The Secret Garden

di keli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** oOoPiccola MissoOo ***
Capitolo 2: *** oOoOdio e RancoreoOo ***
Capitolo 3: *** oOoO Il Giardiniere e Il Pianista OoOo ***
Capitolo 4: *** oOoO Melodia OoOo ***
Capitolo 5: *** oOoO Dalla parte sbagliata OoOo ***
Capitolo 6: *** oOoO Dietro uno Sguardo OoOo ***
Capitolo 7: *** oOoO Siamo solo Maschere OoOo ***



Capitolo 1
*** oOoPiccola MissoOo ***


oOoOo Piccola Miss oOoOo


”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]



E Sakura di qua, e Sakura di la… uffa ma non hanno altro a cui pensare? A me non importa minimamente delle raccomandazioni di Shizune! Se davvero ci tenesse a me, non mi scaricherebbe senza tanti complimenti a casa di un estraneo!
La sera sta scendendo, vedo riflettersi i raggi del sole morente fra le colline, bagnando di luce aranciata i campi. Gli zoccoli dei cavalli sul selciato mi infonde un senso di pace, e soprattutto mi aiutano a non sentire il ciarlare della donna al mio fianco. Tengo il viso premuto sul vetro del calesse, per imprimermi nella memoria il paesaggio di quella che avevo sempre chiamato casa, almeno fino ad ora.
Mi pizzicano gli occhi, ma mi sforzo di non piangere, o Shizune si preoccuperebbe e mi someggerebbe di domande, e questo davvero non lo sopporterei.
Guardo la ragazza riflessa sul vetro. Dimostra sedici anni a stento, ha assurdi capelli di un rosso tenue, che alla luce del sole sembrano rosa, sciolti in mille boccoli sulle spalle. Sul volto pallido l’unica cosa che spicca sono i grandi occhi verdi, con sprazzi d’oro attorno alla pupilla. L’esile collo è lambito da una collanina di seta nera, con un piccolo ciondolo rosato a forma di fiore di ciliegio.
Infondo è proprio questo che vuol dire il mio nome.
Sospiro. Ma chi sono io? Non lo so più… fino a tre giorni fa sarei andata a colpo sicuro:
Sakura Elain Haruno, unica figlia del generale Jiraya Haruno e dell’estinta dottoressa Tsunade Emily Lain Haruno. Io principessina viziata in un mondo di favole, la cui casa era la meravigliosa India.
Ma ora? Ora chi sono?
Stringo nelle mani inguantate, la lettera che mi ha lasciato mio padre. Jiraya Nagaki Haruno non era più tornato dall’Inghilterra. Il suo corpo non era stato ritrovato, ed era stato dato per disperso. Io avevo dovuto abbandonare la mia India con la mia badante, Shizune appunto, per trasferirmi in un paesino sperduto dell’Inghilterra, ospitata nella casa di cari amici di mio padre.
Degli Uchiha, però, non conosco che la fama.
<< Signorina Sakura? Signorina Sakura siamo arrivate! >>
La voce della donna minuta, dai capelli castani, e apprensivi occhi neri, con un abito lungo avano, al mio fianco, mi riporta alla realtà.
Mi volto, guardandola sorpresa.
<< Scusa? >>
La donna sospira, roteando nervosamente gli occhi scuri, rassettandoli l’abito che si è stropicciato durante il viaggio, per poi fare lo stesso con la gonna rossa a pizzi bianchi che indosso
<< Siamo arrivate, Sakura… oh datevi un po’ di contegno! E ricordate le buone maniere! Ahh l’ho sempre detto che l’India non vi avrebbe fatto bene! >>
Annuisco ebete, con un sorriso poco convinto. Sono ancora stordita, quanto ho dormito? Mi gira la testa, non sono ancora in grado di sopportarLa.
La porta della carrozza si apre, rivelando un bell’uomo, sulla trentina, vestito con un abito scuro, elegante, i capelli argentei malgrado l’età, e gli occhi neri, caldi. Non riesco a vederlo in viso perché è nascosto da una sciarpa di seta bianca. Mi lancia una breve occhiata, prima di chinarsi in un elegante inchino e porgere la mano a Shizune, aiutandola a scendere.
Quando afferra la mia mano sembra sorridere sotto la sciarpa
<< Fatto buon viaggio? Il mio nome è Hatake Kakashi, precettore del signorino Uchiha. Lei deve essere la signorina Sakura, giusto? >>
Annuisco, alzando la gonna con una mano mentre salgo gli scalini di casa Uchiha. Ergo, casa sarebbe troppo riduttivo. E’ una villa enorme! Quasi una magione… eppure mi sembra così fredda e sterile, quasi non vi fosse vita all’interno.
Mi fermo all’entrata, guardandomi attorno, meravigliata. La sala è arredata con gusto, e ci sono molti ritratti di uomini e donne bellissimi.
Sento a mala pena Shizune al mio fianco, che ringrazia un giovane uomo dai capelli castani legati in una coda, gli occhi neri, dolci, che le ha portato le valige
<< Lei deve essere Sakura Haruno… ha gradito il viaggio, miss? >>
Una voce profonda e malinconica attira la mia attenzione.
Sulle scale sta un giovane dalla bellezza sconvolgente. Ha capelli neri, lucenti, legati in un elegante codino che gli sfiora le spalle larghe. Il viso, dai tratti nobili, candido, è rabbuiato da grandi occhi neri, profondi, che sembrano celare una tristezza infinita, e occhiaie che sembrano il risultato di molte notti insonni.
Indossa un abito nero, con polsini bianchi, e ha le braccia dietro la schiena.
Mi fissa, scrutandomi attentamente, forse cercando in me qualche tratto del vecchio amico di suo padre. Mi manca il respiro. Dovrò sembrargli sciatta e insignificante… quasi mi pento di non aver dato ascolto a Shizune!
Quando mi è davanti fa un inchino perfetto, facendomi un altrettanto perfetto baciamano. Come vuole la regola le sue labbra non toccano il dorso della mia mano, ma sento comunque il suo respiro caldo sulla pelle.
<< Certamente, sir… >>
Lui mi guarda, poi afferra. Un sorriso cortese si dipinge sul suo viso, mentre si rimette in piedi.
<< Oh, mi chiami semplicemente Itachi, miss >>
Credo di essere arrossita, ma lui ha la delicatezza di ignorarlo, voltandosi e battendo forte le mani. Il rumore secco, prodotto da questo movimento, rimbomba per il salone enorme, andando a perdersi sulla scala, dove si affaccia una ragazza poco più piccola di me, che mi sembra un angelo.
I lunghi capelli corvini sono legati in uno chignon da un fazzoletto bianco pieghettato, il viso da bambola è reso più dolce da enormi occhi di un azzurro perlato, che sembrano quasi bianchi. Le sue guance sono imporporate e tiene il volto chino.
L’avrei scambiata per una principessa, se i suoi abiti non fossero stati tanto inopportuni.
La bambolina, infatti, indossa gli abiti delle domestiche, e ora scende le scale con lo sguardo basso, puntato sulle mani che tormenta in una stretta sul suo grembiule immacolato.
<< Signor Uchiha, h-ha ch-chiamato? >>
Domanda piano, in un pigolio indistinto, sforzandosi di non balbettare. Il giovane annuisce, indicando me e Shizune con una mano sottile, quasi femminea, dalle dita lunghe e affusolate. Mi incuriosisce l’anello che porta all’indice della mano sinistra:
E’ d’oro massiccio, con un anagramma in rosso di un blasone che non conosco. Lui si accorge del mio sguardo e mi sorride, galante, affrettandosi a nascondere la mano dietro la schiena.
<< Miss Haruno, voglia gentilmente seguire la mia cameriera, vi condurrà nelle vostre stanze. E ora, mi duole ma devo congedarmi da voi, ci rivedremo dopo domani… Kakashi? Vuoi seguirmi di sopra, un attimo? >>
L’uomo dal volto coperto annuisce, seguendolo, e i due si congedano con un inchino, prima di sparire su per le scale.
Guardo affascinata la figura del padrone di casa, fin quando questo non scompare dalla mia visuale. La ragazzina al mio fianco fa un breve inchino, prendendo due valige e sorridendomi timidamente
<< Se v-volete se-seguirmi, m-miss, v-vi por-porto nelle v-vostre sta-stanze… >>
Mi volto verso Shizune ma questa è già sparita.
Sospiro. Sicuramente sarà andata giù nelle cucine a informare i cuochi sulla mia dieta… ma una volta che si smentisca!
Ritorno a guardare la ragazza che mi sta aspettando e ricambio il sorriso
<< Certo… >>

