What is dead never dies

di Irian
(/viewuser.php?uid=490776)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** sønnene til Nord ***
Capitolo 2: *** Din kjærlighet drept ***



Capitolo 1
*** sønnene til Nord ***


AVVERTENZE:
Allora…questa ff comprende in sé un certo numero di nozioni che devo propinarvi per farvici capire qualcosa.
Il mondo in cui è ambientata la fanfiction potrebbe essere intorno all’Alto Medioevo.
Non sono espertissima in materia quindi per eventuali errori mi scuso, mi appropinquerò a correggerli.
Detto ciò.
E’ un mondo di fantasia diviso in Nord e Sud.
A sud abbiamo il Grande Deserto e Le montagne Verdi, a nord abbiamo la Norvegia, le isole di ghiaccio e le montagne rocciose.
Nord e Sud sono divise dal Grande Mare.
Le isole del nord non sono altro che una specie di Islanda, per questo ho utilizzato il sistema dei cognomi Islandese.
Ovvero per i maschi “nome del padre unito al suffisso “son”” e per le femmine “nome del padre unito al suffisso “dottir””. Spero di essere stata abbastanza chiara, per qualsiasi cosa sono disposta a dare spiegazioni o a scrivere note esplicative più lunghe.
Il rating è arancione perché essendo ambientata nel Medioevo questa ff potrebbe contenere violenze/scene di sesso (che comunque non saranno troppo descritte), detto ciò, evito di inserire il rating rosso anche se nel corso della storia ci sarà uno stupro.
Alt alt alt! Non un vero e proprio stupro, un tentativo di stupro che verrà stroncato sul nascere, per dirla così. Comunque quando arriverà in cosiddetto capitolo lo scriverò nelle note e scriverò la parte in cui c’è il tentativo di stupro in corsivo, in modo che se volete possiate saltarla, senza perdervi nulla della storia.
Se avete notato ci sono alcuni nomi che potrebbero sembrare copiati dal Trono di Spade (Catelyn. Jòn ecc.), ma la verità è che Jòn è un nome comunissimo in Islanda (origine del personaggio), e Catelyn originariamente doveva avere un altro nome che però sarebbe stato troppo ovvio, quindi l’ho cambiato.
No perché…Jòn e Catelyn promessi sposi, potrebbe sembrare strano.
Come si leggono i nomi: Jòn si legge all’inglese come fosse “john”, mentre Ragnar, si legge con la g dura (una parola italiana per farvi l’esempio non esiste).
Elias non si legge Elias bensì Elaias, Friedrich si legge Fridrich, gli altri nomi si leggono tutti più o meno come sono scritti.
BUONA LETTURA

 
Questo capitolo è tutto dedicato a Manu,
mia collaboratrice, assistente (XD), compagna, ma soprattutto

una delle mie più care amiche.
 
                   
What is dead never dies

  'my pretty silk dress'
 
                                       

Sønnene til Nord

 
 
