La morte è solo il principio

di Mary90_p
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tradimenti ***
Capitolo 3: *** Scomode rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Paradiso e Inferno ***
Capitolo 5: *** La scelta di Marie ***
Capitolo 6: *** Tornano i poteri ***
Capitolo 7: *** Partenza ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


x men
LA MORTE E' SOLO IL PRINCIPIO


PROLOGO

 

Prese un profondo respiro cercando di calmare il cuore che galoppava selvaggio.

C’era quasi. Ancora un po’ di pazienza e il suo sogno sarebbe diventato realtà.
Una vita normale. Quello sognava. Una vita in cui non avrebbe più avuto paura di toccare o di essere toccata.
Avrebbe finalmente potuto avere una relazione seria con Bobby. Avrebbe potuto abbracciare e toccare Logan liberamente, senza indossare guanti o maniche lunghe persino in estate.
Sarebbe stata libera.

 

La battaglia imperversava violenta mentre un vento crudele e tagliente si abbatteva sugli X-men.
Logan era disperato. Vedeva la donna che amava, Jean Grey, che a poco a poco perdeva quel poco che era rimasto della sua personalità. Fenice ormai l’aveva completamente sopraffatta. Come poteva salvarla? Cosa doveva fare?
Jean dava prova di un potere praticamente senza limiti, che polverizzava qualunque cosa le si avvicinasse troppo. E chiunque… Ma magari lui…
Dopotutto sono o non sono praticamente indistruttibile? La mia capacità di rigenerarmi forse potrebbe salvarmi…
Si guardò rapidamente in giro pensando a un piano. Poteva mai funzionare? O sarebbe stato polverizzato immediatamente?
E poi… un sussurro…
Logan… Aiutami…
Si girò di scatto verso Jean credendo di aver sognato tutto, ma lei era lì, davanti a lui, che piangeva.
<< Aiutami, Logan… >> ripetè con la voce strozzata e lui non potè più trattenersi.
Corse verso di lei rigenerandosi ogni volta che quel vento lo feriva e le arrivò a un palmo dal naso.
<< Come posso aiutarti? >> quasi urlò. Lei sorrise tristemente. << Uccidimi, Logan. >>
Quelle semplici parole furono come un pugnale nel cuore di Wolverine. Uccidere colei che amava? Quante volte avrebbe dovuto perdere le donne del suo cuore?
<< C’è sicuramente un’altra soluzione! >> la prese per le spalle scuotendola. Lei scosse la testa affranta.
<< Anche se ci fosse non potrei vivere sapendo di essere la causa della morte dell’uomo che amavo. Scott è morto per mano mia! >> ormai piangeva senza ritegno. Come poteva vivere con quella colpa?
Logan rimase praticamente paralizzato mentre la verità gli scivolava addosso come acqua ghiacciata. Ciclope… Quel bastardo l’aveva battuto ancora… Anche da morto possedeva il cuore di Jean…
La bocca si deformò in una smorfia sarcastica. Non avrebbe mai vinto contro di lui. Era inutile illudersi ancora.
Ma nonostante questo, non avrebbe mai ucciso la donna che amava, era troppo.
Vedendo la sua esitazione Jean si infuriò e il vento divenne più forte.
<< Fenice diventa più forte di minuto in minuto! L’unico modo per sconfiggerla è uccidermi! Fallo, Logan! Così potrò stare con Scott! >> Jean sapeva dell’amore di Logan per lei e sapeva che continuando a parlare di Scott lo faceva soffrire, ma che altro modo c’era?

 

La fila davanti a lei diminuiva rapidamente e Marie fremeva. Era a un passo dalla libertà, il suo cuore era leggero come l’aria.
Non era mai stata così felice in vita sua. Finalmente il suo incubo avrebbe avuto fine.
Nessuno a scuola si sarebbe più scostato da lei per paura di finire in coma. Nessuno l’avrebbe più guardata come un pericolo pubblico.
Finalmente poteva amare ed essere amata come meritava.

 

<< Ti prego, Logan! Liberami da questo tormento! >> urlò Jean e furono quelle parole a convincere l’X-men. Wolverine tirò fuori gli artigli e squarciò il fragile petto della donna con un urlo selvaggio.
Jean cadde in ginocchio mentre il vento cessava piano e lui la prese tra le braccia, mentre una lacrima scendeva solitaria da no dei suoi occhi azzurri.
<< Grazie… >> mormorò Jean prima di chiudere definitivamente gli occhi e smettendo di soffrire.
Logan lasciò andare un urlo di disperazione per la perdita della donna che amava, mentre il resto degli X-men li guardava.
Tempesta piangeva per la perdita di quell’amica leale e sincera e gli altri piangevano la scomparsa di uno dei membri più forti del gruppo.

 

Fatto. A ben pensarci non era stato doloroso, solo una puntura. E adesso era tutto finito!
Guardò il cielo azzurro e sorrise felice. Libera.

 

CONTINUA…

Molto piacere, sono nuova della sezione! Nuova nel senso che già scrivo fanfic, ma questa è la prima che faccio sugli X-Men.
Allora, mi chiamo Marianna, ho 24 anni e... Basta, direi! Spero che il prologo vi abbia incuriosito, è un po' che ho questa storia che mi  frulla nella testa e alla fine eccoci qui!
Non darò un tempo di scadenza quindi aspettatevi di tutto, ma il primo capitolo è già in corso e a breve dovrei finirlo, spero di continuare cos!

 

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Capitolo 2
*** Tradimenti ***


x men 1

CAPITOLO 1

 

Marie guardò l’orologio impaziente, impaurita ed eccitata al tempo stesso.
Era preoccupata per Logan, chissà come stava andando la missione. Marie sapeva che l’uomo amava profondamente Jean Grey, una donna che lei odiava e ammirava allo stesso tempo.
La odiava perché era amata da Lquell'uomo dai modi rudi ma che sapeva essere tenero con le persone a lui care, mentre lei rappresentava solo una specie di sorellina per lui.
E l’ammirava perché era una donna forte e sicura di sé.
Abbassò lo sguardo. Logan l’avrebbe sempre considerata come una specie di bimbetta da proteggere dai pericoli e non si rendeva conto che ormai era quasi una donna.
Marie aveva diciassette anni e cominciava solo adesso a mettere le curve nei posti giusti: i fianchi si erano arrotondati, il fondoschiena si era fatto più pieno e il seno stava crescendo, ma per Logan sarebbe sempre stata come una bambina.
Sospirò. Be’, almeno aveva Bobby. Ma si sentì in colpa verso di lui. Forse dopotutto non era una buona idea che loro due stessero insieme. Era giusto stare con qualcuno anche se il cuore era pieno di un altro? Marie era sicura che Bobby già sapeva che in realtà amava Logan. Molte volte l’aveva sorpreso guardarla quasi con tristezza.
Sbuffò mettendosi a pancia in giù nel letto della sua stanza.
Ora che non era più una X-men cosa doveva fare? Poteva continuare a stare all’istituto? Avrebbe dovuto parlarne a Ororo il più presto possibile.
Sentì un trambusto di sotto e si alzò subito correndo sulle scale. Erano tornati!
Corse per la rampa di scale fino a che, davanti a ciò che le si parava davanti, rimase immobile per l’orrore.

 

Gli X-men in missione entrarono nell’edificio a passo pesante comandati da Logan che teneva tra le braccia il corpo ormai freddo di Jean Grey.
I ragazzi della scuola si fecero da parte, scossi e confusi da quella vista. Non applaudivano come al solito. Sentivano che stavolta, anche se avevano vinto, non c’era allegria.
<< Cos’è successo? La dottoressa Grey…? >> Marie fu l’unica che ebbe il coraggio di parlare.
Bestia affiancò Logan e prese il corpo di Jean e lo portò in laboratorio, lontano da occhi indiscreti.
Wolverine fece un profondo respiro e guardò quella che considerava la sua sorellina minore.
<< Non siamo riusciti a salvarla. >> rispose con voce dura e, quando sentì due braccia esili che gli stringevano il collo rimase sorpreso, poiché non l’aveva sentita avvicinarsi.
<< Mi dispiace, Logan… >> mormorò la ragazzina con voce spezzata e l’uomo annusò l’odore di ciliegie dei suoi capelli castani e ricambiò l’abbraccio senza parlare. Loro due non avevano bisogno di parole per comunicare.
Con la sua ragazzina tra le braccia si sentiva di nuovo un essere umano.
Vedendoli Bobby strinse la mascella. Marie era la SUA ragazza eppure era andata da Wolverine prima che da lui.
Sorrise amaramente. Cosa si aspettava? Sapeva perfettamente che la ragazza aveva una cotta per quel selvaggio e lo aveva accettato. Ma ora non più.
Strinse la mano di Kitty che, accanto a lui, spostò lo sguardo da Marie a Bobby con preoccupazione.
<< Forza, ragazzi, tutti nelle vostre stanze. Domani verrete messi al corrente di alcuni cambiamenti. >> Tempesta parlò senza emozione, come prosciugata delle ultime energie.
Marie le strinse la mano con comprensione e la donna dai capelli bianchi le sorrise grata.

 

Toc Toc
Un leggero bussare alla porta interruppe i dolorosi ricordi a cui Ororo si era lasciata andare e si strinse la testa con una mano.
<< Avanti. >> disse continuando a guardare un punto impreciso della scrivania.
<< Ciao. >> Marie la guardò preoccupata e le si sedette davanti.
<< Oh, Rogue. >> La donna sorrise con affetto a quella ragazza. << Come sta Logan? >> Tempesta era sicura che la ragazza era stata da lui prima. Quei due avevano un rapporto bellissimo, nonostante la differenza d’età.
Marie chiuse gli occhi e scosse la testa. << Si rifiuta di parlare. E’ chiuso nella sua stanza da molto tempo e non accenna a uscirne. >> spiegò e l’altra annuì. Era comprensibile dopotutto.
<< E tu come stai? >> le chiese e Marie sorrise. << Io bene. La Cura ha avuto effetto. E mi sento in colpa per questo. >> Tempesta era confusa. << In colpa? E perché mai? Adesso puoi avere una vita normale, come desideravi, no? >> << Sì, ma… >> la ragazza si agitò sulla sedia torcendosi le mani. << Mi sento in colpa perché io sono felice mentre le persone che amo cadono nella più nera disperazione. Ho quasi paura a confessare a Logan dove sono stata oggi! >> si sfogò e Tempesta le strinse la mano.
<< Marie, Logan ti vuole molto bene. Anche se non sei più una mutante il suo affetto per te non sparirà! Su questo credo che tu possa stare tranquilla: >> il sorriso della donna la rincuorò e Marie sorrise. << Grazie, Tempesta. E… >> << Vuoi chiedermi se puoi ancora stare qui? Ovviamente! Ormai sei parte del gruppo, mutante o no. >> Marie l’abbracciò di slancio e Tempesta rise ricambiando. << Grazie, Ororo! >>
Marie uscì dall’ufficio della donna di ottimo umore e Tempesta sorrise. Quella ragazza era come un raggio di sole nel buio più nero.
E Logan avrebbe sicuramente avuto bisogno di quel sole.

