I can't help falling in love with you

di Road_sama
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cigno Nero ***
Capitolo 2: *** Hurts ***
Capitolo 3: *** L'amore Eternit ***
Capitolo 4: *** Beautiful Disaster ***
Capitolo 5: *** L'hai voluto tu ***
Capitolo 6: *** Staring At The Sun ***
Capitolo 7: *** Sembra Semplice ***
Capitolo 8: *** Boum Boum Boum ***
Capitolo 9: *** Voglio averti account ***
Capitolo 10: *** Underwater ***
Capitolo 11: *** Magnifico ***
Capitolo 12: *** The Origin of Love ***
Capitolo 13: *** 21 Grammi ***
Capitolo 14: *** Happy Ending ***



Capitolo 1
*** Cigno Nero ***


Salve bella gggente! Dunque, solo per questa volta farò le note in alto perchè vi devo dire un paio di cose.
Numero 1: adoro questo fandom (anche se non ci ho mai scritto prima perché è da poco che mi sono resa conto di quanto bellini siano i miei pargoletti) e devo ammettere che tutte le Midez che ho letto fin'ora sono tipo stupende quindi amo tutti gli scrittori di Midez, siete fantastici.
Numero 2: Non avendo mai scritto nulla su di loro potrei essere andata leggermente nell'ooc (?) ma non so quindi fatevi eventualmente sapere cosa migliorare.
Numero 3: E' una long, non so quanti capitoli farò....ma credo di arrivare almeno ad una decina e spero di aggiornare anche abbastanza velocemente visto che non ho intenzione di fare capitoli lunghissimi.
Numero 4: Il rating può alzarsi (SBAM)
Numero 5: L'ambientazione è ancora quella del primo X Factor di Fedez 
Credo di aver detto tutto...e se mi manca qualcosa la aggiungerò nei prossimi capitoli. Spero che questa cosa buttata lì un po' a caso vi piaccia e se vi va recensite e se non vi va leggete e basta!
Però mi raacomando copritevi che sennò vi prendete un raffreddorA
Road_sama





Capitolo 1: Cigno Nero
 



-Hei zio! Un altro giro per tutti quelli seduti a quel tavolo!- disse Fedez sbiascicando un po’ le ultime lettere. Non avrebbe saputo dire quanto avevano bevuto e non avrebbe saputo dire nemmeno da quanto tempo fossero in quel bar. L’unica cosa che sapeva era che ricordava ancora il motivo per cui erano lì e non era per nulla un bene. Doveva rimediare.
Si appoggiò distrattamente al bancone mentre aspettava che il barista finisse di preparargli i drink.
-Bella fessta, eh?- disse una voce accanto a lui. Fedez si voltò sorpreso e sbigottito allo stesso tempo. Non si aspettava che qualcuno potesse rivolgergli la parola visto com’era ridotto. Si ritrovò a fissare due occhi scuri che lo scrutavano da dietro un velo di apparente tristezza. Appartenevano ad un ragazzo più meno della sua età, forse più giovane, non lo avrebbe saputo dire per certo. Aveva dei capelli ricci di un marrone scuro che gli ricadevano in modo disordinato sulla fronte. Un accenno di barba gli ricopriva gli zigomi sottili, aveva un che di sciatto anche se i vestiti eleganti dicevano tutt’altro. Gli rivolgeva un sorriso malinconico, probabilmente non si era nemmeno accorto di aver parlato ad alta voce.
Il rapper lo squadrò con occhi stralunati però prese posto ugualmente accanto a lui. Fare due chiacchere con qualcuno non lo avrebbe di certo sottratto alla sua “fessta”.
-Già, i miei amici fanno sempre un gran casino.- disse un po’ per scusarsi e un po’ per fare in modo che quella discussione andasse avanti.
-Cossa fesstegiate?- gli chiese l’altro dopo aver sorseggiato un po’ dello scotch che aveva nel bicchiere.
-Più che festeggiare, dimentichiamo. Dimentichiamo la nostra vita fino a questo momento e forse speriamo che le cose si aggiustino da sole…- Il ragazzo accanto a lui fece un sorrisetto amaro.
-I’d like to forget, too.- il ragazzo riccio riprese a guardare dentro al bicchiere come se in quel posto avesse potuto trovare una qualche soluzione ai suoi problemi. Tra di loro cadde il silenzio e a circondarli c’erano solo le voci e le risate degli altri clienti. Fedez quasi riuscì a sentirsi simile a quel ragazzo di cui non sapeva nulla.
-Ecco qua.- esclamò il barista rivolto al rapper mentre finiva di allineare le bevande sopra al bancone. Fedez le osservò un attimo per poi tornare a guardare la sua nuova conoscenza. Si inumidì le labbra e senza riflettere più di tanto parlò.
-Zio, non è che mi faresti un favore? Puoi portarle tu a loro? Digli che le pago io sennò non la smettono più di urlare.- il barista annuì e riprese tutti i drink eccetto quello del ragazzo tatuato.
-Tu non torni da tuoi amici?- gli chiese il riccio. Lui scosse la testa.
-Non sei di queste parti, eh?- gli rispose Fedez sorseggiando un po’ della sua bevanda. Il ragazzo di fianco a lui fece di no col capo per poi voltarsi verso di lui e guardarlo come se fosse la prima volta.
-No, io ssono qui per lavoro.- il rapper gli tese la mano senza farsi troppi problemi.
-Io sono Federico, tu?-
-Michael.-
In fondo che male c’era nel farsi nuovi amici?
 
 
 
Non poteva dire di essere al settimo cielo. Lui non lo era quasi mai. Era solamente...felice.
La proposta era arrivata tre giorni prima e piuttosto inaspettata. Solo in un secondo momento si era reso conto di quello che sarebbe successo se avesse deciso di accettare. Insomma, si trattava pur sempre di diventare un giudice di X Factor, entrare nel mondo dello show business  e della strategia televisiva. Avrebbe dovuto entrare in quel mondo di finzione e programmazione che lui aveva sempre disprezzato.
Eppure, nonostante questo, aveva accettato. L’aveva presa come una sfida e allo stesso tempo un modo per migliorarsi. Avrebbe tentato in tutti i modi di mantenere la sua etica senza cedere a quel lato corrotto della televisione.
Federico, in arte Fedez, aveva ,quindi, firmato uno stupido accordo sulla privacy e su tutte quelle altre stupide norme che solo il suo avvocato avrebbe potuto sapere. Aveva impiegato moltissimo tempo a finire con le varie firme e ad ascoltare la sua menager mentre le indicava i pro e i contro. Lui l’aveva altamente ignorata e aveva subito chiamato J-ax.
-Zio, tra tre giorni diventerò uno dei giudici di X Factor!- gli aveva detto mentre aspirava una boccata di fumo dalla sigaretta elettronica.
-Fedee! Grandee! Dobbiamo festeggiare, assolutamente.- il rapper fece un mezzo sorriso. Ax sapeva sempre cosa dire e quando dirla.
-Facciamo il Bar-della-sbronza-epocale?- domandò retorico Fedez sentendo l’amico ridacchiare dall’altra parte del cellulare.
-Vada per il Bar-della-sbronza-epocale.-
 
 

I due risero di gusto mentre gli veniva servito un altro giro di tequila. Ora decisamente non avrebbe saputo dire che ora era. Forse era addirittura giorno. Molti dei clienti del bar se ne erano andati compresi i suoi amici tra cui J Ax che lo aveva salutato con un occhiolino mentre piazzava una manata sul sedere all’ennesima ragazza che si portava a casa in quelle occasioni.
Il tempo con Michael trascorreva in fretta, molto in fretta e in modo piacevole. Parlavano del nulla e allo stesso tempo del tutto, facevano discorsi da ubriachi e allo stesso tempo da lucidi. Sembravano sulla stessa lunghezza d’onda, sembravano due persone diverse eppure fatte dentro della stessa strana sostanza. Nemmeno nei suoi amici più stretti Fedez aveva trovato qualcuno che lo capisse così tanto. Forse era l’effetto dell’alcol, probabilmente era l’effetto dell’alcol, eppure lui si sentiva così felice e leggero come poche volte gli era capitato.
Ora si era dimenticato del tutto il motivo per cui era entrato triste in quel Bar nella periferia di Milano.
Michael, dal canto suo, sembrava un’altra persona. Gli regalava dei sorrisi luminosissimi e la sua risata era così contagiosa che molte volte ridevano per nessuna ragione in continuazione.
-Michael ferma tutto, basta, mi piscio sotto, aspetta.- Fedez scese dal suo sgabello rischiando di sbattere la testa contro il bancone. Riusciva a malapena a stare in piedi. La risata del riccio gli arrivo forte alle orecchie.
-Tu non ssai camminare!- Fedez rise con lui aggrappandosi allo sgabello con entrambe le mani.
-Smettila, d-devo fare pipì veramente, cazzoo!- Michael non smise un secondo di ridere ma scese anche lui dallo sgabello per raggiungere il rapper e tentare di sostenerlo.
-Fermo, io dare mano a te.- i due si avviarono verso il bagno tra una risata e l’altra. Avevano la testa così leggera che un altro sorso avrebbe potuto fargli dimenticare addirittura il loro nome. Fedez si fiondò in bagno come se improvvisamente non barcollasse più mentre il riccio lo seguì più lentamente.
-Mi sa che è meglio se andiamo a casa, se bevo ancora sbocco di brutto.- rise Fedez voltandosi a guardare il ragazzo accanto a lui.
-SSbocco??- gli domandò divertito.
-Vomito, butto fuori anche l’anima! Il tuo italiano è davvero pessimo.- il rapper fece per andarsi a lavare le mani e l’altro lo seguì a ruota.
-Quessto non è italiano!-
-Oddio!- Fedez trattenne un conato. Spense il getto d’acqua e si appoggiò alla parete cercando di riprendersi. Aveva bevuto davvero troppo.
-Are you okay?- gli chiese Michael avvicinandosi a lui allarmato.
-Stavo per vomitare l’anima.- ribadì il più basso tra i due tenendo gli occhi serrati e cercando di pensare a qualcosa che non fosse il vomito. Calò il silenzio tra di loro e quando Fedez aprì gli occhi per vedere se Michael se n’era andato se lo ritrovò più vicino di quanto si aspettava. Poteva sentire il suo respiro che sapeva di alcol accarezzargli la fronte. Non lo aveva notato prima di quanto il riccio fosse alto. Alzò lo sguardo fino ad incrociare gli occhi scuri dell’altro. Una sensazione mista all’adrenalina e all’eccitazione lo investì in pieno petto. Non gli dava fastidio che lui fosse lì, così vicino, anzi.
L'odore di sigaretta e del loro ultimo pampero nel silenzio tra di loro e le voci ovattate del bar accompagnarono il loro primo bacio.
 


Furono i tre giorni più lunghi della sua vita. Non seppe spiegarsi bene il perché ma stare al Bar-della-sbronza-epocale non era stato bello come la prima volta. Se lo ripeteva ogni volta che ci andava da un anno a quella parte. Certo, alcuni ricordi sfocati gli erano venuti in mente ma gli sembravano troppo lontani per essere realmente accaduti. Quel ragazzo, quel riccio uguale e diverso non era più apparso. Il che da una parte era un bene, un molto bene, ma dall’altra…
Si mise meglio sulla testa il suo cappello porta fortuna e inforcò gli occhiali da sole. Quello era il gran giorno. Il giorno in cui sarebbe entrato a far parte ufficialmente dei giudici di X Factor. Il giorno in cui avrebbe conosciuto i nuovi giudici, altri artisti più o meno come lui. Il giorno in cui la sua vita sarebbe cambiata almeno di un po’.
-Ciao Giu’, io vado.- salutò la sua ragazza con un bacio a stampo sulle labbra e uscì da casa loro mentre lei gli urlava un “buona fortuna”. Gli sarebbe servita la buona fortuna perché lui era una persona fondamentalmente ansiosa e anche se si trattava solo di un’intervista e di qualche voto con i giudici si sentiva molto nervoso. Non era certo il nervosismo pre-concerto ma poco ci mancava.
Salì in macchina e attaccò subito la musica a tutto volume per cercare di allentare la tensione. Non lo separava molta strada dallo studio a casa sua quindi sarebbe arrivato prima di quanto volesse.
Nel giro di dieci minuti (nonostante avesse preso le strade del centro più trafficate) si trovò nel parcheggio dello studio. Una serie innumerevole di X enormi e rosse campeggiavano ovunque in quel posto. Nessuno avrebbe potuto sbagliarsi.
Ad attenderlo alla porta c’era il conduttore di quell’edizione con cui aveva parlato al telefono per accordarsi sugli orari.
-Ciao Fedez, gli altri giudici ti aspettano dentro, vieni.- Percorse un corridoio lungo e piuttosto spoglio come se quello fosse una misera entrata dal retro. C’era una stanza particolarmente illuminata sul fondo di quel posto dalle quali scaturivano un sacco di voci e di risate. Distinse quella stridula di una donna, quella profonda e roca di un uomo che probabilmente si era fumato anche le aspirine e poi…
 


Un mal di testa lancinante lo fulminò non appena fu in grado di aprire le palpebre. Gli dolevano tutte le ossa e il contatto freddo con quello che probabilmente era un pavimento non lo aiutava di certo. Pian piano prese coscienza di tutto il suo corpo e quasi con orrore si rese conto di essere completamente nudo e di avere accanto un uomo. Della serata appena trascorsa, ovviamente, non si ricordava nulla. Non credeva di riuscire a fare certe cose da sbronzo. Imprecò una decina di volte contro se stesso per poi cercare di pensare a qualcosa per tirarsi fuori da quella situazione. Si guardò attorno e si accorse di trovarsi in un bagno. Un brivido lo percorse pensando al fatto che aveva fatto sesso con qualcuno sul pavimento di un bar. Inspirò ed espirò un paio di volte. Niente panico. Guardò al suo fianco notando che il ragazzo accanto a lui stava ancora dormendo. Aveva dei tratti delicati e molto belli, anche se da sbronzo aveva scelto bene. Il suo tentativo di sdrammatizzare fallì miseramente quindi passò al piano B: doveva andarsene via.
Affondò le dita tra i capelli ricci del ragazzo che si trovava  sul suo petto e spostò la testa di lato in modo da potersi alzare. Una volta appurato che questo non si fosse svegliato si mise in piedi e con una frenesia che non credeva di possedere si rivestì. Nel giro di pochi secondi era come nuovo, o quasi, se non si contavano le enormi occhiaie sotto ai suoi occhi. Si sciacquò più volte il viso e guardò dietro di lui ancora una volta. Il ragazzo di cui non ricordava nemmeno il nome (a patto che glielo avesse detto) stava ancora dormendo nudo sul pavimento. Si morse un labbro, che situazione di merda.
Si asciugò velocemente il viso per poi uscire definitivamente da quel bagno.
Nessuno avrebbe mai dovuto scoprire di quello che era successo la dentro, loro due non si sarebbero mai più visti. Era stato un errore.
 
 

Varcò la soglia della stanza dei giudici con un finto sorriso stampato in faccia che subito però gli si smorzò sulle labbra. Aveva già sentito quella risata. Aveva già visto quei ricci.
-Fedez, ti presento Morgan, Vicky e Mika. Loro sono i giudici della nuova edizione di X Factor.- Mika sbiancò, come se avesse appena visto un fantasma. Allora la cosa era reciproca.
Già, lui lo conosceva il suo nome.
Michael.
Federico.

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Capitolo 2
*** Hurts ***



Capitolo 2: Hurts




Il libanese cominciò a camminare veloce per i corridoi dello studio di X Factor non distogliendo un attimo gli occhi dalle spalle della persona che aveva davanti.
-Fedéz!- disse cercando di non farsi sentire dagli altri giudici. Ci mancava solo che tutto lo studio venisse a sapere del loro primo incontro.
-Un cazzo "Fedéz".- ribadì quello davanti a lui mentre afferrava le chiavi della macchina per tornarsene a casa. Mika accelerò il passo e con qualche falcata più grande delle altre lo raggiunse. Lo prese per una spalla e lo fece girare.
-Noi dovremo parlarre.- puntò i suoi occhi scuri su quelli altrettanto scuri dell’altro che lo guardava con un misto di imbarazzo e soggezione. Non era stato bello per nessuno dei due rivedersi dopo un anno. Entrambi avevano pensato che fosse stato solo un errore dettato dall’alcol e che non si sarebbero mai più rivisto. Rendersi conto solo a cose fatte di dover lavorare insieme aveva solamente peggiorato le cose.
-No, non “dovremo” parlare. Siamo colleghi, due artisti, tu sei una star internazionale. Già, come ho fatto quella volta- si interruppe bruscamente per poi inumidirsi le labbra e sfilarsi dalla presa dell’altro –noi non ci conosciamo.- riprese la sua marcia verso il parcheggio ma la voce dell’altro lo fermò.
-Federrico.- Fedez sospirò una, due, tre volte ma non si voltò a guardarlo.
-Noi dobbiamo parlarre, soli.- il rapper decise di guardarlo in faccia. E dopo qualche istante di silenzio si avvicinò ad una porta con su scritto “Solo Staff”.
-Non in mezzo al corridoio.- disse invitando Mika ad entrare nella stanza con lui. Le labbra del libanese si piegarono in un leggero sorriso e senza aggiungere altro entrò nella stanza con lui.
 
 
 
Mika aprì gli occhi di scatto svegliato da quello che doveva essere un incubo. Una sensazione di angoscia gli invase lo stomaco causandogli una leggera tachicardia. Solo pochi istanti dopo riuscì a mettere a fuoco il luogo in cui si trovava e la consapevolezza del suo corpo. Del giorno prima si ricordava veramente poco, ma era consapevole di ciò che aveva fatto. E si sentiva uno schifo. Era andato con il primo ragazzo che gli era capitato, probabilmente era solo un ragazzino, e tutto per cercare di rimpiazzare quello che aveva perso. Aveva sfruttato il fatto che l’altro fosse completamente ubriaco soltanto per rilassare se stesso. Lui non era quel genere di persona. Si portò una mano sul viso e si strofinò gli occhi. Era così stanco…
Si guardò intorno e notò di essere solo. Dunque quel Federico se ne era andato, dunque per l’altro non era stata una cosa seria. Una parte di lui ci sperava. Non che gli piacessero quel tipo di ragazzi, solo, aveva bisogno di cambiare, di dimenticare. Era brutto svegliarsi senza qualcuno vicino, era da molto che non provava quella sensazione. Si sentiva svuotato e triste. Si sentiva sporco. Forse, se l’altro ragazzo non se ne fosse andato, si sarebbe sentito meglio. Forse non gli avrebbe fatto così male il petto.
Si mise in piedi barcollando un po’ per poi raccattare i suoi vestiti dal pavimento sporco di quel bagno. Non lo avrebbe mai ammesso a se stesso ma quel sesso alcolico che aveva fatto la sera prima era stato il più bello e liberatorio che avesse mai fatto.
Era caduto veramente in basso, ora non gli restava altro che risalire. Afferrò il cellulare e digitò un numero sulla tastiera. Squillò un paio di volte ma come si era aspettato la persona dall’altra parte non tardò a rispondere.
-Hi!-
 
 
-Mi disspiace, io non sapevo che tu era-
-Nemmeno io lo sapevo. Cioè, non mi ero reso conto che tu fossi Mika. E’ anche colpa mia.- lo interruppe Fedez mentre si guardandava intorno a disagio.
-Io aprofi-aproffitare ho di te.- balbettò il libanese cominciando a gesticolare un po’ troppo.
-Vabbè, ero ubriaco…non importa, non mi ricordo niente, tranquillo.- Mika si irrigidì all’istante. Non sapeva se esserne sollevato o deluso. Non si aspettava nulla da Federico ma forse, per un momento, aveva pensato che l’altro avesse qualche ricordo.
-Okay.- fu l’unica cosa che riuscì a dire e forse suonò anche un po’ seccato, ma doveva ammetterlo, non gli era mai capitata una cosa del genere. Il silenzio calò tra di loro, nessuno dei due aveva il coraggio di incrociare lo sguardo dell’altro. Il rapper cominciò a giochicchiare nervosamente con il piercing che aveva sul sopracciglio sinistro.
-Beh, direi di non parlarne più…fare finta che non sia successo niente, insomma, io non sono gay e poi ora lavoriamo insieme quindi- Fedez pronunciò quelle parole con semplicità. Come se quella fosse la cosa più scontata al mondo. Lui non era gay. Certo. Lui era solo ubriaco. Certo. Dovevano far finta che non fosse successo niente.
-Sure.- sussurrò Mika con un tono di voce più stridulo del solito. Il rapper alzò finalmente lo sguardo, quasi come se stesse cercando la sua approvazione. Le parole di poco prima che ancora gli riecheggiavano in testa.
-Bene, sai, non mi è mai capitata ‘na cosa del genere. E’ un po’ strano. E poi sono nuovo anche ad X Factor quindi è proprio un ambiente che non conosco, cioè…strano.- il ragazzo più alto annuì e questa volta fu lui a guardarsi intorno a disagio. Già, diceva di non essersi aspettato nulla eppure per tutta la durata della loro prima conferenza stampa si era creato delle aspettative. Non credeva che fosse stato tutto solo sesso, tutto solo una notte, tutto solo una sbronza. Non pensava che sarebbe stato ridotta ogni cosa ad un “non sono gay, ora lavoriamo insieme”.
-Mmm, io vado, la mia ragazza mi aspetta a casa e si e fatto tardi quindi, ciao.- gli tese la mano come se fosse tutto apposto, come se loro avessero appena parlato di lavoro e non di una serata stupenda. Giusto, era fidanzato. Lui non sapeva proprio niente.
-Yeah, ciao.- Mika afferrò debolmente quella mano che un anno prima era stata accompagnata da un sorriso e da un nome. Federico.
Il rapper uscì dalla stanza in silenzio, appoggiando appena la porta contro la parete e solo qualche istante dopo che la porta si era richiusa arrivò alle narici del libanese un profumo che pensava di aver dimenticato. Quello era il profumo di sigaretta elettronica. Quello era l’odore del sesso migliore. Quello era il profumo un’altra cosa da dimenticare.





Angolo Autriciah:

E visto che stasera ci sono i Live, eccomi tornata con il secondo capitolo!
Beh, che dire, Fedez qui è un grande stronzo perché non si può dire a Mika di non ricordarsi niente e dirlo così tranquillamente. Non si può no, no, no.
Per quanto riguarda Mika...chi avrà chiamato dopo la serata-top-evah con Fedez? Mah.
L'unica cosa che posso dirvi è che nel prossimo capitolo andrà meglio (si spera) e colgo l'occasione per ringraziarvi perché avete cominciato a seguire questo sclero in molti.
A presto!
Road

 

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Capitolo 3
*** L'amore Eternit ***


Capitolo 3: L’amore Eternit
 



Da quella discussione nella stanza “solo staff” non si erano quasi più parlati. Okay, durante le riprese di X Factor si ovviamente e magari anche a qualche serata tra colleghi. Dopo i primi tempi erano anche riusciti a ridere e scherzare insieme ma erano cose più uniche che rare. Lavoravano insieme e quello era tutto. Stop.
Tra di loro c’era solo un mero rapporto professionale. Per assurdo, aveva imparato a conoscere meglio Morgan con il quale non andava per nulla d’accordo. Forse non voleva conoscere Mika, forse aveva solo paura che conoscendolo sarebbe potuto succedere qualcosa. Che cosa poi non lo sapeva nemmeno lui. L’unica cosa di cui era consapevole era che ci era andato a letto e gli aveva mentito: non aveva dimenticato proprio tutto o almeno così pensava. Passando il tempo insieme piccoli sprazzi di ricordi avevano cominciato ad assediargli la mente. A volte erano solo emozioni, scariche di adrenalina o piacere puro, a volte invece erano immagini, suoni che lui avrebbe solo voluto che potessero svanire.
Lui non era gay. Tutta quella situazione era assurda e lo metteva a disagio. Perché lui aveva fatto sesso sul pavimento di un bar con Mika, la star internazionale, ed ora lavorava con lui e condividevano la stessa porzione di tavolo. Assurdo, un paradosso, un brutto scherzo del destino. Non era veramente riuscito a spiegarsi come fosse potuta accadere una cosa del genere: il suo primo lavoro in tv e avrebbe dovuto passarlo in quel modo.
In ogni caso, i giorni continuavano a trascorrere l’uno dopo l’altro, tra conferenze e le prime audizioni e sembrava che le cose tra di loro andassero meglio. O almeno così pensava.
-No, Giu’ non se ne parla. Stasera mi avevi promesso il kebab, non puoi saltartene fuori con la storia del tailandesee!- si lamentò lagnoso Fedez mentre si allacciava alla meno peggio le scarpe giallo fluo. Il silenzio del suo piccolo camerino lo avvolgeva ed era la cosa migliore che potesse capitargli vista la sessione intensiva di audizioni che aveva fatto.
-Dai Fede, non ho voglia di quella roba…- disse lei demordendo nel suo scopo. Il rapper sospirò: quando la sua ragazza si metteva in testa qualcosa era vera e propria legge. Si alzò in piedi e si studiò per qualche istante allo specchio. Sembrava che non dormisse da settimane ma per il resto era apposto.
-Ma scusa e se- le parole gli morirono in gola quando la porta si aprì facendo scivolare dentro al suo camerino una figura alta e slanciata. Puntò gli occhi su quelli scuri e apparentemente arrabbiati dell’altro.
-Fede?- lo richiamò dall’altra parte della cornetta la sua ragazza. Il rapper si riscosse e si allontanò dallo specchio continuando a dare le spalle al suo nuovo ospite.
-Va bene Giu’, vada per tailandese, ci sentiamo dopo. Si, si ti amo anch’io.- chiuse la chiamata in fretta per poi voltarsi finalmente a guardare l’altro. Mika se ne stava ancora in piedi con la schiena appoggiata alla porta. Sembrava quasi che volesse impedirgli di fuggire.
-Che c’è?- chiese dopo qualche istante di silenzio il più basso dei due. Non lo avrebbe mai ammesso a se stesso ma il fatto che Mika fosse piombato nel suo camerino senza preavviso, dopo essere andati in onda e quando ormai tutti se ne stavano andando a casa, un po’ lo spaventava. Non avevano quasi mai parlato seriamente nelle ultime due settimane, tantomeno da soli.
-Tu ha baciato Morgan prima*.- Fedez lo guardò accigliato. Era per caso venuto nel suo camerino solo per ricordargli di una cosa così disgustosa? A lui era capitata Vicky, gli era andata bene, mentre a lui, tra tutti, era capitato proprio Morgan. Rabbrividì al ricordo.
-Non ricordarmelo, vah.- disse il ragazzo ficcandosi il cellulare in tasca e afferrando il portafogli che era rimasto sopra allo scaffale di una piccola mensola laccata di rosso.
-I don’t want.- mormorò Mika richiamando la sua attenzione su di lui.
-Cosa?-
-Non voglio.- disse questa volta più forte, il riccio. Fedez lo guardò interrogativo. Davvero non riusciva a capire dove volesse arrivare.
-Cosa?- ripeté corrugando le sopracciglia. Di solito i due si capivano al volo ma questa volta sembrava che l’altro si fosse messo a parlare una lingua completamente sconosciuta. Mika lo guardò con una strana determinazione che gli illuminava gli occhi e con poche falcate coprì la distanza che li separava. Fedez indietreggiò ma incontrò la superficie biancastra della scrivania. Nell’urto era caduta qualche penna si voltò per vedere dove fossero finite ma due mani gli si appoggiarono sulle guance con prepotenza. Ci vollero solo pochi secondi per capire che il viso di Michael era ad un palmo di distanza dal suo. Il cuore prese a martellargli nel petto minacciando di uscire. Il fiato cominciò a mancargli un po’ perché Mika era decisamente troppo vicino. Loro si stavano toccando decisamente troppo. La gola gli si fece secca proprio come gli accadeva poco prima dei suoi concerti. Aveva bisogno di acqua. Aveva bisogno che Mika si allontanasse da lui. Doveva allontanarsi.
-Non voglio che tu bacia Morgan. Non voglio che tu bacia qualcun altro. Non fare quello mai più.- affermò con fermezza il più alto guardandolo dritto negli occhi. Il respiro di Mika gli accarezzava la pelle della guancia e lui non riusciva a reagire. Fedez non riusciva a scrollarselo di dosso, a provare disgusto per quella scenata, a fare in modo che il suo cuore smettesse di battere così forte. Sembrava quasi che una parte di sé volesse solamente appoggiare la fronte sulla sua spalla e dirgli che si ricordava di tutto. Una parte di lui voleva dirgli che anche se era ubriaco si ricordava bene della sua pelle che sapeva di caramelle e della sua bocca calda che gli aveva tormentato le labbra come se non ci fosse un domani. Erano tutti avvenimenti accaduti quasi un anno prima e lui se li ricordava come fosse trascorso appena un giorno.
Mika accorciò ulteriormente la distanza tra le loro labbra ma si fermò a poco più di un centimetro dall’altro. Fedez trattenne il respiro. Michael inspirò a fondo il suo odore un momento prima di ritrarsi e di uscire dal camerino come si fosse ricordato del fatto che loro non erano una coppia. L’aria ricominciò ad entrare regolarmente nei suoi polmoni e solo in quel momento si rese conto di quello che aveva appena fatto. Mollò un calcio contro la scrivania che poco prima aveva contribuito a tenerlo appiccicato al corpo piatto di un altro ragazzo, di Mika. La rabbia gli si insinuò nelle vene perché lui avrebbe voluto andarsene ma il suo corpo non si era mosso. Lui voleva dimenticare Michael, eppure non ci riusciva.
 
