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Prese un
profondo respiro cercando di calmare il cuore che galoppava selvaggio.
C’era quasi.
Ancora un po’ di pazienza e il suo sogno sarebbe diventato realtà.
Una vita
normale. Quello sognava. Una vita in cui non avrebbe più avuto paura di toccare
o di essere toccata.
Avrebbe
finalmente potuto avere una relazione seria con Bobby. Avrebbe potuto
abbracciare e toccare Logan liberamente, senza indossare guanti o maniche
lunghe persino in estate.
Sarebbe stata libera.
La battaglia
imperversava violenta mentre un vento crudele e tagliente si abbatteva sugli
X-men.
Logan era
disperato. Vedeva la donna che amava, Jean Grey, che a poco a poco perdeva quel
poco che era rimasto della sua personalità. Fenice ormai l’aveva completamente
sopraffatta. Come poteva salvarla? Cosa doveva fare?
Jean dava prova di un potere praticamente senza limiti, che
polverizzava qualunque cosa le si avvicinasse troppo. E chiunque… Ma magari
lui…
Dopotutto sono o non
sono praticamente indistruttibile? La mia capacità di rigenerarmi forse
potrebbe salvarmi… Si guardò
rapidamente in giro pensando a un piano. Poteva mai funzionare? O sarebbe stato
polverizzato immediatamente?
E poi… un sussurro…
Logan… Aiutami…
Si girò di
scatto verso Jean credendo di aver sognato tutto, ma lei era lì, davanti a lui,
che piangeva.
<<
Aiutami, Logan… >> ripetè con la voce strozzata e lui non potè più
trattenersi.
Corse verso
di lei rigenerandosi ogni volta che quel vento lo feriva e le arrivò a un palmo
dal naso.
<<
Come posso aiutarti? >> quasi urlò. Lei sorrise tristemente. <<
Uccidimi, Logan. >>
Quelle
semplici parole furono come un pugnale nel cuore di Wolverine. Uccidere colei
che amava? Quante volte avrebbe dovuto perdere le donne del suo cuore?
<< C’è
sicuramente un’altra soluzione! >> la prese per le spalle scuotendola.
Lei scosse la testa affranta.
<<
Anche se ci fosse non potrei vivere sapendo di essere la causa della morte
dell’uomo che amavo. Scott è morto per mano mia! >> ormai piangeva senza
ritegno. Come poteva vivere con quella colpa?
Logan rimase
praticamente paralizzato mentre la verità gli scivolava addosso come acqua
ghiacciata. Ciclope… Quel bastardo l’aveva battuto ancora… Anche da morto
possedeva il cuore di Jean…
La bocca si deformò
in una smorfia sarcastica. Non avrebbe mai vinto contro di lui. Era inutile
illudersi ancora.
Ma
nonostante questo, non avrebbe mai ucciso la donna che amava, era troppo.
Vedendo la
sua esitazione Jean si infuriò e il vento divenne più forte.
<< Fenice diventa più forte di minuto in minuto!
L’unico modo per sconfiggerla è uccidermi! Fallo, Logan! Così potrò stare con
Scott! >> Jean sapeva dell’amore di Logan per lei e sapeva che
continuando a parlare di Scott lo faceva soffrire, ma che altro modo c’era?
La fila
davanti a lei diminuiva rapidamente e Marie fremeva. Era a un passo dalla
libertà, il suo cuore era leggero come l’aria.
Non era mai
stata così felice in vita sua. Finalmente il suo incubo avrebbe avuto fine.
Nessuno a
scuola si sarebbe più scostato da lei per paura di finire in coma. Nessuno
l’avrebbe più guardata come un pericolo pubblico.
Finalmente poteva amare ed essere amata come meritava.
<< Ti
prego, Logan! Liberami da questo tormento! >> urlò Jean e furono quelle
parole a convincere l’X-men. Wolverine tirò fuori gli artigli e squarciò il
fragile petto della donna con un urlo selvaggio.
Jean cadde
in ginocchio mentre il vento cessava piano e lui la prese tra le braccia,
mentre una lacrima scendeva solitaria da no dei suoi occhi azzurri.
<<
Grazie… >> mormorò Jean prima di chiudere definitivamente gli occhi e
smettendo di soffrire.
Logan lasciò
andare un urlo di disperazione per la perdita della donna che amava, mentre il
resto degli X-men li guardava.
Tempesta
piangeva per la perdita di quell’amica leale e sincera e gli altri piangevano
la scomparsa di uno dei membri più forti del gruppo.
Fatto. A ben
pensarci non era stato doloroso, solo una puntura. E adesso era tutto finito!
Guardò il cielo azzurro e sorrise felice. Libera.
CONTINUA…
Molto piacere, sono nuova della sezione! Nuova nel senso che già scrivo fanfic, ma questa è la prima che faccio sugli X-Men. Allora,
mi chiamo Marianna, ho 24 anni e... Basta, direi! Spero che il prologo
vi abbia incuriosito, è un po' che ho questa storia che mi frulla
nella testa e alla fine eccoci qui! Non
darò un tempo di scadenza quindi aspettatevi di tutto, ma il primo
capitolo è già in corso e a breve dovrei finirlo, spero di continuare
cos!
Marie guardò
l’orologio impaziente, impaurita ed eccitata al tempo stesso.
Era
preoccupata per Logan, chissà come stava andando la missione. Marie sapeva che
l’uomo amava profondamente Jean Grey, una donna che lei odiava e ammirava allo stesso
tempo.
La odiava
perché era amata da Lquell'uomo dai modi rudi ma che sapeva essere
tenero con le persone a lui care, mentre lei rappresentava solo una
specie di
sorellina per lui.
E l’ammirava
perché era una donna forte e sicura di sé.
Abbassò lo
sguardo. Logan l’avrebbe sempre considerata come una specie di bimbetta da
proteggere dai pericoli e non si rendeva conto che ormai era quasi una donna.
Marie aveva
diciassette anni e cominciava solo adesso a mettere le curve nei posti giusti:
i fianchi si erano arrotondati, il fondoschiena si era fatto più pieno e il
seno stava crescendo, ma per Logan sarebbe sempre stata come una bambina.
Sospirò.
Be’, almeno aveva Bobby. Ma si sentì in colpa verso di lui. Forse dopotutto non
era una buona idea che loro due stessero insieme. Era giusto stare con qualcuno
anche se il cuore era pieno di un altro? Marie era sicura che Bobby già sapeva
che in realtà amava Logan. Molte volte l’aveva sorpreso guardarla quasi con
tristezza.
Sbuffò
mettendosi a pancia in giù nel letto della sua stanza.
Ora che non
era più una X-men cosa doveva fare? Poteva continuare a stare all’istituto?
Avrebbe dovuto parlarne a Ororo il più presto possibile.
Sentì un
trambusto di sotto e si alzò subito correndo sulle scale. Erano tornati!
Corse per la
rampa di scale fino a che, davanti a ciò che le si parava davanti, rimase
immobile per l’orrore.
Gli X-men in
missione entrarono nell’edificio a passo pesante comandati da Logan che teneva
tra le braccia il corpo ormai freddo di Jean Grey.
I ragazzi
della scuola si fecero da parte, scossi e confusi da quella vista. Non applaudivano
come al solito. Sentivano che stavolta, anche se avevano vinto, non c’era
allegria.
<<
Cos’è successo? La dottoressa Grey…? >> Marie fu l’unica che ebbe il
coraggio di parlare.
Bestia
affiancò Logan e prese il corpo di Jean e lo portò in laboratorio, lontano da
occhi indiscreti.
Wolverine
fece un profondo respiro e guardò quella che considerava la sua sorellina
minore.
<< Non
siamo riusciti a salvarla. >> rispose con voce dura e, quando sentì due
braccia esili che gli stringevano il collo rimase sorpreso, poiché non l’aveva
sentita avvicinarsi.
<< Mi
dispiace, Logan… >> mormorò la ragazzina con voce spezzata e l’uomo
annusò l’odore di ciliegie dei suoi capelli castani e ricambiò l’abbraccio
senza parlare. Loro due non avevano bisogno di parole per comunicare.
Con la sua
ragazzina tra le braccia si sentiva di nuovo un essere umano.
Vedendoli
Bobby strinse la mascella. Marie era la SUA ragazza eppure era andata da
Wolverine prima che da lui.
Sorrise
amaramente. Cosa si aspettava? Sapeva perfettamente che la ragazza aveva una
cotta per quel selvaggio e lo aveva accettato. Ma ora non più.
Strinse la
mano di Kitty che, accanto a lui, spostò lo sguardo da Marie a Bobby con
preoccupazione.
<<
Forza, ragazzi, tutti nelle vostre stanze. Domani verrete messi al corrente di
alcuni cambiamenti. >> Tempesta parlò senza emozione, come prosciugata
delle ultime energie.
Marie le
strinse la mano con comprensione e la donna dai capelli bianchi le sorrise
grata.
Toc Toc
Un leggero
bussare alla porta interruppe i dolorosi ricordi a cui Ororo si era lasciata
andare e si strinse la testa con una mano.
<<
Avanti. >> disse continuando a guardare un punto impreciso della
scrivania.
<<
Ciao. >> Marie la guardò preoccupata e le si sedette davanti.
<< Oh,
Rogue. >> La donna sorrise con affetto a quella ragazza. << Come
sta Logan? >> Tempesta era sicura che la ragazza era stata da lui prima.
Quei due avevano un rapporto bellissimo, nonostante la differenza d’età.
Marie chiuse
gli occhi e scosse la testa. << Si rifiuta di parlare. E’ chiuso nella
sua stanza da molto tempo e non accenna a uscirne. >> spiegò e l’altra
annuì. Era comprensibile dopotutto.
<< E
tu come stai? >> le chiese e Marie sorrise. << Io bene. La Cura ha
avuto effetto. E mi sento in colpa per questo. >> Tempesta era confusa.
<< In colpa? E perché mai? Adesso puoi avere una vita normale, come
desideravi, no? >> << Sì, ma… >> la ragazza si agitò sulla
sedia torcendosi le mani. << Mi sento in colpa perché io sono felice
mentre le persone che amo cadono nella più nera disperazione. Ho quasi paura a
confessare a Logan dove sono stata oggi! >> si sfogò e Tempesta le
strinse la mano.
<<
Marie, Logan ti vuole molto bene. Anche se non sei più una mutante il suo
affetto per te non sparirà! Su questo credo che tu possa stare tranquilla:
>> il sorriso della donna la rincuorò e Marie sorrise. << Grazie,
Tempesta. E… >> << Vuoi chiedermi se puoi ancora stare qui?
