Il Poter del Tempo

di Risa_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Il Ballo di Natale ***
Capitolo 3: *** Il portale dei Tempi perduti ***
Capitolo 4: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 5: *** La Partita di quidditch ***
Capitolo 6: *** Smascherati! ***
Capitolo 7: *** Il viaggio di Ritorno ***
Capitolo 8: *** Il viaggio di Ritorno seconda parte ***
Capitolo 9: *** quattro mesi dopo...l'avventura riprese! ***
Capitolo 10: *** A casa Weasley ***
Capitolo 11: *** Irish accademy of Magic Art ***
Capitolo 12: *** Tempo di magia ***
Capitolo 13: *** Emily , Katherine e la Compagnia K ***
Capitolo 14: *** Emily's investigation parte prima ***
Capitolo 15: *** Emily's investigation parte seconda ***



Capitolo 1
*** Una nuova vita ***


                                              Il Potere del Tempo



 Capitolo 1 -una nuova vita



La stazione di King cross era affollata come sempre, ogni persona presa dal trantran quotidiano. Tra il binario nove e  dici dietro una barriera ben protetta si trovava  il binario nove e tre quarti, il binario da cui partiva  il famoso espresso per Hogwarts. La piattaforma era piena di genitori che accompagnavano i propri figli con i grossi bauli. I tantissimi animali facevano un baccano infernale.

“Mi mancherai.” Disse una ragazza dai capelli rossi.

“Anche tu a me, ma a Natale ci rivedremo!” esclamò il ragazzo.

“Natale è lontano...” riprese imperterrita la giovane. Si tenevano per mano dandosi l’ultimo saluto.

Ginny ed Harry avevano passato una bellissima estate insieme e soprattutto senza Voldemort che dannasse l’anima.

“Tre mesi passano in fretta vedrai! E poi, ci scriveremo!”

“ma non hai un gufo!”

“C’è sempre Leo, no? In ogni caso ho intenzione di comprarne un altro, ne avrò bisogno.”

La perdita di Evdige  era  stato proprio un brutto colpo, come quando aveva saputo che la sua Nimbus era andata distrutta. Per fortuna era riuscito ad ricuperare la Firebolt, non per la scopa in se, più che altro perché era un regalo del suo padrino.

“E’ ora, Ginny!” esclamò la signora Weasley.

Ginny salutò il suo ragazzo e i suoi genitori e salì sul treno.

Guardò un ultima volta Harry che le disse: “Salutami Hagrid!”


 “Ginny!” chiamò una voce sognate.

“Ciao, Luna! Come stai?”

“Bene... sai ho visto un Riccicorno schiattoso!”

“Wow! Dai andiamo a cercarci uno scompartimento!” esclamò ridendo Ginny. Si incamminarono nel corridoi, mentre il treno iniziò a muoversi.

C’era una cosa che assolutamente non sarebbe mai cambiata: Trovare uno scompartimento libero, rimaneva sempre un’impresa titanica.

“Guarda chi c’è Ginevra Weasley!” esclamò una ragazza che si era fermata davanti a lei. Cheryl  Sherman: una smorfiosa piena di se.

“La donna di Harry Potter. Avrei creduto che, visto che sei diventata così importante, non saresti più scesa tra noi comuni mortali.”

“Cosa c’è Cherry ti rode ancora perché Luma non ti ha accettato nel suo club? Direi che sia invidia!”

La ragazza fece per ribattere ma uno scompartimento si aprì:

“Chi abbiamo qui? Cherry - gatta morta alla riscossa – Sherman? Cosa c’è? Anche lo specchio  ti ha abbandonato  essendo stato sottoposto continuamente ad osservare la tua faccia? Sicuramente, ha creato un comitato per la salvaguardia di specchi innocenti maltrattati!”

“Come osi...” non ebbe il coraggio di continuare visto lo sguardo che ricevette, fece marcia in dietro e scappò.

 

Emily non era una ragazza da fare arrabbiare;  con un sorriso si rivolse a Ginny e Luna:

“Ciao! Dai entrate, ci sono due posti liberi!” disse gentilmente facendosi di lato.

“Scusate se mi sono intromessa! E’ più forte di me...appena la vedo non tengo a freno la lingua!”

“Anzi, sei stata forte!” esclamò Ginny mentre Luna annuiva.

Dentro lo scompartimento c’era altre ragazze del settimo anno Grifondoro,  Florance, Jane, Aleen.

“Allora, passate belle vacanze?” chiese Emily mettendosi seduta.

“Oh, bene, tu?” rispose Ginny. Luna si era già immersa nella lettura del cavillo.

“Una noia mortale! I miei sono tutti concentrati nella ricostruzione del Ministero, mia sorella è tutta concentrata sul fidanzamento! Si sposerà tra breve. Me ne sono stata un paio di settimane in Irlanda e basta!” sbuffò Millie.

Ginny rise all’espressione della ragazza che era mollemente abbandonata sul sedile davanti al suo: Emily Atkinson, quasi 18 anni, era alta, e il corpo affusolato e slanciato, un bella terza abbondante , capelli lunghissimi  e scuri con la frangetta da una parte, , due grandi penetranti occhi grigi, labbra rosse e piene. E un caratterino niente male: Sempre la battuta pronta, l’espressione un po’ scura ma allo stesso tempo allega e vitale. Il duello era il suo forte.

Era la ragazza che a Ginny le andava più a genio del suo anno di Grifondoro. In quel momento però notò una cosa che non aveva notato mai, il fatto che lei fosse così famigliare. Rise di questa affermazione, la conosceva da sette anni, era ovvio che le fosse famigliare!

“Allora, cosa hai fatto per il tuo compleanno l’undici scorso?” chiese Emily.

“Abbiamo festeggiato in famiglia...anche se non è che fosse molto allegra, sai mio fratello Fred è morto a maggio per cui aleggiava una certa tristezza. Anche se lui non avrebbe voluto.”

“Mi dispiace molto. So che significa, i miei nonni sono morti nella prima guerra. Capisco il tuo dolore. Poi, conosci Ninfadora Lupin? Lei è morta nella stessa battaglia.”

“Chi Tonks?!” esclamò Ginny.

“Sì! La conoscevi, allora! Odiava il suo nome...comunque era un’amica di mia sorella, avevano frequentato la scuola insieme! Ogni tanto veniva da noi l’estate. E’ stato molto brutto per noi. Jill non la finiva più di piangere. Ho saputo che ha lasciato un bimbo piccolo.”

“Si, Teddy! È adorabile!”

“E’ anche lui un Metamorfomagus?”

“OH sì.  Non sapevo che la conoscevi Tonks.Conoscevi Remus, no?”

“ Certo! era anche un compagno di scuola di mia Zia Sarah. L’ho saputo dopo che ha lasciato la cattedra di Difesa.”

“Davvero?”

“Sì. Mamma ha mantenuto tutte le suo cose e c’era un bellissimo album fotografico dei suoi anni qui. C’era anche lui. Così ho chiesto a mamma.”

Arrivati a destinazione dopo avere visto lo smistamento, dopo una  banchetto degno di nota adarono tutti al letto.

Un anno nuovo era appena cominciato.


Emily faceva tranquillamente colazione al tavolo di Grifondoro quando Ginny arrivò.

“Buon giorno? Arrivata la posta?” chiese prendendo un po’ di succo di zucca.

“Giorno! No, non è arrivata. Manca poco però.” Disse lei guardando l’orologio. Si scosto i capelli che lasciava sciolti e indomabili sulle spalle.

“Certo che hai dei capelli meravigliosi!”

“Grazie! Mi piacciono così!” disse accarezzando i capelli che le arrivavano quasi al sedere.

“La Mcgranitt non approva, vero?”

“Vorrebbe che li legassi...lo faccio raramente.” Disse seria.

Ginny le venne da ridere. In quel preciso momento stormi di gufi arrivarono a portare la posta del mattino.

I  Gufi planarono sulla sala grande e lasciano cadere la posta sul tavolo.

“Tempismo perfetto! La lettera di mamma, con le solite raccomandazioni e una lettera a parte di mia sorella che non vuole lasciarmi in dietro degli sviluppi del suo Matrimonio, vestiti, bomboniere, cibo, disposizione dei posti...” prendendo in mano una busta.

Ginny ridacchiò.

“E per finire La Gazzetta del profeta da parte di papà, senza lettere ma con un biglietto.” Disse prendendo il giornale e indicando il foglietto  in cui c’era scritto:


“ Resisti! Non prendertela con il Gufo!”


Le due ragazze risero di cuore, interrotte solo dall’arrivo della Professoressa con gli orari.

“Wow. Un lunedì mattina superbo.” Esclamò Ginny.

“Poteva andarci peggio. Incantesimi di prima mattina è molto meglio di Trasfigurazione o pozioni...”

“Si hai ragione! Però senza Piton è tutto diverso, no?” chiese Ginny

“Già! Poveraccio. Lo hai visto il nuovo insegnate di Difesa? Non credo che sarà bravo quanto il Professor Lupin.” Disse asciutta Emily.

Prese il giornale e di colpo esclamò:

“Ehi! La Umbridge è stata condannata!”

“Grazie al cielo!” disse Ginny imburrando una fetta di pane.

“Peccato solo per una cosa.”

“Cosa?” chiese stupita la rossa.

“Che il nuovo Ministro ha eliminato i Dissennatori da Azkaban.” Rispose spiccia.

“Millie!” ridacchiò Ginny.

“Beh,  Il “Rospo travestito da donna” si meriterebbe di rimanere chiusa in una stanza con almeno 100 di quei esseri.”

Ginny scoppiò a ridere:  il nomignolo con cui Millie chiamava l’ex-insegnate” era troppo assomigliante alla realtà.

“c’è qualcos’altro d’interessante?”

“Sì. Il tuo ragazzo.”

“Cosa?!”

“stavo scherzando. Altri Mangiamorte sono stati arrestati, altri chi sa dove.” Rispose Millie.

Una nuova vita era iniziata per il Mondo della Magia: un  nuovo governo sotto la guida di Kingsley Shakebolt  si stava pian piano formando. Un mondo devastato da una terribile guerra chiedeva tempo per poter rinascere dopo che Voldemort finalmente aveva “gentilmente” tirato le cuoia e levato le tende, lasciando un mondo sottosopra.


Dopo la colazione le ragazze andarono ai dormitori per prendere i libri e recarsi alle lezioni del mattino.

“Con Harry, tutto ok?” chiese Emily.

“bene direi..”

“ che c’è?”

“E’ che  andrebbe una meraviglia se non mi estromettesse così prepotentemente dalla sua vita!”

Era arrabbiata e frustrata, non voleva rimanere sempre esclusa nelle sue cose, Emily lo capì subito: anche lei qualche volta aveva notato che la sua famiglia le nascondesse qualcosa.

“Non puoi biasimarlo. Non è facile raccontare ciò che ha passato.”

“Ron ed Hermione sanno tutto di lui, però! Dal tra parte loro c’erano! E’ ovvio che sanno” Ginny era veramente amareggiata, e la cosa stupì Emily.

“Gin...”

“Sono la sua ragazza, per la miseria!  Dovrei essere una priorità!”

Emily si fermò davanti alla ragazza e le mise una mano sulla spalla.

“Gin, perché non gli e lo dici a chiare lettere?”

“Fosse facile! Probabilmente dirà che è per proteggermi, o una stronzata del genere! O, è sempre stato così concentrato a salvare il Mondo che non si è mai accorto di ciò che provavo! Probabilmente se fossi stata tu avrebbe già detto tutto. Forse è un problema di Faccia.”

“Gin, non dire sciocchezze! E’ cotto di te! Certo, con il mio stile e la mia classe...Ho deciso! Sarai la mia prima alunna del corso Come-  impapocchiare – fidanzati  sdegnosi – e fargli – svuotare – il sacco. Con i mie consigli portentosi  Miss Ginevra Weasley non ti dirà più un No .”

Ginny sorrise, Emily sapeva come fargli tornare il buono umore.

“Forza! Ci aspetta un grande Lavoro!”


La giornata passò tranquilla, al pomeriggio, inaspettatamente, quando erano in Sale Comune arrivò una lettera di Harry.

“Allora?” chiese Emily.

“Leggi. Non importa.”

“Vedi? Già gli manchi!” esclamò trionfante l’amica.

“Anche a me se è per questo. Ciò non toglie che lui della sua vita non mi racconta mai.”

“Gin, diglielo! Digli che ti ferisce questo suo comportamento! Ok, non farsi intervistare da giornalisti da strapazzo. Tu sei Gin! L’unica inimitabile Gin!”

“Grazie...”


C’è da dire che le due passarono moltissimo tempo insieme. Ginny aveva bisogno di una persona con la testa che sostituisse Hermione. La compagnia di Emily era quello che ci voleva! Anche Luna passava tempo con loro ed Emily la trovava simpaticissima.

“Almeno il suo mondo ha un po’ di colore! Crede in ciò che le va di credere, è esattamente com’è dentro.  E’ davvero forte.”

“Sai, sei una delle poche che la pensa così.”

“Meglio, io non mi mescolo mai alle masse, Gin. Sono un essere superiore!” lo disse con una faccia altezzosa che fece spaccare dalle risate Ginny.

Non erano entrate mai così in confidenza soprattutto al quinto anno, poiché Ginny pensava che la sua famiglia era troppo legata al Ministero. Per cui non l’aveva nemmeno chiesto se si voleva unire al esercito di Silente: con il senno dei poi fu meglio così. Emily li rivelò che i suoi erano delle “spie” per conto di silente, controllavano ciò che accadeva al Ministero, non che facevano propriamente parte dell’ordine ma sostenevano la causa di Silente.

Gli Atkinson era una famiglia importante soprattutto perché  il Signor Atkinson aveva preso il posto di Abraham Bowen  della Confederazione internazionale dei Maghi, che poi era il Nonno di Emily mente sua moglie Margaret aveva scritto parecchi articoli su Trasfigurazione Oggi.

Emily, dunque, non poteva mettersi nei guai, avrebbe creato problemi indesiderati. Ecco perché anche Silente si era raccomandato appassionatamente con lei. Forse.

 




Il 31 Ottobre arrivò in un baleno così anche la prima uscita da Hogsmeade dell’anno.

“Che bello! Si esce da questo castello!” disse Emily scendendo dal  letto.

“Sei impossibile!” le disse Flo.

“Auguri!” esclamarono invece Aleen ed Jane seguite da Ginny.

“Dai scarta i regali.” Esclamò elettrizzata Ali.

Sul suo letto c’erano una montagna di regali.

“Dai apri prima il nostro” esclamò Jane.

Il regalo era un meraviglioso set da Bagno, con pozioni e lozioni per i capelli.

“Grazie!” esclamò Emily.

“I suoi genitori le avevano regalato un meraviglioso orologio, sua sorella un divertentissimo libro, e moltissimi dolciumi di tutti i gusti.

“Bene! Armiamoci e partiamo!”esclamò Flo.

Dopo colazione si recarono al paese, c’era freddo, ma non dava fastidio.

Passarono da Melandia, A Zonco, da  Mondo Mago, e infine andarono al tre manici di scopa per una burrobirra.

“Che calduccio!” disse Jane sedendosi.

“Ci voleva proprio!” esclamò Ginny.

 Ordinarono cinque burrobirre che arrivarono  in un batter d’occhio, nonostante il locale fosse molto affollato.

“Ehi ragazze sapete la novità?” chiese Florance con aria cospiratrice.

“No, ce la siamo persa, probabilmente.” Esclamò Millie senza interesse.

“Millie non vuoi sapere cos’è?!”

“Non vedo l’ora!”

“Vuoi dirla questa novità!” sbottò ad un tratto Aleen.

“Ci sarà un ballo a natale!” esclamò trionfante.

Silenzio. Le amiche la guardavano inespressive.  Flo era una manica delle feste, e adorava essere corteggiata: Non particolarmente bella, aveva capelli castano chiaro, occhi marroni, un viso grazioso però. Qualche pretendete ce lo aveva.

“Chi te lo ha detto?” chiese Jane.

Ecco, Jane era il prototipo della ragazza studiosa, che non disdegnava divertirsi ma sempre con la testa. Ed era molto realista.

“Betty Daniels.”

“Uh... allora è certo.” Esclamò sarcastica Aleen. Era la pazza del gruppo. Simpatica, allegra e adorava far imbestialire Flo.

“che vuoi dire?”

“Oh nulla...”

“ Ehi, non inizierete, vero?” chiese Jane

Si azzittirono.

“ Lo sapremo presto se è vero.” Disse Emily dondolandosi sulle gambe posteriori della sedia.

Ginny la guardò: perché diavolo ora le ricorda qualcuno? Chi?

“Cosa c’è Gin?”

“Oh, niente. E’ che assomigli a qualcuno che conosco.”

“COSA?! Stai forse DICENDO CHE HO UNA SOSIA?!” lo disse con una voce stridula talmente marcata che fu inevitabile scoppiare a ridere.

“Non dire mai più una cosa del genere!”

In quel momento si apri la porta del locale e tutti i clienti si voltarono verso i nuovi  arrivati: Harry Potter, Hermione Grenger e Ron Weasley.

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Capitolo 2
*** Il Ballo di Natale ***



Capitolo 2 -il ballo di natale




“Gin, guarda chi c’è?!” esclamò Millie.

“Eh?” Ginny si voltò e rimase secca dalla sorpresa.

“Muoviti!” le diede una spinta Aleen.

Così la ragazza si mosse verso il suo ragazzo buttandosi tra le sue braccia.

“Sorpresa!” esclamò lui.


“Ragazze vi proibisco di sbirciare.” Ordinò Millie.

“Come la invidio. Uno dei ragazzi più carini..”

“Non essere sciocca Flo...” rispose Jane.

Ma il colpo più grosso lo diede Aleen:”Non era così carino quando lo credevi uno squilibrato che raccontava balle.”

“Non l’ho mai pesato!”

“Infatti lo hai detto. Di solito non colleghi il cervello alla lingua.”

“NO!”

“Invece sì! Vuoi i testimoni?” esclamò Aleen.

“perché ci li hai?!”

Aleen si girò verso Millie.

“Mi dispiace lo hai detto.”

 Anche Jane confermò. Flo se ne andò sbigottita seguita da Jane per tentare di calmarla.

“Non vorrei dirtelo: a volte esageri.” Disse Emily a Aleen.

“Niente a fatto.”

“Tra l’altro lo pensavi pure tu,infondo.” Le ricordò.

Aleen scrollò i ricci biondi senza rispondere. Sapeva che con Emily ribattere non serviva.


Anche Ginny e gli altri uscirono dal locale per fare una passeggiata.

Ron ed Hermione andarono a Zonco, per degli affari. George  aveva poi comprato il negozio, lasciando il suo nome originario, e Ron, che lo aiutava con I tiri vispi Weasley, doveva fare delle commissioni per conto suo.


Ginny ed Harry rimasero da soli e si avviarono verso la stamberga strillante stretti l’uno con l’altro.

“Come va  al Ministero?”

“Crediamo di aver trovato altri suoi sostenitori. E’ tutto  da vedere! Abbiamo ovviamente messo in guardia gli altri Ministeri, hanno le ore contate! Per il resto al Ministero c’è un sacco di lavoro. Non è facile  rimettere le cose a posto. Tu?”

“bene! Tanto studio, però mi diverto! Emily  è davvero...”

“Non senti la nostra mancanza, allora.”

“In effetti no. Ci divertiamo molto!”

Harry parve deluso.

“Quanto sei cretino! E’ ovvio che mi manchi, ma diciamo che Emily rende le cose meno difficili. Sa come distrarmi. Non si agiata per ogni compito e sa come riportare la calma, come sa fare un caos tremendo. Non ci si annoia di certo con lei.”

     “Spero di conoscerla!”

“ Sai c’è un ballo a Natale...”

“Lo so. E volevo chiederti  se volevi venire con me.”

Ginny sgranò gli occhi: “Come?”

“Beh, sì. Il ballo non si terrà a scuola, ma un posto che è ancora segreto. Presto il Preside ve lo annuncerà. E’ è aperto a partire dagli studenti del 4 anno, ovviamente. Dopo la caduta di Voldemort ogni scusa è buona per divertirsi. Sono qui perché volevo essere assolutamente il primo ad invitarti. Vuoi venire al ballo con me?”

“Sì, mille volte sì!” disse baciandolo con ardore.



Passò circa un mese prima che la festa fu ufficializzata e ovviamente tutte le studentesse non stavano più nella pelle.

Nel castello non si parlava d’altro; In ogni angolo cui giravi un gruppetto nutrito parlava dell’imminente ballo.

Ed erano partite le scommesse.

Scott Edison avrebbe chiesto a Christine Watson di andarci con lui? 10 Galeoni che non ci sarebbe riuscito, 20 che gli avrebbe detto di no lei, 25 che sarebbe stata lei a fare la proposta.

Chi sarà il cavigliere di  Astoria Greengrass di Serpeverde?

Si vociferava che il lui in questione fosse Draco Malfoy.

“Ma non stava con Pansy Parkinson?” sembrava di no. Astoria in effetti era più carina di Pansy, e forse anche più intelligente.

Non che i Malfoy  godessero di una buona fama.  Malfoy segnor  è scampato la galera  solo perché Harry Potter è stato generoso accettando di scendere a patti con la suddetta famiglia.

In ogni caso, avete capito, no? Il popolo studentesco aveva delle aspettative per  quanto riguarda la formazione delle coppie.

Sarà accontentato?

Per saperlo smetterete di dormire ed  ascoltate, perdon , leggete.

Era convinzione orami certa che Emily, dopo aver rifiutato diversi inviti, avrebbe scelto come cavaliere Jason Parker, affascinate Corvonero, che presto o tardi le avrebbe fatto la fatidica domanda.

Emily non era altrettanto convinta.

“Primo, ancora non l’ha fatto. Dunque potrebbe benissimo scegliere qualcun’altra. Tipo.... Cheryl Sherman.”

Le sue amiche la guardarono in silenzio molto scettiche.

“Chi quella? Ma sei pazza? Parker che lo chiede a quella? Vomito al solo pensiero.”  Disse Aleen.

“E’ un oca senza cervello. Tutto si può dire fuorché brutta. Per una serata mondana come quella potrebbe andare anche bene.” Obbiettò lei.

“E’ vero. E’ passabile. Però Millie sei molto di più di quella vacca.” Notò Ginny.

“Gin non mi tentare! Sai che non amo vantarmi!” esclamò con platealità Millie.

Nessuna trattenne le risate.

“In ogni modo, il punto è che, quando te lo chiederà, e lo farà, TU accetterai, VERO?” chiese Florance. Più che una domanda, era una affermazione a cui sfidava Emily a contraddire.

“Non lo so. Potrei anche rifiutare.”

“Ti crucio se osi rifiutare!”

“Non puoi. E’ illegale.”

“Si che posso!”

Tutte risero di nuovo.

“Non bisogna dare per scontato che inviti lei, malgrado ciò!” disse Jenny.

“Da che parte stai, Jane Bronte?”

“Oh, credo proprio che lo farà.” Disse una voce sognante alle loro spalle. Luna veleggiò verso di loro.

“Cosa?”

“Jason ne stava parlando proprio poco fa in sala Comune Corvonero. Sta aspettando solo il momento giusto.

“VISTO?” esclamò Flo verso Jenny.


Emily aveva imparato che Luna non mentiva mai, tutto ciò che affermava, lo diceva perché ci credeva ed era convinta che fosse vero: un altro motivo per ammirarla. Non le importava se tutto il mondo non credeva, lei lo faceva  e basta. Parker le avrebbe chiesto di andare a quel maledetto ballo. Sopportava a stento quelle feste che sua madre faceva a casa, o quelle in cui erano invitati. Pensò, anzi, sperò, che pieno di ragazzi la cosa sarebbe stata bella.

 Vide Jason Parker venirgli incontro Un Lunedì mattina mentre era con Ginny.

Millie guardò Ginny che le fece un cenno di incoraggiamento.

“Emily, ciao!” salutò il ragazzo.

“Ciao! Come stai, Jason?” chiese tanto per dire qualcosa.

“Bene! Tu?”

“me la cavo.”

“Volevo chiederti se avevi già un cavaliere per il ballo. Immagino che avrai ricevuto molti inviti.”

“Qualcuno, ma ho rifiutato.”

“Allora, sarei felicissimo se mi considerassi come un tuo possibile accompagnatore.”

Emily puntò i suoi occhi dentro quelli azzurro cielo di lui. Ma sì, tanto cosa cambiava?

“Accetto di venire con te.” Disse

Jason sorrise ampiamente e la salutò.

“Hai fatto la cosa giusta.”

“Gin, lascia perdere.”

“Perché?”

Emily camminava veloce, Ginny faticava a stargli a presso.

“Probabilmente l’ha fatto perché tutta la scuola se lo aspettava.”

“Non credo. Emily fermati.” Disse prendendogli un braccio.

Ginny la guardò negli occhi:

“Lo hai visto? Era emozionatissimo! Hai visto come sorrideva?”

“Forse hai ragione .” disse.

“Andiamo! Sicuramente Flo non reggerà dalla felicità!”

“Probabilmente, dirà, Dio grazie, è rinsavita, è rinsavita!”


“Dio grazie! È  rinsavita, E’ RINSAVITA!” urlava Flo nel dormitorio delle ragazze la sera stessa.

“Abbiamo capito, Flo.” Disse Aleen.

Tutte avevano un accompagnatore, ora  bisognava trovare l’abito giusto.

Emily sapeva quale abito avrebbe indossato: sua mamma, l’estate scorsa le aveva mostrato un abito da cerimonia della zia Sarah, se ne era innamorata. Forse sua mamma lo sapeva e le aveva mostrato l’abito.

“Come funziona?” chiese Jane.

“Beh, Il preside e la Vicepreside ci scorteranno verso il luogo dove si terrà il ballo. Il giorno dopo potremo tornare direttamente a casa. Chi non partecipa prenderà il treno il 23.” Spiegò Ginny.

“Perfetto! Basterà segnarci tra quelli che rimangono!” esclama Flo.

Emily si stava pettinando i capelli allo specchio e sorrise:”Flo, sei troppo agitata, lo sai?”

“Certo che sì! E’ il minimo per questo evento colossale!” urlò felicissima saltando sul letto.

“Se lo dici tu...”

“Se lo dice un’idiota, vorrei dire!” corresse Aleen

Si preannunciava un altro litigio.



Il 24 e sera fu molto caotico; il Grande Evento era arrivato. Il Palazzo in cui si teneva la festa era bellissimo, era fatto completamente di cristallo, Abeti da per tutto, decorazioni, luci, e statue candide come neve.

Harry, Ron  ed Hermione, stavano bevendo qualcosa mentre aspettavano che gli studenti di Hogwarts ai piedi delle scale.

“Quanto manca?” chiese Ron.

“Poco.”  Disse Hermione sospirando.

Infatti, ecco il nuovo preside in testa insieme a Minerva Mcgranitt e gli studenti di Hogwarts.

Harry allungò il collo per cercare Ginny, pensò subito di cercare la sua capigliatura rossa fiammante.  Niente. Sembrava quasi che lei non fosse qui.

Per fortuna la individuò, era in fondo e stava scendendo le scale bellissima, con un vestito verde acqua.

Sorridente la ragazza andò verso di loro:”Ciao!” salutò con un bacio Harry. Ron evitò di guardare ed Hermione sbuffò.

“Ciao! Sei stupenda!” esclamò

 “Grazie! Ciao anche a voi due!”

“Ciao Ginny!” come stai?”

“Bene! Non è tutto bellissimo?”

“Già!”

“Siete solo voi?”

“No, ci sono anche Percy,  Bill e Fleur,  Charlie e George, si deve pur distrarre?” rispose Ron.


“Gin!” urlò una voce.

Si voltarono, e rimasero sbalorditi. Una meravigliosa Emily stava scendendo le scale con passo elegante. Un passo sicuro e tranquillo.

 Indossava un meraviglioso vestito color oro: il corpetto coperto da pailette e perline d’oro e d’argento retto da delle bretelline che sembrava fili d’orati; la gonna vaporosa d’organza, sempre d’oro.

I capelli erano semi raccolti in una acconciatura graziosa dove s’intravedevano mollette d’orate. Il trucco risaltava gli occhi grigi e le labbra ben disegnate.

Era molto attraente, il passo sicuro e leggero, il sorriso dolce e allo stesso tempo così simile ad un ghigno.

La prima impressione che ebbe Harry è che la ragazza gli fosse famigliare per cui cercò di ricordare senza riuscirci.

La ragazza li raggiunse quasi correndo:” Gin! Sei bellissima!”

“Oh, mai quanto te! Guardati! Avrai tutti gli occhi puntati. Ragazzi, vi presento Emily Atkinson è una mia compagna di dormitorio!”

“Ah, si! Piacere, sono Harry!” disse   porgendo la mano.

“Piacere mio!” disse stringendo calorosamente la mano di Harry, che poté notare i bracciali graziosi sul braccio della ragazza.

“Voi siete Ron ed Hermione! Piacere! Ho sentito tanto parlare di voi!” esclamò Emily. Ron divenne rosso come un peperone, e Hermione lo fulminò poi con un sorriso si rivolse ad Emily:”Il piacere è Nostro, vero Ron?”

“Certo che sì!”

Harry trattenne una risata.

“Emily!” chiamò un ragazzo alto.

“Uh! Ecco il mio accompagnatore! Vi auguro un buon divertimento! Ci vediamo dopo, ok?”” disse

“Certo!” rispose Ginny, e la ragazza raggiunse il ragazzo biondo.

“E’ molto...”

“Bella!” esclamò Ron.

Ginny e Harry risero, un po’ meno Hermione.

“Non intendevo quello. È molto gentile! Sembra simpatica.”

“Lo è” rispose Ginny.


L a cena era davvero squisita, Harry era insieme a tutti gli altri Weasley presenti alla festa. Erano tranquilli e chiacchieravano tranquillamente, quando ad Harry cade gli occhi su Emily seduta al tavolo vicino.

“Che c’è Harry?”

“Niente Hermione. Emily mi sembra  famigliare.”

“Ho avuto la stessa impressione. Probabilmente perché è di Grifondoro e l’abbiamo incontrata in sala comune qualche volta. E poi è dell’anno di Ginny.”

