornine che gli spuntano dai capelli bianchi raccolti in
una lunga treccia. Thor si alza.
“Il
mio nome è Thor. Potreste gentilmente indicarmi come
tornare al piano da cui mi hanno fatto volare?” Si pulisce
i pantaloni con le mani.
“Io
sono Saran, conoscete il mio compagno, Lemnir.” Sorride
allo sguardo stupito del dio. Forse sta pensando se sia o meno
una donna quello con cui sta parlando.
“Vi
accompagno, devo comunque risalire nelle mie stanze. Magari
potreste aiutarmi a salire le scale, è un po' difficile
nelle mie condizioni...” Si divertirà a vedere la
faccia di quel dio quando vedrà e capirà davvero di
che cosa sta parlando.
“Si...”
Thor è incerto. Ma segue lo jotun dentro al palazzo. Un
servitore si avvicina e si inchina.
“Porta
questo nella mia camera.” Saran si toglie la pelliccia.
Sotto indossa solo una maglia e dei pantaloni, che fasciano quel
corpo strano. Thor lo fissa alcuni istanti, la sua mente gli dice
due cose opposte. Ha davanti un uomo. Ma con quella pancia così
sporgente sembra... No, si dice, gli sembra comunque troppo
grosso.
Eccomi
ancora con voi... ^.^ Sono stata più veloce stavolta? Sono in
un periodo n po' incasinato, abbiate pietà >.<
Un
grazie infinito a chi recensisce e a chi legge <3 Mi date la
carica per continuare.
Spero
vi sia piaciuto il volo dal balcone XD Mi sono divertita ad
immaginare la scena, povero Thor... E ora ci si mette anche Saran a
sconvolgere il nostro bel dio tonto. All'inizio non doveva esserci,
ma poi è apparso con un sorriso dolce e non ho potuto dire di
no^^ credo sia molto sgamabile lo stato in cui versa.
A
presto <3
Veleno
|
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Capitolo 5 *** Buone nuove. ***
“Aspetto
due gemelli. Non hai mai studiato l'anatomia degli jotun, vero?”
Saran ride allo sguardo sorpreso e scioccato del dio. Sono davanti a
una scala.
“Aspettare
dei gemelli è una cosa molto rara. La gestazione è
molto difficile se i bambini sono due. È mesi che non riesco
a salire le scale da solo. I guaritori mi hanno praticamente
rinchiuso in camera da una settimana. Sono fuggito...” Si
appoggia al braccio del dio, ansima un po' e non è nemmeno al
quarto gradino...
“Da quando
Loki mi prepara la pozione nutriente mi sento più in forze.
Ma le scale forse sono troppo...” Si ferma ancora, dopo un
paio di gradini. Thor lo guarda, quanto può essere pesante?
Fargli fare tutta la scalinata sarebbe dannoso per i gemelli?
Quell'essere aspetta dei bambini, anche Loki potrebbe? Scaccia
subito quel pensiero dalla mente. Lo prende in braccio, stando
attento a non fargli male ne' a farlo cadere. È più
leggero di quanto temeva.
“Sono
pesante, vi farete male...” Saran chiude gli occhi, ma si
accorge che, stranamente, non ha paura. Quel dio gli sembra così
sicuro di quello che fa, così forte...
“Pensavo
foste più pesante. Portarvi non è un problema, spero
non sia sconveniente... o madre stavolta mi uccide. Da quando sono
qui sto combinando un disastro dopo l'altro.” Thor si ferma
alla fine della scala. Posa a terra l'essere che tiene tra le
braccia. Si incamminano per un corridoio.
“Sconveniente?
Ora che mi ci fate pensare... sicuramente. Ma in fondo nelle mie
condizioni tutto è permesso, no?” Lo jotun ride. Thor
si sente improvvisamente rilassato. Quell'essere gli sembra così
strano, ma anche immensamente dolce.
“A voi
dovrebbe sempre essere permesso tutto. Mi sembrate un essere fuori
dal comune.” Sorride allo sguardo sorpreso dell'altro. Sono di
nuovo davanti a una scala, ma stavolta è molto ampia e sale
per tutti i piani del palazzo.
“Da che
piano sono volato giù? Era il quarto o il quinto?” Non
se lo ricorda davvero.
“Quarto,
nel quinto ci sono gli appartamenti dei principi.” Saran
guarda la scalinata. Non ha tempo di pensare a nulla, viene di nuovo
preso in braccio. Per Thor portarlo non sembra costare fatica. E lui
ne rimane stupito. Un essere così forte, chi può
averlo lanciato dal balcone... Sospira, immagina la risposta, il suo
strano cognato. La domanda è : perchè? Quando arrivano
al secondo piano vedono Vatan che gli viene incontro, salendo le
scale. Thor non si ferma e continua a salire.
“Immagino
sia sconveniente, fate finta di non aver visto nulla?” Thor si
ferma a metà scalinata solo per fargli quella domanda, poi
riprende a salire.
“State
bene?” Vartan non sa bene a chi chiederlo. Thor è
volato per quattro piani, ma sembra in piena forma da come sale le
scale. Suo cognato invece sembra tranquillo, sorride e ha uno
sguardo divertito.
“Se avessi
dovuto fare le scale credo che non sarei arrivato nemmeno a metà
della rampa per il primo piano... Ma non lo dire a nessuno. Odio
stare rinchiuso e poi ora mi sento meglio...” Saran lo chiede
dolcemente, sa che il cognato acconsentirà a mantenere il
segreto, infatti lo vede annuire.
“Farabuti
è davvero tornato a palazzo?” Chiede, lo ha sentito
dire ad alcune guardie.
“Si...
Proprio stasera. Resterà alcuni giorni.” Vartan non sa
come aiutare Thor, probabilmente sarà stanco.
“Voglio
vederlo. Dov'è?” Saran sorride. Thor si ferma al quarto
piano, posandolo a terra. Ha bisogno di fermarsi un attimo, non
riuscirebbe a fare un altro piano di scale per portarlo nelle sue
stanze.
“E' nel
salone, lo abbiamo lasciato con padre e gli altri aesir.”
