Il Poter del Tempo di Risa_chan (/viewuser.php?uid=63749)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Il Ballo di Natale ***
Capitolo 3: *** Il portale dei Tempi perduti ***
Capitolo 4: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 5: *** La Partita di quidditch ***
Capitolo 6: *** Smascherati! ***
Capitolo 7: *** Il viaggio di Ritorno ***
Capitolo 8: *** Il viaggio di Ritorno seconda parte ***
Capitolo 9: *** quattro mesi dopo...l'avventura riprese! ***
Capitolo 10: *** A casa Weasley ***
Capitolo 11: *** Irish accademy of Magic Art ***
Capitolo 12: *** Tempo di magia ***
Capitolo 13: *** Emily , Katherine e la Compagnia K ***
Capitolo 14: *** Emily's investigation parte prima ***
Capitolo 15: *** Emily's investigation parte seconda ***
Capitolo 1 *** Una nuova vita ***
Il
Potere del Tempo
Capitolo 1 -una nuova vita
La stazione di King cross
era affollata come sempre, ogni persona presa dal trantran quotidiano.
Tra il binario nove e dici dietro una barriera ben protetta
si trovava il binario nove e tre quarti, il binario da cui
partiva il famoso espresso per Hogwarts. La piattaforma era
piena di genitori che accompagnavano i propri figli con i grossi bauli.
I tantissimi animali facevano un baccano infernale.
“Mi
mancherai.” Disse una ragazza dai capelli rossi.
“Anche tu a me,
ma a Natale ci rivedremo!” esclamò il ragazzo.
“Natale
è lontano...” riprese imperterrita la giovane. Si
tenevano per mano dandosi l’ultimo saluto.
Ginny ed Harry avevano
passato una bellissima estate insieme e soprattutto senza Voldemort che
dannasse l’anima.
“Tre mesi
passano in fretta vedrai! E poi, ci scriveremo!”
“ma non hai un
gufo!”
“C’è
sempre Leo, no? In ogni caso ho intenzione di comprarne un altro, ne
avrò bisogno.”
La perdita di
Evdige era stato proprio un brutto colpo, come
quando aveva saputo che la sua Nimbus era andata distrutta. Per fortuna
era riuscito ad ricuperare la Firebolt, non per la scopa in se,
più che altro perché era un regalo del suo
padrino.
“E’
ora, Ginny!” esclamò la signora Weasley.
Ginny salutò
il suo ragazzo e i suoi genitori e salì sul treno.
Guardò un
ultima volta Harry che le disse: “Salutami Hagrid!”
“Ginny!” chiamò una voce
sognate.
“Ciao, Luna!
Come stai?”
“Bene... sai ho
visto un Riccicorno schiattoso!”
“Wow! Dai
andiamo a cercarci uno scompartimento!” esclamò
ridendo Ginny. Si incamminarono nel corridoi, mentre il treno
iniziò a muoversi.
C’era una cosa
che assolutamente non sarebbe mai cambiata: Trovare uno scompartimento
libero, rimaneva sempre un’impresa titanica.
“Guarda chi
c’è Ginevra Weasley!” esclamò
una ragazza che si era fermata davanti a lei. Cheryl Sherman:
una smorfiosa piena di se.
“La donna di
Harry Potter. Avrei creduto che, visto che sei diventata
così importante, non saresti più scesa tra noi
comuni mortali.”
“Cosa
c’è Cherry ti rode ancora perché Luma
non ti ha accettato nel suo club? Direi che sia invidia!”
La ragazza fece per
ribattere ma uno scompartimento si aprì:
“Chi abbiamo
qui? Cherry - gatta morta alla riscossa – Sherman? Cosa
c’è? Anche lo specchio ti ha
abbandonato essendo stato sottoposto continuamente ad
osservare la tua faccia? Sicuramente, ha creato un comitato per la
salvaguardia di specchi innocenti maltrattati!”
“Come
osi...” non ebbe il coraggio di continuare visto lo sguardo
che ricevette, fece marcia in dietro e scappò.
Emily non era una ragazza
da fare arrabbiare; con un sorriso si rivolse a Ginny e Luna:
“Ciao! Dai
entrate, ci sono due posti liberi!” disse gentilmente
facendosi di lato.
“Scusate se mi
sono intromessa! E’ più forte di me...appena la
vedo non tengo a freno la lingua!”
“Anzi, sei
stata forte!” esclamò Ginny mentre Luna annuiva.
Dentro lo scompartimento
c’era altre ragazze del settimo anno Grifondoro,
Florance, Jane, Aleen.
“Allora,
passate belle vacanze?” chiese Emily mettendosi seduta.
“Oh, bene,
tu?” rispose Ginny. Luna si era già immersa nella
lettura del cavillo.
“Una noia
mortale! I miei sono tutti concentrati nella ricostruzione del
Ministero, mia sorella è tutta concentrata sul fidanzamento!
Si sposerà tra breve. Me ne sono stata un paio di settimane
in Irlanda e basta!” sbuffò Millie.
Ginny rise
all’espressione della ragazza che era mollemente abbandonata
sul sedile davanti al suo: Emily Atkinson, quasi 18 anni, era alta, e
il corpo affusolato e slanciato, un bella terza abbondante , capelli
lunghissimi e scuri con la frangetta da una parte, , due
grandi penetranti occhi grigi, labbra rosse e piene. E un caratterino
niente male: Sempre la battuta pronta, l’espressione un
po’ scura ma allo stesso tempo allega e vitale. Il duello era
il suo forte.
Era la ragazza che a
Ginny le andava più a genio del suo anno di Grifondoro. In
quel momento però notò una cosa che non aveva
notato mai, il fatto che lei fosse così famigliare. Rise di
questa affermazione, la conosceva da sette anni, era ovvio che le fosse
famigliare!
“Allora, cosa
hai fatto per il tuo compleanno l’undici scorso?”
chiese Emily.
“Abbiamo
festeggiato in famiglia...anche se non è che fosse molto
allegra, sai mio fratello Fred è morto a maggio per cui
aleggiava una certa tristezza. Anche se lui non avrebbe
voluto.”
“Mi dispiace
molto. So che significa, i miei nonni sono morti nella prima guerra.
Capisco il tuo dolore. Poi, conosci Ninfadora Lupin? Lei è
morta nella stessa battaglia.”
“Chi
Tonks?!” esclamò Ginny.
“Sì!
La conoscevi, allora! Odiava il suo nome...comunque era
un’amica di mia sorella, avevano frequentato la scuola
insieme! Ogni tanto veniva da noi l’estate. E’
stato molto brutto per noi. Jill non la finiva più di
piangere. Ho saputo che ha lasciato un bimbo piccolo.”
“Si, Teddy!
È adorabile!”
“E’
anche lui un Metamorfomagus?”
“OH
sì. Non sapevo che la conoscevi Tonks.Conoscevi
Remus, no?”
“ Certo! era
anche un compagno di scuola di mia Zia Sarah. L’ho saputo
dopo che ha lasciato la cattedra di Difesa.”
“Davvero?”
“Sì.
Mamma ha mantenuto tutte le suo cose e c’era un bellissimo
album fotografico dei suoi anni qui. C’era anche lui.
Così ho chiesto a mamma.”
Arrivati a destinazione
dopo avere visto lo smistamento, dopo una banchetto degno di
nota adarono tutti al letto.
Un anno nuovo era appena
cominciato.
Emily faceva tranquillamente colazione al tavolo di Grifondoro quando
Ginny arrivò.
“Buon giorno?
Arrivata la posta?” chiese prendendo un po’ di
succo di zucca.
“Giorno! No,
non è arrivata. Manca poco però.” Disse
lei guardando l’orologio. Si scosto i capelli che lasciava
sciolti e indomabili sulle spalle.
“Certo che hai
dei capelli meravigliosi!”
“Grazie! Mi
piacciono così!” disse accarezzando i capelli che
le arrivavano quasi al sedere.
“La Mcgranitt
non approva, vero?”
“Vorrebbe che
li legassi...lo faccio raramente.” Disse seria.
Ginny le venne da ridere.
In quel preciso momento stormi di gufi arrivarono a portare la posta
del mattino.
I Gufi
planarono sulla sala grande e lasciano cadere la posta sul tavolo.
“Tempismo
perfetto! La lettera di mamma, con le solite raccomandazioni e una
lettera a parte di mia sorella che non vuole lasciarmi in dietro degli
sviluppi del suo Matrimonio, vestiti, bomboniere, cibo, disposizione
dei posti...” prendendo in mano una busta.
Ginny
ridacchiò.
“E per finire
La Gazzetta del profeta da parte di papà, senza lettere ma
con un biglietto.” Disse prendendo il giornale e indicando il
foglietto in cui c’era scritto:
“ Resisti! Non prendertela con il Gufo!”
Le due ragazze risero di cuore, interrotte solo dall’arrivo
della Professoressa con gli orari.
“Wow. Un
lunedì mattina superbo.” Esclamò Ginny.
“Poteva andarci
peggio. Incantesimi di prima mattina è molto meglio di
Trasfigurazione o pozioni...”
“Si hai
ragione! Però senza Piton è tutto diverso,
no?” chiese Ginny
“Già!
Poveraccio. Lo hai visto il nuovo insegnate di Difesa? Non credo che
sarà bravo quanto il Professor Lupin.” Disse
asciutta Emily.
Prese il giornale e di
colpo esclamò:
“Ehi! La
Umbridge è stata condannata!”
“Grazie al
cielo!” disse Ginny imburrando una fetta di pane.
“Peccato solo
per una cosa.”
“Cosa?”
chiese stupita la rossa.
“Che il nuovo
Ministro ha eliminato i Dissennatori da Azkaban.” Rispose
spiccia.
“Millie!”
ridacchiò Ginny.
“Beh,
Il “Rospo travestito da donna” si meriterebbe di
rimanere chiusa in una stanza con almeno 100 di quei esseri.”
Ginny scoppiò
a ridere: il nomignolo con cui Millie chiamava
l’ex-insegnate” era troppo assomigliante alla
realtà.
“c’è
qualcos’altro d’interessante?”
“Sì.
Il tuo ragazzo.”
“Cosa?!”
“stavo
scherzando. Altri Mangiamorte sono stati arrestati, altri chi sa
dove.” Rispose Millie.
Una nuova vita era
iniziata per il Mondo della Magia: un nuovo governo sotto la
guida di Kingsley Shakebolt si stava pian piano formando. Un
mondo devastato da una terribile guerra chiedeva tempo per poter
rinascere dopo che Voldemort finalmente aveva
“gentilmente” tirato le cuoia e levato le tende,
lasciando un mondo sottosopra.
Dopo la colazione le ragazze andarono ai dormitori per prendere i libri
e recarsi alle lezioni del mattino.
“Con Harry,
tutto ok?” chiese Emily.
“bene
direi..”
“ che
c’è?”
“E’
che andrebbe una meraviglia se non mi estromettesse
così prepotentemente dalla sua vita!”
Era arrabbiata e
frustrata, non voleva rimanere sempre esclusa nelle sue cose, Emily lo
capì subito: anche lei qualche volta aveva notato che la sua
famiglia le nascondesse qualcosa.
“Non puoi
biasimarlo. Non è facile raccontare ciò che ha
passato.”
“Ron ed
Hermione sanno tutto di lui, però! Dal tra parte loro
c’erano! E’ ovvio che sanno” Ginny era
veramente amareggiata, e la cosa stupì Emily.
“Gin...”
“Sono la sua
ragazza, per la miseria! Dovrei essere una
priorità!”
Emily si fermò
davanti alla ragazza e le mise una mano sulla spalla.
“Gin,
perché non gli e lo dici a chiare lettere?”
“Fosse facile!
Probabilmente dirà che è per proteggermi, o una
stronzata del genere! O, è sempre stato così
concentrato a salvare il Mondo che non si è mai accorto di
ciò che provavo! Probabilmente se fossi stata tu avrebbe
già detto tutto. Forse è un problema di
Faccia.”
“Gin, non dire
sciocchezze! E’ cotto di te! Certo, con il mio stile e la mia
classe...Ho deciso! Sarai la mia prima alunna del corso Come-
impapocchiare – fidanzati sdegnosi – e
fargli – svuotare – il sacco. Con i mie consigli
portentosi Miss Ginevra Weasley non ti dirà
più un No .”
Ginny sorrise, Emily
sapeva come fargli tornare il buono umore.
“Forza! Ci
aspetta un grande Lavoro!”
La giornata passò tranquilla, al pomeriggio,
inaspettatamente, quando erano in Sale Comune arrivò una
lettera di Harry.
“Allora?”
chiese Emily.
“Leggi. Non
importa.”
“Vedi?
Già gli manchi!” esclamò trionfante
l’amica.
“Anche a me se
è per questo. Ciò non toglie che lui della sua
vita non mi racconta mai.”
“Gin, diglielo!
Digli che ti ferisce questo suo comportamento! Ok, non farsi
intervistare da giornalisti da strapazzo. Tu sei Gin! L’unica
inimitabile Gin!”
“Grazie...”
C’è da dire che le due passarono moltissimo tempo
insieme. Ginny aveva bisogno di una persona con la testa che
sostituisse Hermione. La compagnia di Emily era quello che ci voleva!
Anche Luna passava tempo con loro ed Emily la trovava simpaticissima.
“Almeno il suo
mondo ha un po’ di colore! Crede in ciò che le va
di credere, è esattamente com’è
dentro. E’ davvero forte.”
“Sai, sei una
delle poche che la pensa così.”
“Meglio, io non
mi mescolo mai alle masse, Gin. Sono un essere superiore!” lo
disse con una faccia altezzosa che fece spaccare dalle risate Ginny.
Non erano entrate mai
così in confidenza soprattutto al quinto anno,
poiché Ginny pensava che la sua famiglia era troppo legata
al Ministero. Per cui non l’aveva nemmeno chiesto se si
voleva unire al esercito di Silente: con il senno dei poi fu meglio
così. Emily li rivelò che i suoi erano delle
“spie” per conto di silente, controllavano
ciò che accadeva al Ministero, non che facevano propriamente
parte dell’ordine ma sostenevano la causa di Silente.
Gli Atkinson era una
famiglia importante soprattutto perché il Signor
Atkinson aveva preso il posto di Abraham Bowen della
Confederazione internazionale dei Maghi, che poi era il Nonno di Emily
mente sua moglie Margaret aveva scritto parecchi articoli su
Trasfigurazione Oggi.
Emily, dunque, non poteva
mettersi nei guai, avrebbe creato problemi indesiderati. Ecco
perché anche Silente si era raccomandato appassionatamente
con lei. Forse.
Il 31 Ottobre arrivò in un baleno così anche la
prima uscita da Hogsmeade dell’anno.
“Che bello! Si
esce da questo castello!” disse Emily scendendo dal
letto.
“Sei
impossibile!” le disse Flo.
“Auguri!”
esclamarono invece Aleen ed Jane seguite da Ginny.
“Dai scarta i
regali.” Esclamò elettrizzata Ali.
Sul suo letto
c’erano una montagna di regali.
“Dai apri prima
il nostro” esclamò Jane.
Il regalo era un
meraviglioso set da Bagno, con pozioni e lozioni per i capelli.
“Grazie!”
esclamò Emily.
“I suoi
genitori le avevano regalato un meraviglioso orologio, sua sorella un
divertentissimo libro, e moltissimi dolciumi di tutti i gusti.
“Bene!
Armiamoci e partiamo!”esclamò Flo.
Dopo colazione si
recarono al paese, c’era freddo, ma non dava fastidio.
Passarono da Melandia, A
Zonco, da Mondo Mago, e infine andarono al tre manici di
scopa per una burrobirra.
“Che
calduccio!” disse Jane sedendosi.
“Ci voleva
proprio!” esclamò Ginny.
Ordinarono
cinque burrobirre che arrivarono in un batter
d’occhio, nonostante il locale fosse molto affollato.
“Ehi ragazze
sapete la novità?” chiese Florance con aria
cospiratrice.
“No, ce la
siamo persa, probabilmente.” Esclamò Millie senza
interesse.
“Millie non
vuoi sapere cos’è?!”
“Non vedo
l’ora!”
“Vuoi dirla
questa novità!” sbottò ad un tratto
Aleen.
“Ci
sarà un ballo a natale!” esclamò
trionfante.
Silenzio. Le amiche la
guardavano inespressive. Flo era una manica delle feste, e
adorava essere corteggiata: Non particolarmente bella, aveva capelli
castano chiaro, occhi marroni, un viso grazioso però.
Qualche pretendete ce lo aveva.
“Chi te lo ha
detto?” chiese Jane.
Ecco, Jane era il
prototipo della ragazza studiosa, che non disdegnava divertirsi ma
sempre con la testa. Ed era molto realista.
“Betty
Daniels.”
“Uh... allora
è certo.” Esclamò sarcastica Aleen. Era
la pazza del gruppo. Simpatica, allegra e adorava far imbestialire Flo.
“che vuoi
dire?”
“Oh
nulla...”
“ Ehi, non
inizierete, vero?” chiese Jane
Si azzittirono.
“ Lo sapremo
presto se è vero.” Disse Emily dondolandosi sulle
gambe posteriori della sedia.
Ginny la
guardò: perché diavolo ora le ricorda qualcuno?
Chi?
“Cosa
c’è Gin?”
“Oh, niente.
E’ che assomigli a qualcuno che conosco.”
“COSA?! Stai
forse DICENDO CHE HO UNA SOSIA?!” lo disse con una voce
stridula talmente marcata che fu inevitabile scoppiare a ridere.
“Non dire mai
più una cosa del genere!”
In quel momento si apri
la porta del locale e tutti i clienti si voltarono verso i
nuovi arrivati: Harry Potter, Hermione Grenger e Ron Weasley.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Il Ballo di Natale ***
Capitolo
2 -il ballo di natale
“Gin,
guarda chi c’è?!” esclamò
Millie.
“Eh?”
Ginny si voltò e rimase secca dalla sorpresa.
“Muoviti!”
le diede una spinta Aleen.
Così
la ragazza si mosse verso il suo ragazzo buttandosi tra le sue braccia.
“Sorpresa!”
esclamò lui.
“Ragazze
vi proibisco di sbirciare.” Ordinò Millie.
“Come
la invidio. Uno dei ragazzi più carini..”
“Non
essere sciocca Flo...” rispose Jane.
Ma il colpo
più grosso lo diede Aleen:”Non era così
carino quando lo credevi uno squilibrato che raccontava
balle.”
“Non
l’ho mai pesato!”
“Infatti
lo hai detto. Di solito non colleghi il cervello alla lingua.”
“NO!”
“Invece
sì! Vuoi i testimoni?” esclamò Aleen.
“perché
ci li hai?!”
Aleen si
girò verso Millie.
“Mi
dispiace lo hai detto.”
Anche
Jane confermò. Flo se ne andò sbigottita seguita
da Jane per tentare di calmarla.
“Non
vorrei dirtelo: a volte esageri.” Disse Emily a Aleen.
“Niente
a fatto.”
“Tra
l’altro lo pensavi pure tu,infondo.” Le
ricordò.
Aleen
scrollò i ricci biondi senza rispondere. Sapeva che con
Emily ribattere non serviva.
Anche
Ginny e gli altri uscirono dal locale per fare una passeggiata.
Ron ed Hermione
andarono a Zonco, per degli affari. George aveva poi comprato
il negozio, lasciando il suo nome originario, e Ron, che lo aiutava con
I tiri vispi Weasley, doveva fare delle commissioni per conto suo.
Ginny ed
Harry rimasero da soli e si avviarono verso la stamberga strillante
stretti l’uno con l’altro.
“Come
va al Ministero?”
“Crediamo
di aver trovato altri suoi sostenitori. E’ tutto da
vedere! Abbiamo ovviamente messo in guardia gli altri Ministeri, hanno
le ore contate! Per il resto al Ministero c’è un
sacco di lavoro. Non è facile rimettere le cose a
posto. Tu?”
“bene!
Tanto studio, però mi diverto! Emily è
davvero...”
“Non
senti la nostra mancanza, allora.”
“In
effetti no. Ci divertiamo molto!”
Harry parve
deluso.
“Quanto
sei cretino! E’ ovvio che mi manchi, ma diciamo che Emily
rende le cose meno difficili. Sa come distrarmi. Non si agiata per ogni
compito e sa come riportare la calma, come sa fare un caos tremendo.
Non ci si annoia di certo con lei.”
“Spero di conoscerla!”
“ Sai
c’è un ballo a Natale...”
“Lo so.
E volevo chiederti se volevi venire con me.”
Ginny
sgranò gli occhi: “Come?”
“Beh,
sì. Il ballo non si terrà a scuola, ma un posto
che è ancora segreto. Presto il Preside ve lo
annuncerà. E’ è aperto a partire dagli
studenti del 4 anno, ovviamente. Dopo la caduta di Voldemort ogni scusa
è buona per divertirsi. Sono qui perché volevo
essere assolutamente il primo ad invitarti. Vuoi venire al ballo con
me?”
“Sì,
mille volte sì!” disse baciandolo con ardore.
Passò
circa un mese prima che la festa fu ufficializzata e ovviamente tutte
le studentesse non stavano più nella pelle.
Nel castello non
si parlava d’altro; In ogni angolo cui giravi un gruppetto
nutrito parlava dell’imminente ballo.
Ed erano partite
le scommesse.
Scott Edison
avrebbe chiesto a Christine Watson di andarci con lui? 10 Galeoni che
non ci sarebbe riuscito, 20 che gli avrebbe detto di no lei, 25 che
sarebbe stata lei a fare la proposta.
Chi
sarà il cavigliere di Astoria Greengrass di
Serpeverde?
Si vociferava che
il lui in questione fosse Draco Malfoy.
“Ma non
stava con Pansy Parkinson?” sembrava di no. Astoria in
effetti era più carina di Pansy, e forse anche
più intelligente.
Non che i
Malfoy godessero di una buona fama. Malfoy
segnor è scampato la galera solo
perché Harry Potter è stato generoso accettando
di scendere a patti con la suddetta famiglia.
In ogni caso,
avete capito, no? Il popolo studentesco aveva delle aspettative
per quanto riguarda la formazione delle coppie.
Sarà
accontentato?
Per saperlo
smetterete di dormire ed ascoltate, perdon , leggete.
Era convinzione
orami certa che Emily, dopo aver rifiutato diversi inviti, avrebbe
scelto come cavaliere Jason Parker, affascinate Corvonero, che presto o
tardi le avrebbe fatto la fatidica domanda.
Emily non era
altrettanto convinta.
“Primo,
ancora non l’ha fatto. Dunque potrebbe benissimo scegliere
qualcun’altra. Tipo.... Cheryl Sherman.”
Le sue amiche la
guardarono in silenzio molto scettiche.
“Chi
quella? Ma sei pazza? Parker che lo chiede a quella? Vomito al solo
pensiero.” Disse Aleen.
“E’
un oca senza cervello. Tutto si può dire fuorché
brutta. Per una serata mondana come quella potrebbe andare anche
bene.” Obbiettò lei.
“E’
vero. E’ passabile. Però Millie sei molto di
più di quella vacca.” Notò Ginny.
“Gin
non mi tentare! Sai che non amo vantarmi!” esclamò
con platealità Millie.
Nessuna trattenne
le risate.
“In
ogni modo, il punto è che, quando te lo chiederà,
e lo farà, TU accetterai, VERO?” chiese Florance.
Più che una domanda, era una affermazione a cui sfidava
Emily a contraddire.
“Non lo
so. Potrei anche rifiutare.”
“Ti
crucio se osi rifiutare!”
“Non
puoi. E’ illegale.”
“Si che
posso!”
Tutte risero di
nuovo.
“Non
bisogna dare per scontato che inviti lei, malgrado
ciò!” disse Jenny.
“Da che
parte stai, Jane Bronte?”
“Oh,
credo proprio che lo farà.” Disse una voce
sognante alle loro spalle. Luna veleggiò verso di loro.
“Cosa?”
“Jason
ne stava parlando proprio poco fa in sala Comune Corvonero. Sta
aspettando solo il momento giusto.
“VISTO?”
esclamò Flo verso Jenny.
Emily
aveva imparato che Luna non mentiva mai, tutto ciò che
affermava, lo diceva perché ci credeva ed era convinta che
fosse vero: un altro motivo per ammirarla. Non le importava se tutto il
mondo non credeva, lei lo faceva e basta. Parker le avrebbe
chiesto di andare a quel maledetto ballo. Sopportava a stento quelle
feste che sua madre faceva a casa, o quelle in cui erano invitati.
Pensò, anzi, sperò, che pieno di ragazzi la cosa
sarebbe stata bella.
Vide
Jason Parker venirgli incontro Un Lunedì mattina mentre era
con Ginny.
Millie
guardò Ginny che le fece un cenno di incoraggiamento.
“Emily,
ciao!” salutò il ragazzo.
“Ciao!
Come stai, Jason?” chiese tanto per dire qualcosa.
“Bene!
Tu?”
“me la
cavo.”
“Volevo
chiederti se avevi già un cavaliere per il ballo. Immagino
che avrai ricevuto molti inviti.”
“Qualcuno,
ma ho rifiutato.”
“Allora,
sarei felicissimo se mi considerassi come un tuo possibile
accompagnatore.”
Emily
puntò i suoi occhi dentro quelli azzurro cielo di lui. Ma
sì, tanto cosa cambiava?
“Accetto
di venire con te.” Disse
Jason sorrise
ampiamente e la salutò.
“Hai
fatto la cosa giusta.”
“Gin,
lascia perdere.”
“Perché?”
Emily camminava
veloce, Ginny faticava a stargli a presso.
“Probabilmente
l’ha fatto perché tutta la scuola se lo
aspettava.”
“Non
credo. Emily fermati.” Disse prendendogli un braccio.
Ginny la
guardò negli occhi:
“Lo hai
visto? Era emozionatissimo! Hai visto come sorrideva?”
“Forse
hai ragione .” disse.
“Andiamo!
Sicuramente Flo non reggerà dalla
felicità!”
“Probabilmente,
dirà, Dio grazie, è rinsavita, è
rinsavita!”
“Dio
grazie! È rinsavita, E’
RINSAVITA!” urlava Flo nel dormitorio delle ragazze la sera
stessa.
“Abbiamo
capito, Flo.” Disse Aleen.
Tutte avevano un
accompagnatore, ora bisognava trovare l’abito
giusto.
Emily sapeva
quale abito avrebbe indossato: sua mamma, l’estate scorsa le
aveva mostrato un abito da cerimonia della zia Sarah, se ne era
innamorata. Forse sua mamma lo sapeva e le aveva mostrato
l’abito.
“Come
funziona?” chiese Jane.
“Beh,
Il preside e la Vicepreside ci scorteranno verso il luogo dove si
terrà il ballo. Il giorno dopo potremo tornare direttamente
a casa. Chi non partecipa prenderà il treno il
23.” Spiegò Ginny.
“Perfetto!
Basterà segnarci tra quelli che rimangono!”
esclama Flo.
Emily si stava
pettinando i capelli allo specchio e sorrise:”Flo, sei troppo
agitata, lo sai?”
“Certo
che sì! E’ il minimo per questo evento
colossale!” urlò felicissima saltando sul letto.
“Se lo
dici tu...”
“Se lo
dice un’idiota, vorrei dire!” corresse Aleen
Si preannunciava
un altro litigio.
Il 24 e
sera fu molto caotico; il Grande Evento era arrivato. Il Palazzo in cui
si teneva la festa era bellissimo, era fatto completamente di
cristallo, Abeti da per tutto, decorazioni, luci, e statue candide come
neve.
Harry,
Ron ed Hermione, stavano bevendo qualcosa mentre aspettavano
che gli studenti di Hogwarts ai piedi delle scale.
“Quanto
manca?” chiese Ron.
“Poco.”
Disse Hermione sospirando.
Infatti, ecco il
nuovo preside in testa insieme a Minerva Mcgranitt e gli studenti di
Hogwarts.
Harry
allungò il collo per cercare Ginny, pensò subito
di cercare la sua capigliatura rossa fiammante. Niente.
Sembrava quasi che lei non fosse qui.
Per fortuna la
individuò, era in fondo e stava scendendo le scale
bellissima, con un vestito verde acqua.
Sorridente la
ragazza andò verso di loro:”Ciao!”
salutò con un bacio Harry. Ron evitò di guardare
ed Hermione sbuffò.
“Ciao!
Sei stupenda!” esclamò
“Grazie!
Ciao anche a voi due!”
“Ciao
Ginny!” come stai?”
“Bene!
Non è tutto bellissimo?”
“Già!”
“Siete
solo voi?”
“No, ci
sono anche Percy, Bill e Fleur, Charlie e George,
si deve pur distrarre?” rispose Ron.
“Gin!”
urlò una voce.
Si voltarono, e
rimasero sbalorditi. Una meravigliosa Emily stava scendendo le scale
con passo elegante. Un passo sicuro e tranquillo.
Indossava
un meraviglioso vestito color oro: il corpetto coperto da pailette e
perline d’oro e d’argento retto da delle bretelline
che sembrava fili d’orati; la gonna vaporosa
d’organza, sempre d’oro.
I capelli erano
semi raccolti in una acconciatura graziosa dove
s’intravedevano mollette d’orate. Il trucco
risaltava gli occhi grigi e le labbra ben disegnate.
Era molto
attraente, il passo sicuro e leggero, il sorriso dolce e allo stesso
tempo così simile ad un ghigno.
La prima
impressione che ebbe Harry è che la ragazza gli fosse
famigliare per cui cercò di ricordare senza riuscirci.
La ragazza li
raggiunse quasi correndo:” Gin! Sei bellissima!”
“Oh,
mai quanto te! Guardati! Avrai tutti gli occhi puntati. Ragazzi, vi
presento Emily Atkinson è una mia compagna di
dormitorio!”
“Ah,
si! Piacere, sono Harry!” disse porgendo
la mano.
“Piacere
mio!” disse stringendo calorosamente la mano di Harry, che
poté notare i bracciali graziosi sul braccio della ragazza.
“Voi
siete Ron ed Hermione! Piacere! Ho sentito tanto parlare di
voi!” esclamò Emily. Ron divenne rosso come un
peperone, e Hermione lo fulminò poi con un sorriso si
rivolse ad Emily:”Il piacere è Nostro, vero
Ron?”
“Certo
che sì!”
Harry trattenne
una risata.
“Emily!”
chiamò un ragazzo alto.
“Uh!
Ecco il mio accompagnatore! Vi auguro un buon divertimento! Ci vediamo
dopo, ok?”” disse
“Certo!”
rispose Ginny, e la ragazza raggiunse il ragazzo biondo.
“E’
molto...”
“Bella!”
esclamò Ron.
Ginny e Harry
risero, un po’ meno Hermione.
“Non
intendevo quello. È molto gentile! Sembra
simpatica.”
“Lo
è” rispose Ginny.
L a cena
era davvero squisita, Harry era insieme a tutti gli altri Weasley
presenti alla festa. Erano tranquilli e chiacchieravano
tranquillamente, quando ad Harry cade gli occhi su Emily seduta al
tavolo vicino.
“Che
c’è Harry?”
“Niente
Hermione. Emily mi sembra famigliare.”
