La lunga notte

di Oosen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vespri ***
Capitolo 2: *** Timorati di Dio ***



Capitolo 1
*** Vespri ***


Vespro
 
-Mi chiedo se gli uomini temano più dio o i mostri degli inferi. Oramai appare visibile una triste verità che sta dilagando anche nel mio cuore, con tristezza lo devo ammettere, anch’io non sono più timorato di Dio, temo ancor di più gli oscuri mostri che nella notte possono entrar nella mia umile casa per mangiare le mie carni. Come si è arrivati a questo? Perché Dio non fa nulla? Questi esseri usciti dagli inferi sono più forti di noi semplici esseri umani e la sola fede non li può fermare… Dio, in quest’epoca di terrore dove sei? Rivelati e aiutaci in questa lotta, aiuta me, in modo da guidare il mio gregge verso la fede, verso di te e verso il tuo santo regno! Amen.-  L’omelia era finita, la congrega seduta rimase in silenzio, a contemplare le parole del parroco Adam. Gli sguardi erano vacui come quelli di un pesce morto, in putrefazione da oramai troppo tempo. Il rosone faceva entrare una debole luce che infrangendosi sui vetri color rosso sangue illuminava l’oratore di una luce inquietante. Le statue rimanevano composte ad ascoltare, osservare nell’oscurità della cattedrale illuminata debolmente dalle candele, la debole fiamma traballava e pian piano si affievoliva di più come la fede del gregge del pastore.-La messa è finita. Andate in pace.- Le parole uscirono deboli dalla bocca screpolata del parroco che stava parlando oramai da diverse ore. Si voltò lentamente preceduto dai chierichetti che portavano dei ceri sorretti da un’asta d’oro massiccio su cui vi erano incise parole sacre e segni sacri in bassorilievo. La veste danzava lenta ai passi del sacerdote, il volto terribilmente stanco, scavato da lunghe notti insonni dedicate al pentimento e al digiuno, anche i suoi occhi, di un grigio chiarissimo erano la prova delle lunghe notti passate a leggere la bibbia, presentavano vistose occhiaie ed erano cerchiate di nero. La folla si alzò e pian piano uscirono dalla cattedrale lasciandola vuota, assopita in quel silenzio in cui Adam a volte trovava conforto.
Si levò la stola con ricami dorati aiutato dai chierichetti che appesero accuratamente su di un manichino oramai logorato dal tempo, James con le mani si stirò accuratamente la stola nera e si sedette alla sua scrivania, la sedia in frassino scricchiolò sotto il suo peso.  -Andate.- Sentenziò in fine il prete prendendo un calamaio e una piuma d’oca. -Walter, tu rimani.- Walter era il nuovo sacerdote arrivato. Era giovanissimo, di bell’aspetto tanto che le donne del paese quando scoprirono che era un prete rimasero rammaricate “peccato che tanta bellezza venga sprecata” gli avevano detto con intensi sorrisi. Veniva dal regno di Polonia, si era trasferito per ordine papale, era uscito dal ginnasio da poco ma apprendeva in fretta il mestiere ed era divenuto uno dei preferiti di Adam. Sempre scrupoloso e attento ai bisogni della gente si dava da fare per il bene della comunità, un ottimo apprendista. Il parroco oramai lo coinvolgeva anche nelle sue decisioni. -Mi dica pure Padre Adam.- La voce dolce del novizio risuonò delicata come i salmi che celebravano la domenica. Adam si alzò guardando dalla finestra gli alberi di ulivo scossi dal vento, il tronco anche se grosso sembrava fragile, in balia del vento e pronto a spezzarsi proprio come la fede del suo gregge. Guardò il suo riflesso, non si riconosceva, anche se aveva trent’anni il suo viso sembrava quello di un vecchio, oramai prossimo alla morte, la sua pelle pareva sciogliersi al tocco delle sue mani che mappavano il suo nuovo volto stanco. -Padre Adam? Tutto bene?- La voce del giovane Walter lo distolse da quel volto tramutato dagli anni. Si voltò verso di lui senza dare importanza alla domanda. -Si procede verso secoli bui Walter, te ne sei accorto? Dio sembra aver abbandonato il suo gregge ed è per questo che noi dobbiamo tenerlo saldo. Oramai sembra che questa terra sia pervasa d’orrore e di malvagità, ma noi dobbiamo provvedere a redimerla…- -Sta parlando degli ultimi attacchi di ghoul vero?