Hero

di Angel TR
(/viewuser.php?uid=53227)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1^Memory ***
Capitolo 3: *** 2^Memory ***
Capitolo 4: *** 3^Memory ***
Capitolo 5: *** 4^Memory ***
Capitolo 6: *** 5^Memory ***
Capitolo 7: *** 6^Memory ***
Capitolo 8: *** 7^ Memory ***
Capitolo 9: *** Present ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


HERO



Now would you die for the one you love?
Hold me in your arms, tonight.

I can be your hero, baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away
Enrique Iglesias - Hero


Lee Chaolan.
Doveva molto a quell'uomo.

Lars Alexandersson si strinse, come a rassicurarsi. Andrà tutto bene. Alisa é forte. Io sono forte.

Un flash.
Alisa che si girava verso di lui, gli occhi assenti, le braccia tese, le gambe slanciate sollevate, le ali robotiche spalancate.
Pronta.
Pronta ad ucciderlo.

Programmata per ucciderlo.
Lars soffocò un singulto.
Eppure...eppure si era rifiutata.
Si era scusata. Sul suo visino da bambola si era dipinta una smorfia di dolore e di rammarico.
Quel ricordo era una spina nel cuore di Lars. Si appoggiò con la schiena al muro, sfatto.

Nessuno gli aveva detto che amare sarebbe stato così doloroso.


Angolo Autrice
Yeaaaah! Finalmente la mia coppia preferita!*-----*
Secoli che volevo scrivere qualcosa su di loro che fosse più di una one-shot.
Ora, direte voi: che noia, mo hai finito di pubblicare l'ultimo capitolo di How To e bla bla...sisi, giusto xD ma ho ste fic in Office da un secolo. Mi scoccia tenerle.
Non trovate perfetto il ritornello di Enriquito???*,* Sdolcinato al massimo.
uahuah a dopodomani!!!!*-*
Il vostro incubo (Rambo!),
Angel<3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1^Memory ***


1^Memory

Un visino di porcellana, due grandi occhioni e un nasino all'insù, tutto contornato da folte ciocche rosa.
Fu la prima cosa che l'uomo vide appena aprì gli occhi.

Chi era quella ragazza?

Come se avesse intuito i suoi pensieri, ella gli tese la mano e gli scoccó un'occhiata preoccupata. :-Tutto bene? In cosa posso esserti utile?- poi sorrise :- Io sono Alisa.- si presentò .
L'uomo si raddrizzò a sedere ma subito si bloccò. Dio, che dolore....
Forti scariche gli percuotevano il cervello, si sentiva massacrare. Una fitta acuta gli percorse la schiena.
:-Ah...ciao, Alisa, sei molto gentile. Sinceramente? Vorrei tanto ricambiare ma...- si fermò, sorpreso.

Le sue mani -quelle erano le sue mani, giusto?- erano inguainate in guanti rossi da militare. Gli sembravano familiari.
Perché?
No. Si accorse di star correndo.

Aveva dimenticato una cosa importantissima.

L'uomo aprì la bocca, scioccato.

Come aveva potuto...? Com'era possibile...? Scavò a fondo nella sua memoria.
Il suo nome.
Come si chiamava? L'uomo si sforzò di ricordarselo, una mano alla tempia come se potesse scavare nella memoria.

:-Mio Dio...ecco, vorrei tanto presentarmi ma non ricordo come mi chiamo.- sbottò, finalmente. Rivolse alla ragazza che gli stava di fronte uno sguardo smarrito.

E lei sembrava così tranquilla, una di quelle assistenti di volo che, durante una turbolenza, ti sorridono rasserenanti e ti mettono una mano sulla spalla :-Signore, va tutto bene. É solo un po'di vento.-

Alisa gli prese le mani tra le sue. L'uomo boccheggiò. Cosa...

:-Devi aver sbattuto la testa, per questo hai temporaneamente perso la memoria. Amnesia. Però...- sollevò una targhetta di metallo tenendola stretta tra indice e pollice nei guanti bianchi da principessa.
Il suo sorriso lo abbagliò. Come fa ad avere dei denti così bianchi e piccoli? :-Posso procurarti ciò che ti occorre. Questa era accanto a te.-

Gli porse la targhetta.