 
 
Gli era successo molte volte di sentirsi appagato da quello che faceva ma questa volta era diverso. Si, aveva praticamente vinto X Factor. Alla faccia di quelli che lo criticavano. Vaffanculo ai “è uno poco serio” o ai “è troppo giovane e inesperto per giudicare o per formare un talento”. Aveva fatto vincere un ragazzo che se lo meritava, aveva lanciato una nuova carriera e si sentiva bene. Aveva vinto. X Factor era finito e lui sarebbe tornato alla sua vita di tutti i giorni. Una vita senza Mika e senza ricordi sfocati di una notte troppo corta. Nulla poteva rompere il suo idillio.
-Raga, stasera voglio festeggiare.- propose con un sorriso a trentasei denti. Gli altri giudici lo guardarono accigliati. Non capitava quasi mai che Fedez avesse la trovata di una “festa” e il fatto che fosse proprio lui saltare fuori con l’ultima uscita di X Factor 8…beh, poteva essere destabilizzante.
-Che fai, gongoli? Spero che vista la tua vittoria, ci offra almeno da bere!- borbottò Morgan. La sconfitta bruciava, soprattutto perché a soffiargli il primo posto era stato proprio quel rapper con cui non si trovava per niente bene.
-Ovvio, il drink dei perdenti.- rincarò la dose un istante prima di accendersi una sigaretta.
-Mi sembra un’ottima idea, ho proprio voglia di qualcosa di forte!- Vittoria interruppe il silenzio pesante che si era  creato tra i due giudici. –Tu Mika?-
-Mm, I don’t know…domani ho l’aereo molto prima.- disse poco convinto il libanese grattandosi la nuca con l’indice. Morgan gli mollò una pacca sulla spalla e inforcò gli occhiali da sole.
-Non possiamo perderci il “drink dei perdenti”, soprattutto perché offre Fedez.- sputò quasi con acidità quell’ultimo commento. Lanciò un’occhiataccia a Federico che la ignorò altamente.
-Magari vai via un po’ prima però devi venire! E’ l’ultima settimana che stiamo tutti insieme!- insistette  Vicky guardandolo con aria supplichevole. Mika osservò ogni singola persona nella stanza fino ad incontrare lo sguardo apparentemente tranquillo di Fedez. Si guardarono per qualche istante e nessuno dei due si ritrasse da quel contatto visivo. Sembrava quasi che Michael gli stesse chiedendo il permesso.
-E vaa bene, facciamo fessta!- sospirò rassegnato poco prima di mettersi insieme. Fedez se lo ripeté ancora e ancora: nulla poteva spezzare il suo idillio.
 
Era strano. Era così strano da sembrare quasi comico il fatto che loro riuscissero a trovarsi sempre. In quel bar potevano esserci l’intero staff di X Factor o la Terza Guerra Mondiale ma Mika e Fedez sarebbero stati comunque seduti vicini. Dopo quasi due ore che si trovavano a quella festa esclusiva, Federico si ritrovava un po’ allegro e seduto ad un piccolo tavolino a sorseggiare vodka lemon insieme a Michael. Non sapeva spiegarsi bene il perché ma sembrava che riuscissero ad attrarsi. Nonostante questo, avevano passato gli ultimi dieci minuti in un completo silenzio.
-Quindi…ora torni in Inghilterra, eh?- chiese il rapper cercando di intavolare una sottospecie di conversazione. Il libanese prese un sorso dal suo bicchierino di tequila.
-Yeah, devo finire il mio album.- rispose con voce un po’ roca. Tossicchiò e riprese –sai, mi manca un po’ Inghiltera e Londra.- sorrise lievemente.
Fedez annuì. Guardò per un secondo negli occhi e fu proprio in quel momento che si accorse di volerlo baciare. Era strano perché era una cosa che gli accadeva solo con Giulia. Questa volta, sembrava che le labbra dell’altro lo chiamassero, era come se ci fossero solo loro due.
-Tu?- domandò di rimando Michael. Il rapper si riscosse e seppur lentamente cominciò a parlargli. Discussero del più e del meno, con un italiano strascicato a causa dell’alcol e un misto di inglese. Fedez si divertì. Era come se fossero amici, era come se veramente non fosse successo nulla tra di loro. Accantonò quello strano desiderio che aveva di baciarlo e per la prima volta nel loro rapporto vide qualcosa di più che la semplice professionalità. Il suo unico rimpianto era essersene accorto troppo tardi. Aveva passato un’intera edizione di X Factor a fingere ma ora si pentiva di non averlo conosciuto e di non essere andato oltre a quella serata nel bagno. Arrivò addirittura a pensare che fosse normale aver voglia di baciarlo, che era solamente perché si trovava bene con lui.
Risero. Risero veramente questa volta, come non facevano da molto, un po’ per l’alcol un po’ perché si stavano divertendo. Ma la serata era destinata a finire come del resto il tempo che potevano trascorrere insieme. Tutto ricalcato all’alone indelebile di un’altra serata in un bar.
Fedez si accese l’ennesima sigaretta della serata mentre aspettava che arrivasse il taxi che aveva chiamato il suo ormai solo-amico. Stranamente nessuno girava per quelle strade, forse perché erano le tre di mattina e loro si erano spostati dalla zona In di Milano.
-Ci sarai l’anno prossimo?- chiese ad un tratto serio Fedez. Mika si zittì all’improvviso. –Non che mi interessi, cioè si, ma insomma, nel caso in cui te lo chiedessero…accetteresti?- balbettò poco prima guardarlo negli occhi. Michael fece un mezzo sorriso e appoggiò la schiena allo stesso muro in cui era l’altro. Le loro spalle si sfiorarono.
-Non lo so…Tu vorebbe me?- il rapper si irrigidì di colpo. Distolse lo sguardo e si mise a fissare ostinatamente un punto impreciso davanti a lui. Non si aspettava che Michael gli facesse quella domanda. La serata stava andando bene. Molto bene. Loro erano riusciti finalmente ad essere amici-e-basta e quella domanda posta con un italiano pessimo lo stava destabilizzando. Fece altri due tiri nervosi alla sigaretta che ormai sembrava volerlo abbandonare mentre poteva sentire chiaramente gli occhi dell’altro su di lui. Si prese del tempo per rispondere, ma le parole sembravano non volersi formare nella sua mente. Lui, un rapper, l’invettiva e la rima fatta a persona, non sapeva come rispondere.
-Beh…credo di si.- solo dopo pochi istanti che l’aveva detto si voltò per osservare la reazione dell’altro. E gli occhi di Mika erano li, lui era esattamente di fianco a lui, che gli sorrideva come un cretino. Nelle sue iridi vide il riflesso delle insegne al neon dietro di lui, vide riflessa una scintilla di felicità. I loro respiri creavano piccole nuvolette di fumo per poi fondersi insieme. Fedez si morse un labbro perché si era illuso di aver accantonato il desiderio di baciarlo ma quello era ancora lì, era lì di fianco a lui e non poteva più ignorarlo.
Gettò il mozzicone lontano da lui per poi afferrare la nuca di Michael. Lo attirò a sé alzandosi in punta di piedi. Le loro labbra si scontrarono e assaporarono di nuovo quel gusto che pensavano di aver dimenticato entrambi. Il più alto lo prese per i fianchi approfondendo quel bacio strano e scomposto. Il libanese si infilò prepotentemente tra le labbra leggermente schiuse di Federico che lo accolse senza opporre resistenza.
Fu questione di un secondo. Le loro lingue si sfiorarono appena, poi Mika spinse Fedez lontano da sé.
-No, no…!- il rapper lo guardò interrogativo ma Michael aveva già distolto lo sguardo. Un fascio di luce li investì e il clacson del taxi spezzò quell’atmosfera surreale. Mika entrò nell’automobile sotto lo sguardo sbigottito del rapper. Osservò il taxi allontanarsi quasi a rallentatore perché era successo tutto così velocemente che nemmeno si rendeva conto del fatto che avrebbero potuto non vedersi mai più. Lui aveva baciato Mika, Mika lo aveva spinto via, Mika se n’era andato e il prossimo X Factor era tra un anno. Avrebbe dovuto attendere un anno per una risposta.
Strinse le mani a pugno fino a fare affondare le unghie sulla pelle liscia dei palmi. Che stupido. Cos’era stato quello? Cosa si aspettava? Lui non era gay e Michael non era il suo tester. Mollò un calcio al bidone della spazzatura più vicino perché la sensazione di amarezza sovrastava di gran lunga la rabbia che provava verso sé stesso. Era amareggiato e si sentiva vuoto perché questa volta ad andarsene per primo, lasciandolo lì nel mezzo di una strada logora, era stato proprio Mika.





*Ad XF8 Vicky e Mika si son baciati (non so per quale oscuro motivo) e (per lo stesso oscuro motivo) l'hanno fatto anche Fedez e Morgan. Se volete vedervi la scenaccia eccovi il link: https://www.youtube.com/watch?v=8wNXQmUl5Zk




Note dell'autriciah:

Bene...l'unica cosa che mi sento di dire è uno a uno palla al centro. Fedez ha fatto lo stronzo e Mika si è vendicato.
E chissà perché Mika se n'è andato così e chissà cosa farà Fede adesso che non lo vedrà più per un anno.
Poverini i miei pargoletti, queste incompresioni fanno piangere il cuore pure a me T.T
Ma non temete, il quarto capitolo arriverà presto (?) o forse no con tanto di spiegazioni e crisi esistenziali.
Grazie a tutti gente, siete fantastici.
A presto!
Road

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Capitolo 4
*** Beautiful Disaster ***



Capitolo 4: Beautiful Disaster
 



Mika non stava bene. Non stava bene per niente. Tutto quello gli era già capitato una volta, pensava di non doverlo più affrontare. E invece eccolo di nuovo lì, in un aeroporto inglese, un trolley alla mano ad aspettare che il suo fidanzato venisse a prenderlo. L’assurdo di tutta quella situazione? Non stava pensando al ragazzo che non vedeva da mesi ma al ragazzo che non avrebbe visto per mesi.
 
 


-Perché hai accettato di fare quello stupido programma?- gli chiese una voce adirata dall’altra parte della cornetta.
-Volevo provare! E poi, non è stupido…si scoprono nuovi talenti.- disse camminando in cerchio all’interno della sua stanza d’albergo. Erano quasi venti minuti che era al telefono e da venti minuti continuava a fare gli stessi movimenti: camminata fino al letto, dietrofront fino al bagno, ticchettio nervoso del piede mentre guardava fuori dalla finestra e poi di nuovo verso il letto.
La persona dall’altra parte del telefono sospirò affranta. Sembrava il respiro pesante di una persona veramente sfinita.
-Sono gli unici mesi in cui non sei impegnato con lo studio di registrazione e i tour…non hai pensato che volessi stare un po’ con te?- chiese retorico Andy. Mika si morse il labbro inferiore perché effettivamente non ci aveva pensato. Era chiaro anche a lui che il fatto di fare un programma come X Factor Italia fosse stato un suo desiderio piuttosto egoistico ma non si era posto il problema di quello che volesse anche il suo ragazzo.
-No…- disse sinceramente- ma tra un paio di mesi potrò essere di nuovo lì e farò in modo di posticipare il più possibile il lavoro, te lo pro- la sua frase fu interrotta da un altro sospiro.
-Lo dici ogni volta che te lo faccio presente.- Andy ora non sembrava più arrabbiato. La sua voce gli giungeva vuota e pacata leggermente distorta dal cellulare.
-Sai…- Andy cominciò incerto però poi riprese con più sicurezza –forse dovremmo prenderci entrambi una pausa. Andiamo avanti così da un po’ e io non voglio essere il tuo peso…io ti amo, ma quando fai così non sembra che tu ricambi.- Mika perse un battito. Lo stava lasciando? Andy lo stava veramente lasciando per una sciocchezza del genere? Stavano facendo proprio quel discorso al telefono?
-Andy no…- disse in un sussurro. Nemmeno la voce riusciva ad uscirgli fuori.
-Pensiamoci, prendiamoci del tempo…in questi mesi faremo questo e poi, se veramente ci tieni a me, beh, non so, dimostramelo.- il suo ragazzo chiuse la chiamata senza nemmeno salutarlo ma fu un bene altrimenti avrebbe sentito il rumoroso singhiozzo di Mika. Il libanese lanciò il cellulare sul letto e si prese la testa tra le mani. Lui odiava litigare, soprattutto se questo qualcuno era qualcuno a cui teneva particolarmente. Lui ed Andy non avevano mai fatto un litigio del genere. All’improvviso quella stanza d’albergo colorata che dava su una magnifica vista di una Milano al tramonto, era diventata grigia, cupa e oltre al suono attutito dei clacson il suono dei respiri pesanti di Mika riecheggiavano al suo interno. Le lacrime non volevano smettere di scendere e per due mesi avrebbe dovuto convivere con quella sensazione di vuoto. Non ce l’avrebbe fatta.
Trascorsero minuti o forse ore e poi decise di uscire. La testa che gli pulsava a causa del pianto e gli occhi gonfi gli facevano male. Magari un po’ di alcol avrebbe annebbiato abbastanza i suoi sensi da fargli dimenticare quello che era successo tra lui ed Andy. Si sarebbe ubriacato un po’, avrebbe riso per cose assurde e poi si sarebbe svegliato il giorno dopo e tutto quello che era successo sarebbe scomparso.
Entrò nel primo bar accogliente che trovò. Un’ondata di voci e risate lo investì mentre l’odore di alcol cominciava ad insinuarsi dentro i suoi vestiti. Trovò fastidiosa tutta quella gente, trovò fastidiosi i ragazzini tutti tatuati che urlavano, ma non era colpa loro. Era colpa sua e del suo egoismo. Era tutta colpa sua.
Si sedette al bancone e si fece dare dei drink, uno, due, tre, perse il conto e poi…
-Hei zio! Un altro giro per tutti quelli seduti a quel tavolo!- uno dei ragazzini tatuati era venuto ad ordinare altro alcol per lui e i suoi amici. Loro sembravano felici, sembrava che stessero festeggiando qualcosa di bello. Quanto avrebbe voluto essere in quel bar a ridere proprio come loro. Il suo ultimo pensiero lo fece ad alta voce, ma nemmeno se ne accorse prima che l’altro si girasse verso di lui.
-Bella fessta, eh?-
 
 

Era una situazione strana che non aveva mai vissuto prima. Lui non era il tipo da amare due persone contemporaneamente ma nemmeno quello da tradire il suo ragazzo. Aveva sbagliato a ricambiare il bacio di Federico. Aveva sbagliato anche solo a pensare che finché se ne stava in Italia non avrebbe dovuto affrontare la vita reale. Aveva sbagliato tutto fin dall’inizio perché Fedez era etero, Fedez era un rapper super tatuato e lui era diverso da quel genere di persona, eppure non era più riuscito a toglierselo dalla testa. Loro non potevano stare insieme. Perché diavolo Federico lo aveva baciato fuori dal bar? Stava andando tutto così bene. Loro stavano finalmente diventato amici e poi il loro piccolo castello di bugie era crollato con un singolo scontro di labbra. Si era illuso di aver dimenticato tutto definitivamente, si era solo immaginato di poter essere solo suo amico. Ma il fatto è che probabilmente quel rapper tutto tatuato e con la vita incasinata gli piaceva. Gli piaceva veramente.
Sospirò rumorosamente perché nell’ultimo anno non aveva fatto nulla di giusto. Tutte le scelte che aveva preso lo avevano portato a qualcosa di peggio. Andy aveva avuto ragione fin dall’inizio: non avrebbe dovuto accettare di lavorare ad X Factor 7. Si sarebbe risparmiato una litigata colossale con il suo ragazzo, il sesso più bello della sua vita in un bar milanese e il più bel disastro di sempre.
-Michael!- la voce del suo ragazzo gli giunse nitida alle orecchie nonostante il chiasso dell’aeroporto. Si voltò verso quella voce e non appena incontrò lo sguardo azzurrissimo del suo Andy, un finto sorriso si dipinse sulle sue labbra. Quanto avrebbe voluto essere felice di essere in Inghilterra, lì con lui. Il biondo ricambiò il sorriso e gli corse incontro a braccia aperte. Si abbracciarono stretto e quando Mika affondò il volto nell’incavo della sua spalla immaginò con tutto il cuore che fosse un’altra persona a stringerlo. Ma il profumo muschiato del suo ragazzo non poteva decisamente essere confuso con quello pungente di sigaretta.
-Mi sei mancato.- disse baciandolo sulla guancia, Andy. Il libanese sciolse l’abbraccio per recuperare il suo trolley. Doveva decidersi a lasciare perdere Federico. Doveva solamente lasciarsi alle spalle X Factor, l’Italia e Fedez. Lui era innamorato di Andy, era giusto che stesse con lui. Non poteva lasciarlo, glielo doveva dopo che un anno prima avevano fatto pace. Si, avrebbe dimenticato ogni cosa.
-Anche tu.-
 
 
I mesi trascorsero lunghi. Il Natale, la sua festa preferita, la passò in famiglia. Non vedeva i suoi fratelli da molto tempo e con loro trascorse quei giorni serenamente. Ma fu solo una pausa da una vita monotona. La routine che prima lo appassionava e lo rendeva fiero di aver scelto di comporre musica, ora gli sembrava triste e tutta uguale. Lo studio di registrazione, i videoclip dei suoi singoli, le cene con Andy non lo rendevano più felice. Sembrava quasi che la sua vita fosse stata ricoperta da un alone di grigio, che ora tutto fosse più freddo e incorporeo. Come se non bastasse la sua mente era ferma in un loop. Nemmeno per un secondo aveva smesso di pensare a Fedez. Nemmeno per un secondo aveva dimenticato la sensazione di pace che baciare le sue labbra gli aveva provocato. Quelli erano tutti sentimenti che non provava più da un po’ per Andy. Che avesse smesso di amarlo? Era possibile che un bacio e una sveltina facessero svanire un sentimento così forte come l’amore? La risposta ai suoi problemi giunse in un giorno di un Luglio più torrido degli altri. Stava scorrendo la sua home di Twitter e il tweet di una ragazza lo colpì particolarmente. Diceva “chissà quale sarà la giuria di quest’anno” con tanto di tag di X Factor. Sotto alla breve frase c’era una foto di loro. Pregustò ogni singolo dettaglio di quella foto: dal sorriso di Federico ai suoi tatuaggi appena sotto il mento; osservò i suoi lineamenti rilassati e notò il suo stesso sorriso che ormai non faceva da molto tempo. Da quanto non era così felice? Alzò lo sguardo e incontrò i raggi giallastri di un sole ormai alto. Guardò il viavai di persone e macchine, sulle strade affollate di Londra. Poi prese una decisione.
Solo dopo in quel momento si rese conto della madornale cavolata che aveva fatto. Nella sua testa, il suo piano era geniale. Era davvero bello, si era preparato perfino un discorso, aveva studiato le frasi migliori da dire utilizzando il dizionario tascabile che gli avevano regalato i giudici di XF7. Ora che effettivamente si trovava davanti alla porta della casa di Fedez tutte le sue convinzioni erano crollate. Mille domande gli affollavano la mente rendendolo insicuro. Nemmeno si ricordava quando aveva cominciato a sudare freddo. Il suo cuore batteva a mille e ormai le sue unghie erano inesistenti visto quanto se le era mangiucchiate. Lui non era una persona che si faceva molto prendere dal panico, riusciva sempre a mantenere una certo controllo del suo corpo, perfino prima dei suoi concerti era più calmo di così. Era veramente ridicolo, quasi a sfiorare il patetico.
Dopo lunghi minuti che si trovava lì davanti si decise a suonare il campanello. Fu più un impulso, una specie di tic nervoso, non era per nulla una cosa pensata. Aspettò e nessuno giunse ad aprire. Pensò che potesse essere via, che potesse essere in un tour e si fece prendere dal panico. Perché non gli aveva scritto un messaggio prima di prendere un aereo e presentarsi davanti alla porta di casa sua come uno stalker? Si prese la testa tra le mani cominciando a scuotersi con forza. L’adolescenza l’aveva passata da un pezzo e da un pezzo non faceva così tante cazzate tutte in un giorno. Come gli era venuto in mente di abbandonare la sua vita in Inghilterra per venire in Italia a parlare con qualcuno che avrebbe potuto non volerlo più vedere. Cosa si aspettava di preciso da uno come Fedez? Loro nemmeno si conoscevano bene. Che idea patetica, che stupido era stato. Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da un rumore di chiavistelli. Scattò subito in avanti, cercando di sistemarsi alla meno peggio i capelli. Si sistemò la maglietta a maniche corte che sotto quel sole cocente gli sembrava decisamente illegale e cercò di prepararsi psicologicamente alla persona che non vedeva quasi da otto mesi.
Non appena Federico fece capolino dalla porta di casa sua, Michael perse un battito. La sua bocca si socchiuse mentre i suoi occhi cominciarono a divorare la sua figura, poggiandosi con particolare interesse sul suo petto nudo. Il libanese sentì le guance infiammarsi più di quanto il caldo permettesse. Osservò da lontano il suo torace consapevole del fatto che quella poteva essere una delle ultime volte che lo vedeva così. Dopo quelli sembrarono interminabili minuti alzò lo sguardo per incontrare quello dell’altro e notò che anche lui era stupito di vederlo. Si schiarì la voce e parlò per nulla sicuro. Il suo discorso preparato era completamente sparito.
-Ciao.-
-C-Ciao.- balbettò il rapper stringendo convulsamente le dita intorno alla porta di casa come se stesse per cadere. Mika, proprio lui, quello che quando cominciava uno dei suoi discorsi non li finiva più, lui non sapeva cosa dire. Non gli era mai capitato che le parole gli morissero in gola in quel modo. Tentò di pensare al piano che si era preparato ma la sua mente sembrava essersi sgombrata improvvisamente da ogni pensiero. Fedez che lo guardava come se volesse perforarlo da parte a parte di certo non aiutava. Si ravvivò i capelli un paio di volte cercando di asciugarsi alla meno peggio il sudore dalla fronte. Era stata così ridicola la sua idea ma ora non poteva più tirarsi indietro quindi cominciò a parlare con poca convinzione.
-I-Io…ehm, I would-
-Fede!- il suo “discorso” appena abbozzato fu interrotto bruscamente da una voce femminile. –Fede? Chi è?- ed ecco che la porta si aprì per lasciare intravedere una seconda figura. Il sangue si gelò nelle vede di Mika non appena vide Giulia, la famosa ragazza del rapper. Lui sapeva che erano fidanzati, lo sapeva ma non pensavo che appurare la cosa di persona lo facesse sentire così male. Era bella, molto bella, era una donna e aveva veramente tutto quello che si potesse desiderare in una ragazza. I capelli lunghi e corvini le circondavano il viso di porcellana mentre la sua silhouette perfettamente proporzionata era stata nascosta sotto ad un vestito azzurro. Era troppo bella. Come poteva sperare di competere lui, un ragazzo, troppo alto e così impacciato?
-Mika! Oddio, Fede fallo entrare, che razza di persona lascia fuori il suo ospite?- Giulia diede una gomitata al rapper che si scosse dal momentaneo stato di trans.
-No, tranquilla, noi usciamo un attimo.- prese la parola Fedez con sicurezza. Lei lo guardò sorpresa da quel tono così duro.
-Ok…- disse lei un momento prima che il ragazzo scomparisse all’interno della casa per poi uscirne con una canotta larga.
-Torno subito.- le assicurò inforcando gli occhiali da sole. Giulia gli scoccò un po’ interdetta un bacio sulle labbra. Mika avrebbe voluto soltanto sprofondare.
Si diresse verso il libanese e nel chiudersi il cancelletto alle spalle sfiorò con il gomito, il fianco destro di Michael. Non si curò molto di quel contatto e prese a camminare spedito davanti a lui. Mika lo seguì sorpreso da quella reazione. Non l’aveva nemmeno guardato in faccia, era forse arrabbiato? Lui in fondo era andato avanti con la sua vita mentre era lui l’unico ad essere rimasto indietro. Ad ogni modo lo seguì senza fiatare, si sentiva in debito con lui per avergli risparmiato l’imbarazzo di entrare nella casa in cui lui e Giulia convivevano.
Si fermarono circa cinque minuti dopo in un parchetto quasi deserto. Fedez si fermò di colpo e Mika rischiò di andargli addosso ma durò poco più di un secondo perché il rapper già lo fronteggiava con aria seria.
-Si può sapere perché cazzo sei qui a caso dopo quanti? Otto mesi?- chiese il rapper con una collera che si ostinava ancora a tenere rinchiusa nella sua gola.
-Io…ho pensato.- esordì Mika e solo dopo aver detto quelle cose si maledisse in tutte le lingue che sapeva.
-Otto mesi di riflessione mistica, complimenti.- i suoi pensieri furono espressi dall’altro in tono più che sarcastico. Mika sbuffò. Sapeva di averlo lasciato in un modo abbastanza brutto ma detestava quando la gente gli parlava con quell’astio, soprattutto se si trattava di un argomento così delicato.
-Si.- disse secco. Fedez che già si preparava all’ennesimo commento acido. –Ho penssato tanto, ho penssato tanto a tu.- il rapper rilasciò l’aria che aveva nei polmoni come se improvvisamente si fosse calmato.
-And, ho capito che volio conoscerti. I really would like che tu mi lascia dentro nella tua vita.- lo disse tutto d’un fiato e quasi con tono di sfida perché ci aveva messo molto tempo ma alla fine aveva capito quello che voleva, o meglio, quello che non voleva. Non accettava di dimenticare, ci aveva già provato una volta, poi un’altra e non ci era riuscito. Lui voleva conoscerlo, voleva sapere ogni cosa di Fedez il rapper e del Federico non rapper. Lui aveva bisogno di conoscerlo per sapere se aveva fatto la scelta giusta.
Non poteva vedere l’espressione di Federico a causa dei suoi spessi occhiali da sole ma poteva chiaramente vedere come la sua rabbia si fosse sgonfiata. Ora teneva le braccia mollemente accanto ai fianchi e il respiro usciva leggermente accelerato dal suo naso. Non rispose, non rispose per molto tempo e per un momento Mika pensò che potesse rifiutarlo. In fondo, lo aveva trattato veramente male l’ultima volta visto il modo in cui lo aveva spinto via. La sua sicurezza vacillò per l’ennesima volta quel giorno: non fu perché non sapeva cosa dire ma perché non sapeva cosa stesse per rispondergli l’altro.
Dopo quella che parve un’ora Fedez estrasse dalla tasca un pacchetto di sigarette e cominciò a fumarne una in modo nervoso.
-In pratica, fammi capire, tu vorresti uscire con me?- chiese con voce un pochino più stridula del solito. Mika annuì. Trattenne il respiro in attesa che il rapper gli desse una risposta.
-Beh, non so…insomma, non so neanche se mi piace la banana, so solo che mi piace baciarti, ma non so, cioè devo pensarci.- un sorriso si dipinse involontariamente sulle labbra di Mika.
-Banana, seriously?- disse provocatorio cercando di trattenere una risatina. Fedez gli diede una piccola gomitata. Sembrava quasi che non fosse successo nulla tra di loro.
-Capiscimi, Mika è appena piombato a casa mia senza preavviso dicendomi che vuole uscire con me…io devo pensare, sul serio.- Michael annuì di nuovo ma questa volta non sorrise. Una parte di lui sperava veramente che Fedez avrebbe assecondato la sua dichiarazione ma la sua reazione era più che normale. Lui non aveva avuto tutto il suo tempo per rifletterci su.
-Ok, dammi il tuo phone.- gli tese il palmo aperto. Il rapper parve per un po’ interdetto ma poi obbedì e gli depositò in mano il suo iphone. Mika ci digitò sopra qualcosa e poi ridiede il cellulare all’altro.
-Chiamami.- scandì con le labbra un momento prima di girarsi e a tornare da dove era venuto.




