E' notte fonda e sei lontano

di LadyElizabeth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sarebbe stata una lunga notte ***
Capitolo 2: *** Dolorose riflessioni notturne ***



Capitolo 1
*** Sarebbe stata una lunga notte ***


Io canto il mio amore per te…
Questa notte diventa poesia,
La mia voce sarà una lacrima di nostalgia…
Non ti chiederò mai perché da me sei andata via,
Per me è giusto tutto quello che fai…
Io ti amo e gridarlo vorrei,
Ma stasera non posso nemmeno parlare perché piangerei…
[Quando l’amore diventa poesia, Il Volo]
 
 
Gaetano sbuffò. Camilla non aveva risposto alla sua chiamata, sebbene l’avesse cercato lei stessa poco prima per dirgli che era tornata a casa, adesso vuota a parte Potty, e che aveva tanta voglia di vederlo. Gaetano non aveva voluto risponderle perché non voleva dargliela subito vinta dopo le tre volte in cui lei gli aveva dato buca nei giorni precedenti, quindi era rimasto in poltrona a leggere o meglio a far finta di leggere, perché ormai l’unica cosa a cui riusciva a pensare era a quanta voglia aveva di aprire la porta, percorrere il pianerottolo con due rapidi passi e andare dalla sua professoressa preferita.
Dopo pochi minuti aveva ceduto e aveva preso il telefono per richiamarla. Certo, sarebbe potuto andare direttamente a suonarle il campanello ma l’orgoglio gli aveva impedito di precipitarsi alla sua porta e l’aveva invece fatto optare per una telefonata. Peccato però che Camilla non avesse risposto…si era forse arrabbiata? Quel pensiero lo fece arrabbiare a sua volta. In quei giorni si era sentito quasi usato da Camilla, anche se sapeva che la professoressa non era capace di certi giochetti. Nonostante questo, lei aveva sempre dato la precedenza a Renzo, a Livietta, ai genitori di George…insomma a tutti tranne che a lui, che si era sbattuto in mille modi per prenotare due volte al Sassoferro, il ristorante più famoso della città, e per riservare una meravigliosa suite in uno degli alberghi più lussuosi di Torino. Tutte e tre le volte Camilla era poi andata da lui a scusarsi e tutte e tre le volte, nel giro di pochi minuti, erano finiti a fare l’amore.
Non che lui non volesse fare l’amore con Camilla o non la desiderasse, ma gli sarebbe anche solo bastato sentirla raccontare della serata trascorsa con quelli del catering o con i genitori di George e poi dormire abbracciati. Camilla invece aveva sempre risposto a monosillabi alle sue domande per poi iniziare a spogliarsi e a spogliarlo, e a trascinarlo verso il letto o il divano. Terminati i loro incontri amorosi era sempre tornata nel suo appartamento, adducendo come scusa il fatto che non voleva farsi scoprire da Livietta e non voleva doverle raccontare della loro storia a pochi giorni dal suo matrimonio. Gaetano la capiva e non si era mai arrabbiato con lei, ma ora iniziava a sentirsi come una sorta di giocattolo sessuale per Camilla: la donna infatti correva sempre da lui dopo gli impegni stressanti con Renzo e gli altri membri della famiglia, ma dopo aver fatto l’amore tornava nel suo appartamento, come se non desiderasse nient’altro da lui se non che placasse i suoi bollenti spiriti.
Gaetano però non voleva solo questo, lui voleva il pacchetto completo: voleva Camilla tutta per sé, voleva parlare con lei di qualunque sciocchezza o di qualsiasi argomento importante, voleva apparecchiare la tavola mentre lei cucinava, voleva fare l’amore con lei, addormentarsi sentendo il peso del braccio di lei sul suo petto e voleva svegliarla con un bacio sulla fronte e uno sulle labbra.
Voleva di nuovo quello che avevano avuto i primi tempi, quando nessuno sapeva ancora di loro due, o meglio quando Renzo non sapeva ancora della loro storia: in realtà Camilla aveva dormito con lui solo la prima notte, quando lui l’aveva trascinata in casa dopo che lei aveva bussato alla sua porta per chiedergli se aveva della camomilla, ma nonostante questo avevano fatto anche molte passeggiate, avevano parlato dei casi di Gaetano stando abbracciati sul divano, lei era passata a trovarlo in ufficio ed erano andati a pranzo insieme e si erano scritti in continuazione sms romantici e sfrontati al tempo stesso.