L'uomo strinse gli occhi. Anche questa gli era familiare, molto familiare, e scatenò delle sensazioni...l'orgoglio che aveva provato quando l'aveva ricevuta, la gioia negli occhi dei suoi colleghi, la stima, il peso dolce delle responsabilità...

"Generale Lars Alexandersson."

Sí, sí, sono io. Riabbracciò la sua identità come una calda trapunta.
Sollevò gli occhi colmi di gratitudine verso Alisa. :-Grazie, Alisa.- poi sorrise, timido ma felice, e le tese la mano :-Piacere, Lars.-

Angolo Autrice
P.s. Tougue trova la targhetta e Lars ricorda tutto solo quando vede Heihachi. Ma la tentazione era troppo forte! XD
Non erano pucciosi?!?! Che amorini.
Un bacio volante
Angel

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2^Memory ***


2^Memory

Lars imboccò la curva con dolcezza, scalando la marcia del nuovo regalino di Lili Rochefort. Una macchina nuova di zecca, il motore che ruggiva come un leone alfa.
Alisa ,al suo fianco, guardava fuori dal finestrino.
Sembrava così serena nonostante tutto quello che stava succedendo, nonostante il massacro che si perpetuava davanti ai suoi innocenti occhi verde smeraldo.

Nonostante il cuore di Lars stesse per esplodere, al suo fianco.

Le mani intrecciate sul grembo, Alisa era il ritratto della dolcezza.
Lars si sorprese ad osservarla, gli occhi nero liquirizia che memorizzavano avidi ogni suo particolare.

Voleva difenderla.

Odiava vederla combattere per aiutarlo, come se lui non fosse forte abbastanza per entrambi.

Lars si sentiva forte abbastanza per entrambi.
Lei si rendeva sempre così utile, era così intelligente, così arguta. Dio, quante cose che sapeva! Lo faceva sentire un ignorantello, sebbene Lars non se l'era cavata niente male ai tempi in cui era uno studente.

Si completavano perfettamente, si sorprese a pensare.

Poi la macchina si spense con un singulto e Lars ritornò alla realtà.
Alisa si voltò di scatto, un sorriso sulle labbra rosa :-Credo che il dosso artificiale abbia svolto il suo lavoro in maniera efficiente.-


Angolo Autrice
Aaaah quando Lilina regala l'auto a Laaaarsss! Insomma, chi di noi non ha fantasticato su qualche frenata a cavolo di Lars perché troppo impegnato ad osservare Alisa??*-*
Adoro!
Abbracci, Angel!<3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3^Memory ***


3^Memory

:-Alisa!- Lars le fu addosso in un momento, facendole scudo con il suo corpo.
:-Alisa!- questa volta, un sussurro.

Aveva temuto sul serio che quegli uomini potessero farle del male. Se fosse successo qualcosa... non se lo sarebbe perdonato.

Lei inchiodò i suoi dolci occhioni spalancati ai suoi, le mani ,nei guanti oramai non più candidi, sulle spalle muscolose.

Lars restò interdetto. No. No. Non doveva distrarsi.
:-Grazie! Sei stato molto gentile, Lars.- cinguettó Alisa.

Lars adorava il modo in cui la lingua della ragazza scivolava sul suo nome. Lo faceva sembrare così...giovane, innocente, in un modo che lui non poteva essere lí.

Avevano una missione da compiere.

Alisa gli rivolse un timido sorriso, le dita si strinsero sulle sue spalle, saggiandone la consistenza da sotto il tessuto duro.
Un forte rossore colorì le guance dell'uomo.
Come poteva fargli quell'effetto? Come poteva metterlo fuori gioco senza nemmeno alzare un dito?

:-A...abbiamo una missione.- riuscì a proferire Lars.
Si armó di coraggio, afferrò Alisa per la vita e la sollevò, scostandola da sé nella maniera più gentile possibile. :-Andiamo via da questo posto terribile!-
Alisa sembrò triste. Allora Lars, senza pensarci un secondo, le afferrò la mano.