Vartan sorride al cognato. Vederlo in piedi è una gioia, non
sembra stanco come le ultime volte che ha potuto incontrarlo. Thor
si tende, parlano del compagno di Loki? E lui è stato così
stupido da baciarlo e innamorarsi di una persona già
impegnata. Arrossisce ripensando a quel piccolo bacio rubato.
“State
bene?” Saran glielo domanda prendendogli il braccio. Gli serve
un sostegno, inizia a sentirsi stanco.
“Si, ma
credo di aver combinato un immenso disastro.” Sospira
scuotendo la testa.
“Dite? Io
direi il contrario. Mio fratello è furioso, e per lui è
una cosa fuori dal normale. Quando Laufey ha sorriso dolcemente alla
regina a Farabuti è quasi venuta una sincope dalla gelosia. E
si sono anche parlati senza cercare di scuoiarsi vivi... Direi che è
un buon risultato. Quindi direi che è un mezzo successo.”
Vartan sorride, Loki aveva forse intuito questo quando diceva che
madre sarebbe rimasto per anni? Fa un paio di passi, e si rende
conto che gli altri due si sono fermati.
“Qualcosa
non va?” Domanda. In risposta riceve solo un alzata di spalle
dal cognato. Thor si è bloccato. Farabuti, quell'essere,
geloso del re? Per quale ragione? Non sta con Loki? Non ci capisce
nulla. Sospira.
“Che
succede Thor?” Saran glielo chiede poggiandogli la mano libera
sulla spalla, facendolo sussultare.
“Si...
No... Non capisco troppe cose da quando sono qui. Mi sento
immensamente confuso...” Sospira, triste.
“Puoi
chiedere se non capisci...” Saran fa cenno a Vartan di
precederli, e lui obbedisce.
“Chi è
Farabuti?” Thor fa la domanda più facile da spiegare.
“Il
compagno ufficiale di Laufey. Madre di Lemnir e Vartan, e padre di
Loki...” Gli viene risposto subito. Thor sente la morsa che
gli stringe il petto allentarsi un poco. Padre di Loki. Non il suo
compagno...
“Padre...
madre... io non capisco.” Scuote la testa, madre gli ha detto
che alcuni jotun hanno entrambi i generi, ma lui immaginava che
avessero una sola preferenza, invece... Che confusione...
“Si che
capisci, solo non vuoi ammetterlo, è troppo strano per te.
Oppure non vuoi capirlo perchè non vuoi arrenderti a ciò
che provi?” Saran capisce di aver colpito nel segno quando lo
vede sussultare.
“Loki era
talmente furioso da scaraventarti giù dalla balconata. Cosa
gli hai fatto?” Gli domanda ancora. Lo vede portarsi le dita
alle labbra. Sgrana gli occhi, l'ha baciato? Il dio resta in
silenzio.
“Cosa
provi per lui?” Gli chiede ancora.
“Non lo
so. Mi turba... Io...” Il dio lo guarda con un espressione
confusa in volto.
“Non mi
parlerà più, non vorrà più nemmeno
vedermi... Io...” Thor sospira, abbassa il viso.
“Loki è
una persona molto controllata. Ogni cosa che fa ha uno scopo. Se gli
hai fatto fare un gesto simile vuol dire che lo hai turbato.
Profondamente.” Saran sorride, deve immischiarsi? Il cucciolo
di casa non riesce a esprimere i suoi sentimenti in maniera normale.
Se lo lascia solo con questo forte dio finirà per fargli del
male.
“Andiamo
da padre, poi potresti aiutarmi a tornare nelle mie stanze?”
Gli chiede dolcemente, l'altro può solo annuire. Poi lo
manderà a chiamare Loki per chiedergli un altra delle sue
pozioni. Spera solo che Lemnir non sia nelle loro stanze, ma con
Loki. Andrà tutto bene, a stare così vicino al
cucciolo anche lui riesce a fare piani, anche se non perfetti e
contorti come lui.
“Saran, è
un piacere vederti in piedi. Ti senti meglio?” Laufey sorride.
A vederli entrare a braccetto.
“Si sire,
vi ringrazio. Le pozioni che mi prepara Loki mi permettono di
sentirmi meglio, sopratutto la sera.” Gli risponde con un
piccolissimo inchino. Thor si sente a disagio. Guarda Farabuti, che
gli sorride. È il padre di Loki, e Laufei la madre... ma non
immaginerebbe mai il re come una madre... Si sente confuso e
scombussolato. Tutta quella situazione gli sembra assurda. Aiuta
Saran a camminare, gli sembra stanco.
“Frigga,
lui è Saran, mio genero. Che dovrebbe essere a letto... E non
in giro con vostro figlio...” Farabuti sembra sgridarlo, ma
appena gli si avvicina gli da un bacio sul viso, facendolo ridere.
“E' un
piacere conoscerla, splendida regina.” Saran gli fa un piccolo
inchino. Lei lo guarda e sorride. Le si siede accanto, aiutato dal
dio biondo.
Eccoci qui con un capitolino di
passaggio e di chiarimento/infarto per Thor. Loki non c'è, ma
tornerà presto ^.^ Spero vi sia piaciuto, avevate tutte
intuito che Saran aspettava dei gemelli?
Commentate >.< prima o poi
rispondo, lo prometto >.< (sono una frana nel rispondervi, ma
ogni commento mi sprona ad andare avanti, grazie infinite a chi mi
lascia anche solo due parole <3)
A presto
Veleno
|
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Capitolo 6 *** Ingenuo? Molto... ***
Thor cerca,
invano, di mangiare e di partecipare alla conversazione. Ma continua
a guardare l'essere che gli sta accanto e a pensare che Loki e
Lemnir non sono tornati. Saran emette un piccolo lamento, lo vede
stringere il tovagliolo con forza.
“Tutto
bene?” Chiede premuroso.
“Si, solo
i gemelli hanno deciso di svegliarsi, mi fa male quando si muovono
con troppa foga.” Saran sorride, lo vede confuso e decide di
dargli una dimostrazione pratica. Prende la mano del dio e se la
poggia sul ventre. Ride alla faccia sorpresa dell'altro. Uno dei
gemellini gli ha tirato un calcetto proprio sul palmo.
“E'
magnifico...” Sussurra sentendo i movimenti sotto la stoffa.