- Lo incalzò il giovane, mostrando ancora una volta l’intelligenza che il Padre Celeste gli aveva donato. -Proprio così. Morti che resuscitano… Danno la caccia ai vivi, ma questo non è il giudizio divino è l’opera di satana.- Guardava Walter con occhi gravi. Iniziò ad accarezzarsi la barba che dimostrava la sua vecchiaia a causa dei pochi peli bianchi che erano evidenti sul color nero come la pece della peluria. -C’è stato un altro attacco questa notte. Walter, questo non è più un posto sicuro, se vuoi andartene lo capisco.- Una decisione che Adam sperava che il giovane non prendesse, per lui era un caro amico su cui far affidamento. Si sedette nuovamente sulla scrivania prendendo una pergamena vuota. -Padre Adam. Lei è un caro amico e resterò al suo fianco, non fuggirò, combatterò le malvagità. "La nostra battaglia, infatti, non è contro persone corporali ma contro dominatori con vari regni di autorità, contro i dominatori mondiali della presente oscurità, contro le forze spirituali della malvagità nei cieli"- Si bloccò mentre scriveva. E guardò nuovamente il sottoposto, Dio gli aveva fatto dono a pieno della sua saggezza, tanto da stupire il vecchio parroco. -Dal libro degli Efesi sei- dodici…- Disse piano Adam assorbendo quelle semplici parole ed inebriandosi la mente come se gli dessero nuova forza, nuova vitalità. La parola di Dio era veramente potente. -Sono contento, presto erediterai il mio posto e sono sicuro che sarai un ottimo parroco, sarai amato, sarai giusto.- Sorrise lievemente mente riprese a scrivere intingendo la piuma d’oca nel calamaio. -Puoi andare, prenditi anche la giornata libera figliolo, ci rivedremo in serata per celebrare i Vespri.-  Concluse mentre la mano si muoveva leggera sulla pergamena lasciando una scia d’inchiostro che andava a formare eleganti lettere. -Grazie Padre.- Rispose semplicemente Walter uscendo dal piccolo studio del parroco e avviandosi verso i suoi alloggi.
I Vespri erano cominciati. Le donne con in capo i veli neri avevano la testa china e le mani raccolte in supplica che stringevano il rosario della Beata Vergine Maria fatti in osso. Accanto a loro il libro dei vespri aperto. La litania rimbombava lievemente nelle mura della cattedrale che era piombata in una luce lugubre a causa della poca illuminazione. Le statue dei santi nell’oscurità osservavano, in silenzio, immobili ma vive con le loro espressioni di beatitudine assorta nei pensieri del tempio celeste che attendeva gli uomini di buon cuore. Anche Walter pregava, assieme al suo superiore la cui voce era al di sopra delle donne. La cattedrale in quelle ore di oscurità era cupa, solo la navata centrale era poco illuminata, mentre quelle laterali erano gettate nell’oscurità smorsando la bellezza di quel sacro luogo. Il tabernacolo scintillava. Una luce in fondo a quella oscurità. Il corpo di Cristo unica salvezza per gli uomini.  Ad un tratto la litania dei Vespri venne interrotta di colpo dal chiassoso rumore delle porte in legno spalancate. Un uomo con il volto coperto di sangue urlava. -Aiuto! Aiutatemi!- Le donne impaurite urlarono, mente Walter già in piedi era scattato per prendere l’uomo prima che cadesse sul pavimento di marmo bianco, sopraggiunse correndo con scoordinazione padre Adam. Il giovane parroco rimase incredulo, le mani tremanti e la mente piena di paura. L’uomo era morto tra le sue braccia, gli occhi spalancati all’indietro, la bocca spalancata da un ultimo rantolo di vita. Le vesti da popolano erano vistosamente ricoperte di sangue e vi erano evidenti segni di graffi che erano andati a strapparle incidendo la carne dell’uomo. Un braccio era stato quasi strappato era tenuto solo da una fascia muscolare sottilissima che andava via via a snellirsi. Il sangue sgorgava ancora caldo e denso sul pavimento freddo di marmo. Altra