Nobodies, il delitto è servito

di Lady I H V E Byron
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riunione ***
Capitolo 2: *** Uno sparo nel buio ***
Capitolo 3: *** Un kunai nella carne ***
Capitolo 4: *** Due cadaveri ***
Capitolo 5: *** Riflessione ***
Capitolo 6: *** Terzo omicidio ***
Capitolo 7: *** Moventi ***
Capitolo 8: *** Black Out ***
Capitolo 9: *** Rerun ***
Capitolo 10: *** Mistero Risolto! ***



Capitolo 1
*** Riunione ***



Riunione

 
Sembrava un normale giorno al Castello Che Non Esiste.
Stava iniziando una nuova riunione nella Sala Circolare.
Ciascun membro dell’OrganizzazioneXIII aveva preso il suo posto.
Xion, tuttavia, essendo i seggi solo tredici, dovette prendere posto sotto il trono di Roxas.
Xemnas iniziò l’argomento del giorno:
“Signori miei… è ormai da giorni che non faccio che notare che le vostre vecchie diatribe tra fondatori e neofiti stanno via via diminuendo.”
Zexion fece spallucce.
“Ma è ovvio, Xemnas…” commentò, quasi sorridendo “In fondo siamo un’organizzazione, no? Dovremo essere tutti uniti e solidali l’un con l’altro, visto che abbiamo un unico fine che ci accomuna.”
Il ragazzo fu osservato da occhi indiscreti e poco convinti delle sue parole, il che lo fece sentire in imbarazzo.
“Pardon. Continua pure, Xemnas.”
Il discorso continuò, come se non ci fosse stata alcuna interruzione.
“Xigbar, ricordo che c’è stato un periodo in cui tu e Demyx non facevate altro che punzecchiarvi l’un l’altro. Ora sembra che si sia tutto sistemato, vero?”
Il ragazzo dai capelli a spazzola ridacchiò.
“Lo credo. Ad una certa età uno non ha più la forza nemmeno di discutere…”
Un proiettile laser per poco lo prendeva in piena fronte, se non fosse stato abbastanza veloce da evitarlo.
“La prossima volta che dai del “vecchio” a qualcuno, assicurati di dirlo talmente piano da non sentirti nemmeno tu, idiota…” commentò Xigbar con sguardo minaccioso verso il ragazzo, dopo aver soffiato sulla pistola.
“Ecco, appunto…” mormorò il Superiore, mentre si copriva gli occhi, quasi imbarazzato.
Poi riprese il discorso, tornando serio.
“La stessa cosa potrebbe valere per Axel e Vexen.”
“Vexen?” domandò Axel, dopo essersi grattato dentro l’orecchio “Chi è Vexen? Non era morto?”
Lo scienziato si offese e batté i pugni sui bracciali.
“Ma come osi, razza di porcospino! Un po’ di rispetto verso i tuoi superiori!”
“Oh, qualcuno ha parlato?”
“Io non ho sentito niente…” aggiunse Marluxia, sorridendo in modo furbo e mettendosi comodo sul suo trono.
I numeri 8 e 11 ridacchiarono, insieme a loro anche Larxene.
Vexen, a quel punto, perse la pazienza e si preparò a lanciare un incantesimo del ghiaccio sui numeri 8, 11 e 12.
“Adesso vi…!”
“Ok, ok…” tagliò corto Xemnas, agitando una mano.
Luxord ridacchiò e osservò Zexion.
“Chi è che parlava dell’unione dell’Organizzazione, basata sull’unico fine che ci accomuna?”
Il ragazzo sbuffò e guardò in alto.
“Mi sembra di capire che questo non è il momento adatto per discutere di questo argomento…” concluse il Superiore “Per il momento dichiaro la riunione solo sospesa. Potete andare. Riprenderemo domani pomeriggio.”
Non aveva tutti i torti. Non era il momento adatto per parlare dei rapporti tra i membri dell’Organizzazione.
In realtà, era il momento giusto per tutta la serie di delitti che seguirono quel giorno.

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Capitolo 2
*** Uno sparo nel buio ***


L’Area Grigia.
Il luogo in cui tutti i membri dell’Organizzazione si riuniscono in attesa di istruzioni sulle missioni del giorno.
Larxene si era svegliata prima di tutti. Sembrava turbata e nervosa ed era intenta a cercare qualcosa sotto un divanetto.
In quel momento entrò anche Marluxia, sbadigliando.
“Buongiorno, mia cara.” salutò il giovane “Che stai facendo?”
La ragazza si mise sulle ginocchia e sbuffò.
“Ho perso un kunai.” disse, quasi ruggendo “Controllando il mio cassetto ho notato di avere soltanto sette kunai, e tu sai benissimo, caro Marly, che io ne ho otto. E se non ritrovo il mio kunai in tempo col cavolo che vado in missione!”
“Ok, ora stai calma che lo cerchiamo insieme, d’accordo?”
Ad uno ad uno entrarono anche gli altri Nessuno.
Mancavano solo Lexaeus e Xion e del kunai di Larxene ancora niente.
Saix, come sempre, era intento con il suo tablet ad assegnare una missione a ciascun Nessuno.
Zexion, togliendo lo sguardo dal Lexicon, osservò Kingdom Hearts. Stava brillando come non mai, quel giorno.
“E’ bellissimo…” mormorò, quasi sorridendo.
“Già…”
Xemnas entrò nell’Area Grigia, seguito da sguardi perplessi. Non era solito entrare in quella stanza.
“E ogni giorno diventerà sempre più bello grazie al vostro impegno nelle missioni. Soprattutto il tuo, Roxas, e quello di Xion. Voi due siete gli unici in grado di poter completare Kingdom Hearts, per poi farci tornare umani. Questo è il nostro unico scopo nella nostra non-esistenza.”
“E’ davvero così?”
Tutti i membri si voltarono verso Vexen, che aveva posto quella domanda.
Nel frattempo stava bevendo del latte caldo.
“Dimmi, Xemnas…” continuò lo scienziato, alzandosi dal divanetto sul quale era seduto “Tu dici che completando Kingdom Hearts potremo tornare umani, ma sarà così? Hai avuto modo di provarlo? Avevi già fatto un “esperimento” simile in passato? O ti basi solo su parole ambigue stampate su dei libri scritti da persone piene di fantasia? Ciascuno di voi si è mai domandato: “Ma quello che dice Xemnas si basa sulla verità?”
I Nessuno si guardarono l’un l’altro con aria strana e incuriosita.
“Adesso provate dubbio, vero?” notò Vexen, continuando a girare per la stanza “Non avete mai sospettato che il nostro caro Superiore, in realtà, potrebbe tramare qualcos’altro? Che ci stia usando per altri scopi, meno quello a cui siamo uniti, come direbbe Zexion? Lui potrebbe sfruttare il nostro desiderio di tornare umani e spingerci a fare quello che in realtà vuole lui.”
Saix assunse uno sguardo severo.
“Vexen! Come osi dubitare del Superiore!”
“Non è educazione interrompere una persona mentre parla, numero 7!” ribetté Vexen, ricambiando lo sguardo minatorio di Saix “E dovresti portare TU rispetto verso un tuo superiore, evitando questo tono!”
Il numero 7 stava per parlare di nuovo, ma Xemnas, mantenendo la calma, lo invitò a tacere con un gesto della mano.
Vexen continuò il suo discorso, dopo aver posato la tazza, mezza piena, su un tavolino.
“Ogni volta che uno di noi chiedeva qualcosa di Kingdom Hearts a Xemnas, lui, con la forza del sopracciglio aggrottato, ci spingeva a cambiare argomento. Ma nonostante tutto, non siete ancora curiosi di sapere cosa sia veramente Kingdom Heart? Io sì, e non solo perché sono uno scienziato. Visto che con le maniere gentili non è servito saperlo… direi di passare alla soluzione estrema. Uccidendo Xemnas… potremo finalmente sapere per cosa abbiamo sempre rischiato la nostra non-vita…”
Xemnas, sentendo tali parole, mostrò un’ombra di inquietudine nel suo volto.
Anche il resto dei membri si stupì di tali parole, ma nessuno ebbe il coraggio di dire qualcosa.
“Io direi di cogliere al volo questa occasione, cari colleghi.” continuò lo scienziato, dirigendosi verso gli interruttori della stanza. “Potremo finalmente scoprire, da soli, la verità su Kingdom Hearts se ucciderete Xemnas… adesso.”
Alla parola “adesso”, Vexen spense le luci e oscurò il vetro e l’Area Grigia cadde nell’oscurità.
Non si sentiva niente, a parte i respiri dei vari membri dell’Organizzazione.
A rompere il buio e il silenzio fu uno sparo e il rumore di un vaso frantumato.
Seguirono gli urli di Demyx e Larxene.
“Ehi! La mia pistola!” esclamò Xigbar.
Ad accendere la luce fu Zexion, a cui, appena vide ciò che era successo, venne una sincope.
Il numero 2 si guardò intorno con movimenti a scatto.
“Dov’è la mia pistola?!” domandava, nervoso.
Ma non era quello il motivo dello sgomento del numero 6.
Xemnas era ancora vivo, ansimante, ma Vexen giaceva come incosciente sul pavimento.
Gli altri si alzarono dai divanetti.
“Non è Xemnas…” notò Marluxia.
“Vexen!” esclamò Zexion, quasi preoccupato.
“E’ ancora vivo?” domandò Xaldin.
“Stai bene, Lord Xemnas?” domandò Saix, avvicinandosi a Xemnas.
“Sì… un po’ spaventato…”
Xigbar fu abbastanza veloce da chinarsi sul corpo del compagno.
“State indietro! Fatelo respirare! Vediamo un po’…” esclamò, facendo gesto gli altri di allontanarsi.
Mise un dito sotto le narici di Vexen, poi gli tastò le pulsazioni della gola e del polso.
“E’ MORTO!” concluse.
“Cosa?!” esclamò il resto dell’Organizzazione, in coro.
Il fucile del numero 2 era vicino alla finestra e lui se ne accorse.
“Come c’è finito laggiù…?”
“Perché gli hai sparato, Xigbar?” domandò, quasi furioso Zexion.
“Io gli ho sparato?”
“Tu sei l’unico che sa sparare nell’Organizzazione!”
“Come facevo se la mia pistola è laggiù?”
“Potevi usare l’altra!”
“L’altra è nella mia stanza, Zexion. Me ne sono dimenticato. L’avrei ripresa prima di andare in missione.”
“Ma se non sei stato tu, Xigbar, chi ha ucciso Vexen?” intervenne Xaldin.
Il corpo di Vexen fu messo supino. Sembrava non aver preso alcun colpo.
“Nessuno. Non ha ferite da arma da fuoco.” spiegò Xigbar “Uno di voi mi ha preso la pistola nel buio. Guardate! Il proiettile ha rotto quel vaso!”
Infatti, sopra una mensola, un vaso si era frantumato, facendo cadere l’acqua sul pavimento.
Nel tentativo di esaminare quel punto, Xigbar si incastrò tra Demyx e Luxord, che si erano alzati per andare a vedere il danno.
“Permesso, prego!”
“Oh, scusa, Xigbar.”
“LASCIAMI PASSARE!”
“Insomma!” si lamentò Demyx.
“Hai ragione!” concordò il numero 10, avvicinandosi alla mensola e indicando un punto luminoso. “Nel muro c’è il foro del proiettile, vedete?”
“Oh, cavolo, i miei fiori…” si preoccupò Marluxia, prendendo i tulipani che stavano nel vaso.
“Ma come è morto, allora?”
“NON LO SO, SAIX!” tuonò Xigbar, tornando ai divanetti “Non sono specializzato in medicina legale!”
“Qualcuno lo avrà pur ucciso, no?!” esclamò Zexion, battendo un piede sul pavimento.
“Beh, io non sono stato!” aggiunse Roxas, incrociando le braccia.
Demyx si stava agitando dall’angoscia.
“Scusate, devo bere qualcosa di caldo…” mormorò.
Bevve dalla stessa tazza di Vexen, ma dalla parte opposta in cui il collega aveva bevuto.
Xigbar ebbe come un’illuminazione.
“FORSE E’ STATO AVVELENATO!”
A quel punto, il ragazzo fece cadere la tazza, che si frantumò in mille pezzi, e urlò come un isterico, temendo di morire.
Axel si precipitò a soccorrere il compagno, mentre quest’ultimo continuava ad urlare.
“Calmati! Calmati, Demyx!” diceva, mentre portava il numero 9 verso il divanetto più vicino. “Va tutto bene! Non ti succederà niente! Stai calmo! Ecco, siediti qui e stai tranquillo!”
Ma Demyx non smetteva di urlare, quindi il numero 8 dovette dargli uno schiaffo.
Gli altri membri dell’Organizzazione si stupirono.
“Beh, ho dovuto farlo.” giustificò Axel, massaggiandosi la mano “Non voleva smettere…”
Xaldin stava per perdere la pazienza.
“Ma insomma!” urlò, avvicinandosi al collega “Quel latte era avvelenato o no?”
Xaldin, Zexion, Xemnas e Larxene esaminarono i cocci della tazza di Vexen. Il latte si era sparso ovunque.
“Temo che non lo sapremo mai…” concluse il numero 6, battendo le mani sui fianchi.
“A meno che non muoia anche lui…” ipotizzò il numero 3.
Demyx era ancora sotto shock per la storia del latte avvelenato. Non si rese nemmeno conto dei colleghi intorno a lui, che lo studiavano per vedere se c’era veramente del veleno nel latte.
A rompere il silenzio fu un urlo femminile.
Tutta l’Organizzazione si precipitò nel corridoio, allarmati, compreso Demyx.
“Forse è l’assassino…” ipotizzò Luxord.
“Se lo fosse, perché urlerebbe?” domandò Zexion.
“Forse c’è un’altra vittima… O mio Dio, Xion!” disse Axel, ricordandosi che non c’erano tutti nell’Area Grigia e Lexaeus non urlava mai, nemmeno come una ragazza.
Trovarono la numero 14 rannicchiata in un angolo, quasi in lacrime.
“Xion, sei viva?” domandò il numero 8, preoccupato.
“NON GRAZIE A VOI!” fu la risposta.
“Che vuoi dire?” domandò Marluxia.
“Mi avete lasciata sola con un assassino!”
“Allora l’assassino è qui nel corridoio.” concluse Zexion.
“Sì!”
“E dove?”
“Come “dove”? QUI!”
Luxord e Xigbar guardarono indietro e Demyx controllava sotto i capelli di Saix, che rivolse al ragazzo un’occhiata minatoria.
 “Lui è in mezzo a noi!” continuò a spiegare Xion, asciugandosi le lacrime “O come hai detto tu, Zexion, uno di noi è l’assassino!”
“Come fai a sapere che l’ha detto?” domandò, incuriosito, Saix.
“Stavo venendo nell’Area Grigia e vi ho sentiti. Mi sono svegliata tardi, scusate.”
“Ma allora perché stavi urlando in quel modo se eri qui da sola?” domandò Larxene, facendo un passo di lato.
“Perché avevo paura, accidenti. L’ho bevuto anch’io quel latte. Non lasciatemi sola, vi prego…”
Riprese a piangere e Roxas si avvicinò sorridendo in modo amorevole e porgendole una mano.
“Su, stai tranquilla, Xion. Vieni nell’Area Grigia con noi.”
“Con l’assassino…?” continuava a balbettare lei, tra le lacrime.
Anche Axel si avvicinò per confortarla.
“La nostra sicurezza è nel numero, mia cara…” aggiunse Zexion, avvicinandosi anche lui.

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Capitolo 3
*** Un kunai nella carne ***


Note dell'autrice: in questa parte la teoria dei Nessuno vi sembrerà poco chiara, ma tutto verrà chiarificato più avanti.
 

