Nayade, storia di una Diversa. di Viandante88 (/viewuser.php?uid=66819)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diversa o speciale? ***
Capitolo 2: *** Davvero cercano me?! ***
Capitolo 3: *** Verità o Leggenda?... ***
Capitolo 4: *** Ricordi del passato. ***
Capitolo 5: *** Casa è dove puoi essere te stesso. ***
Capitolo 6: *** Occhi smeraldo, capelli corvino. ***
Capitolo 7: *** Memoria ( parte 1 ) ***
Capitolo 8: *** Memoria ( parte 2 ) ***
Capitolo 9: *** In viaggio verso casa. ***
Capitolo 10: *** Confusa... ma Felice! ***
Capitolo 11: *** Forza e Coraggio Nayade! ( parte 1 ) ***
Capitolo 12: *** Forza e Coraggio Nayade! ( parte 2 ) ***
Capitolo 13: *** Zia Esme... Spiegami! ***
Capitolo 14: *** Confronto. ***
Capitolo 15: *** Sorellone e Fratelloni! ***
Capitolo 16: *** La prima caccia. ( parte 1 ) ***
Capitolo 17: *** La prima caccia. (parte 2 ). ***
Capitolo 18: *** Fantasmi del passato. ***
Capitolo 19: *** L'unione fa la forza!! ***
Capitolo 20: *** Sei davvero tu?! ***
Capitolo 21: *** Perdonatemi... Devo mentirvi. ***
Capitolo 22: *** Qualche ora D'amore. ***
Capitolo 23: *** Una seconda Verità. ***
Capitolo 24: *** Ultimi istanti di Felicità. ***
Capitolo 25: *** Addio? No. Arrivederci. ***
Capitolo 26: *** Destinazione: Italia. ***
Capitolo 27: *** Papà...? ***
Capitolo 28: *** Sofferenza. ***
Capitolo 29: *** Che sia davvero la Fine?... ***
Capitolo 30: *** L' Incubo è Finito! ***
Capitolo 31: *** ... Senza Dubbio SPECIALE! ***
Capitolo 1 *** Diversa o speciale? ***
INTRODUZIONE
Non ho mai capito perchè la mia diversità sia
sempre stata considerata un anomalia,una difficoltà, un
ostacolo.. ma soprattutto qualcosa di così spaventoso.
1: DIVERSA o SPECIALE?
il mio nome è Nayade, Naya per tutti,e quando avevo solo
pochi mesi sono stata abbandonata dai miei genitori davanti al cancello
di una, così detta, casa famiglia.
Con me non avevo nulla che potesse suggerire particolari del mio
passato,della mia storia..
Ne braccialetti, ne medagliette, nulla che potesse ricollegarmi alla
mia famiglia; solo io, un passeggino e una copertina con ricamato il
mio nome, nient'altro.
Inizialmente mi accolsero proprio come si dovrebbe fare con una bambina
"normale", bisognosa di affetto e di cure; ma col passare dei giorni
anche la mia normalità passò.
Le istitutrici in principio mi ritennero solo particolarmente precoce,
fino a quando a soli 6 mesi cominciai a camminare e a dire le mie prime
parole.
Da quel giorno in poi tutto ciò che intorno a me si era
creato, l'amore, il sostegno e l'affetto si trasformarono.
Le nuove parole d'ordine erano diventate paura, solitudine e
diversità.
Ormai ero ritenuta un pericolo, un qualcosa di cui avere timore, da cui
tenersi bene alla larga;
come se pensassero che qualsiasi cosa io avessi potesse contaggiarli,
mi sentivo come una malattia per la quale non esisteva una cura.
Le istitutrici mi tenevano lontana dagli altri bambini, che in
principio mi guardavano con curiosità, poi con timore ed
infine non mi rivolsero più neanche uno sguardo.
Rimanevo tutto il giorno chiusa in una stanza, sola.
Avevo a mia disposizione tanti giocattoli, ma nessuno con cui usarli;
un letto caldo ma nessuno a cui chiedere di rimboccarmi le coperte;
tutto il cibo che volevo, cibo che però non mi saziava mai e
tanto amore.. ma nessuno a cui dimostrarlo.
Da sola nel giro di un anno imparai a lavarmi, vestirmi e a leggere,
anche se avevo ben poco a disposizione nella "mia bolla" considerata la
mia età.
Tutte queste, da me considerate ottime capacità, erano
invece viste dagli altri come frutto del demonio; e quando a pochi
giorni dal mio secondo compleanno scoprì un altra mia
sorprendente "capacità", ritenni giusto, se non
obbligatorio, non solo nasconderla ma non usarla mai!
Io potevo muovere gli oggetti con la sola forza del pensiero, ma non
solo, ero in grado di far fare loro qualsiasi cosa io volessi..
se funzionasse anche con le persone, ancora non lo sapevo.
La cosa più brutta di cui però mi resi conto
è che cominciavo a temere me stessa, proprio come tutti gli
altri.
.
Raggiunsi così i 17anni, col passare del tempo
riuscì ad essere, per quanto potevo,esattamente come le
altre persone mi volevano.. " normale" appunto.
Solo così sapevo di poter essere accettata... almeno dagli
altri.
Volevo raggiungere al più presto possibile i 18 anni, volevo
la mia indipendenza, volevo una vita, una vera! Questo era il mio unico
scopo..
Fin quando un giorno fu tutto totalmente stravolto,
dall'arrivo di un nuovo medico all'istituto;
una persona bella come un Dio che solo a guardarla ti mandava in
estasi, una persona che come me nascondeva un segreto.
E me ne accorsi non appena incrociai il suo sguardo così
intenso e dorato, non appena udì la sua voce così
poetica, non appena mi disse:" Ciao Naya".
