The key of Satan

di gilroyal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** One ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~~
 

 

 

 

 


 ~~Aress Kidenos era sempre stata una normalissima ragazza americana, a parte per il nome del dio della guerra e un cognome apparentemente impronunciabile, si intende.
 Fatto sta che lei non pensava assolutamente che la sua vita sarebbe dovuta cambiare improvvisamente, all'alba dei suoi 25 anni.
 Aveva una vita pressoché perfetta, abitava ancora con i suoi, faceva tutto quello che gli piaceva, la mattina studiava al conservatorio flauto traverso, il pomeriggio si allenava per le gare di ginnastica artistica e la sera la passava a riempirsi di cibo spazzatura guardando i film della Disney o leggendo, si poteva ritenere soddisfatta del suo aspetto minuto, con i capelli neri e lunghi e gli occhi grandi e verdi.
 Diciamoci la verità chi si augurerebbe di cambiare una vita del genere?
 ***

Era una bellissima giornata di sole, tipica americana, la tranquillità era spezzata da qualche auto che procedeva velocemente sull'asfalto.
 -Si lo so che sono in ritardo, ora arrivo, devo solo passare a casa e posare il flauto e tra dieci minuti sono da te- una ragazza camminava a passo rapido, Aress urlava da dieci minuti ormai, attaccata al telefono, cercando di tenere il flauto, il telefono e cercare qualcosa nella borsa rossa gigante, che teneva su una spalla.
-Sono a casa, ora arrivo- e riattaccò, tirando fuori il mazzo di chiavi, anche se forse chiamarlo così era sbagliato, trattandosi di due chiavi e una marea di portachiavi e oggettini vari.


Aprì la porta di casa facendo scattare la serratura e in due secondi netti aveva invaso l'ingresso, le chiavi lanciate sul mobiletto affianco a lei, la borsa abbandonata sulla sedia e la giacca per terra, ignorando del tutto l'attaccapanni
-Sono a casaaaa- urlò per farsi sentire dai suoi, non le arrivò nessuna risposta, senza preoccuparsene, si avviò verso il corridoio
 Iniziò a salire le scale per il piano superiore a due a due, salvandosi per un pelo quando il piede si alzò troppo poco per raggiungere un gradino, imprecando spalancò la porta della sua camera, appoggiò lo strumento sulla scrivania con la massima cura e corse di nuovo giù.
 Si affacciò sulla porta della cucina, giusto per vedere se i suoi erano ancora vivi e non avrebbe mai voluto vedere quello spettacolo.


La cucina, bianca, luminosa e sempre pulita, si era colorata di rosso, a terra soprattutto, c'erano due pozze enormi di sangue che si univano, proprio sotto le mani unite dei suoi genitori, lei stava scherzando quando aveva pensato di vedere se fossero ancora vivi, perché era sicura che fosse stato così. Ma dovette ricredersi quardando i due corpi, gli occhi senza vita e la gola squarciata, dall'alto un uomo, vestito di nero, li osservava senza nessun'espressione negli occhi, rigirando il coltello tra le dita.
 -Ti aspettavo- gli disse girandosi -hai qualcosa che mi serve- i suoi occhi erano completamente neri - che ne dici se io prendo quello che voglio e ognuno per la propria strada?-
 Nella sua mente lampeggiava una parola "scappa"  eppure Aress era immobile, non riusciva a collegare nessun pensiero, iniziò ad indietreggiare quando il mostro iniziò a camminare verso di lei, arrivando nel salotto in retromarcia.
 La ragazza si guardò intorno per cercare qualcosa con colpire l'essere e si maledì per non aver costretto sua madre a comprargli, da adolescente,  la riproduzione di Pungolo, invece la bacchetta di Sambuco era proprio accanto a lei, ma dubitava che funzionasse veramente, perciò prese la cosa più probabile: Le cronache di Narnia.
 Insomma sette libri in uno e 1153 pagine avrebbero fatto male a chiunque, afferrò il libro con decisione e lo lanciò con tutta la forza che aveva verso la testa di quel . . . di quella cosa.
 Non fu lanciare il libro contro la testa di quell’essere il problema, fu la sua mira, totalmente inesistente.
 E mentre il mostro sorrideva e la ragazza sperava con tutta se stessa che a “l’uomo” venisse una voglia irrefrenabile di iniziare a leggere l’enorme tomo perdendo ore, come aveva fatto lei, ed iniziasse a fangirlare sul principe Caspian, un impala del ’67 nera, parcheggiava davanti alla casa.

Dean aveva guidato tutta la notte per arrivare in quella minuscola cittadina, il risultato erano due occhiaie grandi quanto una casa e il passo un pò traballante, uscì dalla macchina e chiuse la portiera.
 Sam lo precedeva mentre si avvicinavano alla casa davanti a loro, con il coltello e la pistola ben nascosti sotto la giacca, suonarono il campanello e attesero.