La spiegazione reggeva, eppure l’istinto gli diceva che c’era di più. E il suo istinto non sbagliava quasi mai, altrimenti sarebbe morto da un pezzo.

Non trovò altra spiegazione e così lasciò perdere.

“Il negozio, va bene?” chiese Ginny

“gli affari vanno a gonfie vele!” esclamò Ron.

Parlarono tutto del lavoro, come procedeva: Percy li condusse all’interno di una di quelle noiosissime, estenuanti e molto lunghe discussioni di vattela a pesca cosa. Ti addormentavi alla seconda parola per cui non capivi quale fosse l’oggetto del discorso. Solo Hermione sembrava reggere: benedetta ragazza.


Dopo la cena, iniziarono i balli: i tavolini furono messi da una parte, e tantissime coppie iniziarono a ballare, alti parlavano ai bordi della sala.

Harry pensò che era davvero  un  evento  per la presenza di personalità molto  in vista. Gli venne da ridere perché lui era uno di tra quelli: non riusciva a vedersi una persona importante, lui, voleva essere un ragazzo come tanti della sua età.

Stava volteggiando con Ginny, divertendosi pure: non era un fan del ballo.

“Credo che la coppia più bella sia Emily e Jason!” esclamò Ginny.

Harry guardò i due ragazzi ballare:

“Diavolo che sì! Sembrano fatti a posta per stare insieme.”

“Flo aveva perfettamente ragione...”

“Chi?”

“Oh, è un’altra ragazza del mio dormitorio.”

Emily guardò verso di loro e  li salutò con la mano.  Ballarono parecchio e alla fine Ginny ed Harry decisero di sedersi.

  Dopo un altro ballo, il suo accompagnatore andò verso il tavolo delle bevande mentre  Emily li raggiunse.

Si sedette accanto a Ginny.

“Allora, Harry e Gin, vi state divertendo?”

“Molto!”

“Non è male. Il banchetto era davvero squisito. Non pensavo che venisse tanta gente!”

“Nemmeno io! Le altre?”

Emily ridacchiò:”Probabilmente Flo è in un cantuccio molto intimo con Stive, Aleen si starà scatenando in pista e Jane sarà immersa in quelle discussioni intellettuali con chi sa chi!”

“sempre le solite.”

“Spero che non ti annoierai, Harry, per i nostri discorsi. Sono talmente noiosi!”

“Millie!”

“E’ vero, Gin! Dovremo parlare che so di Quidditch!”

“A proposito come va la squadra?” chiese  Harry.

“Beh, andiamo bene! Il nuovo cercatore è bravo!” esclamò Ginny

“Non mai quanto te!” rispose Emily.

“IL Portiere, al contrario, è fenomenale! L’ho visto ai provini.” Continuò lei.

“Non dirlo a Ron.” Ammonì Ginny.

Harry ed Emily risero. Ron era molto permaloso.

Harry poté notare che la ragazza aveva il vizio di dondolarsi con la sedia. Lo lasciò perplesso. Gli ricordò... ed era assurdo solo pensarlo.

“C’è Jill!” esclamò Lei, alzandosi in tutta la sua altezza, chiamò sua sorella e fece le presentazioni.

Jill Atkinson, era una ragazza  simpatica, un po’ sbadata, con folti e ribelli ricci rosso rame che schizzavano da tutte le parti, occhi blu zaffiro. Diversissima da Emily, che quasi faceva timore con i suoi modi così pacati e aristocratici, nonostante l’enorme simpatia.

“la mamma, vorrebbe conoscere il tuo accompagnatore.” disse Jill.

“Se lo può anche dimenticare!” esclamò Millie.

“Com’è Ginny? Dimmi tu la verità...”

“Oh, è perfetto.” Disse con un sorrisone.

Intervenne  Harry: “ ah, è così? Potrei chiedere a Cho,  come mi trova!”

“Provaci solo!” ringhiò la ragazza scatenano l’ilarità delle altre due.

 In quel momento arrivò Jason con  due burro birre fresche, lasciando di stucco Jill.

“E’ quello?!” mimò a Ginny, che alzò un pollice in alto.

“Se io fossi al posto di mia sorella me lo sposerei immediatamente!”

Harry e Ginny risero.

“Non è da mia sorella, però. E’ sempre stata uno spirito libero. Lo diceva sempre Tonks.” Disse e un’ombra di tristezza comparve sugli occhi blu.

Harry sorpreso fece per dire qualcosa ma Ginny gli ficcò un gomito sullo stomaco.

“Te lo spiego dopo.”

“Come vanno i preparativi con il Matrimonio, a proposito? Emily me ne a parlato con tanto entusiasmo!” chiese Ginny, mentendo.

Jill riacquistò il sorriso, e si lanciò una  descrizione piena di particolari del gazebo, delle decorazioni, delle composizioni floreali.

“Vi sta rimbambendo; vero?” chiese Emily seguita da Jason.

“Jason, lei è mia sorella Jill e lui è Harry Potter, Gin la conosci già!”

Altri saluti cordiali. Jason fu la nuova vittima di Jill mentre Emily li osservava alzando gli occhi al cielo.

“Mi spieghi questa storia? Perché mi hai dato una gomitata? Mi hai fatto male.” Chiese Harry massaggiando  la parte lesa.

“Jill era  a scuola con Tonks, ed erano molto amiche. Negli ultimi tempi non si vedevano molto però per lei è stato un brutto colpo scoprire della sua morte."

“Non lo sapevo.”

“Oh Harry, non sappiamo moltissimi cose! Siamo stati sempre messi da parte, no? Troppo, troppo giovani!” rispose facendo il verso alla madre.

Harry rise.

“A proposito, perché lei e papà non sono venuti?”

Harry rispose sospirando: “  Tua madre non si è ancora ripresa dalla perdita di Fred. Non le andava. Ogni tanto piange ancora.”

“Avrei dovuto immaginarlo.”

“si riprenderà, ne sono sicuro. Ron ed Hermione?”

“Staranno  ricuperando il tempo perduto.”

Ad Harry gli venne da ridere.

 “Ehi ragazzi!” esclamò Emily prendendo una sedia e sistemandola vicino ai due ragazzi.

“Ehi, Jason e Jill?”

“E’ andato a salutare alcuni amici che non vedeva da tempo. Quella pazza di Jill è andata a ripescare il suo futuro marito; probabilmente sta cercando la soluzione più indolore per togliersi di mezzo.”

I due amici scoppiarono a ridere.

“Tua sorella è molto simpatica!”

“Chi Jill? È sempre stata molto socievole, in maniera completamente diversa da me, naturalmente.”

“Siete molto diverse.” Notò Harry

“Sarebbe stata una catastrofe avere due esemplari uguali di una delle due, indifferentemente.”

Una donna elegantissima dagli occhi blu, i capelli castano-rosso raccolti in un elegante chignon e un vestito di raso rosso, con doppie spalline, il corpetto rifinito da perline e una bella scollatura si era avvicinata a loro.

“Mamma, credo che la tua sia una visione accettabile ma non del tutto giusta: avere due esemplari come me e Jill è risultato essere una miscela esplosiva.”

“Hai ragione Emily. Comunque, è stata assolutamente più gestibile. Quando litigavate riuscivate a non parlarvi per ore. Il che garantiva un assoluta calma una tantum.”

Ginny ed Harry seguivano il dibattito madre e figlia a bocca aperta.

“non  fai le presentazioni? Ci dimentichiamo spesso l’educazione signorina.”

“Ragazzi come avrete capito lei è mia madre.” Disse alzando gli occhi al cielo.

“Loro mamma sono Ginevra Weasley, la mia compagna di classe e Harry Potter.”

“piacere ragazzi, sono Margaret Atkinson.” Disse stringendo la mano ad entrambi.

La Signora Atkinson era assolutamente gentile, eppure emanava quell’autorità che un poco intimoriva. Harry capì che doveva essere un donna di carattere un poco rigorosa.

Sorrise luminosamente: “ Come va  la scuola, Ginevra?”  chiese

“Bene, grazie.  Mi chiami semplicemente Ginny!”

Emily sbuffò: “Alla mamma non piacciono i soprannomi.”

“Infatti, preferisco chiamare le persone con il proprio nome, visto che ne hanno uno, perché inventarne un altro? Da qui a dire che non mi piacciono ne scorre acqua sotto i ponti. Se preferisci ti chiamo Ginny senza problemi. ” rispose lanciando un occhiataccia alla figlia che non sembrò minimamente turbata.

“Semplicemente non sono abituata ad essere chiamata “Ginevra”.”

“ Più che Normale se tutti ti chiamano Ginny. Potrei giurare che Emily addirittura abbrevia con Gin”

“E’ vero!” esclamò Ginny.

“Una madre conosce i propri figli.” Disse sorridendo.

“Harry, ho saputo che hai intrapreso la carriera di Auror. Ti trovi bene?” chiese rivolta ad Harry.

“Sì, signora mi trovo molto bene.”

“Nelle ultime settimane ho saputo che avete avuto molto da fare.”

“Ci sono ancora parecchi Mangiamorte in giro, e non solo. Abbiamo dovuto fare i conti anche con maghi e streghe che non lo sono necessariamente, che hanno commesso atti illegali per paura o perché vittime dell’ Imperius. Per non parlare dei  delinquenti comuni, in alcuni casi è stato necessario il nostro intervento.”

“Ovviamente,impossibile che manchino disordini.”

“Va bene, vi lascio parlare tra di voi.”

“Salutami papà!”

“E’ una tosta tua madre.” Disse Harry guardando la donna andarsene.

“E’ vero. Sembra inflessibile, ma non è così. Con me è stata anche comprensiva. Rispetta ma deve essere rispettata.”

  “ Ok, son o stufo di star seduto! Vado a cercare Ron ed Hermione. E’ da un po’ che non li vedo!”

“Va bene, vorrà dire che io chiacchiero un po’ con Millie.”

 Girò un po’ per la sala, alla ricerca dei due amici, prese una burro birra da un cameriere, accostandosi a due signore di mezza età.

“Hai visto come è bella?”

“Chi la figlia di Anthony  e  Margaret Atkinson?”

Harry d’istinto guardò le due signore e vide che stavano guardando proprio Emily, insieme a Ginny e al suo cavaliere che doveva avere finito con i suoi amici.

“Ma sì, la figlia minore... Sapevi che fino hai due anni di”Emily Atkinson non si sapeva nulla?”

“Cosa?!”

“Ma sì, l’ho saputo da indiscrezioni...nessuno era a conoscenza di qualche gravidanza di Meg. Però le voci furono messe a tacere, beh I Bowen avevano un  discreto potere.”

“E cosa si diceva?”

“Beh, so solo che la bambina, fu portata in pubblico qualche mese dopo la morte della sorella...”

“Ho capito cosa vuoi dire! Non è possibile perché non era spostata.”

 “bada bene che non è nulla di certo! Perché Gli Atkinson si erano un po’ isolati...quindi...”

L’altra era avida dei particolari: “C’erano voci secondo cui fosse stata adottata,e che la bimba viveva in Irlanda con la madre... e guarda caso la sorella di Meg abitava lì prima della brutta malattia....”

“Harry!”

Si voltò e trovò Ron ed Hermione accanto a lui. Si dimenticò completamente della conversazione che aveva origliato.

Angololo dell'autrice:

Buona domenica a tutti! Ecco il secondo capitolo, di questa storia, che, ancora, supera le mie più rosee aspettative per quanto rigurada il vostro gradimento. Pan_Tere94: non rompi, in alcun modo! le tue recensioni mi fanno molto piacere...penso proprio che questa storia, ti sorpenderà.  

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Capitolo 3
*** Il portale dei Tempi perduti ***


Capitolo 3 - I portali dei tempi perduti



La festa durò fino a tardi, quando finalmente finì gli studenti tornarono a casa per le vacanze.

Vacanze relativamente tranquille, come del resto era trascorso la maggior parte del tempo dalla caduta del Signore Oscuro.

Eccessiva calma. Harry non riusciva ad abituarsi a tutta quella tranquillità, forse perché aveva passato talmente tante cose, molte delle quali davvero orribili che il nuovo stato di cose gli sembrava strano e impossibile. Tra l’altro non aveva scelto il mestiere più tranquillo del mondo. Stava ancora al corso Auror, ma essendo il salvatore del mondo magico era vivamente coinvolto nella caccia dei Maghi oscuri.

Aveva quasi la sensazione che qualcosa sarebbe accaduto, che non poteva finire tutto lì, che c’era ancora una storia che doveva essere raccontata.

Altrimenti noi non saremo qui.

OK  alla vita senza Voldemort ma un po’ d’avventura e di suspense non guastavano! Era o non era Un Grifondoro?

Finite le vacanze fu l’ora di tornare ad Hogwarts per Ginny e Emily. Anche lì le cose sembravano procedere con assoluta calma. Era come la pace dopo la tempesta, ogni cosa distrutta si andava rigenerando.

    Le giornate si allungarono sempre di più Maggio arrivò senza preavviso con lui la primavera ,il caldo.

“ Mi domando perché devo stare qui con questo caldo chiusa in Biblioteca.”

“Forse perché ci dobbiamo preparare per quelle cose che i comuni maghi chiamano M . A. G. O?” rispose sarcasticamente Jenny.

“Uh, davvero?”

“Sì!”

“Ma io so già tutto!”

Jenny alzò gli occhi al cielo: “ci rinuncio!”

Tutte risero.

“Jenny non te la prendere è Millie. E’ fatta così!” disse Aleen battendo una mano sulla schiena dell’amica.

“Non che ha tutti i torti..” borbottò Ginny, guardando fuori dalla finestra. In quel momento però il cielo si oscurò e un tuono seguito da un forte boato e iniziò a...Nevicare!”

“Nevica, ragazze...”

“Sarà un segno del cielo.”

“No Flo. Qui c’è qualcosa che non va.” Rispose Emily.

Ed infatti, si scoprì che i Gufi avevano uno strano comportamento, erano inquieti e facevano un rumore infernale, iniziando anche a volare  come pazzi.

Hagrid disse loro che non erano gli unici ad avere uno strano comportamento ma anche moltissime creature.

“Che strano! Probabilmente è il cambiamento del tempo che li ha innervositi.” Questa fu l’unica spiegazione che venne data per lo strano fenomeno. Ma il cambiamento repentino del tempo? Nessuno aveva la risposta. Il tempo fece le bizze per tutto l’arco della giornata, anche se nessuno seppe dare una spiegazione.

Nel fra tempo Harry Potter era su un treno verso Hogwarts perché il Professore di Difesa gli aveva proposto di fare una conferenza sulla Difesa delle Arti oscure. Aveva accettato. Le persone avevano bisogno di sapere in modo che un tale fatto non debba mai ripetersi: Di Voldy ne bastava uno.

Arrivò ad  Hogsmeade verso l’ora di cena. Prese una camera ai Tre manici di scopa e cenò lì.

Quella notte non era una notte tranquilla.  La pioggia cadeva fitta tra gli alberi, un fulmine cadde su un albero....una fortissima luce si espanse per tutta la foresta tanto che un Centauro pensò che si era fatto giorno. Poi, la calma più assoluta.

La mattina seguente Emily si alzò con un gran mal di testa. Si mise seduta e si massaggiò le tempie.

“Ragazze...”

La  stanza era vuota. Si lavò si vestì e scese per la colazione, senza badare a nulla. Finalmente arrivata a destinazione si sedette a fianco di una ragazza dai capelli rossi che leggeva il Profeta.

“Dio, che mal di testa. Sembra che mi scoppia.”

“Hai dormito male?” chiese la ragazza.

“Boh, forse. Ho fatto un sogno parecchio strano, adesso che ci penso.”

“EVANS!”

La ragazza alzò gli occhi al cielo: “Eccolo che arriva! Così tutte le mattine.”

“Potter...”

“Evans...”

 Potter. Emily alzò la testa di scatto. E si voltò. La ragazza dai capelli rosso scuro guardava un ragazzo in cagnesco. Lo passò centripeto per centimetro: capelli esageratamente mossi, occhiali, e una espressione scherzosa che non si addiceva a Harry Potter. Anche se sembrava proprio lui. Perché indossava la divisa? Sapeva che sarebbe venuto ma... in divisa?! Non era più uno studente.

“Evans, esci con me?”

Cosa?! No. Quello era il sosia di Harry. Il sosia cattivo. Alla festa aveva parlato con lui...non gli sembrava così.... sembrava realmente innamorato di Ginny.

“NO; Potter.” Rispose Evans e tornò a far colazione.

Emily batté le palpebre.

Una risata esplose nella sala, Emily si voltò un ragazzo molto attraente stava ridendo sguaiatamente.

Un momento, quello era...

“Taci Felpato!” esclamò il sosia Potter.

“Ha ragione, non è educato.” Disse una voce gentile.

Il Professor Lupin.  Oh, no, non,no...

Non era morto? No sarà un parente che frequenta la scuola e gli assomiglia da matti. E Poi, Il Professore era molto più vecchio.

Non era possibile. Si concentrò sulla colazione. No, no, no...

Con quei ragazzi c’era anche un piccoletto, che saltellava dietro al sosia Potter. Guardò di nuovo il ragazzo alto. Un parente pure lui o era un altro sosia. Non era possibile.

No, no, no... che fosse finita... no, e ripetutamente no...

“Ti senti bene? Sei pallida.” Si girò di scatto e incontrò due occhi verdi molto famigliari.

“Sto bene. Non è nulla.” Si alzò di scatto e attraversò di fretta La Sala Grande sotto gli occhio sbigottiti dei presenti.

Ci doveva essere qualcuno che conosceva, no?! Era a scuola! Dov’erano le altre? Gin, Al, Flo e Jenny?

Era disperata. Stava correndo avanti e in dietro per i corridoi alla ricerca di qualcuno la potesse svegliare.

Alla fine si arrese, e si sedette su una panchina. Con le testa fra le mani.

Dopo un paio di minuti in quella posizione, sentì una mano su una spalla ed Emily alzò la testa di scatto.

Era Evans.

“Come ti senti?” chiese gentilmente.

“Meglio. Avevo bisogno di un po’ d’aria. Tutto qui.”

“Io sono Lily Evans. piacere!”

“Emily. Piacere mio.”


Quella situazione era assurda, perché lo stavano trascinando dal Preside?

Harry non se lo spiegava. Madama Rosmenta aveva preso una cantonata bella grossa e pure La Mcgranitt..

Quella mattina quando era sceso e Rosmenta lo aveva visto aveva gridato:

“Cielo Potter! Che ci fai qui?!”

“Ho preso una stanza.”

Ed ora si trovava strattonato dalla Mcgranitt che gli urlava che fuori le visite programmate ad Hogsmeade non ci poteva andare!

 Passarono davanti a due studentesse e una urlò:

“Harry!”

Emily  si girò vedendo la McGranitt infuriata che trascinava...

“Potter! Lo sapevo! Perché non è in compagnia di Black?” aveva sussurrato Lily.

Emily aveva visto il giovane, aveva capito subito che quello era il Potter che conosceva lei. Non il sosia.

E aveva gridato il suo nome. Harry si voltò verso di lei e tirò un sospiro di sollievo.

“Emily! Grazie...La Mcgranitt è impazzita...non...”

Emily seguì i due lasciando Lily sbigottita.

“Cosa è accaduto?” chiese Emily.

“IL Signorino ha creduto bene di andare a farsi un giro quando non era previsto. E avuto la faccia tosta di dire che lui non era più uno studente!”

“Ma è vero!” esclamò Millie.

“Diglielo tu!” chiese disperato Harry, La professoressa non ci badò.

“A proposito... sta mattina ho visto un tuo sosia!”

“Che?!”

“Sì! Uno che ti assomigliava al 100 per cento!”

Erano arrivati al gargoyl di pietra che portava all’ufficio del preside. Emily riuscì ad entrare.

Salirono ed entrarono del’ufficio.

Fanny si trovava sul trespolo e Silente era sulla Poltrona che li guardava sorridendo.

“Cosa ha combinato questa volta Signor Potter? E chi è la graziosa signorina che è con te?”

La Professoressa si accorse di lei e stava per mandarla via ma il preside la fermò.

“Lasci che me ne occupi io. Può andare.”

La Professoressa se ne andò.

I due ragazzi erano sconvolti. Harry indietreggiò e prese la mano di Emily.

 “Lei...non è possibile!”

“Cosa non è possibile?”

“Lei è...”

“Morto.” Completò  per lui Emily senza un minimo di tatto.

Silente non sembrò avercela a male e sorrise:” Come vedete godo di ottima salute!”

“Ma...ho visto io... Malfoy... Piton...” balbettò Harry tenendo la bacchetta di fronte a se.

“Lucius Malfoy ha finito la scuola..”

“No! Draco suo figlio!”

“Non mi pare che abbia dei figli...” disse perplesso Silente.

Emily capì:

“Gli occhi di Lily Evans! Sono uguali hai tuoi!” irruppe Emily.

Silente ed Harry la guardarono: “Certo che sono uguali, è mia...”

La porta si spalancò di nuovo e un infuriata McGranitt irruppe di Nuovo:

“Potter, mi vuole prendere in giro...”

Un ragazzo era con lei ed era scioccato e scocciato pure.


Harry ed il ragazzo si guardarono. Silenzio.

La McGranitt era sbalordita. Silente non sembrò perdere la calma.

“Tu ragazzo, come è il tuo nome?” chiese ad Harry.

Il Bambino che è sopravvissuto, pallido e  davvero strabiliato disse:

“Il mio nome è Harry Potter.”

All’interno della stanza calò il gelo:

“Lui è....” chiese Emily.

“James Potter, in persona!” rispose il ragazzo.

Emily guardò Harry con gli occhi dilatati dalla sorpresa.

“Siamo finiti indietro nel tempo...” riuscì a sussurrare prima di accasciarsi su una sedia che era comparsa all’improvviso. Tutto merito di Silente.

“Chi è lui?!” chiese James.

 “Minerva... conduci James  Potter in classe.  Mentre questi due giovani mi raccontano cosa è accaduto loro.” Disse Silente senza perdere la calma.

“Iniziamo da capo....”

“Che dire? Sta mattina mi sono svegliata come tutte le sante mattine con un grosso mal di testa. Sono scesa per la colazione, e ho incontrato prima sua mamma, e poi i suoi genitori con dei loro amici.” Disse Emily.

“Lì hai riconosciuti?”

“Diavolo che sì! Uno era uguale ad Harry, uno è stato mio ex professore, uno era un famoso ricercato, che poi si rivelò essere innocente... e uno che non mi ricordo bene chi sia!”

“Vai avanti...”

“Ho capito che c’era qualcosa che non andava...perché dovevano essere morti ho pensato a dei sosia...a dei parenti perché non era possibile!”

“E qui entro in gioco io. Ero venuto qui per una conferenza,e ho preso una stanza ai tre manici di scopa, e questa mattina quando sono sceso, Madama Rosmenta ha iniziato a sbraitare e ha avvertito la professoressa che mi ha portato fino qui. Il resto la sa già.”

Harry decise che fosse opportuno dare qualche informazione sul futuro; Riferire tutto, era a dir poco faticoso. Raccontò tutto. Tutta la sua storia. Giusto perché non fosse preso per pazzo, a lui e a Emily, Naturalmente.

 “E’ una distorsione temporale, vero Professore?” chiese Emily

“Si, ma credo che sia qualcosa di più. Non posso dire molto . Harry, tu, avrai bisogno di un nascondiglio. Emily, tu farai finta di essere un studentessa qualunque in modo da cercare  delle informazioni...ehm spiegherai tu all’altro Potter.”

“Sai che roba...mi tartasserà.”

“Potrei andare nella stanza delle necessità. E’ un posto sicuro.” Disse Harry invece

Silente annuì ma non fece domande. Prima di andarsene Emily chiese:

“Perché noi?”

“Lo scopriremo. Fate attenzione a non far trapelare nulla sul futuro almeno fintanto che non ne sappiamo qualcosa di più, potrebbe essere pericoloso. ”

 Salutarono ed uscirono.

“Non prediamo la calma.”

“Certo Harry.”

“Vieni con me. Avrò bisogno che mi porti il cibo. Non lo sai dov’è la stanza delle necessità?”

“Gin me ne ha parlato, ma non so dov’è precisamente.”

“Bene,  vieni con me.”

Fecero tutto il viaggio facendo congetture su quanto era accaduto.

“Silente, non si è sbilanciato...”

“Troverà una soluzione. E poi ci ha creduto subito, ed è una grande consolazione.”

Emily, quando arrivarono, salutò Harry e se ne andò verso la sala comune.

 “Troviamo il papà di Harry.” Si disse sospirando

Fu lui a trovare lei per la verità. James finita la lezione si era separato dagli amici e aveva iniziato a cercare e fermare tutte le ragazze dai capelli lunghi che incontrava. Poi la vide e urlò correndo verso di lei:”Ehi tu!!!”

“Cosa..” continuò quando la raggiunse.  Emily non lo fece finire e lo prese per il polso in malo modo e lo trascinò in stanza vuota. Raccontò tutto con grande pacatezza.

“Hai capito?”

“Sì, certo.”

James era sconcertato. Una luce si accese nel viso quando osservò Emily attentamente.

“Potresti dirmi...”

“Scordatelo.”

“Va bene...sai che mi ricordi...”

“Chi?”

“No, niente. Non  me lo diresti, no?”

“Non puoi sapere nulla del tuo futuro potresti sconvolgere gli eventi futuri.”

“Ok, andiamo...devi sapere delle cose fondamentali...” disse solo James.


 Sirius e Remus e Piter erano sconcertati da ciò che era accaduto. Ora Ramoso era andato a cercare una ragazza che secondo la Evans si chiamava Emily.

C’era qualcosa che non andava.

Trovarono James in sala comune che parlava con una ragazza.

Sirius la guardò e lei ricambiò lo sguardo: grigio contro grigio si fusero e una strana sensazione  percorse i ragazzi.

“Ragazzi...”  salutò James.

Felpato teneva  ancora gli occhi puntati su Emily, e lei cercò di evitare il suo sguardo. Quella sensazione allo stomaco l’aveva messa a disagio. Cos’era? Attrazione? Troppo banale come risposta.

“Scusami Potter, c’è stato un brutto malinteso.” Fece finta di concludere Emily.

“Fa niente, per questa volta.”

Emily si avviò verso i dormitori femminile, passo veloce per nascondere la sua incertezza, sguardo basso rivolto al pavimento, come mai aveva fatto. Sentiva il suo sguardo su di lei, quando lo sorpassò si sfiorarono impercettibilmente, Emily si fiondò sulle scale e Felpato la guardò sparire.

 “Felpato?” lo chiamò Lupin.

Il ragazzo si voltò verso i suoi amici: “Quella ragazza mi sembrava famigliare.”

James lanciò un’occhiata alle scale:”Non saprei, Felpato. direi che non ci sei andato a letto.”

“Ehi, che non voglio portarmela a letto!” esclamò Sirius.

“Vorrei ben vedere! Ti uccido se solo ci pensi!”

“Ragazzi, questa discussione non ha senso. Ve ne siete resi conto?” notò Lunastorta.

“Sì, visto che nessuna nostra discussione sembra avere senso” rispose Ramoso.

“Beh, un primo passo  è ammetterlo.”

Sirius si lasciò cadere vicino al suo migliore amico.

“Comunque non me la voglio portare a letto.”

Intanto Emily si lasciò cadere dopo aver chiuso la porta, e si accorse di avere tutti i suoi effetti personale. Frugò nel baule e lo trovò, lì dove l’aveva lasciato.


Emily vagava per la biblioteca cercando delle informazioni sulle distorsioni temporali giusto perché non sapeva cosa fare. Aveva parlato con La Mcgranitt unica informata della cosa, ed avevano ritenuto che frequentare le lezioni avrebbe potuto attirare l’attenzione,e con lei delle domande. Nessuno la conosceva, una studentessa in più tra tante, al contrario non avrebbe dato nell’occhio.

“Okay, vediamo un po’ questo...”

“Perché non ammetti che ti piace?” disse una voce divertita

“Mai e poi, mai!”

Emily riconobbe la seconda voce: era Lily Evans Potter, anche se lei ancora non lo sapeva.

Comparve Lily insieme ad una ragazza di Corvonero...Sarah...zia Sarah. Era strano vederla...sentì qualcosa al cuore, come uno strappo.  Fece cadere il volume che teneva in mano. Si apprestò a ricuperalo.

“Emily! Come stai?”

“bene...grazie!”

Lily sorrise e poi disse: “Ti presento Sarah Bowen, Corvonero.”

L’altra sorrise osservandola con gli occhi violetti luminosissimi:”Piacere Emily.”

“Il piacere è mio!” scostandosi una ciocca di capelli.

“Dio, hai dei capelli meravigliosi...” disse Sarah.

“  Grazie...Me lo dice sempre anche una mia amica.”

“Vuoi sederti con noi?”

“Sì, dai così mi aiuti a smontare questa scema...”

Lily sbuffò.

“ A lei piace James Potter e lui piace lei...” spiegò Sarah.

“A proposito com’è finta, ieri, quella cosa con Potter?”

“E’ stato solo un malinteso.”

Al tavolo ad aspettarle c’era Zia Semmy, Leah e Joy, le grandi amiche di Zia Sal.

E via con le presentazioni!

Quella cosa era molto strana. Emily decise di fiondarsi nella lettura senza dar troppo peso.

“Allora, Lily, quando vi spostate tu e Potter?”

“Sam! La vuoi smettere!” esclamò irritata Lily.

“Voglio essere invitata, sia chiaro!”

Emily rise sotto i baffi, Zia Semmy non sarebbe cambiata, per nulla al mondo.

“Sam, lasciala stare...è molto confusa...non sa se farlo d’estate o in primavere, è una decisione bella grossa!” spiegò Sally scatenando le risa di tutte tranne di Lily.

“Emily... se l’unica sana di mente qui. Rivolgerò la parola solo te.”

Emily stava per dire qualcosa quando una voce la richiamò:

“Emily! Ci sei pure tu!”

James e Sirius si sedettero senza troppi complimenti.

“No, Black, ti prego niente effusioni in biblioteca,potrei vomitare sopra i libri e questo alla Signora Price, non piacerà.” Disse Sam che osservava divertita Sirius che salutava Sarah con un bacio.

“Sam, lasciali stare...” disse esasperata Leah.