“Ho
avuto la stessa impressione. Probabilmente perché
è di Grifondoro e l’abbiamo incontrata in sala
comune qualche volta. E poi è dell’anno di
Ginny.”
La spiegazione
reggeva, eppure l’istinto gli diceva che c’era di
più. E il suo istinto non sbagliava quasi mai, altrimenti
sarebbe morto da un pezzo.
Non
trovò altra spiegazione e così lasciò
perdere.
“Il
negozio, va bene?” chiese Ginny
“gli
affari vanno a gonfie vele!” esclamò Ron.
Parlarono tutto
del lavoro, come procedeva: Percy li condusse all’interno di
una di quelle noiosissime, estenuanti e molto lunghe discussioni di
vattela a pesca cosa. Ti addormentavi alla seconda parola per cui non
capivi quale fosse l’oggetto del discorso. Solo Hermione
sembrava reggere: benedetta ragazza.
Dopo la
cena, iniziarono i balli: i tavolini furono messi da una parte, e
tantissime coppie iniziarono a ballare, alti parlavano ai bordi della
sala.
Harry
pensò che era davvero un
evento per la presenza di personalità
molto in vista. Gli venne da ridere perché lui era
uno di tra quelli: non riusciva a vedersi una persona importante, lui,
voleva essere un ragazzo come tanti della sua età.
Stava
volteggiando con Ginny, divertendosi pure: non era un fan del ballo.
“Credo
che la coppia più bella sia Emily e Jason!”
esclamò Ginny.
Harry
guardò i due ragazzi ballare:
“Diavolo
che sì! Sembrano fatti a posta per stare insieme.”
“Flo
aveva perfettamente ragione...”
“Chi?”
“Oh,
è un’altra ragazza del mio dormitorio.”
Emily
guardò verso di loro e li salutò con la
mano. Ballarono parecchio e alla fine Ginny ed Harry decisero
di sedersi.
Dopo
un altro ballo, il suo accompagnatore andò verso il tavolo
delle bevande mentre Emily li raggiunse.
Si sedette
accanto a Ginny.
“Allora,
Harry e Gin, vi state divertendo?”
“Molto!”
“Non
è male. Il banchetto era davvero squisito. Non pensavo che
venisse tanta gente!”
“Nemmeno
io! Le altre?”
Emily
ridacchiò:”Probabilmente Flo è in un
cantuccio molto intimo con Stive, Aleen si starà scatenando
in pista e Jane sarà immersa in quelle discussioni
intellettuali con chi sa chi!”
“sempre
le solite.”
“Spero
che non ti annoierai, Harry, per i nostri discorsi. Sono talmente
noiosi!”
“Millie!”
“E’
vero, Gin! Dovremo parlare che so di Quidditch!”
“A
proposito come va la squadra?” chiese Harry.
“Beh,
andiamo bene! Il nuovo cercatore è bravo!”
esclamò Ginny
“Non
mai quanto te!” rispose Emily.
“IL
Portiere, al contrario, è fenomenale! L’ho visto
ai provini.” Continuò lei.
“Non
dirlo a Ron.” Ammonì Ginny.
Harry ed Emily
risero. Ron era molto permaloso.
Harry
poté notare che la ragazza aveva il vizio di dondolarsi con
la sedia. Lo lasciò perplesso. Gli ricordò... ed
era assurdo solo pensarlo.
“C’è
Jill!” esclamò Lei, alzandosi in tutta la sua
altezza, chiamò sua sorella e fece le presentazioni.
Jill Atkinson,
era una ragazza simpatica, un po’ sbadata, con
folti e ribelli ricci rosso rame che schizzavano da tutte le parti,
occhi blu zaffiro. Diversissima da Emily, che quasi faceva timore con i
suoi modi così pacati e aristocratici, nonostante
l’enorme simpatia.
“la
mamma, vorrebbe conoscere il tuo accompagnatore.” disse Jill.
“Se lo
può anche dimenticare!” esclamò Millie.
“Com’è
Ginny? Dimmi tu la verità...”
“Oh,
è perfetto.” Disse con un sorrisone.
Intervenne
Harry: “ ah, è così? Potrei chiedere a
Cho, come mi trova!”
“Provaci
solo!” ringhiò la ragazza scatenano
l’ilarità delle altre due.
In quel
momento arrivò Jason con due burro birre fresche,
lasciando di stucco Jill.
“E’
quello?!” mimò a Ginny, che alzò un
pollice in alto.
“Se io
fossi al posto di mia sorella me lo sposerei immediatamente!”
Harry e Ginny
risero.
“Non
è da mia sorella, però. E’ sempre stata
uno spirito libero. Lo diceva sempre Tonks.” Disse e
un’ombra di tristezza comparve sugli occhi blu.
Harry sorpreso
fece per dire qualcosa ma Ginny gli ficcò un gomito sullo
stomaco.
“Te lo
spiego dopo.”
“Come
vanno i preparativi con il Matrimonio, a proposito? Emily me ne a
parlato con tanto entusiasmo!” chiese Ginny, mentendo.
Jill
riacquistò il sorriso, e si lanciò una
descrizione piena di particolari del gazebo, delle decorazioni, delle
composizioni floreali.
“Vi sta
rimbambendo; vero?” chiese Emily seguita da Jason.
“Jason,
lei è mia sorella Jill e lui è Harry Potter, Gin
la conosci già!”
Altri saluti
cordiali. Jason fu la nuova vittima di Jill mentre Emily li osservava
alzando gli occhi al cielo.
“Mi
spieghi questa storia? Perché mi hai dato una gomitata? Mi
hai fatto male.” Chiese Harry massaggiando la parte
lesa.
“Jill
era a scuola con Tonks, ed erano molto amiche. Negli ultimi
tempi non si vedevano molto però per lei è stato
un brutto colpo scoprire della sua morte."
“Non lo
sapevo.”
“Oh
Harry, non sappiamo moltissimi cose! Siamo stati sempre messi da parte,
no? Troppo, troppo giovani!” rispose facendo il verso alla
madre.
Harry rise.
“A
proposito, perché lei e papà non sono
venuti?”
Harry rispose
sospirando: “ Tua madre non si è ancora
ripresa dalla perdita di Fred. Non le andava. Ogni tanto piange
ancora.”
“Avrei
dovuto immaginarlo.”
“si
riprenderà, ne sono sicuro. Ron ed Hermione?”
“Staranno
ricuperando il tempo perduto.”
Ad Harry gli
venne da ridere.
“Ehi
ragazzi!” esclamò Emily prendendo una sedia e
sistemandola vicino ai due ragazzi.
“Ehi,
Jason e Jill?”
“E’
andato a salutare alcuni amici che non vedeva da tempo. Quella pazza di
Jill è andata a ripescare il suo futuro marito;
probabilmente sta cercando la soluzione più indolore per
togliersi di mezzo.”
I due amici
scoppiarono a ridere.
“Tua
sorella è molto simpatica!”
“Chi
Jill? È sempre stata molto socievole, in maniera
completamente diversa da me, naturalmente.”
“Siete
molto diverse.” Notò Harry
“Sarebbe
stata una catastrofe avere due esemplari uguali di una delle due,
indifferentemente.”
Una donna
elegantissima dagli occhi blu, i capelli castano-rosso raccolti in un
elegante chignon e un vestito di raso rosso, con doppie spalline, il
corpetto rifinito da perline e una bella scollatura si era avvicinata a
loro.
“Mamma,
credo che la tua sia una visione accettabile ma non del tutto giusta:
avere due esemplari come me e Jill è risultato essere una
miscela esplosiva.”
“Hai
ragione Emily. Comunque, è stata assolutamente
più gestibile. Quando litigavate riuscivate a non parlarvi
per ore. Il che garantiva un assoluta calma una tantum.”
Ginny ed Harry
seguivano il dibattito madre e figlia a bocca aperta.
“non
fai le presentazioni? Ci dimentichiamo spesso l’educazione
signorina.”
“Ragazzi
come avrete capito lei è mia madre.” Disse alzando
gli occhi al cielo.
“Loro
mamma sono Ginevra Weasley, la mia compagna di classe e Harry
Potter.”
“piacere
ragazzi, sono Margaret Atkinson.” Disse stringendo la mano ad
entrambi.
La Signora
Atkinson era assolutamente gentile, eppure emanava
quell’autorità che un poco intimoriva. Harry
capì che doveva essere un donna di carattere un poco
rigorosa.
Sorrise
luminosamente: “ Come va la scuola,
Ginevra?” chiese
“Bene,
grazie. Mi chiami semplicemente Ginny!”
Emily
sbuffò: “Alla mamma non piacciono i
soprannomi.”
“Infatti,
preferisco chiamare le persone con il proprio nome, visto che ne hanno
uno, perché inventarne un altro? Da qui a dire che non mi
piacciono ne scorre acqua sotto i ponti. Se preferisci ti chiamo Ginny
senza problemi. ” rispose lanciando un occhiataccia alla
figlia che non sembrò minimamente turbata.
“Semplicemente
non sono abituata ad essere chiamata
“Ginevra”.”
“
Più che Normale se tutti ti chiamano Ginny. Potrei giurare
che Emily addirittura abbrevia con Gin”
“E’
vero!” esclamò Ginny.
“Una
madre conosce i propri figli.” Disse sorridendo.
“Harry,
ho saputo che hai intrapreso la carriera di Auror. Ti trovi
bene?” chiese rivolta ad Harry.
“Sì,
signora mi trovo molto bene.”
“Nelle
ultime settimane ho saputo che avete avuto molto da fare.”
“Ci
sono ancora parecchi Mangiamorte in giro, e non solo. Abbiamo dovuto
fare i conti anche con maghi e streghe che non lo sono necessariamente,
che hanno commesso atti illegali per paura o perché vittime
dell’ Imperius. Per non parlare dei delinquenti
comuni, in alcuni casi è stato necessario il nostro
intervento.”
“Ovviamente,impossibile
che manchino disordini.”
“Va
bene, vi lascio parlare tra di voi.”
“Salutami
papà!”
“E’
una tosta tua madre.” Disse Harry guardando la donna
andarsene.
“E’
vero. Sembra inflessibile, ma non è così. Con me
è stata anche comprensiva. Rispetta ma deve essere
rispettata.”
“ Ok, son o stufo di star seduto! Vado a cercare Ron ed
Hermione. E’ da un po’ che non li vedo!”
“Va
bene, vorrà dire che io chiacchiero un po’ con
Millie.”
Girò
un po’ per la sala, alla ricerca dei due amici, prese una
burro birra da un cameriere, accostandosi a due signore di mezza
età.
“Hai
visto come è bella?”
“Chi la
figlia di Anthony e Margaret Atkinson?”
Harry
d’istinto guardò le due signore e vide che stavano
guardando proprio Emily, insieme a Ginny e al suo cavaliere che doveva
avere finito con i suoi amici.
“Ma
sì, la figlia minore... Sapevi che fino hai due anni
di”Emily Atkinson non si sapeva nulla?”
“Cosa?!”
“Ma
sì, l’ho saputo da indiscrezioni...nessuno era a
conoscenza di qualche gravidanza di Meg. Però le voci furono
messe a tacere, beh I Bowen avevano un discreto
potere.”
“E cosa
si diceva?”
“Beh,
so solo che la bambina, fu portata in pubblico qualche mese dopo la
morte della sorella...”
“Ho
capito cosa vuoi dire! Non è possibile perché non
era spostata.”
“bada
bene che non è nulla di certo! Perché Gli
Atkinson si erano un po’ isolati...quindi...”
L’altra
era avida dei particolari: “C’erano voci secondo
cui fosse stata adottata,e che la bimba viveva in Irlanda con la
madre... e guarda caso la sorella di Meg abitava lì prima
della brutta malattia....”
“Harry!”
Si
voltò e trovò Ron ed Hermione accanto a lui. Si
dimenticò completamente della conversazione che aveva
origliato.
Angololo
dell'autrice:
Buona domenica
a tutti! Ecco il secondo capitolo, di questa storia, che, ancora,
supera le mie più rosee aspettative per quanto rigurada il
vostro gradimento. Pan_Tere94: non rompi, in alcun modo! le tue
recensioni mi fanno molto piacere...penso proprio che questa storia, ti
sorpenderà.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Il portale dei Tempi perduti ***
Capitolo
3 - I portali dei tempi perduti
La festa durò
fino a tardi, quando finalmente finì gli studenti tornarono
a casa per le vacanze.
Vacanze relativamente
tranquille, come del resto era trascorso la maggior parte del tempo
dalla caduta del Signore Oscuro.
Eccessiva calma. Harry
non riusciva ad abituarsi a tutta quella tranquillità, forse
perché aveva passato talmente tante cose, molte delle quali
davvero orribili che il nuovo stato di cose gli sembrava strano e
impossibile. Tra l’altro non aveva scelto il mestiere
più tranquillo del mondo. Stava ancora al corso Auror, ma
essendo il salvatore del mondo magico era vivamente coinvolto nella
caccia dei Maghi oscuri.
Aveva quasi la sensazione
che qualcosa sarebbe accaduto, che non poteva finire tutto
lì, che c’era ancora una storia che doveva essere
raccontata.
Altrimenti noi non saremo
qui.
OK alla vita
senza Voldemort ma un po’ d’avventura e di suspense
non guastavano! Era o non era Un Grifondoro?
Finite le vacanze fu
l’ora di tornare ad Hogwarts per Ginny e Emily. Anche
lì le cose sembravano procedere con assoluta calma. Era come
la pace dopo la tempesta, ogni cosa distrutta si andava rigenerando.
Le giornate si allungarono sempre di più Maggio
arrivò senza preavviso con lui la primavera ,il caldo.
“ Mi domando
perché devo stare qui con questo caldo chiusa in
Biblioteca.”
“Forse
perché ci dobbiamo preparare per quelle cose che i comuni
maghi chiamano M . A. G. O?” rispose sarcasticamente Jenny.
“Uh,
davvero?”
“Sì!”
“Ma io so
già tutto!”
Jenny alzò gli
occhi al cielo: “ci rinuncio!”
Tutte risero.
“Jenny non te
la prendere è Millie. E’ fatta
così!” disse Aleen battendo una mano sulla schiena
dell’amica.
“Non che ha
tutti i torti..” borbottò Ginny, guardando fuori
dalla finestra. In quel momento però il cielo si
oscurò e un tuono seguito da un forte boato e
iniziò a...Nevicare!”
“Nevica,
ragazze...”
“Sarà
un segno del cielo.”
“No Flo. Qui
c’è qualcosa che non va.” Rispose Emily.
Ed infatti, si
scoprì che i Gufi avevano uno strano comportamento, erano
inquieti e facevano un rumore infernale, iniziando anche a
volare come pazzi.
Hagrid disse loro che non
erano gli unici ad avere uno strano comportamento ma anche moltissime
creature.
“Che strano!
Probabilmente è il cambiamento del tempo che li ha
innervositi.” Questa fu l’unica spiegazione che
venne data per lo strano fenomeno. Ma il cambiamento repentino del
tempo? Nessuno aveva la risposta. Il tempo fece le bizze per tutto
l’arco della giornata, anche se nessuno seppe dare una
spiegazione.
Nel fra tempo Harry
Potter era su un treno verso Hogwarts perché il Professore
di Difesa gli aveva proposto di fare una conferenza sulla Difesa delle
Arti oscure. Aveva accettato. Le persone avevano bisogno di sapere in
modo che un tale fatto non debba mai ripetersi: Di Voldy ne bastava uno.
Arrivò
ad Hogsmeade verso l’ora di cena. Prese una camera
ai Tre manici di scopa e cenò lì.
Quella notte non era una
notte tranquilla. La pioggia cadeva fitta tra gli alberi, un
fulmine cadde su un albero....una fortissima luce si espanse per tutta
la foresta tanto che un Centauro pensò che si era fatto
giorno. Poi, la calma più assoluta.
La mattina seguente Emily
si alzò con un gran mal di testa. Si mise seduta e si
massaggiò le tempie.
“Ragazze...”
La stanza era
vuota. Si lavò si vestì e scese per la colazione,
senza badare a nulla. Finalmente arrivata a destinazione si sedette a
fianco di una ragazza dai capelli rossi che leggeva il Profeta.
“Dio, che mal
di testa. Sembra che mi scoppia.”
“Hai dormito
male?” chiese la ragazza.
“Boh, forse. Ho
fatto un sogno parecchio strano, adesso che ci penso.”
“EVANS!”
La ragazza
alzò gli occhi al cielo: “Eccolo che arriva!
Così tutte le mattine.”
“Potter...”
“Evans...”
Potter. Emily
alzò la testa di scatto. E si voltò. La ragazza
dai capelli rosso scuro guardava un ragazzo in cagnesco. Lo
passò centripeto per centimetro: capelli esageratamente
mossi, occhiali, e una espressione scherzosa che non si addiceva a
Harry Potter. Anche se sembrava proprio lui. Perché
indossava la divisa? Sapeva che sarebbe venuto ma... in divisa?! Non
era più uno studente.
“Evans, esci
con me?”
Cosa?! No. Quello era il
sosia di Harry. Il sosia cattivo. Alla festa aveva parlato con
lui...non gli sembrava così.... sembrava realmente
innamorato di Ginny.
“NO;
Potter.” Rispose Evans e tornò a far colazione.
Emily batté le
palpebre.
Una risata esplose nella
sala, Emily si voltò un ragazzo molto attraente stava
ridendo sguaiatamente.
Un momento, quello era...
“Taci
Felpato!” esclamò il sosia Potter.
“Ha ragione,
non è educato.” Disse una voce gentile.
Il Professor
Lupin. Oh, no, non,no...
Non era morto? No
sarà un parente che frequenta la scuola e gli assomiglia da
matti. E Poi, Il Professore era molto più vecchio.
Non era possibile. Si
concentrò sulla colazione. No, no, no...
Con quei ragazzi
c’era anche un piccoletto, che saltellava dietro al sosia
Potter. Guardò di nuovo il ragazzo alto. Un parente pure lui
o era un altro sosia. Non era possibile.
No, no, no... che fosse
finita... no, e ripetutamente no...
“Ti senti bene?
Sei pallida.” Si girò di scatto e
incontrò due occhi verdi molto famigliari.
“Sto bene. Non
è nulla.” Si alzò di scatto e
attraversò di fretta La Sala Grande sotto gli occhio
sbigottiti dei presenti.
Ci doveva essere qualcuno
che conosceva, no?! Era a scuola! Dov’erano le altre? Gin,
Al, Flo e Jenny?
Era disperata. Stava
correndo avanti e in dietro per i corridoi alla ricerca di qualcuno la
potesse svegliare.
Alla fine si arrese, e si
sedette su una panchina. Con le testa fra le mani.
Dopo un paio di minuti in
quella posizione, sentì una mano su una spalla ed Emily
alzò la testa di scatto.
Era Evans.
“Come ti
senti?” chiese gentilmente.
“Meglio. Avevo
bisogno di un po’ d’aria. Tutto qui.”
“Io sono Lily
Evans. piacere!”
“Emily. Piacere
mio.”
Quella situazione era assurda, perché lo stavano trascinando
dal Preside?
Harry non se lo spiegava.
Madama Rosmenta aveva preso una cantonata bella grossa e pure La
Mcgranitt..
Quella mattina quando era
sceso e Rosmenta lo aveva visto aveva gridato:
“Cielo Potter!
Che ci fai qui?!”
“Ho preso una
stanza.”
Ed ora si trovava
strattonato dalla Mcgranitt che gli urlava che fuori le visite
programmate ad Hogsmeade non ci poteva andare!
Passarono
davanti a due studentesse e una urlò:
“Harry!”
Emily si
girò vedendo la McGranitt infuriata che trascinava...
“Potter! Lo
sapevo! Perché non è in compagnia di
Black?” aveva sussurrato Lily.
Emily aveva visto il
giovane, aveva capito subito che quello era il Potter che conosceva
lei. Non il sosia.
E aveva gridato il suo
nome. Harry si voltò verso di lei e tirò un
sospiro di sollievo.
“Emily!
Grazie...La Mcgranitt è impazzita...non...”
Emily seguì i
due lasciando Lily sbigottita.
“Cosa
è accaduto?” chiese Emily.
“IL Signorino
ha creduto bene di andare a farsi un giro quando non era previsto. E
avuto la faccia tosta di dire che lui non era più uno
studente!”
“Ma
è vero!” esclamò Millie.
“Diglielo
tu!” chiese disperato Harry, La professoressa non ci
badò.
“A proposito...
sta mattina ho visto un tuo sosia!”
“Che?!”
“Sì!
Uno che ti assomigliava al 100 per cento!”
Erano arrivati al gargoyl
di pietra che portava all’ufficio del preside. Emily
riuscì ad entrare.
Salirono ed entrarono
del’ufficio.
Fanny si trovava sul
trespolo e Silente era sulla Poltrona che li guardava sorridendo.
“Cosa ha
combinato questa volta Signor Potter? E chi è la graziosa
signorina che è con te?”
La Professoressa si
accorse di lei e stava per mandarla via ma il preside la
fermò.
“Lasci che me
ne occupi io. Può andare.”
La Professoressa se ne
andò.
I due ragazzi erano
sconvolti. Harry indietreggiò e prese la mano di Emily.
“Lei...non
è possibile!”
“Cosa non
è possibile?”
“Lei
è...”
“Morto.”
Completò per lui Emily senza un minimo di tatto.
Silente non
sembrò avercela a male e sorrise:” Come vedete
godo di ottima salute!”
“Ma...ho visto
io... Malfoy... Piton...” balbettò Harry tenendo
la bacchetta di fronte a se.
“Lucius Malfoy
ha finito la scuola..”
“No! Draco suo
figlio!”
“Non mi pare
che abbia dei figli...” disse perplesso Silente.
Emily capì:
“Gli occhi di
Lily Evans! Sono uguali hai tuoi!” irruppe Emily.
Silente ed Harry la
guardarono: “Certo che sono uguali, è
mia...”
La porta si
spalancò di nuovo e un infuriata McGranitt irruppe di Nuovo:
“Potter, mi
vuole prendere in giro...”
Un ragazzo era con lei ed
era scioccato e scocciato pure.
Harry ed il ragazzo si guardarono. Silenzio.
La McGranitt era
sbalordita. Silente non sembrò perdere la calma.
“Tu ragazzo,
come è il tuo nome?” chiese ad Harry.
Il Bambino che
è sopravvissuto, pallido e davvero strabiliato
disse:
“Il mio nome
è Harry Potter.”
All’interno
della stanza calò il gelo:
“Lui
è....” chiese Emily.
“James Potter,
in persona!” rispose il ragazzo.
Emily guardò
Harry con gli occhi dilatati dalla sorpresa.
“Siamo finiti
indietro nel tempo...” riuscì a sussurrare prima
di accasciarsi su una sedia che era comparsa all’improvviso.
Tutto merito di Silente.
“Chi
è lui?!” chiese James.
“Minerva...
conduci James Potter in classe. Mentre questi due
giovani mi raccontano cosa è accaduto loro.” Disse
Silente senza perdere la calma.
“Iniziamo da
capo....”
“Che dire? Sta
mattina mi sono svegliata come tutte le sante mattine con un grosso mal
di testa. Sono scesa per la colazione, e ho incontrato prima sua mamma,
e poi i suoi genitori con dei loro amici.” Disse Emily.
“Lì
hai riconosciuti?”
“Diavolo che
sì! Uno era uguale ad Harry, uno è stato mio ex
professore, uno era un famoso ricercato, che poi si rivelò
essere innocente... e uno che non mi ricordo bene chi sia!”
“Vai
avanti...”
“Ho capito che
c’era qualcosa che non andava...perché dovevano
essere morti ho pensato a dei sosia...a dei parenti perché
non era possibile!”
“E qui entro in
gioco io. Ero venuto qui per una conferenza,e ho preso una stanza ai
tre manici di scopa, e questa mattina quando sono sceso, Madama
Rosmenta ha iniziato a sbraitare e ha avvertito la professoressa che mi
ha portato fino qui. Il resto la sa già.”
Harry decise che fosse
opportuno dare qualche informazione sul futuro; Riferire tutto, era a
dir poco faticoso. Raccontò tutto. Tutta la sua storia.
Giusto perché non fosse preso per pazzo, a lui e a Emily,
Naturalmente.
“E’
una distorsione temporale, vero Professore?” chiese Emily
“Si, ma credo
che sia qualcosa di più. Non posso dire molto . Harry, tu,
avrai bisogno di un nascondiglio. Emily, tu farai finta di essere un
studentessa qualunque in modo da cercare delle
informazioni...ehm spiegherai tu all’altro Potter.”
“Sai che
roba...mi tartasserà.”
“Potrei andare
nella stanza delle necessità. E’ un posto
sicuro.” Disse Harry invece
Silente annuì
ma non fece domande. Prima di andarsene Emily chiese:
“Perché
noi?”
“Lo scopriremo.
Fate attenzione a non far trapelare nulla sul futuro almeno fintanto
che non ne sappiamo qualcosa di più, potrebbe essere
pericoloso. ”
Salutarono ed
uscirono.
“Non prediamo
la calma.”
“Certo
Harry.”
“Vieni con me.
Avrò bisogno che mi porti il cibo. Non lo sai
dov’è la stanza delle
necessità?”
“Gin me ne ha
parlato, ma non so dov’è precisamente.”
“Bene,
vieni con me.”
Fecero tutto il viaggio
facendo congetture su quanto era accaduto.
“Silente, non
si è sbilanciato...”
“Troverà
una soluzione. E poi ci ha creduto subito, ed è una grande
consolazione.”
Emily, quando arrivarono,
salutò Harry e se ne andò verso la sala comune.
“Troviamo
il papà di Harry.” Si disse sospirando
Fu lui a trovare lei per
la verità. James finita la lezione si era separato dagli
amici e aveva iniziato a cercare e fermare tutte le ragazze dai capelli
lunghi che incontrava. Poi la vide e urlò correndo verso di
lei:”Ehi tu!!!”
“Cosa..”
continuò quando la raggiunse. Emily non lo fece
finire e lo prese per il polso in malo modo e lo trascinò in
stanza vuota. Raccontò tutto con grande pacatezza.
“Hai
capito?”
“Sì,
certo.”
James era sconcertato.
Una luce si accese nel viso quando osservò Emily
attentamente.
“Potresti
dirmi...”
“Scordatelo.”
“Va bene...sai
che mi ricordi...”
“Chi?”
“No, niente.
Non me lo diresti, no?”
“Non puoi
sapere nulla del tuo futuro potresti sconvolgere gli eventi
futuri.”
“Ok,
andiamo...devi sapere delle cose fondamentali...” disse solo
James.
Sirius e Remus e Piter erano sconcertati da ciò
che era accaduto. Ora Ramoso era andato a cercare una ragazza che
secondo la Evans si chiamava Emily.
C’era qualcosa
che non andava.
Trovarono James in sala
comune che parlava con una ragazza.
Sirius la
guardò e lei ricambiò lo sguardo: grigio contro
grigio si fusero e una strana sensazione percorse i ragazzi.
“Ragazzi...”
salutò James.
Felpato teneva
ancora gli occhi puntati su Emily, e lei cercò di evitare il
suo sguardo. Quella sensazione allo stomaco l’aveva messa a
disagio. Cos’era? Attrazione? Troppo banale come risposta.
“Scusami
Potter, c’è stato un brutto malinteso.”
Fece finta di concludere Emily.
“Fa niente, per
questa volta.”
Emily si avviò
verso i dormitori femminile, passo veloce per nascondere la sua
incertezza, sguardo basso rivolto al pavimento, come mai aveva fatto.
Sentiva il suo sguardo su di lei, quando lo sorpassò si
sfiorarono impercettibilmente, Emily si fiondò sulle scale e
Felpato la guardò sparire.
“Felpato?”
lo chiamò Lupin.
Il ragazzo si
voltò verso i suoi amici: “Quella ragazza mi
sembrava famigliare.”
James lanciò
un’occhiata alle scale:”Non saprei, Felpato. direi
che non ci sei andato a letto.”
“Ehi, che non
voglio portarmela a letto!” esclamò Sirius.
“Vorrei ben
vedere! Ti uccido se solo ci pensi!”
“Ragazzi,
questa discussione non ha senso. Ve ne siete resi conto?”
notò Lunastorta.
“Sì,
visto che nessuna nostra discussione sembra avere senso”
rispose Ramoso.
“Beh, un primo
passo è ammetterlo.”
Sirius si
lasciò cadere vicino al suo migliore amico.
“Comunque non
me la voglio portare a letto.”
Intanto Emily si
lasciò cadere dopo aver chiuso la porta, e si accorse di
avere tutti i suoi effetti personale. Frugò nel baule e lo
trovò, lì dove l’aveva lasciato.
Emily vagava per la
biblioteca cercando delle informazioni sulle distorsioni temporali
giusto perché non sapeva cosa fare. Aveva parlato con La
Mcgranitt unica informata della cosa, ed avevano ritenuto che
frequentare le lezioni avrebbe potuto attirare l’attenzione,e
con lei delle domande. Nessuno la conosceva, una studentessa in
più tra tante, al contrario non avrebbe dato
nell’occhio.
“Okay, vediamo
un po’ questo...”
“Perché
non ammetti che ti piace?” disse una voce divertita
“Mai e poi,
mai!”
Emily riconobbe la
seconda voce: era Lily Evans Potter, anche se lei ancora non lo sapeva.
Comparve Lily insieme ad
una ragazza di Corvonero...Sarah...zia Sarah. Era strano
vederla...sentì qualcosa al cuore, come uno
strappo. Fece cadere il volume che teneva in mano. Si
apprestò a ricuperalo.
“Emily! Come
stai?”
“bene...grazie!”
Lily sorrise e poi disse:
“Ti presento Sarah Bowen, Corvonero.”
L’altra sorrise
osservandola con gli occhi violetti luminosissimi:”Piacere
Emily.”
“Il piacere
è mio!” scostandosi una ciocca di capelli.
“Dio, hai dei
capelli meravigliosi...” disse Sarah.
“
Grazie...Me lo dice sempre anche una mia amica.”
“Vuoi sederti
con noi?”
“Sì,
dai così mi aiuti a smontare questa scema...”
Lily sbuffò.
“ A lei piace
James Potter e lui piace lei...” spiegò Sarah.
“A proposito
com’è finta, ieri, quella cosa con
Potter?”
“E’
stato solo un malinteso.”
Al tavolo ad aspettarle
c’era Zia Semmy, Leah e Joy, le grandi amiche di Zia Sal.
E via con le
presentazioni!
Quella cosa era molto
strana. Emily decise di fiondarsi nella lettura senza dar troppo peso.
“Allora, Lily,
quando vi spostate tu e Potter?”
“Sam! La vuoi
smettere!” esclamò irritata Lily.
“Voglio essere
invitata, sia chiaro!”
Emily rise sotto i baffi,
Zia Semmy non sarebbe cambiata, per nulla al mondo.
“Sam, lasciala
stare...è molto confusa...non sa se farlo d’estate
o in primavere, è una decisione bella grossa!”
spiegò Sally scatenando le risa di tutte tranne di Lily.
“Emily... se
l’unica sana di mente qui. Rivolgerò la parola
solo te.”
Emily stava per dire
qualcosa quando una voce la richiamò:
“Emily! Ci sei
pure tu!”