Che non si sentisse rifiutata mai più.


Angolo Autrice
Sweeeeetie Larssss
Basta. Lasciatemi al mio sognar un ending decente con matrimoni e cuoricini. *>*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4^Memory ***


4^Memory

:-Il proprietario di un ristorante di chanko si trova in quel dojo lá in fondo. Non é da sottovalutare.- Alisa sollevò lo sguardo limpido su di lui.

:-Perfetto! Andiamo a mangiare.-

Alisa scosse la testa, sconvolta. :-No! Mi hai fraintesa. Il proprietario é un fortissimo lottatore di sumo. É il nono yok...- bla bla bla.
Un treno in corsa.

:-Alisa! Se vuoi andare a mangiare, andiamo! Offro io. Hai l'aria di aver bisogno di un bel piatto.- Lars le scoccó un'occhiata preoccupata:- Magari due.-

Alisa paró le mani davanti. :-No, no, Lars!- ma la scintilla eccitata nei suoi occhi e il sorriso che si andava formando -una mezza smorfia visto che Alisa cercava di fermarlo- la tradivano.
Sembrava contenta.

Istintivamente, Lars si chiese se fosse mai andata in un ristorante. Le rivolse un sorriso.
Era ora che si prendessero una pausa.
:-Andiamo, dai. Hai bisogno di energie. Posso suggerirti il menù, Alisa?-

Il modo in cui si portò le mani al cuore ed annuí, entusiasta e affascinata morbosamente, gli confermò che aveva fatto la scelta giusta.

Bhe, non era mai stato un granché con le donne ma, con quell'esile ragazza,tutto sembrava facile.


Angolo Autrice
Se scegliete Alisa al posto di Lars, nello stage di Ganryu, Lars la inviterà a mangiare xD ve lo giuro. Ma Alisa rifiuta alla fine...uffaaaaaa io volevo il minigame "Gara a chi finisce prima il sushi" e.e
Un uomo normale nel Tekken esiste.
Spariamo le botte!!!*---*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5^Memory ***


5^Memory

L'antico borgo cinese era una gioia per gli occhi appannati dalle luci sfavillanti e dal cemento delle metropoli .
Con quelle lanterne di carta che emanavano una soffusa luce rossa, Lars si sentiva più a casa e più al sicuro, in qualche modo.

. Il maestro Wang lo scrutava attentamente in volto. :-Quello sguardo...mi ricorda di un uomo che conoscevo.- disse. Gli occhi a mandorla cerchiati da profonde rughe si offuscarono, distanti.

Lars sobbalzò. Un uomo...

Il vecchio si alzò lentamente e con difficoltà. Lars fu tentato di porgli la mano ma credette che potesse essere frainteso.
Una volta che si fu raddrizzato, maestro Wang incrociò le mani dietro la schiena e chiese calmo :-Allora...cosa mi dici di quella ragazza?-

Ancora una volta, Lars sobbalzò. Si passò una mano tra la zazzera bionda. :-Alisa?- chiese, incuriosito.
Si girarono entrambi ad osservarla. :-É pericolosa.- commentò Wang.

Lars inarcò un sopracciglio. Alisa, pericolosa? Bhe...combatteva straordinariamente. Mah...insomma...

Stava ammirando le lanterne, curiosa come al solito. Le sfiorò delicatamente con le dita, come se avesse paura di romperle, una carezza, lo sguardo meravigliato.
Lars ebbe un fremito.
Come sentendo i loro occhi su di lei, la ragazza si voltò. S'illuminò in volto quando incrociò lo sguardo di Lars. Sollevò una mano affusolata e l'agitó, un largo sorriso sulle labbra.

No, non poteva essere pericolosa.
Era troppo ingenua.
:-No.- disse a Wang. :-Alisa é buona.- decretò :- Ma la terró d'occhio.- aggiunse, per far piacere all'anziano signore.

