Dopo Gea

di anormalfangirl
(/viewuser.php?uid=888352)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tre figli bastano! ***
Capitolo 2: *** Una partita ad acchiapparella un po'speciale ***
Capitolo 3: *** Un ciondolo magico ***
Capitolo 4: *** Solangelo ***
Capitolo 5: *** Cecy ***
Capitolo 6: *** La Profezia ***



Capitolo 1
*** Tre figli bastano! ***


Ciao nerds,questa è la mai prima fanfictionU.U
Spero che vi piaccia,godetevela e ,perfavore, se potete recensire ve ne sarei grata.

Quando ho risposto sì alla fatale domanda non avrei mai pensato di ritrovarmi con tre figli urlanti per casa. Ovviamente Percy fa di tutto per aiutarmi ma… cioè è difficile.Molto. Comunque per chi si fosse perso qualcosa ora sono un architetto.Proprio quello che volevo fare da fin da  piccola… Percy invece fa l’istruttore di nuoto e resistenza sott’acqua al campo Mezzosangue.I frutti della nostra relazione si chiamano Angie,Maggie e Jace ;hanno rispettivamente 16,12 e 9 anni e sono tutti delle vere pesti,comunque andiamo al sodo: Angie e Jace sono dei legati:Jace di Atena e Angie di Poseidone.Maggie no,lei è salva… dovremmo mandarli al campo ma io e Percy continuamo a ritardare perché non siamo sicuri che li sarebbero felici,non fraintendeteci noi lo siamo stati ma.. forse…loro…non lo saranno….
Ma partiamo dall’inizio:
Quando finalmente la guerra con Gea finì io e Percy andammo a vivere insieme in una bella casa sul East River.Un giorno tornai a casa dal lavoro stanca ma soddisfatta:ero  finalmente riuscita a fare in modo che un cliente che non voleva comprare niente se ne uscisse dall’azienda dopo aver comprato una villa in stile palladiano ,a Venezia. Ero pronta per andare a dormire(erano le nove di sera cavolo!) quando Percy uscì dalla camera.Indossava solo dei boxer blu e potei rimirare il tatuaggio che aveva sulla clavicola:un uccello del paradiso che volava verso il cuore:significava che il paradiso sta dove sta il cuore,me lo aveva detto la prima notte in cui avevamo dormito insieme dopo la guerra.Si avvicinò.Mi prese tra le braccia e mi baciò.Dapprima dolcemente poi sempre più forte finendo per mordermi il labbro inferiore.Lo trascinai verso la camera.Non ebbi il tempo di sospirare che già mi trovavo avvinghiata tra le lenzuola con la mente annebbiata per la stanchezza.Sapevo che stava per farlo ma non avevo intenzione di ribellarmi.Lo avevo immaginato quel momento.Avevo anche fatto un piano B e un piano B del piano B nel caso qualcosa fosse andato storto.Sapeva di mare.Sorrisi tra le sue braccia calde e rassicuranti:”ti amo” fu quello che riuscii a mormorare prima di ritrovarmi ancora più bloccata di prima.Trovai il modo di sfilare il braccio dalle lenzuola rosate e cominciai a sbottonarmi la camicia.Mi dispiaceva solo non avere un reggiseno più carino.La prossima volta che voleva farlo avrebbe dovuto dirmelo. Alla gonna ci pensò lui.Per fortuna: la odiavo. Mi prese tra le sue braccia calde e cominciò a creare una scia di baci caldi e morbidi.Dalla clavicola arrivò fino all’inizio del reggiseno e da lì salto un pezzo e tornò a baciarmi da sopra la fine della costola fino all’ombelico. Poi tornò su e cominciò a cercare,da dietro,di sganciarmi il reggiseno. La presa del reggipetto  si allentò quando lui riuscì a scastrare i gancetti.Allora da lì cominciai io:mentre lui mi sfilava il reggiseno io gli tolsi i boxer.Lui si irrigidì all’improvviso ma continuò che stava facendo.Passai una notte bellissima. Giornate del genere capitarono altre volte. Finchè non rimasi incinta di Angie.Prima che nascesse ci sposammo e vissimo 4 anni di tranquillità (più o meno Angel è un diavolo con gli occhi grigi!)con la piccola,quando io tornai incinta:di un’altra femmina la chiamammo Margot in onore dell’architetta Margot Taule.Tutti  vennero a congratularsi con noi:vennero Hazel e Frank,ora anche loro felicemente sposati, con una carrozzina smessa ma in ottime condizioni della figlia Mary, insieme a Piper e Jason vennero anche Nico e Will,(che indossava una maglietta arcobaleno MOLTO sgargiante in confronto a quell nera di Nico)portarono tutti un regalo “di nascita”:Piper e