Ovviamente! Ormai sei parte del gruppo, mutante o no. >> Marie
l’abbracciò di slancio e Tempesta rise ricambiando. << Grazie, Ororo!
>>
Marie uscì
dall’ufficio della donna di ottimo umore e Tempesta sorrise. Quella ragazza era
come un raggio di sole nel buio più nero.
E Logan
avrebbe sicuramente avuto bisogno di quel sole.
Marie era di
ottimo umore e, quando incrociò Bobby per il corridoio, gli saltò al collo
baciandolo sulle labbra.
Il ragazzo
rimase immobile, spiazzato dal gesto della sua ragazza e Marie rise.
<<
Posso toccarti senza pericolo, Bobby! >> rivelò al colmo ella felicità e
Bobby fissò le mani senza guanti.
Non era
successo niente… Lo aveva abbracciato e baciato e lui era ancora… lui… <<
Hai preso la cura? >> sorrise.
Lei annuì
prendendolo a braccetto. << Ora potremo stare insieme senza ostacoli,
come due ragazzi normali. >> << Io non sarò mai normale, Marie. Mi
piace il mio potere. >> Lei sorrise. << Lo so. Ma puoi capire
perché a me non piacesse il mio. >> Bobby fece un cenno d’assenso. In
effetti poteva ben capire.
<<
Ehi, Bobby! >> Il ragazzo si girò e si ritrovò con al collo le braccia
della ragazza che poteva attraversare ogni tipo di superficie.
Marie era
perplessa. Ok, Kitty era molto amica di Bobby, ma quel saluto le sembrava un
po’… troppo caloroso.
<<
Ciao, Marie! >> Kitty abbracciò anche lei e i dubbi della giovane
svanirono. Dopotutto Kitty era la sua migliore amica. << Ma… >>
Kitty si allontanò da lei sorpresa. << Perché non porti i guanti?
>> Lei rise e le spiegò ogni cosa. << Ma è fantastico! >>
Le due
amiche si allontanarono dal ragazzo che rimase da solo.
<<
Donne… >> borbottò Bobby.
<<
Vedo che Marie ti ha lasciato lì come un baccalà, Ghiacciolo. >> La voce
di Logan fece voltare il ragazzo che sospirò, ormai abituato alle frecciate
dell’insegnante.
<<
Mmh… Senti, Wolverine… >> cominciò, ma si interruppe subito.
<< Sì?
>> chiese l’uomo con voce tagliente. << Mi spiace per Jean.
>> disse il ragazzo di ghiaccio con voce triste e si allontanò
raggiungendo le ragazze.
<<
Anche a me. >> mormorò Wolverine.
Rimase a guardare la figura snella di Marie che si allontanava e,
nonostante l'umore nero, gli venne spontaneo sorridere. Era sempre cos
con lei. Da quando l'aveva conosciuta non contava neanche le volte in
cui rideva e questo lo sorprendeva.
La sua ragazzina era "guarita", come era solita dire lei. marie era
convinta che lui non ne sapesse nulla, ma lui aveva capito. Non capiva
perchè non glielo avesse voluto dire, ma poco importava: l'importante
era che lei fosse serena.
Labbra che s'incontravano, si assaggiavano, si divoravano, si cercavano.
Le
labbra di lui che la baciavano su ogni centimetro del viso facendola
sospirare. Gli scuri capelli di lei che gli solleticavano il naso e lo
facevano ridere.
Bobby
la baciò con più foga facendo aderire il bacino a quello di lei che si
lasciò scappare un gemito sentendo il rigonfiamento nei pantaloni.
<<
Ti voglio... >> sussurrò l'uomo di ghiaccio con il desiderio
negli occhi e nella voce e lei non potè annuire, completamente
ipnotizzata da quegli occhi azzurri.
Come aveva potuto non accorgersi prima del sentimento che era nato piano in lei?
Si sentiva in colpa verso Marie, era la sua migliore amica, ma si era innamorata di Bobby e non poteva farci niente...
Quando finirono di spogliarsi, lui l'aveva gettata sul letto e, quando la fece sua, lei s'inarcò urlando dal piacere.
Marie ormai era un pensiero lontano...
<< Si può sapere perchè cavolo devo venire anche io? >>
Marie sbuffò e si voltò a fronteggiarlo con le mani sui fianchi e lo
sguardo esasperato. << Finiscila di borbottare come un bambino
capriccioso! Ho solo bisogno di un po' di muscoli! Non posso mica
portare una lastra di cemento da sola, che diamine! >>
Logan fece una smorfia, ma la seguì. << Ancora non ho capito a che ti serve una stupida lastra... >>
<< Davvero? Non te l'ho detto? E tu mi hai seguita senza sapere
niente? Ma che amore che sei! >> lo prese in giro e Logan
sorrise. << Me la paghi, ragazzina. >>
Ridendo, Marie si rese conto che erano arrivati davanti alla stanza in
questione e l'aprì. << Sul serio, Logan, dovresti smettere di
lamentarti per ogni co... >>
La ragazza non fece in tempo a finire la frase e rimase impietrita
davanti a quello spettacolo: Bobby, il SUO ragazzo, stava facendo sesso
con la sua migliore amica...
I due amanti si staccarono i fretta e furia cercando di coprirsi alla meno peggio.
<< Bobby... Kitty... >> la voce strozzata di Marie
raggiunse Logan che si mise subito dietro di lei e il suo sguardo si
fece di ghiaccio.
<< Se avete intenzione di scopare come conigli andate nelle
vostre stanze. >> la sua voce era fredda e tagliente e fece
rabbrividire i due. Si accorse che Marie praticamente tremava e, prima
che potesse parlare, questa fece dietro front e scappò.
<< Marie! >> la chiamò Bobby mettendosi i pantaloni e cercò
di seguirla, ma gli artigli sguainati da Wolverine a meno di un
centimetro dalla sua faccia gli fecero cambiare idea.
<< Se ti rivedo ancora vicino a lei, Ghiacciolo, è la volta buona
che ti squarto. >> Bobby lo guardò e non fece fatica a credergli
quando vide i suoi occhi.
<< Non sono affari tuoi, Wolverine. >> non voleva sfidarlo,
ma quell'energumeno non era nessuno per sputare sentenze.
Un cazzotto in pieno viso lo fece cadere all'indietro e Kitty gli fu
subito accanto. << Ma sei impazzito? >> gridò verso Logan.
<< Non sono affari miei? Ho promesso che mi sarei preso cura di
Marie, che l'avrei protetta ed è quello che farò! Non t'azzardare ad
avvicinarti ancora a lei. Sei solo un ragazzino manovrato dagli ormoni.
>>
<< Senti chi parla, quello che si fotte ogni donna che abbia culo
e tette! E, ripeto, non sono fatti tuoi! Prova tu a stare con una
ragazza che pensa sempre ad un altro! >> gli urlò contro e se ne
andò insieme a Kitty.
Logan era rimasto sul posto, sorpreso dalle ultime parole del ragazzo.
Marie innamorata di un altro? Di che diavolo parlava quel rammollito?
Bah, comunque era il caso di andarla a cercare.
CONTINUA...
Mi spiace che nessuno abbia commentato, ma la fic è appena iniziata quindi non me la prendo! XD
Spero vi sia piaciuto come capitolo! Ci vediamo al prossimo =D
Si sentiva uno schifo. Le sembrava di galleggiare in una
specie di limbo in cui il cervello non capiva più niente e il cuore era in
completo black out.
Si asciugò le lacrime con la manica della felpa e respirò a
fondo. Come avevano potuto farle una cosa simile? Il suo ragazzo e la sua
migliore amica?! Errore: il suo EX ragazzo e la sua EX migliore amica! Non
voleva neanche più vederli.
Nascose il viso nelle braccia incrociate sotto le gambe
trattenendo ancora le lacrime.
Una mano le si appoggiò dolcemente sulla testa e alzò appena
lo sguardo lucido.
Logan le si sedette accanto tenendole la mano sui capelli.
<< Posso ammazzarlo quando vuoi. Basta una parola. >>
Le sfuggì una piccola risata. Sapeva che lo avrebbe fatto
davvero. Alzò il viso e gli sorrise. << Ti ringrazio, ma non credo che Ororo apprezzerà il gesto. >> Lui scrollò le spalle
in risposta.
<< Una piccola litigata, un fulmine che mi farà vedere
le stelle e finirà lì. >> Marie alzò gli occhi al cielo. << Oh, il
mio eroe che è sempre presente per aiutarmi! >>
Logan fece un mezzo sorriso. << Sempre. >> disse
guardandola come penetrandole l’anima e lei riuscì solo a guardarlo
imbambolata.
Appoggiò il capo sulla sua spalla inebriandosi del profumo
del suo corpo misto a quello di tabacco che emanava. << Grazie, Logan.
>>
Lui non rispose, ma le circondò le spalle con un braccio e
rimasero in silenzio.
La ragazza chiuse gli occhi finalmente tranquilla. Le
bastava sapere di averlo accanto a sé per ritrovare la serenità. Il tradimento
di Bobby e Kitty sembrava ormai un ricordo lontano…
<< Sai cosa mi ha fatto incazzare? >> il tono
rabbioso con cui pronunciò la frase mise fine alle sue fantasticherie e lo
guardò di sbieco chiedendosi a cosa si riferisse.
<< Mi ha detto che non ne poteva più di stare con te
perché tu ami un altro! Che cazzate! >> ringhiò.
Il cuore di Marie perse un battito mentre il senso delle
parole dell’amico si infilava nel suo cervello. Ora capiva…
Povero Bobby! Ora che ci pensava era ovvio che ce l’avesse con lei!
Ma questo non
giustifica il suo tradimento!
Se veramente era stufo non avrebbe dovuto fare altro che
parlarne con lei! Invece aveva preferito tenere il piede in due scarpe!
Ora che ci pensava bene si chiedeva perché Bobby avesse
accettato di stare con lei: aveva spiegato subito che il suo cuore apparteneva
a Wolverine e lui, seppur a malincuore, aveva capito.
O così aveva sempre pensato…
Possibile che in realtà Bobby pensava che quella per Logan fosse solo una cotta
passeggera? Comunque fossero andate le cose lei era stata sincera. Forse aveva
sbagliato ad accettare di far coppia, ma non gli aveva mai mentito!
Cosa doveva fare ora? Cosa poteva dire a Logan?
<< E’ vero. >> si staccò dal suo abbraccio e si
alzò in piedi massaggiandosi le braccia. Improvvisamente aveva freddo. <<
Sono innamorata di un altro. Non mi sorprende che si sia stufato di aspettare.