Li ci sono due piccole vite. Crescono in quello strano corpo. Un
movimento più forte e sente Saran gemere piano. Si rende
conto che quello strano essere sta cercando di trattenersi, si morde
le labbra.
“Vi
accompagno in camera. Starete meglio. Dovreste sdraiarvi e
riposare.” Mentre lo dice Thor si alza e gli tende la mano.
“Scusate
sire. Non credo che Saran si senta molto bene. Posso aiutarlo a
salire di sopra?” Il dio sorride. Il re annuisce e gli fa un
brave sorriso.
Appena usciti
dalla sala Thor deve sorreggere l'altro, che non riesce più a
tenersi in piedi. Lo prende in braccio.
“Non
dovevate stare in silenzio. Potevate dire che stavate male. Nessuno
avrebbe osato dire nulla.” Il dio sospira. Quell'essere gli
sembra ancora più chiaro di prima.
“Non
volevo farli preoccupare. Mi sento così stanco...”
Saran gli poggia il viso contro la spalla. Sembra proprio arrivato
al limite. Thor ritorna alle scale e sale al piano superiore.
“Ora dove
devo andare?” Lo chiede, ma non riceve risposta, lo jotun
sembra essersi addormentato. Si guarda attorno. Non c'è
nessuno, ne guardie ne servi. Che deve fare? Andare a caso? Sospira.
Destra o sinistra? Va a destra. Il corridoio è dritto, ma non
ci sono porte. Forse ha sbagliato lato. La prima porta che
incontrano gli sembra strana. Ha delle strane rune incise sopra. Si
domanda che fare. Bussare? Entrare? Si guarda attorno, non si sente
nemmeno un rumore. Bussa, incerto.
“Chi è?”
Dall'interno la voce di Lemnir lo fa sorridere.
“Sono
Thor.” Risponde semplicemente. In pochi secondi la porta viene
aperta. Lemnir lo guarda sorpreso.
“Credo si
sia addormentato mentre salivo le scale. Non volevo svegliarlo,
sembrava stanco...” Thor sorride incerto. Come sposta lo
sguardo vede Loki, in piedi dietro al fratello.
“Volevo
portarlo nelle vostre stanze, eravamo a cena, ma si sentiva male, i
bambini scalciavano...” Il dio si sente improvvisamente in
imbarazzo.
“Meglio
stenderlo, potrò controllarlo meglio.” Loki si avvicina
uscendo dalla stanza e precedendo gli altri per il corridoio. In
pochi minuti sono nelle stanze. Thor stende Saran sul letto e si
sposta.
“Ora fate
i bravi e state in silenzio.” Loki nemmeno li guarda. Mette le
mani sul petto di Saran, una luce verde gli esce dalle dita. Scende
sul ventre, che si sposta a quello strano esame.
“Lemnir le
pozioni che vi ho lasciato?” Lo chiede sussurrando. Gli viene
passato un vassoio. Ne prende alcune boccette e ne mischia il
contenuto dentro a un bicchiere.
“Saran...
svegliati.” Lo scuote appena. L'altro apre lentamente gli
occhi. Sorride.
“Loki, mi
sento così stanco... Per fortuna Thor mi ha portato in
braccio. O non so come avrei fatto. È tanto forte... e dolce.
Piace ai bambini, si sono calmati quando gli ha toccati.” la
voce di Saran è solo un sussurro.
“Si è
accorto che stavo male e mi ha portato qui. Credo di essermi
addormentato, come ha fatto a trovare le mie stanze? Ringrazialo...”
La voce diventa sempre più flebile. Thor si preoccupa, guarda
Loki che gli fa bere la pozione. Poi si gira a guardarlo, sembra
intenzionato a dire qualcosa, ma Lemnir gli mette una mano sulla
spalla.
“Andiamo
fuori, lasciamolo riposare.” Loki lo dice tranquillo. Il dio
lo segue fuori da quelle stanze, nel corridoio.
“Sta bene?
Mi sembrava così stanco... Dovevo portarlo su prima, dovevo
accorgermi che non stava bene...” Thor si stringe le mani tra
loro. Loki lo guarda qualche secondo, in modo strano.
“E' già
tanto che si sia lasciato portare qui senza opporsi. È in
questa condizione da settimane. È quasi a temine. Il suo
corpo è allo stremo. Ma stare fermo lo fa impazzire. La
pozione che gli ho dato lo rimetterà in forze. Ma ho il
timore che domani fuggirà ancora dalle sue stanze...”
Loki cammina, non sa nemmeno lui dove andare. Nella sua camera? Deve
accompagnare il dio di sotto? Non ne ha idea.
“Loki...”
Thor vorrebbe chiedere scusa, ma appena quei bellissimi occhi rossi
si fissano nei suoi perde l'uso della parola. L'oggetto del suo
turbamento lo guarda, senza capire.
“Saran è
strano. Non è come voi, ne' come gli jotun che ho visto... Mi
sento un ignorante, non so nulla della vostra razza.” Il dio
distoglie lo sguardo, con il cuore che batte impazzito.
“Ammetti
una tua lacuna, da uno come te non me lo aspettavo.” Loki
riprende a camminare. Magari può riaccompagnarlo alla
scalinata.
“Saron è
come me. I maghi jotun possono cambiare il loro aspetto. Durante una
gravidanza così difficile capita che perdano leggermente il
controllo del corpo. Lui è diventato chiaro, le linee sono
sparite e gli sono spuntate altre corna. Per un certo periodo aveva
anche la coda e le ali...” Loki lo dice più che altro
per sorprendere il dio.
“Le ali?
Che bello. Tu puoi avere le ali? Puoi volare?” La reazione di
Thor lo spiazza. Quell'essere è così ingenuo e
luminoso... Annuisce.
“Dovesti
leggere un libro sugli jotun se ti interessa non essere più
ignorante.” Lo dice sarcastico, ma l'altro annuisce con un
piccolo sorriso triste.
“Però
a palazzo non ce ne sono. Gli ho cercati, ma dicono pochissimo.”
Gli risponde con un sospiro. Sono davanti alle sue camere. Loki
entra, seguito dal dio, incerto. Va ad una delle librerie e ne
prende un grosso tomo. Che gli tende.