Un kunai nella carne
 


L’aria, all’interno del Castello Che Non Esiste, si stava facendo sempre più pesante.
Il corpo di Vexen era ancora disteso supino nell’Area Grigia.
Il resto dell’OrganizzazioneXIII tornò nella stanza.
“Almeno avete trovato un indizio su come è morto, alla fine?” domandò Xion, riprendendosi dalle lacrime.
“E secondo te quando abbiamo avuto il tempo di trovarlo?” rispose, maleducatamente, Xaldin.
“E’ terribile!” esclamò Xemnas, mettendosi a sedere su una delle poltrone “E’ veramente terribile! Io non volevo questo! Lo sapevo che non era ancora l’ora di parlare di un’Organizzazione unita! Sono stato uno stupido!”
Gli altri non compresero il suo turbamento.
“Non volevi questo?” domandò Marluxia, curioso “Ma cosa significa, esattamente?”
“Potresti spiegare, di grazia?” disse Zexion, ancora con tono nervoso.
“La riunione di ieri, Zexion.” spiegò Xemnas “Vi ho riuniti nella Stanza Circolare nella speranza che vi foste finalmente “uniti” come una vera Organizzazione. Ma sapevo anche che era troppo presto, che c’erano ancora delle controversie fra di voi.”
“No, aspetta un attimo…” si confuse il numero 6, avvicinandosi a Xemnas “Allora perché creare l’Organizzazione, se sapevi che non sarebbe stato facile metterci tutti d’accordo? Volevi forse che ci uccidessimo tra di noi per scoprire chi sarebbe stato più degno di completare Kingdom Hearts?”
“ASSOLUTAMENTE NO!” tuonò il Superiore, scattando in piedi con aria severa.
Zexion, all’inizio, arretrò per la reazione di Xemnas, dopodiché serrò d nuovo le labbra ed esclamò:
“Allora spiegati!”
A quel punto, Xemnas sospirò e invitò i presenti a sedere.
Lui appoggiò le spalle alla finestra della stanza.
“Quello che ha detto Vexen, poco fa, non era tutto inventato. Sì, in effetti, nessuno di voi sa esattamente cosa ci aspetti una volta completato Kingdom Hearts, perché io vi abbia incaricato di completarlo o perché io abbia fondato l’Organizzazione.”
“In effetti viene spontaneo chiedere, a questo punto…” si intromise Luxord “… perché hai deciso di fondare questa Organizzazione e perché proprio noi? Cosa ti ha spinto a voler completare Kingdom Hearts?”
Xemnas sospirò un’altra volta.
“Per poter rivedere una persona che ho perso tanto tempo fa.” narrò, con tono triste “Nei miei ricordi da umano, io rivivo quel momento in cui la perdetti per sempre. Ho sempre vissuto col rimpianto di non averle mai dichiarato ciò che provavo per lei quando avevo l’occasione. Ora è impossibile per me dichiarare i miei sentimenti, visto che, non avendo un cuore, non dovrei averne, ma se ritorno umano, potrò farlo, una volta che l’avrò ritrovata. E ho scelto voi, amici, come membri dell’OrganizzazioneXIII perché, in un modo o nell’altro, siete come me: avete lasciato qualcosa in sospeso nella vostra vita da umani, ma che non potete fare da Nessuno. E’ anche per questo che ho creato il nostro Kingdom Hearts, per voi. Pensavo che avere un obiettivo comune vi avrebbe reso uniti, ma mai avrei creduto che sareste arrivati ad eliminarvi l’un l’altro… Scusate… è stata tutta colpa mia…”
Xemnas terminò il racconto con dei singhiozzi di un pianto.
Gli altri membri rimasero molto colpiti da quelle parole.
Xion, presa da un improvviso sentimento di compassione, si avvicinò al Superiore con un fazzoletto di carta preso dal tavolino.
“Grazie…” mormorò Xemnas, soffiandosi il naso.
Anche Axel sospirò.
“Beh, ora si spiega tutto…” mormorò, tamburellando le dita su un braccio.
“No, c’è ancora una cosa da chiarire:” tagliò corto Zexion “Chi ha ucciso Vexen?”
Roxas disse la sua: “Ma come facciamo a scoprire chi è stato di voi ad ucciderlo?”
 “Che significa “chi è stato di voi”?” domandò Xaldin.
“Che io non sono stato!”
“Però ognuno di noi è stato.” spiegò Xemnas, tornando serio “Tutti avevate avuto la possibilità, forse anche il movente.”
Larxene ridacchiò.
“Perfetto, andremo tutti sulla sedia elettrica…” ironizzò, facendo spallucce.
Xigbar schioccò le dita.
“Forse non è stato uno di noi!”
“E chi, allora?” domandò Zexion.
“Chi è che manca all’appello, qui, in fondo?”
“Beh, rimane solo Lexaeus…” notò Saix.
All’improvviso, ebbero tutti un’illuminazione ed esclamarono in coro:
“LEXAEUS!”
Uscirono di nuovo dall’Area Grigia, in gruppo.
“Ma dove possiamo trovarlo?” domandò Luxord.
“Conoscendolo, sarà in cucina.” rispose Xaldin.
“Allora cominceremo da lì.” Propose Xemnas.
Dopo pochi minuti, entrarono in cucina.
Era ancora pulita, ma vuota.
Del numero 5 nemmeno l’ombra.
I Nessuno si sparsero per tutta la stanza per cercarlo.
Xigbar si avvicinò ad Axel, mentre Demyx si fermò di fronte al secondo frigorifero, dove venivano spesso appesi enormi pezzi di carne.
“Beh…” mormorò il numero 9 “Qui non c’è.”
In quel momento, lo sportello del frigorifero si aprì.
Larxene e Xion urlarono.
Un incosciente Lexaeus cadde tra le braccia del ragazzo esile.
Gli occhi blu dell’omone guardavano in alto e del sangue usciva dalla sua bocca.
“Mi correggo: c’è!” ironizzò Demyx, cercando di sostenere l’enorme fisico del collega.
La numero 12 sgranò gli occhi, appena scorse la schiena di Lexaeus.
“Ecco dov’era il mio kunai!” esclamò.
Il numero 9 cominciò a cedere.
“Qualcuno mi aiuti…” implorò, sotto sforzo, mentre adagiava lentamente Lexaeus per terra “Qualcuno mi dia una mano, per favore…”
Larxene, Luxord, Xigbar e Zexion si avvicinarono, per aiutare il giovane collega.
Il numero 5 fu messo accuratamente per terra, con la schiena rivolta verso il frigorifero. Demyx cadde sul pavimento, nel tentativo di reggere l’omone.
In mezzo alle sue scapole, vi era conficcata una delle armi di Larxene. Si vedevano solo le tre punte che costituivano il fondo.
La ragazza osservò il sangue intorno al suo kunai e fece versi di disgusto, agitando le mani.
Luxord allungò una mano, per prendere il coltello.
“Non toccarlo!” esclamò Zexion, fermando il collega “Possono esserci impronte!”
“Ma quali impronte?” si stupì il numero 10 “Abbiamo tutti i guanti, qui.”
Anche gli altri si avvicinarono, meno che Xemnas, Axel e Saix.
“Certo che è conficcato bene…” commentò Larxene, cercando di rimuovere il kunai dalla schiena dell’omone, ma senza successo.
“Larxene, temo dovrai darci una spiegazione.” tuonò il numero 6, rivolto alla ragazza bionda.
“Io? Che c’entro io?” rispose lei, rinunciando al recupero di uno dei suoi coltelli.
“Che motivo avevi di uccidere Lexaeus?”
“Non credo sia stata lei.” notò Xaldin, esaminando da vicino il kunai “Per piantare un coltello così a fondo devi avere una forza inumana nelle braccia, specie per un corpo come quello di Lexaeus.”
Fu Xigbar, con un pizzico di ironia, a rispondere alla domanda di Zexion.
“Beh, ora non ci saranno più lamentele sul fatto che ingombrava troppo…”
Ma il ragazzo dai capelli blu non rise.
“Come diavolo fai a fare battute in un momento simile?”
“Sai che questo è il mio sistema di difesa!”
“Vuoi sapere una cosa, Ciclope? Se fossi io l’assassino, farei fuori anche te!”
Il numero due sorrise e inclinò la testa, come se avesse scoperto il colpevole.
Tutti gli sguardi furono rivolti a Zexion.
“Ehi, ho detto “se”!” chiarì il ragazzo. “Andiamo, lo sapete tutti che c’è un solo assassino dichiarato tra di noi e non sono di certo io, è Marluxia!”
Il giovane dai capelli rosa assunse uno sguardo confuso.
“Io non ho ammesso niente!” obiettò, cercando di difendersi.
Zexion si avvicinò al collega.
“Dimmi, quante persone hai ucciso?”
“Ehm… di mia iniziativa o per ordine di Xemnas?”
“Di tua iniziativa.”
“15.”
“15?”
“Sì, solo 15. Come dice sempre Xigbar, è meglio eliminare subito le minacce più grandi prima che ostacolino il nostro obiettivo di completare Kingdom Hearts.”
Il numero 6 accennò una risata.
“Già… tu inganni le tue vittime usando il tuo bel faccino e i tuoi fiorellini e poi le uccidi, come una pianta carnivora fa con gli insetti! Sei più ingannevole di me, Marluxia!”
“Beh, perlomeno i miei fiori sono reali, illusionista!”
“Anche questo è vero.”
Xemnas batté le mani una volta e si unì al gruppo, seguito da Saix e Axel.
“Signori, ritengo sia meglio portare il corpo di Lexaeus nell’Area Grigia.” propose.
“Perché?” domandò, nervoso, Xaldin.
“Ci tengo che la cucina sia in ordine.” fu la risposta “Non è salutare mangiare roba cucinata in un posto poco pulito.”

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Capitolo 4
*** Due cadaveri ***


 
Due cadaveri


Servirono tutti i membri rimasti dell’Organizzazione per sollevare il corpo di Lexaeus e portarlo all’Area Grigia.
Saix e Xemnas lo avevano preso per le braccia, mentre gli altri lo tenevano per il resto, ma nessuno di loro riusciva a sopportare lo sforzo.
Ma il peggio arrivò, quando raggiunsero l’Area Grigia.
“Guardate!”  esclamò il Superiore, indicando in avanti e lasciando il braccio di Lexaeus “E’ scomparso il cadavere!”
Dalla sorpresa, anche Saix lasciò il braccio. Gli altri si sporsero per vedere meglio.
Lexaeus cadde di faccia, ma le gambe e la metà posteriore del torso erano ancora sollevate.
La stanza era vuota. Vexen era come sparito.
“Cosa state guardando?” domandò Larxene, mentre teneva la caviglia del collega.
“Niente.” fu la risposta del numero 7.
“Chi c’è nello studio?”
“Nessuno.” rispose Xemnas.
“Come sarebbe a dire “nessuno”? Siamo tutti Nessuno, qui.” fece notare Xaldin.
“Nessun cadavere, intendevo. Vexen non c’è più.”
Zexion si sollevò, ma gli altri erano confusi.
“Non era morto, forse.” ipotizzò Axel, sotto sforzo.
“Sì, lo era!” assicurò Xigbar, serrando le labbra.
“Dovevamo assicurarcene.”
“Ma certo, Axel, mozzandogli la testa…” mormorò Marluxia.
“Non intendevo questo!”
“Ehi, vogliamo vedere anche noi!” esclamò Xion, alludendo a lei e Roxas, messi in fondo.
Xemnas invitò i presenti a lasciare Lexaeus.
“Sarà meglio cercarlo!” ordinò.
I dodici Nessuno rientrarono nell’Area Grigia, lasciando il corpo dell’omone all'entrata.
Setacciarono tutti la stanza, guardando in ogni angolo.
Demyx sospirò.
“Beh… non era morto.”
“Invece sì!” esclamò Xigbar, come se volesse aver ragione. “O almeno ho creduto che lo fosse. Ma… tsk! Che differenza fa, adesso?”
“Beh, per lui fa una bella differenza.” Ironizzò Axel, distogliendo per un attimo lo sguardo da sotto uno dei divanetti, sollevato, anche se poco, da Saix.
Luxord si avvicinò al centro della stanza, facendo spallucce e sorridendo in modo furbo, mentre Demyx rifletteva.
“Forse c’è un’altra vita dopo la morte.” ipotizzò.
“E’ un’ipotesi ridicola!” ribatté Xaldin, con aria disgustata “Come la teoria della forma sferica del mondo!”
Il ragazzo dai capelli a spazzola schioccò le dita.
“Un momento! Forse è stato Vexen ad uccidere Lexaeus!”
Luxord, Marluxia, Larxene e Xaldin lo indicarono.
“SI’!” esclamarono, in coro.
“Ah, sì?” domandò Zexion, sospettoso “E come?”
Il numero 9 rimase con la bocca spalancata, senza dare una risposta.
Ripresero tutti al setaccio.
Xion non si sentiva per nulla a suo agio in quella atmosfera sempre più pressante.
“Scusate, io mi assento un attimo.” annunciò, nella sua voce flebile. “Questa storia di cadaveri, moventi oscuri e scomparse improvvise mi sta agitando sempre di più e giuro che me la sto facendo sotto!”
“Vuoi che ti accompagni?” domandò, in modo gentile, Roxas.
“No, faccio da sola, ti ringrazio. Conosco la strada.”
Rimasero in undici nell’Area Grigia.
Mentre controllava un mobile, Luxord notò una busta di carta su una mensola.
La prese ed aprì: c’erano dei negativi dentro.
“Ehi, Xemnas, cosa sono questi?”
Xemnas si batté una mano sulla fronte.
“Oh, sono solo dei vecchi negativi che mi scordo sempre di buttare o di dare alle fiamme. Risalgono circa a due settimane fa.”
Xaldin e Demyx si unirono al collega biondo. Osservarono tutti e tre quei negativi con aria sorpresa e interessata nello stesso momento, prima di ridacchiare. Anche Saix diede un’occhiata ed ebbe la stessa reazione.
Marluxia e Larxene sgranarono gli occhi e si guardarono l’un l’altra, una volta scoperto di cosa trattavano quei negativi.
“Bene. Lasciali pure a me, Xemnas. Li distruggerò io.” propose il numero 11 allungando una mano.
“Xemnas, da quando sei diventato un guardone?” domandò Xigbar, mentre prendeva i negativi e li osservava con aria maliziosa.
“Guardone cosa?” cercò di difendersi il Superiore “Li ho sempre lasciati lì.”
“Dammeli immediatamente, Xigbar!” ordinò Larxene, mentre cercava di strappare l’oggetto dal collega, ma invano.
“Oh! Oh! Oh! Molto interessante…” commentò il numero 2, alzando il sopracciglio sinistro. Poi si rivolse a Zexion: “Perché non ci dai un’occhiata, Zexion? Così ti fai una cultura sul mondo degli adulti.”
Ma il ragazzo rifiutò, con sguardo disgustato: “No, grazie, sono una persona perbene, io.”
Xigbar lo canzonò: “Come fai a sapere che foto sono, se sei una persona perbene, Mister Perfettino?”
Axel si mostrò interessato.
“Che genere di foto sono?” domandò, alzandosi dal pavimento.
“SONO MIE!” tuonò Marluxia, infuriandosi e avvicinandosi all’uomo con la benda “E LE RIVOGLIO SUBITO INDIETRO!”
“Andiamo, amico, sei tra colleghi. Non ci dovrebbero essere segreti tra noi…” giustificò Xigbar, voltandosi verso il giovane.
In quel momento, Axel prese i negativi e li osservò, con aria stupita.
“Fammi vedere…” disse.
Anche Roxas diede un’occhiata.
“Cavolo!” commentò, più stupito dei colleghi “Ignoravo si potesse fare anche in quella posizione!”
Il numero 8 scosse leggermente la testa e guardò in alto.
“Piccolo, innocente Roxas…” mormorò “Quando avrai una ragazza ti accorgerai che puoi farlo in tutte le posizioni che vuoi.”
Nel frattempo, Xion era riuscita a raggiungere la toilette più vicina.
Ma quando aprì la porta cacciò un urlo, che riecheggiò in tutto il castello.
I colleghi si allarmarono e Roxas corse immediatamente fuori l’Area Grigia, seguito dagli altri.
Marluxia, approfittando della distrazione di Axel, era riuscito a strappare i negativi dalle sue mani, e poi fu Xemnas a prenderli, poggiandoli sulla mensola.
Xion stava continuando ad urlare. Vexen era come attaccato a lei, con lo sguardo vuoto e le braccia incrociate dietro la nuca della ragazza.
“E’ Vexen!” esclamò Demyx “La sta aggredendo!”
“Lasciala stare, brutto pedofilo!” minacciò Roxas, separando l’amica dallo scienziato.
Gli altri adagiarono il corpo di Vexen sul pavimento e si strinsero a cerchio intorno a lui.
Gli occhi color smeraldo guardavano verso l’alto, come quelli di Lexaeus, e del sangue scendeva sulle tempie, colorando i capelli color grano sbiadito di rosso.
“Beh… Ora sì che è morto.” notò Luxord, abbassandosi.
“Vexen?! Morto?! DI NUOVO?!” esclamò Zexion.
Xion stava barcollando.
“Oddio…” bisbigliò, mettendosi una mano sul petto.
“Sta per svenire!” avvertì Axel.
“Qualcuno la sorregga!” suggerì Xigbar, prima di esaminare il corpo dello scienziato.
“Ci penso io!” si offrì Demyx, mettendosi dietro la ragazza mora “Svieni pure tra le mie braccia.”
Xion svenne, ma scivolò tra le braccia del ragazzo, cadendo per terra, sotto Demyx.
“Ops. L’ho presa male…”
Xaldin notò qualcosa di strano in Roxas.
“Roxas, tu hai del sangue sulle mani!”
Il ragazzo si osservò i guanti: c’erano delle macchie di sangue sui palmi e sulle dita. Probabilmente si era macchiato, mentre cercava di separare Vexen da Xion.
“Non sono stato io ad ucciderlo!” si difese, correndo nel bagno a lavare via il sangue dai guanti, finché era ancora fresco.
Saix esaminò Vexen.
“Ha delle ferite in testa…” notò, alzando un suo polso e poi lasciandolo andare. Cadde sul pavimento senza opporre resistenza “Ora è morto sul serio.”
“Oh, Vexen…” mormorò Zexion, mettendo una mano su una guancia dello scienziato.
“Ma a quale scopo ucciderlo due volte?” domandò Xaldin, mentre si rialzava.
Larxene assunse uno sguardo disgustato.
“Mi sembra del tutto inutile.”
“L’assassino ha voluto infierire.” ipotizzò Marluxia. “Forse uno psicopatico.”
“A meno che non fosse ancora vivo.” aggiunse Demyx
“Che differenza fa, adesso?” chiese di nuovo Xigbar, con tono da indifferente, facendo spallucce.
“QUESTO DOBBIAMO SCOPRIRLO INSIEME!” tuonò Xemnas, attirando l’attenzione dei presenti “BISOGNA SCOPRIRE CHI LO HA UCCISO, DOVE LO HA UCCISO E CON CHE COSA!”
“Lord Xemnas, non c’è bisogno di urlare…” cercò di calmarlo Saix.
IO NON STO AFFATTO GRIDANDO!” ribatté il Superiore “OK, STO GRIDANDO E GRIDERO’ FINCHE’ NON…!”
Non finì la frase che un candelabro messo in bilico sullo stipite della toilette lo colpì sulla testa, provocandogli la perdita dei sensi.

