Two months with a star.

di _Becky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Meetings and surprises. ***
Capitolo 2: *** First day of cohabitation. ***
Capitolo 3: *** Topics. ***
Capitolo 4: *** Revenge. ***
Capitolo 5: *** Misconception. ***
Capitolo 6: *** Kate and stories. ***
Capitolo 7: *** Fights. ***
Capitolo 8: *** I'm sorry. ***
Capitolo 9: *** Sandwiches and..fans. ***
Capitolo 10: *** Friends. ***
Capitolo 11: *** Discourses ***
Capitolo 12: *** Charity dinner: the invitation. ***
Capitolo 13: *** Kiss. ***
Capitolo 14: *** The night. ***
Capitolo 15: *** AVVISO IMPORTANTE ***



Capitolo 1
*** Meetings and surprises. ***


CAPITOLO UNO

Il divano di pelle a forma di L era un qualcosa di estremamente adatto per le mie povere gambe che dovevano sostenere il portatile,per un’altra serata all’insegna del lavoro.
Lo dicevo io,che fare così tanta carriera a 20 anni faceva invecchiare prima.
Paul,il mio superiore nella redazione,mi aveva chiesto di finire di trascrivere un’intervista fatta nei giorni precedenti ad una celebrità italiana,di cui il nome mi sfuggiva.
Però fuori c’era un temporale,le luci per le strade si spegnevano e accendevano continuamente,e a mio discapito dovevo dire che era una serata perfetta per lavorare.
Improvvisamente la luce del soggiorno si spense,mettendomi addosso una paura grandissima.
Avevo sempre avuto paura del buio.
Nonostante vivessi da sola,già a 20 anni,la paura per il buio non mi era mai passata.
Sbuffai e cercai di calmarmi,sperando vivamente che quel metodo funzionasse.
Qualche minuto dopo la luce ritornò.
L’acqua però continuava a scendere battendo sulle finestre,e i tuoni illuminavano ancora di più la stanza.
Scossi la testa e cercai di continuare a trascrivere quell’intervista.
‘Preferisci i soldi o l’amore per i fans?’ ‘L’amore per i fans,dei soldi non me ne faccio niente’ , mi aveva risposto la divetta,appena più piccola di me.
Pff,che grande cazzata che aveva detto.
Ma dai,chiunque avrebbe capito che stava mentendo.
Diceva così per avere più credibilità,ma ai miei occhi quella ragazza risultava solo patetica.
Se non aveva soldi come viveva?
Io per fortuna prendevo uno stipendio che mi permetteva di vivere e farmi passare alcuni sfizi.
Lavoravo per una rivista famosa “Woman and men”,e avevo scritto già parecchi articoli,nonostante la mia piccola età.
Qualcuno bussò forte alla porta d’ingresso facendomi sobbalzare.
Chi sarebbe potuto essere alle 11 e mezza di sera?
Spostai il pc sul divano e andai alla porta guardando dallo spioncino,ma quello che vidi fu solo qualcuno incappucciato.
 
«Chi è?» domandai legittimamente.
 
«Ehm..Non è il massimo spiegartelo da fuori,puoi farmi entrare? Mi sto bagnando tutto!» urlò la voce al di là della porta.

Era una voce maschile e giovane.
Non m’impaurii,però poteva essere anche un maniaco,pedofilo,nonostante l’età giovane che dimostrasse dalla voce.
Girai la chiave nella toppa aprendo la porta.
Il ‘ragazzo’? si affrettò ad entrare asciugandosi le scarpe sul tappeto per non bagnare il pavimento,ma era praticamente zuppo e ad ogni passo che faceva gli colava una marea di acqua.
Chiusi la porta alle mie spalle e lo guardai: si era tolto giubbotto e berretto e li teneva in mano.
 
«Ehm,dove li metto questi?»

Non so perché mi ricordava vagamente qualcuno..
 
«Dammi,ci penso io» dissi,affrettandomi a raggiungerlo e posandoli sull’attaccapanni li vicino.
 
«Grazie per avermi fatto entrare,sei stata molto gentile. Passavo da queste parti e questo temporale mi ha preso alla sprovvista..»

Occhi color smeraldo..Mmh..Già lo avevo visto da qualche parte..
Mi svegliai dallo stato di trance.
 
«Non preoccuparti. Comunque non mi hai ancora detto come ti chiami.» gli dissi mentre spostavo il pc dal divano per fare spazio al ragazzo.
 
«Io sono Harry. Harry Styles.» disse fiero,porgendomi la mano.
 
Lo guardai meglio..
Harry,Harry,Harry..
Ci sono!
 
«Aah,tu sei uno dei cinque  di quella famosa boyband di ragazzini mocciosi che tanto piacciono alle ragazzine! Comunque Megan,Megan Tayser.» gli risposi stringendogli la mano.
 
Lui inclinò la testa scrutandomi e socchiudendo gli occhi.
 
«Non siamo ragazzini! E neanche mocciosi!» si lagnò.
 
«Si certo,certo..» dissi alzando gli occhi al cielo. «Sei zuppo,vieni con me,ti presto dei vestiti» affermai guardandolo.
 
Dovevo ammettere che era davvero un gran pezzo di ragazzo.
Iniziai a salire le scale in parquet seguita a ruota da lui.
Arrivai nella mia camera da letto accendendo la luce e aprendo le ante di legno scuro scorrevoli dell’armadio.
Frugai un po’ e dopo aver preso un maglione e un jeans,sicura che fosse della sua stessa taglia,glieli porsi.
 
 
«Io non li metto i vestiti da ragazza!» si lamentò.
 
Sbuffai.
 
«Stai tranquillo,non ti faccio vestire da ragazza.»
 
 
«Tieni.»
 
Lui si grattò la testa.
 
«Ma sei tu che ti vesti da maschio?» chiese piuttosto perplesso.
 
Alzai gli occhi al cielo.
 
«Sono i vestiti di Josh,il mio ragazzo.» gli dissi,domandando a me stessa per quale motivo gli stessi dando delle spiegazioni.
 
«Ah,ecco il motivo del letto matrimoniale..» borbottò lui.
 
In realtà io e Josh non vivevamo insieme. Lui aveva ventisei anni e lavorava nelle telecomunicazioni; era quasi sempre impegnato al lavoro,ma appena aveva tempo libero veniva da me e qualche volta dormiva a casa mia.
 
«Non viviamo insieme» mi affrettai a spiegare.
 
«Ah,ho capito..Una cosa alla ‘stasera si fa baldoria’ e poi la mattina ritornate alla stessa vita di sempre.» disse sorridendo maliziosamente.
 
Lo incenerii con lo sguardo e gli buttai i vestiti tra le mani.
 
«Vado a preparare un tè nel frattempo che ti cambi» dissi avvicinandomi alla porta e chiudendola alle mie spalle una volta uscita.
 
Dieci minuti dopo entrai in salone con due tazze di tè in un vassoio con delle zollette di zucchero e due brioches.
 
Erano le undici e mezza passate di sera ma ci stava.
 
Quello che vidi mi fece spalancare la bocca.
 
«No ma,fa’ come se fossi a casa tua eh!» dissi sarcastica.
 
Era sdraiato sul divano con i piedi incrociati e il mio portatile sulle sue gambe,segno che stava leggendo la mia intervista.
Lui si girò a guardarmi e poi fece un sorriso che gli scoprì la dentatura perfetta e le fossette da bambino che a me avevano sempre fatto impazzire,in qualunque individuo lo avessi trovato.
 
«Certo.» rispose.
 
Appoggiai il vassoio sopra la vetrinetta dinanzi al divano,sedendomi sulla forma ad L.
Era assurdo,sembrava che stesse a casa sua ed io fossi un ospite!
 
«Che fai?» gli chiesi.
 
«Leggo questo..documento. Sei una giornalista?»
 
Annuii.
 
«Comunque so cosa pensi di questa ragazza che hai intervistato. Che mente e i soldi sono l’unica cosa a cui pensa. Ma ti assicuro che non è così,i soldi sono l’ultima di una lunga lista di cose che interessa a noi famosi. La prima cosa che amiamo incondizionatamente sono i nostri e le nostre fans. Sono loro che ci hanno portati al successo in fondo e senza loro saremmo niente. Quindi è loro che dobbiamo ringraziare.»
 
Mi aveva letto nel pensiero?
 
«Non ci credo.» dissi,prendendo il mio tè e iniziando a sorseggiarlo.
 
Lui fece spallucce. «Nessuno ci crede,ma è così.» rispose alzandosi a sedere,decidendo poi a spostare il pc e a prendere la tazza di tè e togliere la carta alla brioches inzuppandola.
Bevemmo il nostro tè in silenzio,poi guardai fuori dalla finestra: non pioveva più.
Lui guardò l’orologio alzandosi e si infilò gli scarponi che aveva rimasto vicino l’ingresso.
 
«Senti,io vado,ha smesso di piovere. Ti ringrazio per la gentilezza e l’ospitalità.»
 
«Se ora tutte quelle ragazzine assatanate sapessero che sei qui mi circonderebbero casa. Il mio spirito da giornalista vorrebbe gridare ai quattro venti ‘ho Harry Styles in casa’,ma siccome ci tengo alla mia incolumità non lo dico a nessuno e ti saluto. Ciao!» dissi sorridendo.
 
Lui che si stava infilando il cappotto rise.
 
«Meglio per te» disse.
 
Gli aprii la porta e lo salutai con la mano,poi la richiusi e decisi che era l’ora di andare a letto.
Chiusi il pc e mi avviai nella mia camera da letto per prendere il pigiama e tutto l’occorrente e pensai a Harry.
Wow Megan,tutte a te capitano!
 
Il lunedì mattina scesi da casa in perfetto orario mettendo in moto la mia Volvo e arrivando in redazione poco dopo.
 
«Buongiorno piccola!» esclamò una radiosa Katya,una donna di mezz’età alla reception.

Mi chiamava così perché ero la giornalista più piccola.
 
«Ciao Katya!» la salutai cordiale.
 
«Senti,vieni un po’ qui? Devo dirti una cosa.»
 
Io,che ero già un po’ più avanti ritornai indietro avvicinandomi al bancone.
 
«Dimmi.»
 
«Il direttore ha detto che vuole vederti per parlarti di una cosa urgentissima e che solo tu puoi fare.»
 
Aggrottai la fronte.
 
«Cioè?»
 
Lei incassò la testa nelle spalle.
 
«Non ne ho idea!» rispose.
 
La ringraziai e mi diressi all’ascensore,rotto,come sempre.
Così presi le scale e appena tre gradini dopo inciampai nei miei piedi.
Maledetti tacchi,nonostante ci avessi a che fare ogni santo giorno non riuscivo proprio a camminarci; ero stata sempre una ragazza jeans e converse,io! Per fortuna mi appoggiai al muro evitandomi una caduta.
Arrivai davanti all’ufficio di Paul e bussai.
 
«Entra pure,Megan!» urlò al di là del vetro.

Aprii la porta e la richiusi alle mie spalle.
L’uomo panciuto ma severo mi aspettava seduto sulla sua comoda poltrona.
Era lui che mi aveva scoperta,era grazie a lui se lavoravo li.
 
«Buongiorno» dissi intimidita.
 
«Siediti mia cara.» disse indicando una delle sue sedie nell’ufficio.
 
Così feci e aspettai che parlassi.
 
«Katya mi ha detto che voleva parlarmi..»
 
«Si,infatti. Allora.. Abbiamo rivisto le nostre priorità e ci siamo resi conto che ci sono dei cantanti che hanno rubato il cuore a molte ragazzine che fanno incassare molto a qualunque giornale ne parli..E quindi siamo andati a scovare i cantanti più in del momento..»
 
Quel discorso mi fece drizzare le orecchie.
 
«..E ne abbiamo trovata una,una boyband precisamente,che sta facendo successo e sta vendendo un sacco di dischi. Si chiamano Zayn Malik,Niall Horan,Liam Payne,Louis Tomlinson ed Harry Styles,il gruppo One Direction.»
 
Sussultai al nome di Harry.
Ricordavo facesse parte di quella band.
 
«..Le ragazzine farebbero qualsiasi cosa per vederli,sfiorarli,ma soprattutto conoscerli. Ma non conoscerli nel senso “Ciao,io sono tizio dei One Direction,ho Tot. Anni e sono nato a”.. Ma conoscerli nel vero senso della parola. Così visto che nessuna potrebbe mai avere questa possibilità,ovvero qualcuna,ma non tutte,ho pensato a questo servizio. »
 
«E..il mio ruolo in cosa consisterebbe?» domandai deglutendo,sperando non mi costringesse a fidanzarmi per finta con uno di loro,non l’avrei sopportato.
 
«Fuori città,due mesi. Tu e un membro della band. Farai il tuo lavoro di giornalista intervistandolo qualche volta,ovvio,e ogni settimana farai un articolo che invierai qui in redazione e penseremo noi a pubblicarlo,ovviamente con il tuo nome. Pensaci bene,questo servirà anche alla tua popolarità come giornalista e ti aprirà le porte per qualcosa di più grande.»
 
Spalancai gli occhi.
 
«Chi dei cinque membri sarà il fortunato a stare con me due mesi?»

«Harry. Harry Styles. E’il più libero dei cinque e ne abbiamo già parlato con lui ed è d’accordissimo.»

Rabbrividii a quel nome.
Per un paio d’ore passate a casa mia aveva fatto ciò che voleva,figurarsi due mesi!
Feci un respiro profondo.
 
«Okay,ci sto.»
 
«Va bene Megan,sono così orgoglioso di te!» disse allungando una mano dall’altro lato della scrivania e poggiandomela  sulla spalla,poi si mise a sedere.
 
«Ti chiedo solo una cosa.»
 
«Qualunque cosa» risposi sorridente.
 
«Non..Non immischiare la vita privata con il lavoro.»
 
«Eh?» gli chiesi accigliata.
 
Lui mi guardò dritto negli occhi.
 
«Non innamorarti Meg.»
 
Non gli scoppiai a ridere in faccia solo perché nonostante la confidenza era il mio capo.
 
«Può stare tranquillo Paul. Sono felicemente fidanzata e un ragazzino viziato e famoso contornato da ragazzine non potrà di certo sconvolgermi la vita!»
 
« E’ una cosa importantissima per la vendita del nostro giornale. Quindi se fallisci mi dispiace ma tu saresti l’ultima persona che vorranno i giornali importanti,va bene?»
 
Sognavo da quando avevo tre anni di fare la giornalista un giorno e di diventare famosa,ma tra l’immaginarlo e provarlo su sé stessi c’era una grande differenza.
Sarebbe dipeso tutto da me da quel giorno.
Se non fallivo e il giornale faceva il boom delle vendite ogni settimana con il mio articolo su come fosse uno dei ragazzi e cosa avrei conosciuto su di lui ogni settimana,sarei sicuramente divenuta la giornalista più famosa,voluta e invidiata da tutto il Regno Unito,mentre se avessi fallito sarei stata l’ultima che tutti avrebbero voluto nella loro redazione.
Dovevo provare,dovevo farcela.
 
«Va benissimo. »
 
Lui mi sorrise.
 
«Come si vede che sei giovane. 20 anni di sicurezza e determinazione. Sei sicura che ce la farai? Guarda che stare con un ragazzo della tua età,conviverci diciamo,non è facile!»
 
«Lo so,ma come ti ho già ripetuto sopporterò qualsiasi cosa. Sono disposta a tutto pur di arrivare al mio obiettivo.»
 
«Lo spero.» disse lui serio. Buona fortuna Megan,e ricordati che dipende tutto da te. Domani avrai tutti i dettagli e questo fine settimana partite. Puoi andare.»
 
Mi alzai dalla sedia.
 
«Grazie.» gli sorrisi e una volta uscita dalla porta respirai profondamente.
 
Era l’occasione della mia vita.
 
 

I'm baaack!
Si,sono ritornata a rompervi le palle con la nuova ff,e l’ i’m back l’ho scritto col colore perché mi piace di più e in questa ff voglio che ci sia coloooore,yeeeeeeep! E ho deciso di iniziare con il blu che è il mio colore preferito lkfjgnlfg
Cooooomunque: Benvenuti alle nuove lettrici/lettori e alle ragazze che invece mi hanno seguita dalla ff precedente, ovvero Stepbrothers and something else,che chi non lo sa,è la storia principale.
Si,qui ci saranno i protagonisti di s.b.a.s.e ma ovviamente avranno un ruolo secondario,ma comunque don’t worry ,non c’è bisogno di leggere necessariamente quella anche perché qua verrà spiegato tutto!
Anyway,passiamo al primo capitolo di questa nuova avventura! –sono super esagitata,lol e per chi è nuova,ragazze,dovrete imparare a sopportarmi perché sono un po’ stramba e sclero molto! U.u-
Dicevamo? Ah già,il primo capitolo,sisi.
Allooooora,la storia è appunto dal visto di Megan,una ragazza che possiamo definire felice,visto che ha tutto! Una casa sua,un lavoro fisso a soli venti anni e un fidanzato che ama…e di questo si parlerà più avanti.
In questo primo capitolo c’è l’incontro casuale (ehm,ehm) con Harry,che passa di li e viene sorpreso da un temporale..
Poi il lunedì mattina va in redazione e boooooom ,un servizio pronto per lei che le può aprire la strada per dei giornali più importanti diciamo,e non può fallire..
I protagonisti già si conoscono and anyway chissà se ci riesca ad essere un rapporto professionale o meno..
Vorrei precisare che questa storia si svolge dopo due anni dall’ultimo capitolo di Stepbrothers and something else,quindi Harry ha 21 anni,e l’epilogo invece,si collega al capitolo dieci di questa qui (eh si,ho già scritto 15 capitoli,sono orgogliosa di me).
Come in tutte le altre ff che ho scritto preferisco non mettere immagini della protagonista (Harry già lo conosciamo! Lol) perché penso che ognuno debba immaginarla a modo suo,però vi dico che io la immagino castana,capelli mossi e occhi castani,però ognuno è libero di immaginarla come vuole :33
Bene,per oggi ho parlato troppo,ci vediamo la prossima settimana quindi!
 
Un bacio,la vostra rompipalle preferita,Giusy.
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Capitolo 2
*** First day of cohabitation. ***


CAPITOLO DUE

«Chelsea?» Spalancai la bocca ad O.
 
«Si.» Sospirò Jessica,la segretaria di Paul; Una bionda tintissima ma simpatica.
 
«Non ci posso credere.» sospirai passandomi una mano sugli occhi.
 
«E’lontanissimo! Dista due ore da Londra,non potrò mai farcela a stare lontana dalla mia città.»
 
Lei si strinse dispiaciuta nelle spalle.
 
 
«Chelsea?» spalancò la bocca ad O.
 
«Si.» sospirai.
 
«Non ci posso credere.» disse mettendo una mano davanti alla bocca.
 
«Karina starò via due mesi lontana da te,da Josh e starò tutta sola con quell’Harry del cavolo,che è un ragazzino viziatissimo e che non ha rispetto per nessuno. Anche se è vero che dista solo due ore da Londra..»
 
«Meg,non capisci proprio niente! Pagherei per stare sola due mesi con Harry Styles..Non sai la quantità di cose che farei insieme a lui, E tu che hai quest’opportunità ti lamenti?!» domandò irritata la mia migliore amica.
 
«Kari,non ci posso credere,anche tu fai parte di quelle ragazzine allupate che impazziscono per lui e per gli altri quattro sciacalli?»
 
«Ma no! E’ solo che..Diciamocelo: E’un gran pezzo di figo e poi da quel che si dice in giro è dolcissimo,anche se non sembra. E poi ha anche le fossette!»
 
«Che c’entra?» sbottai io.
 
«Sei sempre impazzita per le fossette.»
 
«Questo non è un motivo valido per convincermi.»
 
Sospirò.
 
«Senti Megan,è da quando hai tre anni che sogni di diventare una famosa giornalista,ora che il tuo sogno può divenire realtà non puoi mandare tutto in frantumi! Per lo più per motivi banali. Noi ci terremo in contatto e con Josh anche. Qual è il problema?»
 
«Il problema? E’ Harry il problema! E’stato quella sera a casa mia e ha fatto come se fosse stato a casa sua,figuriamoci due mesi! E sai quanto odio i ragazzi fatti in questo modo!» sbottai ancora battendo la mano sul divano di casa mia irritata.
 
«Fingi che non lo conosci,che quella sera non sia esistita e che tu stia facendo una cosa importante che ti servirà,e questa è vera. Quindi dai..!»
 
Le sorrisi e mi sporsi ad abbracciarla.
 
«Hai ragione,grazie.»
 
 
Guardai per l’ennesima volta l’orologio: Josh era in ritardo.
Il campanello suonò ed io corsi ad aprire.
 
«Amore scusa il ritardo,mi hanno intrattenuto.» disse dandomi un bacio sulle labbra.
 
«Pensavo non venissi più..» confessai mentre entrambi ci sedevamo sul divano.
 
