Per sempre e poi... basta!

di Russian Sonia 1992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quello che rimane ***
Capitolo 2: *** Femme fatale... IO?!? ***
Capitolo 3: *** Vittorie, vittorie dappertutto ***
Capitolo 4: *** Cuscinate e pettegolezzi ***
Capitolo 5: *** Sarebbe impossibile già in partenza... ***
Capitolo 6: *** Rapita (in senso positivo) da un estraneo ***
Capitolo 7: *** Ogni cosa a suo tempo ***
Capitolo 8: *** Una nuova conoscenza e... una buona nuova! ***
Capitolo 9: *** Un tasto troppo dolente ***
Capitolo 10: *** Musica e speranze ***
Capitolo 11: *** Mai piangere per un verme ***
Capitolo 12: *** Il Bloody Mary della discordia (prima parte) ***
Capitolo 13: *** Il Bloody Mary della discordia (seconda parte) ***
Capitolo 14: *** Dimmi chi sei e ti dirò cosa balli ***
Capitolo 15: *** Il passato non vuole lasciarmi ***
Capitolo 16: *** Un weekend per non impazzire ***
Capitolo 17: *** Il peso della celebrità ***
Capitolo 18: *** Ci sono famiglie e famiglie ***
Capitolo 19: *** Decisioni... indecise! ***
Capitolo 20: *** Dimenticare è difficile, figuriamoci amare di nuovo! ***
Capitolo 21: *** Come un deja vu ***
Capitolo 22: *** Questo non è un sogno ***
Capitolo 23: *** Uno spiraglio di luce nella sua vita ***
Capitolo 24: *** Si vive una volta sola! ***
Capitolo 25: *** Insieme a voi sto bene ***
Capitolo 26: *** Tutte per una, una per tutte! ***
Capitolo 27: *** E passione sia! ***
Capitolo 28: *** Chiamasi complicità ***
Capitolo 29: *** La cosa più dolce ***
Capitolo 30: *** Decisioni di testa e di cuore ***
Capitolo 31: *** Svegliatemi da questo incubo! ***
Capitolo 32: *** La mia finestra sul futuro ***
Capitolo 33: *** La vita è una continua sorpresa ***
Capitolo 34: *** Al primo posto ci sei tu (prima parte) ***
Capitolo 35: *** Al primo posto ci sei tu (seconda parte) ***



Capitolo 1
*** Quello che rimane ***



 

 Quello che rimane 


11 marzo 1989

Era in corso una delle più importanti competizioni della categoria. Ogni coppia partecipante aveva le carte in regola per ottenere la vittoria.

"Hai visto come sono bravi?" domandava un ragazzino di dodici anni alla sorellina di nove.
"È vero, l'ho notato anch'io!" rispondeva felice la bambina "Spero che gli zii riescano a portare a casa la coppa del mondo. Dopo sei anni che ci provano, sarebbe una bella occasione di riscatto!"

Antoine e Gabrielle, come ogni anno, si dovevano accontentare del quarto posto, ma erano felici di aver ancora una volta dimostrato la loro bravura.

"Allora, bambini: volete dedicarvi alla danza come noi?" domandava Gabrielle ai suoi nipotini.
"Sì, la danza è qualcosa di magico ed io e Luc saremmo contenti di farne parte."  rispondeva la bambina.

 11 marzo 2014

Cosa è rimasto di quella magia che fece innamorare Magali della danza sportiva?

Quello che avrebbe potuto essere un sogno si è trasformato in una sorta di Truman Show.

Proprio così: in questa carriera danzereccia  non c'era niente di vero: false vittorie,falsi amori, persino un falso nome.
Per tutti non era che Calista LaTour, regina del panorama danzereccio televisivo, fenomeno da baraccone dato in pasto ad un pubblico affamato; per pochi intimi era solo Magali Tereccio, la bambina che sognava il brivido della
competizione e la soddisfazione di un titolo, mondiale o europeo che fosse.

Lei ora ha un solo desiderio: ritornare alla sua VERA vita e realizzare i suoi sogni di bambina.

E farà il possibile per riuscirci.

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Capitolo 2
*** Femme fatale... IO?!? ***



Ci siamo.

Un'altra puntata di quell'obbrobrio sta per cominciare.

Siamo tutti pronti per ricevere l'ennesimo, squallido, infamante verdetto del pubblico.

"Tra cinque minuti si va in scena! E niente scuse, soprattutto per te, Calista!" tuonava il presentatore, rivolgendosi a me.

Ebbene sì, da otto anni sono la stella di Glammy Dancers, il peggior varietà del terzo millennio. Inutile dire che ogni anno ne esco sempre vincitrice.

Certo, ci sarebbe anche Dan, il mio partner, ma è tutto merito mio se vinciamo sempre.

Perché tutto questo?

Perché, secondo il parere del pubblico, sono considerata una femme fatale. Ma se io sono tutto fuorché sensuale e accattivante!

Non capiscono che Calista LaTour è solo un'invenzione mediatica?

Gli uomini non si rendono conto di sbavare per un personaggio fittizio?

La risposta è sempre no; loro sono troppo ottusi per comprenderlo.

Dopo due ore e mezza, lo show è finalmente giunto al termine ed io posso rivestire i panni di Magali Tereccio.

So che è una scelta sbagliata, ma sono vincolata da questo contratto, in cui m'impongono di indossare una parrucca platinata e utilizzare atteggiamenti conturbanti, per altri due anni ed io non posso fare nulla per tirarmi fuori da questo pasticcio

A meno che...

" Signor Di Leva, posso parlarle?" domando ad uno degli autori di Glammy Dancers.

"Certamente, signorina LaTour!" lì quasi nessuno mi chiama col mio vero nome.

"Di cosa vuole parlare?" mi domanda una volta giunti nel suo ufficio.

"Ecco, io avrei bisogno di una pausa."

"Per quale motivo?"

"Fra una settimana mio fratello ha una gara importante a Bucarest ed io voglio sostenerlo da vicino." beato Luc e misera me! Almeno lui ha avuto un successo meritato.

"E poi" proseguo "Ho bisogno di un breve periodo per pensare al mio futuro e alla mia stessa vita."

"Di quanto tempo ha bisogno?"

"Almeno un anno."

"Non capisco il motivo del suo abbandono. È per caso incinta?"

"Certo che no!" infatti, quando mi capita di "concretizzare" il mio finto amore per Dan, gli chiedo sempre di usare il preservativo.

"E allora perché vuole abbandonare lo show?" tuona Di Leva.

"L'ho già detto, ho bisogno di riflettere!" rispondo spaventata.

"Faccia come crede: le concedo sei mesi di pausa, ma una volta scaduta, lei dovrà tornare qui. Sono stato chiaro?"

"Oserei dire cristallino."

Uscita dagli studi, m'imbatto nell'unica persona che mi è veramente amica.

"Magali, è vero che te ne vai per un po'?"

"È così, Simona. Starò via sei mesi e poi tornerò."

"Mi dispiace un casino!" si lamenta abbracciandomi.

In fondo, cosa saranno mai sei mesi?

Un periodo di grossi cambiamenti, voglio sperare!
,

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Capitolo 3
*** Vittorie, vittorie dappertutto ***



18 marzo 2014

Ieri sono arrivata a Bucarest, dove, fra poche ore, Luc lotterà per l'ennesimo titolo europeo.

Ogni anno, quando possibile, lo seguo in ogni gara per dargli il mio supporto.

Ma questa volta non lo farò da sola.

"WOW! Non avevo mai visto una cosa del genere!" grida Simona con stupore. Ebbene sì, ho invitato la mia compagna di sventure televisive, in modo da farle capire cosa significhi veramente la danza per me.

"Un giorno ti abituerai a tutto questo, fidati di me!" rispondo sorridendole.

"Lo so, adesso non sono che una ragazzina, ma mi piacerebbe provare le tue stesse cose in prima persona."

Simona ed io abbiamo gli stessi desideri e le stesse speranze; nonostante la differenza d'età (lei ha diciannove anni, io trentaquattro) e il diverso aspetto fisico (lei ha i capelli biondo platino e gli occhi blu, io i capelli color mogano e gli occhi castani), ci consideriamo gemelle.

"Allora, ti piace questa nuova avventura?" le domanda Angela, sua sorella maggiore.

"Certo che sì! Non vedo l'ora di vedere tuo fratello in azione!" continua rivolgendosi a me.

"Anch'io non vedo l'ora di vedere lui e Sveva ballare!"

"Toglimi una curiosità: da quanto tempo Luc balla a livello agonistico?" mi domanda Angela.

"Gareggia da quando aveva sedici anni." le rispondo amareggiata.

"E come mai non gareggi con lui? Sarebbe stato molto più semplice!" mi chiede con insistenza Simona.

"È una storia complicata che non ho voglia di raccontare."

In quel momento, incrociamo i giudici di gara; mi accorgo che uno, o meglio, una di essi mi sembra una faccia conosciuta.

"Non ci posso credere! Vengo qui per giudicare dei supercampioni e mi ritrovo quella mezza calzetta della Tereccio!"

"Anch'io sono contenta di vederti, Monreale!"

"Qual buon vento ti porta qui?" mi chiede con la sua solita acidità.

"Vento di fratello!"

" Ah, Luc! Lui sì che ci sa fare in pista, non è un fenomeno da baraccone come te!"

Il mio istinto mi consiglia di darle un pugno sul naso, ma ho preferito trattenermi e raggiungere le ragazze ai nostri posti.

"Chi sarebbe costei?" mi domanda Simona.

Prendendo un pizzico di coraggio, do loro la mia risposta: " Marcella Monreale, regina della danza sportiva dal 1993 al 2008, anno in cui dovette rinunciare alle competizioni a causa di una frattura al menisco. O almeno così dice."

"E perché la odi così tanto?" chiede Angela incuriosita.

"Ve l'ho detto: è una lunga storia."

"Narracela, ti prego!" mi supplica Simona.

"E va bene, vi racconto come sono andate le cose!

Quando avevo tredici anni, io mi sono iscritta nella stessa scuola di danza di Luc e ballavo in coppia con lui. Un giorno arrivò un esaminatore per decidere quali allievi far gareggiare nei campionati giovanili; non era la scuola di danza più prestigiosa del territorio genovese, ma davamo comunque il meglio di noi.

Quel tizio, dopo delle attente verifiche, giudicò me e Luc i più adatti a rappresentare la nostra scuola. E non solo perché eravamo gli unici stranieri, ma anche perché sapevamo adattarci ad ogni tipo di ballo.

Marcella era invidiosa di noi e fece di tutto per impedirmi di gareggiare. Volete sapere come ci è riuscita?"

"Certamente!"

"Lei aveva approfittato della mia gita scolastica di fine anno per fare il lavaggio del cervello a Luc, dicendogli che io ero la rovina della nostra scuola e che io non capivo niente di ballo. E lui le ha creduto! Anche perché era innamorato perso di lei.

Appena ho saputo di essere stata esclusa dalla competizione, mi sono arrabbiata molto con lui e non gli ho rivolto la parola per sei mesi."

"Ci dispiace molto per questa tua sventura." mi rincuora Angela.

"Ma poi hai chiuso con la danza?" mi domanda Simona.

"Ovviamente no, ho continuato a danzare, senza mai partecipare a qualunque gara importante."

"A proposito di gara, fra un po' si comincia!" incalza Simona.

La prova di gruppo consiste in una rumba; riconoscerei lo stile di mio fratello anche se fosse un estraneo. Sono contenta che sia in coppia con Sveva: lei è l'unica partner di cui non sono gelosa, perché è davvero brava. Elegante nei suoi movimenti, espressiva al punto giusto, sensuale senza essere volgare, favolosa in ogni performance.

Come previsto, Luc e Sveva sono ammessi alla prova successiva, determinante per il podio. Per loro è stato scelto il jive: un colpo basso, visto che mio fratello è un fuoriclasse in questa specialità.

Angela e Simona non credono ai propri occhi: era praticamente impossibile per gli altri ballerini riuscire a battere Luc e noi fatichiamo a seguire i suoi movimenti per come sono veloci. E non parliamo di Marcella, la quale provava rancore per essere "fuori dal giro" e accontentarsi del posto di giudice.

"Vincono, anche quest'anno, Sveva Favignani e Luc Tereccio!" annuncia il presentatore.

Mi piace quando vince Luc, perché ogni sua vittoria rappresenta una vittoria della nostra terra: la Corsica.

Finita la gara, noi lo raggiungiamo al centro della pista.

"Magali, è una gioia rivederti!"

"Anche per me. Oggi siete stati eccezionali!"

"E voi due dovreste essere Simona e Angela."

"Esatto!" risponde quest'ultima.

Dopo le varie presentazioni, Luc ci fa un annuncio importante.

"Non prendete impegni per il 19 maggio: Sveva ed io ci sposiamo!" grida colmo di felicità.

"Ma questa è una bella notizia! Mio fratello finalmente impegnato in una relazione seria!"

"Le persone cambiano col passare del tempo." afferma Luc.

"Ed io sono orgogliosa di essere l'artefice di questo cambiamento!" aggiunge Sveva "Sono certa che ci sarà qualcuno anche per te."

"Lo spero tanto."

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Capitolo 4
*** Cuscinate e pettegolezzi ***



22 marzo 2014



Finalmente sabato!



Questo significa che ci sarà un'altra serata tra amiche.



Adoro passare il sabato sera con loro, perché ogni sera non é mai la stessa. Mi spiego: decidiamo ogni volta di organizzare qualcosa di diverso, in modo da rendere le serate uniche e speciali.



Oggi, per esempio, abbiamo optato per un pigiama-party.



Erano tre mesi che non ne facevamo uno!



Ho coinvolto anche Simona e Angela, che non vedono l'ora di conoscere le altre ragazze.



"Eccoci arrivate! Mi raccomando, ricordatevi di cambiarvi le scarpe all'ingresso!"



"Va bene lo stesso se rimango coi calzini?"



"Certo, Angela."



Fortunatamente un inquilino impaziente di uscire ci ha tenuto la porta aperta, cosį ci toccava soltanto salire un piano di scale.



"Era ora! Mancavi solo tu!" grida entusiasta Camilla.



"Sono felice anch'io di vederti! Queste sono Angela e Simona; spero che possiate accoglierle come si deve."



"Sarà fatto!"



Tutte noi abbiamo accolto bene le nuove arrivate; del resto, difficilmente trattiamo male qualcuno. A meno che non si tratti della Vipera Rossa, alias Marcella Monreale.



"Di quanto è questo rigonfiamento?" domanda Simona indicando la pancia di Camilla.



"Sei mesi. Sarà un maschietto."



"Certo che stanno accadendo delle cose molto belle: a maggio le nozze di Sveva, a giugno il figlio di Camilla, cosa ci sarà d'altro da dichiarare?" constata Elisa.



"Lo so io!" interviene Renata "Lucia ha un fidanzato!"

" Dite sul serio?" chiede Viviana incredula.

"Magari sta mentendo" afferma Ursula.

" È tutto vero." è la risposta di Lucia.

"Dicci chi è!" s'incuriosisce Elisa.

" Si chiama Francesco, è un pediatra ed è di una bellezza disumana."

"Me lo consiglieresti? Sai, per il bambino..."

"Certo, Camillina mia!" risponde Lucia ridendo.

"Ma è vero che non sarai più in televisione?" mi chiede Iolanda.

"Sì, ma solo per sei mesi." rispondo annoiata.

"Coraggio, presto questo strazio finirà per sempre." mi consola Ursula abbracciandomi. Ad una ad una mi abbracciano anche le altre. Dopodiché penso a qualcosa di divertente da fare.

"Che ne dite di una battaglia di cuscini?"

"Buonissima idea!" grida Elisa soddisfatta.

"Che la battaglia abbia inizio!" ordina Viviana.

Dopo un quarto d'ora, ognuna di noi collezionava una diversa quantità di piume: Renata e Camilla non ne avevano quasi nessuna, mentre Iolanda ed io ne eravamo letteralmente sommerse.

"Hai ragione: è proprio divertente stare in questo gruppo!" afferma Angela cercando di togliere un po' di piume dai capelli.

"E questo non è niente!" aggiunge Sveva "Per divertirvi veramente, vi conviene aspettare i preparativi del mio matrimonio."

"Sono certa che sarai una sposa favolosa." dice con sicurezza Lucia.

"E la festa sarà davvero memorabile." prosegue Renata.

"Sarà un matrimonio speciale, che si addice perfettamente a voi." conclude Camilla.

"Grazie a tutte. E grazie anche a te, Ursula: il tuo vestito rosso con le frange mi ha portato tanta fortuna durante la gara."

"Figurati, è solo un mio piccolo pensiero."













Eccoci qua!

Qui conosciamo le amiche di Magali. Per aiutarvi con l'immaginazione, sapete che:

- Sveva ha i capelli neri a caschetto, dotati di un'elegante frangetta;

- Anche Viviana ha la frangetta, ma ha i capelli lunghi e la carnagione più scura rispetto a quella di Sveva;

- Angela e Simona hanno i capelli biondo platino, mentre quelli di Renata sono biondo dorato;

- Iolanda è l'unica ragazza di colore;

- Elisa e Lucia sono castane e sono le uniche maggiorate;

- Camilla è l'unica (oltre Magali) ad avere i capelli ricci naturali ed è anche lei castana;

- Ursula ha i capelli castano chiaro e gli occhi grigi.

Detto questo, spero che la mia storia vi sia piaciuta fino a questo capitolo.

Un bacio.

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Capitolo 5
*** Sarebbe impossibile già in partenza... ***



23 marzo 2014

"Ragazze, la colazione è quasi pronta!" a gridare queste parole è una Sveva con la modalità "sposina raggiante" già inserita.

Pian pianino ci svegliamo tutte quante, dirigendoci prima verso il bagno e in seguito verso la cucina, dove ci aspettavano vassoi colmi di brioches e tazze colme di caffè e cioccolata.

Dopo aver goduto in silenzio di tutto questo ben d'Iddio, Elisa si azzarda a proferire parola: "Avete voglia di un altro gioco?"

"Va bene, purché sia abbastanza divertente!" le risponde Simona.

"Si tratta di un gioco molto semplice: dovete scomporre in sillabe il vostro nome, individuare in esso una targa automobilistica e dire se siete state o meno nella città in questione."

"Sembra complicato, ma non ci dispiacerebbe provarlo." afferma Lucia a nome di tutte.

"Inizio io. E-LI-SA: a LIvorno sono andata per i diciotto anni di mia cugina, mentre a SAlerno sono andata in vacanza la scorsa estate; inutile dire che ero col mio ragazzo,no?"

"D'accordo, ci provo. LU-CIA: non sono mai stata a LUcca, che delusione!"

"Ti ci porto io!" si propone Viviana "Conosco la Toscana meglio delle mie scarpe."

"Grazie." le risponde Lucia.

"Continuiamo col gioco. SVE-VA: sono stata a VArese, ma ero troppo piccola perché io me lo possa ricordare."

"CA-MIL-LA: due estati fa sono andata a CAgliari con alcuni amici, durante le tre settimane del nostro Sardinia coast-to-coast !"

"SI-MO-NA: a SIena sono andata l'anno scorso per il palio, poiché mi piace molto l'equitazione; a MOdena sono andata in gita scolastica in quinta ginnasio, mentre a NApoli vado ogni anno per le vacanze di pasqua."

"VI-VI-A-NA: non sono mai stata a VIcenza, ma vorrei andarci per vedere se sono davvero mangiagatti come dicono, invece sono andata a NApoli per il viaggio post-maturità."

"Che tristezza, non contengo neanche una città!" si lamenta Ursula.

"Siamo in due!" le fa eco Iolanda.

"RE-NA-TA: a quanto pare, NApoli è gettonatissima, visto che ci sono andata pure io. Inoltre ogni Natale vado a Reggio Emilia, mentre trascorro ogni pasqua in quel di TAranto."

"AN-GE-LA: le scorse vacanze le ho passate ad ANcona, mentre adesso sono a GEnova."

"Manco solo io! MA-GA-LI: l'unica città che contengo è LIvorno ed io non ci sono mai andata!"

" Te la consiglio ad occhi chiusi: è il posto ideale per cominciare una nuova vita." propone una Viviana in modalità "guida turistica della Toscana e dintorni".

" Lì si respira un'aria piacevole." aggiunge Camilla.

"E magari troverai l'amore della tua vita." conclude Lucia ottimisticamente.

" Per quanto mi faccia impazzire il dialetto toscano, non credo che esista un uomo capace di sopportarmi per tutta la vita." rispondo mestamente.

"Non è detto: ci sarà qualcuno in grado di accettarti per ciò che sei e non per ciò che appari." tenta di consolarmi Camilla.

" Non ci sarà, fidatevi di me."

*************

Magali cara, perché sei così pessimista? Sarà perché gli uomini desiderano "Calista" e non te?

Non preoccuparti: come autrice, ho il diritto di donarti la felicità che cerchi da tanto tempo.

E voi, lettori, cosa ne dite?

Ai prossimi capitoli l'ardua sentenza!

Un bacio.

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Capitolo 6
*** Rapita (in senso positivo) da un estraneo ***



25 marzo 2014




Sono pronta per affrontare, dopo ben otto anni, il mio primo martedì libero da quella tortura televisiva.

Dato che dovrò stare via per sei mesi, ho preparato ben tre valige: una per i "sopra", una per i "sotto" ed una per I vestiti interi; inoltre ho un borsone per le scarpe ed uno zainetto con tutto il necessario per la cura di me stessa.

Ad aspettarmi c'è Viviana, la quale mi guiderà per tutto il tragitto.

"Questo convoglio effettuerà una fermata intermedia, barbaramente nota come Autogrill, in cui è possibile rifocillarci e... svuotarci!" annuncia spiritosamente la mia guida mentre caricava I miei bagagli all'interno della sua Yaris rossa.

Una volta salite in macchina e impostato il navigatore satellitare, diamo inizio a questa trasferta livornese.

Per nostra fortuna, la A12 non è eccessivamente trafficata, in modo da poter sostare a mezzogiorno esatto.

"Dovrebbero fare le olimpiadi di pennichella da viaggio: tu non solo vinceresti, ma batteresti ogni record!" mi punzecchia Viviana, una volta arrivate all'area di servizio Versilia.

"Potrei anche diventare famosa per quello!" le rispondo altrettanto spiritosamente.

"Allora, desideri un panino o preferisci un pranzo completo?"

"Pranzo completo, così possiamo anche chiaccherare un po'."

Dopo esserci procurate il pranzo, la mia guida inizia l'interrogatorio: "Cosa ti ha detto di preciso questo tizio?" mi domanda riferendosi all'affittacamere a cui ho telefonato ieri.

"Dapprima è rimasto basito riguardo alla mia lunga permanenza, ma poi si è dimostrato disponibile e mi ha detto che per lui non c'è problema."

"E gli altri clienti? Non si saranno lamentati di questa circostanza?"

"Lui mi ha detto che non riceve prenotazioni da tre o quattro mesi, perciò mi ha detto che posso stare quanto mi va."

"Deduco che gli affari non vadano molto bene."

"Esatto! Però non so se posso fidarmi di lui: è così strano..."

"Strano come?" mi chiede sbigottita.

"Ha detto che mi farà trovare la chiave della mia stanza sul ripiano dell'ingresso, perché - ecco la cosa strana - non vuole che io lo guardi in faccia."

"Maremma ladruncola! E tu hai accettato?"

"Certamente! Vorrei scoprire il motivo di questa reticenza."

"Forse è uno psicopatico che vuole tagliarti in mille pezzi, oppure è fidanzato e la sua donna è talmente gelosa della tua presenza al punto da non farvi incontrare, o magari è una donna che si finge uomo per poter ospitare altre donne."

"Adoro parlare con te, perché fornisci ipotesi di ogni sorta per qualsiasi dubbio."

"La mia braccino-corto!" grida alzandosi da tavola e abbracciandomi.

"La mia donna-cacciucco!" grido ricambiando l'abbraccio.

Finito il pranzo e soddisfatto i nostri bisogni fisiologici, siamo pronte per ripartire.

Nel mentre, mando un messaggio all'affittacamere:

" Arrivo tra una mezz'oretta. Fammi trovare le chiavi sul ripiano. A dopo. Magali."

La risposta non tarda ad arrivare:

"D'accordo. Ci si sente al tuo arrivo. A dopo. "

"Che razza di troglodita! Non ti ha nemmeno detto il suo nome!". constata Viviana mentre paga il pedaggio.

"Forse lo fa perché non vuole troppa confidenza con i propri clienti." deduco utilizzando una delle ipotesi Viviana-style.

"L'allieva ha superato la maestra! Sei ufficialmente nella mia lista dei preferiti!"

" Erano cinque anni che aspettavo questa frase!" sospiro con entusiasmo.

Dopo qualche percorso sbagliato (maledicendo puntualmente il navigatore) arriviamo alle quattro meno un quarto nella zona portuale, dove è ubicato "l'appartamento del mistero", come verrà soprannominato da questo momento in avanti.

"Vuoi che ti accompagni?"

"Ti ringrazio, ma entro da sola. Però ti consiglio di rimanere nei paraggi, così puoi sbriciolare il proprietario qualora volesse picchiarmi o farmi di peggio."

"Sarà fatto, bellezza! Finirà con l'avere paura di me!"




Attento, tipo misterioso: prova a fare del male a Magali e verrai ridotto ad un quadro di Picasso per mano di Viviana!



Piccola spiegazione: Magali sarà pure corsa, ma è praticamente genovese ad honorem, donde il soprannome "braccino-corto".



A presto con il prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Ogni cosa a suo tempo ***



Quarto piano.

È là che sono diretta.

Oltre la porta a sinistra c'è l'inizio di una nuova vita.

Esito un po' nel suonare il campanello, ma non ricevo alcuna risposta.

"Sarà uscito un attimo." penso senza sosta, finché il proprietario non si decide ad aprirmi.

"Entra, le chiavi sono pronte! E non guardarmi!"

"D'accordo, ma prima vorrei sapere una cosa."

"Dimmi pure."

"Hai intenzione di uccidermi o di farmi del male? Al piano di sotto c'è un mostro in salopette grigia che non vede l'ora di torturarti!"

"Certo che no! Fare del male a una donna è l'ultima azione che mi verrebbe di compiere!"

"Dici sul serio?"

"Ne sono più che sicuro!"

Capito che lui non è un mostro, mi accingo ad entrare e prendere le chiavi.

"È la porta alla tua destra!" grida la voce.

Giro la chiave più lunga nella toppa ed entro nella mia stanza. Più che ad una stanza, assomiglia ad un mini-appartamento: al centro vi è un letto matrimoniale con lenzuola e federe gialle; a destra di esso si trova una piccola cucina dotata di fornello a induzione; più avanti si trova la cosiddetta "sala da pranzo", costituita di un tavolino nero e da tre sedie dello stesso colore; a sinistra c'è un piccolo mobile con sopra un televisorino al plasma; tra il letto e la cucina si trova uno scaffale bianco, pieno di riviste e guide turistiche scritte in tutte le lingue possibili; infine, davanti al letto, si trova una porta dietro la quale si presume esserci il bagno.

"Deve averla pulita e riordinata prima del mio arrivo!" è il mio pensiero "Ora vediamo il bagno."

Anche quello è messo bene: a sinistra del lavandino si trova una doccia piuttosto capiente; davanti ad essa c'è la lavasciuga, ideale per il bucato della settimana; e il gabinetto è decisamente bizzarro: il suo coperchio, infatti, funge anche da bidet, ideale per gli stranieri curiosi.

Dopo aver sistemato le cose che ho portato, mando un messaggio a Viviana:"Che ne dici se andiamo insieme al supermercato? Hai certamente bisogno di relax prima di ripartire. Magali."

Dopo qualche minuto, ecco la risposta:"Certo, mi fa molto piacere. Viviana."

Prima di uscire, chiedo qualche informazione al proprietario: "Ti dispiace se lascio un piccolo anticipo di venti euro?"

"Al contrario, mi fa piacere, sei proprio gentile!"

Una volta scesa, raggiungo una Viviana preoccupata.

"Ti ha fatto qualcosa di male?"

"Per niente. Si è rintanato nella sua casa subito dopo avermi aperto."

Il supermercato è parecchio distante, così ho avuto il tempo di ascoltare le avventure di Viviana nel Granducato. E alcune sono al limite dell'assurdo!

"Hai davvero visto un fantasma zoppo?"

"Sì! Pur avendo solo dieci anni, ero meno spaventata dei miei cugini più grandi, I quali staranno ancora ridendo della mia chiaccherata col fantasma."

"Immagino."

Una volta entrate, facciamo mente locale di quello che mi serve.

"Stasera ho intenzione di preparare un bel risotto coi funghi, perciò riso e funghi sono più che necessari."

"E poi cosa vuoi comprare?"

"Di sicuro il caffè, anche se non ho visto una caffettiera da nessuna parte."

"Puoi sempre chiedere a Mister Ugabuga di prestarti la sua!" mi propone spiritosamente Viviana.

"Ho notato che il frigo non è molto capiente, perciò comprerò il necessario per non trasformarlo nella borsa di Mary Poppins. E poi mi servirà un detersivo e un bell'ammorbidente, e anche docciaschiuma, shampoo e detergente intimo."

Dopo aver effettuato i nostri acquisti, ci dirigiamo alla cassa.

"Ma fanno la fila tutti qui?" mi lamento.

"Era l'unica cassa aperta." constata Viviana.

"Sto pensando a Mister Ugabuga, come lo chiami tu: mi chiedo come sia fatto fisicamente, quale sia il suo lavoro, cosa gli piaccia fare nel tempo libero, quale sia il suo nome..."

"Avrai sei mesi di tempo per trovare tutte le risposte che vuoi. Almeno sai che non vivi da un aguzzino!"

"Questo mi è di gran conforto."

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Capitolo 8
*** Una nuova conoscenza e... una buona nuova! ***



26 marzo 2014

Inizia un nuovo giorno e un raggio di sole filtra dalla finestra...

Un momento: quale finestra?

Ah, dimenticavo: la luce proviene dalla lampada che ho lasciato accesa.

Mi rattrista il fatto che non ci siano finestre nella mia camera; anzi, una c'è, ma si trova in bagno.

Approfitto della mia doccia mattutina per vedere che tempo fa oggi. Come previsto, si affaccia un pallido sole.

Finita la doccia, mi accorgo di una scatola posizionata sul tavolo; essa contiene una caffettiera ed un biglietto, sul quale si trova scritto questo: "Nella fretta di riordinare, mi sono dimenticato di comprartene una, così ti ho prestato la mia. A presto."

In cuor mio, sapevo che Mister Ugabuga (ormai il soprannome di Viviana è entrato nel mio vocabolario!) nascondesse un animo gentile.

Dopo aver preso il caffè, preparo la mia tenuta da corsa: intimo sportivo bianco, polo rosa pallido, tuta grigio scuro, calze e scarpe da running bianche.

Prima di uscire, chiedo al mio affittuario: "Dove posso trovare un parco pubblico dove poter correre?"

"Puoi sempre andare sulla Terrazza Mascagni: è abbastanza grande per una corsetta!"

"Grazie mille!"

Arrivata al punto stabilito, mi lego i capelli, mi metto le cuffie, accendo l'Ipod e inizio la mia corsa.

Correre mi piace molto, perché mi aiuta a dimenticare I brutti pensieri, anche se a volte non ci riesco.

A un certo punto, mi accorgo di un nugolo di gente che cammina in direzione del centro.

Incuriosita da ciò, mi dirigo anch'io da quella parte.

Facendomi un varco tra quella misera folla, noto un ragazzo su una panchina, intento a suonare la chitarra. Togliendomi le cuffie, sento che sta suonando "Englishman in New York", una delle mie canzoni preferite.

Al termine della canzone, mi avvicino a lui e gli chiedo: "Posso sedermi qui?"

Egli mi sorride e mi risponde: "Certo, non ci sono problemi!"

"Da quanto tempo suoni qui?"

"Sono già due anni; vengo qui due mattine a settimana, appena prima di andare a Pisa a studiare."

"Ti ho sentito e, secondo il mio modesto parere, sei decisamente bravo."

"Grazie, tu mi lusinghi troppo! A proposito, io sono Riccardo. Tu come ti chiami?"

"Magali."

"E cosa fai di interessante?"

"Ballo."

"Che genere di ballo?"

"Latini e Standard, ma non a livello agonistico."

"Forte! Io per tre anni ho praticato hip-hop, ma poi ho scoperto una maggiore propensione al canto e alla musica. Cosa ti andrebbe di ballare?"

"Adesso?"

"Sì, adesso e davanti a questa gente."

"In questo momento, non mi dispiacerebbe provare un bel samba. Conosci "Mas que nada"? È più una bossa nova, ma il ritmo si adatta anche al samba."

"Conosco quella canzone. Proviamo!"

In men che non si dica, eccomi a provare dei veri passi di danza in una terrazza affollata. Ci sono balli di coppia fatti per essere eseguiti anche individualmente e il samba è uno di questi.

Man mano che eseguivo la coreografia, la gente che passava si fermava a guardarmi, restando sbalordita dalla mia scioltezza nei movimenti. E, finita la musica, non potevano fare a meno di donarmi un applauso.

"Fra quanto ci rivediamo qui?" chiedo a Riccardo.

"Ci rivedremo dopodomani, così potresti anche insegnarmi qualche ballo dei tuoi."

Tornata in camera, noto una chiamata persa sul mio cellulare: era Simona.

Decido di richiamarla ed ella non tarda certo a rispondermi.

"Buone notizie in arrivo! Gli autori si sono molto lamentati della tua assenza, la quale ha causato un vertiginoso calo degli ascolti."

"Morale della favola?"

"Ebbene, Di Leva e company hanno deciso che, se gli ascolti continueranno a precipitare, chiuderanno per sempre Glammy Dancers! Non sei contenta?"

"Eccome se lo sono!" non riesco a credere che il mio odiatissimo programma potesse giungere ad una cancellazione definitiva. Finalmente una vittoria morale per me!

Per i curiosi: Riccardo non è l'uomo del mistero, ma tornerà nei prossimi capitoli, statene certi!

