Figli di drago

di RosaDraco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio estate ***
Capitolo 2: *** Il drago del cielo ***
Capitolo 3: *** La bambina dai capelli scarlatti ***
Capitolo 4: *** Liberi ***
Capitolo 5: *** Il cerchio della vita ***
Capitolo 6: *** Inizio autunno ***
Capitolo 7: *** Uomini e draghi ***
Capitolo 8: *** Inizio inverno ***
Capitolo 9: *** La piccola furia nera ***
Capitolo 10: *** L'inizio della primavera ***
Capitolo 11: *** Echi dalla terra delle fate ***
Capitolo 12: *** Un tesoro ***
Capitolo 13: *** Rivali ***
Capitolo 14: *** Gli umani ***
Capitolo 15: *** Nemici amici ***
Capitolo 16: *** Una dolce medicina ***
Capitolo 17: *** Improvvisamente ... soli ***
Capitolo 18: *** Luna di miele nella foresta ***
Capitolo 19: *** Dalla primavera all'autunno ***
Capitolo 20: *** Un concentrato di felicità ***
Capitolo 21: *** Otto zampe più quattro ali ***
Capitolo 22: *** Tornado ***
Capitolo 23: *** I messaggeri delle fate ***
Capitolo 24: *** Il re delle scimmie ***
Capitolo 25: *** Benvenuti a Magnolia ***
Capitolo 26: *** Una casa ***
Capitolo 27: *** Baba Jaga ***
Capitolo 28: *** La ragazza di Phantom ***
Capitolo 29: *** Il drago ruggisce due volte ***
Capitolo 30: *** Destinati ***
Capitolo 31: *** Drago e Scricciolo ***
Capitolo 32: *** Prova di coraggio ***
Capitolo 33: *** Vivi come in un romanzo ***
Capitolo 34: *** Drago solitario ***
Capitolo 35: *** Solid Script ***
Capitolo 36: *** Portami via ***
Capitolo 37: *** L'ora della condanna ***
Capitolo 38: *** Cala la notte ***
Capitolo 39: *** Acqua e Terra ***
Capitolo 40: *** Aria e Fuoco ***
Capitolo 41: *** Ferro e Fuoco ***
Capitolo 42: *** Il signore delle ombre ***
Capitolo 43: *** Ce la faremo ... forse ***
Capitolo 44: *** Figli di drago ***



Capitolo 1
*** Inizio estate ***


Le stagioni

Salve a tutti! Oggi vi presento una nuova fanfiction che sto scrivendo all'incirca da questa estate. Dopo aver letto gli ultimi capitoli del manga di Fairy Tail sull'apparizione dei draghi non ho saputo resistere ed ho deciso di pubblicarla anche se è ancora incompleta. L'idea mi è venuta mentre lavoravo a Crime Sorcière e ogni volta che sento il bisogno di staccare da quei temi forti e cupi mi trasferisco qui e scrivo qualche pagina. Questa storia ha un genere completamente diverso, è piena di fluff e romanticismo, per scriverla ho ascoltato moltissime canzoni con un ritmo allegro, come on top of the world oppure i Clean Bandit. Se avete voglia di qualcosa di leggero ve la consiglio! Ma ve la consiglio anche per un altro motivo: come per Crime Sorcière non credo di aver mai letto niente del genere.

Figli di drago si divide in quattro parti diverse: Le stagioni - I signori della foresta - Fairy Tail - Il drago d'acciaio.

Fairy Tail non mi appartiene e tutti i diritti vanno a Hiro Mashima.


Figli di drago

Libro primo - Le stagioni

Inizio estate

‘Cause I’m on top of the world, ‘ay
I’m on top of the world, ‘ay
Waiting on this for a while now
Paying my dues to the dirt
I’ve been waiting to smile, ‘ay
Been holding it in for a while, ‘ay
Take you with me if I can
Been dreaming of this since a child
I’m on top of the world

(On top of the world - Imagine Dragons)

 

Nell’estrema periferia del Regno di Fiore c’è una grande ed impenetrabile foresta. Occupa una superficie molto vasta e costeggia sia le montagne che le dune di sabbia dorata che la separano dal mare. La gente la chiama la Foresta dell’Est ma in realtà non ha un vero e proprio nome, perché nessuno è mai stato abbastanza coraggioso da esplorarla tutta e darle un nome di battesimo. La leggenda vuole infatti che l’intera foresta sia popolata da mostri e creature feroci. In pochi si sono azzardati a mettervi piede e quelli che sono stati abbastanza fortunati da fare ritorno hanno contribuito alla fama del luogo con racconti terribili e spaventosi. Ma se quel giorno d’inizio estate un esploratore coraggioso fosse entrato nella Foresta dell’Est, avrebbe trovato una natura incantevole pronta ad accoglierlo. Grandi alberi secolari fitti di foglie verdi, ruscelli e laghi incontaminati, fiori gialli e profumati ed il dolce canto degli uccelli.

Se l’esploratore avesse continuato il proprio viaggio, dopo essere entrato nel fitto degli alberi, ad un certo punto sarebbe incappato sicuramente in uno spettacolo molto singolare, meno idilliaco dei colori della natura ma altrettanto affascinante. D’un tratto infatti la foresta davanti a lui si sarebbe aperta per lasciar posto ad una grande radura coperta di erba fitta e rigogliosa ed in questa radura l’esploratore avrebbe trovato un immenso drago rosso, disteso al sole mentre ondeggiava pigramente la coda. L’esploratore sarebbe rimasto sicuramente senza fiato osservando la sua mole imponente e le sue scaglie, di un color rubino scurissimo, che riflettevano il sole come una gemma. Sarebbe rimasto colpito anche dai i suoi grandi occhi gialli che ricordavano quasi delle pozze di oro fuso e dalle grandi spine nere come ossidiana che ne decoravano la schiena. L’esploratore avrebbe guardato con meraviglia e terrore le corna acuminate del drago, gli artigli e le zanne taglienti. Avrebbe pensato di certo che una bestia del genere fosse terrificante eppure sarebbe stato costretto ad ammettere che in quel momento il drago non sembrava affatto una minaccia, tant’è vero che seduto a qualche centimetro dal suo muso, l’esploratore avrebbe trovato un bambino: un piccolo che non doveva avere più di otto anni ma nonostante tutto non sembrava affatto intimorito dal mostro che gli stava di fronte. Un bambino con i capelli rosa, gli occhi neri, un sorriso goffo ed i vestiti stracciati ma allegro ed in perfetta salute.

Guardando quella scena allora, l’esploratore sarebbe rimasto meravigliato e si sarebbe ritrovato a fissare i due in silenzio e senza fiato. L’esploratore sarebbe stato costretto a farsi molte domande e a ricredersi sulle tante leggende messe in piedi sulla foresta. Alla fine si sarebbe convinto che forse la Foresta dell’Est non era un posto così orribile come gli avevano insegnato a credere, se in un luogo del genere perfino un drago ed un bambino potevano stare così pacificamente l’uno accanto all’altro. Sì, l’esploratore si sarebbe senza alcun dubbio convinto ma dopo aver visto il bambino balzare in piedi, coprirsi di fuoco e scagliare una fiammata nell’alto dei cieli, sarebbe sicuramente scappato via, gridando anch’egli che nella Foresta dell’Est non c’erano altro che mostri.

 

- Basta così Natsu! - Ruggì il drago intrappolando il piccolo ribelle sotto una delle sue grandi zampe, ma il bambino non ne voleva proprio sapere di star buono e continuava a strillare e a dimenarsi cercando di liberarsi dalla sua prigione di artigli. - Ma Igneel io voglio allenarmi ancora! Insegnami qualche altro incantesimo! Solo uno, dai! -

- Abbiamo già fatto abbastanza allenamento per oggi. - Sospirò il drago - Se ti stanchi troppo domani non sarai nemmeno in grado di muoverti. È già successo figlio mio. -

- Sì, ma adesso sono più forte di allora! -

- Era una settimana fa. -

- Sette giorni sono tanti! -

A quel punto il grande drago di nome Igneel lanciò un altro sbuffo, esalando una nuvola di fumo grigio dalle narici e turò il suo prigioniero più vicino per poterlo guardare meglio attraverso gli artigli. - Ascoltami bene, Natsu, tu sei mio figlio ed io ti voglio bene per questo devi fidarti dei miei consigli. Se ti dico che per oggi il tuo allenamento è sufficiente, vuol dire che è così. Riprenderemo domani e adesso non ti resta che riposare. -

- Ma io non voglio riposare! - Frignò ancora il piccolo Natsu cercando di aprire invano gli artigli del padre con tutta la forza che aveva - Io voglio allenarmi di più e diventare più forte! Voglio batterti in combattimento ed un giorno voglio viaggiare per il mondo e combattere anche contro tutti gli altri. Voglio diventare il più forte in assoluto! -

A quelle parole Igneel si lasciò sfuggire un risolino, un verso strano, cupo ma divertito - Non illuderti Natsu una cosa come “il più forte” non esiste. Ci sarà sempre qualcuno al mondo più bravo e più potente di te e poi io non ti sto insegnando la magia dei draghi per questo scopo. Mi capisci? - Natsu si fermò per seguire meglio ciò che diceva il padre e per un attimo si dimenticò di continuare a colpire i suoi artigli a suon di pugni.

- Io ti sto insegnando la magia dei draghi perché voglio che tu la usi per difenderti, per procurarti da vivere e per difendere un giorno anche la tua famiglia e quelli che ami. - Continuò Igneel - Quando diventerai abbastanza grande sarai un Dragon Slayer del fuoco e sarai abbastanza forte da uccidere anche un drago. Ma non voglio che un giorno tu te ne vada in giro per il mondo seminando distruzione e morte. -

- Ma io volevo combattere ... -

Vedendo l’espressione triste e perplessa del bambino Igneel non riuscì a trattenere un’altra risatina - Se un avversario accetta di sfidarti ed il vostro è un incontro amichevole come quelli tra me e te, allora non c’è niente di male. - Provò a rassicurarlo il drago - E per quanto riguarda quella storia di battermi ... - Igneel ghignò un po’ in più, scoprendo le grosse zanne - Non hai alcuna speranza di farcela. Potrai battere anche tutti i draghi del mondo ma non riuscirai mai a sconfiggere tuo padre! -

- E questo è colpa tua! - Igneel non doveva dire altro per riaccendere l’animo del figlio - Se non riesco a batterti è perché non mi alleni abbastanza! Combatti vecchio! - E detto questo il bambino non esitò oltre a soffiare una nuvola di fiamme fuori dalla bocca investendo in pieno il genitore. Un colpo del genere avrebbe carbonizzato qualsiasi cosa, ma quando le fiamme si spensero il muso di Igneel era ancora intatto al suo posto con un’aria annoiata - Natsu, quante volte ti devo spiegare che il fuoco non può danneggiare un drago di fuoco? -

- Ma hai chiuso lo stesso gli occhi! -

Igneel si sforzò di ignorare il dito che il bambino gli aveva teso contro e di rimetterlo a tacere, ruggendo che stava facendo un discorso serio sulla magia.

- Gli umani credono che al mondo esistano solo due tipi di magie: quelle bianche e quelle nere. Insomma, quelle buone e quelle cattive. -  Ricominciò il colosso - Ma noi draghi sappiamo più cose degli umani e sappiamo che la magia bianca e la magia nera in realtà non esistono. Ogni incantesimo ha i suoi lati positivi e quelli negativi, ciò che li rende buoni o malvagi è il modo in cui vengono usati. La nostra magia del fuoco ad esempio è molto pericolosa e può causare molti danni se usata con disattenzione. -

- Come quando ho distrutto tutti gli alberi che c’erano qui? - Azzardò il piccolo Natsu, ora completamente preso dal discorso. Igneel annuì con serietà - Sì, proprio come allora. Se non ci fossi stato io a spegnere quel disastro, forse adesso l’intera foresta sarebbe irriconoscibile. Ma la nostra magia, Natsu, non è cattiva, non è nera, perché possiamo usarla per fare molte cose buone. -

- Come cucinare? -

- Beh ... Anche come cucinare. - Borbottò Igneel che conosceva bene la golosità del figlio ed anche la sua vivacità ed il suo esser lento di comprendonio. Era già fin troppo strano il fatto che fosse stato tanto tempo fermo sotto la sua zampa ad ascoltarlo. - E quindi siccome io so molte più cose di te sulla magia e sono io che insegno, tu devi fare come ti dico. - Concluse il drago - Per oggi i nostri allenamenti sono finiti. Trovati un posto comodo e dormi! -

- Ma io non voglio dormire! -

“Ci risiamo d’accapo.” Pensò Igneel, sforzandosi di trovare qualche compromesso con il figlio - Andiamo Natsu è un così bel giorno d’inizio estate, possibile che non ci sia null’altro che vuoi fare se non allenarti? Non vuoi andare a giocare da qualche parte, girare un po’ per la foresta, dare la caccia ai lupi ... Niente? -

Quando il piccolo Natsu si fermò a riflettere tenendosi il mento, per un attimo Igneel pensò di sognare. I momenti in cui era possibile ammirare suo figlio pensare erano così rari che poteva contare quelli a cui aveva assistito sugli artigli di una zampa.

- In realtà ... forse c’è un'altra cosa che voglio fare. -

Il drago si illuminò, alzando la testa.

- Facciamo una corsa fino alla spiaggia! - Natsu fu velocissimo a cogliere quel momento di disattenzione per sgattaiolare finalmente fuori dalla presa del padre e precipitarsi di corsa in mezzo agli alberi.

- L’ultimo che arriva paga pegno! -

Igneel restò ancora per qualche istante fermo al suo posto a fissare quel piccolo proiettile rosa che sfrecciava via come impazzito. In tutta la sua lunghissima vita, quella non era la prima volta che aveva a che fare con degli umani e specie con dei bambini, ma più osservava Natsu più Igneel era certo di non aver mai incontrato qualcuno del genere.

- L’ultimo paga pegno? Forse è l’occasione giusta per costringerlo a stare fermo qualche ora. - Il grande drago non perse altro tempo e si tirò sulle zampe, spalancando le sue immense ali di membrana. Le agitò un paio di volte e poi con un colpo più potente degli altri si staccò da terra, facendo vibrare tutta l’erba della radura e tutti gli alberi sotto di lui.

Nel frattempo Natsu stava già correndo a più non posso tra gli alberi, ignorando i cespugli che lo graffiavano e saltando tra le radici scoperte. Il desiderio di battere suo padre era così forte da mettergli letteralmente le ali ai piedi e se qualcuno lo avesse visto correre così, avrebbe sicuramente pensato che quello non era un essere umano, proprio come l’esploratore di poco prima. Ma Natsu era cresciuto in mezzo alla foresta con il grande drago e gli allenamenti che aveva seguito con lui lo avevano reso molto più forte e veloce di tutti i suoi coetanei ed anche di molti altri adulti. A rendere Natsu ancor più temibile c’era poi tutta la sua determinazione e la sua ostinazione, che gli permettevano di vincere ogni ostacolo. Era sorprendente come tanta grinta e tanta velocità fossero concentrate in un esserino così piccolo: gli bastarono pochi i minuti per correre da un capo all’altro della foresta.

- Eccomi! - Quando alla fine Natsu arrivò in vista della spiaggia e non trovò nessuno ad attenderlo, pensò subito di aver vinto, ma ancor prima che potesse mettere piede fuori dagli alberi suo padre atterrò proprio davanti a lui, sbalzandolo a terra con il vento prodotto dalle sue ali. Natsu si ritrovò praticamente seduto sull’erba, annaspando per liberarsi dalla sabbia che gli era volta in bocca e negli occhi.

- Allora? - Ridacchiò Igneel - Chi paga pegno adesso? Io ne ho uno perfetto in mente! -

Ma il piccolo Natsu non poteva accettare una sconfitta così umiliante e si affrettò a ripulirsi rapidamente dalla polvere per balzare in piedi - Non vale! Hai barato! -

- Barato? - Si domandò il drago con sincerità, ma suo figlio non gli diede nemmeno il tempo di capire a cosa si riferisse, prima di saltargli letteralmente addosso e piantargli i denti su un orecchio. Le scaglie di Igneel erano troppo dure per subire danni e Natsu sapeva che se c’era un unico punto debole da colpire era quello. Le zanne che la magia dei dragon slayer gli avevano regalato, erano altrettanto forti quanto quelle di un lupo.

- SCENDI SUBITO! - Igneel si ritrovò a ruggire, scuotendo la testa da tutte le parti per liberarsi di quel piccolo aggressore. Quando alla fine ci riuscì Natsu capitolò di nuovo tra la sabbia protestando che aveva barato come sempre - Sei arrivato per primo ma hai aspettato me per atterrare! -

- Non vedo come questo sia barare ... -

Ma Natsu non voleva accettare ragioni e gli rispose con una linguaccia, prima di girare la testa dall’altra parte in direzione dell’oceano. Sulla spiaggia c’era una leggera brezza ma il mare si infrangeva sulla battigia con delle onde grosse e gonfie di schiuma, segno che la notte precedente doveva esserci stata una tempesta a largo. Natsu amava le giornate come quelle perché a volte capitava che le onde portassero qualcosa di interessante su quell’angolo di costa così dimenticato. A volte gli era capitato di trovare qualche mostro marino arenato sulla spiaggia, strani oggetti di vetro e legno ed era perfino così che si era procurato quegli abiti stracciati che indossava da anni. Ma Natsu non immaginava di certo quali sorprese gli avrebbe portato il mare quel giorno e che la sua decisione di fare una corsa fino alla spiaggia gli avrebbe cambiato la vita per sempre.

- Igneel, c’è uno strano odore. - Cominciò il bambino tornando a sollevare la testa. I suoi allenamenti col padre adottivo non solo lo avevano reso più forte e padrone della magia, ma avevano anche reso i suoi sensi molto più sviluppati. - Forse la tempesta ha buttato qualcosa riva, ma non capisco cos’è ... -

Anche Igneel sollevò la testa sforzandosi di discernere meglio qual’era l’odore di cui parlava il figlio in mezzo a tutto il profumo del mare, della salsedine e dei pini che crescevano accanto alle dune. E sì, effettivamente c’era qualcosa di insolito nell’aria: odore di legno soprattutto, ma anche di metallo, stoffa, sangue, umani ...

Ancor prima però che Igneel potesse comprendere la direzione giusta da prendere, Natsu era già scattato in piedi correndo via. Il drago fu costretto a fidarsi del suo intuito e a trottare dietro di lui, senza nemmeno pensare a spalancare le ali. Non gli occorse molto per capire cos’era successo: poco più avanti, dietro le dune, l’intera spiaggia era coperta dei resti di un naufragio. Assi di legno, pezzi di vela, barili e quant’altro coprivano per molti metri lo spazio davanti a loro e molti altri detriti ancora galleggiavano sballottati dalle onde. Igneel sapeva che la costa intorno alla Foresta dell’Est era molto pericolosa e che per questo i marinai più esperti la evitavano sempre. Sorvolando il mare dall’alto, perfino il vecchio drago aveva notato la presenza di molti scogli a pelo d’acqua, ma gli umani che la notte precedente dovevano essere stati colti dalla tempesta, non erano stati capaci di scorgere il pericolo.

“Veramente un peccato.” Pensò Igneel osservando la scena “ Non deve essersi salvato nessuno. Gli umani purtroppo non sono creature fatte per l’acqua.”

- Igneel! - A riportarlo alla realtà fu la voce del figlio che gridava. Per un attimo aveva perso Natsu di vista, mentre il bambino correva tra i detriti esplorando la zona.

- Guarda cos’ho trovato! Che cos’è? -

“Cos’è?” Quando finalmente il drago capì che cos’era che aveva attirato tanto l’attenzione del figlio, la voce gli si mozzò in gola. In mezzo a tutta quella devastazione, trascinata a riva dalle onde, c’era una bambina. Doveva avere la stessa età di Natsu, ma era molto più piccola ed esile con dei meravigliosi capelli rossi. Aveva a stento uno straccio bianco e logoro addosso, dei pezzi di catena ai polsi e alle caviglie e non solo era completamente zuppa d’acqua di mare ma aveva anche i segni di numerose ferite sul corpo. Igneel fu costretto ad avvicinare meglio il muso per capire se fosse ancora viva o meno, ma non appena colse il debole suono del suo respiro, capì che c’era ancora speranza.

- Presto! Prendila Natsu! - Ordinò il drago accucciandosi sulla sabbia - E sali sulla mia schiena! -

- Subito! - Il bambino non aveva idea di cosa stesse accadendo, ma dal tono del padre intuì che non poteva perdere tempo. Raccolse la sua coetanea tra le braccia e la issò in fretta sulla groppa di Igneel, tuttavia non fece nemmeno in tempo ad afferrare le scaglie del padre per tenersi meglio, che il drago si era già issato in volo.

Per qualche istante Natsu si ritrovò la bocca così piena di vento da non riuscire nemmeno a parlare - Dove stiamo andando??? -

- Ti ricordi quando ti ho detto di non salire mai sulla montagna? Bene, Natsu è arrivato il momento di andarci. -

La montagna? Igneel era stato davvero spaventoso quando gli aveva proibito di farlo ed adesso dovevano andare lì, con questa cosina piccola e strana che avevano appena trovato? Natsu chinò per un attimo in più lo sguardo sulla bambina che stava stringendo per evitare che cadessero dalla schiena del drago. Pensò che era davvero fragile ed indifesa e si ritrovò a sperare che, qualunque cosa ci fosse sulla montagna, non avesse intenzione di farle ancora del male.

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Capitolo 2
*** Il drago del cielo ***


Il drago del cielo

All'inizio avevo pensato ad un incontro diverso per Natsu. Avevo pensato ad una bambina piccola e graziosa, con i capelli biondi e un vestitino rosa, scappata da casa e da un padre crudele con la sola compagnia delle sue chiavi e dei suoi spiriti. E poi ho pensato che l'idea sembrava troppo classica e che per tenere testa al giovane dragon slayer serviva qualcosa di più ...


Il drago del cielo

Occorsero soltanto pochi minuti perché Igneel raggiungesse la catena montuosa che costeggiava la foresta ed in particolare la montagna a cui aveva sempre proibito a Natsu di avvicinarsi. Si trattava di un imponente colosso di roccia che correva a perdifiato verso il cielo, perforando le nuvole con la sua candida cima. Ma Igneel non si andò a posare così in alto, limitandosi ad atterrare alla base della montagna davanti ad una caverna dall’ampia bocca. L’apertura era in parte coperta da una cortina di liane e piante rampicanti ma non appena il drago rosso toccò terra, Natsu scorse immediatamente lo sfavillio di due grandi occhi azzurri nel buio. Qualunque cosa ci fosse lì dentro, il bambino intuì subito che doveva trattarsi di una creatura enorme e terrificante.

- Vai via dal mio territorio! - Sibilò una voce dall’interno. Era profonda, ma un po’ meno di quella del grande drago rosso.

- Grandeeney ... - Chiamò invece Igneel - Ti prego, c’è bisogno del tuo aiuto ... -

- E cosa ti fa credere che io voglia aiutarti? - Tornò a replicare acidamente la voce dall’interno. Di sicuro doveva trattarsi di una creatura terribile, ma adesso Natsu stava iniziando a perdere la pazienza. Chi credeva di essere per rispondere in quel modo a suo padre e per costringerlo a pregare tanto?

- Grandeeney ... - Continuò tuttavia Igneel - Non devi aiutare né me né mio figlio, sono venuto qui per un altro motivo. Natsu, scendi e falle vedere chi abbiamo portato: è lei quella che ha bisogno d’aiuto e la nostra magia non può fare niente a riguardo. Solo tu puoi salvarla! -

A quel punto Natsu non esitò oltre, saltando giù dalla groppa del padre ed adagiando a terra la bambina che trasportava, per permettere alla misteriosa creatura che abitava nella caverna di vederla meglio. Bastò quel gesto perché finalmente qualcosa si mettesse in moto ed un gigantesco essere alato emergesse dalla cortina di liane. Natsu fece istintivamente un passo indietro, intimorito da quella nuova figura. Era tanto grande quanto Igneel con delle squame bianche e lucide, ma attorno alla testa aveva un soffice strato di pelliccia e le sue immense ali erano coperte di piume come quelle degli uccelli. Natsu non aveva mai visto un essere simile, nonostante avesse incontrato molti mostri nella foresta.

- Forza Grandeeney! - Continuò ad incitare Igneel - Tu sei un’esperta di magia! Sei il drago del cielo! Di sicuro conosci qualcosa che fa al caso nostro! -

Drago? Un drago femmina? Adesso Natsu era davvero stupito. Aveva sempre pensato che tutti i draghi del mondo fossero uguali ad Igneel ma la nuova arrivata era molto diversa e non solo nell’aspetto fisico. La draghessa aveva un odore simile all’inverno, un misto di freddo e vento del nord, un’essenza completamente differente da quella di fuoco e zolfo che Igneel si portava dietro.

- Questo è un altro dei motivi per cui odio gli umani ... - Sospirò Grandeeney, abbassando il muso sulla figura della bambina svenuta - Sono così deboli e fragili che ti fanno dubitare del buon senso della natura. -

Quando la draghessa spalancò la bocca, rivelando una lunga fila di denti affilati come rasoi, Natsu trasalì pensando che volesse divorare la sua piccola paziente, ma invece Grandeeney lo sorprese soffiando dolcemente tutta la magia che aveva in corpo. Parte di quel respiro sfiorò anche lui e Natsu rimase stupito dal fatto che non fosse né freddo né invernale, ma caldo e primaverile.

C’era così tanto potere concentrato in quel respiro che non appena sfiorò la bambina, le ferite che aveva sulle braccia e sul volto smisero subito di sanguinare ed anche se la piccola non riuscì lo stesso a recuperare conoscenza, la sua espressione si fece più distesa.

Grandeeney richiuse la bocca e rimase qualche altro istante a fissarla prima di ricominciare a parlare - Che cosa fortunata, se l’avessi trovata soltanto qualche minuto più tardi nemmeno io sarei stata in grado di rianimarla. Sono stupita che un bestione come te sia di tanto in tanto capace di fare qualcosa che non includa “distruggere” nella lista. -

Per quanto il tono della draghessa fosse tagliente, Igneel prese il tutto come un complimento, sfoderando le zanne in un maldestro tentativo di sorridere - Ed io sono lieto del fatto che tu abbia deciso di occupartene, Grandeeney! Per un attimo ho temuto che il tuo odio per gli umani fosse così grande che l’avresti abbandonata al suo destino. -

- Assurdità! - Replicò l’altra ringhiando - Io odio uomini e draghi indifferentemente ma questo non fa di me un essere spregevole! E adesso prendi questo cucciolo che ti porti dietro e sparisci dalla mia tana! - Grandeeney non esitò oltre a far seguire alle sue minacce uno schiocco di coda abbastanza forte da spingere Natsu tra le zampe del padre col solo spostamento d’aria. - Questa creatura ha ancora bisogno di cure e voi due mi siete solo d’impiccio! -

- Io non! - Natsu provò a protestare che non stavano facendo niente di male, ma Igneel gli impedì di aggiungere altro afferrandolo con una zampa e portandoselo sulla schiena. - Sta buono e facciamo come ci dice. - Ma il bambino si sporse lo stesso dal collo del padre - Si sveglierà è vero? Perché se le fai qualcosa di male giuro che tornerò qui e te la farò pagare! - Natsu aveva visto quella bambina soltanto per pochi minuti ma già sentiva una certa simpatia nei suoi riguardi e non voleva che le accadesse niente di male sotto la custodia di una draghessa dispotica ed antipatica come quella. Era serissimo e rimase a fissare Grandeeney negli occhi per un lungo istante prima che la creatura lanciasse un sospiro - Il degno figlio di un idiota. -

- CHE COSA? - Questa volta per metterlo a tacere Igneel fu costretto a premergli una zampa addosso. Nonostante tutto Natsu scorse ugualmente il corpo di Grandeeney che iniziava a brillare e quando si fece largo tra gli artigli per guardare fuori scoprì che al posto della draghessa, davanti alla caverna, adesso c’era un’anziana signora, con l’aria severa ed i capelli rosa raccolti dietro la testa. Indossava un lungo mantello rosso ed un abito verde scuro. Sembrava a tutti gli effetti un essere umano ma era evidente che quella era soltanto una delle tante forme che la creatura poteva assumere.

- Nessuno al mondo conosce le arti mediche e le erbe meglio di me, Grandeeney il Drago del Cielo. - Annunciò la draghessa - Se dico che la mia paziente si riprenderà allora non puoi dubitare! E adesso fila via moscerino, prima che la mia pazienza tocchi il limite e decida per davvero di mangiarti! -

- Grazie Grandeeney. - Igneel si limitò ad un ultimo cenno prima di spiccare il volo e puntare di nuovo in direzione della foresta. Dall’alto Natsu fece giusto in tempo a scorgere la draghessa che prendeva in braccio la bambina e tornava nella caverna.

- Non temere. - Lo rassicurò Igneel - Grandeeney può sembrare aggressiva ma la conosco da secoli e so che non farebbe mai del male a nessuno. Sono certo che farà del suo meglio per guarire quella piccolina, soprattutto se ha preso così sul serio la cosa da cambiare forma! Sai per un drago non è facile interagire con un umano, ma con un paio di mani e senza paura di schiacciare chi ti sta intorno è tutto più semplice! -

- Uhmm ... - E Natsu si limitò ad annuire sperando che suo padre avesse come sempre ragione.

Quella sera trovò il bambino e Igneel di nuovo nel cuore della radura dove vivevano, distesi sotto un cielo sereno e pieno di stelle. Come ogni giorno il drago aveva portato una preda al nido, un grosso cervo, e Natsu aveva mangiato più che a sazietà ma nonostante tutto non riusciva a dormire. Continuava a pensare e a ripensare a quello che era accaduto durante il giorno.

- Igneel ... -

- Che c’è? - Sospirò il grande drago, già mezzo addormento.

- Stavo pensando una cosa ... -

E a quella frase il rettile tornò a spalancare gli occhi per ritrovarsi col figlio appoggiato sulla punta del muso.

- Quello che abbiamo trovato oggi pomeriggio cos’è esattamente? -

- Non farmi spiegare di nuovo tutto dal principio. - Sospirò il drago - È un essere umano come te. Non l’hai capito? -

- Sì, che lo so! Mica sono stupido! - Natsu si staccò dal padre con aria indignata - E lo so che sono un umano! So tutta la storia e il fatto che mi hai trovato abbandonato nella foresta ma ... quello di oggi non mi assomigliava molto ... -

- È perché si tratta di un umano femmina. - Provò a spiegargli meglio Igneel, intuendo finalmente qual’era il problema che turbava suo figlio - Maschi e femmine sono sempre diversi. Come i cervi: i maschi hanno le corna e le femmine no. E anche come i merli: i maschi sono neri e le femmine grigie. -

- Come te e Grandeeney? - Continuò Natsu.

- Anche come noi, ma i draghi sono tutti diversi gli uni dagli altri a prescindere dal genere. -

Per un attimo Natsu rimase in silenzio riflettendo che la cosa aveva senso. La nuova arrivata non gli assomigliava affatto: era più piccola di lui, con i capelli più lunghi e meno muscoli. Di sicuro doveva essere come diceva Igneel, ma c’erano altre cose che non riusciva a capire.

- Com’è arrivata qui? -

- Credo che fosse a bordo di una nave che è naufragata la scorsa notte. Deve aver colpito gli scogli ed è andata a fondo come un sasso. - Cominciò a spiegargli Igneel ma solo per sentirsi ribattere - Che cos’è una nave? -

Oh, questa era un po’ più difficile da spiegare.

- È un grosso pezzo di legno che galleggia e che gli umani usano per spostarsi da un posto all’altro via mare. Ce ne sono di molte forme e dimensioni. -

- Perché gli umani usano le navi per spostarsi? Non stanno bene dove stanno? -

- Beh, mio caro Natsu ci sono molti motivi per cui gli umani si spostano. Per procurarsi da vivere ad esempio e per cercare una casa migliore. E poi ci sono umani che si spostano per avventura, come te, che da grande vuoi viaggiare per il mondo. -

- Migrano come gli uccelli allora? -

- Più o meno come gli uccelli, ma a differenza delle rondini non tornano sempre indietro. - Continuò il drago. - Vedi Natsu, in questo universo solo una cosa ha le radici e non può spostarsi dal luogo in cui nasce: gli alberi. Tutto il resto è in movimento. -

Natsu annuì anche se continuando a domandarsi come fosse fatta davvero una nave - E che cos’erano quelle cose che aveva ai polsi? -

- Sembravano proprio pezzi di catena. - Continuò Igneel riflettendo anche lui sulla scena - Forse quella piccolina era a bordo della nave perché la stavano portando via come una schiava. Ho sentito che gli umani fanno spesso degli schiavi. -

- Che sono gli schiavi? -

Igneel tornò alla realtà solo quando si accorse che Natsu non sapeva ancora di cosa stesse parlando e lo stava fissando con aria confusa. - Gli schiavi - gli spiegò il drago - sono umani che altri umani costringono a fare delle cose per loro. -

- E perché gli umani hanno bisogno di schiavi? Non sanno fare le cose da soli? E se hanno bisogno di aiuto non hanno degli amici a cui chiedere? Come quando io chiedo a te? -

Piccolo, innocente e con un gran cuore. Igneel non poté far a meno di sorridere davanti alla semplicità di suo figlio, appoggiandogli un artiglio sul petto - Hai ragione Natsu: è una pratica molto crudele che nessun altro compie in natura, non di certo i draghi. -

- Tu continui a ripetere che sono umano. - Continuò il bambino mettendosi a sedere sull’erba - Ma io gli umani non li capisco, fanno molte cose strane. -

- Questo è vero! Sono più strani delle più strane scimmie che stanno in questa foresta, ma forse un giorno quando comincerai a viaggiare per il mondo e li vedrai più da vicino, li capirai meglio. - A quel punto Igneel distese una delle sue grandi ali per coprire Natsu dalla brezza e dall’umidità notturna ed invitarlo a dormire. Era stata una giornata intensa ed era meglio che andasse finalmente a riposare. In realtà il piccolo Natsu, essendo imbevuto di magia del fuoco non poteva sentire né il freddo né l’umido, ma al drago piaceva tenerlo più vicino per custodirlo meglio.

- Igneel? - Lo chiamò ancora Natsu, ma questa volta con uno sbadiglio - Sei sicuro che l’umano femmina stia bene? -

- Chiamala bambina, non umano femmina. È una bambina come tu sei un bambino. -

- Sei sicuro che la bambina stia bene? - Riformulò Natsu.

- Fidati di Grandeeney, ne sono certo. -

- Uhmm ... - Ci fu un attimo di silenzio - Quando posso vederla di nuovo secondo te? - E Igneel si ritrovò ancora a ridacchiare. In fondo quella era la prima volta che Natsu incontrava un suo simile e non c’era da stupirsi che fosse così curioso. - Lascia passare un paio di giorni, poi ti accompagnerò io stesso alla montagna. - Lo rassicurò il drago e Natsu si stese finalmente sotto l’ala, vicino al suo fianco caldo e squamoso.

- Come si dice, adesso? -

- Buonanotte Igneel. -

- Buonanotte Natsu. -

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Capitolo 3
*** La bambina dai capelli scarlatti ***


La bambina dai capelli scarlatti

Ed ecco il terzo capitolo, l'ultimo che inserisco oggi. Come ormai avrete capito i personaggi in questa storia saranno un po' ooc, Grandeeney per esempio ha lo stesso carattere di Porlyusica! Ma anche Erza non sarà la stessa e ne vale la pena, credetemi. Buona lettura!



La bambina dai capelli scarlatti

I due giorni successivi trascorsero molto velocemente per il piccolo Natsu, impegnato ad allenarsi col padre mentre sognava di rivedere la bambina che aveva salvato ed il temibile drago del cielo che dimorava sulla montagna. Quando alla fine il momento arrivò, Natsu era così emozionato da non star più nella pelle.

- Allora andiamo? Andiamo Igneel? -

Il grande drago aprì lentamente gli occhi, svegliato dal figlio che continuava a saltargli su e giù sul muso. Igneel non riusciva ancora a spiegarsi come facesse una creatura così piccola a fare tanto rumore tutta da sola e nemmeno perché avesse tanta voglia di muoversi. Aveva esagerato nel somministrargli la magia? Igneel era pur sempre un rettile e anche se dentro di lui scorreva fuoco liquido, si rapportava lentamente alla vita come tutti i suoi simili.

- Andare dove? - Il drago soffiò un po’ più forte dalle narici, sbalzando il bambino a terra, ma Natsu tornò subito alla carica afferrandolo per una zampa e cercando invano di trascinarlo via - Da Grandeeney e la bambina! Ti sei già scordato! Sono passati due giorni! -

Quando Igneel aveva detto “un paio di giorni” non intendeva esattamente due, ma era evidente che se non avesse accontentato subito Natsu, il bambino avrebbe continuato a fare i capricci per il resto del giorno. E se c’era una cosa che le vecchie orecchie di Igneel non potevano tollerare erano proprio le urla di Natsu.

- Sì, sì, certo che mi ricordo! Dammi solo un attimo per prepararmi! - Il drago si liberò dalla presa del bambino, alzandosi in piedi e stiracchiando le grandi ali, poi il suo corpo si ricoprì di luce e cominciò a rimpicciolirsi. Quando l’incantesimo fu completato al posto di Igneel apparve un uomo di mezza età, con i capelli rossi e spettinati e qualche ruga attorno agli occhi. Era alto e magro, ma allo stesso tempo il suo corpo sembrava tonico e muscoloso. L’uomo non indossava nient’altro che una camicia bianca sbottonata, un paio di pantaloni marroni e degli infradito vecchi e logori. Natsu rimase a fissarlo per qualche istante prima di ricominciare a parlare - Perché hai cambiato forma? -

- È semplice figlio mio! Non voglio che la bambina si spaventi vedendo la testa di un drago come me affacciarsi dentro la caverna. E poi non ti piace questa forma? È la stessa che usavo per occuparmi di te quando eri più piccolo. Non ti mancava? -

- Mi piaci di più quando hai le ali. Non quando sei tutto pelle e ossa. - E Igneel, che si era messo in posa per mostrare i muscoli, spalancò la bocca per lo stupore. - Beh, immagino che ognuno abbia i suoi gusti. - Si ritrovò ad ammettere il drago - In passato gli umani amavano questa forma, specie le donne. -

- E poi adesso che non puoi più volare, come facciamo ad arrivare alla montagna? - Natsu si era messo con le braccia incrociate ed aveva una specie di broncio, ma Igneel non riusciva davvero a vedere il problema - Che ne dici di ... a piedi? -

- Ma ci metteremo una vita! -

Era vero che in volo avrebbero raggiunto più rapidamente la meta, ma questo non significava che fosse impossibile farlo a piedi ed Igneel conosceva il modo perfetto per convincere il figlio a fare come gli aveva detto. - Che c’è? Hai paura di fare due passi? Scommettiamo a chi arriva primo? - E proprio come previsto, le parole del drago colsero subito l’attenzione del bambino. - Al mio tre comincia la gara. - Continuò Igneel.

- Sei pronto? Uno, due e tre! - Manco il drago aveva finito di contare che Natsu era già schizzato via, correndo a più non posso in mezzo agli alberi. Igneel sorrise osservando la scena e pensando a quanto fosse facile quel trucco: bastava sfidare Natsu e provocarlo un po’ per convincerlo a fare tutto, anche quello che inizialmente non voleva fare affatto. Però non poteva lasciarlo correre via in quel modo tutto da solo, anche lui doveva affrettarsi a raggiungerlo! Igneel scattò a sua volta ma dopo neanche un paio di passi, l’infradito che indossava si ruppe con uno schianto mandandolo a sbattere con la faccia dritta contro il tronco di una quercia. Ma da quando in qua aveva dimenticato come usare le gambe? Igneel grugnì: ormai era evidente che Natsu sarebbe arrivato per primo e non gli rimaneva altro che sperare che Grandeeney non avesse davvero intenzione di divorarlo.

Quando Natsu arrivò all’ingresso della caverna infatti, Igneel non era ancora all’orizzonte. Il bambino era rimasto senza fiato per la lunga corsa, ma era così felice per la vittoria che si infilò dentro praticamente senza pensare. Fu così che trovò subito Grandeeney a bloccargli la strada. La donna drago stava in piedi in mezzo alla caverna mentre stringeva in mano un grosso guscio legnoso e rimestava al suo interno con uno stecco uno strano composto verde. Natsu non si aspettava di incontrarla così presto e si ritrovò a deglutire a fatica sotto il suo sguardo severo. Perché sembrava così arrabbiata? Che aveva fatto di male? Ah, giusto! Una volta Igneel gli aveva spiegato che quando si entrava nella tana di un altro bisognava pronunciare prima una formula.

Natsu raddrizzò la schiena cercando di darsi un’aria un po’ più composta - Permesso? - E Grandeeney roteò gli occhi, allontanandosi in direzione della parete - Ormai che sei già dentro, che senso ha? - Borbottò la draghessa mentre raccoglieva alcune foglie e le spezzettava a loro volta nel composto a cui stava lavorando. Lungo la parete della caverna infatti, c’era una grossa mensola intagliata nella pietra su cui erano raccolti numerosi fasci di piante e fiori. Il resto dell’ambiente era molto grande e spazioso, il soffitto a volta era decorato da una sfilza di stalattiti, mentre il fondo della caverna invece era quasi tutto coperto di ciottoli levigati, come quelli che si trovano in riva ai fiumi.

- Perché sei venuto? Non voglio nessuno qui. - Sibilò Grandeeney passando ad un secondo mazzo di erbe.

- Ma io voglio vedere la bambina che io e Igneel abbiamo portato! -Tentò di spiegarle Natsu - Come sta? -

- Meglio. - Fu la laconica risposta - Le ho dato delle medicine per farla dormire perché ha bisogno di ancora molto tempo per riposare e non si sveglierà di certo per oggi. E adesso che ti ho risposto, vattene. -

- Ma io voglio vederla! -

- Ti ho detto di andare via! - Questa volta Grandeeney scoprì i denti, rivelando i canini affilati che le erano rimasti anche dopo la trasformazione. - Non lo sai che i draghi odiano i cuccioli di tutti gli altri, specie dei loro simili? Se mi fai perdere la pazienza potrei divorarti in un sol boccone! - Grandeeney era seria ed aveva un’aria terrificante ma Natsu le rispose lo stesso con un sorriso.

- Che c’è da ridere adesso? -

- Io lo so che non mi mangi. Igneel ha detto che sei antipatica ma che non sei cattiva. -

Ed a quel punto la draghessa lanciò un sospiro - Non dovresti fidarti così tanto degli altri draghi ... -

- Allora adesso posso vedere la bambina? -

- NO! - Natsu venne messo a tacere da un colpo sulla testa così forte che per un attimo il bambino pensò che si fosse rotta. Le mani di Grandeeney erano ancora potenti proprio come le zampe di un drago. - Che cos’è che non capisci, eh? La mia paziente sta dormendo: deve riposare e l’ultima cosa di cui ha bisogno è che tu faccia rumore e vada a svegliarla! -

- Posso vederla se sto in silenzio? - Natsu si era coperto la testa con le mani ed aveva gli occhi lucidi per il dolore, ma non aveva di certo intenzione di cedere dopo essere arrivato fin lì. Anche Grandeeney fu costretta ad ammettere che se non gli avesse permesso di vedere la bambina, non avrebbe mai smesso di tormentarla.

- Ed io che credevo di aver già visto le più vaste profondità della testardaggine e dell’idiozia dopo aver incontrato Igneel. - Borbottò la draghessa - Ma a quanto pare certi caratteri si rafforzano di generazione in generazione ... E va bene, puoi vederla, ma solo per pochi minuti e solo se tieni la bocca chiusa. -

Vittoria! Natsu fece un grosso sorriso e si avviò trottando dietro la donna drago.

- Come si dice? -

- Come si dice cosa? -

Un secondo schiaffo lo colpì dietro la testa con tanta forza che per poco gli occhi non gli saltarono fuori dalle orbite.

- Grazie, Grandeeney. - Sibilò la draghessa e Natsu si affrettò a ripetere - Grazie, Grandeeney. -

La bambina che aveva soccorso sulla spiaggia, adesso si trovava dietro alcune rocce in un angolo più profondo e riparato della caverna. Era stesa su un giaciglio di paglia e Grandeeney le aveva messo addosso qualcosa di pulito e asciutto: un nuovo abitino verde che sembrava fatto di qualche stoffa vegetale un po’ grezza. Sulle braccia e sulle gambe era coperta di bende, fatte con delle lunghe foglie gialle ed aveva delle altre bende ancora a coprirle l’occhio destro e parte della fronte, ma stava dormendo pacificamente.

- Eccola. - Sussurrò Grandeeney facendo sedere Natsu davanti al giaciglio - Puoi restare qui mentre io vado a completare l’unguento di prima. Quando torno però te ne vai, ci siamo intesi? - Il bambino annuì ed aspettò pazientemente che la donna drago fosse andata via per avvicinarsi qualche centimetro in più alla sua coetanea. Sembrava davvero che stesse meglio rispetto a quando l’aveva trovata: Grandeeney non gli aveva mentito ed aveva fatto un buon lavoro ad occuparsi di lei. Natsu sorrise compiaciuto e si mise a passare lo sguardo di qui e di lì per cercando di valutare meglio le differenze che c’erano tra lui e l’altra bambina: di sicuro era più bassa ed aveva anche la pelle più chiara. Anche il suo odore era molto diverso! Nonostante l’essenza delle erbe e delle medicine con cui era stata curata fosse molto forte, Natsu riusciva lo stesso a sentire il suo profumo: aveva qualcosa di delicato e ricordava le fragole che Igneel gli aveva insegnato a cercare nel sottobosco. Ma la cosa che affascinava di più Natsu era il colore dei capelli della nuova arrivata ed il loro rosso scarlatto; gli ricordava i papaveri che crescevano d’estate nella radura ed il sole che tramonta sul mare. Gli ricordavano anche le scaglie d’Igneel.

Alla fine, vinto dalla curiosità, Natsu non riuscì a resistere alla tentazione di prendere una delle ciocche lisce e morbide dell’altra tra le dita. Fu allora, che sotto il suo tocco, la bambina finalmente si svegliò. Si mosse e si stiracchiò un poco e sentendo i suoi movimenti, Natsu ritirò di scatto la mano. Per qualche istante i due bambini si ritrovarono a fissarsi negli occhi prima che Natsu si facesse abbastanza coraggio per parlare.

- Ciao! - Provò con un sorriso - Io sono Natsu Dragneel! Tu come ti chiami? -

- Erza ... - Sussurrò la bambina.

- Solo Erza? Anche i draghi hanno un cognome! Come me, Natsu Dragneel, figlio di Igneel Dragneel! -

La piccolina rimase qualche altro istante in silenzio, come per riflettere, prima di aggiungere - Scarlet ... -

- Okay, così va meglio! - Annuì Natsu con aria soddisfatta - Il tuo sembra proprio un bel nome, anche se è più corto del mio. -

Erza però in quel momento non era affatto interessata alla lunghezza dei nomi. Si era appena svegliata in un luogo sconosciuto ed anche se Natsu non sembrava avere cattive intenzioni, questo non significava che potesse abbassare la guardia. - Dove sono? -

Natsu si accorse solo allora che l’altra si stava guardando attorno con sospetto. Anche i suoi occhi avevano un bel colore, nonostante Natsu potesse vederne soltanto uno; erano uguali alle castagne che raccoglieva in autunno.

- Sei nella tana di Grandeeney! - Le spiegò il bambino, spalancando le braccia per indicare meglio la caverna attorno a loro. - È stata lei che ti ha curata, ma sono io che ti ho trovata sulla spiaggia. Io e Igneel. -

- E gli altri? -

- Chi altri? -

- Non c’era nessun altro sulla spiaggia? Non avete trovato nessuno? - Mentre gridava Erza si era messa a sedere sul suo giaciglio, nonostante il dolore delle ferite. Aveva un’aria così preoccupata e gli occhi così lucidi che Natsu esitò a rispondere. Si grattò per un po’ la testa, sapendo che non le avrebbe dato buone notizie e poi alla fine si decise a confessarle che lei era l’unica che avevano trovato. La piccola Erza allora chinò la testa ed un paio di grosse lacrime cominciarono a rotolarle giù per la guancia.

- Ma no, no! Non devi piangere adesso! - Natsu non solo non aveva mai parlato prima con un'altra bambina, ma non aveva nemmeno idea di cosa fare con una in lacrime. - Non sei da sola! - Fu la prima cosa che gli venne in mente - Ci sono io! C’è Igneel e c’è anche Grandeeney! Non devi avere paura di niente! -

- Ah - ah - ah ... Natsu ma che hai combinato? Questa bella signorina si è appena svegliata e già l’hai fatta arrabbiare? -

- Io non ho fatto niente! - A tirar fuori il bambino dall’imbarazzo ci pensò proprio Igneel in persona, venendo fuori da dietro le rocce che riparavano quell’angolo di caverna. L’uomo drago andò a sedersi anche lui accanto al figlio ma Grandeeney rimase qualche passo più indietro, in piedi.

- Hai perso qualcuno a cui volevi bene in quel naufragio? - Igneel accarezzò la bambina sulla testa cercando di calmarne i singhiozzi - Mi dispiace tanto, ma mio figlio ha ragione: non hai niente di cui avere paura, qui con noi sei al sicuro. -

- Non so fino a che punto sia vero. - Sospirò Grandeeney - Specie se in giro c’è qualcuno come Natsu. Non ti avevo raccomandato di lasciarla dormire? Dovevi solo stare fermo e in silenzio! -

- Mi avevi detto solo di stare in silenzio ... -

- FUORI! Lasciatela in pace! - A quel punto la pazienza della draghessa aveva toccato di nuovo il limite: Grandeeney afferrò Natsu e Igneel per la collottola e cominciò a spingerli via verso l’uscita. Ci volle un po’ perché entrambi riuscissero a liberarsi dalla presa ed il bambino non perse altro tempo a nascondersi dietro le gambe del padre.

- Che cos’è che non capite se vi dico che dovete lasciarla riposare? Filate via! -

- Quando posso tornare a salutare Erza? -

Grandeeney lanciò uno sguardo così infuocato a Natsu, che per qualche istante il bambino pensò che sarebbe stato ridotto in cenere. - Almeno tra una settimana. - Una settimana era troppa e Natsu non era molto contento della risposta, ma a quelle parole l’espressione di Igneel si ammorbidì in un sorriso - Vuoi tenerla per così tanto tempo? Non dirmi che hai deciso di ospitarla per sempre? -

- Non sono io decidere chi resta e chi no. - Lo rimbeccò la draghessa indicando l’uscita - Ma so per certo che adesso voi due ve ne andate. - Ed Igneel per poco non scoppiò a ridere, issandosi il figlio in braccio e avvinandosi vero l’esterno - Hai sentito Natsu? Torniamo tra una settimana. -

- Ma io! Mollami! Ah! Erza! - Natsu riuscì a girarsi giusto in tempo per agitare una mano e salutare l’altra bambina che fissava la scena meravigliata - Ci vediamo la prossima volta! Non avere paura di Grandeeney: è un drago antipatico ma non morde! - Igneel allungò il passo per uscire dalla caverna prima che il figlio aggiungesse qualche altra sciocchezza e la draghessa invece pestò un piede per terra con irritazione. La lingua lunga era delle tante ragioni per cui odiava gli umani.

- Drago? - La piccola Erza intanto era rimasta seduta sul suo giaciglio, asciugandosi le lacrime con una mano e non era sicura di aver capito tutto per bene. Grandeeney si girò verso di lei con un sospiro, aveva pensato di raccontarle in un altro momento la verità per non turbarla e lasciarla riposare in pace, ma a quanto pare grazie a Natsu non poteva più tirarsi indietro.

- In questo momento mi vedi con la forma di un essere umano, ma questa è solo una delle molteplici forme che posso assumere con i miei incantesimi. - Le spiegò Grandeeney - Quel che ti ha detto Natsu prima è vero, il mio reale aspetto è quello di un drago ed il mio nome completo è quello di Grandeeney Marvell. Ti spaventa la cosa? -

Un drago ... Erza ci pensò su per un attimo. Fino ad allora aveva sempre immaginato che i draghi fossero creature crudeli come quelle di cui si racconta nelle favole, ma quella che le stava davanti non sembrava una bestia feroce. Grandeeney l’aveva curata ed aveva dimostrato di preoccuparsi per lei. Erza aveva già visto molte cose nella sua breve esistenza e l’idea di un drago buono non era poi così assurda.

- No, sembri una brava persona. -

- Molto bene. - Continuò Grandeeney - Mi fa piacere che tu non abbia paura, perché in realtà anche l’uomo che hai visto prima, Igneel è un drago. -

Questa notizia sorprese Erza un po’ in più, ma in fondo nemmeno l’uomo le era parso cattivo.

- Nastu invece è un essere umano come te. - Alla fine anche Grandeeney decise di sedersi davanti ad Erza

- Igneel l’ha trovato e adottato molti anni fa e gli sta insegnando la sua magia. -

Grandeeney sembrava seria ma Erza non avrebbe mai immaginato né il fatto che i due adulti fossero dei draghi né che il bambino con cui aveva parlato fosse un mago.

- Tu hai un posto dove tornare? - Continuò col chiederle la draghessa - C’è una famiglia che ti aspetta? -

Erza scosse la testa, aveva già perso tutto da molto tempo, ancor prima di essere coinvolta in quel naufragio.

- Allora ho una proposta per te. - La bambina drizzò la testa. Lo sguardo di Grandeeney era severo come sempre, ma non sembrava minaccioso, quello doveva essere proprio il suo modo di guardare gli altri. - Se vuoi, puoi restare qui da me. In fondo era da lungo tempo che riflettevo sull’idea di prendere un’apprendista. Potresti vivere qui ed io ti insegnerei la magia dei draghi del cielo. - Anche se le dava un po’ fastidio l’idea di essere stata anticipata, Grandeeney doveva ammettere che Igneel aveva colto nel segno. Era davvero da molto tempo, più o meno da quando Natsu era arrivato nella foresta, che la draghessa aveva iniziato a chiedersi come sarebbe stato vivere con un’apprendista. In fondo, proprio come Igneel era l’ultimo dei draghi di fuoco, anche Grandeeney era l’ultima dei draghi del cielo ed era preoccupata all’idea che dopo la sua morte, tutte le sue arti sarebbero andate perdute per sempre. Non avrebbe mai immaginato di insegnare un giorno le sue tecniche ad un umano, ma c’era sempre una prima volta e guardando Erza durante i giorni precedenti, si era convinta che forse la bambina era quella giusta con cui cominciare.

- Ho anche molta magia sulle arti mediche da insegnarti. - Continuò a spiegarle Grandeeney - Che cosa ne pensi? -

Quella era di certo la proposta più incredibile che Erza avesse mai avuto in vita sua. Fino a pochi giorni prima era una schiava, senza niente e nessuno, senza nemmeno il diritto di sognare un futuro ed adesso davanti a lei c’era una draghessa pronta ad offrirle una casa e la possibilità di diventare a sua volta una maga.

- Ma non hai bisogno di rispondermi adesso. - Concluse la draghessa, fraintendendo il suo silenzio meravigliato - Puoi anche pensarci su qualche gior ... -

Non aveva nemmeno bisogno di pensare su quella risposta!

- Resto! -

La draghessa si stava già rialzando ma a quella risposta rimase per qualche istante bloccata a metà. Le ci volle un po’ per annuire e prendere finalmente atto della decisione di Erza. - Perfetto, ma per adesso l’unica cosa che devi fare è riposare: torna a stenderti. Stavo preparando una medicina da applicare sulle tue ferite. -

- Grandeeney, grazie di tutto! - La voce di Erza la fermò ancora a metà strada e questa volta quando la draghessa si girò per andare via lo fece finalmente con un sorriso. Era vero che odiava gli uomini e i draghi, ma forse la sorte le aveva fatto un regalo portando Erza davanti alla sua tana. Quella bambina le sembrava sveglia ed intelligente e sarebbe stata di sicuro l’apprendista ideale, molto meglio del figlio di Igneel.

Nel frattempo, mentre Grandeeney pensava queste cose, il drago era già in cammino verso la radura dove dimorava, con il piccolo Natsu ancora in spalla. Il bambino era così preso dal racconto del suo incontro con Erza, da non rendersi nemmeno conto che il padre lo stava trascinando via di peso.

- Hai visto, si è svegliata alla fine! Ha detto che il suo nome è Erza Scarlet! -

- Ha un suono grazioso. - Ridacchiò Igneel che non pensava che gli schiavi avessero il diritto di possedere un nome e un cognome, visto quanto gli umani erano crudeli con loro.

- Sono contento che Grandeeney l’abbia guarita, anche se deve riposare di più. E lo sai Igneel? Erza ha proprio un buono odore. -

A questo il drago sghignazzò più forte - Le femmine hanno sempre un buon odore. - Mentre chiacchieravano i due erano finalmente arrivati a destinazione ed Igneel, ne aveva approfittato per liberarsi del suo fardello e riassumere le sue sembianze originali.

- È per questo che io puzzo? Perché sono maschio? - Il drago si accorse soltanto allora che il figlio si stava annusando sotto le ascelle e decise di avvicinare una delle sue grosse narici per controllare meglio. L’odore lo costrinse a ritirarsi di scatto. - Natsu, quand’è l’ultima volta che hai fatto il bagno? -

- Non so ... - Il bambino si sforzò di ricordare la data - Mi sembra che c’erano ancora i fiori sugli alberi. -

Troppo tempo!

- Vogliamo fare un’altra gara? Questa volta a chi arriva prima e si tuffa nel lago? -

Due secondi dopo Natsu stava già correndo via. Ah, povero Igneel! Quanta cura ci voleva per un cucciolo d’uomo e la cosa più difficile era ricordare tutto quello che andava fatto. La memoria di un drago come lui era abituata a conteggiare secoli, non giorni e settimane. E a proposito, neanche Igneel ricordava più quando aveva fatto l’ultimo bagno. Non che un drago come lui ne avesse veramente bisogno, specialmente quando la lava fusa era l’unica cosa in cui amava bagnarsi.

Il rettile era ancora fermo ad annusarsi le scaglie quando le grida di Natsu lo riportarono alla realtà. Che stava succedendo? Oh, no! Si era dimenticato dell’anaconda gigante che viveva proprio nelle acque del lago!

- Sto arrivando! - Ed Igneel non perse altro tempo per spiccare il volo e precipitarsi in soccorso del figlio. Ah, quante cose c’erano da ricordare per allevare un piccolo d’uomo!

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Capitolo 4
*** Liberi ***


Liberi

Quando ho iniziato a scrivere Figli di drago mi sono ricordata di un vecchio film che ho visto molto tempo fa, uno di quei classici che vengono trasmessi puntualmente tutte le pigre domeniche di pomeriggio. La storia era piuttosto semplice:  un naufragio, una splendida isola in mezzo ai caraibi, due bambini che non conoscono altro che l'innocenza ed un vecchio marinaio. A quel punto ho pensato che era esattamente lo stesso tono che volevo dare a questa fiction e mi sono messa addirittura a cercare il libro originale da cui era stata tratta la storia, rigorosamente in inglese. In Figli di drago ci sono alcuni riferimenti a questo film e al libro, se indovinate di cosa si tratta sarà facile farvi un'idea di come prosegue la trama. Tutta la mia stima va a chi indovina il titolo di cui sto parlando. Buona lettura!


Liberi

La settimana successiva trascorse molto pigramente per la piccola Erza, costretta a riposare tutto il giorno da Grandeeney. La bambina passò pazientemente il tempo sonnecchiando, prendendo le sue medicine ed ascoltando le raccomandazioni della sua nuova insegnante. Erza sentiva che il suo corpo aveva bisogno di recuperare le forze e per questo faceva tutto quello che Grandeeney le diceva senza lamentarsi, ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di guarire e poter tornare ad una vita normale.

Il momento più emozionante che la bambina visse in quei giorni fu quello in cui la draghessa le mostrò la sua vera forma. Erza rimase letteralmente a bocca aperta, incantata dalla sua stazza e da quanto fossero soffici le sue ali e la sua pelliccia. La bambina non aveva mai immaginato che i draghi potessero essere tanto affascinanti, perché ascoltando i racconti delle favole se li era sempre dipinti come esseri mostruosi.

Il secondo momento più emozionante che Erza visse in quei giorni fu quello in cui Grandeeney le diede finalmente il permesso di alzarsi e di esplorare un po’ la caverna. Era da così tanto tempo che stava stesa che all’inizio le gambe le diedero qualche problema, ma alla fine la bambina riuscì lo stesso a rimettersi in piedi e a dare uno sguardo alla sua nuova casa. Erza scoprì che in fondo alla caverna c’era una grossa pozza d’acqua sorgiva, ottima da bere ma troppo fredda per fare il bagno ed anche per metterci i piedi dentro. Erza scoprì anche che, oltre alla solite stalattiti e stalagmiti di roccia e calcare, nelle parti più profonde della caverna si trovavano dei meravigliosi pezzi di cristallo incastonati nelle pareti. Brillavano abbastanza da emanare luce nel buio e sembravano possedere qualche strano potere magico.

Erza non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi ad abitare in un posto del genere ma l’idea non la spaventava, anzi si sentiva emozionata per la nuova vita che stava iniziando. Così emozionata e felice che non ricordava nemmeno l’ultima volta che si era sentita così.

Era trascorsa quindi più di una settimana da quando si era svegliata ed adesso Erza si trovava in piedi fuori dalla bocca della caverna per godersi un po’ d’aria fresca e di sole. Grandeeney non le aveva ancora dato il permesso di uscire ed è per questo che per fare capolino fuori dalla grotta, era stata costretta ad aspettare che la draghessa fosse uscita a raccogliere erbe. La bambina iniziava a sospettare che la sua guardiana fosse un po’ troppo protettiva ma non immaginava quali pericoli si nascondessero giusto dietro l’angolo.

- Pshhh, Erza! -

La bambina trasalì sentendo il suo nome che veniva chiamato, pigiandosi più forte con la schiena contro la caverna, ma dopo qualche istante realizzò di conoscere già quella voce.

- C’è Grandeeney intorno? -

- No, è uscita. -

- Perfetto! - Ed in quello stesso istante Natsu saltò fuori dai cespugli che circondavano la grotta con un gran sorriso sulle labbra - Volevo tornare a salutarti da un sacco di tempo, ma avevo paura che ci fosse lei! Lo sai i suoi schiaffi fanno davvero male ... Non farla mai arrabbiare! -

A quelle parole Erza sorrise; trovava che Natsu fosse un bambino energico e divertente.

- Come ti senti adesso? - Continuò Natsu squadrandola da capo a piedi - Stai meglio? -

- Certo che sto meglio ed è anche merito tuo. Volevo ringraziarti per avermi salvata ma l’altra volta sei andato via troppo in fretta. - Erza fece un piccolo inchino come segno di gratitudine ed anche se Natsu non sapeva cosa fossero gli inchini si sentì avvampare lo stesso per l’imbarazzo - Ah aha aha ... Non ringraziarmi! Era il minimo! - Il bambino ridacchiò senza sapere cosa rispondere, si passò una mano tra i capelli e solo dopo qualche istante tornò a guardare Erza - E quella benda quando la togli? -

La bambina si portò istintivamente una mano sull’occhio destro, ma poi la ritirò con un sospiro.

- Non lo so. - Ammise Erza - Ma Grandeeney dice che non posso più vedere da questo lato. -

- Oh ... Uh ... - Natsu annaspò un po’ prima di riuscire a dire qualcos’altro - È colpa di quelli che ti costringevano a fare la schiava? -

- I ... - Erza non aveva idea di come l’altro bambino facesse a saperlo e per qualche istante si domandò se quello che aveva passato fosse così evidente. - Sì, mi hanno picchiata. -

- Perché? Li avevi fatti arrabbiare? -

- Io e i miei amici volevamo scappare. - Spiegò Erza - Alla fine anche gli altri schiavi più grandi ci hanno aiutato e abbiamo preso una nave. Ma poi abbiamo incontrato la tempesta e siamo andati a sbattere. Era tutto così buio e freddo. - La bambina si sfregò le mani sulle braccia al solo ricordo - Mi sono aggrappata a qualcosa, ma poi non ricordo niente, non so come sono arrivata alla spiaggia ... -

- Caspita! Che brutto! - Esclamò Natsu di getto - Ma adesso andrà meglio! - Le disse sorridendo - Igneel ha detto che d’ora in poi starai con Grandeeney, è vero? -

- Sì, è vero. -

- Allora andrà sicuramente meglio! La foresta è un posto bellissimo! È piena di cose divertenti! Ci hai già fatto un giro? -

Erza scosse la testa.

- E allora ti ci porto io! -

- Aspetta! - La bambina non riuscì nemmeno ad obiettare prima che Natsu l’afferrasse per una mano e cominciasse a trascinarla via in mezzo agli alberi.

- Ce la fai a camminare? -

- Sì, ma Grandeeney ... -

- Forza! Ma stai attenta a dove metti i piedi! -

La draghessa le aveva proibito di uscire dalla caverna e quindi di andare anche nella foresta. Si sarebbe sicuramente arrabbiata se quando fosse tornata non l’avrebbe trovata ad aspettarla, ma la piccola Erza non aveva proprio idea di cosa dire per fermare Natsu. Il bambino la tirava per mano e ad ogni passo le indicava qualcosa. In verità anche Erza era così curiosa da non voler tornare indietro.

- Ci sono tanti tipi di alberi e piante nella foresta! - Cominciò Natsu - Ma i migliori sono quelli che fanno frutti da mangiare! Ci sono mele, pere, amarene e castagne d’autunno. Ci sono anche fragole a primavera e poi ribes e martelli. -

- Martelli? - Ripeté Erza senza capire.

-  Sì sono delle palline blu, sono buoni. -

- Mirtilli! -

- E che ho detto? -

La bambina cercò invano di soffocare una risata, ma Natsu la sentì lo stesso fermandosi di colpo girandosi verso di lei. Per un attimo Erza pensò che volesse rimproverarla ma quando il bambino ricominciò a parlare era ancora completamente assorbito dall’argomento cibo - Anche i lampioni sono molto buoni. -

- Lampioni? -

- Non li hai mai mangiati? Sono piccoli così, rossi, con tanti pezzettini ... -

- Lamponi! - Tornò a correggerlo Erza ed il bambino scrollò le spalle ricominciando a camminare come prima, senza nemmeno preoccuparsi di lei che sghignazzava. - I lampioni crescono d’estate quindi se guardiamo bene possiamo trovarne già qualcuno. E poi ci sono anche i funghi, ma quelli non sono tutti buoni. Non puoi mangiare tutto quello che vedi, perché alcune cose sono velenose. Una volta mi è venuto mal di pancia perché non ho ascoltato Igneel! E che mal di pancia! -

Mentre Natsu la tirava per mano Erza guardava la foresta attorno a lei meravigliata. Anche il villaggio in cui era nata, prima dell’arrivo dei mercanti di schiavi, sorgeva vicino al bosco ma quel bosco era molto diverso dalla Foresta dell’Est. Vicino al suo villaggio c’erano soltanto degli alberi di pino, gli uni uguali agli altri, mentre adesso attorno a lei c’erano alberi di tutte le fogge e le forme: querce, betulle, faggi, sicomori e qualunque altra cosa si possa immaginare. Tra un tronco e l’altro si intravedevano invece arbusti più o meno grandi e piccoli fiori variopinti.

- Ci sono anche tanti animali qui. - Ricominciò a spiegarle Natsu - Soprattutto insetti, tanti insetti! Ti fanno schifo i vermi e ragni? -

- No ... -

- Bene! Perché qui è pieno di vermi e ragni, ancora di più se vai verso la palude. -

- C’è una palude? -

Natsu annuì, guidandola attorno ad un albero caduto - E poi ci sono tantissimi uccelli! All’alba e al tramonto cantano tutti insieme. E pipistrelli, topi, scoiattoli, cervi e lupi. Mi piacciono i lupi! Sono dei fifoni, hanno paura del fuoco! Ah, Erza! Grandeeney ti ha già insegnato qualche incantesimo? -

- No, non ancora. Perché? -

- Allora sta lontana dai lupi e anche dalle volpi e dai tassi, non sono tanto simpatici. Stai attenta anche ai Balcan, ai Kut - Ku e ai Bullfango ... Insomma a tutti i mostri che vivono qui. -

- Mostri??? - Questa volta Erza cercò di opporre un po’ più resistenza, piantando i piedi per terra, ma Natsu la trascinò ugualmente via - Vieni! Voglio farti vedere casa mia! -

In quei giorni Erza aveva pensato spesso a Natsu e ad Igneel domandandosi dove vivessero, cosa stessero facendo e quando li avrebbe rivisti. Ma per quanto potesse aver fantasticato sull’argomento, la bambina non era arrivata neanche un po’ vicino alla verità. Si era immaginata che entrambi vivessero in un caverna come lei e Grandeeney e non di certo il fatto che abitassero nel bel mezzo di una radura verde.

- Eccoci! - Annunciò Natsu trascinandola fuori dal fitto degli alberi - Questa è casa mia. -

Erza fece qualche passo in più avanti, guardando con un misto di meraviglia e confusione lo spettacolo davanti a lei. Non aveva mai visto un prato così grande e così lussureggiante ma non riusciva davvero a capire come facessero Natsu e Igneel a vivere lì, senza un tetto sulla testa.

- Come fate quando piove? -

- Igneel stende un’ala e io ci dormo sotto. -

- E quando fa freddo? -

- Beh, io non sento il freddo! - Ridacchiò Natsu evocando i suoi poteri ed avvolgendo i pugni in un nuvola di fiamme. - Non so come sia la magia dei draghi del cielo ma quella dei draghi del fuoco è la migliore! -

Erza spalancò gli occhi e provò ad avvicinare una mano a quella di Natsu, ma fu costretta a ritirarla di scatto, dopo aver scoperto a sue spese che quello era vero fuoco. - Come fai a non bruciarti??? - Strillò la bambina scuotendo vigorosamente la mano.

- È magia non te l’ho detto? - Ridacchiò Natsu - E conosco ancora un sacco di altri incantesimi! Fire Dragon’s Roar! - Questa volta il bambino inspirò profondamente e poi soffiò in aria una vampata incandescente. La sua fiamma si innalzò in alto per molti metri prima di spegnersi sfrigolando. - Visto? - Quando Natsu si girò l’espressione di Erza era così meravigliata che per il bambino si sentì riempire ancora di più d’orgoglio. - Sì, lo so, è forte! - Esclamò Natsu senza la minima ombra di modestia - E un giorno diventerò un dragon slayer ancora più bravo! Il più forte del mondo! Ehi, Erza, combattiamo quando impari anche tu la magia! Me lo prometti? -

- Non so se voglio combattere con te ... -

- Ma dai! Sarà divertente, io mi diverto sempre quando combatto con Igneel! Ma intanto che impari la magia che possiamo fare di divertente ... Uhm ... - Natsu rimase qualche istante fermo a pensare. Fu allora che il bambino realizzò che ultimamente stava pensando più del solito e che forse era effetto di Erza. Ma quel pensiero durò un istante prima che un’altra lampadina gli si accendesse nella testa - Facciamo una gara! -

- Gara? -

- Vieni! Vediamo chi arriva per primo dall’altro lato del prato! Al mio tre! Uno, due e tre! -

- Aspetta! - Erza non fece nemmeno in tempo a mettersi in posizione che Natsu era già schizzato via, costringendola a rincorrerlo. Era a piedi scalzi, ma correre in mezzo all’erba non le faceva male anche se gli steli alti la frustavano ad ogni passo.

- Sei lenta! -

- È colpa tua! Non mi hai dato il tempo di prepararmi! -

Natsu si vedeva appena in mezzo all’erba alta ed Erza fu costretta a mettersi sulla sua scia per avanzare meglio in mezzo alla vegetazione. Con il cielo azzurro sopra di lei ed il vento che le scompigliava i capelli, non si era mai sentita tanto libera in vita sua.

- Ho vinto! - Quando alla fine Natsu si fermò toccando il tronco più vicino, la bambina non riuscì a fermarsi in tempo e lo colpì in pieno. Entrambi ruzzolarono per terra e si ritrovarono stesi sull’erba a ridere.

- Hai visto? - Domandò Natsu girandosi su un fianco - Ti piace la foresta? Non è fantastica? -

- Mi piace tantissimo! - Anche Erza sfoderò un grosso sorriso - Non sono mai stata in un posto così bello! Voglio rimanerci per sempre! -

Fu proprio allora che una poderosa raffica di vento, costrinse i due bambini a coprirsi la faccia dalla polvere. L’attimo dopo qualcosa atterrò nella radura con un tonfo ed un ruggito cavernoso - NATSU! Ma lo sai che ti sto cercando da ore? - Erza si scoprì gli occhi con un po’ di timore. In piedi a pochi passi da lei c’era un colossale drago rosso con delle grandi ali e delle scaglie lucenti, ma quando sentì il suo nuovo amico chiamare il nome d’Igneel, la paura fece subito spazio alla curiosità.

- Tu stavi dormendo ed io mi scocciavo di aspettare! - Protestò il bambino in sua difesa - Così sono andato da solo a prendere Erza! -

Fu soltanto allora che Igneel girò uno sguardo allarmato su di lei. Il drago intuì subito che se la bambina era lì, Natsu doveva essere andato a prenderla senza nemmeno il permesso di Grandeeney. Oh, Igneel non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo quando la draghessa lo avrebbe scoperto!

- Erza ... - Azzardò il drago con un sorrisino preoccupato - Ti vedo molto meglio ... Come ti senti? Sei tutta intera? Mica Natsu ti ha fatto fare qualcosa di pericoloso? -

La bambina scosse la testa, rialzandosi e scrollandosi dalla polvere - Mi ha fatto vedere un po’ la foresta e la sua magia. Mi ha anche detto a cosa devo stare attenta. -

Su questo Igneel aveva qualche dubbio in più: Natsu non sapeva nemmeno lui a cosa stare attento e si comportava letteralmente come una calamita per i guai. Ma in fondo il drago sperava che fosse vero e che la presenza di Erza lo avrebbe spinto a migliorare e diventare più maturo.

- Come sei bello! - Il drago trasalì quando la bambina gli appoggiò una mano sulla zampa scorrendola sulle scaglie - Sembrano rubini ... -

- Oh ... Ehm ... Me lo hanno detto spesso. - Questa volta Igneel arrossì, nonostante le sue squame fossero già rosse ed i draghi non avessero la capacità di arrossire. Natsu non gli faceva mai dei complimenti ed il vecchio drago si era dimenticato che effetto facessero. Erza intanto stava continuando a squadrarlo, girandogli attorno e toccandogli la punta della coda. La bambina si sentiva senza parole, proprio come Natsu quando aveva visto la prima volta Grandeeney.

- Oh, Igneel! - Erza si fermò di colpo battendo le mani - Me ne ero scordata! Devo ancora ringraziarti per avermi salvata insieme a Natsu! Grazie di cuore! -

E quel sorriso fu il colpo di grazia! Igneel si portò una zampa dietro la testa, grattandosi imbarazzato - Ma nooo! Non devi ringraziarmi! È il minimo che potessi fare per una signorina come te! Lo sai i draghi amano tutti le belle principesse? - Erza ridacchiò, ricordandosi che anche Natsu si era comportato allo stesso modo ed Igneel invece ridacchiò pensando che quella bambina era davvero troppo graziosa per essere vera. Al diavolo Grandeeney, Erza poteva restare nella sua tana quanto voleva! Ma il vecchio drago non fece nemmeno in tempo a formulare quel pensiero che un proiettile bianco gli arrivò addosso, costringendolo a saltare di lato per evitare di essere morso alle zampe.

- Avrei dovuto capirlo subito che c’entravi tu in questa storia! - Quel proiettile bianco non era nient’altro che una Grandeeney preoccupata e furiosa. - Come ti è saltato in mente di portarla in giro per la foresta? È pericoloso senza conoscere alcuna magia! E poi non può ancora sforzarsi! E nemmeno uscire senza avvisarmi! -

Igneel non aveva proprio idea di dove cominciare per raccontare la storia a Grandeeney, ma per fortuna a tirare lui e Natsu fuori dai guai ci pensò Erza. La bambina non voleva né che la sua guardiana si arrabbiasse né che desse la colpa agli altri due. - Mi dispiace di essere uscita senza dirtelo, Grandeeney! Ma ero curiosa di vedere la foresta! Ti giuro che né Natsu né Igneel mi hanno fatto qualcosa di male! - A quelle parole la draghessa lanciò un sospiro e girò la testa, spingendo Erza più vicina col muso - Sali sulla mia schiena ed aggrappati forte: ti riporto indietro. - La bambina capì subito che adesso la draghessa non era più arrabbiata, ma anche che la sua scappatella era finita e che era giunto il tempo di tornare a casa. Erza fece subito come le era stato detto e si arrampicò sul collo di Grandeeney, afferrando saldamente la pelliccia. L’attimo dopo la draghessa si alzò in volo, battendo le grandi ali e spargendo qua e là qualche piuma bianca. Per un attimo Erza sentì come un vuoto allo stomaco: quella di sicuro era una delle giornate più emozionanti della sua vita, stava volando!

- Erza! - La voce di Natsu la chiamò dal basso, costringendola ad affacciarsi - La prossima volta ti faccio vedere anche il resto! Ci sono ancora il lago, il fiume, la sorgente, la spiaggia e le terme! -

- Ci sono le terme nella foresta? - Ridacchiò la bambina.

- Certo! Sono bellissime! - Le garantì l’altro agitando una mano per salutarla - Torno a prenderti di nuovo! -

- È una promessa? -

- Promessa! -

Ma a quel punto Grandeeney non perse altro tempo a girarsi a volare in direzione della caverna.

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Capitolo 5
*** Il cerchio della vita ***


Il cerchio della vita

Per chi non avesse indovinato il film e il libro di cui parlavo prima ecco la risposta: si tratta de "La laguna blu". Complimenti a quelli che hanno indovinato! Ma La laguna blu non è l'unica cosa che mi ha ispirato a scrivere questa fiction: di qui e di là ci sono dei cammeo tratti dal Re Leone, che rimane a distanza di anni, il film che amo di più della Disney (Mulan è subito al secondo posto). L'idea del cerchio della vita e dello scorrere ciclico delle stagioni fa da leitmotiv in tutto il primo libro di Figli di Drago, per questo ho deciso ho dedicargli iun capitolo. In fondo, nella foresta, sono solo le stagioni a scandire il ritmo del tempo che passa. Buona lettura!




Il cerchio della vita

Dopo la sua fuga nella foresta, la piccola Erza trascorse ancora molti giorni nella caverna tra le attente cure di Grandeeney. Fu durante quel periodo che la donna drago fece in modo di costruire per lei un occhio artificiale e di sostituirlo a quello destro da cui aveva perso la vista. A guardarlo nessuno si sarebbe mai accorto della differenza tanto era uguale a quello originale: aveva lo stesso colore e le stesse sfumature, era in grado di muoversi con naturalezza e nemmeno Erza riusciva a sentire la differenza. Ma quel nuovo occhio, che Grandeeney aveva costruito per lei, era magico e che col tempo, se la bambina si fosse allenata abbastanza, avrebbe imparato ad usarne i poteri per guardare oltre le illusioni dei maghi e per scorgere le tracce lasciate dagli incantesimi nell’aria.

Durante quei giorni Grandeeney cominciò ad insegnare ad Erza anche i primi rudimenti della magia dei draghi e delle arti mediche di cui era padrona. Alla fine la draghessa iniziò anche a portarla nella foresta per delle lunghe passeggiate, mostrandole il posto in cui viveva ed insegnandole come muoversi tra gli alberi senza correre pericoli o attirare bestie feroci. Durante le loro escursioni Grandeeney le spiegava le proprietà delle erbe e dei frutti, quali erano commestibili e quali invece dei potenti veleni e le insegnava le abitudini degli altri abitanti della Foresta dell’Est. Si trattava di una massa di informazioni così vasta che a volte la piccola Erza si sentiva scoppiare la testa ed a sera aveva sempre l’impressione di non ricordare più nulla. Ma la bambina si sforzava di fare del suo meglio per tenere il passo. Non voleva deludere la draghessa che l’aveva accolta e curata e voleva fare anche lei del suo meglio per imparare la magia che le stava insegnando. Sognava di diventare più forte e di imparare a difendersi perché non voleva trovarsi mai più in pericolo o ridotta in schiavitù. Ma c’era anche un altro motivo che incoraggiava la piccola Erza ad impegnarsi: l’idea di vivere nella foresta in compagnia di Grandeeney, Natsu e Igneel le piaceva e non voleva costringere la draghessa a mandarla via perché si comportava come un’apprendista incapace. La bambina si sforzava così di fare tutto quello che la sua insegnate le diceva e di starle sempre accanto durante le loro escursioni nella foresta, proprio come quel giorno. La piccola stava seguento come al solito la scia di Grandeeney in mezzo al verde, tenendo tra le mani un cesto fatto di vimini intrecciati per raccogliere tutte le piante che le passava. - Che magia ci vuole per fare questo? -

Quando la draghessa si girò trovò Erza assorta ad osservare l’oggetto e sospirò tra sé e sé prima di rimettersi a camminare - Non ci vuole nessuna magia, così come non me ne è servita per fare il tuo vestito. Se impari bene le proprietà delle piante e come usarle, allora puoi creare moltissime cose. -

La bambina avvampò, imbarazzata per la sciocchezza che aveva appena detto e si affrettò a recuperare la distanza che si era formata nel frattempo, correndo dietro alla draghessa. Quando ormai l’aveva raggiunta, Grandeeney le mise una mano sulla spalla per trattenerla - Facciamo un giro più largo. -

Erza ci mise qualche istante a capire perché: qualche metro più in là in mezzo agli alberi c’era la carcassa di un cervo, spolpato quasi fino all’osso. Doveva essere caduto preda dei lupi o degli orsi o di qualche altro mostro che viveva nella foresta e la cosa non doveva essere accaduta molto tempo fa. Il sangue sull’erba sembrava ancora fresco e dal corpo non veniva nessun cattivo odore.

A quello spettacolo la bambina girò in fretta la testa e si fece un passo in più vicino a Grandeeney nonostante quella non fosse la prima volta che affrontava la morte da vicino. Non solo le era toccato vedere l’uccisione dei suoi genitori quando i mercanti di schiavi erano arrivati al suo villaggio, ma durante la schiavitù aveva anche visto molti compagni di prigionia morire sotto i colpi dei loro aguzzini.

- È triste quando qualcuno muore ... - Sospirò la bambina ma solo per essere ripresa dalla draghessa che l’accompagnava - Perché mai dovrebbe essere triste? La morte è un’inevitabile legge della natura. Fa parte del cerchio della vita esattamente come tutte le altre cose. -

- Il cerchio della vita? - Ripeté Erza senza capire.

- Sì, la vita è come un cerchio, ricordatelo sempre. - Le spiegò Grandeeney - Tutte le cose nascono, crescono e poi muoiono. Per nascere e crescere gli esseri viventi prendono in prestito l’energia della natura e quando muoiono la restituiscono. -

- Come? -

- Prendi l’erba ad esempio. - Provò a spiegarle meglio la draghessa, mentre Erza si sforzava di tenere il filo del discorso. - L’erba cresce assorbendo l’energia della terra, del sole, dell’aria e dell’acqua. I cervi mangiano l’erba per vivere e i lupi mangiano i cervi. Ma quando i lupi muoiono e i loro corpi si distruggono, arricchiscono la terra con le loro energie e permettono a nuova erba di crescere. Ti è più chiaro adesso? -

La bambina annuì, incantata da quel segreto che aveva appena scoperto, ma Grandeeney continuò a camminare come se niente fosse aggiungendo che la natura si muove sempre in modo circolare, come le stagioni.

- E che cosa succede allora quando si muore? - Continuò a domandarle Erza.

- Non te l’ho appena detto? Quando moriamo smettiamo di esistere: è come addormentarsi e non svegliarsi mai più. Spesso gli umani parlano di cose come l’inferno o il paradiso ma niente del genere esiste. Morire è semplicemente scomparire, dissolversi. Ma non è poi così triste se si pensa che è grazie alle energie che lasciamo che nuove vite possono nascere e prosperare. In un certo senso rimaniamo pur sempre parte della natura. -

Erza annuì, anche se non era sicura di aver capito tutto quello che la draghessa le aveva detto, prima di continuare con una nuova domanda - Nessuno si può più svegliare quando muore? -

- Nessuno ho detto. Perché continui a insistere? -

La bambina esitò per un attimo sotto lo sguardo penetrante di Grandeeney e poi abbassò la testa sussurrando che gli uomini che la tenevano prigioniera stavano costruendo una Torre per resuscitare un mago potentissimo.

- Zaref l’Oscuro? - Ripeté Grandeeney con un tono incredulo prima di rimettersi a camminare borbottando con furia - Ecco perché odio gli esseri umani! Così sciocchi e pieni di superstizioni! Infrangono le leggi della natura dall’alba dei tempi e non hanno ancora imparato come funzionano! -

Erza si ritrovò costretta ad accelerare di nuovo il passo per non perdere la sua insegnante. In un certo senso si sentiva rassicurata all’idea che Zaref non sarebbe mai tornato dal mondo dei morti, ma per un altro verso le dispiaceva ancora di più d’essere stata ridotta in schiavitù per niente.

- E i draghi non sono da meno! Esistono fin dal principio eppure si comportano come se non avessero mai visto questo mondo e non sapessero come funziona! Gli uomini e i draghi sono bestie stupide e crudeli! -

- Perché crudeli? -

Soltanto allora Grandeeney si ricordò di avere ancora un’apprendista alle calcagna e che non poteva più correre per i boschi come se fosse da sola. La draghessa si fermò e tornò a girarsi verso la bambina con aria severa, pronta ad impartirle un’altra lezione - Erza, devi sapere che uccidere non è sempre sbagliato. Quando uccidi per mangiare, per difenderti o per difendere chi ami non è mai sbagliato. Tutto il resto è crudeltà e anche molte altre cose sono chiamate crudeli. Ricorda sempre che bisogna rispettare ogni vita, proprio perché ogni vita è unica, irripetibile e non potrà mai tornare indietro. Non fare mai come gli altri uomini e i draghi che si abbandonano spesso alla crudeltà. Tu stessa ai visto di cosa sono capaci, non è così? - La bambina annuì subito, pensando agli uomini della Torre che per lei erano davvero i più cattivi al mondo e Grandeeney riprese la sua passeggiata aggiungendo che pian piano le avrebbe insegnato tutte le leggi della natura, che sono l’unica cosa a cui bisogna ubbidire e che non vanno mai trasgredite se non si vuole diventare crudeli e fare inutilmente del male.

- La natura rende facili le cose. - Continuò la draghessa - Ciò che è necessario non è mai sbagliato, è nel superfluo che spesso si nasconde l’errore. -

Adesso Erza non stava capendo davvero più niente ma si sforzò lo stesso di annuire prendendo nota nella sua testa.

- Voglio spiegarti un’ultima cosa oggi, questa volta sulla magia dei draghi del cielo. - Aggiunse Grandeeney riaccendendo la sua curiosità. - La magia dei draghi del cielo è strettamente collegata al cerchio della vita perché manipola l’aria e quindi il respiro. Gli incantesimi che ti sto insegnando faranno di te un giorno una sky dragon slayer e ti daranno il potere donare e togliere l’aria, ma non voglio che tu faccia un uso sbagliato di queste tecniche: applicale sempre per il bene e mai per il male e ricordati che aria, terra, acqua e luce sono gli elementi che più di tutti si collegano al cerchio della vita. Fuoco, ghiaccio, ombra e acciaio sono invece quelli che si collegano maggiormente alla distruzione del cerchio. Stai attenta in presenza di questi altri elementi. - E proprio come dice il proverbio, parli del drago e ne spuntano le corna. Grandeeney non aveva nemmeno fatto in tempo a finire di parlare di fuoco e tutto il resto che qualcosa saltò giù dal ramo di un albero gridando come una scimmia: si trattava di Natsu.

- Ciao Erza! Ti va di venire con me al lago? -

- Che ci facevi lassù? -

Il bambino ci mise qualche secondo per capire che la domanda veniva da Grandeeney e che si era dimenticato completamente di lei - Ah, ciao  Grandeeney! Stavo dando la caccia ai lupi, ma poi siete passate voi e ... -

- Caccia a cosa? -

Ma Erza coprì la voce sconvolta della sua insegnante con una risatina. Durante le ultime settimane lei e Natsu si erano visti molto poco ed il bambino le era mancato sul serio. Quando stavano insieme si divertiva e Natsu le faceva sembrare la foresta il posto più bello del mondo.

- Posso andare Grandeeney? Daiiii! Hai detto che era l’ultima lezione! -

La draghessa si fermò a riflettere qualche istante prima di prendere il cesto di Erza e sospirare - Vi accompagno io. - Non si fidava all’idea di lasciarli da soli, visto quanto era terribile ed irresponsabile il figlio di Igneel.

Erza esultò, Natsu di meno ma il trio si incamminò lo stesso nella direzione prescelta. Occorse qualche minuto perché raggiungessero il grande lago che si trovava nelle Foresta dell’Est, giusto sotto le pendici delle montagne. Quando uscirono dagli alberi ed Erza scorse finalmente quel grande specchio scintillante sotto il sole, spalancò la bocca per la meraviglia. Il lago era davvero vasto e ad alimentarlo c’era addirittura una piccola cascata che raccoglieva e portava a valle tutta l’acqua prodotta dalle nevi che si scioglievano sui monti. Un fiume lento e placido lasciava poi il lago in direzione del mare, che da quel punto non era nemmeno troppo lontano. Erba alta e canne verdi, incorniciavano l’intero specchio d’acqua mentre uccelli variopinti di tutti i tipi sguazzavano sulla superficie e volavano tutt’attorno.

- È bellissimo! - Esclamò Erza ma ancor prima che potesse avvicinarsi all’acqua per guardare meglio, Natsu le sfrecciò accanto gettando i vestiti a terra e tuffandosi con un tonfo. Un mare di schizzi la inondò in pieno.

- Che fai? -

- Il bagno! Igneel ha detto che è una parte importante dell’allenamento per diventare dragon slayer! Devo farlo almeno una volta a settimana! - Natsu non sapeva che quella che gli aveva detto il padre era una piccola bugia per convincerlo a rimanere pulito ed aveva preso molto sul serio la faccenda del bagno: si stava già strofinando le braccia a più non posso. - Buttati anche tu! -

- NO! - E quello era un “NO! NEANCHE PER SOGNO!” Erza si girò di scatto imbarazzatissima all’idea che il suo amico si fosse appena tuffato senza neanche l’ombra di un costume. Era vero che anche lei non faceva un bagno da un po’ ma ...

- L’acqua non è fredda come sembra! - Natsu non era il tipo da accettare un no come risposta, per quanto fosse tassativo. La bambina non fece nemmeno in tempo a scansarsi prima che l’altro l’afferrasse, sfilandole con la forza il vestito e trascinandola con sé in acqua. D’estate il lago davvero molto tiepido ma Erza lanciò lo stesso uno strillo disumano mentre piombava giù, facendo innalzare in volo un intero stormo d’uccelli.

- Ahaha! Hai visto? Mica è così male? - Ridacchiò Natsu nonostante la faccia incredula dell’altra bambina. Era così impegnato a ridere che gli occorse come al solito qualche secondo di più per rendersi conto che c’era qualcosa che non andava. - Uhm ... Erza ... Ti sei persa qualcosa? -

- Cosa? -

Natsu fece a stento in tempo ad indicare in direzione delle gambe prima che una raffica di schizzi minacciasse di annegarlo riempiendogli la bocca - SEI TU CHE HAI QUALCOSA DI TROPPO! Io non ho perso niente! -

Di fronte a quella scena, Grandeeney lanciò un sospiro e andò a sedersi comodamente sotto le fronde di un salice. Non era sicura che fosse un bene il fatto che anche Igneel avesse un cucciolo d’uomo, specie se crescendo Natsu avesse mantenuto lo stesso carattere e fosse rimasto così irrequieto e intraprendente. Si domandò se Igneel fosse davvero capace di insegnargli tutto quello di cui aveva bisogno. Da parte sua lei avrebbe fatto del suo meglio con Erza: le avrebbe insegnato tutte le leggi della natura, ma nessuna prima del tempo, perché la natura ha dei tempi precisi.

- Lo sto dicendo per il tuo bene! Dovresti farti visitare da Grandeeney! -

- Piantala di dire scemenze! Io sono a posto! -

- Come fai a essere a posto se ti manca il! Glurg! -

No. Grandeeney scosse la testa. Igneel e Natsu non erano assolutamente un bene.

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Capitolo 6
*** Inizio autunno ***


Inizio autunno

C'è un'altra cosa che ho presto in prestito per scrivere questa storia. Di tanto in tanto compaiono i nomi e alcune delle creature presenti nella famosa serie di videogiochi di Monster Hunter. L'idea mi è venuta proprio perchè Hiro Mashima ha realizzato anche un altro manga sull'argomento, Monster Hunter Orage, che è molto carino e vi suggerisco di leggere. Non ho altro da drivi: buona lettura e vediamo chi conosce il famigerato mostro che sta per apparire in questo capitolo! 


Inizio autunno

L’estate trascorse veloce per Natsu ed Erza, impegnati a giocare e a seguire gli insegnamenti dei loro draghi guardiani. Ben presto le foglie cominciarono a cambiare colore e a cadere, formando a terra un manto variopinto. Il sottobosco scricchiolava sotto i loro piedi quando i due bambini passeggiavano per la foresta, come quel giorno d’inizio autunno.

- Allora Erza come vanno i tuoi incantesimi? - Domandò il bambino, pieno d’aspettativa. Erza era ansiosa di imparare la magia dei draghi del cielo, ma Natsu era ancora più impaziente di lei. Fino a quel momento si era esercitato combattendo tutti i giorni contro Igneel e non vedeva l’ora di potersi allenare con un altro dragon slayer. - Hai imparato a mangiare l’aria? - Continuò il bambino come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma Erza si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia - Che vuoi dire? -

- I dragon slayer come me possono mangiare il fuoco, quelli del cielo non mangiano l’aria? -

Soltanto allora la bambina intuì a cosa si stava riferendo: anche Grandeeney le aveva spiegato una cosa simile. Ogni dragon slayer può usare il proprio elemento per alimentarsi e recuperare le energie, una tecnica che usano anche i draghi. Per sua sfortuna un adepto della magia del cielo non poteva mangiare semplicemente l’aria come se nulla fosse. - Posso solo mangiare l’incantesimo di un altro, se usa l’aria. -

- Ohh...  Beh, meglio di niente. Ah! Ora che mi ricordo Igneel mi ha detto che nemmeno io posso mangiare tutti gli incantesimi ma solo quelli di fuoco. Però ha detto anche che c’è una magia proibita: se mangi un altro elemento puoi usarlo per un po’ ma l’effetto  ti avvelena. -

Erza annuì: anche Grandeeney si era raccomandata seriamente di non mangiare incantesimi di altro tipo.

- Ma puoi fare qualche altra magia? -

- Sta a vedere! - La bambina gli schioccò un occhiolino, poi inspirò profondamente e soffiò fuori con tutta la forza e la magia che aveva. Le foglie depositate a terra schizzarono in aria formando un piccolo turbine e tornarono a depositarsi ondeggiando, quasi come se stessero danzando. Non era ancora un ruggito potente come quello di Natsu, ma era già un progresso: nessun essere umano sarebbe mai riuscito a fare altrettanto senza essere prima iniziato alle arti della magia.

- Grandeeney mi sta anche insegnando un incantesimo che guarisce, ma non mi riesce ancora bene ... - Erza provò a stendere le mani e a raccogliervi un po’ d’energia ma tutto ciò che ottenne fu una piccola luce che non durò più di un istante.

- Sei ancora scarsa ... -

- NATSU! -

- Ma è vero! - Ridacchiò il bambino - Non diventerai mai forte come me! -

- Ho appena iniziato! Diventerò più forte di te! -

- Naa ... Impossibile! Le femmine sono sempre meno forti dei maschi! -

Quando Erza provò a sferrargli un pugno per dimostrare il contrario, Natsu la bloccò afferrandola per una mano e se la tirò dietro, ridacchiando come se nulla fosse. - Non perdere altro tempo, vieni! -

- Dove mi porti oggi? -

- Alle terme! -

Erza scosse la testa, domandandosi chi avesse mai costruito delle terme in mezzo alla foresta, ma Natsu era così entusiasta mostrargliele che non poteva di certo dirgli di no.

I due bambini si incamminarono così lungo il fianco delle montagne ai confini della foresta, prendendo un sentiero tutto in salita in mezzo ai cespugli e ai sassi, una stradina che probabilmente frequentavano solo le capre e gli stambecchi. Ormai quando, Erza non ce la faceva più a muovere nemmeno un passo, i due sbucarono finalmente su un altopiano di roccia. Di qui e di là c’erano diverse pozze  che emanavano una nebbiolina tiepida. Alcune erano così calde che l’acqua all’interno bolliva, ma altre lo erano di meno a tal punto che un intera famiglia di macachi le aveva scelte per rilassarsi. Erza non aveva mai visto delle scimmie più buffe di quelle, con il pelo tutto bagnato e le facce rosse. Sull’altopiano c’erano anche numerosi ruscelli che scorrevano tra la roccia e le incrostazioni di calcare e sali che decoravano le sorgenti. Per finire, da un lato c’era una parete di roccia grigia a fargli da protezione ma dall’altra nient’altro che uno strapiombo, che si apriva su di un panorama mozzafiato: da lì era possibile vedere tutta la foresta.

- Guarda! - Esclamò Natsu, leggendo letteralmente nella testa dell’amica ed indicando di sotto - Lì si vede casa mia! La vista qui è fantastica ma la cosa migliore è fare il bagno! - Erza si riscosse di colpo e smise di ammirare lo spettacolo sotto di lei per girarsi di nuovo in direzione della pozze, da dove i macachi li fissavano con aria imbronciata.

- Ma è occupato ... -

- Non ti preoccupare per le scimmie! A loro ci penso io! - Natsu non perse un secondo di più per mettersi a sbracciare e a strillare. Voleva spaventare i macachi e farli scappare ma non ottenne il risultato desiderato. Un paio di scimmie si mise subito imitarlo, un’altra gli scioccò una linguaccia ed il resto del branco scoppiò a ridere, coinvolgendo anche Erza.

- Non prendetemi in giro! - A quel punto Natsu decise di passare all’attacco ma solo per essere travolto da una gragnola di sassi e spruzzi d’acqua. Quando il bambino si buttò nella pozza per colpire le scimmie, tutte quante si precipitarono fuori, saltandogli addosso e sulla testa. In men che non di dica l’intera sorgente divenne un putiferio, con il piccolo dragon slayer che correva dietro ai macachi e quelli che se la ridevano di lui, saltando da tutte le parti. Anche Erza, che stava ridendo a più non posso, si ritrovò ad un certo punto con le scimmie che la spingevano e finì seduta in mezzo ad un ruscello.

- Ora mi avete rotto! - Alla fine Natsu si coprì di fuoco e scagliò una fiammata in aria infuriato come non mai. I macachi erano dispettosi ma non stupidi ed a quel punto capirono finalmente che era ora di darsela a gambe. Potevano pure prendersela con due bambini indifesi, ma un mago era un’altra storia.

- Scappate! Scappate! - Natsu li inseguì fino all’imbocco del sentiero, aspettando che sparissero in mezzo ai cespugli e che il silenzio tornasse sulle fonti. - Tzè, odio le scimmie. -

- Ma se sembravi uno di loro! - Anche Erza provò ad imitare il modo in cui si era messo a sbracciare e Natsu avvampò come un peperone - Almeno io non mi sono fatto buttare nell’acqua! Come vuoi diventare più forte di me se ti battono perfino le scimmie? -

In un certo senso la sua osservazione era esatta, visto che Erza era ancora seduta in mezzo ad un ruscello, ma la bambina non aveva alcuna intenzione di accettare la sconfitta. Incrociò le braccia per darsi più contegno e ... - Lo hai detto tu che fare il bagno qui è fantastico. -

- Lo hai fatto di proposito??? - E purtroppo Natsu era così ingenuo da credere a tutto quello che gli veniva detto. Igneel non gli aveva ancora insegnato che non era saggio mostrarsi così sciocchi davanti ad una femmina, ma per fortuna nemmeno Grandeeney aveva ancora insegnato ad Erza come avvantaggiarsi della stupidità dei maschi.

- Ma se vuoi fare il bagno è meglio che ti butti nelle sorgenti! Forza! - La bambina non fece nemmeno in tempo a rialzarsi prima che Natsu la tirasse di nuovo in piedi per una mano, rischiando di farla scivolare sulla roccia bagnata. - Di qu! - Fu allora che Natsu si fermò di colpo, guardandosi attorno con aria sospettosa. Erza colse subito che c’era qualcosa che non andava nel suo sguardo ma quando provò a chiedergli cosa stava succedendo Natsu la zittì alzando una mano. Il piccolo dragon slayer aveva sentito uno strano odore nell’aria ma non riusciva a decifrare bene né da dove venisse né a cosa appartenesse. Aveva qualcosa di simile alle nuvole dei temporali, ma il cielo era sereno e quindi non poteva trattarsi di un acquazzone in arrivo.

Per fortuna il bambino colse giusto in tempo un rumore di ciottoli che precipitavano lungo la montagna e si fece precipitosamente indietro, trascinando l’amica con sé. L’attimo dopo un mostro atterrò con un tonfo terrificante in mezzo alle sorgenti. QQQuando si girò puntando i suoi occhi rossi ed il suo ghigno contro di loro, Erza non riuscì a trattenere un grido di terrore: non aveva mai visto una bestia simile. Aveva qualcosa di scimmiesco, proprio come i macachi di prima ma era molto, molto più grande. Sulla testa faceva sfoggio di un paio di grosse corna e sulla schiena aveva una criniera arruffata e di un color oro brillante. Dietro di lui una coda leonina si muoveva lentamente come quella di un predatore pronto a balzare sulla sua vittima.

Nemmeno Natsu, aveva mai incontrato una bestia come quella ed ignorava il motivo per cui fosse lì e li stesse attaccando, ma non perse lo stesso nemmeno un istante di tempo per mettersi tra il mostro ed Erza: non poteva permettergli di avvicinarsi alla sua amica che non conosceva ancora nessun incantesimo in grado di proteggerla. - Scappa. -

Tuttavia Erza era così terrorizzata che non riuscì nemmeno a processare l’ordine che aveva appena ricevuto.

Il mostro fu il primo a rompere gli indugi, lanciandosi alla carica contro i due bambini e Natsu reagì altrettanto in fretta correndogli incontro con i pugni alzati e coperti di fiamme. Gli assestò un colpo in mezzo al petto ma senza alcun risultato: il mostro contrattaccò con una delle sue grandi zampe mandandolo a sbattere contro la roccia che faceva da contorno alle fonti. Un colpo del genere avrebbe tramortito qualunque avversario, ma Natsu non era un bambino comune. Durante i suoi allenamenti aveva ricevuto così tanti colpi da Igneel che ormai occorreva qualcosa in più per batterlo. Si tirò rapidamente fuori dalle macerie e questa volta scagliò una fiammata. Non si aspettava di certo che il mostro replicasse spalancando a sua volta la bocca e scagliando un raggio elettrico. Le fiamme vennero disperse in un secondo e Natsu investito dalla scarica scivolò per terra, annerito e facendo fumo da tutte le parti. A quel punto il mostro richiuse la bocca, ringhiò un’ultima volta e si girò in direzione di Erza, che lo stava ancora fissando impietrita dal suo posto. Nonostante Natsu le avesse ordinato di scappare, la bambina era così spaventata da non riuscire nemmeno a muovere un passo. Sapeva che doveva andare via di lì e in fretta, ma il suo corpo si rifiutava di risponderle. Quando il mostro sollevò una zampa, pronto a schiacciarla, l’unica cosa che Erza riuscì a fare fu quella di chiudere gli occhi.

- SCAPPA! -

Per fortuna il colpo non la raggiunse. Erza riaprì gli occhi ma solo per scoprire che Natsu si era miracolosamente rimesso in piedi ed aveva aggredito il mostro saltandogli sulla schiena. Il bambino non aveva abbastanza forza per competere contro di lui, questo era vero, eppure aveva ancora qualche carta da giocare ed intendeva usarle tutte.

- Vattene Erza! -

Natsu si strinse più forte alla criniera del suo avversario appiccandole il fuoco con il suo soffio rovente. La bestia reagì immediatamente, ululando di rabbia e di dolore e ad agitandosi come se fosse impazzita. Il piccolo dragon slayer piantò le unghie ancora più a fondo nella pelliccia per evitare di farsi sbalzare via, ma alla fine la creatura ebbe la meglio e riuscì a strapparlo con una delle sue grandi zampe, scagliandolo di nuovo in mezzo alle rocce. A quel punto le fiamme si spensero quasi subito, ottenendo l’unico risultato di lasciare il mostro con la schiena bruciata ed ancora più furioso di prima. La bestia ruggì, picchiandosi i pugni sul petto come un gorilla infuriato e poi cominciò a brillare, raccogliendo tra le zanne tutta l’elettricità di cui era capace. Un altro colpo di quelli e non solo Natsu sarebbe stato spacciato, ma con lui anche la piccola Erza. Se l’elettricità avesse incontrato l’acqua delle sorgenti di sicuro l’effetto sarebbe stato letale. Non c’erano molte alternative. Natsu si issò di nuovo in piedi, respirando a fatica e pregando che Igneel non scoprisse mai quello che stava per fare - Fatti avanti bestiaccia! -

Il mostro non si fece ripetere l’invito e ruggì con tutta la forza che aveva, scagliando fuori la sua elettricità ma Natsu questa volta era pronto ad accoglierla. Il bambino inspirò profondamente risucchiando con la bocca tutta la scossa, come se fosse stata una semplice voluta di fumo. Il suo avversario si fermò a fissarlo, con aria confusa, ma non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse per succedere. Quando anche Natsu ruggì lo fece liberando non solo un’enorme fiammata, ma anche tutta l’elettricità che aveva appena ingoiato.

La bestia riuscì a stento a coprirsi gli occhi per proteggersi dalla luce accecante, poi l’incantesimo del piccolo dragon slayer investì lui e le sorgenti alle sue spalle.

Ci fu un’esplosione incredibile.

Pezzi di pietra, gocce d’acqua bollente e vapore schizzarono da tutte le parti ed il mostro perse l’equilibrio, scivolando di sotto lungo il precipizio con un verso lancinante, così forte da perforare i timpani. Ci fu il rumore di un paio di tonfi, mentre il suo corpo sbatteva lungo la montagna e poi giù, nel fondo della valle, ma alla fine il silenzio tornò sulle sorgenti. Natsu rimase ancora qualche istante fermo al suo posto, ansimando, poi crollò anche lui. Ormai aveva consumato così tanta energia da non riuscire più nemmeno a reggersi in piedi ma era contento: non solo era riuscito a battere il suo avversario ma aveva anche difeso Erza.

- Natsu! - La bambina ci mise un po’ a costringere le gambe che le tremavano a rimettersi a funzionare, ma quando arrivò accanto all’amico lo trovò con un sorriso ebete stampato sulla faccia.

- Ha ... Hai visto? - Gorgogliò Natsu - Ho vinto! Però mi sento un po’ ... Non credo di stare bene ... - Il bambino rideva nonostante tutto ma Erza non riusciva a capire davvero cosa ci fosse di divertente in tutto quello che era appena successo. Il suo amico era così malconcio che a vederlo in quello stato non riuscì oltre a trattenere le lacrime. Voleva aiutarlo ma quando provò a richiamare la magia che Grandeeney le aveva insegnato per guarire le ferite, la luce sulle sue dita si spense di nuovo dopo qualche secondo senza sortire alcun effetto.

- Perché quella faccia? - Continuò ancora Nastu, cercando di calmarla - È tutto a posto! -

Eppure Erza non poteva accettare quello che era appena successo. Si era comportata da vera codarda. Possibile che dovesse essere così debole? Così fragile? Perché gli altri erano sempre costretti a proteggerla? Non voleva vedere mai più qualcuno ridotto in quello stato a causa sua!

Erza stava ancora cercando disperatamente di attivare la sua magia quando una raffica fece increspare tutta la superficie delle sorgenti termali, scompigliandole i capelli.

- Che cos’è successo qui? -

- Grandeeney! - La bambina alzò gli occhi al cielo implorante, con le guance coperte di lacrime e la dragonessa non esitò oltre ad atterrare accanto a lei. Non conosceva i dettagli dello scontro che i due bambini avevano avuto poco prima, ma non le occorse molo per intuire dall’odore di Natsu, che doveva aver inghiottito qualche strano incantesimo e che adesso stava soffrendo degli effetti collaterali provocati da quel veleno.

- Sali sulla mia schiena. - Grandeeney si accucciò, ripiegando le grandi e soffici ali e fece cenno ad Erza di salire, mentre con una delle sue zampe afferrava il piccolo Natsu, ormai quasi completamente incosciente.

- Dove porti mio figlio? - Tuonò un’altra voce dall’alto rivelando il fatto che anche Igneel si era precipitato sul posto e che adesso stava sorvolando le sorgenti volando in circolo; per lui non c’era abbastanza spazio per atterrare.

- Mi dispiace vecchio bestione ma non credo che tu saresti in grado di rimediare a tutti questi danni! - Ruggì l’altra dragonessa, assicurandosi che Erza si fosse aggrappata bene alla pelliccia sul suo collo. - Non avresti dovuto insegnargli una tecnica così pericolosa! - E Grandeeney spiccò il volo senza aggiungere altro, lasciandosi il drago di fuoco alle spalle.

- Non avrei dovuto, eh? - Ridacchiò Igneel sorvolando ancora le fonti e scorgendo la sagoma del mostro precipitato oltre il burrone: un rajang. Perfino il drago ne aveva incontrati pochi durante la sua lunghissima vita, ma quegli incontri erano stati più che sufficienti per insegnargli che si trattava di bestie estremamente pericolose e violente. Nessuno sapeva cosa facessero i rajang per vivere, se non gli appartenenti a quella stessa specie, ma tutta la foresta tremava al suono del ruggito di quei vagabondi e gli animali correvano al riparo per evitare la loro furia selvaggia. Forse era vero, non era stato saggio insegnare a Natsu anche quella tecnica proibita, ma aveva pur sempre dato i suoi frutti. Se a otto anni era già capace di abbattere un rajang a diciotto cosa sarebbe mai diventato? Igneel si lasciò sfuggire un ultimo risolino, fiero di suoi figlio, prima di allontanarsi anche lui, seguendo la scia Grandeeney.