«Mi dispiace,sono stato intrattenuto!» si scusò.
 
Sorrisi.
 
«Ok non fa niente dai. Comunque hai letto il  messaggio?»
 
«Si,e sono felicissimo per te tesoro mio!» disse abbracciandomi. «Quando parti?»
 
«Fra quattro giorni,sabato in realtà.»
 
In realtà rimasi delusa.
 
Mi aspettavo un ‘non andare’ oppure ‘Chi è questo Harry?Tu sei mia!’ ma non era arrivato.
Ero sempre stata sotto il mio muro che mi ero personalmente creato un’inguaribile romantica,che sognava un amore tutto a modo suo.
Josh era perfetto: biondo,occhi azzurri,ma gli mancava quella parte del ragazzo geloso,ma sapevo che mi amava e quindi mi davo da sola della stupida.
 
«Ho capito. Mi mancherai» disse con un pizzico di malinconia.
 
«Anche tu,tantissimo.» gli confessai e lui mi abbracciò.
 
«Dormi qui stanotte?»
 
«Si,anche perché sai che domani devo partire e credo proprio che non ci rivedremo se non fra due mesi.»
 
«Ah.»
 
«Quindi voglio salutare per bene la mia ragazza…» sorrise malizioso e mi prese in braccio portandomi su per le scale,mi aggrappai al suo collo e risi.
 
Quella sarebbe stata la nostra ultima notte insieme e dovevo viverla.
 
 
I giorni successivi passarono in fretta tra preparativi e valigie e arrivò il giorno della partenza; Harry mi avrebbe aspettata li a Chelsea,nella ‘grande’ casa –come mi avevano riferito- che avevano affittato per il servizio per i prossimi due mesi.
L’articolo con la notizia sarebbe stato scritto il giorno dopo,giusto il tempo di non far seguire né me né Harry fino la nostra nuova casa e rispettare i nostri spazi.
Karina mi accompagnò all’aeroporto.
 
«Sta’ attenta amica mia e fa’ vedere a tutti chi sei!»
 
Le sorrisi grata,pronta per consegnare il biglietto dell’imbarco dal momento che stavano chiamando il mio volo.
 
«Ah,salutami Harry e digli che un giorno ci conosceremo. Magari vi vengo a trovare e..»
 
«eeehi,frena! Ho capito!»
 
Si fece improvvisamente seria.
 
«Stai attenta all’amore.» disse.
 
Scossi la testa.
 
«Lo sai che ho Josh»
 
«Lo sai che anche se state da due anni insieme non durerete molto. E’troppo perfetto,è troppo irreale,per te non ci vuole uno così.»
 
La mia amica non aveva mai retto Josh,ritenendolo troppo perfetto,troppo impegnato,troppo studioso,troppo tutto,ma io non le avevo mai dato retta. Lo amavo e se stavamo da così tanto tempo insieme voleva dire che era quello giusto.
 
«Ciao Kari» dissi semplicemente abbracciandola e pronta per salire sull’aereo.
 
 
Qualche –molte- estenuanti ore dopo arrivai all’aeroporto e presi un taxi che mi portò dritta verso la mia nuova casa.
Doveva essere un po’appartata ma in realtà era collocata vicino ad una spiaggia in quel momento stra piena di gente.
Bella creatività!
Presi la copia delle chiavi dell’enorme casa che mi avevano dato e aprii la porta principale.
Mi fermai nel bel mezzo del salotto guardandola: aveva due piani e una terrazza grandissima che avevo visto da fuori,wow.
Salii le scale pensando che forse Harry ancora arrivasse,ma una porta che si aprì all’improvviso mi fece ricredere.
Harry indossava solo un jeans ed era a petto nudo.
Deglutii passando lo sguardo su tutto il suo corpo e poi lo passai ai suoi occhi color smeraldo.
 
«Ehilà chi si rivede! Pronta per passare i prossimi due mesi insieme?»
 
«Per niente. Scusa ti dispiacerebbe…» lasciai la frase insospesa riferendomi al suo petto nudo.
Lui rise e incrociò le braccia al petto.
 
«Non credevo fossi una che s’imbarazza a vedere un uomo a petto nudo!»
 
«Uomo?» ripetei le sue parole ridendo,posando le valige a terra e incrociando anch’io le braccia al petto. «Ragazzino,vorrai dire!»
 
Lui mi guardò male e poi prese le mie valigie.
 
«Ti accompagno nella tua stanza. Qui ce ne sono tante,ce ne sono due libere di fianco alla mia ma insistono per farci stare il più lontano possibile e non ti so dire il perché.»
 
Feci spallucce. «Meglio così.»
 
Lui rise e mi guidò lungo il corridoio,poi in fondo a destra c’era una porta che lui aprii.
 
Rimasi affascinata,meravigliata,quella camera era un suitt.
 
Letto matrimoniale e mobili in legno con tende rosse; un vero spettacolo.
 
«Grazie.» dissi riferendomi al fatto che mi avesse portato le valigie.
 
«Non c’è di che.» mi sorrise lui mostrando le fossette.
 
M’incantai un attimo a guardarlo e me ne pentii subito: stava sghignazzando.
 
«Dì la verità,sono bellissimo!»
 
Guardai ancora il suo petto nudo e poi lui con finta indifferenza.
 
«Ma dai!» sbottai. «Comunque esci di qui che voglio sistemare le mie cose.»
 
Lui incrociò le braccia al petto e si accostò allo stipite della porta.
Aprii la valigia,ma lui non accennava ad andarsene.
Lo guardai di traverso.
 
«Sciò!» esclamai ancora.
 
Lui mi guardò e sorrise divertito da qualcosa di cui non saprei parlarvi e aprì la porta per andarsene.
 
«Io vado a mettere il costume da bagno e salgo su per prendere un po’ di sole,se vuoi dopo raggiungimi.»
 
Chiuse la porta alle sue spalle senza neanche lasciarmi il tempo per rispondere.
Che impertinente!
Scossi la testa e sospirai,aprendo del tutto la valigia e iniziando ad estrarne gli abiti e a riporli nel grande armadio.
 
Un’ora dopo erano perfettamente appesi e le valigie erano al loro posto.
Andai a fare un giro per casa e poi ritornai in camera.
Sospirai e mi buttai sul letto prendendo il cellulare in mano.
Composi il numero di Karina e lei rispose al secondo squillo.
 
«Hola mi amorrrr!» rispose pimpante come sempre.
 
Chiusi gli occhi passando il braccio sopra.
 
«Kari,sono arrivata e ho messo anche a posto le valigie,sono esausta.»
 
«Com’è la casa?»
 
«Chiamarla casa è un eufemismo! E’una reggia! Ha due piani,un terrazzo ed è modernissima.»
 
«E il bello e dannato dov’è ora?»
 
Risi.
 
«E’a prendere il sole. Appena sono entrata me lo sono ritrovata a petto nudo davanti.»
 
Fece un urlo che mi fece chiudere gli occhi forzatamente.
 
«E non sei morta?Non gli sei saltata addosso?Non l’hai riempito di baci?»
 
Riaprii gli occhi alzandoli al cielo.
 
«Kari!» la ammonii.
 
«Si,giusto,Josh..» sospirò seccata ed esausta lei.
 
«Già..»
 
Il telefono vibrò.
Guardai il display ed era un numero che non conoscevo.
 
«Kari,ho una chiamata sull’altra linea. Io ora rispondo e tu stai zitta,okay?Potrebbe essere importante.»
 
«Starò muta come un pesce!» convenne lei.
 
Risposi.
 
«Si,chi è?»
 
«Non vieni a prendere il sole? E’una giornata da 40 gradi oggi.»
 
Aggrottai la fronte.
Quella voce l’avevo già sentita.
Forse..
 
«Ehi,ci sei?» sentii ancora,perché io non mi decidevo a rispondere.
Si,ora c’ero.
Sentii la mia amica sussultare all’altro lato del telefono e la maledissi mentalmente.
 
«Harry,sono qui per lavorare,non per divertirmi.» risposi seccata.
 
«Dai,è il primo giorno,puoi passarlo.»
 
Sbuffai.
 
«Okay,arrivo.»
 
«Grande!» rispose e attaccò.
 
Educato come sempre…
 
«Aaah! Aaah! Aaah!»
 
Mi tappai l’orecchio libero e allontanai il cellulare dall’altro.
 
 
«Kari! La smetti di urlare come una cornacchia?»
 
«M-ma quello era..Era..Harry Styles!»
 
 
«Si,e allora? Non capisco chi gli abbia dato il mio numero di cellulare e non capisco fino a che punto possa essere demente che mi chiama dalla stessa casa.» sospirai.
 
Lei rise.
 
«Penso che abbia dei modi un po’ suoi..»
 
«Me ne sono accorta!» dissi alzando gli occhi al cielo.
 
«Dai,ora vai che Harry ti aspetta. Ti tengo aggiornata per il giornale.»
 
«Grazie,ci sentiamo dopo.» dissi e riattaccai.
 
Sospirai e aprii l’armadio per cambiarmi.
Misi il pantalone della tuta e sopra un top con cui giravo in casa,con le converse; avevo venti anni ma non mi andava di farmi vedere in costume o pantaloncino da un ragazzino del genere,ero una giornalista,io!
Presi il cellulare e lo misi in tasca avviandomi di sopra.
Quando finii di salire la rampa di scale e constatai che in quel terrazzo c’era anche una piscina enorme e due sdraio mi sentii morire dalla gioia; peccato che dovevo lavorarci li.
Harry era in costume da bagno sdraiato e apparentemente con gli occhi chiusi,o almeno credevo; Le rayban erano abbastanza scure e non potevo vedere con esattezza.
Comunque credetti che si fosse addormentato.
Lo squadrai meglio e non potei che ammettere a me stessa che aveva un fisico bello da morire così come il suo sorriso,e le fossette poi..
 
«Che fai? Resti li imbambolata a fissarmi oppure vai a mettere il costume e vieni a sdraiarti accanto a me?»
 
Sobbalzai.
Ecco l’ennesima figura di merda.
 
«Non ti stavo guardando!» risposi guardandolo male.
 
Lui si mise a sedere togliendosi gli occhiali e guardandomi meglio.
 
«Certo.» rispose sarcastico.
 
«Mi sono già cambiata comunque.» risposi guardando da un’altra parte per evitare l’imbarazzo.
 
Lo sentii trattenere uno sbuffo e poi ridere liberamente.
 
«Che c’è?!» sbottai io.
 
«E tu vorresti farti il bagno o prendere il sole così?!» mi indicò ridendo ancora.
 
Lo guardai male per l’ennesima volta.
 
«No infatti,non farò il bagno e non prenderò il sole. Sono qui per lavorare.»
 
Lo vidi alzarsi posando gli occhiali e venire nella mia direzione.
Indietreggiai spaventata.
 
«Che giornalista noiosa sei…» biascicò e continuò ad avvicinarsi.
 
«O-okay,forse è meglio che scenda di nuovo eh!Vado a vedere un po’ di tv!» dissi spaventata tutto d’un fiato,ero vicinissima alla piscina ed avevo paura di quel ragazzino impertinente.
 
Mi girai di scatto pronta a correre il più possibile lontana da lui ma fui presa per la vita dal suo braccio.
 
«No,giornalista,nessuna tv!» esclamò.
 
Iniziai a dimenarmi,tanto che fu costretto a prendermi in braccio.
Mi dimenai ancora di più ma a lui sembrava non pesare.
Si buttò in acqua con me ancora attaccata al suo collo per la paura di cadere,andando a finire sul fondo.
Sarebbero stati dei lunghi due mesi.
 
I’m baaaack!
Inanzitutto ringrazio coloro che hanno già messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e che hanno recensito.
Vi a-m-o !
Alloooors, geograficamente non sono un’esperta quindi ho cercato di informarmi, ma mi aspetto che qualcuna di voi mi dica ‘ma quando mai Chelsea dista due ore da Londra?’ oppure è così come ho trovato? Okay,lasciando a parte i miei dubbi esistenziali..
Il capitolo come vi è sembrato?
Abbiamo conosciuto Josh, il fidanzato ventiseienne di Megan, super-stra impegnato e per niente geloso di lei, se non che la addolcisce qualche parolina dolce altrettanto…
E… si! Via alla convivenza!
Harry sembra un bambino viziato agli occhi di Megan e si è visto con lo scherzo che le ha fatto..
E come ha detto lei beh ‘saranno due lunghi mesi..’
Con questo vi lascio e ci sentiamo la prossima settimana,spero lasciate un parere,anche qualche insulto, lo merito ja lol .
Sciaaaaaao!

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Capitolo 3
*** Topics. ***


CAPITOLO TRE


Scesi giù di fretta e furia tutta bagnata e per colpa sua! Maledettissimo ragazzino malato di mente!
Appena avevo riuscito a liberarmi dalla sua stretta (che non mi aveva lasciata fin quando non eravamo usciti con la testa dall’acqua) ero corsa via urlandogli contro parole poco carine che lui prendeva come un gioco continuando a ridere come un cretino.
Decisi di farmi una doccia,tanto erano le 20:00 e mi lavai i capelli, asciugandoli e lasciandoli mossi.
Indossai il mio pigiama tutto verde acqua, nessun disegnino imbarazzante fortunatamente.
Riavviai con la mano i capelli e mi guardai allo specchio: ero stravolta e stanchissima e inoltre dovevo ancora mangiare.
Oddio, dovevo mangiare, ma chi avrebbe cucinato? Il frigo era vuoto o pieno?
Colta alla sprovvista dai miei dubbi misi al suo posto l’asciugamani, il phon e la spazzola mettendo le mie ciabatte abbinate al pigiama e mi avviai nella grande cucina.
Aprii i mobili trovandoci pentole, vassoi e sopra il lavandino a due parti l’occorrente e piatti, bicchieri e posate, il già tutto pulito.
Mi diressi al grande frigo grigio metallizzato e lo aprii, scoprendo con mia grande sorpresa che era pieno.
Sorrisi involontariamente.
Ero salva per il momento.
Sapevo cucinare, ma preferivo di gran lunga mangiare qualcosa di surgelato o comunque un pasto veloce.
Guardai cosa potevo mangiare e scelsi dei wurstel che mi sarei scaldata nella padella.
Richiusi il frigo appoggiando la busta con i wurstel sul tavolo e aprendo un mobiletto sotto dove prima avevo visto la padella, cercandola.
 
«Ehi che fai? Mangi da sola? A me niente?»
 
La voce di Harry mi fece spaventare.
Alzai gli occhi al cielo e imprecai mentalmente, non girandomi verso di lui e continuando a trafficare nel mobile.
 
«Preparatela da solo la cena.» dissi arrabbiata.
 
Perché era certo, ero arrabbiata con lui!
 
«Ma io sono maschio!» si lamentò lui, come se la cosa fosse scontata.
 
Trovai la padella, la presi e mi alzai richiudendo il mobile.
Mi girai verso di Harry.
Si era cambiato: aveva dei jeans neri, una camicia bianca e delle converse bianche.
 
«E quindi?» dissi incrociando le braccia al petto, con fare dispettoso.
 
«Sono le donne che cucinano!»
 
«Nel tuo mondo, Styles! Io cucino per me e tu cucini per te.»
 
«Dai, ma io non sono abituato a mangiare da solo, mangio sempre con i ragazzi e visto che ora ci sei tu e visto che stai cucinando fallo per entrambi, che ti costa?!»
 
Ci pensai un attimo su.
Aveva ragione, ma ero arrabbiata con lui.
Lo guardai di sbieco e presi un’altra busta di wurstel in frigo, aprendo entrambe e mettendoli in padella sul fuoco.
Lui era rimasto li a guardare.
 
«D’accordo. Però prometti che non farai mai più quello che hai fatto prima!» gli imposi puntandogli un dito contro.
 
Lui rise mostrando le fossette.
 
«Forse.»
 
Presi la forchetta dal cassetto a fianco chiudendolo con un fianco e rigirai i wurstel nella padella.
 
«Devi promettermelo!» mi arrabbiai.
 
«Se te lo promettessi mentirei e non mi piace non mantenere le promesse.»
 
Socchiusi gli occhi dall’irritazione.
 
«Che bimbo che sei. Renditi utile, prendi le tovagliette in questo cassettone» e gli indicai con la forchetta a quale mi riferissi. «Mettile sul tavolo e prendi due tovaglioli, due bicchieri, due forchette e una bottiglia di acqua, coca o aranciata, ciò che vuoi.» gli ordinai.
 
«Cacchio come comandi!» rise e poi iniziò a prendere l’occorrente.
 
«Almeno diventi utile a qualcosa.»
 
Spensi il fuoco e presi i due piatti, dividendo quattro wurstel ciascuno e portandoli in tavola.
Il tavolo era per quattro persone ed io ed Harry eravamo seduti l’uno di fronte all’altro.
 
«Vorresti dire che sono inutile?» rispose alla mia affermazione precedente, portandosi un wurstel alla bocca.
 
«Certo.» dissi io.
 
«Se fossi inutile, non..»
 
«Senti, senti.» Lo fermai io. «Non vorrai mica farmi la predica tipo: ‘non sono inutile altrimenti non starei nei one direction eccetera, eccetera..?’ E’ questo che volevi dirmi?»
 
Lui fermò la forchetta a mezz’aria guardandomi.
 
«Maga!» disse divertito, mangiando un altro po’ di wurstel.
 
Quando finì di mangiare posò il piatto, la forchetta e il bicchiere nel lavandino e lo vidi avviarsi agli attaccapanni.
Ah, io dovevo lavare tutto?
Ma era un metodo schiavistico?
 
«Ma tu non esci?» chiese quasi sorpreso squadrandomi da capo a piedi, dal momento in cui mi ero alzata per lavare il tutto.
 
«Scherzi? Sono stanca morta dal viaggio.»
 
Lui fece spallucce.
 
«Vabbè, io esco comunque. Se vuoi venire con me e cambi idea..»
 
«No grazie. Ma non sei stanco?»
 
«Giornalista, ho 21 anni, non 78.»
 
«Cosa centra?Anche io ho venti anni.»
 
«Ma sei sicura? Sembri una settantenne nel modo in cui ti comporti!» rise, infilandosi il cellulare in tasca.
 
«Sei un idiota.»
 
«Anche io ti adoro. Ci vediamo stanotte, oppure direttamente domani!» disse aprendo la porta di casa.
 
Uscì e scossi la testa.
La porta si riaprì di nuovo.
 
«Ah, comunque sei sexy con quel pigiama!» disse ridendo ed io gli buttai addosso la spugnetta per lavare i piatti che lui prontamente schivò e uscì sbattendo la porta, che idiota.
 
 
 
Il suono del campanello che non la smetteva di trillare mi fece aprire gli occhi spaventata.
Ero andata a letto dopo una veloce telefonata a Josh, per avvisarlo che fossi arrivata ma soprattutto ancora viva e vegeta.
Mi alzai pigramente dal letto mettendo le ciabatte e guardando la sveglia: le 4.45 .
Chi poteva essere a quell’ora di notte?
O di mattina, si poteva dire..
Scesi le scale il più velocemente possibile ed aprii la porta d’ingresso.
 
«Giornalista, ti hanno mai insegnato che non si fa aspettare qualcuno dietro la porta per più di dieci minuti? Cosa stavi facendo che non venivi ad aprire?»
 
Guardai Harry che aveva gli occhi un po’ lucidi, sicuramente per l’alcool.
Poi con la mia espressione assonnata e il solito sarcasmo risposi.
 
«Stavo giocando a scacchi, non si vede?»
 
Lui mi guardò con gli occhi leggermente spalancati.
«Cosa vuoi che stessi facendo idiota? DORMIVO! Le persone normali alle cinque di mattina dormono. Ah dimenticavo,tu non sei normale!» dissi togliendo la mano dalla porta lasciandolo entrare e avviandomi su per le scale.
 
«Ho passato una nottata divertente!»
 
«Senti.» mi fermai sulle scale. «Non me ne può fregar di meno della tua nottata divertente, né di cosa tu abbia fatto nella tua nottata divertente. M’interessa che ora la smetti di parlare, quando sali in camera tua non fai casino e mi lasci dormire in pace, okay? Domani dobbiamo iniziare un po’ di lavoro.»
 
Lui, ancora con le chiavi dell’auto in mano mi guardò perplesso.
 
«Dicevo davvero quando ti ho detto che sembri una settantenne.»
 
«Vaffanculo brutto ragazzino viziato.» borbottai fra i denti salendo in camera e sperando di riuscire a dormire.
 
 
Fortunatamente ci riuscii.
Erano le 08:00 ed era ora di alzarsi.
Mi vestii con la tuta e le converse come il solito e spazzolai i capelli.
Salii in terrazza e constatai che c’era una giornata meravigliosa.
Respirai l’aria aperta a pieni polmoni e poi me ne ritornai giù a fare colazione.
 