 

Marie era di ottimo umore e, quando incrociò Bobby per il corridoio, gli saltò al collo baciandolo sulle labbra.
Il ragazzo rimase immobile, spiazzato dal gesto della sua ragazza e Marie rise.
<< Posso toccarti senza pericolo, Bobby! >> rivelò al colmo ella felicità e Bobby fissò le mani senza guanti.
Non era successo niente… Lo aveva abbracciato e baciato e lui era ancora… lui… << Hai preso la cura? >> sorrise.
Lei annuì prendendolo a braccetto. << Ora potremo stare insieme senza ostacoli, come due ragazzi normali. >> << Io non sarò mai normale, Marie. Mi piace il mio potere. >> Lei sorrise. << Lo so. Ma puoi capire perché a me non piacesse il mio. >> Bobby fece un cenno d’assenso. In effetti poteva ben capire.
<< Ehi, Bobby! >> Il ragazzo si girò e si ritrovò con al collo le braccia della ragazza che poteva attraversare ogni tipo di superficie.
Marie era perplessa. Ok, Kitty era molto amica di Bobby, ma quel saluto le sembrava un po’… troppo caloroso.
<< Ciao, Marie! >> Kitty abbracciò anche lei e i dubbi della giovane svanirono. Dopotutto Kitty era la sua migliore amica. << Ma… >> Kitty si allontanò da lei sorpresa. << Perché non porti i guanti? >> Lei rise e le spiegò ogni cosa. << Ma è fantastico! >>
Le due amiche si allontanarono dal ragazzo che rimase da solo.
<< Donne… >> borbottò Bobby.
<< Vedo che Marie ti ha lasciato lì come un baccalà, Ghiacciolo. >> La voce di Logan fece voltare il ragazzo che sospirò, ormai abituato alle frecciate dell’insegnante.
<< Mmh… Senti, Wolverine… >> cominciò, ma si interruppe subito.
<< Sì? >> chiese l’uomo con voce tagliente. << Mi spiace per Jean. >> disse il ragazzo di ghiaccio con voce triste e si allontanò raggiungendo le ragazze.
<< Anche a me. >> mormorò Wolverine.
Rimase a guardare la figura snella di Marie che si allontanava e, nonostante l'umore nero, gli venne spontaneo sorridere. Era sempre cos con lei. Da quando l'aveva conosciuta non contava neanche le volte in cui rideva e questo lo sorprendeva.
La sua ragazzina era "guarita", come era solita dire lei. marie era convinta che lui non ne sapesse nulla, ma lui aveva capito. Non capiva perchè non glielo avesse voluto dire, ma poco importava: l'importante era che lei fosse serena.


Labbra che s'incontravano, si assaggiavano, si divoravano, si cercavano.
Le labbra di lui che la baciavano su ogni centimetro del viso facendola sospirare. Gli scuri capelli di lei che gli solleticavano il naso e lo facevano ridere.
Bobby la baciò con più foga facendo aderire il bacino a quello di lei che si lasciò scappare un gemito sentendo il rigonfiamento nei pantaloni.
<< Ti voglio... >> sussurrò l'uomo di ghiaccio con il desiderio negli occhi e nella voce e lei non potè annuire, completamente ipnotizzata da quegli occhi azzurri.
Come aveva potuto non accorgersi prima del sentimento che era nato piano in lei?
Si sentiva in colpa verso Marie, era la sua migliore amica, ma si era innamorata di Bobby e non poteva farci niente...
Quando finirono di spogliarsi, lui l'aveva gettata sul letto e, quando la fece sua, lei s'inarcò urlando dal piacere.
Marie ormai era un pensiero lontano...


<< Si può sapere perchè cavolo devo venire anche io? >>
Marie sbuffò e si voltò a fronteggiarlo con le mani sui fianchi e lo sguardo esasperato. << Finiscila di borbottare come un bambino capriccioso! Ho solo bisogno di un po' di muscoli! Non posso mica portare una lastra di cemento da sola, che diamine! >>
Logan fece una smorfia, ma la seguì. << Ancora non ho capito a che ti serve una stupida lastra... >>
<< Davvero? Non te l'ho detto? E tu mi hai seguita senza sapere niente? Ma che amore che sei! >> lo prese in giro e Logan sorrise. << Me la paghi, ragazzina. >>
Ridendo, Marie si rese conto che erano arrivati davanti alla stanza in questione e l'aprì. << Sul serio, Logan, dovresti smettere di lamentarti per ogni co... >>
La ragazza non fece in tempo a finire la frase e rimase impietrita davanti a quello spettacolo: Bobby, il SUO ragazzo, stava facendo sesso con la sua migliore amica...
I due amanti si staccarono i fretta e furia cercando di coprirsi alla meno peggio.
<< Bobby... Kitty... >> la voce strozzata di Marie raggiunse Logan che si mise subito dietro di lei e il suo sguardo si fece di ghiaccio.
<< Se avete intenzione di scopare come conigli andate nelle vostre stanze. >> la sua voce era fredda e tagliente e fece rabbrividire i due. Si accorse che Marie praticamente tremava e, prima che potesse parlare, questa fece dietro front e scappò.
<< Marie! >> la chiamò Bobby mettendosi i pantaloni e cercò di seguirla, ma gli artigli sguainati da Wolverine a meno di un centimetro dalla sua faccia gli fecero cambiare idea.
<< Se ti rivedo ancora vicino a lei, Ghiacciolo, è la volta buona che ti squarto. >> Bobby lo guardò e non fece fatica a credergli quando vide i suoi occhi.
<< Non sono affari tuoi, Wolverine. >> non voleva sfidarlo, ma quell'energumeno non era nessuno per sputare sentenze.
Un cazzotto in pieno viso lo fece cadere all'indietro e Kitty gli fu subito accanto. << Ma sei impazzito? >> gridò verso Logan.
<< Non sono affari miei? Ho promesso che mi sarei preso cura di Marie, che l'avrei protetta ed è quello che farò! Non t'azzardare ad avvicinarti ancora a lei. Sei solo un ragazzino manovrato dagli ormoni. >>
<< Senti chi parla, quello che si fotte ogni donna che abbia culo e tette! E, ripeto, non sono fatti tuoi! Prova tu a stare con una ragazza che pensa sempre ad un altro! >> gli urlò contro e se ne andò insieme a Kitty.
Logan era rimasto sul posto, sorpreso dalle ultime parole del ragazzo. Marie innamorata di un altro? Di che diavolo parlava quel rammollito? Bah, comunque era il caso di andarla a cercare.


CONTINUA...


Mi spiace che nessuno abbia commentato, ma la fic è appena iniziata quindi non me la prendo! XD
Spero vi sia piaciuto come capitolo! Ci vediamo al prossimo =D

 

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Capitolo 3
*** Scomode rivelazioni ***


Si sentiva uno schifo. Le sembrava di galleggiare in una specie di limbo in cui il cervello non capiva più niente e il cuore era in completo black out.

Si asciugò le lacrime con la manica della felpa e respirò a fondo. Come avevano potuto farle una cosa simile? Il suo ragazzo e la sua migliore amica?! Errore: il suo EX ragazzo e la sua EX migliore amica! Non voleva neanche più vederli.

Nascose il viso nelle braccia incrociate sotto le gambe trattenendo ancora le lacrime.

Una mano le si appoggiò dolcemente sulla testa e alzò appena lo sguardo lucido.

Logan le si sedette accanto tenendole la mano sui capelli. << Posso ammazzarlo quando vuoi. Basta una parola. >>

Le sfuggì una piccola risata. Sapeva che lo avrebbe fatto davvero. Alzò il viso e gli sorrise. << Ti ringrazio, ma non credo che Ororo apprezzerà il gesto. >> Lui scrollò le spalle in risposta.

<< Una piccola litigata, un fulmine che mi farà vedere le stelle e finirà lì. >> Marie alzò gli occhi al cielo. << Oh, il mio eroe che è sempre presente per aiutarmi! >>

Logan fece un mezzo sorriso. << Sempre. >> disse guardandola come penetrandole l’anima e lei riuscì solo a guardarlo imbambolata.

Appoggiò il capo sulla sua spalla inebriandosi del profumo del suo corpo misto a quello di tabacco che emanava. << Grazie, Logan. >>

Lui non rispose, ma le circondò le spalle con un braccio e rimasero in silenzio.

La ragazza chiuse gli occhi finalmente tranquilla. Le bastava sapere di averlo accanto a sé per ritrovare la serenità. Il tradimento di Bobby e Kitty sembrava ormai un ricordo lontano…

<< Sai cosa mi ha fatto incazzare? >> il tono rabbioso con cui pronunciò la frase mise fine alle sue fantasticherie e lo guardò di sbieco chiedendosi a cosa si riferisse.

<< Mi ha detto che non ne poteva più di stare con te perché tu ami un altro! Che cazzate! >> ringhiò.

Il cuore di Marie perse un battito mentre il senso delle parole dell’amico si infilava nel suo cervello. Ora capiva… Povero Bobby! Ora che ci pensava era ovvio che ce l’avesse con lei!

Ma questo non giustifica il suo tradimento!

Se veramente era stufo non avrebbe dovuto fare altro che parlarne con lei! Invece aveva preferito tenere il piede in due scarpe!

Ora che ci pensava bene si chiedeva perché Bobby avesse accettato di stare con lei: aveva spiegato subito che il suo cuore apparteneva a Wolverine e lui, seppur a malincuore, aveva capito.

O così aveva sempre pensato… Possibile che in realtà Bobby pensava che quella per Logan fosse solo una cotta passeggera? Comunque fossero andate le cose lei era stata sincera. Forse aveva sbagliato ad accettare di far coppia, ma non gli aveva mai mentito!

Cosa doveva fare ora? Cosa poteva dire a Logan?