Jason un intero guardaroba con milioni di vestiti per bambini dagli 0 ai 6 anni e Will e Nico un carrillon con una fata che suonava il brano preferito mio e di Percy:”PerElisa” di Beethoven.Li portammo tutti a fare un giro per la città che avevano lasciato per la famosa e calda Italia.Ci invitarono a casa loro e noi accettammo. Ci diedero una stanza matrimoniale tutta per noi quindi perché non usarla per altre cose oltre che dormirci?Quando tornammo a casa,difatti, io ero incinta del terzo e ultimo figlio:Percy mi ascoltava la pancia in continuazione,diceva che se calciava tanto significava che era un maschio.Lui non aveva sentito i calci di Angel, però…e quando nacque Jace lui era tanto felice che mi trascinò in una danza che si trasformò in una notte insonne.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una partita ad acchiapparella un po'speciale ***


ciao nerds,scusate il ritardo ma tra expo,compiti e tutto è stato un bel casino.Bene secondo capitolo.Volevo solo dire grazie a coloro che hanno recensito il primo capitolo e dirvi che in realtà la descrizione della ff è sbagliata:sono più di due anni dopo la guerra di Gea.Circa una ventina.Lo so è un errore enorme ma sono un po' distratta.Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------No quell’espressione non riuscivo proprio a farla.Ovviamente le ehm…rare volte che succede la prof mi chiama per farla alla lavagna. Ecco che si gira verso di me,mi guarda…eccola lì che parte in quarta vedendo la mia faccia spaventata:“Jackson…le va di fare questa operazione alla lavagna?”Ecco una delle sue fastidiosamente famose domande retoriche.Mi alzai e andai verso la lavagna con aria mesta. Kelly se ne stava lì a guardarmi come un camaleonte che fissa una mosca.Sapeva quanto odiassi la matematica. [(27X57,356)+(89000,2345-890,2)]+(65,89x27,5890)= Accidenti…. “Io… ehm…”Proprio davanti a tutti! In quel momento la campanella suonò:ero salva. La professoressa mi guardò con aria assassina”Ci vediamo all’ultima ora signorina Angel Jackson.”Oh cavolo,cavolo,cavolo proprio a me toccava quello stupido orario?:terza ora professoressa Gledy e ultima ora idem. Di solito,durante la ricreazione, c’erano i soliti 7\8 bulletti che picchiavano i piccoli di prima.Con loro,non avevo mai parlato.Certo,non che lo volessi,però sarebbe stato carino se qualcuno avesse rivolto a me almeno un piccolo sguardo.Anche qualcuno come quei 7 cretini.Ma già quando uscii dalla porta sul retro notai che qualcosa era cambiato.Beh non è così difficile se il giorno prima sul retro non c’è nessuno e il giorno dopo ci sono 5 tipi grandi e grossi che ti fissano con sguardo perforante.”Preparati a diventare un budino!”mugghiò quello al centro.Larry credo.”Ehm..no grazie, preferirei di no.Mi piacciono le mie gambe,non vorrei che si rovinassero”dissi con la voce più melensa possibile.”Non ci provare Jackson,con noi non funziona.”Uffa.Quando serve non funziona mai…decisi,quindi,di passare al piano B.Cominciai a correre come una pazza.Uscii velocemente dal cancello e corsi lungo la strada.Erano le undici di un calmo martedì e per questo nelle strade non c’era anima viva.Sapevo dove andare:la mia meta era Central Park.Era sempre pieno di turisti. Era proprio come avevo immaginato.Mi nascosi nella fila creatasi davanti ad un carretto del gelato.Un attimo dopo arrivarono Larry e la sua banda,ma passarono oltre. Probabilmente non avrei dovuto ma sapevo cosa erano:ciclopi.Avevo sentito parlare mamma e papà diverse volte al riguardo.Avevo origliato talmente tanto che ormai sapevo tutto.Riguardo semidei, divinità…tutto,semplicemente tutto.O quasi.Sapevo di essere io stessa una specie di mezzosangue(difatti ero una legata,ma facciamo che sono una semidea pura,è più facile)ma mai mi sarei aspettata dei ciclopi nella mia scuola.Uscii dal mio nascondiglio,mi guardai intorno ma quando notai che non c’era nessuno(nessun ciclope,s’intende) cominciai a camminare il più normalmente possibile verso la parte opposta.cosa dovevo fare?Andare a casa?Rimanere qui a ciondolare?Inseguirli?Optai per la prima:casa nostra a quest’ora avrebbe dovuto essere vuota perché