“Già, è tutta invidia la tua...”

“Joy, fammi un favore chiudi quella boccaccia.”

James sbirciò nel libro di Emily e chiese a voce alta: “Che leggi?”

Di tutta risposta Emily scostò James con una gomitata e disse:”Non sono a fari tuoi,Potter!” coprendo interamente il libro.

“Ben fatto, Em!” a parlare fu Sirius.

“Diavolo di un cane...da che parte stai?!” esclamò James.

“Se è stata fantastica, non è colpa mia...”

James stava per ribattere ma Emily gli fece un gesto e lui capì subito.

“Em, bisognerebbe darti un premio, nemmeno Evans c’è mai riuscita ad azzittirlo..”

“Black, non sei spiritoso.”

Emily si alzò sorprendendo tutti,prese il libro e lo strinse al petto.

“Devo andare, ragazzi...ci si vede in giro.” Disse e con gli occhi bassi se ne andò.

Quella scena l’aveva intristita, e quel soprannome...era come se le fosse mancato.

“Em!” sentì chiamare si voltò e  vide James che le era rincorso a presso.

“Scusa, ma questa situazione è ancora nuova per me.”

James sorrise: “Capisco.”

“Ci vediamo alle dieci, fuori dal ritratto. Così andiamo a trovare Harry.”

“Certo, Em.”

Da quel momento Emily fu per tutti semplicemente Em.

Ramoso ed Emily andavano a trovare spesso Harry, e lo informavano su come procedevano le cose.

James era su di giri all’idea di suo figlio, fece delle domande a cui il ragazzo poté rispondere. Il legame si stringeva, era come se uno dei desideri più forti di Harry si stesse avverando.

“Silente?”

“Ancora nulla. Le mie ricerche ricorrono tempo, anche perché non è un evento molto comune, no?” rispose Emily un sera che aveva portato la cena ad Harry.

“Con papà...”

“Beh, facciamo finta di niente. Anche se i suoi amici sospettino qualcosa.”

“Vorrei mostrarti una cosa..insieme a me ho portato tutte le mie cose, è una cosa strana, va beh!”  Emily  tolse  un album di fotografie dalla borsa.

Emily arrivò ad una foto precisa e la mostro ad Harry: ritraeva Sirius sorridente che circondava con un braccio una ragazza dagli occhi violetti.

“E’ mia zia Sarah.”

“Davvero?” chiese Harry abbassando gli occhi sulla  foto che ora ritraeva i due che si baciavano.

“Sono stati insieme?!”

“Quando erano qui  a scuola...sai ho sempre pensato che fosse un gran figo.”

Harry rise.

“Sai, quando per caso ho incrociato i suoi occhi ho avuto una sensazione molto particolare. E non mi spiego perché.”

“perché è un gran figo?” chiese titubante Harry.

 Emily scoppiò a ridere e la cosa fece piacere ad Harry: “Forse. Da piccola ero affascinata, sai, mia madre a descritto il loro rapporto molto forte ma allo stesso tempo libero. Ero affascinata...avrei voluto conoscerli tanto e non mi spiego il perché.”

Harry mise una mano sulla spalla e disse: “Non pensarci. La nostra priorità è tornare a casa.”

“Hai ragione.  Mamma dice che assomiglio alla zia per metà.”

Guardarono tutte le fotografie e molte ritraevano l’infanzia di Emily.

“L’ho completato io, sai? Il problema è che manca una foto di quando sono nata. Vedi, qui è al battesimo di Jill, c’è papà, mamma, i nonni e la zia. Però di me non c’è. Papà continua a ripetere che si è persa da qualche parte. Pazienza.” 


Albus  Silente decise di convocare Harry ed Emily una sera dopo una settimana, verso le nove.

Il piano era questo: Harry, avrebbe aspettato Emily all’ingresso poi sarebbero andati insieme da Silente. Doveva evitare di essere visto, poiché non poteva “Comparire due Potter” quasi identici.

James, per non destare sospetti scrisse un messaggio a Millie.


“Ti aspetto alzato.”


All’ora stabilita s’incontrarono, facendo la strada come in trance.  Avevano passato quella settimana con la sensazione che fosse tutto un sogno, e, sapere cosa era accaduto li avrebbe riportati bruscamente alla realtà.

Silente, li aspettava e senza alcun preambolo iniziò a dire:

“ Ragazzi, credo che abbiate attraversato un portale dei tempi perduti.”

“Un che?” chiese Harry senza capire.

“E’ una distorsione temporale, molto particolare, vedete collegano le persone al loro passato. Quello dei loro genitori per chi è in cerca di risposte, di verità non dette. Harry che  non ha mai conosciuto i genitori ha un ottimo motivo per essere catapultato qui.”

“Io non ‘ho chiesto!” 

“Lo so, ma certe cose non sono controllabili. Non è  opera del uomo.  Ha delle regole precise, e in un certo senso sceglie chi può varcarle, e voi siete qui perché c’è un conto in sospeso, qualcuno che vi lega a questo tempo.”

“Anche io?”

“Sì Emily. Non lo sai ma ci sono due persone molto importanti per te.”

“Come? C’è solo mia Zia Sarah che è morta  quando avevo due anni! Non mi ricordo nulla di lei.”

“Forse è proprio per questo che sei qui. In ogni modo non possiamo far nulla per farvi tornare indietro. nel momento in cui è ora di tornare sarà Il Portale a decidere, e  noi del passato dimenticheremo ogni cosa. Però attenti, potrete comunque danneggiare gli eventi.”


“Quindi questo Portale del Tempo perduto si è aperto e vi ha portato fin qui, perché  avete un conto in sospeso con il Passato. no?”

“Sì, James. E’ così.” Confermò Emily.

James gli si illuminarono gli occhi.

“ora che c’è?”

“Niente avevo visto giusto. Buona Notte Em.”

Doveva solo parlarne con Harry.


“Non starai dicendo sul serio, papà!” esclamò Harry il giorno dopo. Era sabato mattina ed era un ora molto in solita. James ed Harry camminavano per il parco,e, Harry avrebbe potuto farlo solo quando non c’era gente in giro.”

“No! La somiglianza con Sirius è lampante, inutile negarlo.”

Harry ci pensò su, poi come una secchiata d’acqua fredda la verità gli si rovesciò addosso:

“Ecco chi mi ricordava!”

Lo aveva notato anche al ballo quando  l’aveva vista dondolare sulle gambe posteriore della sedia e il suo pensiero era andato subito al suo padrino. E Poi quella sensazione, di familiarità...era troppo per una persona che aveva visto durante gli anni scolastici per caso.  Il paragone non poteva venire di lampo, ma ora che sua padre glielo fece notare, la somiglianza era trasparente. Impossibile quasi non notarla.

“Non è possibile comunque. Emily ha già due genitori. Cavolo, come fa ad  essere figlia di Sirius?”pensò Harry.

Em aveva detto che sua zia è Sarah Bowen, che guarda caso è la fidanzata di Sirius, cioè più o meno.  Lei sembra il perfetto connubio tra Sally e Sirius! Perché sarebbe qua? Per una zia di cui non ricorda nulla?

Harry ripensò a quelle signore del ballo:

“Di Emily non si è saputo nulla fino ai due anni... non ha foto di lei prima dei due...merda!”  ma non disse questo a James.

James alzò le braccia: “Visto?  Perché nascondere l’evidenza? In fondo Silente ha detto che ci dimenticheremo di tutto! Allora, tua madre è Evans, vero?” chiese speranzoso James.

“Perché, non l’hai ancora capito?” chiese scettico Harry.

“Sì, hai i suoi occhi!”

Harry sorrise all’espressione felice del padre:

“Beh, sbrigati a conquistarla. Non vorrei rischiare di non nascere, è chiaro?”

“Se solo mi dessi qualche dritta...”

“Io?! E che vuoi che ne sappia?”

“Ti avrò parlato di come ho conquistato tua madre. Mi rifiuto di credere che non l’ho fatto.”

Harry sentì un strappo al cuore. Certe ferite non si rimarginano.

“Devi riuscirci da solo. Non vale se te lo dico.”

 James sbuffò: “Che vuoi che accada?”

“Rischierei di cambiare le cose...sono cose delicate! Vi dimenticherete di noi, ma non di ciò che voi fate...è complicato, ma la nostra azione deve essere limitata.”

“Mettiamo il caso, che è scritto che voi fate delle cose?”

“Oh, lo sapremo!”

“Che ne sai?”

“Ci sono già passato.”

James  lo guardò con un ghigno:”Di la verità, hai il vizio di ritornare nel passato?”

“Colpito e affondato!”

I due risero. Harry si sentiva bene, era come se quella passeggiata avrebbe potuto ripagare tutti quei anni di sofferenza. Mica male, eh?


Emily era china su un libro, ma non riusciva a leggere una parola.

Perché era lì? Cosa centrava lei?

Sentì dei rumori provenire dal dormitorio maschile si girò in tempo per vedere scendere Sirius Black dalle scale.

“ Em! Hai visto, James?”


“No...”

“Vado a cercarlo..”

“NO! Volevo dire che sì lo visto ma mi ha chiesto di dirvi di aspettarlo qui.”

Il ragazzo la guardò. Merlino se era bello:

“Ah, sì? Sai anche perché?”

Quel ragazzo metteva quasi soggezione.

“Ha detto che... andava a correre.” Rispose annuendo. Doveva raccontare qualcosa, sapeva che James  era uscito insieme ad Harry per fargli prendere un po’ d’aria fresca.

“a correre? Lui no va mai a correre.”

“A me ha chiesto solo di dirtelo se ti vedevo...non so altro!”

Silenzio. Sirius si mosse verso di lei, e con una mano girò il libro verso di lui per leggere ciò che Emily stava leggendo.

“Interessante?”

“Cosa?”

“Il libro, cosa altrimenti?”

“Oh, cose di scuola.”

“Sai mi ricordi qualcuno.” Disse

Emily alzò lo sguardo incrociando così quello di lui, senza più riuscire a staccarlo.

“Chi?”

Sirius rise con quella sua risata simile ad un latrato che fece venire i brividi  a Millie.

“Fa ridere, ma mi hai ricordato la mia  ragazza.”

“Davvero?”

“Sì.” Disse sedendosi su una sedia.

Emily aveva i cappelli un po’ spettinati, che le cadevano in avanti.

“Com’è? Parlami di lei.”

“Oh, è molto bella, l’hai vista, no? Però a un caratteraccio. E’ orgogliosa, testarda...”

“Da quanto state insieme?”

“Non è che stiamo proprio insieme, è un rapporto un po’ strano.”

Emily sorrise come una bambina e chiese:”perché?”

Al ragazzo venne da ridere. Spostò una ciocca di capelli sul viso della ragazza e rispose: “ Non ci sono mai piaciute le cose regolari.”

“Come l’hai conosciuta?”

“ E’ del mio anno, però non ci avevo mai parlato. Una volta ci sono andato a sbattere, poi, era un’amica di Sam Sullivan, così...Quante domande...”

“Sono curiosa, tutto qui.”

“Dicevi sul serio che James è andato a correre?”

“Perché che cosa c’è di strano?”

 Sirius sorrise: “James non va mai a correre, figuriamoci di sabato a quest’ora. E’ strano da quando all’improvviso sei comparsa tu, più o meno.”

“vuoi dare la colpa a me, perché il tua amico non ci sta con la testa?” chiese indignata.

“No, ci pensa Evans per quello! Conosco il mio migliore amico e so che c’è qualcosa che non vuole dirci.”

Emily guardò il ragazzo in quel grigio fuso,  così  simile al suo, si ritrovò a pensare. Perché quel ragazzo di cui aveva visto solo immagini lontane, riusciva a  totalizzare la sua attenzione, riusciva ad incantarla.

Un dubbio, un’atroce dubbio, che volle cancellare subito.

“Ehi, Felpato! Stai importunando una ragazza innocente?”

“Io sono tutt’altro che innocente!” esclamò Emily stizzita, buttando indietro i capelli.

“Com’è andata la corsa , Ramoso?”

“Benissimo!” esclamò Ramoso, che fece il gioco di Emily, facendola sospirare dal sollievo.

“Tutt’invidia la tua!”

“Perché allora non mi chiami che vengo pure io?”

“Se ci tieni...ah, c’è Sally qua fuori, ti aspetta.”

Emily s’irrigidì sulla sedia.

“OK, vado...” disse Sirius avviandosi verso il buco del ritratto.

“Ehi,  Em ... stai bene?”

“Sì! Non entrerà qui, vero?”

“Chi, Sally ? No, non ha il permesso è una Corvonero!”

“dai, che tua madre non potrà riconoscerti!” disse con semplicità.

Emily impallidì all’improvviso, abbassando lo sguardo

James la prese per le spalle, e cercò il suo sguardo: “Emily si può sapere che ti prende?”

Emily scosse la testa disperata, con le lacrime agli occhi:

“Sono i miei genitori, sono i miei genitori!”

James la lasciò andare sconvolto, e lei s’alzò e scattò verso l’uscita.

“Che diavolo le hai fatto?!” esclamò Remus giunto in quel momento.

James rispose: “Io, niente!”

“Em aspetta!”

Emily uscì dal ritratto con le lacrime agli occhi, con una frase solo nella mente: “Tutte bugie, solo bugie...”

“Ma, cosa...”

Emily alzò incontrando gli occhi di Sirius e Sarah e corse ancora più forte senza riuscire a guardarli veramente.

“Che diavolo..” disse Sirius ma  fu interrotto dal  suo migliore amico che rincorreva Emily urlando: “Em, aspetta!”

 Emily corse fuori al parco, e James riuscì a raggiungere afferrandole un braccio.

“Em, calmati e spiegami...”

La ragazza scosse la testa: “Non posso, Silente...”

“Oh, Em, raccontandomi la tua storia come pensi che io possa interferire? Dai!”

“Ero convinta...no, i miei genitori erano Margaret e Anthony Atkinson fino a tre secondi fa e ora capisco che non posso essere figlia loro..perché sono qui! ”

“Calmati...ora andiamo da Harry, e cerchiamo di rimettere a posto i pezzi...”

“Dove andate a rimettere i pezzi?” una voce secca parò, si voltarono incontrando, una Lily Evans al quanto arrabbiata.

“Cosa le hai fatto, Potter?!”

“Io, Niente!”

“perché Em piange? E tu tenti di consolarla?”

“Non è colpa sua, Lily. Lui non c’entra.” Disse Emily risoluta.

“Ehi, voi!”

Remus, Sirius, Sarah e anche un Piter confuso li raggiunsero.

Emily si precipitò dietro le spalle di James.

“Oh, Merlino! Ho combinato un casino!”

“Si può sapere che diavolo è accaduto?” esclamò Remus.

“Forse si volevano fare una corsa!” rispose Sirius.

“Felpato, non c’è da scherzare!” esclamò James. Era serio.

“Dai, Ramoso, cercavo di sdrammatizzare!”

Sarah si fece avanti e cercò di guardare Emily, e dirle: “Ti è successo, qualcosa di brutto? A noi puoi dirlo.”

“No, è meglio di no, Sal..” disse James parando Emily ancora di più.

“E’ sotto sciock. Fateci andare da Harry.”

“Da quanto t’intendi di sentimenti, Ramoso?” chiese Lunastorta

“E chi è Harry?” chiese un confuso Piter .

“E’ mi...è suo zio.” Disse sicuro.

Emily gli venne da ridere.

“Suo zio?” chiese Lily.

“Sì, suo zio.” Confermò sicuro James.

“E dove vivrebbe di preciso suo zio?” chiese Remus che ovviamente non credeva ad una parola.

“A Hogsmeade.”

“James, non ci puoi andare! Ti ricordi cosa è accaduto  quella volta che ci hai provato?”

“Non ero io!”

“Chi?”

“Lo zio di Emily.”

Al che Emily cade per terra scossa dalle risate.

“E’ ovvio che ci prendono in giro.” Disse Lily a Remus.

“Em ti sembra il momento di ridere!”

Emily si alzò e si spolverò i vestiti.

“James, la balla non regge. Grazie per il tuo sostegno, Sei gentile.” Sospirò e guardò gli altri: “scusate per prima. E’ stato uno sfogo. Però vi prego di non immischiarvi.” Detto questo si diresse all’interno della scuola con passo malfermo ma deciso.

“quella ragazza è una forza!” sentì dire a James.


Doveva andare da Harry.

Harry camminava intorno alla stanza, pensando a ciò che suo padre andava blaterando. Sì fermò davanti  una libreria, colpito. Aveva chiesto una stanza dove poter dormire, e vivere ed era venuta fuori, quella stanza confortevole. Un letto comodo, una scrivania confortevole.

“HARRY!”

Si girò e vide Emily con il fiatone e il viso stravolto.

“Cosa è accaduto?”


“Non è vero, giusto? Non è possibile no?” chiese Emily concitata dopo avere svelato i suoi dubbi.

Harry non sapeva cosa dire, poi, optò per un detto e non detto; Silente lo usava spesso e sembrava funzionare.

“Papà, mi ha accennato ad una sua teoria in proposito. Lui non ha prove molto convincente, non ti pare?”

“Convincenti? A chi deve convincere? Harry,non è solo per un fatto di somiglianze.” Fece una pausa.

“E’ qualcosa di più. Una sensazione, sembrava come se Lui sappia leggere dentro, è stata una scarica...come se lui facesse parte di me! ma Io, ce li ho due genitori! E’ come se dentro sapessi che è così.”

“Lo so. Ma, bisogna basarci sui fatti, Em.”

A forza di sentire chiamare la ragazza in quel modo da James aveva preso pure lui ha farlo.

“Tu, cerchi, probabilmente una spiegazione nel tuo essere qui.”

Oh Merlino , che stesse diventando l’incarnazione maschile di Hermione? Fu solidale con l’amica poiché capì quanto fosse difficile cercare di far ragionare una persona. Davvero ammirabile.

“Va bene. Mettiamo che sia così. Tu hai un’altra spiegazione?” chiese Emily.

Silenzio. Harry non ce l’aveva.

Erano seduti per terra, Emily teneva le gambe strette al petto.

“con quanta sincerità James ti ha parlato della sua teoria?”

“E’ stato come un pensiero fulmineo, quando gli hai spiegato l’intera situazione all’inizio. -Ehi, assomiglia a Sirius, quindi è  sua figlia come io lo ero per lui.- Sono state le sue testuali parole.”

“Ciò non toglie che lui non può darcene la certezza.”

“Ciò non toglie che la somiglianza con uno con cui non ho nessun tipo di parentela è forte, che tra l’altro è stato fidanzato con la zia che secondo i miei parenti assomiglio molto.”

“Beh, le famiglie purosangue non sono tutte imparentate.”

“Primo, io sarei Purosangue semplicemente perché  I Bowen sono di origini Irlandesi, e che, una strega inglese cui famiglia gode di una notevole discendenza magica. Tutto qui.”

“Cosa vorresti dire?”

“Vedi, Lo bisnonno di mio nonno Abraham, Eoghan, era un mago Irlandese purosangue, giusto per caso....all’epoca erano molto di più. Comunque si sposò con una strega Inglese, di nome Mary, che non è possibile definire purosangue almeno per i dettami di Serpeverde.”

“Cioè perché aveva parenti babbani o mezzosangue?”

“giusto; ci sono casi in cui è maggiormente diluita. Tu Harry, sei figlio di due persone con potere magici, non sei mezzosangue, ma non sei nemmeno purosangue perché quelli idioti che hanno coniato il termine, credono che si possono definire tali solo chi ha interamente parenti maghi per una serie di generazioni.”

“Anche perché i Potter era una famiglia purosangue?”

“Esatto, uguale sono io. I parenti irlandesi di mio nonno lo sono. Però io non posso vantare grandissime parentele con parentale con famiglie  purosangue inglesi.  Soprattutto perché nella mia famiglia non è una priorità. E perché  le sorelle e gli zii se ne sono tornati in Irlanda. Solo i miei nonni sono rimasti qui.”

Harry annuì.

“Quindi la maggiori parentele inglesi ti vengono da...”

“Mio padre, sì. Quello vero, ovviamente.”

“Em...”

“Sì, lo so. Non è abbastanza per farmi prendere dal panico, però...mia madre  mi parlava di sua sorella più di quanto mai abbia fatto con mia sorella, mi permetteva di prendere le sue cose, ed io ero sempre rimasta affascinata da lei...”

“Era... è bella, voglio dire?”

“Molto, più di quanto lei stessa abbia mai ammesso, almeno così dice sempre la mamma.” Disse abbassando lo sguardo.

“Che vuoi fare?”

Emily lo guadò Harry e abbozzò un sorriso:”Conoscerli. Tanto  sono l’unico legame che posso avere in questo tempo. Tornata a casa chiedere alla mamma e a papà.”

“Hai ragione. Non hai nulla che possa aiutarti?”

“Nulla. I miei sono stati bravi. Vedi, Sirius e Sarah non si sono mai sposati, no? Per cui l’idea di una figlia è impossibile.”

Harry ricordò perfettamente, in quel momento  quella  conversazione origliata alla festa:


“... Sapevi che fino ai due anni di”Emily Atkinson non si sapeva nulla?”

“Cosa?!”

“Ma sì, l’ho saputo da indiscrezioni...nessuno era a conoscenza di qualche gravidanza di Meg. Però le voci furono messe a tacere, beh I Bowen avevano un  discreto potere.”

“E cosa si diceva?”

“Beh, so solo che la bambina, fu portata in pubblico qualche mese dopo la morte della sorella...”

“Ho capito cosa vuoi dire!  Tu pensi alla sorella Sarah. Non è possibile perché non era spostata.”

 “bada bene che non è nulla di certo! Perché Gli Atkinson si erano un po’ isolati...quindi...”

L’altra era avida dei particolari: “C’erano voci secondo cui fosse stata adottata,e che la bimba viveva in Irlanda con la madre... e guarda caso la sorella di Meg abitava lì prima della brutta malattia....”


“Sai se fosse vere le mie teorie cosa significa?  Significa essere cresciuti in una nuvola di bugie!”

Harry non poteva nasconderle ciò che aveva saputo e cercò le parole adatte per raccontarle ogni cosa.

“Senti, io non te l’ho detto prima perché erano solo chiacchiere senza fondamenta, che tra l’altro ho ascoltato per puro caso al ballo e poi, me ne sono dimenticato.”

Em lo ascoltava sbigottita, e senza più parole da buttare fuori.

“Harry grazie per la sincerità.”

“non so se avrei dovuto.”

“Sciocchezze!”

“Mi sorge un dubbio... E Sirius? Lui non ha parlato mai di una cosa simile...e, mi ha lasciato tutto a me!”

“Com’è possibile?”

“Deve essere lui, è stato l’ultimo suo ragazzo per cui...”

“ma dico lo sapeva? Forse non l’ha mai saputo. Voglio dire, si sarebbe preoccupato, qualcosa avrebbe fatto o detto in proposito...” azzardò Harry.

“Non lo so. Mettiamo il caso che lo sapesse: Scappato da Azkaban, come avrebbe fatto a rintracciarmi, e nel caso ci fosse riuscito, cosa avrebbe fatto? Avrebbe bussato alla porta di casa e urlato: “Sono tornato!” Improbabile.

Era pur sempre un ricercato! Avrebbe cercato informazioni, certo. Ma, niente di più... avrebbe saputo che io ero al sicuro, protetta. Harry, avevi molto più bisogno di lui, no?”rispose Emily.

“E poi, se non lo sapevo io...”

“Aspetta!” disse Harry   fermandola.

“Sirius era sempre giù, come se qualcosa lo preoccupasse! Si, okay, non gli piaceva stare rinchiuso senza fare nulla per l’ordine...e perché si trovava in una casa che odiava. Però, poteva essere per altro, no?”

“Non era uno che amava parlare di ciò che provava...forse ha scoperto di te quando è scappato! Magari, in quell’anno che è stato latitante ha avuto modo di informarsi...dopo c’è stato il Ritorno di Voldemort, che l’ha distratto, quando è rimasto chiuso a Grimmauld Place ha avuto tutto il tempo di pesare.”

“Sicuramente è andata così. Ora ho solo bisogno di riflettere.”

Sì alzò e uscì dalla stanza delle necessità.


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Capitolo 4
*** Ritrovarsi ***


Capitolo 4 -Ritrovarsi






Emily affrettava il passo, il tramonto stava inondando tutta Hogwarts, passava e incontrava solo fantasmi persi nella tristezza della loro condizione.

Iniziò a correre, voleva smettere di pensare... voleva lasciare che le cose rimanessero tali.

Cosa le importava della verità? Che differenza avrebbe fatto? Tutta la differenza del mondo, la differenza tra verità e menzogna.

Arrivò fino al ritratto della Signora Grassa, e entrò urtando alcune studenti.

“Ehi!”

Non ci fece caso, e corse sugli scalini di marmo fino su al dormitorio e si buttò sul letto. Allora che vide posato sul comodino l’album che sua madre le aveva dato.

Lo prese fra le mani,  se lo rigirò, per poi lanciarlo.

E allo si accorse che dentro la copertina c’era un foglio con  nel mezzo una fotografia.


***************

 Era quasi ora di cena,

James avanzava tutto tranquillo, era cambiato molto più calmo e maturo...c’era riuscito e a stento sapeva spiegarsi come fosse accaduto. Era bello, perché l’amava veramente.

Lily Evans aveva accettato di uscire con lui quella domenica stessa.

Doveva dirlo a Harry.

Entrò nella stanza e urlò: “Mi ha detto sì!”

“Chi?”

“Tua madre, chi se no?!” esclamò James.

Harry sorrise, ma poi chiese: “Em? Come sta?”

“E’ da un po’ che non la vedo. Anzi pensavo che fosse con te... non l’ho vista nemmeno a pranzo.”

Harry si sedette pensieroso.

“E’ da sta mattina  quindi che nessuno la vista.”

“Già, sei l’ultimo che la vista!”

 “ “Senti...io vado a cercarla, ok?” Disse poi. James annuì vigorosamente:

“Che faccio io? Rimango qua?”

“Si, due Potter in giro sarebbe molto sospetto.”


Harry  iniziò a gironzolare per i corridoi alla ricerca dell’amica, poi pensò che potesse essere andata nei  dormitori, sulla Torre Grifondoro.

Stava per mettere un piede  sullo scalino:

“Potter!”

 Si voltò e vide venirsi incontro una ragazza magra con morbidi capelli castani, passo veloce, sguardo sicuro.

E ora chi era?

Quando la ragazza si avvicinò notò gli incredibili occhi violetti “Volevo complimentarmi con te!” disse poi con un sorrisone.

“per cosa?”

La ragazza fu sbalordita: “Per cosa?! Per Lily, ovviamente!”

“Oh, sì....hm, grazie. E che non ci stavo pensando in questo momento.”

“Che anno sentito le mie orecchie?” disse Sirius avvicinandosi con elegante disinvoltura. Era strano rivederlo, un tuffo al cuore poi ripensò ad Emily e notò la stessa eleganza nel camminare.

L’idea gli fece uno strano effetto, guardò la ragazza sorridente e capì.  Era più esile e più bassa, ma le linee del volto, la bocca e le forme del corpo erano identiche a quelle di Emily.

“James, stai bene?” chiese lei sventolandogli una mano davanti gli occhi.

“Sì, certo!” esclamò Harry

“Secondo me, la Evans ti fa male amico.”

“Non dire sciocchezze, Sirius.”

“Sal, lo vedi? Non sembra più lui.”

Harry si trattenne dal ridere.

“Sentite devo cercare, Em.” Disse serio.

I due lo guardarono con un espressione indecifrabile

“Perché?”

“Perché era sconvolta, sta mattina. E non l’ho più vista. Ho pensato di andarla a cercare in Sala comune.”

“Non c’è, sono venuto da lì, prima!”

Sal sembrò agitarsi, si mordicchiava le labbra, e con una mano si aggrappò al braccio di Sirius.

Nonostante  la calma apparente,gli occhi grigi di Sirius mostravano una certa insofferenza.

“Che è successo?”

“Beh...non me l’ha detto, no? C’eravate anche voi.” Disse.

Emily le aveva raccontato ciò che era accaduto con quei ragazzi.

“E’ vero. Però quando l’ho lasciata io era tranquilla, poi sei arrivato tu...” disse lui.

“Non le ho detto....”

Sirius lo guardava con un’espressione indagatrice  mente Sally lo guardava ansiosa. Che strano comportamento...Da quanto ne sapeva, Emily aveva parlato con loro durante quei giorni, ma, non tanto da provocare tali reazioni ad una sua scomparsa.

Era come se il loro essere genitori veniva fuori solo  con la presenza di Emily; come se inconsciamente sapessero.

Doveva dire qualcosa, poi, capì che cosa:

“Io...aspettate! io ho solo nominato mamma e papà e le si è rabbuiata. Credo che si tratti di loro.”

“Lo sapevo. La famiglia ti rovina.”

“Non dire cavolate! Solo perché tu non vai d’accordo con la tua, tutte le famiglie sono male. Forse era per proteggerla.”

A quello Harry non resistette. Quante volte gli avevano tenuto nascoste le cose? Era brutto non sapere chi eri, da dove venivi...vivere credendo di essere qualcuno, e invece scoprirsi qualcun altro. Capì come doveva stare Em.

“Già...mentire  è la soluzione migliore, vero? Sai, a volte però l’ignoranza porta a commettere errori.” Soffiò.

Sarah era allibita.

“Sentite, Em viene prima di ogni cosa. Dividiamola e cerchiamola!”

Furono d’accordo, anche  Remus e Lily si unirono.

Codaliscia, doveva studiare e Harry ne era felice. Rivederlo dopo la fine che aveva fatto non era il massimo.

“Allora, io e Sarah andiamo da quella parte; Tu Remus vai al sesto e settimo piano.

“Ramoso e Lily andranno dalla parte opposta alla nostra.”

Le ricerche iniziarono.

“Sei diverso, Potter.”

“Io  mi sento lo stesso....”  rispose

“Così, Black e Sally i trovano nella fase stiamo insieme.” Disse tranquillamente.

EH?  Si  disse che avrebbe chiesto spiegazioni a James.

“Così pare...” poi vide una testa pericolosamente uguale alla sua, guardò Lily ma lei stava sbirciando dentro una classe vuota per vedere se c’era Emily.

“...Evans, aspettami devo andare in bagno!”

