Roxanne Weasley.

di Khaleesi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Patronus ***
Capitolo 3: *** Strilettere ***
Capitolo 4: *** Torre di Astronomia ***
Capitolo 5: *** Hogsmeade ***
Capitolo 6: *** Natale. ***
Capitolo 7: *** Quidditch. ***
Capitolo 8: *** Notizie inaspettate. ***
Capitolo 9: *** Passi, Allenamenti di Quidditch e Parolacce. ***
Capitolo 10: *** Il nuovo amichetto di Roxanne. ***
Capitolo 11: *** Un salutino ai paesi bassi di Hugo. ***
Capitolo 12: *** Ti ho detto che non ti amavo? Mentivo. ***
Capitolo 13: *** Vecchi eroi ***
Capitolo 14: *** Migliori amici gay. ***
Capitolo 15: *** Quando la concentrazione cala. ***
Capitolo 16: *** Cose non dette. ***
Capitolo 17: *** Peccati e peccatori. ***
Capitolo 18: *** Seppelliamo il cadavere ***
Capitolo 19: *** Sorrisi e finali. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo : I personaggi.

·      Roxanne Weasley: figlia di George e Angelina Weasley. È un asso in Pozioni, sarebbe la miglior studente del professor Lumacorno se non usasse questa sua dote per far impazzire mezza Hogwarts. Ha lunghi capelli mossi castani, gli occhi color cioccolato e la pelle mulatta. La più alta tra le cugine, è molto bella ma usa spesso il suo fascino per ottenere ciò che vuole. È un po’ egoista. L’intelligenza ha prevalso sull’ambizione e per questo è stata smistata in Corvonero. 7°anno.

·      Dominique Weasley: figlia di Bill e Fleur Weasley. È stata trasferita ad Hogwarts da Beauxbatons, sotto spudorata richiesta della cugina Roxanne che voleva accanto la sua migliore amica per l’ultimo anno. Ha i capelli biondi che le arrivano fino al seno e due occhi di ghiaccio. Nonostante abbia addirittura spodestato la sorella maggiore Victoire dal trono di strega più sexy non la si è ancora vista accanto a un ragazzo. Smistata a Serpeverde ne è diventata Prefetto. 7° anno.

·      Rose Weasley: figlia di Ron e Hermione Weasley. È l’unica delle cugine a non avere problemi con l’amore, è infatti fidanzata con Scorpius Malfoy dal 4° anno. Gioca nella squadra di Quidditch nella sua casata e investe il ruolo sia di capitano (lasciatole dal cugino James) che di cercatore. Capelli rossi e occhi azzurri, è stata smistata in Grifondoro divenuta in seguito Prefetto. 7° anno.

·      Molly Weasley: figlia di Percy e Audrey Weasley. Nonostante sia la più intelligente di tutta la scuola, Molly è stata smistata nei Tassorosso. Ha gli occhi azzurri come il cielo e i capelli dello stesso colore, con qualche ciocca blu: diceva che il rosso non le donava. È in lizza per diventare Prefetto della sua casata, 6°anno.

·      Lucy Weasley: sorella minore di Molly. È la più piccola tra le cugine ma anche la più orgogliosa, lei e la sua migliore amica Lily Potter sono il braccio destro di Roxanne, Lucy in particolare sogna di diventare come lei da grande. Rox la chiama “il suo mostriciattolo”. Ha lunghi capelli rossicci lisci e occhi castano scuro, Grifondoro 4° anno.

·      Lily Potter: figlia di Harry e Ginny Potter. La migliore studentessa di Erbologia del suo anno, aiuta Roxanne a trovare idee per i piani malefici, il suo nome in codice è “carota” poiché i suoi capelli tendono più all’arancio accesso che al rosso. Ha occhi azzurri come la madre, Tassorosso 5° anno.

·      Alice Vanessa Paciock: figlia di Neville Paciock. Preferisce essere chiamata con il suo secondo nome, cerca di stare fuori dai guai perché il Preside della scuola è anche il suo adorato papà. Scelta da Rose per entrare a far parte della squadra dei Grifondoro come battitrice è la migliore amica di Hugo. Ha capelli castano scuro corti e occhi di un marrone vispo. Grifondoro, 6°anno.

·      Jane Zabini: figlia di Blasie Zabini. Cugina di Scorpius da parte di madre, ha una relazione con Albus Severus Potter. Ha la pelle mulatta, occhi e capelli neri come l’ebano. È ambiziosa per natura. Serpeverde, 7°anno.

·      April McAdams: figlia di Cho e Rupert McAdams. Sua madre è Cho Chang, per questo gli occhi marroni della ragazza hanno dei tratti orientali; capelli lunghi e liscissimi fino al sedere e labbra carnose. È’ una Grifondoro, 5°anno.

 

 

·      Lysander Scamandro: figlio di Luna e Rolf Scamandro. Prefetto dei Corvonero frequenta il 7°anno. I capelli neri e gli occhi blu oceano gli conferiscono un aria da bravo ragazzo ma in realtà è frenetico ed energico, con Roxie fa sfide allo scherzo migliore che fanno tremare tutta Hogwarts, ha una strana fossetta quando sorride che nessuno sa come mai sia comparsa da un giorno all’alto.

·      Lorcan Scamandro: fratello gemello di Lysander. Anche lui è un Prefetto della propria casata ovvero i Tassorosso. Con il fratello condivide solo la passione per la famiglia Weasley, Lorcan è più tranquillo del fratello e cerca spesso di calmarlo; ha occhi verde chiaro e capelli un po’ troppo lunghi di un castano chiarissimo, 7°anno.

·      Hugo Weasley: fratello di Rose. È il più intelligente tra i ragazzi del suo anno ed è anche il più giovane portiere che Grifondoro abbia avuto. Aiuta spesso la cugina Roxanne a infiltrarsi nelle sale comuni delle altre case, in quanto a bellezza è secondo solo al cugino Louis. È un “Rose” in miniatura, 6°anno.

·      Severus Potter: fratello maggiore di Lily. È nella casata dei Serpeverde della quale è prefetto. Gioca a Quidditch nel ruolo di battitore e come altro hobby ha quello di disfare gli scherzi diabolici di Rox per cercare di non farla finire nei guai, senza riuscirci. Capelli corti neri e occhi verdi, 7°anno.

·      Louis Weasley: fratello minore di Dominique. E’ senza dubbio il ragazzo più bello di tutta Hogwarts e le ragazzine gli corrono dietro, è anche il migliore amico di Lysander. Chiede spesso aiuto a Roxie per togliersi di torno le sue spasimanti, ha i capelli biondi un po’ lunghi e due occhi azzurri, Corvonero 6°anno.

·      Scorpius Malfoy: figlio di Draco e Astoria Malfoy. Lo storico fidanzato di Rose, ha capelli biondo cenere e occhi azzurro ghiaccio. Dopo che Roxanne gli ha messo della polvere pruriginosa nelle mutande vuole vendicarsi, ma alla fine finisce per coprirla perché Rose gli ha giurato che se così non fosse stato sarebbero rimasti casti fino al matrimonio, 7°anno. Caposcuola.

·      Fire Finnigan: figlio di Seamus e Marie Finnigan. Il suo nome gli è stato dato per via della passione che ha il padre per il fuoco. Occhi nerissimi e capelli corti castano scuro, ha una cotta per Lily Potter. Smistato in Grifondoro frequenta il 6° anno.

·      Jason Baston: figlio di Jason e Amy Baston. È il capitano della squadra di Quidditch dei Tassorosso, ha i gli occhi azzurri e dei capelli ricci rosa che nascondo un imbarazzante segreto. È altissimo ed è il ragazzo più carino della casata dei Tassorosso, frequenta il 7° anno.

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Capitolo 2
*** Patronus ***


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Roxanne si strinse nella sciarpa blu e nera che portava al collo, rabbrividendo della temperatura glaciale di quei primi giorni di dicembre. Era appena finita la lezione di DCAO e la ragazza si stava dirigendo tranquilla verso la riva del Lago Nero, per quanto tranquilla possa essere una Weasley come lei che nel giro di mezzo secondo affatturò due secondini che le bloccavano la strada.

Una volta fuori dal grande castello si avvicinò a un albero e vi posò la schiena, sedendosi sull’erba gelida e profumata. Sbuffò, portando dietro l’orecchio un ciuffo di capelli che le stava, poco prima, sventolando davanti agli occhi. Gettò un’occhiata alla sua figura riflessa nell’acqua torbida e costatò che era più trasandata del solito, i capelli bruni avevano preso una forma indefinita perciò preferì legarseli in uno chignon che faceva fuori uscire diverse ciocche di capelli. Rimise la camicia bianca nella gonna di grigio cotone caldo e sussurrando un incantesimo, puntò la sua bacchetta contro i lacci delle proprie scarpe che si attorcigliarono in un fiocco perfetto. Un tossicchiare divertito la fece voltare.

«Ehilà Lys!» salutò la ragazza con un cenno del capo.

«Non ci posso credere, Roxanne Weasley si è legata i lacci delle scarpe … Oh Merlino! Questa me la devo proprio scrivere» esclamò divertito Lysander, mettendosi melodrammaticamente le mani tra i capelli. Lui invece era perfetto: capelli neri lisci come la seta, cravatta stretta, divisa pulita, scarpe allacciate, sciarpa attorcigliata attorno al collo in maniera impeccabile e distintivo di Prefetto Corvonero ben visibile, che sfiorava proprio in quell’istante. Era diventato un tic, per il ragazzo, toccare quell’affare per pulirlo o per ricordarsi di non perdere le staffe, cosa che succedeva periodicamente. Ma nonostante l’aspetto da perfettino il ragazzo dava filo da torcere ai Weasley in fatto di scherzi, poiché gli insegnanti non lo accusavano mai di nulla data la sua eccellente carriera scolastica.

«Ah – ah! Ho i miei momenti di normalità anch’io, sai?» annuì la ragazza decisa, facendogli segno con la mano di avvicinarsi e di sedersi sull’erba accanto a lei. Roxanne adorava Lysander, le piaceva il fatto che fosse un buon amico e compare di scherzi e che astuto com’era non si faceva mai beccare. Non che Roxanne fosse una stupida, questo no. Era una Corvonero. Lei piuttosto preferiva prendersi il merito di quello che combinava, e se da qualche parte c’era stato qualche disastro, si poteva star certi che sul luogo dell’accaduto ci sarebbe stata da qualche parte, la foto della Weasley che sorrideva all’obiettivo e faceva le pernacchie. Le metteva lei lì, come segno di riconoscimento e di autenticazione Roxaniana.

«Sei riuscita a evocare un Patronus, alla fine?» chiese Scamandro sedendosi accanto a lei. La ragazza annuì, puntò una bacchetta verso il Lago e annunciò «Expecto Patronum!» della nebbiolina bianca fuoriuscì dalla bacchetta di Lei, che percorse qualche centimetro d’aria prima di trasformarsi in un bellissimo lupo che iniziò a correre sul pelo dell’acqua; si smaterializzò qualche secondo dopo.

«Tu?» controbatté Rox al compare, indicando il punto in cui il suo animale era appena scomparso. Lysander sussurrò l’incantesimo e all’istante un Siberian Husky uscì dalla sua bacchetta, facendo un semigiro intorno al suo padrone e poi si volatilizzò come il lupo.

«E’ una razza intelligente» commentò Roxie applaudendo divertita l’amico.

«E il tuo era una razza di lupo solitario»

«Davvero?»

«Già, e per come sei fatta mi sorprende che il tuo Patronus non sia una mantide religiosa» la punzecchiò il ragazzo. Roxanne rise, divertita dall’affermazione. Non le piaceva impegnarsi in alcun genere, e questo la sapevano tutti. Il fatto di sentirsi legata emotivamente a qualcuno (che non fosse un amico o un famigliare) per più di due giorni di seguito la faceva sentire rinchiusa, come se non potesse essere libera per il resto della sua vita.

«Sono sorpresa anch’io … Ora andiamo a cenare, non vorrai restartene qui a parlare con una che ti potrebbe usare per puro piacere sessuale, no?!» affermò Lei, strizzando l’occhio a Lys quando disse la penultima parola. Il ragazzo divenne immediatamente paonazzo, bofonchiando una risposta incomprensibile e dirigendosi a passo di carica verso la Sala Grande, con la ragazza alle sue spalle che saltellava divertita.

 

***

«Weasley! Porta quelle adorabili chiappette sulla terra ferma! Esigo andare a mangiare immediatamente!» urlò Vanessa sbracciandosi in modo forsennato verso il rosso che stava ancora volteggiando sulla sua scopa volante, il ragazzo le rispose con un «Che palle, Paciock! Arrivo, arrivo …» e in un batter d’occhio Hugo era sceso in picchiata, frenando un attimo prima d’investire la ragazza.

«Brutto pezzo d’idiota, ma vuoi ammazzare il tuo futuro capitano?»

«Che?! Da quando mia sorella ti ha detto che sarai il futuro capitano della squadra dei Grifondoro?»

«Praticamente … da sempre!» disse stizzita lei facendogli la linguaccia e gettando la sua sciarpa rossa e ora al collo del migliore amico, temendo che si potesse prendere un brutto malanno se rimaneva sudato con quel vento. Hugo gli scoccò un’occhiata riconoscente, e le scompigliò i capelli in segno d’affetto.

«Argh! Ma sai quanto ci ho messo per renderli decenti! Certo che no, tu e la tua famiglia avete il gene del ‘rosso e perfetto’ !!» ringhiò lei, spintonandolo di lato. Lui rise di gusto, passandosi una mano tra i capelli color fuoco che, anche sudati, erano perfetti. «Hai ragione» confermò lui.

Vanessa Paciock, alzò le mani in aria come per imprecare.

«Oh, Alice … Alice!» la richiamò lui sovrappensiero.

«Va-nes-sa, sai perfettamente che il mio primo nome non mi piace» sibilò lei.

Il silenzio fu interrotto da un gruppetto di ragazzine di varie casate, che poco prima erano sugli spalti, che si dirigevano verso i due, ridendo a squarciagola.

«Hugo! Oh, Hugo! Sei stato bravissimo, e che bella discesa!» cinguettò una.

«Bravissimo, davvero! Che padronanza del corpo, che curve!» annunciò un’altra.

«Hugo, mi daresti lezioni private?» chiese una terza, sbattendo le lunghe ciglia.

Il gruppetto di ragazze aveva circondato il rosso, che non faceva in tempo a dire una cosa che loro lo precedevano. Vanessa fu spintonata in malo modo, lontano dal Weasley che la cercò con gli occhi in cerca di aiuto. Paciock tossicchiò, cercando di catturare l’attenzione delle galline starnazzanti. Tossicchiò ancora.

Tossicchiò più forte.

 Tossicchiò un ultima volta prima di sbottare, «Permesso! Scusate! Ops! Se non vi dispiace mi riprendo questo schianto di ragazzo …» scostando le ragazzine, afferrò Hugo per un braccio e lo avvicinò a se.

«A dire la verità, ci dispiace!» dissero in coro tutte.

«Ma  a me non frega un galeone bucato!» ammise Nessa, sorridendogli dolcemente.

Quando furono a debita distanza dal campo di Quidditch, Hugo iniziò a ridere a crepapelle, mimando la faccia delle ragazze dopo l’ultima affermazione della sua migliore amica.

«Ti sei trattenuta, vero?»

«Ci puoi scommettere. Porco Salazar! Quanto mi stavano dando fastidio!»

«Alle volte mi chiedo come mai tu non sia stata smistata nelle Serpi»

«Perché avrei alzato vertiginosamente la media del quoziente intellettivo di quella casata! Poi il verde smeraldo non mi dona molto!» disse guardando gli occhi azzurri del ragazzo.

«Bugiarda» l’accusò lui, dandole un bacio sulla guancia.

 

***

Il corridoio del settimo piano era quasi vuoto, a eccezione di una dozzina di studenti.

«Lily!» gridò Fire cercando di farsi spazio tra un gruppetto di ragazzini del primo o secondo anno, sventolando la mano in alto per cercare di farsi notare dalla Tassorosso che stava saltellando sul posto. «Signorino Finnigan!» gli rispose di rimando la ragazza, facendogli cenno con la mano di avvicinarsi.

«Cosa diavolo combini?» le chiese il Grifondoro trattenendo a stento le risate.

«Cerco di diventare più alta, ovvio no?»

«Da quanto ci provi?»

«Ehm … una buona mezz’oretta», annui fermandosi e rivolgendo al ragazzo un sorriso a 32 denti che gli fece sobbalzare il cuore. Lilian si raccolse i capelli neri in una coda alta e poi battendosi  una mano sulla fronte esclamò «Ma certo!»

«Cosa?»

«Avrei dovuto saltare all’aperto. Che sciocca che sono. Comunque, mi perché mi stavi cercando?» chiese Lily posandosi le mani sui fianchi e socchiudendo gli occhi per essere più minacciosa. «Ehm» riuscì a dire solo Fire, cercando inutilmente di prendere ancora qualche attimo di tempo; Lily gli diede un colpetto sulla spalla destra, intimandolo a continuare «Ti volevo chiedere se ti andava di venire con me a Hogsmeade» finì il Grifondoro guardandola di sottecchi, la ragazza fece un movimento ninja mettendosi in posizione difensiva. «E’ un appuntamento?»

«Ma cosa dici? Ahahah! No, no!» rispose pronto il ragazzo pronto il ragazzo perdendosi in una risata semi-isterica. «Bene, allora ci sto … e dove andremo tesoruccio?», chiese  Lily prendendolo sottobraccio e iniziando a camminare per il corridoio. «Mielandia» rispose lui alzando le spalle.

Ricevette come risposta una pacca sulla spalla che gli fece quasi perdere l’equilibrio, «Tu si che mi conosci. Ora andiamo a mangiare che muoio di fame» annunciò Lilian indicando la sua pancia e trascinando Fire verso la Sala Grande.

 

***

Severus e Jane camminavano mano nella mano, dirigendosi a passi svelti verso la Sala Grande, in ritardo per la cena. Si fermarono davanti alla grande porta marrone, Lui le accarezzò una guancia rimettendole una ciocca di capelli dietro all’orecchio mentre Lei gli abbottonava un bottone della camicia che era sfuggito al controllo. Entrarono nella Sala, non si diressero però al tavolo della loro casata, Serpeverde, bensì a quello dei Corvonero dove erano riuniti tutti i loro amici. Si sedettero nel mucchio, vicino a Lucy e di fronte a Dominique e Lorcan.

«Eccoli!» ruggì Roxanne, indicando i due ragazzi, dall’altro lato del tavolo.

«Ragazzi, d’accordo che volete farlo ogni santo giorno, però arrivate puntuali alla cena!» gli rimproverò Hugo guardandogli spazientito. Molly cadde quasi a terra dalle risate, mentre Vanessa e Rose sibilavano insulti a quel chiacchierone di Hugo Weasley.

Severus divenne rosso all’istante, abbassando la testa nel piatto e iniziando a farneticare fatture mentre si rimpinzava di spinaci. Jane Zabini invece se ne stava tutta ritta e orgogliosa, tanto da far invidia a un Grifondoro e rispose a Hugo di rimando «Invidioso, forse?».

Scorpius sputò fuori tutto il suo succo di zucca, sbalordito dalla risposta efficace della cugina.

Hugo sbiancò, aprendo più volte la bocca non sapendo cosa dire.

Roxanne e Vanessa si alzarono in piedi, e voltandosi verso la Zabini iniziarono a battere le mani, lodandola della sua efficace determinazione e lingua tagliente degna di una serpe.

Lei annuì divertita, abbassando il capo come a inchinarsi per ringraziarle, da sotto il tavolo allungò una mano ad afferrare saldamente quella del suo ragazzo; Severus rispose con altrettanto vigore alla stretta.

«Sei fantastica» le sussurrò.

Lei gli sorrise, ritornando poi a guardare le pietanze che le si stavano materializzando davanti. Dopo una mezz’oretta Dominique, Rose, Scorpius, i gemelli Scamandro e Severus si alzarono contemporaneamente dal tavolo, annunciando che sarebbero andati a organizzare i turni di ronda dei Prefetti per quel mese.

Così la compagnia si sciolse lentamente. Lucy si avvicinò quel tanto che bastava a Jane e guardando altrove iniziò a parlare con voce bassa, affinché solo la ragazza avesse avuto modo di ascoltare.

«Gliel’hai detto?»
«Ancora no»

«So il tuo segreto, Jane. E credimi se ti dico che il molliccio che ho affrontato oggi a DCAO ha preso le sembianze di tutti i componenti della mia famiglia tristi … non deve accadere, Zabini. Quindi dì ad Albus cos’hai fatto altrimenti lo farò io»

«Ti prego …»

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatto il misfatto!

Salve a tutti! Questa è la mia nuova fanfic! :3 ovviamente l’ho incentrata sul mio personaggio preferito: Roxanne! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, andando avanti inizierete a capire meglio i vari caratteri dei personaggi ;) Oh! Non prendete in antipatia la piccola Lucy, per lei la famiglia è tutto.

Alla prossima, commentate!

Buongiornoavederci, Ash.

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Capitolo 3
*** Strilettere ***


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«Ciao Louis!»

«Ehi Louis, sei carino oggi!»

«Louis tu sei bello sempre!»

«Mandami un gufo, Lou!»

Il ragazzo camminava con la testa bassa, dispensando sorrisi senza emozioni o cenni del capo che potevano essere scambiati per saluti, ma che in realtà erano vani movimenti per mettere a posto i suoi capelli biondi un po’ troppo lunghi, ma che non avrebbe mai tagliato poiché non avrebbe voluto di certo fatto un simile torto a maman Fleur.

Essere ritenuto il più bel ragazzo della scuola aveva i suoi vantaggi, ma era anche veramente noioso dover ascoltare ogni singolo minuto commenti sul suo aspetto e risatine maliziose che iniziavano, appena lui spuntava in qualche corridoio; per la popolazione femminile lui e Hugo erano i ragazzi più appetitosi della scuola. Il che stava a significare che ogni ragazza poteva ritenersi fortunata, ed essere quindi degna d’invidia dalle amiche, se uno dei due giovani la salutava o indugiava con lo sguardo sul suo viso per più di un secondo.

Svoltò verso il corridoio che portava ai bagni del terzo piano e lì s’imbatte con April McAdams che non lo degnava mai di un saluto, forse era per questo che un po’ le piaceva. April era diversa da tutte le altre oche della scuola che non facevano altro che guardarlo e cercavano di rifilargli pozioni amorose sette giorni su sette. La ragazza gli passò accanto, senza neanche guardarlo con quegli occhi dai tratti quasi orientali che aveva, «April, aspetta!» disse Louis sentendo un groppo in gola ogni volta che le rivolgeva la parola, non tanto per l’emozione ma per la facilità con cui lei …

«No, scordatelo Weasley. Né in quest’anno né in altri»

«M-ma»

Adorabile, la trovava sempre adorabile quando le respingeva con freddezza, la figura non tanto alta della ragazza riprese a camminare per il corridoio, scendendo la prima rampa di scale che si trovò davanti. Louis la segui determinato, richiamandola a gran voce e attirando fin troppa attenzione da parte degli studenti.

«Dai, April! Solo un giretto a Hogsmeade!» la pregava lui, cercandole di tenere il passo svelto della McAdams. Lei si voltò di scatto, rossa in viso perché l’attenzione di tutti gli studenti era su loro due, cacciò la bacchetta dalla tracolla che portava con sé, la portò alla gola e sussurrando “sonoro” disse «Scordatelo!». La sua voce acuta si diffuse cento volte più forte tra le mura di pietra, formando perfino l’eco. La Tassorosso fece un sorriso stizzito a Louis che la fissava ancora con bocca spalancata e corse via, cercando di non incrociare gli sguardi shoccati delle ragazze che avevano assistito al suo rifiuto.

Lou scosse la testa divertito, e s’incamminò nella direzione opposta presa dalla ragazza.

«Adorabile» disse fra sé e sé convinto.

 

***

Roxanne fischiettava allegramente, accarezzando le piume del gufo prima di legargli alla zampetta, con un nastro rosso scarlatto, una lettera contenuta in una busta rossa. Il cielo intanto si stava tinteggiando di un meraviglioso color violetto, anche se il freddo che soffiava sulla Guferia era quasi insopportabile.

La porta si aprì, facendo entrare Lysander che sulle prime non si accorse della ragazza ma sentendola fischiettare si voltò nella sua direzione. «Cosa fai?»

«Buon pomeriggio anche a te, tesorino» lo rimproverò lei con un sorrisone.

«Cosa fai?» chiese di nuovo lui, inarcando un sopracciglio.

Roxanne finì di fare un fiocchetto alla zampetta del volatile e poi, facendo un grande respiro strillò «Strilettereee!». Scamandro la guardo confuso, non riuscendo a capire lo scherzo, perché di scherzo si trattava, che stava per mettere in atto Roxanne. «Come?»

«Ho preparato delle Strilettere che andrò ad attaccare ai gufi di tutte le primine Tassorosso! Vedrai che bella cena sarà quella di oggi, Lys!» esclamò lei saltellando sul posto, tutta emozionata.

Il viso di Lysander s’illuminò, adorava quella ragazza. Adorava che fosse completamente fuori di testa e che era riuscita a trascinare in quel turbinio di follia anche Lucy e Lily che erano la sua copia sputata. Adorava perfino che sfruttasse i ragazzi, con alcuni ci andava a letto mentre altri erano le povere vittime dei suoi giochetti. Adorava come i suoi occhi scuri brillavano di eccitazione in quel momento.

«Perché proprio le povere Tassorosso?»

«Semplice! Le Grifondoro non si metterebbero mai a piangere davanti a tutta la scuola, le Corvonero sono troppo intelligenti per non capire che la voce che uscirà da questa lettera non è quella dei loro genitori ma quella di qualcun altro modificata»

«E le Serpi?»

«Sono troppo astute e rimarrebbero solamente basite del fatto che qualche loro meschinità sia stata già scoperta, e non si rovinerebbero la reputazione mettendosi a frignare»

«Oh! Quindi hai scelto i Tassi perché loro sono fedeli, basta farne piangere una che tutto il resto si unirà!» esclamò divertito Lys, rammaricato che un’idea del genere non fosse venuta a lui.

«Aiutami, altrimenti non finirò mai» lo pregò lei sbattendo gli occhioni scuri, incontrando quelli del ragazzo che erano diventati violetti per il riflesso del cielo. Sul volto di lui comparve la solita strana fossetta, che sbucava quando sorrideva.

«Solo se mi prometti che andremo insieme a Hogsmeade. Ho bisogno di nuovi scherzi e con te potrei usufruire dello sconto parenti da tuo padre» disse lui allungando una mano, affinché la ragazza la stringesse.

Roxanne gli saltò al collo, stampandogli un bacio sulla fronte «Grazie!Grazie! D’accordo!»

Quella sera, a cena …

La serata si stava per concludere, da lì a pochi minuti sarebbero entrati i gufi con la posta, Roxanne e Lysander si erano seduti vicini, lanciandosi occhiatine eccitate per tutta la cena. Fu un attimo dopo che un mare di piume si riversò nella sala, lanciando sulle lunghe tavolate buste e giornali.

Le ragazzine di Tassorosso si guardavano l’una l’altra, incuriosite dallo scoprire di aver ricevuto tutte la stessa busta rossa, che aprirono curiose.

Un boato di gridi e di rimproveri s’innalzò nella Sala Grande, tutti gli studenti si voltarono nella direzione dei Tassi, dove la maggior parte degli studenti che vi erano seduti era sbiancata dalla vergogna.

E poi, come se tutto fosse stato calcolato con una precisione spaventosa, le ragazze che avevano ricevuto la Strilettera iniziarono a piangere, correndo fuori dalla Sala con il volto coperto dalle mani.

«Sei stata grande» sussurrò Lysander all’orecchio di Rox, che voltandosi gli fece l’occhiolino prima di rispondere tutta triste «Ma ancora nessuno sa che sono stata io, non è giusto!».

Roxanne fece svolazzare la sua bacchetta di betulla con l’anima di corde di cuore di drago nell’aria, gli arazzi appesi sul soffitto che portavano l’immagine delle quattro casate cambiarono tinta.

Tutti stavano raffigurando una ragazza dai capelli ricci e dalla pelle scura che faceva le pernacchie all’obiettivo e mandava baci volanti a destra e a manca.

«Dove sono io?» chiese offeso il ragazzo indicando gli arazzi.

«Tu sei un Prefetto, Lys. Mi servi con la fedina pulita!» rispose lei prima di saltare in piedi sul tavolo e salutare tutti gli studenti di Hogwarts che si erano lanciati in un grande applauso.

Dal tavolo di Grifondoro si sentì Lucy gridare orgogliosa «Quella psicopatica è mia cugina!!».

Pomona Sprite si alzò dal tavolo degli insegnanti tutta impettita, lanciando occhiate truci alla Weasley che aveva fatto scoppiare in lacrime le sue povere studentesse, e rivolta a Roxanne le mimò con le labbra «Weasley, sei in punizione».

 

***

La ronda tra i corridoi di quella sera sarebbe toccata a Rose e al nuovo Caposcuola, Scorpius. Ma i due giovani avevano chiesto un favore agli amici per coprirgli il turno, solo per quella volta; così Dominique e Lorcan si aggiravano stanchi e assonnati tra le mura di pietra di una Hogwarts tranquilla e che era calata in un silenzio innaturale dedicato solo alla notte.

Il ragazzo sbuffò, stropicciandosi gli occhi e portandosi una mano alla bocca per nascondere lo sbadiglio.

«Non sono il massimo della compagnia, lo so» annui Dominique sorridendo appena. Scamandro divenne tutto rosso, e cerco di controbattere immediatamente «No, no! È solo che se avessi saputo che avrei fatto la ronda serale mi sarei riposato questo pomeriggio … tu non sei … io non intendevo … insomma! Tu sei interessante, eh!» balbettò confusamente abbassando lo sguardo a terra e iniziando a contare le mattonelle di pietra ruvida. «Merci» soffiò la Serpeverde, cercando di trovare qualche argomento per conversare. Appena svoltarono l’angolo la flebile luce delle loro bacchette illuminò due ragazzi avvinghiati l’una all’altro, appiccicati sulla parete di pietra a sbaciucchiarsi in modo poco casto. Lorcan non riuscì a trattenere una risata, annunciando così ai due giovani di essere stati scoperti e gli consigliò di dirigersi immediatamente nei loro dormitori, pena la sottrazione di punti alle loro Case. I due corsero via, senza accennare una parola.

«Tutto bene?» chiese il Tassorosso alla Weasley che intanto era diventata di un colorito che sfiorava il rosso fuoco, la ragazza deglutì più volte riuscendo solo a balbettare «S-si».

Dominique si sistemò una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio, spiegando «Bhé, è il mio primo anno qui a Hogwarts, negli anni precedenti ho frequentato sempre a Beauxbatons e quella è una scuola esclusivamente femminile …» lanciava delle occhiate veloci al viso del ragazzo, supplicandolo mentalmente di arrivare alla conclusione senza fargliela dire a voce alta.

Scamandro tossicchio stupito, «Non sei mai stata con un ragazzo?» chiese strabuzzando gli occhi.

«No»

«Ma hai dato un bacio per la prima volta, vero?»