erano tutti al lavoro,a scuola o dalla babysitter ,nel caso di Jace.Dopo venti minuti arrivai nella nostra villetta in centro-città. Entrai il più silenziosamente possibile per non svegliare il cane dei nostri vicini impiccioni.Appena entrata corsi tre rampe di scale per raggiungere camera mia.Entrai nella familiare stanza piena di poster degli Imagine Dragons,di Lana Del Rey,locandine di film di libri e di libri.In un angolo c’era il mio PC pieno di adesivi.Insomma la mia camera.Cominciai a rovistare tra la roba ammucchiata nell’armadio:librini di quando ero piccola,giochi ecc…Finalmente trovai quello che cercavo:una maglietta sgualcita che indossavo quando ero piccola:era di quelle maglie troppo grandi che ti mettevi solo se dovevi andare in discoteca(dove nessuno vedeva nulla) o se dovevi ciondolare per la casa in pantofole con una tazza di cioccolata calda in mano.Era di papà.Quando avevo 7 anni pensavo che mio papà avesse degli strani gusti in fatto di vestire,insomma una maglietta arancione con un pegaso e una scritta?Poi avevo capito tutto e la mia opinione era cambiata.Cominciai a scendere le scale lentamente presa dallo sconforto:non volevo abbandonare i miei amici per andare in uno sconosciuto campo e soprattutto il senso di colpa per aver origliato i discorsi dei miei genitori,mi stringeva lo stomaco.Rimasi a casa per le due ore restanti poi la mamma tornò:”Cosa ci fai già qui Angel?”Abbassai lo sguardo:non sapevo cosa rispondere così decisi per la via più facile e più difficile allo stesso tempo.Le dissi la verità,tutta:da quando avevo origliato per diverse volte all’incontro di stamattina.Quando finii aveva le lacrime agli occhi.L’avevo delusa?In realtà non sembrava.Sembrava più…felice?Nel momento esatto quando la mia confusione arrivò al massimo lei mi abbracciò.Sì esatto,mi aveva abbracciato.Era l’ultima cosa che volevo facesse.Ecco.La mia confusione superò il limite consentito dal mio cervello.Mi stroppicciai gli occhi,credendo che tutto ciò non fosse reale.Per mesi il senso di colpa mi aveva attanagliato(quando era successo ero solo una bambina,ricordate)e ora mia madre mi stava abbracciando.Quando si staccò,mi rivolse un sorriso un po’ enigmatico:”Ok,c’è una sola cosa da fare.Decidere quando partirai.”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un ciondolo magico ***


Chi di voi sa qual'è la citazione di Jace?Rispondete nelle recensioni,ve ne sarei grata.Mi dispiace per il ritardo,io il capitolo l'avevo finito giorni fa ma poi il wi-fi ha smesso di funzionare e proprio ora è finalmente arrivato un omino magico che ci ha ristabilito il tutto.Spero che il capitolo vi piaccia,grazie a tutti coloro che hanno commentato,che hanno messo la storia tra le preferite e tra le seguite e grazie anche a chi(come faccio io di solito)ha letto in incognito e ha recensito nella sua mente.-------------------------Uffa!Quella fessa di una babysitter mi stava mostrando con entusiasmo,per la quinta volta,le foto di quando era stata in Spagna con il fidanzato.Ad ogni foto mi scappava un verso di disgusto:Jim e lei che si baciavano,lei e Jim che si abbracciavano…ma doveva proprio mostrarmele?Sembrava proprio entusiasta…Guardai l’orologio.Le due in punto:la mamma sarebbe venuta a prendermi alle due e un quarto.Ancora un quarto d’ora…ce la potevo fare.Nel frattempo Rosie aveva messo via il cellulare nella tasca posteriore dei suoi jeans nuovi(come mi aveva annunciato appena arrivata)ed era pronta a fare un gioco.Balbettai una scusa innocente e scappai in bagno.Era diverso da quello di casa mia:era verde lime e pieno di candele alla rosa.E nessun libro sparso in giro o sugli scaffali.Mi chiusi dentro e stetti lì a guardare i ragni sul muro per 10 minuti.Quando uscii la mamma era arrivata.”Jace,tesoro,come è andata?”Domanda retorica.Sapeva quanto odiassi stare con Rosie.Ma me lo chiedeva sempre lo stesso, perché era la mamma.Mi prese per mano e insieme uscimmo da quella casa che odorava di mango ammuffito. Mentre tornavamo a casa era stranamente silenziosa:di solito amava parlarmi dei suoi nuovi progetti e di altre cose incomprensibili.”Tua sorella