Note dell'autriciah:

Tranquilli ragazzi, sono viva! Più o meno....purtroppo non ho Sky e sto soffrendo perché in questo momento stanno facendo il secondo Live con tati Midez moments che io non posso vedere quindi, si, sono parecchio triste.
Però, visto che non avevo nulla da fare, eccomi con un nuovo "entusiasmante" capitolo. Tecnicamente non succede niente ma almeno Mika è tornatoo <3 Bravo il mio pargoletto libanese!
Ed ora la decisione sta a Fede. Anche se sappiamo tuuuutti cosa risponderà (nessuno può resistere al culo carisma di Mika).
Spero di tornare presto con un nuovo capitolo di svolte (ma non garantisco nulla perché questo week end sono via quindi boh)
Al prossimo chappy,
Road

 

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Capitolo 5
*** L'hai voluto tu ***



Capitolo 5: L’hai voluto tu
 




Osservò per l’ennesima volta il numero che campeggiava a caratteri cubitali sullo schermo del suo cellulare. Ogni volta che lo guardava gli scappava un sorriso perché quella dannata star internazionale era così egocentrica da salvarsi nel cellulare di qualcun altro con un “MIKA <3 <3 <3”.
In ogni caso, erano passati tre giorni e non aveva ancora chiamato la suddetta star internazionale. Questo perché era molto confuso. Quando Mika aveva suonato alla porta di casa sua aveva avuto un tuffo al cuore. Era stato completamente preso alla sprovvista. Le prime cose che gli erano passate per la mente erano state: primo, chi gli ha dato l’indirizzo di casa mia; secondo, che caldo che fa; terzo, perché diavolo Mika è fuori da casa mia con uno stupendo sguardo spaesato in faccia. Solo in un secondo momento si era veramente reso conto del fatto che lo stesso libanese con cui aveva fatto sesso e che otto mesi prima aveva baciato era fuori da casa sua. Non gli aveva detto nulla, non gli aveva scritto su qualche social o da qualche altre parte ma era piombato lì a caso. Senza contare il fatto che Giulia era a casa. Nel momento in cui era uscita, il sangue gli si era gelato nelle vene. Non gli aveva mai parlato di quella che c’era tra lui e Mika quindi lei non avrebbe potuto sospettare nulla eppure temeva che lei sarebbe stata in grado di capirlo lo stesso. Si era sentito colpevole, ecco.
A scoppio ritardato era arrivata anche la rabbia. Mika lo aveva respinto l’ultima volta che si erano baciati, pensava che quello fosse stato un no definitivo. Fedez aveva sperato che lo fosse, poi quando il libanese gli aveva parlato di quei mesi senza di lui ci aveva ripensato. O meglio, tutto quello di negativo che ricordava di Mika era scomparso, spazzato via da poche parole dette con un italiano ridicolo: “io voglio conoscerti”.
Ed ora, eccolo lì, stravaccato sul divano di casa sua, la tv accesa per aiutarlo a non pensare e il cellulare con il numero di Mika tra le mani. Da tre lunghi giorni si chiedeva cosa fare ma una parte di lui aveva già deciso cosa fare ancora prima che Michael aprisse bocca. Aveva mille ragioni per lasciare perdere quella storia, aveva pensato ad innumerevoli inconvenienti che avrebbe portato una loro ipotetica relazione, tra cui la distruzione completa dell’immagine da duro che si era creato in quegli anni, però voleva provarci lo stesso. Voleva provare, per una volta, a seguire quello che gli diceva il cuore e non la testa. Avrebbero nascosto tutto, sarebbero stati attenti ma ce l’avrebbero fatta perché, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, quei mesi senza vedersi lo avevano distrutto dentro. L’avrebbero fatta funzionare. In fondo, lui non era di certo conosciuto per essere un bravo e responsabile ragazzo attento a non eccedere.
Erano le cinque del pomeriggio quando si decise a premere il tastino verde del suo Iphon. Dopo qualche squillo Michael alzò la cornetta.
-Pronto?-
-Mika.- disse secco Fedez aspirando un po’ di fumo dalla sigaretta elettronica che stringeva nell’altra mano.
-Fedéz.- ribadì il ragazzo dall’altra parte.
-Michael Penniman.- continuò Federico come se volesse accertarsi che quello dall’altra parte era proprio il suo Michael.
-Holbrook Penniman Junior.- lo corresse Mika. Il rapper si fece scappare un sorriso.
-Vabbè, dai.- disse ridacchiando nervosamente. Fece scorrere la lingua tra le labbra perché improvvisamente gli era venuto caldo.
Nessuno dei due disse nulla per un po’, l’uno perché attendeva una risposta l’altro perché tentava di racimolare un po’ di coraggio.
-Io sono molto ansioso di mio, in questo momento sto trattenendo una pisciata assurda ma dovevo chiamarti.- fece una breve pausa per aspirare un altro po’ di fumo –La nostra “storia” è iniziata in un bagno da cui io me ne sono andato per primo. Poi, otto mesi fa, sei stato tu quello a fuggire per primo. Ce ne siamo andati troppe volte, non credi?- buttò fuori tutto il fumo che aveva trattenuto nei polmoni e poi riprese.
-Siamo due diversamente codardi ma io voglio provarci. Amo la macedonia perché è incasinata come la mia vita e la banana è uno dei miei frutti preferiti e…io voglio che tu mi prometta una cosa: che non te ne andrai più. Io voglio provarci quindi non me ne andrò, ma voglio che lo faccia anche tu.- non appena terminò quel discorso, subito cominciò ad odiare sé stesso per il mondo osceno in cui gli erano uscite quelle parole. Nessuna risposta gli giunse dall’altro capo della cornetta, il che contribuì a renderlo ulteriormente nervoso. Dopo quella che gli sembrò un’eternità l’altro rispose.
-Si, I promise, Federico.- la voce leggermente più acuta di Mika gli arrivò inaspettata come, del resto, il sorriso che si dipinse poi sulle sue labbra.
-Stasera.- disse solo il rapper.
-Cosa?- chiese un Michael piuttosto interdetto.
-Stasera alle 8 da qualche parte a mangiare qualche cosa.- spiegò Fedez sentendo un grosso peso andarsene sempre di più dentro di lui.
-Okay, Fede. Verrò a prenderreti.- disse con un risolino eccitato, il libanese. Il rapper non protestò e dopo aver chiuso la chiamata sperò che il tempo passasse il più in fretta possibile. Stava per uscire con la sua star internazionale.
 
Fedez non era un tipo che si interessava molto al suo abbigliamento. Quando era adolescente curava di più la sua immagine e faceva comprare a sua madre solo determinate cose, ma ora il suo guardaroba era decisamente cambiato. Inutile dire che non appena lo si apriva, tutti i vestiti minacciavano di saltargli letteralmente addosso da quanto incasinato era. Comunque sia, aveva solo canotte stupide, shorts e magliette a maniche corte di colori improponibili, in poche parole…non aveva la più pallida idea di cosa mettersi per l’appuntamento con Mika. Mancava poco più di mezz’ora alle 8 e lui se ne stava ancora davanti al suo armadio con sguardo spaesato. Aveva già chiamato sua madre e alcuni suoi amici per un consiglio (ovviamente era stato molto attento a non dire chi fosse la persona con chi sarebbe uscito) ma nessuno gli era stato d’aiuto.
Si sfregò la testa con i palmi delle mani. Era da molto tempo che non provava questo senso di inadeguatezza, da troppo tempo non sapeva cosa mettersi per uscire con qualcuno, nemmeno se lo ricordava quand’era stata l’ultima volta che aveva provato questo tipo di ansia. Forse non l’aveva mai provata.
Sospirò sonoramente mentre tentava di autoconvincersi che se Michael aveva veramente buone intenzioni non avrebbe fatto caso a qualcosa di così insignificante come il suo abbigliamento.
Dopo altri dieci minuti optò per una semplice maglia nera accompagnata da un paio di pantaloni lunghi del medesimo colore. Sarebbe morto di caldo ma doveva fare un piccolo sacrificio per Mika. Nel momento in cui fece quel pensiero qualcuno suonò al campanello di casa sua. Fortunatamente Giulia non sarebbe tornata prima della mattina del giorno dopo visto che era fuori per lavoro. Nel giro di un nanosecondo si ritrovò davanti alla porta per aprire il suo-non-più-molto-amico.
Per la seconda volta nel giro di poche ore si ritrovò la bocca secca. Mika se ne stava lì, fuori dal cancelletto di casa sua ad osservarlo in modo a dir poco ammiccante. I capelli castani erano stati fissati all’indietro con un po’ di gel lasciando libero di ricadere sulla fronte un unico ricciolo ribelle. Una camicia bianca, leggermente aperta sul petto e con le maniche avvolte fino ai gomiti, lasciava appena intravedere il suo fisico secco ma scolpito; mentre un paio di pantaloni giallo canarino gli fasciavano perfettamente le gambe lunghe e affusolate.
-Ciao!- esclamò con un tono di voce tra l’eccitato e il nervoso, Mika. Federico boccheggiò. Non era possibile che qualcuno fosse così sexy. Non era possibile che Michael lo facesse sentire così fuori luogo.
-Ciao.- disse con una voce più roca del solito. –Un attimo e arrivo.- disse defilandosi un attimo all’interno di casa sua. In quel momento gli sembrava così simile ad un rifugio che avrebbe voluto non uscirci mai più. Oh si, si pentiva moltissimo di essersi vestito così, lui non era per niente all’altezza di Mika. Michael era così bello e perfetto nonostante indossasse dei comunissimi pantaloni giallo piscio. Respirò un paio di volte: non era decisamente il momento di farsi prendere dal panico. Afferrò il pacchetto di sigarette, portafogli e chiavi un momento prima di uscire. Il libanese lo stava aspettando guardandosi intorno incuriosito.
-So, tu vivi qui?- gli domandò ancora prima che potesse chiudersi il cancelletto alle spalle. Fedez si accese subito la prima di molte altre sigarette. Annuì sicuro di sé, meno parlava meglio era.
-Con Giulia?- continuò il più alto cominciando a camminare insieme a lui. Certo non era il migliore degli esordi ma forse era così che si cominciava una conversazione. Solo per rompere il ghiaccio, si ripeté nella sua testa. Annuì di nuovo. Fece un tiro dalla sigaretta nervosamente.
-E tu?- chiese più per riflesso che per curiosità personale.
-Io cossa?- gli chiese l’altro non capendo la domanda.
-Vivi con qualcuno, hai qualcuno, cose così.- affermò con più sicurezza. Mika non gli aveva mai detto nulla di lui ed era normale che potesse avere qualcuno, lui non si sarebbe offeso, in fondo aveva Giulia. Magari, gli avrebbe dato fastidio…ok, molto fastidio, ma nulla di più.
Mika temporeggiò un po’ prima di rispondere, come se quella domanda lo innervosisse.
-No, nessuno.- disse infine cominciando a torturarsi le dita. Forse si sentiva un po’ inferiore perché lui era single? Fedez non avrebbe saputo spiegarsi il perché di quella reazione.
Un silenzio imbarazzante cadde tra di loro e solo dopo qualche minuto che camminavano per uscire da quel quartiere Federico decise di rompere il silenzio.
-Cosa vuoi mangiare?- Mika parve riscuotersi da una lunga riflessione per poi guardarlo sorpreso.
-I don’t know, cinese?- propose. Il rapper annuì per l’ennesima volta.
-Conosco un posto abbastanza sconosciuto qui vicino, non dovrebbero darci problemi.- disse piegando le labbra in un mezzo sorriso. Dire che si sentiva a disagio per quella situazione era fare un eufemismo. Non aveva mai passato del tempo da solo con Mika completamente sobrio e quello era il risultato. Ci voleva almeno un po’ di birra. Di solito non era difficile stare con lui, di solito si trovavano a discutere delle cose più stupide eppure quella volta sembrava diverso. Pareva che loro avessero detto qualcosa che non era mai stato detto e per questo si fosse creata una sorta di tensione tra di loro. Una tensione che non gli piaceva per niente.
 



-Hi!- disse Mika con voce leggermente roca.
-Cosa c’è?- chiese Andy dall’altra parte della cornetta. Michael cominciò piano a vestirsi.
-Non voglio che ci lasciamo.- asserì serio mentre cercava di chiudersi al meglio la camicia.
-Non lo voglio nemmeno io…-ammise l’altro ragazzo. –Ma starti lontano mi fa male e piuttosto che soffrire preferisco finirla.- concluse lo stesso concetto del giorno prima ma con un tono di voce molto meno adirato. Mika sospirò sonoramente.
-Non posso garantirti che cambierò, questo è il mio lavoro, nulla è inutile per l’immagine che le persone si fanno di me. Solo, vorrei che tu capissi che anche per me è lo stesso e che se il nostro è veramente amore…funzionerà tutto comunque perché stare lontano da te mi rende una persona diversa, se non ti avessi nella mia vita non sarei più così. Io ti amo.- concluse il suo discorso in mormorio che si disperse nel bagno di quel bar. Tutto quello che aveva detto era terribilmente vero: se non ci fosse stato più Andy nella sua vita lui sarebbe cambiato. Andare a letto con uno che aveva appena conosciuto era un chiaro esempio. E questo lo spaventava perché il suo ragazzo era come un punto fermo col passare del tempo. Avrebbe potuto cambiare tutto nella sua vita ma lui ci sarebbe stato sempre nonostante tutto e tutti. Lui era il suo Andy.
-Ti amo anche io, dannazione. Noi ce la faremo, noi ce la faremo.- ripeté con la voce spezzata. Mika fece un sorriso amaro. Loro ce l’avrebbero fatta. Nulla sarebbe cambiato, nulla li avrebbe cambiati. Ma forse lui lo aveva già fatto e il suo cambiamento aveva un nome: Federico.
 
 


Dopo una decina di minuti di camminata avevano cominciato a parlare tranquillamente. Fedez aveva fatto una battutina sul colore accesso dei pantaloni di Mika, Mika aveva riso prima di rispondergli che almeno il suo abbigliamento era allegro mentre quello del rapper sembrava un funerale. Non conoscevano bene la definizione di “complimento” ma questo li aveva sciolti un po’ di più.
Dopo altri cinque minuti erano arrivati nel famoso posto che conosceva il rapper e solo in quel momento si erano resi conto di trovarsi davanti ad un negozio da asporto e non ad un ristorante rispettabile.
-Tu frequenta posti strani.- aveva riso Mika mentre osservava il menù a parete.
-Non mi ricordavo che fosse così!- ammise Fedez leggermente imbarazzato. Effettivamente in quel luogo c’era venuto un paio di volte e solo con i suoi amici quindi era molto probabile che fosse abbastanza fatto di qualche sostanza strana. Di conseguenza non si ricordava che fosse così.
-Tu fai una scusa! Come on, ordina.- ridacchiò ancora il libanese. Il rapper borbottò qualcosa tra sé e sé ma obbedì ed ordinò tutte le cose con un nome sufficientemente strano.
Nel giro di pochi minuti si ritrovarono con delle scatolette di cibo in mano senza sapere bene dove mangiarle.
-Potremmo andare- cominciò Fedez guardandosi intorno per rievocare nella sua mente un posto abbastanza appartato per andare a cenare ma Mika lo interruppe con un sorriso.
-No, questa volta io decido.- disse come se quello fosse tutto un grande gioco.
-Ah beh, allora siamo sicuri di mangiare sotto un ponte.- lo prese in giro. Michael mise un finto broncio.
-Ho ascoltato te e sto mangiato in piedi!- rimarcò il fallimento del rapper sempre con il suo mezzo sorriso.
Alla fine, dopo aver fatto una lunga discussione su quale fosse il posto migliore, finirono in un parchetto nella periferia di Milano seduti su una panchina completamente imbrattata di scritte. Il sole stava tramontando lentamente e una luce giallastra filtrava tra i rami pieni di foglie degli alberi di quel parco. Le cicale stavano smettendo di cantare per lasciare posto ai grilli e i rumori di macchine sembrava più lontano di quanto in realtà non fosse la strada. Loro due erano immersi in un’atmosfera quasi surreale come del resto lo era quel loro appuntamento. Sembrava quasi che loro fossero in una bolla sospesa tra un minuto e l’altro, era come se loro fossero in una dimensione parallela in cui esistevano solo loro. Mika e Fedez seduti in una panchina come due ragazzi comuni nel mezzo di un parco a Milano; era tutto così imperfetto da essere assurdamente perfetto.
-Cosa dice il tuo biscotto della fortuna?- domandò Federico appoggiandosi allo schienale della panchina. Mika spezzò l’involucro del biscotto per estrarre il pezzettino di carta.
-“Ti servirà un ombrello per ripararti dalle lacrime di dolore”- Mika storse il naso. –That sucks! Che trisste!- urlò stringendo tra le mani il piccolo fogliettino. Fedez rise accanto a lui.
-Ce l’hai l’ombrello, vero?- Michael gli mollò una gomitata.
-Strooonzo! Leggi il tuo!- il rapper ripeté il gesto che pochi secondi prima aveva fatto l’altro e lesse quelle poche righe. Un sorrisetto tra il disgustato e il compiaciuto si dipinse sulle sue labbra.
-Cossa c’è scritti??- domandò curioso il libanese avvicinandosi a lui. Fedez gli allontanò il foglietto in modo che non potesse vederlo.
-Non te lo dico, tiè!- disse per provocarlo. Mika appoggiò una mano sul suo petto per poi tendere l’altra a prendere il piccolo pezzetto di carta.
-Ehi, zio mi spacchi!-
-Fai leggere anche mee!- Michael ignorò altamente il finto tono lamentoso dell’altro e senza nemmeno accorgersene si sedette sulle sue gambe. Fedez si zittì di colpo e strinse a pugno il bigliettino. Solo in un secondo momento il libanese si rese conto della loro posizione e dalle sue labbra non uscì più alcun suono. Il suo sguardo percorse tutto il profilo del braccio di Fedez fino arrivare lentamente al suo viso, incontrando i suoi occhi. Si squadrarono per lunghi istanti, i loro respiri che si intrecciavano scaldando ancora di più quell’aria già di per sé afosa. Pochi centimetri separavano i loro volti e i loro petti mentre i loro ventri aderivano completamente. E come se fosse un richiamo Mika ricoprì il breve spazio tra di loro. Le loro bocche si scontrarono voraci, si cercarono fin da subito perché per la prima volta quello era un contatto a cui nessuno dei due si sarebbe separato. Il rapper morse malamente il labbro inferiore dell’altro che con un breve gemito schiuse la bocca per lasciarlo entrare. Per la prima volta ad avvolgerli non era il sapore amarognolo dell’alcol: questa volta era tutto più consapevole e reale, era tutto così bello.
Michael si aggrappò con entrambe le mani alle spalle dell’altro come se stesse per cadere all’indietro, Fedez, dal canto suo, cinse i fianchi del libanese stringendoli con le dita. Il bigliettino della fortuna svolazzò ai loro piedi completamente dimenticato.
I grilli e i loro respiri pesanti riempivano la loro piccola bolla di felicità. Il caldo stava cominciando a farsi insopportabile come del resto quegli inutili abiti. Entrambi avrebbero voluto approfondire quel contatto che attendevano da troppo tempo ormai. Le mani di Michael cominciarono ad esplorare affamate il petto di Federico mentre la sua bocca abbandonava quella dell’altro per scendere a depositare piccoli baci sul suo collo.
La loro bolla scoppiò quando il cellulare di Mika cominciò a squillare dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni. Il libanese emise un gemito scocciato ma non diede segni di voler interrompere ciò che stava facendo. Fedez decise di fare quello responsabile tra i due e infilò la mano in tasca indugiando parecchio sul fondoschiena di Mika. Ne estrasse il cellulare e lesse il nome sullo schermo.
-C-Chi è Andy?- chiese con il fiato corto. Mika si irrigidì di colpo e cercò di riprendersi il telefono ma Federico lo aveva già portato all’orecchio.
-Ehi scusa, Mika non può rispondere è parecchio occupato.- disse alludendo a quello che stavano facendo. Il libanese sembrava tutto eccetto che contento.
-Fede, give it back..- sussurrò stizzito cercando di riappropriarsi del suo telefono.
-Che? Questo parla tutto inglese! Chi cazzo sei? Who?- Fedez rise nel dire quelle parole ma nel giro di qualche secondo il sorriso gli si smorzò sulle labbra. Puntò gli occhi nocciola in quelli di Mika alla ricerca di una risposta, alla ricerca di un qualsiasi indizio che gli dicesse che ciò che aveva appena sentito non era “Michael’s boyfriend”. Al contrario, Mika annuì. Qualcosa dentro di lui si spezzò. Improvvisamente la realtà riprese ad avere i contorni definiti di sempre. Si alzò di scatto rischiando di far cadere Mika a terra, ma non gli sarebbe importato. Gli appoggiò il cellulare in mano scoccandogli l’occhiata più fredda che aveva mai riservato a qualcuno. Lui si era fidato. Lui aveva creduto a Michael e invece lui si ritrovava con un ragazzo. Lui si era fidato.
-Fede!- urlò il libanese cercando di trattenerlo ma il rapper aveva già cominciato a camminare.
-Vaffanculo Mika.- sibilò fuori dai denti un momento prima di voltare definitivamente le spalle a quella star internazionale che l’aveva costretto ad andarsene per l’ennesima volta.