«A dire la verità … no»

Lorcan arrestò il passo, e si mise a squadrare la Weasley dalla testa ai piedi: era alta, bella e smilza, aveva degli occhi così azzurri da sembrare quasi fatti di ghiaccio e i capelli erano di un biondo scuro che a momenti diventava castano, il labbro inferiore era più pieno rispetto al superiore il che le conferiva qualcosa di umano, che non la faceva sembrare una dea perfetta. Ma se non fosse stato il suo aspetto a smascherarla, sarebbe stato il suo carattere timido e impacciato da ragazzina, nonostante l’età; ora se ne stava lì a dondolarsi sui piedi, alzando di tanto in tanto lo sguardo sul ragazzo.

Dominique si chiedeva a che cosa stesse pensando il ragazzo, e guardandolo di sottecchi si accorse solo in quel momento che non indossava la cravatta gialla e nera, ma solo lo stemma dei Tassorosso, Lorcan era diverso dal fratello, nessuno avrebbe mai osato dire che fossero gemelli. Lui aveva gli occhi che passavano da un azzurro chiaro a un verde acqua, e i suoi capelli erano un po’ lunghi tant’è che li teneva spesso legati in un codino dietro la nuca, ed essi erano di un castano chiaro mentre Lysander aveva in capelli nerissimi e gli occhi di un blu denso. La cosa più diversa tra i due era, invece il loro modo di comportarsi, il primo era più tranquillo e calmo, cercava di non cacciarsi nei guai e provava a tirar fuori da essi anche il secondo, che era piuttosto irrequieto e adrenalinico.

«Sei davvero interessante, Dominique» concluse Lorcan, spezzando quel momento di silenzio accennando un sorriso alla ragazza e invitandola a proseguire con il giro tra i corridoi.

 

 

 

 

 

 

 

Fatto il misfatto!

Bentornate/i! :D Oh, la ff è stata inserita da AudreyC e Bessie tra le preferite … GRAZIE! *-*

Un grazie speciale anche a Enide e la mia _PolS  (leggete le storie di _PolS ragazze, sono meravigliose! :3) per aver recensito entrambi i capitoli! E a voi 9 sfaticate che la seguite, commentate! .ù.

Ora, tornando al capitolo … si, ho messo Lorcan e Dominique come possibile coppia futura! Li trovo troppo bene assieme! Ho sempre pensato che la nostra Veela non abbia mai baciato nessuno, sembra strano ma è cosi! Ma quante ne combina la nostra Roxie? (:

Dietro al comportamento di April c’è un perché, non temete! Non è completamente matta a dire di no ad uno come Louis Weasley :P

Alla prossima!

Buongiornoavederci, Ash.

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Capitolo 4
*** Torre di Astronomia ***


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Lily era stravaccata sul divano nero, canticchiando sottovoce una filastrocca che le aveva insegnato quel mattacchione di Pix. Lucy, entrò nella Sala Comune dei Tassorosso, dirigendosi verso la cugina che non l’aveva ancora vista.

«Buuu!»

«Santissima Tosca, Lucy! Come diavolo hai fatto a entrare qui dentro?» esclamò Lily cadendo dal divano, per lo spavento.

La ragazza rise divertita, prima di abbandonarsi su una poltrona di un consunto giallo lì vicino sviando volontariamente la domanda posta dall’altra. «Andrai a Hogsmeade domani?»

«Oh, si. Tu ci vai Lù?»

Lucy alzò impercettibilmente le spalle, non aveva ancora preso una decisione ma era piuttosto convinta che Dominique, Louis e quella rompipluffe di sua sorella Molly l’avrebbero trascinata a forza fuori dal castello assieme a loro, chiese quindi alla cugina Lily se anche lei sarebbe andata con loro. Ma l’altra negò.

«Io e Fire andiamo a Mielandia»

Lucy scattò su a sedere, ravvivata da quelle parole e guardò la cugina aprendo più volte la bocca, senza però riuscire a dare voce alle sue idee; Lily intanto la guardava spaventata pensando che avesse un attacco di cuore o qualcosa di altrettanto brutto.

«Tu hai un appuntamento??» sbottò Lucy indicando colpevole la ragazza.

«Certo che no! Per chi diavolo mi hai presa?» chiese triste Lily, dispiaciuta dal fatto che la sua migliore amica potesse pensare una cosa tanto brutta su di lei. «Tesoro, da dove vengo io se un ragazzo e una ragazza vanno a Hogsmeade da soli si chiama appuntamento» puntualizzò subito Lucy.

«Ti sbagli, Hugo e Vanessa escono assieme eppure sono amici!»

«Hugo e Nessa sono scemi, altroché! Quelli si amano follemente ma nessuno dei due hai il coraggio di dichiarasi … il che da un punto in più alla mia teoria» confermò Lucy facendole la linguaccia.

«Ehm … Gliel’ho chiesto! Oh, si! Gliel’ho chiesto se fosse un appuntamento e lui ha negato» trillò la Tassorosso entusiasta di aver trovato qualcosa con cui controbattere.

«Certo che ha negato, l’ultimo che ti ha chiesto di uscire si è ritrovato in infermeria ricoperto di pustole! Povero Thomas!» disse Lucy, ridendo al ricordo di quello che era successo al povero Grifone l’anno prima, era fiera di sua cugina; lei, Lily e Roxanne erano le uniche ragazze sane di mente, per modo di dire, della famiglia che non facevano le carine con i ragazzi né cercavano un pretesto per invitarli o essere invitate a qualche passeggiata disgustosamente romantica.

Potter si era alzata dal divano e aveva incominciato a battere i piedi per terra, «Nononono! Io voglio solo le caramelle, nessun appuntamento!»

«Ok, ok!»

«Nessun appuntamento!» ribatté di nuovo Lily, sillabando la frase.

 

***

«Nessa! Cosa diavolo ci facevi con quello lì?» chiese Hugo, correndo verso la ragazza che stava camminando nel corridoio dell’ultimo piano, lei si voltò e dopo avergli fatto una linguaccia gli rispose «Suvvia, Re! Non sono mica tutta tua»

«Non sono il Re, quante volte devo dirtelo? E poi si, sei la mia migliore amica ergo mi appartieni di diritto» terminò Hugo annuendo convinto con la testa, inarcando un sopraciglio guardando la ragazza.

«Tuo padre era il Re, quindi ora il posto è tuo» tagliò corto la Paciock dandogli una bella pacca sulla spalla, come a congratularsi del nuovo impiego dell’amico. Lui storse le labbra, il ragionamento non faceva una piega ma lui non voleva essere bollato come il figlio del magnifico Ronald Weasley, voleva guadagnarsi quel titolo non ereditarlo senza nessuno sforzo.

«Tuo padre è l’insegnante di Erbologia, il che farà di te una futura professoressa, signorina Paciock!» ribatté Hugo portandosi le braccia al petto, in segno di sfida.

«Giammai!» esclamò Vanessa portando una mano sul cuore e alzando la testa fiera, come a giurare che la sua carriera non sarà quella dell’insegnate. Ridendo e scherzando si diressero entrambi verso la torre di Astronomia, il luogo che adoravano di più in tutta la scuola.

Una volta lassù si stesero vicini a guardare le stelle.

«Sabato ci sarà la partita, preoccupato?»

«Come sempre» disse Weasley cercando nel buio la mano della ragazza, intrecciarono le loro dita; Vanessa si avvicinò di più a lui e iniziò a giocherellare con i capelli rossi del ragazzo che tanto adorava. Gli scoccò un bacio sulla guancia e lui, per tutta risposta iniziò a solleticarla facendola rotolare a terra, in preda a risate convulse.

Si ritrovarono l’una sull’altro, gli occhi castani di Lei si perdevano in quegli azzurri di Hugo che erano sorprendentemente brillanti anche in una notte con poca luce come quella.

La mente di Hugo fu percorsa da mille e mille pensieri, uno diverso dall’altro che si accavallavano, urlavano e s’ingarbugliavano facendosi incomprensibili, ma tutti si dissolsero appena Vanessa posò il capo sul suo petto, il Rosso allora prese la mano della ragazza e la mise sulla sua guancia trattenendola con la propria mano, sospirando.

 

***

«Come la prugna, per l’odor dell’aiuola stupido uccello diventa viola» imprecò il ragazzo puntando la bacchetta contro il volatile che rimase sempre dello stesso colore, che cinguettò soddisfatto volando via.

Jason si gettò di schiena sull’erba sospirando, una risata lo fece tirar su a sedere; una ragazza dai capelli azzurri lo stava fissando seduta su di un ramo di un albero vicino. «Odore dell’aiuola, eh?» chiese ridacchiando prima di spiccare un salto e scendere dall’albero al rallentatore, graziosamente.

«Non avevo altre rime» si giustificò Jason alzando le mani in alto, come per arrendersi.

«Piacere, Molly Weasley» esclamò la Tassorosso porgendogli la mano che il ragazzo strinse calorosamente, prima di aggiungere «So chi sei, tu e la tua famiglia siete piuttosto famosi. Io sono Jason Baston»

«So chi sei, capitano della squadra di Quidditch dei Tassorosso … e poi i tuoi capelli non si scordando facilmente» finì Molly indicando i ciuffetti ricci e rosa del ragazzo. «Mai belli quanto i tuoi» aggiunse Jason prima di ricordarsi che stringeva ancora la mano della ragazza, lasciandola andare.

«Allora … sei una schiappa con gli incantesimi! Avrai bisogno di aiuto» gli consigliò la Weasley facendo un sorriso sghembo che il ragazzo ricambiò, ma prima che Boston potesse aggiungere qualcosa una ragazza dai lunghi capelli lisci castani e dal fisico snello e attraente gli saltò letteralmente al collo, dandogli un bacio veloce sulle labbra. Molly fece qualche passo indietro colta di sorpresa da quel corpo veloce …

«Keira, s-stavo parlando!» la ammonì Jason indicando Molly che era lievemente arrossita nel vedere la scena che le era apparsa davanti.

«Oh, non fa niente! Stavamo solo … allora … vai Tassi!» disse Molly battendo le mani e poi portando il braccio destro in aria, in segno d’incitamento. Si voltò e sussurrando un saluto scappo via, con il volto in fiamme.

«E’ strana» affermò Keira rivolta al ragazzo che alzava le spalle in tono accondiscendete.

La ragazza dai capelli turchesi si era allontanata, ma non abbastanza da non sentire l’ultimo commento della fidanzata di Jason. Sì, era strana.

I suoi capelli erano più azzurri dei suoi occhi, e non rossi come il resto dei suoi parenti. Li tingeva sempre di quell’azzurro forte che a tratti diventava blu, perché non le piaceva essere considerata un'altra “rossa Weasley”.

 






Fatto il misfatto!
SSSalve! :D Carino Hugo, eh? ;)
Allora, si Keira è orribile!!! La nostra Lily è ancora una bambina, ma se non vuole Fire (di cui vi posterò la foto non so quando) me lo prendo io! Vi assicuro che è bello.
Nessa e Hugo è una delle mie coppie preferite in assoluto!
Ringrazio le 12 utenti che seguono questa storia, le 3 che la preferiscono e le 5 che l’hanno recensita! :P

Commentate e ditemi cosa ne pensate, anche due paroline è.è

Buongiornoarrivederci, Ash.

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Capitolo 5
*** Hogsmeade ***


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La neve scendeva fitta per le vie di Hogsmeade, imbiancando i tetti dei negozi e i berretti degli studenti di Hogwarts che si affrettavano a trovare un posticino caldo in cui passare la giornata, una ragazza spiccava tra tutta la marmaglia, Lily Potter e i suoi capelli rosso arancio erano avvolti in un lungo cappotto da cui oltre alla faccia sbucavano solo la punta delle scarpe, «G-grazie ancora F-f-fire!» balbettò per il freddo, strigendosi contro il corpo del ragazzo che emanava calore, lui alzò appena le spalle per poi controbattere «Figurati, ho sbagliato a dirti che saremmo andati a Mielandia perché tu avrai pensato per tutta la settimana a quali dolciumi comprare e non ti sarai neanche accorto che era arrivata una bufera … grazie a Priscilla mi sono ricordato di portare un cappotto in più» concluse il Grifondoro sorridendole. La ragazza gli fece la linguaccia, prendendo poi per il braccio e trascinandolo verso il negozio che emanava una luce dorata con sopra l’insegna “Mielandia” «Ho fatto una luuunga lista, forza!».

Aprirono la porta di vetro e una zaffata d’odore di zucchero li colpì in pieno viso, alla Tassorosso brillarono gli occhi d’eccitazione e iniziò subito a trascinare il ragazzo da una parte all’altra del negozio gettandogli in mano un sacchetto di plastica e iniziando a riempirlo con le squisitezze più varie, solo dopo mezz’ora i due riuscirono a uscire da quel vortice di colori e profumi che li aveva conquistati. Il vento si era calmato e la neve non scendeva più fitta come prima, ora i fiocchi di neve si scioglievano ancora prima di toccare terra.

Fire si diresse verso una panchina, sussurrò un incantesimo che fece evaporare tutta l’acqua e poi invitò Lily e la busta gigante di dolciumi a sedersi con lui.

Iniziarono a mangiucchiare in silenzio, fin quando Lily se ne uscì con un «Lucy era convinta che questo fosse un appuntamento, ma io gliel’ho detto, eh! Siamo solo amici, si proprio così!». Fire quasi si strozzò con la caramella che stava inghiottendo, iniziò a tossire sputacchiando qua e la i resti di essa, Lily intanto non si era accorta di nulla e mise in bocca l’estremità di un lungo laccio di liquirizia.

Finnigan rise sommessamente, affondando una mano nel sacchetto e iniziando a masticare qualunque cosa avesse in bocca, fissando gli studenti che gli passavano davanti. Solo quando si sentì strattonare capì che lui e Lily avevano le estremità opposte dello stesso laccio di liquirizia; Fire avvampò di timidezza e prima che potesse aprire la bocca per lasciar andare la caramella Lily con un boccone annullò la distanza tra le loro bocche, dandogli un bacio sulle labbra.

«Miaaaa!» gridò lei subito dopo, vantandosi di aver mangiato più liquirizia del ragazzo.

«Tua» soffiò lui sorridendo come un ebete.

 

***

«Oh, no! Ho scordato i soldi a scuola, porco Salazar!» sibilò Roxanne battendosi una mano sulla testa, voltandosi poi verso Lysander e iniziando a sbattere le ciglia facendo l’aria triste.

«Ok, ok! Queste caccobombe le pago io» annunciò il ragazzo a Zonko che impacchetto velocemente gli scherzi e li lasciò cadere in una borsa di carta che consegnò a una radiosa Roxanne. «Grazie!» trillò lei al Corvonero stampandogli un bacio sulla guancia e uscendo a passo di carica fuori dal negozio.

«Tiri Vispi Weasley!» esultò il ragazzo, svoltando una traversa prima de “I tre manici di scopa”, Roxanne gli camminava accanto saltellando nella neve incurante del fatto che i suoi capelli erano completamente bagnati dalla neve e che si sarebbe potuta prendere un raffreddore o peggio.

I ragazzi raggiunsero il negozio e iniziarono ad aggirarsi per gli scaffali con fare esperto, aspetto di intravedere George o Angelina da qualche parte, intanto Roxanne sta scrutando gli oggetti provando a ricordarsi cosa le mancava. «Lys, ricordami delle Orecchi Oblunghe, l’ultimo paio mi è stato confiscato, e … oddio non ci posso credere che prende ancora questa roba!» disse disgustata Rox prendendo con il pollice e l’indice una fialetta di pozione d’amore.

«Non ne useresti mai una?» chiese Lysander guardandola di sottecchi, lei sbiancò indignandosi e sibilando un «Certo che no!»

«Tu non ne hai di certo bisogno, Rox»

A parlare non era stato Lysander ma George Weasley, sbucato da dietro lo scaffale su cui erano poggiate centinaia di puffole pigmee. «Papà!» strillò la ragazza gettandogli le braccia al collo e dandogli un bacio sulla guancia, «Tua madre ha l’influenza perciò mi ha raccomandato di dirti qualcosa su cose tipo studio e serietà eccetera … ma non starla ad ascoltare! Sono venuto a conoscenza che la Sprite ti ha messo per un mese in punizione, miseriaccia quella santa donna non punisce mai nessuno, cosa hai fatto?» chiese George strabuzzando gli occhi ammirato.

«Ha praticamente fatto piangere tutte le primine Tassorosso durante la cena con delle Strilettere!» esclamò Lysander rivolgendosi a George, tutti e due guardarono orgogliosi la ragazza che si era accaldata e cercava di sviare il discorso. «Oh … si … bhè … cosette da nulla!»

«Lys invece qual è stato il tuo ultimo colpo?» chiese George interessato al figlioccio (Luna ha fatto battezzare Lysander da George e Angelina poiché Rolf è molto amico del Weasley, mentre Lorcan è stato battezzato da Ron e Hermione n.d.Ash), l’altro rispose alzando le spalle per minimizzare al massimo la cosa «Ho modificato le pasticche vomitose facendo si che le Serpi e i Grifoni del terzo anno iniziassero a vomitare durante Pozioni, al vecchio Lumacorno gli è quasi venuto un infarto!»

«Sei stato tu?» chiese Roxanne meravigliata.

«Si» affermò onorato lui.

George rise di gusto facendo comparire dal nulla un bloc-notes e una penna, «Oh, prima di ordinare … Lys dì a tua madre che quest’anno Arthur e Molly hanno deciso che si festeggia il Natale in grande, ci sarà anche Neville e forse i Malfoy, dipende a che punto dell’accettazione è Ron con Scorpius» si ricordò George sbuffando. «D’accordo».

«Roxie ricordati che a differenza di Ronnuccio io non ti perdonerò se ti fidanzerai con qualcuno in generale» l’ammoni George serio mentre Lysander deglutiva rumorosamente.

 

***

Lorcan camminava da solo per le vie di Hogsmeade, cercando di riconoscere qualche volto familiare e farci una chiacchierata, intravide Dominique con i suoi cugini.

«Ciao Dom» soffiò il ragazzo alla bionda, che si voltò sorridendogli mentre gli altri non si erano accorti del nuovo arrivato poiché immersi in una discussione sul Quidditch. «Lorcan, sei da solo?» chiese Dominique alzandosi sulle punte e scrutando la strada deserta alle spalle del ragazzo, lui annuì con vigore aggiungendo poi «Lysander e Roxanne sono andati a fare un po’ di “spese innocue” e non ho voluto immischiarmi».

«A chi lo dici! Roxie cerca sempre di farmi partecipare a qualche sua genialata ma tengo troppo alla mia salute fisica per accettare» concordò Dominique.

Lorcan rise rauco, una risata spontanea che trascinò anche quella argentina della Serpeverde.

I due furono interrotti da Lysander e Roxanne, lui disse al Tassorosso «George ha detto che Molly ci invita da loro a festeggiare il Natale, manda tu un gufo alla mamma ora. Noi dobbiamo comprare altre cose e non abbiamo molto tempo», Roxanne poi diede un bacio veloce sulla guancia della sua migliore amica Dominique e urlò un saluto al gruppetto di cugini che parlottavano incuranti lì vicino, allontanandosi velocemente con Lysander.

«Devo comprare tutti i regali di Natale!» esclamò Lorcan terrorizzato.

«Se vuoi ti puoi aggiungere ai miei, me ne mancano ancora un paio però» gli rispose Dominique con un sorriso gentile, lui sia per il freddo che per l’imbarazzo per l’invito dell’unica Weasley che ancora non conosceva bene riuscì a balbettare solo «S-si … g-grazie!».

«Molly, Louis, Lucy, Hugo, Nessa! - chiamò la ragazza, i ragazzi smisero di discutere e la guardarono seccati per essere stati interrotti  - Io sto andando con Lorcan a fare i regali di Natale, ci vediamo al castello!»

 

***

«Lucy, tu hai già fatto i regali per Natale?» chiese Molly alla sorella.

«Si, mi manca solo quello per papà e zia Hermione» rispose Lucy sovrappensiero.

«Un libro» esclamarono Molly e Hugo contemporaneamente.

«Vanessa, voi festeggiate con noi, vero?» s’informo Louis rivolto alla Grifondoro.

«Si, papà me lo detto l’altro giorno» esclamò Nessa raggiante.

«Il primo Natale insieme» commentò Hugo sorridendole.

«Ragazzi, c’è April!» informò Louis guardando verso una panchina in cui era seduta la ragazzina dai tratti orientali insieme a delle amiche che si accorsero subito della presenza del bel giovane.

«Loù, quella non ti vuole! Lasciala stare …» gli ricordò Molly cercando di trattenerlo per un braccio.

Il Corvonero si offese un po’ all’affermazione della cugina controbattendo «Impossibile!» e riuscendo a divincolarsi dalla presa della Tassorosso s’avviò verso le ragazze che ridevano sempre più forte ad ogni passo del giovane verso di loro.

«April, posso parlarti un attimo?»

Gli sguardi delle ragazze si dedicarono alla Grifondoro seduta in un angolino che borbottava maledizioni al Corvonero, guardandolo in cagnesco; solo dopo qualche minuto si decise ad alzarsi dalla panchina e iniziò camminare velocemente lontana dalla vista delle sue amiche, intimando al biondo di seguirla.

«Che c’è?» sibilò seccata.

«Volevo chiederti se ti andasse di bere una burrobirra con me …»

«Stai scherzando?» rispose la McAdams strabuzzando gli occhi.

«Ehm … no»

«Louis ho detto di no a tutti i tuoi inviti, quand’è che la smetterai di perseguitarmi?» chiese la Grifondoro iniziando a strofinarsi le mani, per riscaldarle un po’. Lui le prese le mani e le strinse nelle proprie, cacciando dalla tasca un pacchettino confezionato alla buona e porgendoglielo, «Bhè, siccome a Natale non ci vedremo, è una buona idea se lo aprissi ora, data la situazione …»

La ragazza gli sorrise, e Louis si sentì mancare il fiato, prese tremando il pacchetto e lo scartò attenta a non far cadere il contenuto sulla neve. Un paio di guanti blu zaffiro sbucarono dal pacchetto, «Gli ho fatti io, mia nonna mi ha insegnato a lavorare a maglia quest’estate» ammise diventando paonazzo.

«Sono bellissimi, grazie» soffiò lei sorridendogli debolmente e infilandosi i guanti.

La ragazza iniziò a ridere, facendo notare al Weasley che aveva sferruzzato un guanto per 6 dita anziché 5, Louis le promise che avrebbe, allora continuato con le lezioni per tutta l’estate seguente.

«Perché non vuoi uscire con me?» le chiese riportando il discorso lontano dal guanto per alieni.

«La mia migliore amica, Rachel, ha una cotta per te e mi ha fatto promettere che non sarei mai uscita con te, perciò mi dispiace, ma mantengo le promesse e solo se lei cambierà idea potrei prendere in considerazione l’idea di accettare un tuo invito, Weasley.»

«Oh …  bhè allora è semplice! Al ritorno dalle vacanze Rachel ed io faremo una cenetta»

«Ma questo non cambierà nulla» gli disse April, ma lui si stava già allontanando rivolgendo un sorriso alla ragazza e raggiungendo i cugini.

«Ho un piano e mi serve l’aiuto di Lucy» sussurrò tra se e se.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatto il misfatto!

Hogsmeadeee! :3 si, Fire ha coronato il suo sogno ma Lily non si è accorta del danno creato! Povera Potter! In compenso ha avuto tanti bei dolcetti!

La nostra Roxanne è la solita ragazza che si dimentica, forse avrete già capito cosa potrà essere il regalo di Natale?! Carini Dom e Lorcan, non trovate?

Cosa avrà in mente Louis, e soprattutto perché si vuole far aiutare da quella pazza furiosa di Lucy? ò.ò

Al prossimo capitolo, recensitee!

Buongiornoavederci, Ash!

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Capitolo 6
*** Natale. ***


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«Dominique, puoi andare ad aprire la porta?» la voce di zia Hermione risuonava da un piano più in su, la bionda si diresse verso l’entrata con un agitazione che le nasceva non si sa da dove. La famiglia Scamandro con in testa Luna si presentò alla Tana per passare quella giornata assieme, la famigliola si riversò nel soggiorno già pieno di persone.

«Dom, i nostri regali sono già sotto l’albero?» sussurrò Lorcan all’orecchio della Serpeverde che sussultò appena per la sorpresa, annui senza dire una parola.

Quando la cena terminò tra schiamazzi e battute da parte dei presenti, tutti si diressero nelle rispettive camere stanchi e con gli occhi quasi completamente socchiusi, Dominique riuscì a intercettare la figura di Lorcan e richiamando la sua attenzione gli fece cenno di raggiungerla.

«Dimmi» gli disse quando furono soli in soggiorno.

«Ti volevo dare ora il mio regalo per te, domani ci sarà troppa confusione e … bhè … spero ti piaccia, tutto qui» rispose lei porgendogli un pacchettino quadrato, il ragazzo le sorrise eccitato, scartando in un instante la carta e ritrovandosi nelle mani un CD di una band indie-rock dall’aspetto babbano.

«Sono i … ehm … Panic at the disco, ho chiesto a tuo fratello che genere di musica ti piacesse e questo è un gruppo piuttosto bravo, li ho ascoltati e mi piacciono molto»

Lorcan rigirò il CD tra le mani, guardandolo con aria da esperto, lesse tutti i titoli delle canzoni sul retro della copertina mentre Dominique lo guardava di sottecchi per cercare di capire se il regalo fosse gradito o meno. «Dominique, non so come dirtelo ma … hai trovato l’unico CD della mia band preferita che mi mancava!» esclamò Lorc, fece un passo avanti per abbracciarla, ma ci ripensò subito e le strinse solo la mano, imbarazzato. Dominique era diventata paonazza, «O-oh .. bene, sono felice che ti piaccia»

«Ti ho fatto anche io un regalo» la informò il Tassorosso correndo verso l’albero natalizio che stava al centro del soggiorno, si piegò sul pavimento e scrutò tutti i vari pacchetti depositati ai piedi di esso. Quando ritornò dalla ragazza stringeva tra le mani un piccolo cofanetto rivestito da della stoffa verde, lo consegno nelle mani di Dominique.

Le dita della ragazza sfiorarono per mezzo secondo quella stoffa morbida e poi si andarono a posare sul meccanismo dell’apertura che con uno scatto secco mostrò la collana all’interno.

«E’ bellissima» sussurrò Dominique tracciando le linee del serpente che raffigurava.

«Non è un vero smeraldo» si scusò Lorcan indicando l’occhio del serpente in cui era incastonato del semplice vetro colorato di verde.

«Rimane sempre bellissima» ribatté Dominique sorridendogli, si alzò sulle punte e gli posò un bacio sulla guancia, il ragazzo tossicchiò più volte cercando di non farle notare che era avvampato.

«Vuoi che ti aiuti?» chiese Scamandro guardando divertito Dominique che cercava di far aprire l’occhiello della collana, la ragazza annuì. Lorcan le spostò i capelli, si allungo quel tanto che bastava per vedere la nuca della ragazza, le loro guancie si sfiorarono.

«Bellissima» ripeté lei guardando la collana posata sul suo petto.

«Già» concordò Lorcan fissando Dominique negli occhi azzurri.

 

***

«Mamma, ancora cinque minuti» gracchiò Roxanne rigirandosi nelle coperte, nascondendo la faccia nel cuscino. «Pss, Rox! Sono Lys!».

La ragazza aprì gli occhi, il pezzo di cielo che si poteva vedere dalla sua finestra indicava ancora il fatto che fosse notte fonda, perciò le buone maniere andarono a farsi benedire.

«Porco Godric, ma cosa cavolo vuoi a quest’ora?» sbuffò tirandosi a sedere.

«Se non vuoi il tuo regalo di Natale me ne vado subito» rispose Lysander facendo finita di ritornare sui suoi passi, ma la voce di Roxanne lo bloccò prima che potesse varcare la soglia.

«Scordatelo, dammi qua» ridacchiò facendogli un po’ di posto sul letto, il ragazzo si posò su di esso notando che i capelli della ragazza erano stati già scompigliati ad opera d’arte nonostante fosse passata solo un ora da quando fossero andati a dormire.

«Tieni» le concesse lui sorridendo, dandogli un pacchetto con un incarto perfetto, Roxanne quasi si dispiacque per la carta da regalo bellissima quando la strappò in meno di un secondo, ridendo curiosa.

Una ricordella.

«Ehi! Guarda che la prendo come un offesa!» soffiò dando un colpetto sulla nuca al ragazzo, lui rise di gusto alzando le mani in segno di resa.

«Sei tu quella che si scorda tutto, non io!»

«Te lo concedo, Scamandro … Grazie, mi sarà utile» concesse lei, sorridendogli.

«Bhè, a dire la verità c’è qualcosa in più …» affermò il ragazzo prendendo la sfera di plastica dura e posandola sul palmo della mano della Corvonero, il fumo passò immediatamente da bianco a rosso.

«Ti pareva» sussurrò Roxanne.

«Aspetta»

Nella sfera iniziarono ad affiorare parole scritte di nero, che svolazzavano dentro la sfera, nel semibuio della sua cameretta Roxanne riuscì a scorgere le parole “compiti di Trasfigurazioni” e “regalo per Zia Ginny”. «Incredibile! Come hai fatto?» esclamò Roxanne con gli occhi che le brillavano.

«Ci ho lavorato per un mesetto, dall’inizio del mese più o meno, sapevo che una semplice ricordella non sarebbe bastata per una come te …» rispose il ragazzo, guardandola negli occhi marrone scuro.

Roxanne si sporse in avanti, le sue labbra trovarono quelle di Lysander e s’intrecciarono.

Le bocche si dischiusero appena permettendo che le lingue si incontrassero e iniziassero la loro famelica danza.

«Questo è il mio regalo?» chiese confuso Lui, sussurrando appena quelle parole, non volendo staccarsi completamente dalle labbra della ragazza. Roxanne mugugno qualcosa in risposta che non assomigliava né a una negazione né a una affermazione.

Ritornarono a baciarsi.

Lysander portò le sue mani sui fianchi della ragazza, accarezzandoli, mentre Roxanne iniziava a sbottonare i primi bottoni della camicia del ragazzo, avvicinandosi sempre di più al suo corpo.

Fu in un attimo, si ritrovarono entrambi nudi tra le lenzuola azzurre a baciarsi e soffocare gemiti di piacere.

E quando il sole spuntò all’orizzonte loro erano ancora in quel letto senza vestiti, senza preoccupazioni a pensare al piacere personale.

Non sapendo che a un loro amico sarebbe stato spezzato il cuore da un momento all’altro.

 

***

«Magnifico!» sbottarono Hugo e Vanessa nello stesso istante, scartando i regali che si erano fatti a vicenda.

Entrambi i ragazzi avevano nelle loro mani una cornice che rappresentava due foto distinte, ma due foto che ritraevano gli stessi personaggi. A Hugo, Vanessa aveva regalato la foto del loro primo giorno agli allenamenti di Quidditch mentre la ragazza aveva ricevuto l’immagine che li ritraeva stesi sull’erba nelle vicinanze del Lago Nero dove si abbracciavano e si facevano smorfie buffe a vicenda.

Vanessa gettò le braccia al collo del ragazzo, stringendolo in uno dei suoi soliti abbracci togli respiro che le aveva insegnato Nonna Molly. Il rosso le scombinò i capelli, dandogli un bacio sulla guancia.

