Team Autobot

di Prilla
(/viewuser.php?uid=846810)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Iniziamo... ***
Capitolo 3: *** Incontri con i terzi tipi ***
Capitolo 4: *** Carovana ***
Capitolo 5: *** Prime istruzioni ***
Capitolo 6: *** Oltre l'oceano ***
Capitolo 7: *** Detroit ***
Capitolo 8: *** Modelli ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Siete ancora tutti vivi?- chiese Firebarrier togliendosi di dosso dei pezzi della navicella.
Gli rispose un gemito, si girò e vide Rarity semicoperta da lastre di metallo.
-Rarity, stai bene?- le chiese liberandola.
-Sì,ho visto Dingo, è atterrato qui vicino.- rispose l'Autobot alzandosi ed indicando un punto dietro delle rocce.
I due si diressero lì e trovarono Dingo che cercava di rianimare Rocket.
-Trovate Sparkle, è lei che ci sa fare con queste cose...
I due annuirono e la trovarono che provava a liberarsi da un albero che era stato coinvolto nello schianto della navicella. Firebarrier puntò uno dei suoi cannoni al plasma sul tronco e co un colpo liberò l'amica.
-Grazie mille.-rispose lei alzandosi.
-Vieni c'è bisogno di te!-esclamò Rarity correndo in direzione di Dingo e Rocket.
Trovarono il primo chinato sul compagno che teneva le ottiche chiuse.
Sparkle si mise subito all'opera e trovò il problema.
-Ha solo un circuito allentato, non ci vorrà molto, intanto voi cercate Starspace, è l'unica che manca all'appello.
I suoi tre compagni si allo tanarono sollevati dalla notizia che Rocket se la sarebbe cavata.
-Ecco fatto, rimetto il filo a posto, una piccola scarica elettrica e, Rocket, sarai come nuovo!
Sparkle richiuse lo sportello del robot e gli diede una piccola scossa con dei defibrillatori.
Il poveraccio dopo un sussulto iniziale si riprese e sfoderò un paio di fuciletti al plasma e li puntò su Sparkle.
-Calmati, è tutto a posto...-ripose tranquilla e questi ripose le armi che lasciarono spazio a due mani.
-Non è stata una bella esperienza...-borbottò lui rialzandosi.
Da dietro le rocce spuntarono fuori gli altri membri dea squadra sorreggendo Starspace.
-Ancora viva!-esclamò lei sfoderando un sorriso.
Sparkle notò subito la gamba della sua amica che lanciava scintille.
I compagni la fecero sedere e Sparkle si mise nuovamente all'opera per rimetterla in piedi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Iniziamo... ***


-Non ti muovere, altrimenti non riesco a metterti a posto!- esclamò Sparkle spazientita dopo che Starspace mosse per l'ennesima volta la gamba.
-Guarda che fa male! Se tu fossi più delicata!
-Non posso essere più delicata... non con questi attrezzi almeno.
L'operazione durò per una buona mezz'ora nella quale gli Autobot fecero conto dei danni e di ciò che si era salvato nell'impatto con quel pianeta a loro sconosciuto.
-Si sono salvati pochi strumenti, sarà difficile trovare pezzi di ricambio...-osservò Firebarrier girando tra le mani dei compagni dei pezzi di ferraglia apparentemente inutili e contorti dal calore.
-Per ora dobbiamo preoccuparci di sfuggire ai Decepticon e il modo migliore per farlo è nasconderci. Ci serve una base su questo pianeta.-disse Rarity.
-Non rilevo che forme di vita organiche qui intorno, non ci sono né robot né forme di vita compatibili con la nostra.-annunciò Sparkle leggendo i dati che apparivano da un suo schermo olografico sul braccio.
-Non ci sono indigeni?-chiese Dingo.
-Sì, sembra ce ne siano ma sono di tantissime forme.-rispose Sparkle indicando degli uccelli che in quel momento sfrecciarono sulle loro teste.
Rocket sfoderò subito i suoi fuciletti ma fu fermato da Starspace prima che potesse sparare.
-Calmo, non sono Decepticon, sono solo... non so cosa sono...
-Dobbiamo toglierci dallo scoperto prima che arrivino quelli veri di Decepticon.-ordinò Firebarrier.
I sei Autobot presero per ognuno quei pochi oggetti che si erano salvati e si addentrarono nel bosco silenzioso dove l'unica fonte di rumore erano i passi dei robot che, cigolando, si spostavano alla ricerca di un rifugio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Incontri con i terzi tipi ***