gente prese ad urlare fuori dalla cattedrale. Walter rimase bloccato, l’uomo ancora in braccio mentre Adam si diresse all’ingresso. Rimase pietrificato. Un ghoul era supino a terra intento a mangiare il ventre di una donna che urlava al cielo il suo dolore mentre dagli occhi uscivano le lacrime illuminate dal bagliore della luna. Il ghoul alzò il suo sguardo sul parroco, gli occhi rossi si puntarono in quelli di Adam mentre nella bocca stringeva, con i denti aguzzi, l’intestino della sua preda. Il volto ricoperto di sangue. Si alzò lentamente e si diresse barcollando e tendendo una mano ricoperta di sangue verso James. Lasciò la donna squartata sulla strada in pietrisco la cui vita si spense tra atroci sofferenze. -Creatura demoniaca Vade Retro!- Urlò il parroco tendendo verso l’uomo il crocifisso che aveva al collo. Per un attimo parve che il ghoul ridesse di lui, della sua debolezza, del suo Dio. La sua avanzata non cessò, continuò ad avanzare lento e con terrore James vide la donna alzarsi, come se in lei scorresse vita nuova. Dalla sua ferita cadde vistosamente altro sangue come fosse un fiume in piena e le frattaglie che il ghoul precedentemente aveva strappato crudelmente, l’abito bianco ricamato era divenuto oramai rosso sangue e anche lei come il primo ghoul aveva la bocca irta di zanne e occhi rossi in cui si intravedeva l’inferno. Il parroco tremava come un foglia, una profonda oscurità venne smossa nel profondo. Non riusciva a muoversi, era come pietrificato. Il ghoul era ad un soffio da lui, la mano tesa verso il suo volto. Chiuse gli occhi. Non successe nulla. Aprì piano gli occhi. Tra il parroco e il ghoul, a fare da scudo c’era un uomo in armatura completa che aveva trafitto al ventre il mostro, la guardia cittadina era giunta! Un’altra guardia si stava occupando della donna, nonostante i continui fendenti dell’uomo la creatura non moriva e non dava segni di percepire alcun dolore. Lo stesso era per la guardia che aveva salvato il parroco che adesso si trovava disarmato. Il ghoul lo assaltò ferocemente e con la mano irta di artigli lo graffiò in volto facendogli perdere un occhio. L’uomo ferito si ritrovò per terra, la mano a coprire la ferita dalla quale il sangue sgorgava denso e veloce, il ghoul era pronto a ricominciare, con la sua ferocia, il suo assalto verso il prete che si era accucciato premendosi le mani sulla testa, il suo sguardo era terrorizzato, le lacrime scendevano vistosamente. -Mio dio proteggimi, sei il mio signore e redentore, fai scendere la grazia divina su di me e sconfiggi i miei nemici…- Adam aveva dato vita a questa litania e continuava a ripeterla all’infinito, convulsamente mentre ancora la guardia giaceva a terra stridendo come un maiale portato al macello. Walter lasciò a terra il cadavere del povero contadino, la sua tonaca era ricoperta di sangue e impregnata dell’odore di metallo e morte. Si strappò il crocifisso che aveva al collo e corse contro il ghoul che stava minacciando il suo superiore e la guardia, con un balzo saltò i due uomini e piantò la croce nell’occhio del ghoul che rantolò e cadde all’indietro iniziando a prendere fuoco. Per un attimo, di fronte alla morte Walter aveva avuto terrore, ma adesso sapeva cosa fare. Era stato addestrato per questo! Adam lo guardò incredulo, il giovane che era il suo sottoposto ora era lì davanti a lui pronto a proteggerlo, aveva uno sguardo diverso, uno sguardo deciso e privo di compassione. Prese da terra lo stocco della guardia e arrivò alle spalle del secondo ghoul, la guardia lo teneva impegnato e James operò con velocità e precisione senza farsi sfuggire l’occasione d’oro. Un tondo perfetto e recise le gambe del mostro che cadde su se stesso. -La luce di Cristo porti serenità all’animo e alla carne turbata di questa tua umile serva.- Affondò la lama in mezzo agli occhi dell’irriconoscibile donna, uno spruzzo di sangue schizzò sul viso del giovane prete mentre il corpo del ghoul si contorceva nelle fiamme. 