 
Erano le 11:30 passate ed Harry non si decideva a svegliarsi.
Dovevamo lavorare!
Così, anche se costretta, mi diressi a passo di marcia verso camera sua spalancando la porta ed entrando come se niente fosse.
Tralasciai i vestiti e il resto a terra e mi diressi verso il suo letto.
Stava a pancia in giù in una posizione al quanto strana e le coperte gli erano scese, lasciando vedere la sua schiena e i suoi tatuaggi.
 
«Harryy! Harryyy sveglia, su!» dissi toccandogli la spalla nuda.
 
Che pelle liscia aveva..
Corsi verso le tre porte-finestre in vetro che c’erano e scostai le tende lasciando entrare la luce del sole.
Purtroppo il bimbo non si muoveva minimamente.
 
«Harry, alzati è tardi! Dobbiamo lavorare!» dissi scuotendolo ancora una volta e posando un ginocchio sul letto.
 
«Mmh..» mugulò lui.
 
«Alzaaatiii!» urlai come una bimba indispettita.
 
«Uhm, e dai, altri cinque minuti mamma..» mugolò con la testa contro il cuscino e i riccioli che gli cadevano sulla fronte.
 
Sembrava un bambino, o forse lo era.
 
«Qui non c’è nessuna Anne, bimbetto capriccioso. Qui c’è Megan, la giornalista, e abbiamo un lavoro da svolgere, quindi o ti alzi tu o ti butto io dal letto!» dissi scuotendolo ancora una volta.
 
Lui aprì l’occhio destro guardandomi.
 
«Dammi un buon motivo per alzarmi.» rispose sconsolato ed assonnato lui.
 
«Perché dobbiamo metterci al lavoro.» risposi neutra, incrociando le braccia al petto, sempre poggiata con il ginocchio sul letto.
 
«Mh, questo non è un buon motivo.»
 
«Allora.. Perchè è una punizione per ieri, sei rientrato tardi ed ora ti tocca svegliarti.»
 
«Questo motivo è più stupido dell’altro.»
 
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
Forse avevo trovato la soluzione, da quello che avevo capito.
 
«Perché.. Perchè ti preparo la colazione,okay?»
 
Lui si aprì in un mega sorrisone scoprendo le fossette che potevo vedere benissimo e che mi facevano sciogliere.
 
«Grande, ora mi hai convinto!» disse e poi con uno scatto si alzò, si tolse le lenzuola da dosso e andò alla finestra iniziando a stiracchiarsi.
 
Oddio.
Dov’è il problema? Vi starete chiedendo.
Harry era solo in boxer.
 
«Farò finta di non aver visto niente!» quasi urlai portandomi le mani davanti agli occhi.
 
In risposta sentii la sua risata cristallina.
 
«Dai giornalista, ti scandalizzi per poco, e ancora hai visto niente..» ammiccò malizioso.
 
«Non voglio vedere niente!» affermai prontamente tenendomi ancora le mani agli occhi. «Ehm, vado a prepararti la colazione, tu vestiti intanto.»
 
«Si,nonnina.» replicò lui ridendo.
 
Quando sarebbe cresciuto un po’?

 


I’m backkkk
Okay, la prima cosa che voglio fare è scusarmi per non aver risposto alle recensioni del capitolo precedente, ma mi sono incasinata un po’ e non ci ho capito più niente D:
Bene, passando al capitolo… non c’è molto da dire, tranne la relazione burrascosa dei due, almeno da parte di Megan, perché Harry si diverte da pazzi!
Beh lasciatemi un parere se vi va!
Un bacio, xx

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Capitolo 4
*** Revenge. ***


CAPITOLO QUATTRO

«Harry,potresti prestarmi un po’ d’attenzione?!» sbottai.

Eravamo già da un quarto d’ora sul terrazzo, lui col costume da bagno, i suoi occhiali da sole -aveva imposto quella condizione- e sdraiato sulla solita sdraio ed io con il taccuino e la penna in mano seduta di fronte a lui che cercavo di fargli delle domande sul suo conto per ‘conoscerlo meglio’.

«Ti sto ascoltando.» mugugnò.

Lo fissai e solo allora mi accorsi di un particolare.

«Harry!!! Quando cavolo le hai messe quelle cuffie nelle orecchie?» urlai ancora puntandogli la penna contro.

«Quando tu hai iniziato questa specie di terzo grado fissando il tuo taccuino insistentemente ed io ero libero di fare ciò che volevo.» disse pacato,schiacciando il tasto dell’i pod.

Sbattei la penna e il taccuino sull’altra sdraio su cui ero seduta e gli sfilai malamente le cuffie dalle orecchie.

«Sei un idiota!» gli urlai e lui in tutta risposta tolse gli occhiali da sole guardandomi con la solita tranquillità, scrutandomi con i suoi occhi color smeraldo.

«Rilassati giornalista, abbiamo due mesi.» disse.

Cercai di respirare il più profondamente possibile e contare fino a dieci per non cadere in una grande crisi di pianto che avrebbe declinato la mia professionalità e misi la mano sul petto per calmare i battiti e riprendermi, già conscia che stessi quasi per svenire.
Harry lo notò e si affrettò a rimediare, a modo suo, che mi fece ancora più arrabbiare poi.

«Megan rilassati, siediti accanto a me, su, forza, respira..» mi prese per le spalle aiutandomi a sedere ed io non dissi niente troppo occupata a respirare e calmarmi.

«Ti faccio un massaggio così ti calmi un po’» disse innocentemente.

Iniziò a massaggiarmi le spalle.

«Shh,va tutto bene, eh?» cercò di rassicurarmi ed io annuii vigorosamente, lasciandomi accarezzare dalle sue mani.

Quando poi constatai che stava cercando di rabbonirmi mi scaldai ancora di più.
Mi alzai di scatto e mi parai di fronte a lui, con le mani ancora a mezz’aria e con aria confusa e terrorizzata.

«Sei un ragazzino idiota! Non cercare di abbindolarmi, sei un deficiente e basta! Ora facciamo una pausa, ma sappi che da oggi pomeriggio in poi ti metterò sotto torchio e non ci sarà più spazio per fare queste ragazzate!» dissi severa.

«Ma sei sicura di avere venti anni?» si assicurò grattandosi la nuca ed io alzai gli occhi al cielo per essere tornata di nuovo sull’argomento.

«Quanto sei cretino.» lo apostrofai e me ne scesi giù.

Nel pomeriggio si lasciò fare qualche domanda, ma solo qualcuna, perché poi iniziò a divertirsi con la bottiglietta di acqua che aveva al suo fianco sul tavolo buttandomela addosso, facendomi inviperire a più non posso e per scansarmi dalla sua bambinata fui costretta ad iniziare a girare intorno al tavolo della cucina con lui che mi seguiva a ruota continuando a bagnarmi.

«Harry, smettila!» gli avevo urlato continuando a correre anche un po’intimorita visto che indossavo i calzini ed il pavimento era bagnato e quindi scivoloso.

Lui continuò a ridere e a rincorrermi finchè non presi una scivolata in piena regola, stando quasi per cadere con la faccia a terra, ma Harry arrivò in tempo a cingermi la vita con un braccio ed evitarmi la caduta.
Sospirai di sollievo e quando alzai la testa all’indietro verso il mio interlocutore quest’ultimo sghignazzò.

«Salvata in calcio d’angolo, giornalista, per punirti di avermi fatto girare in tondo per circa dieci minuti ci sarà questo.»

Agitò la bottiglietta d’acqua con il braccio libero e me la versò tutta in testa.
Aprii la bocca ma tutto ciò riuscii a fare fu boccheggiare e pensare ad un omicidio e farlo sembrare un suicidio.
Cercai di dimenarmi facendo un passo avanti, portando con me Harry che non staccava la presa, ma tutto ciò che ottenni fu un’altra scivolata e mi ritrovai con il mio sedere a terra tra le gambe di Harry che era caduto con me.
Cominciò a ridere a più non posso ed io fui tentata di girarmi e tirargli tutti quei riccioli, ma tutto quello che mi riuscì fu imprecare mentalmente.

«Un sorriso per la stampaa!» esclamò, ed io mi girai curiosa e perplessa.

Vidi a stento il suo iphone e il flash che prendeva ad entrambi.

«Guarda com’è bella questa foto!» disse poi, mettendomi avanti il cellulare con l’immagine.

Ovviamente ritraeva me mezza sconvolta ed imbronciata e lui che rideva come un cretino ancora con il braccio intorno alla mia vita e mostrando i suoi denti perfetti, come se si stesse divertendo.

«Dannato Harold Edward Styles, non azzardarti a pubblicare questa foto da nessuna parte, e cancellala!»

«Mhh..» ci pensò lui. «Se la pubblicassi su twitter avresti miliardi di insulti ma soprattutto saresti invidiata perché sei tra le gambe di Harry Styles, però ne varrebbe la tua professionalità, soprattutto perché si vede che siamo a terra…Mh, okay non la pubblico, però la tengo sul cellulare.» affermò.

Cercai con uno scatto di rubargli il cellulare, ma lui fu più veloce di me e lo ritrasse.

«No bimba, così non va bene!»

«Bimbo ci sarai tu cretino!» urlai liberandomi dalla sua stretta ed alzandomi, rimettendomi in equilibrio.

Dopo esserci asciugati e cambiati, Harry mi promise di farmi recuperare il tempo perduto, così ci rimettemmo al tavolo e continuai con le domande, che infondo era un po’ la base del suo successo, la sua storia.
Rimasi molto colpita ma ero anche un po’ scettica, in fondo erano star, potevano dire qualunque cosa e porla al loro favore.
Scrissi l’ennesima risposta sul taccuino.

«Altra foto per la stampa!» affermò lui, ma stavolta ebbi tutto il tempo di mettermi in posa e l’iphone di Harry prese me, lui, il taccuino.

«Questa la pubblico su twitter. Preparati a ricevere maledizioni di tutti i generi dalle nostre fan.» ridacchiò.

Come didascalia scrisse ‘Al lavoro!’ e pubblicò menzionandomi.          
Il mio cellulare sul tavolo squillò: Josh.

«Ehi» risposi, sapendo già chi fosse e felice che mi avesse chiamata.

«Tesoro, come stai?»

«Tutto bene e a te?»

«Tutto bene, anche se un po’ stressato. Come va il lavoro?Ti sta riuscendo?»

«Si,va tutto bene, ho anche pensato a cosa scriverci sul primo articolo, mi sta riuscendo tutto piuttosto facile.»

«E il ragazzo quindi non è uno dei soliti mocciosetti capricciosi che cercano di prendersi tutte con la loro fame?» domandò ridacchiando.

«No, non lo è.» mentii ancora,rifilando un’occhiata ad Harry che mi guardava divertito, riprendendo poi a trafficare col cellulare.

«Bene. Amore, ora devo andare, ho una riunione importante che mi aspetta, ci sentiamo domani, mi manchi.»

Sorrisi intenerita.

«Anche tu.» dissi e poi staccai.

Harry mi rivolse una breve occhiata.

«Non lo guardi twitter?» domandò.

«No, in realtà non m’interessa molto, non so neanche il perché sono iscritta.»

Lui fece spallucce. «Ok»

Terminammo il lavoro perché lui decise che dovevamo finirla li perché doveva uscire e quindi prepararsi ed io un po’ scocciata lo accontentai.
Quando lui uscì di casa non mi preoccupai neanche di accedere a twitter, lo facevo raramente e non l’avrei fatto in quel momento, ma in tv non davano niente di bello ed io non sapevo che fare, quindi mi arresi subito e mi collegai.
Appena entrai vidi una sfilza di menzioni, per di più i followers erano aumentati un botto, facendomi rimanere stupefatta.
Scorsi le menzioni, che erano tutte un ‘tizio ha iniziato a seguirti’ con un sacco di messaggi che dicevano di invidiarmi, e ne trovai due di Harry: una era la foto scattata mentre lavoravamo, mentre nell’altro mi aveva scritto: “Non diteglielo gente, ma @_MeganTayser è una giornalista rompipalle, molto, povero me.”
Spalancai gli occhi irritata.
Afferrai il mio cellulare e gli inviai un messaggio: “Guarda che l’unico rompipalle qui sei tu! Povera ME che devo sopportarti!”
Dopo quel messaggio un misto di soddisfazione e adorazione verso me stessa mi assalì, avevo avuto la mia rivincita, anzi, non tutta.
Ora si che sapevo cosa scriverci per davvero nell’articolo..
Mi misi al lavoro e quando fui finalmente soddisfatta andai a letto e dormii serenamente tutta la notte; finalmente quel bimbo si era portato le chiavi e mi aveva lasciato dormire.
 


Il giorno dopo scesi giù ancora con il pigiama, intenta a fare colazione, ma la macchinetta del caffè proprio non voleva andare.

«Cazzo!» imprecai dandogli un pugno sopra.

Ma niente.
Proprio in quel momento la serratura scattò e la porta si aprì: ah, era appena tornato dalla discoteca, forse?
Mi affacciai rinunciando e constatando che avrei dovuto chiedere aiuto ad Harry, che non era vestito come la sera precedente, segno che si era svegliato prima di me ed uscito.
Aveva in mano un giornale aperto, due cappuccini da quel che vedevo e due cornetti in due bustine diverse, che gli tenevano impegnate entrambe le mani.
Lui mi guardò con uno sguardo..offeso?
Posò il tutto sul tavolo tenendosi però in mano il giornale, che riconobbi come quello per cui lavoravo io.

«Ti ho portato la colazione, anche se non la meriteresti! Cos’è questo?» disse sventolandomi davanti il giornale.

Glielo presi e lo guardai.
Cavolo, l’articolo era già pubblicato?!
Sghignazzai guardandolo, poggiando poi il giornale sul tavolo e sedendomi, prendendo il cappuccino e il cornetto che iniziai ad inzuppare.

«Il mio articolo settimanale!» dissi sorridente.

«Non so se ti rendi conto di quel che hai scritto! No, perché altrimenti te lo leggo, per intero anche:

"Cari lettori, eccomi qui con una nuova avventura in serbo. So’ che molte di voi adesso mi starete odiando perché sono con il famoso Harry Styles, il ragazzo che ha fatto innamorare di sé miliardi e miliardi di ragazzine!
Beh, la volete la verità? Ve lo cederei volentieri! Comunque, continuando a spiegarvi in cosa consiste questo lavoro..Io ed Harry dovremo vivere per due mesi nella stessa casa, ed io dovrei conoscerlo meglio. Non come membro di una famosa boyband ma come persona, e fare ogni settimana un resoconto su ciò che penso di lui.
Ebbene si, il reso conto di questa prima settimana ce l’ho e non so se vi farà piacere.
Pensavo di aver a che fare con un ragazzo maturo di ventuno anni, ma mi sono sbagliata. Non è una vecchia signora anziana che vi parla, ho venti anni, io! Ma come mentalità sono molto..aperta, mentre Harry sembra un bambinetto di due anni. Vi spiego subito cosa voglio dire: si diverte a fare dispettucci come solo i bambini sanno fare, mentre io parlo si mette le cuffie alle orecchie e non mi ascolta; scrive su twitter che sono una rompipalle –quando il rompiballe è lui, scusate il termine- e la sera quando esce non porta mai le chiavi e ha il coraggio di suonare alla porta alle cinque di mattina e dire ‘ma che stavi facendo che non aprivi?’ Cioè, signori e signore, ragazzi e ragazze, cosa fa la gente normale di primo mattino? Dorme, no? Ma lui sembra abituato alla vita mondana notturna, in qualche discoteca. Questo è tutto ciò che avevo da dire,arrivederci e alla prossima settimana! Un bacio, vostra Megan."»


Sorrisi trionfante.

«E quindi?»

«E quindi?!» ripetè lui irritato, prendendo un cornetto dalla busta e mordendolo nervosamente. «Sei una stronza!»

«Non si parla con la bocca piena!» lo ammonii fintamente, continuando a mangiare e ignorando la sua affermazione.

Lui mi rifilò un’occhiataccia agghiacciante e si sedette iniziando a mangiare, poi quando finì se ne andò di sopra senza neanche dirmi niente.
 
Ora sì che avevo avuto la mia rivincita.
 



I’m baaaaack!
In ritardo, ma sempre tardi che mai, no?
Ormai avete imparato che io e la puntualità non andiamo d’accordo!
Se devo essere sincera col caldo che ha fatto, l’esame per il debito di matematica e tutti che sono in vacanza, non ho scritto né pubblicato perché pensavo che nessuno lo vedesse!
Passando al capitolo: Ad Harry piace divertirsi, ha un animo da bambino, ma Megan questo lo interpreta come negativo, e quindi si arrabbia sempre.
Lui scrive su twitter che Megan è una rompipalle, e lei che come abbiamo visto è permalosa se la prende e decide di vendicarsi sull’articolo, che poi quello che c’è scritto è ciò che pensa davvero. Ebbene si, pensa ancora che sia un puttaniere e che non faccia altro che andare in cerca di cuori da rubare..Cambierà idea? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! *popopopopo*
Okey la smetto, lol.

Grazie a tutte/i coloro che hanno recensito e messo questa storia tra le seguite/preferite/ricordate, ecc , mi fate felice!

 
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Misconception. ***


CAPITOLO CINQUE

Più tardi ricevetti un paio di telefonate.
Un paio? Sembrava il centralino il cellulare ormai.
La prima a chiamarmi fu Katya.

«Piccola, hai letto l’articolo pubblicato?»

«Si Katya l’ho letto. Come mai così presto?» le risposi.

Lei esitò un attimo.

«Ehm, se ti dico una cosa mi prometti che non lo dirai in giro?»

«Ma certo!» le promisi.

«Il direttore è quasi morto di gioia quando ha letto quel benedetto articolo, ha detto ‘oh mio Dio, questo è ciò che volevo, questo è ciò che la gente, le ragazze vogliono’! Testuali parole!»

Sorrisi mentre mi sistemavo meglio sul divano.

«Davvero?» domandai incredula.

«Giurin giurello!» disse lei, in un modo tutto suo.

Sorrisi ancora.

«Oddio!»

«E comunque complimenti anche da parte mia, qui tutti i colleghi sono strafelici per te, tranne qualcuno che si sa, sente aria di competività…»

Sospirai.

«Certo, ci sono dappertutto i competitivi..Comunque grazie Katya!»

«E di cosa piccola?» Poi abbassò la voce. «Senti ora ti lascio, sta arrivando il direttore, ci sentiamo presto, ciao!» e riattaccò.

Sorrisi scuotendo la testa.
Katya era un mito.
Più tardi mi chiamò lo stesso Paul.

«Megan, complimenti! Il giornale ha fatto il boom di vendite, stamattina le edicole sono state prese d’assalto, ci stiamo guadagnando un sacco! Bravissima, mi raccomando, non ti fermare, continua così!» disse tutto d’un fiato.

«Grazie Paul, mi fa piacere che abbia venduto»

«Continua così piccola, ora ti lascio, un bacio!»

Staccò ed io pensai di poter riposare un po’.
Risposta sbagliata.
Poco dopo mi chiamò la mamma per sapere come stavo e come andava il lavoro e aveva letto l’articolo e che era orgogliosa di me, ribadendomi di non farmi mettere ‘i piedi in testa’ da nessuno. La ringraziai e staccai.
Qualche minuto dopo il cellulare riprese a suonare, era Josh che voleva sapere come andava e che mi prometteva che appena avesse avuto cinque minuti di tempo avrebbe letto l’articolo.
Cosa che non avrebbe sicuramente fatto per il troppo impegno.
Staccai e il cellulare riprese a suonare ancora una volta ed io fui tentata di sbatterlo a terra e finirla li. Quando risposi però cambiai idea.

«Ciao tesoro!»

«Kari,ciao!»

«Come stai?»

«Bene, ma stressata. Da questa mattina il mio cellulare non fa altro che squillare!»

«Per l’articolo, immagino»

«Già.»

«Ed è per questo che ti ho chiamata anche io, oltre che per sapere un po’ di novità. L’articolo è stupendo, ma, povero ragazzo, l’hai ucciso con le parole!»

«Ma è la verità!»

«Dai, non penso sia così terribile come dici tu!»

In quel momento la porta di casa si aprì ed Harry entrò, attraversando il salone senza neanche salutarmi –era ancora arrabbiato per l’articolo- e avviandosi verso le scale.

«Scusa un attimo Kari..» Allontanai il telefono dall’orecchio. «Harry, non te ne andare, dobbiamo andare al supermercato a fare la spesa!»

Lui si bloccò e si girò guardandomi.

«Davvero?»

Annuii.

«Tu da sola non ci sai andare?» disse con un tono misto tra il dispettoso e l’irritante.

«Harry, non posso andare sola, devi aiutarmi!»

Fece spallucce.

«Non m’interessa!» e riprese a salire.

«Harry!»

Non si girò.

«Harry!!» lo richiamai furiosa.

Niente, fece finta di non sentirmi e si chiuse in camera sua.

«Kari, hai sentito?»

«Si.»

«Hai visto? E’un bambino viziato e capriccioso!»

Lei rise.

«Vedrai che con il tempo le cose andranno meglio!»