-Sono cicli che continuiamo a camminare senza meta, possiamo fermarci un attimo?- si lamentò Rarity rallentando il passo.
-Non possiamo ora. E se arrivano i Decepticon, come la mettiamo?-le rispose Sparkle.
-La mettiamo che li facciamo a pezzi!-esclamò Firebarrier.
In quel momento però, non vedendo una radice, inciampò trascinando con sé tutti gli altri.
Il terreno in pendenza li fece rotolare per un lungo tratto fino ad una strada di montagna, una di quelle che di solito é deserta. Peccato che fosse una domenica e molta gente stesse tornando in città dal fine settimana.
I sei si ritrovarono in mezzo al traffico che in pochi attimi divenne caos.
-Volevi vedere le forme di vita indigene? Eccole!- disse Sparkle alzandosi dall'asfalto aiutata da Dingo.
-Calmi, veniamo in pace!- provava a dire Starspace a quelle piccole creature colorate che correvano fuori dalle loro scatole di contenimento su ruote.
Gli Autobot si misero in cerchio, come in formazione di battaglia, ma rimasero fermi per far capire di non avere cattive intenzioni.
Nonostante il loro gesto gli strani esseri continuavano ad urlare.
-Cosa facciamo?Questi... cosi... non la smettono di emettere frequenze...-chiese Rarity.
-Non facciamo niente ora, sarebbe bastato non arrivare al punto di ritrovarsi in una delle vie di comunicazione di questo pianeta.-osservò Dingo alludendo all'incidente di Firebarrier.
-Spiritoso...-ribatté questo ironicamente.
-Aspettiamo di vedere cosa combinano ora.-disse in un sospiro Rocket incrociando le braccia.
-Sono altri come Minicon - osservò Sparkle - ma non hanno né circuiti né altro. Ne ho scannerizzati alcuni: hanno una struttura interna solida alla quale si agganciano delle strutture molli che, a quanto pare, li fanno muovere e tutto è ricoperto da una sacca aderente che li tiene insieme...
Tutti gli altri fecero una faccia schifata ma in quel momento il rumore di motori di jet catturò la loro attenzione.
Degli aerei da guerra arrivavano in formazione d'attacco sul luogo dell'apparizione dei robot.
Subito i diretti interessati tirarono fuori l'armamento ma vennero fermati da Sparkle.
-Non sono Decepticon, sono delle macchine di queste forme di vita.
-Sei sicura?-le chiese Firebarrier.
-Sicurissima! Mettete via le armi prima che siano loro a sparare contro di noi!
I cinque ritirarono le armi sempre pronti ad entrare in azione a qualsiasi gesto ostile.
Da alcuni velivoli furono calati degli esseri armati di tutto punto ma pur sempre svantaggiati in confronto ai cybertroniani.
Un solo elicottero faceva parte del comitato di benvenuto e da lì, uno di quegli indigeni, parlò con un megafono.
-Fermi dove siete, non opposto rete resistenza o apriremo il fuoco.
-E poi saremmo noi quelli "ribelli".- disse Dingo.
-Liberatevi delle vostre armi e mettete le mani bene in vista!-gracchiò nuovamente al megafono.
-Ma veramente dobbiamo obbedirgli?-chiese Rarity.
-Sì. Ricordi cosa c'era nel messaggio di Optimus Prime? "Portate rispetto a tutti gli esseri senzienti"-ripeté Starspace citando la frase del messaggio del capo degli Autobot.
-Ma come facciamo a "liberarci delle armi"?- chiese Dingo.
-Basta non mostrarle.- rispose Rocket alzando le mani.
Tutto il team era con le mani in alto, circondato da tanti piccoli soldatini.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Carovana ***