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Capitolo 2
*** Timorati di Dio ***


-Credo di doverle dare delle spiegazioni Padre.- Il tono del giovane era cambiato, solo il giorno prima sembrava un giovane inesperto, mentre ora era cambiato in una sera. Era più sicuro di se, lo sguardo era deciso e nella sua postura si leggeva una potenza oltre l’immaginazione. Adam era seduto sulla sua sedia, non lo guardava, la mano sorreggeva la testa e copriva il mento, nei suoi occhi stanchi si intravedevano ancora le ombre che avevano disturbato i vespri. Non disse nulla e per un attimo il silenzio denso si poteva tagliare con una lama. L’odore d’incenso pervadeva l’ambiente creando una sottile foschia che arrossava gli occhi. Le scuri erano abbassate nonostante fosse mattina. Walter aveva sentito dai chierichetti che il parroco era restato sveglio tutta la notte e nessun tentativo di persuasione lo aveva convinto ad andare a letto per riposarsi, non si era neanche cambiato. La veste era ancora impregnata dell’odore metallico del sangue che oramai si era rappreso diventando color rosso scuro. Anche tra le rughe dell’uomo si potevano ancora intravedere residui di sangue rappreso. Walter non se la sentì di andare avanti con il discorso. Forse il padre non voleva ancora parlarne. -Dobbiamo dare una degna sepoltura…- Il parroco ruppe il silenzio, il tono era basso, pacato. Il suo sguardo era ancora vuoto, perso nel vuoto. -Padre James… Non ricorda…- Si fermò, James era in un evidente stato di shock, neanche ricordava che le creature trafitte avevano preso fuoco e che per precauzione avevano dato fuoco anche al cadavere nella cattedrale. -Me ne sono occupato io ieri sera con la guardia.- Decise di mentirgli, era per il suo bene. -Si… Bene… Sei un ottimo sottoposto…- Rispose piano. Passarono tre giorni, Padre Adam non si riprendeva, anzi peggiorava. Ora era costretto a letto, biascicava frasi senza senso, non dormiva e per questo si ammalò. Chiamarono immediatamente un medico il quale non sapeva cosa fare, “non c’è cura per la pazzia” gli aveva confidato a Walter il quale si era adirato e lo aveva cacciato. Con Padre Adam in queste condizioni qualcuno doveva prendere le redini della cattedrale, non qualcuno ma lui. Entrò nello studio del parroco, l’odore d’incenso era ancora presente, nessuno aveva arieggiato la stanza per giorni. Si sedette alla scrivania e prese piuma, inchiostro e calamaio. “Anno domini 1650 La situazione qui a Praga sta andando peggiorando. Gli attacchi di Ghoul sono sempre più frequenti e da solo non posso condurre le indagini, sarebbe troppo rischioso. Ho dovuto prendere le redini della Cattedrale a causa del malanno sorto nella mente di Padre James. Richiedo l’assistenza di altri sacerdoti dei XII apostoli. L’oscurità è densa nei cuori dei fedeli. Dio vegli su di noi, sul Santo Padre, su tutti i nostri fedeli Amen XII” Soffiò per far asciugare l’inchiostro e piegò con cura le lettera. Dalla tasca della veste prese un anello d’oro, vi era inciso in basso rilievo un numero romano: dodici. Accese il camino dove mise a scaldare della cera dopo di che ne verso