«Non penso proprio.» sospirai sconsolata.

«Invece si. Dai, vai a parlargli, io ti lascio. Ci sentiamo domani tesoro.»

Attaccai e mi decisi ad andare di sopra a parlargli, anche se di mala voglia.
Bussai.
Nessuna risposta.

«Harry, apri questa cazzo di porta!» sbottai.

«E’aperta, giornalista!» urlò al di là della porta con aria scocciata.

La aprii lentamente entrando.
Harry era disteso sul letto col cellulare in mano e continuava a parlottare.
Mi avvicinai al suo letto mettendo le mani sui fianchi, aspettando che mi guardasse e mi chiedesse cosa ci facessi li.
Al contrario continuava ancora a parlare al telefono, ignorandomi completamente.

«Harry?» lo chiamai.

Lui finalmente mi degnò di uno sguardo.
«Dobbiamo andare a far la spesa.» lo ammonii.
Lui alzò le sopracciglia.

«Non vedi che sono al telefono? E poi ti ho già detto che non ci vengo con te.»

Sbuffai pestando il piede a terra.

«Tu ci vieni, bambino capriccioso che non sei altro!» sbottai.

«Sta’zitta tu!» disse guardando il cellulare.

Ah bene, stava parlando con una ragazza!
Poi guardò di nuovo me.

«Ti ho detto di no.»

«Io ti dico di si invece! Alza quel culo da sopra il letto!»

«No!»

«Harold Edward Styles dei miei stivali, alzati subito e vieni a fare la dannata spesa con me!» urlai indignata, avvicinandomi al letto e strattonandolo per un braccio, senza riuscire a spostarlo di un centimetro.

Lui in tutta risposta rise.

«Ma come siamo violente, giornalista!..Ti ho detto di star zitta, tu!»

«La smetti di parlare con me e una delle tue tante sciacquette contemporaneamente? Potrai parlarci dopo aver fatto la spesa con lei!»

Lui cambiò improvvisamente espressione, diventando serio, ma subito dopo iniziò a ridere come un cretino, alzandosi ma tenendosi la pancia dalle risate.

«Vaffanculo, ti aspetto di sotto.» dissi e me ne andai sbattendo la porta.

Dieci minuti dopo si degnò di scendere.
Io che stavo seduta sul divano con le braccia incrociate al petto e un broncio di tre metri mi girai per guardarlo.
Si era rimesso le converse e armeggiava con le chiavi della sua macchina.

«Andiamo?» mi domandò guardandomi scettico.

«Si, ma non andiamo con la tua macchina.»

«Perché?»

«Perché non mi fido di te.» dissi facendo spallucce.

«Senti giornalista, le alternative sono due: o vieni in macchina con me o vai sola, okay?»

Assottigliai gli occhi alzandomi dal divano e avviandomi alla porta d’ingresso aperta.

«Lurido ricattatore!» lo apostrofai per poi uscire.
 

Di solito per riempire il carrello e fare normalmente la spesa le persone normali ci mettono poco più di quindici minuti,ma quando c’è Harry Styles nei paraggi non è lo stesso.
Dire che per le successive due ore e mezza il supermercato fu invaso e bloccato dalle fans è un eufemismo e quel pazzo aveva assecondato tutte, facendo autografi ed acconsentendo ad abbracci e baci sulle guance.
Io non potei far altro che allontanarmi e far finta di prendere i prodotti che mi servivano –anche se ero l’unica non indaffarata a chiedere un autografo a lui- e rispettare la sua privacy.
Quando finalmente ebbe accontentato tutte le assatanate presenti si riavvicinò a me con un sorriso sghembo e presuntuoso; Altro punto per il mio articolo per la settimana dopo: era vanitoso.
Si ravviò i capelli con una mano e mi disse ‘andiamo?’ come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Annuii e tra la folla che c’era ancora, riuscendo a malapena a passare, ritornammo a casa.
Harry mi aiutò a mettere a posto la spesa e poi disse che si era dimenticato di comprare una cosa e riuscì.
Approfittai di quel silenzio insolito e decisi che se avessi messo il costume e mi fossi messa a prendere un po’ di sole sarebbe stato l’ideale, ero bianca.
Dopo essermi cambiata salii in terrazza e mi sdraiai sulla sdraio accanto all’altra, messe entrambi vicino alla piscina, dove giacevano i suoi Rayban che aveva sicuramente dimenticato.
Senza pensarci li presi e li infilai, mettendo le cuffiette alle orecchie e chiudendo gli occhi, beandomi di quel sole.
Purtroppo non durò molto, perché sentii una cuffietta sfilarsi dall’orecchio e come avevo pensato non era semplicemente caduta.
Harry era a pochi millimetri dal mio viso sorridendomi sghembo.
Indossava anche lui il costume.
Sussultai e posai la mano sul cuore per calmare i battiti accelerati.

«Harry, mi hai fatto prendere un colpo!»

«Mh, questi occhiali mi sono familiari..» disse già sapendo che fossero ovviamente suoi.

«Davvero?» domandai mettendomi a sedere e facendolo così allontanare. «forse si somigliano.» dissi facendo finta di niente.

Lui sorrise sghembo.

«Giornalista, non sono nato ieri, lo so che sono i miei occhiali.» rise ancora.

Sbuffai.

«Li rivuoi?»

«No, tienile.» disse lui facendo spallucce e mettendosi sulla sdraio accanto alla mia, chiudendo gli occhi e beandosi del sole.

Improvvisamente iniziò a ridere.
Mi girai a guardarlo sbalordito.

«Ma lo sai che oggi hai dato della puttana alla ragazza del mio migliore amico?»

Spalancai la bocca.
Che cazzo avevo combinato?!

 
 
I'm baaack!
Hoooola!
Come state ragazze e ragazzi? State passando delle belle vacanze? A me sinceramente è stata una noioooosa estate, al contrario di quelle precedenti L
Comunque, ecco con un altro capitolo. Harry dispettoso, Megan indispettita e il finale boom. Per chi ha letto Stepbrothers and something else, ovvero la storia principale che però non è necessario leggere se non volete, devo farvi un avviso: ecco a voi la ricomparsa di qualcuno di vostra conoscenza che da questo capitolo in poi sarà quasi sempre presente!Contente? (:
Beh, ora devo scappare perché sono di fretta, spero mi lasciate qualche parere, alla prossima!

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Capitolo 6
*** Kate and stories. ***


CAPITOLO SEI

Harry continuava a ridere guardando la mia faccia sconvolta.

«Harry,ora chiama quella ragazza e dille che c’è stato un equivoco! Anzi,chiamala e ci penso io a scusarmi. Ma non potevi dirmelo prima? Che deficiente!»

«Come facevo a dirtelo se tu me ne stavi dicendo di tutti i colori?»

«Non lo so,ma dovevi farlo!»

Lui alzò gli occhi al cielo.

«Allora? La chiami si o no?»

«Okay» sbuffo,poi prese il cellulare che aveva in mano e compose un numero,portandosi poi il telefono all’orecchio.

«Kate? Qui c’è una persona che vuole parlarti,anzi..Scusarsi più che altro.»

Mi passò il cellulare e lo guardai male.

«Non ti sopporto Harry Styles,ricordarmi di ucciderti la prossima volta.»sibilai,poi mi portai il cellulare all’orecchio.

«Ehm,pronto..?» dissi un po’ incerta.

«Non so tu chi sia ma darmi della puttana non è sicuramente il modo giusto per conoscerci.» rispose subito lei che poi scoppiò a ridere,sorprendendomi.

Pensavo fosse incazzata nera,invece rideva.
Ah beh..

«Ehm,si appunto..Volevo chiederti scusa per ciò che ti ho detto prima,ma ero arrabbiatissima con Harry e siccome so che gli girano molte ragazzette a volte senza dignità intorno,ho pensato fossi una di loro..Scusami!» dissi mordendomi il labbro inferiore.

Lei rise ancora.

«Non preoccuparti,ora è tutto risolto,ma per farti perdonare completamente qualche sera dovrete venire tu ed Harry a cena da noi!»

«Ehm,s-si,certo..» balbettai incredula.

Manco mi conosceva e mi invitava a casa sua?Loro? Ma con chi viveva?

«E comunque piacere,io sono Kate,la fidanzata di Zayn,ed Harry è uno dei miei e dei suoi migliori amici.» rise ancora ed io mi sentii morire di vergogna.

«Oh..Ehm,piacere mio,Megan.»

«La rompipalle!» urlò Harry,cosa che fece ridere Kate,ma assottigliare gli occhi a me.

«Vai a fanculo Harry!» esclamai,dimenticandomi di star parlando con una persona al cellulare.

Kate scoppiò a ridere più forte.

«Ehm,scusa.» dissi imbarazzata.

«No,ma che scusa! Sei una tosta eh?! Vorrei vedervi,Harry è un testone ma se ha trovato qualcuno peggio di lui è sistemato!» rise lei ed io non capii se quella frase avesse un doppio senso.

«Beh,diciamo..» sorrisi imbarazzata.

«Scusami Megan,ora devo proprio andare,c’è il mio fratellino qui che rompe un po’. Ci sentiamo,salutami Harry e fatti valere,eh!»

Quella ragazza mi stava proprio simpatica.

«Certo. Grazie e scusa ancora Kate,ci sentiamo!»

Attaccai e ripassai il cellulare ad Harry.

«Zayn è quello col ciuffo?» chiesi innocentemente.

Lui rise.

«Si,è lui.»

«Mi meraviglio che non sia fidanzato con una modella stra mega figa.» dissi,ritornando con la schiena alla sdraio leggermente alzata.

«Beh non lo è. Kate è una normalissima ragazza..La loro storia è stata particolarissima ed io l’ho vissuta in prima persona. Roba da film!» esclamò.

«In che senso?»

«Beh vedi,il padre di Zayn e la mamma erano separati; un giorno Tom,il papà di Zayn si fidanzò e qualche tempo dopo andarono a vivere da Savannah,appunto la sua nuova fidanzata,che aveva una figlia,ovvero Kate e il marito era morto per una missione in Afghanistan. Noi ci eravamo conosciuti in estate con lui in vacanza,ma non avremmo mai immaginato di ritrovarcelo a Londra,soprattutto con la nostra migliore amica Kate. All’inizio si odiavano e non andavano d’accordo,poi ci fu qualcosa,probabilmente il gusto del proibito che fece scattare la scintilla. Inutile dire che si innamorarono perdutamente e Tom e Savannah non li scoprirono. Dopo il matrimonio però,purtroppo,Savannah li sorprese a baciarsi e insieme a Tom presero la decisione di dividerli. Vollero mandare Zayn dalla madre e per qualche giorno Kate non faceva altro che piangere. Poi però qualche giorno dopo Kate se lo ritrovò fuori la porta di casa e Zayn le disse che erano stati gli stessi Tom e Savannah a rendersi conto che l’amore è più forte di qualsiasi legame e a dirgli di poter ritornare e viversi la sua storia con Kate. Ora convivono. Il successo che poi abbiamo avuto ad X-factor non ha influenzato per niente la loro storia.»

Lo guardai.

«Wow. Da film proprio.»

Lui annuì.

«Anche Louis è fidanzato con una ragazza semplice,nonché migliore amica di Kate. Si chiama Abbey,ha i capelli color carota,proprio come Louis sognava che la sua ragazza dovesse avere e la loro storia è normale. Si sono innamorati e fidanzati,fine della storia.» sorrise.

«Owh.» sorrisi intenerita.

Infondo anche io ero una romanticona.

«E gli altri?»

«Liam è un po’ mamma chioccia: responsabile,dolce,ma non ha ancora trovato la persona giusta. Niall invece alle ragazze neanche ci pensa. Pensa solo al suo caro,unico,amato cibo.» rise,poi mi guardò.

«Ah bene. E tu?» chiesi,rendendomi conto dopo di ciò che avevo appena detto.

«Io cosa?» domandò,sistemandosi meglio sulla sdraio,interessato alla mia domanda.

«I-io,no,niente..» balbettai.

«A me piace divertirmi.» disse rispondendo alla mia muta domanda,risdraiandosi.

«Ah.» risposi solo.

Cosa dovevo dire?

«E tu invece?» domandò lui,stavolta.

«Io cosa?»

Fece spallucce.

«Dimmi qualcosa di te.»

«Non c’è molto da dire. Ho 18 anni,vivo da sola,sono fidanzata con Josh e faccio la giornalista per passione. Ah,e devo iniziare a scrivere l’articolo che mi hanno affidato di un’altra ragazza famosa per la settimana prossima»

Lui storse le labbra.

«Me lo fai vedere questo Josh?»

Presi il cellulare sul tavolino e mi alzai,sedendomi sulla sua sdraio e facendogli vedere lo sfondo che ritraeva me e Josh sorridenti.

«Mamma,che brutto. E poi è noioso.»

Spalancai la bocca.

«Come fai a saperlo?»

Fece spallucce.

«Si vede. E’ monotono già dal volto. Non ci sta bene vicino a te.»

Alzai le sopracciglia.

«E chi ci starebbe bene con me,sentiamo!»

«Non lo so,ma comunque povero lui che ti sopporta. Fossi stato io con il carattere che ti ritrovi ti avrei già mandata a fanculo da tempo.»

Spalancai gli occhi.

«Vacci tu a quel paese,buzzurru.»

E me ne scesi,pronta per cambiarmi e scrivere almeno metà articolo per la redazione.
 


Si erano fatte già le dieci di sera ed io ero stanchissima.
Poche ore prima mi ero sistemata a terra,perché il pavimento era fresco e accogliente,con il mio portatile sulle gambe e ancora avevo terminato l’articolo di Christina Aguilera.
Sentii dietro di me uno spostamento d’aria e appena vidi degli scarponi da una parte e l’altra delle mie gambe mi accorsi che Harry si era seduto dietro di me,in modo che io fossi tra le sue gambe.

«Che fai?» mi domandò,poggiando il mento sulla mia spalla,mentre io mi girai giusto quel poco che potevo per guardarlo e poi mi rigirai a guardare il computer davanti a me.

Sbadigliai portandomi la mano alla bocca.
Se fossi stata un po’ più lucida mi sarei allontanata un po’allarmata e me lo sarei scrollato di dosso dicendogli un po’ di parole brutte,ma ero stanca e non mi andava di litigare.

«Scrivo l’articolo che ti avevo detto.»

Altro sbadiglio.

«Scrivilo domani,non è tardi ora?»

«Fatti gli affaracci tuoi,bimbo.» dissi,forse un po’arrogante.

Lui sospirò.

«Volevo solo aiutarti,giornalista!» disse offeso,togliendo il mento dalla mia spalla ma rimanendo comunque dietro di me.

Feci spallucce.
Comunque seguii il suo consiglio,salvando il documento e chiudendo il pc.
Mi allungai un po’ per posarlo sul tavolino e poi mi rimisi nella posizione precedente,mettendo le mani in volto strofinandomi gli occhi fortunatamente senza trucco e sbadigliando ancora.

«Wow,già così stanca?Io tra poco esco.» disse Harry ed io mi girai per guardarlo nel peggior modo possibile.

Si teneva su con le mani poggiate sul pavimento e le ginocchia piegate ai lati delle mie gambe.

«Si,sono seduta qui da ore e l’articolo non l’ho ancora terminato. Io a differenza tua lavoro.» dissi offesa.

Provai ad alzarmi,ma come una babbuina ricaddi di nuovo; le gambe mi si erano addormentate.
Harry rise.

«Ti porto io di sopra,giornalista.»

Non ebbi nemmeno il tempo di protestare che si alzò prontamente e mise una mano dietro la schiena e un’altra dietro alle mie ginocchia e mi sollevò,ed io non potei far altro che aggrapparmi al suo collo per non cadere.
Il tragitto soggiorno-camera fu talmente rilassante,che quasi mi addormentai accoccolata al petto di Harry.
Mi accorsi di essere arrivata solo quando Harry mi poggiò sul letto.

«Ah comunque ero venuto per dirti che sabato siamo invitati a cena da Kate e Zayn.»
Incosciente e mezza addormentata annuii,mormorando un «ok» e cadendo in un sonno profondo.
 

 
 
I’m baaack!
Scusate il ritardo, come sempre, ma questa volta è stata una scelta mia non aggiornare prima perché ho visto che nessuno si fila la storia. Ho anche pensato di cancellarla e ripostarla più in là, ma poi mi sono detta di no e così eccomi qui. Penso che aggiornerò più velocemente, quindi una volta alla settimana, perché ho un bel po’ di capitoli già pronti. Dunque, che dire! Ecco qui, è ufficialmente tornata Kate, fra qualche capitolo rispunterà Zayn e gli altri ragazzi! Allora? Come vi sembra il rapporto tra Megan ed Harry? Avete supposizioni? Le recensioni non mangiano, anzi!
Non ho altro da dire, alla prossima settimana dunque! Un bacio e grazie a chi continua a seguirmi.

 

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Capitolo 7
*** Fights. ***


CAPITOLO SETTE

«Harry,voglio uscire stasera. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.»
 
Dissi ad Harry mentre guardavamo la tv sul divano.
Era ormai venerdì sera ed io avevo un po’ voglia di uscire.
Harry si girò e mi guardò.
 
«Ecco perché il tempo sta cambiando..» mi sfottè.
 
«Harry!» lo richiamai.
 
«Okay,la smetto.» affermò. «Ti dico solo una cosa: non ubriacarti e non metterti nei guai.»
 
«Chi? Io?Mai.» dissi convinta.
 
 
La sera,verso le 22:00 ero già pronta,stavo aspettando solo Harry.
Avevo messo un tubino nero che arrivava poco sopra il ginocchio, con delle scarpe col tacco beige e il copri spalle del medesimo colore.
I capelli erano lisci e gli occhi truccati solo con matita nera e mascara.
Harry sbucò dalle scale ancora abbottonando il bottone e cercando di alzare la zip del pantalone, scendendo.
Appena alzò lo sguardo e mi vide spalancò la bocca e poi la richiuse.
 
«Mi abbottoni un attimo?» mi chiese volgendo lo sguardo al pantalone.
 
«Ma sei scemo?» sbottai.
 
«Perché?» chiese innocentemente lui.
 
«Io dovrei..?»
 
«Non ti mordo, dai, muoviamoci!»
 
Lo guardai male e mi feci coraggio.
Portai le mani al suo pantalone mantenendo un lembo e incrociandolo all’altro,così da abbottonarlo.
Per alzare la zip veniva la parte devastante.
Non sapevo dove iniziare, così alzai un po’ li dove avevo abbottonato e con mani un po’tremanti dall’imbarazzo gli alzai la zip e inevitabilmente la mia mano andò a finire sul cavallo dei suoi pantaloni.
Sussultò, così alzai lo sguardo trovandolo a guardarmi con sguardo malizioso.
Improvvisamente avvolse la mia schiena con un braccio avvicinandomi a lui.
A quel contatto rabbrividii.
 
«Harry..»
 
«Mh?» domandò lui avvicinandosi al mio viso.
 
«Noi n-non dovremmo a-andare?» balbettai.
 
«C’è tempo.» rispose semplicemente.
 
All’improvviso il mio cellulare iniziò a squillare ed io ringraziai tutti i Santi del paradiso.
Mormorai uno ‘scusa’ ad Harry prima di liberarmi dalla sua stretta.
Tirai un sospiro di sollievo.
 
«Pronto?»
 
«Amore,ho trovato un po’ di tempo per chiamarti.»
 
«Josh!» esclamai. «Menomale.» risi nervosamente pensando a ciò che prima stava succedendo.
 
Volsi lo sguardo ad Harry un poco più in la che stava facendo il cretino imitando una voce femminile –probabilmente la mia-, ripetendo ‘Josh,Josh’ e facendo facce sprezzanti.
Non riuscii a trattenere una risata.
 
«Perché ridi?»
 
«Ehm, no niente. Alla tv sta facendo un documentario comico.» gli risposi, fulminando Harry con uno sguardo, che continuava.
«Ah, ho capito. Come va? Stai già scrivendo l’articolo per la prossima settimana?»
 
Oh cazzo,l’articolo!
Tra una cosa e l’altra l’avevo completamente dimenticato.
Boccheggiai un po’.
 
«Ehm..S-si,devo solo sistemarlo.» dissi, sorridendo ancora nervosamente, vedendo Harry avvicinarsi a me.
Di fatti si posizionò dietro di me facendo aderire i nostri corpi,posando entrambi le mani appena sotto il mio seno in una specie di abbraccio e si avvicinò di più tenendomi ferma per sentire la conversazione.
Cercai di slegarmi ma Harry non me lo permise; non so per quale motivo mi sentivo in colpa. Stavo parlando con il mio fidanzato ed io ero tra le braccia di Harry.
 
«Sei sicura? Ti sento strana..»
 
Josh era bravo,ma non fesso.
 
«Ehm, si, ma cosa dici?Va tutto bene!»
 
«Il ragazzino come si sta comportando con te?» domandò riferendosi ad Harry.
 