Quando salirono in macchina, Lars si soffermò a riflettere. Come al solito, Alisa era intenta ad osservare il panorama fuori dal finestrino.
Qualcuno che guardava fuori dal finestrino non poteva essere pericoloso, no? Lars scosse la testa. Stava perdendo colpi se iniziava a fidarsi così facilmente.

Il telefono squillò e lui si affrettò a rispondere, contorcendosi sul sedile per recuperare l'aggeggio. Solo appena staccó la telefonata, Alisa intervenne :-Chi era? Dove andiamo?- chiese, sempre così calma.

Una così calma non poteva essere pericolosa. Oppure sì?
Troppo calma? Lars strinse il volante. Effettivamente...

Alisa lo guardava ancora, i dolci occhi, la testa inclinata da un lato. Lars sospirò.
Ma decise di fidarsi.
:-Torniamo a casa, Alisa. Alle mie truppe, dove appartengo.-
Alisa annuí, contenta. Si portò una mano al cuore, sfiorò la stoffa del vestito leggero. Ancora una volta, Lars fremette. :-Sai, Lars, una volta papà mi disse che casa é dove si trova il tuo cuore.- disse, la voce sottile e femminile.
Lars si lasciò andare contro lo schienale del sedile, immerso nel tornado di ricordi e paure che lo tormentavano.

:-Era un bravo papà.- commentò, addolcitosi da quella frase. Gli sfuggì un ghigno: lui, di suo padre, non ricordava nulla.

Una mano piccola gli si posò sul ginocchio. Ogni suo muscolo si tese, pronto all'attenzione. Che cosa diamine andava pensando?
Quella ragazza era troppo giovane. :-A cosa stai pensando, Lars? Qualcosa non va?- chiese lei. Amorevole, preoccupata.

No, decisamente non era pericolosa.

:-Hai mai la sensazione che...qualcosa possa sfuggirti di mano?- sussurrò Lars, teso.
:-Ogni istante. Ogni istante. É il prezzo da pagare per essere in vita, suppongo.- la voce le si era ridotta ad un flebile filo e lui si voltò a guardarla, preoccupato. Afferrò la debole mano sul suo ginocchio e la strinse forte. :-A volte ho davvero paura, Lars. Eppure mi sento così viva.- alzò lo sguardo. :-Ed é grazie a te.-

Occhi verdi in occhi scuri. Un ringraziamento talmente sincero, delle vibrazioni talmente forti che a Lars parve vederle. Alisa lo guardava e le era grata, lei gli era grata di averla trascinata in quel casino.

Gli era grata. Solo una donna così poteva stare insieme a lui, pensó Lars.

Deglutì, si schiarì la voce e si avvicinò a lei. Il movimento produsse un leggero rumore di sfregamento.
Alisa non si mosse.
Lars avvicinò il viso al suo. Alisa continuava a guardarlo cortesemente. Lars si morse un labbro, tese una mano e le accarezzò una guancia con il dorso. Dallo zigomo fino al mento, piano, lentamente.

Alisa chiuse gli occhi poi li riaprì. Scioccata, meravigliata, un'esplosione di emozioni passarono per quei due smeraldi.

Fu allora che Lars si rese conto di essere completamente perduto.
L'avrebbe protetta da qualsiasi cosa, anche da se stesso se necessario.


Angolo Autrice
Ma quanto so belli? *---*
Insomm, sono due zuccherini. Io aspetto e spero...per la trama di T7, per dei pargoli con alette robotiche e capelli alla Vegeta, per un Jin rinsavito e per un Law ricco. XD
Baciiii*)*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6^Memory ***


6^Memory

L'armata della G.Corporation irruppe nello spiazzale con efficienza. Era una trappola, capí Lars.

Una donna con indosso dei vestiti succinti scese elegantemente e provocatoriamente le scale. :-A cuccia, a cuccia.- disse, rivolta alle truppe, muovendo una mano. Gli occhi azzurri contornati di khol puntarono Lars con interesse.
Spostò poi lo sguardo verso Alisa. Si passò un'unghia smaltata di rosso tra le ciocche dell'ordinato caschetto castano.

Quel non gesto non piacque a Lars.
Si tese.
La donna non disse nulla ma percepì il suo movimento.