è tornata a casa prima,oggi.”Era commossa? “Mh.”fu tutto quell che riuscii a mugugnare.Insomma che c’era di strano?”E….tesoro…lei…deve andare in un….posto speciale…adatto a lei.Questo posto è solo un campo estivo e ci starà solamente per tutta l’estate..non per sempre…”Sembrava più cercare di ricuorare se stessa che me(che,poi,non ne avevo bisogno).Sinceramente non me ne poteva fregare meno ma risposi comunque con un “Oh.”quasi deluso.”Oh,tesoro,sono così orgogliosa di lei”sorrideva come non aveva mai sorriso in vita sua ma io continuavo a vedere una tristezza profonda in fondo ai suoi occhi grigi.Arrivammo a casa.Siamo dei grandi collezionisti di libri.Adagiati in grandi cataste,inondavano la casa:pile e pile,scaffali e scaffali,per adulti e per ragazzi,per bambini e per anziani,d’amore e d’avventura,fantasy e horror.La mamma si diresse decisa verso la cucina.”Ti preparo la merenda,Jace.Pane e cioccolata?Thè e biscotti?”Sospirai”La prima,mamma.”Si mise a trafficare con le stoviglie mentre io correvo in camera.La condividevo con Maggie ma me l’aveva lasciata personalizzare quasi tutta,per questo c’erano poster di libri ovunque.Non che a Maggie dispiacesse in realtà.A tutta la famiglia piacevano praticamente le stesse cose.Entrai in camera di Angel.La trovai che tirava fuori tutte le sue cose preferite dall’armadio:”Oh,Jace.Non ti avevo sentito arrivare”decisi di ignorare l’affermazione”Cosa fai?” ”Io?Nulla” inutile dire che stava mentendo.Ma decisi di non continuare la conversazione.In quel momento mi venne in mente,come al solito,qualcosa che non c’entrava niente con quello che stava succedendo:-Stelle,nascondete i vostri fuochi,che la luce non veda i miei oscuri e profondi desideri-mi capitava spesso di pensare a cose che non c’entravano niente:cose che avevo imparato a memoria leggendo.Uscii dalla stanza pensando a questa citazione e pensando che, se l’avessi chiesta in giro,nessuno avrebbe saputo rispondermi…La mamma aveva finito di prepararmi la merenda ma sembrava piuttosto assente e si era fermata a guardare il contenitore dello zucchero e stava mormorando qualcosa tipo:”Mister Johnson dice che le foglie d’acanto che caratterizzano le colonne sono in realtà,foglie di fico ma si può essere più stupidi?,mio figlio vorrebbe la merenda…oh!,giusto!Mio figlio vuole la merenda!Ah tesoro sei qui!”disse porgendomi distrattamente un panino in cui non c’era neanche un quadretto di cioccolata.Non mi interessava perciò,uscendo di casa, lo lanciai a Charlie il cane dei vicini che se lo mangiò contento.Uscendo in strada notai una macchina arrivare:riconobbi la Ford bianca con la targa che cominciava con DS 27…Parcheggiò con un’abile manovra e mio padre uscì dalla portiera anteriore mentre Margot usciva da quella dietro.Ad entrambi aleggiava un sorriso furbetto sulle labbra. Entrarono in casa continuando a sorridere e Papà si sedette sul divano e in men che non si dica tirò fuori dalla tasca della giacca un pacchetto bianco con un nastro turchino.Nel frattempo tutta la famiglia si era riunita attorno a lui e lo guardava confusa.Tranne la mamma.Lei sogghignava insieme a Margot.”è per te Angel,tesoro”disse papà con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.Angie lo prese più confusa di prima”Non è il mio compleanno,vero?Non vorrei star diventando vecchia”disse con un sorrisetto nervoso.Nel frattempo le sue mani lavoravano alacremente per sciogliere lo stretto nodo che legava il pacchetto.Quando finalmente lo sciolse aprì la scatola e tirò fuori una collana:era formato da una catenella dorata con un ciondolo di forma ovale che sembrava un opale dai riflessi azzurro-verde.Nell’istante in cui mia sorella lo tirò fuori la collana cambiò colore.Diventò di un azzurro intenso quasi blu.Papà sorrise”è magico,esso è capace di dirti se la soluzione ad un problema che stai pensando è esatta o errata tenendo conto del tuo futuro”fece una pausa.”L’ha fatto Tyson.”All’inizio non ricordai chi fosse,poi la mia mente visualizzò l’immagine di un qualche zio con i capelli marroni piuttosto spettinati,di corporatura grossa, con qualche problemino mentale e delle mani “magiche”.”Oh,è stupendo!” esclamò Angie a quel punto.Probabilmente ricordava la nostra infinita parentela meglio di me.C’erano soprattutto molti zii e zie.Troppi a dir la verità.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Solangelo ***


