Pillole di fantasia

di Jordan Hemingway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cavaliere di Drago ***
Capitolo 2: *** Amore e mummie ***
Capitolo 3: *** Monster nature ***
Capitolo 4: *** Uno sguardo molesto ***



Capitolo 1
*** Cavaliere di Drago ***


Scritta per l’evento del gruppo FB We are out for prompt, credit alla promptatrice (#Originale. "I Draghi non esistono. i draghi non esistono!" Il drago in questione lo guarda. "Lo dici a me?" Domanda sbuffando.)
 
Con un gemito, Ernest si sedette.
“Non esisti.” Mormorò, chiudendo gli occhi e versandosi un’altra tazza di caffè. “Sei solo il frutto della mia immaginazione e delle pasticche di Daniel. I Draghi non esistono.”
"I Draghi non esistono. i draghi non esistono!" Il drago in questione lo guardò. "Lo dici a me?" Sbuffò. Un’azione quantomeno azzardata, considerando che la creatura soffiava fuoco e si trovava raggomitolata nel bel mezzo del loft di Ernest, un tripudio di legno massello e intarsi in abete.
“Silenzio, devo concentrarmi.” Ordinò Ernest. “Ora conterò fino a dieci, e tu sparirai. Uno, due, tre…”
“L’evoluzione della razza umana deve aver fatto un salto indietro.”
“I Draghi non esistono. I Draghi non appaiono nel loft di un grattacielo. I Draghi non usano il sarcasmo alle otto del mattino…”
“Sono le nove meno dieci: tra l’altro, non è questa l’ora in cui voi umani iniziate a far finta di lavorare?” Si informò la creatura, tentando di stiracchiare le ali senza provocare una scossa tellurica. “O sei uno di quelli che nemmeno ci provano?”
“Quello era il vaso di zia Ethel.” L’uomo si passò una mano sulla fronte. “E comunque, mai sentito parlare di liberi professionisti e imprenditori di se stessi?”
“Sei una prostituta, dunque. Questo spiega gli orari.”
La mascella di Ernest fu improvvisamente attratta dalla gravità terrestre. “Io non…” Esalò, incapace di continuare.
“Sei molto richiesto? Perché non ho intenzione di accettare un umano qualunque come Cavaliere.” Chiarì il Drago. “Servi le donne della nobiltà? O anche gli uomini?”
“Sono un web designer!” Sbottò infine Ernest, ed estrasse il suo portatile dalla pila di vestiti sporchi accanto a lui. “Creo siti web, impaginazioni virtuali… Non hai la minima idea di cosa sia, vero?”
La creatura abbassò il collo e scrutò attentamente il monitor. “Un pittore senza tela.” Concluse.
Scosse la testa: il lampadario crollò sul pavimento. “Umano, dovrò lavorare parecchio, ma ti assicuro che riuscirò a trasformarti in un Cavaliere di Drago, dovessi impiegarci tutta la vita.”
 

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Capitolo 2
*** Amore e mummie ***


Scritta per l’event del gruppo FB We are out for prompt, credit del prompt alla promptatrice (#Originale, Fantasy, (Zombie-Mummia) Lei mangiava cervelli, lui non ne aveva uno.)
 
“Caro, ti ripeto che non approvo.” Lady Hatterville ripose la pistola e scrutò il vassoio del tè come se al posto della zuccheriera ci fosse un ammasso di carne in decomposizione, cosa che in effetti corrispondeva a realtà.
Lord Hatterville si limitò a scostare i resti di quel che era stato il cameriere e a servirsi ancora di scones. “E io ti ribadisco, mia cara, che non ho alcuna intenzione di intromettermi nella vita personale dei miei domestici.”
“Ma è inammissibile: siamo a Tebe da appena due giorni, Lord Hatterville, due giorni di caldo soffocante, sabbia e nugoli di mosche, e non abbiamo ancora visto nulla delle rovine, per non parlare dei musei, infestati da quelle creature. Abbiamo bisogno di Ahmed.”
“Non vedo il motivo di negargli qualche giorno di ferie: tu e io assieme possiamo ancora tenere a bada qualunque orda di Non Morti abbastanza stupidi da incrociare il nostro cammino.”
Lady Hatterville allungò teneramente la mano verso quella del marito, riportando alla mente le imprese della loro dorata giovinezza. “Non sto dicendo questo, caro: è solo che…”
“… Che vorresti evitare al povero Ahmed di rimanere con il cuore spezzato, ho indovinato?”
La donna sospirò. “Considerando il fatto che non ne ha più uno, sarebbe un vero problema.”
“A me sembra che quella creatura sia davvero interessata ad Ahmed.” Commentò il marito, osservando le bende putrescenti del valletto sfiorare appena i cespugli spinosi del cortile. Al suo fianco, la ragazza Non Morta lo fissava con aria rapace dall’unico occhio rimastole.
Lady Hatterville sorseggiò il proprio tè. “Lei mangia cervelli, lui non ne ha uno: lo lascerà entro la fine della settimana.”
“In tal caso provvederò all’acquisto di nuovi amuleti votivi per la sua collezione. Dovrebbero tirarlo su di morale.” Decise Lord Hatterville.
“Sei sempre così generoso, caro.”