Dall'elicottero partì un'altra richiesta.
-Identificatevi, cosa siete?
-La domanda giusta è chi siamo!-sottolineò irritata Rarity. Non le piaceva essere paragonata ad un oggetto.
-Siamo Autobot, venuti in seguito alla chiamata del nostro leader Optimus Prime che si dovrebbe trovare sul pianeta Terra, è questo giusto?
-Mai sentito questo "Optimus Prime" - gracchiò il megafono non rispondendo però alla domanda- Identificatevi con i vostri appellativi.
I sei robot si presentarono ma le loro risposte non sembrarono soddisfare la curiosità degli esserini.
-Seguiteci senza opporre resistenza!- si sentì nuovamente dall'elicottero.
-Scannerizziamo un veicolo, sarà più facile muoversi.-propose Starspace.
Ognuno selezionò un veicolo fra quelli che occupavano la strada attorno a loro.
-Ehi, che fine ha fatto Sparkle?-domandò Rarity.
-Sono quassù!- rispose una voce sulle loro teste.
-Non si è mai visto un velivolo rosa e giallo!-la canzonò Dingo che aveva scannerizzato una macchina sportiva dalle linee aggressive di un verde brillante.
-Non becchettatevi e muoviamoci, prima facciamo finire questa storia e meglio sarà per tutti.- rispose sbuffando Firebarrier che si era trasformato in un fuoristrada rosso fuoco dalle cromature argentee.
Sotto gli occhi dell'intero gruppo di soldati (per chi avesse perso il filo erano finiti in Italia da un gruppo di soldati) la comitiva partì.
La destinazione era ignota e la strada scivolava sul fianco delle alte montagne verso dei territori più collinari dove in rare valli si trovavano insediamenti abitati.
La carovana viaggiò per molto ancora fino ad arrivare in una vera e propria città in riva al mare ma non si fermarono.
Dopo qualche altro minuto però raggiunsero uno spiazzo di asfalto e venne detto loro di frenare. In poco vennero circondato da veicoli militari.
-Possiamo trasformarci ora? Mi bruciano le gomme...-si lamentò Rarity che aveva scamnerizzato un'elegantissima motocicletta dalla carrozzeria pesante per poggiare su due sole ruote.
-No, aspettiamo cosa ci dicono questi esserisenzienti.-le rispose Rocket.
-Siamo stranieri e di solito a quelli come noi si dà asilo, questi ci hanno puntato contro delle armi. Non sappiamo nemmeno se siamo sul pianeta giusto!-sbuffò Dingo.
-Uff, dalla navicella sembrava essere piccolo, eppure a percorrerlo...-disse Starspace che, abituata alle piatte strade di Cybertron, aveva trovato scomode quelle che avevano appena percorso che non erano né piatte né si potevano chiamare strade tanto erano piene di buchi.
-Sono così tremende?-chiese Sparkle che continuava a fare giri in tondo per mantenere quota.
-Sì... sono un inferno! Ma l'aria com'è?-le chiese Firebarrier.
-Sporca, ti si spiaccicano delle cose mollicce sui vetri...-(si riferiva agli insetti)
L'esserino con il megafono si fece avanti su una jeep.
-Cosa fate ora? vi nascondete dietro ad in cofano? Mostratevi robot!-gracchiò.
-Posso liberare questo pianeta da uno scocciatore?-domandò Firebarrier fra i denti.
-No, peggioreresti solo le cose!-lo ammonì Rarity.
-Come tuo solito...-ridacchiò Dingo sottovoce.
I sei tornarono alla loro forma robotica senza problemi. Non proprio tutti senza problemi... Sparkle non trovò spazio per atterrare e toccò a Firebarrier afferrarla al volo per non farla schiantare al suolo.
-Mai visto un Transformer meno trasformabile di te.-la punzecchiò Dingo ottenendo indietro una linguaccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Prime istruzioni ***


-Ehi, robot! Cosa ci fate qui sulla Terra? Chi vi ha mandato?-gracchiò di nuovo l'altoparlante.

-Le abbiamo già detto che siamo Autobot e che siamo stati chiamati da Optimus Prime, sul pianeta chiamato Terra. Lei ci ha appena dato la conferma che almeno non abbiamo sbagliato pianeta.-disse Firebarrier tirando fuori il suo lato gentile.

-Già, questa è la Terra, ma è il nostro pianeta, di noi esseri umani, e non di Optimus Prime o chicchessia!

-Porti rispetto per favore, lei non sa di chi sta parlando!-esclamò Firebarrier seccato.

-E non lo voglio neanche sapere! Voglio anzi sapere cosa siete, per davvero!

-Lascia parlare me.-bisbigliò Sparkle all'amico e si inginocchiò in modo da arrivare all'altezza dell'omino.

-Salve, noi siamo delle forme di vita inorganiche, da voi definite robot, provenienti dal pianeta Cybertron. È tutto ciò che posso riassumerle, parlando del resto non capirebbe nulla.

-Non lo faremmo neanche noi...-Disse Rocket facendo ridacchiare i membri della squadra.

Sparkle gli lanciò un'occhiataccia alla quale rispose un'alzata di spalle da parte di Firebarrier.

-E voi quanti anni avreste?-chiese l'umano data la situazione.

-Stando alle mie ricerche sulla vostra rete dati posso risponderle che abbiamo l'equivalente di quattordici diciotto anni della vostra scala d'età.

-Dei robot adolescenti, fantastico!

-Lei non mi sembra convinto di ciò che dice...-osservò ingenuamente Dingo.

L'umano sorpassò quell'osservazione girando gli occhi.

-Non è carino da parte sua parlarci in questo modo, sembra quasi gli siamo d'intralcio!-bisbigliò Rarity a Starspace.

-Peggio di Ultra Magnus.-aggiunse questa con un occhiolino.

-Io avrei una domanda: lei non mi è sembrato meravigliato nel vedere esseri della nostra specie, c'è qualcosa che nasconde?-chiese Firebarrier dandosi contegno.

-Ogni cosa a suo tempo, seguitemi.

I sei Autobot, sempre guardinghi e pronti a qualsiasi sorpresa, avanzarono schierati circondati da uomini dell'esercito al seguito dell'omino con il megafono.

Il grande parcheggio era circondato da grandi hangar e il seguito entrò in uno di questi.

