From where the dark is born

di Smeralda Elesar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di dolore ***
Capitolo 2: *** Di compassione ***
Capitolo 3: *** Di tradimento ***
Capitolo 4: *** Di vittoria ***
Capitolo 5: *** Di comprensione ***



Capitolo 1
*** Di dolore ***


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From where the dark is born

-Di dolore-

 

 

Here I stand
A fallen creature all alone
Never meant to rise again
Here I stand
Scarred by iron, fang and thorn
Can't believe that I returned
From where the dark is born

(From where the dark is born – Serenity)

 

*

 

Una cella buia. Una figura enorme che lo sovrastava. Un dolore sordo in tutto il corpo e freddo sulla sua pelle nuda.

Loki avrebbe preferito non essersi svegliato affatto.

No, tra tutte le cose che avrebbero potuto succedergli, tutto tranne essere catturato da Thanos!

 

-Hai creduto di potermi sfuggire, Asgardiano. Hai fatto molto male i tuoi conti-

 

Un’altra scossa di puro dolore lo fece gridare e contorcere.

Un altro po’ di catena che gli scavava la carne. Un altro po’ del suo sangue sul metallo.

Loki strisciò le ginocchia per terra nel tentativo di rimettersi dritto. L’unica cosa che gli impediva di cadere faccia a terra erano le catene che gli univano i polsi dietro la schiena e gli tendevano le braccia indietro.

Quanto tempo ci sarebbe voluto prima che gli slogassero le spalle?

 

-Vedi, la mia non è vendetta fine a se stessa. Io voglio solo assicurarmi di non creare pericolosi precedenti. Se, dopo averti promesso dolore eterno in caso di fallimento, io adesso ti lasciassi andare, che cosa penserebbero di me? Non sarei più rispettato, e questo potrebbe irritarmi molto. E tu sai cosa succede quando qualcuno mi irrita-

 

“Oh, no!”

Un’altra scarica lo schiacciò nella la polvere ai piedi del Titano.

 

-Non prenderla come una questione personale. Io in fondo ti stimo, per questo ti finirò rapidamente e non tra le sofferenze che altri prima di te hanno provato. Ma tu hai fallito, e per me il fallimento è peggio del tradimento perché vuol dire inettitudine, ed io tollero inetti al mio servizio. Quindi, anche se con rammarico, addio, Loki di Asgard-

 

-Aspetta!-

 

Riuscì ad articolare disperato.

 

-E perché dovrei aspettare? Non è meglio anche per te che io ti finisca subito?-

 

-No, non uccidermi-

 

Il respiro gli usciva tremante tra le labbra e raffreddava il rivolo di sangue che gli scorreva lungo il mento.

 

-Ti ho già detto che non posso. Tu hai fallito-

 

-Posso rimediare- mormorò terrorizzato -Io so dove si trova il Tesseract ad Asgard e gli Asgardiani si fidano di me adesso-

 

Thanos si fermò un attimo.

“Accetta. Ti prego, accetta”

 

-Vuoi dirmi che sei io ti concedessi un’altra occasione tu potresti restituirmi il Tesseract ed aprirmi le porte del regno più importante del vostro universo?-

 

-Sì… io… io posso farlo-

 

-Oppure potresti mentire per procurarti un’altra patetica occasione di sfuggirmi. Dimmi la verità-

 

Thanos lo afferrò sotto la mascella e lo sollevò da terra fino alla sua altezza.

 

-Dimmi la verità. Stai provando a mentirmi, Loki?-

 

Quando Loki si trovò vicinissimo a Thanos si rese conto che, quando aveva sfottuto l’umano Nick Fury a proposito del “potere vero”e di formiche, non si rendeva conto di quello che diceva.

Davanti agli umani lui era il potere di un dio, davanti a Thanos lui era meno della formica.

 

-No. Te lo giuro, non ti sto… mentendo… agh!-

 

Riuscì a balbettare con il terrore che gli si impigliava in gola.

Thanos aprì la mano e lo lasciò cadere.

Loki non era mai stato tanto contento di impattare contro un pavimento di pietra.

Anche se tutte le sue ossa avevano scricchiolato ed anche se aveva un nuovo taglio sulla faccia tutto era meglio che guardare negli occhi Thanos.

 

-Facciamo finta che io ti creda. In fondo non ho nulla da perdere a darti un’ultima chance, considerato con quale facilità posso rintracciarti. Io ho tutto da guadagnare, tu hai tutto da perdere. Va bene, Loki, avrai la tua occasione. Cerca di non deludermi una seconda volta-

 

“Per favore, adesso vattene da qui”

 

Ma Thanos non se ne andò, invece si chinò di nuovo su di lui.

Le catene che lui non sarebbe mai riuscito a spezzare si frantumarono come il giocattolo di un bambino tra le mani di Thanos, e le braccia di Loki scattarono in avanti appena liberate.

Si issò in piedi appoggiandosi alla parete, con i capelli che gli scendevano in ciocche scomposte davanti al viso.

 

-Bene, adesso farò in modo di spedirti in un posto da cui per te sia facile raggiungere Asgard. Solo una curiosità, sei davvero sicuro che gli Asgardiani si fideranno di te tanto da lasciarti andare in giro indisturbato fino al Tesseract?-

 

-Sì, si fidano di me. Fingerò di essere ferito, non avranno nessun motivo di sospettare-

 

-Ah, un piano eccellente, Loki, degno di… com’è che ti chiamano? Il fabbro di menzogne? Tuttavia io apporterei una piccola modifica-

 

“Oh, no! No, basta, lasciami andare!”

 

-Tu non fingerai di essere ferito-

 

Il pugno di Thanos lo inchiodò al muro, spezzandogli le costole e facendolo gridare di dolore.

Le sue urla si confusero tra le centinaia di altre che echeggiavano sul pianeta artificiale del Titano Folle.

 

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Ehm-ehm… salve, siete contenti di ritrovarmi così presto?

Questa storia è un esperimento di scrittura veloce, nel senso che ho provato a scrivere una cosa dove succede solo l’essenziale. Quindi cinque capitoli in sei giorni.

Mi ronza in testa già da un po’, complice mia sorella che mi scarica le canzoni Gothyc Rock dei Serenity, in particolare “From where the dark is born” che da il titolo alla storia. (You tube https://www.youtube.com/watch?v=RdxXmJOQv_A  )

I cinque capitoli sono già scritti, e per l’aggiornamento avevo pensato ogni tre o quattro giorni visto che i capitoli non sono lunghi.

 

Anche qui ci sono un paio di note a fine capitolo.

 

1-      I capitoli de “Il sacro vincolo dell’ospitalità” da cui partono gli avvenimenti a cui faccio riferimento qui (ma neanche tanto) sono dal tredicesimo in poi. Qui c’è il link se vi va di saperne di più http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3144050&i=1

2-      Thanos non sapevo bene come impostarlo, e comunque è difficile capire come sia l’IC di un personaggio che compare pochi secondi nella scena nascosta, sghignazza e poi scompare. Qui mi è uscito uno strano misto tra Rattigan ed il Padrino. E ad un certo punto parla francese (“chance” ricordate?). Boh!

3-      Ho cercato varie immagini di una prigionia di Loki presso Thanos, e le fan art che mi hanno convinto di più sono queste.

 

http://orig09.deviantart.net/6b80/f/2013/131/c/c/loki___tears_ii_by_admiraldemoy-d64v2fm.jpg

 

 http://www.fireangel76.com/wp-content/uploads/2014/12/andthenthanos.jpg

 

http://orig10.deviantart.net/864d/f/2013/309/f/1/thanos_vs_loki_by_zephyrein-d6t5wep.png

 

Grazie a chi ha finito di leggere il primo capitolo =)

 

                                                      Makoto

 

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Capitolo 2
*** Di compassione ***


From where the dark is born

-Di compassione-

 

I've been roaming the ages
Have seen forces collide
Have been fighting on any side I know
The turning of pages
As many times as I've changed my name
Just left anything the same

(From where the dark is born – Serenity)

 

*

 

Thor era corso al Bifrost non appena suo padre lo aveva convocato d’urgenza e gli aveva riferito la notizia: Loki, entro i nove regni, ferito e probabilmente in qualche guaio.

 

-Heimdall, dove lo vedi?-

 

-Jotunheim-

 

-Mandami da lui-

 

**

 

Jotunheim era esattamente come Thor lo ricordava: gelido, desolato, inospitale.