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Capitolo 3
*** Monster nature ***


Scritta per l'event del gruppo FB We are out for prompts su prompt di HollyMaster Efp Fantasy: Era un mostro di oscurità e terrore, in ginocchio, nella neve macchiata del suo sangue che gocciolava da una lancia conficcata nel suo petto. La ragazza gli si avvicinò tremante ma fiduciosa: l'avrebbe aiutato.
 
Un mostro: così l’avevano definito in paese, quando avevano assoldato i cacciatori per abbatterlo.
Un essere immondo, disgustoso, un abominio che metteva in pericolo il raccolto ammassato nei granai e le greggi. Un ibrido osceno, frutto di un’unione che non avrebbe mai dovuto essere stata consumata.
Anneliese tuttavia non vedeva nulla di tutto questo, avvicinandosi a lui.
Guardò la creatura inginocchiata nella neve che si scioglieva a contatto con il sangue della ferita al petto: arti più lunghi del normale, pelle squamata, due ali membranose che spuntavano da due buchi nel retro della camicia di cotone grezzo. Occhi rossi, ma non di furia: l’unica emozione che Anneliese vi lesse fu la rassegnazione di chi è troppo stanco per preoccuparsi d un altro nemico.
Il suo viso pareva uscito da un incubo, tra squame e rigonfiamenti ossei, ma per Anneliese era il volto di qualcuno che, come lei, aveva passato tutta la vita a cercare di nascondere un’eredità pesante da portare.
Piena di speranza, afferrò la lancia che gli sporgeva dal petto.
La creatura aprì la bocca e sputò un grumo di sangue. “Perché?” Gracchiò, incredulo che una ragazzina potesse volerlo aiutare.
Anneliese estrasse la lancia, affrettandosi a chinarsi sulla creatura per fasciare la ferita.
“Per questo.” Si girò e sollevò la tunica: sulla schiena, a intervalli regolari, comparivano piccole creste ossee che terminavano in un accenno di coda.
“Portami con te, insegnami a combattere. I mostri come noi non possono vivere da soli.”

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Capitolo 4
*** Uno sguardo molesto ***


(Ispirata a una storia vera-o quasi)

La sala comune del dormitorio era gremita di studenti, come ogni sera.
“Ci sta fissando. Di nuovo.”
Lu Ying abbassò la voce, rendendola appena un sussurro.
“Lascia che guardi.” Gao Ming, impegnato in un’epica battaglia di League of Legend sul suo portatile, non alzò nemmeno gli occhi.
“E’ inquietante!” La ragazza rabbrividì, tentando inutilmente di riportare l’attenzione sul suo piatto di noodles.
“Ying ha ragione.” La spalleggiò Yao Long, scrutando cupo il tavolo di fronte, dove un ragazzo in jeans e felpa con cappuccio era appoggiato allo schienale della propria sedia, intento ad osservare lo spettacolo che si offriva davanti a lui. “Secondo me è uno stalker.”
“Dovremmo chiamare la vigilanza.”
Gao Ming sbuffò mentre il suo team veniva sconfitto brutalmente. “Certo. Come se la vigilanza fosse qui per noi.”
“Pensa solo a quel che succederebbe se ci trovassimo con quel tipo in ascensore.” Replicò Lu Ying.
“Innanzitutto,” Gao Ming alzò gli occhi al cielo, “perché dovresti salire in ascensore?” E indicò le ali membranose dell’altra, in cui le lunghe vene sottili si diramavano pulsando velocemente.
“E soprattutto,” continuò inarcando la protuberanza cornea sopra il suo occhio, “come potrebbe un umano aggredire un Metadrago in piena mutazione, sorellina?”

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