Dolls And Robots War IV

di Phobos_Quake 3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La Torre E L'Obelisco ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Nerima ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Una Nuova Alleata ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Shibuya ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Pechino ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Oslo ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Lisbona ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Giza ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Washington ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Lima ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Canberra ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Wellington ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Scontro Vicino Casa Sakurada ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Alice's Refuge ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Space Oddity ***
Capitolo 17: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
 
 
 
Anno 2225. Sono passati tre anni dalla distruzione, o almeno così credevamo, di Alice. Chi, oltre a Jun, avrà l'occasione di leggere queste cronache che sto scrivendo avrà capito bene. Alice non era affatto andata distrutta come pensavamo. L'ultima volta, come saprete, si era impossessata, come fosse un virus, del corpo del nostro amico Laplace che si era sacrificato, pur di salvarci la vita, venendo seppellito dalle rocce della caverna sotto il monte Fuji. Avevamo perso un amico, e ancora adesso non riesco a trattenere le lacrime se penso a lui, ma almeno eravamo sicure di aver messo la parola fine sull'esistenza di quella maledetta Alice. E invece non era affatto così. A volte penso, e purtroppo lo maledico anche, per poi pentirmene amaramente, che se nostro padre Rozen non l'avesse mai creata, tutto questo non sarebbe successo. Purtroppo non siamo state dotate dell'abilità di viaggiare nel tempo, altrimenti avremmo potuto evitare il famoso incidente che la rese malvagia. Certo, in questo modo io e le mie sorelle non saremmo mai nate, né avrei conosciuto Jun e Laplace, ma lo avrei preferito piuttosto che essere perseguitata da quel dannato rottame difettoso e non starei ancora qui a scrivere su questo diario. Ma mi sto dilungando troppo. Volete sapere cos'è successo, quindi ve lo racconto. Era il tre aprile. Non era certo una data a caso. Era il giorno in cui ci scontrammo per la prima volta con la maledetta Alice nella fabbrica di nostro padre. Era una giornata tranquilla come tutte le altre. Erano stati tre anni lunghi e all'insegna della pace. Io ero sola in casa ed ero, come al solito, immersa nella lettura. Stavo leggendo un libro intitolato "Il Paradosso Del Passato" di Robert Silverberg. Dopo un po', però, chiusi il libro, sbadigliai e mi misi davanti al PC di Jun. Mi aveva insegnato ad usarlo e quindi attivai windows media player e ascoltai un po' di musica. In una cartella chiamata "Progressive", il genere preferito di Jun e ascoltandolo diventò anche il mio, ce n'erano molte altre con i nomi dei gruppi, ne scelsi uno con su scritto "(Norvegia) Magic Pie" e iniziai ad ascoltare l’album chiamato King For A Day. Mentre ero immersa nell'ascolto, chiusi gli occhi e sognai la morte di Laplace. Ormai la sua morte era un incubo ricorrente che aveva sostituito completamente quello della morte di Ginkijo, la quinta Alice Maiden, e che perseguitava non solo le mie notti. A volte lo sognavo anche quando ero completamente sveglia. Mi svegliai di soprassalto come tutte le volte. Il disco era finito da un pezzo.
"Maledizione..." pensai e lo ricominciai da capo.
Mentre ascoltavo, aprii internet, sì Jun m'insegnò ad usare anche quello, ma lo utilizzavo raramente perché l'ho sempre trovata un'invenzione stupida, e la homepage, il sito di un giornale locale, si aprì. La notizia a lettere cubitali che mi si parò davanti mi lasciò interdetta. Parlava di uno strano e misterioso obelisco nero comparso dal nulla al centro di Tokyo, esattamente ai piedi della sua famosissima torre.
-Che... che diavolo...?- dissi a voce alta.
Lessi bene la notizia e cominciai a tremare. L'obelisco non si trovava  solo a Tokyo, la mia città, ma ce n'era uno anche nel quartiere di Nerima, in quello di Shibuya e quello di Kita. Esattamente dove vivevano Suigintou, le gemelle Suiseiseki e Souseiseki, e Kanaria. Ne mancava uno, ma quello era normale. Nessuno sapeva dove vivesse Kirakishou. O meglio, io ero venuta a saperlo da lei stessa. Viveva al Polo Sud perché, a detta sua, era proprio un luogo adatto a lei, ma chi so io non sapeva dove si trovasse. Continuai a leggere e a tremare cercando di trattenere, inutilmente, le lacrime. Quando Jun tornò a casa e mi vide piangere mi mise una mano sulla spalla.
-Ancora il sogno di Laplace?- mi disse con voce dolce.
Io mi girai a guardarlo.
-N... no! Qualcosa di ancora più brutto!- gli dissi e mi gettai tra le sue braccia continuando a piangere.
Lui non seppe cosa dire e si limitò a consolarmi con dolci carezze.
-Ma cosa...?-
Molto probabilmente gli occhi andarono sullo schermo del PC perché smise di accarezzarmi e anche lui iniziò a tremare. Anche un idiota, facendo due più due, avrebbe capito al volo.
-Non... non può essere. Non può essere ancora lei. Ma allora è un vizio! L'avete... l'avete distrutta. Non posso credere che Laplace si sia sacrificato per nulla. Mi rifiuto!- disse con voce strozzata.
Aveva ripetuto a voce alta il pensiero che avevo in testa da quando lessi il giornale e la disperazione era così tanta da impedirmi di dire qualcosa e continuai ad abbracciare Jun stretto.
-Perché Jun? Perché?-
Jun non seppe cosa dire e continuò ad abbracciarmi.
-Vorrei non essere mai nata!- dissi senza pensare.
-No! Non dirlo neanche per scherzo!-
-Se non nascevo mi sarei risparmiata questa sofferenza!-
Jun mi prese il viso tra le mani e mi guardò, mi sorrise e mi diede un bacio sulla bocca che mi lasciò con gli occhi spalancati per la sorpresa.
-S... scusa... è stato un gesto istintivo!- disse arrossendo.
-Mpf. Non è la prima volta che fai cose istintive. Ricordi quando ti sei preso i coltelli sulla schiena, rischiando la morte, per difendermi?-
Lui sorrise e tornò ad abbracciarmi.
-A questo punto vorrei avere tra le mani quel fantasioso soggettista che ha deciso di tirare fuori un quarto capitolo di questa storia. Credevo che una trilogia fosse più che sufficiente, no?-
Questo mi fece sorridere. Adoravo Jun anche per questo. Era sempre stato abile a tirarmi su quando ero giù di corda. Forse era vero. Non dovevo dire che non meritavo di nascere. Non lo avrei mai conosciuto e mi sarebbe dispiaciuto molto.
-Grazie Jun. Ti voglio bene!-
Lui mi sorrise e mi accarezzò il viso. 
-Cosa sono secondo te?-
-Obelischi neri!-
-Sì, questo lo vedo anch'io. Gli occhiali servono a questo. Dico, secondo te a cosa servono?-
-Ah, questa sì che è una domanda intelligente da parte tua, ma non saprei cosa rispondere sinceramente!-
-Beh, non scervellarti troppo, altrimenti rischi di friggere e poi mi perderei tutto il divertimento di vederti soffrire, amica mia!-
Quella voce. Dopo tre anni di pace, quella odiosa voce tornò a perseguitare le mie orecchie.
-A... Alice! Dove diavolo sei maledetta bastarda? Dove sei?-
-Non alterarti, altrimenti ti escono dalla bocca parole non adatte a una signora altolocata come te! Sono qui. Non mi vedi? Alza i tuoi bei occhi blu, dai!-
Alzai lo sguardo e il dannato corvo robotico volava sopra la mia testa. Era entrato dalla finestra che era aperta.
-Il... Il corvo! Maledizione!-
-"Disse il corvo: Mai più!"-
-Edgar Allan Poe... ti permetti anche di prendermi in giro? Ma sai, su una cosa hai ragione!-
-E sarebbe?-
-Mai più!-
Lanciai il mio vortice di petali con rabbia e distrussi una volta per tutte quel dannato corvo. Una volta esploso come fosse un fuoco d'artificio, di lui restò solo la testa che cadde a terra.
-Non avresti dovuto distruggerlo. Almeno non subito!- mi disse Jun.
-E perché?-
-Ha ragione il tuo amico, Shinku. Sembra molto più intelligente di te. Ed è insolito per uno schifoso umano!-
La testa del corvo continuava a muoversi e a parlare. Dopodiché, dopo essersi messo in posizione retta, iniziò a fluttuare.
-Come diceva il bel ragazzetto, non t'interessa sapere cosa sono quegli obelischi?-
-Sinceramente no. Voglio sapere solo dove diavolo ti nascondi e perché continui a vivere. Tu dovevi essere già distrutta e sepolta quando ci siamo incontrati la prima volta!-
-La prima volta... guarda caso oggi è il tre aprile. Che curiosa coincidenza, vero?-
-Basta girare intorno al cespuglio. Dimmi quello che mi vuoi dire dato che pare ci tieni tanto!-
Alice sorrise, o almeno immaginai che lo fece dato che la testa del corvo non poteva farlo.
-All'interno di ognuno di quegli splendidi obelischi di ferro e acciaio c'è una Rosa Mystica!-
-Che... che cosa? Una Rosa Mystica?-
-Non credo tu abbia problemi di udito, quindi sì, hai capito benissimo!-
-Quindi sono robot trasformabili? Tipo dei Transformers?- chiese Jun.
-Non so di cosa stai parlando, ma comunque no. Ti sei sbagliato di grosso moccioso! Forse non sei così intelligente come pensavo. Mi rimangio quello che ho detto!-
-E allora che senso ha una Rosa Mystica al loro interno?-
Credo che Alice sorrise di nuovo perché ci fu una pausa prima che rispose.
-Sono Rose Mystiche esplosive!-
-Cosa?- gridai.
-Ancora... stai diventando sorda con il passare del tempo? Ho detto che sono Rose Mystiche esplosive. La loro potenza è tre volte superiore a una bomba atomica e, quindi, quando esploderanno tutti e quattro il Giappone non esisterà più!-
-Hai intenzione di annientare un paese solo per ucciderci?- chiesi tremando e con le lacrime agli occhi.
-Ormai questo è il mio scopo. E sono sicura che questa volta morirete senz'altro. Dopotutto non si tratta certo di una bomba normale, ma una Rosa Mystica che esplode!-
-Co... come fai a esserne così sicura? Magari sopravvivranno!- disse Jun.
-Questa volta no. Ho analizzato bene la composizione della Rosa Mystica dopo averla creata per le mie Alice Maiden, quelle sottospecie di fatine anoressiche, ricordate? Beh, le analisi hanno rivelato che se una Rosa Mystica esplode è così potente da distruggere anche la cosa più resistente al mondo. Le Rozen Maiden sono le creature più resistenti a questo mondo, quindi non sopravvivranno all'esplosione! Si sono salvate tante volte, ma ora non più!-
Io continuai a tremare non solo per la paura, ma anche per la rabbia.
-Qu... quando esploderanno?-
-Appena li attiverò esploderanno tra cinque minuti! Sarà uno spettacolo!-
-Solo cinque minuti? Sei una maledetta tr...-
-Ti ho già detto di non dire certe parole. Sei una dama, che diamine!-
-Hey! Questo posso dirglielo soltanto io!- disse Jun con fare sprezzante.
-Chi se ne frega!-
Io continuavo a tremare e le lacrime continuavano a scendere dai miei occhi. Dopodiché m'inginocchiai.
-Sh... Shinku!-
-Ti sei arresa? Oh beh, poco m'importa. L'importante è che tu muoia!-
Sentii come un bip soffocato. Questo significava solo che i dispositivi erano stati attivati.
-Ecco fatto. Goditi questi ultimi cinque minuti che ti restano!-
Alzai lo sguardo sulla testa del robot e lanciai un solo petalo che lo colpì in mezzo agli occhi ed esplose. Fatto questo, corsi alla finestra e posai i piedi sul bordo.
-Shinku!-
-Non ho tempo da perdere. Devo salvare Tokyo! Tu... averti le altre! Veloce!-
-S... sì! Però aspetta un secondo!-
-Non ho tempo per aspettare!-
Jun corse alla sua scrivania, aprì il cassetto, prese qualcosa e mi disse:
-Prendi!-
-Che cos...?-
Afferrai al volo l'oggetto e lo osservai. Era un orologio da taschino.
-Così potrai vedere quanto tempo ti resta!-
-G... grazie Jun!- gli dissi commossa.
Lui mi sorrise, dopodiché uscì velocemente dalla sua stanza. Gli sorrisi, mi voltai e volai via verso la mia meta.
 


Nota: Ringrazio l'utente Razor666 per avermi suggerito l'idea della bomba nella sua recensione del terzo capitolo della saga.
 
Nota 2: Gli obelischi neri sono chiaramente ispirati a quelli visti in Digimon 02, mentre il fatto che hanno una bomba all'interno s'ispira alle Colonne Infernali viste nel manga Dai La Grande Avventura.
 
Nota 3: La battuta sfonda quarta parete fatta da Jun sul soggettista è presa dal quarto capitolo della saga "Topolino E La Spada Di Ghiaccio - La Bella Addormentata Nel Cosmo".

Data Di Creazione: 31/07/2015

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La Torre E L'Obelisco ***


Capitolo 1:
 
La Torre E L’Obelisco
 
 


Vivendo a Tokyo, raggiunsi il centro in pochi secondi. Rimasi a fissare l'obelisco posizionato sotto l'enorme e imponente torre simbolo della città (che non è molto diversa da quella di Parigi debbo dire). Avvertivo una forte energia provenire da quell'affare nero. Atterrai e continuai a fissarlo.
"E ora che faccio? Forse... avrei dovuto costringere Alice a spiegarmi cosa fare invece di distruggere completamente quello stupido corvo robot! Laplace... tu forse potevi darmi una mano. Se fossi qui..."
Una lacrima rigò il mio viso e l'asciugai.
"Non devo piangere. Il tempo stringe. Devo trovare subito una soluzione!"
Mi avvicinai leggermente e avvertii un forte calore. Lo toccai con un dito e mi ritrovai a ritirarlo di colpo. Era bollente.
Istintivamente presi l'orologio da taschino per guardarlo. Erano passati pochi secondi. Ero ancora in tempo.
-Ti vedo disorientata. Vuoi una mano?- disse una voce.
-Chi sei?- chiesi guardandomi attorno.
-Sono qua su!-
Alzai lo sguardo e la vidi. Era sulla punta dell'obelisco e sembrava non avvertirne minimamente il calore.
-Un'Alice Maiden!- dissi.
-Hai indovinato, Shinku!- disse lei atterrando davanti a me.
Era alta esattamente come me, indossava un abito nero, più simile a un costume da bagno intero, con maniche lunghe, stivaletti viola che arrivavano fino alle caviglie, un lungo mantello nero, la sua pelle era biancastra, i capelli a caschetto, corvini e con riflessi viola e anche gli occhi erano dello stesso colore di questi ultimi.
-Finalmente un'Alice Maiden dall'aspetto come si deve. Non come le ultime che abbiamo affrontato! Quelle sottospecie di fatine sofferenti di anoressia!-
-Ti ringrazio molto!-
-Qual'è il tuo nome?-
-Mi chiamo Sumie!-
Era curioso che Alice scelse di dare a queste nuove creazioni dei nomi normali e tipici del Giappone. Certo, tradotto significava "pittura a inchiostro", ma era comunque un nome comune tra le ragazze giapponesi.
-Molto bene. Non ho tempo da perdere con te! Ho una missione da compiere!-
-Spiacente, ma di tempo ne dovrai perdere eccome! Combattendo con me!-
-Togliti di mezzo!-
La scansai con forza, ma lei fece un leggero salto e mi colpì con un calcio sul mento che mi sollevò in aria e caddi a terra. Per istinto riguardai l'orologio. Era già passato un minuto.
-Dannazione!-
-La preoccupazione che hai ti rende debole!-
Sumie iniziò a fluttuare e mi lanciò dalla mano un'onda energetica nera a forma di boomerang.
-Prendi questa Black Blade!-
Il mio corpo fu circondato da numerosi petali di energia che roteavano attorno al mio corpo, fungendo da barriera, e la Black Blade non mi fece nulla.
-Affascinante!-
-È il mio turno ora!-
Spiccai il volo come un proiettile e quando la raggiunsi la colpii con un pugno tanto forte da scaraventarla addosso all'obelisco e cadde a terra.
-Che forza! Ora capisco perché Alice ti teme così tanto! O meglio, vi teme!-
-Se ci teme, dovrebbe smettere di darci fastidio e arrendersi una buona volta!-
-Arrendersi? Non si arrenderà mai finché non vedrà voi e questo mondo sparire per sempre. Vi perseguiterà all'infinito!-
Cercai di zittirla lanciandole addosso il vortice di petali, ma bastò giusto per farla sbattere di nuovo contro l'obelisco. Quando si alzò mi sorrise.
-Che diavolo hai da sorridere?- le chiesi.
A un tratto, il suo corpo iniziò ad emettere scariche elettriche nere.
-Ruggisci, Black Lightning!-
Proprio come diceva il nome, mi lanciò un fulmine nero che mi fece urlare con tutto il fiato che avevo e caddi a terra.
-Come ti stenti?-
-Come un pollo sulla graticola...-
-È proprio quello che volevo sentire!-
Mi rialzai a fatica, ma Sumie me ne diede un'altra dose e mi ritrovai con la faccia in terra.
-Mi piace quando urli. Fallo ancora!-
Un'altra scarica. Stanca, mi alzai anche se a fatica.
-Wow! Hai il coraggio di alzarti ancora?-
Lanciai il vortice di petali, ma Sumie compì un balzo, atterrò alle mie spalle, mi afferrò i codini e iniziò a girare su se stessa.
-Lasciami, maledetta!-
-Non avere fretta, devo fare dieci giri!-
Fu di parola. Al decimo giro mi lanciò e caddi violentemente a terra. Era la terza volta che la mia faccia aveva avuto un incontro ravvicinato con l'asfalto. Guardai l'orologio. Mancavano due minuti. Fui presa dall'angoscia più totale.
-Dannazione!-
Mi rialzai, ma il Black Lightning mi fece ricadere a terra.
-Basta giocare. Finiamola qui!-
Sumie tornò a fluttuare nell'aria, alzò un dito al cielo e una sfera energetica nera comparve sopra la sua testa.
-Muori annientata dalla mia Sphere Of Darkness! Addi... URGH!-
Qualcosa, o meglio, qualcuno l'aveva colpita al volto buttandola a terra. Era stata Hinaichigo con un calcio.
-Hina!- dissi.
Lei sorrise, atterrò accanto a me e mi abbracciò.
-Scusa se ho tardato!- mi disse.
-Oh, la fragolina è venuta a darti una mano? Peccato che il suo aiuto non sarà tanto utile visto che sarà impegnata!- disse Sumie.
-Impegnata? Con chi?-
-Con me, stupida mocciosa!- disse una voce.
Io e Hina ci voltammo in sincrono a sinistra e vedemmo sbucare da dietro l'obelisco un'altra bambola anche lei alta come me, Hina e Sumie. I suoi capelli erano lunghi fino alle scapole ed erano rossi, mentre gli occhi erano marroni. Indossava un gilè jeans sotto al quale aveva una maglia nera con maniche lunghe e bianche. Anche i pantaloni, lunghi, erano neri e anche lei, come la sua collega, aveva stivali marroni che arrivavano alle caviglie.
-Tu chi sei?- chiedemmo io e Hina insieme.
-Molto piacere. Mi chiamo Eri!-
"Un altro nome comune!" pensai.
-Sono l'avversaria della fragolina. Ero nascosta in attesa che arrivasse!-
Hinaichigo, senza preavviso, si buttò come un proiettile contro la sua avversaria colpendola con una spallata e buttandola a terra. Aveva fatto quella che, in gergo wrestling, viene detta "Spear", dopodiché, inginocchiata su di lei, iniziò a prenderla a pugni.
-Bene! Mentre le "bimbe" bisticciano possiamo riprendere dove avevamo lasciato, Shinku?-
Non risposi, guardai l'orologio. Restava solo un minuto. Un dannato, dannatissimo minuto.
-Piantala di guardare quell'orologio!-
Stava per lanciarmi un'altra Black Blade, ma anch'io imitai Hinaichigo e le feci una Spear. Dopodiché, l'afferrai per i capelli e la lanciai in aria.
-Idiota!-
Sul suo dito ricomparve la Sphere Of Darkness, la lanciò e la presi in pieno.
-Shinku!- gridò Hinaichigo.
-Non dovevi distrarti stupida!- le gridò Eri.
Sentii che Hinaichigo la colpì, ma non vidi come perché c'era troppo fumo attorno a me. Forse con un pugno, chissà. Quando tutto svanì, avevo di nuovo la barriera di petali.
-Ora basta. Devo affrettarmi! Sparisci da questo mondo!-
-Non ci sperare! Black Light...-
I petali attorno a me si fermarono di colpo, assunsero la forma di aculei energetici e si scagliarono contro Sumie trasformandola in una vera e propria bambola voodoo.
-Ma... ma come...?- disse prima di cadere a terra prona.
-Sumie!- gridò sua sorella.
Il corpo dell'Alice Maiden s'illuminò e la sua Rosa Mystica uscì dal suo corpo fluttuando in aria. Pensai subito che sarebbe entrata nel corpo di Eri, ma invece brillò intensamente, tanto da costringermi a coprirmi gli occhi col braccio, e scoppiò. Non fu uno scoppio potente, ma era come quello di un petardo o un fuoco d'artificio.Come dicono gli umani, mi aveva fatto prendere un colpo.
-Dannata Rozen Maiden, adesso ti...-
-Tu non vai da nessuna parte. Hai detto che combattevi con me, no?-
Non mi voltai. Probabilmente aveva bloccato i movimenti di Eri con i suoi rovi. Mi avvicinai velocemente all'obelisco cercando di trovare una soluzione che non riuscivo minimamente a trovare.
-Come faccio a disattivarlo? Come? Come?-
Eri iniziò a ridere.
-È tutto inutile. Ormai manca poco. Il Giappone è condannato! Godetevi questi ultimi istanti di vi...-
-No, non voglio crederci. Suigintou e le altre avranno distrutto le tue sorelle e disattivato gli obelischi. Ne sono sicura!-
-Certo! Sogna ancora!-
Hinaichigo la tirò a sé e le diede un pugno buttandola a terra. La ringraziai e tornai a guardare nervosamente l'orologio e l'obelisco come se così facendo la soluzione sarebbe venuta da sé. Ma purtroppo la mia mente era vuota, il tempo scorreva inesorabile e io cominciai a disperarmi.
-Sh... Shinku...-
Hinaichigo mi disse qualcosa che non riuscii a sentire data la mia disperazione.
-Hai finito di piangere come una bimbetta? Credevo che questo spettasse solo a Hinaichigo!- mi disse una voce che conoscevo bene.
-Ki... Kirakishou? Ma come...?-
-Quanto tempo ci resta?-
Guardai l'orologio.
-Trenta secondi!-
Kirakishou osservò l'obelisco per un tempo che mi sembrava infinito.
-Hai... hai qualche idea?- chiesi con una certa apprensione.
Non mi rispose. Continuava a fissare immobile quell'affare. Poi, a un tratto, la vidi fare una cosa rara da parte sua: sorrise. La rosa bianca sul suo occhio cominciò a muoversi, diventò sempre più grande e inghiottì l'obelisco facendolo sparire chissà dove. Una volta, fatto, tornò alle sue dimensioni e al suo posto. Non fui comunque tranquilla, perché non sapevo se le altre avevano risolto in qualche modo. Quando il tempo scadde, chiusi gli occhi.
-Perdonami, Jun!- dissi.
Eri iniziò a ridere come una pazza e io riaprii gli occhi.
-Ma che...?-
-Alice vi ha preso in giro. Non li ha attivati tutti contemporaneamente. Non può farlo. Può attivarne solo uno alla volta! Però devo dire che è stato davvero uno spasso! Ah, ah, ah, ah, ah!-
Hinaichigo tentò di colpirla di nuovo, ma l'Alice Maiden si liberò e la colpì con una sberla.
-Ora ti concio per le feste e poi sistemerò anche le tue sorelle. Vendicherò Sumie!-
-Mi fai tenerezza!- disse Kirakishou freddamente.
-Ti faccio a pezzi, dannata!-
Hinaichigo la afferrò sotto le ascelle, la sollevò e le fece sbattere la testa con violenza sull'asfalto.
-Sono io la tua avversaria, ricordi?-
 