-Ecco il nostro deposito materiali, per favore lasciate qui i vostri oggetti.-disse l'omino alludendo ai pezzi della nave che erano riusciti a salvare e che si trascinavano ancora dietro.

In poco un enorme mucchio di pezzi di metallo occupò un'intera area del deposito e degli umani iniziarono a catalogare ogni pezzo senza però fare attenzione e finendo per romperli sotto le ottiche di una inorridita Sparkle che si sarebbe messa le mani fra i capelli, se solo ce li avesse avuti.

Prima che potesse provare ad intervenire fu fermata da Rarity che la riportò assieme al gruppo che si era allontanato in un'altra parte dell'hangar.

-Abbiamo seguito il vostro “atterraggio” dopo che siete stati attaccati dai Decepticon.-gracchiò l'uomo nell'altoparlante.

-E lei cosa ne sa dei Decepticon?-gli chiese Starspace.

-Non siete stati primi robot cybertroniani ad arrivare sulla Terra, abbiamo avuto contatti in tutto il mondo sia con Decepticon che con Autobot.-spiegò l'omino-Noi facciamo parte di un'organizzazione segreta che si occupa della gestione dei contatti con gli alieni. Il resto di voi Autobot si trova in America, di solito non cade mai nulla dal cielo qui in Italia.

-Quindi ci sta dicendo che ci sono altri Autobot vivi?-chiese Rocket gongolante.

-Sì, e se per voi non è un problema, e non lo sarà, vi mettiamo su un aereo in viaggio per i vostri compagni d'armi.-disse l'uomo nell'altoparlante.

-A noi va benissimo!-esclamò Starspace felice della notizia.

-Sì, ma noi mica sappiamo cos'è questa “America” o se voi ci stiate mentendo...-disse Dingo sospettoso.

-È un continente oltre l'oceano. Non so come possiate fidarvi di noi, dovete farlo e basta, siamo la vostra unica possibilità di salvezza. I nostri sistemi d'allarme hanno percepito altre tracce di Energon oltre alle vostre, potrebbero esserci altri Decepticon sulle vostre orme.

-I Decepticon ci danno per morti e i miei, di rilevatori di Energon, non hanno segnalato nulla.-disse Sparkle scettica.

-È già tanto se siamo sopravvissuti allo schianto...-ragionò Starspace ripensando alla sua gamba.

-E se volete continuare a farlo dovete salire su un aereo e raggiungere i vostri compagni prima che i Decepticon raggiungano voi.-il suo tono questa volta non ammetteva repliche e i sei Autobot, nonostante la loro mole fosse maggiore di quella dell'umano, rimasero in silenzio e da quel momento obbedirono all'omino senza contestare.

-I miei uomini vi scorteranno su un aereo da trasporto. Non vi potremo mettere in contatto con la base Autobot, non ancora almeno. Durante il viaggio vi faremo vedere dei documentari sulla Terra, giusto per ambientarvi un po'.

Detto questo l'uomo posò quel suo inseparabile megafono ed uscì dall'hangar.

I sei si guardarono, indecisi se essere felici o preoccupati per ciò che gli era appena stato detto.

Fuori dall'hangar c'era un aereo da trasporto pronto a partire e al suo interno erano già stati sistemati, senza troppe attenzioni, tutte le parti della navicella che gli Autobot si portavano dietro da quella mattina.

Entrarono senza problemi e notarono con gioia di poter stare in piedi senza battere sul soffitto.

Un piccolo schermo proiettava senza interruzione documentari d'ogni genere. Tutto il team era attento a ciò che un monotono narratore diceva, tutti tranne Rarity che pensava alle ammaccature sulla sua carrozzeria.

 

*Angolo autrice*

Se sei arrivato fino a questo punto e stai leggendo queste parole allora ti ringrazio per il tempo che stai dedicando a questa storia.  Ho solo un'ultima cosa da dirti, anzi da chiederti, di farmi sapere cosa ne pensi, che siano cose cattive o buone mi farebbe piacere saperlo perché a migliorare c'è sempre tempo.

Ciao, Prilla.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Oltre l'oceano ***


Il viaggio fu molto lungo ma quasi nessuno fiatò se non quando lo schermo taceva nero. Nei momenti di turbolenza Rocket cercava di tranquillizzare Starspace che aveva delle crisi nervose mentre Dingo la punzecchiava con le sue stupide battutine. Puntualmente Sparkle provava a rimetterle a posto i circuiti che, puntualmente, saltavano.

Firebarrier e Rarity si erano addormentati entrando in stasi profonda per non sentire i litigi che il loro medico e Dingo facevano ad ogni disagio che si presentava.

Dopo una decina di ore di volo l'aereo atterrò su una pista in mezzo ad un deserto.

-I, ehm, passeggeri sono pregati di scendere.-disse il pilota nel microfono interno dell'aereo.

