Ladra di cuori

di zaccina_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Devo fare tutto il necessario per farmi assumere, penso mentre finsco di prepararmi per il colloquio di lavoro come segretaria di uno dei più famosi avvocati di New York, Jesse Smith, un uomo a cui piacciono le belle donne, la bella vita e cosa fondamentale i soldi. Decido di mettere un tubino nero e dei tacchi vertiginosi, lascio i miei lunghi capelli neri sciolti, mi trucco in modo da far risaltare i miei occhi verdi, mi guardo allo specchio e sono soddisfatta di quello che vedo. Mentre scendo le scale del mio appartamento mi squilla il cellulare.
" Piccola sono qui sotto, sbrigati o farai tardi ". E' Paul il mio fidanzato.
" Ciao tesoro, sto scendendo " detto ciò attacco e in meno di un minuto arrivo in macchina.
" Allora, ricordi tutto quello che devi dire? " .
Alzo gli occhi al cielo, me lo avrà ripetuto almeno un milione di volte. 
" Si Paul, ricordo tutto. Stai tranquillo andrà benissimo "
" Lo spero, ricordati che non avremo un'altra occasione "
" Fidati di me andrà benissimo "
Dopo 10 minuti di macchina ci ritroviamo di fronte ad un grande edificio tutto rivestito a specchi, prima di scendere Paul mi da gli ultimi consigli e sono pronta.
Mi avvio verso gli ascensori, salgo fino al quinto piano e mi trovo di fronte un'enorme sala dove ad attendere il colloquio come me ci sono almeno una ventina di ragazze.
Ok, adesso non penso che farmi assumere sia così facile come credevo.
Mentre aspetto seduta in una delle sedie nella sala, finalmente sento chiamare il mio nome.
" Sara Millers " la donna si guarda intorno e quando mi alzo mi fa segno di seguirla.
Mi conduce in una grande sala conferenze, con al centro un grande tavolo in vetro, poi all'improvviso vengo catturata dallo sguardo di ghiaccio di quell'uomo, Jesse, deglutisco, per pochi secondi mi sento spaesata ma appena si presenta riprendo il controllo di me.
" Buongiorno, lei deve essere la signorina Millers ".
Mi avvicino a lui e stringo con energia la sua mano.
" Si sono io, è un immenso piacere conoscerla signor Smith, ho sentito tanto parlare di lei "
" Il piacere è tutto mio, stavo tanto un'occhiata al suo curriculum, direi eccellente. Come vedo si sta laureando in giurisprudenza"
" Si, sa mio padre è un avvocato, così ho deciso di seguire le sue orme"
" Interessante, come mai si vuole proporre per il ruolo di mia assistente? "
" Beh ecco, potevo benissimo andare a lavorare per mio padre, ma sinceramente voglio cavarmela da sola, senza alcun aiuto ed imparare da uno dei migliori "
" Così mi lusinga signorina Millers "
" Ma è la verità signor Smith " .
Rimango alcuni secondi catturata da suo sguardo.
Continua per almeno 10 minuti a farmi delle domande, finito il colloquio lo saluto ed esco dalla sala con piccolo ghigno soddisfatto sulle labbra. Quel posto sarebbe stato mio.
Trovo Paul fuori ad aspettarmi, salgo in macchina dove mi aspettano un fiume di domande.
" Allora? "
" Entro domani mi faranno sapere se sono stata assunta o no, ma sicuramente il posto sarà mio, voi uomini siete tutti uguali, basta lodarvi un pò e siete nelle nostre mani " mi metto a ridere e Paul mi da un piccolo pugno sulla spalla, ma noto che sta trattenendo un sorriso.
" Domani vedremo, sò che non mi deluderai "
" Mai " lo guardo negli occhi e poi lo bacio.
" Stasera tocca festeggiare "
" No tesoro, stasera esco con le ragazze festeggeremo domani, se verrò assunta "
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Ciao ragazze, dopo una lunghissima pausa sono tornata con una nuova storia.
Mi farebbe piacere sapere se vi piace in modo da capire se continuare o no.
Grazie per aver letto la mia storia alla prossima.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Il suono del cellulare mi sveglia, mi sento uno straccio, questa é l'ultima volta che mi sbronzo, non riesco a sopportare i sintomi del giorno dopo.
Finalmente dopo svariati squilli rispondo:
" Pronto? "
" Buongiorno signorina Millers, mi dispiace averla disturbata. Per caso stava ancora dormendo? "
Oh cazzo!
" Assolutamente no signor Smith, ansi sono appena tornata dal fare una corsetta, bisogna mantenersi in forma " ma cosa mi salta in mente di dire?!
" Ah per fortuna pensavo di averla svegliata. Tornando a noi, l'ho chiamata per informarla che é stata assunta, domani dovrebbe venire in ufficio per le nove, Clara le spiegherá tutto quello di cui dovrá occuparsi ok? "
" Certo signor Smith, non la deluderó e vedrá che non sentirá piú neanche la mancanza della sua vecchia assistente, come le ho detto imparo in fretta "
" Vedremo se riuscirá a stupirmi "
" Vedrá. A domani signor Smith "
" A domani signorina Millers "
Lo sapevo che alla fine avrebbe scelto me, ma adesso che ci penso come faró se mi chiede di tradurre qualcosa per conto suo? 
Tutta colpa di quel cretino di Paul! Come gli é saltato in mente di scrivere ne curriculum che parlo benissimo il francese e lo spagnolo.
Chiamo in fretta Paul per avvertirlo dell'accaduto
" Ciao tesoro indovina chi é stata assunta? "
" Lo sapevo che ce l'avresti fatta, allora ricordati deve fidarsi te al cento percento, abbiamo tempo dieci massimo undici mesi prima che la sua assistente torni dalla maternitá, dobbiamo riuscire ad impossessarci di tutti i soldi di quel bastardo "
" Domani dovró essere in ufficio per le nove, prima voglio guardarmi bene intorno poi passeremo al nostro piano "
" Ok, piú tardi passo da te per metterci d'accordo. Un bacio, ciao amore " detto ció chiude la conversazione.