Non c’erano Jotnar in vista e stavolta Thor si sarebbe ben guardato dal provocarli per farli uscire allo scoperto.

L’unica cosa che gli interessava era trovare suo fratello e tornare a casa con lui.

Bifrost avrebbe dovuto portarlo più vicino possibile a Loki, ma Thor non lo vedeva da nessuna parte; però c’era una scia di sangue che portava dritta ad una parete di ghiaccio poco distante.

Thor seguì la traccia. Era un soldato ed un cacciatore prima di essere un principe, e nella neve e nel sangue leggeva il percorso di suo fratello: era rimasto un po’ di tempo dove era arrivato, perché la macchia cremisi aveva avuto il tempo di allargarsi, poi doveva essersi alzato per cercare un luogo più riparato.

Aveva camminato per un po’ ed i punti dove la neve era più smossa gli dicevano che lì era caduto, per poi rialzarsi di nuovo e proseguire verso la parete di ghiaccio.

Forse sperava di trovare una caverna che lo potesse riparare in attesa di guarire.

Infatti lo trovò così: rannicchiato in un anfratto, con i vestiti a brandelli e macchiati di sangue, altro sangue che gli colava dalla bocca socchiusa ed i polsi e le braccia coperti di tagli.

Gli occhi cerchiati di nero erano chiusi, e Thor non capiva se fosse addormentato, svenuto o peggio.

Si chinò su di lui per cercare il battito della carotide sul collo.

C’era. Lento e debole ma c’era.

Thor tirò un sospiro di sollievo.

“In che razza di guaio ti sei cacciato stavolta, eh?”

Si infilò la cinghia di Mjollnir al polso per avere le mani libere, poi passò un braccio sotto le ginocchia di Loki ed un altro intorno alle spalle per sollevarlo.

Non appena si fosse ripreso Loki avrebbe dovuto rispondere a molte domande, ma per il momento la priorità era riportarlo a casa e curarlo.

Thor chiamò Heimdall per fargli aprire Bifrost.

 

**

 

-Che cosa gli è successo?-

 

Chiese Thor ad Odino non appena gli fu permesso di entrare nella camera della guarigione.

 

-Non possiamo saperlo. I segni sui polsi sembrano di catene, e le sue costole erano rotte-

 

-Ma guarirà, non è vero?-

 

-Sì, guarirà, ma quello che mi preoccupa è come si è procurato quelle ferite. Lo sai anche tu, Thor, che non sono molti gli esseri in grado di tenere Loki prigioniero. Quando si sveglierà prova a parlare con lui, e cerca di scoprire il più possibile perché questa storia non mi piace affatto-

 

Ma dovettero passare ancora altri due giorni prima che Loki riprendesse conoscenza.

Il guaritore informò immediatamente Odino e Thor, ma l’unico che entrò nella stanza fu il principe.

Loki era ancora a letto, bendato e indebolito. Sembrava che non mangiasse da giorni.

 

-Hai un aspetto orrendo-

 

Gli disse Thor per salutarlo.

 

-Potrei dire lo stesso delle tue maniere-

 

Rimasero a guardarsi torvi per un po’ di tempo, poi però il dio del tuono non riuscì più a trattenere una risata.

Se Loki gli rispondeva saccente come al solito voleva dire che stava bene!

Questo era più che abbastanza perché Thor lo raggiungesse e lo abbracciasse tentando di non rompergli altre costole.

 

-Sono felice di vederti sveglio. Quando ho visto in che condizioni eri a Jotunheim credevo che ti avessero ucciso-

 

Gli disse appena lo ebbe rimesso giù.

 

-Non è così facile liberarsi di me, lo sai. Piuttosto grazie per essere venuto ad aiutarmi. Non credevo che Padretutto ti avrebbe mai lasciato rimettere piede su Jotunheim-

 

-Ormai ho imparato la lezione: non provocare i giganti di nessuno dei nove regni. Tu piuttosto, che cosa ti è successo? E perché sei ridotto così?-

 

Loki distolse lo sguardo.

 

-È una storia lunga, magari te la racconterò quando mi sarò ripreso-

 

-Va bene. Sì, davvero, capisco. Ma perché non hai chiamato subito Heimdall? Ti avremmo raggiunto molto prima-

 

-Non voglio essere quello che deve essere sempre aiutato. E comunque lo sai che aiutare me comporta sempre avere problemi con qualcun altro. E poi… non sapevo se avreste voluto aiutarmi. Ti ricordi cosa è successo l’ultima volta, no?-

 

-Ma che dici, Loki? Lo sai che ci teniamo a te!-

 

Gli sembrò che Loki si fosse irrigidito per un attimo, ma l’impressione passò subito quando lui ripeté “Ci tenete a me” con un filo di voce, come se ancora fosse il suo desiderio più struggente.

 

-Thor, credo che mai come adesso ho avuto bisogno di una casa e di una famiglia. La verità è che io sono stanco di vagare. Voglio sapere se appartengo ancora a questo posto. A voi. Io…-

 

-Bentornato a casa-

 

Lo interruppe Thor.

Loki lo guardò come se non ci credesse.

 

-Sei al sicuro qui. Puoi stare tranquillo-

 

Quando Thor si chinò di nuovo su di lui per abbracciarlo Loki ricambiò la stretta e nascose il viso nella sua spalla.

Per un po’ rimasero in quel modo ed a Thor sembrò che nel respiro affannato di suo fratello ci fosse del pianto, però non disse nulla perché sapeva che se avesse fatto capire a Loki che lui aveva capito si sarebbe offeso a morte.

 

***

 

Ci vollero due settimane prima che le ossa di Loki si saldassero e gli permettessero di alzarsi e lasciare la camera della guarigione.

Ogni giorno Thor andava a fargli visita, anche più di una volta, e sebbene Loki non perdesse occasione per punzecchiarlo, quando erano insieme non mostrava fastidio anzi sembrava apprezzare le attenzioni.

Alla fine si lasciavano sempre con un sorriso.

Anche Odino veniva a vedere come stava.

Le sue visite all’inizio erano state imbarazzanti perché nessuno dei due sapeva cosa dire, ma in fondo Odino amava ancora quel figlio che se ne era stato buono per secoli per poi esplodere all’improvviso, e poi ammetteva che una parte della colpa per gli errori di Loki era sua che non era stato sincero con lui.

Se andava a vedere come stava era per vera preoccupazione, e fortunatamente Loki lo aveva capito.

Quando erano insieme parlavano di banalità, ma ognuno dei due sentiva che era comunque un modo per rompere il ghiaccio.

Erano mani tese una verso l’altra che però avevano paura di stringersi.

Sembrava che Loki non mirasse ad altro che a recuperare quel po’ di rapporto che restava con il padre ed il fratello.

L’argomento di come si fosse ferito era rimasto tabù per molto tempo.

Un minimo accenno bastava perché Loki si chiudesse in se stesso e bruciasse in un attimo la confidenza faticosamente riconquistata con ore ed ore di pazienza.

Era un segnale chiaro: non era ancora pronto ad affrontare l’argomento, e forzarlo gli avrebbe solo fatto male.

Quando non ebbe più bisogno di stare sotto il costante controllo dei guaritori, per prima cosa chiese udienza a Padretutto.

Lui lo ricevette nella sala del trono ma senza guardie, informale ma non ancora confidenziale.

Loki rimase un po’ al centro della sala come se fosse indeciso su come comportarsi, un atteggiamento che per lui era del tutto inusuale.

Era timido ed insicuro, ed in lui Odino rivide per la prima volta il ragazzo che aveva allevato; tuttavia sapeva di non doversi lasciare trasportare dai sentimenti: c’era qualcosa che gli diceva di aspettare prima di concedere piena fiducia a Loki.

 

-Ebbene, avevi chiesto di vedermi-

 

-Sì, ho chiesto udienza oggi perché… perché…-

 

Inaspettatamente Loki si inginocchiò davanti al trono che aveva tradito.

 

-Perché mi dispiace. Quando sono stato riportato da Midgard in catene mi hai chiesto se non percepivo la gravità dei miei crimini. All’epoca no, non mi rendevo assolutamente conto di quanto avessi sbagliato, ma adesso sì. Mi rendo conto solo ora di aver fatto delle cose terribili. Imperdonabili. E me ne dispiace immensamente perché non posso fare niente per rimediare-

 

Odino non avrebbe mai immaginato una cosa simile.