<< Allora… >>
<< .. H-hinata, m-miss… >>
<< Si, Hinata. Cosa mi dici del padrone di casa? >>
Seguo la ragazzina muoversi agilmente per la stanza, disfando i miei bagagli, e sistemando i vestiti nell’enorme armadio di ciliegio, panna, che è addossato all’unico muro colorato della parete, rosa, quasi rispecchi i miei capelli.
Io sto seduta sul letto a baldacchino, le mani in grembo, domandandomi come faccia quell’adorabile ragazza a essere solo una cameriera.
Hinata alza il viso sorridente da una pila di vestiti, le guance ancora un po’ rosse.
<< Oh, si abi-abituerà M-miss… sir Ita-Itachi non è c-così male come a-appare. Ce-certo fa s-soggezione, ma è d-davvero un ottimo padrone… quello che m-mi preoccupa è il s-signorino Sasuke >>
Ammette, e il sorriso si ridimensiona sul suo viso di porcellana. La osservo, confusa.
Signorino Sasuke? Ma io non ho visto nessuno oltre a Itachi!
<< Scusa Hinata, di chi parli? >>
Lei finisce di rassettare gli abiti appesi, chiudendo l’anta dell’armadio e guadandomi evasiva. Sembra quasi sia imbarazzata a parlarne, quasi sorpresa che non lo conosca.
<< Oh il s-signorino Sasuke è il f-fratello minore di Sir I-itachi… ha più o m-meno la vostra e-età e.. non l’avete a-ancora v-visto? >>
Chiede, nervosa.
Io scrollo il capo. Lei trattiene il respiro per un istante, tornando a lavorare, il viso basso.
<< Ah… s-suppongo lo vedrete s-sta sera a c-cena, M-miss… solo, non prendetevela t-troppo con l-lui… n-non è un c-cattivo ra-ragazzo… >>
Finisce, facendo sparire le mie valige sotto il letto. La osservo perplessa uscire dalla stanza con un inchino, non prima di avermi chiesto di avvertirla per qualunque cosa.
Sospiro per l’ennesima volta in una giornata, lasciandomi cadere distesa sul materasso, gli occhi al tettuccio di seta e broccato, sopra di me.




Angolino di Keli


Eh eh… so che devo aggiornare “The Black Thread Of the Destiny”, ma non disperate! (e chi lo fa..ndDei)è.è..dicevo, non disperate! Non ho abbandonato quella ff, solo che sono occupatissima con questa mia nuova impresa!*o* E poi…<.< beh ho il classico blocco dello scrittore U_U… che spero si risolva presto prima che lo sblocchi io stessa è.è…XD A parte questo… FF dedicata alla mia cara amica Marty, meglio conosciuta come la Nana, o Nessy Loc (O_OndDei)UOU…e a tutte le black panters… ammetto di non lovvare molto la coppia SasuSaku che avverto di già, anche se molto tormentata come al solito perché io Sasukkia non voglio viva in pace, sarà presente nella storia insieme (forse) a una ItaSaku e una NaruHina. Per le altre coppie dovrò pensarci quando aggiungerò gli altri personaggi. Per chiunque, sono aperta ai suggerimenti!^O^ E dopo questo dedico un buon S. Valentino a tutte voi, care! Un beso grande!

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Capitolo 2
*** oOoOdio e RancoreoOo ***


oOoO Odio e Rancore OoOo



”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]




Ormai sarà pomeriggio inoltrato. Chi sa quanto ho dormito… ma questo letto è così comodo! Sorrido, saltellando sul materasso scioccamente, con aria infantile, proprio come un bambino piccolo. Sorrido ancora, riprendendo contegno e scendendo dal letto, sistemando le lenzuola.
Mi annoio a morte da sola… chi sa dov’è Hinata? A quanto ho capito è stata adibita a mia cameriera personale, anche se io la vedo come una possibile buon’amica. E’ questo il mio difetto. Detesto i gradi e i titoli che mi separano dalle persone… in India non era così… ripenso a TenTen, la mia migliore amica indiana, e mi viene da piangere… Dio quanto mi manca! Ripensando a lei mi viene in mente mio padre, e sta volta non riesco a frenare le lacrime, che scendono incontrollate bagnando la federa del cuscino a cui mi sono stretta.
Oh padre! Quanto mi manchi… perché mi hai abbandonata? Perché anche tu? Forse non sono destinata a una vita felice. Ma io, io cosa chiedevo di troppo? Solo stare con mio padre e Ten nel luogo che amo… invece mi è stato tolto tutto, come un sogno da cui si è bruscamente risvegliati.
Asciugo le lacrime col dorso della mano. Mio padre non avrebbe voluto vedermi triste.
Apro l’armadio, prendendo al volo qualche cosa di non troppo appariscente. Ecco, il completo da ragazzo popolano che mi aveva regalato TenTen per le nostre scorrazzate in paese è perfetto.
E’ composto da una camicia azzurro scuro con pantaloni alla pinocchietta avani.
Sistemo i capelli, nascondendoli sotto il berretto marrò, in modo che non si notino. La villa è grande, non so chi ci possa vivere oltre Itachi, Hinata, il domestico dallo sguardo dolce e il fratello minore Uchiha… Sasuke.
Apro la porta con circospezione.
Chi sa che tipo è il fratellino? Se è anche minimamente bello e galante come il maggiore, beh…
Sorrido, divertita dai miei pensieri sciocchi. Avanzo per il corridoio, guardandomi attorno. Tutto ha l’aria di essere molto lussuoso e antico, quasi mi trovi in un museo.
Alzo lo sguardo giusto in tempo per non andare a scontrarmi contro una pila di lenzuola(cosa che non impedisce la suddetta di venirmi a dosso) che camminano verso di me. Aspettate… ho appena detto, camminano?!
Dalla pila a terra ecco emergere la ragazzina dagli occhi perlati, che mi guarda un istante, prima di urlare, e gettare i panni all’aria.
<< Un i-intruso! Un i-intruso! T-tu c-chi se-sei e co-cosa v-vuoi?! >>
Domanda, terrorizzata. Le tappo la bocca, facendola nascondere dietro gli abiti sparsi a terra.
Sorrido, ammiccando verso di lei.
<< Shhhh Hinata! Vuoi allarmare tutti? >>
Lei mi guarda sorpresa, e quando le tolgo la mano dalla bocca, perché ormai sta diventando blu per mancanza di ossigeno, mi indica confusa
<< M-miss Saku-Sakura, v-voi? M-ma co-cosa…? P-perchè siete v-vestita c-c-così? >>
Domanda, sgranando gli occhi chiari.
Mi costringo a non ridere, aiutandola ad alzarsi, per poi fare una piroetta sotto i suoi occhi, liberando le risate
<< Allora sono credibile come ragazzo! Ahahaha! Non preoccuparti Hinata, è solo per essere più libera nei movimenti! E tu? Cosa stavi facendo? >>
Lei si china prendendo gli abiti, con un sorriso. Mi affretto a fare lo stesso, aiutandola. Infondo è colpa mia se le sono caduti a terra!
Quando rialza il viso su di me mi guarda con aria dolce, lo sguardo limpido
<< St-stavo andando a-a l-lavare il b-bucato, miss… v-vuole v-venire con m-me? >>
Domanda incerta, come se si aspettasse un secco “no!” indignato, da parte mia. Quando però vede l’entusiasmo sul mio viso, seguito da un assenso, prende a camminare, sorpresa, con me dietro
<< S-siete davvero s-strana Miss… >>
La guardo confusa, mentre svoltiamo l’angolo, passando una statua che sembra greca.
<< Perché? >>
Lei scrolla le spalle guardandomi, sincera
<< Sono ben p-poche le miss che co-come voi parlano o a-addirittura p-passano d-del tempo c-con delle semplici d-domestiche! >>
Ah, ora capisco!
Sorrido facendole la linguaccia.
<< Avrai conosciuto delle “miss” molto maleducate, allora… >>
<< Oh no! >>
Esclama lei, fermandosi di botto e sgranando gli occhioni perlacei, come indignata.
Alla mia espressione turbata ridiventa tutta rossa, affrettandosi a spiegare
<< N-no M-Miss Sakura… M-miss Mikoto è s-sempre stata m-molto b-buona con m-me! E’ stata l-lei ad a-accogliermi in q-questa c-casa! >>
Fa, indicando un dipinto ad olio sulla parete di fronte a noi, che non avevo notato.
Rappresenta una delle donne più belle che avessi mai visto. Nemmeno mia madre, che era considerata la dama più bella dell’Inghilterra, avrebbe potuto competere con lei. Sembra un angelo dai lunghi capelli neri, e grandi occhi scuri, dolci, dalla figura elegante e materna al tempo stesso.
Mi avvicino al quadro, sfiorando la tela sulla veste color lavanda dipinta.
<< Chi è… chi è questa Mikoto, Hinata? >>
<< Chi era non ti importa, moccioso! E allontana le tue luride manacce da quel quadro! Subito! >>
Ruggisce qualcuno dall’altro capo del corridoio. Mi manca il respiro.
Il ragazzo che vedo è la copia maschile in miniatura della donna del dipinto. Ha i suoi stessi capelli corvini, lisci, corti lungo il collo, e gli occhi scuri, penetranti. Ma non sono dolci come quelli della dama. Sono freddi, incattiviti, e vi scorgo una punta di tristezza nel fondo.
La cosa che mi lascia più stupita, è che questa bellissima creatura, sta seduta su una sedia a rotelle di ferro, le mani poggiate sulle grandi ruote.
Sento Hinata avvicinarsi a me e fare un profondo inchino, imbarazzata, in direzione del ragazzo, senza mai guardarlo negli occhi
<< Oh la perdoni! Lei è S-sakura H-haruno, la f-figlia del g-generale Haruno, non può c-conoscere la s-storia, s-signornino Sasuke! >>
Sa-su-ke.
Questo nome mi si stampa nella mente. Così è lui il misterioso fratello minore di Itachi.
Abbasso lo sguardo, mortificata, togliendo il cappello e lasciando scivolare i miei boccolo lungo le spalle.
Ora capisco le parole di Hinata.
<< Vogliate scusarmi, signorino Uchiha… non intendevo mancare di rispetto… >>
<< Tsk…mocciosetta >>
Le sue parole mi trafiggono il cuore come un pugnale.
Alzo lo sguardo giusto in tempo per vederlo voltare la sedia, e sparire nel corridoio. Mi tremano le mani, e il berretto rischia di cadere. Lo afferro all’ultimo momento, trattenendo un urlo.
Lo odio, lo odio con tutto il cuore! Come si permette… come osa… solo perché è su una sedia a rotelle crede di vere l’autorità per…
<< Oh, lo scusi Miss Sakura! Il s-signorino non v-voleva o-offenderla! M-ma ecco… M-miss Mikoto era s-sua m-madre… gli m-manca m-molto… e poi p-povero ragazzo… >>
Tenta di giustificarlo la moretta, guardandomi preoccupata.
Fremo di rabbia e qualcosa che può essere delusione… altro che galante come il fratello! Sasuke è un piccolo arrogante che si crede in diritto di giudicare solo per la sua condizione, e che non esista a usarla per farsi scudo dai rimproveri e dalle conseguenze delle sue parole!
Stritolo il cappello fra le dita.
Ora più che mai ho l’ardente bisogno di tornarmene a casa mia, in India, da TenTen…
<< No Hinata, non devi prenderti pena per lui. Io… io vado in camera, ora, se non ti dispiace… ci vediamo più tardi… >>
Mi congedo, voltandomi e correndo via, senza sentire le ultime parole della cameriera, che raccoglie i vestiti con un sospiro, guardandomi andare via.