Un bacio e alla prossima!

Russian

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Capitolo 9
*** Un tasto troppo dolente ***



30 marzo 2014

Ringrazio chi ha inventato la domenica, l'unico giorno in cui puoi dormire fino a tardi senza preoccuparti della tua routine.

È bello essere circondata dai colori caldi delle coperte, dalla meraviglia del soffitto, dal cellulare che squilla... DAL CELLULARE CHE SQUILLA?!?

Ma chi rompe le scatole di prima mattina, per di più di domenica?

"Pronto?"

"Ciao, Calista, che piacere sentirti dopo tanto tempo!" mi risponde una voce suadente, o che cerca di esserlo.

"Dan?"

"Sono proprio io, cocca! Come te la passi?"

"Piuttosto bene!" rispondo strabuzzando gli occhi.

"Io invece mi sento uno straccio! E vuoi sapere il perché?"

"Non lo so: spara!"

La risposta del mio futuro ex partner mi lascia completamente spiazzata:

"Perché mi manchi tantissimo, amore mio! Mi manca la tua voce, mi manca il tuo corpo, mi mancano le tue labbra, mi manchi tu!"

"Senti, Dan, ti do una pessima notizia: non provo le stesse cose che tu provi per me! Stai soltanto confondendo la finzione del tubo catodico con la realtà che ci circonda! Lo capisci?"

"Ma io ti amo, Calista! Siamo destinati a stare insieme!"

"Non lo siamo affatto! Sono gli autori ad aver messo nel loro copione questa cosa!"

"Come puoi pensare queste cose? Abbiamo anche fatto l'amore!"

"Abbiamo fatto sesso, semmai: io non ho mai provato niente per te, nè mai lo proverò!"

"Sei proprio ingrata!"

"No, sono ragionevole, che è diverso!"

"Un giorno ti pentirai di quello che hai detto! Hai ferito i miei sentimenti! Addio, Magali!"

"Addio, Vincenzo!"

Dopo questo terzo grado, mi riesce difficile riprendere sonno.

Come è possibile che il mio partner di "ballo da baraccone" si sia innamorato di me?

Come fa a non accorgersi che la nostra love story non è altro che una messinscena?

La risposta è semplice: perché lui ha il cervello di un celenterato e non riesce a distinguere cosa è vero e cosa no; insomma, rispecchia gli spettatori maschi pazzi di me.

Nel pomeriggio, racconto alle mie amiche di questa telefonata e di come mi abbia demoralizzato.

"Ti ha detto di essere innamorato di te?" mi domanda Ursula.

"Sì, ha anche cercato di abbindolarmi con delle melensaggini da quattro soldi!" rispondo scocciata.

"Si vede che non ha un minimo di sale in zucca!" constata Ursula.

"Per curiosità: quanti anni ha?" mi chiede Angela, mentre Simona le risponde: "Credo che ne abbia ventisette o ventotto. Non ricordo bene la sua età."

"Quasi ventotto." rispondo loro.

"Essendo un ragazzino, dovrebbe invaghirsi di una della sua età, non di un'ultratrentenne!" afferma Elisa.

"Ma ha preferito ripiegare su di te, perché, restando fedeli al tuo pseudonimo, sei la più bella del gruppo." conclude Camilla.

"Adesso vado e tolgo il suo numero dalla mia rubrica!"

"Brava, Magali! Fallo sentire un verme!" mi appoggia Simona, seguita a ruota da tutte le altre.

Dopo aver chiaccherato un po' del più e del meno, chiudo Skype e prendo una rivista dallo scaffale. Fortunatamente non si trattava di un giornale scandalistico, altrimenti avrei trovato qualche articolo su me e Dan/Vincenzo.

A un certo punto, mi accorgo di un biglietto vicino alla porta.

Incuriosita, mi alzo e vado a raccoglierlo, poi lo apro.

" Stamattina ti ho sentita litigare al telefono con qualcuno e mi sono preoccupato moltissimo. Ti andrebbe di parlarne con me? Magari domani sera a cena? Io voglio vederti. " recita il messaggio.

Continuo a leggerlo e rileggerlo, soffermandomi sull'ultima frase: "Io voglio vederti", come se lui avesse deciso di rompere gli schemi, facendomi entrare a casa sua, nella sua vita.

Dopo varie riletture, prendo un altro biglietto, sul quale scrivo il seguente messaggio:

" Accetto con piacere il tuo invito. Anch'io voglio vederti. Ci vediamo domani sera a casa tua. Magali."

Ci siamo! Il capitolo che state aspettando verrà pubblicato prossimamente!

Avete già in mente l'identità dell'uomo misterioso?

Intanto, spero vi sia piaciuto questo capitolo, dove è evidente l'odio di Magali per Vincenzo (o preferite Dan?) e l'affetto delle amiche di lei.

Dimenticavo: Calista significa "la più bella" in greco; è un nome adatto per un personaggio fittizio, non trovate?

Un bacio.

Russian

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Capitolo 10
*** Musica e speranze ***



31 marzo 2014

Sono letteralmente in ansia per stasera.

Non sapendo che faccia abbia il mio affittuario, non so come vestirmi, come comportarmi, cosa fare, niente!

Non so neanche a quale amica chiedere aiuto!

Visto che c'è di mezzo un uomo, potrei chiedere a Lucia, essendo quella con più esperienza in questo campo; e se non fosse un uomo? Calmati, Magali, niente paranoie!

Va bene: chiamo Lucia. Lei saprà darmi qualche suggerimento.

"Ciao, Magali!"

"Ciao, Lucia! Ho veramente bisogno del tuo aiuto!"

"Sono qui per te! E siccome ti stai rivolgendo a me..."

"... C'è di mezzo un maschietto!"

"Proprio così! È dai tempi del liceo che hai quest'abitudine! Chi è il fortunato?"

"Hai presente l'uomo del mistero?"

"Mi sembra ovvio! È quasi una settimana che ci poniamo delle domande su di lui!"

"Mi ha invitato a cena! L'appuntamento è per stasera ed io sono al punto di partenza! Sono sull'orlo della disperazione!"

"D'accordo, ti darò qualche dritta!

Punto primo: niente vestiti sexy. Solitamente, durante il primo appuntamento non succede praticamente niente, specie se esci con uno di cui conosci solo la voce!"

"Questo me l'aspettavo, visto che non ho niente di sexy!"

"Punto secondo: non snocciolargli immediatamente la tua vita privata! Così facendo, finirai per annoiarlo!"

"Questo non ha senso! Se mi ha invitato a cena, è perché ha sentito la mia litigata con Dan di ieri mattina!"

"D'accordo, passiamo direttamente al punto terzo: sii te stessa e cerca di rilassarti! Gli uomini non amano uscire con una donna visibilmente stressata, perché diminuisce in loro il desiderio di poterla vedere una seconda volta! Hai capito l'antifona?"

"Certo! Grazie, Lucia, mi sei stata utile!"

"Figurati, è stato un piacere!"

Dopo la telefonata, sono ancora ansiosa, ma meno di prima.

Sono quasi le sette: sarà meglio che inizi a prepararmi.

Dopo una doccia rilassante, faccio mente locale sulla mise da sfoggiare.

Troppo lungo, troppo corto, troppo glitterato (uno dei miei costumi di scena è finito per sbaglio in valigia), troppo scollato... non c'era niente di appropriato!

Alla fine sono riuscita a trovare qualcosa che fa al caso mio: un abito beige con scollo a barca e ricami di tonalità più scure, lungo fin sotto il ginocchio, regalatomi da Camilla per il mio trentesimo compleanno e mai indossato prima d'ora.

Completo il look con delle scarpe blu fumè con tacco basso e cinturino; decido inoltre di non truccarmi e non mettere dei gioielli.

Do una sistemata ai capelli e posso dirmi pronta per entrare nella tana del lupo.

Nell'attesa, scrivo un messaggio sul cellulare: "Io sono già pronta. Fra quanto posso venire? Magali."

Qualche minuto dopo, ecco la risposta: "Fatti trovare dalle mie parti verso le otto e mezza. Ho ancora tante cose da sistemare. A dopo."

In questo lasso di tempo, mi pongo altre domande: e se ci fossero altre persone? E se volesse vedermi e poi buttarmi giù dal balcone? E se non volesse vedermi veramente? Si farà finalmente guardare in faccia?

Le otto e mezza arrivano senza che me ne accorgessi, così mi decido a uscire dalla mia camera.

Sul pavimento vicino alla porta si trova una piccola chiave, con sotto un biglietto. Esso recita:"Questa è la chiave d'emergenza che affido agli ospiti. Ti aspetto sulla terrazza."

Ancora incredula circa quello che sta per accadere, mi accingo ad aprire la porta.

La casa del mio affittuario (si spera) non più misterioso è abbastanza spaziosa, con una predominanza del bianco sulle pareti e sugli arredi. Per farmi sentire a mio agio, lui ha messo su un po' di musica.

"Finalmente sei arrivata!" grida una voce in lontananza.

Mi dirigo verso la terrazza, dove scorgo un tavolino minuziosamente apparecchiato per due persone. Noto che anche lui (di cui non riesco a vedere il volto, forse a causa della debole luce delle lampadine) non si è preoccupato di fare conquiste; infatti indossa una semplice giacca nera, una camicia bianca completamente abbottonata, un paio di banalissimi jeans risvoltati e delle scarpe da ginnastica bianche.

"Scusami se ci ho messo più del dovuto, ma ero leggermente sovrappensiero per quest'incontro ed ho anche pensato di disdire all'ultimo minuto. Spero che tu non sia infastidito dalla mia presenza."

"Al contrario! Sono felice che tu sia qui stasera." risponde facendomi accomodare.

"Mi fa piacere saperti entusiasta della mia compagnia. Sai, ho molte cose da dirti..."

"Anch'io ho di cui raccontarti, ma prima noi si mangia!"

"Giusto, so benissimo che per voi toscani il cibo è sacro." Lo credo bene: frequento Viviana da cinque anni!

Mentre ceniamo, mi soffermo sui connotati del mio interlocutore: egli ha i capelli di un castano molto intenso e lievemente scompigliati, come se si fosse dimenticato di pettinarli; gli occhi sono di un azzurro chiarissimo e, nonostante il colore freddo, mi trasmettono calore e sicurezza; il mento è coperto da un leggero pizzetto, dal quale s'intravedono delle labbra piccole e carnosette ed un sorriso pieno di dolcezza; guardando più in basso, noto che ha alcune dita piene di anelli e vari bracciali che adornano i suoi polsi.

"Allora, ti è piaciuta la cena? Prima di rispondere, ti ricordo che ho cucinato io."

"Allora mi adeguo alla tua richiesta. Sei un cuoco veramente formidabile."

"Ti ringrazio, mia cara... qual è il tuo nome?"

"Magali." gli rispondo porgendogli la mano.

"Hai davvero un bel nome! Mi garba da morire!"

"Grazie di cuore! Tu, invece, come ti chiami?"

"Io sono Cristian e sono felice di conoscerti." mi risponde porgendomi la sua mano.

"Cosa fai di bello, a parte gestire questa specie di Bed&Breakfast?"

"A dir la verità, questo è il mio secondo lavoro." risponde ridendo, poi aggiunge: "Come prima attività, faccio il tatuatore; mi piace capire cosa desiderano i miei clienti ancor prima che loro mi chiedano cosa imprimere sulla propria pelle."

"Affascinante!" replico sbalordita "Sarà un luogo comune, ma immagino che tu, oltre che tatuatore, sia anche tatuato."

"Immagini bene! Te li farò vedere un giorno, ma non oggi e non tutti."

"D'accordo, rispetto la tua volontà. Da quanto tempo affitti quella camera ai turisti?"

"Sono già due anni e mezzo che svolgo questa attività."

"Quando sono entrata, ho notato dei giocattoli: vengono spesso delle famiglie con bambini piccoli?"

"A dire il vero, quelli sono dei miei nipoti. Loro vengono a trovarmi una volta al mese. Tornando al mio secondo lavoro, affitto spesso la camera, che ora è tua, a delle coppiette di sposi che vogliono una luna di miele economica. E la maggior parte di esse scoppia almeno un giorno prima del ritorno."

"Prima hai parlato di nipoti: hai fratelli o sorelle?"

"Due sorelle. La maggiore è la madre dei miei nipoti, invece la minore mi manda in paranoia ogni giorno."

"Cosa ti fa di strano?" gli domando visibilmente incuriosita.

"Ti spiego che le mie sorelle sono ognuna l'opposto dell'altra: Barbara, che sarebbe la maggiore, è concreta e razionale, nonché un'ottima moglie e una madre affidabile."

"E tu sei uno zio affidabile?"

"Certamente. Barbara si fida più di me che di Milena; quest'ultima, oltre a essere una pessima zia, si vanta di essere la più bella di tutte ed è convinta che io non sia affatto attraente. Io ho seguito troppo questa sua convinzione; di conseguenza, ogni volta che una donna sola..."

"Nel senso di "non accompagnata", vero?"

"Giusto! Dicevo: ogni volta che una donna sola si presentava qui, io mi trovavo costretto a non farmi vedere da loro. Ma, da un po' di tempo, mi ero stufato di questa bizzarria; così ero in attesa di qualcosa che mi facesse dimenticare le convinzioni di Milena."

"E quel qualcosa è arrivato ieri mattina."

"A proposito di questo, volevo chiederti il perché di quella lite furibonda."

"È una storia lunga e complicata." dico sospirando.

"Ho abbastanza tempo per ascoltarti." Dopo quest'ultima frase, sento le prime note di "Controvento" e, ispirata da quella canzone, gli racconto la mia sventura."

"Da piccola sognavo di fare la ballerina ed io e mio fratello facevamo di tutto affinché quel sogno potesse avverarsi. Ho tentato di gareggiare per la categoria Dieci Balli quando io avevo tredici anni e lui sedici, ma una mia compagna ha infangato la mia carriera danzereccia ed ha gareggiato al mio posto.

In seguito ho cercato di entrare nella sezione professionisti della federazione, in modo da poter partecipare a tutte le competizioni della mia categoria. Le mie richieste non venivano tenute in considerazione; un giorno, otto anni fa, un tizio mi ha chiesto di partecipare ad una gara di grande rilievo, valevole per le qualificazioni alla finale del campionato europeo."

"Poi cosa è successo?" mi domanda Cristian.

"Ho scoperto che il tizio mi aveva ingannata: in realtà era l'autore di uno show televisivo in fase di sperimentazione, in cui i ballerini dovevano gareggiare in coppia e fare il possibile per conquistare il favore del pubblico, decretando una coppia vincitrice. Il bello è che vince sempre la stessa coppia, ovvero quella formata da Dan Saint-Germain e Calista LaTour. E vuoi sapere la cosa più tragica di tutto questo? Calista LaTour sono io!"

Cristian mi guarda con perplessità ed io mi aspetto che mi gridi: "Fuori da casa mia! E non tentare di tornare!", ma la risposta è un'altra:

"Sono dispiaciuto del fatto che tu debba subire queste umiliazioni ogni anno. Perché non sei scappata prima?"

"Perché il contratto non me lo permette. Prima di ottenere questo semestre di pausa, ottenuto faticosamente,potevo assentarmi dal programma solo per assistere mio fratello nelle competizioni importanti."

"Parlami un po' di questo Dan."

"Secondo il contratto, Dan, che in realtà si chiama Vincenzo, non doveva essere il mio partner solo nel ballo, ma doveva essere anche il mio fidanzato. Eravamo costretti a comportarci come una vera coppietta, scambiandoci baci e... puoi solo intuire cosa facevamo una notte ogni tanto!

Ieri lui mi ha telefonato ed è convinto di provare veri sentimenti per me; gli ho spiegato che è tutto finto, ma lui non vuole capire." concludo sconsolata.

"Non per essere indiscreto, ma ti chiedo se tu abbia mai avuto un vero fidanzato."

"Ovviamente no! Gli uomini erano più interessati al personaggio che alla persona."

"Ascoltami bene: prima o poi questo tuo supplizio dovrà giungere alla parola "fine", non credi?"

"Lo spero e continuerò a sperarlo."

"Ecco cosa vedo in te: una donna speranzosa, ma allo stesso tempo risoluta, che continua a credere nei suoi sogni d'infanzia nonostante le circostanze sfavorevoli." così dicendo, Cristian mi accarezza la guancia sinistra, come per asciugare delle lacrime metaforiche.

"Senti, io sono proprio stanca. Ci rivedremo nei prossimi giorni?"

"Non dubitare di questo."

Finalmente si conoscono! Che ne dite di festeggiare? Magari non con dello spumante, visto che sono astemia.

Ma non pensiamo a me e concentriamoci sul capitolo: innanzitutto, i miei protagonisti non sono una Mary Sue e un Gary Stu, ma due persone dotate di una bellezza più... normale, ecco!

So che dopo questa mia affermazione vorreste abbandonare la mia storia, ma non intendo omologarmi alle classiche storie modello "ci conosciamo, il giorno dopo scopiamo e il giorno dopo ancora già ti amo", nè tantomeno a quelle modello "ti amo anche se mi hai stuprata"!

Piccola spiegazione tecnica: per "Dieci Balli" s'intende la combinata dei cinque balli latini (rumba, samba, cha cha cha, paso doble e jive) e dei cinque balli standard (valzer inglese, tango, fox trot, quick step e slow fox), cosa in cui la nostra Magali è praticamente una fuoriclasse.

"Risolverò magari poco o niente, ma ci sarò e questo è l'importante"; è per via di questa frase che ho deciso di affidare ad Arisa ed alla sua "Controvento" il sottofondo del racconto di Magali. Tale frase rispecchia anche il futuro ruolo di Cristian.

Detto questo, spero che questo primo appuntamento vi sia (per dirla con il nostro Cristian) "garbato".

A presto.

Russian.

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Capitolo 11
*** Mai piangere per un verme ***



5 aprile 2014

"Allora, cosa ci dici di lunedì scorso?" mi domanda Lucia in tono inquisitorio.

"Sono cinque giorni che non ti fai viva! Dacci questa piccola soddisfazione!" insiste Sveva.

"Quando saremo arrivate, vi dirò tutto." rispondo senza esitare.

Oggi abbiamo organizzato una serata in stile country e ci stiamo dirigendo verso un localino in prossimità della periferia. Ci tengo a precisare che siamo solo io, Lucia, Viviana, Sveva e Angela; infatti le altre non sono potute venire fin qui a causa di questo o quell'altro impegno.

Bene bene, chi è il signorino che ha fatto tribolare la nostra francesina preferita?" chiede Angela.

"Fuori i dettagli! Vogliamo sapere tutto!" prosegue Lucia.

"Mettevi comode, fanciulle! Mentre voi ordinate la vostra carne alla griglia, io vi narrerò quello che è successo."

"Ti ascoltiamo con molta attenzione!" replica Viviana.

"Si chiama Cristian ed ha più o meno la mia età. Mi ha preso in simpatia da quando ho messo piede a casa sua."

"E poi?" domanda Sveva.

"Sa cucinare e, avendo tre nipoti, sa come gestire i bambini."

"Qualcos'altro su di lui?" insiste Viviana.

"Non si faceva guardare da me per colpa di una delle sue sorelle, la quale lo crede brutto, ma per me è bellissimo." quest'ultima frase è accompagnata da un sospiro.

"Quindi lui ti piace?" mi chiede Angela.

"Si conoscono da quasi due settimane, si guardano in faccia da cinque giorni e tu le chiedi se le piace? È troppo prematuro!"

"Lucia ha ragione: è troppo presto per farmi questo genere di domande."

Ad un tratto, sentiamo una voce gridare: "Ragazze, ci siamo anche noi!"

Ci voltiamo dall'altra parte e notiamo due nostri amici venuti per stare con noi.

"Stefano! Maurizio! Sono felice di vedervi qui!" grida entusiasta Lucia.

"Anche noi lo siamo!" risponde Stefano "Vedo che non ci siete tutte."

"Vediamo: Elisa lunedì ha un esame e deve studiare tantissimo, Camilla sta male e non se la sentiva di viaggiare, Renata è vegetariana e non era il caso di chiederle di venire qui, Iolanda è a Caracas per un festival di salsa, infine Ursula ha del lavoro arretrato." rispondo elencando le mie spiegazioni.

"Bene! E questa biondina con gli occhi da cerbiatta che ci fa con voi?" domanda Stefano.

"Io sono Angela, piacere di conoscervi! Conosco Magali perché mia sorella è una sua collega di Glammy Dancers..."

"...E così hai conosciuto anche le altre." conclude Maurizio.

"A proposito di nuove conoscenze: la nostra Magali ha fatto conquiste!" annuncia Sveva.

"Sentiamo: chi è il fortunato?" domanda ancora Stefano.

"Si tratta del tizio che mi affitta l'appartamento, perché la mia camera tecnicamente lo è, in questi giorni."

"Quello che non voleva essere guardato in faccia?" domanda Maurizio.

"Esatto! Adesso ho una domanda per tutti: qualcuno di voi ha intenzione di farsi un tatuaggio?"

"Giorni fa Simona mi ha fatto una simile richiesta. Perché questa domanda?" s'incuriosisce Angela.

"Semplice: Cristian, che sarebbe l'ex uomo del mistero, li fa per lavoro. Mercoledì sono passata a trovarlo nel suo negozio e devo ammettere che ci sa fare piuttosto bene."

La serata passa velocemente tra chiacchere e buon cibo e tutto sta andando a meraviglia, finché...

"Calista, cosa ci fai qui?"

"Questa domanda dovrei fartela io, Dan! Come sai che sono qui?"

"Semplice: ho origliato una conversazione telefonica tra te e Simona ed ho sentito le parole "Toscana" e "locale country". E siccome a casa mia due più due fa sempre quattro..."

"Hai praticamente violato la mia privacy! Sei proprio uno spregevole verme!" Dopo queste parole, non ho resistito alla tentazione di rifilargli un pugno sul naso.

"Stavolta ti è andata bene, ma se provi ancora ad importunarla, avrai un trattamento peggiore!" lo avverte Maurizio.

" Me ne vado, ma non finisce qui!" tuona minaccioso Dan.

"Accidenti! Non sapevo che avessi preso lezioni di autodifesa!" afferma sbalordita Angela.

"Cosa si aspettava? Che io passassi le giornate a struggermi per lui? Io ho una mia vita e non voglio che lui me la porti via!"

"Questo è lo spirito giusto!" si congratula Viviana.

"Meriti persone migliori di quel pallone gonfiato!" aggiunge Sveva.

Sei avvisato, Dan: Magali non piangerà mai per te! Così impari a rovinarle una piacevole serata!

Detto questo, spero vi sia piaciuto il nuovo capitolo.

A presto.

Russian.

PS: chiunque voglia cimentarsi in un'originale romantica, maschio o femmina che sia, tenete in considerazione la domanda di Lucia per renderla credibile.

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Capitolo 12
*** Il Bloody Mary della discordia (prima parte) ***



8 aprile 2014

Sono appena tornata dalla mia corsetta mattutina e, davanti alla porta dell'ascensore, incrocio una ragazza intenta a piangere.

"Dove vai?" le chiedo gentilmente.

"Quarto piano." mi risponde tra i singhiozzi.

"Che combinazione! Anch'io scendo lì!"

Arrivate a destinazione, domando alla fontana con le gambe: "Abiti qui?" indicando la porta di fronte alla mia.

"No, io sono diretta dove sei tu!" mi risponde. Aiuto! Ora mi tocca avere una reincarnazione di Mirtilla Malcontenta come compagna di stanza!

Dopo aver girato la chiave, chiedo ancora alla ragazza: "Vuoi venire nella mia stanza? Il proprietario adesso è al lavoro, perciò puoi dare i soldi a me."

"Ti ringrazio, ma non ho bisogno di pagare in questo momento."

"Vuoi almeno che ti aiuti a darti una sistemata?"

"Sì, grazie!"

La mia ospite si lava la faccia ed io penso a cosa l'abbia fatta gettare nello sconforto più grande; tre minuti dopo la rinfrescata, la tizia ricomincia a piangere.

Cerco di capire il perché di quelle lacrime, ma ogni volta che glielo chiedo, mi risponde: "Non sono affari che ti riguardano!" e cose simili.

Verso mezzogiorno, le domando: "Ti dispiace se telefono al proprietario, così vedrò cosa fare con te?"

"Per me non ci sono problemi!"

A questo punto, prendo il cellulare e porto a termine il mio compito.

"Ciao, Cristian! Ti disturbo?"

"No, Magali, ho lasciato un cliente al mio socio! Che succede?"

"Credo di avere una compagna di stanza!"

"Davvero? E come è fatta?"

"È alta e longilinea, ha i capelli castani e almeno una terza abbondante; non le ho visto bene gli occhi perché era troppo impegnata a piangere!"

"Le hai chiesto il perché del suo pianto?"

"Mi pare ovvio! E mi risponde sempre che non sono cavoli miei!"

"E adesso cosa fa?"

"Sta continuando a piangere ed io ho bisogno di un telecomando per spegnerla!"

"Allora non può che essere mia sorella! Quando piange tratta male anche me e Barbara!"

"Cosa faccio? Ti prego, aiutami!"

"Adesso non cercare un dialogo con lei finché non smette definitivamente di piangere, ma cerca comunque di essere gentile! Se al mio ritorno non si è spenta, lasciala a me: so come calmarla!"

"A che ora stacchi?" chiedo preoccupata.

"Non prima delle cinque! Ci vediamo dopo!"

"Ciao e grazie!"

Come previsto, Milena non ha smesso di piangere neanche per un secondo, arrivando persino a chiudersi a chiave nel mio bagno. Per fortuna che ci sono andata subito dopo pranzo, considerando anche che sono in pieno "periodo rosso".

Verso le cinque, arriva finalmente il mio salvatore.

"Sta ancora in una vasca di lacrime?" mi domanda preoccupato.

"Sì. E non vuole uscire dal mio bagno!" gli rispondo avvilita.

"Lascia fare a me." mi rassicura e, nel dire queste parole, appoggia una mano sulla mia spalla.

"Allora, Milli, posso sapere la causa del tuo pianto?"

"Lasciami stare! Non supplicarmi anche tu!" grida la ragazza.

"Se smetti immediatamente di piangere, ti prometto che stasera avrai una bella fetta di torta al cioccolato, OK?"

"Cris, lo sai che sono a dieta!" protesta Milena.

"Aiutami, Magali! Non so cosa dirle!"

"Stai tranquillo! Ho una soluzione in mente!" poi, avvicinandomi alla porta del bagno, chiedo: "E se ti dicessi che domani sera tu ed io usciremo insieme, come reagiresti?"

Dopo qualche minuto di silenzio, Milena si decide a uscire dalla sua "tana", rispondendomi: "Perché no? Uscire con una donna non mi farà che bene."

"Sei stata decisamente straordinaria nel fare tutto questo!" mi ringrazia Cristian sorpreso.

"Figurati! Ad essere sincera, non mi aspettavo che lei si calmasse."

"Allora, mia cara Mabeli..." inizia Milena.

"Magali." la correggo.

"Quello che è. Comunque, è vero che domani sera usciremo insieme?"

"Certamente! Dove ti piacerebbe andare? Al cinema, a mangiare una pizza..."

"In discoteca! Ho una gran voglia di divertirmi dopo quello che mi è successo!"

"E discoteca sia!" affermo a malincuore.

"Grazie! Non vedo l'ora che sia domani!" esulta Milena prima di uscire dalla mia camera ed oltrepassare la porta accanto.

Cristian si avvicina a me dicendomi: "Non ti ho vista molto entusiasta della sua risposta."

"Io preferivo di gran lunga un divertimento più... rilassante, ecco! E la discoteca non lo è affatto; sarà per via di quelle luci e della musica rintronante, ma non mi sento a mio agio in un posto del genere."

Ascoltate queste mie parole, Cristian mi avvolge in un abbraccio rassicurante.

"Cerca di stare calma."

"Io sono calma, ma ho paura che domani potrei non esserlo più."

"Ti svelerò un segreto: molto probabilmente lei ti dirà che oggi ha pianto perché un ragazzo ha avuto la bella idea di lasciarla. In realtà, le cose sono molto diverse.

"Cioè?"

"Devi sapere che la mia sorellina è considerata una bella ragazza; nonostante questo, lei non ha amici all'infuori della famiglia. Vuoi sapere perché?"

"Sono proprio curiosa."

"Ecco il suo difetto: per lei i maschi sono buoni solo come passatempo da camera; capisci cosa intendo?"

"Certo! Sarò pure ingenua, ma non fino a questo punto!"

"E ogni volta che un ragazzo non le serve più, lei lo butta via, ma fa credere al resto della popolazione umana di essere stata lasciata."

"E tu ci hai creduto ogni volta?" gli chiedo dubbiosa.

"Certo che no! So riconoscere le bugie!" mi risponde scompigliandomi i capelli.

Mi sciolgo, seppur controvoglia, da quell'abbraccio; "Adesso devo andare. È da stamattina che sono vestita così" dico riferendomi alla tenuta da corsa "Ed ho certamente bisogno di una doccia."

"Tranquilla, vai pure!" mi risponde con un sorriso, lo stesso che mi ha incantato la sera del nostro primo incontro.

Eccoci con un nuovo capitolo, o meglio, con la prima parte di esso!

Vorrei farvi notare un paio di cose:

1) Il "se non si è spenta", riferito a Milena da Cristian, si ricollega alla frase del telecomando pronunciata da Magali in precedenza

2) Se volete cimentarvi in un'originale (o in una fanfiction) di qualunque tipo, date un pochino di credibilità alla vostra protagonista e scrivete (se necessario) che lei ha il ciclo. Così facendo, eviterete cose del tipo "Tizio e Caia facevano sesso tutte le sere", che sono prive di credibilità.

3) Il finale di questo capitolo lascia intendere che si è instaurato un rapporto d'amicizia tra Cristian e Magali. Sicuramente, col proseguire della storia, si trasformerà in qualcosa di più profondo, ma non voglio mettere fretta ai miei personaggi.

A presto.

Russian

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Capitolo 13
*** Il Bloody Mary della discordia (seconda parte) ***



9 aprile 2014

Oggi Milena ha programmato una giornata di shopping delirante, il cui scopo è quello di trovare una mise adatta per stasera.

"Se dobbiamo divertirci insieme, facciamolo fino in fondo!" è il suo motto della giornata. Arrivate al centro commerciale, inizia il finimondo.

Vengo letteralmente trascinata in ogni negozio d'abbigliamento che incontravamo e sottoposta al giudizio di Milena su qualsiasi straccetto ( che, viste le dimensioni ridotte, non poteva essere definito "vestito") che mi toccava provare.

"Hai trovato qualcosa che ti piace, zuccherino?" domanda la mia aguzzina, avvolta in un top a collo alto nero e in una minigonna grigio scuro.

"Voglio farti notare che sei stata TU a scegliere i vestiti al posto mio!" protesto mentre mi guardo allo specchio, impacchettata in un abitino bianco talmente corto da sembrare un asciugamano "E comunque non ho trovato niente di mio gusto."

"Dopo pranzo ti va di fare un altro giro di perlustrazione?"

"Certo, ma ad una condizione: andremo in due negozi diversi e nessuna di noi due dovrà vedere quello che ha comprato l'altra prima di stasera. Sono stata chiara?"

"Chiarissima, crostatina!" Avrei preferito scappare a gambe levate ed evitare quegli stupidi nomignoli, ma le ho fatto una promessa ed è mio dovere mantenerla.

Tra chiacchere inutili, fastidiosi soprannomi e decisioni in solitaria, il pomeriggio è volato. Così, rientrate a casa, ci precipitiamo subito verso le rispettive camere.

Finalmente è giunto il momento della verità: tra poco, ognuna di noi potrà vedere l'abbigliamento dell'altra.

Milena indossa senza imbarazzo una felpa aderente fucsia, dei pantaloncini leopardati che coprono sì e no il fondoschiena e degli stivali cuissard fucsia con tacco altissimo.

Il mio abbigliamento era di tutt'altro genere: indosso una maglietta rosa antico con scollo a barca, un paio di scaldamuscoli (ero pur sempre una ballerina!) dello stesso colore, una gonna di jeans lunga fino al ginocchio e con tre bottoni decorativi sull'orlo ed un paio di décolleté blu notte.

"Allora, bon bon, sei pronta per darti alla pazza gioia?"

"Ma certo, cara! Il tempo di prendere la borsa e sono da te!"

"Perfetto! Ti aspetto in macchina, mia brioche!"

Mentre sto prendendo la borsa, sento dei colpetti sullo stipite della porta.

"Magali, sono qui per una cosa importante." Finalmente qualcuno che mi chiama per nome!

"Ti prego, Cristian, dimmi che sono venuti i tuoi amici per vedere la Champions League e che devono assolutamente conoscermi! Non credo di sopravvivere a quella scellerata!" mi rivolgo a lui in tono supplichevole.

"No, ma ho qualcosa che ti sarà sicuramente utile."

Lui tira fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina verde e me la porge; appena aperta, vedo che contiene...

"Tappi per le orecchie?!?" domando sorpresa.

"Ricordo che ieri mi hai detto di non sopportare la musica troppo alta, ma con addosso questi diventerà un pelino più sopportabile. Ho fatto bene a darteli?"

"Hai fatto benissimo! Non so proprio come ringraziarti!" gli rispondo prima di abbracciarlo.

"Di niente, ti ho fatto solo un favore!"

"Vorrei tanto restare qui, ma la tua cara sorellina sarà già sul piede di guerra. Ciao!"

"Ciao!" e dopo avermi salutata, aggiunge:"Divertiti!"

Raggiungo il piano terra, dove trovo una Milena su tutte le furie.

"Perché ci hai messo così tanto? E solo per prendere una stupida borsetta!"

"L'avevo nascosta così bene da non riuscire a trovarla." mento con nonchalance.

"Allora sei perdonata, mia mousse all'arancia!" Meno male che ci ha creduto!

Arrivate in discoteca, mi preparo per un'altra bugia: "Devo andare subito in bagno."

"Vuoi perderti tutto il divertimento?" domanda Milena inacidita.

"Ti ricordo che ho ancora le mie cose." le sussurro infastidita.