<< E’ vero. >> si staccò dal suo abbraccio e si alzò in piedi massaggiandosi le braccia. Improvvisamente aveva freddo. << Sono innamorata di un altro. Non mi sorprende che si sia stufato di aspettare. >>

Dire che era stupefatto era poco e corrugò la fronte. Già non gli era andata giù la relazione con Mr. Ghiacciolo, adesso veniva anche a sapere dell’esistenza di un altro! Chi era questo stronzo?

<< Posso sapere ch è? E’ per colpa sua che ti vedo piangere? >> sbottò e lei rise amaramente. << Già. Io lo amo con tutta me stessa, ma non sono ricambiata. Lui ama una donna che adesso non c’è più. >> Lo guardò negli occhi come a volergli comunicare tutto ciò che sentiva dentro e lui si sentì precipitare in un baratro.

Qualcuno che amava una donna che ora era morta? Dio, no...

<< Marie, dimmi che ho capito male! >> si alzò di scatto e, stringendola per le spalle, la scosse appena.

Marie scosse il capo e cominciò a piangere. << Io ti ho sempre amato, Logan! Da quando ci siamo conosciuti! Sapevo di non avere speranze, ma non cambiava niente… >> ora singhiozzava senza freno tenendo il viso abbassato.

Wolverine era di pietra. Lasciò la presa e si allontanò svelto.

<< Non abbandonarmi anche tu, Logan! >> gli urlò dietro, ma non l’ascoltò e se ne andò.

Marie chiuse gli occhi odiandosi.

Si era ripromessa che non gli avrebbe mai detto niente… E ora lo aveva perso completamente…

 

 

Si sentiva come un leone in gabbia e la cosa non gli piaceva per niente.

Era confuso, stupito e… Contento… L’ultima emozione era quello che lo mandava più nel pallone perché non capiva il motivo!

Come poteva essere contento della dichiarazione di Marie? Non poteva amare uno come lui! Innanzitutto perché era troppo più grandi di lei! Motivo numero due lui amava Jean… Terzo motivo non poteva incasinare la vita della ragazzina con i suoi problemi. Doveva prima scoprire se stesso, riacquistare la memoria perduta e poi forse… Forse… No, non poteva nemmeno prendere in considerazione quell’idea assurda.

La sua ragazzina meritava di meglio! Lui non era alla sua altezza.

Lei era angelica, pura…

Ma ha avuto esperienze che nemmeno tu avresti potuto sopportare.

Dannata voce interiore! Vero, aveva vissuto cose che i normali ragazzi neanche immaginavano, ma lei era forte e aveva superato tutto.

Sorrise pensando a lei.

Già, era forte la sua ragazzina.

Lei credeva di essere una debole piagnucolona, ma riusciva a tenergli testa come nessun altro.

Quando lo guardava come se fosse un bimbo capriccioso i suoi occhi assumenavano una sfumatura più chiara e quando gli sorrideva i suoi occhi si scurivano.

Era innamorata di lui. Lo amava… Quanto era stato cieco? Perché non aveva subito capito che tutti i gesti, tutti gli sguardi e tutte le parole pronunciate racchiudevano quel sentimento?

Quanto aveva sofferto Marie per colpa sua?

Era soprattutto questo a farlo imbestialire. Se la prendeva con Drake perché le aveva spezzato il cuore, ma lui… Lui aveva fatto di peggio.

Poteva rinunciare a lei? Poteva mai fare a meno di quella luce che rischiarava le sue giornate? A quella sensazione di benessere e tranquillità che lo invadeva quando erano insieme? A quella sensazione di essere a casa quando, dopo un viaggio, tornava lì?

Si prese la testa tra le mani. Era uno bastado egoista, si disse.

Prese le chiavi della moto dal comodino accanto al letto e uscì a passo spedito.

Aveva bisogno di schiarirsi le idee.

 

Il lungo pianto le aveva lasciato un mal di testa allucinante.

Prese un paio di compresse di aspirina e le mandò giù con un sorso d’acqua con lo sguardo perso nel vuoto finchè non sentì il rombo di una moto e si precipitò alla finestra in tempo per vedere Logan che sfrecciava alla velocità della luce e il suo cuore andò in pezzi.

Se ne era andato.

Ovvio, si disse. Ora che conosce i miei sentimenti è scappato via. Cosa aveva fatto? L’aveva allontanato per sempre.

Abbassò il viso quando la moto non si sentì più e si buttò sul letto a pancia in sotto.

Era troppo stanca per piangere… Si sentiva svuotata di ogni emozione, come… vuota…

Era così che si era sentito Bobby quando aveva compreso che nel cuore per lei veniva sempre prima Logan?

Ora capiva di essere stata crudele con lui. Non dovevano diventare una coppia… Tutti e due avevano sofferto molto e, se con Kitty stava bene, era contenta.

Aveva tutto il diritto di stare con una persona che lo metteva al primo posto.

Forse doveva alzarsi e andare a scusarsi, ma non ne aveva né la forza né la voglia e chiuse gli occhi per un momento finchè la stanchezza delle ultime ore non prese il sopravvento e si addormentò.

 

Perché l’odore di quella donna lo disgustava? Perché gli si rivoltava lo stomaco ricordando come l’aveva posseduta selvaggiamente? Perché si sentiva un verme?

Perché la donna con cui sei stato non è LEI.

Ma che diritto aveva di desiderarla? Strinse i denti pensandoci. Aveva appena fatto sesso con quella donna per dimenticare la voglia che aveva di Marie, ma aveva solo acuito il suo desiderio.

Era inutile continuare a ripetersi che non poteva e non doveva desiderarla, ma era totalmente inutile.

Ma fare l’amore con Marie avrebbe implicato delle conseguenze. Non poteva averla se prima non faceva chiarezza in se stesso.

Perché lei era importante per lui. Lo era più dell’aria stessa.

Ignorando completamente la donna addormentata al suo fianco si alzò e si vestì in tutta con un pensiero fisso.

Aveva sentito lo sguardo di Marie puntato sulla sua schiena quando se ne era andato. Doveva aver pensato di essere stata abbandonata e lui era un perfetto imbecille per non averci pensato subito.

Chissà come aveva sofferto vedendolo andare via…

Doveva tornare da lei. Subito.

 

Aveva chiesto a tutta la scuola, ma della ragazza non c’era traccia, sembrava essere scomparsa.

Sbuffò. Non gli rimaneva che la camera da letto…

Si avviò per le scale come se avesse le ali ai piedi e, arrivato davanti alla porta, si fermò, non sapendo bene né cosa dirle né come comportarsi.

Sembrava un moccioso alla prima cotta! Che schifo!

Alla fine si decise ad abbassare la maniglia e la vide sdraiata sul letto che dormiva profondamente.

Si avvicinò e si sedette sul bordo del letto sorridendo.

Sembrava un angelo. I capelli castani erano sparsi in disordine sul cuscino e qualche ciocca le copriva il volto. Le labbra piene e rosee erano socchiuse, ma il e suo sguardo si incupì quando vide le sue ciglia bagnate e le tracce di lacrime sulle sue guance.

L’accarezzò con l’indice sinistro maledicendo se stesso.

Aveva pianto per lui,ne era certo.

Marie aprì piano gli occhi e, girando la testa, rimase a guardarlo in silenzio.

 

Stava forse sognando? Niente di più facile, infondo Logan era fuggito via…

<< Sto sognando. >> borbottò voltandosi dall’altra parte e lo vide alzare un sopracciglio com’era solito fare e rimase di sasso.

<< Sei davvero tu? >> sussurrò sentendo gli occhi inumidirsi per l’ennesima volta.

Lui sorrise in risposta e lei si sentì leggera.

Con il suo tocco aveva cancellato tutta la sofferenza che aveva nel cuore.

<< Perché te ne sei andato? >> Logan percepì il tremito nella sua voce e si maledì. << Avevo bisogno di pensare. >>

Le disse solo quello e capì che lei aveva compreso.

Le circondò un polso con la mano e la tirò sua sedere guardandola negli occhi.

<< Mi dispiace, Marie. >>

Per cosa si stava scusando? Si chiese lei. Per essersene andato o perché non ricambiava i suoi sentimenti? Forse per tutte e due le cose.

Abbassò lo sguardo puntandolo sulle loro mani intrecciate.

<< Mi dispiace perché non posso fare a meno di desiderarti. >>

Cosa? I suoi occhi verdi si spalancarono per la sorpresa e lo guardò arrossendo.

La mano di lui si spostò dal polso e, sfiorando la sua pelle con le dita, risalì lentamente fino ad appoggiarsi sul suo viso.

Marie avrebbe voluto distogliere lo sguardo, ma quegli occhi azzurri la guardavano in un modo talmente intenso e passionale che non poteva fare altro che ricambiare.

<< Dici sul serio? >> parole appena sussurrate che lui colse solo perché era a pochi centimetri da lei.

Non rispose. Si limitò a chinarsi e catturare quelle labbra morbide con le sue come voleva fare da un pezzo.

 

CONTINUA…

 

Buongiorno a tutti! Voglio prima di tutto scusarmi per il ritardo, ma non ero nella condizione psicologica per continuare alcuna fanfic.

Qualche giorno fa mio nipote di tre anni è caduto da una sedia battendo con la testa sullo spigolo del tavolo e abbiamo dovuto portarlo in ospedale d’urgenza la sera stessa.

Posso solo dirvi che eravamo molto vicini a perderlo, i medici ci avevano avvertito di prepararci a quest’eventualità, ma, per miracolo Divino ( non finirò mai di ringraziare Dio abbastanza) Gabriel si è salvato e sta benissimo adesso.

Persino i dottori sono stupiti: in cinque giorni si è rimesso e ora corre per i corridoi dell’ospedale.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito e a quelli che hanno solo letto!!