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Capitolo 5
*** Riflessione ***


Note dell'autrice: la frase in fondo è un omaggio alla mia amica Lisaralin (per me Li-Lis) e al suo modo di vedere Vexen e Zexion. E mi rendo conto anch'io che, cercando di prendere elementi di "Clue", mi sono un po' arrampicata sugli specchi.

 

Riflessione




Mentre si dirigevano di nuovo verso l’Area Grigia, Axel stava portando Xion in braccio (nel frattempo stava riprendendo i sensi), Xemnas aveva una borsa del ghiaccio sul punto in cui il candelabro era caduto e Saix lo stava sostenendo per una spalla, Marluxia, Larxene, Roxas e Demyx stavano sostenendo, a stento, il corpo di Lexaeus, mentre Xaldin, Luxord, Zexion e Xigbar, quello di Vexen.
I due cadaveri furono momentaneamente appoggiati sul pavimento, con la schiena rivolta verso l’alto.
“Beh, mettiamo i corpi sul divano.” disse Xaldin “Prima quelli più grossi.”
Demyx e Larxene si lamentarono, in coro: “E ti pareva…”
Non fu facile per il quartetto sollevare il corpo massiccio del numero 5.
Si chiesero, infatti, perché dovessero farlo proprio loro, ma poi ipotizzarono la solita scusa del ruolo dei fondatori e dei neofiti.
Riuscirono solamente a farlo sedere. La sua testa ciondolava in basso.
“Attenti a non sporcare il divanetto.” avvertì il numero 11, riprendendo fiato, alludendo al sangue intorno al pugnale.
“Ma se lo lasciamo così, il pugnale non entrerà sempre più nella schiena?”  teorizzò Demyx, dolente dallo sforzo di poco prima.
“Tanto è già piantato in fondo…” mormorò Larxene.
“Allora giratelo dall’altra parte, che ci vuole?”
Seguirono il consiglio di Zexion. Quella volta si unì anche Xaldin al quartetto.
Lexaeus fu girato con la schiena verso l’alto, posizionato su un bracciolo.
“E adesso tocca a Vexen.”
Il numero 3 tornò da Xigbar, Luxord e Zexion, dopo aver detto ciò, e con loro sollevò il corpo di Vexen.
“Pronti? Via!” fece, mentre teneva lo scienziato “Forza, forzaforzaforzaforzaforza…”
Anche Vexen, sebbene più magro di Lexaeus, era pesante. Fu messo, seduto, con la testa piegata all’indietro, nello stesso divanetto in cui avevano messo il numero 5.
“Allora… chi…?” cominciò Xaldin. Gli occhi spalancati di Vexen diretti verso di lui gli fecero gelare il sangue e interrompere il discorso. Glieli chiuse con aria imbarazzata.
“Abbiamo un indizio sul colpevole?”
“Non staremo di certo qui se sapessimo chi fosse!” rispose, seccato, Zexion.
Demyx alzò la mano.
“Sentite, qui l’atmosfera si sta facendo sempre più complessa. Non ci caviamo un ragno dal buco, continuando così. Propongo di bere qualcosa, per schiarirci tutti le idee.” propose.
“Demyx, non mi sembra il momento adatto per un drink.” commentò, infastidito, Saix, mentre aiutava Xemnas a sedersi su un divanetto.
“No, ha ragione…” ribatté il Superiore, senza togliersi la borsa del ghiaccio sulla testa “Una pausa di riflessione farà bene a tutti. Non siamo in grado di pensare con lucidità in questo momento.”
“Beh, io, per una volta, ero già d’accordo con Demyx.” aggiunse Xigbar, con il suo solito tono ironico.
Demyx preparò delle cioccolate calde dense per lui, Roxas, Xion e Zexion, mentre Xigbar versava del whisky per il resto dell’Organizzazione.
Xaldin, con il bicchiere ancora pieno di whisky, si avvicinò a Xemnas, con aria sospettosa.
“Xemnas, ho ragione di credere che non c’è nessun altro, all’infuori di noi, nel castello?”
“No.” rispose il Superiore, ormai guarito dall’emicrania di poco prima.
“Benissimo, allora non c’è nessun altro.”
“No, scusa, Xaldin. Ho detto “no”, ma intendevo “sì”.”
“No, ma intendevi sì!?” pressò l’omone, quasi innervosito “Senti, sarai anche il mio Superiore, ma esigo una risposta chiara! C’è qualcun altro in questo castello? Rispondi “sì” o “no”!”
“Ehm… no!”
“No che c’è o no che non c’è?”
“Sì!”
Larxene era sul punto di bere il suo whisky, ma le domande di Xaldin e le risposte di Xemnas la fecero esasperare a tal punto da farle rompere il bicchiere sul bancone del bar facendo sussultare Xigbar e Marluxia, vicini a lei.
“PER FAVORE!”  tuonò, infuriata.
Gli altri presenti si voltarono verso di lei.
“Non credete sia ora di scoprire una volta per tutte chi ha ucciso Vexen e Lexaeus per evitare che un altro di noi venga ucciso assai brutalmente?!”
Il giovane dai capelli rosa la appoggiò.
 “Ha perfettamente ragione! Xaldin, non mi sembra il momento adatto per domandare a Xemnas se c’è qualcun altro nel castello!”
“E secondo te, Marluxia, perché sto chiedendo a Xemnas se c’è qualcun altro nel castello, all’infuori di noi?” spiegò Xaldin, dopo aver sospirato “L’assassino di Vexen e di Lexaeus potrebbe anche non essere stato uno di noi.”
“Mi sembra una teoria ridicola.” commentò Luxord, prima di bere il suo whisky.
“Intendo dire che potrebbe essere stato uno di noi e allo stesso tempo non essere stato uno di noi.”
“Tipo inviare qualcuno ad ucciderli al posto del vero assassino?” domandò Axel.
“Forse.” rispose Xaldin “Magari qualcuno di noi ha assoldato un assassino per eliminare Vexen e Lexaeus e il resto di noi per non destare sospetti.”
“Cioè stai dicendo che abbiamo un clandestino nel castello?”
“Probabile, Demyx.”
A quel punto, Zexion batté la sua tazza sul bancone del bar, che fu macchiato da qualche goccia di cioccolata calda.
“NE HO ABBASTANZA!” tuonò, furioso “Xaldin, le tue teorie sono ridicole! Ti stai praticamente arrampicando sugli specchi pur di non ammettere che ci stiamo ammazzando tra di noi! Io non so cosa vogliate fare voi, ma ora vi dico cosa voglio fare io: vado a rinchiudermi in biblioteca, con una bella tazza di cioccolata calda da bere ed immergermi nella lettura fino a stasera. Se avete novità sull’omicidio di Vexen e Lexaeus chiamatemi, ma prima di allora voglio essere lasciato solo!”
Detto ciò, il numero 6 uscì dall’Area Grigia, con la tazza della cioccolata calda in mano, in direzione della Biblioteca.
La sua reazione fece stupire il resto dell’Organizzazione.
Xigbar storse la bocca e inclinò la testa per un attimo.
“Aver perso Vexen gli ha fatto perdere la testa…” sdrammatizzò “E’ persino peggio di Saix e Larxene messi insieme, quando perdono la ragione…”
“E se fosse stato lui ad uccidere Vexen e Lexaeus?” ipotizzò Demyx.
“E per quale motivo lo avrebbe fatto?” domandò, sarcastico, il numero 2 “Con Vexen erano praticamente pappa e ciccia, con Lexaeus non aveva nessuna diatriba…”
“Magari voleva assumere il controllo del laboratorio di Vexen, stanco, magari, di essere solo un assistente.”
“A Zexion non è mai importato molto di diventare uno scienziato in tutto e per tutto. Era una sua passione, ma la sua vera vocazione è sempre stata per i libri. E poi manca il movente per Lexaeus.”
Xigbar aveva ragione e il numero 9, a malincuore, dovette ammetterlo.
Xaldin tornò al suo discorso.
“C’è ancora un po’ di confusione circa il fatto se c’è o non c’è qualcun altro nel castello…”
“Non c’è, Xaldin, te l’ho detto.”
“Non c’è confusione o non c’è nessun altro nel castello?”
“Tutt’e due! Entrambe le cose!”
“Rispondimi in maniera più chiara!”
“D’accordo! Ehm… Qual è la domanda?”
L’omone, a quel punto, perse il lume della ragione, rischiando, quasi, di frantumare il bicchiere di whisky che aveva in mano.
“C’E’ QUALCUN ALTRO NEL CASTELLO A PARTE NOI?!”
“NO!!!” risposero gli altri membri, insieme a Xemnas.
Il numero 3 riprese il controllo di se stesso.
“Questo è ciò che dice lui, ma non è sicuro.” tornò a spiegare “Pertanto suggerirei, fino a quando non verremo a capo di questo duplice omicidio, di restare uniti, o perlomeno non girare da soli nel Castello.”
“Come dividerci in piccoli gruppi, dici?” domandò Axel.
“No, un momento!” rifletté Luxord “Mettiamo, invece, che sia uno di noi l’assassino. Se facciamo come ha suggerito Xaldin, avremo modo di scoprire chi è l’assassino.”
“Sì, ma così chi resta da solo con l’assassino verrebbe ucciso.” notò Xion, spaventata al solo pensiero di avere un assassino intorno.
“La guerra è guerra, bambolina, e vuole le sue vittime.” aggiunse Xigbar, avvicinandosi alla ragazza “Oppure, come diceva Vexen, “Non si può affrontare una battaglia senza rischiare di subire qualche danno, e tu dovresti saperlo, visto che partecipi alle missioni per eliminare gli Heartless.”
“Ma non è la stessa cosa che essere uccisi!” protestò la ragazza mora, mettendosi le mani tra i capelli.
“Forse Xaldin ha ragione…” rifletté Saix “Quali altre carte abbiamo nel nostro mazzo, in fondo?”
“Nessuna…” rispose Luxord, facendo scorrere le sue carte tra le mani.
Marluxia, all’improvviso, si ricordò di una cosa.
“A proposito di nessuno… Larxene, mi daresti una mano nella serra? Dev’esserci un guasto nell’impianto elettrico.”
“Certamente. Andiamo subito.” accettò la ragazza, dirigendosi, insieme al giovane, verso l’uscita dell’Area Grigia.
Roxas, invece, batté le mani una volta.
“Io ho voglia di una partitina. Chi viene con me?”
“Guitar Nobody?” domandò Axel, sorridendo lievemente.
“Sì, “Guitar Nobody”!” esultò Xion.
“Mi aggrego anch’io!” aggiunse Demyx, uscendo dal bancone del bar.
“Quella la chiamate partita?” commentò Luxord con aria provocatoria “Mah! Finirete per ammazzarvi con quella roba…”
Dopodiché si rivolse a Xaldin e Xigbar.
“Prima si parlava di carte… Poker?”
“Ma sì, dai!”
“Aggiudicato.”
Xemnas si alzò, lisciandosi il soprabito, prima di parlare a Saix.
“Molto bene. Saix, tu ed io dobbiamo parlare di affari.”
“Sì, Lord Xemnas.”
Nel frattempo, Zexion aveva raggiunto la biblioteca e aveva attivato il codice di chiusura della porta, per evitare che l’assassino entrasse e lo uccidesse. Posò la tazza su un tavolino e poi si dedicò alla ricerca di tutti i romanzi gialli esistenti nei mondi.
Il primo libro che aprì, una volta sdraiato sul suo divanetto preferito, fu su Sherlock Holmes.
“Non preoccuparti, papà.” mormorò, dopo aver bevuto un sorso di cioccolata calda “Scoprirò chi ti ha ucciso!”

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Capitolo 6
*** Terzo omicidio ***


Note dell'autrice: la storia si fa sempre più "calda"! Avete un'idea su chi possa essere l'assassino?
 


