Di nuovo primavera a Konoha

di Heart_break
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


Polvere, nuvole di polvere, solo polvere ovunque. Naruto puntò lo sguardo verso l'ombra di fronte a sé, man mano che si scopriva la figura di una persona altrettanto stanca e soddisfatta come lui: era Sasuke.
Dopo tanti anni di lontananza i due si guardavano come avevano sempre fatto al termine di una missione: stanchi sì, ma altrettanto compiaciuti di aver concluso bene il proprio dovere. 
Hagoromo si trovava con i demoni per annunciare loro che erano liberi, sebbene stesse scomparendo mentre parlava: ormai aveva trovato la pace eterna. 
“Naruto!” disse Sakura avvicinandosi a lui e poi anche lei guardando verso la stessa direzione dello sguardo del suo compagno di squadra, colma di lacrime per la felicità proferì “Sasuke... è finita”. Si passò una mano sul viso, ma la voglia di piangere era più forte così si lasciò andare e ne approfittò per piangere anche quello che avrebbe pianto, ma che trattenne, durante quella folle guerra. 
“Ottimo lavoro team sette ...” anche Kakashi stava avvicinandosi alla squadra quando Sasuke da ombra tra la polvere si trasformò in un lampo e in un attimo stese l'allieva di Tsunade. L'adagiò a terra. Prima di ferirla con un colpo che sembrava letale, le bisbigliò qualcosa all'orecchio, infine rivolto verso Naruto esclamò che avrebbe preso il controllo di tutti i Cercoteri per dominare il mondo.
“Ma cosa stai dicendo?! Sei impazzito?!” 
“Se pensi che sia un folle allora fermami”
“Cosa pensi di ottenere così!? Abbiamo appena salvato il nostro mondo!” 
“Questo mondo non avrà mai pace finché non verrà segnata una fine a tutto!” 
“Non so cos'hai in mente ... però sappi che difenderò tutti quanti come ho fatto fin'ora e ti riporterò a casa, hai capito?!” 
Kakashi non riusciva a seguire il discorso di Sasuke, gli sembrava che qualcosa non quadrasse, ma la sua priorità in quel momento era Sakura così si apprestò a darle i primi soccorsi mentre i due suoi migliori allievi condividevano almeno il pensiero di allontanarsi da lì. 
La forza portante di Konoha e l'ultimo degli Uchiha: una nuova battaglia che avrebbe deciso le sorti del pianeta si era presentata di nuovo senza lasciar spazio per riposare e di nuovo senza poter gioire per una fine che si faceva sempre più lontana. 
Arrivati dove il destino li aveva separati, Naruto e Sasuke, rispettivamente sulle teste grige del primo Hokage e di Madara, si scrutarono ben bene come fanno due esperti di duelli prima di iniziare a lottare. 
Cominciarono con dei kunai e lotta ravvicinata anche se il loro livello andava molto oltre: pugni, calci, suoni metallici. Naruto usa la tecnica della moltiplicazione, le copie attaccano Sasuke che risponde col fuoco balzando all'indietro; una delle copie lo afferra a mezz'aria, ma viene atterrata da una gomitata e con un pugno spazzata via. Il moro tocca il suolo, ma non fa in tempo a fermarsi che viene attaccato da sotto terra, un kunai lo ferisce alla testa di striscio. Nello stesso istante il clone sbucato dal sottosuolo si fa colpire in pieno petto, dal fumo, però, appare l'originale che sferra un pugno a Sasuke dritto sulla guancia mentre quest'ultimo lo ripaga sull'occhio.
Si fermarono studiandosi con gli occhi fissi l'uno sull'altro, Sasuke attivò il susanoo allora Naruto “Hai intenzione di fare sul serio dunque?” e l'altro “Se continui così non mi ucciderai mai”.
“Infatti! Non voglio ucciderti, per favore rifletti su quello che stai facendo...” 
“Se non lo farai tu, ci penserò io”
“Cosa vorresti di...” Naruto non fece in tempo a  finire di parlare che l'Uchiha sferrò un attacco, al quale il biondo contrattaccò in modalità eremitica delle sei vie e poi continuarono a evitarsi e colpirsi fino allo stremo. 