James e Sirius si
sedettero senza troppi complimenti.
“No, Black, ti
prego niente effusioni in biblioteca,potrei vomitare sopra i libri e
questo alla Signora Price, non piacerà.” Disse Sam
che osservava divertita Sirius che salutava Sarah con un bacio.
“Sam, lasciali
stare...” disse esasperata Leah.
“Già,
è tutta invidia la tua...”
“Joy, fammi un
favore chiudi quella boccaccia.”
James sbirciò
nel libro di Emily e chiese a voce alta: “Che
leggi?”
Di tutta risposta Emily
scostò James con una gomitata e disse:”Non sono a
fari tuoi,Potter!” coprendo interamente il libro.
“Ben fatto,
Em!” a parlare fu Sirius.
“Diavolo di un
cane...da che parte stai?!” esclamò James.
“Se
è stata fantastica, non è colpa mia...”
James stava per ribattere
ma Emily gli fece un gesto e lui capì subito.
“Em,
bisognerebbe darti un premio, nemmeno Evans c’è
mai riuscita ad azzittirlo..”
“Black, non sei
spiritoso.”
Emily si alzò
sorprendendo tutti,prese il libro e lo strinse al petto.
“Devo andare,
ragazzi...ci si vede in giro.” Disse e con gli occhi bassi se
ne andò.
Quella scena
l’aveva intristita, e quel soprannome...era come se le fosse
mancato.
“Em!”
sentì chiamare si voltò e vide James
che le era rincorso a presso.
“Scusa, ma
questa situazione è ancora nuova per me.”
James sorrise:
“Capisco.”
“Ci vediamo
alle dieci, fuori dal ritratto. Così andiamo a trovare
Harry.”
“Certo,
Em.”
Da quel momento Emily fu
per tutti semplicemente Em.
Ramoso ed Emily andavano
a trovare spesso Harry, e lo informavano su come procedevano le cose.
James era su di giri
all’idea di suo figlio, fece delle domande a cui il ragazzo
poté rispondere. Il legame si stringeva, era come se uno dei
desideri più forti di Harry si stesse avverando.
“Silente?”
“Ancora nulla.
Le mie ricerche ricorrono tempo, anche perché non
è un evento molto comune, no?” rispose Emily un
sera che aveva portato la cena ad Harry.
“Con
papà...”
“Beh, facciamo
finta di niente. Anche se i suoi amici sospettino qualcosa.”
“Vorrei
mostrarti una cosa..insieme a me ho portato tutte le mie cose,
è una cosa strana, va beh!”
Emily tolse un album di fotografie dalla borsa.
Emily arrivò
ad una foto precisa e la mostro ad Harry: ritraeva Sirius sorridente
che circondava con un braccio una ragazza dagli occhi violetti.
“E’
mia zia Sarah.”
“Davvero?”
chiese Harry abbassando gli occhi sulla foto che ora ritraeva
i due che si baciavano.
“Sono stati
insieme?!”
“Quando erano
qui a scuola...sai ho sempre pensato che fosse un gran
figo.”
Harry rise.
“Sai, quando
per caso ho incrociato i suoi occhi ho avuto una sensazione molto
particolare. E non mi spiego perché.”
“perché
è un gran figo?” chiese titubante Harry.
Emily
scoppiò a ridere e la cosa fece piacere ad Harry:
“Forse. Da piccola ero affascinata, sai, mia madre a
descritto il loro rapporto molto forte ma allo stesso tempo libero. Ero
affascinata...avrei voluto conoscerli tanto e non mi spiego il
perché.”
Harry mise una mano sulla
spalla e disse: “Non pensarci. La nostra priorità
è tornare a casa.”
“Hai
ragione. Mamma dice che assomiglio alla zia per
metà.”
Guardarono tutte le
fotografie e molte ritraevano l’infanzia di Emily.
“L’ho
completato io, sai? Il problema è che manca una foto di
quando sono nata. Vedi, qui è al battesimo di Jill,
c’è papà, mamma, i nonni e la zia.
Però di me non c’è. Papà
continua a ripetere che si è persa da qualche parte.
Pazienza.”
Albus Silente decise di convocare Harry ed Emily una sera
dopo una settimana, verso le nove.
Il piano era questo:
Harry, avrebbe aspettato Emily all’ingresso poi sarebbero
andati insieme da Silente. Doveva evitare di essere visto,
poiché non poteva “Comparire due Potter”
quasi identici.
James, per non destare
sospetti scrisse un messaggio a Millie.
“Ti aspetto alzato.”
All’ora stabilita s’incontrarono, facendo la strada
come in trance. Avevano passato quella settimana con la
sensazione che fosse tutto un sogno, e, sapere cosa era accaduto li
avrebbe riportati bruscamente alla realtà.
Silente, li aspettava e
senza alcun preambolo iniziò a dire:
“ Ragazzi,
credo che abbiate attraversato un portale dei tempi perduti.”
“Un
che?” chiese Harry senza capire.
“E’
una distorsione temporale, molto particolare, vedete collegano le
persone al loro passato. Quello dei loro genitori per chi è
in cerca di risposte, di verità non dette. Harry
che non ha mai conosciuto i genitori ha un ottimo motivo per
essere catapultato qui.”
“Io non
‘ho chiesto!”
“Lo so, ma
certe cose non sono controllabili. Non è opera del
uomo. Ha delle regole precise, e in un certo senso sceglie
chi può varcarle, e voi siete qui perché
c’è un conto in sospeso, qualcuno che vi lega a
questo tempo.”
“Anche
io?”
“Sì
Emily. Non lo sai ma ci sono due persone molto importanti per
te.”
“Come?
C’è solo mia Zia Sarah che è
morta quando avevo due anni! Non mi ricordo nulla di
lei.”
“Forse
è proprio per questo che sei qui. In ogni modo non possiamo
far nulla per farvi tornare indietro. nel momento in cui è
ora di tornare sarà Il Portale a decidere, e noi
del passato dimenticheremo ogni cosa. Però attenti, potrete
comunque danneggiare gli eventi.”
“Quindi questo Portale del Tempo perduto si è
aperto e vi ha portato fin qui, perché avete un
conto in sospeso con il Passato. no?”
“Sì,
James. E’ così.” Confermò
Emily.
James gli si illuminarono
gli occhi.
“ora che
c’è?”
“Niente avevo
visto giusto. Buona Notte Em.”
Doveva solo parlarne con
Harry.
“Non starai dicendo sul serio, papà!”
esclamò Harry il giorno dopo. Era sabato mattina ed era un
ora molto in solita. James ed Harry camminavano per il parco,e, Harry
avrebbe potuto farlo solo quando non c’era gente in
giro.”
“No! La
somiglianza con Sirius è lampante, inutile
negarlo.”
Harry ci pensò
su, poi come una secchiata d’acqua fredda la
verità gli si rovesciò addosso:
“Ecco chi mi
ricordava!”
Lo aveva notato anche al
ballo quando l’aveva vista dondolare sulle gambe
posteriore della sedia e il suo pensiero era andato subito al suo
padrino. E Poi quella sensazione, di familiarità...era
troppo per una persona che aveva visto durante gli anni scolastici per
caso. Il paragone non poteva venire di lampo, ma ora che sua
padre glielo fece notare, la somiglianza era trasparente. Impossibile
quasi non notarla.
“Non
è possibile comunque. Emily ha già due genitori.
Cavolo, come fa ad essere figlia di
Sirius?”pensò Harry.
Em aveva detto che sua
zia è Sarah Bowen, che guarda caso è la fidanzata
di Sirius, cioè più o meno. Lei sembra
il perfetto connubio tra Sally e Sirius! Perché sarebbe qua?
Per una zia di cui non ricorda nulla?
Harry ripensò
a quelle signore del ballo:
“Di Emily non
si è saputo nulla fino ai due anni... non ha foto di lei
prima dei due...merda!” ma non disse questo a James.
James alzò le
braccia: “Visto? Perché nascondere
l’evidenza? In fondo Silente ha detto che ci dimenticheremo
di tutto! Allora, tua madre è Evans, vero?” chiese
speranzoso James.
“Perché,
non l’hai ancora capito?” chiese scettico Harry.
“Sì,
hai i suoi occhi!”
Harry sorrise
all’espressione felice del padre:
“Beh, sbrigati
a conquistarla. Non vorrei rischiare di non nascere, è
chiaro?”
“Se solo mi
dessi qualche dritta...”
“Io?! E che
vuoi che ne sappia?”
“Ti
avrò parlato di come ho conquistato tua madre. Mi rifiuto di
credere che non l’ho fatto.”
Harry sentì un
strappo al cuore. Certe ferite non si rimarginano.
“Devi riuscirci
da solo. Non vale se te lo dico.”
James
sbuffò: “Che vuoi che accada?”
“Rischierei di
cambiare le cose...sono cose delicate! Vi dimenticherete di noi, ma non
di ciò che voi fate...è complicato, ma la nostra
azione deve essere limitata.”
“Mettiamo il
caso, che è scritto che voi fate delle cose?”
“Oh, lo
sapremo!”
“Che ne
sai?”
“Ci sono
già passato.”
James lo
guardò con un ghigno:”Di la verità, hai
il vizio di ritornare nel passato?”
“Colpito e
affondato!”
I due risero. Harry si
sentiva bene, era come se quella passeggiata avrebbe potuto ripagare
tutti quei anni di sofferenza. Mica male, eh?
Emily era china su un libro, ma non riusciva a leggere una parola.
Perché era
lì? Cosa centrava lei?
Sentì dei
rumori provenire dal dormitorio maschile si girò in tempo
per vedere scendere Sirius Black dalle scale.
“ Em! Hai
visto, James?”
“No...”
“Vado a
cercarlo..”
“NO! Volevo
dire che sì lo visto ma mi ha chiesto di dirvi di aspettarlo
qui.”
Il ragazzo la
guardò. Merlino se era bello:
“Ah,
sì? Sai anche perché?”
Quel ragazzo metteva
quasi soggezione.
“Ha detto
che... andava a correre.” Rispose annuendo. Doveva raccontare
qualcosa, sapeva che James era uscito insieme ad Harry per
fargli prendere un po’ d’aria fresca.
“a correre? Lui
no va mai a correre.”
“A me ha
chiesto solo di dirtelo se ti vedevo...non so altro!”
Silenzio. Sirius si mosse
verso di lei, e con una mano girò il libro verso di lui per
leggere ciò che Emily stava leggendo.
“Interessante?”
“Cosa?”
“Il libro, cosa
altrimenti?”
“Oh, cose di
scuola.”
“Sai mi ricordi
qualcuno.” Disse
Emily alzò lo
sguardo incrociando così quello di lui, senza più
riuscire a staccarlo.
“Chi?”
Sirius rise con quella
sua risata simile ad un latrato che fece venire i brividi a
Millie.
“Fa ridere, ma
mi hai ricordato la mia ragazza.”
“Davvero?”
“Sì.”
Disse sedendosi su una sedia.
Emily aveva i cappelli un
po’ spettinati, che le cadevano in avanti.
“Com’è?
Parlami di lei.”
“Oh,
è molto bella, l’hai vista, no? Però a
un caratteraccio. E’ orgogliosa, testarda...”
“Da quanto
state insieme?”
“Non
è che stiamo proprio insieme, è un rapporto un
po’ strano.”
Emily sorrise come una
bambina e chiese:”perché?”
Al ragazzo venne da
ridere. Spostò una ciocca di capelli sul viso della ragazza
e rispose: “ Non ci sono mai piaciute le cose
regolari.”
“Come
l’hai conosciuta?”
“ E’
del mio anno, però non ci avevo mai parlato. Una volta ci
sono andato a sbattere, poi, era un’amica di Sam Sullivan,
così...Quante domande...”
“Sono curiosa,
tutto qui.”
“Dicevi sul
serio che James è andato a correre?”
“Perché
che cosa c’è di strano?”
Sirius sorrise:
“James non va mai a correre, figuriamoci di sabato a
quest’ora. E’ strano da quando
all’improvviso sei comparsa tu, più o
meno.”
“vuoi dare la
colpa a me, perché il tua amico non ci sta con la
testa?” chiese indignata.
“No, ci pensa
Evans per quello! Conosco il mio migliore amico e so che
c’è qualcosa che non vuole dirci.”
Emily guardò
il ragazzo in quel grigio fuso, così
simile al suo, si ritrovò a pensare. Perché quel
ragazzo di cui aveva visto solo immagini lontane, riusciva a
totalizzare la sua attenzione, riusciva ad incantarla.
Un dubbio,
un’atroce dubbio, che volle cancellare subito.
“Ehi, Felpato!
Stai importunando una ragazza innocente?”
“Io sono
tutt’altro che innocente!” esclamò Emily
stizzita, buttando indietro i capelli.
“Com’è
andata la corsa , Ramoso?”
“Benissimo!”
esclamò Ramoso, che fece il gioco di Emily, facendola
sospirare dal sollievo.
“Tutt’invidia
la tua!”
“Perché
allora non mi chiami che vengo pure io?”
“Se ci
tieni...ah, c’è Sally qua fuori, ti
aspetta.”
Emily
s’irrigidì sulla sedia.
“OK,
vado...” disse Sirius avviandosi verso il buco del ritratto.
“Ehi,
Em ... stai bene?”
“Sì!
Non entrerà qui, vero?”
“Chi, Sally ?
No, non ha il permesso è una Corvonero!”
“dai, che tua
madre non potrà riconoscerti!” disse con
semplicità.
Emily
impallidì all’improvviso, abbassando lo sguardo
James la prese per le
spalle, e cercò il suo sguardo: “Emily si
può sapere che ti prende?”
Emily scosse la testa
disperata, con le lacrime agli occhi:
“Sono i miei
genitori, sono i miei genitori!”
James la
lasciò andare sconvolto, e lei s’alzò e
scattò verso l’uscita.
“Che diavolo le
hai fatto?!” esclamò Remus giunto in quel momento.
James rispose:
“Io, niente!”
“Em
aspetta!”
Emily uscì dal
ritratto con le lacrime agli occhi, con una frase solo nella mente:
“Tutte bugie, solo bugie...”
“Ma,
cosa...”
Emily alzò
incontrando gli occhi di Sirius e Sarah e corse ancora più
forte senza riuscire a guardarli veramente.
“Che
diavolo..” disse Sirius ma fu interrotto
dal suo migliore amico che rincorreva Emily urlando:
“Em, aspetta!”
Emily corse
fuori al parco, e James riuscì a raggiungere afferrandole un
braccio.
“Em, calmati e
spiegami...”
La ragazza scosse la
testa: “Non posso, Silente...”
“Oh, Em,
raccontandomi la tua storia come pensi che io possa interferire?
Dai!”
“Ero
convinta...no, i miei genitori erano Margaret e Anthony Atkinson fino a
tre secondi fa e ora capisco che non posso essere figlia
loro..perché sono qui! ”
“Calmati...ora
andiamo da Harry, e cerchiamo di rimettere a posto i pezzi...”
“Dove andate a
rimettere i pezzi?” una voce secca parò, si
voltarono incontrando, una Lily Evans al quanto arrabbiata.
“Cosa le hai
fatto, Potter?!”
“Io,
Niente!”
“perché
Em piange? E tu tenti di consolarla?”
“Non
è colpa sua, Lily. Lui non c’entra.”
Disse Emily risoluta.
“Ehi,
voi!”
Remus, Sirius, Sarah e
anche un Piter confuso li raggiunsero.
Emily si
precipitò dietro le spalle di James.
“Oh, Merlino!
Ho combinato un casino!”
“Si
può sapere che diavolo è accaduto?”
esclamò Remus.
“Forse si
volevano fare una corsa!” rispose Sirius.
“Felpato, non
c’è da scherzare!” esclamò
James. Era serio.
“Dai, Ramoso,
cercavo di sdrammatizzare!”
Sarah si fece avanti e
cercò di guardare Emily, e dirle: “Ti è
successo, qualcosa di brutto? A noi puoi dirlo.”
“No,
è meglio di no, Sal..” disse James parando Emily
ancora di più.
“E’
sotto sciock. Fateci andare da Harry.”
“Da quanto
t’intendi di sentimenti, Ramoso?” chiese Lunastorta
“E chi
è Harry?” chiese un confuso Piter .
“E’
mi...è suo zio.” Disse sicuro.
Emily gli venne da ridere.
“Suo
zio?” chiese Lily.
“Sì,
suo zio.” Confermò sicuro James.
“E dove
vivrebbe di preciso suo zio?” chiese Remus che ovviamente non
credeva ad una parola.
“A
Hogsmeade.”
“James, non ci
puoi andare! Ti ricordi cosa è accaduto quella
volta che ci hai provato?”
“Non ero
io!”
“Chi?”
“Lo zio di
Emily.”
Al che Emily cade per
terra scossa dalle risate.
“E’
ovvio che ci prendono in giro.” Disse Lily a Remus.
“Em ti sembra
il momento di ridere!”
Emily si alzò
e si spolverò i vestiti.
“James, la
balla non regge. Grazie per il tuo sostegno, Sei gentile.”
Sospirò e guardò gli altri: “scusate
per prima. E’ stato uno sfogo. Però vi prego di
non immischiarvi.” Detto questo si diresse
all’interno della scuola con passo malfermo ma deciso.
“quella ragazza
è una forza!” sentì dire a James.
Doveva andare da Harry.
Harry camminava intorno
alla stanza, pensando a ciò che suo padre andava blaterando.
Sì fermò davanti una libreria, colpito.
Aveva chiesto una stanza dove poter dormire, e vivere ed era venuta
fuori, quella stanza confortevole. Un letto comodo, una scrivania
confortevole.
“HARRY!”
Si girò e vide
Emily con il fiatone e il viso stravolto.
“Cosa
è accaduto?”
“Non è vero, giusto? Non è possibile
no?” chiese Emily concitata dopo avere svelato i suoi dubbi.
Harry non sapeva cosa
dire, poi, optò per un detto e non detto; Silente lo usava
spesso e sembrava funzionare.
“Papà,
mi ha accennato ad una sua teoria in proposito. Lui non ha prove molto
convincente, non ti pare?”
“Convincenti? A
chi deve convincere? Harry,non è solo per un fatto di
somiglianze.” Fece una pausa.
“E’
qualcosa di più. Una sensazione, sembrava come se Lui sappia
leggere dentro, è stata una scarica...come se lui facesse
parte di me! ma Io, ce li ho due genitori! E’ come se dentro
sapessi che è così.”
“Lo so. Ma,
bisogna basarci sui fatti, Em.”
A forza di sentire
chiamare la ragazza in quel modo da James aveva preso pure lui ha farlo.
“Tu, cerchi,
probabilmente una spiegazione nel tuo essere qui.”
Oh Merlino , che stesse
diventando l’incarnazione maschile di Hermione? Fu solidale
con l’amica poiché capì quanto fosse
difficile cercare di far ragionare una persona. Davvero ammirabile.
“Va bene.
Mettiamo che sia così. Tu hai un’altra
spiegazione?” chiese Emily.
Silenzio. Harry non ce
l’aveva.
Erano seduti per terra,
Emily teneva le gambe strette al petto.
“con quanta
sincerità James ti ha parlato della sua teoria?”
“E’
stato come un pensiero fulmineo, quando gli hai spiegato
l’intera situazione all’inizio. -Ehi, assomiglia a
Sirius, quindi è sua figlia come io lo ero per
lui.- Sono state le sue testuali parole.”
“Ciò
non toglie che lui non può darcene la certezza.”
“Ciò
non toglie che la somiglianza con uno con cui non ho nessun tipo di
parentela è forte, che tra l’altro è
stato fidanzato con la zia che secondo i miei parenti assomiglio
molto.”
“Beh, le
famiglie purosangue non sono tutte imparentate.”
“Primo, io
sarei Purosangue semplicemente perché I Bowen sono
di origini Irlandesi, e che, una strega inglese cui famiglia gode di
una notevole discendenza magica. Tutto qui.”
“Cosa vorresti
dire?”
“Vedi, Lo
bisnonno di mio nonno Abraham, Eoghan, era un mago Irlandese
purosangue, giusto per caso....all’epoca erano molto di
più. Comunque si sposò con una strega Inglese, di
nome Mary, che non è possibile definire purosangue almeno
per i dettami di Serpeverde.”
“Cioè
perché aveva parenti babbani o mezzosangue?”
“giusto; ci
sono casi in cui è maggiormente diluita. Tu Harry, sei
figlio di due persone con potere magici, non sei mezzosangue, ma non
sei nemmeno purosangue perché quelli idioti che hanno
coniato il termine, credono che si possono definire tali solo chi ha
interamente parenti maghi per una serie di generazioni.”
“Anche
perché i Potter era una famiglia purosangue?”
“Esatto, uguale
sono io. I parenti irlandesi di mio nonno lo sono. Però io
non posso vantare grandissime parentele con parentale con
famiglie purosangue inglesi. Soprattutto
perché nella mia famiglia non è una
priorità. E perché le sorelle e gli zii
se ne sono tornati in Irlanda. Solo i miei nonni sono rimasti
qui.”
Harry annuì.
“Quindi la
maggiori parentele inglesi ti vengono da...”
“Mio padre,
sì. Quello vero, ovviamente.”
“Em...”
“Sì,
lo so. Non è abbastanza per farmi prendere dal panico,
però...mia madre mi parlava di sua sorella
più di quanto mai abbia fatto con mia sorella, mi permetteva
di prendere le sue cose, ed io ero sempre rimasta affascinata da
lei...”
“Era...
è bella, voglio dire?”
“Molto,
più di quanto lei stessa abbia mai ammesso, almeno
così dice sempre la mamma.” Disse abbassando lo
sguardo.
“Che vuoi
fare?”
Emily lo guadò
Harry e abbozzò un sorriso:”Conoscerli.
Tanto sono l’unico legame che posso avere in questo
tempo. Tornata a casa chiedere alla mamma e a
papà.”
“Hai ragione.
Non hai nulla che possa aiutarti?”
“Nulla. I miei
sono stati bravi. Vedi, Sirius e Sarah non si sono mai sposati, no? Per
cui l’idea di una figlia è impossibile.”
Harry ricordò
perfettamente, in quel momento quella conversazione
origliata alla festa:
“... Sapevi che
fino ai due anni di”Emily Atkinson non si sapeva
nulla?”
“Cosa?!”
“Ma
sì, l’ho saputo da indiscrezioni...nessuno era a
conoscenza di qualche gravidanza di Meg. Però le voci furono
messe a tacere, beh I Bowen avevano un discreto
potere.”
“E cosa si
diceva?”
“Beh, so solo
che la bambina, fu portata in pubblico qualche mese dopo la morte della
sorella...”
“Ho capito cosa
vuoi dire! Tu pensi alla sorella Sarah. Non è
possibile perché non era spostata.”
“bada
bene che non è nulla di certo! Perché Gli
Atkinson si erano un po’ isolati...quindi...”
L’altra era
avida dei particolari: “C’erano voci secondo cui
fosse stata adottata,e che la bimba viveva in Irlanda con la madre... e
guarda caso la sorella di Meg abitava lì prima della brutta
malattia....”
“Sai se fosse vere le mie teorie cosa significa?
Significa essere cresciuti in una nuvola di bugie!”
Harry non poteva
nasconderle ciò che aveva saputo e cercò le
parole adatte per raccontarle ogni cosa.
“Senti, io non
te l’ho detto prima perché erano solo chiacchiere
senza fondamenta, che tra l’altro ho ascoltato per puro caso
al ballo e poi, me ne sono dimenticato.”
Em lo ascoltava
sbigottita, e senza più parole da buttare fuori.
“Harry grazie
per la sincerità.”
“non so se
avrei dovuto.”
“Sciocchezze!”
“Mi sorge un
dubbio... E Sirius? Lui non ha parlato mai di una cosa simile...e, mi
ha lasciato tutto a me!”
“Com’è
possibile?”
“Deve essere
lui, è stato l’ultimo suo ragazzo per
cui...”
“ma dico lo
sapeva? Forse non l’ha mai saputo. Voglio dire, si sarebbe
preoccupato, qualcosa avrebbe fatto o detto in proposito...”
azzardò Harry.
“Non lo so.
Mettiamo il caso che lo sapesse: Scappato da Azkaban, come avrebbe
fatto a rintracciarmi, e nel caso ci fosse riuscito, cosa avrebbe
fatto? Avrebbe bussato alla porta di casa e urlato: “Sono
tornato!” Improbabile.
Era pur sempre un
ricercato! Avrebbe cercato informazioni, certo. Ma, niente di
più... avrebbe saputo che io ero al sicuro, protetta. Harry,
avevi molto più bisogno di lui, no?”rispose Emily.
“E poi, se non
lo sapevo io...”
“Aspetta!”
disse Harry fermandola.
“Sirius era
sempre giù, come se qualcosa lo preoccupasse! Si, okay, non
gli piaceva stare rinchiuso senza fare nulla per l’ordine...e
perché si trovava in una casa che odiava. Però,
poteva essere per altro, no?”
“Non era uno
che amava parlare di ciò che provava...forse ha scoperto di
te quando è scappato! Magari, in quell’anno che
è stato latitante ha avuto modo di informarsi...dopo
c’è stato il Ritorno di Voldemort, che
l’ha distratto, quando è rimasto chiuso a
Grimmauld Place ha avuto tutto il tempo di pesare.”
“Sicuramente
è andata così. Ora ho solo bisogno di
riflettere.”
Sì
alzò e uscì dalla stanza delle
necessità.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Ritrovarsi ***
Capitolo 4 -Ritrovarsi
Emily affrettava il
passo, il tramonto stava inondando tutta Hogwarts, passava e incontrava
solo fantasmi persi nella tristezza della loro condizione.
Iniziò a
correre, voleva smettere di pensare... voleva lasciare che le cose
rimanessero tali.
Cosa le importava della
verità? Che differenza avrebbe fatto? Tutta la differenza
del mondo, la differenza tra verità e menzogna.
Arrivò fino al
ritratto della Signora Grassa, e entrò urtando alcune
studenti.
“Ehi!”
Non ci fece caso, e corse
sugli scalini di marmo fino su al dormitorio e si buttò sul
letto. Allora che vide posato sul comodino l’album che sua
madre le aveva dato.
Lo prese fra le
mani, se lo rigirò, per poi lanciarlo.
E allo si accorse che
dentro la copertina c’era un foglio con nel mezzo
una fotografia.
***************
Era quasi ora
di cena,
James avanzava tutto
tranquillo, era cambiato molto più calmo e
maturo...c’era riuscito e a stento sapeva spiegarsi come
fosse accaduto. Era bello, perché l’amava
veramente.
Lily Evans aveva
accettato di uscire con lui quella domenica stessa.
Doveva dirlo a Harry.
Entrò nella
stanza e urlò: “Mi ha detto
sì!”
“Chi?”
“Tua madre, chi
se no?!” esclamò James.
Harry sorrise, ma poi
chiese: “Em? Come sta?”
“E’
da un po’ che non la vedo. Anzi pensavo che fosse con te...
non l’ho vista nemmeno a pranzo.”
Harry si sedette
pensieroso.
“E’
da sta mattina quindi che nessuno la vista.”
“Già,
sei l’ultimo che la vista!”
“
“Senti...io vado a cercarla, ok?” Disse poi. James
annuì vigorosamente:
“Che faccio io?
Rimango qua?”
“Si, due Potter
in giro sarebbe molto sospetto.”
Harry iniziò a gironzolare per i corridoi alla
ricerca dell’amica, poi pensò che potesse essere
andata nei dormitori, sulla Torre Grifondoro.
Stava per mettere un
piede sullo scalino:
“Potter!”
Si
voltò e vide venirsi incontro una ragazza magra con morbidi
capelli castani, passo veloce, sguardo sicuro.
E ora chi era?
Quando la ragazza si
avvicinò notò gli incredibili occhi violetti
“Volevo complimentarmi con te!” disse poi con un
sorrisone.
“per
cosa?”
La ragazza fu sbalordita:
“Per cosa?! Per Lily, ovviamente!”
“Oh,
sì....hm, grazie. E che non ci stavo pensando in questo
momento.”
“Che anno
sentito le mie orecchie?” disse Sirius avvicinandosi con
elegante disinvoltura. Era strano rivederlo, un tuffo al cuore poi
ripensò ad Emily e notò la stessa eleganza nel
camminare.
L’idea gli fece
uno strano effetto, guardò la ragazza sorridente e
capì. Era più esile e più
bassa, ma le linee del volto, la bocca e le forme del corpo erano
identiche a quelle di Emily.
“James, stai
bene?” chiese lei sventolandogli una mano davanti gli occhi.
“Sì,
certo!” esclamò Harry
“Secondo me, la
Evans ti fa male amico.”
“Non dire
sciocchezze, Sirius.”
“Sal, lo vedi?
Non sembra più lui.”
Harry si trattenne dal
ridere.
“Sentite devo
cercare, Em.” Disse serio.
I due lo guardarono con
un espressione indecifrabile
“Perché?”
“Perché
era sconvolta, sta mattina. E non l’ho più vista.
Ho pensato di andarla a cercare in Sala comune.”
“Non
c’è, sono venuto da lì,
prima!”
Sal sembrò
agitarsi, si mordicchiava le labbra, e con una mano si
aggrappò al braccio di Sirius.
Nonostante la
calma apparente,gli occhi grigi di Sirius mostravano una certa
insofferenza.
“Che
è successo?”
“Beh...non me
l’ha detto, no? C’eravate anche voi.”
Disse.
Emily le aveva raccontato
ciò che era accaduto con quei ragazzi.
“E’
vero. Però quando l’ho lasciata io era tranquilla,
poi sei arrivato tu...” disse lui.
“Non le ho
detto....”
Sirius lo guardava con
un’espressione indagatrice mente Sally lo guardava
ansiosa. Che strano comportamento...Da quanto ne sapeva, Emily aveva
parlato con loro durante quei giorni, ma, non tanto da provocare tali
reazioni ad una sua scomparsa.
Era come se il loro
essere genitori veniva fuori solo con la presenza di Emily;
come se inconsciamente sapessero.
Doveva dire qualcosa,
poi, capì che cosa:
“Io...aspettate!
io ho solo nominato mamma e papà e le si è
rabbuiata. Credo che si tratti di loro.”
“Lo sapevo. La
famiglia ti rovina.”
“Non dire
cavolate! Solo perché tu non vai d’accordo con la
tua, tutte le famiglie sono male. Forse era per proteggerla.”
A quello Harry non
resistette. Quante volte gli avevano tenuto nascoste le cose? Era
brutto non sapere chi eri, da dove venivi...vivere credendo di essere
qualcuno, e invece scoprirsi qualcun altro. Capì come doveva
stare Em.
“Già...mentire
è la soluzione migliore, vero? Sai, a volte però
l’ignoranza porta a commettere errori.”
Soffiò.
Sarah era allibita.
“Sentite, Em
viene prima di ogni cosa. Dividiamola e cerchiamola!”
Furono
d’accordo, anche Remus e Lily si unirono.
Codaliscia, doveva
studiare e Harry ne era felice. Rivederlo dopo la fine che aveva fatto
non era il massimo.
“Allora, io e
Sarah andiamo da quella parte; Tu Remus vai al sesto e settimo piano.