Loki che si inginocchiava davanti a lui ed ammetteva i suoi errori invece di trovare qualcun altro da biasimare?

Qualunque cosa gli fosse successa doveva averlo segnato nel profondo.

Forse anche per Loki era arrivato il momento di cambiare finalmente in meglio, come anni prima l’esilio su Midgard aveva cambiato Thor.

Forse era quella l’occasione che Padretutto aspettava.

Si alzò da Hlidskjalf e si avvicinò a Loki per posargli una mano sulla spalla.

 

-Prendere coscienza dei propri sbagli è un atto di grande coraggio. Alzati, figlio mio-

 

Loki obbedì ma ancora non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.

 

-Io ti chiedo di poter restare qui ad Asgard. Non so se pretendo troppo, ma mi sento così confuso che non saprei dove altro andare. Ho davvero bisogno di sentirmi a casa per un po’ di tempo. Per favore-

 

Per la centesima volta Odino si domandò se quella non fosse l’ennesima scenata.

Loki sarebbe stato capace di fingere così bene? Considerati i suoi precedenti la risposta sarebbe stata “sì”, ma Odino non poteva ignorare di avere il cuore di un padre in fondo, che avrebbe solo voluto vedere Loki guarire dalle ferite che si portava dentro.

“In fin dei conti, se resterà qui almeno saprò cosa fa”

Si rassegnò.

 

-Non pretendi troppo. Le tue stanze saranno a tua disposizione entro questa sera-

 

-Davvero?-

 

-Certamente. Potrai restare quanto vorrai-

 

-Non so cosa dire… io… grazie-

 

Finalmente Loki lo guardò negli occhi.

 

-Ti ringrazio… padre–

 

****

 

La notizia che il principe cadetto era tornato ad Asgard aveva fatto il giro della città molto in fretta, grazie soprattutto ai pettegolezzi della servitù, tuttavia Loki deluse tutte le aspettative scandalistiche sul suo conto.

C’era chi diceva che fosse tornato per sfidare Thor ad un holmgangr per chiudere definitivamente la questione di chi fosse il legittimo erede al trono, c’era chi credeva che Odino fosse malato e l’unico in grado di curarlo fosse Loki con la sua magia, c’era ancora chi diceva che Loki si fosse rimesso sotto la protezione della sua famiglia adottiva per sfuggire alla vendetta di qualcuno.

Infine alcuni, ma pochi, credevano che il problematico principe minore fosse tornato davvero a chiedere perdono.

Loki li deluse tutti, perché anche dopo che era guarito non si fece vedere mai in giro per il palazzo e men che meno per la città.

Era insolitamente tranquillo, e presto anche i cortigiani più pettegoli dovettero arrendersi all’evidenza: Loki non avrebbe dato nessuno scandalo che potesse animare le loro conversazioni pomeridiane.

Nessuno sapeva cosa faceva nelle lunghe ore che passava chiuso nelle sue stanze, e le rare volte che lo si vedeva fuori era una sagoma malinconica che si stagliava nella sera sulle mura più alte di Valaskjalf.

Spesso era insieme a Thor.

Sembrava che parlassero, ma nessuno avrebbe mai saputo di cosa.

Alla fine Thor aveva convinto Loki a raccontargli cosa era successo.

Una volta era entrato nelle sue stanze senza bussare e lo aveva trovato con una manica sollevata intento ad esaminare con aria critica gli ultimi segni rimasti sul braccio.

Erano rimasti a fissarsi per un paio di secondi, Loki spaventato e Thor in imbarazzo, poi Thor si era girato per andarsene borbottando delle scuse frettolose.

Credeva che suo fratello si fosse offeso perché sapeva perfettamente quanto Loki fosse geloso della sua privacy, e fu sorpreso quando invece Loki lo richiamò e gli fece cenno di sedersi sul letto accanto a lui.

 

-Te lo chiedi da giorni, non è vero? Vuoi sapere come mi sono ferito?-

 

Lui distolse lo sguardo, ammettendo così la propria colpevolezza.

 

-Bene, proverò a fartelo capire. Ma tu non mettermi fretta perché non è una cosa di cui parlo volentieri-

 

Loki gli raccontò di prigioni, di torture, dei sottoposti del Titano intenzionati a riportarlo da lui, e gli raccontò di una fuga disperata e di un colpo al petto che lo aveva quasi spezzato; e l’unica via di fuga che lo portava proprio nel regno in cui gli abitanti avevano più motivo di volersi vendicare di lui che aveva ucciso il loro re con l’inganno.

 

-Ora capisci perché non ho voglia di raccontare questa storia a troppe persone?-

 

-Sì, capisco perfettamente. Scusa, non avrei dovuto forzarti-

 

-No, no, è tutto a posto. Solo… non parliamone più, d’accordo?-

 

Thor si limitò ad annuire. Avrebbe voluto abbracciare suo fratello per fargli capire che gli voleva bene e che lo avrebbe solo voluto proteggere da tutto, ma capiva anche che Loki si era già esposto abbastanza raccontandogli la sua storia e che forse non avrebbe sopportato una vicinanza troppo stretta.

Fu molto sorpreso quando fu Loki a cercarlo, posando la testa sulla sua spalla.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

E siamo al secondo capitolo…

Ed io potrei abbracciarvi tutti, tra le cinque persone che hanno messo subito la storia tra le preferite o le seguite e chi ha già recensito il primo capitolo *distribuisce boccali di idromele e focacce dolci*

Se questo Loki vi pare troppo piccino, puccioso, coccolotto e via di seguito, complimenti: siete appena caduti nella trappola!

La nota stavolta è unica e solitaria e riguarda l’…

 

1-      Holmgangr. Nella cultura vichinga l’ holmgangr era il duello. Si potrebbe tradurre con il termine poetico di “singolar tenzone”. C’era una rigida procedure da seguire per sfidare a duello qualcuno (e bisognava anche pensarci bene prima di farlo); gli holmgangr venivano lanciati o da qualcuno che offendeva o da chi voleva difendersi da un’offesa. Nel caso di Thor e Loki, Loki potrebbe benissimo sfidare Thor per contestare il suo diritto ad essere l’unico erede di Odino, e Thor dovrebbe accettare per forza la sfida; a meno di non voler fare la figura del codardo.

 

Anche stavolta mi sono dilettata a cercare immagini, che ovviamente appartengono a chi le ha create, con tutti i diritti d’autore.

 

Loki ferito recuperato da Thor https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/62/dd/80/62dd801a47121b49739e26af9315f364.jpg

 

Una scena fluff (molto più fluff della mia) che coinvolge Odino http://40.media.tumblr.com/tumblr_m5e6za0yvZ1qjeyzqo1_500.jpg

 

http://img14.deviantart.net/4f3e/i/2012/039/c/5/father__s_comfort_by_gorechick-d4p2uf2.jpg

 

Grazie per aver letto, ci risentiamo tra un altro paio di giorni.

 

                                                             Makoto

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

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Capitolo 3
*** Di tradimento ***


From where the dark is born

-Di tradimento-

 

From where I come is where I go
The game of life and death will lead my way
More scars to gain, more pain to grow
And I will walk again where the dark is born

(From where the dark is born – Serenity)

 

*

 

Il luogo dell’incontro era sempre lo stesso: quel deserto buio e desolato dove Loki andava a fare rapporto all’Altro ai tempi dell’invasione di Midgard.

Era peggiorato, constatò Loki con una smorfia di disappunto, sempre che un posto del genere potesse peggiorare.

Loki avanzò lentamente tra le rocce di quel paesaggio lunare guardandosi attorno alla ricerca del suo interlocutore.

 

-Cominciavo a credere che stessi tentando di sfuggire al mio signore ancora una volta-

 

Loki non si lasciò impressionare quando lo sentì alle sue spalle e si girò a testa alta per rispondere a tono.

 

-Io non mi nascondo. Ho un accordo con Thanos ed intendo rispettarlo, e comunque lui non ha alcun diritto di lamentarsi perché se fino ad ora ci sono stati dei ritardi la colpa è sua: avrei potuto mettermi al lavoro prima se lui non mi avesse rotto le ossa-

 

-Non essere arrogante, Asgardiano-

 

Lo avvertì l’Altro.