Sbiancai di colpo quando lo sentii irrigidirsi e mi girai quel poco che potevo per intimargli di stare calmo e non aprire bocca e fortunatamente mi ascoltò.
 
«Si, si sta comportando bene.» mentii e sentii la risatina di Harry.
 
Gli diedi una gomitata che lo fece sussultare.
Quando doveva star zitto doveva star zitto!
 
«Tesoro,ma chi è che ride, urla..?»
 
Stavolta fu il mio turno di scoppiare a ridere.
«Te l’ho detto, è la tv! Comunque scusa, ora devo proprio lasciarti, ci sentiamo domani!»
 
«Vabbene, ciao Meg.»
 
«Ciao» gli risposi e poi riattaccai.
 
«Harry!» sbottai,notando che non si staccava da me.
 
«Si?»
 
«Mi lasci andare?» domandai irritata.
 
«Lasciarti andare? Perché? Che sto facendo?» chiese sorridendo.
 
«Non fare il finto tonto!Togli queste mani dai, sciogliti.»
 
«Si sta bene così, tu riscaldi me ed io riscaldo te.» affermò.
 
A quella frase una scarica di brividi mi attraversò il corpo.
«Harry.» lo richiamai, sentendo il cuore battere veloce per una ragione a me sconosciuta. «Andiamo, dai.»
 
Lui sbuffò.
 
«Sei proprio una giornalista rompipalle.» disse staccandosi.
 
Lo guardai male e insieme ci avviammo verso il locale.
 
 
Inutile dire che fu una serata pessima!
Harry se ne andò chissà dove in giro per la discoteca, lasciandomi da sola e in balìa di qualche ubriaco che di tanto in tanto si avvicinava a me.
Erano le due passate ed io ero seduta sul divanetto da quando eravamo arrivati.
Finalmente da lontano scorsi una chioma di capelli ricci.
Mi alzai d’istinto e facendomi spazio fra la gente arrivai quasi vicino a lui che stava al bancone e proprio in quel momento stava andando via.
Lo strattonai per un braccio facendolo girare.
Mi guardò perplesso.
 
«Che c’è?» domandò.
 
«Harry, andiamo via? Non mi va più di stare qui.»
 
«Sono appena le due!» disse sbalordito controllando l’orologio.
 
«Lo so, ma non mi va più di stare qui!»
 
Sbuffò.
 
«Ok. Inizia ad andare alla macchina, arrivo subito.» disse, facendomi rimanere sbalordita.
 
Dovevo anche aspettarlo?
Mi avviai verso l’uscita, constatando la differenza di clima fra dentro e fuori, scorgendo tra le altre la macchina di Harry.
Mi accostai allo sportello incrociando le braccia al petto per il freddo.
Harry arrivò solo 8 minuti dopo –li contai!- trovandomi imbestialita.
Quando aprì con il telecomando elettronico la macchina ed io salii sbattei più forte che mai lo sportello, come se quello potesse essere proprio Harry.
Lui fece partire la macchina uscendo dal parcheggio e mi guardò con un espressione mista fra il dubbioso e l’irritato.
 
«Che cazzo guardi?» sbottai arrabbiatissima.
 
«Che cazzo guardo? Tu mi hai fatto ritornare a casa alle due di notte! La serata non era nemmeno iniziata!»
 
Spalancai la bocca inclinandomi maggiormente per guardarlo meglio in faccia.
 
«Tu stai dando la colpa a me per averti fatto rincasare prima?!»
 
«E a chi sennò?» domandò retorico, togliendo una mano dal volante portandola a mezz’aria.
 
«Sarei io a dover avercela con te!» sclerai.
 
«Ah si? E per quale assurdo motivo?»
 
«Per quale assurdo motivo?! Mi hai lasciata sola tutta la serata! C’erano degli ubriaconi che ogni cinque minuti venivano vicino per strusciarsi addosso a me, che da brava ragazza me ne andavo. Ho fatto questo tutta la serata perché tu eri a divertirti con una delle tue tante sciacquette e poi mi incolpi pure! E se qualcuno mi avesse fatto del male o provato a violentarmi? Sei uno stronzo Harry. Con te non ci esco più.»
 
«Io non ti ho mica detto che tutta la sera dovevamo stare appiccicati! Io per la mia strada e tu per la tua.»
 
«Ma io non conosco nessuno!» urlai imbestialita.
 
«Nemmeno io conoscevo nessuno prima di entrare nella discoteca!»
 
«Ah si, scusa!» dissi alzando le mani in modo plateale. «Tu sei Harry Styles, chi è che non ti conosce? Ma vaffanculo!»
 
«Vai a fanculo tu,sei proprio una rompipalle, nemmeno mia mamma è così oppressiva!»
 
«Mi hai mandato a fanculo per caso?» dissi spalancando la bocca e puntandogli il dito contro, accorgendomi solo in quel momento che eravamo arrivati fuori casa e che aveva parcheggiato.
 
Mi guardò con un sorrisetto da schiaffi stampato sul volto.
 
«Esatto. Ti sto mandando a fanculo, Megan.»
 
«Vacci tu e quelle decerebrate galline che ti vengono dietro, stupido!» gli risposi e scesi dall’auto,sbattendo di nuovo lo sportello.
 
Appena entrammo in casa entrambi salimmo le scale arrabbiatissimi, poi quando arrivammo sopra ci lanciammo uno sguardo in cagnesco ed entrambi ci separammo, lui a sinistra nella sua camera, io a destra nella mia, sbattendo le porte talmente forte che il pavimento tremò.
Bimbo capriccioso che non era altro.




I'm baaack! 
Alèèèè con questo ponte ce ne stiamo tutti a casa eh?!
Buoon fine settimana! Come state?
Dovevo pubblicare il capitolo martedì, ma come ho detto a qualcuna di voi per messaggio sono impegnata con lo studio e non ci sto quasi mai. Ma l’importante è che ce l’abbia fatta, no? :P
Non ho tanto tempo per analizzare il capitolo, se vi va ditemi la vostra opinione e ne discutiamo u_u
Un bacio!

 

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Capitolo 8
*** I'm sorry. ***


CAPITOLO OTTAVO

Il giorno dopo io ed Harry non parlammo per niente; mangiammo in un religioso silenzio e poi lui uscì,ritornando la sera tardi.
La notte dopo non riuscivo proprio a dormire,così scesi nel salone,accendendo luci e pc con l’intento di continuare a scrivere l’articolo.
Mi sistemai sul pavimento freddo con la schiena appoggiata al divano e iniziai a battere sui tasti,sperando ne uscisse qualcosa di buono.
Scrivendo persi la cognizione del tempo,fin quando non sentii dei passi scendere le scale e andare in cucina.
Era Harry.
E non mi aveva nemmeno rivolto uno sguardo,o almeno era quello che avevo riuscito a scorgere con la coda dell’occhio.
Scossi la testa e continuai a scrivere,mentre la mia mente continuava a ripetermi che il nostro rapporto non stava prendendo la piega ‘professionale’ e forse era così per davvero.
Dieci minuti dopo ero incatenata con lo schermo al pc rileggendo l’articolo finalmente finito,non accorgendomi nemmeno che Harry si era seduto di fianco a me,con le gambe incrociate.
Solo quando me ne accorsi volsi lo sguardo per guardarlo per poi ritornare allo schermo del pc,senza sapere quali pesci pigliare.
Si creò una specie di silenzio imbarazzante,finchè pochi secondi dopo Harry non lo spezzò.

«Ti ho preparato un tè caldo.» disse,sorprendendomi.

Me lo porse ed io lo presi.

«Grazie.»

«Senti..mi dispiace per l’altra sera,okay?Non dovevo lasciarti sola; C’erano molti ragazzi ubriachi che avrebbero potuto fare qualunque cosa. Scusami,la prossima volta ti terrò d’occhio.»

Sorrisi guardandolo.

«Non ti preoccupare,è tutto apposto.»

«Sicuro?Allora è tutto risolto?»

Annuii. «Tutto risolto.»

Fece un sorriso a trentadue denti mostrando le fossette perfette che mi facevano sempre un effetto scombussolatorio,oltre lui; Poi sorprendendomi ancora mi abbracciò di slancio,ed io a fatica posai la tazza al mio fianco e ricambiai l’abbraccio,sentendo il suo profumo entrare nelle narici e il corpo scaldarsi immediatamente,dandomi una sensazione di protezione.
Forse Harry non era così male.
Chiusi il pc e ci sistemammo sul divano,parlando del più e del meno.

«Come mai hai accettato tu questo servizio e non gli altri?»

«Bhe,è facile da capire. Zayn e Louis sono fidanzati,e ne Abbey,né Kate avrebbero acconsentito a far vivere per due mesi il loro fidanzato con una ragazza; Niall voleva tornare in Irlanda per un po’ e Liam non se la sentiva,preferisce la pace..Ed io che sono uno spirito libero e non ho mai niente da fare allora mi sono detto ‘vabbè,proviamo!’.»

«Ma tu lo sapevi che la giornalista ero io?»

«Si,lo sapevo già quando sono venuto a casa tua quella sera..»

Spalancai la bocca.

«Quindi non è stato un caso che sei venuto a casa mia?»

«Diciamo che è metà e metà. Avevo già parlato con Paul,il tuo capo e sapevo che se avessi accettato saresti stata tu la giornalista. Allora mi sono un po’incuriosito quando mi ha detto che avevi solo un anno in meno di me..Ho detto ‘cavolo,è piccola ma già lavora in questo ambito?’,così mi sono fatto dare l’indirizzo solo per vedere dove abitavi,in che quartiere,sai,per curiosare un po’…E quindi sono venuto da quelle parti,ma il temporale mi ha sorpreso,allora ho pensato che quello sarebbe stato il momento perfetto per conoscerci.»

«Non ci posso credere!» esclamai e lui rise.

«Molto furbo!» continuai.

«Già» confermò lui,con fare presuntuoso.

Gli diedi un buffetto sulla spalla.

«Lo sai che devo iniziare a scrivere l’articolo su di te per la settimana prossima?»

«Oh,spero che non sia qualcosa di brutto,come la scorsa settimana!»

«Ma io scrivo solo la verità! Anzi,ho già un’idea su cosa scrivere!» affermai.

«Davvero?»

«Si. E siccome non ho per niente sonno ora lo scrivo.»

«Neanche io ho tanto sonno.» disse lui,contraddicendosi con uno sbadiglio,segno che voleva vedere cosa volessi scrivere.

«Ti andrebbe di stare con me mentre lo scrivo?»

Lui annuì.

«Però ad una condizione!»

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.

«Okay.»



Eravamo entrambi seduti sul pavimento fresco,io con il pc sulle gambe ed Harry dietro di me,con le gambe piegate ai lati della mie,la mia schiena aderente al suo petto. Aveva insistito tanto per quella posizione che aveva usato già qualche giorno prima,perché riteneva che fosse più comoda sia per me che per lui,così che non doveva farsi venire il torcicollo per guardare il pc,ma ce l’aveva di fronte. Con una scusa –o almeno penso fosse una scusa-,aveva legato le mani alla mia vita e aveva poggiato il mento sulla mia spalla ed io non l’avevo allontanato perché ero impegnata con le pagine word e a differenza delle prime volte non mi dava affatto fastidio che si arpionasse a me in quel modo,anzi,mi sentivo bene,protetta,anche se questi non si potevano definire discorsi professionali; A dire il vero,per riuscir ad avere un rapporto professionale io e lui non avremmo dovuto nemmeno sfiorarci,ma la direzione del nostro rapporto era stata deviata sin dal primo incontro a casa mia.

«Allora..Per prima cosa devo scrivere che sei presuntuoso. Questo l’ho sempre pensato!» dissi.

E per mia sfortuna,mi presi un morso sulla spalla destra lasciata scoperta dal top del pigiama.

«Ahia,Harry! Mi fai male!» mi lamentai come una bimba.

«La prossima volta impari!» si giustificò lui.

In realtà non mi aveva fatto malissimo,ma con la mano sinistra continuai a massaggiarla.
Mi voltai facendogli una smorfia e lui rise.

«Lascia.» disse,togliendomi la mano dalla spalla.

Pochi secondi dopo qualcosa di umido prese il posto della mano,che riconobbi come le labbra di Harry.
Il mio stomaco fece un triplo salto all’indietro e il cuore iniziò a battere forte.
Perché mi faceva quell’effetto?
Fino a quel momento solo Josh era stato in grado di farmi provare certe sensazioni.
Sussultai quando la sua lingua lambì il punto del morso e poi si staccò,lasciandomi in balìa delle sensazioni.

«Va meglio adesso?» sussurrò al mio orecchio.

Iniziai a sentire troppo caldo.
Ma in fondo era estate,no?Era per quello!

«S-si..» balbettai,e poi ripresi a scrivere per evitare ancora certe cose,portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

L’articolo che scrissi fu breve,ma vero.
Harry era presuntuoso,ma in fondo aveva un cuore grande e lo avevo capito da come parlava degli amici,aveva un rapporto di fratellanza,quasi. E..voleva bene alle fidanzate dei suoi migliori amici,ovviamente tralasciai il fatto di averle dato della sciacquetta.
Dopo due ore sempre in quella posizione e con gli occhi fissi sullo schermo il sonno,come il mal di testa iniziò a farsi sentire,con vari sbadigli e fitte.
Chiusi il pc e lo posai sul tavolino li a fianco,concedendomi di appoggiarmi completamente al petto di Harry,troppo stanca per protestare perfino contro me stessa.

«Ma lo sai che piaci un sacco alla mia migliore amica?» gli domandai,iniziando a giocherellare con le sue mani,intrecciandole e contorcendole.

«Ah si?» rise lui.

«Si,»ammisi. «Però non in senso fisico. Cioè,lei dice che sono troppo antipatica e scontrosa con te!»

«Dice bene!» ridacchiò.

«Non è vero! E’solo il mio carattere!» protestai.

«Me ne sono reso conto..»

«E poi è d’accordo con te,cioè,dice che Josh non ci sta bene con me,ma com’è possibile?!» domandai sconvolta,rendendomi conto che il sonno arretrato mi stava facendo parlare troppo.

«Perché è vero!» rispose lui. «E’troppo impegnato,è troppo monotono,non è il ragazzo giusto per te!»

Wow,le stesse parole di Karina!
Mi girai per guardarlo meglio,trovandomelo a pochi millimetri dal viso.

«Ma hai per caso parlato con Karina?»

«Chi?» domandò perplesso.

«La ragazza di cui ti sto parlando,la mia migliore amica!»

«Aah! No,comunque. Perché?»

«Uhm,niente,lascia perdere.» dissi.



«Harry?» domandai,dopo un bel po’ di silenzio. Temevo di addormentarmi e dovevo far qualcosa.

«Mh?» disse lui,sistemandosi meglio con la schiena al divano; aveva la voce leggermente impastata.

«Che ore sono?»

Alzò il braccio e controllò l’orologio al suo polso.

«Le quattro.»

«Mh,è tardissimo,ho sonno. Andiamo a dormire?»

«Mh-mh» annuì.

Con non poca fatica ci alzammo e salimmo le scale.
Arrivati su entrambi ci fermammo.

«Buonanotte Harry.»

«Buonanotte Megan.»

Gli sorrisi e me ne andai,e non so perché ebbi la sensazione che lui fosse rimasto li a guardarmi.





I’m baaack!
Come state, fanciulle?
Ecco l’ottavo capitolo. Diciamo che è un poco cuccioloso :33 e a me piace quando Harry e Megan sono cucciolosi *-* Ps. avete visto che Harry già sapeva che la giornalista fosse lei? Beh, non ho davvero niente da dire, solo che entro domani, massimo domenica, aggiornerò di nuovo :D
Grazie a tutte le ragazze che hanno recensito/messo tra le preferite/seguite/ricordate questa storia, sappiate che siete fantastiche.
Un abbraccio a tutte! <3

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Capitolo 9
*** Sandwiches and..fans. ***


CAPITOLO NONO


Il giorno dopo,ovvero il venerdì,mi dedicai completamente alle pulizie di casa,mentre Harry rimase per tutto il tempo su in terrazza.
Quando entrai nella stanza ci trovai il caos più totale,ma con pazienza pulii il tutto,spolverando,spazzando e passando l’aspirapolvere.
Quella giornata mangiammo in pace e parlammo del più e del meno.
Il pomeriggio andai un po’ a sdraiarmi sul letto parlando tutto il tempo al telefono con Karina,a cui avevo raccontato degli ultimi sviluppi: della sera prima,delle stesse sue parole di Harry su Josh,del morso,del modo in cui avevo rimediato,e lei mi aveva risposto che il mio pensiero non era sbagliato,non avevamo mai avuto un rapporto professionale sin dall’inizio,ma bensì di due ragazzi che si attraevano,ricevendo ovviamente molti insulti da me,la quale avevo detto che avevo Josh e lo amavo.
Verso le venti scesi giù dove trovai Harry a guardare la tv.
«Ehi ti stavo aspettando» disse girandosi per guardarmi.
Aggrottai la fronte.
«A me?» gli risposi sedendomi accanto a lui.
«Si» sorrise.
«Come mai?» dissi sbadigliando.
«Andiamo a mangiare fuori?»
«Oh..Ehm,in realtà non ne ho tanta voglia di starmene nel ristorante..»
«Allora mangiamo solo un panino da qualche parte,dai. Non stiamocene chiusi qui dentro.»
Lo guardai sospetta.
«Non ti lascio sola stavolta» rise ed io ricambiai.
«Okay,dammi cinque minuti.»
Corsi di sopra indossando un paio di jeans chiari,una maglia a maniche corte bianca e fucsia e le converse del medesimo colore.
Ero vestita come una ragazza normale,non come una giornalista,ma per una sera non faceva mica qualcosa!
Feci uno chignon disordinato e corsi giù.
Vidi dalla finestra Harry che mi stava aspettando alla macchina.
Gli sorrisi e lo raggiunsi.


Dopo qualche dieci minuti arrivammo in centro e parcheggiare non fu un problema.
Scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso una specie di negozio dove vendevano sandwich.
Appena misi fuori il portafogli Harry mi smontò.
«Posa subito quel coso.» disse.
«Harry,devo pag..»
«Posa quel portafogli,non sono di certi i soldi che mi mancano!» disse quasi offeso.
«Veramente io volevo solo..»
«Niente! Posa!» disse,non volendo più sentir ragioni.
Sbuffai e posai il portafogli nella borsetta bianca.
Non avemmo nemmeno il tempo di girarci e dare un morso al sandwich che eravamo completamente circondati di persone.
«Ehm,Harry?» domandai in imbarazzo,il sandwich ancora a mezz’aria.
«Si?» disse lui,guardando tutte le persone li intorno.
«Non penso sia stata una buona idea uscire proprio in centro.»
«Concordo.»
«Ehm,si..» abbassai il capo in imbarazzo,vedendo quanta gente aveva posato la propria attenzione su noi due.
Alcune ragazze mi guardavano imbronciate,con sfida,altre avevano gli occhi lucidi e appena incrociavo il loro sguardo sorridevano.
Si vedeva che tenevano ai loro idoli.
Altra cosa che avrei dovuto aggiungere all’articolo: le fans sono fantastiche.
«Che c’è?» mi domandò girandosi,mentre iniziava a fare qualche autografo ed io rimanevo impassibile.
«Ehm,mi sento un po’ a disagio..T-tu hai il tuo successo ed io non c’entro niente con tutto questo..E’meglio che io vada. Prendo un taxi. Ah,le fan sono fantastiche.» borbottai,sorridendogli lievemente,sperando mi avesse sentito solo lui.
Proprio quando feci il secondo passo lui mi prese il polso facendomi girare.
«No,non andare. Vengo con te.» sussurrò,fissandomi con quegli occhi smeraldo.
«Harry..» dissi ancora a disagio,passando il peso da una gamba all’altra. «E’meglio di no. Rimani qui,loro lo meritano,ci vediamo dopo a casa,eh?» gli sorrisi ancora passando tra la folla di ragazze lasciandolo interdetto,e sentendomi costantemente i flash delle macchine fotografiche addosso.
Perché fotografavano me e non lui?
Chiamai velocemente un taxi appena vidi che Harry cercava di farsi spazio tra la folla per venirmi dietro e tornai a casa.
Mi accomodai sul divano e mi collegai a twitter.
Ciò che trovai nelle menzioni era incredibile: foto mie e di Harry poco prima,foto mie da sola quando stavo passando tra di loro..
Ma ciò che più mi colpì non furono le foto,bensì le didascalie.
Alcune ragazze mi stavano insultando,cosa che ignorai se non volevo avere un crollo emotivo,altre invece avevano scritto cose tipo:
“Io ero li. Questa ragazza non è una semplice giornalista,è la ragazza giusta per Harry.”
Un’altra diceva: “Ho sentito dirle che si sentiva a disagio e voleva andarsene,Harry l’ha fermata e ha detto ‘vengo con te’ e lei gli ha risposto di no,che noi meritavamo di avere il suo autografo,un suo abbraccio.”
Un’altra ancora diceva: “Quella ragazza ha detto che noi directioners siamo fantastiche e poi se ne è andata perché voleva rispettare sia lui che noi,come se ci fosse un qualche rapporto tra noi fans e lui. E’straordinaria.”
Non sapevo più se ridere o piangere o farmi venire dei dubbi.
Le ragazze erano davvero fantastiche,ma si facevano dei film mentali degni di premi oscar.
Fortunatamente la stampa sapeva che ero una giornalista e il perché io e lui vivessimo insieme,altrimenti avrebbe scatenato un putiferio,con articoli scandalosi o altro.
Scossi la testa ridendo e mi di scollegai,posando il blackberry sul divano accanto a me.
Proprio in quel momento la porta si spalancò e si chiuse di nuovo.
«Hey.» sorrisi ad Harry che era appena entrato.
«Perché sei andata via prima?» domandò posando le chiavi dell’auto sulla vetrinetta vicino al divano e sedendosi di fianco a me.
Feci spallucce.
«Te l’ho detto,mi sentivo a disagio.»
«Ma per quale motivo?» mi domandò ancora,incredulo.
«Beh non lo so. Vedere tutte quelle ragazze che mi guardavano,scattavano foto..Mi metteva in soggezione..Non so tu come faccia..»
Lui iniziò a ridere.
«Guarda qua.» disse e mi porse il suo cellulare,che non avevo notato avesse in mano prima.
Guardai il display e scossi la testa ridendo.
Una ragazza aveva scritto: ‘Harran o Merry,ovvero l’unione di Harry e Megan. Suona bene,e voi come coppia sareste stupendi!’
«Hai visto?»
«Certo che ho visto. Ed ho appena controllato anche io twitter e non sai cosa ho trovato! Foto mie e tue di prima con tanto di adorazione,ma anche insulti..» dissi abbassando la testa.
«Ah beh,a quello dovrai abituartici. Sono gelose!»
Lo guardai alzando un sopracciglio.
« Ma in fondo chi è che non lo sarebbe se avesse Harry Styles in casa?» disse con fare presuntuoso.
Scossi la testa e lui rise scompigliandomi i capelli.
«Domani siamo a cena da Kate e Zayn.» affermò lui.
«Ch-cosa?» dissi balbettando e spalancando gli occhi.
«Te l’ho detto l’altra volta! Non l’avrai mica dimenticato?»
Risi nervosamente.
«Dimenticato? Naah.»
«Si,l’hai dimenticato.» acconsentì lui.
«Vabbè,l’importante è che te lo abbia ricordato.» aggiunse poi.
Gli sorrisi grata.