 

 

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Capitolo 4
*** Paradiso e Inferno ***


x menSi staccarono dopo un tempo che parve infinito.
Stupore, ansia, felicità, turbamento... Tutte queste emozioni erano ben visibili in quegli splendidi occhi smeraldini e scorrevano in essi come le scene di un film.
Anche lui era turbato.
Stava facendo la cosa giusta? Era giusto abbandonarsi a quell'insano desiderio che si era impadronito di lui?
Non era andato da lei intenzionato a baciarla. Da principio aveva solo intenzione di scusarsi, come avevano fatto gli eventi a degenerare in quel modo?
Strinse i denti. Cazzo! Non sapeva cosa fare!
<< Marie... >> un indice sottile e morbido si posò sulle sue labbra zittendolo.
Il dolce sorriso che la ragazza gli rivolse gli scaldò il cuore. << Sei tornato da me. >> era una semplice constatazione, eppure - sentendo quelle parole appena sussurrate con una tale gioia -, Logan si sentì come un naufrago che aveva trovato un'isola sulla quale approdare.
L'abbracciò di slancio, senza pensarci e serrò gli occhi.
Piccola Marie... Le sue piccole e delicate mani che gli sfioravano la schiena non facevano che accrescere la sua libido già messa a dura prova.
Era dolce la sua Marie.
<< Ti voglio. >> quelle parole uscirono dalla sua bocca prima che riuscisse anche solo a pensare di fermarle, ma non rimpianse di averle pronunciate.
Era la pura verità. La voleva. Aveva un disperato bisogno di sentirla vicino. Pelle contro pelle.
La sentì nascondere il viso nella sua spalla e immaginò che dovesse essere arrossita.
Sorrise e la staccò da sè delicatamente. Eccolo. Quel tenero rossore che le aveva colorato le guance non gli permise di trattenersi e, ancora, si impossessò di quella bocca che lo stava facendo uscire di senno e lei lo accolse con gioia, aprendo la bocca quel tanto che bastava per permettere alle loro lingue di incontrarsi senza difficoltà.
Non si sarebbe mai sottratta a lui, non le passava neanche per la testa.
Logan la voleva.
Non le importava se non l'amava, sapeva per certo che le voleva bene, il resto non aveva importanza.
Poteva sopportare quel rapporto a senso unico?
Sentì la sua mano destra sfiorarle il seno - di certo non per sbaglio - e si rispose che sì. Poteva sopportarlo. Pur di vivere quel capitolo della sua vita, pur di vedere anche solo uno dei suoi sogni realizzato, avrebbe sopportato di essere solo la sua amante.
Logan si staccò dalle sue labbra e cominciò a baciarle la mandibola, sfiorando poi le sue palpebre chiuse in una lieve carezza, come se avesse paura di romperla e Marie ne fu commossa.
La fece sdraiare delicatamente sul materasso scendendo ad assaggiare la candida pelle del collo per soffermarsi sulla clavicola e intanto, con la mano sinistra, le aveva alzato la maglietta per accarezzarle il ventre piatto, poi più su, fino a incontrare le rotondità dei seni pieni.
Un piccolo gemito sfuggì dalle labbra della ragazza che arrossì fino alla radice dei capelli, timida e vergognosa.
Stupido! Si maledì. E' la sua prima volta, sii più delicato! Non sei un animale!
Facendo sforzi non indifferenti - non era abituato a trattare gentilmente una donna con cui stava per fare sesso -, Logan si impose di rallentare e cominciò a baciarle il lobo dell'orecchio e rimase stupito quando sentì le sue mani che gli sollevavano la maglietta.
Ghignò. << Sei così impaziente di avermi, ragazzina? >>
<< Stupido! >> la replica offesa e imbarazzata lo fece ridere e, tirandosi a sedere, si tolse la maglia lanciandola giù dal letto e lei rimase immobile ad ammirare quel torace ampio e muscoloso.
Quante volte aveva sognato di poterlo toccare e baciare?
Allungò piano una mano deglutendo a fatica e sfiorò quei pettorali con un tocco leggero che lo fece rabbrividire e lei sorrise e lo accarezzò a mano aperta, ora più coraggiosa.
Sapere di avere il potere di far tremare un uomo come Wolverine aveva un che di afrodisiaco. Si sentiva forte.
Lasciandola libera di toccarlo come e dove preferiva, lui ne approfittò per toglierle la maglietta leggera per poi sfiorare il tessuto bianco del reggiseno e la guardò, quasi come a chiederle il permesso di andare avanti.
Il primo istinto di Marie fu quello di coprirsi, ma seppe trattenersi. Dopotutto non aveva niente di cui vergognarsi e, sotto quello sguardo lucido di passione si sentì bella come non mai e acquistò sicurezza.
Fu lei stessa ad aprire i ganci di quel piccolo indumento e a scagliarlo lontano, come se il solo tocco potesse farle venire la peste e rimase così davanti a lui, con i seni pieni e sodi ormai liberi, prigionieri di quello sguardo famelico e il petto che si alzava e abbassava veloce.
Quasi senza fiato, Logan accarezzò quelle rotondità baciando le labbra di Marie e, con calma, scese di nuovo a baciarla sul collo, la clavicola, il petto poi arrivare all'incavo dei seni e scendere sul ventre scatenando le potreste di lei.
Aveva i capezzoli eretti Marie, i seni le dolevano tanta era la voglia di sentire le labbra di lui su di essi e, gemendo, gli prese la testa fra le mani alzandogliela.
<< Ti prego, Logan... >> quella supplica strozzata lo indusse ad accontentarla e, finalmente prese in bocca uno di quei boccioli rosei che erano i capezzoli mentre con le mani continuava ad accarezzarla piano e con tenerezza.
Mentre dedicava le sue attenzioni all'altro seno le aveva slacciato i pantaloni, ma lei, persa in quel vortice di stordimento, nemmeno se n'era accorta e, quando cominciò a farli scivolare lungo i fianchi, la sentì inarcarsi falicitandogli il compito e fu con soddisfazione che si liberò anche dei propri pantaloni abbandolandoli da qualche parte nei meandri del pavimento.
Ormai nuda e solo con gli slip a coprirla, Marie cercò la sua bocca, quasi a volerlo distrarre, ma sapeva che non serviva e si sentiva un po' ridicola.
Si fidava di lui, ma aveva anche paura.
<< Non farò niente che tu non voglia, Marie. >> Riaprì gli occhi per fonderli con i suoi e gli sorrise. << Lo so. >> Nonostante l'evidente rigonfiamento nei boxer era riuscito a fermarsi per rassicurarla.
Come poteva non amarlo per quelle attenzioni? Quanti uomini sarebbero stati capaci di mettere il piacere della donna davanti al proprio?
Rassicurato, prese lo slip tra le dita facendolo calare lentamente lungo i fianchi e le gambe per darle il tempo di bloccarlo in qualunque momento, ma lei non lo fece.
Non avrebbe mai potuto farlo.
Logan si tirò su e rimase ad ammirare la sua ragazzina, ormai completamente nuda, per attimi infiniti e rimase ammaliato davanti a quel corpo minuto ma perfetto. Le prese una mano e se la portò al cuore come a dirle che quello che stavano facendo era importante anche per lui.
E lei ne rimase profondamente commossa, tanto da avere gli occhi umidi di lacrime che lui asciugò prontamente baciandole il viso.
Si tolse i boxer, ormai unico ostacolo al loro rapporto, e li gettò via.
Ora era lei che si prese tutto il tempo necessario per guardarlo e toccarlo.
<< Credimi, ragazzina, se continui a toccarmi così non risponderò più di me! >> l'avvertì con voce roca di passione a stento trattenuta e lei vide con stupore il membro di lui crescere sotto i suoi occhi inesperti.
<< Vedi l'effetto che mi fai? >> ghignò lui e lei arrossì quasi a volersi coprire gli occhi, ma lui le bloccò le mani.
<< Eh no, piccola tentatrice... >> le disse all'orecchio facendola rabbrividire.
Ricominciò a baciare i seni, scendendo verso il ventre lasciando che la sua lingua ricoprisse tutta quella pelle e arrivando all'ombelico, più giù fino all'inguine, mentre con le mani l'accarezzava dappertutto facendole provare un calore mai sperimentato prima.
Marie temeva di andare a fuoco talmente era accaldata! Sentiva qualcosa di bagnato tra le gambe e ricordò di aver letto da qualche parte che quando le donne si eccitano il loro sesso rilascia degli umori che facilitano la penetrazione lubrificandole e gemette.
Sentiva il suo sesso pulsare in modo quasi doloroso e, sebbene avesse paura, voleva averlo dentro di sè!
Allargò le gambe inarcandosi e quasi gridando quando la bocca di Logan cominciò a baciare la sua femminilità.
<< Logan! >> il suo nome le uscì in un urlo strozzato, una voce sensuale che non sembrava nemmeno la sua e lui non resistette. Si alzò posizionandosi meglio tra le sue gambe e la baciò, facendo sì che assaggiasse il suo stesso sapore e lei lo trovò eccitante.
Lo afferrò per le spalle e lui cominciò a entrare piano in lei stando attento a non farle troppo male, ma d'altra parte era anche meglio non prolungare quell'agonia così, la penetrò completamente in un'unica spinta facendole serrare gli occhi dal dolore mentre un grido uscì dalla sua bocca subito soffocato un ardente bacio di lui.
Rimase fermo e immobile per darle il tempo di abituarsi quella nuova intrusioni e, dopo pochi istanti, il dolore bruciante cominciò ad attenuarsi e la sentì rilassare i muscoli intorno a lui.
<< Tutto ok? >> le chiese ansimando. Quella ragazzina non immaginava neanche lo sforzo che stava facendo in quel momento!
Lei riaprì gli occhi fissandoli nei suoi annuendo e lo baciò con passione facendogli capire che ora era tutto a posto.
Così Logan cominciò a spingere in lei piano e, vedendola gettare indietro la testa ansimante cominciò ad aumentare il ritmo fino a che non liberò completamente il desiderio represso e le sue spinte si fecero quasi selvagge strappandoli grida e gemiti.
Lei lo assecondò muovendo il bacino al suo stesso ritmo fino a che non raggiunse il massimo piacere seguita da lui che si lasciò andare accanto lei prendendola tra le braccia.
Gli si accoccolò contro e lui la coprì con la coperta.
<< Ti amo, Logan. >> quella confessione lo fece sentire un verme.
Sì, perchè non poteva ricambiare.
<< Marie... >> cominciò ma lei scosse la testa. << Lo so. >> gli disse guardandolo sorridente. << So che ami Jean, ma non mi importa. Solo, Logan... Permettimi di amarti. >>

Permettimi di amarti...
Quelle parole continuavano a ronzargli nella testa senza lasciarlo in pace.
Poteva davvero stare con lei sapendo di non poter corrispondere quei sentimenti?
Si passò una mano sulla faccia ricordando quando lei si era addormentata e lui aveva passato tutto il tempo a guardarla come a voler imprimersi il suo viso nel cervello.
Era ancora più confuso di prima e, davanti alla tomba di Jean, decise che l'unica cosa da fare era una.