Angolo autriciah:
E io che mi ero ripromessa di fare capitoli cortini, parto sempre con buone intenzioni e poi....
Btw scusate l'immenso ritardo ma alla fine (causa internet lento) non sono riuscita ad aggiornare martedì, quindi accontentatevi di questo capitolo un sacco agnst in previsione del Live di stasera (speriamo che ci saranno molti, troppi Midez moments).
Che dire, il discorso di Fedez non so come mi sia venuto, è una cosa abbastanza ridicola ma spero che sia comunque da lui. In quanto a Mika...beh, ammettete che camicia e pantaloni gialli su di lui sono da stupro bellissimi, però ha fatto lo scemotto perché non ha detto a Fede di Andy. Non si fa no, no, no.
Ed ora che succederà? Come farà Mika (ammesso che ci riesca) a riconquistare Fedez? Mah.
Spero che il chappy vi sia piaciuto e spero di aggiornare presto (non mi piace lasciarvi troppo sulle spine lol).
Road

 

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Capitolo 6
*** Staring At The Sun ***




Capitolo 6: Staring At The Sun
 





Mika si sentiva uno schifo, si sentiva veramente male. Aveva la nausea e già da un po’ aveva cominciato a disprezzare sé stesso. Lui non era così. Lui non aveva mai fatto del male a qualcuno come lo aveva fatto con Fedez. Lui non era quel tipo di persona. In che Universo parallelo il fatto che lui avesse un ragazzo sarebbe mai passato inosservato? Si stava ancora domandando perché avesse mentito a Fedez sulla sua vita privata. Era stato come un riflesso? O forse aveva pensato che quel loro appuntamento fosse troppo bello per essere rovinato da una cosa tanto inutile come Andy?
Per l’ennesima volta quella sera si prese il volto tra le mani mentre chiamava Federico. Gli aveva lasciato valanghe di messaggi privati su tutti i social di cui era a conoscenza e aveva perso il conto delle chiamate. L’altro, però, non rispondeva mai. Si sentiva così in colpa da non riuscire nemmeno ad alzarsi da quella panchina. Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato da quando il rapper se n’era andato, l’unica cosa che sentiva era l’odore pungente di Fedez e il suo sapore ancora sulle labbra. Era successo tutto così velocemente che ancora stentava a crederci. Andy lo aveva chiamato solamente per sapere come stava andando visto che doveva girare il video di Staring At The Sun, quella era la scusa che gli aveva raccontato, ma la verità era che non si era mai mosso da Milano. Lo aveva chiamato così, perché era una cosa normale da fare tra fidanzati e aveva rovinato tutto. No, no la colpa non era di Andy, la colpa era sua, era tutta dannatamente sua. Ora probabilmente anche Andy non si fidava di lui perché anche se non capiva l’italiano poteva intuire quello che era successo tra lui e Federico. Aveva combinato un disastro, un terribile disastro e non era in grado di spiegarsi il suo stesso comportamento. Perché da un anno e otto mesi a quella parte continuava a commettere errori? Perché quei dannati errori li faceva solo con la persona di cui più gli importava in quel momento?
Chiamò un’altra volta il rapper e di nuovo scattò la segreteria telefonica. Premette il tastino rosso e si soffermò ad osservare la sua immagine riflessa sullo schermo del suo cellulare. Nonostante la poca luce riusciva a vedere i suoi occhi lucidi. Si faceva così schifo per tutto quello. Tirò su col naso. Forse l’unica cosa da fare era aspettare un po’: si sarebbe chiarito le idee e poi avrebbe parlato con Fedez. Doveva parlargli. Non sarebbe sopravvissuto altri mesi senza di lui, si sarebbe di nuovo ripetuto l’inferno che erano stati quegli otto mesi.
Dopo qualche minuto si alzò dalla panchina e cominciò a camminare spedito verso la strada principale. Non si guardò più indietro. Chiamò il suo manager e in qualche secondo lo informò che sarebbero partiti il giorno dopo per la Sicilia. Doveva andarsene per un po’.
 
 
Trascorrere del tempo in Sicilia non era stato male. Si era divertito davvero a girare il videoclip della sua canzone, riusciva a ridere e a scherzare insieme a tutti quelli che lo aiutavano con le scene ma in un qualche strano modo non lo faceva veramente. In un qualche modo quei sorrisi non erano pieni, non erano sinceri. Un peso che gli si era aggrappato al cuore non accennava a volersene andare. I ricordi del suo ultimo incontro con Fedez non volevano sbiadire nella sua mente. La sensazione di completezza che aveva provato nel baciare Federico non voleva saperne di staccarsi dalle sue stesse labbra.
In ogni caso, quelle due settimane di lavoro senza mai fermarsi, lo aveva aiutato a chiarirsi le idee. Sapeva già cosa avrebbe fatto non appena sarebbe ritornato a Milano. Per la seconda volta nel giro di venti giorni si trovava in aereo intento a cercare di costruirsi un discorso sensato da rivolgere al rapper. Questa volta però si sentiva decisamente più calmo. Un po’ perché sapeva che qualsiasi risposta gli avrebbe dato Federico lui non si sarebbe rassegnato, un po’ perché sapeva che la conclusione a cui era arrivato era quella giusta: d’ora in avanti non avrebbero avuto più segreti. Lui non gli avrebbe più mentito. Aveva sbagliato ma ora doveva rimediare.
Il tempo volò via veloce e senza nemmeno accorgersene si trovò di nuovo davanti al cancelletto in legno bianco della casa di Fedez e Giulia. Era come se i suoi piedi lo avessero guidato fin lì senza che avesse avuto bisogno di comandarli dal cervello. Si stiracchiò le dita lunghe della mano destra e con una lentezza che non era decisamente da lui le allungò al campanello. Fece una leggera pressione sul pulsantino metallico e accompagnò quel gesto con un paio di respiri. Nella sua mente una voce cominciò a ripetergli che ce l’avrebbe fatta. Chiuse un attimo gli occhi e li riaprì non appena sentì il rumore della porta che si apriva. Ne uscì una donnina sulla cinquantina, abbastanza bassa con dei luminosi capelli biondi. Mika inarcò un sopracciglio guardandola interrogativo. Non riusciva davvero a capire chi fosse, lei non era di certo Giulia! La donna fece il suo stesso sguardo perplesso però, poi, come se avesse appena avuto un’illuminazione divina cominciò a sorridergli.
-Tu sei Mika!- disse raggiante. Michael, dal canto suo, annuì. Lei lo aveva anche riconosciuto ma la cosa non era reciproca.
-Devi parlare con Fede?- gli chiese mentre si dirigeva verso di lui per aprire il cancelletto. Il libanese annuì una seconda volta e solo vedendola da così vicino si accorse di qualcosa di familiare in lei. Era come se l’avesse già vista ma non per davvero. La donna lo invitò ad entrare appoggiandogli affettuosamente una mano sulla schiena.
-Comunque, probabilmente lui non ti avrà mai parlato di me, conoscendolo, quindi mi presento: sono Tatiana, la mamma e manager di Federico.- gli rivolse un sorriso e questa volta fu il turno di Mika ad avere “l’illuminazione”. Assomigliava veramente tanto a Fedez, ecco perché gli sembrava di averla già vista.
-Oh God,- si lasciò sfuggire –In efetti asssomigli molto a lui!- continuò mentre sul suo viso si stirava un sorriso. Non sapeva come ma vedere sua madre lo aveva tranquillizzato un po’. Lei ridacchiò mentre gli apriva un po’ di più la porta di casa.
-Hai proprio ragione!-
-Ma’, chi è?- la voce roca e profonda di Federico gli giunse all’orecchio come un suono proibito. Quanti sogni aveva fatto su di lui in quelle settimane, quante volte aveva sentito nella sua testa la sua voce mentre sussurrava al suo orecchio il suo stesso nome. Uno strano formicolio si disperse in tutto il suo corpo. Era assurdo come il solo sentire la sua voce lo facesse fremere.
-Vieni qua, sei a casa tua, non fare il cafone con gli ospiti.- gli brontolò sua madre mentre faceva l’occhiolino a Mika. Il libanese fece una risatina nervosa. Tutta la calma che aveva avuto fino a quel momento era sfumata brutalmente. La prima cosa che percepirono le sue orecchie fu il rumore attutito di piedi nudi che calpestavano le mattonelle del pavimento, poi lo vide bloccarsi sul fondo del corridoio. Il cuore di Michael cominciò a battere talmente forte da risuonargli anche nella testa. Fedez, come se volesse farlo apposta, indossava una canotta completamente aperta su i fianchi che lasciava scoperta tutta quella porzione di pelle; dei semplici pantaloncini scuri gli fasciavano le gambe affusolate, in mano, la sua sigaretta elettronica. Ma quello che per poco non fece arrossire Mika come un’adolescente in crisi ormale fu proprio il suo viso. Un filo di barba gli ricopriva le mascelle nascondendo parzialmente i tatuaggi sul collo, gli occhi scuri e penetranti lo fissavano sbigottiti ma allo stesso tempo accusatori. Le labbra del rapper rimasero serrate, non dissero nulla, il primo a parlare fu Mika anche se lo fece con grande difficoltà.
-Ciao..!- cercò di essere il più allegrò possibile ma non funzionò molto. Fedez rispose con un cenno del mento, poi si girò e tornò da dov’era venuto. A Michael un po’ dispiacque. Non pensava che lo avrebbe lasciato lì, sull’entrata di casa sua, senza nemmeno parlargli. Tatiana sospirò accanto a lui.
-E’ il suo modo di dire “vieni di là”.- spiegò come un’interprete di una lingua a lui sconosciuta. Perché effettivamente Fedez era qualcosa di indecifrabile per Mika.
-Vuoi qualcosa da bere?- chiese cortesemente.
-N-No, grazie, non si preoccupa.- balbettò lui ora un po’ a disagio, ma lei sorrise lo stesso.
-Sei proprio come ti descrive Fede.- prese la borsa Armani appesa sull’appendiabiti per poi voltarsi vero l’uscita. –Vi lascio soli, io ho del lavoro da fare! Ciao!- Michael sorrise di nuovo e la salutò. Un “ciao” un po’ più debole del rapper giunse da un’altra stanza.
Non appena la porta di casa di fu chiusa il libanese cominciò ad avanzare piano in quella casa a lui sconosciuta. Si guardò intorno e in ogni angolo poteva vedere qualcosa che gli ricordava Federico: un poster, un quadro, un suo cappello o semplicemente i suoi occhiali da sole. Arrivò alla fine del corridoio e si ritrovò in salotto. Sul divano di pelle nera era sdraiato a pancia in su il rapper.
-Ciao.- ripeté ancora Michael come se fosse in una sorta di loop.
-Cosa vuoi ancora?- gli chiese l’altro senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Michael sospirò.
-Scussarmi, firstly, visto che non risponde a messagi e chiamate.- disse calmo appoggiando la spalla al muro bianco della parete di fronte al divano. Federico aspirò un po’ di fumo dalla sigaretta elettronica. Le sue labbra si piegarono in un sorriso amaro.
-Scuse accettate, quindi chiudi la porta prima di uscire.- quelle parole gli giunsero come un pugno sullo stomaco. Certo, non si era aspettato che Fedez lo accogliesse a braccia aperte ma non aveva nemmeno immaginato che potesse trattarlo con quella freddezza. Strinse le mani a pugno lungo i fianchi per poi rilasciarle e cercare di rilassarsi un po’ di più.
-Non so perché io non ho detti a tu di Andreas.- cominciò cercando di usare le parole con accuratezza anche se sembrava che perfino le regole di italiano si fossero dissolse nella sua mente.
-Lui is my boyfriend da un po’ e ho fatto un erore e io volevo chedereti scussa.- disse torturandosi le mani. Il fatto che Fedez non lo guardasse un po’ lo stava aiutando. Non avrebbe saputo dire se ce l’avrebbe fatta comunque a parlargli anche sotto i suoi occhi inquisitori. E nemmeno a farlo apposta il rapper voltò la testa di lato puntando i suoi occhi profondi su di lui.
-Da quanto state insieme?- chiese con tono piatto. Mika deglutì mentre sentiva il suo sguardo ustionargli la pelle.
-Nine years, nove.- affermò tutto d’un fiato e subito si pentì di averlo detto perché Federico si girò di nuovo ma questa volta portò una mano agli occhi. Michael poteva vedere chiaramente il suo petto muoversi in modo irregolare. Cercò di avvicinarsi a lui, non era difficile notare quanto stesse soffrendo per le sue parole, voleva abbracciarlo, baciarlo, dirgli che non importava, che erano stupidi numeri. Le parole del rapper lo bloccarono a pochi passi dal divano.
-Dimmi, sei tornato per raccontarmi altre cazzate, baciarmi e farmi sentire una merda per le prossime settimane? No, grazie. Ci abbiamo provato o forse l’ho fatto solo io. Comunque sia è andata, è finita.- lo disse senza togliersi la mano dagli occhi come se quella fosse la sua misera difesa contro la realtà. Mika, dal canto suo, aveva capito o pensava di aver capito bene quello che gli aveva detto. Quel “è finita” lo aveva trapassato da parte a parte come un coltello affilato. Il dolore nel petto per quelle parole velenose gli aveva reso faticoso perfino respirare.
-N-No…non mentirò più.- balbettò, la voce del libanese ridotta ad un respiro. Fedez fece di nuovo quel sorrisetto sarcastico.
-Certo, come mi avevi promesso che non te ne saresti andato.- disse acido il ragazzo ancora sdraiato.
-Tu sei andato.- gli fece notare il libanese. Odiava non essere ascoltato, odiava essere trattato come se non valesse nulla. Aveva sbagliato e stava tentando di rimediare. Perché Federico non gli dava un’altra possibilità?
-Mi hai costretto!- Fedez a scattò a sedere. Gli occhi finalmente puntati in quelli di Mika.
-You’ve a girlfrind, too, ma io non arrabbio come tu!- alzò leggermente il tono, quello più alto.
-Io te ne ho parlato fin dall’inizio, non l’ho mai nascosto. Tu mi hai mentito su nove anni di fidanzamento!- il rapper scagliò lontano da lui la sigaretta elettronica provocando un rumore sordo non appena entrò in contatto con lo schienale del divano. Mika sobbalzò. Non sapeva cosa dire. Fedez un po’ lo intimidiva, non lo aveva mai visto così arrabbiato e il fatto che avesse sempre la risposta pronta ad ogni sua affermazione non aiutava di certo. Un silenzio pesante calò tra di loro ma nessuno dei due interruppe per un secondo il contatto visivo.
-Se verramente tu volevi provarre con me, then dai a me un’altra posibilittà.- questa volta parlò con tono decisamente più calmo. La rabbia che aveva provato poco prima era completamente andata via. In Federico vide due occhi feriti.
Fedez si alzò dopo un lungo sospiro, lo superò per sparire dietro ad una porta bianca. Per un attimo a Mika balenò in testa l’idea che il rapper avesse potuto lasciarlo veramente così. Un senso di ansia e dolore strinse il suo cuore in una morsa ancorando i suoi piedi su quel pavimento perfettamente pulito. Poi, però, si ripresentò accanto a lui con un ipod e un paio di cuffie. Si alzò sulle punte per infilargli in testa le enormi cuffie, un dito sfiorò la sua fronte. Mika fu percorso da un fremito. Non capiva cosa volesse fargli sentire ma non si oppose lo stesso. Federico fece scorrere il pollice sullo schermo dell’oggettino e premette non appena trovò la canzone giusta.
Le note di un pianoforte gli giunsero alle orecchie. Non conosceva quella canzone.
21 grammi, di felicità, per uso personale.
La voce profonda di Federico gli accarezzo i timpani mentre i secondi passavano e le strofe proseguivano. La melodia era così triste e malinconica che uno strano gelo gli invase le ossa. Non ci stava capendo molto, anzi, quasi nulla. Le parti in cui rappava erano troppo veloci e non riusciva a seguirle. Poi, arrivava il ritornello e riusciva a capire lo stato d’animo che aveva avuto Federico mentre scriveva quella canzone. Per la prima volta stava conoscendo un pezzo di lui.
Trascorsero i tre minuti e quarantasei più intensi che avesse mai vissuto. E solo una volta che Fedez gli ebbe tolto le cuffie dalle orecchie si rese conto di aver trattenuto il respiro. Michael tirò il fiato fece per dire qualcosa ma l’altro lo precedette.
-Tu sei stato i miei 21 grammi…ma ora è tutto così complicato: io ho una ragazza, tu hai un ragazzo, io sono un rapper italiano, tu sei una star internazionale inglese. E’ tutto un disastro- Mika lo interruppe.
-A Beautiful Disaster.- Fedez piegò le labbra in un sorrisetto nervoso.
-Si…e io non lo so. Non so se riuscirò a provarci con te come prima.- ammise a quel punto il rapper. Mika non riuscì a sorridergli. Non si sentiva molto rincuorato dal fatto che quello che l’altro gli aveva detto non fosse un si pieno ma nemmeno un no secco. Era una reazione plausibile eppure ci rimase comunque un po’ male.
Stettero così, l’uno davanti all’altro, gli occhi di uno in quelli dell’altro, a pochi centimetri di distanza, per un tempo che non avrebbero saputo quantificare. Poi, Fedez cominciò a parlare senza nemmeno pensarci.
-Tra un po’ ci sarà X Factor e-
-Vieni alla conferrenza?- lo interruppe bruscamente Mika. Il rapper annuì.
-Tu farai anche quest’anno?- chiese al libanese. Michael fece di si col capo.
-Oh beh, magari ci vediamo lì?- domandò con finta nonchalance Federico.
-Si, si!- un secondo silenzio imbarazzante calò tra di loro. Mika sbuffò. Non gli piaceva quell’aria pesante. Fedez si grattò una tempia e cominciò a guardarsi intorno imbarazzato. Il libanese, dall’alto della sua posizione, lo trovò adorabile.
-Posso baciarrti?- disse come se fosse la cosa più scontata e innocente da dire in quel momento. Fedez, infatti, alzò il volto di scatto ma si pentì subito di averlo fatto perché le sue guance diventarono talmente tanto rosse da fare ridere Mika.
-Ma, cioè, che cazzo di domande fai? Insomma, così a caso, abbiamo fatto un discorso un sacco serio e tu te ne salti fuori così, cioè- Michael gli prese il mento tra le dita sollevandogli il volto quel tanto che bastava per avere un certo spazio di manovra. Piegò leggermente la testa di lato e appoggiò le sue labbra su quelle dell’altro. Fu un bacio lento, dolce, come non se n’erano mai dati. Era come se volessero conservare quel momento nelle loro menti. Era come se volessero tentare di imprimere quel bacio su tutti i ricordi sbagliati che avevano l’uno dell’altro. Mika spostò entrambe le mani sul collo dell’altro. Accarezzò quella parte tatuata e allo stesso tempo così liscia come se fosse un materiale pregiato. Federico lo prese per i polsi e li tirò leggermente verso il basso costringendo il libanese a fermarsi. Si staccarono troppo presto da quel bacio carico di desiderio malamente represso. Michael appoggiò la sua fronte su quella dell’altro e solo dopo lunghi istanti aprì gli occhi. Voleva godersi ancora un po’ quel tepore. Voleva respirare di nuovo quel profumo che temeva di aver dimenticato.
-Questo non cambia il fatto che non so se ti ho perdonato del tutto.- il sussurro di Fedez addolcì le parole che Mika temeva di sentire.
-Non importa.- affermò cominciando a disegnare piccoli cerchietti con il pollice sulla porzione di pelle appena sotto l’orecchio. Sentì Federico rilassarsi un po’ sotto il suo tocco.
-E’ così difficile, cazzo.- continuò Federico stringendo un po’ la presa su i polsi magri dell’altro.
-Non importa.- ripeté ancora il libanese. Era vero tutto quello che stava dicendo Fedez, era tutto tremendamente vero ma lui non voleva pensarci: una nuova edizione di X Factor stava iniziando e nulla li avrebbe separati per i prossimi mesi. Avrebbero avuto modo di recuperare tutto il tempo perduto. Lui avrebbe avuto il tempo di farsi perdonare, lui avrebbe avuto il tempo di amare ed essere amato.
-La vita fa schifo.- disse Federico cercando di nuovo le labbra del più alto.
-The view is beautiful.*-






*Sarebbe la traduzione in inglese di "il panorama è bellissimo" e si, mi riferisco alle parole della canzone che hanno fatto insieme (alla fine della prima strofa, Fedez dice "La vita fa schifo, il panorama è bellissimo" e poi attacca Mika con il ritornello <3)



Note dell'autriciah:
Salve gente! E come al solito i pubblico mentre ci sono i Live perché non posso vederli (piango tanto).
In ogni caso, questo capitolo è un concentrato di fluff assurdo...non è da me (lol) infatti, ho come l'impressione di aver reso Fede un tantino ooc al limite del "sono un orsetto coccolo abbracciami Mika". Sappiatemi dire cosa ne pensate perché il finale del chappy l'ho tipo riscritto tre volte.
In più ero indecisa se aggiungere un altro pezzo ma alla fine credo che lo metterò nel prossimo.
Beh, che dire, buon Batman e Robin (grazie pagina facebook che esisti).
A presto,
Road

 

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Capitolo 7
*** Sembra Semplice ***


Capitolo 7: Sembra Semplice
 
 



Fedez si accoccolò addosso alla spalla di Giulia. Era stata via per un po’ (incluso il giorno in cui Mika si era presentato a casa sua per scusarsi) e doveva ammettere che gli era mancata. Si sentiva stranamente affettuoso.
In realtà, si sentiva strano e basta. Avrebbe voluto che accanto a lui ci fosse un’altra persona ma, in una certa misura, gli faceva piacere anche stare sdraiato sul divano a guardare la tv con la sua ragazza. Si sentiva strano perché, in quel momento, per assurdo,  gli piacevano due persone contemporaneamente. Per non parlare del fatto che le due persone che lo ossessionavano erano due cose completamente diverse in tutti i sensi. Nonostante gli piacessero entrambi, quel piacere era leggermente diverso. Da una parte c’era Giulia: lei gli dava sicurezza, lo chiamava bebe, gli diceva ti amo, era semplice, era giusto con lei; e dall’altra c’era Mika: lui…beh, lui gli aveva stravolto la vita fin dalla prima volta che si erano visti, lui lo feriva, gli mentiva però poi lo rassicurava, lo illudeva, lui gli chiedeva posso baciarti come se fosse una cosa semplice, come se fosse giusto. Ma non lo era. Michael aveva sfruttato fin troppe volte la sua buona fede perché, Federico non lo avrebbe mai dato a vedere, ma in fondo, dietro a quell’involucro da duro, era buono e forse troppo. Era quasi un controsenso: alla fine dei conti era Mika quello con il viso da innocente cucciolo e lui quello con lo sguardo da cattivo mentre invece era tutto il contrario. A pensarci bene, l’intera vita di Fedez era una contraddizione.
Giulia gli accarezzò dolcemente il ciuffo di capelli che non ne voleva sapere di seguire le leggi della gravità.
-Bebe, lo sai che sei in ritardo, vero?- gli disse tranquillamente senza mettergli alcun tipo di fretta. Federico sospirò ma annuì.
-Mmm, beh, vuoi arrivare così tardi anche il primo giorno?- gli chiese con tono sincero. Questa volta il ragazzo sbuffò.
-Mi accompagni tu?- domandò a sua volta il rapper. Giulia ridacchiò.
-Lo sai che devo studiare! E poi questa è solo una conferenza, nel giro di due orette sarai a casa..- gli depositò un piccolo bacio sulla guancia prima che Fedez si decidesse ad alzarsi. La osservò, un attimo, mentre era distesa sul divano. Era così bella…
E poi la sua immagine svanì, al suo posto vide Mika che lo guardava con il suo sorrisetto ammiccante. Serrò gli occhi di scatto. Che cazzo gli stava succedendo? Non si ricordava nemmeno più quand’era stata l’ultima volta che gli succedeva una cosa del genere. Forse gli era capitato durante i primi anni di superiori.
-Sicura?- chiese strofinandosi gli occhi con la punta delle dita. Lei gli rivolse un sorriso dolce.
-Di cosa hai paura? Non ti mangiano mica!- già, Mika. Al diavolo anche al suo nome e alla facilità con cui lo si poteva inserire in frasi innocenti. Mika era ovunque e lui stava per andargli incontro.
Sospirò sonoramente e aspirò un po’ di fumo dalla sigaretta elettronica che poco prima aveva in tasca.
-Ok! Studia studia amo’, ci vediamo dopo.- infilò le prime scarpe che gli capitarono sottomano, si mise i suoi occhiali da sole preferiti e uscì controllando le notifiche di twitter. Un “Ciao, bebe” urlato giunse dall’interno ma lui non rispose con altrettanto slancio.
Guidò verso lo studio di X Factor come se fosse tutto un enorme deja vu. Un anno prima si era reso conto che il primo ragazzo con cui l’aveva fatto sarebbe stato un giudice proprio come lui. Si morse un labbro mentre pensava a quante cose erano cambiate, a quanto lui fosse cambiato. Si era probabilmente scoperto bisessuale e, tra le altre cose, proprio con una star internazionale che sembrava godere a lasciarlo di merda. Forse non godeva proprio, però, ci andava molto vicino visti tutti i casini che aveva combinato.
Sospirò per l’ennesima volta quando si rese conto di essere arrivato al parcheggio privato dello studio. Spense il motore e si lasciò andare contro il sedile. Avrebbe voluto diventare tutt’uno con esso. Non solo era nervoso per il fatto che stava per vedere Mika, ma ora stava diventando pure ansioso per X Factor. Perché aveva accettato? Perché sono un cazzo di masochista, pensò un istante prima di scendere dalla macchina e percorrere una strada che ricordava fin troppo bene.
Sulla porta, come sempre, c’era Alessandro Cattelan che, nei fuori onda, sembrava voler fare a gara con lui in quanto a guardaroba.
-Ciao Fede!- lo salutò con più confidenza dell’anno precedente depositandogli una leggera pacca sulla spalla.
-Hei zio, belle quelle infradito fluo!- rise mentre gli indicava le ciabatte.
-Grazie! Beh, vogliamo andare? Stranamente sei l’unico ad essere in ritardo anche quest’anno.- disse il conduttore con un sorriso divertito prima di anticiparlo ed entrare nello studio di X Factor.
-Stranamente.-  mormorò, forse con tono troppo basso.
Federico si guardò intorno e senza nemmeno accorgersene, puntò lo sguardo su una certa porta con scritto “solo staff”. E nello stesso momento una voce squillante gli giunse alle orecchie. Le mani già cominciarono a sudargli. Solo dopo qualche altro istante giunsero alla fine del corridoio che, aveva imparato, era ritrovo di parecchia gente prima delle dirette su Sky. Sul fondo, una stanza parecchio illuminata gli fece ricordare quello che era successo un anno prima proprio tra quelle mura. Entrò nella stanza dei giudici seguito da Alessandro e come la prima volta guardò negli occhi tutti gli altri prima di arrivare a lui.
Mika gli rivolgeva il mezzo sorriso di chi è felice di vederlo ma non può farsi notare dagli altri. Indossava il solito completo elegante nonostante fuori facesse troppo caldo e se ne stava seduto tranquillamente vicino a quella che doveva essere Skin. Si perse in quelle iridi mezze verdi e mezze nocciola tanto che quando Cattelan lo presentò agli altri, nemmeno lo sentì.
-Ciao!- lo salutò abbracciandolo in modo un po’ troppo espansivo. Fedez si scosse da quello stato di trance distogliendo definitivamente lo sguardo da Michael. Oook, Skin era molto strana.
-Ciao, Federico.- disse con la sua solita faccia tra il scusa-non-so-presentarmi e ma-cosa-sta-succedendo. La donna si staccò da lui con un sorriso enorme per lasciare un po’ di spazio all’altro giudice con cui avrebbe lavorato quell’anno: Elio.
-E vabbe, poi c’è Mika, ma lui già lo conosci.- concluse il conduttore riportando la sua attenzione al libanese.
Giusto, loro già si conoscevano.
 