Gli sorrise con le sue labbra rosse scarlatte.

E allora Lars comprese.

Ella avanzò, si avvicinò ad uno dei militari, in ginocchio con il mitra puntato su Lars. Gli passò la punta delle dita affusolate sulle spalle, poi si accovacciò dietro di lui.

Nella sua testa da leader ribelle passarono mille scene. Eppure sapeva con esattezza cos'avrebbe fatto la donna, lo sentiva nelle viscere.
Lanciò una velocissima occhiata ad Alisa al suo fianco, il tempo di un secondo, un battito di ciglia.

Evidentemente, però, quella tizia non si perdeva neppure un battito di ciglia e, ancora, gli rivolse un sorriso mellifluo, quello che tutte le mangiauomini sanno fare.
Le mani femminili correvano lungo le braccia tese dell'uomo, come se fosse il suo amante.
In un'altra occasione, Lars sarebbe arrossito davanti a tanta sensualità. Ora, però, non poteva permettersi sbagli.

Restò immobile.

Osservò le due mani candide chiudersi con fermezza attorno a quelle forti dell'uomo. Con il pollice gli carezzò la parte morbida che stringeva la canna del mitra.

Chinò la testa da un lato, vezzosa, come se osservasse dei giocattolini: li butto oppure no?

Prese la mira, un occhio chiuso, le lunghe ciglia cariche di mascara le sfioravano una guancia, e manovrò l'uomo, facendogli puntare il mitra su Alisa.
Quella semplice azione fece scattare Lars che si mosse verso la ragazza, con le braccia tese. Lei si nascose dietro di lui.

Alisa no.

Un flash: Tougue che gli diceva :-Il confine tra fare l'eroe e fare il coglione é molto labile, Lars.-

Se avesse potuto, si sarebbe picchiato.

Aveva fatto il gioco della donna ma era stato inevitabile. Era più forte di lui, odiava vedere Alisa minacciata.

Entrambi si resero conto dell'errore imperdonabile e la femme fatale dagli occhi di lince gli rivolse di nuovo quel sorriso da gatta che si é mangiata il canarino.


Angolo Autrice
Anna capisce subito tutto uahuah xD
Quella scena l'ho adorata!!
Baci, Angel*,*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7^ Memory ***


7^Memory

Stanchezza.

Quel maledetto era davvero forte, pensó Lars, ansante, accasciato a terra, una mano sul ginocchio.
Jin Kazama, una goccia di sudore che gli scendeva lungo la fronte, la costosa camicia fuori dagli eleganti pantaloni, non lo degnava neanche di uno sguardo.
Si rialzò, la testa abbassata, una smorfia.
Gli diede le spalle. Lars restò interdetto: ma come? Tutto qui? Non gli diceva nulla?

All'epoca Lars non lo sapeva ma quel pensiero avrebbe preceduto il momento peggiore di tutta la sua vita. Come diceva quel vecchio detto? Attento a ciò che desideri: potrebbe avverarsi.

:-E allora? Cosa si fa?- sbottò il generale.

Qualcosa di inarticolato uscí dalla bocca di Lars quando Jin Kazama si fermò, gli rivolse un sorriso cattivo -come se pregustasse il piacere del suo dolore- e aprì la bocca.

Lars non avrebbe dimenticato mai le sue parole, non avrebbe dimenticato mai quello che succedette poi.

Jin Kazama disse :-Alisa. Attiva la modalità protezione.-

Nella testa di Lars qualcosa scattò. :-Ma che cosa vuol dire?!- sbottò, facendo un passo verso l'uomo di fronte a lui eppure così distante.
:-Lo vedrai presto.- rispose lui, un mezzo ghigno aleggiava sulle sue labbra scolpite.
Lars si voltò lentamente, come nei film dell'orrore di serie B. Era terrorizzato, il terreno gli mancava da sotto i piedi.

Si voltò.

Alisa era immobile, dritta come un fuso, il mento lievemente sollevato come se qualcuno le avesse strattonato i capelli.
Dio mio. Aveva gli occhi sbarrati come quella volta in cui Lars le aveva carezzato il viso la prima volta.