"Allora vai!"

Con questa scusa, corro in bagno per mettermi i tappi (gentilmente offerti da Cristian), in modo da sopravvivere in questo locale. Per fortuna i miei ricci sono talmente inespugnabili da poter occultare il "misfatto".

"Eccomi qua! Pronta per il divertimento?"

"Prontissima, biscottino!"

Noi due cominciamo a ballare sulle note di "I follow rivers"; gli uomini presenti notano subito Milena e si prendono a pugni per avere un ballo con lei, mentre io mi trovo in uno stato di trance da cui non volevo uscire.

Canzone dopo canzone, comincio a pensare che, utilizzando qualche piccolo accorgimento, potrei trovare rilassante anche una serata in discoteca con una mezza estranea.

Durante "Bad romance", Milena mi afferra un braccio e grida: "Andiamo a bere qualcosa!"

"Va bene!" le rispondo con accondiscendenza.

Arriviamo nella zona bar e noto un piccolo buffet allestito sul bancone.

"Cosa ordini, marshmallow?" domanda Milena in tono molto melenso.

"Gradirei una gazzosa."

"Ma quanti anni hai? Dieci? Sei una donna adulta e perciò ti conviene ordinare delle bevande da adulta!" mi consiglia beffarda, poi si rivolge al cameriere così: "Tesoruccio, puoi offrire due Bloody Mary? La mia amica ha tanto bisogno di una spinta!"

"Bloody Mary? Ma non sarà un po' troppo forte?" le chiedo mentre afferro un panino.

"Per una come te, nulla è troppo forte!"

Pochi minuti dopo, il cameriere ci porge due grossi bicchieri colmi di un cocktail rosso sangue.

"Sei sicura che sia buono?" domando con eccessiva perplessità.

"È buonissimo! Fidati, mio creme-caramel!"

Finito il mio panino, porto il bicchiere alla bocca e ne assaggio il contenuto: il sapore non è male, ma non è proprio il mio genere di cocktail.

"Ti garba, mio budino al cioccolato?"

"È buono, ma se avevo voglia di alcool, avrei di gran lunga preferito una vodka o un mojito."

"Ehi, bellezza, un altro Bloody Mary per la mia amichetta del cuore!" Quella ragazza non ha capito nulla di ciò che le ho appena detto.

Dopo qualche altro sorso, Milena mi fa una domanda che non mi sarei mai aspettata:

"Cosa ti piace dell'avere finalmente una cognata?"

Io non le ho mai parlato di Luc! Cosa le dico?

"Ti ringrazio per la domanda. Mio fratello non è mai stato fortunato in campo sentimentale, ma da quando ha incontrato Sveva il suo cuore si è riempito di gioia. Fra un mese ci sarà il loro matrimonio ed io dovrò occuparmi dei preparativi..." Ammetto di essere un pochino logorroica, ma solo quando sono ubriaca.

"Veramente la cognata in questione sarei io!"

"Che cosa?!?"

"Non negarlo: ti sei presa una cotta per il mio fratellone!"

Ancora con questa storia? Questa qui è peggio di Angela!

"Ma io e Cristian ci siamo praticamente appena conosciuti! Sarà colpa dell'alcool, ma tu fai dei giudizi troppo affrettati!" rispondo più basita del solito.

A questo punto, Milena non reagisce bene, arrivando perfino a darmi uno schiaffo in piena faccia.

"Devi stare alla larga da mio fratello, lurida sgualdrina!"

"Io ho prenotato per sei mesi e intendo rispettare i miei piani!"

"Stacci quanto ti pare, ma tu mio fratello non lo devi più vedere, chiaro?" E dopo queste parole, se ne va senza salutarmi.

Picchiata, insultata e abbandonata: non c'è conclusione peggiore di questa.

E il bello è che sono pure ubriaca!

E adesso mi sento mancare...

Notte tra il 9 e il 10 aprile 2014

"C-Cosa mi è successo?"

Mi trovo su un divano bianco e c'è qualcuno inginocchiato accanto a me; avrò pure la vista annebbiata, ma riesco a capire che si tratta di...

"C-Cristian..."

"È tutto a posto. Cerca di calmarti." mi risponde accarezzandomi la guancia destra.

"Come sono arrivata qui? Ricordo solo di essermi ubriacata e di essere prima trattata male da tua sorella e poi svenuta."

"Qualche minuto fa mi ha telefonato un cameriere del locale; costui ha visto che tu non stavi bene ed ha cercato di aiutarti."

"E come ha fatto il cameriere a rintracciare il tuo indirizzo e conoscere il tuo numero?"

"A quanto ho capito dal suo racconto, avevi il cellulare in mano quando sei svenuta..."

In effetti sul tavolino c'era il mio cellulare, perciò lo prendo, controllo le ultime chiamate effettuate e scopro che...

"Stavo per chiamare proprio te!"

"Esatto!"

"E poi cosa è successo?"

"Ti ha portata di peso nella sua macchina e, sempre di peso, ti ha condotta fin qui."

"Dimmi, mi ha fatto qualcosa di male?"

"Nient'affatto! Mi ha detto che non sarebbe capace di violentare una donna, considerando anche che le donne non gli interessano."

"Bene, grazie a lui e... grazie anche a te!"

"Non è niente! Ora ti procuro una bella aspirina, così starai meglio."

"Grazie! Un'ultima cosa: Milena ti ha detto qualcosa riguardo alla nostra discussione?"

"A dire il vero, non l'ho vista rientrare. Non l'ho trovata nella sua camera e neanche in bagno. Cosa ti ha detto di sconveniente?"

"Ha detto qualche bugia sul mio conto e mi ha apostrofata con parole offensive. Ti dispiace se te lo spiego domani?"

Non ho voglia di raccontargli tutte quelle scemenze; non posso dirgli che non sono innamorata di lui.

Siamo solo affittuario e ospite e continueremo ad esserlo.

Ne sei proprio sicura, dolcezza?

Comunque, ecco la seconda parte, con una Milena tirannica su tutto ed una Magali che non regge nè lo shopping compulsivo, nè il troppo alcool e che avrebbe preferito vedere una partita di calcio piuttosto che andare in discoteca.

Gli abiti indossati dalle due "amichette" all'inizio del capitolo erano quelli che stavano provando, non ciò che effettivamente indossavano.

Detto questo, buon Natale (anche se in ritardo) e arrivederci al prossimo capitolo.

Russian

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Capitolo 14
*** Dimmi chi sei e ti dirò cosa balli ***



27 aprile 2014

Come previsto, ho narrato a Cristian delle accuse di Milena e, sempre come previsto, ci è rimasto male quando ha saputo di non essere niente d'importante per me.

Risultato? Non ci parliamo da due settimane!

Non ci incrociamo mai e nelle rare volte in cui ciò accade lui non mi rivolge la parola, anche se fosse solo un "buongiorno" o un "buonanotte"!

L'unica cosa che desidero è riconquistare la sua fiducia.

Già, ma come?

Il tempo massimo in cui una persona mi ha tenuto il muso è stato di tre giorni (inutile dire che si trattava di Luc!), ma qui si arriva alle tre settimane! Cosa posso fare per riavvicinarlo? Come ottengo la sua amicizia? Tanto sarà una sfida persa in partenza!

Ho trovato qualcosa a cui non potrà dire di no! "E se rifiutasse? penso ancora più confusa.

Va bene, ci provo! Tentar non nuoce!

"So che non vorrai parlarmi, ma te lo chiedo ugualmente: ti va di venire allo stadio con me? Ho rimediato due biglietti per oggi pomeriggio, ma se non gradisci la mia compagnia, ci andrò con qualcun altro!"

Poco dopo, vedo la porta del suo appartamento aprirsi di striscio.

"Perché mi stai chiedendo questo?"

"Per riconquistarti, ovvio! Voglio chiederti scusa per averti sottovalutato; tu sei una persona fantastica e non merito certamente di essere ignorata da te ancora per molto."

Cristian strabuzza gli occhi, ma poi finisce con l'accettare il mio invito.

Dopo aver pranzato, mi preparo per la partita: decido di indossare una maglietta bianca, dei collant blu scuro, una gonna e un paio di ballerine beige ed una giacchetta color sabbia.

Uscita dalla mia stanza, noto che lui è pronto per aspettarmi; indossa dei pantaloni grigi, una felpa color amaranto con su scritto "Livorno" a caratteri cubitali e delle scarpe nere.

"Sei proprio sicuro di voler venire?"

"Certo. A proposito: se c'è qualcuno che deve chiedere scusa, quello sono io. Sono sempre stato molto cocciuto riguardo alle mie amicizie e mi ha fatto stare male aver ferito con il silenzio una donna meravigliosa come te."

"Ti ringrazio per esserti chiarito. Vogliamo andare?"

"Certo, non chiedo di meglio." risponde prima di prendermi per mano.

Sono contenta di trascorrere questa domenica con Cristian; nonostante il suo comportamento di questi ultimi giorni, riusciamo comunque ad avere un rapporto accettabile.

Terminata la partita, gli chiedo il perché di quel muso lungo.

"Sapevo che la mia squadra avesse fallito nella maggior parte degli incontri. Il Livorno non è fatto per stare in Serie A e continuerà a non esserlo." mi risponde tra lo scontento e il rassegnato.

"Un pochino ti capisco. Ieri la mia squadra ha ricevuto un quattro a uno apocalittico, così anche quest'anno ci scordiamo Champions ed Europa League."

Sono sempre stata una grande tifosa dello Sporting Club Bastia e vederlo da tre anni nella Ligue 1 mi riempie il cuore di gioia, qualunque siano gli esiti ottenuti.

"Sai, Magali, non ho voglia di tornare a casa. Cosa ti piacerebbe fare?"

"Perché non ci facciamo una bella passeggiata lungo la Terrazza Mascagni? Potrei parlare con te senza farmi troppe paranoie."

"Buona idea! Se camminare mi fa bene, camminare con te mi farà ancora meglio."

Arrivati là, lui mi pone subito questa domanda: "Come è nata la tua passione per il ballo?"

"È una lunga storia, ma mi farà piacere raccontartela: quando avevo nove anni ero molto triste e non avevo la minima voglia di giocare con le altre bambine; questo perché un anno prima, precisamente il giorno di San Valentino, i miei genitori sono morti in un incidente d'auto."

"Mi dispiace."

"È per questo motivo che odio San Valentino.

Torniamo alla mia storia: un giorno, stanca della mia tristezza, mia zia Gabrielle mi portava in una stanza alla quale nè io nè mio fratello abbiamo avuto accesso prima.

"Essa era un'aula di danza casalinga, con tanto di specchi e parquet; io ero rimasta colpita da questo piccolo spazio ed ho avuto la mia prima lezione di ballo da sala.

Da allora la danza è diventata parte integrante della mia vita, nel bene come nel male."

"Tua zia era una campionessa?"

"No, ma lei e zio Antoine erano bravi da morire. A loro non importava affatto vincere e avevano trasmesso questo insegnamento a me e a Luc."

"E tuo fratello è bravo?" mi domanda sempre più incuriosito.

"È campione europeo nella categoria Latini da ben sei anni! Inoltre l'anno scorso ha vinto i campionati mondiali battendo i favoriti per gli scommettitori!"

"Immagino che tu sia entusiasta."

"Mi sembra ovvio! A proposito: ti ho mai detto che fra tre settimane Luc si sposa?"

"Me l'avevi accennato."

"Ti dirò di più: Sveva è la sua partner di ballo da tre anni e la sua fidanzata da due; saperli in procinto di sposarsi mi ha resa felicissima. Poi, essendo la "damigella d'onore", ho avuto la pazienza di organizzare il matrimonio in ogni minimo dettaglio; e immagino già le espressioni delle mie amiche quando mostrerò loro la mia idea per l'addio al nubilato."

"Mi piace saperti in compagnia di buone amiche; ballerine come te, immagino!"

"Per molte di loro il ballo è solo un hobby. E proprio perché ho delle amiche non ballerine che, studiando i loro caratteri, ho pensato ad una specie di psicologia del ballo."

"Psicologia del ballo?" mi domanda perplesso.

"Sì. In pratica, associo la personalità ad un tipo specifico di ballo."

"La cosa si fa interessante." mormora Cristian facendo risaltare il suo accento toscano.

"Prendo per esempio Viviana: all'apparenza sembra un'innocua commessa della Feltrinelli di Torino, stanca del suo tran tran da pendolare; e invece, dietro a quest'aspetto, si nasconde un concentrato di vivacità e sarcasmo. Per dirne una, ogni volta che una signora chiede di poter acquistare una copia delle famigerate "cinquanta sfumature di grigio/nero/rosso", Viviana avrebbe voglia di dare la stessa risposta di Vittoria Puccini in "Tutta colpa di Freud"."

"Il parrucchiere è dall'altra parte! Mi è piaciuto molto quel film!"

"In conclusione, posso dire che Viviana è un tipo da samba con un tocco di jive. Vuoi qualche altro esempio?"

"Certamente!"

"Mi fa piacere vederti interessato a questa faccenda!"

"Grazie!"

"Elisa è un tipo da balli caraibici, ovvero le piace viaggiare e scoprire nuove culture. Angela crede nelle favole e nell'amore a prima vista, perciò il ballo che rispecchia il suo carattere è il valzer. Camilla considera la sua vita una grande sfida, e non è solo per il suo lavoro!"

"Perché, che lavoro fa?"

"Seppellisce i morti."

Cristian mi guarda titubante e mi chiede: "Stai scherzando?"

"No, è vero! Camilla fa veramente il becchino, ragione per cui viene lasciata dagli uomini con cui esce, l'ultimo dei quali l'ha pure messa incinta senza saperlo."

"Che storia complicata!"

"Puoi dirlo forte! Lei stessa considera la propria esistenza come una corrida, o meglio, come un paso doble."

"Forte questa cosa dei balli associati alla propria indole. E, per curiosità, io che ballo sono?"

Ci penso su per un attimo, poi gli svelo il responso: "So che ti piace la semplicità della vita, perciò sei l'incarnazione del cha cha cha!"

"Potresti insegnarmi qualche passo?"

Mi sorprende questo suo desiderio di conoscere il mio mondo.

Accetto la sua richiesta e posso dirmi pronta per la prima lezione.

"Per il momento, utilizzeremo una Open Facing Position, ovvero mi limiterò a tenerti per mano. Dopodiché, ecco il passo base! Quando dico "due", fai un piccolo passo in avanti utilizzando il piede sinistro ed io farò lo stesso, ma con un passo indietro utilizzando il piede destro. Quando dico "tre", dovrai spostare il peso del corpo indietro, ma senza muovere i piedi, ed io farò lo stesso in avanti. All'"uno" e al "quattro", ti toccherà fare uno chassè verso sinistra ed io lo farò verso destra. Sei pronto?"

"Direi di sì." mi risponde poco convinto.

In men che non si dica, eseguiamo una decina di volte il passo base, sia in posizione frontale che in posizione "side by side"; devo dire che, per essere la prima volta, se la cava egregiamente.

"Ti è piaciuta la prima lezione di ballo?"

"WOW! Non ho mai provato queste sensazioni prima d'ora!"

"Lo prendo per un sì. Sei ancora un po' legatuccio, ma sono certa che fra qualche settimana avrò a che fare con un ballerino provetto!"

"E perché mi dici così?"

La mia risposta non si lascia attendere:

"Perché ho fiducia in te; e tu sei riuscito a guadagnarti la mia."

Eccoci ad un nuovo capitolo!

Vi piace la piega che sta prendendo il rapporto tra i due protagonisti?

Vi do qualche piccolo dettaglio:

1) La partita a cui i nostri amici hanno assistito è Livorno-Lazio, finita con un due a zero per i biancocelesti;

2) La Ligue 1, come spero avrete intuito, è il corrispettivo francese della Serie A. Il quattro a uno ai danni dell'SC Bastia (a cui si riferisce Magali) è opera dell'Olimpyque Lione;

3) Qual è il modo migliore che escogita Magali per far sì che Cristian si avvicinasse di più a lei? Ma insegnargli a ballare, of course! Ci sarà qualche lezione di ballo (di qualunque genere) anche nei prossimi capitoli. Aspettatevi molti termini tecnici a voi sconosciuti!

Un bacio.

Russian

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Capitolo 15
*** Il passato non vuole lasciarmi ***



8 maggio 2014

Lo dico senza mezzi termini: Cristian ha proprio la stoffa del ballerino.

Certo, è troppo presto per dirlo, ma ha veramente il ritmo nel sangue.

Ed io mi reputo una buona insegnante: severa quando serve, ma molto paziente.

Oggi, tra un whisk e un bota-fogo, il mio allievo mi fa una domanda sconcertante: "Ti manca il tuo show?"

Mi sono trattenuta dal reagire violentemente. Perché mi ha chiesto una cosa simile? Come è potuto arrivare a questo punto?

"Magali, è tutto a posto?"

Dopo questi pensieri, mi decido a rispondergli.

"Non sento affatto la mancanza di quella tortura. Uno show del genere non dovrebbe nemmeno comparire su alcun palinsesto!" Nel dire questo, scoppio a piangere.

"Calmati e spiegami il perché di questa tua affermazione."

"È strutturato malissimo! Tanto per cominciare, l'unico requisito richiesto era una buona conoscenza basilare dei vari balli, ma lì non contava nulla!"

"E allora come facevi a vincere ogni anno?"

"Semplice: io e quell'altro" ormai non riesco a chiamarlo per nome "Aggiungevamo un po' di pepe ad ogni coreografia, flirtando a più non posso. Anche le altre coppie lo facevano, ma solo noi rendevamo più realistica la nostra interpretazione."

"E come vi valutavano?"

"La decisione spettava soltanto al pubblico e la giuria non esisteva. Ma come si fa a realizzare una gara televisiva senza piazzare una giuria tecnica?"

"C'è altro da sapere?"

"Hai un computer da qualche parte?"

"Ne ho uno in camera mia."

"Perfetto!"

Ci rechiamo subito in camera di Cristian; una volta acceso il computer, cerchiamo su Google "Glammy Dancers".

In breve tempo clicchiamo sul link che conduce al sito ufficiale. Ciò che vedo sulla home page è sconvolgente: decine di messaggi da parte dei fan, che dicevano più o meno la stessa cosa: "Questa trasmissione non esiste senza di te, Calista! Torna presto!".

Abbinata ad uno dei messaggi, c'è una foto di gruppo risalente all'anno scorso: faccio seriamente fatica a riconoscermi, poiché sembriamo veramente tutti fatti con lo stampino. Gli uomini erano tutti imberbi e dai muscoli guizzanti, mentre le donne avevano i capelli platinati, ma solo due o tre li aveva naturali.

Finalmente mi ritrovo: sono avvolta in un cumulo di strass blu e viola e assumo un'espressione imbronciata. Era destino che, prima o poi, mi sarei stufata di tutto questo.

"Sei più bella dal vivo e senza quei cosi!" constata Cristian riferendosi all'abito e alla parrucca. Sorrido perché so che è un complimento sincero.

"Grazie mille. Devo ammettere che anche tu non sei male: la tua maglietta gialla ti fa sembrare un raggio di sole, i tuoi capelli sono un invito alla libertà, i tuoi tatuaggi impreziosiscono le tue braccia a regola d'arte, il tuo..."

"Tu mi lusinghi troppo! Non mi merito tutti questi complimenti!"

"E invece li meriti eccome!"

Dopo cena, decidiamo di uscire a prendere un po' d'aria fresca.

Adoro quando la luna si riflette sul mare, come se ne facesse parte: è un effetto davvero rassicurante e talmente bello da sembrare di un'altra dimensione.

Ma quel momento idilliaco viene rovinato da qualcosa, anzi, da qualcuno di spiacevole.

"Calista, dove sei? Vieni subito da me!"

Oh no, ancora lui!

Riconoscerei la voce di quell'essere spregevole anche se avessi le orecchie tappate.

"Non vuole proprio lasciarti in pace, vero?"

"È così." gli rispondo mestamente, poi aggiungo: "Deve assolutamente smettere di origliare le telefonate altrui."

"E cosa vuoi fargli questa volta?"

"Inizialmente avevo pensato ad un calcio negli zebedei, ma poi ho pensato ad una punizione più sopraffina."

"E quale sarebbe?" mi domanda Cristian perplesso.

"È molto semplice!" dopodiché, aggrappandomi alla sua felpa grigia, gli ordino: "Baciami."

"Sei sicura di quello che vuoi fare?" mi chiede con molto imbarazzo.

"Sicurissima! Così facendo, lui penserà che stiamo insieme e forse mi lascerà andare definitivamente."

"Calista, fatti vedere!"

Ormai la sua voce è sempre più vicina e un altro assillo avrà inizio.

Quando ormai avevo perso le speranze, Cristian si avvicina a me, mi circonda i fianchi con le braccia e, non senza esitazione, posa le sue labbra sopra le mie.

È un vero peccato che questo bacio non sia reale, però facciamo di tutto per farlo apparire così, ignari dei passanti che ci guardano di striscio.

"Vedo che ti sei consolata in fretta!"

Mi separo da Cristian e guardo quell'altro con un'espressione alla "non sono più pane per i tuoi denti, cocco!".

"E lui sarebbe..."

"Il mio fidanzato! Stiamo insieme solo da due settimane, ma lo considero già una persona importante." rispondo facendo un occhiolino.

"Tu devi essere Vincenzo!" s'intromette Cristian "Lieto di conoscerti! La tua cara ballerina mi ha parlato di te, anche se non in maniera piacevole."

"Sentiamo: cosa avresti che io non posseggo?" gli domanda con uno sguardo alla "ora sei un uomo morto!".

A questo punto rispondo io: "Lui ascolta i miei problemi e asseconda le mie esigenze, cosa che tu non fai. E poi, cosa vantaggiosissima per me, non è un ballerino."

"Non mi resta che augurarti buone cose con il tuo ragazzo. Ormai non sono niente per te." Dopo queste parole, il nemico se ne va.

"Devo ammettere che sei bravo anche come attore." confesso a Cristian appena rientrati a casa.

"Grazie per l'ennesimo complimento! A che ora parti domani mattina?"

"Viviana passa a prendermi alle undici e un quarto e il nostro traghetto parte mezz'ora dopo. Avremo il tempo di salutarci?"

"No, domani devo andare al lavoro alle nove." mi risponde dispiaciuto "Ma possiamo comunque salutarci adesso."

"Allora buonanotte!"

"Buonanotte e buon viaggio!"

Eccoci qua!

Sotto con le precisazioni!

Il whisk e il bota-fogo sono due passi del samba: il primo è una specie di camminata in cui i ballerini incrociano velocemente i piedi; il secondo (con tutte le sue varianti) è una camminata, in avanti o indietro, con un piccolo intermezzo di lato. Inoltre, se ripetuta, si ottiene un effetto zig-zag.

Ho inserito una spiegazione più dettagliata della tortura televisiva di Magali: è praticamente una sorta di "Ballando con le stelle" senza stelle e soprattutto senza giuria. Vi anticipo che ci sarà un altro dettaglio ancora più scabroso su questa "scuola per aspiranti Ken e Barbie", ma dovrete aspettare qualche altro capitolo; vi dirò solo che riguarda Simona.

Ed eccoci al punto cruciale: la sceneggiata con Dan/Vincenzo.

Sarà pure banale, ma si è rivelato un piano molto efficace.

Ma Dan la lascerà libera di vivere la sua vita? Perché Magali deve partire? Dove è diretta?

La risposta a queste domande è nel prossimo capitolo!

A presto.

Russian

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Capitolo 16
*** Un weekend per non impazzire ***



9 maggio 2014

"Era solo un bacio finto! Era solo un bacio finto! Era solo un bacio finto!"

Queste parole sono la causa del mio sonno agitato.

E c'è anche una domanda: quanto c'era di falso in tutto ciò?

E lui prova davvero qualcosa di grande per me?

L'esitazione nel darmi quel bacio mi fa supporre che sia una farsa, ma il calore e la dolcezza nell'agire mi fa pensare a dei veri sentimenti.

Ma adesso non è il momento di farsi troppe domande. Devo concentrarmi sul weekend che mi aspetta.

Perciò mi alzo dal letto e mi fiondo velocemente sotto la doccia, dopodiché tiro fuori dall'armadio i primi indumenti che trovo; infatti per il viaggio ho scelto dei jeans aderenti scuri, una maglia lunga grigio chiaro, degli stivali marroni ed un basco grigio scuro.

Ora non mi resta che fare colazione ed aspettare il messaggio di Viviana. Esso arriva subito dopo aver preparato la caffettiera.

"Fammi sapere a che punto sei con la preparazione. Ti aspetto sotto "casa". Viviana."

Le rispondo: "Giusto il tempo di prendere il caffè e sono da te. Magali."

In men che non si dica, sono già in ascensore con la mia valigia, pronta per questo splendido viaggio.

"Oggi hai deciso di mostrare il tuo retaggio francese!" puntualizza Viviana riferendosi al mio basco.

"E tu sei uscita di casa in pigiama!" replico indicando i suoi pantaloni blu a parameci bianchi, che mal si abbinano al top ed ai sandali di colore nero.

"Grazie!" mi risponde con sarcasmo
"Sono già arrivate le altre?" domando dopo i convenevoli.

"Mancano Angela, Simona, Elisa e Camilla. Andiamo o metteranno anche noi fra le assenti!"

"D'accordo!"

Arrivate sul molo, facciamo la conoscenza di due amiche/avversarie di Sveva.

Sofia è ungherese ed ha i capelli castano dorato, i quali si intonano perfettamente alla maglia arancione acceso che indossa oggi; Invece la ragazza coi corti capelli biondi si chiama Aliona e viene dall'Ucraina.

Dopo le dovute presentazioni, ci raggiungono anche le altre.

"Direi che ci siamo tutte!" annuncia Ursula entusiasta.

"Veramente manca ancora una persona." puntualizza Sveva.

"Oggi è la giornata nazionale delle nuove conoscenze!" commenta Lucia, pienamente d'accordo con tutte noi.

Sfortunatamente, Sveva ci fredda con queste parole: "A dir la verità, questa conoscenza non è nuova e non vi piacerà per niente!"

"Chi potrebbe essere di così sgradito?" Domanda preoccupata Angela.

"E perché non dovremmo gradirlo?" prosegue Simona. Anche Sofia voleva aggiungere qualcosa, ma Sveva fa segno di voltarci.

E la reazione è immediata: "Marcella?!?" domandiamo tutte all'unisono.

"Ditemi che non è vero!" supplica Renata.

"Vorrei che non lo fosse!" le rispondo sospirando.

La Vipera Rossa si avvicina alla comitiva con la sua solita altezzosità; se il vestito a fiori che indossa fosse giallo anzichè arancione, potrei affermare con certezza la presenza di un semaforo vivente, visti i capelli rossi e le ballerine a occhiale verdi.

"Ma chi l'ha invitata?" domanda Viviana in preda allo sconforto.

"Secondo me si è invìtata da sola." ipotizza Aliona.

"Vi giuro che ho fatto di tutto per oppormi alla sua richiesta, ma quella non voleva sentire ragioni!" ammette mestamente Sveva.

"Guardate che vi ho sentito!" c'interrompe Marcella, aggiungendo poi: "È questa l'accoglienza che riservate ad una ballerina del mio calibro?"

"Dobbiamo ricordare il segreto del tuo successo?" incalza Viviana.

"Lo sappiamo, ma ci fa piacere risentire questa storia ogni volta." risponde Camilla a nome di tutte le non ballerine.

"Dovete sapere che la qui presente Marcella Monreale non è colei che si dice un'ottima ballerina, anzi, non sapeva neanche da quale gamba iniziare un determinato passo." comincia Sveva.

"Costei aveva talento, ma in campi molto indiscreti." prosegue Renata.

"Infatti le sue vittorie se le è sudate nei letti di alcuni giudici di gara, ottenendo trofei su trofei." precisa Lucia.

"Ma un bel giorno, uno dei giudici si era stufato di darle queste prestazioni, anche a causa delle imminenti nozze della figlia con un pezzo grosso del consolato bulgaro." continuo io.

"Così ha deciso per l'estromissione di Marcella dalle gare e con la fine della sua carriera di ballerina." termina Iolanda.

"Sono tutte menzogne!" protesta la diretta interessata dei nostri discorsi "Io ho guadagnato quei trofei con fatica e sudore ed è stata una frattura del menisco a mettermi KO!"

"Non vorrai mica che ti crediamo, vero?" le domando io provocandola un po'.

"Ragazze, dobbiamo imbarcarci tra cinque minuti! Tutte ai vostri posti!" ordina Viviana.

Dopo aver caricato auto e bagagli, siamo finalmente pronte a salpare.

Io approfitto di questo viaggio per conoscere meglio Sofia. Anche Renata e Camilla sono del mio stesso parere.

"Allora, da quanto tempo vivi in Italia?" domando incuriosita.

"Due anni e mezzo. Abito in provincia di Matera con mia sorella e la sua famiglia. Voi cosa fate di bello?"

"Io sono genovese e da cinque anni ho aperto insieme a Ursula una scuola di danza per bambini. Lei disegna anche i costumi per i saggi e le competizioni." risponde Renata.

"Anch'io sono genovese, ma vivo a La Spezia e lavoro, anzi, lavoravo per un'agenzia di pompe funebri." è la risposta di Camilla.

Sofia non fa alcun gesto scaramantico, però chiede: "E come mai ti hanno licenziato?"

"Non mi hanno licenziato! Sono solo in congedo per maternità! Dovrei fare lavoro d'ufficio, ma sono abbastanza forte per afferrare una pala e scavare una misera fossa."

"È un lavoro rischioso, ma sono contenta di questa tua forza. E tu cosa fai per vivere?" domanda rivolgendosi a me.

"Sono, o meglio, ero la star di uno squallido reality show e spero di non esserlo più. Sono nata in Corsica, ma vivo a Genova da quando avevo sei anni, anche se ora occupo una stanza in affitto in quel di Livorno."

"Tuo fratello mi ha accennato a questa cosa dello show, ma pensavo che scherzasse." replica dispiaciuta Sofia.

"E invece è vero!" la disillude Renata.

"Non parliamo più di cose tristi ed andiamo avanti!" Dopo aver esortato le mie compagne, torno a parlare con Sofia: "Da quanto conosci Sveva?"

"Siamo praticamente cresciute insieme; questo perché sua madre è di origine ungherese e perciò andavano sempre a Budapest per trascorrere le vacanze estive."

"Anche Aliona è cresciuta con voi?" domanda Camilla.

"Certo che no! Io e Sveva la conosciamo da un anno e mezzo e dobbiamo sempre aiutarla a pronunciare bene alcune parole d'italiano."

"L'abbiamo notato." puntualizzo io. In quel momento, la nave si appresta ad attraccare nel porto d'arrivo.

"Ragazze, benvenute in Corsica!" annuncio con molta fierezza.

Ebbene sì, per l'addio al nubilato di Sveva ho organizzato un weekend nella mia Bastia! I ricordi d'infanzia riaffiorano la mia mente; ritrovo pezzi di vita in ogni strada, in ogni casa, persino nel mare, che è stato e sarà sempre la mia seconda casa.

"È meglio di come l'hai descritta!" esclama Sveva stupita.

"Qui c'è profumo di vita! Hai proprio ragione, Magali!" questo il commento di Simona.

"Cosa state aspettando? Andiamo ad assaporare questo profumo!" ordino in preda alla felicità.

Utilizzando i mezzi che abbiamo a disposizione, ci rechiamo presso Boulevard Paoli, dove si trova il nostro albergo. Inutile dire che io sono nell'auto di Viviana insieme a Elisa e Iolanda.

"Spero che non mi mettano in camera con la Vipera! Per tutto il viaggio non ha fatto altro che crogiolarsi nelle proprie lodi!" si lamenta Elisa.

"Semmai dovessi dividere la camera con Miss "Guardate tutti quanto sono fantastica!", giuro che ne uscirà viva per miracolo!" ipotizza Viviana.

"Giusto! Dovrà pagarla cara per il torto fatto a questo bel fiorellino!" afferma Iolanda riferendosi a me.

"Come mai hai scelto un albergo di lusso? Non sarà troppo caro per il tuo budget?" domanda Elisa cambiando argomento.

"Mai sentite le parole magiche "sconto comitiva"? Ecco, io ho approfittato di esse." le rispondo.

In effetti ho scelto proprio un bell'albergo, completo di sala conferenze, SPA, piscina e tutto il necessario per ottenere cinque stelle su ogni guida turistica.

Ho prenotato quattro camere: due da quattro persone e due da tre persone. Non ci resta che vedere le varie sistemazioni.

"Mademoiselle Terecciò, ecco la vostra lista!" m'informa il receptionist porgendomi un plico di fogli.

"Vogliamo vederlo anche noi!" s'impunta Lucia con impazienza.

"Certo che ve lo do, ragazze!" replico un po' scocciata, poi comincio a leggere la lista:

"Chambre 312: M.elle Sveva Favignani, M.elle Elisa De Girolamo, M.elle Ursula Pennini et M.elle Renata Villareale."

"A quanto pare siamo destinate a stare sempre insieme!" commenta Ursula rivolgendosi a Renata, mentre io proseguo con la lettura:

"Chambre 313: M.elle Marcella Monreale, M.elle Viviana Bacciocchi, M.elle Lucia Gualandri et M.elle Magali Tereccio." Oh, no, mi tocca la Vipera come compagna di camera!

"Stai tranquilla: ci siamo noi ad aiutarti!" mi rassicura Lucia.

"Grazie mille! So di poter contare sul vostro appoggio!"

Ben diversa la reazione della Vipera: "Qualcuno può darmi una camera singola? Non voglio pernottare con queste sanguisughe!"

"C'est n'est pas possible!" tuona il receptionist.

Intanto, mi occupo delle restanti due camere: "Chambre 314: M.elle Aliona Mosheskaya, M.elle Angela Mattei et M.elle Sofia Novodoszki.

Chambre 315: M.elle Simona Mattei, M.elle Iolanda Valdès et M.elle Camilla Gualandri.
"

Arrivate in camera, non crediamo ai nostri occhi: il blu domina ogni angolo della stanza, dalle lenzuola di seta alle pareti, senza dimenticare il soffitto. Persino le piastrelle del bagno richiamano il colore del mare.