“Ramoso e Lily
andranno dalla parte opposta alla nostra.”
Le ricerche iniziarono.
“Sei diverso,
Potter.”
“Io
mi sento lo stesso....” rispose
“Così,
Black e Sally i trovano nella fase stiamo insieme.” Disse
tranquillamente.
EH?
Si disse che avrebbe chiesto spiegazioni a James.
“Così
pare...” poi vide una testa pericolosamente uguale alla sua,
guardò Lily ma lei stava sbirciando dentro una classe vuota
per vedere se c’era Emily.
“...Evans,
aspettami devo andare in bagno!”
“Potter il
bagno è di là.” Disse voltandosi
Harry
afferrò James e si nascosero in uno sgabuzzino.
“Sei
scemo?!”
“Mi stavo
preoccupando...”
Harry spiegò
ma il giovane insistette per partecipare pure lui.
“Ok, ti vai con
mamma, e io, invece farò un percorso alternativo.”
Potter senior fu subito
d’accordo.
“Che cavolo
t’è preso?” chiese Lily con le braccia e
guardandolo truce e sospettosa.
“Perché?”
“Il bagno
è dall’altra parte!”
Lì per
lì James non afferrò ciò che la rossa
diceva.
“Ah,no...mi
pareva di avere visto qualcuno...mentre dicevo che dovevo andare in
bagno....allora ho deviato...ma non c’era nessuno,
ecco.”
Iniziò a
camminare deciso, sentì la rossa affiancarlo.
“Non dovevi
andare in bagno?”
“Mi
è passata. Stai tranquilla...” disse rassicurante.
“Sei fuori di
testa...Potter! Prima sembravi una maschera di preoccupazione,
nervoso...e stranamente...”
James ebbe un fremito di
paura. Qualcuno.... faccia che non sia accorta che
prima non fosse...
“.... diverso.
Mi veniva voglia di abbracciarti per consolarti.”
Disse Lily prima di frenare la lingua.
La cosa non le piaceva,
perché James Potter era un idiota presuntuoso, e non si
fidava completamente nonostante Avevasse abbassato la cresta facendolo
diventare quantomeno sopportabile.
Anche questo era un
brutto segno.
“come?
Cioè, volevi consolarmi maternamente?” chiese Il
ragazzo cercando di nascondere il nervosismo, e
così la sua voce sembrò una risata stridula.
Lily Evans venne colpita
come una frusta: Era vero, era quel tipo di consolazione...le se era
stretto il cuore...Il problema era perché diavolo
si doveva preoccupare maternamente di James Potter? Inoltre, come
cavolo faceva a saperlo?
Puzza, puzza di bruciato.
“Sì.”
Voleva vedere la reazione di Potter.
Il ragazzo si
grattò la testa e poi riprese a parlare:
“Em deve avere un problema molto grosso per farla
agitare a quel modo. Mi sono preoccupato quando non l’ho
vista più.”
Lily annuì
vigorosamente.
“E poi qua
è quasi sempre sola...perché non sta con le altre
sue compagne? La vedi, china su dei libri...sparisce nei momenti
più impensati...sempre dopo i pasti...e tra
l’altro riempie sempre la borsa di cibo...”
Campanello
d’allarme! James s’irrigidì.
“Sicuramente
deve avere qualche problema che la occupa.
“E una fame
insaziabile!” cercò di scherzare guadagnandosi
un’occhiataccia.
Sirius e Sally non
riuscivano a perdersi in chiacchiere, più il tempo
passava e più s’angosciavano,e più lo
facevano più s’innervosivano.
OK, Em era una ragazza
fantastica molto simpatica e avevano parlato spesso da quando si erano
conosciuti. Da qui, però, a disperarsi perché non
si trovava la strada era lunga!
“Sicuramente,
l’abbiamo vista così agitata e non sapendo cosa
è accaduto ...” provò a rispondere
Sarah alla muta domanda che aleggiava nella mentre
di entrambi.
Sirius non parve essere
convito. Ricordava bene cosa aveva provato la prima volta che il suo
sguardo aveva incrociato il suo. Lo stesso grigio profondo, sembrava
rispecchiare se stesso.
Sirius Black non aveva
l’indole per preoccuparsi e non ci fece caso, ma non riusciva
a staccare lo sguardo da lei.
In quel momento dove una
strana sensazione lo attanagliava, era cambiato tutto dal suo arrivo,
era come se Lei dovesse venire a lui, a loro.
“Senti,
proviamo dividerci, io provo fuori.” Disse sicuro.
“Ma...”
“Potremmo avere
più fortuna.”
E s’incammino
verso il portone principale.
L’aria fredda
era frizzante, poi all’ improvviso sentì
un dolce odore di lavanda.
Era lì.
Andò verso la
foresta proibita, il solo stava tramontando ormai,
accostò ai margini del bordo della foresta, e, poi si
avviò dove gli alberi erano un poco più fitti
sbucando in una radura, ed eccola distesa per terra con il volto
rivolto al cielo, i capelli sparsi per terra. Non una lacrima scorreva
sulle sue guance diafane.
“Em!”
esclamò sollevato, come se avessero tolto 100 Kg al suo
cuore.
Si sedette vicino a lei.
“Ci siamo
ammattiti per cercarti! Sei rimasta qui tutto il tempo?”
“Sì,
mi dispiace che vi siete preoccupati. Non c’era
bisogno.”
“Sicura di star
bene?”
“Ovvio.”
Testarda e orgogliosa.
Era chiaro che era una balla perché il suo viso era teso.
“cosa
è accaduto?”
“Niente.”
Disse tirandosi su.
Sirius sbuffò:
“Allora perché non ti sei più vista?
Non sei venuta nemmeno a pranzo...a proposito, fra poco è
ora di cena, devo trascinarti con la forza?”
“No, non ce ne
è bisogno. Perché va tutto bene. Non avevo
fame.”
“Eri e sei
sconvolta. Non pensarla di scamparla così. Voglio sapere
cosa ti è successo.”
Emily voleva piangere,
non poteva guardare suo padre che la guardava in quel modo...Merlino,
se era strano dirgli padre.
“perché
t’interessa?”
“Perché
si.” Rispose lui.
“Non
è una risposta accettabile.”
“Em, tra amici
ci si aiuta.”
“non possiamo
considerarci amici.”
“Non sono
d’accordo....siamo amici e basta.”
“Che
significa?”
“Oh quanti
problemi!”
Emily sorrise e disse:
“Non è pura curiosità?”
“Può
darsi che sia anche quella.”
Scosse la testa:
“Non capisco.”
“Nemmeno io, ti
capisco. Chi diavolo sei?”
Emily lo
guardò diritto negli occhi per la prima volta quella sera,
soppesando la risposta.
“ Credevo
di saperlo. Ora non ne sono più tanto sicura”
Sirius la
guardò e gli accarezzò il viso:
“Ricordati che
tu appartieni solo a te stessa, e solo tu sai chi sei veramente. Ora
sei confusa,magari,però se cerchi dentro una risposta la
troverai.”
“Non mi sarei
mai aspettata una risposta cosi da Sirius Black!”
Il ragazzo
scoppiò a ridere:
“Nemmeno
io...infondo sono un ragazzo pieno di sorprese. O forse
perché ci sono già passato. Ho seguito
l’istinto ed ha funzionato.” Un ombra scura
passò nei suoi occhi, Emily poté notarla anche se
il viso di era in penombra.
“Non che mi sia
posto il problema.”
Emily scoppiò
a ridere sinceramente, forse aveva ragione.
C’era tempo per
capire...
“Voglio
comunque una risposta da te.”
“Ho scoperto
cose che non sapevo sul mio passato e mi hanno scioccato...”
disse semplicemente alzandosi e spolverando la divisa.
Si chinò verso
Sirius così che i capelli gli caddero in avanti:
“Fatti bastare
questo, Black. Perché dalla mia bocca non uscirà
più una parola.”
Il ragazzo
scattò in piedi e la prese fra le braccia forti
caricandosela sulle spalle.
“lasciami!”
“per ora ti
lascio stare..comunque una punizione te la meriti!” disse.
Harry stava iniziando a
preoccuparsi, non che considerasse Emily una ragazza che non
sapeva difendersi, non che non fosse degna di fiducia, però,
aveva preso abbastanza male la notizia di quei particolari della sua
vita.
Poi, arrivato
quasi fino all’ingresso sentì delle voci
molto forti e, sì avvicinò quatto
“NON FARE MAI PIU UNA COSA SIMILE! SONO QUASI MORTA DALLO
SPAVENTO! QUASI UN ORA PER TROVARTI!!!”
Quella doveva era Sally
ne era sicuro
“ Su, non
è accaduto nulla di grave ….
” disse la voce che sembrava Remus Lupin.
“NULLA di
GRAVE?! SI SCOPARE in QUEL MODO??”
Harry si
nascose in un angolino per osservare divertito la scena:
Emily si trovava in mezzo
con Sirius che le stava accanto, Sarah davanti a lei con le mani sui
fianchi e sguardo omicida, ed erano circondati da James, Remus e Lily
che guardavano la scena allibiti e alcuni divertiti. James,
infatti, tratteneva a stento le risate. Harry cercò di
attirare la sua attenzione.
“Tu
guarda! Non sei mia madre! Urlò Emily, poi, si
fermò di botto con uno sguardo allarmato.
Al che Harry e James non
poterono fare a meno di ridere. Il primo senza far rumore, il secondo
sbellicandosi dalle risate.
“ Non
c’è niente da ridere,James!”
esclamò Emily.
“Hai ragione,
Em... scusa!” disse quello fermandosi.
“ Em, ha
ragione, non te la stai prendendo un po’ troppo?”
chiese Sirius
Sal lo fulminò
con lo sguardo: “ NON PRENDERE LE SUE PARTI!TI RICORDI IN CHE
STATO ERAVAMO?! TU SIGNORINA SEI IN PUNIZIONE!” disse poi
Sally marciando verso la Sala grande. A James gli prese un altro
attacco di risa.
“Potter,
smettila! Sal ha reagito
esageratamente..” disse Lily pensierosa.
Si avviarono verso la
sala grande anche loro.
“Esageratamente
è un eufemismo, Lil.. la messa in punizione!”
disse Remus.
James e Emily si
guardavano spaventati.
“Si
sarà fatta prendere dal momento!” provò
James.
“Forse
perché siamo stati preoccupati da
morire!” disse Sirius lanciando uno sguardo severo ad Emily.
“E
dipersè non è normale!”
esclamò Remus.
“Vorresti dire
che non ti sei preoccupato, tu?!” chiese indignato Sirius.
“No,
l’ho vista spaventata e sconvolta e mi sono dispiaciuto,
quando abbiamo costatato che era sparita da troppo tempo, mi sono
impensierito ...però voi eravate fuori di voi... un
po’ troppo, direi”
“hem...
Ragazzi? Em non c’è più.”
Disse una sconcertata Lily.
Sirius Black non ci vide
più.
Emily era stata
trascinata da Harry in un arazzo.
“Harry!”
“Volevo farti
sapere che ero anche io nelle tue tracce.”
“Vuoi mettermi
in punizione pure tu?” chiese divertita.
“No.
Ma c’è qualcosa di strano, dobbiamo
indagare!”
“EMILY! DOVE
DIAVOLO SEI?!!!”
L’urlo di
Sirius trapanava le mura del castello.
“Vai! Io passo
per di qua!” esclamò Harry.
Emily uscì
dall’arazzo, nello stesso momento si sentì presa
per un braccio in malo modo da Felpato, incavolato sul serio.
“Così
ti piace giocare a nascondino?!”
“beh, no...
è che...”
Raggiunsero gli altri che
li guardavano senza aprire bocca.
“è
cosa?!” disse guardandola con quei occhi grigi diventati
torbidi dalla rabbia.
“Un ragazzo mi
ha trascinato dietro un arazzo.”
Brutto errore.
Sirius
spalancò gli occhi stringendo il polso di Emily.
“Come si
chiama? Che voleva?” chiese cercando di restare
calmo, continuandola a trascinare.
“Michel
Corner.” Buttò lì. Era un ragazzo
Corvonero ex fidanzato di Ginny.
“Voleva
invitarmi a uscire.”
Altro brutto errore.
“Non se ne
parla neanche.” Disse asciutto. Più arrabbiato di
prima.
“Cosa?! Come ti
permetti Black?!” esclamò Lily.
“Mi permetto e
come! Mi sta a cuore Em, e finché non lo
vedo con i miei occhi deve stargli lontano.”
“E se lo
fa?” chiese divertito James, guadagnandosi
un’occhiataccia da Emily.
“Gli spacco la
faccia.”
Entrarono in Sala grande,
la cena era iniziata e si guadagnarono un occhiataccia dalla McGranitt,
ma non fece nulla, poi, sorrise insieme a Silente.
Emily ebbe
l’impressione che loro sapevano benissimo cosa stesse
accadendo.
Sirius la
tempestò di domande, e Emily non sapeva cosa fare.
Stava per mettere il cibo
dentro la borsa e alzarsi che una voce disse:
“Dove credi di
andare?”
“Dove mi
pare!” esclamò Infuriata Emily.
“No, tu non ti
muovi da qui.” Rispose Sirius.
“Non sei mio
padre!”
bugia!
“No...però
quel tizio non mi piace!”
“Sei
geloso?”
“Sì.”
Disse prendendola di sorpresa e facendola mettere seduta.
Emily guardò
la sua espressione sconvolta...le venne da piangere, perché
capì, anche se non lo dava a vedere, che quei sentimenti nei
suoi confronti lo confondevano.
“Io, non ho
fatto nulla di male.” Disse mettendo il broncio. Doveva in
qualche modo assecondarlo, se non voleva che si scoprisse che
lei là in quel momento, in quel anno, non ci divideva essere
perché di fatto lei non esisteva
“Lo so, Em. Non
mi va che esci con ragazzi che ti rapiscono dietro gli arazzi.
E’ un brutto segno.”
“E che cosa
significa?”chiese Remus scettico.
“Che
se la vuole fare e basta.”
“E chi te lo
dice?”
“Se permetti
conosco quelli della mia stessa specie.”
Tutti scoppiarono a
ridere, così Emily ne approfittò per
parlare con James.
“Porta ad Harry
la cena!”
“Ci penso
io.”
I giorni seguenti, fu impossibile fare un passo autonomo,
perché Sirius e Sally non la lasciavano sola un
momento, soprattutto il primo.
Doveva
imbucarsi alle lezioni, e uscirne, farsi vedere tra gli altri
studenti.
Solo se
c’era James con un scusa riusciva ad andare da Harry senza
che qualcuno sospettasse qualcosa o per fare delle ricerche sul tempo.
“Niente, Harry! L’unica cosa
che sono riuscita a trovare è qualcosa sulla gira tempo, e
qual cosina su le distorsioni, altrimenti...” disse scuotendo
la testa.
“Con gli
altri?”
“ Si comportano
come se fossero i genitori...no le hanno perdonato quella sua uscita!
Credo che sia direttamente proporzionale alla vostra
permansa!” rispose James.
“ Tu
però non fai così..” affermò
Emily
“Dici?”
disse scettico Harry e James arrossì.
“Altra sera, mi
diceva che ero troppo magro, che mi vedeva stanco...”
Emily scoppiò
a ridere:”Non ti facevo così premuroso!”
“Ma
è vero!”l’altro si difese.
“C’è
da dire che lui lo sa...e questo cambia le cose.”
Notò Emily.
“Forse dovremo
chiedere a Silente?”
“E che problema
c’è? E’ fantastico quando Felpato fa il
terzo grado a Em! Mi diverto da morie!”
“Io,
no!”
“Però,
è colpa che nascondi tante cose.” Disse Harry.
“Cerca di stare
attenta.” Rispose Harry.
James e Em si avviarono,
poi però lui si girò e disse:
“Forse
è perché infondo sanno che Em appartiene
loro.”
“Già.
Sarà così.”
“Devo andare in
Biblioteca. Sal vuole che faccio i compiti.”
“Quali?”
ironizzò Ramoso.
“Me li sono
inventati.” Lo disse sbuffando.
“Ok, io invece
vado alla....”
Fu bloccato da un gruppo
di ragazzi con uno stemma verde e argento. James ammutolì
all’improvviso e la trascinò via.
“Che ti
è preso?”
“Nulla!
Soltanto quella è gente poco raccomandabile. Dopo poco si
separarono.
Emily entrò
nella biblioteca, erano le due, doveva fare i
“finti” compiti e poi, via a ricercare sua
madre...altrimenti erano guai seri.
Si mise di buona lena,
poi, però delle voci la distrasse: alzò lo
sguardo e vide i ragazzi Serpeverde, e uno si staccò dagli
amici e si diresse nella sua direzione.
Assomigliava a suo padre,
era più basso, più magro, perché
l’altro era più muscoloso e decisamente meno
bello...e Serpeverde.
Il ragazzo si sedette di
fronte a lei e tese una mano.
“Regulus
Black.” Disse.
Emily allungò
le sue dita lunghe e strinse la mano del ragazzo brevemente.
“Emily
Atkinson. Che posso fare per te, Regulus Black?” disse
freddamente.
“Ti ho vista
con Potter, prima.”
“Sì,
lo conosco...non vedo però il motivo di tanto interesse nei
miei confronti.”
“Sicuramente
conoscendo Potter conosci anche il suo migliore amico. Beh, quello era
mio fratello.”
Era? Perché
era? Caso mai è, non è ancora
morto...eppure sapeva di aver capito bene.
“Uh, continuo
ha non capire cosa centri con me.”
“Non devi
capire, infatti.”
La stava innervosendo, si
alzò se si diresse verso una scaffale per prendere un libro,
venne seguita.
“Senti, Black.
Non ho tempo da perdere, intesi? Dimmi che vuoi e facciamola
finita.”
Il ragazzo si
avvicinò pericolosamente, Ed Emily alzò la
bacchetta.
“Devi stare
attenta con me!”
Emily sorrise e gli
puntò gli occhi nei suoi e questo parve spiazzare il ragazzo.
“Sì?
Stai attento, non iniziare una battaglia come me perché
perderesti.” Disse poi si voltò e andò
via.
“Digli che non
si volta le spalle alla famiglia!” urlò Regulus.
Senza voltarsi disse:
“sarà fatto.”
Prese i libri e se ne
andò.
I capelli che
svolazzavano, molte teste si giravano al passaggio della sua figura
sinuosa, lei non ci fece caso.
“Em!”
Era Sarah insieme a Leah.
“Fatto i
compiti?” chiese
“Sì,
peccato che un deficiente mi ha interrotto. vado a finirli in sala
comune.”
“Mi raccomando!
Chiedi aiuto a Lily o a Remus. e non farti distrarre da quei
due idioti.”
“Ok, senti che
mi sai dire di Regulus Black?” chiese indifferente.
Sentì gli
occhi violetti puntanti su di lei.
“So che non
devi nominarlo davanti a Siri e che devi stargli lontano.”
Ormai il danno era fatto.
Quanto tempo avrebbe messo per venirlo a sapere tanto poco.
Aspettò in
Sala comune, con i nervi a fior di pelle, accanto a Lily che faceva i
compiti.
“Em, stai
bene?”
“Sì!
Come è andata l’uscita con James
Domenica?”
“hm...bene.”
“Ti sei
divertita, ammettilo con me puoi farlo.”
“Sì,
è vero. Contenta?” lo disse sorridendo.
Sentirono delle voci
fuori del ritratto ed Emily si alzò ritta.
“Preparati al
peggio, Lily.”
Un infuriato Sirius
seguito a ruota da James, Remus e Piter che faticava a stargli dietro.
Felpato raggiunse Emily e
si piazzò davanti a lei con le braccia incrociate e con
finta calma chiese:”Dove sei stata?”
“In
biblioteca.” Guardò James disperata e lui le fece
segno di stare calma.
“C’è
una voce che dice che sei stata avvicinata da quell’idiota di
mio fratello, è vero?”
Annuì, e
sentì due braccia stringerla quasi a soffocarla un profumo
fresco e buono le invase il naso.
“Ti ha fatto
del male?!” chiese
“Pensi che non
mi sappia difendere?! Ci provasse solo e vedrai cosa gli
faccio!”
Sirius la
guardò negli occhi scostandola da se: “ Immagino.
Jenson è ancora in infermeria.” Ghignò.
“I suoi
commetti sul mio fondoschiena non erano graditi.” Disse solo
Em
Le accarezzò
una guancia, e disse: “Sai di Lavanda.”
“Mi
è sempre piaciuto l’odore della lavanda.”
“Che voleva
Regulus?”
“Non lo so!
Quando me ne sono andata a solo gridato di dirti che non si volta le
spalle alla famiglia...non credo che volesse che facessi da
messaggero.” Disse storcendo il naso. Sirius alzò
il suo viso e le sorrise: “ Ignoralo, Em. Se non la smette
difenditi. Lasciane un pezzo a me però .”
“Secondo te, lo
ha fatto per arrivare a te?”
“ovvio,
James. attacca lei per attaccare me.”
“Troverà
pane per i suoi denti.” Ripeté Emily.
“Non ne ho
nessun dubbio.” Rispose quello.
************
No. non posso crederci!
vi piace... ed io che l'avevo postata tanto per farlo! quanto
sono contenta... vediamo un po', che ve ne pare di questo
capitolo?
vediamo un po' di
rispondere alle domande di Bianchimarsi, per quanto possibile:
Sì, è una Harry/Ginny anche se solo accennata.
per quanto riguarda Harry, dovrai aspettare il prossimo
capitolo! Non smetterò mai di rigraziare anche chi
legge solo le mie storie!
Baci Fanny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** La Partita di quidditch ***
Capitolo 5 -La Partita di quidditch
Quella notte fu molto
agitata, qualcosa stava cambiando, la sentiva Harry, lo sentiva Emily e
lo sapeva Silente. Non doveva intervenire, erano lì
ritrovare se stessi, per capire che il passato rimaneva passato.
Em, si alzò
sudata, di nuovo l’incubo e non ricordava nulla.
Si mise una maglia e
scese in Sala comune, ormai vuota.
Salì le scale
che portavano al dormitorio dei maschi sentendo il risuono dei suoi
piedi.
Si
fermò davanti ad la porta incriminata e
bussò due vote.
Come se fosse lo avesse
chiamato Sirius aprì la porta assonnato:
“Em!”
aveva a torso nudo mostrando gli addominali, sotto aveva i
pantaloni del pigiama.
“Cosa
c’è?”
“Posso
parlarti?”
Il ragazzo sorrise, e
disse: “prendo una maglietta e sono da
te.”
Andarono in sala
comune, si sedettero su un divano.
Emily
incrociò le gambe e i suoi capelli scuri erano scompigliati
e le cadevano in avanti, Sirius si senti improvvisamente orgoglioso,
era bellissima, intelligente e simpatica, un uragano.
Non sapeva
perché dovesse sentirsi così, manco fosse merito
suo, era confuso ma averla vicino gli faceva piacere iniziò
a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
“Ti ho
svegliato?”
“No, ero
sveglio ho fatto un sogno strano....tu cosa vuoi dirmi?”
Emily si
appoggiò alla sua spalle e lui la strinse a sé
con fare fraterno.
“Non riesco ha
non pensare a oggi.”
“Hm...”
“Quello che ha
detto tuo fratello.” Si strinse ancora di più a
lui e continuò:
“Lo so che non
ne vuoi parlare, ma mi ha colpito ciò che ha detto... ha
detto che tu eri suo fratello...”
Lo sentì
sospirare: “perché sono scappato da casa e per
loro sono come morto.”
“Non lo
sapevo.”
La scostò da
se e sorrise: “Non conosci la mia famiglia, Em...è
gente legata alla magia oscura e alla purezza della razza. Io m sono
dissociato e ovviamente alla mia famiglia non è
andato giù. Alla fine rimanere nella stessa casa non aveva
senso. Non devi preoccuparti per me.”
“non
l’ho fatto...però il suo sguardo...”
disse
“vieni
qui...non pensarci...”
“Tu, invece,
perché non dormi?” chiese
“Beh,
sì... ho fatto un sogno strano e mi sono svegliato
senza più riuscire a prendere sonno. Mi trovavo in
un posto che non avevo mai visto e c’erano delle persone che
mi chiamavano ma io non riuscivo a raggiungerle...poi
l’ambiente è cambiata e mi sono ritrovato
rinchiuso in una stanza che aveva tutta l’aria di essere una
cella.” Rispose Sirius, si
appoggiò allo schienale e mettendo le braccia dietro la
testa.
“poi, mi sono
svegliato e dopo poco hai bussato tu.”
“Hm...anche
a me mi capita di sognare qualcosa che mi fa svegliare però
poi non ricordo nulla.”
Si guardarono, tutti
scompigliati e assonati e scoppiarono a ridere.
“Invece di
dormire stiamo qui a parlare di sogni...” notò
scuotendo la testa-
“Vuol dire che
soffriamo di insonnia!” chiosò Emily.
“Dovremo fare
qualcosa.”
“Che vuoi
fare?” chiese curiosa lei.
“ Vieni,
facciamo una passeggiata!” disse prendendola per mano e
portandola verso il ritratto della Signora Grassa.
Le mostrò
cose, passaggi che nemmeno si era mai immaginata, furono
quasi beccati, ma riuscirono a sfuggire a Gazza.
Tornarono verso 5 di
mattina, ancora con la risatina negli occhi.
“Hai visto la
sua faccia? Quando credeva che eravamo davanti a lui?”
“Già...”
rispose senza smettere di osservarla.
“Cosa
c’è?” chiese
Lui sorrise e gli diede
uno buffetto sulla guancia:
“Ti senti
meglio?”
“Sì,
grazie. Avevo proprio bisogno di distrarmi.”
“ Hai chiarito
con i tuoi?”
“No. Non
è che fa molta differenza, ormai.” Disse alzando
le spalle.
“Non
è vero! Fa tutta la differenza del mondo.”
“E’
ora di dormire...a dopo!” disse correndo verso i dormitori
senza riuscire a guardarlo.
Il ragazzo sorrise e si
avviò verso la sua stanza.
“Dove diavolo
sei stato?” chiese una voce seccata.
Remus
“Lunastorta” Lupin lo guardava con cipiglio severo;
James “Ramoso” Potter aveva il volto girato
dall’altra parte con fare offeso; Piter
“Codaliscia”Minus, ronfava della grossa.
“Niente di
speciale, a fare un giro.”
“A
quest’ora?” chiese secco Lunastorta.
“Senza di
me?” chiese con voce lamentosa Ramoso.
I due amici lo
guardarono, uno con un sorriso, l’altro indegnamente sorpreso.
“Ero, in dolce
compagnia, Ramoso!”
Ora
l’attenzione si fu spostata di nuovo su Felpato.
“Ero con
Emily.”
“Secondo me
quei sogni sono riconducibili alla motivazione per cui noi siamo qui.
Voglio dire...la cella! È qualcosa che
accadrà.” Disse Harry il girono dopo.
Em ed Harry camminavano
per raggiungere Hogsmeade: era durante la settimana per cui
con tutti gli studenti a lezione per il ragazzo spostarsi era
più semplice.
“ Lo credo
anche io. Silente lo aveva detto. In qualche modo la nostra presenza
crea qualche distorsione, no? Da ciò che ho potuto capire
noi ci troviamo in una sorta di dimensione parallela che collega i tre
tempi: passato, presente e futuro. Noi ci troviamo in quella dei Tempi
perduti. Il nostro desiderio di conoscere la verità o cosa
ci siamo persi, è qualcosa di molto profondo.”
“Sì,
credevo di averlo superato dopo tutto ciò che mi
è accaduto.”
Il quei giorni Harry
aveva raccontato tutto della sua vita a partire da quella lettera che
gli aveva permesso di scoprire la verità su di lui e i suoi
genitori e che aveva posto l’inizio alla sua avventura.
“Non
dimenticarti, Harry Che certi desideri sono tanto forti che
è impossibile eliminarli. Accettare i limiti, accettare le
nostre debolezze è il primo passo, sai? Siamo umani ed
è normale volere che chi ami sia accanto a te. Allora,
forse, potremo vivere senza rimpianti. Ritrovare un
equilibrio. Ma Harry, forse, è proprio la tua storia che
c’insegna che i sentimenti non si possono
cancellare. C’è qualcosa che ci unisce e che ci
aiuta ad andare avanti, sempre.”
Harry guardò
il profilo di Emily :”Hai ragione. E tu? Tu, non ne sapevi
nulla...”
“Lo
sospettavi, vero?”
“Non da subito.
Quando è scappato... i miei hanno iniziato ad essere
nervosi, volevano portarmi via da scuola. Forse avevano paura
che lui...lo scoprisse e mi portasse via. E, da lì, da
qualche straccio di conversazione ho iniziato a farmi delle domande,
come quella perché non ci fosse una foto di quando ero
appena nata.”
Harry non seppe cosa dire
e la ragazza continuò a parlare:
“Sai, dentro
l’album di fotografie ho trovato questo. Era nascosto dentro
la rilegatura.”
Frugò nelle
tasche del mantello e gli porse un foglio e una fotografia.
Cara Emily,
Non potrò
vederti crescere, so che a questa malattia
non
c’è cura nonostante
Zia Meg, continua a
negare l’evidenza.
Non
voglio che tu cresca senza
uno straccio di ricordo
di me e nemmeno di tuo padre, attraverso
queste fotografie dove
dietro ognuna a scritto un pensiero,
tu possa avere
una parte di noi, Millie.
Ho fatto promettere a tua
zia che avrebbe
Continuato al mio posto
L’album con la tua vita.
Sappi che ti voglio un
mondo di bene,
piccola stella del
mio cuore.
Mamma
Harry guardò
la fotografia e vide Sarah che stringeva un neonato che
muoveva i braccini sorridendo, Sarah era radiosa, nonostante
il viso stanco, lì accanto c’era sua sorella.
Voltò la fotografia dove scritto a mano c’era una
data: 31 Ottobre 1980.
“E’
stata scattata il giorno della tua nascita?”
“Sì.
O passato in rassegna tutte le fotografie per leggere i pensieri...
mamma diceva sempre che aveva la fissazione di fare le fotografie e di
scrivere dietro un messaggio. Perché poi si possa leggere in
futuro...”
“Em...”
“Sto
bene...Stavo dicendo che, in una certa misura interferiamo con il
procedere normale del tempo, anche se non ci troviamo proprio nel
passato, ma in luogo tra passato, presente e futuro.”
“Mi stai
dicendo che saremmo potuti finire nel futuro?”
“Ah, ah. Ho
trovato in biblioteca un libro abbastanza antico. Vedi, tratta del uso
della magia dei tempi antichi, credo, ancor prima
dell’invenzione della bacchetta, che con il passare del tempo
sono diventate magie cadute in disuso.
c’è un’ intero
dedicato a le distorsioni. L’ho trovato per caso!”
“E cosa
dice?”
“Senti,
c’è un pub molto discreto, ad
Hogsmeade...”
“Se
è la testa di porco...”
“No, e non
è nemmeno i tre manici di scopa. Non si trova nella via
principale, ma dalla parte della stazione. Andiamo là, non
daremo nell’occhio!”
Il locale era carino, ne
troppo e ne poco affollato. Si sedettero e ordinarono.