Nell’ultima settimana invece si erano sempre incontrati tra le quattro mura dell’appartamento di Gaetano, come se Camilla volesse tenerlo nascosto, come se fosse qualcosa di cui si vergognava, come se fosse solo un piacevole diversivo e niente di più. E quando quel pomeriggio l’aveva vista stringere la mano di Renzo durante la celebrazione del matrimonio di Livietta, aveva sentito la morsa della gelosia stringergli il cuore fino a provocargli un male fisico. Non si era mai sentito così male a causa di Camilla in quei dieci anni, perché aveva sempre saputo che lei era sposata, che amava Renzo o che comunque avrebbe fatto finta di amarlo per salvare le apparenze agli occhi di Livietta e per farle credere di vivere in una famiglia felice. Ma adesso Gaetano aveva sperimentato cosa volesse dire avere Camilla tutta per sé e non era disposto a rinunciarci così facilmente. Per questo le aveva detto che la amava, per questo le aveva parlato di matrimonio, per farle capire che lui desiderava iniziare una nuova vita insieme a lei. Certo, sapeva anche che Camilla non era ancora divorziata e che i vent’anni di matrimonio con Renzo sarebbero stati lunghi da dimenticare, ma nonostante questo non era riuscito ad impedirsi di professarle immediatamente il suo amore per lei.
Perché la verità era che Gaetano aveva paura, anzi, aveva una paura folle di perdere Camilla, di vederla tornare da Renzo dopo la loro breve parentesi amorosa, e sapeva che non sarebbe mai riuscito a superare una cosa del genere. Un conto era soffrire in silenzio per dieci anni, sognando e immaginando di baciarla, di avere una storia con lei e di sperimentare insieme la routine di tutti i giorni; un conto era aver provato davvero cosa significava vivere tutto questo insieme a Camilla e dovervi rinunciare dopo poco. Inoltre, anche se negli anni passati aveva sempre sentito il bisogno istintivo di proteggerla, di tenerla al sicuro, adesso questo bisogno si era come centuplicato: non riusciva a stare tranquillo se non sapeva dov’era Camilla, e anche se gli faceva piacere averla al suo fianco durante le indagini, sapeva che avrebbe mandato tutto all’aria e si sarebbe perfino fatto ammazzare per riuscire a proteggerla.
E poi era geloso, era geloso marcio di Renzo, che legalmente era ancora suo marito e che quindi si era seduto accanto a lei in comune e al ricevimento del matrimonio di Livietta: più volte durante la cena Gaetano avrebbe voluto alzarsi, andare da lei e baciarla ma si era trattenuto perché sapeva che Camilla non avrebbe apprezzato, anche se adesso aveva raccontato a Livietta di loro due. Gaetano ne era contento, ma non sapeva come aveva reagito la ragazza perché, dopo avergli sganciato quella notizia così tanto attesa, Camilla lo aveva liquidato senza fornirgli altri dettagli.
Gaetano sapeva che lui e la professoressa dovevano parlare di tante cose, dovevano sviscerare tutte le loro paure e tutti i loro sentimenti, perché solo così si sarebbero davvero compresi l’un l’altro e avrebbero potuto iniziare seriamente la loro storia d’amore…sempre che Camilla volesse ancora avere una storia d’amore con lui! Sapeva anche però che forzandola a parlare dei suoi sentimenti e a definire la loro storia l’avrebbe solo allontanata, per questo aveva provato ad essere ancora paziente, a darle tempo, a corteggiarla con i fiori senza volere alcuna risposta in cambio ma adesso…adesso era stufo marcio di Renzo, delle sue intromissioni, dei suoi tentativi per riconquistare Camilla nonostante stesse per avere un figlio da un’altra donna e non sopportava che Camilla fosse così ondivaga nei confronti di Renzo: un momento lo odiava e gli tirava un ceffone, quello dopo gli stringeva la mano e gli sorrideva felice, come se lo avesse perdonato. Forse Camilla non aveva risposto alla sua telefonata perché, non avendolo sentito al telefono, aveva deciso di chiamare Renzo ed invitarlo a casa sua per tenersi compagnia dopo la partenza di Livietta, o forse era andata lei da lui e in quel momento se la stavano spassando in quell’orribile monolocale che Renzo aveva affittato nell’altra scala del condominio…
Basta! Non poteva continuare a torturarsi in quel modo, doveva smetterla di pensare a Camilla, doveva andare a dormire e sperare che al mattino la professoressa andasse da lui per dirgli che ci aveva riflettuto tutta la notte e aveva finalmente capito a chi apparteneva il suo cuore, mettendo così fine ai suoi tormenti.
Rinfrancato da quei pensieri, Gaetano si infilò il pigiama e andò a letto, letto che però gli sembrò subito troppo grande e troppo vuoto senza la sua Camilla. Sospirò. Sarebbe stata una lunga notte…
 