“Grazie.”
Thor lo dice con il cuore che fa le capriole nel suo petto. È
la prima volta che si parlano per così tanto. Si sente
felice. Si guarda attorno. La camera è un enorme spazio
aperto. Il letto è in un angolo, sembra un piccolo nido,
pieno come è di pellicce bianche. Si trova tra due enormi
muri trasparenti. Si vede il panorama. Si avvicina, stupito da così
tanta bellezza. Fuori le tre lune sono piene e illuminano la landa
ghiacciata sotto di loro con una strana luce colorata. Crepacci e
fiumi sembrano usciti dai libri di fiabe che gli leggeva madre da
bambino.
“E'
bellissimo...” Dice estasiato.
“Dormire
qui deve essere come stare in un letto sospesi tra le favole e i
sogni.” Lo dice senza riflettere. Loki arrossisce appena, ha
pensato al dio sul suo letto e ha sentito qualcosa muoversi nello
stomaco. Si avvicina all'altro, che sembra un bambino. Lo guarda,
quel dio è così trasparente e luminoso da fargli
vibrare l'anima. Si domanda se quel dio sia anche ingenuo...
“Vorresti
dormire qui?” Domanda.
“Sì...”
Thor gli risponde pensando solo al panorama.
“Con me?”
Loki ride quando lo vede sgranare gli occhi e arrossire. Si, è
ingenuo...
“I...io...”
Il dio tentenna, poi si rende conto che lo sta prendendo in giro.
Scuote la testa e ride anche lui. Loki si tende a sentire quel
suono. Gli piace. Vorrebbe sempre sentire Thor ridere. Questa
consapevolezza gli provoca una fitta al cuore.
Ho qualche problema con il pc... chiedo perdono ç.ç non mi abbandonate...
Velen |
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Capitolo 7 *** Loro sono pronti, noi no. ***
“Loki...”
Thor torna improvvisamente serio.
“Devo
chiederti scusa. Il mio comportamento è stato da idiota. Me
ne rendo conto. È che quando mi sei accanto io...”Si
blocca. Cerca di ritrovare il filo del discorso. Ma l'altro gli è
troppo vicino... Qualcuno bussa alla porta, facendoli sussultare ed
allontanare. Lemnir entra senza aspettare, è preoccupato.
“Saran
sta male.” Dice per poi uscire dalla stanza. Thor e Loki lo
seguono immediatamente.
Entrano nella
stanza e li trovano entrambi in piedi. Saran ansima pesantemente.
“Come
stai?” Loki gli è accanto in un attimo. Gli prende la
mano.
“Ho caldo
e poi freddo. Mi viene da...” Saran non finisce la frase, si
volta e vomita.
“Dobbiamo...”
Loki si gira verso Thor e la porta, ma si blocca. Un muro di
ghiaccio si alza improvviso chiudendo l'uscita.
“No...
no...” Saran sussurra spaventato. Poi urla, stringendo le
mani al ventre.
“Calmati.
Ci siamo noi. Non c'è nulla di cui preoccuparti.” Loki
sorride, tranquillo.
“Ti senti
stanco? L'effetto della pozione è ancora forte?”
Continua, sembra quasi allegro. Si volta e va verso il tavolino
dove sono sistemate delle boccette di pozioni. Le controlla. Thor
gli si avvicina, non capisce. Posa il libro su una sedia.
“Vai nel
bagno. Ci deve essere una bacinella. Riempila d'acqua calda. Poi
prendi cinque o sei asciugamani grandi. Porta tutto qui, il più
in fretta che puoi.” Loki lo guarda lui capisce quanto in
realtà sia spaventato. Thor lo porta con se nel bagno.
“Non ho
mai fatto partorire nessuno, ho solo assistito. Ho paura. E sono
due. Saran ha anche chiuso le vie di uscita. Anche le finestre...”
La voce di Loki è solo un sussurro, ma sembra disperato.
“Calmati.
Se non c'è modo di uscire nemmeno con la forza dobbiamo fare
noi. Sono sicuro che sai fare tutto quello che serve. Io ti sono
accanto. Devi solo dirmi quello che devo fare.” Thor parla
mentre riempie la tinozza. E cerca gli asciugamani. Un gemito
soffocato arriva dall'altra camera.
“Tranquillo
Loki. Andrà tutto bene.” Thor lo prende per le spalle,
lo guarda negli occhi, serio. L'altro annuisce.
“Lamnir,
spoglialo. Thor aiutami a togliere le pelli dal letto. Prendi i
cuscini. Metti lì gli asciugamani.” Il giovane
principe sembra di nuovo padrone di se.
“Loki...”
La voce di Saran è preoccupata.
“Che noi
siamo pronti o meno loro lo sono. Hanno deciso. Possiamo solo
assecondarli, no?” Lui si volta e gli sorride, dolce e
sereno. Thor pensa che sia tutta una finta. Poi gli sfiora le mani
e lo sente tremare.
Quello che
succede nelle quattro ora successive il giovane dio non sa vorrebbe
dimenticarlo o tenerlo a mente per il resto dei suoi giorni, è
tutto così magnifico e terrificante che non sa nemmeno lui
come si dovrebbe sentire. Il suo amato jotun gli è sembrato
perfetto, facendo sembrare tutto così semplice, ogni
movimento, ogni parola.
Non lo è
stato, Thor ha visto subito che il primo bambino non era come
avrebbe dovuto essere, troppo bianco, quasi trasparente. Loki gli
aveva premuto la mano sul petto, si era reso conto in quel momento
che il piccolo non respirava, troppo immobile sotto la mano
dell'altro, poi il suo jotun aveva premuto quel corpicino inerte
alcune volte e un debole pianto gli aveva fatto stringere il cuore.
Il piccolo era stato posato sul petto di Saran mentre Loki bloccava
il cordone ombelicale e Thor lo tagliava con mano tremante.
Lui e Lemnir
avevano lavato il piccolo, dopo che Loki aveva regolato la
temperatura dell'acqua. Quando Saran aveva avuto ancora le doglie
lui si era sentito così piccolo e solo davanti a un dolore
così grande che poteva a malapena immaginare. Cullava il
piccolo tra le braccia con calma, sussultando ad ogni urlo, ad ogni
incitamento di Loki al cognato, che sembrava sempre più
pallido e sfinito.