Nota 4: L'aspetto di Sumie è ispirato a quello di Hotaru/Ottavia, ovvero, Sailor Saturn, mentre il colore pallido della pelle riprende quello di Raven/Corvina dei Teen Titans.
 
Nota 5: Il vestito di Eri è ispirato a quello di Cyborg 18 di Dragon Ball.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Nerima ***


Capitolo 2:
 
Nerima
 
 

Eri si rialzò con rabbia e colpì Hinaichigo con un calcio rotante buttandola a terra.
-Adesso faccio frappé di te!-
Allargò le braccia e iniziò a soffiare il vento con forza.
-Wind Storm!-
Creò un tornado che investì Hinaichigo e la scaraventò lontano dopo averla fatta girare per un po'. Io e Kirakishou osservavamo il tutto con un sorriso beffardo.
-Che avete da sorridere voi due? L'ho fatta a pezzi e ridete?-
-Non mi sembra affatto morta!- dissi io.
-C... come?-
Hinaichigo la colpì con una violenta testata alla nuca.
-Maledetta, sei ancora qui?-
La imprigionò con i suoi rovi, ma Eri si liberò.
-Sei patetica, non vincerai mai!-
-Ho una cosa da mostrarti. Qualcosa di nuovo e decisamente più efficace!-
-Mh?-
Comparvero molti rovi sotto i piedi dell'Alice Maiden.
-Tsk! E con ciò?-
Sopra di essi spuntarono una decina di piccole fragole che poi diventarono grandi quanto una palla da basket.
-Ma cosa...?-
Dopodiché esplosero come bombe tutte contemporaneamente. Eri era completamente nuda, priva del braccio destro, la mano sinistra e con metà faccia sfigurata.
-Ho imparato un nuovo attacco in questi anni. Tomoe l'ha chiamato Strawberry Bombs!-
-Maledetta... mocciosa...- disse e cadde a terra.
Mi ritrovai ad applaudire soddisfatta e Hinaichigo chinò leggermente il capo con un sorriso. Anche la Rosa Mystica di Eri scoppiò una volta uscita dal corpo. Non ne capivo il motivo, forse una volta perso il corpo smetteva di funzionare, ma poco m'importava. Bisognava andare a Nerima. Prima di spiccare il volo, però, mi avvicinai a Kirakishou per ringraziarla.
-Non m'interessano i tuoi ringraziamenti. Non sei Gin-sama!-
-A tal proposito, come mai sei venuta da me anziché da Suigintou? E soprattutto, come facevi a sapere che eravamo in difficoltà? Dubito che al polo sud esista la televisione...-
Mi rispose dopo una breve pausa.
-Me l’ha detto un uccellino!- mi disse.
-Ah, ho capito. Suigintou, dopo aver ricevuto la telefonata di Jun, ti ha…-
-No, sei fuori strada!-
-Come? Allora ti ha avvertita Kanaria. Dopotutto ha un vestito giallo canarino!-
-No, neanche lei!-
Rimasi senza parole e anche senza più idee.
-Mi arrendo!- dissi.
A un tratto, due mani mi coprirono gli occhi.
-Ma cosa…?-
Sentii Hinaichigo esclamare di sorpresa.
-Ma… ma tu… tu sei…- disse senza finire la frase.
-Cosa succede? Che diavolo…?-
Le mani si allontanarono dai miei occhi e mi voltai.
-Ciao, Shinku!-
Rimasi a bocca aperta. Non potevo credere ai miei occhi. Laplace era davanti a me, ma aveva qualcosa di diverso. Non aveva più dimensioni umane, ma quelle di una bambola. Proprio come Suigintou e Kirakishou insomma.
-Sei tu? Sei… sei davvero tu? Non… non ci posso credere!-
-In carne e ossa, amica mia, anche se non sarebbe proprio corretto dire così!-
-Ma… ma come…? Io… io credevo che…-
Non riuscii a trattenere le lacrime e gli saltai addosso abbracciandolo. Quando finalmente mi calmai, Kirakishou mi spiegò tutto.
-Quando riparai Laplace dopo il nostro primo incontro con Alice, lui mi disse di salvare la sua memoria in un altro chip. Mi disse che era per sicurezza. Molto probabilmente sentiva che forse Alice si sarebbe impossessata del suo corpo!-
Laplace annuì.
-Così io e lui tornammo a casa di nostro padre, trovammo un chip utile allo scopo e lì salvò la sua memoria. Poi gli venne un’idea…-
Kirakishou smise di parlare e fece un gesto a Laplace. Continuò lui il racconto.
-La mia idea era quella di inserire il chip in un corpo di bambola. In pratica, la dama bianca doveva creare una Rozen Maiden con le mie fattezze! Per questo studiò sul libro d’alchimia come creare la Rosa Mystica e poi lo nascose, anche se Alice lo trovò, ma pazienza. Studiò anche come creare bambole sempre grazie agli appunti di Rozen. Così, una volta pronto, mi portò al polo sud , mi attivò, mi svegliai pochi giorni fa ed eccomi qua!- concluse con un sorriso e un inchino dei suoi.
Io, per la gioia, non riuscivo affatto a frenare le lacrime.
-E come hai fatto a sapere del ritorno, purtroppo, di Alice?- chiese Hinaichigo.
La stessa cosa che volevo chiedergli io. Non mi rispose subito. Chinò il capo come per fare ammenda.
-Volevo farti una sorpresa e avevo scelto proprio questa data perché ricorreva la prima sconfitta di Alice, ma quando son arrivato davanti alla finestra della camera di Jun… ho visto e sentito tutto! Quindi ho avvertito Kirakishou e…-
-Ora però, se non vi dispiace, dobbiamo andare. Gin-sama ha bisogno di noi!- disse Kirakishou interrompendolo.
Abbracciai Laplace.
-Sono contenta che sei tornato!-
-Grazie, amica mia!-
-Ora andiamo!-
E spiccammo il volo. Giunti a destinazione, vedemmo in lontananza l'obelisco nero. Non avvertivo alcuna energia né il calore di quell'altro. Forse non era ancora stato attivato. Una volta atterrate lì vicino, trovammo Suigintou che lo guardava.
-Suigintou!-
-Ah, eccovi. Ma… ma che…?-
La sua reazione era comprensibile nel rivedere Laplace in quella nuova “veste”.
-Ciao, dama nera!-
-Ma… ma come…?-
Kirakishou e Laplace le spiegarono tutto.
-Capisco. Ora, Shinku, il tuo amico Jun mi ha raccontato tutto e mi son precipitata subito qui, ma questo affare mi sembra difettoso. I cinque minuti son passati, ma non è esploso. Alice ci ha preso in giro?-
-Esatto. Non li ha attivati tutti contemporaneamente!-
-Capisco, allora dobbiamo distruggerlo prima che...-
Sentimmo un bip e avvertimmo subito l'incredibile calore e energia emanata dall'obelisco.
-Maledizione!-
-Kirakishou, pensaci tu!- dissi.
-Non me lo devi dire! Lo so!-
-Cosa speri di ottenere, Kirakishou?-
-Aspetta e vedrai, Gin-sama!-
-Non correre troppo, rosellina!-
Kirakishou fu colpita violentemente e cadde a terra.
-Non ti permetterò di distruggere anche questo obelisco! Sparirete una volta per tutte!-
L'Alice Maiden a guardia dell'obelisco era alta come Suigintou e Kirakishou. I capelli, raccolti in due trecce, erano blu, gli occhi erano ocra ed indossava l’uniforme tipica delle studentesse giapponesi con gonna blu.
-Tu sei la mia avversaria?- chiese Suigintou.
-Indovinato! Sei perspicace!-
-Tsk! Qual è il tuo nome?-
-Non vedo cosa ti serva saperlo!-
-Mi piace conoscere il nome di chi uccido!-
La bambola di Alice sorrise.
-Ma sentila! Che tipa!- disse una voce che quindi la interruppe proprio mentre si stava per presentare.
Un’altra Alice Maiden sbucò da dietro l’obelisco. Anche lei era alta come la sua collega. Aveva capelli biondi lunghissimi, proprio come i miei quando sono completamente sciolti, occhi azzurri, indossava un maglione celeste polvere, una gonna corta viola, lunghe calze verdi e scarpe nere. Le sue labbra, inoltre, avevano un rossetto viola. Anche lei, come Sumie, aveva la pelle molto pallida.
-Mi hai interrotto, sorella. Stavo per presentarmi!-
-Oh, scusami. Non volevo. Prego, accomodati!-
Ebbi l’impressione che tra le due non scorresse buon sangue, ma forse mi sbagliavo.
-Come stavo dicendo, prima che fui interrotta, mi chiamo Miiko!-
-Io. Invece, mi chiamo Yayoi!-
Fatto questo, le due bambole si avvicinarono alle rispettive avversarie.
Yayoi fissò anche Laplace.
-Non mi sarei mai aspettata che quel conigliaccio tornasse in vita in versione bambola. Si potrebbe definire il primo Rozen Maiden maschile!-
Laplace le sorrise e le fece un inchino.
-In effetti non ci avevo pensato. Brava. Sei intelligente!- le disse.
-Dopo che avrò sistemato la rosellina penserò anche a te!-
-Credici!-
Kirakishou le diede un pugno tanto forte da buttarla a terra.
-Che diavolo fai?-
-Così almeno la pianti di parlare anziché combattere contro la sottoscritta!-
-Ah, ah, ah! Yayoi, avresti dovuto vedere la tua faccia!-
Anche Suigintou colpì la sua avversaria con uno schiaffo.
-Di solito non amo ripetere cose dette da altri, ma in questo caso faccio un eccezione: piantala di parlare anziché combattere contro di me!-
-Come desideri, darkettona!-
Queste Alice Maiden avevano tutte un bel aspetto e completamente prive dello sguardo malvagio caratteristico delle prime, e robotiche, che affrontammo. L’aspetto di Miiko, in particolare, traeva molto in inganno specialmente a causa del suo abbigliamento. Dava l’idea di essere una dolce e timida studentessa giapponese. Esattamente come Tomoe. Suigintou fece apparire la sua spada sulla sua mano, ma anche la sua avversaria ne aveva una.
-Pronta per il duello?-
-Domanda stupida!-
L’Alice Maiden sorrise e scattò, ma Suigintou parò il colpo. Le due diedero inizio a uno scontro cappa e spada. Ogni tanto, Yayoi usava anche il suo colpo segreto chiamato Moon Rays e consisteva in fasci di luce bianca lanciati dalle dita. Io osservavo il tutto, ma ogni tanto fissavo anche l’orologio. Quando mancò un minuto, mi sentii mancare!
-K… Kirakishou!- gridai.
Anche lei e la sua avversaria stavano combattendo con la spada, s’interruppe di colpo e lanciò dell’aria congelante dal palmo della mano destra ghiacciando le gambe di Yayoi.
-Scusa un attimo!- le disse.
Con un balzo raggiunse l’obelisco e la rosa stava per iniziare a muoversi.
-Stupida!-
Yayoi si liberò. Compì un balzo anche lei e la colpì con entrambi i piedi uniti sulla nuca facendole sbattere il viso contro l’obelisco.
-Non ti azzardarti a…-
Kirakishou si voltò di scatto verso di lei e la rosa bianca la inghiottì.
-Disgustosa!- disse.
-Ya… Yayoi!- gridò Miiko.
Diede un calcio a Suigintou buttandola a terra e si precipitò verso Kirakishou. Non riuscì a raggiungerla in tempo. Ormai, l’obelisco era stato “divorato”.
-Male… maledetta!-
-Hey, studentessa, prendi questo diploma!- gridò Suigintou.
Lanciò la sua spada, ma Miiko si girò e la colpì con un calcio rotante.
-Muori, darkettona! Blue Wave!-
Il suo colpo segreto, altri non era che un globo di energia blu come i suoi capelli. Contro Suigintou, ovviamente, era inutile. Le bastò coprirsi con le sue fidate ali.
-Non sai fare di meglio?- la sfidò.
-Ma perché?- chiese Miiko.
-Cosa?-
-Perché continuate a combattere e difendere quella razza inferiore che sono gli umani? Non vi hanno aiutato affatto quando vi siete ribellate contro Alice la prima volta, anzi, hanno continuato a restare nascosti come i conigli che sono! Noi bambole siamo superiori a loro, possiamo dominarli senza problemi!-
Io scossi la testa. Suigintou, invece, sorrise.
-Sai, dici cose giuste, molto giuste, ma c’è solo un piccolo problema!-
Miiko rimase perplessa e anch’io sinceramente.
-Fu proprio un umano a darci la vita. Quindi difenderli è come se difendessi mio padre! Glielo devo!-
Miiko rimase senza parole. Suigintou sorrise di nuovo, una sua ala diventò un dragone che si diresse ad alta velocità verso la bambola di Alice, l’azzannò all’addome e la trascinò verso mia sorella che, con la spada in mano, la trafisse sempre all’addome e sempre con il sorriso sulle labbra.
-Ma… maledetta… b… bastarda!-
La lama fu estratta e lei cadde a terra e ne seguì sempre la scena della Rosa Mystica che esplodeva.
-Corriamo a Kita. Kanaria ha bisogno di noi!- dissi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Una Nuova Alleata ***


Capitolo 3:
 
Una Nuova Alleata
 
 