Erano le 23:00 ormai ed io e Harry eravamo rimasti a guardare la tv.
Io mi ero completamente sdraiata,mentre lui era rimasto al mio fianco,seduto per bene.
«Lo sai che ho proprio sonno?» borbottò guardandomi.
«Vai a dormire,Harry.»
«Non ho voglia di alzarmi.»
Ecco di nuovo la parte bambinesca di lui.
«Harry..»
«Dai,non rompere..»
Spalancai la bocca.
Non mi diede il tempo di ribattere che con uno scatto repentino si sdraiò in quel poco di spazio che era rimasto tra me e la tastiera del divano,costringendomi ad aggrapparmi a lui per non cadere.
«Cavolo Harry,cado! Vai a dormire nel tuo letto!»
«Mmh» mugugnò lui,ed io imprecai mentalmente.
Che bimbo!
Nel frattempo che io ero impegnata a pregare i santi del paradiso che se ne andasse lui mi aveva messo un braccio intorno alla schiena e mi aveva stretta a sé per non farmi cadere,ritrovandoci così naso contro naso.
Mi guardò con i suoi occhi ammalianti ed io non ebbi altro da dire.
I quindici minuti successivi fu tutto un ‘Harry,vai!’ e un ‘Ok,allora me ne vado io!’,ma lui non mi lasciava andare,stringendo di più la stretta sulla mia schiena.
«Harry!» mi lagnai. «Mi fa male la schiena.»
Lui che aveva già gli occhi chiusi però,mi rispose.
«Dai Megan zitta un po’.»
«Mi fa male la schiena così,cretino!»
Lui sbuffò.
«Vieni qui.» disse e poi con la mano che aveva posizionato sulla mia schiena mi tirò ancor di più contro,fino a che finii completamente di schiena al lato della tastiera del divano,dove prima c’era lui,e lui al mio posto,poi mi strinse contro di sé e mi sussurrò un: «Dormi.»
Dire che dormii quella notte è una grande bugia.
Avevo la costante paura di far cadere Harry ogni qual volta facevo un movimento,ma per fortuna aveva dei buoni riflessi e si stringeva di più appiccicandosi a me.
Avevo la testa schiacciata contro il suo petto e potevo sentire ogni suo battito regolare,ogni contrazione dei muscoli,ogni cosa.
Lo scrutai per più di venti minuti constatando quanto fosse bello sia da sveglio,ma da addormentato ancora di più.
Era rilassato,non aveva la mascella testa,le labbra piene e rosee che facevano venir voglia di toccarle.
Non resistetti all’impulso e gli sfiorai la guancia con la mano,constatandone la morbidezza,fino ad arrivare alle labbra. Si mosse come se avesse sentito qualcosa ed io ritirai la mano,per paura di essere stata colta in pieno.
Ma al contrario dei miei piani lui mosse il braccio che fino a quel momento gli ricadeva a penzoloni e portò anch’esso sulla mia schiena,facendomi sussultare.
Solo quando mi accorsi quanto tempo era passato a guardarlo mi diedi della stupida: perché era vero che era bellissimo,stupendo,degli occhi incantevoli e un sorriso ammaliante,ma io ero semplicemente una giornalista e per lo più fidanzata.
Proprio quando pensai a Josh mi resi conto che quando ero con Harry pensavo a tutto tranne che a lui e mi sentii in colpa.
Mi sentii in colpa anche perché in quel momento ero abbracciata ad Harry;mi sentivo in colpa perché la sera prima mi aveva lasciato un morso sulla spalla rimediando poi con la sua bocca; mi sentivo in colpa perché quando ero al telefono con lui ero stretta tra le braccia di Harry; mi sentivo in colpa perché avevo paura che Karina avesse ragione.





I’m baaack!
Di già? Direte voi.
Ebbene si! Ve lo avevo anche anticipato u.u
La mia idea è quella di postare in tempi più brevi visto che ho già alcuni capitoli pronti. Tuttavia non vi prometto che aggiornerò regolarmente ogni due-tre giorni per via della scuola e dello studio, ma farò del mio meglio, quindi spero sarete felici :D
Cosa dire del capitolo? Harry è un gran rompiscatole e Megan sta iniziando a pensare e ad addolcirsi un po’. Belli, no? *-* Lei che davanti alle fan si sente a disagio e se ne torna a casa quando poi la adorano? *----*
Con questo vi lascio, un bacio e a martedì (salvo imprevisti). Ps. Scusate se il teso è così ma non riesco proprio ad aggiustare l'html!

Baci!

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Capitolo 10
*** Friends. ***


CAPITOLO DIECI

«Megan,sei pronta?» domandò Harry bussando alla mia porta.
 
Oh cazzo.
No,no,no,non ero pronta!
Harry,senza preoccuparsi minimamente come ero conciata –fortuna che avevo ancora la tuta-,entrò in camera.
 
«Cazzo Megan,ancora così sei conciata?E’tardissimo e ci vogliono un paio d’ore prima di arrivare a Londra!»
 
«Si,hai ragione ma..cosa mi metto? Pantaloni,vestitino,tacchi,scarpette da ginnastica,converse? Non lo so,come devo vestirmi?»
 
Mi lamentai in preda ad una crisi esistenziale.
Lui invece era già vestito con un pantalone azzurro,la maglia bianca e azzurrina e le converse basse bianche.
Alzò gli occhi al cielo.
 
«E’una cena fra coetanei Megan,non devi andare ad una sfilata di moda! Vestiti come ti pare!»
 
Sbuffai.
 
«Okay.»
 
Scelsi dall’armadio un paio di pantaloni verde scuro,la maglia verde e beige e le ballerine verdi e beige.
Avevo già fatto la doccia cinque minuti prima rimettendomi la tuta,dovevo solo cambiarmi.
Posai il tutto sul letto e guardai Harry che si era accostato allo stipite della porta a braccia conserte.
 
«Devo cambiarmi.» affermai.
 
«Oh scusa,chiudo la porta.» disse chiudendosi la porta alle spalle e restando in camera,come se in casa poi ci fosse qualcun altro.
 
«Harry!» lo ammonii. «Esci subito da qui!»
 
«Dai,non ti guardo!» disse mettendosi le mani davanti al volto e allargando le dita.
 
Risi.
Ma quanto poteva essere cretino?
 
«No Harry,mi dispiace ma devi andare!»
 
Sbuffò.
 
«Ok,ci vediamo giù.»
Uscì e solo quando mi fui assicurata che se ne fosse andato mi cambiai.
Il trucco fu sempre il solito: matita nera e mascara con un po’ di lucido,i capelli piastrati e lasciati sciolti.
Scesi giù e spronai Harry ad andare,così salimmo in macchina e partimmo alla volta di Londra.
 
Quella mattina,quando ci eravamo svegliati –io a pezzi-,mi aveva sussurrato un buongiorno e mi aveva chiesto «Ma stanotte mi hai toccato?». Un po’ terrorizzata di essere stata sgamata e cercando di non balbettare gli avevo risposto: «chi,io?Io stanotte dormivo!» e lui mi aveva risposto che forse era stato una sua impressione di sentirsi qualcosa in faccia ed io avevo annuito vigorosamente.
Durante la giornata avevo anche chiamato Karina per spiegargli tutto e lei aveva urlato di gioia al pensiero che mi fossi accorta che se stavamo lontani –ed erano due settimane-,ci allontanavamo e capivo che non mi mancava perché non era per me.
Inutile dire che mi ero sentita offesa perché non era quello che intendevo –ovvero era quello che cercavo di dire a me stessa- ma lei non aveva voluto sentire ragioni.
 
«Harry è più adatto a te.» mi aveva detto.
 
«Karina,sono venuta qui per lavorare,non per trovarmi un ragazzo! Soprattutto arrogante e presuntuoso!» gli avevo risposto.
 
«Però il ragazzo arrogante e presuntuoso ti fa provare cose che nessuno ti fa provare!» aveva continuato.
 
«Sarà solo perché avevo bisogno d’affetto,visto che non vedo Josh da due settimane,per questo!» avevo risposto vigorosamente,ma lei non aveva voluto sentire le mie spiegazioni dicendo che erano tutti sciocchi escamotage per pararmi il culo e non dire che Harry mi piaceva.
Cosa non vera,ovviamente.
Forse.
 
 
 
«A che pensi?»
 
Harry mi strappò dai miei pensieri.
Feci spallucce.
 
«A niente di importante.»
 
«Sei agitata?» mi domandò.
 
«Di conoscere gli altri? Oh si,non sai quanto. Ma non per i tuoi amici,più per le ragazze,Kate e Abbey.»
 
«Oh,loro sono fantastiche non devi preoccuparti assolutamente!»
 
«Speriamo.»
 
 
 
Qualche ora dopo arrivammo a Londra ed Harry parcheggiò in un vialetto.
La casa anche da fuori era normale,accogliente.
Il nido di due ragazzi innamorati.
Quando arrivammo davanti alla porta Harry mi sussurrò un «Pronta?» ed io annuii.
Ad aprirci fu la padrona di casa,ovvero Kate.
Una ragazza dai capelli e occhi castani bellissimi,non troppo alta –beh nemmeno io lo ero-,né troppo magra; era giusta.
Salutò Harry con un mega abbraccio e poi quando si staccò mi fissò.
 
«Tu devi essere Megan!» mi disse sorridente ed io ricambiai.
 
Harry iniziò ad entrare in casa.
 
«Proprio così. E..scusami ancora per l’altra volta.» dissi abbassando il capo imbarazzata.
 
Lei fece un gesto della mano come a scacciare quelle parole.
 
«Aah,ancora ci pensi?Dai,non fa niente,entriamo in casa,ci sono già tutti!»
 
Infatti appena entrai mi trovai davanti un’altra ragazza dai capelli carota,il cui nome sembrava essere Abbey da come mi aveva detto Harry e altri quattro ragazzi.
 
«Ragazzi,lei è Megan,la giornalista barra coinquilina barra un po’ rompipalle.» disse Harry sorridendo agli amici.
 
Lo fulminai con lo sguardo.
 
«Sei meglio tu?» domandai retorica.
 
Riconosco che in certe situazioni non riuscivo a tenere la bocca chiusa.
I ragazzi e Kate,con Abbey risero.
 
«Wow Harry,ti tiene testa!» affermò un biondino. «Comunque piacere mio,sono Niall.»
 
Un ragazzo castano sia di occhi che capelli si fece avanti porgendomi la mano.
 
«Sono Liam,piacere» sorrise.
 
Ricambiai la stretta e il sorriso.
 
«Io Louis!» disse un ragazzo pimpante,castano e occhi azzurri.
 
«Ed io Zayn» si fece avanti il ragazzo che già conoscevo un po’ di vista.    
 
«Ragazzi,non le avete presentato la più importante!» esclamò la ragazza con i capelli carota,venendomi incontro. «Io sono Abbey,la ragazza di Louis!» e al posto di pormi la mano si sporse ad abbracciarmi lasciandomi interdetta.
Quando si staccò Harry si avvicinò a me,sussurrandomi all’orecchio: «Non preoccuparti,sono sempre così!»
Trattenni una risata e insieme ci avviammo nella stanza da pranzo –nella situazione da cena-,dove era già tutto pronto.
 
La serata stava trascorrendo benissimo,avevo preso confidenza sia con Abbey che con Kate,sia con i ragazzi.
 
«Lo sai i primi tempi che mi piaceva Zayn,Harry lo scoprì e decise di aiutarmi?»
 
«Ah si?» risposi io guardando Harry di fianco a me e poi di nuovo Kate di fronte. «E in che modo?» chiesi incuriosita.
 
Lei rise,pulendosi la bocca con il tovagliolo,visto che il dolce al cioccolato aveva sporcato un po’ tutti.
 
«Io e Harry siamo sempre stati grandi amici,quindi non avevamo problemi nemmeno a baciarci,perché sapevamo che era solo amicizia..Fuori casa ci avvicinammo troppo un giorno e chissà come mai proprio in quel momento Zayn c’interruppe passando in mezzo a noi e staccandoci..» disse guardando il suo fidanzato che abbassò il capo imbarazzato.
 
«Kate,devi proprio raccontarle certe cose?» chiese Zayn.
 
«Certo amore! Comunque,dicevo..Un altro giorno andammo tutti insieme mangiare da Nandos e c’era anche Cristal,un’oca che neanche immagini che andava dietro a Zayn ! Non sai quante volte ci ho litigato! Comunque per farlo ingelosire mi sedetti sulle gambe di Harry e con la scusa del ketchup gli baciai l’angolo della bocca..»
 
Sentii un tonfo dentro il mio stomaco.
 
«..Non sai Zayn che faccia fece! Pronunciò testuali parole ‘qui siamo in un ristorante,non sul set di un film porno!’, non sai di nascosto quante risate ci facemmo io e Harry poi!»
 
Scoppiai a ridere insieme a tutti gli altri,tranne Zayn che sembrò un po’ offeso,ma poi ci pensò Kate a dargli un bacio e a sussurrargli un ‘ti amo’ –che arrivò anche a noi- che lo fece sorridere.
 
 
Tra una chiacchiera e l’altra si erano già fatto le 23:30 ed io ed Harry dovevamo tornare a casa.
Harry si guardò distrattamente l’orologio e poi sbadigliò
 
«Megan,che ne dici di andare? E’tardissimo e non arriveremo se non a notte fonda.»
 
«Si,hai ragione,andiamo.» dissi alzandomi dal divano,dove ci eravamo posizionati a parlare dopo aver aiutato a sparecchiare Abbey e Kate,mentre i ragazzi se ne erano andati già a parlare li.
 
«No aspettate,dove credete di andare?» disse Kate,fino a quel momento accoccolata al suo Zayn.
 
«A casa?!» rispose Harry retorico.
 
Kate alzò gli occhi al cielo.
 
«E’tardissimo,ragazzi e voi siete stanchi morti. Perché non dormite qui?Abbiamo delle stanze libere!»
 
«Si infatti,è pericoloso e ci vuole tanto per arrivare a casa vostra.» accordò Zayn.
 
Harry guardò prima loro e poi mi guardò cercando una conferma.
 
«Non lo so ragazzi,non vorrei disturbare..» risposi.
 
«Ma quale disturbo,Megan,figurati!»
 
«Mh,okay.» le sorrisi.
 
«C’è solo un piccolo problema,però!»
 
«Cioè?» rispose Harry al posto mio.
 
«Il letto è matrimoniale.»
 
«Oh beh,non ci sono problemi,non preoccuparti.» disse Harry,mentre io lo guardavo sbalordita.
 
Detto così poteva sembrare che già avessimo dormito insieme.
Beh,in teoria…
 
«I-io..»
 
«Dai Megan,non mi va di guidare,è tardi..»
 
Sbuffai.
 
«Va bene.»
 
Harry mi sorrise e insieme ritornammo a sederci con gli altri.
 
«Facciamo il gioco della bottiglia?» chiese Niall mentre afferrava delle noccioline.
 
In tutta la serata non aveva smesso un minuto di mangiare ed era magro.
Come faceva?
Tutti acconsentirono,chi contento,chi meno per la stupidità del gioco e rimanemmo a giocare finchè gli altri non andarono via.
Ora però,veniva la parte meno bella.
 
 
 
 
I’m baaaack!
Non ho molto tempo, sono le 16:51 e devo assolutamente correre a studiare!
Voglio solo rivolgere un pensiero a tutte le persone della Sardegna, sono con voi! <3
 
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, a sabato! <3

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Capitolo 11
*** Discourses ***


CAPITOLO UNDICI
Per la notte Kate mi prestò un pigiama con gli orsacchiotti azzurro e Zayn prestò un pantaloncino ad Harry,che non accettò la maglia perché disse che faceva caldo.
Bell’inizio.
Mi buttai sul letto con la testa affondata nel cuscino per non guardare i pettorali di Harry che mi stavano tentando.
Lo sentii ridere e alzai mentalmente gli occhi al cielo.
Dopo due minuti buoni di incessanti risate mi scocciai e girai la testa verso il suo lato.
 
«Che ti ridi?!» sbottai.
 
Lui che stava sdraiato verso di me si avvicinò di più.
Il mio cuore prese a martellare forte e lo stomaco si chiuse.
Diamine ma perché mi faceva quell’effetto?
 
«Sei proprio una bimba bellissima con questo pigiama..Gli orsacchiotti ti donano..» mi sussurrò prendendomi in giro e facendomi arrabbiare.
 
«Anche a te donerebbero un paio di schiaffi,sai?» risposi determinata ed irritata.
 
Lui rise mostrando le fossette.
Inutile dire che mi sciolsi.
 
«Non lo faresti davvero!»
 
«Mettimi alla prova!» dissi inarcando un sopracciglio.
 
Lui si avvicinò ulteriormente fermandosi a pochi millimetri da me e disse «Dai,vai.» , però continuò a ridere mostrando quelle maledette fossette e quel sorriso e quegli occhi –qualcos’altro?-,che mi fermavano.
Deglutii e alzai il braccio che si andò a infrangere sulla sua guancia,non come uno schiaffo,ma quasi una carezza.
Lui continuò a ridere.
 
«Questo è tutto ciò che sai fare?» domandò,con il chiaro intento di farmi arrabbiare.
 
«No,ma stasera non ho voglia di picchiarti. Dovresti ringraziarmi,no?»
 
Alzò un sopracciglio.
 
«Ah giornalista,quanto sei ingenua..» sospirò portando la mano sulla mia guancia e accarezzandomi.
 
Mi sentii stranamente a disagio.
 
«Io non sono ingenua,né tutti i soprannomi che mi affibbi tu!» cercai di rimediare.
 
Lui rise e i suoi occhi si illuminarono,anche se eravamo al buio riuscivo a vederlo bene,tramite il lampione fuori la finestra.
 
«Adoro quando cerchi di fare la tosta,ma non lo sei.»
 
Mi imbronciai.
 
«Ecco,lo vedi? Ti odio.» dissi e mi girai dandogli le spalle.
 
Lui rise nuovamente e sentii il suo corpo avvicinarsi al mio.
Non doveva tirarmi questi brutti scherzi.
 
«Dai,ti sei arrabbiata?» domandò.
 
«No,però sei un cretino. Chi ti dice che io non sia una tosta?» gli risposi rigirandomi verso di lui,trovandomelo davvero molto vicino.
 
«Si vede. Forse per chi non ti conosce potrà sembrare il contrario,ma..»
 