"Se non vi dispiace, vado a farmi una bella doccia ristoratrice." annuncia la Vipera.

"Perché non un bagno, visto che c'è una bella vasca idromassaggio?" puntualizza Viviana.

"Perché non mi piace sentire il freddo della vasca sul mio bel didietro!"

Quando la Vipera ha chiuso la porta del bagno, naturalmente sbattendola, vuoto il sacco riguardo a ieri sera.

"Fammi capire: Mister "Ehi, tu, non guardarmi in faccia!" ti ha baciato e tu rimani indifferente?" domanda stupita Viviana.

"Certo! Infatti era un bacio finto, con il solo scopo di depistare Dan."

"E allora perché non sei quasi riuscita a dormire?" mi chiede Lucia.

"Perché non sono sicura che sia una messinscena." rispondo mestamente "Per tutta la notte ho pensato alla dolcezza di quel gesto, al leggero tocco delle sue labbra, al pizzicorio della sua barbetta durante il bacio..."

"Quando è così, vuol dire solo una cosa: sei innamorata! Praticamente KO!" è il responso di Viviana.

"Verrà al matrimonio? Così puoi tranquillamente presentarcelo!" insiste Lucia.

"Per rispondere a entrambe: no, non verrà al matrimonio, visto che ci vado da sola; e no, non sono innamorata di lui perché, come vi ho già detto, è una farsa per allotanare Dan da me." Ad essere sincera, nemmeno io sono sicura di quello che sto dicendo.

Tra chiacchere sul più e sul meno e scherzi da pianificare, la sera è arrivata. Ho affittato una saletta al pianterreno per una festicciola in stile anni 70/80.

Per quest'occasione decido di indossare un top rosso dalle spalline strette, un paio di pinocchietti di jeans e dei sandali giallo sole. Insomma, tutti e tre i colori primari in una sola mise.

In breve tempo, raggiungiamo prima il ristorante e, solo dopo aver cenato, ci fiondiamo nella nostra saletta.

"Un brindisi alla nostra Sveva! Goditi i tuoi ultimi dieci giorni da nubile!" grida Sofia mentre brindiamo con un bel Cosmopolitan, ad eccezione di Camilla, la quale si accontenta di una gazzosa.

"Vi ringrazio, ragazze! Sono certa che avete pensato a rendere questo fine settimana indimenticabile!" replica Sveva.

Dopo il brindisi, ci mettiamo a ballare sulle note di "Girls just want to have fun"; non so se ridere per Viviana e Angela che mettono a confronto i loro boa piumati, per Sofia che s'improvvisa cantante, indossando una parrucca rosa stile afro, o per Lucia che cerca di riprendere il tutto trattenendo le risate.

"Dove è finita Marcella?" domanda Elisa.

"È andata in camera sua da un pezzo; essendo astemia, preferisce la compagnia di sè stessa." risponde Simona imitando un tono da snob.

"Ma non ha proprio idea di cosa l'aspetterà domani!" annuncia beffarda Viviana.

Buonasera e buon anno a tutti i miei fan! (ammesso che ci siano dei fan di questa storia)

Eccoci con un bel capitolo e con le relative precisazioni!

Prima quelle inutili: Lucia e Camilla sono cugine, pertanto le ho messe in camere separate, così come Angela e Simona (che invece sono sorelle).

Nei dialoghi di Aliona troverete parole con l'accento spostato per sottolinearne la pronuncia sbagliata.

Il traghetto su cui viaggiano le nostre amiche è un Roll on/Roll off (cioè che può trasportare autoveicoli) che effettua anche il servizio passeggeri

Boulevard Paoli è, in un certo senso, la zona "chic" di Bastia, contornata di palazzi in stile toscano; l'ideale per un hotel di lusso, non credete?

E per finire, una notizia importante: Magali non avrà un "più uno" al matrimonio! Con questo intendo dire che le uniche scene romantiche saranno con Sveva e Luc (evviva gli sposi!)

Per finire: vi garba, per ora, questo addio al nubilato? Cosa pianificheranno le diaboliche menti di Viviana e Lucia per mettere in ridicolo la Vipera?

Un bacio e al prossimo capitolo.

Russian

PS: ho iniziato una raccolta dedicata alle amiche di Magali, che potrete trovare nella sezione "Commedia".

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Capitolo 17
*** Il peso della celebrità ***



10 maggio 2014

"Svegliati, braccino-corto! Una nuova giornata ti aspetta!" tuona Viviana con impazienza.

"Sei la damigella d'onore e non puoi permetterti di fare le cose in fretta e male!" si aggiunge Lucia.

Dopo aver aperto gli occhi, rispondo loro: "Scusatemi, ma volevo recuperare il sonno perduto di ieri."

"Ti capisco. Ma adesso fiondati sotto la doccia! E ricordati di usare il mio shampoo invece di quello dell'albergo!" ordina Viviana.

"Perché?" chiedo perplessa, notando che la Vipera non si è ancora svegliata.

"Ti spiegherò più tardi, ma adesso vai!"

"Signorsì, signore!"

Mai contraddire Viviana Bacciocchi quando impartisce un ordine; è una regola d'oro per tutte noi.

Finita la doccia, mi accingo a vestirmi; opto per una maglia color oro con scollo a barca e maniche a tre quarti, una gonna ad abat-jour verde oliva e delle décolleté color cipria.

Raggiungo Lucia e Viviana nella hall; la prima indossa una maglietta azzurra, abbinata ad una gonna lunga e un paio di ballerine carminio; la seconda ha scelto una tenuta color corallo, composta da pantaloni lunghi, camicia e ballerine.

"Cosa avete fatto alla Vipera?" domando mentre c'incamminiamo verso il bar.

"Nulla di eclatante" esordisce Viviana "Ho svuotato la boccetta di shampoo dell'hotel e vi ho messo dentro del dentifricio diluito con acqua."

"Non è un granchè, ma spero che abbia funzionato." l'assecondo.

Ai tempi del liceo, Viviana era la regina degli scherzi: spaziava dal classico ragno nello zaino a scherzi più scenografici, come inondare l'aula magna di piume e melassa. Una volta mi ha raccontato di aver messo delle calamite nella giacca di un suo compagno, col risultato che costui si era ritrovato una serie di oggetti metallici di vario genere addosso.

"E come andò a finire?" domanda Sofia, l'unica, insieme ad Aliona, a non conoscere queste storie.

"Mi sono beccata due settimane di sospensione." risponde Viviana.

"Che incòsciente ad aver spiffèrato il tuo piano." commenta seccata Aliona.

"Quali sono i programmi per oggi?" domanda Simona cambiando argomento.

"Dato che alcune di noi non hanno ancora il loro abito da damigella, propongo del sano shopping mattutino." le rispondo.

"Buonissima idea! Sono ancora indignata nel sapere che non esistono abiti da cerimonia premaman!" si lamenta Camilla.

"Conosco un negozietto che li fa su misura; è uno dei pochi rimasti in questa città."

"Magali, ci sorprendi vivamente!" afferma Sveva convinta.

"Grazie per l'incoraggiamento!" rispondo commossa.

Dopo colazione, saliamo in camera, dove ci aspetta una Marcella infuriata.

"Buongiorno, fiorellino, perché quella faccia?" esordisce Viviana cercando di smorzare la tensione.

"Guarda cosa hai fatto ai miei capelli!" risponde Marcella mostrando una capigliatura ispida e piena di striature azzurrognole.

"E questo non è niente!" mi sussurra Lucia all'orecchio.

"Te l'ha suggerito la francesina, vero?" righia la mia nemica.

"No, ho fatto tutto di testa mia!" risponde Viviana.

"Sei solo patetica! Ora vado e vi aspetto giù!" annuncia la Vipera mettendosi la camicia del suo pigiama a mo' di copricapo.

"Vedo che hai preso la mia borsa." mi fa notare Viviana. La borsa in questione è un suo regalo per il mio ultimo compleanno; su di essa sono stampati su fondo nero un ranocchio ed una scritta, ovviamente in francese, che dice: "Aiuto! Qualcuno mi faccia diventare un principe!"

"Ti ringrazio, è davvero un bel regalo! Tornando a prima: cosa hai combinato, Lucia Gualandri?"

"Lo vedrai fra qualche ora, ma adesso andiamo!"

L'atelier di Firmine è una delle poche sartorie ancora in attività; conosco la proprietaria sin dalla tenera età, poiché cuciva gli abiti che zia Gabrielle indossava per le gare.

Appena entro, mi accorgo che il profumo di arance amare che caratterizzava questo posto, oltretutto senza che io sappia il perché, è ancora nell'aria. Di questo posto non è cambiata una virgola: c'è ancora lo sgabello di legno, ci sono ancora i manichini di una volta, c'è perfino il grande specchio dello studiolo, ancora intatto malgrado la polvere.

"Firmine, sei qui?" domando in francese.

Mi sono dimenticata di dire che lei abita sopra l'atelier, per avere casa e bottega nello stesso posto.

Appena scese le scale, Firmine mi viene incontro e mi abbraccia molto forte.

"Magali, che gioia rivederti! È come se il tempo non fosse mai passato!"

"Anche per me è così!"

"Sarai pure cresciuta, ma sei sempre uguale ad allora!" constata sciogliendosi dal mio abbraccio.

"Neanche tu sei cambiata!"

"Cosa ti porta qui?"

"Mio fratello si sposa lunedì prossimo e ho bisogno del tuo tocco magico per degli abiti da damigella."

"Non c'è problema, piccola mia! Mi metto subito all'opera!"

Faccio accomodare le mie amiche (e la mia nemica) nel grazioso salottino adiacente lo studiolo, mentre Firmine si procura l'occorrente per il lavoro.

"Allora, fanciulle, chi vuole essere la prima?" domanda l'anziana signora rivolgendoci un dolce sorriso.

Camilla si alza subito in piedi, rispondendo: "Io sono il caso più urgente."

"Mi fa piacere ricevere una futura mamma! Vieni pure, cara!"

Ecco un'altra cosa che mi piace di Firmine: non avendo mai avuto figli nè essendo mai stata sposata, tratta le sue clienti come se fossero le figlie che non ha mai avuto.

Dopo una decina di minuti, Firmine accompagna Camilla nel salottino.

La nostra neomamma preferita indossa un abito blu notte lungo fin sotto il ginocchio, con delle trasparenze che caratterizzano le maniche e la scollatura, come se indossasse una maglietta ed uno scamiciato.

"Come vi sembro?" domanda Camilla.

"Cugina cara, sei uno schianto!" si complimenta Lucia. Noto che su quel vestito siamo d'accordo tutte.

"Sono felice che vi piaccia il mio lavoro!" constata entusiasta Firmine, poi domanda: "Chi è la prossima?"

Dapprima è il turno di Lucia: per lei è stato cucito un abito verde bottiglia, non troppo stretto e dalla scollatura quadrata, abbinato ad un bolerino dello stesso colore.

Segue poi Iolanda: alla fine indosserà un abito turchese, in netto contrasto con la sua carnagione scura, stretto in vita e con delle decorazioni dorate sull'ampia gonna.

E infine ecco Sofia: l'abito è identico a quello di Camilla, ma la scollatura è quadrata anzichè a cuore, la "maglietta" trasparente è a collo alto anzichè a girocollo, è lungo fino alle caviglie e di colore nero con delle perline bianche.

"E il tuo abito?" mi chiede Angela.

"È come il vestito da sposa di Sveva: sarà una sorpresa per tutte voi."

"Comunque vada, saremo bellissime." afferma Elisa.

"Concordo con tutte voi! Saremo meràvigliosè!" replica Aliona.

La Vipera non ha proferito parola per tutta la mattinata; durante il pranzo, è accaduto qualcosa di strano...

"Mademoiselle Monreale, la sua sedia è sporca di salsa al pomodoro." l'avverte un cameriere.

Dapprima non gli crede, ma poi abbassa lo sguardo verso la sedia e grida: "Aiuto, sto dissanguando!" correndo immediatamente in bagno.

Mi giro verso Lucia, chiedendole: "Cosa hai combinato?"

"Te lo dirò in un momento più opportuno."

Ma gli imprevisti non sono finiti: arrivate nella hall, il receptionist mi viene incontro, dicendomi: "Mademoiselle Tereccio, c'è un pacco per lei!"

"Ma io non aspettavo della posta!" rispondo perplessa mentre afferro il pacco.

Apro un po' l'involucro, rivelando la testata di una rivista.

"È una rivista di gossip! Non mi piacciono queste cose!"

"Passamela, così ci do un'occhiata!" Elisa adora leggere dei pettegolezzi, tranne in un solo caso: quando questi riguardano me.

Difatti, sulla copertina di quella rivista c'è una foto di me e Cristian mentre ci baciamo, con sopra un titolo lapidario:"Calista LaTour: bella e infedele."

"Pensavo che quel bacio fosse finto." esordisce Lucia.

"E infatti lo è!" rispondo seccata.

"E allora perché c'è la vostra foto sul giornale?" chiede Iolanda.

"Quella sera non avevo notato dei paparazzi, tanta era la rabbia verso Dan."

Angela afferra la rivista e inizia a leggere:

"La star di Glammy Dancers Calista LaTour, temporaneamente fuori dalla trasmissione, è stata beccata a consumare un tradimento sotto la pallida luce della luna."

"Non sappiamo nulla dell'uomo che era con lei quella sera, ma siamo certi che non si tratta di Dan Saint-Germain, suo partner nel programma."
prosegue Ursula.

"La nostra redazione non è riuscita ad estorcere informazioni sull'uomo misterioso." continua Elisa. "Per fortuna!" aggiungo io mentalmente.

"Riguardo a questo, Dan ha reagito violentemente, attribuendo a Calista epiteti poco eleganti sulla di lei condotta morale." prosegue Sofia.

"E ora cosa farà Calista? Tornerà strisciando dal suo Dan o rimarrà tra le braccia del Cavaliere Misterioso? Continuate a leggerci per altri sviluppi sulla vicenda!" conclude Renata.

"Chi può aver spifferato tutto sulla tua presunta nuova relazione?" mi chiede Simona.

"Dan. Non c'è altra spiegazione." afferma Camilla.

"Come può arrìvare a commettère una cosa del genère? È un abòminio!" obietta Aliona.

"Se me lo ritrovo davanti, giuro che gli stacco la gabbia toracica e ne faccio una scarpiera!" ipotizza minacciosa Viviana.

"Ben detto! Non può rovinare il mio giorno speciale!" si accoda Sveva.

Nella speranza di non pensare a quell'articolo, mi rilasso con un tuffo nella piscina dell'hotel.

Ma, bracciata dopo bracciata, non riesco a dimenticarlo: io e Cristian insieme? Che assurdità!

Giuro che domani chiamo il direttore di quello spreco di carta e gli dico la verità!

"Sei ancora sotto shock per l'articolo?" domanda Simona. Annuisco timidamente.

"È la dura legge della celebrità! constata Renata "Prima o poi capita a tutti di essere oggetto di una calunnia."

"È vero" le rispondo "Ma le calunnie possono anche ferirci."

"Questo è lampante!" afferma Lucia, seduta a bordo piscina insieme ad Angela, Sofia e Marcella.

"Ma c'è qualcosa che non sai" aggiunge Iolanda "In ogni calunnia c'è un briciolo di verità."

E se questo fosse vero?

Rieccomi dopo tanto tempo!

Per prima cosa, ho modificato l'introduzione; ditemi se va bene questa o devo cambiarla ulteriormente.

Passiamo al capitolo: abbiamo una Magali bersagliata dal gossip, che non le lascia via di scampo neanche nel suo semestre sabbatico.

Ora voi direte: "non mi piace questo capitolo perché sembra una sfilata di moda!", ma le descrizioni dei vestiti da damigella fatti a mano servono per farvi un'idea di un matrimonio in grande stile, come se fosse una specie di ballo scolastico.

Volete sapere lo scherzo di Lucia a Marcella? Come indizio, vi dico che alcune ragazze sono sedute sul bordo della piscina a causa di un piccolo problema femminile...

Detto questo, spero di aver soddisfatto la vostra curiosità.

Russian

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Capitolo 18
*** Ci sono famiglie e famiglie ***



10 maggio 2014 - sera

"Ho ricevuto anch'io quella rivista. Come si permette di far passare una farsa per un tradimento? Come possono inventare delle storie sul nostro conto? Tutto ciò deve finire ancor prima di continuare!

Ci vediamo lunedì. Cristian.
"

Prima di cenare, non ho fatto altro che messaggiare con il mio presunto fidanzato, anche lui scosso da queste illazioni.

Vorrei che quella sera non fosse mai esistita, o che lo fosse, ma senza Dan e senza bacio.

Durante la cena non ho speso neanche mezza parola, vista la situazione in cui mi hanno fatto cacciare.

"Divertitevi per me: io non ci sono!" ho detto alle altre prima di lasciare il ristorante. Ho deciso di scacciare la frustrazione con una passeggiata sul lungomare.

È come se i miei pensieri camminassero con me; tutto quello che è successo negli ultimi mesi riaffiora nella mia mente. Dalla decisione di lasciare il programma al matrimonio imminente di Luc, dal trasferimento a Livorno alla sbornia litigiosa, fino ad arrivare alla domenica di riconciliazione e a quel maledetto finto bacio.

La luna e il mare sono testimoni di questo marasma mentale. Non ho visto ancora le stelle, forse perché non vogliono partecipare a questa babele che si annida nel mio cervello.

Verso le undici e un quarto, torno in albergo, dove trovo le ragazze intente a chiaccherare in cortile.

"Allora, come mai non siete andate giù?" chiedo con disinvoltura.

"Spettacolo annullato." afferma lapidaria Elisa "I ballerini esotici che hai ingaggiato non si sono presentati."

"Forse è meglio così!" rispondo accomodandomi vicino a Renata.

"Tu che fine avevi fatto? Ci siamo preoccùpate per te!" incalza Aliona.

"Sono andata sul lungomare per riflettere un po'."

"E a quale conclusione sei giunta?" domanda Viviana.

"Non lo so; è tutto così aggrovigliato..."

"Ma lui ti piace o no?" chiede Simona con insistenza.

"Vi ho già detto che per me è solo un amico, come lo sono Michele, Maurizio e Stefano."

"Ma nèssuno dei tre ti ha bacìato!" puntualizza Aliona.

"Secondo me le piace, ma continua a negare l'evidenza." ipotizza Simona.

"Per favore, possiamo cambiare argomento?" domando seccata.

"Sì, mamma!" risponde Simona sbuffando.

"A proposìto di mamme: come hai deciso di chiamare il tuo bàmbino, mia cara Càmilla?" chiede Aliona.

"Dopo attente riflessioni e continui ripensamenti, ho scelto di chiamarlo Marco." risponde la diretta interessata massaggiandosi la pancia ormai consistente.

"Hai fatto bene, è un nome molto pòtente!" commenta Aliona.

"Sempre meglio di un nome melenso come Azucar!*" s'intromette Marcella, scatenando la furia di Iolanda.

"I nomi delle mie gemelline sono bellissimi!"

"Passi Gisela, ma Azucar è terribile!"

"Avete finito di litigare?" m'intrometto frapponendomi tra loro due.

"Scusaci" replica Iolanda "Ma quando vengono messe in mezzo le mie figlie, divento una belva."

"Comunque mi piacciono i nomi che hai dato loro! Quanti anni hanno?" s'incuriosisce Angela.

"Cinque e mezzo." risponde Iolanda "Io e Carlos le stiamo crescendo come meglio possiamo."

"Sono certa che siete dei bravi genitori." afferma Angela, aggiungendo poi: "Anch'io sono stata una specie di mamma per i miei tre fratelli."

Tutte noi la guardiamo con perplessità, ma è Iolanda a rompere il silenzio: "Tre fratelli?"

"Ebbene sì: io sono la maggiore, seguita a ruota da Giacomo, che a ventitrè anni suonati pensa ancora ai videogiochi e considera le ragazze come dei nemici da evitare."

"Poi ci sono io, cavallerizza in erba; infine troviamo Tommaso, quindici anni e tanta voglia di divertirsi, tanto da essere promosso per il rotto della cuffia." conclude Simona "Ma nonostante questo, ci vogliamo un gran bene e cerchiamo di sostenerci l'un l'altro."

"Come v'invidio! Vorrei avere un rapporto così armonico anche con la mia sorellastra!" si lamenta Viviana.

"A proposito di Ester: è passato il suo periodo dell'idolatria infondata?" le domando speranzosa. Chiamo così quel periodo dell'adolescenza in cui si ha l'impulso di seguire un cantante o un gruppo solo per l'aspetto fisico, senza fare caso alla realtà.

"Purtroppo no, braccino-corto! È ancora fissata con questi Una Sola Direzione ed ha cominciato a sognarli pure di notte!"

"Sognare non è proibito!" constata Simona.

"Sì, ma non dei sogni sconci e soprattutto non a dodici anni!"

"Allora il caso è grave!" commenta Elisa.

"E pensare che ai nostri tempi non facevamo quei sogni lì sui cantanti del momento." sospiro.

"E non pensavamo a immaginare se fossero... attrezzati da quelle parti!" aggiunge Elisa, che, pur avendo quasi ventun anni, ha avuto un'idolatria infondata moderata o inesistente.

"Fortunatamente, io e babbo non viviamo con lei da sette anni, lasciando a sua madre il gravoso compito di sopportarla." puntualizza Viviana.

"Devo proprio svelarvi un segreto." annuncia Lucia.

"Spara!" la incita Angela.

"Sto prendendo in considerazione l'idea di avere figli."

"Tu? Ma non eri quella che riteneva i figli una perdita di tempo?" domando incredula.

"Esatto, ma ho cambiato opinione da sei mesi, ovvero da quando ho conosciuto Francesco."

"E perché questa svolta?" domando ancora stupita.

"Lui ha a che fare con i bambini ogni giorno; questo ha scatenato in me il desiderio di maternità, divenuto certezza quando ci siamo messi insieme. Mi piacerebbe essere madre di una splendida bambina, ma l'importante è che cresca in un ambiente colmo d'affetto."

"Allora è vero che le persone cambiano col passare degli anni!" commenta Sofia.

"Che ne dite di un abbraccio di gruppo?" propone Angela.

"Siamo tutte d'accordo!" concludo prima di questo abbraccio, al quale, stranamente, partecipa anche Marcella. Non lo so il perché: forse è per noia oppure per pentirsi del suo pessimo comportamento.

Non vi è conclusione di giornata migliore di un abbraccio di gruppo sotto le stelle.

*Azucar in spagnolo significa "zucchero", da cui l'aggettivo "melenso" abbinato a tale nome

Attenzione: non è mia intenzione offendere le Directioner, ma purtroppo la maggior parte di esse è più o meno come la sorellastra di Viviana.

Altre cosa su questo capitolo-cuscinetto?

Qui scopriamo (anche grazie alla lite con Marcella) che Iolanda è sposata ed ha due bambine. Inoltre si scopre che lei è sudamericana e lo sono anche il marito e le bimbe.

Infine, eccovi un'inedita Lucia, che, forse anche a causa della gravidanza della cugina, vorrebbe in futuro diventare madre.

Detto questo, vi aspetto nel prossimo capitolo!

Un bacio.

Russian

PS: non mi sono mai piaciuti gli addii al nubilato stereotipati, con tanto di spogliarellisti. La soluzione? Ho pensato a varie alternative, ma alla fine ho optato per degli "intrattenitori piccanti" che hanno dato forfait all'ultimo minuto, in modo da far passare una serata tranquilla alle nostre amiche.

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Capitolo 19
*** Decisioni... indecise! ***



11 maggio 2014

Sono felice di aver portato le ragazze a visitare la mia città.

Sono rimaste estremamente stupite nel vedere da vicino i luoghi della mia infanzia: dalla casa dove sono nata alla vecchia scuola elementare, dall'asilo nido al parco giochi dove mamma e papà erano soliti portarci, senza dimenticare palazzi, chiese, monumenti e la grande piazza con al centro la statua di Napoleone. Ed è proprio lì che io e le altre abbiamo deciso di mettere su un grazioso pic-nic.

"Quando io e Luc eravamo piccoli, eravamo convinti che dentro la statua ci fosse un tesoro nascosto. E penso di esserne convinta tutt'ora."

"Wow! Dev'essere davvero interessante vedervi giocare a Indiana Jones qui!" sospira Sveva, che, se potesse, userebbe una macchina del tempo per incontrare il suo futuro marito in tenera età.

E a proposito di relazioni: ad un tratto, Renata chiede: "Avete pensato ai vostri più uno?"

"Tu verrai con Michele, giusto?" puntualizza Sveva.

"Proprio così!" Renata e Michele stanno insieme dagli esami di maturità e non si sono più lasciati da allora. Come avrei voluto un rapporto longevo come il loro!

"Io, come vi ho già detto in precedenza, verrò da sola." preciso con risolutezza, poi aggiungo: "Ma conosco qualcuno che potrebbe essere adatto per Simona."

"Davvero? E di chi si tratta?" domanda stupita la diretta interessata.

"Si chiama Riccardo e ci vediamo al parco due mattine a settimana. Ha i capelli color miele, suona la chitarra e canta discretamente."

"Perfetto! Sono proprio ansiosa di conoscerlo!" esclama Simona "Già che ci siamo, hai qualcuno anche per Angela?"

"Putroppo no, ma potremmo farti mettere con Stefano."

"È vero! Voi due potreste essere una bella coppia!" esclama Viviana entusiasta "Comunque, anch'io sarò da sola." annuncia con altrettanto entusiasmo.

"Anche io e Aliona siamo nel club delle "meglio sole che male accompagnate"." si aggiunge Sofia.

"Ci sarò anch'io dentro." conferma sbuffando Marcella.

"Un'altra tessera soci per me!" esclama Camilla.

"Sarete in sei a venire da sole, molto bene!" annota Sveva.

"Sette! Non voglio conoscere questo Stefano!" protesta Angela.

"Vedrai che ti piacerà!" le preannuncia Viviana.

"Sei sicura di venire da sola?" mi chiede Sveva.

"Mi sembra ovvio! Perché questa domanda?"

"Secondo me dovresti invitare qualcuno che conosci." ipotizza Renata.

"Qualcuno che ti sta ospitando in questi giorni, che non voleva farsi vedere, che ti ha prestato la caffettiera, che ti ha baciato per finta..." elenca Aliona, che era miracolosamente riuscita a pronunciare correttamente tutte le parole.

"Seriamente: quale parte di "Io e Cristian siamo solo amici" non capite?"

"Dicono tutte così!" puntualizza Viviana.

"Tra noi due c'è solo amicizia e non ho alcuna intenzione di invitarlo al matrimonio! E questa è l'ultima volta che ve lo dico!"

Tra chiacchere, foto e lunghe passeggiate, anche quest'ultimo giorno è trascorso in fretta. Per l'ultima sera ho organizzato un karaoke a sorpresa.

"Perché a sorpresa?" domanda Lucia.

"Perché la scelta della canzone sarà affidata alla sorte e non a voi!" rispondo con sincerità."

"Ganzo! Tu ci hai letteralmente spiazzate!" esclama Viviana.

Alcune di noi hanno una rosa tra i capelli: nera per Renata, blu per Viviana, bianca per Simona, arancione per me, turchese per Sofia e rossa per Lucia. Altre personalizzazioni sono effettuate da Elisa, con un fiocco turchese più grande della propria testa, e Sveva, con un cerchietto giallo.

Dopo la splendida cena offertaci, ha inizio lo show.

Ursula è la prima a cantare; a lei è stata assegnata "I will always love you", che riesce ad eseguire in maniera accettabile.

La segue a ruota Camilla con "Susanna" di Celentano; inutile dire che la strofa "Mai più niente so di te" è riferita al suo ultimo ex, nonché padre di Marco.

Poi è la volta di Elisa con "C'è tutto un mondo intorno"; devo ammettere che si sente a proprio agio nell'eseguire una vecchia canzone, pur facendo cilecca con gli acuti.

Adesso è il turno di Lucia; la sua versione di "Gocce di memoria" è priva di stecche e virtuosismi eccessivi e questo è un bene.

Marcella sarà pure una pessima ballerina, ma si è rivelata una discreta interprete facendo propria "Cell block tango". Viceversa, Sveva ha cantato "Money money money" stonando a più non posso, ma ottenendo comunque i nostri applausi.

Viviana esegue "That's amore" senza rinunciare all'ironia, mentre Simona rende quasi lirica "Almeno tu nell'universo".

Ci siamo commosse ascoltando Renata in "Turning tables" e abbiamo riso come matte nell'esecuzione di "Viva la vida" fatta da Aliona, immaginando come l'avrebbe cantata se fosse in italiano.

Dopo aver ascoltato Sofia con "E poi", Iolanda con "Il più grande spettacolo dopo il Big Bang" e Angela con "Hound dog", è giunto il mio momento.

Come brano mi è capitato "I will survive", esplicitamente dedicato a Dan e alla sua insistenza.

Mi sono immedesimata in questa esibizione, impreziosendola con una piccola coreografia e ricevendo molti applausi.

"Siamo state fe-no-me-na-li!" commenta Viviana a fine serata.

"Dovremmo organizzare più spesso delle serate come questa!" puntualizza Camilla entusiasta.

"Cara Magali, la tua esibizione è degna di una professionista!" si complimenta Lucia "Senza togliere nulla alle altre, ovvio!"

"Grazie! Comunque ho deciso!"

"Cosa hai deciso?" È ancora Lucia a rivolgermi la parola.

"Inviterò Cristian al matrimonio, anche se so che rifiuterà."

"Non essere pessimista!" mi sprona Elisa "Sono certa che sarà felice di trascorrere quella giornata in tua compagnia."

"Va bene, domani glielo chiedo; tentar non nuoce, no?"

Capitolo corto, ma comunque interessante: tra la discussione sul "più uno", lo spericolato karaoke e la presa di coscienza di Magali non si sa quale sia il punto forte.

Secondo voi, Cristian accetterà di essere il "più uno" di Magali?

Lo scoprirete solo leggendomi!

Un bacio e alla prossima.

Russian

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Capitolo 20
*** Dimenticare è difficile, figuriamoci amare di nuovo! ***



15 maggio 2014

Eccomi nuovamente nella mia solita routine: corsa sulla Terrazza Mascagni, chiaccherata con Riccardo (il quale ha accettato il mio invito e non vede l'ora di conoscere Simona) ogni tanto, lezioncine di ballo, cena o da me o da Cristian con chiacchere su questo o quell'altro argomento e poi ognuno a casa propria.

Ma oggi sarà diverso; infatti Cristian non sa ancora nulla delle mie intenzioni e stasera voglio chiedergli di essere il mio più uno.

A dire il vero, lunedì ho provato a chiederglielo, ma ero troppo stanca ed emozionata per il weekend appena passato per formulare quella domanda sciocca.

In questi giorni ho anche fatto causa alla redazione di quell'insulso giornaletto, chiedendo espressamente di non pubblicare mai più foto o articoli che mi riguardano.

Inoltre mi rincuora sapere che Glammy Dancers chiuderà definitivamente i battenti, lasciando me, Simona e gli altri partecipanti liberi di ricominciare da zero.

Dopo la mia corsa mattutina, decido di fare un salto al negozio di tatuaggi dove lavora Cristian; lì trovo solo il suo socio, che si accorge immediatamente di me.

"Ciao, Giulio!"

"Ratatouille! Vederti è una gioia immensa!" mi risponde con un abbraccio stritolatore. Ancora non so il perché di quel soprannome, ma questo non ha importanza.

"Se cerchi il mio socio, è impegnatissimo con un cliente e non può interrompere il suo operato. Mai disturbare il maestro!"

"Va bene lo stesso." rispondo ridendo "Volevo solo sapere se conosce un buon ristorante vicino casa. Vorrei che fosse una serata speciale."

"Cosa state tramando a mia insaputa?" domanda Giulio.

"Niente di particolare: si tratta di un semplice invito ad un matrimonio."

"Cara Ratatouille, il tuo comportamento mi perplime, ma t'indicherò un posticino niente male."

Il ristorante scelto da Giulio è parecchio distante dal mio alloggio, ma comunque facilmente raggiungibile; non è grezzo, ma neanche eccessivamente lussuoso, ideale per una serata apparentemente normale.

Dopo un sopralluogo preliminare, con tanto di pranzetto-lampo, prenoto un tavolo per due e mi dirigo verso casa.

Sono certa che rimarrà folgorato da questa mia iniziativa.

Durante il resto della giornata, i miei pensieri sono in netto contrasto.

"Non accetterà il mio invito!"

"E invece sì! E sarà felicissimo di accompagnarti!"

"E se accettasse, ma poi desse forfait all'ultimo minuto?"

"Non lo farà! Non ne sarebbe capace!"

"E se fosse già fidanzato?"

"Manda a quel paese lui e la fidanzata!"


Tra un pensiero e il contrario di esso, giungono le sette di sera. Dopo una rapida doccia, pesco dall'armadio le prime cose che trovo e raggiungo il ristorante.

Circa mezz'ora dopo, arriva un Cristian decisamente trafelato.

"Scusami per il ritardo, ma ho avuto una lite in negozio."

"Hai litigato con Giulio?" domando preoccupata.

"Certo che no! Sono entrati un sedicenne con i suoi genitori; io e il padre del ragazzo eravamo contrari alla sua decisione, ma la madre insisteva nel chiedere un tatuaggio al figlio perché "ce l'hanno tutti i suoi compagni!"" Noto che lui ha pronunciato quest'ultima frase imitando un tono femminile e procurandomi non poche risate.

"E come è andata a finire?" domando mentre ci accomodiamo al nostro tavolo.

"Morale della favola: quel ragazzo è tornato a casa a pelle vuota, rassegnandosi all'idea di dover aspettare altri due anni."

Devo candidamente ammettere di aver scelto un posto veramente accogliente, quasi come una casa: i tavoli e le sedie di legno, le tovaglie lavorate a mano e la luce calda delle candele donano al locale un'atmosfera senza tempo. Mancava soltanto il suono di una fisarmonica per ritrovarci nella scena più famosa di "Lilli e il vagabondo".