Terzo omicidio
 


Marluxia e Larxene erano soli nel corridoio, sulla via della serra.
“Tu lo sapevi dei negativi?” domandò la ragazza, senza smettere di camminare.
“No.” fu la risposta “Ma il fatto che Xemnas ci abbia sorpresi mi ha fatto capire che dobbiamo stare entrambi più attenti a quando ci vediamo, oltre che alle nostre emozioni. Per poco non ci tradivamo da soli quando hanno trovato quei negativi.”
“Ma ormai sanno tutti della nostra relazione.” constatò Larxene “Non credo sia più necessario rendere segreti i nostri… incontri, chiamiamoli così. A proposito… la serra non ha niente che non va, vero?”
Il giovane sorrise in maniera maliziosa, appena sentì il braccio della ragazza cingergli i fianchi.
“Pensavo che ormai fosse scontato.” giustificò “Dire a tutti di un malfunzionamento dell’impianto elettrico per “incontrarci”…”
“Sei davvero un demonio dietro al tuo bel visetto angelico, Marly…”
“Lo stesso vale per te, tesoro…”
Ridendo di gusto e abbracciandosi, Marluxia e Larxene continuarono a camminare.
Nel frattempo, Xigbar, Xaldin e Luxord erano nella loro stanza preferita per giocare a poker. Era l’unica, in tutto il castello, in cui potevano bere e fumare liberamente.
“Tris di jack, miei cari!” annunciò Luxord, muovendo le carte, come fossero un trofeo.
Xaldin gettò le sue carte sul tavolo, quasi ruggendo con la sigaretta in bocca, mentre Xigbar si lamentò:
“Ma no, dai! Come diavolo ti hanno fatto ad entrare una scala, un full e un tris di fila?! E’ impossibile!”
Luxord raccolse le sue carte, ridacchiando e facendo uscire una boccata di fumo dalla bocca.
“Abilità, tecnica e una buona strategia, amico.” spiegò.
Entrambi i Nessuno veterani sospirarono, pensando, insieme: “Eccolo che ricomincia con la sua filosofia delle carte…”
“Ci sono molte carte nel mazzo della nostra vita.” Continuò a spiegare Luxord “Il destino, in fondo, è come una partita a carte: devi giocare per forza determinate carte per ottenere la vittoria. E se ti capita di trovare quella sbagliata, pazienza; sei ancora in tempo per recuperare. Oppure mettiamola così. Tra noi e il nostro obiettivo ci sono molte carte da giocare. Sta a noi decidere quale. Ma non dobbiamo dimenticare che ci possono essere i famosi imprevisti, durante il nostro gioco, che hanno il potere di capovolgere o mettere a nostro vantaggio la nostra partita nel tempo previsto di uno schiocco di dita, un po’ come l’effetto farfalla. Puff!”
Infatti schioccò le dita, appena finì di esporre nuovamente la sua filosofia del giocatore.
“Ok, abbiamo capito.” Tagliò corto Xaldin, buttando la cenere della sua sigaretta nel posacenere. “Ora possiamo avere la rivincita?”
Nel periodo in cui i tre Nessuno giocavano a carte, Zexion aveva già letto una buona parte dei libri gialli presenti nella Biblioteca. La testa gli faceva male e gli occhi quasi stavano diventando rossi.
“Sto leggendo da ore e ancora non ho un’ipotesi…” mormorò, prima di continuare a bere cioccolata calda, ormai divenuta tiepida.
Non si era accorto che la libreria bassa alle spalle del divanetto si stava aprendo. Una figura uscì da lì, senza far rumore, e prese un fermalibri .
“E’ come se l’assassino non volesse farsi scoprire, come ogni assassino che si rispetti. Ma questo contesto è davvero strano… E’ passato troppo poco tempo dall’omicidio di papà e di Lexaeus, come se ci fosse un’altra persona coinvolta. Sì, dev’essere così, dev’essere…!”
Zexion non finì la frase che qualcosa di estremamente pesante lo colpì sulla testa. La tazza cadde per terra, frantumandosi, e la cioccolata si sparse fin sotto il divanetto.
Quel colpo fu fatale per il ragazzo.
Nel frattempo, della musica si levava dalla stanza dei videogiochi, usata molto dai membri più giovani dell’Organizzazione.
“Vedrai che stavolta vinco io!”
Axel e Demyx si erano dichiarati guerra a “Guitar Nobody”. Demyx aveva ottenuto i punteggi più alti e Axel cercava di superarlo.
“Non ce la farai mai, Axel! Sono un campione in questo gioco!”
“Aspetta di vedere di cosa sono capace!”
Roxas e Xion erano seduti sul divano, attendendo il loro turno. Il ragazzo ridacchiava alle litigate degli amici.
“Eheh… Axel ce la sta mettendo tutta…”
Ma la ragazza non stava nemmeno guardando lo schermo: aveva lo sguardo basso, i gomiti sulle ginocchia e le mani sulla testa. Appariva preoccupata.
“Ehi, Xion, tutto bene?” si allarmò Roxas, toccando una spalla dell’amica.
“No, per niente!” esclamò Xion, sottovoce, alzando la testa “Ho paura, Roxas. Il solo pensiero che ci sia un assassino tra di noi non ti fa paura? Perché ucciderci tra di noi? Dovremo essere uniti, come Organizzazione.”
Il ragazzo sorrise, per farle sollevare il morale.
“Ehi, non preoccuparti. Finché restiamo tutti insieme, non succederà niente. L’assassino non può uccidere uno di noi con la presenza di testimoni.”
Xion non sembrava convinta, ma sorrise anche lei.
“Ah! Battuto!” esultò Demyx, facendo il simbolo della “L” sulla fronte.
Axel per poco non ruppe la chitarra-joystick.
Cavolo! C’ero quasi!” si lamentò, seccato “Ora tocca a voi due! Il vincitore affronta lo spazzolone qui!”
Demyx gli rispose con una linguaccia.
“Ha parlato il porcospino…” mormorò.
Marluxia e Larxene avevano appena raggiunto la serra. Era buia, ma le ampie finestre davano sulla luna a cuore, quindi c’era già un po’ di luce, sufficiente per orientarsi.
Cominciarono a baciarsi, rimanendo nel buio.
“E se poi ci scoprono veramente?” domandò la ragazza, staccandosi un attimo dal giovane, che si mise a ridere.
“Tanto le luci sono spente e le telecamere non sono dotate del sistema di rilevamento termico. E se facciamo piano piano nessuno potrà sentirci, no?” sussurrò, prima di posare nuovamente le sue labbra su quelle di Larxene.
Ella sorrise maliziosamente e spinse Marluxia sul muro, con l’intenzione di prendere la rincorsa per saltargli addosso. Ma la spinta, forse, era troppo forte, visto che il Nessuno con i capelli rosa sfondò una parte del muro, che si aprì come se fosse una porta.
“Amore!” esclamò, allarmata, la ragazza bionda.
Il giovane, per fortuna, era ancora intero. Sbucò dal passaggio, invitando Larxene ad avvicinarsi.
“Guarda! Un passaggio segreto!” esclamò, sorpreso.
“Vediamo dove porta.”
Alla frase della Nessuno, Marluxia prese una torcia su un mobiletto vicino al passaggio e la accese.
Si trovarono in un passaggio umido e stretto, quindi dovettero per forza camminare a fila indiana. Sembrava esserci una sola via per l’uscita. Larxene teneva il giovane per un braccio, con aria maliziosa.
“Bella scusa, quella del passaggio segreto…” mormorò “E’ un luogo perfetto per i nostri “incontri”: nessuno può vederci e non ci sono telecamere. Sei un vero diavoletto, Marly…”
“No, te lo giuro, Larxy.” tagliò corto Marluxia, serio “Fino a poco fa non ne sapevo niente. E se fosse veramente come dici tu, nessuno dei nostri colleghi avrebbe mai saputo della nostra relazione, credimi.”
Scorsero una piccola apertura, alla fine dello stretto, una specie di porta girevole ferma a metà.
I due Nessuno si accorsero, una volta usciti da dietro una piccola libreria, di essere in biblioteca.
“La serra è collegata alla biblioteca, eh?” commentò il giovane, guardandosi intorno.
Larxene annusò l’aria.
“Che strano odore che c’è qui… Che cos’è?” domandò, tappandosi il naso “Sembra un miscuglio di odori.”
“Le vere domande da porsi sono: perché questo passaggio era aperto? E dov’è Zexion? Zexion? Ah, eccoti, scusa se…”
L’apertura era molto vicina al divano su cui stava sdraiato il ragazzo. Una mano toccava il pavimento, sporco di cioccolata calda e con cocci di porcellana ovunque. Appena si accorsero della vera condizione del collega, i due Nessuno ebbero una sincope.
La testa del numero 6 era rotta, e il sangue gli stava praticamente tingendo i capelli, oltre il divanetto, e gli occhi guardavano il vuoto. Non respirava. Notarono, inoltre un fermacarte insanguinato, accanto al divanetto.
La ragazza non teneva particolarmente a Zexion, ma si mise ugualmente le mani tra i capelli, con aria sgomenta.
“O mio Dio!” esclamò.
In quel breve istante, l’apertura si chiuse. Da sola.
Marluxia rimase come paralizzato dalla sorpresa e si limitò a qualche lamento, mentre Larxene urlò, voltandosi in varie parti.
“Aiuto! Aiuto!” esclamò, precipitandosi sulla porta, picchiandoci sopra, dopo aver tentato di aprirla invano.
Marluxia la seguì e fece le stesse mosse.
“Aprite! Aprite!” urlò lui.
Le loro urla riecheggiarono per tutto il castello, allarmando il resto dell’Organizzazione.
Infatti, dovettero interrompere ciò che stavano facendo, per dirigersi nel luogo in cui provenivano le urla:
Roxas stava per battere Xion a “Guitar Nobody” e Luxord stava per vincere di nuovo a poker.
“Fate presto!”
“Aprite, presto! Siamo in biblioteca!”
Insieme alla frase del numero XI, il trio formato da Xigbar, Xaldin e Luxord, correndo per i corridoi, non si erano accorti del quartetto; infatti i due gruppi si scontrarono, cadendo per terra: Demyx, per girare l’angolo più velocemente, aveva fatto perno su una colonnina, ma Xigbar stava passando proprio in quel punto, infatti furono i primi a scontrarsi e a cadere, eseguendo un piccolo volo di mezzo metro, provocando l’effetto Domino sui compagni; anche Xaldin cadde, con lo scontro dei due Nessuno, Axel inciampò sull’omone, atterrando prono sul pavimento e Luxord atterrò su Roxas e Xion, spinto casualmente da Xaldin.
Marluxia e Larxene continuavano ad urlare e a battere sulla porta della Biblioteca, invocando aiuto.
Xemnas e Saix giunsero sul luogo nello stesso istante dei compagni rimasti, ripretesi dalla caduta.
“Ma dove sono?!” domandò, allarmato, il numero VII.
“In Biblioteca!” rispose Demyx, indicando il portone.
Si avvicinarono tutti alla porta, mentre Saix e Xigbar cercavano di aprirla.
“E’ chiusa!” notò il secondo.
Ma non mi dire…” commentò il primo, esprimendo con il volto ciò che aveva detto “Zexion lo aveva detto che si sarebbe chiuso a chiave.”
“Allora aprila, Xemnas! Tu conosci il codice, vero?”
“Ehm… Non proprio.” rispose il giovane dai capelli grigi, mordendosi il labbro inferiore “Zexion era l’incaricato della Biblioteca. Solo lui sapeva i codici di apertura e chiusura della porta.”
“Ah, al diavolo i codici di Vattelappesca! Saix, apri la porta!”
Il numero VII, preso da un’ira improvvisa, prese Xigbar per il soprabito e cominciò ad agitarlo con violenza.
E SECONDO TE COME FACCIO AD APRIRE LA PORTA SENZA IL CODICE DI ACCESSO?!” tuonò, quasi ruggendo. Dopodiché, una volta lasciato il collega un po’ barcollante, cercò di separare la porta scorrevole dal mezzo, esclamando: “FATECI ENTRARE! FATECI ENTRARE!”
“FATECI USCIRE! FATECI USCIRE!” risposero, in coro, Marluxia e Larxene.
Xaldin era nervoso quasi quanto Saix.
“Ok, state tutti indietro!” avvertì, indietreggiando, facendo allarmare i compagni “Non abbiamo altra scelta. L’unico modo per aprirla è buttarla giù!”
Partì in carica, come un rinoceronte, e diede una spallata alla porta scorrevole, ma senza risultati. Il dolore che si provocò sulla spalla era tale da farlo cadere per terra.
“TIRATECI FUORI!”
“AIUTO!” continuavano ad urlare Marluxia e Larxene.
Volete stare un po’ zitti?!” tuonò Axel, severo “Stiamo facendo del nostro meglio!”
“Xigbar, non puoi sparare sul terminale?” propose Luxord.
“Non posso. Se sparassi, Marluxia e Larxene rischierebbero di rimanere chiusi nella Biblioteca per sempre.”
Il numero VIII si mise a riflettere, prima di avere un’illuminazione.
Roxas, Xion!” esclamò, rivolto ai due amici “I vostri Keyblade possono funzionare su oggetti tecnologici?”
“Penso di sì.” rispose il ragazzo biondo, con una punta di incertezza.
Xemnas si intromise nel discorso: “Allora cercate di puntarne uno alla porta, l’altro al terminale. Dovrebbe funzionare.”
Roxas annuì.
“Allora lo faremo.” disse, invocando il suo Keyblade “Sei pronta, Xion?”
Non era da molto tempo che la ragazza aveva imparato ad evocare alla perfezione il suo Keyblade, infatti appariva insicura, mentre eseguiva il movimento con il polso.
“Sì. Un attimo, che… Ecco! Ora sono pronta!”
Non si era accorta di Xaldin, ancora dolente per terra, infatti vi inciampò sopra. Dal suo Keyblade, per caso, uscì un laser lucente che colpì la cordicella di una lampada appesa al soffitto.
Xemnas e Saix, vicini alla porta della Biblioteca, si gettarono per terra, coprendosi le teste con le braccia, mentre Xigbar e Demyx si scontrarono di nuovo fra di loro, abbracciandosi per sbaglio.
“E non piombarmi di nuovo addosso così!” brontolò il primo, staccandosi dal ragazzo “Che ti sei innamorato di me?”
“Eee… Ti piacerebbe, nonnino…”
In condizioni normali, l'uomo lo avrebbe strangolato. Ma quello non era il momento adatto.
Marluxia e Larxene, dentro la Biblioteca, si abbassarono.
“Ci stanno sparando con i Keyblade!” esclamò il giovane dai capelli rosa.
“Non sparate, vi prego! Abbiate pietà!”
“Ci arrendiamo! Non sparate!”
Il Keyblade di Roxas era puntato verso la porta, mentre quello di Xion sul terminale.
“Pronta, Xion?”
“Pronta!”
“Allontanatevi tutti dalla porta!”
Saix e Xemnas si sdraiarono di nuovo sul pavimento, coprendosi le teste.
Due fasci di luce partirono dai due Keyblade, colpendo, nello stesso momento, i due obiettivi.
Marluxia non aveva ascoltato le avvertenze del ragazzo, infatti sentì la sua spalla bruciare, appena la luce del Keyblade toccò la porta.
“Mi hanno colpito!” esclamò, toccandosi la parte offesa.
Il terminale si era acceso, mostrando degli asterischi: era il codice di apertura.
“Potete uscire, ora!” annunciò Xion, abbassando il Keyblade “La porta ora è aperta.”
Saix e Xemnas si erano alzati dal pavimento, per lasciare libero il passaggio dei due compagni.
Sia il giovane che la ragazza apparivano ancora scossi, ma non avevano segni di violenza, con l’eccezione della leggera abrasione sulla spalla di Marluxia.
“Ma perché ci avete attaccati con il Keyblade?” si lamentò quest’ultimo, invece di ringraziare.
Io lo avevo anche detto di allontanarvi!” si difese Roxas.
“Ma dovevi lasciarmi il tempo di allontanarmi, almeno! Se fossi stato proprio al centro del raggio ci rimanevo secco! Un altro spavento così e mi verrà l’infarto! Sempre se avessi un cuore, ovvio…”
In quegli istanti, nessuno si era accorto che la cordicella della lampada colpita da Xion stava cedendo. Il giovane dai capelli rosa fece in tempo a spostarsi di un passo che la lampada cadde alle sue spalle, facendo urlare Xion, Larxene e Demyx. Marluxia rimase paralizzato, spaventato dal rumore provocato dalla lampada.
“Se fossi rimasto là sotto per un secondo in più, sì che ci rimanevi secco…” ironizzò Xigbar, osservando il punto da cui era caduta la lampada.
La ragazza bionda indicò la biblioteca.
“Guardate là!” esclamò.
Entrarono tutti, notando il cadavere di Zexion disteso sul divanetto.
“Oh, povero figliolo…” mormorò Luxord.
“Chi è stato di voi due?” domandò Demyx.
Larxene gli diede uno schiaffo sulla nuca.
Deficiente! Secondo te un assassino si rivela così di punto in bianco?!” tuonò, nervosa “E comunque lo abbiamo trovato così, INSIEME!”
“Insieme?” si stupì Xaldin “Ma Zexion si era chiuso dentro. Come avete fatto ad entrare qui?”
“Marluxia ed io abbiamo scoperto un passaggio segreto che collega la serra alla biblioteca.”
“Oh, accidenti, Zexion! Adesso con chi gioco a Twister?”
“Beh, se non altro ora ha raggiunto Vexen…”
“Xigbar, non è il momento di scherzare su certe cose!” rimproverò Axel.
“Ma sentilo, il porcospino cerca di ripulirsi la coscienza. Ma chi vuoi darla a bere? Non ti sono mai piaciuti Vexen e Zexion.”
“Non è, però, una valida scusa per fare ironia su di loro!”
“Non dovevamo lasciarlo solo.” aggiunse Roxas, preoccupato.
“Ma se è stato lui a dire che voleva essere lasciato da solo! La colpa è sua!”
“Fate silenzio!” li zittì Saix.
“Questa storia non mi piace per niente…” mormorò Xemnas, mettendosi in posa riflessiva “Se non stiamo più attenti rischieremo di scomparire tutti.”
“Allora cosa proponi?” domandò il secondo in comando.
“Intanto portiamo Zexion nell’Area Grigia e mandiamo qualche Simile a pulire qui. Poi continuiamo a fare come prima, ovvero restare in gruppi. Restare da soli, anche se chiusi a chiave, può essere fatale.”

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Capitolo 7
*** Moventi ***


Note dell'autrice: questa parte è scritta da cani, me ne rendo conto... ma se volete, provate a riflettere anche voi sull'identità dell'assassino...
 