«Ah,perché? Tu mi conosci?» lo interruppi.
 
«Sto imparando a conoscerti.»
 
«Non sai niente di me,Harry.» mi feci seria.
 
«Si che lo so! Ti chiami Megan,hai diciotto anni,di professione fai la giornalista,dovrai vivere con me per due mesi..Ah,e un dettaglio di nessun conto,sei fidanzata con un noioso,monotono ragazzo!»
 
«Ehi!» risi,dandogli un buffetto sulla spalla. «La smetti di offendere il mio ragazzo?»
 
Di solito quando Karina offendeva Josh diventavo una furia,e non solo con lei,ma da quando vivevo con Harry ormai era diventato normale e mi faceva anche ridere.
 
«Ma ho detto la verità!» si giustificò lui. «Scommetto che è troppo preso dal lavoro per farti anche una chiamata e talmente che è monotono e sicuro di sé non è nemmeno geloso,e non ha detto niente quando tu gli hai dato la notizia di questo servizio.»
 
Boccheggiai un attimo,aveva fatto centro.
 
«Bhè,questa si chiama fiducia mio caro..»
 
Rise.
 
«No,questa si chiama idiozia,mia cara..» disse scimmiottandomi.
 
«E per quale ragione?»
 
«Più che essere convinto del tuo amore per lui,è convinto della sua bellezza,è sicuro di se stesso,crede che nessuno possa mai prendere una strada che non sia lui..»
 
«E tu che ne sai?»
 
«Intuito. E poi,io non lascerei andare ad abitare due mesi la mia ragazza con un ragazzo,sarebbe da pazzi! Soprattutto se so che la mia fidanzata è bella.»
 
Arrossii violentemente a quelle parole,era ovvio che si stesse riferendo a me,ma feci finta di niente e non risposi.
 
«Che c’è?Non mi dire che ti emozioni per un complimento!»
 
«Ehm.I-io..Ma ti riferivi a me?»
 
«Giornalista,lo vedi che è vero che sei ingenua? Sei ingenua perché non ti accorgi che io ne capisco,so che tu ti sei accorta che era riferito a te e sei ingenua perché credevi di potermela far bere.»
 
Lo guardai e in quel momento mi sentii nuda,psicologicamente.
Con Josh non avevo mai affrontato discorsi del genere,non aveva mai esposto una qualche teoria sul mio carattere o qualche altra cosa che riguardasse me singolarmente,ma Harry lo stava facendo; mi stava completamente denudando nonostante ci conoscessimo solo da due settimane.
Non seppi più rispondere,mi aveva incastrato.
Si accorse di questo mio disagio e si avvicinò a me,lasciandomi un bacio sulla punto del naso e abbracciandomi.
Non mi resi conto del gesto che aveva appena fatto,assimilai solo qualche ora dopo,quando Harry dormiva abbracciato a me ed io assaporavo il profumo della sua pelle come una mantra.
Non potevo negarlo,Harry mi piaceva.
 
«Sveeegliaaaaaaaaaaaaaaaaa!» la voce squillante di una ragazza mi fece svegliare di soprassalto.
 
«Mh,cazzo Kate,perché devi sempre rompere le palle?!» sbottò Harry con la voce impastata,con il braccio ancora attaccato alla mia vita.
 
Aprii gli occhi e cercai di divincolarmi,ma Harry non me lo permetteva.
Kate correva per la stanza buttando i cuscini ad Harry.
 
«Ehm,buongiorno Kate.» risposi imbarazzata.
 
«Buongiorno tesoro. Oh,non essere imbarazzata,qui è tutto normale,fai come se non avessi visto nulla!» disse strizzandomi l’occhio,riferendosi ad Harry che era ancora quasi appiccicato a me.
 
«Harry..» borbottai. «Togli subito questa mano di qui e staccati da me.»
 
Harry iniziò a ridere. «No.» disse come un bambino piccolo.
 
Kate,che stava guardando la scena prese un cuscino dalla sedia e lo tirò ad Harry.
 
«Brutto mascalzone,Megan ti ha detto di staccarti,apri subito gli occhi e togliti di dosso!» urlò Kate portandosi le mani ai fianchi.
 
Ovviamente Harry non l’ascoltò e continuò a stringersi a me.
In quel momento entrò in stanza Zayn sbadigliando,già vestito con la tuta.
 
«Hey ma che succede qua?» domandò dando un bacio a Kate.
 
«Harry non vuole staccarsi da Megan,la sta infastidendo!» disse imbronciata al suo ragazzo,come una bimbetta di due anni,mentre io sprofondavo nel più totale imbarazzo.
 
«Kate non dirmi che tu sei entrata mentre stavano ancora dormendo!» la ammonì Zayn.
 
Kate fece spallucce in colpa e Zayn la guardò sbalordito.
 
«Quando imparerai a lasciare agli altri un po’ di privacy?» le domandò.
 
«Ah!» urlò lei,puntandogli il dito contro. «Guarda chi parla! Anche tu prima hai voluto vedere dallo spioncino cosa stavano facendo!»
 
Zayn,esattamente come me spalancò gli occhi e la bocca,mentre Harry iniziò a ridere a crepapelle,facendo vibrare il mio corpo.
La risata di Harry e lo sguardo sconvolto di Zayn,con quello accusatorio di Kate,fece iniziare a ridere a crepapelle anche me,erano troppo divertenti!
Dopo un po’ di smarrimento iniziale anche loro stessi iniziarono a ridere con me ed Harry.
 
«Non fa niente! Comunque non stavamo facendo nulla,stavamo solo dormendo!» dissi sorridendo.
 
«Lo sappiamo,ma eravamo curiosi.» rise Kate.
 
«Ora che ne dici di lasciarli soli e andare a preparare la colazione,eh?Già abbiamo disturbato troppo!» disse Zayn circondando la vita di Kate e trascinandosela via,ma quando uscirono dalla porta Kate si riaffacciò.
 
«Tanto sempre lo scopro cosa combinate voi due! Non me la bevo il fatto della giornalista e del servizio!»
 
«Kaaaate!» la richiamò Zayn, «Smettila e vieni immediatamente qui.»
 
Lei con aria colpevole e furba chiuse la porta e sussurrò un «Eccomi!» a Zayn,fatto quasi per rabbonirlo.
Sia io che Harry iniziammo a ridere a crepapelle.
 
«Ma sono sempre così i tuoi amici?»
 
«Molto peggio,credimi!» disse lui sospirando.
 
«Harry?»
 
«Si?»
 
«Ti stacchi da me,cazzo?»
 
 
Poco dopo scendemmo giù per la colazione e trovammo già tutto pronto.
Harry mangiò come un maiale,mentre io presi una tazza di latte con i cereali,continuando ad ascoltare i continui blateramenti di Kate.
Qualche minuto dopo suonarono alla porta e Zayn andò ad aprire.
Erano due signori,se così si possono definire visto che erano giovanissimi con un bimbo piccolo.
 
«Hey,Harry,da quanto tempo,come stai?» disse la donna,andando incontro ad Harry che si alzò e abbracciandolo.
 
«Savannah,tutto bene e tu come stai?»
 
Savannah..
 
Avevo già sentito quel nome..
 
«Tutto bene.» gli sorrise quest’ultima.
 
«Ciao Tom» si rivolse all’uomo Harry.
 
«Ciao Harry!» gli rispose cordiale l’altro,mentre Zayn aveva in braccio il piccolo.
 
«E tu,Andrew,come stai?» gli pizzicò la guancetta Harry e lui gli rispose con un mugolio.
 
Sorrisi sia a Tom che a Savannah,che avevo sentito nominare ma non avevo la benché minima idea di chi fossero.
 
«E questa bellissima ragazza chi è?» disse la donna. Era davvero bella. «E’la tua fidanzata? Hai messo la testa al suo posto,finalmente?» continuò.
 
Risi.
 
«No,non sono la sua fidanzata.» dissi sorridente e mi alzai dallo sgabello.
 
«Per ora..» borbottò Harry ed io lo guardai male, capendo che stesse scherzando,poi continuai.
 
«Sono Megan,la giornalista per il nuovo servizio con Harry,non so se ha sentito parlare..»
 
«Oh giusto!» disse lei. «Ma non mi aspettavo fossi così giovane!» le sorrisi. «Comunque io sono Savannah,la mamma di Kate»
 
Ecco,Harry me lo aveva detto!
 
«E io sono Tom,il papà di Zayn!» mi sorrise.
 
«Piacere mio.» dissi.
 
«E lui chi è?» dissi andando vicino al piccolino.
 
«E’il nostro fratellino,Andrew» rispose sorridente Kate dandogli un bacio.
 
«Ohw. Ciao,piccolo.» dissi sorridendo.
 
Un’ora dopo salutammo Kate e Zayn per avviarci verso casa.
 
«Sei pronta per volare con quest’aereo-macchina?» disse Harry sorridente.
 
Lo guardai male.
 
«Sei sempre il solito imbecille!» lo apostrofai e lui rise,accendendo il motore e avviandoci alla volta di casa nostra.
 

 
I’m baaack!
Ciao! Sono in ritardo di quasi un mese e me ne rendo conto.
Il motivo è sempre il solito: la scuola. Finiti gli impegni con la scuola poi, mi sono completamente dimenticata di aggiornare. Sono una frana, lo so, ma cosa ci volete fare?!
Comunque, scrivere questo capitolo mi è piaciuto da matti, amo Kate e Zayn ed Harry bimbo :33 e abbiamo conosciuto anche Savannah (mamma di Kate)e Tom (padre di Zayn). Beh, non so cosa dire, mi lasciate un’opinione e magari mi scusate per il ritardo?
Un bacio, vi voglio bene!
Ps. A breve riaggiusterò l'html anche agli altri capitoli!

 

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Capitolo 12
*** Charity dinner: the invitation. ***


CAPITOLO DODICI

Quando arrivammo a casa nella cassetta della posta c’era una busta.
La aprii ma sinceramente non capii un tubo di quello che c’era scritto.
Harry me la strappò di mano e poi la posò sul tavolo.
 
«Siamo invitati ad una serata di beneficenza.»
 
«Siamo?» domandai.
 
«Si,hanno invitato entrambi.» disse disinteressato.
 
«E tu vuoi andarci?» chiesi.
 
«Certo e tu verrai con me,senza se e senza ma.»
 
«Ma..»
 
«Ho detto senza se e senza ma!»
 
«Uff!» m’imbronciai.
 
«E quando sarebbe questa serata?»
 
«Giovedì.»
 
«Ma giovedì fra..cinque giorni?!»
 
«Genia!» rispose sarcastico.
 
«Oddio,non ho un abito adatto!»
 
Alzò le sopracciglia e sbuffò.
 
«Che palle che sei!»
 
«Non è vero!»  m’imbronciai subito e incrociai le braccia al petto.
 
Lui rise e si avvicinò a me.
 
«Ti adoro quando sei imbronciata,sembri una bimba!» rise ancora.
 
Poi mi avvolse la schiena con le sue braccia facendomi quasi perdere l’equilibrio.
Infatti feci un passo all’indietro inciampando sul tappeto messo male e dovetti staccare le braccia ancora incrociate al mio petto per aggrapparmi alle sue spalle e non cadere.
Per questo infatti cademmo all’indietro sul divano,sdraiati l’uno sull’altro.
Lui,che si era subito sistemato poggiandosi sui gomiti per non pesarmi prese a ridere facendomi irritare.
 
«Sei un cretino!» lo apostrofai,dandogli un pugno sul petto.
 
Lui rise ancora più forte facendomi irritare di più.
 
«La smetti?»
 
Lui sembrò pensarci sopra.
 
«Solo se fai una cosa per me!»
 
Inarcai le sopracciglia.
 
«Cioè?»
 
«Vieni a fare un bagno in piscina con me.»
 
«Non se ne parla proprio!»
 
 
 
«Harry,Harry! Non mi schizzare!» urlai isterica,ancora in piedi sul bordo della piscina,indecisa o meno se buttarmi.
 
Alla fine aveva riuscito a convincermi e sul come non lo sapevo nemmeno io.
Così mi ritrovavo sul bordo della piscina sul terrazzo,con Harry già dentro che mi schizzava per farmi entrare.
 
«Dai,entra!» si lamentò.
 
«Si si,ora entro.» usai la prima scusante che mi era venuta in mente.
 
Aspettai qualche minuto che lui passò con le braccia conserte ad aspettare me.
 
«Allora?» mi canzonò.
 
«O-okay,entro.» dissi guardandolo sospetto.
 
Posai il cellulare sulla sdraio li vicino e scesi le scalette della piscina.
Man mano che entravo,sentivo l’acqua fredda passare sul mio corpo,così quando finii di scendere le scale notai che l’acqua mi arrivava appena sopra il seno.
Ero ancora aggrappata però alle scale e appena trovai una scusa cercai di svignarmela.
 
«E’fredda!» dissi e mi aggrappai con le mani alle scale facendo pressione e cercando di uscire.
 
Uno spostamento dell’acqua e una mano che mi circondò la vita mi fece capire che Harry non era dello stesso avviso.
 
«Lasciami!» gli urlai,ma lui mi strattonò indietro fino al centro della piscina,dov’era sicuro non potessi scappare.
 
«Uffa!» mi lamentai, «E’fredda quest’acqua!»
 
«Se metti per un po’ la testa sotto non ne sentirai più.» disse.
 
«Non voglio immergermi»
 
«Allora muori di freddo,perché da qui non esci.»
 
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai,poi feci un respiro profondo e mi tappai il naso con una mano,tuffandomi e toccando il suolo con il sedere.
Quando riemersi in effetti il freddo non c’era più ed Harry mi stava guardando compiaciuto,come se già sapesse che il freddo fosse passato.
 
«Che ti avevo detto?» sorrise compiaciuto.
 
«Si ma non pavoneggiarti.» dissi assumendo un’aria di sufficienza.
 
Lui sorrise malizioso e iniziò ad avvicinarsi a me,facendomi avvampare,deglutire e indietreggiare nello stesso tempo.
Mi dovetti fermare solo quando notai che la mia schiena andò a sbattere contro il marmo e le sue mani si posarono su di esso ai miei lati.
 
«Me lo posso permettere.»mi soffiò sul viso,a pochi centimetri da me.
 
«Non ci giurerei.» dissi quella frase sussurrando di rimando,facendo risultare la mia voce ferma e convinta.
 
Alzò l’angolo della bocca in uno stupido ghigno consapevole,consapevole che la voce poteva risultare anche la più convinta e ferma del mondo,ma il corpo e gli occhi si esprimevano in modo diverso.
 
«Sei sicura?»
 
«Sicurissima.»
 
«Ritenta,sarai più fortunata.» ghignò ancora ed io sbattei le palpebre alle fossette che si stavano facendo spazio sul suo viso.
 
Dio,quanto le amavo.
 
«P-perché?»
 
«Lo sai anche tu,Megan. Ti attraggo,è normale.» disse come se davvero fosse la cosa più naturale del mondo.
 
«Tu stai male.» dissi,sperando che almeno mi credesse che non mi piaceva davvero.
 
«Attraggo a tutte. Sai la calamita? Ecco,sono come quella. Quindi,anche se ho questo effetto magnetico su di te non ti scoraggiare,lo provano tutte.»
 
Sgranai leggermente gli occhi alla sua presunzione.
 
«Io non sono tutte. E tu sei presuntuoso!» lo accusai.
 
«Mh,forse un pochino si. Ma che importa,ne sono consapevole del mio fascino,cosa lo nascondo a fare?»
 
Era presuntuoso e consapevole.
Consapevole del suo fascino.
Consapevole del suo effetto sulle ragazze.
Consapevole del suo effetto su di me.
 
«Non ti facevo davvero così presuntuoso e sicuro di te stesso. Non devi esserlo,sai? Ci sono persone a cui non piaci,tra le altre,a me.» dissi convinta e cercai di scivolare da quella posizione scomoda e compromettente,ma non me lo permise.
 
«Dove vai?» chiese.
 
«A farmi una doccia e a leggermi un bel libro.» risposi calma.
 
Lui tolse le mani e mi lasciò andare.
Quando finii di salire le scalette mi richiamò.
 
«Megan?»
 
«Si?»
 
«Bel culo.»
 
Alzai il dito medio mostrandoglielo.
Ecco perché non volevo farmi vedere da lui in costume.
I maschi sono un branco di depravati.
 
 
A cena le acque si erano un poco calmate,ed ora cercavo la soluzione al mio problema principale.
Cosa avrei messo per la cena di beneficenza?
 
«Harry,dai,dimmi come posso fare con il vestito. Dove vado a comprarlo?Non voglio andare sola a comprarlo e tu sicuramente non ci verresti con me,vero?»
 
«Vero.» confermò lui. «Odio far da accompagnatore alle ragazze per lo shopping.»
 
Sbuffai.
 
«E come faccio ora?»
 
«Ho un’idea!» disse,quasi entusiasta.
 
«Illuminami!» dissi scoraggiata.
 
«Shopping a Londra con Kate!» propose.
 
Mi entusiasmai un po’ anche io.
 
«Sarebbe fantastico! ..ma chi mi ci accompagna a Londra?»
 
«Io.» disse estraendo il cellulare dalla tasca e componendo un numero,probabilmente di Kate.
 
Infatti poco dopo stava parlando con Kate che poi passò a me e che accettò entusiasta,contenta di fare un altro po’ della mia conoscenza.
Staccai felice.
 
«Ha detto che martedì è liberissima. La mattina mi accompagni tu,quindi?» dissi,inforchettando l’insalata che avevo preparato poco prima.
 
Lui annuì.
 
«Bene. Grazie!» dissi poi sorprendendolo e alzandomi per andare ad abbracciarlo all’altro lato del tavolo.
 
Gli andò quasi l’insalata di traverso,poi mi sorrise,dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua.
 
«Di niente.»
 
Gli sorrisi raggiante e ricominciai a mangiare felice.
Alcune volte ridiventavo bambina anche io; Peccato che stavo iniziando a rifarlo da quando ero con Harry.

 

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Capitolo 13
*** Kiss. ***


CAPITOLO TREDICI

La mattina dopo Harry mi accompagnò a Londra,anche se questo gli costò uno sforzo innaturale,svegliarsi prestissimo era troppo stressante e impegnativo a sua detta.
Quando arrivammo da Kate erano ormai le 10 e subito mi liquidò prima che gli dicessi grazie dicendo che tanto non l’aveva fatto per me,ma perché aveva un’intervista con i ragazzi a Londra. Lo fulminai con lo sguardo ed entrai in casa da Kate,che mi abbracciò calorosamente ed entro pochi minuti uscimmo alla volta di qualche negozio di abbigliamento.
Dire che ci allontanammo un bel po’ da casa sua è un eufemismo; ero entrata in qualsiasi negozio che avevamo trovato a portata di mano,ma non avevamo trovato ciò che almeno io cercavo.
 
«Non hanno invitato anche te e Zayn e gli altri ragazzi?» domandai a Kate.
 
«In verità si,però io e Zayn abbiamo deciso di non andare,vorremmo passare una serata tranquilli,senza telecamere,riflettori,paparazzi..»
 
Sorrisi guardando il suo sguardo sereno e innamorato.
 
«Fate la cosa giusta.» le sorrisi.
 
«Però gli altri li hanno invitati. Vanno tutti e penso che Abbey e Lou vengano,anche se non ne sono del tutto sicura.»
 
«Ah beh,almeno ci sarà qualcuno che conosco,altrimenti mi sentirei a disagio.»
 
«Ma c’è Harry!» disse lei quasi incuriosita dalla mia frase.
 
«Si lo so,ma non so,se poi mi lascia sola?» dissi titubante; in fondo l’aveva già fatto.
 
Il telefono in quel momento squillò; Lo estrassi dalla borsa e vidi chi era: Harry.
 
«Ciao Harry.»
 
«Hey giornalista! Come sta andando?»
 
«Così così,siamo state in molti negozi e non trovo un vestito che mi piaccia!»
 
«Come sei complicata!»
 
Ridussi gli occhi a fessura.
 
«Io non sono complicata!» sbottai e Kate mi guardò perplessa.
 
Le lanciai uno sguardo e ritornai poi ad un punto indefinito davanti a me.
 
«Bella storia.» disse prendendomi in giro.
 
«Sei un fottuto ragazzino cretino!»
Kate allora scoppiò a ridere,mentre io scoppiavo di rabbia.
 
«AHAHAHAHAAH non ti arrabbiare giornalista,è la verità!»
 
«E’ la verità un corno! Hai chiamato per rompermi le palle?»
 
Non riuscii a sentire la risposta che Kate mi tirò il cellulare da mano.
 
«Harry?..No,la fata turchina..Comunque,ti tiene testa eh,la giornalista,come la chiami tu!» disse facendomi l’occhiolino.
 
«Per forza!» le risposi io.
 
«Si..no..Harry,ti ricordi quando ti dissi…Okok,non lo dico più..Non è vero,è la prima volta che te lo ricordo! Ok..ciao..»
 
