Sangue dal nord

di Sigridshieldmaiden
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sigrid ***
Capitolo 2: *** Sogno Premonitore ***
Capitolo 3: *** Scherzi e Ricordi ***
Capitolo 4: *** Sfida ***
Capitolo 5: *** Sacrificio ***
Capitolo 6: *** Saluto ***



Capitolo 1
*** Sigrid ***


 Stava per albeggiare e il bosco doveva ancora svegliarsi del tutto,gli uccelli notturni stavano facendo ritorno ai loro rifugi nei rami cavi degli abeti o in qualche anfratto di roccia,maledicendo il giorno con i loro striduli lamentii.Infatti quello era un giorno maledetto per la caccia  ; come maledetta era stata la notte per quei rapaci.
 Si erano destati un ora prima dell'alba ,appositamente per  raggiungere  il punto migliore per tendere un agguato  a un branco di cerve che da qualche tempo si aggirava per la vallata.I tre temerari avevano dovuto attraversare un bel pezzo di bosco per sbucare precisamente nel luogo dell'appostamento,disturbando civette e gufi che, infastiditi o spaventati dal passaggio dei tre umani avevano lasciato scappare le loro prede .
L'aria era fredda . Il respiro dei tre volenterosi disegnava nuvole di vapore nell'aria,e quando ogni tanto si fermavano lungo il cammino ..il vento che trasportava piccoli fiocchi di nevischio,serpeggiava   fra le felci argentate di brina e si insinuava tra le fessure delle pesanti vesti e pelliccie che li coprivano .Per quanto volessero,i due  giovani della combriccola sarebbero tornati indietro a spron battuto per infilarsi sotto le pelli nel materasso di paglia ,ma la loro guida in quella peripezzia non aveva voluto saperne . Sarebbero andati anche sul più lontano cucuzzolo di montagna per cacciare una cerva .
Era un rituale sacro,la caccia,come era importante farsi una buona fama in battaglia ,nei saccheggi e negli assalti ai monasteri.Dopotutto per i vichinghi ,così venivano chiamati da coloro che veneravano Cristo,erano demoni venuti dal nord ,oltre il mare ,e quindi abituati al freddo.Potevano essere considerati degni di andare in battaglia due che non riuscivano a sopportare il freddo?
< Suvvia ragazzi,per un po di vento state facendo un sacco di lagne ! >disse il capogruppo; un uomo alto ,sulla quarantina ,con lunghi capelli castani raccolti in una treccia e una barba che copriva a stento i linamenti aspri del mento; mentre riprendeva il sentiero sul piccolo tratturo che conduceva al luogo dove dovevano appostarsi.
< La  fa facile lui! dopotutto ci ha buttati giù dal letto con un boccale d'acqua.Come farà tua sorella a sopportarlo ancora dopo tutto questo tempo proprio non lo so! >.Nuvole di fiato seguirono quelle parole un po ironiche.Portavano alla bocca di un ragazzo giovane ,sui diciotto anni,con occhi verde acqua  e capelli biondi ,con il primo accenno di barba sul mento,alto ,anche se più basso di un braccio della loro guida .Se ne stava dritto ,appoggiato all'asta della lancia che aveva con se , e guardava divertito la sua compagna di viaggio,rimasta silenziosa per tutto quel tempo sotto la pelliccia che le faceva da cappuccio.
Lei si limitò ad un sorriso divertito.Il piccolo passaggio cominciava a farsi più stretto passo dopo passo,costringendo i tre ad appoggiarsi alla parete rocciosa ricoperta di muschi .Era appena sorto il sole  e nel   bosco già compariva  la nebbia mattutina ,che per scappare dal tepore dei primi fasci di luce, s'accavallava su se stessa in una fuga disperata giù per il pendio scosceso e sassoso.Ogni anfratto,ogni crepaccio oscuro, buio,freddo e profondo era per lei la salvezza dalla luce .Era quasi come un sogno.Negli cuori  i tre avvertivano come un richiamo...qualcosa proveniva da quella nebbia ,un suono dolce,familiare ..eppure sentivano dentro di loro come un senso di smarrimento,come se qualcosa di trasognato li chiamasse a se per condurli al nulla dove potevano annidarsi i peggiori incubi .
La nebbia ,paurosa ,si stava diradando fra gli arbusti e i tronchi degli alberi ,lasciando i tre davanti a una piccola radura che s'apriva rigogliosa davanti ai loro occhi.Ora il cielo era luminoso e riversava in essa i suoi fasci di luci ,tanto belli quanto deboli rispetto alle nuvole che spesso coprivano i cieli del nord.La luce rimbalzava sui fili d'erba, leggermente coperti di brina, creando non pochi problemi ai tre cacciatori ,che se ne stavano attenti con orecchie aperte nella speranza di udire le loro ambite prede,dietro un cespuglio di rovi .
< Abbiamo fatto un sacco di strada per niente!torniamo a casa Sven . >sbisbigliò il ragazzo.
< Chiudi quel buco e guarda attentamente laggiù Leif  > rispose l'omone abbastanza seccato indicando con il dito un punto in mezzo alla radura.In un primo momento,quando guardarono,non videro niente,ma poi ,quando i loro sguardi si abituarono a quella luce videro chiaramente la sagoma di una testa che si guardava intorno timorosa.
Gli occhi grigi  di Sven scintillavano per l'eccitazione.< Leif tu vieni con me,cerchiamo di attirarla da questa parte mettendole paura.Tu invece.. >disse rivolgendosi alla ragazza < Tieniti qui pronta con la lancia,quando la vedi arrivare cerca di colpirla così noi due possiamo prenderla da dietro. >.Cercando di essere più silenziosi possibili ,strisciarono nell'erba alta andando verso la cerva.
"Come al solito ci rimango sempre io qui,certo ,loro con la lancia fanno schifo ma per una volta potrei andare io al posto di Leif!".Come tutte le volte  rimaneva nascosta dietro ad un nascondiglio in attesa della povera bestia che finiva,la maggior parte delle volte,impalata dalla sua lancia.Era l'unica in tutto il villaggio che riusciva a centrare un cervo al primo tentativo,anche se non ne andava così fiera.Ogni volta che lo faceva vedeva negli occhi di quella povera bestia ,che soltanto un attimo prima aveva creduto di riuscire a fuggire dal  suo predatore; il suo riflesso.Era qualcosa di strano,perché,anche se era la preda ad essere uccisa era come se vedeva se stessa negli occhi di quel povero animale.Era qualcosa che odiava,eppure non poteva sottrarsi a ciò.Nessuno avrebbe riconosciuto in lei una persona valida,un buon guerriero  .
E  se non avesse cominciato a comportarsi da tale non sarebbe mai stata in grado di scendere in battaglia . Doveva dimostrare a tutti quelli del villaggio che ormai era degna di combattere al fianco degli uomini nelle terre dei cristiani.
Improvvisamente qualcosa la destò dai suoi pensieri,qualcosa di peloso e grosso.Se ne accorse perché il suo mantello non poteva passare inosservato in mezzo a quel bagno di sole .Era nero,grosso,peloso e molto pericoloso.Come aveva fatto a non vederlo prima?
Era a poco più di tre metri dalla cerva ,chino,silenzioso..quasi invisibile ai suoi occhi.Un grosso lupo ,tutto nero ,era appostato pronto per attaccare alla gola la cerva .Era quasi singolare come cosa ,una bestia come il lupo,che aveva fatto molte vittime tra le pecore di Sven ,temuto e odiato da tutti al villaggio,era capace di arrivare quatto quatto,silenzioso e invisibile a poca distanza da una giovane cerva .Chissà se era solo,forse,probabilmente non lo era .
"E pensare che Leif e Sven hanno  strisciato fino a dietro alla cerva senza...O  porca..."
La chioma bionda di Leif spuntava dal limitare della radura a una diecina di metri dalla preda.
"Quei due non l'hanno visto,che cavolo faccio?! Se si ritrovano in mezzo a un branco quelli ci restano secchi! Merda..". Non aveva il tempo di pensare ,se ce n'erano più di uno erano in guai seri soprattutto in tre e separati.Poteva fare solo una cosa.
Afferrò la lancia e saltò al dilà del cespuglio.Incominciò a correre a perdifiato agitando la lunga asta in aria e urlando ai compagni < VIA! >.La cerva si girò e la guardò con occhi sbarrati,poi spaventata tentò di correre via ,ma il lupo e Leif surono più veloci di lei .Leif lanciò la sua lancia mancandola per poco.Il lupo invece ,approfittando dello spavento ,uscì dal suo nascondiglio e le si mise alle calcagna .La cerva spaventata tentò di entrare nel bosco ma Sven sbucò fuori tagliandole la strada.Fu sufficiente per farle cambiare strada .Si voltò disperata verso l'unico punto libero.
< SIGRID!! ORA!!! >urlarono Sven e Lief.
In quel momento però non poteva muovere un muscolo.Si fermò impulsivamente mentre la cerva ,disperata,le correva incontro.Forse sperava di farla finita,meglio morire subito con una lancia in corpo,che essere sventrata dai lupi ancora viva ?
Ma non fu così .Evitò la ragazza ferma d 'innanzi  saltando .Con un solo movimento era saltata tutta la sua altezza evitando persino la punta della sua lancia,lasciandola dietro di se come ostacolo al suo inseguitore.In quel momento iogni parte del suo copo scattò,portò in basso la lancia ,ma non mu abbastanza veloce.Davanti a lei il lupo si era fermato improvvisamente  a cinque metri da lei,preso alla sprovvista dal balzo della sua preda.Ora era lì,davanti a lei.
E la guardava fisso negli occhi,prima sorpreso,poi arrabbiato o meglio,spaventato.Era molto più grosso da come lo aveva visto da lontano.E non era del tutto nero,ma aveva il manto che diventava via via più chiaro,un marrone color terra cruciata sulle gambe.Entreambi i loro occhi chiarissimi,color ghiaccio quelli di lei,e azzurri quelli di lui si incontrarono per un interminabile secondo sospeso tra paura e attrazione.
Quella fu la prima volta in cui,in quello sguardo , non vide la bestia che tutti descrivevano meschina e violenta.Era una cosa del tutto diversa anche dalla povera cerva.Era un qualcosa di enigmatico,attraente ,c'era qualcosa di affascinante in quello sguardo così selvaggio,così indomabile che non potè fare a meno di rivedersi in quello sguardo.
Erano vicinissimi,talmente vicini da potersi specchiare negli occhi.Lei si vedeva negli occhi dell'animale ,e mentre si guardavano  poteva distinguere chiaramentel'immagine del lupo racchiusa nel riflesso di se stessa .Tanto bastò per perdersi nel riflesso dei sui occhi.Nè paura ,nè aggressività apparivano ,tanto che ,quando l'incantesimo si sciolse entrambi si ritrassero indietro più per meraviglia che paura .Per un secondo erano stati l'uno l'immagine dell'altra.
Un secondo,nulla di più,poi il lupo se ne andò velocissimo nel bosco,come la nebbia di quella mattina ,lasciando Sigrid lì impalata.
Persa nel vento aggrovigliato delle sue emozioni nonvide arrivare i suoi compagni.Solo quando la scossero la riportarono al loro presente.
< Sigrid ti senti bene ,tutto a posto?! >Lief l'aveva presa per le braccia e la guardava pallido in volto.Lei annui.
< Per me non stai bene,torniamo a casa! > disse Sven con un filo di voce.Si apprestò a sfilargli la lancia dalle mani quando lei si destò da quel suo improvviso sonno .
< Sven,credo di aver visto qualcosa in quello sguardo .>
Lui la guardò,ma non osò chiedere .Era strano,come avevano fatto a non accorgersi della presenza di un lupo? Perchè quell'animale non aveva mostrato remore nell'attaccarla? Sapeva bene cosa poteva significare trovarsi davanti un lupo ,specialmente affamato e nel pieno di una battuta di caccia.Non sono animali docili per natura ,e se costretti possono diventare peggio dei cani quando attaccano;eppure quella bastia non eveva neanche digrigato i denti davanti a Sigrid.Si erano guardati per un attimo ,lei davanti a lui con la  lancia abbassata mentre lui a pochi passi da lei che se la guardava sorpreso e incredulo.Chissà,forse era stato un caso,uno di quei casi che accadono solo una volta nella vita e ; che viene spontaneo raccontare quando si è vecchi vantandosi con amici,figli e nipoti.Eppure il dubbio che ci fosse qualcosa di più persisteva,anzi, era martellante e spinoso...forse gli dei avevano mandato un segno,un ammonimento,oppure qualche essere magico si stava burlando di loro,o li stava avvertendo.Ma perchè a Sigrid? Spazientito dai suoi stessi dubbi le rispose nell'unico modo possibile:<  Credo che faresti meglio a chiedere ai sacerdoti,loro sapranno darti una risposta . >.
La guardò in faccia,ma non seppe dire se anche lei si stava domandando le stesse cose.Lief invece si guardava intorno nervoso.Scrutava con interesse il bosco,soprattutto il punto dove il lupo era scomparso.Era giovane e ancora inesperto, ma aveva buone potenzialità per diventare un buon combattente: forza invidiabile ,robustezza e grinta ...ma non con la stessa lucidità e fermezza di Sigrid,che poteva rivelarsi difficile da contrastare ,specialmente quando la sua attenzione è rivolta a qualcosa in particolare o quando è talmente presa da un pensiero ,come in quel momento,che la sottraeva dal mondo e la conduceva in un mondo invisibile ad altri tranne che a lei.
Si rimisero in cammino delusi e turbati da quell'incontro.Si erano lasciati sfuggire una preda da sotto il naso ed erano rimasti a guardarsi come stoccafissi incerti sul da farsi.Hilda dal canto suo avrebbe capito,limitandosi a prenderli in giro per tutta la serata.Il ritorno fu molto più veloce dell'andata,fu soprattutto più silenzioso .Nessuno aveva voglia di parlare.Sven era seccato del fatto che avesse perso una bella cerva con tanta facilità ,Sigrid  era rimasta silenziosa chiusa nei suoi pensieri finchè Lief ,probabilmente per riportarla sulla terra non le versò un po' d'acqua sulla schiena.Questo bastò a svegliarla dal suo sonno per maledire Leif che in tanto se la rideva di cuore.Arrivarono a casa per la cena.
I tre consumarono qualche aringa affumicata,pane raffermo e del latte sotto lo sguardo di Hilda che con aveva fatto altro che prenderli in giro fin da quando erano tornati.Le figlie di Sven invece ,Berit di dodici anni e Aud di sette trivellavano di domande il padre e la zia.Sven in un primo momento preferì noi rispondere ,ma poi, riempiendosi il boccale la sua lingua si era sciolta ma non aveva detto niente del lupo.Sigrid invece era assente totalmente.Era ancora dubbiosa sull'accaduto,e poi si stava interrogando sul dafarsi .L'indomani lei e Lief sarebbero tornati al villaggio lasciando Sven e Hilda .Quella sarebbe stata l'ultima volta in cui stavano insieme,e sia Sven che Lief preferirono sorvolare sul discorso del lupo quando Hilda e le figlie facevano domande su un particolare .Hilda invece, dopo qualche domanda senza risposta capì che era inutile fare domande e quindi interruppe le domande delle figlie con un secco "andate a letto che è tardi!"che non accettò repliche.
Dopo quello anche Lief e Sigrid si ritirarono nella stanza datagli per dormire.Era una stanza abbastanza grande,calda e asciutta.Hilda gli aveva dato tutte le pellicce che aveva in casa per evitare che sentissero freddo.Certo,durante la notte si sentiva freddo,ma in quella casa costruita completamente di legno e con un tetto di paglia molto spesso era quasi improbabile che entrasse il gelo del nord.certo qualche spiffero non mancava,ma era più che normale avvertire una certa calura ,specialmente quando si dorme in un letto con il materasso di paglia e con pellicce come coperte.un ora dopo la cena,quando ormai il russare di Sven era diventata l'unica cosa viva nella casa silenziosa Lief osò fare una domanda.Sapeva bene che Sigrid non dormiva e quindi approfittò del momento ; nessuno poteva disturbarli e la loro conversazione sarebbe rimasta nascorsa, come loro in quella stanza , circondati dal più totale buio .Dormivano entrambi ai lati della stanza e Lief dovette girarsi per poterla vedere.Era,come aveva immaginato,sotto le pellicce ,con una mano tra i capelli che guardava il soffitto di legno.Sbisbigliando con estrema delicatezza le domandò:
< Sigrid,cosa intendevi dire  prima con....con ..."credo di aver visto qualcosa in quello sguardo"? >
Lei lentamente si girò verso di lui e lo guardò.Riusciva chiaramente a distinguere i suoi  occhi verdi perfino in quel buio,che gli chiedevano risposte.Poi silenziosamente rispose< Forse ,oggi,ho visto tutt'altro che un lupo >.Sperava che Lief non facesse più domande ,e così fu,lo conosceva bene e sapeva quanto lui potesse comprenderla.Riusciva a farlo persino quando lei non sapeva cosa voleva,quando non riusciva a pensare a niente ma nonostante non smetteva di farlo;come quella volta.Probabilmente neanche  lui aveva capito cosa intendeva,ma cos'altro poteva fare se non confortarla o cercando di starle vicino come poteva?.Soltanto un dio poteva essere lupo e non esserlo allo stesso tempo.E se davvero così era ,non c'era nulla di buono nell'averlo visto.Ma era questo che lei intendeva?Cosa intendeva con quelle parole,perchè l'aveva dette e perchè non faceva altro che ripensare a ciò?
Le domande e i dubbi se ne andarono in punta di piedi ,piano piano,lasciando il posto al sonno .Questo,si insinuò nelle menti,nei vestiti sotto le pellicce e perfino nei capelli pur di infilarsi nei buchi lasciati dai pensieri.Era sempre stato quello il suo lavoro.Doveva farsi strada strisciando nel buio ,silenzioso,quasi come se stesse rubando.E mogio mogio,andando adagio riuscì a coprire gli occhi di Sigrid,lasciando alla notte le sue domande. 