Quando quella sera Natsu si svegliò gli girava così tanto la testa e si sentiva lo stomaco così sottosopra che perfino tenere gli occhi aperti era un’impresa.

- Natsu! - Ma la dolce voce di Erza lo convinse lo stesso a spalancare le palpebre. La bambina era seduta accanto a lui con gli occhi lucidi ma stava sorridendo, felice per il fatto che si fosse appena ripreso.

- Non provare a muoverti. - Gli intimò un’altra voce ed il bambino realizzò soltanto allora che si trattava del ruggito cupo di Grandeeney e che adesso si trovava steso nella sua caverna. - Dopo tutta quell’elettricità che hai ingoiato il tuo corpo ci metterà un paio di giorni a smaltire l’effetto. Devi stare a riposo e soprattutto non mangiare niente! -

Non mangiare niente? Natsu strabuzzò gli occhi. Che punizione era mai quella? Certo si sentiva un po’ strano con lo stomaco ma c’era pur sempre spazio per un pezzetto di carne ...

- Ahahaha! Non spaventarlo con quelle minacce! - La risata di Igneel giunse dall’esterno, rombando tra le pareti della caverna - Si è appena ripreso! E poi potresti anche fargli i complimenti! Figliolo sei stato davvero in gamba contro quel mostro! - Questa volta, ascoltando i complimenti del padre, il bambino si gonfiò d’orgoglio ma venne subito riscosso da una specie di terremoto. Grandeeney si era rimessa in piedi scagliandosi contro l’intruso - Non dire idiozie! Ma lo sai che pericolo hanno corso? Sarebbe stato meglio se fossero scappati! Come speri di crescere un cucciolo d’uomo se gli insegni delle cose del genere? Irresponsabile! -

- Ehi, Grandeeney attenta con quelle zanne! -

Natsu si lasciò sfuggire una risatina immaginandosi la scena di suo padre che tentava invano di sfuggire all’altra dragonessa.

- Natsu ... - Ma non riuscì a pensarci a lungo perché ben presto si ritrovò stretto tra le braccia di Erza. I suoi capelli scarlatti gli solleticavano il naso ma la sensazione non era spiacevole, sarebbe rimasto volentieri così per un bel po’ di tempo. Il suo profumo aveva l’effetto di una medicina e gli alleviava la nausea. - Grazie per avermi salvata. - Singhiozzò la bambina e lui annuì, leggermente confuso dall’effetto dell’abbraccio.

- Ma ti voglio fare una promessa! - Quando Erza si staccò, Natsu si lasciò sfuggire un mugolio. La bambina aveva un’espressione terribilmente determinata - Da oggi in poi mi allenerò di più! Diventerò più forte! Così la prossima volta sarò io ad aiutarti! Imparerò anche la magia che guarisce così ti farò riprendere più in fretta! -

- Vuoi davvero farmi guarire prima? -

Erza annuì con convinzione e Natsu colse al volo l’occasione per strattonarla di nuovo giù, tenendola stretta per un braccio. Le si accoccolò accanto poggiandole la testa contro la spalla. Aveva passato tutte le notti della sua vita sotto l’ala protettiva di Igneel e per lui era praticamente impossibile l’idea di addormentarsi senza qualcosa a cui stringersi. Erza di sicuro meno calda del drago ma almeno profumava meglio del vecchio bestione squamoso.

- Buonanotte. -

- Bu ... notte ... - Farfugliò l’altra rigida come uno stecco. Natsu fu il primo a sprofondare nel mondo dei sogni ma dopo qualche minuto nemmeno lei riuscì a resistere oltre alla tentazione e socchiuse gli occhi, stringendosi all’amico.

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Capitolo 7
*** Uomini e draghi ***


Uomini e draghi

Buona domenica a tutti! Ecco in arrivo anche il capitolo di questa settimana! Divertitevi e fate una buona lettura!


Uomini e draghi

- Non rimanere indietro! - Grandeeney aveva assunto la sua forma umana e stava camminando lentamente lungo un sentiero invisibile, scrutando tutte le piante che ne costellavano il bordo. Erza la seguiva e di tanto in tanto si fermava per staccare le foglie secche e colorate che pendevano dai rami più bassi.

- Memorizza bene questa pianta. - Le spiegò Grandeeney, staccando un pezzetto da un piccolo arbusto per mostrarlo meglio. Aveva delle foglie di un bel verde, ovali e leggermente a punta nonostante la stagione autunnale. - Questa è ipecacuana. È una pianta che può provocare ... -

La voce di Natsu la troncò di netto - Oh! Mi ricordo quella cosa! L’ho mangiata una volta! -

- Già! - Gli fece eco Igneel; anche lui aveva assunto la sua forma umana per camminare meglio in mezzo alla foresta. - Continuavi a vomitare fuoco da tutte le parti! È stata una delle peggiori giornate della mia vita! - Il drago sottolineò il concetto assestando un pugno sulla testa del figlio. - Non usare mai più come contorno cose che non sai cosa sono! -

Grandeeney serrò più forte il pezzo di arbusto - Per questo è utile come emetico per espellere i veleni e in piccole dosi anche come espettorante ... -

- Ma sei sempre tu che mi dici che un dragon slayer per crescere deve mangiare anche le verdure! - Continuò Natsu comprendo la sua voce.  Igneel ruggì - Le verdure non piante a caso! -

- Non sono uguali? -

- Smettetela! - Sibilò Grandeeney tra i denti, pietrificando Natsu e Igneel col suono della sua voce - State rovinando la nostra lezione! Perché ci state seguendo? -

- Non vi stiamo seguendo. - Le rispose Igneel - Stiamo facendo anche noi la nostra lezione. -

- E CIOÈ? -

- Come pedinare silenziosamente una preda. -

Grandeeney roteò gli occhi, riprendendo a camminare con uno sbuffo - Lo sapete cosa ci vorrebbe per voi? Una dose letale di elscozia! - Grandeeney marciò via, lasciandosi dietro Igneel e Natsu. - È una pianta che fa dormire. - Gli spiegò Erza, vedendo i loro sguardi confusi. Dopo poco tutti e tre ricominciarono a camminare.

- Però Grandeeney ha ragione! - Esclamò Erza dopo qualche passo - Natsu, dovresti fare più silenzio! -

- Perché devo fare più silenzio? -

- Perché te l’ho appena detto io che sono più grande e bisogna sempre ascoltare chi è più grande di te. -

Grazie ai suoi poteri, Grandeeney aveva determinato, dopo un accurato esame, che Erza aveva all’incirca un anno o un anno e mezzo in più di Natsu. Per una questione di praticità la dragonessa aveva anche deciso di spostare il compleanno di Erza a inizio estate e di far sì che coincidesse con quello di Natsu (in fondo erano arrivati entrambi per la prima volta nella foresta durante la stessa stagione). Da quando Grandeeney aveva deciso questa nuova regola, Erza non perdeva occasione per usarla a suo vantaggio, anche se invano. Natsu non ci stava e non gli piaceva l’idea di dover ubbidire a qualcuno perché era semplicemente più grande di lui. Ogni volta aveva un’obiezione diversa “Io sono da più tempo in questa foresta, quindi sono io quello più grande!” “Io faccio da più tempo il dragon slayer!” “Io sono più alto!” E poi: “ Io sono più mitico!”

Non c’era proprio verso di convincerlo ...

- Ancora non ci credo che sei più grande tu! -

- E invece è vero! -

Mentre i due discutevano Igneel ridacchiava sotto i baffi. Lo sapevano tutti fin dalla preistoria che aria e fuoco erano un’accoppiata pericolosa; soffiare sui carboni ardenti non è mai una buona idea. Più aria si aggiunge alla miscela più le fiamme si gonfiano e si fanno arroganti. Forse era per questo motivo che lui e Grandeeney non erano mai andati d’accordo. Era già un miracolo poter stare nel raggio di un chilometro senza che la dragonessa provasse a morderlo. Di sicuro si trattava dell’effetto miracoloso prodotto dai loro piccoli dragon slayer.

- Erza! - Chiamò Grandeeney e la bambina si affrettò a raggiungerla. Si era fermata più avanti vicino ad un gruppo di lunghe canne. Crescevano vicino ad un acquitrino ed erano della stessa famiglia di quelle che costeggiavano il lago, alte, con delle sottili foglie verdi ed un’estremità marrone e pelosa. - Di questa abbiamo già parlato, typha latifolia. Ti ricordi per cosa si può usare il rizoma? -

- Ci si può fare della farina! -

- Ohi, Igneel! - Il drago si riscosse sentendo Natsu che lo tirava per il bordo della manica - Ma sono nati prima i dragon slayer di fuoco o quelli del cielo? -

- Oh! - Esclamò il drago - Questa sì che è una bella domanda! I primi sono nati quattrocento anni fa. -

- Erano quelli di fuoco? -

- In realtà i dragon slayer di tutti gli elementi sono nati contemporaneamente. -

Natsu lanciò uno sbuffo.

- Vedi ... - Gli spiegò Igneel - Quattrocento anni fa ci fu un’enorme guerra tra uomini e draghi e per questo nacquero i primi dragon slayer. -

- Le foglie se le essicchi si possono usare per ... -

- DAVVERO??? - La voce di Natsu coprì di nuovo quella di Grandeeney, strappandole una smorfia.

- Vedi, quattrocento anni fa i draghi erano i dominatori assoluti del mondo. Controllavano le montagne, le valli, il cielo e i mari. Ma non andavano d’accordo con gli umani, la maggior parte dei draghi li considerava semplici ... bocconcini da sgranocchiare. -

Ormai nemmeno più Erza stava ascoltando la sua insegnante, le sue orecchie si erano automaticamente sintonizzate sulla storia che Igneel stava raccontando.

- Il fusto invece, se tagliato e affilato come si deve può fungere da ottima lancia. - Grandeeney scagliò la canna che aveva staccato con rabbia e Igneel per evitarla fu costretto ad abbassare la testa. - Ehi! Si può sapere che ti prende? -

- Di tutte le sciocchezze di cui potevi parlare, dovevi tirare in ballo proprio questa? - Sibilò la dragonessa ma Igneel scosse la testa - Che c’è? Prima o poi avremmo dovuto raccontargliela lo stesso! -

- Davvero c’è stata una guerra tra uomini e draghi? - Continuò ad insistere Natsu, si stava già immaginando la scena - Hai combattuto anche tu? -

- Questo testone è stato il primo che ha avuto l’idea di insegnare agli umani la magia dei draghi per difendersi. - Gli spiegò Grandeeney incrociando le braccia sul petto - È stato lui il folle a raccogliere dragon slayer e draghi per combattere a favore dell’umanità. -

- Ehi! Non parlare così! Anche tu eri in squadra! È per questo che hai imparato tutte queste cose sulle arti mediche, la tessitura e quelle robe che fanno gli umani! - Sbottò Igneel ma la dragonessa gli diede le spalle rimettendosi a cercare piante officinali. - Si vede che la gioventù aveva annebbiato la mia facoltà di giudizio. Si imparano molte cose con l’esperienza. -

- Davvero hai guidato un esercito di draghi e dragon slayer per salvare l’umanità? - Natsu richiamò di nuovo l’attenzione di Igneel strattonandolo per il braccio. Di colpo suo padre gli sembrava ancora più grande, forte e incredibile che mai. - Sì. - Il drago annuì - Io, Grandeeney ed un pugno di valorosi draghi e dragon slayer abbiamo affrontato ben diecimila nemici! -

- Metallicana, Skiadrum, Wessiologia, Atlas Flame ... - Scandì Grandeeney come se ogni nome fosse più eloquente dell’altro - Che pugno di valorosi! - La sua voce era così ironica e velenosa.

- E CHI HA VINTO? - A questa domanda Igneel ridacchiò e poggiò una mano sulla testa del figlio per scompigliargli i capelli - Ma è evidente: abbiamo vinto noi. Altrimenti non sarei qui a parlarti e non ci saresti nemmeno tu ed Erza. Probabilmente gli umani sarebbero stati distrutti. -

- Hai ragione! E guarda alla fine che cosa abbiamo ottenuto! Che meraviglioso risultato! - La voce di Grandeeney lo interruppe di nuovo - È vero: abbiamo salvato l’umanità ma a causa di quella guerra la nostra razza si è quasi estinta, la magia che gli abbiamo insegnato si è persa nelle generazioni successive e gli umani sono diventati i padroni più arroganti e presuntuosi che questo pianeta abbia mai avuto! Calpestano e maltrattano la natura e si ammazzano tra di loro come se non appartenessero alla stessa specie. Infrangono tutte le leggi della vita e della morte e hanno imparato nuove arti sempre più terribili e distruttive. Zaref, Etherion, Face o qualche altra diavoleria e vedrai che un giorno o l’altro gli umani si estingueranno da soli! Scompariranno anche loro e il nostro sforzo sarà stato doppiamente inutile! -

- Siete ... - Azzardò Erza - Gli ultimi draghi rimasti? -

- Non proprio gli ultimi. - Le confessò Igneel - Ma non so cosa sia successo agli altri. Alla fine della guerra eravamo molto pochi e coi secoli quel numero si deve essere ridotto ancora di più. Probabilmente anche loro hanno deciso di ritirarsi in disparte. -

- Una volta non potevi fare una passeggiata senza incontrare un drago. - Sospirò Grandeeney - Adesso non puoi girare per il mondo senza trovare umani da tutte le parti. Dovrebbero ringraziarci e invece ci tocca starcene rintanati nelle foreste e nelle grotte per evitare di spaventarli a morte e di farci attaccare. Hanno paura di troppe cose gli umani. -

- Hanno paura dei draghi? - Esclamò Natsu - È impossibile! -

- E invece è vero. - Gli spiegò Erza - Prima di arrivare qui anche io avevo sentito soltanto brutte storie sui draghi, hanno tutti paura. -

- Ma è stupido! - Natsu pestò un piede per terra - Igneel e Grandeeney sono buoni, non è giusto che abbiano paura di loro! Hanno paura anche dei dragon slayer? -

- Non credo. - Cercò di rassicurarlo Igneel - I dragon slayer erano una cosa all’ultimo grido, quattrocento anni fa. E sono sicuro che quando sarete abbastanza grandi per viaggiare per il mondo e parlerete alle altre persone di come sono fatti i draghi forse cambieranno idea. -

Natsu incendiò subito i pugni - Allora sbrighiamoci a finire questo allenamento! -

- Non mettergli sciocchezze in testa. - Quando Igneel si girò scoprì che Grandeeney si era allontanata di parecchi passi. - Certe cose non cambiano mai. Vieni Erza, svelta! - Nei suoi occhi c’era disprezzo e rabbia ma anche una punta di malinconia. Igneel scosse la testa, senza sapere cosa dirle e Grandeeney si girò, sparendo a grandi passi in mezzo al fitto della foresta con la sua allieva. Forse stava pensando agli umani di cui si era occupata quattrocento anni prima e al modo in cui l’avevano ripagata. Non aveva tutti i torti a sentirsi delusa in quel modo. Avevano lottato per loro, si erano impegnati per salvarli ed alla fine tutto ciò che avevano ottenuto era stato estinguere la loro stessa razza.

Un vero peccato ... Ma Igneel nonostante tutto non riusciva ancora a odiare gli umani. Avrebbe rifatto le stesse scelte un milione di volte e continuava a sperare in un futuro migliore.

Quando otto anni prima aveva sentito degli strani versi sul bordo della foresta e aveva scoperto il piccolo Natsu, aveva capito subito che la sorte gli stava dando una seconda possibilità. Occuparsi di lui ed insegnare di nuovo la magia dei dragon slayer forse era solo una piccola goccia nel mare ma c’era pur sempre la possibilità che un giorno quella goccia avrebbe giovato all’umanità intera. Forse anche ai draghi rimasti.

Stare in compagnia di quei piccoli umani lo rendeva felice e Igneel avrebbe attraversato di nuovo tutti i secoli della sua vita, guerre e cataclismi pur di tornare lì, in quel piccolo angolo di foresta insieme a loro. E in fondo era convinto che anche Grandeeney sentiva le stesse cose.

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Capitolo 8
*** Inizio inverno ***


Inizio inverno

Ecco il nuovo capitolo della settimana! Ho scritto questo capiolo durante un noioso pomeriggio di pioggia ma credo che sia venuto lo stesso abbastanza divertente. Voglio lasciarvi anticipandovi una cosa: dopo l'inverno ci rimane la primavera ma poi ad un certo punto le stagioni cominceranno a scorrere più velocemente e tra un capitolo e l'altro ci sarà sempre almeno un salto di un paio d'anni. Tra non molto Natsu ed Erza cominceranno a crescere, godeteveli fino a che sono piccoli. Buona lettura!




Inizio inverno

Dopo l’episodio del rajang il resto dell’autunno trascorse senza incidenti. Natsu non perdeva occasione per ricordare a tutti del suo duello con il mostro. Ogni volta che ne parlava la sua fantasia aggiungeva qualcosa di nuovo ed il rajang diventava sempre più grande e terribile ma allo stesso tempo la sua vittoria diventava ancora più eroica. Erza lo lasciava fare ridacchiando quando esagerava troppo e nel frattempo si impegnava giorno dopo giorno nei suoi allenamenti per non farsi trovare impreparata la prossima volta che un mostro li avrebbe attaccati. Anche Igneel ridacchiava dell’entusiasmo del figlio perché grazie al rajang aveva trovato un ottimo modo per convincerlo ad ubbidire.

- Ma come? Hai battuto il rajang eppure hai paura di mangiare le tue verdure? -

- Ma dai! Hai sconfitto il rajang e non riesci a stare nemmeno mezz’ora in meditazione? -

Una volta capito il trucco, manipolare il piccolo dragon slayer diventava facile come bere un bicchier d’acqua.

- È ora di andare a letto! Non lo sai che se non dormi abbastanza non avrai le energie per battere il prossimo rajang? -

E così i giorni e le settimane passavano, l’aria si faceva più fredda e la nebbia volteggiava più a lungo al mattino sulle chiome degli alberi, prima che il sole riuscisse a dissolverla. Tutto prendeva sempre di più un’aria invernale.

Per chi vive in città la vita scorre veloce, a volte gli unici segni del tempo che passa sono rappresentati dalle pagine del calendario che girano oppure da quelle dell’agenda che si riempiono di appuntamenti. Ma nel cuore della foresta Erza e Natsu non avevano né calendari, né agende. Per loro l’unico segno dello scorrere del tempo era rappresentato dall’alternarsi delle stagioni e dal suo effetto sulle piante e sugli animali. Quell’anno il passaggio tra autunno e inverno avvenne così rapidamente che nemmeno gli alberi se lo aspettavano. La sera prima Erza se ne stava a guardare la forma delle nuvole mentre si stagliavano gonfie, con un color a metà tra il piombo e il blu, sullo sfondo arancione del sole al tramonto. Il giorno dopo il suo primo inverno nella Foresta dell’Est era già arrivato ed anche se le nuvole erano sparite, a terra rimaneva un manto candido e spesso.

Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che Erza aveva visto la neve! Ogni inverno il suo villaggio si copriva di bianco ma la schiavitù l’aveva portata lontano da lì, su un’isola in mezzo al mare dove non c’era nient’altro che vento.

Che nostalgia!

Davanti a quello spettacolo Erza non riuscì a trattenere l’entusiasmo e si precipitò fuori dalla caverna senza nemmeno pensare. Bastò un po’ di ghiaccio, un piede in fallo e la bambina piombò in mezzo alla neve più profonda. Era passato davvero troppo tempo dall’ultima volta che Erza e la neve si erano incontrate! Per un attimo la piccola si era scordata di quante insidie potesse nascondere!

- Che freddo! - Erza schizzò in piedi, tremando e stringendosi le braccia attorno al corpo ma il respiro caldo di Grandeeney la investì con un soffio, spazzando via tutta la neve che le era rimasta tra i capelli. La dragonessa aveva messo il muso fuori dalla caverna e la stava fissando con una punta di rimprovero. Erza arrossì all’istante.

- Avvertimi sempre prima di uscire con questo tempo così posso mettere su di te un po’ di magia per proteggerti dal freddo. Sei abbastanza calda adesso? -

Erza scollò le braccia dal corpo annuendo vigorosamente. Grandeeney aveva ragione: non sentiva più freddo.

- Vuoi fare un giro per la foresta innevata? -

- Posso andare da Natsu e Igneel? Posso? -

La dragonessa lanciò un altro sospiro prima di fare un cenno d’assenso - Ma sta attenta a dove metti i piedi. - Non aveva nemmeno finito di parlare che Erza era già schizzata via, cercando di farsi largo in mezzo alla neve alta. Grandeeney la seguì con lo sguardo, uscendo a sua volta dalla caverna per sgranchire le grandi ali. L’incantesimo che aveva usato non solo era l’ideale per proteggere Erza dal freddo ma anche per tenere lontani i predatori: nessuno si sarebbe avvicinato, sentendo su di lei l’odore della dragonessa. Poteva stare tranquilla, ma Grandeeney non era comunque il tipo da abbassare la guardia.

La foresta dell’Est quel giorno era così coperta di neve che sembrava quasi impossibile orientarsi ma Erza aveva imparato a memoria la strada che portava dalla caverna alla radura e la fece tutta di corsa, cercando di evitare i punti in cui il terreno si era gelato. Quando alla fine arrivò a destinazione la bambina si fermò accanto agli alberi fissando senza fiato lo spettacolo che le stava davanti: nella radura non c’era un singolo fiocco di neve. Igneel stava sonnecchiando come al solito al centro del prato con l’ala destra leggermente piegata di lato per coprire Natsu. Anche il bambino stava dormendo profondamente, russando come un ghiro. Non si erano accorti di nulla e per loro l’inverno non era ancora arrivato perché il calore emanato dal corpo del drago rosso aveva già sciolto tutto, lasciando l’erba umida e inzuppata come dopo una pioggerella autunnale. Era come se Igneel si portasse eternamente dietro l’ombra dell’estate.

Doveva fare qualcosa per rimediare.

Erza raccolse quanta più neve poteva dagli angoli in cui era rimasta. La compresse in una grossa palla, si lanciò di corsa sotto l’ala di Igneel e poi la scagliò con tutta la forza che aveva dritta in faccia all’amico che russava - SVEGLIA! -

Natsu sobbalzò, lanciando uno strillo disumano ed anche Igneel si svegliò di colpo, ruggendo come se un mostro fosse appena piombato in mezzo alla radura. Il drago saltò in piedi sulle zampe, guardandosi tutt’attorno in cerca di pericoli, ma poi si accorse di Erza che correva via ridendo e di suo figlio che la inseguiva con la faccia e la testa completamente coperte di neve. Igneel si lasciò cadere di nuovo a terra esalando una nuvola di vapore fuori dalle narici - Chi lo ha mai detto che per un uomo è impossibile uccidere un drago? Un giorno o l’altro questi due mi faranno fuori senza nemmeno usare la magia! - Ma Natsu ed Erza non potevano sentirlo: i due erano già spariti in mezzo agli alberi rincorrendosi e ridendo come matti.

- Ti sembra questo il modo di darmi il buon giorno? -

- Era tardi! - Erza evitò Natsu che la inseguiva svoltando di colpo dietro un pino e mandandolo a sbattere contro il tronco. - Perché stavi ancora dormendo? Non ti svegli sempre prestissimo? -

Natsu staccò la faccia dalla corteccia e allungò una mano cercando di afferrare l’altra per i capelli ma Erza lo evitò ancora una volta tirandosi indietro e ricominciando a correre.

- Igneel dice che d’inverno i dragon slayer devono dormire di più! -

- Mica andare in letargo! -

- Guarda che se non la smetti mi arrabbio! -

- Fammi vedere! Sky Dragon’s Claw! -

Natsu non riuscì a spostarsi in tempo, ma per fortuna l’incantesimo non era diretto contro di lui. Il turbine di Erza colpì l’abete dietro di lui, scuotendolo da cima a fondo e la neve accumulata sui rami precipitò sulla testa di Natsu seppellendolo completamente. La scena era così comica che la bambina non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere così forte da piegarsi in due, ma quell’attimo di distrazione segnò la sua sconfitta.

- Quando hai imparato quel trucco? - Natsu schizzò fuori dalla neve come un fulmine e la bloccò a terra, sedendosi sulla sua schiena. - La prossima volta devo ricordarmi che conosci anche questa mossa. -

- Ehi! Lasciami! - Erza provò a divincolarsi ma l’amico era troppo pesante per spostarlo. L’altro bambino se la rideva dei suoi sforzi - Ti libero solo se ammetti prima che Natsu Dragneel è il più forte in assoluto! -

- Mai! - Ma quando Erza provò a scagliare il suo ruggito l’unica cosa che venne fuori fu una raffica così debole da scompigliare a stento i capelli di Natsu. Il bambino scoppiò anche lui a ridere e così forte che finì per rotolare giù da solo, andando a sbattere contro un altro albero. Al colpo, dai rami, venne giù praticamente un’altra valanga, seppellendolo di nuovo. - Ah! Odio questa roba! - Natsu si liberò agitando le braccia - Odio il ghiaccio e la neve! -

- Perché? -

- Perché Igneel dice che il ghiaccio è nemico del fuoco. È il suo opposto! - Le spiegò Natsu come se fosse la cosa più naturale del mondo - Per questo il ghiaccio è mio nemico! -

- L’opposto del fuoco non è l’acqua? -

- Il ghiaccio! Ma l’inverno alla fine dei conti non è così male, si possono fare un sacco di cose divertenti. - Natsu si alzò in piedi cercando un punto in cui la neve era più profonda e quando lo trovò si buttò con la schiena a terra, muovendo le braccia su e giù per appiattire il manto bianco. - Guarda! - Quando si alzò la sagoma era perfettamente chiara.

- Che bello! Sembra un angelo! -

- È un drago! -

Erza aggrottò un sopracciglio.

- Ha le ali non vedi? Che cos’è poi un angelo? -

- Lascia stare ... - Erza lanciò un sospiro ma non riuscì nemmeno a finire che Natsu l’aveva già afferrata, tirandola come al solito per una mano - Andiamo! Ti voglio far vedere un’altra cosa! -

- Dove mi porti? -

- Al lago! Sbrigati! -

- Al lago? -

Natsu andava così di fretta da non avere nemmeno tempo per risponderle. Un paio di volte sembrò che fosse sul punto di scivolare trascinando Erza con sé.

- Che cosa c’è di tanto speciale al lago da vedere oggi? -

Alla fine quando arrivarono a destinazione, Natsu lasciò andare di colpo la presa ed Erza perse definitivamente l’equilibrio. Sarebbe piombata in acqua se il freddo non avesse congelato la superficie.

- I pesci adesso sono tutti surgelati! - Annunciò Natsu ma Erza ci mise un po’ a capire cosa intendeva. Le sponde del lago si erano trasformate in un’unica massiccia, cornice di ghiaccio e numerosi pesci erano rimasti intrappolati nella lastra. Sembrava quasi che l’inverno li avesse colti di sorpresa, immobilizzandoli proprio nella posizione in cui si trovavano mentre stavano nuotando. Erza non aveva mai visto una cosa del genere, anche se la neve era una cosa che già conosceva. Nel villaggio dove era nata non c’erano laghi ma solo un torrente che si riempiva in primavera e in autunno e svuotava completamente d’estate.

- Wow ... -

- Forte, eh? È buono per fare colazione! -

Quando Erza si girò scoprì che Natsu, con un colpo d’artigli, aveva già cavato un grosso pesce fuori dal ghiaccio e che lo stava arrostendo con le sue fiamme. Pochi secondi sul fuoco ed il bambino si infilò la colazione in bocca, completa di lische e squame.

- Che schifo ... -

- Non ti piace ... Mnf ... Pesce? -

Igneel apparve l’attimo dopo, atterrando vicino al lago e sollevando un autentico turbine di neve con il battito delle sue ali - Ah, ecco dove vi eravate cacciati! Che cosa fanno di bello questi due cuccioli per divertirsi? Mnf! - Natsu non gli diede nemmeno il tempo di scansarsi, tirandogli una palla di neve dritta in gola. Adesso che aveva fatto il pieno d’energia non gli rimaneva altro da fare che consumarla.

- Alleniamoci! Facciamo quella cosa che facciamo tutti gli inverni! -

- Oh, oh ... - Ripeté Igneel con un risolino diabolico - Siete davvero sicuri di poter vincere una Dragon Snow War? -

- Dragon ... Snow? - Erza non ne aveva mai sentito parlare.

- È un’altra cosa che si può fare solo d’inverno! - Le spiegò Natsu - È facile! Devi tirare addosso all’avversario quante più palle di neve puoi. Devi farlo arrendere! Dacci dentro! - Il bambino non aspettò nemmeno il segnale d’avvio tirando una gragnola di palle di neve addosso a Igneel: era un bersaglio così grande che era praticamente impossibile mancarlo.

- Forza! -

Non c’era bisogno di ripeterlo!

Anche Erza si unì ai lanci ed il vecchio drago si buttò a terra fingendo di agonizzare ad ogni colpo che riceveva, anche se la maggior parte delle palle di neve si scioglieva non appena toccava le sue scaglie.

- Ah! Questi crudeli dragon slayer! -

Se Igneel avesse deciso di combattere sul serio gli sarebbe bastato un colpo delle sue enormi zampe e della sua lunga coda per causare un’autentica valanga. Ma che motivo c’era di rovinare il gioco? Il drago si limitava a rotolare di qua e di là, sbattendo giusto un po’ le ali per respingere qualcuno dei colpi diretti contro di lui.

- Incredibile. - Ad interrompere lo scontro e a spingere tutti i concorrenti a girarsi verso l’alto, fu la voce di Grandeeney. La dragonessa li aveva raggiunti per controllare cosa fosse accaduto alla sua discepola ed adesso li stava fissando con aria perplessa. Il suo sguardo diceva tutto. Dall’alto Igneel doveva esserle apparso come un passero zoppo che si dimenava inutilmente per spiccare il volo. Se le sue scaglie non fossero state già di un bel rubino brillante, il grosso rettile sarebbe arrossito dalla punta del muso fino a quella della coda.

- Non sei stata anche tu una volta un piccolo drago? - Igneel fece una specie di sorriso, cercando di giustificarsi ma Grandeeney non lo ricambiò, atterrando accanto ad Erza e lasciandosi dietro, come sempre, una scia di penne bianche - Per fortuna sono uscita dall’uovo ... Si può sapere cosa state facendo? -

- Una Dragon Snow War! - Le rispose Natsu con tutto l’entusiasmo che aveva.

- Devi tirare all’avversario quanta più neve puoi! - Le spiegò Erza, ripetendo le regole - Perde il primo che si arrende! -

- Sembra interessante ... - E questa volta dalla bocca di Grandeeney uscì finalmente qualcosa che somigliava ad un risolino - È la sfida perfetta per un drago del cielo. -

Igneel riuscì a stento a coprire Natsu con un’ala prima che una raffica gelida, sollevasse praticamente da terra tutta la neve che c’era e li sotterrasse vivi. Per fortuna il ghiaccio non era un problema per il drago di fuoco. Igneel lanciò una fiammata ed in un attimo tutta la neve si sciolse, liberandolo dalla sua trappola.

- Natsu, questa è una dichiarazione di guerra! Facciamo vedere a queste due chi è il migliore! -

- Contaci. - E Grandeeney lanciò un altro ruggito ricoprendo di nuovo il campo con la neve. Anche lei, se avesse usato a pieno i suoi poteri, non avrebbe fatto altro che causare devastazione, ma Natsu ed Erza non lo sapevano ed accettarono volentieri la sfida. I due bambini ricominciarono a tirarsi palle di neve, ridendo a più non posso mentre i loro draghi fingevano di combattere una battaglia all’ultimo sangue.

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Capitolo 9
*** La piccola furia nera ***


La piccola furia nera

Quando ho scritto questo capitolo non ho saputo resistere alla tentazione di mimare una famosa scena del Re Leone, il film Disney che amo di più in assoluto. Si tratta di una scena così famosa che capirete subito di quale si tratta! Inoltre spero che il capitolo vi piaccia, perchè qui sta per fare la sua apparizione un altro piccolo dragon slayer con il suo drago. Sarà lui il protagonista dell'arco finale di questa storia: un'autentica furia nera!




La piccola furia nera

Quell’anno l’inverno continuò sulla Foresta dell’Est alternando tormente a giorni in cui spirava un vento gelido ma che liberava il cielo dalle nuvole. Natsu ed Erza intanto continuavano gli allenamenti con i loro draghi ma coglievano ogni occasione per giocare e divertirsi. Per il bambino la neve o la pioggia non facevano alcuna differenza e tutti i giorni lavorava per imparare nuovi incantesimi. Grazie al fuoco che gli bolliva dentro non sentiva né il freddo né la stanchezza e nella radura dove vivevano lui e Igneel l’aria era sempre tiepida, come se la primavera fosse rimasta intrappolata lì in mezzo. Erza invece passava le giornate più fredde al riparo, sotto le soffici ali di Grandeeney, sforzandosi di imparare i nomi e le proprietà di tutte le erbe che le mostrava. I due bambini erano così impegnati che non si accorsero nemmeno che l’inverno ad un certo punto aveva cominciato ad allentare la sua presa ed i giorni in cui il sole splendeva stavano iniziando ad aumentare. Non immaginavano nemmeno quali sorprese avrebbero trovato sotto quel manto bianco che iniziava a sciogliersi.

- Erza! Erza sali qui! - La bambina si affrettò a fare come le era stato detto, arrampicandosi lungo lo stretto sentiero che faceva il giro della montagna. Natsu aveva scoperto quel passaggio dietro la caverna solo pochi minuti prima. Sembrava che a scavarlo fossero stati la pioggia e gli elementi.

- Attenta a non scivolare! -

La roccia era ancora coperta di neve e camminare in quello stato era piuttosto difficile ma una volta arrivati in cima il premio era più che sufficiente per ripagare tutti gli sforzi fatti. Il panorama era molto diverso da quello alle sorgenti. Da quel punto così in alto si vedeva tutta la Foresta dell’Est ma anche più lontano: i villaggi e le pianure che si perdevano all’orizzonte.

- Wow! - Esclamò la bambina esalando una nuvoletta di fumo bianco - È fantastico! -

- Quello che cos’è secondo te? - Natsu le indicò un punto più a nord, quasi al confine della foresta, immerso in una strana penombra. Nonostante la neve gli alberi sembravano così scuri da formare una macchia nera.

- È la Foresta Pietrificata. - Gli spiegò la voce di Igneel. Il grande drago li aveva raggiunti ed adesso stava sbattendo lentamente le ali per tenersi sospeso vicino alla montagna. - Possibile che non possa perdervi nemmeno un attimo di vista? Avvisatemi quando vi allontanate! -

- Che cos’è la Foresta Pietrificata? - Continuò Natsu. Adesso quell’angolo buio aveva tutta la sua attenzione.

- Mi avevi detto che dopo la palude non c’era più niente! -

- E infatti non c’è niente di interessante. - Replicò il drago - La Foresta Pietrificata è un posto morto, dove gli alberi sono stati tramutati in solida roccia. Ed è anche un posto pericoloso! Non dovete mai e ripeto mai metterci piede! -

Ma Natsu aveva sentito tutto tranne che l’avvertimento finale - Che cosa c’è di così pericoloso? -

- Promettetelo! -

- Ma che ... -

- Promettetelo! -

- Promesso Igneel. - Alla fine i due bambini risposero in coro ed il drago lanciò un sospiro di sollievo, producendo anche lui una nuvola di vapore bianco.

 - Ma cosa c’è di pericoloso nella Foresta Pietrificata? -

Ah, non aveva alcuna speranza di farsi capire dal figlio! Se voleva cambiare argomento doveva trovare un altro sistema per distrarlo - Si è fatta ora di mangiare: venite voi due! - Igneel appoggiò il muso alla roccia per permettere ai due bambini di arrampicarsi sulla sua schiena - Ho proprio voglia di carne! -

- Carne? - Era la parola magica, giusta per Natsu: in un attimo era già a cavallo del drago, mentre Erza incespicava per raggiungerlo. Per quella volta Igneel se la sarebbe cavata ma non per sempre. Il giorno successivo Natsu era già fuori dalla caverna prima che Grandeeney facesse ritorno per rapire la sua piccola amica.

- Ehi! Perché corri così tanto? Dove stiamo andando? -

- È una sorpresa Erza! -

Ma più i due si allontanavano, correndo nel fitto della foresta, più Erza iniziava ad avere dubbi sulla loro destinazione. Quando ad un certo punto gli alberi cominciarono a diradarsi per fare posto alle pozze fangose della palude, la bambina decise che era giunto il momento di fermarsi. Piantò i piedi per terra e Natsu fu costretto ad arrestarsi di colpo. - Voglio sapere dove stiamo andando! - Gli ordinò Erza e lui fece uno sbuffo, come a dire che era una terribile guastafeste - Alla Foresta Pietrificata! -

- Ma abbiamo promesso di non andarci! - Erza non voleva far arrabbiare né Grandeeney né Igneel. - Se lo vengono a sapere ... -

- E noi non glielo faremo sapere! - Aggiunse Natsu con un sorriso tentatore, girandole attorno come un cacciatore con la sua preda - Dai! Le diamo solo un’occhiata veloce! Non sei curiosa di vederla? Una Foresta Pietrificata! Un’intera foresta dove tutti gli alberi sono di pietra! Ma non è mitico? -

Sotto, sotto l’idea era affascinante anche per Erza, ma la bambina aveva ancora i suoi dubbi - Hanno detto che è pericoloso ... -

- E di cosa hai paura? Qui c’è Natsu! Il più forte di tutti i dragon slayer! Ho battuto il rajang, posso sconfiggere ogni mostro! - E a quel punto Erza lanciò un sospiro: sapeva che Natsu non si sarebbe mai arreso se gli avesse detto di no e poi, in fondo avevano la magia dalla loro parte per difendersi.

- Le diamo solo un’occhiata veloce? -

- Promesso! -

Tutto quello di cui aveva bisogno era annuire. Natsu non perse altro tempo: l’afferrò di nuovo per la mano, trascinandola via e usando dei tronchi caduti, per attraversare il mare di melma stagnante della palude. L’inverno aveva ghiacciato in alcuni punti il fango, rendendo più facile il passaggio, ma la neve caduta quell’inverno aveva anche un lato più insidioso: con il suo manto nascondeva tutti gli angoli in cui il ghiaccio era più sottile.

- Stai attenta lì! -

- Scivolo! -

- Presa! - Per fortuna Natsu aveva i riflessi pronti ed afferrò Erza al volo, stringendola forte tra le braccia con un gran sorriso. La bambina per un attimo rimase come paralizzata, arrossendo così forte che la sua faccia finì col diventare dello stesso colore dei capelli, poi riuscì finalmente a divincolarsi dalla stretta - Credo che siamo arrivati! - Ed Erza aveva ragione: davanti a loro adesso si apriva uno spettacolo completamente nuovo, terrificante ma allo stesso tempo affascinante come non mai. Natsu non perse tempo a prenderla di nuovo per la mano, costringendola a seguirlo nel labirinto della Foresta Pietrificata. Attorno a loro gli alberi svettavano spogli e contorti contro il cielo: sembrava fossero stati colpiti da una maledizione mortale. I tronchi e i rami avevano assunto lo stesso aspetto della roccia vulcanica, ossidiana nera lucida, e a toccarli perfino la consistenza sembrava la stessa. La neve aveva coperto anche questa parte della foresta ma in misura minore. C’erano macchie bianche di qua e di là, alcune coprivano i rami e altre il terreno, lasciando scoperta un po’ d’erba gialla e smorta. Era proprio come aveva detto Igneel: in quel posto non c’era la minima traccia di vita, eppure l’atmosfera lugubre che incombeva sulla Foresta Pietrificata faceva brutti scherzi. Le ombre davano continuamente l’impressione che ci fosse qualche pericolo in agguato dietro l’angolo. Era come se ci fosse uno strano odore nell’aria, ma l’essenza di metallo che aleggiava attorno a loro rendeva difficile distinguere propriamente gli odori. Era come se qualcosa li stesse spiando e seguendo tra le ombre. I due bambini camminavano silenziosamente uno accanto all’altra, con i sensi in allerta, pronti a reagire al minimo segnale di pericolo.

- Avevi detto uno sguardo veloce. Torniamo indietro adesso! - Sibilò Erza; ne aveva avuto abbastanza di quel posto e ad ogni passo si pentiva di aver assecondato il suo amico.

- Solo un altro po’! - Ma Natsu stava vibrando per l’emozione. Era così affascinato dalla Foresta Pietrificata che avrebbe voluto vederne ogni angolo! Era così curioso che avrebbe voluto perfino scoprire qual’era il mostro che abitava in quel luogo e che lo rendeva tanto pericoloso! Povero Natsu! Ancora non aveva imparato che bisogna scegliere con molta cautela le cose che si desiderano.

- Tranquilla! - La rassicurò il bambino - Tanto qui con me sei al ... -

Non riuscì nemmeno a completare la frase.

L’unica cosa che Erza vide fu una macchina nera e indistinta, pelliccia arruffata e artigli, che si gettava sull’altro dragon slayer. La mano di Natsu le sfuggì dalla presa ed il bambino rotolò via trascinato dalla furia dell’impatto.

- NATSU! - Erza gridò con tutto il fiato che aveva in gola, terrorizzata mentre Natsu ed il suo aggressore andavano a sbattere contro un tronco. L’intero albero vibrò sotto la forza del colpo, prima che il piccolo dragon slayer riuscisse a fare qualcosa per difendersi. Raccolse tutta la magia che aveva nella sua aura, coprendosi di fuoco ed a quel punto la furia che lo aveva colpito si fece finalmente da parte con un salto.

- Ghihihi! -

E fu soltanto allora che Erza e Natsu capirono che quella in realtà non era una bestia. Né un lupo feroce, né un mostro di qualche altra specie. Sotto tutta quella matassa di pelliccia nera e sotto quel groviglio di capelli neri c’era un altro ragazzino. Un umano se non fosse stato per gli occhi rossi e scintillanti, le zanne e gli artigli.

- Chi diavolo sei??? - Gridò Natsu rimettendosi precipitosamente in piedi. Aveva le braccia coperte di graffi e un grosso taglio che gli correva lungo la guancia sinistra.

- Chi diavolo siete voi? - Replicò l’altro ragazzino, puntandogli un dito contro - Siete voi che siete entrati nel mio regno! -

- Regno? - Ripeté Natsu - Vuoi dire che la Foresta Pietrificata è tua? -

- Esattamente e chiunque entra qui senza il mio permesso subisce la pena di morte. - A quel punto il ragazzino non perse altro tempo. Piegò la testa all’indietro, gonfiò le guance e ... Soffiò.

- Iron Dragon’s Roar! -

Natsu si salvò soltanto grazie alla sua prontezza di riflessi. Spirò anche lui una voluta di fuoco ed il suo incantesimo si incontrò a metà strada con quello dell’avversario causando un’autentica esplosione. Fumo e schegge di ferro impazzite schizzarono da tutte le parti. Erza fu costretta ad inginocchiarsi e a coprirsi la testa per proteggersi. Un altro dragon slayer? Possibile? Non riusciva a crederci ma non c’era tempo per farsi domande come quella. Bastò un attimo ed il ragazzino vestito di pelliccia era già saltato fuori dal fumo pronto a colpire Natsu. - Steel Dragon’s Sword! - Il suo braccio destro si trasformò in una lunga spada seghettata; per fortuna l’altro dragon slayer era pronto ad accoglierlo con un pugno infuocato. La lama gli ferì di striscio la spalla ma il suo colpo andò lo stesso a segno proprio contro la guancia del nemico. Ciò che seguì fu una raffica indiscriminata di attacchi, acciaio e fuoco che crepitavano l’uno contro l’altro.

- Iron Dragon’s  Club! -

Questa volta però Natsu tardò qualche secondo di troppo. Il braccio dell’avversario si trasformò in una lunga sbarra d’acciaio, allungandosi a dismisura e colpendolo dritto allo sterno con abbastanza forza da sbalzarlo via.

- E Iron Dragon’s R! -

Se lo avesse colpito per lui sarebbe stato un K.O. garantito. Erza reagì letteralmente d’istinto, senza nemmeno pensarci. La magia che aveva dentro di lei reagì praticamente da sola - Sky Dragon’s Roar! - L’incantesimo travolse il nemico con così tanta forza da sbalzarlo via. Per qualche istante rimase sospeso per aria, prima di precipitare a terra con un tonfo. Erza aveva usato tutta la magia che aveva con quell’attacco. Il turbine che aveva prodotto aveva stupito perfino lei e adesso a causa di tutta l’energia che aveva consumato le mancava il respiro, ma la sua mossa si rivelò provvidenziale. Il loro avversario si rialzò ma vacillò un attimo di troppo, dando a Natsu la possibilità di afferrarlo alle spalle, bloccandogli le braccia.

- Levati di dosso! -

- Nemmeno se mi preghi! -

Provare a scrollarlo via era inutile: il piccolo dragon slayer aveva un sorriso diabolico. - Ti faccio vedere il potere dei draghi di fuoco! - Era già pronto ad accendere di nuovo la sua aura e ad appiccare le fiamme all’avversario proprio come aveva fatto con il rajang, quando una raffica di vento improvvisa si abbatté sulla Foresta Pietrificata, scagliando tutti e tre i combattenti a terra. Per un attimo la luce del sole su di loro fu oscurata e poi qualcosa piombò giù con tanta forza da far tremare il terreno. Gli alberi tutt’attorno a loro andarono letteralmente in frantumi, come fragili cristalli, scagliando schegge dappertutto. Poi un ruggito spaventoso riecheggiò per la Foresta Pietrificata, amplificato e distorto dagli alberi di pietra.

Quando Natsu ed Erza riuscirono finalmente a rialzare la testa capirono subito che quello, in piedi in mezzo alla polvere era ... un drago. Un drago gigantesco con un grande ghigno pieno di denti affilati. Il suo corpo affusolato ed aerodinamico era completamente coperto di scaglie d’acciaio, scure e lucenti come gli alberi della Foresta Pietrificata. Le sue ali invece sembravano fatte da una sfilza di lame taglienti, le une attaccate alle altre.

- GAJEEL! - Tuonò il drago, ruggendo cavernosamente. Al suono della sua voce il ragazzino vestito di pelliccia drizzò la schiena. - Che cosa abbiamo qui? Che hai trovato? - Il mostro abbassò il muso per guardare meglio le sue prede. Natsu non perse nemmeno un secondo per rialzarsi e correre a mettersi tra Erza e il drago. Scoprì i denti minacciosamente ma il mostro lo ricambiò imitando il suo gesto. Le sue zanne erano grandi almeno tanto quanto il corpo del bambino.

- Hanno invaso la Foresta. - Spiegò Gajeel incrociando le braccia - Sembrano anche loro dei dragon slayer ma sono deboli. Li uccidiamo Metallicana? -

Il drago sghignazzò, provocando un brivido ai due bambini con il suono della sua voce. A giudicare dallo scintillio nei suoi occhi sembrava proprio tentato di fare come gli era stato suggerito. Natsu ed Erza non avevano mai incontrato un drago tanto ostile ed in cuor loro sapevano di non avere abbastanza potere per fermarlo, ma non si sarebbero fatti eliminare così facilmente. Il piccolo dragon slayer inspirò profondamente, pronto a scagliare una fiammata e l’attimo dopo fuoco e fiamme travolsero Metallicana costringendolo a fare un passo indietro. Peccato però che non fossero opera sua.

- STA LONTANO DA LORO! - Un altro ruggito scosse la foresta e l’attimo dopo Igneel atterrò davanti ai bambini, mettendosi come uno scudo tra loro e l’altro drago. Né Natsu né Erza lo avevano mai visto in quello stato: il calore della sua magia si irradiava dal suo corpo con tanta forza da far crepitare l’aria attorno a lui. Con le zanne scoperte e le ali spalancate sembrava un autentico mostro.

- Oh oh oh! - Replicò Metallicana. L’attacco di poco prima non lo aveva scalfito nemmeno. - Adesso capisco dove avevo già visto quel potere! Qui moscerini sono tuoi! -

- Miei e di Grandeeney! Ed è meglio che stai lontano da Natsu ed Erza se non vuoi che veniamo a cercarti fino dall’altro capo di Earthland per farti a pezzi. - Sibilò Igneel, facendosi ancora più vicino ai bambini.

- Voi due salite sulla mia schiena. Ce ne andiamo subito. -

- Ma come? Li porti via? - Continuò Metallicana, ridendo cupo - Stavano combattendo così bene contro il mio Gajeel! Ero proprio curioso di vedere chi sarebbe stato disintegrato per primo. -

- Non abbiamo alcuna intenzione di accettare i tuoi inviti, Metallicana. -

- Ah, no? Eppure io aspettavo da tempo questo momento! Non appena ho saputo che il “grande” Igneel aveva preso un nuovo dragon slayer da addestrare non ho saputo resistere alla tentazione e ne ho preso uno anche io! Se avessi saputo che anche Grandeeney ne aveva uno, ne avrei presi due! -

Igneel diede un ultimo colpo di coda a Natsu ed Erza per convincerli ad arrampicasi più velocemente sulla sua schiena e spiccò il volo giusto in tempo prima che le zanne di Metallicana gli affondassero in una zampa. Il drago spirò un altro inferno infuocato contro l’avversario per sfruttare il diversivo delle fiamme e del fumo per volare via il più velocemente possibile. Quando la cortina si dissolse ormai era già fuori gittata.

- Stanno scappando! - Gridò Gajeel. Metallicana lo aveva coperto con una delle sue ali dal fuoco. - Che stai aspettando vecchio? Andiamo a prenderli! -

- Non c’è alcun gusto a combattere contro avversari che se la fanno addosso dalla paura. - Borbottò il drago.

- Ricorda che il valore di un dragon slayer si misura dal calibro dei suoi nemici. Se perdi tempo a combattere contro i vermi tutti penseranno che sei debole tanto quanto loro. -

A Gajeel quel suggerimento non piaceva. Fece una smorfia e puntò lo stesso una mano contro l’orizzonte - E allora che facciamo? Li lasciamo andare? -

- Sì, li lasciamo andare. Forse un giorno diventeranno più interessanti. - Per un attimo il drago d’acciaio fece un mezzo sorriso, poi la sua espressione si indurì. - Inoltre prima ti ho sentito, lo sai? Non dire mai più che sei il re di questa foresta. Sono io il re. - Metallicana sottolineò il concetto con uno schiocco di coda così forte da mandare Gajeel a sbattere contro un albero. Sotto la forza dell’impatto il tronco si spezzò con un crack secco, ma senza causare troppi danni; pochi secondi dopo il bambino era già in piedi ruggendo minacce. Ma il drago ormai non lo stava più ascoltando, intento a fissare all’orizzonte il punto, dietro la montagna, in cui erano spariti i loro visitatori. - Sei diventato proprio un vecchio codardo, Igneel. - Ma il drago di fuoco non sentì nemmeno il suo insulto. Volava così forte che per tenersi alle sue scaglie Erza e Natsu furono costretti a usare tutta la forza che avevano. Il vento gli impediva di respirare e quando Igneel decise che era finalmente arrivato il momento di atterrare, nel bel mezzo della sua radura, l’impatto col terreno li sbalzò letteralmente sull’erba. Natsu provò a protestare qualcosa ma la zampa del padre lo atterrò di nuovo, tenendolo pigiato a terra.

- STA ZITTO! - Ruggì Igneel. Il suo tono era così perentorio che Natsu ammutolì immediatamente.

- Ho capito subito che c’era qualcosa che non andava appena sei sparito! Hai idea di che pericolo hai corso? Lo sai cosa poteva succederti? Metallicana non ha scrupoli quando si tratta di umani! Poteva ingoiarti in un sol boccone! -

- Ma io sono un dragon ... -

- NON SEI ANCORA UN VERO DRAGON SLAYER! Non puoi reggere il confronto con un drago! E la cosa peggiore è che hai messo in pericolo anche Erza! Se Metallicana avesse colpito lei che cosa avresti fatto? EH? -

Mai in tutta la sua vita Natsu aveva visto il padre così arrabbiato, così furioso. Gli vennero le lacrime agli occhi al solo pensiero. Soltanto allora Igneel ritirò la zampa - Oggi mi hai molto deluso, Natsu. Mi hai disobbedito! Hai ancora molte cose da imparare, prima di poterti chiamare un dragon slayer. -

Il bambino riuscì a stento ad inghiottire un singhiozzo.

- Ma ... non voleva fare nulla di male! Voleva soltanto vedere com’era la Foresta Pietrificata. - Anche Erza era letteralmente terrorizzata dalla furia del drago di fuoco, ma fece lo stesso un passo avanti, cercando di difendere l’amico. - E poi è stato molto coraggioso! Ha provato a difendermi! -

- Erza, essere coraggiosi non significa andare in cerca di guai. Mi avete fatto spaventare da morire oggi. -

- Davvero? - Singhiozzò Natsu e Igneel lanciò un sospiro, avvicinando di più i due bambini con un’ala.

- Ho avuto paura di perdervi entrambi. Non fatelo mai più. Promesso? -

- Promesso. -

Quando venne a sapere quello che era successo Grandeeney andò su tutte le furie e se la prese con Igneel invece di ringraziarlo per quello che aveva fatto. Per tutta la settimana successiva i due piccoli dragon slayer furono messi in punizione e a nessuno dei due fu permesso di lasciare la radura o la caverna. Gajeel e Metallicana invece, sparirono di nuovo nell’oblio della loro Foresta Pietrificata.

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Capitolo 10
*** L'inizio della primavera ***


L'inizio della primavera Ciao eccomi di nuovo qui con il capitolo di questa domenica! Lo adoro, ho riso a più non posso mentre lo scrivevo e in linea con l'atmosfera primaverile, mi sono divertita a buttarci dentro anche un pizzico di romanticismo. Buona lettura!




L’inizio della primavera

Il sole della primavera splendeva a picco sulla grande radura nel mezzo della Foresta dell’Est e sul piccolo Natsu addormentato. Il bambino se ne stava disteso sull’erba, con le braccia spalancate come una stella e la bocca leggermente aperta. Il suo petto si alzava ed abbassava dolcemente. Di tanto in tanto un fischio gli scappava dalle labbra ed il suono del suo russare riecheggiava per il prato. Accanto a lui anche Igneel se ne stava steso, godendosi come una vecchia lucertola il tepore del sole mentre sonnecchiava. Vedere il grande drago addormentato era una cosa piuttosto comune ma vedere Natsu russare così pacificamente era una scena più unica che rara. Sembrava così carino e così buono che perfino Erza era indecisa se svegliarlo, ma in fin dei conti non era tanto difficile scegliere la risposta: con un amico addormentato non si può giocare.

- Sveglia! - Gridò Erza, lanciando sulla testa di Natsu la ghirlanda di fiori che aveva appena completato. Aveva già aspettato troppo tempo per farlo!

- Sve ... che ... perché? - Ed il bambino finalmente si svegliò, tirandosi a sedere e strofinandosi gli occhi. Era ancora così assonnato che non si accorse della ghirlanda fino a che non gli cascò davanti alla faccia. - Ma che roba è? - Erza ormai stava ridendo così tanto da non riuscire nemmeno a rispondere. Le ci volle un po’ per riprendere fiato - Che ti è successo? Non hai dormito stanotte? -

- E come faccio a dormire? - Replicò l’altro spalancando le braccia esasperato. La corona di fiori piegata su un lato della testa lo faceva assomigliare a una divinità selvaggia. - Non lo senti pure tu? A primavera tutti gli animali si ammalano! -

- Ammalano? - Ripeté Erza, non riusciva nemmeno ad immaginare a cosa si stesse riferendo.

- Certo! - Continuò Natsu - Me lo ha detto Igneel! È colpa degli sbalzi tra il freddo dell’inverno e il caldo del sole! Un sacco di animali si ammalano e per questo strillano tutto il giorno e la notte! Non li senti pure tu? -

Oh, adesso era tutto più chiaro! Anche Erza aveva notato il fatto che con l’arrivo della primavera tutte le creature della foresta erano diventate più rumorose. Per esempio, l’ultima volta che lei e Grandeeney erano uscite per raccogliere erbe, avevano incontrato una coppia di grossi cervi che muggivano l’uno contro l’altro. Per un po’ i due animali si erano guardati con sospetto ma poi avevano cominciato una spettacolare battaglia a colpi di corna. Anche Erza aveva chiesto a Grandeeney che cosa stava succedendo, ma aveva ricevuto una risposta completamente diversa - È la stagione degli amori! Tutti gli animali stanno cercando un compagno per avere dei cuccioli. -

- Quindi la primavera è la stagione degli amori e non dei malanni? - Natsu si prese il mento con una mano mentre Erza ridacchiava che forse aveva capito male quello che gli aveva detto Igneel.

- Ma cos’è l’amori? -

- Si dice amore! Amore è singolare e amori è plurale. -

- E allora cos’è quest’ “amori è plurale”? -

- Ma davvero non lo sai? - Esclamò Erza, sempre più incredula - L’amore è la cosa più bella del mondo! - E a queste parole Natsu si riscosse completamente dal sonno - Più di mangiare e dormire? -

- Molto di più! -

Natsu spalancò la bocca: non riusciva a credere che esistesse una cosa del genere!

- Dove si trova questo amore, allora? - Se era così bello adesso capiva perché tutta la foresta lo stava cercando senza sosta.

- Non è che lo trovi da qualche parte ... L’amore non è come un fungo ...  - Cominciò a spiegargli Erza, cercando le parole più chiare possibili. - L’amore è quando vuoi così tanto bene a qualcuno che non potresti viverne senza! -

- Come con te o con Igneel? A questo punto credo di amare un poco anche Grandeeney. -

- Più o meno. Però io e te siamo amici non innamorati! -

- E che cambia? - Borbottò Natsu - Io non posso vivere senza di te. - Per un attimo Erza rimase  letteralmente ammutolita, senza sapere cosa rispondere. Arrossì a tal punto che non si poteva nemmeno distinguere dove iniziassero i capelli. - Gli ... gli ... gli innamorati ... fanno .. cose diverse dagli amici. - Balbettò la bambina cercando di tornare al punto del discorso.

- Tipo? -

- Per esempio si baciano mettendo le labbra uno contro l’altro. -

Natsu rimase per un attimo a riflettere sulla cosa poi si affrettò a prendere la grossa testa di Igneel che stava ancora dormendo placidamente vicino a loro.

- Così? - E poggiò le labbra sul muso del drago. Fu come se una scarica elettrica avesse improvvisamente attraversato il rettile e Igneel spalancò gli occhi. Per un attimo rimase fermo a fissare il figlio e poi sobbalzò, alzando la testa di scatto e scrollandolo via - Si può sapere cosa sta succedendo qui??? - Ruggì il drago.

- Erza mi stava spiegando come si baciano gli innamorati perché ha detto che Grandeeney le ha detto che non è vero che a primavera gli animali si ammalano ma che la primavera è la stagione degli amori e tutti fanno rumore perché stanno cercando un compagno e vogliono dei cuccioli e l’amore è la cosa più bella del mondo ed è quando non puoi stare senza qualcuno. -

Igneel si ritrovò costretto a battere un paio di volte le palpebre per assorbire tutta la valanga di informazioni che Natsu gli aveva appena dato. Per le fiamme dell’inferno ma come avevano fatto ad arrivare a quell’argomento? Possibile che non imparasse mai? Non ci si può addormentare con dei piccoli umani intorno.

- A proposito! - Esclamò a quel punto Natsu - Ma perché gli animali vogliono fare i cuccioli a primavera? Come fanno a farli? -

Igneel per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.

- Mi sono scordata di chiederlo a Grandeeney... - Continuò Erza, scuotendo la testa - Non lo so come nascono i cuccioli ... -

- Igneel tu lo sai? -

Ed ecco: per il vecchio drago era finalmente arrivata la fatidica domanda. Aveva vissuto secoli e secoli, era sopravvissuto a guerre, nemici e cataclismi e adesso ... Che cosa poteva fare adesso?

- Igneel? - Continuò ad insistere Natsu con degli occhi pieni di curiosità: era certo che suo padre, il drago migliore del mondo, gli avrebbe spiegato tutto!

- Ecco ... -

A questo punto per Igneel si aprivano ben quattro possibilità diverse: negare, passare la palla, dire la verità oppure inventarsi una scusa convincente. Per esempio poteva mettersi a gridare:  “ Che ne so io da dove vengono i cuccioli! Vi sembro un cucciolo? ” Ma il drago sapeva già che non avrebbe funzionato. Se non avesse risposto in modo soddisfacente alla domanda Natsu avrebbe continuato ad insistere per il resto dell’eternità. E se invece avesse usato Grandeeney come scudo? “Lei è femmina e le femmine sanno meglio queste cose dei maschi!” Ma Igneel sapeva che nemmeno questo poteva funzionare: la dragonessa probabilmente si sarebbe infuriata con lui e gli avrebbe staccato la testa. Dire la verità poi, non era di certo la cosa giusta! Conoscendo Natsu c’era il pericolo che decidesse di testare tutto già a otto anni. E se avesse inventato una bugia abbastanza convincente? In fondo, lo sanno tutti, di bugie bianche non si muore ...

Ma cosa poteva inventarsi?

Igneel borbottò, si schiarì la voce, finse di starnutire e di grattarsi dietro le orecchie, tutto mentre si sforzava di pensare precipitosamente ad una scusa. Un drago come lui era più abituato ad usare gli artigli che il cervello ma ... Okay! Adesso aveva la soluzione!

- Per fare dei cuccioli ci vuole una magia. -

- MAGIA??? - Esclamarono Natsu ed Erza in coro.

- Esatto! - Continuò Igneel, dando ancora più enfasi al concetto mentre agitava una zampa - Vedete piccolini, in realtà l’amore è una forma di magia e la più potente al mondo! È l’unica che permette alle creature di usare un incantesimo speciale con cui far nascere una nuova vita. Pensate che l’amore è una magia così forte che possono usarla tutti! Tutti gli animali, i maghi e anche quelli che non lo sono! -

Erza e Natsu lo fissavano a bocca aperta mentre spiegava tutto quello che sapeva.

- Ma per usare l’incantesimo dell’amore, che fa nascere i cuccioli, c’è bisogno di rispettare alcune regole. - Aggiunse il drago - Proprio come quando per fare una pozione servono certi ingredienti. Prima di tutto bisogna diventare adulti, poi ci vogliono un maschio e una femmina della stessa specie e per finire bisogna amarsi alla follia! - Per un attimo Igneel si illuse di aver chiuso la questione, ma poi Natsu tornò all’attacco più incuriosito che mai - E una volta che hai tutti gli ingredienti come funziona? Cosa si fa? -

- Eeee ... dipende. Ogni coppia ha un incantesimo diverso. Puoi scoprirlo solo quando incontri qualcuno che ami veramente! E c’è un’altra cosa importante da dire: quando lo scopri devi tenerlo segreto! Se una coppia svela come funziona il suo incantesimo perde subito efficacia e non funziona più! -

Questa volta Natsu ed Erza si scambiarono un’occhiata e poi il piccolo dragon slayer lanciò un sospiro demoralizzato - Sembra complicato ... - E Igneel sorrise, Natsu non amava le cose complicate e non gli piaceva passare tempo sui rompicapi; forse aveva trovato la soluzione giusta per dissuaderlo dal continuare a fare domande. - Sì l’amore è una cosa molto seria, specialmente per i draghi e i dragon slayer. - Aggiunse Igneel con aria grave - Quando un drago si innamora lo fa per tutta la vita. Scegliere un compagno o una compagna da amare equivale a stare insieme per sempre! Non significa solo avere dei cuccioli, ma essere fedeli e aiutarsi nelle difficoltà. Alcuni animali stanno insieme solo per una stagione, altri solo per pochi giorni, ma i draghi fanno le cose per l’eternità. - Finito il suo discorso Igneel sorrise e spinse il petto in fuori, si sentiva un genio: era appena uscito indenne dalla peggiore delle domande! Non aveva idea di quanto si stesse sbagliando ...

- Però, se è vero che ci vogliono due adulti, un maschio e una femmina ... - Ricominciò Natsu, dando un colpetto ad Erza - Secondo te Igneel e Grandeeney possono fare dei cuccioli di drago? -

- Magari! - La bambina applaudì, gli occhi che le scintillavano per la felicità - Sarebbero così belli! -

- È vero! Igneel! - Strillò Natsu - Datti una mossa e fai anche tu questo incantesimo! - Per un attimo il drago non riuscì nemmeno a replicare - I ... Io e Grandeeney??? Ma sapete che condanna mi state dando? Non ci penso nemmeno! Ho già abbastanza cuccioli d’uomo di cui occuparmi! - Il drago ruggì furiosamente ma invece di zittirsi i due bambini continuarono a ridere:

- Secondo me si piacciono. -

- Sicuro! Ma pensi che sarebbero cuccioli di drago di fuoco o del cielo? -

- Forse avrebbero tutti e due i poteri. -

- Ho detto basta! Io non mi metto con Grandeeney! Pussate via! - Igneel schioccò la coda con aria minacciosa - Andate a giocare! Date la caccia agli scoiattoli! Fate qualche altra cosa! E smettetela di impicciarvi dei fatti dei grandi! - Natsu ed Erza evitarono facilmente il colpo di coda e anche quelli successivi ed alla fine scapparono via ridendo a più non posso, le loro voci che riecheggiavano tra gli alberi:

- Come possiamo chiamare i cuccioli di Igneel e Grandeeney? -

- Che ne dici di Nuvola e Fumo? -

- Oppure Grandeel e Igneeney? -

- Ho detto: SILENZIO! -

Per il resto della giornata i due bambini non toccarono più l’argomento, presi dalle mille curiosità che offriva la foresta. Andarono a raccogliere bacche, a contare i pesci nel lago e controllare gli alberi che stavano cominciando a fiorire. Fu soltanto quando al tramonto venne il momento di salutarsi e di tornare ognuno a casa, che Natsu si ricordò di quello che Erza gli aveva spiegato. Pensò che che non c’era modo migliore per dire all’amica che le voleva bene e che gli sarebbe mancata fino al giorno successivo.

- Allora io vado! -

- Vuoi che ti accompagno? -

- Non ti preoccupare! E dici a Igneel di non arrabbiarsi. Lui e Grandeeney sono così carini insieme! -

- Okay ... Humm ... Ti posso dire un’ultima cosa Erza? -

- Dimmi. -

Natsu si mosse così velocemente che Erza non sarebbe riuscita ad evitarlo nemmeno se lo avesse voluto. La prese per un braccio strattonandola più vicino, mentre con l’altra mano le teneva la guancia e poi le appoggiò le labbra sulle sue. Fu un semplice e veloce bacio a stampo ma il corpo di Erza reagì muovendosi praticamente da solo. Spinse via Natsu e ... BAM! Gli assestò un pugno così forte da spedirlo letteralmente al tappeto. Il bambino si ritrovò in un attimo a terra con le mani sulla faccia e un incisivo in meno, volato chissà dove.

- NON LO FARE MAI PIÚ! - Anche Erza si coprì la faccia con le mani e schizzò via, strillando a più non posso.

- Ma io ti amo! - Provò a gridarle dietro Natsu ma inutilmente. Il bambino rimase così disteso di nuovo in mezzo all’erba, con le braccia spalancate come una stella, a fissare il cielo e domandarsi dove fosse il problema - Forse dovevo farlo meglio ... - Un pugno del genere avrebbe dissuaso qualunque persona sana di mente a riprovare lo stesso esperimento due volte. Ma Natsu era un dragon slayer e non una persona qualunque.

Mentre correva via Erza non sapeva che quel bacio era soltanto il primo di una lunga serie e che da quel giorno in poi provare a baciarla sarebbe diventato il nuovo hobby di Natsu. Non sapeva che il dragon slayer avrebbe imparato tutte le strategie migliori e i trucchi più incredibili per coglierla di sorpresa. Non sapeva nemmeno che quel “ti amo” sarebbe stato seguito da tanti altri.

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Capitolo 11
*** Echi dalla terra delle fate ***


Echi dalla terra delle fate

Come vi ho già raccontato per scrivere questa storia ho preso qualcosa in prestito dal libro e dal film de La Laguna Blu. Questo capitolo per esempio è nato proprio mentre leggevo H. de Vere e per questo porta lo stesso titolo di un capitolo che anche lui ha scritto. È incredibile quanto si parli di fate nella Laguna Blu! Paddy, il vecchio marinaio naufragato sull'isola, è di origini irlandesi ed è assolutamente convinto dell'esistenza delle fate. È grazie a lui che mi sono convinta sempre di più che l'idea, di mescolare La Laguna Blu con Fairy Tail, era quella giusta. Dovete ringraziare sempre Paddy per le storielle che ho inserito in questo capitolo: vengono tutte dal libro originale. Ho solo un'ultima cosa da dire, questo è l'ultimo capitolo in cui Natsu ed Erza hanno tra gli otto e i nove anni, nel prossimo ne avranno undici e dodici poi tredici e quattordici, quindici e sedici e così via ... Ci vuole ancora un po' di tempo perchè le "fate" di Fairy Tail facciano la loro comparsa ma vi prometto che farò in modo di non rendere l'attesa noiosa. Buona lettura!


Echi dalla terra delle fate

Ancora una volta l’estate stava per arrivare nella Foresta dell’Est. Ormai era già passato un anno da quando la piccola Erza era arrivata sulla spiaggia, trascinata dalle onde dopo la tempesta. La bambina, Natsu, Igneel e Grandeeney adesso si trovavano sulle sponde del lago. Dopo aver fatto un abbondante cena a base di pesce arrostito e frutta, se ne stavano stesi sull’erba a godersi gli ultimi raggi del sole, che tramontava pian piano sul mare.

- Igneel, Grandeeney ... - Cominciò Erza, interrompendo il silenzio - Le fate esistono? -

La dragonessa aprì un occhio, guardandola con curiosità, ma il suo compagno scoppiò subito a ridere, come se Erza avesse appena detto una bella battuta - Ah! Il Popolo Buono! Certo che esiste! In un mondo dove esistono i draghi perché non dovrebbero esistere anche loro? -

- Il Popolo Buono? - Ripeté Erza.

- È un altro modo con cui si chiamano le fate. - Le spiegò Igneel - Perché hanno la fama di essere creature molto buone e gentili. Amano la natura e gli umani, ma a volte sono anche molto dispettose! Gli piace fare scherzi e ridere alle spalle degli incauti viaggiatori che passano per il loro regno. -

- Pstt! Amano gli umani ... - Grandeeney lanciò un sibilo disgustato, prima di chiudere di nuovo gli occhi.

- Se li avessero amati di meno, oggi ce ne sarebbero di più di fate. -

- Che cosa sono le fate? - Aggiunse a quel punto Natsu, che aveva finalmente smesso di dare la caccia alle rane lungo le sponde del lago. - Si mangiano? -

- No! - Protestò Erza - Guarda: ti faccio vedere io come sono fatte. - La bambina lo attirò a sé, disegnando per lui una sagoma stilizzata con un pezzo di legno sulla sabbia vicino alla riva - Assomigliano a delle piccole persone con le ali. - A quelle parole gli occhi di Natsu si riempirono di aspettative - Ali come quelle dei draghi? - Le fate a cui stava pensando sputavano fuoco e avevano anche le corna ma Erza scosse la testa con una risatina - Zio Rob diceva che hanno ali che assomigliano a quelle delle farfalle. È lui che mi parlava sempre delle fate: ne aveva una grande disegnata dietro la schiena. - Non capitava spesso che la bambina parlasse delle persone che aveva conosciuto e amato prima di perdere tutto e arrivare alla Foresta dell’Est, ma l’atmosfera quella sera era calda e rilassata e ci si poteva permettere anche qualche ricordo nostalgico.

- Zio Rob raccontava un sacco di storie sulle fate. Diceva che suo padre una volta le aveva viste. -

- Viste? - Incalzò Natsu.

- Sì! Era una notte d’inverno e stava tornando a casa con una bottiglia di whisky e una capra che aveva vinto in una lotteria. -

- Cos’è il whisky? Cos’è una lotteria? -

- Fammi finire! Ed ecco che a un certo punto sente un ronzio, come quello di un ape. - Erza si mise una mano attorno a un orecchio come se avesse sentito anche lei lo stesso rumore - E quando guarda dietro un cespuglio vede una grossa pietra bianca. E attorno alla pietra c’erano le fate che ballavano tutte in cerchio, mano nella mano! Battevano i piedi a terra e gli occhi gli brillavano come quelli dei gatti. Ce n’era anche una al centro che suonava il tamburo! Il papà di zio Rob si spaventò così tanto che lasciò andare la capra e corse dirittoooo a casa! Quando arrivò era bianco, bianco, bianco! Raccontò quello che gli era successo e stappò la bottiglia perché voleva bere un po’ per riprendersi dallo spavento. Ma quando l’aprì scoprì che la bottiglia era vuota! Vuota! E quando il giorno dopo tornò a cercare la capra anche quella era sparita. Ma c’era ancora la pietra bianca su cui ballavano le fate. -

Igneel ridacchiò, cercando di coprirsi il muso con una zampa. Nessun adulto avrebbe mai creduto ad una storia del genere, ma era comunque buona idea per intrattenere dei bambini.

- Che altro ti diceva delle fate? - Continuò ad insistere Natsu.

- Diceva anche che le fate facevano sempre scherzi ad un suo vecchio amico. -

- Che scherzi? -

- Questo amico di zio Rob un giorno si era rotto la testa e i medici per curarlo lo avevano cucito con un pezzo di ferro. -

Questa volta fu Grandeeney a coprirsi il muso esasperata. Dopo il caso del classico ubriacone, ecco quello del tipo che ha battuto la testa.

- Già prima vedeva sempre le fate, ma dopo che i medici lo avevano cucito le vedeva ancora più spesso. Una notte lo avevano trasformato in un cavallo e gli erano salite sulla schiena, facendolo correre per tutto il paese! Gli mettevano anche dei pezzi di carbone bollenti dietro la coda per farlo correre più in fretta! Un’altra notte lo avevano trasformato in un asino e attaccato a un carro per portare pietre e un’altra volta ancora in un’oca! Una vecchia fata lo rincorreva con un coltello dicendo che voleva arrostirlo! Oh! E poi c’era un’altra storia che raccontava sempre! - Aggiunse la bambina - Zio Rob diceva che il nonno di un altro suo amico una volta aveva catturato una fata! La teneva in una teiera perché voleva convincerla a dirgli dove le fate tenevano il loro tesoro. Ma la fata continuava a scappargli! Andava in giro per la casa e gli faceva scherzi di tutti i tipi! Gli nascondeva gli stivali, gli metteva il sale nel caffè e si faceva rincorrere per tuttooo il giardino! - Erza raccontava quelle vecchie storie con così tanto entusiasmo che Natsu non poteva fare a meno di seguirla con gli occhi spalancati: gli piacevano queste fate caotiche e spiritose. - Igneel! - Gli domandò il bambino. - Qui nella foresta ci sono le fate? Perché non le ho mai viste? -

- Mi dispiace ma qui di fate non ce ne sono. Ho sentito dire che si sono ritirate su un’isola a sud. Menru ... Benrou ... Tenrou ... Qualcosa del genere. -

- Oh ... - Natsu incrociò le braccia con una punta di disappunto, domandandosi quanto tempo ci voleva per nuotare o volare fino a questa magica isola del sud.

- Igneel tu hai mai visto le fate? - Gli chiese invece Erza.

- Ahaah! Ma che domande sono? Certo che le ho viste! Un milione di volte! -

- Davvero? - La bambina saltò in piedi, piena d’entusiasmo - Hanno davvero la coda? - Ma a questa domanda Igneel si mise a grattarsi le scaglie della testa con aria perplessa - In verità ... Non lo so. Le fate sono così piccole, si muovono così in fretta ... Non è che sono mai riuscito a vederle bene ... -

- Uff! Nessuno lo sa! - Ed Erza tornò a sedersi sull’erba con uno schianto, incrociando le braccia anche lei.

- Zio Rob diceva che ci sono molti misteri nel mondo ma che il più grande è questo: “le fate hanno la coda?” Nessuno lo ha mai scoperto! Ma perché? -

- Sono troppo veloci e piccole, te l’ho detto! - Ridacchiò Igneel - Sono creature davvero strane. Caotiche, dispettose e anche un po’ distruttive ma hanno un cuore buono. Se un giorno vi dovesse capitare di incontrare delle fate fidatevi di loro. Gli piace scherzare ma sono estremamente riconoscenti con le persone che si comportano bene nei loro riguardi. -

Nel frattempo la luna si era alzata dal suo nascondiglio segreto dietro le montagne e lo scrosciare della cascata e delle onde sulla riva del lago, riempiva la notte con la sua ninnananna. Di tanto in tanto lo splash di qualche grande pesce riecheggiava nel silenzio ed il tremolio provocato dal suo salto attraversava subito dopo la superficie tranquilla. Grandi cose accadevano sul fondo del lago in piena notte, nascoste agli occhi di quelli che stavano sulla riva. Era come se sotto la superficie si nascondesse un’altra grande foresta, con i suoi predatori e le sue prede. Un gran numero di pesci notturni continuava a sfrecciare al buio, in mezzo alle alghe e gli steli delle canne. Impegnati come sempre nell’incredibile danza della vita, a caccia, in fuga, in cerca di cibo o d’amore.

Quando alla fine la luce della luna raggiunse la superficie del lago fu come se fosse stato lanciato un segnale e migliaia di piccole lucciole emersero dai loro nascondigli in mezzo all’erba, mettendosi a danzare sul prato e intorno all’acqua. Erza e Natsu si scordarono di colpo delle fate, guardando a bocca aperta lo spettacolo che gli stava davanti. La bambina sollevò una mano, lasciando che uno dei piccoli insetti le si posasse sul palmo, scintillando come una stella.

Di notte grandi cose continuavano ad accadere anche nel fitto della Foresta dell’Est. Oltre alla danza delle lucciole, sotto la luce della luna, fiori notturni e piante misteriose brillavano leggermente. Gufi, roditori ed un’altra infinità di animali continuavano ad inseguirsi e a strisciare, immersi nel segreto dell’erba più fitta.

- È ora di dormire. - Annunciò Grandeeney alzandosi dal suo posto e facendo cenno alla sua piccola apprendista di salirle sulla schiena - Vieni. La foresta di notte non è un posto per cuccioli. Né di uomo né di nessun altra specie. - La bambina ubbidì subito ma Natsu era così preso dal rincorrere le lucciole che Igneel fu costretto ad afferrarlo con una zampa - Hai sentito? Ora di dormire! -

- Ma io non voglio dormire! -

- Ma come? Non lo sai che chi non va a dormire presto non vede le fate? -

- Ma il papà di zio Rob le ha viste di notte! -

Igneel fece una mezza smorfia alzando il bambino di peso - Quella era un’eccezione. Andiamo adesso! Chi non dorme abbastanza non vedrà mai le fate! Non lo sai che il loro regno è quello dei sogni? -

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Capitolo 12
*** Un tesoro ***


Un tesoro

Ed ecco il capitolo di oggi! Spero che vi piaccia! Finalmente Natsu sta per ottenere qualcosa a cui tiene molto sia nell'anime che nel manga ... Oggi voglio lasciarvi anche un piccolo suggerimento musicale, una canzone che ho scoperto da poco e che ho ascoltato mentre rileggevo e corregevo questo capitolo. La travo fantastica, in un certo serso mi ha fatto pensare ai Natsu ed Erza di questa storia: Fourth of July dei Fall Out Boy (ultimamente sto ascoltando a ripetizione il loro ultimo album!) 

"You and I were, you and I were fire, fire, fireworks ... In between being young and being right
You were my Versailles at night ... And all my thoughts of you They could heat or cool the room"
Ma in realtà questa canzone è un po' troppo triste rispetto a quello che ho programmato per i prossimi capitoli. C'è un'altra canzone che mi ha accompagnato mentre li scrivevo e quando arriverò al punto giusto vi dirò di quale si tratta: per ora buona lettura!

Un tesoro

Le lucciole finirono la loro stagione, cominciò quella delle cicale e poi dei grilli, seguì quella del silenzio e poi dei ronzii delle api. Il tempo faceva rapidamente i suoi giri mentre Natsu ed Erza crescevano in fretta, imparando ogni giorno di più ad usare meglio la magia dei dragon slayer. Tra poco Natsu avrebbe compiuto undici anni mentre Erza dodici. Entrambi erano cresciuti un bel po’ e non solo in altezza: i capelli di Erza adesso erano diventati così lunghi che la ragazzina aveva cominciato a raccoglierli in una treccia. Le davano fastidio quando lavorava al mortaio con Grandeeney perché le cascavano davanti agli occhi, ma a Natsu piacevano molto di più sciolti, quando il vento li agitava come una lingua di fuoco. Il ragazzino era sempre il più iperattivo della coppia e non vedeva l’ora di allenarsi ogni mattina insieme a suo padre, ma almeno adesso Igneel non doveva più costringerlo a prendersi una pausa con la forza. C’era un’altra cosa che Natsu aspettava con ansia ogni giorno ed era proprio il momento in cui gli allenamenti finivano: si precipitava di corsa alla caverna alla base della montagna, prendeva Erza e lui e l’altra dragon slayer passavano il resto della giornata insieme ad esplorare la foresta, ridere e scherzare.

- Uffa! Perché non mi ha aspettato? - Ma quel giorno Natsu era piuttosto deluso. Subito dopo gli allenamenti era corso a cercare Erza ma nella caverna aveva trovato soltanto Grandeeney. La vecchia dragonessa lo aveva buttato fuori con un colpo di coda, sbottando che nemmeno lei sapeva dove fosse la sua allieva. Natsu l’aveva cercata da tutte le parti: al lago, tra gli alberi, perfino sulla spiaggia ma ... niente! Niente di niente! Aveva sprecato quel bel pomeriggio di sole inutilmente, girando a vuoto per la foresta. Oh, ma Erza se ne sarebbe pentita di averlo lasciato indietro! Doveva solo trovarla! Poi l’avrebbe sfidata a duello e le avrebbe mostrato, per l’ennesima volta, chi era il dragon slayer più forte della foresta!

Mentre tornava alla radura Natsu era così impegnato a brontolare che non si accorse nemmeno di quella familiare essenza di fragole che aleggiava nell’aria. Quando vide Erza ormai era troppo tardi per coglierla di sorpresa ed attaccarla alle spalle come aveva pensato di fare. La dragon slayer era proprio in mezzo al prato e stava parlando con Igneel, sussurrandogli all’orecchio. Teneva qualcosa stretto al petto, ma da quell’angolazione Natsu non riusciva a vedere cosa fosse. L’aveva cercata dappertutto e guarda un po’ dove si era cacciata!

- ERZA! -

Al suono del suo nome la ragazzina sobbalzò, affrettandosi a nascondere ciò che stringeva dietro la schiena. Aveva le guance così rosse che per un attimo Natsu pensò che fosse malata. - Lo sai che ti ho cercato tutto il giorno? Ti sei scordata che avevamo appuntamento? -

- Mi ero dimenticata! Grandeeney mi ha dato un sacco di cose da fare! -

- Ma se non sapeva nemmeno lei dove eri! -

- Proprio perché sono così tanti impegni che è difficile tenerli a mente tutti! E ancora devo finire! Scusami ma devo andare! -

- Erza! - Natsu non riuscì a raggiungerla in tempo prima che gli scappasse in mezzo agli alberi. - Ci vediamo domani? - Provò a gridarle dietro ma solo per sentirsi rispondere da un’eco in lontananza - Penso di no! -

Il ragazzino rimase così, con le braccia incrociate e il broncio - È strana. Io non la capisco. -

- È normale. - Ridacchiò Igneel con l’aria di chi la sa lunga e lunga secoli - Figlio mio, le femmine sono come i tramonti. -

- Eh? -

- Ti piacciono i tramonti Natsu? -

- Che c’entra? -

- Quello che voglio dire è che le femmine non bisogna capirle, devi ammirarle e basta! Proprio come si fa con i tramonti! - Igneel gonfiò il petto, fiero del pezzo di saggezza che aveva appena condiviso con il figlio ed anche del modo poetico con cui era riuscito ad esprimerlo. Un drago poeta? Lui doveva essere di certo il primo!

- Sei sicuro di stare bene vecchio? Non è che prima ti ho colpito troppo forte in testa con quel Fire Dragon’s Iron Fist? -

Ma che ci parlava a fare con Natsu? La testa di suo figlio era troppo dura per farci entrare dentro concetti come la bellezza e i tramonti! Ma forse se avesse cambiato i termini ...

- Le femmine sono come le fragole. - Igneel questa volta afferrò il figlio con la zampa, tirandolo più vicino e sussurrandogli in maniera complice - Ti piacciono le fragole, Natsu? Bene perché le femmine e le fragole non bisogna capirle! Devi solo ... -

- Mangiarle? Vecchio sei sicuro di stare bene? Forse devi farti vedere da Grandeeney! -

E Igneel piantò il muso a terra, sconfitto.

Il giorno successivo ed anche quello dopo e quello dopo ancora, Erza continuò ad evitare Natsu. Cercarla alla caverna era inutile e così anche nella foresta e più tempo passava più il ragazzino si sentiva arrabbiato. Non riusciva a capire cosa fosse successo alla sua amica e perché non voleva più trascorrere del tempo con lui.

- Come ti va? È stretto sulle spalle? -

Natsu fece un giro per valutare meglio l’effetto che la nuova maglia faceva su di lui. I suoi vecchi abiti ormai erano troppo piccoli e logori per continuare ad indossarli e Igneel aveva chiesto a Grandeeney di realizzare qualcosa di nuovo. Il ragazzino era andato fino alla caverna per provarli ma anche questa volta non aveva trovato alcuna traccia di Erza.

- Allora? - Lo incalzò la dragonessa con voce seccata.

- Sono fantastici! Sembro proprio bello! -

- Bellissimo. Specie se sparisci dalla mia caverna! - La vecchia lo spinse via con un colpo della mano. Per cucire quei vestiti era stata costretta ad usare troppo a lungo la sua forma umana e la cosa stava iniziando ad irritarla. - Fuori! -

Natsu non aveva bisogno di sentirselo ripetere un’altra volta e si precipitò rapidamente verso l’uscita. Ormai era quasi fuori quando si ricordò di aver scordato una cosa importante - Grazie Grandeeney! -

La dragonessa sbuffò, nonostante il profondo inchino che aveva appena ricevuto - Ho detto fuori! Non ne posso più di cucire! Tutta colpa tua, di Igneel e di Erza! - A quell’ultimo nome Natsu drizzò la testa - Erza? -

Per un attimo Grandeeney esitò, come se si fosse appena fatta scappare qualcosa dalla bocca che era meglio rimanesse un segreto, ma fu solo per un attimo. La dragonessa riprese in fretta la sua solita espressione, sbuffando - Esatto! All’improvviso ha deciso che voleva imparare anche lei a cucire, ma farebbe meglio a lasciar perdere! Erza riesce a memorizzare i nomi di tutte le erbe della foresta eppure non è capace nemmeno di prendere un ago in mano! Quella ragazza è fatta per usare spade non spole! E che continui a guardare? Fuori ho detto! - Questa volta Grandeeney sottolineò il concetto tirando un sasso e Natsu per evitarlo fu costretto a precipitarsi in mezzo agli alberi. Senza volere la dragonessa gli aveva dato un indizio importante per completare il puzzle ma Natsu non era il tipo da collage. Lui non raccoglieva i pezzi per metterli insieme ma li costringeva a unirsi con la forza.

Trascorsero un altro pario di giorni ed il solstizio d’estate arrivò senza che i due amici si incontrassero. Natsu era sempre più irritato e di mal umore ma non per questo aveva smesso di cercare Erza. Setacciava la foresta in lungo e in largo ma senza successo. Dove poteva essersi cacciata? Aveva guardato ovunque! Oppure no? Fu proprio quando ormai era a corto di idee che Natsu capì che c’era ancora un posto da controllare, quel punto dove la foresta si incontrava con la palude. L’aveva esclusa automaticamente perché sapeva che, dopo l’incidente della Foresta Pietrificata, Erza si era sempre rifiutata di tornarci.

Valeva la pena fare un tentativo.

Natsu si precipitò subito in direzione della palude, annusando l’aria per orientarsi. Le pozze di fango erano ancora lontane ma l’odore di marcio nell’aria era così forte che gli riuscì a stento di cogliere l’essenza di fragole che stava cercando. Oh, quella era la pista giusta!

Il dragon slayer si mise a camminare piano, usando i tronchi come nascondiglio, per cogliere la sua preda di sorpresa. Aveva ancora intenzione di attaccarla alle spalle e combattere con lei all’ultimo sangue ma quando scorse la figura di Erza poco più avanti si fermò subito. La ragazzina era seduta vicino a un gruppo di piante con delle lunghe foglie e stava avvolgendo qualcosa che teneva sulle gambe. Da quella distanza Natsu non riusciva a vedere cosa fosse. Quando sentì Erza esclamare - Finito! - La curiosità ebbe la meglio su di lui e Natsu schizzò letteralmente fuori dal suo nascondiglio - Che hai finito? -

Erza non si era nemmeno accorta del suo arrivo. Sobbalzò, cercando invano di nascondere il suo fagotto ma ormai era impossibile farlo sparire, nemmeno se lo avesse mangiato.

- E che cosa ci fai qui? Perché sei sparita tutto questo tempo? Eh? Stavi facendo un allenamento segreto? Volevi diventare più forte di me? Andiamo! Combatti e vediamo chi è il migliore! -

- Io ... Ehm ... Ahaha ... - La dragon slayer balbettò a lungo prima di riuscire a formulare una frase dotata di senso - Scusa. -

- Scusa? - Ripeté Natsu abbassando i pugni e lei annuì - Lo so che in questi giorni sono sparita senza spiegazione e che sei arrabbiato ma ... Ma avevo una buona ragione! Stavo preparando una sorpresa per il tuo compleanno! Volevo dartela questa sera ma dato che è finita ... Ecco! - E detto questo Erza schizzò in piedi ficcandogli tra le braccia il fagotto che aveva stretto fino a quel momento. Era un pacchetto piuttosto grazioso, fatto con delle grandi foglie verdi e tenuto insieme dal filo di una liana, mentre un grosso fiore rosso faceva da fiocco. Peccato che Natsu non fosse il tipo capace di ammirare la bellezza dei pacchi. Erza lo sapeva anche se si era divertita lo stesso a prepararlo e ridacchiò, guardandolo mentre strappava la liana con i denti.

- Che cos’è? Cos’è? Si mangia? - L’espressione di Natsu si spense un po’ quando riuscì finalmente ad aprire il regalo e ne venne fuori un lungo pezzo di stoffa candida, cucito a quadroni. Era soffice ma al tatto aveva lo stesso qualcosa di ruvido.

- Che cos’è? - Domandò di nuovo il ragazzino.

- È una sciarpa! - Esclamò Erza - Sì, lo so che non senti freddo ma l’ho fatta per un altro motivo. Ho chiesto aiuto a Igneel e Grandeeney ed un po’ delle loro vecchie scaglie. Grazie alla magia di cui è imbevuta questa sciarpa ti proteggerà dagli incantesimi oscuri! -

Non c’erano maghi oscuri nella foresta ma Erza si sentiva ugualmente molto orgogliosa della sua idea e anche del risultato che aveva ottenuto. In fondo era la prima volta che cuciva e per di più usando la magia del vento per accelerare il lavoro. - Ti piace? -

- Un sacco! - E Natsu si affrettò ad annodare il suo nuovo regalo attorno a un braccio.

- No! Le sciarpe non si mettono così! -

Il ragazzino ci riprovò e questa volta se la infilò in testa come un turbante.

- No! -

Poi sulla faccia come un ninja.

- Attorno al collo! - Erza fu costretta a sfilarla e a metterla lei nel modo giusto. - Mi raccomando. - Gli sussurrò la ragazzina, ammirando il risultato del suo lavoro. - Custodiscila con molta attenzione. Questo regalo che ti ho fatto è un tesoro molto prezioso! -

- Un tesoro? - Mormorò anche Natsu. Una volta Igneel gli aveva spiegato che i draghi sono creature molto gelose e territoriali che non permettono a nessuno di toccare ciò che gli appartiene e coloro amano. Igneel gli aveva spiegato che era questo il motivo per cui gli umani e le altre bestie avevano paura ad entrare nel loro territorio. Gli aveva spiegato anche che era quello il motivo per cui in molte favole, il drago fa sempre da guardiano ad un tesoro prezioso, ad una principessa o a un castello incantato. Natsu aveva ascoltato quelle storie senza particolare interesse ma adesso tutto sarebbe cambiato: ora aveva anche lui un tesoro da proteggere. E che tesoro! Un regalo fatto proprio da suo padre, Grandeeney e dalla sua migliore amica!

- Però oggi è anche il tuo compleanno. - Sussurrò Natsu - E io non ho preparato nessun regalo ... -

- Beh, non ci siamo mai fatti regali per i compleanni! - Ridacchiò Erza - E non importa. Per me è già un regalo il fatto che la mia sciarpa ti piaccia. - Stava sorridendo e aveva le guance un po’ rosse. Guardandola Natsu si ritrovò a pensare che era sempre più bella. - Ti posso dare questo come regalo? -

Erza gli stava tenendo ancora le mani sui lembi della sciarpa ed era così vicina che gli bastò meno di mezzo secondo per schioccarle un bacio sulle labbra.

- SCORDATELO! - Erza lo spinse via e scagliò uno dei suoi ruggiti, ma Natsu si piegò all’indietro e il turbine gli passò sulla testa, senza fare alcun danno. - Non puoi colpirmi! Adesso ho la sciarpa che mi protegge! -

- Ma non dalla magia di un dragon slayer del cielo! - Adesso Erza era ancora più rossa di prima, così rossa da sembrare quasi dello stesso colore dei suoi capelli. Natsu la trovava ancora più adorabile quando era imbarazzata, ma non quando all’imbarazzo si accompagnava una rabbia selvaggia.

- Sky Dragon’s Crushing Fangs! - Questa volta per evitare il colpo il ragazzo fu costretto a rotolare a terra ma in un attimo si era già rialzato e stava correndo via, ridendo a più non posso, con Erza alle calcagna.

- Non puoi colpirmi altrimenti la sciarpa si rovina! -

- Non ti preoccupare! Distruggo soltanto te! -

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Capitolo 13
*** Rivali ***


Rivali Ciao a tutti! Questa settimana ho deciso di fare un doppio aggiornamento ed ecco il primo capitolo dove, qualcuno fa di nuovo una piccola apparizione. Buona lettura!

Rivali

Alla stagione degli alberi con le foglie verdi e lussureggianti seguì quella con le foglie gialle, rosse e marroni. Ci fu di nuovo la stagione senza foglie e poi quella dei fiori. La stagione delle fragole e quella delle pesche, delle castagne e poi del vischio. In un batter d’occhio Natsu ed Erza avevano già compiuto tredici e quattordici anni. Passavano le mattine ad allenarsi con i loro draghi e i pomeriggi a combattere tra di loro, impegnandosi al massimo per mostrare i progressi che avevano fatto. A volte Igneel gli faceva da arbitro, osservando dal bordo della radura i loro combattimenti e ridacchiando sotto i baffi. Pensava che non ci fosse nessun altro al mondo più cocciuto e più instancabile di Natsu ma adesso il vecchio drago stava cominciando a ricredersi. Giorno dopo giorno, grazie agli addestramenti di Grandeeney, Erza diventava sempre più abile, incredibile e testarda. Ad un certo punto Igneel fu costretto a stabilire una serie di regole per duelli tra i ragazzi per evitare che i due continuassero a combattere all’infinito. Decise che il primo dei dragon slayer che fosse rimasto a terra per più di dieci secondi avrebbe perso l’incontro, proprio come su un ring di pugilato. Entrambi accettarono la regola, ma ogni volta che Natsu finiva al tappeto, si rialzava urlando e protestando che bisognava cambiare regolamento.

Per fortuna la Foresta dell’Est aveva anche un mucchio di altre attrattive per una coppia di adolescenti e quando Natsu ed Erza non erano impegnati ad allenarsi c’erano un sacco di altre cose che gli piaceva fare. Non avevano negozi, né centri commerciali, né lacryma televisori, né karaoke, né bar ma i due dragon slayer avevano un regno tutto per loro da esplorare e in cui correre liberi.  Le scimmie adesso non cercavano più di fargli dispetti e gli avevano riservato una pozza tutta per loro alle sorgenti. La spiaggia era sempre lì ad aspettarli libera a qualunque ora del giorno e per scivolare sulla sabbia o sulle onde, bastava una rozza asse di legno. C’era un’infinità di alberi da scalare, mostri da terrorizzare e frutta da raccogliere.

Ascoltando i racconti di Erza sul modo in cui vivevano gli umani fuori dalla foresta, Natsu costruì una specie di canna da pesca. Nei giorni in cui l’aria era più tiepida portava l’amica con sé sulla riva del lago. Ma Natsu non era un granché come pescatore: dopo aver peso sei o sette pesci di fila, il dragon slayer si metteva puntualmente a sputare fuoco e saltava in acqua per catturare personalmente la cena. Prendere pesci a mani nude gli riusciva molto meglio che all’amo.

Nel frattempo il ragazzo portava sempre con sé la sciarpa che Erza aveva cucito per lui e non se ne separava mai, nemmeno quando dormiva o faceva il bagno. Per fortuna la stoffa, ricavata da scaglie di drago, era abbastanza resistente da sopravvivere a qualunque maltrattamento. Ogni volta che parlava della sua sciarpa, Natsu lo faceva come se si trattasse della cosa più preziosa al mondo, ma in fondo  il suo più grande tesoro era proprio l’amica che l’aveva realizzata per lui. Se d’improvviso Erza fosse sparita, Natsu non avrebbe avuto la più pallida idea di come riempire le sue giornate. Ma se anche Natsu fosse improvvisamente sparito, nemmeno Erza avrebbe saputo come riempire il vuoto lasciato dietro di lui.

- Ehi, Erza! Che ne dici se oggi andiamo alla spiaggia? -

- Alla spiaggia? - La ragazza si girò, smettendo di esaminare le foglie dell’albero che aveva trovato, passeggiando quel pomeriggio. Erano lunghe e pelose e Grandeeney le aveva spiegato che potevano essere usate per fare un mucchio di cose.

- Sì, facciamo una gara a chi arriva primo! -

- Perché ogni cosa che fai deve essere una gara? -

Natsu non aveva nemmeno bisogno di fermarsi a riflettere sulla risposta - Perché così posso farla con te! Fare cose da soli è noioso. -

Erza si girò di nuovo, tornando ad accarezzare le foglie dell’albero e arrossendo leggermente. Natsu aveva un talento innato nel dire cose dolci ma lo faceva sempre con un sorriso così grande da farle sembrare sciocchezze.

- Lo sai che puoi usare queste foglie come bende? Sono un antisettico naturale. - Natsu annuì distrattamente; non gli interessavano le lezioni di erboristeria. - Però si possono usare anche per un sacco di altre cose. - Il ragazzo non riuscì a cogliere in tempo il sorrisetto diabolico sulla faccia di Erza. Quando la ragazza si girò lo fece di scatto, brandendo una lunga foglia come una frusta - In guardia! - La foglia si avvolse con precisione attorno alla faccia di Natsu come feltro, bendandolo. Il dragon slayer fece istintivamente un passo indietro, inciampò e cascò pensosamente a terra. Ci gli ci vollero parecchi secondi prima che riuscisse a strapparsi la strana foglia dal viso, mentre Erza rideva a più non posso.

- Battuto ... Ahahah ... Da ... Ahaha ... Una foglia! -

- Ehi! Questa è stata sleale! Ti devo ricordare chi è il dragon slayer migliore tra i due??? -

Erza scosse una mano ancora impegnata a ridere - Devi allenarti ancora un millennio prima di riuscire a battermi! -

Natsu si rialzò, ringhiando. Era pronto a cominciare un altro duello ma di colpo qualcosa colse la sua attenzione: uno scintillio tra gli alberi in lontananza. C’era qualcosa che li stava spiando ed era una sensazione terribilmente familiare. Erza non aveva nemmeno bisogno di girarsi e di seguire lo sguardo di Natsu per capire che c’era qualcosa di sospetto. Le sue orecchie avevano già colto un fruscio.

- Me ne occupo io. - Le sussurrò Natsu, poi ...

- Iron Dragon’s Roar! -

Il dragon slayer trascinò l’amica a terra giusto in tempo prima che l’incantesimo si attivasse, martellando la foresta con una gragnola di schegge di metallo. Rami e pezzi di legno volarono da tutte le parti mentre il turbine ronzava sopra di loro. Per fortuna c’era il tronco del grosso albero dalle foglie appiccicose a fargli da scudo o quel colpo probabilmente li avrebbe ridotti ad un colabrodo.

- Fatti avanti se ne hai il coraggio! - Non appena la gragnola si esaurì, Natsu lasciò andare la presa sulla testa di Erza e si rialzò gridando al nemico. L’avversario lo accontentò immediatamente scagliandosi su di lui con la forza di un treno. Il colpo arrivò così velocemente che Natsu non riuscì ad evitarlo. Non vide nient’altro che una macchia scura avventarsi su di lui e poi un pugno dalla forza spaventosa lo colpì dritto al mento scagliandolo via, praticamente contro un altro tronco.

- Vediamo chi è il miglior dragon slayer! Ghihihi! -

Non poteva confondere quella risata con nessun altra al mondo.

- GAJEEL! - Ruggì Erza mentre si rialzava quanto più velocemente poteva. - Potere delle robuste braccia che strappano i cieli ... Arms! - Il dragon slayer d’acciaio riuscì giusto in tempo a coprirsi con le braccia prima che il pugno di Erza lo colpisse, incrinando con la sua forza le scaglie d’acciaio che aveva appena evocato per difesa - Così mi piaci! Combattete tutti e due contro di me! -

- Lascialo stare! Ho detto che me ne occupo io! - Natsu le strappò letteralmente Gajeel, colpendolo ad un fianco come una palla di cannone in fiamme - Fire Dragon’s Sword Horn! - Spinti dalla forza propulsiva dell’attacco, entrambi i dragon slayer schizzarono dall’altra parte in mezzo agli alberi, scagliando detriti da tutte le parti. Un paio di grosse querce si abbatté al suolo con un pesante crash. Erza lanciò uno sbuffo, infuriata per aver appena perso il suo avversario - Stavo per colpirlo io! -

Per un attimo il crollo sollevò un grosso polverone, nascondendo i contendenti alla vista poi Natsu venne scagliato di nuovo via da un pugno. Gajeel era ancora in piedi ma adesso in lui c’era qualcosa di diverso. Il corpo del giovane dragon slayer era stato avvolto completamente da una patina di scaglie d’acciaio. I suoi artigli si erano fatti più lunghi e il suo aspetto ancora più feroce. - Guarda cos’ho imparato pivello! Ti piace la mia Dragon Force? Questa è la tecnica più potente che un dragon slayer può imparare! Il suo copro diventa praticamente invincibile come quello di un drago! -

- Credi di essere l’unico a conoscere quel trucco? - Natsu si rialzò in fretta dal punto in cui si era schiantato, lanciando un’intensa fiammata contro l’avversario. Quando la sua aura rovente si spense, anche sul suo corpo erano apparse scaglie a segnargli il contorno degli occhi. - Ora ti faccio vedere cosa sa fare un drago di fuoco! - Ed il ragazzo tornò all’attacco, colpendo Gajeel con uno dei suoi pugni. In un attimo il loro scambio divenne così intenso da disintegrare tutto quello che c’era sulla loro strada.

- Smettetela di distruggere la foresta! - Erza digrignò i denti prima di lanciare un altro incantesimo di potenziamento - Ile Arms! Sky Dragon’s Wing Attack! - Il suo turbine investì in pieno i due, spianandoli a terra insieme ad una grossa porzione della foresta.

- Dice di non distruggere niente e poi con un sol turbine sradica un milione di alberi. - Brontolò Gajeel, coprendosi la testa con le mani mentre il vento si esauriva - Credi che si renda conto che fa l’esatto opposto di quello che dice? -

Natsu scosse la testa, mentre cercava anche lui di ripararsi, standosene appiattito a terra - Non lo capisce. -

- Salamander come fai a vivere con lei senza che ti abbia ancora ucciso? -

- Perché io sono il miglior dragon slayer al mondo! E poi chi ti ha autorizzato ad affibbiarmi soprannomi? - Natsu si concesse una risata prima di tornare all’attacco con un pugno infuocato. Gajeel lo costrinse a farsi da parte, trasformando un braccio in un gigantesco martello d’acciaio.

- HO SENTITO QUELLO CHE AVETE DETTO LÌ FUORI! - La voce di Erza li inseguì mentre i due cercavano di avere uno la meglio sull’altro.

Dopo il giorno in cui avevano visitato la Foresta Pietrificata e provocato il drago d’acciaio che l’abitava, Igneel e Grandeeney avevano proibito a Natsu ed Erza e di farvi ritorno. Per un certo periodo i bambini si erano quasi scordati del regno di pietra che si estendeva oltre la palude e dei suoi abitanti, ma Gajeel non si era scordato di loro. Un bel giorno era sbucato fuori dagli alberi per sfidarli a duello. Poco importava che Metallicana avesse proibito anche a lui di lasciare la Foresta Pietrificata.

A quella visita ne erano seguite diverse altre, tutte col solo scopo: combattere e alla fine, anche se i loro draghi non era non d’accordo, i tre dragon slayer erano diventati uno strano gruppo d’amici. Era successo tutto in un modo così misterioso che nemmeno loro sarebbero stati capaci di spiegarlo. L’unica cosa che contava era che adesso, di tanto in tanto si allenavano insieme, senza regole e liberi di fare tutto quello che gli passava per la testa. Per fortuna quei duelli non erano quotidiani, oppure l’intera foresta sarebbe stata rasa al suolo.

- VI HO DETTO DI SMETTERLA! - Erza lanciò un ultimo ruggito d’avvertimento prima di evocare anche lei il potere di Dragon Force. In un attimo i suoi capelli cambiarono colore, acquistando una sfumatura rosa e più chiara. Scaglie bianche e penne candide come quelle di Grandeeney le apparvero lungo i polsi e le caviglie e poi - Dragon’s Slayer Secret Art. Shattering Light: Sky Drill! - E i venti che aveva appena evocato vennero sparati in direzione di Natsu e Gajeel con così tanta forza da sbalzarli entrambi a terra, costringendoli a buttare fuori tutta l’aria che avevano nei polmoni. La foresta attorno a loro tremò ed un gran numero di alberi venne letteralmente sradicato e scagliato sottosopra. La trasformazione che entrambi i dragon slayer avevano usato, svanì così come l’aria che avevano nei polmoni e quando il turbine esaurì la sua potenza, ormai entrambi erano a terra senza più nemmeno una goccia d’energia.

- Lo sai che la tua ragazza è terrificante? - Sussurrò il dragon slayer d’acciaio, rimettendosi a stento a sedere. - Lo sai che le femmine non dovrebbero essere così, vero? -

- Perché come dovrebbero essere? - Natsu si rialzò anche lui a fatica mentre Gajeel ridacchiava con l’aria di chi la sa lunga - Piccole, dolci e capaci di cucinare. Non dovrebbero passare la giornata a prenderti a calci! -

- Mmm ... L’ho sempre saputo che c’era qualche problema con Erza. Ouch! -

Entrambi i ragazzi vennero colpiti da un pugno sulla testa così forte che per poco non si ritrovarono con la faccia incastrata nel terreno. - Il mio problema siete voi, lo sapete vero? -

- Sì, signora! - Natsu e Gajeel si abbracciarono istintivamente per difendersi e la ragazza disattivò anche lei la sua trasformazione soddisfatta del risultato. I due lanciarono un sospiro di sollievo e poi, quando si accorsero che si stavano ancora stringendo, si staccarono con una smorfia di disgusto.

- Che cosa ci fai nel nostro territorio, Gajeel? -

Il ragazzo si rialzò in fretta, sforzandosi di mostrare ad Erza che non era intimorito da lei e sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi beffardi - Passavo di qui e ... -

- Passavi di qui? - Lo incalzò la dragon slayer, braccia incrociate e un piede che batteva a terra, scandendo il tempo. - Sei andato di nuovo a terrorizzare un villaggio? - Esclamò Natsu, rialzandosi pure lui con uno scatto.

- Che cos’hai trovato questa volta? -

Gajeel scosse le spalle e si girò dall’altra parte, come a dire che non valeva la pena raccontarlo a un moscerino come lui.

- Allora? -

Gajeel rimase in silenzio ancora qualche istante, pulendosi i denti con un artiglio - Più o meno le solite cose ... Lo sai nei villaggi cresce il metallo migliore. -

- Il metallo non cresce. - Lo rimbeccò Erza - Non viene mica piantato negli orti. - Ma Natsu coprì la sua voce - Nei villaggi cresce anche il fuoco? -

- Un sacco di fuoco. - Ridacchiò Gajeel ma Erza spense rapidamente l’entusiasmo di Natsu con un altro pungo sulla testa.

- Un giorno o l’altro ti prenderanno. - Lo avvertì la ragazza - E ti pentirai di tutte queste idiozie che stai facendo. -

- Prendermi? È impossibile! Gli umani pensano che io sia un mostro e hanno una paura matta di me! - Ridacchiò Gajeel - Mi chiamano la “Bestia”! Ghihihi! - Ma Erza non aveva alcuna intenzione di farsi impressionare - Dovresti iniziarti a farti qualche domanda sul perché tutti quelli che ti vedono a primo impatto ti scambiano per un mostro. -

- Che vuoi dire??? - Gajeel ruggì, mentre Natsu rotolò praticamente a terra, scosso dalla forza delle risate. Il dragon slayer d’acciaio, crescendo era diventato molto più alto di loro e anche più robusto. Aveva dei capelli neri sempre più lunghi e ribelli ed aveva deciso, per rendere il suo aspetto ancora più minaccioso, di decorarsi il viso con una serie di piercing di metallo. In lui c’era qualcosa di affascinante ma soprattutto di spaventoso.