Il giorno dopo....
Alle nove spaccate sono giá nell'edificio, ad accogliermi c'e' una ragazza, su e giù avrá trent'anni e, noto subito la sua enorme pancia, sará giá all' ottavo mese.
Quante volte ho sognato di avere quel piccolo miracolo dentro di me, ma Paul per il momento non ne vuole sentire neanche parlare, dicendomi sempre che abbiamo tutto il tempo che vogliamo per fare un figlio, ma che per ora vuole restare spensierato.
" Buongiorno, te devi essere Sara " mi sorride la ragazza di fronte a me
" Si, sono io piacere di conoscerla e, congratulazioni " le guardo la pancia " Posso? " chiedo indicando il suo rigonfiamento
" Certo, fa pure" mi dice lei sorridendo, cosí l'accarezzo.
Dopo aver scoperto che si chiama Clara, mi fa strada verso la mia scrivania e per cominciare mi fa vedere dei compiti base che dovró effettuare.
Alle dieci il signor Smith entra in ufficio, salutanto tutti gentilmente, mentre io decido di portargli una tazza di caffè, che a detta di Clara, è una delle sue abitutini una bella tazza di caffé caldo appena arrivato in ufficio.
" Oh, grazie mille signorina Millers "
" Di niente, per favore mi chiami semplicemente Sara "
" Ok Sara " mi fa un sorriso e mi assegna alcuni compiti da portare a termine entro la fine dell'orario di lavoro.
Finalmente arrivano le sette, preparo le mie cose e sono pronta a staccare, l'ufficio é giá quasi vuoto, mentre sto per andare via vedo che Jesse é ancora intento a lavorare cosí decido di bussare ed entro.
" Jesse, io sto andando a casa "
Alza lo sguardo dai fogli, ha l'aria stanca.
" Si, certo Sara. Vai pure "
" Te non vai a casa? "
" No, devo finire di controllare questi documenti. Non riesco a capire delle cose "
" Se vuoi ti do una mano, almeno finisci prima e puoi andare a casa a cenare "
" No tranquilla, tanto starei lo stesso da solo, preferisco passare il tempo qui in ufficio "
Mi dispiace per lui, si vede che nonostante tutto é un uomo solo, ma decido di lasciarlo stare, non dovrei provare compassione per lui.
" Ok, allora tu lascio al tuo lavoro ci vediamo domani "
" A domani Sara "