«Patetici» commentarono Lily e Lucy passando vicino a loro e dirigendosi al divano di fronte alla coppia, furono seguite pochi istanti dopo da Severus, Rose e Scorpius. Questi ultimi stavano litigando.

«Scorpius, come puoi dire una cosa del genere? Mio padre non ti farebbe mai una cosa del genere!»

«Invece si, Rosie! Non mi sopporta, lo sai benissimo … dovevo aspettarmi di trovare della cacca di gatto tra i miei vestiti»

Scorpius era l’unico della famiglia Malfoy ad aver accettato l’invito alla Tana, rimanendo come tutti gli altri ospite per quella notte, Ron Weasley fece la sua entrata nel salotto proprio in quel momento salutando allegramente tutti i ragazzi.

«’Giorno a tutti … oh Scorp! Dormito bene?» chiese con un sorrisetto compiaciuto, dirigendosi immediatamente verso la cucina.

«Visto?!?»

«Sciocchezze tesoro!» commento la Grifondoro sventolando la mano, come per scacciare via una mosca.

La porta d’ingresso suonò.

«Vado io» commentò Lily alzandosi in piedi e saltellando verso l’entrata, fece il suo ritorno dopo pochi minuti richiamando l’attenzione di Severus e annunciandogli che Jane era alla porta e voleva parlargli.

«Perché non l’hai fatta entrare?» chiese il Serpeverde stizzito.

«Guarda che io l’ho invitata, lei ha detto che vuole stare con te in privato» rispose Lily secca.

Lucy guardò il cugino negli occhi verdi, sorridendogli appena e incoraggiandolo ad andare alla porta.

Quando Severus vide Jane sull’uscio della porta la ragazza era sul punto di una crisi emotiva, aveva gli occhi gonfi e poco colore sulle guancia, «Buo-- ..» provò a dire il ragazzo ma lei lo zittì con quattro parole.

«Ti ho tradito Al»

Il ragazzo fece un espressione perplessa, non capendo quello che la ragazza volesse dirgli.

«I-io … ti ho tradito … durante le vacanze sono stata a letto con un altro ... non volevo, te lo giuro, io non sapevo cosa mi passasse per la mente … Lucy l’ha scoperto … non so  … lei, mi ha detto di dirtelo … non volevo, non volevo …. Oh, Severus … ti prego, no … non guardarmi così» balbettava Jane Zabini in preda ai singhiozzi che facevano uscire le parole dalla sua bocca come rantoli.

E poi ci fu un suono, un suono che solo Severus sentì.

Qualcosa che si rompeva, si , ma cosa?

Poi il ragazzo capì. Era il suo cuore.

Quella cosa inutile che sembrava scoppiargli nel petto, che gli urlava di fare qualcosa.

Oh no, no … non avrebbe fatto nulla. Perché avrebbe dovuto?

L’unica persona che aveva amato davvero, a cui aveva regalo tutto il suo amore l’aveva appena deluso.

Tradito.

Sei un povero stupido Severus, le persone ingannano, mentono, illudono.

Tu non sei un eccezione. Sei solo un altro stolto che ci è cascato.

«Buon Natale, Jane»

Il ragazzo chiuse la porta della casa, non curandosi della Serpeverde che cercava di tenerla aperta, dicendo parole che si annullavo pochi millimetri prima di raggiungere le orecchie del ragazzo.

«Tesoro, chi era?» chiese Zia Audrey una volta che il nipote fece ritorno dall’ingresso.

«Nessuno» rispose lui.

 

 

 

 

 

Fatto il misfatto!

Anche da loro è Natale, come son carini Lorcan/Dominique e Hugo/Nessa? *-*  Mi dispiace per il povero Severus, la maggior parte di voi avevano già indovinato che Jane l’avesse tradito (tranquille, non con Hugo u.u) eh, si  … ROXANNE E LYSANDER SI DANNO DA FARE! lol

Vedremo come va a finire questa storia ;)

Grazie alle 19 ragazze che seguono questa ff e alle 5 che l’hanno aggiunta tra le preferite :D

Commentate e passate anche da una mia nuova storia che si chiama ‘Dominique Weasley.’ (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=900990&i=1)

Buongiornoavederci, Ash.

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Capitolo 7
*** Quidditch. ***


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«Gentaglia! Siamo ritornati dalle vacanze più belli e raggianti che mai, eh? Tranne tu, Stinson che sei ogni giorno più brutto … usi qualche pozione forse, dimmelo se lo fai così ne starò alla larga! Ma non siamo qui a tingere ippogrifi!! Io sono la vostra telecronista preferita Lucy Weasley e quella che starete per vedere è la tanto attesa partita tra Tassorosso contro Grifondoro! È appena arrivato lo schieramento delle varie casate …. Per i Grifoni in porta Hugo Weasley, battono Vanessa Paciock e Katie Jordan, cacciano Augustus Robins e Jack Reaser, come di consueto il boccino è sotto le attenzioni del nuovo capitano: Rose Weasley … mentre per i Tassi lo schieramento rimane quello della scorsa partita: Harry Smith in porta, le possenti gemelle Emily e Amber Carter sono le cacciatrici, battono Gaspard Cox e Jamie Butler; Rosie te la dovrai vedere con Jason Baston per la cattura del boccino. Madama Bomb, in tutto il suo splendore … ehi, non mi guardi così, non era una battuta! Cosa avrei dovuto dire, che è vecchia e decrepita? No, allora mi lasci continuare … dicevo, quella giovincella di Madama Bomb ordina ai capitani un gioco pulito e regolare, probabilmente non ha visto le Carter farsi l’occhiolino … I giocatori acquistano quota, il boccino viene liberato … che il gioco abbia inizio gente! » urlò euforica Lucy aggrappandosi al microfono e dando il meglio di sé come telecronista, non amava volare ma le piaceva vedere la sua famiglia praticare quello sport.

«Ricordiamo a tutti che le scommesse sono aperte … eh, cosa? Certo che no, certo che no professor Vitius non sto mica dicendo agli studenti che mia cugina Lily Potter è seduta all’ultima fila del settore D e accetta anche sterline babbane … non mi permetterei mai signore! Jason Baston è vicinissimo al boccino, gente! Attenzione: Reaser è riuscito a far punto, mi dispiace Smith ma … 10 a 0 per i Grifondoro …
Psss, ehi Lily, qualcuno ha puntato? Si? Bene …»

La partita andò avanti per un oretta piena, facendo mozzare il fiato in gola a tanti tifosi, dal lato dei Grifondoro un gruppetto di ragazzine acclamava il nome di Hugo cercando di attirare la sua attenzione, ma il rosso non perdeva d’occhio il campo e i suoi avversari.

«Ci siamo ragazzi … Nessa, che colpo! La ragazza è riuscita a far perdere la concentrazione al capitano dei Tassorosso, Jason, e Rose Weasley ne ha approfittato per distanziarlo … allunga la mano per prendere il boccino … Siiiiii! GRIFONDORO VINCE!! QUANTO, LILY? SIIII, SIAMO RICCHE!» strillò la ragazzina alzandosi in piedi e improvvisando un balletto sul posto, fu richiamata all’ordine da un professore non identificato.

«Grazie per aver presenziato ragazzi, alla prossima! Eh no, Stinson non c’è l’avevo con te …»

 

***

I giocatori di Grifondoro planarono dopo aver fatto diversi giri del campo in volo, abbassandosi sulla folla per battere qualche cinque e lanciare qualche sorriso. Nessa era completamente rossa in volto, stremata dalla fatica e orgogliosa di quello che aveva fatto, appena posò il piede per terra tutti gli studenti della propria casata si avvicinarono a lei e alla squadra, circondandoli e urlando complimenti.

«Nessa, sei stata strepitosa!» le urlò Hugo posandole una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.

«Grazie! Tu di più! Il modo in cui hai parato l’ultimo colpo … wow!» gridò lei per sovrastare le urla della folla che ora aveva preso Rose in braccio e la stava portando trionfante al castello.

Hugo quasi non pensò a quello che stava facendo quando, catturando ancora una volta le attenzioni della migliore amica la baciò. Un bacio veloce, quasi insapore.

Si guardarono allarmati per pochi secondi, quanto bastava affinché le ammiratrici di Hugo la spintonassero di lato senza considerazione per dare al ragazzo tutte le attenzioni che meritava.

Il frastuono della gente era ovattato, quando arrivava alle orecchie della Paciock.

Per chissà quanto tempo rimase immobile in quel posto cercando di collegare quello che aveva visto con quello che in realtà era veramente successo.

Aveva visto il suo migliore amico posare le proprie labbra sulle sue.

Ma si erano baciati?

No, no … un semplice sfioramento, l’avranno sicuramente spinto verso di me, pensava la sua parte razionale.

Portò le dita tremanti a sfiorare le labbra, le senti accalorate come se urlassero è successo, è successo davvero!

Ma lei a quale parte di sé doveva dare ascolto?

 

***

«Molly!»

La ragazza dai capelli turchesi si voltò confusa, cercando l’origine della voce che l’aveva chiamata, dalla semi ombra all’uscita degli spogliatoi di Tassorosso notò la figura di Jason Baston che le sorrideva salutandola con la mano. Aveva i riccioli rosa completamente bagnati e ancora gocciolanti.

«Bella partita, peccato …» disse la Weasley avvicinandosi al ragazzo che aveva fatto qualche passo verso di lei. «Già, dovrò fargli allenare di più a questo punto!»

«Hai già fatto le nuove audizioni per i portieri?»

«No, ancora no … sei interessata?» chiese Jason sorpreso, tutta Hogwarts sapeva che Molly Weasley era la strega più brava di tutto l’istituto, addirittura più di Rose. Baston non se l’era mai immaginata su una scopa con la divisa della loro casata, ma l’idea non gli dispiaceva affatto …

«Bhè, a dire la verità si … sono piuttosto brava, cioè … potrei provarci» disse emozionata, mentre le guancie si tingevano di un rosso spento.

«Si faranno tra meno di due settimane, più o meno» confermò il ragazzo sorridendo, abbassò lo sguardo sulla tracolla che aveva con se e da essa ci estrasse un foglio di pergamena stropicciato che annunciava l’imminente selezione per la squadra di Tassorosso.

«Cosi presto?»

«Hai visto anche tu che cosa è successo oggi … Non possiamo perdere tempo, se vuoi qualche lezione per affinare la tua tecnica ti potrei dare qualche lezione io … bhè … sempre che tu voglia, sia chiaro!» affermò il ragazzo, passandole il foglio con mano tremante.

«Si, accetto» trillò lei restituendoli il sorriso.

«Bene»

«Bene»

«Non vedo l’ora»

«Neanche io»

«Entrerai di sicuro»

«Lo spero davvero!»

Po si diressero verso il castello per la cena, non notando che due ragazzini a pochi metri da loro avevano iniziato una conversazione tutt’altro che piacevole.

 

***

«Lily!» la salutò Fire avvicinandosi. Inciampò qualche volta tra gli spalti ma poi riuscì a raggiungere la figura minuta della ragazza che si era voltata nell’udire la sua voce.

«Finnigan» disse di rimando lei, alzando il capo in cenno di saluto.

«Avete raccolto molto?» chiese il ragazzo indicando un bel gruzzoletto che la ragazza aveva conservato in una busta trasparente, tintinnava rumorosamente ad ogni movimento della Tassorosso.

«Abbastanza da aver riacquisito tutti i soldi spesi per i regali di Natale» affermò alzando appena le spalle.

Camminarono in silenzio fino all’uscita del campo quando Fire aprì bocca Lily si maledì.

«Mi hai baciato a Hogsmeade?»

«Quello? Non era mica un bacio!» Bugiarda.

«Oh … allora cos’era?»

«Un modo per prendere la liquirizia» Mezza bugia.

«Con le tue labbra sulle mie?»

«Si!» Giusto.

«Quindi … quindi tu non provi assolutamente niente per me?»

«Nulla» Bugiarda, bugiarda, bugiarda!

«Oh, scusami … Ehm, è solo che … devo andare, ci vediamo» sussurrò Fire, i suoi occhi neri come il carbone furono attraversati da un ombra delusa che cercò di mascherare con un finto sorriso. Quando s’incamminò verso la Sala Grande i suoi  piedi chiedevano il permesso di ritornare da Lei, la sua bocca voleva rincontrare la sua e i suoi occhi neri volevano riflettere di nuovo quelli azzurro acqua della ragazza.

Lily pensava a quello che era successo pochi minuti prima, mentre saliva le grandi scale che l’avrebbero portata al proprio dormitorio.

«Ho sistemato tutto» Idiota.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatto il misfatto!
Perdonate il mio luuuunghissimo ritardo! Causa genitori e il mio caratterino non proprio gentile e accondiscendente ...
Questo capitolo è un po' noioso, ma è soprattutto di 'transizione'. Necessario!
L'ho ravvivato con un bacio (spero atteso) tra Hugo e Nessa! :3 maaaa quanto sono carini? *-*
Baci baci!
Ash.

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Capitolo 8
*** Notizie inaspettate. ***


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Louis arrivò nella Sala Grande con mezz’ora di ritardo, andò verso il tavolo dei Tassorosso dove Rachel lo stava aspettando.

«Louis!» trillò appena lo vide, incurante del ritardo del ragazzo. Lui si schiarì la voce e si gettò su una panchina, riempiendosi il piatto di tutte le pietanze che li capitavano a tiro.

«Scusa, mi stavo specchiando e sono stato colto all’improvviso dalla mia bellezza che non riuscivo a staccare più gli occhi dallo specchio»

La ragazza lo fisso scettica, scrollò le spalle e iniziò a parlare, «Lo sai che ho preso E in Cura delle Creature Magiche oggi?»

«Ma davvero? Con quale creatura avevi a che fare?»

«Schiopodi Sparacoda»

«Bhè, non mi sembra tanto sorprendente … vi sarete capiti benissimo facendo parte della stessa razza!» affermò Louis iniziando a ridere, Rachel lo fulminò con lo sguardo tornando a sorridere un attimo dopo. «Sei bello e spiritoso, Lou!»

«Grazie, una cosa che non si può dire di te …» grugnì lui sbuffando. La Grifondoro rise divertita, mangiucchiando un po’ di pollo dal piatto della sua cena.

Louis, invece non toccò più cibo. «Allooora, cosa hai fatto tu, tutto il giorno?»

«Cercavo dei pretesti per non uscire con te, Rachel» disse lui sorridendo.

«Ahahah, sei carino quando sorridi! No, sul serio … cosa hai fatto?» continuò lei curiosa.

«No, a dire la verità è proprio quello che ho fatto» tagliò corto Weasley.

«Piuttosto - continuò lei non demordendo - come mai sei tanto interessato alla mia amica April?»

Louis deglutì rumorosamente e poi snocciolò «Perché è carina, intelligente, spiritosa e sa quando smettere … sinceramente non capisco cosa abbiate in comune, siete l’opposto».

Rachel si alzò di scatto, dimostrando che il Cappello Parlante non aveva fatto male a smistarla in Grifondoro e sibilò al ragazzo «Bene! Forse è il caso che tu esca con lei, allora … Questo è da parte sua!» disse gettando in faccia al ragazzo un pacchettino con una carta Natalizia, grazie al cielo Louis aveva degli ottimi riflessi e si scansò. La ragazza andò via impettita, e dopo qualche minuto Louis si diresse a tutta velocità verso i bagni maschili del terzo piano. Appena aprì la porta si senti accorciare, i capelli iniziarono a crescere dal cranio e a tingersi di un rosso scuro mentre sul petto nascevano delle piccole protuberanze.

Finalmente normale, pensò Louis … o meglio: Lucy.

Il vero Louis uscì proprio in quel momento da uno dei tanti bagni, e rivolgendosi alla cugina che aveva preso le sue sembianze chiese «Tutto a posto, grazie per essermi fatta vendicare di quella ochetta!» affermò battendo le mani contenta.

«A cosa serve la famiglia, altrimenti? Cosa ha detto esattamente?»

«In qualche modo ti ha dato il permesso di uscire con April, e ha detto che la McAdams ti manda questo … e farei meglio a non avvicinarmi a Rachel per qualche settimana» rispose Lucy consegnando il pacchetto che il ragazzo aprì immediatamente.

«Dei guanti con sei dita? Patetico …» affermò Lucy, scrollando la testa delusa.

 

***

Scorpius sbadigliò, portandosi una mano tra i capelli per scompigliarli. Aprì la porta della sua camera, l'essere Caposcuola gli concedeva il privilegio di avere una stanza solo per lui. «Che sonno» mormorò tra se e se togliendosi le scarpe e spostando la tenda verde del baldacchino; dei capelli rossi e ricci facevano capolino dalle coperte.
Scorpius sorrise, posando delicatamente un bacio sulla guancia candida di Rose, si accorse che il volto era stato solcato da lacrime: era successo qualcosa di troppo brutto o molto bello, la Grifondoro non era tipo da piangere per un non-nulla.
Dopo pochi minuti Malfoy si stese nel letto accanto alla rossa, abbracciandola da dietro, Rose si svegliò.
«Scorpius?» soffiò con la voce impastata dal sonno.
«Si ... dormi»
«No! ... Scorpius ...» la voce della ragazza si era fatta più triste e roca, aveva ricominciato a piangere. Il Serpeverde pensò che la fidanzata parlasse nel sonno, ma quando Lei si voltò verso di Lui e lo fissò negli occhi azzurro ghiaccio si ricredette immediatamente.
«Cosa ti è successo Rosie?» chiese preoccupato.
la rossa affondò la faccia nel petto del ragazzo, trattenendo il respiro. «Rose?!» la richiamò lui, prendendo il volto della Grifondoro tra le mani e ritornandola a guardare in faccia. Gli occhi di Rose erano lucidi per le lacrime che vi traboccavano e cadevano silenziose sulle guancie, gli sguardi dei due ragazzi si incontrarono … e Scorpius capì.

«Sono incinta» sussurrò Rose.

Il ragazzo rimase immobile per diversi minuti, ogni pensiero che aveva si annullava appena iniziava a farsi più  concreto.

«Da quanto lo sai?» gracchiò riemergendo dallo stato di silenzio.

«Ne ho avuto un’idea a Natale, non facevo altro che vomitare mentre nonna cucinava, ma ne ho avuto conferma solo questa mattina» disse con fermezza, la voce si era fatta più stabile, aveva smesso di piangere. «Chi altro lo sa?»

«Molly mi ha vista vomitare una volta, sospetta qualcosa … nessun’altro»

«E’ fantastico»

«Cosa?»

«Il fatto che io ti ami e che ami già questo bambino … saremo una vera famiglia … t-tu lo vuoi tenere, vero?», Scorpius aveva ripreso colorito e sorrideva apertamente, aveva gli occhi emozionati di chi aveva visto un futuro splendente e pieno d’amore.

Rose lo baciò con trasporto, non staccandosi dalle labbra del ragazzo disse «Certo che lo voglio! Certo che voglio il nostro bambino!», e lo baciò ancora.

E ancora.

E ancora.

E ancora.

«Saremo una famiglia» sussurrarono nello stesso istante.

 

***

La mattina seguente Scorpius e Rose diedero la notizia ai loro amici, pregandoli di non dire nulla ai rispettivi genitori, poiché avrebbero dovuto farlo loro personalmente e trovando le parole giuste. In realtà Scorpius temeva l’arrivo inaspettato di Ron Weasley nella scuola che lo sfidava ad un duello all’ultimo sangue. Le reazioni dei cugini furono tutte inaspettate, nessuno li rimproverò per la scelta di portare avanti la gravidanza.

Dominique: «Oh mon Dieu! Oh mon Dieu! È una cosa così bella, così bella! No, no … tranquilla Rosie non piango, non sono lacrime queste! Così bella!»

Molly: «Devo ammettere che l’avevo capito quando ti ho vista vomitare, ma non ho azzardato conclusioni perché avresti potuto aver mangiato qualche schifezza preparata da Roxanne, sono così felice che terrete il bambino!»

Roxie: «Ehy! Un bambino … un coso che fa popò da tutte le parti, strilla e ti fa strappare i capelli dalla disperazione? FANTASTICO!»

Severus: «Si, un bambino è come te, Roxanne! Sono così felice per voi, un bell’impegno a quest’età! Soprattutto considerando che zio Ron … forse non è il contesto adeguato, ne parleremo poi!»

Louis: «Questa si che è una figata, ti vedevo un po’ più cicciottella Rose!»

Lysander: «Louis, al secondo mese di gravidanza non si vede la pancia, forse questa avresti potuto risparmiartela … congratulazioni!»

Lily: «Perche tutti parlate al maschile, eh? Vi voglio far notare che potrebbe essere una bellissima BAM-BI-NA! E in quel coso ovviamente le darete il mio nome, veeero?»

Lorcan:«Wow, questo significa che avete fatto sesso quando io e Dominique abbiamo coperto i vostri turni da Prefetti??»

Lucy: «SIIIII! FINALMENTE NON SARò LA Più PICCOLA!»

Nessa: «Per tutte le Cioccorane! Venite qui! … Dai Scorp, un bel bacetto! … SAI DOVE TE LO PUOI INFILARE QUEL DITO?»

Hugo: «Porco Godric … diventerò zio.»

 

***

Roxanne camminava spedita verso la serra di Erbologia, indossando dei paraorecchi di pelo giallo. Una volta dentro vide Lysander che aveva già iniziato a prendere le Mandragole e a trasportarle nei vasi senza terra, la ragazza gli si avvicinò sorridendogli e iniziando a estrarre con attenzione le piantine dal terriccio. «Se tu mettessi un decimo di attenzione nello studio di quello che metti ad architettare scherzi, saresti più brava addirittura di Molly» disse Lysander ridendo.

La ragazza scrollò le spalle, «Ma non avrei le stesse soddisfazioni»

«Per chi sono questa volta?»

«Non lo so, forse per le Serpi, devo ancora decidere …»

Dopo qualche minuto, tutte le Mandragole erano nude nei loro vasi, tutte completamente addormentate poiché il ragazzo aveva lanciato un incantesimo su di esse. Roxanne cacciò dallo zaino il Mantello dell’Invisibilità che si era fatta prestare da Lily quella stessa mattina, dopo l’annuncio di Rose e Scorpius. Lo gettò addosso a Lei e Lys e iniziarono a camminare verso il Castello, mentre Roxanne borbottava pro e contro su ognuna delle Casate, alla fine scelse di optare per i Serpeverde, si infiltrarono nei Sotterranei e misero un paio di Mandragole nella Sala Comune e una in ogni stanza, Lysander fece in modo che l’incantesimo che aveva lanciato avesse fine alle 22, quando tutti sarebbero ritornati nelle loro Sale dopo la cena.

«Fatto» disse Scamandro quando finì con l’ultima mandragola, la sua strana fossetta uscì sulla guancia. Roxanne deglutì rumorosamente, consigliando al ragazzo di uscire dai Sotterranei. Pochi secondi dopo erano sulla Torre di Astronomia, guardando il cielo tingersi di violetto.

«Sei una ragazza strana Rox»

«No, sono le altre che sono troppo normali» precisò Lei ridendo.

Lysander si voltò verso di lei, spostò una ciocca dei capelli ondulati di Roxanne che le copriva gli occhi e poi la baciò. La ragazza farfugliò qualcosa contro le sue labbra prima di rispondere al bacio con un altro meno casto, il Corvonero le accarezzo i capelli facendosi spazio fino alla nuca, portando più vicino il volto della ragazza. Roxanne gli saltò letteralmente addosso, arpionando i fianchi del ragazzo con le sue gambe.

«Lys …» sussurrò prima di cominciare a rivivere la notte passata alla Tana.













Fatto il misfatto! :3
Salve a tutti! Ebbene si, io amo Lucy con ogni parte del mio corpo! :) Ecco cosa aveva in mente Louis!
Rose ... bhe! dalla 'coppia #1' di Hogwarts ce lo saremmo aspettato no?! Ora anche Scorp e Rose avranno uno spazio tutto loro :)
E infine Roxanne e Lysander ... LI AMO! *^* Vorrei un seguito dei film di Harry Potter soprattuto per vedere come e chi sarebbero stati i veri Rox e Lys, senza dubbio! Ora mi metto nelle vostre mani, commentate e fatemi sapere se la storia vi affascina, o se la trovate noiosa .u.

Un altra mia storia tutta incentrata su Dominique/Lorcan (si, c'è ovviamente anche la coppia Rox/Lysander) è qui: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=900990 

Per il momento ho pubblicato solo tre capitoli :)
Buongiornoavederci, Ash!

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Capitolo 9
*** Passi, Allenamenti di Quidditch e Parolacce. ***


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Vanessa guardò distrattamente l’orologio che aveva al polso, mancavano ancora 11 minuti alla lezione di Divinazione. Camminava velocemente …

Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra.

Svolta l’angolo, abbassa gli occhi per sistemare la tracolla che le faceva troppa pressione sulla spalla destra.

Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Stop.

E poi tutti i suoi pensieri vennero lacerati, tutte le sue speranze e immaginazione, tutte le possibili gioie future. Vennero spazzate via ancor prima che gli occhi della Paciock trasmettessero e al cervello l’immagine vista. C’era qualcosa di sbagliato, se lo sentiva, in quello che aveva visto.

Forse avrebbe dovuto essere lei la ragazza avvinghiata al corpo di Hugo in quel momento, lei doveva ricevere qui baci veloci sul collo e a lei avrebbe dovuto essere rivolto il sorriso che stava nascendo sul volto del ragazzo. Già, forse avrebbe dovuto essere lei … ma era Ashley Rathbone, una ragazzina del 5°anno di Serpeverde.

Hugo si voltò proprio in quel momento, prima che Vanessa indossasse una maschera d’indifferenza invece di quella delusa che aveva. Il rosso scansò la Serpeverde spostandola leggermente affiche potesse fare qualche passo verso la migliore amica.

«Nes-» iniziò lui, ma subito venne zittito dalla ragazza.

«Stai zitto» sibilò la bruna sottovoce, i suoi occhi si posarono in quelli azzurri del ragazzo, Hugo vide che non brillavano di una luce vivace e allegra come sempre ma erano così spenti da sembrare perfino neri.

«Ehi V. cosa c’è che non va?» chiese titubante facendo qualche passo indietro.

«Cosa c’è che non va?» ripeté lei con un misto di rabbia nel tono della voce.

Il rosso annui impercettibilmente, Vanessa si avvicinò di più a lui erano a pochi millimetri di distanza Hugo era di due o tre centimetri più alto della Paciock, per questo era leggermente piegato verso di lei.

La Grifondoro iniziò a parlare sottovoce, affinché solo lui potesse ascoltare quello che gli stava dicendo, «C’è che sei disgustoso, e mi fai schifo Weasley».

Il cuore di Hugo mancò qualche battito, era spaventato. Non sapeva dire da cosa derivasse esattamente il suo stato probabilmente dal fatto che le parole uscirono dalla bocca della ragazza senza tono, come una cantilena … oppure il sorriso spento che gli rivolse lei prima di andarsene. Magari  -però- era tutta colpa del fatto che non gli aveva lanciato maledizioni o insulti spregevoli, aveva semplicemente detto delle paroline che messe in una frase erano più dolorose di mille Crucio.

E così Hugo Weasley rimase immobile in quel corridoio, non sapendo ancora che un pezzetto del suo cuore si era distaccato da lui, e stava camminando verso l’aula di Divinazione, con passi lenti e regolari …

Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra ….

 

***

«Grazie Molls, non saprei cosa avrei fatto senza di te!» disse senza peli sulla lingua Jason, scoccando un’occhiata riconoscete alla ragazza dai capelli azzurri che gli sedeva davanti con un libro aperto.

«Tu fai un favore a me e io uno a te, è cosi che funziona. No?» chiese facendo una risatina che affogo subito nella sciarpa. Il ragazzo annuì, battendo i denti per il freddo «Cavolo, potrebbero mettere il riscaldamento anche qui in Biblioteca!»

«Non possono, il calore danneggerebbe alcuni libri molto antichi» rispose Molly alzando le spalle, prese un’altra sciarpa gialla e nera dalla sua tracolla e la gettò al ragazzo; Jason l’avvolse subito intorno al collo, sfregando le mani sul viso.

«Come mai non hai capito questa lezione?»

«Sai, Keira mi ha fatto perdere i nervi qualche giorno fa … E non sono riuscito a pensare ad altro che alla nostra litigata per tutta la giornata, questo ha fatto sì che non mi applicassi a lezione» le confessò lui indicando il libro di Storia di Hogwarts che aveva vicino la ragazza.

«Quindi … vi siete lasciati?» domandò la Weasley abbassando lo sguardo.

«No, solo una litigata, accade spesso …»

«Bene»

«Come scusa?» chiese Baston ridendo e facendo uno sguardo perplesso alla ragazza. Lei divenne rossa in un battibaleno, il viso rosso scarlatto dava un contrasto assurdo con i capelli azzurri, aprì la bocca per replicare ma non uscì neanche un filo di voce. In compenso fu Jason stesso a toglierla dall’imbarazzo «Tranquilla, ho capito che non intendevi “bene” in quel senso!» e gli fece l’occhiolino.

«F-forse è meglio se iniziamo con la lezione, eh?»

«Forse è meglio» affermò ridendo apertamente. Molly venne contagiata dalla sua risata e iniziò a ridere ad alta voce anche lei, prima che la Bibliotecaria arrivasse e con una bella ramanzina su come comportarsi civilmente e avere rispetto dei libri li facesse tacere una volta per tutte.

Quando la ripetizione finì, il rapporto tra i due ragazzi era diventato più solido, tant’è che Molly diceva tutto quello che le passasse per la mente senza aver paura di venire fraintesa ancora una volta.

«Come mai i tuoi capelli sono rosa?» buttò lì la Weasley ad un certo punto, una volta che furono usciti dalla Biblioteca, osservando con attenzione i riccioli rosa che danzavano ad ogni passo del ragazzo.

«Ehmoddio! Quanto s’è fatto tardi! Ehm … forse è meglio che vada, ho la riunione con la squadra» si giustificò lui, dandole un bacio sulla guancia e imboccando il primo corridoio.

«Ok … ciao!» gli urlò dietro Molly, scosse la testa e si avviò verso i dormitori cercando di dare una spiegazione allo strano comportamento del ragazzo.

 

***

 

Lorcan s’incamminava verso il Lago Nero, quel giorno era piuttosto affollato poiché, anche se c’era ancora una temperatura piuttosto gelida, il sole splendeva in cielo. Quindi la maggior parte degli studenti approfittavano di quel regalo per saltare le lezioni e godersi un po’ di divertimento.

Una chioma particolarmente bionda catturò l’attenzione del ragazzo, che senza farsi notare la raggiunse.

«Bu!»

«Acciderbolina, Lorc! Mi hai fatto prendere un colpo!» gridò Dominique portandosi una mano al petto, intanto era sbiancata. Lorcan non si accorse dello spavento procurato alla ragazza si mise piuttosto a ridere divertito. «Acciderbolina? Tu hai detto davvero acciderbolina?» chiese con le lacrime agli occhi.

La ragazza intanto l’aveva invitato a sedere sull’erba, rivolgendogli uno sguardo perplesso chiese «Si, perché?».