Thor gli si era
avvicinato, prendendogli la mano e dandogli quanto più seidr
poteva, madre gli aveva insegnato quel trucco da bambino, per poter
aiutare i feriti nelle sue battaglie da adulto. Gli viene da ridere
e piangere insieme, lo sta usando su qualcuno che fino a pochi mesi
prima considerava un nemico per mettere al mondo un piccolo jotun.
Nemmeno il
secondo bambino respirava, ma il suo magnifico amore lo aveva
rianimato, salvandolo. Secondo cordone ombelicale reciso e secondo
bagnetto...
Tutto sembrava
perfetto quando finalmente il ghiaccio si era dissolto, ma aveva
visto il terrore sul volto di Loki, che aveva urlato il nome del
cognato precipitandosi accanto a lui. Thor e Lemnir erano rimasti
qualche secondo bloccati, prima di capire che il cuore di Saran non
batteva più. I due principi erano rimasti immobili, con i
bambini tra le braccia, in una muta preghiera.
Thor non è
in grado di dire quanto tempo sia servito a Loki per rianimarlo, sa
che a lui sono sembrate ore. Ma poi, quasi per miracolo, quando i
bambini avevano iniziato a piangere insieme, Saran aveva riaperto
gli occhi.
Ora sono come
sospesi in una piccola bolla instabile, temono di fare qualcosa, di
muoversi. Qualcuno bussa alla porta e loro sussultano, facendo
piangere i piccoli tra le loro braccia. Un vecchio jotun entra e li
guarda con occhi spalancati.
“Sono
nati...” Loki lo dice piano.
“Stanno
bene.” Il curatore controlla i piccoli, guardando sorpreso il
dio che ne tiene in braccio uno.
“Controllate
Saran.” Lemnir lo dice piano, ha quasi paura di rivedere la
scena di poco prima.
“Ora sta
bene, ha solo bisogno di riposo. Come i piccoli.” L'anziano
sorride e sospira, facendo sistemare i bambini ai lati del giovane
padre steso sul letto.
“Sarà
meglio che riposiate anche voi.” Con un gesto gentile li
invita ad andare via.
“I
piccoli devono bere il loro latte ora.”
Thor guarda
Loki chiude la porta alle sue spalle e sospira, si sente esausto,
sfinito. Vorrebbe parlare, dire allo strane essere che ha davanti
che quello che ha fatto è stato... Non ha tempo di pensare
più a nulla quando Loki lo guarda negli occhi.
>,< capitolino estremamente
difficile da scrivere... Se avessi descritto tutto il parto in
maniera normale sarebbe diventato un papiro di almeno tre capitoli e
non volevo fare una cosa simile, ma non so se il risultato sia stato
abbastanza fluido e comprensibile... Ho deciso di far vedere tutto
dalla parte di Thor, che non capisce praticamente nulla di parto, che
aiuta come può, cercando di dare sostegno anche se non sa
nemmeno lui come si sente. Il racconto del dio è un po'
confuso, a tratti inesatto, proprio perchè lui stesso non
capisce cosa accade. Spero vi sia piaciuto >,< e che
commenterete questo strano capitolo... Il prossimo non si farà
attendere come questo, prometto...
A presto <3
Veleno
|
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Capitolo 8 *** L'alba ***
… Loki
chiude la porta. Inizia a piangere. Non riesce a trattenersi. Thor
lo abbraccia e lui nasconde il viso contro al suo collo. Inizia a
singhiozzare. Non ce la fa a smettere. Ha avuto troppa paura. È
stato teso per tutto il tempo e ora si sente esausto, sfinito. Ha
bisogno di sfogarsi. Il dio lo stringe e gli accarezza la schiena.
Lui si lascia andare a un pianto liberatorio. Ha rischiato di
perdere sia i bambini che il cognato. È riuscito a salvarli
per un soffio. Ora non riesce a ritrovare il controllo. Trema. I
singhiozzi gli escono incontrollati, come le lacrime. Stringe con
forza la veste di quello strano essere che gli ha rubato il cuore,
incapace di calmarsi e di respirare normalmente. Tutto attorno a se
sembra sparire. C'è solo lui e il dio che lo stringe e
protegge da tutto.
“Cosa è
successo?” Laufey arriva e li guarda preoccupato. Sia suo
figlio che Thor sono in lacrime.
“I
bambini di Saran sono nati.” Un singhiozzo sfugge anche al
dio del tuono.
“Stanno
bene sire. Solo che... i bambini non respiravano. E Saran... Il suo
cuore si era fermato.” Deve prendere un profondo respiro
prima di continuare.
“Ora
riposano c'è anche un curatore con loro. Noi siamo usciti.
Loki è stato magnifico. Non ha perso la calma nemmeno un
secondo, ma ora... non smette di singhiozzare.” Riesce a
sorridere passando la mano sulla testa del suo amore. Chiude gli
occhi, si è innamorato di quello strano essere. Perdutamente
innamorato...
Laufey guarda
le porte chiuse e poi ancora suo figlio minore.
“Sarà
meglio portarlo nelle sue stanze e dargli qualcosa per calmarlo.”
Sospira. Li precede per il corridoio. Thor deve praticamente
trascinarsi dietro Loki, che non sembra accorgersi di nulla.
Incontrano Farabuti, il re lo ferma prima che chieda qualcosa.
“Del
calmante.... che è successo a questa camera?” Laufey
non sa se essere sorpreso o infastidito. La camera è il
triplo di quello che dovrebbe essere e alcuni muri sono
trasparenti. Non è nemmeno sicuro di voler sapere cosa sono
le cose che si muovono nei contenitori a terra...
“Faglielo
bere, si addormenterà subito.” Farabuti da un
bicchiere a Thor, che lo guarda incerto, ma obbedisce.
“Che è
successo? Era sconvolto.” chiede al suo ex compagno. Guarda
il dio che adagia suo figlio sul letto, con dolcezza.
“Saran ha
avuto i cuccioli. Andiamo a vedere se anche loro sono sconvolti.”
Laufey lo porta via.