>>
Dire che era stupefatto era poco e corrugò la fronte. Già
non gli era andata giù la relazione con Mr. Ghiacciolo, adesso veniva anche a
sapere dell’esistenza di un altro! Chi era questo stronzo?
<< Posso sapere ch è? E’ per colpa sua che ti vedo
piangere? >> sbottò e lei rise amaramente. << Già. Io lo amo con
tutta me stessa, ma non sono ricambiata. Lui ama una donna che adesso non c’è
più. >> Lo guardò negli occhi come a volergli comunicare tutto ciò che
sentiva dentro e lui si sentì precipitare in un baratro.
Qualcuno che amava una donna che ora era morta? Dio, no...
<< Marie, dimmi che ho capito male! >> si alzò
di scatto e, stringendola per le spalle, la scosse appena.
Marie scosse il capo e cominciò a piangere. << Io ti
ho sempre amato, Logan! Da quando ci siamo conosciuti! Sapevo di non avere
speranze, ma non cambiava niente… >> ora
singhiozzava senza freno tenendo il viso abbassato.
Wolverine era di pietra. Lasciò la presa e si allontanò
svelto.
<< Non abbandonarmi anche tu, Logan! >> gli urlò
dietro, ma non l’ascoltò e se ne andò.
Marie chiuse gli occhi odiandosi.
Si era ripromessa che non gli avrebbe mai detto niente… E ora lo aveva perso completamente…
Si sentiva come un leone in gabbia e la cosa non gli piaceva
per niente.
Era confuso, stupito e…Contento… L’ultima emozione era quello che lo mandava più
nel pallone perché non capiva il motivo!
Come poteva essere contento della dichiarazione di Marie?
Non poteva amare uno come lui! Innanzitutto perché era troppo più grandi di
lei! Motivo numero due lui amava Jean… Terzo motivo
non poteva incasinare la vita della ragazzina con i suoi problemi. Doveva prima
scoprire se stesso, riacquistare la memoria perduta e poi forse…Forse… No, non poteva nemmeno prendere in
considerazione quell’idea assurda.
La sua ragazzina meritava di meglio! Lui non era alla sua
altezza.
Lei era angelica, pura…
Ma ha avuto esperienze
che nemmeno tu avresti potuto sopportare.
Dannata voce interiore! Vero, aveva vissuto cose che i
normali ragazzi neanche immaginavano, ma lei era forte e aveva superato tutto.
Sorrise pensando a lei.
Già, era forte la sua ragazzina.
Lei credeva di essere una debole piagnucolona, ma riusciva a
tenergli testa come nessun altro.
Quando lo guardava come se fosse un bimbo capriccioso i suoi
occhi assumenavano una sfumatura più chiara e quando
gli sorrideva i suoi occhi si scurivano.
Era innamorata di lui. Lo amava… Quanto era stato cieco? Perché non aveva subito
capito che tutti i gesti, tutti gli sguardi e tutte le parole pronunciate
racchiudevano quel sentimento?
Quanto aveva sofferto Marie per
colpa sua?
Era soprattutto questo a farlo
imbestialire. Se la prendeva con Drake perché le aveva spezzato il cuore, ma lui… Lui aveva fatto di peggio.
Poteva rinunciare a lei? Poteva
mai fare a meno di quella luce che rischiarava le sue giornate? A quella
sensazione di benessere e tranquillità che lo invadeva quando erano insieme? A
quella sensazione di essere a casa quando, dopo un viaggio, tornava lì?
Si prese la testa tra le mani.
Era uno bastado egoista, si disse.
Prese le chiavi della moto dal
comodino accanto al letto e uscì a passo spedito.
Aveva bisogno di schiarirsi le
idee.
Il lungo pianto le aveva lasciato
un mal di testa allucinante.
Prese un paio di compresse di
aspirina e le mandò giù con un sorso d’acqua con lo sguardo perso nel vuoto finchè non sentì il rombo di una moto e si precipitò alla
finestra in tempo per vedere Logan che sfrecciava alla velocità della luce e il
suo cuore andò in pezzi.
Se ne era andato.
Ovvio, si disse. Ora che conosce i miei sentimenti è scappato via. Cosa aveva fatto?
L’aveva allontanato per sempre.
Abbassò il viso
quando la moto non si sentì più e si buttò sul letto a pancia in sotto.
Era troppo
stanca per piangere… Si sentiva svuotata di ogni
emozione, come…vuota…
Era così che si
era sentito Bobby quando aveva compreso che nel cuore per lei veniva sempre
prima Logan?
Ora capiva di
essere stata crudele con lui. Non dovevano diventare una coppia…
Tutti e due avevano sofferto molto e, se con Kitty
stava bene, era contenta.
Aveva tutto il
diritto di stare con una persona che lo metteva al primo posto.
Forse doveva
alzarsi e andare a scusarsi, ma non ne aveva né la forza né la voglia e chiuse
gli occhi per un momento finchè la stanchezza delle
ultime ore non prese il sopravvento e si addormentò.
Perché l’odore
di quella donna lo disgustava? Perché gli si rivoltava lo stomaco ricordando
come l’aveva posseduta selvaggiamente? Perché si sentiva un verme?
Perché la donna con cui sei stato non è LEI.
Ma che diritto
aveva di desiderarla? Strinse i denti pensandoci. Aveva appena fatto sesso con
quella donna per dimenticare la voglia che aveva di Marie, ma aveva solo acuito
il suo desiderio.
Era inutile
continuare a ripetersi che non poteva e non doveva desiderarla, ma era
totalmente inutile.
Ma fare l’amore
con Marie avrebbe implicato delle conseguenze. Non poteva averla se prima non
faceva chiarezza in se stesso.
Perché lei era
importante per lui. Lo era più dell’aria stessa.
Ignorando
completamente la donna addormentata al suo fianco si alzò e si vestì in tutta
con un pensiero fisso.
Aveva sentito
lo sguardo di Marie puntato sulla sua schiena quando se ne era andato. Doveva
aver pensato di essere stata abbandonata e lui era un perfetto imbecille per
non averci pensato subito.
Chissà come
aveva sofferto vedendolo andare via…
Doveva tornare
da lei. Subito.
Aveva chiesto a
tutta la scuola, ma della ragazza non c’era traccia, sembrava essere scomparsa.
Sbuffò. Non gli
rimaneva che la camera da letto…
Si avviò per le
scale come se avesse le ali ai piedi e, arrivato davanti alla porta, si fermò,
non sapendo bene né cosa dirle né come comportarsi.
Sembrava un
moccioso alla prima cotta! Che schifo!
Alla fine si
decise ad abbassare la maniglia e la vide sdraiata sul letto che dormiva
profondamente.
Si avvicinò e
si sedette sul bordo del letto sorridendo.
Sembrava un
angelo. I capelli castani erano sparsi in disordine sul cuscino e qualche
ciocca le copriva il volto. Le labbra piene e rosee erano socchiuse, ma il e
suo sguardo si incupì quando vide le sue ciglia bagnate e le tracce di lacrime
sulle sue guance.
L’accarezzò con
l’indice sinistro maledicendo se stesso.
Aveva pianto
per lui,ne era certo.
Marie aprì
piano gli occhi e, girando la testa, rimase a guardarlo in silenzio.
Stava forse
sognando? Niente di più facile, infondo Logan era fuggito via…
<< Sto
sognando. >> borbottò voltandosi dall’altra parte e lo vide alzare un
sopracciglio com’era solito fare e rimase di sasso.
<< Sei
davvero tu? >> sussurrò sentendo gli occhi inumidirsi per l’ennesima
volta.
Lui sorrise in
risposta e lei si sentì leggera.
Con il suo
tocco aveva cancellato tutta la sofferenza che aveva nel cuore.
<< Perché
te ne sei andato? >> Logan percepì il tremito nella sua voce e si maledì.
<< Avevo bisogno di pensare. >>
Le disse solo
quello e capì che lei aveva compreso.
Le circondò un
polso con la mano e la tirò sua sedere guardandola negli occhi.
<< Mi
dispiace, Marie. >>
Per cosa si
stava scusando? Si chiese lei. Per essersene andato o perché non ricambiava i
suoi sentimenti? Forse per tutte e due le cose.
Abbassò lo
sguardo puntandolo sulle loro mani intrecciate.
<< Mi
dispiace perché non posso fare a meno di desiderarti. >>
Cosa? I suoi
occhi verdi si spalancarono per la sorpresa e lo guardò arrossendo.
La mano di lui
si spostò dal polso e, sfiorando la sua pelle con le dita, risalì lentamente
fino ad appoggiarsi sul suo viso.
Marie avrebbe
voluto distogliere lo sguardo, ma quegli occhi azzurri la guardavano in un modo
talmente intenso e passionale che non poteva fare altro che ricambiare.
<< Dici
sul serio? >> parole appena sussurrate che lui colse solo perché era a
pochi centimetri da lei.
Non rispose. Si
limitò a chinarsi e catturare quelle labbra morbide con le sue come voleva fare
da un pezzo.
CONTINUA…
Buongiorno a
tutti! Voglio prima di tutto scusarmi per il ritardo, ma non ero nella
condizione psicologica per continuare alcuna fanfic.
Qualche giorno
fa mio nipote di tre anni è caduto da una sedia battendo con la testa sullo
spigolo del tavolo e abbiamo dovuto portarlo in ospedale d’urgenza la sera
stessa.
Posso solo
dirvi che eravamo molto vicini a perderlo, i medici ci avevano avvertito di
prepararci a quest’eventualità, ma, per miracolo Divino ( non finirò mai di
ringraziare Dio abbastanza) Gabriel si è salvato e sta benissimo adesso.
Persino i
dottori sono stupiti: in cinque giorni si è rimesso e ora corre per i corridoi
dell’ospedale.
Grazie a tutti
quelli che hanno recensito e a quelli che hanno solo letto!!
x menSi staccarono dopo un tempo che parve infinito.
Stupore, ansia, felicità, turbamento... Tutte queste emozioni erano ben
visibili in quegli splendidi occhi smeraldini e scorrevano in essi come
le scene di un film.
Anche lui era turbato.
Stava facendo la cosa giusta? Era giusto abbandonarsi a quell'insano desiderio che si era impadronito di lui?
Non era andato da lei intenzionato a baciarla. Da principio aveva solo
intenzione di scusarsi, come avevano fatto gli eventi a degenerare in
quel modo?
Strinse i denti. Cazzo! Non sapeva cosa fare!
<< Marie... >> un indice sottile e morbido si posò sulle sue labbra zittendolo.
Il dolce sorriso che la ragazza gli rivolse gli scaldò il cuore.
<< Sei tornato da me. >> era una semplice constatazione,
eppure - sentendo quelle parole appena sussurrate con una tale gioia -,
Logan si sentì come un naufrago che aveva trovato un'isola sulla quale
approdare.