"Posso farti una domanda un pochino... intima?" chiedo a Cristian mentre consumiamo la cena, rigorosamente a base di pesce.

"Per me non c'è problema."

"Sei fidanzato? Te lo chiedo perché devo decidere se passare o meno alla domanda successiva, ma se non vuoi rispondere, mi va bene lo stesso."

In questo momento, noto un'indicibile tristezza nei suoi occhi. Non so se ho fatto bene a costringerlo a riaprire un'eventuale vecchia ferita.

"Sono stato fidanzato, ma non so se sia il caso di raccontartelo."

"Io ti ho parlato del mio passato, perciò mi sembra giusto che tu possa parlarmi del tuo."

"D'accordo, ti dirò tutto quello che ti conviene sapere.

Il mio primo tatuaggio risale al compimento del mio quarto di secolo; a farmelo è stato un signore di Pistoia dal quale trascorrevo parte dei miei pomeriggi, incuriosito da come operava su ogni singolo individuo adattandosi alle sue esigenze.

Quello stesso giorno, ho incontrato una delle più belle ragazze che io abbia mai visto: capelli biondo cenere, occhi verdi, ben messa fisicamente e soprattutto tatuata all'inverosimile."

"Insomma, la ragazza perfetta per te!"

"Esatto!

Tra una chiacchera e l'altra, ho scoperto che quella ragazza era l'assistente del mio tatuatore e ogni tatuaggio per me rappresentava una scusa per strapparle anche solo un semplice sorriso.

Dopo qualche mese, le ho chiesto di insegnarmi il suo mestiere e lei ha accettato senza pensarci due volte. Una decina di lezioni dopo, abbiamo scoperto un'intesa dannatamente perfetta..."

"Scusami se t'interrompo, ma come si chiamava la tua vecchia fiamma?"

"Isabella. Comunque ti stavo dicendo..."

"...Che avevate una grande intesa."

"Giusto. E in quel momento abbiamo avuto l'insana idea di metterci insieme, scambiandoci il nostro primo bacio e consumando la nostra prima volta. Può sembrare assurdo, ma all'epoca dei fatti ero molto impulsivo.

Tutto procedeva a gonfie vele, finché, un bel giorno di sette anni fa, le ho chiesto di aprire un'attività insieme e sposarmi."

"E lei come ha reagito?"

"Era d'accordo sulla collaborazione, ma detestava l'idea del matrimonio; la vista di un qualsiasi abito bianco le faceva venire la nausea ed era allergica ad ogni tipo di fiori.

Poi mi ha spiegato che in futuro vorrebbe mettere su famiglia, ma non con me. Questa cosa mi ha fatto stare male e ci ho messo un anno e mezzo per riprendermi dallo shock.

Da allora non sono più stato in grado di impegnarmi in una relazione sentimentale, ma se dovesse ricapitare, non cederò subito ai miei impulsi."

"Mi dispiace, non volevo metterti tristezza."

"Non importa, anzi, mi ha fatto piacere aprirmi con te." Nel pronunciare queste parole, mi sfiora delicatamente una mano, procurandomi un leggero sussulto.

"Lunedì verrai al matrimonio con me?" chiedo dopo essermi ripresa.

"Mi dispiace deluderti, ma non ce la faccio a venire: è il terzo weekend del mese, il che significa che Barbara mi affida i bambini e lunedì mattina mi toccherà accompagnarli a scuola."

"Ti ricordo che la cerimonia è alle tre del pomeriggio; e poi da qui a Sestri Levante, in fondo, non è molta strada."

"Allora farò il possibile per essere lì con te."

La serata procede normalmente, ma, tornati a casa, Cristian esordisce con un: "Qui non corriamo il rischio di essere visti da qualcuno."

"Cosa vuoi fare?" chiedo preoccupata, ma lui riesce a zittirmi.

"Non dire niente e goditi questo momento." sussurra prima di baciarmi dolcemente.

Poco dopo, mi separo da lui e gli chiedo sarcasticamente: "Ma non dovevi tenere a freno i tuoi impulsi? Complimenti per la coerenza!"

"Il vecchio Cristian ti avrebbe trascinata in camera da letto e tolto tutti i vestiti; invece hai davanti a te il nuovo Cristian, che preferisce costruire questo rapporto a piccoli passi."

"Mi stai prendendo in giro?"

"Nient'affatto: tu mi piaci veramente. L'ho capito durante le mie due settimane d'indifferenza nei tuoi confronti; giorno dopo giorno, ho scoperto di provare per te qualcosa di più grande della semplice amicizia. Non ho avuto il coraggio di esprimerlo apertamente fino alla sera precedente alla tua partenza; inizialmente volevo anch'io che quel bacio fosse finto, ma durante la tua assenza ci ho pensato in continuazione e sono giunto a questa conclusione: tu mi piaci molto, Magali, ma so che non ricambierai i miei sentimenti e che penserai ancora che sia una farsa."

Queste parole mi hanno lasciata senza fiato: Cristian ha appena confessato il suo amore per me? Non mi resta che prendere una decisione.

"Non sono sicura dei miei sentimenti verso di te; tuttavia verificherò se sei stato sincero." E dette queste parole, ricambio il bacio e riprendiamo da dove avevamo interrotto.

Erano quindici anni che non mi sentivo coccolata da un uomo che non fosse Luc, ma stasera ho di nuovo questa sensazione ed è solo grazie a lui. Sembra incredibile per me provare un sentimento così forte per qualcuno che conosco da due mesi e che probabilmente smetterò di vedere alla fine del mio soggiorno, ma per ora preferisco non badare a queste piccolezze e vivere pienamente questo momento.

La cosa che mi rende più felice è che le sue parole d'amore sono sincere; me lo fa capire stringendomi forte a se, come se non volesse lasciarmi andare, e assaporando delicatamente le mie labbra.

Vuole coccolarmi, vuole proteggermi, vuole stare solo con me e che io sia felice.

Quando ci separiamo, non riesco a non sorridere; dico "separiamo" così per dire, visto che sono ancora fra le sue braccia.

"Adesso mi credi?" domanda Cristian guardandomi negli occhi.

"Certo che sì, anche se domani ti dimenticherai di questo bacio."

"Come puoi pensare una cosa del genere? È difficile dimenticare un momento così intenso, soprattutto perché è successo con una donna molto speciale."

"E chi sarebbe questa donna molto speciale?" domando un po' infastidita.

"Mi riferisco a te, sciocchina!" risponde prima di darmi un altro bacio, molto più breve del precedente.

Eccoci ad un nuovo capitolo!

Cosa c'è di più bello del primo vero bacio tra i nostri due amici? Per me assolutamente nulla! Spero solo di averlo reso abbastanza credibile.

E mi piace anche il fatto che sia avvenuto senza paparazzi e finti spasimanti.

Fatemi sapere se vi è piaciuto.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 21
*** Come un deja vu ***



17 maggio 2014

Oggi sono decisamente di buonumore, così tanto da non aver voglia di cambiarmi d'abito.

Il perché di tutto questo?

Mi sembra ovvio: Cristian oggi non lavora, il che significa che sarà tutto per me!

Ieri ci siamo a malapena salutati, poiché doveva andare di corsa al lavoro; inoltre mi sono trattenuta dal passare a trovarlo al negozio per il semplice fatto di tenere il resto della popolazione umana all'oscuro della nostra neonata relazione. Mi suona ancora strano usare questa parola, ma la prospettiva è comunque allettante.

"Posso entrare?" chiedo bussando alla porta del suo appartamento.

"Tu puoi sempre!" mi risponde.

"Sei pregato di non ridere per il mio pigiama!" lo avverto prima di varcare la soglia.

Appena sono entrata, il profumo del caffè ha ormai pervaso le mie narici e la vista del mio... come posso definirlo? "Ragazzo" non va bene, poiché ha superato l'adolescenza da un pezzo ed è troppo prematuro definirlo "fidanzato"; e non userò neanche "amichetto" perché fa tanto relazione clandestina o asilo Mariuccia a seconda dei punti di vista.

Pazienza, vorrà dire che userò il nome di battesimo!

Dicevo: la vista di Cristian non fa che completare quest'atmosfera celestiale. Noto che lui, dopo avermi dato il buongiorno, cerca di trattenere le risate.

"Dillo che con questo pigiama sembro una damina dell'Ottocento!"

"In effetti è così, però mi piace perché sottolinea la tua unicità." constata lui, naturalmente dopo aver riso come un matto.

Se la mia tenuta notturna, ottocentesca e sui toni del fucsia e del verde mela, è stravagante, la sua non è da meno: maglietta nera talmente lisa da essere sul punto di perdere la manica destra e boxer dalla fantasia che definire bislacca è un complimento, viste le centinaia di serpentelli blu e rossi su sfondo grigio scuro. E vedendo tutto ciò, non posso fare a meno di ridere a più non posso.

"Vedo che anche tu non sei normale!" gli faccio notare dopo tutte quelle risate.

"Punto primo: non sono tipo da pigiama a righe; punto secondo: ho delle mutande anche peggiori di queste."

"Non oso pensarci! E comunque" proseguo mentre gli circondo i fianchi con le braccia "Esigo una ricompensa per esserci visti pochissimo nella giornata di ieri."

"Ti faccio notare che mi sono alzato da poco, quindi il mio alito non è dei migliori." puntualizza Cristian capendo le mie intenzioni.

"Ti ricordo che l'altra sera sapevamo entrambi di pesce, perciò è meglio soprassedere su queste piccolezze."

"D'accordo, ti meriti questa ricompensa!" Mentre cercava di baciarmi, una vocina ci coglie alla sprovvista.

"Zio, che stai facendo?"

Mi ero proprio dimenticata delle piccole pesti!

Non appena mi volto vedo tre bambini: il primo, che presumo essere il più grande, ha capelli ed occhi castani ed un'aria vispa e vivace; il più piccolo ha capelli biondi e occhi castani e la sua espressione è leggermente spaesata, come se si chiedesse: "Ma cosa sta succedendo qui?". Ma a colpirmi più degli altri è certamente la bambina: capelli biondi e ricci, un visino rotondo e soprattutto dei grandi e bellissimi occhi azzurri, proprio come quelli di suo zio.

Nell'imbarazzo più totale, accenno loro un timido "ciao", poi mi rivolgo a Cristian dicendogli: "Forse sarà il caso che io vada via. Qui mi sento fuori luogo."

"Puoi restare. I piccoli vogliono conoscerti." mi rassicura Cristian.

Superato l'imbarazzo, riesco a presentarmi: "Io sono Magali, la vicina di vostro zio."

"Benvenuta!" mi risponde il bambino moro "Io sono Andrea!"

"Io sono Marta! E questo è il piccolo Ivan!" mi risponde la bambina, indicando poi il biondino.

"Sono felice di conoscervi, tesorucci! Vi dispiace se faccio colazione con voi e vostro zio?"

"Nessun problema!" risponde Andrea.

Mentre sorseggio il mio caffè, Marta mi chiede: "Cosa facevate tu e zio Cristian?"

"Niente, cara, sono cose da grandi." rispondo un po' evasiva.

"Vi stavate baciando, vero? A me fanno schifo i baci!" incalza Andrea.

"A dire il vero, stavamo solo..."

"Controllando un po' l'alito!" s'intromette Cristian salvandomi da questa situazione "Dovete sapere che, quando una persona si sveglia, il proprio alito emana un cattivo odore; se il suo alito profumasse, la zia Magali sarebbe un'aliena, ma ho controllato per bene e sono felice di dirvi che anche lei è umana."

"Quasi quasi preferivo il bacio." sussurra Andrea ai suoi fratellini.

Finita la colazione, Cristian chiede ai due maschietti: "Non sarà il caso per voi di fare un bel bagnetto?"

"No, zio, noi maschi non dobbiamo lavarci!" risponde orgoglioso Andrea.

"Ma voi la volete una fidanzatina?" domanda Marta.

"No." risponde timidamente Ivan.

"Certo che no! Non ci piacciono le cose da femmine!" si aggiunge Andrea.

A questo punto, Marta s'infuria con i fratelli e puntualizza: "Vi dico che se non vi lavate, non vi sposerà nessuna quando sarete grandi!"

Alla fine, spronati dalla sorellina, i due demonietti si decidono a entrare nella stanza da bagno.

"Io li aspetto in camera." annuncia Marta "Lo sai che adoro fare il bagno?"

"Certo, lo so che sei brava, principessa!" le risponde Cristian dandole un bacetto sulla fronte.

Non appena i bambini se ne sono andati, mi dirigo verso la mia camera. O almeno ci provo.

"Resta, ti prego." mi supplica Cristian.

"Ho bisogno di una doccia e non ho voglia di stare in pigiama per tutto il giorno."

"Per me sei bella anche così e te lo dimostro subito." Così dicendo, mi bacia con estrema dolcezza.

Dopo qualche secondo, ci sdraiamo sul divano e approfondiamo meglio il contatto delle nostre labbra.

Stare con lui mi rassicura moltissimo; riesce sempre a stupirmi e devo candidamente ammettere che i suoi baci mi donano un piacere indescrivibile a parole.

Mentre siamo intenti a baciarci ed accarezzarci, mi accorgo di una presenza che ci sta osservando, o addirittura spiando.

"Siete fidanzati?" ci chiede questa presenza, che scopriamo essere Marta.

Se prima l'imbarazzo era diminuito, ora sta aumentando all'impazzata.

"Vedi piccola, io e lo zio Cristian stiamo insieme da due giorni, perciò è troppo presto per definirci fidanzati." cerco di spiegarle.

"Però state insieme!"

"Esatto, tesoruccio!"

"Posso fare un'altra domanda?"

"Certo!" le rispondo dolcemente.

"Perché avete ancora i vestiti addosso?"

"Scusami, ma questo cosa c'entra?" domanda preoccupato Cristian.

"I grandi certe cose le fanno senza vestiti!"

"Come ti ha già detto la zia Magali, è da pochissimo che stiamo insieme e non siamo ancora pronti per arrivare a fare... quelle cose!"

"E poi come lo sai?" mi aggiungo io.

"Me l'ha insegnato la mamma! Mi ha detto che i bambini si fanno così!" risponde Marta con una sicurezza che non si addice alla sua età.

"Scusami se vado, ma ho paura che Ivan e Andrea allaghino il bagno e non ho voglia di farmi rimproverare dalla mia sorella preferita." puntualizza Cristian.

"Per me non ci sono problemi."

Appena mi butto sotto la doccia, vengo disturbata da una miriade di pensieri, tutti incentrati sugli interrogativi di Marta.

Siamo solo all'inizio della nostra relazione, giusto?

Eppure penso già al giorno in cui la renderemo pubblica: chissà che faccia faranno tutti quelli che mi hanno considerata incapace di amare.

Vorrei già presentare Cristian alla mia famiglia e far capire loro che le nostre intenzioni sono serie.

Penso già di fare l'amore con lui, sentire il suo corpo contro il mio, respirare il profumo della sua pelle. E, se devo essere sincera, immagino già la casa piena di piccoli Cristian e piccole Magali.

Basta pensieri! Concentriamoci sulla giornata di oggi!

Devo ultimare i preparativi per il viaggio di domani e controllare che sia tutto a posto per l'addio al celibato di Luc.

Devo sfruttare al massimo questa giornata.

Verso le sei, mentre sistemavo le ultime cose in valigia, sento lo squillo del mio cellulare.

"Ciao, sorellina!"

"Ciao, Luc! Cosa succede?"

"Va tutto a gonfie vele per stasera, ma posso chiederti lo stesso un favore."

"Dimmi pure!"

"Potresti chiedere al tuo affittacamere di venire con noi? Sarei molto curioso di conoscerlo!"

"OK, ci provo!" rispondo sbuffando. Questo favore last minute non ci voleva!

"Grazie, sorellina! Sei un tesoro! A lunedì!"

Finita la telefonata, busso alla porta di Cristian e chiedo: "Potresti farmi un favore?"

"Entra pure, così mi spieghi meglio di cosa si tratta!"

"Vorrei chiederti se ti va di andare all'addio al celibato di mio fratello, il quale è ansioso di conoscerti. Per quanto riguarda i bambini, posso tranquillamente occuparmene io."

"Che genere di festa è? Non sono il tipo di persona che si esalta per certi divertimenti!"

"Puoi andare tranquillo, è una festa in stile messicano! Ti passo subito l'indirizzo."

"Grazie mille! Corro subito a vestirmi!"

Ho pensato a tutto per la cena: preparerò il pasticcio di quaglia che cucinava zia Gabrielle.

Mi tornano in mente tantissimi ricordi...

4 giugno 2000

"Allora cara, come trovi la cena?"

"Deliziosa, signora Gabrielle! E questo pasticcio di quaglia mi lascia stupefatta!"

"Vuoi che ti passi la ricetta?"

"Mi farebbe molto piacere!"

Mentre Sveva e la zia si recavano in cucina, io e Luc raggiungevamo zio Antoine nel salotto.

"Che ne pensi della mia nuova amica?" domandavo a mio fratello.

"È carina, ma non è il mio tipo." risponde sbuffando.

"Come fai a dire che non è il tuo tipo se la conosci da nemmeno tre ore?"

"Mi è parsa troppo perfettina; io cerco una ragazza estremamente focosa, in perfetta sintonia con il mio carattere."

"E secondo te la Vipera Rossa era focosa?" domandavo inacidita.

"Avevo sedici anni ed ero più ingenuo di quanto pensassi!"

"Ingenuo, tu? Andiamo: ti sei fatto sette ragazze nell'arco di sette anni e le hai scaricate come se fossero dei fogli di carta igienica scadente!" s'intrometteva zio Antoine.

"Lo sapete entrambi che non sono fatto per l'amore!"

"Tu non sai nemmeno cosa sia l'amore!" gridavo furiosa.

"So benissimo cosa è, ma non sono fatto per provarlo!" Dette queste parole, Luc saliva nella sua camera.

"Lascialo andare! È testardo quanto lo era vostro padre!" tuonava zio Antoine.

"In cuor mio, spero che s'innamori prima o poi. E l'amore deve nascere in maniera molto dolorosa!" affermavo perentoria.


"Base Terra chiama Magali: ci sei?"

"Scusami, Cristian, ma mi stavo crogiolando nei ricordi."

"Comunque sono dispiaciuto per quello che è successo con Marta, ma lei ha una curiosità innata e sa troppe cose pur avendo solo otto anni."

"Puoi dirlo forte! Sono ancora sotto shock!"

"E c'è una cosa che riguarda Ivan."

"Sono tutta orecchi."

"L'anno prossimo andrà in prima elementare, eppure si comporta ancora come un poppante: non parla molto, morde tutto ciò che gli capita e, cosa più scioccante, vuole ancora allattare al seno."

"È imbarazzante!"

"Lo so, per questo non riesco ad avere un approccio diretto con lui, ma se vuoi provarci tu, fai pure. Cerca di essere delicata con lui."

"Ci proverò, ma adesso vai! I ragazzi non aspettano che te!"

"Vado subito: mi fido certamente di te."

Dopo aver salutato i bambini, Cristian mi da un rapido e intenso bacio, suscitando il disgusto di Andrea e Ivan e la contentezza di Marta.

"Mi raccomando: fate i bravi e obbedite alla zia Magali!"

"Va bene!" rispondono i pargoli all'unisono.

"Cercherò di essere una buona zia." prometto caldamente.

"Sono sicuro di questo." mi risponde prima di uscire.

"Allora, piccoli, che ne dite se vi preparo la cena?"

"Certo!" risponde Andrea.

"Ho in mente qualcosa di speciale."

È da una settimana che volevo preparare il pasticcio e oggi si è presentata davanti a me quest'occasione.

I bambini saranno entusiasti!

O almeno è quello che speravo...

"No piace bubba!" protesta Ivan.

"Devi mangiarla; non vedi che i tuoi fratelli l'hanno quasi finita?"

"Io no bubba! Io tatte!"

"Avrai il tuo bicchiere di latte, ma adesso mangia."

"Io no biere! Io tuo tatte!"

A questo punto ho voglia di sprofondare in una grossa buca.

Perché Ivan si comporta così? Perché vuole che io lo allatti?

Faccio un piccolo tentativo: "Possiamo parlare in privato?"

"Etto, ia!"

"E voi due restate a tavola!" mi rivolgo ad Andrea e Marta, i quali annuiscono volentieri.

Giunti in salotto, inizio la discussione:

"Vedi, Ivan, ci sono periodi nella vita in cui ci si rende conto di non dover più fare determinate cose. Penso che tu sia abbastanza grande per smettere di toccare le cose con un morso o per bere il latte dal bicchiere. Se tu..."

"Io mai biere! Io mai gande! Io bibbo! Io bibbo empe!"

A questo punto, il piccolo si agita come un indemoniato e cerca di mollarmi uno schiaffo, ma io lo blocco in tempo.

"Cerca di capire: i tuoi genitori non vorrebbero un figlio che si comporterà per sempre come un neonato, ma un ometto in grado di comprendere che la vita non è facile. Io stessa sto uscendo da un brutto periodo, ma non sono sopravvissuta ad esso con urla e schiaffi ed ho preferito soffrire in silenzio. E ora una domanda: vuoi che gli altri ti prendano in giro perché non sei come loro?"

Ivan ci riflette un pochino, poi mi risponde con un secco "No.".

"Ecco, questo è il giusto atteggiamento. Domani parlerò con tuo zio e cercheremo di fare qualcosa per te."

"Bene, ia li!"

"Perfetto! Ora vai a mangiare la tua razione di pasticcio?"

"Cì, ado!

Finita la cena (che i bimbi hanno apprezzato), decidiamo di giocare a Monopoly.

E mi tornano in mente altri ricordi...

7 luglio 2012

"Magali, mi è successa una cosa strana!"

"Va bene, Luc: siediti e spiegami di cosa si tratta."

"Credo di essere innamorato di Sveva."

Io guardavo mio fratello con perplessità, domandandogli: "Come l'hai scoperto?"

"Hai presente la mia ultima gara?"

"Impossibile dimenticarla." rispondevo pensando alla sua ennesima vittoria, la quale è stata ottenuta a Malta.

"Due giorni dopo, siamo andati in un locale con Boris e Sofia e ci siamo divertiti a più non posso."

"E poi cosa è successo?"

"Appena rientrati in albergo, Sveva mi ha baciato..."

"... E te la sei portata a letto!"

"È questa la cosa strana! Io non sono andato a letto con lei!"

"Non pretenderai che io ti creda, vero?"

"Devi credermi, sorellina! Quando l'affare non ha fatto l'alzabandiera..."

"Buongiorno, finezza!" pensavo tra me e me.

"... Ho pensato di aver contratto qualche malattia; così, una volta tornato in Italia, sono andato a farmi fare una visita medica. Quando il dottore mi ha detto che ero sano come un pesce, ho riflettuto su quale possa essere la causa di questo fatto."

"E...?" domandavo perplessa.

"E mi sono accorto di sentire la mancanza di Sveva più di quanto pensassi; come posso sapere se sono innamorato di lei o meno?"

"Trova un'occasione per parlarle e confessarle i tuoi sentimenti. Da questo suo gesto, posso dedurre che anche lei provi qualcosa di grande per te."

"Ma era ubriaca!"

"Ma non così tanto da modificare le sue emozioni! Proprio l'altro giorno, durante una delle nostre serate, lei mi ha confessato di avere un debole per te. E no, non ti sto prendendo in giro!"

"Grazie, sorellina! Corro subito a telefonarle!"

"Niente telefonate! Ci vuole una chiaccherata a quattr'occhi!"

"Hai ragione, cara!"

"Zia Magali, ci sei?" È Marta a riportarmi sulla Terra.

"Scusami, piccola, stavo pensando a qualcosa di bello. Forza, riprendiamo la partita!"

Dopo aver finito di giocare (con conseguente sfida finale tra me e Ivan, conclusasi con la vittoria di quest'ultimo), riesco a mettere a letto i pargoli.

Non credo che Barbara sia una donna che si arrende non appena si presenta una difficoltà, però dovrebbe fare qualcosa per il suo terzogenito.

Spero che riesca a redarguirlo per bene.

Salve, belli!

Mi scuso per il ritardo in cui posto questo capitolo, ma ci ho messo tanto per formularlo al meglio.

Comunque, i flashback di questo capitolo si ricollegano a questa storia , incentrata su Sveva.

Eccovi un altro quesito: ho reso bene i nipotini di Cristian? Li trovate adorabili?

E sperate anche voi che Ivan progredisca?

Vi lascio e ci vediamo al prossimo capitolo, che sarà quello del matrimonio!

Russian

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Capitolo 22
*** Questo non è un sogno ***



19 maggio 2014

Il giorno speciale di mio fratello è arrivato.

Erano anni che desideravo vederlo con la fede al dito e sapere che questo desiderio si realizzerà proprio oggi mi rende ancora più felice di quanto non lo sia già.

Ebbene sì, i tempi del "non sono fatto per l'amore!" e del "non mi sposerò mai!" sono finiti!

Per facilitare meglio le manovre, ci siamo divisi in due gruppi: Luc, zio Antoine e tutti gli invitati maschi alloggiano in un albergo poco distante dal municipio, mentre a me,Sveva, zia Gabrielle e alle invitate femmine tocca alloggiare in un albergo che si affaccia sulla riviera.

Inoltre, prima della cerimonia, la zia ha organizzato per tutte noi uno splendido brunch.

"Sei emozionata per oggi?" domanda Angela.

"Come potrei non esserlo?" le risponde Sveva sospirando.

"Anch'io sono emozionata all'idea che tra poco saremo cognate." m'intrometto.

"Già, non vedo l'ora che questo accada!" esclama Sveva.

"Beata te che ti sposi presto! Io e Maurizio stiamo insieme da dodici anni, eppure lui non mi ha ancora fatto alcuna proposta!" si lamenta Ursula.

"Sono nella tua stessa situazione con Michele, ma da diciassette anni!" replica Renata.

"Adesso concentriamoci su Luc e Sveva! Dopotutto è il loro giorno, non credete?" commenta zia Gabrielle.

"Ha ragione, signora, ci scusi tanto!" replica Ursula.

Dopo il brunch, saliamo nelle nostre camere e ci prepariamo per l'evento.

Dopo aver messo un filo di trucco, tiro fuori il mio vestito da damigella: si tratta di un abito color magenta, lungo fino ai piedi, con delle leggere arricciature sullo scollo a V e sull'orlo. Appuntato sullo scollo, si trova una graziosa rosellina bianca e attorno alla vita c'è una fascia color magenta. Completano il look un paio di scarpe modello T-bar col tacco basso intonate al vestito. Dimentico di dire che ho legato i capelli in un chignon disordinato, ma comunque sontuoso.

"Sei bellissima così!" esclama Simona, avvolta in un abito lilla senza spalline e dalla gonna ampia.

"Grazie, tesoro! Anche tu sei fantastica!"

"Non esagerare! È un comunissimo abitino da damigella!" risponde Simona arrossendo vistosamente.

"Ma su di te è una favola!" la incoraggio.

Quando siamo uscite dalle nostre stanze, ci fermiamo in corridoio ad aspettare la sposa.

"Ragazze, sta arrivando!" annuncia un'emozionatissima Camilla.

In effetti, Sveva è decisamente bella: il lungo vestito bianco e decorato di foglie dorate è stato creato per farla assomigliare ad una dea più che ad una sposa, cosa resa evidente anche dalla coroncina di fiori che ornava il suo caschetto.

"Lasciatelo dire, cara: sei uno spettacolo!" esclama stupita zia Gabrielle.

"Luc rimarrà certamente folgorato!" si aggiunge Angela.

"Grazie mille, ragazze!" ci risponde Sveva commossa.

"Andiamo! C'è un matrimonio che ci aspetta!" grida con fierezza Viviana.

"A dire il vero, manca qualcuno." puntualizzo riferendomi a Iolanda e alle sue figlie.

"Eccomi, ragazze! Scusate il ritardo!" grida la diretta interessata.

"Cosa è successo?" domanda Sveva.

"Questa peste" risponde indicando una bambina vestita di verde "Non voleva scendere con noi, dicendo di trovare i matrimoni noiosi."

"È vero, mamma, io odio i matrimoni!" grida la bambina.

"Gisela Ruiz De Lima, prendi esempio da tua sorella e vieni con noi!" grida Iolanda.

"Va bene." risponde Gisela sbuffando.

Alle tre meno dieci giungiamo finalmente in municipio, dove ci attende il signor Favignani, riconoscibile dai baffi all'insù.

"Sei una meraviglia, bambina mia!"

"Grazie, papà!" gli risponde Sveva abbracciandolo, per poi domandare: "Anche se ho la pettinatura che non ti piace?"

"Non ha importanza: sei splendida ugualmente!"

"Dobbiamo assolutamente prepararci!" grida preoccupata Aliona, ovviamente tappandosi il naso per correggere la propria dizione.

"Giusto! Fra poco si va in scena!" grida entusiasta Viviana.

Le prime a entrare sono Gisela e Azucar, intente a spargere dei minuscoli petali di rosa lungo il percorso.

Poi, una ad una, entriamo noi damigelle, con me in coda alla fila; dopo aver sfilato lungo il corridoio, ci accomodiamo ai nostri posti.

Finalmente, ecco Sveva giungere assieme a suo padre; Luc non può che rimanere estasiato dalla visione celestiale della sua futura moglie.

Quando ci siamo tutti seduti, sono tante le cose che noto in questo momento: c'erano i fiori bianchi che ornavano la sala principale senza cadere nella pacchianeria, c'erano i miei zii commossi per questo lieto evento, così come i genitori di Sveva, c'erano i nostri amici e conoscenti, i quali seguivano la cerimonia con interesse.

E vedo anche tutte le altre coppie: ci sono Iolanda e Carlos, intenti ad abbracciare e coccolare le loro bambine, fornendo a tutti il ritratto di una famiglia molto unita; ci sono Ursula e Maurizio in attesa che il destino trovi un pretesto per suggellare ufficialmente il loro legame, così come Renata e Michele; ci sono Elisa e Walter, che non vedono l'ora di mettere la parola "fine" al loro "tira e molla" che dura da quattro anni; ci sono Lucia e Francesco, che stanno insieme da poco, ma hanno capito di essere veramente fatti l'uno per l'altra.

Vedo anche le single felici: Viviana, che a tutto pensa meno che a trovarsi un uomo, e Camilla, che considera il suo bambino l'unico uomo della sua vita.

E poi ci sono io.

Colei che sta cercando di liberarsi di un finto fidanzato e che non è convinta di averne trovato uno vero.

Colei che è stata sciocca da aver invitato al matrimonio del proprio fratello quello che fino a due mesi fa era un perfetto sconosciuto, per poi baciarlo fino allo sfinimento.

Colei che, non vedendo arrivare il suddetto ex sconosciuto, si astiene dal fare dei pensieri sul motivo di tale assenza.

Ma, nonostante questa elucubrazione, mi accorgo che la cerimonia sta per giungere al termine.

Non posso che applaudire con le lacrime agli occhi di fronte a quello splendido bacio tra Luc e Sveva, simbolo dell'inizio di una nuova vita.

"Sono contenta per voi! Sono certa che sarete una splendida coppia!"

"Grazie, Magali! Non immagini quanto ci faccia piacere!" risponde Sveva commossa quanto me.

"Saremo la coppia migliore che possa esistere, sorellina!" Dopo queste parole, i due sposini mi abbracciano molto forte.

Dopo vari abbracci e complimenti, firme da siglare e lanci di riso, arriviamo nel cosiddetto "albergo dei maschi", dove si terrà il ricevimento.

Durante il rinfresco, mi attanagliano dei pensieri intricati, interrotti da una mano sulla mia spalla.

"Mi dispiace per essere arrivato solo ora, ma ho avuto qualche inconveniente in negozio; aggiungi il fatto che io abbia trovato traffico e avrai il quadro completo. Puoi perdonarmi?"

Mi volto e riconosco Cristian. Devo ammettere che è di una bellezza devastante: l'eleganza della giacca nera, della camicia bianca e della cravatta nera crea un contrasto perfetto con la praticità dei jeans grigi e delle scarpe da ginnastica, una nera e una grigia.

"Tu non sei normale!" puntualizzo ridendo.

"Non sarò normale, ma sono veramente felice di essere qui con te." afferma lui.

"Hai detto che sei un mio conoscente?"

"Mi sembra ovvio!"

"Bravo! Non devono sapere nulla!"

"Cosa non dovremmo sapere?" c'interrompe Simona.

"Niente, trattasi di segreto professionale." rispondo imbarazzata.

"Vuoi unirti a noi per il pranzo?" domanda Lucia rivolgendosi a Cristian.

"Perché no? Se mi ha fatto piacere conoscere i ragazzi, non vedo perché non debba essere lo stesso con voi ragazze!" risponde lui sorridendo.

Tra una chiacchera e l'altra, si giunge al momento più atteso: il lancio del bouquet.

"Ho deciso per una sorte particolare" esordisce Sveva "La fortunata che riceverà il mio bouquet non si sposerà entro l'anno, bensì... oggi dell'anno prossimo!"

"Geniale! Non potevamo chiedere di meglio!" esclama Angela.

"E c'è un premio anche per voi uomini!"

"E di cosa si tratta?" domanda stupito Cristian.

"Colui che riceverà questa" prosegue Sveva sedendosi e togliendosi la giarrettiera color oro "Sarà la seconda scelta per la mia promessa."

"Cosa intendi con questo?" domanda un amico di Luc, molto interessato ad impalmare Viviana.

"Qualora la coppia designata dal bouquet dovesse, per qualche motivo, rinunciare alle nozze, l'onore toccherà alla coppia il cui uomo sia stato scelto dalla mia giarrettiera."

"Perfetto!" esclama ghignando il suddetto tizio.

"Non provare ad avvicinarti alla toscana: potresti rischiare dei guai molto seri!" lo minaccia Carlos.

"Come vuoi!" risponde l'uomo sbuffando.

"Ti ringrazio per non avermi sottovalutata, Carlos!" si complimenta Viviana.

"¡De nada! Un complimento è sempre ben accetto."

"Dopo questa discussione, direi che possiamo partire!" annuncia Sveva.