<< Se n'è andato? >> Marie sentì crollarle il mondo addosso.
Logan se n'era andato. Di nuovo. E stavolta con il suo cuore.
Perchè? Credeva di essere stata chiara sul fatto che non pretendeva niente da lui! Cosa l'aveva spinto a fuggire ancora?
Forse non ti ritiene all'altezza di Jean. Forse si è pentito di quello che avete fatto.
Serrò gli occhi dando ragione alla sua voce interiore.
<< Ha detto perchè? >> lei per prima di stupì della sua voce ferma e decisa e Ororo scosse la testa.
<< Da mai spiegazioni? No, mi ha semplicemente detto che partiva e che prima o poi si sarebbe fatto vivo, tutto come al solito. >> le spiegò il capo degli X-men e lei annuì mentre il cuore le andava in pezzi.
Era stata una pazza. Aveva davvero creduto di poter sopportare un rapporto a senso unico? Era solo una stupida!
Si pentiva di aver fatto l'amore con lui? No, quello no. Perchè, anche se solo per un tempo breve, Logan aveva pensato a lei come a una DONNA! Non come alla ragazzina da accudire e proteggere.
Sospirò mentre salutava la donna si incamminava neanche lei sapeva dove.
Aveva assaporato il Paradiso e ora era finita all'Inferno.
Rabbia. Dolore. Frustrazione. Tutte queste emozioni si agitavano nel suo essere con la forza di un uragano rischiando di travolgerla e prese un respiro profondo per calmarsi.
Doveva andarsene. Non poteva stare lì ad aspettarlo in eterno.
Logan non era pronto per una relazione e lei non poteva chiudere il suo cuore così.
Non sapeva se questa volta lui sarebbe tornato e non voleva tormentarsi. Doveva andare avanti!

CONTINUA...

Ok, sono finalmente arrivata al capitolo che segna la svolta della storia! Mi spiace per ritardo, ma sto creando questa fanfiction passo per passo, perciò non potrò essere puntuale nell'aggiornamento, spero solo che abbiate la pazienza necessaria per aspettarmi! Ho tempi lunghi purtroppo!!
Come già detto, questo è un capitolo fondamentale perchè Marie capisce che nonostante il suo amore, non può continuare a vivere nell'ombra di Logan.
Non vuole più essere una bimba piagnucolosa che si rode il fegato ad aspettare un uomo che non l'amera perciò decide di prendere in mano la sua vita.
Ringrazio di cuore chi ha commentato ( Pandi Fuoribinario) e tutti quelli che stanno leggendo e seguendo questa fic e siete in tanti, il che non può che farmi piacere!
Cercherò di aggiornare il prima possibile, ma non vi prometto niente! XD
ALLA PROSSIMA!!


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Capitolo 5
*** La scelta di Marie ***


x men<< Secondo me stai sbagliando. >>
Una specie di lamento uscì dalle sue labbra e i suoi occhi verdi mollarono i suoi occhi azzurri.
Li chiuse cercando di ritrovare la calma.
Era passata una settimana da quando Logan era sparito senza dare notizie e Marie era giunta ad una decisione.
<< Ho bisogno di andare via, Bobby. Non posso continuare a stare seduta qui pregando di vederlo tornare e rodermi il fegato nell'attesa! >> la sua accorata protesta fece riflettere il ragazzo che annuì.
I due si erano riappacificati e l'amicizia tra Kitty, Bobby e Marie era più forte di prima.
<< Marie, capisco cosa vuoi dire. >> intervenne Kitty seduta accanto a Bobby sul letto della camera di Marie, mentre l'altra si era appollaiata sulla sedia.
<< Ma non credi che Wolverine si aspetti di vederti qui al suo ritorno? >> lo sguardo dell'ex X-men si indurì tanto che gli altri due provarono un brivido di apprensione.
<< Come potrebbe aspettarselo? Nemmeno un arrogante presuntuoso come lui può aspettarsi che io rimanga qui buona e docile ad attenderlo come un cagnolino! >> la rabbia l'aveva fatta scattare in piedi e Bobby annuiva con vigore.
<< Sono assolutamente d'accordo! Però che cosa intendi fare una volta via di qui? >> le chiese preoccupato e Kitty si tormentò le mani. Sapere che la loro migliore amica sarebbe stata lontana da loro era un pensieri che li incupiva, preoccupati che potesse succederle qualcosa.
Gli occhi verdi di Marie si fecero pensierosi mentre rifletteva e incrociò le braccia al petto. << Tornare dai miei genitori è impensabile, per loro sono praticamente morta, anche adesso che sono normale. >>
E questo le fece male perchè, ora che aveva perso i suoi poteri, era convinta che anche il rapporto con i suoi si sarebbe ricucito invece era stata disillusa.
Aveva scritto a casa spiegando cos'era successo e non avrebbe mai dimenticato la lettera di risposta della madre.

Davvero credi che accetteremo di riaverti con noi?
Anche se non sei più una mutante rimani comunque un mostro della loro stessa specie.
Hai quasi ammazzato quel ragazzo e sei sparita senza dir nulla, come credi dovremmo sentirci?
Ogni giorno ci fanno domande su dove sei e che cosa fai, ci chiedono cos'è successo esattamente a quel poveretto.
Noi non ti vogliamo, Marie.
Ora abbiamo un altro figlio a cui pensare, per noi sei morta e sepolta.
Non cercarci più.
I soldi sul tuo conto corrente sono tuoi, perciò d'ora in poi sarai perfettamente indipendente.
Addio

Ingoiò amaramente le lacrime che minacciavano di uscire e si fece forza. Dopotutto se lo aspettava e in un certo senso lo meritava.
Come aveva detto sua madre era stata lei a scappare, troppo codarda e troppo spaventata da se stessa per riuscire a gestire un potere più grande di lei.
Sapere che i genitori avevano avuto un altro figlio la distruggeva, perchè lei non poteva più far parte di quella famiglia.
Non sapeva nemmeno se era maschio o femmina...
Respirò a fondo.
<< Non lo so, ma non avrò problemi a trovare un piccolo appartamento. >>
<< Ororo cosa pensa di tutta questa storia? >> le chiese Kitty e Marie sorrise tristemente. << Non è d'accordo, ma mi augura ogni bene. >>

Era passata una settimana e finalmente era arrivato il gran giorno. Borse e bagagli erano tutti allineati all'ingresso pronti per essere caricati su un taxi che l'avrebbe portata in aereoporto.
Destinazione Londra. Aveva sempre desiderato andarci e quella poteva essere un'ottima occasione!
Aperta la porta si voltò indietro e si prese un attimo per contemplare quella che era stata la sua stanza, il suo rifugio personale.
Quella stanza che era stata testimone dell'avverarsi del suo sogno d'amore. E della sua disillusione.
Quella stanza l'aveva vista versare molte lacrime di tristezza e anche di gioia.
Sentì gli occhi inumidrsi e cercò di rimandare giù il groppo che le era salito alla gola, ma inutilmente. Sorrise. Quelle quattro mura le sarebbero mancate terribilmente.
A testa china decise che era il momento di dire addio a tutto quello.
Scese di sotto e sorrise vedendo tutta la scuola riunita all'ingresso per salutarla. Le labbra le tremarono per la voglia di piangere.
Uno ad uno, tutti i ragazzi che conosceva superficialmente le porsero i loro saluti, fino a che arrivò il turno degli X-men. La sua famiglia.
Quando Ororo, Bestia, Bobby, Kitty e NighCrowler l'abbracciarono le lacrime che aveva trattenuto vennero fuori. La voglia di rimanere lì con loro, di aspettare il ritorno dell'uomo che amava era forte, ma avrebbe finito con lo distruggersi lentamente.
E lei voleva vivere.
<< Mi mancherai, Marie. >> Ororo, alias Tempesta, che era stata per lei una specie di mamma, l'abbracciò forte piangendo.
Marie D'Ancanto era arrivata alla scuola del dottor Xavier come una ragazzina timorosa di se stessa e del mondo e ne usciva come una donna che si preparava ad affrontare il mondo a viso aperto.
Era fiera di lei.
Era un po' meno fiera di Logan e, una volta tornato, gliene avrebbe cantato quattro, ma ora... Ora era il momento di salutare quella giovane donna che, chiusa nel suo bozzolo, ne era uscita come una splendida farfalla.
<< Scrivimi! E abbi cura di te, amica mia! >> Kitty la baciò sulle guance, anche lei piangendo, e Marie con lei.
Nonostante quello che era successo la loro amicizia si era fatta più forte che mai.
Ora era il turno di Bobby.
Il ragazzo le fece un mezzo sorriso, non sapendo bene come comportarsi, e ci pensò Marie a toglierlo dall'imbarazzo abbracciandolo stretto.
Il ragazzo ricambiò l'abbraccio affondando il diviso nei suoi capelli castani.
<< Mi mancherai. >> le sussurrò e lei lo baciò sulla guancia. << Anche tu. >> rispose con gli occhi rossi.
<< Mi mancherete tutti voi. >> disse rivolgendosi a tutti quanti. Si asciugò le lacrime e prese un bel respiro.
<< Ci rivedremo! >> promise prendendo in mano un borsone. Bobby e Bestia presero le due valigie e l'accompagnarono davanti al taxi.
Dopo gli ultimi saluti, la ragazza salì in macchina.
<< All'aereoporto. >> comunicò all'autista che, ubbidiente, partì allontanandosi da quella che era stata per anni la sua casa.

Guardando fuori dal finestrino dell'aereo, Marie non potè fare a meno di pensare.
Aveva veramente fatto bene a dire addio alla sua vecchia vita per andare incontro all'ignoto? Era stata la disperazione per la partenza di Logan che aveva fatto scattare in lei la voglia d'indipendenza?
Ora che ci rifletteva meglio era da tempo che voleva prendere un appartamentino per lei, ma fino a quel momento non aveva dato peso a quel desiderio considerandolo ridicolo.
Aveva una stanza tutta sua per studiare, a che le serviva un appartamento di cui avrebbe dovuto pagare l'affitto? Per non parlare delle bollette.
Ma adesso, grazie ai soldi sul suo conto, poteva permettersi di cercare un lavoro con tutta calma per concentrarsi sullo studio.
Ce l'avrebbe fatta.
Poteva riuscire a mettersi Logan alle spalle e ad andare avanti.
Doveva farlo o si sarebbe consumata poco a poco e non poteva permetterselo!