“Qui, ci
vengono soltanto le persone che abitano da queste parti, non
è molto conosciuto.”
“Non
l’ho mai visto!”
“Perché
quando sei venuto ad Hogsmeade per la prima volta questo locale aveva
chiuso da un pezzo, ne parlava la mamma, con zia Semmy una
volta che lei è venuta a trovarci”
“Come
mai?”
“perché
ha chiuso dici? Non lo so di preciso, però credo che dopo
una disgrazia il proprietario ha deciso di chiudere bottega. Zia Semmy
aveva detto che era accaduto proprio nell’estate del suo
ultimo anno qui a scuola.”
“Aspetta,
vorresti dire che fra poco chiuderà?”
“Sì.”
Harry si
azzittì per un poco poi disse:
“Mi fa strano
pensarci!”
Emily rise:
“Già! Veniamo al dunque... in questo tomo, parla
di diversi tipi di distorsioni. Un primo tipo, sono quelle distorsioni
temporali che avvengono senza alcun preavviso e senza un meta
fissa. Come vanno e come vengono. Possono portarti in un luogo molto
lontano dal tuo nel presente, o anche i tempi diversi, o apriti varchi
in limbi senza tempo in nessun luogo. Una sorta di dimensione
parallela. Sono molto rare, neanche a fallo a posta ed è
difficile rimanerne vittima.” Spiegò Emily.
In quel momento la
cameriera portò loro due boccali di burrobirra
belli freddi.
“Non
è il nostro caso, dunque.” Chiosò Harry.
“No, appunto.
Il nostro caso è più raffinato. Silente ci ha
solo accennato dei Portali. Sono delle vere e propri varchi nei diversi
tempi che ovviamente sono collegati tra di loro, Il Portale del
Presente vivente, Il Portale del Futuro sconosciuto e il Portale del
Passato perduto. Sono regolati la leggi molto
precise e mi pare che si aprono ogni 1000 anni.”
“Cosa?”
“Proprio
così ogni anno si aprono e scelgono loro chi li
attraverserà, prendendo tra quelle persone meritevoli che
secondo loro abbiano bisogno di guardare agli avvenimenti in maniera
più critica.”
Harry guardò
Emily senza capire veramente.
“Cioè
quello che ha detto Silente, in pratica.” Precisò
lei.
“Non avevi mai
sentito il desiderio di conoscere i tuoi? Forse volevi rivedere Sirius
e Il Professor Lupin...No?”
“E’
vero. Ma, voglio dire io in un certo senso li avevo rivisti, no? Con la
pietra della risurrezione...”
“Sì,
però credo che sia diverso. E’ come se ti avessero
dato la possibilità di parlarci e vivere come se
nulla fosse stato. Per me, ad esempio, è stato
l’unico modo per sapere la verità.”
Harry
s’intristì per Emily e disse: “Gli
incubi?”
“Probabilmente
è il futuro, quello che non mi ha permesso conoscere i miei
genitori. Harry, tu una spiegazione seppur terribile l’avevi
per la scomparsa dei tuoi...sapevi chi fossero, io, invece ho
creduto che fossero delle persone invece non lo erano, ed in
un certo senso ho perso anche il senso di me stessa.”
“perché
alla fine la prima definizione di noi stessa viene dai nostri genitori.
Però, solo loro che ti hanno cresciuta ed amata,
è a loro che devi quello che sei.”
“Forse hai
ragione tu.”
Emily sorrise ad Harry e
disse: “ Non intristiamoci per quello che è stato,
infondo siamo qui per avere una possibilità! Godiamocela!
Altrimenti rischiamo di rimanere inchiodati qui!”
“No,
grazie...inizio ad averne abbastanza...”
Pagarono ed uscirono dal
locale.
“Mi ci voleva
proprio! Non ne potevo più di rimanere chiuso nella stanza
delle necessità!”
“Deve essere
tremendo! Beh, ora, devo correre a pranzo altrimenti papà
inizierà a cercarmi...meglio evitare!”
“Già!
Senti, io pranzerò qui...e cercherò di entrare ai
tre manici di scopa per riprendere la mia roba! Ci vediamo come sempre
nella stanza delle necessità!”
Così si
separarono.
Emily corse a
più non posso per raggiungere la sala grande in tempo.
Arrivò al tavolo di Grifondoro con i fiatone.
“
Cos’è tutta questa fretta?” chiese una
voce profonda.
Emily alzò la
testa e incrociò lo sguardo divertito di Sirius Black,
seduto al tavolo con i suoi amici più Lily Evans. Sembrava
che lei e James fossero molto in intimità.
Sorrise e poi
disse: “Non volevo arrivare in ritardo...vedo che ci sono
novità!”
Zia Semmy, come la
chiamava lei si voltò, con un ghigno stampato in volto:
“Hai visto? Non
avrei mai creduto che il mio adorato Capitano ci sarebbe
riuscito!”
Lily e James arrossirono.
Emily si sedette tra
Sirius e Sam, e disse: “Sono contentissima per
voi!”
“Come sono
andate le lezioni?” chiese Remus ad Emily.
“Come sempre
direi!” rispose Emily riempiendo il suo piatto di una smodata
quantità di cibo.
“Ehi, hai
fame?” chiese Sirius.
“Sì,
tantissima.”
“Beata te che
non ingrassi...” affermò Lily.
“Già,
è uguale a questo qui.” Disse James indicando
l’amico al suo fianco.
“Non
è colpa mia se ho un fisico magnifico!”
“No, infatti,
è merito di tua mamma.” Disse Sam.
Felpato fece un verso
strano e continuò a mangiare.
“Em, ci vieni a
vedere la partita e a far il tifo per me??”
“Certo,
Ramoso..non me la perderei per nulla al mondo!”
“Facci venire
anche...sai no?”
Em lasciò
andare la forchetta e guardò Potter segnor con
un’espressione allibita.
“Non credo che
sia il caso.”
Sirius rizzò
le orecchie: “ Di chi state parlando? Non di quel
Corner, vero?”
“No!”
esclamò Emily. Poi, pensò a
Jason...perché non aveva nominato lui? Perché il
nome di uno con cui non aveva mai parlato?
Si morse il labbro
inferiore, e cercò una risposta dentro di sé.
“Ehi di cosa
parlate?” chiese curiosa Sally sopraggiunta in quel momento,
si sedette accanto alla sua migliore amica Sam.
“Della
partita!” trillò James.
“Non cambiare
discorso! Allora, Em...chi deve venire alla partita?” chiese
indagatore Sirius.
“Sirius,
lasciala stare!” esclamò Lily.
Il ragazzo scosse la
testa e non rispose lasciando perdere.
Emily osservò
il suo profilo attraente e così enigmatico, cercò
di cogliere tutto della sua risata, del suo scherzare:
perché non avrebbe più potuto osservarle;
il suo sguardo
si posò sul viso di sua madre così luminoso, e,
capì cosa diceva intendeva Meg.
Abbasso lo sguardo sul
piatto, e pensò che James non gli aveva più fatto
domande. Ne lui ne nessun’altro. Fu grata per questo.
“Em, tutto
bene?”
“Oh,
sì...pensavo all’ultimo tema per Storia della
magia...non ho nessuna voglia di farlo!”
“Eppure
devi...” disse Sally.
“Oh, diavolo!
Non tormentarla! È uno stupido compito che non
servirà a nulla!”
“Non
è vero! È molto importante sapere ciò
che è accaduto nel passato!” esclamò
indignata Sally.
Sirius sorrise scuotendo
la testa: “Se lo dici tu...”
Da quel momento tutto sembrò procedere bene, e il giorno
della partita si avvicinava sempre più, Harry pensava ad un
travestimento adeguato per assistere alla partita.
“Potrei
nascondere i capelli sotto un capello, una divisa e starmene in un
angolino poco notato!”
“Potrebbe
andare bene! Tra la marea di studenti nessuno ti
noterà.” Notò Emily.
Purtroppo accadde una cosa inaspettata: James durante uno degli
allenamenti
pre - partita viene colpito da una fattura da ignoti che lo
fa cadere dalla scopa ferendolo in maniera non poco grave.
“non potrai
giocare, è evidente.” Sentenziò
l’infermiera Madama Chips.
“No! Non mi
può fare questo!” urlò disperato James.
Ogni tentativo
cadde nel nulla.
James fu intrattabile,
taciturno e triste. Nessuno sapeva come tirarlo su di morale, tanto che
anche Sirius fallì penosamente.
Oltre essere dispiaciuti
perché Grifondoro, dunque tenevano anche loro alla partita
contro Corvonero, lo erano doppiamente per via dell’amico.
Emily, se ne stava zitta,
giocherellando con i capelli, lei la soluzione l’aveva. Ma
non sapeva se fosse possibile.
“non si
può trovare un sostituto?” chiese.
L’unica
risposta che ricevette fu un occhiataccia che significava a furor di
popolo che non era possibile.
Guardò il
letto che James occupava, salì verso il suo viso che si
ostinava a tenere basso, Lily seduta sul letto che sospirava, Sirius in
piedi che guardava fuori della finestra, Remus e Piter seduti vicino al
letto incapaci di fare una qualsiasi cosa.
Emily si decise
all’improvviso: avrebbe pesato lei.
Scattò senza una parola verso la porta, e se ne
andò senza dire nulla, e nessuno la fermò.
Il primo passo era
chiedere a Silente: se per lui si poteva fare, allora avrebbe
provveduto ad fare ciò che aveva in mente.
Il preside non ebbe nulla
da contraddire, le ricordò semplicemente di fare molta
attenzione, lui avrebbe pensato agli insegnati.
Uscita
dall’ufficio, camminò spedita verso il settimo
piano, con i capelli che le ondeggiavano, selvaggi sulle spalle,
l’andatura sicura, veloce, così armoniosa ed
elegante, il popolo studentesco non poté non notarla, e
molte teste si voltarono, dimentichi delle loro quotidiane mansione,
con il pensiero che era quella ragazza non fosse stata notata
prima.
La seconda parte del
piano era quella più difficile, perché convincere
Harry non sarebbe stato facile, senza di lui era inutile parlarne con
James, non voleva illuderlo inutilmente.
A convincere Harry fu il
consenso di silente.
“Speriamo
bene...” pensò Harry.
Felice Emily
corse verso l’infermeria, ormai, era ora di Cena, quindi
James era rimasto solo.
Entrò come una
furia gridano: “Ho la soluzione!”
“e quale
sarebbe, eliminare Madame Chips?” disse scettico James.
Emily si
scostò i capelli e si avvicinò alla sponda del
letto:
“Si dia il caso
che hai a disposizione il più giovane cercatore da
secoli.”
James la
guardò senza capire. Lei si sedette sul letto.
“Harry.”
James, scattò
in su con il busto:”dici sul serio?!”
“Già,
è entrato nella squadra al primo anno. Pensavi che
con te come parente, non lo sia?”
“No, no! Ma
come facciamo?”
“prenderà
il tuo posto. Ho visto giocare entrambi, e nessuno noterà
nulla. Per il resto penserà Silente. Un incantesimo per
permetterti di giocare,e il gioco è fatto. Harry
l’ho convinto io. Ah, ho preso in prestito la tua scopa e il
mantello dell’invisibilità.”
“Non
c’è problema.”
Nessuno si capacitava ne come e ne perché il morale di
Ramoso si fosse tirato su così in fretta.
Lily e Remus
pensarono fin da subito che ci fosse qualcosa sotto, e cercarono di
indagare senza nessun risultato.
“pensi
che abbia in mente qualche sciocchezza?” chiese
Lily in sala comune mentre ripassavano trasfigurazione.
“Non lo penso,
ne sono certo:Ha in mente qualcosa.”
“Speriamo
bene...”
In quel momento
entrò Sirius. “Avete visto Em? Sally la
creca.”
“Non lo
sappiamo. Non l’abbiamo più vista.”
Sirius si
rabbuiò un attimo.
“Vi siete
accorti che va a letto tardi, ultimamente?”
“Sarà
per lo studio.” Provò Remus.
Sirius non rispose.
In quel momento il buco
del ritratto ed comparve Emily felice più che mai,
saltellò verso di loro.
“Ciao!”
“Ciao, Sally ti
cercava...”
“Ho
l’ho vista poco fa, mi ha prestato un libro, niente di
speciale.” Mostrando il libro che teneva in mano.
“come mai
così felice?”
“Non lo, mi
sono svegliata così!” rispose sorridendo.
Sirius le
accarezzò il volto, e disse: “non sembra che hai
dormito molto.”
Non poteva dire che Harry
si allenava di notte e lei lo aiutava.
“Studio fino a
tardi...sai com’è.”
Il discorso si chiuse
lì, ma gli occhi di Felpato si intorbidarono: “Mi
nasconde qualcosa...”
Emily guardò l’orologio, l’ora x era
scattata, buttò all’aria le coperte, e si
alzò, era già vestita.
Corse fuori la porta,
scese gli scalini come se avesse le ali ai piedi, e non si accorse
dello scintillio d’oro che cadde sul pavimento, mentre il
ritratto della signora grassa si chiudeva dietro di lei.
Dei passi silenziosissimi sulle scale del dormitorio maschile, ed ecco
il volto del rampollo Black, illuminato dalle candele,
guardò il ritratto, poi, il ciondolo, si chinò e
lo raccolse stringendolo nella mano.
Il Giorno dopo era una splendida giornata di sole, perfetta per la
partita, i Grifondoro stupiti di giocare ugualmente erano
abbattuti: cosa avrebbero fatto senza il loro Capitano?
“Ragazzi,
dobbiamo fare del nostro meglio!” disse Sam decisa.
Ma gli altri non erano
così entusiasti.
“ COME
FARA’ LA SQUANDRA GRIFONDORO SENZA
CERCATORE?” domandava il cronista.
“Senza
cercatore? E chi ha detto che non ce
l’ha?” gridò una voce.
Tutti si voltarono e
videro James Potter che camminava con la sua scopa e la divisa e la
spilla da capitano.
“Potter?!”
esclamò Sam sbalordita.
“Pensavate che
vi avrei mollato? Sono o non sono James Potter?” disse e si
librò nell’aria. Seguito da una squadra
scioccata ma decisamente di buon umore.
“Quello
è James?!” esclamò Lily dagli spalti.
“lo
sapevo.” Disse Remus.
Emily si alzò
di scatto e urlò:”Potter! Siamo tutti con
te!”
Seguita da il
boato degli altri tifosi.
“Perché
ho l’ impressione che tu ne sai qualcosa?” disse
Sirius ma con il sorriso a trentaquattro denti.
“ Beh, ho
trovato una magia che ha permesso di giocare a Ramoso, a patto che
subito dopo torni defilato infermeria! Ah Silente ne è a
conoscenza!”
Questo bastò a
Lily e Remus e anche a Sally che era molto felice per James, nonostante
fosse di Corvonero, e poi, il quidditch le interessava poco. Preferiva
di gran lunga i duelli.
Eppure Sirius la guardava
con un misto di ammirazione, preoccupazione e affetto.
“Che
c’è perché mi guardi
così?” chiese lei.
“No,
niente.”
Ovviamente Grifondoro vinse, ma ha mostrare il boccino non
c’era James bensì Harry.
Fu inondato dalla
squadra, il boato di applausi, gli ricordò quando
giocava...e tornò quella sensazione di felicità.
“ragazzi,
lasciatemi...devo tornare in infermeria! O Madame Chips mi
uccide!” disse toccando terra e senza dire altro corse verso
il castello, se ne andò come era venuto.
“Sei stato
fantastico!” gli disse Emily che lo aveva affiancato.
“Già...
ed è andato tutto bene.”
Velocemente, attraverso
passaggi segreti raggiunsero la stanza delle Necessità.
Harry si buttò
sul letto.
“Finalmente...ero
nervosissimo!”
Emily si sedette per
terra.
“Già...
se ci scoprivano! Però è andato tutto
bene!”
“Non
proprio.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Smascherati! ***
Capitolo
6 -smascherati!
Si voltarono e videro Sirius Black, appoggiato
allo stipite della porta.
Emily scattò in piedi, non staccò gli occhi dai
suoi.
“Sirius, c’è una spiegazione a
tutto!”
James con il pigiama zoppicante lo aveva raggiunto seguito da Lily e
Remus.
“Ah sì?”
Harry si batté una mano sulla fronte: “lo
sapevo...lo sapevo...”
“Non è vero, Harry! Lo avrebbe comunque
scoperto... Disse Emily.
“Ah tu saresti Harry?” chiese Remus.
“Sì...”
“Non capisco...” disse Lily confusa.
Si sentì un verso di sofferenza.
“Dai, siediti...” disse Harry a James, e lo
aiutò a stendersi.
Sirius ed Emily continuavano a guardarsi, gli occhi di Emily lucidi,
lui si avvicinò asciugandoli.
Prese dalla tasca e tirò fuori un ciondolo.
Emily sgranò gli occhi, e
avvicinò la mano al collo.
“l’hai persa ieri sera. Mi sembravi strana,
così volevo vedere dove andavi, ma visto che ho
trovato questo ha cambiato tutto. Lo ho visto tante volte al collo di
Sarah, sapevo che si era rotto e ho chiesto conferma a Sal, e lei ha
detto che lo ha ancora nel suo porta gioie. Come facevi ad averlo tu?
Poi, ho visto che andavate in una direzione opposta
all’infermeria, ma non so perché mi diressi verso
l’infermeria e James era
sul letto senza divisa... come ha fatto se era con te? Vi ho
visti salire le scale. ho chiesto spiegazioni a James, eccomi
qui.”
“ Ecco... il fatto è... è che noi
veniamo dal futuro.”
“ Lo so. L’ ho capito anche se Ramoso continuava a
blaterare.. anche se sembra impossibile, ho capito chi eri...
quello che provo, mi dice questo...me lo dici tu ogni volta che ti
guardo,e mi sembra di rispecchiarmi o vedere...”
“ Te stesso.” Completò Emily.
“come siete arrivati fino a qui?” chiese Remus
Harry spiegò da capo cosa era accaduto, cosa
Silente aveva detto.
“Tutto torna, ora!” disse Remus.
“Dovevi portare il cibo ad Harry!” disse Lily.
“Quindi,tu sei...” Felpato non riusciva proprio a
dirlo.
Emily lo capiva benissimo, infondo anche per lei era difficile.
“Sì...tua figlia!” esclamò
vivace James.
Sirius non parlò guardò quella ragazza, che
d’un tratto era così tanto simile a lui, ora
capiva cosa, erano quei sentimenti che provava per lei,
perché si preoccupava per lei: era una parte di lui, e
questo andava oltre ogni ragione.
“E pensare che te la volevi portare a letto!”
continuò James.
“non è vero,diavolo di un cervo! Mi sembrava di
conoscerla!” disse Sirius rosso in viso, scatenando
l’ilarità dei ragazzi alleggerendo la tensione che
inevitabilmente si era andata a creare.
Lily non smetteva di guardare Harry, sorpresa di come fosse uguale a
James e allo stesso tempo così diverso.
Era suo figlio...suo e di James, che strano... capì che
quella volta il Potter non più in sé era lui...
sorrise all’idea.
Sirius si sedette ed espresse il pensiero un
po’ di tutti: “perché James
è stato messo al corrente?”
“Aveva visto Harry quando La Mcgranitt lo ha portato dal
preside pensando che la stesse prendendo in giro....Ha lasciato Harry e
due minuti dopo si trova Ramoso che si comporta come se niente
fosse! Era ovvio che avrebbe voluto spiegazioni.”
“Silente, aveva detto per non creare troppi inconvenienti era
meglio evitare di spargere la voce..”
“Ok, in che modo però, il fatto che siete qui
creare problemi, cioè, la magia che vi a portati qui
è fatta in modo tale che noi dimentichiamo
tutto...” notò Lily.
“non è così
semplice...”
Emily si alzò e andò a prendere la
borsa e tirò fuori un libro davvero antico e
prezioso. La copertina non era fatta di semplice cuoio, anzi sembrava
d’oro, ricoperto di pietre preziose, rubini, smeraldi,
zaffiri, e acque marine.
“Wow! Dove lo hai trovato.”
“In biblioteca.” Disse lei.
“Starno perché quello non è un libro
della biblioteca.” Disse Remus.
“cosa?”
“sì, credo che sia stato messo lì per
noi.” Rispose Harry.
Ci fu silenzio, così Emily capì che
poteva andare avanti. Andò alla pagina che le
interessava.
Cercò di spiegare quello che lei aveva capito, come il tempo
fosse quasi innaffiabile con le sue regole di relatività,
come si potesse rimanere sospesi nel tempo, come la povere immobile,
poi, mossa freneticamente e di nuovo tornare nella sua
staticità.
Se, anche per poco, le persone venissero a scoprire delle sconcertanti
cose sul futuro potrebbero commettere delle azioni
irreversibili che, sconvolgerebbero l’equilibrio, la
gerarchia degli eventi cui non basterebbe cancellare la memoria....
Harry ed Emily raccontarono come era stato
difficile tenere tutto nascosto, e come fosse importante che loro non
sapessero più dello stretto indispensabile.
Non fecero domande su quello che turbò quella volta Emily,
però sentiva i loro dubbi, li sentiva come
macigni, perché non aveva una risposta lei per
prima.
“ora?” chiese Remus.
“Toccherà continuare così.”
“Sta volta non siete da soli!” esclamò
Lily.
Portarono, in seguito, James in infermeria che
dovette sentire l’infuriata di Madama Chips, su qualcosa
chiamata incoscienza: quello che l’infermiera non
capiva o semplicemente non sapeva era che, chi non sa cosa sia la
coscienza difficilmente capirebbe cos’è
l’incoscienza.
Era il caso di James Potter, che si ritrovò con un gran mal
di testa senza aver capito un h del rimprovero.
Nessuno fu risparmiato, da Sirius a Emily che, sembrava assente.
Sirius le strinse la mano e lei alzò lo sguardo e
capì che lui la capiva.
Ancora non sapeva cosa fare dopo essere tornata al suo tempo.
Tacere o chiedere?
Ricordò le parole di suo padre:
“ Hai chiarito con i tuoi?”
“No. Non è che fa molta differenza,
ormai.” Disse alzando le spalle.
“Non è vero! Fa tutta la differenza del
mondo.”
Sorrise, si stava abituando all’idea. Si stava abituando
all’idea che quel ragazzo così ribelle, pieno di
vita fosse suo padre.
Si rendeva conto anche di quanto il padre che l’aveva
cresciuta come se fosse figlia sua quanto amore le aveva dato.
Non avrebbe cambiato le cose, eppure era felice lo stesso.
Vennero raggiunti da Sarah e Piter, i quali non si capacitavano dove
gli altri dove fossero finiti.
Non poterono lasciarli ignari. Mentre Lily raccontava, Emily
si strinse nel braccio di Sirius, nascondendo al testa, intimidita come
quando era piccola, che amava nascondersi dietro suo padre ed osservare
le altre persone grandi nella stanza.
“Ovviamente, porterò io da magiare ad Harry. Se
non ti dispiace Em...”
La ragazza fece segno di no.
Stesse regredendo? Infondo se i loro genitori provavano sentimenti
fortemente genitoriali, perché lei non poteva provare
sentimenti da figlia? Fosse parte del gioco?
Guardò Sua madre preoccupata, ma lei le fece un
sorriso di incoraggiamento.
“probabilmente fa parte delle situazioni distorte create dal
vostro arrivo. Niente di preoccupante.”
Sembrava che gli avesse letto nella mente.
“Infondo, anche voi avete avuto comportamenti impensabili in
una situazione normale...” notò Remus con il suo
santo buon senso.
“ E’ lampante che questa non è una
situazione normale!” finì Lily.
Sii sentì improvvisamente più tranquilla, e meno
preoccupata.
“Silente, sa sempre quello che fa, Em... andrà
tutto bene.”
Andrà tutto bene... forse era
l’unica cosa che in quel momento voleva sentir dire.
Harry misurava a grandi passi la stanza, non sapeva cosa
pensare, davvero. Cioè, in quella
situazione inverosimile, non riusciva a pensare a nulla, e la cosa lo
impicciava: si era trovato in situazioni assolutamente più
pericolose e peggiori di quella, aveva avuto esperienze che nessuno
della sua età osava immaginare; ed era riuscito a
mantenere il sangue freddo. Ebbene, quella cosa che gli era capitata lo
mandava in pallone.
Come era possibile? Harry Potter, il bambino – che
– è sopravvissuto, Il Prescelto, ed Il
Salvatore del Mondo Magico come negli ultimi tempi era moda chiamarlo,
colui che aveva sconfitto il più grande mago oscuro di tutti
i tempi, entrava in crisi perché ha incontrato mamma e
papà in un viaggio nel tempo del tutto inaspettato?
Ci sono cose, che, se pur semplici, non così
mortali, siano davvero difficili da affrontare.
Sorrise tra se, per la seconda volta nella sua vita,
desiderò fare un altro giro con l’ungaro spianto.
Il che era assurdo.
Sentì bussare, e poi comparire una testa rossa: sua madre.
Gli sorrideva dolcemente, dietro di lei galleggiava un vassoio con
appoggiata la sua cena. Quello che lo spaventava
era scoprire cosa aveva perduto, assaporarne un poco e
riperderlo di nuovo. Sarebbe riuscito ad andare avanti? Era la stessa
situazione dello specchio delle brame, aveva paura di non riuscire
più a fare a meno di quel falso riflesso. Era più
brutto conoscere i propri genitori e poi perderli, che non conoscerli
affatto. Li rimpiangi, ti mancano, eppure , riesci a fartene
una ragione, non sai com’erano, non li ricordi, non
perdi tempo con loro, non li addomestichi, perciò fa meno
male, non sei abituato alla loro presenza, non capisci fino a che punto
loro ti mancano. Lui c’era passato con Sirius: si era
abituato alle sue lettere, alla sua risata, al solo pensiero che lui
c’era e che avrebbe potuto chiedere a lui. Quando se ne
è andato il dolore era talmente forte che è
impossibile descrivere.
Nel momento, però, che sua madre gli si avvicinava, che lo
guardava orgogliosa, seppe che avrebbe veramente accettato la loro
assenza. Erano lì per questo, infondo.
“la cena è servita!” esclamò
Lily appoggiando il vassoio con un movimento della bacchetta su un
tavolo apparso dal nulla.
“Buon appetito!”
“Grazie!” rispose Harry e sedendosi .
Lily lo osservava, comparve una sedia e lei si sedette di fronte al
ragazzo.
“Ti dispiace se ti faccio compagnia?”
“No!”
“Ho chiesto io a Em di poter venire...anche perché
lei era un po’, come dire, sotto sciock.”
Harry annuì senza rispondere.
“Come te del resto.”
Fu il turno di Harry ad essere rincuorato da sua madre,
poiché come Emily la parte di bambino che c’era in
lui ( come ce l’abbiamo tutti) si era svegliata.
Il ragazzo poteva ricondurla anche a quell’ansia che poco
prima lo tormentava e che era sparita vedendo il sorriso incoraggiante
di Lily.
Faceva parte del gioco in cui erano entrati, era come le
controindicazioni di qualche pozione o incantesimo.
Ne coricarsi Harry pensò che in
quell’avventura la protagonista della storia fosse Emily;
lei, che del suo passato non sapeva nulla, lei che doveva fare i conti
con delle verità dolorose. Il suo ruolo era
più oscuro. Nonostante ciò non era del tutto vero.
Mentre Lily gli rimboccava le coperte, e gli dava il bacio della buona
notte, capì, che la sua presenza era importante
poiché lui faceva parte del quadro generale, della storia,
era importante che lui sapesse chi fosse Emily. Qualcosa gli diceva che
quello era solo l’inizio.
Ma,Ormai c’era abituato.
Emily corse per le scale, prese il suo pigiama e riscese giù
più veloce ancora. Sirius e gli altri
l’aspettavano nella sala comune.
“Inizi a viziarla, Felpato! Non va bene!” diceva
Ramoso.
“Zitto tu!” esclamò Emily ai
piedi della scale, fece un salto e piombò tra le braccia di
Sirius felice.
“Guarda che è solo per sta sera!” disse
lui.
“E’ colpa della distorsione temporale, devi
assecondarmi!” rispose Emily.
“Già, ma non possiamo dormire insieme
sempre!”
“Da quando sei così responsabile?”
chiese Remus.
“Da quando ho una figlia, Lunastorta!”
Tutti scoppiarono a ridere.
Il giorno dopo a colazione Emily vide un gufo planare verso
di lei, gli occhi dei Malandrini si posò su di lei. Prese la
pergamena con mano tremante, e capì che era di Silente.
Guardò gli occhi puntati su di lei e annuì. Remus
lasciò andare la posata, e la esortò a leggere.
Una scrittura obliqua ed elegante le diceva che alle nove doveva
presentarsi nell’ufficio del preside, aveva trovato il modo
per farli tornare a casa o, il loro tempo era scaduto.
“Come funziona?” chiese Lily.
“Non lo so di preciso. Ma, credo che ad un certo giorno, ad
una ora e ad un posto preciso il portale si apre e ci riporta
indietro.”
“Come mai, allora siete arrivati qui senza nessun
preavviso?” chiese Remus.
“ non è come una gira tempo ,non decidono le
persone. Per tornare, è diverso, e comunque, non lo
decidiamo noi. Forse Silente ha scoperto il modo di sapere di preciso
quando si aprirà.”
“Hm...”
“Che cosa è quel suono Sirius?”
“Cosa accade se non riuscite a passarlo?”
“Dovremo aspettare la prossima apertura... il che vale a dire
fra 100 anni.”
“Vorrà dire che farò il ragazzo
padre!”
“Hai detto una colossale stronzata, Sirius.” Disse
Remus.
Il gruppo scoppiò a ridere.
L’imminente incontro con Silente rese tutti un
po’ nervosi. Decisero che per quella sera avrebbero dormito
tutti nella stanza delle necessità.,Tranne Piter che, ebbe
un brutto incidente con un incantesimo, così che i ragazzi
avrebbero raccontato in una volta sola di cosa silente aveva detto loro.
“Professore, ci hanno beccato.”
“Lo so. È un bene che sia accaduto, doveva,
direi.”
Em ed Harry furono stupiti, cercarono di dire qualcosa ma
Silente li fermò:
“Di domande possiamo farne molte e risponderne a
poche, ahi me. Vi chiedo di prendere questo viaggio inusuale come una
delle tante avventure che il destino poteva donarvi.
L’importante è, sapere, capire e alla
fine accettare. E si accetta soltanto vivendolo sulla propria pelle.
Voi ci siete riusciti anche se non ve ne siete resi conto. Lo capirete
solo tornati a casa, immagino.” Disse il vecchio canuto
preside sorridendo dolcemente.
I ragazzi annuirono aspettando qualche sorta di ordine.
“Sarò breve. Quando siete stati trascinati qui,
era di notte, infatti, la mattina voi vi siete trovati già
qui. Per cui, il portale dovrebbe essersi aperto, circa tra
la mezzanotte e l’una. Un Portale,
è abbastanza puntuale, e la permanenza del visitatore per
non creare danni, non può durare più di un
mese.”
“Quindi dovremo andarcene il due prossimo?” chiese
Harry.