E mi ripassò il telefono.
Dire che non ci capii niente di quella conversazione era davvero poco.
 
«Giornalista,ci sei?»
 
«Si.» sospirai.
 
«Ah,io pensavo ci sette.»
 
Rimasi perplessa mentre il cretino rideva dall’altro lato del telefono.
Capii a scoppio ritardato la battuta che poi faceva ridere solo lui.
 
«Ti rendi conto che sei pessimo?» domandai facendo ridere ancora una volta Kate.
 
«E dai,un po’ di umorismo!»
 
«Io ce l’ho l’umorismo Harry,è che tu dici cose idiote!» dissi,mentre continuavamo a camminare per negozi e un vestito rosso acceso lungo e che scendeva morbido con un po’ di coda e sopra a fascia attirò la mia attenzione.
 
«Nah,continuo a pensare che non hai senso dell’umorismo.»
 
Mi fermai di sbotto facendo fermare anche Kate che sembrava perplessa.
 
«Scusa Harry,ho trovato il vestito della mia vita,ci vediamo dopo da Kate.» dissi quasi in trance e staccai il cellulare buttandolo in borsa.
 
«Kate,quello è il vestito dei miei sogni.»
 
«Entriamo dai!» mi suggerì tirandomi per un braccio.
 
 
Mezz’ora dopo uscimmo dal negozio con la busta contenente quel meraviglioso vestito. Avevo sperperato tanto ma ne era valsa la pena.
 
«E’fantastico,Megan! Ti sta d’incanto!»
 
«Grazie Kate,sei troppo gentile.» dissi imbarazzata.
 
«Harry impazzirà quando ti vedrà con quel vestito!» disse battendo le mani.
 
La guardai aggrottando le sopracciglia.
 
«Io non voglio far impazzire Harry,» dissi ovvia. «Ti ricordo che sono fidanzata.» e presi di nuovo il cellulare dalla borsa mostrandole la foto.
 
«Owh,che bello che è. Parlami un po’ di lui.»
 
Camminando iniziai a parlarle di lui,di noi..
Alla fine del racconto tutto ciò che mi disse fu esattamente quello che mi dicevano Harry e Karina.
 
«E’troppo monotono per te. Per come ho potuto conoscerti tu hai bisogno di adrenalina,imprevisto,passione soprattutto..»
 
Sussultai a quelle parole perché aveva descritto Harry.
Quando ero troppo vicina a lui l’adrenalina saliva e più tardi avrei imparato che Harry era anche imprevisto e passione…Era tutto ciò di cui avevo bisogno ma che ignoravo.
L’urlo che mi arrivò all’orecchio da parte di Kate che mi aveva mezzo stonata,per chiamare il taxista mi fece riprendere dai pensieri e per fortuna potei non rispondere.
Il taxista inchiodò di colpo e ci guardò male.
Scosse la testa mentre noi entravamo in macchina.
 
«Queste ragazze di oggi non vogliono proprio camminare a piedi,basta che le porti a cavallo son tutte loro!»
 
Spalancai la bocca mentre mi sistemavo meglio e il taxista partiva.
 
«Scusi,mi pare che questo sia il suo lavoro e dovrebbe essere felice delle ragazze che non vogliono proprio camminare,visto che le fanno fare soldi.» rispose Kate da parte mia stizzita.
 
«Si ma parlando umanamente,io credo che oggigiorno le ragazze non vogliano più far niente. Prima le donne stavano in casa,facevano le pulizie e si occupavano di cucinare al marito che veniva dal lavoro. Oggi invece a casa non ci sono mai,assumono le donne delle pulizie e sono sempre in giro a fare spese. Bah,io non capisco i mariti o i fidanzati che glielo lasciano fare!»
 
Spalancai se fosse possibile ancor di più la bocca.
 
«Ma questo è un ragionamento da maschilista,e lei lo è!» esclamai io. «E poi per farglielo sapere,se voglio andare a sperperare tutti i soldi del MIO stipendio non è affar del mio fidanzato!»
 
«Che razza di maschilista!» aggiunse Kate.
 
Il taxista ci guardò dallo specchietto retrovisore e fece la linguaccia ad entrambi.
 
Esistevano davvero tipi così dannatamente bambini nonostante gli evidenti 50 anni d’età?!
 
«Aspetti,ma io già la conosco!» esclamò Kate mettendosi al centro e puntando il dito contro il tassista davanti che guidava.
 
«Davvero?» esclamò questo sorpreso.
 
«Si! Era il giorno della partenza di Zayn e mentre ci stavamo salutando lei ci ha interrotto!»
 
«Oh mio Dio! Come sei cresciuta! Ma davvero sei tu?! Ricordo bene le occhiatacce che mi avete rifilate tu e il tuo ragazzo,ma ora come va? E’tornato?»
 
Wow,anche il taxista sapeva di loro e a quanto pare li aveva interrotti nel loro ‘addio’ momentaneo.
 
«Oh si..» e si perse in tutto il racconto dettagliato al massimo che interessò sia me che il taxista.
 
Quando arrivammo davanti casa di Kate lui gli diede il suo biglietto da visita,anche se per la verità non sapevo che i taxisti ne avessero e le disse che qualunque cosa e dovunque si fosse trovata lei oppure io sarebbe stato disponibile. Lo ringraziammo ed entrammo in casa.
La casa non era vuota come ci aspettavamo; infatti sul divano erano seduti Harry e Zayn che guardavano una partita.
Harry aveva un cappello in testa di quelli che si mettono quando la giornata è troppo soleggiata,quelli di paglia..in realtà nemmeno so bene descriverlo,mentre Zayn era seduto normalmente e appena vide Kate sembrò rianimarsi.
Andammo a posare l’abito di sopra e insieme riscendemmo; Kate si accomodò vicino a Zayn che le stampò un bacio sulle labbra ed io non potei che accontentarmi del poco spazio rimasto vicino ad Harry ed accomodarmici.
Aveva la mano sul bordo del divano stesa e quindi ogni tanto sfiorava il mio collo provocandomi dei piccoli brividi.
M’imbarazzai non poco quando Zayn e Kate iniziarono a scambiarsi baci ed io con il viso basso e rossa come un pomodoro.
 
«Allora? Comprato l’abito?»
 
La voce di Harry mi arrivò vicina.
Infatti si era chinato per arrivare alla mia altezza e guardarmi direttamente negli occhi.
Deglutii cercando di rimanere concentrata.
 
«Si,e tu?»
 
«Certo.» e sorrise,mostrando ancora una volta quelle sue maledette fossette.
 
«Ti rendi conto che sei ridicolo con questo cappello?» dissi togliendoglielo con uno scatto e tirando il braccio fuori dal divano per non farglielo riprendere.
 
«Hey!» protestò. «Dammi subito il cappello!»
 
«No,sei ridicolo ti ho detto!» e iniziai a ridere come una cretina.
 
Mi guardò di sbieco.
 
«Vogliamo vedere se riesco a togliertelo?»
 
Lo guardai con aria di sfida ridendo ancora,sapevo che avrei perso.
Lui allungò semplicemente la mano cercando di roprenderselo ma io mi tirai di più all’indietro.
Mi guardò sorridendo.
 
«Complimenti,sei forte giornalista!» disse prendendomi in giro,poi si stravaccò praticamente su di me,cercando di tirarmi il cappello di mano.
 
«Harry,harry! Mi fai male!» mi lamentai e per dispetto mi tirai ancora di più all’indietro.
 
«Tanto me lo riprendo!» rise stavolta.
 
In pochi minuti stavamo praticamente sconvolgendo il divano a Kate e Zayn che ci guardavano sbalorditi e quando Harry riuscì a togliermi il cappello di mano mi accorsi di essere con le gambe sopra le sue e a pochi centimetri di distanza.
Respirai profondamente per riprendere aria e lo guardai male.
 
«Ragazzi noi siamo in camera,chiamate pure se ci volete.» ci avvisò Zayn alzandosi dal divano e prendendo per mano Kate,dirigendosi al piano di sopra.
 
Entrambi annuimmo e quando non sentimmo più i passi sulle scale ci guardammo ancora una volta con aria di sfida; quasi ad anticipare ciò che sarebbe successo di li a pochi secondi presi un respiro profondo.
 
«Tre,due,uno…» e iniziò a farmi il solletico.
 
«Harry dai no,scherzavo,te l’ho ridato..Dai..per favore..» ripetevo ansante balbettando dalle troppe risate.
 
«Non esiste!» disse lui continuando a solleticarmi i fianchi e a ridere.
 
Impulsivamente mi aggrappai alla sua maglietta circondandogli il collo con le braccia e attirandolo di più a me,come se con quella specie di abbraccio avesse smesso di torturami,e in effetti così fu; sembrò sorpreso da quel gesto e si fermò. Appena lo fece mi staccai dalla sua maglia alla quale mi ero aggrappata e sospirai. Lui ritirò la testa dalla mia spalla e mi guardò,prima confuso,poi riprese il suo solito sorrisetto sghembo che non precedeva mai nulla di buono.
Infatti fece sfiorare più volte il suo naso contro il mio,lasciandomi poi un bacio a fior di labbra e alzandosi diretto verso il soggiorno,e lasciandomi basita e in balìa delle sensazioni che solo lui sapeva regalarmi.

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Capitolo 14
*** The night. ***


CAPITOLO QUATTORDICI
 
Il giovedì arrivò velocemente tra una risata e l’altra, tra mille litigi, chiacchierate e telefonate con Kate e Karina a cui avevo raccontato ovviamente tutto.
 
Come altrettanto ovviamente mi aveva risposto che lei adorava Harry e che eravamo perfetti per stare insieme.
 
Sospirai e lasciai correre l’argomento, sentendomi poi anche con Josh che non sentivo da qualche giorno.
 
Nel frattempo avevo pubblicato anche l’articolo aggiungendoci come previsto l’amore e la dolcezza delle fan nei suoi confronti; inutile dire che ricevetti più elogi che insulti questa volta.
 
Erano le 18:00 ormai ed io dovevo prepararmi per la serata che si sarebbe aperta alle 20:00 con tanto di tappeto rosso e riflettori. Così minacciai Harry quando mi disse di voler rimanere mentre indossavo il vestito,’tanto non avrebbe guardato’ e lo liquidai chiudendomi in bagno.
 
Feci una doccia stando attenta a non bagnare i capelli fatti dal parrucchiere il pomeriggio –uno chignon perfetto e ordinato- e poi indossai quell’abito che mi calzava a pennello.
 
Come trucco optai per elyner nero, mascara e rossetto rosso; per l’occasione volevo essere elegante.
 
In verità Kate e Abbey avevano insistito per farmi preparare da loro ma avevo rifiutato decidendo di prepararmi da sola e senza alcun tipo di cose pesanti.
 
Le scarpe rosse, con il copri spalle bianco che avrei indossato nel caso avesse fatto freddo e la borsetta rossa si abbinava perfettamente con il tutto.
 
Mi guardai un’ultima volta allo specchio ed uscii.
 
All’ingresso di fronte allo specchio trovai Harry intento nell’aggiustarsi il papillon che si intonava perfettamente al suo smoking elegante, che appena incrociò il mio sguardo dallo specchio si fermò.
 
Si girò e mi venne incontro.

«Wow. Sei bellissima stasera, giornalista.»
 
Abbassai lo sguardo imbarazzata e sorrisi.
 
«Grazie..»
 
Sussultai quando mi sentii sfiorare il collo.
 
Alzai lo sguardo trovando Harry che mi guardava quasi famelico.
 
Con la mano, dal collo passò alla spalla nuda, dalla spalla nuda al braccio e istintivamente deglutii mentre speravo che non percepisse i brividi che mi stavano attraversando o che s’intravedesse la pelle d’oca.
 
Dal braccio passò a sfiorarmi un lato del seno e poi il fianco.
 
 
Deglutii ancora quando arrivato al fianco mi circondò la vita con il braccio e mi attirò verso di lui.
 
«Di cosa ti vergogni, giornalista?» sussurrò sulla mia bocca ed io ebbi la sensazione di star per avere un attacco di panico per la sua vicinanza.
 
«Di..Di niente.» sussurrai a mia volta abbassando lo sguardo.
 
Con l’altra mano mi prese il mento fra le dita e mi rialzò il viso.
 
«Non devi vergognarti di nulla. Te lo ripeto, sei stupenda stasera Megan.»
 
E allora mi resi conto che non mi stava prendendo in giro, che lo pensava davvero e un’altra cascata di brividi mi attraversò il corpo.
 
Avvicinò ulteriormente il suo viso al mio e depositò piccoli baci: prima sugli zigomi, poi sul mento, fra l’orecchio e il collo..
 
Tirai di lato la testa per sentire meglio quelle sensazioni e in quel momento dopo tanto tempo mi sentii davvero bellissima e piena d’attenzioni.
 
Arrivò di nuovo al mio viso e chiusi gli occhi, sperando -senza vergogna, che sicuramente dopo avrei sentito-, che mi baciasse.
 
«Mi sporchi la bocca di rossetto se ti bacio.» constatò, sussurrando ancora una volta sulla mia bocca.
 
A quest’ultima affermazione fui sul punto di dire ‘che importa’ e gettarmi fra le sue braccia, ma tirai indietro le parole quando stavano per arrivare fuori.
 
La mia testa riprese a funzionare e capii che stava soltanto facendo uno stupido gioco, sperando di farmi cadere nella sua trappola. Come ero entrata nella trappola però, così me ne uscii, tornando lucida e riaprendo gli occhi.
 
«Io non voglio baciarti.» sussurrai sicura di me, stando al suo gioco.
 
Lui rise e sono sicura che avessi gli occhi lucidi solo per i pensieri che mi erano passati per la mente.
 
Depositò un bacio all’angolo della bocca.
 
«Io si.» sussurrò poi ridendo.
 
Maledetto.
 
 
Arrivammo a destinazione un’ora dopo e quando scendemmo dalla limo che Harry aveva di sua voglia affittato potei vedere che fuori il ristorante era già gremito di giornalisti che scattavano incantati le foto e indicavano nella nostra direzione.
 
Harry mi poggiò una mano sulla schiena accompagnandomi di fianco a lui al tappeto rosso dove ci fermammo per qualche foto e poi dentro.
 
Era tutto stupendo, il ristorante evidentemente di lusso da come era posto e i tavoli avevano i segnaposti.
 
Erano tutti a 4 posti, rotondi, e notai con piacere Louis e Abbey già seduti al tavolo dove saremmo dovuti essere noi, parlavano con altri tre signori che si erano accostati a loro.
 
«Abb!» la chiamai e lei mi venne incontro e mi abbracciò, mentre Lou ed Harry si davano il cinque e gli altri si allontanavano.
 
«Oh finalmente Megan! Non ce la facevo più a star in mezzo a tutta questa gentaglia, mi avvilisco!» disse mentre si tirava su la fascia del vestito color prugna lungo che le calzava a pennello.
 
Risi.
 
«Tranquilla Abbey, sono arrivata!» scherzai.
 
Ci voltammo e tornammo al nostro tavolo dove salutai Louis con un bacio sulla guancia e sedetti al fianco di Harry, mentre Abbey si accomodava accanto a Louis.
 
«E gli altri fannulloni dove sono?» chiese Harry a Louis.
 
«Zayn e Kate preferiscono passare una serata in tranquillità,ma hanno comunque donato un contributo per la beneficenza. Liam e Niall arriveranno a momenti e penso che saranno contentissimi,visto che hanno il posto accanto a quelle due incantevoli signorine.» rispose Louis indicando con un cenno di testa le ragazze al tavolo di fronte: una alta e biondissima, evidentemente tinta, e l’altra mora con un seno prosperoso.
 
«Ah però..» commentò Harry ed io con la coda dell’occhio mi girai a guardarlo male. Per fortuna né Abbey né Louis se ne accorsero, ma Harry che era attento ci fece caso e rise.
 
Misi il broncio e incrociai le braccia al petto e qualche minuto dopo sentii chiamarmi: Era una mia collega del giornale che a sua detta doveva intervistare me ed Harry per il servizio che stavo realizzando e per domandare più o meno come andavano le cose.
 
Ci portò di nuovo sul tappeto rosso situato stavolta al centro del ristorante e ci tennero impegnati per una buona mezz’ora. Inutile dire che avrei voluto uccidere Harry più volte per le allusioni che speravo nessuno avesse capito, che erano su ciò che era successo poco prima e sul nostro rapporto per niente professionale, ma mi trattenni e riservai per dopo le botte. Poi andammo a sederci.
 
«Ti devo ammazzare, sei un’idiota!» sussurrai ad Harry,che come risposta rise e mise una mano sulla mia spalla attirandomi a sé e dandomi un bacio sulla guancia.
 
Sorrisi inevitabilmente quando si staccò e gli sussurrai un «manipolatore» e lui rise. Il presentatore salì sul piccolo palco allestito per l’occasione e annunciò l’inizio della serata.
 
 
La serata fu interessante e sia io che Harry,ma anche Louis e Abbey ovviamente, demmo un contributo e ritirammo dall’asta qualche oggetto.
 
Verso le due di notte tornammo senza problemi a casa e ce ne andammo a dormire, stanchi ma in pace.
 
 
 
Una settimana era trascorsa tranquillamente, e mi sembrava tanto la calma che precedeva la tempesta.
 
«Giornalista, guarda cosa ho trovato?» disse Harry che era appena rientrato dalla sua corsa mattutina; Indossava un completo di tuta grigio ed era bellissimo anche tutto sudato.
 
Io che ero ai fornelli e preparavo la colazione per entrambi sporsi la testa per vedere meglio.
 
«Vieni di qua, su, fammi vedere.»
 
Attraversò il soggiorno e mi raggiunse in cucina, mettendosi accanto a me che trafficavo ai fornelli.
 
Mi squadrò dalla testa ai piedi.
 
«Sei sexy con i capelli tutti scompigliati!» disse prendendomi chiaramente in giro.
 
«Smettila idiota e fammi vedere ciò che dovevi.»
 
Alzò dalle mani un giornale e sfogliando le pagine si fermò alla 28: era un servizio sulla serata di beneficenza.
 
«Guarda, ci siamo noi due!» disse entusiasta, mentre ci indicava.
 
Eravamo sul tappeto rosso e lui mi teneva la mano sulla schiena guardando nell’obbiettivo ed io facevo lo stesso.
 
«Mh,» acconsentii. «E cosa dice il servizio?» continui a girare il preparato per le crepes.
 
«Che siamo una coppia molto affiatata.» disse sorridendo a 32 denti.
 
Mi fermai un attimo e rimasi il mestolo a mezz’aria.
 
«Ci prendono in giro?» dissi, e lui rimase perplesso, poi scoppiai a ridere e lui con me.
 
«Come siamo spiritose stamattina…» constatò. «E comunque muoviti, che c’ho fame.» e così dicendo se ne andò in soggiorno.
 
Alzai gli occhi al cielo: quando l’avrebbe capito che non ero la sua cameriera?
 
 





I’m back!
Essì, dopo cinque mesi e mezzo posso affermarlo: sono tornata.
Innanzitutto vorrei scusarmi con voi che seguite la storia, che avete aspettato – non invano a quanto vedete u-u – un aggiornamento. A dir la verità ho staccato un po’. Non dalla scrittura, non lo farei mai, ma da efp. Diciamo che mi sono presa un periodo ‘sabbatico’ e per fortuna ora che sono tornata posso farlo con un capitolo, che insieme a molti altri capitoli ho già scritto da tempo.
Quindi niente,  mi scuso e spero che mi perdoniate.
Penso che aggiornerò la settimana prossima o in questi giorni, non lo so.
 
Un bacio!

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Capitolo 15
*** AVVISO IMPORTANTE ***


Ciao ragazze!
Sono tornata, ahimè, per comunicarvi qualcosa di importante.
Questa storia è nata come sapete per gioco e per passione. Ho sempre amato scrivere e questo mio amore l'ho collegato con la boyband che seguivo e che seguo tutt'ora. Ma le cose sono cambiate, in quanto ho preso coraggio e ho iniziato a scrivere tutt'altro facendone venire fuori un romanzo. E' stato anche notato da una casa editrice e ora è in corso la stesura del secondo. (Chi ne vuole sapere di più o leggerli pu contattarmi su twitter  @afterthepajn). Dopo ciò, ho iniziato a rileggere questa fanfiction, che come vi ho già detto un po' di volte, ho scritto fino al capitolo ventuno e non ancora pubblicati. Comunque, ci ho pensato e ripensato e ho preso una decisione: tra qualche giorno cancellerò questa storia da efp per modificarla e riadattarla a quello che sarà -spero- un futuro libro.
Non me ne vogliate, ci ho pensato più volte e penso sia giusto così.
Potete però ancora rallegrarvi con Kate e Zayn, che non si muoveranno dal sito!
Spero di tornare presto a scrivere qui.
Grazie per tutto l'appoggio che mi avete dato.
Un bacio, Giusy.

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