 
Jòn
 
Era un giorno di piena estate, il sole stava sorgendo in un’alba calma e silenziosa, colorata di tinte pacate e semplici, che tingevano il cielo di rosa, un rosa pallido.
Il cielo era di un azzurro puro, le nuvole lo macchiavano appena.
Jòn era un ragazzo, anzi un uomo, di 20 anni compiuti: capelli neri, ricci, bocca carnosa, occhi marrone scuro, magro e alto nella media, la barba appena accennata, i lineamenti morbidi, (passatemi questo termine, Jòn è pacioccone in viso, non avrei saputo come scriverlo in modo più diplomatico, scusate).
Da quando era in viaggio non aveva fatto che sentirsi inadatto, tutto il tempo.
Era su una nave, una ampia, enorme nave di legno scuro che lo avrebbe portato direttamente in Norvegia, dove avrebbe dovuto prendere in moglie la figlia minore della famiglia Arendelle, Catelyn.
Quella nave continuava a fare su e giù, avanti e indietro, soffiava un vento leggero, un viaggio tranquillo.
Quella prospettiva non lo allietava molto, sebbene la fama di Catelyn Arendelle fosse ottima, aveva paura comunque. Avrebbe dovuto vivere nel castello della suddetta famiglia, parlare con loro, mangiare con loro, vivere con loro.
Jòn era il figlio minore di Lord Ragnar, delle isole di ghiaccio.
Un lord freddo, distaccato, che rispondeva all’ingiustizia con la giustizia.
Aveva sempre desiderato essere un modello per suo padre e per sua madre, essere il figlio che avessero sempre desiderato; e invece suo fratello aveva occupato quel posto.
Friedrich era suo fratello maggiore ma anche il suo migliore amico; avrebbe voluto disprezzarlo, ma non ci riusciva, gli voleva troppo bene.
Era Friedrich l’erede, Jòn aveva solo il compito di sposare una lady e donare maggiore prestigio alla famiglia.
Spostò il suo sguardo dal cielo al mare, era blu ed estremamente profondo, se lo guardava bene riusciva a vederne il fondale.
Le montagne ghiacciate che gli si protraevano davanti gli fecero perdere il respiro per un attimo.
Meravigliose, forti, bianche, ghiacciate da millenni e millenni, da così tanto tempo che ormai né il sole né il fuoco avrebbero potuto sciogliere il duro ghiaccio che si era formato sulla cima.
Guardò i suoi abiti semplici: una casacca marrone scuro chiusa sul davanti, era pesante, ma non aveva nulla sul capo per proteggersi dal freddo, nemmeno dei guanti.
Quando la nave si poggiò sul terreno vide un volto sorridente ad aspettarlo su un cavallo.
Un ometto basso e anziano, con una barba bianca poco accennata.
“Mio Lord, sono Paul, vi scorterò fino al castello della nobile casa Arendelle. Benvenuto in Norvegia”.
Jòn annuì e salì sul cavallo che Paul aveva portato per lui: posò il suo sguardo un milione di volte su quel paesaggio innevato, rimanendone incantato ogni volta.
“Deve sapere, mio Lord, che servo la famiglia Arendelle ormai da quasi 30 anni, sono ragazzi forti. Ho visto la loro madre abbandonarli e il loro padre morire d’infarto poco dopo…sono ragazzi davvero forti, si fanno forza l’un l’altro. Oh aemh, scusate, vi starò sicuramente annoiando”
“No, continui, mi parli dei fratelli Arendelle”
“Oh beh…dunque” prese fiato e si lisciò la barba quasi inesistente “George è un bravo ragazzo, forte, deciso, un uomo devoto e un fratello grandioso, un pilastro della società, dico sul serio. Poi ci sono lady Elsa e lord Elias, che sono fratelli gemelli. Hanno tutti e due i capelli biondissimi, quasi bianchi, e i loro occhi…puro cristallo, sono entrambi gentili e devoti ai loro compiti nell’ambito familiare. Catelyn è…” si schiarì la voce “E’ gentile, forte, a volte introversa, ma ha una personalità complicata…beh, lo scoprirà.” Tossì leggermente “Mentre Peter…beh, è silenzioso, ma è affabile se lo si conosce bene.
Sono tutti molto chiusi, hanno la scorza dura, ma sono bravi ragazzi, si troverà benissimo, ah e poi non parliamo del palazzo! Un’abitazione così lei non l’ha mai vista, si fidi, e la servitù…sono tutti molto devoti, svolgono il loro lavoro in modo grandioso, pulito, quasi maniacale…per esempio c’è Anna, che è la governante di lady Catelyn e Gerda, che è la governante di lady Elsa…ma sono così tanti! Lì conoscerà uno ad uno…sa, noi siamo freddi, uomini del Nord.
Non ci piace il prossimo, la novità ci spaventa, ma lei mi sembra una persona buona.
Mi sembra un buon osservatore e un buon ascoltatore, il che favorisce molto in questi ambienti…mio lord…io…le auguro un buon soggiorno”
Uno scambio di parole, qualche centinaia di metri con il cavallo ed era lì: nel posto dove forse avrebbe passato il resto della sua vita.
Era un castello nero, imponente, con tre torri, gli scappò un “Uau” appena lo vide.
Entrando lo spettacolo era da togliere il fiato.
Un palazzo enorme, ogni cosa era in ferro battuto, fatta eccezione per alcune rifiniture in legno, legno intagliato finemente, levigato.
Un grande lampadario che emetteva poca luce mediante candele era posto al centro della grande sala, che doveva essere la sala da pranzo.
Paul lo guidò verso una sala nell’ala est, nel frattempo Jòn ammirò alcune armature ornamentali, nonché armi e opere in ferro battuto esposte insieme a tessuti ruvidi, colorati di bianco, grigio e azzurro.
Entrò in una sala più piccola, una biblioteca con un tavolo al centro.
Vi erano seduti George, il fratello maggiore della famiglia, e alcuni uomini anziani che dovevano essere consiglieri, tutti con la barba, alcuni lunga, altri appena accennata come Paul.
George si alzò immediatamente e gli porse i suoi ossequi, gli diede il benvenuto.
Aveva i capelli e la barba di un castano quasi rossastro, gli occhi scuri e la bocca carnosa, era molto slanciato e aveva i lineamenti pronunciati.
Lo invitò a sedersi accanto a lui al grande tavolo che avevano davanti.
“Scusami, lord George, cosa stiamo aspettando?”
“Il nostro consigliere di guerra” gli disse sorridendo “Vedrai, ti piacerà”
Si sentì il rumore della porta mentre si apriva, ne uscì una donna, di forse un paio di anni più giovane di Jòn. Paul si spostò dall’angolo in cui stava aspettando e stese sul tavolo una mappa con varie pedine, che evidentemente servivano per amministrare la guerra.
Erano perdine piuttosto grandi e finemente intagliate in legno; sulle prime pensò che la donna fosse un membro della servitù, ma poi la guardò bene.
Aveva un lungo vestito grigio che le copriva i piedi e lasciava qualche centimetro di stoffa ricaderle sui polsi, aveva i capelli di un rossastro quasi arancione, gli occhi grigio-verde, la bocca sottile e la pelle candida, quasi troppo pallida.
Aveva gli stessi lineamenti ruvidi tipici degli uomini del Nord, in alcuni angoli la sua pelle era scavata; riusciva ad intravedere qualche neo su un lembo di pelle scoperta dai capelli, che le arrivavano sotto le spalle, erano molto lisci.
Mosse qualche pedina, finchè non alzò lo sguardo su di lui.
“Lord Jòn, se ha intenzione di guardarmi in quel modo adesso, cosa pensa di fare quando saremo sposati?” gli disse con aria estremamente seria.
Sulle prime non seppe che rispondere, ma la risata di George ruppe la tensione, e in quel momento capì, che era, lei, Catelyn Arendelle, sorella minore di George Arendelle, sua promessa sposa.