“Potter il bagno è di là.” Disse voltandosi

Harry  afferrò James e si nascosero in uno sgabuzzino.

“Sei scemo?!”

“Mi stavo preoccupando...”

Harry spiegò ma il giovane insistette per partecipare pure lui.

“Ok, ti vai con mamma, e io, invece farò un percorso alternativo.”

Potter senior fu subito d’accordo.

“Che cavolo t’è preso?” chiese Lily con le braccia e guardandolo truce e sospettosa.

“Perché?”

“Il bagno è dall’altra parte!”

Lì per lì James non afferrò ciò che la rossa diceva.

“Ah,no...mi pareva di avere visto qualcuno...mentre dicevo che dovevo andare in bagno....allora ho deviato...ma non c’era nessuno, ecco.”

Iniziò a camminare deciso, sentì la rossa affiancarlo.

“Non dovevi andare in bagno?”

“Mi è passata. Stai tranquilla...” disse rassicurante.

“Sei fuori di testa...Potter! Prima sembravi una maschera di preoccupazione, nervoso...e stranamente...”

James ebbe un fremito di paura. Qualcuno.... faccia che non sia accorta   che prima non fosse...

“.... diverso. Mi  veniva voglia di abbracciarti per consolarti.” Disse Lily prima di  frenare la lingua.

La cosa non le piaceva, perché James Potter era un idiota presuntuoso, e non si fidava completamente nonostante Avevasse abbassato la cresta facendolo diventare quantomeno sopportabile.

Anche questo era un brutto segno.

“come? Cioè, volevi consolarmi maternamente?” chiese Il ragazzo cercando  di nascondere il nervosismo, e così la sua voce sembrò una risata stridula.

Lily Evans venne colpita come una frusta: Era vero, era quel tipo di consolazione...le se era stretto il cuore...Il problema  era perché diavolo si doveva preoccupare maternamente di James Potter? Inoltre, come cavolo faceva a saperlo?

Puzza, puzza di bruciato.

“Sì.” Voleva vedere la reazione di Potter.

Il ragazzo si grattò la testa e poi  riprese a parlare: “Em deve avere un problema  molto grosso per farla agitare a quel modo. Mi sono preoccupato quando non l’ho vista più.”

Lily annuì vigorosamente.

“E poi qua è quasi sempre sola...perché non sta con le altre sue compagne? La vedi, china su dei libri...sparisce nei momenti più impensati...sempre dopo i pasti...e tra l’altro riempie sempre la borsa di cibo...”

Campanello d’allarme! James s’irrigidì.

“Sicuramente deve avere qualche problema che la occupa.

“E una fame insaziabile!” cercò di scherzare guadagnandosi un’occhiataccia.

Sirius e Sally non riuscivano a  perdersi in chiacchiere, più il tempo passava e più s’angosciavano,e più lo facevano più s’innervosivano.

OK, Em era una ragazza fantastica molto simpatica e avevano parlato spesso da quando si erano conosciuti. Da qui, però, a disperarsi perché non si trovava la strada era lunga!

“Sicuramente, l’abbiamo vista così agitata e non sapendo cosa è accaduto ...” provò a rispondere Sarah  alla muta domanda che  aleggiava nella mentre di entrambi.

Sirius non parve essere convito. Ricordava bene cosa aveva provato la prima volta che il suo sguardo aveva incrociato il suo. Lo stesso grigio profondo, sembrava rispecchiare se stesso.

Sirius Black non aveva l’indole per preoccuparsi e non ci fece caso, ma non riusciva a staccare lo sguardo da lei.

In quel momento dove una strana sensazione lo attanagliava, era cambiato tutto dal suo arrivo, era come se Lei dovesse venire a lui, a loro.

“Senti, proviamo dividerci, io provo fuori.” Disse sicuro.

“Ma...”

“Potremmo avere più fortuna.”

E s’incammino verso il portone principale.

L’aria fredda era frizzante, poi all’ improvviso  sentì un dolce odore di lavanda.

Era lì.

Andò verso la foresta proibita, il solo stava tramontando ormai,  accostò ai margini del bordo della foresta, e, poi si avviò dove gli alberi erano un poco più fitti sbucando in una radura, ed eccola distesa per terra con il volto rivolto al cielo, i capelli sparsi per terra. Non una lacrima scorreva sulle sue guance diafane.

“Em!” esclamò sollevato, come se avessero tolto 100 Kg al suo cuore.

Si sedette vicino a lei.

“Ci siamo ammattiti per cercarti! Sei rimasta qui tutto il tempo?”

“Sì, mi dispiace che vi siete preoccupati. Non c’era bisogno.”

“Sicura di star bene?”

“Ovvio.”

Testarda e orgogliosa. Era chiaro che era una balla perché il suo viso era teso.

“cosa è accaduto?”

“Niente.” Disse tirandosi su.

Sirius sbuffò: “Allora perché non ti sei più vista? Non sei venuta nemmeno a pranzo...a proposito, fra poco è ora di cena, devo trascinarti con la forza?”

“No, non ce ne è bisogno. Perché va tutto bene. Non avevo fame.”

“Eri e sei sconvolta. Non pensarla di scamparla così. Voglio sapere cosa ti è successo.”

Emily voleva piangere, non poteva guardare suo padre che la guardava in quel modo...Merlino, se era  strano dirgli padre.

“perché t’interessa?”

“Perché si.” Rispose lui.

“Non è una risposta accettabile.”

“Em, tra amici ci si aiuta.”

“non possiamo considerarci amici.”

“Non sono d’accordo....siamo amici e basta.”

“Che significa?”

“Oh quanti problemi!”

Emily sorrise e disse: “Non è pura curiosità?”

“Può darsi che sia anche quella.”

Scosse la testa: “Non capisco.”

“Nemmeno io, ti capisco. Chi diavolo sei?”

Emily lo guardò diritto negli occhi per la prima volta quella sera, soppesando la risposta.

“ Credevo di saperlo. Ora non ne sono più tanto sicura”

Sirius la guardò e gli accarezzò il viso:

“Ricordati che tu appartieni solo a te stessa, e solo tu sai chi sei veramente. Ora sei confusa,magari,però se cerchi dentro una risposta la troverai.”

“Non mi sarei mai aspettata una risposta cosi da  Sirius Black!”

Il ragazzo scoppiò a ridere:

“Nemmeno io...infondo sono un ragazzo pieno di sorprese. O forse perché ci sono già passato. Ho seguito l’istinto ed ha funzionato.” Un ombra scura passò nei suoi occhi, Emily poté notarla anche se il viso di era in penombra.

“Non che mi sia posto il problema.”

Emily scoppiò a ridere sinceramente, forse aveva ragione.

C’era tempo per capire...

“Voglio comunque una risposta da te.”

“Ho scoperto cose che non sapevo sul mio passato e mi hanno scioccato...” disse semplicemente alzandosi e spolverando la divisa.

Si chinò verso Sirius così che i capelli gli caddero in avanti:

“Fatti bastare questo, Black. Perché dalla mia bocca non uscirà più una parola.”

Il ragazzo scattò in piedi e la prese fra le braccia forti caricandosela sulle spalle.

“lasciami!”

“per ora ti lascio stare..comunque una punizione te la meriti!” disse.

Harry stava iniziando a preoccuparsi, non che  considerasse Emily una ragazza che non sapeva difendersi, non che non fosse degna di fiducia, però, aveva preso abbastanza male la notizia di quei particolari della sua vita.

Poi,  arrivato quasi fino  all’ingresso sentì delle voci molto forti e, sì avvicinò quatto


“NON FARE MAI PIU UNA COSA SIMILE! SONO QUASI MORTA DALLO SPAVENTO! QUASI UN ORA PER TROVARTI!!!”

Quella doveva era Sally ne era sicuro

“ Su, non è accaduto nulla di  grave …. ”  disse la voce che sembrava Remus Lupin.

“NULLA di GRAVE?! SI SCOPARE  in QUEL MODO??”

 Harry si nascose in un angolino per osservare divertito la scena:

Emily si trovava in mezzo con Sirius che le stava accanto, Sarah davanti a lei con le mani sui fianchi e sguardo omicida, ed erano circondati da James, Remus e Lily che guardavano la scena allibiti e alcuni divertiti.  James, infatti, tratteneva a stento le risate. Harry cercò di attirare la sua  attenzione.

“Tu guarda!  Non sei mia madre! Urlò Emily, poi, si fermò di botto con uno sguardo allarmato.

Al che Harry e James non poterono fare a meno di ridere. Il primo senza far rumore, il secondo sbellicandosi dalle risate.

“ Non c’è niente da ridere,James!” esclamò Emily.

“Hai ragione, Em... scusa!” disse quello fermandosi.

“ Em, ha ragione, non te la stai prendendo un po’ troppo?” chiese Sirius

Sal lo fulminò con lo sguardo: “ NON PRENDERE LE SUE PARTI!TI RICORDI IN CHE STATO ERAVAMO?! TU SIGNORINA SEI IN PUNIZIONE!” disse poi Sally marciando verso la Sala grande. A James gli prese un altro attacco di risa.

“Potter, smettila!   Sal ha reagito esageratamente..” disse Lily pensierosa.

Si avviarono verso la sala grande anche loro.

“Esageratamente è un eufemismo, Lil.. la messa in punizione!” disse Remus.

James e Emily si guardavano spaventati.

“Si sarà fatta prendere dal momento!” provò James.

“Forse perché  siamo stati preoccupati da morire!” disse Sirius lanciando uno sguardo severo ad Emily.

“E dipersè non è normale!” esclamò Remus.

“Vorresti dire che non ti sei preoccupato, tu?!” chiese indignato Sirius.

“No, l’ho vista spaventata e sconvolta e mi sono dispiaciuto, quando abbiamo costatato che era sparita da troppo tempo, mi sono impensierito ...però voi eravate fuori di voi... un po’ troppo, direi”

“hem... Ragazzi? Em non c’è più.” Disse una sconcertata Lily.

Sirius Black non ci vide più.

Emily era stata trascinata da Harry in un arazzo.

“Harry!”

“Volevo farti sapere che ero anche io nelle tue tracce.”

“Vuoi mettermi in punizione pure tu?” chiese divertita.

“No. Ma  c’è qualcosa di strano, dobbiamo indagare!”

“EMILY! DOVE DIAVOLO SEI?!!!”

L’urlo di Sirius trapanava le mura del castello.

“Vai! Io passo per di qua!” esclamò Harry.

Emily uscì dall’arazzo, nello stesso momento si sentì presa per un braccio in malo modo da Felpato, incavolato sul serio.

“Così ti piace giocare a nascondino?!”

“beh, no... è che...”

Raggiunsero gli altri che li guardavano senza aprire bocca.

“è cosa?!” disse guardandola con quei occhi grigi diventati torbidi dalla rabbia.

“Un ragazzo mi ha trascinato dietro un arazzo.”

Brutto errore.

Sirius spalancò gli occhi stringendo il polso di Emily.

“Come si chiama? Che voleva?” chiese  cercando di restare calmo, continuandola a trascinare.

“Michel Corner.” Buttò lì. Era un ragazzo Corvonero ex fidanzato di Ginny.

“Voleva invitarmi a uscire.”

Altro brutto errore.

“Non se ne parla neanche.” Disse asciutto. Più arrabbiato di prima.

“Cosa?! Come ti permetti Black?!” esclamò Lily.

“Mi permetto e come!  Mi sta a cuore  Em, e finché non lo vedo con i miei occhi deve stargli lontano.”

“E se lo fa?” chiese divertito James, guadagnandosi un’occhiataccia da Emily.

“Gli spacco la faccia.”

Entrarono in Sala grande, la cena era iniziata e si guadagnarono un occhiataccia dalla McGranitt, ma non fece nulla, poi, sorrise insieme a Silente.

Emily ebbe l’impressione che loro sapevano benissimo cosa stesse accadendo.

 Sirius la tempestò di domande, e Emily non sapeva cosa fare.

Stava per mettere il cibo dentro la borsa e alzarsi che una voce disse:

“Dove credi di andare?”

“Dove mi pare!” esclamò Infuriata Emily.

“No, tu non ti muovi da qui.” Rispose Sirius.

“Non sei mio padre!”

 bugia!

“No...però quel tizio non mi piace!”

“Sei geloso?”

“Sì.” Disse prendendola di sorpresa e facendola mettere seduta.

Emily guardò la sua espressione sconvolta...le venne da piangere, perché capì, anche se non lo dava a vedere, che quei sentimenti nei suoi confronti lo confondevano.

“Io, non ho fatto nulla di male.” Disse mettendo il broncio. Doveva in qualche modo  assecondarlo, se non voleva che si scoprisse che lei là in quel momento, in quel anno, non ci divideva essere perché di fatto lei non esisteva

“Lo so, Em. Non mi va che esci con ragazzi che ti rapiscono dietro gli arazzi. E’ un brutto segno.”

“E che cosa significa?”chiese Remus scettico.

“Che  se la vuole fare e basta.”

“E chi te lo dice?”

“Se permetti conosco quelli della mia stessa specie.”

Tutti scoppiarono a ridere, così Emily  ne approfittò per parlare con James.

“Porta ad Harry la cena!”

“Ci penso io.”


I giorni seguenti, fu impossibile fare un passo autonomo, perché  Sirius e Sally non la lasciavano sola un momento, soprattutto il primo.

Doveva  imbucarsi alle lezioni, e  uscirne, farsi vedere tra gli altri studenti.

Solo se  c’era James con un scusa riusciva ad andare da Harry senza che qualcuno sospettasse qualcosa o per fare delle ricerche sul tempo.


“Niente, Harry!   L’unica cosa che sono riuscita a trovare è qualcosa sulla gira tempo, e qual cosina su le distorsioni, altrimenti...” disse scuotendo la testa.

“Con gli altri?”

“ Si comportano come se fossero i genitori...no le hanno perdonato quella sua uscita! Credo che sia direttamente proporzionale alla vostra permansa!” rispose  James.

“ Tu però non fai così..” affermò Emily

“Dici?” disse scettico Harry e James arrossì.

“Altra sera, mi diceva che ero troppo magro, che mi vedeva stanco...”

Emily scoppiò a ridere:”Non ti facevo così premuroso!”

“Ma è vero!”l’altro si difese.

“C’è da dire che lui lo sa...e questo cambia le cose.” Notò Emily.

“Forse dovremo chiedere a Silente?”

“E che problema c’è? E’ fantastico quando Felpato fa il terzo grado a Em! Mi diverto da morie!”

“Io, no!”

“Però, è colpa che nascondi tante cose.” Disse Harry.

“Cerca di stare attenta.” Rispose Harry.

James e Em si avviarono, poi però lui si girò e disse:

“Forse è perché infondo sanno che Em appartiene loro.”

“Già. Sarà così.”


“Devo andare in Biblioteca. Sal vuole che faccio i compiti.”

“Quali?” ironizzò Ramoso.

“Me li sono inventati.”  Lo disse sbuffando.

“Ok, io invece vado alla....”

Fu bloccato da un gruppo di ragazzi con uno stemma verde e argento. James ammutolì all’improvviso e la trascinò via.

“Che ti è preso?”

“Nulla! Soltanto quella è gente poco raccomandabile. Dopo poco si separarono.

Emily entrò nella biblioteca, erano le due, doveva fare i “finti” compiti e poi, via a ricercare sua madre...altrimenti erano guai seri.

Si mise di buona lena, poi, però delle voci la distrasse: alzò lo sguardo e vide i ragazzi Serpeverde, e uno si staccò dagli amici  e si diresse nella sua direzione.

Assomigliava a suo padre, era più basso, più magro, perché l’altro era più muscoloso e decisamente meno bello...e Serpeverde.

Il ragazzo si sedette di fronte a lei e tese una mano.

“Regulus Black.” Disse.

Emily allungò le sue dita lunghe e strinse la mano del ragazzo brevemente.

“Emily Atkinson. Che posso fare per te, Regulus Black?” disse freddamente.

“Ti ho vista con Potter, prima.”

“Sì, lo conosco...non vedo però il motivo di tanto interesse nei miei confronti.”

“Sicuramente conoscendo Potter conosci anche il suo migliore amico. Beh, quello era mio fratello.”

Era? Perché era?  Caso mai è, non è ancora morto...eppure sapeva di aver capito bene.

“Uh, continuo ha non capire cosa centri con me.”

“Non devi capire, infatti.”

La stava innervosendo, si alzò se si diresse verso una scaffale per prendere un libro, venne seguita.

“Senti, Black. Non ho tempo da perdere,  intesi? Dimmi che vuoi e facciamola finita.”

 Il ragazzo si avvicinò pericolosamente, Ed Emily alzò la bacchetta.

“Devi stare attenta con me!”

Emily sorrise e gli puntò gli occhi nei suoi e questo parve spiazzare il ragazzo.

“Sì? Stai attento, non iniziare una battaglia come me perché perderesti.” Disse poi si voltò e andò via.

“Digli che non si volta le spalle alla famiglia!” urlò Regulus.

Senza voltarsi disse: “sarà fatto.”

Prese i libri e se ne andò.

I capelli che svolazzavano, molte teste si giravano al passaggio della sua figura sinuosa, lei non  ci fece caso.

“Em!”

Era Sarah insieme a Leah.

“Fatto i compiti?” chiese

“Sì, peccato che un deficiente mi ha interrotto. vado a finirli in sala comune.”

“Mi raccomando! Chiedi  aiuto a Lily o a Remus. e non farti distrarre da quei due idioti.”

“Ok, senti che mi sai dire di Regulus Black?” chiese indifferente.

Sentì gli occhi violetti puntanti su di lei.

“So che non devi nominarlo davanti a Siri e che devi stargli lontano.”

Ormai il danno era fatto. Quanto tempo avrebbe messo per venirlo a sapere tanto poco.

Aspettò in Sala comune, con i nervi a fior di pelle, accanto a Lily che faceva i compiti.

“Em, stai bene?”

“Sì! Come è andata l’uscita con James Domenica?”

“hm...bene.”

“Ti sei divertita, ammettilo con me puoi farlo.”

“Sì, è vero.  Contenta?” lo disse sorridendo.

Sentirono delle voci fuori del ritratto ed Emily si alzò ritta.

“Preparati al peggio, Lily.”

Un infuriato Sirius seguito a ruota da James, Remus e Piter che faticava a stargli dietro.

Felpato raggiunse Emily e si piazzò davanti a lei con le braccia incrociate e con finta calma chiese:”Dove sei stata?”

“In biblioteca.” Guardò James disperata e lui le fece segno di stare calma.

“C’è una voce che dice che sei stata avvicinata da quell’idiota di mio fratello, è vero?”

Annuì, e sentì due braccia stringerla quasi a soffocarla un profumo fresco e buono le invase il naso.

“Ti ha fatto del male?!” chiese

“Pensi che non mi sappia difendere?! Ci provasse solo e vedrai cosa gli faccio!”

Sirius la guardò negli occhi scostandola da se: “ Immagino. Jenson è ancora in infermeria.” Ghignò.

“I suoi commetti sul mio fondoschiena non erano graditi.” Disse solo Em

Le accarezzò una guancia, e disse: “Sai di Lavanda.”

“Mi è sempre piaciuto l’odore della lavanda.”

“Che voleva Regulus?”

“Non lo so! Quando me ne sono andata a solo gridato di dirti che non si volta le spalle alla famiglia...non credo che volesse che facessi da messaggero.” Disse storcendo il naso. Sirius alzò il suo viso e le sorrise: “ Ignoralo, Em. Se non la smette difenditi. Lasciane un pezzo a me però .”

“Secondo te, lo ha fatto per arrivare a te?”

“ovvio, James.  attacca lei per attaccare me.”

“Troverà pane per i suoi denti.” Ripeté Emily.

“Non ne ho nessun dubbio.” Rispose quello.

************

No. non posso crederci! vi piace... ed io che l'avevo postata tanto per farlo!  quanto sono contenta...  vediamo un po', che ve ne pare di questo capitolo?

vediamo un po' di rispondere alle domande di Bianchimarsi, per quanto possibile: Sì, è una Harry/Ginny anche se solo accennata. per quanto riguarda Harry, dovrai aspettare il prossimo capitolo!  Non smetterò mai di rigraziare anche chi legge solo le mie storie!

Baci Fanny

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Capitolo 5
*** La Partita di quidditch ***


Capitolo 5 -La Partita di quidditch



Quella notte fu molto agitata, qualcosa stava cambiando, la sentiva Harry, lo sentiva Emily e lo sapeva Silente. Non doveva intervenire, erano lì ritrovare se stessi, per capire che il passato rimaneva passato.

Em, si alzò sudata, di nuovo l’incubo e non ricordava nulla.

Si mise una maglia e scese in Sala comune, ormai vuota.

Salì le scale che portavano al dormitorio dei maschi sentendo il risuono dei suoi piedi.

Si fermò  davanti ad la porta incriminata e bussò due vote.

Come se fosse lo avesse chiamato Sirius aprì la porta assonnato:

“Em!”  aveva a torso nudo mostrando gli addominali,  sotto aveva i pantaloni del pigiama.

“Cosa c’è?”

“Posso parlarti?”

Il ragazzo sorrise, e disse: “prendo una  maglietta e sono da te.”

Andarono in sala comune,  si sedettero su un divano.

Emily  incrociò le gambe e i suoi capelli scuri erano scompigliati e le cadevano in avanti, Sirius si senti improvvisamente orgoglioso, era bellissima, intelligente e simpatica, un uragano.

Non sapeva perché dovesse sentirsi così, manco fosse merito suo, era confuso ma averla vicino gli faceva piacere iniziò a giocare con una ciocca dei suoi capelli.

“Ti ho svegliato?”

“No, ero sveglio ho fatto un sogno strano....tu cosa vuoi dirmi?”

Emily si appoggiò alla sua spalle e lui la strinse a sé con fare fraterno.

“Non riesco ha non pensare a oggi.”

“Hm...”

“Quello che ha detto tuo fratello.” Si strinse ancora di più a lui e continuò:

“Lo so che non ne vuoi parlare, ma mi ha colpito ciò che ha detto... ha detto che tu eri suo fratello...”

Lo sentì sospirare: “perché sono scappato da casa e per loro sono come morto.”

“Non lo sapevo.”

La scostò da se e sorrise: “Non conosci la mia famiglia, Em...è gente legata alla magia oscura e alla purezza della razza. Io m sono dissociato e ovviamente alla mia famiglia non  è andato giù. Alla fine rimanere nella stessa casa non aveva senso. Non devi preoccuparti per me.”

“non l’ho fatto...però il suo sguardo...” disse

“vieni qui...non pensarci...”

“Tu, invece, perché non dormi?” chiese

“Beh, sì... ho fatto un sogno strano e mi sono svegliato senza  più riuscire a prendere sonno. Mi trovavo in un posto che non avevo mai visto e c’erano delle persone che mi chiamavano ma io non riuscivo a raggiungerle...poi l’ambiente è cambiata e mi sono ritrovato rinchiuso in una stanza che aveva tutta l’aria di essere una cella.” Rispose Sirius,  si  appoggiò allo schienale e mettendo le braccia dietro la testa.

“poi, mi sono svegliato e dopo poco hai bussato tu.”

“Hm...anche  a me mi capita di sognare qualcosa che mi fa svegliare però poi non ricordo nulla.”

Si guardarono, tutti scompigliati e assonati e scoppiarono a ridere.

“Invece di dormire stiamo qui a parlare di sogni...” notò scuotendo la testa-

“Vuol dire che soffriamo di insonnia!” chiosò Emily.

“Dovremo fare qualcosa.”

“Che vuoi fare?” chiese curiosa lei.

“ Vieni, facciamo una passeggiata!” disse prendendola per mano e portandola verso il ritratto della Signora Grassa.

Le mostrò cose, passaggi che nemmeno si era mai immaginata,  furono quasi beccati, ma riuscirono a sfuggire a Gazza.

Tornarono verso 5 di mattina, ancora con la risatina negli occhi.

“Hai visto la sua faccia? Quando credeva che eravamo davanti a lui?”

“Già...”  rispose senza smettere di osservarla.

“Cosa c’è?” chiese

Lui sorrise e gli diede uno buffetto sulla guancia:

“Ti senti meglio?”

“Sì, grazie. Avevo proprio bisogno di distrarmi.”

“ Hai chiarito con i tuoi?”

“No. Non è che fa molta differenza, ormai.” Disse alzando le spalle.

“Non è vero! Fa tutta la differenza del mondo.”

“E’ ora di dormire...a dopo!” disse correndo verso i dormitori senza riuscire a guardarlo.

Il ragazzo sorrise e si avviò verso la sua stanza.

“Dove diavolo sei stato?” chiese una voce seccata.

Remus “Lunastorta” Lupin lo guardava con cipiglio severo; James “Ramoso” Potter aveva il volto girato dall’altra parte con fare offeso; Piter “Codaliscia”Minus, ronfava della grossa.

“Niente di speciale, a fare un giro.”

“A quest’ora?” chiese secco Lunastorta.

“Senza di me?” chiese con voce lamentosa Ramoso.

I due amici lo guardarono, uno con un sorriso, l’altro indegnamente sorpreso.

“Ero, in dolce compagnia, Ramoso!”

Ora l’attenzione si fu spostata di nuovo su Felpato.

“Ero con Emily.”


“Secondo me quei sogni sono riconducibili alla motivazione per cui noi siamo qui. Voglio dire...la cella! È qualcosa che accadrà.” Disse Harry il girono dopo.

Em ed Harry camminavano per raggiungere Hogsmeade: era durante la settimana per  cui con tutti gli studenti a lezione per il ragazzo spostarsi era più semplice.

“ Lo credo anche io. Silente lo aveva detto. In qualche modo la nostra presenza crea qualche distorsione, no? Da ciò che ho potuto capire noi ci troviamo in una sorta di dimensione parallela che collega i tre tempi: passato, presente e futuro. Noi ci troviamo in quella dei Tempi perduti. Il nostro desiderio di conoscere la verità o cosa ci siamo persi, è qualcosa di molto profondo.”

“Sì, credevo di averlo superato dopo tutto ciò che mi è accaduto.”

Il quei giorni Harry aveva raccontato tutto della sua vita a partire da quella lettera che gli aveva permesso di scoprire la verità su di lui e i suoi genitori e che aveva posto l’inizio alla sua avventura.

“Non dimenticarti, Harry Che certi desideri sono tanto forti che è impossibile eliminarli. Accettare i limiti, accettare le nostre debolezze è il primo passo, sai? Siamo umani ed è normale volere che chi ami sia accanto a te. Allora, forse,  potremo vivere senza rimpianti. Ritrovare un equilibrio. Ma Harry, forse, è proprio la tua storia che c’insegna che  i sentimenti non si possono cancellare. C’è qualcosa che ci unisce e che ci aiuta ad andare avanti, sempre.”

Harry guardò il profilo di Emily :”Hai ragione. E tu? Tu, non ne sapevi nulla...”

 “Lo sospettavi, vero?”

“Non da subito. Quando è scappato... i miei hanno iniziato ad essere nervosi, volevano portarmi  via da scuola. Forse avevano paura che lui...lo scoprisse e mi portasse via. E, da lì, da qualche straccio di conversazione ho iniziato a farmi delle domande, come quella perché non ci fosse una foto di quando ero appena nata.”

Harry non seppe cosa dire e la ragazza continuò a parlare:

“Sai, dentro l’album di fotografie ho trovato questo. Era nascosto dentro la rilegatura.”

Frugò nelle tasche del mantello e gli porse un foglio e una fotografia.



Cara Emily,

Non potrò vederti crescere, so che a questa malattia

non c’è cura nonostante

Zia Meg, continua a negare l’evidenza.

 Non voglio  che tu cresca senza

uno straccio di ricordo di me e nemmeno di tuo padre, attraverso

queste fotografie dove dietro  ognuna a scritto un pensiero,

 tu possa avere una parte di noi, Millie.

Ho fatto promettere a tua zia che avrebbe

Continuato al mio posto L’album con la tua vita.

Sappi che ti voglio un mondo di bene,

piccola stella del mio  cuore.

Mamma

Harry guardò la fotografia e vide  Sarah che stringeva un neonato che muoveva i braccini sorridendo, Sarah era radiosa, nonostante  il viso stanco, lì accanto c’era sua sorella. Voltò la fotografia dove scritto a mano c’era una data: 31 Ottobre 1980.

“E’ stata scattata il giorno della tua nascita?”

“Sì. O passato in rassegna tutte le fotografie per leggere i pensieri... mamma diceva sempre che aveva la fissazione di fare le fotografie e di scrivere dietro un messaggio. Perché poi si possa leggere in futuro...”

“Em...”

“Sto bene...Stavo dicendo che, in una certa misura interferiamo con il procedere normale del tempo, anche se non ci troviamo proprio nel passato, ma in luogo tra passato, presente e futuro.”

“Mi stai dicendo che saremmo potuti finire nel futuro?”

“Ah, ah. Ho trovato in biblioteca un libro abbastanza antico. Vedi, tratta del uso della magia dei tempi antichi, credo, ancor prima dell’invenzione della bacchetta, che con il passare del tempo sono diventate magie cadute in disuso. c’è  un’ intero  dedicato a le distorsioni. L’ho trovato per caso!”

“E cosa dice?”

“Senti, c’è un pub molto discreto, ad Hogsmeade...”

“Se è la testa di porco...”

“No, e non è nemmeno i tre manici di scopa. Non si trova nella via principale, ma dalla parte della stazione. Andiamo là, non daremo nell’occhio!”

Il locale era carino, ne troppo e ne poco affollato. Si sedettero e ordinarono.

“Qui, ci vengono soltanto le persone che abitano da queste parti, non è molto conosciuto.”

“Non l’ho mai visto!”

“Perché quando sei venuto ad Hogsmeade per la prima volta questo locale aveva chiuso da un pezzo, ne parlava la mamma, con zia Semmy  una volta che lei è venuta a trovarci”

“Come mai?”

“perché ha chiuso dici? Non lo so di preciso, però credo che dopo una disgrazia il proprietario ha deciso di chiudere bottega. Zia Semmy aveva detto che era accaduto proprio nell’estate del suo ultimo anno qui a scuola.”

“Aspetta, vorresti dire che fra poco chiuderà?”

“Sì.”

Harry si azzittì per un poco poi disse:

“Mi fa strano pensarci!”