Erano passati sei mesi e Marie si manteneva in contatto con l'accademia e la vita dei mutanti scorreva tranquilla tra lezioni e allenamenti.
Di Magneto non c'era più traccia e Ororo poteva affermare che erano ormai in un periodo di pace.
Quanto sarebbe durata non poteva dirlo, ma si augurava il più possibile.
La donna era in ufficio che controllava dei documenti al computer quando la porta si spalancò facendola sobbalzare, ma subito sbuffò vedendo chi era.
<< Logan, possibile che ancora non hai imparato a bussare? >> lo rimproverò e lui le rispose con un grugnito.
<< Dov'è Marie? Perchè non è qui a scuola? >> le chiese duramente e lei prese un respiro.
Era arrivato il momento di aggiornare Wolverine sugli ultimi avvenimenti.

<< Maestro, tutto bene? La vedo pallido. >>
La donna sostenne il vecchio che stava per cadere e lo fece sedere su una poltrona della biblioteca.
<< Va tutto bene, mia cara. >>
Ed era vero. Andava tutto a meraviglia.
I suoi poteri stavano tornando e non mancava molto al rientro in scena di uno dei mutanti più potenti della storia.
<< Ragazzi miei, dobbiamo assolutamente trovarla. I suoi poteri stanno tornando, dobbiamo convincerla a passare dalla nostra parte. >>
Aveva bisogno di lei.
Xavier aveva sottovalutato il potere di quella ragazza.
Anzi, lo aveva temuto e lo aveva temuto nascosto il più possibile. Ma, sotto la sua guida, sarebbe diventata la mutante più forte del mondo.

Strinse gli occhi in preda al panico.
Aveva stretto amicizia con Carl, un ragazzo simpatico e anche molto carino del suo corso di storia. Erano usciti per bere un caffè - lei non poteva berlo, aveva optato per una cola light - e, quando si erano messi su una panchina, lontani da tutto e da tutti, era successo il disastro.
Carl l'aveva presa per mano e aveva cominciato ad impallidire.
Fino a che a Marie non erano esplosi nella testa i pensieri e i ricordi del ragazzo.
Aveva urlato, si era allontanata da lui ed era scappata, rifiutandosi di credere a ciò che era appena successo.
Non poteva essere di nuovo una mutante! I suoi poteri non potevano essere tornati!
Al sicuro nel suo appartamento, si lasciò cadere a terra accarezzandosi il pancione di sei mesi.
<< Non preoccuparti. >> sussurrò alla vita dentro di lei. << Andrà tutto bene. >>
Cercava di rassicurare il bimbo che portava in grembo o se stessa? E, se i poteri stavano tornando, come avrebbe potuto prendersi cura di quel bambino se non poteva nemmeno toccarlo?

CONTINUA...

E rieccomi con un nuovo capitolo! Mi spiace che nessuno abbia commentato quello precedente, ma pazienza! Bene, finalmente Logan è tornato trovando una spiacevole sorpresa...
Come reagirà quando Tempesta gli racconterà tutto?
Tanti colpi di scena in questo capitolo! Immagino abbiate capito chi sia il mutante chiamato Maestro e la nostra Marie ci sorprende con una gravidanza!
Come andrà a finire?
Non ve lo dico! Dovrete aspettare il prossimo capitolo!!
Alla prossima!! Bye!!! =D

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Capitolo 6
*** Tornano i poteri ***


x men 2Per fortuna Carl stava bene e la vita all'università era tornata più o meno normale.
Da voci di corridoio Marie aveva scoperto che si diceva che Carl avesse toccato qualche filo della corrente scoperto e il poveretto non ricordava nemmeno di essersi appartato con la ragazza.
Meglio così.
Aveva ripreso a vestirsi con abiti scuri e lunghi, stando attenta a non lasciare nuda neanche una striscia di pelle che non fosse il viso.
Non riusciva a credere di essere ripiombata in quell'incubo... Tanta fatica, anni di attesa per uscirne... Sprecati in pochi minuti...
Camminava a testa china per i corridoi dell'università diretta al corso di spagnolo quando si sentì toccare la spalla e trasalì girandosi di scatto.
Sospirò di sollievo. << Dio, Amy, mi hai spaventato! >>
Amy Stuart, sua compagna di corso, era una bella ragazza con i capelli biondi tagliati a caschetto e gli occhi azzurri. Era molto formosa ed era famosa al campus perchè collezionava ragazzi come si fa collezione di scarpe.
E lei di scarpe ne aveva tante.
Ma a Marie non interessava: Amy era una tipa sveglia, dalla lingua tagliente, non aveva paura di dire ciò che pensava ed era un'amica leale e sincera.
<< E' per quello che lo faccio! Se non ti spaventassi che divertimento ci sarebbe? >> replicò con un sorriso luminoso che rischiarò l'umore nero della castana. << Ehi, ti ricordo che sono incinta! Un trauma potrebbe indurmi a un parto prematuro! >> scherzò accarezzandosi il pancione ed Amy si chinò verso di esso.
<< Ciao piccolino, sono la zia Amy! >> Marie sorrise. L'amica non vedeva l'ora che il bimbo nascesse solo per il gusto di essere chiamata "zia Amy". << Tutto bene là dentro? Ormai manca poco, preparati! >> le accarezzò l'addome e poi le cinse le spalle con un braccio. << Stasera vieni con me al nuovo locare vicino a Kings Cross? Dicono che sia molto in! >>
Amy si chiedeva come mai Marie avesse cominciato a vestire in quel modo bizzarro, ma imputò quel cambiamento alla gravidanza. Dopotutto era una bella gatta da pelare. Le aveva suggerito di dare il bimbo in adozione una volta nato, ma aveva reagito quasi con violenza sorprendendola.
Darlo in adozione? MAI! Questo bambino è frutto dall'amore che provo per suo padre, è l'unica cosa che mi resta di lui!
Le aveva raccontato solo vagamente di essersi innamorata di un certo Logan e di essere andata a letto con lui. Prima volta prima gravidanza. Che destino di merda! pensò Amy.
Anche a lei era capitato di rimanere incinta una volta... La colpa era stata di uno di nome Philip. Aveva creduto di essere veramente innamorata e di essere ricambiata, ma, scoperto che lui si era solo divertito e che non aveva intenzione di starle vicino, aveva abortito.
Le piacevano i bambini e sperava di diventare madre un giorno, ma... Sapeva che l'aborto era una cosa abominevole, ma era della convinzione che un figlio lo si doveva volere per poterlo amare completamente. Avere un figlio significava sacrificare se stessi e i propri sogni e lei non era pronta a farlo.
Oltre al fatto che suo padre aveva minacciato di diseredarla se non si fosse disfatta del bambino. Aveva avuto paura. Paura di rimanere sola contro il mondo. Senza famiglia e senza soldi sarebbe stata costretta a lasciare gli studi e si sarebbe dovuta cercare un lavoro, ma chi mai avrebbe assunto una ragazza incinta? Così alla fine aveva optato per la scelta più semplice anche se all'ultimo aveva avuto qualche ripensamento.
Ma ormai era inutile piangere sul latte versato. La vita andava avanti.
Marie annuì sorridendo. << Perchè no? Un po' di svago mi farà bene e, ti dirò... Ho voglia di mangiare piccante! >>
L'espressione sbalordita della bionda la fece ridere di gusto. << Marie, ma tu odi il piccante! >> La castana scrollò le spalle. << Le voglie. >> spiegò. << Pensa che ieri mi è improvvisamente venuta voglia di asparagi con il formaggio fuso. >> << Bleah... Sto per vomitare... >> Ridendo, le due amiche entrarono nell'aula.

<< CHE CAZZO VUOL DIRE CHE SE N'E' ANDATA? >> le urla di Wolverine rimbombarono per tutta la scuola spaventando i novellini, mentre i veterani decisero che star lontani dall'ufficio di Tempesta era di primaria importanza per la loro vita.
<< Abbassa la voce, Logan! >> La donna dai capelli bianchi lo riprese aspramente. << Ti sorprende tanto che Marie abbia deciso di vivere la sua vita lontano da te? Sei stato tu a sparire! >> quelle parole ebbero il potere di inchiodarlo sul posto e di farlo sentire uno stupido.
<< Avevo bisogno di riflettere. >> ringhiò e Tempesta rise sprezzante. << Di riflettere? Logan, capisco che tu fossi confuso, ma ti sei fermato a pensare a come si sarebbe sentita lei dopo la tua fuga? >>
Non ricevendo risposta lo sguardo di Ororo si addolcì. << Marie ha semplicemente deciso che era ora di cambiare. E tu dovresti esserne contento, no? >>
Lui si limitò ad uscire dall'ufficio sbattendosi la porta alle spalle con una tale violenza da far tremare i muri.
Ororo prese un profondo respiro per calmarsi.
Immaginava che sarebbe andata in quel modo e in effetti aveva creduto di dover litigare con lui fino a notte fonda, invece avevano discusso solo tre ore. Era andata abbastanza bene in effetti.
Si alzò dalla sedia dietro la scrivania massaggiandosi le tempie con un sospiro stanco e si mise davanti alla finestra fissando il cielo riempirsi di nuvoloni neri, quasi a rispecchiare il suo umore.
Aveva appena finito di leggere una mail di Marie in cui le diceva che aveva cominciato a uscire con un certo Carl ed era contenta per lei. Si meritava una vita felice e, se questo voleva dire stare al fianco di un altro Logan avrebbe dovuto farsene una ragione.
Guardò pensosa fuori dalla finestra. Sarebbe salito sulla moto e girato in lungo e in largo alla sua ricerca? Era capacissimo di farlo, lo sapeva bene.
Sperava solo che alla fine tutto si aggiustasse senza spargimenti di sangue.