 
Eccomi qui! Questa è la prima storia che scrivo su "Provaci ancora prof!"...spero di essere riuscita ad immedesimarmi in modo soddisfacente in Gaetano e di aver descritto in maniera comprensibile quelli che, secondo me, sono i suoi pensieri quando richiama Camilla ma lei non risponde perchè si è addormentata sul divano.
Fatemi sapere cosa ne pensate! :)
A presto,
Lady Elizabeth

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Capitolo 2
*** Dolorose riflessioni notturne ***


E più ti penso e più mi manchi,

Ti vedo coi miei occhi stanchi…

È notte fonda, penso sempre a te,

Chiudo gli occhi e penso a te…

Malgrado tutto sei la cosa più importante

E mi ritorni in mente dolce come sei…

Mi chiedo senza te come vivrei,

E mi rispondo che se non potessi rivederti

Io so già che farei…non vivrei…

È notta fonda e sei lontano,

Senza di te ho un vuoto intorno…

E forse ti ho già perso ormai,

Stringo il cuscino, sei qui vicino…

[E più ti penso, Il Volo]

 

Gaetano era seduto sul divano di casa sua da ore. Non riusciva ad alzarsi, non riusciva a respirare normalmente, non riusciva a fare niente. L’incontro con Camilla al caffè San Carlo era stato a dir poco deludente: la donna aveva rifiutato il suo invito alle terme in Toscana e gli aveva detto ancora una volta che aveva bisogno di tempo, ma che non sapeva di quanto.

Per la prima volta da quando si conoscevano, Gaetano le aveva fatto presente che non sapeva per quanto ancora sarebbe stato capace di aspettarla e, in risposta, la professoressa si era alzata e l’aveva lasciato lì da solo come un idiota, di nuovo.

Vederla allontanarsi da lui, arrabbiata come la sera in cui erano andati a mangiare al ristorante giapponese, aveva provocato in Gaetano un male fisico. Senza nemmeno rendersene conto si era alzato, era uscito senza salutare Renzo – del resto non gliene importava più niente di quel maledetto rompiscatole geloso della sua Camilla! – era salito in macchina e si era diretto a casa sua. Appena entrato nell’appartamento era corso a sedersi sul divano e lì era rimasto tutto il pomeriggio e buona parte della sera, senza mai muoversi. L’unica cosa che aveva fatto in tutte quelle ore era stato pensare e ripensare alla settimana disastrosa che aveva appena vissuto: aveva cercato in ogni modo di conquistare Camilla, di farsi bello ai suoi occhi, di prendere l’iniziativa per farle capire che lui era sempre presente per lei, che non aveva paura di dimostrarle che le amava e che non si faceva problemi a dirglielo di fronte a chiunque ma evidentemente non era servito a niente.