Appena torno a casa trovo Paul ad aspettarmi.
" Ciao piccola, com'é andata? "
Vado da lui, gli stampo un bacio sulle labbra e poso la mia borsa.
" Devo dire che sono abbastanza stanca "
" Immagino, adesso siediti e rilassati, penso a tutto io la cena é quasi pronta"
" Sei un angelo grazie "
Dieci minuti dopo la cena é pronta, dopo aver lucidato il piatto mettiamo tutto in ordine.
" Allora piccola, com'é lavorare con quel coglione di Smith? "
" Beh, fin'ora non posso lamentarmi, sembra una brava persona. Non capisco perché ce l'hai tanto con lui "
Paul sembra irritato.
" Perché? Lo sai benissimo perché. Quel grandissimo pezzo di merda ha mandato in prigione mio fratello "
" Se tuo fratello non avesse fatto una rapina adesso starebbe qui noi "
Non faccio in tempo a finire di parlare che mi ritrovo la sua mano sul mio viso, ormai dolorante. Con una mano mi trattengo la guancia che ha colpito e, con tutta la forza che ho trattengo le lacrime.
" Non voglio piú sentirti dire una cosa del genere sia chiaro. Ci siamo capiti? "
" Si, mi dispiace "
Mi prende per mano e mi porta in camera da letto, dove facciamo l'amore.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La sera precedente é stata un vero schifo. 
Amo Paul ma non sopporto quando mi fa del male.
Mi alzo da letto, sono stanca morta. Vado in bagno e mi soffermo a guardare la mia immagine riflessa nello specchio, di solito quando si fa l'amore una persona dovrebbe avere un aspetto migliore, guance arrossate, occhi lucidi e i bordi delle labbra protesi verso l'alto, ma nello specchio non vedo nulla di tutto ciò. Cerco di non pensare a quello che è successo ed inizio a prepararmi, tra un'ora devo essere in ufficio e non voglio fare tardi.
" Buongiorno splendore " Paul entra in bagno, mi abbraccia da dietro e mi stampa un bacio sulla testa.
Di solito lo troverei molto dolce ma non oggi, non dopo come si è comportato ieri sera, come al solito faccio finta di niente, non ho proprio voglia di iniziare la giornata discutendo con lui.
" Buongiorno a te " faccio un sorriso tirato.
" ti senti bene? " 
" si benissimo. Perché me lo chiedi? "
" non saprei non ti vedo molto in forma oggi " fa una risatina " ti ho distrutto ieri sera e' ? ".
Ok, in questo momento vorrei dargli un pugno dritto in faccia, ma mi trattengo ancora e faccio nuovamente un sorriso tirato.
" come al solito amore "
" Bene. Allora ho bisogno di sapere i suoi appuntamenti, i suoi orari in ufficio, quando ha le ferie un po' di tutto. Non bisogna lasciare nulla al caso, devo fare un colpo perfetto. Ci siamo intesi? " 
" si tesoro, ma tieni conto che non posso entrare nel suo ufficio come se niente fosse e chiedergli della sua vita come sei fossimo amici da sempre "
" oh amore mio, quanto sei ingenua! Ti basterà poco per rubargli queste banali informazioni ". 
Sbuffo e alzò gli occhi al cielo.
" ok, farò del mio meglio "
" bene così ti voglio "
 
Fortunatamente per le 9 in punto sono in ufficio, ma non c'è traccia di Jesse. 
Cosa molto strana. 
Vado diretta nella mia stanza e comincio a controllare la posta in arrivo, ne trovo una molto interessante in cui un cliente molto importante richiede la consulenza di Jesse in Inghilterra. 
La metto tra la posta importante, quando Jesse arriverà gliela farò avere.
Mentre finisco di controllare le e-mail, Jesse entra nel suo ufficio.
Vado di corsa a preparargli il suo solito caffè e glielo porto.
" Buongiorno Jesse " dico porgendogli il caffè
" Buongiorno a te Sara, grazie per il caffè non riesco a carburare senza "
" Beh, e' il mio lavoro " gli dico facendogli un sorrisetto
" Giusto, ed io che pensavo che lo facessi solo per gentilezza. Allora novità? "
" Si beh, prima stavo controllando la posta. É arrivata una lettera da un certo John Brown che richiede la sua consulenza in Inghilterra "
" Nient'altro? "
" Per il momento no "
" Ok benissimo, puoi andare "
 
Ritorno nel mio ufficio, e passo l'intera mattinata a sistemare l'agenda di Jesse, ordinare l'archivio ed a rispondere al telefono. 
Dovrei scrivere un libro sulla mia vita, sarebbe molto interessante.
 