«Bhè, visto che Roxanne Weasley è la tua migliore amica ero convinto piuttosto che tu avessi un linguaggio un po’ più … più … scurrile!?» affermò cercando la parola giusta.

«Oh -sussurrò la ragazza, si stava grattando la nuca imbarazzata- ecco, un'altra cosa che non ho mai fatto è dire una parolaccia»

«Mai?» chiese Lorcan strabuzzando gli occhi.

«Mai» confermò la Serpeverde.

«Bene, non puoi passare un anno qui a Hogwarts senza eliminare qualcosa dalla tua lista di cose da fare, quindi ora io dirò una parola e tu la ripeterai a voce più alta della mia, ci fermeremo solo quando l’uno pregherà l’altro di stare in silenzio» snocciolò Lorcan rivolgendo un sorriso amichevole alla ragazza, lei annui divertita.

«Merda» iniziò lui.

«C-che? Davvero?»

«Merda» insistette Lorcan.

«Merda» borbotto Dominique, diventando tutta rossa in viso.

«Merda» disse il ragazzo a voce più alta, come se stessero chiacchierando normalmente.

«Merda»

«Merda»

«Merda»

«Merda»

Il tono della voce era diventato molto alto, simile a quando si cantano delle canzoni da ubriachi; toccava a alla Weasley.

«MERDA!» urlò la ragazza, ridendo divertita; una ragazzina che passava lì vicino la guardò sconvolta, la bionda ammutolì subito.

«MERDAAA!» tuonò Scamandro, ricominciando a ridere.

Dominique si sentiva bene con lui, qualcosa scattò nel suo cervello, qualcosa che le permise di fare quello che stava per fare senza provare imbarazzo o rimprovero per se stessa.

«MERDA! MERDA! MERDA! … MERDAAAAA!» strillò a pieni polmoni. Tutti gli studenti si voltarono a guardare quella strana coppia che diceva parole poco adatte, ma la Weasley non se ne preoccupò stava riempiendo nuovamente i polmoni di aria per gridare un’altra volta.

Si ritrovò stesa a terra, con il corpo di Lorcan distesa sul suo e la mano del ragazzo sulle sua labbra.

«Hai visto!!!» sussurrò lui rosso in viso, tolse la mano dalla bocca della Serpeverde che gli regalò un sorriso soddisfatto e divertito. Lorcan si sporse un po’ di più verso il suo viso, le punte dei loro nasi si toccavano e i loro respiri si fondevano in uno solo, vide Dominique chiudere gli occhi …

«SIIIIIII! BACIALAAA!» trillò una voce alle loro spalle, i due ragazzi sussultarono e si voltarono verso il Lago dove due testoline rosse sbucavano da un cespuglio, Lily balzò il piedi.

«Cavolo Lucy, quello schiaffo mi ha fatto male! Ma che cos’ho  … oh… ti prego dimmi che non ho urlato»

«Invece si, lo hai fatto» si lagnò Lucy sbucando un attimo dopo, indicando Dominique e Lorcan che le stavano guardando sconvolti.

«Fate come se non ci fossimo, continuate pure» affermarono in coro ritornando dietro al piccolo cespuglio.

Dominique riuscì a rimettersi in piedi, lasciando un Lorcan ancora basito nella stessa posizione.

«Venite qui» sibilò la cugina puntando un dito a indicare un punto davanti a se. Lucy e Lily, spintonandosi le andarono incontro.

«Sapete che questa me la pagherete, vero?»

Le due ragazze annuirono, abbassando gli occhi.

«Sapete anche che chiederò aiuto a Roxanne, non è cosi?»

Le due cuginette si guardarono terrorizzate, entrambe si gettarono ai piedi di Dominique urlando «NO! ROXANNE NO!»

«Oh si -confermò la Serpeverde- Roxanne si»











Fatto il misfatto :3
Eccoci qui con un'altro nuovo capitolo! Ringrazio tutti quelli che seguono questa fic, che l'hanno aggiunta tra le preferite e che soprattutto recensiscono facendomi sapere quello che pensano del mio lavoro! ;)
Grazie ancora a tutti, spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo :*
Passate dalla mia altra FF su Dominique Weasley se vi va'! :D
Buongiornoavederci, 
Ash.

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Capitolo 10
*** Il nuovo amichetto di Roxanne. ***


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Severus stava camminando vicino alla Foresta Proibita, pensando e canticchiando tra se prima di vedere la figura di una ragazza smilza e dalla pelle mulatta camminare nella sua direzione, a prima vista l’aveva scambiata per una Roxanne molto tranquilla ma man mano che la figura avanzava aveva riconosciuto la persona, si voltò di scatto e fece i primi passi per allontanarsi da quel luogo quando la voce della ragazza chiamò «Albus, ti prego fermati … Albus, guardami!» gli gridò dietro Jane correndo verso il ragazzo, lui si fermò all’improvviso voltandosi lentamente verso la Serpeverde.

 «Non chiamarmi così, Jane» sibilò il ragazzo, gli occhi verdi smeraldo fiammeggiavano in quelli marroni scuro della Zabini.

«Mi stai pedinando ragazzina?» chiese il Serpeverde lanciandole un sorriso senza emozione, che la fece rabbrividire di paura, non era più il Severus di un tempo, il ragazzo allegro e impacciato era diventato un robot freddo che non s’interessava a nulla al di fuori della sua famiglia.

«Pedinando? », mentii Lei.

«E allora come me lo spieghi il fatto che da qui a una settimana t’incontro sempre in posti deserti, quando non c’è nessuno nei paraggi?» chiese il ragazzo con un tono ironico nella voce.

«Destino? » rispose Jane avvicinandosi sempre di più al ragazzo, finché non si trovò a circa mezzo metro di distanza. «Io la chiamo Mappa del Malandrino, se non ti spiace.» commentò lui tendendo la mano, «Nessuno te lo impedisce».

«Ridammi la Mappa, Jane. È un oggetto importante».

La bruna prese una foglio ripiegato e stropicciato dallo zaino che aveva sulle spalle, lo consegnò a Severus sussurrando le sue scuse e dicendo che gliel’aveva prestata Lucy.

«Sev io non volevo fare quello che ho fatto … se aspetti un attimo ti spiego tutto, te lo giuro no-»

«Basta!» urlò lui guardandola in cagnesco, «Ho passato tutta la vita ad aspettarti Zabini,non sapevi quello che provavi, poi c’è stato il problema della tua famiglia, non eri pronta, non era il momento … Cazzate! Quanto avrai fatto aspettare quello, eh? Due minuti, il tempo di toglierti i vestiti di dosso?» sibilò arrabbiato.

La ragazza alzò una mano, ma Severus capì velocemente le sue intenzioni e la bloccò.

«Schiaffeggiarmi? Addirittura?»

«Potter, sarai il ragazzo che amo di più a questo mondo ma non ti permetto di parlarmi in questo modo» rispose secca lei, cercando di liberarsi dalla stretta.

«Altrimenti il tuo paparino viene ad ammazzarmi? Non ne dubito, visti i trascorsi della tua famiglia» affermò il Serpeverde.

Jane Zabini sbiancò di colpo, riuscendo a fare qualche passo indietro solo perché il ragazzo non teneva più stretto il suo braccio. Albus guardò rammaricato l’espressione di dolore dipinta sul volto della ragazza, si maledì per aver detto quelle parole che non aveva mai pensato davvero, avrebbe voluto rimangiarsi tutto ma oramai era troppo tardi.

«Bhè, Potter … scusa se esisto» soffiò Jane prima di iniziare a correre veloce verso il castello, incurante dello zaino che aveva lasciato cadere sull’erba. Severus provò ad afferrarla ma la ragazza sgusciò via velocemente, e a lui non rimaneva altro che urlare ad alta voce il suo nome.

 

***

 

La Stanza delle Necessità si era trasformata per l’occasione in un piccolo ristorantino accogliente, al centro del locale un solo tavolino con due lunghe candele alla vaniglia e qualche fiore sparso sulla tovaglia color crema. «Wow» sussurrò April facendo il suo ingresso nella Stanza; Louis le andò incontro raggiante «Signorina McAdams» affermò scostando una delle due sedie e facendola accomodare, April lo guardò perplessa «Mi chiedo come mai Rachel ti abbia descritto come un ragazzino maleducato e stronzo». Lou prese posto davanti a Lei, facendo una faccia falsamente triste e domandò «Ha davvero detto questo di me?».

La Grifondoro annuì solenne, «Che diavolo le hai fatto? E’ ritornata in camera tutta sconvolta e arrabbiata, non smetteva di borbottare insulti su di te»

«Non le ho fatto niente! Ha solo conosciuto un membro della mia famiglia» rispose il Corvonero con un’alzata di spalle, prima che la ragazza potesse ribattere Louis tolse un drappo posto su di un carrello lì vicino esclamando «Voilà!».

Una dozzina di pietanze dall’aspetto squisito vennero svelate, inondando il ristorante di un fantastico odore. Gli occhi di April s’illuminarono «C-come … ?!» riuscì a rantolare.

«Io faccio un favore agli elfi, loro fanno un favore a me» spiegò Weasley sorridendo felice per il fatto che tutto quello che aveva architettato era ben gradito dalla ragazza, April intercettò i pensieri del ragazzo e guardandolo negli occhi azzurri gli regalò un sorriso allegro.

Louis divenne paonazzo e con un po’ d’imbarazzo sistemò sul tavolo la prima portata. Dopo qualche minuto di silenzio, colta da improvvisa curiosità la Grifondoro chiese «Che favore hai fatto per avere questa meraviglia?» indicando il piatto di lasagne al sugo con polpette fumanti.

«Ho convinto le Malandrine a non modificare più il cibo … agli elfi non piace che il loro lavoro venga rovinato»

«Le Malandrine?» chiese preoccupata la McAdams.

«Lily, Lucy e Rox» spiegò il ragazzo. «Ohhh … ti prego dimmi che non ti sei offerto come cavia per testare i loro nuovi scherzi»

« … L’ho fatto»

«Ouch!» disse April facendo una smorfia di dolore, un attimo prima di scoppiare in una risata. Louis non l’aveva mai sentita/vista ridere: gli occhi dal taglio asiatico si assottigliarono di più, il naso le si arricciava e dalla bocca usciva un suono gutturale e serpentino.

Il ragazzo pensò, stranamente che April fosse più attraente in quel momento che in tanti altri.

La serata passò per entrambi troppo in fretta, quando si augurarono la buonanotte il biondo offrì la propria guancia per un bacio ma April lo afferrò per il colletto della camicia e gli stampò velocemente un bacio sulle labbra affermando «Ti sei concesso a quelle pazze per avere la nostra cena, ti dovevo un bacio».

Se quella notte non ci fosse stato il suo migliore amico -Lysander Scamandro- a fare la ronda, Louis intontito com’era per l’effetto del bacio non sarebbe riuscito a ritornare nel suo dormitorio e avrebbe vagato per i corridoi di Hogwarts come un ebete fino all’alba.

 

***

 

Quel giorno era il compleanno di Minerva McGrannit, che aveva chiesto uno speciale permesso per i ragazzi di Grifondoro affinché fosse concesso loro di partecipare a un piccolo party in Hogsmeade, la maggior parte degli studenti c’erano andati. Così Lily si sentiva particolarmente sola per la mancanza della migliore amica, camminava tra i corridoi del castello pensando ai fatti suoi quando sentì un singhiozzo che la fece spaventare e voltare immediatamente.

«Fire, cosa diavolo ci fai qui?» sibilò la ragazza correndogli incontro.

«Siamo tornati, siamo tornati!» cantilenò Lui singhiozzando poco dopo, la rossa si accorse che il ragazzo era totalmente ubriaco poiché non riusciva a reggersi più in piedi e si mise sulle ginocchia.

«Oddio, alzati … vieni, ti aiuto io» gli disse cercando di sorreggere il peso del ragazzo prendendolo sottobraccio. Lui si lasciò ‘caricare’ rivolgendo un sorriso buffo alla ragazza che iniziò a ridere divertita. «LILY POTTER, SONO INNAMORATO DI TE!» urlò divincolandosi dalla presa della ragazzinna, e indicandola facendole subito dopo l’occhiolino.

«Sei ubriaco» le ricordò la Tassorosso con un occhiata di ammonimento.

Un gruppetto di ragazzi del settimo anno sbucò da un angolino, commentando la festa di compleanno appena conclusa, Finnigan gli corse incontro abbracciandoli uno a uno sotto il loro sguardo sbalordito «Ragazzi! Quella è la mia fidanzata, cioè … vorrei che lo fosse … guardate quant’è bella! Quei capelli arancioni e gli occhi azzurri e il fatto che non mangi nessun tipo di verdure all’infuori del sedano la rende adorabile … Non è adorabile? Ehi tu, non annuire … Lei è mia!  … Ma perché non il sedando Lily?» piagnucolo lui alzando le mani al cielo.

Lily era diventata paonazza, imbarazzata dall’occhiata di scherno che le stavano riservando quelle persone. «Sarai la mia fidanzata, sedanina mia?» le chiese Fire avvicinandosi e gettandosi ai suoi piedi. «No» le sussurrò lei avvicinandosi al viso del ragazzo che divenne tutto un tratto lucido e razionale, «Fire non sarò la tua ragazza, mi dispiace»

Il ragazzo si rialzò non smettendo di guardarla negli occhi e annuendo disse «D’accordo. Forse è meglio che mi dedichi ad altre ragazze, giusto?»

«E’ meglio»

«Buonanotte» le disse abbassando leggermente il capo e dirigendosi traballante verso la via più vicina per i dormitori, i ragazzi gli offrirono il loro aiuto ma lui lo negò gentilmente.

Il corridoio fu di nuovo silenzioso nel giro di un minuto e Lily ricominciò a camminare guardando il soffitto e sussurrò «Perché non sapevo che i sedani facessero parte delle verdure».

***

Lysander aveva riaccompagnato nel proprio dormitorio il povero Louis, ma non riuscendo a prendere sonno si diresse verso l’ala dei dormitori dedicata alla popolazione femminile, salì fino all’ultimo scalino, dove si trovava la camera che Roxanne condivideva con altre tre sventurate. Aprì lentamente la porta, infilando la testa per vedere se qualcuna di esse fosse sveglia, ma tutti i letti avevano le tende tirate. Si avvicinò con passo felpato al primo letto sulla destra, un letto che conosceva fin troppo bene e che trovava alquanto comodo.

Scostò lentamente la tenda e vide due corpi dormire tra le calde lenzuola, Roxanne aveva le coperte strette fin sotto il collo, ogni due respiri arricciava il naso e produceva uno strano suono con esso, accanto a lei a pancia in giù e sprovvisto di coperte c’era il corpo di un ragazzo che indossava solo le mutande, Lysander non riuscì a riconoscerlo né volle farlo.

Nel andarsene via riconobbe il reggiseno della ragazza stretto tra le mani del suo nuovo accompagnatore, cercò la forza di non tornare indietro, pietrificarlo rompergli il naso e sciogliere l’incantesimo … non la trovò.

Ritornò velocemente verso il baldacchino, impugnò la bacchetta e con disgusto voltò il ragazzo con attenzione, «Pietrificus» sussurrò un attimo dopo.

Lo riconobbe immediatamente, era Stefan, il suo compagno di stanza.

Prese la lampada posta sul comodino affianco al letto, e con quella diede un colpo secco sul naso di pietra dura del ex amico, da cui iniziò a fluire il primo rivolo di sangue, guardò la scena contemplando il risultato per qualche attimo prima di andarsene dalla stanza in silenzio.








Hola! :) How are you? Je suis très bien, grazie.
Si, la scuola mi sta facendo impazzire, chiedo umilmente scusa a tutte/i voi!
Bene bene bene, ecco un altro capitolo che si apre con il nostro povero grande Severus che non gli riesce proprio bene il compito del cattivo ragazzo, eh no … ci mette troppa enfasi.
Poi abbiamo un Louis che ha firmato la sua condanna a morte consegnandosi alle Malandrine e una April McAdams che sa come farsi ‘perdonare’!
Oh-oh! Fire ubriaco è qualcosa di spaventoso … soprattutto se c’è Lily nei paraggi! Ma ricordatevi che Lily è amica di Roxanne e Lucy, è pazza da legare e scoprirete il perché nella loro prossima scena andando avanti con i capitoli! :)
Roxanne, Roxanne, Roxanne … non sai come farti complicare la vita tu, eh?
Grazie a tutti voi che avete messo la storia nelle seguite (28) tra le preferite (11) e chiunque la commenti facendomi sapere la sua opinione :)

Buongiornoavederci, Ash.

 

 

Per l’altra mia storia su Dominique Weasley cliccate qui.

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Capitolo 11
*** Un salutino ai paesi bassi di Hugo. ***


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Erano passate diverse settimane da quando Lysander aveva trovato Stefan nel letto di Roxanne, e così come Febbraio il suo carattere era divento freddo e distaccato nei confronti della ragazza. Roxie, infatti non passava più del tempo con il ragazzo da tanto tempo non sapendone il motivo, ma quel giorno si era fatta coraggio e aveva deciso di chiedergli spiegazioni.

Così Roxanne marciava nei corridoi del castello cercando il Corvonero con i ciuffi castani dei capelli che si liberavano dalla treccia legatale da Dominique ad ogni passo.

Fu solo dopo circa un ora che lo trovò che camminava in un corridoio isolato «Lys!» lo richiamò correndogli incontro, il ragazzo sobbalzò appena e facendogli un cenno del capo a mo’ di saluto cercò di allontanarsi. Ma Rox si era piazzata davanti a lui con le gambe larghe e le mani sui fianchi «Ehy! Ehy!» urlò arrabbiata puntandogli un dito sul petto e guardandolo con una faccia confusa.

Scamandro sbuffo, facendo un passo indietro «Eh?»

«Se non ti spiace - affermò la ragazza con un occhiata triste - vorrei sapere come mai non sono più degna delle tue attenzioni, e non trovare scuse assurde io so che tu sai che io so che ho saputo da Chi-sai-tu ovvero Louis che sai che ho saputo da lui ciò che tu sai»

«Non ha afferrato» confessò Lysander grattandosi la nuca preoccupato che la ragazza fosse scivolata su qualche mattonella bagnata e avesse battuto la testa … poi si ricordò che stava parlando con Roxanne e si rilassò completamente.

«Perché non passiamo più del tempo insieme?» riassunse lei seccata.

«Perché ho notato che preferisci compagnie diverse» le rispose Lysander ritornando serio.

«Questa volta sono io a non sapere di che cosa parli»

«Parlo di te e Stefan, insieme»

«E allora?»

«Voi siete stati insieme, Rox! Vi ho visti!» le urlò lui visibilmente sconvolto per la faccenda.

«Bhè, è colpa tua se ci hai spiati» disse lei, convinta che il disturbo di Lysander si riferisse alla nudità dell’amico; Scamandro la guardò seccato e se ne andò velocemente.

«LYS! DAI! NON ERA TUTTA QUESTA BRAVURA ALLA FINE, NO?» le strillò Lei dietro prima che il ragazzo svoltasse l’angolo e scomparisse dalla sua vista.

 

***

 

«Devi smetterla di frequentare il mio ragazzo»

«Come, scusa?»

«Hai capito benissimo Molly, smettila di vedere Jason»

«Keira … guarda che mi sta solo aiutando ad entrare nella squadra di Quidditch» le confessò la ragazza dai capelli azzurri, ma Keira Donovan le rivolse una faccia disgustata. «A me non ha mai dato lezioni, quindi non dire cazzate»

«Non lo faccio! Jay ha detto che tu non sei brava con il Quidditch è per questo che non vi allenate assieme!» le spiegò la Tassorosso cercando di farla ragionare, senza risultato.

«JAY?! OH, ORA VI CHIAMATE ANCHE COI NOMIGNOLI! E COS’ALTRO DITE DI ME, SCUSA?» urlò la ragazza alzando le braccia in aria e agitandole come una psicopatica.

«Io non intendevo ... Keira … Calmati, ok?»

«NON DIRMI COSA DEVO FARE, CAPITO?!»

Proprio in quel momento Jason si presentò davanti alle due ragazze, aveva sentito tutte le parole urlate da Keira e cercò subito di calmarla «Tesoro, va tutto bene, ok? Calmati! Respira!»

«CERTO, SEI DALLA SUA PARTE LURIDO BUGIARDO! ME LO DOVEVO ASPETTARE!!!!»

«Keira lui non è …»

«No, Molls, ti prego lasciala stare è odiosa quando fa così» disse Jason scoccando un occhiata arrabbiata alla sua ragazza che non aveva smesso di dare di matto. «MOLLS?!?» urlò.

Baston lanciò un occhiata alla “visto, che ti avevo detto?” a Molly che riuscì a stento a trattenere le risate, portandosi una mano alla bocca. Keira aveva riacquistato il controllo ma era ancora pazza di gelosia. «Te lo ha detto?» chiese la Donovan alla Tassorosso.

«Cosa?» ribatté confusa l’altra.

«Perché i suoi capelli sono di quel colore» spiegò la bruna con un gesto veloce della mano a indicare i ricci rosa del ragazzo, prima che la Weasley potesse replicare o Baston la supplicasse di stare zitta lei disse «Perché tu gli piaci, gli sei piaciuta dal tuo prima anno qui ad Hogwarts ammirava quella ragazzina con i capelli azzurri che saltellava allegra da tutte le parti con quella combriccola di cugini alle calcagna. Era pazzo di te ma era troppo timido per dirtelo, non è vero Jay? Eri un bambino così dolce e stupido! Ascolta Molly, ascolta … Lui ha avuto la bellissima idea di tingersi i capelli di rosa, visto che i tuoi erano azzurri, ma ha fatto qualcosa di sbagliato con la pozione e tutto è andato storto ... ha provato di tutto per riavere quel bel castano che aveva, ma niente ha funzionato! Pensa che si è rivolto anche al San Mungo! Nulla»

Molly fissava Jason a bocca aperta, strabuzzando gli occhi mentre il ragazzo era diventato di un colorito sempre più tendente al rosso mano a mano che la storia andava avanti.

«Davvero?»

«Oh, si! Davvero! -rispose Keira al posto del suo fidanzato- Ma poi ha notato che tu non te lo filavi comunque, e quindi ha deciso di dedicarsi ad altro» disse indicando se stessa.

«Ero un ragazzino» disse Jason rivolgendosi a Molly con un aria da cucciolo bastonato.

«ERA L’ANNO SCORSO, JASON!» urlò Keira con gli occhi in fiamme.

«Io ... io non lo sapevo» cercò di scusarsi Molly riemergendo dallo stato di silenzio in cui era caduta.

«Come potevi tu, Weasley? Io stessa l’ho scoperto qualche giorno fa! Diglielo Jason, diglielo!»

Il Tassorosso fece un occhiata rammaricata alla ragazza dai capelli azzurri, marciando via verso qualche parte indistinta del castello e lasciando le due ragazze da sole.

Keira prese per il colletto la Weasley, abbassando il volto di qualche centimetro per avvicinarlo al suo «Non ti avvicinare al mio ragazzo, promettimelo» ordinò sibilando.

«Promesso»

 

***

 

Cari Mamma&Papà Weasley e Mamma&Papà Malfoy,

abbiamo aspettato qualche mese per darvi questa notizia cercando le parole giuste per dirvelo ma alla fine abbiamo concordato che il modo più giusto fosse stato quello di dirvele senza mezzi giri di parole, quindi … Io (Rose) sono incinta.

Signor Weasley sono Scorpius, la prego di calmarsi e di ricordarsi che l’omicidio è punibile con Azkaban.

Giusto, papà calmati. Signori Malfoy sono davvero onorata di poter, in qualche modo, far parte della vostra famiglia e spero che tutti i trascorsi non proprio amichevoli di questi anni verranno messi da parte con l’arrivo di questo bambino. Mamma, non piangere per questa mia diplomazia.

Signor Weasley la prego di rileggere le poche righe scritte sopra. Hermione ti prego, fagliele rileggere!!

Papà ti prego di stare calmo, Azkaban non è un bel posto e mio figlio non crescerà senza un padre! Se potete vi aspettiamo qui per gli inizi di Marzo, abbiamo chiesto un permesso speciale al Preside che ci ha concesso questo favore.

Noi siamo felici, per favore siatelo anche voi.

Rose e Scorpius.

«Fatto!» esclamò Rosie ripiegando leggermente la lettere e infilandola in una busta color crema, guardando soddisfatta il proprio ragazzo. Scorpius camminava lentamente avanti e indietro nella stanza, stritolandosi le mani.

«Cosa c’è tesoro che non va?» gli chiese la Grifondoro preoccupata.

«Niente, niente amore … solo: potresti riscrivere qualcos’alto su Azkaban per stare sicuri?» ribatté il Serpeverde alzando la voce di qualche ottava.

 

***

 

Vanessa passeggiava stancamente per i corridoi, trascinando i piedi e sbuffando di quando in quando; non era un buon periodo per la ragazza, era triste e si sentiva spesso sola senza la compagnia del suo ex migliore amico. Sbuffò un'altra volta al pensiero di Hugo, nonostante tutti i mesi che erano passati era una ferita ancora fresca per la Paciock anche perché frequentando le stesse lezioni e gli stessi maghi finivano per incontrarsi e battibeccare su qualunque cosa.

Non si stupì, quindi di vederlo spuntare da un angolo tutto ad un tratto, con la sua solita aria pimpante e soddisfatta. Fece finta di non vederlo e gli passò davanti senza posare gli occhi su di lui, che si irrigidì appena notando il suo comportamento.

«No, eh! Basta! Potrei sapere cosa cavolo ti prende, per piacere?» chiese Hugo fermandola per un braccio e facendola voltare a forza verso di Lui.

«Niente» rispose lei scrollando le spalle indifferente.

«Non dire cazzate, Nessa. Ricordati che ti conosco meglio di te stessa» affermò il ragazzo con un sorriso stizzito. La Grifondoro divenne tutta viola, come faceva prima di scoppiare in una discussione «Tu che cosa??? Tu non mi conosci! Perché se mi conoscessi davvero come tanto affermi di fare non saresti qui a chiedermi questa cosa!»

«E allora spiegami cos’hai! Voglio capire, cosa c’è che non va!»

«Sei tu -urlò la ragazza indicandolo- tu e la tua stupida iperattività, tu e le tue stupide labbra!»

«Nessa, cosa stai cercando di dire?» chiese il ragazzo, non riuscendo a capire dove volesse arrivare la sua migliore amica.

«STO DICENDO CHE TU MI HAI BACIATA, PORCO GODRIC! E A ME E’ PIACIUTO, E’ PIACIUTO! E poi ti ho visto con Ashley, tutto avvinghiato a lei, e tu la stavi …» Vanessa non riuscì  a finire la frase, portandosi le mani al volto e sbattendo la testa a destra e a manca.

«TU PENSI CHE IO TI ABBIA BACIATA?»

«NON è QUELLO CHE HAI FATTO?»

«SI … MA ERA UN BACIO DI CONGRATURAZIONI, DANNAZIONE!»

«OH, BHE’! MI DIASPIACE NON SAPER RICONOSCERE IL SIGNIFICATO DEI TUOI BACI, WEASLEY! AVERLO SAPUTO MI SAREI RIUSPARMIATA TUTTO QUESTO»

«E COSA SAREBBE “QUESTO”?»

«SAREBBE ESSERE INNAMORATA DI QUALCUNO E DEL SUO STUPIDO BACIO DI CONGRATURAZIONI! ... UN BACIO DI CONGRATURAZIONI! MA DOV’E’ LA DIFFERENZA?!»

«LA DIFFERENZA E’ QUESTA» urlò Hugo prima di prendere tra le mani il volto di Vanessa e baciarla con trasporto, segnando i contorni delle sue labbra con la punta della lingua e avvicinandola di più a se. Si staccò da lei qualche secondo dopo, sussurrandogli all’orecchio «E’ questa la differenza tra un vero bacio e un bacio di congratulazioni».

La bruna lo guardò negli occhi azzurri che ora stavano fissando i suoi marroni «E questa è la differenza tra un vero calcio nelle palle e un calcio nelle palle di congratulazioni» soffiò lei.

Prima che Hugo potesse fare qualcosa la ragazza gli diede una bella ginocchiata proprio lì, nei gioielli di famiglia a marchio Weasley, il ragazzo si portò le mani sul basso ventre e s’inginocchiò a terra trattenendo a stento le lacrime di dolore «Me lo meritavo» sussurrò prima di accasciarsi debolmente a terra.













Ok, ok ç___ç
Chiedo il perdono, scusatemi per questo ENORME ritardo!
In questo capitolo vediamo un Lysander geloso e una Roxanne scema;
una Keira psicopatica, una Molly timida e un Jason senza nessun segreto;
una Rose piena di speranze e uno Scorpius terrorizzato dal futuro suocero;
un Hugo coglione e una Vanessa adorabilmente manesca :3
Grazie per le recenzioni nel capitolo precedente!
Buongiornoavederci, Ash!


oh, ho iniziato una storia su Rose e Scorpius proprio qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=996396&i=1

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Capitolo 12
*** Ti ho detto che non ti amavo? Mentivo. ***


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«Roxanne, Lysander è innamorato di te»

«Oh! Ed è una cosa bella o brutta?»

 

***

 

S’intrufolò di soppiatto dentro la camera del ragazzo, badando bene di non essere vista o sentita da nessuno dei coinquilini della camerata (soprattutto da Stefan, che non aveva più contattato dopo quella notte) camminando sulle punte dei piedi si diresse velocemente verso il letto di Lysander.

Scostò la tenda e si trovò di fronte ad una scena inaspettata: dormiva.

Pensò per un secondo di svegliarlo, ma poi notò le profonde occhiate violacee del ragazzo, «Io il mio discorso non lo spreco!» sussurrò Roxanne alzando un lembo del lenzuolo e infilandosi sotto le soffici coperte, si accoccolò in un angolo del letto rimanendo a fissare le spalle di Scamandro che si alzavano ad un ritmo regolare, il silenzio venne spezzato dalla voce roca della ragazza …

«Bhè, lo sai come sono fatta, no? Mi dispiace per quello che faccio, che ti ho sempre fatto; pensavo che ci fosse una specie di accordo tra di noi! Non avevo capito che tu non fossi a conoscenza del fatto “solo sesso”!! Capito?... Oh, giusto … stai dormendo! -proruppe in una risata stridula che fece muovere il ragazzo, ora era voltato completamente verso Roxanne- comunque volevo solo dirti che non sono ancora pronta ad avere un ragazzo s-s-s… stabile!» sputò fuori la Corvonero, con un alone di disgusto che aleggiava sulla sua ultima parola. «Lo so»

«Uh, grazie a Morgana lo sai c- … ma sei sveglio?» la ragazza avanzò fra le coperte pesanti cercando di scrutare qualche segno di lucidità da parte di Lysander, notando solo infine che i suoi occhi blu la stavano scrutando in quella semi oscurità del letto.

«Certo che no, sto dormendo!» rispose serio lui ritrovandosi a pochi centimetri dagli occhi color cioccolato di Rox che brillavano anche senza luce.

«Simpatico …  mi dispiace per quello che ti ho fatto non sono una ragazza che si può impegnare in cose serie … non sono una ragazza che si può impegnare, punto» soffiò Roxanne stendendosi sulla schiena ad ammirare il soffitto.