All’inizio della settimana aveva bussato alla porta della professoressa per regalarle i suoi biscotti preferiti e per invitarla a cena nel loro ristorante giapponese preferito. In realtà era stato un disastro: durante la cena avevano litigato perché Gaetano aveva confessato di essere infastidito da Renzo e dai suoi atteggiamenti e Camilla si era alzata ed era corsa via, furiosa. Lui l’aveva seguita ma quello che la donna gli aveva gridato per strada lo aveva ferito mortalmente: come poteva la sua professoressa pensare che lui non la amasse, che non l’avesse mai amata ma che fosse stato tutto uno stratagemma per conquistarla? Quelle parole lo avevano lasciato pietrificato sotto i portici di via Roma e, incapace di seguirla, l’aveva osservata allontanarsi da lui mentre sentiva gli occhi riempirsi di lacrime e il cuore sbriciolarsi in mille pezzi.

Dopo qualche minuto si era ripreso, aveva passeggiato ancora un po’ sotto i portici maledicendosi per aver toccato quel tasto in maniera così indelicata e aveva deciso di ingoiare il suo orgoglio e di andare a scusarsi con Camilla, nonostante le parole di lei avessero inferto profonde e dolorose ferite al suo cuore innamorato. Aveva quindi comprato una dozzina di rose rosse, aveva bussato alla sua porta e, non appena la donna gli aveva aperto, le aveva chiesto scusa: anche Camilla si era scusata per essere stata troppo dura nei suoi confronti e molto probabilmente avrebbero fatto la pace facendo l’amore se Renzo, Livietta e i soliti rompiscatole non li avessero interrotti.

In quel momento Gaetano aveva pensato che sarebbe andato tutto bene, ma ancora non sapeva che si sbagliava di grosso.

Era riuscito a convincere Camilla a passare la notte nel suo appartamento, anche se nella sua testa si era immaginato ben altre parole rispetto al “Forzami…” sussurrato dalla donna ma gli andava bene anche così, perché si trattava comunque di piccoli passi avanti. E di piccoli passi avanti ce n’erano stati altri dato che Camilla aveva cenato a casa sua per ben due sere di fila: era stato meraviglioso cucinare per loro due mentre lei apparecchiava la tavola, osservarla mangiare e discutere delle indagini non davanti a un vermouth ma davanti a una vera cena. Anche se la seconda volta erano stati interrotti da Renzo, Gaetano si sentiva più tranquillo perché non solo la donna non aveva invitato il marito a entrare in quella che una volta era la loro casa, ma aveva anche dimostrato di aver gradito particolarmente l’irruenza di Gaetano che, non appena lei aveva aperto la porta, le aveva tolto il telefono dalle mani, l’aveva baciata con foga fino a farle appoggiare le spalle contro il muro del corridoio e aveva continuato la sua dolce tortura per farle capire quanta voglia avesse di lei. Camilla aveva risposto ai suoi baci con altrettanta irruenza e in quel momento Gaetano aveva pensato seriamente che le cose potessero solo migliorare; in realtà si sbagliava di grosso, perché da quel momento non avevano più fatto passi avanti ma solo chilometri indietro.

Forse la colpa era sua, che una mattina le aveva proposto di andare a convivere e in seguito le aveva chiesto di definire la loro relazione. Tutto si sarebbe aspettato ma non che Camilla gli dicesse che ovviamente non erano amici ma nemmeno una coppia. Gaetano aveva cercato di nascondere la delusione e il dolore che provava in quel momento e forse ci era riuscito, o forse era la professoressa che aveva deciso di ignorare i suoi sentimenti prima di abbandonare il letto dove avevano dormito abbracciati e andare a scuola.

Gaetano non riusciva a capire l’atteggiamento di Camilla, ci provava, ma proprio non ci riusciva. Probabilmente lei era ancora ferita dal tradimento di Renzo ed era per questo che non voleva andare subito a convivere con lui, questo poteva comprenderlo ed accettarlo…quello che non comprendeva era però perché la donna avesse detto che non erano una coppia. Si comportavano come una coppia, bisticciavano e facevano pace come una coppia ma se non lo erano…che cos’erano allora? Non aveva avuto il coraggio di chiederglielo perché temeva che Camilla potesse dire che erano amici di letto o qualcosa di simile e in quel caso era certo che il suo cuore non avrebbe retto a quelle parole.