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Capitolo 2
*** Sogno Premonitore ***


Faceva freddo.Un freddo che Sigrid non aveva mai provato in tutta la vita.
Era in piedi,davanti a casa di Sven.Il cielo era plumbeo e l'aria era ferma, gli uccelli che di solito non facevano altro che cantare tutto il giorno ora tacevano.Dalla casa non proveniva nient'alto che il suono gutturale del vento ,che faceva sbattere una porta all'interno della casa,priva di altri suoni, quasi come se fosse disabitata da lungo tempo.Qualcosa non andava,e sentiva dal cuore un senso di inquietudine .Involontariamente corse .Tentò con tutta la forza che aveva di aprire la grande porta di legno,ma per quanto ci provasse non si muoveva.Cominciò a battere i pugni urlando il nome di sua sorella ,di  Sven e delle bambine.Ma nessuno rispondeva.Impotente si ritrasse indietro,prese la rincorsa e con foga si buttò nel tentativo di sfondarla.Ma niente era in grado di smuoverla,nè i suoi calci,nè i suoi pugni.Poi quando crollò a terra stremata la porta emise un cigolio e lentamente si aprì.
L' afferrò con rabbia spalancandola,e allora vide. Sven giaceva a terra con gli occhi che la fissavano dilatati,la gola tagliata aveva lasciato scendere il sangue che si era allargato sul pavimento.Poco distante  c'era sua sorella rivolta a terra ,immobile e cerea.Metà del suo volto rivolto verso l'uscita mostrava un occhio ,anch'esso dilatato,pieno di terrore.
 Si svegliò urlando e sudando freddo .Lief che invece stava sonnecchiando nel suo giaciglio al calduccio saltò su dal letto spaventato . Subito si precipitò da Sigrid chiamandola,ma non fece che peggiorare la situazione.Più cercava di calmarla e più lei strillava e agitava le braccia,e ben presto  prese un bello schiaffo in faccia.Al secondo urlo Hilda fece irruzione nella stanza con un calcio,mandando la porta a sbattere con talmente tanta forza che i cardini cigolarono, con un ascia  in mano .
Quando vide Lief che teneva stretta sua sorella con un abbraccio, per evitare un  altro bello schiaffone ; non esitò a piantare con tutta la sua forza mostruosa la penna affilata dell'arma a pochi centimetri dalla testa del ragazzo. Lief sapeva che stava per morire ,e facendo appello a tutta la sua velocità si lanciò nell'angolo più lontano della stanza.
" Odino ,presto sarò con te" fu il suo pensiero.
<  Ma che diavolo state facendo voi due!!!  > ruggì Hilda .In quel momento Sigrid uscì dall'incoscienza   incubo, e si lanciò al collo della sorella .Hilda, sorpresa del gesto  la guardò,incredula,poi  voltandosi verso il povero Lief gli lanciò un occhiata che arrivò fin nelle membra del ragazzo congelandogli il sangue nelle vene.