- Pensatela come volete! - Sbottò alla fine Gajeel - Vi lascio di nuovo al vostro appuntamento romantico! -

- Che vuoi dire??? - Questa volta Erza gridò, arrossendo anche lei.

- Ci rivediamo presto pivelli! - Il dragon slayer alzò a stento una mano per salutarli, mentre si allontanava - A differenza vostra io mi alleno tutti i giorni e ho ancora degli esercizi da fare. Quando il mio addestramento sarà completato ho intenzione di viaggiare per il mondo. Mostrerò a tutti cosa significa il potere di un drago d’acciaio! Diventerò famoso! E tutti tremeranno al nome di Gajeel Redfox, Black Steel! -

- Continua a sognare! - Gli gridò dietro Natsu con un grosso sorriso di sfida - Sono io quello che sfonderà! E tutti conosceranno il nome di Natsu Dragneel! Ehi, Erza! -

- Che c’è? -

- Combatti anche tu contro di me! -

- Ancora? Non volevi fare una gara per vedere chi arrivava prima alla spiaggia? -

Il ragazzo si fermò un attimo a riflettere - Allora combatti contro di me mentre facciamo una gara a chi arriva prima in spiaggia! -

Erza lanciò un sospiro. Certi giorni si sentiva completamente circondata da idioti anche se c’erano a stento due umani nel giro di quaranta chilometri. Natsu era assillante, ma ogni volta che lo vedeva sorridere in quel mondo le veniva da pensare che non lo avrebbe scambiato mai e poi mani con nessun altro dragon slayer al mondo. Non di certo con Gajeel.

- Fammi vedere che sai fare Natsu! -

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Capitolo 14
*** Gli umani ***


Gli umani

E questo è il secondo capitolo che metto oggi per Figli di Drago! Ho preso in prestito dei personaggi dal capitolo di Fairy Tail 343 ma con una differenza: invece di farne dei Treasure Hunter ne ho fatto dei Monster Hunter! Se non siete ancora arrivati così avanti con la lettura, siete avvertiti c'è qualche piccolo spoiler (piccolo, piccolo). C'è anche un'altra cosa che vi voglio dire: avete presente quando all'inizio vi ho detto che questa fiction è divisa in quattro parti, o meglio quattro libri? Bene, qui finisce il libro primo: Le stagioni. La settimana prossima si apre: I sovrani della foresta, l'appuntamento è con i nostri dragon slayer finalmente adulti!




Gli umani

Il mondo fece ancora un paio di lunghi giri ed in men che non si dica Erza e Natsu avevano già raggiunto la soglia dei sedici e quindici anni. La primavera era tornata ancora una volta, inondando la Foresta dell’Est con un sole tiepido e luminoso. Sullo sfondo del cielo azzurro qualche nuvoletta candida e paffuta, scorreva portata dal vento.

- Ouch! È fredda! - Erza ritirò di scatto il piede che aveva appena immerso nell’acqua del ruscello, scrollando via le goccioline rimaste.

- L’acqua qui è sempre fredda! - Le fece eco Natsu. Si era steso sotto un salice, usando una delle sue grosse radici come cuscino. I suoi rami gli facevano da schermo contro il sole ma qualche raggio lo sfiorava lo stesso, decorandogli il corpo con una serie di pallini luminosi. - Se fossi un dragon slayer di fuoco non sentiresti il freddo! I dragon slayer di fuoco sono sempre i migliori! - Natsu ghignò ma Erza replicò prontamente con una linguaccia - Ti piacerebbe! - E questa volta immerse entrambi i piedi in acqua. Con una mano teneva alzato il bordo del vestito per non bagnarlo e con l’altra accarezzava la superficie increspata. Il ruscello era poco profondo, l’acqua arrivava a stento a mezzo busto e sotto la superficie si intravedeva una moltitudine di pietre colorate e a volte anche qualche piccolo pesce.

Il punto in cui si trovavano sapeva molto di confine. Poco più in là i grandi alberi della foresta si diradavano e sparivano per lasciare il posto ad una serie di morbide colline erbose. Ancora più oltre sorgevano i villaggi degli umani e quando la giornata era abbastanza tersa e non c’era foschia, bastava alzarsi sulle punte dei piedi per scorgere le case in lontananza. Dal punto in cui si trovava Natsu poteva perfino sentire l’odore del fumo dei camini giungere fino a lui e misto al fumo quello del cibo. Si chiedeva spesso cosa stessero cucinando e facendo gli umani che vivevano lì.

- Erza! Che ne dici se andiamo a fare un giro nel villaggio? Non ci siamo mai andati! - La ragazza si girò a stento per fulminarlo con uno sguardo feroce - Sei impazzito? -

- E dai! Non sei curiosa di vedere come è fatto? -

- Ci sono case di legno e pietra, recinti, stalle, strade e qualche carro. Ecco come sono fatti i villaggi! Sono tutti uguali! - Sbottò Erza come se li avesse già visti tutti. In verità quella non era la prima volta che lei e Natsu avevano una conversazione del genere ma la risposta di Erza era sempre, tassativamente, la stessa. Non voleva incontrare altre persone; stava bene lontano da loro, nella foresta. I traumi che aveva subito da bambina non erano ancora guariti e il disprezzo che Grandeeney provava per gli umani aveva finito con l’avvelenare ancora di più quelle ferite.

- Possiamo andarci di notte se non vuoi incontrare nessuno! Come fa Gajeel! Dai! Chissà quante cose interessanti ci sono da rubare! -

- Non puoi fare tutto quello che ti dice Gajeel! - Sbottò Erza - Se Gajeel si butta di sotto lo fai anche tu? -

- Ma che male c’è? Mi piacerebbe vedere come sono fatte le altre persone! Gli umani non sono tutti uguali come i corvi! Sarebbe divertente ... Magari troverei qualcuno che mi assomiglia! -

- Lo dubito. Non c’è nessuno con i tuoi stessi capelli e nessuno con la stessa testa dura. -

- Lo sai che non sei più simpatica Erza? Crescendo stai diventando come Grandeeney: non ti va più di fare niente! -

- Non mi va di fare cose stupide! - Sibilò l’altra, scoprendo i denti e Natsu decise che era meglio stare in silenzio ed evitare di farsi colpire da qualche incantesimo. Passò così qualche minuto, accompagnato solo dal suono dell’acqua che scorreva e dal canto degli uccelli, poi la voce di Erza tornò a farsi sentire - So che l’acqua qui non è il massimo, ma vuoi fare lo stesso il bagno? -

- Nooo, passo. - Natsu tirò un po’ più su il bordo della sciarpa, fino a coprirsi il naso - L’ho fatto la settimana scorsa. - Cos’era quello? Un modo per punirlo per aver appena detto la cosa sbagliata? Avevano sempre fatto il bagno insieme fin da bambini, ma come faceva Erza a non capire, che più tempo passava, più lui si sentiva a disagio? Era diventata troppo ... bella per fare il bagno insieme.

- Pazienza. - Erza lanciò un piccolo sospiro e prese il vestito per le spalle, pronta a sfilarlo. Fu proprio in quell’istante che le sue orecchie colsero qualcosa di strano. Anche Natsu rialzò subito la testa.

- Voci? - Sussurrò la ragazza. Ma di chi poteva trattarsi? Nessuno veniva mai nella foresta!

La ragazza si affrettò a uscire dall’acqua, usando il suo udito da dragon slayer per capire meglio chi si stesse avvicinando. Natsu si rialzò, sussurrando - Dal rumore di passi ... Sembrano almeno tre. -

- Ahaah! La gente del villaggio era così terrorizzata da questa foresta! Ma tu ci credi a quello che hanno detto Hiroshi? -

- Se non ci avessi creduto a quest’ora non saremmo qui a caccia. -

- Per sapere se hanno detto il vero non ci resta che indagare. - Aggiunse una terza voce, più profonda delle altre.

Cacciatori? Erza aggrottò un sopracciglio. Perfino loro non avevano il coraggio di entrare nella Foresta dell’Est.

- Vieni! - Natsu non le lasciò nemmeno il tempo di riflettere. L’afferrò per una mano, strattonandola al riparo degli alberi, dietro un grosso tronco nodoso. Era curioso di incontrare i nuovi visitatori ma il suo istinto gli diceva che tendergli immediatamente la mano non era la cosa migliore da fare. Il loro odore aveva qualcosa di spiacevole, sapeva di ferro e metallo in un modo perfino peggiore di quello di Gajeel.

Entrambi i ragazzi si sporsero oltre il bordo del tronco giusto quel poco che bastava per osservare i nuovi arrivati guadare il ruscello: si trattava di tutti uomini.

- Oh, andiamo Lala! - Esclamò uno dei tre, spalancando le braccia. Aveva dei lunghi capelli biondi con una fascia scura sulla fronte. La sua faccia aveva qualcosa di allungato e i suoi occhi qualcosa di simile a un rettile. Vestiva di scuro con dei pantaloni stracciati e a tracolla portava un fucile con una lunga serie di munizioni. - Draghi! - Esclamò ancora il tipo - Sono estinti, lo sanno tutti! Sono estinti per dio, tant’è vero che mi chiamo Drake! -

- Stai facendo troppo rumore per i miei gusti. - Lo rimbeccò uno dei suoi compagni: capelli neri, occhi scuri e aria rude. Fissata dietro la schiena teneva una grossa spada, con una pesante elsa dorata. - Siamo Monster Hunters o no? Siamo qui appositamente per dare la caccia a quei draghi! Se ce ne sono ancora saremo noi a sterminarli! -

- Hiroshi ha ragione. Dun, dun. - Aggiunse il terzo; doveva essere Lala. Era il più tozzo e massiccio dei tre, con i capelli scuri e la barba nera. I suoi abiti avevano un tono elegante ma fissata dietro la schiena teneva qualcosa di simile ad una gigantesca mano meccanica. - Saranno il trofeo perfetto. E in più se li eliminiamo otterremo un grossa ricompensa dai villaggi qui intorno! Soldi a palate, dun dun! -

E così quelli non erano cacciatori qualunque. Natsu scoprì istintivamente i denti. Erano venuti lì per combattere i draghi? Non gli avrebbe permesso nemmeno di avvicinarsi a Igneel e Grandeeney! Il ragazzo era già pronto a scattare all’attacco ma la presa di Erza lo costrinse a rimanere fermo, affondandogli le unghie nel braccio. Anche la ragazza era preoccupata, poteva leggerglielo chiaramente negli occhi, ma non era sicura che attaccare in quel modo fosse la scelta migliore. Che cosa potevano fare?

Proprio mentre stava per sparire dall’altra parte del ruscello in mezzo agli alberi, Lala pestò qualcosa, alzò il piede e fece un passo indietro per guardare meglio. - Dun, dun. Che cosa sono questi? -

Il sangue di Erza le si gelò nelle vene mentre l’uomo alzava con la punta di un dito uno dei suoi sandali. Quando Natsu l’aveva strattonata li aveva dimenticati lì, proprio in bella vista vicino alla riva. Come aveva fatto ad essere così stupida?

- Sandali? - Ripeté Drake - Eppure ero certo che qui non venisse mai nessuno. Chi li ha dimenticati? Qualcuno che andava di fretta? - Un ghigno si aprì sulla faccia - Altri Monster Hunters che ci vogliono anticipare? -

- Verifichiamo. - Hiroshi non se lo lasciò ripetere due volte. Sfoderò la sua lunga spada e la vorticò in circolo attorno a sé. Il movimento fu così rapido che un occhio meno allenato non sarebbe riuscito a coglierlo. Per un attimo la lama della spada si allungò e Natsu ed Erza riuscirono a gettarsi a terra giusto in tempo per evitare che l’arma li colpisse, tranciando in due il tronco dell’albero che li copriva. In meno di un secondo il colosso di legno venne giù, seguito da tutti gli alberi che li circondavano. Una piccola radura circolare era appena stata aperta in mezzo alla foresta; in condizioni come quelle nascondersi era inutile, trattare anche.

- Fire Dragon’s Roar! - Natsu fu il primo a reagire, vomitando una nuvola di fuoco contro gli avversari. Ghignò, pensando di averli fregati al primo colpo, ma quando il fuoco e il fumo si estinsero fu costretto a ricredersi: Lala aveva sfoderato la sua grande mano meccanica e spalancandola, aveva fatto da scudo a tutto il gruppo.

- Ah! Super! - Esclamò a quel punto Hiroshi - Guarda cosa abbiamo trovato! Dei ragazzini! E sembrano anche dei maghi! Che cosa ci fate qui mocciosi? Non lo sapete che questo posto è pericoloso? Fareste meglio a togliervi dalla strada di un Monster Hunter, finché siete in tempo! Siamo venuti qui a caccia di draghi! -

- Se volete i draghi dovete prima vedervela con noi! - Ruggì ancora Natsu - Questa foresta è nostra e nessuno entra senza permesso! -

- Dun, dun? - Ripeté Lala con una punta di confusione ma ... - Fire Dragon’s Iron Fist! - Natsu si era già lanciato su di lui con un pungo coperto di fuoco. Il cacciatore di mostri riuscì a stento a bloccarlo, serrandogli le dita della sua mano meccanica attorno al braccio. Lala strinse più forte il manico e ruotò su se stesso trascinando Natsu con lui. Quando la mano meccanica mollò la presa il ragazzo volò via, andando a schiantarsi a metri e metri di distanza, in mezzo ai tronchi abbattuti.

- Anche tu sei una maga, signorina? - Hiroshi serrò la spada a due mani, alzandola sopra la testa e poi l’abbassò puntando dritto contro Erza. La sua domanda era retorica, se la ragazza non avesse avuto la magia dalla sua non sarebbe riuscita mai e poi mai a schivare quel colpo letale.

- Vernier! - Grazie a quell’incantesimo, capace di aumentare la velocità del bersaglio, Erza schizzò di lato schivando il colpo della lama allungabile. Hiroshi però non intendeva darle tregua, cambiò subito traiettoria e la spada puntò di nuovo contro di lei. - Ile Vernier! - Erza fu costretta a lanciare di nuovo il suo incantesimo e a saltare in alto per evitare la spada. - Sky Dragon’s Claw! - Ma le bastò scalciare verso il basso per produrre un turbine sufficiente a piantare la lama nel terreno.

- Perché continuate a ripetere questo “Dragon’s”?  - Hiroshi strappò via l’arma con rabbia - Che cosa siete? Figli di drago? -

- Dragon slayers! - E questa volta un turbine lo investì in pieno, mandandolo a ruzzolare nella polvere.

- Dragon slayers? Chissà se anche le vostre teste valgono come trofeo, dun dun. - Natsu intanto era ancora alle prese con Lala. Ogni volta che tentava di colpirlo con uno dei suoi attacchi l’avversario parava la mossa con la sua gigantesca mano meccanica. Era così resistente che a ogni pugno, Natsu aveva come l’impressione di colpire la zampa di Igneel. Se voleva abbattere il cacciatore di mostri doveva trovare prima di tutto un modo per spezzare le sue difese. Oh! Aveva una buona idea!

- Fire Dragon’s Brilliant Flame! - Proprio come previsto Lala spalancò la mano meccanica per difendersi dall’esplosione ma Natsu colse l’occasione al volo per saltare quanto più in alto poteva, nascosto dal muro di fiamme prodotto dall’attacco. - Fire Dragon’s Claw! - Ma quando abbassò la gamba, pronto a sferrare un calcio micidiale, Lala era già lì per accoglierlo con la sua mano meccanica. Lo afferrò e scagliò di nuovo tra gli alberi. Come aveva fatto ad anticiparlo?

- Due ragazzini come voi non possono sperare di batterci, non importa dove abbiate imparato questi incantesimi! Draghi o demoni! - Gridò Hiroshi, continuando a sferrare furiosi colpi con la sua spada.

- Noi siamo professionisti! La gilda di cui facciamo parte ha vinto il Grande Torneo di Caccia al Mostro dell’anno scorso! Dopo tutti i mostri di livello S che abbiamo affrontato ... -

- Troverete la vostra fine! - Erza adesso stava iniziando a perdere la pazienza. Quei tre erano venuti nella foresta per dare la caccia a Grandeeney e Igneel e speravano di farla franca in quel modo? Non gli avrebbe permesso mai e poi mai di entrare nel suo piccolo regno e minacciare la sua famiglia. - Noi siamo i signori di questa foresta! Shattering Light: Sky Drill! - Erza spalancò le braccia creando una barriera di vento così forte che quando la spada di Hiroshi le cozzò contro la lama non riuscì nemmeno a scalfirla.

- Cosa? - Il cacciatore di mostri non era pronto a reagire. Quando Erza disintegrò la barriera, il vento lo travolse con così tanta forza da trascinare con sé la spada. Natsu intuì subito che quello era il momento giusto per colpire - Fire Dragon’s Wing Attack! -

- È inutile! Dun ... dun? - Lala attivò la sua mano meccanica senza nemmeno sapere che così facendo si stava gettando in trappola. Afferrò Natsu ma il ragazzo piantò i piedi a terra con tutta la forza che aveva sollevando in aria l’avversario. La spada fuori controllo di Hiroshi saettò proprio in mezzo al manico del braccio meccanico, tranciandolo come se fosse stato un semplice stecco. La mano perse all’istante la presa sulle braccia di Natsu e Lala precipitò a terra.

- Che hai fatto idiota? -

- Super levati di mezzo! -

I due cacciatori non fecero nemmeno in tempo a toccare terra.

- Deus Eques! - Natsu inspirò profondamente non appena sentì l’energia magica che Erza gli stava trasferendo scorrergli dentro. - Fire Dragon’s Roar! - E una nuvola di fiamme investì Lala e Hiroshi con così tanta forza da tramortirli. Quando il fumo si dissolse, ormai entrambi erano a terra, per metà carbonizzati. Il calore aveva distrutto anche la loro preziosa spada e quello che rimaneva del braccio meccanico. Ma ... Dov’era il terzo? Natsu girò furiosamente la testa in tutte le direzioni. Era scappato? Come aveva fatto a perderlo di vista? Con la coda dell’occhio riuscì a cogliere a stento qualcosa che brillava in mezzo agli alberi. Poi un proiettile gli trapassò la spalla con così tanta forza da sbalzarlo a terra con un grido di dolore.

- Natsu! - Erza riuscì a stento ad evocare una nuova barriera di vento prima che una gragnola di proiettili si abbattesse anche su di lei. - Che magia è questa? - Ringhiò il dragon slayer ridotto a terra, mentre si teneva una mano pigiata sulla ferita per bloccare il sangue. Non aveva mai visto armi da fuoco e non sapeva che un cecchino come Drake poteva colpire il bersaglio anche da distanze incredibili.

- È inutile mocciosi! - La voce del cacciatore si sentiva anche oltre il rombo della barriera di vento - Sono armato con proiettili anti - drago e anti - magia. Ve la farò pagare per quello che avete fatto! -

Un altro proiettile andò a conficcarsi nella barriera di vento, ma questa volta la sua esplosione ne disattivò in un istante l’effetto. Erza riuscì a stento a spostarsi prima che un altro colpo la prendesse alla testa. Il proiettile le graffiò la guancia mentre sfrecciava via. I colpi successivi vennero letteralmente inghiottiti da un mare di fiamme, esplodendo invano.

- Dragon Force! - Natsu venne fuori dal muro di fuoco correndo dritto nella direzione in cui aveva visto brillare la canna del fucile. Adesso il suo corpo era completamente coperto di fiamme incandescenti e la sua pelle coperta di scaglie.

- È tutto inutile! - Drake si affrettò a ricaricare il fucile, ma se fosse stato davvero un cacciatore così esperto come diceva a quel punto avrebbe di certo capito che la cosa migliore da fare non era quella di continuare a sparare. L’unica speranza che aveva di salvarsi era quella di fare dietrofront e scappare via il più in fretta possibile.

Un paio di proiettili esplose inutilmente a contatto con le fiamme di Natsu, senza riuscire a spegnerle.

- Crimson Lotus: Phoenix Blade! - Ormai Drake non poteva più sfuggirgli: il pugno di Natsu lo colpì dritto al mento, scagliandolo in aria con la forza di uragano di fuoco. Dopo qualche lungo istante il cacciatore precipitò di nuovo a terra, completamente privo di sensi. Natsu lanciò un ultimo sbuffo di fumo, prima di disattivare Dragon Force e di schiacciare la canna del fucile con un colpo del piede.

Che cosa fare adesso con i tre cacciatori svenuti?

Lala e Hiroshi gli diedero immediatamente la risposta che stava cercando, rialzandosi, afferrando Drake per i piedi e correndo via a più non posso.

- E non tornate mai più! - Gli ruggì dietro Natsu, consumando l’ultimo fiato che gli rimaneva - Non avete alcuna speranza contro dei veri draghi se non riuscite nemmeno a battere noi! - Il sangue gli scorreva copiosamente dalla ferita alla spalla, lungo il braccio, gocciolando fino a terra.

- Fammi vedere! - Erza lo attirò a sé poggiando una mano sul foro. Per fortuna il proiettile era uscito dalla parte opposta senza danneggiare organi importanti. La magia si accese subito sulla punta delle sue dita e il sangue smise di scorrere, ma nonostante il suo tocco leggero, Natsu digrignò i denti per il dolore.

- Scusa. -

- Perché ti scusi? -

Fin da quando avevano combattuto contro il rajang, Erza si era ripromessa che sarebbe diventata più forte per proteggere Natsu e invece lo aveva messo di nuovo nei guai. Se non avesse lasciato i sandali in riva al fiume ...

- È tutto a posto. - Natsu la cinse con il braccio dolorante, stringendola più vicino, mentre Erza usava i suoi poteri per curarlo. Il suo segreto desiderio di incontrare gli umani si era appena realizzato, ma nel modo sbagliato. Come poteva convincere Erza a partire e vedere il mondo se le persone che continuava ad incontrare cercavano di farle del male?

Quando la ragazza gli prese il mento per baciarlo, Natsu la lasciò fare, cercando di tranquillizzarla. Le sue labbra erano morbide come sempre e per un attimo il dragon slayer si scordò di tutto il resto, perfino del dolore della ferita. Forse un giorno l'avrebbe convinta ... Chissà ...

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Capitolo 15
*** Nemici amici ***


Nemici amici Eccomi di nuovo qui e oggi vi porto il primo capitolo della seconda parte di questa storia! Devo ammettere che la prima parte è quella che mi piace di più (i maghi di Fairy Tail da bambini sono adorabili) ma sono contenta anche di come è venuta la seconda, specialmente i prossimi capitoli. Questo è soltanto un assaggio di quello che sta per arrivare!



Libro Secondo - I sovrani della foresta

Nemici amici

You can see there's something in the way
I've tried to show you, my door is open
I don't know how much more I can take
Since you've chosen, to leave me frozen
Am I the only one, who sees what you've become?
Will you drift away?
We're running out of time, two wrongs can make it right
Could I make you stay?

(Extraordinary - Clean Bandit)

 

Igneel si schiarì la voce - Giusto per ripassare le regole ... - Ma venne interrotto bruscamente da Natsu che si stava già scagliando con i pugni coperti di fiamme contro l’avversario che lo aspettava dall’altra parte del prato - Le conosciamo a memoria le regole! - Ad attenderlo c’era Erza e non era impreparata. Non appena Natsu fu abbastanza vicino le bastò scagliare un calcio per costringerlo a fermarsi e a saltare di lato.

- Sky dragon’s claw! - Il suo incantesimo scavò un solco in mezzo all’erba, scagliando frammenti verdi da tutte le parti ma Natsu non si perse d’animo, replicando con una delle sue fiammate.

- Fire Dragon’s Roar! -

- Sky Dragon’s Roar! -

Erza rispose soffiando un altro turbine e tutto si risolse in un’inutile pioggia di scintille.

Igneel ghignò divertito osservando i due combattere e testare i loro incantesimi l’uno contro l’altra. Mentre li guardava non poteva fare a meno di meravigliarsi per quanto fossero cresciuti. Ormai non erano più dei bambini ma un giovane uomo ed una giovane donna. Dal loro primo incontro sulla spiaggia erano passati ben dieci anni. Una goccia di tempo infinitesimale per un drago, ma abbastanza per cambiare completamente un essere umano.

Crescendo Natsu era diventato ancora più alto ed il suo fisico asciutto e scolpito. Con i suoi muscoli avrebbe fatto invidia a qualunque altro ragazzo di città ed avrebbe fatto girare la testa a qualunque dama, ma lui non lo sapeva e non se ne curava affatto. L’eleganza e la vanità erano due doti che doveva ancora apprendere. Nonostante fosse cresciuto era sempre pieno di polvere, arruffato e spettinato ed i suoi capelli rosa salmone erano ancora appuntiti ed indisciplinati come quando era un bambino. Grandeeney gli aveva preparato dei vestiti: dei sandali, un largo pantalone scuro ed una specie di camicia che portava sempre sbottonata, ma l’unica cosa di cui aveva veramente cura era la sciarpa che Erza aveva tessuto per lui e che indossava in ogni occasione. Con gli anni la sua magia ed i suoi sensi si erano affinati ancora di più, facendo di lui il padrone assoluto della foresta. Nessun mostro osava più avvicinarsi ed attaccarlo, come aveva fatto il rajang di tanti anni prima. Nemmeno più le scimmie si prendevano gioco di lui, dondolandosi dall’alto dei rami. Ma per quanto il suo corpo ed i suoi poteri potessero essere cambiati, il suo carattere era rimasto lo stesso. Natsu era sempre il solito ragazzo sorridente, che non perdeva occasione per ridere e divertirsi. Testardo come un mulo, senza la minima ombra di senso comune e di buone maniere. Coraggioso, audace e troppo avventato ma con un lato inaspettatamente tenero e premuroso. Il suo spirito d’avventura e la sua voglia di provare cose sempre nuove non si erano esaurite ma almeno l’esperienza gli aveva insegnato a fare un po’ più d’attenzione.

Crescendo anche Erza era cambiata molto e tra i due era di certo quella ad essersi trasformata di più. Era diventata tanto alta quanto il compagno ed anche altrettanto forte, abbastanza da poter abbattere un albero con un solo pugno. Anche se nemmeno lei ne era consapevole, la vita all’aria aperta e l’esercizio l’avevano resa una ragazza di particolare bellezza. Se invece di passeggiare tra gli alberi, attirando l’attenzione delle creature della foresta, Erza avesse fatto un giro per le strade della città, tutti gli occhi sarebbero stati per lei, anche se non avesse indossato altro che il suo semplice vestito verde. Nonostante l’altezza, il suo corpo era diventato più formoso ed i suoi capelli scarlatti ancora più lunghi, abbastanza da sfiorarle la vita come una lingua di fuoco. In lei adesso c’era un fascino diverso, fiero e altero. Nel suo sguardo qualcosa si era indurito con gli anni, dandole un’aria più seria che intimava rispetto da tutte le parti, ma quando sorrideva aveva ancora la stessa espressione angelica di quando era una bambina e sotto la scorza era ancora altrettanto timida e facile da imbarazzare. Era diventata di certo più matura e riflessiva, ma grazie agli insegnamenti di Grandeeney aveva sviluppato anche un lato più aggressivo. Far arrabbiare Erza ormai era ancora più pericoloso che sfidare il mare in tempesta e le sue sfuriate erano diventate qualcosa a cui anche Igneel doveva fare attenzione. Si era trasformata nella bellissima e temibile regina della Foresta dell’Est. Una regina guerriera, coraggiosa e forte. Tutte le creature che vivevano in quel luogo per Erza ormai non avevano più segreti, né le facevano più paura. La morte e la vita e tutto quello che c’era in mezzo per lei non avevano più misteri e così la magia dei draghi del cielo.

- Lightning Flame! -

Igneel venne riscosso di colpo dai suoi pensieri da un bagliore così intenso e brillante, che fu costretto a chiudere gli occhi per qualche istante. - Natsu le regole prevedono di non esagerare! Non vogliamo mica dare fuoco alla foresta??? - Ruggì il drago ma non aveva niente di cui preoccuparsi: nonostante l’imprudenza del figlio Erza aveva facilmente bloccato l’attacco e lo aveva deviato verso l’alto, costringendolo a nullificarsi, sfrigolando tra le nuvole. Col tempo Natsu aveva imparato, stupendo lo stesso Igneel, a controllare l’elettricità che aveva ingoiato da bambino e che lo aveva contaminato, avvelenandolo per giorni. Ogni volta che combinava quel potere a quello delle fiamme i suoi incantesimi diventavano ancor più pericolosi e distruttivi, ma neanche così il compito di battere Erza diventava più facile.

- Non costringermi a fare sul serio ... - Ridacchiò la ragazza, scoprendo i canini che per via della troppa magia erano diventati affilati anche per lei come quelli di un drago. E quando Erza minacciava di fare sul serio non era mai una cosa buona.

- Non ti ci mettere anche tu! - Tuonò Igneel ma solo per essere messo a tacere da un turbine ancora più forte e tagliente di quelli precedenti. Il drago fu costretto a ripararsi il muso sotto un’ala.

- Deus Eques! - E l’attimo dopo fu Erza quella a passare all’attacco, bloccando il pugno di Natsu e sollevandolo di peso per schiantandolo a terra, usando una spalla come leva. Lo avrebbe colpito con un altro attacco se il ragazzo non si fosse affrettato a rotolare di lato per evitarla.

Per qualche minuto i due continuarono a scambiarsi una serie di colpi in rapida successione, scuotendo tutto il prato e la foresta attorno a loro. Ad un certo punto sembrò che Natsu avesse finalmente ottenuto il vantaggio che gli occorreva per vincere, ma in realtà si trattava di una semplice illusione. Erza stava aspettando il momento giusto per sferrare il colpo decisivo senza sprecare troppe energie. Quando il ragazzo abbassò la guardia, colse al volo l’occasione per parare il suo pugno con una barriera d’aria e colpirlo allo stomaco con tanta forza da mozzargli il respiro. Natsu si ritrovò così disteso per terra, con la sua avversaria accovacciata sopra di lui e le sue unghie affilate ad un millimetro dalla gola. Se Erza avesse fatto sul serio avrebbe potuto ucciderlo con un solo colpo, ma per fortuna quello era un allenamento amichevole e nessuno aveva realmente intenzione di fare del male all’altro.

- Chi è il più forte dei due, allora? - Sussurrò la ragazza avvicinandosi abbastanza da sfiorargli il naso, poi sorrise e si alzò come se niente fosse, lasciando ad Igneel il compito di annunciare il risultato ormai scontato.

- Erza vince. -

- Ma io posso ancora combattere! Dammi la rivincita! - Replicò Natsu, balzando in piedi e rifiutandosi di accettare come sempre la sconfitta. Il tempo in cui era lui a vincere tutti gli incontri era passato ormai da un bel po’.

- Avresti preferito smettere di combattere per sempre e ritrovarti con la testa mozzata? - Sospirò l’altra dragon slayer incrociando le braccia e fissandolo con aria severa - Un uomo deve imparare ad accettare le proprie sconfitte e poi io non ho altro tempo da perdere. Grandeeney mi ha chiesto di raccogliere delle erbe per lei e non posso farla aspettare. Ci vediamo alla prossima! - Erza alzò una mano in segno di saluto e si incamminò tra gli alberi lasciandosi dietro un Natsu fumante di rabbia. Così come erano finiti i tempi in cui era lui il dragon slayer più forte, così erano finiti i tempi in cui Erza pendeva dalle sue labbra e lo assecondava in tutto. A volte gli sembrava di vivere con una persona completamente diversa da quella che aveva imparato ad amare e la cosa lo faceva impazzire.

- Come è possibile che sia così forte! - Gridò il ragazzo alzando esasperato le braccia al cielo - È un mostro! Ed è tutta colpa tua! - Igneel sbatté un paio di volte le palpebre senza capire perché il figlio lo stava additando - Mia? -

- Sì, tua! Non mi hai allenato abbastanza! -

Ma a quel punto il drago scoppiò a ridere - Non devi prendertela così tanto Natsu! Le femmine sono creature misteriose: sembrano fragili ma non puoi mai sapere che razza di potere nascondano. Non c’è cosa al mondo più pericolosa di una femmina! -

- Ma io riuscirò a batterla. - Natsu picchiò un pugno contro il palmo, liberando qualche scintilla con aria determinata. Poi si lanciò all’inseguimento di Erza con un sorriso diabolico. Igneel scosse la testa: sapeva, con la sua esperienza secolare, che il miglior modo di battere una femmina non è quello di prenderla con la forza, ma c’erano ancora molte cose che suo figlio doveva imparare.

In realtà il fatto che Erza fosse diventata così forte non solo irritava Natsu, ma lo attirava in maniera irresistibile. Era cresciuto insieme alla ragazza ed il fascino che provava nei suoi riguardi era aumentato con gli anni invece di diminuire, specialmente adesso che non aveva più alcuna speranza di controllarla.

- Ti prendo! - Nessun cacciatore saggio si sarebbe mai lanciato sulla sua preda annunciando il suo arrivo in quel modo, ma tanto Erza avrebbe sentito Natsu arrivare anche da un miglio di distanza. Le bastò fare un passo di lato per evitarlo ed il ragazzo, mancando completamente la presa, rotolò sull’erba. La sua corsa si fermò soltanto quando andò a sbattere con la faccia contro il tronco di un albero.

- Auch ... -

Erza lanciò un sospiro guardando Natsu che si girava penosamente sulla schiena, tenendosi una mano pigiata sulla fronte. Aveva già raccolto un fascio di fiori gialli, come le aveva raccomandato Grandeeney ma alla vista del ragazzo per poco non glieli tirò addosso come un’erbaccia velenosa - Si può sapere cosa vuoi ancora da me? -

- La mia rivincita! -

- Dovresti allenarti più seriemente prima di tornare a chiedermi di combattere. Di questo passo non vincerai nemmeno tra un milione di anni. - Erza sapeva che Natsu aveva una testa troppo dura per farsi male per così poco, ma si accovacciò lo stesso accanto a lui sfiorandogli la fronte con le dita e con la sua magia curativa.

- E poi ti ho detto che Grandeeney mi sta aspettando. -

Anche Natsu stava aspettando e quale occasione migliore di quella? Il ragazzo l’afferrò per il polso tirandola con la forza sul suo petto - Che te ne importa! Non preferisci stare con me? Dovresti dedicarmi più tempo. -

- Ma se ci vediamo tutti i giorni? -

- Ma se stessi più tempo con me e ti allenassi di più con me potrei diventare abbastanza forte da batterti! -

- La tua logica non ha senso, lo sai? - Ridacchiò Erza. Parlare con Natsu aveva il potere di farle venire allo stesso tempo mal di testa ed un incredibile voglia di ridere. L’allegria che le metteva era sempre la stessa di quando erano bambini.

- Che c’è di male a voler stare più tempo insieme? -

Anche se Erza era abbastanza veloce da schivare l’attacco di un mostro e l’incantesimo di un mago non riuscì lo stesso ad evitare Natsu. Il ragazzo le passò una mano dietro la nuca premendo le labbra contro le sue e con l’altra le cinse la vita, stringendola ancora più forte. Il profumo della dragon slayer per Natsu era come quello della brezza di primavera, pieno di delizie e carico di promesse ed il suo sapore era ancora più allettante. Sapeva di fragole, ma nessuna delle fragole che cresceva nella Foresta dell’Est poteva reggere il paragone. Il suo profumo gli entrava nelle narici, nei polmoni, nella testa ed il suo sapore gli riempiva la bocca, scendeva per la gola, diventava una lingua di fuoco nello stomaco. Natsu non l’avrebbe lasciata andare mai più, l’avrebbe bloccata a terra col suo stesso corpo perché non scappasse, ma quando fu costretto a staccarsi per riprendere aria, Erza si liberò con uno scatto, spingendolo via con una mano.

- Ehi! Smettila di scappare! -

- Ti ho detto di no! - Erza gridò, rossa in viso come non mai.

- Lo sai che non è quello che vuoi! - Le gridò dietro anche Natsu ma invano: la ragazza era già sparita tra gli alberi. Nella fretta si era dimenticata perfino i fiori che aveva raccolto prima, lasciandoli sparsi per terra. Il dragon slayer si abbandonò in mezzo a loro con uno sbuffo e le braccia spalancate. Si erano scambiati innumerevoli baci da quel fatidico giorno in cui avevano solo otto anni. Così tanti che entrambi avevano finito per perderne il conto, ma non ancora abbastanza per farne una coppia.

- Che cosa posso fare? - Natsu si sentiva davvero impotente. Non solo non poteva battere la sua vecchia amica con la forza, ma non poteva nemmeno convincerla della sincerità del suo amore. Aveva provato a parlarle un milione di volte, le aveva fatto un’infinità di dichiarazioni ma senza successo. Più i mesi passavano più si sentiva impazzire. Era certo che di questo passo sarebbe morto, come aveva visto morire alcuni degli uccelli della foresta costretti a rimanere da soli troppo a lungo.

“Gli altri animali sono più fortunati!” Pensò Natsu alzando lo sguardo verso l’alto e seguendo le evoluzioni degli scoiattoli che si rincorrevano da un ramo all’altro. Lui non conosceva nulla del modo in cui si corteggiano gli umani, di appuntamenti, di regali, di cene romantiche ed in un certo senso invidiava le altre creature con il loro codice stabilito. Lui non poteva mettersi a belare e tirare colpi di corna come i cervi, non poteva cantare come gli uccelli, danzare come i fenicotteri vicino al lago e nemmeno gonfiarsi come i rospi della palude. Ma non poteva perdersi d’animo ed in fondo, Natsu non era proprio il tipo da arrendersi. Come aveva gridato poco prima era assolutamente certo che anche Erza sentiva le stesse cose che provava lui. Perché ancor prima di essere umani, entrambi erano dragon slayer con gli stessi sensi acuti e la stessa natura selvatica. Quando l’aveva baciata la ragazza lo aveva ricambiato con così tanta passione che l’aria gli era venuta meno ancora prima di quello che si aspettava.

- Lo so che non è questo quello che vuoi ... -

Igneel lo aveva avvertito che le femmine erano creature misteriose e pericolose, ma non importava. Doveva trovare soltanto l’occasione giusta ed in un modo o nell’altro avrebbe vinto lui!

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Capitolo 16
*** Una dolce medicina ***


Una dolce medicina

Non riuscite nemmeno ad immaginare quanto era ansiosa di pubblicare questo capitolo! Mi ci sono dedicata con passione, leggendolo e rileggendolo e spero che non deluda le aspettative. Ho cominciato la seconda parte di questa fan fiction con le parole dei Clean Bandit e di Extraordinay ma mentre scrivevo questo capitolo mi sono lasciata portare dalle note di un'altra canzone e penso che non ci sia nulla di meglio. Potete provare ad immaginarla anche voi mentre suona in sottofondo. Sto parlando di Animals dei Maroon Five " Baby, I'm preying on you tonight, hut you down, eat you alive .. Maybe you think that you can hide, I can smell your scent from miles ... It's like we can't stop, we're enemies ... I love your lies, I'll eat 'em up, but don't deny the animal, that comes alive when I'm ... inside you."

C'è un motivo per cui ho dovuto taggare questo storia come arancione, ma ho preferito non esagerare troppo per non passare in rosso. Siete stati avvertiti in anticipo :D




Una dolce medicina

Erza si fermò soltanto quando ormai Natsu era così lontano da non riuscirne nemmeno a sentire la presenza.

La ragazza si appoggiò con la schiena ad un albero, stringendosi le mani al petto per sforzarsi di recuperare la calma. Si sentiva allo stesso tempo una strega e un’idiota. Una strega per il modo in cui l’aveva trattato e un’idiota perché in fondo Erza sapeva che Natsu aveva ragione. Sapeva che il suo amore era sincero più di ogni altra cosa al mondo ed aveva ragione, maledettamente ragione, quando diceva che continuare a scappare non era quello che voleva. Il desiderio di stringerlo, di baciarlo e di sentire la sua pelle sfregarsi contro la sua era così forte che ormai tutta la foresta doveva averlo capito. Forse era colpa dei suoi sensi di drago, perché ogni volta che l’altro ragazzo le stava vicino il suo profumo la stordiva e le impediva di ragionare lucidamente, era come una droga. E quando la baciava poi! Era come se il fuoco che aveva dentro di lui le scendesse per la gola e le incendiasse tutto il corpo. Desiderava dargli ascolto, ma Erza convinta che era meglio mordersi le labbra e resistere. Si trattava di un passo troppo grande e nessuno poteva saperlo meglio di lei. Quando, intorno ai tredici anni, era finalmente diventata una donna e Grandeeney le aveva spiegato la verità sull’argomento, non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi a Natsu per una settimana intera. Il povero ragazzo aveva passato tutto il tempo a cercare di parlarle e a tormentarsi per il senso di colpa: era convinto di averla fatta arrabbiare anche se non riusciva a spiegarsi perché. Alla fine Erza si era arresa e aveva rinunciato all’idea di evitarlo. Era stata lei in persona a spiegargli cos’era successo; si ricordava ancora la scena. Per un attimo Natsu si era fermato a pensare, poi aveva sorriso e la prima cosa che gli era uscita da bocca era stata:

- Proviamoci! - Il pugno che Erza gli aveva sferrato subito dopo l’aveva tenuto a bada per diverso tempo, prima che trovasse di nuovo il coraggio di ripetere la stessa proposta.

Ah! Quanto avrebbe voluto che la storia degli incantesimi di Igneel fosse stata quella vera! E quanto avrebbe desiderato tornare indietro nel tempo e mentire a Natsu! Se invece di spiegargli tutto si fosse inventata la storia di una malattia contagiosa, il ragazzo sarebbe stato buono qualche anno in più prima di arrivare all’agognata verità!

Che stupida ...

Erza tirò uno, due e tre respiri profondi, cercando di scacciare il rossore che aveva ancora sulle guance poi decise di fare ritorno a casa, lasciando perdere le erbe che Grandeeney le aveva chiesto di raccogliere. La dragonessa l’avrebbe sicuramente sgridata, ma preferiva la sua rabbia all’idea di fare di nuovo incontri così pericolosi.

Per i due giorni successivi, quindi, Erza passò quasi tutto il tempo nella caverna. Si aspettava di veder Natsu sbucar fuori da un momento all’altro ma questa volta il giovane dragon slayer non l’accontentò. Alla fine il senso di colpa e la curiosità prevalsero su di lei e la guidarono fino alla radura dove si erano allenati l’ultima volta. Quando Erza arrivò trovò Igneel steso al sole come al solito, ma le bastò un rapido sguardo per capire che Natsu non era nemmeno lì.

- Non si vede dall’ultima volta che avete combattuto. - Le confessò il drago, che aveva percepito la sua presenza senza nemmeno aprire gli occhi. Erza era così presa dalla sua piccola indagine che per poco la sua voce profonda non la fece sobbalzare. - Hai fatto qualcosa per farlo arrabbiare? - Continuò il drago mettendo finalmente in mostra un grosso occhio giallo. - No ... Nono! - Erza si ritrovò a balbettare pietosamente e si affrettò a salutare Igneel scusandosi per il disturbo. Anche se non aveva fatto ritorno a casa, Natsu non poteva essere andato molto lontano: era impossibile che avesse lasciato la foresta senza nemmeno salutarli.

Erza si lasciò guidare dal suo olfatto ma dovette vagare a lungo tra gli alberi prima di riuscire a cogliere la caratteristica scia di spezie, fuoco e fumo che Natsu si portava dietro dovunque andasse. Era quasi arrivata alla sua fonte quando un mostro impazzito, un incrocio tra uno struzzo gigante e una lucertola, le sfrecciò accanto minacciando di spazzarla via. Era così terrorizzato da non essersi nemmeno accorto di lei mentre correva via starnazzando.

- Dove scappi pennuto? Io ho appena iniziato il riscaldamento! - La voce di Natsu inseguì il mostro che fuggiva e l’attimo dopo fu il ragazzo in persona ad apparire davanti a lei. Quando si accorse della sua presenza si irrigidì di colpo come se avesse appena visto un fantasma. Batté un pio di volte le palpebre e poi spalancò le braccia - Erza vuoi combattere con me? Mi sono allenato senza sosta! - Ma la ragazza non intendeva affatto mettersi a lanciare incantesimi in un momento come quello.

- Guarda come ti sei ridotto! - Erza afferrò Natsu per una spalla, costringendolo con la forza a sedersi sull’erba. - Non è niente, mi sono solo esercitato un po’ contro i mostri ... - Ma la ragazza lo zittì girandogli la testa con la forza, per esaminarlo meglio. Era coperto di escoriazioni, lividi e graffi, niente di serio per un dragon slayer, ma l’idea di vederlo in quello stato la faceva infuriare lo stesso.

- E qui? Cosa ti sei fatto? - Erza gli fece scorrere le dita sul braccio destro fino al punto in cui una benda improvvisata e fatta di foglie gialle gli copriva la pelle.

- Non lo so ... Forse è un graffio o un colpo di zanna ... Anzi! Hai presente quei serpenti giganti con quelle spine sulla coda? Ma tranquilla ci ho messo subito le foglie che mi hai detto tu, per domani sarà già andato via. -

- Non sono quelle che ti ho insegnato io! - Sbottò Erza. Adesso era così arrabbiata che la sua voce per poco non fece gelare il sangue nelle vene del suo povero paziente. Ma del resto arrabbiarsi era inutile. Che cosa poteva pretendere da quella testa vuota di Natsu? Ah, che cosa avrebbe mai fatto senza di lei?

- Fammi vedere. - Riprese la ragazza, sforzandosi di suonare più dolce. Passò l’indice sulle foglie, concentrando appena un pizzico di magia sulla punta delle dita e la benda improvvisata venne via rivelando un taglio molto più profondo di come Natsu l’aveva descritto, lungo almeno dieci o dodici centimetri, con i bordi rossi e infiammati.

L’odore di ferro del suo sangue la colpì istantaneamente. Era pesante e denso ma aveva qualcos’altro mischiato alla sua essenza, qualcosa di acuto e che sapeva di sporco. Era facile dire che la ferita era infetta, anche senza bisogno di guardare.

- Stupido. - Sospirò la dragon slayer, questa volta più piano - Dovevi farmelo vedere subito. - Fin dal giorno in cui l’aveva difesa dal rajang, la ragazza aveva giurato a se stessa che non avrebbe permesso mai più che a Natsu accadesse qualcosa di male. Si era data allo studio della magia dei draghi del cielo, con così tanta passione, proprio perché voleva usarla per proteggerlo e ricambiare il favore.

- Adesso prima che possa richiuderlo mi toccherà togliere tutta l’infezione. - Ma come fare? Intorno a loro non c’era acqua per lavare la ferita ed Erza non ne sentiva né l’odore né il rumore nei paraggi. Se voleva davvero pulire il taglio non le restava che ricorrere al più antico rimedio di tutti, quello che tutte le creature della foresta applicavano quando si trovavano in difficoltà.

- Sta fermo. - Sussurrò la dragon slayer prima di appoggiare le labbra sul taglio, passando la lingua sui bordi, assaggiando e prendendo mentalmente nota di quanto fosse profonda l’infezione e di quali fossero i punti peggiori. Gli aveva detto di rimanere fermo ma sentì lo stesso Natsu che veniva scosso da un brivido, da capo a piedi. Il ragazzo si costrinse a chiudere gli occhi e a inspirare forte per mantenere la calma ma non riuscì a far nulla per impedire che gli venisse la pelle d’oca. Erza sentì subito anche quel cambiamento, scorrendo con le dita e con le labbra sul suo braccio e sorrise. Quella reazione l’affascinava, ma doveva mantenere la concentrazione se intendeva davvero medicare la ferita.

Cominciò dal gomito, risalendo piano, piano, succhiando e rompendo la crosticina infetta che si era formata lungo il taglio. Alzò la testa e si fermò solo per un attimo per sputare via in mezzo all’erba il sangue che aveva raccolto. Poi tornò a lavoro, sforzandosi di ignorare lo sguardo di Natsu che adesso si era spostato su di lei.

- Fa male? -

- Per niente. -

Erza continuò così a leccar via l’infezione per qualche minuto, mordicchiando e staccando con i denti qualunque pezzetto di pelle morta in cui si imbatteva lungo la strada. Quando alla fine ebbe completato il lavoro, passò un’ultima volta la lingua lentamente e approfonditamente sul taglio, per controllare il risultato. Pulito. L’odore e il sapore terribile che aveva sentito all’inizio erano spariti, ma la ragazza rimase ancor un istante così, ferma e con la fronte appoggiata al braccio di Natsu. Le sarebbe piaciuto continuare a leccare le sue ferite e risalire più su, lungo la spalla, il collo, fino alle sue labbra. Il sapore della sua pelle e del suo sangue era ancora più inebriante del suo profumo ma ...

“No!” Erza si staccò con uno scatto prima che i suoi istinti avessero la meglio su di lei, passando questa volta le dita sui bordi della ferita. La pelle, ormai disinfettata non esitò un solo istante a chiudersi sotto il suo tocco.

- Perché ti sei ritirato qui ad allenarti? - Quando finalmente la voce le venne fuori tremava - Non sei nemmeno tornato a casa! Mi hai fatta preoccupare, anche Igneel ti sta aspettando! -

- Mi stavo allenando, te l’ho detto ... - Confessò Natsu girando la testa dall’altra parte. Ma stare in quel mondo non serviva affatto a nascondere il rossore sulle sue guance - E ... In realtà ti stavo anche pensando. -

- Pensavi a me? -

- Sì, pensavo ad un modo per diventare più forte e per riuscire a batterti. Ho pensato che per farti ragionare mi serviva più forza. -

Povero Natsu. Lo stava facendo davvero impazzire.

A quel punto Erza si mosse praticamente d’impulso, prendendolo per il mento e costringendolo a girarsi. Gli appoggiò le labbra sulle sue, sfiorandole con la punta della lingua. Natsu non perse un solo istante per attirarla e sé e per accontentarla, aprendo la bocca per lasciarla entrare. Una delle mani di Erza gli risalì lungo la schiena, aggrappandosi ai suoi capelli, l’altra lo prese per la sciarpa come a non volerlo lasciar scappare. Il battito del cuore di Natsu schizzò istantaneamente alle stelle e la sua temperatura lo seguì a ruota, mentre ogni singola cellula del suo corpo scoppiettava tra fuoco ed elettricità. Nessun incantesimo lo aveva mai colpito con tanta forza, niente come quell’Erza che stava seduta sulle sue gambe e che gli mordeva le labbra. Alla fine fu costretto a scansarsi per ottenere un po’ d’aria. Oh, ma chi voleva prendere in giro? Quegli occhi scuri e fieri che lo fissavano erano più che sufficienti a fargli dimenticare come respirare.

- Sei una guaritrice o no? - Sibilò Natsu, tornando ad avvicinarsi alle labbra della ragazza - Hai curato il mio braccio ma non basta. Tu sei la sola che ha la medicina che mi serve. Preferisci davvero lasciarmi morire in questo modo? - Erza mollò la presa sui capelli e sulla sciarpa, prendendogli la faccia tra le mani, ma non fece nulla per spostarlo, sussurrando praticamente contro le sua bocca - È una medicina pericolosa, Natsu. Se cominci a prenderla non potrai più farne a meno. Ne avrai bisogno continuamente ed anch’io avrò assolutamente bisogno della tua dose. Se non potessi averla, morirei di sicuro. -

- Non è sciocco allora? - Continuò il ragazzo - Io posso salvarti, tu puoi salvare me, eppure stiamo tutti e due qui a morire. - Natsu ricominciò a baciarla ma dopo qualche istante sentì Erza ritrarsi - Noi ... -

- Dimmi la verità! - Le ordinò il dragon slayer con tono perentorio ma non le lasciò nemmeno il tempo di rispondere, premendo ancora una volta le labbra contro le sue e stringendola più forte con un braccio attorno alla vita.

- Natsu ... -

- La verità! -

- Ti prego continua ... - Erza non riuscì a sussurrare altro, ma come lo ebbe fatto Natsu aveva già realizzato i suoi desideri adagiandola sul prato. Le loro labbra attaccate ed una mano che le accarezzava le gambe. Quando si spostò sul suo collo, prendendole leggermente il lobo dell’orecchio tra i denti, Erza si lasciò sfuggire un gemito. Non sapeva nemmeno lei di essere capace di quei versi, prima che l’altro li tirasse fuori.

Nel frattempo le dita di Natsu scorrevano leggere, ma lasciando allo stesso tempo tracce roventi come scottature. Passarono prima sul vestito, senza tralasciare nessun dettaglio, dall’alto verso il basso e poi si infilarono sotto l’orlo, risalendole lentamente contro i fianchi e portando la stoffa con loro. Un altro po’ e la sua unica difesa era già voltata via in mezzo all’erba, lasciando Erza nuda tra le braccia del ragazzo.

Perché aveva resistito tanto? Il suo ultimo pensiero fu qualcosa del genere, poi si perse completamente nel suo profumo di spezie, nel suo sapore piccante e sotto il suo tocco bollente.

Da tempo Erza e Natsu avevano imparato una cosa, la cosa più importante di tutte e ne avevano imparato il valore proprio perché non erano stati gli umani ad insegnarglielo ma i draghi. Avevano imparato che l’amore è la cosa più essenziale di tutte e che non bisogna mai prenderlo alla leggera. Quello che si prende alla leggera non è amore, perché amarsi significa molto di più che essere semplicemente attratti l’uno dall’altra. Igneel e Grandeeney gli avevano insegnato che secondo i costumi dei draghi, chi si ama una volta resta insieme per tutta la vita. Che l’amore è un legame che unisce i corpi e le anime, benedetto nel sangue ed impossibile da sciogliere. L’unica differenza tra di due dragon slayer stava nel fatto che, mentre Natsu non aveva mai avuto paura della sfida, Erza aveva temporeggiato quanto più a lungo possibile prima di affrontarla.

Il loro fu quindi un matrimonio secondo le regole della natura e dei draghi, senza feste o invitati, consumato all’ombra di una quercia, con l’unica protezione delle sue grandi radici e lo sfondo della foresta. In un certo senso era un bene che né Natsu né Erza conoscessero le incredibili complicazioni che si porta dietro un matrimonio normale. Il loro si svolse senza incidenti, senza clamore, nel modo più semplice possibile, proprio come le creature da cui avevano ottenuto la magia ma anche come gli uccelli e molte altre di quelle che vivevano nella Foresta dell’Est.

Quel pomeriggio il tempo passò via senza nemmeno che se ne accorgessero ed alla fine la stanchezza ebbe la meglio e i due innamorati si addormentarono uno accanto all’altra. Erza fu la prima a svegliarsi, scossa da un brivido: ormai il sole stava già calando e la sua luce arancione filtrava appena tra le foglie. Anche se stava ancora appoggiata sul petto di Natsu ed il ragazzo le teneva un braccio attorno alle spalle, l’aria stava iniziando a farsi più pungente, specie senza vestiti. Per un attimo la ragazza arrossì, ripensando a quello che era successo, ma poi si accorse del modo in cui Natsu stava ancora dormendo beatamente, con un sorriso stampato sulle labbra e pensò che ne valeva la pena anche solo per vedere quell’espressione. Sorrise anche lei e si liberò piano dalla stretta del suo braccio, accarezzandogli una guancia - Sveglia pigrone ... Svegliati che è tardi. -

Svegliare Natsu non era mai un’impresa facile ma questa volta il ragazzo, sotto il suo tocco, aprì subito gli occhi, come per magia.

- Spero che tu sia pronto per prenderti le conseguenze di quello che hai appena fatto. - Continuò Erza con un sorriso - Lo sai quali sono, vero? - Non appena quelle parole ebbero lasciate le sue labbra, Natsu l’aveva già bloccata a terra per i polsi, tenendola ferma con il peso del suo corpo. Un ghigno feroce ma palesemente finto, stampato in faccia - Oh, certo che lo so! Prima di tutto so che adesso non mi potrai più scappare! Da oggi in poi sarai la mia compagna. Staremo insieme per tutta la vita e tu non solo non potrai più lasciarmi ma non potrai più nemmeno sfiorare con lo sguardo un altro maschio! Inoltre un giorno dovrai darmi degli eredi e dargli il nome di Dragneel e poi ... - Continuò Natsu con un sorriso più grande - Dovrai ascoltare tutto quello che dico, fare come comando, cucinare per me, rammendarmi i vestiti ... -

- Non ti allargare ora! - Ma il ragazzo non riuscì ad aggiungere tutte le sciocchezze che aveva in mente prima che l’altra dragon slayer lo spingesse via, ribaltando la situazione. - Fino ad ora ti ho sentito solo elencare la “mia” parte del patto e la “tua” invece? - La ragazza si appoggiò sul suo petto sussurrando dolcemente ma con un qualcosa di minaccioso allo stesso tempo - Da oggi in poi anche tu sarai il mio compagno. Staremo insieme per tutta la vita, qualunque cosa accada. Inoltre, non potrai sfiorare nemmeno tu un’altra femmina con lo sguardo. - Erza sottolineò il concetto facendo scorrere un dito sulla gola di Natsu, con un sorrisino diabolico, mentre graffiava leggermente con l’unghia la pelle e tracciava il percorso della giugulare.

- Se ci dovessi anche solo provare, giuro che io ... -

- Non ho alcuna intenzione di causare la distruzione dell’universo, non ti preoccupare! - Natsu spalancò le braccia, disarmato. La sua espressione era così terrorizzata che Erza scoppiò a ridere all’istante, lasciandosi andare sul suo petto. Rimasero così ancora un po’, lei a ridere e lui ad accarezzarle i capelli, prima di decidere di fare ritorno a casa.

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Capitolo 17
*** Improvvisamente ... soli ***


Improvvisamente ... soli Siamo arrivati a un punto chiave della storia. Doveva succedere, era inevitabile, quindi perdonatemi in aticipo! Arriva un momento in cui tutti i figli crescono e in cui i loro genitori devono prenderne atto, anche i figli di drago ...



Improvvisamente ... soli

Quando quella sera Natsu fece ritorno alla radura aveva un sorriso così entusiasta stampato sulla faccia che Igneel intuì subito che doveva essere successo qualcosa di grandioso. Non appena il ragazzo gli annunciò che era riuscito a convincere Erza a diventare la sua compagna, il drago di fuoco spalancò le fauci per lo stupore. Abbracciò il figlio adottivo, stringendolo sotto un’ala e si complimentò con lui per il suo coraggio. Poi ad un certo punto Igneel si immaginò la reazione di Grandeeney. Un brivido lo percorse dalla punta del muso a quella della coda. Oh, se solo fosse stato capace di scomparire!

Quando quella stessa sera Erza fece ritorno alla grotta era impegnata in pensieri simili. Non aveva la minima idea di come spiegare a Grandeeney quello che era successo e così preferì tenere la bocca chiusa. Ma la dragon slayer era così sovrappensiero e aveva le guance così rosse che la dragonessa finì per intuire tutto da sola. - Guarda che non c’è nessun motivo per essere così imbarazzata! - Sospirò alla fine Grandeeney

- Succede tutti i giorni nella foresta, per aria e perfino sotto le onde dell’oceano! - Ma l’unico risultato che ottenne fu quello di far arrossire Erza ancora di più. In realtà, anche se tutti si aspettavano di vederla andare su tutte le furie, Grandeeney non era arrabbiata per quello che era successo, anzi! In un certo senso era contenta del fatto che la sua allieva avesse trovato qualcuno con cui desiderava trascorrere il resto della sua vita, anche se si trattava di quell’imbecille del figlio di Igneel. Quella notte la dragonessa si ritrovò a pensare che ormai Erza e Natsu erano diventati davvero grandi. Le venne da pensare che il tempo trascorso con loro era voltato via ma che in fondo era una cosa naturale: gli umani vivono molto meno dei draghi e per loro tutto procede più veloce.

Da quel giorno in poi una certa calma cadde sulla Foresta dell’Est. Niente più incantesimi impazziti che saettavano da tutte le parti, niente più ruggiti, né grida esasperate. Se qualcuno fosse entrato nel fitto degli alberi non avrebbe più trovato due selvaggi, due creature metà uomo e metà drago impegnate a combattere tra di loro, ma una coppia di amanti qualunque.

Natsu ed Erza ormai passavano quanto più tempo possibile l’uno accanto all’altra. Ore ed ore a parlare, ridere e passeggiare lungo la spiaggia o il lago. Lei non perdeva occasione per appoggiarsi contro la spalla del compagno e socchiudere gli occhi e lui allo stesso modo non vedeva l’ora di appoggiarsi con la testa sul suo grembo. Natsu passava moltissimo tempo a guardarla, molto più di quanto avesse mai fatto prima. I suoi capelli, scarlatti e lisci come seta, scorrevano meravigliosamente sotto le sue dita. Gli piaceva accarezzarli, stringerla più forte ed affondarvi la faccia. Il suo profumo era come un veleno, lo intossicava. Lo respirava come si respira il profumo di una rosa. Il suo collo, le sue spalle, il suo seno, le sue gambe, ogni singolo pezzettino della sua pelle, non poteva resistere alla tentazione di accarezzarlo e baciarlo. L’ammirava come un domatore ammira la sua tigre, conscio che Erza non avrebbe permesso a nessun altro al mondo di sfiorarla in quel modo. Lei lo lasciava fare, come ipnotizzata dal suo tocco, poi all’improvviso le sue braccia lo stringevano più forte e lo trascinavano giù per un bacio appassionato. Tutto ciò andava avanti alla piena luce del giorno e all’ombra dei grandi alberi come la cosa più naturale al mondo. Non c’era nessun altro a spiare la coppia se non gli uccelli dalle penne colorate, gli scoiattoli dal pelo brillante e gli altri abitanti della foresta. Era perfetto così e non occorreva aggiungere nient’altro. Nessuno dei due sapeva che ben presto qualcosa di terribile sarebbe accaduto al loro idillio.

- Igneel. - Il grande drago alzò la testa, non riusciva al credere al fatto di aver appena sentito quella voce chiamarlo nella sua stessa radura, ma gli bastò poco per identificare la figura di Grandeeney tra gli alberi. La dragonessa aveva assunto sembianze umane e gli stava facendo cenno con una mano - Ti devo parlare. -

Igneel rimase per qualche istante fermo a fissarla, senza sapere cosa rispondere, poi Grandeeney gli girò le spalle e sparì in mezzo agli alberi senza nemmeno aspettarlo. Alla fine anche il drago fu costretto a cambiare forma per seguirla.

- Di cosa vuoi parlarmi? -

Grandeeney non gli rispose, continuando a camminare silenziosamente per la sua strada.

- E dove stiamo andando? -

- Dove nessuno può disturbarci. -

Questa volta Igneel aggrottò un sopracciglio - Perché? - Quando dopo pochi passi il drago entrò in un cerchio di rune, non se ne accorse nemmeno. I simboli si illuminarono sotto i suoi piedi e di colpo attorno a lui e Grandeeney si materializzò una barriera trasparente.

- Dentro questo spazio nessuno può vederci, né sentirci. -

Adesso Igneel iniziava davvero ad essere preoccupato: per quale ragione c’era bisogno di tanta segretezza?

- Ti devo parlare di tuo figlio. -

ERA MORTO.

Igneel fece istintivamente un passo indietro, picchiando la testa contro la barriera così forte che per poco gli occhi non gli schizzarono fuori dalle orbite.

- Sì, lo so che Natsu magari ha fatto una scelta avventata ma ... - Il drago alzò le braccia, agitandole furiosamente per difendersi mentre continuava a premere con la schiena contro la barriera trasparente come un topo in trappola. - Ma guarda i lati positivi! Adesso è così “impegnato” che si dimentica perfino degli allenamenti! Non se li dimentica anche Erza? Aspetta, no, forse ho detto la cosa sbagliata! Aspetta Grandeeney! Quello che volevo dire è che ... - Igneel smise di agitare le braccia soltanto dopo aver farfugliato un bel po’. La dragonessa lo stava fissando, ferma al suo posto, con le braccia incrociate e l’aria seccata.

- Non ... intendevi questo? - Azzardò il drago e fu allora che un pensiero ancora peggiore del primo lo colpì come un fulmine - Non dirmi che ... NON SONO PRONTO PER DIVENTARE NONNO! Sono troppo giovane! Mi servono almeno altri mille anni di preparazione! -

- Apparte il fatto che sei un bestione di quasi settecento anni, no, non stai per diventare nonno e no, non sono qui per prenderti a calci, ma se continui a blaterare idiozie potrei prendere in considerazione la cosa. -

Questa volta Igneel serrò la bocca con uno scatto.

- La ragione per cui sono qui è un’altra. - Gli spiegò Grandeeney - Volevo chiederti se ti sei accorto che ... Natsu è cresciuto un bel po’ negli ultimi tempi? -

- Beh, è diventato più alto, più forte e anche un po’ più responsabile ... - Igneel si fermò non appena colse l’espressione di Grandeeney: per qualche strana ragione sembrava piuttosto giù di morale. - Ormai Natsu non è più un cucciolo e nemmeno Erza lo è. - Continuò la dragonessa - Hanno deciso cosa fare delle loro vite e sono cresciuti sotto tutti gli aspetti. Hanno diciotto e diciannove anni, per degli umani questo significa essere diventati adulti. Te ne sei accorto, vero? -

- Di già? - Igneel si grattò la testa, fingendo una risatina. Girò lo sguardo dall’altra parte per evitare quello della dragonessa che lo trapassava come una lama gelida. - Ma sei proprio sicura? Guarda che non è facile contare fino a diciotto e può darsi che hai saltato qualche stagione, sai con questi sbalzi climatici degli ultimi anni ... Come si chiamava quella cosa che altera il clima? Buco nell’eternano ... -

- IGNEEL! - La voce di Grandeeney lo zittì di nuovo. - Non scherzare, ti sto parlando di una cosa seria. Abbiamo già aspettato troppo tempo: l’addestramento di Natsu ed Erza adesso deve finire. Non possono rimanere oltre in questa foresta e lo sai anche tu. Sono dragon slayer ma ancor prima di questo sono umani e il posto degli umani è lì fuori! - La dragonessa puntò un dito in direzione dell’orizzonte - Con i loro simili! Nelle loro città! Con tutte quelle cose inutili che chiamano tecnologia e civiltà. -

- Città? Tecnologia? Oh, andiamo Grandeeney che ti prende adesso? - Igneel spalancò le braccia - Natsu ed Erza sono cresciuti qui senza niente del genere eppure stanno bene lo stesso! Chi ha bisogno di quella roba? Lo hai detto anche tu che è inutile! -

- Ascoltami adesso! - La voce di Grandeeney si alzò di tono, era un bene che ci fosse la barriera ad isolarli dal resto della foresta. - Se prendi un cucciolo di lupo e lo porti in un villaggio, gli dai da mangiare, lo curi e lo allevi, ad un certo punto il cucciolo crescendo comincerà a comportarsi come un cane. Ma un lupo non può diventare un cane e sarebbe un oltraggio alle leggi di natura pretendere una cosa del genere. Allo stesso modo un cucciolo d’uomo non può diventare un drago e sarebbe folle pensare il contrario. Quei due devono lasciare la foresta. -

Igneel incrociò le braccia, girandosi con una specie di brontolio simile a un ruggito. Sapeva che Grandeeney aveva ragione ma non voleva accettarlo. Non voleva accettare che fosse arrivato il tempo di separarsi dal suo Natsu. Per le fiamme dell’inferno! Igneel non aveva mai avuto nemmeno un uovo, Natsu era l’unica cosa che poteva chiamare figlio!

- E lo sai che cosa deve fare un drago quando i suoi cuccioli diventano troppo adulti per restare al nido? - Continuò ad insistere Grandeeney. Ci fu un lungo istante di silenzio, prima che la dragonessa riprendesse a parlare - Deve cacciarli via. -

- Cacciarli via!? -

- È una legge di natura! I draghi non sono diversi dagli altri animali! È passato così tanto tempo da aver dimenticato quello che hai vissuto anche tu sulle tue stesse scaglie? -

Igneel lanciò un lungo sbuffo attraverso le narici, così forte che per poco non ne venne fuori fumo - Quindi vuoi davvero costringere Erza ad andare via? -

- Questa è la regola ma ... - Grandeeney sospirò - Non credo di poterci riuscire. Quella ragazza ha una testa sorprendentemente dura e sono sicura che se dovessi usare la forza si farebbe ammazzare piuttosto che lasciare questa foresta. Non conosce altro posto al mondo e nonostante le abbia insegnato tutto quello che so non sono riuscita a far niente per la paura che la tormenta. Anche lei ha le sue scaglie ma sotto di esse il suo cuore è fragile e tormentato. È per questo che sta notte, sarò io a sparire. -

Igneel spalancò gli occhi - Vai via? E dove vai? -

- Non ne ho ancora idea, ma è l’unica alternativa. Spero che dopo essermene andata Erza inizierà a capire che questo posto non è la casa giusta per lei. Gli umani sono creature sociali e forse il suo istinto la costringerà a vincere la paura e ad andare via di qui. O forse sarà Natsu. Anche tu dovresti andare via. -

- Ma è impossibile ... - Borbottò il drago - Non ci riusciremo mai! Natsu ed Erza sono dragon slayer, sono capaci di sentire anche il più piccolo movimento, il suono più insignificante! Non ce la faremo mai ... -

Ma Grandeeney aveva la risposta - Prendi. - Si sfilò un piccolo fagotto fatto di foglie dalla scollatura e glielo porse. - È un potente sonnifero, inodore e insapore. Fa in modo che lo prenda e non si accorgerà nemmeno se gli passi addosso con le zampe. - E Igneel accettò il fagotto con un filo di titubanza. Non aveva voglia né di lasciare Natsu, né di drogarlo.

- Lo capisci che è per il loro bene, vero? - Grandeeney lo costrinse a rialzare la testa, staccando lo sguardo dal pacchettino fatto di foglie. - Lo sapevi fin dall’inizio che doveva succedere, fin da quando lo hai trovato. Che senso ha avergli insegnato la magia dei dragon slayer se non può usarla per farsi una vita? -

- Lo so, lo so. - Brontolò il drago - È solo che ... Sono sicuro che quando si sveglierà e non mi troverà più qui il suo cuore andrà in mille pezzi. Natsu a me sembra sempre un cucciolo. Che cosa farà da solo? -

- Non è più solo. - Grandeeney sciolse la barriera con uno sciocco di dita. - Non ha più bisogno di te. - E si girò, incamminandosi verso la sua caverna - E nemmeno Erza ha più bisogno di me. Sono una coppia, si bastano da soli. -

Igneel rimase per un lungo istante fermo a fissare il suo fagotto poi - Le montagne del nord! - La sua voce riecheggiò tra gli alberi - Secoli fa erano piene di neve e anche se non amo la neve ci sono un sacco di vulcani che dormono sotto il ghiaccio. Potresti venire lì! Magari potremmo prenderci una grotta a testa a un paio di chilometri di distanza. -

- Fai pure dieci chilometri. - E Grandeeney sparì tra gli alberi, lasciandolo con un sorriso amaro.

Quando quella sera Natsu tornò alla radura aveva, come gli ultimi giorni, un grosso sorriso sulle labbra. Non sapeva quello che lo attendeva dietro l’angolo e che quella sera sarebbe stata l’ultima in compagnia di suo padre.

- Aouh! - Il ragazzo sbadigliò mentre si faceva largo tra gli alberi - Non so perché ma oggi sono proprio stanco. Ho anche l’impressione di aver scordato qualcosa. - Natsu si fermò per un attimo con le braccia incrociate sul petto - Ma cosa? ... Oh, no! Quand’è che sono andato l’ultima volta agli allenamenti? Oh, no! Igneel sarà furioso! - E il ragazzo cominciò a correre, sbucando di colpo in mezzo alla radura. Non si aspettava di certo di sentire la voce del padre accoglierlo con un tonante - BENTORNATO! -

Igneel aveva acceso un grosso fuoco e accanto c’era un pesce di proporzioni spropositate, arrostito e fumante. Sembrava una specie di piragna, grosso come un autobus, ma Natsu non era il tipo da farsi domande sulle specie dei pesci. - CIBO! - Ed in un attimo era già sulla preda, riempiendosi la bocca a più non posso. Carne, lische e scaglie non facevano differenza.

- Che cosa ti ho insegnato a dire prima di iniziare la cena? -

- Buon ... mnf ... appetito! - Bofonchiò a stento Natsu: aveva la bocca troppo piena. Igneel ridacchiò.

- Tu non ne vuoi? -

Il drago scosse la testa - È tutto per te. -

- Fa come ti pare. - Natsu inspirò profondamente, ingoiando una bella fiammata dal falò che splendeva accanto a lui.

- Oggi voglio festeggiare, perché ho ...  - Gli spiegò Igneel.

- Ma non è un po’ troppo presto per il mio compleanno? -

- No, non per questo ... -

- Perché ho finalmente trasformato Erza in una ragazza tranquilla e non è più un mostro terrificante come Grandeeney? -

- No ... Beh, magari questo un pochino sì. - Igneel si prese il mento con una zampa ma poi scosse violentemente la testa - Quello che volevo dire però è che ho deciso che il tuo addestramento è finito: complimenti Natsu, da oggi puoi considerarti un vero dragon slayer del fuoco. -

- SUL SERIO? - Il ragazzo balzò in piedi, gridando per la gioia: era da una vita che aspettava quella notizia! Ma gridando un pezzo di pesce gli andò di traverso costringendo Igneel a battergli con la zampa dietro la schiena per sputarlo.

- Davvero ho imparato tutto? E io che credevo di aver saltato qualche lezione! Ma è evidente che ormai avevo già finto. Wow! Lo sapevo che sarei divento un dragon slayer a tutti gli effetti prima di Erza! -

- In realtà ... - Ridacchiò Igneel - Anche Grandeeney ha deciso che il suo addestramento è completo. -

La bocca di Natsu si spalancò - Non è giusto! Lei ha cominciato dopo! -

- Ma è stata brava, questo non possiamo negarlo. E ora ascoltami. - Igneel tirò il figlio più vicino con la zampa - Fammi finire il discorso. Dato che da oggi sei ufficialmente un vero dragon slayer voglio che tu mi prometta un paio di cose. -

- Spara. -

- Ripeti con me: “Giuro sulla Magna Carta che i primi dragon slayer firmarono quando vennero scelti quattrocento anni fa”. -

- Giuro sulla Magna Carta che i primi dragon slayer, firmarono quando vennero scelti quattrocento anni fa. -

- Di usare sempre la mia magia soltanto per difendere chi è in difficoltà e mai per diffondere il male. -

- Di usare sempre la mia magia soltanto per difendere chi è in difficoltà e mai per diffondere il male. -

- Che non spargerò sangue innocente, che non infangherò il nome dei draghi che mi hanno addestrato e che renderò questo paese orgoglioso del mio servizio. - Continuò Igneel, assicurandosi che il figlio ripetesse tutto.

- Giuro che veglierò su coloro che amo e che porterò sempre a termine le mie missioni. Giuro anche che farò del mio meglio per non appiccare incendi dolosi e che mi impegnerò a usare la testa. -

- E che mi impegnerò a usare la testa ... Ma sei sicuro che quest’ultima parte non te la sei inventata? -

Igneel sghignazzò più forte - Ma il resto della Magna Carta recitava proprio così. -

- Sei il solito bestione! - Natsu gli sferrò un pugno contro il fianco, ma così piano da non scalfirlo nemmeno.

- Sono davvero così contento di ... Aouh! Lo aspettavo da una vita ... - Natsu lanciò un altro sbadiglio, mettendosi a sedere sull’erba. Improvvisamente sentiva le palpebre pesantissime - Ehi, Igneel, ti dispiace se faccio un pisolino? Non so perché, ma oggi mi sento proprio stanco. -

- È perché stai facendo le ore piccole con Erza. - Igneel spense il fuoco, risucchiandolo con un sol respiro. Di colpo il buio piombò sulla radura, lasciando che le sole stelle la illuminassero. C’era una pallida luna calante all’orizzonte, proprio l’ultimo spicchio.

- Eheheh, forse è così. - Natsu si stese, lasciando che il drago lo coprisse con una delle sue ali, come aveva sempre fatto negli ultimi diciotto anni.

- Ehi, Natsu c’era un’ultima cosa che volevo dirti. Forse non lo hai ancora capito, ma ormai non sei diventato soltanto un dragon slayer ma anche un uomo. Non sei più un ragazzo e devi promettermi che in quanto uomo d’ora in poi inizierai a comportarti come tale. Comincia per te il tempo di prenderti le tue responsabilità. Sta vicino ad Erza e usa i tuoi poteri per difenderla. Tienitela stretta e portala con te ovunque andrai, anche in capo al mondo. Adesso che il tuo addestramento è finito, puoi cominciare con i viaggi che hai sempre sognato. -

- È vero ... - Natsu mormorò piano - Ma tu rimarrai qui ad aspettarmi? -

Per un attimo il cuore nel petto di Igneel si strinse così forte da sembrare che volesse spezzarsi. - Certo. -

Natsu era già stanco ed il sonnifero sparso sul pesce in breve ebbe la meglio su di lui.

- Buonanotte. -

- Buonanotte. -

Igneel rimase a lungo in silenzio a fissare le stelle e ad ascoltare il respiro di Natsu che si addormentava. Quando il suono ormai era diventato profondo e regolare, il drago spostò l’ala. Suo figlio stava dormendo con il sorriso più grande che gli avesse mai visto: era davvero da una vita che aspettava quel giorno. Povero Natsu! Avrebbe voluto tenerlo più tempo con sé, ma in fondo sapeva che Grandeeney aveva ragione. Oh, ma quanto era difficile lasciarlo! Si ricordava ancora tutto come se fosse stato ieri. Quel giorno di inizio estate in cui aveva sentito piangere vicino ai bordi della foresta e lo aveva trovato ancora in fasce sotto un albero. Quando per la prima volta aveva detto il suo nome. Quando aveva usato il suo primo incantesimo. Come faceva a dimenticare tutte le volte che avevano discusso? Quelle in cui avevano riso insieme? Le giornate a giocare e quelle tuffati nelle acque del lago? Quel mucchio di ricordi indimenticabili erano la cosa più preziosa che Igneel avesse mai avuto: il suo tesoro. Lo avrebbe custodito gelosamente fino alla fine dei tempi.

- Non avere paura domani, Natsu. - Il drago sussurrò dolcemente, mentre si alzava sulle zampe - Sono sicuro che te le caverai benissimo. Ti voglio bene, figlio mio. Gli anni che ho passato con te sono stati i migliori della mia vita. - Poi spiegò le grandi ali e in un attimo si alzò in volo, sparendo lentamente nel buio della notte.

Quando quella sera anche Erza tornò alla grotta, non aveva la minima idea di ciò che l’aspettava e non sapeva che sarebbe stata l’ultima sera della sua vita in compagnia della sua insegnante.

- Siediti qui. Dobbiamo parlare. - La voce di Grandeeney la colpì come un martello non appena varcò la soglia della grotta. Erza rimase congelata sul posto, cercando di ripassare mentalmente tutto quello che aveva fatto quel giorno per capire cosa aveva sbagliato. Aveva scordato di mettere qualche erba ad essiccare? Aveva scordato di mescolare una pozione? Impossibile! Lei non scordava mai nulla! Anche se ultimamente a causa di Natsu doveva aver saltato almeno dieci sessioni di allenamento ...

- Questa sera voglio festeggiare. - La dragonessa abbassò il muso indicandole un grosso vassoio di frutta, per la maggior parte fragole, che l’aspettava, steso su una foglia di palma.

- GRANDE! - Questa volta Erza non perse tempo a fare altre domande, sedendosi a tavola. Aveva la bocca già mezza piena di frutta quando Grandeeney riprese a parlare - Volevo dirti che ho deciso che il tuo addestramento è finito. Ormai non ho più nulla da insegnarti: sei diventata una splendida donna, un’ottima guaritrice e una vera dragon slayer del cielo. -

Erza smise di infilarsi fragole in bocca giusto un istante per esclamare - Sul serio? - Un grosso sorriso le si allargò sulle labbra e la ragazza si affrettò a rimettersi in piedi, facendo un profondo inchino. - Ma io non merito nessun complimento. Se tutto questo è stato possibile è solo merito tuo: sei stata un’insegnate fantastica. E poi non potevo desiderare di meglio! Sentire che sono diventata un dragon slayer ufficiale prima di Natsu! -

- In verità anche Igneel ha deciso che Natsu ha completato il suo addestramento. -

A quella dichiarazione la bocca di Erza si spalancò praticamente da sola - Ma ... Ma ... Perfetto. - E la ragazza tornò a sedersi sgranocchiando le sue fragole con una punta di gelosia.

- Però per essere nominata definitivamente una dragon slayer del cielo c’è un’ultima cosa che devi fare: ripeti con me. - La incoraggiò la dragonessa - Giuro sulla Magna Carta che i primi dragon slayer firmarono quando vennero scelti quattrocento anni fa. - Erza rialzò la testa e fece subito come le era stato detto.

- Di usare sempre la mia magia soltanto per difendere chi è in difficoltà e mai per diffondere il male. -

- Di usare sempre la mia magia soltanto per difendere chi è in difficoltà e mai per diffondere il male. -

- Che non spargerò sangue innocente, che non infangherò il nome dei draghi che mi hanno addestrato e che renderò questo paese orgoglioso del mio servizio. - Grandeeney sorrise guardando come la sua allieva ripeteva seriamente il giuramento, mano sul cuore. Certe volte quando la guardava non poteva fare a meno di immaginarsela come i dragon slayer che aveva addestrato quattrocento anni fa, tutti cavalieri armati di spada.

- Giuro che veglierò su coloro che amo e che porterò sempre a termine le mie missioni. Giuro, anche, che farò del mio meglio non per spaventare troppo quelli che mi stanno attorno. -

- Giuro, anche, che farò del mio meglio per non spaventare troppo quelli che mi stanno attorno. - Erza ci mise qualche secondo di più per capire che l’ultima frase suonava un pizzico fuori posto - Stai dicendo che faccio paura? -

- È molto importante che una femmina sappia farsi rispettare e che sappia difendersi. È utile quando si tratta di proteggere la prole e scegliere un maschio coraggioso, ma questo non significa che bisogna azzannare a ogni minima occasione. -

- Ehi! - Erza mise il broncio ma lo fece sparire subito abbracciando il collo piumoso e soffice della sua insegnate - Terrò tutto a mente. - Il primo sbadiglio le scappò mentre teneva la faccia premuta tra le piume. Per quanto fosse allenata nell’uso delle erbe e delle piante, nemmeno lei si era accorta del sonnifero nella frutta.

- Ma ci sono anche altre cose che devi tenere a mente, Erza. Adesso che sei diventata una donna adulta per te è giusto il momento di affrontare le tue paure. Hai la magia per difenderti e Natsu accanto a te, sei pronta per viaggiare per il mondo e tornare dai tuoi simili. -

- Ma io non voglio andare da nessuna parte. - La ragazza sbadigliò di nuovo, socchiudendo gli occhi.

- Questa è casa mia. La Foresta dell’Est è casa mia. -

- La casa degli umani non è un semplice posto. È dove ci sono coloro che amano, non te lo scordare. -

- Va bene, va bene. Ma ti dispiace se continuiamo domani mattina? - Erza si appallottolò più vicino alla dragonessa, improvvisamente si sentiva mortalmente stanca. - Natsu vuole viaggiare per il mondo, lo so, ma io voglio rimanere anche vicino a te e Igneel. Voi siete la mia casa. -

Grandeeney la coprì con l’ala, proprio come aveva fatto per tutti quegli anni, rimanendo in silenzio ad ascoltare il suono del suo respiro che si faceva sempre più regolare.

- Lo so che stare con me non è stato il massimo e so che non sono riuscita a convincerti a trovare dentro di te il coraggio per affrontare di nuovo gli umani. - Sospirò piano Grandeeney - So che questa è la mia più grande pecca. Avrei voluto tenerti con me ancora di più e addestrarti fino a che non fossi diventata davvero sicura di te, ma ho già trasgredito le regole troppo a lungo. Per fortuna, adesso so che dovunque tu vada, quel maldestro figlio di Igneel sarà con te e si occuperà di tutte le insicurezze che io non sono riuscita a guarire. Non ci sono medicine per la paura, solo l’amore può rammendare un cuore come il tuo. - La dragonessa si alzò piano, le penne delle lunghe ali che frusciavano mentre usciva dalla caverna. - Buona fortuna Erza. Credevo di non riuscire più ad amare gli umani, ma se devo essere sincera ... Tu mi hai fatto tornare a sperare che possa esserci qualcosa di buono nella tua specie. Usa la magia che ti ho insegnato per il bene di tutti. - E poi Grandeeney spiegò le ali, sparendo nella notte come una stella cometa che si spegne sullo sfondo, come un sibilo di vento freddo.

Il mattino successivo, quando Erza si svegliò, la luce del sole filtrava già alta dalla cortina di rampicanti che copriva l’ingresso della grotta. La ragazza si girò di lato, tenendo ancora gli occhi ostinatamente chiusi e cercando il tepore delle penne di Grandeeney ma l’unica cosa che l’accolse fu la fredda parete di roccia.

- Grandeeney? - Erza riaprì a fatica gli occhi, le pulsava la testa. - Grandeeney? - Chiamare era inutile, la dragonessa non era lì. La ragazza si mise a fatica a sedere, tenendosi le mani premute sulle tempie. Come mai si sentiva così? E dov’era la sua insegnante? Forse era uscita a raccogliere erbe?

La cena rimasta dalla sera prima, giaceva ancora al suo posto, annerita per le lunghe ore passate all’aria, sulla sua foglia. Grandeeney non avrebbe mai lasciato cibo a marcire in giro! E di colpo il discorso della sera prima le tornò alla mente. Che cosa voleva dirle quando le aveva detto che il posto degli umani era con i loro simili? E poi perché si sentiva proprio come se fosse stata drogata?

- Grandeeney! - Erza si precipitò fuori dalla caverna, sostenendosi accanto alla parete. Aveva un cattivo presentimento e sentiva una stretta allo stomaco.  - Grandeeney! - Non riusciva a percepire l’odore della sua insegnante da nessuna parte. La sua essenza era ancora nella grotta e lì attorno, ma sembrava ... flebile.

- Non puoi avermi fatto una cosa del genere. - Erza serrò i denti, lanciandosi di corsa in mezzo agli alberi: la radura come sua destinazione. Se nemmeno Igneel sapeva cosa fosse successo alla dragonessa, allora ...

- IGNEEL! Vieni fuori vecchio! - Erza si inchiodò sul posto al suono del ruggito di Natsu. Il ragazzo venne fuori proprio dagli alberi davanti a lei, i pugni stretti e in fiamme, i denti scoperti - Si può sapere cosa diavolo stai facendo? DOVE TI SEI NASCOSTO? Lo hai visto? -

Erza scosse la testa.

- ARGH! Ieri mi ha detto che il mio addestramento era finito e questa mattina volevo fare un incontro con lui, ma quando mi sono svegliato non c’era! L’ho cercato per tutta la foresta! -

- Anche Grandeeney è sparita. -

Il ragazzo smise di colpo di strillare, ma solo per qualche istante - È sparita anche lei? Ma allora dobbiamo trovarli assolutamente! Chissà cosa può essere successo! Magari ... Magari ... E se fossero tornati i cacciatori di mostri? -

Erza riusciva a stento a sentire tutto quello che il suo compagno blaterava - Natsu ... -

- Oh, ma Igneel e Grandeeney si sanno difendere da soli! -

- Natsu ... -

- Sono sicuro che ... -

- NATSU! - La ragazza fu costretta a fermarlo con uno strillo. Adesso la stretta si era spostata in mezzo al petto. - Io credo ... Io credo che non sono più qui. -

- Non sono più qui? Ma dove possono essere andati?  Stai dicendo una sciocchezza! -

- Il nostro addestramento è finito Natsu, se ne sono andati. -

- È impossibile! Igneel non sarebbe mai andato via senza dirmi niente! Igneel ... -

- Ieri sera a un certo punto sono letteralmente crollata dal sonno. - Gli spiegò Erza - E quando mi sono svegliata mi pulsava tutta la testa. Credo si effetto di un sonnifero. È successo anche a te? -

- Ieri sera ero stanchissimo e per questo sono crollato in fretta! - Protestò Natsu, ignorando deliberatamente la verità - E questa mattina mi faceva male la testa è vero, ma perché ho dormito tutto il tempo a faccia in giù! -

- Nastu ... -

- IGNEEL NON MI AVREBBE MAI LASCIATO COSÌ! Mio padre non mi avrebbe mai lasciato così! È impossibile! IGNEEL! Torna qui vecchio bestione! - Erza afferrò Natsu alle spalle, poggiandogli la fronte tra le scapole e stringendolo quanto più forte poteva, nel disperato tentativo di calmarlo. - Non è vero che il mio allenamento è finito! Ci sono ancora un sacco di cose che voglio imparare! E voglio farti vedere quanto sono diventato forte! Tira fuori quel brutto muso e combatti! - Ma per quanto il dragon slayer potesse gridare la Foresta dell’Est rimaneva muta e non poteva rispondergli. - Igneel! Igneel ... Non puoi essere andato davvero via ... -

Erza fu costretta a fare del suo meglio per calmare Natsu quel pomeriggio, per convincerlo a mangiare qualcosa e per ritirarsi insieme a lei alla caverna. Senza Igneel e Grandeeney la Foresta dell’Est sembrava più vuota, ma per fortuna i due dragon slayer avevano il loro amore per riempire la solitudine. Dopo qualche giorno cominciarono ad abituarsi all’idea che nessuno dei due draghi sarebbe più tornato e la grotta divenne la loro nuova casa. I due decisero di arredare l’ambiente con il minimo indispensabile. Dato che non avevano più le ali dei loro genitori a coprirli di notte, scavarono un piccolo focolare e prepararono un giaciglio fatto di paglia e pellicce. Rimisero in ordine le mensole scavate nelle pareti, i cesti e le stoffe che Erza e Grandeeney avevano preparato negli anni. La sorgente sul fondo della grotta gli forniva acqua fresca e i cristalli luce di notte. Non avevano mobili né suppellettili né tutte quelle cose che la gente di città ritiene indispensabili, eppure questo non era un problema. Di giorno mangiavano insieme, si allenavano insieme e la notte dormivano stretti come due cucchiai in una cassettiera. 



Ecco anche una piccola nota di chiusura: quando ho scritto questo capitolo non era ancora chiaro cosa fosse accaduto ai draghi di Fairy Tail, quindi ho lavorato un po' di fantasia, spero che il risulato sia stato lo stesso commovente! P.s. dalla settimana prossima gli aggiornamenti saranno spostati al venerdì, perchè con il lavoro che incalza, sono occupatissima la domenica! La gente si riposa e io sono 10 ore in negozio ... assurdo ... Ma prometto di fare il possibile per non mancare nemmeno un singolo aggiornamento!

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Capitolo 18
*** Luna di miele nella foresta ***


Luna di miele nella foresta

Spero che l'ultimo capitolo non vi abbia rattristati troppo, ma per crescere sono necessari anche degli addii. Devo ammettere che mi dispiace un po' non avere più Igneel e Grandeeney, mi sono divertita moltissimo a scrivere le scene con loro! Per fortuna nei prossimi capitoli, oltre alle partenze, sono previsti anche dei nuovi arrivi ...


Luna di miele nella foresta

Quando gli allenamenti si facevano troppo seri e il contatto fisico troppo acceso, chissà perché entrambi i dragon slayer finivano puntualmente a terra, Natsu sopra ed Erza sotto.

- Lo sai che questo è un colpo sleale? - Ridacchiò la ragazza mentre il compagno rideva anche lui, tenendole premuta la faccia nell’incavo del collo.

- Ero certa fin dall’inizio che il tuo obiettivo fosse questo ... -

- E quindi? Non vince chi atterra prima l’avversario? -

- Non fare il finto innocente! - Erza provò a divincolarsi con un calcio ma il suo attacco era di proposito troppo debole - Lo so io cosa vuoi ... -

- Adesso diamo la colpa agli altri? Lo sappiamo tutti e due che sei tu quella che vuole qualcosa ... - Continuò il ragazzo ma solo per sentirsi dire - E come fai a dirlo? -

- Ma è semplice! Io ti conosco a memoria, lo sai? - Le sussurrò Natsu all’orecchio mentre con la mano destra le accarezzava i capelli. A Erza venne da sorridere e istintivamente lo strinse più forte con le gambe, attirandolo più vicino - Davvero mi conosci a memoria? -

- Ma certo: so tutto di te. - Mentre parlava Natsu cominciò a scorrerle con le dita lungo il collo - Conosco ogni singolo centimetro della tua pelle, ogni angolo. So come ti piace farti toccare. So che ti piace quando lavoro con le mani. So come farti gridare. - E proprio come aveva detto Natsu morse, prendendole la pelle alla base del collo tra i denti con abbastanza forza da strapparle un gemito.

- Io non grido! - Protestò Erza, provando questa volta a scuoterlo via, ma il dragon slayer mantenne salda la presa, continuando a bloccarla a terra - Non gridi? Ma se ogni volta avevo paura che Igneel e Grandeeney ci sentissero dall’altro capo della foresta? -

La ragazza girò la testa dall’altra parte, imbronciata, ma era evidente che si trattava di una mezza finta.

- Però devo ammettere che mi piace quando gridi. Mi piacciono tutti i versi che fai. - Continuò Natsu.

- E la cosa che mi piace di più è quando sento che sei arrivata al limite. Fai sempre la stessa cosa: chiudi gli occhi e pieghi la testa all’indietro. - Il ragazzo le passò la mano destra dietro la nuca e l’altra dietro la schiena per attirarla più vicino - Inarchi il bacino, stringi le gambe e poi un brivido ti attraversa tutta, come se mi volessi cacciare via. -

Per un attimo Erza rimase in completo silenzio, mentre il compagno la fissava dritta negli occhi, con un mezzo sorriso. Era stupita che uno come Natsu, che non prestava mai attenzione a nulla, l’avesse schedata così bene. Per fortuna aveva la risposta pronta.

- Anche tu sei prevedibile, lo sai? - Erza ridacchiò accarezzandogli anche lei il collo con le dita, seguendo la linea del pomo d’Adamo e poi più giù. - Anche io ho imparato come è fatto ogni singolo centimetro del tuo corpo. Ogni angolo. Le linee di tutti i muscoli. So che ti piace quando uso la lingua. So che ti piace anche quando sto sopra. - Erza lo attirò più vicino, strattonando la sciarpa e sussurrando in modo complice. Le bastò un attimo per notare quanto le guance di Natsu si fossero fatte rosse. - E se devo essere sincera anche a me piace sentirti quando tocchi il massimo. E anche tu fai sempre le stesse cose. Chiudi gli occhi, mi prendi più forte i fianchi e acceleri il ritmo. - Erza gli prese la testa con le mani, appoggiandola di nuovo nell’incavo del suo collo. - Ti pieghi più su di me e poi anche tu hai quel brivido. Mi appoggi la testa sulla spalla, proprio così, e ridi. Fai sempre quella risata, come se avessi appena vinto una gara. Che se devo proprio ammetterlo è molto carina. - E Natsu non riuscì a trattenersi oltre, scoppiando a ridere per davvero, come un matto. Era lusingato per il fatto che Erza lo avesse descritto così bene.

- La vuoi finire di ridere? - Erza tentò inutilmente di assestargli una spallata - Non posso! Ahaah! Ti piaccio proprio se hai imparato tutte queste cose su di me! - I due erano ancora così, stretti uno all’altra a farsi il solletico, quando di colpo, proprio Natsu si fermò, drizzando la testa. Erza notò subito il suo cambiamento

- Che c’è? -

Per un attimo il ragazzo si fermò ad annusare l’aria, come se avesse appena colto un odore insolito, poi si divincolò in tutta fretta, costringendo Erza a rimettersi in piedi.

- Si può sapere che ti prende? Non stavamo per ... Gajeel! -

- Spero di non aver interrotto niente. - Il dragon slayer d’acciaio era appena comparso sulla soglia della caverna, con una spalla appoggiata alla roccia e la sua solita aria annoiata.

- NO! -

- MA DI CHE STAI PARLANDO? -

Erza e Natsu si irrigidirono subito, arrossendo come non mai e negando con tutta la forza che avevano, ma Gajeel li ignorò, entrando senza nemmeno chiedere permesso. Era lì per un motivo preciso.

- Dove sono i vostri draghi? -

I due si scambiarono uno sguardo prima di rispondere.

- Sono spariti. - Gli spiegò Erza, incrociando le braccia - Un mattino ci siamo svegliati e non li abbiamo più trovati. Li abbiamo cercati in ogni angolo della foresta ma è stato inutile. Ormai è passato quasi un mese. -

- Perché ce lo chiedi? - Aggiunse Natsu costringendo Gajeel a sbottare - Non è evidente? Anche Metallicana se ne è andato e più o meno dallo stesso tempo. - Il dragon slayer d’acciaio lanciò uno sbuffo - La sera prima si è complimentato per me per aver completato i miei allenamenti e il mattino successivo quel vecchio bastardo non era più da nessuna parte. È partito senza nemmeno chiedermi di andare con lui. - Nella voce di Gajeel c’era una nota di disappunto e di tristezza. Era come se in cuor suo avesse saputo da sempre che quel momento sarebbe arrivato e che Metallicana non poteva portarlo con lui, ma ci aveva sperato fino all’ultimo.

- Immagino che anche i vostri draghi hanno pensato che il vostro allenamento era finito. - Suggerì Gajeel e questa volta Erza si ritrovò ad annuire - Lo temo anche io. -

- Già ... Allora ascoltate quello che ho da dire. È la prima e ultima volta che lo propongo. - Riprese il dragon slayer d’acciaio - Io ho deciso di partire e lasciare la Foresta Pietrificata. Voglio viaggiare per il mondo e vedere cosa c’è là fuori. Volete partire anche voi? -

Questa era davvero l’ultima cosa al mondo che Natsu ed Erza avrebbero mai immaginato di sentir uscire dalla bocca di Gajeel, eppure il dragon slayer era serio, nei suoi occhi non c’era alcuna traccia di ironia.

- Quindi? -

Anche Natsu aveva sempre sognato di poter vedere il mondo fuori dalla Foresta dell’Est, di incontrare altre persone e mostrare a tutto il mondo gli incantesimi che Igneel gli aveva insegnato. Se suo padre aveva deciso di andar via e di non fare più ritorno, perché ormai il suo addestramento era completo, che senso aveva rimanere lì? In realtà Natsu aveva già pensato a quel problema un paio di volte ma non aveva mai trovato l’occasione giusta per parlarne con la compagna.

- Io non vado da nessuna parte. - Annunciò seccamente Erza - Non ha alcuna intenzione di incontrare mai più gli umani. -

- Er ... - Natsu provò a calmarla, prendendola per un braccio ma venne scosso via e Gajeel non gli concesse altro tempo per replicare - Va bene. Se cambiate idea sapete dove trovarmi, starò lì ancora qualche giorno. Prima di partire devo prendere una “cosa importante”. - Il dragon slayer scosse la testa e si avviò verso l’uscita, solo per fermarsi dopo qualche passo - E comunque sia gli umani non sono così terrificanti come sembra. -

- Perché a te piacciono? - Lo rimbeccò Erza - Già, dimenticavo che Gajeel ha sempre addosso l’odore di altre persone e sembra che sia appena uscito da un villaggio. Dal modo in cui parli di questa “cosa importante” che devi prendere, non mi stupirei affatto se scoprissi che si tratta di una povera ragazza. -

- Ma tu che ne sai, donna! - Ruggì Gajeel ma era evidente che aveva le guance rosse. Così rosse che a vederlo chiunque sarebbe scoppiato a ridere. - Fa come ti pare! Rimanete pure qui! E quando uscirete da questa stupida foresta scoprirete che il nome di Gajeel Redfox è diventato famoso in tutto il mondo! - E questa volta il dragon slayer uscì definitivamente dalla caverna e proprio come promesso non tornò più indietro, nemmeno nei giorni successivi.

Dopo quell’incontro Natsu cercò per un po’ di tempo di convincere la compagna a partire per cercare i loro draghi e visitare il mondo. Erza però non aveva alcuna intenzione di lasciare la foresta: dopo quello che aveva subito da bambina l’idea di tornare in mezzo agli umani la terrorizzava ancora. Natsu cercò di rassicurarla: se la sarebbe cavata e lui l’avrebbe protetta, ma fu tutto inutile. I due discussero un paio di volte, gridarono, si lanciarono una sfilza di incantesimi addosso, fecero pace e alla fine misero da parte l’argomento. Natsu desiderava ancora di poter viaggiare per il mondo, ma alla fine decise di rinunciare perché la felicità di Erza per lui era molto più importante. Sperava segretamente che ad un certo punto, la ragazza avrebbe cambiato idea da sola.

In ogni caso i due non smisero di litigare, come una coppia qualunque, anche se, nella maggior parte dei casi, i loro litigi erano soltanto un gioco o un pretesto per fare l’amore. Il tempo riprese a scorrere nella Foresta dell’Est e le stagioni a succedersi una all’altra. Ben presto era passato già quasi un anno dal giorno in cui Grandeeney e Igneel erano spariti. Nessuno dei due dragon slayer sapeva quali novità il destino aveva in serbo per loro ...

Natsu si girò inconsapevolmente di lato, ancora profondamente immerso nel sonno, ma invece di incontrare la dolce resistenza del corpo di Erza, che dormiva accanto a lui, non trovò niente per fermarlo e rotolò un po’ troppo. Il ragazzo scivolò letteralmente giù dal giaciglio e si arrestò soltanto quando andò a sbattere con la faccia contro la roccia più vicina. Un rumore di pietra rotta riecheggiò per tutta la caverna ed il dolore lo svegliò di soprassalto.

- Ouch! - Natsu schizzò a sedere tenendosi le mani premute sul naso, ma ci mise un po’ per capire cos’era successo ed il fatto che la sua compagna non era accanto a lui. Si scoprì la faccia e scosse la testa per costringersi a tornare completamente alla realtà, guardandosi intorno nella caverna leggermente illuminata dalla luce dei cristalli e delle stelle che filtrava dall’esterno. Erza non c’era da nessuna parte ma il suo odore era ancora nell’aria e Natsu non impiegò molto a trovarla seguendone la traccia. La dragon slayer era appena fuori dalla caverna, rannicchiata con le ginocchia tirate al petto e la fronte appoggiata sopra.

- Erza ... - Natsu la chiamò dolcemente, mettendole una mano sulla spalla e la ragazza sobbalzò, riscuotendosi di colpo; non si era nemmeno accorta del suo arrivo.

- Qualcosa non va? - Continuò Natsu, inginocchiandosi davanti a lei e scrutandone l’espressione. Anche se l’unica illuminazione che aveva era quella del cielo notturno, non ci voleva molto per accorgersi che l’altra aveva un’aria stanca ed era molto più pallida del solito.

- Non è niente. - Sospirò Erza, girando la testa di lato per sottrarsi alla sua indagine - Non valeva nemmeno la pena svegliarti. - La ragazza si stiracchiò, appoggiando la schiena e la testa alla fredda parete di roccia della montagna che gli faceva da casa. Si teneva una mano sull’addome - Avevo mal di stomaco e sono uscita a prendere un po’ d’aria fresca, ma sta già passando. Forse mi ha fatto male qualcosa che ho mangiato, ecco tutto. - Erza sorrise, cercando di convincere l’altro che era tutto a posto ma il suo tentativo risultò un po’ troppo debole per essere credibile e Natsu non abboccò. Da quando Erza era arrivata nella foresta, dopo le prime cure di Grandeeney, non si era ammalata nemmeno una volta e vederla in quello stato non solo era qualcosa di nuovo ma anche di preoccupante.

- Abbiamo mangiato la stessa cena e a me non è successo niente. -

- Questo perché tu digerisci anche il fuoco. - Erza prese la faccia di Natsu tra le mani, insistendo nel suo tentativo di calmarlo. Sapeva che quando c’era qualcosa che lo preoccupava non si fermava mai fino a che tutto non era stato risolto. - Grandeeney ha fatto di me una guaritrice, so riconoscere quando c’è qualcosa di grave oppure si tratta di una sciocchezza, non ti preoccupare. - A quel punto fu Natsu a lanciare un sospiro, accettando finalmente la rassicurazione. - E hai finito di prendere aria ora? Non è meglio che vieni dentro adesso? La primavera sta appena iniziando e qui fori fa ancora un po’ troppo freddo di notte, specie per te. -

Erza fece giusto in tempo ad annuire prima che Natsu la prendesse in braccio, scortandola di nuovo verso il loro giaciglio. Dopo essere stata tanto a lungo esposta al gelo della notte, la ragazza accolse con piacere il calore del corpo dell’altro dragon slayer, socchiudendo gli occhi e tenendo la testa appoggiata sul suo petto.

- Fatti una bella dormita. - La rassicurò Natsu - E vedrai che domani andrà tutto meglio. -

Il mattino successivo, tuttavia, Erza era ancora raggomitolata sul suo giaciglio di paglia e pellicce con la testa che le girava ed una nausea così forte da non riuscire nemmeno a mandar giù un goccio d’acqua. Natsu le rimase vicino tutto il tempo, fasciandole la vita con un braccio e tenendola stretta, sperando di darle un po’ di conforto. Il fastidio cominciò ad andar via soltanto quando ormai era quasi mezzogiorno, permettendole di mangiare finalmente qualcosa, ma a sera Erza era di nuovo al punto di partenza, così nauseata da non riuscire nemmeno ad avvicinarsi al cibo.

Le occorse almeno due settimane per ritrovare un po’ d’equilibrio e tutte le medicine e le erbe che Grandeeney le aveva insegnato ad usare, ma mentre fuori il mondo iniziava a riempirsi di colori e la Foresta dell’Est rifioriva, Erza continuava a sentirsi stanca e senza forze ed era costretta a fare del suo meglio per non dare nell’occhio e preoccupare Natsu. In realtà anche lei era piuttosto turbata: all’inizio aveva pensato che tutti i suoi malesseri fossero dovuti ad un avvelenamento o qualcosa di simile, ma dopo due settimane non aveva davvero più idea di quale malattia l’avesse colpita. L’unica cosa che poteva fare era sperare che stesse andando via, così come i sintomi che pian piano si erano ridotti.

- Va meglio oggi? - Natsu le accarezzò la nuca con una mano, infilandole le dita tra i capelli e massaggiando piano.

- Sto bene, te l’ho già detto ma ... - Erza si strinse di più al suo petto, chiudendo più forte gli occhi e cercando disperatamente di isolarsi da tutto il resto. - Andrebbe meglio se la foresta la smettesse di fare rumore. -

Approfittando della bella giornata la coppia aveva deciso di lasciare la caverna e di tornare alla vecchia radura dove Natsu e Igneel avevano vissuto per anni, stendendosi sull’erba per godersi un po’ di sole. Una leggera brezza li accarezzava, movendo qualche nuvola candida sullo sfondo del cielo e portando fino a loro il canto degli uccelli e i versi eccitati di tutte le creature che popolavano la foresta.

- Lo sai com’è fatta la primavera qui! - Natsu rise, sentendole pronunciare un commento così irritato e poco da lei; Erza aveva sempre amato lo scorrere delle stagioni. - Ultimamente sei un po’ di cattivo umore, eh? Non ti preoccupare, andrà tutto a posto. - La ragazza mugugnò qualcosa di incomprensibile, augurandosi che Natsu avesse davvero ragione. E poi che senso aveva prendersela con il resto del mondo? Il cerchio delle stagioni e la frenesia della primavera non si sarebbero di certo fermati perché lei non era dell’umore giusto per parteciparvi. Piante, animali e qualunque altra cosa respirasse sentiva una rinnovata energia scorrerle dentro e ben presto tutto sarebbe pullulato di nuova vita.

A quel pensiero, Erza spalancò di colpo gli occhi stringendo inconsapevolmente più forte la casacca di Natsu.

- Ehi, qualcosa non va? -

No. Non era possibile.

- Erza? -

Neanche lontanamente possibile.

- Erza?! - Fu soltanto allora che la ragazza riuscì finalmente a processare il fatto che Natsu la stava chiamando e si riscosse di colpo, staccandosi da lui. - Ah ... Ahaha! Io ... - Arrossì e si passò una mano tra i capelli riavviandoli, mentre balbettava e cercava invano una risposta convincente - Mi sono appena ricordata di aver lasciato una pozione a fermentare a casa! Se non mi sbrigo potrebbe esplodere! -

- Esplodere??? - Le strillò dietro Natsu, cercando di afferrarla per un braccio, ma il ragazzo non fu abbastanza svelto ed in un attimo Erza era già in piedi e stava correndo via, gridandogli di aspettarla e di non preoccuparsi. La sua voce però, la tradì lasciando trapelare lo stesso un’ombra di panico.

Erza ripercorse in fretta e furia tutta la strada che la separava dalla caverna, ignorando gli arbusti che le graffiavano le gambe e si impigliavano nei bordi del vestito. Non appena varcò la soglia si concesse a stento un momento per riprendere fiato, poi si affrettò a raccogliere una ciotola appoggiata sulla mensola più vicina e a riempirla con l’acqua della sorgente che scorreva più in fondo.

C’era un’unica eventualità a cui non aveva pensato durante quelle settimane, l’aveva esclusa letteralmente a priori, eppure non avrebbe dovuto prenderla così alla leggera.

Siccome non poteva utilizzare i suoi incantesimi sul suo stesso corpo per calmare i suoi dubbi, Erza si affrettò a raccogliere dai fasci di erbe mediche, che teneva sempre pronti per ogni evenienza, le foglie di cui Grandeeney le aveva parlato e a sbriciolarle nella ciotola. Ora l’unica cosa che le occorreva era una goccia di sangue ed Erza non perse nemmeno un secondo a mordersi un dito, lasciandola cadere in acqua. Se tutto fosse rimasto del suo colore allora avrebbe potuto accantonare i suoi dubbi con un sospiro, se invece ...

Blu.

Quando il contenuto della ciotola cambiò immediatamente colore, il cuore di Erza perse letteralmente un colpo. La ragazza si ritrovò a fissare senza respiro la pozione, paralizzata al suo posto. La sua mente rimase un foglio bianco per parecchi secondi fino a che la forza che le era rimasta nelle gambe non le venne meno, costringendola a sedersi, appoggiata con la schiena alla roccia della caverna.

Non riusciva a crederci. Non aveva la più pallida idea di come reagire, cosa fare e nemmeno di cosa dire a Natsu. Probabilmente il ragazzo l’avrebbe presa con il sorriso, come prendeva tutte le cose, ma questo non significava che potesse darlo per scontato.