Il suo primo impulso fu di riprendere la moto e girare anche in capo al mondo per trovarla.
Ma si riebbe dopo una decina di minuti esaminando i pro e i contro.
Contro n° 1: Marie sicuramente si sarebbe addirittura rifiutata di vederlo dopo il modo in cui era scappato, perchè - per quanto odiasse ammetterlo - era proprio fuggito a gambe levate terrorizzato dai suoi sentimenti.
Contro n° 2: Prima lo avrebbe massacrato fisicamente e verbalmente e poi forse, forse, lo avrebbe ascoltato.
E qui veniva fuori un problema. Cosa le avrebbe detto? Come poteva giustificare il proprio comportamento ai suoi occhi?
Aveva preso ciò che voleva e poi era andato via. Punto. Persino lui si considerava un bastardo della peggior specie perchè, nonostante avesse promesso di prendersi cura della ragazza, era stato proprio lui a spezzarle il cuore e non una volta. Tante volte. E si odiava. Si odiava perchè Marie gli aveva offerto il suo amore su un vassoio d'argento e lui l'aveva mandato a puttane. Aveva preso il suo cuore e lo aveva fatto a pezzi.
Non intenzionalmente, ok, ma la sostanza non cambiava. Sicuramente ora Marie lo odiava e lui non poteva che biasimare se stesso.
Senza accorgersene era arrivato sulla loro collinetta. Rimase immobile a fissare il sole che tramontava ricordando che era il momento che Marie preferiva. Ricordò che, per scacciare la tristezza, la sua piccola andava sempre lì e gli diceva che le bastava vedere il sole sparire lentamente per sentirsi meglio. " Mi bastano i colori del tramonto per tornare serena." Chiuse gli occhi e deglutì mentre nella sua mente rieccheggiava quella voce melodiosa. " Il cielo si tinge di mille sfumature che ti fanno capire quanto sia meravigliosa la natura. " Ricordò i suoi occhi che brillavano, le labbra piene piegate in un sorriso radioso e i capelli castani mossi dal leggero venticello.
Come aveva potuto essere così cieco da non accorgersi dei suoi sentimenti? Sentì il cuore stretto in una morsa dolorosa ed ammise con se stesso di essere un perfetto imbecille.
Era sempre stato innamorato di Marie D'Ancanto e non se n'era mai accorto, abbagliato dalla bellezza prorompente di Jean.
Capì che il suo cuore era appartenuto a quello scricciolo sin dal giorno che l'aveva vista nascosta nel suo furgone e mezza assiderata.
Ricordò la disperazione provata quando Magneto l'aveva rapita e il dolore che gli aveva lacerato il petto quando aveva temuto che fosse morta.
Non era mai stato semplice affetto fraterno.
Si sedette sull'erba prendendosi la testa fra le mani e il petto chiuso in una morsa dolorosa mentre la consapevolezza dei suoi sentimenti lo colpiva con la forza di un uragano.
La sua Marie... Dov'era adesso? Sarebbe tornata da lui o era troppo tardi?
Non sapeva quanto tempo era rimasto là a pensare, ma una cosa l'aveva capita: non sarebbe rimasto immobile ad aspettare il suo ritorno. L'avrebbe cercata.
Il primo passo era chiedere agli studenti, sicuramente loro sapevano dov'era, ma doveva essere discreto perchè, se Tempesta fosse venuta a conoscenza del suo piano, un bel fulmine in testa non glielo toglieva nessuno!

Con in mano un sacchetto della spesa, Marie camminava tranquilla per le strade diretta al suo appartamento con un sorriso.
Aveva appena salutato Amy dopo un pomeriggio di shopping e aveva qualche ora per un bel bagno e per farsi bella prima dell'appuntamento al karaoke.
Aveva appena svoltato l'angolo quando un'onda durto la scaraventò a qualche metro più in là facendola cadere di schiena.
D'istinto premette le mani sull'addome chiedendosi stordita che diavolo fosse successo.
Si rialzò a fatica, ostacolata dal pancione e con gambe, braccia, schiena e sedere che le dolevano. Alzò lo sguardò e fissò inebetita un energumeno dai capelli biondi e lunghi e con la barba incolta.
Sembrava un selvaggio, uno di quei vichinghi raffigurati nei libri per bambini, dalla struttura possente e muscolosa. Aggrottò le sopracciglia mentre un vago ricordo si faceva strada nella mente.
Dove l'ho già visto questo tizio?
Il gigante emise un ruggito simile al verso di una bestia e un brivido di paura corse lungo la sua spina dorsale, mentre serrava gli occhi pregando che non la uccidesse.
<< Il Maestro vuole vederti, Rogue. >> spalancò gli occhi quando lo sentì parlare, ma soprattutto si chiese come facesse quel tizio a conoscere il suo nome e aggrottò la fronte. << Chi è questo Maestro? >> gli chiese e lui ruggì facendola indietreggiare per lo spavento.
<< Vieni e basta! >> Marie chiuse gli occhi per un attimo e cercò di calmarsi. Quella sottospecie di animale non voleva farla fuori, il che era già di per sè abbastanza consolante! Numero due: era tornata a essere una mutante, perciò poteva difendersi.
Riaprì gli occhi con uno sguardo determinato: aveva toccato parecchi mutanti assorbendo pensieri, ricordi e poteri. Doveva concentrarsi e provare a usare un potere in particolare che in quel momento le serviva enormemente.
Prese un bel respiro concentrandosi e focalizzò nella sua mente il suo appartamento e chiuse gli occhi. Ti prego, NightCrowler, non abbandonarmi proprio adesso!
Quando la bestia la vide scomparire le corse subito addosso attaccando ma colpì solo l'aria e un urlo di rabbia squarciò la quiete del quartiere.
Riapparve a casa sua e, una volta resosi conto di essere al sicuro, lasciò scorrere le lacrime che il panico aveva bloccato.
Perchè a lei? Non bastava essere innamorata di un uomo che non la ricambiava? Non bastava essere rimasta incinta di suo figlio? Non bastava essere tornata a essere un mostro dopo aver assaporato la normalità? Perchè il destino si accaniva così contro di lei?
Dopo dieci minuti buoni trascorsi a piangere sul pavimento decise che era ora di smetterla. Qualcuno la stava cercando, un tizio che si faceva chiamare "Maestro". Decise di mandare una mail a Ororo per chiederle un parere, così si alzò dal pavimento a fatica e raggiunse il portatile, ma, poco prima di toccare la tastiera, cambiò idea. Non era il caso di far preoccupare inutilmente Tempesta, aveva già la scuola di cui occuparsi. Senza contare che non aveva mai nemmeno accennato alla sua gravidanza, non poteva certo raccontare tutto. Doveva farcela da sola.
Aveva dentro di sè i poteri di mutanti dalle capacità straordinarie, doveva imparare a controllarle e a maneggiarle alla perfezione se voleva vincere contro questi nemici sconosciuti.
Una strana calma si impossessò di lei. Ce l'avrebbe fatta. Si sarebbe allenata a controllare i suoi poteri e, se l'avessero attaccata ancora, non sarebbe scappata.

CONTINUA...

Aaaallora... parto col dire che mi dispiace tantissimo di avervi fatto preoccupare, ma ho avuto un periodaccio e mi hanno attaccato internet solo stamattina e ora sono qui ad aggiornare! Non vi ho abbandonato! Nel periodo piatto ho scritto più di quel che credevo! Spero che continuerete a seguirmi!


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Capitolo 7
*** Partenza ***


x men 3Con un borsone con lo stretto necessario già pronto sul letto, Marie camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza tormentandosi le unghie delle mani.
Era ormai ovvio che non poteva rimanere: chi la cercava sapeva benissimo dove viveva, che vita faceva, i luoghi che frequentava e soprattutto CHI frequentava. Doveva andarsene, niente di più niente di meno. Non importava dove, ma un dubbio le straziava il cuore.
Doveva raccontare la verità ad Amy o scappare nel cuore della notte come una ladra? Con il cuore stretto in una morsa d'angoscia chiuse gli occhi quando sentì bussare.
<< Marie? Posso entrare? >> la voce dell'amica le giunse ovattata da dietro la porta e Marie prese un profondo respiro per calmarsi. << O la va o la spacca. >> sussurrò e andò ad aprire.
Amy le rivolse un sorriso raggiante che, vedendo la sua faccia lugubre, si smorzò all'istante. << Ehi, tesoro, che succede? Problemi con il piccolo? >> si preoccupò subito e, al cenno negativo, sorrise sollevata. << E allora cos'è questa faccina triste? >> quando fece per sfiorarle la guancia Marie le schiaffeggiò la mano per mandarla via e la bionda non potè far altro che rimanere lì impietrita ed incredula.
<< Che diavolo...? >> le parole non le uscivano e guardava la mora con occhi sconvolti ed amareggiati. << Ma che ti prende? >> Marie chiuse gli occhi, chinò la testa e si sedette sul letto.
<< Mi dispiace, Amy, ma non devi toccarmi... Lo dico per il tuo bene... >> la voce rotta di Marie le fece capire che era una cosa molto seria e cercò una sedia per sedersi.
Deglutì il nodo in gola. << Cosa succede? Perchè c'è quel borsone sul letto? >>
A Marie tremavano le labbra e sentiva gli occhi inumidirsi. Come poteva confessare alla sua migliore amica di essere un mostro? L'avrebbe sicuramente persa... Poi sentì quella vocina che sempre la tirava su.
Insomma! Non ti eri ripromessa di prendere in mano la tua vita? Per farlo devi dire tutto! Pancia in dentro, petto in fuori e abbi coraggio!
Già, coraggio... Sì! Strinse la bocca in una linea decisa ed alzò gli occhi verdi verso quelli azzurri di Amy. << Me ne sto andando, Amy. >>
La sua reazione fu come te l'aspettavi: occhi sbarrati, scioccati e bocca aperta. << Cosa? Perchè? >>
<< Ci sono delle persone che mi stanno inseguendo e che sanno dove mi trovo e... >> << Aspetta, aspetta! >> la bionda si alzò dalla sedia come se l'avesse punta uno scorpione e cominciò a girovagare per la stanza. << Quello che dici non ha senso! >>
<< Dei mutanti mi stanno cercando e io devo andarmene! >> quasi urli e lei rimane come paralizzata. << E perchè dei mutanti dovrebbero cercare proprio te? >> domanda abbastanza scontata, in effetti... Ma la risposta è la più difficile da confessare... << Perchè anche io sono una mutante... Credo che siano interessati al mio potere come lo fu in passato Magneto. >> Ed ecco lo sguardo che non avresti mai più voluto vedere...
<< Tu sei una... Una... Una... >> Dio, la cosa le faceva talmente schifo che non riusciva nemmeno a pronunciare quella parola!
Lo sguardo di Marie si indurì. << Non sono un mostro, Amy. >> La rezione dell'altra fu quasi violenta ed urlò. << Sì che lo sei! E, sentiamo, quali sarebbero i tuoi poteri? >> il sarcasmo della sua frase era volutamente offensivo, ma la mora volle ignorarlo. Dopotutto la capiva. << Quando tocco gli altri... Umani o mutanti che siano, io assorbo i loro ricordi e i loro poteri. >> si avvicinò alla finestra. << Se non riesco a smettere nel migliore dei casi la vittima cade in coma, come... >> << Come Carl... >> finì Amy disorientata e Marie annuì. << Se invece va male muore. >> La bionda cominciò a indietreggiare e a tremare e, senza accorgersi del letto dietro di lei, ci cadde sopra.
Si alzò subito e corse verso la porta. Marie socchiuse gli occhi ferita. << Credo che sia la mia capacità di assorbire i poteri che attrae quelle persone e così ho deciso di andarmene. Se sono disposte a tutto potrebbero anche rivalersi su persone a cui voglio bene. >> la guardò dritto negli occhi per farle capire che si riferiva a lei, ma Amy era troppo scossa ed agitata per notarlo.
<< Mio dio... Per tutto questo tempo non mi sono mai accorta di niente... >> << Qualche mese fa ho preso la cura. Una specie di antidoto che avrebbe dovuto annullare il gene mutante per sempre, ma... Non ha funzionato. >>
<< Io... Io... Devo andare! >> aprì la porta per scappare, ma le parole dell'amica la fermarono. << Se ti interessa io vado alla stazione. >> lei non la guardò nemmeno. << Dove pensi di andare? >> << Non lo so... Qualcosa mi verrà in mente. >> Amy non rispose e scappò via e Marie lasciò scorrere le lacrime.
Be', non poteva certo lamentarsi, era stata lei a voler raccontare tutto e ora ne pagava le conseguenze.
Prese un respiro e si asciugò gli occhi. Non aveva tempo per compiangersi. Doveva partire.