Angolino di Keli


Ed ecco il nostro Scoiattolo entrare in azione! Come sempre si fa riconoscere dal primo momento…poretta la nostra Sakura! XD Comunque si, ho preso spunto dalla “Piccola Principessa” che ho visto una volta, e un altro film di cui non ricordo il nome XD Grazie a Ady91 che ha recensito, e chi legge solamente. Un bacio grosso grosso, alla prossima!

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Capitolo 3
*** oOoO Il Giardiniere e Il Pianista OoOo ***


oOoO Il Giardiniere e Il Pianista OoOo



”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]




Va bene,lo ammetto, ho mentito ad Hinata.
Il fatto e che se andassi nella mia camera, a piangere come una mocciosetta, farei solo il gioco dell’Uchiha minore, è questo è proprio quello che NON voglio.
Perché darla vinta a un piccolo principino viziato? Non può importarmene di meno, della sua condizione. Non può pretendere di comandare tutti per il semplice fatto che sta su una sedia a rotelle. Ci sono mali peggiori a questo mondo!
Potrebbe morire, cosa che avverrà se si permetterà ancora di parlarmi così. Altro che Miss a modo ed educata, sai che m’importa! Non ho nessuno a cui dare conto, quindi…
Ahhhhhh!!!! Che confusione bestiale. Io non dovrei essere qui, punto e basta. Quindi… quindi perché non tentare la fuga?
Mi guardo in torno, calcandomi il berretto sul capo, dirigendomi velocemente alla sala d’ingresso. Mi fermo davanti alle scale, sospirando.
Quasi ci speravo di vedermi spuntare davanti Itachi, come la prima volta…
Scrollo il capo, riprendendomi dai miei pensieri senza ne capo, ne coda. Ora l’unica cosa che devo fare è andarmene di qui.
Al più presto
Mi appoggio al portone, aprendolo quel tanto che basta a farmi passare, cercando di non fare rumore. Vi scivolo all’esterno, lasciando che questo si richiuda dietro di me con un morbido tonfo.
Sospiro, lasciando vagare il mio sguardo lungo la stradina impolverata, dove si possono ancora vedere le orme di alcuni cavalli e di una carrozza. Risalgo lungo l’immensa cancellata di ferro che luccica come oro, sotto i raggi del sole morente, battendo sugli intarsi che si innalzano, delicati, sinuosi, andando a formare lunghi corpi di serpenti immoti, e foglie di metallo. Quel cancello preclude l’entrata alle terre degli Uchiha, ma anche l’uscita verso la libertà.
Tremo leggermente, cercando di spingere la vista più in la della monotona vallata che c’è dopo il cancello.
Nient’altro che verde e azzurro.
Che terra e cielo. Non c’è assolutamente nulla oltre Villa Uchiha. Non ci sono villaggi, non ci sono piazze, ne mercati.
Solo vallate senza fine.
E mi sento rinchiusa in una prigione dorata, che quasi mi toglie l’aria, malgrado gli ampi spazi che mi circondano.
Perché per me non ci sarà più nient’altro che questo… e non posso far altro che accettare, in silenzio, e abbassare il capo davanti all’imponenza e all’inutilità delle mie azioni.
Rimango seduta sugli scalini di pregiato marmo, che scintillano come opali, ma che sono freddi e sterili quasi quanto l’intera villa, quasi quanto i loro proprietari.
Mi stringo nelle braccia, appoggiando il viso contro il muretto di calce, che ferisce un po’ la pelle della guancia contro cui è premuto, senza che però senta il dolore.
Non c’è davvero più nulla da fare. Non c’è via d’uscita, non c’è vita, non c’è niente di niente
Un soffio di vento sembra spingere le nuvole che viaggiano leggere, inconsistenti, sopra di me, agitando le chiome degli alberi secolari che attorniano la proprietà. Scorgo in lontananza il muoversi di onde d’erba, nei prati, che mimano un mare in tempesta, che sembrano essere vive sotto il peso del nulla che li circonda.
Non sento niente, oltre che il fischio del vento che mi accarezza il viso, soffiandomi le sue parole d’aria nelle orecchie, come un amante silenzioso.
<< E tu chi saresti?! >>
Il silenzio viene interrotto come dallo schiocco di un fulmine.
Apro gli occhi, cercando spaesata il proprietario della voce che sembra essere nata dall’unione del più rumoroso lampo e della più frizzante aria di montagna. Il figlio di questi due elementi mi osserva, sospettoso, sottoforma di un ragazzo accigliato, dagli scomposti capelli color oro, tenuti lontani dal viso abbronzato e segnato da graffi per mezzo di una fascia di cuoio legata alla fronte, e occhi azzurrissimi, vivaci, che ora riflettono il sospetto.
Indossa degli abiti da giardiniere, con una salopette sopra una maglia nera, che gli ricade da un bottone rotto, coprendo i pantaloni. Stringe nella mano destra, anch’essa inguantata come del resto la sinistra che è stretta attorno a un sacco di tela che tiene pigramente gettato sulla spalla, un rastrello che gli arriva appena sopra il capo, cospargendoglielo di foglioline rinsecchite.
Mi rimetto seduta composta, schiacciando il berretto sopra i capelli rosa, in modo che non si vedano. Se solo Shizune sapesse che ho tentato la fuga, sarei nei guai.
<< Sak… Sakune, il nuovo garzone… e tu saresti…? >>
Mi affretto a correggere, arrossendo leggermente.
Il ragazzo mi osserva per qualche altro istante, tanto che mi fa temere di essere stata scoperta, ma poi allarga un sorriso sul viso scuro, socchiudendo gli occhi azzurri.
Mi ha creduta. Non pensavo potesse essere così facile…
<< Oh io sono Naruto, il giardiniere! Piacere di conoscerti, Sakune! Scusami ma non sapevo che il Teme e Itachisan avessero preso a servizio uno nuovo… Oh ma se è per questo il Teme non mi direbbe nemmeno se fosse in punto di morte. Lo scoprirei da solo trovando il suo nobile cadavere… puah! >>
Inarco le sopracciglia, confusa. Teme? Di chi sta parlando? Non sarà mica… ma è pur sempre il suo padrone, non può mica trattarlo come se fossero semplici amici… o forse lo sono?
Ahhhh!!! Non ci sto capendo più niente, e questo Naruto qua ha attaccato a parlare da solo. Però devo ammettere che è simpatico.
Un po’ credulone, certo, ma fondamentalmente simpatico. Chi sa potrebbe essere un buon amico…
Faccio per aprir bocca quando vedo dietro le spalle di Naruto la figura di Shizune avanzare sbuffando. Rabbrividisco rimettendomi in piedi e sforzando un sorriso sul viso, prendendo a correre lungo la scalinata, verso il portone.
Il biondo se ne accorge e alza il viso guardandomi sorpreso e confuso insieme
<< Ehi ma… >>
<< Scusa Naruto! Mi sono appena ricordato di un impegno… ci vediamo in giro! >>
Lo liquido, agitando la mano e scomparendo dietro il portone prima che Shizune possa vedermi e riconoscermi.
L’ultima cosa che vedo è il ragazzo biondo che guarda verso di me ancora un po’ confuso, ma con un bel sorriso sul volto e che ricambia il saluto agitando in aria la mancina, allegro.
Già, potrebbe davvero essere un buon amico…
Quando il portone si richiude dietro di me, prendo un respiro profondo, accasciandomi contro il muro, e levandomi il berretto in modo che i capelli scivolino lungo le spalle, sollevata.
C’è mancato davvero poco…
Il mio sguardo si sposta sulla scalinata ornata da vasi e statue bianche, da dove proviene una leggera musica.
L’ascolto rapita, rimettendomi diritta. E’ dolce, eppure immensamente triste. Mi riempie il cuore e nello stesso tempo mi fa venir voglia di piangere. Senza che me ne renda conto sto già salendo la scalinata, seguendo le orme di quelle note che aleggiano tranquille nell’aria come ombre inusuali di un qualche fantasma passato.
Volto diversi corridoi, e finalmente, trovo il posto da dove proviene questa musica. Mi avvicino alla porta semi aperta che c’è in fondo al corridoio, cercando di non far rumore.
Quando vi appoggio sopra la mano trattengo il respiro, avvicinandomi quel tanto che basta per vedere all’interno.
C’è un ampia vetrata da cui entra, leggera, indiscreta, una luce chiara, che sembra abbracciare la figura al centro della stanza. Posso vedere il leggero polverisco roteare, leggiadro, attorno al grande pianoforte a corda di mogano antico, che si snoda, prezioso, andando a intagliare al centro uno stemma che sembra essere un ventaglio. Il cuore batte più forte, mentre seguo delle belle mani, lunghe e femminee, veleggiare quasi senza toccare i tasti, creando musica perfetta.
Apro un po’ di più la porta, per vederne il proprietario, ma mi accorgo di un luccichio famigliare di un anello d’oro che proviene dalla mano destra del pianista, che ferma la sua musica, adagiando le mani sulle gambe.
No, non lo fare ti prego! Continua a suonare!
<< … oh, è lei, miss… >>