Emily rise: “Già! Veniamo al dunque... in questo tomo, parla di diversi tipi di distorsioni. Un primo tipo, sono quelle distorsioni temporali che avvengono senza alcun preavviso e  senza un meta fissa. Come vanno e come vengono. Possono portarti in un luogo molto lontano dal tuo nel presente, o anche i tempi diversi, o apriti varchi in limbi senza tempo in nessun luogo. Una sorta di dimensione parallela. Sono molto rare, neanche a fallo a posta ed è difficile rimanerne vittima.” Spiegò Emily.

In quel momento la cameriera portò loro due boccali di burrobirra  belli freddi.

“Non è il nostro caso, dunque.” Chiosò Harry.

“No, appunto. Il nostro caso è più raffinato. Silente ci ha solo accennato dei Portali. Sono delle vere e propri varchi nei diversi tempi che ovviamente sono collegati tra di loro, Il Portale del Presente vivente, Il Portale del Futuro sconosciuto e il Portale del Passato perduto.  Sono  regolati la leggi molto precise e mi pare che si aprono ogni 1000 anni.”

“Cosa?”

“Proprio così ogni anno si aprono e scelgono loro  chi li attraverserà, prendendo tra quelle persone meritevoli che secondo loro abbiano bisogno di guardare agli avvenimenti in maniera più critica.”

Harry guardò Emily senza capire veramente.

“Cioè quello che ha detto Silente, in pratica.” Precisò lei.

“Non avevi mai sentito il desiderio di conoscere i tuoi? Forse volevi rivedere Sirius e Il Professor Lupin...No?”

“E’ vero. Ma, voglio dire io in un certo senso li avevo rivisti, no? Con la pietra della risurrezione...”

“Sì, però credo che sia diverso. E’ come se ti avessero dato  la possibilità di parlarci e vivere come se nulla fosse stato. Per me, ad esempio, è stato l’unico modo per sapere la verità.”

Harry s’intristì per Emily e disse: “Gli incubi?”

“Probabilmente è il futuro, quello che non mi ha permesso conoscere i miei genitori. Harry, tu una spiegazione seppur terribile l’avevi per la scomparsa dei tuoi...sapevi chi fossero, io, invece ho creduto  che fossero delle persone invece non lo erano, ed in un certo senso ho perso anche il senso di me stessa.”

“perché  alla fine la prima definizione di noi stessa viene dai nostri genitori. Però, solo loro che ti hanno cresciuta ed amata, è a loro che devi quello che sei.”

“Forse hai ragione tu.”

Emily sorrise ad Harry e disse: “ Non intristiamoci per quello che è stato, infondo siamo qui per avere una possibilità! Godiamocela! Altrimenti rischiamo di rimanere inchiodati qui!”

“No, grazie...inizio ad averne abbastanza...”

Pagarono ed uscirono dal locale.

“Mi ci voleva proprio! Non ne potevo più di rimanere chiuso nella stanza delle necessità!”

“Deve essere tremendo! Beh, ora, devo correre a pranzo altrimenti papà inizierà a cercarmi...meglio evitare!”

“Già! Senti, io pranzerò qui...e cercherò di entrare ai tre manici di scopa per riprendere la mia roba! Ci vediamo come sempre nella stanza delle necessità!”

Così si separarono.

Emily corse a più non posso per raggiungere la sala grande in tempo. Arrivò al tavolo di Grifondoro con i fiatone.

“ Cos’è tutta questa fretta?” chiese una voce profonda.

Emily alzò la testa e incrociò lo sguardo divertito di Sirius Black, seduto al tavolo con i suoi amici più Lily Evans. Sembrava che lei e James fossero molto in intimità.

Sorrise  e poi disse: “Non volevo arrivare in ritardo...vedo che ci sono novità!”

Zia Semmy, come la chiamava lei si voltò, con un ghigno stampato in volto:

“Hai visto? Non avrei mai creduto che il mio adorato Capitano ci sarebbe riuscito!”

Lily e James arrossirono.

Emily si sedette tra Sirius e Sam, e disse: “Sono contentissima per voi!”  

“Come sono andate le lezioni?” chiese Remus ad Emily.

“Come sempre direi!” rispose Emily riempiendo il suo piatto di una smodata quantità di cibo.

“Ehi, hai fame?” chiese Sirius.

“Sì, tantissima.”

“Beata te che non ingrassi...” affermò Lily.

“Già, è uguale a questo qui.” Disse James indicando l’amico al suo fianco.

“Non è colpa mia se ho un fisico magnifico!”

“No, infatti, è merito di tua mamma.” Disse Sam.

Felpato fece un verso strano e continuò a mangiare.

“Em, ci vieni a vedere la partita e a far il tifo per me??”

“Certo, Ramoso..non me la perderei per nulla al mondo!”

“Facci venire anche...sai no?”

Em lasciò andare la forchetta e guardò Potter segnor con un’espressione allibita.

“Non credo che sia il caso.”

Sirius rizzò le orecchie:  “ Di chi state parlando? Non di quel Corner, vero?”

“No!” esclamò Emily. Poi, pensò a Jason...perché non aveva nominato lui? Perché il nome di uno con cui non aveva mai parlato?

Si morse il labbro inferiore, e cercò una risposta dentro di sé.

“Ehi di cosa parlate?” chiese curiosa Sally sopraggiunta in quel momento, si sedette accanto alla sua migliore amica Sam.

“Della partita!” trillò James.

“Non cambiare discorso! Allora, Em...chi deve venire alla partita?” chiese indagatore Sirius.

“Sirius, lasciala stare!” esclamò Lily.

Il ragazzo scosse la testa e non rispose lasciando perdere.

Emily osservò il suo profilo attraente e così enigmatico, cercò di cogliere tutto della sua risata, del suo scherzare: perché non avrebbe più potuto osservarle;

 il suo sguardo si posò sul viso di sua madre così luminoso, e, capì cosa diceva intendeva Meg.

Abbasso lo sguardo sul piatto, e pensò che James non gli aveva più fatto domande. Ne lui ne nessun’altro. Fu grata per questo.

“Em, tutto bene?”

“Oh, sì...pensavo all’ultimo tema per Storia della magia...non ho nessuna voglia di farlo!”

“Eppure devi...” disse Sally.

“Oh, diavolo! Non tormentarla! È uno stupido compito che non servirà a nulla!”

“Non è vero! È molto importante sapere ciò che è accaduto nel passato!” esclamò indignata Sally.

Sirius sorrise scuotendo la testa: “Se lo dici tu...”


Da quel momento tutto sembrò procedere bene, e il giorno della partita si avvicinava sempre più, Harry pensava ad un travestimento adeguato per assistere alla partita.

“Potrei nascondere i capelli sotto un capello, una divisa e starmene in un angolino poco notato!”

“Potrebbe andare bene!  Tra la marea di studenti nessuno ti noterà.” Notò Emily.


Purtroppo accadde una cosa inaspettata: James durante uno degli allenamenti                   pre - partita viene colpito da una fattura  da ignoti che lo fa cadere dalla scopa  ferendolo in maniera non poco grave.

“non potrai giocare, è evidente.” Sentenziò l’infermiera Madama Chips.

“No! Non mi può fare questo!” urlò disperato James.

Ogni tentativo cadde  nel nulla.

James fu intrattabile, taciturno e triste. Nessuno sapeva come tirarlo su di morale, tanto che anche Sirius fallì penosamente.

Oltre essere dispiaciuti perché Grifondoro, dunque tenevano anche loro alla partita contro Corvonero, lo erano doppiamente per via dell’amico.

Emily, se ne stava zitta, giocherellando con i capelli, lei la soluzione l’aveva. Ma non sapeva se fosse possibile.

“non si può trovare un sostituto?” chiese.

L’unica risposta che ricevette fu un occhiataccia che significava a furor di popolo che non era possibile.   

Guardò il letto che James occupava, salì verso il suo viso che si ostinava a tenere basso, Lily seduta sul letto che sospirava, Sirius in piedi che guardava fuori della finestra, Remus e Piter seduti vicino al letto incapaci di fare una qualsiasi cosa.

Emily si decise all’improvviso:  avrebbe pesato lei. Scattò senza una parola verso la porta, e se ne andò senza dire nulla, e nessuno la fermò.

Il primo passo era chiedere a Silente: se per lui si poteva fare, allora avrebbe provveduto ad fare ciò che aveva in mente.

Il preside non ebbe nulla da contraddire, le ricordò semplicemente di fare molta attenzione, lui avrebbe pensato agli insegnati.

Uscita dall’ufficio, camminò spedita verso il settimo piano, con i capelli che le ondeggiavano, selvaggi sulle spalle, l’andatura sicura, veloce, così armoniosa ed elegante, il popolo studentesco non poté non notarla, e molte teste si voltarono, dimentichi delle loro quotidiane mansione, con il pensiero che era  quella ragazza non fosse stata notata prima.

La seconda parte del piano era quella più difficile, perché convincere Harry non sarebbe stato facile, senza di lui era inutile parlarne con James, non voleva illuderlo inutilmente.

A convincere Harry fu il consenso di silente.

“Speriamo bene...” pensò Harry.

 Felice Emily corse verso l’infermeria, ormai, era ora di Cena, quindi James era rimasto solo.

Entrò come una furia gridano: “Ho la soluzione!”

“e quale sarebbe, eliminare Madame Chips?” disse scettico James.

Emily si scostò i capelli e si avvicinò alla sponda del letto:

“Si dia il caso che hai a disposizione il più giovane cercatore da secoli.”

James la guardò senza capire. Lei si sedette sul letto.

“Harry.”

James, scattò in su con il busto:”dici sul serio?!”

“Già, è  entrato nella squadra al primo anno. Pensavi che con te come parente, non lo sia?”

“No, no! Ma come facciamo?”

“prenderà il tuo posto. Ho visto giocare entrambi, e nessuno noterà nulla. Per il resto penserà Silente. Un incantesimo per permetterti di giocare,e il gioco è fatto. Harry l’ho convinto io. Ah, ho preso in prestito la tua scopa e il mantello dell’invisibilità.”

“Non c’è problema.”


Nessuno si capacitava ne come e ne perché il morale di Ramoso si fosse tirato su così in fretta.

Lily  e Remus pensarono fin da subito che ci fosse qualcosa sotto, e cercarono di indagare senza nessun risultato.

“pensi che  abbia in mente qualche sciocchezza?” chiese Lily in sala comune mentre ripassavano trasfigurazione.

“Non lo penso, ne sono certo:Ha in mente qualcosa.”

“Speriamo bene...”

In quel momento entrò Sirius. “Avete visto Em? Sally la  creca.”

“Non lo sappiamo. Non l’abbiamo più vista.”

Sirius si rabbuiò un attimo.

“Vi siete accorti che va a letto tardi, ultimamente?”

“Sarà per lo studio.” Provò Remus.

Sirius non rispose.

In quel momento il buco del ritratto ed comparve Emily felice più che mai, saltellò verso di loro.

“Ciao!”

“Ciao, Sally ti cercava...”

“Ho l’ho vista poco fa, mi ha prestato un libro, niente di speciale.” Mostrando il libro che teneva in mano.

“come mai così felice?”

“Non lo, mi sono svegliata così!” rispose sorridendo.

Sirius le accarezzò il volto, e disse: “non sembra che hai dormito molto.”

Non poteva dire che Harry si allenava di notte e lei lo aiutava.

“Studio fino a tardi...sai com’è.”

Il discorso si chiuse lì, ma gli occhi di Felpato si intorbidarono: “Mi nasconde qualcosa...”


Emily guardò l’orologio, l’ora x era scattata, buttò all’aria le coperte, e si alzò, era già vestita.

Corse fuori la porta, scese gli scalini come se avesse le ali ai piedi, e non si accorse dello scintillio d’oro che cadde sul pavimento, mentre il ritratto della signora grassa si chiudeva dietro di lei.


Dei passi silenziosissimi sulle scale del dormitorio maschile, ed ecco il volto del rampollo Black, illuminato dalle candele, guardò il ritratto, poi, il ciondolo, si chinò e lo raccolse stringendolo nella mano.


Il Giorno dopo era una splendida giornata di sole, perfetta per la partita, i Grifondoro stupiti di giocare ugualmente  erano abbattuti: cosa avrebbero fatto senza il loro Capitano?

“Ragazzi, dobbiamo fare del nostro meglio!” disse Sam decisa.

Ma gli altri non erano così entusiasti.

“ COME FARA’ LA SQUANDRA  GRIFONDORO  SENZA CERCATORE?” domandava  il cronista.

“Senza cercatore? E chi  ha detto che non ce l’ha?” gridò una voce.

Tutti si voltarono e videro James Potter che camminava con la sua scopa e la divisa e la spilla da capitano.

“Potter?!” esclamò Sam sbalordita.

“Pensavate che vi avrei mollato? Sono o non sono James Potter?” disse e si librò nell’aria. Seguito da una  squadra scioccata  ma decisamente di buon umore.


“Quello è James?!” esclamò Lily dagli spalti.

“lo sapevo.” Disse Remus.

Emily si alzò di scatto e urlò:”Potter! Siamo tutti con te!”

Seguita da  il boato degli altri tifosi.

“Perché ho l’ impressione che tu ne sai qualcosa?” disse Sirius ma con il sorriso a trentaquattro denti.

“ Beh, ho trovato una magia che ha permesso di giocare a Ramoso, a patto che subito dopo torni defilato infermeria! Ah Silente ne è a conoscenza!”

Questo bastò a Lily e Remus e anche a Sally che era molto felice per James, nonostante fosse di Corvonero, e poi, il quidditch le interessava poco. Preferiva di gran lunga i duelli.

Eppure Sirius la guardava con un misto di ammirazione, preoccupazione e affetto.

“Che c’è perché mi guardi così?” chiese lei.

“No, niente.”


Ovviamente Grifondoro vinse, ma ha mostrare il boccino non c’era James bensì Harry.

Fu inondato dalla squadra, il boato di applausi, gli ricordò quando giocava...e tornò quella sensazione di felicità.

“ragazzi, lasciatemi...devo tornare in infermeria! O Madame Chips mi uccide!” disse toccando terra e senza dire altro corse verso il castello, se ne andò come era venuto.

“Sei stato fantastico!” gli disse Emily che lo aveva affiancato.

“Già... ed è andato tutto bene.”

Velocemente, attraverso passaggi segreti raggiunsero la stanza delle Necessità.

Harry si buttò sul letto.

“Finalmente...ero nervosissimo!”

Emily si sedette per terra.

“Già... se ci scoprivano! Però è andato tutto bene!”

“Non proprio.”

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Capitolo 6
*** Smascherati! ***


Capitolo 6 -smascherati!





Si voltarono e videro Sirius Black, appoggiato allo stipite della porta.
Emily scattò in piedi, non staccò gli occhi dai suoi.
“Sirius, c’è una spiegazione a tutto!”
James con il pigiama zoppicante lo aveva raggiunto seguito da Lily e Remus.
 “Ah sì?”
Harry si batté una mano sulla fronte: “lo sapevo...lo sapevo...”
“Non è vero, Harry! Lo avrebbe comunque scoperto... Disse Emily.
“Ah tu saresti Harry?” chiese Remus.
“Sì...”
“Non capisco...” disse Lily confusa.
Si sentì un verso di sofferenza.
“Dai, siediti...” disse Harry a James, e lo aiutò a stendersi.
Sirius ed Emily continuavano a guardarsi, gli occhi di Emily lucidi, lui si avvicinò asciugandoli.
Prese dalla tasca e tirò fuori un ciondolo.
Emily  sgranò gli occhi,  e avvicinò la mano al collo.
“l’hai persa ieri sera. Mi sembravi strana, così volevo vedere dove andavi, ma  visto che ho trovato questo ha cambiato tutto. Lo ho visto tante volte al collo di Sarah, sapevo che si era rotto e ho chiesto conferma a Sal, e lei ha detto che lo ha ancora nel suo porta gioie. Come facevi ad averlo tu? Poi, ho visto che andavate in una direzione opposta all’infermeria, ma non so perché mi diressi verso l’infermeria e James era
 sul letto senza divisa... come ha fatto se era con te? Vi ho visti salire le scale. ho chiesto spiegazioni a James, eccomi qui.”
“ Ecco... il fatto è... è che noi veniamo dal futuro.”
“ Lo so. L’ ho capito anche se Ramoso continuava a blaterare.. anche se sembra impossibile,  ho capito chi eri... quello che provo, mi dice questo...me lo dici tu ogni volta che ti guardo,e mi sembra di rispecchiarmi o vedere...”  
 “ Te stesso.” Completò Emily.
“come siete arrivati fino a qui?” chiese Remus

Harry  spiegò da capo cosa era accaduto, cosa Silente aveva detto.
“Tutto torna, ora!” disse Remus.
“Dovevi portare il cibo ad Harry!” disse Lily.
“Quindi,tu sei...” Felpato non riusciva proprio a dirlo.
Emily lo capiva benissimo, infondo anche per lei era difficile.
“Sì...tua figlia!” esclamò vivace James.
Sirius non parlò guardò quella ragazza, che d’un tratto era così tanto simile a lui, ora capiva cosa, erano quei sentimenti che provava per lei, perché si preoccupava per lei: era una parte di lui, e questo andava oltre ogni ragione.
“E pensare che te la volevi portare a letto!” continuò James.
“non è vero,diavolo di un cervo! Mi sembrava di conoscerla!” disse Sirius rosso in viso, scatenando l’ilarità dei ragazzi alleggerendo la tensione che inevitabilmente si era andata a creare.
Lily non smetteva di guardare Harry, sorpresa di come fosse uguale a James e allo stesso tempo così diverso.
Era suo figlio...suo e di James, che strano... capì che quella volta il Potter non più in sé era lui... sorrise all’idea.
Sirius si sedette ed espresse il pensiero  un po’  di tutti: “perché James è stato messo al corrente?”
“Aveva visto Harry quando La Mcgranitt lo ha portato dal preside pensando che la stesse prendendo in giro....Ha lasciato Harry e due minuti dopo si trova Ramoso che si comporta come se niente fosse!  Era ovvio che avrebbe voluto spiegazioni.”
“Silente, aveva detto per non creare troppi inconvenienti era meglio evitare di spargere la voce..”
“Ok, in che modo però, il fatto che siete qui creare problemi, cioè, la magia che vi a portati qui è fatta in modo tale che noi dimentichiamo tutto...” notò Lily.
 “non è così semplice...”
Emily si alzò e andò a prendere la borsa  e tirò fuori un libro davvero antico e prezioso. La copertina non era fatta di semplice cuoio, anzi sembrava d’oro, ricoperto di pietre preziose, rubini, smeraldi, zaffiri, e acque marine.
“Wow! Dove lo hai trovato.”
“In biblioteca.” Disse lei.
“Starno perché quello non è un libro della biblioteca.” Disse Remus.
“cosa?”
“sì, credo che sia stato messo lì per noi.” Rispose Harry.
Ci fu silenzio, così Emily capì che  poteva andare avanti.  Andò alla pagina che le interessava.
Cercò di spiegare quello che lei aveva capito, come il tempo fosse quasi innaffiabile con le sue regole di relatività, come si potesse rimanere sospesi nel tempo, come la povere immobile, poi, mossa freneticamente e di nuovo tornare nella sua staticità.
Se, anche per poco, le persone venissero a scoprire delle sconcertanti cose sul futuro potrebbero commettere delle azioni  irreversibili che, sconvolgerebbero l’equilibrio, la gerarchia degli eventi cui non basterebbe cancellare la memoria....
 Harry ed Emily raccontarono  come era stato difficile tenere tutto nascosto, e come fosse importante che loro non sapessero più dello stretto indispensabile.
Non fecero domande su quello che turbò quella volta Emily, però sentiva  i loro dubbi, li sentiva come macigni, perché non aveva una risposta  lei per prima.
“ora?” chiese Remus.
“Toccherà continuare così.”
“Sta volta non siete da soli!” esclamò Lily.
Portarono, in seguito, James in infermeria  che  dovette sentire l’infuriata di Madama Chips, su qualcosa chiamata incoscienza: quello che l’infermiera  non capiva o semplicemente non sapeva era che, chi non sa cosa sia la coscienza difficilmente capirebbe cos’è l’incoscienza.
Era il caso di James Potter, che si ritrovò con un gran mal di testa senza aver capito un h del rimprovero.
Nessuno fu risparmiato, da Sirius a Emily che, sembrava assente.
Sirius le strinse la mano e lei alzò lo sguardo e capì che lui la capiva.
Ancora non sapeva cosa fare dopo essere tornata al suo tempo.
Tacere o chiedere?
Ricordò le parole di suo padre:
“ Hai chiarito con i tuoi?”
“No. Non è che fa molta differenza, ormai.” Disse alzando le spalle.
“Non è vero! Fa tutta la differenza del mondo.”
Sorrise, si stava abituando all’idea. Si stava abituando all’idea che quel ragazzo così ribelle, pieno di vita fosse suo padre.
Si rendeva conto anche di quanto il padre che l’aveva cresciuta come se fosse figlia sua quanto amore le aveva dato.
Non avrebbe cambiato le cose, eppure era felice lo stesso.
Vennero raggiunti da Sarah e Piter, i quali non si capacitavano dove gli altri dove fossero finiti.
Non poterono lasciarli ignari. Mentre Lily raccontava,  Emily si strinse nel braccio di Sirius, nascondendo al testa, intimidita come quando era piccola, che amava nascondersi dietro suo padre ed osservare le altre persone grandi nella stanza.
“Ovviamente, porterò io da magiare ad Harry. Se non ti dispiace Em...”
La ragazza fece segno di no.
Stesse regredendo? Infondo se i loro genitori provavano sentimenti fortemente genitoriali, perché lei non poteva provare sentimenti da figlia? Fosse parte del gioco?
 Guardò Sua madre preoccupata, ma lei le fece un sorriso di incoraggiamento.
“probabilmente fa parte delle situazioni distorte create dal vostro arrivo. Niente di preoccupante.”
Sembrava che gli avesse letto nella mente.
“Infondo, anche voi avete avuto comportamenti impensabili in una situazione normale...” notò Remus con il suo santo buon senso.
“ E’ lampante che questa non è una situazione normale!” finì Lily.
Sii sentì improvvisamente più tranquilla, e meno preoccupata.
“Silente, sa sempre quello che fa, Em... andrà tutto bene.”
 Andrà tutto bene...  forse era l’unica cosa che in quel momento voleva sentir dire.


Harry misurava a grandi passi la stanza,  non sapeva cosa pensare, davvero.  Cioè,  in quella situazione inverosimile, non riusciva a pensare a nulla, e la cosa lo impicciava: si era trovato in situazioni assolutamente più pericolose e peggiori di quella, aveva avuto esperienze che nessuno della sua  età osava immaginare; ed era riuscito a mantenere il sangue freddo. Ebbene, quella cosa che gli era capitata lo mandava in pallone.
Come era possibile? Harry Potter, il bambino – che – è sopravvissuto, Il Prescelto,  ed Il Salvatore del Mondo Magico come negli ultimi tempi era moda chiamarlo, colui che aveva sconfitto il più grande mago oscuro di tutti i tempi, entrava in crisi perché ha incontrato mamma e papà in un viaggio nel tempo del tutto inaspettato?
Ci sono cose, che,  se pur semplici, non così mortali, siano davvero difficili da affrontare.
Sorrise tra se, per la seconda volta nella sua vita, desiderò fare un altro giro con l’ungaro spianto. Il che era assurdo.
Sentì bussare, e poi comparire una testa rossa: sua madre.
Gli sorrideva dolcemente, dietro di lei galleggiava un vassoio con appoggiata la sua cena.  Quello che lo spaventava era  scoprire cosa aveva perduto, assaporarne un poco e riperderlo di nuovo. Sarebbe riuscito ad andare avanti? Era la stessa situazione dello specchio delle brame, aveva paura di non riuscire più a fare a meno di quel falso riflesso. Era più brutto conoscere i propri genitori e poi perderli, che non conoscerli affatto. Li rimpiangi,  ti mancano, eppure , riesci a fartene una ragione, non sai com’erano, non li ricordi, non  perdi tempo con loro, non li addomestichi, perciò fa meno male, non sei abituato alla loro presenza, non capisci fino a che punto loro ti mancano. Lui c’era passato con Sirius: si era abituato alle sue lettere, alla sua risata, al solo pensiero che lui c’era e che avrebbe potuto chiedere a lui. Quando se ne è andato il dolore era talmente forte che è impossibile descrivere.
Nel momento, però, che sua madre gli si avvicinava, che lo guardava orgogliosa, seppe che avrebbe veramente accettato la loro assenza. Erano lì per questo, infondo.  
“la cena è servita!” esclamò Lily appoggiando il vassoio con un movimento della bacchetta su un tavolo apparso dal nulla.
“Buon appetito!”
“Grazie!” rispose Harry e sedendosi .
Lily lo osservava, comparve una sedia e lei si sedette di fronte al ragazzo.
“Ti dispiace se ti faccio compagnia?”
“No!”
“Ho chiesto io a Em di poter venire...anche perché lei era un po’, come dire, sotto sciock.”
Harry annuì senza rispondere.
“Come te del resto.”
Fu il turno di Harry ad essere rincuorato da sua madre, poiché come Emily la parte di bambino che c’era in lui ( come ce l’abbiamo tutti) si era svegliata.
Il ragazzo poteva ricondurla anche a quell’ansia che poco prima lo tormentava e che era sparita vedendo il sorriso incoraggiante di Lily.
Faceva parte del gioco in cui erano entrati, era come le controindicazioni di qualche pozione o incantesimo.
Ne coricarsi  Harry pensò che in quell’avventura la protagonista della storia fosse Emily; lei, che del suo passato non sapeva nulla, lei che doveva fare i conti con delle verità dolorose.  Il suo ruolo era più oscuro. Nonostante ciò non era del tutto vero.
Mentre Lily gli rimboccava le coperte, e gli dava il bacio della buona notte, capì, che la sua presenza era importante poiché lui faceva parte del quadro generale, della storia, era importante che lui sapesse chi fosse Emily. Qualcosa gli diceva che quello era solo l’inizio.
 Ma,Ormai c’era abituato.

Emily corse per le scale, prese il suo pigiama e riscese giù più veloce ancora. Sirius e gli altri l’aspettavano nella sala comune.
“Inizi a viziarla, Felpato! Non va bene!” diceva Ramoso.
“Zitto tu!” esclamò Emily  ai piedi della scale, fece un salto e piombò tra le braccia di Sirius felice.
“Guarda che è solo per sta sera!” disse lui.
“E’ colpa della distorsione temporale, devi assecondarmi!”  rispose Emily.
“Già, ma non possiamo dormire insieme sempre!”
“Da quando sei così responsabile?” chiese Remus.
“Da quando ho una figlia, Lunastorta!”
Tutti scoppiarono a ridere.

Il giorno dopo a colazione Emily  vide un gufo planare verso di lei, gli occhi dei Malandrini si posò su di lei. Prese la pergamena con mano tremante, e capì che era di Silente.
Guardò gli occhi puntati su di lei e annuì. Remus lasciò andare la posata, e la esortò a leggere.  
Una scrittura obliqua ed elegante le diceva che alle nove doveva presentarsi nell’ufficio del preside, aveva trovato il modo per farli tornare a casa o, il loro tempo era scaduto.
“Come funziona?” chiese Lily.
“Non lo so di preciso. Ma, credo che ad un certo giorno, ad una ora e ad un posto preciso il portale si apre e ci riporta indietro.”
“Come mai, allora siete arrivati qui senza nessun preavviso?” chiese Remus.
“ non è come una gira tempo ,non decidono le persone. Per tornare, è diverso, e comunque, non lo decidiamo noi. Forse Silente ha scoperto il modo di sapere di preciso quando si aprirà.”
“Hm...”
“Che cosa è quel suono Sirius?”
“Cosa accade se non riuscite a passarlo?”
“Dovremo aspettare la prossima apertura... il che vale a dire fra 100 anni.”
“Vorrà dire che farò il ragazzo padre!”
“Hai detto una colossale stronzata, Sirius.” Disse Remus.
Il gruppo scoppiò a ridere.
L’imminente incontro con Silente  rese tutti un po’ nervosi. Decisero che per quella sera avrebbero dormito tutti nella stanza delle necessità.,Tranne Piter che, ebbe un brutto incidente con un incantesimo, così che i ragazzi avrebbero raccontato in una volta sola di cosa silente aveva detto loro.

“Professore, ci hanno beccato.”
“Lo so. È un bene che sia accaduto, doveva, direi.”
Em ed Harry  furono stupiti, cercarono di dire qualcosa ma Silente li fermò:
“Di domande possiamo farne  molte e risponderne a poche, ahi me. Vi chiedo di prendere questo viaggio inusuale come una delle tante avventure che il destino poteva donarvi. L’importante è,  sapere, capire e alla fine accettare. E si accetta soltanto vivendolo sulla propria pelle. Voi ci siete riusciti anche se non ve ne siete resi conto. Lo capirete solo tornati a casa, immagino.” Disse il vecchio canuto preside sorridendo dolcemente.
I ragazzi annuirono aspettando qualche sorta di ordine.
“Sarò breve. Quando siete stati trascinati qui, era di notte, infatti, la mattina voi vi siete trovati già qui. Per cui, il portale dovrebbe essersi aperto, circa  tra la mezzanotte e  l’una.  Un Portale, è abbastanza puntuale, e la permanenza del visitatore per non creare danni, non può durare più di un mese.”
“Quindi dovremo andarcene il due prossimo?” chiese Harry.
Se lo ricordava perché doveva andare alla manifestazione per il primo anniversario della caduta di Lord Voldemort. Motivo perché lui si era recato alla scuola di stregoneria.
“Esattamente. A Mezzanotte in punto.”
“Come Cenerentola, insomma.” Disse Emily.
Il vecchio preside ridacchiò.
“Tu che ne sai di favole Babbane? Pensavo che fossi cresciuta come tutti con quelle di Bartolo il bardo!” chiese stupito Harry.
“Si dia il caso che io sia un’intenditrice ed ammiratrice di favole Babbane... tra parentesi, credo che parlare di morte a bimbi piccoli sia crudele...” disse muovendo i capelli a mo di smorfiosa, che fece ridere ex studente e preside.
“Chiedo umilmente perdono...” esclamò Harry chinando la testa un  poco, sorridendo.
“Dove?” chiese Emily.
“Nella foresta Proibita.”
“Non poteva di certo mancare!” sbuffò Harry.
“Oh, sarà semplice, basta seguire il sentiero, fino ad una radura al centro di essa.”
“Quindi niente acromulantule desiderose di mangiarti a colazione, niente centauri inospitali...”
Stava per dire giganti a cui servono lezioni d’inglese, poi, pensò che Group non poteva esserci.
“No, non credo, proprio!”
“Allora si può fare.”
“Non avete scelta, temo. Manca una settimana, ragazzi. Cercate, di trascorre per il meglio il tempo che vi rimane.”
“ Silente posso fare una domanda?” chiese Harry.
“Certo, ti ascolto.”
“Noi ricorderemo qualcosa?”
“Sì. Tu vieni dal futuro dove gli avvenimenti del passato si sono conclusi, perciò non esiste il pericolo perché tu possa cambiarli.” Rispose Silente.
“Ed io potrò scoprire tutto.” Disse Emily senza alcun senso.