 
 
Il titolo in italiano vuol dire: i figli del Nord

Angolo dell’autrice
*si scrocchia le dita*
Bonsoir, salve e benvenuti nella mia nuova fanfiction.
Visto che ogni volta che devo dire qualcosa nelle note poi me le scordo e non le scrivo dividerò queste note per punti.
1) Elias è la versione gender-bender di Elsa, ma sono comunque fratelli.
2) C’era anche un punto numero due…aspettateee…ecco perfetto l’ho già dimenticato.
Sono emozionata.
Questa è una ff che penso e ripenso da mesi, avevo pensato di farla revisionare da questo mondo e quell’altro, ma visto che sono una narcisista come poche, ho deciso di pubblicarla senza dare l’esclusiva a nessuno.
Eh, già, come andrà a finire questa ff lo sappiamo solo io...no beh…in realtà non lo so nemmeno io.
Questa è per me una nuova avventura, in un nuovo genere che non avevo mai trattato, e siccome queste cose mi piace affrontarle da sola, condividerò con il resto del mondo la pubblicazione di questa ff solo quando sarò la scrittrice più famosa al mondo, e la gente pagherà oro per averne una stampa.
Pfff.
Come se potesse succedere.
No dai seriamente, io voglio fare neurologia, quindi…è proprio impossibilissimo.
Ora basta sproloquiare, passiamo alle cose serie.
Che poi non so esattamente cosa siano queste cosiddette cose “serie”, perché non ho molto da dire.
Vi prego lasciatemi un parere piccolo piccolo, altrimenti mi offendoL.
No dai okay, però scrivetemi qualcosa.
Un bacio da me e dalla mia miciona Macchia Leslie (sì tutti i miei gatti hanno un cognome), che ormai è la star del mio account Snapchat.
Goodbye, and I LOVE U AS ALWAYS.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Din kjærlighet drept ***