una piccola quantità sulla busta per sigillarla e con l’anello impresse il numero romano sulla cera ancora calda che prese a raffreddarsi. Confezionò un piccolo pacchetto dove ripose sulla base il crocifisso con cui aveva ucciso il ghoul, era ancora sporco di sangue e il legno era in alcune parti bruciacchiato. Depose la lettera e chiuse il pacco. A Roma il clima era uggioso quando arrivò uno strano pacchetto, proveniva da Praga. Giovanni, un uomo corpulento e dai lineamenti duri ricevette il pacco da un sacerdote. Lo aprì e lesse il contenuto della lettera prendendo in fine in mano il crocifisso che vi era in fondo alla scatola. Batté il pugno sulla scrivania in palissandro decorata sinuosamente da degli intarsi in oro. Si diresse subito dal papa, era furioso. -Santo Padre, a raccolta Giovanni fedele servitore di Dio.- Si era inchinato inginocchiandosi, nel pugno che lo aiutava a sorreggerlo era stratta la lettera e il crocifisso. Nella sala non vi era solo il Santo Padre seduto sul suo trono d’oro, dietro di esso vi erano seduti, su altrettante sedie d’oro il cui schienale finiva a punta verso l’alto come lance sorrette da guerrieri, i vescovi che lo guardavano dall’alto in basso con uno sguardo di indifferenza e di noia. -Giovanni, Giovanni dimmi figlio di Dio.- La voce del Papa era vecchia, raggrinzita dagli anni che portava sulle spalle ed era stanca. Il viso era mappato da vistose rughe e gli occhi non si intravedevano più, solo una fessura tra le palpebre oramai gonfie dagli anni faceva in modo che l’uomo potesse vedere il suo interlocutore. Il doppio mento molle danzava alle parole del Papa. -Mi è stata recapitata una lettera dal mio fratello dodici, Praga è immersa nell’oscurità e ha bisogno del nostro aiuto.- Tagliò corto Giovanni, ancora inginocchiato. La platea dei vescovi fu attraversata da un brusio che sembrò assordante nell’immensa sala del Vaticano. Il Papa restò in silenzio per qualche minuto, riflettendo, ponderando la sua risposta. La luce lo illuminava donandogli un aspetto ancor più saggio e divino. -Silenzio.- I vescovi si ammutolirono come cani addestrati, nessuno osava fiatare a quell’ordine pronunciato con fermezza e autorità. -Voi apostoli mi servite qui a Roma, abbiamo mandato dodici solo perché era il nuovo entrato e doveva far esperienza. Non potete mandare degli altri parroci?- Disse infine portandosi avanti dallo schienale vellutato di color rosso e gesticolando in modo lieve con la mano rugosa e tremolante. -Santo Padre, è inutile mandare altri parroci, se la situazione è grave come mi ha scritto, urge agire in fretta in modo da tagliare alla base questo tronco secco. Per questo gli chiedo l’autorizzazione di mandare a Praga undici e dieci. Loro sapranno cosa fare.- Il Papa ancora una volta saggiò le parole pronunciate. Poi stirandosi la veste papale annunciò. -Ebbene, Giovanni io mi fido del tuo giudizio. Manda allora dieci e undici e assicurati di estirpare il male da Praga. Dio sia con te.- Giovanni chinò il capo in segno di ringraziamento e per cogliere la benedizione del papa. -Amen.-

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