Si aprirono i portelloni posteriori e i raggi di un Sole caldo e grande brillarono riflessi sulla carrozzeria dei giovani Autobot.

Ad attenderli fuori dall'aereo trovarono il loro leader in persona: Optimus Prime!

Con lui c'erano anche alcune tra le più note facce tra gli Autobot: Ratchet, un medico scorbutico quando capace e competente; Prowl, un cyber-ninja; Bulkhead, il tecnico di ponti spaziali più grosso ed impacciato ed il piccolo ma scattante Bumblebee.

I sei appena scesi lasciarono perdere i pezzi da aggiustare che si erano portati dietro e si misero sull'attenti.

-Riposo Autobot.-disse Optimus Prime con voce calda e autorevole.

Questi rimasero composti facendo fare un risolino a Bumblebee che fu fulminato da uno sguardo di Prowl.

-Avete fatto buon viaggio?-fu la prima domanda del Prime rivolta ai giovani.

Questi si aspettavano più domande sulla situazione di Cybertron o su quali Decepticon li avessero attaccati, non su come fosse andato il viaggio.

-Sì, abbiamo fatto buon viaggio signore.-rispose Firebarrier cercando di non farsi vedere in difficoltà.

Non era cosa da tutti i giorni incontrare Optimus Prime e parlargli a quattr'ottiche, non per tutti almeno.

-So che i mezzi della specie umana possono essere arretrati rispetto ai nostri, e posso capire che il viaggio non sia stato tra i più comodi e mi duole dirvi che le difficoltà non sono finite. Questo pianeta è ricco di Energon e i Decepticon lo sanno, dobbiamo proteggere la specie umana affinché non faccia ciò che noi abbiamo fatto a Cybertron,

-Bé, teoricamente noi non eravamo neanche protoforme quando è iniziata la guerra...-disse Dingo non capendo ciò che Optimus voleva intendere.

Questo per tutta risposta scosse la testa mentre Dingo ricevette una spallata da Rarity e delle occhiatacce da tutti i suoi compagni.

-Ad ogni modo,-continuò Optimus- ora la Terra sarà la vostra nuova casa e non c'è Autobot migliore che Prowl che la conosca quanto la rispetti a mostrarvela e a farvela apprezzare.

-Cosa?! Un attimo Prime...-provò a protestare il cyber-ninja.

-Ciò che dice Optimus è legge.-lo punzecchiò Bumblebee.

-Ed è per questo che anche tu lo affiancherai.-aggiunse Optimus guardando il suo scout. Questo rimase senza parole e continuava a ripetere:-Ma...ma...ma

-Ciò che dice Optimus è legge.-gli fece il verso Prowl.

-Bene Autobot, in questo pianeta siamo robot sotto copertura. Dovrete scannerizzare dei veicoli.

-Già fatto, signore!-esclamò Starspace trasformandosi in una macchina slanciata con carrozzeria blu avio dalle cromature rosso geranio.

-E voi anche avete già una forma veicolare?

-Sì, signore!-risposero e si trasformarono ognuno nel proprio veicolo terrestre.

L'unica macchina che fece accigliare il Prime fu il modello di Sparkle.

-Hai scannerizzato un aereo?-chiese stupito Bumblebee.

-Sì, non va bene?-rispose il jet.

-Di quale tipo di armamento sei dotata?-le chiese Optimus.

-Nessuno signore, sono un medico, ho solo attrezzature di primo soccorso.-rispose lei.

-In tal caso puoi mantenere questo modello veicolare. Ci sono solo due Autobot in grado di volare, Jetfire e Jetstorm, sotto il comando di Sentinel Prime. Io però non concordo con l'avere armi volanti, agire alle spalle è da Decepticon.


Detto questo Optimus si trasformò in un camion dei pompieri seguito dall'ambulanza Ratchet e dal veicolo blindato Bulkhead.
-Seguiteci.-disse Prowl un po' scocciato, poi si trasformò in una moto della polizia seguito da Bumblebee macchinina gialla.

Ora gli Autobot erano undici e non erano soli.

 

*Angolo autrice*
Capitolo corto (come gli altri dopotutto) ma il fatto è che la storia è già scritta, su milioni di pezzi di carta, e il problema è copiarla al computer.
Spero comunque che la storia vi piacccia.
Precisazioni, la storia è ambienata nell'universo della Animated ma alcuni dettagli richiamano la Prime o i film o qualsiasi altra versione dei transformers, una miscellanea insomma.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Detroit ***


-Per quanto tempo ancora dovremo stare in questa posizione?-chiese Starspace.

-Mi sta arrivando l'olio nei circuiti celebrali.-si lamentò Rarity.

-Sssh, o li fate scappare.-le ammonì Sparkle.

-Ragazze calmatevi!-aggiunse Firebarrier.

-'Zittitevi tutti o gli uccelli scapperanno!-esclamò Rocket.

-Come al solito...-commentò acido Dingo.