Scusate tantissimo il ritardo enorme ma avevo lasciato il computer in giro e sono dovuta andarlo a recuperare :(--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Io e Will avevamo deciso di fare una capatina al campo già giorni fa ma lui era stato impegnato con il lavoro e quindi non c’era stato niente da fare;ma ora eravamo finalmente pronti e non vedevamo(perlomeno,io) l’ora di arrivare.Ora penserete:-Nico non è mai stato così estroverso!-Beh,dovete sapere che non è stato veloce.Probabilmente mi ricordate come il ragazzino chiuso in se stesso ma mi ci sono voluti anni per imparare ad aprirmi con il mondo.Tornando al presente; stavo aspettavo in macchina da almeno 10 minuti:Will era andato a vedere se almeno in quell’hotel ci volessero.Avevamo chiesto ad almeno 12 hotel ed erano ormai le 10 e mezzo.Tutti occupati.Finalmente vidi una sagoma bionda in fondo alla strada.Correva.Un secondo dopo Will era di fianco a me appoggiato anche lui alla carrozzeria del macchina.”Hanno….solo..una…camera.”disse respirando a stento.Sorrisi.Era decisamente da Will fare qualunque cosa come se fosse la più eccitante al mondo.”Ok,prendo la roba.”Tra di noi funzionava così:all’inizio di un qualunque viaggio decidevamo chi avrebbe fatto cosa:e io,ovviamente,portavo le valigie. Presi le due valigie rosse e blu dal bagagliaio e segui Will per la strada che portava all’hotel. 5 stelle:Hotel Grandmount.All’interno una giovane ragazza dai capelli biondi ci scortò fino alla nostra camera:211.Evidentemente Will aveva già sistemato tutto.Come al solito.Repressi a stento un sorriso.Entrammo nella camera.Era ricoperata con carta da parati verde e crema.C’era un solo letto.Will sembrava piuttosto imbarazzato ma a me veniva da ridere.Per toglierlo dall’impiccio misi la valigia s’una sedia la aprii e tirai fuori un pigiama di quelli fluffosi con le orecchie da panda, uno spazzolino e un tubetto di dentifricio.Entrai in bagno e in 2 minuti ero pronto.Quando usci Will era ancora là imbambolato.Accidenti!E io che speravo si fosse mosso.Quando mi vide uscire si riscosse e aprì anche lui la sua valigia e tirò fuori lentamente (molto lentamente) un pigiama uguale identico al mio ma poco dopo si era buttato sul letto esausto per la giornata con solo i boxer al ginocchio addosso.Stavolta ero io ad essere rimasto lì imbambolato,non c’è bisogno di dire perché,ovviamente.Lui si girò ma io non mi presi il disturbo di distogliere lo sguardo.Sorrise.Com’era luminoso il suo sorriso…Dopo 5 secondi mi trascinai anche io verso il letto matrimoniale nel mezzo della camera.Stavo per prendere un cuscino da abbracciare quando mi sentii osservato.Mi girai.Will mi fissava:”Che c’è?”chiesi.Lui continuò a squadrarmi con disapprovazione”Volevo che abbracciassi me,non il cuscino.”Sospirai esasperato,ma buttai lo stesso il cuscino giù dal letto.Mi girai verso di lui”Contento,ora?” ”No.”Come no? Cos’altro voleva?Preferirei che ti mettessi un altro pigiama,quello è difficile da togliere.Arrossii.”Non ne ho altri…” la risposta fu piuttosto esplicita come le intenzioni del resto.”Dormi senza,no?”Mi girai dall’altra parte ma prima che potessi infilarmi per bene sotto le coperte Will mi aveva già abbracciato.”William Solace…Toglimi le mani di dosso.”Non lo fece.Anzi mi strinse ancora più forte.Stavolta fece da solo.Mi tolse il pigiama e tornò ad abbracciarmi. Dormimmo così tutta la notte.Insiemme.Stretti l’uno all’altro. La mattina dopo il sole che entrava dalla finestra mi svegliò.Nell’aria aleggiava un buon odore di caffè.Dopo mezz’oretta eravamo entrambi puliti e profumati,per così dire,e stavamo scendendo le scale marmoree dell’hotel.La sala per la colazione era immensa:completamente affrescata con copie delle opere di alcuni grandi artisti italiani:Giotto,Botticelli,Brunelleschi….C’erano almeno duecento tavoli e tutti occupati.Al centro troneggiava una fontana di cioccolato