Angolino di Keli

Ed ecco in ritardassimo il terzo capitolo. ^^” sorry ma proprio non voleva uscire… chi sarà il così bravo pianista? Uh uh è facile dai XD Grazie a chi mi segue, un bacio grande!

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Capitolo 4
*** oOoO Melodia OoOo ***


oOoO Melodia OoOo



”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]




No, non lo fare ti prego! Continua a suonare!
<< … oh, è lei, miss… >>
Ora che la musica non aleggia più nella stanza, questa mi sembra vuota, priva di vita, spettrale. La magia è svanita nell’istante stesso che le mani del pianista hanno smesso di sfiorare i tasti.
Al mio sguardo rispondono due occhi neri, profondi, dal taglio sottile, che mi osservano con una scintilla di sorpresa e malinconia.
I lunghi capelli corvini, lisci, gli cadono delicati lungo il viso spigoloso, dalle fattezze delicate, malgrado tutto, e si perdono in alcune ciocche lungo le la piega delle labbra sottili, che mantengono il sorriso che contraddistingue il ragazzo.
Non sembra essere arrabbiato con me, ne nient’altro del genere. Forse spiazzato, ma non lo da a vedere.
Sospiro brevemente, aprendo completamente la porta e palesandomi all’interno della camera, facendo un piccolo inchino e lasciando che i capelli mi scivolino lungo il collo, davanti al viso, come d’usanza.
<< Mi scusi, non volevo disturbarla, Sir Itachi… >>
Mormoro, sinceramente dispiaciuta, soprattutto perché quella meravigliosa musica ha smesso di riempirmi il cuore, è mi ha lasciata vuota, con una sensazione di indescrivibile tristezza nel petto, attaccata come un edera alle pareti del mio cuore.
Lui annuisce, facendomi cenno di avvicinarmi con una mano candida, e un sorriso tutto per me sul viso.
Arrossisco.
Da quando penso che i suoi sorrisi siano per me? Infondo sono solo una mocciosa che gli è capitata fra capo e collo, una scocciatura… nemmeno mi conosce… no?
Oh dio, sto entrando in crisi per una cretinata del genere! Certe volte mi stupisco da sola!
Su su, Sakura Elain Haruno, riprendi il tuo contegno, ragazzaccia!
<< Oh non si preoccupi miss. La sua presenza può solo allietare la mia giornata… si sieda, suvvia. Mi permette di farle ascoltare la mia musica? >>
Non rispondo, e lui si affretta subito a chiarire
<< …se non le spiace! >>
Oh figurati se mi dispiace! E’ quello che voglio no? E’ già sentirlo parlare è come un dolce preludio della sua musica…
Annuisco, garbatamente, vergognandomi un mondo per i miei abiti poco consoni all’occasione. Eppure lui non sembra farci caso… che caro ragazzo!
Mi siedo vicino a lui, titubante, lo sguardo basso. Sicuramente rossissima in viso.
La musica riprende, delicata e avvolgente, come poco prima, solo che ora posso sentirla liberamente senza vergognarmene, come una ladra.
Continuo a non volerlo guardare in viso, e mi limito a giocherellare con un filo del tessuto che ricopre il sedile, attenta a non perdere nessuna nota.
Chiudo gli occhi, lasciando che la melodia mi prenda, ed entri dentro di me, nel mio cuore, eliminando le erbacce della tristezza che avevano fatto radice.
Sento la presenza tangibile del corpo caldo del giovane Uchiha al mio fianco, e ciò mi dona solo sicurezza e una strana dolcezza. Senza che me ne renda conto, scivolo in un sonno profondo, cullata dalla melodia, e nel sogno, appoggio il capo contro la spalla del giovane al mio fianco, trovandola una posizione comoda e rassicurante.
Itachi sorride, sentendo il mio capo contro la spalla, alza una mano affusolata e mi accarezza il viso, seguendone i contorni, fermandosi con il pollice sulle labbra, sentendo il respiro leggero di un sogno senza incubi.
Non mi scosta da se, socchiude gli occhi, tornando a suonare.
E nel buio di quella stanza, ci sono solo due cuori che battono all’unisono.





Angolino di Keli


Ed ecco il quarto capitolo! Doveva essere più lungo, ma ho deciso di incentrarlo solo su loro due, quindi Sasukkia apparirà nel prossimo capitolo.
Grazie a chi mi segue, e agli undici che hanno messo questa storia fra i preferiti.
Un Bacio!^_-

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Capitolo 5
*** oOoO Dalla parte sbagliata OoOo ***


oOoO Dalla parte sbagliata OoOo



”Il richiamo del sangue è qualcosa di imprescindibile. Ma oltre questo c’è qualcosa di più. Qualcosa che nemmeno la fratellanza può superare. Ma si può scegliere tra queste due cose?”
[Itachi Uchiha Docet]




Itachi POV.