 

-Non è arroganza, è la verità, per quanto possa non piacerti. Comunque sia, ora sono qui per la seconda parte del nostro piano-

 

-Sei pronto? Quando?-

 

-Questa notte stessa- Loki fece una smorfia divertita -Non mi piace perdere tempo, e neanche a voi se ho ben capito. Riprendermi il trono che mi spetta di diritto è un forte incentivo per guarire in fretta, oltre al non dover più sopportare le smancerie di mio fratello. Quanti Chitauri puoi darmi?-

 

-Tutti quelli che ti serviranno-

 

-Allora preparane molti-

 

Loki stava per interrompere il contatto quando l’Altro lo richiamò indietro.

 

-Ancora non capisco perché tu, che sei tanto esperto di magia, non possa semplicemente sottrarre il Tesseract e consegnarcelo-

 

Quello era esattamente il genere di discussione che Loki trovava estremamente irritante perché odiava che venisse messo in dubbio qualcosa che era stato progettato da lui.

 

-Proverò a spiegartelo una volta, mio ingenuo amico, e spero di non dovermi ripetere. Vedi, per quanto gli asgardiani si fidino di me, io non posso certo avvicinarmi troppo al Tesseract senza destare sospetti, dati i miei precedenti. Se voglio prenderlo devo prima assicurarmi che tutti quelli che potrebbero impedirmelo siano nelle condizioni di non farlo-

 

-Perché piuttosto non ammetti che vuoi servirti del nostro esercito per compiere la tua vendetta personale?-

 

Loki serrò la mascella, punto sul vivo.

 

-È una questione che non ti riguarda. Tu mi dai i Chitauri, io ti do il Tesseract, e questa è l’unica cosa che deve interessarti-

 

**

 

Grungnir scintillava d’oro e di potere nella sala delle armi.

Era l’oggetto più vicino all’entrata ed Odino si occupava personalmente di riporla ogni sera dopo che le porte della città erano state chiuse, per poi andare a riprenderla al mattino prima che le porte fossero riaperte.

Era una tradizione simbolica: il re deponeva le armi solo quando era sicuro che la sua città non fosse minacciata e le riprendeva prima che nuove minacce potessero apparire.

Nella società guerriera di Asgard il re era l’ultimo soldato a lasciare le armi ed il primo a riprenderle.

Quella notte la guardia davanti alla sala delle armi fu distratta da un rumore improvviso nel corridoio sulla destra.

Quando si allontanò per controllare non si accorse che qualcuno scivolava nell’ombra della porta socchiusa e che ne usciva altrettanto furtivo mentre lui era ancora dietro l’angolo.

Una volta tornato al suo posto aprì la porta della sala perché sospettava che il rumore fosse stato un diversivo per distrarlo dal suo incarico.

Controllò all’interno ma non notò nulla di insolito.

Gli incantesimi non avevano rilevato alcuna presenza e le armi erano tutte al loro posto; le guardie all’interno della sala gli fecero un cenno per assicurargli che andava tutto bene.

“Strano, mi era sembrato di vedere una luce verde provenire dalla lancia del re. Bah, sarà la stanchezza. Spero che il cambio arrivi presto”.

Richiuse la porta.

Grungnir scintillava ancora di oro e di potere, ma ormai era in altre mani e vicina ad un sorriso nel buio.

 

***

 

Prendere una città come Asgard avrebbe potuto essere un bagno di sangue se fosse stato in una battaglia sul campo di un esercito contro un altro esercito, ma un massacro era proprio ciò che Loki voleva evitare.

A parte fare distruggere l’esercito degli Einherjar dai Chitauri, l’altra soluzione era impedire dall’inizio che i soldati di Asgard si schierassero contro di lui.

Si poteva fare.

L’esercito più numeroso del mondo non può combattere se non riceve degli ordini, quindi piuttosto che affrontare un esercito Loki si concentrò sui comandanti: sapeva chi erano ed in quale parte di Valaskjalf abitavano.

I Chitauri avevano ordine di catturarli vivi e di rinchiuderli nelle segrete lontani uni dagli altri perché non potessero parlare e riorganizzarsi.

Le guardie erano state messe fuori combattimento in poco tempo, colti alla sprovvista da quei mostri che sbucavano dall’ombra ed erano già all’interno del palazzo.

Quanto a Loki sapeva di chi si doveva occupare personalmente.

Mentre i Chitauri eseguivano i suoi ordini si diresse alla sala delle armi, dove sapeva che Odino avrebbe cercato Grungnir.

Le pareti d’oro gli restituivano il suo riflesso: un principe che sicuro di sé che si stava finalmente prendendo ciò che era suo di diritto.

Arrivò nella sala delle armi quando il Padre degli dei era già arrivato.

Trovò Odino di spalle davanti al sostegno vuoto di Grungnir.

La copia che lui aveva creato con la magia doveva essersi appena dissolta tra le sue mani, e adesso il re di Asgard era solo, in trappola e circondato dai nemici.

Loki fermò con un gesto i Chitauri che avanzavano dietro di lui e proseguì da solo.

 

-Loki. Avrei dovuto immaginare che tutto ciò fosse opera tua. Quando mi consigliavano di diffidare di te io non ho voluto ascoltare, e adesso mi trovo a pagare le conseguenze del mio sentimentalismo-

 

Non c’era rabbia nelle parole di Odino, solo una grande amarezza.

 

-Questa è la prova che i tuoi consiglieri sono saggi. Persone come loro mi saranno molto utili quando governerò questa città-

 

-Qui sei tu che stai sbagliando. Io sono vecchio, stanco e troppo sentimentale, ma non per questo ti permetterò di conquistare Asgard senza combattere-

 

Loki gli regalò il suo sorriso come un fiore avvelenato.

Io ho la lancia dei re di Asgard, una delle armi più potenti dei nove regni, ed ho un esercito. Tu sei solo. Non puoi competere con me.

 

-Va bene. Ritengo che sia giusto rispettare la tua età e la tua reputazione, per questo voglio  darti la possibilità di combattere la tua ultima battaglia, Padre degli dei. Prego, scegli la tua arma-

 

I Chitauri dietro di lui si agitarono irrequieti.

Loro bramavano battaglia, non erano certo abituati alle regole dei duelli.

 

-Silenzio!-

 

Li fermò Loki.

Diede ad Odino tutto il tempo che voleva per scegliere un’altra arma.

Quando i Chitauri videro il re armato di un’ascia da guerra stavano per scatenarsi di nuovo, ed uno di loro si lanciò all’attacco senza che Loki lo avesse ordinato.

Pagò cara la sua insubordinazione: Loki lo incenerì con un colpo alle spalle.

 

-Che questo vi serva di avvertimento: nessuno combatterà contro di lui se non io-

 

Poi si rivolse ad Odino.

 

-Perdona l’interruzione. Dove eravamo rimasti?-

 

Odino gli rispose attaccandolo con un fendente che Loki non si sarebbe aspettato così forte.

Riuscì a pararlo con l’asta della lancia.

 

-Bene. Sarà un duello interessante. Vediamo se mi ricordo ancora qualcosa delle lezioni di scherma che mi davi da ragazzo. Sarà un vero piacere usare le tue tecniche contro di te-

 

Il duello fu davvero interessante: l’esperienza di Odino contro la furbizia di Loki.

Odino sapeva essere paziente, Loki sapeva essere molto creativo nello studiare nuove mosse, e le loro abilità si equivalevano pur essendo diverse.

 

-Se tua madre fosse qui si vergognerebbe di te-

 

-Se mia madre fosse qui non avrei fatto niente di tutto questo. Morta lei non ho più nessuno a cui portare rispetto qui dentro-

 

Poteva degenerare in un litigio oltre che in un duello, ma non ce ne fu il tempo perché dei colpi alla porta li avvisarono dell’arrivo di un altro elemento.

Thor spalancò la porta sotto i colpi di Mjollnir, e per prima cosa chiamò a raccolta il fulmine e lo abbatté sui Chitauri.

Quando tutti i nemici caddero a terra colpiti dalla scarica elettrica il dio del tuono rivolse la sua attenzione a Loki.

 

-Dammi una buona ragione per cui non dovrei farti a pezzi-

 

E sembrava così furioso che non c’erano dubbi che avrebbe mantenuto la sua promessa.

 

-Thor, aspetta, non devi…-

 

Odino non poté finire la frase perché, non appena si era distratto per parlare con Thor, Loki lo aveva colpito da lontano con i fasci di energia di Grungnir.

Il vecchio re cadde a terra sotto gli occhi inorriditi del figlio maggiore.