<  HAHAHA, Lief ho sempre saputo che eri un tipo focoso,ma cercare di fare questo non me lo aspettavo....HAHAHA ,ed io che ti consideravo un ingenuo! La prossima volta che tenti però avvisami,se non fossi arrivato Hilda ti avrebbe fatto a pezzetti! >
 < Come devo dirtelo che non ho fatto niente?!!  E poi se avessi voluto non l'avrei fatto qui ..  >
< Raccontalo a qualcun 'altro ! so bene cosa ti passa per la testa! Soli soletti in una camera calda e con tante pellicce, lei semi incosciente ancora addormentata ,accaldata e più che disposta...Quale uomo non tenterebbe!> disse Sven in preda alle risate,sbattendo il pugno sul tavolo di legno.
< Questo lo dici tu..aspetta hai detto "ben disposta"? > disse incredulo Lief,che era saltato su ,con le mani sopra al tavolo .
< Ritiro tutto, una capra è più sveglia...Non vedi come ti guarda,come ti parla e come si confida con te? Persino Hilda che è la gentilezza fatta persona  la prima volta che ho provato a baciarla mi ha riempito di pugni,mi ha persino fatto un occhio nero! Sigrid invece sta cercando di fartelo capire da un pezzo secondo me,ma tu hai gli aghi di pino nel cervello!> disse toccandosi la testa con un dito  ripetutamente.
In quel preciso momento Hilda entrò in casa seguita da Sigrid.Era pallida in volto e gli occhi arrossati di pianto.Lief saltò istintivamente indietro ,ma Hilda lo rassicurò con un gesto della mano.
<  Scusami per stamane,non avrei mai immaginato che stessi cercando di calmarla,comunque ,dopo questo spero che le cose tornino come prima...ma sappi che la prossima volta... >
< Hilda ,smettila ,è colpa mia.Spero che possiate scusarmi . >.Aspettò il silenzio e raccontò il terribile incubo. Sven e Hilda si guardavano con occhi increduli e preoccupati ; capirono subito ,mentre Sigrid raccontava loro del suo sogno , che era più che normale che avesse urlato in quel modo.Nonostante le rassicurazioni che le fecero ,Sigrid rimaneva turbata.
< Sigrid, te lo giuro,non succederà niente...oggi verranno dei miei amici e stai sicura che con loro nessun folle tenterà di fare ciò che ci hai detto! Non preoccuparti,a tutti capita di fare sogni strani..pensa io un giorno ho sognato di avere le tet.. >
Hilda posò una mano sulla spalla di Sven,che si fermò a metà del suo racconto.In quel momento Berit e Aud fecero capolino dalla porta dell'atrio e assonnate si diressero verso la tavola.Salutando tutti con un grande sbadiglio comune.Se per i quattro era stata una mattinata movimentata ,per le due piccole era stata più che tranquilla.
L'aria del mattino era frizzante e fresca.Trasportata da una leggera brezza proveniente dal mare ,inondava il volto di Sigrid e Lief scompigliando loro i capelli.L'aurora stava finendo di tingere il cielo di immense sfumature di rosa, giallo  ,bianco,arancione e azzurro  quando il sole fece  capolino dalle piatte nubi , disegnando  sopra le  vette delle montagne massicce,brulle e frastagliate,le prime lingue di fuoco.
Se ne stavano fuori ,con le loro provviste per il viaggio ,aspettando la piccola barca di Olaf,il traghettatore.Secondo gli accordi doveva passare a prenderli,ma probabilmente si era fermato a pescare aringhe e si era dimenticato.
Entrambi non si erano detti una parola,troppo imbarazzati. Finchè l'imbarazzo non sparì e incominciarono a ridere .
"Cielo,mia sorella è proprio pazza!,come ha potuto anche solo pensare una cosa del genere.." si diceva Sigrid.Ogni tanto,quando Lief non guardava si permetteva di indagarlo,lo studiava ...lo faceva fin da quando l'aveva conosciuto ,aveva lo strano potere di farla divertire sempre,anche in momenti come quello ; e gli era grata per questo.
Chissà,forse , se non si fosse deciso avrebbe fatto lei  la prima mossa, dopotutto  se  ancora non aveva capito era anche perchè lei non era arrivata al nocciolo della questione,anzi aveva sempre cercato di evitare quel discorso...ma poi le cose erano cambiate ,e a sua volta era cambiata lei .Ma non era tempo per questi pensieri .
Una piccola figura apparì  in lontananza. Una barca ,che pian piano si avvicinava sempre di più.Poi un altra figura ,un altra barca comparve,anch'essa diretta verso di loro.Forse Olaf si era ricordato del patto?
La piccola barca di Olaf attraccò con poche difficoltà alla piccola passerella ,seguita da un altra barca, ben più grossa che trasportava quattro uomini .
In quel momento Sven uscì di  casa precipitandosi a salutare i suoi presunti amici...
Olaf , era un uomo sulla sessantina con lunghi capelli  bianchi legati in un codino e con due baffoni bianchi  lunghi fino a metà busto ; era di costituzione robusta, con una pancia bella gonfia e rotonda,come le sue guance paffute e perennemente rosse per l'alcol;
Lui e Sven si abbracciarono,scambiandosi battute .Poi,quando Sven si accorse dell'arrivo dei suoi amici alzò le mani al cielo in segno di saluto e li accolse presentandoli uno ad uno.
Erano quattro,uno diverso dall'altro sia per altezza che per corporatura.Il primo che si fece avanti era uno gnomo in confronto a Sven.Era basso, sulla ventina,con baffi e barba neri,capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle .Gli occhi sottili e piccoli erano neri,ed aveva stampato in volto un sorriso smorfioso. <  Questo è il mio amico Varin Karlson , Figlio di Karl Gunnarson >. Il vanitoso si limitò a un sorrisetto che a Sigrid parve subito una presa in giro.Sentiva i suoi occhi che la guardavano, e questo non fece altro che darle ancora di più sui nervi quel tipo. Aveva sempre odiato i vanitosi.
Il secondo che si fece avanti invece era alto come Sven , con capelli  corti chiari,un color biondo scuro,tendente al castano ,senza barba ,fatto insolito visto che tutti avevano una barba o dei baffi  da quelle parti , e con due occhi marroni vivaci .Era muscoloso,con gambe e braccia lunghe e ben allenate  .Diversamente dal suo compagno sfoggiò un sorriso trentadue denti,e si presentò da solo <  Io sono Jorvard Ragnarrson ,piacere  >
Il terzo era un uomo sulla quarantina ,stempiato,con una lunga barba con due treccine ai lati e i capelli raccolti in una lunga treccia.I suoi occhi erano marroni,ma di un colore più scuro di quello di Jorvard . < Io sono Ragnarr Sigurdson. > disse sputando. Quello era sempre stato un gesto che non aveva  mai sopportato,Anzi,le faceva schifo.
L'ultimo era un omone,molto più alto di Sven e rotondo di Olav ,con una lunga barba nera e capelli ispidi ,incurati color carbone.Gli occhi grandi e marroni guardavano tutti dal'alto e scrutavano il luogo interessati. < Questo è il mio amico Thormar Sigurdson > disse Sven sorridendo .Dal cognome si capiva che era fratello del tipo chiamato Ragnarr,e quello chiamato Jorvard invece era suo nipote.
< Io sono Sigrid Erikdotthir piacere >
< Io sono Lief  Bjornson >
Le presentazioni non furono molto lunghe," per fortuna che ora ce ne andiamo" aveva pensato Sigrid,che non vedeva l'ora di togliersi di dosso lo sguardo viscido dello gnomo del gruppo,lei che aveva diciassette anni era più alta di lui che invece ne aveva sulla ventina. Non sopportava la vicinanza con quel tipo,anzi ,con tutti e quattro,erano strani e fin da quando avevano messo piede a terra una sorta di inquietudine era serpeggiata nell'animo di Sigrid.
 Olaf si sbrigò a caricare le cose e promise a Sven che sarebbe tornato il giorno dopo con le cose che aveva chiesto di portargli.Tutti erano pronti a partire quando Hilda uscì di casa con un fagotto in mano.Si avvicinò a Lief che,molto probabilmente ancora sotto effetto della sua occhiataccia non si mosse per la paura.
< Tenete,questo è per il viaggio,l'ho fatto ieri ma è ancora buono >
< Sorella ,le pietre in confronto sono fragranti,se avessimo avuto fame avremmo potuto raccoglierne un po' > disse Sigrid.
< Spiritosa..comunque bagnatelo .Lief ,saluta i tuoi  nonni  da parte mia quando torni. >,Hilda gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio < In fin dei conti sarei felice se tu mi chiedessi il permesso di sposarla ,sotto  sotto non sei male. Comunque sappi che l'avvertimento di stamattina non era uno scherzo,prova a farle qualcosa contro la sua volontà e ti assicuro che i tuoi attributi rotoleranno via ...intesi? >
Lief annui deglutendo .Poi tutti e tre ,Olaf ,Sigrid e Lief salirono sulla barca salutati da Sven ,Hilda e dalle bambine .Non appena il piccolo attracco sparì dalla vista Lief tirò un sospiro di sollievo.
< L' hai sentita anche tu quello strana sensazione,come di inquietudine  ? > disse Sigrid
  < Certo,era come se stessi trattenendo il fiato ...poi con quel tipo ..non smetteva di guardarti in modo strano > rispose Lief.
< Sapete,mi ero fermato a pescare aringhe,quando quei quattro sono spuntati dal nulla e  hanno puntato verso casa di Sven.Non mi sembrava niente di che,ma poi quando mi hanno chiesto di fare loro da guida mi sono accorto che tutte le aringhe erano sparite.E per far sparire delle aringhe ce ne vuole!.. > disse Olaf piuttosto imbronciato.
Sigrid spostò il suo sguardo su Lief e gli chiese   < Senti Lief..ma cosa ti ha detto mia sorella? >
Lief in un primo momento non rispose,ma poi le disse  < Che devo farti mangiare il suo pane anche se dovessi  imboccarti  a forza! >.
I tre scoppiarono a ridere ,rimanendo di buon umore per tutto il viaggio, soprattutto  Lief ,che ripensava a ciò che Sven e Hilda gli avevano detto : " Non vedi come ti guarda,come ti parla e come si confida con te?...In fin dei conti sarei felice se mi chiedessi il permesso di sposarla.."
Chissà ,forse  se non si fosse decisa avrebbe fatto lui la prima mossa.E non sarebbe stato il solito tentativo ripetuto mille volte ,perchè questa volta glielo avrebbe fatto capire bene .
Ma forse non era il momento giusto per quei pensieri ,perchè le nuvole oltre le vette promettevano fulmini e pioggia  .