 

Il suono del campanello aveva dato un barlume di speranza ad Aress, che senza aspettare oltre iniziò ad urlare,  attirando l'attenzione dei due all'esterno che, senza tanti complimenti, buttarono giù la porta.
 Il coso sbiancò non appena capì chi fossero i due, volse un ultimo sguardo ad Aress, il mostro poi aprì la bocca, da cui uscì del fumo grigio e il corpo dell'uomo si accasciò per terra, senza vita.
 Aress cadde sulle ginocchia, la testa le scoppiava, pensò ai suoi, morti sul pavimento della cucina e non riuscì più a trattenersi, scoppiò a piangere, incurante dei due ragazzi che la guardavano.
 Passò qualche istante equello più alto le si avvicinò e l’abbracciò, se fosse stato in un altro contesto l’avrebbe allontanato, magari facendogli una scenata sul perché un essere inutile e insignificante come lui, la stesse toccando, ma non era proprio dell'umore per essere pignola, ricambiò l’abbraccio, ringraziando silenziosamente quello sconosciuto che le stava dando affetto in un momento di difficoltà.
-Cosa è successo?- chiese dopo un po’ il gigante, senza staccarsi dall’abbraccio, titubante come se temesse uno scatto d'ira.
-Ha detto di volere qualcosa che ho io- rispose Aress tentando di fermare i singhiozzi e allontanandosi, più per riprendere fiato che per allontanarlo veramente.
 Il gigante guardò l’altro tizio, che probabilmente era suo fratello, come per chiedere spiegazioni, ma non trovò niente.

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Angolo Autrice

hey bella gente :)
Sono tornata e ho revisionato il capitolo, cambiando un pò di cose e aggiungendone altre.
Fatemi Sapere cosa ne pensate.
Alla prossima