Quando il bouquet viene lanciato, tutte noi ci accapigliamo per cercare di prenderlo; alla fine è Sofia a spuntarla sulle altre.

"Bravissima! Adesso ti toccherà trovare un uomo per il 2015!" la esorto.

"Sto già facendo un pensierino..." replica Sofia adocchiando Stefano, che diventava sempre più attraente di giorno in giorno.

"Ragazzi, pronti per il vostro turno?" domanda Sveva.

"Puoi scommetterci!" esclama il corteggiatore/molestatore di Viviana, che ho scoperto chiamarsi Sergio.

"E allora via!" grida Sveva lanciando la giarrettiera.

Quello che succede tra gli invitati maschi assomiglia più ad un incontro di rugby che a una caccia al tesoro.

Finita la lotta, vedo che i miei amici sono in condizioni pietose: Maurizio e Michele hanno entrambi la giacca con la manica destra strappata, così Stefano, ma con la manica sinistra, Walter e Riccardo hanno i pantaloni sporchi e Francesco ha la giacca sgualcita e la cravatta mezza allentata. Noto anche che nessuno di loro ha ottenuto l'agognato bottino.

"Ragazzi, come vi siete ridotti!" esclama preoccupata Elisa.

"Luc ha degli amici assatanati!" risponde Walter "Non hanno fatto altro che pestarci e darci degli spintoni!"

"Ma sapete chi ha ottenuto l'ambito premio?" chiedo perplessa.

"No, non lo sappiamo neanche noi." replica mestamente Riccardo.

"Spero che non sia quel bifolco di Sergio!" esclama Viviana.

"Lo speriamo tutte!" aggiunge Aliona.

Pochi istanti dopo, vedo Cristian venire verso di me con la mano destra chiusa a mo' di pugno.

"Cosa vuoi fare?" domando preoccupata.

"Solo darti questa." mi risponde aprendo la mano e porgendomi la giarrettiera di Sveva.

"Perché vuoi darla proprio a me?" chiedo più perplessa di prima.

Sospirando, lui mi sussurra: "Perché sei la mia donna e ti meriti questo dono che sto per offrirti."

Gli sorrido un po' incredula; ha appena detto che sono la sua donna? Dopo neanche quattro giorni che stiamo insieme?

Non senza esitazione, alzo di poco la gonna e porgo la gamba sinistra al mio uomo. Sì, credo di poter chiamare Cristian in questo modo.

Appena ho finito di farmi mettere quel lembo di stoffa dorata, mi avvicino al mio uomo e, noncurante del fatto che abbia giacca e camicia piene di impronte di scarpe, lo bacio con passione.

Dopo quel gesto avventato, ci riteniamo pronti per affrontare i commenti altrui.

"Ma non era solo un conoscente?" domanda Aliona cadendo dalle nuvole.

"Conoscenti un corno! Non vedi che stanno insieme?" replica Angela

"La nostra francesina ha fatto conquiste!" esclama Stefano.

Dopo un sospiro, affermo: "Sì, stiamo insieme!"

"Congratulazioni, cara! Voi due formate una coppia fantastica!" esclama Maurizio sbalordito.

"Sono certo che farete un gran figurone!" aggiunge Stefano.

"Hai capito Magali! Prima fa tutta la miss "Io non voglio una relazione complicata come quella finta!" e poi si getta fra le braccia del suo albergatore non più misterioso!" puntualizza Viviana.

"Insieme siete decisamente la perfezione!" esclama Iolanda.

"Vero, siete bellissimi!" si aggiungono Azucar e Gisela.

"Grazie, ragazzi! Quello che sto vivendo in quest'ultimo periodo mi sembra un sogno!" esclamo commossa.

Appunto, sembra. Ma questa è la realtà.

E io sono felice di viverla fino in fondo.

Non fatevi ingannare dall'ultima frase: la storia non è finita!

Comunque, eccoci al matrimonio di Luc e Sveva!

Ci ho messo tre giorni per realizzarlo e mi reputo soddisfatta del risultato. E voi cosa ne dite? Sono stata brava?

Visto che siamo in tema di coppie felici, vi pongo un quesito? Preferite il pairing Stefano/Angela, quello Stefano/Sofia oppure azzardo un improbabile Stefano/Aliona?

Forse sarà un quesito senza risposta.

Un bacio e alla prossima.

Russian

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Capitolo 23
*** Uno spiraglio di luce nella sua vita ***



5 giugno 2014

La guardo e so che è felice.

Vedo il suo sorriso e sento che questa novità darà un altro sapore alla sua vita.

Vedo i suoi capelli scombinati e il suo volto sudato e percepisco la fatica svolta per ottenere questo risultato, che ora dorme beatamente tra le sue braccia.

E vedo che non poteva esserci risultato migliore di questo.

Stamattina, infatti, Camilla ha dato alla luce il suo piccolo Marco, assistita da Lucia. Essendo arrivata dieci minuti fa, ho ricevuto le spiegazioni necessarie.

"È bellissimo! Somiglia proprio a te!"

"Grazie mille, Magali!" mi risponde Camilla "È una fortuna incredibile il fatto che sia così!"

"Già. Spero che tu non possa incontrare suo padre."

"Tranquille, ragazze: non succederà!" ci rassicura Lucia.

"Come fai ad esserne certa?" le domando dubbiosa.

"Fonti attendibili, e con questo intendo Elisa, mi hanno riferito che il tuo ex uomo vive in Venezuela da otto mesi e pare che condivida casa e letto con due donne."

"Lucia Gualandri, non sono cose da dire davanti ad un'innocente creatura!" protesto.

"Tranquille, non si è accorto di nulla!" ci rassicura Camilla.

Ad un certo punto, sentiamo qualcuno bussare alla porta.

"Scusatemi, ma l'infermiera non voleva farmi passare. Per fortuna che la sua collega sia intervenuta in tempo per aiutarmi."

A pronunciare queste parole è Francesco, giunto in clinica per ammirare tale capolavoro.

Con i suoi capelli castani ben pettinati, i suoi occhi grigio-azzurri e la sua aria da dandy, che gli conferiscono un fascino indiscreto, ha saputo far breccia nel cuore di Lucia.

"Questi sono per te!" esordisce porgendo a Camilla un mazzo di ranuncoli "Non posso non essere gentile con la cugina della mia straordinaria fidanzata!"

"Anche se hai esagerato con i complimenti, ti ringrazio lo stesso!" risponde Camilla.

"Non fraintenderla; non intendeva affatto che Lucia fosse brutta." puntualizzo.

"Ma il mio "straordinaria" non è da intendersi in senso fisico, ma si riferisce al fatto che lei sia riuscita a svelare un lato di me di cui ignoravo l'esistenza." precisa Francesco.

"Saranno pure stereotipate, ma le tue parole mi hanno colpito molto!" esclama Lucia arrossendo leggermente.

"E tu devi essere Marcolino!" esclama Francesco rivolgendosi al neonato, che incominciava a svegliarsi.

"Esatto! Non è un amore?" gli domanda Camilla.

"Lo è eccome!" poi aggiunge: "Posso prenderlo n braccio?"

"Non vedo perché non dovresti; dopotutto, fai parte della famiglia anche tu!" puntualizza Camilla.

In men che non si dica, il piccolo Marco va subito in braccio a Francesco e gli accenna un sorriso.

"Ha capito che può fidarsi di te." faccio notare agli altri.

"Sono abituato a lavorare con i bambini: non vedo perché non debba fidarsi di me." risponde Francesco mentre Marco gioca con un suo orecchio.

"Non vedo l'ora di avere dei bambini anch'io!" esclama Lucia.

"E li avremo!" le promette Francesco.

"E tu non vorresti dei figli?" mi domanda Lucia.

"Mi sembra ovvio!" le rispondo sorridendo, poi aggiungo: "Ma non sono sicura che lui sia quello giusto."

"E perché non dovrebbe esserlo?" domanda Camilla.

"Cristian è dolce e premuroso, ma se fra due o tre anni si rivelasse un mostro, come dovrei comportarmi?"

"Puoi sempre dargli una padellata sul mento!" mi consiglia Lucia.

"E magari prendere un biglietto di sola andata per l'Uzbekistan!" aggiunge Camilla.

"Io l'ho conosciuto durante l'addio al celibato di tuo fratello e posso assicurarti che mi sembra tutto fuorché un pazzo assassino." conclude Francesco.

"Grazie per il sostegno, ragazzi!"

Nel frattempo, arriva un messaggio sul cellulare di Camilla.

"È Iolanda: dice che verrà dopodomani con marito e figlie al seguito."

Dopo un po' arrivano altri messaggi, tra cui uno di Viviana, la quale vorrebbe organizzare una festicciola per il pargolo.

"Ma io non ho la pazienza necessaria per organizzare una festa!" si lamenta Camilla.

"Ci pensiamo noi!" esclama Lucia.

"Ti assicuriamo che sarà un successone! Con la nostra capacità organizzativa sarai certamente in buone mani!" esclamo compiaciuta.

"E festicciola sia!" risponde rassegnata Camilla.

Salve a tutti!

Sono felice di aver postato questo nuovo capitolo!

Ho voluto lasciare da parte la storia d'amore per concentrarmi su Camilla e suo figlio.

Spero di aver reso bene le gioie della maternità.

Ora mi chiederete: "Come mai due capitoli prima Magali s'immaginava i propri figli e in questo non è sicura che Cristian sia adatto come padre?"

È semplice: stando insieme a lui da parecchio tempo, non si crogiola più nei sogni e nelle illusioni, perciò fa anche delle ipotesi raccapriccianti su di lui.

A presto con il prossimo capitolo.

Russian

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Capitolo 24
*** Si vive una volta sola! ***


14 giugno 2014

"Cosa ti preoccupa? Parlane con me!"

È un'Ursula in atteggiamento materno a rivolgermi queste parole.

Ci siamo incontrate oggi pomeriggio in un piccolo bar per parlare della mia paura ricorrente. Paura che, a pensarci bene, farebbe ridere anche il più serio degli individui.

"Non so se sia il caso di parlare di questo, ma devo prepararmi in spirito per quando arriverà quel momento."

"Di cosa si tratta?"

Dopo aver preso un po' di coraggio, le rispondo mestamente:

"Ho paura di fare... quella cosa con lui!"

Ursula, notando il mio imbarazzo, capisce cosa intendo, e mi risponde gentilmente:

"È normale che, ogni volta che si inizia una nuova relazione, si provi un briciolo di paura nell'affrontare certi argomenti."

"Sai benissimo che per me non è la prima volta, ma è come se non mi ricordassi più nulla di tutto ciò. Dopo otto anni di falso amore, non credo di poter arrivare alla fase successiva con quello vero."

Dopo queste parole, appoggio la testa sulla spalla della mia amica, cercando il conforto necessario.

"Ti svelo un segreto: quando mi sono messa con Maurizio, avevo paura anch'io di conoscerlo in maniera tangibile."

"È incredibile, dato che si parla di te!"

Difatti, Ursula Pennini è la determinazione fatta persona: sarebbe in grado di scalare l'Everest con gli occhi bendati e una mano dietro la schiena. Eppure ci sono sfide che ha faticato ad affrontare e paure che non è in grado di superare.

"Diciamo che, riguardo a certe faccende, non sono andata oltre il libro di scienze. Tutte le volte che un ragazzo si metteva con me, ci lasciavamo dopo un mese proprio perché non volevo andare oltre il bacio."

"E come sei uscita da questo baratro?" domando curiosa.

Con una lieve punta d'imbarazzo, Ursula mi risponde così:

"Di tutti i ragazzi con cui sono stata, Maurizio è certamente l'unico con cui l'ho fatto. Facendomi sentire come se fossi a casa mia, lui è riuscito ad aiutarmi in questa cosa."

"Come se fossi a casa tua?" domando perplessa.

"Esatto! Quando sono stata a casa sua per la prima volta, Maurizio mi ha fatta sentire particolarmente a mio agio; così, dopo qualche sorriso di conforto e qualche parolina dolce, l'abbiamo finalmente fatto ed è stato indimenticabile."

"Almeno tu hai avuto una prima volta decente!" sospiro facendomi prendere dai ricordi.

26 dicembre 1999

Jean-Pierre era un mio amico d'infanzia e quell'anno ho trascorso le vacanze di Natale presso la sua famiglia.

Avevo una cotta per lui da sempre, ma mi mancava il coraggio di ammetterlo.

Almeno fino a quel giorno.

"Posso parlarti?"

"Certo, Gal, vieni pure!"

Dopo averlo seguito fino in cucina, cominciavo il mio discorso.

"Jean-Pierre, non so come dirtelo: tu hai sempre pensato che fossimo amici..."

"E lo siamo!"

"Ma la realtà è ben diversa dall'aspettativa; io credo... credo... di essere... innamorata... di te!"

In quel momento, consideravo le punte delle mie scarpe uno spettacolo più interessante del mio amico; lui, dal canto suo, alzava il mio viso verso di lui e mi diceva:

"Provo le stesse cose per te, Gal.

E, senza aggiungere altro, mi baciava.

Quello era il mio primo vero bacio e mi era piaciuto.

Dopo un po' di tempo, io e Jean-Pierre eravamo saliti in camera dei suoi, iniziando a spogliarci.

Proprio sul più bello, la signora Morange stava rientrando a casa e, in men che non si fosse detto, ci aveva scoperti.

"E quindi?" domanda Ursula.

"Da quel giorno, io e Jean-Pierre non ci siamo più visti, anche perché lui aveva paura di sua madre."

"Che fifone!"

"Già! Non oso pensare a come possa gestirlo un'eventuale moglie!" rispondo sorseggiando la mia spremuta.

"Allora, cosa farai?" mi domanda Ursula facendomi tornare al presente.

"Credo che aspetteremo il momento giusto."

"Glielo dirai stasera?"

"Non credo! A mezzanotte c'è la prima partita dell'Italia e dubito che riesca a pensare a qualsiasi cosa non inerente al calcio!"

"Allora sì, è meglio aspettare! Ci vediamo presto! Ciao!"

"Ciao! E grazie per la chiaccherata!"

"Figurati, è solo un piccolo consiglio!" mi risponde mentre prendeva la sua borsa.

Salve a tutti!

Prima un avviso tecnico: ogni volta che premo la lettera "i", la mia tastiera la scrive due volte anche se ho premuto una volta sola! Le soluzioni sono due: o trasformo la mia storia in un lipogramma in "i" (e quindi mi tocca cambiare nome a qualche personaggio) o cerco una tastiera nuova.

Ed eccoci con questo capitolo: sarà pure un capitolo-cuscinetto, ma si evincono due cose:
1) Il fatto che Magali e Cristian (in due situazioni diverse) abbiano avuto primo bacio e prima volta nello stesso istante con i rispettivi partner;
2) L'insicurezza di Magali nell'eventualità di un rapporto "vero" con il suo uomo.

Detto questo, spero che sia stato di vostro gradimento.

A presto.

Russian

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Capitolo 25
*** Insieme a voi sto bene ***



20 giugno 2014

I mondiali di calcio sono sempre stati un punto di riferimento per me.

Ho tre squadre del cuore: la prima, ovviamente è la mia amata Francia; ricordo ancora il giorno in cui ho assistito dal vivo alla finale di Parigi, presa dallo stupore per la schiacciante vittoria contro il Brasile e dalla felicità per il raggiungimento del primo e finora unico titolo mondiale.

Poi c'è l'Italia, il mio paese d'adozione; ricordo la grande festa del 1990, il clamore che preannunciava il grande evento, le notti magiche non solo cantate, ma anche vissute. Ricordo anche quella notte del 2006: le mie squadre l'una contro l'altra, i brividi che provavo nel conoscere il risultato, l'appoggio dei miei amici a prescindere dal suddetto e poi quel mitico "Il cielo è azzurro sopra Berlino! Siamo campioni del mondo!" rimasto impresso nella mia mente, così come i festeggiamenti per la nostra vittoria, il nostro riscatto, la nostra ascesa.

E infine ecco la terza squadra: l'Uruguay, il primo campione in assoluto, la prima nazione ad avere un posto nella storia; non l'ho scelta solo per i motivi sopracitati, ma anche perché ogni anno dimostra pienamente la sua potenza in campo, qualunque sia il risultato finale.

Quest'anno due delle mie squadre preferite sono nello stesso girone, il che non farebbe cambiare la mia reazione nel caso di ammissione singola agli ottavi.

E tra poco trasmetteranno Italia-Costa Rica, ma non la guarderò da sola.

Naturalmente ci sarà il mio Cristian e inoltre, essendo il terzo weekend del mese, verranno anche i bambini.

"Fra quanto comincia la partita?"

Anzi, sono già venuti, e la vocina di Andrea me l'ha bellamente anticipato.

"Inizia fra dieci minuti, tesoro." risponde una voce più matura e femminile.

Apro la porta e vedo davanti a me una donna bassa e rotondetta, dai capelli castani disordinati e dagli abiti sgualciti e trasandati, che tiene per mano il suo primogenito.

"Tu devi essere Magali!" esclama ansimando per la fatica.

"E tu devi essere Barbara!" le rispondo stringendole la mano.

"Perdona il mio tono, ma fare quattro piani a piedi è stato estenuante!"

"E come mai?" domanda Cristian, appena giunto per salutare sorella e nipote.

"Questa piccola peste" inizia Barbara indicando Andrea "Non vuole salire in ascensore e alla fine ho ceduto ai suoi capricci, malgrado la mia insistenza! E adesso ho bisogno soltanto di un po' di relax!"

"Vuoi che ti prepari una tisana?"

"No, grazie, è sufficiente accasciarmi sul divano!" In quel momento, arrivano Ivan, Marta e il loro padre: costui ha certamente l'aspetto di un vichingo, dalla corporatura atletica e dai capelli biondi, e si rivolge a me in maniera gentile.

"Piacere di conoscerti, io sono Giuseppe!"

"Piacere, Magali!"

Finiti i convenevoli, ci rechiamo in salone e ci prepariamo per l'imminente partita.

Sul tavolino si trovano ciotole piene di patatine e snack di vario genere, piatti colmi di biscotti Ringo, sia normali che al cioccolato, quattro bottiglie di birra per noi grandi, due lattine di Coca Cola per Andrea e Marta e un cartone di succo alla pera per Ivan.

Non mancano di certo bandiere, sciarpe e tutto l'occorrente per sentirci tifosi.

"Da cosa deriva il putiferio dell'ascensore?" domando a Barbara mentre disegno un tricolore sulla mia guancia sinistra.

"Lui voleva portare con se la sua vuvuzela, ma noi non glielo abbiamo permesso."

"Hai fatto bene! Quella cosa è una piaga per le orecchie!"

"Silenzio, sta cominciando!" grida euforico Andrea.

Finito il primo tempo,con l'uno a zero per i centroamericani, chiedo delucidazioni sull'esito finale.

"Secondo me perdiamo!" afferma Marta.

"Zia, non darle retta: è un gufo in versione umana!" replica Andrea.

"Cosa intendi dire, piccoletto?" gli domando infastidita.

"Che lei vuole bene solo ai tedeschi e li fa vincere ogni volta!"

"Non è vero che mi piacciono i tedeschi!" protesta Marta.

"Sì, è vero!"

"Smettetela di litigare! Mi gira ancora la testa e non voglio sentire un solo grido!" li rimprovera Barbara.

"Scusaci, mamma." rispondono i due pargoli.

"Posso spiegarti l'atteggiamento di Marta: mia madre era tedesca e somigliava molto alla mia piccolina; da allora, Marta nutre un'adorazione sviscerata per la Germania e per alcune cose ad essa collegate, compresa la squadra di calcio." mi spiega Giuseppe.

"E quando sarò grande" prosegue Marta "Voglio bere anch'io la birra come voi!"

"Solo quando sarai grande!" le promette il mio uomo. E dopo questo, posso confermare il fatto che lui sia uno zio straordinario.

Dopo la nostra sconfitta (ferma sull'uno a zero per il Costa Rica), Andrea, giustamente, mi domanda: "Abbiamo perso e tu sei contenta?"

"Sorrido perché una delle mie più care amiche è costaricana, perciò se non sono contenta per noi, vorrei esserlo almeno per lei!"

"Grazie! Vuoi sapere cosa farò da grande?"

"Siamo curiosi!" risponde Barbara.

"Voglio fare i disegni sulle braccia, proprio come lo zio Cristian!"

A quest'affermazione di Andrea, tutti noi scoppiamo in una fragorosa risata.

"Ma hai un'idea del lavoro che farai?" domanda poi Cristian.

"Non lo so, ma avrò sicuramente le braccia scarabocchiate come le tue!"

"Io non mi sono "scarabocchiato" solo le braccia, ma sono comunque fiero di te!" risponde il mio uomo prendendo in braccio Andrea.

"Cosa è tutta questa fierezza precoce, signorino? Ha solo undici anni!" protesta Barbara.

"Lo so, ma mi preparo in anticipo per quando sarà il momento!" si giustifica Cristian.

"E tu, piccolino, cosa vuoi fare da grande?" domando a Ivan.

"No so, sia Malì!" Devo ammettere che Ivan sta leggermente migliorando il linguaggio, grazie anche alle sedute di logopedia che sta facendo.

"E tu, Magali, vorresti una famiglia come la nostra?" domanda Giuseppe.

Io, prendendo per mano il mio uomo, gli rispondo: "Certo che sì!"

In ogni modo, avrò la certezza di non sentirmi sola.

Ciao a tutti!

Eccovi un gradito ritorno questo capitolo: i tre nipotini di Cristian!

E ho fatto comparire anche Barbara e suo marito, sperando di averli resi bene.

Chi è la cara amica costaricana di Magali? Questo dovreste capirlo da soli!

Ho pensato ad altri due spin-off: una one-shot dedicata alla festa tenuta da Camilla per la nascita di Marco e un'altra dedicata ad una Magali diciottenne che assiste all'unica vittoria francese in una finale dei mondiali.

A presto

Russian

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Capitolo 26
*** Tutte per una, una per tutte! ***



23 giugno 2014

Oggi pomeriggio mi vedo con le ragazze sulla Terrazza Mascagni; avrei dovuto vederle sabato, ma hanno preferito farmi una sorpresa venendo tutte a trovarmi lì.

Così, dopo pranzo, ho sostituito la mia tenuta da corsa con una più consona ad un pomeriggio con le amiche e vado verso il luogo dell'appuntamento.

"Perché siete venute qua?" domando loro appena arrivata.

"Non lo sappiamo, ma sarà lei a fornirci la spiegazione!" risponde Iolanda indicando Elisa.

"Sputa il rospo, bellezza!" insiste Simona.

Dopo qualche attimo di esitazione, Elisa ci rivela la sua idea: "Organizzerò uno spettacolo per quest'estate!"

"Uno spettacolo?" domanda sbalordita Iolanda.

"Esatto, fanciulle!"

Ogni estate, Elisa lavora come animatrice in alcuni villaggi turistici. Faceva di tutto: dall'istruttrice di tennis all'addetta al miniclub, passando per l'insegnante di ginnastica; ma, in tutti questi anni, non ha mai organizzato uno spettacolo teatrale che coinvolga anche noi.

"E di cosa ti occuperai? Shakespeare? Euripide? Goldoni? Ionesco?" chiedo incuriosita.

"Ho preparato qualcosa di... particolare!"

"Definisci "particolare"!" insiste Viviana.

"Avete presente il libro Esercizi di stile?" domanda Elisa.

"No. Di cosa parla?" chiede perplessa Viviana.

"In ogni capitolo, viene narrato lo stesso fatto."

"E cosa ci sarebbe d'interessante in tutto questo?" domando poco convinta.

"Ed ecco che viene il bello! La stessa situazione viene raccontata utilizzando stili diversi! Per fare degli esempi: un capitolo scritto senza usare la lettera E, uno che utilizza il finto inglese, un altro narrato con riferimenti gastronomici..."

"Fantastico! Quando si terrà?" chiedo entusiasta.

"Una settimana dopo la finale dei mondiali; il luogo è ancora da definire."

"E immagino che tu abbia già deciso le parti!" puntualizza Lucia.

"Immagini bene, cocca!"

Detto questo, Elisa tira fuori dalla borsa un libro dalla copertina colorata, poi legge un elenco dei ruoli assegnati.

"Comincio da Iolanda: lei avrà il capitolo Svolgimento."

"E cosa dovrei fare esattamente?"

"Non è difficile: dovrai raccontare il misfatto come se raccontassi di una gita scolastica. Ah, e dovrai vestirti da bambina!"

"Vedrò di farmelo piacere." commenta Iolanda.

"Tu, cara Magali, avrai il pezzo Comunicato stampa!"

"Molto interessante!" rispondo immaginandomi già con gli occhiali da maestrina.

"Ursula avrà la parte dei Pronostici, con tanto di sfera di cristallo!"

"Grazie, cara! Ti sei ricordata che a carnevale mi vestivo sempre da zingara!" commenta Ursula sospirando.

"Ma certo, cara! Passiamo al Sonetto, che sarà interpretato da Lucia!"

"Non è un ruolo nelle mie corde! Non sono così tanto romantica da essere anche poetica!" protesta la diretta interessata.

"Tranquilla, hai un mese di tempo per imparare ad esserlo." la consolo.

Elisa prosegue: "Sveva farà i Francesismi; non significa che dovrai dire parolacce, ma che dovrai parlare usando l'accento francese."

"Non c'è problema! Avendo marito e cognata francesi, questo ruolo mi riuscirà naturale!"

"Per Simona c'è il capitolo Olfattivo!"

"Dal nome mi sembra molto intrigante!" commenta compiaciuta Simona.

"Il capitolo Botanico sarà appannaggio di Aliona!"

"Ci sarà anche lei?" domanda Viviana.

"Certo!"

"Poverina! Sarà costretta a recitare con il naso tappato!" commenta Lucia con fare drammatico.

"Oppure potrebbe mantenere la sua pronuncia sbagliata per creare un effetto comico!" ipotizza Viviana.

"Ma noi le vogliamo comunque bene!" conclude Elisa, per poi proseguire con l'assegnazione dei ruoli: "Angela, tu avrai il pezzo dei Pregiudizi ed io sarò la tua partner!"

"Meraviglioso!" è la sola cosa detta da Angela.

"Ora siamo rimaste in cinque: il pezzo Esitazioni sarà di Marcella!"

"Hai coinvolto anche la Vipera?" domando sbigottita.

"Sì, a patto che non vi rechi alcun fastidio! Tornando a noi, la parte Ingiuriosa è di Renata!"

"Non credo di essere adatta per quella parte." commenta Renata mestamente.

"Coraggio, cara!" la consola Iolanda "Vedrai che, con un briciolo d'impegno, la tua parte sarà favolosa!"

"Grazie, tesoro!"

"Ora" prosegue Elisa "Abbiamo l'Interrogatorio: Camilla sarà il poliziotto e Sofia la sexy testimone!"

"Mi farà piacere averla come spalla!" commenta Camilla cullando suo figlio.

"E io cosa farò?" domanda Viviana.

"Tu avrai il capitolo Ignoranza!"

"Non mi piace!"

"Ma avrai una marcia in più: dovrai calcare molto il tuo accento toscano!" esclama Elisa.

"Così va meglio!"

Dopo l'assegnazione dei ruoli, ci resta solo una cosa da fare: preparare la rappresentazione.

E confido in un enorme successo.

Salve a tutti!

Reduce dagli Oscar EFPiani (nei quali non ho collezionato neanche mezza nomination), pubblico questo capitolo.

Questo è un mini-capitolo autobiografico: infatti, durante il liceo, la mia classe di teatro ha fatto una rappresentazione degli "Esercizi di stile".

Spero che vi sia piaciuto.

A presto.

Russian

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Capitolo 27
*** E passione sia! ***



24 giugno 2014

Oggi Lucia ha avuto la bella idea di organizzare un'apericena nel Bed&Breakfast dove alloggia; mentre io sarò là, Cristian rimarrà a casa per seguire la partita con Giulio ed altri loro amici.

Ma prima di uscire, mi sono sfuggite di bocca quattro parole che lui non avrebbe voluto sentire:

"Perché sei ancora vestito?"

"Cosa hai detto?" domanda Cristian confuso.

"Scusami, è che Angela si è messa in testa di scrivere un romanzo erotico ed io la sto aiutando a rendere credibili i dialoghi tra i due protagonisti!" Io trovo che questa sia una scusa poco credibile, ma il mio uomo l'ha accettata ugualmente.

Volete sapere la verità?

Da circa una settimana desidero fare l'amore col mio uomo, ma l'ho praticamente espresso solo oggi e in un momento poco opportuno, ovvero mentre stavo per uscire.

"Gli hai davvero fatto questa domanda?" chiede preoccupata Elisa porgendomi degli stuzzichini.

"Sì, è così." le rispondo mentre appoggio il mio cardigan color senape e la mia borsa sul mobiletto dell'ingresso.

"E lui come ha reagito?" domanda Simona.

"Mi sono inventata una scusa assurda: gli ho detto che la tua cara sorellina vorrebbe diventare la nuova Melissa P. e che necessiterebbe del mio contributo."

"Non sarebbe da me!" s'intromette Angela.

"Conosciamo tutti la tua ingenuità su certi argomenti, ma lui ci ha creduto comunque."

Le ragazze rimangono allibite, ma fortunatamente è Lucia a salvare la situazione.

"Vogliamo cambiare argomento?"

Dopo aver espresso il nostro consenso unanime, Lucia prosegue: "Ho fatto alcuni acquisti per lo spettacolo!"

"Ne ho parlato solo ieri e sei già in fibrillazione?" domanda Elisa.

"Puoi dirlo forte, cara! Ho comprato alcune cosucce che spero siano di vostro gradimento!" Dopo queste parole, afferra un paio di shopper e comincia ad estrarre alcuni oggetti.

"Questo è per Viviana." inizia tirando fuori un gilet nero "Per te ho pensato ad un look maschile, con tanto di cravatta."

"Grazie! E, quanto alla cravatta, provvederò io ad acquistarne una." risponde la diretta interessata.

"Questo" prosegue Lucia "È un abitino di pizzo bianco che starà bene alla nostra Iolanda."

"Così sembrerà una bambola!" commenta Simona.

"Una bambola stupenda, la più bella del mondo!" aggiunge Renata.

"Grazie." risponde Iolanda arrossendo leggermente.

"Per la dolce Simona ho preso questo cappellino."

"Grazie mille!" Si tratta di un grazioso cappello di paglia decorato con una veletta color avorio.

"Inizialmente avevo pensato ad un "nero vedova inconsolabile", ma ho optato per un'immagine più sbarazzina, come se ci fosse del gas esilarante nell'aria."

"Grazie ancora, Lucia!"

"Quest'abito fiorato modello "vecchia zia" è per la nostra Elisa."

"Non è da vecchia zia, è stupendo!" commenta la diretta interessata.

"Vedrei bene anche una collana di perle abbinata a questo." puntualizza Ursula.

"Per la nostra francesina preferita" prosegue Lucia riferendosi a me "Ho comprato questo bellissimo paio d'occhiali. Preferisci questa montatura nera o la vuoi colorata?"

"Mi va bene nera, grazie." le rispondo gentilmente.

"Per Renata ho preso questo." annuncia tirando fuori un cappotto color panna "Inizialmente avevo pensato ad una pelliccia..."

"... E ringrazio la mia migliore amica per non averla comprata!" prosegue Renata.

"E infine ho preso per me questa coroncina d'alloro." Dopo aver detto questo, Lucia prova su di sè quel fogliame ordinato.

"Sembri davvero una Musa, ma devo ancora scegliere se chiamarti Erato oppure Calliope." commento soddisfatta.

"Anche per me sembri una delle..." cerca di parlare Camilla, venendo poi interrotta da un fortissimo pianto. "Scusatemi, ragazze, ma è l'ora dell'allattamento!"

"Non ti preoccupare, vai tranquilla!" la incoraggia Lucia.

La serata è volata in fretta ed è arrivato il momento di tornare a casa.

Appena varco la soglia, busso alla porta del mio uomo.

"Entra pure." mi risponde mestamente.

"Se è per la domanda di oggi pomeriggio, scusami ancora."

"Tu non c'entri niente; il fatto è che sono un po' sovrappensiero in questi giorni. Sai, tra il troppo lavoro e i deliri familiari, uno prima o poi si stanca." mi spiega mentre fa sparire il disordine dalla sala.

"È un modo come un altro per dire che abbiamo perso la partita?"

"Esatto. Come hai fatto a scoprirlo?"

"Anche mio zio faceva così ad ogni sconfitta della Francia." puntualizzo.

"Sei decisamente perspicace! Come è andata la cena?"

"Benissimo! E poi Angela ha preparato dei dolcetti favolosi! Peccato che li abbiamo finiti tutti in un fiato, altrimenti te ne avrei lasciato uno."

A questo punto, Cristian si avvicina a me e chiede: "Perché oggi mi hai fatto quella domanda?"

"Non so perché quelle parole mi siano uscite di bocca in quel momento" spiego tremando a più non posso "Ma desidero concretizzare il nostro rapporto, lo desidero veramente. Se non vuoi, sono disposta ad aspettare anche cinque anni..." cerco di proseguire, ma Cristian appoggia delicatamente un dito sulle mie labbra.

"Sai che anch'io desidero questa cosa da tanto tempo." mi sussurra facendo scivolare la borsa e il cardigan sul divano.

"Ti va di farlo in camera mia?" gli domando "Qui c'è già stato abbastanza disordine."

"Va bene!" mi risponde ridendo.

Arrivati in camera mia, cominciamo a gustarci questo momento di piacere. Lentamente mi sfila la canottiera e comincia a cospargere il mio collo di piccoli baci.

Le mie mani vanno a finire sotto la sua maglietta, stabilendo un contatto preliminare con la sua pelle nuda. La sento calda e morbida come non mai. Poco dopo, gli sfilo la maglietta e rimango in contemplazione del suo corpo: non ha gli addominali scolpiti, ma è comunque piacevole alla vista; oltre ai tatuaggi sulle braccia che ho già visto, ne scorgo uno grande sulla spalla destra, uno sul fianco sinistro di cui non so la grandezza perché parzialmente coperto e due piccolini sul petto.