 NOTA : Era sempre stata usanza aggiungere il son ai nomi dei padri ,( letteralmente  significa  " figlio di .."  ; invece alle ragazze era messo il nome dei padri ma con il Dotthir ( che significa " figlia di.."). Questo rappresentava il cognome,e serviva per riconoscersi .

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Capitolo 3
*** Scherzi e Ricordi ***


Dopo poco più di due ore  di navigazione tranquilla ,il piccolo villaggio di Fjara apparve loro come una liberazione; infatti  dopo un viaggio in barca con Olaf , Sigrid e Lief potevano vantarsi di conoscere ogni metodo possibile per pescare aringhe ,per conservarle, per cucinarle e per gustarle, cosa essenziale a dire di Olaf , soprattutto quando si parte  per i saccheggi estivi .
Cosa  sarebbe un mondo senza aringhe affumicate!?

Il villaggio di Fjara era uno dei più importanti della regione, situato in una zona favorevole per la pesca di merluzzi ,salmoni e aringhe. Non contava più di una sessantina di abitanti, ma poteva diventare il punto nevralgico per le partenze per la terra dei cristiani. Lo Jarl aveva fatto finalmente ritorno dalle razzie ,e ciò significava banchetti ,risse e il possibile reclutamento per l'anno successivo.
Sigrid e Lief erano nati lì, ma si erano conosciuti molto tempo dopo, quando lui aveva dodici anni e lei undici. Non erano andati subito d'accordo e il loro primo incontro nacque da uno scherzo.
Lief era un ragazzino alto, con qualche lentiggine e i capelli biondi perennemente arruffati e  se ne stava sempre  insieme al suo gruppetto di amici  formato per lo più da  Eskil , il figlio del fabbro , da Vidar  ,il figlio del falegname   e da Sindre ,il figlio di un contadino . 
Erano la generazione più giovane, ed anche la più combina guai  ,tantè che vennero nominati le piaghe di Fjara .

Perennemente  sporchi di fango o impolverati di sabbia . Sempre intenti a macchinare scherzi e combinare guai.Tra le loro più grandi gesta vi il famoso scherzo della pecora e del salmone . L'ovino alla quale era stato legato in groppa un salmone, secondo i piani, avrebbe dovuto attirare nel villaggio un orso, che avrebbe fatto irruzione nella  solita festa del raccolto ,molto noiosa e monotona, mandando all'aria il banchetto . 
La povera  pecora  fu spedita  nel bosco per attirare  a se l'animale; che però anzichè irrompere nel banchetto   seguì la povera bestia fino all'ovile del padre di  Sindre ; mettendosi a dormire con il gregge. 
Purtroppo, a seguito di questo il piano non andò come sperato, soprattutto quando il fratello maggiore di Sindre, ubriaco fradicio,  ebbe la brillante idea di dormire nell'ovile, accoccolandosi vicino all'orso ,che dal canto suo l'abbracciò con le sue zampone.
 Inutile dire che il fratello di Sindre rimase nell'ovile per molto tempo e che i quattro vennero sottoposti a pesanti punizioni per piegare il loro animo bellicoso.
Ma più i genitori cercavano di reprimere gli scherzi dei figli più loro ardevano di ribellione macchinando nuove e ingegnose trappole per i poveri sciagurati che capitavano per lo scherzo di turno.
Finchè non toccò a Sigrid.

 Un giorno la banda di furfanti,  si era riunita per meditare vendetta. Si erano alzati di buon ora e si erano incontrati nella loro tana , la rimessa della barca di Bjorn ,padre di Lief;  per discutere come dovevano  farla  pagare ad  Ane (la più piccola delle figlie del birraio, uno degli uomini più benestanti dell'intero villaggio).
La Lingua di Serpe , come l'avevano soprannominata , aveva spifferato ai quattro venti il loro scherzo della settimana :
<< Quella maledetta spia ha  fatto saltare in aria lo scherzo che abbiamo  fatto ad Olaf! ci abbiamo messo una giornata sana per  nascondere tutte le aringhe che aveva pescato e lei ha avuto il coraggio di spifferare a tutti cosa abbiamo fatto!>> ripeteva Eskil arrabbiato.
<< Ci ha buttato all'aria un intero piano! io avevo già in mente di vendere le aringhe alle vecchie del villaggio vicino ma quella boccaccia larga ha parlato troppo questa volta!>>.
La ragazzina  infatt aveva detto tutto a Olaf, che  infuriato e aveva riferito tutto ai genitori dei quattro che giustamente "rimproverarono"i figli . 
<  Deve pagare a tutti i costi! Ho ancore le impronte delle mani di mio padre sulla chiappa destra. > diceva Lief massaggiandosi il gluteo. 
 Suscitando a tutto il gruppo il ricordo del dolore  degli schiaffi sulle chiappe.

<< Io Lief giuro che avrò la mia vendetta !>>

E mentre si metteva in bella mostra a mo di pulpito su una cassadi legno spiegava ai compagni il piano di vendetta.
 Aveva studiato tutto nei minimi dettagli. Lui avrebbe aspettato Ane nella  piccola piazza per "scusarsi " del suo comportamento nei suoi confronti  durante la festa della birra,( si erano presi a calci davanti ai loro genitori nel bel mezzo della festa facendo volare a terra un intero barile di ottima birra),la ragazzina, che di certo era ignara di tutto si sarebbe ritrovata circondata da Eskil, Vidar e Sindre che l'avrebbero ricoperta dalla testa ai piedi con dei secchi pieni di fango.
Il piano era piaciuto così tanto che i quattro progettarono di metterlo in atto la mattina successiva.

Era tutto pronto, la piazza era semivuota e i tre avevano trovato talmente tanto fango da riempire un barile sano. Ognuno di loro seguiva le direttive decise la mattina prima, appostandosi dietro alle  cataste di legna delle  case o a qualche cassa di legno per il mercato. Lief  invece se ne stava nel bel mezzo della piazza con un sorriso ,divertito dalla vendetta che vedeva già compiuta sulla povera Ane, quando Vidar ,nascosto dietro  l'enorme barile pieno di fango, fece segno a Lief dell'arrivo della loro preda.
Dalla piccola stradina sterrata e sassosa ,che conduceva al limitare del bosco, una ragazzina incappucciata avanzava a passo spedito in direzione della piazza. Con se aveva  solo un lungo bastone e una piccola sacca di juta . "Bene ,ora vedrai chi sono io !" ,Lief sentiva dentro di se la crescente frenesia dell'attacco, già pregustava la sensazione di vittoria su Ane cheaveva incominciato a correrle incontro caricando il braccio destro, stringendo nella sua manouna grossa palla di fango ,che scagliò con tutta la sua forza contro la ragazzina .
Il segnale per la vendetta era partito.

La poveretta  incappucciata,  si ritrovò improvvisamente colpita senza motivo da un ragazzino sconosciuto, con capelli biondi tutti arruffati.Ma non ebbe nemmeno il tempo di togliersi dalla faccia il fango che Vidar, Eskil e Sindre le rivoltarono addosso i loro secchi. 
<< Ora capisci chi comanda!  vero? >> disse Lief trionfante mentre i suoi amici scoppiavano a ridere in segno di vittoria  .
Aveva vinto e quella era la dimostrazione che nessuno poteva mettergli i bastoni tra le ruote senza essere punito ed un n sorrisetto maligno si disegnò sulla sua faccia lentigginosa mentre guardava il suo "nemico" coperto dalla testa ai piedi di fango ; ancora incapace di capire cosa era appena successo.
Almeno così credevano.

La ragazzina non si scompose, si limitò a scrollarsi il fango dalla faccia ed  a buttare di lato la sacca di juta ,ormai completamente insudiciata .
Solo allora puntò il suo sguardo furibondo su Lief e sui suoi amici rompendo le loro risate . Lief sentì per la prima volta in vita sua come un ondata di gelo nelle vene , quello sguardo non era lo sguardo di Ane, era qualcosa di diverso. Era uno sguardo pieno di rabbia ,che aveva visto solo in sua madre e sua nonna prima di quel giorno.Ma quegli occhi di un color azzurro chiarissimo, quasi ghiaccio erano qualcosa di terrificante.
< Aspetta ,tu non sei Ane > disse Lief, ma non potè aggiungere altro.