Era inutile mentire a se stesso: Camilla continuava a sfuggirgli, continuava ad evitare i discorsi seri su loro due e questo lo feriva a morte, così come lo ferivano a morte tutte le battute scherzose con cui la professoressa smorzava le sue dichiarazioni d’amore, o i suoi continui cambi di argomento quando Gaetano tirava in ballo la loro relazione. Davvero non riusciva a capire in che cosa avesse sbagliato: l’aveva aspettata incessantemente per dieci anni, le era stato vicino da amico non appena aveva scoperto del tradimento di Renzo e adesso che finalmente si erano baciati e avevano fatto l’amore aveva compreso che tutto quello che aveva immaginato per dieci anni era reale anzi, era anche meglio di quello che aveva sognato.

Gaetano era contento di essere riuscito a trattenersi per tutti quegli anni, di essere riuscito a rispettare il volere di Camilla, di non averla mai forzata, nemmeno quando era chiaro che se avesse provato a baciarla lei avrebbe ceduto, di averla aiutata quando c’erano stati i problemi con Renzo e quando la donna aveva scoperto del nuovo tradimento del marito e della gravidanza di Carmen; era contento di averlo fatto perché ogni singolo attimo passato ad aspettarla aveva portato all’inizio di una meravigliosa storia d’amore. Quando però aveva rischiato di perdere Camilla, quando si era reso conto che poteva non avere un futuro con lei proprio adesso che avevano iniziato a frequentarsi veramente, aveva capito che non poteva più aspettare.

Quando Renzo l’aveva avvisato per dirgli che Camilla aveva avuto un incidente, Gaetano aveva sentito il sangue gelarsi nelle vene. I pensieri si affaccendavano nella sua mente sempre più confusi, sempre più pessimisti e il vicequestore aveva iniziato a tremare impercettibilmente. Senza sapere esattamente come aveva raggiunto la macchina, aveva aperto la portiera e si era seduto al volante ma le mani gli tremavano così forte che sapeva che non sarebbe riuscito a guidare. Per fortuna il fedele Torre lo aveva seguito e, senza farlo sentire in imbarazzo, gli aveva intimato di scendere e risalire dal lato del passeggero dato che ci avrebbe pensato lui a portarlo in ospedale. Durante tutto il tragitto Gaetano aveva cercato di pensare razionalmente: Renzo gli aveva detto che Camilla non era in condizioni gravi e che era cosciente, anche se un po’ stordita, eppure il vicequestore non si era mai sentito così scosso in tutta la sua vita. Non poteva nemmeno pensare di perdere la sua professoressa, non ora che finalmente lei era libera e che forse avrebbero potuto avere un futuro insieme.

Quando era arrivato in ospedale e l’aveva vista distesa sulla barella, ancora più pallida del solito, aveva sentito gli occhi inumidirsi ma si era trattenuto per non farsi vedere in lacrime da Renzo. Camilla però se ne era accorta e durante le raccomandazioni prima dell’operazione gli aveva intimato di non piangere, cosa che gli aveva fatto venire ancora più voglia di farlo; ancora una volta però aveva ingoiato le lacrime, si era avvicinato alla sua donna e le aveva detto il “Ti amo” più onesto, sentito e commosso che avesse mai detto in vita sua, poi le aveva posato un bacio sulla guancia e aveva inalato il dolce profumo dei suoi capelli prima di cedere a malincuore il posto a quel rompiscatole di Renzo.

Subito dopo Camilla aveva fatto la cosa peggiore che potesse fare in quel frangente: le parole “Vi amo anche io” avevano ridotto in mille pezzi il cuore di Gaetano e lo avevano fatto precipitare in un abisso di disperazione. Cosa voleva dire che amava entrambi? Si trattava di qualcosa che aveva detto sotto l’effetto dell’anestesia o era qualcosa che pensava davvero? Si trattava dello stesso tipo di amore oppure amava Renzo perché era il padre di Livietta e amava lui perché era il suo…il suo…già, in fondo cos’erano loro?