 
La prima conferenza stampa fu meno pesante di quello che si aspettasse. Doveva ammettere che nonostante i “problemi” con Mika, stava affrontando X Factor con più tranquillità. Non avrebbe più fatto quelle litigate furiose con Morgan e, tutto sommato, la giuria gli piaceva. Skin gli sembrava una tipa completamente fuori testa ed Elio era un mito a modo suo. In una certa misura, si sentiva decisamente più rilassato.
Un mezzo sorriso si dipinse sulle sue labbra nel momento in cui si rese conto che ci avevano messo meno del previsto: sarebbe tornato a casa per cena. Entrò nella stanza in cui aveva lasciato tutte le sue cose (che molto probabilmente sarebbe diventato il suo camerino ufficiale) e fece per chiamare Giulia ma una voce fin troppo familiare lo spinse a bloccarsi.
-Fedéz!- il rapper si voltò puntando gli occhi dritti in quelli del libanese. Un sorriso enorme campeggiava sul suo viso perfettamente curato.
-Che c’è?- chiese interrogativo. Quando Michael aveva quell’espressione non voleva mai dire nulla di buono. Il più alto fece un paio di passi verso di lui fino a che tra di lor non ci furono più di mezzo metro.
-Sei libero stasera?- chiese raggiante. Federico inarcò un sopracciglio.
-E’ un appuntamento quello che mi stai chiedendo?-
-Ehm, you know, l’ultima volta tu hai chiesto a me, quindi…- Mika si passò le dita tra i riccioli davanti distogliendo lo sguardo da lui. Fedez ghignò.
-E se ti dicessi di no?- il libanese, immediatamente, riprese il contatto visivo con rapper e lo guardò smarrito. Sembrava quasi che non si aspettasse una risposta del genere.
-Oh, beh, well, va bene, credo.- disse con una finta sicurezza mentre lo scrutava dall’alto con sguardo saccente. Sembrava uno di quei bambini che non avevano il coraggio di ammettere la sconfitta quindi fingevano di essere dalla parte giusta. Fedez ridacchiò. Era stronzo, ma fino ad un certo punto. E poi, pensandoci bene, quell’appuntamento, non sarebbe potuto andare peggio di quello dell’ultima volta.
-Dammi due minuti che mi prendo la roba e avviso Giulia.- un sorriso trionfante piegò le labbra del più alto che con un “ti aspetto fuori” saltellò oltre la porta della stanza.
Recuperò tutte le sue cose e mandò un messaggio alla sua ragazza dicendogli che non sarebbe tornato a cena, poi, uscì dal camerino. Ad attenderlo fuori c’era un Mika che non appena lo vide gli rivolse l’ennesimo sorriso. Ricambiò la cortesia come se fosse un riflesso involontario. Tutto quel sorridere lo stava contagiando. Michael era avvolto da un’aura fin troppo positiva negli ultimi tempi. Stare vicino a lui significava entrare in una zona tutta fiorellini e felicità. Si incamminarono verso l’uscita degli studi di X Factor con una tranquillità che non credeva possibile. Il nervosismo e l’ansia che poche ore prima lo avevano fatto ricredere sulla scelta di essere di nuovo giudice erano completamente andate. Per la prima volta decise di dimenticarsi quello che era successo tra lui e Mika e di godersi quella serata.
-Dove andiamo?- chiese Federico osservando le chiavi della macchina che Mika teneva in mano. L’altro, dopo aver aperto la sua auto, gli rivolse un sorrisetto furbo.
-Secreto.- Fedez sbuffò ma salì lo stesso in macchina nel sedile vicino a quello del guidatore.
Non appena il libanese mise in moto partì la radio che trasmetteva un pezzo di qualche strano cantante straniero. La musica riempiva lo spazio in cui si trovavano creando un’atmosfera decisamente rilassante. Il primo a parlare fu Fedez che aveva cominciato a picchiettare convulsamente il piede sui tappetini della macchina. Sembrava quasi che il non sapere dove fossero diretti, fosse stato l’agente scatenante del suo nervosismo. O forse, il fatto di essere calmo e tranquillo poco prima, per uno come lui, era stata solo un’illusione passeggera.
-Conoscevi già Skin?- chiese fingendo un tono pacato. Michael probabilmente colse la sua agitazione perché piegò il labbro in uno dei suoi soliti sorrisi strategici.
-Si, avevo incontrata lei in un po’ di eventi, ma ora noi scriviamo per messaggio.- aveva detto tranquillo mentre con il pollice batteva il tempo della canzone sul volante.
-Vi sentite?- chiese con un po’ troppo di slancio il rapper.
-Eh?- borbottò il più grande inarcando un sopracciglio. Segno he non aveva capito quello che intendeva dire l’altro. Federico riappoggiò la schiena sul sedile. Nemmeno si era accorto di essere schizzato sull’attenti.
-Beh, da quanto vi scrivete?- domandò allora, rendendosi conto che i due non si sentivano in quel modo vista l’omosessualità di entrambi. Che cazzo andava a pensare?
-Mmm, da quando so che lei fa X Factor.- disse pensieroso Michael come se stesse evocando qualcosa che era successo veramente molto tempo fa. Fedez cominciò a guardare fuori dal finestrino. Il sole stava tramontando su Milano, un’altra giornata di quell’estate morente stava per finire. Alcuni raggi lo colpirono in pieno viso non appena una canzone familiare attirò la sua attenzione. Si voltò di scatto verso la radio della macchina.
-Oddio.- disse incredulo mentre alzava la musica.
-Cossa?- chiese l’altro guardandolo preoccupato per un attimo.
-E’ una delle prime canzoni di Emma Marrone*. Sai, io avevo una specie di cotta per lei prima di conoscere Giulia.- affermò senza neanche pensarci. Quella canzone gli aveva fatto tornare in mente tanti di quei ricordi che gli era venuto naturale condividerli con Mika.
Il libanese tossicchiò.
-Chi è questa Ema?- domandò con una punta di acidità nella voce.
-Sei geloso per caso?- rispose il rapper con un’altra domanda un po’ per provocarlo un po’ perché gli faceva piacere che lo fosse. Mika sbuffò e aggrottò leggermente le sopracciglia.
-Di te? Con Ema? Nah.- disse tutto velocemente e con tono un po’ più acuto del solito. Non distolse nemmeno per un attimo lo sguardo dalla strada. Fedez ridacchiò. Aveva quasi dimenticato cosa significava parlare tranquillamene con lui.
Nel giro di una decina di minuti tra qualche battutina derisoria e domande stupide giunsero nel luogo del loro appuntamento. Federico non era mai stato in quella parte di Milano. Probabilmente perché era decisamente troppo tutto per lui. Lì andavano i figli di papà, le grandi star, quelli con valanghe di soldi, non di certo tipi come lui che preferivano di gran lunga discoteche e bar per le loro festicciole. Michael lo trascinò per i marciapiedi frequentati solo dall’élite di Milano con uno sguardo stranamente eccitato e luccicante. Sprizzava entusiasmo da tutti i pori e Fedez ne capì il motivo solo quando arrivarono davanti al luogo in cui avrebbero cenato. Il rapper osservò l’insegna con la bocca mezza aperta di chi, sinceramente, non se lo aspettava. I caratteri erano in un corsivo perfettamente curato e bandiere blu, bianche e rosse tappezzavano l’entrata.
-Et voilà!- emise un gridolino eccitato il libanese mentre con la mano lo spingeva ad entrare. Fedez non si mosse di un millimetro.
-Un ristorante francese?- domandò incredulo. Mika accanto a lui lo osservò un po’ interdetto. Passarono lunghi istanti in cui nessuno dei due ebbe il coraggio di dire qualcosa. Federico poteva percepire chiaramente l’improvvisa insicurezza del ragazzo accanto a lui anche senza guardarlo.
-Non ti piace?- domandò, poi, con la sua faccina da cucciolo triste. Il rapper spostò l’attenzione su di lui e si aprì in una mezza risata.
-Ci credi se ti dico che non ho mai messo piede in un ristorante francese?- Michael sospirò rumorosamente come se il peso di aver sbagliato ogni cosa gli avesse impedito di respirare bene. Chiuse gli occhi e scosse la testa.
-Bisogna farci qualcosa.- affermò deciso e con entrambe le mani lo spinse ad entrare. Ad accoglierli ci furono tre camerieri che uno con l’accento più francese dell’altro, li fecero accomodare in una stanza relativamente appartata. Inutile dire che tra tutte quelle persone tirate a lucido e quegli ambienti perfettamente splendenti, Federico si sentiva leggermente fuori luogo.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro e a separarli rimaneva solo un tavolino rotondo. Le loro ginocchia che si sfioravano appena. Federico cominciò a sfogliare il menù dopo aver speso almeno dieci minuti a fissare una copia de “La libertà che guida il popolo” di Delacroix** appesa al muro subito di fianco a loro. Osservò ogni singola pietanza ma, non sapeva spiegarsi bene il motivo, sembrava che stesse leggendo arabo. Si avvicinò il menù al viso, sfiorando la carta biancastra con il naso nel momento gli parve di leggere “lumache”. Ma che razza di posto era quello? Era per caso uno scherzo? Sembrava quasi gli avessero dato il menù sbagliato. Già si vedeva le telecamere spuntare da dietro a quel maledetto quadro mentre Mika gli diceva scherzone. Ovviamente tutto quello non accadde e, infatti, la risata di Mika gli arrivò completamente inaspettata alle orecchie.
-Che c’è?!- domandò sbattendo sul tavolino il menù sentendosi quasi colto nel fatto. Nella foga di quel gesto, riischiò di rovesciare il bicchiere di champagne che chissà quando gliel’avevano versato. Quel teatrino comico scatenò del tutto l’ilarità della persona che aveva davanti. Fedez corrugò la fronte guardandolo con una finta serietà. Sapeva di sembrare un elefante in una cristalleria.
-Mika! Smettilaaa!- si lamentò ormai sull’orlo di una risata. Era assurdo come Michael riuscisse a contagiarlo in ogni cosa che faceva. La sua risata era così irresistibile!
Solo dopo qualche altro minuto e respiro affannoso, il più grande riuscì a riscuotersi. E con un “viene ti aiuto”, cominciò a spiegargli quello che c’era nel menù.
 
Dopo numerosi strafalcioni di francese del rapper e svariate risate da parte di Mika, riuscirono ad ordinare e a mangiare. Nonostante l’aspetto molto strano e quasi raccapricciante dei loro piatti, Fedez dovette ammettere che quella roba era buona. Non era certo paragonabile al cinese che avevano ordinato ad asporto circa un mese prima però non era male, ecco.
Federico si lasciò andare contro lo schienale della comoda sedia su cui si trovava. Le porzione sembravano piccole ma riempivano un sacco.
-Alora?- chiese Mika imitandolo.
-Mmm, accettabile.- concluse dopo una lunga meditazione. Michael parve offeso.
-Questo era buonissimo!- incrociò le braccia al petto e lo scrutò con un finto broncio. Le labbra di Federico si aprirono in uno dei suoi rari sorrisi.
-Beh, mi aspettavo moooolto peggio, ma alla fine era buono, dai.- ammise infine concedendo al libanese quella piccola vittoria. Ma all’improvviso il cellulare di Federico squillò interrompendo quella specie di magia che si era creata tra di loro.
-Pronto?-
-Bebe, ti ho lasciato venti messaggi, stasera dovevamo andare a cena dai miei!- urlò Giulia dall’altra parte. Fedez si batté il palmo della mano sulla fronte.
-Oddio Giulia, mi dispiace, me ne ero completamente dimenticato!- ammise a quel punto. Il panico già che gli saliva.
-Dove sei?- chiese a quel punto lei. Lui si morse un labbro e puntò gli occhi su quelli di Mika in cerca di un qualsiasi aiuto che ovviamente non arrivò visto che l’altro sembrava immerso in una riflessione sul significato della vita.
-Ehm, a cena, con i giudici.- mentì spudoratamente. Le mani cominciarono a sudargli pericolosamente. Non aveva mai mentito a Giulia da quando si conoscevano e dirle una bugia per non ammettere che era a cena con Mika…lo faceva sentire un traditore, un falso.
-Ah.- stette zitta per un attimo, poi riprese a parlare con tono più calmo e divertito.
-Vabbè non fa niente, ho detto ai miei che probabilmente eri ancora a lavoro. Vedi che alla fine non è andata male come ti aspettavi?-
-Già. Tutto sommato è stato un bellissimo pomeriggio.- Michael si riscosse davanti a lui e gli rivolse l’espressione spiazzata di chi non si aspetta una dichiarazione del genere.
-Ok, divertitevi e salutami Mika! Ciao.- lei sembrò tranquilla. Non sospettava di nulla.
-Ciao, bebe.- la salutò a sua volta e chiuse la chiamata subito. Appoggiò il cellulare sul tavolino e sospirò rumorosamente. Michael davanti a lui si era chiuso in un mutismo sconcertante.
-Credo…che sarà sempre cossì.- disse ad un certo punto il più grande. Federico annuì.
-Che stronzi che siamo.- buttò fuori acido. Era vero. Durante i loro appuntamenti ci sarebbero sempre state le ombre dei loro fidanzati. La volta prima era toccato ad Andreas e questa volta a Giulia. Era possibile portare avanti una relazione del genere? Era possibile mentire così ogni volta?
-Egoissti.- lo corresse Mika attorcigliandosi un ricciolo attorno ad un dito.
La malinconia e la rabbia era calata tra di loro. Quell’atmosfera tranquilla e serena era completamente sfumata via. Poi, ad un certo punto, il ragazzo davanti a lui a si riscosse aprendosi definitivamente in un sorriso a trentadue denti.
-Ho avuto una idea!- disse con voce tremante dall’eccitazione. Fedez lo guardò interrogativo.
-Facciamo una canzone. Insieme.- spiegò il libanese prendendolo per le spalle e rischiando di rovesciare l’intero tavolo.
-Eh?- il rapper fece lo sguardo più sconcertato che avesse mai fatto in tutta la sua vita. Un momento prima stavano facendo un discorso serio sulla loro relazione e nel giro di pochi secondi stavano parlando di una canzone da fare insieme.
-Si! Ora andiamo in studio, come on!- Fedez si sentì prendere per un braccio e trascinare via. Per poco non si portò via anche la tovaglia e, infatti, la sedia non resistette a tutto quell’impeto perché si rovesciò a terra.
Fecero tutto il locale di corsa tra gli sguardi sbigottiti e infastiditi dei camerieri. Federico poteva sentire chiaramente alcuni dire “come dei bambini” o “non è un posto per certe scenate”, eppure non gli interessava. In quel momento sembrava esserci soltanto la presa del libanese sul suo avambraccio e le sue spalle perfette che lo guidavano, prima tra i tavoli del ristorante, poi tra le luci della città notturna. E Fedez si lasciò sfuggire un mezzo sorriso perché senza rendersene conto era proprio quello di cui aveva bisogno. Doveva sfogare tutta la frustrazione che aveva accumulato per quella situazione. Aveva bisogno di buttare giù su un foglio quello che provava perché era proprio quello che faceva da sempre, perché era proprio quello che sapeva fare meglio. Accelerò l’andatura fino a superare Mika.
-Dai, su!- disse col fiato corto. L’ultima cosa che vide prima di girarsi fu proprio il sorriso dell’altro. Potevano essere diversi come il giorno e la notte, potevano avere due caratteri ai poli opposti ma su una cosa potevano dirsi uguali: la musica.
 
 
 
"È una canzone che ho scritto con Fedez e Skyler Stonestreet, con chi ho scroto Good Guys. Si chiama Beautiful Disaster.".
"Ahahahaha ma come scroto?"
"Merda, merda, merda scritto non scrotto PERDONATE MI!***".





*In una mezza intervista rilasciata da Fedez e credo anche in uno dei suoi video (non mi ricordo che numero di Zedef Chronicles) confessa di essere follemente innamorato di Emma Marrone e "spero ci limoneremo presto". Questo ovviamente prima di conoscere Giulia.
** Si tratta di questo quadro 
http://www.francescomorante.it/images/302b1.jpg che sta ad indicare la lotta del popolo contro la politica di un certo re francese, in pratica, quello che intendevo è che questi qui sono mega esaltati.
*** Sono dei messaggi che si scambiano Mika e Fedez su twitter dopo aver reso pubblico il fatto che hanno scritto una canzone insieme. La fonte è questa http://www.soundsblog.it/post/413581/fedez-mika-beautiful-disaster-testo-video, per quanto riguarda i messaggi veri e propri non so.





Angolo autriciah:
E finalmente aggiorno! Non vedevo l'ora! (anche perché sono ancora piuttosto scossa dall'intervista che Mika ha rilasciato su RTL oggi pomeriggio.....se non l'avete ancora vista andatevela a cercare perché ad un certo punto chiamano Fedez, non dico altro)
Dunque, che dire, in questo capitolo, stranamente, non succede niente. Però, posso dirvi che dopo questo FINALMENTE vedrete qualcosa di molto pervy e  FINALMENTE potrei alzare il rating, dipende dall'estro creativo.
Che dire, i due pargoli che si fanno le pare mentali sono bellissimi, ammettetelo.
Ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato la mia storia, siete tantissimi e io sono molto molto feliciah.
A (spero) molto presto,
Road

 

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Capitolo 8
*** Boum Boum Boum ***


Capitolo 8: Boum  Boum Boum
 




Mika affondò il viso nel cuscino bianco del suo letto. Avrebbe voluto stare tra quelle lenzuola candide che sapevano di lavanda per sempre. Non si pentiva di quello che era successo negli ultimi giorni…però era stato tutto molto stancante. Quando aveva proposto a Fedez di fare una canzone insieme di certo non si era aspettato che potessero essere coinvolti così tanto. Mettere insieme le parole, fare una melodia e montare il tutto gli aveva portato tre giorni interi. Stranamente, era filato tutto liscio: non avevano litigato quasi mai sulle parole e molto spesso si trovavano d’accordo con le scelte ritmiche e stilistiche che facevano entrambi. Escludendo la parte lavorativa, che aveva assorbito la maggior parte delle loro energie, avevano trascorso un tempo piacevole insieme. Mika non pensava che avrebbe potuto piacergli così tanto la compagnia dell’altro. Insomma, non aveva mai passato del tempo vero con il rapper visto che l’anno prima ad X Factor praticamente non si parlavano. In quei giorni, invece, quando facevano le loro pause (molto spesso visto che Fedez sembrava essere tutt’uno con il bagno) si ritrovavano o a fare discorsi sconclusionati sul miglior modo di prendere il caffè per resistere di più oppure a chiamare il povero cameriere del cinese ad asporto solo per ascoltare la sua pronuncia divertente. Cosa che non avrebbe dovuto divertire Michael visto che era il primo a fare svariati strafalcioni di italiano, però, vedendo l’entusiasmo di Fedez, non riusciva a resistere e scoppiava a ridere pure lui.
In ogni caso, dopo tre lunghi giorni, finalmente poteva avere una dormita decente. Serrò gli occhi convulsamente e attese che il sonno lo cogliesse ma i minuti passavano e lui non riusciva ad addormentarsi. Non era colpa sua, o almeno non del tutto: lui aveva veramente sonno solo che…la sua testa continuava a fargli vedere immagini di Fedez che sorrideva, Fedez che si sedeva sulle sue gambe per sistemare come vuole il suono, Fedez che gli appoggiava la mano sulla spalla, lui che baciava Fedez troppo felice per la canzone che avevano fatto. Le immagini di lui e i loro momenti passati insieme continuavano ad agitargli la mente. Si sfregò la testa con entrambe per cercare di sgombrare il suo cervello da quelle immagini, dal sapore sfuggente delle sue labbra, ovviamente invano.
Si mise a pancia all’aria ad osservare il soffitto nella penombra della sua stanza d’albergo. Lui le sapeva certe cose, lui ci era già passato molte volte, non era più il liceale inesperto a cui tutto sembra nuovo. Conosceva bene quello che gli stava succedendo e anche se sembrava tutto diverso dalle altre volte, anche se quelle cose erano arrivate in un modo che non avrebbe mai potuto prevedere, non poteva ignorare quella situazione. Il fatto era che si stava innamorando. Per molto tempo aveva pensato alla sua relazione con Fedez come una sorta di svago per farlo stare bene anche se era lontano da Andreas, per molto tempo si era illuso che non si sarebbe fatto coinvolgere emotivamente, ma ora doveva ammettere che non era una cosa così semplice. O almeno non lo era più. Riguardando indietro a tutto quello che era accaduto e a tutto ciò che lui stesso aveva fatto, si rendeva conto che erano stati solo patetici tentativi di resistere ai suoi sentimenti. Del resto, come avrebbe mai potuto immaginare che la sua fissazione a trentadue anni sarebbe potuta essere un rapper italiano completamente tatuato? D’altra parte, Mika era davvero convinto di aver già trovato l’amore della sua vita.
Le palpebre si fecero talmente pesanti che fu costretto a serrarle. Il suo corpo, pian piano, si rilassò. Era così egoista, l’amore, era così intenso, l’amore. Arriva come una tempesta in una giornata di sole. In pochi istanti tutte le tue certezze se ne vanno. In uno sguardo, in un profumo, in un bacio, la tua intera vita viene stravolta.
 


-Buonasera! Benvenuti Roma! E’ un nuovo anno, una nuova giuria. Fate un applauso ai quattro giudici di X Factor!- Luci verdi e azzurre al neon riempivano il corridoio. Il boato delle persone in quella stanza non si fece attendere tanto da diventare quasi assordante. Mika guardò alla sua destra e inaspettatamente incontrò gli occhi di Fedez. Entrambi si erano girati nello stesso momento come se avessero sentito il bisogno di guardarsi. Fu questione di un attimo perché la musica li investì come un’onda.
Scesero delle scale fin troppo familiari, tra gli schiamazzi dei fan e le loro mani che si protendevano per toccarli. Arrivarono ad una specie di terrazzino, proprio come gli avevano detto di fare alle prove e si fermarono lì a contemplare tutta quella gente.
-Il vincitore della scorsa edizione! Un applauso a Fedez!- la voce di Alessandro Cattelan presentò la persona accanto a lui. Tutto quello gli sembrava un tremendo deja vu, solo che questa volta c’erano moltissime differenze.
-Una popstar internazionale, per il terzo anno ad X Factor: Mika!- Michael salì sul primo palo della ringhiera e con un sorriso cominciò a salutare il pubblico. Quello era l’inizio di una nuova edizione di X Factor ma, per lui, lo era anche di qualcosa di più.
 