attorniata da bambini acclamanti.Tutti gridavano tranne uno,che aspettava pazientemente il suo turno.Non servì pensarci.Era Jace ne ero sicuro.Feci un cenno a Will che seguì subito la direzione del mio sguardo e capì subito.Ecco una delle ragioni per cui lo amavo:capiva subito cosa intendessi ed io do molta importanza a queste cose,probabilmente lo sapete.Ci dirigemmo verso il ragazzino con passo spedito.”Jace?” Jonathan si girò mentre sul suo viso si dipingeva un’espressione di assoluto stupore”Nico?Will?,cosa ci fate qui?” Sorrisi,come spesso mi capitava negli ultimi tempi”Prima una cosa:dove sono il papà e la mamma?”Mi guardò insospettito:”Lì nel tavolo in fondo.”Lasciai Will a spiegare tutti i perché del mondo al piccolo Jace e mi diressi verso il tavolo indicatomi da Jonathan.Percy e Annabeth erano tranquillamente seduti a bere una cioccolata calda con panna e sembravano star parlando di cose serie,perciò mi avvicinai e,nascondendomi dietro una pianta,origliai la loro conversazione”Ma…siamo sicuri che si troverà bene?” stava dicendo Percy”Ma sì,come ti sei sentito tu?,eri solo ma avevi la sensazione di essere a casa”disse Annabeth tranquillamente.Approfittai del momento di pausa per sgusciare fuori da dietro la voluminosa pianta.” ‘Giorno” dissi.Fecero entrambi un salto sulla sedia.”Nico?Cosa ci fai qui?”chiese Annie stupita.Percy invece non disse niente,era troppo occupato a fissarmi con la bocca spalancata.Sorrisi.Erano fatti per stare insieme.”Boh,passavo”risposi con finta noncuranza.”Passavi?! A me sembra una coincidenza un po’ troppo concidenziosa,come dire.”Mhh..a quanto pareva Percy aveva ritrovato la capacità di parlare.”Scherzavo!Io e Will abbiamo deciso di passare qualche giorno a casa,maaaaa…..di cosa stavate discutendo?” Un sorriso si aprì sul viso di Annabeth.”Portiamo Angie al campo” “Al campo?,perché?” “è quello che mi chiedo anche io”intervenne Percy”Percy,dai!” Perce la guardò imbronciato.Sembrava avere la tipica ansia da genitore ultraprotettivo anche se non lo era.All’improvviso si alzò e si diresse verso la macchinetta del thè non ancora rincuorato.Mi sedetti.”Non lo vuole accettare…non so cosa fare..”Annie sembrava per stare lì per lì per scoppiare a piangere.La abbracciai.E lei ricambiò.Singhiozzò sulla mia spalla fino a quando le prime persone non cominciarono a girarsi.Allora si asciugò gli occhi e raddrizzò la schiena.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cecy ***


scusate la"cortezza" di questo capitolo,spero vi piaccia comunque--------- Eravamo in viaggio da più di quattro ore ma il paesaggio rimaneva lo stesso:campagna,campi e pecore,campagna,campi e pecore…Ma ormai lo fissavo senza vederlo.Quattro ore erano tante ed avevo avuto tutto il tempo per pensare alla vita che avrei avuto una volta arrivata al campo.Jace era stato lasciato a casa della nonna,che era per la strada.Per questo papà e mamma mi avevano spiegato cosa sarebbe successo una volta lì,a quale dio ero legata ecc… Finalmente arrivammo.L’entrata era bellissima: un portico in stile greco con una scritta che già mi sembrava dolce e familiare”Campo Mezzosangue”Da fuori si vedeva un lago,una fontana,una piazza(con dei canestri da basket che non c’entravano un cavolo),sculture greche,campi di addestramento e delle cabine.Una di quelle sarebbe diventata casa mia.Potete immaginare come mi sentissi.Varcammo l’ingresso.Entrando Chirone(i miei mi avevano detto chi era)ci venne incontro.”Oh,tu guarda chi si rivede!Annabeth,tesoro!”Mamma arrossì.Ma questo non le impedì di abbracciare Chirone con affetto.Papà sorrise e abbracciò il centauro subito dopo mamma.Chirone si girò,quindi,verso di me. Mi osservò per un attimo e poi il suo viso si aprì in un sorriso dolce come lo zucchero:”Vieni Angie,tesoro andiamo ad “infilarti” nella casa di Ermes.”Sorrisi timidamente e lo seguii.Vennero anche papà e mamma salutando di tanto in tanto ragazzi che sembravano avere la loro stessa età,a volte papà si girava verso la mamma e le sussurrava qualcosa nell’orecchio.Sorrisi tra i baffi:sapevo che nessuno dei genitori dei miei compagni si comportava con il proprio