Solo allora Lars si rese conto di cosa l'aveva spaventato. Gli occhi.

I teneri occhi verde smeraldo di Alisa sfolgoravano di una sinistra luce rossastra. Ergo, sono rossi. Rosso come il sangue di Tougue.
Lars mosse un passo. Nella sua testa turbinavano mille pensieri.
Cosa stava succedendo, qualcuno glielo voleva spiegare?

:-Voce identificata: Jin Kazama. Attivata modalità protezione. In attesa del prossimo comando.- era stata Alisa a parlare ma suonò dannatamente stonata alle orecchie di Lars.
Scandiva perfettamente ogni parola, meccanicamente, come quelle voci registrate delle segreterie telefoniche, quando stai ore ad aspettare che un operatore afferri la cornetta e ti risponda, mettendo fine a quell'orribile registrazione robotica.
E Lars si sentì così: in attesa, in attesa della vera Alisa.
Di quella gentile e innocente, eppure così forte dietro le apparenze -o forse così debole?- che l'aveva accompagnato per tutto il tempo. Che l'aveva sostenuto, che gli aveva asciugato le lacrime.

:-Alisa! Sono io, Lars! Andiamo!- urlò Lars, portandosi una mano al petto. :-Che diavolo stai facendo?-
Non puoi dimenticarti di me come se nulla fosse. Non dopo tutto quello che é successo.

Tutto quello che ottenne fu un'occhiata vacua.
Alisa si posizionò davanti a Jin Kazama, le gambe snelle ,che Lars aveva tanto adocchiato con sua somma vergogna, divaricate, le braccia tese.
No, non può star succedendo. Gli sta facendo da scudo come io le ho fatto da scudo. Non dovresti farlo a lui, dovresti farlo a me. Hai sbagliato lato, Alisa.
:-Alisa, smettila. Spostati, stai proteggendo la persona sbagliata.- tentò di farla rinsavire Lars, e allungò piano una mano come se lei fosse un animale selvatico impazzito e ferito.
Di nuovo quell'occhiata vacua.
Jin Kazama osservava la scena con una smorfia divertita. :-Alisa. Elimina l'obiettivo.-

L'obiettivo? Un momento...

:-Tutto ciò che riguarda la tua esistenza é stato cancellato. Però é stato dato l'ordine di eliminarti a vista. Sei tu, corrispondi alla descrizione.- sussurrò Alisa.
:-Cosa? Vuoi dire che devo essere ucciso anche se non esisto?- esclamò Lars, sconvolto.


L'obiettivo di Jin Kazama era lui. Ciò voleva dire...

Man mano che la consapevolezza si faceva strada nella mente di Lars, ogni cosa gli sembrò dannatamente sbagliata, dannatamente architettata.

No, no, no.

Alisa non poteva averlo preso in giro, non con quegli occhioni dolci, non con quelle paroline sagge, non con quelle braccia esili e non con quelle manine che lo avevano sfiorato con tanta esitazione.

:-Obiettivo identificato: Lars Alexandersson. Comando riconosciuto: eliminare Lars Alexandersson.-
Alisa si scaraventò su di lui.


Angolo Autrice
Aaaadoro. Quella cosa terribile che fanno vedere fa piangere e.e fortunataente tutto si risolve nel meglio! Baci, Angel

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Present ***


Presente

Era aprile, una splendida giornata di aprile, una di quelle che ti fa venire voglia di uscire di casa e rotolarti su un prato, con l'erba che sa ancora di rugiada.

Lars Alexandersson alzò gli occhi al cielo. Di solito apprezzava la primavera, la rigogliosità della natura che si sveglia.
In quel periodo, però, non si sentiva proprio di rinascere insieme agli alberi verdi, ai fiori di tutti i colori. I suoi pensieri volarono a Tougue e ad Alisa, a sua madre che l'aveva cresciuto da sola, con tanti sforzi, e alla soddisfazione dipinta sul suo viso quando a Lars era arrivata la lettera di ammissione all'esercito della Tekken Force; di nuovo, ad Alisa spenta per terra.