La guardo, continuando a far scivolare le dita sui tasti immacolati. Sorrido, il viso abbassato, forse per nascondermi. Ma a che pro visto che sta dormendo?
La musica cessa di nascere dai miei movimenti, dal mio cuore. Perché non riesco a continuare? Perché sento che questa minuscola ragazzina sia un peso sin troppo grande per me? La sento a dosso, sento il suo respiro calmo sulla mia pelle, e la carezza di seta dei suoi capelli sul braccio. La sento, e non c’è cosa più sbagliata di questa.
Perché lei è troppo delicata, troppo pura per potermi stare anche solo vicino. E’ una follia anche il solo averla qui, ora. Eppure egoisticamente non voglio che se ne vada, che mi lasci.
Già sono egoista, e non ne sono mai stato più felice di adesso.
Alzo una mano, per rinviarle una ciocca che, impertinente, le lambisce le labbra dischiuse. Ma mi blocco nell’atto di farlo, sgranando gli occhi.
L’anello all’indice della mano sembra scottare, ora, pesante più di qualunque fardello. E’ come un monito la sua presenza, un monito constante che mi impedisce di sgarrare, di fare cose assurde come… come essere felice.
Scrollo il capo, sistemando la seta rossa sui tasti per proteggerli dalla polvere, mentre faccio scivolare dolcemente la ragazza assopita fra le mie braccia, trattenendovela un istante di troppo, stretta al mio petto quasi per sbaglio.
Non posso provare niente per lei. Non è giusto, quello che ho fatto, quello che sono mi impone di non poter aver nessuno al mio fianco.
E forse è meglio così. Non posso trascinarla in qualcosa che non riguarda altro che me stesso. Non posso sacrificarla per un mio futile capriccio.
Alzo il viso, imponendomi di non guardarla troppo a lungo. Ma è così dolce, teneramente buffa in un espressione corrucciata, avvolta in quei panni maschili per chi sa quale sciocco motivo. Non posso fare a meno di rimanere incantato dal suo viso pulito, dalle mille piccole smorfie che si dipingono su di esso, dalla piega delle labbra morbide quando sorride.
<< Non… non mi lasciare, ti prego… >>
Sgrano gli occhi, sorpreso, quando la sento muoversi, stringendo una mano sulla stoffa della mia camicia. Sento quella richiesta disperata, dettata da un sogno, e desidero con tutto me stesso poterla esaudire. Prego Dio perché possa farlo. Ma questa è una blasfemia, il solo pensiero di poter richiedere qualcosa a Lui dopo tutti gli anni passati a essergli contro, volente o nolente. Non posso richieder nulla, non ne ho il diritto.
Le accarezzo i capelli, chiudendomi la porta dietro le spalle, dirigendomi verso la sua camera con passo elegante. Non riesco a farne a meno.
Ed è un sorriso malinconico quello che si dipinge sulle mie labbra, mentre toccano in un soffio appena accennato le sue. E non mi interessa se questo è peccato o meno. Non ora, solo per un istante, un secondo, sono disposto a dannare la mia vita.
Perché devo salvarla, salvarla da me.
<< Mi dispiace miss… ma questo non posso farlo… >>
… … … Appoggiato alla balaustra di freddo marmo del balcone, non posso fare a meno che perdermi nei miei pensieri, lo sguardo oltre le nubi che coprono il sole morente nel cielo rossastro di tramonto. Un soffio di vento arriva leggero, sferzandomi il viso e facendo ondeggiare il condino lungo le spalle.
Non mi ritraggo, non rientro. Ho imparato a non temere la natura.
Abbasso lo sguardo sul calice di vino che stringo nella mancina, allentando la presa che soffoca il sottile stelo di cristallo con il rischio di mandarlo in frantumi. Il bicchiere ondeggia a un movimento ricercato del polso, formando piccole onde concentriche nel liquido cremisi.
Sospiro, impercettibile alito di vento che vien fuori dalle labbra. Sento dei passi dietro di me, e quasi non mi stupisco quando vedo la figura dell’Hatake bellamente appoggiata alla cornice della portafinestra, le braccia incrociate, il viso come al solito nascosto al mondo dalla sciarpa bianca, gli occhi neri, penetranti che mi fissano quasi a scrutarmi.
Ah se solo si sapesse cosa nasconde li sotto, e perché lo fa. Ma d’altronde ho promesso il silenzio, in cambio del silenzio. Più che equo a dirla tutta. Perché lui sa, come io so. E questo è quanto.
<< Kakashi… >>
<< Itachi. Dimmi un po’, come mai eri con miss Sakura? >>
Rimango in silenzio, rifiutandomi di guardarlo in faccia. Non posso, tutto qui. Capirebbe tutto. Kakashi Hatake è fatto così, purtroppo.
L’uomo scrolla il capo, dispiaciuto, posandomi una mano su una spalla.
<< … perché non provare…? >>
<< Perché io sto dalla parte sbagliata Kakashi. E con questo è tutto, non ne voglio più parlare. >>



Angolino di Keli


Ecco il nuovo chappy, sono un po’ di fretta quindi mi tocca salutarvi così. Un beso <3

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Capitolo 6
*** oOoO Dietro uno Sguardo OoOo ***


oOoO Dietro uno Sguardo OoOo



”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]




Seduta sul letto a baldacchino osservo il vuoto davanti a me come se fosse la cosa più eccitante di questo mondo. Mi sono svegliata nel mio letto, sotto le coperte rimboccate, eppure ero così convinta che fossi in quella stanza con… con lui. Quasi mi domando se realmente sia successo, che quella camera esista davvero nella villa e che forse mi sono sognata semplicemente tutto. Eppure sento ancora il residuo del suo profumo buono a dosso a me e so, semplicemente lo so, che non ho sognato un bel niente. E mi va bene così, davvero, anche il solo sapere che quel momento c’è stato mi basta. Forse dovrei ringraziarlo per avermi riportata in camera quando mi sono addormentata. A questo pensiero arrossisco di imbarazzo. Mio Dio che vergogna! Mi ha vista dormire e io scema che sono crollata come un sasso! Eppure la sua musica era qualcosa di stupendo, come una ninna nanna, impossibile per me resistervi. Sono solo una sciocca sentimentale, forse è questo il mio principale problema. Mi rimetto in piedi decidendo di cambiarmi. E’ stato già fin troppo sciocco andare in giro così conciata per metà giornata ora può bastare. Indosso uno dei miei abiti più sobri, rosso, senza maniche con la doppia gonna e un piccolo cerchio bianco sul petto, proprio sopra il cuore, emblema degli Haruno da diverse generazioni. Mi guardo allo specchio per un ultima volta. Così può andare, ora posso cercare Itachi e porgergli le mie scuse oltre che ringraziarlo. Appena metto piede fuori dalla stanza, però, mi arriva una amara conclusione che non avevo pensato. Io non conosco Villa Uchiha e il suo padrone chi sa dove si sarà andato a cacciare! Perfetto quindi sono bloccata qui, ma che bello!
<< M-miss Sakura ha bi-bisogno di una m-mano? >>
La voce dolce della piccola cameriera mi arriva come un aiuto divino inaspettato. Mi volto verso di lei che mi guarda tra l’intimorito e l’incuriosito annuendo vigorosamente.
<< Oh Hinata menomale che ci sei tu! Sai per caso dove si trova Itachi? >>
<< Mio fratello non è in casa, e da quando in qua hai il permesso di chiamarlo per nome?! >>
Rabbrividisco perché ovviamente la voce che mi ha risposto non appartiene a Hinata ma è una voce che conosco altrettanto bene, o quasi. Come si può dimenticare quel tono da sottuttoio che ti canzona anche con due semplici parole? Quella voce che trasuda cinismo da ogni parte? Mi volto, scambiando lo sguardo con il minore degli Uchiha che mi fissa dal suo trono di ferro all’inizio del corridoio. Sta fermo, il busto eretto in un portamento fiero malgrado la sua situazione, le mani candide sopra le grandi ruote, gli occhi neri, due pozzi profondi rubati alla notte, che mi sfidano quasi a ribattere quanto ha detto. L’odio, è così difficile da capire?! Non lo posso soffrire, anche se è decisamente un bel ragazzo e, a conti fatti, dovrebbe suscitarmi compassione. Altro che compassione! Io lo ammazzerei se potessi. Lui sembra cogliere qualcosa nel mio sorriso forzato che gli fa piegare le labbra in un ghigno derisorio.
<< Si-signorino Sasuke no-non crede che… >>
Azzarda la ragazza al mio fianco, lo sguardo basso, rossa in viso, forse nel vano tentativo di difendermi. Lui alza lo sguardo su di lei, scuotendo il capo, improvvisamente più dolce o almeno così mi sembra
<< Non importa Hinata, vai pure >>
<< Ma… >>
<< Ho detto vai! >>
Ecco, lo sapevo, mi sono sbagliata. E’ tornato il solito bastardo autoritario. La giovane trema per un attimo, e posso cogliere il luccichiò dei suoi occhi mentre si volta balbettando qualche scusa e scappando letteralmente via, lasciandomi in questo modo, sola con lui. Assottiglio lo sguardo, fissandola malevola profondamente irritata
<< Come ti permetti… perché l’hai trattata così? Lei voleva solo aiutarmi! >>
<< Frena le parole piccola ingrata, come ti permetti di parlarmi a questo modo?! Tu sei solo un ospite in questa casa non puoi azzardarti a far nulla >>
Replica lui, piccato, guardandomi con gli occhi neri ardenti di qualcosa che più che cattiveria sembra una rabbia repressa a stento. Mi ammutolisco. Ha ragione, è vero, sono solo un ospite… ma la Hyuga non aveva fatto nulla di male! E poi, perché diavolo sembra avercela in questo modo con me? Forse perché cammino, perché sono normale?!
<< Ma con Naruto non sei così… >>
Mormoro sovrappensiero, senza valutare il peso delle mie parole. Il suo sguardo si fa dapprima sorpreso, poi sospettoso e infine vuoto. Un vuoto che crea desolazione, come se riuscisse a espandersi al suo corpo e allontanarlo dalle persone. Si c’è un vuoto tra me e lui, un baratro più che tangibile che non riesco a sorpassare.
<< Tu cosa ne sai di Naruto? >>
Opss. E ora che faccio? Abbasso lo sguardo, colta in fallo, cercando di cambiare discorso.
<< Possiamo fare pace? Non abbiamo iniziato col piede giusto ed è in parte colpa mia lo so… >>
Tento il tutto per tutto e non so nemmeno perché ci provo. Lui sta volta si irrigidisce e l’espressione del suo viso si fa quasi minacciosa, mi spaventa.
<< Infatti tu hai sbagliato e io non ho nessuna intenzione di fare “la pace” con te, sei solo una ragazzina petulante e noiosa >>
Quel noiosa è la goccia che fa traboccare il vaso. Sgrano gli occhi, fissandolo inebetita per qualche secondo. Sei noiosa, noiosa, noiosa. Quest’unica parola rimbomba nella mia mente come se fosse vuota, ferendomi dentro più di tutto quello che ha detto fin ora. Sento le lacrime farsi strada involontarie agli angoli degli occhi e le ricaccio indietro, prepotente, passandovi sopra il dorso della mano. Non posso farmi vedere debole, non da lui. Se lo facessi avrei definitivamente perso, gli avrei dato ragione e non è quello che intendo fare. Non mi rassegnerò piccolo borioso di un Uchiha! Non lo farò mai. Nessuno può permettersi di trattarmi così, nemmeno un conte da strapazzo come te!
<< … sarò anche noiosa, ma tu sei un essere ignobile, senza cuore >>
Sussurro piano talmente piano che sono sicura che non mi ha sentita. Tremo e come la cameriera poco prima, anch’io gli do le spalle prendendo a correre per il lungo corridoio senza una meta lasciandolo la, da solo, come è giusto che sia, come quello che si merita. Non posso stare un solo secondo di più con lui, non c’è la faccio e non sono così forte come sembro. Senza che me ne renda conto sono finita nuovamente fuori dalla villa, precisamente dietro la struttura dove vedo estendersi un giardino enorme che prima (come avevo fatto?) non avevo notato. Rimango immobile, stupita da tale bellezza e grandezza. Si estende per quasi tutta la vallata dietro la casa, circondato da alberi e cespugli di rose, cosparso di verde lungo un vialetto acciottolato. E non è strano che tale grandezza mi faccia sentire ancora più piccola e inutile, mentre mi accuccio a terra stringendomi le gambe al petto e prendendo a singhiozzare, le lacrime che scorrono sul mio volto come fiumi in piena che hanno sfondato argini immaginari in cui li avevo confinate. Mi sento così idiota! Perché sto piangendo solo a causa sua ed è come se lo ritenessi importante in qualche sciocco e astruso modo.
<< Non piangere per quell’idiota >>
Sobbalzo sentendo qualcuno al mio fianco e aprendo gli occhi. Davanti a me il giovane giardiniere biondo, accucciato a terra, lo sguardo azzurro fisso nel mio e un sorriso incoraggiante, splendete e accecante come mille soli. E mentre mi sorride sento che è come se ci conoscessimo da una vita, eppure c’è qualcosa che non mi convince anche se io stessa non capisco cosa.
<< Non sei un ragazzo >>
Continua, scettico, e sorrido anch’io, divertita da questa sua ingenuità genuina. Lui allarga il sorriso lasciandosi cadere a terra, al mio fianco, le gambe incrociate e annuendo soddisfatto. E’ riuscito nel suo intento a quanto pare. Lo guardo di sottecchi sorpresa e imbarazzata al tempo stesso.
<< No, mi dispiace averti mentito. Ricominciamo da capo, Sakura Haruno, piacere! Ehi aspetta… ma tu che come facevi a sapere… >>
Faccio sospettosa. E’ il suo turno questa volta di arrossire, mentre si massaggia il capo da dietro con la mancina, socchiudendo gli occhi topazio imbarazzato
<< Me l’ha detto Hinata. Siamo amici da una vita, ci credi? In pratica siamo entrati a servizio insieme! Semplicemente l’ho trovata a piangere in lavanderia e mi ha raccontato tutto. Era preoccupata per quello che quell’insopportabile sottuttoio di Sas’ke ti avrebbe potuto dire >>
Sorrido, tirando su col naso e passando il dorso della mano a cacciar le lacrime dagli occhi. Che cara ragazza, dovrò ringraziarla come merita… è la migliore amica che abbia in questo posto, l’unica a dirla tutta. Sobbalzo quando Naruto posa una mano sul mio capo, scompigliandolo e aiutandomi a mettermi all’impiedi con aria saputa.
<< Su su, devi andarti a preparare ora no? >>
Lo guardo confusa
<< Perché? >>
Ricambia il mio sguardo stupito allargando le braccia come se si trovasse di fianco ad un idiota. Poi nei suoi occhi passa una scintilla che non so se definire divertita o irritata.
<< Te lo doveva dire Sasuke prima che ti prendesse a parole. Sta sera c’è l’annuale ballo in maschera che danno gli Uchiha e quest’anno è proprio in tuo onore, così ha voluto Lord Itachi almeno >>
Lo guardo, inebettita. B-ballo in maschera? Il piccolo lord aveva premurosamente evitato di mettermi a parte di questo, forse sperando che facessi brutta figura. Oh ma mi sentirà! Gli e la farò pagare, oh se non gli e la farò pagare! Il biondo nota il mio sguardo perso e sorride, grattandosi confuso la chioma folta.
<< Credo che Hinata abbia il tuo vestito… >>
<< Oh Naruto sei un tesoro, grazie! >>
Esclamo, prendendogli le mani e guardandolo grata prima di dargli le spalle e scappare dall’altra parte della casa alla ricerca della mia dolce cameriera, lasciandolo ancor più confuso e imbarazzato di prima, lì in quel meraviglioso giardino.