partner come se avessero entrambi diciassette anni ma li adoravo per questo;dimostravano pienamente che l’amore non ha età.Chirone mi mollò di fronte ad una cabina un po’ decadente ma per me rimaneva comunque molto carina.Senza dire una parola se ne andò seguito dalla mamma e da papà che ebbero il tempo solo di sorridermi prima di disperdersi tra i ricordi della loro infanzia mezzosangue.Varcai timidamente la porta.Tutti si girarono come se avessi appena ucciso tre persone.Alcuni sorrisero maliziosi,altri mi fissavano incuriositi e alcuni mi guardavano noncuranti “Ehm…” una ragazza con i capelli bianchi tinti e gli occhi grigi chiarissimo mi corse incontro.Cioè non poteva correre.Più che altro venne da me saltellando tra un sacco a pelo e l’altro.”Mi chiamo Cecily alias Cecy,benvenuta al campo blah blah blah.Ciao.” disse megavelocemente, si doveveva fare stra tanto di caffeina quella lì per essere così iperattiva.”Sono figlia di Poseidone e discendente di Dioniso,come spiega l’odore di cafffeina e thè aromatizzato,e…beh sono qui per controllare se la cabina era in ordine ma..sai come sono i figli di Ermes,no?” Riuscii a mugolare un piccolo sì prima che storcesse il nasino all’insù.”Figli a o almeno discendente di Poseidone…si nota: hai un fortissimo odore di mare e sai…la tua aura è potentissima,strano che tu sia ancora viva.” Mi prese per il polso e mi trascinò fuori.Comiciò a caminare speditamente verso una cabina ricoperta di conchiglie e coralli con due tridenti ai lati della porta.Era bellissima.Cecy doveva aver notato la mia espressione perché sorrise dolcemente e disse:”Percy ha apportato molte modifiche da quando la grande guerra è finita”Notai che parlava di mio padre con molta confidenza perciò le chiesi se lo conoscesse personalmente:”Certo che sì!è mio istrutore da quando sono arrivata qui al campo a 9 anni!” Ero un po’ invidiosa del fatto che parlasse come se io fossi solo secondaria nel cuore di papà ma la gelosia sparì non appena varcammo la porta,ero troppo occupata a rimirare la bellezza della cabina:aveva cavallucci marini,pesci di tutti i tipi e colori e meduse che pendevano dal soffitto muovendosi con la brezza marina che sembrava uscire da una finestra posta sul soffitto,ma dalla quell’abbaino non si vedeva il cielo,bensì il mare visto da sotto.Non riesco a spiegarmi bene ma ora immaginate di essere stesi sul fondale di un punto imprecisato del mare.Fatto?Ok,ora immaginate di guardare verso l’alto.La magia è fatta.La luce filtrava da lì come l’entrata di un paradiso mortale.Al lato destro era posizionato un letto a castello e davanti ad esso una fontana riccamente decorata.Era come entrare nella sala più bella di Atlantide.”Ti piace la tua nuova casa?”Annuii senza parole.Lei sorrise nuovamente.Già adoravo quella ragazza.Si buttò sul letto e il cigolio delle molle mi riportò alla realtà.Mi stesi anche io.Era stata una giornata lunga e avevo proprio bisogno di dormire.Ed erano già le 9.30,non tardi ma mi sembrava come fossero le 3 di notte.Non mi presi neanche la briga di cambiarmi che già mi stendevo sul letto.Cecy sembrava già addormentata. Appena posai la testa sul cuscino sprofondai in un sonno pieno di sogni.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La Profezia ***


scusate il ritardo*arrossisce e scivola via dalla sedia lentamente*--------- Appena Angie(sapevo il suo nome,Percy me lo aveva detto) si addormentò io aprii gli occhi.Mi prenderete per pazza ma in quel momento mi venne da ridere:difatti avevo aperto gli occhi come nei film horror quando qualcuno dei personaggi sente un rumore improvviso,così,di scatto…Mi alzai il più silenziosamente possibile,mi misi le scarpe ed uscii alla luce della luna.Girando l’angolo della mensa finii addosso a Jem.Arrossii violentemente:cadendo gli avevo fatto rovesciare la scatola di madreperla che aveva in mano.Un sottile velo,come di nebbia semi-solida si depositò su entrambi.Jem rise e,ancora più imbarazzata,cercai di togliermi di dosso quella sottospecie di ragnatela,ma sembrava anche più appiccicosa di Leopoldo(spasimante innamorato di me da quando avevo dieci anni).Jem mormorò