Moventi



Il corpo di Zexion fu messo fra Vexen e Lexaeus.
L’atmosfera, nell’Area Grigia era sempre più pesante. Ancora nessun indizio sull’assassino.
Si misero a sedere tutti sui divanetti, cercando di fare il punto della situazione.
-Vexen… Lexaeus… e ora Zexion…- mormorò Luxord, facendo girare una carta tra le dita –Mi domando chi sarà il prossimo…-
-E purtroppo non abbiamo nessun indizio sul colpevole… nessuna traccia… niente.- aggiunse Xaldin, sospirando.
-Secondo me, ciò che dovremo scoprire non è tanto l’assassino quanto, invece, il movente.- ipotizzò Roxas, riflettendo –Che motivo, c’era, per esempio, di uccidere Zexion?-
Xigbar rifletté.
-Vediamo… magari perché era indisponente, noioso, irritante…-
-Non mi sembra il momento di fare battute!- brontolò il numero 3, serrando le labbra.
-Forse anche lui, come Vexen, sapeva troppe cose.- tagliò corto Luxord –Sappiamo tutti dell’acume di Zexion per certe cose. E l’assassino ha voluto ucciderlo prima di venir smascherato. In tal caso, dovremo di nuovo prendere in considerazione che l’assassino sia uno di noi.-
Demyx schioccò le dita.
-E se non fosse stato uno di noi?-
-Grazie al cavolo, Demyx…- mormorò Xigbar, rivolgendo al ragazzo uno sguardo serio –Stai dicendo una cosa già detta qualche istante fa…-
-No, non intendevo come clandestino. Volevo dire… sì, potrebbe essere stato uno di noi, ma non direttamente. Uno di noi potrebbe anche aver chiesto ad un Simile o a un suo Nessuno personale di uccidere Vexen, Lexaeus e Zexion.-
La sua teoria poteva essere plausibile.
A tal proposito, Saix si alzò dalla poltrona e cinse le spalle a Demyx, camminando con lui per pochi metri.
-Mio caro Demyx… Dovresti saper bene che i compiti dei Nessuno nostri sottoposti sono principalmente due…- disse, con voce apparentemente calma –Il primo è obbedire ai nostri ordini. Il secondo…- improvvisamente lo strinse per una cartilagine e lo scosse con forza, quasi entrando nello stato Berserk –E’ QUELLO DI NON UCCIDERE I MEMBRI DELL’ORGANIZZAZIONE!-
Il ragazzo dai capelli a spazzola si massaggiò la parte lesa, con aria dolorante.
-Ahia… Ok, ho afferrato il concetto…-
Anche Marluxia volle dire la sua, dopo aver riflettuto a lungo.
-Cosa ci fa pensare, invece, che l’assassino non sia tu, Luxord?-
L’uomo biondo sentì la bocca dello stomaco gelare appena udita tale frase.
-Io? E perché mai?-
-Riflettete tutti…- fece notare il giovane dai capelli rosa, avvicinandosi lentamente al numero X –Il tempo trascorso tra l’omicidio di Vexen e quello di Lexaeus è stato praticamente nullo, considerando anche il fatto che potevamo accorgercene. Lui ha il potere di manipolare il tempo. Potrebbe aver fermato il tempo durante una delle nostre discussioni e nel frattempo avrebbe ucciso Vexen, Lexaeus e Zexion.-
I numeri X e XI erano uno di fronte all’altro.
-E sentiamo, per quale motivo li avrei uccisi?-
-Oh, senza dubbio ce ne saranno molteplici. Magari una vecchia diatriba? Una botta di invidia? O magari una piccola vendetta per averti fatto perdere una volta a poker.-
Luxord accennò una piccola risata.
-Mi sembrano moventi ridicoli…- osservò –Per quanto mi riguarda, l’assassino potresti essere anche tu. Elenchiamo i tuoi, di moventi: credevi davvero che i tuoi piccoli omicidi fossero segreti? Lo sapevi benissimo che Zexion ti teneva d’occhio da sempre, riferendo, poi, il tutto a Xemnas. Con Lexaeus? Per dimostrargli che non sei così debole come lui credeva. E poi… andiamo… tu e Vexen non siete mai andati d’accordo, anzi, proprio non vi sopportavate a vicenda, e questo si vedeva lontano un miglio. E per cosa…? Solo per la tua sfrontatezza e la tua tendenza a non sottoporti a chi ti è superiore!-
Il tono irritante di Luxord fecero innervosire Marluxia. Alzò un pugno.
-Ora ti…!-
Xaldin fece in tempo a prenderlo per il polso.
-Ehi! Adesso basta!- esclamò, con aria fredda –E comunque, Luxord non ha tutti i torti. Anche tu avevi dei moventi validi per uccidere Vexen, anche Lexaeus e Zexion.-
-E chi non aveva dei moventi validi per uccidere quei tre…?- aggiunse Larxene, a bassa voce.
Xaldin, però, la udì.
-Cos’è questo? Un piccolo tentativo di apparire innocente, Larxene?- aggiunse l’omone, avvicinandosi a lei
–Anche tu non sopportavi Vexen. E la tua tendenza ad essere violenta non passa certo inosservata. Potresti averli uccisi anche te, magari per aver detto una sillaba che ti ha fatto innervosire.-
-Mpf! Ha parlato il mansueto…- commentò Larxene, con una strana smorfia –Così faresti sembrare anche Demyx il probabile assassino.-
Sentendosi chiamato, il ragazzo sobbalzò.
-Demyx? Un assassino?!- rise Xigbar, scettico –E’ già qualcosa se riesce a completare una missione!-
-Ma potrebbe essere possibile…- aggiunse Xaldin –Lo prendiamo tutti in giro e lui ha pensato bene di volerci uccidere tutti quanti, come vendetta per non esserci mai fidati di lui e averlo sempre sottovalutato.-
-Oh, andiamo… Demyx è l’ultima persona che accuseresti per omicidio…-
Demyx fece spallucce.
-Sai come si dice, Xigbar?- disse –Che spesso la persona meno sospettabile sia l’assassino.-
Tutti gli sguardi furono rivolti verso di lui.
-Ehi! Non ho detto che sono stato io! Potrebbero essere stati anche Roxas o Xion, per esempio.-
I due custodi del Keyblade spalancarono la bocca.
-Eh?! Come puoi dire una cosa simile?- protestò Roxas, alzandosi in piedi.
-Non puoi nascondere che Vexen ti trattava sempre male, durante le missioni.- osservò Demyx –E Lexaeus, una volta, ti ha fatto quasi morire. E se non ricordo male, Xion, Zexion faceva spesso il bulletto con te, vantandosi di essere il preferito di Vexen.-
-Ma non mi sembra una valida scusa per ucciderlo!- esclamò la ragazza, scattando anche lei, in piedi –Anche se, in effetti, quando faceva così, avevo una voglia enorme di tirargli un calcio sugli stinchi… E a questo proposito, anche tu avresti qualcosa da confessare, Xigbar.-
L’uomo la osservò con aria indifferente.
-Cosa vorresti dire?-
-Zexion ti rimproverava spesso, ogni volta in cui origliavi uno di noi. E poi sappiamo tutti che non sopportavi Lexaeus, che spesso si burlava di te e della tua corporatura. Magari li hai uccisi per farli star zitti, lo stesso motivo per cui hai ucciso Vexen.-
-Io avrei ucciso Vexen?-
-Chi altri possiede una pistola come arma?-
-E dove sono le prove che sia stato io?-
Xion tacque. Non c’era nessuna prova in grado di dimostrare quanto aveva affermato.
-E poi ti sfugge un’altra cosa, bambolina:- aggiunse Xigbar –Io uccido sempre su ordine di Xemnas, non faccio mai di testa mia come i miei due allievi, soprattutto Axel.-
Il ragazzo rosso serrò le labbra.
-Cosa vuoi insinuare, “maestro”?-
-Anche tu, come Marluxia, uccidi spesso di tua iniziativa, e come lui c’erano delle divergenze fra te e Vexen, per non parlare di Zexion e Lexaeus. Lo sapevano tutti che non piacevi a loro.-
-Non si può piacere a tutti, d’altronde… Comunque, mi è sembrato che negli ultimi tempi le cose fra te e Lexaeus non stessero andando così bene, vero Saix?-
Saix sospirò.
-Mi sembra di capire che noi tutti avevamo dei validi motivi per uccidere Vexen, Lexaeus e Zexion.- notò, alzandosi in piedi –Tu cosa dici, Lord Xemnas?-
Xemnas non aveva detto una parola da quando erano entrati nell’Area Grigia. Era più interessato ad ascoltare i sottoposti. Anche lui si alzò, dopo aver battuto le mani sulle cosce.
-Che senza uno straccio di prova non possiamo risalire al colpevole…- disse –Stiamo facendo delle ipotesi quasi assurde, sui moventi. Non possiamo fermarci a semplici deduzioni. E comunque, è vero, negli ultimi tempi i vostri rapporti non sono migliorati. Sembra quasi che questo delitto fosse già predestinato… Intanto che non sappiamo ancora nulla sul probabile assassino... propongo di continuare a fare come consigliato da Xaldin, dividerci di nuovo in piccoli gruppi e vedere, poi, cosa succede.-
Xion scattò di nuovo in piedi, terrorizzata.
-Non possiamo attendere che un altro di noi venga ucciso! Non possiamo!- protestò.
-Xion, calmati.- intimò Roxas, prendendola per una mano, invitandola a sedersi.
-Purtroppo non abbiamo altra scelta, Xion.- mormorò Xemnas, scuotendo la testa –L’unica cosa certa è cercare di sopravvivere.-
-Ma io non voglio morire!-
-Non succederà. Te lo prometto.-
Nemmeno le parole confortanti di Roxas servirono a calmarla.
Xemnas prese di nuovo la parola.
-Ora, signori, suggerisco a tutti voi di tornare a fare quello che stavate facendo. Saix ed io resteremo qui a sorvegliare i cadaveri.-
Quanto tempo sarebbe trascorso, prima di scoprire l’identità dell’assassino?

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Capitolo 8
*** Black Out ***


Note dell'autrice: so di essere stata un po' frettolosa, ma non mi andava di prenderla per le lunghe (e poi ho cercato di essere fedele al film Clue, come ho già accennato). Comunque mancano solo due capitoli alla fine. Avete memorizzato ogni singolo elemento di questa storia?
 


Black Out
 



-Sì… sì… MA DAI! MA VIENI!-
Roxas era riuscito a sconfiggere Xion a “Guitar Nobody”
-Oh! Noooo!!! Accidenti!- si lamentò la ragazza, per poco non lanciando la chitarra-joystick contro il muro dalla delusione –C’ero quasi!-
-Aha! Ma ho vinto io, invece! Peccato che non ci sia Demyx a vedere il mio risultato… -
Axel osservò la porta: nella stanza dei videogiochi, infatti, c’erano solo lui, Roxas e Xion.
-Infatti mi sembra strano che abbia preferito piuttosto andare a giocare a carte con Luxord, Xigbar e Xaldin…- mormorò il giovane –Ma è anche vero che, essendo un campione a “Guitar Nobody”, si stava annoiando con principianti come noi…-
-Ma andando là non si annoierà di più?- ipotizzò Roxas.
-Non è affar nostro…- fu la risposta di Axel, con il suo solito tono da indifferente.
Nel frattempo, Saix e Xemnas erano ancora nell’Area Grigia, mentre fissavano Kingdom Hearts.
-Ogni giorno che passa, diventa sempre più radioso…- osservò il primo –Ma con questi omicidi non rischieremo di rallentare il processo? O peggio… cosa accadrà se anche i due custodi del Keyblade vengono uccisi?-
-Questo dipenderà da loro…- fu la risposta –Entrambi sono dei ragazzi intelligenti, ma altrettanto paurosi: non si lasceranno uccidere. Non hai avvertito la paura, in Xion?-
-Questo è strano, visto che viene detto loro che non abbiamo un cuore… Forse sospettano qualcosa…-
-In tal caso, dovremo seguire le normali procedure.-
-Sì, e soprattutto dovremo seguire una normale procedura per questo spiffero fastidioso! Mi sta facendo impazzire dal freddo che viene!-
Xemnas assunse uno sguardo curioso.
-Spiffero? Ma le finestre non possono aprirsi e sono molto robuste.-
-No, non viene dalle finestre.- chiarì Saix, cercando la fonte dello spiffero –Sembra quasi provenire dalla parete…-
Non errava: se uno si avvicinava alla parete, vicino alle mensole, poteva udire un leggero fischio.
L’orecchio del giovane era puntato al muro.
-Qui sembra più forte…- mormorò.
Infatti, un mobile sembrava essere stato spostato di recente, probabilmente, in fretta. Si poteva intravedere una fessura, dal quale proveniva lo spiffero. Un soffio quasi gelido.
Saix, curioso, spinse il mobile, fino a scoprire un’apertura, alta per un uomo di quasi due metri.
-Lord Xemnas…- si stupì il giovane, osservando il Superiore –Non mi avevi mai detto che anche qui c’era un passaggio segreto. Anzi, non mi hai mai detto che in questo castello c’erano dei passaggi segreti…-
Xemnas si morse il labbro inferiore, ma poi annuì, come per dire: “Beh, visto che mi hai scoperto, tanto vale dirti la verità…”
-Non ritenevo opportuno rivelarlo… o meglio, non ancora. E’ stata un’idea di Lexaeus: pensava che avrebbero giovato, in caso di invasione nemica e io ho approvato. Soltanto che… non ricordo dove porta questo.-
-Beh, scopriamolo. Tanto quei tre cadaveri non scappano di certo…-
Sembrava una battuta di Axel o di Xigbar: non era da Saix pronunciare frasi simili.
Esattamente come nel passaggio che collegava la serra alla biblioteca, il numero I e il VII dovettero camminare in fila indiana.
-Più camminiamo, più fa freddo…- osservò Saix, prestando attenzione a dove metteva i piedi.
Presto ottenne la sua risposta: alla loro sinistra scorsero uno spiraglio di luce provenire da un’altra apertura. Era il secondo freezer della cucina, proprio dove avevano scoperto il corpo di Lexaeus.
-Questa poi…- si stupì il giovane dai capelli blu, uscendo dal freezer.
-Giuro che questo non me lo ricordavo…-
-Non te lo ricordavi? Sei o non sei il capo del castello?-
-Sì, ma è stato Lexaeus a progettare e costruire il castello. Io ho solo dato la mia approvazione.-
Saix osservò in alto, sospirando, e scosse la testa.
Nel frattempo, Marluxia e Larxene erano tornati in serra. Entrambi stavano riordinando dei vasi, a volte mettendo altra terra in essi e a turno stavano innaffiando le piante. A volte, Larxene dava un’occhiata alle luci della serra, per regolare la loro luminosità.
-Non so te, caro…- mormorò lei, scendendo da una scala, dopo aver regolato l’ultima luce della serra –Ma confesso che questa storia degli omicidi sta facendo venire i brividi anche a me.-
Il giovane fece spallucce.
-Vedrai che tutto si risolverà, tesoro. Pensa, piuttosto, quando, finalmente saremo al Castello dell’Oblio.-
La ragazza sorrise sospirando, appena udì la parola “Castello dell’Oblio”.
-Sì, lì saremo finalmente soli… finalmente liberi dallo sguardo di Xemnas…- disse con aria sia sognante che ambiziosa –E porteremo a compimento il nostro piano! Però…-
-Cosa, tesoro?-
-Non credi, caro, che ci servirà un terzo uomo? Non uno necessariamente nostro alleato, ma che, perlomeno, ci “copre”.-
Marluxia sorrise di nuovo, deciso.
-Non temere. Ho pensato a tutto. Anche se penso che sostituiranno Vexen, Lexaeus e Zexion, ma ne dubito, visto che così facendo la manodopera si ridurrebbe…-
Larxene stava già pregustando il loro momento di vittoria.
Improvvisamente, però, le luci si spensero, lasciando la serra buia, poco illuminata dai raggi di Kingdom Hearts.
-Oh, è andata via la luce…- notò lei, distogliendosi dai suoi pensieri –Strano, eppure mi sembrava che queste lampade non fossero ad alto consumo.-
-Infatti, non era mai successo.-
-In ogni caso, è meglio se vado a dare un’occhiata al quadro elettrico.- avvertì lei, prima di prendere una torcia.
-Aspetta, Larxene! Non vuoi che venga con te?- propose Marluxia, premuroso.
-No, non serve, grazie. Tanto torno subito.-
-Ma se vai da sola, sei un bersaglio facile per l’assassino.-
-Oh, andiamo, caro… persino i sassi sanno quanto sono aggressiva…- assicurò Larxene, mostrando un pugno pieno di scintille –Oppure sei tu che hai paura a rimanere da solo?-
Il giovane storse la bocca e guardò in alto.
-No…- rispose, sorridendo in modo strano -Tanto lo sanno tutti che è rischioso farmi un agguato alle spalle…-
Larxene, quindi, uscì da sola dalla serra per dirigersi verso il quadro elettrico del castello, illuminando il paesaggio con la sua torcia.
Dovette solo scendere un piano, prima di entrare nello stanzino.
Aprì lo sportello del quadro, per controllare eventuali danni.
-Sembra tutto a posto…- mormorò, osservando accuratamente i fili e gli interruttori –Nessun relè è in sovraccarico, i fili non sono stati manomessi… ah, ecco perché! La leva generale è stata abbassata!-
Spesso, il vero pericolo si mostra con l’avvento dell’Oscurità.
Infatti, mentre la ragazza osservava dentro il quadro, una figura si mosse nel buio, avvicinandosi silenziosamente verso di lei.
Aveva qualcosa in mano, che stringeva con determinazione.
Larxene stava per alzare la leva principale, quando, all’improvviso, sentì qualcosa stringerle violentemente la gola.
Era un cavo, legato tipo cappio.
Il primo istinto della ragazza fu quello di mettere le mani dietro, per dare una scossa al suo aggressore, ma si accorse che portava i guanti di gomma ascellari. Non poté nemmeno dare un calcio all’indietro: c’era dell’acqua intorno al cavo, che la rendeva sempre più debole.
Riuscì, però a voltarsi ed illuminare il volto del suo aggressore.
-SEI TU…! ANF! Anf…!-
La corda premeva sempre più sulla sua gola e Larxene, poco a poco, sentì il suo respiro divenire sempre più flebile…
Marluxia stava ormai attendendo da minuti il ritorno della ragazza. Era ormai indeciso se andare a cercarla o attenderla nella serra.
-Non vorrei le fosse successo qualcosa…- mormorò a se stesso, per farsi compagnia nel buio –Non dovevo lasciarla andare da sola… Senza di lei, non posso mettere in atto il piano di rovesciare l’Organizzazione. Per un piano del genere servono due persone e Larxene è l’unica di cui mi possa fidare…-
Non si era accorto che qualcuno era entrato nella serra, silenzioso come il vuoto, dalla porta principale, visto che il passaggio della biblioteca era bloccato. Altrettando silenziosamente si avvicinò al giovane.
-Non sarà facile portare il custode del Keyblade dalla nostra parte, ma usando i poteri Naminé le cose si faranno più semplici… Sì… faremo breccia nelle debolezze del custode del Keyblade e uccideremo finalmente Xemnas, per poi governare l’Organizzazione… e Kingdom Hearts sarà mio!-
La figura, sempre più vicina a Marluxia, prese una pala e la alzò fin sopra la testa…
Il black out aveva preso tutto il castello.
Approfittando di quella situazione, Xion (mentre Axel e Roxas, credendo che la causa fosse legata alla NobodyStation, erano impegnati a controllare i fili), orientandosi con la luce di Kingdom Hearts, scese fino al primo piano, entrando nella sala computer. Con il black out gli oggetti elettrici erano fuori uso, ma il computer era dotato di un’alimentazione propria, quindi era perfettamente funzionante.
Senza pensarci due volte, cominciò a digitare, mordendosi il labbro inferiore e guardandosi nervosamente intorno.
-Ho poco tempo, prima che qualcuno ripristini la corrente…- mormorò, a bassa voce –Devo sbrigarmi… Finirò quello che Vexen ha cominciato. Che cosa ci nascondi, Xemnas?-
Ciò che scoprì la sconvolse a tal punto che ebbe la sensazione che le mancasse il fiato.
-Ma allora l’OrganizzazioneXIII…!-
Non finì la frase: sentì un improvviso dolore provenirle dallo stomaco.
Le forze le mancarono all’istante, difatti cadde sulla tastiera. Del sangue macchiò il pavimento.
Tutto ciò che era trasmesso dal computer venne cancellato e il computer venne spento.