 Velocissima la ragazzina si lanciò su di loro con il bastone .Per prima cosa li atterò colpendoli ai polpacci  ,poi li riempì di legnate ...ma questo non bastò a fermarla.
Furente di rabbia afferrò Lief per la  bionda zazzera e  lo trascinò fino all'abbeveratoio delle vacche ,situato a poca distanza.
Con forza lo costrinse a dirle tutte le scuse che conosceva, perchè lei ,tenendolo per i capelli lo strattonava a destra e a manca immergendo a ritmo la  testa nell'acqua ghiacciata .
< Ripeti a voce alta : Sigrid perdonami! > diceva lei  urlandogli nelle orecchie etenendolo forte per i capelli mentre lo tirava su dall'acqua ogni volta che gli faceva prendere fiato.
< Sigrid Perdonami !!!! >diceva Lief tra la tosse e una boccata d'aria .

< Non ti sento ! > diceva lei , e gli immergeva la testa nell'acqua ghiacciata.
<  Perdonami !!!! > 
< Bene ben e se vuoi che ti perdoni la prossima volta che mi incontri dovrai  fare quello che ti dico ,oppure ti lego e ti butto nel recinto dei porci la prossima volta ! Intesi? >
< Si Signora! >
< Non ho sentito! >
< Si signora!  > urlava Lief mentre annaspava per respirare.

I giorni delle pesti di Fjara erano finiti. 

Diversamente da quanto si poteva immaginare Lief chiese scusa , insieme ai suoi amici, a Sigrid....presentandosi a casa sua  con un cesto di dolci di sua nonna in segno di resa , anche perché nessuno aveva il coraggio  ditentare vendetta  dopo quello che era successo. 
In un primo momento Sigrid e Lief furono come acqua e olio,  ma poi le cose cambiarono, talmente tanto che ormai erano  diventati inseparabili.
Quante volte ci avevano ripensato ,ed ogni volta scoppiavano a ridere , come in quel momento,  mentre scendevano dalla barca e attraversavano il piccolo porto che dava sulla piazza del loro primo incontro.
Ma tutta quell'allegria non era destinata a durare.

A cancellarla ci pensò la pioggia ,che cadde su di loro bagnandoli fino al midollo.

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Capitolo 4
*** Sfida ***


I due percorsero la strada che ,dal villaggio andava verso le fattorie limitrofe ,tutta d'un fiato.
si fermarono un attimo solo alcuni minuti  per ripararsi dagli enormi goccioloni di pioggia ,martellanti,sotto l'enorme sorbo dalle foglie dorate che ,alla, biforcazione divideva la strada in due . 
Era un albero  vecchissimo, imponente , che emanava un che di solitario al solo guardarlo. Chissa quanti si erano riparati sotto la sua chioma nel corso del tempo, come loro in quel momento ,che erano colti dalle improvvise piogge tipiche di quelle terre .
Dalla strada il gigante frondoso appariva un intrinseco di rami scuri e nodosi , con una lucente chioma del  tipico colore giallo dorato che l'autunno chiedeva come pegno per il suo passaggio. Ma era solamente mettendosi sotto la sua chioma che si poteva comprendere la sua grandezza.
Se fuori sembrava altissimo , dentro era talmente grande che veniva spontaneo pensare di poter toccare il cielo solamente arrampicandosi sui suoi rami. Una vera e propria cattedrale dei boschi.  Dal suolo si vedeva la scura sagoma del tronco che saliva al cielo e che tramite i suoi rami,le sue fronde, i suoi rametti e alle sue foglie  dorate  si univa ad esso, creando un collegamento tra cielo e terra.                               Le uniche cose che  interrompevano  qua e la quel giallo sgargiante erano gli uccelli che saltavano da un ramo all'altro per raggiungere  i nidi  o per aggiudicarsi le peruzze rosse che la pianta produceva abbondantemente  ogni anno e che la gente raccoglieva per l'inverno.
Ne era caduta di pioggia e di neve da quando era  stato un piccolo fruscello e secondo i raccolti dei vecchi del villaggio era stato il trisnonno del nonno di Lief a piantarlo come offerta agli dei per la prosperità della loro famiglia ,il che faceva inorgoglire il ragazzo ogni volta che vi passava sotto, trasmettendogli allo stesso tempo anche un senso di responsabilità nei confronti di quell'albero, che in fondo sentiva come un suo antenato.
< Dici che sono mature? > chiese Lief a Sigrid .
< Qualcuna forse ma credo sia presto, sai bene che devono marcire prima che siano buone ,possiamo sempre raccoglierle quando smette di piovere. >
Disse tirando su lo sguardo verso i rami in alto,venendo colpita  proprio in quel momento una goccia di pioggia fra gli occhi.
< Credo sia meglio andare a casa ,questo tempaccio non vuole smettere. >
< Io vado,ci vediamo dopo. >  gli rispose Sigrid che senza attendere risposta si avviò correndo per la biforcazione sinistra, quella che portava a casa sua.
Ci mise un po per arrivare ,cercando di evitare i piccoli ruscelli d'acqua che, per la pendenza si erano creati  ,qua e la, attraversando la strada dando vita a  profondi solchi pieni di rametti,foglie e sassolini che l'acqua tirava via con se. Ma nonostante quel rimescolamento del suolo riconosceva ogni singolo angolo di strada che passava. Poi finalmente,da dietro dei cespugli una piccola staccionata di legno segnava l'inizio di casa sua. Era una casa di legno,tipica di quel tempo,fatta con gli abeti di quelle terre, con l'unica differenza che i muri erano rinforzati da una specie di cordulo di terra che suo padre aveva costruito per mantenere bene il calore dentro.
Ogni volta che la vedeva la nostalgia le stringeva il cuore. Ormai erano passati cinque anni da quando i suoi genitori erano morti nell'epidemia che aveva colpito Fjara e che aveva fatto talmente tante vittime da essere data per spacciata.     
Lentamente la vita aveva ripreso a scorrere ,ma nonostante la presenza di Hilda in Sigrid si era creato un vuoto che non sarebbe mai stato riempito.
Velocemente entrò in casa scrollandosi di dosso l'acqua, che ormai i suoi vestiti non riuscivano più a trattenere tanto era bagnata; si  affrettò a prendere i rametti secchi e qualche ciuffo di paglia che aveva imparato col tempo  a tenere dentro casa  e si accese un bel fuocherello che in men che non si dica riscaldò la stanza .Dopo di chè si diede una bella asciugata e iniziò a prepararsi una di quelle zuppe di erbe secche che aveva tanto odiato da piccola ma che ora invece apprezzava,specialmente dopo giornate come quelle sotto la pioggia . 
Dopo la morte dei suoi genitori non aveva voluto saperne di andare a vivere con Hilda e Sven,che si erano appena sposati,ed aveva iniziato a vivere da sola in quella grande casa, imparando a cavarsela senza chiedere aiuto a nessuno. 
Molte delle faccende domestiche le faceva da sola,tranne che alcune cose come tagliare e ammassare la legna o arare il piccolo orto che coltivava dietro casa, che naturalmente faceva fare a Lief,chiaramente dopo affermazioni sulla sua scarsa forza fisica .                                   Il ragazzo che puntualmente punto nell'orgoglio si ritrovava così , ogni primavera  ,ad arare quel piccolo pezzo di terra o a spaccare legna a rotta di collo pur di dimostrare la sua schiacciante forza maschile.
 "Deve essere lui" pensò Sigrid, mentre si accingeva a bere il suo brodo di erbe ,quando sentì bussare alla porta.
Istintivamente si avvicinò ad essa di lato,nascondendo il braccio sinistro che di scatto aveva afferrato un pugnale che per evenienza teneva legato sotto la panca vicina al focolare.
Chiunque ci fosse lì fuori,doveva potersi difendere,da amico e non .
< Chi è ?! > disse a voce alta verso l'esterno.
 < Sono io....Vuoi aprire o aspetti che crepo annegato? > rispose una voce burbera e arrabbiata da dietro le assi della porta.
Solo al sentire quelle dolci parole Sigrid, abbassò l'arma e aprì la porta, facendo entrare  Fjorn Lo Sfregiato, come lo chiamavano gli altri al villaggio.
Fjorn era un uomo possente ,alto,con capelli e barba castani , entrambi raccolti in trecce .  Aveva occhi marroni e sul destro era situata la lunga cicatrice , che partiva dalla fronte arrivando alla guancia ,gli aveva dato quel simpatico soprannome che lo faceva imbestialire ogni volta che lo sentiva pronunciare. Per il resto il suo aspetto non differiva molto da quello di un qualsiasi abitante di quelle terre , il che lo faceva arrabbiare ancor di più ,perchè se non fosse stato per la sua cicatrice non sarebbe stato ricordato da nessuno, nè per i saccheggi che fino a quel momento aveva compiuto,nè per le sue vittorie ,che a dirla tutta cambiavano di volta in volta e che erano sempre senza testimoni.
< Cosa vuoi ? > chiese Sigrid .
< Siediti e ascoltami > rispose Fjorn secco.


Il suono del corno rimbombò nel fiordo come una goccia che cade nel vuoto.
Sigrid e Lief erano in posizione pronti per lanciarsi l'uno sull'altra con la spada che fino a pochi minuti prima era a terra nel mucchio delle armi.L'aria era fredda e i loro respiri,uniti a quelli di tutti creavano un immensa nube di vapore che faceva capire quanto potesse far freddo quella mattina.
" Domani dovrai combattere nella piazza del villaggio davanti allo Jarl. Dovresti ringraziarmi, ti ha dato una possibilità solo perchè io gli ho parlato di te. Sai bene che questa è l'unica possibilità che hai, se fallisci non ne avrai più e dovrai restare per il resto della tua vita dentro queste quattro mura,in un villaggio pieno di vecchi a fare la muffa. Sia chiaro,io ti ho addestrato e io ti scorticherò viva se ti farai battere " Gli aveva detto Fjorn.
" Nessun problema, vedrai che non dovrai farlo" Gli aveva risposto lei.
Peccato che non gli aveva detto che sarebbe stato Lief il suo sfidante.
Ma non era quello il momento dei dubbi. Era una sfida. ERA LA SFIDA. E l'avrebbe vinta.
Prese un lungo respiro caricando il braccio,pronto per l'azione, cercando di mantenere basso il suo battito cardiaco, ma non ci riusciva.
Ma ben presto smise di pensarci.
Il corno suonò ancora e scese il silenzio.
La sfida era iniziata.