L'abbracciò di slancio, senza pensarci e serrò gli occhi.
Piccola Marie... Le sue piccole e delicate mani che gli sfioravano la
schiena non facevano che accrescere la sua libido già messa a dura
prova.
Era dolce la sua Marie.
<< Ti voglio. >> quelle parole uscirono dalla sua bocca
prima che riuscisse anche solo a pensare di fermarle, ma non rimpianse
di averle pronunciate.
Era la pura verità. La voleva. Aveva un disperato bisogno di sentirla vicino. Pelle contro pelle.
La sentì nascondere il viso nella sua spalla e immaginò che dovesse essere arrossita.
Sorrise e la staccò da sè delicatamente. Eccolo. Quel tenero rossore
che le aveva colorato le guance non gli permise di trattenersi e,
ancora, si impossessò di quella bocca che lo stava facendo uscire di
senno e lei lo accolse con gioia, aprendo la bocca quel tanto che
bastava per permettere alle loro lingue di incontrarsi senza difficoltà.
Non si sarebbe mai sottratta a lui, non le passava neanche per la testa.
Logan la voleva.
Non le importava se non l'amava, sapeva per certo che le voleva bene, il resto non aveva importanza.
Poteva sopportare quel rapporto a senso unico?
Sentì la sua mano destra sfiorarle il seno - di certo non per sbaglio -
e si rispose che sì. Poteva sopportarlo. Pur di vivere quel capitolo
della sua vita, pur di vedere anche solo uno dei suoi sogni realizzato,
avrebbe sopportato di essere solo la sua amante.
Logan si staccò dalle sue labbra e cominciò a baciarle la mandibola,
sfiorando poi le sue palpebre chiuse in una lieve carezza, come se
avesse paura di romperla e Marie ne fu commossa.
La fece sdraiare delicatamente sul materasso scendendo ad assaggiare la
candida pelle del collo per soffermarsi sulla clavicola e intanto, con
la mano sinistra, le aveva alzato la maglietta per accarezzarle il
ventre piatto, poi più su, fino a incontrare le rotondità dei seni
pieni.
Un piccolo gemito sfuggì dalle labbra della ragazza che arrossì fino alla radice dei capelli, timida e vergognosa. Stupido! Si maledì. E' la sua prima volta, sii più delicato! Non sei un animale!
Facendo sforzi non indifferenti - non era abituato a trattare
gentilmente una donna con cui stava per fare sesso -, Logan si impose
di rallentare e cominciò a baciarle il lobo dell'orecchio e rimase
stupito quando sentì le sue mani che gli sollevavano la maglietta.
Ghignò. << Sei così impaziente di avermi, ragazzina? >>
<< Stupido! >> la replica offesa e imbarazzata lo fece
ridere e, tirandosi a sedere, si tolse la maglia lanciandola giù dal
letto e lei rimase immobile ad ammirare quel torace ampio e muscoloso.
Quante volte aveva sognato di poterlo toccare e baciare?
Allungò piano una mano deglutendo a fatica e sfiorò quei pettorali con
un tocco leggero che lo fece rabbrividire e lei sorrise e lo accarezzò
a mano aperta, ora più coraggiosa.
Sapere di avere il potere di far tremare un uomo come Wolverine aveva un che di afrodisiaco. Si sentiva forte.
Lasciandola libera di toccarlo come e dove preferiva, lui ne approfittò
per toglierle la maglietta leggera per poi sfiorare il tessuto bianco
del reggiseno e la guardò, quasi come a chiederle il permesso di andare
avanti.
Il primo istinto di Marie fu quello di coprirsi, ma seppe trattenersi.
Dopotutto non aveva niente di cui vergognarsi e, sotto quello sguardo
lucido di passione si sentì bella come non mai e acquistò sicurezza.
Fu lei stessa ad aprire i ganci di quel piccolo indumento e a
scagliarlo lontano, come se il solo tocco potesse farle venire la peste
e rimase così davanti a lui, con i seni pieni e sodi ormai liberi,
prigionieri di quello sguardo famelico e il petto che si alzava e
abbassava veloce.
Quasi senza fiato, Logan accarezzò quelle rotondità baciando le labbra
di Marie e, con calma, scese di nuovo a baciarla sul collo, la
clavicola, il petto poi arrivare all'incavo dei seni e scendere sul
ventre scatenando le potreste di lei.
Aveva i capezzoli eretti Marie, i seni le dolevano tanta era la voglia
di sentire le labbra di lui su di essi e, gemendo, gli prese la testa
fra le mani alzandogliela.
<< Ti prego, Logan... >> quella supplica strozzata lo
indusse ad accontentarla e, finalmente prese in bocca uno di quei
boccioli rosei che erano i capezzoli mentre con le mani continuava ad
accarezzarla piano e con tenerezza.
Mentre dedicava le sue attenzioni all'altro seno le aveva slacciato i
pantaloni, ma lei, persa in quel vortice di stordimento, nemmeno se
n'era accorta e, quando cominciò a farli scivolare lungo i fianchi, la
sentì inarcarsi falicitandogli il compito e fu con soddisfazione che si
liberò anche dei propri pantaloni abbandolandoli da qualche parte nei
meandri del pavimento.
Ormai nuda e solo con gli slip a coprirla, Marie cercò la sua bocca,
quasi a volerlo distrarre, ma sapeva che non serviva e si sentiva un
po' ridicola.
Si fidava di lui, ma aveva anche paura.
<< Non farò niente che tu non voglia, Marie. >> Riaprì gli
occhi per fonderli con i suoi e gli sorrise. << Lo so. >>
Nonostante l'evidente rigonfiamento nei boxer era riuscito a fermarsi
per rassicurarla.
Come poteva non amarlo per quelle attenzioni? Quanti uomini sarebbero
stati capaci di mettere il piacere della donna davanti al proprio?
Rassicurato, prese lo slip tra le dita facendolo calare lentamente
lungo i fianchi e le gambe per darle il tempo di bloccarlo in qualunque
momento, ma lei non lo fece.
Non avrebbe mai potuto farlo.
Logan si tirò su e rimase ad ammirare la sua ragazzina, ormai
completamente nuda, per attimi infiniti e rimase ammaliato davanti a
quel corpo minuto ma perfetto. Le prese una mano e se la portò al cuore
come a dirle che quello che stavano facendo era importante anche per
lui.
E lei ne rimase profondamente commossa, tanto da avere gli occhi umidi
di lacrime che lui asciugò prontamente baciandole il viso.
Si tolse i boxer, ormai unico ostacolo al loro rapporto, e li gettò via.
Ora era lei che si prese tutto il tempo necessario per guardarlo e toccarlo.
<< Credimi, ragazzina, se continui a toccarmi così non risponderò
più di me! >> l'avvertì con voce roca di passione a stento
trattenuta e lei vide con stupore il membro di lui crescere sotto i
suoi occhi inesperti.
<< Vedi l'effetto che mi fai? >> ghignò lui e lei arrossì
quasi a volersi coprire gli occhi, ma lui le bloccò le mani.
<< Eh no, piccola tentatrice... >> le disse all'orecchio facendola rabbrividire.
Ricominciò a baciare i seni, scendendo verso il ventre lasciando che la
sua lingua ricoprisse tutta quella pelle e arrivando all'ombelico, più
giù fino all'inguine, mentre con le mani l'accarezzava dappertutto
facendole provare un calore mai sperimentato prima.
Marie temeva di andare a fuoco talmente era accaldata! Sentiva qualcosa
di bagnato tra le gambe e ricordò di aver letto da qualche parte che
quando le donne si eccitano il loro sesso rilascia degli umori che
facilitano la penetrazione lubrificandole e gemette.
Sentiva il suo sesso pulsare in modo quasi doloroso e, sebbene avesse paura, voleva averlo dentro di sè!
Allargò le gambe inarcandosi e quasi gridando quando la bocca di Logan cominciò a baciare la sua femminilità.
<< Logan! >> il suo nome le uscì in un urlo strozzato, una
voce sensuale che non sembrava nemmeno la sua e lui non resistette. Si
alzò posizionandosi meglio tra le sue gambe e la baciò, facendo sì che
assaggiasse il suo stesso sapore e lei lo trovò eccitante.
Lo afferrò per le spalle e lui cominciò a entrare piano in lei stando
attento a non farle troppo male, ma d'altra parte era anche meglio non
prolungare quell'agonia così, la penetrò completamente in un'unica
spinta facendole serrare gli occhi dal dolore mentre un grido uscì
dalla sua bocca subito soffocato un ardente bacio di lui.
Rimase fermo e immobile per darle il tempo di abituarsi quella nuova
intrusioni e, dopo pochi istanti, il dolore bruciante cominciò ad
attenuarsi e la sentì rilassare i muscoli intorno a lui.
<< Tutto ok? >> le chiese ansimando. Quella ragazzina non
immaginava neanche lo sforzo che stava facendo in quel momento!
Lei riaprì gli occhi fissandoli nei suoi annuendo e lo baciò con passione facendogli capire che ora era tutto a posto.
Così Logan cominciò a spingere in lei piano e, vedendola gettare
indietro la testa ansimante cominciò ad aumentare il ritmo fino a che
non liberò completamente il desiderio represso e le sue spinte si
fecero quasi selvagge strappandoli grida e gemiti.
Lei lo assecondò muovendo il bacino al suo stesso ritmo fino a che non
raggiunse il massimo piacere seguita da lui che si lasciò andare
accanto lei prendendola tra le braccia.
Gli si accoccolò contro e lui la coprì con la coperta.
<< Ti amo, Logan. >> quella confessione lo fece sentire un verme.
Sì, perchè non poteva ricambiare.
<< Marie... >> cominciò ma lei scosse la testa. << Lo
so. >> gli disse guardandolo sorridente. << So che ami
Jean, ma non mi importa. Solo, Logan... Permettimi di amarti. >>
Permettimi di amarti... Quelle parole continuavano a ronzargli nella testa senza lasciarlo in pace.
Poteva davvero stare con lei sapendo di non poter corrispondere quei sentimenti?
Si passò una mano sulla faccia ricordando quando lei si era
addormentata e lui aveva passato tutto il tempo a guardarla come a
voler imprimersi il suo viso nel cervello.
Era ancora più confuso di prima e, davanti alla tomba di Jean, decise che l'unica cosa da fare era una.
<< Se n'è andato? >> Marie sentì crollarle il mondo addosso.
Logan se n'era andato. Di nuovo. E stavolta con il suo cuore.