Se lo ricordava perché doveva andare alla manifestazione per
il primo anniversario della caduta di Lord Voldemort. Motivo
perché lui si era recato alla scuola di stregoneria.
“Esattamente. A Mezzanotte in punto.”
“Come Cenerentola, insomma.” Disse Emily.
Il vecchio preside ridacchiò.
“Tu che ne sai di favole Babbane? Pensavo che fossi cresciuta
come tutti con quelle di Bartolo il bardo!” chiese stupito
Harry.
“Si dia il caso che io sia un’intenditrice ed
ammiratrice di favole Babbane... tra parentesi, credo che parlare di
morte a bimbi piccoli sia crudele...” disse muovendo i
capelli a mo di smorfiosa, che fece ridere ex studente e preside.
“Chiedo umilmente perdono...” esclamò
Harry chinando la testa un poco, sorridendo.
“Dove?” chiese Emily.
“Nella foresta Proibita.”
“Non poteva di certo mancare!” sbuffò
Harry.
“Oh, sarà semplice, basta seguire il sentiero,
fino ad una radura al centro di essa.”
“Quindi niente acromulantule desiderose di mangiarti a
colazione, niente centauri inospitali...”
Stava per dire giganti a cui servono lezioni d’inglese, poi,
pensò che Group non poteva esserci.
“No, non credo, proprio!”
“Allora si può fare.”
“Non avete scelta, temo. Manca una settimana, ragazzi.
Cercate, di trascorre per il meglio il tempo che vi rimane.”
“ Silente posso fare una domanda?” chiese Harry.
“Certo, ti ascolto.”
“Noi ricorderemo qualcosa?”
“Sì. Tu vieni dal futuro dove gli avvenimenti del
passato si sono conclusi, perciò non esiste il pericolo
perché tu possa cambiarli.” Rispose Silente.
“Ed io potrò scoprire tutto.” Disse
Emily senza alcun senso.
Non sapeva quanto l’evento la spaventasse. Tutto era accaduto
troppo in fretta perché lei si rendesse conto. Era stata
risucchiata nell’altra metà del cielo, dove una
realtà diversa da quella in cui aveva sempre creduto. Ad
esempio, sua sorella Jill, non era sua sorella, ma sua cugina, i suoi
genitori non erano i suoi, ma erano dei zii, sua zia era sua madre...
suo padre era un famosissimo ricercato innocente, morto in battaglia.
Qualche differenza, la faceva no?
Era come se la sua vita di punto in bianco non era più
sua... e scoprirsi diversa, quasi un’altra,
nonostante se specchiandosi sullo specchio il suo volto, i suoi
capelli, il suo corpo erano uguali a prima, così
come il suo carattere.
Era Emily con variazione: non più Atkinson, ma Black.
Se pensava a suo padre le veniva uno strano nodo allo
stomaco: era stato vittima di una grande ingiustizia , aveva
passato dodici anni di prigioni con Dissennatori, tre anni di latitanza
senza poter vivere abbastanza a lungo da poter vedersi restituire la
libertà. Era brutto vedere sorridere Lily e James insieme
agli altri malandrini, senza poter evitare di pensare al loro futuro.
Di solito Emily si voltava verso Harry per vedere
l’espressione del suo volto, certe volte le era sembrato di
cogliere una certa tristezza.
Mentre si pettinava i lunghi capelli, Emily pensò che il
Preside avesse ragione: farsi troppe domande non sarebbe servito.
La settimana passò in fretta, forse anche troppo.
“ Così, sta sera, ve ne andate.” Disse
Sirius atono a colazione, quel due Giugno.
Emily appoggiò la testa sulla sua spalla e disse:
“Sì, è sta sera.”
Non voleva lasciarlo, non voleva lasciare i suoi genitori, eppure, era
contenta di avere la possibilità di conoscerli.
“Non fare così! Li rivedrai, no?” disse
scherzoso James.
Emily nascose gli occhi sulla spalla di Sirius, Harry la
guardò per poi rispondere:
“Certo! Non è un vero addio!”
Cercò di sorridere per non pensare alla verità.
“ Per fortuna, il piccolo problema peloso di Remus
è stato due giorni fa. Altrimenti...”
“Altrimenti, per una volta sarei rimasto alla stamberga senza
uscire. È ovvio no?” disse Remus sospirando.
“meglio così, comunque! Mi avrebbe seccato perdere
la mia passeggiata notturna mensile...”
“L’avresti fatta comunque. Avresti
accompagnato Harry ed Em.” Costatò Lily.
“Non ci avevo pensato.” Disse James scatenando
l’ilarità degli amici.
*****
Salve! Sarò sincera, questa fanfiction avuto un grande
sucesso, e pensare che a me fa schifo! comunque, io sono
arrivata a scrivere fino a qui... come accennato, avevo interroto per
perdita d'ispirazione, ma, visto il successo inaspettato,
proverò a sirivere questa tanto agoniata fine.
Pan_tere94: probabilmente tutti si sono accorti del cambio di colore,
ma presumo che durante una partita uno non fa caso al colore degli
occhi e poi, Harry avrà preso qualche precauzione... (la
verità è che questa storia è
tatalmente intricata che mi sono dimenticata di questo particola,
chiedo perdono!)
alice brendon cullen: Ti accontento immediatamente
perchè so benissimo cosa si prova ad essere
corrose dalla curiosità! Sepro che ti piaccia questo
capitolo.
Rigrazio anche bianchimarsi ,cesarina89 ,DANINO ,Lars Black
,maryrobin e chi sta seguendo anche solo una delle mie storie
allucinati!
Un bacio, Fanny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Il viaggio di Ritorno ***
Capitolo7-
Il viaggio di Ritorno
Quella sera si ripeté
ogni singolo fenomeno che si era verificato alla sera del loro
arrivo. Harry percepì quasi le stesse emozioni, e
comprese che era veramente giunto il momento di andarsene.
Era curioso, infondo, di vedere come era questo maledetto
portale... seguirono le indicazioni di Silente, grazie anche
all’aiuto della mappa, riuscirono ad uscire
inosservati.
I Ragazzi li avrebbero accompagnati fino alla limite della foresta.
All’apertura del portare tutti le persone del passato
dovevano trovarsi al letto. Il motivo era presto
detto: Il portale per aprirsi necessita di una grossa
quantità di magia, tanto che sprigiona una luce
tale da far sembrare che il sole sia sorto; Rischierebbero di essere
trascinati anche loro nel Presente, un bel grosso guaio, sinceramente.
Di là non c’era nessun Silente in grado di
aiutarli.
Il momento degli addii, è sempre una cosa triste,
specialmente per Emily ed Harry...Per loro ormai significava, per
sempre.
Nonostante tutto si lasciarono con un sorriso.
Emily guardò i suoi genitori e con uno slancio li
abbracciò: “Vi voglio bene!”
“Vale lo stesso per noi... comportati bene.”
“Ma ricordati che le regole sono fatte anche per essere
infrante...”
“Sirius....!”
Scoppiarono a ridere.
S’incamminarono senza voltarsi, perché altrimenti
sarebbe stato più difficile...una cosa li
rincuorava: Nel loro presente, ad attenderli
c’erano molte persone che volevano bene loro.
Era questo l’importante.
“Voglio che mi prometti una cosa, Harry.” Disse Em.
“Cosa?”
“Che quando saremo tornati, per prima cosa racconterai tutto
a Gin.”
Harry rimase perplesso. Perché gli chiedeva una cosa del
genere?
“Hai capito, di questa storia... non è bello
essere esclusi da quello che accade a chi si ama...lei deve
diventare la tua prima confidente, infondo dovrei passare tutta la vita
con lei...”
Harry arrossi e non guardò Em... c’era qualcuno
ancora più diretto di Ginny...Beh, con il padre che aveva.
Sorrise e accettò di mantenere la promessa, con una sola
condizione.
“Tu non devi avere paura di scoprire la
verità.”
Emily annuì, sarebbe andata fino infondo come faceva
sempre. I suoi pensieri furono distratti da una luce che
s’intravedeva fra le foglie, quello doveva essere il Portale
che stava aprendo, ne erano sicuri entrambi.
Fecero una corsa e furono inondati da una luce immensa, che li
trascinò dentro di se: fu una cosa straordinaria,
perché videro passare milioni d’immagini sfuocate,
di voci, di risa, di tante cose, ma ce ne fu una che colpì
più di tutti: era il loro passato, c’erano
immagini di quando erano piccoli, ricordi di scuola, come se fosse un
riassunto della loro vita fatta d’istantanee, che sempre
sarebbero rimaste in loro.
Emily si ritrovò nel suo letto, nel suo dormitorio, si
alzò dal letto d’scatto, era mattina, le
sue cose a loro posto, prese il calendario: 2 Maggio...
Sì, era stata una notte lunga un mese. Si
voltò verso i letti delle sue compagne, che dormivano
profondamente.
Tutto era come prima. Emily era completamente diversa.
Harry si guardò intorno basito. Dove immaginarselo, come
doveva finire. Sospirò e scese a far colazione, sicuro che,
questa volta, madama Rosmenta non avrebbe fatto la pazza.
Ad aspettarlo c’erano dei dipendenti del
Ministero vestiti di tutto punto, sorridenti, immersi i ossequiose
conversazioni, sembravano dei manichini...ed per un mago non
doveva essere un bel complimento.
Harry pesava ad Emily, a come potesse sentirsi, e non di
certo alla grande manifestazione che da lì a poche ore
avrebbe partecipato.
Entrambi cercarono di comportarsi con tutta la naturalezza di cui erano
capaci, sapevano bene di chi fidarsi e di chi no. Em, ad esempio,
sapendo che Harry stesso avrebbe raccontato ogni cosa, si
risparmiò dal farlo lei.
Non era pronta, si disse. Non era pronta di farlo sapere a tutti.
Quell'avventura era stata di vitale importanza per lei, forse, di
preparazione a quello che sarebbe dovuto venire.
Harry, lo sapeva, e l'avrebbe rispettata.
Rise con le sue amichi, fece colazione come tutte le mattine, scelse il
posto migliore per ascoltare la conferenza, che si teneva vicino al
lago Nero, per problemi di spazio.
Fece quello che avrebbe fatto se non fosse mai accaduto niente.
Lei era comunque la stessa persona, e, nulla di tutto quello
doveva turbarla... presto o tardi avrebbe capito.
Fu una di quelle conferenze piene di discorsi noiosi, di
persone noiose, di frasi scontante, di inutili informazioni fallaci.
Tuttavia, c’era sempre qualcosa da imparare anche
lì.
Il Momento della verità si stava avvicinando pian
piano...
***********
Captitolo non troppo lungo...anzi direi che telegrafico sia la parola
che gli si addice meglio... per i miei standar, s'intende. Questa trama
è abbastanza intricata, e ho la necessità di
procedere lentamente. Se non volgio che venga un pastrocchio.
i primi sei capitoli sono stai per mesi fermentati nella mia
testa, hanno avuto innumerevoli versioni, revisioni e chi
più ne ha più ne metta... fra l'altro ha pure una
storia preparatoria...è allucinate, quindi abbiate pazienza.
Spero che questo capitolo vi piaccia, nonostante non dica un gran
che... lavorerò sodo, ve lo prometto! Gli esami sono finiti,
per cui ho sicuramente molto più tempo. Un Grazie a tutti
quelli che Seguono Il potere del tempo!
Un bacio, Francy
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Il viaggio di Ritorno seconda parte ***
C’era suo padre ad aspettarla al
binario, sorridente perché la sua piccola peste tornava a
casa dal suo ultimo anno scolastico, con dei risultati
eccellenti.
Emily gli corse incontro e lo abbraccio forte, un po’ per i
sensi di colpa, molto perché gli voleva veramente
bene.
Lei aveva il diritto di conoscere la verità, non rinnegava
nulla, ne l’affetto che le era stato dato, ne il loro essere
una famiglia... doveva conoscere perché era giusto che
sapesse chi in realtà lei fosse.
Non sarebbe cambiato nulla fra di loro, era una
certezza che nulla avrebbe potuto corrompere. Emily guardava
sua madre aspettando che lei parlasse , decisa con
quella certezza negli occhi.
Margaret , al contrario, si vide crollare ogni certezza alla luce di
quello stesso sguardo. Aveva lasciato che il tempo scorresse ed ogni
minuto che passava raccontare riusciva sempre più difficile,
con quali parole raccontare quelle decisioni che un tempo le erano
sembrate l’unica soluzione? Con quale coraggio, dirle di un
passato taciuto? Sapeva bene che quel momento sarebbe comunque giunto,
e le conseguenze delle azioni sarebbero state evidenti.
“ Come lo hai scoperto?”
“ pensi che abbia importanza, mamma? L’ho scoperto.
Ora tocca a te.”
L’aveva chiamata mamma senza la minima esitazione, come se
quella pesante verità non avesse pesato sul suo affetto per
lei, questo bastò a darle coraggio.
“Anthony, per favore lasciaci sole.”
Il marito, colto da un momento di commozione, non parlò,
silenziosamente lasciò la stanza, sperando solo che sua
moglie fosse in grado di affrontare da sola quella situazione.
Margaret, si sedette sul divano, con gli occhi bassi
sospirò per prendere aria, era un discorso lungo e
denso di significati.
“Pioveva quella sera, era uno dei più brutti
temporali della stagione quando rividi tua madre dopo ben 9
mesi che se ne era andata. E’ stata come
un’apparizione, vidi la sua figura fra il buio,
illuminata da un lampo improvviso. Voldemort e
suoi la facevano da padroni, e Silente le aveva chiesto di
avvertire i maghi stranieri della possibile minaccia, era in Irlanda, e
non l0aspettavo certo, non dava sue notizie da tempo. Era grossa come
una balena, aspettava te. Tu sei nata circa una settimana dopo, nella
camera degli ospiti al secondo piano. Era così felice, era
radiosa. Non disse nulla a tuo padre, perché, diceva lei,
voleva proteggerti da eventuali ritorsioni da parte dei
Mangiamorte.”
Emily ascoltava rapita, perché aveva aspettato
anche troppo, avrebbe potuto mandare un gufo, non l’aveva
fatto. Dovevano guardarsi negli occhi.
“Era una bugia. Lei aveva paura di quale reazione avesse
potuto avere tuo padre. Aveva paura di scoprire che non
l’amava abbastanza, che fosse troppo giovane e immaturo per
una cosa del genere, perché anche lei si sentiva alla stessa
maniera.”
“Continuo a non capire, però...”
Margaret sorrise, anche lei e Anthony avevano stentato a comprendere
all’epoca. La posta era troppo alta.
“I tuoi genitori, si amavano moltissimo, ma a modo
loro. Erano entrambi due spiriti liberi assetati di
avventura... si prendevano e si lasciavano, era un rapporto
il loro denso di silenzi significativi, di muri
invalicabili. Potevano stare anche mesi senza vedersi e parlarsi, per
poi tornare insieme come se nulla fosse stato. Quando
aspettava te, era in uno di quei periodi in cui non si
vedevano. Ovviamente c’erano delle
difficoltà oggettive, ad esempio, le intercettazione dei
gufi, comunicare era difficilissimo, e due come loro occupati nella
lotta contro Tu-sai-chi, era ancora più difficile. Forse era
vero anche quello, ma non era il motivo principale.
Non ebbe più modo di parlare con lui, Emily, sai
perché.”
Emily non disse nulla, sapeva che per lei era
ancora dura parlare della morte della sorella, è forse il
più brutto ricordo che conserva nascosto in un angolo del
cuore.
“Sarah decise di non tornare in Inghilterra, questa volta, la
decisone era veramente per la tua protezione, tu non potevi che essere
la figlia di Sirius Black, per la comunità magica
tu saresti stata soltanto la figlia di un criminale che aveva commesso
il peggiore dei crimini... hai vissuto quello è accaduto
alla sua fuga. Che razza di vita avresti fatto, se i maghi avessero
saputo di chi fossi figlia?”
Merlino, se era vero... era a conoscenza del
putiferio che la fuga di suo padre aveva scatenato, probabilmente
avrebbero trattato anche lei come criminale.
“Hai vissuto due anni a Dún Laoghaire,
poi però tua madre si ammalò in quel maledetto
centro ricerche per le malattie magiche. Toccava a me perdermi cura di
te. Tu non sei come una figlia, tu sei mia figlia, voglio che tu lo
sappia! Ne io ne Anthony ti abbiamo mai visto diversamente.
E’ stato questo che ci ha spinto a continuare a
tacerti la verità. Oltre, perché ormai al punto a
cui si era arrivati, non si poteva fare diversamente. Per tutti sei
diventata nostra figlia.
Quando mi fui accertata dell’innocenza di tuo padre, feci
quello che Sarah non aveva potuto fare di persona. Non voleva
nascondere a lui una verità talmente importante, voleva
essere sicura che fosse il momento giusto. Credo che si sia
pentita molto di quello che aveva fatto, fu il suo unico rammarico
prima di morire...nella malattia aveva maturato la certezza che lui
fosse innocente, non so perché, eppure lei ne era
sicura.”
Margaret si alzò e fece sego a Emily di seguirla , salirono
le scale andarono nella stanza da letto, aprì un cassetto, e
ne tirò fuori una busta. Emily la prese con mani
tremanti e capì che quella doveva essere di suo padre.
Abbracciò stretta sua madre sussurrandole che le avrebbe
sempre voluto bene e capiva le sue ragioni.
Corse in giardino nel suo angolo segreto, e si apprestò a
leggere.
Cara Emily,
è molto
strano scriverti; è buffo scrivere ad una ad una
sconosciuta, un estranea molto importante, però.
Sono diverse
notti che non riesco a dormire all’idea di avere una figlia
che non conosco e che non mi conosce. E’ tutto
così strano ! Questa notte, ho deciso di buttare le coperte
all’aria e scriverti, per quello che possa valere. Non sono
mai stato bravo con le parole se non si trattasse di rispondere per le
rime a qualcuno. I sentimenti, ecco, quelli proprio non ci so fare;
Sarah lo diceva sempre.
Partiamo dalla sua
lettera, insieme ad un biglietto di tua zia, cioè, tua
madre, quella che ti a cresciuta. E’ stato uno sciock bello
forte, sai? Il mio primo istinto è stato quello di
alzarmi e correre da voi con la pretesa di spiegazioni meno filosofiche.
Ho odiato Sarah,
perché mi ha nascosto una cosa così importante!
Dico, non si fidava di me? ho odiato sua sorella e suo marito: non che
faccia molta differenza; in questo periodo odio tutto, queste
quattro mura in cui sono costretto a vivere, Kreacher l’elfo
domestico, Silente perché mi continua a ripetere di non
uscire, Codaliscia, il dannato destino. Tutto.
Non l’ho
fatto, come puoi costatare. Chi ero per entrare
all’improvviso nella tua vita? Sono solo un uomo accusato di
un delitto mai commesso (perché l’uomo in
questione è vivo e vegeto ed in ottima salute,
più di me), di avere tradito il mio miglior amico,
è forse quello che fa più male. Oltre hai vari
sensi di colpa ...Comunque, per te sono uno sconosciuto , un pazzo (non
negherò di esserlo sempre stato), che avrebbe rovinato per
sempre la tua serenità. Ho capito che volevano solo
proteggerti, non volergliene per questo. Probabilmente, Tuo padre
è stato un padre migliore di quanto avrei potuto essere io.
Soprattutto se rinchiuso in un carcere. Come una signora mi ha
gentilmente ricordato. Non era riferito a te, ovviamente.
Non nascondo
l’amarezza che ho, l’idea che per anni ero ignaro
di te, mi fa rabbrividire, che non sono potuto rimanere accanto alle
persone a cui volevo bene, è terribile.
Ho amato tantissimo
Sarah, anche se non glielo dicevo.
Sono proprio
invecchiato: capisco ora quello che vuole dire Remus Lupin, lo
conosci,no? Ha insegnato anche a te.
Quello che volevo dirti
in questa lettera,non lo so nemmeno io. Non so se ci conceremo mai,per
questo, non volevo morire prima di dirti qualche parola. La
consegnerò a Meg, e lei saprà quando
sarà il momento di consegnartela.
Mi ha parlato di te, mi
ha spedito alcune tue foto, che ho nascosto accuratamente. Mi sono
commosso, e non lo faccio mai. E’ vero mi somigli.
Non so se è un bene. Assomigli tanto anche a Sarah...
ritieniti fortunata. Non capita tutti i giorni due genitori
così meravigliosi. Sto scherzando! L’ironia non
l’ho persa, almeno.
Posso dire
solo che sono orgoglioso e che lo sia anche tua madre, quella
vera. Non vorrei confonderti, però la situazione
è davvero complicata, un motivo in più per
acconsentire di tacere fino a che non sarò riconosciuto
innocente Se dovesse accadermi qualcosa ho sistemato tutto, e Margaret
sa ogni cosa. Non che a te serva qualcosa da me, però, lo
volevo fare, perché ci tenevo.
Ti volevo dare una cosa
che è appartenuta a Sarah: prima di andarsene me
l’ha data perché non mi dimenticassi di lei, ed io
la consegno a te perché è giusto che lo tieni tu.
E’ è un ciondolo che le ho regalato una volta,
visto che quello suo vecchio le si era rotto irreparabilmente.
Credo di aver detto
tutto, spero di poterti conoscere, e se non fosse così,
posso dire che, nella mia vita, fra tanti errori, una cosa giusta
l’ho fatta.
Sirius
Ginny, Hermione e Ron lo guardavano con un espressione indecifrabile,
non capiva se gli credevano, o, lo prendevano per pazzo.
“E’ impossibile...”
“Non mi ero mai accorta! Ma è vero le assomiglia
tantissimo!” esclamò Ginny. Aveva trovato la
spiegazione a quella strana sensazione di somiglianza.
Ginny si chiese in quel momento come stesse la sua amica se avesse
già chiesto spiegazione ai suoi... Era forte, ma abbastanza
per quello?
Si trovavano a casa di Teddy, per andarlo a trovare. Era
cresciuto molto, ed non faceva altro che cambiare colore di
capelli. Sembrava pasticcione come Tonks, ma tranquillo come
Remus. Ginny vide Harry osservare Andromeda, indeciso se
dirle di Emily.
“Se ci penso è vero...per tutte le cavallette!
E’ una situazione così strana!” disse
Hermione.
Nessuno sapeva dire qualcosa, tanto la rivelazione fosse
sorprendente, l’unico che sembrava tranquillo era Harry che
continuava a giocare con Teddy.
“ Ecco il tè, ragazzi!”
Andromeda Tonks nata Black, fece la sua comparsa sorridente, con un
vassoio con the e pasticcini.
Infondo, c’era tempo per pensare.
Emily osservava il
piccolo ciondolo che aveva tra le mani;
era d'argento era intatraziato da delicate linee, in mezzo vi
era incastonata una luminosa pietra blu: la catena era composta
da delle maglie molto piccole quasi un filo d'argento.
Poichè l'altro
(quello che Em perde nella sala di ritrovo N.d.A.)
, era ormai vecchio era usurato dal tempo e dal
tanto uso, era stato aggiustato troppe volte per essere
riutilizzabile, quel piccolo dono era l'unica cosa che avrebbe potuto
desiderare: Era il testimone di un amore che, se pur mai coronato, era
riuscito a sopravvivere al tempo e alla morte.
Sia Em sia Harry sapevano che niente sarebbe stato
lo stesso, eppure tanto più diverso era, tanto
più sembrava famigliare... era la leggera pesantezza del
corpo con le sensazioni e le emozioni a donare quel tocco
d'intimità alle cose.
Black e Potter ritornati uniti come un tempo con la stessa
forza dell'amicizia, ma diversamente. perchè si trattava di
Emily ed Harry, non più James e Sirius, ecco cosa sembrava
familiare, cosa invece era la novità.
Insipiegabile a parole, come così vero e concreto
nella mente.
"Se vuoi ti aiuto ad indossarlo!"
Em si voltò verso la voce affinchè
potesse ricambiare il sorriso che Ginny le dava.
"Grazie, Gin. mi rispamiresti molta fatica."
Alla fine avevano deciso di andarla a trovare per sapere come si
sentisse. La sorprese la tranquillità e la
serenità che traspariva dai suoi gesti eleganti.
"Sei in compagnia?"
"Hmm... Harry, Hermione e quello scemo di mio fratello. Sono
in salotto."
Le ragazze raggiunsero gli amci in salototto, per far due
chiacchiere. Emily spiegò il suo desiderio di non svelare
qualsiasi cosa alla società magica, dunque di lasciare
il suo cognome. Per lei contava solo di saperlo, non le
importava se il resto del mondo ne era a conoscenza, e, del resto si
sarebbero evitati molto inutili pettegolezzi.
" Hai perfettamente ragione... immaginate solo a quanti spunti
lascerremo in mano alla Rita Skeeter!"
I giovani rabbrividirono al sol pensiero.
Bastò poco perchè la sintonia prendesse il
sopravento, e le chiacchiachire riepire l'aria... era estate, il cielo
limpido, il canto degli uccelli faveva presagire l'alba di
mille altre avventure
Angolo autrice:
Un altro capitolo è stato partorito... spero che ne sia
uscito qualcosa di buono... cerco sempre di non essere troppo
sdolcinata, spero che l'effetto sia abbastanza drrammatico senza
esagerare.
Questa storia è stata aggiunta sette volte fra i preferiti,
e mi riempe d'orgolgio!!!! spero che continuerete a
seguirla... e RECENSITE!!!!!!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** quattro mesi dopo...l'avventura riprese! ***
Se c’era una cosa
che Emily odiava, erano le persone in ritardo.
Non sapeva perché, era qualcosa di congenito, forse. Non le
piaceva
stare impalata ad aspettare qualcuno.
Questo da quando lei da piccola, aspettava suo padre ferma sul viale
davanti casa,sperando che facesse in fretta, era sempre stata
un tipo impaziente.
E pensare che non era nemmeno il suo vero padre...
e ripensò a quell’avventura indietro nel tempo, e
un brivido le percorse la schiena. Suo padre...tanto assente
ma quanto mai presente nella sua vita, nel suo cuore. Era
più forte di lei, ma, nonostante fosse vissuto chilometri
lontano da lei, lui sembrava così vicino. Forse
perché tutti le dicevano che gli somigliava molto e quella
strana alchimia che c’era , soltanto osservando una sua foto.
Emily iniziò a giocare con una ciocca i capelli scuri.
Emily si guardò introno, innervosita.
“Millie, soni qua! Dio scusa, scusa!” disse una
ragazza appena sopraggiunta, con il fiatone. La ragazza si
chinò appoggiando le mani sulle gambe.
Emily incrociò le braccia al petto e squadrò
l’amica con i suoi brillanti occhi grigi.
“Gin, alla buon ora! Immagino che avrai un ottima scusa in
tua discolpa...avanti cosa diavolo è successo, questa volta,
per farti arrivare con tre quarti d’ora di ritardo?”
“Oh, beh, ho fatto tardi per colpa degli
allenamenti.”
“Per sta volta ti perdono, non è da tutti entrare
in una squadra di professionista . di grazia mi vuoi spiegare
perché hai voluto vedermi?”
“Te lo spiego strada facendo.”
.
“Mentre giravano per negozi di una Diagon Alley affollata,
chiacchieravano allegramente, faceva caldo, e il cielo era di un
azzurro intenso. Era facile smettere di pensare.
Gin le disse che sua madre l’aveva invitata a casa sua, per
cena il sabato seguente.
“ Sabato è il tuo compleanno,
e i tuoi non ci sono, infondo!
“Ma....”
“Niente ma, però, forse...tu ci vieni, non ti
lascio sola il giorno del tuo compleanno!”
“Ho altre alternative?”
“No! A proposito come va il trasloco?”
“Oh, beh, come sai è sempre complicato, ma ho
quasi finito.”
“ Non ho mai capito bene i motivi del tuo trasferirti a
Londra.”
“Lo so, Kate. Ho bisogno di cambiare aria.
“Forse hai ragione.” Ammise Ginny.
Era lei ne era certa, stesso portamento, non poteva essere
lei. Una donna con un capello nero in testa osservava attentamente
Emily, come se conoscesse lei e il suo triste passato.
La donna, girò langolo quando vide le due ragazze
avvicinarsi e potè ascoltare stralci dei loro discorsi.
“Harry e hermione sono ancora al ministero, ma contano di
raggiungerci, Harry dice che vuole farti vedere non so cosa. Ti va di
andare a vedere i tiri vispi Weasley?”
“Con molto piacere!”
La donna sorrise: era un buon inizio.
Angolo dell'autrice:
Mi prenderete per pazza, e non nego che un po' lo sono.
Comunque, l'altro giorno ho avuto un illuminazione rileggendo
miei vecchi appunti, per cui ho ripreso questa
storia. Dopo li suo sucesso ( da me non
aspettato) , sicuramente tenar non nuoce! E' un po' poco come capitolo
ma avevo bisogno di un allaccio. fatemi sapere cosa ne pensate!
Fanny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** A casa Weasley ***
capitolo 10 - A casa Weasley
I ragazzi si ritrovarono tutti per
l'ora di cena, al Paliolo magico, come ogni venerdi. Era una sorta di
rito fra loro iniziato dopo la fine della scuola...
Hermione, Ron eD Harry impegnati con le ripettive carriere non avevano
molto tempo per vedersi tutti insieme per cui avevano deciso di
scegliere un giorno, un ora per stare tutti insieme a raccontarsi
quello che avevano fatto durante la settimana.
Quel venerdì, tuttavia, qualcuno si era
intrufalato fra di loor senza invito e li speava silenziosamente,
aspettando il momento giusto per avvivinarla e poterle
parlare. sapere che quei due erano amici aveva acceso una idea in
testa, per quanto assurda poteva essere sembrava veramente possibile.
Dopo anni di studio, di ricerche ,di notti insonne, di pasti miseri
aveva trovato la soluzione ad ogni suo problema. Tra l'altro era giorni
che pedinava quella ragazza....e solo quella sera era riuscita a
scoprire tanto.
La ragazza lasciò gli amici davanti all entrata babbana ,
aveva avuto notizia che abitava non troppo lontano da lì, in
una mansarda, e, secondo certe voci era appartnuta a niente i meno
che a Sirius Black.
Avvicinarla fu un gioco da ragazzi: "Posso parlarti, Emily Black?"
Em rimase immobile, con le chiavi fra le dita lunghe,
impassibile, senza voltarsi rispose che evidentemente aveva sbagliato
persona. La risposta che ricevette la lasciò senza parole.
"Come mi voressiti dire che non sai chi sei? beh,se fosse
così sarebbe il caso di rimediare...oppure il tuo
è un blef? vediamo un po' ,quanto credi che pagerebbe Il
settimanale delle streghe per una notizia del genere? mille galeoni? o
forse di più?"
Gli occhi di Emily si splancrono, sapeva benissimo in che posizione di
alto spicco e riguardo si trovavano i suoi, una cosa era certa sarebbe
accaduto il fini mondo.
" Quanto denearo vale la figlia di Sirus Black? lasciatelo dire, per
bellezza non hai prezzo."
Un pop fece capire che quella megera l'aveva lasciata in pace, per il
momento.
*********
Emily si trovava in compagnia di Harry in una piazzetta davvero spoglia
e spenta che non conosceva.