Quando Thor guardò di nuovo Loki, ancora incapace di credere che fosse arrivato a tanto, lui gli sorrise ed allargò le braccia come a dire “Ebbene?”.

 

-Che c’è? Non dirmi che non ti aspettavi che l’avrei fatto prima o poi-

 

Thor era troppo furioso per rispondergli.

Gli scaricò contro la folgore e per quanto Loki fosse rapido a spostarsi non poté evitarla completamente.

Si rialzò gemendo di dolore ma riusciva ancora a ridere.

 

-Andamo, Thor, dovresti ringraziarmi. Adesso per successione sei tu il re di Asgard, no? Goditi i pochi minuti di durata del tuo regno-

 

Prima che Thor raccogliesse il fulmine, Loki lo colpì con un’altra scarica di energia.

Thor ormai attaccava alla cieca, lasciando semplicemente libera tutta la rabbia che lo divorava e non si curava neanche di scavalcare i corpi dei Chitauri ai suoi piedi.

Ovunque si girasse vedeva il sorriso diabolico di Loki.

 

-Goditi il tuo regno, Thor, perché quando mi sarò stancato di giocare ed ucciderò anche te comincerà il mio-

 

Un colpo di lancia alla coscia lo fece piegare dal dolore, ma solo per poco perché Thor aveva in mente solo una cosa: vendicare suo padre.

 

-Uh, sei più resistente di quanto ricordassi. Interessante-

 

Thor doveva stare attento a non colpire accidentalmente Odino anche se la speranza che fosse ancora vivo dopo il colpo che aveva ricevuto era poco più che un’illusione.

 

-Loki, come hai potuto? La tua era tutta una scena per aprire le porte di Asgard ai nostri nemici-

 

-Ai miei alleati-

 

-Alleati? Che bisogno hai di alleati? Avevi già tutto ciò che un uomo può desiderare… Padre era riuscito a perdonarti! E tu gli hai fatto questo!-

 

-Tsk! Sciocchezze da vecchi sentimentali!-

 

-Dunque per te non c’è niente che sia sacro? Il perdono, la famiglia…-

 

-La mia incoronazione-

 

Thor perse definitivamente la ragione quando Loki gli rispose in quel modo.

Scagliò il martello contro di lui perché l’unica cosa che desiderava era che Loki provasse per una volta su di sé il dolore che infliggeva così generosamente agli altri.

Loki non si scansò, continuò a sorridergli e troppo tardi Thor capì che era caduto nella trappola delle illusioni.

Stese la mano per richiamare Mjollnir ma proprio quando il martello aveva cambiato direzione cadde pesantemente a terra.

Thor provò di nuovo.

Mjollnir non si mosse, rimase piantato nel piccolo cratere che aveva scavato all’impatto.

Non rispondeva più al suo comando.

La luminescenza verde delle illusioni che sparivano gli svelò il mistero.

 

-Non è interessante, fratello? Questo incantesimo mi ha portato via diversi giorni prima di essere completo, ma a quanto pare funziona bene. Certo, è solo una soluzione temporanea, ma non temere: troverò qualcosa di meglio quando avrò tempo di lavorarci su-

 

Loki era con un ginocchio a terra accanto a Mjollnir e reggeva da un’estremità una stringa di pelle non conciata che era attorcigliata all’altro capo al manico del martello.

“Un’incantesimo che blocca il potere di Mjollnir? No!”

 

-Bè, non lasciamoci distrarre da queste inezie. Sbaglio o stavamo duellando?-

 

Lasciò andare il laccio e si avvicinò di nuovo a lui.

Thor era ancora arrabbiato, ma dopo che Loki era stato in rado di togliergli la sua arma, per la prima volta cominciava a temerlo. Suo padre morto, lui disarmato, di fronte ad un estraneo che non poteva più chiamare fratello e con un esercito che aveva conquistato la città, Thor per la prima volta sentì la paura graffiarlo a tradimento.

Quando Loki sparì dalla sua vista Thor sapeva di doversi aspettare un attacco, ma non aveva alcun modo di prevedere da quale direzione sarebbe arrivato.

Il colpo successivo lo raggiunse a tradimento sulla nuca e lui cadde stordito dal colpo.

 

-Ti svelerò un segreto prima di ucciderti. Vedi, Thor, l’amore a lungo andare diventa noioso. L’odio al contrario ha una capacità di espressione molto più vasta. È più… originale, potrei dire-

 

-Loki, sei pazzo se dici queste cose-

 

-È possibile, sai. E vuoi sapere un’altra cosa?- Loki lo colpì di nuovo e lo costrinse in ginocchio –Non mi importa neanche di questo-

 

Thor lo guardò negli occhi e non scorse neanche una minima traccia del fratello che Loki era stato. Non poteva crederci! Ogni volta che avevano combattuto aveva sempre trovato in fondo al comportamento di Loki qualcosa che gli faceva capire che la sua era una contorta, esagerata richiesta di attenzioni, invece in quel momento negli occhi verdi leggeva solo odio.

 

-Portatelo via-

 

Ordinò Loki.

Thor si riscosse solo quando si sentì afferrare dalle mani metalliche dei Chitauri.

 

-NO!-

 

Si ribellò alla prigionia con tulle le sue forze.

Lui era un principe! Piuttosto sarebbe morto combattendo come suo padre!

 

-Non essere irritante, Thor, o sarà peggio per te-

 

I Chitauri lo trattenevano dalle braccia, e poiché lui non la smetteva di lottare Loki si girò di nuovo ed affondò la lancia nello stomaco.

Il primo colpo si infranse contro la corazza.

 

-Adesso ne ho abbastanza di te. Obbediscimi e risparmiami la seccatura di dover fare pulire i pavimenti dal tuo sangue-

 

-Io non mi arrenderò mai a te, Loki!-

 

Il secondo colpo fece saltare delle scaglie di metallo.

 

-Tu non sarai mai re! Hai calpestato tutto ciò che c’è di più sacro al mondo ed io giuro che te la farò pagare!-

 

Il terzo colpo trapassò la cotta di maglia e Thor urlò di dolore quando la lancia si conficcò nella sua carne poco sotto le costole.

Loki strappò la lama dalla ferita e gli sollevò il viso puntandogliela sotto il mento sporca del suo sangue.

 

-Allora morirai. Io ti avevo avvertito che continuare ad irritarmi sarebbe stato un errore, ti avevo dato l’occasione di cavartela. Non puoi dirmi che non sono stato un sovrano generoso-

 

Ancora una volta Thor provò a guardare suo fratello negli occhi e non vi trovò il minimo pentimento.

L’ultima immagine che gli rimase impressa prima che l’emorragia gli facesse perdere conoscenza erano quegli occhi verde giada che scintillavano di una soddisfazione malsana.

 

______________________________________________________________________________________________________________________________

 

Cantuccio dell’Autore

 

Eh, io ve lo avevo detto che Loki voleva fregare tutti facendo il puccino pucciotto!

Bon, in queste nove pagine ho dato fondo alla bastardaggine. Credo. E comunque le sorprese non sono finite.

 

Nota: che Loki si sia conquistato Asgard facendola invadere dai Chitauri mi è sembrato possibile. Dico, lui lo sa bene come è fatta Asgard, quindi gioca in casa. Che per sconfiggere un esercito bisogna per prima cosa eliminare i capi è una nozione fondamentale di strategia militare, dai Romani all’Arte della guerra cinese, mi è sembrato possibile che Loki lo sapesse.

 

Bè, grazie per essere arrivati qui, come premio per la vostra perseveranza ci sono le immagini.

 

Loki vs Thor http://www.comicbookmovie.com/images/users/uploads/17196/ThorVsLoki.jpg

 

http://orig06.deviantart.net/7b06/f/2012/159/2/8/thor_and_loki___blood_brothers_by_renny08-d52o5pd.png

 

Ed infine… io l’ho sempre detto! https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/13/09/09/130909b92512a9c320dc692bffbd278b.jpg

 

Ci risentiamo domenica!

 

                                                        Makoto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Di vittoria ***


From where the dark is born

-Di vittoria-

 

See the space of time
That I thought was mine
I have given birth
a self made underworld

To where I come down once again
All time I was bearing the same
There is no escape, no relief till the end

 

(From where the dark is born - Serenity)

 

 

Hlidskjalf. Finalmente!