Lys sospirò e poi disse, «So anche questo, purtroppo»

«Mi dispiace»

«Non devi»

«Posso restare qui, stanotte?»

«No» rispose Scamandro allontanandosi dalla ragazza, quest’ultima rimase per qualche secondo in silenzio ma poi sbuffando diede un calcio alle coperte per togliersele di dosso, scattò a sedere sul materasso morbido; una mano fredda si posò sul suo braccio tirandola indietro e la ricoprì nuovamente con il blu scuro delle coperte, «Non sono uno stronzo come te, certo che puoi rimanere!»

«Grazie … per la stronza!» disse lei facendogli la linguaccia e avvicinandosi di più al corpo del ragazzo, lui le cinse la vita con il suo braccio e accostò i loro corpi e sussurrandole all’orecchio «Niente sesso, Weasley» fece una risata che fece rabbrividire Roxanne di eccitazione, inerme tra le sue braccia.

«Non fare quella risata»

«Perché? Ti sciolgo il cuore?»

«Ho un cuore forte, io!»

«Non ci scommetterei neanche un galeone bucato su questa affermazione, Rox» ammise lui sorridendole e facendo fermare il forte cuore della ragazza alla vista della fossetta che si ripresentava ad ogni sorriso di quel genere.

Si addormentarono una attaccata all’altro, con la mano di Roxanne posata sul volto di lui.

 

***

 

La Serpeverde camminava lentamente sull'erba, dirigendosi verso la Capanna di Hagrid. Dei passi svelti che la seguivano la fecero voltare «Oh Lorc! Sei tu ...» sussurrò portandosi una mano tra i capelli biondi e ravvivandoseli. «Aspettavi qualcun'altro?»
«NO! Cioè no ...» si affrettò a dire lei sorridendogli timidamente. Scamandro le si avvicinò, era a un metro da lei e iniziò a parlare «Dominique, sono passati sei mesi da quando ti ho conosciuta e io penso che tu sia la persona più straordinaria di questo mondo: sei intelligente, simpatica e miseriaccia sei bellissima!» ammise Lorcan iniziando a dondolarsi sui piedi, fissando l'erba e diventando leggermente paonazzo. «Grazie» rispose Dominique sorpresa, ridendo poi imbarazzata.
«Ecco, quello che volevo dire è -continuò Lorcan dopo aver preso una rumorosa boccata d'aria- ... bhè, si ecco ...»
«Mi sono innamorata di te» lo interruppe la Weasley facendo qualche altro passo verso di Lui.
«Esatto!» esultò il Tassorosso.
«Non volevo finire la tua frase, io stavo dicendo che tu mi piaci» precisò Dominique sorridendogli.
«Oh! Oh ... Ohh! DAVVERO?» chiese Scamandro sciogliendosi in un sorriso raggiante a trentadue denti.
«Si» soffiò Lei abbassando il capo a guardare l'erba e sorridendo entusiasta al terriccio sotto i suoi piedi. Rimasero lì, immobili a sorridersi come ebeti in silenzio per un lasso di tempo lungo e sconosciuto; Dominique alla fine fece qualche altro passo verso Lorcan e lo prese per mano,senza staccare i suoi occhi azzurri da quelli verde chiaro del ragazzo.
«Quindi, posso presumere che siamo una specie di coppia?»
«Penso di si» rispose Lorcan divertito.
«Dovremmo dirlo agli altri? Lysander, Roxanne, Louis ...» non finì la frase, pensando alla reazione che avessero potuto avere i loro amici, capii dallo sguardo spaventato del Tassorosso che stava facendo i suoi stessi pensieri.
«Magari no!» dissero in coro, scoppiando un secondo dopo in una risata.
Lorcan posò una mano sulla guancia della ragazza, accarezzando poi una ciocca dei capelli biondi che le sventolava davanti agli occhi per colpa del vento che si era alzato; la riportò dietro l'orecchio di Dominique andando a intrecciare i loro sguardi.
Dominique deglutì debolmente, passo la lingua sulle labbra per inumidirle poiché si sentiva senza un briciolo di acqua in tutto il corpo, Lorcan le lanciò uno sguardo preoccupato. Il Tassorosso era a conoscenza che la bella Serpeverde non aveva avuto mai contatti amorosi di alcun tipo con nessun ragazzo, questo comportava il fatto che non aveva mai baciato nessuno in 17 anni della sua vita.
Si ritrovarono a pochi millimetri l'uno dall'altra, i loro nasi si toccavano e i loro cuori avevano preso a galoppare come una sola altra volta nella loro vita: quel giorno al Lago Nero, quando si stavano quasi per baciare.

«Thò! Guarda mi sono venuti fare visita … veniteci dentro alla casa ragazzi, altrimenti vi accoppate un malanno!»

I ragazzi sobbalzarono al suono di quella voce e si voltarono di scatto, fulminando con gli occhi il povero Hagrid che se ne stava sull’uscio della porta della sua casa con un sorriso bonario.

«Eccoci» sbuffarono in coro Dominique e Lorcan, prendendosi per mano e rugiadosi nel calduccio della casetta del mezzo gigante.

 

***

 

Lucy e Lily chiacchieravano camminando per i corridoi, tutti gli studenti si aprivano al loro passaggio: non per adorazione ma per una specie di consuetudine che si era dilagata tra i ragazzi. Si diceva infatti che era meglio non trovarsi nello stesso corridoio di Lucy, Lily e Roxanne soprattutto se si dirigevano verso la Sala Grande negli orari di pranzo (cosa che stava succedendo al momento) … cose orribili sarebbero capitate a coloro che si sarebbero posti sul loro camino!

Le due cugine si diressero verso il tavolo di Grifondoro dove si trovava Vanessa che stava fissando con troppo interesse un punto imprecisato del soffitto.

«Hey! Hogwarts chiama Ness, ci sei?»

La Paciock fissò imbambolata le due rosse, poi scuotendo la testa esplose in un enorme sorriso che si spense prima di raggiungere gli occhi, «Mostro e carota! Dov’è tempesta

«Eccomi qui, erbaccia!» esclamò Roxanne avvicinandosi alle tre, seguita da Lysander che guardava in giro in cerca di suo fratello Lorcan.

Lucy rivolse alla Corvonero uno sguardo inquisitore ma lei con una scrollata di spalle si rivolse a Lily «Come va con Fire?»

«Benissimo! Sinceramente penso che saremo una coppia più interessante del Biondo e l’Incinta» ammise la Potter annuendo con forza e prendendo una coscia di pollo materializzatale davanti.

«Ehm … Lily!» la richiamò Lysander indicandole la tavolata dei Serpeverde.

Lì, un ragazzo dai capelli neri e dagli occhi ancora più scuri di nome Fire era seduto accanto a una biondina riccioluta che gli sussurrava cose all’orecchio che lo facevano arrossire.

Una ragazza normale sarebbe corsa via, con il volto tra le mani … ma non Lily. La ragazza scattò in piedi e iniziò ad attraversare la Sala tra l’indifferenza dei professori che oramai si erano messi l’anima in pace per il suo comportamento. Brandendo ancora il pezzo di pollo arrivò di fronte ai due ragazzi, puntò il suo cibo in direzione del petto della bionda e iniziò ad urlare battendosi i pugni sul petto.

«Ma cos’ha?»

«Niente di strano, non per lei almeno» le rispose Fire in un sussurro, Lily non la smetteva di urlare lanciando occhiate assassine alla bionda che per salvare la pelle corse via, senza degnare Finnigan di un occhiata.

La Tassorosso a quel punto si lasciò cadere con le gambe incrociate sul tavolo, di fronte al Grifondoro che la guardava preoccupato.

«Che ti stava dicendo quella?»

«Che t’importa?»

«Sei il mio ragazzo!» l’accusò lei mettendo il broncio.

«Io sono cosa?» chiese Fire posando con troppa forza i palmi delle mani sulla tavolata di legno.

«Il mio ragazzo, me l’hai chiesto tu l’altra sera .. ti ricordi?»

«MI HAI DETTO DI NO!»

«Dovevo, che razza di storia d’amore sarebbe senza che uno dei due non faccia finta di provare quello che in realtà prova?» gli spiegò Lily sorridendogli allegramente.

Finnigan si alzò in piedi di scatto, con il volto in fiamme e urlò «QUALI? EH, QUALI? QUALI SONO I TUOI PROBLEMI?»

Lily lo fissò preoccupata, posando la sua mano su quella del ragazzo che era rimasta attaccata al tavolo, continuò con il discorso che il ragazzo le aveva fatto interrompere «Perché io li provo questi sentimenti per te, Fire … L’ho capito quella sera in cui eri ubriaco, perché prima che arrivassi tu ero annoiata e tu sei riusci-»

«Sono questo per te, Lily? Un rimedio alla noia?»

«Per l’amor del cielo, Finnigan! Mi vuoi far finire? Forse non erano le parole giuste, quello che volevo dire è che quel giorno l’unica voce che volevo che pronunciasse il mio nome, era la tua! E quando ti ho visto in quel corridoi, con le orecchie rosse e i capelli tutti in disordine ho pensato che fossi la persona più bella del mondo, come se mi piacessi da sempre! Come se tu fossi più importante di tutti i dolci di Mielandia … o di tutti gli scherzi che abbia mai fatto!» trillò Lily addentando un altro pezzo di coscia di pollo.

Fire la guardò allibito, era la più strana ma anche la più dolce dichiarazione d’amore che avesse mai potuto sentire in tutta la sua vita, soprattutto da Lily Luna Potter.

Si gettò in avanti provando a baciarla, ma la ragazza gli pose una mano sulle labbra sussurrando imbarazzata «Ma ti pare il momento? Ho appena mangiato pollo con le cipolle

«Per l’amor del cielo, Potter … mi vuoi far finire?» le chiese Lui alzando gli occhi al cielo.

La ragazza sorrise, e lui si avvicinò al sua bocca iniziando a baciarla con passione, tra gli urletti della folla e qualche singhiozzo da parte di un gruppo di ragazzine di Tassorosso.

Quando si staccarono né uno né l’altra smettevano di sorridere e Lily si concesse di dare una manata sulla nuca del suo ragazzo solo quando lui disse scherzando con una faccia disgustata «Già, forse non era il momento giusto!»

«Ma smettila!»
















Fatto il misfatto! 
Zalve a tutti :3
Cosa abbiamo in questo capitolo?
Roxanne rincoglionita e Lysander innamortato.
Dominique e Lorcan rincoglionitamente innamorati (?).
Lily e Fire rincoglinitamente (ma taaaaanto) innamorati anche loro :3
Si, per la scena di Fire e Lily ho preso un pochettino spunto dal mio film d'amore preferito "I LOVE MOVIES"


Ho iniziato una nuova fanfic su Rose e Scorpius, ci sono anche tutti gli altri! 
Let's go to read it! :)
Buongiornoavederci,
baci Ash-

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Capitolo 13
*** Vecchi eroi ***


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Le teste dei ragazzini ciondolavano stancamente, alcuni come Roxanne e Lucy avevano il volto nel piatto e sonnecchiavano debolmente mentre Lysander, Nessa e Lily gli infilavano pezzetti di bacon tra i capelli. Hogwarts quel giorno di Marzo era caduta in letargo, nonostante la primavera fosse quasi alle porte.

«Vuoi altro succo di zucca?» chiese Scorpius a Rose riempiendole nuovamente il bicchiere e accostandoglielo alla bocca, lei per fargli piacere ne bevve un sorso e poi scongiurò «Per l’amor del cielo, tesoro! Sto mangiando come se dovessi riempire un’intera sezione del Ministero della Magia, non come se fossi solamente incinta di un bambino». Scorpius non abbassò il bicchiere, continuando a portarlo alla bocca di Rose la quale, tra uno sbuffo e l’altro, si decidette a tracannarlo tutto.

In quel momento arrivarono Dominique, Lorcan e Severus, quest’ultimo disse a Scorpius «E’ stato bello conoscerti, finché è durata …», il biondo lo guardò perplesso. «Cosa vuoi dire, Sev?».

Il Serpeverde gli rispose indicando, con un cenno del capo, la porta della Sala Grande che si stava aprendo proprio in quel momento facendo entrare quattro persone.

Il primo era un uomo alto e possente, con i capelli rossi che in alcuni punti diventavano meno folti a causa dell’età, era nervoso e non faceva altro che squadrare i ragazzini che gli capitavano davanti con occhio vigile. Il secondo uomo era un po’ più basso del primo e aveva dei capelli biondi che arrivavano quasi a sfiorare il grigio, era più tranquillo e sul volto era dipinta un’aria di rassegnazione; accanto a quest’uomo, sottobraccio, vi era una donna bellissima dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurro ghiaccio che erano puntati sulla tavolata dei Serpeverde in cerca di qualcosa. Chiudeva quel gruppo una donna dai capelli ricci e castani che si sciolse in un meraviglioso sorriso mostrando gli incisivi un po’ troppo grandi alla vista di quella Sala mentre gli occhi marrone cioccolato brillavano curiosi e tristi al contempo, catalogando tutte le minime differenze avvenute in quel luogo dall’ultima volta che c’era stata, 25 anni prima.

Fecero così il loro ingresso, tra gli sguardi stupiti dei ragazzi che li avevano riconosciuti: Ron Weasley, Draco Malfoy, Astoria Greengrass e Hermione Granger.

 

***

 

Louis, Lysander e Molly camminavano l’uno affianco all’altro tra i corridoi del castello, i primi due chiacchieravano allegramente snocciolando il numeroso elenco di compiti da fare che li aspettava al rientro nei loro dormitori mentre la ragazza rimaneva in silenzio arricciando con un dito una ciocca dei suoi capelli azzurri e dando di tanto in tanto consigli su come svolgere i loro temi.

Si ritrovarono davanti un gruppetto di ragazzine, seguite a qualche passo di distanza da April McAdams che impallidì visibilmente quando si rese conto che Louis aveva completamente ignorato i saluti cinguettanti delle sue amiche e le aveva rivolto un sorriso a 32 denti.

Vichy, Maria e Amy se ne andarono scoccando uno sguardo severo ad April che rimase indietro.

«Ciao» disse la Grifondoro ai tre, cercando di riprendere il suo colorito; Lysander le rivolse un cenno del capo mentre Molly le fece un sorriso affettuoso.

Louis fece un passo avanti «Hey, April … mi chiedevo se ti andasse di fare colazione insieme domani», la McAdams si passò una mano tra i capelli ravvivandoseli e dopo un’occhiata preoccupata all’angolo dove le sue amiche erano sparite disse «Grazie Louis, ma non posso proprio domani …»

«Oh … bhè … dopodomani?», propose a quel punto non smettendo di sorridere.

«Ho già altri impegni, scusa» ammise la ragazzina iniziando a torturarsi le dita, il Corvonero però non si fece scoraggiare e chiese ancora una volta «Allor-»

«Impegnata!» ribatté la Grifondoro ancor prima che il biondo concludesse la frase, ma quando lui stava per farglielo notare lei disse «Oh cielo, devo proprio andare!» e corse via, verso la stessa direzione presa qualche minuto prima dal gruppetto di quelle ragazze.

Louis la guardò allontanarsi in silenzio, voltandosi poi verso i suoi cugini e scuotendo la testa deciso ammise «Ma chi la capisce», si mise una mano in tasca e ricominciarono a passeggiare tutti e tre.

«Forse hai fatto qualcosa di sbagliato durante l’appuntamento» azzardò Molly continuando ad arricciarsi i capelli con le dita, «Non credo, ci siamo anche baciati!» confesso Louis alzando le mani al cielo.

«Ecco» esclamò Lysander ridendo.

«Spiritoso, davvero …»

 

***

 

Quando Sev aveva restituito a Jane lo zaino ci aveva infilato una lettera di scuse che recitava:

Mi dispiace, non era quello che volevo dire. Lo sai, scusa ancora … -SP”   

Ma ora era sorpreso di aver ricevuto una risposta: posato sulle lenzuola verdi del suo letto c’era un foglio di pergamena marcato dalla grafia della sua ex-ragazza.

 

Non sei tu quello che si dovrebbe scusare, ma io. Scusa di tutto Sev. Scusa, scusa, scusa … ma so che scriverlo una o mille volte non cambia nulla per te. Ti ho tradito, è vero. Non posso neanche dirti che ‘ero ubriaca’ o ‘avevamo rotto’ … l’ho fatto e basta. Io … io non so perché!  Ma ho pensato che fossi tu, quel ragazzo, per tutto il tempo. Sempre. Perché sono innamorata di te, Severus e farò qualunque cosa per fartelo capire e poter ritornare con te, qualunque cosa!  So che magari non vorrai più avere a che fare con me e che magari avrai già smesso di leggere questa lettera da tempo poiché starà bruciando in un ‘Incendio’  … ma io lo scrivo comunque: Ti amo. L’ho sempre fatto e mi dispiace che tu magari possa pensare che non sia così. Ho fatto una cazzata ed è ora di prendermi le mie responsabilità.

Non ti dimenticare di noi.

Sempre tua, Jane.

 

Il Serpeverde voltò la pergamena, constatando che non vi fossero altre scritte dietro, non c’era nulla. Si gettò sul letto a fissare il baldacchino e lanciando di tanto in tanto occhiate al foglio, dove c’ero scritte le parole Non ti dimenticare di noi , «Come potrei?» sussurrò tra se e se. Ma contemporaneamente avrebbe voluto disubbidire a quelle parole, dimenticarsi di Jane.

Dei suoi baci, delle sue carezze …

Delle sue manie …

Della sua pelle mulatta …

Delle sue labbra carnose e dei suoi capelli setosi …

Delle sue promesse e delle sue menzogne.

Si addormentò con mille dubbi e neanche una certezza, si accorse solo il mattino dopo che Jane aveva lasciato una foto sul suo comodino, essa ritraeva loro due abbracciati, Severus che rideva e le sillabava ‘ti amo’ mentre Jane con un sorriso rispondeva ‘anche io’ prima di catturare le sue labbra in un bacio veloce.

 

***

«Oh cazzo» ripeteva Scorpius mentre assieme a Rose si dirigeva verso lo studio del Preside Neville, «Andrà tutto bene» gli diceva di rimando la ragazza stringendogli ancora più forte la mano. Appena entrarono nello studio notarono l’aria tesa che calava tra i maghi, Neville e Ron parlottavano in un angolo lanciando occhiate di tanto in tanto a Draco e Astoria che non facevano altro che guardarsi attorno cercando una via di fuga. «Rose, Scorpius!» li salutò Hermione congedandosi da un ritratto dei vari presidi con il quale stava conversando; Rose la strinse forte in un abbraccio tanto caloroso quanto quello che le rivolse Scorpius.

Astoria fu da suo figlio immediatamente, posandogli una mano sulla guancia e scoccandovi un bacio un secondo dopo, «Tutto bene, si? Si?»

«Si mamma, tutto bene … » le rispose Scorpius facendole rivolgere la sua attenzione su Rose che era arrossita sentendo la voce di quella donna che non aveva mai udito nonostante fosse stata a Villa Malfoy molte volte. «Buongiorno signorina Weasley»

«Buongiorno signora» rispose Rose non abbassando lo sguardo e notando solo in quel momento che Scorpius non era la copia del padre, bensì della madre. Stessi occhi color del ghiaccio che mettevano quasi soggezione se guardati troppo a lungo.

Il Preside Paciock fece qualche passo avanti proclamando «Vi lascio qualche minuto da soli», batté una mano sulla spalla di Ron e uscì dallo studio quasi correndo.

«Papà …» iniziò Rose cercando l’uomo dai capelli rossi con lo sguardo, lui la fisso in silenzio con sguardo severo e deluso al contempo che ruppe la sicurezza di Rose, la quale divenne pallida e fece qualche passo indietro come per proteggersi.

«Come puoi avermi fatto questo, Rosie? E’ un dannato Malfoy!!»

«Ron, per l’amor del cielo!» urlò Hermione lanciandogli uno sguardo omicida.

«Cosa? Digli che hai pianto per una settimana dopo quella lettera, diglielo!» affermò Ronald facendosi rosso in viso e puntando un dito contro sua figlia, intimando la moglie a parlare.

Ma Hermione non disse una parola, guardò Rose negli occhi e le rivolse un sorriso di scuse e di congratulazioni allo stesso istante, la bruna prese le mani dei due ragazzi e posandovi sopra anche la sua disse «Non posso dirti di essere felice, amore mio … Quale madre si mostrerebbe contenta del fatto che la propria bambina rimanga incita a diciassette anni? Ma sono sicura! Sicura che tu ce la farai, che voi ce la farete. Perché avete fatto una scelta coraggiosa, e non potrei essere più sicura di te e Scorpius assieme.»

«Questo significa molto per noi» disse Scorpius abbracciando Hermione, tra i due c’era sempre stato, con antipatia di Ron, un legame molto forte sin dal loro primo incontro, come quello che prova una madre per il proprio figlio o meglio una zia per il suo nipote preferito.

Draco Malfoy non aveva proferito parola da quando era arrivato ad Hogwarts, non aveva espresso le proprie considerazioni su quella faccenda neanche alla moglie, poggiato con le spalle al muro iniziò a parlare «Come ha detto la signora Weasley, neanche io sono felice di questa faccenda … ma accetto quello che sta per accadere e … Rose, posso chiamarti così, vero?»

La Grifondoro annui timida, mentre suo padre grugniva indispettito.

«Bene, Rose - continuò Draco - benvenuta nella famiglia» l’uomo dai capelli biondi si avvicinò alla ragazzina e dopo avergli stretto la mano, e data una strigliata di capelli a suo figlio, se ne ritorno da quel muro e vi riposò le spalle. Astoria sentì, quindi l’importanza di esprimere anch’essa le sue opinioni, rivolta al figlio fece un’unica, sola domanda: «Tu la ami questa ragazza?»

Scorpius guardò il volto di Rose, le accarezzo una guancia e le spostò una ciocca di quei capelli rossi dietro l’orecchio, «Si, più di quanto amo tutte le cose belle del mondo messe assieme».

«Allora non ho altro da aggiungere» dichiarò allargando le braccia e avvolgendo entrambi i ragazzi in un timido abbraccio, si scostò da loro e rimase qualche passo indietro, all’ombra del figlio mandando di tanto in tanto occhiate al marito Draco che le sorrideva.

«Ma siete impazziti?» proruppe Ron, battendo i palmi delle mani sulla scrivania di legno davanti a se; tutti gli altri sobbalzarono.

«Pap-» cercò di dire Rose, ma il padre la zittì con un occhiata severa, si avvicinò ai due e sputò fuori «Basta.Non voglio più sentire altro.»

Scattò verso la porta alle spalle dei due ragazzini, e la fece tremare sbattendola alle sue spalle.

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Capitolo 14
*** Migliori amici gay. ***


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«Questa me la segno, Pix» disse Roxanne scribacchiando velocemente su di una pergamena mentre il Poltergeist le svolazzava divertito accanto suggerendogli scherzi e proclamando rime di scherno ai ragazzi che passavano sulle scale al di sopra di loro.

«Che ne dici di una bella palude puzzona nei corridoi?» chiese consiglio Roxanne guardandolo, l’essere scosse la testa «Tuo padre e il suo gemello, ai loro tempi se ne presero il fardello».

Rox adorava Pix, era l’unico che si ricordasse tutti gli scherzi già fatti nel corso degli anni, passava molto tempo appollaiata sul corrimano di pietra delle scale del quarto piano con quello spettro che le volteggiava attorno  parlando esclusivamente in rima.

«Da una bella scivolata ne ricaverem una grossa risata» ululò facendo gravitare l’attenzione di Roxanne sulla rampa di scale un piano in alto al loro dove un gruppo di ragazze di varie casate zampettavano una decina di gradini più indietro al Prefetto dei Corvonero, Lysander Scamander, provando a catturarne l’attenzione.

La Weasley sguainò la bacchetta ma aspettò che Lysander ebbe finito di scendere le scale per farle diventare completamente piatte. Le ragazze urlarono nervose, aggrappandosi l’una all’altra e finendo spiaccicate al muro freddo che era a qualche centimetro di distanza da dove lo scivolo di pietra era terminato.

Il Prefetto riuscì a spostarsi appena in tempo, corse al corrimano e affacciatosi cercò di guardare qualche piano più in alto per cercare il colpevole dell’incantesimo.

«Quaggiù!» urlò Roxanne sbracciandosi per farsi vedere dal ragazzo, quest’ultimo sorrise esasperato e -non degnando di uno sguardo le malcapitate che gemevano a terra- lanciò un incantesimo alle scale affinché lo portassero un piano più in giù, dalla bruna che in quel momento faceva delle smorfie a Pix.

«Roxie» la salutò il ragazzo con sguardo indagatore.

Intanto Pix era svolazzato verso le ragazzine ancora per terra e iniziò a decantare ad alta voce la loro disavventura; una di loro iniziò a piangere. «Tassorosso!» affermò Lysander precedendo Roxanne, la quale richiuse la bocca annuendo solennemente il capo.

«Allora  - continuò Lysander - cosa ti ha spinto a far diventare le scale uno scivolo per quelle ragazze?»

«Erano ben quindici minuti che non facevo nulla di dannoso per altri, lo so .. lo so! E’ stato un comportamento inaccettabile! Quindici minuti ! Sto diventando vecchia e noiosa» rispose poggiandosi una mano sul cuore con fare melodrammatico e gettando indietro la testa, rischiando quasi di cadere dal corrimano sul quale era seduta.

«Oh! Quindi non eri gelosa che mi fossero alle calcagna?!» chiese Lysander facendo un sorrisetto.

Roxanne lo guardò sconcertata, ripensandoci aveva provato fin troppo piacere a far del male a quelle ragazze, ma era convita che fosse solo per la noia che stava provando prima … «Scherzi Scamander?! Gelosa?? Tu puoi stare con chi ti pare!»

«Sicura?»

«Signorsì!»

«Quindi se uscissi con qualcun’altra non te la prenderesti?»

«Mi offendi Lys, non ti do tutto quello di cui hai bisogno?» chiesa la bruna iniziando a sbattere lentamente le ciglia mentre l’altro diventava paonazzo, «S-si! … Sai a cos’altro alludo … un rapporto, insomma!»

«Non dire quella parola!» trillò lei ridendo.

«Allora posso uscire con altre?» ripeté lui, sperando in una risposta negativa. Roxanne scese dal corrimano sul quale era sempre stata rimasta appollaiata, si avvicinò al ragazzo e guardandolo dritto negli occhi disse seria «… Si» combattendo contro quella strana voglia, insensata voglia di rimangiarsi la sua conferma annunciò «Ora andiamo, ho bisogno di fare sesso!» lo prese per la cravatta e lo tirò verso la porta che si trovava dietro di loro, quella del Bagno dei Prefetti, chiudendosela poi alle spalle mentre il ragazzo rispondeva divertito «Ai suoi ordini, maestà!»

 

***

 

Molly sfogliava il libro attentamente seduta a un banco vicino a una finestra della Biblioteca; gli occhiali cerchiati di corno che appartenevano a suo padre Percy le ricadevano sul naso e lei con un gesto meccanico li tirò su esercitando una leggere pressione. Sbuffò cercando di prestare maggiore attenzione alla sua lettura, erano giorni che non faceva altro che pensare a cosa fosse successo tra lei, Keira e Jason …

Aveva rinunciato persino agli allenamenti di Quidditch per non doversi più sottomettere all’imbarazzo che provava guardando il Tassorosso e avendo la preoccupazione che la sua ragazza fosse sempre a qualche metro di distanza e le facesse una ramanzina più “acuta” dell’ultima.

Si accorse di aver riletto la stessa frase ben cinque volte, chiuse il libro con un tonfo e reclinò il capo all’indietro, iniziandosi a massaggiare le tempie.

«Stai bene?»

«Molly si alzò subito in piedi, troppo velocemente poiché le sue ginocchia traballarono minacciando di farla cadere e i suoi occhiali scivolarono definitivamente dal suo setto nasale andando ad “abbracciare” un punto imprecisato del pavimento fatto di pietra dura.

Jason si allungò dall’altro lato del tavolo, riuscendo ad afferrare saldamente Molly per un braccio, evitando che anche la ragazza seguisse a ruota i suoi occhiali.

«Grazie» soffiò la Weasley, poggiandosi al tavolo per riprendere l’equilibrio. Entrambi rimasero a scrutare il pavimento, cercando la montatura della Tassorosso; la trovarono nello stesso istante ai piedi di un tavolo poco lontano. Si precipitarono ad afferrarli.

Molly si chinò su di essi per prima, sentendo un secondo dopo la mano calda e morbida di Jason che si posava sulla sua.

Ancora una volta, in quella giornata, le gambe di Molly Weasley II si raddrizzarono troppo velocemente e un leggero ‘CRAK’ confermò alla ragazza dai capelli turchesi quello che sperava non fosse successo.

«OH, PORCO GODRIC!!» ululò Baston, portandosi le mani sul volto e sbattendo violentemente le palpebre cercando di ricacciare indietro le lacrime di dolore che stavano per affioragli dagli occhi.

Molly inforcò gli occhiali, non curandosi dei danni che avevano subìto, prese la sua bacchetta e disse a Jason «Fammi vedere!».

«Bbi ai paccato il noso!» l’accusò quello dai capelli rosa, mugugnando e cercando di regolare il tono della voce che aveva assunto un’inclinazione sofferente e strana per via delle mani che gli coprivano la bocca.

«Fammi vedere!!» ripeté nuovamente Lei, presentando la sua richiesta sotto forma di ordine.

Baston abbassò le mani, la ragazza fece un’espressione disgustata e al contempo affascinata dallo scoprire quanto sangue potesse affluire dal naso, senza perdere altro tempo ne fermò il flusso e toccando il naso con la bacchetta risistemò anche l’osso che si era spostato.

Jason strinse i denti, imprecando sottovoce e promettendosi di non urlare «Mi volevi ammazzare? Oh, hey! Scherzavo, aspett-!» disse mentre la ragazza schizzava fuori dalla Biblioteca, facendosi seguire a colpo di magia dai suoi effetti personali che erano rimasti sul tavolo e ora galleggiavano a mezz’aria.

Chiunque avesse visto Molly Weasley in quel momento con i capelli azzurri scompigliati e macchiati da qualche goccia di sangue, gli occhiali di corno completamente scheggiati e il volto paonazzo non l’avrebbe assolutamente collegata alla ragazza calma e tranquilla di sempre. La solita Molly non sarebbe mai stata seduta sul pavimento, con la schiena al muro, un libro stretto al petto a esclamare «Miseriaccia … oh, miseriaccia!»

 

***

 

«Ciao Lorc»

«Ciao Lys» si salutarono i gemelli battendosi il pugno e dividendosi dopo la lezione di Aritmazia che prevedeva le loro classi assieme.

Il Tassorosso iniziò a dirigersi verso la Sala Grande, approfittando dell’ora libera che aveva prima di Cura delle Creature Magiche per portarsi avanti con i compiti di Pozioni.

Non si accorse subito, però che nel grande corridoio di pietra che stava percorrendo, proprio alla fine c’era Dominique e un ragazzo che sembrava Gaspard Cox di Grifondoro.

«Ma che cazz-?» borbottò sottovoce nascondendosi dietro ad un’armatura e iniziando a spiare i due; Dominique rideva allegramente mentre il ragazzo le parlava con nonchalance, poggiandosi al muro e guardandola come se per lui fosse la cosa più naturale del mondo starsene solo soletto con una ragazza di quel genere in un corridoio completamente vuoto … all’apparenza.