alcune parole ela tela si sollevò e magicamente tornò a ripiegarsi all’interno della scatola.Si rimise in piedi e mi aiutò ad alzarmi,com’era carino…Gli occhi verde mare,capelli nocciola chiara leggermente lunghi…Mi riscossi e gli sorrisi timidamente.no,no,no mi stavo comportando come una figlia di Afrodite.Tornai immediatamente seria ma lui continuava a guardarmi con quel sorriso malizioso.Sbuffai.Maledetti quei due. Sto parlando di Leo e Calipso:con due ragazzi carini il figlio non poteva essere da meno.Oltre che la pucciosità,dai genitori aveva ereditato anche i poteri:sapeva “infuocare”le cose(il mio cuore tanto per fare un esempio)e aveva la possibilità di mettere in pratica i semi-conosciuti poteri di Calipso.Credo ne farò una lista,così non saranno più cosi sconosciuti…la sua voce mi riscosse dalle mie fantasticherie:”Mi dispiace di averti buttato addosso la tela di Aracne.”poi lo notai;sulla tela c’erano delle macchie indistinte di colore.”Vuoi vederla completa?”chiese lui.Poi aggiunse”Ma mi dovresti aiutare.è piutosto grande,sai?”Annuii in senso di assenso menter lui tirava fuori l’arazzo.presi il lembo di tessuto che mi porgeva e mi allontanai di qualche passo.Quando fu completamente aperto lo guaradi.Riconobbi Percy e Annie che si baciavano sott’acqua.Ricordai che Percy mi aveva raccontato qualcosa del genere.La dolcezza mi fece pensare a mia mamma.Sospirai e avanzai verso Jem per piegare la tela.Subito dopo mi sedetti.Gli amari ricordi degli anni che avevo vissuto prima di arrivare al campo mi assalirono:mia madre,Florence,che mi picchiava in preda all’incantesimo dell’alcol,lei che il giorno dopo mi tentava con i cioccolatini al caffè(ricordate che ero piccola e un cioccolatino era come un premio enorme)per farmi uscire dal sottoscala,dove facevo finta di essere Harry Potter..Tirai fuori una boraccia dalla tasca,mi girai e chiesi a Jem se ne voleva un po’:”Cos’è?Thè o caffè?”Aprii e inalai il dolce e familiare odore.”Thè.”Lui sorrise e si avvicinò sedendosi di fianco a me sui gradini della mensa.Presi un bicchiere dal tavoo di Poseidone e ci versai del thè per Jem.Lo guardai mentre beveva lentamente gustando ogni sorso.”è buono”disse.”Ovvio”risposi.Stettimo seduti sulle scale per il resto della notte,scaldandoci a vicenda.La mattina venimmo trovati addormentati da Alaska Young,figlia di Ebe.Dato che i teenagers non sanno farsi cavoli loro(soprattutto le figlie e i figli di Afrodite)venimmo chiacchierati per settimane. Nel frattempo Angel proseguiva gli allenamenti.Annie e Percy se ne erano andati,così,di adulti responsabili e consapevoli di esserlo,al campo rimanevano solo Nico,Will,Chirone e Clarisse.Cosi rimaneva a me e Angie il tempo di stare un po’ da sole.Su una barca in mezzo al lago o su un albero nella foresta.Parlavamo a lungo delle nostre disavventure,giocavamo a obbligo o verità…Ma proprio da quell’innocuo gioco cominciarono i problemi.Angel ha sclto obbligo una volta.E allora io la ho obbligata ad andare nella soffitta dove una volta c’era l’oracolo(Rachel stava ancora nella grotta ed insegnava ad alcuni figli di Apollo ed ad altri mezzosangue con poteri emergenti a vedere il futuro nelle foglie ed altre cose da professoressa Cooman).Lei aveva accettato e si era diretta, non senza indugi, verso la Casa Grande.Io stavo fuori di guardia.Non credevo che l’avrebbe fatto davvero.Sinceramente.Sono attanagliata dai sensi di colpa.Vorrei tornare indietro se solo potessi. Quando tornò indietro era bianca come un lenzuolo.Barcollò per pochi passi, poi cadde a terra.Il mio sorriso si spense.Corsi verso di lei.Aveva gli occhi totalmente bianchi.”Angel!Angel,perfavore!” la portai velocemente dentro la foresta:anche se era in fin di vita non volevo far sapere a tutto il campo cosa l’avevo costretta a fare.Trovai un fiore di Verbascum Thapsus e glielo feci mangiare.Si riprese all’istante.Mi guardò stremata.Poi parlò con voce roca: “La Gatta dovrai trovare, Per farlo dove la Torre persiste dovrai andare Love dovrai ballare E la chiave dovrai cercare Cinque sarete Ma non in partenza”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3281464