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Capitolo 5
*** Sacrificio ***


Sigrid , con estrema velocità lanciò un fendente dritto dritto verso la faccia di Lief, che non poté far altro che indietreggiare un poco per evitarlo. Nell’atto, il ragazzo riuscì a parare il secondo fendente, stavolta proveniente dall’alto, che Sigrid aveva prontamente fatto calare col preciso scopo di farlo cadere in ginocchio. Perché lei mirava a quello ,farlo cadere . Era una delle regole del combattimento,chi cade in terra o in ginocchio, chi perde la spada, chi si arrende e chi viene ferito perde la sfida e con essa ogni diritto ai viaggi con lo Jarl . E Lief sapeva bene a cosa lei puntasse.

Sigrid non smetteva di mulinare colpi su colpi , riducendolo alla misera difesa , impedendogli ogni attacco.

 

Il ragazzo non poteva far altro che indietreggiare cercando di evitare la lama che si faceva sempre più vicina, quasi andando a finire contro la folla che, prontamente lo respingeva dentro insultandolo per il pericolo che stava creando.

Improvvisamente gli tornò in mente il discorso che aveva fatto con Fjorn quando Lo Sfregiato era andato a parlare con lui la sera prima :

 

“ Cerca di fare scena, evita la spada il più che puoi e quando vedi uno spiraglio ….”

“ Stiamo parlando di Sigrid Fjorn , pensi davvero che riuscirò ad evitare quei colpi ?

L’hai addestrata tu ! E sai bene quanto sia brava”

“ Sigrid è fragile Lief, è cresciuta da sola e non ha avuto nessuno su cui contare veramente. Sai bene come la chiamano ….“ la maledetta “...pensi che questo non sia importante? Nessuno la vorrebbe con se , le malelingue corrono e questo non farà altro che portarle guai….. fidati di me ….falle vivere i suoi momenti di gloria e vinci l’incontro, sposatela e facci dei figli, quello le riempirà la vita e smetterà con le sue manie di fare la guerra.”

“ E allora perché l’hai addestrata e le hai detto che dovrà combattere nella sfida ? “

“ Perché anche io ero come lei, un orfano senza niente e nessuno, continuamente maltrattano e costantemente affamato, ma io sono un uomo e lei è una donna , e una vita da lupi è una vita che solo un uomo può vivere….le donne sono fatte per fare figli e per stare a casa, la guerra , la morte...è roba da uomini. “

 

Proprio mentre Lief ripensava a quelle parole continuava a evitare i colpi di Sigrid che cominciavano ad essere meno intensi e più lenti.

Evidentemente il peso della spada cominciava a sentirsi .

Era ora, ed era pronto. Aveva atteso quel momento senza cercare di opporsi e aveva lasciato che si sfiancasse….era giunto il momento.

 

Con un salto laterale si portò fuori raggio e si preparò a colpirla con la spada di piatto all’altezza delle costole, preparandosi a metterla definitivamente fuori gioco quando….. il suo piede destro scivolò nel fango facendolo sbilanciare e facendolo cadere sul fianco destro.

Sigrid ne approfittò saltando all’indietro e evitando la punta della spada di Lief che comunque rimaneva protesa in avanti .

Istintivamente abbassò la spada, colpì l’arma di Lief facendola andare di lato e velocemente ricaricò il colpo dall’alto della spalla destra col chiaro obiettivo di colpire Lief …..quando un improvviso battere di mani fermò tutti.

Gli sguardi andarono velocemente allo Jarl che si era alzato e aveva preso a camminare in tondo a loro guardandoli dalla testa ai piedi con un sorriso tra il compiaciuto e il divertito.

<< Bene, molto bene… a quanto vedo le donne di Fjara sono come al solito le migliori a combattere, mentre.. >> disse guardando un attimo Lief << Lasciamo stare, Sigrid, figlia di Erik , oggi hai dimostrato che hai la forza e il coraggio per venire con noi, amici facciamo festa poiché oggi è nato un guerriero >> disse rientrando dentro la grande sala.

 

 

La gente già cominciava a scemare parlando con eccitazione del banchetto che quella sera si sarebbe consumato come se fosse stato il vero evento della giornata,d’altronde ai loro occhi quel piccolo duello non era nient ‘altro che una baruffa per dimostrare una cosa tanto banale quanto scontata, alla quale tutti sapevano come sarebbe andata a finire .

 

Lief si tirò su imbronciato senza neanche rispondere a Sigrid, che aveva cercato di aiutarlo tendendogli la mano sinistra.

<< Maledetto te e il tuo orgoglio! >> aveva detto la ragazza fra i denti mentre lo guardava andarsene coprendosi con un mantello che gli avevano lanciato dalla folla .

<< Attenta a maledire gli altri, le parole uscite con rabbia sono come la pietra...eterne! >>

Una voce profonda e gelida le aveva risposto dalle sue spalle e l’aveva fatta sobbalzare.

Girandosi istintivamente di scatto Sigrid si sentì sbattere contro una figura alta più di lei , ingobbita dagli anni e dalle intemperie e avvolta in un enorme mantello che la copriva interamente.

L’unica cosa visibile del viso, completamente immerso nell’ombra del cappuccio, erano i due occhi grigi spiritati che ti puntavano come se stessero cercando qualcosa di nascosto all’interno della sua anima .

Sigrid si sentì gelare dentro ed iniziò a tremare indietreggiando.

<< Che c’è ragazza? Hai paura? Eppure non sono io quello che dovresti temere qui oggi ! >>

Sigrid si fermò un attimo e gli domandò << Che-che cosa ..? >>

<< Ma come ? Hai già dimenticato le domande che volevi farmi? Cosa significa il tuo sogno? È bastato così poco tempo per dimenticarti dei tuoi dubbi? >>

Il lupo, il sogno ..come aveva fatto a dimenticarsi di tutto ciò?

Esitante eppure certa della risposta si riscosse dalla paura e azzardò un altra domanda :

<< Tu sei l’indovino vero >>

<< Chi altro credi che io sia? >>

<< Allora puoi rispondere alle mie domande >>

<< Questo non è il posto adatto per le domande ragazza…. le domande hanno bisogno di silenzio, non del rumore di una piazza piena di ubriachi e di occhi di gente che è più brava ad usare la lingua che la spada. Se vuoi sapere seguimi… >> disse senza neanche darle il tempo di rispondere.

Sigrid ancora tremante, eppure sicura di volere risposte a quei dubbi che le crescevano in testa gli andò dietro senza proferir parola fino al suo spoglio e lugubre rifugio.

 

La capanna dell’indovino era situata nei pressi di alcune antiche rocce sacre su una piccola collina ed est ,fuori dal villaggio.

Era una zona poco visitata e chi vi si recava lo faceva esclusivamente per pregare gli dei o per una divinazione.

Era un luogo vuoto, senza alberi e senza animali. Solamente i tre grandi monoliti alti due metri ciascuno e incisi in lungo e in largo di rune riportanti leggende talmente antiche d’aver perso significato erano a guardia di quel piccolo rifugio solitario .

L’indovino camminava a passo spedito avvolto nel suo enorme mantello verso la piccola capanna , incurante di Sigrid che gli andava appresso arrancando per la fatica della salita, canticchiando una strana litania dai versi incomprensibili che di sicuro nessun uomo ricordava , e che probabilmente erano antichi come quelle pietre.

La ragazza riuscì a prendere fiato solamente quando l’indovino si fermò sull’uscio,come ad aspettarla,continuando a canticchiare quella litania finché Sigrid non fu a pochi metri alle sue spalle . Poi dle chiese un ultima volta:

<< Sei sicura di voler avere le risposte che cerchi ? >>

<< Si , voglio sapere . >> rispose Sigrid con un filo di voce.

L’indovino sembrò per un attimo dubbioso,ma poi ,con quella voce profonda e gelida le disse:

<< Dopo che si viene a conoscenza una cosa ..non si è più gli stessi, voglio che tu questo lo sappia .>> L’ammonì scomparendo nell’oscurità all’interno della sua casa.

Sigrid indugiò ancora un momento, guardandosi un ultima volta alle spalle econ il cuore tremante si chiese se davvero voleva sapere perché quel lupo e perché quel sogno ... ma non seppe darsi una risposta.

Sentiva solamente che doveva sapere e che quello era il momento.

Prese un ultimo respiro e non appena fece il primo passo verso quella porta avvertì come se fosse cambiata .

Già non si sentiva più la stessa .

Guardò l’interno della capanna dove poco prima era sparito l’indovino e proseguendo anche lei venne inghiottita dal buio più totale .

 

 

 

 

Lief camminò per un bel pezzo cercando di spegnere i bollenti spiriti che si erano accesi in lui al sentire le parole dello Jarl.

Ma poi aveva ripercorso nella sua mente tutta la scena del combattimento e aveva dovuto ammettere che era stato solo un cretino a evitare i colpi di Sigrid senza fare niente tutto il tempo. Decise quindi di tornare indietro senza saper bene cosa fare .

Del resto a nessuno importava cosa era accaduto quel pomeriggio,il banchetto avrebbe cancellato la memoria a tutti quella sera.

Ritornò al villaggio all’imbrunire e l’unica cosa che vide fu l’enorme festa che si stava consumando nella sala comune.

<< Cerchi qualcuno ragazzo ? >>

<< Bhe si io… >> Lief si girò e si bloccò un attimo.

L’indovino ,avvolto nel suo enorme mantello lo guardava con i suoi occhi di ghiaccio come se lo stesse studiando.