La gelosia che provava Lorcan si mischiò all’invidia: era invidioso di quel Grifondoro, di come si comportava con la sua ragazza, con la facilità con cui gestiva quella situazione mentre lui, Lorcan Scamander, era sempre teso e imbarazzato ad avviare una conversazione con Dominique. Soprattutto perché quando arrivava il momento del bacio c’era sempre qualcosa o qualcuno a rovinargli l’atmosfera … era come se tutta la magia di Hogwarts si fosse alleata per non fargli ricevere quel pezzetto della Serpeverde che tanto desiderava.

Mentre nella sua testa si stavano andando a creare questi pensieri, l’armatura iniziò a scivolare verso sinistra lentamente e silenziosamente fino a che non fu visibile nel muro dove prima c’era quell’ammasso di ferro una porticina alta poco più di un metro e mezzo e larga altrettanto.

Lucy Weasley ne venne fuori, tocco nuovamente l’armatura che ritornò al suo posto nascondendo la porta.

Lorcan la guardò sgranano gli occhi non riuscendo a spiccicare parola, Lucy si voltò verso di lui e sorridendoli allegramente gli si accostò al braccio sussurrando «Che stiamo facendo?»

«Da dove diavolo arrivi?» le chiese invece lui.

«Nulla, ho solo messo dei Bubotuberi nei dormitori delle Serpeverdi del primo»

«I Bubotuberi sputano veleno, lo sai questo, vero?»

«Oh»

«Devi andare subito a toglierli!»

«Lo farò, lo farò! Ma non mi hai ancora detto che stiamo facendo qui e perché stiamo ancora bisbigliando!» affermò Lucy, visto che Lorcan non si degnava a darle una risposta decise di sporgersi oltre all’armatura, notò così Dominique e Gaspard.

«Stai insieme a Dominique» concluse Lucy, battendogli una mano sulla spalla in segno di congratulazioni / condoglianze. Lorcan annuì debolmente prima di aggiungere «Bhè, ma questo forse lei non se lo ricorda così bene», e posò le spalle contro il muro sconsolato.

«Perché dici questo?»

«Quello lì, Cox ci sta provando con lei … è evidente, no? E lei non fa nulla, assolutamente»

«Credi che Gasp ci stia provando con Domy?» ripeté Lucy, cercando di soffocare una risata, l’altro annuì convinto e lei allora lo esortò a uscire allo scoperto e affrontare la situazione.

«No, non davvero!»

«Ma si! E questo che devi fare, forza …»

«No, davvero proprio no … è inutile Lucy … che fai? Ho detto di NOOOO!» urlò Lorcan mentre Lucy lo spinse in avanti, facendolo sbattere quasi contro il muro che aveva di fronte.

Dominique e Gaspard smisero di chiacchierare, la ragazza guardando il Tassorosso preoccupata posò una mano sul braccio del Grifondoro, come se lo stesse congedando.

Così in quel corridoio ben presto rimasero Dominique, Lorcan … e Lucy, che si acquattò contro l’armatura cercando di non ridere.

«Lorcan, cosa stavi facendo?» chiese Dominique avvicinandosi al ragazzo che era più bianco di Nick-Quasi-Senza-Testa, lui deglutì rumorosamente prima di iniziare un monologo assolutamente improvvisato.

«Devi starmi a sentire Dominique, ti ho vista con Gaspard, come vi guardavate, tu che ridevi e quant’altro. E si, mi dispiace ma sono geloso! Tu vieni da quella scuola francese dove non hai mai avuto contatti con i ragazzi, ma qui ce ne sono davvero tanti Dom, e tu sei bella … Sei intelligente e ambiziosa, hai una famiglia singolarmente simpatica, sei tutto ciò che un ragazzo vorrebbe desiderare. E poi hai scelto me … e io … oh, solo Santa Tosca sa quanto io sia fortunato a ricevere le tue attenzioni ma poi .. quello lì, insomma … Cox! E lui è più sciolto, più disinvolto e coraggioso mentre io sono un pezzo di legno, non ci siamo neanche mai baciati e non so neanche dove stia trovando il coraggio di dire tutte queste cose, perché probabilmente mi maledirò una volta finito di parlare, cioè lo sto facendo già adesso! Ma voglio che tu lo sappia, tu sei importante e proprio non ce la faccio a vederti con altri io … io …» Lorcan si bloccò, non perché non avesse più parole, ma perché notò che Dominique stava cercando di trattenere con tutta se stesse la risata che visibilmente le stava nascendo.

La bionda lo guardò ammirata «Tu pensi che io e Cox abbiamo una tresca?»

«Bhè … si!» ammise il ragazzo.

«Gaspard Cox è il mio migliore amico …»

«Ma questo non t’impedisce di stare con lui» la interruppe Lorcan.

«Il mio migliore amico gay» finì lei con un’occhiata divertita al Tassorosso che sgranò gli occhi, divenne paonazzo per l’imbarazzo e iniziò a contare le pietre che componevano il metro quadrato sotto i suoi piedi.

Dopo qualche attimo di silenzio disse «I-io non lo sapevo, Lucy mi ha spinto qui e io, bhè … si, ecco», «Lucy? La stessa Lucy che va in giro con Lily e Roxanne?» disse ridacchiando Dominique.

Lucy, nascosta dietro l’armatura fece di tutto per non ribattere, sapendo che se avrebbe aperto bocca avrebbe sicuramente rovinato il momento e nulla avrebbe impedito alla migliore amica di Roxanne a rivolgersi a quest’ultima per una bella punizione.

Lorcan annuì, facendo un mentale promemoria di fare una ramanzina alla Grifondoro o quanto meno di buttarla nel Lago Nero la prossima volta che l’avrebbe rivista.

«Quello che mi hai detto è stato davvero carino» lo informò Dominique.

Lorcan le sorrise dolcemente, «Bhè, è tutto vero!»

La Serpeverde si slanciò con foga verso di lui, gettandogli le braccia al collo e facendo scontrare le loro labbra in un bacio a stampo. Lorcan non ebbe neanche il tempo di elaborare ciò che aveva visto, poi le cinse un fianco con una mano mentre l’altra era dietro la nuca della ragazza, facendosi spazio tra i lisci capelli biondi e avvicinandola di più a se.

Le loro bocche s’incastrarono perfettamente, come se fossero destinate fin dall’inizio a stare in quella posizione.

Dominique si scostò poco dopo, imbarazzata e un tantino impacciata, sorridendo confusamente a Lorcan. Il ragazzo non disse una parola, sapeva che per il bene mentale della ragazza era meglio non esagerare, la afferrò per mano e le chiese «Stavo andando in Sala Grande, vieni con me?»

«Certamente»

«Ciao Lucy!» salutò Lorcan.

«Lucy?!» chiese Dominique.

«Ciao Lorc, ciao cuginetta» disse la rossa sorpassandoli e schizzando via, appena in tempo per non essere affatturata dalla bionda.







fatto il  misfatto!
chiedo perdono per il ritardo! ç_ç
Buongiornoavederci,
Ash-

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Capitolo 15
*** Quando la concentrazione cala. ***


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La bionda testa di Louis Weasley era posata sul legno scuro e freddo della tavolata dei Corvonero, era ancora presto per gli altri studenti affinché scendessero a fare colazione nella Sala Grande: difatti ad ogni tavolo c’erano solo una mezza dozzina di studenti, tranne in quella di Grifondoro che era completamente vuota.

Il Corvonero mugugnò qualcosa, tastò il legno davanti a se e prendendo un pezzo di bacon che aveva trovato se lo infilò in bocca; aveva passato tutta la notte chiuso nel bagno del suo dormitorio a causa di un frutto che gli aveva dato Roxanne («Hai dato la tua parola che saresti stato la nostra cavia se non avessi messo nulla nel cibo degli elfi … Su, non sarà pericoloso!» gli aveva detto), lo aveva mangiato sperando di vomitare al massimo per un ora.

Ma quello che aveva fatto in bagno non era stato vomitare.

E non era durato un ora.

La panca davanti a lui stridette, ma non alzò la testa pensando che fosse qualcuno dei suoi cugini, Rose in particolare perché aveva iniziato ad avere delle nausee mattutine.

Chiunque si fosse accomodato davanti a lui aveva iniziato a tossicchiare impazientemente, Louis si costrinse controvoglia ad alzare la testa dal tavolo.

April lo stava fissando a metà tra il deciso e il rattristato, «Oh … buongiorno» rantolò il Corvonero raddrizzandosi lentamente; la ragazzina gli regalò un sorrisino tirato, aprì la bocca per dire qualcosa ma Louis la precedette. «Tra qualche giorno si va a Hogsmeade, ci andiamo insieme?»

«No» si affrettò a rispondere la Grifondoro scrollando la testa decisa, il biondo la guardò perplesso e con un tono sconfortato le chiese «Ma che ti succede?»

La McAdams si tirò dietro un orecchio una ciocca di capelli castani, respirò a fondo e poi se ne uscì con un «Non voglio che ci frequentiamo, Lou»

«Oh. … Si, ehm … P-perché?»

«Mi sono trovata bene con te, ma …»

«M-ma?»

Dannazione Louis Weasley! Smettila di balbettare, sembri un decerebrato!

«Ma -continuò la ragazza- credo che non potremmo avere molto futuro assieme … Intendo dire, che non sono sicura di volere un qualcosa con te …»

Louis la fissava stralunato: non riusciva a capire perché la ragazza si comportasse in quel mondo. Aveva cenato con la sua migliore amica sotto sua richiesta (o meglio, Lucy aveva cenato con Rachel), aveva preparato un primo appuntamento con i fiocchi, sferruzzato per tutta un’estate e dato il consenso alle Malandrine di usufruire di lui come testa-scherzi.

Quando si ridestò capì che April stava aspettando una sua risposta, un qualunque cenno da parte di lui. «Cosa vuoi che ti dica? Mi pare che tu abbia già preso la tua decisione … Io penso che ti sbagli, che dovremmo almeno provarci. Fai come vuoi, puoi andare ora.»

Non era abituato a lottare per avere una ragazza, Louis, di solito erano loro che si sbranavano a vicenda e facevano a gara per gettarsi ai suoi piedi.

Ma April non era come tutte le altre. Questo il Corvonero lo capì quando la McAdams si era già alzata dalla panca e si era già diretta verso l’uscita della Sala Grande facendogli un sorriso triste. Era andata via lasciando Weasley con dei dolori allo stomaco che non riguardavano, però, il frutto datogli da Roxanne il giorno prima.

 

***

 

Severus Potter e Jason Baston stavano passeggiando in uno dei tanti cortili interni di Hogwarts chiacchierando del più e del meno come si fa tra migliori amici. Il sole s’intravedeva tra diverse nuvole e la leggera brezza di Aprile aveva fatto sì che la maggior parte degli studenti si riversasse fuori dalle fredde mura di pietra del castello per godersi una bella giornata. Un gruppo di ragazzi del terzo anno gli passò accanto blaterando tutti eccitati dell’imminente gita a Hogsmeade, luogo che gli aveva conquistati dalla prima volta.

«Sev, tu ci vai a Hogsmeade sabato?» chiese Jason fermandosi a sedere su una panchina di pietra a un tratto. Il Serpeverde alzò le spalle con fare indifferente «Non lo so, Lily mi sta addosso per farmi uscire con una sua amica Corvonero … Da quando si è messa cin quel Finnigan vuole che tutta la sua famiglia sia felice e innamorata» disse imitando malamente la voce stridula della sorellina.

Ricevette uno schiaffo sul collo ma voltatosi per capire chi fosse stato … non vide nessuno; sii stropicciò gli occhi e si sedette accanto all’amico continuando la conversazione.

«Bhè, qual è il problema?» gli chiese il Tassorosso scrollando le spalle con nonchalance.

«Il problema è -puntualizzò Potter- che ha definito questa Corvonero “quella giusta” … Ha detto la stessa cosa di Ellen, Amy, Hanna, Nina e Charlotte!» snocciolò tutto d’un fiato assumendo poi un cipiglio perplesso, chiedendosi se ne avesse dimenticata qualcuna. Baston per tutta risposta scoppiò a ridere, i riccioli rosa che molleggiavano sulla sua testa, e diede una pacca consolatoria sulla spalla dell’amico.

Chiacchierarono per qualche altro secondo tranquillamente fino a quando non si videro arrivare davanti un ragazzino arrossato per la corsa e con in volto un espressione sconvolta «P-potter! Devi andare al Platano Picchiatore, subito

«Ma che succede?»

«VAI! CORRI!» gli urlò quello.

Severus, benché accigliato, iniziò a correre verso l’albero secolare chiedendosi cosa poteva essere successo. Lì, sotto l’albero, c’erano due ragazze che stavano combattendo con un capannello di studenti tutt’attorno; riuscì a distinguere la prima ragazza come la Corvonero che avrebbe dovuto accompagnare a Hogsmeade, mentre la seconda era … «Jane» soffiò il ragazzo iniziando a farsi spazio tra i maghi e le streghe che erano accerchiati attorno alle due.

Il viso della Zabini era madido di sudore, i capelli sciolti che svolazzavano per il vento; lei e la Corvonero (di nome Anya) stavano girando in tondo, lanciandosi incantesimi e schivandoli.

Fu con orrore che Severus notò la figura di Jane pericolosamente vicina al Platano Picchiatore al quale dava le spalle, ma un ragazzo in prima fila aveva la bacchetta puntata contro l’albero che si agitava tranquillamente per il vento. E poi, quando finalmente Severus riuscì a raggiungere a spintoni la prima fila, tutto accadde.

Anya urlò «SECTUMSEMPRA!» un guizzo esplose dalla sua bacchetta nello stesso istante in cui il Serpeverde gridò «NO! JANE!». Severus si gettò in avanti, cercando di proteggere Jane.

Ma era troppo lento, troppo lontano.

Anya aveva scagliato un secondo incantesimo poiché Jane era stata colpita dal primo al fianco destro che stava sanguinando copiosamente e il secondo la stava facendo volare all’indietro a mezz’aria verso il Platano.

Il ragazzo che stava controllando l’albero perse la concentrazione e il Platano Picchiatore con uno strattone riprese il controllo del suo fusto; con uno schiocco sonoro e orripilante colpì la Serpeverde allo stesso fianco insanguinato scaraventandola a diversi metri di distanza, come se fosse una vecchia bambola di pezza.

Severus sgranò gli occhi, la voce roca e inclinata dal pianto quando gridò «QUALCUNO FACCIA QUALCOSA!».

Un paio di mani si alzarono con la bacchetta impugnata, seguirono la traiettoria del corpo della Zabini aspettando il momento propizio per lanciare l’incantesimo. La figura della ragazza rallentò la sua caduta a qualche metro da terra, andando a precipitare con un tonfo lieve sull’erba verde.

 

***

 

Era passato poco più di un messe da quando Lily si era dichiarata a Fire con la scenata in Sala Grande, ora per tutta la popolazione di Hogwarts, Fire Finnigan era lo “sfortunato ragazzo della Potter arancione”.

E lui lo adorava.

L’affetto che provava Lily nei suoi confronti non lo preservava, però, dall’essere vittima dei suoi scherzi e da quelli delle sue cugine. Anzi gli scherzi erano aumentati da quando stavano assieme. Era come se tutta la famiglia Weasley/Potter gli desse il benvenuto e lo mettesse alla prova in un solo istante. Fire stringeva nella mano la lettera che gli aveva mandato qualche giorno prima James Sirius Potter, aveva il bollo dell’ufficio degli Auror, le poche parole erano scritte con inchiostro scarlatto per sottolineare con più enfasi il messaggio che vi era contenuto: “Falle qualcosa di brutto e l’unico bacio che riceverai in vita tua sarà quello dei Dissennatori. Ad Azkaban. Dove marcirai per il resto dei tuoi giorni. Con affetto, il tuo nuovo cognato J.”.

Mentre si figurava il suo aspetto in abiti da carcerato una mano sbucata dal nulla lo afferrò per il colletto della camicia, lo fece entrare sotto un lenzuolo e qualcuno lo baciò.

Un battito di ciglia più tardi si accorse di essere sotto il Mantello dell’Invisibilità con le labbra ancora appiccicate a quelle di Lily che lo lasciò andare con un sorrisetto.

«Che hai in mano?» chiese lei cercando di sbirciare.

«Uhm, niente, i compiti di Antiche Rune» rispose svelto il ragazzo e dall’aria schifata che l’altra assunse capì di essersela cavata.

«Oggi -continuò la ragazza- verrai ufficialmente consacrato al clan Weasley/Potter»

«Ovvero?»

«Ovvero potrai pranzare con noi!» trillò la Potter con aria soddisfatta.

«Ehm, grazie sono davv-»

«Aspetta Finnigan! Prima te lo devi guadagnare»

«Sopportare questo mese di scherzi non è stato abbastanza?». Lily finse di non sentire quell’ultima battuta, prese il ragazzo per mano e lo trascinò nell’aula di Storia della Magia dove una volta chiusa la porta alle loro spalle rimasero soli. La Tassorosso sfilò dalle loro teste il Mantello che appallottolò e poggi su un banco lì vicino; si diresse verso un angolo dell’aula completamente al buio nonostante i raggi del sole che filtravano attraverso le enormi finestre.

«Cos’è quello?» chiese Fire indicando un enorme calderone pieno di liquido semi trasparente che la ragazza stava trasportando nella sua direzione.

«Pozione restringente» annunciò lei facendo scivolare il calderone tra le mani del ragazzo.

«E cosa diavolo dovrei farci?»

«Uno scherzo ovviamente! Mi dovrai impressionare Finnigan … ma abbiamo solo due minuti prima che il prossimo gruppo di studenti si presenti qui per la prossima lezione, devi fare in fretta» disse Lily dando una veloce occhiata al suo polso dove aveva un orologio disegnato con un pennarello nero che magicamente segnava sempre l’ora esatta.

Finnigan non si perse in chiacchiere, aveva sempre sognato di poter fare uno scherzo agli studenti di Hogwarts ma aveva sempre peccato di coraggio. Levò la bacchetta in aria e con un deciso gesto del polso fece sì che il calderone iniziasse a levitare in aria, sempre più in alto,finché non raggiunse l’altezza massima e il centro esatto dell’aula.

«Vieni» disse dirigendosi verso la porta, la Potter gli trotterellò dietro fischiettando; lui la prese per mano mentre con la bacchetta nell’altra continuava a borbottare formule sottovoce.

« ... cinque … quattro … tre … due … uno …»

Nello stesso istante in cui i due ragazzi si gettarono addosso il Mantello e si addossarono alla parete le porte dell’aula si spalancarono facendo riversare una ventina di ragazzini al suo interno, tutti pronti ad assistere ad un'altra noiosissima lezione di Storia della Magia del professor Rüf.

Lily non se ne accorse subito, ma man mano che gli studenti entravano venivano “bloccati” proprio al centro esatto dell’aula, sotto al calderone pieno di pozione.

«Hey, non spingete! Non riesco ad andare avanti!» si lamentava un ragazzo.

«Ma cosa succede?» strillò una ragazzina in preda ad una crisi isterica.

Il fantasma del professor Rüf entrò proprio in quel momento svolazzando da una finestra, lanciò un occhiata indifferente ai ragazzi e commentò con «Non c’era alcun bisogno che mi aspettaste in piedi. Sedete prego»

A quel punto una voce piuttosto stridula lanciò un urlo e intimò agli altri ragazzi di guardare in alto; il gruppo iniziò a spintonarsi ancora più pesantemente cercando una soluzione che li facesse fuggire da quell’incresciosa situazione.

Lily Potter tratteneva il respiro sotto il Mantello dell’Invisibilità stringendo sempre più forte la mano del suo ragazzo; lui con uno sventolio di bacchetta fece ribaltare il calderone.

Urla di disgusto si alzarono dal gruppo di maghi e streghe che vedevano i loro arti rimpicciolire sempre più velocemente.

«Non vedo più la mia mano!»

«Il mio naso, oh no! Il mio bellissimo naso!»

«Evvai! Non ho più quell’enorme brufolo sulla fronte!»

Ci fu un FOOOP («Ho tolto le barriere» bisbigliò Fire) e gli studenti iniziarono a correre verso l’Infermeria; chi si trascinava su una sola gamba e chi pregava gli altri di non lasciarlo indietro.

Fire e Lily approfittarono di quell’occasione per fuggire da quell’aula e andare in uno dei tanti cortili interni di Hogwarts abbandonandosi alle risate.

«Hai visto Rüf? Non si è accorto di nulla» diceva Lily battendosi una mano sul ginocchio e ridendo fino a farsi spuntare due lacrimoni agli occhi.

«Ho passato il test allora?»

«Alla grande!» confermò Lily tirandogli la cravatta e avvicinandolo a sé per poterlo baciare sulle labbra. Continuarono a passeggiare coperti dal Mantello dell’Invisibilità tra i cortili di Hogwarts finché non si ritrovarono vicino a Severus, il fratello di Lily.

«Non lo so – stava dicendo il Serpeverde – Lily mi sta addosso per farmi uscire con una sua amica Corvonero … Da quando si è messa con quel Finnigan vuole che tutta la sua famiglia sia felice e innamorata» cinguettò facendo l’imitazione della voce della ragazza.

Fire riuscì a trattenere a stento le risate quando Lily schiaffeggiò suo fratello sulla nuca e questo si voltò preoccupato guardando stupito solo il muro e il pavimento di pietra dove non c’era apparentemente nessuno.







Scusate per il ritardo! Prometto di essere più presente ora che è finita la scuola e di aggiornare con più regolarità anche se ormai siamo davvero agli sgoccioli C:
Grazie a tutti! Vado a rispondere alle vostre recensioni magnifiche se ancora non l'ho fatto :D

Baci, Ash-

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Capitolo 16
*** Cose non dette. ***


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(Aprile)

Nonostante gli esami per i M.A.G.O. e i G.U.F.O. fossero incredibilmente vicini, nessuno dei ragazzi del settimo o del quinto anno si sentì in dovere di saltare la gita ad Hogsmeade che si sarebbe tenuta quel giorno.

Probabilmente perché per alcuni di loro sarebbe stata l’ultima occasione di poter vedere quel villaggio con tutta l’allegria e la libertà con cui lo vive uno studente; gli alunni del settimo iniziavano già a provare quella sensazione alla bocca dello stomaco provocata dalla nostalgia, dovendo dire addio alla propria famiglia.

Scorpius Malfoy era ritto sul portone d’ingresso di Hogwarts in perfetto orario, rispose affermativamente all’appello che gli insegnanti stavano facendo e prestò attenzione alla piccola folla lì intorno per capire chi non vi era presente.

Jane Zabini e Severus Potter non avrebbero preso parte a quella gita, non dopo quello che era successo nei giorni precedenti.

Oltre a loro due non si poteva non notare l’assenza della sua testa rossa preferita, la sua fidanzata nonché futura mamma Rose Weasley non si era ancora fatta viva.

«Arriverà! E’ solo un po’ in ritardo» dichiarò Scorpius quando sentì il professore chiamarla ripetutamente; la combriccola ripose con un sonoro sbuffo a metà tra l’indispettito e il divertito.

La dura verità era che con la gravidanza, Rose era sempre più in ritardo. Ovviamente non permetteva a nessuno di andarla a prendere o aiutarla, voleva mantenere la sua autonomia ad ogni costo.

Dopo ben dieci minuti abbondanti tutti furono d’accordo di andare ad Hogsmeade mentre Scorpius, Roxanne e Hugo rimanevano lì ad aspettare che Rose Weasley arrivasse.

Non erano nemmeno partiti che da qualche secondo che la figura tondeggiante di una ragazza dai capelli rossi legati in un disordinato chignon spuntò dalla rampa di scale.

«Eccomi! Eccomi!» trillò avvicinandosi agli altri, aveva le guancie paffute e imporporate a causa dello sforzo di essere in orario.

Il pancione, fin troppo grande per essere solo al sesto mese di gravidanza, era fasciato in una maglietta a maniche corte verde. Quel verde non faceva altro che risaltare il colore degli occhi di Rose che in quel momento erano iniettati di sangue; Scorpius capì aveva pianto anche quella mattina.

Ron Weasley aveva lasciato il castello di Hogwarts pochi minuti dopo aver urlato in faccia alla propria il figlia il disgusto e il tradimento provato nei propri conforti dopo l’annuncio della gravidanza di lei. Ron Weasley aveva lasciato il castello sbraitando che non avrebbe più avuto a che fare con loro, mai più.

«Su, muoviamoci o rimarremo indietro» disse Rose con un sorriso che si spense prima di arrivare agli occhi, si strofinò il visto il dorso della mano in un momento in cui pensava di non essere vista dai nessuno dei tre.

«’Muoviamoci’ disse la ritardataria» farfugliò Scorpius attirando su di se l’attenzione.

Rose si avvicinò al ragazzo e gli fece la linguaccia, prima che lui le rispondesse a tono lei aveva già intrecciato le sue dita a quelle del ragazzo, saldamente.

«Forza o da Zonko troverò una fila abnorme!» squittì Roxanne pestando i piedi a terra e gesticolando impazientemente verso il portone.

«Abnorme? Roxie avrai mica sperperato i tuoi averi per un dizionario?!» chiese Hugo portandosi melodrammaticamente una mano al petto mentre spalancava gli occhi terrorizzato.

La risposta di Roxanne fu una serie d’insulti a raffica accompagnata da gesti che lasciavano ben poco all’immaginazione.

«Roxanne! La mia pancia ha orecchie! Smettila subito!» urlò Rose portandosi le mani al grembo e facendo un passo indietro. Scoccò alla mora un occhiata irritata che avrebbe incenerito chiunque.

«Scusa Rosie» farfugliò l’altra abbassando la testa, fece un ultimo dito medio a Hugo e oltrepassò le mura di Hogwarts.

La strada verso Hogsmeade fu relativamente tranquilla, Hugo e Roxanne trovarono Molly che se ne stava sola soletta e l’aggiunsero al loro mitico duo che si stava dirigendo verso il negozio di scherzi.

«Ci vediamo qui tra un oretta, non perdetevi» li salutò Scorpius con una punta di apprensione nella voce. Si stava calando nei panni di padre protettivo fin troppo in fretta.

Lui e Rose andarono in un negozietto d’abbigliamento lì vicino, c’era anche un angolo per l’infanzia dove avrebbero potuto acquistare qual cosina di carino.

Aprirono la porta del negozio e un campanello annunciò la loro entrata, si diressero lentamente verso la zona dei bambini dando un occhiata in giro.

«Piccola guarda questa» esclamò Scorpius sventolandole sotto il naso una tuttina celeste con la scritta “Mia mamma è Grifondoro” sotto c’era ricamata una leonessa che leccava affettuosamente la criniera del suo leoncino. La rossa soffocò a stento un guaito di tenerezza e afferrò la tutina per metterla nel cestino degli acquisiti.

«… Guarda questa» disse Rose agguantando una magliettina blu con la scritta ‘Team Bimbus 3000 – Portiere #1’. L’ammirò attentamente e con cura la ripiegò per posizionare anche questa nel cestino.

«A mio padre sarebbe piaciuta – aggiunse Rose – sai per il fatto del portiere e … ehm … tutto il resto …» s’interruppe bruscamente per le lacrime che le punzecchiavano gli occhi chiedendo di uscire. La Weasley fece un respiro profondo e si stampò in faccia il miglior sorriso che le potesse riuscire in una situazione come quella.

«Andrà tutto bene tesoro» la rassicurò Scorpius accarezzandole una guancia e dandole un bacio. Rose ricambiò teneramente il bacio stringendosi di più a lui e in men che non si dica erano avvinghiati l’uno all’altra, toccandosi e rassicurandosi.

Erano loro, erano Rose e Scorpius, avrebbero affrontato tutto e l’avrebbero fatto assieme.

«Giovanotti – sibilò una voce rauca dopo aver accuratamente tossito – Niente cose sconce qui.»

La proprietaria del locale, una strega di mezz’età con un principio di capelli grigi, li fissava severa da dentro la sua tuta di lycra fucsia.

Scorpius si allontanò di un passo da Rose tenendole ancora la mano mentre la rossa esclamava indicandosi il pancione «Mi deve scusare signora se le dico che i suoi ammonimenti arrivano un tantino in ritardo».

La strega strabuzzò gli occhi per qualche secondo, poi si ricompose e se ne andò via sibilando che «Certo, vi terrò d’occhio».

Quando fu sparita tra gli scaffali Rose scoppiò in una risatina divertita, la prima vera risata che Scorpius le aveva sentito fare dall’incidente con suo padre. Si riempì le orecchie di quel suono e sperò che non smettesse mai.

«Continuiamo con lo shopping, dai» trillò Rose pochi secondi dopo indicando le altre cose.

«Questa?» chiese Scorpius facendole esaminare una magliettina blu.

«Ancora blu?» sbuffò lei.

«Uhm, verde?»

«Rosa!»

«Rosa?!»

«Per la bambina»

«Rose ma mi avevi detto che avremmo avuto un maschietto!»

«Oh-oh»

«Oh-oh?!»

«Amore mi sono scordata di dirti che avremo due gemelli

 

 

***

 

Jane aprì gli occhi di scatto, la luce l’acceco e fu costretta a chiuderli tanto velocemente quanto li aveva aperti. Si fece un po’ di coraggio e si azzardò a sollevare lentamente la palpebra facendo abituare la sua vista a quella che scoprì essere una lampadina stregata per gettare una luce così potente su di lei.

Jane Zabini si trovava in Infermeria.

Sentì qualcosa di caldo e forte stringersi addosso la sua mano e per un attimo fu tentata di gridare, ma la stretta famigliare la rassicurò abbastanza da non farlo. A stringerla era la mano di Albus Severus Potter che era voltato verso la finestra, ancora non a conoscenza del risveglio della ragazza.

Jane provò a chiamarlo ma tutto quello che uscì dalla sua gola fu una tosse gracile e secca, da quanto tempo non parlava? Il ragazzo si voltò sorridendole dolcemente ma con stanchezza, abbassò i suoi occhi verdi sulle loro mani e slacciò l’intreccio in un secondo.

Prima che la Zabini potesse trattenerlo, si allontanò dal letto.

Ritornò dopo un minuto con un bicchiere contenente una poltiglia rossastra, lo avvicinò alle labbra della ragazza e la invitò a berne il liquido; una volta che il bicchiere fu vuoto l’aiuto a sistemarsi meglio tra le coperte facendola sedere con la schiena poggiata contro la testata in ferro del lettino.

«Quanto tempo sono stata svenuta?» chiese infine Jane una volta che Severus prese di nuovo posto sulla sediolina accanto al letto.

«Non molto a dire il vero – il serpeverde lanciò un occhiata all’orologio babbano che aveva al polso – direi circa quattro ore e mezzo.»

La Zabini si passò una mano sulla fronte, eliminando il leggero strato di sudore e poi mormorò sottovoce «Non riesco a ricordarmi come … come sono finita qui? Cioè, mi ricordo che stavo combattendo con quella … ma poi?».