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Capitolo 9
*** Rerun ***


Note dell'autrice: in questo capitolo sarà presente la quasi celebre "rottura dell'illusione scenica".

 
Rerun



-MA GUARDA UN PO’ TE SE DOVEVA MANCARE LA LUCE PROPRIO QUANDO STAVO PER SFODERARE LA MIA MOSSA VINCENTE!- si lamentò Xaldin, continuando a girarsi nel buio.
-Beh, la fortuna mi ha assistito, allora…-
-Piantala, Luxord! Piuttosto, dove siete tutti?-
Il rumore di una caduta, succeduto da una testata sotto il tavolo diede la conferma.
-Ahu!-
-Demyx è lì.- ridacchiò Xigbar.
Le urla di membri sopravvissuti dell’OrganizzazioneXIII riecheggiarono per tutto il castello.
-Lord Xemnas! Dove ti trovi?- esclamò Saix, nei piani inferiori.
Prima del black out, erano diretti nuovamente verso l’Area Grigia. Non erano riusciti a raggiungerla in tempo.
-Sono qui!- esclamò il giovane dai capelli grigi –Sto cercando di raggiungere il quadro elettrico!-
-Non dovrebbe essere compito di Larxene?-
-Dovrebbe, ma è ancora tutto buio.-
-Continua a parlare, così scopro dove ti trovi!-
-Ma come fai ad orientarti nel buio?-
-Uso l’udito. Ah, ecco! Una porta! Sto arrivando, Lord Xemnas!-
Nel buio, Saix aveva toccato qualcosa, qualcosa che assomigliava ad una maniglia. Credendo fosse una porta, la girò, ma, improvvisamente, si ritrovò tutto bagnato. Era entrato nei bagni e la maniglia che aveva girato era quella di una delle docce.
Nel buio, Axel aveva fatto un incantesimo del fuoco sul pollice, così lui e Roxas potevano vedere eventuali danni alla consolle, essendo ancora convinti che il black out fosse stato causato da essa.
-No, sembra essere tutto a posto…- osservò Roxas, serio –Piuttosto…- annusò un odore strano –Axel, stai fondendo il televisore!-
Il giovane alzò lo sguardo: infatti la fiamma era proprio sotto il televisore ed esso stava cominciando a gocciolare.
Dopo un piccolo urlo di sorpresa, spense la fiamma con un soffio.
Xemnas, in quel momento, era riuscito ad accedere alla stanza del quadro elettrico. Alzò l’interruttore principale e la luce tornò nel Castello Che Non Esiste.
E con la Luce, i danni causati dall’Oscurità si rivelarono.
Il Superiore ebbe una sincope, appena ottenne la sua risposta sul ritardo del ripristino della corrente.
Saix uscì dai bagni, mentre si asciugava il volto e i capelli con il suo asciugamano.
-Dove sei, Lord Xemnas?-
-A-alla stanza del quadro elettrico del castello!-
Udirono tutti la voce di Xemnas e si diressero tutti dove aveva detto.
-Ehi, Saix, perché sei tutto bagnato?- domandò Xigbar.
-Lascia perdere…- fu la risposta, con un grugno di imbarazzo.
Ciò che aveva scoperto Xemnas sconvolse anche il gruppo dei sopravvissuti: Larxene giaceva, prona, priva di coscienza, sul pavimento, solo con il suo soprabito nero indosso. La calzamaglia era stata tolta, così come gli stivali e l’intimo. C’erano delle tracce di sperma sia sulle sue cosce, sia sul pavimento.
-Un altro omicidio…- mormorò Roxas, terrorizzato.
-Ma cosa le sarà successo…?- domandò Demyx, preoccupato.
–Lei non è tipa da lasciarsi aggredire…- aggiunse Luxord.
Xigbar sorrise in modo malizioso.
-La giro io.- si offrì, ma fu fermato da Saix.
-No, lascia fare a me! Sappiamo tutti come andrà a finire se lo fai tu…-
L’uomo abbassò gli angoli della bocca, facendo spallucce.
La ragazza fu girata verso l’alto con uno stivale.
Axel, senza indugi, coprì gli occhi di Roxas.
-Roxas, non guardare!-
-Che cos’erano quelle?!-
Anche il seno di Larxene era scoperto. Gli occhi guardavano il vuoto. Ma non c’erano tracce di sangue su di lei.
Saix la osservava con sguardo indifferente. Trovò subito segni di violenza, appena verificò le pulsazioni del collo.
-Guardate.- indicò –Ha dei segni qui sul collo, come se fosse stata strangolata.-
-Oh, sì… proprio dei segni sul collo…- mormorò Xigbar, guardando in altri luoghi del corpo di Larxene, meno che il punto indicato dal collega.
Xaldin lo colpì leggermente sotto il mento.
-Guarda in alto, idiota!-
Xigbar si massaggiò la parte lesa.
-Beh, almeno ce la siamo goduta tutti…-
-XIGBAR!- esclamarono tutti, in coro (eccetto Xemnas e Roxas, ancora con gli occhi coperti da Axel).
-Ed è stata anche abusata…- osservò Xemnas, serio, notando le tracce di sperma –Forse dopo essere stata uccisa.-
Demyx si guardò intorno.
-E che fine hanno fatto Marluxia e Xion?- domandò.
A sentire la parola “Xion”, Roxas si allarmò.
-E’ vero!- esclamò, togliendo la mano di Axel dai suoi occhi, senza osservare il corpo di Larxene –Devo andare subito a cercarla!-
-No, Roxas!- intimò Saix, prendendolo per un braccio –Meglio se ci muoviamo in gruppo, per evitare che un altro di noi venga ucciso.-
Non fu difficile trovare Marluxia: sapevano che era nella serra.
Ciò che non sapevano era che anche lui fosse morto: era stato ucciso come Zexion e Vexen.
I suoi capelli rosa erano macchiati di rosso e l’arma del delitto era vicino a lui.
Xigbar esaminò la pala con aria seria.
-Non è stato lo sparo…- mormorò.
-Uno sparo?- domandò il numero IX.
-In effetti, anch’io ho sentito uno sparo.- aggiunse Xaldin.
Roxas divenne pallido, anche Axel.
-Oh, no! Xion!- esclamò il primo.
Luxord assunse uno sguardo curioso.
-Come? Non era con voi?-
-Lo credevamo, ma con il black out è come sparita!- fu la risposta del ragazzo biondo.
Xemnas accennò ai presenti, con lo sguardo, di calmarsi.
-Dividiamoci in gruppi di due e cerchiamola! Saix con me, andremo nei piani alti; Xigbar e Xaldin, Luxord e Demyx, e Axel e Roxas, voi setacciate i piani sottostanti. Se la trovate, avvertiteci.-
Nessuno aveva un’idea su dove fosse la ragazza. Poteva anche essere scappata, approfittando del black out.
Ma così avrebbe comunicato che era lei l’assassina.
Furono proprio Axel e Roxas a trovarla, morta, nella sala Computer, quasi sdraiata, prona, sulla tastiera.
Su di lei non c’erano segni di violenza sessuale. Solo una ferita profonda che partiva dal polmone destro e usciva sullo stomaco.
-XION!- urlò Roxas, prendendo l’amica tra le braccia.
Lei teneva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo. Ma non respirava.
Axel urlò, nel corridoio: -L’ABBIAMO TROVATA! NELLA SALA COMPUTER!-
Si diressero tutti nella stanza.
-E con lei fanno sei omicidi…- mormorò Luxord, in posa riflessiva.
Xemnas fece un lungo respiro con il naso, dopodiché uscì dalla stanza, per poi rivolgersi ai suoi sottoposti:
-Signori, io so chi è l’assassino.-
I sopravvissuti furono stupiti dalla sua frase.
-LO SAI?!-
-Sì, e posso anche raccontarvi come sono successe le cose. Prego, seguitemi.-
Tornarono di nuovo nell’Area Grigia. Il mobile era ancora spostato e i tre cadaveri erano ancora sul divano.
-Per aiutarvi a capire quello che è successo…- spiegò Xemnas, dando le spalle alle finestre –Ripercorreremo i fatti di oggi, passo dopo passo. E questo è diretto anche a voi, lettori, quindi state bene attenti. Siete liberi di consultare i capitoli, se volete, anche se alcuni passi non vi saranno chiari. L’autrice deve riprendere un po’ di allenamento sui gialli, specie quelli ispirati dai film... Stamattina, Larxene si è svegliata prima di tutti noi, ed è entrata qui, mentre cercava il suo kunai e Marluxia, entrato dopo di lei, si offre di aiutarla. Poi entrano Vexen, Xaldin, Saix, Xigbar…-
-D’ACCORDO, E ALLORA?- tuonarono gli altri, in coro.
-Insomma, poco a poco, entriamo tutti quanti, meno che Lexaeus, ancora in cucina, e Xion, che si è svegliata tardi.- continuò il Superiore, prima di indicare vari punti dell’Area Grigia -Xigbar sedeva lì. Demyx qui. Lì Axel, lì Roxas, lì Luxord, qui Marluxia, Larxene…-
-ARRIVA AL DUNQUE!-
-Ci sto arrivando! Zexion ammira Kingdom Hearts e io faccio il mio solito discorsetto per incitarvi a completare Kingdom Hearts. Vexen ribatte al mio discorso, con il suo latte in mano, mettendo in dubbio le mie parole.-
A quel punto si avvicinò all’interruttore della stanza.
-Vexen spegne la luce e oscura le finestre.-
La stanza tornò buia.
-Ahh!! Di nuovo!- esclamò Demyx.
-E smettila, idiota!- rimproverò Xigbar –Piuttosto, qualcuno faccia luce.-
-Ci penso io.-
Appena Luxord riaccese le luci, Xemnas giaceva, prono, sul pavimento.
-Guardate!- indicò Saix, credendo che il Superiore fosse morto.
Ma Xemnas si mise subito in ginocchio e tornò a parlare.
-Un attimo dopo aver udito uno sparo e delle urla, Zexion va ad accendere la luce. Vexen giace a terra, apparentemente defunto…-
-Era morto davvero! L’ho esaminato io!- tagliò corto Xigbar.
-E allora perché tre minuti dopo è stato colpito in testa con un candelabro, se era già morto?-
-D’accordo!- tuonò l’uomo con la benda, agitando le braccia, come se stesse scacciando qualcosa –Posso essermi sbagliato!-
-Bene.- continuò Xemnas, alzandosi –Ma se è così, allora perché Vexen ha fatto finta di essere morto? L’unica spiegazione è che aveva capito che il suo piano per uccidermi era fallito e sapeva che il colpo di pistola era diretto a lui e non a me!-
Dopodiché, si avvicinò a Vexen e fece inclinare la sua testa verso destra.
-Vedete? Il colpo gli ha sfiorato l’orecchio. La sua unica speranza di salvezza era farci credere che uno di noi lo avesse ucciso.-
-Quindi chi mi ha portato via la pistola nel buio voleva uccidere Vexen.-
-Esatto, Xigbar, ma ora esaminiamo cosa è successo dopo.- riprese il Superiore, avvicinandosi all’entrata dell’Area Grigia, facendo finta di tenere qualcosa per mano –Demyx beve il latte di Vexen. Xigbar, intento ad esaminare il corpo di Vexen, dice: “Forse è stato avvelenato!” e Demyx urla.-
Imitò l’urlo di Demyx, con il gesto di far cadere qualcosa. Poi, sempre urlando, spinse il ragazzo dai capelli color sabbia (che si mise ad urlare, come aveva fatto qualche ora prima) verso un divanetto.
-E Axel lo aiuta e poi...-
Gli diede uno schiaffo, esattamente come quello di Axel.
-“Ho dovuto farlo, non voleva smettere.”- disse Xemnas, imitando il numero 8. Poi, tornò a parlare con la sua voce normale –Mentre cerchiamo di capire se il latte era avvelenato o meno, si sente nuovamente urlare: è Xion. Quindi corriamo tutti verso il corridoio.-
Si diressero, quasi correndo, nel corridoio.
-Ma quando arriviamo, non ci siamo tutti.- dichiarò Xemnas, mettendosi nello stesso punto in cui avevano trovato Xion che piangeva.
-No?!- esclamarono gli altri, in coro.
-No. Forse uno di noi sta uccidendo Lexaeus. Chi non era con noi, in corridoio?-
Rimasero tutti in silenzio, guardando in basso.
-Tu lo sai, Lord Xemnas?- domandò Saix.
-Esattamente. Mentre noi stavamo qui a calmare la povera Xion…- continuò il Superiore, dirigendosi verso la cucina –L’assassino, già entrato in possesso di uno dei pugnali di Larxene… potrebbe aver attraversato i corridoi… e accoltellato Lexaeus.-
Con un coltello della cucina, aveva simulato l’uccisione del numero V con della carne dentro il secondo freezer, dove era stato trovato l’omone.
-Perché rischiare?- domandò Xaldin, riprendendo fiato dalla corsa fatta per andare in cucina –Qualcuno di noi poteva accorgersene, se aveva attraversato il corridoio.-
-Non se aveva fatto uso del passaggio segreto.- rivelò Xemnas, aprendo il passaggio segreto dentro il freezer, con stupore dei presenti –Ucciso Lexaeus, l’assassino usa di nuovo il passaggio segreto per tornare nell’Area Grigia. Seguitemi.-
-Il passaggio sbuca lì?- domandò Roxas, inseguendo il numero I.
-Esatto. Guardate!-
Tornati nell’Area Grigia, il ragazzo ottenne la sua risposta.
-Come facevi a sapere che…?-
-Ragazzo… sono il padrone di questo castello. Devo conoscere tutto.-
Saix accennò una risata.
-Tutto? Ma se appena lo avevamo scoperto non sapevi nemmeno della sua esistenza e avevi scaricato le colpe su Lexaeus…-
Xaldin si incuriosì.
-Quindi solo voi due conoscevate questo passaggio segreto…- mormorò, sospettoso –Potrebbe essere uno di voi l’assassino.-
-Ah… Xaldin… ti credevo più intelligente…- sospirò Xemnas, scuotendo la testa –Se veramente fossimo noi gli assassini, credi ti riveleremo tutti i trucchi che abbiamo usato?-
Sguardi indiscreti, quasi derisori, erano puntati sull’omone, che serrò le labbra, per coprire l’imbarazzo.