Thor resta lì,
con l'essere che lo sconvolge. Gli accarezza il viso. È così
bello e sereno mentre dorme. Quanto vorrebbe farlo felice, vederlo
sorridere come sorrideva Saran... Il cuore inizia a battergli
impazzito, arrossisce. Si alza di scatto dal letto. No, lui non ha
pensato di volere... No, assolutamente no. Si rivolta a guardare il
profilo sul letto. Un letto bianco, candido, puro... Come l'essere
che fino a pochi minuti prima gli stringeva la veste, in preda ad
un pianto disperato. Gli ha lasciato una strana sensazione
all'altezza dello stomaco. Non è spiacevole, ma ora lo
rivuole stretto a lui. Scuote la testa, come a scacciare quei
pensieri. Si siede su una poltrona. È stranamente comoda. Si
addormenta quasi subito.
Loki si
sveglia, sospira. L'hanno dovuto sedare, non riusciva a smettere di
piangere. Ma era così confortevole farlo sul petto di quel
dio... I suoi pensieri si bloccano. Lui è lì, accanto
al letto, sulla poltrona. Dorme raggomitolato su se stesso, deve
avere freddo. Si alza trascinandosi dietro una delle pellicce del
letto. Lo copre. Allunga la mano e gli sfiora il viso. È
così...bello. Quelle labbra erano morbide. Si avvicina per
baciarlo. Arrossisce e torna nel letto, che cosa stava per fare? Si
avvolge in una pelliccia, chiude gli occhi, non deve pensare.
Thor si
stiracchia, ha i muscoli un po' indolenziti, ma si sente al caldo.
Apre gli occhi. Guarda Loki che, seduto sul letto, fissa l'alba. Si
alza tenendo la coperta, sarà stato lui?
“Che
spettacolo magnifico.” Gli siede accanto.
“Quasi
come te...” Thor sente il cuore scoppiare, lo jotun lo guarda
sorpreso.
“Mi
turbi. Mi sconvolgi... Quando mi sei vicino il mio cuore impazzisce
e io non capisco più nulla. L'unica cosa che vorrei è
stringerti.” Si blocca appena si rende conto che stava
allungando la mano per stringergli la vita. Resta lì, con il
braccio sospeso a metà gesto.
Loki lo guarda,
sente uno strano calore nel cuore.
“Fallo.
Stringimi. Toglimi ancora il fiato, fammi ancora impazzire il
cuore.” Sussurra, avvicinandosi ancora di più al dio.
Thor lo
abbraccia. Lo stringe a se. Quel corpo contro il suo è
quello di un uomo. Non dovrebbe fargli nessunissimo effetto. Ma
sente il cuore impazzire e l'eccitazione che gli infiamma il
sangue. Sente Loki tremare appena, ma ricambiare l'abbraccio.
“Posso
baciarti?” Sussurra. Il cuore sembra volergli uscire dal
petto. Loki non risponde, ma sposta il viso e lo bacia. Un bacio
dolce, inesperto. Il dio se ne rende conto subito. Sorride,
assaporando quelle labbra e poi aprendole dolcemente con la lingua.
Il bacio si fa più profondo, intenso. Si staccano con il
fiato corto e l'anima in subbuglio. Loki abbassa il viso. Non
capisce. Quel dio lo sconvolge nel profondo. Proprio lui, che è
sempre così controllato e freddo... Si sente in fiamme.
“Come ho
fatto ad innamorarmi così perdutamente di te? Mi sei entrato
nell'anima. Mi eri sembrato così dolce nel bosco. Ma qui ti
sei mostrato forte e pericoloso. Il mio cuore, invece di calmarsi è
impazzito ancora di più.” Thor è felice e
spaventato. Guarda lo jotun negli occhi, da piccolo lo
terrorizzavano le storie su quegli esseri, e ora ne stringe uno a
se.
“Ero
venuto qui per chiedere la mano di una fanciulla. Sono stato
stupido, ti ho fatto arrabbiare.” Gli accarezza la schiena.
“Ora
vorrei chiedere la mano di un principe. E non ho la minima idea di
come fare per non farlo arrabbiare ancora. Perchè anche se a
volte è dolce e angelico è anche un uomo forte e
pericoloso. Mi ha buttato giù da al quarto piano di un
palazzo. Non oso immaginare cosa potrebbe farmi se lo facessi
ancora infuriare...” Thor si ferma, stupito. È la
prima volta che sente Loki ridere e questo gli ha mandato in tilt
la mente e il cuore.
“Vorrei
vederti sempre ridere felice. Vorrei essere io a farti felice...”
Si blocca. Loki ha alzato lo sguardo e ora lo fissa sorpreso.
“Vorresti
farmi felice?” Gli domanda.
“Si. Ma
non so come. Sembra che ogni cosa che io faccia finisca in un
immenso casino. Mi andrebbe anche bene, ma ho paura di far del male
a te. Mentre quello che voglio è farti stare bene.” Il
dio si agita, lui sorride.
“Stringimi,
baciami, io... è quello che voglio.” Gli dice
sedendosi a cavalcioni su di lui. Thor se lo stringe ancora contro,
stavolta però i loro corpi sono appiccicati e può
sentire chiaramente che quello che stringe a se è un
maschio. La reazione del suo corpo è immediata, si eccita.
Lo bacia, lo sente incerto ed eccitato che si stringe a lui.
Brividi di piacere gli scivolano lungo la schiena mentre le mani
fredde gli accarezzano la pelle sotto la maglia. Loki si rende
conto di aver agito d'istinto, per la prima volta da quando non è
più un bambino. Accarezza quella pelle calda, che gli piace
e lo inquieta. Fin dal primo momento ha desiderato toccare la pelle
di quell'essere. E ora che lo ha lì, tra le braccia, lo ha
fatto senza pensarci. Sta bene, la lingua del dio gioca con la sua
e quelle mani calde gli fanno sfuggire piccoli sospiri di piacere.
Il bussare alla
porta li fa sussultare e separare all'istante. Si guardano,
ansimanti e sconvolti.
“Chi è?”
Loki si alza dal letto, si accorge di avere la casacca slacciata,
se la sistema in fretta.