Angolino di Keli

E’ un tormento perdere l’ispirazione e ritrovarla in modo così idiota -.- Comuuunque xD Ringrazio chi continua a seguirmi e chi legge soltanto! Il prossimo capitolo sarà incentrato sul “Ballo in Maschera” chi sa cosa accadrà? Nella speranza che non passi troppo tempo per il nuovo aggiornamento, vi saluto!Un bacio!

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Capitolo 7
*** oOoO Siamo solo Maschere OoOo ***


oOoO Siamo solo Maschere OoOo



”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]



La sera è scesa su villa Uchiha, forse troppo velocemente a pensarci bene. Di solito sono una di quelle che preferiscono il buio alla luce di un giorno che ti sveglia, codardo, facendoti rivivere solo pene dell’inferno. Da quando papà è… è scomparso (proprio non c’è la faccio a pensarlo morto) ho vissuto questi giorni aspettando con ansia che la notte venisse a coprire le mie preoccupazioni, allontanandomi dal dolore e dai visi di sconosciuti. Invece ora trovo che il buio fuori dalla finestra sia un cattivo presagio. Forse ho semplicemente paura di questa festa. Si, sarà così. Per mia norma non ho mai amato molto i balli e tutto quello che ne comporta, anche se non li disdegno quando essi vengono indetti. Ma sapere che sono io l’ospite speciale di questa sera mi mette… ansia, si ansia. Sono incredibilmente agitata, tanto che la povera Hinata ha dovuto rifarmi l’acconciatura tre volte prima che la smettessi di tremare e rovinarla facendola venire storta. Ovviamente non ho visto in giro i due Uchiha, sembrano essersi volatilizzati o forse non vogliono creare un pretesto perché io mi lamenti del ballo che hanno dato. No, il plurale è sbagliato. E’ stato sir Itachi a volere che fosse tutto in mio onore, e dovrei ringraziarlo invece che maledirlo con le mie insulse preoccupazioni. E’ solo che… Sospiro, accarezzando la stoffa preziosa che mi riveste, allisciando le pieghe del corpetto con la mano. Vorrei tanto fare lo stesso con le pieghe della mia preoccupazione, ma non è altrettanto facile purtroppo. Un ennesimo sospiro e guardo di sottecchi il grande specchio dalla cornice di ciliegio e intarsi dorati a figura intera vicino all’armadio. Da quando Hinata ha finito di aiutarmi nella preparazione non ho ancora visto che abito indosso. Strano vero? Non l’ho voluto vedere, credo di aver tenuto tutto il tempo gli occhi chiusi e aver evitato abilmente la mia immagine riflessa. Paura? E di cosa? So di non essere brutta, eppure… eppure sento di non essere all’altezza. Prendo un respiro profondo dandomi mentalmente dell’idiota (“Per cosa non dovrei essere all’altezza, poi?”) e apro di scatto gli occhi, rimanendo immobile davanti al vetro. Lo specchio mi ritorna l’immagine di una creatura stupenda, che sembra non essere di questa terra. Ha capelli lisci, legati in una crocchia sparata che li rendono corti al collo, rossicci e cosparsi di quelli che sembrano brillantini dorati. Gli occhi di un verde senza tempo fissano gentili qualcosa che non si capisce, resi più accentuati da contorni neri che spiccano sulla pelle di luna, pallida quasi evanescente, anche questa cosparsi di brillantini. E il vestito, poi! Il vestito è qualcosa di incredibile… è alla cavallerizza, quindi senza ingombrante gonna, ha un corpetto stretto, rossiccio con intarsi dorati, e le maniche ampie bianche che si chiudono sulla mano con uno sbuffo a palloncino pieghettato, i pantaloni sono avani, di tela sottile, una stoffa preziosa, lambiti alle caviglie da stivali lunghi, lucidi, neri. Mi volto, cercando alle mie spalle questa visione, ma non c’è nulla oltre il mio letto. Mi rigiro, sorpresa e capisco: sono io. Trattengo il respiro passando una mano sul viso attenta a non rovinare il trucco. Sono io… ma è come se non lo fossi, ed è strano affascinante e… e inquietante, al tempo stesso. Mi mordicchio le labbra rendendole più rosse, e afferrando la semplice maschera rossa sul letto, adagiandola sul viso come mi ha mostrato Hinata poco prima. Prendo un respiro profondo, aprendo la porta della mia stanza e tremando. Dannazione perché tremo?! Non devo rendere conto a nessuno… non…
<< Miss Sakura è-è un inc-incanto… sc-scendiamo? >>
Chiede timidamente la piccola cameriera che non indossa niente di diverso tranne per la mascherina bianca sul viso, porgendomi la mano con affetto e riportandomi lontana dai miei nefasti pensieri. La stringo, grata, cercando di dimostrarle quanto bene le voglio con uno sguardo. Credo che capisca, perché sorride, abbassando timidamente lo sguardo e conducendomi verso la sala dove si terrà la festa. Sento di nuovo l’ansia per colpa della musica e degli schiamazzi che odo arrivare fin qui. Ma non posso tirarmi indietro, è il mio momento, questo.