All’alba lui era seduto sul trono di Asgard e si stava godendo un po’ di riposo dopo la lunga notte che aveva affrontato, peccato che il clangore dei Chitauri fuori dalla sala rovinasse di molto l’atmosfera della sua vittoria.

 

-Cielo, datemi tempo, mi sono appena seduto!-

 

Ma fuori dalla porta continuavano a risuonare schiamazzi e ringhi.

Loki non capiva il linguaggio dei Chitauri, tuttavia era abbastanza sicuro che stessero cercando di dirgli che l’Altro voleva vederlo urgentemente.

 

-E va bene, ho capito. Vado-

 

Un colpo fece tremare la porta.

 

-Basta!-

 

Urlò Loki.

Quegli avanzi di metallo non dovevano permettersi di fare gli arroganti in casa sua.

Si era alzato in piedi ed aveva battuto forte a terra Grungnir, così il pomo alla fine dell’asta aveva prodotto un boato che ancora echeggiava tra le pareti della sala vuota.

Era esattamente quello che faceva Odino quando doveva far rispettare la sua autorità.

 

**

 

Loki non vedeva l’ora che tutta quella storia finisse se non altro per non doversi più trasportare in quel posto deprimente, oltre che per non avere più nulla a che fare con il portavoce del Titano.

 

-Mi riferiscono che ti eri messo comodo, Asgardiano. Non stai dimenticando la parte più importante del nostro accordo?-

 

-Io non dimentico mai un accordo-

 

-Però dimentichi i tuoi propositi. Che ne è stato del tuo desiderio di vendetta contro tuo padre e tuo fratello? Dici di odiarli ed hai avuto l’opportunità di ucciderli, eppure sono ancora vivi-

 

-Le informazioni che ricevi sono incomplete oppure sei tu che non sai bene interpretarle. Io li odio, è vero. Ed è vero anche che li ho lasciati in vita. In questo momento il principe ed il re di Asgard sono rinchiusi nelle segrete del palazzo. Puoi dire al tuo padrone che ho intenzione di applicare a loro la lezione che ho imparato da lui: che a volte la morte è consolatrice, mentre la vita è il vero tormento-

 

-Ti divertirai a torturare i tuoi familiari? Va bene, questo riguarda te. Quello che mi interessa sapere è come mai il Tesseract non è ancora nelle mani del mio padrone-

 

-Avrò pure diritto a cinque minuti di riposo, dopo che ho conquistato una città, non credi?-

 

-Sembra piuttosto che tu voglia tenerti sia la città che il Tesseract. Non fare il furbo con me, lo sai che non ti conviene. I Chitauri ti obbediscono solo perché glielo dico io. Se entro un’ora non mi avrai consegnato il Tesseract ordinerò loro di farti a pezzi-

 

Loki sbuffò seccato.

 

-Quanta fretta! E quante minacce per una cosa che basta chiedere con un po’ di garbo. Va bene, avrai il Tesseract anche prima di un’ora-

 

-Sbrigati a tornare-

 

-Come desideri-

 

***

 

Nella sala delle armi Loki era consapevole che stava per cominciare la parte più assurda e rischiosa del suo piano: se avesse funzionato tutto come lui aveva in mente avrebbe avuto tutto da guadagnarci, invece se anche solo la minima cosa fosse andata storta…

Rabbrividì. Era meglio che non ci pensasse o non avrebbe avuto la forza di continuare.

Si avvicinò al familiare bagliore blu, lo sfiorò leggermente con le dita.

Con un gesto svelto ci gettò sopra un drappo pesante, lo sollevò dal suo piedistallo e lo portò fuori dalla sala.

 

****

 

L’Altro lo stava aspettando.

 

-Vedo che sai sbrigarti quando vuoi. Consegnami il Tesseract-

 

-Thanos non è venuto a prenderlo di persona?-

 

-Piccolo insolente! Come osi pensare che Thanos possa abbassarsi ad incontrarti di persona? Ringrazia piuttosto: è già segno della sua riconoscenza che lui ti ignori. Ora basta, consegnami il Tesseract!-

 

Loki si avvicinò a lui e gli tese lo scrigno.

 

-Aspetta. Perché è coperto? Non mi starai ingannando?-

 

-La tua poca fiducia nei miei confronti mi offende. È coperto semplicemente perché le Gemme dell’Infinito non sono oggetti da maneggiare con leggerezza né da portare in giro con troppa disinvoltura-

 

L’Altro tacque indeciso.

Era impossibile indovinare la sua espressione sotto il cappuccio.

 

-Non mi fido di te. Sarai tu a togliere la copertura, ed alla minima cosa che non mi convince- fece un cenno e decine di Chitauri emersero dall’oscurità per circondarli-lo hai detto tu che a volte è la vita il vero tormento-

 

Loki non si lasciò impressionare dai mostri.

 

-Vuoi una garanzia? È giusto. Sarò io a togliere la copertura, così vedrai che il contenuto di questo scrigno non mi farà alcun male-

 

Loki strappò via la stoffa e la gettò a terra, e nello stesso momento un bagliore blu rischiarò quel luogo di tenebra.

 

-Bene, sono molto… cosa?! Che ti sta succedendo?-

 

Non solo la luce era blu, anche la pelle di Loki aveva cambiato colore, e gli occhi che sorridevano furbi all’Altro erano rossi.

 

-Maledetto, mi hai ingannato! Attaccatelo!-

 

Ma i Chitauri non potevano avvicinarsi a lui perché ormai che il potere dello scrigno degli antichi inverni era stato liberato da uno Jotun, e niente che non resistesse a quelle temperature poteva toccarlo senza finire congelato.

Le parti metalliche dei Chitauri congelavano all’istante e loro cadevano uni sugli altri a formare delle sculture grottesche.

Ed al centro di quel cerchio di ghiaccio c’era Loki che sorrideva soddisfatto come non mai.

L’Altro era stato intrappolato dai Chitauri che erano caduti tutto intorno, e quando Loki gli si avvicinò non ebbe modo di scappare.

Le sue mani si congelarono per prime.

 

-Sei un imbroglione!-

 

-Sono quello che ha vinto-

 

-Non potrai sfuggirgli ancora per molto. Scappa, scappa finché puoi e scappa lontano, ma la prossima volta che lui ti troverà sarà la tua fine-

 

Loki sapeva che era così, lo sapeva fin troppo bene.

Per far tacere quella maledetta voce che gli era sembrata una profezia schiacciò lo scrigno contro il petto del portavoce di Thanos.

Il suo urlo di agonia fu sigillato nel ghiaccio, e quando Loki lo colpì più forte il suo corpo si sbriciolò come una statua.

Loki si guardò intorno. Era finita. Tutti i Chitauri erano caduti e l’Altro non lo avrebbe più tormentato.

Ancora tremava al pensiero di quanto aveva rischiato.

Solo quando ebbe realizzato appieno di essere fuori pericolo si azzardò ad abbozzare un sorriso di vittoria.

 

-Come vedi non ti ho mentito: il contenuto dello scrigno non mi ha fatto alcun male. Certo, è possibile che vedendo il riflesso blu, la forma squadrata, e sai, nella penombra… devo essermi confuso ed aver preso lo scrigno degli antichi inverni invece che il Tesseract. Desolato per l’inconveniente-

 

Abbassò lo sguardo sullo scrigno e sulle sue mani.

Era il momento di tornare ad Asgard a sistemare un’altra questione.

 

_____________________________________________________________________________________________________________________________

 

Cantuccio dell’Autore

 

Non so bene perché ho voluto accoppare l’Altro, che oltretutto muore ne “I Guardiani della Galassia” e non ci sarà nei prossimi “Avengers”.

È che faceva più drammatico e poi ho pensato che per Loki dovesse essere una bella soddisfazione congelare a morte un tizio che osa dargli degli ordini.

Quindi da ora in poi si cominciano a vedere i piani dentro il piano principale, perché i piani di Loki hanno gli strati come le matrioske.

Sto osando fare la prova di mettere l’immagine direttamente nella pagina.

Se la vedete è merito di AlieNation_Zone che si è messa di santa pazienza a darmi istruzioni, se non la vedete è colpa mia che evidentemente ho le pigne nel cervello per non riuscire a fare una cosa così semplice.

Io ci provo…

 

 

 

 



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Capitolo 5
*** Di comprensione ***


From where the dark is born

-Di comprensione-

 

From where I come is where I go
The game of life and death will lead my way
More scars to gain, more pain to grow
And I will walk again where the dark is born

(From where the dark is born – Serenity)

 

*

 

Loki sapeva perfettamente dove erano appostati i Chitauri ad Asgard: li aveva disposti lui.