Perchè? Credeva di essere stata chiara sul fatto che non pretendeva niente da lui! Cosa l'aveva spinto a fuggire ancora? Forse non ti ritiene all'altezza di Jean. Forse si è pentito di quello che avete fatto.
Serrò gli occhi dando ragione alla sua voce interiore.
<< Ha detto perchè? >> lei per prima di stupì della sua voce ferma e decisa e Ororo scosse la testa.
<< Da mai spiegazioni? No, mi ha semplicemente detto che partiva
e che prima o poi si sarebbe fatto vivo, tutto come al solito. >>
le spiegò il capo degli X-men e lei annuì mentre il cuore le andava in
pezzi.
Era stata una pazza. Aveva davvero creduto di poter sopportare un rapporto a senso unico? Era solo una stupida!
Si pentiva di aver fatto l'amore con lui? No, quello no. Perchè, anche
se solo per un tempo breve, Logan aveva pensato a lei come a una DONNA!
Non come alla ragazzina da accudire e proteggere.
Sospirò mentre salutava la donna si incamminava neanche lei sapeva dove.
Aveva assaporato il Paradiso e ora era finita all'Inferno.
Rabbia. Dolore. Frustrazione. Tutte queste emozioni si agitavano nel
suo essere con la forza di un uragano rischiando di travolgerla e prese
un respiro profondo per calmarsi.
Doveva andarsene. Non poteva stare lì ad aspettarlo in eterno.
Logan non era pronto per una relazione e lei non poteva chiudere il suo cuore così.
Non sapeva se questa volta lui sarebbe tornato e non voleva tormentarsi. Doveva andare avanti!
CONTINUA...
Ok,
sono finalmente arrivata al capitolo che segna la svolta della storia!
Mi spiace per ritardo, ma sto creando questa fanfiction passo per
passo, perciò non potrò essere puntuale nell'aggiornamento, spero solo
che abbiate la pazienza necessaria per aspettarmi! Ho tempi lunghi
purtroppo!!
Come già detto, questo è un capitolo fondamentale perchè Marie capisce
che nonostante il suo amore, non può continuare a vivere nell'ombra di
Logan.
Non vuole più essere una bimba piagnucolosa che si rode il fegato ad
aspettare un uomo che non l'amera perciò decide di prendere in mano la
sua vita.
Ringrazio di cuore chi ha commentato ( Pandi Fuoribinario) e tutti
quelli che stanno leggendo e seguendo questa fic e siete in tanti, il
che non può che farmi piacere!
Cercherò di aggiornare il prima possibile, ma non vi prometto niente! XD
ALLA PROSSIMA!!
x men<< Secondo me stai sbagliando. >>
Una specie di lamento uscì dalle sue labbra e i suoi occhi verdi mollarono i suoi occhi azzurri. Li chiuse cercando di ritrovare la calma.
Era passata una settimana da quando Logan era sparito senza dare notizie e Marie era giunta ad una decisione.
<< Ho bisogno di andare via, Bobby. Non posso continuare a stare
seduta qui pregando di vederlo tornare e rodermi il fegato nell'attesa!
>> la sua accorata protesta fece riflettere il ragazzo che annuì.
I due si erano riappacificati e l'amicizia tra Kitty, Bobby e Marie era più forte di prima.
<< Marie, capisco cosa vuoi dire. >> intervenne Kitty
seduta accanto a Bobby sul letto della camera di Marie, mentre l'altra
si era appollaiata sulla sedia.
<< Ma non credi che Wolverine si aspetti di vederti qui al suo
ritorno? >> lo sguardo dell'ex X-men si indurì tanto che gli
altri due provarono un brivido di apprensione.
<< Come potrebbe aspettarselo? Nemmeno un arrogante presuntuoso
come lui può aspettarsi che io rimanga qui buona e docile ad attenderlo
come un cagnolino! >> la rabbia l'aveva fatta scattare in piedi e
Bobby annuiva con vigore.
<< Sono assolutamente d'accordo! Però che cosa intendi fare una
volta via di qui? >> le chiese preoccupato e Kitty si tormentò le
mani. Sapere che la loro migliore amica sarebbe stata lontana da loro
era un pensieri che li incupiva, preoccupati che potesse succederle
qualcosa.
Gli occhi verdi di Marie si fecero pensierosi mentre rifletteva e
incrociò le braccia al petto. << Tornare dai miei genitori è
impensabile, per loro sono praticamente morta, anche adesso che sono
normale. >>
E questo le fece male perchè, ora che aveva perso i suoi poteri, era
convinta che anche il rapporto con i suoi si sarebbe ricucito invece
era stata disillusa.
Aveva scritto a casa spiegando cos'era successo e non avrebbe mai dimenticato la lettera di risposta della madre.
Davvero credi che accetteremo di riaverti con noi?
Anche se non sei più una mutante rimani comunque un mostro della loro stessa specie.
Hai quasi ammazzato quel ragazzo e sei sparita senza dir nulla, come credi dovremmo sentirci?
Ogni giorno ci fanno domande su dove sei e che cosa fai, ci chiedono cos'è successo esattamente a quel poveretto.
Noi non ti vogliamo, Marie.
Ora abbiamo un altro figlio a cui pensare, per noi sei morta e sepolta.
Non cercarci più.
I soldi sul tuo conto corrente sono tuoi, perciò d'ora in poi sarai perfettamente indipendente.
Addio
Ingoiò amaramente le lacrime che minacciavano di uscire e si
fece forza. Dopotutto se lo aspettava e in un certo senso lo meritava.
Come aveva detto sua madre era stata lei a scappare, troppo codarda e
troppo spaventata da se stessa per riuscire a gestire un potere più
grande di lei.
Sapere che i genitori avevano avuto un altro figlio la distruggeva, perchè lei non poteva più far parte di quella famiglia.
Non sapeva nemmeno se era maschio o femmina...
Respirò a fondo.
<< Non lo so, ma non avrò problemi a trovare un piccolo appartamento. >>
<< Ororo cosa pensa di tutta questa storia? >> le chiese
Kitty e Marie sorrise tristemente. << Non è d'accordo, ma mi
augura ogni bene. >>
Era passata una settimana e finalmente era arrivato il gran giorno.
Borse e bagagli erano tutti allineati all'ingresso pronti per essere
caricati su un taxi che l'avrebbe portata in aereoporto.
Destinazione Londra. Aveva sempre desiderato andarci e quella poteva essere un'ottima occasione!
Aperta la porta si voltò indietro e si prese un attimo per contemplare
quella che era stata la sua stanza, il suo rifugio personale.
Quella stanza che era stata testimone dell'avverarsi del suo sogno d'amore. E della sua disillusione.
Quella stanza l'aveva vista versare molte lacrime di tristezza e anche di gioia.
Sentì gli occhi inumidrsi e cercò di rimandare giù il groppo che le era
salito alla gola, ma inutilmente. Sorrise. Quelle quattro mura le
sarebbero mancate terribilmente.
A testa china decise che era il momento di dire addio a tutto quello.
Scese di sotto e sorrise vedendo tutta la scuola riunita all'ingresso
per salutarla. Le labbra le tremarono per la voglia di piangere.
Uno ad uno, tutti i ragazzi che conosceva superficialmente le porsero i
loro saluti, fino a che arrivò il turno degli X-men. La sua famiglia.
Quando Ororo, Bestia, Bobby, Kitty e NighCrowler l'abbracciarono le
lacrime che aveva trattenuto vennero fuori. La voglia di rimanere lì
con loro, di aspettare il ritorno dell'uomo che amava era forte, ma
avrebbe finito con lo distruggersi lentamente.
E lei voleva vivere.
<< Mi mancherai, Marie. >> Ororo, alias Tempesta, che era
stata per lei una specie di mamma, l'abbracciò forte piangendo.
Marie D'Ancanto era arrivata alla scuola del dottor Xavier come una
ragazzina timorosa di se stessa e del mondo e ne usciva come una donna
che si preparava ad affrontare il mondo a viso aperto.
Era fiera di lei.
Era un po' meno fiera di Logan e, una volta tornato, gliene avrebbe
cantato quattro, ma ora... Ora era il momento di salutare quella
giovane donna che, chiusa nel suo bozzolo, ne era uscita come una
splendida farfalla.
<< Scrivimi! E abbi cura di te, amica mia! >> Kitty la baciò sulle guance, anche lei piangendo, e Marie con lei.
Nonostante quello che era successo la loro amicizia si era fatta più forte che mai.
Ora era il turno di Bobby.
Il ragazzo le fece un mezzo sorriso, non sapendo bene come comportarsi,
e ci pensò Marie a toglierlo dall'imbarazzo abbracciandolo stretto.
Il ragazzo ricambiò l'abbraccio affondando il diviso nei suoi capelli castani.
<< Mi mancherai. >> le sussurrò e lei lo baciò sulla
guancia. << Anche tu. >> rispose con gli occhi rossi.
<< Mi mancherete tutti voi. >> disse rivolgendosi a tutti quanti. Si asciugò le lacrime e prese un bel respiro.
<< Ci rivedremo! >> promise prendendo in mano un borsone.
Bobby e Bestia presero le due valigie e l'accompagnarono davanti al
taxi.
Dopo gli ultimi saluti, la ragazza salì in macchina.
<< All'aereoporto. >> comunicò all'autista che, ubbidiente,
partì allontanandosi da quella che era stata per anni la sua casa.
Guardando fuori dal finestrino dell'aereo, Marie non potè fare a meno di pensare.
Aveva veramente fatto bene a dire addio alla sua vecchia vita per
andare incontro all'ignoto? Era stata la disperazione per la partenza
di Logan che aveva fatto scattare in lei la voglia d'indipendenza?
Ora che ci rifletteva meglio era da tempo che voleva prendere un
appartamentino per lei, ma fino a quel momento non aveva dato peso a
quel desiderio considerandolo ridicolo.
Aveva una stanza tutta sua per studiare, a che le serviva un
appartamento di cui avrebbe dovuto pagare l'affitto? Per non parlare
delle bollette.
Ma adesso, grazie ai soldi sul suo conto, poteva permettersi di cercare un lavoro con tutta calma per concentrarsi sullo studio.
Ce l'avrebbe fatta.
Poteva riuscire a mettersi Logan alle spalle e ad andare avanti.
Doveva farlo o si sarebbe consumata poco a poco e non poteva permetterselo!
Erano passati sei mesi e Marie si manteneva in contatto con l'accademia
e la vita dei mutanti scorreva tranquilla tra lezioni e allenamenti.
Di Magneto non c'era più traccia e Ororo poteva affermare che erano ormai in un periodo di pace.
Quanto sarebbe durata non poteva dirlo, ma si augurava il più possibile.