Di ritorno a casa trovo la macchina di Paul parcheggiata fuori. Salgo nel mio appartamento e lo trovo seduto davanti alla TV intento a guardare un film.
" Ciao piccola, ho ordinato una pizza per cena per te va bene? "
" Ciao tesoro, si va benissimo basta che si mangia sto morendo di fame "
" Allora, scoperto qualcosa? "
" Beh oggi non ho avuto l'opportunità di parlarci molto si è chiuso in ufficio e ha chiesto di non essere disturbato. Ma in compenso oggi è arrivata un e-mail in cui un certo John Brown richiedeva la sua consulenza in Inghilterra "
" Perfetto, sai per caso se ha accettato? Quando andrà? "
" Sinceramente no, ma se dovesse accettare sarebbe l'occasione giusta per mettere in atto il tuo piano "
" Si sarebbe perfetto, mi raccomando devi tenerti aggiornata su questa storia, dobbiamo essere sicuri che parta prima di organizzare tutto ed agire "
Annuisco.
Da una parte mi sento un po' in colpa, ma devo riuscire a non pensarci. Complicherebbe solo le cose.
------------------------------------------- Ciao ragazzi, scusate per la lunga attesa ma ero in vacanza. Spero che questo capitolo vi piaccia. Lasciate un commento per qualche suggerimento o semplicemente per dirmi se la storia vi è piaciuta.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Io e Paul abbiamo passato tutto il pomeriggio ad escogitare un piano per entrare in casa di Smith e riuscire a prendere i suoi soldi, mille pensieri mi passano per la mente e la paura di essere scoperta è tanta, ma devo farlo,ora che ci sono dentro non posso uscirne.
" Sarà guarda se noi riuscissimo a passare da qui sarebbe perfetto ".
Mi ridesto dai miei pensieri e guardo il punto sulla mappa che sta indicando Paul
" Sara mi stai ascoltando? "
" Si scusami sono solo un po' stanca "
" Capisci che dobbiamo organizzare tutto fino all'ultimo dettaglio? Se verremmo scoperti ci manderanno in carcere. Devi rimanere concentrata "
" Ok, scusami ".
Il mio telefono comincia a squillare e guardo immediatamente l'espressione di Paul, naturalmente è infastidito.
" Paul devo rispondere è mia madre "
" Non me ne frega un cazzo adesso bisogna pensare ad altro "
" Lo sai che è malata. È un mese che non la vedo per favore ".
Paul sbuffa " E va bene ma sbrigati ".
Prendo il cellulare e vado in camera mia.
" Ciao mamma "
" Ciao piccola, non ti sento da un po' come stai? "
" Scusami lo so, ma ho trovato un lavoro e l'Università mi tiene impegnatissima, ma per il resto va tutto bene te e papà come state? "
" Io mi sto riprendendo tuo padre come al solito è preso dal lavoro" la sento sospirare 
" Sicura di stare bene? Ti sento giù "
" Fidati mamma va tutto a meraviglia"
" Con Paul? "
Ci metto un po' per rispondergli, ma non la voglio fare preoccupare.
" Alla grande "
" Sara ti conosco e conosco lui. Ti ha fatto qualcosa? "
" No mamma. Non lo farebbe mai "
" Ti ho visto troppe volte con qualche livido e sono sicura che non sempre era perché sei caduta. Dimmi la verità "
" È questa la verità. Fidati di me "
" Mi fido di te lo sai benissimo solo che.... Lascia stare. Ti lascio ai tuoi impegni fatti sentire ogni tanto ciao cara "
" Lo farò. Ciao mamma ".
Torno da Paul che mi finisce di spiegare il resto del piano.

Lunedì mattina...
Il telefono del mio ufficio comincia a squillare e rispondo subito
" Si? "
" Sara potresti venire un attimo nel mio ufficio per favore? "
" Certo arrivo subito ".
Entro nel suo ufficio, Jesse e' seduto dietro la scrivania.
" Voleva dirmi qualcosa signor Smith? "
" Si Sara. Siediti "
Faccio come dice lui e mi metto seduta lì di fronte.
" Ti ricordi che qualche giorno fa è arrivata un e-mail dal signor Brown? "
" Si certo "
" Ho deciso di accettare l'incarico "
" Ok, allora risponderò alla sua e-mail per informarlo ".
Faccio per alzarmi ma Jesse mi ferma.
" Aspetta " mi rimetto seduta incerta su cos'altro ancora vorrà dirmi " Non ho finito. Te verrai con me "
" Io? "
" Si, tu. Partiamo sabato mattina "
Adesso cosa dirò a Paul? Andrà su tutte le furie.
" Ok torno nel mio ufficio " 
Mi alzo e vado verso la porta.
" Sara non pensarci troppo perché non accetterò un no come risposta "
Lo guardo e senza dire niente esco da lì.