Li trovò, un drappello dopo l’alto, e li ridusse a statue di metallo contorto grazie al potere dello scrigno.

In un certo senso si sentiva fiero di sé perché lui era l’unico in tutta Asgard a poter usare quel potere.

Non era un mostro, era speciale.

Nelle segrete fu ancora più facile perché i Chitauri erano accalcati nel corridoio centrale e Loki non dovette neanche entrare per gelarli: gli bastò concentrarsi ed incanalare il potere dello scrigno verso di loro.

Stava diventando bravo a gestire quel potere, e se da un lato avere acquisito una nuova abilità era una soddisfazione, dall’altro Loki si sentiva inquieto perché aveva l’impressione che stare a contatto con lo scrigno lo rendesse sempre più simile agli Jotnar, e non solo nell’aspetto.

Quando gli Asgardiani si accorsero di cosa era successo lui era già lontano, di nuovo giù nella sala delle armi a rimettere il suo alleato temporaneo al suo posto.

Lo rimise sul piedistallo, ma ancora non era convinto del tutto convinto di lasciarlo.

E se lui avesse usato lo scrigno per tenersi Asgard? Dopotutto l’aveva conquistata non solo con i Chitauri, ma anche difendendola da loro.

Aveva dimostrato di essere in grado di tenere le minacce lontano dal suo regno, e allora perché non avrebbe dovuto tenersi il trono che aveva difeso?

Si guardò le mani accigliato.

Strano: di solito la sua pelle tornava normale dopo pochi secondi che non era più a contatto con lo scrigno, invece quella volta stava rimanendo blu più a lungo.

Forse perché lo aveva toccato più a lungo.

, in fondo lui era sempre stato diverso, e forse era arrivato il momento di usare la sua diversità a suo vantaggio.

Con il potere dello scrigno avrebbe potuto schiacciare qualsiasi ribellione.

Sarebbe stata finalmente la sua vittoria: da bastardo mezzo Jotun, adottato per interesse, a sovrano incontrastato del regno degli Aesir.

La razza degli dei avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a lui, un meticcio dal sangue sporco.

Loki ansimava, gli occhi rossi pieni di visioni di conquista e potere.

Sì, sarebbe stato perfetto!

“È lo scrigno”

Lo scrigno liberava la sua natura Jotun a tutti gli effetti, compreso il lato più irrazionale, primitivo ed istintivo.

Si allontanò di scatto per non fargli prendere il sopravvento.

Lui non era quello. Non voleva essere quello!

Si sedette per terra con la schiena appoggiata al piedistallo, con le gambe tirate al petto e la testa tra le mani, scosso dai tremiti.

Nel suo petto batteva selvaggio il cuore di un gigante di ghiaccio.

Vero: poteva conquistare Asgard e governarla con il pugno di ferro stroncando ogni forma di opposizione con un arma che nessuno a parte lui avrebbe potuto impugnare, ma così sarebbe diventato un tiranno, ed i tiranni vivono nella paura.

Sarebbe stato temuto, e non era questo che Loki cercava nel governare.

Lui voleva il rispetto della gente di Asgard, e che le sue qualità fossero ammirate, non oggetto di terrore.

Non voleva essere un mostro.

Respirò a fondo per scacciare il tremore che lo scuoteva e si lasciò andare con la testa contro la parete ad occhi chiusi.

Quando li riaprì vedeva lo scrigno al contrario perché guardava verso l’alto.

Si fermò a lungo a considerare le due scelte che aveva davanti.

 

-Mi se stato molto utile, ma non credo di volerti portare con me per sempre-

 

Mormorò alla luce azzurra.

Si tirò in piedi e si scosse di dosso la polvere e la brina dagli abiti, e sperava anche l’influenza della sua natura Jotun.

 

**

 

Ormai che aveva scelto di aspettare un momento più propizio per conquistare per sé il regno degli Aesir, l’ultima cosa da fare era liberare qualcuno dalle segrete in modo che potesse liberare gli altri.

Pensò di liberare Tyr, Hugin o un altro dei generali, ma prima voleva essere sicuro delle condizioni di Odino e di Thor.

Pensò bene di nascondersi perché non era affatto certo che sarebbero stati contenti di vederlo.

Oltrepassò le celle una per una, facendosi strada tra i corpi dei Chitauri che si erano spaccati per il gelo.

Non sapeva esattamente dove fossero Thor ed Odino, per questo quasi inciampò per la sorpresa quando vide il Padre degli dei dietro il campo di forza.

Odino era seduto stranamente tranquillo. Sembrava aspettare qualcosa.

“Prima mi libero di questa cosa e meglio è”

Pensò Loki.

Il suo piano era disattivare il muro di energia e poi scappare prima che Odino liberasse il resto dei comandanti e si mettesse a dargli la caccia.

Funzionò solo la prima parte: riuscì ad aprire la cella, ma appena non ci fu più un muro a dividerli Odino si voltò e guardò esattamente nella sua direzione, come se lo vedesse perfettamente.

 

-Loki. Sei qui, non è vero?-

 

Lui rimase inchiodato sul posto.

Non era paura, no, era uno strano senso di soggezione dovuto al fatto che Odino lo stava guardando negli occhi.

Lui era invisibile eppure Odino lo aveva trovato in qualche modo.

 

-Avanti, lo so che sei qui. Voglio solo parlare con te. Ne ho diritto dopo quello che hai fatto, non credi?-

 

Loki decise di obbedire solo a metà dell’ordine: lasciò cadere l’illusione che lo rendeva invisibile ma mantenne quella che gli dava l’aspetto degli Aesir.

Non voleva che Odino lo vedesse come uno Jotun.

 

-Ah, eccoti-

 

Padretutto si alzò a fatica per andargli incontro e Loki era teso come un animale in trappola, pronto a scappare.

Per lui vedere Odino che usciva dalla cella era vedere una tigre libera dalla sbarre della gabbia, anche se il Padre degli dei si muoveva a fatica per la ferita al fianco non ancora rimarginata.

 

-Sei stato ancora più sconsiderato del solito stavolta-

 

-Colpa della fretta: ho dovuto improvvisare-

 

-Credo di capire. Sei stato prigioniero, ma la storia della tua fuga era falsa. Tu non sei scappato, sei stato lasciato andare. Dal Titano-

 

Loki annuì.

Odino non gli sembrava ostile, era ferito e comunque lui poteva scappare quando voleva.

No, non aveva motivo di temerlo, doveva convincersene.

E poteva approfittare del momento per chiarire alcune cose con il Padre degli dei.

 

-Avevi capito che non ero sincero? Da quando?-

 

Gli chiese.

 

-In realtà sospettavo di te dal primo momento che Heimdall mi ha detto di averti visto, perché tu ti fai vedere solo quando hai bisogno di qualcosa. Poi mentre eri qui eri troppo tranquillo. Ma soprattutto ho sospettato quando mi hai chiamato “padre”. Da allora ho cercato di tenerti d’occhio il più possibile, ma tu ormai sei diventato troppo bravo nell’eludere il mio controllo-

 

Loki lo prese come un complimento.

 

-Spiegami ancora una cosa, Padre degli dei. Come mai non hai combattuto sul serio quando eravamo nella sala delle armi?-

 

-Per lo stesso motivo per cui non lo hai fatto tu, immagino-

 

-Non capisco-

 

-Loki, non sono ancora tanto vecchio da non comprendere le intenzioni dei miei avversari. Perché insistere tanto per essere tu e tu solo a combattere contro me e Thor? Per desiderio di vendicarti personalmente o per essere sicuro di ferire senza uccidere?-

 

Loki strinse i pugni. Da quando Odino capiva tante cose di lui?

 

-Te lo concedo, ho un po’ manipolato il nostro duello. Altro?-

 

-Sì. È vero che hai guadagnato tempo combattendo senza impegno perché volevi che arrivasse Thor?-

 

-Sì, lo ammetto, volevo che arrivasse al momento giusto-

 

-Per farlo arrabbiare. Un avversario accecato dalla rabbia è più facile da manipolare-

 

Loki diede la sua conferma annuendo.