<< Sapete già chi sto cercando , o mi sbaglio? >>

<< Ragazzo,non devo essere io a dire ciò che il tuo stesso viso dichiara. Tutti già sapevano, ed oggi non hai fatto altro che confermare quelle voci che girano da tanto tempo ormai. >>

L’indovino fece una pausa ,avvicinandosi a Lief così tanto che il ragazzo poté sentire la sua presenza gelida e inquietante fin sopra la pelle.

Improvvisamente l’uomo gli afferrò le braccia talmente forte da fargli male e lo tirò ancor di più a se ,fin da sovrastarlo completamente .

Dalla sua bocca ,coperta dal mantello ,una profezia gelò il cuore di Lief :

<< Un sacrificio accadrà, il destino ha parlato,ciò che era mai più come prima sarà .

Attento ragazzo , un grande male sta per nascere, e ne verrai inghiottito anche tu se non sarai prudente. Quando sarà il momento vieni a cercarmi, perché solo allora potrò dirti come uccidere quel lupo che sta per svegliarsi. Sangue chiama sangue ,ricordalo , perché non potrai impedirlo. >>

 

Lief a quelle parole, a quegli occhi gelati e a quella voce terrificante che entrava fin nelle ossa , non voleva dare ascolto. Voleva andarsene , era solo quello ciò a cui pensava in quel momento.

Con rabbia si scrollò di dosso quella che fino ad un momento prima era stata una morsa d’acciaio e indietreggiò fino ad urtare uno dei tanti ubriachi che stavano sulla porta della grande sala.

L’indovino non smise per un attimo di guardarlo e gli disse ad alta voce un ultima volta :

<< Verrai a cercarmi ragazzo. Sangue chiama sangue! Un sacrificio accadrà e verrai a chiedermi aiuto! >>.

Lief lo guardò per un secondo interminabile per poi girarsi e correre via.

Iniziò a correre a perdifiato , percorrendo nel pieno buglio della notte quella strada che ormai conosceva a memoria talmente bene che l’avrebbe potuta fare alla cieca.

Non si risparmiò un attimo mentre nella testa migliaia di strane idee cominciavano a frullargli senza senso su quelle parole che lo avevano scosso fin nel profondo.

Sacrificio ,sangue chiama sangue,Verrai a cercarmi…..cosa significava , cosa c’entrava lui?

non potrai impedirlo….

 

 

Sigrid sobbalzò non appena sentì colpire con violenza la porta e gridare il suo nome :

<< Aprimi Sigrid sono Lief !! >>

Sigrid si apprestò ad aprire la porta ,allarmata dalla voce di Lief che entrò sbattendosi la porta alle spalle

<< Cosa è successo , perché sei ridotto così ….>>

Disse guardandolo da capo a piedi. Il ragazzo era pallido e sudato e evidentemente aveva corso a perdifiato fino a lì.

<< L’indovino… al villaggio.. mi ha .. >>.

Il ragazzo era piegato in due e non riusciva ancora a parlare tanto era impegnato a riprendere fiato.

<< Hai parlato anche tu con l’indovino allora ! >>.

<< Cosa? >> Disse Lief alzandole lo sguardo e scrutandola con evidente sorpresa.

<< Oggi quando te ne sei andato ho parlato con lui nella sua capanna >>.

<< E cosa ti ha detto? >>.

Sigrid si girò e se ne andò a mettersi seduta davanti al fuoco che aveva iniziato ad affievolirsi pian piano per lasciare al buio il suo spazio vitale.

<< Una prova dovrai superare , gli dei vogliono vedere cosa farai e non potrai sottrarti . Sangue scorrerà , tuo e loro e molti luoghi dovrai vedere prima di poterti fermare. Attenta all’inganno, colui che tesse i fili della menzogna si mostrerà alla fine dell’incubo, e fino ad allora non avrai pace. Dovrai scegliere quel giorno ,essere salvata o no. >>.

Sigrid ripeté tutto quello che l’indovino le aveva detto , parola per parola, poiché ormai indelebile nella sua mente.

<< Credo che mi abbia detto il futuro che mi aspetta nella terra dei cristiani, penso che abbia visto la mia morte, che sarò tradita e che mia abbia detto che devo scegliere se vivere o morire >>.

 

Lief la guardò con un senso di angoscia crescere nel cuore . L’indovino aveva visto la morte nel futuro di entrambi , e sapeva bene che non poteva fare niente per evitarlo.

Lief la guardò un attimo,poi si sedette accanto a lei abbracciandola forte. Istintivamente si mise ad accarezzarle i capelli e a respirare il profumo della sua pelle.

Sentiva come se stesse per perderla e un mosso dal coraggio e dalla paura che in ogni cuore nasce quando si rischia di perdere qualcosa a cui si tiene pronunciò le parole che che da troppo tempo teneva legate dentro di se :

<< Allora non andare...rimani qui ..con me ..per sempre >> le disse.

E con un bacio che da troppo tempo aspettava di esserle donato Lief disse quello che per troppo tempo aveva taciuto, e che non poteva più trattenere.

 

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Capitolo 6
*** Saluto ***



Era mattina e gli uccelli cinguettavano fuori dalla casa come a volerli svegliare.
<< Credo sia ora di alzarsi  >> disse  Lief rompendo dolcemente il silenzio nella stanza .
<<  E chi lo ha deciso ? Gli uccelli ? >> Gli rispose con una domanda Sigrid mentre si stirava nel letto di paglia che quella notte era stato il loro custode .
<< Potresti semplicemente ammettere che non vuoi che me ne vada ! >> disse Lief , mentre con la mano destra scendeva accarezzandole con la punta delle dita il collo ,poi  il seno nudo continuando giù verso il fianco  fermandosi solamente sul ventre.
<< Lief, hai le dita ghiacciate.  >> Disse lei scostando velocemente la mano con un espressione infastidita mentre sentiva il brivido di freddo scenderle nella carne ,dove un secondo prima erano passati con delicatezza i polpastrelli di Lief . 
Ma lui velocemente abbassandosi le bloccò la mano con delicatezza e portandosela alla bocca la baciò dolcemente.
<< Voglio svegliarmi ogni mattina così, con te. Voglio poter  vedere ogni mattina i tuoi occhi che mi guardano, la tua voce che pronuncia il mio nome... e voglio baciare ogni parte di te , fino alla fine dei miei giorni.  Sposami Sigrid e giuro che ogni mattina ti sveglierai col sorriso.. >>
Sigrid a sentirlo scoppiò a ridere ma si fermò non appena lui le rivolse lo sguardo serio.
Gli occhi di Lief la guardavano così intensamente da farle sussultare il cuore.
<< Lief ..>> fece per rispondere ma lui la fermò. Le lasciò andare la mano e girandosi si mise seduto sul bordo del letto dandole la schiena.
<< Sigrid , se non vuoi dimmelo subito ma non metterti a ridere perché io ho detto solamente la verità e..>>
Lei sospirando  lo abbracciò forte ,stringendosi alla sua schiena delicatamente e dopo un bacio sul collo gli rispose sussurrandogli all’orecchio << Mi chiedi di sposarti  subito dopo esserti preso la mia verginità e pretendi che ti dia subito una risposta..>>
<< So già cosa risponderai.! >> 
<< Davvero? E cosa?! Sentiamo ? >>
<< Che non vuoi perché il tuo destino non è quello di stare a casa a badare ai figli e …. >>
<< E allora perché me lo hai chiesto? >> gli chiese lei con una punta di rabbia nella voce .
Lief si girò e guardandola fissa negli occhi le disse semplicemente :<< Perché ti amo e ti voglio con me >>.
Sigrid gli prese il volto fra le mani e con dolcezza lo baciò , per poi sussurrargli : << Non ho mai detto che il mio destino non è essere una sposa. >>.
<< Ma allora ..>>
<< Si Lief >> rispose lei mentre il cuore le batteva forte in petto. Sentiva come se ogni sua fibra sprezzasse di felicità , una felicità che poteva a stento contenere.
  A  Lief  invece sembrò come se gli si fosse fermato il cuore, ma poi riesaminando lentamente nella sua mente la risposta che Sigrid gli aveva dato cominciò a sentire una specie di frenesia nell’animo. Dalla gioia  l’abbracciò così forte da farle male e ubriaco di felicità non poté far a meno di baciarla . Anche lei ,in preda a quella pazza euforia, si lasciò andare a fantasie che poche volte avevano toccato la sua mente :  formare una famiglia ,avere dei figli ,una casa piena di voci e suoni di vita. Il cuore le batteva forte nel petto e uno strano senso di felicità le pervase la mente.

Ma proprio in quel momento un martellante bussare li riportò alla realtà.
I due si guardarono un attimo chiedendosi con gli occhi chi poteva essere a quell’ora del mattino. Velocemente si alzarono e si rivestirono,andando verso la porta guardinghi .
 I colpi alla porta diventarono via via più forti e frequenti e insieme finché non iniziarono a chiamarla urlando.
<< Sigrid !! >> urlava una voce da fuori ,con un tono allarmato .
Sigrid fece appena in tempo a finire di sistemarsi la tunica mentre Lief velocemente si allacciava la cintura in vita che la voce smise.
 Poi dopo un attimo di silenzio la voce dello Jarl la chiamò ,ordinandole di aprire .
 
Al solo udire quelle parole le venne spontaneo eseguire l’ordine , ed anche se tremante obbedì al comando.
Lo Jarl era sull’uscio  con il suo gruppo di guardie alle spalle ,fermi, in attesa che gli fosse aperta la  porta, il  suo volto era serio, e traspariva un senso di pesantezza che in qualche modo faceva sembrare la sua espressione ancora più cupa.  E non era solamente lui, ma anche tutti gli altri ad avere quell’espressione dipinta in volto.
Sigrid fece per chiedere spiegazioni ma qualcosa in quegli sguardi gli fece nascere un angoscia dentro. Nessuno parlava .
Dai loro volti  traspariva un espressione strana , che trasmetteva un senso di inquietudine e che cominciava a farla star male .cominciò ad agitarsi,prima guardando ogni uomo in faccia , poi lo Jarl, poi rivolse lo sguardo a Lief che come lei non ci riusciva a darsi spiegazioni, per poi rivolgere di nuovo lo sguardo allo Jarl che  aveva abbassato gli occhi e si era fatto indietro di qualche passo.
<< Cosa è successo ?! >> le venne spontaneo chiedere .
<< Vestiti e seguimi >> fu le uniche cose che le disse.
<< Ma cosa …. >> fece per dire Lief ma venne ammutolito da un gesto di una guardia.


