Il bosco e la luna

di adiamondinthesky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** argentea luna ***
Capitolo 2: *** Oh amore mio ***
Capitolo 3: *** agguato ***



Capitolo 1
*** argentea luna ***




E' notte ed io cammino in questo fitto bosco, solo la luna mi fa compagnia, alta nel cielo illumina i tratti scuri e infonde speranza.
Grazie gentile astro, grazie di cuore per la tua instancabile presenza, senza te io non sarei niente, sarei inghiottito dalle tenebre e sparirei senza lasciare nostalgia nel cuore di nessuno e neanche il più flebile ricordo nella mente di chiunque mi sia mai stato vicino.
Cara Vanessa, ti ho scritto una lettera, spero la riceverai e la leggerei, io sono in viaggio e sto venendo a prenderti.

[Ti ricordi di me?
Amore sono io, Dimitri...l'amore della tua vita, così mi chiamavi prima di sparire da un giorno all'altro.
Da quando te ne sei andata niente ha più la stessa forma e allora ho capito che quando si dice che il tempo cambia le persone è vero. Il tempo trasforma e non è possibile intervenire e arrestare il processo, così come il fuoco consuma la candela, il tempo consuma l'esistenza.
Narrami, amore mio, di tutto quel tempo che ti ho donato col sorriso sulle labbra e il cuore colmo di gioia, e tu con altrettanto amore ti sei presa. Tutto quel tempo che in cuor mio non ho mai sperato di avere indietro. “non sarebbe giusto” ero solito ripetermi e tu, come a leggere i miei pensieri, annuivi energica a ogni mio minimo accenno di autocommiserazione. - forse è giusto chiederle di passare una giornata insieme, dopo tutto quello che ho fatto per lei...- ma non potevo, tu annuivi e troncavi i miei pensieri sul nascere, avevo paura di perderti e accettavo silenziosamente la violenza che eri solita farmi.
In segreto bagnavo il cuscino di stille, lacrime che portavano il tuo sapore, salate come la tua soffice pelle, ma non altrettanto deliziose, no. Anche se soffrire per te era la cosa più bella che uno spirito arido come il mio potesse fare. C’era una certa dolcezza nei miei pianti, una certa nobiltà.
E tu…tu come quasi ad indovinare qual pensiero attraversasse la mia mente…annuivi. A dire la verità tu annuivi sempre, facevi di sì col capo, a volte piccoli accenni, altre veri movimenti, quasi veementi, come a voler far intendere che se tu non avessi approvato ogni minimo mio ragionamento io sarei venuto a mancare, anche solo al creder che i tuoi pensieri non combaciassero coi miei, e allora tu, col sorriso sulle labbra, accondiscendevi, e poco importava se quel che io andavo sostenendo corrispondesse a verità o era mera bugia.
Amore mio, narrami di tutte le volte che, seppur colto in fallo dalla tua persona, tu, come a voler risparmiarmi da morte certa…mai volesti indicarmi la retta via e a causa di ciò i miei piedi ben presto han sentito il terreno mancar da sotto di essi ed io molto rapidamente mi sono ritrovato carponi e dolorante.
Oh amore mio, se solo tu avessi potuto esser più lungimirante di quel che io sono stato.
Amore…amore della mia vita, a te dedico tutto ciò che ho e che avrò, a te ho già dedicato tutto ciò che in passato ho avuto, e ogni giorno è per sempre…in un giorno ci sono miriadi di per sempre, perché vi sono presenti moltitudini di attimi e ogni attimo è eterno, ma allora come fa il tempo a fuggire, ad esaurirsi, a spegnersi come un fuocherello che non ha ben attecchito?
Guardo le mie mani e non mi capacito, non capisco come si possa morire.
La morte non ha senso, non ha senso neanche la vita.
Ma la morte ha ancora meno senso.
Amore…però a te e solo a te dedico la mia vita.]

Come potrei mai vivere senza te, Vanessa, è un mistero, ma non fa niente, ormai sono divenuto insensibile al dolore, dopo tutto il male che mi hai fatto. Eppure sono in questo bosco e sto venendo a prenderti.
 

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Capitolo 2
*** Oh amore mio ***