Le riprese terminarono dopo lunghe ore. Tra le mille pause di Fedez e cantanti che più stonati di così non se ne trovano al mondo, riuscì finalmente a sdraiarsi sul divanetto del suo camerino. Mika si aprì il primo bottone della camicia bianca che indossava, anche se lì c’era l’aria condizionata al massimo, faceva un caldo pazzesco. Cominciò a massaggiarsi le tempie con l’indice e il medio cercando un sollievo che arrivò solo svariati minuti dopo. I tecnici fuori dal suo camerino continuavano ad urlare e ad andare di qua e di là come se fra pochi istanti ci sarebbe stata la diretta. Sospirò nel silenzio della stanza. Non sapeva perché ma pensava che sarebbe successo qualcosa di più. C’erano stati alcuni momenti in cui lui e Federico si erano guardati ma subito l’altro distoglieva lo sguardo. Ovviamente non potevano baciarsi davanti a tutti però…si aspettava di essere calcolato almeno un po’ di più. Era scomparsa quell’aria fredda e tesa dell’anno prima: erano riusciti a ridere, a scherzare, però, gli sembrava che Federico lo facesse anche con gli altri giudici. Il fatto che tra loro due non ci fosse esattamente solo amicizia non aveva influito sull’immagine che davano. Non poteva pretendere di avere l’esclusiva su di lui, ma lui la voleva. Forse era un po’ troppo possessivo, o forse stava diventando solo un po’ paranoico. Scalciò i piedi sul divano come un bambino che non aveva ottenuto il gioco che sperava. Lui voleva di più.
Attese che il corridoio diventasse del tutto silenzioso. Ci volle una mezz’oretta buona però, poi, dopo essersi sistemato un po’ la camicia spiegazzata, aveva aperto un po’ la porta del suo-non-ancora-proprio-camerino. Il corridoio era deserto. Nessuna traccia di Elio, Skin e Alessandro né tantomeno le truccatrici e i tecnici delle luci. Sgattaiolò fuori facendo attenzione a non fare rumore nel richiudere la porta. In punta di piedi attraversò i tre metri scarsi che dividevano la sua stanza da quella dell’altro ragazzo. Fece per bussare al suo camerino ma si fermò a poco meno di due centimetri. E se se n’era già andato? Si morse un labbro. Effettivamente non aveva pensato a quella possibilità, però poteva benissimo essere successo visto che era passata già un’ora buona dalla fine delle riprese. Decise di provare lo stesso anche perché se qualcuno lo avesse visto in quel  momento non avrebbe potuto che fraintendere la situazione. Bussò lentamente e cercando di fare il minor rumore possibile, poi aspettò. Non ci fu nessun rumore all’interno della stanza per almeno due minuti. Michael pensò che se ne fosse andato sul serio. In fondo, lui aveva una ragazza che lo aspettava a casa, che senso aveva rimanere lì più del dovuto? Si passò una mano tra i ricci che ormai gli ricadevano disordinati sulla fronte. Non avrebbe dovuto aspettare così tanto, magari avrebbe dovuto scrivergli un messaggio o qualcosa del genere. Aveva perso un’occasione per l’ennesima volta.
Dei passi accompagnati da voci che non conoscevano attirarono la sua attenzione. Doveva andarsene da lì e in fretta. Ma le voci erano troppo vicine e lui troppo lontano dalla porta del suo camerino. Con gesti veloci abbassò la maniglia della porta che aveva davanti e si infilò all’interno facendo attenzione a non chiudere troppo forte la porta. Impiegò alcuni secondo per abituarsi all’oscurità della stanza, quindi si appoggiò a quella superficie di plastica spessa attendendo che le persone passassero. Quasi a rallentatore le sentì avvicinarsi sempre di più e poi piano piano sfumare lontano. L’aveva scampata bella. Sospirò forte mentre cercava di calmare il suo cuore che sembrava volergli scoppiare nel petto. Chissà cos’avrebbero potuto pensare se l’avessero visto davanti al camerino di Fedez. Appoggiò la schiena contro la porta cercando di rilassarsi.
-Oh God…- mormorò chiudendo gli occhi, mentre rifletteva sul fatto che avrebbero potuto passarlo per uno stalker.
-Mika?- la voce impastata e roca in modo osceno di Federico gli giunse inaspettata alle orecchie. Sbarrò gli occhi. Non si era nemmeno reso conto che la luce era stata accesa. Cercò con lo sguardo la fonte della voce e la incontrò sdraiato su un divanetto di pelle. Fedez se ne stava a pancia in giù, ovviamente a torso nudo, con un’espressione tra il sorpreso e il ma-che-ore-sono.
-Pensavo che tu eri andato via.- disse con una finta calma nella voce. Il rapper si mise a sedere prima di guardare l’ora nel suo cellulare.
-Mi sono addormentato di brutto.- affermò strofinandosi gli occhi con il dorso della mano.
-Eh…è stato un pomerigio faticoso.- cercò di cominciare una specie di conversazione, Mika, nella speranza che l’altro si dimenticasse di chiedergli per quale motivo lui era piombato nel suo camerino senza preavviso.
-Soprattutto per te visto il mondo in cui quella signora ti stava saltando addosso*- il rapper ridacchiò mentre si appoggiava al morbido schienale del divano. Michael cercò di trattenere un gridolino. Per un attimo aveva creduto che quella signora potesse violentarlo. Lo aveva baciato sulle guance ripetutamente, per non contare il fatto che gli si era praticamente avvinghiata contro.
-Pazzi, voi italiani ssiete tuti pazzi!- fece qualche passo in avanti in direzione di Federico che nel frattempo era scoppiato in un’altra risata.
-Pazzi ma divertenti, ammettilo.- gli sorrise Federico. Michael annuì.
-E’ sstato divertente.-
-Io c’ho ancora in mente il tizio dei calendari con la camicia semi trasparente!- Fedez si fece una risata, causandone una anche in Mika. Effettivamente quel tipo era stato piuttosto particolare. Per non parlare del suo “pensiero finale” che gli era rimasto in testa inesorabilmente.
-Piuttosto, che cosa ci facevi nel mio camerino?- ed ecco la domanda a cui non voleva rispondere. Gli occhi ancora un po’ assonnati dell’altro si puntarono dei suoi indagatori. Lui si grattò la tempia alla ricerca di una risposta da dargli.
-Volevo vedere se era ancora qui.- disse la prima cosa che gli venne in mente, senza pensarci più di tanto. Lui non era esattamente il massimo in quanto a scuse. Un mezzo sorriso si dipinse sulle labbra piene di Fedez.
-Perché?- gli domandò a quel punto. Mika si morse la lingua. Poteva rispondergli perché ho voglia? Forse no.
-Mmm, così.- affermò con una finta noncuranza.
-Davvero? Speravo in qualcosa di più.- la dichiarazione, si perché quella era una dichiarazione, che gli fece Federico gli giunse come qualcosa di veramente osceno. Puntò i suoi occhi in quelli scuri dell’altro e gli rivolse uno sguardo furbo. Eh no, quella frase era stata la sua fine.
-Actually, dovevo mostrare te una cossa.- ammise, infine, avvicinandosi al divanetto.
-Cosa?- la voce incerta di Fedez gli fece capire che tutta la sua sicurezza di prima se n’era andata. Forse con quella frase voleva soltanto prenderlo in giro, forse voleva soltanto rompere il ghiaccio, ma con lui non si scherza. A poco più di due passi dalle ginocchia del rapper si fermò.
-My sexy performance.- lo sentì deglutire davanti a lui, ma non si mosse. Trovò quasi carino come un momento prima facesse lo sbruffone e l’istante dopo faceva la faccia di un cucciolo impaurito.
-A-Aspetta, aspetta- un inaspettato sorrisetto si dipinse sulle labbra dell’altro –devi farlo meglio della “ragazza Iggy Azalea”** di prima.- Mika ridacchiò.
-Ovvio che ballo meglio!- si mise ad imitare la ragazza di prima esibendosi in un twerk  completamente scoordinato. La risata cristallina di Fedez non tardò ad arrivare trasportando anche lui. Portò su e giù le mani inventandosi i passi di ballo più assurdi e stravaganti che avesse mai fatto in tutta la sua vita. Cominciò a sculettare nel modo più goffo che conosceva superando il livello di degrado del video di We Are Golden. Lui aveva un modo tutto suo di ballare, non ci poteva fare niente. Continuò quel balletto mettendosi a cavalcioni su Federico. Posò i palmi sulle sue spalle iniziando ad ondeggiare la testa da destra a sinistra. La risata di Fedez si incrinò piano piano tanto che lui si fermò, e nella stanza non si sentì altro se non il suo respiro irregolare. Si guardarono negli occhi come non facevano da troppo tempo e restarono così, immobili, fino a che Mika non decise di prendere l’iniziativa. Si alzò leggermente sulle ginocchia e con il braccio, che ancora stava sulla spalla del rapper, lo spinse giù sul divanetto. Nello sguardo di Federico riusciva a distinguere confusione ma allo stesso tempo una nota di desiderio che non si ricordava di avergli mai visto addosso. Accadde tutto in pochi istanti, Fedez gli prese la nuca tra le mani spingendo le sue labbra verso le sue. Si baciarono con un’intensità quasi bruciante, le sue labbra erano così carnose e calde che Mika credeva, ogni volta, di morirci tra quei baci. Michael schiuse quasi subito le sue labbra permettendo all’altro di invaderlo con un impeto quasi violento. Il sapore di nicotina e fumo lo investì talmente tanto forte da fargli girare la testa. Le mani di Federico scesero lungo il collo fino alla camicia, sbottonarono in fretta i bottoni, rischiando più di una volta di farli saltare. Dopo qualche istante di strattoni scomposti e di maniche troppo strette, riuscì a liberarsi di quella ormai inutile camicia. Il più grande affondò le dita tra i capelli castani dell’altro cercando di spettinargli quel ciuffo perennemente in alto. I palmi caldi del rapper, nel frattempo, cominciarono a sfiorargli le spalle come se fossero qualcosa di fragile. Il suo tocco si fece più deciso quando scese sul petto. Le sue mani si fermarono all’altezza del cuore a toccare ogni centimetro di pelle. Il rapper si mosse sotto di lui un po’ troppo bruscamente costringendo Mika a interrompere il bacio.
-Che c’è?- chiese il libanese cercando di riprendere fiato. Federico guardò da un’altra parte mentre un leggero rossore gli invadeva le guance chiare. Non rispose per un po’. Sembrava stesse cercando una via di fuga.
-C-Credo di dover andare.- lo disse ma non si mosse, come se non lo credesse veramente. Michael lo scrutò a lungo. C’era qualcosa, ma non era l’urgenza di andare via.
-No, it isn’t this.- si lasciò scappare quel commento in inglese come se stesse pensando ad alta voce. Fedez si morse il labbro un momento prima di ispirare ed espirare un paio di volte.
-Beh, l’unica volta che l’ho fatto con un ragazzo ero ubriaco. Diciamo che non so esattamente come….ci si debba muovere.- lo disse tutto d’un fiato, con lo stesso tono ruvido che aveva quando gli facevano una critica. Mika sorrise involontariamente nel momento in cui si rese conto di essere stato il primo. Lui già ce l’aveva l’esclusiva su Federico.
Effettivamente, non avevano mai fatto certi discorsi e venire a saperlo in quel momento e in quel momento lo aveva fatto sentire unico.
-Let me show you.- sussurrò con una voce più bassa del solito.
Anche se lui ci era già passato, anche se sapeva cosa voleva dire farlo con un uomo, tutto quello era nuovo e diverso. Le mani di Fedez dovevano essere guidate, il suo tocco era incerto, tutto quanto aveva perso la velocità dei loro baci precedenti lasciando posto ad una lentezza riempita dai loro corpi caldi e i loro fiati corti. Quello era qualcosa che non aveva mai avuto, quello era qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di provare né tantomeno di trovare in uno come Federico. In quel momento, non era più così difficile capire perché si stava innamorando.
 
Lo squillo di un cellulare troppo insistente fece sobbalzare Mika. Nemmeno si ricordava di essersi addormentato. Ogni fibra del suo corpo gli doleva, era quasi come se avesse appena corso una maratona. Per non parlare del fatto che si sentiva come…schiacciato. Con calma prese coscienza di tutto il suo corpo e si rese conto di essere sopra a qualcosa di caldo e morbido e…sudato? Aprì gli occhi di scatto, quel maledetto telefono continuava a squillare ma che stava succedendo?
-P-Pronto?- la voce calda di Fedez gli ricordò quello che era successo nelle ultime ore.
-Scusa, mi sono addormentato in camerino.- la voce dell’altro gli arrivò lontana. Si guardò intorno con una certa curiosità. Si trovava esattamente sopra al petto del rapper e se alzava la testa poteva sentire il suo respiro sulla fronte. Le luci erano state spente, ma qualche debole raggio penetrava dalla finestrella in fondo alla stanza. Cercò di tirarsi un po’ su. Oh, erano completamente nudi.
-Si, si, ora arrivo. Ciao.- Federico chiuse la chiamata con un sospiro.
-Ma perché noi finiamo sempre per tera?- mormorò divertito il libanese tastando con la mano il morbido tappetino in cui erano distesi. Il ragazzo sotto di lui rise.
-Non capisco.- disse infine cercando di alzarsi. Mika glielo impedì e gli depositò un piccolo bacio sotto al mento, lungo il confine dei tatuaggi. Oh, cosa non ci aveva fatto con quei tatuaggi.
-Devo andare, Mika. Sono tipo le cinque del mattino.-
-Su’ serio?- chiese profondamente stupito. Era passato davvero veloce il tempo, o forse era semplicemente lui che aveva perso il conto di quante volte l’avevano fatto?
Fedez annuì piano un momento prima di spostarlo con un po’ poca grazia. Mika mugugnò qualacosa in risposta, non gli piaceva essere ignorato così. Poi, però, non poté  fare a meno di osservare la sua figura alzarsi nella penombra e cercare i boxer.
-That ass.- si lasciò sfuggire con voce un po’ troppo alta mentre inclinava la testa di lato per godersi meglio il panorama. Federico si coprì il fondoschiena.
-Pervertito!- cercò di urlargli addosso mantenendo un tono di voce basso. Michael gli sorrise ammiccante, poi, come un cacciatore che mira alla sua preda si alzò piano e lo abbracciò da dietro. Sentì la schiena del rapper fremere a contatto con il suo petto. Si abbassò sulla sua scapola cominciando a lasciare una scia di baci.
-Mik-ah. Devo andare, è tardi.- cercò di mantenere un certo tono.
-One more time, please..!- gli sussurrò all’orecchio come se tutto quello fosse solo un capriccio. Fedez si voltò di scatto scoccandogli un’occhiata di fuoco.
-Ma sei una macchina da sesso?- domandò quasi sconcertato. Michael arricciò le labbra in un sorriso furbo.
-No, solamente che fare boum boum boum con te è troppo bello.- riuscì chiaramente a vedere le labbra semi aperte dell’altro mentre gli rivolgeva un’espressione ancora più scossa.
-Ok, va bene, ma questa volta, sto io sopra.- fu quello l’unico commento che fece il rapper prima di ritrovarsi di nuovo sul pavimento del suo camerino.
 
 
 
-Dopo Mika fa le foto con tutti!- mentre i tecnici lavoravano sul palco, Fedez se ne uscì con questo commento causando il boato del pubblico. Michael gli scoccò un’occhiataccia. Era quella una sorta di vendetta per qualcosa in particolare? No, quella era una dichiarazione di guerra.
-E Fedéz…dopo lui compra una birra per tuti!- ricambiò l’attacco con la medesima intensità. Lui non si tirava mai indietro davanti ad una provocazione. Era solo la seconda puntata di audizioni che facevano ma non si sarebbe fatto scrupoli comunque. Federico ridacchiò vicino a lui. Sembrava quasi che si divertisse a provocarlo, la stessa cosa era successo poco prima nel momento in cui erano andati in saletta a fare una pausa e Skin aveva cominciato a suonare la chitarra classica.
-Ho studiato per sei ani.- aveva affermato mentre imbracciava lo strumento.
-Ma per sei anni e metti le mani così? Cos’hai fatto per sei anni?- il rapper aveva riso di gusto mentre se ne stava seduto accanto a lui. Avrebbe voluto mollargli un pizzicotto sulla gamba dal momento che le loro cosce si sfioravano ma dovette trattenersi, visto le numerose telecamere che li riprendevano. Lo aveva ignorato cercando di mantenere un sorrisetto sulle labbra, poi, aveva cominciato a suonare un pezzo che non faceva da una vita e ad aumentare il suo livello di errori contribuirono le sue dita tremanti. In quel momento aveva capito che non gli faceva bene stare così vicino a Fedez e non poterlo toccare. Allora si dedicava a sfotterlo.
-Per me è no.- aveva detto con tono schifato mentre il rapper suonava meglio di quanto pensasse la chitarra. Doveva in qualche modo sfogarsi oltre a vendicarsi delle stesse frecciatine che l’altro gli rivolgeva.
In ogni caso, anche se si stuzzicavano a vicenda, era felice del rapporto che avevano instaurato dopo l’episodio del camerino. Tutta la tensione tra di loro era scomparsa e la distanza che li divideva non era più così tanta. Era felice e basta. Stava imparando a conoscere una persona difficile, di cui aveva sempre solo visto la superficie.
-Ragazzi, quindici minuti di pausa, poi si riprende.- annunciò un uomo sulla quarantina subito di prima di cominciare a urlare ordini a destra e manca. Fedez, come al solito, ne approfittò per eclissarsi ed andare in bagno. Era sconcertante la sua frequenza al gabinetto. Cercò di passare il tempo in qualche modo visto che a lui non scappava e il rapper ci avrebbe messo un po’, quindi si girò verso gli altri due giudici. Skin ed Elio erano alle prese con un discorso di chissà quale band sconosciuta, sbuffò pensando che fosse un argomento troppo noioso inserirsi. Fu in quel momento che un’idea gli balenò in mente. Si alzò dalla poltroncina girevole e con grandi falcate seguì la strada che sapeva condurre al backstage. Stranamente, c’erano poche persone, probabilmente perché erano tutte concentrate sul palco, poco male: il suo piano avrebbe funzionato a meraviglia. Impiegò qualche minuto per arrivare alla “sala bagni” ed entrarvici senza dare troppo nell’occhio. Si appoggiò accanto all’unica porta chiusa incrociando le braccia al petto. Non dovette attendere molto perché dopo qualche istante la porta si spalancò e ne uscì un Federico ancora alle prese con la cerniera dei pantaloni. Non gli lasciò nemmeno il tempo di uscire perché subito lo prese per le spalle e lo trascinò di nuovo all’interno dello stanzino. Chiuse la porta alle loro spalle facendo attenzione a non fare troppo rumore. In un primo momento, Fedez si mise sulla difensiva e gli strinse un braccio mentre con l’altro si preparava a sferrare un destro poderoso, poi, non appena vide che era stato Mika ad incastrarlo contro il muro, un’espressione sorpresa gli si dipinse sul volto.
Michael non disse nulla, si limitò ad arricciare le labbra in un sorriso ammiccante. Vide la bocca dell’altro ragazzo schiudersi appena per dire qualcosa ma nessun suono uscì da lì dopo che il libanese si fu inginocchiato davanti a lui. Con uno strattone impaziente sbottonò gli shorts che indossava Fedez insinuandovi all’interno una mano.
-Mika?!- il tono allarmato (ma forse non così tanto) del ragazzo in piedi lo fece sorridere di nuovo. Il riccio abbassò anche i boxer, liberando in quel modo l’erezione ormai sveglia dell’altro.
-Mika-ah!- il sospiro roco di Federico gli giunse come una musica erotica alle orecchie nel momento in cui lui lo prese tutto in bocca. Non amava fare certi lavoretti però, sentire i respiri osceni che gli rivolgeva Fedez lo eccitava da morire. Si mosse avanti e indietro puntando gli occhi in quelli velati di piacere dell’altro. Quello lo guardava dall’alto con la bocca mezza aperta, la schiena completamente aderente al muro come se avesse paura di cadere da un momento all’altro. Cosa non impossibile visto che le sue gambe sembravano in preda alle convulsioni. Sentì le dita calde di Federico insinuarsi tra i suoi capelli e seguire il movimento ondulatorio della sua testa rendendo tutto quasi ipnotico. Non c’era altro se non i loro sguardi che si intrecciavano. Non si sentiva altro se non gli ansimi rochi del ragazzo in piedi. Non c’erano concorrenti, X Factor, giudici, nazionalità, c’era solo quel momento e il suo sapore sulla lingua.
La voce dei tecnici che li richiamavano per entrare gli arrivò lontana e confusa. Dall’altro lato, un lampo di terrore che potessero essere scoperti balenò nelle iridi scure del ragazzo in piedi.
-Cristo.- Fedez gli tirò leggermente i capelli cercando di aumentare  la velocità. Mika lo vide inclinare la testa all’indietro per non mostrargli i suoi occhi lucidi mentre l’orgasmo lo coglieva.
-Ok, ok. Porca troia.- Fedez uscì dal bagno con fiato corto, si tirò su i pantaloni rischiando più di una volta di inciampare sui suoi stessi piedi. Le gambe che ancora gli tremavano visibilmente. Michael si alzò con calma mentre si puliva con il dorso della mano un rivolo di saliva che gli aveva bagnato il mento. Federico si voltò con lo sguardo di chi aveva appena visto qualcosa di ultraterreno.
-Quello è stato…merda.-  Mika rise. Aveva lasciato uno come Federico senza parole. Poteva dirsi più che soddisfatto. Vendetta era stata fatta.
-Fede, relax.- lo disse sistemandosi la giacca con tranquillità. Superò il rapper che lo guardava allibito, fece per uscire ma l’altro lo bloccò per un polso.
-Tu non puoi fare certe cose così tranquillamente, cazzo.- affermò come se il suo fosse un ragionamento più che logico. Michael si scrollò di dosso la mano dell’altro, poi gli fece l’occhiolino. Lui poteva fare questo ed altro.



*All'inizio della puntata, mentre i giudici scendono le scale, c'è una signora che salta letteralmente addosso a Mika (cosa che avrei fatto anche io LOL) e lui mi è sembrato parecchio sconcertato eheh.
**Durante la prima puntata di audizioni è arrivata una ragazza che voleva sia ballare che cantare e Fedez l'ha deinita "troppo copiata ad Iggy Azalea".





Angolo autriciah:
Salveee! *entra in scivolata*
Vi avevo detto che avrei alzato il rating e SBAM è venuta fuori sta cosa mega pervy. Mi sono trattenuta, avevo veramente voglia di farla rossa intensa però poi ho detto "nah, facciamo finta di essere personcine brave", quindi probabilmente questo sarà il massimo di porcate che inserirò nella fic. (O forse no???)
Perché secondo me Mika è VERAMENTE porcellino mentre invece Fedez è quello romanticone. E insomma, chi non vorrebbe che un sexy Mika ti facesse la dirty dance a nemmeno un metro da te? Lo so che avete alzato la mano, lo so.
Bene, vi lascio questa "perla" in attesa del Live di domani.
Detto questo, spero che questo capitoletto vi sia piaciuto, a presto
Road

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Capitolo 9
*** Voglio averti account ***


Capitolo 9: Voglio averti account
 
 



Quella sera e gran parte delle successive, Fedez non riuscì a dormire bene. Il suo sonno era agitato e la sua mente non gli dava un attimo di tregua. Per non parlare di quando non era addormentato. Quando era sveglio era in tutt’altro mondo. Vedeva gli eventi della giornata passargli accanto come se fosse il narratore esterno della sua storia, lui non era in lui e tutto quello che faceva di solito aveva un significato del tutto diverso. Ogni cosa era più bella e meno monotona anche se non era lui a sentirla direttamente. O meglio, le uniche cose che continuava a sentire dalla seconda puntata di audizioni a quella parte erano le mani di Mika che lo stringevano. Quello si che era reale. Tutte le volte che la sua mente ripercorreva le ore in cui erano stati insieme (il che succedeva spesso negli ultimi tempi), la sua pelle cominciava a bruciargli e il cuore sembrava voler battere più duro di Roky. Sostanzialmente, quello era il motivo per cui c’era e non c’era. Mika era il meraviglioso oggetto delle sue fantasie. Mika era il faccino di angelo che un momento prima ride di gusto e il momento dopo fa lo sguardo più pervertito che Fedez abbia mai visto. Mika il cui profumo di dolci e di gel per capelli sembrava essersi incatenato sulla sua pelle proprio come un altro tatuaggio. Michael Holbrook Penniman Jr che sembra aver preso possesso di tutti i pensieri che prima avevano come soggetto Giulia.
 