Uscita dallo stato catatonico in cui ero entrata, gli sfilo anche i pantaloni, rivelando un paio di cosce decisamente toniche. Lui non perde tempo a sfilarmi pantaloncini e calze ed accarezzarmi dolcemente le gambe.

"Sei ancora sicura di volerlo fare?" mi domanda interrompendo questo momento.

"Sì. Mi faresti un favore?"

"Chiedimi tutto quello che vuoi."

"Non mettere il preservativo: voglio sentirti veramente dentro di me."

"Mi fa piacere." Mentre pronuncia queste parole, le sue mani si avvicinano piano piano al gancetto del mio reggiseno, per poi lasciarlo scivolare lungo le braccia e cadere a terra.

Lui mi fissa per qualche secondo.

"Non ti piacciono? Sono troppo piccoli?" chiedo con una punta d'imbarazzo.

"Non sono troppo piccoli." risponde accarezzandomi una spalla "Sono meravigliosi." prosegue facendo scivolare la sua mano fino al seno sinistro, accarezzandomelo con molta delicatezza.

"Lo pensi davvero?" domando ancora dubbiosa.

"Sì. Sono meravigliosi, proprio come te." risponde prima di baciarmeli.

In quel momento, un leggero formicolio pervade il mio corpo; non è la prima volta che lo faccio, ma è la prima volta in cui mi sento più sicura.

Sicura di avere il controllo su me stessa.

Sicura di non sbagliare.

Sicura del fatto che lui lo faccia per amore e non per imposizione di terzi.

Sicura di essere sua.

E questa sicurezza aumenta non appena io e lui diventiamo praticamente una cosa sola, come se i nostri corpi fossero fatti per essere uniti.

Non so se ci sappia fare o meno, tanta è l'estasi che mi circonda, ma questo non ha importanza.

A me interessa solo stare con lui, unirmi a lui, godere di lui.

Non dimenticherò nulla di questa sera: ogni carezza, ogni sussulto, ogni piccolo gemito.

"Ho capito una cosa." mi sussurra Cristian dopo ciò che abbiamo fatto.

"Che domani devo cambiare le lenzuola?" chiedo guardando il marasma che vi abbiamo combinato sopra.

Lui scoppia a ridere: "Certo che no! Voglio dirti che mi hai fatto sentire speciale."

"Lieta di saperlo!" ribatto con ironia.

"Mi è piaciuto molto passare la notte con te."

"Anche a me." rispondo prima di addormentarmi stretta a lui, senza coprirmi a causa del caldo.

Devo ammettere di aver vissuto un piacevole attimo di felicità.

E vorrei che non fosse l'unico.

Ciao a tutti!

Notizia numero uno: ho deciso di non proseguire questa mia storia su Fanworld, anche a causa dello scarso riscontro ottenuto (in parole povere, lì non la legge nessuno).

Notizia numero due: non proseguirò nemmeno la scrittura di "Così unico, seppur proibito" e "La storia di due Sarah" (La seconda non piace neanche a me, ma spero che qualcun altro sappia svilupparla meglio).

Notizia numero tre: non so se concludere l'Eurovision Song Challenge 2013 (mi manca solo la Germania e l'ispirazione latita parecchio) e potrei tenere in considerazione l'idea di fare un'edizione 2015.

Detto questo, eccoci al capitolo, o meglio, alla scena di sesso più penosa della storia.

Ci ho messo una settimana per idearla e questo è il risultato migliore che sono riuscita ad ottenere. Per quanto riguarda l'assenza del preservativo, sappiamo che Magali è una donna adulta e per niente di facili costumi, perciò quell'involucro lattiginoso per lei equivale ad un rapporto finto.

Dopo otto anni di love story premeditata avrà pure bisogno di un pochino di "vita vera", no?

Fatemi sapere se vi è piaciuta o se, come me, la trovate penosa.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 28
*** Chiamasi complicità ***


25 giugno 2014

Sono felice per quello che è successo ieri sera.

E la ragione della mia felicità è accanto a me: nuda, dormiente e beatamente abbracciata a me.

Più la guardo e più mi rendo conto di quanto sia inaspettatamente bella. Guardo i suoi occhi dolcemente chiusi, come se lei volesse rifugiarsi nei sogni e scappare da quello che ha passato negli ultimi otto anni, prima di conoscermi. Guardo i suoi capelli, più disordinati del solito, ma comunque piacevoli da accarezzare. Guardo le sue labbra, consumate a causa dei troppi baci dati e ricevuti, e sento ancora il loro delicato sapore, che non vuole proprio saperne di svanire.

Poco dopo, focalizzo per bene il suo corpo. Guardo le sue meravigliose gambe, desiderando di averle ancora attorno ai miei fianchi. Guardo i suoi seni, grandi abbastanza da riempire le mie mani, piacevoli da guardare, da toccare, da baciare ogni volta. Guardo le sue, di mani, e desidero ancora che sfiorino ogni centimetro del mio corpo.

La voglio, la desidero, praticamente la amo.

Lo so che è un concetto prematuro, ma rispecchia quello che provo adesso per lei.

" 'Giorno..."

Si è appena svegliata ed è una cosa bellissima, perché la vedo sorridermi teneramente.

"Buongiorno, cara, hai dormito bene?"

"Se devo essere sincera, non ho mai dormito meglio di così." risponde prima di donarmi un piccolo bacio.

"Sono molto contento di questo." replico prima di ricambiare il bacio, chiedendole poi: "Cosa ti andrebbe di fare?"

"Ora come ora ho bisogno di una doccia; devo aver sudato parecchio!"

"Non dirlo a me!"

Noto che la mia donna, appena si alza dal letto, non si copre col lenzuolo, come invece fanno le donne nei film, e la cosa mi fa molto piacere.

"Vai subito in camera tua?" mi chiede prima di entrare in bagno.

"No, preferisco aspettarti." Sono sincero: vorrei annusare la sua pelle fresca quando lei uscirà dalla doccia.

"Allora è certo che ci vediamo dopo!" afferma entusiasta mentre si dirige verso il box doccia, facendomi godere ancora un poco della sua splendida nudità.

All'improvviso, questa tranquillità che sto vivendo viene interrotta dal suono del campanello. Incurante del fatto di non avere niente addosso, corro a rispondere.

"Sono Giulio, posso entrare?"

"Non dovresti essere già in negozio?" gli domando un po' irritato.

"Lo so, ma mi sono cacciato in un casino ultragalattico e ho bisogno del tuo aiuto!"

"Puoi aspettarmi per qualche secondo?"

"No, voglio entrare adesso!"

Se c'è una cosa che non sopporto del mio socio, nonché migliore amico, è la sua insistenza. Tuttavia cercherò di essere il più pacato possibile.

"Lasciami almeno il tempo di vestirmi!"

"Fammi entrare immediatamente!"

"E va bene, entra! Ma vorrei che tu mi aspettassi in cucina!"

"Come desideri, amico!" mi risponde sbuffando.

Apro la porta cercando di non farmi vedere così "conciato", dopodiché, quando Giulio si siede, corro a vestirmi ed avvisare la mia donna dell'improvvisata.

"Ti dispiace se mi vesto e vado di là? Giulio è arrivato ed ha bisogno di me!"

"Non ti preoccupare! Vi raggiungo dopo!"

Dopo essermi vestito (e aver goduto dello scroscio d'acqua in sottofondo), raggiungo il mio amico in cucina.

"Scusami per essere stato brusco, ma mi hai praticamente colto alla sprovvista e.." Giulio mi interrompe domandando: "Come mai eri nudo? Volevi mettere su una giornata delle nostre senza preavviso?"

"Quei tempi sono finiti! Non siamo più ragazzini!" gli rispondo un po' seccato.

Giulio ci pensa un attimo, per poi chiedere: "Non mi dire che ieri sera tu e Ratatouille avete..."

Annuisco senza lasciargli il tempo di finire la domanda.

"Congratulazioni, amico! Lei come era? Ci sa fare? Ho sentito dire che le francesi sono le più esperte in questo campo!"

"Punto primo: non sono uno di quegli uomini che racconta dettagliatamente quelle esperienze; punto secondo: se fossi in te, sarei interessato ai sentimenti provati e non certo alle abilità in quel campo!"

"Ma i sentimenti sono roba da donne!"

"Tu dici così perché non ti sei mai innamorato! Quando succederà, e succederà, ti renderai conto dei casini che hai combinato e che continui a combinare."

"Come sei drastico, Cris!"

"Non sono drastico, sono solo sincero!" Nel frattempo, Magali entra in cucina.

"Ciao, Giulio! Come va?"

"Sono finito in un brutto pasticcio! Volevo dirlo solo a lui" afferma indicandomi "Ma sento la necessità di un parere femminile a riguardo."

"Va bene. Vuoi che ti prepari un caffè, così sarà meno traumatico parlarne?"

"Certo, Ratatouille!"

Dopo aver preparato il caffè per noi, la mia donna chiede: "Cosa ti è successo? Narraci tutto!"

"Ieri, mentre sono uscito da qui, ho rivisto la mia ultima ex."

"Vuoi dirmi che Flavia la Squinternata è riapparsa all'improvviso?" domando sgranando gli occhi.

"Esatto! E, chiaccherando del più e del meno, ha detto che vorrebbe rimettersi con me!"

"Ma è di una pazzia abissale!" esclamo sbigottito. Magali mi segue a ruota chiedendo: "E tu cosa le hai detto?"

"La prima cosa che mi è passata per la testa, ovvero che sono già fidanzato. Il solo problema è che non ho una fidanzata! Sono disperato!"

A questo punto, rassicuro il mio amico dicendogli: "Vedrai che una soluzione riusciremo a trovarla."

"Mi sembra ovvio, ma dovete sbrigarvi! Intanto in negozio vai solo tu: ho troppa paura di uscire!"

"D'accordo, signor coniglio, lo farò!"

"Sai che odio quel soprannome!" esclama Giulio sbuffando e facendo ridere la mia donna.

Appena lui esce, mi rivolgo a lei chiedendole: "Ti va di passare in negozio oggi pomeriggio verso le sei?"

"Perché no? Le prime prove finiscono alle sei meno un quarto, in modo tale da arrivare da te in tempo!"

"Così mi piaci!" esclamo per poi baciarla. Devo candidamente ammettere di non poter trascorrere una giornata senza avere i suoi baci: ne sono proprio dipendente.

Come promesso, alle sei in punto, Magali passa a trovarmi; fortunatamente non erano venuti molti clienti, in modo da riuscire a parlarci senza essere disturbati.

"Allora, come procede il piano?" le domando con disinvoltura.

"A rilento." risponde attorcigliandosi una ciocca di capelli "Ho solo tre amiche single e nessuna delle tre mi sembra adatta a questo compito: Angela è una sognatrice incallita e perciò è da escludere in partenza; Camilla ha già un figlio e ingaggiarla renderebbe ancora più complicata la situazione; potrei chiedere a Viviana, ma non vorrebbe un uomo neanche per finta. L'unica amica con la situazione sentimentale in stand-by è Simona, ma è troppo giovane per lui. Volevo tirare fuori qualcuno dai guai e ci sono finita io stessa: sono proprio una frana!"

A questo punto, la stringo forte a me e le sussurro: "Non preoccuparti, cara. Vedrai che riusciremo a trovare qualcuna adatta a lui." Le accarezzo dolcemente la schiena, sentendo il suo calore attraverso la stoffa della maglietta. Poco dopo, faccio accomodare Magali sulle mie ginocchia e la bacio senza sosta, noncurante dell'ingresso di qualche eventuale cliente.

Adoro creare intimità tra noi anche in situazioni che non la richiedono; è come se volessi creare un piccolo mondo in cui ci siamo solo io e lei, dove nessuno può dirci con chi dobbiamo stare.

"Va già meglio?" le domando dopo questo dolce momento.

"Un pochino, ma questo non scioglierà il nodo gordiano che si è creato."

"Io invece ho un'idea: perché non chiami quella rossa imbronciata che era presente alle nozze di tuo fratello?"

"Intendi Marcella?" mi chiede strabuzzando gli occhi.

"Sì."

"E perché sei giunto a questa conclusione?" domanda incuriosita.

"Pensaci bene: se riuscirà a fare finta di sopportarti, potrà anche fare finta di essere la fidanzata di Giulio. Da quello che mi hai raccontato, ho dedotto che lei è una brava attrice e perciò la reputo adatta a questo scopo." Mentre pronunciavo queste parole, le accarezzo una piccola porzione di gambe lasciata scoperta dalla gonna.

"A pensarci bene, non sarebbe proprio una cattiva idea, caro il mio Cristian! Corro subito a farle una telefonata; ti dispiace se esco un attimo?"

"Vai tranquilla, ti aspetto!"

La vedo uscire con il cellulare in mano e penso a tutto quello che è successo e che succederà; ha sconvolto la mia vita in senso positivo e ho paura di perderla per sempre.

Più sto con lei e più sento che mi appartiene e di appartenerle. Lei è la mia Magali e insieme faremo il possibile perché la cosa non cambi di una virgola.

"Ha accettato!" grida la mia donna facendomi tornare alla realtà.

"Cosa?" domando spaesato.

"La Vipera ha detto di sì al nostro progetto!" esclama entusiasta.

"Sono molto contento!" rispondo abbracciandola, per poi chiederle: "Per quando è fissata la cosa?"

"Sabato, il che significa che abbiamo tre giorni, anzi, due e mezzo di tempo per organizzare il tutto."

"Sono proprio fortunato ad aver trovato una complice come te."

"Ed io ad aver trovato qualcuno che stia al gioco come te."

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Capitolo 29
*** La cosa più dolce ***


28 giugno 2014

Sono nervosa per un paio di motivi.

Motivo numero uno: non riesco a rendere credibile il mio "esercizio di stile", sbagliando e scordandomi qualche parola.

Motivo numero due: stasera devo sopportare la mia peggiore nemica. Avrei preferito tirarmi indietro, ma non potevo certo rifiutare di fare un favore ad un amico, specie se costui è il migliore amico del mio uomo.

In questi giorni ho saputo un sacco di cose su Flavia: ha quarant'anni, fa la commessa in un negozio di cosmetici e, cosa che ha fatto esasperare Giulio così tanto da poter mettere la parola "fine" alla loro relazione, ha delle abitudini strane. Gli diceva cosa e quando mangiare, come doveva vestirsi, quando è quanto doveva dormire, quali persone frequentare e persino dove e quando fare l'amore; Cristian la odia così tanto al punto da affibbiarle l'epiteto "squinternata".

Abbiamo organizzato tutto per bene: io ho prenotato in un ristorante molto chic e dato consigli alla Vipera su come comportarsi con Giulio, dandole un'idea del suo carattere; Cristian, invece, ha rassicurato il suo amico e gli ha fornito delle frasi da suggerire in caso di mancanza di parole.

Mi accorgo che manca poco alle otto di sera, così decido di fare una bella doccia e prepararmi con un solo obiettivo: apparire più bella della Vipera Rossa e di Flavia Grey (soprannome che le attribuirò a causa del fatto che voglia dirigere la vita degli altri) messe insieme.

Dopo una mezz'oretta e qualche esitazione, eccomi pronta: indosso un tubino blu notte dalla scollatura a cuore ed un paio di décolleté gialle. Ho lisciato i capelli e non mi sono truccata pesantemente. A completare il look vi sono un paio di orecchini ed una collana in argento.

Appena raggiungo l'ingresso, Cristian mi guarda a bocca aperta, per poi riprendere fiato e sussurrarmi: "Sei così splendida da darmi un dispiacere enorme."

"E quale sarebbe questo dispiacere?" gli domando con curiosità.

"Spogliarti quando rientriamo a casa." mi sussurra in tono malizioso.

"Questo sarà un dispiacere anche per me." replico notando il completo blu scuro e le scarpe eleganti che indossa "Ma adesso dobbiamo andare, altrimenti faremo tardi."

"D'accordo, cara." mi risponde porgendomi la mano e facendomi uscire di casa prima di lui.

Dopo qualche chilometro in macchina e due pezzi di strada a piedi, giungiamo al ristorante, dove ci attendono Giulio e Marcella.

"Dove è Flavia?" chiedo dopo averli salutati.

"È stranamente in ritardo..." risponde Giulio con fare sospettoso.

"Perché non ha deciso lei luogo e ora dell'appuntamento!" concludo la frase.

"Vedo che hai imparato la lezione!" esclama Giulio aggiungendo: "Caro il mio Cris, hai una donna che impara le cose in fretta: ti consiglio di non fartela scappare!"

"Sto già seguendo il tuo consiglio! L'ultima cosa che voglio è perdere questa donna fantastica!" Colpita da queste parole, do al mio uomo un rapido e intenso bacio, lasciando di stucco i nostri compari.

"Io direi di entrare. Comincio ad avere freddo!" si lamenta Marcella.

"Non aspettiamo Flavia?" domanda Giulio seccato.

"No! Voglio entrare adesso!" insiste Marcella.

Un altro capriccio e giuro che la strangolo seduta stante.

"D'accordo, entriamo, ma aspettiamo Flavia per le ordinazioni!" risponde Giulio rassegnato.

Appena entrati, rimaniamo stupiti dall'atmosfera che circonda il locale: le tovaglie di seta verde donano un tocco di freschezza, i candelabri posti su ciascun tavolo sono sfarzosi senza scadere nel pacchiano e i quadri appesi alle pareti raffigurano dei paesaggi, quasi come se fossero delle finestre immaginarie.

Dopo un quarto d'ora buono, arriva anche Flavia: costei non è molto alta, ha i capelli biondi a spaghetto ed un naso pronunciato; indossa un abitino nero e fucsia molto simile ad un tutù, come se volesse dire a Giulio: "Guarda cosa ti perderai se continui a comportarti così!". Il fucsia predomina anche nelle scarpe coi lacci alla caviglia, nelle autoreggenti di pizzo, nei guanti lunghi fino ai polsi e nel grande fiocco che ferma i suoi capelli.

"Buonasera al mio bello ed ai brutti che lo circondano!" saluta con la sua voce stridula.

"Salve, Flavia." saluta freddamente Giulio.

"Beh, non ci presenti la tua fidanzata?" prosegue Flavia.

"Ah, giusto! Flavia, ti presento Marcella!"

"Piacere di conoscerti, cara!" esclama Flavia in un tono falsamente zuccheroso.

"Il piacere è mio, tesoro!" le risponde Marcella usando lo stesso tono.

"Vogliamo cominciare con le ordinazioni?" domanda leziosamente Flavia.

"Veramente ci sarebbe qualcun altro in questa sala..." interviene il mio uomo.

"E tu chi saresti, bambolina?" domanda Flavia rivolgendosi a me.

"Mi chiamo Magali e sono la fidanzata di Cristian!" rispondo porgendole la mano.

"Era ora che quello sgorbio si sistemasse! Dopo il fattaccio con Isabella, pensavo che non riuscisse a trovare qualcuna che lo sopporti!"

Il tono sprezzante con cui ha pronunciato questa frase mi fa ribollire il sangue nelle vene. Come può definire "sgorbio" il mio uomo? Come può pensare che io lo lasci dopo un bel po' che stiamo insieme?

"Che ne dite di pensare alla cena? Rimandiamo le scenate al momento del dolce!" interviene Giulio per smorzare la tensione.

"D'accordo." sbuffa Marcella.

La cena procede normalmente. O almeno lo faceva fino alla seconda portata.

"Come mai sei ancora amico di questo volgarissimo cialtrone? Ci sono persone, con cui potresti fare amicizia, nettamente migliori di lui!"

"Flavia, ti ricordo che non stiamo più insieme da cinque anni" esordisce Giulio furioso "Perciò non hai voce in capitolo su chi devo frequentare! Cristian è mio amico dai tempi dell'università e tale è rimasto fino ad oggi, anche se ultimamente è leggermente cambiato!"

"Definisci cambiato." lo sfida Flavia.

"Ha perso alcune abitudini universitarie da quando ha compiuto trent'anni, come le scommesse o le gare di bevute. L'apoteosi è stata raggiunta due anni fa con l'abolizione del "Giorno Adamitico", da lui stesso ideato: si trattava di trascorrere una normale giornata a casa di un amico, ma dovevamo farlo senza avere addosso alcunché."

"Che cosa vergognosa!" esclamano sconvolte Flavia e Marcella. Quest'ultima si rivolge a me con un "Perché stai ridendo?"

"Perché la ritengo una cosa normale: lo faceva anche mio fratello durante l'ultimo anno di liceo!"

"Perché stai con questo mentecatto? Posso trovarti un uomo bello e ricco da sposare!"

Mi chiedo se Flavia fosse imparentata con il signor Di Leva; perché deve essere sempre qualcun altro a decidere la mia vita sentimentale?

Con un pizzico di coraggio, inizio a risponderle:

"Per prima cosa, ci tengo a dirti che so scegliere da sola gli uomini con cui voglio o non voglio avere una relazione. In secondo luogo, Cristian non è più un ragazzino, ma un uomo; mi sarei innamorata di lui anche se lo avessi conosciuto nel periodo universitario. Se prima non conoscevo il suo nome ed il suo aspetto, ora non posso fare a meno di pronunciare la prima cosa nè di elogiare la bellezza della seconda. Io amo ogni cosa di lui. Amo il suo sorriso, che mi fa stare bene ogni volta che lo fa. Amo il suo nome, che può sembrare una cosa strana, ma che per me è la cosa più bella del mondo. Amo i suoi capelli scombinati, che adoro scombinare ulteriormente e accarezzare e che rispecchiano la sua vivace personalità. Amo i suoi tatuaggi assurdi, un'autentica poesia sul suo corpo nudo, e mi piace tracciarne il contorno ogni volta che li ho vicini. Amo le sue fisime sul proprio aspetto ed amo smentirle con facilità. Amo i suoi baci, che non mi stancano mai. Amo il suo creare intimità anche nei momenti meno opportuni, come se volesse dirmi "Io sono qui per te!". Amo lui, punto e basta. Il fatto che non piaccia a te non ha alcuna importanza."

Missione compiuta. Sono riuscita a far zittire quella piattola bionda una volta per tutte.

Mentre torniamo a casa, Cristian mi rivolge questa domanda: "Come mi hai definito quando ti sei presentata a Flavia?"

"Il mio fidanzato." gli rispondo.

"E perché lo hai fatto?"

"Lo so che stiamo insieme da circa un mese, ma ti considero già qualcuno di veramente importante. Tutto quello che ho detto di te nel discorso a Flavia, su tutto ciò che amo di te, lo penso sul serio. Se ciò non ti piace, puoi anche ignorarmi o addirittura cacciarmi di casa!" So di esagerare, ma ho paura di veder crollare da un giorno all'altro tutto quello che abbiamo costruito.

Mi accorgo che ci siamo fermati a venti chilometri da casa.

"Scendi!" mi ordina perentorio.

Ubbidisco titubante. Cosa vuole fare? Ha forse intenzione di uccidermi, magari gettandomi in mare?

"Se hai deciso che devo morire, non preoccuparti, morirò! Doveva pur succedere che tu possa, ad un tratto, stufarti di me! Spero che tu possa essere felice con un'altra donna, magari piena di curve e che sia migliore di me in tutto! Voglio solo che..." cerco di proseguire, ma le mie grida vengono presto interrotte da un bacio travolgente.

"Devi stare calma." mi sussurra dolcemente "Devi stare tranquilla. Stasera hai pronunciato le parole più dolci che un uomo possa sentire. Io non mi stancherò mai di te, Magali, perché ti amo. Sì, è così. Amo il tuo nome, così musicale e poetico da farmi sciogliere ogni volta che lo pronuncio. Amo i tuoi capelli, che siano disordinati o, come oggi, perfettamente lisci, nei quali adoro far affondare le mie mani. Amo le tue lezioni di ballo, che mi hanno fatto scoprire qualcosa che fino a qualche mese fa ignoravo. Amo i tuoi baci, che sono come una droga per me e che mi danno soddisfazione ogni volta che li ricevo. Amo il tuo corpicino delizioso ed inaspettatamente sensuale. Amo vederti dormire accanto a me dopo aver fatto l'amore. Amo svegliarmi con te al mio fianco. Amo i tuoi difetti, perché sono questi a renderti perfetta ai miei occhi. Amo te, punto e basta. E non voglio che nessuno ti porti via da me."

Queste parole mi lasciano senza fiato. Nessuno, prima d'ora, era riuscito ad esprimere con sincerità i propri sentimenti nei miei confronti.

Gli do un bacio ancora più travolgente del precedente, non prima di avergli sussurrato: "Ti amo, Cristian."

Ciao!

Eccomi con questo capitolo, ma vi parlerò anche del precedente (non mi ha caricato le note d'autore).

Il capitolo 28 è narrato dal punto di vista di Cristian, per dare una visione "maschile" di questa storia. Dalle prime righe, vi renderete conto che per lui Magali è bella, anche se non possiede delle forme eccellenti. Ho adorato scrivere la parte in cui lei si dirige verso la doccia; ogni volta che guardo un film in cui vi è una scena di sesso, mi chiedo: "Ma perché ti copri? Tanto il tuo uomo ha già visto tutto di te!"; da questo mio pensiero è nato questo pezzo.

Mi è piaciuta anche la parte del "creare intimità"; avevo voglia di caratterizzarlo come un uomo adulto consapevole dei sentimenti verso la donna che ama.

E, giungendo a questo capitolo, ho fatto sì che i due esternassero i reciproci sentimenti, arrivando perfino a dirsi "Ti amo" in maniera, a mio parere, tutt'altro che banale, soprattutto per quanto riguarda la parte dei difetti.

Lasciamo da parte i nostri piccioncini e passiamo a Giulio: ho scelto di descriverlo come un adulto che non riesce a comportarsi come tale, in modo da contrapporlo al suo migliore amico. Secondo voi, come andrà a finire? Flavia sparirà per sempre dalla sua vita? E Marcella ci resterà?

Lo scopriremo nei prossimi capitoli!

Un bacio.

Russian

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Capitolo 30
*** Decisioni di testa e di cuore ***


Notte tra il 28 e il 29 giugno

"Ti amo."

Due parole che forse ti cambiano la vita, ma certamente possono rendertela migliore. Due parole che non ho mai sentito pronunciare con sincerità. Almeno fino ad oggi.

Posso ammettere che finora non ho avuto l'ardire di pronunciarle, forse perché era un concetto completamente nuovo, forse perché ho vissuto in un mondo d'illusioni o, più semplicemente, perché non volevo pensare quelle cose.

Eppure stasera le ho dette e pensate. Mi sono accorta di provare per lui qualcosa di più grande del semplice "volersi bene".

Possiamo dire con certezza di amarci.

Possiamo dirlo sia con le parole sia coi gesti. Ogni bacio ed ogni carezza sono dei piccoli "ti amo".

"Devo chiederti una cosa." gli sussurro sulla soglia di casa.

"Dimmi pure."

"Posso dormire da te stanotte?"

"Non me lo faccio ripetere due volte." risponde sorridendomi.

"Puoi aspettarmi un po'? Si tratta solo di struccarmi, togliermi i gioielli e mettermi qualcosa di comodo."

"Non c'è problema, cara."

Dopo aver fatto il necessario, vado da lui con addosso una maglietta giallo acceso e dei pantaloncini viola.

"Avevo in mente di fare altro, ma questa serata mi ha solo procurato un po' di stanchezza."

"Non ti preoccupare: anch'io sono stanco."

Dopo aver sentito queste parole, mi fiondo sul letto e mi metto comoda. Poco dopo, vedo il mio uomo fare lo stesso.

"Mi piace dormire così" gli sussurro appoggiandomi al suo petto "Perché posso sentire il tuo cuore battere forte per me."

Lui mi da un piccolo bacio e mi sussurra: "Sai che nessuna mi ha detto queste parole prima d'ora?"

"No, e sono lieta di essere la prima." Detto questo, ci diamo la buonanotte e ci addormentiamo poco a poco.

29 giugno 2014 - mattina

"Buongiorno, caro."

"Buongiorno. Hai dormito bene?"

"A dir la verità, ero sveglia da più o meno tre quarti d'ora."

"E perché non mi hai svegliato? Perché non ti sei rimessa a dormire? Oggi è domenica e sono quasi le nove!"

"È una giornata così bella e non ho voglia di riaddormentarmi."

"Tutto qui?" mi chiede sospettoso.

"La verità" gli rispondo in maniera convincente "È che avevo voglia di guardarti mentre dormi."

"Dici sul serio?"

Gli rispondo con un bacio e gli sussurro: "Consideralo un sì."

"Non hai idea di quanto mi garbi ricevere questo tipo di attenzioni!"

"E tu non sai quanto mi piaccia darle!"

Ci riaddormentiamo per un'oretta, dopodiché mi viene in mente una cosa.

"Vorresti fare la doccia con me?"

"Siamo audaci stamattina!" commenta con una punta di sarcasmo.

"Lo prendo per un sì. Seguimi e prendi le tue cose!" gli ordino in tono imperioso.

"Agli ordini, tesoro!"

Lui capisce subito che non stavo scherzando: uscendo dalla soglia della "zona Cristian" (come chiamo il suo appartamento), mi tolgo i pantaloncini, seguiti a ruota dalla maglietta e dagli slip non appena entro in camera. Faccio un sorriso di circostanza quando lui si toglie la maglietta e i boxer ed entra con me nella doccia, grande abbastanza per ospitare entrambi.

Passiamo venti minuti buoni ad insaponarci, sciacquarci e coccolarci; non ci sono stati contatti sessuali di alcun tipo, poiché non li reputo il massimo della comodità.

"Sai che la tua pelle è ancora più bella quando è bagnata?" mi chiede annusandomi il collo "Ed ha un profumo invitante."

"Vorrà dire che domani andrò a fare la spesa e comprare il mio docciaschiuma anche per te!" gli rispondo spiritosamente.

In quel momento, squilla il mio cellulare.

"Chissà quale delle tue amiche è così impaziente da mandarti più di sei squilli!"

"Lo scoprirò presto." Appena mi infilo l'accappatoio, il telefono smette di squillare, dopodiché controllo sul registro delle chiamate perse: era Elisa.

Provo a richiamarla: deve essere qualcosa d'importante.

"Lo sai che è maleducazione fare dieci squilli?"

"Lo so, ma quella che sto per darti è una notizia bomba!"

"Di cosa si tratta?" le domando curiosa.

"La telenovela è finita: io e Walter ci siamo lasciati!"

"Oh, mi dispiace!"

"Non devi dispiacerti! È stata una decisione presa da entrambi! Eravamo così stufi dei nostri tira e molla da poter mettere la parola "fine" una volta per tutte!"

Le racconto tutto della serata di ieri, dall'incontro con Flavia Grey fino alla nostra dichiarazione.

"Vi siete davvero detti "ti amo"?"

"Esatto, Elisa!"

"WOW! È fantastico!" trilla la mia amica riuscendo a spaccarmi un timpano.

"Già! E il fatto che siano parole sincere lo rende ancora più emozionante!"

Ciao!

Questo capitolo è un po' corto, ma è il meglio che sono riuscita a fare.

Noterete certamente la dolcezza che riescono ad esprimere i nostri due amici, così come la totale assenza di sesso, sia nella parte "notturna", sia nella parte della doccia.

E che dire della telefonata di Elisa? Vi piace il fatto che sia finita la sua "telenovela" con Walter?

Spero che ci siano risposte positive.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 31
*** Svegliatemi da questo incubo! ***


13 luglio 2014

Da quando ci siamo detti "ti amo", io e Cristian non abbiamo fatto altro che rendere più forte il nostro rapporto; ci sono giorni in cui passo a trovarlo in negozio e giorni in cui ci vediamo solo a cena per raccontarci tutto, ci sono sere in cui ognuno dorme nella propria camera e sere in cui la passione prende il sopravvento sulla razionalità.

Aggiungo che mi sono preparata al massimo per la recita della prossima settimana e che non vedo l'ora di far conoscere al mondo le mie doti da attrice.

Mentre mi perdo in questi gioiosi pensieri, mi arriva un telefonata dall'ultima persona con cui vorrei parlare: il signor Di Leva.

"Buonasera, di cosa vuole parlarmi?"

"Come lei ben sa, Glammy Dancers è diventato un flop subito dopo la sua partenza..."

"Lo so! E so anche che avete intenzione di farlo chiudere!"

"In realtà ci sarebbe un modo per farlo riaprire..."

"E quale sarebbe?" domando con un misto di furia e preoccupazione.

"In questi giorni sono stato al corrente di molte situazioni, come il matrimonio di suo fratello e il parto della sua amica scavafosse."

"Come sa di queste cose?" chiedo più furiosa di prima.

"Questo non ha importanza! Comunque, per far risorge lo show dalle ceneri, ho pensato a qualcosa di eclatante."

"E sarebbe?"

"Lei dovrà sposare Dan!"

Rimango pietrificata dallo shock: come può un integerrimo autore televisivo essere così spietato da farmi subire questa tortura?

A meno che...

"Guardi, ho bisogno di ricostruire la mia vita e non ho alcuna intenzione di sposarmi!"

"Lei non può rifiutare quest'offerta generosa! Lunedì 28 deve assolutamente diventare la moglie di Dan!"

"Lunedì 28? Ma io avevo chiesto sei mesi di pausa!"

"E io li revoco grazie al vostro matrimonio! Arrivederla, signorina LaTour!" conclude Di Leva riattaccandomi il telefono in faccia.

Io e Dan sposati? Questa è la concretizzazione di un incubo!

Fra due settimane, a causa di uno stupido contratto con un'altrettanto stupida clausola, la mia vita sarà ufficialmente finita.

Dovrò dire addio a Magali Tereccio, la bambina che sognava di ballare nelle competizioni più importanti, la ragazza che aveva sempre lottato con tutte le sue forze per raggiungere il suo obiettivo, la donna che voleva ricominciare a vivere ed aveva scoperto il vero significato dell'amore.

Dovrò dare definitivamente il benvenuto a Calista LaTour, la star che sarà venduta ai giornali scandalistici, la maliarda che occuperà i torbidi sogni dei maschi più assatanati, la moglie di un uomo che ancora non sa distinguere la realtà dalla finzione.