Non sapeva quanto l’evento la spaventasse. Tutto era accaduto troppo in fretta perché lei si rendesse conto. Era stata risucchiata nell’altra metà del cielo, dove una realtà diversa da quella in cui aveva sempre creduto. Ad esempio, sua sorella Jill, non era sua sorella, ma sua cugina, i suoi genitori non erano i suoi, ma erano dei zii, sua zia era sua madre... suo padre era un famosissimo ricercato innocente, morto in battaglia. Qualche differenza, la faceva no?
Era come se la sua vita di punto in bianco non era più sua... e scoprirsi diversa, quasi un’altra,  nonostante se specchiandosi sullo specchio il suo volto, i suoi capelli, il suo corpo erano uguali  a prima, così come il suo carattere.
Era Emily con variazione: non più Atkinson, ma Black.
Se pensava a suo padre le veniva uno strano nodo allo stomaco:  era stato vittima di una grande ingiustizia , aveva passato dodici anni di prigioni con Dissennatori, tre anni di latitanza senza poter vivere abbastanza a lungo da poter vedersi restituire la libertà. Era brutto vedere sorridere Lily e James insieme agli altri malandrini, senza poter evitare di pensare al loro futuro.
Di solito Emily si voltava verso Harry per vedere l’espressione del suo volto, certe volte le era sembrato di cogliere una certa tristezza.
Mentre si pettinava i lunghi capelli, Emily pensò che il Preside avesse ragione: farsi troppe domande non sarebbe servito.

La settimana passò in fretta, forse anche troppo.
“ Così, sta sera, ve ne andate.” Disse Sirius atono a colazione, quel due Giugno.
Emily appoggiò la testa sulla sua spalla e disse:
“Sì, è sta sera.”
Non voleva lasciarlo, non voleva lasciare i suoi genitori, eppure, era contenta di avere la possibilità di conoscerli.
“Non fare così! Li rivedrai, no?” disse scherzoso James.


Emily nascose gli occhi sulla spalla di Sirius, Harry  la guardò per poi rispondere:
“Certo! Non è un vero addio!”
Cercò di sorridere per non pensare alla verità.
“ Per fortuna, il piccolo problema peloso di Remus è stato due giorni fa. Altrimenti...”
“Altrimenti, per una volta sarei rimasto alla stamberga senza uscire. È ovvio no?” disse Remus sospirando.
“meglio così, comunque! Mi avrebbe seccato perdere la mia passeggiata notturna mensile...”
“L’avresti fatta comunque. Avresti accompagnato  Harry ed Em.” Costatò Lily.
“Non ci avevo pensato.” Disse James scatenando l’ilarità degli amici.
*****
Salve! Sarò sincera, questa fanfiction avuto un grande sucesso, e  pensare che a me fa schifo! comunque, io sono arrivata a scrivere fino a qui... come accennato, avevo interroto per perdita d'ispirazione, ma, visto il successo inaspettato, proverò a sirivere questa tanto agoniata fine.
Pan_tere94: probabilmente tutti si sono accorti del cambio di colore, ma presumo che durante una partita uno non fa caso al colore degli occhi e poi, Harry avrà preso qualche precauzione... (la verità è che questa storia è tatalmente intricata che mi sono dimenticata di questo particola, chiedo perdono!)
 alice brendon cullen: Ti accontento immediatamente perchè so benissimo cosa  si prova ad essere corrose dalla curiosità! Sepro che ti piaccia questo capitolo.
Rigrazio anche  bianchimarsi ,cesarina89 ,DANINO ,Lars Black ,maryrobin  e chi sta seguendo anche solo una delle mie storie allucinati!
Un bacio, Fanny

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Capitolo 7
*** Il viaggio di Ritorno ***


Capitolo7- Il viaggio di Ritorno




 Quella sera si ripeté ogni singolo fenomeno che si era verificato alla sera del loro arrivo.  Harry percepì quasi le stesse emozioni, e comprese che era veramente giunto il momento di andarsene.
 Era curioso, infondo, di vedere come era questo maledetto portale... seguirono le indicazioni di Silente, grazie anche all’aiuto della mappa, riuscirono ad  uscire inosservati.
I Ragazzi li avrebbero accompagnati fino alla limite della foresta. All’apertura del portare tutti le persone del passato dovevano trovarsi al letto.  Il motivo  era presto detto: Il portale per aprirsi necessita di una grossa quantità di magia, tanto che sprigiona una luce  tale da far sembrare che il sole sia sorto; Rischierebbero di essere trascinati anche loro nel Presente, un bel grosso guaio, sinceramente. Di là non c’era nessun Silente in grado di aiutarli.

Il momento degli addii, è sempre una cosa triste, specialmente per Emily ed Harry...Per loro ormai significava, per sempre.
Nonostante tutto si lasciarono con un sorriso.
Emily guardò i suoi genitori e con uno slancio li abbracciò: “Vi voglio bene!”
“Vale lo stesso per noi... comportati bene.”
“Ma ricordati che le regole sono fatte anche per essere infrante...”
“Sirius....!”
Scoppiarono a ridere.

S’incamminarono senza voltarsi, perché altrimenti sarebbe stato più difficile...una cosa  li rincuorava:  Nel loro presente, ad attenderli c’erano molte persone che volevano bene loro.
Era questo l’importante.
“Voglio che mi prometti una cosa, Harry.” Disse Em.
“Cosa?”
“Che quando saremo tornati, per prima cosa racconterai tutto a Gin.”
Harry rimase perplesso. Perché gli chiedeva una cosa del genere?
“Hai capito, di questa storia... non è bello essere esclusi da quello che accade a  chi si ama...lei deve diventare la tua prima confidente, infondo dovrei passare tutta la vita con lei...”
Harry arrossi e non guardò Em... c’era qualcuno ancora più diretto di Ginny...Beh, con il padre che aveva. Sorrise e accettò di mantenere la promessa, con una sola condizione.
“Tu non devi avere paura di scoprire la verità.”

Emily annuì, sarebbe andata fino infondo come faceva sempre.  I suoi pensieri furono distratti da una luce che s’intravedeva fra le foglie, quello doveva essere il Portale che stava aprendo, ne erano sicuri entrambi.
Fecero una corsa e furono inondati da una luce immensa, che li trascinò dentro di se: fu una cosa straordinaria, perché videro passare milioni d’immagini sfuocate, di voci, di risa, di tante cose, ma ce ne fu una che colpì più di tutti: era il loro passato, c’erano immagini di quando erano piccoli, ricordi di scuola, come se fosse un riassunto della loro vita fatta d’istantanee, che sempre sarebbero rimaste in loro.

Emily si ritrovò nel suo letto, nel suo dormitorio, si alzò dal letto d’scatto, era mattina,  le sue cose a loro posto, prese il calendario:  2 Maggio... Sì, era stata una notte lunga un mese. Si  voltò verso i letti delle sue compagne, che dormivano profondamente.

Tutto era come prima. Emily era  completamente diversa.

Harry si guardò intorno basito. Dove immaginarselo, come doveva finire. Sospirò e scese a far colazione, sicuro che, questa volta, madama Rosmenta non avrebbe fatto la pazza.

Ad aspettarlo c’erano   dei dipendenti del Ministero vestiti di tutto punto, sorridenti, immersi i ossequiose conversazioni,  sembravano dei manichini...ed per un mago non doveva essere un bel complimento.

Harry pesava ad Emily, a come potesse sentirsi, e non  di certo alla grande manifestazione che da lì a poche ore avrebbe partecipato.

Entrambi cercarono di comportarsi con tutta la naturalezza di cui erano capaci, sapevano bene di chi fidarsi e di chi no. Em, ad esempio, sapendo che Harry stesso avrebbe raccontato ogni cosa, si risparmiò dal farlo lei.
Non era pronta, si disse. Non era pronta di farlo sapere a tutti. Quell'avventura era stata di vitale importanza per lei, forse, di preparazione a quello che sarebbe dovuto venire.
Harry, lo sapeva, e l'avrebbe rispettata.
Rise con le sue amichi, fece colazione come tutte le mattine, scelse il posto migliore per ascoltare la conferenza, che si teneva vicino al lago Nero, per problemi di spazio.
Fece quello che avrebbe fatto se non fosse mai accaduto niente.  Lei era comunque la stessa persona, e, nulla di tutto quello doveva turbarla... presto o tardi avrebbe capito.


Fu una di quelle  conferenze piene di discorsi noiosi, di persone noiose, di frasi scontante, di inutili informazioni fallaci.
Tuttavia, c’era sempre qualcosa da imparare anche lì.

Il Momento della verità  si stava avvicinando pian piano...
***********
Captitolo non troppo lungo...anzi direi che telegrafico sia la parola che gli si addice meglio... per i miei standar, s'intende. Questa trama è abbastanza intricata, e ho la necessità di procedere lentamente. Se non volgio che venga un pastrocchio.  i primi sei capitoli sono stai per mesi fermentati nella mia testa, hanno avuto innumerevoli versioni, revisioni e chi più ne ha più ne metta... fra l'altro ha pure una storia preparatoria...è allucinate, quindi abbiate pazienza. Spero che questo capitolo vi piaccia, nonostante non dica un gran che... lavorerò sodo, ve lo prometto! Gli esami sono finiti, per cui ho sicuramente molto più tempo. Un Grazie a tutti quelli che Seguono Il potere del tempo! 
Un bacio, Francy




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Capitolo 8
*** Il viaggio di Ritorno seconda parte ***



C’era suo padre ad aspettarla al binario, sorridente perché la sua piccola peste tornava a casa dal suo ultimo anno scolastico, con dei risultati eccellenti.
Emily gli corse incontro e lo abbraccio forte, un po’ per i sensi di colpa, molto perché gli voleva veramente bene.

Lei aveva il diritto di conoscere la verità, non rinnegava nulla, ne l’affetto che le era stato dato, ne il loro essere una famiglia... doveva conoscere perché era giusto che sapesse chi in realtà lei fosse.
Non sarebbe cambiato nulla fra di loro, era una certezza che nulla avrebbe potuto corrompere. Emily guardava sua madre aspettando che lei parlasse , decisa con quella certezza negli occhi.
Margaret , al contrario, si vide crollare ogni certezza alla luce di quello stesso sguardo. Aveva lasciato che il tempo scorresse ed ogni minuto che passava raccontare riusciva sempre più difficile, con quali parole raccontare quelle decisioni che un tempo le erano sembrate l’unica soluzione? Con quale coraggio, dirle di un passato taciuto? Sapeva bene che quel momento sarebbe comunque giunto, e le conseguenze delle azioni sarebbero state evidenti.
“ Come lo hai scoperto?”
“ pensi che abbia importanza, mamma? L’ho scoperto. Ora tocca a te.”
L’aveva chiamata mamma senza la minima esitazione, come se quella pesante verità non avesse pesato sul suo affetto per lei, questo bastò a darle coraggio.
“Anthony, per favore lasciaci sole.”
Il marito, colto da un momento di commozione, non parlò, silenziosamente lasciò la stanza, sperando solo che sua moglie fosse in grado di affrontare da sola quella situazione.
Margaret, si sedette sul divano, con gli occhi bassi sospirò per prendere aria, era un discorso lungo e denso di significati.
“Pioveva quella sera, era uno dei più brutti temporali della stagione quando rividi tua madre dopo ben 9 mesi che se ne era andata. E’ stata come un’apparizione, vidi la sua figura fra il buio, illuminata da un lampo improvviso. Voldemort e suoi la facevano da padroni, e Silente le aveva chiesto di avvertire i maghi stranieri della possibile minaccia, era in Irlanda, e non l0aspettavo certo, non dava sue notizie da tempo. Era grossa come una balena, aspettava te. Tu sei nata circa una settimana dopo, nella camera degli ospiti al secondo piano. Era così felice, era radiosa. Non disse nulla a tuo padre, perché, diceva lei, voleva proteggerti da eventuali ritorsioni da parte dei Mangiamorte.”
Emily ascoltava rapita, perché aveva aspettato anche troppo, avrebbe potuto mandare un gufo, non l’aveva fatto. Dovevano guardarsi negli occhi.
“Era una bugia. Lei aveva paura di quale reazione avesse potuto avere tuo padre. Aveva paura di scoprire che non l’amava abbastanza, che fosse troppo giovane e immaturo per una cosa del genere, perché anche lei si sentiva alla stessa maniera.”
“Continuo a non capire, però...”
Margaret sorrise, anche lei e Anthony avevano stentato a comprendere all’epoca. La posta era troppo alta.
“I tuoi genitori, si amavano moltissimo, ma a modo loro. Erano entrambi due spiriti liberi assetati di avventura... si prendevano e si lasciavano, era un rapporto il loro denso di silenzi significativi, di muri invalicabili. Potevano stare anche mesi senza vedersi e parlarsi, per poi tornare insieme come se nulla fosse stato. Quando aspettava te, era in uno di quei periodi in cui non si vedevano. Ovviamente c’erano delle difficoltà oggettive, ad esempio, le intercettazione dei gufi, comunicare era difficilissimo, e due come loro occupati nella lotta contro Tu-sai-chi, era ancora più difficile. Forse era vero anche quello, ma non era il motivo principale.
Non ebbe più modo di parlare con lui, Emily, sai perché.”
Emily non disse nulla, sapeva che per lei era ancora dura parlare della morte della sorella, è forse il più brutto ricordo che conserva nascosto in un angolo del cuore.
“Sarah decise di non tornare in Inghilterra, questa volta, la decisone era veramente per la tua protezione, tu non potevi che essere la figlia di Sirius Black, per la comunità magica tu saresti stata soltanto la figlia di un criminale che aveva commesso il peggiore dei crimini... hai vissuto quello è accaduto alla sua fuga. Che razza di vita avresti fatto, se i maghi avessero saputo di chi fossi figlia?”

Merlino, se era vero... era a conoscenza del putiferio che la fuga di suo padre aveva scatenato, probabilmente avrebbero trattato anche lei come criminale.

“Hai vissuto due anni a Dún Laoghaire, poi però tua madre si ammalò in quel maledetto centro ricerche per le malattie magiche. Toccava a me perdermi cura di te. Tu non sei come una figlia, tu sei mia figlia, voglio che tu lo sappia! Ne io ne Anthony ti abbiamo mai visto diversamente. E’ stato questo che ci ha spinto a continuare a tacerti la verità. Oltre, perché ormai al punto a cui si era arrivati, non si poteva fare diversamente. Per tutti sei diventata nostra figlia.
Quando mi fui accertata dell’innocenza di tuo padre, feci quello che Sarah non aveva potuto fare di persona. Non voleva nascondere a lui una verità talmente importante, voleva essere sicura che fosse il momento giusto. Credo che si sia pentita molto di quello che aveva fatto, fu il suo unico rammarico prima di morire...nella malattia aveva maturato la certezza che lui fosse innocente, non so perché, eppure lei ne era sicura.”



Margaret si alzò e fece sego a Emily di seguirla , salirono le scale andarono nella stanza da letto, aprì un cassetto, e ne tirò fuori una busta. Emily la prese con mani tremanti e capì che quella doveva essere di suo padre. Abbracciò stretta sua madre sussurrandole che le avrebbe sempre voluto bene e capiva le sue ragioni.
Corse in giardino nel suo angolo segreto, e si apprestò a leggere.

Cara Emily,
è molto strano scriverti; è buffo scrivere ad una ad una sconosciuta, un estranea molto importante, però.
Sono diverse notti che non riesco a dormire all’idea di avere una figlia che non conosco e che non mi conosce. E’ tutto così strano ! Questa notte, ho deciso di buttare le coperte all’aria e scriverti, per quello che possa valere. Non sono mai stato bravo con le parole se non si trattasse di rispondere per le rime a qualcuno. I sentimenti, ecco, quelli proprio non ci so fare; Sarah lo diceva sempre.
Partiamo dalla sua lettera, insieme ad un biglietto di tua zia, cioè, tua madre, quella che ti a cresciuta. E’ stato uno sciock bello forte, sai? Il mio primo istinto è stato quello di alzarmi e correre da voi con la pretesa di spiegazioni meno filosofiche.
Ho odiato Sarah, perché mi ha nascosto una cosa così importante! Dico, non si fidava di me? ho odiato sua sorella e suo marito: non che faccia molta differenza; in questo periodo odio tutto, queste quattro mura in cui sono costretto a vivere, Kreacher l’elfo domestico, Silente perché mi continua a ripetere di non uscire, Codaliscia, il dannato destino. Tutto.
Non l’ho fatto, come puoi costatare. Chi ero per entrare all’improvviso nella tua vita? Sono solo un uomo accusato di un delitto mai commesso (perché l’uomo in questione è vivo e vegeto ed in ottima salute, più di me), di avere tradito il mio miglior amico, è forse quello che fa più male. Oltre hai vari sensi di colpa ...Comunque, per te sono uno sconosciuto , un pazzo (non negherò di esserlo sempre stato), che avrebbe rovinato per sempre la tua serenità. Ho capito che volevano solo proteggerti, non volergliene per questo. Probabilmente, Tuo padre è stato un padre migliore di quanto avrei potuto essere io. Soprattutto se rinchiuso in un carcere. Come una signora mi ha gentilmente ricordato. Non era riferito a te, ovviamente.
Non nascondo l’amarezza che ho, l’idea che per anni ero ignaro di te, mi fa rabbrividire, che non sono potuto rimanere accanto alle persone a cui volevo bene, è terribile.
Ho amato tantissimo Sarah, anche se non glielo dicevo.
Sono proprio invecchiato: capisco ora quello che vuole dire Remus Lupin, lo conosci,no? Ha insegnato anche a te.
Quello che volevo dirti in questa lettera,non lo so nemmeno io. Non so se ci conceremo mai,per questo, non volevo morire prima di dirti qualche parola. La consegnerò a Meg, e lei saprà quando sarà il momento di consegnartela.
Mi ha parlato di te, mi ha spedito alcune tue foto, che ho nascosto accuratamente. Mi sono commosso, e non lo faccio mai. E’ vero mi somigli. Non so se è un bene. Assomigli tanto anche a Sarah... ritieniti fortunata. Non capita tutti i giorni due genitori così meravigliosi. Sto scherzando! L’ironia non l’ho persa, almeno.
Posso dire solo che sono orgoglioso e che lo sia anche tua madre, quella vera. Non vorrei confonderti, però la situazione è davvero complicata, un motivo in più per acconsentire di tacere fino a che non sarò riconosciuto innocente Se dovesse accadermi qualcosa ho sistemato tutto, e Margaret sa ogni cosa. Non che a te serva qualcosa da me, però, lo volevo fare, perché ci tenevo.
Ti volevo dare una cosa che è appartenuta a Sarah: prima di andarsene me l’ha data perché non mi dimenticassi di lei, ed io la consegno a te perché è giusto che lo tieni tu. E’ è un ciondolo che le ho regalato una volta, visto che quello suo vecchio le si era rotto irreparabilmente.
Credo di aver detto tutto, spero di poterti conoscere, e se non fosse così, posso dire che, nella mia vita, fra tanti errori, una cosa giusta l’ho fatta.

Sirius

Ginny, Hermione e Ron lo guardavano con un espressione indecifrabile, non capiva se gli credevano, o, lo prendevano per pazzo.
“E’ impossibile...”
“Non mi ero mai accorta! Ma è vero le assomiglia tantissimo!” esclamò Ginny. Aveva trovato la spiegazione a quella strana sensazione di somiglianza.
Ginny si chiese in quel momento come stesse la sua amica se avesse già chiesto spiegazione ai suoi... Era forte, ma abbastanza per quello?
Si trovavano a casa di Teddy, per andarlo a trovare. Era cresciuto molto, ed non faceva altro che cambiare colore di capelli. Sembrava pasticcione come Tonks, ma tranquillo come Remus. Ginny vide Harry osservare Andromeda, indeciso se dirle di Emily.
“Se ci penso è vero...per tutte le cavallette! E’ una situazione così strana!” disse Hermione.

Nessuno sapeva dire qualcosa, tanto la rivelazione fosse sorprendente, l’unico che sembrava tranquillo era Harry che continuava a giocare con Teddy.
“ Ecco il tè, ragazzi!”
Andromeda Tonks nata Black, fece la sua comparsa sorridente, con un vassoio con the e pasticcini.
Infondo, c’era tempo per pensare.
Emily osservava il piccolo ciondolo che aveva tra le mani; era d'argento era intatraziato da delicate linee, in mezzo vi era incastonata una luminosa pietra blu: la catena era composta
da delle maglie molto piccole quasi un filo d'argento.

Poichè l'altro (quello che Em perde nella sala di ritrovo N.d.A.) , era ormai vecchio era usurato dal tempo e dal tanto uso, era stato aggiustato troppe volte per essere riutilizzabile, quel piccolo dono era l'unica cosa che avrebbe potuto desiderare: Era il testimone di un amore che, se pur mai coronato, era riuscito a sopravvivere al tempo e alla morte.
Sia Em sia Harry sapevano che niente sarebbe stato lo stesso, eppure tanto più diverso era, tanto più sembrava famigliare... era la leggera pesantezza del corpo con le sensazioni e le emozioni a donare quel tocco d'intimità alle cose.
Black e Potter ritornati uniti come un tempo con la stessa forza dell'amicizia, ma diversamente. perchè si trattava di Emily ed Harry, non più James e Sirius, ecco cosa sembrava familiare, cosa invece era la novità.
Insipiegabile a parole, come così vero e concreto nella mente.
"Se vuoi ti aiuto ad indossarlo!"
Em si voltò verso la voce affinchè potesse ricambiare il sorriso che Ginny le dava.
"Grazie, Gin. mi rispamiresti molta fatica."
Alla fine avevano deciso di andarla a trovare per sapere come si sentisse. La sorprese la tranquillità e la serenità che traspariva dai suoi gesti eleganti.
"Sei in compagnia?"
"Hmm... Harry, Hermione e quello scemo di mio fratello. Sono in salotto."
Le ragazze raggiunsero gli amci in salototto, per far due chiacchiere. Emily spiegò il suo desiderio di non svelare qualsiasi cosa alla società magica, dunque di lasciare il suo cognome. Per lei contava solo di saperlo, non le importava se il resto del mondo ne era a conoscenza, e, del resto si sarebbero evitati molto inutili pettegolezzi.
" Hai perfettamente ragione... immaginate solo a quanti spunti lascerremo in mano alla Rita Skeeter!"
I giovani rabbrividirono al sol pensiero.
Bastò poco perchè la sintonia prendesse il sopravento, e le chiacchiachire riepire l'aria... era estate, il cielo limpido, il canto degli uccelli faveva presagire l'alba di mille altre avventure


Angolo autrice:

Un altro capitolo è stato partorito... spero che ne sia uscito qualcosa di buono... cerco sempre di non essere troppo sdolcinata, spero che l'effetto sia abbastanza drrammatico senza esagerare.
Questa storia è stata aggiunta sette volte fra i preferiti, e mi riempe d'orgolgio!!!! spero che continuerete a seguirla... e RECENSITE!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 9
*** quattro mesi dopo...l'avventura riprese! ***


Se c’era una  cosa  che Emily odiava, erano le persone in ritardo.
Non sapeva perché, era qualcosa di congenito, forse. Non le piaceva  
stare impalata ad aspettare qualcuno.
Questo da quando lei da piccola, aspettava suo padre ferma sul viale davanti casa,sperando che facesse in fretta,  era sempre stata un tipo impaziente.
E pensare che non era  nemmeno il suo vero padre...  e ripensò a quell’avventura indietro nel tempo, e un brivido le percorse la schiena.  Suo padre...tanto assente ma quanto mai presente nella sua vita, nel suo cuore. Era più forte di lei, ma, nonostante fosse vissuto chilometri lontano da lei, lui sembrava così vicino. Forse perché tutti le dicevano che gli somigliava molto e quella strana alchimia che c’era , soltanto osservando una sua foto.  

Emily iniziò a giocare con una ciocca i capelli scuri.
Emily si guardò introno, innervosita.
“Millie, soni qua! Dio scusa, scusa!” disse una ragazza  appena sopraggiunta, con il fiatone. La ragazza si chinò appoggiando le mani sulle gambe.
Emily incrociò le braccia al petto e squadrò l’amica con i suoi brillanti occhi grigi.
“Gin, alla buon ora! Immagino che avrai un ottima scusa in tua discolpa...avanti cosa diavolo è successo, questa volta, per farti arrivare con tre quarti d’ora di ritardo?”
 “Oh, beh, ho fatto tardi per colpa degli allenamenti.”  
“Per sta volta ti perdono, non è da tutti entrare in una squadra di professionista .  di grazia mi vuoi spiegare perché hai voluto vedermi?”
“Te lo spiego strada facendo.”
.
“Mentre giravano per negozi di una Diagon Alley affollata, chiacchieravano allegramente, faceva caldo, e il cielo era di un azzurro intenso. Era facile smettere di pensare.
Gin le disse che sua madre l’aveva invitata a casa sua, per cena il sabato seguente.
 “ Sabato è il tuo compleanno, e  i tuoi non ci sono, infondo!
“Ma....”
“Niente ma, però, forse...tu ci vieni, non ti lascio sola il giorno del tuo compleanno!”
“Ho altre alternative?”
“No! A proposito come va il trasloco?”
“Oh, beh, come sai è sempre complicato, ma ho quasi finito.”
“ Non ho mai capito bene i motivi del tuo trasferirti a Londra.”
“Lo so, Kate. Ho bisogno di cambiare aria.
“Forse hai ragione.” Ammise Ginny.
Era lei ne era  certa, stesso portamento, non poteva essere lei. Una donna con un capello nero in testa osservava attentamente Emily, come se conoscesse lei e il suo triste passato.
La donna, girò langolo quando vide le due ragazze avvicinarsi e potè ascoltare stralci dei loro discorsi.
“Harry e hermione sono ancora al ministero, ma contano di raggiungerci, Harry dice che vuole farti vedere non so cosa. Ti va di andare a vedere i tiri vispi Weasley?”
“Con molto piacere!”
La donna sorrise: era un buon inizio.
Angolo dell'autrice:
Mi prenderete per pazza, e non nego che un po' lo sono. Comunque, l'altro giorno ho avuto un illuminazione rileggendo  miei vecchi appunti, per cui ho ripreso questa storia.  Dopo li  suo sucesso  ( da me non aspettato) , sicuramente tenar non nuoce! E' un po' poco come capitolo ma avevo bisogno di un allaccio. fatemi sapere cosa ne pensate!
Fanny 

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Capitolo 10
*** A casa Weasley ***


  capitolo  10 - A casa Weasley

I ragazzi  si ritrovarono tutti per l'ora di cena, al Paliolo magico, come ogni venerdi. Era una sorta di rito  fra loro iniziato  dopo la fine della scuola... Hermione, Ron eD Harry impegnati con le ripettive carriere non avevano molto tempo per vedersi tutti insieme per cui avevano deciso di scegliere un giorno, un ora per stare tutti insieme a raccontarsi quello che avevano fatto durante la settimana.
Quel venerdì, tuttavia,  qualcuno  si era intrufalato fra di loor senza invito e li speava silenziosamente, aspettando il momento giusto per  avvivinarla e poterle parlare. sapere che quei due erano amici aveva acceso una idea in testa, per quanto assurda poteva essere sembrava veramente possibile.
Dopo anni di studio, di ricerche ,di notti insonne, di pasti miseri aveva trovato la soluzione ad ogni suo problema. Tra l'altro era giorni che pedinava quella ragazza....e solo quella sera era riuscita a scoprire tanto.
La ragazza lasciò gli amici davanti all entrata babbana , aveva avuto notizia che abitava non troppo lontano da lì, in una mansarda, e, secondo certe voci era appartnuta a niente i meno che  a Sirius Black.
Avvicinarla fu un gioco da ragazzi: "Posso parlarti, Emily Black?"
Em rimase immobile, con le chiavi  fra le dita lunghe, impassibile, senza voltarsi rispose che evidentemente aveva sbagliato persona. La risposta che ricevette la lasciò senza parole.
"Come mi voressiti dire che non sai chi sei? beh,se fosse così sarebbe il caso di rimediare...oppure il tuo è un blef? vediamo un po' ,quanto credi che pagerebbe Il settimanale delle streghe per una notizia del genere? mille galeoni? o forse di più?"
Gli occhi di Emily si splancrono, sapeva benissimo in che posizione di alto spicco e riguardo si trovavano i suoi, una cosa era certa sarebbe accaduto il fini mondo.
" Quanto denearo vale la figlia di Sirus Black? lasciatelo dire, per bellezza non hai prezzo."
Un pop fece capire che quella megera l'aveva lasciata in pace, per il momento.