“Vedrai...diciamo che sarà un ritorno alle
origini. Venrdì non c'è stato proprio
tempo mi dipiace.”
Grimmauld place, Numero 12 appariva in tutta la sua
sontuosità: certo,Harry aveva fatto pulire anche la
facciata, le finestre e le gradinate di pietra. Aveva rifatto
verniciare anche la porta, e per cui la casa aveva tutto lo
splendore di un tempo.
Emily era rimasta a fissare il batacchio d’argento, che aveva
la forma di un serpente intrecciato , poiché quel
particolare la lasciava perplessa.
“Non è casa tua vero?” chiese poi.
“Mi è stata lasciata... ma, ho deciso di non
viverci...troppo impegnativa. Entriamo, vuoi?”chiese Harry
sorridendo.
“Va bene...”
Harry estrasse la bacchetta e picchiò una volta.
Si udirono molti rumori metallici e quello che suonava come un
tintinnio di una catena. La porta si aprì.
“Prima le signorine!”
“Ah,ah, spiritoso.”
Harry si fece da parte, ed Emily entrò, subito dopo Harry,
che chiuse la porta dietro di sé, e con un tocco di
bacchetta accese delle lampade a gas.
“Beh, sono sincero...questo posto la prima volta che
l’ho visto io era a dir poco disastroso! Quel vecchio
lampadario e quelli sopra quel tavolino erano pieni di
ragnatele... i muri scrostati, un odore di umido e marcio...la casa ha
avuto due grandi riassettate! La seconda è venuta meglio,
poiché ci ha pensato Kreacher, quando si è
convinto a pulire. Poi, ho chiesto io di fare un po’ di
ristrutturazioni!”
Infatti, la casa non era male, anzi, quasi calda: Le pareti erano color
panna con quadri qua e là, il corridoi
lungo non appariva tetro le luci erano calde e avvolgenti.
“Dai andiamo, ti accompagno In salotto. Ho cercato di render
la casa meno tetra, ma allo stesso tempo lasciare intonso il sua...
ehm...stato originario. Sono soddisfatto del risultato: la casa
è pulita, ben arredata e in buone condizione con
quell’aria di... famiglia ”
Presero a salire le scale, dopo aver passato delle tende
gemelle di velluto ( state cambiate da Harry, poiché le
altre erano tarmate).
Salendo Emily si accorse delle teste di elfo sopra le scale.
“Dove diavolo siamo Harry?” chiese indicando le
teste.
“Oh, quelli sono gli antenati di Kreacher!”
disse il ragazzo con espressione sorniona.
So fermarono al primo piano.
“Questa casa è stata per un
po’ il quartier generale dell’ordine della fenice.
Ma non solo...”
“Uh...ne ho sentito parlare!”
Harry la fece accomodare in salotto.
“Accomodati, vado a chiamare Kreacher per portarci un
tè.”
Emily entrò e andò verso la finestra per guardare
fuori. Harry si affacciò sul corridoio:
“Kreacher! sono io, puoi venire un attimo in salotto, per
favore?”
Dopo un po’ il vecchio elfo comparve sulla soglia.
“Ciao, Kreacher! Tutto bene?”
“Si, padrone, desidera, signore?”
“Abbiamo un ospite d’eccezione! Sarai contento di
conoscerlo! Sai chi è?”
L’elfo sgranò gli occhi, chi era quella figura
alla finestra?
“Kreacher non lo sa.”
Emily si volto e fece un passo avanti. Sorrise, ci fu un botto:
L’elfo si era buttato steso a terra.
Millie rimase un attimo interdetta.
“ Kreacher, dai alzati...” disse ridendo Harry.
“Kreacher non può crederci..I Black...non
estinti...la nobilissima casata dei Black...che direbbe la padrona al
povero Kreacher!”
Harry riuscì ad alzarlo da terra.
“Hai capito, ora Emily?”
Emily guardò L’elfo inespressiva. Si
avvicinò all’elfo chinandosi i in modo che i
capelli scivolarono davanti.
“Ciao, sono Emily. Piacere di conoscerti, Kreacher.”
L’elfo non sembrò articolare parola, aveva
riconosciuto di chi era figlia, aveva percepito che però Lei
era diversa poteva sentire la sua magia.
“Puoi portarci una tazza di
tè?” L’elfo obbedì
immediatamente.
“E’ la casa di Sirius,come avrai capito...quello
è il tuo albero genealogico.”
Emily si avvicinò. Toccò la superficie, e
sentì una scarica , immagini confuse le passarono nella
mente.
“Cosa c’è?”
“Niente, questa casa è antica e vi sono molti
ricordi... ho la capacità toccando gli oggetti di rivivere
momenti vissuti da altri.” Rispose lei sedendosi.
“questa casa è anche tua.”
“papà la lasciata ha te...e poi, a lui non
è mai piaciuta no?
“Cosa?”
“Oh, beh, ha modo loro lo hanno amato,Harry. In un modo
sbagliato, forse. Ma lo hanno fatto.”
Entrò Kreacher con il tè e un piatto assortito di
dolci fece un inchino profondo e se ne andò.
“E’ lui che...”
Harry annuì
“Non ce l’ho con l’elfo...ovviamente
papà ha sbagliato. Trattarlo con più rispetto e
meno indifferenza era più che giusto. Ma non lo biasimo, non
era facile per lui, in quella situazione: si era ritrovato per
l’ennesima volta richiuso, in quella casa poi...Kreacher
rappresentava tutto ciò per cui lui aveva lottato per
allontanarsi e cancellare. Ma, la famiglia non si cancella: in fondo
è lei che fa la storia di una persona...decidi tu chi vuoi
essere, ma se per 16 anni hai vissuto in quel contesto,
è difficile che non ti influenzi.”
“Verissimo... senti, cosa vuoi fare? Sai a cosa alludo, no?
Magari la festa alla Tana è un modo per dire agli altri la
verità”
“Non credo di essere pronta... la mia vita è stata
stravolta abbastanza già la primavera passata..”
“Aspetta a te decidere... come va
l’apprendistato al San Mungo?”
“Me la cavo egregiamente! Sono la degna figlia di mio
padre!” rispose mentre legava i lunghi
capelli dietro la testa con due bastoncini.
La vita da maghi adulti era iniziata da un po’ per
il trio di amici: Harry era aveva passato a pieni
voti l’esame per Auror, Ron aiutava George al
negozio , Hermione lavorava nell’ufficio
dell’applicazione Magica., nello stesso piano di Harry.
Mentre per Em e Ginny, era ancora del tutto nuovo:
Harry, per questo sorrideva all’entusiamo che entrambe
mettevano in tutto ciò che facevano.
L'eflo entrò portand tè e pasticcini, con un
inchino se ne andò.
"Harry, sono spaventata. una donna mi ha minacciato."
Harry momenti non si strozzò con un sorso di
tè... Em era fin troppo diertta, alle volte.
"Spiegati meglio."
"Sì insomma, sa che Sirius Black è mio
padre. e vuole vedere l'informazione ai giornali."
"perchè?"
"per soldi, scemo! credo che mi chiederà dei soldi o non so
che cosa...però, devo evitare che vada a parlare con i
giornalisti! i miei sarebbero rovinati altrimenti!"
"Lo sanno, piùttosto?"
"No! e tu devi rimanere l'unico ad esserne a conoscenza. volglio vedere
dove arriva quella... quella maledetta."
Purtoppo non si fece sentire per il resto della settimana,
dall'altra parte Em potè cstatare che la sua ipotesi fosse
giusta: sui giornali non c'era nulla per cui, quella voleva prima
vedere se poteva estrorcere soldi senza creare uno scandalo, e, Em,
doveva contere il più possibile i suoi
comportamenti per non dare ai suoi nemici prove certe o altro materale
per ricattarla. Le prove concrete non esistevano, o, in caso
diverso erano in possesso di sua madre Margaret Atkinson era troppo
furba e inteligente per farsi fregare dal primo idiota che ci avrebbe
provato.
Lei e la sua famglia non avevano nulla da temenre fino a prova
contraria.
E il sabato arrivò in un baleno.
E, si scoprì che quella non era una cena ma una festa vera e
propria: Le feste dei maghi,dovete sapere, sono davvero grandiose,
perché ci sono incantesimi e effetti fantastici. In somma
fatine da per tutto, la musica che sembra venire dalle pareti, candele
sospese, vassoi che volano da soli! E poi le decorazioni, che cambiano
in continuazione da sole, coloratissime e sgargianti.
Harry si smaterializzò davanti la Tana. Le luci
erano accese e si potevano udire i rumori all’interno
dell’abitazione.
Bussò forte, poco dopo una Ginny sorridente gli
aprì la porta.
“Harry! Finalmente!” esclamò buttandogli
le braccia al collo.
“Ciao... cos’è tutta questa
confusione?” chiese Harry baciando la sua ragazza.
“Mamma ha invitato un po’ di gente!”
“Un po’?” chiese Harry sarcastico vedendo
un mucchio di gente. Chiese se Emily fosse arrivata e con
gran sollievo la risposta fu positiva. Lui e Em non avevano
più parlato di quella donna, e sinceramente temeva che la
sua amica, che considerava come una sorella potesse fare qualche
stupidaggine.
“HARRY ! “ urlò un bambino sui tre anni
fiondandosi sulle braccia di Harry.
“Teddy, ci sei anche tu!” disse baciando la guancia
baffuta e candida del bambino.
“si ... ci sono pure io. Sono grande,
sai...” disse il bambino.
“Oh, lo so che sei un ometto! Ma La fai arrabbiare
la nonna?”
“Ogni santo momento!” disse una voce.
Harry alzò lo sguardo incontrando quello di Andromeda Tonks.
Gli face uno strano effetto, ancora; assomigliava troppo alla
sorella...così simili e diverse.
“Ciao, Andromeda!”
“Ciao, Harry, come stai?”
“Bene, grazie.”
Harry giocò un po' con il suo figlioccio fino a
qunado, Ginny ed Hermione costrinsero i loro ritrosi ragazzi a buttarsi
in pista, George si stava già intrattenendo con
Angelina Johnson una sua ex compagna con la quale aveva una relazione,
(tralasciamo i commenti di George a riguardo, non sono tanto,casti e
puri!) bevendo due calici di Idromele ghiacciato. Percy, per sua gioia,
stava intavolando una di quelle discussioni noiose, con Gharam
Northing, su qualche legge magica e sul
mercato: Percy , con suo disappunto, aveva costatato che venivano
ancora venduti calderoni scadenti con il fondo sottile,
benché lui qualche anno prima aveva stilato una accurata
relazione in merito. Che ingiuria! Il punto è che Northing
gli dava ragione, sosteneva che non vi era una legge magica che
regolasse il mercato di oggetti magici, si trovavano in vendita cose
assurde.
Bill e Sua molglie paravano con alcuni membri dell'ordiene,
insemi ad Audrey, la nuova fidanzata di Percy.
Charlie, Sorseggiava una Burrobirra svogliatamente,quando gli
si bloccò il respiro. Okay, Charlie, calmati, si disse
mentalmente. Davanti a lui si stagliava la figura di una
ragazza:
Era alta, e il corpo affusolato, un bel seno, capelli lunghi e scuri,
gli zigomi leggermente pronunciati , due grandi penetranti occhi grigi,
labbra rosse e piene. Era vestita semplicemente con una maglietta
leggermente attillata per scoprine le forme, le maniche a palloncino,
una scollatura leggera, con un astro legato a fiocchetto sotto i seni.
Gli copriva fino al sedere, a mo di vestito e sotto aveva dei
pantacollant, e delle deliziose ballerine dorate ai piedi. Nel miglior
stile babbano, Infatti, I giovani maghi e streghe vestono quasi sempre
come i babbani per due ordini di motivi: Il primo, se dovevano
mischiarsi tra loro tanto vale fare del loro modo di vestire uno stile
consolidato; il secondo, bisogna ammettere che sono
più comodi dei vestiti dei maghi e tra
l’altro, i babbani se ne intendono proprio in fatto di
vestiarioJ.
Era molto attraente e così distrattamente elegante. A
guardarla sembrava molto simpatica, non una snob con la puzza sotto
il naso...in quel momento guardava davanti a se con un
sorriso accattivante.
Charlie la osservò meglio...perché sembrava
così famigliare? Se avesse conosciuto una come lei, non se
la sarebbe scordata, facilmente (Qui arrossì furiosamente)
ANGOLO AUTRICE:
Iniziamo già ad entrarci, nella nuova
venturs... spero che vi piaccia! In ogni caso
fatemelo sapere! cosa vi piace di questa storia, quello che vi
è rimasto più in presso, inomma, un vostro
giudizio dettagliato...perchè più voi recensite e
più io aggioro presto!!!! Quindi se volete sapere
cosa accade continuate a Recensire!!!!
Un bacio,
Fanny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Irish accademy of Magic Art ***
Sirius
Black.
Un attimo, un pensiero fulmineo. Cosa centrava,ora, Charlie non lo
sapeva. Scosse la testa e bevve un sorso di Burrobirra.
Probabilmente, il modo di appoggiarsi al muro,
così leggermente, gli aveva ricordato un
po’ il modo di fare di Sirius.
A volte le coincidenze della vita sono strambe. Anche per i Maghi.
Emily sorrideva alla vista ai suoi amici che ballavano nella pista
improvvisata nel salotto, il quale era stato convenientemente
modificato con la magia.
Fu intercettata da Michael Corner,. Rimbambendo la ragazza di
chiacchiere. Il fatto di essere stato un componete
dell’esercito di Silente lo faceva sentire quasi un eroe,
doveva essere il motivo per cui si trovava la suppose Em, Grazie al
cielo, quello fu chiamato da non si sa chi.
Si voltò e vide il ragazzo dai capelli rossi vicino.
“I Corvonero, parlano così tanto, oppure
a scuola,hanno il privilegio di seguire qualche corso su come intontire i maghi con le
chiacchiere se magari avete dimenticato la bacchetta magica a
casa?” gli chiese Millie.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
“No, i chiacchieroni dovrebbero essere i Tassorosso...non
conosco il ragazzo con cui parlavi quindi può essere il caso
che conferma la regola!.”
Chi,“Michael . sono- il cacciatore- migliore- mai-
esistito- sula- terra Corner? C’è qualcuno che ti
protegge..”
“Corner...credo che sia un ex di mia sorella ma non ne sono
sicuro...”
“Oh dio, poverina. A tutta la mia comprensione.”
Charlie ridacchiò di nuovo
“Piacere, Charlie.”
“Sono Emily, il piacere è tutto mio.”
Si strinsero la mano allegramente.
“Non ci siamo mai incontrati vero? Non sei mai venuta
qui?”
“Non credo , comunque tu hai Comunque, Tu come sei capitato
qui? Hai tutta l’aria di esserci capitato per
caso!”
Il ragazzo scoppiò a ridere:" veramente è casa
mia, ma siccome lavoro all’estero , non conosco poche
persone!”
“ No! Allora sei un fratello di Gin?! Eravamo nello
stesso anno. Dimmi,Che fai nella vita?” chiese Emily
“Oh, ora come ora, studio i draghi in Romania.”
“Non ci credo! Studi i draghi?! Ma è
fantastico!” esclamò entusiasta Emily.
Charlie ne rimase colpito. Mai, una ragazza aveva mostrato tale
entusiasmo. Anzi, i più, (compresa sua madre) sostenevano
che sprecava il suo tempo.
“In Irlanda nei pressi di Letterkenny,
adeguatamente protetta, c’è una piccola riserva di
Draghi, sono per lo più specie in via estinzione! Pensa che
alcuni vengono dall’Islanda! I miei mi ci hanno
portato una volta, Ed è stato fantastico! Mentre nelle isole
Aran, c’è un allevamento per Il corde di cuore di
drago per bacchette!”
“Ne ho sentito parlare! E’ molto grande, anche
Olivander le prende da lì.”
“Oh, sì! Anche io ho comprato la mia bacchetta da
lui!
“Ti va una Burrobirra? Io ho finito la mia.” Disse
mostrando la bottiglia vuota.
“Con molto piacere.”
Così sempre chiacchierando si avvicinarono al tavolo delle
bevande.
“Miseriaccia, sono sfinito!”
“Non lamentarti sempre,Ron.”
“Hermione non mi sto lamentando, ho bisogno di una pausa e di
bere qualcosa. Vero Harry?”
“Sono pienamente d’accordo!”
Ginny ed Hermione si guardarono scuotendo la testa.
“Volete qualcosa voi due?” chiese Harry
“Una Burrobirra, grazie Harry.” Rispose Hermione.
“Anche per me.”
Harry e Ron si avvicinarono al tavolo cercando di farsi strada.
“Ehi, come va?”
I due alzarono lo sguardo per incontrare un sorridente
Charlie.
“Vi state divertendo?”
“Sì, se Ginny ed Hermione non volessero ballare in
continuazione.
“ E dai, Ron, ogni tanto bisogna fare qualche sacrificio per
la propria ragazza!”
“ per chi è quell’altro boccale di
burrobirra?” chiese Ron notando i due boccali nelle mani del
fratello. Charlie arrossì in zona orecchie.
“Una amica.”
“La conosciamo?” chiese Harry curioso.
“Penso proprio di sì."
“ Allora, questa Burrobirra arriva, Charlie?”
chiese una voce divertita alle loro spalle.
I tre ragazzi guardarono in direzione della voce.
“Em!”
"Voi due non ci posso credere...ah è vero, mi avete invitata e poi lasciata in un angolo, sì... e le vostre belle dame?
avete tentato la fuga per caso? E pensare che credevo foste dei
ballerrini provetti...." chiosò Em sorridendo
falsamente.
"Come due scope, s'intende!"
Quando giunsero Hermione e Ginny, Decisero di sedersi per
bere quella burro birra in santa pace. Trovarono un tavolino libero in
giardino: nonostante fosse Hallween e nonostante quella fosse
l'inghilterra, il clima era ancora molto mite. Un caldo
inusuale per quel periodo dicevano i meteorlogi babbani, causato
dall'effetto serra, sostenevano loro. Il sgnor Weasley travava curiosa
quell'affermazione, poichè sapendo benissimo cosa
fosse una serra ( ce ne erano molte a scuola), era imbrobabile che il
mondo si trovasse all'interno di una serra gigantesca. di certo, non
spaveva che, con quel termine i babbani indicavano
quel fenomeno naturale consistente nella modifica
dell'equilibrio termico di un pianeta o di un satellite grazie alla
presenza di un'atmosfera contenente alcuni gas che, per le proprie
particolari proprietà molecolari, assorbono e riemettono la
radiazione infrarossa. Il nome derivava per similitudine con quanto
avviene nelle serre per la coltivazione.
In riguardo a ciò, Hermione aveva
tentato di spiegare quello che in realtà significava, senza
risultati evidenti, era molto più intrigante l'idea sencodo
la quale i babbani credevano di vivere all'interno di una
casa fatta di ventro, all'interno, appunto. c'era in mondo.
Il tempo fu uno dei loro argomenti, tuttavia fu di certo la
temperatura ad interessarli. Emily aveva argomenti più
interessanti, poichè quell'estata in Irlanda aveva scoperto
molte cose interessanti riguardo il potere del tempo.
Nonostante la presenza di Charlie, Em parlò loro di quello
che aveva scoperto standa attenta a non farsi lasciar scappare
più del dovuto.
"Avete sentito parlare della Irish
Academy of Magic Art ?"
Tutti i ragazzi scossero le teste in segno di disnego.
“La preside Miranda Sutcliff è un po’
particolare... è stata allieva Di Albus Silente, insieme, a
Minerva Mcgranitt!”
“Davvero?” Disse Hermione.
“ Anche Mrs Sutcliff è stata insegnante ad
Hogwarts. Prima antiche rune, poi Incantesimi. Poi
accettò di diventare la preside dell’accademia,
lasciando il poto al proffessor Vitious, naturalmente. Il suo arrivo a
stravolto un po’ le cose: La Academy of Magic
Art divento un po’ un modello forgiato da quello
della vecchia scuola. Praticamente la struttura è
pressoché identica. A parte per le case. Secondo Mrs
Sutcliff le ragazze sono abbastanza competitive senza dividerle in
case!”
Scoppiarono a ridere.
“Le materie?” chiese Hermione interessata.
“Oh, beh, il programma è uguale al
nostro, solo per una differenza: in questa accademia si studia elementi di
magia antica.”
“Eh?!” esclamarono i ragazzi.
“Niente di trascendentale! Come i maghi e le streghe usavano
i poteri magici prima dell’invenzione delle
bacchette. Si tratta per lo più di tecniche
magiche molto primitive legate per di più Agli elementi
naturali. Sono magie un po’ diverse dalla magie
tradizionali. Il suo promotore era un irlandese di origini
islandesi, Kynewulf . Aveva un’idea tutta sua del concetto
di magia.”
“Deve essere interessante!” disse Harry.
“Lo è, ma è facilmente
fraintendibile... voglio dire, si basa su forze che hai più
sfugge. Però, secondo la preside di questa scuola può spiegare
e fare luce su molti aspetti della magia che ancora non hanno ottenuto
risposta. Io, senza saperlo, ho un copia del libro di questo
tizio.”
“Davvero?” chiese Hermione.
“Emily...lo sai no! non parlare di libri davanti Hermione, potresti non
averemmo più pace!”
“Oh,Sta zitto, Ron!” ribatté la ragazza
stizzita.
“Deve essere molto raro...” disse Ginny
“Lo è, ma non c’è
da preoccuparsi, pateticamente è sconosciuto! Voglio dire i
seguaci di Kynewulf sono praticamente estinti. I più
preferiva l’uso tradizionale della magia!”
“ Se capita un giorno te lo faccio vedere. Era nella libreria
di famgilia, ma da questa estate l'ho confiscato, volevo leggerlo, ma
attualmente non so dove sia finito, il trasloco, sapete.”
"Perchè dove vivi ora?" chiese Charlie.
"Londra, da circa una settimana. Comunque, ho visitato quest'istuituto
femminile e la loro bilbioteca, e c'era veramente di tutto."
"E' più grande di quella di Hogwarts?" chiese Harry
"No, ha solo più libri particolari e rari. Tra cui diversi
volumi sul Tempo e le distorzioni..."
Per i nostri amici non fu bisogno di dire altro, ormai, era meglio
cambiare discorso per non insospettire Charlie, così
cambiarono agomento.
Harry si ricordò all'improvviso di quello che gli aveva
confidato Em, e si prefisse di chidere quanto prima, non c'era da
screzarci, ricordava cosa fosse accaduto ad Hgrid quando si
scoprì chi era sua madre, e per quanto non fosse la stessa
cosa, l'informazione era succolenta ed invitante.
Emily stava parlando con Charlie, Ron, e Ginny di Quidditch.
“ L’ultima partita di campionato
è stata fantastica....”
“E’ vero! Il cercatore ha preso il boccino con una
presa spettacolare....”
“Perché le parate del
portiere? sono state formidabili!
“E I Goal ? Vogliamo parlare dei goal?”
“Ok, ragazzi...Tutti i giocatori sono stati
meravigliosi!” disse ridendo Emily.
“Oh, grazie, Emily...avevo temuto che ti mettessi a osannare
i battitori!” esclamò Hermione
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
Ron alzò gli occhi al cielo, Ginny e Charlie ridevano per la
sua espressione.
“Charlie..puoi venire un attimo? C’è una
persona che voglio presentarti!” disse Percy sopraggiunto in
quel momento. Il ragazzo, segui il fratello.
I nosntri amici non aspettavano altro.
********
Capitolo denso, che tira fuori un sacco di novità.
Comunque, rispondo subitissimo a Alice brendon cullen, una
Emy/ charlie? boh, sinceramente non l'ho mai vista in questi termini,
ossia non ho pensato ad una coppia simile, ma in verità
niente è detto....Per Em, non ho trovato ancora l'uomo
idelale, per cui sono ampiamente accettate le proposte! secondo voi,
con chi starebbe bene Em???
Fanny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Tempo di magia ***
Penserete che sia morta, oddio, dire più sepolta
viva dalla montagnga di cose da fare, dove certo non si respira!!!
eh,eh, lo studio sta occupando tutte le mie notti insonni, o quasi.
Ma comunque, non voglio tediavi con i particolari della mia
vita,andiamo al dunque: siccome avevo accenntato alla mia
impossibilità di seguire tutte le storie in sospeso, e,
avevo chiesto quale poteva più interessarvi,
è venuto fuori che, la scelta è caduta sul potere
del tempo, ogni desiderio è un ordine!!!!
Approfitto , in questa sede, di ringraziere immensamente
tutti quelli che anche solo leggono le mie storie!!!
Alice Bronden cullen:
ti ringrazio per il bravissima, sei troppo gentile!!! e per la tanta
pasienza che hai neòl seguirmi, grazie!
Ncl: No,
Em, non è un tipo facile da gestire, lo so per esprienza
personale, ed è sfacciatamente uguale a quel maledetto di
suo padre U.U.
Brando85: In
ritardissimo, ma purtroppo io sono una ritardatria nata, eh, ma
rispondo al tuo mesaaggio! non potevo certo ignorare la tua richiesta,
spero che questo capitolo ti piaccia!!!!
Ecco a voi il Nuovo capitolo di PT!!!
Dove eravamo rimasti?
Una nuova vita da maghi adulti attende i nostri amci, ma per
quanto desideraibile, i guai non finiscono mai, già uscita
da poco Em, viene feramata da una strana donna, la quale minazzia di
dire tutta la verità sul suo passato, la cosa, Lasicia Em
molto colpita, in ogni caso, vuole risolvere sempre a modo suo.
Emily, alla festa organizata a casa di Ginny e Ron,
l'infforma di avere notizie interessanti sul Tempo e su cose
mai conosciute.....
Capitolo
12- Tempo di magia...
"Sputa il rospo
ora che nessuno può sentirti" esclamò eccitato Ron
Em, sorrise, e continuò il suo racconto dal primcipio: "Non
avrei mai immaginato qunato le mie viiste ai parenti iralandesi
potessero diventare costruttive, e, sinceramente, è tutto
dire! non è da poco essere molto amici della preside di una
delle scuole più antiche e dense di strane cose, non
più della nostra, ma diciamo che è una cosa
diversa."
"Alt, aspetta un attimo... è per caso una di quelle storie
che parlano della nascita del mondo?" chiese preoccupato Ron.
Fu subito incenerito, da sua sorella e la sua fidanzata.
Però Em sorrise birichina, con una risposta protta sullle
labbra.
"No." iniziò
"Un po' prima quando l'uomo prestorico scoprì la magia...."
Prima avevo parato delle antiche arti magiche, di quel mago. Beh, si
vocifera che esitano ancora persone capaci di fare ciò che
lui era capace di fare, cioè appartenuti a quella categoria
di ,maghi. Notate bene non hanno nulla più di noi o di
altri, ma il loro potenziale magico si rivela in forme più
accentuate. Usano la magia Senza l’uso di
bacchetta. Come per i metamofusmaghi che possono cambiare aspetto senza
la bacchetta e pozioni.
Anche i maghi qualsiasi possono fare ne uso in certi momenti. Pensa
alla magia accidentale! Succede perché sono magie
più legate alla natura. Sono forze scaturite dalle emozioni,
dall’essere stesso di maghi.”
“Mentre gli incantesimi sono sotto la volontà del
mago. “ la interruppe Harry.
“Esattamente. I vari incantesimi, magie, sono invenzioni
umane per poter usare una capacità che è
intrinseca nel uomo. Le arti antiche fanno capo ad un connetto
più ampio e di difficile interpretazione. Come
già ti ho spiegato. fanno riferimento ad una magia
primordiale e fortemente legata alla Natura.”
“Come i sentimenti, l’odio e
l’amore.”
“Vedo che hai capito, Harry. una grande potenziale
magico che permettono di fare cose strabilianti, forse, anche creare
distorsioni spazio temporali. Il bello è, che, si dice che
tali maghi e streghe si nascondono tra di noi, un'altra divisione
all’interno nostro, come se lo spirito di quel mago non fosse
mai morto....”
“Em, non esagerare, eh?” scoppiò a
ridere Hermione quando all’ultima battuta E, aveva mosso le
braccia e mani come se volesse fare chi sa quale stregoneria sbarrando
gli occhi come una fattucchiera di terz’ ordine.
“Sì fa per ridere! in ogni caso quel tizio
è esistito tramandando un modo diverso di far
magia,è difficile poi distingue i miti dalla
realtà!"
"miseriaccia se fa scena però!!!" esclamò Ron
"L'ho pensato anche io, quando ho accompagnato mia cugina
Céibhionn alla girnata per l'orientamento!"
"Sa tanto di babbano...." notò Hermione
"Mah, sarà che le cose babbane vanno di moda!
però secondo i propressori dell'accademia le studenti si
interessano pochissimo alla storia di magia e alla storia della scuola."
"Come dargli torto..."
I due interessati fischiarono guardandosi intorno igorando
deliberatamente.
"va beh, caso mai finirò un altra volta ora divertiamoci!"
pensare troppo fa male, alle volte, e qualcuno lo
isegnò ad Emily una volta, lo sapeva Harry, lo sapevano i
suoi amici. c'era una qualcosa da festeggiare, musica, rida, alchol,
cibo a volontà, chi a voglia di pensare?
Eppure, qualcuno che non smette mai di pesare c'era, qualcuno i cui
pensieri sono sempre in aguato pronti a ricordare ciò che
è, ciò che deve essere, lonatano dalla tana, a
Londra impersa nella nebbia notturna autunnale, avvolta nel mantello
nero, aspettando e in tanto pensa ad un giorno di
qualche tempo fa, in un giardino, dove c’era una
bambina piccola e una bella signora che stava per raccontare una strana
sotoria.
“Katherine
è molto importante che tu capisca che la Magia non
è di facile comprensione. Ha mille sfaccettature,
ed è qualcosa di complesso e semplice allo stesso
tempo. E’ bene iniziare dalle nozioni più
semplici. Ti sembrerà strano, però è
dal semplice che poi si arriva al complesso.
Iniziò a parlare la donna.
“ la magia
è l’arte o scienza che suppone di trarre
dalle forze naturali effetti straordinari mediante una
bacchetta, atte anche a dominare forze sovrumane o
demoniache. Esistono due tipi di “magia":
magia bianca è quella praticata a scopi benefici;
la magia nera ,quella che si avvale di potenze demoniache e
di riti malvagi allo scopo di ottenere poteri soprannaturali per fini
delittuosi.” continuò la signora.
“.
Si trae in primo luogo, da forze Naturali. I Maghi possono fare magie
perché loro hanno la capacità
“Naturale” della magia. La magia si trova in
primis, nella Natura. Pensa alle erbe e piante magiche, alle
creature , quali, Draghi, Centauri, Fenici, Ippogrifi e tanti altri.
Ecco perché non tutti possono fare quel tipo di magie.
Questo fatto spiga anche perché nascono maghi,
anche dalle famiglie completamente Babbane, o come in una famiglia si
così detti “Purosangue” nascano persone
prive di poteri magici . Perché non è prerogativa
dei maghi, ma è così perché
è intrinseca nella Natura. Ovviamente, Il gene della magia
può essere trasmesso come no. E come il dono del
canto che può avere un figlio di genitori completamente
stonati.”
Kath, fece segno di
sì con la testa.