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Capitolo 2 *** Davvero cercano me?! ***
2: DAVVERO CERCANO ME?!
Rimasi senza parole, non riuscivo ad emettere un suono, non sensato
almeno!
E mi accorsi con mio grande imbarazzo di essere diventata rossa; be
rossa in verità è un neufemismo.. parevo un
peperoncino, sicuramente non ero un bello spettacolo!
Dopo qualche minuto mi feci coraggio e riuscì finalmente a
rispondere: " B-b-buongiorno signore.." con una voce talmente stridula
da spaventarmi da sola;
il problema è che ormai il dottore..be, non c'era
più, o meglio era entrato nel salone per presentarsi agli
altri ragazzi preceduto dalla preside, la signorina Ada.
Quindi io non solo avevo fatto una gran bella figura del cavolo ma
rischiavo di non essere presente alla sua presentazione!
Entrai nella grande stanza di scatto e chiusi alle mie spalle la porta
con delicatezza, non volevo interrompere, infatti nessuno si
accorse della mia entrata da ritardataria, d'altra parte come avrebbero
potuto con una divinità di fronte a loro.. mi
sembrò di vedere persino qualcuna con la bava alla bocca, ma
forse era solo un impressione!
Nonostante ciò mi sentivo osservata,notai subito che lo
sguardo del dottore, anche se dava l'impressione di parlare all'intero
istituto, era rivoltoa me, con insistenza.
Nessuno però pareva accorgarsene. Chissà..poteva
essere una mia impressione? No, ero sicurissima delle mie sensazioni,
soprattutto perchè erano molto più sviluppate di
quelle degli altri.
Subito dopo mi resi conto che non era l'unico a fissarmi.. vicino a lui
era seduto infatti un ragazzo, anch'esso bellissimo, estremamente
pallido e con delle grosse ed evidenti occhiaie, ma comunque stupendo.
Aveva un fisico apparentemente normale, ma sotto il maglioncino
aderente erano ben visibili le braccia muscolose
e il petto ben scolpito. Teneva le braccia incrociate, sembrava una
statua dai capelli bronzei, completamente immobile, pareva non
respirasse nemmeno;
e il suo sguardo era penetrante, indescrivibile, gli occhi erano
però leggermente più scuri di quelli del dottore.
Mi risvegliai d'improvviso dai miei pensieri e mi resi conto che ero
ancora in piedi in mezzo al salone, al mio fianco suor celya mi
incoraggiava a prender posto,
senza però mai sfiorarmi, la mia infanzia era ancora ben
presente nei loro ricordi. Mi avevano solo concesso il beneficio del
dubbio.
Mi sedetti negli ultimi posti, al mio fianco non c'era nessuno, e
rimasi ad ascoltare il discorso.
Il suo nome era Carlisle Cullen, Dottor Carlisle Cullen. A quanto pare
stimato e rinomato medico che aveva fatto la scelta di rimanere ad
esercitare nei piccoli paesi anzichè nelle grandi
città, affermava di ricevere molto più affetto e
calore da poche persone che da centinaia, e di sentirsi quindi molto
più stimolato nello svolgere al meglio la propria
professione.
Il ragazzo accanto a lui invece si presentò come
Edward Cullen, il figlio adottivo desideroso di imparare il mestiere
del padre.
Mentre continuava a parlare notai il Dottor Cullen girarsi di
scatto verso di me, e fissandomi negli occhi come se stesse parlando a
me soltanto, disse:
" Sono contento di essere qui,
ora che ho trovato ciò che stavo cercando da molto tempo in
questo istituto, farò di tutto per non perderlo." poi
concluse ringraziando e uscì dalla sala da una porta
secondaria che portava al cortile interno, lasciandosi dietro una
grande ondata di applausi e un euforia generale.
Rimasi sbalordita dall'intensità con la quale mi avevano
colpita quelle parole, nessuno sembrava essersi accorto del fatto che
il dottore aveva cambiato tono e sguardo nel pronunciare quella frase,
e soprattutto, ne ero sicura, che era indirizzata a me, soltanto a me,
nonostante tutti l'avevano inoltrato in tutto il suo discorso.
Ma non era così, io lo sapevo, ne avevo la certezza..
quell'uomo cercava me.
Mi alzai per ultima e uscita dal salone mi diressi verso la mia stanza,
ora un pò più vicina alle altre, estremamente
pensierosa e da un lato anche impaurita.
Insomma, per quanto ne sapevo io quell'uomo poteva essere uno
scienziato, che avvisato dalle istitutrici del mio passato era venuto
li per studiarmi,
analizzarmi o che so io, magari rinchiudermi per sempre in un
laboratorio costantemente collegata a dei monitor, senza via di scampo.
O forse, altra teoria, io in verità ero un aliena caduta
durante una pioggia di meteoriti, proprio come superman, e quei due
erano venuti da chissà quale pianeta per riportarmi a casa.
Il che spiegherebbe la loro estrema bellezza!
Continuavano a balenarmi per la testa una miriade di strani pensieri e
la paura in me aumentava, quando ad un certo punto le mie fantasie
furono interrotte
da una risatina allegra ma quasi inudibile,e da una voce che disse:"
certo che ne pensi di fesserie!"
Stranita alzai la testa che fino a quel momento avevo tenuto china, e
davanti alla porta della mia stanza lo vidi.
Quel ragazzo stupendo, statuario dai capelli bronzei, era li appoggiato
al muretto che mi attendeva, e mi rivolse le parole che tanto temevo ma
che nello stesso tempo
speravo di sentire. " Posso entrare? Avrei qualcosa da dirti, Nayade."
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