La terza puntata di Audizioni iniziò tranquillamente. Fedez lo sapeva che quella era una delle ultime isolette felici. Dai Bootcamp in poi avrebbe dovuto cominciare a giudicare i ragazzi della sua categoria e poi, quell’aria rilassata e divertente gli sarebbe stata strappata via dai Live. Proprio com’era successo l’anno prima, visto che era stato proprio durante quelle puntate che aveva conosciuto la vera “essenza” di Morgan.  Aveva capito cosa voleva dire essere in ansia sia per se stesso ma soprattutto per quelli della sua squadra e molto probabilmente avrebbe litigato con gli altri giudici. Già aveva cominciato ad essere nervoso. Lui era fatto così: non poteva pensare un attimo a quello che sarebbe venuto dopo che già si agitava. Sospirò sonoramente mentre entrava nel suo camerino-per-quella-puntata. Per una volta era in anticipo, cioè per lui era anticipo, per tutto il resto del mondo era semplicemente in orario. Si sfilò la giacca gialla leggera rimanendo in maniche corte. La lanciò malamente sul divanetto prima di prendere dalla tasca dei pantaloni cellulare e sigaretta elettronica. Mise sulla scrivania in fondo al camerino un pacchetto di Malboro che si portava sempre dietro perché prima di entrare negli studi di X Factor aveva bisogno di qualcosa di forte; poi, vi si  appoggiò prima di aspirare  un po’ di fumo dalla sigaretta mentre con l’altra mano controllava le varie notifiche. Giulia gli aveva mandato un’immagine di Gwendy mentre azzannava con particolare slancio la testa del pupazzo di Spongebob. Ridacchiò rilasciando il fumo dalle narici, ma non fece nemmeno in tempo a scriverle qualcosa in risposta che qualcuno bussò alla sua porta. Il cellulare per poco non gli cadde di mano.
-Si?- disse tossicchiando un po’ di fumo che sembrava essersi incastrato in gola. Nel giro di pochi istanti un Mika piuttosto sorridente entrò nel suo camerino. E il suo sguardo non prometteva niente di buono, o meglio, niente di normale.
-Sei prronto?- chiese avvicinandosi a lui. Federico lo squadrò con diffidenza. Era impossibile che fosse venuto nel suo camerino solo per chiedergli se era pronto.
-Si. Perché?- gli soffiò in faccia una nuvoletta di fumo. Mika strizzò gli occhi mentre con la mano cercava di cacciare lontano da lui quella folata grigia.
-No’ dovresti mischiare le sigarete.- Michael lo disse come se il suo fosse il rimprovero di sua madre. Fedez sbuffò facendo roteare gli occhi e mise un finto broncio. Lui non era molto il tipo che si faceva dire quello che doveva fare e quello che non doveva. Abbassò di nuovo lo sguardo sullo schermo del cellulare e decise di ignorare la foto della sua ragazza. Cercò di entrare su Facebook ma due mani non ancora familiari gli si strinsero attorno ai fianchi. Alzò di scatto il viso e trovò lo sguardo di Mika più vicino di quanto si aspettasse. Si stava mordicchiando il labbro come se fosse leggermente nervoso però continuava a guardarlo con quegli occhi perennemente invasi sia dal verde che del castano.
-Anyway, voglio invitarete ad uscire. Stasera.- lo disse con semplicità come se quello che si era creato tra di loro fosse una cosa molto normale. Fedez non era ancora abituato a tutte quelle attenzioni. O meglio, non era ancora abituato a quel genere di rapporto e anche se Mika era gentile, se gli spiegava come fare certe cose senza il minimo imbarazzo, lui si sentiva ancora estraneo di quel mondo.
-Io…ehm, stasera non posso, in realtà. Ho promesso a J Ax che sarei andato fuori con lui.- ispezionò con lo sguardo tutta la stanza evitando accuratamente di scontrarsi con gli occhi di Mika. Il libanese sbuffò contrariato davanti a lui ma non diede cenno i volersi staccare da quel semi abbraccio. Cosa che al rapper non dispiaceva, non lo avrebbe mai ammesso ma quando Michael gli stava così vicino lui si sentiva bene, si sentiva in qualche modo protetto. Lui che era sempre stato abituato a fare tutto da solo, a doversi scontrare con il mondo intero contando solo sulle sue parole, quando stava con Mika si sentiva riparato da una specie di scudo. E il suo scudo era magnifico, era fatto di un’atmosfera rilassata e piacevole, di sorrisi e di baci rubati.
-No’ è che tu stai usando una scusa?- gli chiese guardandolo con un finto sguardo di rimprovero. Fedez avrebbe tanto voluto che fosse una scusa ma in realtà era tutto vero. Lo zio Ax lo aveva praticamente costretto ad accettare l’invito perché secondo lui “dovevano parlare di cose importanti”. Effettivamente, avrebbe preferito cenare con Mika piuttosto che con il suo vecchio amico. Non sapeva spiegarsene il motivo ma in quel periodo aveva solo bisogno di stare il più vicino possibile all’altro ragazzo. Cosa che faceva fatica ad ammettere a se stesso, figuriamoci a dirla a qualcun altro.
Federico scosse la testa aspirando un’altra boccata dalla sigaretta, però, questa volta, il fumo lo esalò lontano dal viso di Mika.
-Pronti a girare!- una voce autoritaria arrivò loro attutita solo dalla porta in plastica del camerino. I due si scrutarono per un ultimo istante, poi, con grande disappunto di Fedez, Michael lo lasciò andare. Gli rivolse un sorriso gentile un momento prima di dirigersi verso la porta. Abbassò la maniglia e osservò il corridoio con fare da spia.
-Free way.- guardò il rapper per un’ultima volta con un’espressione concentrata –Mika-007 vado.- sgusciò fuori dal camerino come se fosse un ninja. Fedez rise di gusto. Com’era possibile non volergli bene?
 
 
-Cosa pensi del modo in cui Mika commenta le esibizioni dei concorrenti? Non è un po’ diverso dall’anno scorso?- l’intervistatrice gli rivolse quella domanda a bruciapelo lasciandolo inizialmente senza parole. A metà puntata tutti i giudici erano chiamati in una specie di confessionale a mo’ di Grande Fratello per rispondere a domande su i colleghi. In fondo, era normale che gli facessero una domanda su Michael, perché sembrava così agitato?
-Non so cosa gli è successo quest’anno…non lo so. Gli è stato infuso qualche gene di Fraud durante la notte da qualche alieno. Ci tiene molto a capire i problemi della vita dei concorrenti e tenta di risolverli in dieci minuti al tavolo.- rise durante l’ultima parte della sua intervista perché era vero. Mika sembrava diverso…più psicologo. Per non parlare del fatto che quando gli aveva attaccato sulla schiena il foglio su cui aveva scritto “psicologo” e Mika gli aveva confessato quell’inaspettato  insulto, con una particolare enfasy sulla lettera “e” di meeeerda, gli aveva anche detto di andare da uno psicologo. Cosa che gli aveva ripetuto anche più tardi, nella loro pausa di venti minuti, mentre lo baciava e lo palpava con poco riguardo. “Tu devi andare da ‘sicologo” e lo ‘sigologo in questione era proprio Mika. Il fatto era che Michael era veramente una macchina da sesso. Non era mai stanco, era pieno di energie e sembrava quasi che ogni volta che lo rifacevano fosse sempre meglio. Per non parlare del fatto che con lui la regola della L non valeva per nulla, ma, anzi, l’Holbrook Jr era quello più reattivo. Era un pervertito perché si divertiva veramente a provocarlo sia quando erano in diretta, che quando erano in pausa. Nel momento in cui era arrivato il concorrente a cantare il liscio*, infatti, si era ritrovato magicamente in braccio a Mika. Un momento prima ballavano tranquillamente, cosa non molto normale per uno come lui comunque, e l’istante dopo stava volteggiando tra le braccia del più alto come se fosse una dannatissima principessa Disney. Ma la cosa veramente sconcertante era quello che succedeva nei fuori onda (si, anche quelli da cinque minuti) nei quali sembrava trovare sempre il tempo di assediargli le labbra in un angolo appartato dello studio di X Factor. In fondo, però, quelli erano dettagli insignificanti e lui non doveva cominciare a pensare a certe cose proprio mentre lo stavano intervistando. Cazzo.
 
 
Un’altra giornata di Audizioni era finita, l’ultima giornata di Audizioni era finita. Sembrava surreale il modo in cui il tempo passava in fretta. A Fedez sembrava solo ieri la prima conferenza di X Factor, la cena con Mika e il lavoro su Beautiful Disaster. L’aria estiva stava cominciando a lasciare posto ad una più frizzantina. Era sera e anche se il suo alito non faceva nuvolette di fumo, stava comunque gelando. Se poi si metteva in conto il fatto che aveva addosso solo una giacchetta leggera e avrebbe dovuto passare la serata con Ax, quel freddo era anche giustificabile. Uscì dagli studi di X Factor sfregandosi le mani. Il parcheggio erano deserti, stranamente. Si diresse a grandi falcate verso la sua auto cominciando a rimuginare sulla serata che aveva davanti. Era da una vita e mezza che non vedeva il suo amico anche se X Factor era appena cominciato e non lo assorbiva ancora così tanto.
Cominciò a guidare per le strade di Milano poco affollate fino a che non arrivò davanti al loro bar di fiducia. Un po’ di svago con lo zio non gli avrebbe fatto del male. Parcheggiò poco lontano e mandò un messaggio all’amico per chiedergli se era già arrivato. Non dovette attendere molto prima che davanti al locale si presentasse  un uomo con il solito capello nero da ladro e un giubbottino di pelle sotto al quale si vedevano spuntare un paio di shorts a quadri bianchi e neri. Finalmente qualcuno che aveva i suoi stessi gusti (se non peggio) nel vestire.
-Bella zio!- J Ax lo salutò tendendogli il cinque come facevano ogni volta che si incontravano.
-Da quanto, zio!- ricambiò Fedez con la voce bassa. L’altro gli fece cenno con la testa di entrare mentre gli rivolgeva un sorrisetto ebete. Ok, prima quel “dobbiamo parlare di una cose importanti” poi quell’espressione…Federico cominciava a spaventarsi. Presero posto ad un tavolino in fondo al bar che era già molto pieno anche se erano appena le dieci di sera. Ordinarono entrambi una birretta per aprire al meglio la serata, poi, dopo qualche frase di circostanza del tipo “allora come va?” oppure “e con il disco”, il sorrisetto ebete tornò a campeggiare sul volto di Ax.
-Allora zio, abbiamo una cosa importantissima di cui parlare.- esordì non appena gli furono servite le birre. Fedez per poco non si soffocò. Quegli sbalzi di umore dell’altro lo spaventavano sul serio.
-Mi hai fatto paura per messaggio e mi stai facendo una cazzo di paura anche adesso.- disse controllando le notifiche di twitter.
-Ho visto le ultime puntate di X Factor e…sbaglio o c’è un certo feeling tra te e Mika?- Federico si irrigidì di colpo. Lasciò perdere twitter e cominciò a fissare stupito l’altro rapper.
-Beh, è normale, siamo amici.- lo disse quasi con tono scontroso, cosa che non fece che accentuare il sorriso dell’altro.
-Mmm.- la voce distorta e acuta di Ax gli giunse alle orecchie quasi come la risata di un serial killer che ti vuole prendere in giro un po’ prima di ammazzarti lentamente. Sembrava molto molto molto poco convinto della sua risposta.
-Senti Fede, da quanto ci conosciamo?-
-Da una vita, credo.- disse dopo un po’ Fedez per prendere tempo. Si sentiva braccato perché sapeva che uno dei pochi che avrebbe potuto vedere anche ciò che non lasciava vedere era proprio Ax.
-Bene. Allora, io credo che non ci sia solo un “siamo amici”.- le mani di Fedez cominciarono a sudare, distolse lo sguardo. Non voleva dargliela vinta. Se l’avesse guardato ancora per molto negli occhi probabilmente quel demonio lo avrebbe fatto confessare. Ricominciò a scorrere le notifiche di twitter e non riuscì a trattenere un sorriso quando notò che Mika aveva commentato il suo tweet su “Mika-Fraud”.
-E’ lui?- la voce di J Ax gli fece gelare il sangue nelle vene, ma decise di fare l’ostinato. Non era ancora pronto a parlare con qualcuno della sua “relazione”.
-Lui chi? Sul serio, non capisco di cosa tu stia parlando.-
-Non prendermi per il culo, zio. E’ Mika?- a quel punto fu costretto ad alzare lo sguardo. Non disse nulla perché non aveva molti mezzi con cui difendersi e quando il sorrisetto dell’altro rapper si trasformò da ebete ad ammiccante fu il colpo di grazia.
-Si, ok, si, tutto quello che hai detto è un fottutissimo si.- si ficcò il cellulare in tasca e buttò fuori quelle parole sbuffando come se fosse appena stato beccato da sua madre a mangiare di nascosto. Sapeva che Ax non era il tipo che giudicava gli altri, però, comunque non gli piaceva confessare a qualcuno i suoi sentimenti che non fosse attraverso rime baciate.
-Ehi zio, frena, non siamo ad una cazzo di audizione, spiegami con calma.- si portò la birra alle labbra e si appoggiò allo schienale della sedia come se fosse appena entrato in un cinema. Fedez ci rimuginò un po’ su. Lui si fidava di Ax, sapeva che avrebbe mantenuto il segreto solo che non si sentiva pronto ad affrontare quel discorso.
-Giuri che non ridi?- esordì guardandolo di sottecchi. Il rapper davanti a lui annuì in modo esagerato mentre sul suo volto cominciava ad intravedersi un’espressione impaziente.
-Mmm, va bene, forse dovrei cominciare dall’inizio inizio…- borbottò quasi tra sé e sé. A pensarci bene, la storia con Mika era cominciata ormai due anni prima, quando per l’altro stava per partecipare X Factor 7.
Con un po’ di incertezza e con un tono fin troppo basso iniziò a raccontare la loro assurda storia dai tempi del bar-della-sbronza-epocale. Parlò di quello che si erano detti quando si erano trovati nella stesso giuria un anno dopo, di come poi lui lo aveva baciato alla fine dell’edizione. Gli disse di Mika che si era presentato fuori da casa sua quell’estate, del casino che c’era nella loro relazione perché in realtà erano entrambi impegnati. Rimarcò più volte il fatto che lui non si sentiva del tutto gay, ma piuttosto bicurioso e che in realtà era stato solo Mika a renderlo così perché prima di lui non aveva provato quelle cose, forse nemmeno con Giulia. Se non fosse stato che stava raccontando una parte destabilizzante della sua vita avrebbe probabilmente riso delle facce di Ax. Nel suo viso si alternavano sorrisi comprensivi a occhi sgranati e a “No, zio, davvero?”, per non parlare della sua bocca semi aperta nel momento in cui gli aveva raccontato quello che succedeva nelle pause.
Quando terminò la sua “confessione” il silenzio calò pesante tra di loro. Nessuno dei due aveva l’intenzione di dire altro, chi perché si sentiva tremendamente in imbarazzo e chi perché non si aspettava di certo tutto quel casino. Solo dopo aver ordinato la quarta birra, J Ax si decise a dire qualcosa.
-Beh, zio, minchia.- Fedez emise una risata nervosa. Già, minchia. Era minchia a raccontarla, figuriamoci a viverla sulla sua pelle.
-Ma com’è farlo con un ragazzo? E’ vero tutto quello che dicono?- il rapper lo fulminò con lo sguardo.
-Aleotti Alessandro.-
-Ok, ok zio, scusa…ti piace proprio tanto, eh?- Ax lo disse con tono quasi comprensivo come se riuscisse in un qualche modo a capirlo.
-Io non lo so. Sinceramente, non so cosa sto facendo. Mi piace quello che stiamo facendo, ma per quanto ne so potrebbe essere solo un modo per scaricare la tensione. Insomma, siamo entrambi occupati e poi lui mi ha tenuto e, probabilmente, mi tiene nascoste molte cose della sua vita, quindi non so.- si appoggiò allo schienale della divanetto in cui era seduto. Tutto quello che stava dicendo era tremendamente vero. Lui non era sicuro di nulla. Non sapeva se gli piaceva, non sapeva se quella che avevano era effettivamente una relazione, sapeva solo che quando stava con Michael stava veramente bene.
-E Giulia? Sa qualcosa?- gli chiese a bruciapelo e senza troppi preamboli. Federico esitò. Negli ultimi tempi tra conferenze e le riprese non aveva avuto molto tempo per stare con lei però lo poteva sentire anche lui che quando stavano insieme c’era qualcosa di diverso. Entrambi, solamente, facevano finta di niente.
-Credo di no.- asserì sorseggiando un altro po’ di liquido ambrato. J Ax sospirò.
-Zio, complimenti, bisogna ammettere che Mika è figo, hai gusti raffinati!- lo prese in giro cercando di allentare la tensione. Il rapper gli lanciò l’ennesima occhiataccia.
-Scommetto che alla fine tu rovini tutto con le tue cazzo di mani sudate, ansioso come sei.- rise ancora chiamando il barista.
-Ax, vaffanculo eh.- lo mandò allegramente a quel paese un momento prima di ordinare qualcosa di più forte. Era quasi mezzanotte e loro non erano ancora sbronzi. Dovevano rimediare.
 
 
E anche la prima puntata dei Bootcamp volò via veloce. Fedez era felice che gli fossero capitati i gruppi. Erano una sfida perché si trattava di gestire più di una persona però era molto meglio così piuttosto che il caso in cui gli fossero capitati gli Over. Non si sentiva un vero giudice e fare da mentore a qualcuno di più vecchio di lui lo metteva in soggezione. Anche perché, alla fine dei conti, lui non aveva poi tutta questa esperienza come artista. Sospirò sonoramente quando entrò in camerino. Si buttò a peso morto sul divano rimanendo seduto in un modo decisamente poco ortodosso. Aveva una voglia matta di rimanere lì in eterno. Voleva farsi una dormita potente visto che aveva ancora i postumi dell’uscita con Ax. Non se lo poteva aspettare ma parlare con qualcuno della sua situazione lo aveva in un qualche modo aiutato. Si sentiva più leggero come se avesse scaricato un po’ l’agitazione che tenere tutto quello segreto comportava. Scrutò l’ora sullo schermo del cellulare. Erano le dieci di sera e lui, anche se era stanco morto, aveva voglia di uscire. Unico inconveniente? Giulia era fuori con le amiche e…proprio in quel momento si ricordò dell’invito a cena di Mika che era stato costretto a declinare. Scattò in piedi rischiando di disassarsi un ginocchio e afferrò tutto quello che rimaneva di suo nel camerino. Con uno scatto degno di un campione olimpico attraversò la piccolo porzione di corridoio che separava il suo camerino da quello di Michael e vi entrò dentro senza nemmeno bussare. Fortunatamente nessuno lo aveva visto. Trovò Mika in fondo alla stanza che con il cellulare in mano che gli rivolgeva un’espressione stupita. Fedez, dal canto suo, cercava di riprendere fiato per parlare.
-Fede?- gli chiese a quel punto il libanese come se volesse una spiegazione per tutto quel trambusto. Solo in quel momento il rapper vide che aveva la camicia leggermente aperta sul petto, proprio come la prima volta che se l’era visto piombare in camerino.
-Andiamo.- con un cenno del capo gli indicò la porta del camerino. Mika dapprima aggrottò le sopracciglia poi però i suoi lineamenti si rilassarono in un sorrisetto divertito.
-Dove?- Fedez si avvicinò piano a lui.
-Fuori. Usciamo, ti devo una cena.- disse tranquillo mentre lo osservava dal basso con un certo sguardo spavaldo. Michael emise un gridolino sorpreso un momento prima di abbassarsi alla sua altezza per depositargli un piccolo bacio. Federico si aggrappò ai lembi della sua camicia nella speranza di trasformare quel piccolo bacio in uno più bagnato. Non ci volle molto prima che le labbra di Mika si schiudessero per lasciar scontrare le loro lingue. Fedez non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare quel bacio che si sentì sollevare, le mani dell’altro che gli avvolgevano le cose. Protestò un po’ nel momento in cui si sentì intrappolare tra la parete della stanza e il corpo magro del più alto. Avvolse le gambe attorno alla sua vita come un koala sul suo alberello felice, in modo da rendere più facile a Michael l’azione di sollevarlo. Si baciarono ancora e ancora come se non ci fosse tempo e spazio, come se Fedez non gli avesse appena chiesto di uscire e come se non fossero nei camerini di X Factor. Il fatto era che a Federico quelle scariche di piacere che baciare Mika gli provocavano, quell’adrenalina mista a paura di essere scoperti da un momento all’altro, piacevano davvero. Non era solamente questione di stare bene, a lui piaceva.
Dopo quella che sembrò un’eternità si staccarono, i fiati corti e gli sguardi persi in un mondo che vedevano solo loro.
-Ti piace troppo sbattermi su i muri?- lo punzecchiò, sentendo le dita dell’altro quasi bruciargli la pelle delle gambe.
-Mi piace prendereti in mano.- rise a quel commento. Era troppo divertente sentirlo fare quei doppi sensi, la maggior parte delle volte, involontari. Mika lo lasciò a terra per poi guardarlo con l’espressione di chi si aspettava un’altra reazione.
-Cossa ho detto?- chiese a quel punto il più alto.
-Lascia stare, andiamo.-
 
 
“Stasera tocca ai Bootcamp, ovvero alle sedie forse lo psicologo @mikasounds avrebbe preferito i lettini!!”**
 
 


*Durante la terza puntata di audizioni hanno fatto cantare a sto vecchino la Mazurca e si sono messi a ballare tutti e quattro i giudici. Poi vabbè, Mika ha preso in braccio Fedez e l’ha fatto con molta molta tranquillità.
**Si tratta di un tweet di Fedez e credo che ci sia ancora da qualche parte nel suo profilo




Note dell'autriciah:
Ed eccomi ritornata con il nuovo chappy! Io che volevo pubblicarne due in una settimana non ce l'ho fatta....sono così LENTA.
Btw, mi dispiace di non avervi accontentate careh, ma anche se ci scherzo su, non vorrei soffermarmi molto a descrivere la parte sexual dei Midez, quindi vi dovrete accontentare di questo rating *ed ecco che tutte smettono di leggere (fail)*
In questo capitolo non succede fondalmentalmente nulla (stranoo) se non che Fedez "confessa" i suoi feelings a J Ax e lo zio come al solito fa il cretino, ma e per questo che noi gli vogliamo bene. Vi dico già che il prossimo capitolo sarà il mio preferito. Avete presente l'apoteosi del fluff e del "aww che patati"? Ecco.
Bene, non ho nulla da aggiungere, se non che spero di aggiornare presto, quindi al prossimo chappyy
Road

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Capitolo 10
*** Underwater ***


Capitolo 10: Underwater
 
 


-Mik, allora, si fa così:- Fedez, ridendo come se tutta quella situazione fosse esilarante (il che in realtà lo era), appoggiò lo shottino di vodka alla menta sul tavolino –devi mettere il tabacco nella cartina. Così, si. Poi premi qua perché così si spezzetta. Si, esatto. Vai, ora giri la cartina. No, no, così esce tutto il tabacco, cazzoo!- gli prese la sigaretta dalle mani cercando di salvare il salvabile, cosa altamente impossibile visto che la sostanza marroncina si era riversata quasi tutta sul pavimento. Mika rise di gusto bevendo tutto d’un fiato il liquido che rimaneva nel bicchiere dell’altro. Non sapeva spiegarsi esattamente come erano finiti a casa sua e perché Fedez gli stesse mostrando come rollare una sigaretta. Semplicemente, erano stati a cena fuori in un ristorantino da qualche parte fuori Milano, poi erano andati in un supermercato aperto ventiquattr’ore al giorno e avevano fatto scorta di alcol. Dopo di che avevano cominciato a berlo in macchina, o meglio, lui aveva cominciato a bere, Federico doveva guidare, infine,  aveva specie di vuoto tra la-macchina-di-Fedez e il suo appartamento che aveva comprato lì dopo la sua prima edizione ad X Factor. Ed ora eccoli li, nel suo salottino, con la musica di sottofondo che proveniva da qualche parte (forse il cellulare del rapper, non avrebbe saputo dirlo con certezza) a rollare sigarette da almeno mezz’ora.
-Mi hai fregato la vodka, stronzoo!- protestò Federico strappandogli dalle mani il bicchierino ormai vuoto. Fece una smorfia che causò l’ennesima risata da parte di Mika.
-Aspetti, prendo la bottritiglia.- affermò con sicurezza, anche se dal suo tono non sembrava, alzandosi dal divanetto. Si diresse verso la cucina tenendosi aggrappato alla parete visto che sembrava che il pavimento volesse giocare a prendere con il soffitto. Il rapper, dietro di lui, continuava a ridere e a prenderlo in giro per come si muoveva. Voleva arrabbiarsi e rispondergli a tono ma effettivamente faceva ridere. Tutto faceva tanto tanto ridere. Arrivò dopo lunghi istanti alla credenza e guardò dentro al sacchetto della spesa: era rimasta solo una bottiglia di rum. Sbuffò, sperava veramente in qualcos’altro. Ritornò in salotto e trovò Fedez con la fronte appoggiata alla tavola come se stesse per addormentarsi.
-Dooormi?- disse enfatizzando un po’ troppo la parola. Lui alzò piano la testa facendola ciondolare un po’ di lato e poi si rimise dritto. Un sorrisetto ebete si dipinse sulle sue labbra.
-Ma vaa!- Mika rise mentre svitava la bottiglia.
-E’ l’ultimi.- affermò con dispiacere e con altrettanto dispiacere Federico si prodigò in un lungo “noooo”. Si riempirono i bicchieri e brindarono per l’ennesima volta in quella sera. Nemmeno si ricordavano qual era stato il primo drink della serata.
-Alle sigarette rollate!- gridò Fedez, Mika sorrise e fece scontrare i loro bicchieri. Poi, all’improvviso, una canzone familiare gli arrivò alle orecchie.
-Soy un perdedor.*- canticchiò alzandosi in piedi per ballare anche se effettivamente quella canzone non si poteva ballare.
-I’m a loser baby, so why don’t you kill me?- continuò Fedez con il suo marcato accento italiano. Si guardarono per un istante come se fosse la prima volta che si vedevano veramente in quella serata.
-Conosci Beck?- in un attimo di lucidità, Michael annuì alla domanda dell’altro.
-I love Beck!- esclamò estasiato notando però con disappunto che aveva finito il rum nel suo bicchiere.
-Anche io!- disse il rapper davanti a lui che, dopo aver avuto la sua stessa idea, prese la bottiglia di alcol e cominciò a tracannarla senza bicchiere. Mika afferrò con sicurezza il cellulare del ragazzo e, senza sapere grazie a quale forza mistica che lo animava, lo attaccò all’impianto stereo. Alzò il volume al massimo un istante prima di voltarsi e trovare Fedez ad ancheggiare una specie di balletto da discoteca esattamente in mezzo al salotto. Aveva la bottiglia di rum nella mano destra mentre a sinistra teneva una sigaretta probabilmente appena accesa. I suoi occhi erano chiusi come se volesse farsi cullare dalla chitarra di Beck. Si fermò un attimo ad osservarlo perché se non fosse stato così tanto ubriaco gli avrebbe sicuramente fatto una caterva di foto solo per sfotterlo il giorno dopo su Instagram. Ma in quel momento lo fissava con un sorrisetto estasiato perché era completamente perso di quella persona, quella persona che era il suo opposto e che in quel momento sembrava il tipico tamarro da discoteca in realtà nascondeva una contraddizione continua.
Si riscosse quando il ritornello arrivò per la seconda volta e insieme si misero a canticchiarlo. La voce bassa e un po’ stonata di lui lo fece ridere forte. Senza nemmeno accorgersene si ritrovò a ballare quella musica a pochi passi dal corpo di Federico. Gli sfilò il rum di mano e ne bevve fino a quando la gola non cominciò a bruciargli. Tese quel che rimaneva all’altro che son un sorrisetto divertito si servì senza troppe cerimonie. Il campanello di casa sua suonò, facendogli fischiare le orecchie. Sbuffò sonoramente perché nessuno conosceva il suo indirizzo e di certo non veniva a suonare proprio la sera. A passi incerti andò alla porta lasciando a malincuore Fedez che ballava in salotto. Aprì la porta e si ritrovò davanti un ragazzo sulla trentina che lo fissava con due occhiaie da paura. Non l’aveva mai visto in vita sua.
-Ehi amico, puoi spegnere? Sono le tre del mattino e io domani devo svegliarmi presto.- disse con tono scocciato. Mika gli rise in faccia, ma con quel poco di buon senso che ancora gli rimaneva urlò a Fedez di abbassare. Quello non diede segno di  volerlo fare ma anzi si presentò alla porta di casa affiancando Michael.
-Che?- gli chiese ancora con la bottiglia di rum e la sigaretta in mano. Il libanese rise di gusto. Era così esilarante.
-This guy vuole che spengni.- sbadigliò il più alto ondeggiando pericolosamente sulla porta.
-Ma tu sei Fedez!- il tizio fuori dalla porta era sbiancato completamente. Federico lo guardò storto aspirando del fumo dalla sigaretta.
-Sono un tuo grande fan!- un sorriso piuttosto stordito si aprì sulle labbra di Federico.
-Beh, per un fan, sono disposto ad abbassare.- il tipo lo guardò con gli occhi illuminati di chi ha appena visto il suo idolo. Mika storse il naso per quella scenetta, si sentiva un po’ geloso, sia per il fatto che non era stato lui ad essere riconosciuto, sia perché quei due si stavano fissando con un po’ troppa intesa.
-Well, ciao.- sbatté la porta in faccia al ragazzo fuori e si trascinò Fedez fino al salotto di casa sua. Quella era la loro serata e di nessun altro! Abbassò un po’ perché nel frattempo la musica di Beck era stata sostituita da non sapeva identificare quale strana musica elettronica e ritornò a prendersi il rum. Bevve tutto quello che rimaneva e questo creò un certo disappunto nel volto dell’altro.
-Ehi spugna, danne un po’ anche a me!- protestò il più basso strattonandogli via di mano la bottiglia. Michael trattenne una boccata di alcol tra le labbra mentre un’idea piuttosto stravagante gli passava per la testa. Si abbassò all’altezza di Federico e lo baciò piano. Rilasciò un po’ di liquido nella sua bocca e, a quanto parve, l’altro apprezzò parecchio la sua idea perché bevve tutto d’un sorso. Mika si staccò da quel bacio piuttosto alcolico con una risata.
-It’s over!- esclamò contrariato. Federico agitò la mano verso di lui.
-Aspe’, secondo me ce n’è ancora.- lo prese per il bavero della maglia che il più alto indossava fino a far scontrare le loro labbra di nuovo. Ci furono altri baci, e poi morsi, abbastanza forti visto che il gusto di sangue che gli rimase in bocca. Si sentì trascinare verso un posto, la musica si spense (o forse fu lui a spegnarla?) e rischiando di inciampare più di una volta si ritrovò sdraiato su qualcosa di morbido. Poi, fu tutto buio.
 