“ Andiamo
avanti. Spiegate le linee generali, passiamo ad un
po’ di storia della Magia. E’ una materia che a
scuola studierai, tuttavia non nei termini in cui la
farò io. Il programma di solito parte
dall’invenzione della bacchetta in avanti. A noi
servirà, piuttosto la parte indietro.
Come tu sai, Fare magie
senza bacchetta è quasi impossibile anche per il mago
più dotato. I maghi della preistoria( come gli antichi), si
basavano su tecniche magiche molto primitive legate per di
più alla Natura. I babbani, si
attorniavano ad un mago che li proteggesse. Questo non
durò molto, infatti, i maghi ebbero la necessità
di nascondersi, poiché ritenuto migliore, fu gli albori
delle società magiche che conosciamo tutt’ora. Con
il passare del tempo le arti magiche si raffinarono, per giungere ad
una divisione nel 382 a.c., anno dell’invenzione
delle bacchette. Alcuni maghi sostenevano che la magia non doveva
lasciare il suo stato di natura. I più, al
contrario si affidarono alle bacchette.
Quei pochi maghi che
sostenevano l’uso della magia puro senza mezzi, decisero di
ritirarsi in un castello immerso nella vegetazione,ben nascosto da
sguardi indiscreti, per meditare e studiare quelle che erano
le arti Antiche tramandate da secoli. Tutto il loro universo
ruotava intorno ad una figura di spicco, potente conoscitore della
magia, Kynewulf. Insieme ad un servo fidato,
Woodrow, chiamato semplicemente Woody,mandavano avanti il
castello. Woddy si occupava del faccende
domestiche, del cibo e dei vestiti e della pulizia, aiutato ovviamente
da alcuni elfi domestici, trattati come pari. Kynewulf, insegnava ai
suoi allievi , l’antica arte delle stelle, astronomia e
astrologia, degli elementi, quali il fuoco, l’acqua,
l’aria e la terra, l’alchimia, le antiche rune,
erano alcune materie. Le sue teorie non erano malvagie, anzi.
Erano basate sul pensiero razionale. Kynewulf, sosteneva che
la magia era qualcosa di profondamente naturale, e che non doveva
essere allontanata dal suo stato primordiale. Egli era contrario
all’uso della bacchetta non perché fosse
poco efficace o negativo, ma perché allontanava il
mago dall’essenza magica, ossia, dalla sua
purezza.” Spigava .
Kath cercava
di starle dietro, ma forse era troppo piccola per capire a
pieno dove quella signora voleva andare a parare con quel
discorso.
“ Ti
chiederai cosa centra tutto ciò con te. Ebbene,
Kynewulf e i suoi seguaci portarono avanti, conservando e ampliano
tutte le magie antiche, quelle che non prevedevano l’uso di
magie. Egli morì vecchio e ormai stanco, lasciando
il posto al figlio Lewis, che con l’aiuto di sua madre
Penelope, e il fedele Woddy, mandò avanti il compito di suo
padre. Dando vita a un eredità magica poco
conosciuta e potente, e tu ne fai parte. Tu riesci a fare quello che
fai, perché in te c’è
l’energia di cui parla Kynewulf. E’ legata alla
natura e gli elementi di cui è composta, per cui
più primitiva e meno raffinata delle arti magiche
tradizionali . Devi controllarla, e usarla in caso di
necessità, molti hanno perso la vita e quasi
ucciso perché hanno lasciato che i loro poteri ebbero il
sopravvento.”.
IL
GIORNO DOPO
Emily si era alzò presto,doveva finire si sistemare . Fece
colazione, poi si armò di santa pazienza e di bacchetta e
iniziò a sistemare.
Ci mise parecchio, con una mano si asciugò la fronte...si
guardò attorno, soddisfatta. Un’ultima pulita, e
alcuni imballaggi da svuotare.
Sentì il campanello suonare. Chi poteva essere?
Andò ad aprire e si trovò davanti Gin che le
sorrideva a trentaquattro denti.
“Ehi, ciao!” disse Emily sorridendo
spostandosi per farla passare.
“Come va?” chiese Ginny
"Bene! Un po’ stanca. Ho quasi finito di
sistemare.”
“Oh! E’ venuto proprio bene!” Kate si
soffermò su una cornice con una fotografia, pensierosa. Ma
si girò subito di scatto verso Emily sorridendo ironica.
“Ti sei divertita ieri sera?”
“Oh, tantissimo grazie per l’invito!”
“Figurati! sai che sei molto simpatica hai miei fratelli
Charlie compreso?”
“Lo so.”
“Sai anche Michael Corner vorrebbe uscire con te?”
“Sì, so anche questo, ma avrei preferito non
saperlo. La mia risposta è no.”
Ginny sbuffò. “Non è tanto male, lo
sai?”
“E’ un idiota. e poi, parli tu che lo hai lasciato
perché era diventato noioso?”
Ginny rise.
“Beh, Gin, per essere carino è
carino...ma...”
“Ma non quanto Jason?”
“Lascia perdere lui, sai che è finita ancora prima
di nascere!”
“D’accordo...”
In quel momento un gufò picchiò sulla porta. Em
sbuffò pensando al pazzo che le inviava posta a quel lora
del mattino, con un colpo di bacchetta la finestra si
spalancò il gufo planò velocemente lasciando
cadere la lettera fra le mani di Em.
"Chi diavolo...oh no..."
Quella lettera era indirizzata ad Emily Black, e soltanto qualcuno
avrebbe potuto farle una cosa del genere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Emily , Katherine e la Compagnia K ***
cap13 pt
Bene bene, spero che lo scorso capitolo sia stato di vostro
gradimento! ma il bello ancora deve venire! vi avverto fin
d'ora,
che vi troverete davanti una cosa moltoo ingarbugliata.
Come sempre ringrazio tutti quelli che mi seguono!!!!
Brando: In
questo capitolo è facile perdersi, mi rendo conto! ma,
è
importante, è alla base di tutto; non ci
sarà
più un capitolo così denso di informazioni! era
indisipensabile perchè si possa capire tutti gli eventi che
verranno!!! sono felice che ti sia piaciuto!!! Ps: chi è
quella donna che tormenta EM? leggi questo capitolo e lo scoprirai
Capitolo
13- Emily , Katherine e la
Compagnia" K"
Emily accrotocciò quel pezzo di pergamena
desiderando di
poterlo distegrare con la forza del pensiero; quella sfacciatta aveva
passato ogni limite! aveva osato mandarle un messaggio con il suo vero
nome! che faccia tosta!
A pensarci bene, come aveva fatto? aveva per caso istruito il
gufo? tutti la conoscevano con quell'altro cognome, e di sicuro, era
stata registrata con quello; almeno così aveva detto sua
madre.
Sua madre, però, aveva detto anche era impossibile
che
qualcuno potesse scoprire chi lei fosse in realtà.
Sarah, era riuscita, anche con aiuto della magia a far predere le sue
traccie; lo stesso aveva fatto sua zia meg, per far credere lei sua
figlia, dunque ,quella donaccia ,come aveva fatto a scoprire che lei
era la figlia di Sirius Black?
Già s'immaginava di finire sulle pagine rosa del Settimanale
delle streghe, lei, quella che meno di tutti avrebbe potuto essere in
affinità con roba del genere.
"EM? stai bene?" chiese improvvisamente Ginny
"bene, perchè?"
"No dico, hai distrutto la lettera senza accorgertene!cosa c'era
scritto per farti arrabbire così tanto?"
" E' uno stupido scherzo senza la minima importanza." rispose la
ragazza asciutta.
Senza la minima importanza, sì, certo..."
" te lo assicuro io! uno scherzo di pessimo gusta,per
carità, in ogni caso è una cosa da deficenti."
" chi è questo o questa deficente?" chiese ancora Gin
alzando un sopracciglio.
"Non lo so, e non m'interessa nemmeno scoprilo!" urlò
buttando
il resto della lettera nel fuoco, il quale divorò come una
bestia famelica il foglio di pergamena che si accartociò e
sparì velocemente fra le fiamme.
Ginny era perplessa osservando la disreuzione dell'incrimitata lettera.
la sua amica era un tipo dai bollenti spiriti ed era cosa nota,
tuttavia era sicura di non averla mai vista in quel modo,
così arrabbiata , nervosa, soprattutto preccupata.
le spalle tremanvano mentre la mano delicata stringeva lo schienale
della sedia, i lunghi capelli a coprirle il volto, indicavano con
chiarezza la presenza di una minaccia, o forse di evento accaduto
tenuto tanscosto dalla ragazza.
Emily era forte, ma non abbastanza, era orgogliosa e forse lo era un
po' troppo, perchè voleva sempre affrontare tutto da sola ma
non
sempre ne era capace.
"Em, devo già combattere con un testardo e non ho
nessuna volgia di mettermi a discutere anche con te, okey?"
Emily ridacchiò consapevole di cosa (o chi) Ginny
si riferisse.
"Okey, e ha perfettamente ragione."
"bene, sei hai qualche problema e ne vuoi parlare sai dove mi trovo,
quindi per favore, se ti sfiora anche lontamente l'idea di venirmi a
raccontare coa cavolo è accaduto, fallo!"
"Ti assicicuro che..."
"Ah, non la bevo! Quando ci sei di mezzo tu è immpossibile
che non accada nulla!"
" va bene... devo andare che ho un appuntamento con Harry, e
non posso arrivare tardi!" disse Ginny guardando l'orologio.
"Stammi bene!"
"Anche tu!"
E, così Ginny si smaterializzò lasciando Emily
sola alle
inctricate faccende. Quella giornalista le aveva chiesto un
appuntamento, e ovviamente lei non avrebbe accettato: non poteva
permettersi di dare ulteriori prove, e secondo il suo punto di vista
accettare l'invito era come dichiarare che aveva ragione.
Mai dare soddiffazione ai nostri avversari, era una regola d'oro.
_________________________
Harry cercò di trattenersi dal esprimere una
qualsiasi
emozione nel metre che Ginny le parlava di quello che era accaduto ad
Em; C'era da aspettarsi che la prossima mossa non avrebbro dovuto
attenderla.
"Devo preccuparmi?" chiese Ginny, rendendosi conto che da quando era
iniziata quella gornata se lo era chiesto troppe volte per i suoi gusti.
"ma no, che vuoi che sia... Em attira sia amici che nemici,
è fatta così."
"Non mi riferivo a Em."
"No?"
"No. alla tua faccia che sembrava sotto le fetto della pastoia!"
"Ginny, ultimamente sei troppo apprensiva, e non è da te."
"No è vero, sarà la cattiva influenza di mia
madre!"
_____________________________
Non accade più nulla di interessate fino a sera; Emily
passò la girnata a sistemare il suo nuovo appartamento
giusto per non scerverlarsi troppo; Finì con mette luttimo
libro sulla scaffalatura della sua libreira, soddisfatta di essere
riuscita a creare un luogo caldo, accolgiente e sopratutto suo.
In quel momento uno scapanellare avvertì che qualcuno era
arrivato a farle visita.
Emily si accacciò dal piccolo balconcino che dava sul
davanti, e si trovò quella donna nello stesso
punto in cui era apparsa.
" per la barva di merlino è ancora lei?! non caisce che ha
preso una cantonata bella e buona!"
"permettimi di presentarmi, cara ragazza, il mio nome è
Katherine Sutcliff. ti dice ninete?"
" aspetta un attimo...hm.. no non mi dice niente. buona serata!"
"Nemmeno Miranda Sutcliff?"
Emily si fermò e tornò sui suoi passi, si
affacciò e guardò in basso sorridendo mestamente:
"E' una parente?"
"E' mia nonna, esattamente. so molto bene le conoscenze che
possiedi, infondo sei irlandesie."
"Stiamo parlando dell'accademia, per caso? non ci vedo nulla di
strano visto che molte mie cugine hanno scelto di andare in
quella scuola privata."
"No,infatti. Il punto è che non è della scuola
che voglio parlarti."
" Non mi dica che vuole far quattro chiacchiere davanti una bella tazza
di tè?" esclamò ironica Emily.
"Voglio parlare di tua madre Sarah Bowen."
Emily sorrise, mica era tonta, voleva incastrarla cogliendola in fallo.
"Vorrà dire mia
Zia Sarah, perchè mia madre
è sua sorella Margaret."
Tò,
Beccati questo brutta megera!
"Ti è arrivata la mia lettera tesoro?" disse
scostando i cappelli con una mano.
"Quale lettera? mi spiace no."
La donna scoppiò a ridere, poichè la
fama di quella ragazza la precedeva, un osso duro, davvero.
"Credo che sia il caso, di essere chiari fin dal principio ,mia cara.
non stai parlando con la prima sprovveduta di turno. ma stai parlando
con me ;
Emily, io so tutto, e lo so non perchè abbia fatto
delle ricerche, o quali strani incantesimi. Lo so perchè a
quelli come me, la verità non può essere celata,
io posso percepire la vera essenza delle cose."
"Quelli come te? cosa vorrebbe dire con ciò?"
" Noi sì. noi siamo quelli della Compagnia K."
"Che fantasia usare l'iniziale del suo nome per la sua
socetà!"
" la K non sta per il mio nome, bensì sta per
Kynewulf."
Emily rimase a bocca aperta, consapevole ormai che tutte quelle
dicerire su quel gruppo di maghi era vero, e che quella lì
ne faceva parte.
" In ogni caso, accettrò volentiri quella tazza di
tè che così gentilnete mi hai offerto."
Emily si trovava nella situazione più strana, no, non era il
termine esatto, a dire il vero. Certamente, quell'incontro era fuori
dal comune.
Em porse la tazza di tè fumante alla donna che
ringrazziò, pensantemente Em si sedette sulla poltrona
davanti a lei.
"Immagino che la storia dei girnali era una balla, giusto? non
vederà nulla. Siete una società segreta, e
chissà perchè mi ricorda tanto quella di un certo
Lord"
"E' sbagliato propendere nel accostare i nostri popositi a quelli
dell'ormai ex oscuro Signiore."
"vorai dire ex, ex, ex Oscuro singore."
Katherine ridacciò: "Se così ti fa piacere...
comunque la magia nera è molto vicina alla magia antica,
ciò che cambia le cose è sempre lo scopo."
"Dunque, dovete stare attenti a ciò che fate, potrebbe
ribelarsi malvagio."
"Concordo. Come tutto, si può far del bene e del
male. la mia intenzione non era quella di far soldi creando uno scoop,
ninete affatto. La Compagia K ha un progetto ambizioso al quale non
intende rinuciare."
"Continuo a non vedere cosa tutto questo centri con me." non
mancò di far notare Emily.
"La compagnia K riprende ogni isegamento tramandato dai
secoli dal maestro; infatti, è possibile per chi ha molto
talento riuscire ad utilizzare la magia soltanto con la propria
volontà, ma, solo i grandi sono capaci di riuscirvi, e
appena vanno a scuola perdono questa capacità. ci sono
persone come me, che nascono con l'abilità di poter usare la
magia con la sola forza mentale. ed Io sono una dei pochi in grado di
riuscrci. Il nostro sofrozo sta nel ritornare alle passate
origni, nello svegliare forze primigee, e riuscire a fare anche
l'impossibile, poter cambiare, perchè no, anche l'ordine
degli eventi."
Un gruppo di esaltati, in parole povere.
" vuoi che mi unisca all'allegra combriccola, magari? la
mia risposta è no, grazie. va benissimo così."
" Sicura? anche se questo significa perdere l'opportunità di
rivere quello che era un tuo diritto avere?"
Em alzò lo sguardo, spaesata, e sorpesa, Katherine sorrise,
si alzò e si diresse alla porta:
" forse è giusto, non vuoi responsabilità; Te
l'ho detto, noi abbiamo nessuna intenzione di rinuciarci, che tu lo
volgia o no." detto questo sparì.ùEmily la
rincorsi per le scalle ma arrivata all'iscio di casa lei era sparita
lasciando il vicolo vuoto e buio.
Un vento fredò si alzò, foglie secchè
inizizarono una danza con esso, emily guardò in alto nel
cielo la luna con i lunghi capelli al vento. Una spettratrice, ecco,
questo lei sarebbe diventata secondo loro, tuttavia, stava a
lei decidere se rimanere ferma, in silenzio, a guardare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Emily's investigation parte prima ***
capitolo 14 Pt
Hola a todos! dopo un po' sono di nuovo qua con questa
pazza,
intricata storia! ringrazio tutti quelli che hanno la pazienza di
leggerla!
Brando: Lo so, non se ne può più con sti pazzi
che si
impicciano degli affari degli altri! ma, ancora ne sappiamo poco... la
compagnia K ci lascerà di stucco, compresa me.
Ncl: ma grazie cara! Em, non è solo la figlia degna di
Black,
ma, è anche la figlia di una donna inteligente e
astuta...vedrai
cos'ha in mente.
Capitolo
14- Emily's investigation parte prima
Neanche per tutto l'oro del mondo avrebbe rinuciato, non senza
combattere; Una sfida era stata lanciata e lei era tutta
intenzionata ad accettarla, con o senza l'aiuto dei suoi amici.
" Non si può star tranquilli un attimo. adesso macava questa
cosa, e, siamo apposto ora..."
"Non lamentarti! e poi, Mr grande eroe del mondo, a quanto pare
non sei stato interpellato da chicchessia."
Harry guardò Em di sbiego seduto, anzi, abbandonato sulla
porltrona:
"Cosa intendi?"
"E' chiaro Harry che non è un tuo problema, ma
mio. Rasserenati, non c'è niente di cui preoccuparsi!"
"Si invece che c'è! quello che mi hai raccontato
è... è...e... a dir poco..."
"Assurdo, incredibile, impossibile, tremendamente alluciante?"
Harry ci pensò su e rispose: "Sì, più
o meno sì. che hai in mente di fare?"
"Voglio adare in giù con questa storia. Katherine Sutcliffe
non ha raccontato nemmeno metà della storia. Ha accenato a
un qualche progetto ambizioso, al desiderio di poter cambiare il corso
delle cose, o qualcosa di simile. Ma, alla fine dei conti, cosa ha
detto? Niente! solo dei vaneggiamenti, insensati, non ha spiegato,
nemmeno provato a spiegare, cosa voleva da me. capisci,Harry? quella
donna non è inportante, non è a capo di tutto!
era solo un emissario mandato da chi veramente conta per sondare il
terreno su non- so- cosa- ma lo scoprirò!" spiegò
tutta inforvorata
Harry dal canto sua riamse fermo ad ossevarla perplesso; forse, per una
volta, capì Ron ed hermione quando loa scoltavano parlare di
cose assurde, sì. assurde, ma vere.
Doveva lasciare tentare Em, o altrimenti non se lo sarebbe mai
perdonato.
"Ciò che mi lascia incerto è quel dannato
Non-so-cosa! perchè il non-so-cosa è organizato
da Non-so-chi..."
Harry si fermò guardo gli occhi grigi di Emily guardarlo e
fu impossibile non ridere.
"merlino! non so più cosa dico!"
"Concordo con te: non sai quello che dici!" esclamò ridendo
Emily.
La ragazza girava per la stanza preparando le valige, per quello che
sarebbe stato un viaggio a tempo indeterminato, almeno fino a quel
punto.
"quello che sto cercando di dirti è che, non sai
nulla su chi ti troverai di fronte! non è come con
Voldemort per me; io qualcosa sapevo, tu no."
" Sì, ma anche no. la compagnia K non si nasconde, a dire il
vero; se lo facesse io sarei dovuta pertire totalmente impreparata, ma,
quella donna sapeva quando ha nominato Kynewulf,
sapeva che io conoscevo quel nome ( una cosa da tener presente),
com'è possibile? sono riuscita a ricavere molte informazioni
di quel uomo. ciò di mostra che tanto segreto non
è. Il punto è che tante prtatiche magiche sono
cadute indisuso e non se ne parla molto. la compagnia K, non
è numerosa, il suo interesse magico è rivolto a
qualcosa di cui non si parla, non si conosce più,
è facile passare per segreta, ma allo stesso tempo si
può fare alla luce del sole."
"quindi?" chiese Harry
"So perfettamente dove cercare e chi, Harry! quante pesone vuoi che
sappiano di magia antica?"
Il moro aprì la bocca senza che nessun suono
uscì, colto dall'improvvisa rivelazione: Em, sapeva
esattamente cosa sta facendo, era comunque avventato, ma in quei occhi
d'argento fuso scorgeva la luce di un piano, un idea, che
avrebbe lasciato di stucco poltissima gente.
"Posso sapere dove stai andando?" chiese vedendo che l'amica aveva
preso i suoi bagagli e si stava accingendo ad andare.
"In irlanda,dove vuoi che vada?"
__________________________
Kath lasciò scivolare il suo rapporto sulla scrivania del
suo capo e si accinse a tornare a casa; Non era ancora nessuno, per
seguire quella strada aveva lasciato dei lavori
più sicuri e remunerativi, aveva dovuto trasferisi,
sacrificarsi in nome di un sogno, ed ora le era stata data una chance
per dimostrare il suo valore; Era riuscita nel suo intento, anche se,
aveva potuto fare ben poco, tuttavia, trovare la persona adatta non era
cosa facile,eppure c'era riuscita.
Non capiva bene perchè ogni mago o strega rimanevano
così perprlessi o basti di fronte al grande potere che la
magia aveva donato loro, a non capire che, la magia non era
semplicemente uno sventolare di bachette, ma un dopo che non poteva (
doveva) andare spercato.
Per una volta, fu contenta che Emily Black non capì, per una
volta nella vita, le serviva qualcuno il quale volere fosse
completamente ignorato.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Emily's investigation parte seconda ***
Inazituto, chiedo scusa se sono così lenta,
sembro un pradipo, ma già me la sto prendendo comoda con la
tesi, e incombe su di me come un avvottolgio, figuriamoci, per le
fic!!!! comunque sto capitolo non mi piace per ninete, e sempre di
più mi rendo conto che mi sto impantando sulle sabbie mobili!
Brando: Felicissima di accontentarti! Emily nasce il 31
Ottobre 1980, , infatti se non fosse così Em nan avrebbe
potuto frequentare la stessa classe si Gin, ma un anno indietro.
Infatti, per frequentare la scuola devi aver già compiuto
gli anni per il primo di Settebre, altrimenti frequenterai l'anno
seguente. E' la stessa cosa per Herimione che è nata 19
Settebre 1979. Sarah e Sirius non si sono più
visti per 9 mesi consegutivi prima della nascitaEm! questo
perchè, Silente l'ha mandata all'estero per fare propacanda
contro Voldemort, un po' la stessa cosa che fa Charilie in Romania. In
ogni caso Sarah, non disse mai a Sirius che aveva parorito, contiuarono
a spedirsi delle lettere, ed ogni tanto si
incontravano alle riunioni. E' terrificante, di come sarah sia riuscita
a mantenere questo segreto! ora che ci penso. E' anche vero che, sarah
e Sirius, litigavano spessio, e capitava di lasciarsi, un tira e molla,
insomma. se vuoi ho fatto anche un errore di calcolo!! questa fic
è stata presa e lasciata e rielaborata un paio di volte,
quindi, l'esistenza di incongruenze è una realtà
molto concreta! chiedo scusa. per la tua prima recensione: questa
storia è dannatamente complicata, conontorta e surreale! se
c'è qualcosa in particolare che vuoi chiediermi, io sono
qua!
Capitolo
15- Emily's investigation parte seconda
Introfularsi alla feste alle quali non era
invitata, era il suo secondo mesitire; era qualcosa
dìeccitante, era come infrangere quelle stupide regole a
scuola.
Emily sorrise seducente, al guardiano, mentre si avvicinava
facendo scricchiolare il selciato fatto di piccolli sassolini. Quel
mango non roiusciva a sttaccagli gli occhi di dosso, mentre
si toglieva il cappatto lungo e nero.
Aveva dato il meglio di se, o forse il meglio del suo peggio, se
volete.
scioccare, scandallizzare era il suo Hobby: e certamente stretta in
quel tubino nero super aderete che le arrivava sotto il sedere
lasciando scoperte le gambe, valorazziate da scarpe decoltè
con tacco 13 cm, unghie laccate di rosso fuoco, idem il rossetto, una
fine linea anera a risaltare gli occhi grigi, cappelli legati ad una
coda di cavallo.
Aveva fatto di tutto per apparire più grande, più
seducente, più tutto;
"Caspita ho dimenticato l'invito a casa...ora dovrò tornare
indietro?" chiese dispiaciuta giocando con la lunga collana, che altro
non serviva a esaltare il decoltè.
"In nome, prego?"
"Miss Bowen."
Alle feste dei ricchi, si sà, se hai un cognome inportante,
tutte le porte sono aperte, e sapeva che a Dublino
I Bowen contanvano ancora molto.
a dire il vero, non so se il guardiano, la fece passare per chi credeva
che fosse, o affascianto dalle curve sinuose di Em, ma si sa, la carne
è debole, da qualsiasi punto la si guardi.
Emily scese dalla scale, scentolando la borsetta lunga e sottile,
ricoperta di paggiette nere luccicani, sorrise abbagliante, ela sala si
girò a sorrevarla, chi ammirata, chi sedegnata, ma nessuno
non potè non fissarla ostinatamene.
quella era una festa molto importante, per la Compagnia "K", una
rinuinone importante, secondo i suoi informatori, Reginald
Shaw, era il vice presidente, nonchè portavoce ufficilale
della compagnia.
In sostanza colui il quale doveva espandere le loro idee a
tutto il mondo magico: aveva un debole per Poter cake (tortino alla
birra) e le donne.
Individuarlo, non fu difficile, tutti sapevano che indossava da anni,
il solito pacciotto oro, e la giaccha porpora per quelle feste, e la
grossa stazza. facile come bere acqua, fu farlo scodisolare dietro ad
Em, giacchè basto uno sguardo languido e sex, per vederlo
volare verso la sua direzione.
"è nuova, non mi pare di averla mai vista madamoselle!"
"ma come Signor Shaw, non si ricoeda di me?" chiese languida
avvicinandosi ad un mellimitro facendo sudare e arrossire.
"Si può dimenticare contanta bellezza?" chiese asigandosi il
sudore con un fazzoletto.
"Non credo, posso dire di essere una nuova, sire, pronta studentessa
che vuole imparere tutto delle sue vaste conoscense..." rispose
mellifua.
Emily dovette costatare che, i seprpeverde erano utili di tanto in
tanto, a quest'ora, forse avrebbe potuto abbidolare
così bene quell grassone, se non avesse preso libera
ispirazione dalle sepi.
Sì, biscie, a qualcosa servite!
"mi fa visitare la sua spendida casa, sire? sono così
coriusa di scoprire dove vive un uomo di così alto
intelletto..."
mentre Shaw le mostrava conpiaciuto ogni singola stanza, ogni
sgabuzzino, ogni anfratto, Emily si chiese dove avesse imparato a
mentire tanto bene, ancora, doveva essere diventata un tantino
masochista per sopportare un tale noioso uomo.
Un babbano autororvole avrebbe risposto dicendo che il fin giustifica i
mezzi, e allora sia.
Finalente arrivarono allo studio, e dunque, entrando dopo di lui, Em
chiuse la porta a chiave, pronta ad interogare per bennino il
vice-presidente.
"Cosa-fa?"
"Morivo dalla volgia di rimanere sola con lei, lo sa?" disse
avvicinadosi felina, e spingendolo a sedere sulla sedia, mentre quella
pazza si sedette sulla scrivania accavallando le gambe, proprio davanti
a Shaw.
"ma chi diavolo sei?"
"sa, sono ripasta molto indispettita, dal sapere che, per contattarmi
avete spedito da me, un tirapiedi qualunque. esigo più
rispetto."
Quello spalancò gli occhi, e comprese davvero chi Emily
fosse mentre gli puntava contro la baccatta, sorridendo, sempre
maleddettamente sexy.
"Non importa per noi essere disarmati! possiamo fare magie senza
bacchetta."
"Ma lo so, però, so anche che la magia antica, ad un piccolo
difetto: prede efficacia sotto gli effetti della libido." rispose Em
ridendo costantando che lo sguardo di Shaw era finito un po' troppo in
giù dal viso.
quel tubino la sciava poco alll'immaginazione,sì.
con il tacco alto della scarpa spinse l'uomo as appogisrsi sullo
schienale, e delicatamente appoggiò il piedesul barrciolo
della sedia.
"Volgio sapere. vita. morte. e miracoli. su ciò
che combinate."
"Non è poi così difficile, il maestro
Kynewulf aveva prefeito farsi seguire da chi
volesse, senza desidereio che i suoi insegamenti si espadenssero
diventato una regola. peresto, dopo la morte di suo figlio il gruppo si
sciolse, lasciando andare anni di lavoro; Non volgiamo ricuperare
la sua erdedità trasfonrmadola in concretezza.
tutti devono adottare certe pratiche sconosciute."
"E' un utopia, è come chiedere che il male scompaia, e che
tutti seguono la retta via! l'uomo vuole controlla ogni cosa, pensieri,
parole, azioni, sentimenti. seguire l'eantiche arti magiche significa
lasciarsi all'istinto, ai sentimenti più puri. è
molto difficile."
"Non è impossibile! se mostriamo al mondo cosa
possiamo fare, forse i maghi capiranno l'importanza di moltissime cose!"
"Come cambiare il corso delle cose?! Sono delirrii di ognipotenza!
prioprio come Lord Voldemort, cos'è volete riportarlo in
vita?"
"Al contrario volgiamo cancellarlo dal corso della storia!"
Silenzio.
Emily tacque, per qualche minuto, in seguito coppiò a ridere.
"ottima idea, renderebbe felice un po' di gente."
"Compresa te, Emily Black"
"Non usare quel nome, non navevate il diritto di indagare sulla mia
vita. sitete stati scooretti, e io vi reso pan per foccaccia. forza,
che volete da me, a perte me, ovvio Signor Shaw."
Quello arrossì violentemente colto in fallo, e,
all'improvviso si accorse di essereci caduto con tutte le scarpe.
"Attraverso il tempo vorremo modificare alcuni eventi, un po' come se
si usasse la giratamepo, la stessa cosa, ma, solo non nella facia di
tempo equivalente alle ore, ma ad una fascia di tempo più
larga, anni. La magia antica, non è sinonimo di
magia nera, la quale non si pone limiti nelle azioni e nella forza, la
magia antica sì. sei stata scelta tra una rosea di
canditati, perchè possidi certe caratteristiche. Non sei a
noi vicina per esempio, molte magie non posso essere utilizzate a scopi
personali, egoistici. hai sobito un'igniustizia, puòm essere
anche non direttamente, ma soprattutto non hai alcun desiderio di fare
queste magie. Cara ragazza, a volte per fare del bene,
bisogna essere irrispettosi, non politicamente corretti, non sta a me
giudicare, ma, questa è l'unica change, che abbiamo."
dopodichè si samterializzò, lasciando emily nei
suoi pensieri.
_________________
La storia non è più chiara, e forse vi
avrò confuso ancora di più, però,
sappiamo cosa muove la "Compagnia K"! Un consiglio: se
rileggete un attimo i cap indietro c'è una spiegazione sulla
magia anitica, quella può essere utile a capire molte cose!
spero che il capitolo sia stato di vostro gradmento!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=327780
|