Insomma iniziò un battibecco che fece scappare tutti gli uccelli nel parco.

-Grr.-ringhiò Prowl cercando di mantenere la calma.

Scesero dall'albero a cui si erano appesi a testa in giù e si avviarono verso l'uscita.

Prowl continuava a fare un verso zen per calmarsi.

-La città è piena di robot costruiti da umani, poco intelligenti e programmati per compiere azioni specifiche e semplici.-iniziò a spiegare per distrarsi mentre camminavano per Detroit.

-Robot servi degli umani?-chiese stupito Firebarrier.

-Sì, ma non sono forme di vita come noi, non hanno la scintilla e sono tutti uguali in base al lavoro che devono svolgere.-precisò Bumblebee.

-Ma chi li ha costruiti questi robot?Altre macchine? Chi li ha progettati? Come ha fatto?-chiese incuriosita Sparkle.

-Ve lo facciamo conoscere di persona!-esclamò Bumblebee e sfrecciò via in forma veicolare.

-Aspetta!-provò a fermarlo Prowl ma l'altro era già lontano.-Andiamo...-disse allora spazientito e, trasformandosi, gli andò dietro, seguito dagli altri.

Si spostarono in un'altra parte della città dove una torre spuntava in uno spiazzo. Sulla cima c'era quello che i giovani Autobot identificarono come un ponte spaziale,un vero e proprio portale.

-Wow, non credevo che ci fossero dei ponti così lontano da Cybertron.-osservò Rocket.

-Perché sta su questo edificio senza alcuna protezione? E se i Decepticon lo attaccano?-chiese preoccupata Rarity.

-Prova a colpire la torre.-le propose Bumblebee.

Tutti lo guardarono, stupiti dalle sue parole.

-È protetto da uno scudo di energia, programmato per far entrare solo gli Autobot. Nei vostri simboli c'è un chip uguale a quello di ogni altro Autobot nell'universo...-spiegòProwl dando un colpetto ad una superficie apparentemente inesistente che mostrò una cupola dai riflessi verdi-azzurri.

-E come si fa per entrare?-chiese Rocket toccando con mano la parete davanti a lui.

-Te lo stavo per spiegare... avvicina il tuo marchio, e anche voi, se siete veramente Autobot vi farà entrare.

-Non ti fidi?-chiese Firebarrier con tono di scherno avvicinandosi alla cupola.

-Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio...-borbottò il cyber-ninja entrando attraverso il campo di forza.

Rocket avvicinò il petto dove c'era il suo marchio che si illuminò. Nella cupola si fece lo spazio sufficiente per farlo entrare.

-Forte!-esclamò raggiungendo Prowl.

-Ora ti fidi?-chiese Firebarrier imitando Rocket ed entrando.

Anche gli altri entrarono senza difficoltà.

-Ci sono altri trucchetti difensivi? Dobbiamo aspettarci qualche arma puntata contro?-chiese Dingo dubbioso.

-No, la cupola è l'unica vera e propria barriera difensiva.-disse Bumblebee.

Il portone d'ingresso propriamente detto della torre era di vetro e oltre si apriva una hall con una scrivania dalle linee futuristiche dove un cartellino indicava la reception.

La segretaria spiccava particolarmente all'occhio forse, soprattutto per le sue fattezze: era un robot che ricordava una donna in là con gli anni, ma non decrepita.

-Salve, benvenuti alle Industrie Sumdac, posso esservi utile?-fece con voce quasi umana, un po' metallica e roca forse.

-Annunciaci al professor Sumdac.-le disse Bumblebee.

-Chi devo annunciare?

-Gli Autobot.-rispose scocciato Prowl. Era evidente che non gli piacesse parlare con altre macchine, in particolare se queste erano robot elementari.

-Bene signori, potete raggiungere il professore.- la segretaria ruppe il silenzio che si era creato mentre trafficava su un computer.

-Non sarà necessario.-disse una voce proveniente da una scalinata di vetro alla destra della reception.

-Salve professor Sumdac!-lo salutò Bumblebee con un cenno della mano.

-Oh, vedo che ci sono dei nuovi Autobot, benvenuti sulla Terra!-li salutò cortesemente questi, un uomo basso per la media dalla carnagione scura, occhi e capelli neri eccetto che per una ciocca bianca su questi ultimi che si intonava con il suo camice da laboratorio.

-È lui che ha costruito tutti i robot che avete visto lavorare in questa città.-spiegò Prowl mentre faceva un impercettibile cenno di saluto all'omino che nel frattempo si era avvicinato.

-Uh, sciocchezze, io li ho solo progettati, sono le fabbriche che li costruiscono, e poi non sono mai arrivato a sfiorare il vostro livello.-fece una breve pausa poi chiese vispamente: -Come vi sembra la Terra?

-Strana...-rispose Rarity osservandolo per bene.