Con il sudore che ormai gli ricopriva persino il sedere, Logan continuava a colpire il sacco da boxe con una ferocia disumana, ma la furia scaricata non lo faceva sentire meglio, anzi, era ancora più frustrato.
Si fermò con il fiato corto fermando il sacco con le mani. Nonostante la sua forza non era in grado di trovare Marie e di riportarla indietro... Nonostante fosse uno degli X-men più forti non era stato in grado di far felice la sua ragazzina... Che razza di uomo era?
Sguainò gli artigli quando sentì il rumore di passi che si avvicinavano e, vedendo Ghiacciolo che entrava nella stanza degli allenamenti, ringhiò e glieli puntò contro.
Bobby alzò le mani in un gesto di resa deglutendo e facendo un passo indietro. << Ehi, volevo solo parlarti! >>
In risposta Wolverine ridusse gli occhi azzurri in due fessure fissandolo male. << Non me ne frega un cazzo di cosa vuoi fare! Levati dalle palle! >> Recuperato un po' di autocontrollo, Bobby scrollò le spalle. << Siamo di pessimo umore, eh? Non hai ancora avuto notizie di Marie? >> un ghigno sardonico era spuntato sul viso del ragazzo e, quando si ritrovò gli artigli affilati di Wolverine sulla giugolare, decise di fare dietro front. << Ehi, scherzavo! Sono solo venuto a dirti che l'altro ieri ha mandato una mail a Kitty. >>
Logan mise giù la mano e lo fisso torvo, ma più calmo. << Sta bene? >> << A quel che dice sì. Ha conosciuto una ragazza di nome Amy e sono diventate molto amiche. >> il suo tono esitante lo insospettì. << Ma? >> Bobby alzò gli occhi verso di lui. << Le sono tornati i poteri, Logan. >>
Logan non poteva crederci... << Cosa? Ma la cura? >> L'altro scosse la testa. << Non lo so, probabilmente ha perso la sua efficacia, ma sai che significa? >> << Che tutti quelli che hanno preso quel farmaco ora sono di nuovo dei mutanti. >> << Vuol dire che anche Magneto potrebbe aver riacquistato i suoi. >>
Cazzo! Magneto! << Hai già avvertito Tempesta? >> << No, pensavo volessi saperlo prima tu. >> Logan annuì con la testa. Prese la maglietta da una sedia e se la infilò velocemente. << Andiamo. >> Bobby lo seguì.
Le cose cominciavano a farsi serie.
Nell'ufficio di Ororo erano stati convocati tutti gli X-men.
<< Se Magneto è tornato in attività non c'è più da stare tranquilli. >> Bestia parlò per primo dopo il silenzio che si era venuto a creare. Ororo si disse d'accordo e raccolse le mani sotto il mento. << Per il momento però non possiamo fare niente. Non sappiamo dove si trovi, nè chi sono i suoi nuovi alleati. Possiamo solo aspettare una sua mossa. Come sta Marie, Bobby? >>
Bobby scrollò le spalle. << Non si è dilungata, ma mi sembra stia abbastanza bene. Un po' scombussolata, ma dice di aver accettato la cosa. Ah, e... >> si guardò intorno un attimo. << Cosa? >> sbottò Logan inviperito e agitanto i pugni. << Mi ha scritto anche che una sera è stata seguita da un tizio grande e grosso che le ha detto che il Maestro la stava cercando. >> Nella stanza calò il silenzio più. Wolverine si mosse per primo sbattendo il pugno sul muro e creando una crepa. Tutti deglutirono inquieti e Tempesta si alzò di scatto dalla sedia. << Perchè la cercano? Perchè proprio lei? >> NightCrowler si agitò sul posto e Tempesta si fece pensierosa. << Marie è in grado di assorbire poteri e ricordi di umani normali e mutanti solo toccandoli. E' un potere che fa gola a molti. >> spiegò con la fronte corrucciata. << Se la trova uno in grado di manipolare la mente come Jean o il Professore potrebbe plasmare la sua volontà e trasormarla in una macchina da guerra personale. Bobby, avvertila di fare attenzione. >> Il ragazzo annuì. << Marie è forte. Mi ha detto di aver usato il potere di NightCrowler per teletrasportarsi nel suo appartamento. >> A quelle parole Logan esalò un respiro di sollievo mentre un sorriso d'orgoglio faceva strada sulla sua bocca. E brava la sua Marie! Ororo, NightCrowler, Bestia e Kitty risero. << Be', è un ex X-men dopotutto! Sa badare a se stessa! >> Tempesta si riaccomodò. << Per ora non mi preoccuperei più di tanto. Per favore, Bobby, Kitty, ditele di tenerci aggiornati sui movimenti di quell'uomo e di suoi eventuali complici. >> I due fidanzatini annuirono, salutarono e uscirono dalla stanza.
<< Davvero credi non sia il caso di preoccuparsi? Marie potrebbe essere in pericolo! >> la preoccupazione nel tono di Logan la colpì nel profondo. Gli sorrise. << Abbi fiducia in lei. Ormai è una donna, ora che ha di nuovo i suoi poteri è in grado di difendersi da sola, non credi? >>
In risposta ricevette un mugugno non molto convinto e lo invitò a uscire. << Non hai lezione adesso? >> Lui inarcò un sopracciglio. << Mi stai cacciando? >> << Precisamente. >> gli rispose con un sorriso innocente e, con un ghigno Logan uscì.
<< Vado anche io. Ho voglia di sgranchirmi le gambe! >> Eh, Ororo adorava l'accento tedesco di NightCrowler! Bestia le si avvicinò. << Sei preoccupata, vero? >> Tornò seria e prese un profondo respiro sistemandosi più comodamente sulla sedia. << Abbastanza. Ho la sensazione che Marie non ci abbia detto tutto... >> << Cosa pensi che nasconda? >> La donna dai capelli bianchi allargò le braccia impotente. << Non lo so proprio... Proprio non lo so... >>

Alla stazione Marie aspettava l'arrivo del treno che l'avrebbe portata al porto e l'arrivo era previsto per le 10.00, cioè una decina di minuti.
Si girò e, vedendo Amy che si sbracciava urlando il suo nome a squarciagola, sentì il cuore fare le capriole.
Era venuta a salutarla? O a dirle addio?
<< Marie! >> la bionda si fermò di fronte a lei piegandosi in due per lo sforzo. Le persone attorno a loro sembravano non far caso a niente, troppo prese dai loro programmi.
<< Mi dispiace... >> le parole appena mormorate giunsero ovattate alle orecchie della castana. << Eh? >> Gli occhi azzurri della sua amica la fissavano pieni di rammarico. << Mi dispiace, Marie! >> l'abbracciò di slancio e, dato che indossava una maglia a maniche lunghe, Marie la lasciò fare ricambiando l'abbraccio.
<< Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> deglutì a fatica il nodo di commozione che le si era formato in gola. << Tu sei la mia migliore amica! Muta... >> l'occhiata ammonitrice che le diede le fece capire che non era il caso di pronunciare quella parola. << Insomma, tu sei sempre tu! Sei sempre la mia Marie! >> ridendo e piangendo insieme si abbracciarono.
<< Dove sei diretta? >> le chiese la bionda. << A Parigi. Ho sempre sognato di visitarla. >> << E dove starai? >> << Ah, non so... Troverò una pensione o un albergo a poche spese, immagino... >> Vedendo che si faceva pensierosa Marie si chiede a cosa stesse pensando Amy. << La mia famiglia ha una residenza nella periferia di Parigi ed è libera per la maggior parte dell'anno, ci vivono solo i domestici. >> Marie sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta. << Potrei venire con te. >> aggiunse Amy tormentandosi nervosamente le mani. Dopotutto come poteva pretendere che Marie la facesse andare con lei dopo quello che le aveva fatto? Le mani guantate della ragazza si poggiarono sulle sue. La bionda alzò lo sguardo incrociando gli occhi smeraldini dell'amica che le sorrideva dolcemente e con gli occhi lucidi. << Sarei felicissima se tu venissi con me, lo sai. >> Amy scoppiò a piangere come una bambina e l'abbracciò ancora. << Grazie! Ti voglio bene! >> Marie rispose all'abbraccio chiudendo gli occhi sorridendo. Era bello sapere che qualcuno ti amava nonostante tutto.
Sentirono in lontananza il fischio del treno. << Hai fatto il biglietto, vero? >> La bionda sorrise facendo l'occhiolino e, dalla tasca porteriore dei jeans, tirò fuori il biglietto. << Cosa credevi? Sarei venuta con te in ogni caso! >>
Tutte e due scoppiarono a ridere con il cuore più leggero.
Ora Marie sapeva di non essere sola. Ed era sicura che sarebbe stato tutto più facile!

CONTINUA...

AAAAH! Mi spiace per il ritardo!! Purtroppo non ho molto tempo per scrivere!! Comunque ecco qui un nuovo capitolo! Lo so che è un po' corto, spero non me ne vogliate!! Grazie mille a CloveRavenclaw39 e a dark05 per aver commentato! E grazie a tutti quelli che stanno leggendo e seguendo! Al prossimo capitolo!!!!



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