Magali è morta; Calista ha preso il suo posto.

E quell'autore beffardo non mi ha lasciato neanche il tempo di sentire le mie ragioni.

Ancora sconvolta da queste fisime, sento che mi arriva un'altra chiamata. Forse sarà la mia ancora di salvezza.

"Ciao, Simona!"

"Ho appena saputo del tuo matrimonio forzato e posso dirti che mi dispiace tanto!"

"Dispiacerà a tutti: a Luc, a Sveva, alle altre ragazze..."

"Non cominciamo con i piagnistei! Vedrai che, con le buone o con le cattive, riuscirò a trovare una misera virgola che ti farà uscire da questo pasticcio!"

"È impossibile: ti consiglio di lasciar perdere!"

"Con me puoi togliere dalla parola "impossibile" quell'"im" fastidioso! Niente e nessuno può ostacolare la tua felicità, parola di Simona Mattei!"

"Qualunque cosa tu faccia, ti ringrazio già da subito!" le rispondo tra i singhiozzi.

Finita la conversazione, decido di dare libero sfogo alle mie lacrime, come se fossero le uniche cose che vorrei attorno.

Dopo essermi sfogata, prendo una decisione piuttosto avventata: lascio un biglietto a Cristian, contenente un triste messaggio d'addio.

So che non è la cosa giusta da fare, ma qualcosa dentro di me mi convince del contrario.

Alla fine di quest'operazione, lascio il biglietto sul mobile dell'ingresso, in modo che lui non possa leggerlo prima di domattina.

"È finita, Cristian. Tra poco smetterò di vivere e non sentirai più parlare di me. Domani partirò e lascerò questo posto per sempre. Ricordati che il mio cuore apparterrà sempre a te.

Addio per sempre, amore mio.

Tua, Magali."


Ciao! Come avrete letto, non si prospetta un futuro felice per la nostra Magali.

Sto male al solo pensiero di vederla sposata con Dan il viscido, ma non preoccupatevi, lettori miei: mediante Simona, troverò un modo (fosse anche la cosa più banale del mondo) per far rifiorire l'amore tra la nostra eroina e Cristian.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 32
*** La mia finestra sul futuro ***


16 luglio 2014

Eccomi di nuovo qua, nella mia dolce casetta genovese, intenta a prepararmi in spirito per le imminenti "nozze".

Dovrei essere felice di tutto questo: del sontuoso vestito che indosserò, dei regali che riceverò, dei fan entusiasti di questa svolta. Già, dovrei.

Eppure, osservando il mondo che mi circonda, penso alle clausole che mi sono state lette ieri e alle loro conseguenze e questo non mi fa stare bene.

Improvvisamente, decido di fare una passeggiata, sperando di scacciare questi pensieri dalla mia mente.

"Un po' di aria fresca e un buon gelato serviranno certo a rilassarmi." penso tra me e me.

L'ho sperato con tutta me stessa, ma quei pensieri continuano a occupare il mio cervello ormai saturo di tristezza.

E le persone che ho incontrato per strada ne sono la conferma.

Appena uscita dalla gelateria, incrocio Sabrina, la figlia dei miei dirimpettai, con le sue amiche del cuore; in quel momento, penso alla prima clausola: "Non avrai amicizie all'infuori del programma".

Mi rattrista sapere che non frequenterò più le ragazze; non presenzierò ai loro matrimoni, dovrò dire addio alle nostre riunioni del sabato sera e, cosa più angosciante, non vedrò crescere i loro figli. A novembre Simona compirà vent'anni, ma io non sarò alla sua festa.

Sarò costretta a sopportare amiche di plastica, essere superficiale come loro e avere come unico dramma la borsetta di un colore diverso rispetto alle scarpe. Non voglio, ma devo.

Poco più avanti, m'imbatto in Federico e Valeria, gli inquilini del primo piano, intenti a giocare con i loro due figli; ecco la clausola numero due: "Educherai i tuoi figli in modo che siano a tua immagine e somiglianza; inoltre dirai loro che non avranno dei nonni, perché nel nostro programma non è contemplata la vecchiaia".

Non solo mi vedrò costretta a crescere dei bambolotti, ma morirò non appena sarò in menopausa! E, per aggiungere la beffa al danno, chiuderò per sempre i contatti con i miei zii e non andrò più a trovare i miei genitori al cimitero il giorno di San Valentino.

E mi rattrista anche non vedere più Luc, non saperlo felice al fianco di Sveva e non conoscere mai i miei futuro nipoti.

Ma la goccia che fa traboccare il vaso deve ancora arrivare.

E chi scorgo a pochi passi da casa mia? Benedetta e Alessio, i fidanzatini del quinto piano, mi sembra ovvio! Quei due non fanno altro che sbaciucchiarsi e tubare come due colombi!

E con questo, arrivo alla clausola più dolorosa.

Mi toccherà sopportare Dan e la sua finta perfezione; perché non possiamo amare qualcosa che abbia anche solo un misero difetto?

Perché devo baciare un viso glabro, serio e con la mascella squadrata? Non sarebbe più bello baciare un viso più giovanile e sorridente, magari con una barbetta pronta a pizzicarmi?

Perché devo ammirare un corpo liscio e pompato? Non sarebbe meglio guardare un corpo non proprio perfetto, ma comunque delizioso? Non sarebbe più semplice pensare che peli e tatuaggi siano un piacere da aggiungere anziché un fastidio da eliminare?

Ed ecco la domanda più importante: perché devo giurare fedeltà assoluta ad un uomo che non amo? Perché non posso scegliere qualcuno per cui provare sentimenti sinceri?

Nell'attimo in cui varco la soglia di casa, faccio scatenare la mia immaginazione.

Vorrei tanto che lui piombasse all'improvviso in casa, mi prendesse tra le sue braccia e mi baciasse. Vorrei che notasse i miei errori e che affrontassimo insieme queste avversità. Vorrei che mi sussurrasse delle dolci parole di conforto, magari davanti ad una tavola imbandita o ad un bel film. Vorrei che io e lui concludessimo la serata facendo l'amore e addormentandoci l'uno di fianco all'altra, promettendo una splendida eternità per la nostra relazione.

Ma tutto questo non è che un'illusione.

Dovrò, per forza di cose, affrontare la triste realtà che mi sta aspettando.

Eccoci con un altro capitolo!

A caratterizzarlo, oltre alla brevità, è la situazione-cliché con cui Magali riflette sul proprio futuro.

Avete presente quando, in un film o telefilm, lei si è appena lasciata con il fidanzato e incontra per strada solo coppie felici?

Ecco: ho riproposto questa cosa con svariate situazioni, rappresentando così il futuro felice che la nostra amica non potrà avere.

Un'altra cosa: il "lui" del pensiero finale è ovviamente Cristian e lei, giustamente, s'immagina un'eventuale riconciliazione.

Ultima spiegazione: Simona (come verrà spiegato in futuro) ha lasciato la trasmissione, perciò tra le "amiche di plastica" non ci sarà.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 33
*** La vita è una continua sorpresa ***


27 luglio 2014

Domani è il giorno funesto; sono talmente agitata da essere arrivata a non chiudere occhio per tutta la notte, così domani avrò un paio di occhiaie impossibili da nascondere.

Osservo il vestito che indosserò: si tratta di un'orribile bomboniera rosa e turchese, completa di una gonna ampia e un paio di maniche a palloncino molto grandi, forse anche troppo. La mia parrucca è in stile ottocentesco e decorata con un pacchianissimo diadema degli stessi colori del vestito. Se questa è buona parte dell'armamentario nuziale, non oso immaginare come saranno le scarpe e il bouquet.

Mentre sto crogiolando nei miei pensieri, sento bussare alla porta della mia camera. Potrebbe essere chiunque: uno degli autori, una delle mie colleghe, un semplice assistente di studio, persino un inserviente.

Invece mi ritrovo davanti l'ultima persona con cui dovrei avere a che fare: Dan.

"Che ci fai qui, Dan? Lo sai che non ti è permesso parlarmi prima delle nozze? Lo sai che non puoi vedere il mio vestito da sposa, che ho messo in bella mostra appeso alla porta del bagno?" domando infastidita dalla sua presenza.

"Punto primo: chiamami Vincenzo." Il tono con cui lo dice è molto insolito, se si parla di lui. Di solito, infatti, aveva modi di fare e di parlare molto impetuosi; perché oggi ha questo tono rassegnato, come se avesse subito un'umiliante sconfitta?

Dopo un silenzio sepolcrale, lui prosegue laconico: "Non ci sarà nessun matrimonio."

Io lo guardo perplessa, chiedendogli poi: "Questo cosa significa?"

"Solo una cosa, Magali: domani diremo al mondo intero che non abbiamo intenzione di sposarci!"

Non è possibile!

A meno che non stia architettando una candid camera, non vedo perché un uomo così ossessionato da me dovrebbe cestinare l'idea del matrimonio.

"Vuoi spiegarmi meglio questa cosa?" gli domando ancora sotto shock.

"Certo che sì! E sai cosa ti dico? Che sarebbe ancora meglio se mi offrissi una bibita!"

"Come desidera, padrone!" gli rispondo beffarda mentre tiro fuori un'aranciata dal frigo-bar.

"Ed ora parlami di questo cambiamento." gli dico esortandolo a proseguire il discorso.

"D'accordo: da quando sei andata via, non riuscivo a sopravvivere all'idea di non averti più accanto..."

"Questo lo sapevo!" commento infastidita.

"Il punto è questo: da un mese e mezzo, cioè da quando ho saputo che con quell'altro..."

"... Che oltretutto ha un nome..."

"Già, mi scordo sempre di questo dettaglio. Comunque, da un mese e mezzo mi sono detto: "Devo trovare un senso alla mia vita anche senza di lei!", così ho smesso d'immaginare un futuro insieme. Inoltre, due settimane fa ho conosciuto una ragazza e non ho intenzione di rovinare i miei progetti con lei."

"Spiegazione interessante, ma continuo a non crederti."

"Allora ti espongo un altro motivo: mio fratello aspetta un bambino."

Saputa questa notizia, per poco non mi andava di traverso l'aranciata.

"Non mi hai mai detto di avere un fratello."

"Perché nel contratto c'è anche scritto di non trapelare informazioni sulla propria famiglia, perciò non sapevo dell'esistenza di tuo fratello o di quelli di Simona. Quando ho scoperto questa clausola nel contratto di matrimonio, ci sono rimasto decisamente, perdonami il termine, di merda; se saremo marito e moglie, io sarò destinato a non sapere dell'esistenza del mio futuro nipotino e questo mi rattrista molto."

Dopo queste parole, Vincenzo scoppia a piangere ed io lo abbraccio d'istinto.

"Coraggio, vedrai che riusciremo a uscire da questo pasticcio."

"Lo spero proprio. Cosa facciamo?"

"Domani, anzi, stasera indiremo una conferenza stampa."

"Ma non ti sembra esagerato?" domanda ridacchiando.

"Per diffondere una notizia grande è necessario qualcosa di altrettanto grande! Cosa c'è di meglio di un incontro con tutti i giornalisti ed i fotografi ingaggiati per l'evento? E poi la sala conferenze è davvero immensa!" Pronuncio queste parole come se fossi una bambina che ha appena ricevuto il giocattolo che desiderava e Vincenzo non può che sorridere sincero.

"Da domani saremo liberi; questa è una promessa!"

E noi due faremo il possibile per mantenerla.

Ciao, amori miei!

Inizio col dirvi che stiamo giungendo al termine di questa storia; mi dispiace molto perché ormai mi stavo affezionando a tutti i personaggi, compresi quelli negativi.

A proposito di personaggi negativi: che ne dite di questo nuovo lato di Dan/Vincenzo? Vi aspettavate questa dolcezza?

Avendo saputo dell'assurdo contratto matrimoniale, ho immaginato che fosse rimasto anche lui di stucco; per questo motivo, ho aggiunto la presenza di un fratello anche per lui, con tanto di nipotino in arrivo per rendere il tutto ancora più sentimentale.

Detto questo, spero che vi sia piaciuto il capitolo.

Un bacio.

Russian

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Capitolo 34
*** Al primo posto ci sei tu (prima parte) ***


30 luglio 2014

NOTIZIA SHOCK: Calista e Dan lasciano Glammy Dancers.

Ieri sera è accaduto un fatto singolare: i due neosposi Dan Saint-Germain e Calista LaTour, grazie ad una conferenza stampa tenutasi nella hall dell'Hotel Astoria, hanno deciso di annullare il loro matrimonio. Saint-Germain ha anche annunciato che lui e Calista non saranno presenti nella nona stagione di Glammy Dancers, che dovrebbe iniziare il 15 settembre.

Sarà un duro colpo per i fan del programma: saranno in grado di sopravvivere a questo?

Che ne sarà di Glammy Dancers senza i suoi volti di punta?

Alla nuova stagione televisiva l'ardua sentenza!

"Ancora con quel giornale?" domanda Elisa infastidita.

"Stavo per fare la stessa domanda. Sono tre giorni che non fai altro che leggere e rileggere quella notizia!" puntualizza Angela.

"Lo so, ragazze, ma non posso fare a meno di pensarci sopra." rispondo uscendo dal mio stato di trance.

In effetti, dalla sera della conferenza non faccio altro che riflettere sulla mia vita passata e su quella futura.

Certo, ora ho riallacciato i rapporti con le mie amiche, ma mi restano ancora degli interrogativi.

Cosa ne sarà della mia carriera? Diventerò famosa in qualche modo o finirò nel dimenticatoio?

"Base Terra chiama Magali: ci sei?" domanda Renata interrompendo le mie elucubrazioni.

"Scusami, ma mi capita troppo spesso di..."

"...Pensare al mio avvenire! L'hai già detto una ventina di volte!" esclama Viviana.

"Ventidue, per l'esattezza!" puntualizza Lucia.

"Guardate il lato positivo di quell'articolo: non c'è neanche una riga che parli della mia uscita di scena!" sdrammatizza Simona.

"Lo sanno tutti che il tuo personaggio è il più odiato!" le da corda Angela.

"Scusate la monotonia, ragazze, ma non trovo altre cose a cui pensare." rispondo loro mestamente.

"Una cosa ci sarebbe." si rivolge a me Elisa.

"E cosa?" domando spazientita.

"Lo spettacolo di domani sera!" tuona Elisa spazientita.

Mi ero proprio dimenticata dei nostri "Esercizi di stile"; erano stati posticipati ad agosto per agevolare i preparativi delle mie nozze, ma, ora che non mi sono più sposata, abbiamo pensato di spostarlo a domani.

"Vorresti ancora farlo?" domanda Camilla.

"Certo che sì!" rispondo convinta.

"Allora domani presentati alle quattro per le prove generali: non si accettano distrazioni!" incalza Iolanda.

"D'accordo, ci sarò!"

31 luglio 2014

"Allora, come sto?" mi chiede una Iolanda sull'orlo dell'insicurezza.

"Sei perfetta! Sei la bambina meglio vestita del mondo!"

"Grazie mille! Sei proprio un tesoro!"

"Ma c'è qualcuna il cui costume non ti piace?" domanda Viviana sistemandosi la cravatta.

"Nient'affato! Siete bellissime tutte!" esclamo con molta euforia.

"Anche Marcella?" domanda Renata perplessa.

"Sì, anche lei!" rispondo con un sorriso, come se il mio odio per la Vipera fosse messo da parte per una sera.

Sono nervosa perché è la prima volta che recito a teatro, ma sono felice perché lo faccio con delle persone che mi circondano di sincero affetto.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio: indosso una camicia color panna con le maniche a tre quarti, una gonna lunga ed un paio di scarpe grigio chiaro, dei collant lilla scuro, un basco a fantasia leopardata e i grandi occhiali neri che mi ha dato Lucia.

"Ragazze, come sto?"

"Sembri davvero una giornalista pazzerella!" esordisce Sveva.

"E quegli occhiali ti stanno da Dio!" aggiunge Camilla.

"Gli uomini finalmente saranno pazzi di te! Della vera te!" esclama Viviana euforica.

"Odio ammetterlo, ma sei uno schianto!" afferma Marcella con un tono melenso.

"Dobbiamo andare in scena tra cinque minuti!" grida Elisa con impazienza.

"Va bene!" grido con molta ansia.

Dopo il classico rituale scaramantico ed un selfie di gruppo, entriamo in scena.

Un ragazzo dello stabilimento, che si è gentilmente prestato alla nostra follia, impersona il passeggero misterioso di cui noi parleremo fra poco; mentre lui recita il prologo, io mi accorgo del pubblico presente: riesco a scorgere Carlos con le gemelle e Francesco che tiene in braccio Marco, Stefano, Maurizio e Michele che si sbracciano e ci fanno un applauso d'incoraggiamento e Luc che preferisce conservare gli applausi per la fine dello spettacolo, Walter ancora desideroso di vedere Elisa e Riccardo che attende una risposta da Simona.

Finito il prologo, Ursula è la prima a recitare: si rivolge al pubblico muovendo le mani attorno ad una grossa palla di carta stagnola, come se leggesse il futuro in una sfera di cristallo; sono soddisfatta anche del suo abbigliamento, consistente in un miscuglio di esotismo, dettato dalla tunica beige e dalla bandana viola, e modernità, rappresentata dai leggings fucsia e dalle ballerine lucide nere.

Ora tocca a Lucia: alla fine è riuscita ad assumere un atteggiamento da poetessa invasata, nonostante faccia delle continue stecche con il suo ukulele e si sistemi ripetutamente la coroncina d'alloro che adorna i suoi capelli.

Adesso è il turno di Viviana: devo ammettere che se non usasse la parlata toscana, sarebbe un personaggio qualsiasi; fortunatamente lei ha deciso di mantenerla e accentuarla, suscitando l'apprezzamento generale del pubblico.

Adesso è la volta dell'interrogatorio di Camilla e Sofia: la prima è stata molto convincente nel ruolo della detective, mentre la seconda è riuscita a immedesimarsi nel ruolo della sexy testimone, con tanto di tacchi a spillo e trucco da ricontrollare.

Ecco il turno di Iolanda: Gisela e Azucar non hanno mai smesso di ridere vedendo la loro mamma conciata come loro, con tanto di codini e scarpe alla bebè.

Finalmente è giunto il mio turno: ho il cuore a mille per l'emozione e troppi pensieri per la testa; nonostante questo, riesco a pronunciare correttamente le mie battute e aggiungere un pizzico di pathos. Solo ora mi accorgo di una figura maschile con il volto completamente nascosto nell'ombra.

E se quella figura fosse...?

Impossibile! Non può essere lui!

Anche se lo fosse, sarebbe qui con la sua nuova fidanzata.

Messi da parte questi pensieri, cedo il palcoscenico a Renata e torno al mio posto.

"Sei stata formidabile!" mi sussurra Sveva.

"Grazie, cara!" le rispondo.

Terminato lo spettacolo, ci prepariamo ad accogliere gli applausi scroscianti che stiamo per ricevere.

"Grazie a tutti per essere stati qui e per il vostro entusiasmo!" esclama Elisa soddisfatta "Ognuna di noi ha messo anima e corpo per realizzare questo spettacolo e, come ho notato dai vostri applausi, ci siamo riuscite in pieno! Immagino che abbiate sentito quanto è migliorata la dizione di Aliona!"

Tutti i presenti scoppiano a ridere, dopodiché ci regalano un'altra pioggia di applausi.

"Siamo state bravissime!" strilla Simona non appena scendiamo dal palco.

"Fantastiche! Oserei dire divine!" esclama Sofia.

"Scusate, posso fare i complimenti alle mie due donne preferite?" domanda Luc riferendosi a me e Sveva.

"Certo che puoi, fratellone!" rispondo prima di abbracciarlo.

Appena mi sciolgo da quell'abbraccio, ricevo i complimenti degli altri ragazzi, soffermandomi sui momenti in cui incontrano le rispettive metà.

"Sono felice che tu sia riuscita a usare il nostro accento senza sembrare ridicola!" esclama soddisfatto Luc a Sveva, facendola arrossire a più non posso.

"Quando hai usato quel tono ingiurioso, ho iniziato a riflettere e sono giunto a questa conclusione: giuro di voler stare per sempre con te, Renata, e sono disposto a sposarti anche domani!" supplica Michele inginocchiandosi.

"Quello forse no, ma mi fa molto piacere stare per sempre con te!" risponde Renata.

"Oltre a dire che sei stata bravissima, volevo chiederti questo: ti va di uscire insieme, un giorno di questi? Oh, per insieme intendo io e te da soli!" chiede Riccardo a Simona.

"Facciamo martedì?"

"Per me va benissimo!"

"Non riesco a trovare le parole giuste per dirti quello che provo!" esclama disperato Maurizio.

"Non c'è bisogno! So già che mi vuoi bene e che starai con me per il resto della tua vita, anche se non ti decidi a sposarmi!" esclama Ursula con un sorriso spontaneo.

"Sei stata fantastica, mamma!" grida Azucar felice.

"Sei molto brava a diventare come noi!" aggiunge Gisela.

"Grazie, bambine, mi fate emozionare!" esclama Iolanda prima di ricevere un lungo bacio da Carlos.

"Anche se non stiamo più insieme, ti considero ancora la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto." sono le parole di Walter a Elisa.

"Grazie mille!" risponde Elisa percependo tale complimento come sincero.

Francesco si limita ad abbracciare Lucia molto forte e riportare Marco tra le braccia di Camilla.

Stefano non fa altro che elargire baci sulle guance di ciascuna di noi; "Siete tutte le mie donne preferite!" afferma orgoglioso.

Mentre sono al colmo della felicità per il successo del nostro spettacolo, il "passeggero misterioso" si avvicina a me pronunciando questa frase:

"Magali, c'è qualcuno che ha bisogno di vederti. Ora."

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Capitolo 35
*** Al primo posto ci sei tu (seconda parte) ***



"Ha bisogno di vederti. Ora."

Sono dieci minuti che ripeto quelle parole.

Andare o non andare? Se devo andare, dove posso incontrarlo? E chi è così desideroso di vedermi? E se fosse uno scherzo?

"Secondo me, dovresti andarci." mi consiglia Luc.

"Invece non ci andrò! Non so nemmeno il luogo dell'appuntamento!"

"Allora ti consiglio di non pensarci e riposare: immagino che tu sia molto stanca."

"Immagini bene."

Dopo aver dato la buonanotte all'intera combriccola, mi dirigo a passo spedito verso l'albergo, oltretutto con il costume di scena ancora addosso e i miei abiti civili in una busta di carta.

Arrivata nella hall, sento una voce rivolgersi a me così: "Finalmente sei qui."

Non riesco a credere a ciò che ho appena sentito, tantomeno alla persona che mi trovo davanti.

"Cristian, cosa ci fai qui?"

"Sono qui per te, Magali."

Lui cerca di baciarmi, ma io lo respingo violentemente.

"Magali, lascia che io ti spieghi come sono andate le cose!"

"Non spiegarmi niente: so già tutto. Ora torna da lei e lasciami stare!" gli rispondo mentre mi accingo a prendere l'ascensore.

Cristian mi guarda perplesso.

"Lei chi?"

"La donna con la quale mi avrai sicuramente rimpiazzato. Scommetto che è più bella, più provocante e più vivace di me, che fa la barista in uno squallido nightclub, che avrà almeno una decina di tatuaggi e una dozzina di piercing, che non sa cucinare, che sarà in grado di darti dei figli e, cosa più importante, che ti farà dimenticare della mia esistenza. Addio."

Dopo queste parole, salgo in ascensore, ma sento le sue mani cingere dolcemente i miei fianchi.

"Cercherò di riassumere punto per punto" mi dice premendo uno dei vari pulsanti: "Tanto per cominciare, tu sei una delle donne più belle che io abbia mai incontrato; nel tuo piccolo, sei decisamente provocante e non ho trovato nessuna che sia vivace quanto te; le bariste non mi sono mai piaciute e mi piacerebbe stare con una ballerina, ma non una di quelle che opera nei nightclub; i piercing non mi sono mai piaciuti e, anche se non è disegnata, amo tanto la tua pelle; se c'è una donna con cui vorrei cucinare insieme e avere dei figli, quella sei tu. E vuoi sapere la cosa più importante?"

"Dimmi pure. Sono qui per ascoltarti." rispondo voltandomi verso di lui.

"Non c'è nessun'altra donna nella mia vita. In questi giorno ho pensato solo a te, ho sognato te, ho persino pianto per te. Al lavoro ero felice, ma la sera, una volta tornato a casa, la tua assenza si faceva sentire tanto. Persino i bambini mi chiedevano di te. Sono stato lontano da qualsiasi contatto mediatico perché non volevo vedere la mia sconfitta nè sapere di averti perduta per sempre."

"E allora perché sei qui?" domando con perplessità.

"Fino a ieri non sapevo della conferenza; questo mi è stato riferito da tuo fratello, che mi ha dato tutte le indicazioni necessarie e pianificato questo incontro. Se non mi credi, guarda nel mio registro delle chiamate."

Detto questo, Cristian mi porge il cellulare e, dopo essermi resa conto della veridicità dei fatti, gli rivolgo un'altra domanda.

"È vero quello che hai detto di me? Non mi stai illudendo per poi lasciarmi?"

Lui, guardandomi intensamente negli occhi, risponde: "Sono sincero con te. Potrai anche rifiutarmi e non volermi più nella tua vita, ma devi sapere che ti amo e che lo penso veramente."

Durante questa piccola discussione, nessuno dei due si è accorto che l'ascensore era fermo al sesto piano da un pezzo.

"È qui la tua camera?" mi chiede imbarazzato.

"No, è al terzo piano."

"Allora non mi resta che salutarti."

"Già."

Quando ci siamo congedati, sono sul punto di premere il pulsante col numero tre, ma qualcosa mi spinge ad agire diversamente.

"Cristian, aspetta!" grido uscendo di corsa dall'ascensore.

Quando lo raggiungo davanti alla porta della sua camera, mi chiede: " Cosa vuoi ancora? Mi sembra di averti già salutato!"

"Sembra anche a me, ma sento che dovevo farlo per bene."

Dopo aver dett queste parole e appeso gli occhiali al colletto della camicia, mi avvicino a lui e lo bacio con tutta la passione che ho in corpo.

Dapprima esita, ma poi lo sento cedere al mio gesto avventato.

"Questo significa che mi credi?" mi sussurra a fior di labbra.

"Sì, io ti credo e ti amo. Ho cercato di mantenere un atteggiamento neutrale, ma, in cuor mio, ho sofferto tanto per te. Sei la cosa più bella mai successa in questi ultimi mesi e non ho intenzione di lasciarti un'altra volta."

Colpito dalle mie parole, Cristian mi stringe forte a sè, per poi chiedermi: "Vuoi andare in camera tua?"

"A dire il vero, pensavo di stare da te per tutta la notte, per poter recuperare il tempo perduto. Io non voglio solo amarti, io voglio viverti."

"Ecco le parole che volevo sentirmi dire!" risponde prima di donarmi un altro bacio e portarmi con sè in camera.

"Sei abbastanza comodo?" domando togliendomi il cappello.

"Certo che sì."

Appoggio la busta e gli occhiali sul comodino, mi metto comoda togliendo le scarpe e la gonna e mi stendo accanto a lui sul letto.

"Sei sicura di volerlo fare? Con tutto quello che ti ho fatto passare, non credo di meritare questo trattamento."

"Sono più sicura di quanto tu possa immaginare!" rispondo mentre gli sbottono la camicia e gli accarezzo il torace.

Quando gli ho tolto quel primo indumento, mi siedo sulle sue gambe e appoggio le mani sulla sua schiena.

Lui, in tutta risposta, mi sfila dolcemente la camicetta e poi fa lo stesso con il reggiseno.

"Non vedevi l'ora di toccarmi, vero?" gli domando maliziosa.

"Non desidero veramente altro." risponde prima di sprofondare la testa nell'incavo dei miei seni. Io piano piano faccio affondare le mani nei suoi capelli, come se volessi guidare ogni singolo movimento.

Mi sono mancate tanto queste sensazioni.

Mi sono mancati il suo tocco, il suo profumo, il suo calore, il suo respiro.

Mi è mancato tutto questo, eppure stento a credere di essere nuovamente con lui.

Durante queste riflessioni, mi accorgo che lui accarezza delicatamente il mio ventre e bacia la mia femminilità da sopra la stoffa dei collant.

Nel frattempo, gli sfilo i jeans e gli accarezzo le cosce e, risalendo piano piano, gli do un colpetto sul fondoschiena.

Lui, preso ormai dal desiderio, non perde tempo a liberarmi dei collant e degli slip; poco dopo, lo libero dei boxer e gli afferro i fianchi con tutta la forza che ho.

"Sei pronta?"

Annuisco senza farmelo ripetere due volte, dopodiché avvolgo le gambe attorno alla sua vita e mi preparo ad accoglierlo dentro di me.

Spinta dopo spinta, i miei gemiti escono quasi a singhiozzo, come se non ci fosse abbastanza forza per liberarli; ad un tratto, per qualche oscura ragione, riusciamo a raggiungere insieme l'orgasmo, come se i nostri corpi fossero connessi l'uno all'altro.

Ora sto gridando più forte del solito, incurante di chiunque occupasse le camere accanto alla nostra. Sì, ora posso definirla nostra.

"Continua a gridare, amore mio. Devono capire che sei soltanto mia." mi sussurra scostandomi una ciocca di capelli.

Ormai in preda all'estasi, non riesco a trattenere le mie grida di piacere; anzi, ne aumento ancora il volume.

"Sì, anche tu... sei... mio!" riesco a pronunciare tra un gemito e l'altro.

Per i nostri "vicini" non sarà una serata tranquilla, però una cosa la capiranno: noi due ci amiamo.

Ed è molto piacevole saperlo.

1 agosto 2014

Non riesco a credere che io mia sia di nuovo svegliata coperta soltanto da un lenzuolo.

Non riesco a credere di potermi di nuovo svegliare tra le braccia dell'uomo che amo.

Eppure tutto questo è accaduto davvero.

Sono tornata a essere felice e amata.

Sono definitivamente tornata a essere me stessa.

"Ho una domanda da farti, mia cara."

"Se mi stai chiedendo di tornare a essere tua ospite, allora la risposta è sì." Ammetto di aspettarmi questa domanda, ma non la successiva risposta di lui.

"A dir la verità, ti stavo chiedendo di vivere insieme a me, come se fossimo una coppia a tutti gli effetti!"

"Ma noi siamo una coppia!" puntualizzo stizzita.

"Posso considerarlo un sì?"

"Certo!" rispondo voltandomi verso di lui "Mi piacerebbe tanto avere il mio nome scritto accanto al tuo sul citofono" comincio baciandogli il collo "Vorrei che la tua famiglia mi considerasse ufficialmente parte di loro" proseguo lasciandogli un bacio su una guancia "Vorrei, quando mi capiterà di fare un lungo viaggio, avere, a seconda della circostanze, qualcuno pronto ad aspettarmi a casa o accompagnarmi verso nuove avventure" continuo baciandogli anche l'altra guancia "E ultimo, ma non meno importante, non mi dispiacerebbe affatto diventare, in un giorno futuro, tua moglie e darti tutti i figli che desideri."

Con quest'ultima frase, noi ci scambiamo un lungo e dolcissimo bacio; lungo e dolce come il nostro futuro insieme.

"Ti ringrazio per le belle parole, ma cosa ne sarà del tuo sogno? Non vorrai mica lasciarlo da parte?"

"Certo che no! Anzi, ieri ho scoperto anche di essere un'attrice provetta! Potrei organizzare un musical per la prossima estate: ti piace come idea?"

"La adoro già! E già ti sogno come parte di una compagnia di attori e ballerini professionisti!"

"E tu sarai sempre al mio fianco e appoggerai ogni mia iniziativa!"

"Mi sembra ovvio."

Tra baci e coccole, non ci siamo accorti di aver fatto tardi.

"Sono quasi le undici! Devo subito scendere giù o gli altri si preoccuperanno per me!"

Cristian mi osserva intenerito e mi chiede: "Che ne dici se scendiamo insieme? Così non avrai bisogno di dare spiegazioni!"

"È una buona idea!" gli rispondo nel reinfilarmi l'intimo.

"Ma a loro non farà strano vederti con gli abiti di scena?" mi domanda mentre inizia a rivestirsi.

"Stai tranquillo: come puoi vedere, ho un cambio d'abito in questa busta."

"Lo sai di essere piena di risorse?" chiede cingendomi i fianchi, proprio nell'attimo esatto in cui sto infilando i pantaloncini.

"Certo che sì. Ma ora sbrighiamoci: abbiamo un gruppo di amici da affrontare ed io ho un fratello da ringraziare."

Non appena abbiamo finito di rivestirci, c'incamminiamo verso la hall, dove gli altri mi stavano aspettando da un pezzo.

Non so se il mio futuro sarà pieno di fama o imprigionato nell'oblio, ma di una cosa ho la certezza: da oggi c'è una persona in più pronta a sostenermi.

E fa molto di più che sostenermi: mi ha donato quell'amore sincero che ho cercato per tanto, forse troppo tempo.

Ciao, bellezze!

Ecco a voi il vero finale di questa storia.

Perché ho aggiunto la parola "vero"? Semplice: perché, in precedenza, è stato pubblicato un sad ending non scritto da me.

Che il capitolo non fosse mio, lo si nota da due motivi:

1) Non ci sono le note dell'autore;

2) È intitolato semplicemente "fine".

Comunque, voglio dire un sincero grazie:

- A Chiara86, romy2007 e Adeus per aver messo la storia tra le seguite;

- A Rosa6 per aver messo la storia tra le ricordate;

- Ad -alep- che ha messo la storia tra le seguite e poi tra le ricordate, seppur con il falso finale;

- A saraja, minervalennon, MrApricot e celeste98love per aver perso tempo nel recensire questa storia;

- Un doppio grazie a MrApricot che, dopo aver recensito, mi ha messo tra i suoi autori preferiti

- E naturalmente un grazie a tutti i lettori silenziosi, con la speranza che, un giorno, possano farsi avanti senza vergogna.

Spero di non aver deluso le vostre aspettative.

Russian

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