- Allora? Non vedo niente che va a fuoco. -

Erza era ancora troppo scioccata per reagire, quando il dragon slayer fece il suo ingresso nella caverna, guardandosi attorno ed annusando l’aria. La vide ed in un attimo le fu accanto, inginocchiato come la prima notte in cui aveva iniziato a stare male. - Era questa la pozione di cui parlavi? - Natsu le staccò la ciotola dalle mani ancora paralizzate, storcendo il naso per via dell’odore di sangue che emanava. Era evidente che non si era bevuto la sua scusa nemmeno per un secondo.

- Non lo so come è possibile. - Erza non riuscì a far altro che coprirsi la faccia con una mano - Stavo prendendo quello che Grandeeney mi aveva detto di usare per evitarlo ma ... Devo aver sbagliato qualcosa ... Saltato una dose ... Non mi ricordo nemmeno quando ... -

Natsu fu costretto a staccar via personalmente quella mano, alzandole la testa per il mento per poterla guardare negli occhi - Di che stai parlando? Che succede? - Era preoccupato per lei, Erza lo sapeva bene, poteva leggerlo nel suo sguardo e ormai non aveva più senso nascondersi. Avrebbe voluto pensare ad un modo migliore per dirglielo, ma non aveva avuto il tempo.

- Prima mentre parlavamo dell’arrivo della primavera ... - Cominciò Erza - Ho finalmente capito che c’era una cosa che non avevo controllato. Pensavo proprio che non fosse possibile, ma ... Natsu tutto quello che mi è successo in queste settimane, non era né per colpa di qualcosa che avevo mangiato né perché ero malata ... Io ... - La ragazza fu costretta ad ingoiare il groppone che aveva in gola prima di poter continuare - Sono incinta. -

A quella rivelazione Natsu spalancò gli occhi e per un attimo Erza rimase senza fiato, senza riuscire a prevedere né cosa avrebbe detto né cosa avrebbe fatto. Poi il ragazzo si fece ancora più vicino - Vuoi dire che avremo un bambino? Io e te? - Erza riuscì a stento ad annuire prima che Natsu l’afferrasse di peso, sollevandola in aria e ridendo come un matto. La baciò senza lasciarle nemmeno il tempo di chiedergli cosa gli prendeva e quando  si staccò per riprendere aria, rideva ancora come se avesse appena avuto la notizia più incredibile della sua vita. - Ma ti rendi conto Erza! Avremo un figlio! Un figlio! Sarà un altro piccolo dragon slayer! Quanto tempo ci vuole ancora? - Gli occhi gli brillavano così tanto e la sua risata era così contagiosa che nemmeno Erza riuscì a trattenere oltre un sorriso - Non ho finito nemmeno il primo mese! Ce ne vogliono almeno altri otto, non se ne parlerà prima dell’autunno! -

- Nove mesi? Nove mesi dobbiamo aspettare? E che facciamo nel frattempo? Un nome! Dobbiamo pensare a un nome! Ma è maschio o femmina? - Alla fine Erza fu costretta a mettergli una mano sulla bocca per placare quel fiume di domande. - Ogni cosa a suo tempo. - L’entusiasmo di Natsu la riempiva di gioia, non si era mai sentita tanto amata come in quel momento, ma nonostante tutto Erza non riusciva a scacciare completamente via la sensazione di disagio che provava. Sapeva che il cammino che li aspettava sarebbe stato lungo e difficile e non privo di pericoli.

- Cos’è quella faccia? - Tornò a chiederle Natsu, spostando via le sue dita ed invitandola a confessare i suoi pensieri. - Non sarà poi tutto così semplice e quando arriverà il momento della nascita sarà ancora più pericoloso. - Sospirò Erza - Posso preparare qualche pozione ma come ben sai non posso usare la mia magia direttamente sul mio corpo ... funziona con la magia dei draghi del cielo ... Se qualcosa dovesse andare storto ... -

- Ci sono qui io. - Natsu non conosceva un bel niente di medicina, non sapeva nulla di quello che avrebbero dovuto affrontare, eppure il suo sguardo era così determinato che Erza non riuscì a replicare null’altro. Lasciò semplicemente che il compagno la stringesse al petto, accarezzandole la testa. - Non devi preoccuparti di niente. - Le sussurrò all’orecchio - Igneel e Grandeeney sono due draghi eppure ci hanno tirati su perfettamente. Perché non dovremmo essere capaci di farlo anche noi? -

- Mmm ... Forse hai ragione tu ... -

- Ehi, Erza ... -

- Mmm? -

- Io però te lo avevo detto che non c’era pozione che poteva resistermi. -

E la ragazza non riuscì a far altro che scoppiare a ridere, spingendolo via - Ma va! -

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Capitolo 19
*** Dalla primavera all'autunno ***


Dalla primavera all'autunno

Ecco l'aggiornamento della settimana! Per scrivere questo capitolo e quello successivo mi sono documentata moltissimo sull'argomento, così tanto che potrei ricevere una laurea ad honorem! Sono piuttosto soddisfatta del risultato e spero che piaccia a tutti così come piace a me. Come ho già anticipato nei commenti, prima che i nostri dragon slayer possano lasciare la foresta, c'è bisogno di almeno altri tre personaggi; qualcuno arriva alla fine di questo capitolo. Non storcete troppo il naso, ma avevo bisogno di un sistema alternativo per il suo ingresso in scena ...



Dalla primavera all’autunno

Le settimane successive trascorsero rapidamente, portandosi dietro il primo mese dell’avventura più emozionante ed incredibile che Natsu ed Erza avrebbero mai vissuto.

La ragazza si sentiva ancora così stanca e nauseata che finì per passare quasi tutto il tempo dormendo, al riparo della caverna. L’idea di stare chiusa dentro non piaceva affatto ad Erza, abituata com’era a passeggiare per la sua amata foresta e la mandava di matto anche il fatto di non poter sostenere quotidianamente i suoi allenamenti da dragon slayer. Purtroppo per i mesi successivi avrebbe dovuto astenersi quanto più possibile dall’uso della magia. Era vero che l’energia magica faceva parte del normale flusso vitale di un mago, ma il suo abuso durante un periodo delicato come quello della gravidanza rimaneva pur sempre sconsigliabile, insieme a quello di fare sforzi eccessivi. Senza nemmeno un incantesimo dalla sua parte, la foresta per Erza era improvvisamente tornata pericolosa, proprio quando era una bambina, costringendo Natsu a farle di nuovo da scudo. Per il ragazzo non era un problema, l’unica cosa che lo tormentava era vedere Erza ridotta in quello stato, così fragile ed indifesa. La ragazza era sempre così forte, vitale ed energica che faceva davvero uno strano effetto averla in quelle condizioni. Alla fine anche Natsu trascorse gran parte di quel primo mese accanto alla compagna, sonnecchiando e vegliando al tempo stesso su di lei perché tutto andasse bene. Prima che entrambi se ne rendessero conto, il secondo mese era già iniziato, aggiungendo nuove emozioni e nuove complicazioni a quelle del suo predecessore.

- Che stai mangiando? -

- Zenzero. - Sentenziò Erza dando un morso al pezzo di tubero che finalmente era riuscita a procurarsi. Non appena lo fece un brivido le risalì per la schiena. Era certa che Natsu avrebbe adorato la strana spezia, ma per lei aveva ancora un sapore troppo forte.

- E a che serve? -

- Dovrebbe tenere un po’ a bada la nausea. - Ma il condizionale era d’obbligo.

Erza si rese conto che la sua espressione doveva essere davvero terribile, soltanto quando sentì la voce di Natsu che sghignazzava. Il suono le provocò un altro brivido, ma questa volta per via del nervosismo. - Che ho di divertente??? -

- Niente! - Natsu si bloccò di colpo, sollevando le mani in segno di difesa, ma ormai aveva involontariamente già superato la linea del non ritorno.

- Ti sembra che ci sia qualcosa di divertente in come sto? - Continuò Erza scoprendo i denti - Voi provare un po’ del mio mal di testa? Te lo faccio provare subito! - L’altro dragon slayer riuscì a schivare a stento una pietra. Quello era il segno che per i prossimi minuti era meglio non farsi vedere in giro.

- Ma sei proprio di mal umore ultimamente! Lo sai che stai diventando più spaventosa di un drago? -

- E non hai visto niente! Se potessi usare uno dei miei ruggiti adesso! -

Natsu fu costretto a lasciare rapidamente la caverna, coprendosi la testa nel tentativo di difendersi dalla gragnola di sassi che gli pioveva addosso. Erza continuò a martellarlo fino a che non fu sparito all’orizzonte e con lui il suono dei suoi passi. Tirò un’ultima pietra contro la parete, ottenendo come unica risposta l’eco del tonfo che riecheggiava tutt’attorno a lei. Lanciò un sospiro e si lasciò cadere con la schiena sulla paglia, tornando a mordicchiare la sua radice con ancora meno voglia di prima. In fondo sapeva che Natsu aveva ragione e che non c’era alcun motivo per arrabbiarsi tanto con lui, ma non voleva ammetterlo apertamente. Era solo al secondo mese e gli sbalzi d’umore la stavano già trasformando in un drago furioso. L’attimo prima si sentiva così distrutta da non riuscire nemmeno ad alzarsi, l’attimo dopo avrebbe dato fuoco alla Foresta dell’Est se soltanto Igneel le avesse insegnato come fare.

- Ah! - Sospirò ancora Erza, poggiandosi una mano sugli occhi - Devo darmi una controllata o prima che arrivi l’autunno sarò già andata di matto. Un momento Erza Scarlet, non c’è bisogno di aspettare tanto: tu sei già impazzita il momento esatto in cui hai accettato l’idea di essere la compagna di quello lì. Ah! - E la dragon slayer si girò di lato, sperando di riaddormentarsi e di risvegliarsi in un improbabile momento di buon umore.

Tra un’altalena e l’altra il terzo mese arrivò quando per il resto del mondo, fuori dalla foresta, aprile era giusto in procinto d’iniziare. Ma la Foresta dell’Est come le sue creature non conosceva mesi, soltanto stagioni e tutt’al più cicli lunari; l’unica cosa che sapeva era il fatto che ormai la primavera, iniziata a febbraio, era arrivata al punto del suo massimo splendore. Tutto era già pieno di nuova vita, cinguettii allegri e germogli e ben presto ogni angolo disponibile si sarebbe ricoperto del verde morbido e tipico dell’inizio dell’estate. Ma ad Erza in quel momento, non interessava niente di tutto questo: c’era un solo pensiero nella sua testa.

- Ehi, Natsu ... -

- Menmm ...u? -

La ragazza ignorò il verso incoerente che era appena uscito di bocca al compagno, continuando a scuoterlo dal sonno. - Stavo pensando una cosa ... Non hai voglia di fragole, Natsu? -

Il dragon slayer si sforzò di aprire un occhio, domandandosi se avesse capito bene oppure no - In piena notte? - Per tutta risposta Erza scrollò le spalle. Aveva uno sguardo così innocente, che Natsu intuì subito il fatto che non si rendeva nemmeno conto della stranezza della sua richiesta. Per un attimo il ragazzo rimase fermo a guardarla, indeciso su cosa fare, poi si alzò con un sospiro. - Aspettami qui. -

Quando Natsu fece ritorno più tardi quella stessa notte, stringeva tra le braccia un fagotto di foglie pieno di preziosissime fragole, ma aveva i vestiti strappati, era coperto di graffi ed aveva un paio di lunghe penne infilate nella sciarpa. Per sua sfortuna, una delle aquile giganti che aveva fatto il nido intorno al prato su cui crescevano le fragole, vedendolo strisciare in giro al buio, doveva averlo scambiato per una faina o chissà cosa e l’aveva afferrato minacciando di trascinarlo chissà dove. Era un miracolo che fosse riuscito ad atterrare indenne! Dopo quell’esperienza non avrebbe più toccato una fragola in vita sua, nonostante le fragole piacessero anche a lui e gli ricordassero il sapore dolce di Erza.

- Eccole. - Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a posare il bottino, che l’altra aveva già afferrato uno dei frutti, ingoiandolo nella più completa beatitudine. Era quasi arrivata a metà del suo spuntino di mezzanotte, quando improvvisamente le venne un’altra idea - Lo sai cosa stavo pensando, Natsu? Sai cosa ci vorrebbe adesso? Ti ricordi quegli asparagi che crescono sotto la parete dove nidificano le aquile giganti? Vicino proprio a dove stanno le fragole? -

- No! - Natsu rispose d’istinto ma non appena lo sguardo inferocito di Erza lo colpì, si rese conto che dopotutto affrontare di nuovo le aquile era il male minore. - No! No! Intendo dire che non mi ricordavo! Ma adesso mi sono ricordato! Non ti preoccupare vado subito! In fondo hai ragione ad avere fame! Devi recuperare due mesi di digiuno e devi anche mangiare per due adesso! - Ed il dragon slayer sfrecciò di nuovo via, fuori dalla caverna. Non riusciva a spiegarsi davvero come fosse possibile. Fino a poco prima Erza non aveva nemmeno fame e invece adesso mangiava come un lupo, anzi come un branco di lupi! Ma in fondo erano molte le cose che Natsu non sapeva e che avrebbe dovuto imparare a fronteggiare in futuro. La nausea, gli sbalzi d’umore e le voglie,  in fin dei conti, erano un prezzo che valeva la pena pagare in cambio di una nuova vita.

- Assurdo ... - Erza piegò un po’ in più la testa di lato, cercando di sbirciare meglio il suo riflesso sulla riva del lago. Le onde si infrangevano pigramente e la brezza increspava leggermente l’acqua, ma dopotutto non aveva veramente bisogno di controllare la sagoma del suo profilo. Adesso al quarto mese, il fatto che fosse incinta era evidente per tutti. La ragazza trattenne il respiro, passandosi le mani sulla pancia per stendere la stoffa del vestito, ma alla fine lasciò andare l’aria con un sospiro. Il rigonfiamento di certo non era ancora grande come sarebbe diventato nei mesi successivi, ma ormai non poteva più passare inosservato.

- Già, si vede un po’. - Confermò Natsu abbracciandola da dietro e passandole le mani attorno alla vita. - Ma se non sapessi la verità penserei che hai semplicemente esagerato con le fragole. Ahaah! -

- Ed è solo l’inizio ... - Aggiunse Erza continuando a specchiarsi nel lago per valutare la portata del cambiamento - Per quando inizieranno a cadere le foglie sembrerà che abbia ingoiato un’anguria ... -

- Non farla tanto tragica! È vero che stai diventando un po’ diversa ma non è sempre un male, almeno quando non mordi. - Natsu le affondò la faccia nei capelli, facendole il solletico con la punta del naso e inspirando profondamente - Il tuo profumo è cambiato. Non so spiegare bene come ma ... Sembra più dolce, ha qualcosa di miele. Ho notato che le tue labbra sembrano più rosse e poi, oltre alla pancia anche qualcos’altro è diventato più grande. Mmf! - Erza gli piantò prontamente una mano in faccia prima che potesse cogliere al volo l’occasione per sbirciarle nella scollatura - Sì, lo so! E non so come, ero certa che lo avessi notato anche tu! - Erano ancora fermi così, con Natsu che sghignazzava contro il palmo della sua mano, quando improvvisamente qualcosa li fece sobbalzare entrambi.

- Erza ... -

- Hai sentito? - La ragazza staccò rapidamente la mano dalla faccia di Natsu, appoggiandola insieme a quelle del compagno sul suo stesso addome. Il suo gesto venne ricambiato subito dopo da un altro colpo, questa volta più forte e più distinto di prima.

- Si muove ... - Sussurrò Natsu. Era così incredulo che la voce gli uscì a stento ma quando alzò lo sguardo ed incrociò il sorriso di Erza, non solo la voce ma anche il respiro gli venne meno. Gli occhi le brillavano così tanto. - Sì! Ha iniziato a muoversi! -

Dopo il primo episodio occorse qualche giorno per sentire di nuovo un colpo così chiaro come quello sulla riva del lago, ma pian piano con l’arrivo del quinto mese, i movimenti del bambino divennero una cosa molto più frequente. A Natsu piaceva passare ore intere con l’orecchio appoggiato alla pancia di Erza, cercando di indovinare, col suo finissimo udito da dragon slayer, qualcosa in più sul nascituro. Se Erza avesse potuto far uso dei suoi poteri, non ci avrebbe messo molto a capire il sesso del novo arrivato, ma siccome non poteva far ricorso a nessun incantesimo la cosa era ancora avvolta nel più completo mistero, almeno per lei ...

- È una femmina. - Sentenziò Natsu alzando la testa.

- E come avresti fatto a scoprirlo? -

- Perché tira calci forti come i tuoi. -

Erza roteò gli occhi all’indietro all’improbabile spiegazione che aveva appena ricevuto. Natsu aveva sempre una risposta incredibile per tutto, perché mai continuava a fargli domande?

- Non mi credi, eh? -

- Non è che non ti credo è che ... - Erza si fermò, cercando inutilmente di trovare una risposta che non facesse sentire Natsu un completo idiota.

- Guarda che io ci parlo! - Continuò il futuro padre con ancora più convinzione - Se non credi a me te lo faccio dire da lei! - E subito riappoggiò la testa contro il suo addome, sussurrando la domanda. Non aveva nemmeno finito di parlare che un altro calcio gli rispose lasciando Erza a bocca aperta.

- Hai visto? - Il sorriso di Natsu era così grande e contagioso che si ritrovò perfino lei a scoppiare in una grossa risata, a prescindere che la risposta fosse stata reale oppure una semplice coincidenza.

Ben presto alle risate si aggiunse il canto delle cicale di giorno e quello dei grilli di notte, ma ormai al sesto mese, c’erano volte in cui nemmeno la loro voce ritmata era sufficiente per cullare Erza nel sonno. La nausea era quasi completamente sparita, per lasciar posto, con l’ingrandirsi della pancia e del suo peso, ad un costante mal di schiena. A volte la ragazza passava ore a chiacchierare prima di riuscire finalmente ad addormentarsi, stesa come sempre accanto a Natsu e con la testa appoggiata sul suo petto.

- Che cosa fanno gli umani quando di solito aspettano un figlio? - Le domandò il ragazzo cercando di accontentare la sua voglia di parlare, benché gli occhi fossero quasi sul punto di chiudersi.

- Beh ... - Cominciò Erza cercando di richiamare alla mente quei pochi ricordi che aveva. In fondo i mercanti di schiavi l’avevano portata via dal suo villaggio quando era ancora molto piccola. - A Rosmary ogni volta che qualcuno aspettava un bambino erano tutti contenti come se fosse il loro. Le persone si scambiavano auguri e regali e preparavano tutto l’occorrente per accogliere al meglio il nuovo nato. -

- Come quelle fasce che hai fatto tu? - Mormorò Natsu tra uno sbadiglio e l’altro.

- Sì, ma anche un sacco d’altra roba... Ah! - Esclamò Erza colpita da un ricordo improvviso - C’era una cosa che facevano tutti ancora prima di andarsene in giro a dire che aspettavano un bambino. Si sposavano. Facevano un matrimonio. -

- Che cos’è un matrimonio? -

- È una festa con un banchetto per celebrare il fatto che due persone hanno deciso di stare insieme per tutta la vita. -

- Mmm ... Cibo ... Sembra buono, perché non lo abbiamo fatto? -

Erza ridacchiò: anche a metà tra il sonno e la veglia, lo stomaco di Natsu non smetteva mai di lavorare.

- Perché noi siamo diversi. - Gli sussurrò la ragazza all’orecchio, accarezzandogli dolcemente i capelli.

- Siamo figli di drago e non abbiamo bisogno di queste cose per dichiararci il nostro amore, siamo legati per il sangue, per la vita. Io sono la tua compagna e tu sei il mio. - Erza continuò ad accarezzare i capelli arruffati di Natsu fino a che anche lei, seguendo il suo esempio, non piombò nel mondo dei sogni.

Quando il settimo mese iniziò, l’estate ormai stava già volgendo verso il suo gran finale, inondando la foresta con i suoi raggi roventi. Ma anche se il caldo a volte era davvero troppo per sopportarlo, Erza e Natsu conoscevano tutti i posti più ombrosi e freschi per stare al riparo, come sotto gli alberi in riva al mare, respirando la brezza dell’oceano.

- Credo che adesso dovremmo iniziare a pensare davvero ad un nome. - Cominciò la ragazza, guardando le onde che si infrangevano con la solita energia sulla sabbia. Le faceva un certo effetto pensare che qualche anno prima, oltre alla spuma, avevano portato anche lei alla Foresta dell’Est. - Qualcosa di bello, per esempio. -

- Girasole! - Cominciò Natsu che in realtà aveva già pensato all’argomento per tutte le ventotto settimane precedenti. - Pesca, Fiamma, Stella! -

- Sì, ma vorrei anche qualcosa che avesse un suono speciale, magari che fosse di buon augurio ... -

- Sazia! -

Erza batté per un po’ le palpebre e Natsu scosse la testa come a dire che per lui non c’era un augurio migliore.

- Ho pensato anche a Palma, Rubino e Nuvola! -

- Basta, non voglio sentire più niente. - Alla fine Erza fu costretta a tappargli la bocca, incapace di tollerarlo oltre. - Non hai più voce in capitolo. Dato che sari tu a darle il secondo nome di Dragneel allora io scelgo il primo. - Natsu aveva ancora molte proposte da fare ma fu costretto a metterle da parte, visto quando Erza era irremovibile sull’argomento.

Non avendo più nulla a cui pensare, con l’arrivo dell’ottavo mese il dragon slayer decise buttarsi sul lavoro, facendo del suo meglio per raccogliere nella caverna tutte le provviste di cui potevano aver bisogno per il lungo inverno che li aspettava. Erza lo fissava a bocca aperta mentre faceva avanti e indietro, portando con sé le cianfrusaglie più incredibili che avesse mai visto. Se non ci fosse stata lei a gridargli la lista della spesa e Natsu avesse dovuto fare davvero tutto da solo, non c’era limite alla robaccia che avrebbe impilato nella caverna. Cose come un po’ di legno potevano servire, ma l’utilità un nido di vespe era ancora qualcosa che sfuggiva ad Erza.

Con l’arrivo dell’autunno la ragazza si era scoperta a sospirare più spesso, tenendo le mani sulla pancia ed ascoltando i movimenti del bambino. Ormai calci e pugni erano diventati qualcosa di quotidiano ed il rigonfiamento decisamente più grande. Si sentiva emozionata e preoccupata allo stesso tempo. Si immaginava come sarebbe stata la sua vita con un bambino tra le braccia, che aspetto avrebbe avuto e come sarebbe diventato crescendo. A volte si ritrovava a pensare che avrebbe voluto Grandeeney ancora lì con lei per aiutarla e dirle cosa fare. Certo, la dragonessa le aveva insegnato bene l’arte della guaritrice ed Erza sapeva perfettamente a cosa andava incontro, ma quando avevano parlato di quell’argomento le era sembrato tutto ancora così remoto e lontano che la ragazza non ne aveva preso nota più del necessario. L’unica cosa che Erza poteva fare era sperare ed augurarsi che tutto andasse per il meglio.

Il giorno in cui finalmente il conto alla rovescia per i nove mesi si esaurì era un semplice giorno di metà autunno. Erza era in piedi, come faceva spesso, con la schiena appoggiata alla roccia giusto fuori dalla caverna per prendere un po’ d’aria e un po’ degli ultimi raggi di sole. Natsu era fuori in quel momento, alla ricerca di qualcosa di fresco per pranzo e non aveva la minima idea di quello che stava per accadere, come del resto non c’è l’aveva Erza. La ragazza stava inspirando l’aria profumata del bosco ed ammirando i colori delle foglie, quando all’improvviso una fitta così forte da toglierle il fiato la costrinse a piegarsi in due per il dolore. Per un attimo rimase così, senza sapere per certo cosa stesse accadendo, ma quando una seconda fitta la costrinse praticamente in ginocchio capì che ormai il momento era arrivato. Il dolore era così forte che le occorse un po’ per riprendere fiato e ritrovare la voce.

- NATSU! - Gridò il nome del compagno così forte che non solo il ragazzo, ma tutta la foresta finì per sentirla. In pochi minuti il dragon slayer era già accanto a lei per aiutarla a rientrare.

Non c’era nessuno a dargli una mano, tranne quel poco d’esperienza e di istinto che avevano. Ma si sa, spesso le cose fatte con la sola assistenza di Madre Natura riescono meglio che quando ci mettono lo zampino gli uomini.

Il pomeriggio passò via e con lui, una parte della notte nelle otto ore di travaglio più lunghe e terribili della loro vita. Erza era senza alcun dubbio una ragazza forte ma faticò lo stesso a mantenere la calma con l’unica compagnia della mano di Natsu da stringere e la sua voce ad incoraggiarla. Quando alla fine i suoi sforzi vennero finalmente ricambiati e l’intera caverna riecheggiò tra vagiti e pianti, le sembrò di essere appena diventata parte di un miracolo.

- Avevo ragione io! - Esclamò Natsu, ridendo a più non posso - È una femmina, Erza, è una bambina! - La ragazza non riuscì a far altro che a fargli cenno di avvicinarla un po’ in più e non appena la vide il suo cuore si riempì subito d’un amore incredibile. Era così piccola e fragile, ma anche così bella, con un ciuffo di capelli color zaffiro.

- Allora, come hai intenzione di chiamarla? - Domandò Natsu, stendendosi accanto a lei, mentre Erza la abbracciava piano. - Non me lo hai ancora detto ... -

- Wendy. - E il suo sussurro chiuse quella lunga avventura come un sigillo, pronto ad aprirne una completamente nuova.

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Capitolo 20
*** Un concentrato di felicità ***


Un concentrato di felicità Mamma mia come vola il tempo quando lavori! Sembra ieri l'ultima volta che ho aggiornato! A parte questo spero che anche questo capitolo vi piaccia, specialmente se siete ancora qui dopo l'ultima volta e mi avete permesso l'ultima licenza poetica con i personaggi, (qui è pieno di ooc). In fondo è facile, basta dimenticarsi quello che già sanno tutti gli appassionati di Fairy Tail su Wendy e pensare a lei soltanto come un piccolo, adorabile, concentrato di felicità!



Un concentrato di felicità

Durante la settimana successiva Erza rimase ancora un po’ a riposo cercando di recuperare tutte le energie che aveva consumato. Ogni giorno che passava si sentiva sempre meglio e la debolezza dei mesi precedenti sbiadiva in un vecchio ricordo. Natsu era contento che stesse tornando quella di sempre, ma allo stesso tempo era ancora un po’ preoccupato per lei. Gli dispiaceva il fatto che fosse stata costretta a subire tanto per dare Wendy alla luce.

- Per generare una nuova vita bisogna sempre pagare un prezzo. - Gli spiegò la dragon slayer, stringendo la bambina al petto. Era ancora così piccola, eppure aveva almeno tanto appetito quanto il padre e non osava immaginare cosa sarebbe successo quando le sarebbero finalmente spuntati i primi dentini. - Ed in fondo sono stata anche fortunata: per alcune donne il travaglio dura un giorno intero. -

Natsu si massaggiò inconsapevolmente la mano destra che la ragazza per poco non gli aveva stritolato quando aveva cercato di aiutarla. Non era poi tanto convinto che quello a cui aveva assistito potesse catalogarsi come un colpo di fortuna.

- Sono solo un po’ curiosa ... - Mormorò subito dopo Erza, accarezzando la testa della nuova arrivata.

- Chissà perché ha i capelli di questo colore, non c’era nessuno così nella mia famiglia ... Magari è un carattere che ha preso dalla tua! -

- Non ne ho idea. - Confessò Natsu scuotendo la testa - Del resto, non ho mai incontrato i miei genitori. -

- Non ti è mai venuta voglia di cercarli? Non sei mai stato curioso? -

- Naaa, neanche un po’. Avevo Igneel, un drago sputa fuoco, che cosa poteva chiedere di più un bambino? Ahahaah! - Natsu ridacchiò un po’ prima di passare un braccio attorno alle spalle di Erza ed invitarla ad appoggiarsi con la schiena contro di lui - Poi sei arrivata tu, Grandeeney e adesso eccomi qui con la mia nuova famiglia. Non mi interessa nient’altro. -

- Chissà che cosa direbbero Igneel e Grandeeney se fossero ancora qui ... - Sospirò Erza, socchiudendo gli occhi al ricordo dei due maestosi draghi - Chissà cosa stanno facendo adesso ... -

- Litigando probabilmente ... Ma se fossero qui sono certo che sarebbero orgogliosi di noi. Magari un giorno riusciremo anche a presentargli Wendy, chi lo sa? -

Quell’inverno per Natsu ed Erza trascorse piano, come per la foresta addormentata sotto la coperta candida della neve. Il loro unico pensiero Wendy da cullare e tenere al caldo.

Medici, maestri ed esperti di città sarebbero inorriditi al solo pensiero di una neonata allevata in una caverna nel cuore di una foresta infestata da mostri, ma in realtà la piccola non aveva niente da temere. Cominciò a crescere in fretta, sana e piena d’energie. Con Erza ad occuparsi di lei non c’era nulla di male che potesse accaderle e con Natsu a difenderla nemmeno il mostro più feroce del mondo sarebbe riuscito a sfiorarla.

Una schiera altrettanto folta di coppie di città si sarebbe sentita mancare l’aria all’idea di passare quasi tre mesi barricata in una caverna senza niente da fare, ma per Natsu ed Erza questo non era un problema. Il loro amore, i loro allenamenti da dragon slayer e Wendy erano le uniche cose di cui avevano bisogno. La presenza della bambina era qualcosa di così sorprendente da intrattenerli ogni giorno. Per i due novelli genitori ogni sua espressione, ogni suo movimento, ogni verso era qualcosa di completamente nuovo e meraviglioso.

Inconsapevolmente avevano costruito un piccolo miracolo, qualcosa che molte famiglie, guardando con più attenzione, avrebbero senza alcun dubbio invidiato. Senza un lavoro di cui preoccuparsi, senza impegni da gestire, senza complicazioni economiche e senza i pregiudizi con cui fare il conto non ci furono né ansia, né stress, né crisi post parto. Il cerchio della vita continuò il suo giro esattamente come era previsto che facesse, portando questa volta nella sua ruota anche la piccola Wendy e ad un certo punto all’inverno seguì la primavera.

Per il traguardo dei tre mesi Wendy si era sviluppata in modo sorprendente ed aveva già imparato a fare un mucchio di cose nuove. Se Natsu la teneva in braccio e le faceva il solletico, lo afferrava e lo teneva fermo, anche se per prendergli l’indice le occorreva tutta la manina. Girava la testa ogni volta che qualcuno le parlava e per ogni situazione aveva un’espressione diversa.

- Guarda! Ahaha! Guarda come ride! -

Erza si dimenticò subito di quello di cui si stava occupando, per precipitarsi accanto al compagno e alla bambina. Era vero: se Natsu rideva Wendy lo imitava all’istante facendo un’espressione quasi identica. Era la prima volta che le vedeva fare una cosa del genere.

- Ahaha! Le ho insegnato a ridere! È fantastico! -

La faccia di entrambi era così esilarante e goffa che ben presto anche Erza si ritrovò a ridere. - Brava, Wendy! La prossima lezione sarà quella di imparare che imitare tutto quello che fa papà non è mai una buona idea. -

- Ehi! -

Ma per questo non c’era pericolo. Per quanto la piccola amasse Natsu non sembrava portata per le stesse prodezze anche se l’idea di iniziare ad esplorare il mondo con le mani e con la bocca iniziava a far gola anche a lei. Stava buona quasi tutto il tempo, piangeva poco e sorrideva spesso. Era così tranquilla e graziosa che donne da tutto il mondo avrebbero fatto follie per accaparrarsela.

Capitò però un giorno in cui la bambina non la smetteva più agitarsi. Era stata irrequieta e impegnata a mordersi il pugno per ore quando Erza riuscì finalmente a svelare il mistero. Guardandola in bocca si accorse subito che c’era qualcosa di piccolo e bianco, come un chicco di riso, che le sporgeva dalla gengiva: un dente appena nato. Nei mesi successivi a quello fecero seguito gli altri incisivi e presto Wendy realizzò i timori della madre cominciando ad addentare, come un vero cucciolo di drago, tutto quello che le sembrava abbastanza interessante e profumato. Cominciò a magiare la frutta e tutto quello che non era ancora troppo duro per lei.

Con il ritorno dell’estate la coppia cominciò a portare Wendy più spesso in giro per la foresta, a volte andavano fino al lago. L’acqua era tiepida e l’intera famigliola ne approfittava per fare il bagno. Il primo impatto tra Wendy ed il grande lago non fu di certo dei migliori, ma bastarono pochi giorni perché la bambina superasse la paura e smettesse di gridare. Stava appoggiata sulle ginocchia della madre guardando il cielo e agitando coraggiosamente le mani e le gambe, come se fosse stata sul punto di cominciare improvvisamente a nuotare. Se Erza la girava dal lato opposto, rideva ed esaminava i sassi colorati sul fondale, con una sorta di profonda e filosofica attenzione.

- Ti piacciono proprio le cose colorate, eh? Anche i fiori. - Se Natsu la metteva a sedere su un prato, sostenendola con una mano, Wendy si perdeva subito a scrutare tutto quello che le stava attorno. Afferrava l’erba con le mani e se intorno a lei c’era una margherita o una campanella, il povero fiore non sfuggiva mai alla sua presa.

- Sono sicuro che ti piacerebbero un sacco quei fiori gialli ... Come ha detto che si chiamano, Erza? Narcissi? O qualcosa del genere? - Natsu incrociò le braccia, cercando di riportare alla mente la definizione giusta, ma mentre si guardava attorno alla ricerca dei fiori che aveva nominato, un tonfo lo riportò subito alla realtà. Senza sostegno Wendy era cascata all’indietro e ora stava adagiata con la schiena sull’erba. Il ragazzo si affrettò a tirarla di nuovo su, ringraziando il fatto che Erza non fosse nelle vicinanze. Ogni volta che gli affidava la figlia in custodia si raccomandava sempre di non staccarle gli occhi di dosso neanche per un momento. Natsu era certo che se avesse scoperto che qualche volta trasgrediva all’accordo, gli avrebbe staccato la testa. - Mi raccomando Wendy, questo rimane un segreto tra te e me. Come tutti quegli altri prima ... -

- Rimane cosa? -

Natsu sobbalzò sentendo la voce di Erza che faceva ritorno con un involucro di foglie colmo di erbe e frutti. A giudicare da come teneva un sopracciglio alzato aveva sentito benissimo l’intera frase, ma il ragazzo non poteva di certo confessarle la lunga lista di disattenzioni che aveva sulle spalle, come quando si era addormentato all’ombra e svegliandosi aveva trovato Wendy ad accarezzare le spire di un grosso serpente.

- Ah, ahaah! Niente, parlavamo di fiori! Le ho detto che non mi ricordo nemmeno un nome di quelli che ci hai spiegato! - Imbarazzato come non mai, Natsu si mise ad agitare le mani e ancora una volta perse la presa su Wendy. Questa volta la piccola atterrò in avanti, su quattro zampe e cominciò rapidamente a strisciar via, per metà gattonando, per metà no. Si fermò soltanto quando ormai aveva raggiunto la madre, che si era fermata poco più in là, tentando di issarsi sulle sue gambe. Per un attimo i due genitori rimasero fermi a fissarsi, poi Erza lasciò perdere di colpo qualunque altra cosa avesse per le mani per accontentare Wendy e tirarla su - Che c’è piccolina? Ti sono mancata? -

Fino ad un attimo prima non riusciva nemmeno a stare seduta da sola e ora gattonava via ... Natsu lanciò un sospiro: adesso sì che era davvero fregato, doveva fare molta più attenzione!

Ma quella non era l’unica sorpresa che Wendy aveva da offrire alla sua famiglia. La bambina aveva compiuto quasi un anno quando decise che era arrivato finalmente il momento di parlare. Era una tranquilla sera d’autunno. Il sole era già calato da un po’ dietro le montagne e dentro la caverna, Erza aveva deciso di approfittare dell’occasione per arrostire delle patate dolci in mezzo alla cenere bollente. Nel frattempo Natsu dondolava Wendy sulle gambe. Il ragazzo, impaziente come sempre, inalava il profumo che saliva dal focolare e non riusciva a darsi pace. Non capiva perché fosse necessario aspettare tanto tempo per mangiare: bastava una sola fiammata per risolvere tutto in pochi secondi!

- Erza ... Ehi, Erza! Quando ci vuole ancora Erza? -

La ragazza si sforzò di ignorare il suono molesto della voce di Natsu, continuando a soffiare piano sulla cenere. - Sei sicura che questa era la ricetta che ti ha insegnato Grandeeney? È così lenta ... Dai Erza fai provare a me! Forza Erza! Ehi, mi senti Erza? Erza? Erza? -

- EZA! -

Erza sapeva che in fondo Natsu si stava divertendo un mondo a tartassarla, ma ormai era quasi giunta al limite dell’esasperazione e stava proprio per zittirlo con un pugno, quando un’altra vocina le fece alzare di scatto la testa. Una vocina dolce e un po’ acuta.

- Mi hai chiamata? -

Wendy le stava tendendo le braccia, mentre Natsu la fissava a bocca aperta.

- Mi hai chiamata! Sì, ero sicura che avresti chiamato prima me! - Ed Erza la strappò in fretta al padre, alzandola in aria e ridendo: era esaltata per aver appena vinto la loro piccola scommessa.

- Non vale! - Le gridò dietro Natsu - Stava copiando quello che dicevo io! Non è giusto! -

- Forza, Wendy adesso devi solo dire “ma - ma”. -

- Papà! - Ma Natsu venne rapidamente spinto via da un colpo di fianco.

- Ma - ma. -

- Papà, dici papà! Va bene anche Natsu, Natsu, Natsu! -

Wendy non disse null’altro per quella serata, limitandosi a ridere per lo strano comportamento dei suoi genitori che tentavano ognuno di strapparla all’altro. Ma da quel giorno in poi l’avrebbero sentita molto più spesso dire la sua e non solo ...

- Forza, Wendy so che ce la puoi fare: i Dragneel sono inarrestabili. - Natsu sussurrò all’orecchio della bambina, ignorando lo sguardo perplesso che gli stava lanciando Erza e la piccola fece un verso che era quasi un sì. - Allora, cominciamo al tre: uno ... due e ... tre! - Il ragazzo lasciò andare le manine della bambina ed Erza non perse tempo a spalancare le braccia e ad invitarla - Vieni qui! -

Erano gli unici in mezzo al prato, fatta eccezione per gli scoiattoli e gli uccelli che li spiavano dall’alto dei rami.

- Dai, vieni dalla mamma! -

Senza il sostegno del padre Wendy vacillò un po’ ma rimase lo stesso in piedi, poi, senza nemmeno pensare a quello che stava facendo, si buttò in avanti spingendo un piede dopo l’altro. Tremolava e sembrava che da un momento all’altro dovesse cadere sull’erba, ma la voglia di raggiungere le braccia spalancate che le stavano davanti era troppo forte. Ci capitombolò dentro ma non appena le ebbe raggiunte Erza la strinse forte, ridendo e coprendola di complimenti. Erano solo un paio di metri, ma comunque una grande conquista, destinata ad allargarsi in fretta. Per l’arrivo della sua seconda estate Wendy era già in grado di correre libera sulla sabbia della spiaggia o suoi prati della foresta, vestita soltanto di sole e di aria fresca.

Quei due anni volarono via così velocemente che i dragon slayer non se ne accorsero quasi. In men che non si dica era ancora il compleanno di Wendy, in una fredda e ventosa notte d’autunno.

Natsu si girò per un po’ a guardare i lunghi rami dei rampicanti che coprivano l’ingresso della caverna e che sbattevano furiosamente l’uno contro l’altro. Col tempo erano cresciuti ancora di più, fino a formare una specie di tenda vegetale ma, nonostante la loro protezione, il dragon slayer poteva sentire lo stesso l’odore della tempesta che si avvicinava. Sarebbe stata una lunga notte e di certo anche l’indomani la pioggia avrebbe continuato a martellare la Foresta dell’Est. Di sicuro Wendy non avrebbe gradito l’idea di rimanere al chiuso tutto il tempo. Natsu scosse la testa e si voltò, lasciando perdere il vento, nella direzione opposta. Stese accanto a lui, c’erano le due ragazze più importanti della sua vita. Wendy si era addormentata come sempre saldamente stretta tra le braccia di Erza, i piccoli pugni aggrappati al suo vestito.

Natsu era perfettamente consapevole del fatto che tra loro due ci fosse un legame speciale: molto più di quanto lui poteva sperare di ottenere. Ma la cosa non lo ingelosiva affatto. Era convinto che Erza si meritasse l’amore di Wendy più di chiunque altro al mondo; in fondo era stata lei quella che aveva fatto la maggior parte del lavoro, tenendola nove mesi nella pancia ed allattandola quando era ancora troppo piccola per mangiare altro. Ogni volta che le confessava questi pensieri, Erza rispondeva che anche lui aveva fatto la sua parte. Gli diceva che non ci sarebbe mai riuscita se non le fosse stato accanto a difenderla e ad incoraggiarla, ma Natsu era convinto che Erza se la sarebbe cavata lo stesso, perché l’Erza che amava era la più forte e la più temibile dragon slayer che si fosse mai vista in tutta Fiore. Non c’era niente che potesse scalfirla e niente che potesse veramente buttarla giù. Nemmeno lui poteva reggere il confronto con tanta forza e si sentiva arrossire al pensiero che lo considerasse così importante ed indispensabile.

Alla fine il ragazzo si avvicinò un po’ in più al fuoco che avevano acceso per scaldarsi ed inspirò profondamente, ingoiando tutte le fiamme rimaste. Si spense all’istante e li avrebbe lasciati al buio, se non fosse stato per il naturale bagliore dei cristalli. Certamente senza fuoco il freddo diventava un po’ più pungente, ma non era saggio lasciarlo acceso con una bambina di due anni in giro, pronta a cogliere ogni occasione per esplorare ciò che le stava intorno. Natsu ridacchiò al pensiero di quello che aveva combinato lui stesso, quando aveva quell’età. Igneel sembrava terrorizzato ogni volta che ne parlava. Poi tornò a stendersi, cingendo Erza e Wendy con un braccio e tirando su la pelliccia che usavano come coperta.

Il drago di fuoco gli aveva insegnato la magia perché un giorno potesse proteggere tutti coloro che amava. Il sogno di viaggiare per il mondo e vivere grandi avventure rimaneva ancora in fondo al suo cuore, ma in quel momento non era la priorità. Adesso l’unica ragione per cui Natsu desiderava diventare più forte, era quella di proteggere Erza e Wendy. Il suo unico desiderio quello di rimanere, accanto a loro.

Anche se nessuna delle due poteva sentirlo, sussurrò lo stesso un - Buonanotte. - E poi chiuse gli occhi, lasciando che fosse il semplice calore del suo corpo di dragon slayer a scaldarle.

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Capitolo 21
*** Otto zampe più quattro ali ***


Otto zampe più quattro ali

Otto zampe più quattro ali è una domanda. Che animali sono? Ecco che arrivano gli ultimi due componenti della famiglia Dragneel! Leggendo il libro originale della Laguna Blu, ho scoperto che i protagonisti avevano addomesticato un pappagallo, ovviamente blu, che con la sua compagna aveva fatto il nido proprio sulla loro casa (non ricordo se questo dettaglio c'è anche nel film). A quel punto non ho avuto più dubbi: questa storia non poteva andare avanti senza una certa palla di pelo blu e un'altra bianca! Spero che il capitolo vi piaccia, perchè il penultimo dei Sovrani della Foresta, manca ancora il prossimo e poi si entra nel libro di Fairy Tail!



Otto zampe più quattro ali

Crescendo divenne ben presto evidente che la piccola Wendy non solo non aveva ereditato il colore dei capelli dei genitori, ma nemmeno il loro carattere. Per quanto potesse assomigliare alla madre nei lineamenti non aveva la stessa indole fiera e stoica. Non aveva nemmeno la stessa natura impulsiva e avventurosa di Natsu. A quattro anni per lei erano aperte ancora molte strade e nessuno poteva sapere quanto sarebbe cambiata crescendo, ma era già evidente il fatto che Wendy aveva un carattere molto più tranquillo e riflessivo di quello dei suoi genitori. La bambina aveva un amore particolare per la natura e per tutto ciò che viveva nella foresta. Si interessava di ogni creatura, tanto degli animali quanto delle piante, ed aveva sempre voglia di imparare cose nuove su di loro. In lei c’era lo spirito di un piccolo ricercatore e anche di un grande studente.

- Mamma come si chiama questa? - Erza si sforzò di riaprire un occhio. L’unica cosa che avrebbe voluto fare era quella di sonnecchiare tra le braccia di Natsu, ma Wendy le stava sventolando sotto il naso una foglia scura e pelosa.

- Borragine. -

- E questa? -

- È un dente di leone. -

- E questa? -

- Euforia bianca ... -

- E ... -

- Stralunia verde ... -

La bambina si rigirò per un attimo il mazzetto che stingeva tra le mani, come per ripassare i nomi e poi si precipitò di nuovo in mezzo al prato a raccogliere altri esemplari.

- Davvero conosci i nomi di tutto quello che cresce nella foresta? - Le domandò Natsu ma Erza fu costretta a confessargli, sussurrandogli all’orecchio, per non farsi sentire dalla figlia, che li stava inventando. Ed il dragon slayer scoppiò a ridere. Sapeva bene che la curiosità di Wendy non accettava un “no lo so” come risposta, ma non era una cosa da tutti i giorni vedere Erza messa alle strette in quel modo.

- Non è colpa mia! - Sbottò alla fine la dragon slayer, irritata da Natsu che rideva - Grandeeney mi ha insegnato solo i nomi delle piante che servono a qualcosa e di quelle troppo velenose da evitare. Non sono uno scienziato! -

Quella notte sulla Foresta dell’Est c’era stata una tempesta e una piuttosto strana a dir la verità, l’aria sembrava ancora un po’ impregnata di ... umidità e magia. Pioggia e vento forte si erano abbattuti sugli alberi con uno scroscio violento ma alla fine erano andati via, lasciandosi dietro una splendida giornata di sole. All’inizio Erza e Natsu erano stati indecisi sul da fare ma poi avevano lasciato lo stesso la caverna e adesso si stavano godendo la primavera, sdraiati in mezzo alla radura che una volta era stata la tana di Igneel. In fondo tante cose strane accadevano nella Foresta dell’Est e a provocare la tempesta poteva essere stato un po’ di tutto, perfino qualche mostro di passaggio.

- Wendy perché non vieni qui? - La chiamò Natsu, decidendo finalmente di dare man forte alla compagna.

- Tua mamma conosce i nomi di tutte le piante ma se vieni da me io ti posso dire i nomi di tutto quello che si può mangiare nella foresta! - Ma a Wendy in quel momento non interessava il cibo: si era fermata vicino agli alberi e stava fissando qualcosa in mezzo all’erba alta. Natsu drizzò subito la testa, scuotendo anche Erza: temeva ci fosse un predatore o qualcosa di pericoloso all’orizzonte ma la bambina aveva trovato ben altro.

- Uova! - Esclamò Wendy indicando ai genitori la sua scoperta - Ci sono due uova! -

- Ah ... uova ... - Sospirò Natsu tornando a stendersi - Possiamo friggerle ... - La foresta era piena di uova! Magari si trattava del nido di qualche merlo.

- Non toccarle! - Ordinò Erza tornando ad appoggiarsi alla spalla di Natsu.

- Sono grandi! Grandissime! - Ma l’istante dopo Wendy aveva già alzato in alto un uovo grosso quasi come lei. Al cento per cento quello non era di un merlo.

- Posalo Wendy! -

- Poggialo piano! -

Ed in un attimo Natsu ed Erza erano anche loro accanto alla bambina a fissare increduli lo strano ritrovamento. Non avevano mai visto una cosa del genere: le uova erano davvero grandi, quasi come un’anguria matura. Entrambe erano bianche, con delle macchie simili ad una fiamma o un’onda stilizzata, ma mentre quelle su di un uovo erano azzurre, quelle sull’altro erano rosa. Sembrava quasi che le uova fossero state abbandonate lì per caso: non avevano un nido e l’erba attorno a loro non era nemmeno schiacciata.

- Che uova sono mamma? -

Erza si affrettò a tirare indietro Wendy per un braccio prima che toccasse di nuovo il guscio. - Non ne ho idea ma è meglio che le lasciamo dove sono o la loro mamma potrebbe arrabbiarsi. -

Non c’era alcuna traccia dei genitori a cui appartenevano ma questo non li autorizzava a rimanere a lungo nei paraggi. Sarebbe stato un bel guaio se le uova fossero appartenute davvero ad un mostro!

- Forse sono uova di drago. -  In barba ad ogni regola di sicurezza, Natsu si era inginocchiato per studiarle più da vicino. Oh! Erza gli avrebbe tirato volentieri un pugno sulla testa ma in quel momento per lei la priorità era allontanarsi in fretta e in silenzio.

- Non possono essere uova di drago! - Sibilò la ragazza - Le uova di drago sono molto più grandi e i cuccioli quando nascono sono già grossi con un piccolo elefante! Le vuoi lasciare in pace? -

Natsu stava picchiettando con un dito sull’uovo con le macchie blu: il guscio sembrava molto resistente ma il suo raffinatissimo udito aveva colto lo stesso un movimento all’interno.

- Forse sono uova di viverna ... -

- Nemmeno è possibile ... Vieni via! -

Ma ormai era troppo tardi. Un ultimo colpo col dito ed il guscio dell’uovo si incrinò spaventosamente, lasciando gli spettatori di sasso.

- L’ho ... L’ho rotto? - Farfugliò Natsu con gli occhi spalancati.

- Sei contento? - Oh! Altro che pugno! Erza adesso gli avrebbe tirato volentieri un calcio nel didietro e così forte da spedirlo dritto in mezzo al mare. Chissà se poteva fare qualcosa per ripararlo con i suoi poteri? E prima che i genitori fossero di ritorno!

In realtà, nemmeno l’istinto materno di Erza aveva capito cosa stava succedendo. A rompere l’uovo non era stato il solito Natsu ... Il cucciolo al suo interno aveva scambiato tutti quei tocchi per una specie di invito.

- Si è mosso ora! -

- Mosso? -

Un altro crack e il guscio si spezzò definitivamente in quattro grossi pezzi, liberando il suo piccolo ospite. Una specie di batuffolo azzurro schizzò in aria e per qualche istante non fece altro che fluttuare sulle teste della famigliola. Si fermò soltanto quando andò a posarsi sui capelli di Natsu.

Il nuovo nato non era un uccello e a guardarlo meglio sembrava proprio ... un gattino. Un gattino col pelo blu, la pancia e la punta della coda bianche ed un minuscolo paio di ali candide. Erza lo stava ancora studiando quando con un “puff” le ali sparirono come per magia.

- Che cos’è? - Le chiese il dragon slayer, paralizzato. Era l’unico che non riusciva a vedere quello che aveva sulla testa e adesso si stava comportando come se su di lui ci fosse una bomba a orologeria.

- Io ... - Erza scosse la testa - Non ne ho davvero idea ... - Non si era mai sentita tanto ignorante nemmeno quando aveva iniziato le sue lezioni con Grandeeney. Nel frattempo il piccolo si strinse più forte ai capelli di Natsu, sbadigliando e facendo un verso che più che un miagolio sembrava una specie di “aye”. Durante il suo allenamento nella foresta, Erza aveva incontrato innumerevoli creature ma quel cucciolo, dieci volte più piccolo del suo stesso uovo, le sembrava un autentico mistero. Era davvero un gatto? Un uccello? Una specie di scimmia? Magari una strana razza di drago?

- Toc Toc. Chi c’è qui? -

Erza era così concentrata ad osservare il nuovo arrivato da non essersi nemmeno accorta del fatto che Wendy si era svincolata dalla sua presa: la bambina adesso si era seduta accanto all’altro uovo bussandoci sopra come se fosse stato una porta.

- Wendy non ti ci mettere anche tu! Ferma! -

Di nuovo troppo tardi.

Il guscio del secondo uovo si spaccò rumorosamente in due, rivelando un altro cucciolo con il pelo candido e due grandi occhi marroni. Bastava un semplice sguardo per capire che questo, a differenza del primo, era una femmina.

- Ciao! - Wendy e la nuova nata si fissarono per un lungo istante, poi la cucciola si affrettò a sgattaiolarle tra le braccia, appallottolandosi contro il suo petto per cercare rifugio.

- Uhuh! Ma sono fantastici! - Intanto Natsu aveva afferrato il cucciolo che teneva sulla testa per guardarlo meglio. Il piccolo gli tendeva le zampe e continuava a miagolare il suo: “Aye!”.

- Mamma possiamo tenerli? -

Ed ecco una delle domande che Erza temeva di più al mondo.

- Già! Possiamo tenerli, Erza? -

Nel corso degli anni Natsu e Wendy le avevano proposto di adottare praticamente qualsiasi cosa: dalle larve di scarabeo gigante fino alle tigri dai denti a sciabola. I due cuccioli appena nati dall’uovo non avevano un’aria così pericolosa, ma questo non significava che potevano prenderli.

- No! -

Natsu e Wendy strinsero automaticamente i gattini più forte.

- Que ... Quello che intendo dire ... - Provò a giustificarsi Erza - È che da qualche parte in questa foresta ci sono sicuramente una mamma e un papà che li stanno cercando e che probabilmente torneranno qui da un momento all’altro. Non possiamo prenderli noi! -

Oh, ma perché dovevano fare quella faccia? Volevano davvero farla sentire la cattiva della situazione? Stava solo cercando di essere la voce della ragione!

- Ma sono così cariniii ... - E perché Natsu, invece di esserle d’aiuto, continuava ad insistere?

- Cariniiii .... -

Erza fece involontariamente un passo indietro. Come poteva dire di no a quegli occhi lucidi? Come faceva a resistere allo sguardo di Wendy? Quale madre ci sarebbe riuscita?

- E va bene! - Sospirò alla fine la dragon slayer - Ma a una condizione! - Natsu e Wendy smisero improvvisamente di saltellare. - Lo ammetto, le uova qui sembrano piuttosto abbandonate ma se dovessimo trovare i genitori di quei cuccioli glieli restituiremo immediatamente. Ci siamo intesi? - Ma per i giorni e i due anni successivi in tutta la Foresta dell’Est non apparve nulla di simile ai cuccioli né qualcuno intenzionato a riprenderseli.

Natsu, Erza e Wendy, dopo una lunga discussione, durata almeno una settimana, decisero di assegnare ai nuovi arrivati i nomi di Happy e Charle. I due crebbero in fretta e ben presto l’allegra famigliola scoprì che i cuccioli avevano delle abilità inaspettate. Nonostante fossero simili a gatti, entrambi erano in grado di utilizzare la magia ed evocare un paio di ali con cui svolazzare a loro piacimento. I loro poteri avevano un limite di qualche minuto ma gli permettevano ugualmente di sollevare oggetti molto più pesanti di loro: addirittura delle persone! Anche se una alla volta. Ad un certo punto la scena di Natsu che se ne andava in giro utilizzando Happy come “cavalcatura” divenne perfino normale.

Happy e Charle, inoltre, impararono in fretta, imitando la loro nuova famiglia, a muoversi su due zampe e perfino a parlare! Quando Happy esclamò per la prima volta qualcosa del tipo “Nasuuu” il tempo si fermò improvvisamente nella caverna. Il dragon slayer era così contento! Non era riuscito ad accaparrarsi la prima parola di sua figlia ma almeno quella del gatto ...

Col tempo Happy sviluppò un legame speciale con Natsu e Charle uno ancor più speciale con Wendy. Anche se nessuno dei due ne aveva memoria, era come sapessero che a schiudere le loro uova erano stati padre e figlia. - Forse ... - Si diceva a volte Erza - È un caso di imprinting. -

Dopo qualche tempo Happy chiese ad Erza di cucire per lui un piccolo mantello verde che il felino utilizzava principalmente come bisaccia, riempiendolo di provviste. Adorava sgranocchiare pesce e passava ore insieme a Natsu a pescare in riva al lago. Si divertiva a fare scherzi a tutti e c’erano volte in cui la dragon slayer l’avrebbe spedito per direttissima da dove veniva, se solo avesse saputo come fare.

Charle invece chiese ad Erza di fare per lei un vestitino simile a quello di Wendy e a volte vi aggiungeva un grosso fiocco sulla coda. A differenza di Happy la sola vista del pesce la nauseava e come la sua piccola amica aveva una particolare passione per i fiori. Aveva sempre qualcosa da obiettare, ne sapeva sempre qualcosa più di tutti, ma almeno Erza sentiva di potersi fidare di lei e di tanto in tanto le affidava Wendy: Charle era perfino più responsabile di Natsu.

I due gatti cominciarono così la loro vita con i Dragneel. Ogni giorno con la famiglia c’erano anche loro, a descrivere grandi cerchi sulle loro teste, come una coppia di spiriti buoni. Ma la loro presenza, per Wendy, era sempre frutto di nuove meraviglie ...

- Mamma, papà ... -

Natsu lanciò un borbottio incomprensibile, stringendo più forte Wendy. Erza stava facendo lo stesso dall’altra parte del giaciglio. Happy e Charle se ne stavano invece acciambellati vicino ai loro piedi.

- Da dove vengono i cuccioli? -

E i due dragon slayer spalancarono improvvisamente gli occhi, come se invece di una bambina avessero appena realizzato di avere una patata bollente tra le braccia.

- Che vuoi dire “da dove vengono i cuccioli?” - Cominciò Erza con cautela. Dopotutto era tardi, forse aveva sentito male ...

- Perché nascono i cuccioli? I bambini? I lupetti? Le scimmiette? Le ... -

Oh, no ... Aveva sentito bene ...

- È semplice! -

Erza spalancò ancora di più gli occhi al suono della voce di Natsu. Che accidenti voleva dire?

- È una magia! -

- Magia? - Ripeté Wendy con gli occhi grandi per lo stupore.

- E sì! - Natsu annuì, con l’aria di chi la sapeva incredibilmente lunga sull’argomento. - È una magia molto speciale e per farla ci vogliono sempre tre cose: un maschio, una femmina e l’amore. L’amore è la magia più potente di tutte e quando due persone o due animali si amano abbastanza ecco che l’incantesimo fa nascere i cuccioli! - Concluse il dragon slayer, fiero di essersi ricordato così bene la storiella che Igneel gli aveva raccontato da bambino.

- E perché loro sono usciti dall’uovo? -

E il sorriso di Natsu si dissolse di colpo - Questo chiedilo a tua mamma! È lei la guaritrice! Lei sa più cose di me! -

- Anche le uova si fanno con la magia! - Provò a riparare Erza, quanto più velocemente possibile. Inutile ...

- Allora gli uccelli sono magici? Le lucertole? Se mangio  un uovo divento magica anche io? E i serpenti? Sono magici pure loro? Sono come i draghi? Anche i draghi fanno le uova? -

Oh, quella sarebbe stata una lungaaaa notte!

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Capitolo 22
*** Tornado ***


Tornado

A chiudere, inaspettatamente, la bella esperienza della famiglia che vive nella laguna blu, sono un uragano e uno squalo. Alla fine la natura si ribella alla loro presenza e, dopo avergli mostrato per anni e anni il suo volto benevolo, cambia improvvisamente espressione. L'uragano spazza l'isola, devastandola, e alla famiglia non resta altro che mettersi sulla loro piccola scialuppa per andare alla ricerca di ciò di cui hanno bisogno dal lato opposto della laguna. Ma per colpa di uno squalo sono costretti a rinunciare a entrambi i remi e in balia della corrente i tre vengono sospinti a largo, oltre la barriera corallina. Qualcosa sta per accadere anche ai nostri personaggi, tra non molto la famiglia Dragneel sarà costretta a lasciare la Foresta dell'Est. C'è voluto tempo, ma il tempo è arrivato. Dalla prossima settimana comincia il libro terzo: Fairy Tail!




Tornado

- Papà! Sveglia papà! -

Natsu si girò dall’altra parte, sforzandosi di ignorare le manine che gli tiravano i capelli. Aveva ancora troppo sonno! Non riusciva ad aprire gli occhi così presto!

- Erza, Wendy ti sta chiamando. -

- Non mi pare. - L’altra dragon slayer tirò la pelliccia che usavano come coperta più su, coprendosi la testa.

- Papàààààà! -

- Prima dell’alba Wendy chiama solo te. -

- L’alba è passata da un pezzo Natsu. -

- Sveglia papà! -

- Allora facciamo che Wendy chiama solo te prima di mezzogiorno. -

- Ti piacerebbe! -

Erza gli avrebbe sferrato un calcio sotto le coperte se Wendy non l’avesse anticipata, tirando Natsu per un orecchio - Sveglia! -

Il ragazzo spalancò di colpo gli occhi, saltando a sedere per liberarsi della piccola furia. Adesso iniziava a capire perché Igneel non era mai contento quando era lui svegliarlo al mattino.

- Avevi promesso che oggi andavamo alla spiaggia! -

- Spiaggia? - Ripeté il dragon slayer con la voce impastata di sonno.

- Già! Lo avevi promesso! -

Natsu non si ricordava di aver detto una cosa del genere ma a quanto pare Wendy non era l’unica ad aver sentito la promessa. Happy stringeva la sua piccola canna da pesca e Charle aveva messo il minuscolo cappello di paglia che Erza aveva intrecciato per lei.

- Promesso! - Ripeterono i tre in coro.

Non aveva proprio alcuna speranza di convincerli a lasciarlo dormire un altro po’.

- Sì, sì me lo ricordo! - A quel punto Natsu non perse altro tempo, sollevando Wendy di peso per mettersela sulle spalle, Happy che gli svolazzava alle calcagna - Spiaggia stiamo arrivando! - Non riuscì nemmeno a varcare la soglia.

- DOVE CREDETE DI ANDARE? - La voce di Erza lo paralizzò. Anche l’altra si era messa a sedere e si stava ancora sfregando gli occhi mentre con una mano indicava la sorgente in fondo alla caverna - Prima vi lavate la faccia e fate tutti colazione! Poi vi lavate i denti, preparo qualcosa da portare per pranzo e allora andiamo tutti insieme! -

- Howww ... -

- Niente “howww!” è un ordine! -

Un’altra volta l’estate stava per affacciarsi sulla Foresta dell’Est. Ormai erano passati quasi sette anni dalla nascita di Wendy e due dall’arrivo di Happy e Charle. Il sole splendeva alto e bollente sulle loro teste ma la temperatura in riva all’oceano era molto più sopportabile a causa del vento che sibilava come sempre sulla spiaggia. Qualche nuvola bianca e sottile sfrecciava in alto, strappandosi e sfilacciandosi per via della forza delle correnti. Le onde si infrangevano ritmicamente come al solito sulla riva, piene di schiuma e all’orizzonte, come sempre, non si scorgeva nemmeno una vela. Gli alberi di pino, ruvidi e un po’ spogli, che crescevano al limite delle dune, sibilavano leggermente loro al passaggio del vento facendo compagnia ad Erza, mentre dal suo posto vegliava sul resto della famiglia. Wendy stava ricorrendo Natsu, Happy e Charle in un improbabile gara di corsa. Fin da piccola, la bambina aveva imparato che non c’è più grande gioia al mondo di quella di poter correre liberi in mezzo alla natura, con i piedi scalzi e soltanto un vestitino leggero. Wendy conosceva bene quella gioia, ignota ai bambini di città, che si prova correndo, diventando tutt’uno con il vento, l’acqua e la sabbia.

- Attenti ci sta per prendere! -

- Mi ha preso! - Strillò ad un certo punto Happy: la bambina ormai gli aveva afferrato saldamente la coda e scapparle era impossibile.

- Non lo tirare troppo Wendy, o la pelliccia viene via! - Ridacchiò Erza mentre il gatto blu strillava ancora più forte che non voleva diventare calvo.

Quanti anni erano passati dal giorno in cui era arrivata anche lei nella Foresta dell’Est? Portata dalle onde su quella stessa spiaggia?

Quando aveva perso la sua famiglia ed era stata fatta schiava, Erza aveva perso ogni speranza nel futuro. Aveva pensato che per lei non ci fosse più nulla da fare. Quando i suoi compagni si erano ribellati e l’avevano aiutata a salire sulla nave, per un po’ si era quasi ricreduta ... ma poi c’era stato il naufragio. Era un autentico miracolo che fosse ancora viva ed era un miracolo ancora più grande il fatto che Natsu e Igneel l’avessero trovata su quella spiaggia. Se fossero arrivati solo un po’ più tardi ... No, Erza non voleva nemmeno pensarci! L’unica cosa che contava era che era ancora viva e che anni dopo aveva trovato la felicità che aveva sempre sognato. Il resto del mondo pensava che la Foresta dell’Est fosse un luogo spaventoso e pieno di mostri, eppure lei aveva trovato proprio in quella foresta il suo angolo di paradiso. Si sentiva scoppiare il cuore a guardare Natsu, Wendy ed i loro amici rotolarsi in mezzo alla sabbia e ridere a squarciagola. Quante persone al mondo avrebbero fatto a gara per prendere il suo posto? Erza non ne aveva idea, ma era sicura che in molti avrebbero invidiato la sua vita, così semplice ma così piena d’amore. Avrebbe voluto congelare il tempo e lasciare tutto come in quel preciso istante, ma una piccola parte di lei sapeva che non era possibile. Sapeva che la loro vita nella foresta non poteva durare in quel modo per l’eternità e che Wendy era la ragione di tutto ciò. Anche se Erza detestava profondamente gli umani, sapeva di non poter tenere per sempre la figlia lontana da loro. Crescendo avrebbe cominciato a farsi domande su quello che c’era fuori dai confini della foresta, sarebbe nato in lei il desiderio di avventura che hanno tutti gli adolescenti e infine sarebbe arrivato anche per lei il tempo di cercare l’amore. E a quel punto cosa avrebbe fatto?

Erza lanciò un sospiro.

Natsu aveva accettato di rimanere con lei ma sapeva che in fondo anche lui desiderava ancora esplorare il mondo e invidiava segretamente Gajeel, che era partito per vivere nuove avventure.

- Ci serve un altro figlio! - Esclamò il ragazzo, lasciandosi cadere di schianto accanto a lei. Aveva il fiatone ma stava ridendo. - Un altro con cui Wendy può giocare mentre io mi riposo! Quando possiamo metterci a lavoro? -

- Quando sarai tu a partorirlo. - Sibilò Erza, cercando nonostante tutto di mantenere un sorriso e Natsu si prese istintivamente la mano destra. Aiutarla quando era nata Wendy era già stata un esperienza abbastanza terrificante, così terrificante che sentiva ancora le ossa scricchiolare. - Non c’è un’alternativa? -

Wendy intanto stava correndo ancora per la spiaggia, inseguendo Happy e Charle.

- Però io credo che sarebbe ancora più contenta se avesse degli altri bambini con cui giocare. - Continuò Natsu ed Erza lanciò un sospiro, sforzandosi di non dare a vedere il fatto che le aveva quasi letto nella mente.

- Sono sicuro che se ci spostassimo in un villaggio si farebbe subito un mucchio di amici. - Era vero, ma la ragazza non aveva né voglia di dargli ragione né di discutere su quell’argomento e si limitò a dire un ...

- Forse ... - Poi di colpo le sembrò di percepire qualcosa di strano nell’aria: una specie di “puff” mentre un po’ di sabbia veniva smossa. Ma da dove veniva quel rumore?

Erza si girò di scatto, giusto in tempo per scorgere movimento sospetto sotto la superficie delle dune, a qualche passo da Wendy. - Charle prendila! -

La gatta non aveva la minima idea di cosa stesse accadendo ma reagì d’istinto, afferrando Wendy per il vestito e sollevandola in aria. Subito dopo la duna esplose e la testa di un gigantesco mostro venne fuori. Cercò di afferrare Wendy e Charle ma ormai entrambe erano troppo in alto e la sua grossa bocca piena di denti si richiuse con uno scatto senza successo. Happy lanciò uno strillo e anche lui mise le ali, evitando per un soffio un secondo morso mentre la bocca del mostro si richiudeva a pochi centimetri dalla sua coda. Quella grossa testa con delle protuberanze di pietra e quel corpo affusolato come una salamandra ... Erza non poteva sbagliarsi: si trattava di un nibelsnarf. Ma che cosa ci faceva sulla spiaggia? Erano anni che non ne vedeva uno!

- Brutta bestiaccia! - Natsu l’anticipò scattando per primo all’attacco con un pugno coperto di fiamme.

- Sta attento! Quel coso usa la magia! - Ma l’avvertimento di Erza si perse nel nulla quando il mostro spalancò di nuovo le fauci sparando un autentico turbine di sabbia. Il dragon slayer riuscì a stento a coprirsi la faccia prima che l’incantesimo lo investisse, ributtandolo di nuovo indietro. Natsu colpì Erza con così tanta forza da sbalzare anche lei a terra. Questo era davvero un bel problema! La sabbia che il nibelsnarf aveva sputato si attaccava addosso come cemento, rallentando i movimenti.

- Spostiamoci da qui! - Charle era già pronta a scappare ma il nibelsnarf  si girò di nuovo verso di lei, spalancando la bocca e questa volta ispirando aria a più non posso, con la stessa forza di un tornado. Le sue piccole ali, appesantite dal peso di Wendy, non potevano fare nulla per resistere ai venti avversi e ogni istante il mostro la tirava sempre più in basso.

- Ti ho detto di non provarci nemmeno! - Questa volta un pugno di fuoco colpì il mostro alla testa con così tanta forza da costringerlo a richiudere la bocca. L’effetto prodotto dall’esplosione mandò Charle e Wendy a rotolare in mezzo alla sabbia.

- Wind Dragon’s Crushing Fang! - Anche l’incantesimo di Erza andò a segno ma il mostro replicò rapidamente con un colpo di coda abbastanza forte da ributtare indietro i due dragon slayer. La sua attenzione tornò rapidamente a fissarsi su Wendy e Charle. Il nibelsnarf spalancò ancora una volta la bocca, pronto a inspirare tutto quello che c’era davanti a lui.

- Fermo! - Ma in un attimo un proiettile di pelo blu lo colpì sul muso, graffiando con tutte le forze che aveva. Happy non aveva alcuna intenzione di permettergli di mangiare parte della sua famiglia, ma era troppo piccolo per poter fare qualcosa contro il mostro. Il nibelsnarf lo scosse via con un colpo e ricominciò a succhiare sabbia e aria. Wendy e Charle si strinsero forte le unghie a terra ma ben presto la gatta, che era la più leggera, venne trascinata nel vortice. Il nibelsnarf l’avrebbe inghiottita se qualcosa di incredibile non fosse improvvisamente successo. Guidata dall’istinto e nient’altro che l’istinto, anche Wendy inspirò e la magia che era dentro di lei si accese come l’erba secca appena colpita da un fulmine. Il desiderio di salvare l’amica era così forte che niente al mondo avrebbe potuto arrestarla.

Successe tutto così velocemente che nemmeno la bambina riuscì a capire cosa stava succedendo. Spalancò la bocca e ...

- Sky Dragon’s Roar! - Il turbine colpì il nibelsnarf in pieno, sotto il mento, costringendolo a richiudere la bocca con uno scatto e con così tanta forza che per poco gli occhi non gli schizzarono fuori dalle orbite. Il suo risucchio si fermò all’stante, facendo precipitare Charle sulla sabbia.

- Sky Dra ... - Wendy inspirò profondamente, pronta di nuovo a soffiare un nuovo turbine ma quando questa volta aprì la bocca un ruggito almeno venti volte più forte del suo le passò sulla testa investendo in pieno lo squalo della sabbia. L’animale non aveva alcuna speranza di resistere e il vortice lo sollevò da terra, scagliandolo in mezzo al mare. La bestia precipitò con uno strillo e un tonfo, provocando un autentico geyser d’acqua e le gocce arrivarono fino a riva, inondando la spiaggia, accompagnate da qualche grossa onda.

Wendy sapeva chi era stato a difenderla - Mamma! - La bambina si ritrovò immediatamente serrata in un abbraccio mozzafiato, con i capelli di Erza che la coprivano e le facevano il solletico. La dragon slayer aveva usato dragon force per moltiplicare la forza del suo ruggito e aveva ancora le penne prodotte dalla trasformazione allineate lungo i polsi.

- Non ti preoccupare è tutto a posto adesso. - Sussurrò Erza ma Wendy le rispose ridacchiando - Ma io non ho mica avuto paura! - Quando la sua famiglia era con lei non c’era una singola cosa al mondo che la spaventava. - Io sììì! Ho avuto un sacco di paura! - Frignò Happy. Si stava tenendo la coda con le zampe e si sentiva un miracolato per averla ancora attaccata al suo posto. - E quel coso è ancora vivo! - Il mostro era riemerso a galla e adesso stava goffamente battendo le zampe e la coda in acqua, nel disperato tentativo di raggiungere riva. - Ma non tornerà più qui. - Aggiunse Natsu, ringhiando a bassa voce. Per un attimo il suo sguardo e quello del nibelsnarf si incontrarono e di colpo il mostro cambiò direzione puntando ancora più a largo. Aveva fatto un grosso errore a sfidare i sovrani della foresta  ma adesso aveva imparato la lezione.

- Mamma! - Erza si staccò per guardare Wendy, i suoi occhi scintillavano per l’emozione - Hai visto? Ora anche io so usare la magia! -

Né Natsu né Erza durante quegli anni avevano insegnato i loro incantesimi a Wendy. Volevano aspettare che la bambina crescesse abbastanza per decidere da sola quale arte seguire. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato di vederla un giorno usare un ruggito del drago. Per diventare un dragon slayer occorreva molta pratica e un buon insegnante, non si trattava di una magia innata, eppure...

- Sky Dragon’s Roar! - Ma quando Wendy ci riprovò questa volta non venne fuori niente, lasciandola con un palmo di naso. - Sky Dragon’s Roar! Sky Dragon’s Roar! - La bambina ripeté la formula almeno altre dieci volte prima di arrendersi senza fiato - Perché ora non succede niente? -

Erza scosse la testa e Natsu si lasciò scappare una risatina - Forse vuol dire che sei ancora in tempo per diventare un dragon slayer del fuoco! -

- Ma io voglio essere un dragon slayer del cielo! -

E il ragazzo fu costretto ad appoggiarsi a Happy con una mano, improvvisamente si sentiva mancare. - Sei ... sicura? -

- Io voglio diventare come mamma! -

Erza non poté fare a meno di stringere Wendy di nuovo tra le braccia e ancora più forte di prima. Quello che aveva appena detto la rendeva felice e allo stesso tempo le procurava una fitta al cuore. Diventare come lei? Non era tanto sicura che fosse una buona idea. Vivere per sempre come un dragon slayer selvaggio, tra mostri e pericoli. Anche se era cresciuta in quell’oasi con Natsu, Grandeeney e Igneel, adesso Erza iniziava a sentirne le limitazioni.

Era evidente.

No, non poteva tenere Wendy nella foresta per sempre ...

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Capitolo 23
*** I messaggeri delle fate ***


I messaggeri delle fate Finalmente ecco che inizia la terza parte di questa fan fiction, una parte che aspettavate da tanto: quella dedicata a Fairy Tail! Quando ho scritto questo capitolo ho pensato per tutto il tempo al testo di una canzone in particolare: A Modo tuo, una della canzoni più belle che qualcuno abbia mai dedicato alla propria figlia. "Sarà difficile diventar grande prima che lo diventi anche tu, tu che farai tutte quelle domande; io fingerò di saperne di più". In un certo senso è proprio questa la situazione dei nostri dragon slayer e questo è il compito che li attende una volta lasciata la foresta, per fortuna non saranno soli nella loro missione! Devo confessare che all'inizio non sapevo bene nemmeno io cosa scrivere in questo terzo libro, ma il risultato finale mi sembra buono e spero che non vi deluda!



Libro terzo - Fairy Tail

I messaggeri delle fate

Oh, we're a thousand miles from comfort, we have traveled land and sea
But as long as you are with me, there's no place I'd rather be
I would wait forever, exalted in the scene
As long as I am with you, my heart continues to beat
 

We staked out on a mission to find our inner peace
Make it everlasting so nothing's incomplete
It's easy being with you, sacred simplicity
As long as we're together, there's no place I'd rather be

(Rather Be -  Clean Bandit)

 

Dopo l’episodio sulla spiaggia, Wendy si ritrovò costretta a passare molto più tempo di quello che avrebbe mai desiderato chiusa nella grotta. Per quanto potesse essere ubbidiente alla fine non ne poteva nemmeno più lei di stare ferma e buona. Non riusciva proprio a capire perché la sua famiglia avesse improvvisamente perso la voglia di fare qualsiasi cosa divertente! Non sapeva che anche i dragon slayer a volte hanno paura.

- Che noia .... - La bambina lanciò un sonoro sbadiglio - Andiamo anche noi! - E Charle le agitò un dito contro - Quante volte ti devo dire di no? È pericoloso andare vicino al prato in cui crescono le fragole! Ci sono le aquile giganti! E sai cosa succede se un’aquila gigante ti prende? Chissà dove potrebbe portarti! Noi aspettiamo qui! -

- Dormiamo ... - Suggerì la voce di Happy. Il gatto si era infilato sotto la pelliccia che copriva il letto e adesso l’unica cosa che usciva dal bordo era, a stento, la punta della coda.

- È imbarazzante il fatto che lui sia l’unico della mia specie nel giro di chilometri ... - Sospirò Charle. - Ma sono d’accordo! Per te un pisolino sarebbe proprio una buona idea! -

- Ma io non voglio dormire! -

La gatta lanciò un sospiro - E cosa vorresti fare allora? Hai qualche gioco in mente? -

Come si faceva a giocare chiusi nella caverna? Wendy iniziava a sentire quelle pareti sempre più strette. I raggi del sole che filtravano dall’esterno, il vento e l’aria fresca la stavano letteralmente chiamando.

- Allora? -

Aveva proprio l’idea perfetta!

- Giochiamo a guardia e ladro! Io faccio il ladro! -

Charle non fece nemmeno in tempo a rispondere che Wendy era già schizzata fuori dalla caverna. - Dove vai???? - La gatta attivò la sua magia, fece spuntare le ali e si gettò subito all’inseguimento della bambina ma fu proprio allora che un piccolo ruggito del drago del cielo la ributtò indietro, rotolando dentro la caverna. Charle si ritrovò impigliata nelle pellicce sotto cui si stava nascondendo Happy e quando riuscì a tirare la testa fuori, ormai Wendy non si vedeva più da nessuna parte. - SVEGLIA! - Strillò strattonando l’altro gatto.

- Dobbiamo riportarla indietro prima che Natsu ed Erza tornino! O sarà una tragedia! - Happy aveva ancora troppo sonno per mettersi a volare su tutta la foresta ma se c’era una cosa che non voleva rischiare era far arrabbiare Natsu e rimanere senza cena per punizione - AYE! -

La foresta poteva essere davvero pericolosa per una bambina ma quello che Happy, Charle e Wendy non sapevano era che quel giorno nella Foresta dell’Est c’era qualcosa di nuovo. Dopo più di cinquant’anni una coppia di esploratori aveva finalmente fatto il suo ingresso in quel mare di alberi. Ci si sarebbe aspettati di incontrare due omaccioni forti e pronti a tutto, con gli zaini pieni d’equipaggiamento ed il fucile spianato per proteggersi dalle bestie ma in realtà a guidare la fila c’era una ragazza con i capelli biondi e gli occhi nocciola. Indossava un paio di stivali neri, shorts e un top che non sembravano affatto adatti per esplorare una foresta. Stringeva tra le mani una grossa mappa stropicciata e dietro di lei veniva un ragazzo con i capelli neri, gli occhi scuri e l’aria annoiata. Portava una sacca in spalla ma camminava a torso nudo.

- Lucy sei sicura di dove stiamo andando? -

- Secondo te? Non ho la più pallida idea di dove stiamo andando! Questa mappa è stata fatta oltre cinquanta anni fa! Non esiste più nemmeno uno dei sentieri indicati! -

- E allora perché l’abbiamo comprata??? Dovevamo buttare soldi? -

- Perché è l’unica che esiste di tutta la Foresta dell’Est ... - Alla fine la ragazza lanciò un sospiro, ripiegando la mappa e fermandosi in mezzo agli alberi per guardarsi attorno. Adesso che si erano addentrati di più nel fitto, la luce si era fatta più fioca e l’atmosfera più pesante. - Ehi, Gray ... Secondo te sono vere quelle voci? Quelle che dicono che nella foresta ci sono dei draghi? -

- Come no! - Sbottò il ragazzo, continuando a camminare come se niente fosse - Non hai sentito quell’altra storia su quella guerra tra draghi quattrocento anni fa? Si sono estinti. -

- Ma se ce ne fosse ancora qualcuno nascosto qui? - Lucy si affrettò a recuperare la distanza tra di loro - Me immagino già uno che ci aspetta dietro l’angolo, in mezzo al suo prato personale! Tutto rosso, con gli occhi dorati e scintillanti e il fumo che gli esce dalle narici! Oh! Che cosa facciamo se ne incontriamo uno? -

- Lucy lo so che ti piace leggere romanzi e scrivere fan fiction ma non esageriamo con questa fantasia adesso, okay? -

- Non sono fan fiction! Un giorno diventerò una scrittrice famosa e tu e gli altri implorerete per avere il mio autografo! E poi ... Si può sapere dove hai tirato la camicia, Gray??? -

Il ragazzo si fermò di colpo, guardandosi - Ma era qui fino ad un attimo fa! -

Lucy lo avrebbe spedito in orbita con un pugno se non avesse avuto troppa paura di rimanere da sola nella foresta - Non farmi rifare tutta la strada all’indietro! Possibile che tu debba avere il tic più strano di tutti? Cerca di ricordarti dove te la sei tolto! -

E proprio in quel momento i cespugli davanti alla coppia di esploratori cominciarono a muoversi. Lucy si strinse istintivamente al braccio di Gray. Si immaginava già un mostro pronto ad attaccarli e nemmeno la sua fantasia da scrittrice era pronta ad indovinare cosa ne sarebbe venuto fuori.

- È tua? -

- Una bambina ... - Sussurrò la ragazza praticamente senza fiato. Wendy stava ancora cercando di scappare da Happy e Charle, quando ad un certo punto aveva visto la camicia appesa ad un ramo ed aveva sentito delle voci in lontananza. Era la prima volta nella sua vita che sentiva delle voci diverse da quelle della sua famiglia e la curiosità l’aveva subito attirata verso gli sconosciuti.

- Sì, grazie ... - Gray accettò volentieri la camicia ma anche lui era così stupito da riuscire a stento a parlare. Nemmeno Lucy riusciva a credere ai suoi occhi ma la ragazza fu comunque la più veloce a riprendersi dallo choc, accovacciandosi accanto alla bambina per parlarle - Ciao! Io mi chiamo Lucy e questo è il mio amico Gray! Tu invece come ti chiami? -

- Wendy! Wendy Dragneel! - Annunciò la piccola, sempre più emozionata all’idea di poter parlare con altre persone. In verità non era proprio sicura che quelli che aveva davanti fossero esseri umani, forse si trattava di altri dragon slayer?

- E cosa ci fai qui Wendy? - Continuò Lucy - Ti sei persa? -

- No! Sto andando da mamma e papà! -

La piccola era seria ma la fantasia di Lucy come sempre stava già aggiungendo nuovi dettagli alla storia. Una bambina sola in una foresta come quella? Aveva già sentito una favola del genere! Molto probabilmente i suoi genitori dovevano averla abbandonata! Oh, che storia triste! Ma c’era anche un’altra possibilità! Forse i genitori di Wendy erano stati attaccati e divorati da qualche mostro! Forse lei era l’unica sopravvissuta della famiglia!

- Se vuoi possiamo aiutarti a ritrovarli! - Propose Lucy, mostrandole il dorso della mano destra su cui sfoggiava un bel marchio rosa - Guarda! Io e Gray facciamo parte di una gilda di maghi: aiutare le persone è il nostro lavoro! - Wendy non esitò nemmeno un attimo a prenderle la mano, studiando attentamente il disegno - È una fata! - E Lucy spalancò gli occhi, sorpresa che lo avesse capito così in fretta. - Sì! Ti piacciono le fate? -

- Mamma mi ha raccontato un sacco di storie! Dice sempre che le fate sono buone e che se le incontri puoi fidarti di loro! -

A questo punto Gray si lasciò scappare una risatina - Non ti ha detto che le fate però combinano anche un sacco di guai? - Lucy lo mise a tacere con una gomitata. Anche lui sfoggiava lo stesso marchio, ma in blu sul petto all’altezza del cuore.

- Wendy dove si trova casa tua, così possiamo riaccompagnarti? -

- Lì! - E Wendy non esitò nemmeno un attimo a tendere la mano in direzione della montagna che svettava sopra la Foresta dell’Est. Lucy strabuzzò gli occhi - Al Monte Hokobe??? - Aveva letto poco prima il nome sulla sua vecchia cartina - Da ... davvero vivi lì? -

Ma la ragazza non riuscì a fare altre domande prima che una palla di pelo blu le piombasse addosso, tirando graffi come una furia - Un pipistrello! -

- Chi hai chiamato pipistrello? - Happy si fermò giusto un istante, così offeso da non riuscire nemmeno a reagire, ma quell’istante gli fu quasi fatale.

- Ice Make Lance! -

Il gatto riuscì a recuperare quota giusto un attimo prima che l’incantesimo scagliato da Gray lo colpisse. La sua lancia di ghiaccio gli sfiorò la coda, minacciando di staccarla.

- Charle! -

- L’ho presa! - L’altra aveva già afferrato Wendy per la stoffa del vestito ed era pronta a trascinarla via. I due gatti non sapevano che Lucy e Gray non avevano cattive intenzioni ed i due ragazzi non sapevano che Happy e Charle erano amici di Wendy.

- Ferma questi cosi! - Strillò Lucy e Charle abbassò la testa pronta ad evitare il prossimo incantesimo.

- Ice Make ... -

Ma la lancia di ghiaccio non arrivò mai a destinazione. Un lampo fiammeggiante schizzò fuori dalla foresta, colpendo Gray in pieno con un pugno così forte da scagliarlo in mezzo agli alberi. Un paio di tronchi vennero giù come se fossero stati di cartone. Nemmeno Lucy riuscì a scansarsi in tempo. Stava ancora fissando incredula il punto in cui Gray era stato scagliato, quando il suo istinto le suggerì di girarsi. L’unica cosa che le riuscì a vedere fu: rosso. Poi un pugno la colpì allo stomaco costringendola a buttare fuori tutta l’aria che aveva nei polmoni. Il turbine che accompagnava il pugno scagliò anche lei a terra, in mezzo ai ruvidi cespugli che circondavano il sentiero.

- Provate a toccare di nuovo Wendy e giuro che siete morti! -

Lucy riuscì a stento a rialzare la testa al suono del ruggito di Natsu. Le ci volle qualche secondo per rimettere a fuoco la vista e capire che ad attaccarli non era stato un mostro. Il dragon slayer adesso li stava fronteggiando con i pugni coperti di fiamme e le zanne scoperte, mentre Erza aveva messo Wendy al sicuro dietro di lei. Happy e Charle si affrettarono a ripararsi anche loro dietro i due dragon slayer.

- Ci è scappata! - Spiegò il gatto, cercando di giustificarsi il più in fretta possibile - Le avevamo detto di aspettare alla caverna e che era pericoloso uscire! E infatti abbiamo trovato questi tizi spaventosi! -

- Ma non sono cattivi, mamma! - La vocina di Wendy si fece sentire subito dopo. Anche se era un po’ spaventata dalla furia dei suoi genitori non voleva di certo restare zitta - Lucy e Gray hanno una fata! -

Fata? Erza si girò verso la figlia come se avesse appena sentito la cosa più incredibile al mondo e Lucy colse al volo l’occasione per alzare la mano in alto e mostrare di nuovo il suo marchio. - Ha ragione! Non abbiamo cattive intenzioni! Siamo maghi di una gilda legale! Avete mai sentito parlare di Fairy Tail? -

- IO TI TRASFORMO IN UN GHIACCIOLO, BASTARDO IN FIAMME! - Ma Gray ormai non aveva alcuna intenzione di fare le cose diplomaticamente. Con un ultimo colpo di lance ghiacchiate riuscì finalmente a liberarsi dai tronchi che lo bloccavano, scagliando cristalli e pezzi di legno da tutte le parti.

- Toccate di nuovo Lucy e vi giuro che sarete voi quelli morti! -

La ragazza fu costretta a rialzarsi precipitosamente per afferrare il compagno che avanzava a grandi passi in direzione di Natsu. L’aria attorno a lui si era fatta improvvisamente gelida a causa della sua magia.

- Fermati! Questo è un malinteso! Sono sicura che possiamo risolverlo! Vedete? - Continuò Lucy cercando di indicare il marchio che portava anche Gray - Siamo maghi di Fairy Tail! -

- Non mi piacciono né i maghi né nessun altro quando entrano nella mia foresta! - Ruggì ancora Natsu

- Specialmente se si mettono a tirare incantesimi addosso a mia figlia e ai miei amici! -

- Quello che volevo dire è ... - Lucy riusciva a stento a tenere Gray - Oh! Santo cielo non avete mai sentito parlare di cosa sono le gilde? Andiamo, tutti conoscono Fairy Tail! -

- Sì, né ho sentito parlare. - La voce di Erza piovve in mezzo al campo di battaglia come una doccia gelata, sedando istantaneamente il conflitto. La dragon slayer fece qualche passo avanti, nonostante Natsu fosse ancora pronto a colpire. Indicò a Lucy di mostrarle meglio il marchio che aveva sulla mano e la ragazza accettò volentieri. Erza non riusciva a crederci! Si ritrovò a passare le dita, incredula, sui bordi del tatuaggio. Rob, il vecchietto che quando era stata ridotta in schiavitù si era occupato di lei come uno zio, aveva lo stesso simbolo dietro la schiena, ma dipinto di nero. Le aveva raccontato che da giovane aveva fatto parte di una gilda di maghi, Fairy Tail per l’appunto, ed era quello il motivo per cui le aveva raccontato anche tutte quelle storie sulle fate. Che coincidenza incredibile ... Gli umani non le piacevano, specialmente dopo l’esperienza della schiavitù e l’incontro coi cacciatori di mostri, ma se Lucy e Gray facevano davvero parte della stessa gilda di Rob, allora, forse, poteva concedergli un po’ di fiducia.

- Va bene. - Annunciò Erza - Natsu, lasciali stare! Credo che abbiano ragione. -

Il ragazzo lanciò uno sbuffo e incrociò le braccia sul petto, ma spense immediatamente l’aura rovente che lo circondava. Gray lo imitò e Lucy lanciò un sospiro di sollievo - Abbiamo incontrato Wendy qui in mezzo alla foresta, credevamo che si fosse persa e volevamo soltanto aiutarla a tornare a casa. -

- E noi le avevamo detto di rimanere a casa, ma non ci ha ascoltato. - Erza si girò in direzione della bambina, sgridandola con uno sguardo severo. La piccola si affrettò a cambiare posizione, riparandosi dietro le gambe del padre - Ma io mi annoiavo da sola ... -

Ed Erza lanciò un sospiro. Era così adorabile! Non aveva alcuna speranza di educarla se Wendy riusciva ad intenerirla fino a quel punto!

- Io mi chiamo Lucy e lui è il mio amico e compagno di gilda Gray. - Ricominciò la ragazza con le presentazioni - Voi invece ...? -

- Erza, Natsu e Wendy. Loro invece sono Happy e Charle. Grazie per aver provato ad aiutare nostra figlia ma adesso che ci siamo noi è meglio che ve ne andiate dalla foresta. - Erza non accettò nemmeno la mano che le veniva tesa per una stretta, dando le spalle a Lucy. Afferrò Wendy e se la issò in braccio. - Anche se siete dei maghi questo posto è pericoloso per quelli che non ne conoscono le regole. Sapete come uscire, giusto? - Non le piaceva l’idea che ci fossero delle altre persone nel suo regno e voleva liberarsene il più in fretta possibile.

- Ma non possiamo andarcene via così! Abbiamo una missione! - Replicò immediatamente l’altra - Voi vivete davvero qui? -

- Sì, ma questi non sono affari vostri. -

- Allora dovete aiutarci! Macao, un nostro compagno di gilda è venuto qui due settimane fa. Gli abitanti di un villaggio nelle vicinanze gli avevano chiesto aiuto per fermare i balkan che li derubavano. Doveva essere una missione facile ma Macao non ha ancora fatto ritorno e perciò siamo venuti a cercarlo! - Le spiegò la ragazza. - Se conoscete davvero così bene la foresta allora dovete assolutamente aiutarci a trovarlo! -

E così era questo il motivo per cui erano venuti? Salvare un amico ... La loro missione sembrava molto nobile ma Erza si ritrovò lo stesso a scuotere la testa - Mi dispiace ma nelle ultime due settimane non ho visto nessun essere umano in questa foresta, nessuno tranne voi. Qui vivono molti mostri affamati e se il vostro amico non ha fatto ritorno allora è molto probabile che a questo punto ... -

- Non sottovalutare i maghi di Fairy Tail! - Gray la zittì serrando un pugno con rabbia - Se hai sentito parlare di noi allora non dovresti sottovalutare uno dei nostri! Macao ha un sacco d’esperienza e non si farebbe mai ammazzare così facilmente. Specialmente quando c’è Romeo che lo aspetta a casa! - Gray era maledettamente serio - Ho promesso a quel bambino che avrei riportato suo padre indietro, fosse l’ultima cosa che faccio! E se voi non volete aiutarci, grazie lo stesso. Lo troveremo comunque anche se significa radere al suolo tutto questo maledetto postaccio! -

Erza scoprì i denti, pronta a rispondere anche lei, ma questa volta fu Natsu a fermarla, poggiandole una mano sulla spalla. - Ci penso io a loro, tu torna a casa. Ci vediamo prima di cena. -

- Cosa? -

- Hanno cercato di aiutare Wendy, è il minimo che possiamo fare per ricambiare il favore. - Il dragon slayer sorrise - E poi è da un sacco che non prendo i balkan a calci! Happy! -

- Aye! -

- Conosci la strada! Vola in alto e vedi se riesci a trovare quelle bestiacce! E voi due! Muovetevi o volete rimanere piantati qui per tutta la vita? - In un attimo Natsu e i due maghi di Fairy Tail erano già spariti in mezzo al verde, lasciandosi dietro Erza a sospirare.

- Mamma! - La voce di Wendy la riscosse di colpo - Ma non ti piacevano le fate? -

- Le fate, le fate, Wendy. - La dragon slayer si rimise a camminare di mala voglia, Charle alle calcagna - Non le persone ... -

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Capitolo 24
*** Il re delle scimmie ***


Il re delle scimmie Natsu, Lucy e Gray sono alla loro prima missione. Che cosa potrebbe mai succedere? Di sicuro qualcosa di esplosivo!



Il re delle scimmie

- Ehm ... - Cominciò Lucy; stava facendo del suo meglio per non perdere Natsu e Gray, incespicando nel fitto della foresta mentre salivano in direzione delle montagne. Le mancava quasi il fiato per la fatica ma non riusciva a rinunciare all’idea di sapere qualcosa in più su i dragon slayer che aveva appena incontrato.

- Quindi tu, Erza e Wendy siete una famiglia? -

Natsu le rispose con un gran sorriso - Sì! Perché me lo chiedi? Ah, lo so. Wendy non assomiglia a nessuno di noi ma dato che non abbiamo mai incontrato i miei genitori forse quei capelli vengono da lì ... -

Non era quello che Lucy stava intendendo - Ma siete così giovani! Oh, mio Dio! Avete la stessa età mia e di Gray! -

Questa volta Natsu si fermò per un breve istante a fissarla, aggrottando un sopracciglio - E quindi? Non siete compagni anche voi? Non sapete come fun ... -

- NON SIAMO QUEL TIPO DI COMPAGNI! - Strillò Lucy, come se Gray fosse stata la cosa più rivoltante al mondo. Natsu scosse la testa, voltandosi verso l’altro ragazzo - Non ti preoccupare succede all’inizio. Anche Erza gridava. Si devono abituare all’idea. -

- ASSOLUTAMENTE NO! - Continuò a strillare Lucy, mentre Gray gli spiegava che - Lei ha una cotta per un altro. Un certo mago mascherato che l’ha accompagnata per la prima volta alla gilda. -

- NOOOOO! - Gridò di nuovo la ragazza ma questa volta arrossendo fino alla radice dei capelli. - Non è il mio tipo! -

- È difficile costruire una relazione con un tipo così, eh? Lui e il suo team sono sempre in missione tutti i giorni. Quanto tempo passa alla gilda? Quarantotto ore in un anno? - Lucy zittì l’amico dandogli una gomitata allo stomaco e minacciando di spedirlo in un cespuglio di rovi.

- Ehm ... - Riprese la ragazza, cercando di tornare al filo originale del discorso - Come mai avete deciso di vivere qui? Nella Foresta dell’Est? -

- Questo è il nostro regno! - Natsu spalancò le braccia, colpendo inavvertitamente un ramo. Il ramo schioccò all’indietro centrando Gray in piena faccia. L’Ice Mage lo scostò via, cercando di congelare la guida con lo sguardo. Conosceva Natsu da meno di un’ora e già non poteva più sopportarlo.

- Ci siamo cresciuti. - Continuò a spiegarle Natsu - All’inizio io volevo andare in giro per il mondo e viaggiare un po’ ma poi è nata Wendy e una cosa tira l’altra ... In pratica Erza non vuole andare via di qui e trasferirsi in un villaggio. Odia gli umani più di ogni altra cosa al mondo. Voi due siete molto fortunati, lo sapete? Se non aveste avuto quel marchio sono sicuro che vi avrebbe spediti fuori dalla foresta a calci! -

Lucy si rimirò per un attimo il tatuaggio sulla mano, domandandosi ancora una volta come facesse una ragazza cresciuta in una foresta a conoscere Fairy Tail. - Perché odia tanto gli umani? -

- Perché prima di arrivare qui, quando era ancora una bambina, i cacciatori di schiavi hanno sterminato la sua famiglia e l’hanno costretta a lavorare per loro. - Natsu si inchiodò di colpo; si era appena lasciato scappare qualcosa che sarebbe stato meglio tenere segreto. Erza non voleva avere alcun contatto con gli umani e non le sarebbe di certo piaciuta l’idea che due sconosciuti conoscessero la sua storia. Il suo passato, prima dell’arrivo nella foresta, era un argomento tabù, che le faceva ancora molta difficoltà ad affrontare.

- Mi raccomando non dirle che ti ho raccontato la storia o potrebbe arrabbiarsi! - Natsu si poggiò un dito sulle labbra ma Gray lo sorpassò, sospirando mentre camminava - Dire a Lucy di tenere un segreto? Fai prima a mettere i manifesti! -

- CHE VUOI DIRE??? - Strillò di nuovo la ragazza. La sua voce era dieci volte più alta di quella di Erza e a volte gli trapassava i timpani, ma Natsu la trovava simpatica. Per essere i primi umani che vedeva dopo anni e anni questi maghi di Fairy Tail non sembravano tanto male.

- Tu invece, cosa mi racconti? Com’è da dove venite? E questa gilda di cui parlavate? -

- Magnolia è una città fantastica! - Esclamò Lucy - Vicino al mare e piena di sole! E Fairy Tail è la gilda migliore di maghi che esiste in tutta la nazione! Sono tutti fortissimi e anche molto simpatici! Tra un lavoro e l’altro passiamo il tempo insieme nella sala a ridere e brindare! Certo i maghi di Fairy Tail sono anche un po’ turbolenti e a volte ci sono delle risse ... amichevoli! - Si corresse all’ultimo. - Se volete davvero lasciare la foresta, perché una volta trovato Macao non venite con noi? Siete due maghi, non è così? E allora a Fairy Tail troverete di sicuro un mucchio di lavoro e di nuovi amici! - Natsu sorrise, ricambiando Lucy. - Sarebbe bello! Ma ho un po’ paura a proporlo ... Ogni volta che si parla di una cosa del genere Erza diventa ... Peggio del peggiore degli incubi. - La sola idea gli faceva venire i brividi.

- Però Fairy Tail sembrava piacerle. - Aggiunse Gray - Quindi sarebbe da stupidi perdere questa occasione. - Nemmeno Natsu provava simpatia nei riguardi del Ice Mage, ma fu costretto ad annuire. La sua idea sembrava brillante.

- Tu controlli il fuoco ed Erza l’aria, giusto? - Continuò Lucy - Come avete imparato la vostra magia? Siete nati con questo potere? Vi ha insegnato qualcuno a usarli? -

- Ma noi non siamo semplici maghi! Siamo dragon slayer! - Le spiegò Natsu - Sono stati Igneel e Grandeeney a spiegarci tutto! -

- Igneel e Grandeeney? - Lucy ripeté i due nomi senza nemmeno immaginare di chi si trattasse.

- Certo, i draghi migliori del mondo! Per diventare un dragon slayer serve che un drago ti insegni la sua magia! Non lo sai? - Quando Natsu fece qualche altro passo avanti prima di accorgersi che nessuno lo stava più seguendo. Quando si girò Lucy aveva la bocca spalancata e Gray una faccia incredula.

- Dra ... draghi? - Farfugliò la ragazza - E dove sono ora? Vivono qui? Le leggende erano vere? -

- Igneel e Grandeeney sono spariti sette anni fa. - Le spiegò Natsu con una punta d’amarezza. - Un bel giorno hanno deciso che il nostro addestramento era finito e ... Semplicemente se ne sono andati. - Questa volta Lucy richiuse la bocca. - Hai paura dei draghi, vero? - Le domandò Natsu, ricordandosi quello che suo padre gli aveva spiegato da piccolo. La ragazza si ritrovò a balbettare di nuovo mentre cercava una risposta poco offensiva. - No ... Non è che ... Forse un poco. - Ammise alla fine Lucy - Ma immagino che quello che dici tu sia vero: devono esserci anche dei draghi buoni a questo mondo! E poi tu non sembri un dragon slayer spaventoso! -

- Certo che ci sono draghi buoni! Igneel e Grandeeney hanno combattuto per gli umani nella guerra di quattrocento anni fa! - Aggiunse Natsu con aria fiera - Ed è per questo che sono nati i primi dragon slayer. Però lì fuori ci sono draghi e dragon slayer molto più brutti e spaventosi di me. Hai mai sentito parlare di Gajeel, per esempio? -

- Chi? -

- Il dragon slayer d’acciaio! Viveva nella Foresta Pietrificata oltre la palude ma è andato via qualche anno fa. Diceva di voler diventare famoso ma mi sa che non ci è riuscito! Ahaha! - Natsu si abbandonò ad un grossa risata.

- Quindi ci sono molti altri dragon slayer e draghi al mondo e ... IEEEK! - Lucy ritrasse un piede di scatto per lasciar passare una grossa scolopendra. - Ma è pieno di insetti qui! -

- Certo! La notte per addormentarti potresti contare gli insetti piuttosto che le stelle, non finiscono mai! - Ridacchiò Natsu - Ma a parte qualcuno che ha un morso letale, sono soltanto viscidi. -

Lucy tremò, ancor più terrorizzata di prima all’idea che qualcosa le strisciasse su per una gamba o le cadesse in testa dai rami.

- Ma dovresti preoccuparti di più dei mostri. Come i rhenoplos, i gore magala e se vedi delle strane piante uscire da uno stagno, sta lontana perché potrebbe essere un gobul. - Lucy si inchiodò di nuovo in mezzo al bosco e Gray fu costretto a prenderla per un braccio e a trascinarla via con la forza mentre Natsu rideva. Era divertente dopo tanto tempo dar di nuovo a qualcuno quegli avvertimenti!

- Voglio tornare a casa! -

- Ti sei scordata che siamo qui per recuperare Macao? -

E a proposito di Macao! Happy scelse proprio quell’istante per saettare giù, attraverso il mare di foglie che gli faceva da tetto. Il gatto si fermò a un passo da loro, battendo le ali e sussurrando in modo complice - Li ho trovati! Sono proprio nella cava! -

- Hanno un prigioniero? - Gray si fece subito avanti ma Happy scosse la testa. Natsu lo costrinse a calmarsi e a fare silenzio, poggiandogli una mano sul petto - I balkan usano il Take Over. Non possiamo sapere se hanno il vostro amico semplicemente guardando. Venite e fate piano. - Il dragon slayer gli fece cenno di seguirlo, strisciando tra i cespugli. Si fermarono soltanto quando ebbero raggiunto un punto abbastanza in alto per guardare nella cava occupata dai mostri.

I balkan avevano acceso un fuoco e stavano arrostendo del cibo, carne e tuberi. Qualcuno ballava e qualcun altro sembrava stesse raccontando qualcosa con fare molto animato. Lucy non aveva idea del fatto che i blakan fossero dei grossi scimmioni e avessero una sottospecie di civiltà.

- Come facciamo a sapere se qualcuno di loro ha preso Macao col Take Over? - Domandò Gray, sussurrando piano - Il Take Over è una magia che permette a chi la usa di assorbire la sua vittima! -

Natsu stava annusando l’aria a caccia d’indizi. L’odore dei balkan era sempre lo stesso (una puzza di rifiuti e muschio) ma questa volta nell’aria gli sembrava di sentire qualcosa di diverso, qualcosa di più umano.

- Semplice. - Natsu scoprì i canini con un sorriso - Li prendiamo a pugni fino a che non lo liberano! - E detto questo si lanciò di sotto, scivolando lungo la parete della scarpata. I balkan si girarono subito nella sua direzione e Natsu li accolse sparando in aria una fiammata intimidatoria - Lo so che avete catturato un umano! Lasciatelo subito oppure vi arrostisco e vi mangio tutti per cena! -

- Ma è pazzo??? - Lucy si lasciò scappare uno strillo, mandando a monte la copertura dei cespugli. Anche Gray stava scendendo di sotto usando uno scivolo di ghiaccio. - E sei pazzo pure tu! - Non le sembrava una buona idea attaccare in tre un branco di venti balkan in quel modo, ma non aveva alternativa. Ben presto anche lei stava scivolando lungo la scarpata per gettarsi nella mischia.

- Allora dove tenete il vecchio Macao? - Invece di rispondergli il balkan che era più vicino cercò di assestare un pugno a Natsu. Il dragon slayer lo schivò e rispose a sua volta con Fire Dragon’s Iron Fist, spedendo la scimmia praticamente dall’altra parte della cava. Un secondo balkan provò a colpirlo con una grossa clava di legno ma Natsu la bloccò tra le mani e rispose con un calcio infuocato dritto in mezzo al petto.

- Ice Make Geyser! - Non appena Gray ebbe finito di recitare la sua formula un altro gruppo di balkan venne letteralmente scagliato in aria da un getto di ghiaccio.

- Il ghiaccio è noioso! -

- Che hai detto??? -

- N-o-i-o-s-o. - Scandì meglio Natsu mentre, con uno dei suoi ruggiti, inceneriva un altro avversario. Gray tese le mani e una raffica di lance di ghiaccio costrinse un altro balkan a scansarsi precipitosamente. Due nuove scimmie erano già pronte a sostituirli armate di mazza.

- Porta del Toro apriti: Taurus! - Lucy invece staccò in fretta una delle chiavi dorate che teneva alla cintura e al suo richiamo una specie di minotauro apparve in mezzo al campo, muggendo che il corpo della sua padrona era sempre il più bello del mondo. Aveva la stessa pezzatura di una mucca, una campana al collo, un anello al naso e stava vorticando una grossa ascia. Gli bastò un sol colpo per spedire in orbita i balkan armati di mazza. Anche se la magia di Gray non lo aveva impressionato per niente, quella di Lucy sembrava molto più affascinante. - WOW! Come hai fatto? - Natsu si piegò all’indietro giusto in tempo per evitare il pugno di un altro scimmione.

- Sono una maga celeste! - Gli spiegò la ragazza, facendo roteare il suo mazzo di chiavi attorno a un dito

- Posso evocare gli spiriti delle costellazioni! - Nel frattempo Taurus aveva scagliato via un altro avversario, usando il piatto della sua grande ascia.

- Forte! Hai anche uno spirito a forma di pesce? - Lucy strinse le chiavi più vicino al petto per evitare che Happy le toccasse - NO. - E il gatto abbassò la testa, improvvisamente depresso - Aye. -

Fu proprio allora che uno dei balkan lanciò un ruggito così forte da far tremare tutta la cava. Era quello più grosso di tutti e con una specie di corona di foglie di sulla testa: evidentemente il capo del branco. Era furioso per il fatto che degli intrusi si fossero infilati nel suo regno: alzò le mani e le abbassò scagliandogli addosso una grossa fiammata viola.

- La magia di Macao! - Gray gridò per avvertire gli altri, ma non ce n’era alcun bisogno: Natsu era giusto sulla traiettoria della fiammata. Inspirò profondamente e risucchiò tutto l’incantesimo come se fosse stato uno spaghetto, lasciando gli altri due maghi a bocca aperta.

- Allora eri tu che avevi quell’odore strano! Libera il prigioniero! Crimson Lotus ... -

- Suggerirei a tutti di mettersi al riparo. - Lucy e Gray fecero giusto in tempo a sentire l’avvertimento di Happy.

- Exploding Flame Blade! - Poi l’intera cava divenne improvvisamente un inferno di fiamme ed un’esplosione inaudita ne scosse tutte le fondamenta, scagliando i balkan in orbita. Quando finalmente il bagliore si spense, Lucy e Gray non erano nemmeno più sicuri di vederci.

- Sono io il nuovo re delle scimmie! - Esultò Natsu mentre pezzi di pietra e polvere piovevano giù da cielo attorno a lui. Sembrava che un vulcano fosse appena esploso lì in mezzo. Happy scosse la testa - Non avevamo dubbi! -

- È così ... - Mormorò Lucy - Questa è la magia di un drago? - I balkan adesso erano spariti, lasciandosi dietro soltanto un uomo di mezza età con i capelli scuri e gli abiti laceri. Aveva perso conoscenza ma per fortuna era ancora vivo.

- MACAO! -

Quella sera Natsu tornò alla grotta in tempo per la cena, proprio come promesso. Stava aiutando Gray a portare Macao con un braccio passato attorno alle spalle - Erza! Dagli un’occhiata! -

Non era esattamente quello che la dragon slayer si aspettava; sperava che Natsu si fosse liberato degli intrusi, ma fece comunque stendere Macao in un angolo per curarlo con la sua magia.