Mentre raggiungevamo il quartiere di Kita, m’immaginavo come avesse reagito la povera Kanaria non appena ricevette la telefonata di Jun. Hinaichigo mi scosse.
-A cosa pensi?- mi chiese.
-A Kanaria e a come avrebbe reagito durante la telefonata di Jun. Sicuramente, si sarà disperata quanto me!-
Hinaichigo annuì leggermente con la testa. Giunti a destinazione trovammo, proprio come gli altri, l’obelisco in pieno centro del quartiere e Kanaria lì vicino che parlava con l’Alice Maiden di guardia. Quando atterrammo e la vidi meglio, non so perché, ma mi suscitò molta simpatia. Era alta esattamente come Kanaria, Hinaichigo e me, e delle prime due ne possedeva l’aspetto innocente e bambino, aveva capelli neri raccolti in una coda di cavallo, gli occhi nocciola, indossava una felpa color crema completa di cappuccio, una minigonna marrone scuro, lunghe calze a strisce bianche e nere e scarpe a stivaletto nere.
-Kanaria!- dissi.
-Ciao, sorelle. Ah! Ma… ma tu…-
Io e le altre ridemmo. Laplace le si avvicinò.
-Ciao, Kana!-
-Ehm… Ka… Kanaria è un po’ confusa…-
Laplace le sorrise e iniziò a raccontarle tutto.
-Kanaria, ora, ha tutto chiaro!- disse con un sorriso felice.
L’Alice Maiden iniziò a ridere. Era una risata di cuore. Non beffarda.
-Mi fai davvero morire, Kana!- disse.
-Che sta succedendo? Credevo che steste già combattendo e invece… stavate parlando e, per giunta, amichevolmente!- dissi a mia sorella.
Lei mi raccontò che doveva essere così, ma che quando arrivò all’obelisco si ritrovò davanti Kahori (questo era il nome dell’Alice Maiden) che, anziché attaccarla, aveva iniziato a fare conversazione. La cosa mi lasciò piuttosto perplessa.
-Mi stai quindi dicendo che… siete diventate amiche?-
-In un certo senso sì!- intervenne Kahori.
-Alice ci ha mostrato le vostre battaglie. Io, all’inizio, rimasi molto colpita da te, Shinku, poi passai a Suigintou, ma quando ho visto Kanaria in azione, beh, volevo a tutti i costi esserle amica. L’ho adorata subito, ho adorato specialmente il suo modo di parlare in terza persona. E poi, abbiamo in comune il fatto che suoniamo uno strumento musicale per combattere!-
-Per me, stai solo raccontando un sacco di balle!- disse Suigintou.
-E perché dovrei?-
-Forse perché tua madre è Alice? Lo hai forse dimenticato?-
-E tu forse hai dimenticato Ginkijo? Anche lei era un’Alice Maiden, ma la tradì per Shinku!-
Aveva ragione. Io non avevo affatto dimenticato Ginkijo, la mia sosia che era morta per salvarci. Proprio come Laplace. Ripensando al loro sacrificio, le lacrime rigarono il mio viso e le asciugai senza farmi vedere.
-Tradire… tradire Alice significa morte certa, lo sai?- le chiesi poi.
-Lo so, ma farò di tutto per non morire. Se mi vorrà uccidere, io l’aspetto al varco!-
Kanaria la abbracciò d’istinto.
-Stai molta attenta. Kanaria te lo supplica!-
La piccola Alice Maiden sorrise.
-Lo farò!-
A un tratto, dal cielo cadde un obelisco in miniatura, si aprì e comparve un piccolo ologramma. Era Alice con il suo corpo originale.
-Prima Ginkijo e ora tu. Posso capire la prima, era un robot difettoso creata con scarti altrettanto difettosi, ma tu… tu sei una bambola. Una mia creazione. Perché dovresti tradirmi?-
-Non hai seguito il discorso da dove ti trovi bella nascosta? Ah, già, mi son dimenticata di dire loro qual è il tuo nascondiglio!-
-Non osare aprire bocca, altrimenti…-
-Altrimenti cosa? Mi ucciderai?-
Alice sorrise.
-Beh, non ho bisogno di ucciderti con le mie mani. Morirai comunque! L’obelisco sta per esplodere!-
-Ah! L’o… l’obelisco!-
Istintivamente guardai l’orologio. Mancavano pochi secondi all’esplosione.
-Non ce la faremo mai!!!- gridai.
-Primo movimento: River Of Time!-
Kanaria iniziò a suonare e si aprì come un portale dietro all'obelisco che si staccò dal terreno e iniziò a fluttuare nell'aria, poi, anche Kahori iniziò a suonare il suo strumento, un flauto traverso, e l’obelisco fu scaraventato nel portale.
-Ma… cos’è successo?- mi chiesi ad alta voce.
-Maledetta traditrice! Io… io ti…- disse Alice infuriata.
-Tu cosa, Alice? È meglio che sparisci!-
Si rimise il flauto in bocca.
-Secondo movimento: Eruption!-
Iniziò a suonare una bella melodia col flauto. All'improvviso il terreno iniziò a tremare e da sotto di esso eruttò della lava che lo scaraventò in aria e lo distrusse. Io già m’immaginavo Alice nel suo nascondiglio che inveiva e imprecava contro la sua creazione ribelle. Kanaria si avvicinò alla flautista, sorrisero e si abbracciarono.
-Tutto bello e commovente, ma ora ti spiace dirci dove si trova Alice?- chiese Kirakishou.
-Hai dimenticato la parola magica, Kirakishou!-
-Per favore, Kahori…- dissi io.
Mi sorrise.
-E le gemelle? Non hanno diritto di saperlo anche loro?-
-Che sbadata! Hai ragione! C’è ancora un obelisco da distruggere!-
-Andiamo e poi vi dirò tutto!-
-D’accordo!-
Kirakishou e Suigintou si avvicinarono a Kahori con fare minaccioso.
-Se poi scopriamo che stai facendo il doppio gioco recitando una stupida parte, sappi che la pagherai molto cara!-
Kanaria si mise in mezzo alle due parti.
-Kanaria si fida di lei!-
Le mie due sorelle la fissarono, poi fissarono Kahori e si allontanarono senza dire nulla, ma comunque la fulminarono con lo sguardo come monito di stare in guardia. Istintivamente, io guardai Laplace che era rimasto zitto e immobile con le braccia conserte. Quando i suoi, sempre e comunque inquietanti, occhi rossi incrociarono i miei, mi sorrise e chinò leggermente il capo. Evidentemente, anche lui si fidava di Kahori.
-Ehm… dov’eravamo? Ah, sì. Prossima fermata: Shibuya!- disse Hinaichigo rompendo la tensione.
Anch’io mi avvicinai a Kahori e le tesi la mano con un sorriso.
-Grazie! Grazie infinite!-
Kahori ricambiò il sorriso e mi strinse la mano.
-È un piacere, Shinku!-
-Ditemi una cosa: che fine ha fatto l’obelisco?-
-Lo abbiamo spedito nel “fiume del tempo”, un’altra dimensione dove il tempo non passa affatto! Continuerà a restare in sospeso ai pochi secondi rimasti e quindi non esploderà mai!- mi disse la flautista.
-Affascinante!- dissi.
Poi, spiccammo il volo verso Shibuya. Mentre volavo guardai Kanaria e Kahori ridere e scherzare e sorrisi. Ora avevamo un nuovo alleato e la cosa mi rasserenava molto.
 


Nota 6: L’aspetto fisico, e l’abbigliamento, di Kahori è ispirato a quello di Vanellope Von Schweetz di Ralph Spaccatutto.
 
Nota 7: River Of Time è una canzone degli Ayreon, mentre Eruption è dei Focus.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Shibuya ***


Capitolo 4:
 
Shibuya
 
 

Come da prassi, l’obelisco era al centro del quartiere e anche le gemelle erano già lì. Non vi era traccia delle Alice Maiden, però.
-Dove diavolo sono Rina e Rika?- si chiese Kahori.
-È così che si chiamano le bambole a guardia di questo obelisco?- chiesi.
-Sì. Sono due gemelle anche loro!-
-Perfetto!- esclamò Suigintou.
Quando atterrammo, io chiamai le gemelle che, quando si voltarono, rimasero con uno sguardo imbambolato per la sorpresa. Non solo per Laplace, e il suo nuovo aspetto, ma anche nel vedere Kahori. Souseiseki chiese subito delucidazioni. Durante la spiegazione, Kirakishou si era avvicinata all’obelisco.
-Non occorre aspettare che Alice lo attivi!- disse.
-Ferma dove sei!- dissero due voci quasi uguali.
Kirakishou fu colpita da due onde di energia, una dorata e una argentata, e buttata a terra. Le due Alice Maiden gemelle sbucarono dal nulla. Dopodiché, l’obelisco si attivò.
-Quest’ultimo obelisco sarà l’unico a non cadere! Lo difenderemo con le unghie e con i denti! Poi, uccideremo la traditrice!- dissero.
-Fatevi sotto! Non vi temo!-
Suiseiseki e Souseiseki si misero davanti alle loro avversarie.
-Che ne dite di dirci i vostri nomi?- chiese Suiseiseki.
Le due sorrisero.
-Io sono Rina!-
Aveva i capelli corti dorati, con un lungo ciuffo che le copriva l’occhio destro,  e anche gli occhi avevano lo stesso colore. Indossava una giacca porpora sotto alla quale spuntava il colletto bianco di una camicia, una minigonna nera, calze dello stesso colore e lunghi stivali sempre porpora.
-Io, invece, mi chiamo Rika!-
Le poche differenze con la sorella erano: i capelli e gli occhi che erano d’argento, e il ciuffo le copriva l’occhio sinistro, la giacca era nera, come gli stivali, mentre la gonna e le calze erano porpora. Le due guardarono le loro avversarie.
-I vostri occhi sono stupendi!- dissero.
-Ve li strapperemo e li terremo come trofeo!- aggiunsero.
-Se ci riuscite!- risposero le mie sorelle.
-Fate attenzione, ragazze!- disse Kahori.
-Zitta, tu! Traditrice!-
I capelli e gli occhi delle gemelle d’oro e argento iniziarono a brillare intensamente e un’onda d’urto scaraventò Suiseiseki e Souseiseki addosso a noi costringendoci ad allontanarci.
-Preparatevi a morire! Gold And Silver Lights!-
I due raggi colpirono Sui e Sou che, ovviamente, non subirono alcun danno.
-Maledette gemelle!-
Le due, allora, sfoderarono le loro armi: due spade. Una d'oro e l'altra d'argento ovviamente. Anche Suiseiseki e Souseiseki presero in mano le loro armi.
-Ancora mi chiedo come, con un ridicolo annaffiatoio, tu sia riuscita a sopravvivere!- disse Rina.
-Secondo me, sorella, è solo una questione di cu..-
Rika non finì la frase perché Suiseiseki la interruppe bruscamente.
-Ehm-ehm! Combattiamo, invece di chiacchierare?-
Rina e Rika si guardarono, sorrisero e iniziarono il combattimento. Suiseiseki parò la lama della spada con il suo annaffiatoio, dopodiché lanciò un getto verso la sua avversaria. Fu piuttosto inutile.
-Credo che tu abbia dimenticato che stai combattendo con una bambola, oppure tre anni di pace ti hanno fatto dimenticare la lezione?-
-Eh... che ci posso fare? Sono testarda come un mulo!-
Rina lanciò una lama di energia d'oro dalla spada, ma Suiseiseki creò una sorta di muro di piante e ne fu spezzata giusto qualcuna.
-Devi fare meglio di così!-
-Detto fatto!-
Lanciò un globo dorato e disintegrò completamente il muro.
-Ecco fatto!-
All'improvviso, le piante spuntarono dal terreno e si avvinghiarono alle braccia e alle gambe della gemella cattiva e fu sollevata in aria.
-Anche tu devi sapere fare di meglio!-
Rina si liberò facilmente, come da copione.
-Che noia...-
-Mi hai tolto le parole di bocca, giardiniera!-
-Su qualcosa, quindi, andiamo d'accordo!-
Rina si gettò come un proiettile e colpì Suiseiseki con un calcio allo stomaco buttandola a terra.
-Prendi questo!-
La spada s'illuminò d'oro e conficcò la lama nel terreno. Suiseiseki non fece in tempo a realizzare quale fu l'effetto che venne scaraventata in aria da una colonna di luce d'oro. Il suo annaffiatoio ne risentì e si distrusse.
-N... no!-
Rina rise come una pazza.
-Ora sei in mio potere!-
Corse verso di lei e la colpì con un braccio teso. Poi la risollevò da terra e iniziò a prenderla a pugni continuando a ridere.
-S... Sui! Reagisci!- gridò Souseiseki.
Questa distrazione permise a Rika di colpirla con un calcio rotante.
Suiseiseki, stanca di subire, parò i pugni e ripagò la sua avversaria con la stessa moneta condendo il tutto con qualche calcio qua e là.
-Come osi continuare a combattere?-
-Anche tu ti dimentichi le cose!-
-Cioè?-
Sulla mano di Suiseiseki tornò l'annaffiatoio.
-Capirai...- disse Rina con fare annoiato.
Di nuovo, dal terreno spuntarono piante che bloccarono gli arti dell'Alice Maiden dai capelli e gli occhi dorati.
-Ancora con questa storia? Le tue piante non sono abbastanza forti da strapparmi tutti e quattro gli arti!-
-Il mio scopo non è quello!-
-Ah no? E quale?-
-Questo!-
Una pianta spuntò in mezzo alle due e, come fosse una lama, si conficcò nel petto di Rina che la sorprese.
-Ma... ma come hai... potuto... farmi questo? Brutta... brutta schifosa!-
Reclinò il capo, dopodiché la sua Rosa Mystica uscì dal suo corpo ed esplose.
-S... sorella!-
Souseiseki approfittò della distrazione e cercò di tranciare Rika in due, ma l'Alice Maiden parò il colpo senza neanche volgere lo sguardo sulla sua avversaria.
-Vi ammazzerò tutte! Vendicherò Rina!-
-Dimostralo!-
Lanciò un globo d'energia argentea, ma Souseiseki lo tranciò con le cesoie.
-Tutto qui?-
-Taci!-
Il corpo della gemella iniziò a brillare intensamente d'argento. Souseiseki non restò a guardare e tentò di attaccarla, ma quando le cesoie entrarono in contatto, andarono in frantumi.
-Ma che...?-
Rika imitò sua sorella conficcando la lama della spada nel terreno e Souseiseki fu scaraventata lontano dalla colonna di luce argentata.
-E ora... distruggerò l'obelisco, così l'esplosione farà sparire questo paese e voi con lui!-
Si rivolse verso l'obelisco tornando a brillare d'argento. Io, Laplace, e le mie sorelle insieme a Kahori, volammo verso di lei per fermarla. Nel mentre, io guardai anche il tempo. Mancava un minuto all'esplosione. Rika, forse, si sentì minacciata e si girò verso di noi.
-Toglietevi di mezzo!-
Innumerevoli raggi argentati simili a frecce ci colpirono esplodendo e buttandoci a terra.
-Dite addio a questo schifo di paese e alle vostre vite!- disse rivolgendo di nuovo lo sguardo all'obelisco.
Allargò le braccia e continuò a brillare intensamente d'argento. Non si rese minimamente conto che Souseiseki si era ripresa e impugnava le sue cesoie. Atterrò alle sue spalle e la tranciò in due verticalmente.
-Kirakishou!- gridò.
-Ci sono. Non urlare!-
Anche quell'obelisco fu eliminato.
-Pericolo scampato!- dissi con un sospiro di sollievo.
Dopodiché, ci avvicinammo tutte verso Kahori. Lei, notando che la fissavamo, sorrise imbarazzata.
-Sai cosa devi dirci, vero?- le chiesi.
-Certo! Alice si trova...-
-Chiudi quel becco, traditrice!-
-A... Alice?-
Alice, con il suo corpo originale, era davanti a noi.
-State tranquille, è solo un ologramma!- ci rassicurò Kahori.
-Care Rozen Maiden, ho una brutta notizia da darvi!-
-Quale? Che sei un rottame arrugginito? Lo sapevamo già!- disse Laplace.
-Spiritoso! No, guardate questa mappa!-
L'ologramma si trasformò in una mappa che mostrava tutto il pianeta e nove puntini rossi. Uno era sul Giappone, esattamente dove viviamo io, Jun, Tomoe e Hinaichigo, un'altro su Pechino in Cina, poi ad Oslo in Norvegia, Lisbona in Portogallo, Giza in Egitto, Washington in America, Lima in Perù, Canberra in Australia ed infine uno a Wellington in Nuova Zelanda.
-Cosa significa questo?-
L'ologramma di Alice riapparve.
-Non ci arrivi? Sei proprio tonta, cara Shinku! Sono obelischi che ho appena attivato tutti insieme stavolta. Credevi che non potevo farlo, e invece...-
-Che... che cosa?-
-Curati le orecchie, sono difettose. Addio "ragazze". Spassatevela prima della fine! Ah, ah, ah, ah!-
L'ologramma scomparve e io m'inginocchiai con le lacrime agli occhi.
-Sh... Shinku!- sentii esclamare da tutti.
-Male... maledetta Alice!- dissi con rabbia.
Poi mi alzai e mi asciugai le lacrime.
-Non... non c'è tempo da perdere. Per la prima volta, dobbiamo separarci!- dissi con voce tremante.
-Io... io mi occupo dell'obelisco di qui e...-
Poi, notai che Laplace non c'era.
-E Laplace? Dov'è?-
-Ma... era qui fino a poco fa!- dissero Suigintou e le altre.
Poco dopo lo vidi tornare.
-Dove sei stato?-
Lui non mi rispose e iniziò a consegnare orologi da polso a tutte tranne me, dato che avevo quello di Jun.
-Così potete controllare quanto tempo vi resta!- disse.
Io sorrisi.
-Bene. Allora, io vado in Cina!- disse Hinaichigo.
-Io vado in Norvegia! È il mio ambiente ideale!- disse Kirakishou.
-Kanaria si prende il Portogallo!-
-Io vado in Egitto!- disse Kahori.
-Io vado in America!- disse Suigintou.
-Il Sud America è mio!- disse Laplace.
-Io vado in Australia!- disse Suiseiseki.
-Io vado nella Terra Di Mezzo, ovvero, in Nuova Zelanda!- disse Souseiseki.
-Bene... allora... buona fortuna! Quando avrete distrutto gli obelischi, tornate in Giappone. Io sarò a casa di Jun ad aspettarvi!-
Annuimmo e ognuno partì.
"Che tu sia maledetta, Alice!" pensai mentre mi dirigevo verso il quartiere di Jun.

   

Nota 8: Il colore degli occhi e i capelli di Rina e Rika sono ispirati a quelli di Thanatos e Hypnos di Saint Seiya (I Cavalieri Dello Zodiaco), mentre il ciuffo che copre i loro occhi s'ispira a quello di Astrid di Dragon Trainer

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Pechino ***


Capitolo 5:
 
Pechino
 
 


Dato che, per la prima volta, fummo costrette a separarci e non ho quindi potuto assistere ai combattimenti, mi son dovuto far raccontare dalle mie sorelle, per filo e per segno, come si sono svolti. Hinaichigo giunse nella capitale della Cina in pochi secondi. Aveva volato con tutta la sua forza. Più veloce perfino di un normale aereo. Atterrò poco lontano dall'obelisco, piazzato proprio davanti al palazzo della Città Proibita, e all'Alice Maiden che la stava aspettando.
-Ben arrivata, mocciosa!- esordì la bambola.
-Se io sono una mocciosa, tu cosa sei?- chiese Hinaichigo.
-Non direi, visto che ho un aspetto più "da grande" di te!-
-Sarà...-
-Bando alle ciance! Ti frullerò per bene!-
-Hai dimenticato di presentarti!-
-Tsk! Mi chiamo Fumiki! Sei contenta, ora?-
Fumiki era alta come Suigintou e Kirakishou. Hinaichigo mi disse che, nonostante si capisse che era una bambola grazie alla voce, ma specialmente per la presenza, inutile secondo me, del seno, aveva un aspetto androgino a causa dei suoi capelli corti magenta. Aveva occhi verde oliva e indossava un corpetto fucsia con una minigonna della stesso colore e scarpette con i tacchi sempre di quella tinta. Hinaichigo attaccò subito, ma Fumiki afferrò i rovi e li spezzò con molta non curanza.
-Non so come tu abbia fatto a sconfiggere Eri, ma con me non avrai vita facile!-
Il suo corpo s'illuminò di viola e cominciò a lanciare aculei di ametista. Hinaichigo li evitò tutti tranquillamente.
-Usi lo stesso potere di Barsuishou? Che originalità! Non sai fare di meglio?-
-Non giocare con la coda del gatto, piccola. Poi lui ti graffia!-
Hinaichigo ritentò d'immobilizzarla con i rovi, ma senza successo perché si liberò senza la minima fatica. A un tratto, l'Alice Maiden sollevò le braccia in aria.
-Amethyst Rain!-
Una pioggia di lame di ametista cadde dal cielo, ma Hinaichigo riuscì ad evitarla.
-Visto che saltelli come una ranocchietta, ti fermerò per sempre!-
-E come farai?-
Allargò di nuovo le braccia, il suo corpo s'illuminò di nuovo di viola e gridò:
-Amethyst Crystal!-
Ci fu un intenso bagliore e Hinaichigo finì imprigionata all'interno di un grande cristallo di ametista.
-Addio, bambolina. Goditi questi ultimi momenti all'interno del cristallo.- le disse.
Non so come fece, neanche Hinaichigo seppe darmi una spiegazione quando me lo raccontò, ma riuscì a liberarsi con solo la sua forza di volontà.
-A... Assurdo! È impossibile!-
-E invece è possibile! I fatti parlano chiaro!-
-Sta zitta, brutta nanerottola!-
Lanciò di nuovo gli aculei di ametista dai palmi delle mani, ma Hinaichigo li afferrò tutti con i suoi rovi e li rispedì al mittente che li distrusse con dei semplici calci.
-Non posso farmi battere da una mocciosa! Non sono mica Eri!-
Fumiki scattò e le diede una ginocchiata allo stomaco. Poi le diede una testata sulla fronte che la buttò a terra. Però si rialzò e la colpì con un calcio rotante che la face barcollare.
-Stupida mocciosa!-
-Stupida creazione di Alice!-
Credo che questo la offese molto, perché afferrò Hinaichigo per il collo, la sollevò e la scaraventò a terra con violenza per poi iniziare a prenderla a calci con una violenza inaudita. La piccolina parò l'ennesima pedata con le sue mani.
-Come osi toccarmi con quelle sporche mani?-
-E tu come osi colpirmi con questi piedi sporchi?-
I suoi rovi avvinghiarono le braccia di Fumiki sollevandola così da permettere alla mia piccola sorellina di alzarsi.
-Tutto ciò è patetico!- disse liberandosi senza problemi.
Hinaichigo guardò l'orologio che aveva al polso. Erano passati quasi tre minuti da quando avevano iniziato a combattere. Questo la fece preoccupare. L'attimo di distrazione consentì a Fumiki di colpirla con un calcio rovesciato che la scaraventò a terra.
-Questa volta ti imprigionerò e non riuscirai mai a liberarti!-
Lei si rialzò e la colpì con una gomitata sul viso seguita da un calcio rotante.
-Maledetta nana! Non posso farmi sconfiggere da una come te!-
-Mi stai facendo solo perdere tempo!-
-È quello il mio scopo primario, stupida mocciosa!-
-Adesso basta. Mi sono stancata di queste offese!-
-Oh! Ti sei offesa? E ora che fai? Corri a piangere da mamma Shinku? Ma falla finita!-
Il corpo di Fumiki brillò intensamente di viola.
-Ma che... che diavolo...?-
-Amethyst Purple Light!-
Sparò un grande raggio di luce viola che investì la piccola Hinaichigo e si ritrovò in terra. Ovviamente, lei non subì alcun danno, ma il suo vestito, invece, sì.
-Non... non ci posso credere! Ci ho messo tutta me stessa in quel colpo! Perché? Perché non morite mai? Perché?-
-Perché non siamo di bassa lega come te!-
-Bassa lega? Ma non dire fesserie!-
Hinaichigo barcollò. Anche se il colpo non le aveva fatto granché, qualche effetto l'aveva comunque ottenuto. Fumiki sorrise, scattò e iniziò a schiaffeggiarla.
-Basterà indebolirti per bene, e poi quando riutilizzerò il mio colpo, sarà la tua fine!-
Hinaichigo non disse nulla e continuò a subire. Nel frattempo, il suo vestito tornò sul suo corpo.
-Dannato vestito che si rigenera!- disse Fumiki.
I rovi di Hina cominciarono a muoversi verso Fumiki avvolgendole i quattro arti.
-Ancora?-
Non si rese subito conto delle fragole. Quando, finalmente, realizzò, era ormai troppo tardi.
-Ah! Dannazione!- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Erano una ventina ed esplosero tutte contemporaneamente. Di lei rimase giusto una mano o un piede e la Rosa Mystica che, ovviamente, esplose.
-È finita... o quasi!- disse Hinaichigo.
Guardò l'orologio. Le restava un minuto. Si mise davanti all'obelisco e s'inginocchiò. Probabilmente realizzò che non aveva idea di come sbarazzarsene e non avevamo minimamente pensato a un piano.
"Se avessi anch'io la rosa di Kirakishou!" pensò con tristezza.
A un tratto, le venne un'idea e decise di sbrigarsi. Avvolse l'obelisco, che al contrario degli altri stava cominciando a brillare di rosso, segno che era quasi sul punto di esplodere, con innumerevoli rovi come se fosse un salame, dopodiché li afferrò, si sollevò in aria e fece appello a tutte le sue forze. Riuscì miracolosamente a sradicarlo e a portarlo in alto. Sempre più in alto. Quando fu sicura di essersi allontanata a sufficienza, tenendo sempre ben stretto tra le mani il suo "prezioso carico", iniziò a girare su se stessa per cinque volte per poi lanciarlo in aria con tutta la sua forza. In sintesi, lo lanciò nello spazio. Una volta fatto, guardò l'orologio. I cinque minuti erano ormai passati, questo significava che l'obelisco era andato distrutto per sempre nello spazio.
-Fuori uno!- disse sorridendo contenta.
Scese leggermente e poi spiccò di nuovo il volo per tornare in Giappone.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Oslo ***