La donna era in ufficio che controllava dei documenti al computer
quando la porta si spalancò facendola sobbalzare, ma subito sbuffò
vedendo chi era.
<< Logan, possibile che ancora non hai imparato a bussare? >> lo rimproverò e lui le rispose con un grugnito.
<< Dov'è Marie? Perchè non è qui a scuola? >> le chiese duramente e lei prese un respiro.
Era arrivato il momento di aggiornare Wolverine sugli ultimi avvenimenti.
<< Maestro, tutto bene? La vedo pallido. >>
La donna sostenne il vecchio che stava per cadere e lo fece sedere su una poltrona della biblioteca.
<< Va tutto bene, mia cara. >>
Ed era vero. Andava tutto a meraviglia.
I suoi poteri stavano tornando e non mancava molto al rientro in scena di uno dei mutanti più potenti della storia.
<< Ragazzi miei, dobbiamo assolutamente trovarla. I suoi poteri
stanno tornando, dobbiamo convincerla a passare dalla nostra parte.
>>
Aveva bisogno di lei.
Xavier aveva sottovalutato il potere di quella ragazza.
Anzi, lo aveva temuto e lo aveva temuto nascosto il più possibile. Ma,
sotto la sua guida, sarebbe diventata la mutante più forte del mondo.
Strinse gli occhi in preda al panico.
Aveva stretto amicizia con Carl, un ragazzo simpatico e anche molto
carino del suo corso di storia. Erano usciti per bere un caffè - lei
non poteva berlo, aveva optato per una cola light - e, quando si erano
messi su una panchina, lontani da tutto e da tutti, era successo il
disastro.
Carl l'aveva presa per mano e aveva cominciato ad impallidire.
Fino a che a Marie non erano esplosi nella testa i pensieri e i ricordi del ragazzo.
Aveva urlato, si era allontanata da lui ed era scappata, rifiutandosi di credere a ciò che era appena successo.
Non poteva essere di nuovo una mutante! I suoi poteri non potevano essere tornati!
Al sicuro nel suo appartamento, si lasciò cadere a terra accarezzandosi il pancione di sei mesi.
<< Non preoccuparti. >> sussurrò alla vita dentro di lei. << Andrà tutto bene. >>
Cercava di rassicurare il bimbo che portava in grembo o se stessa? E,
se i poteri stavano tornando, come avrebbe potuto prendersi cura di
quel bambino se non poteva nemmeno toccarlo?
CONTINUA...
E
rieccomi con un nuovo capitolo! Mi spiace che nessuno abbia commentato
quello precedente, ma pazienza! Bene, finalmente Logan è tornato
trovando una spiacevole sorpresa...
Come reagirà quando Tempesta gli racconterà tutto?
Tanti colpi di scena in questo capitolo! Immagino abbiate capito chi
sia il mutante chiamato Maestro e la nostra Marie ci sorprende con una
gravidanza!
Come andrà a finire?
Non ve lo dico! Dovrete aspettare il prossimo capitolo!!
Alla prossima!! Bye!!! =D
x men 2Per fortuna Carl stava bene e la vita all'università era tornata più o meno normale.
Da voci di corridoio Marie aveva scoperto che si diceva che Carl avesse
toccato qualche filo della corrente scoperto e il poveretto non
ricordava nemmeno di essersi appartato con la ragazza.
Meglio così.
Aveva ripreso a vestirsi con abiti scuri e lunghi, stando attenta a non
lasciare nuda neanche una striscia di pelle che non fosse il viso.
Non riusciva a credere di essere ripiombata in quell'incubo... Tanta
fatica, anni di attesa per uscirne... Sprecati in pochi minuti...
Camminava a testa china per i corridoi dell'università diretta al corso
di spagnolo quando si sentì toccare la spalla e trasalì girandosi di
scatto.
Sospirò di sollievo. << Dio, Amy, mi hai spaventato! >>
Amy Stuart, sua compagna di corso, era una bella ragazza con i capelli
biondi tagliati a caschetto e gli occhi azzurri. Era molto formosa ed
era famosa al campus perchè collezionava ragazzi come si fa collezione
di scarpe.
E lei di scarpe ne aveva tante.
Ma a Marie non interessava: Amy era una tipa sveglia, dalla lingua
tagliente, non aveva paura di dire ciò che pensava ed era un'amica
leale e sincera.
<< E' per quello che lo faccio! Se non ti spaventassi che
divertimento ci sarebbe? >> replicò con un sorriso luminoso che
rischiarò l'umore nero della castana. << Ehi, ti ricordo che sono
incinta! Un trauma potrebbe indurmi a un parto prematuro! >>
scherzò accarezzandosi il pancione ed Amy si chinò verso di esso.
<< Ciao piccolino, sono la zia Amy! >> Marie sorrise.
L'amica non vedeva l'ora che il bimbo nascesse solo per il gusto di
essere chiamata "zia Amy". << Tutto bene là dentro? Ormai manca
poco, preparati! >> le accarezzò l'addome e poi le cinse le
spalle con un braccio. << Stasera vieni con me al nuovo locare
vicino a Kings Cross? Dicono che sia molto in! >>
Amy si chiedeva come mai Marie avesse cominciato a vestire in quel modo
bizzarro, ma imputò quel cambiamento alla gravidanza. Dopotutto era una
bella gatta da pelare. Le aveva suggerito di dare il bimbo in adozione
una volta nato, ma aveva reagito quasi con violenza sorprendendola. Darlo in adozione? MAI! Questo bambino è frutto dall'amore che provo per suo padre, è l'unica cosa che mi resta di lui!
Le aveva raccontato solo vagamente di essersi innamorata di un certo
Logan e di essere andata a letto con lui. Prima volta prima gravidanza.
Che destino di merda! pensò Amy.
Anche a lei era capitato di rimanere incinta una volta... La colpa era
stata di uno di nome Philip. Aveva creduto di essere veramente
innamorata e di essere ricambiata, ma, scoperto che lui si era solo
divertito e che non aveva intenzione di starle vicino, aveva abortito.
Le piacevano i bambini e sperava di diventare madre un giorno, ma...
Sapeva che l'aborto era una cosa abominevole, ma era della convinzione
che un figlio lo si doveva volere per poterlo amare completamente.
Avere un figlio significava sacrificare se stessi e i propri sogni e
lei non era pronta a farlo.
Oltre al fatto che suo padre aveva minacciato di diseredarla se non si
fosse disfatta del bambino. Aveva avuto paura. Paura di rimanere sola
contro il mondo. Senza famiglia e senza soldi sarebbe stata costretta a
lasciare gli studi e si sarebbe dovuta cercare un lavoro, ma chi mai
avrebbe assunto una ragazza incinta? Così alla fine aveva optato per la
scelta più semplice anche se all'ultimo aveva avuto qualche
ripensamento.
Ma ormai era inutile piangere sul latte versato. La vita andava avanti.
Marie annuì sorridendo. << Perchè no? Un po' di svago mi farà bene e, ti dirò... Ho voglia di mangiare piccante! >>
L'espressione sbalordita della bionda la fece ridere di gusto. <<
Marie, ma tu odi il piccante! >> La castana scrollò le spalle.
<< Le voglie. >> spiegò. << Pensa che ieri mi è
improvvisamente venuta voglia di asparagi con il formaggio fuso.
>> << Bleah... Sto per vomitare... >> Ridendo, le due
amiche entrarono nell'aula.
<< CHE CAZZO VUOL DIRE CHE SE N'E' ANDATA? >> le urla di
Wolverine rimbombarono per tutta la scuola spaventando i novellini,
mentre i veterani decisero che star lontani dall'ufficio di Tempesta era di primaria importanza per la loro vita.
<< Abbassa la voce, Logan! >> La donna dai capelli bianchi
lo riprese aspramente. << Ti sorprende tanto che Marie abbia
deciso di vivere la sua vita lontano da te? Sei stato tu a sparire!
>> quelle parole ebbero il potere di inchiodarlo sul posto e di
farlo sentire uno stupido.
<< Avevo bisogno di riflettere. >> ringhiò e Tempesta rise
sprezzante. << Di riflettere? Logan, capisco che tu fossi
confuso, ma ti sei fermato a pensare a come si sarebbe sentita lei dopo
la tua fuga? >>
Non ricevendo risposta lo sguardo di Ororo si addolcì. << Marie
ha semplicemente deciso che era ora di cambiare. E tu dovresti esserne
contento, no? >>
Lui si limitò ad uscire dall'ufficio sbattendosi la porta alle spalle con una tale violenza da far tremare i muri.
Ororo prese un profondo respiro per calmarsi.
Immaginava che sarebbe andata in quel modo e in effetti aveva creduto
di dover litigare con lui fino a notte fonda, invece avevano discusso
solo tre ore. Era andata abbastanza bene in effetti.
Si alzò dalla sedia dietro la scrivania massaggiandosi le tempie con un
sospiro stanco e si mise davanti alla finestra fissando il cielo
riempirsi di nuvoloni neri, quasi a rispecchiare il suo umore.
Aveva appena finito di leggere una mail di Marie in cui le diceva che
aveva cominciato a uscire con un certo Carl ed era contenta per lei. Si
meritava una vita felice e, se questo voleva dire stare al fianco di un
altro Logan avrebbe dovuto farsene una ragione.
Guardò
pensosa fuori dalla finestra. Sarebbe salito sulla moto e girato in
lungo e in largo alla sua ricerca? Era capacissimo di farlo, lo sapeva
bene.
Sperava solo che alla fine tutto si aggiustasse senza spargimenti di sangue.
Il suo primo impulso fu di riprendere la moto e girare anche in capo al mondo per trovarla.
Ma si riebbe dopo una decina di minuti esaminando i pro e i contro.
Contro n° 1: Marie sicuramente si sarebbe addirittura rifiutata di
vederlo dopo il modo in cui era scappato, perchè - per quanto odiasse
ammetterlo - era proprio fuggito a gambe levate terrorizzato dai suoi
sentimenti.
Contro n° 2: Prima lo avrebbe massacrato fisicamente e verbalmente e poi forse, forse, lo avrebbe ascoltato.
E qui veniva fuori un problema. Cosa le avrebbe detto? Come poteva giustificare il proprio comportamento ai suoi occhi?
Aveva preso ciò che voleva e poi era andato via. Punto. Persino lui si
considerava un bastardo della peggior specie perchè, nonostante avesse
promesso di prendersi cura della ragazza, era stato proprio lui a
spezzarle il cuore e non una volta. Tante volte. E si odiava. Si odiava
perchè Marie gli aveva offerto il suo amore su un vassoio d'argento e
lui l'aveva mandato a puttane. Aveva preso il suo cuore e lo aveva
fatto a pezzi.