Dopo un po' sul campo di battaglia si sentivano solo respiri affannosi che portavano ancora il peso degli scontri precedenti e il suono dell'acqua che scorreva e rispecchiava lo scontro, l'aria invece immobile come se da anni il tempo si fosse soffermato sulla stessa diatriba che nessuno concludeva. La lotta continuava come un rito lento.
Ormai a entrambi rimanevano poche gocce di chakra. Forse era giunto il momento di dire la verità, pensava Sasuke; interruppe lo scontro e si distanziò non troppo dall'avversario poi iniziò a prendere parola “Sai Naruto, non ho mai pensato che tu fossi un debole e non lo penso tutt'ora e proprio in questo momento ho bisogno che usi tutta la tua forza contro di me” Naruto non capiva cosa stesse accadendo, ma le parole continuavano “Durante l'ultimo scontro contro Kaguya, sono rimasto intrappolato nel suo mondo, come sai, ma ciò che non sai è che lei approfittando di un mio momento di debolezza mi ha marchiato con un sigillo indelebile...”
“Momento di debolezza? In che senso?” 
Sasuke cominciò a raccontare quello che era successo: una volta rimasto solo nel mondo del nemico, iniziò una battaglia contro delle illusioni che non erano del tutto tali (infatti potevano ferire), grazie al rinnegan era riuscito a tener loro testa. Sfortunatamente però, colto di sorpresa, venne intrappolato da Zetsu che con una tecnica superiore si sigillò in parte dentro di lui. Con questa mossa era stabilito che dopo qualche tempo Zetsu sarebbe rinato usando il corpo di Sasuke come mero involucro.Si trattò di una precauzione del nemico che però si stava rivelando più che azzeccata date le circostanze.
“Non c'è un modo migliore per eliminarlo che sfidarci?” 
“No, ci ho già provato: non posso eliminarlo da solo perché si difende con una tecnica irremovibile anche per i miei occhi, non posso nemmeno esaurire inutilmente il mio chakra perché se ne accorge e mi impedisce di sprecarlo, però se sono in pericolo e di conseguenza anche lui, abbassa le difese e si indebolisce. Me ne sono accorto combattendo. Speravo sarebbe scomparso a scontro vinto ma non è successo. In poche parole potrà sparire completamente solo se io ...” 
“Ma ...” rispose frettolosamente Naruto, non voleva sentire certe parole, eppure non seppe aggiungere altro.
“Farla finita da solo non mi è possibile come hai capito, ogni tentativo resta vano”
“E se aspettassimo, lo diremo agli altri, qualche ninja sarà in grado di spezzare questo sigillo, no?”
“Non credo e non abbiamo tutto questo tempo ... Naruto, se ci tieni davvero a questo mondo dovrai essere forte!” 
Sasuke stava caricando il chidori con la forza che gli rimaneva ancora in corpo, del sangue gli cadeva dalla fronte e si mescolava con il sudore e lo sporco. Naruto, invece, ancora sconvolto da ciò che aveva sentito non si dava pace, voleva pensare a una soluzione migliore, ma la fretta di Sasuke lo confondeva, tutta la faccenda in realtà lo stava facendo uscire fuori di testa ... in un attimo vide scorrere tutti i momenti passati col suo (considerato sempre e comunque) compagno di squadra, per poi sfogare i propri sentimenti “Io non posso” le lacrime volevano uscire, ma riusciva a trattenerle “non posso! Ti prego chiedilo a qualcun altro, ti devo riportare a Konoha ... io ... cosa dirò a Sakura!?” 
Sasuke smise di caricare il suo attacco e si rilassò per un momento.