POV. Itachi

”Il richiamo del sangue è qualcosa di imprescindibile. Ma oltre questo c’è qualcosa di più. Qualcosa che nemmeno la fratellanza può superare. Ma si può scegliere tra queste due cose?”
[Itachi Uchiha Docet]


Sorrido, come è di consueto, cercando di svincolarmi in modo garbato dalla giovane e esuberante Ino Yamanaka, duchessina di un villo poco distante dal nostro che spera sempre di riuscire ad affascinarmi e diventare così padrona di Villa Uchiha. Che sciocca! Per quanto sia graziosa, e decisamente affascinante, non ha le peculiarità adatte per diventare la signora della villa, troppo venale e dedita ai piaceri per prendere sul serio un così gravoso compito. Come in ogni festa a cui partecipa da quando ha facoltà intellettive sue per farlo, indossa l’abito intessuto nell’oro più puro di una sua vecchia antenata conosciuta per essere una donna bellissima, una così detta femme fatale cui credo la discendente tenti di emulare. I capelli della stessa tonalità dell’abito sfarzoso, a balze e corpetto stretto che lascia intravedere i seni candidi, sono legati in una coda fluente con una ciocca a coprirle magistralmente un occhio azzurro, vivido e ammiccante, cosa che mi ricorda con alquanto disgusto il cugino, sua copia esatta e mia eterna fonte di guai. Sarà anche la parentela con il mio compagno, ma non riesco a intrattenermi più di dieci minuti con lei, anche perché non saprei di cosa discorrere se non delle sue dissennate frivolezze. Agito con un gesto perfetto della mano guantata il calice di cristallo che contiene un nettare squisito, vino rosso delle nostre terre, accennando con il capo a un impegno inconsistente con uno dei tanti invitati che invadono il salotto perfettamente addobbato
<< Vogliate scusarmi lady Yamanaka ma devo proprio andare… >>
Lei assume un espressione contrariata, che maschera subito con una di dispiacere, porgendomi poco gentilmente la manina ingioiellata
<< Oh che peccato sir Uchiha… spero di rivederla presto, e che mi conceda un ballo >>
<< Ma certo… >>
Ammicca, mentre mi chino per un veloce baciamano scappando letteralmente da lei che subito si abbarbica in un'altra conversazione con il sempre più annoiato marchese Nara suo amico da una vita, qui mi permetto di aggiungere un purtroppo, che la ascolta per metà, indaffarato nel suo dolce far nulla e stretto in un vestito da principe di Spagna, verde smeraldo, che sembra soffocarlo e non gli si addice per nulla a mio parere. Sospiro, contento di essermene liberato, nascondendomi dietro un pilastro per evitare l’attacco di qualche altra audace invitata. Mi pare anche superfluo dire, che come ogni anno, anch’io indosso lo stesso costume per cui sono decisamente famoso, anche questo di un mio vecchio antenato: impersono il celebre Madara Uchiha, colui che era chiamato il Vendicatore, con cui dicono io abbia una ben più che vaga somiglianza. Naturalmente per riportare fedelmente la sua figura, ho dovuto sciogliere i capelli e indossare un abito nero con merletti e panciotto, uno spadino di traverso nel fodero della cintura, e una maschera nera calcata sul naso. Non amo molto questi travestimenti, ma devo pur salvare le apparenze in qualche modo. E in questa società purtroppo le apparenze sono tutto, almeno tutto ciò che mi resta da salvare se proprio devo.
<< Scappato dalla duchessina? Ragazza deliziosa ma alquanto appiccicosa >>
Fa, con tono morbidamente divertito, Kakashi appena apparso come per magia al mio fianco. Lui indossa il suo ormai ben noto costume da Lord Protettore, cosa che gli si addice parecchio, in quanto l’abito comporta anche una maschera di stoffa che copre parzialmente il viso a posto della sua altrettanto nota sciarpa. Sorrido, facendo un cenno con il bicchiere mentre questo si appoggia dall’altro lato della colonna, con nonchalance, guardando la sala con i brillanti occhi neri. Ad un tratto il brusio nella sala si ferma, non vola una mosca par quasi che l’aria si sia riscaldata, freme di un elettricità che stento a capire. Ma poi seguendo gli sguardi degli invitati che convergono sulla scala capisco e rimango stupito anch’io. Bellissima e tremendamente a disagio, la nostra nuova ragazza di casa, Haruno, avanza, testa alta e portamento fiero malgrado l’imbarazzo celato dalla maschera. Capisco subito il perché di tanto stupore, ritrovando la beltà delle vesti che indossa. Quasi senza pensarci mi ritrovo alla scala, affiancandola e porgendole galantemente la mano con un inchino a metà, gli occhi fissi nei suoi apparentemente calmi ma leggermente stupiti.
<< E’ davvero bellissima questa sera miss Sakura >>
Lei trattiene il respiro, incerta, facendo vagare lo sguardo verso la sala carica di spettatori attenti che la squadrano esprimendo silenziosi giudizi. Un breve cenno della mia mano verso l’orchestra e la musica riparte. L’attiro a me, avvicinando il viso al suo senza però sfiorarci, muovendo piano le labbra
<< Mi concede questo ballo? >>
Lei annuisce, inebetita, e iniziamo a volteggiare al centro della sala, subito seguiti da tutti gli altri. Come previsto l’attenzione leggermente scema, concentrati come sono nel danzare egregiamente per non fare brutte figure davanti agli altri illustri ospiti. La mia mano va sicura sul suo fianco, e l’altra alza la mano destra mentre ondeggiamo seguendo il ritmo della musica. Non smetto un attimo di guardarla e quando lei si appresta a capire che non c’è più nessun pericolo mi sorride indulgente, cercando di non apparir sconveniente nel ballo e seguendo le mie mosse
<< Come mai tutta questa sorpresa alla mia apparizione sir Itachi? >>
Ricambio il sorriso, facendola volteggiare insieme a tutti le altre dame, per poi ritornare a danzare tranquillamente.
<< Siete l’ospite principale della festa, ciò che chiameremmo “l’attrattiva” e poi indossate un costume… particolare >>
Sembra essere confusa dal tono che ho usato quindi mi affretto a spiegare, usando sempre un tono calmo e basso in modo da farmi sentire solo da lei
<< Beh vedete, voi rappresentate la Dama del Giardino, lady Rin Gaiden, soprannominata anche il “Fantasma della Foglia”. Non so se avete mai visto il quadro appeso al piano di sopra, vicino alla biblioteca. Bene, esso la rappresenta. Era considerata la donna più bella e talentuosa che occhi umani avessero mai visto, cavallerizza professionista, morì appena ventenne in un tragico quanto fatale incidente a cavallo nei nostri giardini. Solo mia madre, lady Mikoto, l’ha impersonata in queste feste in maschera perché l’unica a poterla eguagliare in bellezza e carattere… fino ad ora >>
Non capisco se le mie parole l’abbiano turbata o compiaciuta, a quanto vedo è molto brava a dissimulare i suoi sentimenti, come se fosse la maschera a portarla e non lei a fare lo stesso. Credo di aver trovato qualcuno molto simile a me, un incontro inaspettato e non so se piacevole. Tendenzialmente due caratteri simili tendono ad annullarsi a vicenda o… o non oso pensare a cos’altro. Questa ragazza è quanto di più prezioso villa Uchiha possieda, e non so come abbiamo fatto a sopravvivere senza di lei fino ad adesso. Oh forse… o forse il plurale è sbagliato, si. Non so come abbia fatto io a vivere senza di lei fino ad ora. Mera esistenza la mia, basata su una sopravvivenza per beni altrui e soprattutto per celare una verità troppo difficile da capire al mio delicato fratello. Eppure so che lei forse… se solo volessi, se solo ne fossi realmente capace, potrebbe aiutarmi. Ma dovrei scoprirmi più di quanto non abbia mai fatto in vita mia, potrei metterla in pericolo e questo non me lo perdonerei mai. La musica cessa nelle ultime dolci note, e come degno cavaliere mi chino verso di lei, tendendo la mano alta lo sguardo basso
<< Grazie per avermi concesso questo onore, miss. Ma ora non voglio rubarla agli altri invitanti quindi col suo permesso… >>
Sorrido, rialzandomi e vedendola annuire perplessa mi volto, scappando nella notte, come un vile, come il codardo che sono, sentendo il suo sguardo e lo sguardo di rimprovero di Kakashi che le si è avvicinato sorridendole, su di me.