Non intenzionalmente, ok, ma la sostanza non cambiava. Sicuramente ora Marie lo odiava e lui non poteva che biasimare se stesso.
Senza accorgersene era arrivato sulla loro collinetta. Rimase immobile
a fissare il sole che tramontava ricordando che era il momento che
Marie preferiva. Ricordò che, per scacciare la tristezza, la sua
piccola andava sempre lì e gli diceva che le bastava vedere il sole
sparire lentamente per sentirsi meglio. " Mi bastano i colori del tramonto per tornare serena." Chiuse gli occhi e deglutì mentre nella sua mente rieccheggiava quella voce melodiosa. " Il cielo si tinge di mille sfumature che ti fanno capire quanto sia meravigliosa la natura. "
Ricordò i suoi occhi che brillavano, le labbra piene piegate in un
sorriso radioso e i capelli castani mossi dal leggero venticello.
Come aveva potuto essere così cieco da non accorgersi dei suoi
sentimenti? Sentì il cuore stretto in una morsa dolorosa ed ammise con
se stesso di essere un perfetto imbecille.
Era sempre stato innamorato di Marie D'Ancanto e non se n'era mai accorto, abbagliato dalla bellezza prorompente di Jean.
Capì che il suo cuore era appartenuto a quello scricciolo sin dal
giorno che l'aveva vista nascosta nel suo furgone e mezza assiderata.
Ricordò la disperazione provata quando Magneto l'aveva rapita e il
dolore che gli aveva lacerato il petto quando aveva temuto che fosse
morta.
Non era mai stato semplice affetto fraterno.
Si sedette sull'erba prendendosi la testa fra le mani e il petto chiuso
in una morsa dolorosa mentre la consapevolezza dei suoi sentimenti lo
colpiva con la forza di un uragano.
La sua Marie... Dov'era adesso? Sarebbe tornata da lui o era troppo tardi?
Non sapeva quanto tempo era rimasto là a pensare, ma una cosa l'aveva
capita: non sarebbe rimasto immobile ad aspettare il suo ritorno.
L'avrebbe cercata.
Il primo passo era chiedere agli studenti, sicuramente loro sapevano
dov'era, ma doveva essere discreto perchè, se Tempesta fosse venuta a
conoscenza del suo piano, un bel fulmine in testa non glielo toglieva
nessuno!
Con in mano un sacchetto della spesa, Marie camminava tranquilla per le strade diretta al suo appartamento con un sorriso.
Aveva appena salutato Amy dopo un pomeriggio di shopping e aveva
qualche ora per un bel bagno e per farsi bella prima dell'appuntamento
al karaoke.
Aveva appena svoltato l'angolo quando un'onda durto la scaraventò a qualche metro più in là facendola cadere di schiena.
D'istinto premette le mani sull'addome chiedendosi stordita che diavolo fosse successo.
Si rialzò a fatica, ostacolata dal pancione e con gambe, braccia,
schiena e sedere che le dolevano. Alzò lo sguardò e fissò inebetita un
energumeno dai capelli biondi e lunghi e con la barba incolta.
Sembrava un selvaggio, uno di quei vichinghi raffigurati nei libri per
bambini, dalla struttura possente e muscolosa. Aggrottò le sopracciglia
mentre un vago ricordo si faceva strada nella mente. Dove l'ho già visto questo tizio?
Il gigante emise un ruggito simile al verso di una bestia e un brivido
di paura corse lungo la sua spina dorsale, mentre serrava gli occhi
pregando che non la uccidesse.
<< Il Maestro vuole vederti, Rogue. >> spalancò gli occhi
quando lo sentì parlare, ma soprattutto si chiese come facesse quel
tizio a conoscere il suo nome e aggrottò la fronte. << Chi è
questo Maestro? >> gli chiese e lui ruggì facendola
indietreggiare per lo spavento.
<< Vieni e basta! >> Marie chiuse gli occhi per un attimo e
cercò di calmarsi. Quella sottospecie di animale non voleva farla
fuori, il che era già di per sè abbastanza consolante! Numero due: era
tornata a essere una mutante, perciò poteva difendersi.
Riaprì gli occhi con uno sguardo determinato: aveva toccato parecchi
mutanti assorbendo pensieri, ricordi e poteri. Doveva concentrarsi e
provare a usare un potere in particolare che in quel momento le serviva
enormemente.
Prese un bel respiro concentrandosi e focalizzò nella sua mente il suo appartamento e chiuse gli occhi. Ti prego, NightCrowler, non abbandonarmi proprio adesso!
Quando la bestia la vide scomparire le corse subito addosso attaccando
ma colpì solo l'aria e un urlo di rabbia squarciò la quiete del
quartiere.
Riapparve a casa sua e, una volta resosi conto di essere al sicuro, lasciò scorrere le lacrime che il panico aveva bloccato.
Perchè a lei? Non bastava essere innamorata di un uomo che non la
ricambiava? Non bastava essere rimasta incinta di suo figlio? Non
bastava essere tornata a essere un mostro dopo aver assaporato la
normalità? Perchè il destino si accaniva così contro di lei?
Dopo dieci minuti buoni trascorsi a piangere sul pavimento decise che
era ora di smetterla. Qualcuno la stava cercando, un tizio che si
faceva chiamare "Maestro". Decise di mandare una mail a Ororo per
chiederle un parere, così si alzò dal pavimento a fatica e raggiunse il
portatile, ma, poco prima di toccare la tastiera, cambiò idea. Non era
il caso di far preoccupare inutilmente Tempesta, aveva già la scuola di
cui occuparsi. Senza contare che non aveva mai nemmeno accennato alla
sua gravidanza, non poteva certo raccontare tutto. Doveva farcela da
sola.
Aveva dentro di sè i poteri di mutanti dalle capacità straordinarie,
doveva imparare a controllarle e a maneggiarle alla perfezione se
voleva vincere contro questi nemici sconosciuti.
Una strana calma si impossessò di lei. Ce l'avrebbe fatta. Si sarebbe
allenata a controllare i suoi poteri e, se l'avessero attaccata ancora,
non sarebbe scappata.
CONTINUA...
Aaaallora...
parto col dire che mi dispiace tantissimo di avervi fatto preoccupare,
ma ho avuto un periodaccio e mi hanno attaccato internet solo
stamattina e ora sono qui ad aggiornare! Non vi ho abbandonato! Nel
periodo piatto ho scritto più di quel che credevo! Spero che
continuerete a seguirmi!
x men 3Con
un borsone con lo stretto necessario già pronto sul letto, Marie
camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza tormentandosi le
unghie delle mani.
Era ormai ovvio che non poteva rimanere: chi la cercava sapeva
benissimo dove viveva, che vita faceva, i luoghi che frequentava e
soprattutto CHI frequentava. Doveva andarsene, niente di più niente di
meno. Non importava dove, ma un dubbio le straziava il cuore.
Doveva raccontare la verità ad Amy o scappare nel cuore della notte
come una ladra? Con il cuore stretto in una morsa d'angoscia chiuse gli
occhi quando sentì bussare.
<< Marie? Posso entrare? >> la voce dell'amica le giunse
ovattata da dietro la porta e Marie prese un profondo respiro per
calmarsi. << O la va o la spacca. >> sussurrò e andò ad
aprire.
Amy le rivolse un sorriso raggiante che, vedendo la sua faccia lugubre,
si smorzò all'istante. << Ehi, tesoro, che succede? Problemi con
il piccolo? >> si preoccupò subito e, al cenno negativo, sorrise
sollevata. << E allora cos'è questa faccina triste? >>
quando fece per sfiorarle la guancia Marie le schiaffeggiò la mano per
mandarla via e la bionda non potè far altro che rimanere lì impietrita
ed incredula.
<< Che diavolo...? >> le parole non le uscivano e guardava
la mora con occhi sconvolti ed amareggiati. << Ma che ti prende?
>> Marie chiuse gli occhi, chinò la testa e si sedette sul letto.
<< Mi dispiace, Amy, ma non devi toccarmi... Lo dico per il tuo
bene... >> la voce rotta di Marie le fece capire che era una cosa
molto seria e cercò una sedia per sedersi.
Deglutì il nodo in gola. << Cosa succede? Perchè c'è quel borsone sul letto? >>
A Marie tremavano le labbra e sentiva gli occhi inumidirsi. Come poteva
confessare alla sua migliore amica di essere un mostro? L'avrebbe
sicuramente persa... Poi sentì quella vocina che sempre la tirava su. Insomma! Non ti eri ripromessa di
prendere in mano la tua vita? Per farlo devi dire tutto! Pancia in
dentro, petto in fuori e abbi coraggio! Già, coraggio... Sì! Strinse la bocca in una linea decisa ed
alzò gli occhi verdi verso quelli azzurri di Amy. << Me ne sto
andando, Amy. >>
La sua reazione fu come te l'aspettavi: occhi sbarrati, scioccati e bocca aperta. << Cosa? Perchè? >>
<< Ci sono delle persone che mi stanno inseguendo e che sanno
dove mi trovo e... >> << Aspetta, aspetta! >> la
bionda si alzò dalla sedia come se l'avesse punta uno scorpione e
cominciò a girovagare per la stanza. << Quello che dici non ha
senso! >>
<< Dei mutanti mi stanno cercando e io devo andarmene! >>
quasi urli e lei rimane come paralizzata. << E perchè dei mutanti
dovrebbero cercare proprio te? >> domanda abbastanza scontata, in
effetti... Ma la risposta è la più difficile da confessare... <<
Perchè anche io sono una mutante... Credo che siano interessati al mio
potere come lo fu in passato Magneto. >> Ed ecco lo sguardo che
non avresti mai più voluto vedere...
<< Tu sei una... Una... Una... >> Dio, la cosa le faceva
talmente schifo che non riusciva nemmeno a pronunciare quella parola!
Lo sguardo di Marie si indurì. << Non sono un mostro, Amy.
>> La rezione dell'altra fu quasi violenta ed urlò. << Sì
che lo sei! E, sentiamo, quali sarebbero i tuoi poteri? >> il
sarcasmo della sua frase era volutamente offensivo, ma la mora volle
ignorarlo. Dopotutto la capiva. << Quando tocco gli altri...
Umani o mutanti che siano, io assorbo i loro ricordi e i loro poteri.
>> si avvicinò alla finestra. << Se non riesco a smettere
nel migliore dei casi la vittima cade in coma, come... >>
<< Come Carl... >> finì Amy disorientata e Marie annuì.
<< Se invece va male muore. >> La bionda cominciò a
indietreggiare e a tremare e, senza accorgersi del letto dietro di lei,
ci cadde sopra.