- È stato davvero vittima di un Take Over per tutti questi giorni? Devo ammettere che è piuttosto insolito, in genere dopo un po’ di tempo, un corpo viene assorbito completamente. -

- Te lo avevo detto di non sottovalutare i maghi di Fairy Tail! - Gray serrò un pugno in segno di vittoria ma Erza si limitò a scuotere la testa.

Bastarono pochi minuti di cure e alla fine Macao riaprì gli occhi. Non sapeva che il capo dei balkan lo aveva assorbito e nemmeno quanto tempo fosse passato. L’unica cosa che ricordava era quella di aver sconfitto diciannove scimmioni e che al ventesimo duello aveva perso conoscenza. Quando riuscì finalmente a mettere a fuoco la vista e scorse il viso di Erza sospeso su di lui, per un attimo il mago pensò di essere morto durante e di aver raggiunto il paradiso.

- Posso offrirti da bere? - Poi Gray lo riportò alla realtà con un ceffone e Macao capì che, invece di essere in compagnia degli angeli, era ancora vivo e vegeto e che Fairy Tail era venuta a salvarlo.

- Natsu, Erza e la loro piccola Wendy vivono qui nella foresta e ci hanno dato una mano a salvarti! - Gli spiegò Lucy ed il mago si sfregò gli occhi, squadrando la famiglia di dragon slayer. Wendy gli stava tendendo una radice capace di alleviare i dolori.

- Sul ... sul serio? Così giovani e già con una bambina? -

- Ma perché continuate tutti a fare la stessa domanda? - Sbottò alla fine Natsu - Non succede anche a voi in città? - E Macao a quel punto non poté far altro che scoppiare a ridere - E come se succede! Anche io ho un figlio della stessa età! - Ma quello che voleva dire, in realtà era altro. Lui, chiuso in una grotta con una moglie carina come Erza, di figli ce ne avrebbe fatti più di uno. Molti di più. Una squadra di calcio probabilmente. Una maschile e una femminile.

Quel giorno, il resto di quella serata trascorse allegramente nella grotta, attorno al fuoco e con qualche verdura arrostita. Non c’erano mai stati tanti ospiti dalla famiglia Dragneel! Né Wendy né Natsu avevano mai visto tanta gente insieme! E soprattutto persone così allegre. Lucy gli mostrò gli altri spiriti che poteva evocare mentre Macao e Gray raccontavano storie incredibili sulla gilda dove lavoravano. Erano storie così folli da sembrare inventate eppure erano una più vera dell’altra. C’erano solo tre maghi di Fairy Tail in tutta la Foresta dell’Est, eppure la loro energia e il loro sorriso, erano abbastanza per scaldarla tutta. Abbastanza per scaldare anche i cuori più diffidenti.

- E quindi il più grande mistero di tutti rimane: le fate hanno la coda oppure no? - Lucy, Gray e Macao esclamarono la stessa frase in coro, alzando una mano al cielo e facendo il gesto che era il simbolo della loro gilda. Erza fu costretta a coprirsi la bocca pur di non dargli la soddisfazione di vederla ridere: quella era la stessa domanda che zio Rob le faceva da piccola.

- Dovreste venire anche voi a Fairy Tail. - Gli propose alla fine Lucy con un gran sorriso - Sono sicura che vi piacerà! -

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Capitolo 25
*** Benvenuti a Magnolia ***


Benvenuti a Magnolia

Questa settimana ne ho approfittato per leggere i capitoli che mi ero lasciata indietro dei miei due manga preferiti: Fairy Tail e One Piece. Per quanto riguarda chi sarebbe stato eletto nel capitolo 438 di Fairy Tail ... Avevo indovinato! Ahaha, mi sono sentita realizzata! Nel frattempo i dragon slayer di fuoco sembrano essere arrivati anche a Dressosa ... Ormai faccio confusione tra le due trame ahaha!

Tornando a questa storia siamo a un punto di svolta molto importante, potete immaginarlo già dal titolo. Ho deciso che Figli di Drago e la trama originale di Fairy Tail si incontreranno esattamente nel punto in cui c'è lo scontro con Phantom Lord ma nel frattempo voglio fare un piccolo gioco con tutti voi che mi seguite. Nei prossimi capitoli ho cercato di dare un ruolo ( a volte anche solo da comparsa) a tutti i maghi di Fairy Tail ma manca ugualmente un personaggio. Qualcuno che avrà un ruolo tutto suo nella quarte parte del Drago d'acciaio. Vi do solo un indizio: ovviamente non si tratta di Gajeel né di nessun altro che appare dopo l’arco di Phantom Lord. Vediamo se riuscite ad indovinare di chi si tratta: è facile!



Benvenuti a Magnolia

Dopo la cena la grotta scivolò in un silenzio tranquillo, mentre gli ospiti si addormentavano uno ad uno. Anche Natsu si stese al solito posto, benché non avesse la minima ombra di sonno. Aveva passato la giornata a caccia di scimmie e la sera a chiacchierare ma non riusciva proprio a dormire. Le parole che Lucy e Gray gli avevano detto quel pomeriggio continuavano a ripetersi nella sua testa come un disco rotto: “Fairy Tail sembra piacerle ... Sarebbe da stupidi perdere questa occasione.” I due ragazzi avevano ragione, ma il povero dragon slayer non aveva la più pallida idea di come affrontare l’argomento con Erza. I discorsi non erano il suo forte. Come poteva fare a convincerla a seguire l’invito di Fairy Tail, senza bruciare quella preziosa occasione? Proprio lui che era così bravo a bruciare le cose ...

Il dragon slayer si rigirò per l’ennesima volta prima di sentire il tocco di una mano sul petto.

- Sei sveglio, eh? - Il ragazzo riaprì subito gli occhi. Non si aspettava di sentire la voce di Erza chiamarlo nel cuor della notte. Natsu rabbrividì: che avesse letto nei suoi pensieri? Ma Erza non conosceva magie capaci di leggere nella mente delle persone; l’unica verità era che nemmeno lei riusciva a dormire. Nel suo sguardo c’era qualcosa di strano, qualcosa che sembrava quasi un pizzico di malinconia.

- Vieni fuori. - La dragon slayer costrinse Natsu ad alzarsi trascinandolo via per una mano. Wendy stava dormendo profondamente, avvolta sotto la coperta di pelliccia, con Happy e Charle puntellati accanto a lei. Anche gli altri ospiti ormai dormivano pacificamente, Lucy e Macao avvolti nei loro sacchi a pelo e Gray steso sul pavimento, a toso nudo e con la camicia ripiegata sotto la testa a fargli da cuscino. I due dragon slayer gli passarono accanto, facendo attenzione a non svegliarli.

- Che ti prende a quest’ora? -

Ma Erza non rispose, conducendo il compagno in mezzo agli alberi. La luce della luna piena splendeva su di loro, illuminando la foresta abbastanza per vedere anche al buio. Le piante e i fiori scintillavano sotto le stelle in modo terribilmente affascinante mentre la voce dei gufi e dei grilli gli faceva compagnia, scandendo il ritmo dei loro passi.

- Allora? - Incalzò ancora Natsu. Adesso iniziava ad essere un po’ preoccupato per il comportamento dell’altra. Quando Erza si fermò, ormai erano molto lontani dall’imboccatura della caverna. - Credo che dovremmo accettare. - Ma lo sussurrò senza girarsi e così piano che nemmeno Natsu capì cosa intendeva.

- Accettare? -

- Credo che dovremmo accettare l’offerta di Lucy e degli altri e seguirli a Fairy Tail. -

La prima reazione di Natsu fu quella di sfregarsi gli occhi. Forse stava ancora sognando? Aveva pensato così tanto al problema che adesso iniziava a sognare Erza che lo risolveva per lui? Ma quando riaprì gli occhi la dragon slayer era ancora lì, davanti a lui, illuminata dalla luce luna mentre lo teneva per mano. Era così bella da sembrare proprio un sogno ...

- Non credo di essere ancora abbastanza sveglio. Dammi un pizzico per sicurezza ... -

Questa volta Erza sbuffò, come se Natsu fosse stato il maschio più idiota del pianeta e lo accontentò subito, torcendogli la mano con la sua presa di ferro. Il ragazzo riuscì a liberarsi a stento. Adesso era sicuro di essere sveglio e che quella che gli stava davanti non era una visione, ma c’erano ancora un sacco di cose che Natsu non riusciva a capire. - Come mai ... Cioè ... Che ... Perché? - Balbettò il poverino - Credevo non volessi lasciare la foresta! - Strillò, alzando di colpo la voce. Era un bene che si fossero allontanati tanto.

- Come mai hai cambiato idea? -

- In realtà era già da un po’ che stavo pensando al nostro futuro e soprattutto a quello di Wendy. - Erza incrociò le braccia con un sospiro. - Non può rimanere per sempre qui con noi. Ad un certo punto crescerà, comincerà a farsi domande e chiedersi come è fatto il mondo fuori dalla foresta. Probabilmente le verrà voglia di viaggiare e di incontrare altre persone. Sentirà il bisogno di trovarsi degli amici e anche ... qualcosa di più. Sono tutte cose che ... -

- Qui non può fare? - Concluse Natsu per lei - Lo so e sono contento che tu l’abbia finalmente capito, ma c’è una cosa che ancora non mi quadra. Ho provato a parlartene un milione di volte e poi un bel giorno arrivano questi tre tizi e ti convincono al posto mio??? Non ci posso credere!!!! - Natsu era felice che Erza avesse cambiato idea ma allo stesso tempo si sentiva inspiegabilmente offeso.

- Lo so, ma ... - La ragazza rimase in silenzio qualche lungo istante prima di confessare, a bassa voce che Fairy Tail era il luogo dove lei e i suoi amici erano diretti, prima del naufragio che l’aveva portata sulle coste della Foresta dell’Est. - Zio Rob voleva portarci lì, perché era la gilda dove aveva lavorato da giovane. Perse la vita per salvarmi durante la rivolta, ma prima di morire mi spiegò la strada da prendere. Se la tempesta non ci avesse colto di sorpresa quella notte, sbattendoci sugli scogli ... Appena sbarcati io e gli altri ragazzi ci saremmo messi in viaggio per Magnolia. -

A quella rivelazione anche Natsu incrociò le braccia, sospirando - Ma invece hai perso tutti i compagni che avevi e per questo hai deciso di rimanere qui ... -

Erza annuì - Non mi pento di averlo fatto, anzi! Sono convinta che il destino mi abbia concesso una seconda possibilità permettendomi di incontrare te, Igneel e Grandeeney. Ma forse adesso è giunto il tempo di completare quel viaggio. Mi fidavo di zio Rob e quindi voglio dare un pizzico di fiducia anche a Fairy Tail ... Però se tu non vuoi! - Per qualche istante Natsu rimase a fissarla in silenzio, con i suoi occhi neri e penetranti ed Erza rabbrividì sotto il suo sguardo. Non era d’accordo? Era arrabbiato per quella decisione improvvisa? Niente di tutto questo. Alla fine Natsu fece un grosso sorriso e l’afferrò, stringendola in un solido abbraccio, pigiandole forte la faccia contro l’incavo del collo, per sussurrarLe - Stai scherzando? Ho giurato di stare con te per sempre. Dimmi dove vuoi andare ed io non esisterò un solo istante a seguirti. E poi ... - Natsu si staccò, serrando i pugni e coprendoli di fiamme - Non vedo l’ora di sfidare tutti i maghi di Fairy Tail! Finalmente avrò un mucchio di avversari con cui testare i miei incantesimi! E poi ... E poi ... Ho sempre desiderato mangiare quello che cucinano in città! - Erza non riuscì a trattenersi oltre e si lasciò andare ad una risata liberatoria.

E così la mattina successiva i due dragon slayer annunciarono la loro decisione ai maghi di Fairy Tail. Lucy gli saltò letteralmente addosso serrandoli in un abbraccio mozzafiato - Sono sicura che non ve ne pentirete! - Anche Gray e Macao fecero un gran sorriso, schioccando un occhiolino a Natsu. Non sapevano che in realtà non era stato lui quello a convincere Erza.

I Dragneel impachettarono i loro scarsi averi. Per evitare che le bestie selvatiche occupassero la caverna che avevano abitato per tanti anni, decisero di chiuderne l’ingresso colpendo la roccia. Fare terra bruciata era il modo più drastico ma anche il più forte per incoraggiarsi a lasciare la loro vecchia casa. Non sapevano cosa li attendeva nel prossimo futuro ma erano emozionati all’idea di scoprirlo. Quando ormai ebbero raggiunto le soglie della foresta, Erza si girò per un attimo a guardare indietro. Non avrebbe scordato Grandeeney, Igneel e tutti i bei ricordi che aveva vissuto in quel luogo ma adesso una nuova fase della sua vita stava per aprirsi. Natsu e Wendy erano emozionatissimi e il loro entusiasmo aveva qualcosa di contagioso. Iniziava a sentirlo anche lei, mentre le formicolava sotto la pelle. Quanti anni erano passati dall’ultima volta che era stata in un luogo civilizzato?

- Erza! -

- Mamma! -

- Arrivo! -

La voce della sua famiglia la costrinse a girarsi e la dragon slayer si affrettò a raggiungerli, lasciandosi alle spalle, definitivamente, il grande mare di alberi che l’aveva ospitata per tanto tempo.

In breve la foresta sparì all’orizzonte e sparirono anche le vaste pianure che la circondavano. Grazie alla guida di Lucy, Gray e Macao il gruppo raggiunse in fretta un piccolo villaggio, poi un paese e una città e infine si imbarcò su uno dei tanti treni diretti a Magnolia, la sede della gilda di maghi di Fairy Tail.

- Dovete sedervi tutti e tenere il biglietto in attesa che arrivi il controllore a timbrarlo! - Ma le raccomandazioni di Lucy caddero nel vuoto mentre Natsu e Wendy la spingevano via per accaparrarsi i posti vicino ai finestrini.

- Non avete sentito? Sedetevi composti! - Ribadì Erza. In realtà anche lei desiderava vedere il panorama ma il suo entusiasmo si spense non appena il mezzo si mise in moto. Una fitta allo stomaco la costrinse a zittirsi, sedendosi di schianto.

- Ci vorrà qualche ora per arrivare a Magnolia. - Gli spiegò Gray, prendendo posto accanto a Lucy - Quindi tanto vale mettersi comodi! - Ma né Natsu, né Wendy lo stavano ascoltando ...

- Guarda! Che cosa sono papà? -

- Sembrano alberi di metallo! -

- Lampioni! - Provò invano a spiegare Macao mentre lo sfondo iniziava a scorrere veloce fuori dai finestrini del treno.

- Ma i lampioni non sono dei frutti che crescono nella foresta? -

- No, Natsu. Credo che quelli siano lamponi ... -

Fin da quando avevano lasciato la foresta, Macao si era offerto di fare loro da guida, ma stava iniziando a

pentirsene. Natsu e Wendy avevano una domanda per ogni cosa che vedevano.

- Uh! E guarda lì! Sembrano nuvole con le zampe! -

- Sono pecore! -  Sbottò il mago - I pastori le allevano per fare la lana! Non avete mai visto delle pecore? -

- Ecco di nuovo quei cosi che girano! -

- Mulini, Happy, sono mulini! - Ripeté per l’ennesima volta il mago.

- Aye! E pure un altro di quei cosi a punta! -

- È un campanile! -

- Possibile che tutto debba sorprendervi? - Charle lanciò un sospiro. Non aveva mai visto il mondo fuori dalla foresta ma si comportava come se conoscesse già tutto. La gatta si sentiva più a suo agio nella civiltà: era convinta che quello fosse il posto adatto a lei. Era l’unica seduta con la schiena dritta e il biglietto stretto tra le zampe. Macao le lanciò uno sguardo sconcertato: era preoccupante il fatto che in una famiglia di cinque, il più gatto fosse quello con più buon senso.

- Digli qualcosa! - Charle diede un colpetto con la zampa ad Erza, ma solo per accorgersi che dopo la partenza, la dragon slayer era rimasta pietrificata al suo posto, con le braccia incrociate e gli occhi chiusi. Stava facendo leva su tutta la sua buona volontà per contenere la nausea - Qualche ora per Magnolia ... Ancora qualche ora ... - La ragazza non avrebbe mai immaginato che salire su un treno potesse essere un’esperienza così terrificante. Qualcosa di così terribile da far impallidire perfino i duelli che aveva avuto con i mostri nella foresta. Il vagone sotto di lei si muoveva ondeggiando, saltellando e crepitando sui binari. Tutto scorreva troppo in fretta fuori dal finestrino e il vociare delle persone a bordo era troppo assordante per i suoi gusti.

- Sei ... Sicura di stare bene? -

La ragazza aprì a stento un occhio per guardare Lucy, che seduta sul sediolino opposto, la stava fissando piena d’apprensione; doveva essere così pallida da averla spaventata.

- Assolutamente. -

Grandeeney le aveva spiegato che quando i primi dragon slayer avevano cominciato ad addestrarsi, si era scoperto subito che la magia dei draghi aveva un singolare effetto collaterale sugli umani: rendere insopportabile qualunque mezzo di trasporto. Erza aveva annotato mentalmente la cosa, ma non le aveva dato sufficiente importanza. Pensava di essere pronta a resistere a tutto dopo aver resistito a mesi di nausea quando aspettava Wendy e invece ...

- A me non sembri tanto in forma. - Rincarò Gray. Il ragazzo picchiò una mano sul palmo dell’altra, irradiando un’aura gelida - Vuoi qualcosa di fresco? -

Erza aveva usato un incantesimo su Natsu e Wendy non appena erano entrati in stazione. Era per questo che i due stavano meravigliosamente bene, attaccati al finestrino a guardare tutto quello che passava sullo sfondo e ad indicare le cose più strane che vedevano. Non si erano nemmeno accorti delle sue condizioni. Era un vero peccato che Erza non potesse usare la magia dei draghi del cielo anche su se stessa! La ragazza si ripromise di preparare qualche medicina prima di salire di nuovo su un treno.

- Sul serio, non ho bisogno di niente. Passerà appena scendo. È un effetto collaterale della magia che ho. -

- Fa come ti pare. - Gray lanciò un sospiro, sfilandosi la camicia e tirandola via. Lucy riuscì ad afferrarla giusto un attimo prima che volasse fuori da un finestrino aperto. - Erza, so che non è il momento più opportuno, ma dato che sei una guaritrice non è che puoi fare qualcosa anche per curare lui? -

Charle, afferrò al volo uno degli stivali di Gray prima che colpisse un passeggero ma lo spinse subito via, disgustata.

- Ci faresti un vero piacere! A quanto pare anche l’Ice Make Magic ha degli effetti collaterali. Non riusciamo a farlo smettere con questo tic! -

- Un tic? - Ripeté Erza. Uno dei calzini di Gray le era appena atterrato sulla spalla mentre Lucy cercava con la forza di infilargli di nuovo la camicia.

- Sì, puoi fare qualcosa? -

Erza si mosse con uno scatto, tramortendo Gray con un pugno sulla testa così forte da lasciarlo svenuto sul sediolino. - Colpitelo ogni volta che lo vedete spogliarsi. Insistete per qualche mese e tutto dovrebbe andare a posto. - La dragon slayer gettò via il calzino e poi richiuse gli occhi, contando i secondi che mancavano alla fine del viaggio. Lucy invece rimase pietrificata per qualche istante, prima di tornare anche lei a sedere. Era un po’ spaventata dai metodi di Erza, ma ad essere sinceri questa tecnica non le dispiaceva più di tanto - Ci proverò. Giuro che ci proverò. -

Pian piano i secondi si trasformarono in minuti, i minuti in ore ed alla fine il treno giunse al suo ultimo stop.

- Magnolia! - Annunciò il capotreno, facendo fischiare la locomotiva. Non c’era nemmeno bisogno di ripeterlo: in un attimo Erza era già schizzata fuori dal vagone, lasciandosi dietro il resto della comitiva.

- Caspita! - Esclamò Natsu, mettendosi Wendy sulle spalle - È pensare che non voleva nemmeno uscire dalla foresta! -

La città di Magnolia li accolse a braccia aperte con i suoi viali pieni di gente e i suoi negozi colorati. Di qua e di là dei canali navigabili costeggiavano il percorso, mentre alberi dai grossi fiori bianchi ne decoravano le sponde. Il loro profumo si estendeva per tutta la città.

- Guardate! Quella è Fairy Tail! - Ad un certo punto Lucy alzò una mano per indicare un edificio in lontananza, un colosso di pietra a tre piani. Sembrava l’incrocio tra un castello, una pagoda ed il palazzo di un nobile stravagante. In cima alla gilda stava una campana, proprio come sul campanile di una chiesa e per finire un grande stendardo arancione con il simbolo dorato della fata. Fairy Tail sembrava davvero qualcosa saltato fuori da una favola o dai sogni di uno scrittore, con le sue belle tegole rosse e le tante lampade che la adornavano.  Il vociare dei maghi radunati all’interno si sentiva fin nel cortile, così come l’odore di birra e di fumo.

- È davvero questo il posto? - Non c’era alcun dubbio sull’autenticità del simbolo sulla bandiera, ma adesso che si trovava nel cortile Erza iniziava ad avere i suoi dubbi. Lucy annuì - Certo! Non fare caso alla confusione: i nostri amici sono tutte persone a cui piace divertirsi! -

- E sono anche tutti tipi sopra le righe. - Aggiunse Gray.

- Sono tornato! - Macao fu il primo a rompere gli indugi, spalancando le porte e gettandosi dentro. Per un attimo tutti i maghi raccolti nella grande sala al pian terreno di Fairy Tail si zittirono, ma poi esplosero in un ruggito di gioia, sollevando in aria i loro boccali.

- Romeo! Dove sei? -

Un bambino con i capelli neri e gli occhi scuri si staccò subito dalla folla, correndo a precipizio per tuffarsi tra le braccia spalancate di Macao. - Papà! Quanto mi sei mancato, papà! - L’uomo lo strinse forte mentre fiumi di lacrime gli scendevano lungo le guance - Anche tu! Perdonami se ti ho fatto aspettare tanto! Ma volevo renderti orgoglioso di me! - Macao gli scompigliò i capelli - La prossima volta che i tuoi compagni di scuola ti prendono in giro chiedigli se il loro papà riesce a battere ventinove balkan di fila! -

- Lucy! Gray! - Una voce chiamò i maghi dal punto in cui si trovava il bancone del bar - Avete fatto un buon lavoro! - A parlare era stato un vecchietto con i baffi e i capelli grigi. Indossava un vestito e un cappello stravagante e stringeva un lungo bastone. Era così piccolo e raggrinzito da misurare a stento un metro.

- Master! - La maga celeste afferrò Erza per una mano trascinandola fino dall’uomo, seguita a ruota dal resto del gruppo. - Non dovresti ringraziare noi! Sono stati loro ad aiutarci a liberare Macao e a riportarlo a qui! Ti presento la famiglia Dragneel! -

Lucy gli spiegò rapidamente un po’ della storia ed il vecchio si presentò a sua volta col nome di Makarow.

- Vi sono molto grato per averci riportato uno dei nostri. Fairy Tail è in debito con voi: chiedetemi pure tutto quello che volete! - Il vecchio non fece nemmeno in tempo a concludere la frase che Natsu stava già sparando le sue richieste - Fai entrare anche noi in gilda! Ci serve un posto dove stare e un lavoro per fare soldi. E poi voglio combattere contro i maghi più forti che ci sono qui! In realtà ho anche un po’ fame. Voglio mangiare tutte le specialità che ci sono in città! -

- Io voglio una montagna di pesce! - Esclamò invece Happy atterrando sul bancone - Avete del pesce, vero? -

- È un modo di dire: non potete davvero chiedergli tutto quello che vi passa per la mente! - Erza mise a tacere entrambi con un pugno sulla testa, prima che chiedessero chissà cos’altra cosa. Makarow lanciò un sospiro di sollievo, contento che almeno qualcuno, nella famiglia Dragneel avesse un po’ di decenza.

- Siete dei maghi, allora? - Ridacchiò un'altra ragazza, facendosi avanti dal suo posto dietro il bar; aveva dei lunghi capelli color platino e dei grandi occhi azzurri. Nel frattempo tutta la gilda si era raccolta attorno a loro, incuriosita dai nuovi ospiti.

- Non siamo semplici maghi! - Esclamò Natsu accendendo il fuoco sui pugni - Siamo dragon slayer! -

- Dragon slayer? - Gli fece eco un’altra ragazza con dei lunghi capelli castani e un piccolo barile di birra stretto tra le braccia; anche se non era nemmeno metà pomeriggio sembrava già sbronza - Che cosa vuol dire? -

- Vuol dire che siamo stati addestrati dai draghi per combattere e che abbiamo la loro stessa magia! - Le spiegò il ragazzo ma solo per essere accolto da una serie di esclamazioni incredule.

- Impossibile! -

- I draghi si sono estinti! -

- Non esistono più! -

- Se è vero quello che dite ... - Annunciò un tizio con uno strano caschetto biondo, facendosi avanti tra la folla - Mostratemelo in duello. Io mi chiamo Max Alors e sono uno dei maghi che lavora qui da più tempo! -

Erza digrignò i denti, pronta a scagliare un ruggito addosso all’arrogante di turno, ma Natsu l’anticipò. Wendy le volò letteralmente tra le braccia ed un pugno infuocato colpì Max al mento scagliandolo via. Il poverino andò a schiantarsi contro la parete opposta, incrinando le assi di legno e scivolò giù, svenuto. Per un attimo la sala si fece silenziosa ma poi ...

- Wow! Questa è la magia dei draghi? -

- Forte! Combatti anche contro di me! -

- Proviamo a prenderlo tutti insieme! -

- Fate largo a un vero uomo! -

In un attimo un mare di maghi si precipitò addosso a Natsu in un’unica gigantesca rissa. Incantesimi volavano da tutte le parti, mentre ognuno cercava di testare le abilità del dragon slayer.

Erza appoggiò Wendy a terra accanto a lei, sussurrando tra sé e sé - Ma sono pazzi? Come fanno a cambiare idea così velocemente? -

- È lo spirito di Fairy Tail, ti ci abituerai. - Le spiegò la ragazza dietro il bancone - In ogni caso il mio nome è Mirajane e quello che ha preso appena un calcio in faccia è mio fratello Elfman. - La barista le indicò un colosso con gli stessi capelli platino e gli occhi azzurri che adesso stava tentando inutilmente di bloccare Natsu.

- Lei invece è Cana. - Mirajane le indicò l’altra ragazza coi capelli castani che adesso aveva posato il suo barilotto di birra per sostituirlo con una piccola lavagna. Stava gridando - Puntate le vostre scommesse! Natsu contro la gilda! Chi vincerà? -

- Non vale così! - Gridò un poveraccio atterrando giusto ad un passo da loro. Aveva appena preso un pugno sul naso ma stringeva ancora la sua pipa tra i denti - Ci servono rinforzi! Mandate a chiamare Laxus e la Tribù! Gildarts! Mystogan! -

- Oh, andiamo non fare il piagnucolone, Wakaba! - Gray fece schioccare le nocche prima di tuffarsi anche lui nel polverone - Mi ci voleva un rissa per sgranchirmi un po’! -

- Non ti ci mettere anche tu! - Ma la voce di Lucy si perse nel vuoto.

- Erza sei una guaritrice, giusto? - Mirajane le costrinse a girarsi tendendole un bicchiere di benvenuto - Sono sicura che qui troverai un mucchio di lavoro! -

La confusione ormai era così tanta che nessuno si accorse di Romeo che sgattaiolando in mezzo alla calca era appena arrivato ad un passo da Wendy. La bambina non aveva mai visto qualcuno della sua età così da vicino. Le venne istintivo fare un passo indietro, ma Romeo la rassicurò facendole un gran sorriso - Sei anche tu una dragon slayer? -

Wendy annuì.

- E io sono un mago! - Esclamò l’altro accendendo una piccola sfera di fuoco arancione in mezzo al palmo della mano. - Che ne dici se diventiamo amici? Ti spiegherò tutto quello che devi sapere su Fairy Tail! -

Wendy annuì ancora.

- Mi piace questa energia! - Esclamò Makarow, spalancando le braccia con allegria, mentre la rissa continuava e Cana raccoglieva scommesse. Sembrava che non gli importasse niente del fatto che i suoi ragazzi stessero distruggendo tutto il primo piano e nemmeno delle travi che Natsu e Gray avevano già appiccato alle fiamme o congelato. - È proprio quello che ci vuole per stare qui a Fairy Tail! Combattete, divertitevi e seguite il vostro cuore! Soltanto così potrete scoprire i vostri limiti e superarli! - Il vecchio fece un ultimo occhiolino ad Erza - Benvenuti a Magnolia! -

In quel momento Makarow non sapeva ancora che cosa lo aspettava. Non sapeva che stava per vedere la cosa più incredibile che avesse mai visto nei suoi lunghi ottant’anni di vita. Nemmeno Fairy Tail lo sapeva. Nessuno sapeva che, portando la famiglia Dragneel dalla foresta nel bel mezzo della città, avrebbero assistito al più grande esperimento antropologico, sociologico e dragonologico di tutta la storia di Fiore.

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Capitolo 26
*** Una casa ***


Una casa

Un'altro capitolo è pronto per voi! Mentre lo rileggevo e aggiustavo ho ascoltato per tutto il tempo Homegrown della Zac Brown Band. Consiglio anche a voi di ascoltarla perchè mi ha aiutato davvero un sacco ad entrare nella giusta atmosfera per realizzarlo!



Una Casa

Per il mese successivo Natsu, Erza, Wendy, Happy e Charle rimasero alla gilda. Fairy Tail disponeva di qualche letto e di una piccola infermeria e Makarow gli concesse la possibilità di utilizzarla come stanza, mentre cercavano una sistemazione più appropriata in città. L’intera famiglia prese il marchio che li qualificava come maghi di Fairy Tail e Lucy e Gray cominciarono ad accompagnare Natsu ed Erza in missione per spiegare loro come funzionava il lavoro. Sulla bacheca al primo piano arrivavano ogni giorno richieste nuove e di tutti i tipi. C’erano carovane che cercavano una scorta, nobili a caccia di tesori smarriti e perfino bande di criminali da catturare e consegnare alla giustizia. Ma se c’era una cosa per cui Natsu ed Erza erano davvero portati, quel qualcosa erano le missioni in cui bisognava abbattere un mostro. Sembravano scritte appositamente per loro. In fondo, dare la caccia alle bestie, non era quello che avevano fatto tutta la vita? Seguirne la pista e poi eliminarle era un gioco da ragazzi grazie ai loro poteri da slayer!

Ad un certo punto divenne una scena comune vedere Makarow che seduto al bancone del bar, leggeva i rapporti delle missioni dei Dragneel. - Un’intera cava liberata dai khezu. Un armata di lizardman scacciati da un villaggio. Un passaggio di montagna liberato dagli zamtrios. C’è solo una cosa che non capisco ... - Dopo aver sfogliato i rapporti il vecchio si fermava sempre, tenendosi le dita premute all’attaccatura del naso come se leggerli gli avesse provocato un grosso mal di testa - Perché nel processo la cava è stata distrutta? Perché il villaggio ha preso fuoco? E perché il ponte sul passaggio di montagna, abbiamo dovuto sostituirlo con un’installazione di Ice Make Magic? -

Mirajane dietro di lui ridacchiava - Master, sono convinta che mettendo insieme Erza, Natsu, Gray e Lucy, lei ha dato vita ad un nuovo potentissimo team! -

- Ho dato vita alla mia rovina! - Ogni giorno il vecchio si lamentava un po’ ma alla fine usava i fogli delle lamentele per accendersi la pipa. Provava più simpatia per i dragon slayer che per il Consiglio di Magia che gli mandava le richieste di danni.

Nel frattempo, mentre la sua famiglia andava in missione, Wendy stava alla gilda. Charle era l’unica a rimanere con lei, ma la piccola non si sentiva sola. In breve Wendy si trasformò nella nuova mascotte di Fairy Tail: Mirajane, Cana e le altre ragazze facevano a gara per tenerla con sé ma non erano le uniche ... Tra Romeo e Wendy nacque subito una sintonia speciale. Il bambino faceva capolino tutti i giorni alla gilda per cercarla. Aveva sempre un gioco diverso per ogni occasione e si divertiva a raccontarle un mucchio di storie, le mostrava gli incantesimi che aveva imparato dal padre per impressionarla e le faceva da guida nel caotico salone di Fairy Tail. Era praticamente impossibile non vedere quanto fossero diventati amici.

- I draghi sono creature gelose. - Sentenziò un giorno Natsu.

- Come? - Macao, che stava seduto accanto a lui con un boccale di birra, si sturò un orecchio: non era sicuro di aver sentito bene. Quando si girò, trovò il dragon slayer che lo stava trapassando con uno sguardo di fuoco.

- Quindi non toccare mai il tesoro di un drago. Dovresti tramandare questa informazione anche Romeo mentre cresce. -

- AYE! -

Di tanto in tanto, per tenere i bambini occupati, Mirajane gli dava qualche piccola “missione” da svolgere, come ordinare le sedie o prendere la farina dalla dispensa.

- Non sono adorabili? - Certe volte Lucy si sedeva accanto a lei, sospirando, mentre sorseggiava il suo frullato. - Mi domando come sia possibile che Wendy sia così dolce, quando i genitori sono due forze distruttive di terzo tipo! -

- Perché dici così? -

- Perché tu non eri nell’ultima missione in cui dovevamo scortare la carovana di un nobile fino ad Hargeon. Quando i banditi ci hanno attaccati, mentre cercavano di respingerli, Natsu e Gray hanno dato alle fiamme e ridotto a un ghiacciolo metà dei carri. Quando il nobile ci ha sgridati per aver distrutto il suo carico, Erza ha minacciato di distruggere anche lui e il tizio è scappato via senza pagarci. Anche le sue guardie e i servi sono scappati via! - Lucy era disperata ma Cana scoppiò a ridere ascoltando la sua storia, per poco tutta la birra nel suo boccale non le finì sul pavimento. Mirajane invece si appoggiò con i gomiti al bancone, guardando Lucy con un sorriso accondiscendente - Io non credo che Natsu ed Erza siano così terribili. Lui sembra un bravo ragazzo e credo che anche lei, sotto quella corazza, sia una persona molto dolce. -

- Di sicuro è molto carina. - Le fece eco una voce. Accanto al bancone si era appena materializzato un mago con gli occhiali scuri, si teneva il mento mentre fissava la dragon slayer seduta al suo tavolo, facendole scorrere lo sguardo da capo a piedi - È un vero peccato che i draghi siano creature fedeli. -

Cana lo spinse via - Ma piantala Locke! Hai voglia di finire arrosto? Da quello che so io, i draghi nono solo sono creature fedeli, ma quelle con il miglior udito di tutta la foresta! - Il mago si aggrappò al bancone giusto in tempo prima che la spinta lo buttasse a terra, sussurrando inorridito - Ci sentono davvero così bene? -

Cana annuì, chiedendo conferma alla maga celeste seduta accanto a lei - Diglielo anche tu Lucy, che vai sempre in missione con loro. -

Per un attimo lo sguardo di Locke e di Lucy si incrociarono, poi il mago lanciò uno strillo inorridito e scappò via, esclamando che si era appena ricordato di avere un impegno.

- Quel ragazzo ha dei seri problemi con le donne. - Sospirò la maga celeste - Non so essere più irritata per il fatto che ci prova con tutte ed evita me, oppure tirare un sospiro di sollievo. -

- Lo sai che Locke in passato ha avuto una brutta esperienza con le maghe celesti. - Ridacchiò Mirajane.

- Ritorniamo all’argomento originale. - Ricominciò Cana - Hai detto che Erza ti sembra una ragazza dolce, ma da cosa lo deduci? -

- Basta guardarla. - Mirajane le indicò con un cenno il tavolo della dragon slayer che per fortuna non aveva sentito niente di quello che aveva detto Locke; era troppo impegnata a strillare qualcosa a Natsu riguardo la loro ultima missione. Il ragazzo aveva tutta l’aria di un topo in trappola, con la schiena pigiata contro lo schienale della sedia e senza vie di fuga - Guarda il modo in cui si comporta con la sua famiglia! Se non è quella una persona dolce! - Cana buttò giù un altro sorso della sua birra - Se lo dici tu ... -

- Quando li abbiamo incontrati per la prima volta ... - Spiegò Lucy - Natsu ci raccontato che Erza odia gli umani perché da piccola è stata costretta a fare da schiava. Era per questo che non voleva lasciare la foresta e incontrare altre persone. -

Mirajane spalancò gli occhi a quella rivelazione.

- Perché fai quella faccia? -

- No, niente. Mi sembra un racconto che ho già sentito, ma forse si tratta di una coincidenza. In fondo qualche anno fa, questa terribile sorte è capitata a molte persone ... -

- Va bene, allora magari Erza ha ancora qualche trauma da superare e per questo non è molto facile starle vicino, ma cosa mi dici di Natsu? - Insisté Cana - Da cosa deduci che è un bravo ragazzo? - La cartomante gli indicò il dragon slayer che adesso stava tentando di fuggire in direzione della porta. Peccato che Erza non avesse intenzione di permetterglielo: scagliò uno dei suoi incantesimi ed un turbine lo spazzò via insieme a metà della sala ed una grossa parete. La gilda non aspettava occasione migliore per scatenare, senza ragione, un’altra rissa.

- Perché ha lo spirito giusto della gilda! - La barista scoppiò a ridere. Non riuscì nemmeno a completare la sua risata prima che un’esplosione inaudita sfondasse il soffitto proprio in mezzo alla sala.  

- Ed è proprio questo il motivo per cui ospitare qui lui e tutta la sua famiglia sta diventando un po’ un problema. Di questo passo distruggeranno la gilda! - Le fece eco una voce. Da dietro il bancone faceva capolino a stento una testa con i capelli neri: Warren si era appena rifugiato accanto a loro. Il povero ragazzo non aveva alcuna abilità utile al combattimento, tranne la sua telepatia.

- Concordo. - Cana annuì; ormai era troppo ubriaca perfino per prendere scommesse - Ma come potremmo rimediare? -

- Non ti preoccupare: credo di avere la soluzione! - Mirajane finì di riempire il bicchiere che aveva per le mani e lo passò alla maga celeste seduta davanti a lei con un sorriso amabile. Lucy impallidì - Non guardare me! Io non voglio prendere il doppio delle missioni per pagare anche il loro affitto! Il mio già è troppo alto! -

- Non è questo quello che intendo. Basta che tu ne prenda solo una, lunga a sufficienza. Che ne dici di tre giorni? -

Lucy non sapeva quello che Mirajane aveva in mente ma fece lo stesso come le aveva suggerito, proponendo al suo nuovo team una missione tra le montagne a caccia di banditi. Si trattava della missione perfetta, perchè tra i boschi, i due dragon slayer, potevano lasciar libera la loro indole distruttiva, senza correre il rischio di dover ripagare danni. Lucy si aspettava di tutto, tranne che di tornare e trovare il cancello della gilda sbarrato con un cartello attaccato sopra: “Chiusi per lavori”.

- Che vuol dire: “Chiusi per lavori”? - Strillò Erza - Io qui non ci vedo nessuno! -

- Non ci resta che scoprirlo. - Gray riuscì ad afferrare Natsu giusto un attimo prima che sfondasse il cancello con un calcio.

- Dove sono tutti? Wendy! Charle! - Ma non riuscì a bloccare Erza. Una parte del muro di cinta volò via insieme ad un tornado. La dragon slayer all’inizio era stata molto titubante all’idea di lasciare la figlia da sola alla gilda. Tornare e scoprire che non era più lì ...

- Smettetela di distruggere cose! -

- Ma sta zitto cervello congelato! -

- Ha parlato il cervello bruciato! -

- Sky Dragon’s Talons! - Ed anche la porta d’ingresso volò via insieme ad un cospicuo pezzo della facciata della gilda.

- Fire Dragon’s Roar! -

- Ice Make Shield! -

- Ra ... Ra ... RAGAZZIIIII! - Lucy fu costretta ad inseguirli dentro per evitare che radessero al suolo tutta Fairy Tail. Dietro il foglio che aveva staccato c’era un altro messaggio appositamente per loro - E smettetela! Ci hanno scritto di raggiungerli all’ingresso del bosco fuori città! Sono impegnati con un lavoro! -

Un altro paio di fiammate, un vuoto d’aria e una raffica di lance di ghiaccio le passarono sopra la testa, prima che il suo messaggio arrivasse a destinazione.

- Ora di sicuro Fairy Tail dovrà chiudere per lavori! - Sospirò la ragazza.

Quando finalmente il gruppo raggiunse il bosco, trovò tutta Fairy Tail ad aspettarli, incluse Wendy e Charle. La bambina si precipitò subito tra le braccia della madre ed Erza la strinse forte - Lo sai che mi hai fatto preoccupare quando non ti ho trovato alla gilda? Charle si può sapere cos’era quella storia del chiusi per ... -

- SORPRESA! - Fairy Tail la zittì, spalancando le braccia con un grido di gioia. Makarow schioccò le dita e la barriera trasparente che aveva eretto si dissolse, rivelando finalmente qual’era il lavoro in cui tutta la gilda era stata impegnata mentre erano via. Si trattava di un grazioso cottage a due piani con le mura fatte di mattoni rossi e gli infissi in legno. La casetta aveva bel portico e un grosso prato verde davanti. Una stradina fatta di ciottoli portava fino all’ingresso e un’altra sul retro, dove si innalzavano gli alberi della foresta. Tra un paio di tronchi i maghi avevano montato perfino un’amaca e un’altalena.

- Avete costruito una casa in tre giorni? - Esclamò Lucy; non immaginava che il piano di Mirajane fosse quello!

- In verità abbiamo costruito due case in tre giorni. - Le precisò Max - Perché nessuno riusciva a mettersi d’accordo e puntualmente qualcosa andava storto. In fondo lo sai, la specialità di Fairy Tail è quella di distruggere cose, non di costruirle. -

- Non avremmo mai dovuto dare a quell’ubriacona di Cana la carta del progetto! - Borbottò invece Macao

- È per colpa sua che ci abbiamo messo il doppio del tempo! -

- Ma se sono io quella che ha fatto le modifiche migliori? - Replicò l’altra, agitando il fiasco di liquore che aveva in pugno.

- Ci hai fatto montare una vasca sul tetto prima di capire che era il posto sbagliato! -

- Se è per questo pure voi non l’avete capito fino all’ultimo! -

- Allora ecco perché eravate chiusi! - Ridacchiò Natsu - Eravate impegnati tutti con questa missione! -

- Non stavamo lavorando per una missione. - Gli spiegò Mirajane, facendosi finalmente spazio in mezzo alla calca. Aveva addosso ancora il grembiule con cui aveva cucinato per tutta la squadra in quei giorni.

- Abbiamo costruito questa casa per voi. -

- COSA? - Natsu gridò ma Erza non riuscì a fare nemmeno un suono.

- Siccome comprare un appartamento qui a Magnolia costa un mucchio di soldi, abbiamo deciso di darvi una mano. - Gli spiegò il vecchio master - Abbiamo usato un pizzico di magia e l’aiuto di tutti. Max per esempio, con la sua sabbia ci ha aiutati a impastare il cemento. Laki a lavorare il legno. Macao ha usato il suo fuoco per le saldature ed Elfman ha portato i carichi più pesanti. -

- Io, Romeo e Redeus abbiamo dipinto! - Aggiunse Wendy mentre l’esperto di Picto Magic cercava di nascondersi per l’imbarazzo tra la gente, anche se la sua mole lo rendeva impossibile.

- E Charle ha dato una zampa con le tegole! -

La gatta annuì, fiera del suo lavoro - Ho aiutato un po’ quelli al piano di sopra, usando le mie ali. -

- Lo so che può sembrare un po’ strano, in fondo siamo maghi non muratori. Ma abbiamo consultato anche un vero architetto, quindi non dovete preoccuparvi della stabilità! - Concluse Makarow con un grosso sorriso.

- All’ingresso del calle che qui conduce è stata posta anche un’urna per le epistole ed una targa con una saetta che indica la rotta e l’appellativo della vostra famiglia. - Tutti gli occhi si girarono su Laki, la ragazza che lavorava il legno usando la sua magia.

- Intende dire che all’inizio della strada abbiamo messo anche una cassetta per le lettere e una targa con il nome dei Dragneel. - Tradusse Wakaba. Vijter, il mago che utilizzava la magia del ballo, si stava sbracciando accanto a lui in quella che doveva essere una specie di danza propiziatoria per la nuova abitazione.

- Abbiamo deciso di costruire la vostra casa qui perché è così vicino al bosco che non sentirete la mancanza della Foresta dell’Est! - Gli spiegò, infine Mirajane - Vi piace? -

- Certo che mi piace! - Esclamò Natsu - Da soli ci avremmo messo cent’anni prima di costruire una cosa del genere! E anche per comprarla ... I clienti vogliono farsi pagare troppi danni ogni volta che andiamo in missione ... Un attimo! Ma siete sicuri che è gratis? -

- Certo che è gratis! - Ridacchiò la barista.

Nemmeno Happy riusciva a credere ai suoi occhi - Ci avete messo anche una fontana con i pesci? -

- La fontana! - Gridò qualcuno dal gruppo - Vi avevo detto che ci mancava ancora qualcosa! Mettiamone una in giardino: svelti! -

Happy si illuminò ma Erza spezzò subito le sue speranze - Non c’è bisogno anche si una fontana!  ... Non avreste dovuto ... Avete già fatto troppo per noi ... Non capisco nemmeno perché! -

- Oh, ma questo è lo stile con cui Fairy Tail fa le cose! - Le spiegò Lucy, confessando che gli aveva proposto quella missione a caccia di banditi proprio per distrarli - Ci consideriamo tutti compagni e ci piace darci una mano a vicenda. - Anche Gray le schioccò un occhiolino.

- Ma ... - Cominciò Erza, senza riuscire a finire la frase. Tutti la stavano fissando con un sorriso, stavano aspettando di sentire la sua opinione. Che cosa poteva mai dirgli? Non si aspettava un gesto del genere! Non si aspettava di arrivare a Fairy Tail e trovare persone così gentili e disponibili, non si aspettava che le offrissero una nuova casa come aveva fatto Grandeeney dopo il naufragio.

- GRAZIE! - Erza non riuscì ad esclamare altro, mentre chinava la testa in segno di riconoscenza. Il sorriso dei maghi di Fairy Tail si fece ancora più grande.

- Non ringraziarci ancora! - Mirajane non le lasciò dire altro, afferrandola per un braccio - Devi vedere prima dentro! Abbiamo preso un po’ di mobili vecchi che tutti quelli della gilda volevano buttar via, li abbiamo aggiustati e ora è tutto così fantastico! - Ed era vero: ognuno dei maghi aveva qualcosa da mostrare, un’idea di cui vantarsi o un dettaglio di cui parlare. Alla fine si dimenticarono di montare la fontana che Happy voleva ma quando quella sera la famiglia Dragneel andò a dormire lo fece finalmente, e per la prima volta, in una vera casa e in un vero letto.

- Mi ero dimenticata quanto fosse comodo! - Sospirò Erza, lasciandosi cadere sul materasso.

- Devo ammettere che anche a me piacciono queste invenzioni degli umani! - Natsu la imitò con un tonfo.

- Anche se la cosa migliore sono quei fornelli da cui esce fuoco. Deliziosi! -

- Natsu i fornelli servono per cucinare del cibo, non puoi mangiare direttamente le fiamme! -

- E c’è anche un’altra cosa che mi piace un sacco in questa nuova casa. - Il dragon slayer la ignorò completamente. Le passò un braccio attorno alla vita per attirarla più vicino e si spostò sopra di lei - Non so di chi sia stata l’idea ... - Ridacchiò Natsu, affondandole la faccia nei capelli - Ma costruire una camera tutta per Wendy, Happy e Charle è la cosa più geniale che si poteva fare! -

Anche Erza rise, intuendo subito cosa voleva dire. Ad essere sinceri l’idea piaceva pure a lei.

- Che ne dici ... - Sussurrò Natsu, facendole scorrere una mano lungo la coscia - Se inauguriamo questa nuova stanza con un po’ di ... -

Ma fu proprio allora che la dragon slayer percepì un rumore di passi lungo il corridoio e lo spinse via con la forza. Per poco Natsu non precipitò giù dal letto.

- Mamma! - Esclamò Wendy, mentre spalancava la porta - Non riesco a dormire da sola! -

- Nemmeno io! - Piagnucolò Happy, svolazzando dietro di lei. La bambina si tuffò sul letto, infilandosi sotto le coperte in mezzo ai genitori ed il gatto si fece posto in mezzo ai cuscini.

- Bravi! Rimanete tutti lì, così ho più spazio! - Urlò a quel punto Charle dall’altra parte del muro. A Natsu ed Erza non restò altro che sospirare.

Il giorno in cui Wendy avrebbe imparato a dormire da sola era ancora lontano ma questo per i Dragneel era solo un piccolo problema. Mirajane aveva ragione: vivere in quella casa vicino al bosco, attutiva la mancanza della loro bella foresta. Quando soffiava il vento i rami degli alberi accarezzavano le tegole e grattavano contro le finestre, mentre la melodia prodotta dalle foglie riempiva l’aria. Quando pioveva l’acqua gocciolava giù di ramo in ramo prima di colpire il tetto e lo stesso succedeva con i raggi del sole quando erano troppo roventi. Nel grande prato verde davanti alla casa, potevano allenarsi come nella loro vecchia radura e nei giorni troppo caldi, addormentarsi all’ombra dei pini.

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Capitolo 27
*** Baba Jaga ***


Baba Jaga

Secondo le antiche leggende russe e slave la Baba Jaga è la classica strega che vive nei boschi. Nella maggior parte dei casi è descritta come un personaggio terrificante ma ci sono anche storie in cui offre aiuto ai puri di cuore. Anche Fairy Tail ha la sua Baba Jaga e potete pur star certi che non è una buona idea quella di provocarla ...




Baba Jaga

Quando Mirajane le aveva detto che avrebbe avuto un sacco di lavoro, Erza non avrebbe mai immaginato una cosa del genere. Tutti i giorni, fuori dalla porta dei Dragneel arrivava sempre qualche mago di Fairy Tail in cerca d’aiuto. La dragon slayer non riusciva davvero a spiegarsi come facessero ad essere tutti così irresponsabili ed incoscienti. Riuscivano a farsi del male perfino durante le missioni più semplici e a volte si presentavano da lei con dei quadri clinici così assurdi da mettere a dura prova tutti gli insegnamenti che aveva ricevuto da Grandeeney. Non c’era un attimo di sosta, nemmeno nei week end o le domeniche mattina, proprio come quel giorno ...

- Mi ripeti cos’è successo? - Sospirò Erza, tenendosi le dita pigiate sulle tempie. Cana stava gridando da mezz’ora cose senza senso, seduta al tavolo della sua cucina.

- Le mie carte! - Ricominciò la maga, che usava i suoi tarocchi per lavorare - Guardale! - La ragazza tirò finalmente il mazzo fuori dalla sua borsetta. Le carte erano tutte appiccicose e puzzavano di whiskey - Mi sono cadute nel bicchiere! -

- E io che c’entro? -

- Sei una guaritrice o no? Non hai una soluzione? -

A quel punto Erza non riuscì più a contenersi e rovesciò il tavolo con uno scatto di rabbia, spedendo la cartomante fuori dalla porta - Smettila di ubriacarti alle dieci del mattino! Questa è la soluzione! E tu? Cosa ci fai qui? - Gray era proprio sul punto di bussarle - È un disastro! - Le gridò il mago - Ho preso una missione in cui bisognava trovare e distruggere un laboratorio di pozioni clandestino. Ma sono caduto dentro un calderone. Guarda! - Gray picchiò il pugno sul palmo come faceva sempre, materializzando una spada di ghiaccio. - Adesso tutte le mie sculture sono rosa come i capelli di Natsu! -

Ben presto per tutta Magnolia si diffuse la notizia che Fairy Tail che si era procurata una guaritrice eccezionale. Una strega, una fata, una baba jaga o una donna drago. Le voci erano un po’ in disaccordo tra loro ma la gente cominciò lo stesso a fare la fila per una visita. Adulti, vecchi, bambini e persone di ogni genere, tutti cercavano un consiglio o una cura. Erza non sopportava l’idea di avere tutti quei visitatori e a volte li spaventava con i suoi modi bruschi, ma i pazienti andavano sempre via ringraziandola. Alcuni lasciavano un compenso in denaro e qualcun altro tornava dopo giorni con un cesto pieno di doni.

Dopo aver passato tanti anni nella foresta, la dragon slayer aveva dimenticato quanto fosse cordiale la gente di paese. L’atmosfera a Magnolia e alla gilda era così accogliente! Le faceva sembrare un brutto sogno l’esperienza della prigionia che aveva vissuto da bambina e pian piano, tutto il dolore e la paura che aveva coltivato in quegli anni, cominciarono a svanire. L’allegria di Fairy Tail e degli abitanti di Magnolia erano contagiose ed anche i suoi nuovi compagni di team avevano qualcosa di speciale. Ad un mese dalla costruzione della casa, Lucy e Gray ormai passavano più tempo da loro che nei rispettivi appartamenti. Chi l’avrebbe mai detto che alla fine sarebbero diventati una squadra? In missione si scatenava spesso un po’ di competizione, specie tra Natsu e Gray, ma quando lavoravano insieme nessuno riusciva ad arrestarli: sembravano fatti apposta per combattere in squadra. La maga celeste aveva sempre un gran sorriso e si sforzava di tenerli a bada quando esageravano, facendo la parte della ragione. Cercava di convincere Erza a fare shopping in città e le prestava dei libri per dividere con lei la sua stessa passione per la lettura. Gray invece era un tipo di poche parole e anche un po’ scontroso, ma serio e affidabile. Nonostante le “cure” di Erza continuava a spogliarsi e di tanto in tanto i Dragneel trovavano i suoi vestiti sparsi per casa. Ogni volta Natsu si metteva a ringhiare e li dava alle fiamme: non riusciva proprio a sopportare l’Ice Make Mage nel suo territorio e minacciava di fargliela pagare, ma in fondo era tutta scena. Anche Natsu pensava che Magnolia e Fairy Tail fossero un posto meraviglioso. Si divertiva in missione e si divertiva ancora di più ad allenarsi e a combattere contro gli altri maghi. Ma la più contenta di tutta la famiglia era di certo Wendy: stare con così tante persone e stare insieme a Romeo la metteva di buon umore.

Alla fine, nonostante i lavori assurdi che le toccavano ogni giorno, Erza cominciò a sentire il bisogno di fare qualcosa in più ricambiare i maghi di Fairy Tail e quelli che li avevano accolti. Il master che gli perdonava tutto, Macao che era sempre pronto a ricambiare un favore e Mirajane, la barista che aveva unito tutti per costruire la loro nuova casa. Da quando aveva scoperto che ad Erza piacevano le fragole non le faceva mai mancare una fetta di torta. Quando erano alla gilda cucinava pesce per Happy, il tè per Charle e perfino piatti al flambé per Natsu. Quando invece erano via, in missione, era lei a tenere Wendy sotto controllo. Ma cosa fare per ricambiare tanta gentilezza? E così divenne una scena comune, trovare a casa Dragneel, Erza già sveglia di buon mattino, a lavorare al mortaio per preparare le medicine necessarie per tutta la gilda. La ragazza non sapeva che il destino stava letteralmente per chiamare lei e la sua famiglia a provare la loro lealtà ...

- Che cosa si cucina oggi? - Attorno ad Erza c’era una sfilza di boccette colme di liquidi colorati e fasci di piante essiccate. A vederla Natsu lanciò un sospiro: si era illuso che stesse preparando la colazione per lui, ma era evidente che non era così.

- Che stai facendo? -

Anche Wendy, Happy e Charle erano già in piedi. La bambina stava seduta su uno sgabello e sorseggiava un bicchiere di latte mentre osservava attentamente il lavoro della madre. Happy stava sgranocchiando un pesce essiccato e Charle sfogliava le pagine di un libro appoggiato sul tavolo. Ultimamente era sempre Natsu l’ultimo ad alzarsi. Avrebbe preferito starsene accoccolato sotto le coperte con la sua compagna, ma ormai l’altra era diventata terribilmente mattiniera.

- Erza? - Natsu fu costretto a chiamarla tre volte per costringerla ad alzare la testa. - Stai lavorando ad un incantesimo per la sordità? - Il dragon slayer spalancò la finestra più vicina, inspirando profondamente l’aria fresca del mattino: l’odore di erbe in cucina era così forte da togliere il respiro.

- No. - Erza gli lanciò un’occhiata, senza capire la sua battuta - Conosco già un paio di incantesimi di quel tipo. -

- E allora cosa stai combinando? -

- Hai presente Bisca? -

- È una sua ricetta per la colazione?!? -

- No! - Erza lo colpì con una mano mentre le passava accanto per frugare nella dispensa - Ieri mi ha detto che aveva intenzione di invitare Alzak ad andare con lei in una missione su quel lungo fiume del sud ... -

- Davvero? - Borbottò Natsu infilandosi una manciata di biscotti in bocca - Allora vuol dire che hanno finalmente deciso “di” e gli serve un po’ ...

- È un unguento contro le sanguisughe. - Erza troncò di netto le sue speranze, ma poi si prese il mento con aria pensierosa - Però forse potrei modificare un po’ la ricetta e aggiungerci ... - Anche lei sorrise - Un goccio di afrodisiaco. - Si era scordata che c’era Wendy ad ascoltare attentamente tutto ciò che diceva - Che cos’è l’afrodisiaco? -

La dragon slayer arrossì di colpo. Come poteva risolvere quella situazione sul filo del rasoio? - È un richiamo per i pesci! Probabilmente ne avranno bisogno per pescare! -

Ed Happy saltò subito in piedi - Voglio anche io quella pozione! - Charle gli lanciò un’occhiata come a dire che voleva proprio vedere l’effetto e Natsu scoppiò a ridere, rischiando di strozzarsi con la colazione. Erza gli lanciò un’occhiata truce, prima di spingere da parte il mortaio - Lasciamo perdere, tanto ho letto da qualche parte che questo tipo di charm è illegale. -

- Un vero peccato per Alzak e Bisca, direi. - Natsu andò a sedersi accanto a lei, porgendole il suo pacco di biscotti - Lo sai che è strano vedere che ti preoccupi così tanto per la gilda? -

- Che c’è di male a volerli ricambiare? Sono stati così gentili con noi. Non hai voglia di fare lo stesso? -

Natsu non le rispose, limitandosi a sorridere - Sei diventata più dolce di prima. -

Ed Erza lo fulminò con lo sguardo - Vuoi dire che prima non ero dolce? -

Per fortuna qualcuno bussò alla porta, giusto in tempo per salvare Natsu dalla fossa che si era appena scavato con le sue stesse mani. - Apro io! - Il dragon slayer si alzò di scatto. Pensava che fosse Romeo, che veniva spesso da loro per cercare Wendy e invece ... fuori dalla porta, oltre al bambino e al padre c’era anche Gray. L’Ice Make Mage aveva il fiato corto per il troppo correre.

- Lucy! - Gridò il ragazzo spingendo Natsu da parte - Vi prego ditemi che è qui! -

- No, Gray. - Erza scosse la testa - Non è venuta da noi. -

- Maledizione! - Fu soltanto allora che la dragon slayer notò il mazzo di chiavi che il ragazzo stava stringendo: era lo stesso da cui la maga celeste non si separava mai. Natsu fu costretto ad afferrarlo per una spalla pur di ottenere una risposta - Si può sapere che cosa è successo? -

- Fairy Tail è stata attaccata questa notte. Abbiamo trovato un messaggio di Phantom Lord e le chiavi di Lucy ma c’è qualcosa di strano!

- Phantom Lord è una gilda legale come la nostra. - Gli spiegò Macao - Ma sono noti per i loro metodi violenti. Io non sapevo nemmeno che ci fosse stato un attacco! Stavamo venendo qui quando abbiamo incrociato Gray! -

Natsu non lo stava già più ascoltando - CHE LE HANNO FATTO? - Gray scosse la testa - Dicono di averla presa per riportarla dalla sua famiglia. Dicono che è scappata di casa e che suo padre la rivuole indietro ... Ma io non ci credo! Lucy non è il tipo ... -

Non c’era bisogno che raccontasse altro. Natsu schizzò letteralmente fuori dalla porta.

- Ci sono dei feriti? -

- No, Erza ... Per fortuna hanno colpito solo l’edificio ... -

- Happy, Charle! Voi rimanete qui con Wendy! - E anche lei si precipitò fuori, rischiando di sbalzare l’Ice Make Mage a terra. Macao si ritrovò bloccato sulla soglia con i bambini; ormai era impossibile raggiungere i due dragon slayer: correvano troppo veloce ed erano furiosi. Con che coraggio Phantom Lord aveva attaccato la loro nuova famiglia e portato via una loro amica?

Natsu ed Erza non si fermarono neanche per un istante, continuando a correre giù per la strada. Quando girarono l’angolo e la gilda gli apparve davanti, per un attimo entrambi rimasero senza fiato. Ormai Fairy Tail non sembrava più il meraviglioso castello incantato che Lucy gli aveva mostrato quando erano arrivati a Magnolia. L’intero edificio era stato terribilmente danneggiato, trafitto e trapassato da una moltitudine di sbarre acuminate o meglio colonne d’acciaio.

Sembrava un puntaspilli ...

Fairy Tail sembrava un puntaspilli! Ed era un miracolo che fosse ancora in piedi!

I due dragon slayer si fecero largo tra i maghi accalcati attorno al cancello, fino a che non riuscirono a trovare il master in mezzo alla folla. Il vecchio stava fissando l’edificio in silenzio ma Mirajane, in piedi accanto a lui, aveva un’aria distrutta e le guance rigate di lacrime.

- E così siete arrivati anche voi? - Sospirò il vecchio - Avete visto che fine ha fatto il nostro povero bar? -

- Ieri sera sono stata io l’ultima ad uscire. - Singhiozzò Mirajane - Non oso immaginare cosa sarebbe successo se fossi rimasta un altro po’ per mettere in ordine ... -

Tutti i maghi di Fairy Tail mormoravano e imprecavano sottovoce. Si sentivano indignati e furiosi per l’attacco e vederli in quello stato era una scena che spezzava il cuore.

- Gray ha detto che è il responsabile è Phantom Lord, una gilda ... -

Mirajane si morse un labbro prima di rispondere a Natsu - Hanno lasciato il loro simbolo inciso sul retro. -

- Ma io conosco questa magia ... - L’aura del dragon slayer si accese si colpo come una torcia impazzita. Anche Erza aveva riconosciuto l’odore di quell’acciaio - QUESTO È GAJEEL! -

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Capitolo 28
*** La ragazza di Phantom ***


La ragazza di Phantom

Probabilmente se vi chiedessi di pensare ad una famosa ragazza di Phantom Lord penesereste subito ad una maga con dei capelli blu, la pelle candida e dei grandi occhi chiari. Ma se vi dicessi che state pensando alla ragazza sbagliata? Vi ricordate quando vi ho detto di provare ad indovinare il nome del personaggio che mancava all'appello? Bene! Sta per comparire proprio alla fine di questo capitolo! Spero che vi divertirete a leggerlo esattamente come mi sono divertita io a scriverlo: non vedevo l'ora di pubblicarlo!




La ragazza di Phantom

Quando Lucy riprese conoscenza la prima cosa che la colpì fu il freddo, poi il buio. Era stesa su un pavimento di pietra gelido, in una stanza scura e aveva gli abiti umidi, i capelli bagnati e attaccati alla testa.

Un brivido la percorse da capo a piedi e la ragazza si mosse istintivamente, cercando di stringersi le braccia attorno al corpo per scaldarsi, ma fu allora che si accorse del fatto che aveva le mani legate dietro la schiena: era prigioniera. Lucy si tirò a sedere, cercando di forzare le corde che le bloccavano le braccia ma invano. Erano legate così strette che più cercava di muoversi più le graffiavano la pelle. Si sentiva le dita e le spalle intorpidite ma non sapeva come rimediare.

La scena che aveva vissuto soltanto qualche ora prima le tornò subito in mente. Stava tornando a casa dopo aver passato la serata alla gilda quando di colpo la pioggia l’aveva sorpresa in strada. Non si era nemmeno accorta che il cielo fosse così nuvoloso. Lucy si era coperta la testa con le mani e aveva cominciato a correre, sperando di riuscire a ripararsi a casa il più in fretta possibile ma all’improvviso era andata a sbattere contro un uomo alto e muscoloso. Aveva dei lunghi capelli neri e nella notte i suoi occhi rossi scintillavano come quelli di un predatore - Dove corri, biondina? -

Lucy era stata tra gli ultimi ad uscire dalla gilda, era così tardi che in giro per Magnolia non pensava di trovare più nessuno, non di certo un uomo come quello.

- Stavo solo cercando un riparo, non volevo colpirti! -

- Mi dispiace ma correre non ti aiuterà a sfuggire alla pioggia. Tip tap, tip tap. - Un’altra voce l’aveva costretta a girarsi: dietro di lei si era appena materializzata una donna con i capelli blu e dei grandi occhi chiari. Stringeva un ombrellino rosa. A quel punto Lucy aveva capito che c’era qualcosa che non andava e aveva gridato agli sconosciuti di starle lontana, afferrando istintivamente le chiavi che teneva alla cintura. Ma la donna con l’ombrello l’aveva anticipata: aveva alzato una mano e una gigantesca bolla d’acqua l’aveva avvolta, togliendole il respiro.

- Le mie chiavi! - Esclamò la ragazza, contorcendosi per cercarle alla cintura. Se avesse evocato uno dei suoi spiriti allora ... Ma le sue chiavi non erano più fissate al loro posto. Lucy trasalì: era vero, le aveva perse. Quando l’incantesimo  l’aveva avvolta il suo mazzo di chiavi le era sfuggito di mano, scivolando verso il fondo, aveva bucato il bordo della bolla ed era finito di sotto, tintinnando sulla strada.

- Maledizione! - Lucy imprecò tra i denti, girandosi attorno a caccia di indizi per capire dove si trovava e cosa fare per liberarsi. L’intera stanza era così buia che si riusciva a stento a vedere qualcosa: l’unica luce proveniva dalle fessure di una pesante porta di metallo. Aveva una piccola grata in alto ma era bloccata anch’essa da una lastra  di ferro. Seguendo il bordo della parete accanto alla porta, Lucy individuò prima un secchio e poi una pila di stracci. Sembrava proprio una cella.

- Non immaginate nemmeno che guaio avete fatto a prendervela con Fairy Tail! - Sibilò la ragazza tra i denti, come se li attorno ci fosse stato qualcuno da spaventare. - Sono sicura che Natsu ed Erza troveranno in un attimo la pista che porta fino a qui! - Pensava di essere da sola e le ci volle un po’ per capire che non era così. Quando Lucy si girò, continuando il suo esame della cella, il sangue le si gelò nelle vene: proprio dietro di lei c’era un’altra figura stesa a terra. La ragazza trasalì e fece istintivamente un passo indietro, appiattendo la schiena contro la parete opposta. Rimase ferma così per qualche lungo istante, trattenendo il respiro, ma poi, visto che non succedeva niente, raccolse tutto il coraggio che aveva e si avvicinò un po’ in più per guardare meglio di chi si trattava.

“Fa che non sia un corpo!” Lucy pregò silenziosamente mentre si avvicinava.

La luce era scarsa ma ormai i suoi occhi si erano abituati al buio e la maga capì quasi subito che, stesa sul pavimento, c’era un’altra ragazza. Aveva una corporatura più piccola e più esile della sua e i suoi capelli, nonostante la penombra, sembravano di un bel blu, corti e mossi.

Lucy si accovacciò accanto all’altra prigioniera, studiandola meglio. C’era qualcosa che le luccicava al collo e la ragazza ci mise un po’ per capire che si trattava di un cristallo azzurro, incastonato in una grezza montatura di ferro. Soltanto alla fine i suoi occhi colsero il marchio che l’altra prigioniera sfoggiava sulla spalla. Non era facile notarlo visto il modo in cui era stato tatuato, in nero, ma la pelle della sua compagna era così chiara da metterlo in risalto nonostante l’oscurità.

- Sei anche tu una maga? - Sussurrò Lucy, ma l’altra non poteva sentirla in quello stato.

- Forza! Svegliati! - La ragazza le diede un colpo con il gomito, cercando di scuoterla. All’inizio non ottenne alcun risultato, ma dopo un paio di tiri riuscì a strapparle un verso.

- Cosa ... - Cominciò a farfugliare, ma poi i suoi occhi si spalancarono di colpo - Quel maledetto! - E la ragazza si rialzò con uno scatto, colpendo Lucy con la testa sotto il mento, con così tanta forza da spedirla di nuovo a terra.

- Non posso crederci! Quel farabutto! Dove sono? - La prigioniera saltò in piedi, girando la testa da tutte le parti, ignorando Lucy che grugniva sul pavimento.

- Una cella? Oh, ma io non ho alcuna intenzione di rimanere chiusa qui dentro! Non gli permetterò di farlo! Nessuno può privarmi della libertà e farla franca in questo modo!  -

- Ma che stai dicendo? - Mugugnò Lucy, cercando di rimettersi a sedere. La maga celeste pigiò il mento contro le ginocchia in cerca di un po’ di sollievo; quella era l’unica posizione confortevole che poteva assumere con le braccia legate.

- Scusa per la botta, non volevo. - Le spiegò l’altra ragazza dimostrando finalmente di essersi accorta di lei; adesso stava cercando di sfilarsi una scarpa, usando i denti, come una pazza,  per slacciarla.

- Che stai facendo? - Le domandò Lucy mentre l’altra tirava via anche il calzino e lo sputava a terra.

- Solid Script ... - Cominciò lei, allungando una gamba e scrivendo col piede per aria. Lucy ammutolì mentre l’alluce della ragazza si muoveva ed una parola solida e brillante si materializzava seguendo la sua scia.

- Diamond! - Non appena ebbe finito di recitare l’incantesimo la parola piovve a terra tintinnando con un tonfo simile a quello del cristallo.

- Di .. Di ... -

- Il diamante è un materiale estremamente tagliente. - Le spiegò la ragazza mentre inarcava la schiena e sfregava le corde che la tenevano bloccata per i polsi contro la parola che aveva appena creato. - Ahahaha! Credevi che non fossi capace di fare una cosa del genere, vero? “Solid Script è una tecnica banale” ... Dovevi usare delle manette anti - magia con me! -

Lucy non sapeva di chi stesse parlando ed era proprio sul punto di chiederle spiegazioni quando la corda si spezzò di schianto. La ragazza con la collana lanciò un grido d’esultanza, sfilandosi i rimasugli dei legacci dai polsi e agitando le mani per riattivare la circolazione.

- Dimmi un po’. Tu ti chiami Lucy Heartfilia? -

- Cosa? - Strillò la maga mentre l’altra le faceva cenno di avvicinarsi per sciogliere anche le sue corde, sfregandole contro la parola che aveva creato.

- Come fai a sapere chi sono? - Non solo la ragazza conosceva il suo nome ma anche il cognome che Lucy aveva tenuto segreto a tutti, perfino ai suoi compagni di gilda. C’entrava qualcosa con il suo rapimento? Ma la ragazza non le rispose, limitandosi a trafficare con le sue corde in silenzio per un lungo istante. Alla fine sospirò - E così quei due idioti hanno davvero deciso di accettare la missione. Scommetto che Jose si è inventato qualche storia incredibile sulla mia sparizione. Magari gli ha detto che è colpa di Fairy Tail! -

Non appena le corde si furono spezzate, Lucy ritirò le mani con uno scatto - Si può sapere come fai a conoscere il mio nome? E cosa c’entri con la mia gilda? -

- Io, con Fairy Tail? Niente, sono una maga di Phantom Lord. -

Lucy ammutolì fissando la ragazza che la guardava nel buio.

- Ma ancora per poco. Io e miei amici intendiamo lasciare la gilda, anche se Jose, il master, non è d’accordo. Conosco il tuo nome perché l’ultima missione che ci ha offerto, in cambio della libertà, era quella di rapirti. Gli ho detto di no ma non ha preso bene la mia decisione. - La ragazza scrollò le spalle.

- Quindi ... - Continuò Lucy - Quelli che mi hanno attaccata erano i tuoi compagni? -

- Al novanta per cento sì, se poi uno aveva gli occhi rossi e l’altra un ombrello, al cento per cento. -

Lucy annuì, continuando a riflettere - E quindi il mio rapimento è colpa di questo Jose ... Il master di Phantom Lord? - Aveva sentito il nome di quella gilda molte volte; spesso le persone ne discutevano confrontandola con Fairy Tail e domandandosi quale fosse la migliore a Fiore. - Ma che cosa vuole da me? E che razza di master fa una cosa del genere? Imprigionare gli stessi maghi della sua gilda! -

- Jose è un uomo senza scrupoli. - Le confessò l’altra - E se non ci sbrighiamo a scappare di qui prima che arrivi ... -

Fu proprio in quell’istante che la parola “Diamond”, che scintillava ancora in un angolo della stanza, svanì con un puff. La maga di Phantom Lord lo prese come un segnale e si affrettò spingere di nuovo le mani di Lucy dietro la schiena. Anche lei fece altrettanto, sedendosi di schianto sulle corde che aveva appena tagliato per nasconderle.

- Piano B. Fai come me e fidati. - Lucy riuscì a stento a sentirla prima che la finestrina della cella si aprisse, lasciandole intravedere la faccia di un uomo con dei lunghi capelli neri e delle labbra scure e sottili.

- Vedo che siete sveglie, ragazze mie. - Ridacchiò l’uomo prima di aprire la porta e farsi avanti. Per un attimo la luce l’abbagliò ma poi Lucy riuscì a riaprire gli occhi. Il nuovo arrivato indossava un cappello da strega ed un mantello con paio di lunghe ali nere fissate dietro la schiena come quelle di pipistrello.

- Chi diavolo sei? - Gridò Lucy ma soltanto per sentire la voce dell’altra ragazza che le faceva eco - Lui è Jose, il disgustoso master di Phantom Lord. - L’uomo ignorò l’offesa, limitandosi a precisare - Io sono il tuo disgustoso master. Dimmi, ti piace questo posticino che ti ho riservato per avermi disubbidito? -

- Moltissimo. - Sibilò la ragazza, ma Jose continuò come se nulla fosse - Ti ho concesso un grande onore dandoti la possibilità di dividere la cella con Lucy Heartfilia. Non capita tutti i giorni di incontrare persone del suo calibro, lo sai? - Ed a quel punto la maga celeste sbottò - Si può sapere come mai conoscete tutti il mio nome? -

- Mi dispiace per averti legata e messa in questa orribile cella insieme a certa gente di basso rango. - Jose fece un gesto vago in direzione dell’altra ragazza - Cerca di capirmi, in fondo sei pur sempre una prigioniera. Ma se ti comporti bene potrei anche decidere di trattarti in modo più consono e spostarti in una stanza migliore. In una delle nostre sweet! - Jose fece un grosso sorriso, ma la sua espressione era viscida e disgustosa.

- Che vuol dire? Ti ho chiesto perché sai il mio nome! Perché mi hai rapita e perché ... -

- È stato tuo padre a chiedermi di prenderti e di riportarti a casa da lui. -

A quelle parole Lucy spalancò gli occhi - No ... è una bugia ... è impossibile ... -

- È invece è proprio così. - Le spiegò Jose - Lucy Heartfilia, unica erede di una delle famiglie più ricche e potenti di questo paese. Quando mi è stata affidata la missione di ritrovarti mi è stato detto che sei scappata di casa da circa un anno. Immaginavo di tutto tranne che di trovarti a Fairy Tail! Tra tutte le gilda che ci sono la fuori hai scelto proprio la peggiore, lo sai? Se volevi diventare una maga avresti fatto meglio a venire subito da me! -

- No! - Strillò la ragazza; improvvisamente la sua faccia sembrava il ritratto del terrore - Non ci credo! Mio padre non si è mai interessato a me! Perché mai mi vuole di nuovo indietro? Perché proprio adesso? -

Jose scrollò le spalle, fingendo di non essere sicuro della risposta - Ho sentito dire che ha trovato un pretendente adatto alla tua mano e che ha deciso di darti finalmente in sposa. -

E Lucy impallidì ancora di più - Assolutamente no! Non ho alcuna intenzione di tornare a casa! Non voglio tornare da mio padre! - Gridò così forte da finire tutta l’aria che aveva nei polmoni e la sua voce riecheggiò per la cella come un segnale. La ragazza accanto a lei si rialzò con uno scatto, tirando la scarpa che si era sfilata prima proprio in faccia a Jose.

- L’hai sentita o no? Non vuole tornare a casa! - Il mago vacillò all’indietro e la ragazza di Phantom colse al volo l’occasione, sferrandogli un calcio proprio in mezzo alle gambe.

- Tu ... - Il master non riuscì a sussurrare altro mentre si premeva le mani sul pantalone e crollava a terra.

- Vieni! - La ragazza afferrò Lucy per un braccio, strattonandola verso l’uscita ma la maga celeste si inchiodò subito sulla soglia. Ad attenderle fuori non c’erano né pavimenti né scale. Sotto di loro si apriva un autentico baratro: erano praticamente in cima ad una torre alta decine di metri.

- Hai visto? Questa è la nostra Sky Prison. -  Ridacchiò Jose mentre si contorceva sul pavimento - Non te lo aspettavi? -

- Proprio come pensavo. - Ma la maga di Phantom Lord non gli diede minimamente ascolto. Strattonò più forte e si buttò di sotto, trascinando Lucy con lei. La ragazza lanciò uno strillo, aggrappandosi istintivamente all’altra e anche Jose gridò, cercando disperatamente di rialzarsi.

- Solid Script: Wings! -

Il grido di Lucy le si mozzò in gola quando la sua caduta verso il basso si arrestò di colpo. Le ci volle un po’ perché trovasse di nuovo il coraggio di riaprire gli occhi. La parola Wings adesso stava sospesa sopra di loro, bianca e soffice come un autentico paio d’ali. La sua compagna la stava stringendo a due mani ed era grazie a lei che stavano letteralmente volando. Lucy non aveva mai visto una cosa del genere - Che razza di magia è la tua??? -

La ragazza di Phantom le sorrise - Devi essere pronta ad un sacco di situazioni quando vai in missione con un partner come il mio. -

- Cosa? -

- Non è che potresti prendere anche tu una parte dell’incantesimo? In genere non dura molto a lungo. -

Lucy trasalì e fece giusto in tempo a fare come le era stato detto, prima che Wings schizzasse verso l’orizzonte, trascinandole con sé. Jose non poté far altro che guardarle mentre si allontanavano, con una mano ancora stretta in mezzo al cavallo dei pantaloni - La pagherai. Giuro che la pagherai, ragazzina. Ti farò vedere io di quali atrocità è capace Phantom Lord! Rimpiangerai di non avermi dato ascolto! ARIA! - Gridò il master e come per magia un uomo si materializzò accanto a lui, fluttuando sospeso fuori dalla Sky Prison. Era alto e robusto, così grosso e pesante da sembrare impossibile che potesse levitare in quel modo.

- Riportale da me! - E - Che triste destino! - Gli fece eco l’uomo, versando fiumi di lacrime dagli occhi che teneva bendati. Uno schiocco di dita ed ecco che era di nuovo sparito.

Nel frattempo i maghi di Fairy Tail non sapevano niente dell’avvenuta evasione. Se ne stavano raccolti nel salone della gilda, devastato dalle colonne d’acciaio che lo trafiggevano.

- E così conoscete il mago che ha fatto questo a Fairy Tail? - Erza annuì alla domanda di Makarow. Natsu stava letteralmente facendo fumo da tutte le parti.

- Gajeel è un altro dragon slayer che viveva dalla parte opposta della Foresta dell’Est, in quella Pietrificata. Ma è partito molto prima di noi, non immaginavo che durante questi anni si fosse unito ad una gilda. -

- Gajeel? - Ripeté Makarow, mentre si sforzava di ricordare doveva aveva già sentito quel nome - Black Steel! - Esclamò alla fine - Ora capisco! Ho sentito che è uno dei maghi più terrificanti al servizio di Jose! -

- Non è un mago terrificante! È un imbecille! - Sbottò Natsu - Che cosa diavolo gli è preso all’improvviso? Da quando in quando adesso se ne va in giro a fare il teppista? E attaccare Lucy! Non era lui il tipo che diceva che non vale la pena prendersela con chi non può combattere? Eh??? Vecchio! Attacchiamo anche noi Phantom Lord! Ci penso io a quel sacco di rottami! Gli faccio vedere cosa ho imparato in questi anni! -

Gray ed una parte della gilda gli fecero eco: non desideravano altro che riprendersi la loro compagna e vendicare il loro onore, ma Makarow scosse la testa - Non possiamo fare una cosa del genere, le leggi del Consiglio proibiscono alle gilde di farsi la guerra ... - Il master aveva ancora qualcosa da dire ma Nab, il mago che vestiva come un indiano, scelse proprio quell’istante per precipitarsi dentro. Nonostante fosse un ragazzo grande e grosso, sembrava terrorizzato - Non c’è bisogno che li attacchiamo noi! Phantom Lord sta venendo qui! -

L’intera gilda reagì d’istinto, mettendosi in piedi, pronta a resistere a qualunque minaccia.

- Chi ci attacca? - Gli gridò Wakaba e questa volta Nab esitò qualche istante prima di rispondere - Una bambina! -

- Non sono una bambina! - Un incantesimo investì il mago alle spalle con la stessa forza di una palla di cannone, anche se non si trattava di un proiettile. Nab si accasciò a terra mentre uno strano oggetto ruzzolava sul pavimento: una parola scritta a lettere cubitali “Steel”.

- E poi ti ho detto di non gridare! - L’attimo dopo una ragazza si infilò dentro mezza scalza. Strillò ma poi si inchiodò sul posto non appena capì che tutta Fairy Tail la stava fissando.

- È vero! - Gridò qualcuno - Ha il marchio di Phantom Lord! -

- Prendiamola! -

I maghi di Fairy Tail reagirono subito, scagliando una raffica d’incantesimi e la ragazza lanciò uno sbuffo, muovendo anche lei una mano per aria - Oh, no ci risiamo! Guard! - Seguendo la scia lasciata dalle sue dita la scritta “Guard” si materializzò davanti a lei. Sembrava semitrasparente e fatta di vetro ma agì proprio come uno scudo, rispedendo i colpi al mittente. Fiammate, proiettili e pezzi di legno rimbalzarono da tutte le parti, minacciando di disintegrare definitivamente la gilda.

- Volete darvi una calmata tutti quanti! Non sono qui per combattere! - La ragazza gridò di nuovo ma fu costretta a fare precipitosamente un passo indietro per evitare uno degli attacchi di Erza. Sky Dragon’s Talons scavò un solco in mezzo al pavimento.

- Allora come mai hai il suo odore addosso? - Sibilò la dragon slayer.

- Il suo odore? - Ripeté la maga di Phantom Lord.

- Gajeel! -

- Come hai fatto a capirlo? Dall’odore? Non dirmi che sei anche tu ... -

- Siamo anche noi dei dragon slayer! Dicci dove si trova Lucy perché non perdoneremo né te, né Phantom Lord né quella stupida testa d’acciaio per averci attaccati! - Anche Natsu si fece avanti, pronto a colpire ma questa volta la pesate ascia di Taurus lo bloccò, ributtandolo indietro. Lucy si fiondò dentro l’attimo dopo, respirando a fatica  per lo sforzo della corsa - Nab! - Strillò - Cavolo ti ho detto pure io di non gridare! C’era bisogno di andare in panico in quel modo??? -

- LUCYYYYYY??????? - Le fece eco l’intera gilda e la ragazza di Phantom Lord si coprì istintivamente le orecchie - Ma che problema ha il volume di questa gente!? -

- Hanno un mucchio di problemi ... - Sospirò Lucy mentre Cana ed un gruppo di ragazze correva ad afferrarla e cercava di trascinarla via, al sicuro dalla pericolosa maga di Phantom Lord che era entrata con lei.

- Che cosa ti è successo? - Le domandò Gray.

- Stai bene? - Aggiunse Erza.

- E perché mi hai fermato??? - Ruggì Natsu.

- Perché questa ragazza mi ha aiutato a scappare dalla cella in cui mi aveva chiuso Jose! E se qualcuno la aggredisce io aggredisco lui! -

- Ehhh??? - L’intera gilda gridò di nuovo e la ragazza di Phantom Lord fece un altro passo indietro borbottando che stava per rimanere sorda.

A Lucy non restava altro da fare che confessare la verità ai suoi amici di Fairy Tail. Gli raccontò delle sue origini e delle ragioni per cui Jose l’aveva rapita. Si aspettava di essere accolta con grida di rabbia e indignazione, ma nessuno se la prese con lei.

- Sei una miliardaria? - Strillò Gray - Ma stai scherzando? Non sembri assolutamente il tipo che mette vestiti da cocktail e va ai party eleganti! -

- Vuoi dire che non sto bene con un vestito elegante o che sembro troppo rozza per andare ad una festa? -

- Entrambe. - Anche Natsu annuì ed Erza lo colpì dietro la testa - Non dargli ascolto Lucy. Qualunque sia la tua origine, adesso appartieni a Fairy Tail e nessuno può obbligarti a lasciarla contro la tua volontà. -

Gli altri maghi della gilda annuirono e qualcuno la strinse perfino in un abbraccio, strappandole un paio di lacrime per la commozione.

- Ti ringrazio per averci riportato Lucy. - Makarow fece un sorriso anche all’altra maga dai capelli blu.

- Ma c’è una cosa che non capisco, come mai hai deciso di farlo? -

- Ad un certo punto della mia vita volevano costringere anche me a sposare un paio di perfetti idioti e per evitarlo sono scappata da una finestra con la prima bestia che ho trovato. - Makarow aggrottò un sopracciglio - Ma ho aiutato Lucy anche per un altro motivo: fino a poco fa, eravamo prigioniere nella stessa cella. Credo sia stata una questione di cameratismo. - Aggiunse la ragazza e - Prigioniere? - La incalzò il vecchio - Perché mai Jose ha fatto prigioniera anche te? Non sei una dei suoi? -

- Jose è un uomo squallido e senza scrupoli. Per raggiungere i suoi scopi non esita nemmeno a tradire la fiducia di quelli che fanno parte Phantom Lord. - Gli spiegò la ragazza. Anche lei raccontò brevemente la sua storia; mentre l’ascoltavano i maghi, l’accompagnavano con grida sempre più disgustate nei riguardi di Phantom Lord e del suo master.

- Il mio rapimento di Lucy è solo una scusa. - Gli spiegò la ragazza - Jose detesta Fairy Tail dal profondo del cuore e non aspettava altro che un’occasione come questa per scatenare una guerra contro la vostra gilda. Quando mi sono rifiutata di collaborare al suo progetto mi ha rinchiuso nella Sky Prison per dare a voi la colpa dell’accaduto. Vuole far credere a tutti che mi avete preso in ostaggio per vendicarvi della cattura di Lucy. Se volete davvero ringraziarmi per aver liberato la vostra amica, allora dovete fare qualcosa anche voi per me. - Concluse la ragazza - Ho bisogno del vostro aiuto per ritornare dal mio team. Se non lo faccio al più presto quello che è successo a questo edificio sarà solo un assaggio dell’inferno che vi aspetta. -

Makarow si lisciò i baffi - Quindi ci stai proponendo una specie di missione? -

- Esatto: non posso tornare a Phantom Lord da sola. Se lo facessi Jose mi fermerebbe di sicuro ancor prima di arrivare dai miei amici. Purtroppo non ho speranze contro quel mostro. Ma ho sentito dire che Fairy Tail non si tira mai indietro da una missione, è vero? -

- Verissimo! - Acconsentì il master - Faremo del nostro meglio! - E la gilda dietro di lui gli fece eco lanciando un grido di battaglia. Nab si rianimò proprio in quell’istante, ricominciando a gridare che erano sotto attacco.

 - Ma rimane ancora una questione aperta ... - Natsu si fece un passo più vicino, squadrando meglio la maga di Phantom. Anche lui riusciva a sentire addosso a lei, il caratteristico odore d’acciaio che apparteneva a Gajeel. - Tu chi diavolo sei? -

- Giusto! Non ci siamo ancora presentati! -  La ragazza gli tese una mano sorridendo amabilmente - Levy Redfox. Ma potete chiamarmi soltanto Levy. -

Redfox ... Redfox?

C’era qualche altro dragon slayer nella Foresta Pietrificata di cui si erano scordati? Una sorella o una cugina di Gajeel? No, non era possibile! La ragazza che gli stava davanti non era un dragon slayer ...

Natsu ed Erza non riuscirono a far altro che lanciare un unico strillo - SEI LA SUA COMPAGNA???? -

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Capitolo 29
*** Il drago ruggisce due volte ***


Il drago ruggisce due volte

Questo è l'ultimo capitolo del terzo libro di Figli di Drago, Fairy Tail, dalla prossima settimana cominciamo col Drago d'Acciaio.  Lo scontro con Phantom Lord è iniziato ma vi avverto: ci vorrà un po' di tempo per arrivare alla resa dei conti. Il libro del Drago d'Acciaio comincia con un lungo flashback. Credevate davvero che avrei lasciato la storia di Levy e Gajeel completamente da parte? Anche loro hanno diritto alle luci della ribalta. Nel frattempo però, godetevi questo capitolo!




Il drago ruggisce due volte

I maghi di Fairy Tail si erano raccolti tutti attorno al tavolo dove era seduta Levy, ansiosi di sentire la storia della ragazza che si era ribellata a Phantom Lord pur di salvare la loro Lucy, ma Natsu ed Erza erano di sicuro i più curiosi. Erano passati anni dall’ultima volta che avevano visto Gajeel e non si aspettavano di ritrovarlo in compagnia di una ragazza. Gajeel non sembrava un tipo fatto per i sentimenti e invece! Levy era così minuta, almeno la metà del dragon slayer d’acciaio, ma bastava uno sguardo per capire che aveva carattere da vendere. Non c’era da stupirsi per il modo in cui lo aveva domato!

- Vivevo in un villaggio vicino alla Foresta Pietrificata ed è così che ci siamo conosciuti. - Gli spiegò Levy.

- Quando Gajeel ha finito il suo addestramento abbiamo deciso di partire insieme ed è così che siamo finiti a Phantom Lord. All’inizio è stato divertente, prendevamo le missioni più lunghe ed eravamo continuamente in viaggio, ma poi l’atmosfera si è fatta sempre più pesante. Jose è un uomo folle e crudele. Soffre di una gelosia incontrollabile nei confronti di Fairy Tail. Aspettava un’occasione come questa da una vita pur di dichiararvi guerra. -

- Se quello che dici è vero, allora è molto probabile che Jose sarà il primo a muoversi. - Makarow lanciò un sospiro, lisciandosi i baffi.

- Già e non mi stupirebbe se dovesse apparire proprio qui in mezzo per catturare di nuovo me e Lucy. - Ammise Levy - Jose non è il tipo che accetta le sconfitte. -

Levy non poteva prevedere il futuro ma conosceva molto bene il suo master. Proprio in quell’istante ci fu come un leggero cambiamento nell’aria, un fruscio, un movimento così infinitesimale da poterlo scambiare facilmente per una brezza passeggera. Ma Erza conosceva il vento meglio di chiunque altro e capì subito che nella gilda era appena entrato qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. Il problema era: cosa?

L’aria proprio dietro Levy e Lucy tremolò ed un uomo, alto e massiccio apparve esattamente in quel punto. Si trattava di Aria, il mago bendato, che Jose aveva sguinzagliato appositamente per darle la caccia. Aveva le mani giunte davanti al petto, pronto a scagliare un incantesimo.

- Chi diavolo sei? - Makarow gridò, alzandosi in piedi in mezzo al tavolo ma né lui, né gli altri maghi raccolti lì attorno ebbero il tempo di prepararsi al combattimento.

- Metsu! -

L’obiettivo di Aria non erano le ragazze sedute a un passo a lui. Il vuoto d’aria provocato dal suo incantesimo investì il pieno il vecchio master sbalzandolo via. Per fortuna Erza era proprio sulla traiettoria giusta e riuscì ad afferrare Makarow giusto in tempo, prima che fosse scagliato contro una parete. Ma la forza dell’incantesimo di Aria era enorme e la spinse lo stesso indietro per parecchi metri.

- Zero! - Lo scagnozzo di Jose lanciò un nuovo incantesimo e questa volta una voluta di fumo lo avvolse come un cerchio, schiacciando istantaneamente a terra, senza fiato, tutti i maghi che stavano per contrattaccare. Prese Levy e Lucy per le spalle ed in un attimo ecco che era già sparito e con lui il suo fumo soffocante.

- Che diavolo è successo? - La voce di Gray fu la prima a sollevarsi in mezzo al rumore dei suoi compagni che tossivano. Non riusciva a credere al fatto che un intruso fosse appena entrato a Fairy Tail e si fosse preso gioco così facilmente di tutti loro.

- Ha usato il teletrasporto. - Ammise Erza, altrettanto furiosa per essersi fatta giocare in quel modo. Mirajane intanto si era già precipitata accanto a lei, al capezzale del vecchio Makarow. Il povero master di Fairy Tail aveva un innaturale colore grigio: l’incantesimo di Aria aveva completamente prosciugato i suoi poteri. Erza conosceva quella tecnica: Grandeeney le aveva spiegato bene che la magia del vento ha sia la proprietà di infondere vita, sia quella di spegnerla con un soffio.

- Dici a tutti di farsi in un angolo. - Spiegò all’altra ragazza - La magia del master è ancora sparsa nell’aria, se ne raccolgo un po’ il processo di guarigione sarà accelerato, ma temo che per i prossimi giorni sarà lo stesso fuori combattimento ... -

- Non c’è tempo. - La voce di Natsu la costrinse a girarsi. Aveva sentito, prima di tutti gli altri, che un nuovo pericolo incombeva su di loro. L’attimo dopo un colpo sordo fece vibrare tutta la gilda, come se un terremoto si fosse appena abbattuto su Magnolia. Un secondo tonfo e poi ancora un altro. Non c’era bisogno di avere le orecchie di un dragon slayer per capire che qualcosa di terribile stava per accadere. Ad Erza non rimase altro da fare che prestare le cure più immediate al master e precipitarsi fuori, accompagnata dal resto della gilda. Nessuno di loro era preparato per quello che li aspettava. Dire che la gilda di Phantom Lord li stava attaccando non era più una semplice metafora, perché quello che gli stava davanti era il grande palazzo che ospitava la gilda di Jose. Si era staccato da terra ed avanzava verso di loro su sei enormi zampe, come un insetto da incubo. Proveniva dalla direzione del porto, camminando letteralmente sulle acque.

- Non ve lo aspettavate, Fairy Tail? - La voce di un uomo riecheggiò tutt’attorno a loro, mentre la gilda di Phantom Lord si fermava a distanza di sicurezza dai loro attacchi. Indubbiamente si trattava di Jose.

- Sono venuto qui perché so che avete qualcosa che mi appartiene. Eppure credevo di essere già stato abbastanza chiaro con la storia di Lucy Heartfilia. Se mi restituite immediatamente lei e la maga che mi avete rubato, allora prometto che non vi accadrà niente di male, altrimenti ... -

Era proprio come Levy gli aveva annunciato: Jose stava cercando il pretesto per una guerra. Peccato che ormai le due ragazze che desiderava non fossero più con loro. Non era forse lui quello che aveva mandato Aria a catturarle?

- TI SEI BEVUTO IL CERVELLO? - Ruggì Natsu, alzando un pugno coperto di fiamme contro il diabolico golem di Phantom Lord - Sei tu quello che ha cominciato questa storia! E sei sempre tu quello che deve restituirci Lucy! - Ma gridare contro Jose non serviva a niente: il master di Phantom Lord non aveva alcuna intenzione di accettare giustificazioni.

- Se questa è la vostra risposta allora preparatevi a Juniper, l’arma speciale che ho montato sul mio Phantom Mk. - E le sue parole non erano una pura minaccia: sulla facciata dell’edificio c’era un gigantesco cannone magico, pronto a sparare. Era già carico e la sua gola brillava in maniera sinistra. Non c’era bisogno di essere un esperto di armi per immaginarsi i danni che poteva fare con un sol colpo ...

- Avete sessanta secondi per arrendervi. Cinquantanove, cinquantotto ... -

Le parole di Jose vennero accolte da una sfilza di proteste e imprecazioni. Ma cosa potevano fare in così poco tempo?

- Quel tizio sta iniziando a darmi sui nervi! - Ringhiò Natsu - Si prende una nostra amica, viene qui, ci accusa di cose che non abbiamo fatto e ci punta addosso un cannone? -

Il Phantom Mk incombeva su di loro come un’ombra gigantesca e l’energia nella bocca di Juniper lampeggiava, pronta a sparare. Jose, era completamente pazzo, ma non stava scherzando. Se non si fossero arresi immediatamente e nel modo più umiliante possibile, avrebbe sparato e distrutto mezza città insieme a loro.

- Che facciamo? -

- E adesso? -

I maghi di Fairy Tail erano in panico. Senza il master a dirgli cosa fare, non avevano la più pallida idea di come reagire; l’unica cosa che potevano fare era gridare terrorizzati.

- Cinquanta secondi. - Scandì di nuovo la voce di Jose, riecheggiando dall’alto.

- Bastardo ... - Imprecò Gray tra i denti.

- Se non vogliamo che rada al suolo la città ci conviene fare come dice lui ... - Ammise alla fine Cana con un sospiro - Credo che anche il master preferirebbe così ... -

- Neanche per sogno! Io lo incenerisco, quel maledetto! - Il Phantom Mk era molto più grande di qualunque avversario avesse mai affrontato, ma Natsu non aveva intenzione di cedere. Era già pronto e a gettarsi all’attacco, quando la mano di Erza lo fermò, appoggiandosi sulla sua spalla. - Non puoi fermarlo da solo. - Le cure che aveva fornito al master l’avevano già privata di una buona dose d’energia, ma la determinazione nei suoi occhi diceva che non aveva alcuna intenzione di arrendersi: non avrebbe permesso mai e poi mai a qualcuno di fare del male ai suoi compagni e alla sua nuova gilda. Non era riuscita a fermare l’attacco a sorpresa di Aria, ma questa volta avrebbe fermato Jose.

- Lo sai che la mia magia funziona bene come supporto. Proviamo a combinare i nostri poteri. -

Natsu non si aspettava quella proposta, ma l’idea gli piaceva - Sei sicura? Credi davvero di poter reggere tutta la mia potenza? -  Il dragon slayer la provocò con un sorriso anche se sapeva già la risposta. Erza lo attirò a sé con uno strattone, gridando agli altri compagni - Fatevi tutti dietro di noi! -

I maghi di Fairy Tail smisero istantaneamente di agitarsi, girandosi verso di loro.

- Che cosa avete intenzione di fare? - Ma Gray non ottenne risposta. Jose adesso stava scandendo - Trenta secondi! - Ghignando dall’alto della sua postazione.

- Juvia crede che dovremmo fermare Juniper. Che cosa facciamo se Levy è davvero lì dentro? - Ma la voce della maga accanto a lui non poteva farlo ragionare. Era certo di avere in pugno le sue vittime e non immaginava nemmeno cosa avevano in serbo per lui i due dragon slayer. - Non temere, non hai visto che nemmeno Makarow è venuto fuori? Di sicuro si trova in un nascondiglio sicuro con l’ostaggio. Se vogliamo far parlare queste reclute dobbiamo spremerle per bene. Venti secondi! - C’era qualcun altro vicino al master di Phantom Lord, ma il mago con gli occhi rossi non disse niente, limitandosi a fissare la scena più in basso. Sapeva, a differenza degli altri due, che Juniper non sarebbe bastato.

- Pronto? -

- Assolutamente. -

Natsu lasciò che Erza si appoggiasse a lui con la schiena, le prese la mano destra che teneva lungo il fianco e lei gli catturò l’altra, lasciando che gliela appoggiasse sull’addome. Bastò un attimo e il dragon slayer sentì subito la magia della compagna scorrergli nelle vene, mescolata insieme all’ossigeno.

Un cerchio magico si illuminò sotto i loro piedi, argenteo, quasi trasparente.

Il potere di Erza era caldo e avvolgente, come il più caldo dei venti da sud. A piena potenza si muoveva intorno a loro come un tornado, forte e incontrollabile, ma allo stesso tempo c’era grazia in quella magia, dava l’idea della brezza che consola e accarezza l’erba in primavera. Natsu chiuse gli occhi, ispirando profondamente e lasciando che il vento si impossessasse di lui. In mezzo a quell’uragano, bastava una scintilla per accendere tutto.

- Quindici secondi! - Gridò Jose; soltanto ora iniziava a percepire che c’era qualcosa che non andava. Perché non si arrendevano e inchinavano davanti a lui?

- Quattordici! -

Un secondo cerchio magico si aprì sotto i piedi dei due dragon slayer, più grande, rosso e incandescente, quasi a voler inghiottire quello di prima. E anche Erza chiuse gli occhi, lasciando che le fiamme li avvolgessero entrambi. Non bruciavano, perché la ragazza conosceva bene quel fuoco e sapeva come domarlo. C’era elettricità che crepitava sotto la superficie, come le scintille che crepitano sotto la cenere, ma anche quel potere era ammantato di dolcezza. La magia di Natsu era forte, piena di passione, le lambiva la pelle come un inferno, ma stare avvolta da quelle fiamme e sentire tutto il suo potere su di lei aveva un effetto benefico: era da una vita che viveva in mezzo a quel fuoco.

- Che sta succedendo? -

- Cos’è quello? -

- Non ci posso credere! -

I maghi di Fairy Tail non avevano mai visto niente del genere e quelli che non si erano ancora mossi si affrettarono a fare come gli era stato detto,  spostandosi dalla traiettoria dei due dragon slayer.

- Sette secondi! Volete proprio essere distrutti? - La voce di Jose scosse l’intera città, terribile come non mai, adesso nemmeno più lui poteva fermare lo sparo ...

- Holy Dragon’s ... - Natsu inspirò quanto più forte poteva ed Erza lo imitò, tirando la testa all’indietro.

- ROAR! -

Quando Juniper scagliò la sua cannonata anche i due dragon slayer scatenarono uno tzunami di fiamme, così rovente e accecante che perfino i maghi raccolti lì intorno furono costretti a coprirsi la faccia per ripararsi dal calore. Non c’era alcuna speranza di resistere a quell’attacco, nemmeno per il golem Phantom. L’energia di Juniper e le fiamme rimasero per qualche istante a fronteggiarsi, come se nessuno degli incantesimi volesse cedere di un millimetro, poi il fuoco si spinse un po’ più avanti e ci fu un’esplosione accecante. Il fumo offuscò tutto, riversandosi sui presenti come una colata di lava e soffocando le loro grida. Per un po’ schegge di pietra e pezzi di ferro volarono da tutte le parti, abbattendosi a terra come una pioggia impazzita. Ci volle qualche istante prima che i presenti potessero riaprire gli occhi e che il fumo si diradasse abbastanza per permettergli di vedere.

- CHE COSA AVETE FATTO??? - La voce di Jose fu la prima a spezzare il silenzio.

Sembrava proprio come se il giudizio di un drago celeste si fosse appena abbattuto su Phantom Lord. La bruciatura lasciata dall’incantesimo di Natsu ed Erza si estendeva come una lunga striscia fino al mare; sembrava un’autostrada. E il golem ... L’intera facciata adesso era completamente distrutta, sembrava una gruviera: un cumulo di macerie e buchi. Di Juniper non c’era più alcuna traccia, fatta eccezione per un lungo e contorto tubo di metallo. Di certo non avrebbe più sparato per il resto della battaglia.

- Ci siamo riusciti! - Erza lanciò un sospiro, ma ormai aveva consumato così tanta energia che le gambe le vennero meno. Natsu la strinse più forte per evitare che vacillasse e le appoggiò la testa sulla spalla, ridacchiando - Te lo avevo detto che è difficile resistere alla mia potenza. -

- Hai ragione. - Erza alzò la spalla per colpirlo al mento, ma troppo piano. - Se usciamo vivi da questa storia, sta sera vai a dormire sul divano. Ne ho avuto abbastanza della tua potenza per oggi. -

Non era esattamente quello che Natsu voleva sentirsi dire - Cosa? -

- Unison Raid ... - Sussurrò invece Mirajane dal suo posto accanto alla finestra, dove stava vegliando Makarow con il fratello. - È una tecnica che permette a chi la usa di combinare i propri poteri ma anche di potenziarli in modo esponenziale. Non ci posso credere! - Aveva sentito più di una storia su Unison Raid. C’erano maghi che avevano provato tutta la vita a realizzarlo, ma non c’erano nemmeno andati vicino. Le sorti dello scontro erano ancora incerte ma dopo aver visto quello sfoggio di potenza si sentiva più sicura. Se anche i rinforzi che aveva contattato con il cristallo d’emergenza fossero arrivati in tempo ...

- Volete la guerra? - La voce di Jose spense subito tutte le speranze dei maghi di Fairy Tail. - Allora la guerra avrete! - Uno schiocco riecheggiò per aria, come quello di un paio di dita e l’attimo dopo un esercito oscuro cominciò a riversarsi fuori dal golem, uscendo dalle finestre e da tutti i buchi disponibili. Sembrava uno stormo di pipistrelli ma quelli erano fantasmi, grandi come un uomo, ombre coperte di stracci e con degli occhi diabolici e scintillanti.

- Preparatevi a combattere! - Cana riuscì a stento a lanciare l’allarme prima che i maghi e i fantasmi entrassero in contatto.

- Credete che il mio Phantom Mk possa soltanto sparare? Può fare di meglio! - Nonostante i danni che aveva subito la mano del golem si sollevò in alto, cominciando, lentamente a scrivere qualcosa per aria: un gigantesco sigillo.

- Avete trenta minuti da adesso per arrendervi e consegnarmi Lucy Heartfilia e la maga che mi avete preso. - Minacciò Jose - O questa volta ve la vedrete con Abiss Break. Dopo questo incantesimo, non resterà più nulla né di voi né di questa insulsa città! -

- Insiste ancora? - Erza si costrinse a prendere un respiro profondo per ricaricare un goccio d’energia. Usare di nuovo Unison Raid era fuori questione. Ma c’era ancora una speranza: adesso che il golem aveva smesso di muoversi, era la loro occasione. Anche Natsu lo intuì. L’istinto gli diceva che Aria aveva portato Lucy e Levy proprio a bordo del golem - Andiamo a riprenderci la nostra amica. Fire Dragon’s Roar! - Le ombre che li bloccavano si aprirono per formare un varco.

- Ice Make Lances! Non scordatevi di me! - Dietro di loro c’era anche Gray, pronto a tutto, ma i maghi di Phantom Lord che li attendevano erano altrettanto disposti a combattere.

In un attimo la pioggia si riversò su Magnolia, proprio come le ombre, spegnendo le ultime fiamme che ancora stavano consumando la facciata del golem. La guerra stava iniziando.

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Capitolo 30
*** Destinati ***


Destinati

Vi avevo anticipato fin dall'inizio che il quarto libro di questa storia era dedicato a Gajeel, quello che non vi ho detto fino all'ultimo e che ci sarebbe stato qualcuno a fargli compagnia. Ma è anche vero che vi ho dato qualche piccolo indizio! In "Rivali" Gajeel si vantava di terrorizzare i villaggi vicini a tal punto che la gente  lo chiamava "Bestia". Sempre nello stesso capitolo, lamentandosi del comportamento di Erza, Gajeel spiega a Natsu, con l'aria di chi la sa lunga, che: "Le femmine dovrebbero essere piccole, dolci e capaci di cucinare. Non passare tutta la giornata a prenderti a calci!" Per finire, quando Gajeel invita gli altri due dragon slayer a partire con lui, dice che rimarrà ancora qualche giorno nella foresta perchè prima di andare via deve prendere una "cosa importante". Erza lo rimprovera " Spero che questa cosa importante non sia una povera ragazza". Gajeel arrossisce, si infuria e va via brontolando che gli umani non hanno nulla di spaventoso.

Se vi siete sempre chiesti che cosa è successo nella Foresta Pietrificata questo è il libro giusto per voi! Gajeel e Levy sono praticamente destinati, destinati ad incontrarsi da piccoli e a crescere insieme. Impareranno i segreti della magia e si innamoreranno, entreranno in una gilda e alla fine troveranno il posto giusto dove essere felici, ma tutto a modo loro. Spero che continuerete a seguirmi anche in quest'ultima parte!



Libro quarto - Il drago d’acciaio

Destinati

Yeah let's escape
While we are young
Come on let's give them something to talk about
Paddle out, point of no return
I know that we will catch infinity on the run
 

One only lives if you go to point break
And I'll take you there if you love my mistakes
Ready or not, here we go, might get a little messy

(Wild Child - Elen Levon)

Gajeel Redefox una volta aveva avuto una famiglia umana, ma ormai era passato così tanto tempo che riusciva a stento a ricordarla. Quando pensava al volto di suo padre o alle carezze di sua madre, l’unica cosa che vedeva erano immagini sbiadite.

Gajeel aveva solo quattro anni quando, mentre era in viaggio con i suoi, il loro carro era stato attaccato dai banditi. I suoi genitori avevano cercato di reagire ma erano stati uccisi quasi subito ed il bambino, terrorizzato, era scappato in mezzo agli alberi, correndo disperatamente pur di salvarsi la vita. E aveva corso Gajeel! Corso e corso, fino a che non gli erano venuti meno il fiato e le gambe. La foresta lo aveva aiutato, nascondendolo con i suoi fitti rami ma allo stesso tempo lo aveva tradito, confondendo le tracce dei sentieri e portandolo sempre più lontano. Al calar delle tenebre il bambino stava ancora vagando senza meta tra i tronchi, stanco e spaventato. Tutto attorno a lui sembrava incredibilmente spaventoso e spoglio, gli alberi secchi scintillavano sotto la luce delle stelle come pezzi di ossidiana ed il silenzio era quasi soffocante. Ma ad un certo punto, quella notte, gli alberi si aprirono davanti a Gajeel, mostrandogli un grosso prato, al centro del quale riposava un gigantesco ammasso nero. All’inizio il bambino pensò che si trattasse di una roccia, ma poi la pietra si mosse ed un grosso paio di occhi rossi apparve nel buio. Le nuvole scelsero quel preciso istante per scoprire la luna e Gajeel capì finalmente che quello che gli stava davanti era un drago: un mostro gigantesco le cui scaglie brillavano come le placche di un’armatura.