-E’ stata una mattinata stressante! Non ragiono più, con tutti questi omicidi!- si difese, quasi urlando.
-E anche se lo fossimo stati, non era possibile, perché eravamo entrambi nel corridoio, quando abbiamo trovato Xion.- aggiunse Xemnas.
Roxas era ancora sospettoso.
-Quello che non capisco è il perché dell’assassinio di Lexaeus…- mormorò, pensieroso –Perché uccidere Lexaeus? Ammetto che era un po’ ingombrante, mi faceva paura e ogni volta che si arrabbiava era persino in grado di spaccare una montagna con la sua testa…-
-E questi motivi non ti sembrano validi per uccidere Lexaeus?- bisbigliò Xigbar, ironico, prima di ricevere l’ennesimo scapaccione da Xaldin.
-No, non c’entrano niente. I moventi possono essere tanti, come abbiamo enumerato poco fa, ma la verità può anche celarsi in un complotto. Ammetto che il modo in cui governo l’Organizzazione non piaccia a tutti voi. Una delle tante verità può celarsi in un complotto, un ammutinamento, probabilmente da parte di Vexen. Avete sentito, no, il suo discorso in cui metteva in dubbio il completamento di Kingdom Hearts e i miei obiettivi. Ma un ammutinamento non può aver luogo se c’è solo una persona, quindi Vexen ha dovuto rivolgersi alle uniche tre persone cui si fidava veramente.-
-E chi?- chiesero i presenti, in coro.
-Zexion, Lexaeus e Xion.- rivelò Xemnas, serio.
-Anche Xion?!- si stupì Roxas.
–Esatto. Xion era una delle creazioni di Vexen, quindi era suo dovere rispondere agli ordini del suo creatore, e Zexion e Lexaeus erano gli unici, secondo lui, ad avere un po’ di cervello e buonsenso. Insieme stavano pensando di trovare un modo per smascherarmi da un ipotetico inganno cui vi stavo esponendo. Vexen e Zexion erano la mente, Lexaeus il braccio… pesante, oserei dire, e Xion era la riserva, ovvero avrebbe continuato il progetto, in caso di decesso di tutti loro.-
-Quindi…- rifletté Luxord –Chi ha ucciso Vexen, Lexaeus, Zexion e poi Xion era probabilmente a conoscenza del loro piano di ammutinamento contro l’Organizzazione.-
-E’ molto probabile, Luxord, nonché l’unica ipotesi plausibile.- complimentò Xemnas, prima che l’uomo biondo facesse un sorriso soddisfatto.
-Quello che non è chiaro…- aggiunse Axel –E’ come e quando è stato ucciso Vexen.-
-Non ci sei ancora arrivato?- spiegò Xemnas, prima di prendere Demyx per il soprabito e gettarlo sul pavimento, facendo finta che fosse Vexen -Torniamo nell’Area Grigia con Xion, e Vexen è ancora lì per terra che finge di essere morto. Ma uno di noi sa che è vivo. Io vi faccio il mio discorso sul perché ho voluto creare sia il nostro Kingdom Hearts sia fondare l’OrganizzazioneXIII e poi, insieme, ci ricordiamo che manca un’altra persona.-
-Lexaeus!- risposero il resto dell’Organizzazione, in coro.
Si diressero tutti nuovamente in cucina, ma Xemnas non li seguì.
Demyx si fermò nello stesso punto in cui si era posizionato prima che il cadavere di Lexaeus cadesse sulle sue braccia. Si voltò, per parlare con il Superiore, ma si accorse che lui non era con loro.
-Allora? Dov’è andato?- domandò, prima che lo sportello del secondo freezer si aprisse di nuovo.
Roxas fece un urlo di avvertimento: Xemnas, apparentemente svenuto, cadde tra le braccia di Demyx, esattamente come era successo con Lexaeus. Per fortuna, il Superiore era molto più leggero dell’omone, ma il ragazzo non se la sentiva di sostenerlo, quindi lo lasciò cadere.
-Demyx!- brontolò Saix, avvicinandosi a lui –Come hai osato lasciar cadere Lord Xemnas?!-
-Non mi andava di fare di nuovo la figura dell’idiota!-
-Beh, tanto le fai lo stesso, puntaspilli!-
-E tu non puoi fare a meno di fare il lecchino di Xemnas, eh faccia da X?-
-Senti, tu…!-
-Ora basta!- tagliò corto Xemnas, prima di alzarsi e tornando al suo discorso –Lexaeus lo troviamo morto. Lo mettiamo giù con la schiena rivolta al frigorifero. Scopriamo che l’arma usata era un coltello di Larxene. Nel frattempo, l’assassino si infila nel passaggio segreto.-
-Ancora?!- domandò Xaldin.
-Sì. Torniamo nell’Area Grigia.-
Ripresero a correre nei corridoi del castello. Sembrava quasi stessero facendo una maratona.
Il Superiore indicò nuovamente il passaggio segreto.
-L’assassino esce dal passaggio segreto… e, nel frattempo, Vexen è ancora qui per terra.- spiegò, prima di far cadere nuovamente Demyx, fingendo fosse Vexen, prima di farlo rialzare –Ad un tratto si alza e…-
Improvvisamente, storse la bocca, come se qualcosa non gli tornasse.
-No. Demyx, torna giù!- disse, spingendo il ragazzo verso il basso, prima di avvicinarsi nuovamente al passaggio segreto –L’assassino esce dal passaggio segreto e prende il candelabro che era qui.-
Fece finta di prendere qualcosa e rise in modo strano, come fosse l’assassino. Demyx, spaventato, si alzò e uscì dalla stanza, inseguito da Xemnas.
-Vexen esce dall’Area Grigia, l’assassino si avvicina a lui furtivamente alle spalle e lo colpisce sulla testa!- continuò il numero I colpendo, per finta, la testa di Demyx, che cadde.
Si rialzò, quasi furioso.
-Xemnas! La vuoi smettere?!-
-No!- fu la risposta, mentre venne preso per il soprabito e trascinato verso il bagno più vicino, in cui venne spinto –Poi, nasconde il cadavere nella toilette e ritorna in cucina in meno di un minuto, senza che nessuno si accorgesse di niente!-
-E chi non è stato in cucina con noi per tutto quel tempo?- domandò Xigbar, avvicinandosi a Xemnas.
-Chiunque sia, è l’assassino, ovvio, no?-
Seguì il rumore di uno sciacquone e la porta della toilette si aprì, mentre Demyx si asciugava le mani con della carta assorbente che diede a Xigbar, che a sua volta gettò sul pavimento.
-Xion si dirige nella toilette, trova Vexen ormai morto e tutti noi lo portiamo nell’Area Grigia, insieme a Lexaeus.- continuò Xemnas, dirigendosi nuovamente verso l’Area Grigia –Discutiamo tutti quanti su possibili moventi, Zexion lascia il gruppo per rinchiudersi in biblioteca e Xaldin propone a tutti noi di dividerci in piccoli gruppi per evitare che un altro di noi venisse ucciso.-
-Ma con Zexion non è servito a molto…- mormorò Demyx, sottovoce.
-Infatti. Mentre noi eravamo divisi in piccoli gruppi, l’assassino, usando il passaggio segreto che collega la serra alla biblioteca, uccide Zexion con il fermacarte.-
-Sì, il passaggio segreto scoperto da Marluxia e Larxene…- si ricordò Axel –E se l’assassino di Zexion fosse stato uno di loro?-
-E c’è un’altra cosa che non mi è chiara, Xemnas…- aggiunse Luxord, serio –Quando abbiamo scoperto che il cadavere di Vexen non era più nell’Area Grigia, abbiamo trovato quei negativi su Marluxia e Larxene. Avete notato la reazione di Marluxia, no? Perché voleva quei negativi?-
-Non ci siete arrivati?- chiarì Xemnas –Marluxia e Larxene avevano una storia insieme.-
Si stupirono tutti.
-Dài… e io che credevo che Marluxia fosse gay…- commentò Xigbar.
-Vexen non era l’unico a complottare contro di me.- spiegò il Superiore, mentre prendeva la busta di carta in cui erano conservati i negativi –Anche Marluxia e Larxene stavano pianificando di ribellarsi all’OrganizzazioneXIII, per poi prenderne il controllo. Quei negativi non rappresentano solo la loro relazione, ma anche i loro piani di cospirazione.-
-E credi che fossero coinvolti nello stesso piano di Vexen?- domandò Saix.
-No. Vexen non ambiva a comandare l’Organizzazione. Voleva solo “smascherarmi” da un possibile inganno cui credeva stessi trascinando tutti voi, oltre ad essere curioso di sapere cosa ci avrebbe atteso una volta completato Kingdom Hearts. Sapete tutti che Marluxia e Larxene erano stati scelti come membri da inviare al Castello dell’Oblio, no? Una struttura lontana dai miei occhi era il luogo ideale per organizzare un complotto e una volta completato il loro obiettivo, avrebbero distrutto i negativi. Distruggerli prima non avrebbe fatto altro che incrementare i sospetti sui loro movimenti.–
-Credi che per caso anche Marluxia sospettasse qualcosa nei tuoi confronti come Vexen?-
-Probabile, Saix, anche se credo che il caso di Marluxia sia solo pura e semplice ambizione. Ma torniamo ai delitti.- disse, prima di dirigersi verso la biblioteca –Marluxia e Larxene scoprono il passaggio segreto che collega la serra alla biblioteca, trovano Zexion morto e cominciano ad urlare. Tutti noi accorriamo e cerchiamo di sfondare la porta. Roxas e Xion riescono ad aprire la biblioteca, ma nel tentativo di farlo colpiscono anche il led che cade poco dopo. Poi torniamo nell’Area Grigia e ci mettiamo a riflettere su altri moventi, dopodiché ci dividiamo di nuovo.-
Corse di nuovo, seguito dai suoi sottoposti, verso il quadro elettrico.
-Saix ed io scopriamo il passaggio segreto che collega l’Area Grigia dalla cucina. L’assassino ne approfitta per staccare la corrente.-
Staccò la corrente, per simulare il black out avvenuto di recente.
-Oddio, no!-
-Ahhh! E’ buio!-
-Xemnas, riattacca subito la corrente!-
-Un’altra volta!?-
Le luci si riaccesero.
-Scusate, non volevo spaventarvi.- si scusò il Superiore.
-ORMAI LO HAI FATTO, XEMNAS!- si lamentò Xaldin –Quanto lo odio quando fa così…-
Xemnas riprese il discorso, una volta schiaritasi la voce.
-A questo punto sono avvenuti altri tre omicidi.-
-CHI E’ L’ASSASSINO!?- tagliarono corto gli altri, in coro.
-Ci sto arrivando, un attimo! Marluxia e Larxene sono di nuovo nella serra, salta la corrente e lei, come elettricista del Castello, è venuta qui per controllare il quadro elettrico. Mai si sarebbe aspettata che l’assassino fosse proprio alle sue spalle.-
-Quindi chi ha fatto saltare la corrente è anche l’assassino di Larxene, giusto?- domandò Demyx.
-Oh, complimenti, Demyx… Nessuno di noi ci sarebbe mai arrivato…- commentò Xigbar, sarcastico.
Il ragazzo fece una risata di diniego.
-Ma come avrà fatto l’assassino ad uccidere Larxene? Per difendersi ricorre sempre alle sue scosse elettriche e poi lei è praticamente coriacea...-
-Tutte le cose hanno un punto debole, Demyx…- spiegò Xemnas –E il punto debole dell’elettricità è l’acqua. Questi segni non sono solo da strangolatura, ma anche da bruciatura dovuta al contatto con l’acqua fredda. Sapete tutti che Larxene doveva sempre farsi la doccia con l’acqua calda, altrimenti andava in corto circuito. Guardate questo cavo. E’ bagnato con l’acqua fredda. Quindi ecco trovata l’arma del delitto.-
Una piccola parte era asciutta (probabilmente la zona in cui la ragazza era stata strangolata), ma stava ancora gocciolando dell’acqua dal cavo.
-L’assassino si è preparato in tempo per un agguato del genere…- osservò Luxord –Forse si era anche attrezzato per difendersi dalle scosse elettriche di Larxene.-
-Sì, molto probabile. In quello stesso momento, anche Marluxia viene ucciso, con un colpo di vanga sulla testa, esattamente nello stesso punto in cui sono stati colpiti sia Vexen che Zexion.-
-Quella vanga era davvero pesante…- si ricordò Axel –Solo uno veramente forte poteva sollevarla per colpirlo in quel modo...-
-Pensi che l’assassino lo abbia ucciso perché aveva scoperto il suo complotto contro l’Organizzazione, Xemnas?-
-Altroché, Xigbar. E ora passiamo a Xion.-
Si diressero nella Sala Computer.
-Era con voi due, giusto?- domandò Xemnas, indicando Axel e Roxas.
Roxas annuì.
-Sì.-
-E tu, Demyx, no, vero?-
-No, era con noi a giocare a poker, per quanto sia strano…- rispose Xigbar.
-Approfittando del black out…- riprese il Superiore –Xion entra qui dentro, per completare il progetto di Vexen. Anzi, questo era proprio il suo ruolo: cercare delle prove per incastrarmi.-
-Prove? Che prove?- domandò Roxas.
-Le prove che avrebbero dimostrato i dubbi di Vexen nei miei confronti e su Kingdom Hearts.-
Osservarono tutti lo schermo.
-Come fai ad esserne sicuro?- domandò Xaldin, serio -E se così fosse, dove sono le informazioni che ha cercato?-
-Perdute. Forse persino cancellate da lei o l’assassino, per non destare sospetti.-
Accese il computer: le sue deduzioni erano corrette. Dei dati erano stati recentemente cancellati.
-Visto? Proprio come dicevo. I pezzi combaciano alla perfezione.-
-CHI E’ IL COLPEVOLE?- tagliarono corto gli altri.
Xemnas si fece più serio.
-Ora analizzerò con voi questi sei omicidi, uno ad uno!-