Oh fatato bosco, serba solo a me il tuo cammino, non permettere mai a nessun'altra anima di percorrere il labile sentiero che i miei piedi hanno solcato in questa natura incontaminata; fai di me, mio adorato bosco, il re di questa incontrastata bellezza, principe di queste brillanti stelle e cavaliere della fanciulla di cui, in nome dell'amore, sto andando a riconquistare il cuore.
Ah vanessa, tu mi amerai, te lo posso garantire. Partisti in un giorno di sole e lasciasti il mio debole animo al buio, neanche il fondale dell'oceano più profondo avrebbe potuto essere più cupo del mio cuore. Amata mia, perchè te ne sei partita? Ho fatto io, servitore fedele e amante compassionevole, qualcosa di sbagliato? Qualunque cosa sia effettivamente successa vorrei poter rimediare e per questo sto raggiungendoti dall'altra parte di questo fittissimo bosco.
Sono in viaggio da qualche ora e sono pieno di fiducia, so che tra qualche giorno ti vedrò. Serbo in petto la felciità, che ad ogni metro si espande e mi costringe a sorridere, anche se durante il tragitto ripenso a tutte le volte che sorridendo hai mandato in frantumi il mio cuore, come quando te ne sei andata via.
Non riesco ad odiarti, sarebbe una follia, in fin dei conti tutti possiamo sbagliare e il mio errore non è mai stato amarti, ma voler smettere di farlo quando non eri più accanto a me. Amare è sacrificio, ma è anche gioia e allegria, talvolta può essere tristezza se non è corrisposto, però può divenire fonte di un'immensa soddisfazione se si ama e non si vuole niente in cambio, si dimostra a noi stessi che le persone sono tali e non semplici oggetti del desiderio.
Ecco perchè ho deciso di partire nel cuore della notte e di venire a cercarti oltre questo bosco, dove i tuoi genitori mi hanno detto che ti avrei trovata. Ad essere onesto sono stati molto vaghi circa la tua attuale dimora, ma a me non interessa, so che ti troverò. Costi quel che costi.
Perchè, Vanessa, nessuno spirito può essere più sincero del mio e tu sai anche il perchè.
Stringo in una mano una rosa rossa, colta questo pomeriggio appostitamente per te.
La luna in cielo comincia a calare, anche lei ha bisogno di riposo e io sono sicuro che una volta coricatasi intorno a me scenderà un'oscurità impenetrabile e perciò devo muovermi a trovare un rifugio al più presto.
lancio rapide occhiate tra le frasche e trovo un luogo che sembra abbastanza adatto, raduno delle foglie e mi preparo un giaciglio apparantemente molto comodo. Accendo un fuocherello con dei rametti e traggo dallo zaino tutto il necessario che avevo previsto mi sarebbe servito: pentolone, zuppa di verdure, coperta, acqua e ovviamente un buon libro.
Mi cucino la zuppa e leggo, l'alba è ancora lontana ed io devo riposare. Soffoco il fuoco con della terra e mi stendo sul giaciglio, lo zaino mi fa da cuscino e fissando le stelle poco a poco scivolo in un sonno profondo animato da delle immagini di me e te, bella Vanessa, che felici corriamo sui prati col vento che ci scompiglia i capelli e il Sole che ci riscalda.

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Capitolo 3
*** agguato ***


Un rumore assordante mi desta d'improvviso, i miei occhi impauriti si aprono e subito cercano la fonte di tale rumore. Un albero cade alle mie spalle e mi fa voltare repentinamente per farmi accorgere un attimo dopo che tutto intorno vi sono alberi abbattuti...alberi che qualche ora prima erano eretti e ciò mi insospettisce e mi sconcerta alquanto.
In cielo la grande stella è sorta già da tempo e illumina e scalda e irradia e fa risplendere e vivere tutta la natura che rigogliosa gli si inchina in segno di rispetto.
D'un tratto un grido si leva da dietro alcuni cespugli e una freccia scoccata poco distante compie un'ampia parabola nell'aria e va a conficcarsi nel terreno nell'esatto momento in cui il lamento di un uccello squarcia il silenzio surreale. Mi alzo in piedi sbalordito, lancio rapide occhiate alle siepi e non capisco, non vedo niente se non foglie e piccoli animali, non capisco cosa stia accadendo finchè, totalmente senza preavviso, qualcosa non mi colpisce la schiena e mi fa vacillare fino a cadere sulle ginocchia e accidentalmente le mie mani vanno a premere sui resti della legna bruciata e un gemito di dolore mi sfugge dai denti.
Con la coda dell'occhio colgo dei movimenti alle mie spalle, intendo essere nel mezzo di un agguato. Il respiro mi si blocca nel petto, alzo il capo e scopro due figure dinanzi a me, un uomo ed un ragazzo. L'uomo è basso e massiccio, il suo malevolo ghigno lascia intravedere un dente placcato d'oro che riluce e un po' abbaglia, tra le mani stringe un arco e sulla spalla destra porta una faretra di cuoio e uno zaino. Il ragazzo accanto a lui è al contrario alto e snello, l'atteggiamento baldanzoso e lo sguardo vispo. Impugna una daga e ascolta con irriverenza l'uomo che con serietà gli impartisce ordini e senza aspettarsi un cenno di assenso tira fuori dalla borsa una spessa corda e gliela porge malamente, indicando poi me e sussurando la parola:" muoviti" e il giovane inguaina la spadetta e con sguardo cattivo avanza verso me svolgendo lentamente la corda.
Mi fa segno di alzarmi e io remissivo obbedisco e mi lascio legare i polsi e bendare gli occhi, lascio che mi intimi di tacere, pena la morte.
Io non posso morire, devo trovare Vanessa e perciò devo vivere per perseguire il mio intento e non divenire cibo per animali notturni, una carcassa senz'anima che non può dire all'amore della sua vita quanto la ama e narrarle il viaggio fatto per ritrovarla.
Ora che ho il sentore di essere vicino...devo stare zitto ed essere accondiscendente, forse non mi faranno del mare.
in silenzio vengo condotto in quella che comprendo essere una casupola dato il cigolare di una porta quando questa viene aperta dai miei rapitori, e dall'interno proviene una voce di donna che dice di entrare.
I miei carcerieri mi spingono brutalmente oltre l'uscio per condurmi in un corridoio stretto e lasciarmi poi cadere sul pavimento freddo. Lentamente iniziano a togliermi i vestiti di dosso e io rimango cieco, nudo, dolorante e umiliato dinanzi a quei tizi.

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