Capitolo 6:
 
Oslo
 
 


Come per Hinaichigo, potete anche non crederlo se volete, anche Kirakishou raggiunse la sua destinazione in brevissimo tempo. L'obelisco si trovava al Regjeringskvartalet, il quartier generale del governo della città dove, il 22 luglio del 2011, esattamente duecentoquattordici anni fa per la precisione, scoppiò un'autobomba ad opera di un pazzo senza cervello di nome Anders Breivik. Probabilmente non fu un caso che Alice piazzò l'obelisco proprio lì. Un luogo ferito da una bomba che ora ne ospitava un'altra ancora più potente e devastante.
-Ecco l'obelisco. Ma dov'è quel rifiuto che lo protegge?- si chiese Kirakishou.
-Rifiuto a chi? Ripetilo se hai il coraggio!- disse una voce alle sue spalle.
Kirakishou, incredibilmente, sorrise e atterrò senza voltarsi. Anche la sua avversaria atterrò.
-Voltati, schifosa! Non osare degnarmi del tuo sguardo e mancarmi di rispetto!-
Prima di voltarsi, Kirakishou la frustò con un suo candido rovo.
-Ma... ma come osi?-
-È così che devono essere trattati i rifiuti!- disse voltandosi verso di lei.
L'Alice Maiden era alta come lei e indossava lo stesso indumento nero della ragazza di Matrix, ovvero, Trinity. I suoi capelli, lunghi fino al fondoschiena e due ciocche le coprivano il seno, erano castani chiari e gli occhi erano color azzurro ghiaccio.
-Bianco contro nero! Molto appropriato!-
L'Alice Maiden sorrise.
-Come ti chiami?-
-Il mio nome è Nanami e ora che lo sai, preparati a morire!-
Kirakishou scosse la testa.
-Voi Alice Maiden siete proprio come la mia sorellina Hinaichigo!-
-In che senso?-
-Vivete ancora nelle favole!- disse guardando l'orologio.
Era passato già un minuto.
-Taci, fiocco di neve!-
Il suo corpo iniziò a brillare di bianco opalescente.
-Che roba è questa?-
-Opal Shock!-
Kirakishou fu colpita da un'onda di energia dello stesso colore dell'opale lanciata dal pugno della sua avversaria, ma senza subire alcun danno. Neanche il suo vestito fu danneggiato.
-Impegnati di più!-
-Mi stai sfidando?-
-Non è ovvio?-
Tornò a bruciare la sua energia e lanciò il colpo alla massima potenza. Risultato? Nulla di fatto. Kirakishou tornò a guardare l'orologio, che aveva protetto con la mano per evitare che andasse distrutto dal colpo segreto di Nanami, e sbuffò.
-Stiamo perdendo tempo! Ho una cosa da fare!-
-Se pensi che te lo permetto, ti sbagli di grosso!-
Kirakishou, con un salto, raggiunse l'obelisco.
-No!- gridò Nanami.
L'obelisco fu divorato in un lampo e l'Alice Maiden rimase come paralizzata.
-Ma... ma... ma...-
-Sei balbuziente? Non me n'ero accorta!-
Nanami urlò e tornò ad espandere la sua energia opalescente.
-Opal Sh...-
Kirakishou la colpì con uno dei suoi rovi. Poi le afferrò entrambe le gambe, la sollevò in aria e la scaraventò in terra. Questo "gioco" lo fece per cinque volte. Alla sesta, Nanami lanciò un piccolo raggio bianco tagliando i rovi. Una volta libera, colpì Kirakishou con un pugno tanto violento da scaraventarla addosso a una vetrata del palazzo del governo. Si rialzò subito, chiese scusa alla gente all'interno, che tra l'altro stava assistendo allo scontro, e tornò sul campo di battaglia. Nanami, come un proiettile, si gettò contro mia sorella colpendola con una violenta testata. Dopodiché le diede prima un pugno in faccia e poi un calcio allo stomaco buttandola a terra. Fatto questo, si gettò su di lei afferrandole il collo e stringendoglielo con tutta la sua forza. Ovviamente, questo a Kirakishou non fece battere il minimo ciglio.
-Si può sapere cosa stai facendo?-
-Ma... com'è possibile? Non ti accorgi che ti sto strangolando?-
-Mi spiace, ma non sento nulla! Sei sicura di stare stringendo bene?-
-S... Sta zitta! Opal Shock!-
La colpì facendola sprofondare in un cratere.
-Dannato fiocco di neve...-
I rovi spuntarono dal terreno, si avvinghiarono al collo di Nanami, la sollevarono da terra e cominciarono a sbatterla sull'asfalto. Nel frattempo, Kirakishou ritornò in superficie.
-Hai sporcato il mio vestito!-
-Il bianco si sporca facilmente. Non lo sapevi?- riuscì a dire l'Alice Maiden nonostante continuasse ad essere sbatacchiata di continuo.
-Ora basta!-
Liberò la sua avversaria dai rovi, scattò e iniziò a colpirla con pugni, gomitate, calci e ginocchiate. Ovviamente, non è che Nanami stava ferma a subire, ma reagiva colpendola a sua volta. All'improvviso, la rosa bianca di Kirakishou s'ingrandì e Nanami fu divorata senza che potesse accorgersene.
-Avresti dovuto starmi lontana, carina! Comunque l'ho detto e lo ripeto: che sapore disgustoso che avete voi Alice Maiden!-
Fatto questo, si sollevò lentamente in aria e poi spiccò anche lei il volo verso il Giappone. 
  

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Lisbona ***


Capitolo 7:
 
Lisbona
 
 


A Lisbona, l'obelisco fu piazzato al posto della statua di Re Giuseppe I che si trovava nella Praça do Comércio, ovvero, la  Piazza Del Commercio. Conoscevo abbastanza bene Lisbona, dato che andai a visitarla con Jun, e anche Kanaria mi disse che la conosceva bene. Per questo l'aveva scelta.
-Ecco, Kanaria è arrivata a destinazione! Curioso che non ci sia nessuno! Di solito pullula di turisti!-
-È normale. Sono scappati tutti dopo che ho ucciso alcuni curiosi!- disse una voce.
-Tsk! Perché la cosa a Kanaria non la sorprende?-
-Mamma mia quanto sei irritante quando parli! Non capisco come ha fatto quella stupida di Kahori ad affezionarti a te!-
Kanaria fece spallucce.
-Chi sei?-
-Come chi sono? Sono la seconda Alice Maiden!-
-Questo Kanaria lo ha capito! Kanaria non è stupida!  Intendeva dire come ti chiami!-
-Sei stupidissima infatti. Comunque, sono Tomoko!-
-Molto bene!-
La sua avversaria, alta esattamente come lei, aveva capelli arancioni lunghi fino a metà schiena e un paio di ciocche, non molto lunghe, scendevano sopra i suoi seni senza appunto coprirli. Gli occhi, invece, erano di tonalità rosa scuro. Indossava una maglia rossa molto corta, che le lasciava scoperto l'addome, con davanti la scritta "Metallica" in bianco, pantaloncini corti jeans, lunghe calze nere e scarpe bianche da ginnastica. Kanaria fece apparire il suo violino. Tomoko sorrise e fece apparire la sua arma: una chitarra elettrica Fender Stratocaster blu.
-Musica classica contro metal. Tsk! È davvero facile capire chi vincerà!-
-Vincerà Kanaria, ovvio!-
-Non è affatto detto!-
-Kanaria ha una domanda per te: sei una polistrumentista come Myuzu? O sai solo suonare uno strumento come Kahori e Jukinzokukoi?-
-La seconda che hai detto. Sei fortunata!-
Detto questo, Kanaria guardò l'orologio e poi si mise in posizione.
-Kanaria è ancora in tempo!-
-Piantala di parlare così! Mi dai sui nervi!-
-Fatti tuoi! A Kanaria non importa un fico secco!-
-D'accordo...-
Tomoko iniziò a battere il piede e sussurrò:
-Time to play the game! Time to play the game! Time to play... THE GAME!-
Dopo l'urlo, iniziò a suonare e una violenta onda d'urto scaraventò Kanaria praticamente in mare.
-Fatti un bel bagnetto!-
A causa dell'onda d'urto, il suo violino si era distrutto quindi, quando tornò, era completamente disarmata.
-Poverina... hai perso il tuo prezioso violino?-
-Non prendere in giro Kanaria!-
Tomoko sorrise, continuò a suonare e contemporaneamente a cantare.
-PAIN! Here comes the pain! PAIN! Here comes the pain! PAIN! Here comes the PAAAIIIN!-
Come dicevano le parole, Kanaria iniziò a soffrire di dolore in tutto il corpo. Come se qualcuno la stesse stringendo in un abbraccio potente e devastante. Perfino l'udito e la vista cominciarono a venirle meno e si ritrovò in ginocchio.
-Uh, uh, uh! Che soddisfazione!- disse Tomoko senza fermarsi a suonare.
Kanaria, con la poca vista che aveva, ebbe la forza di guardare l'orologio.
-Ka... Kanaria... deve... resi... resistere!-
Si alzò a fatica e il suo violino tornò magicamente nelle sue mani.
-Oh! Incredibile!- esclamò Tomoko affascinata.
-Ma tutto ciò non è altro che inutile!- aggiunse.
-S... Sta zitta... P... primo... Primo Movimento: Bittersweet Symphony!-
Tentò di suonare, ma i dolori diventavano sempre più lancinanti, fece cadere il violino a terra e anche lei, dopo poco, cadde prona.
-Stupida Rozen Maiden!-
Tomoko smise di suonare, fece sparire la chitarra, si avvicinò a Kanaria e le diede un calcio sul costato. Non si mosse né reagì.
-Beh? Sei svenuta? Oh beh, non ho bisogno di ammazzarti allora. Ti lascerò qui ad agonizzare poi ci penserà l'obelisco a spazzarti via!-
Tomoko stava per spiccare il volo, quando una voce la interruppe.
-Primo movimento: Bittersweet Symphony!-
-Che cosa?- gridò Tomoko.
Un vortice la investì facendola passare sotto l'arco che collega la piazza alla Rua Augusta. Vortice che non le fece alcunché perché ritornò subito e senza un graffio.
-Brava. Sei stata davvero un'abile ingannatrice!-
Kanaria le sorrise.
-Ma la tua fortuna finisce qui!-
Ricomparve la chitarra.
-Secondo movimento: Bat Out Of Hell!-
Suonò lo strumento in modo tale da sembrare il rombo del motore di una moto in corsa. Inoltre, l'effetto fu proprio quello di creare un'onda di energia a forma di moto che si diresse verso Kanaria ad alta velocità e la investì.
-E non è ancora tutto. Guarda qua!-
Risuonò di nuovo, ma stavolta la moto si trasformò in un enorme pipistrello demoniaco di pura energia.
-Ora basta!- disse Kanaria dopo aver guardato l'orologio.
Mancava solo un minuto.
-Secondo movimento: Real World!-
Aveva usato già una volta questo movimento, ma solo per cercare di distruggere il dispositivo che ci impediva i movimenti durante i nostri incontri con le prime robotiche Alice Maiden. L'effetto era quella di un'onda d'urto potente abbastanza da distruggere la chitarra di Tomoko e far sparire il pipistrello energetico.
-Hai... hai distrutto la mia chitarra, maledetta!-
-Sei perspicace! Kanaria non l'avrebbe mai detto!-
-Me la pagherai!-
-Kanaria non ha soldi con sé al momento!-
-Sfotti, sfotti pure!-
Quel loro botta risposta permise a Tomoko di attendere che la sua fedele Fender Stratocaster si rigenerasse e tornasse tra le sue mani.
-Kanaria non doveva perdere tempo a chiacchierare...-
-Già! Te ne sei accorta! Terzo movimento: Dare!-
L'effetto dell'assolo, che si sente all'inizio della canzone, consisteva nel lanciare un'onda energetica.
-Counterattack Partita!-
Pizzicò appena la corda del violino e quella piccola onda d'urto annullò l'attacco.
-Come hai osato?-
-Kanaria può permettersi di osare eccome!-
-Stavolta ti manderò all'inferno! Quarto movimento...-
-Eh no! Tocca a Kanaria adesso! Terzo movimento: Finido!-
Creò un tornado enorme che investì Tomoko sollevandola in aria e facendola girare su se stessa come se fosse all'interno di una centrifuga. La chitarra andò a pezzi e poco dopo anche lei andò in pezzi seguita, poi, dalla sua Rosa Mystica che, come al solito, esplose. Tutto finì, ma Kanaria non poté certo gioire. Il tempo era agli sgoccioli. Mancavano pochi secondi.
-Come può fare Kanaria? Come? Come?-
A un tratto, le venne un'idea e si sistemò subito il violino.
-Quarto movimento: Touch The Sky!-
Aveva già usato questo movimento contro un grosso verme robotico di Alice e stavolta lo utilizzò per far toccare il cielo all'obelisco che fu sparato in aria, come un tappo dalla bottiglia, con facilità e scomparve tra le nuvole. Kanaria tirò un sospiro di sollievo.
-Missione compiuta! Prossima fermata: Giappone!-
Dopo Kanaria, ora ci occupiamo di Kahori che andò in Egitto. Rispetto agli altri obelischi, che erano stati piazzati nelle capitali, quello in Egitto era stato messo a Giza, proprio davanti ai piedi della Sfinge.
-Che statua fantastica!- disse Kahori una volta atterrata.
-Non sei qui per una gita turistica, traditrice!-
-Che? Ma... ma tu sei... Non è possibile!-
 


Nota 9: Tomoko suona: The Game dei Drowning Pool, Bat Out Of Hell di Meat Loaf e Dare di Stan Bush. Kanaria suona: Bittersweet Symphony dei The Verve, Real World e Touch The Sky dei The Young Dubliners e Finido degli Svanfridur.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Giza ***


Capitolo 8:
 
Giza
 
 