Per tutta la durata dell’operazione era stato in apprensione, aveva camminato avanti e indietro per il corridoio per così tante volte che pensava che prima o poi qualche medico sarebbe venuto a sgridarlo e a dirgli che stava stressando le infermiere e i pazienti. Anche quando avevano trasferito Camilla in reparto e aveva potuto finalmente vederla, l’inquietudine non si era placata. Aveva bisogno di parlarle a quattr’occhi, di dirle che lo aveva fatto spaventare da morire e che non doveva azzardarsi a combinargli di nuovo una cosa del genere perché non era sicuro che il suo cuore avrebbe retto un’altra volta a una notizia simile; aveva bisogno di dirle che gli dispiaceva di averla forzata a definire quello che provava per lui, che la amava da dieci anni con tutto se stesso e che avrebbe continuato ad amarla per tutta la vita…. E invece non era riuscito a dirle niente se non “Vuoi che ti sistemi il cuscino?” e altre sciocchezze del genere perché lì in ospedale erano sempre disturbati dai commenti della vicina di letto, dalle interruzioni di medici e infermiere e dalle improvvisate di Renzo, che arrivava sempre un paio di minuti dopo Gaetano, costringendolo così a stare lì come un ebete mentre il caro ex marito raccontava a Camilla di Potti, di Livietta e di mille altre sciocchezze.

Nei giorni in cui Camilla era in ospedale Gaetano non si era mai sentito così a disagio con lei: non sapeva cosa dirle, non sapeva cosa fare e la professoressa non lo aiutava rifiutando tutte le sue proposte per farla stare più comoda e guardandolo dritto negli occhi per poi sospirare con aria preoccupata. Certo, Camilla aveva anche detto alla signora Bianca che sapeva di essere fortunata ad avere al suo fianco il vicequestore, ma non aveva mai manifestato il desiderio di farsi abbracciare o baciare in maniera meno casta e meno impersonale. Di contro, Gaetano continuava a darsi dell’idiota per non essere riuscito a definirsi il compagno di Camilla davanti ai medici e alla vicina di letto della sua professoressa, ma se non l’aveva fatto era perché non era più sicuro di niente. In realtà non era vero, perché dei suoi sentimenti era sicuro…non era per niente sicuro di quelli di Camilla però, e questo gli impediva di comportarsi con disinvoltura come faceva di solito.

Persino in commissariato era diverso e Torre, il fedele amico Torre, se n’era accorto ancora una volta. E di fronte a quel tono di voce così preoccupato Gaetano non era più riuscito a nascondere l’angoscia che lo tormentava: aveva manifestato a voce alta i suoi desideri, i suoi dubbi e le sue paure più profonde e, senza sapere nemmeno come, aveva rivelato a Torre che ormai lui aveva capito che senza Camilla non ci sapeva più stare. Quelle parole, sgorgate all’improvviso dal suo cuore, lo avevano turbato al punto che gli occhi gli si erano riempiti di lacrime e la voce gli si era spezzata. Anche Torre si era commosso e gli aveva risposto che era Camilla che ci perdeva se non voleva sposarlo o stare con lui. Gaetano allora l’aveva abbracciato per cercare di trovare un po’ di conforto, conforto che solitamente traeva sempre dalla professoressa che invece adesso era la fonte di tutte le sue preoccupazioni.

Nei giorni successivi aveva cercato di farsi coraggio e di concentrarsi per riuscire a risolvere il caso Righi, ma come sempre era stata Camilla che l’aveva aiutato a risolverlo, ricordandosi dell’adesivo attaccato sul paraurti del suv che l’aveva investita. Gaetano l’aveva accompagnata al Circolo Canottieri ed erano riusciti a trovare la famigerata macchina e a risalire al suo proprietario: si trattava di un arrogante figlio di papà omofobo, che aveva fatto sfoggio della sua boria e della sua aggressività anche durante l’interrogatorio in commissariato. Gaetano, ancora pieno di inquietudine e di rabbia, si era dovuto trattenere per impedirsi di riempirlo di botte e fargliela così pagare per aver ucciso un giovane poliziotto innocente e per aver investito l’amore della sua vita. L’aveva comunque trattato più duramente del solito, e infatti aveva visto Camilla lanciargli un’occhiata stupita e perplessa.