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Capitolo 2
*** One ***


~~La strada scorreva velocemente sotto il mio sguardo,  i lampioni illuminati si alternavano a piccoli alberelli sul ciglio della strada. Avevo la fronte appoggiata al finestrino dell'auto nera, nonostante fosse ghiacciato non provava fastidio, anzi, il freddo attutiva il mal di testa che avevo.
Mi scorreva nella mente, a velocità impossibile, tutto ciò che mi era accaduto: i corpi dei miei genitori, il mostro (un demone, come mi avevano spiegato i due ragazzi) che mi attaccava e che  poi usciva dal corpo di quel poveretto...
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Inizio flashback :
Il gigante, che a quanto pare si chiamava Sam, mi aveva aiutato ad alzarmi, appoggiandomi la sua enorme giacca sulle spalle: nei film lo facevano sempre , ma non avevo mai capito a che servisse veramente, una giacca non ti può far calmare da uno shock, ma mi dovetti ricredere, infatti il calore mi faceva sentire protetta e al caldo .
Intanto l'altro ragazzo, Dean, si era spostato in cucina, impugnando la pistola con entrambe le mani.
-Sammy, non farla tornare di qua- probabilmente aveva visto quell'orrore, in ogni caso comunque non ci sarei tornata.
Sam mi condusse verso il divano, facendomi sedere, poi si avviò anche lui verso la cucina, lasciandomi sola . . .
Fine flashback.
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Una vibrazione, proveniente dalla mia tasca, mi distolse dai miei pensieri, in tutto il caos che mi era successo avevo ancora il telefono con me, lo tirai fuori dalla tasca dei jeans e guardai il display: avevo 7 chiamate perse e una miriade di messaggi, tutti dalla stessa persona:
-Dove diavolo sei??
-Se non ti sbrighi me ne vado!!!
- Ti ho chiamato un sacco di volte, mi vuoi dire dove cazzo ti trovi??
- Okay, ora mi stai facendo preoccupare, se non arrivi entro 10 minuti, chiamo la polizia, ti prego rispondi
-Aress, per favore, rispondi, mi sto davvero peeoccupando, ho chiamato la polizia
Controllai che nessuno mi notasse, Sam dormiva in una posizione scomodissima, Dean era concentrato nella guida e non mi prestava il minimo sguardo, in un millesimo di secondo digitai il messaggio:
-io sto bene, non preoccuparti per me, non penso ci rivedremo molto presto. Ti voglio bene
E inviai.
Intanto Dean aveva iniziato a parlare con qualcuno al telefono, ma non ci feci molta attenzione, dopo poco mi addormentai.
Il mio risveglio non sarebbe potuto essere più traumatico: avevo aperto gli occhi, lentamente, per ritrovarmi davanti un tizio, che mi guardava con un espessione vuota, aveva gli occhi azzurri, i capelli neri e un trench coat chiaro.
Lanciai un urletto, attirando l'attenzione di Dean e facendo svegliare Sam.
-Cas, quante volte ti ho detto che fissare la gente mentre dorme è  maleducato e inquietante?-
Dean aveva un tono calmo, mentre parlava con il tizio( Cas) , che d'altronde mi continuava a fissare, con il solo risultato d'imbarazzo da parte mia.
-Cas, basta fissarla, non vedi che la metti in imbarazzo?- questa volta era stato Sam a parlare.
-Ti metto in imbarazzo?- il tizio/Cas si era rivolto direttamente a me, storcendo la testa come avrebbe fatto un gatto o un gufo .
-CAS, BASTA- Dean aveva alzato la voce, facendo girare Cas di scatto e facendogli mettere il broncio.
In quel momento mi chiesi quando fosse salito in auto.
- Comunque lui è Castiel- me lo presentò Sam -E lei è Aress- mi presentò a mia volta, Castiel mi sorrise, un sorriso che mi sembrò la cosa più pura del mondo.
-Cosa sei?- mi chiese.
La domanda del secolo, in che senso cosa sono?
- Sono un'umana, o almeno l'ultima volta che ho controllato era così-
-sei pura- aveva un'aria trasognata.
-ehm... grazie?-
-ma nello stesso tempo hai qualcosa di oscuro dentro.-
-e questo cosa vorrebbe dire?-
La mia domanda fu completamente ignorata, ma Castiel si rivolse ai ragazzi.
- Lei è la chiave della Gabbia -
Dean inchiodò e Sam spalancò gli occhi, terrorizzato.
-cosa è la Gabbia?-
Ci furono istanti lunghissimi di silenzio.
- è una storia molto molto lunga- disse Sam
-ho tempo-
-bene- Dean iniziò a raccantarmi - devi sapere, innanzi tutto, che tutti i mostri e le leggende, sono reali-
-Grazie tante, l'avevo capito dopo che un demone ha attaccato me e la mia famiglia-
-Castiel è  un angelo- continuò.
Questa volta rimasi in silenzio e iniziai a fissare Castiel, lui mi fissava di rimando.
-Nella gabbia c'è Lucifero-
-Lucifero il gatto di Cenerentola e il diavolo? Ti prego di il gatto-
-No, mi dispiace-
-e che vuol fdire che io sono la chiave della gabbia?-
Questa volta fu Castiel a rispondermi
- per liberare Lucifero si devono spezzare 66 sigilli, ma se ti ci metti tu di mezzo, bhe... non servono-
-e perché dovrei liberarlo?-
-Tu nom lo dovrai fare, ma potrebbe farlo qualcun'altro per te, quel demone ti voleve isare in qualche modo- Dean sembrava preoccupato - e qualcosa mi dice che non è l'unico-
Finì la frase e scese dalla macchina.
Lo seguimmo tutti e mi ritrovai in un fast food, l'odore della carne mi fece venire il voltastomaco.
Ci sedemmo e una cameriera ci chiese cosa volessimo ordinare.
Dean prese un cheesburger con molta cipolla, Cas e Sam un normale hamburgere io un'insalata, guadagnando un occhiata torva da Dean.
-Sono vegetariana - risposi alla sua domanda muta, mormorò qualcosa come "l'insalata è cibo per conigli", gli ordini arrivarono e iniziammo a mangiare il silenzio.

Mi risvegliai dopo parecchie ore, il cielo si era ormai schiarito, Castiel era sparito e Sam dormiva, Dean guidava.
-Hai guidato tutta la notte?- sapevo già la risposta
-si- come volevasi dimostrare
-Forse dovresti riposare-
-Nahh siamo quasi arrivati-
Percorremmo una decina di chilometri e poi parcheggiò in mezzo al nulla, davanti ad un capanno minuscolo.
Il biondo diede una gomitata a Sam che si svegliò di colpo, scendendo dall'auto.
-sul serio?- chiesi, vedendo che il gigante aveva aperto la porta.
Ma mi affrettai a seguirli.
-È più grande all'interno - citai Doctor Who, Sam emise una risatina e poi mi accompagnò verso un lungo corridoio.
-Questa è la mia stanza, questa è quella di Dean, e le altre sono libere, scegline una- mi spiegò.
Aprii una porta a caso e ci entrai, notando che Sam era tornato indietro e si era chiuso nella sua stanza.
Nonostante avessi dormito tutta la notte, appena toccai il letto mi addormentai.



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Gionborno,come va?
Ho finalemente deciso di continuare codesta storia, per vostra sfortun...... FORTUNA :)
Ditemi cosa ne pensate :)

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