-È impossibile!-
-Invece è così, mia cara!-
Il motivo di questo sbigottimento fu perché Kahori aveva davanti a sé una versione bambola di sua madre Alice. In quella nuova forma, aveva la stessa altezza di Suigintou, Kirakishou e Laplace.
-Quindi anche tu hai avuto la stessa idea di Laplace! Hai abbandonato il tuo corpo robotico per passare a quello di bambola!-
-Non è così! Lei si trova ancora dove sai, io sono una sua creazione proprio come te. Sono qui per tapparti una volta per tutte la bocca!-
-Quindi è così...- disse, dopodiché guardò l'orologio.
-Ho quattro minuti! Devo sbrigarmi!-
Il flauto traverso comparve nella sua mano e si mise in posa. Anche Alice, però, fece apparire un violino e si mise in posa.
-Un violino, eh? Vuoi farmi credere che sto combattendo con la mia amica Kanaria?-
-In un certo senso...-
-Maledetta!-
-Primo movimento: Lullaby!-
Oltre ad usare il violino, stava usando anche le stesse melodie di mia sorella. Kahori iniziò a sentirsi assonnata. La melodia stava facendo effetto e la stava cullando in una ninnananna rassicurante, ma al tempo stesso mortale.
-N... no! Non devo... dormire... Primo movimen... to...-
Non finì la frase e cadde a terra addormentata.
-Tsk! Sei debole, oltre che difettosa. Adesso mi basterà usare un altro movimento e...-
Kahori si rialzò in un attimo.
-Come?-
-Sei proprio stupida, Alice! Primo movimento: Thick As A Brick!-
Mise il flauto in bocca e mentre suonava alzò perfino la gamba sinistra imitando Ian Anderson, il cantante della band, alla perfezione. Alice fu investita da un quintale di mattoni che cadde dal cielo seppellendola. Anche durante lo scontro tra Kanaria e Jukinzokukoi fu usata questa canzone, ma in quel caso l'Alice Maiden sfruttò l'assolo di batteria.  Kahori sorrise.
-E ora occupiamoci...-
Fu interrotta da un braccio che uscì dai mattoni, dopodiché una forza energetica li spazzò via.
-Mi sembrava troppo facile!- disse Kahori delusa.
-Come diavolo hai fatto a resistere alla mia Lullaby?-
-Eh! Se fosse stata Kanaria a suonare, mi sarei sicuramente addormentata!-
-Vorresti dire che io sono un'incapace?-
-Brava! Hai afferrato il nocciolo della questione! Non sei minimamente paragonabile a Kanaria. Stai solo cercando pateticamente d'imitarla!-
-Ma muori una buona volta!Secondo movimento: Signal To Noise!-
Kanaria usò il segnale di rumore del titolo per distruggere una barriera, ma l'effetto era comunque quello di far soffrire terribilmente la povera Kahori che fece cadere il flauto a terra, si coprì le orecchie con le mani e s'inginocchiò gemendo di dolore.
-Soffri schifosa traditrice. Soffri. È la punizione giusta per chi tradisce!-
-Non... rimpiango... la mia... scelta!- gridò l'ex Alice Maiden.
Si rialzò a fatica e riprese il flauto mettendoselo in bocca.
-È tutto inutile!-
-Sta zitta! Secondo movimento: Griminelli's Lament!-
Stavolta, le parti s'invertirono. Fu Alice ad inginocchiarsi con le mani sulle orecchie perché la melodia dava l'impressione di sentire un assordante e straziante lamento.
-Ma... maledetta!-
Anche lei si alzò a fatica e lanciò due raggi dai suoi occhi arancioni buttando Kahori a terra. Alice scosse la testa e riprese il violino.
-Questa volta ti faccio a pezzi!-
Kahori guardò l'orologio. Mancavano due minuti.
-Devo sbrigarmi!- disse mentre si rialzava.
-Non avere fretta! Terzo movimento: Dust In The Wind!-
Un vortice di sabbia investì Kahori, ma fortunatamente non subì alcun danno. Anche il suo flauto restò illeso.
-Dannazione! Credevo di farti a pezzi!-
-Non amo ripetere le cose, ma tu non sei Kanaria. Lei sicuramente mi avrebbe sconfitta!-
-Piantala di dire così! Schifoso rottame!-
-I fatti non mentono!-
-Silenzio! Quarto movimento: Fiori Di Luce!-
I fiori di luce, o meglio di energia, colpirono Kahori, ma di nuovo non subì il minimo danno.
-Maledizione!-
-Tocca a me! Terzo movimento: Vandringar I Vilsenhet!-
Si alzò un fortissimo vento, dopodiché, Alice si congelò completamente. Kahori sospirò di sollievo, ma Alice si liberò dalla sua fredda prigione.
-Era ovvio! E allora... quarto movimento: John Barleycorn (Must Die)!-
Un altro attacco ventoso che purtroppo non servì a molto.
-Dannazione! Stiamo perdendo troppo tempo!-
Alice iniziò a ridere, quando anche Kahori fece lo stesso.
-Che ti succede? La tua pazzia è arrivata al culmine?-
-Oh, no. Ridevo perché sono davvero una sciocca!-
-Hai scoperto l'acqua calda, stupida creazione fallata!-
Kahori rivolse lo sguardo verso l'obelisco.
-Mh? Che intenzioni hai?-
Lei sorrise, si mise in posizione e disse:
-Quinto movimento: Nightwind!-
Innumerevoli folate di vento diventarono ben presto un vortice che sradicò l'obelisco dal terreno scaraventandolo in cielo tra le nuvole. Anche quello era finito nello spazio praticamente.
-B... b... brutta...-
-Oh! Sei ancora qui?-
Alice, infuriata, colpì Kahori con un calcio volante buttandola a terra.
-Ti farò pentire di essere nata!-
-Sono già pentita! Perché mi hai creata tu!-
-Muori una buona volta! Quinto movimento: Silver Strand!-
Le corde del violino e i crini dell’archetto iniziarono a brillare d’argento, mentre la bellissima melodia era in esecuzione. Dal nulla, spuntarono fili dello stesso colore che si strinsero tutti attorno al corpo di Kahori impedendole qualsiasi movimento e più lei si divincolava, più affondavano nel suo corpo.
-Peggiori solo la situazione se ti muovi. Anzi, acceleri di più la tua distruzione. Ed è quello che voglio!-
-Sei solo una maledetta imitatrice! Nient'altro che questo!-
-Tante battaglie son servite a qualcosa, mia cara!-
Kahori riuscì a distruggere i fili senza, o quasi, il minimo sforzo.
-Ormai non ha senso che io resti qui. Ti faccio fuori e torno in Giappone!-
-Non te lo lascerò fare! Sesto movimento: Zirichiltaggia!-
Iniziò a suonare il violino freneticamente e Kahori fu colpita da una violentissima onda d'urto e scaraventata lontano. Ciò nonostante, tornò dalla sua avversaria.
-Sei resistente, questo lo riconosco, ma ora basta! È tempo di morire! Settimo...-
Non finì la frase perché si fermò di colpo e si guardò intorno.
-Ma... cosa ci faccio qui? Chi sono io? Cosa stavo facendo?-
Kahori aveva iniziato a suonare il suo sesto movimento, Amnesia, e come diceva il nome, Alice cominciò a soffrire di amnesia. Dato che l'effetto non era duraturo e sarebbe tornata presto in sé, l'ex Alice Maiden iniziò a suonare un'altra melodia col flauto.
-Settimo movimento: The Guillotine!-
Mentre suonava la melodia con il flauto, la lama di una ghigliottina apparve sopra la testa di Alice, dopodiché cadde velocemente giù centrandola in pieno e tagliandole la testa in due parti come fosse un melone o un cocomero. Non appena il corpo cadde prono a terra, ne uscì la Rosa Mystica che puntualmente esplose.
-È tutto finito!- disse Kahori sospirando.
Si sollevò da terra e spiccò il volo verso il Giappone.

 


Nota 10: Alice suona: Lullaby dei The Cure, Signal To Noise di Peter Gabriel, Dust In The Wind dei Kansas, Fiori Di Luce dei Le Orme, Silver Strand dei The Corrs e Zirichiltaggia di Fabrizio De André. Kahori, invece, suona: Thick As A Brick dei Jethro Tull, Griminelli's Lament di Ian Anderson, Vandringar I Vilsenhet degli Änglagård, John Barleycorn (Must Die) dei Traffic, Nightwind degli Asia Minor, Amnesia dei Flor De Loto e The Guillotine dei Sanhedrin.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Washington ***


Capitolo 9:
 
Washington
 
 
 
Washington DC, la capitale degli Stati Uniti D'America, è famosa per possedere un obelisco bianco, conosciuto come Washington Monument, che sorge sul limite occidentale del National Mall. Ebbene, Alice piazzò uno dei suoi ordigni proprio al suo posto. Quando Suigintou lo vide rimase molto schifata.
-Ben arrivata, angioletto con le ali da corvo!- disse l'Alice Maiden.
Suigintou la guardò, fissò l'orologio e poi atterrò davanti a lei.
-Non ti facevo così brutta!- esordì mia sorella.
-Ha parlato la bella, con quelle stupide ali da corvo schifoso!-
Suigintou impugnò la sua spada.
-Non ho molto tempo da perdere in stupide chiacchiere. Diamoci una mossa. Ho molto da fare!-
-Comunque, per dovere di cronaca, mi chiamo Ayako!-
Mia sorella fece spallucce. La sua avversaria era bionda come me, ma anche lei, come l'avversaria di Hinaichigo, aveva i capelli corti, con un paio di ciocche lunghe che le coprivano il seno, tanto da conferirle un aspetto quasi androgino. Anche i suoi occhi erano come i miei. Inoltre, indossava un corpetto e una minigonna color rosso rubino, lunghe calze nere e scarpe dello stesso colore con i tacchi. Se non fosse stato per il suo aspetto androgino penso che Alice mi aveva scelta come modello e non sono sicura di esserne onorata oppure semplicemente schifata. Suigintou attaccò subito, ma Ayako bloccò la lama della spada afferrandola con solo due dita.
-Acc...-
Ayako sorrise e la colpì con un calcio allo stomaco buttandola a terra.
-Preparati a conoscere il mio immenso potere!-
-Immenso potere? Sto tremando di paura!-
Ayako si fece truce e il suo corpo iniziò a brillare di rosso rubino come il suo vestito.
-Assaggia questo: Red Ruby Punch!-
Dal pugno lanciò un'onda energetica rossa rubino che colpì Suigintou in pieno. Quando il polverone finì, lei era protetta come al solito dalle sue ali.
-Dannazione! Devo strapparti quelle maledette ali!-
Suigintou le fece il gesto con le dita di farsi avanti e Ayako accolse l'invito. Sulla sua mano comparve una spada dalla lama scarlatta e le due iniziarono a lottare. Ayako si rivelò una spadaccina molto abile, tanto che in più di un'occasione riuscì a disarmare Suigintou costringendola a recuperare la spada con una delle sue ali trasformata in dragone.
-Non sei granché. Ti sei arrugginita?- le chiese schernendola.
-Chiudi quella bocca!-
Suigintou le lanciò le sue piume costringendola a ripararsi con il braccio. In questo modo, ne approfittò per tagliarle la mano che impugnava la spada di rubino. Le urla che ne seguirono, ovviamente, non erano certo belle da sentire. La bambola di Alice s'inginocchiò per la sofferenza.
-Maledetta! Ti ammazzò!- gridò furiosa alzandosi di scatto.
Lanciò il suo Red Ruby Punch e stavolta Suigintou fu colpita perché non fece in tempo a proteggersi con le ali. Tuttavia, a parte la sua spada, non riportò alcun danno.
-Sei ancora viva?-
-Non si vede?-
Anche l'orologio che aveva al polso si era miracolosamente salvato, quindi lo guardò d'istinto e sbiancò. Purtroppo lo scontro con la spada era andato decisamente troppo per le lunghe, quindi mancava solo un minuto.
-Dannazione, sono in ritardo!-
-Non potrai fare nulla. Non riuscirai a sbarazzarti dell'obelisco in nessun modo. Non sei tua sorella Kirakishou!-
-Stai tranquilla, un modo lo trovo senz'altro!-
-Sì, certo!-
Suigintou sbuffò, le ali mutarono in dragoni che azzannarono Ayako, la sollevarono in aria e la buttarono nel lungo specchio d'acqua che si trovava davanti all'obelisco.
-Fatti un bagno! Puzzi!-
L'acqua assunse un colore rosso rubino e un raggio energetico colpì di nuovo mia sorella che non fu di nuovo abbastanza tempestiva da ripararsi con le ali.
-Mi hai fatto infuriare molto!-
-Tutto questo per un bagno fuori programma?-
-Non è per il bagno, idiota! Per questo!-
Le mostrò il moncherino sinistro.
-Capirai...-
-Te la farò pagare! Prendi questo!-
Il suo corpo iniziò a brillare in maniera molto più intensa del solito. Suigintou fu scossa da un leggero brivido.
-Ma che cosa...?-
-Sparkling Red Ruby!-
Suigintou fu scaraventata lontano da un intenso e sfolgorante bagliore rosso rubino. Nonostante ciò, però, non subì alcun danno. Neanche il suo vestito ne risentì affatto.
-Ci hai provato!-
Ayako s'infuriò ancora e tornò ad impugnare la sua spada con l'unica mano che aveva.
-Questa battaglia è finita. Sei mancina, quindi non potrai combattere al meglio con la destra!-
-Ne sei proprio convinta? Impugna la tua spada e vedrai!-
Suigintou eseguì e iniziarono a combattere. Incredibilmente, era abile anche con la destra.
-Mi rimangio quello che ho detto!-
A un tratto, mia sorella guardò l'orologio e si accorse che mancavano trenta secondi. Fece azzannare la mano della sua avversaria da uno dei suoi dragoni, la sollevò in aria e mentre penzolava le lanciò la spada dritta in petto.
-Razza... di... schifosa... Rozen... Maiden!- disse prima di morire.
La sua Rosa Mystica uscì dal corpo ed esplose. Suigintou non se ne curò affatto, lasciò cadere il cadavere della sua nemica e si diresse verso l'obelisco.
-Come faccio a sbarazzarmene?- disse continuando a fissare l'orologio.
A un tratto le venne un'idea, anche se sarebbe più corretto chiamarlo azzardo: si sollevò in aria, mutò le sue ali nei dragoni e fece loro azzannare l'obelisco. Con tutta la forza che aveva, riuscì a sradicarlo e a portarlo su in cielo. Quando fu abbastanza in alto, nel mentre continuava a guardare il tempo che scorreva inesorabile, iniziò a girare su se stessa, dopodiché lasciò la presa e lo lanciò nello spazio. Aveva portato a compimento la sua missione a due secondi dalla fine. Questo la fece sospirare di sollievo, dopodiché volò come un razzo verso il Giappone.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Lima ***


Capitolo 10:
 
Lima
 
 


Nella capitale peruviana, l'obelisco era nella Plaza Mayor. Quando Laplace arrivò, rimase stupito anche lui, come Kahori, nel ritrovarsi un'Alice versione bambola.
-Mi hai rubato l'idea? O è solo un caso?-
-Cosa posso dire... io e te siamo uguali. Siamo come "fratelli", quindi quello che pensi tu, lo penso anch'io!-
-Mi vergogno come un ladro ad avere una sorella come te...-
-Prenditela con nostro padre Rozen, allora!-
-Non osare nominare Rozen in mia presenza!-
-Una minaccia? Uh! Sono così spaventata!-
-Perché sei qui? Hai così paura di me che hai deciso di farmi fuori di persona?-
-Mi hai scambiata per l'Alice originale? Io sono solo una sua creazione che riprende il suo aspetto originale. Aveva creato solo sette Alice Maiden e non aveva certo pensato che Kahori tradisse e che tu tornassi in vita. Perciò ha mandato una sua copia versione bambola per sistemare sia lei che te!-
-Tsk! Quindi lei continua a stare rintanata al sicuro nel suo nascondiglio. Tipico di lei!-
Alice sorrise beffardamente. Laplace mi disse che all'inizio aveva timore di non riuscire a sopraffarla, ma scacciò subito quel pensiero immaginando di avere più chance ora che era una bambola. Confidava anche nel fatto che "bambola Alice" fosse inferiore a lui. O almeno ci sperava.  
-Basta chiacchiere! Diamoci da fare! Ho fretta!-
-La cosa non mi sorprende! Sei il bianconiglio, dopotutto!-
-Bella battuta!-
I due si misero in posa da combattimento.
-Sei tornato in vita troppe volte. È ora di chiuderla qua!-
-E tu sei sopravvissuta troppe volte. Anche per te è giunta l'ora che questa storia finisca una buona volta!-
-Ti ho già detto che non sono la vera Alice!-
-Ops...-
Alice fu la prima ad attaccare con un calcio rotante che buttò Laplace a terra. Lui, però, si rialzò senza fatica e si pulì lo smoking.
-Avevo dimenticato questo tuo atteggiamento!-
-Il pulirmi lo smoking? Che ha che non va?-
-Come lo fai è molto fastidioso!-
Stavolta, fu Laplace a stendere Alice con un calcio rotante così rapido e veloce che non era riuscita a vederlo. A quel punto, la bambola si rialzò, iniziò a fare capriole e una volta vicino a Laplace iniziò a colpirlo con pugni in faccia come se fosse un pugile col punching ball.
-Non è un punching ball la mia testa!-
-Davvero? Credevo di sì!-
Laplace parò i pugni, ma fu colto di sorpresa da una potente ginocchiata allo stomaco. Provò molto dolore, ma ringraziò comunque il cielo di essere diventato una bambola. Molto probabilmente, se era ancora un robot, si sarebbe trovato con un bel buco nel petto.
-Non ho finito!-
Infilò la sua testa tra le gambe, lo afferrò all'addome con entrambe le braccia, lo sollevò e lo scaraventò violentemente a terra.
-Hai osato farmi una Powerbomb?- disse dopo essersi rialzato.
-Vedo che ti intendi di wrestling!-
-Anche tu, purtroppo...-
Alice lo colpì con un calcio sul mento che lo fece barcollare. Mentre lo faceva, guardò l'orologio. Erano passati due minuti. Sospirò di sollievo.
-Non distrarti, feccia!- disse Alice e lo colpì con un montante che lo sollevò da terra e cadde pesantemente sulla schiena.
Laplace si rialzò e la colpì con un calcio in pieno mento, poi le afferrò il braccio sinistro, la tirò a sé e le diede una testata fortissima seguita poi da un braccio teso che la buttò a terra.
-Perché ho l'impressione che questa cosa andrà per le lunghe?-
Alice iniziò a ridere e gli lanciò un'onda energetica colpendolo in pieno. Smise di ridere quando scoprì che non gli aveva causato il minimo danno.
-Dannazione!-
-Anch'io lo so fare!-
Anche lui lanciò l'onda energetica, ma purtroppo anche lei non subì alcun danno. Neanche il più piccolo dei graffi.
-Ripeto quello che hai detto tu: dannazione!-
Alice rise.
-Non ridere! Sei irritante quando lo fai!-
Laplace la colpì con un montante seguito da un calcio rotante. Barcollò, quello sì, ma non cadde. Il mio amico, quindi, sbuffò.
-Adesso ti faccio vedere una cosa interessante!- le disse.
-Ovvero?-
Laplace si concentrò e disse sorridendo:
-Gravity Hold!-
Sollevò la mano destra in alto e Alice cominciò ad essere lentamente sollevata in aria da una forza invisibile.
-Ma cosa diavolo...?-
-Oltre ad aver acquistato un nuovo corpo, ho anche nuove abilità e questa è una di quelle!-
Abbassò la mano con violenza e anche Alice cadde violentemente a terra.
-Ma... maledetto conigliaccio schifoso...-
Laplace fece questo "gioco" con lei per ben sei volte. Per liberarsi, la nostra nemica giurata sparò un'onda energetica dalla mano che colpì Laplace in modo tale da fargli perdere la concentrazione e così tornò con i piedi per terra.
-Ok, basta giocare! Facciamo sul serio!- disse Laplace pulendosi lo smoking.
-È quello che voglio!-
Alice sparò un'altra onda energetica, ma senza successo.
-Eccoti un altro bel potere! Star Crash!-
Il corpo di Laplace fu avvolto da una serie di stelle dorate che gli ruotavano attorno. Un po' come fanno i miei petali insomma.
-Cosa credi di fare con quello?-
-Che domanda sciocca da parte tua!-
L'anello di stelle fu lanciata contro Alice che, però, lo evitò con un salto e atterrò alle spalle di Laplace. Fu allora che ne approfittò e la colse di sorpresa con una mossa che nel wrestling era stata chiamata RKO in onore del suo creatore Randal "Randy" Keith Orton. Alice si rialzò con una faccia alquanto stupita e al tempo stesso molto infuriata.
-Sei morto! Sei stramorto, ma ancora non lo sai!-
-Tsk! La peggior imitazione di Kenshiro che abbia mai visto!- disse Laplace ridendo.
Il corpo di Alice cominciò a brillare di arancione, lo stesso colore dei suoi occhi.
-Ti faccio a pezzi!-
Laplace ebbe il tempo di allungare una rapida occhiata all'orologio.
"Devo finire in fretta. Ho solo un minuto!"
Non appena riportò lo sguardo sulla sua avversaria, un enorme globo di energia, che sembrava un enorme arancio che gli veniva incontro ad alta velocità, lo investì causando una grande esplosione. Fortunatamente l'obelisco, anche se coinvolto nell'esplosione, restò in piedi e non scoppiò a sua volta. Alice, non vedendo più Laplace, pensò d'averlo annientato e cominciò a ridere.
-Finalmente è crepato e spero non tornerà mai più in vita!-
-Mi spiace darti questa delusione, ma sono ancora vivo e vegeto!- disse uscendo da dietro l'obelisco.
-Co.. co... come diavolo hai fatto a... va bene che l'obelisco ha resistito, ma tu... dovresti almeno avere qualche danno. È impossibile!-
-Lo Star Crash è anche una barriera. Lo hai detto anche tu, cioè, non l'hai detto, ma lo hai sicuramente pensato che fosse solo quello!-
-Che razza di...-
-Per regalo ti mostrò un altro mio attacco speciale!-
-Stai zitto!-
Alice lanciò innumerevoli sfere di energia dalle mani, ma Laplace li calciò via come se stesse giocando a calcio e stesse parando tutti gli attacchi meglio di un portiere professionista con l'unica differenza che usava i calci anziché le mani.
-Fortuna che non sei come l'Alice originale. Credo che altrimenti sarei già morto da un pezzo!-
-Come osi dire che sono debole?-
-Perché, non è vero? Odio ammetterlo, ma la tua creatrice è molto più forte. Tu sei solo una copia e le copie sono sempre inferiori rispetto all'originale!-
-Adesso ti tappo la bocca una buona volta!-
Alice corse verso di lui, ma Laplace la sorprese afferrandole il collo con una mano sola e la lanciò in aria.
-Cosa credi di fare, stupido?- le gridò mentre era sopra di lui.
Laplace chiuse gli occhi e, imitando Goku di Dragon Ball, lanciò un'onda energetica al suo stesso identico modo. Alice non fece in tempo a respingerla, la prese in pieno e andò distrutta. Di lei non rimase nulla, eccetto la Rosa Mystica che fluttuò per qualche secondo e poi... sì, esatto: esplose.
-Dannazione! L'obelisco!-
Guardò l'orologio. Doveva essere veloce come il vento. Corse verso l'ordigno infernale, usò la Gravity Hold e, con grande sforzo, lo lanciò nello spazio.
-Uff... è andata!-
Si sollevò leggermente da terra e volò via verso il Giappone. 
 