Ciao ragazzi scusate per il ritardo , volevo dirvi che potrete trovare questa storia anche su wattpad sono segnata con il nome butterfly9966, comunque lasciate un commento è fatemi sapere che ne pensate

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Non che non voglia partire con Jesse, mi piacerebbe vedere l'Inghilterra, il problema è dirlo a Paul.
Purtroppo Paul è molto geloso e penso che non la prenderà molto bene.
Entro in casa, non ho fame, così decido di andare a fare una doccia.
Non faccio le cose velocemente, mi rilassa sentire l'acqua che mi scivola addosso.
Sento la porta aprirsi e in pochi secondi Paul è in bagno.
"Mi hai messo paura"
"Scusami" Paul mi scruta da coma in fondo con un sorriso malizioso sulle labbra "sai penso che anch'io ho bisogno di una bella doccia" comincia a spogliarsi.
Anche se non lo vorrei qui con me, perché preferirei rilassarmi, faccio un sorriso tirato e mi sposto per fargli spazio.
Mi ritrovo le mani di Paul dappertutto, mi accarezza la schiena, mi stringe il sedere e mi bacia in modo brusco.
All'improvviso mi solleva e stringo le mie gambe intorno a lui e, in me che non si dica è dentro di me, mi sbatte addosso al muro e continua a spingersi in me sempre più forte, finché non arriva al culmine.
Mi mette giù, si dà una lavata veloce per poi uscire dal bagno.
Questa storia di Smith l'ha cambiato, non lo riconosco più il vecchio Paul non mi avrebbe mai fatta sentire usata così, certo i suoi difetti li ha sempre avuti ma con il tempo che passa peggiora sempre di più.
Mi prendo ancora del tempo per fare la doccia, pensando a come posso dirgli che devo partire per l'Inghilterra con Jesse, s'infurierà da morire.
Dopo essermi asciugata e vestita vado in cucina dove trovo Paul intento a fumarsi una sigaretta, ne ho bisogno anch'io, sono tre anni che non fumo più, ma sono nervosa.
" Paul ti devo dire una cosa".
Mi guarda, come per farmi capire che mi sta ascoltando.
"Jesse vuole che vada in Inghilterra con lui".
Aspetto la bufera che sta per travolgermi, Paul si alza dalla sedia e mi gira intorno.
" E perché mai dovresti andare con lui?"
" Ha detto che vuole mostrarmi come si concludono gli affari"
"Tu non andrai, so cos'ha in mente quel bastardo"
"Paul tesoro calmati. Pensa che potrai mettere in atto il piano"
"Sarò da solo"
"Ma lui non ci sarà, e quando tornerà troverà sicuramente una bella sorpresa"
"Hai ragione".
Riprendo fiato per il fatto che non si è arrabbiato con me.
"Ma comunque" riprende lui "Non mi fido di quel bastardo. E se ci proverà capirà che te sei già impegnata".
Detto ciò mi prende per un braccio e mi tira con lui verso la camera, mi butta sul letto e comincia a spogliarmi, mi fa mettere le braccia sopra la testa e piano piano scende dal baciare la mia bocca al collo per poi soffermarsi sul mio seno che prende in bocca, lasciandomi dei succhiotti vicino ai capezzoli.
Ecco qual è il suo piano, riempirmi di segni, dovevo aspettarmelo.
Continua a tormentarmi arrivando fino al mio sesso che comincia a torturare prima con la lingua poi con le dita.
All'improvviso mi tira su, mi fa girare di schiena e mi va abbassare sul letto, poi con un rapido gesto è dentro di me, mi stringe forte i fianchi, fino a farmi male e continua ad entrare ed uscire sempre più velocemente fino a che la sua sete di sesso viene soddisfatta.

Paul è andato via già da un'ora e io sono sdraiata sul letto ad osservare il soffitto.
Il mio telefono comincia a squillare rispondo senza nemmeno vedere chi è.
" Si?"
"Sara sono Jesse scusami per l'ora ma mi sono dimenticato di chiederti di prenotare i biglietti aerei"
"Ok adesso cerco qualcosa. Vuole partire la mattina?" 
"No preferisco di notte, sai è un lungo viaggio. Te vieni?"
"Si"
"Perfetto, cerca i biglietti e domani in ufficio mi fai vedere cos'hai trovato"
"Ok, buonanotte"
"Buonanotte a te"

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