Si erano poi dati appuntamento al caffè San Carlo e, nelle ore in cui non si erano visti, Gaetano aveva pensato a come poteva riconquistare Camilla: forse andando via da Torino e trascorrendo un weekend loro due soli la professoressa avrebbe capito quello che provava davvero per il vicequestore, quindi Gaetano aveva optato per un weekend alle terme, per permettere alla donna di rilassarsi e farsi coccolare un po’ dopo l’incidente. Lui poi non vedeva l’ora di immergersi nell’acqua bollente con lei, di stringerla a sé, di farle un massaggio con le lozioni profumate delle terme e di addormentarsi abbracciato a lei.

Pensava che a Camilla sarebbe piaciuto, era qualcosa che non avevano programmato insieme ma che lui aveva pensato apposta per sorprenderla e farla felice…invece era stato un totale fiasco. La professoressa aveva tentennato di fronte alla sua proposta e poi aveva risposto che era qualcosa che lui aveva deciso senza consultarla, qualcosa che lui le stava imponendo senza capire che lei aveva bisogno di tempo e da lì era nato il loro scambio di battute successivo, conclusosi con Camilla che si allontanava da lui dopo il suo velato ultimatum.

Se possibile, adesso Gaetano aveva ancora più paura di prima: aveva paura di aver tirato troppo la corda e temeva che la professoressa non sarebbe mai più tornata da lui. Probabilmente lui aveva sbagliato a non darle tempo e spazio, forse era stato troppo soffocante e troppo ansioso ma se si era comportato così era perché aveva paura che Camilla sottovalutasse i sentimenti che provava per lei. Aveva cercato in ogni modo di farle capire che lui la amava, che la amava da dieci anni e che adesso non vedeva l’ora di stare con lei; voleva che Camilla capisse che lui non la vedeva come una semplice conquista ma che la vedeva come la donna della sua vita: con lei Gaetano non aveva paura di impegnarsi, non aveva paura di pensare al futuro anzi, non vedeva l’ora di andare a vivere insieme, di sposarla, magari di avere dei figli…

Una lacrima solcò la guancia del vicequestore. Stavolta, nel buio del suo salotto, poteva piangere e sfogarsi come non aveva ancora fatto finora. Era sempre stato ottimista e fiducioso, altrimenti non avrebbe continuato a tampinare ininterrottamente Camilla per dieci lunghissimi anni, ma adesso si sentiva sconsolato e disperato…non voleva perderla, non ora che aveva finalmente compreso cosa volesse dire condividere veramente la vita con lei. Non voleva e non poteva rinunciarci, ma purtroppo questa non era una scelta che spettava a lui. Gaetano aveva esternato più volte i suoi sentimenti, aveva fatto in modo di dimostrarlo anche con i gesti e non solo con le parole, e adesso poteva solo aspettare…

Non sapeva quando Camilla gli avrebbe comunicato la sua scelta definitiva ma sapeva di averle mentito: l’amore che provava per lei era così intenso, così profondo ed immenso, che lui l’avrebbe aspettata per tutta la vita.

 

 

 

 

Eccomi di nuovo qui!

Questi sono quelli che, secondo me, sarebbero potuti essere i pensieri di Gaetano dopo la fine della settima puntata. Spero tanto che la puntata di domani ci regali un lieto fine per Camilla e Gaetano o che almeno ci dia delle speranze concrete per quanto riguarda la loro storia nella settima stagione, così potrò tornare qui a scrivere, finalmente, i pensieri felici del nostro adorato Gaetano.

Se questo non dovesse accadere…beh, vorrà dire che mi inventerò qualche altra storia nella quale i nostri due beniamini potranno finalmente vivere felici e contenti! ;)

A presto,

Lady Elizabeth

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