Nota 11: Il Gravity Hold e lo Star Crash sono i nomi di due armi del videogioco Mega Man 5

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Canberra ***


Capitolo 11:
 
Canberra
 
 


Australia, la terra dei canguri. Non l'ho mai visitata, ma è sempre stato il mio sogno. Non so perché. Forse per l'ambiente. Non so. Suiseiseki atterrò davanti all'obelisco che fu piazzato davanti al palazzo del parlamento australiano.
-C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento aspettando l'esplosione che provasse il suo talento!- disse Suiseiseki osservando l'ordigno.
-Cosa fai, stupida di una gemella? Parli da sola?- chiese l'Alice Maiden che era sbucata da chissà dove apparendo davanti a mia sorella.
-Sei una capra! Stavo cantando. È roba raffinata che una capra come te non può capire!-
-E non ne ho intenzione. M'interessa solo ucciderti!-
Suiseiseki squadrò con gli occhi la sua avversaria.
-Sembri un prete, un druido o un monaco con quella cavolo di tunica addosso.-
L'Alice Maiden, infatti, indossava una lunga tunica, completa di cappuccio che le copriva la testa, bianca.
-Il mio nome è Hikari!- disse.
Dopodiché si tolse il cappuccio. Anche lei aveva un aspetto androgino a causa dei suoi capelli molto corti e a spazzola. Erano di colore verde acqua e gli occhi erano marroni.
-Fatti sotto, giardiniera!-
Suiseiseki impugnò l'annaffiatoio.
-Fatti sotto anche tu, "luce"!-
Sì, Hikari significa luce in giapponese. Hikari attaccò subito con una sfera di energia bianca, ma Suiseiseki la evitò con un semplice salto e poi guardò l'orologio. Era già passato un minuto. A un tratto, sulla mano di Hikari comparve una sorta di enorme croce d'argento e la impugnò come se fosse una spada. Conficcò la lama nel terreno e da esso spuntarono una fila di colonne di luce bianca che investirono Suiseiseki facendola volare poco lontano dal campo di battaglia.
-Che... che potenza!-
Il colpo fu così potente che l'aveva leggermente rintronata. Hikari la raggiunse e le atterrò davanti. Alzò la sua spada e le conficcò la lama in pieno petto. O almeno, così credeva. La lama fu corrosa dal getto dell'annaffiatoio.
-La... la mia spada! Maledetta Rozen Maiden!-
Una pianta si avvinghiò al suo collo, la sollevò in aria e la schiantò a terra permettendo così a Suiseiseki di rialzarsi. Hikari unì indice e medio e sparò da esso un piccolo raggio bianco distruggendo la pianta avvinghiata al suo collo. Dopodiché, mentre fluttuava, allargò le braccia e le alzò leggermente in alto.
-Che la forza della luce ti distrugga, essere infernale! White Light!-
Lanciò un grosso raggio da entrambi i palmi delle mani e Suiseiseki non poté far altro che prenderlo in pieno. L'esplosione alzò un polverone e una volta passato, la gemella era in ginocchio e priva del suo annaffiatoio che andò distrutto. Lei non aveva subito alcun danno, ma la botta l'aveva comunque sentita.
-Non è possibile! I demoni muoiono sempre se la luce di Dio li colpisce!- disse riatterrando.
-Ma si può sapere come diavolo parli? Perché non la fai finita?-
Una pianta tentò di conficcarsi nel petto di Hikari, ma lei la distrusse con un altro raggio bianco.
-Non mi farò sconfiggere nello stesso stupido e assurdo modo in cui hai ucciso Rina! Io sono la portatrice di luce in questo mondo dominato dal buio. Farò risplendere la luce una volta che ti avrò eliminata!-
-Credo che tu non abbia tutte le rotelle al suo posto!-
-Non confondermi con quella sciocca traditrice di Kahori!-
Suiseiseki guardò l'orologio e l'annaffiatoio tornò sulla sua mano.
-Stiamo solo perdendo tempo! Ho da fare!-
-Ti consiglio di smettere di combattere e lasciare che l'obelisco esploda. Questo mondo ha bisogno di essere purificato dalla sacra luce!-
-Oh, basta! Sta zitta!-
Le piante spuntarono dal terreno e si avvinghiarono sui quattro arti di Hikari sollevandola da terra.
-Ogni resistenza è inutile! La sacra luce non verrà mai spenta!-
Il suo corpo s'illuminò di un intensa luce candida, distrusse le piante e tornò con i piedi per terra.
-E ora... che la luce ti dissolva per sempre! Blazing Light!-
Un'intensa luce sfolgorante , come diceva il nome in fondo, colpì Suiseiseki scaraventandola ancora lontano, ma anche stavolta non subì alcun danno.
-Questo è il massimo che riesci a fare? Il tuo colpo non è granché!- disse dopo essersi rialzata.
Hikari la raggiunse e la guardò con aria schifata.
-Non prendere in giro la sacra luce!-
-Bla, bla, bla! La prendo in giro quanto mi pare!-
-Te ne pentirai!-
-Fatti sotto! Non ti temo!-
-Preparati ad assaggiare la Light Aura allora!-
Light Aura significava, ovviamente, Aura Di Luce, non Aura Leggera. Il suo corpo tornò a brillare di bianco, giunse le mani e lanciò un globo di pura energia bianca che colpì Suiseiseki in pieno. Come sempre, il suo annaffiatoio andò distrutto, ma lei rimase illesa.
-Non può essere vero! Perché un demone come te resiste alla sacra luce?-
-Forse perché non sono un demone? Quella testolina bacata che ti ritrovi non ci arriva?-
-Stai zitta! Voi Rozen Maiden e tutta l'umanità siete l'oscurità. Il male assoluto! E io sono la portatrice di luce che vi estinguerà!-
-Mamma mia quante fandonie che dici! Mi sa che sei davvero difettosa. Altro che Kahori! Lei è sanissima per quanto mi riguarda!-
-Basta! Taci!-
Ricomparve la spada a croce. Suiseiseki guardò l'orologio. Mancava un minuto.
-Mi piacerebbe continuare a fare due chiacchiere con te per spiegarti quanto tu non stia bene, ma devo finire un lavoretto e se non mi sbrigo sono guai!-
-Fai silenzio! Cross Of Light!-
La spada a croce s'illuminò di bianco e sparò, appunto, una grossa croce di luce bianca. Il colpo fu così violento che, per la prima volta, Suiseiseki perse la sua bandana.
-La... la mia bandana!-
-Ti preoccupi per un ridicolo "fazzoletto" che avevi in testa? Poi sarei io la strana!-
Suiseiseki scattò e la colpì con un pugno sul viso facendola barcollare. Poi un altro e un altro ancora, seguito, poi da alcuni calci rotanti. In quel momento, la bandana tornò sulla sua testa.
-Dannazione! Light Aura!-
Suiseiseki diede un calcio all'onda spedendola in cielo e Hikari rimase senza parole.
-In... incredibile!-
-Ti concedo di esprimere l'ultimo desiderio della condannata!-
-Non fai paura a nessuno con le tue ridicole minacce, stupida giardiniera!-
Suiseiseki sorrise.
-E adesso cos'hai da sorridere?-
Una pianta si conficcò come una lama nella schiena di Hikari fuoriuscendole dal petto.
-Che... che cosa...? Mi hai... mi hai attaccato... alle spalle? Sei una... maledetta... putt...-
Non finì la frase, chiuse gli occhi e abbassò la testa. Poi uscì la Rosa Mystica e accadde la solita cosa che ormai penso sappiate tutti.
-Pensavi di non finire come Rina e invece...- disse Suiseiseki sorridendo.
Tornò a guardare l'orologio. Mancavano trenta secondi. Volò rapidamente verso l'obelisco, fece crescere una grossa pianta che si avvinghiò attorno ad esso, lo sradicò e iniziò ad allungarsi fino a raggiungere lo spazio. Suiseiseki disse tra sé, mentre spiccò il volo:
-Spero che l'esplosione non abbia distrutto il regno dell'orco e della gallina dalle uova d'oro!-
Si riferiva ovviamente alla favola di "Jack E Il Fagiolo Magico".
 


Nota 12: La tunica bianca e l'arma che Hikari usa sono ispirati al wrestler WWE Mordecai.     
 
Nota 13: Suiseiseki cita la canzone Il Bombarolo di Fabrizio De André.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Wellington ***


Capitolo 12:
 
Wellington
 
 


Anche a Wellington c'è un monumento che rappresenta un obelisco e quindi, Alice, dove poteva piazzare la sua bomba? Esatto. Proprio lì. Souseiseki raggiunse la capitale della Terra Di Mezzo... cioè... della Nuova Zelanda e atterrò davanti all'obelisco.
-Sono arrivata, Alice Maiden! Esci fuori dalla tana e combatti!-
-Sono davanti a te, stupida!-
-C... come?-
Sembrò che dall'obelisco si staccò un pezzo, ma in realtà era l'Alice Maiden. Era identica a Hikari ed era vestita anche lei con una lunga tunica, ma anziché essere bianca era nera.
-Ma che bel gioco di prestigio... -
-Il mio nome è Yami!-
La sorella si chiamava "Luce" e lei, invece, si chiamava "Buio". Ecco spiegato anche il motivo del colore delle loro tuniche.
-Yami, eh? Chissà perché, ma avrei detto "Shi". Sarà colpa di quella tunica nera che ti fa sembrare la morte!-
Yami sorrise.
-Beh, del resto, anche la morte rappresenta il buio di tutto. Quindi ci può anche stare!-
-Bene, non credo che ho bisogno di presentarmi, quindi diamoci da fare che ho una certa fretta!-
Yami lanciò subito un'onda energetica nera dalla mano e Souseiseki la tagliò senza problemi con le sue cesoie e ne approfittò per guardare l'orologio.
-C'è tempo!- sussurrò.
-Che il buio cali su di te, Rozen Maiden!-
-No, calerà su di te!-
Souseiseki si gettò, cesoie in pugno, verso di lei, ma Yami tirò fuori la sua spada, che era normalissima e non aveva una forma strana come quella di sua sorella, e parò il colpo.
-Dark Aura!-
Il suo corpo fu avvolto da energia di colore nero e Souseiseki fu scagliata lontano da una folata di vento dello stesso colore.
-Non è granché la tua Dark Aura!-
-Quello? Non era mica il mio colpo! Questo lo è!-
Come sua sorella, giunse le mani e lanciò un globo di pura energia nera che colpì Souseiseki in pieno. Ovviamente, anche lei non subì alcun danno, mentre le sue cesoie erano andate in frantumi.
-Non ci posso credere! Sei sopravvissuta!-
-Siamo dure a morire, dovresti saperlo!-
-Già... vedo!-
La lama della spada diventò completamente nera.
-Muori! Dark Light!-
Anche lei affondò la lama nel terreno e una grossa colonna di luce nera colpì Souseiseki sollevandola in aria. Questo le fece anche cadere il capello. Quando tornò con i piedi per terra, le cesoie tornarono in suo possesso.
-Perfetto! Si dia inizio alle danze!- disse Yami.
-Non aspettavi altro, eh?-
Yami si gettò contro mia sorella e parò l'attacco con le sue cesoie. Anche loro diedero il via allo scontro cappa e spada. O meglio, cesoie e spada in questo caso. Yami era in gamba, ma Souseiseki sapeva tenerle testa molto bene e riuscì, dopo un po', anche a disarmarla.
-Non hai ancora vinto, mocciosa!-
Lanciò un raggio nero da un dito e Souseiseki cadde a terra. L'Alice Maiden recuperò la sua spada con un salto e poi si diresse velocemente verso mia sorella che parò il colpo con le cesoie. Tornarono a fronteggiarsi senza un attimo di respiro.
-Sei abile. Incredibilmente abile!-
-Grazie, anche tu non sei da meno. Ti vesti come un maschiaccio, ma sai come usare l'arma in tuo possesso!-
Souseiseki sorrise e buttò un occhio sull'orologio. Come era successo a Suigintou, lo scontro era andato un po' troppo per le lunghe e si era mangiato molti minuti preziosi. Ne restava uno solo.
-Dannazione!-
A causa di quell'attimo di distrazione stava rischiando di prendersi la lama della spada in pieno petto, ma fortunatamente ebbe una grande prontezza nei riflessi e parò il colpo.
-C'è mancato poco...-
-Sei una maledetta!-
-Se è per questo anche tu!-
A un tratto, il corpo di Yami tornò a brillare di nero. Una folata di forza spirituale scaraventò Souseiseki poco lontano dalla sua avversaria.
-Prima che ti faccia fuori vorrei chiederti: come pensi di liberati dell'obelisco?-
Souseiseki sussultò e non le rispose.
-Che c'è? Non ne hai idea? Ah, ah, ah, ah! Divertente!-
-Fa silenzio! Un modo lo trovo senz'altro!-
-Sì, certo!-
Yami alzò la spada al cielo, comparve una grossa sfera nera sulla sua testa e gridò:
-Dark Sphere!-
Souseiseki la tagliò senza neanche scomporsi.
-Molto scenografico, ma senza sostanza. Tutto fumo e niente arrosto insomma!-
-Questa me la paghi!-
-Mandami il conto a casa. Vedrò cosa posso fare!-
Tornarono a fronteggiarsi con le loro armi, ma in quel momento Souseiseki combatteva con una leggera agitazione e quindi più di una volta si distraeva rischiando di essere infilzata e quindi morire. Accorgendosi di ciò, si allontanò da Yami, fece un sospiro e chiuse gli occhi. Si stava concentrando a liberare la mente da ogni pensiero.
-Che cosa fai? Non è il momento di meditare!- disse Yami correndo verso di lei.
Souseiseki riaprì i suoi splendidi occhi e affondò le cesoie nel petto della sua avversaria.
-Ma... ma come hai... osa... to?-
Ritirò le cesoie, Yami cadde a terra prona e la Rosa Mystica uscì dal corpo per esplodere. Mia sorella guardò subito l'orologio. Mancavano venti secondi.
-No, no, no!- disse con disperazione.
Il problema era che non aveva la minima idea di cosa fare. Non aveva la rosa di Kirakishou, il potere di creare piante come sua sorella Suiseiseki o di creare vortici potenti come Kanaria. Non aveva alcun particolare potere. Non poteva fare nulla. Questo la fece sprofondare nello sconforto più completo. Non poté fare altro che inginocchiarsi e piangere. Aveva combattuto al meglio, ma nonostante ciò, un paese che aveva visitato una volta con sua sorella stava per sparire per sempre dalle mappe geografiche.
-Perdonatemi... perdonatemi tutti!- disse continuando a piangere.
A un tratto, il terreno cominciò a tremare, una gigantesca pianta spuntò da sotto l'obelisco sradicandolo dal terreno e lo portò in cielo fino a raggiungere lo spazio.
-Su... Su... Sui!- gridò Souseiseki voltandosi.
Sua sorella fluttuava poco lontano da lei con un sorriso ebete sulla faccia.
-Scusami se ho tardato. Ho fatto più in fretta che ho potuto!-
Souseiseki si asciugò le lacrime, volò verso sua sorella e l'abbracciò forte.
-Mi hai salvato... e hai salvato anche la Nuova Zelanda!-
Suiseiseki sorrise accarezzandole la testa.
-Non potevo tornare in Giappone senza di te. Noi siamo, e lo saremo sempre, insieme. Qualunque cosa accada!-
-Sì!- disse sorridendo.
-Ora andiamo! Shinku ci aspetta!-
-Un attimo solo e arrivo!-
Atterrò, recuperò il suo cappello a cilindro, poi tornò a fluttuare e si mise accanto a sua sorella.
-Ok! Sono pronta!-
-Molto bene! Andiamo!-
E partirono. 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Scontro Vicino Casa Sakurada ***


Capitolo 13:
 
Scontro Vicino Casa Sakurada
 
 


Stavo per arrivare a destinazione, come per l'andata ci misi pochissimo, quando vidi in lontananza l'obelisco nero. Era stato piazzato proprio davanti alla casa di Jun.
-Che tu sia maledetta, Alice!- mi ritrovai ad esclamare a voce alta.
Jun era affacciato alla finestra e quando mi vide mi chiamò.
-Ti... ti prego Jun, nasconditi in qualche posto sicuro. Dillo anche a Tomoe!- gli dissi.
-Ma che cosa succede?-
-Non ho tempo per spiegarti! Fa come ti ho detto!-
A un tratto, un'onda energetica verde stava per raggiungerlo, ma tempestivamente mi misi in mezzo prendendolo in pieno alla schiena ed evitai il peggio.
-Accidenti che fortunato!- disse una voce.
-Sh... Shinku!-
-Va via!- gli gridai.
Lui sobbalzò e corse via dopo aver portato via il cellulare.
-Che brava bambolina che sei. Ma tutto questo non servirà. Il tuo amico morirà comunque e tu con lui!-
Io non mi voltai verso chi stava parlando e guardai l'orologio d'istinto. Erano passati solo pochi secondi.
-Levati di mezzo o morirai!- dissi sempre senza guardare chi avevo alle spalle.
-Non posso! Mi è stato ordinato di eliminarti!-
-E va bene...-
Atterrai e mi voltai. Anche lei atterrò.
-Io sono Wazuka!- si presentò.
Era alta come me. Aveva gli stessi occhi arancioni della sua creatrice e anche i capelli erano simili ma, anziché essere blu, erano azzurri. Inoltre non erano lunghissimi, ma arrivavano solo fino alle scapole. Indossava un corpetto corto blu che le lasciava completamente scoperta la pancia, pantaloncini corti dello stesso colore e stivali neri che le arrivavano alle ginocchia.
-Sbrighiamoci a combattere!-
-Ho una domanda, prima!-
-Veloce! Il tempo stringe!-
-Nel caso riuscissi ad eliminarmi... come pensi di disattivare l'obelisco? Kirakishou non c'è!-
Mi punse sul vivo. Ero così preoccupata a voler salvare Jun e Tomoe che non avevo minimamente pensato a come poter fare a liberarmi dell'obelisco. Anche alle mie sorelle, molto probabilmente, sarà venuto questo pensiero mentre si dirigevano nei posti stabiliti.
-Non rispondi, eh? Si vede che non hai la minima idea di cosa fare. Ah, ah, ah, ah! Siete condannate. Anche se Kirakishou distrugge l'obelisco ad Oslo, ci penseranno gli altri a far sparire questo marcio pianeta!-
La colpii con un pugno sul muso che la lasciò senza parole.
-Così, almeno stai zitta!-
Wazuka saltò e mi colpì con entrambi i piedi uniti buttandomi a terra. Poi, mi afferrò il collo con entrambe le mani e iniziò a stringermelo con forza. Forza che si fece sentire perché avvertii leggeri scricchiolii oltre al fatto che mi si stava offuscando la vista.
-To... toglimi queste luride manacce di dosso!-
I petali iniziarono a ruotare intorno a me e spedii Wazuka in aria con un vortice. Ci rimise qualche secondo a cadere pesantemente a terra.
-Ti ucciderò!-
-Occorre provarci per saperlo!- le dissi.
La bambola di Alice si rialzò e il suo corpo cominciò a brillare intensamente di verde giada.
-Jade Bomb!- gridò.
Mi colpì con la stessa sfera che aveva lanciato poco prima contro Jun, ma ovviamente non sortì l'effetto sperato.
-Dannata!-
Io la colpii con un calcio e lei mi ripagò con la stessa moneta, o quasi, visto che era rotante. Cominciammo a scambiarci, allora, pugni e calci a iosa. Chi lo vedeva poteva tranquillamente dire che sembrava un combattimento di puro di wrestling femminile anche se le protagoniste erano due bambole. A un tratto, Wazuka si fermò e sorrise.
-Che ti prende?-
Non mi rispose e si girò verso l'obelisco.
-Non ha senso aspettare che esploda. Lo faccio scoppiare io!-
-Non... non azzardarti!-
Il suo corpo tornò ad espandere energia, ma io le afferrai i capelli e le diedi una doppia ginocchiata alla schiena. Non le avvertì neanche minimamente.
-Addio, Shinku!-
-Addio un corno!-
Mi misi davanti a lei e le diedi un montante che la sollevò in aria. I petali tornarono a ruotare attorno al mio corpo e li lanciai addosso a lei. Purtroppo, non subì alcun danno.
-Patetica!-
Guardai l'orologio. Erano già passati quattro minuti. Fui colta dal panico. È incredibile come il tempo sia così veloce a volare.
-No, no, no, no!- dissi disperatamente.
Wazuka, invece, rise. Dopodiché, lanciò una sfera contro l'obelisco. Io, lanciai i miei petali e l'annullai.
-Non potrai difenderlo all'infinito! E poi, ormai è finita!-
-Chiudi il becco!-
I petali aumentarono e lanciai un vortice più forte degli altri. Così forte che la "povera" Wazuka si ritrovò completamente a pezzi. Una volta finito, e senza curarmi della Rosa Mystica che esplose, corsi davanti all'obelisco e cominciai a girargli intorno come se fossi un animale in gabbia.
-Cosa posso fare?- ripetevo a bassa voce e con un'ansia mai avuta in vita mia.
A un tratto, mi venne un colpo di genio. Chiusi gli occhi, il mio corpo si sollevò in aria lentamente, mentre i petali ruotavano furiosamente attorno a me. Riaprii gli occhi e lanciai ben due vortici di petali, alzando le braccia al cielo, così da essere verticali anziché orizzontali. Vidi l'obelisco sradicarsi da terra, anche se con una certa lentezza, e quando fu sradicato abbastanza, lanciai i vortici con tutta la mia forza così da spararlo come un proiettile nel cielo. Non sentii alcun esplosione. Molto probabilmente era finito nello spazio. Anzi, era altamente probabile perché, in fondo, era proprio quello il mio obbiettivo. Guardai l'orologio. Mancano pochi secondi allo scadere del tempo. Rimasi con gli occhi fissi su quella lancette e quando arrivò alla fine chiusi gli occhi.
-Shinku!-
Non so dire quanto restai con gli occhi chiusi, ma ci pensò Jun a farmeli riaprire. Nel rivederlo sorrisi e mi rincuorai. Significava solo una cosa: gli obelischi erano stati tolti di mezzo.
-La terra... è salva!-
Abbracciai Jun e lui ricambiò l'abbraccio.
-E adesso?-
-Cosa?-
-Andrai a stanare Alice?-
-Naturalmente! Non appena le altre torneranno qui, ci faremo dire dove si nasconde da una nuova alleata. Un'Alice Maiden che ha tradito quella maledetta di cui porta il nome!-
-Ha tradito, dici? E se è un trucco? Ti fidi?-
-Beh... sì, e comunque avrà di che pentirsene se sta facendo il doppio gioco!-
Jun non mi disse altro e mi abbracciò.
-Buona fortuna!- mi disse.
Gli sorrisi e stavolta fui io a coglierlo di sorpresa con un bacio.
-Parità!- gli dissi sorridendogli.
-Mi sembra più che giusto!- disse lui.
Poi, ci sedemmo sull'erba del giardino di casa in attesa delle mie sorelle. Istintivamente, posai delicatamente la mia testa sul braccio destro di Jun. Non lo vidi, ma molto probabilmente sorrise e lo feci anch'io. Dopo alcuni minuti, giunsero le mie sorelle insieme a Laplace e Kahori.
-Eccovi. Entriamo in casa. Abbiamo molte cose di cui discutere!-
Ci accomodammo in salotto. Jun si sedette su una poltrona e io mi sedetti sulle sue ginocchia. Suigintou si sedette su un'altra poltrona, o meglio, sullo schienale, mentre su di essa ci si sedette Kirakishou. Kanaria, Hinaichigo e le gemelle si sedettero sul divano, mentre Kahori e Laplace restarono in piedi. Lei sul tavolo che avevamo davanti a noi, mentre lui era accanto alla finestra con le braccia conserte.  
 