Soffocò un singhiozzo. Gli uomini non piangono. Gliel'aveva detto qualcuno. Ripensandoci, Lars si disse che quel qualcuno non ne capiva molto di uomini.

Una lacrima scese solitaria lungo la guancia.
Aveva perso troppe persone amate, non ce la faceva più. Non poteva sorreggere una cosa del genere, un peso del genere sulla sua coscienza.

Lo squillo del telefono frantumò i suoi pensieri, mandandoli in pezzi.
:-Generale Lars Alexandersson.-

:-Ehi, scavezzacollo dal cuore d'oro, la bella addormentata nel bosco si é scocciata di riposare.- la voce di Lee Chaolan era seducente e divertita come al solito. Un brivido corse lungo la spina dorsale di Lars ed improvvisamente tutto acquistò colore.

:-Che notizia che mi hai dato! Vengo subito!- esclamò Lars, asciugandosi le lacrime. Persino alle sue orecchie suonò decisamente ridicolo. Insomma, datti una regolata, Alexandersson.

Il suo tragitto verso il Violet System fu accompagnato dalla risata di Lee Chaolan.

Il linoleum dell'edificio risplendeva sotto le sue scarpe. Chissà quanta gente ci lavora qui dentro, si domandó ozioso Lars.
:-Lars! Che piacevole circostanza per rivederti!-

Lars si voltò con un sorriso. Lee Chaolan camminava verso di lui con passo elegante, le braccia aperte ad accoglierlo, uno scintillio negli occhi a mandorla. Un paio di segretarie gli volteggiavano attorno, ticchettando con le loro scarpine di classe.
Charme. Ecco la parola chiave di Lee.

:-Già, sono d'accordo con te.- ribatté Lars, sinceramente contento di rivederlo. Gli andò incontro per stringergli la mano. Lee inarcò un sopracciglio e gli batté la mano sulla spalla.

:-Come siamo formali, fratellino. Su, ho fatto un ottimo lavoro. In fondo, il Violet System ci sa fare in fatto di androidi.- sembrò compiaciuto poi si accigliò e guardò di sottecchi Lars. :-Senza offesa.- aggiunse, alzando l'indice per ammonirlo.
Lars sollevò le mani. Non gl'importava se Alisa fosse un' androide o no: voleva solo che stesse bene.

Lee lo condusse attraverso i larghi corridoi del complesso, mostrandogli questo e quello, spiegandogli quell altro e quell altro ancora, muovendo le braccia come un ballerino di danza classica.
Finalmente si fermò davanti ad un'entrata e s'inchinò, dopo essersi aggiustato il colletto della camicia inamidata. :-Dopo di te, generale.-

Le porte scorrevoli del laboratorio si aprirono, rivelando un ambiente asettico e funzionale. Lars non perse tempo a guardarsi attorno e cercò Alisa.
Il cuore gli stava esplodendo in petto, l'attesa lo corrodeva.

Stai invecchiando, Alexandersson., pensó.
Finalmente individuò la snella figura di Alisa, intenta ad aiutare un impiegato del laboratorio.

Non lo aveva visto.

Era china su di un computer di ultima generazione, avvolta in un vaporoso vestitino bianco che non le aveva mai visto addosso.
Una deliziosa bomboniera.

Lars deglutì.
Lanciò un'occhiata a Lee il quale lo invitò ad avanzare con un gesto della mano. Poi scosse la testa. :-Un leone in campo, uno struzzo in amore. Suppongo che sia sempre così con voi Mishima...ah, che cosa vi perdete!- ridacchiò.

Se fosse stata un'altra persona, Lars si sarebbe offeso a morte e l'avrebbe sfidata in un combattimento all'ultimo sangue -bhe, non proprio...
Ma sapeva bene che Lee Chaolan non intendeva ferirlo o indispettirlo. Diceva le cose come stavano.
Comunque nutriva un profondo rispetto per lui: dopo tutto aveva sopportato le angherie di Heihachi e Kazuya Mishima sin da bambino.
Poteva permettersi di sparare quelle sentenze.