*********
Emily si trovava in compagnia di Harry in una piazzetta davvero spoglia e spenta che non conosceva.
“Vedrai...diciamo che sarà un ritorno alle origini.  Venrdì non c'è stato proprio tempo mi dipiace.”
Grimmauld place, Numero 12 appariva in tutta la sua sontuosità: certo,Harry aveva fatto pulire anche la facciata, le finestre e le gradinate di pietra. Aveva rifatto verniciare anche  la porta, e per cui la casa aveva tutto lo splendore di un tempo.
Emily era rimasta a fissare il batacchio d’argento, che aveva la forma di un serpente intrecciato , poiché quel particolare la lasciava perplessa.
“Non è casa tua vero?” chiese poi.
“Mi è stata lasciata... ma, ho deciso di non viverci...troppo impegnativa. Entriamo, vuoi?”chiese Harry sorridendo.
“Va bene...”
Harry estrasse la bacchetta e picchiò una volta.  Si udirono molti rumori metallici e quello che suonava come un tintinnio di una catena. La porta si aprì.
“Prima le signorine!”
“Ah,ah, spiritoso.”
Harry si fece da parte, ed Emily entrò, subito dopo Harry, che chiuse la porta dietro di sé, e con un tocco di bacchetta accese delle lampade a gas.
“Beh, sono sincero...questo posto la prima volta che l’ho visto io era a dir poco disastroso! Quel vecchio lampadario e  quelli sopra quel tavolino erano pieni di ragnatele... i muri scrostati, un odore di umido e marcio...la casa ha avuto due grandi riassettate! La seconda è venuta meglio, poiché ci ha pensato Kreacher, quando si è convinto a pulire. Poi, ho chiesto io di fare un po’ di ristrutturazioni!”
Infatti, la casa non era male, anzi, quasi calda: Le pareti erano color panna  con  quadri qua e là, il corridoi lungo non appariva tetro le luci erano calde e avvolgenti.
“Dai andiamo, ti accompagno In salotto. Ho cercato di render la casa meno tetra, ma allo stesso tempo lasciare intonso il sua... ehm...stato originario. Sono soddisfatto del risultato: la casa è pulita, ben arredata e in buone condizione con quell’aria di... famiglia ”
Presero a salire  le scale, dopo aver passato delle tende gemelle di velluto ( state cambiate da Harry, poiché le altre erano tarmate).
Salendo Emily si accorse delle teste di elfo sopra le scale.
“Dove diavolo siamo Harry?” chiese indicando le teste.
“Oh, quelli sono gli antenati di Kreacher!” disse  il ragazzo con espressione sorniona.
So fermarono al primo piano.
 “Questa casa è stata per un po’ il quartier generale dell’ordine della fenice. Ma non solo...”
“Uh...ne ho sentito parlare!”
Harry la fece accomodare in  salotto.
“Accomodati, vado a chiamare Kreacher per portarci un tè.”
Emily entrò e andò verso la finestra per guardare fuori. Harry si affacciò sul corridoio:
“Kreacher! sono io, puoi venire un attimo in salotto, per favore?”
 Dopo un po’ il vecchio elfo comparve sulla soglia.
“Ciao, Kreacher! Tutto bene?”
“Si, padrone, desidera, signore?”
“Abbiamo un ospite d’eccezione! Sarai contento di conoscerlo! Sai chi è?”
L’elfo sgranò gli occhi, chi era quella figura alla finestra?
 “Kreacher non lo sa.”
Emily si volto e fece un passo avanti. Sorrise, ci fu un botto: L’elfo si era buttato steso a terra.
Millie rimase un attimo interdetta.
“ Kreacher, dai alzati...” disse ridendo Harry.
“Kreacher non può crederci..I Black...non estinti...la nobilissima casata dei Black...che direbbe la padrona al povero Kreacher!”
Harry riuscì ad alzarlo da terra.
“Hai capito, ora Emily?”
Emily guardò L’elfo inespressiva. Si avvicinò all’elfo chinandosi i in modo che i capelli scivolarono  davanti.
“Ciao, sono Emily. Piacere di conoscerti, Kreacher.”
L’elfo non sembrò articolare parola, aveva riconosciuto di chi era figlia, aveva percepito che però Lei era diversa poteva sentire la sua magia.
 “Puoi portarci una tazza di tè?” L’elfo obbedì immediatamente.
“E’ la casa di Sirius,come avrai capito...quello è il tuo albero genealogico.”
Emily si avvicinò. Toccò la superficie, e sentì una scarica , immagini confuse le passarono nella mente.
“Cosa c’è?”
“Niente, questa casa è antica e vi sono molti ricordi... ho la capacità toccando gli oggetti di rivivere momenti vissuti da altri.” Rispose lei sedendosi.
“questa casa è anche tua.”
“papà la lasciata ha te...e poi, a lui non è mai piaciuta no?
“Cosa?”
“Oh, beh, ha modo loro lo hanno amato,Harry. In un modo sbagliato, forse. Ma lo hanno fatto.”
Entrò Kreacher con il tè e un piatto assortito di dolci fece un inchino profondo e se ne andò.
“E’ lui che...”
Harry annuì
“Non ce l’ho con l’elfo...ovviamente papà ha sbagliato. Trattarlo con più rispetto e meno indifferenza era più che giusto. Ma non lo biasimo, non era facile per lui, in quella situazione: si era ritrovato per l’ennesima volta richiuso, in quella casa poi...Kreacher rappresentava tutto ciò per cui lui aveva lottato per allontanarsi e cancellare. Ma, la famiglia non si cancella: in fondo è lei che fa la storia di una persona...decidi tu chi vuoi essere, ma  se per 16 anni hai vissuto in quel contesto, è difficile che non ti influenzi.”
“Verissimo... senti, cosa vuoi fare? Sai a cosa alludo, no? Magari la festa alla Tana è un modo per dire agli altri la verità”
“Non credo di essere pronta... la mia vita è stata stravolta abbastanza già la primavera passata..”
“Aspetta a te decidere...  come va l’apprendistato al San Mungo?”
“Me la cavo egregiamente! Sono la degna figlia di mio padre!” rispose mentre legava i lunghi capelli   dietro la testa con due bastoncini.

La vita da maghi adulti era  iniziata da un po’ per il trio di amici:  Harry era  aveva passato a pieni voti l’esame per  Auror, Ron aiutava George al negozio , Hermione  lavorava nell’ufficio dell’applicazione Magica., nello stesso piano di Harry. Mentre  per Em e Ginny, era ancora del tutto nuovo:  Harry, per questo sorrideva all’entusiamo che entrambe mettevano in tutto ciò che facevano.
L'eflo entrò portand tè e pasticcini, con un inchino se ne andò.
"Harry, sono spaventata. una donna mi ha minacciato."
Harry momenti non si strozzò con un sorso di tè... Em era fin troppo diertta, alle volte.
"Spiegati meglio."
"Sì insomma, sa  che Sirius Black è mio padre.  e vuole vedere l'informazione ai giornali."
"perchè?"
"per soldi, scemo! credo che mi chiederà dei soldi o non so che cosa...però, devo evitare che vada a parlare con i giornalisti! i miei sarebbero rovinati altrimenti!"
"Lo sanno, piùttosto?"
"No! e tu devi rimanere l'unico ad esserne a conoscenza. volglio vedere dove arriva quella... quella maledetta."
   
Purtoppo non  si fece sentire per il resto della settimana, dall'altra parte Em potè cstatare che la sua ipotesi fosse giusta: sui giornali non c'era nulla per cui, quella voleva prima vedere se poteva estrorcere soldi senza creare uno scandalo, e, Em, doveva contere  il più possibile i suoi comportamenti per non dare ai suoi nemici prove certe o altro materale per ricattarla. Le prove concrete  non esistevano, o, in caso diverso erano in possesso di sua madre Margaret Atkinson era troppo furba e inteligente per farsi fregare dal primo idiota che ci avrebbe provato.
Lei e la sua famglia non avevano nulla da temenre fino a prova contraria.
E il sabato arrivò in un baleno.
E, si scoprì che quella non era una cena ma una festa vera e propria: Le feste dei maghi,dovete sapere, sono davvero grandiose, perché ci sono incantesimi e effetti fantastici. In somma fatine da per tutto, la musica che sembra venire dalle pareti, candele sospese, vassoi che volano da soli! E poi le decorazioni, che cambiano in continuazione da sole, coloratissime e sgargianti.
Harry si smaterializzò  davanti la Tana. Le luci erano accese e si potevano udire i rumori all’interno dell’abitazione.
Bussò forte, poco dopo una Ginny sorridente gli aprì la porta.
“Harry! Finalmente!” esclamò buttandogli le braccia al collo.
“Ciao... cos’è tutta questa confusione?” chiese Harry baciando la sua ragazza.
“Mamma ha invitato un po’ di gente!”
“Un po’?” chiese Harry sarcastico vedendo un mucchio di gente.  Chiese se Emily fosse arrivata e con gran sollievo la risposta fu positiva. Lui e Em non avevano più parlato di quella donna, e sinceramente temeva che la sua amica, che considerava come una sorella potesse fare qualche stupidaggine.
“HARRY ! “ urlò un bambino sui tre anni fiondandosi sulle braccia di Harry.
“Teddy, ci sei anche tu!” disse baciando la guancia baffuta e candida del bambino.
“si ... ci sono pure io. Sono grande, sai...”   disse il bambino.
“Oh, lo so che sei un ometto!  Ma La fai arrabbiare la nonna?”
“Ogni santo momento!” disse una voce.
Harry alzò lo sguardo incontrando quello di Andromeda Tonks.
Gli face uno strano effetto, ancora; assomigliava troppo alla sorella...così simili e diverse.
“Ciao, Andromeda!”
“Ciao, Harry, come stai?”
“Bene, grazie.”
Harry  giocò un po' con il suo figlioccio fino a qunado, Ginny ed Hermione costrinsero i loro ritrosi ragazzi a buttarsi in pista, George si stava già intrattenendo con  Angelina Johnson una sua ex compagna con la quale aveva una relazione, (tralasciamo i commenti di George a riguardo, non sono tanto,casti e puri!) bevendo due calici di Idromele ghiacciato. Percy, per sua gioia, stava intavolando una di quelle discussioni noiose, con Gharam Northing,   su qualche legge magica e  sul mercato: Percy , con suo disappunto, aveva costatato che venivano ancora venduti calderoni scadenti con il fondo sottile, benché lui qualche anno prima aveva stilato una accurata relazione in merito. Che ingiuria! Il punto è che Northing gli dava ragione, sosteneva che non vi era una legge magica che regolasse il mercato di oggetti magici, si trovavano in vendita cose assurde.
Bill e Sua molglie paravano con  alcuni membri dell'ordiene, insemi ad Audrey, la nuova fidanzata di Percy.
Charlie,  Sorseggiava una Burrobirra svogliatamente,quando gli si bloccò il respiro. Okay, Charlie, calmati, si disse mentalmente. Davanti a lui si  stagliava la figura di una ragazza:
Era alta, e il corpo affusolato, un bel seno, capelli lunghi e scuri, gli zigomi leggermente pronunciati , due grandi penetranti occhi grigi, labbra rosse e piene. Era vestita semplicemente con una maglietta leggermente attillata per scoprine le forme, le maniche a palloncino, una scollatura leggera, con un astro legato a fiocchetto sotto i seni. Gli copriva fino al sedere, a mo di vestito e sotto aveva dei pantacollant, e delle deliziose ballerine dorate ai piedi. Nel miglior stile babbano, Infatti, I giovani maghi e streghe vestono quasi sempre come i babbani per due ordini di motivi: Il primo, se dovevano mischiarsi tra loro tanto vale fare del loro modo di vestire uno stile consolidato; il secondo, bisogna ammettere che sono  più comodi  dei vestiti dei maghi e tra l’altro, i babbani se ne intendono proprio in fatto di vestiarioJ.
Era molto attraente e così distrattamente elegante. A guardarla sembrava molto simpatica, non una snob con la puzza sotto il  naso...in quel momento guardava davanti a se con un sorriso accattivante.
Charlie la osservò meglio...perché sembrava così famigliare? Se avesse conosciuto una come lei, non se la sarebbe scordata, facilmente (Qui arrossì furiosamente)

ANGOLO AUTRICE:
Iniziamo già ad entrarci, nella nuova venturs...   spero che vi piaccia! In ogni caso fatemelo sapere! cosa vi piace di questa storia, quello che vi è rimasto più in presso, inomma, un vostro giudizio dettagliato...perchè più voi recensite e più io aggioro presto!!!! Quindi se volete  sapere cosa accade continuate a Recensire!!!!
Un bacio,
Fanny

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Capitolo 11
*** Irish accademy of Magic Art ***


Sirius Black.

Un attimo, un pensiero fulmineo. Cosa centrava,ora, Charlie non lo sapeva.  Scosse la testa e bevve un sorso di Burrobirra. Probabilmente, il modo di appoggiarsi al muro, così  leggermente, gli aveva  ricordato un po’ il modo di fare di Sirius.

A volte le coincidenze della vita sono strambe. Anche per i Maghi.
Emily sorrideva alla vista ai suoi amici che ballavano nella pista improvvisata nel salotto, il quale era stato convenientemente modificato con la magia.
 Fu intercettata da Michael Corner,. Rimbambendo la ragazza di chiacchiere. Il fatto di essere stato un componete dell’esercito di Silente lo faceva sentire quasi un eroe, doveva essere il motivo per cui si trovava la suppose Em, Grazie al cielo, quello fu chiamato da non si sa chi.
Si voltò e vide il ragazzo dai capelli rossi vicino.
“I Corvonero, parlano così tanto, oppure  a scuola,hanno il privilegio di seguire qualche corso su come intontire i maghi con le chiacchiere se magari avete dimenticato la bacchetta magica a casa?” gli chiese Millie.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
“No, i chiacchieroni dovrebbero essere i Tassorosso...non conosco il ragazzo con cui parlavi quindi può essere il caso che conferma la regola!.”
  Chi,“Michael . sono- il cacciatore- migliore- mai- esistito- sula- terra Corner? C’è qualcuno che ti protegge..”
“Corner...credo che sia un ex di mia sorella ma non ne sono sicuro...”
“Oh dio, poverina. A tutta la mia comprensione.”
Charlie ridacchiò di nuovo
“Piacere, Charlie.”
“Sono Emily, il piacere è tutto mio.”
Si strinsero la mano allegramente.
“Non ci siamo mai incontrati vero? Non sei mai venuta qui?”
“Non credo , comunque tu hai Comunque, Tu come sei capitato qui? Hai tutta l’aria di esserci capitato per caso!”
Il ragazzo scoppiò a ridere:" veramente è casa mia, ma siccome lavoro all’estero , non conosco poche persone!”
“ No! Allora sei un fratello di Gin?!  Eravamo nello stesso anno. Dimmi,Che fai nella vita?” chiese Emily
“Oh, ora come ora, studio i draghi in Romania.”
 “Non ci credo! Studi i draghi?! Ma è fantastico!” esclamò entusiasta Emily.
Charlie ne rimase colpito. Mai, una ragazza aveva mostrato tale entusiasmo. Anzi, i più, (compresa sua madre) sostenevano che sprecava il suo tempo.
“In Irlanda nei pressi di Letterkenny,  adeguatamente protetta, c’è una piccola riserva di Draghi, sono per lo più specie in via estinzione! Pensa che alcuni vengono dall’Islanda!  I miei mi ci hanno portato una volta, Ed è stato fantastico! Mentre nelle isole Aran, c’è un allevamento per Il corde di cuore di drago per bacchette!”
“Ne ho sentito parlare! E’ molto grande, anche Olivander le prende da lì.”
“Oh, sì! Anche io ho comprato la mia bacchetta da lui!
“Ti va una Burrobirra? Io ho finito la mia.” Disse mostrando  la bottiglia vuota.
“Con molto piacere.”
Così sempre chiacchierando si avvicinarono al tavolo delle bevande.

 “Miseriaccia, sono sfinito!”
“Non lamentarti sempre,Ron.”
“Hermione non mi sto lamentando, ho bisogno di una pausa e di bere qualcosa. Vero Harry?”
“Sono pienamente d’accordo!”
Ginny ed Hermione si guardarono scuotendo la testa.
“Volete qualcosa voi due?” chiese Harry
“Una Burrobirra, grazie Harry.” Rispose Hermione.
“Anche per me.”
Harry e Ron si avvicinarono al tavolo cercando di farsi strada.
“Ehi, come va?”
I due  alzarono lo sguardo per incontrare un sorridente Charlie.
“Vi state divertendo?”
“Sì, se Ginny ed Hermione non volessero ballare in continuazione.
“ E dai, Ron, ogni tanto bisogna fare qualche sacrificio per la propria ragazza!”
“ per chi è quell’altro boccale di burrobirra?” chiese Ron notando i due boccali nelle mani del fratello. Charlie arrossì in zona orecchie.
“Una amica.”
“La conosciamo?” chiese Harry curioso.
“Penso proprio di sì."
“ Allora, questa Burrobirra arriva, Charlie?” chiese una voce divertita alle loro spalle.
I tre ragazzi  guardarono in direzione della voce.
“Em!”
"Voi due non ci posso credere...ah è vero, mi avete invitata e poi lasciata in un angolo, sì... e le vostre belle dame?  avete tentato la fuga per caso? E pensare che credevo foste dei ballerrini provetti...." chiosò Em sorridendo
falsamente.
"Come  due scope, s'intende!"
 Quando giunsero Hermione e Ginny, Decisero di sedersi per bere quella burro birra in santa pace. Trovarono un tavolino libero in giardino: nonostante fosse  Hallween e nonostante quella fosse l'inghilterra, il clima era  ancora molto mite. Un caldo inusuale per quel periodo dicevano i meteorlogi babbani, causato dall'effetto serra, sostenevano loro. Il sgnor Weasley travava curiosa quell'affermazione, poichè sapendo benissimo  cosa fosse una serra ( ce ne erano molte a scuola), era imbrobabile che il mondo si trovasse all'interno di una serra gigantesca. di certo, non spaveva che, con quel termine i babbani indicavano  quel  fenomeno naturale consistente nella modifica dell'equilibrio termico di un pianeta o di un satellite grazie alla presenza di un'atmosfera contenente alcuni gas che, per le proprie particolari proprietà molecolari, assorbono e riemettono la radiazione infrarossa. Il nome derivava per similitudine con quanto avviene nelle serre per la coltivazione.
In riguardo a ciò, Hermione  aveva  tentato di spiegare quello che in realtà significava, senza risultati evidenti, era molto più intrigante l'idea sencodo la quale i babbani  credevano di vivere all'interno di una casa fatta di ventro, all'interno, appunto. c'era in mondo.
Il tempo fu uno dei loro argomenti, tuttavia fu  di certo la temperatura ad interessarli. Emily aveva argomenti più interessanti, poichè quell'estata in Irlanda aveva scoperto molte cose interessanti riguardo il potere del tempo.  Nonostante la presenza di Charlie, Em parlò loro di quello che aveva scoperto standa attenta a non farsi lasciar scappare più del dovuto.
"Avete sentito parlare della    Irish Academy of Magic  Art ?"
Tutti i ragazzi scossero le teste in segno di disnego.
“La preside Miranda Sutcliff è un po’ particolare... è stata allieva Di Albus Silente, insieme, a Minerva Mcgranitt!”
“Davvero?” Disse Hermione.
“ Anche Mrs Sutcliff è stata insegnante ad Hogwarts. Prima antiche rune, poi Incantesimi.   Poi accettò di diventare la preside dell’accademia, lasciando  il poto al proffessor Vitious, naturalmente. Il suo arrivo a stravolto un po’ le cose: La Academy of Magic  Art  divento un po’ un modello forgiato da quello della vecchia scuola. Praticamente la struttura è pressoché identica. A parte per le case. Secondo Mrs Sutcliff le ragazze sono abbastanza competitive senza dividerle in case!”
Scoppiarono a ridere.
“Le materie?” chiese Hermione interessata.
“Oh, beh, il programma è  uguale al nostro, solo per una differenza: in questa accademia si studia  elementi di magia antica.”
“Eh?!” esclamarono i ragazzi.
“Niente di trascendentale! Come i maghi e le streghe usavano i poteri magici prima dell’invenzione delle bacchette.  Si tratta per lo più di tecniche magiche molto primitive legate per di più Agli elementi naturali.  Sono magie un po’ diverse dalla magie tradizionali. Il suo promotore era un irlandese di origini  islandesi, Kynewulf . Aveva un’idea tutta sua del concetto di  magia.”
“Deve essere interessante!” disse Harry.
“Lo è, ma è  facilmente fraintendibile... voglio dire, si basa su forze che hai più sfugge. Però, secondo la preside di questa scuola può spiegare e fare luce su molti aspetti della magia che ancora non hanno ottenuto risposta. Io, senza saperlo, ho un copia del libro di questo tizio.”
“Davvero?” chiese Hermione.
“Emily...lo sai no! non parlare di libri davanti Hermione, potresti non averemmo più pace!”
“Oh,Sta zitto, Ron!” ribatté la ragazza stizzita.
 “Deve essere molto raro...” disse Ginny
“Lo è,  ma non c’è da preoccuparsi, pateticamente è sconosciuto! Voglio dire i seguaci di Kynewulf sono praticamente estinti. I più preferiva l’uso tradizionale della magia!”
“ Se capita un giorno te lo faccio vedere. Era nella libreria di famgilia, ma da questa estate l'ho confiscato, volevo leggerlo, ma attualmente non so dove sia finito, il trasloco, sapete.”
"Perchè dove vivi ora?" chiese Charlie.
"Londra, da circa una settimana. Comunque, ho visitato quest'istuituto femminile e la loro bilbioteca, e c'era veramente di tutto."
"E' più grande di quella di  Hogwarts?" chiese Harry
"No, ha solo più libri particolari e rari. Tra cui diversi volumi sul Tempo e le distorzioni..."
Per i nostri amici non fu bisogno di dire altro, ormai, era meglio cambiare discorso per non insospettire Charlie, così cambiarono agomento.
Harry si ricordò all'improvviso di quello che gli aveva confidato Em, e si prefisse di chidere quanto prima, non c'era da screzarci, ricordava cosa fosse accaduto ad Hgrid quando si scoprì chi era sua madre, e per quanto non fosse la stessa cosa, l'informazione era  succolenta ed invitante.  
Emily stava parlando con Charlie, Ron, e Ginny di Quidditch.
“  L’ultima partita di campionato è stata fantastica....”
“E’ vero! Il cercatore ha preso il boccino con una presa spettacolare....”
“Perché  le parate del portiere?  sono state formidabili!
“E I Goal ? Vogliamo parlare dei goal?”
“Ok, ragazzi...Tutti i giocatori sono stati meravigliosi!” disse ridendo Emily.
“Oh, grazie, Emily...avevo temuto che ti mettessi a osannare i battitori!” esclamò Hermione
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
Ron alzò gli occhi al cielo, Ginny e Charlie ridevano per la sua espressione.
“Charlie..puoi venire un attimo? C’è una persona che voglio presentarti!” disse Percy sopraggiunto in quel momento. Il ragazzo, segui il fratello.
I nosntri amici non aspettavano altro.
********
Capitolo denso,  che tira fuori un sacco di novità. Comunque,  rispondo subitissimo a Alice brendon cullen, una Emy/ charlie? boh, sinceramente non l'ho mai vista in questi termini, ossia non ho pensato ad una coppia simile, ma in verità niente è detto....Per Em, non ho trovato ancora l'uomo idelale, per cui sono ampiamente accettate le proposte! secondo voi, con chi starebbe bene Em???
Fanny

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Capitolo 12
*** Tempo di magia ***


Penserete che sia morta, oddio, dire più sepolta viva dalla montagnga di cose da fare, dove certo non si respira!!! eh,eh, lo studio sta occupando tutte le mie notti insonni, o quasi.
Ma comunque, non voglio tediavi con i particolari della mia vita,andiamo al dunque: siccome avevo accenntato alla mia impossibilità di seguire tutte le storie in sospeso, e, avevo chiesto  quale poteva più interessarvi, è venuto fuori che, la scelta è caduta sul potere del tempo, ogni desiderio è un ordine!!!!

Approfitto , in questa sede, di  ringraziere immensamente tutti quelli che anche solo leggono le mie storie!!!

Alice Bronden cullen: ti ringrazio per il bravissima, sei troppo gentile!!! e per la tanta pasienza che hai neòl seguirmi, grazie!
Ncl: No, Em, non è un tipo facile da gestire, lo so per esprienza personale, ed è sfacciatamente uguale a quel maledetto di suo padre U.U.
Brando85: In ritardissimo, ma purtroppo io sono una ritardatria nata, eh, ma rispondo al tuo mesaaggio! non potevo certo ignorare la tua richiesta, spero che questo capitolo ti piaccia!!!!
 Ecco a voi il Nuovo capitolo di PT!!!

Dove eravamo rimasti?

Una  nuova vita da maghi adulti attende i nostri amci, ma per quanto desideraibile, i guai non finiscono mai, già uscita da poco Em, viene feramata da una strana donna, la quale minazzia di dire tutta la verità sul suo passato, la cosa, Lasicia Em molto colpita, in ogni caso, vuole risolvere sempre a modo suo.
Emily, alla festa organizata a casa di Ginny e Ron,  l'infforma di avere notizie interessanti sul Tempo e su cose mai conosciute.....


Capitolo 12-  Tempo di magia...

"Sputa il rospo ora che nessuno può sentirti" esclamò eccitato Ron

Em, sorrise, e continuò il suo racconto dal primcipio: "Non avrei mai immaginato qunato le mie viiste ai parenti iralandesi potessero diventare costruttive, e, sinceramente, è tutto dire! non è da poco essere molto amici della preside di una delle scuole più antiche e dense di strane cose, non più della nostra, ma diciamo che è una cosa diversa."

"Alt, aspetta un attimo... è per caso una di quelle storie che parlano della nascita del mondo?" chiese preoccupato Ron.
Fu subito incenerito, da sua sorella e la sua fidanzata.
Però Em sorrise birichina, con una risposta protta sullle labbra.
"No." iniziò
"Un po' prima quando l'uomo prestorico scoprì la magia...."

Prima avevo parato delle antiche arti magiche, di quel mago. Beh, si vocifera che esitano ancora persone capaci di fare ciò che lui era capace di fare, cioè appartenuti a quella categoria di ,maghi. Notate bene non hanno nulla più di noi o di altri, ma il loro potenziale magico si rivela in forme più accentuate.  Usano la magia Senza l’uso di bacchetta. Come per i metamofusmaghi che possono cambiare aspetto senza la bacchetta e pozioni.
Anche i maghi qualsiasi possono fare ne uso in certi momenti. Pensa alla magia accidentale! Succede perché sono magie più legate alla natura. Sono forze scaturite dalle emozioni, dall’essere stesso di maghi.”
“Mentre gli incantesimi sono sotto la volontà del mago. “ la interruppe Harry.
“Esattamente. I vari incantesimi, magie, sono invenzioni umane per poter usare una capacità che è intrinseca nel uomo. Le arti antiche fanno capo ad un connetto più ampio e di difficile interpretazione. Come già ti ho spiegato. fanno riferimento ad una magia primordiale e fortemente legata alla Natura.”
“Come i sentimenti, l’odio e l’amore.”
“Vedo che hai capito, Harry.  una grande potenziale magico che permettono di fare cose strabilianti, forse, anche creare distorsioni spazio temporali. Il bello è, che, si dice che tali maghi e streghe si nascondono tra di noi, un'altra divisione all’interno nostro, come se lo spirito di quel mago non fosse mai morto....”
“Em, non esagerare, eh?” scoppiò a ridere Hermione quando all’ultima battuta E, aveva mosso le braccia e mani come se volesse fare chi sa quale stregoneria sbarrando gli occhi come una fattucchiera di terz’ ordine.
“Sì fa per ridere! in ogni caso quel tizio è esistito tramandando un modo diverso di far magia,è difficile poi distingue i miti dalla realtà!"
"miseriaccia se fa scena però!!!" esclamò Ron
"L'ho pensato anche io, quando ho accompagnato mia cugina  Céibhionn alla girnata per l'orientamento!"
"Sa tanto di babbano...." notò Hermione
"Mah, sarà che le cose babbane vanno di moda! però secondo i propressori dell'accademia le studenti si interessano pochissimo alla storia di magia e alla storia della scuola."
"Come dargli torto..."
I due interessati fischiarono guardandosi intorno igorando deliberatamente.
"va beh, caso mai finirò un altra volta ora divertiamoci!"

 pensare troppo fa male, alle volte, e qualcuno lo isegnò ad Emily una volta, lo sapeva Harry, lo sapevano i suoi amici. c'era una qualcosa da festeggiare, musica, rida, alchol, cibo a volontà, chi a voglia di pensare?

Eppure, qualcuno che non smette mai di pesare c'era, qualcuno i cui pensieri sono sempre in aguato pronti a ricordare ciò che è, ciò che deve essere, lonatano dalla tana, a Londra impersa nella nebbia notturna autunnale, avvolta nel mantello nero, aspettando e in tanto pensa  ad un giorno di qualche  tempo fa, in un giardino, dove c’era una bambina piccola e una bella signora che stava per raccontare una strana sotoria. 