Nota 14: L'aspetto di queste Alice Maiden è ispirato ai God Warriors visti nella serie animata di Asgard di Saint Seiya - I Cavalieri Dello Zodiaco. In pratica, sono una versione al femminile di (nell'ordine di apparizione): Alberich/Megres, Siegfried/Orion, Mime, Hagen/Artax, i gemelli Syd&Bud/Mizar&Alcor e Fenrir/Luxor.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Alice's Refuge ***


Capitolo 14:
 
Alice's Refuge
 
 


-Jun, lei è l'Alice Maiden di cui ti ho parlato. Si chiama Kahori!- dissi prima che Kahori iniziasse a parlare.
Jun la guardò con attenzione, poi la salutò cordialmente.
-Piacere di conoscerti, Kahori! Mi chiamo Jun!-
-Piacere mio. Sei molto più carino visto di persona, sai? Ora capisco perché Shinku ti vuole bene!-
Io arrossii e non fui la sola. Anche Jun arrossì per l'imbarazzo.
-Ehm... sì... posso chiederti come mai hai scelto di tradire Alice?-
Kahori non rispose e si limitò a indicare Kanaria.
-L'ho fatto per Kanaria. Sono diventata sua amica! Mi son rifiutata di combattere contro di lei!-
-Capisco!-
-Avete finito di chiacchierare? Siamo qui per parlare di una cosa importante!- disse Suigintou.
-Sei proprio una guastafeste, eh?- disse Souseiseki.
Suigintou fece spallucce. Io sospirai e poi feci la domanda fatidica:
-Perdona mia sorella, ma... dove si nasconde Alice?-
Mentre formulavo la domanda, la mia testa si riempiva di luoghi, che potevano essere possibili nascondigli, come per esempio il fondo dell'oceano, montagne o grotte e perfino nelle fogne di Tokyo o altre città non necessariamente del Giappone.  
Kahori, intanto, si schiarì la voce.
-Alice si nasconde...-
-Sì? Dicci! Non tenerci sulle spine!- la incitò Suigintou.
-Non metterle fretta, Suigintou!- dissi io.
-Si nasconde nello spazio!-
Tutte noi, ma penso anche Laplace e Jun, ci sentimmo come se un masso di diverse tonnellate ci fosse caduto addosso. Lo spazio era proprio il nascondiglio perfetto e a cui io non avevo neanche minimamente pensato.
-Ma... come diavolo ha fatto a finire lì? E come ha fatto a creare le Alice Maiden?- chiese giustamente Jun a nome di tutti.
-Lasciate che vi spieghi: ti ricordi, Shinku, il corvo robot?-
-Sì, naturalmente.-
-Ebbene, Alice aveva trasferito la sua "anima", oltre che nel vecchio corpo robotico di Laplace, anche al suo interno. Ovviamente non poteva minimamente sperare di poter combattere con voi in quello stupido corpo. Quindi, decise di andare nello spazio perché sapeva che avrebbe trovato una base spaziale da sfruttare come nuovo corpo. Così fece, s'imbarcò su un razzo spaziale, lo attivò collegandosi ai comandi, una volta lì trovò una base spaziale abbandonata da anni e trasferì la sua anima nel computer facendo tornare il corvo come il solito e semplice robot spia!-
Io, le mie sorelle, Laplace e Jun, rimanemmo senza parole.
-Quindi ora Alice ha infettato come un virus il computer della base spaziale!- dissi poi.
Kahori annuì.
-Esatto! In quella base ha avuto tutto il tempo per riorganizzarsi e costruire indisturbata le Alice Maiden!-
-E le sue copie bambola!- disse Laplace.
-Già, probabilmente anche quelle. Anche tu ti sei scontrato con una copia bambola di Alice?- chiese Kahori.
-Sì, mi ha anche detto che ce ne sono molte!-
-Dannazione!-
-Ehm... mi sono persa un pezzo...-
-Alice ha anche creato bambole che riproducono il suo corpo originale! Sono lei stessa in versione bambola come lo è adesso Laplace!-
Rimasi di nuovo senza parole.
-Bene. Ora che sappiamo dov'è... andiamo a farla fuori!- disse Suigintou scendendo dallo schienale.
Anche Kirakishou si alzò e le mise una mano sulla spalla.
-Calma Gin-sama!-
-Perché dovrei?-
-È notte. Inoltre sei stanca, o meglio, siete tutte stanche. Fatevi una bella dormita. Ci penserò io a fare la guardia nel caso Alice avesse intenzione di attaccare o sganciare un altro obelisco. Facciamo come ai vecchi tempi!-
Laplace sorrise e si affiancò a lei.
-Ti faccio compagnia. Non sento affatto il bisogno di dormire proprio come te!-
Kirakishou, incredibilmente, sorrise. Così, mentre Jun cenava, e le mie sorelle avvertirono i loro rispettivi "servitori" che avrebbero dormito da lui, io mi feci poi raccontare come erano andati i loro scontri, sapevano del mio diario, ed infine andammo a dormire. Hinaichigo andò a dormire da Tomoe, Suigintou dormì sempre sullo schienale della poltrona in salotto, mentre Kanaria, Kahori, Suiseiseki e Souseiseki dormirono sul divano. Io, ovviamente, dormii con Jun. Non mi addormentai subito, al contrario di Jun che crollò come un sasso, quindi mi alzai e mi diressi verso la finestra. Lì potei vedere Kirakishou e Laplace in giardino di spalle e immobili come statue. Poi vidi che le disse qualcosa e iniziarono a ballare. Anche la prima volta che lo incontrammo ballò con Kirakishou, ma aveva dimensioni umane, quindi Kirakishou era costretta a fluttuare. Ora, finalmente, non doveva più farlo. Questo mi fece sorridere, mi allontanai dalla finestra, mi rimisi nel letto, diedi un bacio sulla guancia di Jun e mi addormentai. Il giorno dopo, tutto fu pronto. Salutai Jun con un forte abbraccio e poi uscimmo da casa sua. Una volta in giardino, però, mi venne un dubbio:
-Ma cosa ci accadrà dopo che avremo raggiunto l'atmosfera della Terra? I nostri corpi non bruceranno?-
Kahori rise.
-Di cosa ti preoccupi? Non avrete alcun problema. Perfino i vostri vestiti resteranno illesi. Dopotutto, anche le Alice Maiden son giunte sulla Terra dallo spazio aggrappate agli obelischi e avevano ancora gli abiti addosso. Non ricordi?-
-Beh... in verità no, dato che non vi ho... cioè... non le ho viste!-
-Allora non perdiamo tempo! Forza, andiamo! Le mie mani già stanno prudendo!-
Mi aspettavo di sentire una frase del genere da Suigintou o Kirakishou. Invece fu Hinaichigo a dirlo. Questo mi fece sorridere.
-Va bene! Andiamo!-
Spiccammo il volo. Una volta raggiunta l'atmosfera terrestre, i nostri corpi iniziarono ovviamente a bruciare, ma come disse Kahori, né i nostri corpi né i vestiti ne risentirono.
-Che ti avevo detto?- mi disse Kahori ridendo.
Io le sorrisi senza risponderle. Una volta nello spazio, restammo affascinate. Vederlo in tv non era la stessa cosa di vederlo dal vivo. Ora capisco la grande emozione che avranno provato tutti gli umani che sono andati nello spazio.
-Ora vi porto da Alice. Scommetto che ci sta aspettando con impazienza!-
Tutti noi annuimmo. Seguimmo Kahori e dopo un certo tempo che non saprei quantificare, raggiungemmo la destinazione. Una base spaziale in rovina che galleggiava sospesa nello spazio.
-È più grande di quanto mi aspettassi!- dissi.
-Ad Alice piacciono le comodità!- disse Kahori.
A un tratto, un portello si aprì.
-Pare che si sia accorta di noi...- disse Laplace.
Perciò, entrammo. Una volta dentro, il portello si richiuse subito alle nostre spalle e poi sentimmo quella voce. Quella odiosissima voce.
-Ben arrivate, amiche mie!-
-Avevo quasi dimenticato la sua irritante e odiosissima voce!- disse Hinaichigo.
-Anch'io!- dissero le mie altre sorelle insieme.
-Dove ti nascondi, dannata?- chiese poi Souseiseki.
-Cercatemi, piccole!-
-Non ce n'è bisogno. Seguite me!- disse Kahori.
-Già, che sbadata, avete con voi anche la traditrice. Quindi fate quello che vi dice. Seguite lei!-
Non so perché, ma mentre seguivamo Kahori fui colta da dubbi e dal presentimento che ci avrebbe condotto in una trappola. Dopo molti minuti di cammino, giungemmo davanti a una porta con una tastiera alla sua sinistra. Kahori digitò dei numeri, si aprì ed entrammo nella sala dei comandi. Fui sollevata, nel vedere che i miei dubbi erano infondati. La sala comandi era molto grande, immensa, piena di tastiere e monitor. Su quello centrale, campeggiava il volto in 3D di Alice.
-Salve, "bimbe"!-
-Riecco il rottame all'interno di un computer. Ho uno strano déjà vu. E voi sorelle?- chiese Suiseiseki.
Io e le altre annuimmo.
-È vero, hai ragione giardiniera, ma stavolta non ho potuto modificare questo corpo, quindi non si trasformerà come accadde quella volta!-
-Davvero? Buon per noi allora. In questo modo sarà più facile distruggerti! Muori!-
-A... aspetta Suigintou!- gridò Kahori.
Lei, però, aveva già lanciato le sue piume. Una volta raggiunto il monitor, però, colpirono una barriera. Qualche piuma era anche finito sui comandi e anche quelli erano protetti dalla barriera.
-Di nuovo questo trucco della barriera!- disse mia sorella.
-S... sì, purtroppo!-
-Potevi avvertirmi prima!-
-S... scusa!-
Kahori era mortificata. Alice iniziò a ridere come una matta.
-È inutile che ridi! Hai dimenticato il potere di Kanaria?- disse la mia sorellina con il violino in posizione.
-È tutto inutile, Kana!- disse Kahori.
-Co... come sarebbe? Cosa stai dicendo, Kahori?-
-La sua barriera è impenetrabile stavolta!-
-Kanaria non ci crede! Primo movimento: Signal To Noise!-
Tornò a suonare il movimento che una volta distrusse la barriera di Alice, ma questa volta, come disse appunto Kahori, la barriera resistette.
-N... no! Kanaria non ci può credere!-
-Dovrai farlo! Pensavi che fossi così stupida da non creare una barriera più resistente? Mi stai sottovalutando, mocciosa!- disse Alice.
-M... maledetta!-
A un tratto, una porta che non avevamo notato, eravamo troppo prese a guardare il monitor con il volto di Alice piuttosto che a guardare l'ambiente che ci circondava, si aprì e vi uscirono nove bambole-Alice.
-Ma bene... diamo il via alle danze!- dissi.
-Annientatele!- disse Alice con un sorriso beffardo. 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Space Oddity ***


Capitolo 15:
 
Space Oddity
 
 
 


Ognuno si mise davanti alla propria avversaria e, come detto nel capitolo precedente, iniziammo le danze. Kahori e Laplace mi avevano detto che erano forti e ora che ci combattevo me ne resi conto. Usavo il vortice di petali, ma a bambola-Alice non faceva neanche il solletico.
-Impegnati di più!- si permetteva perfino di dirmi, quel lurido fantoccio.
Provò ad attaccarmi, ma io la colsi di sorpresa con un bel calcio rovesciato.
Le prime ad abbattere le bambole-Alice con facilità furono le mie sorelle dai candidi capelli, Suigintou e Kirakishou, e anche Souseiseki. La prima e la terza mozzarono le teste alle loro avversarie, mentre Kirakishou, ovviamente, la divorò. Come al solito, le Rose Mystiche delle sconfitte scoppiarono.
-Se hai finito, sorella, potresti venire un attimo qui? Kanaria vuole fare una cosa!- disse Kanaria a Suigintou.
Lei, e anche Kirakishou, inarcò il sopracciglio. Anch'io rimasi incuriosita, specialmente perché non stava attaccando la sua avversaria e si limitava ad evitare i colpi. Una volta raggiunta, Suigintou diede un calcio alla bambola-Alice per tenerla lontana da loro.
-Che cosa vuoi, Kanaria?-
-Lancia le tue piume contro di lei!-
-Non capisco, cosa...?-
-Kanaria ha detto che ha un'idea. Fidati!-
Suigintou eseguì l'ordine e lanciò numerose piume. Dopodiché, Kanaria iniziò a suonare.
-Secondo movimento: Toss The Feathers!-
Il vortice creato si unì alle piume. Diventò praticamente una sorta di vortice di piume, quasi una rivisitazione del mio vortice di petali, e l'Alice fantoccio andò in pezzi.
-Brava Kanaria. Ottimo attacco!- si complimentò Kahori.
-Non distrarti, feccia!- disse la sua avversaria cercando di colpirla, ma lei evitò il colpo con un salto.
-Ora tocca a me! Primo movimento: Alt. More Worlds Than Known!-
Si avvertì chiaramente il verso di un bisonte, poi comparvero una serie di sfere energetiche che presero proprio la forma di una mandria di bisonti che corsero verso la bambola facendola a pezzi. Ben presto, anche le altre furono distrutte e ci voltammo tutti verso Alice e il suo assurdo nuovo corpo.
-Oh-oh! Siete più forti di quanto ricordassi!-
-Le tue copie non sono granché. Hai perso, Alice! Sei finita!-
-Finita? Non ne sarei tanto sicura!-
-Cosa vuoi dire?-
-Voltatevi!-
-E credi che cadremo in un trucco così banale? Per chi ci hai preso?- disse Suigintou ridendo.
-Ehm... ti consiglio di fare come dice, dama nera. E anche voi altre!- disse Laplace.
Ci voltammo tutte insieme e ci ritrovammo davanti non nove, ma bensì novanta bambole-Alice. La sala comandi era grande abbastanza da poter contenerle tranquillamente.
-No... novanta bambole-Alice? Cosa c'è una svendita?- disse Souseiseki.
Sorrisi, e forse anche le altre lo fecero, poi mi misi in posa da combattimento.
-Pronta, Kanaria?- sentii dire.
-Kanaria è sempre pronta! Dovresti saperlo!-
Dopodiché dissero insieme:
-Primo movimento: Heart Of Amsterdam!- 
Kanaria suonò per prima e comparve un mulino a vento davanti a noi. Poi fu il turno di Kahori e l'elica iniziò a girare creando un violento vortice che ne distrusse ben ottantatre. Ne rimasero sette. Quindi, io, le gemelle, Hinaichigo, Suigintou, Kirakishou e Laplace dovemmo combattere.
-Potevate usare qualcosa che le distruggesse tutte, no?- chiese Kirakishou.
-E poi voi? Con che cosa vi sareste divertiti?- chiese Kahori divertita.
-Mpf!-
-Stupide suonatrici, se credete che vi lascio riposare, vi sbagliate!-
Sempre da quella porta, uscirono due bambole. Kahori e Kanaria si guardarono e sorrisero.
-Secondo movimento: Day Three: Pain!-
Stavolta, la prima a suonare fu Kahori seguita poi da Kanaria. Le loro avversarie s'inginocchiarono soffrendo. Come diceva il nome della canzone, stavano provando dolore. Un insopportabile dolore. Tuttavia, non era sufficiente.
-Terzo movimento: The New Real!-
Kanaria aprì un portale e il suono del flauto di Kahori scaraventò le due bambole all'interno del portale. Ebbi una curiosa sensazione di déjà vu. Dopo un po' di fatica, anch'io e le altre distruggemmo le nostre avversarie.
-Quanto siete brave. Mi chiedo quanto potrete resistere!- disse Alice ridendo.
-Cosa vorresti dire?- le chiesi.
Non mi rispose e ci ritrovammo di nuovo davanti una novantina di bambole.
-Non... non è possibile! Ma che diavolo...?- dicemmo tutti.
-Eh! Non ci arrivate? Ho trasformato la sala macchine di questa base spaziale in una fabbrica di bambole-Alice e, grazie all'alchimia, ho creato un'immensa Rosa Mystica che è in grado di spezzettarsi in tanti frammenti infiniti e dare vita alle mie creazioni!- disse Alice ridendo.
-Vo... vorresti dire che...-
-Esatto! Non importa quante ne distruggete. Non finiranno mai! Mai!-
-Sei una maledetta!- disse Laplace.
-Grazie caro. E ne sono fiera!-
Con la sua Gravity Hold, Laplace ne sollevò una decina appiccicandole al soffitto, dopodiché le tagliò tutte con lo Star Crash. Anche noi ci attivammo e le distruggemmo. Rimasero solo le avversarie di Kanaria e Kahori. Stavolta, le due sembravano incerte e si facevano colpire facilmente.
-Che cosa state facendo? Attaccatele!- gridai.
-Dobbiamo trovare il movimento giusto!- mi gridò Kahori.
-Kanaria l'ha trovato!-
Si allontanò leggermente dalle sue avversarie e si mise in posa.
-Terzo movimento: Intro/Passacaglia Maestosa/Bar-Rocko!-
La melodia creò una tempesta di fulmini e distrusse le sue avversarie. Kahori sorrise e si mise anche lei in posa.
-Secondo movimento: Obertura!-
Anche lei le abbatté. Alice continuò a ridere. Io mi stancai e le lanciai il mio vortice di petali, anche se sapevo che aveva la barriera. Anche le altre e Laplace attaccarono, ma niente.
-È tutto inutile! Inoltre, i miei giocattoli vi hanno stancato. Lo vedo chiaramente!-
-Chiudi il becco, maledetto pezzo di ferraglia arrugginita!- le gridai.
-Uh! Quanta foga, ragazzina!-
Lanciai di nuovo il vortice di petali, ma grazie alla barriera non subì alcun danno. Questo la fece solo ridere. Anche Laplace e le altre tornarono a darmi man forte, quando da quella dannata porta uscirono altre bambole.
-Ci pensiamo noi a loro. Voi continuate!- disse Kahori.
Sentii chiaramente le due dire alle mie spalle:
-Quarto movimento: The Theory Of Everything Part 1 e Part 3!-
Decisi di voltarmi per vederne l'effetto. La melodia creò un buco nero. Rischiammo di essere risucchiate se non fosse stato per le piante di Suiseiseki che si avvinghiarono ben strette alle nostre caviglie. Inoltre, le due avevano anche iniziato a cantare:
- [Mother:]
They were seduced by the mystery
Something forbidden was uncovered here
 