 
 
Din kjærlighet drept
GEORGE
 
“Che ne pensi Cat?” chiese George tornando alle questioni di guerra.
La sorella fissò ancora per un momento la mappa
“Sai bene che rocca di ghiaccio è un nostro assediamento assai prezioso che non possiamo permetterci di perdere…suggerisco di inviare comunque delle truppe”
“Ma…rocca di ghiaccio è un forte quasi impenetrabile, è una missione suicidio”
“Forse” Alzò lo sguardo “Ma le truppe che cercano di conquistarle sono un gruppo ristretto di barbari, che non hanno tecnica sufficiente per fronteggiarci”
“Lady Catelyn…questo vorrebbe dire mandare a morte una quantità non ignorabile di nostri soldati” si intromise uno dei consiglieri.
“So quante persone potrebbero morire, e so che la morte è un prezzo alto da pagare, io per prima me ne rendo conto. Pensate a quante persone morirebbero. E poi pensate a quante persone state salvando” disse alzando gli occhi dalla mappa.
“Mia sorella ha ragione” si intromise George “Fate così”.
Detto ciò la riunione si sciolse, uscirono tutti dalla biblioteca per recarsi ai rispettivi impegni.
“Lord Jòn…sarò molto felice di portarvi a fare un giro per il castello io stesso” disse George rivolgendosi al suo ospite
“Grazie Lord George…mi piacerebbe molto” e così si alzarono anche loro, congedando Paul e camminando per i corridoi reali.
George lo accompagno nell’ala ovest, i corridoi erano molto ampi, ornati di quadri, armature e tendaggi molto eleganti.
“Non lo avete detto…ma so che avete notato mia sorella prima” disse George voltandosi verso Jòn
“B-beh io…sì, possiamo dire di sì, insomma, diventerà mia moglie e…”
“Ah ne sono consapevole” si dipinse un sorriso sul suo volto “E’ una donna molto particolare, penso che tu l’abbia notato…è fredda, distaccata, ha molto a cuore le questioni di guerra, ha aperto un piccolo ambulatorio nella sala sud, e lì riceve persone di tutto il popolo, non cerca guadagno, e per quanto non sembri…ama la vita più di ogni altra cosa” gli disse perdendo lo sguardo nel vuoto “Ma…riconosco che è un tipo particolare” e tornò a sorridere.
Passarono davanti ad una sala piena di nastri e attrezzi per cucire, George si affacciò.
“Elsa?” una donna alzò lo sguardo dal suo ricamo e si alzò dal tavolo.
“George” li raggiunse camminando piano, aveva un vestito bianco molto bello, con degli sbuffi di tessuto alle maniche e al collo, aveva i capelli biondo platino e gli occhi azzurri come il ghiaccio.
“Mia lady” Jòn si inchinò.
“Oh no…niente convenevoli. Io sono Elsa, sono sorella minore di George e sorella maggiore di Catelyn”
Jòn la guardo e pensò che lei e sua sorella non si somigliavano molto, tantomeno lei e suo fratello maggiore.
“So che sei promesso sposo di mia sorella, prenditi cura di lei” gli disse come se dovessero sposarsi in quel preciso istante
“Sì…” rispose in ogni caso “Lo farò”.
“Tra poco verrà servito il pranzo” disse Elsa riprendendo il discorso “Perché non finite il vostro giro dopo e non ci dirigiamo in sala da pranzo insieme?”
“Molto volentieri” disse George
E così procedettero, parlando del più e del meno, e il più delle volte, semplicemente facendo silenzio.
Jòn era estasiato dal castello degli Arendelle, era molto grande, un posto meraviglioso in cui vivere.
 