Silenzio, solo silenzio finché non raggiunsero la grande sala ,  nessuno aveva proferito parola.
Sigrid sentiva salire l’agitazione  dentro, le tremavano le braccia e il cuore le martellava nel petto.
Non appena furono nella piazza della sfida, davanti alla grande sala comune si accorse che un gran numero di persone era ammassata all’entrata e parlava a voce bassa di qualcosa ,smettendo subito quando la videro sopraggiungere al seguito dello Jarl e delle sue guardie.
Davanti alla massima autorità della città la gente si divise in due  lasciando passare  il gruppo .
All’interno della salasi erano stipate talmente tante persone che fu un problema per gli uomini dello Jarl  farla passare, senza dover spingere di lato chi usciva fuori dall’ammasso umano  e si metteva  in mezzo alla loro strada.
Silenzio, altro silenzio , nient’altro che silenzio e un centinaio di occhi puntati su di lei, tutti con la stessa strana espressione che  la guardavano.
Poi davanti a se Sigrid vide aprirsi il vuoto. 
Circondato dalle donne anziane, seduto su una panca  bassa , avvolto in una coperta di lana  se ne stava Olaf bianco in volto, tremante e singhiozzante che guardava in terra e ripeteva farfugliante parole sconnesse << o Dei,o Dei … p-perché….? >>
<<  Cosa.. cosa è successo ? ..perché siamo qui, perché tutta questa gente….>> disse Sigrid guardando prima il traghettatore, poi lo Jarl ed in fine rivolgendo lo sguardo verso la folla muta.
Olaf scoppiò a piangere in un modo disperato ,tremante chinandosi ancor di più verso il pavimento
<< Quelle povere bambine ….>>fu l’unica cosa che le disse tra i singhiozzi .
Non aggiunse  altro , e tanto bastò per farle fermare il cuore.
La testa cominciava a girarle, sentiva freddo, come se  dal corpo le stesse scivolando via ogni energia.
<< Sigrid, figlia di Erik….>>lo Jarl non riuscì a finire la frase . Con un segno della mano fece spostare la pesante coperta di lana nera che era stata distesa a terra in una parte della sala a coprire qualcosa .
Sotto di essa i corpi di  Hilda e Sven giacevano freddi ,pieni di lividi e con grandi macchie di sangue addosso. Si sentì mancare l’aria. Un urlo le uscì improvviso e lacerante dal petto,come se le stessero strappando il cuore .
L’incubo dalla quale si era svegliata la mattina precedente , non era mai finito.
Poi con un tonfo cadde a terra .
Lief che fino a quel momento si era sentito inerme rimase pietrificato  e a vedere quella scena si sentì per un momento mancare, poi vide Sigrid svenire ed  istintivamente fece per raggiungerla, ma gli fu impedito ogni movimento dalle guardie che lo trattennero. Non poté far altro che guardare   mentre la portavano via . L’unica cosa che riuscì a fare fu piangere fino a non riuscirci più.


 Erano passati ormai tre giorni dal ritrovamento dei corpi da parte di Olaf  , ma Sigrid, nonostante si fosse svegliata dallo svenimento era completamente assente, non mangiava, non beveva, non dormiva. Se ne stava ferma immobile sopra una roccia a guardare le onde del mare  bagnare la spiaggia di ciottoli. 
<< Sigrid, dobbiamo andare >>le disse Lief  , cercando di destarla un poco da quel coma in cui si era immersa.  Era tempo di dare sepoltura e di dire addio .
Sigrid alzò un attimo lo sguardo e fece per parlare quando alle loro spalle qualcuno iniziò  a chiamarli a gran voce <<  L’hanno trovata ! >>. un ragazzino correva loro incontro a perdifiato.
Lief lo fermò prendendolo per le braccia  e si fece raccontare il messaggio che portava .
<< Sigrid, hanno trovato Berit ..è salva Sigrid, Berit è salva !  >> disse Lief quasi urlando mentre la scrollava per destarla da quello stato catatonico in cui era caduta .
Quella notizia la fece scuotere nell’animo e alzandosi,con una debole voce disse a Lief << Berit, portami da Berit...>>.
Berit era stata trovata a girovagare nel bosco da alcuni uomini del villaggio che si erano messi  a cercare le due bambine  , nella vana speranza che fossero riuscite a scappare, tanto da rimanere sconcertati di riuscire a trovarne una viva.
La piccola appena li vide svenne ai loro piedi , probabilmente stremata , e fu portata subito nella grande sala .
Non appena la vide Sigrid scoppiò a piangere. La bambina era coperta di lividi e graffi e non parlava con nessuno,non piangeva nemmeno, se ne stava immobile a guardare il fuoco mentre tentavano di scaldarla con una coperta. 
<< Berit >> fu l’unica cosa che Sigrid disse prima di cominciare a piangere  singhiozzante mentre l’abbracciava forte.
L’unica cosa che la piccola Berit fece fu tentare di abbracciarla con un debole e tremante abbraccio, mentre con una voce roca la chiamava a voce basso << Zia…  >>.
Sigrid non poté far altro che stringerla forte tentando di scacciare il dolore che le aveva ormai quasi del tutto divorate.



Il cielo prometteva pioggia quella mattina e il piccolo molo di legno a stento proteggeva dai piccoli guizzi d’acqua che le onde cominciavano a produrre quando si infrangevano sopra al legno .
 Sigrid se ne stava ferma davanti alla piccola barca e stringeva forte la mano della piccola Berit che stava immobile al suo fianco. Dietro di loro una piccola folla di gente che era stata amica di Hilda e Sven se ne stava immobile a guardare il rito funebre che stava per consumarsi. Lief era rimasto indietro, per rispetto al volere  Sigrid che gli aveva chiesto di lasciarla sola con Berit.
Un uomo si fece avanti con una fiaccola accesa e si avvicinò per parlare loro.
Era  alto , non tanto muscoloso ,ma con un bel fisico . Capelli e barba biondi ,occhi azzurri e una piccola cicatrice che gli disegnava la guancia . Sigrid lo riconobbe a fatica poiché era da quando aveva sei anni che non lo aveva più visto. 
Era suo zio Vald, il fratello minore di suo padre .
<< Sigrid…. Berit è giunta l’ora >> disse ,porgendo loro la fiaccola .
Entrambe diedero  un ultimo  bacio ai defunti appiccando fuoco alla piccola barchetta adornata di fiori  .  Berit trattenendo le lacrime a fatica salutò i suoi genitori l’ultima volta e delicatamente iniziò a sciogliere le cime che trattenevano la barca al molo per poterla abbandonare alla corrente .
Entrambe  rimasero a guardare finché il fuoco non consumò ogni parte di quella che era stata a la loro famiglia   non andò a picco scomparendo per sempre al largo di Fjara .

Solo allora Vald si fece avanti e disse loro: 
<< Ora che Hilda e Sven possono riposare è tempo che vi prepariate, verrete a vivere da me e dalla mia famiglia. Andiamo. >> disse porgendo la mano destra a Berit.
Entrambe guardarono un ultima volta il luogo in cui era scomparsa la barca funebre ma già non vi era più nessuna traccia. Il mare si era richiuso su di essa, come a voler far sparire il passato.
Vald e Berit avevano già fatto alcuni metri quando si girarono a guardarla. Sigrid se ne stava ferma, senza muoversi guardando il cielo.
Vald fece per chiamarla ma la sua voce fu sovrastata dall’eco di un ululato che incontrastato si espandeva i tutto il fiordo.
Solo allora Sigrid si mosse, raggiungendo lo zio con grandi falcate  ,superando la folla alle loro spalle  senza dire niente . Lief tentò di chiamarla ma Sigrid non lo guardò nemmeno . Allora la inseguì finché non giunsero al porto e quando con una mano tentò di fermarla fu spinto via in malo modo.
<< Si può sapere che hai? Non mi hai sentito quando ho cercato di chiamarti. >>
<< Cosa vuoi Lief ?! >> gli disse lei con la rabbia nella voce .
<< Cosa voglio…. Sigrid cosa ti prende..>>.
Lei lo guardò un attimo e quello sguardo fece rabbrividire Lief. Quello sguardo pieno di odio che lo guardava non era lo sguardo di Sigrid , della sua Sigrid.
Quella che aveva davanti era un altra persona .  Istintivamente Lief fece alcuni passi indietro mettendo una distanza tra lui e quello sguardo gelido che lo guardava trasmettendogli un senso di inquietudine e di paura .
Lei allora gli si avvicinò e gli disse semplicemente << Vivi la tua vita e dimenticati di me. Addio. >>.
Lief rimase come pietrificato ,vuoto.
Solo pochi giorni prima lei aveva accettato di sposarlo e ora gli diceva di vivere la sua vita e dimenticarsi di lei.
<< Ma perché ? >> si chiese ad alta voce dopo che vide scomparire la nave sulla quale un pezzo della sua vita era andato via .
<< Perché è la sua scelta ragazzo. E tu non puoi impedirlo, fa come ti ha detto ragazzo, dimenticala.>> gli disse lo Jarl mentre gli si metteva a fianco. Probabilmente l’uomo stava cercando di consolarlo in qualche modo ma la mente di Lief  già stava viaggiando nei ricordi, e delle parole gelide e tombali riaffiorarono dal suo inconscio
“Un sacrificio accadrà, il destino ha parlato,ciò che era mai più come prima sarà”
La profezia si era avverata . E con un amara consapevolezza di impotenza Lief non poté far altro che guardare il cielo e domandarsi perché gli Dei avevano voluto tutto quello.
 Mentre un lupo, nel bosco, squarciava il silenzio nato dentro la sua testa  di Lief , con il suo ululato.

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