[Mother:]
My husband
 
[Girl:]
My love
 
[Mother:]
My son
 
[Girl:]
All lost
 
[Mother and Girl:]
Our world is not ready to know
The Theory of Everything
 
We need a future to build
A new role to fulfil
We’ve got something to give
We’ll find a reason to live!-
Una volta risucchiate tutte le novanta bambole, il buco nero scomparve.
-Brave! Un'eccellente esibizione!- disse Alice.
-Adesso basta. È ora di farti a pezzi!- disse Suigintou.
-Non puoi!-
-Certo che possiamo!- dissi io.
-E va bene. Basta con i giochi. Mi avete fatto divertire abbastanza. È giunta l'ora di chiudere... con i botti!-
-I botti? Che cosa stai...?-
Sentii un suono. Qualcosa che mi fece sobbalzare o, se fossi stata un'umana, che mi raggelò il sangue nelle vene. Era un "bip".
-Un... obelisco! C'è un obelisco in questa base! Ma dove diavolo...?-
-Non è proprio un obelisco, ma sì. Siete così orbe che non lo avete notato! Guardatevi bene attorno. Ora che lampeggia dovreste riuscire a vederlo! Ah, comunque, qua sotto c'è anche il conto alla rovescia!-
Guardai il conto alla rovescia situato sotto la sua testa virtuale che era già partito. Era a quattro minuti e cinquantasei secondi. Poi, iniziai a guardarmi attorno. In un angolo della sala c'era una colonna nera che diventava rossa ogni volta che lampeggiava.
-È... è quella colonna!-
Senza indugi gli lanciai subito un vortice di petali. Lo feci senza pensare perché poi le mie sorelle e Laplace mi gridarono di non farlo. Ormai era troppo tardi. Quando il vortice lo colpì, comparve una barriera.
-Una... una barriera? Oh, no!-
-Oh sì mia cara! Sì!- disse Alice ridendo.
-Ma... maledetta!-
Kirakishou volò subito verso la colonna e quando fu vicina tentò di divorarla con la sua rosa. Purtroppo, la barriera la bruciò e Laplace corse a spegnere il piccolo fuoco.
-La... mia... rosa...  la... mia... rosa...-
Kirakishou si mise in posizione fetale continuando a ripetere quella frase.
-A... alzati, Kirakishou!- disse Laplace.
Lei, però, non reagì.
-Maledizione!-
Laplace iniziò a prendere a calci e pugni la colonna, ma niente. Si faceva solo male.
-F... fermo... non serve a nulla!- gli gridai.
Alice, invece, non faceva altro che ridere.
-Morirete con me. Proprio come doveva essere sin dal principio. Siete contente?-
-Sei una lurida...-
-Ka... Kanaria! Possibile che non hai una melodia che possa distruggere la barriera?- chiese Hinaichigo con voce strozzata dal pianto.
Era evidente che si stava rassegnando.
-Non... non ne conosco altre! Mi... mi dispiace!-
Per la prima volta, aveva parlato in prima persona. Anche lei, ormai, era pronta alla sconfitta. A un tratto, qualcuno le afferrò la mano sinistra e le frantumò le dita con forza. Questo, ovviamente, la fece urlare di dolore.
-Kanaria!- gridò Kahori.
-Ma cosa...?-
Era una bambola-Alice. Anche Kahori fu presa di mira e anche le dita della sua mano destra furono frantumate con facilità come fossero stuzzicadenti.
-In questo modo, non c'è rischio che possano trovare qualche musichetta utile per distruggere le barriere oppure che vi permetta di fuggire, come avrete sicuramente fatto, al monte Fuji!- disse Alice.
La maledetta non lo aveva visto con i suoi occhi. Ebbe solo un ottimo intuito. Io e Laplace ci gettammo come proiettili sulla bambola e la gonfiammo letteralmente di botte. Le piante di Suiseiseki e Hinaichigo, poi, si avvinghiarono sui suoi arti sollevandola da terra. A quel punto, Suigintou e Souseiseki le perforarono il petto con le loro armi ed infine, io la colpii con il vortice di petali distruggendola completamente. Ero davvero furibonda, oltre che disperata, e purtroppo non ero la sola.
-Tsk! Quella bambola doveva essere una sorta di tributo al nostro primo incontro. Che figura!-
-Se fosse stata una Rozen Maiden forse...- dissi io.
I miei occhi tornarono sul conto alla rovescia che scorreva senza sosta. Mi riguardai attorno e notai la porta da dove eravamo entrate. Scattai rapidamente, ma la porta mi si chiuse in faccia in maniera ancora più rapida che quasi ci sbattei contro. A quel punto sparai il mio vortice, ma anche su quella porta comparve una barriera.
-No... No!- gridai.
-È finita! Mettiti comoda e attendi la morte!-
Mi voltai. Mancano due minuti all'esplosione.
-Scordatelo, lurida schifosa!- gridò Laplace.
Cercò di uscire dalla porta dove uscivano le bambole-Alice, forse il suo piano era di distruggere la sala macchine e poter così uscire indisturbate da lì, ma anche quella porta si chiuse e fu avvolta dalla barriera.
-Alice!- gridò Laplace con rabbia.
-Cosa cavolo ti urli? Sono qui, idiota!-    
Io m'inginocchiai con le lacrime agli occhi. Ormai avevo perso ogni speranza. Con la coda dell'occhio, vidi le mie sorelle raggruppate attorno a Kirakishou e anche Laplace si unì a loro. A un tratto, il suo pugno s'illuminò di bianco, lo alzò in aria e poi colpì con violenza il pavimento. Lo scopo era fare un buco che ci avrebbe permesso poi di uscire da lì per poi creare un'altra via d'uscita e scappare da quella trappola infernale. Purtroppo, anche il pavimento era protetto dalla barriera e il braccio sinistro finì per essere distrutto dall'esplosione causata dalla botta.
-Brutta...- disse Laplace supino a terra con tono deluso e rassegnato.
-Ah, ah, ah, ah! L'idea era davvero ottima, ma non sono così stupida da lasciarvi scappare così facilmente!-
Io continuai a piangere. L'unico conforto era che almeno la Terra, e chi la abita, non sarebbe stata coinvolta. Magra consolazione, ma mi rendeva comunque felice. A un tratto, Hinaichigo si avvicinò a me.
-Uccidici, Shinku!- mi disse.
-Che... che cosa?-
Avevo sentito benissimo, ma feci finta di non aver afferrato perché speravo davvero di aver capito male.
-Ho detto di ucciderci. In questo modo potrai prendere la Rosa Mystica di tutti noi ed evitare il peggio!-
-N... no! Non puoi chiedermi di fare una cosa del genere! Siete mie sorelle!-
Abbracciai forte la piccolina continuando a piangere e anche lei, dopo un po', mi abbracciò e pianse.
-Questa volta, non sarai tu!- disse Kirakishou rialzandosi.
Dove un tempo c'era la rosa bianca, ora aveva solo un'orbita completamente vuota.
-Sarà Gin-sama a prendere le nostre Rose Mystiche. E sarò io la prima a donargliela!-
Io non dissi nulla e la guardai con rassegnazione. Non appena impugnò la sua spada di ghiaccio, e si preparò ad affondare la lama nel petto come se stesse facendo harakiri, Suigintou le mise una mano sulla spalla e, quando Kirakishou si voltò, si beccò un forte ceffone.
-G... Gin-sama!-
-Non voglio la tua Rosa Mystica né quella di Shinku né di nessun altro. Sono stata chiara?-
-Ma... Gin-sama io... io lo faccio per te!-
-Fa silenzio!- gridò.
Dopodiché l'abbracciò. Kirakishou rimase immobile e poi lasciò cadere la spada.
-Non voglio nessuna Rosa Mystica. Chi ci assicura che, una volta che una di noi le assorbe tutte, si riesca ad abbattere quella dannata barriera? Potrebbe rivelarsi solo un sacrificio inutile! Perciò, anziché rischiare, preferisco stare qui ad aspettare la morte!- le disse.
-Perdonami Gin-sama. Perdonatemi tutti!-
Per la prima volta, anche l'imperturbabile Kirakishou pianse. Alice, nel frattempo, continuava a ridere e ad esprimere il suo disgusto per quelle scene di abbracci melensi. Poi, smise di ridere e disse:  
-Vi resta solo un minuto! Dite le vostre ultime preghiere se avete qualcuno a cui affidare le vostre "anime"!-
Notai il contatore rosso sotto di lei che scorreva inesorabile. Meccanicamente mi avvicinai a lei, mi concentrai e le lanciai non uno ma ben due vortici di petali. Il risultato fu una mera e propria delusione.
-Ancora insisti? Hai così tanta paura della morte?-
-Non ho paura della morte! Non sopporto vedere la tua schifosa faccia!-
-Sì, sì. Ci credo proprio!-
Suigintou e le altre si avvicinarono a me.
-Che fate? Volete una foto di gruppo prima del grande botto? Mancano solo quindici secondi. Preparatevi! Quindici!-
Io chiusi gli occhi, mentre lei contava.
-Quattordici! Tredici! Dodici! Undici! Dieci!-
-Ultimo movimento: Come Back Home!-
-Cosa? Che credi di fare?-
Riaprii gli occhi e mi voltai di scatto. Dato che le dita di Kanaria erano state spezzate, ci pensò Kahori a reggerle il violino con la sua mano sinistra. Dopodiché, iniziò a suonare. Ci fu un bagliore così intenso che dovetti coprirmi gli occhi con un braccio. Sentii chiaramente Alice gridare:
-Che cosa? Nooooooo!-
E poi... silenzio.
 


Nota 15: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone di David Bowie.
 
Nota 16: Kanaria suona: Toss The Feathers dei The Corrs, Intro/Passacaglia Maestosa/Bar-Rocko degli Alux Nahual e Come Back Home dei The Young Dubliners. Kahori suona: Alt. More Worlds Than Known dei Proto-Kaw e Obertura dei Galie. Insieme, invece, suonano: Heart Of Amsterdam dei The Gentle Storm, The New Real di Arjen Anthony Lucassen, Day Three: Pain e The Theory Of Everything Part 1 e Part 3 degli Ayreon.
 
Nota 17: The Theory Of Everything, oltre ad essere il titolo dell'album degli Ayreon, è anche il titolo del film biografico dedicato a Stephen Hawking, fisico matematico famoso per i suoi studi per i buchi neri. Ecco perché l'attacco crea appunto dei buchi neri. 

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Capitolo 17
*** Epilogo ***


Epilogo
 
 
 


Il silenzio durò pochi secondi. Poi avvertii il cinguettio degli uccelli e mi tolsi il braccio dagli occhi. Ero nella stanza di Jun, più precisamente sul suo letto.
"È stato tutto un sogno?" pensai.
Istintivamente, mi misi una mano in tasca e quando toccai l'orologio scossi la testa.
"No, non è stato un sogno! Sono... siamo tornate a casa, tutto grazie a Kanaria!"
Mi sembrò strano di non trovare Laplace, Kahori e le mie sorelle insieme a me, ma poi pensai che ognuna era stata teletrasportata nella propria casa. In parole povere, Alice si era uccisa con la sue mani e noi l'avevamo fatta franca un'altra volta. Sorrisi, scesi dal letto e mi diressi verso la porta, quando si aprì di colpo. Jun nel vedermi, tremò e pianse per la gioia.
-Sono tornata, tesoruccio!- le dissi scherzando.
Lui mi sollevò e mi abbracciò continuando a piangere.
-Ero preoccupatissimo per te!-
Io sorrisi e gli accarezzai la testa.
-E le altre?-
-Ognuna è stata teletrasportata nella sua casa. Scommetto che tra non molto Tomoe e Hinaichigo verranno qui!-
Aspettammo, nel mentre raccontai a Jun a grandi linee cos'era successo, poi si sentì il campanello. Jun si alzò, mi prese in braccio, uscimmo dalla stanza e scendemmo. Quando aprì la porta, c'era Tomoe.
-Ciao Tomoe!- disse Jun con un sorriso.
-Cia... Oh! Shinku? Sei tornata?-
-Già!- dissi sorridendo.
-E dov'è Hinaichigo?-
Quella domanda mi spiazzò. Effettivamente, Hinaichigo doveva essere tra le braccia di Tomoe e invece non c'era.
-Ma... ma cosa...? A... aspetta! Forse si trova da qualche parte a casa tua!- dissi cercando di nascondere la preoccupazione.
-Come fa a trovarsi a casa mia?-
-È stata teletrasportata da una melodia di Kanaria proprio come me!-
-Andiamo a vedere!- disse Jun.
Tutti e tre entrammo in casa Kashiwaba. Chiamammo a gran voce Hinaichigo, ma non rispose.
-Si sarà nascosta! Lei adora giocare a nascondino!- disse Tomoe.
Avevo pensato anch'io che si era nascosta e cominciammo a cercarla ovunque. Nulla. Di lei non c'era la minima traccia. Cominciai a tremare ed ansimare. Un atroce dubbio mi assalì come un lupo che si avventa sulla preda.
-Dimmi che non è vero! Dimmi che non è vero! Dimmi che non è vero!-
Ripetei quella cosa all'infinito come se fossi un disco rotto. Jun dovette darmi ben tre schiaffi per farmi riprendere.
-J... Jun...- dissi piangendo.
-Che ti succede, Shinku?-
-Non... non l'hai ancora capito? Hinaichigo e le altre sono...-
-Sono cosa?-
-Sono morte, dannazione! Morte!-
Lo gridai per disperazione e senza pensare. Adesso, a mente fredda, credo che quelle parole furono come un pugnale dritto nel cuore della povera Tomoe. Infatti, non appena lo dissi, lei s'inginocchiò e cominciò a piangere. Jun cercò di consolarla, ma anche lui non riusciva a trattenere le lacrime. E, purtroppo, neanche io. Solo dopo qualche ora, ci calmammo.
-Come mai tu sei qui e le altre no?- chiese Jun.
Io continuai a tremare e tornai a piangere.
-Non lo so. Quelle che ho sono solo supposizioni e null'altro!-
-Sentiamo!- disse Tomoe.
Sembrava arrabbiata e non la biasimavo.
-Il movimento Come Back Home può teletrasportare una persona sola! Poteva essere chiunque, anche la stessa Kanaria probabilmente, ma invece... ha scelto me! Hanno preferito sacrificarsi e lasciare me vivere!-
-Hanno fatto davvero una pessima scelta!- disse Tomoe furiosa e colpendo la parete accanto a sé con un pugno.
-C... calmati Tomoe!-
-Sono calmissima Jun! E ora fuori! Levatevi dai piedi!-
-Tomoe...-
-Non pronunciare il mio nome, bambola schifosa! Sparisci dalla mia vista!-
-Ti ho detto...-
-A... andiamo... Jun...- dissi con voce strozzata.
Uscii seguita da Jun. Una volta a casa sua, lo abbracciai.
-Sarei dovuta morire anch'io!- gli dissi.
-N... no! Non dirlo! Ti prego!-
Restammo abbracciati per un tempo che sembrò infinito.
-Vorrei stare sola ora!- dissi.
Lui mi lasciò andare in camera sua, mi buttai a terra e tornai a piangere. Se Tomoe aveva reagito così, molto probabilmente, se dicevo a Micchan che Kanaria era morta, anche lei avrebbe fatto la stessa cosa. Non osai pensare, invece, come avrebbero reagito Megu e i coniugi Shibasaki. Sicuramente i loro cuori malati non avrebbero sopportato il pesante dolore e li avrebbe uccisi. Così, avrei avuto non otto, ma ben dieci morti sulla coscienza. Perciò, decisi di non avvertirli, con la speranza che anche Tomoe non lo facesse. I giorni passarono, ma il mio dolore continuava a tormentarmi e non mi faceva dormire. Questa volta, le cronache che sto scrivendo non hanno affatto il lieto fine come le altre. Perciò, presi la decisione di andarmene. Trascrissi questo e gli altri capitoli sul computer, così che Jun potesse leggerli quando voleva. Avrebbe trovato i files .doc sul desktop. Gli lasciai anche una lettera scritta a mano:
 

"Caro Jun.
 
Vorrei che tu mi perdonassi, ma non posso più restare qui. Non c'è più posto per me. Scomparirò per sempre dalla tua vita così potrai stare vicino alla persona che ami veramente: Tomoe. Gli anni che ho passato con te sono stati i più belli della mia vita e non li dimenticherò mai fino alla fine del tempo! Ti ho voluto bene e te ne vorrò sempre, ma ora è giunto il momento per te di dimenticarmi. Immagino che quando leggerai questa lettera avrai intenzione di cercarmi, ma ti consiglio di non farlo. Perderesti solo tempo perché sarò praticamente introvabile come un ago in un pagliaio e non voglio questo. Come ho detto: dimenticami. È per il tuo bene. Pensa a Tomoe. Lei ha bisogno di te ora più che mai. Non lasciarla sola.
Addio, mio piccolo servitore!
  
Con affetto!


Shinku
 

Scritta la lettera, scomparvi nella notte. La mia prima idea fu di nascondermi sott'acqua, ma la scartai subito dato che poi non avrei mai potuto leggere i miei libri o continuare a scrivere questo diario. Optai, quindi per la "casa" di Kirakishou: il polo sud. Vissi all'interno di una caverna ghiacciata per un po' di tempo, tre mesi circa, e poi scelsi il mio nascondiglio definitivo: volai sulla luna. Ed eccomi qua, sul bianco satellite, a chiudere per sempre le pagine di queste cronache. Nonostante il dolore per la perdita delle mie sorelle, Laplace e Kahori continui a tormentarmi, sto molto bene qui. Faccio lunghissime passeggiate, mi diverto a rotolare all'interno dei suoi crateri, ma la cosa che adoro di più e stendermi supina a contemplare la Terra. Da qui è uno spettacolo unico. Inoltre, posso finalmente sfatare un mito: gli americani sono davvero arrivati sulla luna. Ho visto la loro bandiera e l'impronta lasciata dallo stivale di Neil Armstrong. Non era affatto fasullo come dicevano in molti. Ecco, credo che sia tutto. Come ho già detto all'inizio, probabilmente nessun altro all'infuori di Jun leggerà mai queste cronache, o forse sì, ma c'è una cosa che vorrei comunque chiarire: non era affatto vero che le mie sorelle mi raccontarono per filo e per segno i loro scontri nelle capitali del mondo. Mi avevano detto solo i nomi, l'aspetto fisico e le tecniche delle loro avversarie. Il resto dei capitoli che avete letto, è stato solo frutto di supposizioni fantasiose dettate dalla mia mente. Detto questo, qui Shinku dalla luna. Passo e chiudo.              
 
 
FINE

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