“Sono
io.” Farabuti cerca di non mettersi a ridere appena il figlio
gli apre la porta. Può immaginare che non stesse dormendo,
visto quanto è arrossato il suo viso. Almeno è ancora
vestito... anche il dio imbarazzato che è in piedi accanto
al letto.
“Frigga
mi ha domandato se sapessi dove era finito suo figlio. Devo dirgli
che nessuno ti ha scaraventato fuori dalle mura, volete scendere a
colazione o preferite restare qui a letto?” Sorride, mentre i
due arrossiscono guardando intensamente la punta delle loro scarpe.
“Sono
fiero di te cucciolo, hai fatto un ottimo lavoro ieri notte.”
Da un bacio sulla guancia a Loki prima di uscire.
“Ci
vediamo sotto tra dieci minuti.” Si chiude la porta alle
spalle e inizia a ridere.
…
Eccovi il penultimo capitolino ^.^ Vi
ringrazio per la pazienza... se ancora mi state leggendo >.<
L'ultima parte sarà un po' particolare... Ma arriverà
presto.
Grazie a chi legge <3 chi
commentava è sparito nel nulla facendomi disperare... ç.ç
A presto
Veleno
|
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Capitolo 9 *** Un piccolo indizio sul futuro ***
Farabuti ride,
camminando per il corridoio.
“Cosa vi rende
così allegro?” Laufey lo guarda serio, una punta di
gelosia a ferirgli il cuore.
“Tuo figlio, credo
proprio che abbia fatto innamorare il principe di Asgard.”
Farabuti indica il corridoio che porta alle stanze.
“Li ho beccati a
baciarsi. Direi che presto avremo un altro genero.” Sorride,
ma vede Laufey che lo guarda in modo strano.
“Cosa succede? Vi
da fastidio avermi qui? Andrò via presto.” Stringe i
pugni. La sera prima sembrava che le cose sarebbero state
tranquille, il re gli sembrava sereno.
“Non ho detto
nulla in proposito. Dite piuttosto che siete voi a volervene
andarvene il prima possibile.” Laufey sbotta.
“Non ho mai detto
una cosa simile.” Farabuti non capisce, perchè stanno
di nuovo litigando?
“Lo avete detto
ieri.” Il re lo guarda arrabbiato. Lui sospira.
“Cosa ve ne
importa? Stiamo già litigando dopo un giorno e non stiamo
nemmeno più insieme.” Voleva restare ancora un po', per
stare con i suoi nipotini. Ma forse è una brutta idea, sarà
meglio andarsene.
“Non per mio
volere.” Laufey lo dice arrabbiato. Si volta e fa alcuni
passi.
“Mi sembrava foste
molto d'accordo. Visto che ora avete anche chi vi scalda il letto.”
Farabuti lo ferma, trattenendolo per un braccio.
“Gli unici che
sono entrati nel mio letto oltre voi sono i nostri figli.
Lasciatemi.” Gli risponde arrabbiato. Perchè devono
sempre essere in lotta? Una volta non era così. Erano felici
quando i loro figli erano giovani. Guarda la mano che gli stringe il
polso. Vorrebbe che lo accarezzasse, ma non c'è più
nulla tra loro. Una morsa dolorosa gli stringe il cuore. Si libera
con uno strattone. Inizia a salire le scale, sente l'altro che lo
segue. Non vuole litigare ancora. È stanco, non ha dormito.
Ha pensato tutta la notte all'essere che ama e che non lo ricambia.
“Lasciatemi solo.”
La voce li esce stanca invece che arrabbiata come dovrebbe. Lo
guarda negli occhi, solo un secondo, poi riprende a salire le scale.
Entra nelle sue stanze, non riesce a chiudere la porta abbastanza in
fretta, Farabuti gli è davanti.
“Andatevene.”
Cerca di essere brusco, ma lo vede entrare e chiudersi la porta alle
spalle.
“Ditemi, cosa ho
fatto stavolta? Non possiamo litigare in questo modo ogni volta, non
stiamo più insieme.” Farabuti è stanco di
litigare.
“Smettete di
dirlo.” Il re lo dice dandogli le spalle.
“E' la verità.
Ormai non ci amiamo più.” La sua voce è fin
troppo triste, lo sa. Ma tra loro è finita. Nulla farà
ritornare le cose come prima. Troppa rabbia e troppe incomprensioni
li separano. Si prepara, sarà un altro dei loro litigi. Non
doveva seguirlo. Sospira. Deve chiarire che lui starà lì
per un po' per i figli, se il re non vuole vederlo si terrà
alla larga.
“Laufey.”
Inizia calmo.
“No facciamo ci la
guerra...” Si spazientisce, non sopporta che l'altro gli dia
le spalle. Lo fa girare bruscamente.
“Almeno guardatemi
mentr...” Si blocca. Laufey ha gli occhi lucidi. Si domanda il
perchè.
“Che voi non mi
amiate più non vuol dire che io provi lo stesso.” Il re
abbassa il viso. Farabuti resta fermo. Ha capito bene? Sa che la
risposta è si. Il suo cuore sta già esultando. Si
faranno ancora del male, ma, in fondo, anche adesso stanno male.
“Vuoi che io me ne
vada dal castello?” Gli chiede, lo guarda scuotere la testa.
Il re, l'essere più temuto del regno, in realtà è
una persona molto dolce. Sorride. Loro figlio Loki è uguale a
lui, povero Thor.
“Anche io ti
amo....” Gli sussurra. Lo vede alzare la testa di scatto e
fissarlo sorpreso. Pensa che il re ora sia bellissimo,
quell'espressione incredula e gli occhi lucidi. Lo stringe a se e lo
bacia con dolcezza.
Laufey non riesce a
capire come siano finiti sul letto, era troppo impegnato a baciare
il suo amore per prestarci davvero caso. Ora quello che vuole è
spogliare Farabuti e sentirne la pelle sotto le mani. Praticamente
si strappano via i vestiti. Erano secoli che non si sentiva così
vivo e pieno di vita, così attratto dal compagno. Può
ancora considerarlo tale? Si domanda. Non riesce a rispondersi,
troppo impegnato ad accarezzare la pelle dell'altro. Si sdraia,
trascinandolo sopra di se, un muto invito a cui in risposta arriva
un gemito. Sente Farabuti duro contro di se, e lui è già
pronto, bagnato.