Si alzò subito e corse verso la porta. Marie socchiuse gli occhi
ferita. << Credo che sia la mia capacità di assorbire i poteri
che attrae quelle persone e così ho deciso di andarmene. Se sono
disposte a tutto potrebbero anche rivalersi su persone a cui voglio
bene. >> la guardò dritto negli occhi per farle capire che si
riferiva a lei, ma Amy era troppo scossa ed agitata per notarlo.
<< Mio dio... Per tutto questo tempo non mi sono mai accorta di
niente... >> << Qualche mese fa ho preso la cura. Una specie di
antidoto che avrebbe dovuto annullare il gene mutante per sempre, ma...
Non ha funzionato. >>
<< Io... Io... Devo andare! >> aprì la porta per scappare,
ma le parole dell'amica la fermarono. << Se ti interessa io vado
alla stazione. >> lei non la guardò nemmeno. <<
Dove pensi di andare? >> << Non lo so... Qualcosa mi verrà
in mente. >> Amy non rispose e scappò via e Marie lasciò scorrere
le lacrime.
Be', non poteva certo lamentarsi, era stata lei a voler raccontare tutto e ora ne pagava le conseguenze.
Prese un respiro e si asciugò gli occhi. Non aveva tempo per compiangersi. Doveva partire.
Con il sudore che ormai gli ricopriva persino il sedere, Logan
continuava a colpire il sacco da boxe con una ferocia disumana, ma la
furia scaricata non lo faceva sentire meglio, anzi, era ancora più
frustrato.
Si fermò con il fiato corto fermando il sacco con le mani. Nonostante
la sua forza non era in grado di trovare Marie e di riportarla
indietro... Nonostante fosse uno degli X-men più forti non era stato in
grado di far felice la sua ragazzina... Che razza di uomo era?
Sguainò gli artigli quando sentì il rumore di passi che si avvicinavano
e, vedendo Ghiacciolo che entrava nella stanza degli allenamenti,
ringhiò e glieli puntò contro.
Bobby alzò le mani in un gesto di resa deglutendo e facendo un passo indietro. << Ehi, volevo solo parlarti! >>
In risposta Wolverine ridusse gli occhi azzurri in due fessure
fissandolo male. << Non me ne frega un cazzo di cosa vuoi fare!
Levati dalle palle! >> Recuperato un po' di autocontrollo, Bobby
scrollò le spalle. << Siamo di pessimo umore, eh? Non hai ancora
avuto notizie di Marie? >> un ghigno sardonico era spuntato sul
viso del ragazzo e, quando si ritrovò gli artigli affilati di Wolverine
sulla giugolare, decise di fare dietro front. << Ehi, scherzavo!
Sono solo venuto a dirti che l'altro ieri ha mandato una mail a Kitty.
>>
Logan mise giù la mano e lo fisso torvo, ma più calmo. << Sta
bene? >> << A quel che dice sì. Ha conosciuto una ragazza
di nome Amy e sono diventate molto amiche. >> il suo tono
esitante lo insospettì. << Ma? >> Bobby alzò gli occhi
verso di lui. << Le sono tornati i poteri, Logan. >>
Logan non poteva crederci... << Cosa? Ma la cura? >>
L'altro scosse la testa. << Non lo so, probabilmente ha perso la
sua efficacia, ma sai che significa? >> << Che tutti quelli
che hanno preso quel farmaco ora sono di nuovo dei mutanti. >>
<< Vuol dire che anche Magneto potrebbe aver riacquistato i suoi.
>>
Cazzo! Magneto! << Hai già avvertito Tempesta? >> <<
No, pensavo volessi saperlo prima tu. >> Logan annuì con la
testa. Prese la maglietta da una sedia e se la infilò velocemente.
<< Andiamo. >> Bobby lo seguì.
Le cose cominciavano a farsi serie.
Nell'ufficio di Ororo erano stati convocati tutti gli X-men.
<< Se Magneto è tornato in attività non c'è più da stare
tranquilli. >> Bestia parlò per primo dopo il silenzio che si era
venuto a creare. Ororo si disse d'accordo e raccolse le mani sotto il
mento. << Per il momento però non possiamo fare niente. Non
sappiamo dove si trovi, nè chi sono i suoi nuovi alleati. Possiamo solo
aspettare una sua mossa. Come sta Marie, Bobby? >>
Bobby scrollò le spalle. << Non si è dilungata, ma mi sembra stia
abbastanza bene. Un po' scombussolata, ma dice di aver accettato la
cosa. Ah, e... >> si guardò intorno un attimo. << Cosa?
>> sbottò Logan inviperito e agitanto i pugni. << Mi ha
scritto anche che una sera è stata seguita da un tizio grande e grosso
che le ha detto che il Maestro la stava cercando. >> Nella stanza
calò il silenzio più. Wolverine si mosse per primo sbattendo il pugno
sul muro e creando una crepa. Tutti deglutirono inquieti e Tempesta si
alzò di scatto dalla sedia. << Perchè la cercano? Perchè proprio
lei? >> NightCrowler si agitò sul posto e Tempesta si fece
pensierosa. << Marie è in grado di assorbire poteri e ricordi di
umani normali e mutanti solo toccandoli. E' un potere che fa gola a
molti. >> spiegò con la fronte corrucciata. << Se la trova
uno in grado di manipolare la mente come Jean o il Professore potrebbe
plasmare la sua volontà e trasormarla in una macchina da guerra
personale. Bobby, avvertila di fare attenzione. >> Il ragazzo
annuì. << Marie è forte. Mi ha detto di aver usato il potere di
NightCrowler per teletrasportarsi nel suo appartamento. >> A
quelle parole Logan esalò un respiro di sollievo mentre un sorriso
d'orgoglio faceva strada sulla sua bocca. E brava la sua Marie! Ororo,
NightCrowler, Bestia e Kitty risero. << Be', è un ex X-men
dopotutto! Sa badare a se stessa! >> Tempesta si riaccomodò.
<< Per ora non mi preoccuperei più di tanto. Per favore, Bobby,
Kitty, ditele di tenerci aggiornati sui movimenti di quell'uomo e di
suoi eventuali complici. >> I due fidanzatini annuirono,
salutarono e uscirono dalla stanza.
<< Davvero credi non sia il caso di preoccuparsi? Marie potrebbe
essere in pericolo! >> la preoccupazione nel tono di Logan la
colpì nel profondo. Gli sorrise. << Abbi fiducia in lei. Ormai è
una donna, ora che ha di nuovo i suoi poteri è in grado di difendersi
da sola, non credi? >>
In risposta ricevette un mugugno non molto convinto e lo invitò a
uscire. << Non hai lezione adesso? >> Lui inarcò un
sopracciglio. << Mi stai cacciando? >> <<
Precisamente. >> gli rispose con un sorriso innocente e, con un
ghigno Logan uscì.
<< Vado anche io. Ho voglia di sgranchirmi le gambe! >> Eh,
Ororo adorava l'accento tedesco di NightCrowler! Bestia le si avvicinò.
<< Sei preoccupata, vero? >> Tornò seria e prese un
profondo respiro sistemandosi più comodamente sulla sedia. <<
Abbastanza. Ho la sensazione che Marie non ci abbia detto tutto...
>> << Cosa pensi che nasconda? >> La donna dai
capelli bianchi allargò le braccia impotente. << Non lo so
proprio... Proprio non lo so... >>
Alla stazione Marie aspettava l'arrivo del treno che l'avrebbe portata
al porto e l'arrivo era previsto per le 10.00, cioè una decina di
minuti.
Si girò e, vedendo Amy che si sbracciava urlando il suo nome a squarciagola, sentì il cuore fare le capriole.
Era venuta a salutarla? O a dirle addio?
<< Marie! >> la bionda si fermò di fronte a lei piegandosi
in due per lo sforzo. Le persone attorno a loro sembravano non far caso
a niente, troppo prese dai loro programmi.
<< Mi dispiace... >> le parole appena mormorate giunsero
ovattate alle orecchie della castana. << Eh? >> Gli occhi
azzurri della sua amica la fissavano pieni di rammarico. << Mi
dispiace, Marie! >> l'abbracciò di slancio e, dato che indossava
una maglia a maniche lunghe, Marie la lasciò fare ricambiando
l'abbraccio.
<< Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> deglutì a fatica il
nodo di commozione che le si era formato in gola. << Tu sei la
mia migliore amica! Muta... >> l'occhiata ammonitrice che le
diede le fece capire che non era il caso di pronunciare quella parola.
<< Insomma, tu sei sempre tu! Sei sempre la mia Marie! >>
ridendo e piangendo insieme si abbracciarono.
<< Dove sei diretta? >> le chiese la bionda. << A
Parigi. Ho sempre sognato di visitarla. >> << E dove
starai? >> << Ah, non so... Troverò una pensione o un
albergo a poche spese, immagino... >> Vedendo che si faceva
pensierosa Marie si chiede a cosa stesse pensando Amy. << La mia
famiglia ha una residenza nella periferia di Parigi ed è libera per la
maggior parte dell'anno, ci vivono solo i domestici. >> Marie
sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta. << Potrei venire con
te. >> aggiunse Amy tormentandosi nervosamente le mani. Dopotutto
come poteva pretendere che Marie la facesse andare con lei dopo quello
che le aveva fatto? Le mani guantate della ragazza si poggiarono sulle
sue. La bionda alzò lo sguardo incrociando gli occhi smeraldini
dell'amica che le sorrideva dolcemente e con gli occhi lucidi. <<
Sarei felicissima se tu venissi con me, lo sai. >> Amy scoppiò a
piangere come una bambina e l'abbracciò ancora. << Grazie! Ti
voglio bene! >> Marie rispose all'abbraccio chiudendo gli occhi
sorridendo. Era bello sapere che qualcuno ti amava nonostante tutto.
Sentirono in lontananza il fischio del treno. << Hai fatto il
biglietto, vero? >> La bionda sorrise facendo l'occhiolino e,
dalla tasca porteriore dei jeans, tirò fuori il biglietto. <<
Cosa credevi? Sarei venuta con te in ogni caso! >>
Tutte e due scoppiarono a ridere con il cuore più leggero.
Ora Marie sapeva di non essere sola. Ed era sicura che sarebbe stato tutto più facile!
CONTINUA...
AAAAH!
Mi spiace per il ritardo!! Purtroppo non ho molto tempo per scrivere!!
Comunque ecco qui un nuovo capitolo! Lo so che è un po' corto, spero
non me ne vogliate!!
Grazie mille a CloveRavenclaw39 e a dark05 per aver commentato! E grazie a tutti quelli che stanno leggendo e seguendo! Al prossimo capitolo!!!!