 

-Ed hai fatto tutto questo per Asgard. Hai rischiato molto. Non potevi dirci dall’inizio che Thanos voleva il Tesseract e te? Ti avremmo aiutato-

 

-Certe cose devo risolverle io di persona, senza mettere di mezzo nessun altro-

 

-Sei stato stolto e presuntuoso-

 

Loki fece spallucce.

Ormai era abituato che Padretutto pensasse certe cose di lui. Riusciva quasi a convincersi che non gli facesse male.

 

-Saresti morto nel tentativo di sistemare le cose senza umiliarti a chiedere il nostro aiuto-

 

Loki fece una smorfia di disappunto perché non gli piaceva che Odino capisse troppe cose di lui ed ancor meno gli piaceva che le dicesse a voce alta, anche se gli unici testimoni erano dei Chitauri morti assiderati.

 

-Sei stato un incosciente. Ma nonostante tutto sei stato anche coraggioso a modo tuo, ed io sono fiero di te-

 

A quelle parole Loki sgranò gli occhi e la sua espressione sorpresa era quasi comica.

Per un attimo era stato l’essere più felice dei nove regni quando suo padre gli aveva detto che era fiero di lui, poi però l’antica inquietudine era riemersa per morderlo a tradimento.

 

-Sei fiero di me? Davvero? Ho rischiato di farmi ammazzare non so quante volte e solo adesso me lo dici che sei fiero di me? Prova a ripeterlo dopo aver visto questo-

 

Lasciò svanire l’illusione del suo aspetto Àss e si presentò com’era veramente: uno Jotun.

Odino lo guardò ma non era per niente sconvolto come Loki si era aspettato.

 

-Ah, gli effetti dello scrigno degli antichi inverni, immagino. Sì, dopo aver liberato quasi tutto il suo potere avresti dovuto aspettarti che i suoi effetti su di te durassero più a lungo-

 

-Sai dirmi solo questo? Trattarmi come un curioso fenomeno della natura?-

 

Odino non gli rispose, invece si avvicinò un po’ a lui e gli tese la mano.

Loki sapeva cosa voleva dire: se avesse toccato Odino gli effetti del gelo di Jotunheim sarebbero svaniti più rapidamente.

“Non riesce a sopportarmi con quest’aspetto”

Pensò inorridito.

I suoi occhi rossi presero a bruciare e presto si riempirono di lacrime.

“Che altro devo fare per essere degno?”

 

-Non mi toccare! Preferisco restare un mostro che elemosinare la tua pietà!-

 

-Loki, guardami. Ti ho già detto una volta che tu sei mio figlio, non importa di che colore sia la tua pelle: ti ho preso in braccio quando eri un neonato blu senza sapere se saresti cambiato o meno. Non mi importava allora e non mi importa neanche adesso-

 

Loki voleva credergli, ma fidarsi non era nella sua natura.

Non poteva fare a meno di pensare che Odino gli stesse mentendo come gli aveva mentito per secoli sulle sue vere origini.

Aveva un brutto nodo alla gola che gli bloccava il respiro.

 

-Ah, davvero? E mi vuoi bene anche quando distruggo mondi, quando faccio entrare eserciti ad Asgard e quando attento alla vita del tuo prezioso primogenito? Chi ti dice che non abbia ucciso Thor?-

 

-Non è Thor che mi preoccupa in questo momento-

 

La mano di Odino era ancora tesa verso di lui.

All’improvviso il freddo che sentiva dentro divenne più forte di quello sulla pelle e troppo brutto da sopportare da solo.

Allungò la mano anche lui e toccò incerto quella di Odino.

L’effetto fu immediato: il blu si ritirava dalla sua pelle e così anche il freddo, allentando la morsa di gelo che gli serrava il petto.

Avrebbe potuto sopportarla, certo, ma senza stava decisamente meglio, e per una volta voleva credere che Odino lo stesse facendo per aiutarlo e non perché gli ripugnava vederlo con i tratti dei giganti di ghiaccio.

“Tu sei mio figlio, non importa di che colore sia la tua pelle”

Doveva essere vero.

Una lacrima scese dai suoi occhi rossi di Jotun senza che lui potesse trattenerla.

Scivolò sulla guancia seguendo i disegni in rilievo sugli zigomi, ma prima che arrivasse al mento Odino gli posò l’altra mano sul viso e la asciugò con un gesto del pollice.

Odino ebbe il buonsenso di non dire nulla, però sorrise a Loki per rassicurarlo, e quello per Loki valeva più di mille discorsi.

Chiuse gli occhi e si lasciò calmare dalla sensazione del freddo che svaniva.

Ogni tanto l’enormità del pericolo che aveva corso e di quanto aveva rischiato si affacciavano alla sua mente e lo facevano tremare, ma c’era la mano di suo padre a sostenerlo, e allora la marea della paura rifluiva.

 

-E adesso? Dopo quello che ho fatto dovrei aspettarmi tutte le truppe di Asgard pronte a saltarmi addosso?-

 

Chiese Loki a metà tra l’ironico e lo spaventato.

 

-So per esperienza che le celle non riescono a trattenerti a lungo. E devo considerare anche che hai liberato la città. Sbrigati ad andartene. Io mi occuperò di liberare Thor e gli altri-

 

Loki lasciò andare una breve risata.

 

-Sì, credo sia meglio che io non mi vedere qui per un po’ di tempo. Accoglierò il tuo suggerimento ed andrò via da Asgard prima possibile-

 

Per un po’ Odino lo guardò come se cercasse le parole per dire qualcosa di importante; Loki conosceva bene quell’espressione perché era quella che tante volte da ragazzo per lui aveva avuto il significato di “lunga predica paterna in arrivo”.

 

-Loki, lascia che ti dica una cosa prima che tu te ne vada. Ci sono cose che prima o poi devono accadere. Aspettano il giusto momento, possiamo combattere per ritardarle, ma è certo che accadranno come è certo che una corda troppo tesa prima o poi si spezzerà. Come era ovvio che prima o poi tu avresti scoperto le tue origini, anche la guerra contro il Titano è inevitabile. Loki, tu sei stato una delle cause, ma se non ci fossi stato tu sarebbe stato qualcos’altro. Il solo fatto che il Tesseract esista è causa di guerra-

 

Loki lo guardò concentrato, in silenzio, senza capire esattamente dove portasse quel discorso.

 

-Quello che voglio dirti, figlio mio, è che è inutile combattere per non far accadere certe cose. Il nostro valore è determinato da come le affrontiamo nel momento in cui si presentano-

 

Loki annuì.

 

-Cercherò di tenerlo a mente. Per ora, addio-

 

Odino scosse la testa.

 

-Secondo me ci vedremo prima di quanto immagini, quindi io ritengo più appropriato un arrivederci-

 

Poi si voltò e si allontanò lungo il corridoio, lasciando Loki solo e libero di regolarsi come meglio credeva su come andarsene.

Lui lo guardò andare via.

Era curioso di vedere se Odino si sarebbe voltato almeno una volta per controllare i suoi movimenti.

In fondo non era saggio offrire le spalle ad un traditore.

Fosse stato Loki nei panni del re di Asgard, almeno un’occhiata di sfuggita indietro l’avrebbe data…

Odino no.

Camminava lentamente per la ferita, ma non c’era traccia di altra tensione in lui.

Evidentemente non considerava Loki una minaccia.

Solo quando ne fu assolutamente certo Loki si rilassò a sua volta.

 

-Allora arrivederci… Padre-

 

Mormorò quando fu abbastanza lontano da essere sicuro che Odino non lo sentisse.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

E siamo giunti alla fine anche qui.

Nell’ultimo capitolo ho voluto lasciare spazio ad Odino, perché parlasse con Loki seriamente e senza cascare addormentato.

Nei film il rapporto tra Odino e Loki è inesistente (e certo, se Odino si addormenta!), e invece secondo me meriterebbe di essere approfondito.

Poi vabbè, Loki i suoi deliri di onnipotenza ce li ha sempre, se no non sarebbe lui!

 

Voglio ringraziare A Dreamer e kia17 per aver messo la storia tra le preferite e le seguite, AlessiaOUAT96, eltanininfire, MamW e salierix per aver messo la storia tra le preferite, e poi evuzzola, lionelscot, LokiD, Merihon, Suomi, tilia e Venere DG per averla messa tra le seguite.

E ancora MITICA BEP97 (viola, eh!), AlieNation_Zone, MamW, Venere DG e lionelscot per le recensioni.

 

Per ringraziarvi e salutarvi vi regalo queste due belle immagini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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