“Ti voglio.”
Sussurra eccitato, spostando il bacino in avanti.
“Laufey...”
Un sussurro sulle sue labbra. Si guardano negli occhi mentre
Farabuti affonda in lui con un unica spinta, lenta e profonda.
“Ti amo.”
Gli dice all'orecchio, tra i gemiti. Non importa cosa accadrà
dopo, per ora è stretto al compagno, immerso in lui talmente
in fondo da non sapere più dove inizia uno e finisce l'altro.
Vorrebbe domandare, capire, ma sa che è impossibile farsi
dare delle risposte. È sorpreso per come il compagno si stia
dando, l'ha fatto solo quando voleva Loki... Gli manca il respiro,
Laufey vuole forse un altro bambino? Vorrebbe capire, ma i sui
pensieri vengono trascinati via dalla passione.
Appena Thor entra nella
sala da pranzo sua madre sa perfettamente che gli è successo
qualcosa: sorride e gli brillano gli occhi. Le si siede accanto dopo
averle dato un bacio sulla guancia.
“Madre, sono nati
i figli di Lemnir e Saran. È stato magnifico e terribile.
Sono due cosini minuscoli, mi stanno in una mano.” Thor lo
sussurra, è allegro, vorrebbe dire alla madre cosa è
successo tra lui e Loki, ma è pieno di servitori e non vuole
rischiare di fare qualche casino.
“E' magnifico.”
La vede sorridere.
“Quando saremo
soli vi dirò tutto, non so se ne posso parlare qui, davanti a
tutti.” Le dice, alcuni dei servitori li stanno effettivamente
guardando in modo strano.
“Buon giorno.”
Vartan si inchina, ha in braccio un bambino.
“Lui è mio
figlio Lafi. Di solito è allegro, non so cosa gli sia preso
oggi...” Dice guardandolo, l'esserino tra le sue braccia ha il
viso nascosto contro al suo collo e sembra piangere. Loki entra in
sala e fa un inchino.
“Buon giorno.”
Sorride, è passato a controllare i bambini e ha parlato con
il fratello maggiore. Si siede accanto al fratello, davanti agli
asgardiani. Ha il cuore che gli batte impazzito solo a stare nella
stessa stanza con il dio biondo.
“Zio...”
Lafi lo chiama piano, tra le lacrime. Lui lo prende in braccio,
lasciando che il bambino gli si aggrappi al collo.
“Che succede
briciolina.” Gli accarezza la schiena.
“Ora... non... mi
allenerai... più... ci... sono loro... sono più...
importanti di... me...” Il bambino glielo sussurra piano, tra
i singhiozzi. Non capisce di cosa stia parlando. Chi dovrebbe essere
più importante? Si domanda. Poi intuisce, ma non può
essere...
“Loro chi? Parli
dei gemelli?” Guarda il bambino annuire in risposta. Un
veggente... Nella famiglia reale non era mai successo.
“Cosa hai visto?”
Gli chiede serio.
“Ho visto due
Lemran, gemelli, giocavano felici tra la neve. Uno aveva una corona
e l'altro un alabarda. Il re degli jotun e il loro protettore. Poi
però arrivavano altri due gemelli, Thorki, uno aveva un ramo
di uria, l'altro un martello. Ridevano, mentre io li guardavo. Uno
sarà re di un immensa città dorata, l'altro il
protettore dei nove regni. Uno mi diceva che tu eri il maestro più
bravo. Ridevano tutti e quattro insieme. Poi mi facevano delle
domande, erano importanti, ma non me le ricordo. Ricordo solo che
avevo la certezza che tu non fossi con me da molto.” Il
bambino cerca di spiegargli il sogno che non era un sogno.
“Loki...”
Vatan chiama il fratello, nella stanza tutti hanno ascoltato il
bambino, ma lui è quello più sconvolto.
“I gemelli, sono
nati stanotte... Lafi gli ha visti. Loro e... altri.” Non
riesce a dire di più, si vergogna.
“Che bella
notizia. Non vedo l'ora.” La regina sorride, lui la guarda.
Arrossisce al pensiero. Gemelli, suoi e di Thor...
“Madre, se avete
capito potete illuminarci? Io e Vatan stiamo brancolando nel buio.”
Thor sorride incerto, il comportamento di Loki gli sembra strano.
Infatti lo vede agitarsi e alzarsi, dando il bambino al fratello.
“Lafi, i secondi
gemelli, erano come te o rosa come me?” La regina lascia il
tempo a Loki di uscire dalla sala.
“Rosa.” Il
bambino risponde subito.
“Lafi ha visto i
figli di Lemnir e Saran, regnare e proteggere questo pianeta. Ma lui
sarà un veggente potente quindi ha visto altri due gemelli a
cui saranno indissolubilmente legati. Che nasceranno magari tra
qualche anno, e che saranno figli di Thor e Loki.” Sorride al
figlio, che arrossisce e poi sorride.
“Loki...”
Thor lo chiama, lo jotun è seduto oltre il parapetto, si
stringe le braccia al petto, sembra pensieroso.
“Quel bambino ha
davvero visto i nostri figli?” Gli siede accanto.
“Non so se esserne
più felice o spaventato dal sapere che avremo dei gemelli. La
cosa che mi fa più felice è sapere che staremo
insieme.” Sorride, è felice, ha il cuore che gli batte
impazzito. Si sposta per accarezzare il viso di Loki.
“Ti amo.”
Gli sussurra a fior di labbra, prima di baciarlo dolcemente.
+++
Eccoci giunti
alla conclusione... Ci ho messo una marea di tempo, chiedo venia. È
che... nulla, non mi convince parte di questa cosa, ma non ho trovato
il modo di cambiare cosa volevo cambiare senza stravolgerne il senso.
Per me questa frase ha senso, spero anche per voi ^^
Per ora le
avventure dei nostri due tesorini finiscono qui. Per ora. Non so se
potrà esserci un seguito o meno.
Ringrazio tutti
quelli che hanno letto e recensito siete stati il mio sostegno. Spero
che la storia vi sia piaciuta. <3
A presto
Veleno
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