:-Alisa, carissima! Guarda un po'chi c'è qui...- annunciò Lee, passandosi la mano tra i capelli come se tutto quello fosse opera sua.

Alisa si scostò dalla postazione e salutò Lee con la sua innata cortesia. :-Mr Chaolan!- il suo viso da bambolina risplendette.
Lars provò un moto di stizza e di paura: non é che si era sbagliato e Alisa non lo considerava nel modo in cui la considerava lui?
:-Chi ho il piacere di incontrare?- fece, spaziando la sala con gli occhi.

Avanti, Alisa, sono qui, guardami, guardami!, disse Lars dentro di sé con un insistenza tale che pensó che Alisa potesse sentirlo.

Il suo cuore mancò un battito quando lo sguardo di Alisa si posò su di lui. Lo aveva visto! Lo aveva riconosciuto!
Lei sbarrò gli occhioni verdi , si portò una mano alla bocca come se potesse contenere l'emozione, le uscí un suono soffocato. :-Lars!-

Se Lars fosse stato più attento, avrebbe visto che Lee faceva un cenno ai suoi impiegati di uscire per lasciare i due da soli.
Ma tutto il suo mondo in quel momento ruotava attorno ad Alisa Bosconovitch, a lei e a lei soltanto. A quella figura angelica che l'osservava come se fosse un'apparizione divina, un miracolo.
:-Credevo...- un vano tentativo di darsi un contegno.

A Lars fregava altamente del contegno e delle buone maniere: corse verso Alisa e la strinse forte a sé, per rassicurarla, per dirle che andava tutto bene.

Per dirle che con lui poteva sfogarsi, avrebbe retto.

Alisa iniziò a tremare e Lars giurò che stesse piangendo. :-Temevo che non saresti venuto! Mi sono comportata in un modo orribile! Ma quella non ero io...quella...- le si spezzò la vocina. Era uno scricciolo tra le braccia muscolose di Lars.
Sembrava piccola, una ragazzina impaurita che cerca rifugio. Lars le sfiorò i capelli con le labbra. :-Lo so. Ma l'importante é che sei qui, no? E che stai bene.- la rincuorò.

Lei annuí con convinzione. :-Sei venuto per me?- chiese, flebile.
:-Certo, e per chi, se no?- rispose Lars, sorpreso.

Alisa sollevò lo sguardo su di lui, trepidante. Era radiosa: Lars seppe di aver fatto la scelta giusta. :-Dove andiamo?- una domanda ripetuta mille volte quando erano impegnati nella loro missione per salvare il mondo.Inutilissima quanto pericolosa. La sua unità d'élite mandata al macello. Un'ombra passò sul volto di Lars.

Alisa si spaventó :-Tutto bene?-
:-Sí, stavo solo pensando...é bello rivederti, davvero. Ed é bello sapere che sei con me.- sincerità, una dote molto apprezzata.

Alisa batté le mani :-Anch'io sono contenta di vederti sano e salvo. E anch'io sono contenta che stai qui con me.- arrossì -o, almeno, fu quello che vide Lars.

Avevano tante cose da dirsi, da fare. Avevano una vita davanti- insomma, avevano alcuni anni. E Lars aveva tutta l'intenzione di sfruttarli a pieno. Avrebbe portato Alisa in giro per il mondo, in giro per tutte le giostre, nei migliori hotel, davanti ai tramonti più romantici e le albe piene di aspettative.
Sarebbe stato per lei tutto quello di cui Alisa avrebbe avuto bisogno: un fratello, un amico, un amante -Lars fremette al pensiero- ,un marito, un padre, un idiota, una vittima, un eroe.

Quel giorno caldo di aprile, Lars Alexandersson pensó a quanto fosse bella la vita da comune mortale.


Angolo Autrice
Viiiitaaaa!!!*-* Larsino piange, a differenza degli altri Mishima. Alisa, bel finale, quando viene Sistemata da Lee, afferma che é una splendida giornata. Ho pensato quindi che fosse primavera e ...bhe . Lee ci sa fare , a differenza sempre dei Mishima ahahhahahah xS
Bacioni a todos *-*
Angel

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3276557