Il pranzo venne servito, al tavolo si trovavano George, Elsa, Catelyn, gli altri due fratelli: Elias e Peter. Infine c’erano anche Jòn e Thomas (promesso sposo di Elsa).
Paul portò come prima portata un bicchiere di spuma di latte e funghi molto delicata, soffice al palato, poi una sfoglia di pane leggera con sopra delle foglie di insalata, una zuppa alle erbe molto densa, del pesce, e infine un tortino al cioccolato soffice fuori e con un cuore caldo all’interno.
Mentre consumavano il pranzo ad ogni fratello era permesso un bicchiere di vino, anche se Catelyn non bevve tutto il vino che le era stato servito.
“Allora” disse Elsa “Lord Jòn…perché non ci racconti qualcosa della tua terra? Come sono le isole di ghiaccio? Noi non ci siamo mai stati”
Jòn mise da parte la timidezza e si sforzò di parlare “Allora…le isole di ghiaccio sono molto piccole, con spiagge piene di lastroni di ghiaccio enormi, molto spessi, piove quasi sempre, a volte nevica, ma non così spesso come qui.
I nostri castelli sono molto piccoli ma graziosi a mio parere, le nostre case non sono nulla in confronto alle vostre”
“Ti ringraziamo” disse Catelyn, che per tutto il tempo in cui aveva parlato, era l’unica che aveva continuato a guardarlo negli occhi.
Il pranzo continuò nel più completo silenzio.
 
 
“Cat?” disse George bussando alla camera di Catelyn, lei gli apri subito.
“Entra pure”
“Allora…che te ne pare del tuo futuro marito?”
“George l’ho appena conosciuto, mi sembra gentile ma…come posso saperlo con certezza?”
“Cat, io voglio solo che tu sia felice. Tra tutte le proposte che ho ricevuto ho scelto per te quella di Lord Ragnarson perché credevo di essere in buone mani…ma se succedesse qualcosa…”
“Saresti il primo a saperlo lo sai”
“Già…” sorrise, si alzò e se andò.
Sentì lo sguardo della sorella poggiarsi su di lui, pregò che tutto andasse bene, e che magari un giorno, tutti loro potessero essere felici.
 
Padre,
è molto tempo che non ti scrivo, quasi quattro anni.
Avevo smesso di scrivere ad una persona che sapevo non avrebbe mai potuto rispondermi.
Eppure lo sto facendo di nuovo, e ancora mi chiedo come mai.
Siamo sempre stati felici, forti come pezzi di ghiaccio.
E ora sembra che qualcosa si stia muovendo.
Come se un lungo meccanismo si stesse innescando per far succedere qualcosa.
Tra poche settimane (non appena tutto sarà pronto) celebreremo il matrimonio di elsa e thomas e la settimana successiva, quello di catelyn e john.
Elsa sembra felice, quasi innamorata, e nulla potrebbe farmi più piacere.
Ma Catelyn?
Lei è molto difficile, nessuno la comprende fino in fondo, nemmeno io ci riesco alla perfezione, e noi siamo molto legati.
A volte vorrei tornare indietro a quando eravamo piccoli e catelyn ogni notte veniva in camera mia, dicendo che non riusciva a dormire.
le raccontavo sempre una storia, ci addormentavamo abbracciati e la mattina dopo lei sgattaiolava di nuovo in camera sua.
Lei non sarà mai dipendente da un uomo, ed è quello che avresti dovuto fare tu con nostra madre, la amavi così tanto che alla fine il tuo amore ti ha ucciso.
A volte mi manchi, altre volte preferirei morire piuttosto che ricordarmi di te.
George.
 
 
Traduzione titolo: il tuo amore ti ha ucciso.
 
Angolo dell’autrice
IRIAN IS HERE
Soooooo…
Le cose vanno malaccio qui nella mia vita: ho T A N T I compiti e ho a malapena il tempo di accenderlo il pc, quindi se le pubblicazioni saranno sporadiche cercate di capirmi.
Quel poco di tempo che ho lo uso per cazzeggiare su internet e stare con le mie amiche, anche perché il più delle volte la voglia di aprire Word è paragonabile alla mia altezza (ed è dire tanto).
Non sto dicendo che metto in pausa qualcosa, no anzi, le mie long (esclusa once upon a time) continuano imperterrite, ma cercate di capire che non posso pubblicare molto spesso.
Riguardo alle recensioni, è questo il motivo per cui ultimamente mi vedete rispondere così poco.
Anzi, penso che d’ora in poi non risponderò quasi più, ovviamente sono sempre grata a chi mi lascia un parere e scriverò sempre qualche ringraziamento nelle note.
Ora devo andare (di nuovo),
Vi ringrazio molto per le prime recensioni e per aver inserito la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate, cercherò di fare del mio meglio.
IRIAN LOVES U.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3244775