“Katherine è molto importante che tu capisca che la Magia non è  di facile comprensione. Ha mille sfaccettature, ed è qualcosa di complesso e semplice  allo stesso tempo. E’ bene iniziare dalle nozioni più semplici. Ti sembrerà strano, però è dal semplice che poi si arriva al complesso.   Iniziò a parlare la donna.
“ la magia è  l’arte o scienza che suppone di trarre dalle forze naturali  effetti straordinari mediante una bacchetta, atte anche a dominare forze sovrumane o demoniache.  Esistono due tipi di “magia":  magia bianca  è quella praticata a scopi benefici; la  magia nera ,quella che si avvale di potenze demoniache e di riti malvagi allo scopo di ottenere poteri soprannaturali per fini delittuosi.” continuò la  signora.
 “. Si trae in primo luogo, da forze Naturali. I Maghi possono fare magie perché loro hanno la capacità “Naturale” della magia. La magia si trova in primis,  nella Natura. Pensa alle erbe e piante magiche, alle creature , quali, Draghi, Centauri, Fenici, Ippogrifi e tanti altri. Ecco perché non tutti possono fare quel tipo di magie. Questo fatto spiga anche perché  nascono maghi, anche dalle famiglie completamente Babbane, o come in una famiglia si così detti “Purosangue” nascano persone prive di poteri magici . Perché non è prerogativa dei maghi, ma è così perché è intrinseca nella Natura. Ovviamente, Il gene della magia può essere trasmesso come  no. E come il dono del canto che può avere un figlio di genitori completamente stonati.”
Kath, fece segno di sì con la testa.
“ Andiamo avanti. Spiegate le linee generali, passiamo  ad un po’ di storia della Magia. E’ una materia che a scuola studierai, tuttavia non nei termini  in cui la farò io. Il programma di solito parte dall’invenzione della bacchetta in avanti.  A noi servirà, piuttosto la  parte indietro.
Come tu sai, Fare magie senza bacchetta è quasi impossibile anche per il mago più dotato. I maghi della preistoria( come gli antichi), si basavano su tecniche magiche molto primitive legate per di più  alla Natura.  I babbani, si attorniavano ad un mago che li proteggesse.  Questo non durò molto, infatti, i maghi ebbero la necessità di nascondersi, poiché ritenuto migliore, fu gli albori delle società magiche che conosciamo tutt’ora. Con il passare del tempo le arti magiche si raffinarono, per giungere ad una divisione nel  382 a.c., anno dell’invenzione delle bacchette. Alcuni maghi sostenevano che la magia non doveva lasciare il suo stato di natura.  I più, al contrario si affidarono  alle bacchette.
Quei pochi maghi che sostenevano l’uso della magia puro senza mezzi, decisero di ritirarsi in un castello immerso nella vegetazione,ben nascosto da sguardi indiscreti, per meditare e  studiare quelle che erano le arti Antiche tramandate da secoli.  Tutto il loro universo ruotava intorno ad una figura di spicco, potente conoscitore della magia,  Kynewulf.  Insieme ad un servo fidato, Woodrow, chiamato semplicemente Woody,mandavano avanti il castello.   Woddy si occupava del faccende domestiche, del cibo e dei vestiti e della pulizia, aiutato ovviamente da alcuni elfi domestici, trattati come pari. Kynewulf, insegnava ai suoi allievi , l’antica arte delle stelle, astronomia e astrologia, degli elementi, quali il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra, l’alchimia, le antiche rune, erano alcune materie.  Le sue teorie non erano malvagie, anzi. Erano basate sul pensiero razionale. Kynewulf, sosteneva che  la magia era qualcosa di profondamente naturale, e che non doveva essere allontanata dal suo stato primordiale. Egli era contrario all’uso della bacchetta non perché fosse poco  efficace o negativo, ma perché allontanava il mago dall’essenza magica, ossia, dalla sua purezza.” Spigava .
Kath cercava di  starle dietro, ma forse era troppo piccola per capire a pieno dove  quella signora voleva andare a parare con quel discorso.

 “ Ti chiederai  cosa centra tutto ciò con te. Ebbene, Kynewulf e i suoi seguaci portarono avanti, conservando e ampliano tutte le magie antiche, quelle che non prevedevano l’uso di magie.  Egli morì vecchio e ormai stanco, lasciando il posto al figlio Lewis, che con l’aiuto di sua madre Penelope, e il fedele Woddy, mandò avanti il compito di suo padre.  Dando vita a un eredità magica poco conosciuta e potente, e tu ne fai parte. Tu riesci a fare quello che fai, perché  in te c’è l’energia di cui parla Kynewulf. E’ legata alla natura e gli elementi di cui è composta, per cui più primitiva e meno raffinata delle arti magiche tradizionali . Devi controllarla, e usarla in caso di necessità, molti hanno perso la vita e  quasi ucciso perché hanno lasciato che i loro poteri ebbero il sopravvento.”.

IL GIORNO DOPO

Emily si era alzò presto,doveva finire si sistemare . Fece colazione, poi si armò di santa pazienza e di bacchetta e iniziò a sistemare.
Ci mise parecchio, con una mano si asciugò la fronte...si guardò attorno, soddisfatta. Un’ultima pulita, e alcuni imballaggi da svuotare.
Sentì il campanello suonare. Chi poteva essere?  Andò ad aprire e si trovò davanti Gin che le sorrideva a trentaquattro denti.
“Ehi, ciao!” disse Emily sorridendo  spostandosi per farla passare.
“Come va?” chiese  Ginny
"Bene! Un po’ stanca.  Ho quasi  finito di sistemare.”
“Oh! E’ venuto proprio bene!” Kate si soffermò su una cornice con una fotografia, pensierosa. Ma si girò subito di scatto verso Emily sorridendo ironica.
“Ti sei divertita ieri sera?”
“Oh, tantissimo grazie per l’invito!”
“Figurati! sai che sei molto simpatica hai miei fratelli Charlie compreso?”
“Lo so.”
“Sai anche Michael Corner vorrebbe uscire con te?”
“Sì, so anche questo, ma avrei preferito non saperlo. La mia risposta è no.”
Ginny sbuffò. “Non è tanto male, lo sai?”
“E’ un idiota. e poi, parli tu che lo hai lasciato perché era diventato noioso?”
Ginny rise.
“Beh, Gin, per essere carino è carino...ma...”
“Ma non quanto Jason?”
“Lascia perdere lui, sai che è finita ancora prima di nascere!”
“D’accordo...”

In quel momento un gufò picchiò sulla porta. Em sbuffò pensando al pazzo che le inviava posta a quel lora del mattino, con un colpo di bacchetta la finestra si spalancò il gufo planò velocemente lasciando cadere la lettera fra le mani di Em.
"Chi diavolo...oh no..."
Quella lettera era indirizzata ad Emily Black, e soltanto qualcuno avrebbe potuto farle una cosa del genere.









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Capitolo 13
*** Emily , Katherine e la Compagnia K ***


cap13 pt Bene bene, spero che lo scorso capitolo sia stato di vostro gradimento! ma il bello ancora deve venire! vi avverto  fin d'ora, che vi troverete davanti una cosa moltoo ingarbugliata.
Come sempre ringrazio tutti quelli che mi seguono!!!!

Brando: In questo capitolo è facile perdersi, mi rendo conto! ma, è importante, è alla base di tutto;  non ci sarà più un capitolo così denso di informazioni! era indisipensabile perchè si possa capire tutti gli eventi che verranno!!! sono felice che ti sia piaciuto!!! Ps: chi è quella donna che tormenta EM? leggi questo capitolo e lo scoprirai


Capitolo 13-  Emily , Katherine   e  la Compagnia" K"

Emily accrotocciò quel pezzo di pergamena desiderando di poterlo distegrare con la forza del pensiero; quella sfacciatta aveva passato ogni limite! aveva osato mandarle un messaggio con il suo vero nome! che faccia tosta!
A pensarci bene, come aveva fatto? aveva per caso istruito il gufo? tutti la conoscevano con quell'altro cognome, e di sicuro, era stata registrata con quello; almeno così aveva detto sua madre. Sua madre, però, aveva detto anche era impossibile  che qualcuno potesse scoprire chi lei fosse in realtà.
Sarah, era riuscita, anche con aiuto della magia a far predere le sue traccie; lo stesso aveva fatto sua zia meg, per far credere lei sua figlia, dunque ,quella donaccia ,come aveva fatto a scoprire che lei era la figlia di Sirius Black?
Già s'immaginava di finire sulle pagine rosa del Settimanale delle streghe, lei, quella che meno di tutti avrebbe potuto essere in affinità con roba del genere.

"EM? stai bene?" chiese improvvisamente Ginny
"bene, perchè?"
"No dico, hai distrutto la lettera senza accorgertene!cosa c'era scritto per farti arrabbire così tanto?"
" E' uno stupido scherzo senza la minima importanza." rispose la ragazza asciutta.
Senza la minima importanza, sì, certo..."
" te lo assicuro io! uno scherzo di pessimo gusta,per carità, in ogni caso è una cosa da deficenti."
" chi è questo o questa deficente?" chiese ancora Gin alzando un sopracciglio.
"Non lo so, e non m'interessa nemmeno scoprilo!" urlò buttando il resto della lettera nel fuoco, il quale divorò come una bestia famelica il foglio di pergamena che si accartociò e sparì velocemente fra le fiamme.
Ginny era perplessa osservando la disreuzione dell'incrimitata lettera. la sua amica era un tipo dai bollenti spiriti ed era cosa nota, tuttavia  era sicura di non averla mai vista in quel modo, così arrabbiata , nervosa, soprattutto preccupata.
le spalle tremanvano mentre la mano delicata stringeva lo schienale della sedia, i lunghi capelli a coprirle il volto, indicavano con chiarezza la presenza di una minaccia, o forse di evento accaduto tenuto tanscosto dalla ragazza.
Emily era forte, ma non abbastanza, era orgogliosa e forse lo era un po' troppo, perchè voleva sempre affrontare tutto da sola ma non sempre ne era capace.
  "Em, devo già combattere con un testardo e non ho nessuna volgia di mettermi a discutere anche con te, okey?"
Emily  ridacchiò consapevole di cosa (o chi) Ginny si riferisse.
"Okey, e ha perfettamente ragione."
"bene, sei hai qualche problema e ne vuoi parlare sai dove mi trovo, quindi per favore, se ti sfiora anche lontamente l'idea di venirmi a raccontare coa cavolo è accaduto, fallo!"
"Ti assicicuro che..."
"Ah, non la bevo! Quando ci sei di mezzo tu è immpossibile che non accada nulla!"
 " va bene... devo andare che ho un appuntamento con Harry, e non posso arrivare tardi!" disse Ginny guardando l'orologio.
"Stammi bene!"
"Anche tu!"
E, così Ginny si smaterializzò lasciando Emily sola alle inctricate faccende. Quella  giornalista le aveva chiesto un appuntamento, e ovviamente lei non avrebbe accettato: non poteva permettersi di dare ulteriori prove, e secondo il suo punto di vista accettare l'invito era come dichiarare che aveva ragione.
Mai dare soddiffazione ai nostri avversari, era una regola d'oro.
_________________________

Harry cercò di trattenersi dal esprimere una qualsiasi  emozione nel metre che Ginny le parlava di quello che era accaduto ad Em; C'era da aspettarsi che la prossima mossa non avrebbro dovuto attenderla.
"Devo preccuparmi?" chiese Ginny, rendendosi conto che da quando era iniziata quella gornata se lo era chiesto troppe volte per i suoi gusti.
"ma no, che vuoi che sia... Em attira sia amici che nemici, è fatta così."
"Non mi riferivo a Em."
"No?"
"No. alla tua faccia che sembrava sotto le fetto della pastoia!"
"Ginny, ultimamente sei troppo apprensiva, e non è da te."
"No è vero, sarà la cattiva influenza di mia madre!"

_____________________________

Non accade più nulla di interessate fino a sera; Emily passò la girnata a sistemare il suo nuovo appartamento giusto per non scerverlarsi troppo; Finì con mette luttimo libro sulla scaffalatura della sua libreira, soddisfatta di essere riuscita a creare un luogo caldo, accolgiente e sopratutto suo.
In quel momento uno scapanellare avvertì che qualcuno era arrivato a farle visita.
Emily si accacciò dal piccolo balconcino che dava sul davanti, e si trovò quella donna  nello stesso punto in cui era apparsa.
" per la barva di merlino è ancora lei?! non caisce che ha preso una cantonata bella e buona!"
"permettimi di presentarmi, cara ragazza, il mio nome è Katherine Sutcliff. ti dice ninete?"
" aspetta un attimo...hm.. no non mi dice niente. buona serata!"
"Nemmeno Miranda Sutcliff?"
Emily si fermò e tornò sui suoi passi, si affacciò e guardò in basso sorridendo mestamente: "E' una parente?"
"E' mia nonna, esattamente.  so molto bene le conoscenze che possiedi, infondo sei irlandesie."
"Stiamo parlando dell'accademia, per caso? non ci vedo nulla di  strano visto che molte mie cugine hanno scelto di andare in quella scuola privata."
"No,infatti. Il punto è che non è della scuola che voglio parlarti."
" Non mi dica che vuole far quattro chiacchiere davanti una bella tazza di tè?" esclamò ironica Emily.
"Voglio parlare di tua madre Sarah Bowen."
Emily sorrise, mica era tonta, voleva incastrarla cogliendola in fallo.
"Vorrà dire mia Zia Sarah, perchè mia madre è sua sorella Margaret."
 Tò, Beccati questo brutta megera!

"Ti è arrivata la mia lettera tesoro?" disse scostando i cappelli con una mano.
"Quale lettera? mi spiace no."
La donna scoppiò a ridere, poichè  la fama di quella ragazza la precedeva, un osso duro, davvero.
"Credo che sia il caso, di essere chiari fin dal principio ,mia cara. non stai parlando con la prima sprovveduta di turno. ma stai parlando con me ; Emily, io so tutto, e lo so non perchè  abbia fatto delle ricerche, o quali strani incantesimi. Lo so perchè a quelli come me, la verità non può essere celata, io posso percepire la vera essenza delle cose."
"Quelli come te? cosa vorrebbe dire con ciò?"
" Noi sì. noi siamo quelli della Compagnia K."
"Che fantasia usare l'iniziale del suo nome per la sua socetà!"
" la K non sta per il mio nome, bensì sta per  Kynewulf.
"
Emily rimase a bocca aperta, consapevole ormai che tutte quelle dicerire su quel gruppo di maghi era vero, e che quella lì ne faceva parte.
" In ogni caso, accettrò volentiri quella tazza di tè che così gentilnete mi hai offerto."

Emily si trovava nella situazione più strana, no, non era il termine esatto, a dire il vero. Certamente, quell'incontro era fuori dal comune.
Em porse la tazza di tè fumante alla donna che ringrazziò, pensantemente Em si sedette sulla poltrona davanti a lei.
"Immagino che la storia dei girnali era una balla, giusto? non vederà nulla. Siete una società segreta, e chissà perchè mi ricorda tanto quella di un certo Lord"
"E' sbagliato propendere nel accostare i nostri popositi a quelli dell'ormai ex oscuro Signiore."
"vorai dire ex, ex, ex Oscuro singore."
Katherine ridacciò: "Se così ti fa piacere... comunque la magia nera è molto vicina alla magia antica, ciò che cambia le cose è sempre lo scopo."
"Dunque, dovete stare attenti a ciò che fate, potrebbe ribelarsi malvagio."
"Concordo. Come tutto, si può far del bene  e del male. la mia intenzione non era quella di far soldi creando uno scoop, ninete affatto. La Compagia K ha un progetto ambizioso al quale non intende rinuciare."
"Continuo a non vedere cosa tutto questo centri con me." non mancò di far notare Emily.
"La compagnia K  riprende ogni isegamento tramandato dai secoli dal maestro; infatti, è possibile per chi ha molto talento riuscire ad utilizzare la magia soltanto con la propria volontà, ma, solo i grandi sono capaci di riuscirvi, e appena vanno a scuola perdono questa capacità. ci sono persone come me, che nascono con l'abilità di poter usare la magia con la sola forza mentale. ed Io sono una dei pochi in grado di riuscrci.  Il nostro sofrozo sta nel ritornare alle passate origni, nello svegliare forze primigee, e riuscire a fare anche l'impossibile, poter cambiare, perchè no, anche l'ordine degli eventi."

Un gruppo di esaltati, in parole povere.

" vuoi che mi unisca all'allegra combriccola, magari? la mia risposta è no, grazie. va benissimo così."
" Sicura? anche se questo significa perdere l'opportunità di rivere quello che era un tuo diritto avere?"
Em alzò lo sguardo, spaesata, e sorpesa, Katherine sorrise, si alzò e si diresse alla porta:
" forse è giusto, non vuoi responsabilità; Te l'ho detto, noi abbiamo nessuna intenzione di rinuciarci, che tu lo volgia o no." detto questo sparì.ùEmily la rincorsi per le scalle ma arrivata all'iscio di casa lei era sparita lasciando il vicolo vuoto e buio.
Un vento fredò si alzò, foglie secchè inizizarono una danza con esso, emily guardò in alto nel cielo la luna con i lunghi capelli al vento. Una spettratrice, ecco, questo lei  sarebbe diventata secondo loro, tuttavia, stava a lei decidere  se rimanere ferma, in silenzio, a guardare.











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Capitolo 14
*** Emily's investigation parte prima ***


capitolo 14 Pt
Hola a todos! dopo un po' sono di nuovo qua con questa pazza, intricata storia! ringrazio tutti quelli che hanno la pazienza di leggerla!
Brando: Lo so, non se ne può più con sti pazzi che si impicciano degli affari degli altri! ma, ancora ne sappiamo poco... la compagnia K ci lascerà di stucco, compresa me.
Ncl: ma grazie cara! Em, non è solo la figlia degna di Black, ma, è anche la figlia di una donna inteligente e astuta...vedrai cos'ha in mente.

Capitolo 14- Emily's investigation parte prima


Neanche per tutto l'oro del mondo avrebbe rinuciato, non senza combattere;  Una sfida era stata lanciata e lei era tutta intenzionata ad accettarla, con o senza l'aiuto dei suoi amici.
" Non si può star tranquilli un attimo. adesso macava questa cosa, e, siamo apposto ora..."
"Non lamentarti! e poi, Mr grande eroe del mondo, a quanto pare  non sei stato interpellato da chicchessia."
Harry guardò Em di sbiego seduto, anzi, abbandonato sulla porltrona:
"Cosa intendi?"
"E' chiaro Harry che  non è un tuo problema, ma mio. Rasserenati, non c'è niente di cui preoccuparsi!"
"Si invece che c'è! quello che mi hai raccontato è... è...e... a dir poco..."
"Assurdo, incredibile, impossibile, tremendamente alluciante?"
Harry ci pensò su e rispose: "Sì, più o meno sì. che hai in mente di fare?"
"Voglio adare in giù con questa storia. Katherine Sutcliffe non ha raccontato nemmeno metà della storia. Ha accenato a un qualche progetto ambizioso, al desiderio di poter cambiare il corso delle cose, o qualcosa di simile. Ma, alla fine dei conti, cosa ha detto? Niente! solo dei vaneggiamenti, insensati, non ha spiegato, nemmeno provato a spiegare, cosa voleva da me. capisci,Harry? quella donna non è inportante, non è a capo di tutto! era solo un emissario mandato da chi veramente conta per sondare il terreno su non- so- cosa- ma lo scoprirò!" spiegò tutta inforvorata
Harry dal canto sua riamse fermo ad ossevarla perplesso; forse, per una volta, capì Ron ed hermione quando loa scoltavano parlare di cose assurde, sì. assurde, ma vere.
Doveva lasciare tentare Em, o altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.
"Ciò che mi lascia incerto è quel dannato Non-so-cosa! perchè il non-so-cosa è organizato da Non-so-chi..."
Harry si fermò guardo gli occhi grigi di Emily guardarlo e fu impossibile non ridere.
"merlino! non so più cosa dico!"
"Concordo con te: non sai quello che dici!" esclamò ridendo Emily.
La ragazza girava per la stanza preparando le valige, per quello che sarebbe stato un viaggio a tempo indeterminato, almeno fino a quel punto.
"quello che sto cercando di dirti è che, non sai  nulla su chi ti troverai di fronte! non è come con Voldemort per me; io qualcosa sapevo, tu no."
" Sì, ma anche no. la compagnia K non si nasconde, a dire il vero; se lo facesse io sarei dovuta pertire totalmente impreparata, ma, quella donna sapeva quando ha nominato
Kynewulf, sapeva che io conoscevo quel nome ( una cosa da tener presente), com'è possibile? sono riuscita a ricavere molte informazioni di quel uomo. ciò di mostra che tanto segreto non è. Il punto è che tante prtatiche magiche sono cadute indisuso e non se ne parla molto. la compagnia K, non è numerosa, il suo interesse magico è rivolto a qualcosa di cui non si parla, non si conosce più, è facile passare per segreta, ma allo stesso tempo si può fare alla luce del sole."
"quindi?" chiese Harry
"So perfettamente dove cercare e chi, Harry! quante pesone vuoi che sappiano di magia antica?"
Il moro aprì la bocca senza che nessun suono uscì, colto dall'improvvisa rivelazione: Em, sapeva esattamente cosa sta facendo, era comunque avventato, ma in quei occhi d'argento fuso scorgeva la luce di un piano, un idea,  che avrebbe lasciato di stucco poltissima gente.
"Posso sapere dove stai andando?" chiese vedendo che l'amica aveva preso i suoi bagagli e si stava accingendo ad andare.
"In irlanda,dove vuoi che vada?"
__________________________

Kath lasciò scivolare il suo rapporto sulla scrivania del suo capo e si accinse a tornare a casa; Non era ancora nessuno, per seguire quella strada aveva lasciato  dei lavori più sicuri e remunerativi, aveva dovuto trasferisi, sacrificarsi in nome di un sogno, ed ora le era stata data una chance per dimostrare il suo valore; Era riuscita nel suo intento, anche se, aveva potuto fare ben poco, tuttavia, trovare la persona adatta non era cosa facile,eppure c'era riuscita.
Non capiva bene perchè ogni mago o strega rimanevano così perprlessi o basti di fronte al grande potere che la magia aveva donato loro, a non capire che, la magia non era semplicemente uno sventolare di bachette, ma un dopo che non poteva ( doveva) andare spercato.
Per una volta, fu contenta che Emily Black non capì, per una volta nella vita, le serviva qualcuno il quale volere fosse completamente ignorato.

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Capitolo 15
*** Emily's investigation parte seconda ***


Inazituto, chiedo scusa se sono così lenta, sembro un pradipo, ma già me la sto prendendo comoda con la tesi, e incombe su di me come un avvottolgio, figuriamoci, per le fic!!!! comunque sto capitolo non mi piace per ninete, e sempre di più mi rendo conto che mi sto impantando sulle sabbie mobili!

Brando: Felicissima di accontentarti! Emily nasce  il 31 Ottobre 1980, , infatti se non fosse così Em nan avrebbe potuto frequentare la stessa classe si Gin, ma un anno indietro. Infatti, per frequentare la scuola devi aver già compiuto gli anni per il primo di Settebre, altrimenti frequenterai l'anno seguente. E' la stessa cosa per Herimione che è nata 19 Settebre 1979.  Sarah e Sirius non si sono più visti per 9 mesi consegutivi prima della nascitaEm! questo perchè, Silente l'ha mandata all'estero per fare propacanda contro Voldemort, un po' la stessa cosa che fa Charilie in Romania. In ogni caso Sarah, non disse mai a Sirius che aveva parorito, contiuarono a spedirsi  delle lettere, ed ogni tanto  si incontravano alle riunioni. E' terrificante, di come sarah sia riuscita a mantenere questo segreto! ora che ci penso. E' anche vero che, sarah e Sirius, litigavano spessio, e capitava di lasciarsi, un tira e molla, insomma. se vuoi ho fatto anche un errore di calcolo!! questa fic è stata presa e lasciata e rielaborata un paio di volte, quindi, l'esistenza di incongruenze è una realtà molto concreta! chiedo scusa. per la tua prima recensione: questa storia è dannatamente complicata, conontorta e surreale! se c'è qualcosa in particolare che vuoi chiediermi, io sono qua! 


Capitolo 15- Emily's investigation parte seconda

 Introfularsi alla feste alle quali non era invitata, era il suo secondo mesitire; era qualcosa dìeccitante, era come infrangere quelle stupide regole a scuola.
Emily sorrise seducente, al guardiano,  mentre si avvicinava facendo scricchiolare il selciato fatto di piccolli sassolini. Quel mango non roiusciva a sttaccagli gli occhi di dosso,  mentre si toglieva il cappatto lungo e nero.
Aveva dato il meglio di se, o forse il meglio del suo peggio, se volete.
scioccare, scandallizzare era il suo Hobby: e certamente stretta in quel tubino nero super aderete che le arrivava sotto il sedere lasciando scoperte le gambe, valorazziate da scarpe decoltè con tacco 13 cm, unghie laccate di rosso fuoco, idem il rossetto, una fine linea anera a risaltare gli occhi grigi, cappelli legati ad una coda di cavallo.
Aveva fatto di tutto per apparire più grande, più seducente, più tutto;
"Caspita ho dimenticato l'invito a casa...ora dovrò tornare indietro?" chiese dispiaciuta giocando con la lunga collana, che altro non serviva a esaltare il decoltè.
"In nome, prego?"
"Miss Bowen."
Alle feste dei ricchi, si sà, se hai un cognome inportante, tutte le porte sono aperte, e sapeva che  a Dublino  I Bowen contanvano ancora molto.
a dire il vero, non so se il guardiano, la fece passare per chi credeva che fosse, o affascianto dalle curve sinuose di Em, ma si sa, la carne è debole, da qualsiasi punto la si guardi.

Emily scese dalla scale, scentolando la borsetta lunga e sottile, ricoperta di paggiette nere luccicani, sorrise abbagliante, ela sala si girò a sorrevarla, chi ammirata, chi sedegnata, ma nessuno non potè non fissarla ostinatamene.

quella era una festa molto importante, per la Compagnia "K", una rinuinone importante, secondo i suoi informatori,  Reginald Shaw, era il vice presidente, nonchè portavoce ufficilale della compagnia.
 In sostanza colui il quale doveva espandere le loro idee a tutto il mondo magico: aveva un debole per Poter cake (tortino alla birra) e le donne.
Individuarlo, non fu difficile, tutti sapevano che indossava da anni, il solito pacciotto oro, e la giaccha porpora per quelle feste, e la grossa stazza. facile come bere acqua, fu farlo scodisolare dietro ad Em, giacchè basto uno sguardo languido e sex, per vederlo volare verso la sua direzione.
"è nuova, non mi pare di averla mai vista madamoselle!"
"ma come Signor Shaw, non si ricoeda di me?" chiese languida avvicinandosi ad un mellimitro facendo sudare e arrossire.
"Si può dimenticare contanta bellezza?" chiese asigandosi il sudore con un fazzoletto.
"Non credo, posso dire di essere una nuova, sire, pronta studentessa che vuole imparere tutto delle sue vaste conoscense..." rispose mellifua.
Emily dovette costatare che, i seprpeverde erano utili di tanto in tanto, a quest'ora,  forse avrebbe potuto abbidolare così bene quell grassone, se non avesse preso libera ispirazione dalle sepi.
Sì, biscie, a qualcosa servite!
"mi fa visitare la sua spendida casa, sire? sono così coriusa di scoprire dove vive un uomo di così alto intelletto..."
mentre Shaw le mostrava conpiaciuto ogni singola stanza, ogni sgabuzzino, ogni anfratto, Emily si chiese dove avesse imparato a mentire tanto bene, ancora, doveva essere diventata un tantino masochista per sopportare un tale noioso uomo.
Un babbano autororvole avrebbe risposto dicendo che il fin giustifica i mezzi, e allora sia.

Finalente arrivarono allo studio, e dunque, entrando dopo di lui, Em chiuse la porta a chiave, pronta ad interogare per bennino il vice-presidente.
"Cosa-fa?"
"Morivo dalla volgia di rimanere sola con lei, lo sa?" disse avvicinadosi felina, e spingendolo a sedere sulla sedia, mentre quella pazza si sedette sulla scrivania accavallando le gambe, proprio davanti a Shaw.
"ma chi diavolo sei?"
"sa, sono ripasta molto indispettita, dal sapere che, per contattarmi avete spedito da me, un tirapiedi qualunque. esigo più rispetto."
Quello spalancò gli occhi, e comprese davvero chi Emily fosse mentre gli puntava contro la baccatta, sorridendo, sempre maleddettamente sexy.
"Non importa per noi essere disarmati! possiamo fare magie senza bacchetta."
"Ma lo so, però, so anche che la magia antica, ad un piccolo difetto: prede efficacia sotto gli effetti della libido." rispose Em ridendo costantando che lo sguardo di Shaw era finito un po' troppo in giù dal viso.
quel tubino la sciava poco alll'immaginazione,sì.
con il tacco alto della scarpa spinse l'uomo as appogisrsi sullo schienale, e delicatamente appoggiò il piedesul barrciolo della sedia.
"Volgio sapere. vita. morte. e miracoli.  su ciò che combinate."
"Non è poi così difficile, il maestro
Kynewulf aveva prefeito farsi seguire da chi volesse, senza desidereio che i suoi insegamenti si espadenssero diventato una regola. peresto, dopo la morte di suo figlio il gruppo si sciolse, lasciando andare anni di lavoro; Non volgiamo ricuperare  la sua erdedità trasfonrmadola in concretezza. tutti devono adottare certe pratiche sconosciute."
"E' un utopia, è come chiedere che il male scompaia, e che tutti seguono la retta via! l'uomo vuole controlla ogni cosa, pensieri, parole, azioni, sentimenti. seguire l'eantiche arti magiche significa lasciarsi all'istinto, ai sentimenti più puri. è molto difficile."
"Non è impossibile!  se mostriamo al mondo cosa possiamo fare, forse i maghi capiranno l'importanza di moltissime cose!"
"Come cambiare il corso delle cose?! Sono delirrii di ognipotenza! prioprio come Lord Voldemort, cos'è volete riportarlo in vita?"
"Al contrario volgiamo cancellarlo dal corso della storia!"
Silenzio.
Emily tacque, per qualche minuto, in seguito coppiò a ridere.
"ottima idea, renderebbe felice un po' di gente."
"Compresa te, Emily Black"
"Non usare quel nome, non navevate il diritto di indagare sulla mia vita. sitete stati scooretti, e io vi reso pan per foccaccia. forza, che volete da me, a perte me, ovvio Signor Shaw."
Quello arrossì violentemente colto in fallo, e, all'improvviso si accorse di essereci caduto con tutte le scarpe.
"Attraverso il tempo vorremo modificare alcuni eventi, un po' come se si usasse la giratamepo, la stessa cosa, ma, solo non nella facia di tempo equivalente alle ore, ma ad una fascia di tempo più larga, anni. La magia antica, non è  sinonimo di magia nera, la quale non si pone limiti nelle azioni e nella forza, la magia antica sì. sei stata scelta tra una rosea di canditati, perchè possidi certe caratteristiche. Non sei a noi vicina per esempio, molte magie non posso essere utilizzate a scopi personali, egoistici. hai sobito un'igniustizia, puòm essere anche non direttamente, ma soprattutto non hai alcun desiderio di fare  queste magie. Cara ragazza, a volte per fare del bene, bisogna essere irrispettosi, non politicamente corretti, non sta a me giudicare, ma, questa è l'unica change, che abbiamo."
dopodichè si samterializzò, lasciando emily nei suoi pensieri.
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  La storia non è più chiara, e forse vi avrò confuso ancora di più, però, sappiamo  cosa muove la "Compagnia K"! Un consiglio: se rileggete un attimo i cap indietro c'è una spiegazione sulla magia anitica, quella può essere utile a capire molte cose! spero che il capitolo sia stato di vostro gradmento!









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