- Chi è che osa entrare nel mio regno? Il regno di Metallicana! - Ruggì il mostro con una voce tonante, così forte da trafiggere i timpani del povero Gajeel. Questa volta il bambino sapeva di essere davvero spacciato. Era sfuggito ai banditi ma come poteva sfuggire ad un drago? Perché il destino era così crudele con lui?

- Che cosa vuoi da me? Vuoi mangiarmi? Mangiami allora! - Gridò Gajeel con tutta al forza e la rabbia che aveva. Strinse i pugni e si preparò a combattere - Io non scappo più! -

Per un attimo i grandi occhi rossi di Metallicana scintillarono nel buio, squadrandolo da capo a piedi. Gli bastò poco per capire dall’aspetto del bambino che cosa gli fosse successo.

- Come sei sfacciato ... - Ridacchiò il drago, avvicinando di più il muso. Gajeel non esitò oltre a sferrargli un pugno e quando le sue nocche colpirono le scaglie d’acciaio il rumore riecheggiò per tutta la radura proprio come se avessero preso un muro.

- Ma il coraggio non basta per essere forti. - Continuò il drago, impassibile - Sei capitato nel posto giusto cucciolo d’uomo! Se vuoi imparare a combattere e smettere di scappare davanti ai tuoi nemici, io posso insegnarti la magia dei draghi d’acciaio. Si da il caso che io stia cercando proprio un apprendista e tu mi hai appena risparmiato l’odioso compito di andarlo a rapire in un villaggio. -

Da quel giorno in poi e per i quattro anni successivi Gajeel rimase al fianco di Metallicana, per apprendere dal nuovo padre adottivo, le tecniche dei dragon slayer d’acciaio. Il bambino diventò in fretta molto più forte ma allo stesso tempo anche il suo carattere diventò più duro, rendendolo tanto presuntuoso e arrogante quanto il suo insegnante.

Gajeel era contento della sua nuova vita ma a volte la compagnia del taciturno drago d’acciaio non era abbastanza e quando non si allenava, il bambino si annoiava terribilmente. Sapeva che c’erano degli altri dragon slayer nella vicina Foresta dell’Est, dei bambini come lui, ma Metallicana gli aveva proibito di incontrarli. Fin da quando Erza e Natsu avevano fatto una breve incursione nel suo territorio ed Igneel era venuto a riprenderli, Gajeel continuava a pensare a loro: avrebbe voluto raggiungerli, combattere di nuovo insieme e testare su di loro i suoi incantesimi, ma se lo avesse fatto il suo drago lo avrebbe sicuramente scoperto. Era un vero peccato! E così Gajeel cercava di tenersi occupato come poteva, dando la caccia agli animali selvatici e terrorizzando gli altri abitanti della foresta. Ma anche le sue prede lo annoiavano e a volte prima di addormentarsi, pregava che qualcosa di più interessante facesse capolino dai tronchi.

Ignorava il fatto che il destino a volte ascolta perfino le preghiere.

- Sigh! -

Gajeel riaprì di colpo gli occhi, percependo uno strano suono nella foresta. Quel pomeriggio il bambino si era appisolato tra i rami di un grosso albero pietrificato, uno dei suoi preferiti, perché essendo tra i più alti, gli permetteva di guardare più lontano.

- Che cos’è? - Gajeel per poco non cascò di sotto non appena scoprì a chi apparteneva il verso che aveva sentito poco prima: un singhiozzo. In mezzo agli alberi della Foresta Pietrificata c’era una bambina con i capelli celesti, mossi e corti, grandi occhi chiari ed un vestitino giallo con il bordo bianco. Vagava di qua e di là, guardandosi attorno con aria confusa.

Oh! Questo sì che era un colpo di fortuna! Una nuova vittima! Forse un’altra dragon slayer? Non poteva lasciarsela sfuggire!

Gajeel si sporse un po’ in più dal ramo, saltando silenziosamente su quello di un albero più vicino e poi su un altro ancora, continuando ad avvicinarsi sempre di più alla sua preda. Era completamente ignara di lui! Come si faceva ad essere così distratti?

- Ti mangio! - Quando ormai era proprio sopra la testa dell’altra bambina Gajeel lanciò un ruggito e saltò giù, atterrando ad un passo da lei con le braccia e la bocca spalancate ma ...

- KYAAAAAAAAAAAA! - L’altra lanciò uno strillò così disumano da stordirlo, correndo a nascondersi dietro un tronco. Gajeel fu costretto a coprirsi immediatamente le orecchie.

- Un mostro! Un mostro! KYAAAAAAAAA! -

- Smettila! - Ma chiederle di stare zitta era inutile.

- Aiuto un mostro! Aiuto! -

- Ho detto di piantarla! Smettila di gridare! -

- KYAAAAA! Vai via! Non voglio essere mangiata! -

- Non ti mangio! Stavo scherzando! Ma adesso finiscila! -

- Stavi scherzando? - Fu soltanto allora che la bambina decise di smettere di gridare, affacciandosi pian piano con la testa da dietro il tronco che aveva scelto come scudo. Oh, dolce silenzio! Per un attimo Gajeel aveva temuto di rimanere sordo.

- Sì! Scusa! - Gajeel gridò ma non appena si accorse di quello che aveva detto richiuse la bocca con uno scatto.

Le aveva appena chiesto scusa.

Gajeel Redfox aveva chiesto scusa.

Lui, il magnifico, grande, Gajeel Redfox, conosceva quella bambina da meno di cinque minuti e già le aveva chiesto scusa.

Che razza di potere era mai quello?

- Non mangio mica le persone io! E nemmeno Metallicana se è per questo! - Brontolò il bambino, incrociando le braccia e girando la testa dalla parte opposta per nascondere il rossore che gli era appena apparso sulle guance. Si sentiva improvvisamente in imbarazzo.

- Ho capito ... - E l’altra si sporse un poco in più per squadrarlo meglio. Le occorse un po’ di tempo per capire che quegli occhi rossi e quei canini affilati non appartenevano a una bestia selvaggia e che, sotto quel vestito di pelliccia e quella matassa di capelli neri e ribelli, c’era un altro bambino proprio come lei. 

- Ma non sei un mostro! - Esclamò alla fine, strappando un altro sbuffo a Gajeel - È ovvio che non sono un mostro, stupida! -

- Non chiamarmi stupida! Il mio nome è Levy! - Protestò l’altra, abbandonando finalmente il suo nascondiglio. - Levy McGarden! - Precisò spingendo il petto in fuori.

- Che brutto nome. -

- Perché il tuo è più bello? -

- Gajeel Redfox! - Annunciò l’altro, spingendo anche lui il petto in fuori.

- Fa schifo. - Ma a quel commento Gajeel fece un ringhio e tirò una zampata, cercando di afferrare l’altra bambina. Non ci riuscì. Mentre cercava di schivarlo Levy fece un passo indietro ed inciampò, finendo per terra con un tonfo - Ahi! -

- Combatti se ne hai il coraggio! Ti faccio vedere io quale nome è migliore! - Ma Gajeel smise di blaterare non appena capì che l’altra si era rimessa a singhiozzare. E singhiozzi significavano strilli disperati in arrivo. Se non voleva che ricominciasse a urlare dove rimediare in fretta: le sue sensibili orecchie non potevano reggere tanto!

- Scusa! Scusa! Non volevo! Ti sei fatta male? - Gajeel si inginocchiò di colpo accanto a lei e Levy annuì, tenendosi la caviglia - Prima io e miei cugini, Jet e Droy, stavamo giocando a nascondino vicino al bosco. C’era un dislivello ma non l’ho visto ... Sono scivolata di sotto e mi sono persa nella foresta mentre cercavo di uscire... Io vivo al villaggio qui vicino. Tu da dove vieni? -

- Io vivo qui. - Le spiegò Gajeel facendole strabuzzare gli occhi - Io e Metallicana. -

- Chi è Metallicana? -

- Il mio drago. -

- DRAGO??? -

- Non ricominciare a strillare! Che hai contro i draghi? -

- Ma ... ma ... - Farfugliò inutilmente Levy.

- Mi sta insegnando a usare la magia dei draghi d’acciaio. Un giorno sarò un dragon slayer d’acciaio! Guarda! - E per mostrarle quello di cui stava parlando Gajeel trasformò prontamente un braccio in un lungo palo di metallo. - E so fare anche un mucchio di altre cose. Sono il più forte della foresta! - Si vantò il bambino - Tu non conosci nemmeno un incantesimo? - Levy scosse la testa - Non so nemmeno come tornare a casa ... - Aveva gli occhi lucidi e sembrava fosse sul punto di scoppiare di nuovo a piangere. Gajeel non aveva mai visto niente di più debole in vita sua: non aveva magia, non poteva camminare, non aveva un drago e non sapeva nemmeno come tornare a casa! Metallicana gli aveva proibito di uscire dalla Foresta Pietrificata ma se avesse lasciato Levy lì da sola, qualche animale feroce l’avrebbe mangiata di sicuro.

Che noia! Sperava di trovare qualcuno con cui combattere e invece ...

- Appoggiati a me, ti accompagno io fuori dalla foresta e prima che Metallicana ti trovi e si arrabbi. - Quando Gajeel si chinò accanto a Levy si aspettava di tutto tranne che la bambina gli balzasse sulla schiena. Dopo un attimo d’incertezza, però, il piccolo dragon slayer si rimise in piedi. - Sei sicuro che ce la fai? -

- Il mio corpo è d’acciaio! Riesco a fare tutto! - Levy lanciò un piccolo strillo quando Gajeel le prese le gambe per sostenerla meglio ma poi anche lei si acquietò e gli poggiò la testa sulla spalla sussurrandogli tra i capelli - Grazie. Sei gentile. - Gajeel non era mai stato tanto grato ai suoi capelli come in quel momento, visto che lo aiutavano bene a nascondere le sue guance rosse. Non aveva magia, ma la bambina che aveva appena incontrato qualche strano potere ce lo aveva lo stesso, a giudicare dall’effetto che provocava.

- Metallicana mi ha insegnato che i più forti non se la devono prendere coi più deboli, altrimenti non sembrano davvero forti. - Era una strana scusa ma Levy l’accettò lo stesso ridacchiando.

E così, mentre camminavano per la foresta, i due chiacchierarono a lungo. Levy raccontò a Gajeel la sua storia e anche l’altro bambino gli spiegò della sua, senza nemmeno sapere perché lo stesse facendo. Era incredibile quante cose avessero in comune! Anche la famiglia di Levy era stata uccisa in una rapina qualche anno prima. Suo padre vendeva libri e per questo era sempre in viaggio con la moglie da una fiera all’altra, ma ad un certo punto i briganti li avevano intercettati lungo la strada. Levy aveva ereditato buona parte dei volumi del padre ed era stata affidata agli zii con i due cugini Jet e Droy.

- Eccoci arrivati. - Annunciò alla fine Gajeel, scaricandola dove la Foresta Pietrificata finiva - Da qui sai come tornare? -

Levy si guardò per un po’ attorno prima di annuire con un gran sorriso - Certo! -

- Bene, allora va. - Il dragon slayer le fece un cenno con la mano e si girò per tornarsene anche lui a casa da Metallicana. Ormai si era fatto tardi, era quasi il tramonto ed il cielo si stava facendo arancione scuro. Levy sapeva che la sua famiglia era preoccupata e che probabilmente la stavano cercando, ma per qualche misterioso motivo non riusciva lo stesso a muoversi.

- Aspetta! - La vocina squillante della bambina costrinse Gajeel a girarsi - Posso tornare a salutarti qualche altra volta? -

- Così ti perdi di nuovo nella foresta? - Brontolò lui.

La bambina rimase un pochino a riflettere sul problema prima di esclamare - Allora diamoci un appuntamento come due veri amici! Tra due giorni qui alle tre va bene? -

- Cosa? -

- Promesso allora! -

Gajeel non riuscì nemmeno a replicare prima che l’altra saltellasse via, nonostante la caviglia gonfia - Tra due giorni Gajeel! -

- Ma chi ti ha detto che voglio essere tuo amico? E chi ti ha dato il permesso di prendere appuntamento! - Il dragon slayer alzò la voce per farsi sentire - Ehi! Non raccontare a nessuno che mi hai visto e nemmeno di Metallicana o lui si arrabbia! -

Levy si fermò giusto per un attimo per gridargli - Nemmeno tu devi dire niente o anche i miei si arrabbiano se sanno che sono venuta nella foresta! -

- E a chi lo dico? Qui non ci vive nessuno! -

- Presentami Metallicana la prossima volta! -

- Non penso proprio! Non gli piacciono le persone! -

Levy agitò una mano per salutarlo, prima di sparire in lontananza.

Amici? Gajeel Redfox amico di qualcuno? Il dragon slayer lanciò un ultimo sbuffo prima di andare via pestando i piedi per terra: aveva la sensazione di essersi appena ficcato in un guaio più grosso di lui.

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Capitolo 31
*** Drago e Scricciolo ***


Drago e Scricciolo

Anche se ho cominciato a pubblicare Figli di Drago soltanto da qualche mese, questa settimana è passato esattamente un anno dal giorno in cui ho iniziato a scriverla. Non riesco a crederci! Questa storia mi ha accompagnato per moltissimo tempo e ci sono davvero affezionata, sono contenta di come sia riuscita e di come si stia avviando al finale. Bisogna aspettare ancora fine settembre per vederla tutta completa (ultimamente mi sto concentrando sulla conclusione) ma spero che continuerete a seguirmi fino in fondo! Per oggi vi lascio un capitolo che mi piace davvero molto e vi invito tutti a dare uno sguardo più approfondito alla Foresta Pietrificata: non è un posto così terrificante come sembra a primo impatto!




Drago e Scricciolo

Quando quella sera Gajeel tornò a casa, o meglio, alla tana che lui e Metallicana chiamavano casa, era praticamente già buio. Il luogo in cui abitavano era proprio nel cuore della foresta, nello stesso spazio erboso in cui il bambino aveva incontrato il drago per la prima volta, ma la loro casa non consisteva in un semplice prato. Metallicana viveva lì da così tanto tempo, così tanti secoli, che gli alberi, crescendo, si erano piegati per evitarne la coda e le ali affilate. Si erano inclinati e intrecciati in alto, fitti, fitti come a formare un tetto. Quell’angolo di foresta sembrava una grotta, tanto era scuro e compatto, ma in realtà non era fatto di pietra, bensì di alberi pietrificati. Al suo interno non filtrava né la luce, né la pioggia, ma guardando con più attenzione si vedeva bene che il soffitto era fatto di rami contorti e le pareti di tronchi nodosi.

- Dove accedenti sei stato tutto il pomeriggio? - La voce di Metallicana accolse Gajeel non appena il bambino si avvicinò alla caverna e i suoi grandi occhi rossi si aprirono per scintillare nel buio come stelle diaboliche. La voce del drago era sempre ruvida e scontrosa; era un insegnante insensibile e severo e a volte Gajeel sognava di diventare più forte col solo obiettivo di prenderlo a calci.

- Se eri così preoccupato per me, potevi venirmi a cercare! - Sbottò il bambino - Che cosa avresti fatto se un mostro mi avesse mangiato? -

- Se un mostro ti avesse mangiato allora voleva dire che non eri degno di fare il dragon slayer, né di imparare la mia magia. -

Gajeel sentì Metallicana che si muoveva ed il muso del drago venne fuori dalle ombre; ormai non poteva scappare più da nessuna parte.

- Questo odore ... - Cominciò il drago, annusando l’aria con le fauci spalancate - Ma è odore di umani! Sei andato al villaggio? -

- No! - Gridò Gajeel - Lo so che non ci devo andare! -

- E allora dove lo hai preso? - La voce di Metallicana lo spinse a terra con la sola forza del suo spostamento d’aria e Gajeel si ritrovò seduto in mezzo all’erba. Il drago non gli permetteva di avvicinarsi agli umani, perché voleva che il suo regno rimanesse segreto, ma non era giusto che si arrabbiasse così tanto per così poco! Gajeel gli spiegò quello che era accaduto, il suo incontro con Levy e il modo in cui l’aveva riaccompagnata fuori dalla foresta.

- Lo hai detto tu che un dragon slayer non se la deve prendere coi più deboli! -

- Non ti ho detto di fare il samaritano! - Grugnì il drago, tornando a stendersi nella sua tana. - Sei sicuro che non dirà niente agli altri umani? -

- Credo di sì. Lo ha promesso. -

- Bene. Perché se dovesse dire qualcosa allora le darò la caccia e mangerò lei e tutto il suo villaggio. -

- Io credevo che tu mangiassi solo metallo. -

Metallicana, frustò il terreno con la coda, facendo vibrare tutta la caverna. Non sopportava quando il suo allievo rispondeva, ma allo stesso tempo era contento che il ragazzino che stava allevando avesse così tanto coraggio.

- Una volta gli umani avevano più fegato. - Sospirò Metallicana, chiudendo gli occhi - Davano la caccia ai draghi e venivano fin nella foresta per raccogliere gemme e metalli. Poi hanno cominciato ad allevare galline e coltivare rape e sono diventati tutti dei codardi. Hanno smesso di venire di qui e si sono chiusi nei loro villaggi. Scommetto che quella bambina non tornerà mai più dopo l’esperienza che ha avuto. -

- In realtà mi ha chiesto se poteva venire, tra due giorni. Mi ha dato appuntamento alle tre. Sai quando sono le tre, Metallicana? - Il drago spalancò di nuovo gli occhi alle parole di Gajeel, fissandolo con intensità. Lo guardava come se non riuscisse a capire se si stava prendendo gioco di lui. - Non andarci. - Disse alla fine.

- Ma non dici sempre che un dragon slayer deve mantenere le promesse? -

- Che accidenti ti ha fatto promettere, Gajeel? - Ruggì questa volta il drago. Ogni istante che passava era sempre più irritato.

- Di diventare amici. - E a quelle parole il rettile lanciò uno sbuffo dalle narici. Non era un drago di fuoco ma per poco non ne vennero lo stesso fuori delle scintille.

- Non ci andare lo stesso. - Concluse Metallicana - Quando verrà e non ti troverà, se ne tornerà al suo villaggio. Tra qualche tempo, forse, si convincerà che il vostro incontro era solo un sogno e smetterà di darci fastidio. -

Quella sera Metallicana non aggiunse altro, era convinto di aver detto tutto il necessario. Richiuse gli occhi e si addormentò profondamente, lasciando Gajeel a rimuginare sulla lezione che aveva avuto. Il suo insegnante era stato chiaro, ma per i due giorni successivi il bambino non smise neanche per un istante di pensare al suo appuntamento. Si immaginava Levy che lo aspettava inutilmente tutto il giorno ai margini della foresta. Che cosa avrebbe fatto se un animale feroce fosse uscito dagli alberi per attaccarla? Una cosina così indifesa non poteva di certo combattere. E lui poteva davvero permettere che i mostri la sbranassero? No! Era evidente che non poteva farlo! La Foresta Pietrificata era il suo territorio ed era lui a decidere cosa veniva mangiato e cosa no. Ma la verità era un’altra: Gajeel era curioso di rivedere l’altra bambina, anche se faceva di tutto per non ammetterlo e inventava scuse su scuse.

Quando  alla fine il giorno stabilito arrivò, il piccolo dragon slayer sgattaiolò fuori dalla caverna ancor prima che Metallicana si svegliasse per cominciare i loro allenamenti quotidiani. Era appena spuntata l’alba ma Gajeel non voleva perdere l’unica occasione che aveva per raggiungere il luogo dell’appuntamento. Ai margini della foresta non c’era ancora anima viva ma qualche allodola cinguettava già in mezzo all’erba alta della grande prateria che cingeva gli alberi. Gajeel non sapeva a che ora scattavano esattamente le tre e nell’attesa si cercò un posto comodo dove sedersi per aspettare: una roccia nera e piatta su cui si riflettevano i tiepidi raggi del sole. Da lì era giusto un pizzico più in alto del mare d’erba e poteva guardare in lontananza fino ai campi e ai villaggi all’orizzonte. Quella mattina Gajeel non immaginava ancora, che col tempo, avrebbe imparato a calcolare l’ora, seduto su quel sasso come una meridiana, semplicemente guardando la posizione del sole. Non immaginava nemmeno che quella sarebbe stata solo la prima delle tante visite che Levy era destinata a fargli. Sapeva solo che gli toccava aspettare una quantità indefinita di tempo e ogni secondo che passava lo rendeva sempre più impaziente. E se, dopo tutta la fatica che aveva fatto, l’altra non si fosse presentata?

E così Gajeel aspettò e aspettò. Così tanto che alla fine era quasi sul punto di rinunciare. Il bambino lanciò un mezzo grugnito, ma fu proprio allora che, guardando in mezzo all’erba, si accorse che in lontananza c’era qualcosa, una macchia blu, che cercava di farsi largo tra gli steli fin nella sua direzione. Quando alla fine riuscì ad uscire dal mare d’erba, anche Levy lanciò un sospiro - Che fatica! - Non zoppicava più e quel giorno indossava un vestitino diverso,  tutto azzurro.

- Ti stanchi troppo presto! - Ridacchiò Gajeel dal suo posto, senza nemmeno preoccuparsi di scendere e dimenticandosi di colpo di quanto si era stancato lui ad aspettare. A quelle parole Levy gli lanciò un’occhiata di bieco, mettendosi dietro la schiena il cestino che aveva portato con sé - Come sei antipatico! Se mi tratti così non ti do la sorpresa che ho portato! - E questo colse subito tutta l’attenzione di Gajeel. Il bambino saltò immediatamente a terra - Che hai portato? - Ma Levy fece un passo di lato, impedendogli di guardarle dietro la schiena - Avevo fatto una cosa per ringraziarti dell’aiuto che mi hai dato l’altra volta. Ma ora te lo do solo se mi dici “per favore”! -

- Nemmeno per sogno! -

- Allora me ne vado! - La bambina si girò, minacciando di sparire di nuovo nella prateria. Se voleva fermarla Gajeel non aveva altra scelta ...

- Per favore! -

Levy si affacciò di nuovo fuori dall’erba alta, con un sorrisetto diabolico - E va bene. - E porse finalmente il suo regalo al dragon slayer, sfilandolo dal cestino: si trattava di un bel ruoto pieno di biscotti. Non appena lo vide Gajeel non riuscì a resistere alla tentazione: svuotò il ruoto e ci piantò dentro le zanne, staccandone un grosso pezzo.

- Non ... - Levy fece una smorfia mentre l’altro masticava il metallo - Dovevi mangiare quello. - Gajeel ingoiò tutto prima di notare che l’altra gli stava indicando per terra. Era vero! Aveva già visto dei biscotti in passato.

- Lo so benissimo. - E per rimediare ne afferrò un paio da infilarsi in bocca insieme ai pezzi di ruoto. Levy si inginocchiò accanto a lui, spolverando uno dei biscotti per mangiarlo anche lei.

- Allora, cosa facciamo oggi? Mi fai vedere la foresta dove abiti? -

- L’ultima volta non ti è bastata? -

- L’ultima volta non avevo una guida! -

E Gajeel lanciò uno sbuffò. Sapeva che Metallicana non voleva umani nel suo regno, ma che poteva dire a quella bambina petulante? Non sarebbe di certo stata zitta con un semplice no. - Okay, seguimi. -

Levy ridacchiò di nascosto, coprendosi la bocca come se dovesse tossire. Era ancora piccola ma aveva già imparato, guardando il comportamento dei suoi cugini e dei ragazzi al villaggio, che i maschi hanno una naturale tendenza a mettersi in mostra. E Gajeel non faceva differenza anche se viveva nel cuore della foresta.

- Ti avverto: non c’è molto da guardare. - Ma in realtà la Foresta Pietrificata era un luogo pieno di sorprese. In primavera diventava un posto meno cupo e spaventoso di quello che sembrava d’inverno. Nonostante fossero ridotti a pura roccia, gli alberi fiorivano. I rami si coprivano di gemme e poi fiori e foglie ne venivano fuori tutti insieme. Anche loro erano duri e taglienti come roccia, ma i petali erano così sottili e delicati da sembrare l’opera di uno scultore.  E anche i frutti che venivano fuori da quegli alberi erano tutti di pietra, ma quando la stagione finiva cadevano a terra. Alcuni marcivano, trasformandosi in sassi qualunque mentre i semi più fortunati germogliavano l’anno successivo. Di qui e di là si notavano i loro tronchi, ancora verdi e marroni. Crescevano per anni prima di diventare anch’essi pietrificati come i propri genitori.

A primavera anche l’erba gialla e secca tornava a rifiorire, animata dalle piogge. L’intero tappeto della foresta diventava verde e lussureggiante e di tanto in tanto qualche fiore colorato faceva capolino dietro gli angoli. Nella Foresta Pietrificata a primavera era uno spettacolo suggestivo il contrasto tra l’alto e il basso: gli alberi scuri e neri e l’erba verde e brillante.

- Perché gli alberi sono così? - Domandò ad un certo punto Levy, staccando una foglia da un ramo ed esaminandola nel palmo della mano. Quando provò a piegarla si spezzò con un crack.

- Metallicana dice che è la sua magia. - Le spiegò Gajeel - È velenosa e si infila nel terreno come i metalli pesanti. Gli alberi l’anno assorbita e sono diventati così. -

A quelle parole la bambina rabbrividì - Può succedere anche a me? - E Gajeel rotolò gli occhi all’indietro, sbuffando per l’ennesima volta - Se pianti le radici e stai qui per qualche secolo sì, ma se stai qui qualche ora non diventi mica un sasso! L’erba che ricresce ogni anno non diventa mai di pietra.  -

- Ho capito! - Sibilò l’altra, prima di aggiungere - Qualche volta puoi farmi vedere Metallicana? -

- Se vuoi essere mangiata, sì. - Gajeel si rimise a camminare, senza nemmeno curarsi se l’altra lo seguiva oppure no. Levy si affrettò a raggiungerlo, standosene quanto più vicino poteva alla sua guida. Anche se la curiosità l’aveva spinta di nuovo nella foresta aveva un po’ paura ad essere lì perché, anche se non sembrava possibile, c’erano molti animali che vivevano in quel luogo. Qualche uccello cantava e qualcun altro gracchiava tra i rami e di tanto in tanto in tanto si sentiva il rumore di qualcosa che strisciava tra i cespugli.

- Ma ... - Sussurrò piano la bambina - Apparte te e il tuo drago ... cosa vive in questa foresta? -

- Un mucchio di roba. - Le spiegò Gajeel - La maggior parte sono mostri che mangiano roccia. Sono pieni di artigli e spine. - Non aveva nemmeno bisogno di girarsi a guardare per sapere che la bambina accanto a lui, era stata appena attraversata da un brivido. Poteva sentirla, sentiva che stava iniziando a pentirsi di essere entrata di nuovo in mezzo agli alberi. Era un’occasione troppo ghiotta perché Gajeel potesse perderla! Dopo qualche passo il bambino si fermò di colpo, guardandosi attorno come se ci fosse stato qualcosa di sospetto proprio lì intorno. Levy si inchiodò anche lei con uno scatto - Che succede? Perché ti sei fermato? Che ... -

- È vicino ... - Sussurrò Gajeel e l’altra si mise subito sull’attenti, terrorizzata all’idea di cosa fosse così vicino. Non riusciva a sentire niente ma poi un fruscio poco più avanti attirò la sua attenzione. Quando qualcosa saltò fuori dall’erba, la piccola Levy lanciò uno strillo ancor prima di vedere cosa fosse, afferrando il braccio di Gajeel come se fosse stata la sua unica ancora di salvezza. La bambina chiuse forte gli occhi e ci mise qualche istante a capire che il suo amico stava sghignazzando - Spaventata da ... da ... -

Quando Levy riaprì gli occhi e si girò, capì che accanto ai cespugli adesso c’era solo una lepre con ... un paio di corna da cervo. L’animale la scrutò per un attimo con i suoi grandi occhi e poi sparì con un altro salto dalla parte opposta. Gajeel ormai non ce la faceva più a trattenersi e la sua risata esplose. Levy lasciò andare subito il suo braccio, cercando di tirargli uno schiaffo ma finì per colpirlo alla spalla e fu costretta a ritirare subito la mano, agitandola per il dolore. Gajeel ormai rischiava davvero di soffocare per le risate. La bambina questa volta provò tirandogli il suo cestino ma invano. Il dragon slayer abbassò la testa e l’oggettò volò dritto tra gli alberi, rimanendo appeso ad un ramo.

- Sei troppo debole! -

- Non sono debole! - Gli gridò dietro Levy, ma Gajeel ormai era già scappato più avanti e le stava facendo una linguaccia. Che cos’era che Metallicana aveva detto che era la cosa più piccola e debole che viveva nella foresta?

- Prova a prendermi se ci riesci, Scricciolo! - E Gajeel cominciò a correre, senza nemmeno girarsi indietro.

- Chi hai chiamato cosa? - Levy non era allenata come il dragon slayer ma accettò subito la sfida, tenendosi i bordi del vestito per non rovinarlo contro i cespugli. Peccato che Gajeel fosse molto più veloce e resistente di lei ed in breve la bambina si ritrovò senza fiato. Inciampò su una radice e sarebbe finita per terra se l’altro non l’avesse aiutata, trasformando un braccio in un lungo palo d’acciaio per fermarla - Attenta, o vuoi romperti di nuovo qualcosa, Scricciolo? -

- Vuoi chiamarmi così per il resto della vita? - Levy si staccò dal sostegno, indignata e Gajeel fece spallucce

- Sì, credo che ti chiamerò così per pegno per il resto dell’eternità. Se vuoi posso alternarlo con “Nanetta”. -

Mentre correva Levy non se n’era accorta, ma si erano allontanati davvero parecchio. Poco più avanti la Foresta Pietrificata finiva senza preavviso. Qualche pino si spingeva pericolosamente fino al bordo, aggrappato a stento e in bilico, ma poi la roccia crollava a strapiombo verso il basso, fino a quando incontrava l’oceano. Il mare sbatteva senza sosta contro la scogliera, pieno di spuma e livido di rabbia. Sembrava quasi furioso all’idea che quel muro di roccia sbarrasse la sua strada.

In quel punto il vento sibilava sulle loro teste come un fischio, mentre le sule, nere come la pece, lo cavalcavano, lanciando i loro lamenti funebri. Erano loro le uniche abitanti di quel luogo, le uniche con abbastanza coraggio e abbastanza incoscienza, per fare i nidi su quello strapiombo. Le uniche a trovare divertente l’idea di lanciarsi da quell’altezza a picco sul mare. Ogni tanto qualcuna planava tra le onde, infilandosi sotto la superficie come un proiettile e poi tornava a galla, stringendo trionfante un pesce nel becco.

Levy lasciò che Gajeel la prendesse per mano, guidandola tra le rocce, fin quasi al bordo, per poter ammirare meglio il panorama. Il vento, le onde e gli uccelli, facevano un coro quasi assordante, ma la vista era spettacolare. Piegandosi un po’ di lato, verso il nord, si vedevano le montagne e quella grande vetta imbiancata che Levy vedeva perfino dal suo villaggio. Quel monte era il limite del suo orizzonte, lì finiva il  suo piccolo mondo. - Tu lo sai che cosa c’è dopo la montagna? -

- Un’altra foresta, ma non è di pietra. Anche lì vivono dei draghi e due dragon slayer. Li ho incontrati una volta ma ... Ghihihi! - Ridacchiò Gajeel - Sono scarsissimi! -

A quella rivelazione Levy spalancò gli occhi per la meraviglia - Quanti ce ne sono di dragon slayer al mondo? -

- E che ne so! Metallicana dice che sono rimasti pochi draghi, quindi saranno pochi pure loro. -

- Mi piacerebbe diventare anch’ io una maga un giorno ... - Levy tornò in silenzio, guardando lontano, lontano, oltre le onde. Non si vedeva dove finiva il mare e nemmeno l’ombra di una barca.

- Allora? - Dopo un po’ Gajeel le diede un colpetto col gomito per riscuoterla - Te lo avevo detto che non c’è niente di speciale qui! -

- La foresta dove vivi è bellissima. - Sussurrò Levy, lasciandolo senza parole. Gajeel non si aspettava di ricevere alcun complimento. A essere sinceri non capiva nemmeno che cosa Levy ci avesse visto di bello in mezzo a tutti quegli alberi e su quel pezzo di scogliera.

- Però adesso penso di dover tornare a casa o i miei zii si preoccuperanno. Non gli ho mica detto che venivo qui! - Aggiunse la bambina con un sorrisetto complice.

Quando Gajeel la riaccompagnò fuori dalla foresta ormai il sole stava già quasi per tramontare e l’ora di cena si avvicinava sempre di più.

- Qualche volta devi venire anche tu al villaggio dove vivo. -  Lo invitò la bambina - Così ti faccio io da guida! -

- Metallicana non vuole farmi andare in nessun villaggio. - Fu la prima cosa che Gajeel disse, ma poi il bambino richiuse subito la bocca. A parlare in quel modo faceva proprio la figura dello studente ubbidiente.

- Ma se vengo di nascosto non se ne accorgerà mai! Ci vediamo di nuovo tra due giorni! -

- Ma se non sai nemmeno dove abito? -

- Non ti preoccupare. - Gajeel si toccò il naso - Ti troverò. Il fiuto di un dragon slayer è infallibile! -

- Allora ci conto! - Levy lo salutò agitando una mano e corse via, verso casa. Gajeel si alzò in punta di piedi e la seguì con lo sguardo fino a che la prateria non l’inghiottì tra l’erba alta. Ora l’unica domanda era: sarebbe sopravvissuto per due giorni all’ira di Metallicana?

Il drago d’acciaio lo stava aspettando, seduto in mezzo al suo prato, mentre assorbiva i raggi del sole come una grossa statua. Gajeel gli passò attorno, fingendo di ignorare il suo sguardo trucido. In un angolo della loro grotta c’erano dei pezzi di metallo che lo stesso drago aveva estratto dalla foresta e che tenevano lì per fare da provviste.

- Mi hai disubbidito. Hai incontrato di nuovo quell’umana? -

- Non so di che parli. - Gajeel diede un morso al metallo che aveva preso.

- Vuoi forse dire che il mio naso non funziona più? - Metallicana sollevò una zampa, pronto a schiacciare il suo allievo con un colpo solo ma riuscì a trattenersi proprio all’ultimo istante, richiudendola in un pugno.

- E va bene, non credevo di doverti già dare questa lezione, pensavo che per gli umani servisse più tempo. - Il drago sbuffò, annoiato all’idea di dover fare un discorso. - Sturati le orecchie perché te lo dirò una sola volta. - Tutte le lezioni di Metallicana erano per una volta sola ma il drago finiva sempre, inevitabilmente, per ripetersi.

- È normale che tu sia attratto da questa tua nuova amica: le femmine sono creature assolutamente indispensabili. Un giorno dovrai sceglierne una con cui stare tutta la vita. È una legge di natura che vale sia per gli uomini sia per i draghi. Il valore di un maschio si misura dalla femmina che ha vicino ... -

- Allora perché tu non ne hai nessuna? Perché non sei un granché? -

Gli occhi di Metallicana scintillarono come pugnali mentre si fissavano sul suo piccolo allievo - Ai miei tempi ne ho avute a bizzeffe di femmine! Che cosa ne sai tu? -

- Ce le hai avute ma poi sono scappate? -

Metallicana non poteva più resistere: al diavolo i discorsi! Il drago sferrò una zampata mancando Gajeel di pochi centimetri - Vieni qui piccolo ingrato, che ti insegno cosa succede a rispondere al tuo insegnante! - Ma il dragon slayer non aveva intenzione di fermarsi, saltava da una parte all’altra, mentre cercava di evitare i morsi del rettile. Anche se avevano perso il loro allenamento del mattino potevano recuperarlo benissimo a quell’ora.

 - Se i draghi non fossero mezzi estinti ci sarebbe ancora la fila per me! La fila! -

Ma Gajeel non poteva capire ancora il significato di quei discorsi e l’unica cosa che poteva fare era ridere a crepapelle.

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Capitolo 32
*** Prova di coraggio ***


Prova di coraggio

So che detto così nelle note a inizio pagina potrebbe sembrare fuori luogo, ma mi sono sempre chiesta se Gajeel faccia uso di un pettine. Credo che starebbe molto meglio con quella foresta di capelli legati. Il capitolo che vi porto oggi è un po' breve ma avevo la necessità di aggiungere alcune cose per il bene della trama e non potevo metterle in quelli successivi, che sono anche troppo lunghi. Buona lettura!




Prova di coraggio

Il villaggio in cui viveva la piccola Levy era il più vicino alla Foresta Pietrificata, così vicino che arrivati ai bordi delle case, gli alberi scuri si intravedevano subito oltre la prateria. Quella vicinanza, spaventava a morte i contadini. Raccontavano storie terribili sulla Foresta Pietrificata e sui mostri che la popolavano, proprio come le persone che vivevano dal lato opposto, accanto alla Foresta dell’Est.

La fattoria dove abitava Levy era una di quelle che costeggiava il bordo del villaggio. Non era l’ultima, ma di sicuro era una delle più distanti dal centro. La casa era ampia e calda, con le mura dipinte di arancio e grandi vasi di gerani. La fattoria aveva anche un grosso fienile, dove riposavano le mucche, un bell’orto e alcuni alberi d’arancio. Era abbastanza per vivere bene ma Levy non trascorreva le sue giornate come una piccola principessa, anzi, sembrava una specie di cenerentola. Gli zii che l’avevano accolta dopo la morte dei suoi genitori, si occupavano di lei più per obbligo che per amore e non esitavano ad approfittare del suo aiuto per ogni cosa. La costringevano ad occuparsi degli animali domestici, ad aiutare nel campo e con le pulizie di casa. Jet e Droy, i suoi cuginetti, erano gli unici che le volevano veramente bene e le ronzavano intorno tutto il tempo. Erano sempre lì ogni volta che aveva bisogno di una mano e ogni volta che le occorreva una risata. Levy li adorava, ma ormai la sua curiosità era completamente da un'altra parte. La bambina aspettava con ansia il momento in cui Gajeel sarebbe venuto a farle visita. Le aveva dato appuntamento in due giorni, ma quei giorni per lei sembravano non finire mai, nonostante gli impegni. Passava ore a fantasticare sul ragazzo selvaggio che aveva conosciuto nella Foresta Pietrificata, che aveva un drago per insegnante e studiava con lui la magia dei dragon slayer d’acciaio. Anche se al villaggio era pieno di bambini, Gajeel aveva qualcosa di speciale: era così libero e così sicuro di sé! Levy lo invidiava, perché avrebbe voluto vivere anche lei allo stesso modo, con gli alberi come casa e il cielo come soffitto. Senza nessuno ad ordinarle cosa fare, senza obblighi, stesa a dormire sull’erba e senza nessun pensiero al mondo. Ma la cosa che Levy invidiava di più era la capacità di Gajeel di usare la magia. Quanto avrebbe voluto diventare una maga anche lei! Imparare qualche incantesimo e diventare più forte e più coraggiosa! Tra i libri che aveva ereditato ve ne erano alcuni che parlavano di magia ma erano così complicati che Levy si sentiva scoraggiata ogni volta che li apriva.

- Che cosa accidenti è un cerchio magico? - La bambina stava sfogliando proprio uno di quei libri quando i due giorni giunsero allo scadere. Ormai si era fatta tarda sera ma Levy era ancora seduta alla scrivania della sua stanza, con la candela accesa. Si stava spazzolando i capelli mentre cercava inutilmente di decifrare il contenuto del libro che aveva davanti, ma quei simboli le sembravano tutti impossibili da capire e gli occhi cominciavano a chiudersi per il sonno. Aveva aspettato Gajeel tutto il giorno ma di lui nemmeno l’ombra. Forse aveva sbagliato strada? La sua magia non gli era bastata per trovarla?

Levy lanciò uno sbadiglio ma fu proprio allora che si accorse che qualcosa stava picchiettando sul vetro della sua finestra. La bambina si girò e per un istante l’unica cosa che vide fu un paio di occhi rossi che scintillavano nel buio.

- KYAAAAAA! - Levy lanciò uno strillo disumano ma mentre cercava di alzarsi e di scappare andò a sbattere proprio dentro la scrivania, trascinandola a terra insieme alla sedia. La candela rotolò sul pavimento, spegnendosi, per fortuna, senza fare danni e il libro che stava leggendo le andò a finire proprio sulla testa, aperto a metà come un cappello.

- Sono io stupida! -

- Ga ... Gajeel? - Levy era così terrorizzata che riuscì a stento a sentire il sussurro che veniva dalla parte opposta del vetro. La voce di suo zio intanto stava rombando lungo il corridoio - SI PUO’ SAPERE CHE SUCCEDE? CHE CI FAI ANCORA ALZATA, LEVY? -

- Stavo andando a letto e sono inciampata! - Si affrettò a gridare la bambina come risposta. In fondo era solo una mezza bugia. - E ALLORA VAI A DORMIRE E ZITTA! - Suo zio brontolò ancora per un po’, ma poi la sua voce si spense nel silenzio della casa addormentata. Levy lanciò un sospiro di sollievo e si avvicinò alla finestra, spalancandola. Gajeel adesso era piegato in due, con una mano pigiata sulla bocca per soffocare le risate ma la bambina non ci trovava niente di divertente. Scavalcò, atterrando sull’erba fresca e si affrettò a spingerlo via, dietro il fienile dove nessuno li avrebbe visti né sentiti.

- È stata ... Ghihihi ... Una delle cose ... più divertenti che ho visto in vita mia! Ghihihi! - Gajeel sghignazzava così tanto che gli mancava l’aria. Pur di farlo smettere, Levy fu costretta a tirargli un colpo di sulla testa con la spazzola che stava ancora gelosamente stringendo come un’arma.

- Si può sapere che cosa ci fai qui a quest’ora? -

Il piccolo dragon slayer si scansò di lato, evitando come se niente fosse un secondo colpo - E a che ora dovevo venire? Ho dovuto aspettare che Metallicana si addormentasse per uscire! -

Metallicana, giusto! Il drago che odiava gli umani.

- Non vuole proprio che vieni al villaggio? -

Gajeel, scosse la testa - Dice che è pericoloso, ma io non ho paura di niente! - Mentre parlava il dragon slayer cominciò a  girarle attorno, ghignando e con le unghie puntate contro di lei proprio come un piccolo predatore. - Sono uscito dalla caverna senza farmi sentire. Ho attraversato tutta la foresta evitando i mostri. Ho camminato per tutta la prateria e mi sono infilato nel villaggio senza farmi vedere. A un certo punto un grosso cane è uscito da un cancello ringhiando, ma io ho ruggito più forte ed è scappato con la coda tra le gambe! Ghihihi! -

- E come hai fatto a trovare casa mia? - Lo incalzò Levy - Davvero i dragon slayer hanno un naso così incredibile? -

- Bhè, il tuo odore è facile da seguire. -

- Perché che odore ho? - Levy era sicura di aver fatto un bagno il giorno prima ma invece di risponderle Gajeel si fece di colpo più vicino, prendendola per un braccio.

- È difficile da spiegare ... - Il dragon slayer le infilò la faccia proprio nell’incavo del collo, inspirando profondamente. Levy sentì un brivido passarle dietro la schiena, mentre il naso di Gajeel le faceva il solletico sulla pelle. - Ognuno ha un odore diverso. Il tuo è un po’ come il miele e un po’ come quei fiori blu che stanno vicino alla strada del villaggio ... -

- La ... vanda? - Azzardò Levy, mentre Gajeel la lasciava finalmente andare - Che ne so come diavolo si chiamano! Ma adesso puzzi anche del fumo della candela. Che stavi leggendo prima? -

 - È un libro di magia che mi ha lasciato mio padre! Ho deciso che imparerò anche io qualche incantesimo! - Esclamò Levy piena di orgoglio ma Gajeel scoppiò di nuovo a ridere - Scricciolo che impara la magia? Impossibile! Ghihihi! - La bambina la prese subito come un’offesa - È perché è impossibile? -

- Perché tu hai paura di tutto! Non puoi imparare la magia se hai paura! È la prima cosa che mi ha insegnato Metallicana! -

- Io non ho paura di tutto! -

- E quando prima ho bussato alla finestra? -

Levy incrociò le braccia con aria indignata mentre Gajeel continuava a ridere cercando di spiegarle, invano, quello che gli aveva insegnato il suo drago - La magia è come un animale, è una cosa viva. Se sente che hai paura se ne approfitta e non ascolta mai quello che le dici di fare! - Erano tutti buoni consigli, ma ormai Levy era troppo irritata per ascoltarli. Non ci stava all’idea di essere presa in giro e di fare sempre la parte della più debole. Non le andava di essere quella più facile da spaventare.

- Se sei così coraggioso come dici perché non facciamo una prova di coraggio? -

Questa volta Gajeel smise subito di ridere. Non sapeva nemmeno cosa Levy aveva in mente ma esclamò subito - Ci sto! - Non aveva idea di essersi appena ficcato in una trappola e di quanto potesse essere diabolica una bambina di otto anni. - Allora ... - Levy fece una risatina malvagia - Ti sfido a farti fare cento colpi di spazzola senza gridare! - Gajeel non riuscì nemmeno a scansarsi prima che il diabolico strumento gli si infilasse tra i capelli. Levy diede il primo strattone ed una scarica di dolore lo attraversò da capo a piedi mentre i primi nodi venivano via con uno strappo. Gajeel fu costretto a mordersi la lingua per non gridare; non avevano nemmeno cominciato che già aveva le lacrime agli occhi.

- E uno! E due! - Ma al secondo colpo il dragon slayer stava già correndo via, scappando dietro l’angolo del fienile.

- Dove vai! - Levy gli sibilò dietro ma senza riuscire a farlo fermare - Mica hai detto che per la prova di coraggio dovevo stare fermo! Prova a prendermi se ci riesci! -

- E dai! Da quanti anni non ti pettini Gajeel? -

- Da quando sono affari tuoi? -

Il piccolo dragon slayer correva più veloce di quanto Levy potesse mai sperare di fare ma anche mentre era così concentrato per scappare i suoi sensi erano pronti e attenti. Gli bastò un attimo per capire che oltre a lui c’era qualche altra cosa che correva nell’erba. Abbassò una mano per afferrarla e ... in un attimo ecco che i ruoli erano pronti per capovolgersi.

- Perché non fai pure tu una prova di coraggio? - Gajeel si girò con un sorriso diabolico, tenendo un topolino per la coda. - Accarezza questo! -

Levy si inchiodò sul posto. Per un attimo fu sul punto di urlare, ma poi si ricordò che se lo avesse fatto tutto il villaggio si sarebbe svegliato e corso lì da loro. Si girò e cominciò a correre disperatamente in direzione della sua stanza, sperando di riuscire a chiudere in tempo la finestra per bloccare fuori il malefico dragon slayer e il suo topo.

Gli alberi di arance, nel giardino della fattoria, erano un ring perfetto per quella strana partita di guardie e ladri. La luce della luna li illuminava passando tra le foglie e tutto il villaggio dormiva profondamente, senza sentirli. Mentre si rincorrevano nessuno dei due sapeva che quei loro incontri nella foresta di giorno e al villaggio di notte, sarebbero diventati una specie di ruotine.

La sera Levy cominciò ad aspettare Gajeel sveglia e con la candela spenta. Quando il dragon slayer arrivava, apriva la finestra e la scavalcava per incontrarlo e i due stavano ore a parlare, sussurrando sotto la luce delle stelle. D’estate, quando faceva più caldo, si nascondevano dietro il fienile, dove nessuno poteva vederli e certe volte si mettevano seduti sotto gli alberi di arance. Quando invece era pieno inverno e faceva troppo freddo per stare fuori, Gajeel si infilava in stanza e tutti e due sussurravano ancora più piano per evitare di svegliare gli altri abitanti della casa. L’atmosfera in quella stanza era calda, tutto aveva il profumo di Levy e certe volte Gajeel era terribilmente tentato all’idea di infilarsi sotto le coperte con lei, ma doveva sempre scappare prima dell’alba, prima che qualcuno si alzasse e lo vedesse. Prima che Metallicana si accorgesse della sua assenza.

Gajeel usava la notte come scudo ma le sue scorribande non potevano passare inosservate per sempre. Ad un certo punto qualcuno notò un paio di occhi rossi scintillare nel buio, qualcuno sentì dei rumori sospetti e qualcun altro intravide una sagoma arruffata sgusciare dietro le case. Ben presto, tra i contadini, si diffuse la convinzione che c’era una “Bestia” che di notte usciva dalla foresta e si infilava nel villaggio. Per paura la gente cominciò a dare la colpa di tutto quello che accadeva a questa creatura misteriosa. Se un capo di bestiame spariva, se una gallina veniva uccisa, se qualcosa mancava dall’orto, era di sicuro colpa della Bestia. Eppure in nessuno di questi casi Gajeel era il colpevole. Era come se i contadini si fossero di colpo dimenticati quali erano i loro vecchi avversari, quelli che saccheggiavano le loro case, cani randagi, volpi e topi. Ma Gajeel se la rideva delle loro paure. L’unica cosa che gli importava era quella di raggiungere Levy il più in fretta possibile e di passare quanto più tempo possibile insieme a lei. E anche Levy sorrideva sotto i baffi ogni volta che sentiva i suoi compaesani, perché in realtà sapeva che non c’era nessuna Bestia e che la Foresta Pietrificata era uno dei luoghi più incantevoli della terra.

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Capitolo 33
*** Vivi come in un romanzo ***


Vivi come in un romanzo

Sarebbe bello vivere come i protagonisti di un romanzo d'amore. Chi è che non l'ha sognato almeno una volta? In un certo senso è l'idea che mi accompagna fin da quando ho cominciato a scrivere questa storia e che mi ha accompagnato mentre scrivevo questo capitolo. Potremmo dividere l’aggiornamento di oggi in due parti, dedicate a due momenti diversi della storia di Levy e Gajeel.

Vi ricordate quando vi ho detto che Levy indossa una collana con un cristallo blu? Bene, questa collana ha una storia simile alla sciarpa di Natsu e per raccontarvi della sua origine ho scritto la prima parte del capitolo.

La seconda invece è dedicata alle parole di un libro "galeotto", ovviamente sono tutti estratti dalla "Laguna Blu" che ha ispirato Figli di Drago.


Vivi come in un romanzo

Mentre gli anni scorrevano veloci Gajeel e Levy continuarono ad incontrarsi senza che nessuno sapesse niente della loro amicizia, o almeno, nessuno tranne Metallicana. Il vecchio drago d’acciaio alla fine decise di permettere alla ragazza di passeggiare nella sua foresta ma ad un'unica condizione: che non venisse fino alla sua tana e non lo infastidisse. Metallicana li vegliava di nascosto, steso nella sua tana. Grazie al suo finissimo udito poteva sentire tutto quello che accadeva nella foresta e tenere sotto controllo i due ragazzi anche senza farsi vedere. L’idea che Gajeel trascurasse il suo allenamento per stare con un’umana lo faceva infuriare e non riusciva davvero a spiegarsi perché Levy continuava a fargli visita ogni giorno. - Che cosa ci vedrà di bello in lui? Con quello sguardo truce ... Sapevo che alle femmine piacciono i maschi grossi e cattivi ma non pensavo valesse anche per gli umani! -

La ragazza era curiosa e avrebbe voluto incontrare il drago dal vivo, ma siccome questo non era possibile, si accontentava di stare con il suo dragon slayer. Di pomeriggio, dopo la scuola e tutti i noiosi compiti che le dava la sua famiglia, Levy scappava fuori dal villaggio, con la scusa di andare a raccogliere piante e fiori. Gli unici che le domandavano come mai il suo cestino era sempre vuoto erano Jet e Droy, ma a Levy bastava fargli un sorriso e inventare una piccola scusa per tenerli buoni. Ai loro occhi la cugina era così innocente che non avrebbero mai sospettato i suoi incontri con la Bestia ...

- Si può sapere dove stiamo andando? -

- Non te l’ho già detto? È una sorpresa per il tuo compleanno. Tieni gli occhi chiusi e aspetta. -

- E perché non posso camminare da sola? -

- Perché altrimenti arriveremmo domani a destinazione. -

Levy lanciò un sospiro, sforzandosi di fare come le era stato detto. Strinse più forte le braccia attorno al collo di Gajeel, pigiando la faccia tra i suoi capelli. Quando quel pomeriggio il ragazzo le aveva detto che aveva una sorpresa per lei, Levy non si aspettava di essere bendata con la stessa fascia con cui teneva i capelli indietro. Non immaginava nemmeno che dovessero camminare così tanto per raggiungere la meta. Ma l’idea di farsi portare a cavalluccio non era poi così male.

- Guarda che se è uno scherzo mi arrabbio! - Ricominciò Levy dopo un po’ di silenzio - Se mi porti di nuovo in quello schifo di palude da quei rospi giganti, giuro che io ... -

- Tranquilla, tranquilla! - Gajeel non le fece nemmeno finire la frase - Non ti ci porto mai più! Hai gridato così forte che per poco non mi hai sfondato i timpani! -

Ma in realtà Levy era davvero agitata e impaziente, il dragon slayer lo sentiva dal modo in cui il suo cuore batteva forte contro la sua spalla, eppure Gajeel era tentato dall’idea di allungare un altro po’ il tragitto. Non gli capitava molto spesso, in fondo, di poterla tenere così vicino.

- È una bella sorpresa? - Gli chiese dopo un altro po’ la ragazza ma solo per sentirsi rispondere - Non ti anticipo niente. -

Il compleanno di Levy cadeva proprio all’inizio della primavera, mentre quello di Gajeel in pieno autunno. Con gli anni entrambi avevano preso l’abitudine di scambiarsi dei regali ed era per questo che il dragon slayer aveva deciso di farle una sorpresa. Il giorno successivo Levy avrebbe compiuto tredici anni e Gajeel sapeva, che se non fosse stato per lui, l’intera festa sarebbe passata inosservata. Anche se tutti al villaggio festeggiavano il proprio compleanno, gli zii della ragazza ignoravano completamente l’occasione. Gli unici che non si scordavano mai dell’evento erano Jet e Droy, ma Gajeel aveva poca fiducia in quei due idioti. Anno dopo anno continuavano a regalarle dei libri. Era evidente che Levy amava leggere, ma un po’ di fantasia non ce l’avevano proprio?

- Ci siamo quasi? -

- Ci siamo. Scendi. - Quando finalmente Gajeel si fermò a Levy non sembrava vero. Avevano camminato così tanto che non aveva la minima idea di dove fossero finiti, nemmeno se erano ancora nella foresta.

- Girati di qui. - Il dragon slayer la spinse delicatamente nella direzione giusta e poi le appoggiò la testa sulla spalla, ridacchiando - Sei pronta? Al tre alzo la bandana. -

“Anche al trecento.” Ma Levy non pronunciò quel pensiero ad alta voce ed ecco che in un attimo Gajeel le aveva già rimesso la bandana sulla fronte. Quello che l’aspettava era davvero uno spettacolo incredibile. Pochi passi più avanti si innalzava una parete di roccia grigia, ma la pietra era spezzata in più punti ed un sottile velo d’acqua cadeva in basso a formare un piccolo stagno. Ma la cosa più incredibile erano tutte le pietre colorate che ricoprivano il fondo.

- È bellissimo ... - Sussurrò Levy, avvicinandosi di più all’acqua. Tutto lo stagno era tappezzato da cristalli, blu, azzurri e verdi, che scintillavano come piccoli gioielli. L’acqua li aveva levigati come le pietre in riva al mare, rendendo i loro bordi tondi e ovali, eppure le pietre brillavano ancora con un’eleganza di gran lunga superiore a quelle esposte sui banchi dei gioiellieri.

- Non sapevo ci fosse un posto così nella Foresta Pietrificata! - Levy infilò una mano sotto la superficie, per raccogliere uno dei tanti cristalli. Era quasi completamente tondo ed il blu della pietra ricordava quello dei suoi capelli.

- Hai ragione. Sei fortunata a vederlo, perché Metallicana dice che questo posto appare più o meno ogni dieci anni. Quando le nevi che si sciolgono sono abbastanza e la pioggia che scende dalle montagne è tanta, l’acqua si infila nella roccia e arriva fino a qui. - Le spiegò Gajeel mentre si faceva passare la pietra che aveva raccolto per guardarla controluce - Di solito qui è tutto asciutto e i cristalli sono coperti dall’erba e dalla polvere. Non si vedono nemmeno. -

La ragazza annuì, notando i fili d’erba verde che spuntavano ancora fuori dai punti in cui l’acqua era più bassa e lungo le rive. Lo stagno si disperdeva in una moltitudine di rivoletti ed era evidente che si trattava di un fenomeno stagionale, che non era destinato a durare a lungo. Chissà quanti millenni erano serviti all’acqua per scavare la sua strada fin lì e portare alla luce quei cristalli!

- La Foresta Pietrificata ha una sorpresa nuova ogni giorno ... - Ammise Levy, facendo il giro dello stagno per inginocchiarsi dalla parte opposta. Il fondo scintillava come la vetrata di una cattedrale gotica e se sfiorava la superficie con le dita i riflessi si facevano ancora più incredibili, un caleidoscopio, un arcobaleno. Poter stare lì a guardare quello spettacolo era già un regalo più che sufficiente per il suo compleanno, ma Gajeel aveva altro in mente. Levy sobbalzò quando sentì le mani del dragon slayer che le spostavano i capelli sulla nuca e qualcosa di freddo e metallico sfiorarle la pelle.

- L’ultima volta mi hai letto quella storia dove la principessa aveva una collana magica e hai detto che sarebbe piaciuto anche a te. Questa non è magica ma è il meglio che posso fare. -

Levy non sapeva che rispondere e rimase per un lungo istante in silenzio, guardando il suo riflesso nell’acqua. Si era distratta solo un attimo, eppure a Gajeel era bastato per realizzare una collana con la pietra che aveva scelto poco prima. Il cristallo pendeva dal mezzo, avvolto in una rozza montatura di ferro scuro. La catenina era un semplice filo con un gancio sul retro, rigida e gelida. Eppure quella collana era il regalo più speciale che Levy avesse mai ricevuto. Eppure, vedendola rimanere in silenzio così a lungo, Gajeel cominciò a domandarsi se avesse sbagliato qualcosa - Ti piace? - Ma la verità era che non aveva sbagliato niente. - Tantissimo! - E Levy non gli lasciò aggiungere altro, gettandogli le braccia al collo e baciandolo forte sulla guancia. Di sicuro Gajeel non aveva un futuro come gioielliere ma a quindici anni sapeva già come rendere felice una ragazza.

E così entrambi passavano così i loro pomeriggi insieme. Certe volte Levy veniva armata della sua diabolica spazzola. Era un lavoraccio ma una volta pettinato e coi capelli legati, il dragon salyer sembrava quasi un ragazzo di città, nonostante tutti i piercing che aveva cominciato ad usare. Ma non appena Levy andava via, Gajeel tornava a slegare tutto e si trasformava di nuovo nel mostro della Foresta Pietrificata. Certe volte, invece, Levy portava con sé dei libri. C’erano giorni in cui lei e Gajeel passavano intere ore, seduti negli angoli più tranquilli della foresta a godersi il sole di primavera o l’ombra d’estate. Il dragon slayer se ne stava con la testa appoggiata sulle gambe della ragazza sonnecchiando, mentre lei leggeva e gli passava pigramente le dita tra i capelli per ingannare il tempo. Anche se i capelli di Gajeel erano ruvidi e ribelli, Levy non si stancava mai e anche lui amava la sensazione che le sue dita gli davano, scorrendo sul suo cuoio capelluto. Dal modo in cui si muovevano, Gajeel riusciva a seguire anche lui la storia che Levy stava leggendo, senza nemmeno che la ragazza alzasse la voce. A seconda delle scene le sue dita facevano movimenti diversi. Descrivevano cerchi delicati ma se la tensione saliva, eccole che si fermano a tirare una ciocca.

- Perché ti piace tanto leggere? -

Levy ci mise qualche istante per capire che il ragazzo appoggiato sulle sue gambe aveva parlato davvero, anche se teneva ancora gli occhi chiusi; in genere Gajeel stava sempre in silenzio.

- Perché ...? - Si domandò la ragazza, infilando un dito in mezzo al libro per non perdere il segno. Come poteva spiegargli cosa significava per lei?

- Perché leggere è come fare un lungo viaggio e senza nemmeno bisogno di spostarsi! - Cominciò Levy

- Seguendo le avventure dei protagonisti si visitano luoghi sempre nuovi, perfino mondi diversi da questo. Ad un certo punto ti senti così vicino ai personaggi che è come se stessi facendo anche tu le stesse cose che fanno loro, provi gli stessi sentimenti e impari sempre qualcosa di nuovo. Un giorno mi piacerebbe poter viaggiare anch’io e vivere mille avventure! - Esclamò la ragazza, ma poi lanciò un sospiro - L’idea di rimanere a marcire nel mio villaggio mi fa impazzire ... - Gajeel non le lasciò nemmeno finire la frase, aprendo gli occhi per fissarla intensamente - Allora vieni via con me. Quando avrò finito il mio addestramento anche io voglio vedere il mondo. - Il dragon slayer ghignò - Non intendo piantare le radici nella foresta! - Per un attimo la sua determinazione spiazzò Levy, lasciandola immobile e con le guance rosse. Voleva davvero che partisse con lui? Una frase del genere portava molte implicazioni ma la ragazza decise di prendere tutto con leggerezza e si concesse una risatina - Magari! Vorrei proprio visitare un’isola come questa descritta nel libro. Ascolta! Dimmi se non sembra anche a te di vederla come i protagonisti ... - Levy si schiarì la voce, sfogliando tra le pagine del libro per trovare il passo che aveva in mente.

“Oltrepassarono un vasto prato coperto di canne dove gli steli, alti più di venti piedi, sussurravano insieme al vento come giunchi. Poi una zolla soleggiata, priva di alberi e cespugli, li guidò bruscamente verso l’alto per cento piedi o poco più, dove una grande roccia, il punto più alto dell’isola, svettava, gettando la sua ombra sotto la luce del sole. La roccia era alta all’incirca venti piedi e facile da scalare. La sua punta era praticamente piatta e spaziosa come un qualunque tavolo da cucina. Da lì, uno, poteva ottenere una vista completa dell’isola e del mare.

Guardando in basso l’occhio passava sopra le cime tremolanti e ondeggianti degli alberi, fino alla laguna; oltre la laguna fino alla barriera corallina, oltre la barriera fino all’infinito spazio del Pacifico. Il reef circondava l’intera isola, qui più lontano dalla costa, qui più vicino; la canzone delle onde che si infrangevano su di esso arrivava come un sussurro, proprio come il sussurro che senti in una conchiglia; ma, cosa strana, anche se il suono sulla spiaggia sembrava continuo, lì sopra diventava possibile distinguere il modo in cui, a intermittenza, onda dopo onda si precipitava verso la morte sul filo di corallo in basso.”

La voce di Levy scandiva bene le parole e dava musicalità al testo; ascoltandola Gajeel capì subito cosa intendeva. Non aveva mai visto un paesaggio come quello descritto nel libro, ma poteva immaginarlo, quasi come se fosse per davvero lì. Tenendo gli occhi socchiusi gli sembrava quasi di vedere gli alberi di banano e di cocco ondeggiare sotto la brezza, verdi e morbidi, non come quelli della Foresta Pietrificata. Sembrava di sentire pure il vento sulla pelle e il suono delle onde nella laguna, pigre e dolci, non come quelle che si schiantavano tutto il giorno contro la scogliera. Non ci voleva molto per aggiungere alla scena dei puntini colorati e per dipingere gli uccelli tropicali e i pappagalli che volavano sulla foresta.

“ Così brillante e commovente era l’immagine del mare mosso dalla brezza, della laguna blu, della barriera coperta di spuma, e degli alberi ondeggianti, che uno si sentiva come se fosse arrivato a sorpresa in un giorno di gala, un festival della Natura, piuttosto che un giorno qualsiasi”.

- Di che cosa parla questo libro? -

Levy socchiuse di nuovo il tomo per rispondere a Gajeel - È la storia di una coppia di bambini innocenti che naufraga su un’isola deserta in compagnia di un vecchio marinaio. Ma non so ancora come va a finire ... - Dal suo tono di voce era evidente che era curiosa di scoprirlo e non vedeva l’ora di arrivare al finale, come sempre.

- Continua, allora, leggi anche per me. -

Per un attimo la ragazza esitò ma poi tornò alla pagina dove aveva interrotto per la prima volta la sua lettura

- D’accordo, ma non te la prendere con me se ti addormenti mentre leggo! -

Gajeel però non si addormentò, anche se il sole di primavera lo invitava a fare tutt’altro. Rimase in silenzio, con gli occhi chiusi, ascoltando Levy che leggeva e le sue dita che si muovevano.

“ Lei lo guardò per un momento con travagliato stupore; un singhiozzo le venne in gola. Allora fu come se qualche velo si fosse alzato, la bacchetta di qualche mago stesa in avanti, qualche fiala misteriosa rotta. Mentre lei lo guardava in quel modo, lui la strinse improvvisamente e con tutta la forza che aveva tra le sue braccia. La tenne così per un po’, stordito, stupefatto, senza sapere cosa fare. Ma poi le labbra  di lei gli dissero cosa comportarsi, incontrando le sue in un bacio infinito.”

- Che roba è? -

Levy sobbalzò al suono della voce di Gajeel; era così presa dalla storia che non si era nemmeno accorta di cosa stava leggendo ad alta voce.

- Che roba è cosa? -

- Quello che hai appena letto. - Adesso il dragon slayer aveva aperto di nuovo un occhio per guardarla, sembrava sospettoso, come se le avesse appena sentito dire qualcosa di inaudito.

- Un ... un bacio? - Balbettò Levy, improvvisamente a corto di sillabe - Beh, è ... una cosa che fanno spesso le persone. Ma ... mai visto al villaggio? -

- In genere le persone che incrocio non fanno mai questa cosa chiamata “bacio”, gridano e cercano di tirarmi roba addosso. -

Improvvisamente Levy sentì una stretta al cuore all’idea che nessuno avesse mai baciato Gajeel.

- Guarda: è facile. - Sussurrò, spingendo il libro di lato. Gli prese la testa tra le mani e gli appoggiò le labbra delicatamente sulla fronte. Gajeel si irrigidì sotto il suo tocco, anche se le labbra della ragazza erano morbide e soffici; non si aspettava una simile dimostrazione. Quando Levy si staccò e i loro sguardi si incrociarono di nuovo, la ragazza aveva le guance ancora più rosse di prima.

- Com’è? -

- Non è come hai letto. - Se doveva avere una lezione, allora Gajeel la voleva completa. Le passò una mano dietro la nuca, tirandola più vicino e facendo in modo che questa volta lo baciasse per davvero. La prima reazione di Levy fu quella di ritirarsi, ma lo fece troppo piano e Gajeel non le diede il tempo di scappargli. Fu davvero come se un velo si fosse strappato o come se un mago avesse lanciato un incantesimo. Adesso che l’aveva così vicina, Gajeel non riusciva a spiegarsi perché non gli era mai venuto in mente di fare una cosa del genere. Perché il suo istinto, che era capace di guidarlo in ogni situazione, non gli aveva suggerito prima quel semplice trucco? Come aveva fatto a non sapere di questa cosa? Erano i suoi sensi di drago che lo ingannavano, oppure le labbra di Levy sapevano davvero di miele? Avevano sempre avuto quel sapore? Per un attimo Gajeel sentì la ragazza che sorrideva, premuta contro la sua bocca, poi Levy si arrese, la sua mano gli scivolò lungo la guancia e anche lei ricambiò il bacio. Le labbra dell’amico erano un po’ screpolate ma calde; il dragon slayer non aveva mica il sapore dell’acciaio.

Quando alla fine i ragazzi si staccarono per riprendere aria, nessuno dei due sapeva cosa dire. Gajeel fu il primo a ritrovare la voce - Decisamente meglio. Ma così è ancora scomodo. - Il ragazzo trascinò Levy sul prato senza nemmeno chiederle il permesso.

- Lasciami Bestia! - Protestò lei, anche se in realtà stava ridendo per l’emozione. Gajeel non aveva alcuna intenzione di mollare la presa, tenendola per i fianchi - Se io sono la Bestia, tu cosa sei? -

- La Bella, non è evidente? -

Ed entrambi risero, tornando a baciarsi.

Per quel giorno la storia che Levy stava leggendo rimase in un angolo in mezzo all’erba. Da una parte la ragazza aveva letto qualcosa del tipo: “galeotto fu il libro” ma non riusciva a ricordare dove. E forse fu un bene che quel libro rimase dimenticato sul prato, prima che venendo sfogliato, desse loro altri suggerimenti.

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Capitolo 34
*** Drago solitario ***


Drago solitario

Nell’aggiornamento di oggi succedono molte cose, potremmo quasi, quasi dividerlo in tre parti. Oggi sveleremo il retroscena di un altro importante capitolo dei "Sovrani della foresta". Qui si parla soprattutto di Metallicana, un drago solitario che si tiene in disparte per tutto il tempo ma che gioca un ruolo molto importante. Oggi voglio suggerivi anche una canzone che mi è venuta in mente mentre scrivevo la parte finale del capitolo, un'altra delle canzoni di Nickelback che adoro "Lullaby" . Ecco giusto qualche verso:

Well, I know the feeling ...
Laid out on the floor ...
And if you can't tell, I'm scared as hell ...
Everybody's been forgotten
When everybody's tired of being alone
Yeah, everybody's been abandoned
And left a little empty handed ...
So just give it one more try to a lullaby ...
So just close your eyes
Oh, honey here comes a lullaby
Your very own lullaby

Drago solitario

Mentre ad una stagione ne seguiva un’altra e ad un anno ne seguiva uno nuovo, Gajeel continuava i suoi allenamenti nel segreto della Foresta Pietrificata. Levy invece continuava i suoi studi, nel segreto della sua stanza, sui libri che aveva ricevuto in eredità. Senza un drago ad insegnarle la magia e senza nessuno che le spiegasse cosa fare, la sua sembrava quasi una missione impossibile ma la ragazza non aveva voglia di arrendersi. Grazie alla sua determinazione capì come decifrare i testi che aveva a disposizione ed alla fine, un bel pomeriggio, si presentò al solito appuntamento con un gran sorriso e la convinzione di aver finalmente imparato qualcosa di incredibile ...

- Hai una sorpresa per me? - Ripeté Gajeel con una punta di scetticismo, seduto sempre sul suo solito sasso.

- Guarda che il mio compleanno è tra altri otto mesi. -

- Non sto parlando di quel tipo di sorpresa! - Ribatté Levy con un entusiasmo che il dragon slayer non riusciva proprio a capire - Hai preso una botta in testa Scricciolo? -

Alla fine la ragazza lanciò un sospiro esasperato - Sta zitto e guarda! - Questa volta Levy mosse un dito per aria, lentamente, in modo da enfatizzare il gesto. Una scintilla di magia si accese subito sul suo indice, lasciando una scia mentre si muoveva e scriveva una parola per aria. - Solid Script: Steel! - Scandì la ragazza e quando ebbe finito di recitare la formula, la parola che aveva appena scritto si solidificò di colpo, piombando in mezzo all’erba come se fosse stata di solido acciaio.

- Allora? Che cosa ne pensi? -

Gajeel sgranò gli occhi, senza nemmeno riuscire a sentire quello che gli diceva. Si alzò dal sasso per avvicinarsi meglio e studiare la strana parola di metallo. La raccolse, l’annusò e alla fine l’addentò staccandone un grosso pezzo. Dopo pochi secondi l’aveva già inghiottita tutta - Hai imparato questa magia per me? Fanne subito un’altra! Era ottima! -

- La mia magia non serve a farti mangiare! - Strillò Levy. Forse aveva scelto la cosa sbagliata con cui impressionare Gajeel. - Solid Script è una magia molto speciale! Posso dar forma a un’infinità di parole, non soltanto al metallo! - E per sottolineare il concetto, la ragazza mosse di nuovo la mano per aria, scagliando di seguito una fiammata e un getto d’acqua in mezzo al prato. - Hai visto? Dicevi che non avrei mai imparato la magia da sola e invece ci sono riuscita! - Levy era così entusiasta, Gajeel non l’aveva mai vista sorridere tanto. Era un sorriso così contagioso che alla fine venne da ridere pure a lui. - Complimenti Scricciolo. Ma conoscere la magia e saperla utilizzare sono due cose ben diverse. Per i prossimi giorni ci penserò io ad allenarti. Combatti! Iron Dragon’s Roar! - Levy abbassò istintivamente la testa, ma per fortuna Gajeel aveva mirato di proposito più in alto.

- Aspetta un attimo! - La ragazza fu costretta a fare precipitosamente un passo indietro, incespicando per evitare gli artigli del dragon slayer. Di colpo tutto il suo entusiasmo si era trasformato in terrore.

- Oh! Andiamo! - L’incalzò l’altro - Finalmente possiamo combattere insieme, non è divertente? -

Divertente? Levy aveva i suoi dubbi, ma alla fine accettò la proposta, cominciando i suoi allenamenti con Gajeel.

- E così adesso abbiamo un’altra maga ... - Anche se stava steso nella sua tana, Metallicana poteva sentire chiaramente l’odore della magia. All’inizio non gli piaceva l’idea che un umano entrasse nel suo regno, ma col passare del tempo il vecchio drago aveva iniziato a provare una certa simpatia per Levy. Gli piaceva il modo in cui strigliava Gajeel e come lo teneva per le redini. Gli piaceva anche tutto il suo coraggio. In fondo, era l’unica ad essere entrata di sua spontanea volontà nella Foresta Pietrificata, negli ultimi quattrocento anni.

- E qualcuno ha perfino intenzione di farle da insegnante ... -

Quanto tempo era passato dal giorno in cui il piccolo Gajeel era finito per sbaglio davanti alla sua tana? Quindici anni? Di più? Se Metallicana socchiudeva gli occhi, poteva rivedere chiaramente la scena. Il modo in cui il bambino lo aveva affrontato e quel pugno che gli aveva sferrato sul muso. Non riusciva a credere al fatto che fosse cresciuto così in fretta, ma in fondo Metallicana sapeva che quel giorno sarebbe arrivato fin dal principio: il giorno in cui, Gajeel sarebbe diventato adulto. Era evidente che ormai il dragon slayer preferiva la compagnia della sua nuova amica a quella del drago d’acciaio. Si trattava di una cosa naturale.

Per i primi tempi Metallicana si limitò a spiare gli allenamenti di Gajeel e Levy di nascosto, come aveva sempre fatto, ma alla fine nemmeno lui riuscì più a resistere alla tentazione di intromettersi tra i due.

- Questo lo chiamano imparare a usare la magia? Gli umani sono davvero senza speranza quando si tratta di incantesimi! - Anche se non voleva ammetterlo, Metallicana era curioso di conoscere Levy. Voleva scoprire personalmente che cosa la rendeva tanto speciale e come avesse fatto a stregare Gajeel. Se solo  la ragazza lo avesse saputo in anticipo! Probabilmente si sarebbe preparata diversamente al loro primo e unico incontro ...

- Iron Dragon’s Kunai! -

- Kyaa! Non tirare incantesimi all’improvviso! -

- Improvviso? Pensi davvero che un nemico ti avvertirebbe prima di usare un incantesimo contro di te? -

In quel momento Levy e Gajeel si trovavano in quello che, fino a poco prima, era un tranquillo angolo della foresta. Purtroppo, a causa dei colpi del dragon slayer, adesso l’intera zona assomigliava ad un campo di battaglia.

- Quando ci alleniamo insieme esageri sempre. - Sbuffò Levy, che adesso non aveva più alcuna voglia di continuare. Un kunai affilato per poco non le aveva rasato a zero la testa - Possibile che tu non riesca a controllarti? - Anche Gajeel sbuffò - Non è colpa mia se sono il più forte dei dragon slayer! -

- Ti sei scordato di non aver ancora ricevuto la promozione a dragon slayer? - Gajeel non riuscì nemmeno a completare la frase prima che un’ombra enorme oscurasse il cielo. Il dragon slayer avrebbe riconosciuto quell’ombra dappertutto, senza nemmeno alzare gli occhi verso l’alto. Metallicana atterrò subito dopo, facendo vibrare tutti gli alberi con la forza del suo peso. Levy aveva ascoltato molti racconti sul drago, ma vederlo da vicino faceva tutto un altro effetto: Metallicana era gigantesco, molto più di quanto avesse mai immaginato. Le sue scaglie di metallo, proprio come le placche di un’armatura, riflettevano il sole, accecandola.

- Che cosa ci fai qui? - Gridò Gajeel, improvvisamente in allerta. Non riusciva a capire come mai il drago fosse improvvisamente apparso davanti a loro, visto che odiava così tanto l’idea di mostrarsi a degli estranei.

- Che ci faccio qui? È ovvio! Sono venuto a prenderti per dei veri allenamenti: i nostri. -

- Ma se li abbiamo già terminati sta mattina? -

- Io sono l’insegnante e quindi sono io che decido quando ci si allena oppure no. - Rispose il drago, ignorando l’espressione confusa di Gajeel - Ultimamente stai trascurando la tua magia da dragon slayer. Sembra che tu ti sia scordato una cosa importante: il tuo compito è ancora quello di imparare e non puoi fare il maestro. Forse ... - Aggiunse Metallicana scoprendo i denti - È questo moscerino che ti distrae? Come ti chiami, umana? - Levy non riusciva a capire nemmeno lei quali fossero le intenzioni del drago, ma lo accontentò ugualmente, presentandosi per nome e cognome. - Io invece sono Metallicana, il drago d’acciaio, sovrano di questa foresta! - Annunciò il rettile - E gli umani non mi piacciono per niente! -

- Che ti prende stupido bestione? -

- Levati di mezzo! - Metallicana schioccò la sua lunga coda e Gajeel venne letteralmente spedito in mezzo agli alberi. I tronchi di pietra si spezzarono sotto la forza dell’impatto, seppellendolo sotto un’autentica frana. Il drago d’acciaio non aspettava occasione migliore e scattò in avanti con le fauci spalancate. La sua bocca era abbastanza grande da poter inghiottire Levy in un sol boccone, ma la ragazza non aveva alcuna intenzione di farsi mangiare.

- Solid Script: Stone! - Il suo istinto di sopravvivenza reagì in fretta e Levy mosse le dita disegnando una grossa parola, fatta di pietra. L’incantesimo riempì la bocca di Metallicana, dandole abbastanza tempo per farsi più indietro. Ma la roccia non bastava contro il suo avversario: il drago strinse i denti e Stone si disintegrò in un mare di schegge. Metallicana aveva un ghigno sempre più divertito ogni secondo che passava - Quindi questa è la tua magia! Chi ti ha insegnato a usarla? -

- Ho imparato da sola! - Replicò Levy, preparandosi a scagliare un altro incantesimo per difendersi. Si sentiva finita dalla padella alla brace: dopo gli allenamenti con il dragon slayer d’acciaio adesso le toccava il drago in carne e ossa. Aveva desiderato così a lungo di conoscerlo ma non si aspettava un’accoglienza come quella!

- Autodidatta? - Ridacchiò Metallicana - E pensare che io ho dovuto ficcare tutto a forza nella testa di Gajeel! -

Il dragon slayer nel frattempo era riuscito a liberarsi dalla sua prigione di pietra. - Iron Dragon’s Club! - Il braccio di Gajeel si trasformò in una lunga sbarra d’acciaio, colpendo Metallicana al fianco, ma il drago non si mosse di un millimetro.

- Lasciala stare! - Gli intimò il ragazzo ma solo per sentirsi rispondere - Lasciami stare tu. - Metallicana reagì immediatamente, afferrando la sbarra di metallo tra i denti. Gli bastò un sol colpo per scagliare di nuovo via il suo allievo - Stiamo solo facendo le presentazioni. -

- E questo lo chiami presentarsi? - Ma il ruggito di Metallicana zittì il dragon slayer, costringendolo ad abbassare la testa per evitare una pioggia di schegge di metallo, taglienti come rasoi. Un secondo gruppo di alberi andò in frantumi, seppellendo Gajeel sotto un mare di ossidiana.

- Sono curioso di vedere cosa ha di così speciale l’umana che mi ha rubato il mio apprendista per tutto questo tempo. - Ammise Metallicana, tornando a fissare la sua piccola avversaria. - Se non è capace di combattere allora non ha alcun diritto di stare nella mia foresta! -

Levy non poteva ricevere una sfida più chiara di quella. Le gambe le tremavano ma non aveva alcuna intenzione di sottrarsi al duello. Che figura avrebbe fatto se fosse scappata? Se il drago d’acciaio voleva davvero vedere di cosa era capace allora glielo avrebbe mostrato lei! Gli avrebbe mostrato che era degna di tutto il tempo di Gajeel e di tutto il rispetto di una vera maga! Poteva farcela, o almeno ci sperava ...

- Solid Script: Oil! - La parola che Levy aveva scritto colpì Metallicana proprio mentre si stava preparando a sferrarle un colpo di zampa. Oil si sciolse all’istante, imbrattando il drago con una sostanza scura e appiccicosa, come petrolio. Ma accecare e rallentare il suo avversario non era l’unico obiettivo di Levy.

- Solid Script: Fire! - Quando la seconda parola colpì Metallicana la reazione fu: esplosiva. Il contraccolpo scosse tutta la foresta, rimbombando tra i tronchi d’ossidiana. Il bagliore dell’esplosione costrinse lo stesso Gajeel a coprirsi gli occhi. Quella era davvero la situazione più imbarazzante di tutta la sua vita, il suo maestro e la sua migliore amica si stavano fronteggiando in un duello all’ultimo sangue. Che cosa diavolo doveva fare?

- È un vero peccato che la magia degli umani non abbia effetto sui draghi! - Metallicana si liberò dalle fiamme spalancando le ali, mentre il fumo causato dall’esplosione investiva Levy senza darle nemmeno il tempo di riprendere fiato. - E poi fuoco? Io odio il fuoco! - Metallicana inspirò profondamente. Levy conosceva quella mossa e sapeva che se voleva resisterle doveva reagire in fretta. - Solid Script: Guard! -

Il drago ruggì e il suo incantesimo andò a schiantarsi contro la barriera che Levy aveva eretto. Gurad si crepò quasi subito, ma diede lo stesso abbastanza tempo alla ragazza per gettarsi di lato ed evitare il peggio. Metallicana però non intendeva darle tregua. Il drago sollevò una zampa, pronto a colpire di nuovo e Levy si affrettò ad alzare le dita per scrivere un nuovo incantesimo per aria, ma questa volta Gajeel fu quello più veloce. Il dragon slayer bloccò la zampa del padre adottivo giusto in tempo, afferrandola con entrambe le mani. Ma il drago lo ignorò, continuando a pigiare su di lui con tutto il peso che aveva, minacciando di schiacciarlo come un fuscello. L’unica cosa che gli importava era la ragazza davanti a lui. - Interessante ... - Ghignò Metallicana, abbassando il muso per guardare meglio la sua avversaria. Anche se Levy non aveva più fiato, era ancora in piedi - Non credevo ci fossero ancora umani abbastanza coraggiosi da affrontare un drago! Forse avrei dovuto davvero razziare un villaggio piuttosto che prendere il primo moccioso che mi è capitato a tiro ... - Alla fine Metallicana sollevò la zampa, lasciando che Gajeel crollasse in ginocchio. Ormai aveva visto tutto quello che gli interessava e si girò, dando le spalle ai due ragazzi - Gli umani sono proprio creature piene di sorprese. - E spalancò le sue ali affilate.

- Te ne vai? - Gli strillò dietro Gajeel, incredulo - Fai tutto questo casino e poi te ne vai come se nulla fosse? Torna qui imbecille che abbiamo ancora un conto in sospeso! -

- Mi dispiace ma ho degli impegni. -

- Che cosa devi fare??? -

- Cose da drago. - Metallicana si girò solo per un ultimo istante, giusto per dare uno sguardo ai due ragazzi.

- Se hai proprio voglia di combattere, torna ad allenarti con la tua amica, forse potrebbe insegnarti qualcosa. -

- Ma se sono io che le sto insegnando a combattere??? - Replicò Gajeel ma Metallicana lo ignorò, alzandosi in volo e provocando una raffica così forte da zittirlo. I due ragazzi si ritrovarono così, di nuovo da soli, in mezzo alla polvere e agli alberi distrutti. Il dragon slayer era furibondo; alzò un pugno al cielo imprecando contro il drago e ignorando la ragazza che era rimasta pietrificata accanto a lui. Il cuore le batteva ancora all’impazzata ma non per la paura. Levy aveva capito che dietro quell’aggressione c’era qualcosa di più. Anche se non lo dimostrava apertamente, Metallicana voleva bene a Gajeel ed era questo il motivo per cui aveva deciso di conoscere la ragazza che frequentava. Battere il drago era ben oltre le sue possibilità, ma almeno alla fine, era riuscita ad ottenerne l’approvazione. Come avesse fatto non lo capiva nemmeno lei ...

- Torna qui e giuro che ti spacco il muso! - Dopo un ultimo grido contro il cielo, Gajeel decise finalmente di girarsi - Adesso capisci perché ci tengo tanto che tu sia pronta a combattere? Potresti incontrare un mostro pronto a divorarti da un momento all’altro! Ricominciamo, Scricciolo, e dalla base! - Non era esattamente quello che Levy si stava aspettando - Come? Ancora? Ma non possiamo fare una pausa? -

Quando Metallicana atterrò era praticamente ai margini più estremi della Foresta Pietrificata, ad un passo dalla palude. Stava ridendo ancora per lo spettacolo a cui aveva assistito: erano secoli che non si divertiva così! Peccato non poterlo fare di nuovo! Dopo aver testato le abilità di Levy ed aver deciso che poteva affidarle Gajeel, gli rimaneva un’unica cosa da fare ...

Per un attimo il corpo del drago venne avvolto dalla luce e la sua sagoma perse rapidamente i contorni che la contraddistinguevano, rimpicciolendosi. L’incantesimo durò solo pochi istanti e quando terminò, ormai al posto del drago d’acciaio c’era qualcuno completamente diverso: un uomo di mezza età con dei lunghi capelli neri raccolti in una coda, degli occhi rossi e penetranti ed un pizzetto scuro. Portava dei cerchi di metallo ai lobi delle orecchie e indossava una giacca logora, dei pantaloni larghi e degli stivali di pelle che lo facevano assomigliare ad un vecchio pirata oppure ad un mercenario uscito da mille battaglie. Metallicana lanciò un sospiro, mentre si guardava le mani e ammirava il modo in cui si muovevano, aprendosi e chiudendosi, secondo i suoi comandi. - Guarda che mi tocca fare ... - L’idea di utilizzare la sua forma umana non gli piaceva affatto ma se voleva davvero recarsi nel luogo che aveva deciso di visitare non poteva fare altrimenti. Doveva dare il meno possibile nell’occhio ed il suo corpo da drago non lo aiutava di certo a passare inosservato. - Veramente assurdo ... - Metallicana si incamminò tra gli alberi, borbottando sotto voce e ben presto si lasciò la palude alle spalle, inerpicandosi tra i sentieri che portavano al grande monte Hokobe. - Che cosa mi tocca fare per quel teppista? -

Il drago camminò a lungo prima di raggiungere la sua destinazione: l’imboccatura di una grande caverna, coperta da un velo di piante rampicanti. Per un po’ Metallicana rimase fermo tra gli alberi, annusando l’aria per accertarsi che chi stava cercando fosse dentro poi si infilò dentro senza nemmeno chiedere permesso.

- Grandeeney! -

La dragonessa si inchiodò non appena lo vide. In quel momento anche lei stava utilizzando la sua forma umana per rammendare un pantalone nero che senza alcun dubbio non era il suo.

- FUORI! Esci immediatamente dalla mia tana! - Grandeeney scoprì istintivamente i denti, tuonando come una nuvola di tempesta ma Metallicana non le diede ascolto, infilandosi ancora di più dentro la caverna. - È questo il modo di trattare un vecchio amico? - Quanti secoli erano che non si incontravano? Se fosse stato possibile, Metallicana avrebbe evitato la dragonessa ancora per un po’, purtroppo non aveva altra scelta.

- Non siamo mai stati amici. - Sibilò Grandeeney, irrita per quell’improvvisa invasione del suo territorio - E se quattrocento anni fa abbiamo combattuto la stessa guerra è stato solo per errore. -

- Sì, lo ammetto. - Le concesse Metallicana - Probabilmente schierarsi a favore degli umani non è stata la cosa più intelligente che i draghi abbiano fatto ma non sono venuto qui per discutere di quello. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. -

- Non ho alcuna intenzione di farti un favore! - Ringhiò l’altra - E sparisci adesso, prima che Erza e Natsu ritornino o che Igneel ti trovi. -

- Io invece non me ne vado fino a che non avrò ottenuto ciò che mi serve. - Metallicana andò a sedersi su uno dei tanti sassi che coprivano il fondo della caverna, come se le minacce di Grandeeney non gli facessero né caldo né freddo. - Tanto lo so che ti ci vuole un attimo. Sei un’esperta di quelle diavolerie che gli umani chiamano medicine! Devi preparare per me un sonnifero capace di stendere il mio dragon slayer per qualche ora. -

- Un sonnifero? - Ripeté la dragonessa, questa volta ancor più sospettosa di prima - A che diavolo ti serve drogarlo? -

- Per piantarlo in asso nella foresta senza che provi a seguirmi. - Le spiegò Metallicana come se fosse la cosa più ovvia del mondo - Non ho più voglia di occuparmi dei suoi allenamenti, credo che abbia imparato abbastanza. Più di quello che immaginavo per avere una testa così dura. - Grandeeney non gli rispose, continuando a fissarlo con aria incredula. - So che i draghi di solito cacciano con la forza i cuccioli troppo cresciuti. - Aggiunse Metallicana - Ma che senso avrebbe distruggere il mio dragon slayer dopo aver fatto tanta fatica per crearlo? -

Ancora silenzio.

- Allora? - Incalzò il drago - Che ho detto di strano? Dovreste farlo anche voi! I vostri dragon slayer non hanno ancora finito il loro allenamento? Sono davvero pietosi! Quanto tempo pensate di tenerli ancora con voi? Non avete altri impegni? -

- Sei sempre stato una bestia arrogante. - Bofonchiò questa volta Grandeeney, riprendendo a rammendare il pantalone che aveva tra le mani con ago e filo. - Hai preso un cucciolo d’uomo soltanto perché eri invidioso di Igneel e non volevi che fosse l’unico ad addestrare un nuovo dragon slayer. Hai fatto lo stesso quattrocento anni fa. Non cambierai mai. -

- Perché voi siete migliori? - Sibilò il drago - Non è forse un desiderio egoistico il nostro? Il desiderio di prolungare un po’ in più la memoria dei draghi e la loro leggenda? Il mondo non ha più bisogno di dragon slayer, non c’è più nessun esercito che minaccia l’esistenza del genere umano. Nessuno ha bisogno dei ragazzi che abbiamo adottato, anzi, probabilmente i loro stessi simili ne farebbero volentieri a meno. Chi ci garantisce, in fondo, che ad un certo punto qualcuno di loro non vada improvvisamente di matto e si rivolti contro la sua stessa razza? Un mostro perfino peggiore di Acnolo ... -

- BASTA! Non voglio nemmeno sentire quel nome! - Grandeeney lo zittì, alzando bruscamente la voce. La dragonessa spinse via il pantalone con rabbia, strappando con i denti il filo che aveva appena finito di usare.

- Vuoi il tuo sonnifero? E lo avrai, ma subito dopo sparisci dalla mia vista. Non voglio essere paragonata a te e non voglio che Erza e nessun altro vengano messi sullo stesso piano di quel mostro! - Era così arrabbiata e si alzò così di fretta da non sentire nemmeno l’altro drago che sussurrava qualcosa simile a un - Grazie. -

E così quella sera, quando Gajeel tornò alla caverna trovò Metallicana steso al solito posto come se nulla fosse. Non sapeva quali fossero le sue intenzioni e che aveva perfino chiesto l’aiuto di Grandeeney per realizzare i suoi progetti. Il ragazzo era furioso per il modo in cui il drago si era comportato quel pomeriggio.

- Hai finito le tue “cose” bestione? - Ruggì il dragon slayer piantandosi ad un passo dal muso del suo insegnante - Si può sapere che cosa ti è preso oggi? -

- Approvo. -

Gajeel non capì subito a cosa si riferiva - Che? -

- Approvo la tua scelta. Quella ragazza è interessante. - Ripeté Metallicana - Non capisco ancora come mai ti trovi degno delle sue attenzioni, ma ti conviene approfittarne prima che cambi idea e legarla a te. -

Gajeel si aspettava di tutto tranne che di sentire una cosa del genere. Arrossì, cercando di inventare qualche scusa sul fatto che lui e Levy erano soltanto amici. Vedendolo balbettare Metallicana lanciò un sospiro - Che accidenti stai dicendo? Ti devo rifare il discorso su come si impollinano i fiori? -

- NO! - Gridò il ragazzo, cercando disperatamente di zittire il drago.

- Bene, perché ho un altro discorso più importante da farti. Questo si ripete solo una volta! -

- Lo dici per ogni cosa! - Ma Gajeel non riuscì nemmeno a finire di sbuffare: la grossa zampa di Metallicana lo afferrò, serrandolo nel pugno pur di tenerlo fermo. - Oggi ho deciso anche un’altra cosa: il tuo addestramento è finito. Complimenti! Da adesso in poi sei ufficialmente un dragon slayer d’acciaio! -

Gajeel non riuscì nemmeno a rispondere. Rimase paralizzato per qualche istante prima di riuscire a sussurrare qualcosa - Stai ... dicendo sul serio? -

- No, è Carnevale idiota. - Sbuffò il drago - Secondo te scherzerei mai su una cosa del genere? - Metallicana era un insegnante troppo serio per fare battute. - Per ricevere la promozione ti manca soltanto una cosa. Ripeti con me: “Giuro sulla Magna Carta che i primi dragon slayer firmarono quando vennero scelti quattrocento anni fa”. -

- Perché devo ripetere questa roba? -

- Perché i dragon slayer sono come soldati che giurano sul loro onore che è la cosa più importante al mondo. Spicciati che non ho tutta la notte per te! - Gajeel fu costretto a fare come gli veniva detto, sforzandosi di dare alla cerimonia il tono più serio possibile - Giuro sulla Magna Carta che i primi dragon slayer, firmarono quando vennero scelti quattrocento anni fa. -

- Di usare sempre la mia magia soltanto per difendere chi è in difficoltà e mai per diffondere il male. -

- Di usare sempre la mia magia soltanto per difendere chi è in difficoltà e mai per diffondere il male. -

- Che non spargerò sangue innocente, che non infangherò il nome dei draghi che mi hanno addestrato e che renderò questo paese orgoglioso del mio servizio. - Continuò Metallicana, assicurandosi che il ragazzo ripetesse tutto. - Giuro che veglierò su coloro che amo e che porterò sempre a termine le mie missioni. Giuro di portare sempre in alto la bandiera dei draghi d’acciaio e che ringrazierò ogni singolo istante della mia vita l’insegnante che mi ha gentilmente concesso questa magia. -

- Stai scherzando adesso! Io non giuro una cosa del genere! - Protestò Gajeel ma lo sguardo di Metallicana lo zittì. Era evidente che se voleva la promozione allora doveva fare esattamente come gli aveva detto.

- Sei un bastardo. - Grugnì alla fine il ragazzo mentre il drago sghignazzava - Lo sai? Mi sono divertito davvero un sacco ad addestrarti in questi anni. -

- Sul serio? Perché dalla tua faccia sembrava che fossi incazzato ogni giorno. -

- Sei stato un esperimento molto più interessante degli uomini che ho addestrato quattrocento anni fa. - Aggiunse Metallicana, aprendo finalmente la zampa. - Nessuno di loro ha mai avuto il coraggio di rispondermi come fai tu. Hai più spina dorsale. E mi hai sentito prima? - Il drago gli appoggiò un artiglio sul petto, punzecchiandolo - Usala come si deve. Adesso sei libero di andartene dove ti pare e di fare tutto quello che vuoi, ma se dovessi sapere che stai causando dei guai, ti verrò a cercare, dovunque tu sia, e giuro che ti staccherò la testa. Così come ti ho insegnato la magia posso togliertela in ogni istante! -

- Ne dubito. - Ridacchiò il ragazzo, spalancando le braccia in segno di sfida - Adesso che sono un vero dragon slayer sei tu quello che deve stare attento. Sono io quello che ammazzo i draghi! -

- Magari contro un drago mediocre potresti riuscirci, ma non di certo contro di me! -

- Vuoi vedere? Fatti avanti se ne hai il coraggio! Dobbiamo ancora regolare il conto di oggi! - Gajeel si preparò subito a colpire, trasformando un braccio in una lunga spada affilata ma Metallicana lo anticipò, colpendolo con l’altra zampa che fino a quel momento aveva tenuto chiusa a terra. L’attacco gettò il dragon slayer tra gli alberi, senza dargli nemmeno il tempo di accorgersi della polvere che il drago d’acciaio gli aveva scagliato addosso. Gajeel si rialzò con uno scatto, pronto a tornare all’attacco. Per un attimo gli sembrò che la foresta fosse diventata improvvisamente più sfocata e che gli alberi stessero girando, ma il ragazzo scosse la testa, sforzandosi di rimettere tutto a fuoco.

- Iron Dragon’s Hard Fist! - Ma il suo pugno mancò completamente il bersaglio, senza nemmeno che Metallicana avesse bisogno di spostarsi. A quel punto Gajeel non riuscì a fare altro tranne che girarsi per un ultimo istante a guardare il suo insegnante. I loro sguardi si incrociarono giusto per un attimo poi il dragon slayer crollò sul prato, completamente privo di sensi.

- Quando ho detto che mi sono divertito dicevo sul serio. - Sospirò Metallicana guardando il ragazzo profondamente addormentato. - Ti ho tenuto con me molto più tempo di quanto avrei dovuto, perché ad essere sinceri avevo paura a rimandarti indietro dai tuoi. Gli umani sono più pericolosi di quello che sembra: amano prendersela con i loro simili, specialmente quando non sono esattamente uguali a loro. Credevo che non ti avrebbero accettato e volevo che imparassi la mia magia per difenderti da loro, non dai mostri. Ma a quanto pare alla fine hai trovato lo stesso qualcuno disposto ad amarti così come sei. Adesso posso lasciarti a cuor sereno. È stato bello ma sapevamo tutti e due che non poteva durare per sempre: in fondo sono sempre stato un drago solitario ... - A quel punto Metallicana non aggiunse altro, spalancò le sue grandi ali e saettò via, come una cometa scintillante nel cuore della notte. Il turbine investì il prato e fece tremare gli alberi, proprio come se un aereo a reazione fosse appena passato sulla Foresta Pietrificata ma Gajeel non si mosse nemmeno, ignorando tutto quello che stava accadendo.

- Gajeel ... Gajeel! GAJEEL! - A svegliarlo il giorno successivo non fu né la luce del sole né il canto degli uccelli, ma una mano che lo scuoteva, premuta sul petto. Il dragon slayer ci mise un po’ a capire a chi apparteneva quella voce preoccupata e quando alla fine riuscì ad aprire gli occhi la prima cosa che lo accolse fu il viso di Levy chinato su di lui.

- Che ti è successo? Stai bene? Non ti ho trovato all’appuntamento e sono venuta a cercarti! Non avevo nemmeno la più pallida idea di dove fosse questo posto! Ti ho cercato tutto il giorno! -

Appuntamento? Questo posto? Tutto il giorno? Gajeel non capiva nemmeno cosa la ragazza gli stesse dicendo. Si sforzò di tirarsi a sedere ma una fitta alla testa lo costrinse subito a premersi le dita sulle tempie.

- Questa è la caverna dove abiti? Perché eri steso sul prato? Vuoi dirmi che cosa è successo? - Levy continuava a sparare domande ma Gejeel non riusciva nemmeno a sentirla. L’unica cosa che sentiva era il silenzio della foresta, senza la voce di Metallicana che gli gridava contro per aver portato un umano fin nella loro tana. Il discorso che il drago gli aveva fatto la sera precedente gli tornò subito in mente e così il modo in cui lo aveva colpito a tradimento per metterlo fuori combattimento.

- È andato via ... -

Levy si zittì soltanto allora - Chi? -

- METALLICANA! - Gridò Gajeel anche se gridare gli rimbombava nella testa e gli faceva ancora più male.

- Non è possibile! TORNA QUI BASTARDO! Questo è il modo in cui fai le cose? Sei un codardo! Un maledetto codardo! - Ma la foresta non poteva rispondergli. Anche l’odore del drago ormai era già sparito, senza nemmeno dargli la possibilità di seguirne la scia. Di Metallicana non rimaneva altro che la sua magia che per secoli aveva avvelenato la foresta.

- Gajeel ... -

Ma il ragazzo non aveva più voglia nemmeno di parlare con Levy e si lasciò cadere di nuovo sull’erba, deluso e senza fiato - Stronzo ... -

Da bambino Gajeel voleva crescere in fretta, proprio come tutti gli altri bambini e non sapeva che bisogna assaporare ogni momento, perché il tempo non torna più indietro. Si allenava senza sosta e non vedeva l’ora di diventare un dragon slayer a tutti gli effetti. Si domandava cosa avrebbe provato una volta terminati i suoi addestramenti e passava ore ed ore ad immaginarsi da grande. Sognava di vivere avventure incredibili, combattimenti mozzafiato e di fare lunghi viaggi intorno al mondo. Gli piaceva immaginarsi una scena in particolare: quella in cui, tra un’avventura e l’altra, faceva ritorno nella Foresta Pietrificata e raccontava a Metallicana delle sue imprese. Quando il piccolo Gajeel si immaginava quella scena, il copione era sempre lo stesso: il drago gli sorrideva, con quel suo strano modo di sorridere, gli dava una pacca sulla spalla e si complimentava con lui - Sei diventato davvero in gamba ragazzo mio! -

Il piccolo Gajeel non immaginava che le cose sarebbero finite in quel modo. Adesso che era diventato grande e che i suoi addestramenti erano completi, non si sentiva né felice, né orgoglioso. Quanto avrebbe voluto tornare indietro! Il cuore di Gajeel assomigliava a una tempesta di rabbia: era furioso per il modo in cui Metallicana lo aveva abbandonato. Quel vecchio codardo! Quel traditore! Senza di lui, tutti i progetti che aveva fatto gli sembravano inutili. Ora che Metallicana non era più nella foresta ad aspettarlo, per sentire i suoi racconti, che senso aveva viaggiare per il mondo ed innalzare la fama dei dragon slayer d’acciaio fino alle stelle? Gajeel avrebbe dato qualsiasi cosa per trovarlo, combattere contro di lui e costringerlo a tornare indietro ma c’era una vocina nella sua testa, in fondo ai suoi pensieri, che continuava a ripetergli che era meglio così. Gli ripeteva che Metallicana era andato via per il suo bene perché, abbandonandolo a se stesso, il drago gli aveva finalmente dato la possibilità di mettere in pratica tutto ciò che aveva imparato e di dimostrare d’essere diventato davvero un adulto. Quella vocina nella testa di Gajeel aveva ragione, ma il dragon slayer non riusciva quasi a sentirla. Improvvisamente senza il suo drago non sapeva più cosa farsene della magia, non ne aveva proprio la più pallida idea.

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Capitolo 35
*** Solid Script ***


Solid Script

Eccomi di ritorno! Anche oggi sono qui per portarvi un capitolo e suggerirvi una canzone che mi ha ispirata mentre scrivevo queste pagine. Si tratta di Immortals dei Fall Out Boy. Ogni volta che ripenso a questo passaggio della storia non riesco proprio a togliermi dalla testa i primi versi della canzone:


They say we are what we are
But we don't have to be.
I'm bad behavior but I do it in the best way.
I'll be the watcher (watcher) of the eternal flame.
I'll be the guard dog of all your fever dreams ...
I try to picture me without you but I can't


Solid Script

Per qualche giorno, dopo la sparizione di Metallicana, Gajeel cercò di rinviare tutte le domande sul suo futuro. Al mattino continuava i suoi allenamenti e aspettava con ansia il pomeriggio, quando Levy veniva a fargli visita. La ragazza gli teneva compagnia e gli impediva di sentire il vuoto della foresta. Durante i loro allenamenti la sua magia da dragon slayer tornava improvvisamente utile, ma quando a sera andava via, i dubbi tornavano a tormentare Gajeel. Scuotere la testa non serviva a ricacciarli indietro.

Partire o non partire?

Quando aveva cominciato a sognare di viaggiare per il mondo Gajeel non aveva ancora incontrato Levy e non sapeva quanto sarebbe diventata importante per lui. L’idea di andare via, senza di lei, gli provocava ogni volta una fitta di dolore. Si vedevano tutti i giorni eppure quando la ragazza tornava a casa il vuoto che si lasciava dietro gli toglieva il respiro. Non aveva alcuna speranza di sopravvivere lontano da lei! Ma c’era un altro pensiero che tormentava Gajeel: aveva paura di perderla. Che cosa avrebbe fatto se, mentre era impegnato in uno dei suoi viaggi, Levy si fosse innamorata di un altro? Il rimpianto lo avrebbe tormentato per sempre. Se voleva davvero lasciare la Foresta Pietrificata, viaggiare per il mondo e mostrare a tutti quello che aveva imparato, allora aveva un’unica possibilità: doveva portare Levy con sé ad ogni costo.

Quella rivelazione colpì Gajeel con la stessa forza di un mattone o meglio con la stessa forza di Solid Script. Una parola a lettere cubitali, “Stone”, lo aveva appena centrato in pieno. Era completamente fatta di pietra, ma la testa del dragon slayer era più dura dell’incantesimo e la parola si frantumò all’istante.

- Attento! Ti ho fatto male? - Levy lo raggiunse subito dopo, inginocchiandosi accanto a lui con aria terrorizzata; era certa che il dragon slayer avrebbe evitato il colpo, altrimenti non lo avrebbe scagliato con così tanta forza.

- Certo che sto bene! - Grugnì Gajeel - Ho solo spaccato una montagna con la testa! Che cosa vuoi che sia? -

La magia che Levy aveva imparato poteva produrre soltanto incantesimi di breve durata ma era così incredibilmente versatile da darle infinite possibilità in combattimento. Finché era stata bloccata sui libri a studiare Solid Script, nemmeno lei si era resa conto di quanto quella tecnica potesse essere interessante. Sentire la magia scorrerle nelle vene fino alla punta delle dita, mischiarsi all’adrenalina e alla competizione, era una sensazione fantastica. Levy aveva letto di maghi oscuri che, annebbiati dai loro stessi poteri, avevano perso la testa ma soltanto adesso iniziava a capire da dove venisse quel senso di onnipotenza. Anche se non lo ammetteva spesso, piaceva anche a lei l’idea di potersi finalmente confrontare con Gajeel; era un vero peccato il fatto che negli ultimi giorni fosse così fuori fase. Era evidente che la sparizione di Metallicana lo aveva disorientato, ma nemmeno Levy sapeva cosa fare per tirarlo su di morale. Non riusciva a capire cosa gli passasse effettivamente per la testa e non aveva nemmeno idea di come convincerlo a condividere i suoi pensieri.

- Va bene! Va bene! - Alla fine Levy si lasciò andare sull’erba con un sospiro: era meglio finire i loro allenamenti prima che si trasformassero in un litigio - Chiudiamola qui: io sono esausta! - La ragazza aveva i capelli appiccicati alla fronte e il respiro un po’ corto. Non aveva alcuna speranza di reggere il confronto con la stamina di Gajeel. Ma il dragon slayer non era dell’umore adatto per accettare nemmeno una resa - Ti arrendi così? Non puoi arrenderti proprio quando hai appena assestato un colpo vincente al tuo avversario! Ma devo insegnarti proprio tutto Scricciolo? Rialzati e combatti! - Gajeel non se ne rendeva conto, ma quando gridava in quel modo suonava proprio come Metallicana, quando si addestravano insieme.

- Lascia perdere. Tanto non riuscirei comunque a batterti ... -

- La vuoi piantare? -

Levy fu costretta a coprirsi le orecchie per evitare che il dragon slayer le sfondasse i timpani.

- Non devi sottovalutarti così! La tua magia è incredibile: puoi usarla per creare praticamente qualsiasi cosa. Puoi manipolare tutti gli elementi mentre io invece, posso controllare solo l’acciaio! -

Per un attimo Levy rimase in silenzio, non era sicura di aver sentito bene oppure no. Quando Gajeel parlava così della sua magia, la faceva quasi assomigliare a Zaref, il mago oscuro, che con i suoi poteri era capace di creare qualsiasi cosa, perfino i demoni dalla polvere.

- Ogni volta che ti arrendi in quel modo mi fai infuriare. - Continuò il dragon slayer incrociando le braccia.

- Non hai abbastanza fiducia in te stessa. È ovvio che se fai così non riuscirai mai a battermi nemmeno in un’amichevole. Non arriverai mai da nessuna parte! - Questa volta Levy fu costretta a mordersi la lingua. Il tono di Gajeel era duro, ma non la stava sgridando. - Sei più cocciuta di quello che sembri: ma non diventarlo nel modo sbagliato. Non potevo aiutarti a decifrare quei libri maledetti ma almeno adesso posso darti una mano con gli allenamenti! - Le stava chiedendo il permesso di aiutarla anche se i suoi modi erano scontrosi come sempre. Levy non aveva bisogno di sentire altro per farsi coraggio. Attirò il dragon slayer per un braccio e senza nemmeno pensarci due volte, appoggiò le labbra contro le sue. Anche quella, in fondo, era una magia, un’alchimia, che per essere perfezionata aveva richiesto un po’ di pratica e un buon partner.

- Che cosa farei se non ci fossi tu a incoraggiarmi? - Sussurrò la ragazza, quando alla fine si staccò per riprendere fiato. - Di che stai parlando, Scricciolo? - Ma ormai Gajeel si era già scordato tutto, l’aveva costretta a sedersi sulle sue gambe, stringendola forte. Crescendo il dragon slayer ormai era divento così alto e robusto da poter tenere Levy perfettamente tra le braccia, senza perderne nemmeno un centimetro. Era una cosa che amava da impazzire. Combaciavano perfettamente, come un seme nel suo guscio.