POV. Sakura

”Credevo che tra odio e amore vi fosse un confine molto sottile. E lo credo tutt’ora. Ma ora che l’ho superato, non so più da che parte mi trovi. In quella della Ragione, o in quella del Caos”
[Sakura Haruno Docet]


Lo guardo andar via, seguendolo finchè posso, finchè lui non scompare dalla mia visuale venendo sostituito dalla figura del tutore del più piccolo degli Uchiha. Già Sasuke… non l’ho visto in giro, chi sa dov’è…
<< Il signorino Sasuke non partecipa a questi eventi mondani, temo… non gli piace la confusione e a onor del vero non so come dargli torto >>
Sorride da sotto la maschera l’uomo, dando quasi per caso voce alle mie domande mentali. Lo guardo sorpresa chiedendomi se non legga nel pensiero. No… forse è soltanto un bravo osservatore, tutto qui. Ricambio il sorriso, stringendomi nelle braccia. Nemmeno a me piace tutta questa confusione, troppe persone, troppe voci, e soprattutto, troppe luci puntate tutte su di me e chi sa perché, non sono solo opera del mio vestito ne sono quasi sicura. I pettegolezzi fluiscono come ventate d’aria, e il mio ballo con Itachi non è di certo passato inosservato. Questa cosa mi fa rabbrividire, e sentir un fuoco incredibile al contempo. Ho bisogno d’aria, non credo riuscirò a stare ancora per molto imbottigliata fra queste…maschere. Adocchio subito la vetrata aperta sul balcone e agogno l’aria notturna come se ne dipendesse la mia vita.
<< Scusami Kakashi, ma ho bisogno di una boccata d’aria… torno subito >>
Gli assicuro e quello si fa da parte, con un inchino comicamente serio, agitando la mano che tiene un calice di vino a mò di saluto e impedendo a uno degli invitati di seguirmi, parandosi davanti a lui e iniziando una frivola conversazione per intrattenerlo e darmi via libera. Che caro uomo… credo di essermi fatta ben più di un amico qui alla villa, e questo mi rassicura almeno in parte. Scivolo tra le tende di broccato, respirando a pieni polmoni l’aria fresca e frizzante della notte puntellata di stelle, avanzando nel balconcino e affacciandomi dal corrimano di pietra levigata, guardando con ammirazione il giardino pieno di luci sotto di me, apparentemente tranquillo ma bello come un luogo di favole.
<< Lady Rin… il Fantasma della Foglia. Chi sa chi ha fatto questa pazzesca scelta! >>
Mi volto sobbalzando sorpresa, cercando il proprietario della voce. Nell’ombra del muro, vedo muoversi qualcosa e scintillare il metallo di quella che sembra una sedia a rotelle. Immediatamente mi irrigidisco, cancellando il sorriso sul volto e riconoscendo la figura del piccolo lord che avanza, bella come sempre, baciata dalla luna e con il solito ghigno irriverente. Non indossa nessun costume, per cui credo che Kakashi non abbia mentito quando diceva che non partecipava alle feste. Eppure mi sorge un dubbio. Che ci fa qui?
<< Come mai vossignoria ci onora della sua presenza? Credevo non amasse… queste festicciole mondane >>
Sibilo ricordando le parole dell’Hatake e facendole mie anche se in modo diverso. Il ragazzo fa una smorfia che non altera però la perfezione del suo viso, muovendo con maestria le ruote della sedia e avvicinandosi alla balaustra a cui non arriva che non per metà capo, guardando di sotto con aria sognante, quasi persa, come se agognasse lasciarsi andare a quel vuoto liberandosi una volta per tutte della sua condizione. Scuoto il capo, riprendendomi da certe mie strambe fantasie. Non lo conosco affatto per poter dire di vedere cose che non ci sono nel suo sguardo pari a questa notte, ma senza alcuna stella che lo schiarisca. Non mi guarda, appoggiando un gomito sul bracciolo della sedia e prendendo il mento fra le mani affilate, più piccole di quelle del fratello eppure più forti, guardando con aria nobilmente atona qualcosa che di sicuro non sono io.
<< Sempre così noiosa e petulante, dovresti imparare a chiudere il becco, di certo saresti un attrattiva migliore di ciò che proponi ora >>
Recita calmo, come se fosse una battuta pensata in quei minuti silenti che sono trascorsi da prima che le sue labbra pallide si schiudessero. Il tono che usa è orribilmente saccente, sa di presa in giro, eppure è affascinante quasi il suono di un serpente incantatore. Ti fa perdere, ti fa desiderare di sentire sgorgare ancora quel miele che sa essere veleno puro. Abbasso il volto mortificata. Le sue parole sembrano fare ancor più male di prima e mi chiedo ancora il perché. Stringo un pugno, cercando qualche cosa d’altro adatta a contraccambiare ciò che mi ha ferito, ma due figure nel giardino sottostante sembrano frenare la mia rabbia, cedendo il passo a una strana dolcezza. Naruto tiene stretta fra le braccia una rossissima Hinata, fissandola con languore, e sussurrandole qualcosa all’orecchio che la fa sorridere. Per un istante mi dimentico di avere un ghiacciolo al mio fianco e mi sciolgo anch’io.
<< Quanto sono carini quei due… >>
<< … >>
<< Che bello l’amore! >>
<< … >>
Ma non ottengo nessuna risposta, nemmeno una battutaccia sgarbata. Mi volto, tornando furente, pronta a dirgliene quattro ma mi fermo orripilata. Il ragazzo è più pallido del solito, il viso imperlato di sudore, si tiene il ventre tra le braccia, il capo basso, il respiro pesante. Non so che fare e perdo il controllo per qualche istante. Mi chino su di lui, veloce, prendendolo per le spalle e agitandolo mandando all’aria ogni parola sgarbata che gli avrei potuto dire, ogni risentimento, impaurita
<< Sasuke! Sasuke ti prego cos’hai…?! >>
<< S- sakura… >>
E’ solo un sussurro, poco più che un alito d’aria , ma è il mio nome lo posso capire chiaramente, e suona molto come una richiesta di aiuto. Mi guarda per un istante con gli occhi neri, improvvisamente velati, folli, aggrappandosi con un braccio alla mia veste, tirandola. Poi così come è venuto lo scatto, la presa si allenta e lui chiude gli occhi, senza più coscienza, candendo fra le mie braccia inerme, come un bambino che forse non è mai stato realmente.




Angolino di Keli

Wow, è il capitolo più lungo che ho scritto ò-ò E soprattutto il più intenso, a mio parere. Cosa avrà Itachi? E cosa succederà a Sasuke? E Sakura, cosa farà? Tutto al prossimo capitolo ovviamente u.u E ora rispondo alle recensioni che è da un bel po’ che non lo faccio ò-ò

xNeji: Ma che cara grazie per avermi recensito questa schifezzuola ** Davvero li ritieni IC? Spero proprio di si, perché mi impegno per quel che si può fare in un AU a mantenerli tali. E poi si, sicuramente Sasuke nasconde qualcosa che solo la nostra Sakura potrà capire. Dopo tutto prima di svenire ha sussurrato il suo nome senza chiamarla mocciosa o noiosa, chiedendo aiuto ù.ù Spero continuerai a segurmi!^.-

xYum: Scusatemi tanto tutti ma ho ammalappena tempo di scrivere e postare i capitoli, non riesco proprio a rispondere alle recensioni (non sempre) e questo non perché sia menefreghista o altro, no, anch’io sono sempre contenta di vedere che vi piace il mio lavoro ma a volte non ho mai tempo materiale per rispondervi! Comunque si, Naruto è dolcino dolciotto e in questo capitolo si intravede un po’ di NaruHina, cosa intendi per disastro?xD Sasuke figo? In primis ho un odio sviscerato per lui, deve stare contento che non l’ho fatto fuori all’inizio della fic, in secondi… infighettirlo? Come si fa a infighettire uno che è già (purtroppo) figo di suo?xD Grazie anche a te per la recensione e spero che anche tu mi segua!

Un grazie a tutti quelli che mi seguono e leggono soltanto, alla prossima, un Bacio!

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