-Già ma ancora non avete visto tutto, le stranezze non finiscono mai!-commentò arzillo.

-C'è Sari professore? Credo sarebbe contenta di conoscerli.-chiese Bumblebee.

-Sì, è in camera sua, c'era in programma un'interrogazione, credo non le dispiaccia scendere.

Poco dopo infatti arrivò una ragazza dai capelli rossi raccolti in due codini dalla pelle scura ma con degli occhi chiarissimi, verde acqua.

-Wow!-fu la prima cosa che pronunciò la ragazza alla vista dei nuovi Autobot.

-Eccoti finalmente, vieni che così te li presentiamo!- esclamò Bumblebee facendola salire sulla sua mano.

-Chi siete? Come vi chiamate? Venite da Cybertron? Quanti anni avete? Le vostre armi quali sono? Il vostro colore preferito?-iniziò con una valanga di domande non appena si fu sistemata sulla spalla dello scout.

-Frena la lingua, se chiedi così velocemente chi ti capisce più!

-Scusa.-disse arrossendo -Io sono Sari Sumdac, piacere di conoscervi!

-Altrettanto!- ricambiò Sparkle. Quell'umana era curiosa e la faceva incuriosire, magari ci avrebbe parlato...

Tutti e sei si presentarono ad un'entusiasta Sari che non la finiva di fare domande qua e là.

-Forte! Vi siete già scontrati con i Decepticon! Chi erano?-esclamò poi non appena venne a sapere del loro schianto.

-Tecnicamente sono loro che si sono scontrati con noi...-specificò Rocket al quale non piaceva che venissero messe in dubbio le sue abilità di pilota.

-Un errore di radar, ci hanno intercettati e in poco colpiti.-spiegò Rarity.

-Abbiamo iniziato a precipitare attratti da questo pianeta ma fortunatamente ci siamo salvati tutti.-aggiunse Firebarrier.

-Già! Siamo indistruttibili!-esclamò Starspace.

-Io non direi, la tua gamba era piuttosto distrutta e ricorda che sei ancora sotto esame.-borbottò Sparkle.

-Tsk, l'importante è che siamo ancora online, e poi il tuo lavoro è aggiustare no?-ribatté Dingo.

-Sarebbe meglio non dover riparare nessuno.-borbottò Sparkle.

-Eddai! Perché sei così scontrosa? Sto bene grazie a te!-esclamò Starspace saltando per mostrare la gamba perfettamente funzionante.

-Tu sai aggiustarli?-chiese Sari.

-Sì, la qui presente "Scontrosa" è una dottoressa a tutti gli effetti anche se non sembra.-disse Rocket dando una pacca sulla spalla dell'interessata.

-Come non sembra, ho studiato tanto per arrivare a questo punto! E poi non sono scontrosa!

-A me sembra di sì, Miss Acida.-le fece Dingo convinto di essere simpatico.

Sparkle si voltò e si diresse versol'uscita.

-Ho dei pezzi di astronave da riparare, ci vediamo. Professore, Sari, è stato un piacere.-disse secca.

-Aspetta, non sai dov'è la base!-la fermò Bumblebee.

-E allora dammi l'indirizzo, almeno nessuno si lamenterà più di me.

Il povero robot giallo provò a replicare ma la ragazza era già fuori.

-Dite che ho esagerato?-chiese Dingo.

-Sì, credo proprio di sì...-gli rispose Firebarrier.

-Io vado a parlarle.-disse Rocket.

-Ma ti sono saltati i circuiti?! Lascia che si calmi sennò è capace di mandarti offline!!!-lo fermò Rarity che tra tutti era quella che conosceva meglio Sparkle.

Prowl si passò una mano sulle ottiche e scosse la testa.

Ma con tanti pianeti nello spazio, nell'universo, nel cosmo, tutti i matti mai esistiti finivano sul quel pianeta (lui compreso)?

-Sari, credo che sia meglio se tu spiegassi loro come funzionano le cose qui a Detroit, credo proprio che si fermeranno per un po'.-sospirò il cyber-ninja uscendo lentamente dalla struttura.

-Io accompagno la vostra amica alla base, credo di aver bisogno di meditazione-"Tanta meditazione"-aggiunse poi.

 

 

*Angolo aurice*

Ciao a tutti coloro che leggono!  Capitolo breve, lo so, ma con il caldo stare al computer non è proprio uno spasso, senza contare che ti si appiccicano le dita sulla tastiera T_T.
Cooomunque, per una ventina di giorni non pubblicherò ma mi impegnerò affinchè la prossima parte sia più lunga e finalmente inizi a svilupparsi la trama insieme ai personaggi.
La storia è ambientata nell'universo della Animated, ma relativamente, dato che non seguirà la trama del cartone animato ma riprenderà vari eventi successi nel corso della serie.

 

Dedico questa parte al Levante e alle Stelle Marine, grazie ragazzi!!!