- Sei davvero con la testa tra le nuvole. Mi sa che è meglio che continuiamo domani questo discorso. - Levy gli appoggiò un ultimo bacio sulla guancia, prima di divincolarsi dalla sua stretta. Al dragon slayer non restò che mormorare di mala voglia - Te ne vai? -

Il sole ormai stava già calando e Levy sapeva di non potergli concedere nemmeno un istante in più. Sapeva che tra le braccia del suo amato, un minuto poteva diventare un’ora in meno di un batter d’occhio.

- Devo tornare a casa in tempo per cena, lo sai, oppure inizieranno a chiedermi spiegazioni! -

- Ma se i tuoi zii non si accorgono nemmeno se esci o entri in casa? - Protestò Gajeel.

- Ma gli altri iniziano a farsi domande. Qualcuno inizia a vociferare addirittura che mi sono fatta un amante in un villaggio vicino! -

Gajeel aggrottò un sopracciglio come a dire che non vedeva il problema e Levy decise di archiviare la questione con un sospiro. Sarebbe stato troppo lungo spiegargli le intricate leggi d’onore che tutte le ragazze di campagna come lei erano costrette e rispettare. - A domani! - Questa volta Levy gli soffiò un bacio con la mano e si girò, sparendo tra gli alberi. Doveva affrettarsi se voleva uscire dalla foresta prima che calasse la notte. Ormai conosceva a memoria la strada e gli animali selvatici non le facevano più paura, ma sfortunatamente, proprio quella sera, qualcosa di terribile era già in agguato per lei nell’ombra.

- Si è fatto davvero tardi ... - Sospirò la ragazza, uscendo dal fitto degli alberi e correndo in fretta in mezzo all’erba alta. Quando raggiunse la stradina in terra battuta che conduceva fino al suo villaggio, le mancava già il fiato e fu costretta a fermarsi per un attimo, piegata in due per recuperare.

Adesso tutto ciò che rimaneva all’orizzonte era un alone arancione scuro e più sopra il blu della notte. Alzando la testa, Levy poteva già scorgere in lontananza le luci delle case e il fumo alzarsi dai camini, segno che in molti stavano già cucinando la loro cena.

- Se non mi sbrigo ... - La ragazza non riuscì nemmeno a completare quella semplice frase. Una mano emerse dal buio alle sue spalle, coprendole la bocca ed in un attimo la ragazza si ritrovò serrata in una morsa d’acciaio.

- Che cosa abbiamo qui? - Le sussurrò una voce all’orecchio, la voce gracchiante di un uomo che non aveva mai sentito prima. Levy deglutì a fatica, paralizzata dal terrore, mentre lo sconosciuto si appoggiava col mento sulla sua spalla, guardandola allo stesso modo con cui fanno i predatori con le loro vittime. Il suo lungo naso aquilino lo faceva assomigliare ad un incrocio tra un rapace ed una gallina.

- Sembra uno spuntino appetitoso quello che hai appena trovato Kawazu. La collana che indossa non ha alcun valore, ma la pietra forse possiamo riutilizzarla: sembra lacryma blu. - L’aria tremolò ed una seconda figura apparve a qualche passo da Levy. Si trattava di un altro uomo con un naso schiacciato ed un ciuffo di barba che lo facevano assomigliare ad una capra selvatica. Indossava un’armatura e uno strano elmo, ornato con un paio di corna dorate. Al fianco portava una katana lunga e sottile.

- Sono anni che non veniamo a caccia in questa zona, vero Yomazu? - Ridacchiò l’uomo che la teneva prigioniera - Ma questa spedizione sta già dando i suoi frutti! -

L’aria alle spalle di Yomazu, l’uomo capra, tremolò ancora, come se un velo magico si fosse appena rotto, scoprendo un’intera armata di brutti ceffi. Ognuno di loro sfoggiava un ghigno terribile, barbe sfatte e vestiti laceri. Qualcuno brandiva un coltello arrugginito, qualcun altro un’ascia e qualcuno addirittura una mazza. Era evidente che si trattava di banditi.

- Da quale villaggio vieni, dolcezza? - Continuò a sussurrarle all’orecchio Kawazu con la sua voce da gallina. - Stavamo pensando di saccheggiarne uno. Ti prometto che se ci dai le informazioni che vogliamo, non faremo nulla di male a te e alla tua famiglia. - Ma gli uomini della banda risero, come se quella del loro capo fosse una delle battute più divertenti che avessero mai ascoltato. - Allora? -

Levy era in evidente svantaggio: i suoi avversari erano armati e probabilmente conoscevano anche qualche forma di magia, ma non poteva concedergli la vittoria così facilmente. Proprio poco prima Gajeel l’aveva incoraggiata a credere di più in se stessa! Doveva solo riuscire a liberarsi e correre dritta fino al villaggio per chiedere soccorso ... Che alternativa le rimaneva?

Levy morse, addentando la mano che il bandito le teneva premuta sulla bocca con tutta la forza che aveva. Kawazu gridò per il dolore e si staccò subito, colto di sorpresa, per stringersi le dita sanguinanti.

- Piccola putt! -

Mai smettere di colpire dopo aver assesto un attacco vincente.

Levy si lasciò il bandito alle spalle, puntando dritta contro quelli che le bloccavano la strada per aprirsi un varco - Solid Script: Fire! - Il suo incantesimo si rovesciò sugli avversari, costringendoli a farsi precipitosamente da parte ma Yomazu reagì con una velocità impressionante. Sfoderò la sua katana e la mosse, graffiando per aria un simbolo oscuro - Mizu. - Bastò che scandisse la parola ed un fiume d’acqua venne letteralmente fuori dal suo incantesimo, spegnendo le fiamme e travolgendo Levy. La ragazza si ritrovò in un attimo a terra, inzuppata fino al midollo, annaspando per un poco d’aria.

- Chi lo avrebbe mai detto! - Esclamò il bandito con la katana, puntandole l’arma addosso per bloccare ogni suo tentativo di fuga - Non solo abbiamo trovato una piccola impertinente, ma anche una piccola maga! Peccato che tu sia un’autentica principiante... Vuoi due lezioni da un vero maestro di Oriental Script? -

Che incredibile caso di sfortuna ... Levy si morse un labbro per la rabbia. Tra tutti i banditi che poteva incontrare, proprio uno con i suoi stessi poteri? La tecnica di Yomazu sembrava leggermente diversa dalla sua, ma anche spaventosamente potente ...

- Non la toccare! Lasciala a me! - Kawazu spinse via il compagno per una spalla. Il suo viso adesso sembrava un autentico ritratto della furia - Mi occupo io di questa mocciosa! - Levy non riuscì nemmeno a scansarsi prima che il bandito l’afferrasse per i polsi, sollevandola in aria come un fuscello. Kawazu era molto più alto di lei e la sua figura imponente come quella di un mostro. Le sue unghie affilate, le affondavano nella carne, tenendola saldamente come gli artigli di un’aquila.

- Vacci piano capo! O non potremo più usarla come ostaggio! - Ridacchiò qualcuno dei banditi che soltanto un attimo prima stava scappando dalle fiamme di Solid Script.

- Anche io voglio un giro con la ragazza! - Esclamò invece qualche altro disgustoso pervertito, ma Kawazu non li stava ascoltando: fissava Levy con così tanta intensità da farla tremare. Era indeciso su cosa farne.

- Te lo avevo detto che non dovevamo tornare. Guarda come ti sei arrabbiato, ora ti fari venire mal di stomaco! - Sospirò alla fine Yomazu, l’uomo capra. La sua voce roca che sembrava tanto un belato.

- L’ultima volta che siamo stati qui abbiamo rimediato solo qualche spicciolo. Abbiamo beccato qualche vagabondo, un mulo carico di libri e una famiglia di pezzenti. -

Un mulo carico di libri e ...

Un altro brivido pieno d’orrore passò lungo la schiena di Levy.

- Lo so! - Esclamò Kawazu - Siamo stati costretti ad andarcene via per colpa di quel bambino scomparso. La vicenda fece un certo eco e un gruppo di cavalieri runici venne mandato a pattugliare la zona per un po’. Ma è stato anche divertente: quella donna non la smetteva di gridare di risparmiare suo figlio! - Ridacchiò l’uomo gallina - Chissà che fine ha fatto quella cimice ... Probabilmente se lo sono mangiati i mostri della foresta! -  Il bandito non aveva la più pallida idea del fatto che i mostri della foresta stessero arrivando a mangiare lui ...

- Iron Dragon’s Sword! - Fu come se un treno impazzito si fosse improvvisamente schiantato contro la retroguardia dei banditi, sbalzandoli in aria. Gli uomini lanciarono tutti uno strillo unanime, pieno di terrore. Non avevano la più pallida idea di cosa li stesse attaccando e non erano pronti a reagire, ma Levy non poteva confondere quella magia con quella di nessun altro al mondo - GAJEEL! -

Il dragon slayer aveva percepito che c’era qualcosa di strano nell’aria, nell’istante esatto in cui la ragazza lo aveva lasciato. La brezza aveva portato fino a lui l’odore dei banditi e per questo, invece di tornare alla sua grotta, si era precipitato fuori dalla foresta.

- Un mago? O è un animale? - Kawazu si affrettò a poggiare di nuovo Levy a terra, stringendola come uno scudo. I banditi che non erano stati travolti dal primo attacco, avevano alzato le loro armi, pronti a reagire, ma era come provare a resistere ad uno tzunami. Gajeel non aveva bisogno di sentire le dichiarazioni di Kawazu per capire chi era che gli stava davanti. Non aveva scordato quelle due facce grottesche; il viso dei due banditi aveva tormentato a lungo i suoi incubi anche dopo aver incontrato Metallicana. Non gli avrebbe permesso di fare del male anche a Levy ed avrebbe vendicato ad ogni costo la sua famiglia.

- Iron Dragon’s Roar! -

L’uomo gallina strinse Levy più forte e piegò la testa all’indietro, inspirando come se stesse per usare anche lui un ruggito del drago. - Egg Buster! - Ma l’unica cosa che ne venne fuori fu una gragnola di uova esplosive. Quando la sua magia e quella di Gajeel si incontrarono l’effetto fu letteralmente devastante, bombardando l’intero campo con pezzi di guscio e di ferro taglienti come lame. I banditi coinvolti nell’esplosione non poterono far altro che gridare e stendersi a terra per evitare la furia del dragon slayer d’acciaio e del loro capo. Era evidente che per Kawazu non era un problema se qualcuno dei suoi uomini fosse stato disintegrato durante lo scontro e nemmeno per Yomazu ...

- Zan! - Il bandito mosse la sua spada e la parola seguì subito la traiettoria della lama, descrivendo una lunga scia per aria. Gajeel era già pronto per accogliere il fendente con le sue scaglie d’acciaio ma ... l’incantesimo lo travolse a piena potenza, squarciando le sue difese come se fossero state di carta.

Levy lanciò uno strillo terrorizzato mentre il dragon slayer veniva costretto a farsi precipitosamente indietro.

- Kan! - Yomazu questa volta tirò un affondo e la parola scritta dalla sua lama liberò un raggio d’energia sufficiente da trafiggere Gajeel ad un fianco, macchiando l’erba e la strada battuta di sangue.

I due banditi non erano nemici da sottovalutare. Se quello che Kawazu aveva detto era vero, allora erano stati proprio loro, i criminali che tredici anni prima avevano aggredito e sterminato sia la famiglia di Levy che quella di Gajeel. Si trattava di assassini esperti. Che cosa potevano mai fare per fermarli?

Mentre il dragon slayer combatteva, la ragazza non poteva far altro che guardare la scena con le lacrime agli occhi. Si sentiva terribilmente impotente, bloccata nella stretta del suo aguzzino. Gajeel faceva del suo meglio per allenarla e incoraggiarla, ma la verità non poteva cambiare: la sua magia era ancora troppo debole per reggere il confronto con avversari così terrificanti. Ma allora? Arrendersi? Impossibile! Forse ... Anche se non poteva sconfiggere di persona i due banditi, Levy poteva fare ancora qualcosa per aiutare Gajeel. Aveva le mani bloccate dietro la schiena ma le gambe libere.

Levy calciò via uno dei sandali che indossava, decisa a tentare qualcosa che non aveva mai fatto prima.

- Solid Script ... - Kawazu non capì in tempo cosa stesse facendo. Levy stava concentrando tutta la magia che aveva dentro proprio sulla punta del piede - Steel! - La parola apparve per magia, solida come acciaio e la ragazza la scagliò via con un calcio. Yomazu abbassò la testa giusto un attimo prima che lo colpisse alla nuca e Steel volò senza fare danni sopra di lui. Ma il bandito non era il vero obiettivo di Levy - Mangiala! - Sapeva che Gajeel poteva convertire il potere del metallo in energia. Trasmettergli tutta la sua magia era la miglior cosa che poteva fare per aiutarlo.

- Ricevuto! - Il dragon slayer non aveva bisogno di farselo ripetere, afferrò la parola al volo, ingoiandola in un sol boccone, mentre i due banditi lo guardavano senza capire cosa stesse succedendo. Yomazu fu il primo ad intuire che si trattava di una tecnica pericolosa, afferrò la katana a due mani e si lanciò all’attacco - Dark Sword: Nurakami! - Sperava di anticipare Gajeel ma ormai il dragon slayer aveva già giunto le mani in alto, permettendo a tutta la magi che Levy gli aveva trasmesso di scorrere: non l’avrebbe sprecata.

- Iron God Sword! - Quando Gajeel abbassò le mani la magia seguì subito il suo movimento, condensandosi in una gigantesca spada nera. La katana di Yomazu non aveva alcuna speranza di resistere: si spezzò ed il bandito venne scagliato via, come una bambola di pezza.

Le carte in tavola si erano improvvisamente rivoltate.

- Egg Wall! - Kawazu gridò, cercando nonostante il panico, di difendersi con uno dei suoi incantesimi. Sparò una raffica di uova ed i gusci esplosero di nuovo, formando una specie di muro grazie al loro contenuto. Ma la spada di Gajeel tagliò di netto la barriera come se fosse stata gelatina. L’uomo gallina non riuscì a far altro che starnazzare un’ultima volta mentre la mano del dragon slayer lo afferrava per la gola e lo staccava da Levy, scagliandolo via. La lama della spada lo colpì di piatto dietro la testa, stordendolo e schiantandolo accanto al suo compagno.

- Quando hai imparato quella mossa? - Gajeel era completamente distrutto, coperto di ferite e sanguinante, ma l’unica cosa che gli importava era il suo Scricciolo - E continui a ripetere che sei debole ... - Levy stava per ribattere che in realtà non aveva fatto niente di speciale, quando delle grida alle sue spalle la costrinsero a girarsi di scatto. Gli abitanti del villaggio avevano notato che qualcosa di sospetto stava accadendo in mezzo ai campi ed adesso stavano arrivando a fare chiarezza. Erano tutti armati di torce, forconi e falci, pronti a linciare chiunque si fosse messo sulla loro strada.

- Che diavolo è successo? -

- Sono banditi! -

- Hanno preso la ragazza! - Qualcuno dei contadini in prima linea scagliò il suo forcone e l’attrezzo andò ad infilarsi nel terreno giusto a qualche passo da loro. Levy reagì in automatico, spingendo via Gajeel.

- Scappa! - Il dragon slayer non aveva alcuna colpa, ma sapeva anche lui che una folla inferocita come quella non avrebbe accettato spiegazioni.

- Uno di loro è ancora in piedi! -

- Ma quello non è un bandito! È la Bestia! -

Jet e Droy raggiunsero Levy  in un attimo, issandola in piedi e bombardandola di domande, mentre gli altri contadini accerchiavano i banditi svenuti e tiravano tutto quello che avevano a disposizione contro la figura zoppicante di Gajeel.

- Scappa! Corri via! - Gridò Levy, stretta tra le braccia dei cugini: adesso non aveva più nemmeno una goccia di magia per divincolarsi. - Rimani nella foresta! Non farti vedere in giro! -

Dietro di lei qualcuno sussurrò che probabilmente aveva preso una botta in testa e che era la paura che la faceva gridare in quel modo, ma a Levy non interessava quello che pensava la gente. In quel momento non le importava più delle voci. Non le importava che pensassero che forse era pazza.

- Tra tre giorni! -

La ragazza continuò a gridare fino a che la voce non le venne meno e Gajeel sparì definitivamente nel buio della notte e nella distanza. Sperava che il dragon slayer avesse capito il suo messaggio e che per i prossimi giorni sarebbe rimasto al sicuro nella Foresta Pietrificata, invece di rischiare la vita e venire di nuovo da lei.

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Capitolo 36
*** Portami via ***


Portami via

Amo questo capitolo! Mi sono impegnata il più possibile per renderlo perfetto e spero che piaccia anche a voi! Penso che si tratti di un punto della storia che aspettavamo tutti. Proprio come quando ho scritto "Una dolce medicina" avevo in mente una canzone in particolare che per me potrebbe fare benissimo da colonna sonora al "Drago d'acciaio". Sto parlando di Howl di Florence + The Machine. Vi consiglio di ascoltarla e di fare attenzione soprattutto al testo ...

If you could only see the beast you've made of me
I held it in but now it seems you've set it running free
Screaming in the dark, I howl when we're apart
drag my teeth across your chest to taste your beating heart ...
My fingers claw your skin, try to tear my way in ...
The fabric of your flesh, pure as a wedding dress
Until I wrap myself inside your arms I cannot rest ...
Be careful of the curse that falls on young lovers
Starts so soft and sweet and turns them to hunters ...


Portami via

I giorni successivi all’incontro con i banditi per Gajeel furono i più terribili della sua vita. Le ferite che aveva ricevuto gli facevano male e stentavano a chiudersi nonostante i suoi poteri, ma quello non era il problema principale. Il pensiero di Levy continuava a tormentarlo: come stava? Cosa le era successo alla fine? E al suo villaggio? Non poteva davvero più stare senza di lei e permettere che qualcun altro la sfiorasse. Doveva agire.

Per ingannare il tempo e dare alle sue ferite la possibilità di guarire, Gajeel lasciò perdere gli allenamenti con la magia e cominciò ad esercitarsi con le parole. Si mise a preparare un discorso per convincere la ragazza a venire via con lui ma quel campo non era il suo forte e ogni volta che il ragazzo provava la sua dichiarazione c’era sempre qualcosa che non andava bene.

- Vieni via con me, tanto che hai da fare qui? -

- Parti con me, non costringermi a usare la forza per convincerti! -

- Andiamo. Subito! ... Nooo! Nemmeno così va bene! - Dopo tre o quattro tentativi di fila, Gajeel si metteva sempre le mani nei capelli - Perché ogni cosa che dico sembro un farabutto che vuole rapirla? Maledetto Metallicana! Perché non mi hai insegnato a parlare come fanno gli umani? - Il dragon slayer gridava e poi lanciava uno sbuffo, sospirando tra sé e sé - Non so bene come dirtelo perché non sono bravo con le parole ma ... Ti va di partire con me, Scricciolo? Adesso che il mio addestramento è finito e non devo più rimanere nella foresta, possiamo andare dove ci pare! Possiamo viaggiare e visitare il mondo! Sì lo so, non sei il tipo a cui piacciono le avventure, tu preferisci passare il tempo a leggere libri, ma fidati di me: ti prometto che non te ne pentirai. Ti proteggerò, non ti accadrà nulla di male. Farò in modo che tu non ti senta mai stanca, né annoiata. Ci fermeremo tutte le volte che vuoi, andremo nelle città che preferisci e farò del mio meglio anche per non farti arrabbiare. Ti prego, dammi una possibilità ... - E alla fine Gajeel sospirava di nuovo, senza sapere che per trovare le parole giuste l’unica cosa che doveva fare era aprire il suo cuore.

Gli ci volle un po’ per mettere insieme una dichiarazione decente e quando ormai era tutto pronto, Gajeel si fece coraggio e decise che era giunto il momento di agire. Ma prima di parlare con Levy andò a fare visita a Natsu ed Erza nella Foresta dell’Est per proporre anche a loro di unirsi al gruppo. Sapeva che Natsu condivideva il suo stesso sogno e per questo voleva dargli una possibilità.

Quando arrivò nella Foresta dell’Est scoprì che anche Igneel e Grandeeney erano spariti e che per questo motivo i due dragon slayer avevano deciso di ritirarsi nella caverna alla base della montagna. Natsu sembrava molto tentato dalla sua offerta ma Erza non aveva alcuna intenzione di lasciare la sua amata foresta e così, alla fine, i due non accettarono il suo invito. Quanto era testarda quella ragazza! La dragon slayer del cielo era una delle creature più spaventose che Gajeel avesse mai visto e per questo ogni volta che la incontrava apprezzava sempre di più Levy e la sua dolcezza. Gli occhi e la magia di Erza sembravano fatti apposta per vedere attraverso le persone, perfino dietro la facciata dura e spavalda che indossava Gajeel. Per poco non lo scoprì, intuendo che prima di partire voleva chiedere ad una ragazza di venire via con lui. Ma il dragon slayer negò tutto, li salutò con una scrollata di spalle e si recò ai bordi della Foresta Pietrificata ad aspettare l’arrivo di Levy in programma per quel pomeriggio. Era così ansioso da sentire lo stomaco chiuso in una morsa d’acciaio, una sensazione ancor più buffa e fastidiosa per uno come lui che il metallo era abituato a mangiarlo. Quel giorno però, Gajeel aspettò inutilmente fino a sera.

- Chissà cos’è successo ... - Il dragon slayer alla fine lanciò uno sbuffo, incrociando le braccia sul petto più irritato che mai. Era furioso ma nella sua voce c’era anche un pizzico di delusione e un po’ di preoccupazione. Ormai il sole stava calando, tingendo tutta la Foresta Pietrificata d’arancione ed era improbabile che la ragazza arrivasse proprio a quell’ora.

- Ti pare questo il modo di trattarmi? - Borbottò ancora il dragon slayer, mentre setacciava per l’ennesima volta con lo sguardo il mare d’erba che gli stava davanti. Gli steli della prateria ondeggiavano pigramente sotto la brezza d’inizio primavera.

Gajeel aveva capito quasi subito che Levy non sarebbe venuta quel pomeriggio, perché il suo Scricciolo non faceva mai ritardo, eppure era rimasto ostinatamente seduto al solito posto, sulla sua roccia d’ossidiana e aveva continuato a sperare. Aveva sperato fino all’ultimo.

- Poi dici che sono io quello “scortese”. - Gajeel buttò fuori l’ultima parola con un verso disgustato. In realtà quella non era la prima volta che Levy mancava uno dei loro appuntamenti segreti. Certi giorni la ragazza rimaneva bloccata al villaggio per via di qualche imprevisto e non riusciva a trovare un modo per liberarsi dagli impegni che le davano gli zii. Quando arrivava il pomeriggio successivo ed i due riuscivano finalmente a vedersi, Levy si scusava sempre un milione di volte. Forse, dopo l’incidente dei banditi, la sua famiglia era ancora troppo scossa per permetterle di uscire ...

- Sapessi quanto mi fai preoccupare ogni volta che non vieni ... - Gajeel sapeva che in realtà non c’era nulla di cui preoccuparsi. Sapeva che Levy era al sicuro nel suo villaggio e che probabilmente il motivo per cui non l’aveva raggiunto era qualcosa di sciocco, ma quando la ragazza non veniva nella foresta, si sentiva sempre un peso in mezzo al petto. Perché di tutti gli appuntamenti doveva mancare proprio quello? Proprio quando aveva deciso di proporle di partire insieme a lui! Gajeel pensò che il destino, forse, voleva fargli qualche scherzo e proprio allora una cornacchia lo strappò dai suoi pensieri, lanciando un lungo grido dietro di lui, mentre saltellava tra i rami della Foresta Pietrificata.

Che cos’era? Un cattivo segno?

Ormai anche la luce del tramonto si era dissolta e le ombre diventavano sempre più lunghe ogni istante che passava. Gajeel si alzò con un altro sbuffo, abbandonando finalmente il suo posto per tornare alla caverna dove abitava. Come sembrava vuota la sua vecchia casa senza Metallicana! Non riusciva proprio a sopportarla. Come avrebbe fatto a resistere alla solitudine se anche Levy lo avesse abbandonato? Ma Gajeel si costrinse a ricacciare indietro quei pensieri, scuotendo la testa. Lo Scricciolo che amava non era il tipo: non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Voleva dimostrare d’essere forte ma quella notte Gajeel non chiuse occhio. Si girò e rigirò sul suo giaciglio, infastidito da tutti i rumori e i suoni che normalmente si sentivano nella foresta. Bastava che un insetto gli volasse più vicino per farlo sobbalzare e spalancare gli occhi. Si sentiva così elettrico che al sorgere del sole era già in piedi. Passò il mattino ad allenarsi, cercando di distrarsi e di far trascorrere più velocemente l’attesa, ma per quanto si sforzasse il pensiero di Levy non riusciva ad andarsene dalla sua testa. Continuava a chiedersi cosa le fosse successo e se stesse bene oppure no. Il discorso che aveva preparato per lei continuava a ripetersi nel sottofondo dei suoi pensieri come un disco rotto.

Alla fine il dragon slayer lasciò perdere gli allenamenti e andò al punto dell’appuntamento più presto del solito. Si mise a sedere sulla sua roccia, tenendo d’occhio l’orizzonte come una sentinella. Si aspettava di veder comparire Levy da un minuto all’altro, con un cestino della merenda sotto il braccio, ma i secondi si trasformarono in ore e ben presto tutto il pomeriggio passò via, senza che la ragazza venisse a fargli visita. Il sole tornò a calare sulla prateria e sulla Foresta Pietrificata, tingendo tutto di un arancio ancora più smorto del giorno precedente.

- Che cosa diavolo ti è successo, Scricciolo? - Gajeel serrò i pugni, sforzandosi di rimanere fermo al suo posto. Se c’era qualcosa che la tratteneva al villaggio perché non glielo faceva sapere? Poteva inviargli un messaggio, usando Solid Script! Almeno un “sto bene” o un “vediamoci domani”.

Oh, Gajeel avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vederla e di sapere come stava! Ma dopo l’ultimo incidente rischiava di metterla in pericolo andando al villaggio. Se avesse infranto la loro promessa Levy si sarebbe di sicuro arrabbiata ed a quel punto, probabilmente, non avrebbe ascoltato nemmeno la sua proposta.

Quando Gajeel si alzò dal bordo della foresta era di nuovo buio e la cornacchia, che aveva fatto il nido in mezzo a quegli alberi, lo accompagnò mentre se ne andava via con un altro lungo verso. E quella notte il dragon slayer la passò anche peggio della precedente: non fece altro che avere incubi. Sognò di nuovo i banditi che avevano ucciso la sua famiglia e che avevano minacciato di portarsi via anche la sua amata. Ma questa volta sognò che erano molti di più e anche molto più spietati. Sognò che tornavano a vendicarsi, appiccando le fiamme al villaggio e li sognò mentre rapivano Levy. Quelle immagini lo costrinsero a svegliarsi di soprassalto e per il resto della notte Gajeel rimase a fissare il soffitto, contando i secondi che mancavano allo spuntar dell’alba.

Al mattino il dragon slayer era ancor più di mal umore. Si buttò sotto l’acqua della cascata più vicina, cercando di lavar via un po’ della stanchezza e poi si andò a sedere al suo posto sul bordo della foresta, anche se l’appuntamento tra lui e Levy era di pomeriggio. Quando la sera calò di nuovo sulla foresta, Gajeel era ancora lì da solo. Era allo stesso tempo arrabbiato e terribilmente preoccupato ma si sentiva le mani legate. Gli abitanti del villaggio erano stanchi delle sue scorribande, armati e pronti e tutto. Se lo avessero intravisto, questa volta lo avrebbero sicuramente attaccato e senza esitare. Era un’armata improvvisata, troppo poco per fermarlo, ma Gajeel non voleva comunque combattere contro dei contadini. Proprio come Levy, che gli aveva proibito di andare, non voleva ferirli inutilmente. Ma quello era davvero un buon motivo per rimanere lì ad aspettare? Forse non era successo niente di grave, ma come faceva ad esserne certo? Forse Levy era in pericolo! Forse aveva ancora bisogno di lui! E se Levy aveva bisogno di lui allora Gajeel era pronto a usare la sua magia contro il mondo intero.

- BASTA! - Gridò alla fine il dragon slayer, alzandosi di colpo. La cornacchia che gli aveva fatto compagnia tutti quei giorni strillò per la sorpresa. - Sto venendo da te! - Ed il ragazzo si gettò di corsa in mezzo all’erba alta, sfruttando la copertura della notte come un manto protettivo. Non voleva combattere ma non si sarebbe tirato indietro se necessario: in fondo aveva deciso di prendersi Levy a tutti i costi.

Quella sera Gajeel si infilò nel villaggio, quando ormai era già buio pesto, sgusciando silenzioso tra le ombre delle case e degli alberi. Ad un certo punto un cane da un cortile lo sentì e cominciò ad abbaiare come un matto. Il ragazzo fu costretto a fermarsi di colpo, schiacciando la schiena contro il muro che lo copriva. Una finestra si aprì e la voce di un uomo riecheggiò per la strada insieme a quella del cane - Che c’è? Hai visto la Bestia? - Seguì qualche istante di silenzio mentre il contadino setacciava la strada con lo sguardo - No, non può essere la Bestia. - Concluse alla fine - Nemmeno la Bestia è così matta da venire al villaggio con tutta questa sorveglianza. - La finestra si richiuse con un tonfo ed il cane salutò il padrone con un ultimo abbaiato. Gajeel lanciò un lungo sospiro prima di riprendere la sua strada, facendo ancor più attenzione di prima. Quando raggiunse la casa di Levy si sentiva come se avesse camminato praticamente per un’eternità. Scavalcò il muro di cinta come aveva sempre fatto e si fece largo tra gli aranci in giardino fino a che non arrivò abbastanza vicino da vedere la finestra di Levy. Dov’era? Il suo sguardo la trovò subito ed il cuore gli si fermò in gola. Il suo Scricciolo era proprio lì alla scrivania, con la testa appoggiata sulle braccia e la lampada accesa. Indossava il vestito rosa che usava per dormire e la sua solita fascia per i capelli. Per un attimo, Gajeel pensò che si fosse addormentata mentre leggeva ma poi le sue orecchie colsero qualcosa in più e capì che Levy stava singhiozzando. Quel suono lo attraversò come una scossa ed il corpo di Gajeel si mosse praticamente da solo, si avvicinò alla finestra e bussò sul vetro. Levy drizzò la testa con uno scatto e non appena lo vide si affrettò a sfregarsi gli occhi con la manica del vestito, ma ormai era troppo tardi per nascondere le lacrime. - Gajeel! - Sibilò la ragazza mentre apriva la finestra - Che cosa ci fai qui? - Il dragon slayer non le permise nemmeno di finire la frase: l’afferrò per un polso, trascinandola fuori, dietro il fienile, dove nessuno poteva vederli.

- Ti avevo detto di non venire più al villaggio! È pericoloso e ... - Ma il dragon slayer non aveva alcuna intenzione di mettersi a discutere di quelle cose - Che cosa ti è successo? Perché non sei venuta questi giorni? E perché stavi piangendo? -

- Piangendo? - Levy si sfregò di nuovo la faccia - Non è vero! - Ma il suo aspetto parlava chiaro. Parlava di giornate terribili e notti insonni perfino peggiori di quelle di Gajeel. I suoi capelli erano sfatti e arruffati, nonostante la bandana che li tirava indietro. La sua pelle invece sembrava più pallida del solito e gli occhi rossi, cerchiati da un alone scuro.

- Non dirmi bugie. - Le intimò Gajeel con un verso basso, che sembrava quasi un ringhio. - Che cosa è successo? La tua famiglia ti ha chiusa dentro? È per colpa mia? È per la storia della Bestia? -

Levy scosse la testa, abbassando lo sguardo e mordendosi il labbro. Esitò per qualche istante perché non voleva dirgli la verità ed aveva paura della sua reazione. Alla fine le venne fuori un sospiro - Dopo l’incidente dei banditi i miei zii non vogliono più farmi uscire. Sono stanchi delle voci che si sentono in giro. Hanno deciso che ormai sono abbastanza grande per darmi in moglie e vogliono che scelga uno tra Jet e Droy. -

- Che cosa? - Sibilò Gajeel, la sua voce più alta di qualche tono.

- Ma io non voglio nessuno dei due! - Si affrettò a replicare Levy - Sono dei bravi ragazzi, mi piacciono come amici ma niente di più! -

- E non glielo hai detto? -

- Certo che glielo ho detto! È per questo che mi hanno messa in punizione e non sono riuscita a venire per tutti questi giorni! - La ragazza agitò una mano per aria, esasperata - Vogliono tenermi chiusa in casa fino a che non mi sarò schiarita le idee! -

- Ma non possono costringerti loro a decidere cosa fare! -

- Invece sì. Purtroppo questa è la tradizione al villaggio e in tanti altri paesi vicini. - Sospirò Levy - La famiglia di ogni ragazza ha il diritto di decidere cosa è meglio per loro. -

- Stronzate! - Ringhiò Gajeel ma Levy continuò col suo racconto - Ed i miei zii non vedono l’ora di trovare una sistemazione più adatta a me. Per loro in fondo sono solo un’eredità scomoda che gli ha lasciato mio padre. Sarebbe molto più conveniente se sposassi uno dei figli: non avrebbero bisogno di pagare una dote ad un estraneo. -

- E tu che vuoi fare? - Il dragon slayer la costrinse a rialzare la testa, strattonandola per un braccio.

- Fare cosa? - Replicò Levy, anche lei con una punta di rabbia. Non le piaceva l’idea che Gajeel fosse venuto fin lì per rimproverarla. Non poteva nemmeno immaginare quanto avesse pianto in quei giorni, quanto avesse gridato e quanti pugni avesse tirato inutilmente alla porta. Non sapeva che aveva provato a parlare con gli zii e che li aveva perfino implorati, gettandosi in ginocchio. Non sapeva che aveva passato ore e ore a pensare ad una soluzione e che aveva consultato perfino un libro di diritto per scoprire se i suoi zii potevano davvero costringerla a sposarsi. Non sapeva non aveva chiuso occhio e che non aveva nemmeno mangiato.

- Non ci sono molte alternative! Vuoi rimanere chiusa dentro quella stanza fino a che non ti avranno costretta a fare come vogliono loro .. - Gajeel sottolineò il concetto puntando una mano in direzione della finestra.

- Oppure vuoi finalmente tirare fuori un po’ di coraggio? È da quando ci siamo conosciuti che cerco di insegnarti che bisogna essere forti! La vita è una Scricciolo, non puoi sprecarla a fare quello che ti dicono gli altri! Per una volta tanto fai quello che vuoi fare tu! Prenditi quello che vuoi tu! Segui i tuoi sogni! Lo hai detto tu stessa: per questa gente sei solo un peso, che cosa te ne importa di quello che pensano? - Le parole di Gajeel erano così forti e così vere che Levy per un attimo sentì che le lacrime stavano per tornarle agli occhi. Durante quei giorni di prigionia c’era un’altra soluzione a cui aveva pensato ma le era sembrata così folle da essere praticamente impossibile. Eppure era quella l’unica alternativa che Levy desiderava davvero.

- Quindi dici che devo fare quello che voglio? -

- Esatto! -

- Portami via con te. - Levy lo afferrò per la casacca, tirandolo più vicino a sé e Gajeel ammutolì di colpo. Ormai che l’aveva detto, la ragazza non aveva più alcuna intenzione di tornare indietro e rimase ferma al suo posto, fissandolo dritto negli occhi - Portami via, allora. Non voglio rimanere qui e non voglio continuare a farmi dare ordini dai miei zii. Voglio stare con te, vivere con te ed essere libera come te! Adesso che il tuo addestramento è finito possiamo andare in giro per il mondo! Viaggiare e visitarlo tutto da cima a fondo. Una volta finito il giro possiamo farlo d’accapo anche un’altra volta! Ti prego Gajeel! Lo so che non sembro il tipo e lo so che forse non ti fidi a portarmi con te, ma questo, questo è davvero quello che voglio! -

Gajeel si era preparato un lungo discorso per convincere Levy a partire con lui ma in quel momento non gli riuscì di dire nemmeno una delle parole che aveva scelto. Si immaginava di tutto tranne che il suo Scricciolo lo anticipasse in quel modo! Forse era un sogno?

Il dragon slayer le passò una mano dietro la nuca, attirandola più vicino e baciandola con forza. Si staccò soltanto quando ormai lui e Levy non avevano più respiro.

- Vieni allora. - Il dragon slayer non le lasciò nemmeno il tempo di replicare, prendendola in braccio con uno scatto. Per la sorpresa Levy si lasciò scappare uno strillo e quando si coprì la bocca ormai era già troppo tardi - Andiamo via così? -

- Non era quello che volevi? - Levy si lanciò un’occhiata alle spalle, mentre Gajeel correva via. Qualcuno doveva averla sentita perché adesso le luci della casa erano tutte accese.

- Certo! Ma volevo prendere un paio di cose prima di andare via! - La ragazza gli assestò uno schiaffo sul braccio, irritata.

- Non ti servono bagagli per essere libera come me, Scricciolo! - Gajeel piegò le gambe e saltò sul muro di recinzione. I due rimasero per un attimo in bilico lì sopra mentre gli zii della ragazza ed i suoi cugini si riversavano fuori. Levy riuscì giusto a intravederli prima che Gajeel saltasse giù, strappandole un altro strillo.

- Ci hanno visti! - Esclamò la ragazza - Guarda che è successo per colpa tua! - E giù un altro schiaffo, ma Gajeel ormai stava ridendo come un matto - Che te ne importa! Tutto il mondo deve sapere che oggi vieni via con me! -

Sarebbe stato meglio se avessero preparato quella fuga con un po’ più di attenzione. Sarebbe stato meglio che non li avessero scoperti, se fossero scappati in silenzio e con un bagaglio, ma in fondo non importava a nessuno dei due. Levy si mise a ridere mentre il villaggio che l’aveva tenuta prigioniera per tanti anni spariva alle sue spalle. Ormai quasi tutte le luci nelle case erano accese ed i contadini si stavano preparando per affrontare la Bestia ma non avevano alcuna speranza di raggiungerli.

Alla fine il villaggio sparì nella notte, la prateria si consumò in un attimo e la Foresta Pietrificata li accolse col suo groviglio di rami oscuri. Gajeel non si girò indietro nemmeno per un istante: sapeva che i loro inseguitori non avevano abbastanza fegato per venire nella foresta. Puntò dritto fino alla caverna e fece scendere Levy soltanto quando ormai era sull’ingresso.

- Sei sicura allora? Vuoi davvero stare con me? -

- Ti ho già detto di sì. - Levy indietreggiò, spinta dentro da Gajeel che la incalzava.

- Davvero? Lo sai che quando i dragon slayer e i draghi fanno una promessa è per sempre? Se decidi di stare con me e di diventare la mia compagna, allora significa che resteremo insieme fino all’ultimo respiro. Staremo insieme qualunque cosa accada, giorno e notte, senza mai lasciarci. Non potrai più guardare gli altri maschi e un giorno dovrai darmi anche un erede. - Gajeel si sfilò la giacca di pelliccia che indossava sempre e la lanciò a terra, come una rozza coperta. Levy gli sorrise - Quindi sono scappata da un matrimonio per trovarne un altro? Redfox, eh? - La ragazza si poggiò un dito sulle labbra - Levy Redfox non suona male. -

- Guarda che è una cosa seria! Se comincio non posso più fermarmi. - Le confessò Gajeel, spingendola sulla pelliccia che aveva appena steso. Levy arrossì, mentre il corpo del dragon slayer la bloccava a terra col suo peso. Erano stati vicino moltissime volte ma mai così tanto. La ragazza si sforzò di trattenere un altro strillo e di ricacciare indietro la timidezza - Guai ... a te se ti fermi. -

Le mani di Gajeel erano ruvide e nei suoi movimenti non c’era delicatezza ma in fondo la delicatezza non era quello che Levy voleva in quel momento. Non chiedeva di meglio che sentire tutta la passione e tutta la forza del suo dragon slayer. Chiuse gli occhi e lo lasciò fare mentre le sfilava il vestito e tirava via anche i suoi abiti. Quante volte aveva sognato quel momento? Ma nessuno dei sogni che aveva fatto poteva reggere il confronto con la realtà. Gajeel era mille volte meglio di qualunque personaggio avesse letto nei suoi libri. I suoi muscoli erano duri come acciaio ma il suo corpo era caldo e dovunque passasse le faceva dimenticare il freddo della caverna. Davvero ... Aveva aspettato davvero troppo tempo prima di prendersi quello che voleva ...

E fu così che in quella notte di passione Gajeel e Levy decisero finalmente di diventare una coppia un po’ secondo le regole degli umani, un po’ secondo quelle dei draghi. E quando ormai era tutto deciso entrambi piombarono in un sonno profondo, mettendo finalmente da parte la stanchezza e la frustrazione che avevano provato in quei giorni.

Gajeel fu il primo a svegliarsi al mattino successivo quando ormai il sole era già alto e i suoi raggi filtravano dall’imboccatura della caverna. Per un attimo pensò di aver fatto il sogno più incredibile di tutta la sua vita ma poi si accorse che Levy era ancora lì, stretta al suo petto, nuda ma avvolta nel suo cappotto di pelliccia per non sentire il freddo. E a quel punto Gajeel chiuse di nuovo gli occhi, appoggiandole il mento sulla testa ed inspirando profondamente il suo profumo, quell’essenza che gli ricordava il miele e la lavanda.

All’inizio non era stato d’accordo ma adesso capiva la scelta Metallicana. Se non lo avesse abbandonato e messo alle strette, probabilmente non avrebbe mai trovato il coraggio di prendere quella decisione.

Una volta il drago d’acciaio gli aveva spiegato che il valore di un maschio si misura dalla femmina che ha accanto. Adesso, con Levy vicino, Gajeel sentiva di poter dichiarare il suo addestramento definitivamente concluso. Metallicana aveva fatto di lui un dragon slayer ma la ragazza gli aveva finalmente dato la possibilità di diventare uomo. Tutta la magia che aveva imparato adesso aveva davvero un senso: l’avrebbe usata per difenderla e per renderla felice.

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Capitolo 37
*** L'ora della condanna ***


L'ora della condanna

Proprio come Natsu ed Erza anche Gajeel e Levy sono destinati ad incontrare dei maghi e ad entrare a far parte di una gilda, ma sulla loro strada non c'è Fairy Tail ...



L’ora della condanna

Quando Gajeel riaprì di nuovo gli occhi, ormai era giorno inoltrato. Il sole brillava alto, rendendo luminoso anche quel luogo normalmente così scuro. Levy era ancora stretta a lui ma bastava tendere l’orecchio per capire, dal ritmo del suo respiro e del suo cuore, che ormai era sveglia; si stava semplicemente ostinando a tenere gli occhi chiusi.

- Ohi, Scricciolo! - Gajeel la pungolò con un dito tra le costole, ma la ragazza fece appena un suono, stringendosi più forte a lui e infilandogli la faccia tra i capelli.

- Svegliati! -

- No, lasciami stare ... Per una volta tanto voglio scoprire cosa significa dormire fino a mezzogiorno ... -

- Secondo me mezzogiorno è passato da un pezzo. Non hai fame? -

- No! - Levy mentì ma il suo stomaco decise di tradirla proprio in quell’istante, brontolando così forte che non c’era bisogno delle orecchie di un dragon slayer per sentirlo. A chi voleva darla a bere? Era così terrorizzata all’idea di dover sposare uno dei cugini che non mangiava praticamente da tre giorni.

- No? -

- Forse ... - La ragazza riaprì gli occhi, arrossendo - Un pochino ... -

- Io sto per morire di fame! - Le confessò invece il dragon slayer. Non doveva dire altro: Levy fece scorrere un dito per aria ed una grossa parola tutta fatta di ferro apparve in mezzo alla caverna, pronta per essere mangiata.

Quel mattino entrambi fecero colazione ridendo e scherzando e più nel pomeriggio Gajeel decise di uscire dalla caverna per controllare qual’era la situazione lungo i bordi della foresta.

- Allora? -

Quando tornò da Levy, purtroppo non aveva buone notizie - Quelli del villaggio stanno pattugliando tutta la zona intorno alla foresta. Credo che non gli sia piaciuta molto l’idea che ieri sera ti abbia portata via. Se gli alberi non fossero stati di pietra, probabilmente avrebbero cercato di stanarci col fuoco. -

Levy sapeva bene quanto potessero essere ostinati i contadini con cui era cresciuta. Tirò le ginocchia al petto, per appoggiarvi il mento - Possono pure scordarsi che torni indietro. -

- Non hanno abbastanza fegato per venire fino a qui. Se gli diamo qualche giorno di tempo si rassegneranno e andranno via. Se invece preferisci partire oggi ci metto un attimo a stenderli tutti. - La proposta di Gajeel era allettante ma Levy scosse la testa - Prendiamoci una settimana anche noi. Mi serve un po’ di tempo per cucire almeno un vestito. E poi, lo sai? In fondo non mi dispiace l’idea di starcene qui e di passare tutto il giorno a ridere e fare l’amore. - E anche a Gajeel piaceva quell’idea; era da una vita che desiderava partire ma non poteva di certo dire di no al suo Scricciolo mentre gli sorrideva così, con le guance rosse e il suo cappotto di pelliccia come lenzuolo. Non sapeva che sarebbe stato meglio se fossero davvero scappati quel giorno. Non sapeva che questa volta, aveva davvero sorpassato tutti i limiti e che gli abitanti del villaggio non desideravano altro che la testa della Bestia, di quel mostro immaginario che gli avevano ricamato addosso con la paura.

E così la settimana che Gajeel e Levy avevano deciso di aspettare passò via velocemente, più velocemente di quello che entrambi avevano immaginato. Erano così presi uno dall’altra che non si accorsero nemmeno del tempo che scorreva. Non si aspettavano di svegliarsi il giorno stabilito e di scoprire che di colpo l’inverno era tornato sulla regione: la pioggia scendeva fitta e senza sosta. Il cielo era così grigio e scuro da dare l’impressione che avrebbe piovuto tutto il giorno. Levy guardava lo spettacolo, seduta a gambe incrociate sul loro letto improvvisato. Era visibilmente annoiata ma la cosa che la preoccupava di più era l’espressione di Gajeel. Il dragon slayer se ne stava in piedi sulla soglia, con una mano distesa per raccogliere le gocce come se avesse voluto pesarle.

- Non mi piace questa pioggia. - Sentenziò alla fine - Ha qualcosa di strano. Puzza di magia, sembra veleno. Mi irrita il naso e a furia di ticchettare mi sta rovinando anche le orecchie. -

- Pensi che possa essere opera di un mostro? - Fino a quel momento Levy aveva semplicemente pensato che la pioggia fosse un fenomeno naturale, ma quello che aveva appena detto Gajeel apriva prospettive inquietanti.  - Forse è qualcosa di passaggio? Qualcosa in mare? -

- Non ne ho idea. - Sospirò lui. - Non ho mai visto niente del genere. - Segretamente anche Gajeel sperava fosse opera di un mostro di passaggio ma quello strano odore nell’aria gli suggeriva di stare allerta.

- Partiamo lo stesso anche con la pioggia. - Decise alla fine il dragon slayer, stupendo perfino Levy.

- Ma così ci inzupperemo fino all’osso! Non sappiamo nemmeno dove andare! -

- Subito! - Ma Gajeel l’aveva già presa per una mano, strattonandola in piedi. Il suo istinto gli aveva suggerito di muoversi, ma ormai era già troppo tardi. Il dragon slayer non riuscì nemmeno a mettere piede fuori dal riparo.

- Plate Sonata! -

Un gigantesco pugno di pietra lo investì, scagliandolo tra gli alberi con la stessa forza di un treno. Anche Levy fu gettata a terra ma ancor prima che potesse reagire una bolla d’acqua l’avvolse, tagliandole la parola e mozzandole il respiro.

- Confermato, Mounsier Sol? È questo il nostro obiettivo? -

- Oui! Juvia - san! Il mio monocolo mi dice che questa è proprio la ragazza che stavamo cercando. -

Levy ci mise un po’ per riuscire a mettere a fuoco la vista e distinguere oltre il muro d’acqua che la teneva prigioniera le figure delle persone che avevano appena parlato. Mounsier Sol, era un uomo alto con i capelli verdi e dei baffi appuntiti. Indossava un monocolo ed un elegante completo arancione ma in lui c’era qualcosa di estremamente viscido e disgustoso. Ondeggiava e si contorceva per sottolineare ogni parola come un serpente. La ragazza accanto a lui, di nome Juvia, aveva invece dei grandi occhi chiari, la pelle pallida e dei lunghi capelli azzurri ricurvi alle punte. Indossava un completo scuro, con cappottino e colbacco foderati di pelliccia, e stringeva un ombrellino rosa e bombato per ripararsi dalla pioggia. Sembrava molto graziosa, ma la sua espressione aveva qualcosa di freddo e meccanico.

- Allora adesso possiamo passare alla seconda parte della missione? -

- Senza alcun dubbio, Totomaru - san. -

- Bene! Perché la seconda parte della missione è quella che preferisco! - Annunciò il terzo del gruppo, sfilando la katana che teneva fissata al fianco. Si trattava di un ragazzo con i capelli per metà bianchi e metà neri, raccolti in una coda. Aveva una striscia scura dipinta in mezzo al viso all’altezza del naso ed indossava un kimono arancione, come un ninja d’altri tempi.

Chi erano? E da dove arrivavano? Era comparsi in un attimo! Senza nemmeno dargli il tempo di difendersi! Cos’era questa missione di cui parlavano? E perché Levy gli interessava tanto? Erano tutte domande importanti ma a Gajeel in quel momento non interessavano per nulla. L’unica cosa che sapeva era che doveva sbrigarsi a liberare la compagna dalla sua prigione d’acqua se non voleva che affogasse. Si rialzò in piedi con uno scatto, lanciandosi all’attacco con la sua Iron Dragon Sword, ma Totomaru era già lì pronto ad accoglierlo. Il ninja parò facilmente il colpo, dando al suo compagno, Sol, tutto il tempo che voleva per colpire Gajeel con una gragnola di pietre - Roche Concerto! -

- Non c’è bisogno di agitarsi tanto. - La voce della ragazza dell’ombrello era più fredda dell’aria in quel mattino di pioggia. Non sembrava fatta per pronunciare rassicurazioni ma sentenze di morte. - Juvia può controllare il livello di ossigeno in Water Lock. Il livello attuale è sufficiente per far perdere conoscenza ad una vittima, ma non per uccidere. Non costringere Juvia a cambiare idea. -

- È colpa tua questa pioggia! - Gajeel però non aveva alcuna intenzione di calmarsi. Il dragon slayer si liberò ancora una volta dalla prigione di sassi che l’aveva sepolto - Stai attenta a quello che le fai Donna della Pioggia o sarai tu quella a finire all’altro mondo! Iron Dragon’s Roar! - Gajeel ruggì ma il ninja era di nuovo lì per bloccarlo. Le armi non erano l’unica cosa che sapeva usare - Blu Fire! - Totomaru fece roteare la katana, formando uno scudo di fiamme blu e fredde. Nemmeno la pioggia incessante poteva spegnerle e grazie a loro l’attacco di Gajeel venne nullificato in pochi secondi.

Il dragon slayer non aveva alcuna intenzione di arrendersi ma quello che aveva detto la maga d’acqua era vero. Levy non riusciva più a trattenere il respiro e se voleva davvero fare qualcosa per scappare da quella bolla allora doveva sbrigarsi a farlo da sola. Mosse la mano destra e la parola Air apparve davanti a lei. La pressione all’interno della bolla cambiò all’istante, spingendo l’acqua in basso e dandole la possibilità di prendere una boccata d’aria. Quando Juvia capì cosa stava succedendo al suo incantesimo ormai era troppo tardi.

- Solid Script: Wind! - L’intera bolla d’acqua esplose a causa della forza del vento e Levy tornò libera, crollando in ginocchio sull’erba - Gajeel occupati di quei due! A lei ci penso io! -

- Magia? - Esclamò Sol schivando gli artigli del dragon slayer, mentre il suo corpo si piegava con un angolo impossibile per ogni altro essere umano - Il mio monocolo non aveva registrato questa informazione! Que la déception! -

- Forse non ci siamo capite. - Nonostante il suo incantesimo fosse appena stato distrutto, Juvia non accennò a fare nemmeno un passo indietro, prendendosi un lungo istante per studiare Levy - Noi siamo maghi di Phantom Lord, la gilda più potente della regione. La gente del tuo villaggio e la tua famiglia ci hanno assunti col compito di riportarti a casa e di salvarti dalle grinfie della feroce Bestia che tormenta questa foresta. -

- Sono io che ho chiesto a Gajeel di portarmi via con lui ! Non ho alcuna intenzione di tornare al villaggio! Lasciateci in pace! - Se Levy si aspettava di far ragionare la sua avversaria, quella non era di certo la formula giusta. - Hai intenzione di opporre resistenza? Non è una cosa saggia perché Phantom Lord non si ferma davanti a niente per realizzare le sue missioni. Phantom Lord non fallisce mai. Ti riporteremo al villaggio, costi quel che costi ed elimineremo una volta e per sempre la minaccia della Bestia. - Levy si sentì attraversare da un brivido, nonostante l’acqua fredda l’avesse già congelata fino al midollo. Fino a che punto si era spinta la sua famiglia? I fanatici che avevano assoldato non si sarebbero fermati nemmeno se si fosse consegnata di sua spontanea volontà. Possibile che volessero uccidere davvero Gajeel? No, questo non poteva permetterlo!

- Solid Script: Bullet! - Quando Levy lanciò il suo incantesimo la sua avversaria non accennò minimamente a scansarsi. I proiettili d’energia prodotti da Bullet la investirono in pieno, attraversandola come una manciata di sassi attraversa la superficie di un lago prima di sprofondare. Ciascuno dei fori provocati da Bullet si richiuse in pochi istanti senza spargere nemmeno una goccia di sangue.

- Water Slicer! - Ma Levy fu costretta a rialzarsi precipitosamente per evitare che un’onda la investisse in pieno. La sua avversaria non stava scherzando: l’acqua aveva una pressione così alta da poter tagliare la roccia, tant’è vero che quando colpì la caverna una cospicua porzione venne giù, tranciata di netto.

- Se Juvia ha deciso di combattere seriamente allora dobbiamo fare qualcosa in più anche noi! - Ridacchiò il mago con la katana - Sol fagli vedere di cosa sei capace! -

- Oui! Merci la Vie! - L’uomo col monocolo non disse altro, tendendo le mani davanti a sé ed al suo comando, un turbine di sabbia investì Gajeel, accecandolo. Ma l’incantesimo di Sol non era fatto semplicemente per rallentare gli avversari ed il dragon slayer lo capì quando ormai era troppo tardi. Nonostante l’effetto della pioggia, la sabbia gli si attaccava al corpo, costruendo, strato dopo strato, una pellicola di roccia sempre più spessa e compatta.

- Non, non, non! Ribellarsi è inutile! - Canticchiò il mago, lisciandosi uno dei baffi - Il mio monocolo mi dice che tra i tuoi ricordi peggiori c’è già qualcosa di simile. Sentirti impotente mentre qualcuno minaccia di portarti via la persona che ami di più ... Mounsier Aria esclamerebbe: che cosa triste! -

- Ma sono contento che quel pazzo non sia venuto con noi! - Totomaru si lanciò all’attacco con la katana sguainata proprio mentre un ultimo strato di pietra si chiudeva attorno a Gajeel, intrappolandolo come una statua vivente. L’unica cosa che gli rimaneva da fare era staccare la testa del dragon slayer con un colpo secco ... Peccato però che Gajeel non avesse alcuna intenzione di permetterglielo ...

La pietra si spezzò di colpo e Totomaru si ritrovò a terra senza nemmeno sapere cosa era successo, con una mano stretta attorno alla gola e degli artigli d’acciaio che gli graffiavano la pelle. A tenerlo bloccato a terra adesso non c’era più un semplice essere umano ... Quelle scaglie d’acciaio, quello sguardo assassino ... L’unica parola che gli venne in mente fu proprio quella di “Bestia”. Gajeel aveva attivato dragon force e adesso stringeva la lama della katana tra i denti. Gli bastò stringere le zanne giusto un po’ in più per spezzare la lama e ingoiarla, sotto lo sguardo inorridito di Totomaru. Il mago si affrettò a lanciare un incantesimo per divincolarsi, evocando tutta la furia delle fiamme che possedeva. Il fuoco investì Gajeel come un torrente, ma dopo un po’ si spense crepitando sotto la pioggia, senza nemmeno scalfirne le scaglie. - Ho combattuto contro specialisti del fuoco molto migliori di te. -

- Roche Concerto! - Gridò Sol, cercando di coglierlo alle spalle, ma Gajeel fu più veloce di lui, afferrò Totomaru per un braccio e lo tirò proprio in direzione del mago con il monocolo. Totomaru passò attraverso tutto il muro di pietre che Sol aveva evocato e lo colpì in pieno, con la stessa forza di una palla di cannone. Entrambi ruzzolarono a terra, andando a sbattere da qualche parte in mezzo agli alberi. Difficilmente si sarebbero rialzati per combattere. Adesso l’unica avversaria rimasta era la maga d’acqua. Aveva spinto Levy con la schiena contro un albero ed era evidente che la ragazza non sarebbe riuscita mai e poi mai a sbarazzarsene da sola.

- Fatti sotto Donna della Pioggia! - Gajeel si aspettava tutto tranne che l’altra accettasse la sua sfida così facilmente. La maga si girò e per un attimo i loro sguardi si incrociarono, poi buttò il suo ombrello rosa in mezzo al fango ed il suo corpo si sciolse. Un getto d’acqua rovente investì Gajeel come un geyser - Sierra! -

Ed il dragon slayer venne scagliato in mezzo agli alberi, gridando per il dolore. Nemmeno le fiamme di Totomaru lo avevano travolto con tanta forza. A quanti gradi era quell’acqua bollente? Come faceva a infilarsi sotto le sue scaglie?

- Water Nebula! - Un altro vortice d’acqua investì Gajeel, questa volta gelida come ghiaccio e poi - Water Cane! - Un altro attacco, forte come un colpo di frusta e le scaglie che coprivano il dragon slayer si spezzarono con un crak, imbrattando il terreno di sangue. I bruschi sbalzi di temperatura avevano indebolito perfino l’acciaio.

Gajeel riuscì a scansarsi giusto un istante prima che un altro vortice d’acqua lo colpisse.

- Iron Dragon’s Sword! - La sua spada squarciò il corpo dell’avversaria in due ma la ferita si richiuse all’istante e ancora una volta - Water Slicer! -

Il dragon slayer era incredibilmente in svantaggio. Le sue tecniche di combattimento si basavano tutte su attacchi fisici ma il corpo della sua avversaria godeva delle stesse proprietà dell’acqua ed era praticamente impossibile danneggiarla con l’acciaio. Gli attacchi della maga d’acqua invece erano precisi e letali e le scaglie di Gajeel facevano fatica a reggerne i colpi.

Levy si morse un labbro mentre seguiva il duello. Di questo passo non avevano alcuna chance di vittoria, eppure doveva esserci una soluzione! Che cosa poteva fare per aiutare Gajeel? Come quando avevano combattuto contro i banditi? L’illuminazione che stava cercando la colpì proprio quando non ci sperava più.

- Solid Script ... -

La maga d’acqua si girò al suono della voce di Levy ma ormai era troppo tardi.

- Cement! -

La parola che la ragazza aveva evocato la colpì in pieno, ma questa volta, invece di passarle attraverso, il suo corpo liquido l’assorbì all’istante. Cemento a presa rapida era proprio quello che ci voleva per lei! La pelle di Juvia si ingrigì ed i suoi piedi si inchiodarono all’istante a terra. Se avesse avuto qualche secondo di più, probabilmente la sua magia avrebbe reagito, sciogliendo il cemento, ma Gajeel non aveva alcuna intenzione di concederle tempo.

- Iron Dragon’s Hard Fist! - Il dragon slayer investì Juvia come un treno, trovando questa volta, finalmente, un corpo solido da colpire. La maga di Phantom Lord si ritrovò in un attimo dall’altra parte del prato, con la schiena pigiata contro un tronco di pietra. Il cemento la teneva ancora bloccata e non aveva alcuna speranza di evitare il prossimo attacco. Juvia chiuse istintivamente gli occhi e trattenne il respiro. Era venuta fin lì per eseguire una condanna a morte, ma adesso quella che stava per morire era proprio lei. Come era ironico il destino ...

- FERMO! - Ma la voce di Levy squarciò la foresta come un tuono, salvandola proprio all’ultimo istante. Gajeel si blocco al comando, recuperando il controllo quando ormai i suoi artigli erano a pochi centimetri dalla sua vittima. Se la sua compagna non lo avesse riportato alla realtà, non era difficile immaginare cosa sarebbe successo.

Ci fu un lungo istante di silenzio, scandito solo dal respiro affannato dei contendenti e dal tic tac della pioggia che si infrangeva nelle pozzanghere.

La maga d’acqua rimase ancora per un po’ paralizzata al suo posto, prima di riuscire a farsi abbastanza coraggio per riaprire gli occhi. Quando lo fece Gajeel era ancora lì, proprio ad un passo da lei. Il dragon slayer le lanciò un ultimo sguardo minaccioso, prima di darle le spalle con uno “Tzè” pieno di sdegno.

- Stai bene Scricciolo? -

- Non sono io il problema! Guarda come ti sei ridotto tu! - Levy afferrò Gajeel giusto un attimo prima che crollasse. Ma la ragazza non aveva abbastanza forza per sostenerlo e tutto ciò che le riuscì di fare fu aiutarlo a sedersi in mezzo al fango.

- Non devi preoccuparti per me, ti devo ricordare che sono fatto d’acciaio? - Levy era terrorizzata ma Gajeel la rassicurò, attirandola più vicino e scompigliandole i capelli con una mano.

La battaglia era finita e la maga d’acqua dall’altra parte del campo lanciò un sospiro di sollievo, appoggiandosi con la testa al tronco proprio dietro di lei. Durante tutta la sua carriera non le era mai capitato di subire una sconfitta così umiliante e di sfiorare la morte così da vicino.

- Prendi i tuoi amici e vattene adesso, prima che cambi idea e decida di non essere più così generoso. - La voce del dragon slayer d’acciaio le mandò un brivido giù per la schiena.

- Ma a una condizione! - Aggiunse Levy - Torna al villaggio e digli che per me non c’era più niente da fare. Raccontagli anche che avete vendicato la mia morte uccidendo la Bestia e che qui nella foresta non c’è più nessuno. -

Alla maga sconfitta non restò che annuire, facendo leva su tutta la sua buona volontà per rialzarsi - Molto bene, Juvia riconosce la sua sconfitta e farà come le avete chiesto. -

- Non dirai sul serio??? - Strillò il mago che manipolava il fuoco, Totomaru. Riusciva a sento a tenersi in piedi, usando la sua katana spezzata come sostegno. Anche Sol gli fece eco, col suo monocolo rotto - Est absurde! -

Ma Juvia zittì entrambi - Preferite forse dire a master Jose che siete stati sconfitti? Sapete cosa fa a chi fallisce! Andate e portate a Juvia la testa del mostro più spaventoso che riuscite a trovare, diremo che quella era la Bestia a cui dovevamo dare la caccia. - Ai due maghi che erano venuti con lei non restò altro da fare che accettare la sua proposta ed entrambi si trascinarono via, a caccia del capro espiatorio di cui avevano bisogno. La maga d’acqua li seguì con lo sguardo mentre si allontanavano prima di ricominciare a parlare.

- C’è una cosa che anche Juvia vorrebbe dirvi. È evidente che avete degli screzi con gli abitanti del villaggio; perché non lasciate questo posto e vi unite anche voi a Phantom Lord? Juvia potrebbe presentarvi al master. -

- Che roba è? - Gajeel fece una risata sarcastica - La vecchia strategia “Se non puoi batterli fatteli amici?” -

- Sì. - Ammise l’altra senza la minima traccia di vergogna - Juvia non ha mai incontrato dei maghi migliori di voi, di sicuro potreste fare una brillante carriera a Phantom Lord. Juvia potrebbe dire che ha visto le vostre abilità, di ritorno dalla missione contro la Bestia. Potrebbe dire di avervi visti spazzare via un intero gruppo di banditi ... - La maga gli sorrise e Levy e Gajeel capirono in quel preciso istante, che se volevano davvero lasciare la Foresta Pietrificata, si erano appena guadagnati una guida.

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Capitolo 38
*** Cala la notte ***


Cala la notte

Mi sono divertita a scrivere questo capitolo perché volevo qualcosa di completamente diverso da "Benvenuti a Magnolia". Phantom Lord è l'esatto opposto di Fairy Tail fin dal primo impatto. Per Gajeel e Levy non sarà facile, nemmeno con Juvia a fargli da guida. 

Nel frattempo tenetevi pronti: con questo capitolo si conclude la storia del dragon slayer d'acciaio. Dalla prossima settimana si ritorna alla grande guerra tra le due gilde, tenetevi pronti!

 


Cala la notte

La gilda di Phantom Lord, da cui proveniva Juvia, aveva la sua sede principale nella città di Oak Town. Gajeel e Levy impiegarono un giorno intero per raggiungerla e quando arrivarono, ormai, la notte era già calata da un pezzo.

A causa dell’ora tarda e della pioggia, per strada non c’era praticamente più nessuno. Le case di pietra e la nebbia davano l’idea di essere appena arrivati in una città fantasma. Perfino le luci dei lampioni e quelle che filtravano dai vetri delle finestre, avevano qualcosa di spettrale.

Sol e Totomaru li lasciarono quasi subito, dicendo che avevano degli impegni in sospeso. Era evidente che non volevano avere niente a che fare con il piano di Juvia, né di fare rapporto sulla loro ultima missione, ma alla maga d’acqua non importava. Aveva comprato un nuovo ombrello lungo la strada e guidava i ragazzi a testa alta, vantandosi di quando la sua gilda fosse importante nella regione - Phantom Lord è senza alcun dubbio la migliore di tutta Fiore. Abbiamo sedi nelle città più importanti ed un gran numero di affiliati. Di recente qualcuno ha iniziato a paragonarci ad un’altra gilda di provincia: Fairy Tail. Ma si tratta solo di voci! È evidente che nessuno può battere Phantom Lord. Master Jose è uno dei dieci maghi più potenti del paese. È molto severo perché vuole che chi lavora con lui faccia del suo meglio, ma allo stesso tempo ha anche un gran cuore. Ha offerto a Juvia un posto dove stare quando nessun altro la voleva per colpa della sua maledizione: questa maledizione che porta la pioggia dovunque vada. Juvia è sicura che master Jose troverà anche un posto per voi! Guardate: quella è la gilda! - Ad un certo punto la maga alzò una mano per indicare all’orizzonte e Gajeel e Levy capirono subito a quale edificio si stava riferendo. La gilda di Phantom Lord incombeva su Oak Town come un enorme castello gotico, tutto fatto di pietra nera e vetrate scure. In alto, sulla torre più alta, sventolava il vessillo della gilda, sbattuto di qui e di là dal vento e dalla pioggia. Guglie arzigogolate, archi e punte decoravano ogni angolo disponibile mentre dei gargoyle, con le bocce spalancate, vomitavano giù litri e litri d’acqua. Per un attimo un lampo squarciò il cielo, illuminando meglio la sagoma del castello e Levy si strinse istintivamente al braccio di Gajeel: la gilda di Phantom Lord assomigliava proprio ad uno dei tanti castelli maledetti di cui aveva letto nei suoi libri di fiabe. Ma Juvia ignorò completamente la sua espressione, incoraggiandoli a seguirla dentro - Venite! -

Nonostante l’ora tarda, dalle vetrate e dagli infissi del grande portone di legno, filtrava ancora della luce e quando Juvia li condusse all’interno, Gajeel e Levy scoprirono subito che il salone principale di Phantom Lord era ancora pieno zeppo. Si trattava di uno spazio enorme con un soffitto altissimo e dei grandi archi di pietra a sorreggerlo. A fargli da contorno vi erano delle grosse vetrate con lo stemma della gilda impresso su di esse e un’intelaiatura di piombo per tenerle saldamente al loro posto. Dei pesanti candelabri di ferro pendevano dall’alto, sospesi con delle catene, mentre illuminavano con dei ceri magici la scena sotto di loro.

L’atmosfera aveva qualcosa di grottesco: sembrava di essere appena entrati in un covo di pirati o di banditi. In un angolo c’era una bacheca piena di fogli e un bancone logoro, dove un vecchio con un occhio solo serviva un boccale di birra dopo l’altro. Tutti i tavoli nella sala erano pieni ma quelli seduti a brindare non sembravano affatto dei maghi iscritti ad una gilda legale. C’era gente con sciabole alla cintura o con stravaganti cappelli da strega, qualcuno stringeva inquietanti bastoni fatti d’osso e qualcun altro accarezzava come se niente fosse il proprio animaletto da compagnia: un cerbero a tre teste.

- Che bello essere a casa! - Juvia richiuse il suo ombrello e lo appoggiò in un angolo, indicando ai suoi compagni dove potevano mettere i mantelli che gli aveva offerto durante il loro viaggio sotto la pioggia. Nessuno dei maghi presenti si accorse di loro, tanto erano impegnati a brindare e giocare d’azzardo, fino a che la maga d’acqua non li condusse al bancone del bar, chiedendo di poter parlare con master Jose - Juvia deve fare rapporto sull’ultima missione e vuole presentargli due nuovi amici. -

Il vecchio barista si girò, squadrando Gajeel e Levy con il suo unico occhio come se avesse voluto fargli una radiografia - Sei sicura? Uno forse lo possiamo prendere ma l’altra ... -

- Osi mettere in dubbio la decisione di uno dei tuoi superiori? - Ma bastò che Juvia alzasse un po’ la voce per convincere il vecchio a fare come gli aveva ordinato. Il barista allungò una mano, tirando un cordoncino che pendeva in un angolo e immediatamente il suono cupo di una campana riecheggiò per la sala: era il segno che qualcuno voleva parlare con il master. Fu solo allora che i presenti si zittirono, mentre tutti gli occhi si appuntavano sulle figure di Juvia e dei suoi compagni. I maghi di Phantom Lord non erano ansiosi di sentire il racconto della sua ultima missione; sembravano piuttosto uno stormo di avvoltoi, pronti a banchettare su qualunque brutta notizia.

- Juvia, mia cara! Vedo che hai già fatto ritorno! Ma dove sono Sol e Totomaru? - La campana non ebbe nemmeno il tempo di fare il suo ultimo rintocco, prima che una figura inquietante si materializzasse sulla rampa di scale che sorgeva dalla parte opposta del salone. Un uomo con dei lunghi capelli neri e le labbra sottili e scure. Indossava un mantello appariscente, un cappello da strega e alla cintura teneva saldamente infilato un lungo pugnale col manico d’oro. A giudicare dall’aura oscura e dalla confidenza che ostentava, era evidente che quello era il famoso e terrificante master di Phantom Lord: Jose. Accanto a lui, però, svettava la figura di un altro uomo ancor più spaventoso. Un colosso alto e con le spalle larghe proprio come un bodyguard. Un mago con gli occhi bendati e l’aria impassibile.

- La missione è andata alla perfezione: abbiamo eliminato la Bestia e siamo stati pagati. - Gli spiegò Juvia senza nemmeno soffermarsi sull’argomento Sol e Totomaru. - Lungo la strada abbiamo incontrato anche questi due maghi: Gajeel e Levy Redfox. Juvia ha visto personalmente le loro abilità contro un gruppo di banditi e può garantire per loro. Juvia è sicura che potrebbero essere un’ottima aggiunta alla squadra di Phantom Lord. -

- Ohoho! - Esclamò a quel punto Jose - E così volete entrare nella nostra famiglia? Come vi capisco! Tutti vogliono entrare a Phantom Lord! Ma per entrare in questa gilda bisogna prima di tutto essere degni del suo nome: che magia utilizzate? Tu per esempio! - Levy si sentì attraversare da un brivido mentre il dito del master si appuntava su di lei ma si sforzò di tenere lo stesso la schiena dritta; in fondo aveva Gajeel accanto a farle coraggio. - Utilizzo Solid Script, signore. È una mangia che ... -

- Oh! È una magia banale! - L’anticipò una ragazza seduta al tavolo più vicino, senza nemmeno farle finire di spiegare in che cosa consisteva - Un mucchio di maghi la utilizzano e ne abbiamo anche già qualcuno. -

- Sue! Sappiamo tutti cos’è Solid Script senza bisogno che ce lo spieghi di nuovo. - Jose la fece zittire con vago gesto della mano - E tu, invece? -

- Conosco la magia dei draghi d’acciaio. Sono un dragon slayer. - Gajeel non riuscì nemmeno a finire la frase prima che un coro di risatine cominciasse a rombare per la sala ...

- Magia dei draghi? Ma a chi vuoi darla a bere! -

- I draghi si sono estinti! -

- Questo ci vuole prendere per scemi! -

- Ehi! Dragon slayer d’acciaio! - Lo chiamò qualcuno dai tavoli, un uomo con la pelle scura e la testa pelata. Indossava un paio di occhiali con delle lenti viola, ma con soltanto un vetro - Fammi vedere come mangi questo Metal! Howling! - Il mago stese le mani in avanti ed un cerchio magico si materializzò immediatamente davanti a lui, sparando una mitragliata di note musicali dure come proiettili. Un suono assordante riempì la sala e i maghi sulla traiettoria dell’attacco si gettarono a terra per evitare il peggio ma Gajeel non si lasciò impressionare, inspirando profondamente. Se era un ruggito quello che voleva lo avrebbe accontentato subito - Iron Dragon’s Roar! -

Howling non aveva speranze di vincere. L’incantesimo di Gajeel lo disintegrò ancor prima che potesse sfiorarlo e si abbatté sul suo avversario con la forza di un tornado. Il mago dalla pelle scura non riuscì nemmeno a reagire e venne scagliato contro la parete opposta, insieme ad una buona porzione di tavoli, sedie e affiliati di Phantom Lord.

- Ha ... Ha disintegrato Boze con un solo attacco ... - Sussurrò qualcuno mentre l’intera sala ammutoliva, terrorizzata dalla forza del dragon slayer.

- Provate di nuovo a insultarmi! - Tuonò Gajeel - O a prendervi gioco di Levy e giuro che non ci andrò così piano come adesso! -

Questa volta Jose sorrise, come se avesse inaspettatamente scoperto una gemma tra i tanti maghi che lo circondavano. Alzò una mano per attirare l’attenzione dei suoi - Suvvia ragazzi! Smettetela di comportarvi come delle canaglie, vi ho insegnato a fare di meglio! D’ora in poi dovrete abituarvi a far posto a Gajeel e Levy nella nostra grande famiglia! Forza, salite nel mio ufficio in modo che possa darvi il marchio di Phantom Lord! Da questo istante in poi l’unica ragione della vostra esistenza sarà quella di tenere alto il nome della gilda. Ricordatevi: Phantom Lord non accetta fallimenti! -

E così quella notte Gajeel e Levy entrarono a far parte di una delle più famose e spaventose gilde dell’intera regione. Siccome non avevano un posto dove stare, Juvia gli mostrò un appartamento a pochi passi dal suo. Il costo dell’affitto era così basso che entrambi finirono per firmare il contratto senza nemmeno pensarci. Gajeel e Levy capirono soltanto dopo un po’ la ragione per cui quell’appartamento era sfitto da tanto tempo ed era stato messo sul mercato praticamente in svendita: a causa della maga di Phantom Lord l’intero quartiere era continuamente tormentato dalla pioggia. Sulle mura delle case cresceva un fitto rivestimento di muschio verde mentre, su tutti i balconi, c’erano degli ombrelloni che gli abitanti di Oak Town utilizzavano per proteggere le finestre e le proprie piante. Davanti a tutte le porte c’erano delle placche di ferro per impedire all’acqua di entrare e lungo le strade, al posto delle solite strisce pedonali, dei gradini di pietra per permettere alle persone di attraversare anche durante le piene.

Vivere accanto a Juvia significava vivere praticamente sott’acqua ma la compagnia della maga non era poi così spiacevole. Nonostante la sua strana abitudine di parlare in terza persona e quell’aria sempre così fredda, Juvia fu l’unica, in tutta la gilda di Phantom Lord, con cui i Redfox strinsero amicizia. All’inizio l’unica ragione per cui la maga d’acqua gli faceva visita era quella di tenerli sotto controllo. Si sentiva responsabile per averli portati a Oak Town e non voleva che facessero qualcosa per irritare master Jose, ma pian piano le cose cominciarono a cambiare. Levy provava una certa compassione per l’altra ragazza perseguitata dalla pioggia. Cercò di indagare, invano, sulla sua maledizione, utilizzando la vasta libreria di Phantom Lord e cominciò ad invitarla a fare shopping e a bere una tazza di te nel tempo libero. Perfino tra Gajeel e la “Donna della Pioggia” nacque una specie di amicizia. Anche se tutta la gilda era terrorizzata dai poteri di Juvia e la rispettava per via della sua posizione, Gajeel non aveva alcun timore ed i due cominciarono ad allenarsi insieme sempre più spesso.

Per i primi anni tutto filò liscio come l’olio. Gajeel e Levy sceglievano sempre le missioni più lunghe e che gli permettevano di visitare le città più incredibili di Fiore. Il dragon slayer non sopportava nessun mezzo di trasporto ma per la ragazza questo non era un problema: spostarsi a piedi, in fondo, le permetteva di stare più tempo da sola accanto al suo compagno. Ma poi le cose iniziarono a prendere una piega diversa. Più aumentavano le missioni completate con successo e la fama di Black Steel cresceva, più aumentava l’interesse che master Jose provava nei suoi riguardi. L’uomo iniziò a convocare Gajeel sempre più spesso, affidandogli missioni speciali e particolarmente pericolose in cui nemmeno Levy poteva accompagnarlo. Tutte le volte, prima di partire, il dragon slayer la rassicurava, dicendole che sarebbe tornato in fretta ma dopo ogni missione ne seguiva sempre una nuova. Alla fine arrivò un punto in cui Levy e Gajeel non riuscivano quasi più ad incontrarsi, pur abitando nella stessa casa. Il dragon slayer sapeva che la cosa faceva infuriare la ragazza ma allo stesso tempo non sapeva bene come affrontare l’argomento ...

- Hai intenzione ancora di leggere a lungo? - Gajeel si coprì la testa col cuscino, cercando di nascondersi dalla luce della lampada che proveniva dal comodino opposto, ma senza alcun successo. Il bagliore si infilava dietro la stoffa come una lama crudele e senza pietà. - Lo sai che ore sono? - Ricominciò il dragon slayer dopo qualche istante di silenzio. La sveglia dal suo lato del letto indicava chiaramente le tre di notte ma a quanto pare Levy non aveva ancora alcuna intenzione di smettere. La ragazza se ne stava seduta proprio accanto a lui, con la schiena appoggiata a una pila di cuscini, i capelli tirati indietro da una fascia ed uno spesso volume con la copertina blu.

- Mi mancano poche pagine per arrivare alla fine. -

- Quante? -

- Cento. -

Gajeel, grugnì: era evidente che la ragazza lo stava facendo apposta per provocarlo. Da quando aveva fatto ritorno quella sera, dopo l’ultima missione, Levy continuava a comportarsi nel modo più irritante possibile. Dopo esser stato via due settimane, non era di certo il tipo di accoglienza che si aspettava.

- Ho capito: sei arrabbiata. Dammi quel coso e parliamone. - Il dragon slayer allungò un braccio, cercando di afferrare il libro che Levy stava stringendo ma la ragazza lo alzò con uno scatto, continuando ostinatamente a tenerci gli occhi puntati sopra - No! -  Ma ormai Gajeel non aveva più alcuna intenzione di fermarsi. Trascinò Levy giù, bloccandola con le gambe e dopo un breve tira e molla riuscì finalmente a strapparle il libro e a tirarlo via. “Memorie di una maga” fece un lungo volo fin dall’altra parte della stanza, infilandosi come un proiettile in mezzo ai cuscini del divano.

- Non mi hai fatto nemmeno mettere il segno! -

- Chi se ne frega del segno! Puoi dirmi che accidenti ti prende Scricciolo? -  Gajeel non aveva intenzione di litigare ma pur di farsi ascoltare fu costretto a mettere ancora più pressione nella stretta e bloccare la compagna anche per i polsi. - Allora? - La ragazza alla fine smise di scalciare, ma girò comunque la testa dalla parte opposta per evitare lo sguardo di Gajeel. Anche così, con la fronte pigiata uno contro l’altra, Levy sembrava distante un milione di miglia.

- Scricciolo? - Gajeel fu costretto a chiamarla per l’ennesima volta prima di riuscire a strapparle un sussurro

- Non era questo quello che avevamo in programma. -

Il dragon slayer aggrottò un sopracciglio, senza capire a cosa si stava riferendo e Levy si morse un labbro per qualche istante, prima di ricominciare a parlare - Quando all’inizio abbiamo deciso di scappare insieme, il progetto era quello di viaggiare, di visitare il mondo insieme, non di ... finire uno separato dall’altra! Jose e quelle sue maledette missioni ... -

- Lo sai che sono lavori pericolosi, non posso ... -

- Ti stanno portando via da me! -

A quelle parole Gajeel fu costretto a mordersi la lingua. Non gli piaceva l’idea di andare in missione da solo per colpa di Jose, ma aveva continuato a farlo per tutto quel tutto quel tempo proprio per Levy: non voleva metterla in pericolo. Vederla con gli occhi lucidi non era affatto il suo obiettivo.

- Voglio lasciare Phantom Lord. - Sussurrò alla fine la ragazza - Ne ho già parlato con Juvia e anche lei è d’accordo. Visto che qui nessuno sa come liberarla dalla sua maledizione, preferisce venire via con noi. -

- Anche la Donna della Pioggia? - Per un attimo Gajeel ammutolì, senza sapere né cosa dire né cosa fare, ma poi capì che l’unica possibilità che gli rimaneva era quella di scusarsi, come quando aveva incontrato Levy per la prima volta tanti anni prima. Che altro poteva fare per farla smettere di piangere?

- Se vuoi lasciare Phantom Lord, allora sono con te. - Il dragon slayer costrinse la ragazza a girarsi di nuovo, prendendola per il mento - Non mi importa cosa pensa Jose: lui non è il mio vero master. Ho promesso che ti avrei seguita dappertutto, sei tu l’unica che mi interessa. Devi solo scegliere dove andare. -

Quando i tre fecero visita all’ufficio di Jose per annunciare la loro decisione, il master di Phantom Lord spalancò gli occhi come se lo avessero appena pugnalato alle spalle. Provò a convincerli in tutti i modi a non lasciare la gilda, ma ormai i suoi toni suadenti non potevano più far nulla. Alla fine Jose si abbandonò ad un lungo sospiro - E io che pensavo fossimo una grande famiglia! Essere tradito dai propri figli! Che cosa terribile doveva capitare proprio a me! Ma se questa è la vostra decisione, non posso farci niente ... - Anche Levy lanciò un sospiro, di sollievo, ma per essere interrotta subito dopo dalla voce del master. - Saranno tempi burrascosi per Phantom Lord senza di voi! Non vi dispiace un po’ lasciare i vostri amici in questo stato? Il minimo che potete fare è portare a termine un’ultima missione e cedere alla gilda l’intero ricavato. - A quel punto l’uomo sfilò un foglio dal cassetto della scrivania, facendolo scivolare sul mogano scuro. Sul pezzo di carta c’era impressa una cifra astronomica, un nome e la foto di una ragazza con un elegante abito rosa.

- Che cosa dobbiamo fare con questa Lucy Hertfilia? - Domandò Juvia a cui ormai non importava più niente se non di lasciarsi Oak Town alle spalle. - Sicuramente avete sentito parlare della famiglia Heartfilia. - Gli spiegò Jose - Una delle più potenti di Fiore! Hanno un impero economico e controllano gran parte delle ferrovie dello stato. Quasi un anno fa l’unica erede della famiglia è sparita nel nulla, scappando di casa senza lasciare nemmeno un messaggio. Suo padre è così preoccupato! - Il mago si prese la faccia con le mani, fingendo anche lui la stessa disperazione di un uomo che sta per perdere dei figli - Ci ha chiesto di riportarla a casa e noi realizzeremo il suo desiderio! Ha trovato un ragazzo di buona famiglia a cui darla in sposa e che si prenderà cura di lei. Non possiamo farli aspettare! Grazie ai miei appoggi, ho scoperto che Lucy Hertafilia si è unita alla gilda di Fairy Tail. Vi rendente conto? Quell’orribile mucchio di brutti ceffi! Forse l’hanno costretta! Chissà cosa le tocca subire ogni giorno! Ma voi la salverete, non è vero? Voglio che la prendiate e la portiate qui da me, costi quel che costi! - Jose sottolineò l’ultima frase picchiando un pugno sulla scrivania e Juvia annuì quasi subito: aveva fatto lavori peggiori per l’uomo e la cosa non la spaventava affatto. Gajeel scrollò le spalle: non gli sembrava una cosa particolarmente difficile ed era ben disposto a fare quell’ultima missione se ciò avrebbe significato sbarazzarsi di Phantom Lord. Levy, invece, piantò saldamente i piedi per terra - Dobbiamo rapire una ragazza? Ho capito bene? Una maga di Fairy Tail? Ma questo è illegale! Le gilde non possono farsi la guerra tra loro! -

- Guerra? - Ripeté Jose come se fosse appena cascato dalle nuvole - Fairy Tail è un’associazione così minuscola e insignificante che perfino l’idea di farci una guerra è ridicola. Sono soltanto un branco di imbecilli, sono sicuro che non si accorgeranno nemmeno che uno di loro manca all’appello! Questa è l’occasione giusta per ricordargli qual è il posto che gli spetta: l’ultimo della classifica. -

- Io non accetto. - Questa volta Levy non gli lasciò dire altro. Era certa fin dal primo momento che il master si sarebbe opposto alla loro decisione ma non pensava che sarebbe arrivato a tanto.

- E neanche voi dovreste! - Continuò ad insistere la ragazza parlando ai suoi compagni - Volete davvero rapire una ragazza per costringerla a sposare un tizio che non conosce nemmeno? Siete impazziti? Era la stessa cosa che volevano fare a me! Non abbiamo alcun obbligo di svolgere quest’ultima missione. Il regolamento del Consiglio dice che ogni mago può lasciare la propria gilda in qualsiasi momento! - E a quel punto Jose fece una faccia disgustata, come se informarsi sui propri diritti, fosse stata la cosa più terribile al mondo. - È vero che un mago può lasciare la propria gilda in qualsiasi momento. - Cominciò l’uomo, appoggiandosi coi gomiti sulla scrivania - Ma Phantom Lord ha delle sottodivisioni in tutte le città di Fiore, quindi è quasi impossibile “lasciarla”. Se proprio dovessi abbandonare la gilda, preferirei farlo in buoni termini e non ritrovarmi con un mucchio di maghi arrabbiati alle calcagna, perché vogliono indietro i loro soldi ... -

Di fronte a quello sporco ricatto Juvia fu la prima a cedere - Levy - chan, si tratta di una missione facile. Possiamo sbrigarla anche in una notte. - Conosceva bene Jose e sapeva quanto fosse pericoloso attirarsi le sue antipatie ma Levy non le diede ascolto, girandosi verso Gajeel. Si aspettava di trovare un po’ di supporto ma l’unica cosa che ottenne fu una scrollata di spalle.

- Ho detto di no e non ho alcuna intenzione di cambiare idea! - Alla fine Levy si girò con uno scatto, chiudendosi la porta dell’ufficio alle spalle con un tonfo. Era davvero furiosa. Arrabbiata con Jose per il suo trattamento e con i suoi compagni per la loro ingenuità. Davvero non riuscivano a capire in che guaio si stavano cacciando? Rendersi responsabili di un rapimento gli avrebbe messo contro un bel mucchio di nemici, forse ancora di più di quelli che poteva scatenare Phantom Lord.

Mentre camminava, tutta presa da questi pensieri, Levy non si accorse nemmeno che di colpo l’atmosfera si era fatta più fredda. Il castello di Phantom Lord era davvero imponente, così grande che per raggiungere l’uscita dall’ufficio del master occorrevano parecchi minuti. Non ci sarebbe riuscita nemmeno se si fosse messa a correre ...

Le ombre negli angoli del corridoio si allungarono improvvisamente, prendendola per una caviglia come dei disgustosi tentacoli. Levy si inchiodò sul posto, cercando di liberare il piede con la forza ma una voce la costrinse subito a fermarsi. - È inutile ragazzina! - Jose era lì, pronto a bloccarle la strada con un ghigno diabolico. Levy gridò, senza sapere che quello in realtà era solo un clone, prodotto dalla magia dell’uomo che in quel momento stava ancora parlando con Gajeel e Juvia nel suo ufficio.

- Lo sai? Mi sono proprio stancato di te! - Tuonò l’ologramma - Ti ho preso in questa gilda soltanto perché mi interessavano i poteri del tuo caro dragon slayer e non posso permetterti di portarmelo via insieme a uno degli Element Four! Ti avevo avvertita fin dall’inizio: Phantom Lord non accetta sconfitte e porta sempre a termine le sue missioni, ma tu non vuoi collaborare. Ora è giunto il momento di mostrarti cosa succede a chi disubbidisse ai miei ordini! -

Quella volta non fu come contro i banditi o contro Juvia. Gajeel non era lì per salvarla e Levy non era per niente pronta a combattere.

- Dark Pulse! - Jose mosse una mano, liberando una scarica oscura. La ragazza non fece nemmeno in tempo a schivarla e tutto divenne improvvisamente buio. In quel momento Levy non sapeva ancora che cosa le riservava il destino da lì a breve. Non sapeva che si sarebbe svegliata in una cella in compagnia di Lucy e che l’avrebbe aiutata a scappare. Non sapeva che si sarebbe alleata con Fairy Tail e che avrebbe dovuto affrontare la sua stessa gilda per riavere indietro i suoi compagni. Non immaginava di certo che Natsu, Gray ed Erza sarebbero accorsi in suo aiuto ...

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Capitolo 39
*** Acqua e Terra ***


Acqua e Terra

E con questo capitolo cominciamo con il duello che ho immaginato per Phantom Lord. Conoscete tutti la storia e i partecipanti ma spero di aver trovato lo stesso un modo per sorprendervi! Cominciamo con due degli Element Four, Juvia e Sol contro ...



Acqua e Terra

Quando Natsu, Erza e Gray, riuscirono finalmente ad introdursi nella base di Phantom Lord trovarono un’ autentico esercito di maghi e di ombre pronto a bloccargli la strada. Le reclute di Jose erano armate fino ai denti e ghignavano, convinte che nessuno al mondo potesse rompere il loro sbarramento. Nonostante avessero visto l’Unison Raid di prima, nessuno di loro aveva ancora imparato che non è saggio mettersi sulla strada di due di dragon slayer furibondi.

- Deus Eques! -

- Crimson Lotus: Exploding Lightning Blade! -

Al comando di Natsu fiamme e scariche elettriche si riversarono nel grande salone di Phantom Lord, riempiendolo in un attimo fino al soffitto. Non c’era alcuna speranza di scappare per le reclute di Jose, chiuse in quella trappola per topi. Le grandi vetrate esplosero sotto la pressione dell’incantesimo e i pesanti candelabri vennero giù tutti insieme.

Quando le fiamme si spensero ormai le ombre si erano dissolte e non rimaneva più nemmeno un mago in grado di combattere. L’aria era così calda che le immagini tremolavano, perfino respirare sembrava impossibile, come se tutto l’ossigeno presente fosse stato bruciato.

- Di sicuro adesso non c’è più nessuno capace di dirci qualcosa su Lucy. - Sospirò Gray, che non aveva avuto nemmeno il tempo di scagliare un incantesimo.

- Non ci avrebbero detto niente lo stesso: sono tutti pesci piccoli, ma sono sicura che troveremo le ragazze da qualche parte in questo postaccio. Il teletrasporto non può essere usato su lunghe distanze. - Osservò Erza.

- Per trovare Lucy in tempo è meglio se ci dividiamo e setacciamo il posto da cima a fondo. Punti bonus per chi trova Gajeel e quello svitato di Jose! - Ed in un attimo Natsu era già corso via, lasciandosi tutti dietro. La sua strategia era folle, ma ad Erza e Gray non rimase altro che fare proprio come gli aveva suggerito. I due si fecero un ultimo cenno prima di separarsi e prendere direzioni opposte.

L’aria all’interno del castello aveva tutta lo stesso tanfo della magia oscura di Jose e seguire l’odore di Lucy per trovare la pista giusta era una missione impossibile, per questo Erza decise di prendere le scale che portavano in alto per cominciare la sua ricerca. Il suo istinto le diceva che l’ufficio di Jose si trovava proprio in cima e che probabilmente era quello il punto in cui era stata portata Lucy.

Per un po’ la dragon slayer avanzò senza incontrare ostacoli, né maghi né ombre. Il castello di Phantom Lord sembrava spaventosamente silenzioso e buio, nell’atmosfera ovattata del corridoio l’unica cosa che si sentiva era il rumore leggero dei suoi passi. Ma Erza sapeva che la gilda nemica non era vuota e che da un momento all’altro qualcosa sarebbe venuto fuori dal buio per affrontarla. L’unica cosa che non si aspettava era quella di essere colpita a così velocemente.

- Water Nebula! -

Erza riuscì a stento a coprirsi con le braccia prima che un getto d’acqua la investisse in pieno, spedendola contro la parete opposta. La pressione dell’incantesimo era tale che il muro si sfondò quasi subito, scagliandola fuori. All’esterno il pavimento di pietra era scivoloso per via della pioggia e la dragon slayer fu costretta a piantare i piedi e le unghie per terra pur di resistere alla spinta. Quando riuscì finalmente a fermarsi era solo a pochi centimetri dal bordo, proprio sul limite estremo del tetto che faceva da spalla al terribile golem meccanico di Phantom Lord.

All’interno del palazzo tutto era silenzioso e ovattato ma fuori il rumore era assordante. Le voci dei suoi compagni e le esplosioni della battaglia la raggiunsero in un attimo, riempiendo le sue sensibili orecchie. Qualcuno aveva visto i suoi capelli rossi agitarsi come una bandiera sotto la forza del vento e stava gridando il suo nome, ma non aveva tempo per rassicurarlo.

- VIENI FUORI! - Ruggì Erza e la sua avversaria non si fece attendere, raggiungendola all’esterno. Quell’attacco a base d’acqua significava una cosa sola: quella era la maga di cui Levy e Lucy le avevano parlato. - Sei Juvia degli Element Four? -

- Juvia è chiamata in molti modi. - Le rispose l’altra - Juvia del Grande Mare, Juvia degli Abissi, Donna della Pioggia ... Qualcuno la considera una maledizione. - La maga d’acqua aveva un’espressione gelida ma allo stesso tempo furiosa. Alzò una mano per puntarla contro la dragon slayer, minacciando di colpirla con un nuovo incantesimo - Avete portato via a Juvia l’unica amica che abbia mai avuto. Voi di Fairy Tail siete imperdonabili! Confessa subito dove si trova Levy - chan! - Ma Erza non si lasciò intimorire - Potrei dire la stessa cosa! Tu e quelli di Phantom Lord avete rapito Lucy! La mia compagna di squadra, la mia unica amica! Sei tu che devi dirmi dove si trova! - Bastava solo una goccia per far traboccare il vaso sotto quel diluvio e quelle erano proprio le parole giuste - Se non vuoi collaborare Juvia ti costringerà a farlo! Juvia conosce tutti i punti deboli di un dragon slayer. Water Slicer! -

- Vernier. -

Juvia scagliò le sue lame d’acqua, ma questa volta Erza riuscì ad anticiparla, aumentando la velocità dei suoi spostamenti  grazie al suo incantesimo di potenziamento. Il colpo di Juvia andò ad abbattersi inutilmente sul tetto, schizzando tegole da tute le parti.

- Sky Dragon’s Crushing Fang! - Ma nemmeno l’attacco della dragon slayer riuscì ad andare a segno: i suoi artigli trapassarono inutilmente il corpo di Juvia, spuntando dall’altra parte, proprio come se avessero appena colpito il velo di una cascata. Per un attimo Erza esitò, senza sapere cosa fare e Juvia colse al volo quell’istante per reagire, trasformando completamente il suo corpo in acqua - Sierra! - Questa volta l’incantesimo investì Erza in pieno. La dragon slayer riuscì ancora una volta, a stento, ad aggrapparsi al tetto, prima di essere spinta di sotto. L’acqua che formava il corpo di Juvia adesso aveva iniziato a bollire, fumando come una pentola a pressione pronta ad esplodere - Juvia te lo chiede un’ultima volta! - Minacciò la maga - Dille dove si trova Levy - chan o annegherà te e tutta la tua gilda! -

Ma ormai anche Erza stava iniziando a perdere il controllo - COME TE LO DEVO DIRE CHE NON L’ABBIAMO PRESA NOI? È stato Jose a rapirla, così come ha rapito anche Lucy! -

- Bugie! - Tuonò l’altra - Dici solo un mucchio di bugie! Water Lock! - Erza evitò per un soffio la bolla di Juvia, saltando il più in alto possibile. Era evidente che non poteva ragionare con la maga d’acqua in quello stato: doveva assolutamente spedirla al tappeto. Anche se il corpo di Juvia non poteva essere danneggiato direttamente da attacchi fisici la dragon slayer aveva la soluzione adatta per lei.

- Sky Dragon’s ... -

Juvia non si mosse nemmeno, era convinta di poter resistere al colpo. Dopo i tanti allenamenti con Gajeel, mosse del genere non la spaventavano più, ma non sapeva quali sorprese la dragon slayer del cielo aveva in serbo per lei.

- Body Anomaly Reversal Magic: Raise! - L’effetto dell’incantesimo la investì in pieno, come una dolce brezza di primavera ma poi ... - Claw! - Un calcio la colpì dall’alto. Il corpo di Juvia non ebbe nemmeno un istante per reagire e trasformarsi in acqua e la forza dell’attacco di Erza la inchiodò letteralmente sul tetto. L’impatto fu così forte che per un attimo la maga d’acqua pensò di essersi rotta tutta le ossa del corpo  e quando provò a rialzarsi le gambe le vennero subito meno, lasciandola a terra.

- A quanto pare non conosci così bene i dragon slayer come ti vantavi di fare ... - Ammise alla fine Erza; ancora una volta doveva ringraziare Grandeeney per la sua vittoria. La dragonessa poteva assumere molte forme, tra cui quella di una piccola sfera di luce azzurra e brillante. Quando era ancora all’inizio dei suoi allenamenti, aveva tormentato Erza per settimane, sfidandola a trovare un modo per colpirla, anche se tutti i pugni della ragazza le passavano attraverso. Soltanto alla fine le aveva spiegato che c’era un incantesimo capace di annullare ogni tipo di anomalia fisica. - Allenarsi con Gajeel non è stata una buona idea, dato che non è riuscito a battere me e Natsu nemmeno una volta. -

- Juvia ... Juvia è un disastro ... - Singhiozzò la maga, coprendosi la faccia, mentre le ultime gocce di pioggia si abbattevano sulla città e il cielo iniziava a schiarirsi. - Juvia vuole bene a Levy - chan ma non ha abbastanza potere per salvarla. Levy - chan è l’unica che non odia la maledizione di Juvia e della sua pioggia, ma Juvia è proprio un disastro! - A vedere la sua avversaria in quello stato, Erza non riuscì a trattenere un sospiro; nemmeno lei si sarebbe perdonata l’idea di lasciare Lucy in balia dei nemici. - Te lo ripeto per l’ennesima volta: noi di Fairy Tail non abbiamo rapito la tua amica. È venuta da noi per chiederci aiuto, perché Jose voleva impedirle di lasciare la gilda con te e con Gajeel. Dovresti prendertela col tuo master, in questo momento sono lui e un tizio che usa la magia dell’aria a tenere entrambe prigioniere. -

- Ma è impossibile! - Continuò a insistere Juvia - Master Jose non direbbe mai una bugia! -

- Sicura? Per caso è stato lui a dirti che avevi una maledizione? Prova a guardarti intorno. -

La maga d’acqua rimase ancora per qualche istante con la faccia ostinatamente piantata per terra, prima di seguire il consiglio di Erza. Non aveva idea di cosa dovesse guardare ma le bastò qualche secondo per capire a cosa si riferiva - La pioggia ... è sparita ... - Juvia si tirò a sedere lentamente, sembrava quasi terrorizzata adesso che la pioggia non c’era più. Il costante ticchettio delle gocce d’acqua e la loro carezza l’avevano accompagnata per tutta la vita e anche se le detestava, adesso il mondo senza di loro sembrava sconcertante.

- Questo è il cielo sereno? - Juvia alzò istintivamente la testa verso l’alto, ma fu costretta quasi subito a ripararsi gli occhi dalla luce del sole, prima che l’accecasse.

- Davvero non l’hai mai visto? - Ridacchiò Erza, le sembrava di assistere ad una di quelle meravigliose scoperte che fanno i bambini. Juvia scosse la testa; aveva un’unica grande domanda - Perché? -

- A causare la pioggia non è una maledizione che nessuno può eliminare. - Le spiegò la dragon slayer - È il potere con cui sei nata che porta la pioggia. È una magia molto forte e instabile ma sono sicura che con il giusto allenamento potresti rimediare a questo problema. Guarda! Adesso che ho ridotto le tue riserve di magia a zero, anche la pioggia è svanita! -

Juvia non riusciva a credere alle sue orecchie. Si girò verso Erza con gli occhi spalancati ed in un attimo la dragon slayer si trasformò da acerrima nemica a salvatrice. In controluce, sorrideva e le tendeva una mano. Nonostante fosse zuppa di pioggia e con i capelli rossi attaccati alla testa, sembrava un angelo.

- Forza! - La incoraggiò la dragon slayer - Il mio nome è Erza. Se proprio vuoi aiutare la tua amica Levy, vieni a cercarla con me. -

- ERZA - SAMA! - Juvia non le lasciò aggiungere altro, attaccandosi alle sue gambe come una sanguisuga affamata - Juvia non ti sarà mai grata abbastanza! Hai dato una nuova vita a Juvia! La vita di Juvia adesso appartiene a te! Juvia vuole essere la tua servitrice! -

- Eh??? - La dragon slayer si aspettava di tutto tranne che un attacco a sorpresa di quel tipo, provò a liberarsi e per poco non inciampò, ma la presa d’acciaio dell’altra maga la mantenne saldamente in piedi.

- Juvia crede a tutto quello che le hai detto, ti aiuterà a ritrovare la tua amica Lucy! -

Nel frattempo, mentre Juvia ed Erza combattevano sul tetto, Gray continuava a scendere sempre più in basso. L’istinto della dragon slayer l’aveva condotta in alto, ma quello del’Ice Mage gli suggeriva una direzione diversa: era convinto di poter trovare Lucy e Levy in una delle celle segrete del palazzo.

Man mano che scendeva più in basso, l’aria si faceva sempre più gelida e umida, i corridoi più stretti e più bui. Le torce che sfrigolavano lungo le pareti non bastavano né per scaldare né per illuminare la strada.

Ad un certo punto Gray cominciò a provare la distinta sensazione che qualcosa lo stesse osservando, ma l’intero corridoio davanti a lui appariva più vuoto che mai. Di cosa poteva trattarsi? Dove si trovava il suo nemico?

Fu allora che il pavimento sotto i piedi di Gray fu attraversato da una vibrazione quasi impercettibile; poteva essere l’eco di un’esplosione distante, ma il ragazzo intuì subito che era meglio spostarsi e il più velocemente possibile. Il mago riuscì a saltare giusto un attimo prima che il pavimento esplodesse, scagliando una gragnola di mattoni di pietra in tutte le direzioni.

- Fatti vedere bastardo! -

- Non, non, non! - Lo canzonò una voce musicale - Bada a come parli, garcon. Je suis un gentleman! Sol des Quatre Èléments ! - Gray ci mise qualche istante per capire che qualcuno si era appena materializzato in mezzo alla polvere dell’esplosione, uno strano personaggio con i capelli verdi, i baffi e un bizzarro monocolo sull’occhio sinistro. Il suo corpo pendeva da un lato, formando un angolo a novanta gradi, praticamente impossibile per qualunque altro essere umano dotato di spina dorsale.

- Scusa, ma che hai detto? -

Quando capì che tutta la sua presentazione era andata a vuoto, Sol spalancò gli occhi e per poco non perse il suo prezioso monocolo. Gray lo stava fissando come se avesse appena incontrato un alieno.

- Tu ne parles pas français? -

- Che c’entra il purpurì adesso ? -

- Non, non, non! - Gridò il mago di Phantom Lord che a quel punto non ne poteva davvero più - Platre Sonata! - Sol giunse le mani ed all’istante un cerchio magico si materializzò davanti a lui generando un grosso pugno di pietra, così grande da ostruire tutto il corridoio con la sua mole. Gray non aveva speranze di evitare il colpo e fu costretto ad evocare in tutta fretta uno scudo di ghiaccio per proteggersi, ma l’incantesimo del suo avversario era dotato di una forza spaventosa, troppa perfino per il suo scudo. Il ghiaccio si incrinò quasi subito e la forza dell’impatto lo scagliò parecchi metri più il là. Quando Gray riuscì a rimettersi in piedi Sol era già sparito - Dove diavolo si è cacciato quel bastardo? -

- Qua! - Il mago di Phantom Lord rispose subito alle sue domande, spuntando proprio dal soffitto dietro di lui - Roche Concerto! - Questa volta la gragnola di sassi investì Gray in pieno, sbalzandolo di nuovo a terra.

- Se ti prendo! Ice Make Lances! - Il mago si girò quanto più in fretta poteva e scagliò il suo incantesimo. Le lance di ghiaccio che aveva evocato trapassarono la figura del suo avversario, disintegrandola all’istante: si trattava di una semplice statua di pietra.

- Accidenti! - Gray digrignò i denti per la rabbia. Per un attimo gli venne da pensare alla prima missione che lui e Lucy avevano affrontato insieme. Il duca Everlue, al quale dovevano sottrarre un libro, aveva la stessa capacità di spostarsi attraverso la pietra. Quello di cui aveva bisogno per fermare Sol era una strategia simile.

- Il mio monocolo mi dice che la tua unica abilità, Gray Fullbuster, consiste nel manipolare il ghiaccio. Non sarà mai sufficiente per battere gli Element Four! Non, non, non! - Lo canzonò la voce di Sol riecheggiando per il corridoio.

- Che ne sai tu di cosa sono capace? Freeze! - Gray spalancò le braccia, appoggiando le mani alle pareti e all’istante tutto il corridoio di pietra si ricoprì di ghiaccio, dal pavimento fino al soffitto.

- Non, non, non! Non puoi fermarmi con del semplice ghiaccio! Roche Concerto! - Sol attivò il suo incantesimo, disintegrando la barriera che lo bloccava. Le pietre travolsero Gray in pieno ma senza successo. Anche la sua figura si sgretolò all’istante perché si trattava di una semplice statua di ghiaccio. Sol non si aspettava di cadere nella stessa trappola che aveva utilizzato prima e rimase per qualche istante di troppo fermo e con la bocca spalancata - Ma dove è finito? -

- Indovina un po’? Ice Make: Cannon! -

Sol riuscì a stento ad alzare lo sguardo e a scorgere Gray sopra di lui, aggrappato ad un gancio e con un cannone di ghiaccio saldamente stretto sotto il braccio. Poi un proiettile gelato, duro come piombo lo investì in pieno, spedendolo con un sol colpo al tappeto. Il monocolo del mago rotolò via col vetro rotto. Grazie alle informazioni contenute al suo interno, Sol poteva prevedere molte cose, ma non aveva previsto la sua sconfitta.

- E adesso ... - Sibilò Gray, saltando di nuovo a terra, mentre teneva il suo bazuka di ghiaccio puntato contro Sol - Dimmi subito dove si trovano Lucy e l’altra ragazza. - Il mago di Phantom Lord rabbrividì, era così terrorizzato da sembrare l’ombra dell’arrogante di prima - Le ha prese Monsieur Aria! Forse è nell’ala est dove ci sono i suoi appartamenti! Rapidement! - Gray non aveva bisogno di sentirsi dire altro e corse via, precipitandosi nella direzione indicata. Sol lo seguì per un po’ con lo sguardo e quando sparì definitivamente all’orizzonte, si lasciò cadere a terra con un sospiro - Mon Dieu! -

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Capitolo 40
*** Aria e Fuoco ***


Acqua e Terra

E questo è il secondo capitolo del duello con Phantom, tocca agli altri Element rimasti: Aria e Totomaru. Come andrà a finire?




Aria e Fuoco

Il teletrasporto si attivò non appena Aria appoggiò le mani sulle spalle di Lucy e Levy. Per un attimo non ci fu altro che buio e quando finalmente la luce tornò ad illuminarle ormai non erano più nel vecchio bar di Fairy di Tail. Niente più legno e facce sorridenti, ma fredde pareti di pietra e metallo. Levy riconobbe subito quel luogo - Il quartier generale? - Si trattava proprio della base principale di Phantom Lord, l’oscuro castello di Jose che incombeva su Oak Town. Non c’era alcun dubbio: bastava guardare le bandierine affisse alle pareti come vecchi stendardi medievali. Ma c’era qualcosa di più strano del solito nel covo di Jose: l’intera costruzione vibrava come se si stesse muovendo.

- Lasciaci subito! Che diavolo vuoi da noi? - Levy provò a divincolarsi ed Aria l’accontentò immediatamente  scagliandola a terra con la forza, mentre con l’altra mano manteneva saldamente la presa sulla spalla di Lucy. La sua stretta sembrava fatta d’acciaio a tal punto che la maga celeste sentiva le ossa scricchiolarle.

- Ascoltate ... - Aria le zittì entrambe sibilando con un dito appoggiato sulle labbra. C’era una voce che rombava in sottofondo e Levy e Lucy capirono subito che si trattava di quella di Jose, amplificata da qualche incantesimo ...