“Credo che quelli con Sakura siano problemi miei.” un sospiro “Comunque, avrei voluto dirtelo da quando ho incontrato mio fratello l'ultima volta: sappi che mi considero già tornato indietro, anzi a dirla tutta non me ne sono mai andato dal mio villaggio. Finché tu, Sakura, il maestro Kakashi e tutti gli altri mi avete portato nel cuore io non me ne sono mai andato. In questo viaggio ho capito che non sono mai stato via  di casa, però ... se non sarò sconfitto in questo momento me ne andrò con molti rimpianti, testa quadra sei l'unico che può tenermi testa, se non superarmi”. 
“Io che voglio riportarti indietro e non ho mai avuto l'intenzione di ucciderti” un respiro affannoso e il discorso continuava “e ... e se non fossi all'altezza?!” 
“Se si presenterà uno scenario simile, ci penseremo” 
“Ci sarà un altro modo!” 
“Naruto, Sasuke ha ragione non ci sono altre possibilità” “Kurama...” “però se riuscirai a spezzare il sigillo, forse qualcosa potrò fare”
Ritornato alla realtà, affranto e allo stesso tempo orgoglioso del proprio amico, la forza portante rispose alla sfida che gli sembrava in assoluto la più dura della propria vita, ma cosa poteva fare? 
Aveva capito che il suo avversario gli stava chiedendo di sacrificarsi perché sarebbe stato più sicuro oltre che rispettoso così, piuttosto di perire inutilmente per dar vita a un mostro e mettendo ancora a rischio tutti. Non c'era via di scampo, Sasuke doveva essere eliminato. Questa era la più dura di tutte le verità.
“Se sei così determinato a sacrificarti per un nuovo mondo regnato dalla pace e per le persone che lo abiteranno allora lascia che ti restituisca una cosa...” Naruto portò il braccio sinistro nella tasca dei pantaloni corrispondente e ne trasse il copri-fronte del Villaggio della Foglia (proprio quello di Sasuke!) “sapevo che ti saresti fatto vedere se ce n'era bisogno così l'ho portato con me e speravo di trovare il momento giusto per restituirtelo, ma non avrei mai immaginato che fosse questo” glielo passò e questi lo prese al volo, dopo averlo guardato per un istante lo indossò legandolo ben stretto sulla testa. Sembrò quasi sorridere, ma la sua espressione era quella di una persona che constatava la testardaggine di un vecchio conoscente “Perfetto! Cominciamo o meglio, vediamo di finire questa guerra!” 
Sia Naruto sia Sasuke erano molto stanchi, ma sapevano che questa volta dovevano dare se stessi: uno doveva superare l'altro per infliggergli il colpo di grazia, l'altro doveva esaurire tutta la propria forza vitale, sperando di essere battuto contemporaneamente. 

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Capitolo 2
*** Parte II ***


Il cielo era ancora grigio, il sole c'era, si sentiva, ma stava ancora nascosto dietro le nuvole. L'eroe biondo caricava un rasengan, l'eroe moro un chidori. Entrambi dovevano metterci tutte le energie rimaste. Da questo scontro dipendevano le sorti del pianeta.
Nel frattempo poco più distante dal luogo della battaglia, Sakura prontamente medicata in prima battuta da Kakashi, veniva soccorsa da Ino che ivi era sopraggiunta. 
“Grazie di tutto” continuavano a rimbombarle le ultime parole di Sasuke in testa. Dopo essersi ripresa, anche se stordita, la rosa si iniziò a guardare attorno “Dov'è Sasuke? E Naruto?” Fu Ino a risponderle per prima “Come ti senti?” 
“... Ino dove sono Naruto e Sasuke?” 
Il maestro Kakashi che si era accovacciato vicino all'allieva alzò la testa in una direzione precisa e rispose a Sakura “Non molto distanti da qui, se te la senti ...” 
“Dobbiamo raggiungerli al più presto” la ragazza un po' barcollando cercò di alzarsi aggrappandosi sulle spalle di chi l'aveva appena curata finché riuscì a mettersi in piedi “Aspetta! non sei ancora nel pieno delle forze.”
Anche Hinata, intanto, era sopraggiunta insieme ai propri compagni di squadra. Poi Shikamaru, Choji, Rock lee, Ten Ten, uno a uno tutti i ninja del Villaggio della Foglia e non si avvicinarono a quel piccolo raduno. 