La faccia del ragazzo si contrasse in un secondo, la mascella rigida e le nocche bianche per il fatto che le dita stringevano con troppa forza il bordo della sedia, quando parlò la sua espressione era ritornata calma ma l’orrore per l’accadimento era ben udibile nel tono della sua voce, «Anya ti ha lanciato un … sectumsempra … e tu sei volata all’indietro, con il fianco ridotto a brandelli, verso il Platano Picchiatore che … che ti ha colpita e scaraventata lontano».

Mentre parlava la ragazza si portò istintivamente la mano sul fianco, tastandolo con attenzione ma con assoluta delicatezza. Severus la tranquillizzò, «Madama Chips ha fatto un lavoro eccellente, se quel ramo ti avesse colpito qualche centimetro più in basso ti saresti rotta il bacino. Quello si che sarebbe stato doloroso.»

Entrambi sussultarono al solo pensiero.

«C’eri anche tu, vero? Ho sentito la tua voce.»

Severus annuì lentamente, ritornò a guardare fuori dalla finestra.

«… hai cercato di metterti in mezzo.»

«Ma non ce l’ho fatta, troppo lento» puntualizzò lui a denti stretti.

«Sono felice che tu non ce l’abbia fatta. Se lei ti avesse colpito, lei … sarebbe già morta

«Jane!» l’ammonì lui guardandola. Ma questa volta era la ragazza a guardare fuori la finestra.

«Perché ti stavi battendo con lei? – le chiese Severus, ma l’altra non dava l’impressione di volergli fornire una risposta – Dimmelo Jane.»

La serpeverde lo guardò, i suoi occhi arrossati dalle lacrime che tratteneva con forza, «Perché ha detto che non ti amavo abbastanza, ecco. Ha detto che non ti ho mai amato e che neanche tu hai amato me, che ciò che siamo stati erano solo bugie e bugie. E p-poi ha detto che Lily è sua amica, che l’aiuterà ad averti tutto per sé e che non potrò più perdermi in quei tuoi occhi verdi … ha detto che eravamo una bugia, ma non è vero . E tu sarai suo, perché lei è migliore di me … magari questo è vero, si, ma non ci ho visto più nulla e l’ho attaccata. Ma lei continuava blaterare di questo appuntamento a Hogsmeade e io non sono riuscita a fermarmi.»

Severus deglutì rumorosamente, sapeva che Jane odiava combattere e che mai e poi mai si sarebbe ritrovata in un combattimento. Lui sapeva che la ragazza non voleva essere vista come una persona cattiva, come una degna figlia di un Mangiamorte … cosa che Severus gli aveva rinfacciato di essere. Ma lei non aveva combattuto contro di lui, no, lo aveva protetto e difeso; aveva addirittura protetto il loro amore.

Il ragazzo si portò le mani al volto, chiuse gli occhi e si chiese come fosse possibile amare ancora una persone che l’avesse tradito, che gli avesse fatto così male.

Sentì la mano fredda di Jane accarezzargli la guancia e quando alzò gli occhi lei lo stava guardando come se fosse la creatura più meravigliosa della terra, Severus alzò una mano e invece che allontanare quella di Jane la posò sopra, accarezzandola. Rimasero così, a guardarsi, per diversi secondi.

«Io – iniziò Severus - … mi dispiace, non posso» si alzò con velocità dalla sedia e corse verso la porta dell’Infermeria, chiudendosela alle spalle.

Jane Zambini, ancora una volta, si ritrovò da sola. Tutte quelle lacrime che aveva trattenuto con tanto sforzo e dedizione fino a quel momento ebbero il via libera di scendere copiose sulle sue guancie.

«Come potrebbe ancora amarmi dopo tutto il male che gli ho fatto?»

 

***

Molly dovette tirar fuori a forza i suoi due adorabili cuginetti dal negozio di scherzi e non senza doversi sentire etichettata con sopranomi tutt’altro che carini (o decorosi). La verità era che, se non avesse cacciato Roxanne e Hugo il più presto possibile fuori da quel negozio, i due sarebbero stati capaci di svaligiarlo e di usare tutti i nuovi acquisti per rendere la vita degli studenti di Hogwarts un inferno in terra.

Non che Molly fosse una perfettina-so-tutto-io, ma credeva in quel detto babbano ‘il troppo stroppia’. E il ‘troppo’ di Roxanne e Hugo, ne era sicura, avrebbe fatto stroppiare davvero molte persone.

«Certo certo Hugo – cantilenò Molly poggiando una mano sulla spalla del cugino che, prontamente, se la scrollò di dosso – sono sicura di aver fatto saltare l’ennesimo affarone della tua vita. Scusami! Ora, per tutte le mutande di Silente, possiamo andare a mangiare qualcosa?»

«Muoio di fame» aggiunse Roxanne battendosi una mano sul pancino e un’altra e mettendo su il miglior broncio da o-mangio-o-svengo che avesse nel suo arsenale di bronci.

«D’accordo» acconsentì l’alto ficcandosi con forza le mani in tasca e avviandosi a grandi passi verso i Tre Manici di Scopa, sperando di trovare un posto che non fosse vicino alle vetrate. Il locale era stato venduto a dei maghi francesi che avevano tenuto il logo per comodità e popolarità, per il resto avevano ristrutturato il locale dall’inizio alla fine. Ora vi erano delle grosse e spesse vetrate che facevano vista sulla strada e sui passanti, non certo una meraviglia per coloro a cui piace mangiare in santa pace senza sentirsi osservati o preoccuparsi di sembrare decenti durante l’ingurgitamento di litri di birra.

Una volta arrivati davanti al locale i tre ragazzi si accorsero, con una rapida occhiata, che tutti i posti erano stati occupati, eccezion fatta («Miseriaccia che sfiga» aggiunse Hugo.) per i tavolini a ridosso delle vetrate.

Dei sette tavolini solo due erano occupati. Uno con due ragazze che rovistavano nelle buste dei rispettivi acquisti e, all’altro, c’era una giovane coppia che era immersa in una chiacchierata fatta di risate e lunghi sguardi.

Lui era Lysander Scamandro e lei era Vanessa Paciock.

Hugo guardò la sua migliore amico o, meglio, la sua ex migliore amica e divenne estremamente pallido. Gli venne voglia di urlare o andare a spaccare quegli orribili tavolini verdi … ma perché, poi? Lui e Nessa si erano baciati, si, ma non era stato proprio lui a dirle che quei baci non avevano alcun significato ed erano dovuti solo alla vittoria della loro squadra?

Anche Roxanne pensò a qualcosa del genere quando si accorse di Lysander tutto intendo in quello che, chiaramente, era un primo appuntamento. Ma a differenza di suo cugino, Roxanne non aveva voglia di spaccare alcun tavolo, aveva solo voglia di spaccare la faccia a Scamandro.

«Allora, che vogliamo fare? Entriamo o no?» stava chiedendo Molly all’oscuro di cosa stesse passando nella mente dei suoi due giovani amici, «Ragazziiii?».

Ma, prima che Molly potesse aggiungere altro, Vanessa si voltò e incontrò lo sguardo di Hugo. Si colse un attimo di smarrimento e sorpresa nell’espressione della ragazza ma in un nanosecondo sparì.

’Fanculo Weasley te lo mostro io un bacio di circostanza, pensò la Paciock nel momento esatto in cui prese il volto di Lysander tra le mani e gli stampò un baciò sulla bocca.




Non so se esiste ancora qualche anima buona che legge questa fic che aggiorno ogni morte di papa. Purtroppo tra studio e "lavoro" non ho mai un attimo libero nè la voglia di scrivere. Proverò ad aggiornare più prefequentemente anche perchè mancano POCHISSIMI capitoli alla fine di tutta la storia :) Ho deciso di mettere l'immagine di tutti i ragazzi che compaiono in questo capitolo - tranne Molly - per farvi ricordare un po come sono fatti. sorry sorry sorry.
Baci,
- Lee

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Capitolo 17
*** Peccati e peccatori. ***



L’aula era deserta, l’ultimo gruppo di alunni annoiati era andato via dieci minuti prima sospirando di sollievo per la fine delle lezioni. Roxanne Weasley era ancora lì, seduta a gambe incrociate sul tavolo più vicino alla grande finestra inspirando a pieni polmoni la dolce aria di Aprile.
Il sole non era abbastanza forte da darle fastidio, in quegli attimi di quiete –rari quanto essenziali –la ragazza provava un sentimento di pace e tranquillità che neanche veder realizzato lo scherzo più complesso avrebbe mai potuto darle. Fu proprio durante quel momento d’estati serena che Lysander Scamander la trovò entrando nell'aula.
«Ciao», la salutò avvicinandosi lentamente al banco dove si trovava la ragazza. Camminava con calma per poter ammirare il modo in cui la luce del sole creava un armonioso gioco di ombre con la carnagione mulatta di lei.
Roxanne registrò mentalmente le parole del ragazzo ma non ricambiò il saluto, anzi, strinse forte la mascella e voltò la testa completamente verso la finestra facendo sì che Lysander non potesse vederla in volto.
«Ehi, yo, mi senti?» chiese il Corvonero accennando ad una risata; era arrivato al suo tavolo e posò la sua mano sulla coscia della ragazza accarezzandola lentamente.
In quel momento Lysander sentì un fremito, un particolare fremito che a lui piaceva etichettare come ‘reazione a Roxanne’: era un brivido che partiva dallo stomaco e si diffondeva in tutto il corpo, più forte di qualsiasi altra cosa avesse mai provato. Era questo ciò che sentiva ogni volta che toccava quella ragazza, una reazione che – Lysander si ricordò deluso – lei non avrebbe mai ricambiato.
Roxanne fissò la mano del Corvonero posata sulla coscia e l’allontanò via con uno schiaffo, fu soddisfatta quando vide che il ragazzo se la massaggiò stupito a causa di quel gesto inaspettato.
‘Gli ho fatto male, bene, così saprà cos'è essere feriti da qualcuno’, pensò la ragazza prima di chiedersi cosa diavolo le passasse per la mente. ‘Per la barba di Merlino, Rox. Ricomponiti. Gli hai detto che non eri pronta a relazioni serie, gli hai dato il via libera per vedere altre ragazze. Tu – non – lo – vuoi. Forza. Dillo!’
«Forse è meglio se vai a farti un giro da qualche parte che non sia quest’aula, eh, Scamander? Io .. io non ti voglio qui. Preferirei essere in compagnia dell’unica persona che davvero mi piace: me stessa.», gli disse tutto d’un fiato, finendo la frase con un sorriso seccato che durò, all’incirca, qualche nanosecondo.
Lysander smise di massaggiarsi il dorso della mano che lasciò cadere contro il fianco, come se fosse stato colpito da qualche strano incantesimo che toglie tutte le forze. Eccole lì, le parole che non avrebbe mai voluto sentire uscire dalla bocca di Roxanne.
Lei non aveva bisogno di lui; lei non avrebbe mai avuto bisogno di lui.
Era Lysander quello debole, colui al quale serve lei per sentirsi completo e finalmente felice.
«Bhè, sta calma. Volevo solo farti compagnia.»
«Ritorna da dove sei venuto, Lys. Non ti ho mai chiamato.»
«Certamente, tu ti ricordi del mio nome solo la sera quando siamo sotto le coperte. Anzi, mi sembra strano che non lo confondi con quello di qualche altro ragazzo, non è vero, Roxanne?» , sputò fuori Lysander senza neanche rendersene conto. La ragazza lo guardò sbalordita.
Ancora una volta lui era riuscito a farle male senza neanche rendersene conto, ancora una volta lei era stata così debole da permettergli di avvicinarsi a sé quando non avrebbe dovuto.
«Sai una cosa, Scamand-»
«No, aspetta, mi dispiace … Non volevo … Non intendevo dir-»
Ma qualsiasi fosse la frase piena di sincere scuse che il ragazzo stesse formulando, Roxanne non lo avrebbe saputa mai. La ragazza scese dal tavolo con un balzo fulmineo e, ancora più velocemente, uscì dalla stanza imboccando il primo corridoio affollato che poté vedere.
E il Corvonero rimase lì, in piedi, a fissare il luogo in cui qualche attimo prima c’era il corpo della ragazza. Espirò profondamente, scosse il capo e si passò una mano tra i capelli uscendo dalla stanza, cercando così di lasciarsi alle spalle non solo quell’aula vuota ma anche qualsiasi sentimento provasse per Roxanne Weasley. Riuscì a disfarsi, però, solo di una delle due cose.
 
***
Albus Severus Potter camminava per i corridoi con una montagna di libri sotto il braccio, giorni prima era arrivata una lettera da parte di sua madre che lo incoraggiava a studiare quotidianamente per gli esami di fine anno. Si era fatto stilare da Molly un programma di studio che intendeva seguire alla lettera per essere sicuro di poter fare il massimo durante l’ultimo periodo.
Sentiva le braccia doloranti ed era certo che l’ennesimo libro, per l’ennesima volta, stava per sfuggire alla sua presa creando una reazione a catena che gli sarebbe costata le risate generali di tutti i presenti.
Grazie a Merlino lì vicino c’erano Fire e Lily (anche se non era sicuro che sua sorella sarebbe stata molto di aiuto) Fire gli avrebbe certamente dato una mano. Le aspettative del ragazzo furono giuste.
«Eeeehy Sev ma cosa vuoi fare con tutti quei libri?»
«Leggerli e memorizzarli?!» rispose il Serpeverde alzando un sopracciglio.
Sua sorella si mise a ridere meccanicamente non avendo preso affatto in considerazione quel tipo di risposta. Fire riuscì a piazzare due libri nelle mani di Lily e, insieme, si diressero verso la Sala Comune nonostante mancasse un ora per la cena.
Posarono i libri e gli zaini sulla tavolata dei Tassorosso e si sedettero a chiacchierare prima di essere interrotti da Lucy e Louis che si aggiunsero alla compagnia.Stavano, ovviamente, litigando tra di loro.
«Che succede?» chiese Severus facendo roteare infastidito gli occhi da Louis a Lucy, pronto ad una spiegazione tutt’altro che razionale.
«Uff nulla. Lui sa che io so il motivo per cui la sua adorata April l’ha piantato in asso.» rispose Lucy aggrottando la fronte e incrociando le braccia.
«Sarebbe?» chiese Lily iniziando a giocherellare con ciuffetti dei capelli di Fire che spuntavano da sotto le orecchie.
«Non vuole dirmelo – borbottò infastidito Louis – dice, anzi, che non può dirmelo. Qualche patto tra ragazze o una cosa del genere.»
Gli sguardi di Lily e Lucy si incontrarono e le due, impercettibilmente, annuirono velocemente; Louis sgranò gli occhi imprecando e battendo i pugni sul tavolo, uscì dalla Sala a passo di marcia lanciando epitaffi sul genere femminile.
Severus seguì con lo sguardo il cugino che svaniva tra i corridoi in pietra del castello per tornare poi a guardare le due ragazze che facevano come se niente fosse. «Glielo direte mai?»
«Certo che si – sbottò Lucy soffiando via, infastidita, una ciocca di capelli che le era caduta sugli occhi – non è mica stato tradito.»
«In che senso?» rispose nervoso il Serpeverde, cercando di mandar giù il groppo in gola che gli si era creato pensando alla “sua” Jane Zabini.
Lucy lo guardò di sottecchi e Lily tirò un po’ troppo forte una ciocca dei capelli di Fire con la quale un attimo prima stava giocherellando, il ragazzo fece un urletto sommesso prima di essere zittito dalla fidanzata.
«Se April lo avesse tradito e io ne conoscessi il motivo, non glielo direi.»
«Perché?» chiese Sev digrignando i denti.
«Perché – sottolineo Lucy roteando gli occhi verso il soffitto – a cosa servirebbe? Se si conoscono i motivi del reato si viene perdonati più facilmente? Credo che se si ama abbastanza una persona non ci siano bisogno di spiegazioni, se c’è la fiducia e la comprensione … o quanto meno la voglia di far rinascere quei sentimenti, non c’è bisogno di nient’altro».
Lucy mandò giù un sorso d’acqua, tossicchiando un pochino.
«Cavolo Lucy, questa si che era una bella frase.» si complimentò Fire sgranando gli occhi.
« Lo so. Dovreste decisamente farmi parlare più spesso».
 
***
Se qualcuno, nel castello di Hogwarts, non avrebbe mai perdonato un tradimento, questo era Jason Baston. Usciva dagli spoiatoi della squadra di Quidditch dei Tassorosso con un colorito pallido sul volto ; ciò rendeva i suoi riccioli rosa ancora più brillanti.
Il ragazzo ebbe solo il tempo di aggiustarsi il nodo della cravatta prima di accorgersi che Molly Weasley lo stava salutando andandogli incontro.
«Bella prestazione» disse Molly sorridendo una volta abbastanza vicina.
Il ragazzo annuì arrossendo leggermente, non si era sinceramente accorto della presenza della ragazza mentre svolazzava in aria. Eppure quei capelli azzurri che l’altra si ritrovava davano piuttosto all’occhio per non essere notati.
«Mi sto preparando per la prossima partita,voglio fare una bella figura».
«Sarai un grande, tranquillo!» disse Molly ridacchiando. La ragazza arrossì un pochino cercando di contenersi; aveva pensato per giorni alle parole che Keira (la fidanzata di Jason) le aveva detto.
Quel giorno si era finalmente decisa a farsi avanti per chiarire le cose, era accaldata e innervosita … ben lontana dal coraggio che si era raccomandata di avere per il momento.
«Senti io, ehm, avrei una confessione da dirti, ehm …» iniziò la Weasley torcendosi le dita delle mani. Era pericolosamente vicina a rompersi un osso o due quando si decise a continuare la frase. «Jason io volevo dirti che, ehm, oddio. Lo so che tu stai con Keira e ..»
«Molly» la interruppe Jason con uno sguardo indecifrabile. Ma la ragazza non si fermò, le parole finalmente avevano trovato la giusta strada per essere udite e non le avrebbe certo fermate ora.
«Lo so che stai con lei e capisco se mi dirai di no. Ma non capirò mai perché non mi hai detto che provavi qualcosa per me – perché non mi hai dato una possibilità di scelta. Quindi, ehm, io ti scelgo adesso, si. Mi piaci, mi piaci davvero tanto e mi chiedevo se ti andasse, non so, di uscire con me qualche volta. Dovunque tu voglia, davvero. Per vedere come va. So che dirai di no, per Keira e tutto il resto ma dovevo provarci. State insieme e cercherò di farmene una ragione e-»
«Non stiamo insieme, noi non stiamo più insieme» precisò Jason non riuscendo a trattenere un mezzo sorriso mentre si guardava la punta delle scarpe. Scese il silenzio e il ragazzo, lentamente, alzò la testa per vedere se Molly fosse ancora lì con lui.
La ragazza era diventata di una spiacevole tonalità di rosso e un sorriso fece capolino sul suo volto.
«Fantastico! No! Ehm, volevo dire che mi dispiace per te. Ma è …si, fantastico» smise di parlare temendo di pentirsi di ciò che avrebbe potuto dire.
«La sceneggiata che ha fatto qualche giorno, sai l’urlare e tutto il resto, la fa quando si sente in colpa per qualcosa. Cerca di scaricare la rabbia che prova per se stessa sugli altri.» le spiegò il ragazzo annuendo velocemente. «Tre Manici di Scopa?»
«Come?» chiese Molly.
«Hai detto che possiamo uscire insieme dovunque io voglia. C-che ne dici dei Tre Manici di Scopa?».
«Mi sembra perfetto, si» rispose sorridendo.

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Capitolo 18
*** Seppelliamo il cadavere ***





Fare la ronda serale tra i corridoi di Hogwarts era sempre stata una parte della “ruotine” preferita di Severus. Quella sera, però, la mente del giovane Potter era dovunque tranne che nel rimettere in riga coloro che non rispettavano le regole della scuola. Con la mano sinistra si sfregò gli occhi stanchi, dandosi poi un piccolo schiaffetto sulla guancia per richiamare la concentrazione e restare sveglio.

Le parole che Lucy gli aveva detto quella mattina erano ancora incastrate nel suo cervello, incapaci di trovare una via d’uscita smettendo una volta per tutte di tormentarlo. Maledì la cugina che aveva deciso, per la prima volta, di fare la saggia spargendo lezione sull’amore e sul perdono.

 

(«Se April lo avesse tradito e io ne conoscessi il motivo, non glielo direi.»
«Perché?»
«Perché, a cosa servirebbe? Se si conoscono i motivi del reato si viene perdonati più facilmente? Credo che se si ama abbastanza una persona non ci siano bisogno di spiegazioni, se c’è la fiducia e la comprensione … o quanto meno la voglia di far rinascere quei sentimenti, non c’è bisogno di nient’altro».)

 

I corridoi di Hogwarts erano illuminati fiocamente dalle fiaccole galleggianti poste in alto vicino alle mura -  abbastanza in alto da non poter essere manomesse da chicchessia (Roxanne). Il Serpeverde accarezzò uno dei mattoni perfettamente lisci che componevano la parete, era freddo e ciò provocò nel ragazzo un piccolo brivido che partì dalla base della schiena fino ad arrivare alla nuca.

Severus abbassò nuovamente il braccio e lo lasciò crollare lungo il fianco, rilassato. Svoltò l’angolo e aspetto che la rampa di scale per il settimo piano ritornasse in posizione, salì li scalini velocemente mentre ascoltava distrattamente l’eco dei propri passi che si perdeva tra quelle giganti e potenti mura.

Ad un occhio poco attento (o, perlomeno, poco allenato nello scovare infrazioni) il corridoio principale sarebbe potuto sembrane disabitato ma il ragazzo si stava già muovendo – risvegliato per un secondo dall’intreccio dei pensieri che avevano occupato la sua mente tutta la giornata – in direzione dell’ombra che aveva visto di sfuggita qualche istante prima. Inseguì la figura alzando il passo (evitando di fare baccano, nel caso si fosse rivelato l’ennesimo gufo che, stanco della compagnia nella Guferia, si fosse fatto strada tra le mura del castello).

 

Vide un movimento di lunghi capelli castani imboccare la via di un passaggio segreto che era a conoscenza solo di pochi eletti tra gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria. Riconobbe la figura che stava seguendo ma non volle né fermarla né fermarsi e, per la prima volta in vita sua, non si chiese il perché della sua scelta.

La ragazza spiava con attenzione ogni corridoio prima di infilarvicisi, ignorando il fatto che qualcuno la stava già seguendo da parecchio tempo. Fece avanti e indietro per tre volte davanti ad un corridoio fin quando una piccola porticina non vi si materializzò, l’aprì e ci entrò seguita a ruota da un silenzioso ma curioso Severus.

 

La Stanza delle Necessità si era trasformata in un piccolo cinema privato, vi erano poche file di poltroncine e Jane scelse quella più centrale. Si coprì il corpo con una copertina di lana posata sulla poltrona accanto, si portò la bacchetta alla tempia e diversi fili argentati ne fuoriuscirono per essere poi posati in vecchio proiettore posizionato lì accanto alla ragazza.

Severus prese posto qualche fila più indietro, ben attento a non farsi vedere, la sala divenne buia e uno schermo d’argento si illuminò iniziando a proiettare delle immagini. Ci volle qualche secondo prima di riuscire a capire il significato di ciò che gli sfilava davanti: erano i ricordi di Jane.

 

Ma non erano ricordi normali, erano memorie di quando lei e Severus erano una coppia. Il cinema proiettava tutti i momenti più importanti, dal primo incontro al primo bacio. L’attenzione del Serpeverde era però per Jane che, nella semi oscurità data dal cinema, si stringeva ancora più forte nella coperta e rideva alle pessime vecchie battute di Severus mano a mano che venivano riportate in vita sullo schermo.

 

Il ragazzo si alzò e fece uno slalom tra le confortevoli poltroncine di feltro rosso per arrivare a lei, le posò una mano sulla spalla e la rassicurò quando lei sussultò per l’improvviso spavento.

«Oh, Merlino!» esclamò Jane portandosi una mano al cuore che aveva mancato uno o due battiti a causa della paura. «Sev». Arrossì visibilmente non appena si ricordò che l’unica illuminazione nella stanza era fornita dai romantici ricordi proiettati sullo schermo gigante. Jane alzò un mano per spegnere il proiettore ma Severus la catturò con la propria in una calda e solida stretta.

«Mi piace questo film. - le disse sorridendo – Certo però che quel taglio era proprio orribile, eh?».

Erano arrivati al Quinto Anno o meglio a quello che Severus piaceva chiamare “Il Cascanno” poiché per quei novi mesi di scuola aveva sfoggiato un orribile caschetto che lo faceva assomigliare ad una ragazzina alquanto pelosa.

«Eri la bimba più bella del castello» ridacchiò Jane tornando a fissare lo schermo, emozionata che lui non avesse ancora sciolto la presa. «Sev, io-».

«Non voglio saperne nulla, non voglio sapere perché lo hai fatto».

«Perché?».

«Perché ti amo. Ti amo abbastanza da non aver bisogno di spiegazioni, ti amo tanto da perdonarti». Nel dirle queste parole aveva posato delicatamente due dita della mano libera sotto il mento di lei in modo che si voltasse e potesse guardarla negli occhi.

 

Jane sentì un calore allo stomaco che si mescolò al calore delle lacrime che stavano per spuntarle dagli occhi – non le ricacciò indietro ma le lasciò libere di scendere per poter assaporare al meglio quel misto di amore e dolore che provava.

Voleva promettergli che una cosa del genere non sarebbe successa mai più, che non lo avrebbe tradito e che non avrebbe mai fatto qualcosa che gli avrebbe potuto causar del male. Invece tutto quello che riuscì a dire fu «Ti amo».

E ciò bastò al ragazzo.

 

Bastò tanto che catturò il volto di lei con entrambe le mani e finalmente si concesse al quel gesto che era sua abitudine fare ma che gli mancava ormai da molti mesi. Si avvicinò lentamente a lei e la baciò sulle labbra delicatamente finchè Jane non iniziò a ricambiare. Si strinsero forte per molti minuti, incapaci di distogliere lo sguardo l’uno dagli occhi dell’altra per colmare tutto il tempo che avevano perso.

Poi ritornarono a guardare il loro film, Jane posò il capo sulla spalla di Severus mentre lui le cingeva il fianco con un braccio accarezzandola di tanto in tanto.

 

 

****

 

 

La mattina seguente, ignara che le proprie parole avessero già fatto dei miracolosi risultati, Lucy Weasley si apprestava a rivelare un segreto al cugino Louis.

Louis, il ragazzo più litigato dal popolo femminile (e non) di tutta Hogwarts era stato scaricato senza troppi giri di parole né spiegazioni da April McAdams. Lucy, da bravo elemento del corpo scolastico femminile, era riuscita a scoprire il motivo di tale rottura e si era ormai decisa a svelarla anche al cugino.

 

«Ehy Lou», lo salutò prendendolo a braccetto mentre andavano a far colazione. Con l’altro braccio Lucy si legò a Hugo che era lì con loro ma con la testa fra le nuvole (come suo solito durante le prime 4 ore di ogni mattinata); «Ehy Hugo».

«Ciao Lucy» dissero i due all’unisono, strascicando il saluto che finì in uno sbadiglio da fare invidia al leone rappresentato sullo stendardo dei Grifondoro. Imboccarono la strada più breve per la Sala Comune mentre il loro naso riusciva già a captare l’odore di miele e pancakes appena sfornati. Hugo fece una smorfia e deglutì platealmente.

«Che ti prende?» gli chiese Lucy trascinandolo più alla svelta. Il mattino poteva anche avere l’oro in bocca, ma l’unica cosa che la bocca di Lucy Weasley desiderava appena sveglia era una bella fetta di crostata alla mele che solo gli elfi di Hogwarts (e nonna Molly) sapevano preparare così bene.

 

«Il rosso qui non ha fame – rispose Louis per conto di Hugo scoccando, poi, un’occhiata eloquente a Lucy. – Più che mal di stomaco io credo che sia mal d’amore».

«Mal d’amore? – bofonchiò Lucy mentre Hugo emetteva un gorgoglio sommesso -  Lui? Hugo? Hugo Weasley? Weasley Hugo? Lui? Questo essere al mio fianco? La mia versione maschile? Amore? Hugo?». Ad ogni domanda le sopracciglia della ragazza si alzavano sorprese (ed impaurite) verso l’alto, tremendamente vicine a schizzarle fuori dalla fronte aggrottata.

 

Il gorgoglio di Hugo, nel frattempo, si era trasformato in un semi-lamento.

 

«Vanessa!» dissero i tre all’unisono. Louis in tono severo, Lucy con stupore e Hugo tra la vita e la morte. Lucy, però, non poteva fare nulla per aiutare anche questo cugino.

Nel frattempo fecero il loro ingresso nella Sala Comune e si sedettero ai primi posti liberi che trovarono. Lucy tagliò una piccola fetta di crostata alle mele e la lasciò lì, prendendosene tutto il resto che addentò con voracità. Hugo la guardò disgustato, non ricordandosi affatto che qualche settimana prima aveva fatto la stessa cosa con l’enorme pollo al forno che era stato preparato durante la cena.

«Che ffe? – sputacchiò Lucy con la bocca piena – Defo scesceve… fo bifogno di ci…bo». Quando finalmente mangiò giù, con l’aiuto del succo di zucca, si rivolse a Louis.

«Comunque Louis, visto che a quanto pare tutti voi siete così pieni di drammi … che neanche la Magicpopera preferita dalla nonna-»

 

«Un dramma in meno lo abbiamo questa mattina» affermò Louis indicando verso la coppia che era appena entrata nella Sala. Jane e Albus si tenevano per mano, per la prima volta dopo mesi i ragazzi li rivedevano assieme, dirigendosi verso un angolo appartato della tavolata Serpeverde parlottando uno nell’orecchio dell’altra. Hugo alzò la testa per seguire le figure dei due per poi farla ricadere sonoramente sul legno del tavolo.

«Cooomunque, si, ho deciso di dirti perché April ti ha mollato. Ti ha dato il due di picche. Ti ha abbandonato. Ti ha scaricato. Ti ha—vabbè, hai capito».

Se quella fosse stata una conversazione normale Louis avrebbe preso la palla al balzo per tuffarsi in un avvincente litigio con la cugina ma, questa volta, aveva delle informazioni da ricevere e non voleva correre il rischio di farla arrabbiare. «Davvero? Parla!»

 

«Quella poveretta è stata praticamente costretta. Sai, no, che tutte le sue compagne di stanza hanno una cotta micidiale per te?! Bhè da quando avevi iniziato a frequentarla l’hanno tagliata fuori da ogni chiacchierata, da ogni singola cosa che delle oche possano fare. Inoltre hanno iniziato a farle degli scherzi orribili. Ma se vuoi il mio parere non erano affatto degli scherzi orribili, voglio dire, andiamo, Roxanne mi faceva di peggio quando avevo solo tre anni. Comunque, bhè ti ha mollato perchè quelle arpie l’ultima volta le hanno disseminato il letto di Polvere Bollente. Ha ancora le croste per le scottature».

 

Louis non diede il tempo di far aggiungere altro a Lucy, diede un’occhiata alla sala per vedere se April era lì ma non la trovo. Si alzò e corse via, lasciandosi dietro di se l’ultimo scambiò di battute tra Hugo e la cugina che udì.

«Davvero? Vuoi mettere la dannata Polvere Bollente con gli scherzi di Roxy, Lucy?»