- Non ve lo aspettavate, Fairy Tail? Sono venuto qui perché so che avete qualcosa che mi appartiene. Eppure credevo di essere già stato abbastanza chiaro con la storia di Lucy Heartfilia. Se mi restituite immediatamente lei e la maga che mi avete rubato, allora prometto che non vi accadrà niente di male, altrimenti ... -

- Assurdo ... - Sussurrò Levy che non riusciva a credere nemmeno alle sue stesse orecchie - Ha deciso davvero di scatenare la guerra? -

- Master Jose è molto arrabbiato con te. - Le spiegò il mago bendato - E ha dato a me il compito di regolare i conti. Farti sparire è una parte fondamentale del suo piano: questa volta non la passerai liscia senza il tuo amato Gajeel a difenderti. -

Levy intuì subito quali erano le intenzioni di Aria e si affrettò a rimettersi in piedi, scrivendo la parola Guard per difendersi, giusto in tempo per parare l’incantesimo dell’altro mago. Aria tese una mano davanti a sé, recitando una singola parola - Zetsu. - E lo spazio davanti a loro ... esplose. Anche se Guard era fatta per resistere a qualsiasi incantesimo, la sua resistenza non era illimitata. Lo scudo si fratturò e la forza dell’esplosione scagliò Levy indietro, con la schiena contro la parete più vicina.

- Lo sai? - Mentre parlava Aria versava fiumi di lacrime ma era difficile dire se fossero vere o un modo per prendersi gioco delle sue avversarie - Una volta ero io il mago più potente e rispettato qui a Phantom Lord. Tutti tremavano quando sentivano il nome di Aria degli Element Four, master Jose aveva occhi solo per me! Tutto fino al maledetto giorno in cui Juvia vi ha portati qui. Da quel momento in poi master Jose si interessa soltanto a Gajeel, ci tiene così tanto a costringerlo a rimanere in questa gilda, da arrivare perfino a chiedermi di sbarazzarmi di te! Certo, tutta la colpa ricadrà su Fairy Tail, ma schiacciarti è una misera ricompensa. Oh! Sarà divertente vedere l’espressione di Gajeel quando scoprirà cosa è successo! Che cosa triste! - Aria era completamente convinto di avere la vittoria in pungo, ma si era scordato del fatto che Lucy era proprio accanto a lui e che non si sarebbe mai arresa senza combattere. La ragazza stringeva ancora tra le mani le chiavi che Gray le aveva restituito ...

- Sette secondi! Volete proprio essere distrutti? - Per un attimo la voce di Jose scosse l’intera città, più terribile che mai poi Holy Dragon’s Roar colpì il castello di Phantom Lord. L’intera struttura vacillò come se fosse stata sul punto di crollare su se stessa; fu peggio di un terremoto, mentre calcinacci e pezzi di soffitto venivano giù da tutte le parti. Aria non si aspettava un attacco del genere e per un breve istante perse l’equilibrio permettendo a Lucy di svincolarsi dalla sua presa. La ragazza non poteva desiderare un’occasione migliore!

- Porta del Toro d’Oro apriti: Taurus! - Il suono di una campana riecheggiò per la sala e lo spirito rispose immediatamente al comando della sua padrona, materializzandosi in mezzo al campo di battaglia.

- Muuu! Chi osa toccare il corpo della mia Lucy? - Il minotauro vorticò la sua ascia, mirando dritto al busto di Aria ma il mago degli Element Four lo anticipò, teletrasportandosi via. Lucy e Levy si ritrovarono a guardarsi intorno, a caccia di indizi sulla posizione del loro avversario. Aria non si vedeva da nessuna parte ma era improbabile che fosse scappato.

- Maledizione ... - La ragazza di Phantom si morse un labbro per la rabbia, mentre cercava di capire dove fosse finito il loro nemico. Sapeva che Aria era troppo forte e che non avevano alcuna speranza di batterlo da sole. L’unica chance che le rimaneva era quella di attirare tutta l’attenzione su di sé, per permettere almeno a Lucy di scappare e di cercare soccorsi ...

- Vattene subito da qui! - Levy la spinse via con tutta la forza che aveva - Cerca di ritornare a Fairy Tail! Aria usa un’Airspace Magic molto pericolosa: finché siamo nel suo raggio d’azione non possiamo vedere né lui né i suoi attacchi! - Ed era terribilmente vero ...

- Zetsu! - Una nuova esplosione scosse la stanza ma per fortuna questa volta c’era Taurus a difendere le ragazze. Lo spirito riuscì a mettersi giusto in tempo sulla traiettoria dell’incantesimo per assorbire il colpo.

- Che triste destino! - Gli fece eco la voce di Aria - Nessuna di vuoi due può scapparmi! Ma se vi arrendete potrei anche decidere di risparmiarvi un po’ di sofferenza! -

- Col cavolo che ci arrendiamo! - Replicò Lucy, anche se la maga celeste non aveva la più pallida idea di cosa fare per fermarlo - Fairy Tail non si arrende mai! - Avrebbe dato qualsiasi cosa per ricevere rinforzi contro un avversario come quello. Erza sarebbe stata perfetta! Ma Lucy sapeva che l’unica speranza che aveva di liberarsi di quel mostro era quella di combattere. Levy l’aveva salvata quando erano chiuse insieme nella Sky Prison, non aveva alcuna intenzione di abbandonarla da sola con Aria.

- Possiamo farcela! - La ragazza diede un colpetto col gomito alla sua compagna per incoraggiarla - Non hai una magia capace di renderlo visibile? -

Non arrendersi e continuare a combattere? Per un attimo Levy si ritrovò a pensare a quanto fossero simili i valori che Gajeel aveva cercato di insegnarle e quelli di Fairy Tail. Magari per tutti quegli anni avevano davvero sbagliato posto, magari non avrebbero dovuto accettare la proposta di Juvia tanto facilmente ...

- Forza! -

- E va bene se è proprio questo quello che vuoi ... Solid Script: Smoke! - Levy scrisse il suo incantesimo e la parola Smoke esplose con un “puff” inondando la stanza.

- Taurus tieniti pronto! - Lo spirito non aveva bisogno di sentire altro: colse subito con la coda dell’occhio l’ombra di qualcosa che si muoveva tra il fumo e si scagliò in quella direzione con la sua ascia. Per un attimo sembrò che il suo colpo fosse andato a segno ma grazie alla sua abilità di teletrasportarsi, Aria poteva muoversi molto più velocemente degli altri.

- Metsu! - Un turbine improvviso investì Taurus alle spalle, privandolo in un sol colpo di tutti i suoi poteri. Il portale che lo collegava con il mondo degli umani si chiuse di colpo, provocando una fitta di dolore in mezzo al petto anche a Lucy.

- Vi ho detto che non potete scapparmi! - Tuonò la voce di Aria - ZERO! - In un attimo la pressione nella stanza cambiò a dismisura, comprimendo a terra tutto il fumo e l’atmosfera circostante. Lucy e Levy si ritrovarono schiacciate sul pavimento, senza più nemmeno una goccia d’ossigeno da respirare. La maga di Phantom Lord si tappò la bocca e il naso, cercando di trattenere quel poco d’aria che aveva nei polmoni. In sottofondo Aria piangeva di gioia, così forte da coprire praticamente ogni altro suono e la voce di Lucy che le sussurrava qualcosa. Levy ci mise qualche istante a capire che non stava mormorando “Aria” ma “Acqua”. Non aveva idea di cosa avesse in mente la maga celeste, ma non le restava altra scelta che concederle un pizzico di fiducia ...

- Solid Script: Water! - Levy lanciò l’incantesimo con l’ultima goccia di fiato che le rimaneva e Lucy la seguì a ruota infilando una chiave d’oro proprio in mezzo al getto - Aquarius! - Lo spirito dell’acquario apparve subito in mezzo alla stanza, una bellissima sirena con dei lunghi capelli blu. Non diede a Lucy nemmeno il tempo di spiegarle cosa fare: vorticò la sua giara piena d’acqua e la sua magia travolse con la stessa forza di uno tzunami tutto quello che c’era attorno. La pressione dell’acqua sfondò le pareti, facendo tremare tutta la stanza e per poco le onde non colpirono le stesse ragazze che lo spirito avrebbe dovuto difendere.

- Si può sapere che ti salta in mente a chiamarmi così all’improvviso? - Ruggì alla fine Aquarius - Con te non ho fatto nessun contratto per il lunedì! Hai rovinato il mio appuntamento! Non farlo mai più! - Lo spirito non aggiunse altro, prima di sparire di nuovo nel suo mondo ma Lucy conosceva bene i suoi modi bruschi e non si lasciò impressionare - Grazie Aquarius ... - Nonostante fosse quasi morta soffocata e annegata, la sua era stata una mossa vincente: Aria adesso giaceva a terra, in mezzo ad una pila di detriti.

- Incredibile ... - Tossì Levy, cercando di sputare tutta l’acqua che aveva ingoiato e di riprendere un po’ di fiato. Era abituata a vedere i poteri di Juvia in azione, ma le abilità di Aquarius andavano ben oltre ogni immaginazione.

- Hai visto? Ci siamo riuscite! - Lucy sorrise, cercando a forza di rialzarsi - Adesso andiamocene da qui! - Tese una mano a Levy ma l’altra maga non fece nemmeno in tempo ad afferrarla.

- Vi ho detto che ... - La voce di Aria la paralizzò sul posto - Non potete scapparmi! - Nonostante l’ultimo colpo l’uomo si era già rimesso in piedi. Si strappò la benda con rabbia e tese di nuovo le mani pronto ad evocare di nuovo il suo terribile Airspace Zero ma proprio in quell’istante - FREEZE! - Tutta l’acqua che lo inzuppava si congelò all’istante, lasciandolo lì, fermo come una statua di ghiaccio.

- Gray! - Lucy avrebbe riconosciuto quel potere ad occhi chiusi. Quando vide il ragazzo si gettò su di lui, stringendolo in un abbraccio mozzafiato.

- Per fortuna vi ho raggiunte in tempo! - Sospirò il mago, ancora pesto per il suo duello con Sol - Anche se ero convinto che i nasi di Erza e Natsu vi avrebbero trovate prima di me. -

A quello parole Lucy spalancò gli occhi per lo stupore - Sono anche loro qui? -

- Certo che sono qui! Stanno combattendo tutti per fermare Phantom. Non vi siete accorte di cosa sta succedendo fuori? - Gray le fece giusto un cenno e le due ragazze non persero tempo a correre fino alla finestra più vicina. Durante il loro combattimento con Aria non si erano accorte della guerra appena scoppiata tra Phantom Lord e Fairy Tail. Lucy fu costretta a soffocare uno strillo alla vista dei suoi compagni che lottavano disperatamente contro l’esercito di ombre di Jose. Anche Levy serrò i pugni, indignata dallo spettacolo ma poi un movimento diverso colse l’attenzione dei suoi occhi. La mano del golem meccanico, in cui la magia di Jose aveva trasformato il vecchio castello, stava scrivendo lentamente ma inesorabilmente un sigillo per aria. Un brivido di puro terrore le passò per la schiena non appena riconobbe il disegno.

- Abyss Break ... - Sussurrò Levy quasi senza fiato. Era la prima volta che le capitava di vedere da vicino un incantesimo come quello, fino a quel momento ne aveva sentito solo parlare sui libri ma dopo tutto il tempo trascorso a studiare nella vasta biblioteca di Phantom Lord, Levy conosceva bene la portata distruttiva di Abyss Break. Una volta attivato il sigillo non avrebbe semplicemente distrutto Fairy Tail ma ... l’intera Magnolia.

- Jose è completamente pazzo ... - Aveva fatto tanto per evitare quel massacro ma inutilmente. Mancavano solo poche rune perché il cerchio venisse completato. E adesso?

Di colpo uno dei tetti sul padiglione ovest del castello andò in frantumi, sfondato da un’unica e gigantesca spada d’acciaio, nera come ossidiana. Per un attimo la lama scintillò in controluce poi si abbassò con forza, tagliando qualsiasi cosa sulla sua strada. Levy non riuscì a sussurrare altro che - Gajeel ... -

- E Natsu ... - Aggiunse Lucy, mentre una fiammata si sollevava dalla stessa parte dell’edificio.

Abyss Break da una parte e l’amore della sua vita dall’altra ... Se c’era ancora una tragedia che Levy poteva evitare era proprio quella: doveva continuare a combattere e non arrendersi!

- Dove vai? - Gray non riuscì ad afferrarla prima che l’altra si gettasse di corsa tra i corridoi oscuri del castello. - Seguiamola! - Lucy gli diede uno strattone ma prima che i due potessero fare anche solo un passo uno strano rumore li costrinse a girarsi. C’erano delle ombre che li fissavano, grattando fuori dal vetro della finestra.

- Fatti dietro di me! Ice Make Shield! - Gray riuscì giusto in tempo a pronunciare le sua formula prima che l’orda oscura si riversasse nella stanza.

Sia Levy che Lucy avevano ragione: non era difficile indovinare chi fossero i due dragon slayer che stavano devastando l’ala ovest del castello. Quello che le due ragazze non potevano nemmeno immaginare era la ragione per cui i due rivali si stavano affrontando.

Subito dopo essersi separato da Erza e Gray, Natsu si era gettato a capofitto tra i corridoi di Phantom Lord, spazzando via tutti i maghi e tutte le ombre che si piazzavano sulla sua strada. Sapeva che la cosa più importante era trovare Lucy e portarla al sicuro, ma mentre si apriva un varco a suon di pugni, c’era qualcos’altro gli faceva ribollire il sangue nelle vene: la voglia matta di stanare Gajeel. Natsu conosceva le ragioni dei suoi gesti e sapeva per quale motivo aveva attaccato la sua nuova famiglia, ma non riusciva lo stesso a perdonarlo.

- Fire Dragon’s Wings! - Natsu scagliò il suo incantesimo, pronto a spazzare via gli ultimi maghi di Phantom Lord che erano rimasti a sbarrargli il corridoio, ma le sue fiamme cambiarono improvvisamente traiettoria, proprio quando erano ad un passo dai nemici. Fire Dragon’s Wings sfondò una vetrata, riversandosi tutto fuori e dando il tempo agli scagnozzi di Jose di dileguarsi. Natsu ringhiò per la rabbia, girandosi di scatto nella direzione in cui si trovava il suo nuovo avversario; non aveva alcuna voglia di perdere tempo contro dei rompiscatole.

- Lasciatelo a me! Questo non è un avversario alla vostra portata! - Totomaru si trovava in piedi proprio sulle scale lì accanto e sorrideva come se avesse già avuto la vittoria in pugno. La sua katana puntava all’esterno, nella stessa direzione in cui il fuoco aveva sfondato la finestra.

- Faresti meglio ad arrenderti, mago di Fairy Tail! - Gli suggerì lo spadaccino - Grazie alle mie abilità posso manipolare il fuoco! Sono un esperto di Pyrokinesis! - Ma Natsu non gli permise di continuare a vantarsi, scagliando uno dei suoi ruggiti per testare direttamente fino a che punto poteva arrivare. Totomaru mosse in fretta la sua katana, deviando la fiammata, ma riuscì a stento ad evitare un Fire Dragon’s Iron Fist, saltando di sotto. Il pugno di Natsu colpì in pieno i gradini delle scale, sgretolandoli.

- Levati tu di mezzo, non sono dell’umore adatto. - Replicò il dragon slayer ma come al solito Totomaru era troppo pieno di sé per riconoscere il pericolo. Sollevò la sua katana e poi l’abbassò generando un mare di fiamme con gli stessi colori dell’arcobaleno - Raimbow Fire! - Ma il suo colpo non sfiorò nemmeno lontanamente l’avversario.

- Lightning Flame Dragon's Roar! -

Totomaru poteva controllare la direzione del fuoco ma non aveva alcuna speranza di domare anche l’elettricità. Il ruggito di Natsu lo travolse con tutta la forza che aveva, strappandogli la sua katana. Il mago di Phantom Lord sarebbe stato scagliato anche lui fuori da una finestra, se una grossa mano con dei guanti neri non l’avesse afferrato giusto qualche secondo prima dell’irreparabile.

- Levati di mezzo. - Borbottò Gajeel, gettando Totomaru lungo il corridoio - Non è un avversario alla tua portata. - Il mago di Phantom Lord questa volta non se lo fece ripetere due volte, scappando via il più in fretta possibile.

- Ci rivediamo Salamander. -

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Capitolo 41
*** Ferro e Fuoco ***


Ferro e Fuco

Mano mano il numero di avversari per i maghi di Fairy Tail si riduce, stanno anche per arrivare degli alleati: sono dei personaggi a cui sono molto affezionata. Vi ricordate quando nel "Re delle scimmie" Gray prendeva in giro Lucy? Diceva che la ragazza aveva una cotta segreta per un certo mago mascherato, quello che per primo l'aveva accompagnata alla gilda ...




Ferro e Fuoco

- Ha parlato “Testa di Latta”.  - Replicò Natsu e Gajeel gli rispose con una specie di smorfia - Sinceramente non pensavo che tu ed Erza avreste mai lasciato la foresta. Che delusione! Potevate trovare qualcosa di meglio di Fairy Tail ... -

- Non offendere la mia gilda! - Ruggì questa volta il dragon slayer del fuoco - Fairy Tail è una gilda di tutto rispetto! Non se ne va in giro a rapire la gente e a distruggere i bar degli altri! -

- Quello era solo un avvertimento, ma a quanto pare non avete capito il messaggio. - Gajeel sottolineò il concetto facendo scricchiolare le nocche -  Dimmi subito dove si trovano Levy e l’altra ragazza! -

- COME FACCIO A DIRTI DOVE SI TROVANO? È Jose quello che le ha prese! -

Per un attimo Gajeel si fermò a considerare la cosa ma poi storse il naso - Non ti credo. Conosco benissimo questo odore: tu hai incontrato Levy, tu la sai la risposta! -

- Jose le aveva chiuse in una cella ma sono scappate e venute a Fairy Tail per chiederci aiuto. Poi un tizio bendato ... - Questa volta Gajeel non permise a Natsu nemmeno di completare la sua spiegazione. Trasformò un braccio in un lungo palo d’acciaio e lo piantò nel muro alle spalle del dragon slayer, proprio a pochi centimetri dalla sua testa - Jose è pazzo ma non fino a questo punto. Fairy Tail è sempre stata invidiosa della nostra posizione, siete sicuramente voi i colpevoli! Non voglio sentire altre stronzate: questa è l’ultima possibilità per dirmi la verità. Levy è molto importante per me, sono sicuro che faresti lo stesso se qualcuno portasse via Erza! -

- Punto primo ... - Natsu spinse via la sbarra d’acciaio con una mano - Erza sa difendersi da sola. Punto secondo: sì farei la stessa cosa. E punto terzo: sei tu che mi hai rotto con tutte queste stronzate! Lo sai che se questa storia non finisce in fretta sta sera mi tocca dormire sul divano? E noi non abbiamo nemmeno un divano! - Era evidente che Gajeel non aveva alcuna voglia di ragionare e nemmeno Natsu, ormai la sua pazienza era al limite. Il dragon slayer del fuoco accese i pugni: avrebbe costretto l’altro a credergli con la forza - Fire Dragon’s Iron Fist! - Ma Gajeel lo bloccò ancor prima che potesse colpire, stringendolo per un polso. - Non ti conviene pivello. Mentre tu te ne stavi chiuso nella foresta negli ultimi sette anni io ho combattuto contro i maghi migliori di questo paese. Sono diventato molto più forte di prima. -

- Vedremo! - Natsu inspirò, pronto ad usare uno dei suoi ruggiti per divincolarsi dalla stretta ma anche questa volta Gajeel si mosse più velocemente di lui, colpendolo con una ginocchiata allo stomaco così forte da mozzargli il respiro.

- Iron Dragon’s Hard Fist! Questo è un vero pugno d’acciaio, Salamandra! - Bloccato ancora dalla stretta di Gajeel, Natsu non poté far altro che prendere il colpo sul naso e rotolare via, sul pavimento. Ma per quanto forte, un sol pugno non bastava per sconfiggerlo. Il dragon slayer del fuoco si rialzò in fretta, avvolgendo il proprio corpo nelle fiamme in modo da poterne usare la forza propulsiva - Fire Dragon’s Sword Horn! -

Una testata come quella aveva abbastanza forza per sfondare il muro di una fortezza, ma Natsu trovò le scaglie d’acciaio di Gajeel, più dure e resistenti di qualunque mattone. Il dragon slayer assorbì come se nulla fosse l’impatto di Sword Horn e spinse di nuovo via il suo avversario con un pugno.

- Iron Dragon’s Lance: Demon Logs! - Gajeel tese una mano in direzione di Natsu ed un cerchio magico apparve subito sulla punta delle sue dita, generando una pioggia di lance di metallo. Il mago di Fairy Tail fu costretto a scansarsi precipitosamente per evitare che qualcuna delle lance lo impalasse contro il muro.

Una cosa era certa: quello non era il solito Gajeel con cui aveva combattuto tante volte nella foresta. Il dragon slayer d’acciaio aveva un’aura terrificante e uno sguardo gelido: l’esatto ritratto di un drago furioso.

- Iron Dragon’s Kunai! - Questa volta i proiettili erano troppi e troppo veloci per evitarli tutti: una delle stelle d’acciaio andò a conficcarsi nella gamba destra di Natsu, proprio all’altezza del ginocchio, costringendolo a fermarsi.

- Smettila di correre da tutte le parti Salamandra! Voglio solo vedere quanto riesce a tagliarti bene la mia magia! Karma Demon ... - Gajeel giunse le mani sulla testa e questa volta al suo comando si materializzò una gigantesca lama d’acciaio nero, così grande da sfondare lo stesso soffitto della stanza - Iron God Sword! - Gajeel calò la spada con tutta la forza che aveva lasciando a Natsu solo pochi secondi per decidere come reagire - Lightning Flame Dragon's Roar! - La sua fiammata si alzò verso l’alto, rallentando la discesa della spada d’acciaio giusto quel po’ di cui aveva bisogno per gettarsi di lato ed evitare la sua traiettoria. L’incantesimo di Gajeel si abbatté al suolo tagliando in due il pavimento e tutte le stanze che stavano di sotto.

- Ora mi hai davvero stufato! - Sbuffò Natsu, strappandosi il kunai che Gajeel gli aveva piantato nella gamba.

Ognuno degli incantesimi del dragon slayer d’acciaio che lo colpiva faceva ancora più male perché feriva direttamente il suo orgoglio. Possibile che negli ultimi anni fosse diventato davvero più forte di lui? O forse quello che lo rendeva così forte era qualcos’altro? La voglia disperata di ritrovare la persona che amava più di ogni altra al mondo?

- Non ho alcuna intenzione di perdere contro di te! - Anche per Natsu quel combattimento significava molto. Doveva assolutamente vincere contro Gajeel e contro Phantom Lord per difendere le persone che amava, la sua nuova famiglia di Fairy Tail, Erza che stava combattendo insieme a lui e Wendy che li stava aspettando a casa.

- Lightning Flame Dragon's Fist! - Questa volta il pugno di Natsu colpì Gajeel in pieno viso. Il dragon slayer d’acciaio non si aspettava una reazione così veloce e così furiosa. L’esplosione prodotta dalle fiamme lo scagliò a terra mentre l’elettricità contenuta dall’incantesimo, scorreva sulle sue scaglie d’acciaio come su un conduttore elettrico.

- Lightning Flame Dragon's Firing Hammer! -

Gajeel non riuscì nemmeno a rialzarsi prima che un nuovo incantesimo lo investisse, distruggendo con la sua forza tutto quello che rimaneva del soffitto su quel campo di battaglia.

- Inizi a credermi adesso, cervello di latta? - Ruggì Natsu, anche se dopo aver usato tutta quella magia riusciva a stento a stare in piedi.

- Non ho alcuna intenzione di farlo ... - Dopo quegli ultimi colpi anche Gajeel faceva fatica a star dritto.

- E allora ... -

Entrambi i dragon slayer si scambiarono uno sguardo di sfida, raccogliendo tutte le energie che gli rimanevano per sferrare il colpo finale. Avrebbero deciso chi aveva ragione vecchio stile: a suon di pugni.

- Iron Dragon’s Hard Fist! -

- Fire Dragon’s Iron Fist! -

Ma nessuno dei due colpi riuscì ad andare a segno.

- Sky Dragon’s Roar! - Un turbine improvviso li travolse entrambi, sbalzandoli a terra, proprio come quando esageravano nei loro duelli nella foresta. Erza e Juvia li avevano raggiunti giusto in tempo.

- Smettela subito! - Tuonò la dragon slayer, mentre si metteva tra i due contendenti con le braccia spalancate - Soprattutto tu Natsu Dragneel o giuro che sta sera ti spedisco sull’amaca in giardino! -

- Ma non è colpa mia! - Protestò inutilmente il ragazzo, terrorizzato all’idea di finire in strada - Gli ho spiegato che non abbiamo fatto nulla di male ma lui non vuole credermi! -

- È tutto vero Gajeel - kun! - Juvia non gli lasciò aggiungere altro piangendo fiumi di lacrime - Juvia adesso crede ad Erza - sama e alla sua gilda! Abbiamo sbagliato a fidarci di master Jose! Ha rapito lui Levy - chan per far cadere la colpa su Fairy Tail! Vuole farla sparire per convincerci a rimanere qui a lavorare per Phantom Lord! Ma ... - La maga d’acqua strinse i pugni, cambiando completamente espressione. Di colpo il suo sguardo si indurì, proprio come quello di una matta assassina - Juvia non perdonerà questo affronto! -

- Quindi dici che è tutta una strategia di Jose? - Ripeté Gajeel, guardando con una punta di sospetto la sua compagna di gilda e gli altri due dragon slayer. Non sapeva ancora se credere davvero alla loro storia ma stava iniziando a cedere.

- Te lo sto dicendo da un’ora! - Ribatté Natsu - Un dragon slayer non fa questo tipo di cose! -

Ed in fondo era vero. Avevano giurato tutti e tre con la stessa formula, prima di ricevere l’approvazione dei loro draghi. Avevano giurato di non usare i loro poteri contro persone indifese e sempre a fin di bene. E lui invece? Fu in quel momento che Gajeel realizzò improvvisamente di aver sbagliato accettando di rapire Lucy. Se c’era un colpevole lì in mezzo allora quel colpevole era lui non i suoi vecchi compagni ...

- Levy - chan e Lucy Hertafilia sono sicuramente nella base! - Continuò a spiegargli Juvia - Aria le ha catturate mentre erano a Fairy Tail! -

- ARIA?! -  Gridò Gajeel, ancora più allarmato di prima - E dove potrebbero essere adesso? Non riesco a sentire nessuna pista con questa puzza di magia oscura! -

- Vi abbiamo trovati! - Fu proprio allora che la voce di Lucy riempì la stanza. La maga celeste andava così di fretta che riuscì a stento a fermarsi giusto un attimo prima di investire i suoi stessi compagni. Gray la seguiva a ruota anche se aveva il fiato corto per via del gran numero di ombre che gli era toccato congelare.

- Ice Make Wall! - Il ragazzo recitò la formula, bloccando il corridoio da cui provenivano con uno spesso muro di ghiaccio. Piantò i piedi per terra e si appoggiò alla barriera con la schiena, cercando di tenerla quanto più ferma possibile. - I punti bonus vanno a me. - Ansimò l’Ice Make Mage - Ho trovato io Lucy e ho surgelato anche due degli Element: un cretino con un monocolo e quell’energumeno bendato. -

- Dov’è Levy? - Lucy e Gajeel gridarono praticamente nello stesso istante.

- Era con noi fino ad un attimo fa! - Gli spiegò la ragazza - Quando ci siamo accorte che stavate combattendo è corsa via. Ero convinta che fosse venuta qui per fermarvi ... -

- Ma qui non è arrivato nessuno ... - Sussurrò il dragon slayer d’acciaio. Nei corridoi di Phantom Lord non si sentiva l’eco di un passo, nulla che lasciasse presagire l’arrivo di Levy: era evidente che qualcosa doveva esserle successo per strada. Un brivido passò per la schiena di Gajeel, un cattivo presentimento, proprio come quando l’aveva aspettata invano per giorni fuori dalla Foresta Pietrificata.

- Se quel bastardo le ha fatto qualcosa, giuro che l’ammazzo. - Gajeel non aggiunse altro, schizzando via come una freccia impazzita.

- Dove accidenti corri! - Gli strillò dietro Erza, ma senza successo - Presto! Non possiamo lasciarlo andare da solo! -

- Abbiamo solo un problemino ... - Le fece notare Gray facendo cenno verso il muro di ghiaccio che stava cercando di tenere fermo al suo posto. Qualcosa grattava dietro lo scudo in modo sempre più insistente e ogni istante che passava nuove crepe facevano capolino sulla sua superficie.

- Tenetevi pronti! - Gray riuscì a scansarsi giusto un attimo prima che l’intero scudo esplodesse, sfondato dall’esercito di ombre che li inseguiva.

- Questi cosi non finiscono mai! - Piagnucolò Lucy mentre gli spettri si tuffavano su di loro con gli artigli sguainati.

Nel frattempo anche a terra la battaglia infuriava con sempre più violenza. Nonostante fossero determinati e pronti a tutto i maghi di Fairy Tail iniziavano ad arretrare: le ombre che li attaccavano erano troppe. Per ogni fantasma distrutto due erano già pronti a sostituirlo.

Ad un certo punto Cana si ritrovò a terra, senza nemmeno sapere cosa l’avesse spinta. Le mancava il respiro per via di tutta la magia che aveva consumato e i suoi compagni non sembravano in condizioni migliori. Senza il master ed i dragon slayer che si trovavano a bordo del golem, non avevano alcuna speranza di vincere. La magia di Jose sembrava non esaurirsi mai. Com’era possibile che un solo mago avesse tanto potere?

- Ci vorrebbe un miracolo ... - Sospirò la ragazza. Non sapeva che a volte i miracoli accadono davvero.

Il suono di un bastone che colpiva il terreno riecheggiò proprio dietro di lei ed un’onda di luce avvolse tutto il campo, dissolvendo in un solo istante le ombre di Jose. Cana conosceva soltanto un mago capace di fare una magia come quella. - Siete arrivati! - Gridò la cartomante con rinnovata energia mentre gli altri maghi di Fairy Tail le facevano eco. Proprio in mezzo al campo di battaglia erano improvvisamente comparse cinque figure con un mantello nero e il marchio della fata impresso sulla schiena in un bel rosso scarlatto.

- Sono Mystogan e il suo team! -

- Siamo salvi! -

- Che piacere vedervi ragazzi! -

- Sono mortificato per avervi fatto aspettare tanto. - Confessò il mago che aveva dissolto le ombre col suo bastone. Ne teneva altri cinque fissati dietro la schiena, tutti con un manico dalla forma diversa. - Ma quando abbiamo saputo che Phantom Lord voleva attaccare Fairy Tail ci siamo fermati per strada ad eliminare tutte le divisioni che aveva mobilitato. Sarebbe stata una catastrofe se fossero arrivate qui a Magnolia. -

- Stai scherzando? - Gridò Wakaba - Io ho sentito dire che Phantom Lord ha più di cinquanta sottodivisioni in tutta Fiore! Come avete fatto ad eliminarle tutte? -

- Non erano poi un granché. - Gli spiegò un altro dei maghi appena arrivati; anche se si trovava nel bel mezzo di una battaglia stava fumando tranquillamente un sigaro.

- È stato un giochetto, nya! - Ridacchiò l’unica ragazza del gruppo, una bellezza con il viso dipinto di colori da guerra e le orecchie da gatto. Il mago accanto a lei, con la pelle scura e i capelli biondi, si sfilò una manciata di carte da gioco dalla tasca e le lanciò in aria. Le carte si dissolsero quasi subito trasformandosi in una pioggia di bandierine nere con lo stemma di Phantom Lord. Su ognuna era impresso il numero della rispettiva divisione.

- Assurdo! -

- Impossibile! -

- Soltanto loro ci potevano riuscire! -

I maghi di Fairy Tail lanciarono tutti un grido di stupore. Avevano fatto tutta quella fatica per resistere alle ombre di Jose mentre i compagni, nel frattempo, distruggevano un intero esercito di maghi!

- Adesso ci rimane quel coso. - Constatò l’ultimo del gruppo, che era anche il più grosso e robusto, un colosso con un occhio solo e una protesi di ferro al posto della mandibola. Il golem alimentato dalla magia di Jose continuava a muoversi lentamente e inesorabilmente, scrivendo per aria il suo sigillo devastante.

- Vuole davvero usare Abyss Break? Ma è pazzo? Il sigillo è quasi completo ... - Sussurrò la ragazza gatto.

Ed era vero ...

- Dovete fermarlo più in fretta che potete! Lucy è ancora lì dentro! - Gli spiegò Mirajane facendosi largo tra la calca. Era stata proprio lei ad aver contattato Mystogan quando Jose li aveva attaccati. - E anche Gray, Natsu ed Erza sono a bordo. Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe fargli Jose! -

- Proprio come mi aspettavo da Gray, è sempre il solito incosciente ... - Il mago mascherato ci mise qualche istante a processare il fatto che c’erano anche altri nomi sulla lista - CHE HAI DETTO? Ripetimi quell’ultimo nome! Chi diavolo c’è a bordo di quell’affare? -

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Capitolo 42
*** Il signore delle ombre ***


Il signore delle ombre

Pronti per il gran finale di Figli di Drago? Questo può essere considerato l'ultimo capitolo anche se la settimana prossima ne pubblicherò altri due che fungono da epilogo. Spero che la conclusione vi appassioni così come vi ha entusiasmato il resto della storia. Mi sono divertita moltissimo a scrivere Figli di Drago ma dopo più di un anno sento che ormai il tempo di questa storia è finito, ho altre due storie che mi piacerebbe completare e presentarvi quando saranno finite. Si intitolano (per ora) "Qui per salvarti" e "Diario di una maga". Ci vorrà un sacco di tempo tra studio e lavoro e forse non ci vedremo per mesi ma spero che ci incontreremo di nuovo con lo stesso entusiasmo. Un grazie speciale va a tutti quelli che mi hanno seguita fin dall'inizio per il loro supporto e le loro parole gentili, in fondo siete voi quelli per cui ho pubblicato tutto qui! GRAZIE!


Il signore delle ombre

Levy si lasciò dietro Lucy e Gray senza girarsi nemmeno per un istante. Aveva una missione troppo importante dove ogni secondo poteva fare la differenza: doveva fermare Abyss Break.

- Jose è pazzo! - Ansimò la ragazza mentre correva tra le stanze del castello, cercando di avvicinarsi quanto più possibile al sigillo. Una parte di lei desiderava più di ogni altra cosa al mondo di cambiare direzione e puntare dritta verso l’ala ovest dove Gajeel stava combattendo, ma Levy sapeva che bloccare il folle attacco di Jose era la priorità. Se Abyss Break fosse stato attivato avrebbe causato di certo una strage! Non solo avrebbe distrutto tutta Fairy Tail ma anche buona parte della città di Magnolia. Gajeel era forte e se la sarebbe cavata da solo.

- Qui va bene! - Esclamò Levy, spalancando una delle grosse finestre che si trovavano sulla facciata frontale del golem. Il gigantesco sigillo di Abyss Break galleggiava proprio davanti a lei mentre le dita del mostro meccanico riempivano lentamente gli ultimi spazi rimasti nella griglia.

La ragazza inspirò profondamente, cercando di concentrarsi sul significato dei simboli. Aria, acqua, fuoco, terra. Le complesse rune dipinte dal golem rappresentavano i quattro elementi sui quali Jose si vantava di avere controllo assoluto. Negli ultimi anni Levy aveva trascorso molte ore nella biblioteca di Phantom Lord quando non poteva andare in missione con Gajeel. Aveva cercato di risolvere il mistero della maledizione di Juvia, ma aveva sfruttato quelle ore anche per approfondire i segreti della magia e di Solid Script. In un certo senso doveva ringraziare Jose se aveva imparato tanto sulle rune e sulle loro proprietà.

- Solid Script ... - Cominciò la ragazza non appena ebbe trovato il simbolo che stava cercando - Tmssi!-

La runa che aveva dipinto per aria si accese, scintillando come se fosse stata scritta col fuoco e schizzò nella direzione che le aveva indicato, rimpiazzando uno dei simboli che si trovavano già nel cerchio.

- Unna! Adha! Ur! - Altre tre rune apparvero al comando di Levy, una liquida e trasparente come acqua di fonte, una spumosa e candida come una nuvola ed un’altra nera e scura come la terra bagnata. I simboli presero subito posto all’interno del cerchio magico, riscrivendo le rune che si trovavano ai quattro estremi. Abyss Break era una magia molto complessa, anche un singolo errore durante la sua scrittura poteva provocare dei terribili effetti collaterali ed un’esplosione capace di travolgere sia chi lo stava realizzando sia tutto ciò che gli stava attorno. Ma Levy sapeva che c’era un modo sicuro per disattivare il sigillo senza provocare danni: quello di sostituire ogni elemento raffigurato con il suo esatto opposto.

- Dispel! -

Quando anche l’ultima runa andò a posto la mano del golem meccanico si fermò improvvisamente, proprio come se un errore imprevisto avesse bloccato il sistema. Il cerchio magico e tutti i simboli si accesero di luce, brillando intensamente per qualche istante. Le voci dei maghi che assistevano allo spettacolo dal basso si alzarono tutte in coro, terrorizzate all’idea che Abyss Break stesse per colpirli, ma alla fine non successe niente del genere. L’intero sigillo si sciolse come se fosse stato scritto con della pittura liquida e precipitò al suolo come una semplice secchiata d’acqua.

- Giusto in tempo! - Levy rimase ancora per un po’ appoggiata alla finestra, guardando lo spettacolo in basso poi si lasciò andare, appoggiandosi alla parete con la schiena. Il suo corpo scivolò praticamente da solo, costringendola a sedersi a terra. Il suo istinto le suggeriva che non era sicuro rimanere lì ma ormai la ragazza era così stanca da non riuscire nemmeno più a muoversi. Scrivere quelle rune le era costato l’ultima goccia di magia che aveva ma ne era valsa la pena: aveva salvato Fairy Tail e un gran numero di vite innocenti. E Gajeel? Doveva assolutamente raggiungere il dragon slayer, ma come?

Levy prese un ultimo, profondo respiro, cercando di convincere il suo corpo ad alzarsi.

Peccato che fosse già troppo tardi.

Le ombre negli angoli della stanza si allungarono improvvisamente, avvolgendo Levy per i piedi, inchiodandola sul posto proprio come quando aveva provato a scappare dalla gilda.

- TU! - La voce di Jose riecheggiò tutt’attorno come un rombo di tuono mentre il master di Phantom Lord faceva il suo ingresso in scena - Ci avrei scommesso che eri stata a rovinare il mio incantesimo! Maledetta peste! - L’uomo era furioso, così tanto che gli tremavano le mani; una vena gli pulsava sulla fronte.

- Shade Entangle! - Al suo comando la pozza d’ombra che bloccava Levy si animò ed un cumulo di fantasmi schizzò fuori dal pavimento. Le loro mani lunghe ed ossute si attorcigliarono attorno al corpo della ragazza, bloccandola come dei serpenti affamati e la strinsero per la gola con una morsa così forte da mozzarle il respiro.

- È tutta colpa tua! - Ringhiò Jose - Soltanto tua! Se non fosse stato per te, stupida mocciosa, allora il mio piano sarebbe riuscito alla perfezione! Non solo hai rovinato il mio Abyss Break ma hai fatto scappare Lucy Heartfilia e hai avvertito Fairy Tail! Oh, ma la pagherai per avermi disubbidito! -

- La colpa dei tuoi fallimenti è solo tua! - Replicò la ragazza con quel poco di fiato che le rimaneva. Teneva le mani strette attorno all’ombra che la strangolava ma non aveva alcuna speranza di staccarla. - Hai segnato la tua sconfitta appena hai deciso di attaccare un’altra gilda! E io non voglio un master così! Non predo ordini da un uomo come te! - Levy scalciò ma l’ombra di Jose l’alzò ancora più in alto ed il suo piede la mancò pietosamente.

- Ti insegnerò io a portarmi rispetto! - La minacciò Jose - Questa volta nessuno dei tuoi amichetti potrà salvarti! - Il master di Phantom Lord diede l’ordine alla sua ombra ed il fantasma scagliò Levy a terra così forte che il rumore del colpo riecheggiò per l’intera stanza. La ragazza si ritrovò a tossire mentre cercava disperatamente di recuperare un po’ d’aria, ma Jose non aveva alcuna intenzione di lasciarle il tempo di respirare. Allungò il braccio destro, generando un vortice d’ombre e alla fine le condensò in mezzo al palmo scagliando il suo incantesimo senza pietà - Dead Wave! - L’energia raccolta era così densa da disintegrare qualsiasi cosa fosse sulla sua strada, incluso il pavimento. Levy chiuse gli occhi e si coprì istintivamente la testa. Sapeva che se quell’incantesimo l’avesse colpita per lei sarebbe stata la fine ma ormai non aveva più la forza di scappare. Per fortuna la ragazza non era da sola come Jose aveva pensato ...

Un’ombra scura si gettò tra lei e l’incantesimo. Levy riconobbe subito quegli stivali - GAJEEL! -

Il dragon slayer sapeva che era praticamente impossibile bloccare l’attacco di Jose con uno dei suoi: l’esplosione avrebbe coinvolto anche Levy. L’unica speranza che aveva di salvarla era una tecnica proibita che Metallicana gli aveva detto di usare soltanto in situazioni disperate. Gajeel piantò i piedi per terra e inspirò profondamente, ingoiando tutto l’incantesimo di Jose. L’energia magica esplose praticamente dentro di lui e lo attraversò come una scarica infernale, strappandogli un grido disumano.

- Sei pazzo? Lo sai quanta magia era concentrata in quell’attacco? - Gridò Jose mentre il ragazzo crollava in ginocchio e si appoggiava con le mani a terra. Il suo corpo faceva fumo ed adesso era coperto di bruciature.

- Gajeel! - Anche Levy gridò, alzandosi di scatto per aiutarlo ma il dragon slayer si affrettò ad alzare un braccio per spingerla di nuovo indietro.

- Ho sempre saputo che non dovevo fidarmi di un dragon slayer, di una specie di bestia mezza uomo e mezza drago. - Continuò Jose, condensando un’altra sfera d’energia oscura nel palmo della mano - Mi hai deluso Gajeel Redfox! Avevi una carriera promettente qui a Phantom Lord e invece hai scelto di sprofondare nell’oblio. Pazienza! Se questo è quello che vuoi allora ti concederò l’onore di morire insieme alla tua amichetta! -

- Il giorno in cui sconfiggerai il Drago d’Acciaio è ancora lontano. - Quando Gajeel rialzò la testa i suoi occhi si illuminarono di colpo di un blu profondissimo e la sua aura si accese, avvolgendolo in un alone scuro e diabolico. Jose fece un passo indietro, colto alla sprovvista - Che sta succedendo? Come fai ad avere ancora tutta questa magia dopo il colpo di prima? Dead Wave! - Il master di Phantom Lord reagì con uno scatto, scagliando il suo incantesimo ma Gajeel si mosse più velocemente di lui - Iron Shadow Dragon’s Roar! - E l’energia liberata dal suo ruggito investì in pieno il mago sacro, schiantandolo contro la parete opposta. Adesso che aveva ingoiato l’oscurità di Jose, Gajeel sentiva tutto il potere delle ombre scorrergli dentro, scorrere così forte che non aveva nemmeno bisogno di riflettere su come usare quegli incantesimi.

- Che razza di mostro è questo? - Ansimò Jose, staccandosi a fatica dalla parete.

- Iron Shadow Dragon’s Club! - Ma il colpo di Gajeel tornò ad inchiodarlo al muro. Attorno al braccio che aveva trasformato in una sbarra d’acciaio le ombre vorticavano come fantasmi impazziti.

- Succede questo quando sottovaluti il figlio di drago! - Ruggì il ragazzo - Non ti perdonerò per quello che hai fatto a Levy e a tutti noi! - Gajeel allentò la pressione giusto per un istante ma soltanto per poter colpire Jose ancora più forte di prima e scagliarlo dall’altra parte della stanza con la sua sbarra d’acciaio. A causa della forza dell’impatto parte del soffitto crollò, investendo il mago sacro con una pioggia di pezzi di cemento. Peccato che quel colpo non fosse ancora abbastanza per liberarsi di Jose.

- Sono io che non ti perdonerò per avermi mancato di rispetto! - Annaspò il master di Phantom Lord, tirandosi fuori dai detriti. Sembrava sempre più provato ma anche più arrabbiato di prima - Dark Pulse! - Jose mosse una mano per aria, descrivendo un lungo arco ed una raffica d’esplosioni seguì la scia del suo movimento, saturando la stanza. Un colpo del genere avrebbe stordito chiunque ma non poteva niente contro Gajeel. Il dragon slayer schizzò fuori dal muro di fumo, afferrando Jose per la gola con i suoi artigli - In questa forma il mio corpo non può essere danneggiato, proprio come le ombre che usi! - Il ragazzo alzò l’altra mano, pronto a sferrare il pugno decisivo ma il mago che stava stringendo sorrise e svanì.

- Una Tought Projection? - Era scappato approfittando del fumo come copertura?

- Dietro di te! - Gridò Levy ma ormai era troppo tardi. Jose si staccò dalle ombre nell’angolo della stanza. Aveva sguainato il pugnale che teneva sempre al fianco e gli bastò un attimo per piantarlo proprio in mezzo alle scapole del dragon slayer. La sua trasformazione si dissolse all’istante e le ombre che aveva domato svanirono. - Quest’arma annulla gli effetti di ogni magia. - Gli sussurrò il mago - Credi di essere forte ragazzo, ma ti manca ancora un po’ d’esperienza. - Ghignò Jose, prima di girare un’ultima volta il pugnale e strapparlo via, schizzando un mare di sangue sul pavimento. Questa volta le gambe di Gajeel vennero meno ed il dragon slayer piombò a terra come un pezzo di piombo.

- Fermo! - Jose era già pronto per colpire di nuovo ma per fortuna un proiettile d’aria lo colpì alla mano, disarmandolo e gettando via il pugnale in un angolo. Levy colse al volo l’occasione per raggiungere il compagno ed inginocchiarsi accanto a lui.

- Ed ecco anche gli altri moscerini di Fairy Tail, giusto in tempo per assistere alla mia vittoria! - Il master di Phantom Lord spalancò le braccia per accogliere Erza che aveva gridato e tutti i maghi che si trovavano insieme a lei. Ma poi il master aggrottò le sopracciglia - Oh, ma non sono solo fate. Anche tu Juvia? Piccola vipera! Io ti accolto quando nessun altro ti voleva! Ti ho offerto una casa e ti ho dato la possibilità di diventare una persona rispettabile! È questo il modo in cui mi ripaghi? -

- Tu hai imbrogliato Juvia! - Gridò la ragazza - Le hai detto che la pioggia era una maledizione e che nessuno poteva rimuoverla ma non era vero! Volevi convincere Juvia che non aveva alcuna speranza di farsi una vita normale! Volevi tenerla qui a Phantom Lord con l’inganno! Ma adesso la pioggia è andata via: Erza - sama l’ha fatta sparire! Juvia non ti perdonerà per le bugie che le hai detto! Non ti perdonerà nemmeno per quello che hai fatto ai suoi amici! Water Cane! - La ragazza allungò un braccio e l’arto si sciolse subito in una lunga frusta d’acqua. Juvia schioccò il suo colpo ma Jose lo deviò facilmente, inondando i presenti di spruzzi.

- Osi attaccare il tuo master? - Ormai il mago aveva raggiunto il colmo della sua furia - Questa sarà la tua condanna! - Jose scagliò un'altra Dead Wave ed Erza riuscì a stento ad attivare in tempo Sky Drill. Lo scudo d’aria assorbì la maggior parte dell’incantesimo ma alla fine si spaccò e l’esplosione raggiunse ugualmente i maghi, scagliandoli a terra.

- Non avete alcuna speranza di vincere contro di me! Userò i miei soldati d’ombra per insegnarvi una lezione! - Jose sollevò le mani al cielo e le ombre negli angoli della stanza si fecero di nuovo più scure e più lunghe. L’aria stessa si fece più densa e irrespirabile ed un brivido percorse tutti i maghi ribelli. La magia di Jose era così tossica da provocare un enorme senso di disgusto ed una paura folle nelle sue vittime.

- Affogate nella disperazione: Shade Magic! -

Bastò un solo istante ed un mare di ombre si materializzò attorno a loro, così tante da far sembrare la stanza un’enorme matassa di fantasmi oscuri. I loro abiti fatti di stracci si agitavano come fiamme e i loro occhi rossi scintillavano iniettati di sangue.

- Questo è il potere di un vero mago! - Jose spalancò le braccia, ridendo a squarciagola come un matto scatenato - Io sono molto, molto più potente di quell’idiota di Makarow che chiamate master! -

Gajeel digrignò i denti, stringendo più forte la mano che Levy gli aveva appoggiato sul braccio. Ormai non poteva nemmeno più muoversi a causa della pugnalata che aveva ricevuto e del veleno prodotto dalla magia di Jose che aveva ingoiato. Anche la ragazza strinse i denti, alzando la mano libera, pronta a scagliare quel filo di magia che le rimaneva. Nemmeno più Erza e Natsu ormai avevano abbastanza forza per disperdere quel mare di ombre e lo stesso valeva per Lucy, Gray e Juvia. Ma tutti i maghi raccolsero ugualmente l’energia che gli rimaneva, pronti ad affrontare l’orda di nemici che li accerchiava.

- Un tipo come te può solo comandare una gilda di ombre! - Ringhiò Natsu, soffiando fumo dalle narici e incendiando i pugni.

- Volete ancora combattere? Siete patetici! Arrendetevi al vostro destino e morite! - Jose diede alle sue ombre il segnale di attaccare ma fu proprio in quell’istante che un flash di luce accecante inondò l’intera stanza, sciogliendo tutti i soldati oscuri. I maghi di Fairy Tail e i ribelli di Phantom Lord furono costretti a chiudere gli occhi a causa del bagliore ma capirono subito che quella luce aveva qualcosa di benefico. La sentirono mentre passava su di loro come brezza e li scaldava con il suo tepore. Quando riaprirono gli occhi scoprirono che tra di loro e Jose adesso si innalzava un autentico muro difensivo, un muro composto da cinque maghi con un mantello scuro e lo stemma di Fairy Tail impresso sul retro. Lucy li riconobbe immediatamente e le lacrime le salirono agli occhi per la commozione - Ragazzi! -

Jose invece fece una smorfia, stirando le sue labbra nere e sottili - Anche tu? - I suoi occhi erano tutti per il mago al centro del gruppo, quello con la maschera e i bastoni fissati dietro la schiena. In pugno ne stringeva uno con il manico a forma d’occhio.

- Arrenditi Jose e non costringermi a usare le maniere forti. - Gli intimò il mago mascherato - Hai commesso molti crimini oggi: hai rapito una nostra compagna e fatto del male alla nostra famiglia, ma se ti fermi all’istante ti prometto che sarà il Consiglio quello ad occuparsi di te. -

A quelle parole il master di Phantom Lord replicò - E se invece decido di non arrendermi? -

L’espressione del mago mascherato si indurì ed i suoi occhi castani si strinsero come fessure - Allora sarò io a decidere la tua punizione. -

- E così sia! Voglio proprio vedere cosa sai fare ragazzino! Combattiamo e con questo scontro decidiamo chi di noi è il migliore! - Jose alzò ancora di più la voce - Decidiamo qual è la gilda migliore! Non riesco più a sopportare l’idea che la gente paragoni Fairy Tail a Phantom Lord! Io sono il padrone di Fiore! -

- Quindi ci hai attaccati per una questione di gelosia? -

- Gelosia? - Sbottò il master, irritato dalle parole del mago mascherato - Qui si tratta di mettere le cose in chiaro! Phantom Lord è la gilda che governa questo paese! Noi abbiamo più divisioni! Noi abbiamo i maghi migliori! Siamo noi quelli con più risorse! E quando questo regolamento di conti sarà terminato mi prenderò anche Lucy Heartfilia. Quella ragazza mi serve! - Il mago appuntò un dito contro la ragazza, provocandole un brivido lungo la schiena - Suo padre la rivuole indietro ma io non gliela restituirò subito! Oh, no! Farò in modo che mi consegni prima tutti i fondi che ha disposizione ed a quel punto, con quel denaro, Phantom Lord raggiungerà la vetta assoluta! -

- Ne dubito. - Gli fece notare il mago che nel gruppo indossava un lungo orecchino di cristallo - Forse non te ne sei ancora accorto ma adesso Phantom Lord è già in rovina: prima di arrivare qui abbiamo eliminato tutte le divisioni che avevi mobilitato. -

- Zitto! - La ragazza con le orecchie da gatto gli sferrò una gomitata tra le costole - Guarda che faccia ha fatto! Ora gli fai venire un infarto! -

L’espressione di Jose ormai era il ritratto dell’ira, sembrava così furioso da essere sul punto di esplodere.

- Che cosa avete fatto? Me la pagherete moscerini! Anche da solo non avete alcuna speranza di battermi! Vi schiaccerò tutte, stupide fate, e ricostruirò una Phantom Lord ancora più potente di prima! Io sono il più forte! - Jose mosse una mano, scagliando una sfera d’energia oscura contro i maghi che avevano appena parlato ma il capo del gruppo lo anticipò - Heavenly Beam. - Scagliò anche lui una sfera di luce e l’incantesimo intercettò quello di Jose a metà strada, facendolo esplodere. - Mi dispiace deluderti ma no, non sei tu il più forte. La forza di un mago non si decide semplicemente in base alla potenza dei suoi incantesimi. E questo perché la forza più grande di cui un uomo dispone è quella che porta nel suo cuore. - Il mago mascherato scosse la testa - Master Makarow mi ha insegnato tutto quello che sapeva e ho dovuto lavorare molto duramente per raggiungere il livello a cui sono adesso. Se avessi ascoltato i suoi consigli forse anche tu saresti diventato un master migliore. Mi dispiace Jose, ma questo patetico sfoggio che hai appena fatto finisce qui. La tua Shade Magic è una tecnica oscura ma la mia Heavenly Magic può disperderla facilmente. Oltretutto ... - Il mago gli appuntò contro il bastone che stava impugnando - Sono io quello che ha portato Lucy qui a Fairy Tail e prima di poterla prendere dovrai passare sul mio cadavere! -

- Vedremo chi passerà sul cadavere di chi! - Jose tese una mano, pronto ad evocare un altro dei suoi terribili incantesimi ma non riuscì nemmeno a fare un passo avanti. Un cerchio magico si accese proprio sotto i suoi piedi, tenendolo fermo grazie alla pressione della sua magia. Il master di Phantom Lord riuscì a stento ad abbassare lo sguardo ma riconobbe subito quei simboli - Abyss Break? Ma quando? - Si trattava proprio dello stesso incantesimo che aveva cercato di utilizzare per distruggere Fairy Tail ma di un cerchio molto più piccolo, proprio a misura d’uomo.

- Active. - Il mago mascherato attivò il sigillo, picchiando la punta del bastone sul pavimento e fuoco, acqua, pietre ed aria investirono Jose come un turbine. L’energia concentrata nell’incantesimo era così tanta e così devastante che quando Abyss Break si spense, ormai Jose non riusciva nemmeno più a stare in piedi. Aveva i vestiti ridotti a brandelli, i capelli strappati ed una pelle spaventosamente pallida. Per un attimo barcollò, poi girò gli occhi all’indietro e svenne, piombando a terra come un pezzo di legno. Per un po’ anche i maghi di Fairy Tail rimasero zitti, scioccati dallo spettacolo a cui avevano appena assistito, poi la voce di Gajeel ruppe il silenzio - Abbiamo vinto ... Finalmente ... - Il dragon slayer non riuscì a sussurrare altro prima di perdere conoscenza. Levy gli afferrò la mano che scivolava via, cercando di scuoterlo - Gajeel! - Ed Erza si chinò subito accanto a lei, premendo il palmo sulla ferita per riversarvi dentro tutto il potere che le rimaneva.

- Si riprenderà? - Anche Juvia si accovacciò accanto a loro, spaventata come non mai per le sorti del suo amico. La dragon slayer aspettò qualche lungo istante prima di ritrarre le mani con un sospiro - Sì. -

Grazie al suo intervento adesso il sangue aveva smesso di scorrere - Ma per richiudere una ferita come questa non basta la magia. L’arma che ha usato Jose era davvero diabolica: occorrerà un po’ di tempo e molto riposo. - Levy annuì, ringraziandola mentre si ripuliva la faccia dalle lacrime.

- Come al solito vi piace entrare in scena all’ultimo secondo e rubarvi tutta la gloria. - Sopirò invece Gray, fingendo di non gradire il fatto che i suoi compagni fossero venuti ad aiutarli - La prossima volta venite a combattere fin dall’inizio, scansafatiche! -

- Ma arrivare all’ultimo secondo è molto più cool! - Replicò il mago con il sigaro e gli occhiali scuri.

Lucy invece non perse altro tempo per gettarsi tra le braccia del mago mascherato; anche lei non riusciva più a trattenere le lacrime. - Mi dispiace! - Singhiozzò la ragazza - È tutta colpa mia! È colpa mia se Fairy Tail è stata attaccata e tutti quanti hanno dovuto combattere contro Jose! Ti ho detto un sacco di bugie! Tu mi hai accompagnata qui e io .... Io ... Avrei dovuto dirti fin dall’inizio che ero scappata  di casa e ... -

- Non fa niente. - La rassicurò il mago accarezzandole la testa - Jose era malato di gelosia, se non ci fossi stata tu, probabilmente avrebbe trovato un’altra scusa per attaccare Fairy Tail. Sei stata soltanto un pretesto. -

- E poi che motivo c’è di intristirsi per così poco? - Aggiunse il mago con l’orecchino - Qui a Fairy Tail facciamo tutti dei gran casini! -

- L’unica cosa che importa è che tu stia bene, Lucy. - Concluse il mago con la mascella d’acciaio, abbozzando un sorriso. - Già! - Gli fecero eco la ragazza gatto e quello con il sigaro.

- Quindi fate parte anche voi di Fairy Tail? - La voce di Natsu interruppe la rimpatriata - Questa sì che è una bella coincidenza! - Il dragon slayer riaccese le fiamme sui pugni - Perché sembrate tutti incredibilmente forti e io sto cercando proprio qualche avversario interessante con cui combattere! -

- Ma se hai appena finito di combattere! - Erza lo mise di nuovo a tacere, sferrandogli uno schiaffo così forte dietro la testa da costringerlo a mordersi la lingua. - Lasciatelo perdere e grazie per l’aiuto. - La dragon slayer non esitò oltre a tendere una mano ai nuovi arrivati - Il mio nome è Erza, mentre voi siete? -

- Giusto, non ci siamo ancora presentati, ma pensavo che non ce ne fosse bisogno. - Il mago mascherato fece segno a Lucy di spostarsi, prendendola delicatamente per le spalle.

- Che vuol dire? -

Tutti gli occhi dei presenti si appuntarono sul mago mascherato ed Erza ritrasse istintivamente la mano mentre il ragazzo si faceva più vicino, così vicino da poterla quasi sfiorare.

- Non ci hai ancora riconosciuti? - Le domandò il mago sorridendo sotto il velo della maschera - Un po’ ti capisco, in fondo siamo cambiati molto dall’ultima volta che ci siamo visti, ma è un vero peccato perché a me e agli altri è bastato un solo sguardo per capire chi sei: Scarlet. -

La dragon slayer aggrottò un sopracciglio, stupita per il fatto che l’altro la stesse chiamando con il nome con cui era stata battezzata da piccola. Nessuno a Fairy Tail la conosceva come Scarlet, per i ragazzi della gilda lei era semplicemente Erza Dragneel, la Sky Dragon Slayer.

- Come fai a sapere ...? -

- Vediamo se così è più semplice: forse la mia faccia ti ricorderà qualcosa. - E a quel punto il mago si sfilò la maschera, lasciandola cadere a terra. Nonostante tutta la forza e la maturità che aveva dimostrato contro Jose era solo ragazzo, con i capelli blu ed uno strano marchio rosso impresso attorno all’occhio destro. Una runa inconfondibile, un segno che per qualche strano caso del destino portava fin dalla nascita. Per quanti anni fossero passati, Erza non aveva ancora dimenticato quel viso e di colpo per lei il misterioso Mystogan divenne un’altra persona

- JELLAL! - Erza gridò e si coprì la bocca come se avesse appena visto un fantasma ma l’altro le sorrise.

- Non ... Non è possibile! Come ... -

- Sorellona! - Il ragazzo con l’orecchino non le lasciò aggiungere altro stringendola in un abbraccio mozzafiato. - Non riesci nemmeno a immaginare quanto sono contento di rivederti! - Erza fu costretta a spostarlo e a guardarlo negli occhi per qualche istante prima di riconoscere anche lui. Si ricordava quel colore di pelle e quei capelli chiari - Sho? -

- Eru - chaaaaannnnn! - Strillò anche la ragazza gatto prendendole un altro braccio - Ti ricordi di me? Dai io sono la più facile da indovinare! -

- Millianna! -

- E io? - Le sorrise il mago con la mascella d’acciaio. Erza questa volta non poteva sbagliarsi: il nome del ragazzo le uscì di bocca praticamente come uno strillo - SIMON! -

- L’ultimo che rimane sono io. - Anche il mago con gli occhiali scuri si fece avanti - Che te ne pare Erza? Sono diventato un bel ragazzo? - Il mago le schioccò un occhiolino. La dragon slayer ci mise qualche secondo per capire di chi si trattasse - WALLY?! Non ci posso credere! Perché hai la faccia squadrata??? -

- Questo è tutto quello che hai da dire??? -

- Scusate se vi interrompo ... - La voce di Gray li costrinse a girarsi - Ma credo di essermi perso qualcosa. Come mai vi conoscete tutti? -

- Non ci posso credere! - Esclamò invece Lucy - Non dirmi che è Erza la compagna che avevate perso? -

- Già. - Mystogan/Jellal annuì - Ti ricordi quando ti ho raccontato che da piccoli, prima di arrivare a Fairy Tail, io e gli altri siamo stati catturati dai mercanti di schiavi? All’inizio il nostro gruppo era di sei ma durante la fuga e il successivo naufragio ci siamo separati. -

- Certo che mi ricordo! Hai anche detto che è questo il motivo per cui avete deciso tutti di fare il tatuaggio in rosso. Il rosso era il colore della vostra amica e per voi era un modo per averla ancora accanto e per far sì che fosse anche lei a Fairy Tail! -

- Beh ... - Ammise alla fine il ragazzo - A quanto pare a furia di credere che fosse ancora insieme a noi siamo riusciti a farla tornare dal regno dei morti. Pensavo che Mirajane fosse impazzita quando ha detto che a bordo del golem c’era una certa Erza! Ma a quanto pare non aveva battuto la testa. -

- Sono così felice che tu sia ancora viva! - Millianna adesso stava spargendo fiumi di lacrime - Credevo di averti persa per sempre quando ho visto le onde trascinarti sotto! -

- Sono io quella che credevo foste morti! - Gridò l’altra - Credevo di essere l’unica scampata al naufragio! -

- E invece siamo riusciti a farla franca anche noi. - Le spiegò Simon - Quando la nave ha preso gli scogli ci siamo aggrappati ad un grosso pezzo di legno che ci ha fatto da zattera. Le onde ci hanno portato molto più a sud ma dopo un po’ di tempo siamo riusciti a toccare terra. Da lì siamo arrivati a Fairy Tail come ci aveva detto di fare zio Rob. -

- TU INVCE? - Le gridò Sho - Che ti è successo? Dove sei stata tutti questi anni? Dove hai imparato la magia? Cos’è questa storia dei dragon slayer? Quando sei arrivata a Fairy Tail? -

Erano così tante domande che Erza non sapeva nemmeno da dove iniziare. Natsu l’anticipò, strappandole i maghi di dosso in un moto di gelosia - Aspettate un attimo! Anche io voglio capire un po’ di cose! Non potete toccare Erza senza la mia autorizzazione! -

- Levati tu! - Replicò l’intero team in coro - Sono anni che non ci vediamo! E poi chi diavolo sei? -

- Ecco ... - Cominciò Erza, afferrando Natsu per la collottola giusto in tempo per impedirgli di colpire gli altri con una fiammata. Le venne da arrossire mentre cercava di spiegare come stavano le cose - Credo che potreste chiamarlo mio marito. In fondo l’avete detto anche voi: sono cambiate davvero un sacco di cose negli ultimi anni ... - E tutto il Team Mystogan spalancò gli occhi per lo stupore - COSAAAAAAAA???? -

 

Jose ormai era stato sconfitto ma i maghi e i cittadini di Magnolia erano ancora così sconvolti che nessuno di loro si accorse delle tre figure che li stavano osservando dal punto più alto della città, il campanile della cattedrale di Cardia. Un uomo con i capelli rossi, uno con dei lunghi capelli neri ed una donna con un mantello verde.

- Ve lo avevo detto che ci stavamo preoccupando per niente. - Sospirò l’uomo coi capelli neri.

- Ma se eri proprio tu quello più preoccupato di tutti? - Lo rimbeccò il compagno.

- Io ero sicuro fin dall’inizio che Gajeel avrebbe capito dove stava sbagliando. Era sui vostri ragazzi che avevo dei dubbi. -

- E che dubbi avevi? - Gli domandò la donna.

- Che radessero la città al suolo. -

E a quel punto l’uomo coi capelli rossi scoppiò a ridere - Natsu ed Erza sono imprevedibili ma non fino a questo punto! E poi avevano i loro nuovi amici ad aiutarli. Gli umani sono proprio incredibili quando si uniscono in branco. Però mi sarebbe piaciuto entrare in scena ... Sono troppi anni che non combatto! -

- Quelli degli uomini non si chiamano branchi. - Lo corresse la donna - Gli umani formano famiglie. Il senso di appartenenza che li lega è molto più forte. - Guardò ancora per un po’ in lontananza, poi il suo corpo si dissolse in una piccola sfera di luce azzurra - Allora, andiamo? Come vedete non hanno bisogno di noi. -

Anche gli altri due seguirono il suo esempio riducendo i propri corpi in una piccola sfera rossa e una nera.

- Magari alla prossima. - Sospirò il primo.

- Secondo me ci faranno preoccupare ancora per un sacco di tempo e inutilmente ... - Aggiunse il secondo. Poi le tre sfere sfrecciarono via, sparendo all’orizzonte più veloci di tre comete.

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Capitolo 43
*** Ce la faremo ... forse ***


Ce la faremo ... forse

Ecco oggi per voi il primo dei due capitoli che mancano alla fine di questa storia. Ho pensato a qualcosa di divertente e leggero per chiudere Figli di Drago, avevo in mente la canzone "Odds are" dei Barenaked Ladies. Il video è divertentissimo specie se riuscite a leggere tutti le notizie che compaiono nel sottopancia del finto telegiornale!




Ce la faremo ... forse

E così la guerra tra Fairy Tail e Phantom Lord giunse al termine in meno di ventiquattro ore.

Il Consiglio di Magia, allertato dalla popolazione di Magnolia, inviò in fretta quattro divisioni di cavalieri runici per arrestare Jose e tutti i suoi complici. Avrebbero portato via anche Gajeel, Levy e Juvia se Makarow non avesse garantito per la loro innocenza.

Il vecchio master contattò e parlò anche con il padre di Lucy per convincerlo a lasciare la ragazza in pace e darle la libertà di seguire i suoi sogni. La loro fu una lunga e accesa discussione ma alla fine Jude Hertfilia si rassegnò. In fondo aveva un impero economico da difendere e non voleva che in giro si sapesse del suo coinvolgimento con Phantom Lord: sarebbe stato un grave colpo d’immagine.

Quando l’uomo uscì dall’ufficio di Makarow trovò Lucy sulla soglia. La ragazza voleva scusarsi per essere scappata di casa ma allo stesso tempo intendeva riaffermare la sua decisione. Accanto a lei c’era Mystogan. Non disse una parola ma Jude capì quello che voleva dirgli semplicemente dallo sguardo: non gli avrebbe permesso di portare via la figlia neanche se la prossima volta avesse assoldato tutte le gilde del paese.

- E va bene! Fai come ti pare! - Borbottò l’uomo prima di andare via - Tanto sono sicuro che un giorno ti pentirai e tornerai da me con le tue stesse gambe! -

La gilda di Fairy Tail uscì a testa alta dallo scontro ma in condizioni pietose, tanto l’edificio quanto i suoi maghi. Erza fu costretta a rimettersi subito all’opera per occuparsi dei feriti. Si sentiva a pezzi ed il lavoro da fare era moltissimo ma la dragon slayer non aveva intenzione di fermarsi. L’idea di avere di nuovo accanto i suoi vecchi amici le dava energia. Rivederli dopo tanti anni le sembrava un miracolo. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno, grazie alle indicazioni che gli aveva dato il vecchio Zio Rob, si sarebbero ritrovati tutti insieme a Fairy Tail? Durante le pause il gruppo si sedeva insieme, chiacchierando per recuperare il tempo che avevano perso. Natsu, Wendy, Happy e Charle ascoltavano le loro storie a bocca aperta. Non conoscevano quasi niente sul passato di Erza e per loro era tutto incredibilmente nuovo.

- Quando eravamo rinchiusi nella Torre, Erza non faceva altro che frignare. - Gli raccontò Millianna - Era una piagnucolona! -

- Non è assolutamente vero! - Provò ad obiettare la dragon slayer, ma inutilmente.

- Piangeva più di me! - Rincarò Sho - Più di tutti! -

- Jellal doveva sempre consolarla. - Aggiunse Simon ma il mago in questione girò lo sguardo da un’altra parte cercando di evitare quello infuocato di Natsu. - Io non mi ricordo ... - Lucy era seduta dall’altra parte della sala accanto a Cana, ma Jellal poteva sentire lo stesso i suoi occhi che lo fissavano e la forza del suo sguardo pungerlo dietro la schiena.

- Erza era anche la più goffa di tutti. - Continuò a raccontare Wally - Vi ricordate quella volta che ha pestato una pala e si è fatta un bernoccolo in fronte? -

- Ancora non ho capito come ci è riuscita! - Ridacchiò Millianna - Ma ho riso da morire! Nyahaha! -

- Anche quando stavate con i vostri draghi combinava un sacco di guai? - Domandò ad un certo punto Simon.

- Non immagini nemmeno! - Natsu aveva un vasto repertorio da cui scegliere: quando erano solo dei bambini ed Erza stava ancora imparando i primi incantesimi, era un’autentica frana. - Una volta per esempio ci stavamo esercitando con il ruggito del drago. C’era un sasso come bersaglio. Erza l’ha colpito, il sasso ha colpito un albero, è rimbalzato e ha colpito lei in testa. Poi è svenuta. - L’intero gruppo scoppiò a ridere mentre la ragazza arrossiva per l’imbarazzo.

- All’inizio era un vero disastro. Dovevo sempre starle dietro per evitare che si ficcasse nei guai. - Continuò Natsu - Ma adesso non c’è nessuno più bravo di lei con la magia dei draghi del cielo. È diventata un mostro! È spaventosa, terrificante! Se le dite qualcosa nel modo sbagliato ... - Natsu non riuscì ad aggiungere altro prima che un pugno lo colpisse in pieno e lo scagliasse contro la parete opposta.

- Se sono così spaventosa perché mi hai chiesto di stare insieme??? -

Il dragon slayer aveva intenzione di chiedere al team Mystogan un duello amichevole ma andò al tappeto ancor prima di riuscirci.

- C’è solo una cosa che non ho capito ... - Continuò Erza, fingendo di non aver appena massacrato il compagno - Jellal perché hai cambiato nome e te ne vai in giro con una maschera? -

- A questo posso rispondere io! - Ridacchiò Millianna - L’anno scorso è venuto qui un reporter di Weekly Sorcerer per un’intervista. Il giorno dopo è uscita una classifica sui maghi più votati come fidanzato ideale. Jellal si è classificato secondo. -

- È stato terribile! - Il ragazzo sembrava ancora terrorizzato all’idea - Non mi lasciavano più in pace! Volevano il mio autografo! C’era la fila fuori dalla gilda! -

- E tu e Lucy? - Insisté Erza - Come vi siete incontrati? -

Questa volta Jellal esitò un po’ prima di rispondere - Girava voce che ad Hargeon c’era uno che si spacciava per me e usava il nome di Fairy Tail per affari loschi. Quando l’ho trovato ho scoperto che usava degli anelli magici per ammaliare le ragazze che incontrava e rapirle. Stava parlando di una festa e Lucy era nel gruppo. Ci siamo urtati per sbaglio e l’effetto dell’incantesimo su di lei si è rotto. Da quel momento in poi mi ha aiutato a smascherare l’impostore. -

- Forse più che un caso è stato destino ... - Ridacchiò Erza e l’altro si affrettò a scuotere la testa, arrossendo come un peperone - Ma se siamo solo amici! - E il gruppo scoppiò di nuovo a ridere.

Gajeel invece passò le quarantotto ore successive profondamente addormentato nell’infermeria di Fairy Tail, mentre la magia di Erza faceva effetto, richiudeva le sue ferite e lo disintossicava dal veleno che Shade di Jose gli aveva lasciato in circolo. Levy rimase accanto a lui per tutto il tempo. Sapeva di non doversi preoccupare e che il dragon slayer aveva la pelle dura, ma non riusciva proprio a staccarsi.

Quando Gajeel si svegliò trovò la ragazza che dormiva vicino a lui, stretta al suo braccio. Si era portata una sedia accanto al letto ma alla fine era crollata con la testa sul cuscino.

Il dragon slayer rimase in silenzio a fissarla per qualche istante. Levy aveva un cerotto sulla fronte e delle bende sulle braccia, segno che anche lei aveva bisogno di tempo per riprendersi dalla guerra con Phantom. Gajeel si diede dell’idiota. Pensava che quell’ultima missione sarebbe stata veloce e che una volta ultimata la ragazza lo avrebbe perdonato di tutto e invece l’aveva messa in grave pericolo. Un autentico idiota!

Alla fine il dragon slayer alzò la mano libera e l’appoggiò sulla testa della compagna, accarezzandole delicatamente i capelli - Scricciolo? -

Levy ci mise un po’ per riaprire gli occhi. Era esausta ma quando capì che Gajeel si era svegliato si rianimò di colpo. Non gli lasciò nemmeno il tempo di parlare, stringendolo in un abbraccio mozzafiato. Gajeel la lasciò fare, accarezzandole la schiena.

- Non sai quanto mi hai fatto preoccupare! - Levy gli prese la faccia tra le mani e gli diede un lungo bacio come se avesse avuto davvero paura di non vederlo mai più.

- Scusa ... - Sussurrò il dragon slayer quando la ragazza si staccò.

- Perché mi chiedi scusa? -

- Perché avrei dovuto ascoltarti da subito! Non dovevo accettare la missione da Jose. Ti ho messo in pericolo! Ed è tutta colpa mia! -

- Non importa. - Levy lo zittì appoggiandogli un dito sulle labbra - Jose è stato arrestato e Phantom Lord non esiste più. - La ragazza gli indicò la spalla dove il vecchio tatuaggio nero era svanito. - Abbiamo la possibilità di cominciare una nuova vita. Master Makarow ci ha invitati a rimanere qui a Fairy Tail. Juvia è contentissima! Erza è riuscita a eliminare la sua maledizione: non piove più! È un’altra! Dovresti vederla! -

Gajeel non riusciva a credere alle sue orecchie: Makarow gli aveva proposto di rimanere dopo tutto quello che avevano combinato? E Juvia non aveva più la pioggia?

- E tu? Cosa vuoi fare? -

- Le persone qui sono tutte simpatiche e gentili. - Gli spiegò Levy - Non assomiglia per niente a come era Phantom Lord. Credo che sia il posto adatto a noi! -

- E allora rimaniamo qui. - Concluse Gajeel anche se sapeva già che i suoi nervi non avrebbero retto all’idea di vedere Natsu tutti i giorni. Poteva già sentire che qualcuno si stava avvicinando e non era sicuro di voler incontrare così presto i suoi nuovi compagni di gilda.

- È permesso? -

- No! -

- Avanti! - Levy piazzò una mano sulla bocca del compagno giusto un attimo prima che urlasse qualcosa di irreparabile. Subito dopo la porta si aprì ed Erza entrò nell’infermeria insieme alla piccola Wendy. La bambina la stava aiutando a portare un pacco di bende e la seguiva ansiosa come sempre di imparare qualcosa di nuovo sulla magia dei draghi del cielo.

- Hai visto che non c’era niente di cui preoccuparsi? - Erza fece un cenno all’altra ragazza - Si è svegliato ed è di mal umore come sempre! È il segno che sta bene. -

- C’è rimasto male perché l’ultima volta l’ho preso a calci! - Ridacchiò Natsu, appoggiandosi allo stipite della porta con un gran sorriso. - Ma se sono stato io a farti nero! - Gajeel scattò minacciando di alzarsi dal letto e farlo a pezzi. La povera Levy fu costretta a fermarlo aggrappandosi a lui con tutta la forza che aveva. Erza lanciò un sospiro annoiato - Dato che ci sei rimani fermo così, ti cambio le bende. Me le passi Wendy? -

- Subito mamma! -

Alla parola “mamma” Gajeel strabuzzò gli occhi. Guardò prima Wendy, poi Erza e poi Natsu - Questa cosina è vostra? -

Il dragon slayer di fuoco annuì con aria fiera - Negli ultimi anni siamo diventati una famiglia. -

Gajeel tornò a fissare Wendy, poi Erza e poi lui - Impossibile: ci deve essere un errore. È troppo carina per essere figlia vostra. -

Entrambi i dragon slayer esplosero in coro - Che vorresti dire??? -

Juvia arrivò l’attimo dopo stringendo una boccetta - Erza - samaaa! Ho trovato la medicina che mi avevi chiesto! -

- E io ho portato la bacinella che ti serviva. - Aggiunse Gray entrando anche lui appoggiando il contenitore pieno d’acqua sul tavolino. Gajeel fu costretto a sfregarsi gli occhi, gli sembrava di avere le allucinazioni. Il cappello e il cappotto di pelliccia erano spariti, l’ombrello non c’era più e la maga d’acqua sorrideva. Possibile che fosse la stessa persona?

- Juvia hai preso una botta in testa? -

- Levy - chan non te lo ha raccontato? La vita di Juvia è cambiata da così a così! - Gli spiegò la ragazza.

- Erza - sama ha eliminato la maledizione della pioggia e Juvia ha deciso per ringraziarla di dedicare la sua vita a servirla! Erza - sama ha già assegnato a Juvia una missione molto importante! -

- Non è esattamente una missione, ho soltanto pensato di prendere due piccioni con una fava e di organizzare una terapia di gruppo. È la prima volta che faccio una cosa del genere ma Grandeeney mi ha assicurato che sono molto efficaci. - Gli spiegò Erza - Per i prossimi mesi Gray e Juvia staranno insieme tutti i giorni. Ho affidato a Gray il compito di insegnare a Juvia come stabilizzare la sua magia per evitare che ricominci a piovere. Occorre molto allenamento per creare delle solide sculture di ghiaccio e non c’è nessuno migliore di lui per questo compito. Juvia invece ha un obiettivo diverso: deve fare del suo meglio per spogliare Gray. -

A questo punto i maghi seduti in stanza strabuzzarono gli occhi.

- Dato che le tecniche tradizionali non funzionano, con Gray ho deciso di fare psicologia inversa. - Continuò a spiegare Erza - Se siamo fortunati il ragazzo inizierà a provare imbarazzo all’idea di andarsene in giro nudo, svilupperà un po’ di senso del pudore e smetterà di spogliarsi in pubblico. -

- Non so se questa cosa può funzionare ... - Ridacchiò Natsu - Ma sono sicuro che ci sarà da divertirsi! -

Erza non aspettava altro per fare una dimostrazione pubblica, schioccò le dita e Juvia colse subito al volo il suo segnale. - Gray - sama ... - Cominciò la ragazza passando un braccio intorno alle spalle dell’Ice Mage per pigiare il suo corpo contro di lui. - Juvia è nuova qui in città e non ha un posto dove stare ... - Sussurrò la maga d’acqua, giocando con una mano con i bottoni della camicia di Gray. - Che ne dici se sta sera Juvia viene a dormire da te? -

Fu come se Gray fosse stato morso da un’anguilla elettrica. - Non ho casa! - Il ragazzo reagì d’istinto frustando via la mano di Juvia e affrettandosi ad abbottonare i bottoni che gli aveva disfatto, su fino all’ultimo. La scena era così esilarante che Natsu si ritrovò immediatamente piegato in due per le risate.

- Ma che stai dicendo? Juvia, Gray abita proprio in fondo alla strada a destra della gilda, c’è quel palazzo grigio vicino al ... -

- Ice Make Geyser! - Ma il colpo di Gray mancò completamente il bersaglio: Natsu abbassò la testa più in fretta che poteva ed il getto di ghiaccio investì il povero Gajeel, che seduto sul suo letto si trovava proprio in mezzo alla traiettoria dei due avversari. Aveva promesso a Levy che sarebbero rimasti ma era sveglio da meno di cinque minuti e già sapeva che Fairy Tail sarebbe stata un’impresa impossibile per lui.

- Vi pare questo il modo di trattare la gente!? Iron Dragon’s Lances: Demon Logs! - I due maghi furono costretti a scappare in fretta e furia dall’infermeria per evitare una raffica di lance d’acciaio mentre Gajeel si lanciava giù dal letto per inseguirli. I tre passarono per la sala sfrecciando come proiettili. Avrebbero investito Lucy in pieno se Jellal e il suo team non fossero stati lì vicino per strattonarla via.

- Certo che questi dragon slayer sono proprio pieni di energie! -

- E non hai ancora idea del casino che possono fare! -

- Fermatevi subito imbecilli! - Gli strillò dietro Erza dalla soglia dell’infermeria - Devo ancora cambiare quelle maledette bende! Sky Dragon’s Wing Attack! -

Questa volta Jellal fu costretto a gettarsi a terra insieme all’altra ragazza. Un tornado passò proprio sopra le loro teste colpendo Natsu, Gajeel e Gray in pieno. - Questo è il suo modo di curare la gente? Pensa quando la deve uccidere! -

Makarow dal suo solito posto sul bancone scosse la testa. Happy e Charle, che se ne stavano seduti accanto a lui a sgranocchiare un pesce e bere un tè, scossero pure loro la testa. Per consolarlo Mirajane gli fece un sorriso mentre gli porgeva la sua birra - Credo che sia stata una splendida idea quella di invitare anche Levy e suoi amici! Hanno proprio lo spirito giusto! -

Dopo tutti i danni che aveva subito durante la guerra, Sky Dragon’s Wing Attack era proprio l’ultima cosa al mondo che la vecchia gilda di Fairy Tail poteva permettersi. L’intero edificio venne scosso da un brivido e poi la costruzione venne giù, come un castello di carte, lasciando i poveri maghi seduti al bar con un palmo di naso. Per fortuna c’erano ancora le colonne d’acciaio piantate da Gajeel, se non fosse stato per loro tutte le macerie li avrebbero schiacciati. Makarow lanciò un sospiro - Sicura che sia stata una buona idea? Io credo che sto diventando troppo vecchio per questo mestiere! -

Un paio di fiammate, un geyser di ghiaccio e una frusta d’acqua e di colpo era già scoppiata l’ennesima rissa.

- Ce la faremo! - Ridacchiò Mirajane - Forse ce la faremo anche così! -

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Capitolo 44
*** Figli di drago ***


Figli di Drago

E questo è l'ultimo capitolo della nostra storia! Spero che vada bene come finale. Ancora un grazie a tutti quelli che mi hanno seguito e che hanno recensito Figli di Drago, siete stati di stimolo e un grande incoraggiamento! Un grazie anche a tutti quelli che hanno letto pur senza lasciare commenti; questa è la vostra ultima occasione per scrivermi qualcosa e farmi sapere cosa ne pensate, sono curiosa di conoscere anche la vostra opinione! Spero di rivedervi presto nella prossima fiction, una volta finita tornerò di sicuro qui per farvela leggere!




Figli di Drago

Tutto nella selvaggia Foresta dell’Est sembrava esattamente uguale a se stesso. I grandi alberi stendevano i loro rami per coprire d’ombra il sottobosco dal sole di inizio estate. La brezza, proveniente dal mare, agitava piano le foglie e tutte le creature che abitavano quel luogo continuavano la loro vita come se nulla fosse. Non sapevano che quel giorno tra gli alberi c’era qualcuno. Nemmeno gli animali si erano accorti di lei, mentre Wendy cercava la sua strada tra i vecchi tronchi. Aveva usato un incantesimo per nascondere il rumore dei suoi passi e l’odore del suo corpo: scovarla era praticamente impossibile.

Erano passati otto anni dal giorno in cui aveva lasciato la sua vecchia casa per trasferirsi a Magnolia e ormai la giovane dragon slayer aveva già raggiunto l’adolescenza e compiuto quattordici anni. Crescendo Wendy era diventata molto più alta e anche se il suo corpo non mostrava ancora molte forme era evidente che il cambiamento sarebbe avvenuto di lì a breve.

- Deve essere da questa parte ... - La dragon slayer annusava l’aria con una punta di nostalgia ma allo stesso tempo l’assaporava proprio come fa un predatore a caccia. I suoi lunghi capelli blu oltremare ondeggiavano dietro di lei al ritmo della brezza, mentre si spingeva sempre di più nel fitto della foresta, guidata unicamente dal suo olfatto.

- Sei sicura di sapere dove stiamo andando? - La voce di Romeo la costrinse a girarsi bruscamente. Il ragazzo si trovava solo pochi passi più indietro. Negli ultimi otto anni anche lui era cresciuto parecchio diventando perfino più alto di Wendy. Grazie a Macao e Natsu, aveva imparato un bel po’ di magia del fuoco, ma lì in mezzo a quella foresta non si sentiva affatto al sicuro. Aveva l’impressione che ci fosse qualcosa di mostruoso pronto ad aggredirli ad ogni passo. La sciarpa gialla che Wendy gli aveva regalato e che portava sempre con sé gli sembrava più stretta del solito e gli toglieva il respiro. Allentarla era inutile.

- Certo che so dove stiamo andando! - Lo rassicurò Wendy con un sorriso - La Foresta dell’Est è dove sono nata! -

- Sì, ma non l’hai lasciata quando eri ancora molto piccola? - Obiettò Romeo - Sei davvero sicura di ricordarti la strada? -

- Certo! - Il sorriso di Wendy era così dolce che era impossibile resisterle. Alla fine Romeo si rassegnò con un sospiro anche se era evidente che si trattava di una bugia. Sapeva che in fondo, un giorno o l’altro, quella ragazza sarebbe stata la sua rovina.

- Non ti preoccupare. - Continuò a rassicurarlo la dragon slayer mentre lo guidava nel fitto della boscaglia.

- In fondo si tratta solo di una piccola missione. Appena scopriamo se le voci sono vere, possiamo tornare indietro. -

- Mi conforta sentirtelo dire, ma fatto sta che questa “missione” non era destinata a noi fin dal principio! - Sibilò Romeo, mettendo enfasi sulla parte finale - Quando Mira scoprirà che hai rubato uno dei fogli prima che lo appendesse in bacheca ... Lo sai che Mirajane può essere molto spaventosa, vero? -

Per un attimo Wendy si fermò, come se un brivido l’avesse appena scossa. Da quando la barista aveva recuperato la sua magia, il titolo di Demone non era più un semplice soprannome.

- Ma era per una ragione importante! - Obiettò la ragazza, sfilando il foglio spiegazzato che teneva in una tasca del vestito - Due settimane fa, gli abitanti dei villaggi qui intorno, hanno assistito ad uno strano fenomeno. In piena notte una cometa rossa e una bianca si sono schiantante in mezzo alla foresta ed è per questo che hanno mandato una richiesta alla gilda. Vogliono che qualcuno investighi e scopra di cosa si tratta.

Forse Igneel e Grandeeney, i draghi che hanno addestrato mamma e papà, sono tornati! -

- E perché non glielo hai detto? -

La risposta di Wendy era semplice - Perché se le voci non sono vere, ci sarebbero rimasti male. -

Romeo lanciò un sospiro. Avrebbe seguito Wendy ovunque ma il suo istinto di sopravvivenza gli suggeriva di tornare indietro. Era curioso anche lui all’idea di vedere un drago, ma non aveva alcuna intenzione di scoprire cosa gli avrebbe fatto suo padre ed il padre della ragazza, quando avrebbero scoperto della loro piccola “missione”.

- Sono sicura che qui c’è qualcosa ... - Sussurrò Wendy prima di rimettersi in cammino. Era così presa dalla sua caccia, non aveva la minima idea che ci fosse qualcuno sulle sue tracce ...

Mentre Wendy cercava i draghi la sua famiglia cercava lei. Anche Natsu ed Erza avevano raggiunto la Foresta dell’Est. Erano anni che mancavano dalla loro vecchia casa ma non avrebbero mai immaginato di farvi ritorno in quel modo: disperatamente sulle tracce della figlia. Wendy gli aveva chiesto il permesso per fare la sua prima missione lontano da Magnolia. Si trattava di una richiesta molto semplice e per di più Romeo sarebbe andato con lei. I due avevano titubato per un po’ ma alla fine avevano deciso di concederle quella occasione: pensavano che l’esperienza avrebbe aiutato Wendy a crescere. Quella stessa mattina però, qualcosa li aveva messi in allarme. Mirajane li aveva avvisati del fatto che alla gilda era arrivata una missione in cui si parlava della Foresta dell’Est ma quando aveva provato a mostrargliela aveva scoperto che era già sparita. A quel punto i due dragon slayer avevano capito subito che Wendy non era andata affatto a Clover Town. Li separavano sole poche ore ma in un inseguimento come quello ogni istante poteva fare la differenza.

- Riesci a sentire il suo odore? - Natsu di fermò un attimo per guardarsi meglio attorno in cerca di tracce ma senza successo.

- Credo che stia usando la magia per nascondersi. - Erza scosse la testa - Se non fosse scappata di casa e non mi avesse detto una bugia, sarei fiera del modo in cui sta usando quell’incantesimo ... -

Gli alberi, il canto degli uccelli, lo scorrere dei ruscelli, tutto sembrava uguale a come lo avevano lasciato. Stare lì era così nostalgico. Sarebbe stato bello passeggiare di nuovo nella foresta se non fossero stati così preoccupati. Il fatto che due comete rosse e bianche fossero precipitate lì in mezzo poteva significare di tutto e non era certo che Igneel e Grandeeney avessero fatto ritorno. Se si fosse trattato di qualche altra creatura? La paura del loro incontro ravvicinato col nibelsnarf era ancora viva. Entrambi sapevano bene quanto potevano essere pericolosi i mostri della foresta e alcuni tipi di drago. Perfino Metallicana, che non voleva ucciderli, non gli aveva risparmiato colpi.

- Erza, secondo te dove abbiamo sbagliato con Wendy? - Sospirò Natsu.

- Ho sbagliato io e nell’istante esatto in cui, quel benedetto giorno, ti sono venuta a cercare invece di farti sbranare dai mostri. -

- È bello sapere che dopo tutti questi anni non te ne penti e mi ami ancora. Grazie, tesoro. -

- Prego. -

- Neanche dall’alto si vede niente! - Annunciò Happy tornando giù per posarsi sulla spalla di Natsu.

- La vegetazione è troppo fitta. - Aggiunse Charle - Questo posto è ancora peggio di quanto mi ricordassi! -

- Cercare così è tutto inutile. - Ammise alla fine Natsu - Andiamo direttamente alla radura. Se fossi in Wendy quello è proprio il primo posto che visiterei. - Non riusciva a sentire l’odore della figlia per seguirne la pista, né quello di Igneel o di Grandeeney ma Natsu aveva grande fiducia nel suo istinto. Lo aveva salvato in mille occasioni ed era convinto che lo avrebbe aiutato ancora una volta.

Nel frattempo anche Wendy si muoveva guidata unicamente dal suo intuito. Quando aveva solo sei anni poteva trovare la strada per la radura e per la caverna anche a occhi chiusi, ma adesso, dopo tutto quel tempo, faceva difficoltà a orientarsi. Se solo il vento, il suo elemento, le avesse concesso qualche piccolo indizio! Wendy si fermò per un attimo ad annusare l’aria e fu proprio allora che qualcosa colse la sua attenzione. Odore di zolfo e di fumo, proprio come quello che si lasciava dietro la magia di suo padre. Ma quell’odore non era il solo: bastava concentrarsi un po’ in più per sentire che nella brezza c’era anche un’essenza diversa, un odore molto simile a quello che hanno le mattine d’inverno e il vento di tramontana.

Romeo non si era nemmeno accorto del fatto che Wendy si era fermata e passò oltre borbottando - Draghi! Dove potrebbero mai nascondersi dei draghi? Sono così grossi e  ... Mnf! - La ragazza lo afferrò per un braccio, pigiandogli una mano sulla bocca. - Shhh ... - Gli sussurrò all’orecchio - Seguimi ma stai attento a non fare rumore. -

La dragon slayer ricominciò a camminare ma più piano di prima, usando i tronchi per coprirsi. Poco più avanti si vedeva già della luce tra gli alberi. Era la vecchia radura?

- ASSOLUTAMENTE NO! - Fu allora che una voce forte come un rombo di tuono scosse la foresta. Wendy si inchiodò di colpo, strattonando Romeo il più vicino possibile. I due ragazzi trattennero per un po’ il respiro prima di capire che la voce non era diretta contro di loro.

- Questa è la mia tana! Ci vivevo io per primo! Non puoi prenderla tu Grandeeney! -

- Non mi interessa. - Replicò una seconda voce, altrettanto forte ma un po’ meno profonda - La mia caverna è stata distrutta e non ho voglia di scavarla d’accapo. -

- Ma ... -

- Fila via Igneel! Sono quattrocento anni che mi stati attaccato alla coda! Non ne posso più! -

Grandeeney? Igneel? Erano i nomi di cui Wendy aveva sentito parlare fin da bambina. Doveva assolutamente vederli! La ragazza si fece coraggio e sgusciò più avanti fino al punto in cui, da dietro il suo tronco, era possibile osservare i due draghi. Grandeeney se ne stava stesa al sole con la testa tra le zampe come una vecchia sfinge coperta di penne, mentre Igneel sbatteva nervosamente la coda per terra. Erano entrambi imponenti e magnifici, molto più di quanto Wendy avesse mai immaginato. La ragazza non riuscì a trattenersi ed un sussurro le sfuggì dalla bocca - Wow ... - Quando si rese conto di aver parlato ormai era troppo tardi: poteva usare la magia per nascondere il suo odore ma non la sua voce. Igneel reagì subito, d’istinto, scagliando una fiammata proprio nella direzione da cui aveva sentito provenire il sussurro. Wendy riuscì ad evitare il peggio giusto per un soffio, gettandosi di lato e rotolando in mezzo all’erba. Romeo invece fu costretto a buttarsi a terra mentre il fuoco sibilava sopra la sua testa e inceneriva qualsiasi cosa sulla sua strada.

- Accidenti! - Esclamò il drago di fuoco che non si aspettava di trovare un essere umano dietro i cespugli. Per un istante lui e Wendy si fissarono negli occhi senza sapere come reagire. Romeo fu il primo a prendere l’iniziativa - Vieni via è pericoloso! Purple Flare! - Il ragazzo tese le mani e un cerchio magico apparve subito sulla punta delle sue dita, liberando una raffica di fiamme viola ma il suo avversario ingoiò l’incantesimo in un sol boccone - Non usare mai fuoco contro un drago di fuoco! Ti faccio vedere io come si usa questa magia! - Igneel inspirò, pronto a scagliare una nuova fiammata ma venne anticipato da Wendy. La ragazza non poteva permettere di certo che il suo miglior amico venisse incenerito in quel modo. Anche lei inspirò profondamente e - Sky Dragon’s Roar! - Il ruggito di Wendy intercettò a metà strada la fiammata di Igneel, disperdendola nel vento. Il vecchio drago non si aspettava un contrattacco come quello, ma Grandeeney sorrise, godendosi la scena dal suo posto - Lo sapevo che non dovevamo tornare così presto ... -

- Sky Dragon's Crushing Fang! - Questa volta Igneel fu costretto a usare le ali per parare l’attacco di Wendy.

- Smettetela subito! Non siamo venuti qui per combattere! - Gridò la ragazza sperando di far ragionare Romeo e il drago. Ma ormai Igneel non la stava più ascoltando: l’unica cosa che riusciva a sentire era il rumore di passi che rombava nella foresta - Questa sì che è una sorpresa dopo l’altra! - Wendy fece appena in tempo a notare una strana scintilla nei suo occhi. Il drago affondò le unghie nel terreno e scoprì i denti: il suo sembrava quasi un sorriso.

- Levatevi di mezzo! - Poi Erza sbucò dalla boscaglia come un fulmine per afferrare Wendy e Romeo e trascinarli via. Il gruppo scivolò sull’erba giusto un attimo prima che un mostruoso turbine di fuoco ed elettricità venisse scagliato fuori dagli alberi. Anche Igneel ruggì e le fiamme si incontrarono a metà strada, causando una gigantesca esplosione. Il fuoco avrebbe investito anche loro se Grandeeney non avesse reagito in fretta, facendogli da scudo con il suo stesso corpo. Wendy riuscì a stento a intravedere il padre che schizzava fuori dagli alberi con un pugno ricoperto di fiamme.

- Fire Dragon’s Iron Fist! - Ma Igneel era pronto ad accoglierlo per parare il colpo col palmo della zampa.

- Sei ancora troppo giovane per battermi con un pugno! - Ridacchiò il drago - Ti mostro io come si fa! Fire Dragon King's Demolition Fist! - Igneel si alzò per un attimo in piedi, ricoprì una zampa con le fiamme e poi sferrò il suo attacco. Il suo pugno mancò Natsu ma colpì il terreno con così tanta forza da spaccarlo, aprendo una lunga voragine. L’impatto fece tremare l’intera foresta, più forte di un terremoto.

- Credi che non sia capace anche io di fare una cosa del genere? - Replicò il dragon slayer sfregandosi la faccia per asciugarla. Finalmente dopo tanti anni aveva ritrovato suo padre, il drago che lo aveva adottato, allevato e poi abbandonato. Era così contento e allo stesso tempo così arrabbiato da non riuscire a trattenere le lacrime. - Fire Dragon's Wing Attack! Dove accidenti sei stato tutto questo tempo? Fire Dragon's Crushing Fang! Ti sembra giusto il modo in cui mi hai abbandonato? Vieni qui vecchio bastardo perché questa volta giuro che te la faccio pagare! Crimson Lotus: Fire Dragon's Fist! -

- Vedo che sei sempre lo stesso, Natsu: preferisci parlare con i pugni e non con le parole. - Osservò Igneel.

- Fatti avanti! Discutiamo di questa cosa! -

- Fantastico ... - Sospirò Grandeeney - Adesso non solo distruggeranno anche questo posto ma pure tutta la foresta! E io dopo dove accidenti dovrei andare a vivere? In fondo al mare? -

Wendy non riusciva a far altro che fissare la scena senza parole. Aveva fatto tutta quella strada per aiutare i suoi genitori a ricongiungersi coi propri draghi ma quello non era il tipo di riunione che si immaginava.

- Tranquilla: è il loro modo di fare le cose. - Le sussurrò Erza. La donna la teneva stretta ancora forte contro il petto. Stando vicine in quel modo, Wendy poteva sentire chiaramente che anche il cuore della madre batteva a mille per l’emozione. - Non sai quanto ci hai fatto preoccupare. Non fare mai più una cosa del genere! - L’ammonì Erza.

- Ma mamma ... -

- Lo so che lo hai fatto con buone intenzioni ... e hai fatto un ottimo lavoro. Ma non dirmi più bugie, intesi? -

Wendy annuì.

- Erza - san ... - Cominciò Romeo ma la donna lo zittì immediatamente - Non devi dire niente a me, ci penserà Macao a darti la tua lezione. In ogni caso grazie per aver provato a proteggere Wendy. -

Il ragazzo arrossì senza sapere cosa replicare.

- Adesso che ne dite di farvi tutti e due un po’ più indietro? - Erza diede un’ultima stretta alla figlia prima di alzarsi. Wendy si affrettò a fare come le era stato detto, prendo Romeo per una mano. Pensava che sua madre volesse intervenire per fermare Natsu e Igneel ma non era così ...

- Sky Dragon's Wave Wind! - Il tornado investì Grandeeney a piena potenza ma la dragonessa affondò le unghie nel terreno per resistere alla spinta. Ruggì e il vento si disperse al suo comando - Ehi? Hai battuto la testa prima? Ti sembra questo il modo di trattare la tua insegnante? -

- Natsu ha ragione! Questo è quello che vi meritate per averci piantato in asso in quel modo! -

- Ancora non lo hai capito che lo abbiamo fatto per il vostro bene? - Replicò Grandeeney costringendo la dragon slayer a farsi più indietro con un soffio di vento - Il vostro addestramento era finito e non c’era più alcun motivo per farvi rimanere nella foresta! E la mia idea ha funzionato perfettamente. -

- Ci sono modi e modi per dire a qualcuno che ... - Cominciò Erza. Aveva i pugni stretti ed era evidente quanto fosse arrabbiata ma la dragonessa non le lasciò aggiungere una parola - Lo so che per te è stato molto triste lasciare la foresta: questa è stata la tua casa per tanti anni, ma alla fine anche tu hai imparato che per il bene di chi amiamo a volte occorre fare scelte difficili. Non è stato meglio così? Ti sei unita a Fairy Tail e hai trovato una nuova casa. - Erza si portò inconsapevolmente una mano al tatuaggio sulla spalla.

- Ti sei fatta degli amici e hai trovato i tuoi vecchi compagni di prigionia che sembravano persi per sempre. Hai finalmente capito cosa significa essere parte di una comunità e hai trovato molte persone che ti vogliono bene. Ma dovresti smetterla di prendertela in quel modo con tutti i tuoi pazienti ... -

- E tu ... Come fai a sapere tutte queste cose? -

- Erza ... - La dragonessa scosse la testa - Hai dimenticato che i draghi come noi possono assumere molte forme? Anche se non potevate vederci negli ultimi anni siamo sempre stati vicini a voi. Volevamo esser certi che tutto andasse per il meglio. -

Erza non riusciva a crederci, ma tutte le cose di cui Grandeeney le aveva parlato erano la prova che in realtà i due draghi non li avevano mai abbandonati. Si erano fatti semplicemente da parte per permettergli di trovare la loro strada. A quel punto la dragon slayer non riuscì più a trattenere le lacrime e lasciò perdere tutta la rabbia. Strinse forte il muso Grandeeney e affondò la faccia nelle sue penne proprio come faceva quando era bambina - Non sai quanto sono contenta di rivederti! -

- Anche io sono felice. Sei cresciuta molto negli ultimi anni: sei diventata una donna straordinaria. E anche tua figlia sembra una ragazza in gamba. Ha imparato molto bene la magia dei draghi del cielo. - La dragonessa fece un cenno in direzione di Wendy e la ragazzina arrossì per i complimenti.

- Sono stupita che Natsu non ti abbia convinto ad averne di più. -

- Ci prova ogni volta ma ho un’intera gilda a cui badare, sono troppi! - Ridacchiò Erza cercando di asciugarsi le lacrime - E in ogni caso sappi che quella tua stupida ricetta a base di Stevia va modificata! Lo sai che basta saltare una dose e rimani fregata? È già la seconda volta che succede! -

- Fire Dragon's Brilliant Flame! -

- Fire Dragon's Roar! -

Natsu ed Igneel non avevano ascoltato una singola parola fino a quel momento, impegnati com’erano a tirarsi incantesimi addosso. Ma la voce di Erza li fece girare con uno scatto, entrambi si scordarono di parare l’incantesimo diretto contro di loro e finirono col farsi colpire in pieno.

Erza avvampò non appena si accorse che tutti gli occhi erano puntati su di lei.

- Non ... - Balbettò la dragon slayer - Parlavo di me ... -

- Se Grandeeney e Igneel sono tornati allora anche Metallicana deve essere qui! - Nel frattempo Gajeel avanzava a passo svelto tra gli alberi della Foresta Pietrificata senza nemmeno curarsi dei suoi compagni: Levy ed un piccolo gatto nero che arrancavano a fatica dietro di lui. Si trattava di Lily, un exceed come Happy e Charle, che avevano incontrato durante gli ultimi anni e che aveva deciso di unirsi alle loro avventure.

- E pensare che sul treno sembrava che stesse morendo! - Sospirò Lily.

- E pensare che ha preso un treno per arrivare qui più in fretta! - Sospirò Levy. La ragazza sembrava distrutta e non riusciva proprio a tenere il passo con il compagno. Si appoggiò ad un albero per riprendere fiato. L’exceed lo notò e si fermò subito accanto a lei - Sicura che vada tutto bene? -

La ragazza scosse una mano per rassicurarlo - È solo che oggi non è la giornata adatta per fare trekking. Quando sta mattina ho detto a Gajeel che forse casa nostra è un po’ troppo piccola e dovremmo ampliarla, non immaginavo che mi rispondesse: “Se hai bisogno di più aria puoi venire con me, io sto andando nella Foresta Pietrificata!” -

- Vuoi muoverti Scricciolo o ti devo portare io? -

La ragazza lanciò un’occhiata bieca al dragon slayer che la chiamava - Lo sai che ogni cosa che dici aumenta il numero di problemi di cui dobbiamo discutere? -

- Ancora con questa storia di discutere? Ne parliamo sta sera! -

Per fortuna ormai avevano già camminato molto ed erano vicinissimi alla vecchia tana del drago d’acciaio. Quando Gajeel percepì il suo odore nell’aria scattò in avanti come una molla. Ricoprì un pugno di scaglie di ferro, pronto a colpire, ma la voce di Metallicana lo fermò a metà a strada.

- Buongiorno Gajeel. -

Il ragazzo correva così forte che per fermarsi fu costretto a piantare i piedi per terra. Scivolò per un po’ sull’erba prima di riuscire ad arrestarsi.

- Vedo che hai sempre quello sguardo truce. C’è qualcosa che non va? - Metallicana se ne stava steso nella sua tana e lo fissava con un mezzo sorriso.

- E me lo chiedi pure? - Strillò il dragon slayer, ancora più furioso di prima - Mi hai drogato e sei sparito nel nulla senza nemmeno avere il coraggio di dirmelo in faccia! Dove sei stato tutti questi anni? Ho proprio voglia di prendere a calci il tuo vecchio sedere arrugginito! - Gajeel raccolse tutta l’energia che aveva e la sua aura cambiò all’istante: le ombre lo avvolsero e i suoi occhi divennero di un azzurro intenso - Sono diventato molto più forte! Combattiamo! -

- E smettila! - Uno schiaffo dietro la testa lo costrinse a mordersi la lingua. Le ombre si spensero di colpo.

- Ti pare questo il modo di trattare qualcuno dopo averlo cercato tanti anni? Non ti ho accompagnato qui per distruggere la foresta! - Lo sgridò Levy prima di salutare anche lei il drago con un gran sorriso. Lily fece altrettanto posandosi sulla spalla della ragazza. Gajeel rimase per un attimo a guardarla come se fosse stata un alieno, domandandosi che accidenti aveva e perché da quella mattina continuava a cambiare umore con la stessa velocità con cui cambia il tempo in montagna.

- È vero Gajeel, che senso ha prendersela così tanto? - Domandò Metallicana al suo allievo - Anche se non eravamo insieme so tutto quello che hai fatto in questi anni. Quando ti trovavi a Phantom Lord ho provato un paio di volte la tentazione di venirti a prendere a spaccare la faccia, ma da quando sei entrato a Fairy Tail sembra che tu abbia ritrovato la retta via. Ti sei battuto bene sia contro Grimoire Heart sia al Torneo. -

- Come fai a sap ... - Cominciò Gajeel - Mi hai spiato??? -

- Hai la mia magia ragazzo. Posso sentire come la usi anche senza bisogno di essere lì. E poi dovresti essermi grato! Se non me ne fossi andato probabilmente a quest’ora non avresti una famiglia. Non dirmi che preferisci la compagnia di un vecchio rettile? -

- Assolutamente no. - Ammise Gajeel - Adesso noi due siamo una coppia. -

- E quanti sono i cuccioli che state aspettando? - Alla domanda di Metallicana per un attimo il gelo scese nella vecchia radura. Levy arrossì sotto lo sguardo del drago d’acciaio e il vecchio rettile rimase per un attimo anche lui senza parole - Oh ... Non glielo avevi ancora detto? Ma il tuo odore è completamente diverso. Come ha fatto a non accorgersene? -

La ragazza si coprì la faccia con una mano, scuotendo la testa - È da sta mattina che provo a parlargli ... -

Quando Metallicana, Lily e Levy si girarono si accorsero che Gajeel era rimasto completamente paralizzato al suo posto: sembrava fosse svenuto in piedi.

- Te lo giuro! Non volevo dirtelo in questo modo! Stavo cercando l’occasione adatta ma andavi di fretta ed eri così preso da questa storia di cercare Metallicana... - Cominciò a sbraitare la ragazza -  Ti capisco se non ti senti pronto, non avevamo ancora progettato niente di concreto e poi è vero! Non abbiamo spazio e  ... - Ma il dragon slayer d’acciaio non le lasciò aggiungere altro tappandole la bocca con un bacio - Sei impazzita Scricciolo? Quando hai visto che non ti stavo ascoltando dovevi colpirmi con Solid Script e costringermi a sedermi! È da sempre che aspetto questo momento! E non preoccuparti dello spazio: sfondo un muro ed è fatto! Quanti sono? Due, tre, sette? -

- Penso uno Gajeel! -

- Maschio o femmina? -

- Non posso saperlo già adesso! -

- Possiamo chiamarlo Iron? Non suona bene? Sarà un altro dragon slayer d’acciaio! Se è femmina invece ... -

- Lascia perdere ... - Levy fu costretta ad alzarsi sulle punte per zittirlo a sua volta con un bacio - Abbiamo tempo per pensarci. E poi non puoi ampliare casa sfondando un muro! -

Metallicana soffocò una risatina mentre osservava la coppia discutere del loro futuro. Quando aveva accolto per la prima volta Gajeel non immaginava che la loro storia sarebbe durata tanto a lungo e non immaginava che avrebbe visto un giorno anche una seconda generazione di dragon slayer. - I Figli di Drago sono pieni di sorprese, ma sono proprio curioso di vedere cosa sono capaci di fare anche i Figli degli Uomini. Sono sicuro che ci sarà da divertirsi! -

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