Kakashi prese a dare le prime spiegazioni ai presenti; Sakura, invece, in preda all'agitazione si diresse verso quei due che le sembravano perdere chakra ogni istante che passava “Cosa staranno combinando?!” 
Ino per seguire l'amica ancora non ripresa e Hinata per istinto la seguirono con un breve ritardo. Nell'improvvisato punto di ritrovo tra i ninja feriti c'era chi ascoltava attentamente Kakashi e chi guardava le tre ragazze andare via di corsa. 
Queste ultime arrivarono da Naruto e Sasuke mentre stavano per attaccarsi: Sakura guardava agghiacciata la scena come se fosse un dejavù. Li aveva già visti così ed era quasi riuscita a intervenire all'epoca, ma a fermarli era stato l'arrivo repentino ed efficace del maestro. 
In quel momento, invece, non vi fu nessun intervento. I due, da destra e da sinistra di fronte alle ragazze, come macchie gialla e viola si avvicinarono fino a scontrarsi. 
Un boato seguito da un lampo di luce accecante. Ino, Hinata e Sakura arretrarono per l'energia sprigionata da tale scontro. Dopo di che solo silenzio. 
“Naruto, svegliati!” la Hyuga inginocchiata vicino al ragazzo, lo chiamava ripetutamente finché la voce flebile di questo si fece sentire “Hi-hinata...”. Il biondo era a terra completamente stremato si voltò piano piano e cominciò a volersi alzare per vedere la scena che aveva di fianco. Hinata cercò timidamente di aiutarlo; Ino lo aveva curato quanto poté, anche lei era sfinita. 
Vicino a loro stava sviluppandosi una scena assai più drammatica che aveva colto l'attenzione di tutti (erano, infatti, nel frattempo arrivati nel luogo dell'esplosione tutti i ninja che si riuscivano a tenere in piedi): Sakura, seppure priva di chakra, cercava di rianimare Sasuke inutilmente, facendo pesare a tutti la propria impotenza di fronte al destino, fino a che il ragazzo sollevò un braccio per appoggiare la mano sul suo volto “S-Sakura ...” qualche colpo di tosse “ti spiegherò tutto.”
“Non sprecare fiato” rispose lei afferrando quella mano; nel frattempo Sasuke aprì leggermente un occhio e guardò dritto in quelli della ragazza. In un attimo i due si trovarono da soli, in piedi, uno difronte all'altra. Il ragazzo le spiegò cosa era accaduto non potendo che far piombare lei nella tristezza: la rosa si buttò d'istinto sul petto di lui stringendolo più che poteva, ma questi non ricambiò, continuò a parlare “Grazie per avermi voluto bene nonostante tutto... e mi dispiace di non aver mai ricambiato. Non pensavo che anch'io avrei potuto avere il privilegio di essere amato come lo sono stati i miei genitori: questo andava contro i miei piani così me ne sono sempre allontanato. Se quella sera avessi scelto un'altra strada probabilmente le cose sarebbero state diverse ora, però ho preso altre decisioni e adesso sono qui per chiederti scusa e ringraziarti ancora. Col tempo forse avrei imparato ad apprezzare quel sentimento che spinge le persone a voler creare una famiglia... ” le poggiò una mano sulla testa. Sakura iniziò a piangere stringendolo sempre di più finché lui non le scomparve tra le braccia. In un battito di ciglia ce l'aveva davanti a sé a terra, disteso. Allentò la presa dalla sua mano che in quello stesso momento scivolò di peso via dal suo volto. E mentre tutti assistettero alla scena in mesto silenzio, al massimo piangendo, si sentì un urlo partite dalla stessa Sakura invocare disperatamente quel nome “SASUKE!” che subito dopo si accasciò sul quel corpo ormai freddo. 
Un raggio di sole si fece strada tra le nuvole accarezzando la chioma bionda di Naruto che a occhi chiusi singhiozzava come un bambino, dopo aver afferrato e stretto quanto riuscì la mano di Hinata che, invece, rimase in silenzio mostrandosi per lui più forte di quella scena così atroce da aver paralizzato tutti i presenti.