«Cosa vuoi insinuare, scusa? Guarda che una volta mi ha anche fermato il cuore!»

Non aveva ancora toccato cibo dopo una notte di dormita e le scale che portavano alla Torre dei Grifondoro gli sembravano particolarmente ripide e poté giurare che si erano addirittura raddoppiate. Un giorno di quelli sarebbe andato ad allenarsi con Lucy in riva al lago. Probabilmente. Forse. Un giorno molto lontano, ecco.

 

Il quadro della Signora Grassa si stava aprendo e Louis stava per infilarvicisi. Non ne ebbe bisogno perché il gruppetto di ragazza che ne usci portava con se anche la figura di April.

La ragazza lo guardò sorpresa, abbassando lo sguardo poco dopo sentendo le risatine stridule della altre che salutavano Louis mangiandoselo letteralmente con gli occhi. Ma non c’era da chiedersi il perché facessero così, Louis era bellissimo anche se bianco in volto.

Il volto pallido, anzi, rendeva ancora più luminosi i capelli biondo cenere e gli occhi azzurri che la inchiodarono non appena la riconobbe. Louis si fece spazio tra le ragazze che lo lasciarono passare spintonandosi a vicenda ridacchiando in una maniera, se possibile, ancora più acuta, fermandosi a qualche centimetro da April.

 

«Ti prego, non mi fermare» le disse lui.

 

La ragazza non ebbe neanche il tempo di chiedergli di cosa stesse parlando che si ritrovò le labbra occupate a baciare quelle di lui in una stretta soffice ma decise che esprimeva al meglio la personalità del Corvonero.

Louis si staccò quel tanto che bastava dal volto della ragazza per accorgersi che sorrideva e non poté non notare la piccola piaga che aveva sotto l’occhio a mandorla causata dalla Polvere Bollente.

I risolini intorno a loro erano finiti e, se gli sguardi potessero uccidere, entrambi sarebbero stati pronti ad aggiungersi all’ensemble dei fantasmi di Hogwarts.

 

In tutta la sua vita non aveva mai provato il bisogno di dare sfogo alla parte “cattiva Veela” che era nel suo sangue ma, nonostante fosse sicuro di non arrivare all’orrore che causavano sua madre o Victoire, quella mattina ci provò.

Successivamente, comunque, il gruppetto delle ragazzine non avrebbe mai più dato fastidio ad April né tantomeno la misero da parte o le parlarono alle spalle. In effetti, quel giorno non parlarono affatto tranne per soffiare un semplice ‘Si’ in risposta alla sfuriata di Louis che fece correre via adirati e inorriditi diversi soggetti dei quadri li intorno.

«E’-è stato …» iniziò April tremando appena.

« … lo so, una figata pazzesca» concluse l’altro con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

 

 

***

 

 

Adesso o mai più, si erano ripromessi Dominique e Lorcan tanti “adesso” fa. Questa sera, però, subito dopo la cena, si erano dati l’adesso definitivo.

Nonostante la loro relazione andasse avanti già da un po’, quella era una cosa che non avevano ancora fatto. Ma andava fatta, si. Come facevano, del resto, tutte le coppie magiche e babbane normali. Il ciclo della vita, insomma.

 

Il Bagno dei Prefetti era sembrato ed entrambi il posto più adeguato, Lorcan aveva sistemato qualche candela magica profumata in angoli strategici. Fluttuavano illuminando le bellissime vetrate illuminate delle finestre.

«Oh santa Morgana. Deciditi a parlare o ti infilzo con la bacchetta!» sbottò Roxanne battendo il piede per terra e fulminando Lorcan e Dominique con lo sguardo.

«Già» annuirono all’unisono Lucy e Lily che si sorreggevano l’una all’altra a causa del sonno. Tutti i PotterWeasley erano lì sotto speciale invito di Dominique.

 

C’era anche Lysander, presente su invito di Lorcan,  che si teneva a debita distanza da Roxanne nonostante continuasse a scoccarle occhiate di tanto in tanto.

Louis e Hugo stavano già per lanciarsi nudi nella splendida vasca dei Prefetti se non fosse stato per Molly che li prese per orecchie costringendoli a rimettersi addosso camicia e pantaloni.

«Bene – disse Dominque sorridendo, dopo aver riservato accuratamente un’occhiataccia a Roxanne in risposta -  vi ho riunuti qui per dirvi una cosa che avreste dovuto sapere già tanto tempo fa»

 

«Sei incinta?!» esclamò Rose portandosi le mani alla bocca.

 

«Co- Oh, no. No.» Per il momento, nella famiglia, la gravidanza inaspettata di Rose bastava e avanzava a tutti.

 

«Siete qui perché volevamo dirvi che io e Dominique stiamo insieme. Abbiamo deciso di iniziare a frequentarci e speriamo che questo vada bene a tutti voi. Volevamo che i nostri amici e famigliari lo sapessero, ecco» annunciò Lorcan facendosi avanti e prendendo la mano di Dominique tra le sue.

 

Il bagno calò nel silenzio più totale, spezzato, infine dalla risata isterica di Scorpius: «Salazar, voi siete completamente folli. E’ mezzanotte passata gente, pensavo che fosse qualcosa di più importante. Senza offesa, eh. Ma ero venuto qui pensando di dover seppellire un cadavere, credevo che Roxanne avesse definitivamente accoppato qualcuno».

«Ehy!  - esclamò Roxanne portandosi una mano al petto – che gentile! Mi avresti aiutata a seppellire un cadavere?»

«Andiamo Rose, hai bisogno di riposarti. Congratulazioni ragazzi.» continuò Scorpius prendendo per mano la sua ragazza e accompagnandola lentamente verso l’uscita.

 

«Anche io pensavo che aveste fatto fuori qualcuno, pensavo dovessimo far svanire il corpo. Perché diavolo hai acceso delle candele se non per un incantesimo?» chiese Severus guardando preoccupato prima Dominique e poi Lorcan.

«Okay. Okay. Prima di tutto le candele rendono l’atmosfera più rilassate. Secondo cosa diavolo avete voi in testa se la prima ragione che vi viene in mente quando qualcuno vi riunisce è quella di occultare un cadavere?!»esclamò Dominique terrorizzata.

Hugo e Louis iniziarono a decantare tutti i modi per far sparire un copro a cui avevano pensato da quando Dominique aveva dato loro il luogo di incontro per la riunione. Lucy e Lily, non da meno, aggiunsero qualche altro suggerimento.

 

«Dateci un taglio pazzi psicopatici. Sono davvero felice che c’è l’abbiate detto anche se vi avevo visti pomiciare dietro l’armatura di Sir Frank al sesto piano ma … sono davvero felice, si» si congratulò Molly con i due ragazzi abbracciandoli.

 

«Uno Scamander e una Weasley, eh?» esclamò Roxanne con voce fin troppo alta. Lysander guardò ostentatamente una speciale mattonella sotto i suoi piedi prima di interrompere Rox «Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe potuto scoccare l’amore, no? Ma avete fatto bene a buttarvi. Davvero! Perché è così che le persone normali fanno, se si vogliono bene stanno assieme e non dicono all’altro di frequentare altre persone per poi essere gelose».

 

«Io – ridacchiò Roxanne avvicinandosi a Lorcan – spero solo che tu sappia trattare bene mia cugina e che non userai quella tua boccuccia per baciare altre ragazze al di fuori di lei o per insultarla dando sfogo ai tuoi pensieri più nascosti. Detto questo, ben fatto ragazzi. Ufficializzare una relazione è un buon modo per mettervi fine». Li baciò entrambi sulla guancia e, prima che Dominique potesse rimproverarla, se la diede a gambe trascinandosi via anche Molly.

«Mi aspettavo di peggio» esclamò Dominque vedendo gli ultimi ricci castani della migliore amica sparire oltre la porta del bagno.

«Si, direi che è stato un successone» rise Lorcan scoccando poi un baciò sulla guancia della bionda.

 

Lysander arrossì al gesto del fratello, non potendo non provare un pizzico di invidia per la naturalezza di quel gesto tanto semplice quanto intimo.

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Capitolo 19
*** Sorrisi e finali. ***


Fine Giungo.
Così come l’ansia degli esami lasciava, a poco a poco, la mente e il corpo degli studenti di Hogwarts, così la fresca brezza primaverile stava cedendo all’arido caldo dell’estate che era ormai alle porte. Gli alunni, concedendosi qualche minuto di relax – chi meritato e chi meno – erano riuniti in gruppi sparpagliati tutto intorno al Lago Nero. Roxanne, dall’enorme vetrata del lato sud del castello, riusciva a scorgere due o tre acconciature familiari tra cui i capelli azzurrini di sua cugina Molly la quale era seduta sull’erba a parlare con un ragazzo con un indecente tonalità di rosa sui riccioli.
«Chi diavolo è quello che sta parlando con la nostra Mols?» chiese Roxanne picchiettando sul vetro il posto in cui scorgeva la figura. Rose Weasley si avvicinò alla finestra, socchiudendo appena gli occhi per cercare di mettere a fuoco il punto indicatogli dalla cugina.
«È Jason Baston. Lo hai mandato in infermeria al terzo anno.»
«Uhm no, non ricordo. Oddio, Rosie, la sta accarezzando.» strillò Roxanne a metà tra lo stupito e il disgustato. Aveva il terribile sensore che l’ennesima delle sue cugine era stata ammaliata dagli straordinari effetti dell’amore. Aveva quasi voglia di scendere fin lì per mettere la testa di Molly sott’acqua … magari l’avrebbe fatta rinsavire!
«Bhè direi – le spiegava intanto la rossa mentre massaggiava il pancione – escono assieme da più di un mese ormai».
«Ah. E perché tu lo sai e io no?» chiese la Corvonero aggrottando la fronte prima di lanciare occhiate fulminanti ai due attraverso il vetro.
«Esattamente per questo motivo» le rispose l’altra con tono di rimprovero per l’occhiata che stava facendo; Roxanne, strano ma vero, arrossì abbassando lo sguardo senza proferire parola.
Rose la prese sotto braccio e, lentamente, ricominciarono entrambe a passeggiare per i corridoi deserti del castello. Sembrava quasi che anche i fantasmi si fossero presi una giornata di vacanza per andare ad assaporare i primi sentori d’estate. La rossa non era in vena di stare sotto il caldo e la luce del sole e Roxanne le aveva proposto se le andasse di fare, in alternativa, una passeggiata nel castello. («Gentile da parte tua.»«Si, non farti strane idee. Devo perlustrare il luogo per scegliere dove fare lo scherzo di fine anno, ciccia.»).
Roxie posò delicatamente una mano sul pancione della cugina, accarezzandolo e cercando di stiracchiare un sorriso. «Novità sui tuoi M.A.G.O.?»
«Ho già consegnato tutti gli esami, non so … ho paura di aver sbagliato tutto»
«Ho paura di aver sbagliato tutto – le fece eco Roxanne cercando di fare una stridula imitazione della voce della cugina – Si, certo! E poi prendi Eccezionale a raffica.» nel dirlo le pizzicò il braccio facendole la linguaccia. Rosie rispose con una linguaccia a sua volta.
«E tu?», le chiese guardandola di sottecchi.
«Aspetto i voti», ridacchiò Roxanne con una scrollata di spalle che fece volare i suoi riccioli in tutte le direzioni, quasi accecando la cugina.
 
La Corvonero aveva intenzione di – strano ma vero – lavorare al San Mungo come medico. Si era innamorata di quella professione la terza o quarta volta che i suoi genitori hanno dovuto ricoverarla d’urgenza a causa delle ferite per i suoi scherzi. Magnifico.
 
Assorta nei suoi pensieri in cui immaginava già gli strani e sanguinosi casi che il futuro le avrebbe riservato (se, ovviamente, sarebbe riuscita a diventare un medico) non si era accorta che Rose si era fermata da qualche secondo.
«Rosie tut-» non ebbe neanche il tempo di finire la frase perché era evidente che, no, non andava tutto bene. La rossa era diventata bianca come un cencio e un velo di sudore era presente sulla fronte che sbrilluccicava per la luce proveniente dalle finestre.
Roxanne ebbe solo un istante per realizzare che tutto il liquido comparso sul pavimento era dovuto alla rottura delle acque della cugina. Fece un balzo verso di lei, afferrandole un braccio e spostandola verso il muro accanto alla finestra per poggiarvisi.
«Non ti sedere»
«Roxanne non ho avuto nessuna contrazione, come si possono essere già rotte?»
«Succede, va tutto bene, stai calma»
Rose cercò di respirare normalmente ma tutto ciò che riusciva a fare era ansimare. La Corvonero le portò una mano alla fronte per scostarle i capelli rossi che le si erano appiccicati alle tempie e, in quell’istante, con la coda dell’occhio vide il liquido che continuava a fluire da Rose.
 
Roxanne era quel tipo di Corvonero che odiava studiare ma ama conoscere, una persona che può essere descritta con il termine di ‘intellettuale’. Non è cosa strana che, quindi, appena saputo della gravidanza della cugina abbia iniziato a leggere tutti i libri sull’argomento su cui aveva potuto mettere le mani. Da tutti quei libri aveva compreso che il colore rossastro di quel liquido non era di certo quello giusto. Avrebbe dovuto essere trasparente, dannazione!
 
Ora era anche lei ad ansimare.
 
«Roxanne?»
«Va tutto bene, va tutto bene» rispose meccanicamente sforzandosi di sorridere alla cugina. Stava visibilmente tremando, «Tutto bene» ripeté ancora una volta cercando di calmare anche se stessa.
Se ciò che aveva letto era vero, la gravidanza di Rose era in pericolo e non c’era neanche un minuto da perdere. Rox si gettò di scatto verso la finestra e, senza pensarci due volte, con la mano destra tirava un pugno alle vetrate per infrangerle mentre, con la sinistra, tastava le tasche della sua divisa per trovare la bacchetta.
Una volta trovata la stecca di legno se la portò alla gola, rievocando l’incantesimo, «AIUTO» gridò verso gli studenti seduti presso il Lago. La magia aveva reso la sua voce così potente che era stato impossibile non notare il tono disperato con il quale aveva lanciato quella parola.
 
 
***
 
 
Per quanto Roxanne potesse ricordare, i corridoi del San Mungo non le erano mai sembrati così … quale poteva essere la parola giusta? Senza speranza?
Aveva visto zio Ron e zia Hermione entrare correndo dalle porte dell’ospedale circa un’ora fa, entrambi avrebbero benissimo esser potuti scambiati per dei fantasmi dato il colorito delle loro facce.
 
La Corvonero si era sentita picchiettare leggermente sulle spalle, «Roxanne?».
«Zia» risponde Rox dopo essersi voltata, cercando di sorridere a Fleur. Probabilmente non è stato uno dei suoi migliori finti-sorrisi perché la donna la guarda con più preoccupazione.
«Sono venuta a dirti che i bambini sono nati, ma ora sono sotto controllo per vedere che … che stiano effettivamente bene. Rose sta dormendo»
 
Fleur era ancora in divisa da Guaritrice, ma Roxanne dubitava che l’avessero coinvolta nell’operazione di un famigliare.
La ragazza non riuscì a spicciare parola, sapeva che, se avesse provato ad aprire bocca avrebbe iniziato a singhiozzare. Annuì con tanta energia e sollievo che la testa avrebbe potuto benissimo staccarsi dal collo.
Fleur le accarezzò la fronte, trascinandola poi un abbraccio ‘dondolante’ che ricordava più una mamma che culla il proprio bambino.
 
E qualcosa in Roxanne si spezzò.
 
Non si era accorta di aver iniziato a piangere finché non sentì gli occhi completamente bruciare e il respiro mancare dai polmoni in fiamme. Fleur sfregava il suo mento contro la testa della ragazza, senza smettere di accarezzarle i capelli.
«Va tutto bene» le disse.
Roxanne voleva rispondere con un ‘Lo so, lo so’ ma non fece altro che mugugnare qualche sillaba indistinta tra un singhiozzo e l’altro. Probabilmente non aveva mai pianto così in tutta la sua vita – effettivamente non ricordava neanche l’ultima volta in cui aveva pianto.
 
Il suo modo di affrontare le emozioni era ripetere a se stessa di rimettere la testa al posto giusto (o sbagliato, data la persona) e di farsene una ragione continuando ad andare avanti.
 
Ma quel pianto era qualcosa di diverso, un mix di emozioni che aveva tenuto sotto controllo così a lungo ed ora non sapeva più da dove iniziare per rimettersi in sesto.
Era un pianto di sollievo per Rose e per i bambini, un pianto di preoccupazione per aver visto il liquido rosso sul pavimento di Hogwarts, un pianto d’ansia per tutti gli esami ai quali si era preparata, un pianto d’addio per la scuola in cui aveva passato sette anni della sua vita. Ed era un pianto anche per Lysander.
 
«Tout le chaos roula dans cette intelligence» le sussurrò Fleur quando la ragazza ebbe finito di sfogarsi. Roxanne la guardò con uno sguardo perplesso; le occasioni in cui l’aveva sentita parlare nella sua madrelingua erano davvero pochissime ed era sempre rivolta a Bill, Dominique, Louis o Victoire per non farsi capire da nonna Molly. «È una frase di-»
«Baudelaire» la interruppe Roxanne con un sorriso, «Dominique mi ha fatto leggere quella poesia. Ha detto che avrei potuto trovare qualche, uhm, analogia con la mia persona.» aggiunse la ragazza stringendo un po’ di più l’abbraccio prima di scogliere la presa dalla zia.
 
 
***
 
Quando i Guaritori erano arrivati a Hogwarts per prendere Rose, Scorpius era riuscito ad essere autorizzato a lasciare la scuola solo perché aveva pesantemente minacciato di procurare un immenso dolore fisico a chiunque avesse provato a fermarlo. Roxanne, d’altro canto, era stata autorizzata perché Rose continuava ad aggrapparsi convulsamente alle mani della cugina perché non voleva lasciarla andare.
L’unico che non era riuscito a vincere quella crociata per dirigersi al San Mungo era stato Hugo.
 
Il ragazzo era seduto al centro del campo di Quidditch stringendo in mano una fotografia che Roxanne gli aveva portato ritornando dall’ospedale. Nel piccolo quadratino di carta c’erano i due corpicini minuscoli dei suoi nipoti, uno accanto all’altra immersi in un liquido dorato di cui Hugo ignorava l’utilità. Le loro piccole dita si stringevano a pugno e poi si rilassavano e ogni volta che la foto si muoveva il ragazzo aveva una stretta al cuore e un sorriso idiota gli si dipingeva da un lato all’altro della faccia.
 
Sentì dietro di sé dei passi soffici che tagliavano l’erba e si avvicinavano a lui, «È ancora il mio t-». Ma il nuovo arrivo non era Dominique venuta a reclamare la fotografia per sbavarci un po’ su, con un tonfo leggero Vanessa Alice Paciock cadde seduta a mezzo metro da Hugo.
«Ciao»
«Ciao»
«Sono … loro? Sono i figli di Rose?» chiese Nessa allungando il collo per guardare la fotografia tra le mani di Hugo. Lui inclina il quadratino verso di lei, permettendole di dare un’occhiata migliore a quelle due magnifiche creaturine che continuavano a stringere quei paffuti pugnetti senza sosta.
Vanessa sorrise alla fotografia, non riuscendo a fermarsi nel passare un dito sulle due figure mezze addormentate. Hugo cercò malamente di soffocare una risata.
«Perché ridi?»
«Hai accarezzato la foto»
Vanessa scrolla le spalle, rivolgendogli il dito medio in tutta risposta. Non parlava con il suo migliore amico da – quanto, mesi? Le sembravano anni. Ogni notte continuava a ripensare a quello stupido bacio che aveva dato a Lysander solo per rendere Hugo geloso; ogni notte si pentiva di quell’azione che non aveva fatto altro che allontanare il rosso da lei. (Senza contare il fatto che Roxanne non le rivolgeva più la parola, anche se Vanessa al tempo del bacio non aveva idea che la ragazza provasse qualcosa per Scamander.)
 
Rimasero entrambi zitti per qualche minuto, ma non c’era tensione tra i due. Vi era, però, un senso di nostalgia per quell’intimità che avevano condiviso per tanti anni ma che ora sembrava impossibile riavere indietro.
«Allora, come si chiamano?» chiese la ragazza facendo scoccare la lingua sul palato e gettandosi distesa sull’erba. I capelli sparpagliati sul verde della natura che iniziava ad odorare di terra arida a causa delle poche piogge di Giugno.
Vanessa fece scorrere una mano tra l’erba e strappo energicamente una zolla dal terreno, scegliendo accuratamente il filo d’erba più lungo e pulito per mettersi tra i denti e giocherellare un po’.
«Strano, in effetti … non so come si chiamino, Roxanne non ha avuto ancora modo di parlare con Rose» affermò Hugo aggrottando la fronte. Il ragazzo prese il filo d’erba che Vanessa gli stava offrendo e, senza pensarci, lo usò per solleticare il naso della Paciock prima di metterselo in bocca.
 
«Non gli hai ancora visti?»
«Uhm, no. Non ho ancora avuto il permesso di lasciare la scuola. Sicuramente mamma e papà saranno impegnati a parlare con Rose per ricordarsi che sono ancora qui» confessò ridendo. Sperava che suo padre risolvesse i problemi con sua sorella, i rapporti famigliari erano stati piuttosto turbolenti e freddi negli ultimi mesi. «Però … nulla, lascia stare».
«Parla» lo rimproverò Vanessa dandogli un pizzicotto.
«… uhm, però gli voglio bene. Nel senso, questi due piccoletti sono già una parte della mia famiglia, della mia vita. E non li ho neanche incontrati! Dannazione, non so neanche come si chiamino ma so che farei di tutto per proteggerli. È solo che è … strano, suppongo. Amare così tanto qualcuno che non si ha mai visto.»
Vanessa si era alzata, poggiando il peso del corpo sul gomito destro e portandosi la mano sinistra a riparare gli occhi dal sole. Piegò leggermente la testa di lato per guardare Hugo negli occhi prima di dire «Nah… non è strano, è solo umano».
 
Entrambi ridacchiarono, avvicinandosi l’uno all’altra per contemplare e studiare meglio ogni centimetro di quei corpicini estranei. Provarono ad indovinare anche quale nome avesse potuto dare loro Rose, ma la maggior parte dei loro suggerimenti era legata alle grandi leggende del Quidditch e iniziarono a dubitare che Rose sarebbe stata così intelligente da chiamarli in quel modo.
 
«Scusami se ti ho dato un calcio nelle, ehm, parti basse» se ne uscì di punto in bianco Vanessa iniziando a torturare con le dita l’erba intrappolata sotto il suo peso.
Hugo sapeva che, dal canto suo, avrebbe dovuto scusarsi di averla baciata ben due volte senza che l’altra se lo aspettasse. Ma non riuscì a scusarsi.
Effettivamente, non voleva scusarsi. 
«Hey, pensi che ti andrebbe, non so, di venire a trovare Rose con me più tardi? Quando i miei genitori si ricorderanno del Figlio-Numero-Due?»
«Certo, ma se non mi piacciono i nomi delle creature sappi che farò di tutto per appiopparne degli altri.»
«Affare fatto»
 
E Hugo avvicinò inconsciamente il suo viso a quello della ragazza, fermandosi qualche centimetro prima che le loro bocche si toccassero. Vanessa sussultò leggermente, le guance in fiamme quasi quanto quelle di Hugo che iniziavano ad emanare raggi termici.
«Io ti ho già baciata due volte, tocca a te» sussurrò lui, soffiando le parole sulle labbra di lei.
«Hai detto però che il primo bacio era un bacio di congratulazioni. Ed il secondo a me è sembrato più l’esempio di un bacio vero e proprio» precisò Vanessa fissandolo negli occhi.
«Erano pur sempre due baci» ribatté a sua volta il ragazzo abbozzando un mezzo sorriso senza interrompere il contatto visivo. «E prometto che io non ti tirerò un calcio tra i testicoli se mi baci.»
«Oh, allora questa è proprio un’occasione da non perdere»
 
Vanessa allungò di qualche centimetro il collo, colmando la piccola distanza che separava i loro visi, posando le sue labbra su quelle del ragazzo in un bacio leggero.
Le loro bocche si accarezzavano con gentilezza e quando Vanessa dischiuse le labbra, Hugo l’avvicinò a sé portandole una mano dietro la nuca e avvicinandola. La Grifondoro tracciò con la punta della lingua il contorno delle labbra di Hugo prima di toccare la lingua di quest’ultimo.
 
Rimasero ad assaporarsi per qualche minuto finché Hugo non si staccò dal viso della ragazza, paonazzo e accaldato, «Ho un crampo alle gambe.»
«Merlino, Weasley. Ti sembra il modo di interrompere un momento romantico?» gli chiese Vanessa alzandosi in piedi. Batté le mani sulle gonna, scacciando via qualche filo d’erba che vi si era posato e poi porse il palmo destro al ragazzo che lo afferrò per tirarsi su.
«Ti sembra il modo di interrompere un momento romantico?» ripeté in falsetto Hugo facendole il verso mentre saltellava in tondo cercando di distendere il muscolo della gamba. Vanessa in risposta gli diede un pizzicotto sul sedere.
 
 
***
Una piccola increspatura tra le piatte acque del Lago Nero riportarono Roxanne alla realtà, continuava a ripensare a quella mattinata piena di emozioni; l’immagine particolare che le era rimasta impressa nella mente era il modo in cui Scorpius guardava Rosie. L’aveva sempre guardata come se lei fosse l’unica cosa ad aver senso in un mondo sottosopra? Per Scorpius – Roxanne ne era certa – Rose era una creatura di immensa e rara bellezza anche completamente accaldata, isterica e pronta al parto.
Era questo, in particolare, il quesito che premeva per trovare una risposta. Il fatto che Ron Weasley si fosse riappacificato con sua figlia dopo mesi di mutismo nei suoi confronti era qualcosa in secondo piano (ma che comunque aggiungeva particolare gioia al quadro emotivo agrodolce di Roxanne).
 
Milioni di emozioni che aveva cercato di reprimere in angoli profondi e oscuri del suo inconscio erano rispuntate tutte nel medesimo instante, gridando a gran voce per essere sentire – per essere provate.
E Roxanne era ritornata al castello di Hogwarts come se avesse duellato con ventitré troll contemporaneamente. Fisicamente stancata e emotivamente stupida di poter fare certe cose.
 
«Ehy» sussurrò una voce dietro di lei.
«Ciao» rispose Rox stropicciandosi gli occhi stancamente, sorridendo di traverso a Lysander che poggiò la schiena contro il tronco dell’albero più vicino. Erano a due metri e mezzo di distanza, più o meno.
«Come sta Rose?»
«Quando ho lasciato l’ospedale stava per addormentarsi, ma sta bene.»
«E i bambini?»
«Oh anche i marmocchi stanno bene, non ho potuto toccarli né altro ma ho portato una fotografia a Hugo che è stato bruscamente dimenticato dagli zii e non è ancora riuscito ad ottenere un’autorizzazione per lasciare la scuola»
«E tu, come stai?» le chiese Lysander con una nota di preoccupazione e dubbio nella voce.
 
Se quella domanda fosse stata posta a Roxanne il giorno prima, lei avrebbe catalogato quel tono preoccupato come un tono di rimprovero o una domanda fatta solo per controllarla. In realtà, ora, arrossì un po’ rendendosi conto che Lysander si preoccupava della sua felicità. Un giorno fa sarebbe scappata a gambe levate pur di non rispondere a una domanda del genere, ora invece si avvicinò lentamente al ragazzo piazzandosi a meno di mezzo metro di fronte, piegando leggermente la testa di lato.
Qualche ricciolo le cadde davanti agli occhi, Lysander allungò una mano per spostarli ma la fermò a mezz’aria (maledicendosi mentalmente). Roxanne fece un altro passo verso di lui, invitandolo chiaramente a continuare ciò che voleva fare.
 
Lys premette la mano contro la guancia di Rox e l’accarezzo lentamente fino ad arrivare ai riccioli che le rimise dietro l’orecchio. Ovviamente i riccioli ritornarono prontamente davanti agli occhi della ragazza perché, ammettiamolo, solo nei film i capelli vengono miracolosamente domati dal fustacchione di turno.
«Ci hai provato» disse Roxanne ridacchiando. «Sto bene, un po’ a pezzi forse, ma è uno di quei dolori piacevoli, sai.» continuò rispondendo alla domanda del ragazzo.
Lysander sorrise di rimando, come se la risata di Roxanne provocasse il lui un’azione involontaria. «A pezzi? Cos’è successo?»
«Emotivamente tante cose ma, se vogliamo essere sintetici: tu. Tu sei successo.»
«Non capisco» disse Lysander irrigidendosi visibilmente, spostando il corpo del proprio penso su entrambi i piedi e staccandosi dall’albero. «Io non voglio farti male.»
«No, no, lo so, lo so» gli rispose Roxanne annuendo con vigore e avvicinandosi di più al ragazzo. (Le punte dei loro piedi erano molto, molto vicine). «È un bel dolore, Lysander, è davvero davvero bello, credimi. Credo di essermi innamorata di te.»
Roxanne gli posò le mani sul petto, guardando un punto imprecisato della cravatta del ragazzo mentre lui cercava di assimilare le parole di lei.
 
Rox decise di concedergli qualche minuto di silenzio, alzò la testa per guardarlo e si ritrovò uno sguardo disgustato da parte di Lysander come risposta alla sua confessione.
Ogni singola cellulare nel corpo di Roxanne le stava dando della ‘stupida!’; stupida per esser stata così presuntuosa da pensare che nonostante tutto quello che gli ha fatto passare, lui possa essere ancora interessato a lei. O peggio: che sia mai stato interessato a lei.
«È uno dei tuoi scherzi, Roxanne? Se è uno scherzo, se quello che mi stai dicendo non è quello che provi davvero ti prego, ti supplico di fermarti e dirmelo» rispose Lysander con freddezza.
«N-no. Cazzo, ogni volta che sono triste ti vorrei accanto. Ogni volta che sono felice ti vorrei accanto. È come, oh Merlino, non lo so neanche io … tu dai un senso a tutto. Quando sono con te mi sento bene, come se tutte le cose brutte nella mia testa diventino qualcosa di più leggero e… voglio sentirmi così sempre, miseria. Sono egocentrica? Si, si molto probabilmente data la quantità abnorme di cugini con cui ho dovuto dividere le attenzioni nella mia infanzia. E lo so, lo so che mi stai guardando così perché sono uscita fuori discorso ma il fatto è che: no, questo non è un fottuto scherzo.»
«Bene, perché io sono innamorato di te da un bel pezzo nonostante molta gente sana di testa mi abbia raccomandato di non farlo»
«Oh no, ti prego non starli a sentire. Sono solo invidiosi di quanto saremo i più belli di tutti – no, voglio dire, io con la mia pelle mulatta e il mio essere spumeggiante e tu con quegli occhi azzurri e il tuo essere … bhè, un po’ meno spumeggiante» blaterò la ragazza alzando teatralmente gli occhi al cielo.
«Oddio, ti prego sta’ zitta, stai rovinando il momento» ridacchiò Lysander afferrandola per i fianchi e portano il corpo di lei contro il suo.
 
Roxanne gli allentò leggermente la cravatta e, stando attenta a non soffocarlo, lo tirò verso di se per un bacio.
 
 
F I N E

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