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Note finali: appuntamento all'ultimo capitolo! Mi raccomando, non mancate!

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Capitolo 10
*** Mistero Risolto! ***


Note dell'autrice: finalmente riesco a finire una storia! Alleluia! Comunque, qui vengono spiegati dettagliatamente tutti i delitti. Mi scuso se la parte finale è stata scritta in modo frettoloso, ma avrei dovuto spiegare tutta la saga e il capitolo sarebbe venuto lunghissimo... dico solo che da questa parte in poi tutto ritorna canon.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e non dimenticate di commentare (che non avete fatto) e di leggere almeno i primi capitoli di "Unbreakable Connection". Ringrazio almeno chi ha seguito la storia e chi l'ha messa tra le preferite!
P.S.: oh, beh... tanto lo sapete tutti cosa accade in 3D, vero?


 
Mistero risolto!



-Non c’è mai stato un clandestino nel castello!- dichiarò Xemnas, avvicinandosi al numero II -Xigbar, tu sapevi benissimo che Vexen era ancora vivo! Anche uno come Demyx riconoscerebbe la differenza tra una persona viva e una morta!-
-Ehi!- esclamò Demyx, offeso.
-E poi veramente credevi che avessimo bevuto la tua storia sulla tua pistola rubata? Andiamo, Xigbar! Sei l’unico in grado di usare le tue pistole. Per farci credere che qualcuno te l’avesse rubata hai solo usato i tuoi poteri dello spazio. Hai cercato di sparare a Vexen, approfittando dell’oscurità, ma lo hai mancato. Poi ci hai fatto credere che fosse morto per avere, poi, l’occasione di ucciderlo di nuovo. Ma non potevi farlo tu, o i sospetti sulla sua morte sarebbero caduti su di te. La cosa migliore da fare era, infatti, chiederlo ad uno dei tuoi allievi: Axel.-
Xigbar e Axel si guardarono l’un l’altro e risero.
-E’ assurdo!- commentò il secondo, divertito – E dove sarebbero le prove?-
Anche Xemnas sorrise, in modo strano. Si avvicinò al giovane.
-Le prove, mio caro…- mormorò, scrutando una sua tasca –Stanno tintinnando proprio qui dentro.-
Aveva tirato fuori un borsello e lo scosse un po’: dovevano esserci circa duemila munny all’interno.
L’uomo con la benda rivolse uno sguardo furioso al numero VIII e gli diede uno schiaffo sulla nuca.
-Idiota! Ti avevo detto di nasconderli!-
-E secondo te, genio, quando ho avuto il tempo di farlo?- si giustificò Axel, massaggiandosi la parte lesa.
Roxas era sconvolto come non mai da tale rivelazione.
-Axel, come hai potuto…?-
-Mi dispiace, Roxas, ma lo sai che non so mai dire di no ai munny…-
Demyx si mise a riflettere.
-E’ vero!- esclamò, indicando Axel –Era lui a non essere con noi quando abbiamo trovato Lexaeus!-
-Però erano entrambi coi noi nel corridoio quando abbiamo trovato Xion.- si ricordò Luxord –Se Lexaeus è stato ucciso in quel momento come hanno fatto?-
-Infatti io non l’ho fatto.- rispose il numero VIII
-E nemmeno io.- aggiunse Xigbar.
Xaldin aggrottò le sopracciglia.
-Beh, non vi aspetterete che vi crediamo, vero?-
Xemnas si voltò verso di lui.
-Io me l’aspettavo, invece, Xaldin…- disse, con sguardo serio –Perché sei stato tu ad uccidere Lexaeus. Voi due siete sempre stati in competizione per qualsiasi cosa, tutte competizioni che vinceva quasi sempre lui. E cosa volevi dimostrargli oggi, eh? Di essere più forte di lui piantandogli un coltello tra le scapole fino all’impugnatura? Avevi architettato tutto da molto tempo. Anzi, molti di voi, in occasione di questo giorno, avete consultato la piantina del castello. Ti sei procurato uno dei coltelli di Larxene nel cuore della notte, senza farti sentire. E approfittando delle urla di Xion sei andato in cucina e lo hai ucciso. Mentre esaminavamo il corpo di Lexaeus, hai commesso un imperdonabile errore. Hai detto che per piantare un coltello così a fondo in un corpo come quello di Lexaeus serviva una forza sovrumana e a quanto mi risulta, siete solo in due ad averla, escludendo Lexaeus, ovvero tu e Saix, quando è in stato Berserk. Ma ogni volta che Saix entra in stato Berserk è percettibile anche ad un miglio di distanza, quindi il campo si è ristretto a te, chiaro?-
Xaldin strinse i denti dalla rabbia che gli sembrava di provare.
-Dannazione, mi sono tradito…-
-E vi ricordate quando Marluxia ha accusato Luxord di aver usato i suoi poteri per uccidere sia Vexen che Lexaeus?- continuò Xemnas, avvicinandosi a Luxord –Beh, non è una teoria da scartare, perché lui è ricorso proprio ai suoi poteri per uccidere Zexion!-
Il numero X si mise a ridere.
-E quando lo avrei fatto?-
-In qualsiasi momento. Sappiamo tutti che ti basta uno schiocco di dita per fermare il tempo.-
Xigbar e Xaldin ricordarono improvvisamente del discorso di Luxord sull’effetto farfalla: effettivamente, aveva schioccato le dita.
-Brutto imbroglione ossigenato!- esclamarono entrambi.
L’uomo biondo sospirò.
-Il tuo movente è persino più infantile di Xaldin, Luxord.- rivelò il Superiore –Sei sempre stato invidioso di Zexion, soprattutto perché le sue strategie e le sue ipotesi erano più plausibili delle tue. Anche tu hai studiato la piantina del castello. Hai fermato il tempo, sei entrato nel passaggio segreto della serra, sei entrato nella biblioteca, hai preso il fermacarte e hai colpito Zexion sulla testa, così! Con la sua morte, saresti diventato tu il nuovo stratega dell’Organizzazione.-
-Stava per risolvere questo mistero molto prima di me.- dichiarò Luxord –Non potevo permetterlo. Ne andava della mia dignità.-
-E quindi la morte di Zexion e Lexaeus non ha niente a che vedere con il complotto…- notò Roxas.
-Esattamente. Proprio come la morte di Larxene.- continuò Xemnas –Dopo la nostra seconda discussione sui moventi, Demyx non torna nella sala dei videogiochi, preferendo, invece, giocare a poker. Ma sarà veramente così? Inizialmente può essere così, ma è solo un diversivo dal suo vero piano. Approfittando del fatto che tutti noi ci eravamo divisi in gruppi ed eravamo al sicuro dentro alcune stanze, hai staccato la corrente, indisturbato e senza la presenza di alcun testimone. Sapevi benissimo che Larxene sarebbe accorsa subito, per scoprire il problema che ha causato il black out. Tu ti sei nascosto nell’oscurità e hai atteso il momento giusto per strangolarla con il cavo che hai bagnato con i tuoi poteri prima di causare il black out. Eri geloso della storia che aveva con Marluxia. Sappiamo tutti che hai sempre avuto una cotta per Larxene, ma lei ti respingeva sempre, ecco perché l’hai uccisa. E se avessi avuto il tempo, avresti ucciso anche Marluxia, ma eri troppo impegnato ad abusare di lei.-
Xigbar si mise a ridere, scettico.
-Ma andiamo, Xemnas! Demyx che uccide qualcuno?! E’ impossibile! E’ già qualcosa se riesce a concludere una missione e fare un rapporto decente! Ahahahah!-
Anche Demyx si mise a ridere, ma non per accompagnare la risata del collega. Era una risata diversa dal solito, quasi malefica.
-Credici, invece…- mormorò, sorridendo in modo strano –Ho ucciso io Larxene. Oh, sì, signori… il piccolo, inetto, fifone e sciocco Demyx è un assassino. Quella stronza… mi ha spezzato il cuore. Il che è tutto dire, visto che non dovremo averlo… Ha preferito quell’effemminato a me… Dovevano pagarla… Non sapete quanto ho atteso, prima di farlo… E quando l’ho uccisa ho provato una tale gioia che nemmeno quando suono il sitar… Da viva non me l’ha mai data… almeno da morta mi sono tolto uno sfizio…-
Xaldin e Luxord scossero la testa, disgustati.
-Sei veramente un mostro…- mormorò il secondo.
-E scommetto che volevi uccidere anche Marluxia per la tua gelosia.- aggiunse Xaldin.
-Sì, è così.- fu la risposta, con tono gelido –Ma come ha detto Xemnas, ero troppo impegnato a scoparmi Larxene per farlo.-
-Infatti non sei stato tu, perché Marluxia è stato ucciso in quello stesso momento.- tagliò corto Xemnas, osservando Saix –Saix… per quello che hai fatto non so se lodarti o essere deluso. Anche tu hai approfittato del black out per girare indisturbato nel castello. Quando hai osservato quei negativi, oggi, sei venuto a conoscenza del complotto di Marluxia e Larxene contro l’Organizzazione. Hai solo dovuto attendere il momento giusto per impedire che ciò avvenisse.-
-Marluxia avrebbe compromesso tutto ciò per cui abbiamo sempre lavorato!- si giustificò Saix, prendendo un registratore –E ho anche le prove certe del suo tradimento! Voleva usare sia Naminé che il custode del Keyblade per rovesciare l’Organizzazione!-
Lo accese e la voce di Marluxia venne trasmessa:
“Non sarà facile portare il custode del Keyblade dalla nostra parte, ma usando i poteri di Naminé le cose si faranno più semplici… Sì… faremo breccia nelle debolezze del custode del Keyblade e uccideremo finalmente Xemnas, per poi governare l’Organizzazione… e Kingdom Hearts sarà mio!”
Le stesse parole che aveva detto prima di essere ucciso da Saix.
-Almeno io ho agito per l’Organizzazione e non per interessi personali!-
-Questo ti fa onore, Saix, ma non spettava a te decidere della sorte del traditore.- ribatté Xemnas.
Roxas si mise a riflettere.
-Quindi, ricapitolando, tutti questi omicidi non sono completamente riconducibili ad un complotto contro l’Organizzazione. Sono stati quasi tutti di natura personale. Ma c’è ancora una cosa che non mi è chiara: Vexen, allora, perché è stato ucciso? E Xion?-
-Perché non lo confessi tu, ragazzino?- domandò Luxord, con tono severo.
-Io? E per cosa?-
-Per l’omicidio di Xion, ovvio.-
-E cosa ti fa pensare che l’abbia uccisa io? E perché avrei dovuto farlo? La mia migliore amica?-
-Semplice. Primo, non è rimasto nessuno. Secondo, ultimamente Xion stava diventando più abile di te nel combattere con il Keyblade. Potresti averla uccisa per invidia.-
-E dove sono le prove, eh? Secondo voi questa ferita può essere infliggibile con il Keyblade?-
-Roxas ha ragione…- tagliò corto Xemnas –Infatti l’ho uccisa io.-
Tutti gli sguardi furono rivolti verso il Superiore.
-Tu?!-
Roxas serrò le labbra.
-Ah, è così, eh?- mormorò –Ma perché?-
-E’ molto semplice, Roxas…- dichiarò il Superiore, con aria fredda –E credo sia finalmente giunto il momento di mettere tutto a nudo.-
Demyx assunse uno sguardo disgustato.
-Ergh! Per cortesia, va bene che siamo tutti uomini, però evitiamo…-
Senza curarsi della risposta del ragazzo, Xemnas continuò il suo discorso.
-Vexen aveva assolutamente ragione a dubitare di me, come Marluxia a complottare contro di me. Sarebbe stata questione di poco tempo che i miei piani avrebbero vacillato. Ebbene sì, miei cari. Uccidendo Vexen, Lexaeus, Zexion, Marluxia e Larxene non ha solo risolto le vostre questioni personali, ma avete anche aiutato me. Vi sono grato di esservi sbarazzati dei miei oppositori. Mi avete tolto un sacco di problemi.-
A tale frase, Xigbar e Saix si misero accanto a Xemnas.
-Sempre pronti a servirti, capo…- disse il primo, sorridendo in modo furbo.
I presenti erano sempre più confusi.
-Perché…? Cosa significa…?- domandò Roxas.
Xemnas fece un sorriso malefico.
-Davvero vi siete bevuti la mia storia di aver creato Kingdom Hearts per rivedere una mia amica che nemmeno è esistita? O che abbia creato Kingdom Hearts per un solidale desiderio di farvi tornare umani? Allora siete davvero degli sciocchi. C’è molto di più dietro…-
Era l’ora della verità. Xemnas rivelò tutto, camminando avanti e indietro, mentre gli sguardi dei suoi sottoposti erano tutti rivolti verso di lui.
-Una parte di quello che vi ho detto, effettivamente, è vero, che ho costruito Kingdom Hearts per farvi tornare umani, ma l’Organizzazione è solo una mascheratura per il mio vero obiettivo: altro non è, invero, che una selezione per scoprire chi è degno di far parte di un progetto più grande, una volta che il nostro Kingdom Hearts verrà completato. Raccontarvi l’intero piano sarebbe solo una perdita di tempo, per questo  passerò subito al punto: conoscete la leggenda della guerra dei Keyblade? L’inizio di tutto? C’era un Keyblade particolare, anzi, più che particolare, il padre di tutti i Keyblade, il χ-Blade, la chiave per accedere al vero Kingdom Hearts. Durante la guerra si spezzò in venti frammenti, sette di luce e tredici di oscurità. Ebbene, noi dovremo essere i tredici pezzi di Oscurità. Tuttavia, tra i presenti, siamo solo in tre a dimostrarci tali, o in quattro, contando “Ansem”. Pensavo che sarebbe bastato ancora un po’ di tempo, prima di rendervi TUTTI i tredici cercatori dell’Oscurità che combatteranno contro i sette guardiani della Luce per forgiare nuovamente il χ-Blade, scatenare una nuova guerra dei Keyblade e scoprire cosa accadrà. Ma suppongo che posso fare ancora qualcosa con voi cinque, quindi il piano va avanti.
Perciò suggerisco di immolare i cadaveri come sacrificio per Kingdom Hearts e fare finta che tutto questo non sia mai successo.-
Roxas guardò un attimo fuori dal corridoio. Era ancora sconvolto da quanto gli era stato rivelato. Non poteva permettere che il sacrificio di Xion fosse stato vano.
-E poi cosa accadrà?- domandò, con aria minatoria verso Xemnas –Continuerai ad usarci per il tuo folle piano?-
Xemnas sorrise di nuovo, sicuro.
-Beh, mi sembra ovvio. E cos’altro, sennò?-
Il ragazzo biondo sfoderò il Keyblade.
-Beh, ti dirò io cosa!-
Dalla punta partì un raggio di luce fortissimo che illuminò tutta la stanza, facendo quasi accecare i presenti.
Svanì dopo pochi secondi. Il tempo adatto per Roxas di fuggire.
-Dannazione, è scappato!- ringhiò Xemnas –Trovalo, Xigbar, ma non ucciderlo! Saix, tu conduci loro verso l’Area Grigia e tienili a bada, affinché non escano!-
-Agli ordini!-
-Sì, Lord Xemnas!-
Axel stava continuando a guardare Saix in cagnesco.
Il ragazzo biondo era già sul Belvedere sul Crepuscolo, cercando una via di fuga.
Tuttavia, poco prima di raggiungere l’Area delle Vacue Melodie, dei Simili gli bloccarono la strada.
Non gli rimaneva altro che tornare indietro e cercare un’altra strada. Tuttavia, appena si voltò, un proiettile luminoso gli sfiorò un piede.
Il numero due si stava avvicinando a lui, sorridendo, camminando a testa in giù, con le pistole puntate in avanti.
Roxas si mise in posizione di combattimento, attendendo un nuovo attacco da parte del collega.
Ma Xigbar non sembrava intenzionato a combattere: tornò con i piedi per terra, continuando a sorridere come suo solito.
-Davvero ingegnoso il tuo piccolo diversivo per provare a scappare, ragazzino…- disse, con tono subdolo –Ma ora fa’ il bravo e torna a fare il tuo lavoro.-
-Non ci vengo!- fu la risposta, secca –Non puoi obbligarmi!-
Il suono delle pistole mentre venivano caricate fecero sobbalzare il ragazzo.
L’uomo ne puntò una sulla sua fronte.
-Oh, sì, che posso…- sibilò –Xemnas mi ha ordinato di non ucciderti, ma non di farti male… E tu non lo vuoi, vero? In fondo, sei l’elemento più importante del nostro piano… Quindi, ti consiglio di venire con me, senza fare storie, ragazzino.-
Roxas si sentì strano, come se qualcosa stesse pulsando continuamente dentro il suo petto. Era il suo cuore, seppur inesistente.
Avere un fucile puntato sulla fronte non lo faceva sentire a suo agio, ma non poteva cedere alla tentazione.
Era bloccato.
Xigbar di fronte a lui e i Simili dietro di lui.
Tuttavia, c’era un’altra via di fuga: le ringhiere.
Non c’era nessuno a sorvegliarle, tantomeno a bloccarlo lì.
Era una scelta azzardata quanto rischiosa, ma non ne aveva altre.
-Non vi aiuterò a completare il vostro folle piano!- esclamò, scostando la pistola di Xigbar con il Keyblade.
Senza pensarci due volte, si buttò dalla ringhiera. Sembrava quasi scomparire tra il bianco del castello.
Il numero II cercò di scovarlo, ma non lo trovò più. Dalla delusione batté un pugno sulla ringhiera.
Xemnas lo raggiunse.
-Xigbar!- esclamò –Dov’è Roxas?-
-Rrrrh…! L’ho perso!-
-L’HAI PERSO?!-
-Quell’idiota si è gettato da qui e non l’ho più trovato! Forse è morto!-
I due Nessuno si affacciarono, allarmati: nessuna traccia di Roxas. Forse era veramente deceduto durante la caduta.
Un Simile si avvicinò a loro e sussurrò qualcosa nell’orecchio di Xemnas.
-Cosa?! E’ arrivato in città?! Vivo?!- si stupì l’uomo e il Simile annuì.
Infatti, dall’Altare del Niente, Xemnas e Xigbar riuscirono a vedere Roxas mentre correva verso il Grattacielo della Memoria, inseguito dai Simili, alcuni eliminati da lui.
Il numero II unì le sue pistole e mirò verso il ragazzo, pronto a premere il grilletto.
Xemnas scostò il fucile, come segno di dissenso.
-No, Xigbar…-
-Ma, Xemnas…!- protestò l’uomo con la benda –Potrebbe rivelare i nostri piani a qualcuno!-
-Lascialo fare…- proseguì il numero I, con tono calmo –Percepisco che sta tornando da Sora. Abbiamo perso sia Roxas che Xion, ma il piano non andrà in frantumi. Vorrà dire che ci serviremo dell’Eroe del Keyblade. Non importa se Sora scoprirà il nostro vero intento, lui non farà a meno di usare il Keyblade per proteggere le persone, i mondi, dagli Heartless. In un modo o nell’altro, Kingdom Hearts verrà completato e il piano del Maestro proseguirà senza intoppi.-
Xigbar sorrise in modo malvagio.
-Come direbbe Luxord: “La partita continua”…-
 
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̴Gli eventi descritti fin qui sono diversi da quanto è accaduto veramente, ma quanto successe restò invariato alla storia vera: Roxas riuscì a fondersi con Sora, con l’ausilio di Riku, di Ansem e di Naminé, accompagnando, poi, il suo vero “io” nelle sue nuove avventure, liberando i cuori intrappolati nel Kingdom Hearts di Xemnas e viaggiando nel mondo dei sogni; presto avrebbe assistito Sora anche nella battaglia con Master Xehanort, il vero architetto della nuova Guerra dei Keyblade.  ̴

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