Qualche istante dopo, il corpo di Sasuke improvvisamente venne avvolto da una luce arancione e viola che lo fece sparire nuovamente dalle braccia di Sakura, evaporando poi sopra la sua testa e lasciando a terra solo vestiti e accessori. In un attimo la luce si riunì in quell'unico punto e diventò una sfera semitrasparente dentro la quale si intravedeva il corpicino di un essere umano. 
Il biondo su invito di Hinata sollevò la testa e benché un occhio oltre a causa delle lacrime facesse fatica ad aprirsi perché nero, riuscì a vedere meravigliato quello che stava accadendo.
“Questo è il massimo che sono riuscito a fare grazie all'aiuto dell'eremita della trasmigrazione” “Cosa esattamente?” “Diciamo che ... tolto un sigillo qui, trovato un embrione da resuscitare là e un corpo qua... ecco insomma, si tratta della reincarnazione di Sasuke” “Cosa? Non stai scherzando volpe?!” “Mai stato più serio!”
Naruto guardò difronte a sé: il maestro Kakashi si avvicinava e gli diceva qualcosa, ma tutto gli divenne buio anche le parole. 

*** 

Esattamente quattro anni dopo a Konoha era tempo di festa; il villaggio era ormai riassestato e tutti si preparavano a festeggiare l'anniversario della fine della guerra al quale si aggiungeva la conclusa riparazione dei danni dall'attacco di Pain. 
Era tarda mattinata e una ragazza camminava tra la poca folla e i preparativi ancora in corso, tenendo per mano un bambino che indossava un grazioso kimono verde-acqua. Sentitasi chiamare per nome si voltò in cerca di chi la voleva. 
“Ehi Sakura! Oh ma c'è anche Sasuke, allora come va?” 
“Naruto anche te qui a quest'ora? ... stavo portando il piccolo a vedere le bancarelle adesso perché ho paura che stasera si addormenti mentre giriamo.”
“Hai poca fiducia nelle sue capacità” il ragazzo si mise di fronte al bambino “non è vero?” e questo guardandolo con uno sguardo dolce e timido gli rispose con un cenno della testa. 
“Visto? Mi da ragione proprio lui! Comunque” Naruto fece improvvisamente un'espressione più seria, si sgranchì la voce “ascolta Sakura, devo dirti una cosa, però prima ...” 
“Eccomi!” a loro si unì Hinata che si affiancò al marito afferrandolo per un braccio - la ragazza era riuscita dopo il recente attacco della luna a realizzare il suo desiderio più grande - facendolo arrossire un po'.
“Ti stavo giusto aspettando” asserì il biondo, grattandosi lievemente la nuca con la mano libera.
“Capisco, allora glielo diciamo...” continuò la mora guardando schiva a terra, dopo di che Naruto sgranchì nuovamente la voce, mentre Sakura osservava la scena confusa.
“E-ecco...”gli indici del ragazzo si congiungevano pian piano “io e Hinata aspettiamo un bambino e quindi...” i neo sposini divennero paonazzi, ma la rosa con fermezza per non farli imbarazzare ulteriormente esclamò a gran voce “Davvero?! Ma questa è una notizia stupenda! Se volete mi assicurerò io di assisterti, Hinata” 
“Grazie, era quello che volevamo chiederti” la Hyuga rispose come sollevata.
“Naruto, ma insomma sei l'eroe del villaggio e ti imbarazzi di fronte a queste cose?!”
Tutti si misero a ridere, persino il piccolo Sasuke che si fece condizionare dall'atmosfera scherzosa creatasi.
Dopo essersi scambiati un po' di chiacchiere sulla notizia che presto sarebbe stata nota all'intero villaggio, i quattro si separarono dandosi le spalle: Sakura si incamminava con il bambino verso la festa mentre la coppia procedeva in direzione del cimitero. 