Tra loro   riuji01   curumo1808   che trovate qui su efp.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Modelli ***


La strada verso la base era deserta se non per qualche macchina.
-Stammi dietro e cerca di non calpestare niente.-disse Prowl a Sparkle che lo affiancava.
-Non calpesto nessuno promesso...-rispose Sparkle assente.
-Abituati in fretta al tuo team, oppure ti troverai male qui sulla Terra, altrimenti contempla la natura, aiuta sai?
-Non so, non ho mai visto questa “natura” prima d'ora...
-Allora dovrai essere paziente e imparare ad osservarla.
Continuarono a camminare in silenzio verso la base.


-Avanti, venite, c'è un sacco da vedere!!!-esclamò Sari più che entusiasta saltando giù
 dalla spalla di Bumblebee.
-Ehi, va piano!-le disse il robot-Rischi di farti male, se fai tutto così di fretta non gli farai godere la città.
-Hai ragione... vado a prendere il mio jetpack, aspettatemi fuori!
-Va bene...-sospirò Bee vedendola fare i gradini a due a due.
-Ma ci sono esseri viventi normali su questo pianeta?-bisbigliò Dingo a Rarity.
-Guarda che qui l'unico anormale sei tu, e non solo su questo pianeta.-le rispose questa.
-Io cerco solo di essere simpatico, oh e hai una macchia sulla carrozzeria, proprio qui dietro...
-Coooooosaaa! Macchiaaa!! Toglietemelaaaaaaa!!!
Rarity iniziò a saltare da una parte all'altra dell'atrio e Starspace dovette intervenire.
-Codice missione: 001, priorità assoluta! Obiettivo: fermare Rarity e toglierle la macchia!!-esclamò.
Se Rarity aveva addosso una macchia non c'era da scherzare diventava pericolosissima, se poi quella macchia gliela avesse fatta qualcuno, quel qualcuno doveva pregare di poter rendersi invisibile perché sarebbe stato rincorso ovunque dalla macchiata.
Rocket e Firebarrier le bloccarono braccia e gambe mentre Starspace cercava la macchia sul didietro dell'amica.
-Dingo, dove dici di averla vista, qui non c'è...
-Infatti non è una macchia, era solo un riflesso della luce sulla carrozzeria, temo di essermi sbagliato.
-Cooooosaaa?! Ti sei sbagliato?! Ma io ti smonto e ti rimonto per poi smontarti ancora!!-esclamò a quel punto Rarity.
Firebarrier le lasciò i piedi ma Rocket continuava a tenerla per il busto. Se l'avesse liberata ora per Dingo c'erano poche possibilità di sopravvivere alla giornata anche se ormai mancava poco a quella che sembrava essere la fase d'oscuramento del pianeta.
-Lasciami che lo disintegro!!!-continuava a sbraitare Rarity tirando calci e divincolandosi.
-Starspace, sarebbe l'ora del sedativo.-le fece notare Firebarrier.
-Hai ragione...-sospirò lei tirando fuori da uno scomparto un cyberpad  avvicinandosi a Rarity.
-Guarda qui tesoro, non pensare a quello stupido di Dingo ma a loro.-le mostrò ciò che aveva in mano e Rarity cambiò umore improvvisamente.
-Dammelo subito, li voglio!!-era euforica nel dirlo.
-Ti calmi allora?
-Sì sì, mi calmo, ma dammeli ti prego!!
-Accontentata.
Rarity fu lasciata e si fiondò sul cyberpad afferrandolo a due mani e iniziando a dire:-Mio mio mio mio mio...-all'infinito.
-Ma che le è preso?-chiese cautamente Bumblebee assistendo alla scena.
-Ci sta solo una cosa al mondo in grado di  calmarla.-rispose Firebarrier con un sospiro, scuotendo la testa.
-E quella cosa sono le immagini di modelli, in posa per uno dei siti più famosi di Cybertron che però è stato chiuso durante la guerra.
-Basta che le fai vedere anche una sola immagine e impazzisce, noi le usiamo come sedativo, dopo un po' che le guarda si stufa e torna ad essere “normale”.
In quel momento rientrò Sari con il suo jetpack sulle spalle.
-Mi sono persa qualcosa?
-Nulla di troppo interessante, una sfuriata di Rarity.
-Sì ma ora andiamo, Detroit è grande...

Angolo autrice
Salve, per prima cosa mi scuso per questi due mesi di inattività ma mi sono da poco segnata su DeviantArt e mi sono concentrata di più lì.
Visto che siamo in tema vi lascio il link della mia pagina, ci sono dei disegni dei personaggi di questa storia e di altre che scrivo o quantomeno provo a scrivere. http://prilla39420.deviantart.com/
Questo capitolo lo dedico a http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=472734.
Non so quando aggiornerò ancora, quindi lascio un saluto a tutti coloro che leggono.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3133730