Appena arrivati a destinazione questi ultimi videro di sfuggita una ragazza dai capelli vermigli  allontanarsi dalla tomba dedicata a Sasuke, mano nella mano con un ragazzo da un casco di capelli argentei, più avanti li aspettava un'altra persona irriconoscibile per la lontananza. Naruto però,  aveva riconosciuto tutti e tre così rimase a guardare la scena con rispetto, poi insieme a Hinata si inginocchiò per spendere una preghiera davanti alla lapide di Neji.
Quando finirono lei gli chiese “Se vuoi andare avanti ... io gli cambio i fiori” 
“D'accordo” le rispose mentre l'aiutava a rialzarsi.
Il nostro eroe andò proprio lì, da dove se n'erano andati gli ex membri rimasti dell'akatsuki, e si sedette a terra con le gambe incrociate. In quella tomba non c'era nessuno in realtà, ma per tutti era il luogo in cui riposava il Sasuke sacrificatosi per salvare Konoha e il mondo.
“Stai crescendo davvero bene, Sakura è la migliore madre che ti potesse capitare anche se è un po' severa ...”
Mentre Naruto parlava del più e del meno guardato fieramente dalla propria sposina, una brezza soffiava e faceva volare i fiori di ciliegio ovunque vi fosse un albero in fiore: alcuni più bassi caddero nelle vie della cittadina, altri arrivarono in alto e accarezzarono il volto di Kakashi appena scolpito sulla parete dei kage. 
Secoli più tardi si narrava la leggenda dell'hokage arancione che in gioventù aveva salvato la terra da una fine sicura e che durante il suo mandato aveva mantenuto la pace e l'armonia grazie alla fratellanza concordata con tutti i Paesi. 

Un boato seguito da un lampo di luce accecante: Naruto e Sasuke erano uno di fronte all'altro nel nulla.
“Se avessi la possibilità di tornare indietro, lo farei. Non mi pento delle scelte che ho fatto perché sono sempre stato coerente con me stesso, però sono sempre stato guidato dall'odio e dal desiderio di vendetta, mentre tu sei sempre stato guidato da dei sentimenti più puri... un po' ti invidio sai?”
“Dovrei essere io a invidiarti: sei ora qui pronto a salvarci tutti sacrificandoti e io sono quello che esita!”
“Naruto, grazie a te ho imparato cosa significa essere un vero ninja. Non è colpa tua se le cose sono finite così. In questo momento sei solo responsabile di portare avanti tutti i valori che mi hai voluto trasmettere e io ho sempre ignorato, mostrami ancora una volta cosa significa essere uno shinobi.”
“Sono fiero di averti incontrato, Sasuke, lo sai.”
“E' stato un piacere anche per me”

Il biondo sorrise mostrando tutti i denti cercando quasi di trattenere con quella smorfia le lacrime; l'altro, invece, dapprima abbozzò una smorfia che divenne subito un sorriso dolce e sincero. Erano abbastanza vicini così unirono le dita come avevano fatto da bambini, avvolti dalla luce che li circondava per poi sparire lentamente con essa.
FINE





Nota dell'autrice: ho scritto questa storia da un po', l'ho letta e riletta e correggendola di continuo ho paura di aver fatto un disastro, ma non avevo voglia di riscriverla da capo così questo di sopra è il risultato. Come ho accennato sull'anteprima si tratta di una storia che mi è venuta in mente perchè non accettavo la perenne follia di Sasuke, ma dopo aver letto il seguito dell'originale fino alla fine (che ho amato come tutto il resto nel bene o nel male... quanto mi mancano tutti i personaggi T.T) si capiscono meglio molte scelte.
Ho in mente di scrivere un seguito sulla vita di Sakura, una sorta di ova per allungare il brodo: ho già una bella idea in mente però, se ne parlerà per quando avrò un po' di tempo in più per scriverla; per quanto riguarda la NaruHina basatevi sul film Naruto- the last (e se non l'avete già visto guardatelo a prescindere dalla mia storiella!). 
Spero di non avervi fatto sprecare del tempo ... ma mi vorrete bene ugualmente. 
Alla prossima. 

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