Una forte emicrania lo colpì ancora prima di riuscire ad aprire gli occhi. Sembrava che la sua testa fosse stata appena trafitta da parte a parte da una sciabola. Era un sensazione orribile. Inspirò ed espirò un paio di volte mentre cercava di capire dove si trovasse. Sentiva qualcosa di caldo, che gli impediva di respirare bene, starsene appoggiato sul suo petto, immaginò chi potesse essere e un sorriso si dipinse involontariamente sulla sua bocca. Aprì gli occhi lentamente e per un attimo la sua camera da letto gli girò pericolosamente intorno. La lama di luce che penetrava dalle tende spesse per poco non lo accecò. Si stropicciò gli occhi alla meno peggio e si guardò intorno. Non aveva mai visto la sua camera da letto così incasinata. In ogni angolo del pavimento di camera sua c’erano vestiti, intravide la sua maglietta sulla maniglia della porta, i pantaloni del rapper a metà tra la testiera del letto e il pavimento. Non riuscì a trattenere un’espressione sconcertata quando notò una scarpa di Federico sopra il suo comodino. Come aveva pensato, Fedez se ne stava sdraiato sul suo petto dormendo profondamente e avvolto tra le sua lenzuola. Gli sfiorò appena una guancia. Anche se aveva ricordi sfocati della notte precedente, le emozioni intense che aveva provato erano ancora vivide nella sua mente. Sciolse quel loro semi abbraccio con un sorriso enorme sulle labbra. Nonostante la testa minacciasse di scoppiargli da un momento all’altro era tremendamente felice. Sembrava come la prima volta che si erano conosciuti, solo che questa volta non se n’era andato nessuno dei due.
Si alzò dal letto rischiando di cadere a terra, si appoggiò al muro mentre con lo sguardo cercava i suoi boxer. Li trovò appoggiati alla foto dei suoi genitori che teneva sopra alla cassettiera. Ridacchiò, il sesso che avevano fatto quella notte doveva essere stato piuttosto selvaggio visto che ogni parte del suo corpo gli faceva male. Aprì l’armadio in fondo alla stanza e infilò dei vecchi pantaloni della tuta. Barcollò fino al bagno dove decise di farsi una bella doccia calda. Si ritrovò quasi per sbaglio davanti allo specchio a constatare che numerosi succhiotti e tracce di denti gli ricoprivano le spalle e i fianchi.
Dopo una decina di minuti uscì dal bagno con un asciugamano in testa. Sbirciò dentro la sua camera da letto, Federico ancora dormiva. Decise di preparare una colazione, o meglio, una doppia dose di caffè, quindi a piedi scalzi percorse il tragitto fino alla cucina. A terra trovò un paio di bottiglie di vodka rovesciate mentre sul tavolo in legno c’erano tre o quattro mozziconi di sigaretta. Sbuffò. Dovevano aver fatto proprio un grandissimo casino.
Prese un sacchetto della spazzatura e infilò tutto quello che trovò, poi pulì con un panno il tavolo e attivò la macchinetta del caffè. Aprì il frigo e ne estrasse un piattino di frutta fresca e il dolce che aveva comprato il pomeriggio precedente al supermercato. Aggiunse sul tavolo anche biscotti di ogni tipo, latte, zucchero, brioches e marmellata. Lui aveva bisogno di un’abbondante colazione e non conoscendo i gusti di Federico preparò tutto quello che aveva.
Nemmeno a farlo apposta, dopo qualche istante un Federico completamente vestito e con due spessi occhiali da sole si presentò in cucina.
-Good Morning!- disse versando il caffè in due tazze. L’altro si bloccò sull’entrata della cucina come se tutta quella situazione lo avesse colto di sorpresa.
-Giorno.- disse con una voce ancora più bassa e roca di quella che aveva di solito. Un brivido attraversò la schiena di Mika mentre il pallido ricordo di parole sussurrate all’orecchio con quello stesso tono gli ritornava alla mente.
-Fai colazione?- Fedez guardò il cellulare ed osservò lo schermo. Tentennò un attimo.
-Giulia e mia madre mi hanno lasciato dieci chiamate ciascuna…sono tipo le undici e io dovrei andare.- ammise con tono di scuse. Michael gli rivolse un’espressione triste. Non pretendeva di avere lo stesso rapporto che aveva con Andy, ovvero svegliarsi la mattina e fare colazione insieme, però non si aspettava che Federico se ne sarebbe andato subito come se tutto quello fosse stata una squallida botta e via.
-C’moooon!- protestò con tono lagnoso. Il ragazzo davanti a lui piegò il labbro in un mezzo sorriso.
-Magari solo per un caffè.- affermò avvicinandosi e poi sedendosi alla sedia di fronte a Michael. Lui, dal canto suo, sorrise vittorioso.
 
 
-No, Mika, tu non capisci: l’ansia.- disse allarmato Fedez continuando a torturarsi le mani. Il libanese lo guardò con un sopracciglio inarcato e uno sguardo parecchio divertito. Ormai aveva fatto l’abitudine agli attacchi d’ansia improvvisi nonché inutili, che aveva l’altro ogni tanto, ma doveva ammettere che quella volta l’intera situazione era terribilmente patetica.
-It’s just an helicopter!- gli fece notare a quel punto salendo sul mezzo che li avrebbe portati alle pendici del Monte Bianco ovvero il luogo in cui avrebbero girato gli Home Visit. Federico prese posto accanto a lui facendo attenzione ad allacciare tutte le cinture di sicurezza. Elio e Skin davanti a loro avevano già cominciato a farsi selfie.
-Mi cago in mano, vomito addosso a qualcuno, ecco, lo sapevo: mi scappa la pipì.- il rapper glielo disse a bassa voce cercando di mantenere un certo autocontrollo di fronte agli altri giudici. Mika sbuffò sonoramente facendo roteare gli occhi. Gli poggiò una mano sul ginocchio.
-Relax.- sentì la successiva occhiata di Federico bruciargli la pelle della guancia. Sapeva che quella mano sulla gamba lo avrebbe reso ancora più nervoso, ma lui si divertiva davvero troppo a provocarlo.
 
Il luogo in cui avevano deciso di girare era stupendo. Il clima era soleggiato e non faceva troppo freddo. L’aria era fresca, lontana da quella inquinata di Milano o di Londra. Anche se quello era un clima di scelte, l’aria era decisamente rilassata. In fondo, dopo quell’ultimo momento di pace i Live sarebbero iniziati, portandogli via la loro spensieratezza. Nonostante quella fosse una competizione che lo metteva decisamente sotto pressione, Mika doveva ammettere che adorava i produttori e gli scenografi di X Factor. Come avrebbe potuto ringraziarli per avergli fatto riprendere una scena in cui i giudici erano in piscina? Come poteva non amarli per averli messi lì a rilassarsi? Ma soprattutto, qual era stata la forza-di-causa-maggiore ad aver fatto decidere a Fedez di buttarsi in piscina tranquillamente? Infatti, li stavano intervistando sulle loro scelte nelle loro categorie e mentre Elio, Skin e Mika si arrotolavano i pantaloni fino alle ginocchia per mettere le gambe in ammollo, Federico si era spogliato, era rimasto in bermuda e si era immerso prendendosi in mano una stupidissima candela. Gli aveva dato un po’ fastidio che Skin fosse andata molto, troppo vicino a lui per osservare i suoi tatuaggi e alcuni li aveva anche toccati, ma per il resto, anche lui si era goduto il panorama. Purtroppo, fu costretto a distogliere lo sguardo perché c’erano le telecamere e lui non doveva cedere. Era frustrante, ma un conto era guardarlo con tutti i vestiti addosso dietro al tavolo dei giudici, un altro era guardarlo semi nudo, bagnato e con molta insistenza.
Avevano parlato per mezz’ora e poi dopo che Skin si era tuffata con tanto di vestiti in piscina, le telecamere avevano deciso di spegnersi per lasciarli un po’ tranquilli. Elio aveva fin da subito attaccato bottone con lui (visto che erano gli unici rimasti asciutti) su quanto fosse grande la sua stanza e cominciando a ricordare esperienze fatte in  strani rifugi di montagna con la sua famiglia. Nel frattempo (poteva chiaramente vederlo con la coda dell’occhio) la cantante degli Skunk Anansie si era avvicinata a Fedez ed ora stavano parlando in un mezzo inglese e mezzo italiano. E ridevano, si ridevano entrambi e a Michael non andava molto a genio. Non sapeva farsene una ragione del fatto che da quando avevano cominciato a fare cose poco caste, provava una certa possessività nei confronti di Federico. Era quasi morboso, infatti, il modo in cui lo sentiva suo.
Quell’agonia non durò molto perché dopo un’altra mezz’ora abbondante Elio offrì a Skin un drink al bar dell’hotel (in realtà Elio aveva invitato tutti ma dopo essersi lanciati un’occhiata, Fedez e Mika erano convenuti per un “no, dobbiamo pensare alle eliminazioni”) e i due si erano dileguati lasciandoli soli.
-Devi smetterla di guardarmi come se volessi sbattermi in ogni luogo possibile.- disse all’improvviso il rapper. Michael lo guardò tra l’imbarazzato e l’offeso.
-Tu devi esssere contento!- protestò muovendo le gambe in modo da creare dei cerchietti concentrici nell’acqua della piscina.
-Ci scoprono.- disse semplicemente, agitando la candela che aveva in mano. Mika sbuffò, da quando erano arrivati in quel luogo non faceva che trattarlo malissimo.
-E allora?- chiese senza pensare troppo a quello di cui stavano parlando.
-C’è Giulia e, soprattutto, c’è Andy, ricordi?- Federico lo guardò con sguardo duro. Ok, sapeva che non dovevano farsi scoprire, non era così stupido, ma era così tanto sbagliato guardarlo qualche volta? Chi se ne importava dei loro fidanzati, loro non c’erano. Lì in quel momento c’erano solo loro due eppure sembrava che a Fedez importasse solo l’immagine. Mika era ossessionato da lui e lui nemmeno sembrava accorgersene.
-I know! E perché soprattuto  Andy? Soprattuto anche Giulia!- disse con il tono di voce leggermente alterato.
-Beh, è lui che mi ha fatto perdere la fiducia in te quella volta…- mormorò distogliendo lo sguardo da lui. Michael si alzò in piedi di scatto. Ma che problemi aveva? Sembrava che in realtà fosse tutta solo colpa sua e di Andy. Il fatto che lui avesse una ragazza e che il più delle volte la nominasse nei discorsi più intimi che facevano non influiva per niente?
-Fuck you.- disse tra i denti deciso a lasciare quella stanza. Non aveva intenzione di litigare. Non poteva sopportare una litigata con Fedez , soprattutto non in quel luogo e non dopo tutto quello che era successo tra di loro.
Non fece nemmeno in tempo a fare tre passi che una mano umida si avvolse intorno al suo polpaccio magro. Gli venne l’impulso di calciarlo via ma si voltò comunque. E nel momento in cui loro occhi si incontrarono la sua sicurezza vacillò.
-Scusa, sono uno stronzo.- affermò Federico, il busto leggermente sollevato, la pelle del petto ricoperta da una patina di acqua che gocciolava sulla piscina.
-Si lo sei.- rincarò la dose. La rabbia che già sembrava essergli sfumata via.
-E’ che è strano.- sussurrò l’altro, allentando un po’ la presa sulla sua gamba.
-Perché?- Mika decise di avvicinarsi. Era raro che Federico gli parlasse dei suoi sentimenti. Di solito erano più per il “scusa, ma non posso rimanere mi sembra troppo come se stessimo insieme” oppure il “magari diventiamo amici di letto e basta”. Questo certo non gli andava bene ma come poteva pretendere che Fedez gli dichiarasse amore? Per lui tutto quello era nuovo e poteva essere anche normale rimanerci parecchio coinvolto emotivamente. La cosa strana era Mika. Lui ci era già passato, lui non doveva rimanerci coinvolto, eppure…
-Beh, perché- non finì la frase perché con una sorta di salto degno di un gatto uscì dalla piscina e lo spinse dentro. Michael pronunciò tutti gli insulti peggiori che conosceva in tutte le lingue possibili mentre si asciugava gli occhi. Era in piscina, bagnato fradicio e completamente vestito. Quella sensazione era pessima. La risata cristallina e travolgente di Fedez lo fece sorridere.
-Sei proprio uno sstronzo di meeeerda!- disse in tono scherzoso mentre cercava di prendere la faccia dell’altro e affondarla nell’acqua. Cosa che non gli riuscì perché l’altro continuava a guizzare da una parte all’altra come se fosse stato impossessato da una strana iperattività.
-Mika bagnato, Mika fortunato.- disse tra le risate. Michael decise di abbandonarsi in mezzo all’acqua e godersi quel calore. Era inutile cercare di fermare lo spirito infantile dell’altro.
-Fedéz stronzo di meeerda, Fedéz stronzo di meeerda.- rispose a tono causando un’ulteriore risata nell’altro. Serrò gli occhi e appoggiò la testa contro il bordo poi, senza nemmeno accorgersene anche il rapper smise di ridere. Aprì un occhio per vedere che fine avesse fatto e per poco non sobbalzò quando si ritrovò Federico seduto sulle sue gambe che lo guardava da pochi centimetri. Mika alzò del tutto la testa per incontrare il suo sguardo.
-Vuoi saperlo qual è il mio nome completo?- esordì il rapper spezzando quell’atmosfera romantica che si stava creando. Mika inarcò un sopracciglio.
-Federrico?-
-No, Federico Leonardo Lucia. Per alcuni versi i nostri nomi sono molto simili.- disse guardandolo dritto negli occhi con una serietà quasi ridicola. Michael non capiva veramente quel ragazzo e probabilmente non l’avrebbe mai capito. Un momento prima per poco non litigavano e il momento dopo Fedez gli stava dicendo qual era il suo nome completo. Un istante prima Mika pensava di sapere tutto di lui e l’istante dopo lui ancora riusciva a sorprenderlo.
-Yeah.- ridacchiò pensando al fatto che avevano trovato un’altra cosa che avevano in comune oltre all’alcol.
-Io ho lasciato la sscuola.- ammise il libanese come se si sentisse in vena di confessioni. Fedez sorrise sbalordito.
-Davvero?- chiese retorico sistemandosi meglio tra le gambe lunghe dell’altro. Mika annuì e senza nemmeno farci caso appoggiò le mani attorno ai fianchi nudi e lisci del rapper. Sembrava quasi che quello ormai fosse un movimento naturale, una posizione che li caratterizzava.
-Anche io non l’ho finita.- questa volta fu il turno di Michael di guardarlo sorpreso. Era strano come nelle piccole cose fossero simili. Il rumore leggero dell’acqua che gocciolava dai loro capelli, i loro respiri che si intrecciavano, l’azzurro intenso dell’acqua e il verde opaco della stanza in cui si trovavano li cullò. Si scrutarono negli occhi senza un preciso motivo, stavano semplicemente…bene. Poi, come se quel contatto non gli bastasse più, Michael appoggiò delicatamente le dita sulla guancia di Federico. Lo attirò a sé con una lentezza esasperante un secondo prima di far toccare le loro fronti. Il piercing sul naso che aveva l’altro gli sfiorava l’attaccatura del naso lanciandogli dei brividi. Schiuse le labbra ma ancora non si baciarono. I loro occhi sembravano incollati come se nessuno dei due potesse serrarli o guardare da un’altra parte. Quella era qualcosa di più del semplice sesso, quella era un modo per studiarsi, un modo per capire cosa c’era veramente dietro a quei tatuaggi o a quelle giacche stravaganti. All’improvviso Federico sospirò forte, gli prese una manciata di capelli tra le mani e fece collidere del tutto le loro labbra. Gli occhi si serrarono e la delicatezza che poco prima aveva dominato i loro gesti, lasciò spazio alla foga e al desiderio che li prendeva ogni volta che stavano da soli per più di dieci minuti. Le labbra di Fedez erano così grandi e morbide, le sue mani lo toccavano ovunque come se non ne avessero mai abbastanza del suo corpo. Michael si sentiva desiderato, si sentiva desiderato da un ragazzo più giovane di lui di sei anni, da un ragazzo che non aveva finito la scuola, da Federico Leonardo Lucia.
Si staccarono da quel bacio completamente a corto di fiato.
-Vuoi saperla un’altra cosa?- continuò Fedez come se il loro fosse solamente un gioco. Michael lo guardò interrogativo.
-Non l’ho mai fatto in piscina.- e Mika sorrise malizioso perché si, quello era il loro gioco.
 
 
Si rigirò un paio di volte nel letto coprendosi fino a sopra la testa con la trapunta calda. Qualcuno stava bussando alla porta della sua camera e lui voleva solo dormire. Gli sembrava fossero passati solo pochi minuti da quando, verso mezzanotte, si era messo a letto subito dopo aver deciso chi dei suoi concorrenti sarebbero stati eliminati. Non poteva essere già mattina, lui si svegliava sempre prima della sveglia ed era sempre abbastanza riposato quindi davvero non capiva chi potesse essere. La persona che bussava sembrava voler buttargli giù la porta quindi Mika decise di alzarsi. Guardò lo schermo del cellulare rischiando di accecarsi: erano le due e mezzo del mattino. Sbuffò sonoramente e brancolando nella sua stanza d’albergo, completamente al buio, arrivò alla porta. Si preparò una serie di insulti sia in inglese che in italiano ma quando vide chi c’era fuori rimase per un attimo spiazzato.
-Che fa qua?- la voce gli uscì più rauca del solito mentre si strofinava gli occhi con le dita. Fedez si guardò intorno, lanciò un’occhiata all’interno della stanza e poi fuori nel corridoio. Sembrava stesse cercando le parole.
-In camera mia non c’è il riscaldamento.- disse tutto d’un fiato evitando il contatto visivo. Mika lo guardò torvo mentre un moto di rabbia improvvisa gli attraversava il corpo. Lui aveva un sonno tremendo, era nervoso per i giudizi del giorno seguente, erano le due e mezzo del mattino e Federico si presentava davanti alla porta di camera sua dicendo “in camera mia non c’è il riscaldamento”?
-Ma tu può andare a reception e chiedere altra stanza. Why do you come from me in the middle of the night?!- il rapper sbuffò come se la sua reazione fosse eccessiva, poi, mollando una spallata addosso a Mika si fece largo nella sua camera. Accese la luce e si gettò di peso sul letto a due piazze di Michael. Il libanese rimase per un attimo interdetto, non credeva a quello che stava succedendo. Era forse in un brutto sogno? Stava solamente immaginando che un Federico in shorts e canottiera si fosse buttato sul suo letto senza nemmeno chiedere?
-Cosa fa??- chiuse la porta quasi sbattendola per poi raggiungerlo –devvo dormirre!- cercò di buttarlo giù dal letto non riuscendoci. Lo prese per la schiena tentando di scuoterlo. Fedez non si muoveva. Ringhiò mentre incrociava le braccia al petto.
-Perrché?- chiese solamente cercando di calmarsi. Federico, finalmente, girò il volto che fino a quel momento era rimasto affondato contro il cuscino.
-Non so chi eliminare.- ammise alla fine. Michael roteò gli occhi.
-E’ ok. Non pensareci adesso, torni in camera, go to sleep.- il suo tono ora si era fatto comprensivo. Sapeva cosa si doveva provare in quel genere di situazioni, visto che anche lui aveva fatto molta fatica a scegliere. Fedez immerse di nuovo la faccia nel cuscino.
-No.- non capitava molto spesso che Mika volesse picchiare qualcuno, ma in quel momento aveva un voglia tremenda di prendere Federico a schiaffi. Era normale avere quel genere di problemi, perché doveva svegliare proprio lui? Strinse e rilasciò i pugni un paio di volte. Cercò di recuperare la sua solita calma e quando ci riuscì gli parlò di nuovo.
-What…cossa devo fare con te..?- Federico si fece più in la nel letto lasciandogli un po’ di posto.
-Dormi con me.- la voce attutita dal cuscino gli arrivò quasi come un mormorio. Michael sussultò perché tutto si sarebbe aspettato da uno come lui, tranne che tutto quel casino fosse stato fatto solo per dormire insieme. Le sue labbra si piegarono in un sorriso enorme. Si sdraiò accanto a lui e mentre Fedez si girava, lui ne approfittò per passargli un braccio intorno al collo. L’altro si raggomitolò contro il suo petto. Spense la luce.
-Ho caldo.- disse ad un certo punto il rapper.
-Non rompere e dormire.-
-Sempre il solito rompi palle.- mormorò il ragazzo accanto a lui.
-Stai zitto coso coloratto.- i capelli di Federico gli sfiorarono il mento come se avesse appena alzato lo sguardo per tentare di guardarlo male.
-Che stronzo! Ti odio.- rise ritornando ad appoggiarsi sul suo petto. Michael chiuse gli occhi e sorrise. Improvvisamente non aveva più sonno. Improvvisamente si sentiva completo, si sentiva tranquillo e assurdamente felice. Sembrava che quel corpo, quelle parole fosse stato tutto quello che aveva sempre voluto e che non era mai riuscito ad avere, nemmeno dopo i primi anni con Andy.
Non seppe quantificare quanto tempo fosse passato dall’ultimo commento di Fedez. Sapeva solo che aveva bisogno di parlare, di dirlo, di urlarlo al mondo. Le sue labbra si mossero da sole, non riuscì a controllarle e le disse, quelle tre parole, le disse e si stupì della facilità con cui queste si dispersero nel buio assoluto della stanza. Le avrebbe ripetute ancora e ancora ma aveva sonno e così si stava troppo bene. Così era tutto perfetto.
-I love you.-


*Si tratta della canzone che cantano gli Urban Strangers al Live 6 e quando Fedez la annuncia c'è Mika che è iper estasiato.







Angolo autriciah:
E vabbè, io avevo detto che avrei aggiornato sabato se non addirittura venerdì e invece (come al solito) ci ho messo di più.
Beh, che dire, credo che questo sia il mio chappy preferito (?) almeno fino ad ora. Loro due sono proprio cucciolosissimi e Mika che dice quel "i love you" è disarmante lo so, ma anche Fede non scherza, eh.
Il video di Beautiful Disaster è bellissimo, l'ultimo Live è stato bellissimo ed è tutto tristissimo perché tra meno di una settimana non ci saranno più i midez e io non so come farò.
Quindi vi lascio con questo concentrato di fluff e comincio subito a scrivere il prossimo :3
A presto,
Road_sama

 

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Capitolo 11
*** Magnifico ***


Capitolo 11: Magnifico
 
 



Gli Home Visit erano filati lisci. Lui aveva fatto le sue scelte e si sentiva piuttosto soddisfatto, poi, per schiarirsi le idee era andato da Mika ed era andato tutto molto bene. Ogni cosa era filata liscissima…quasi.
Si, quasi, perché l’ultima notte, proprio mentre si stava per addormentare aveva sentito Mika mormorare qualcosa in inglese. E forse se l’era immaginato (visto che era mezzo addormentato e con la testa quasi completamente sotto la trapunta) però, certe cose non si immaginano. Michael aveva proprio detto i love you. Ne era praticamente sicuro, sebbene una parte di lui si ostinasse a mantenere alto il dubbio. In ogni caso, quella molto-probabile-dichiarazione lo aveva gettato nel panico più totale. Da quel giorno a quella parte era entrato in una fase di conflitto interiore che non aveva da un po’ di anni. La sua testa era ancora più incasinata del solito perché lui non si era mai fermato a pensare che cosa significasse la loro relazione. Appena pochi giorni prima aveva confessato a qualcuno cosa provava per Mika, non era pronto per etichettarli sotto la parola “amore”. Lui nemmeno ci credeva veramente al concetto di amore, l’aveva detto solo a Giulia ma dopo due anni di convivenza. Come poteva sentirsi dire una cosa del genere da Mika e in quel contesto?
Come se non bastasse, erano passati tre giorni e l’altro non si era ancora fatto sentire. Forse era stata anche un po’ colpa sua perché la mattina dopo se n’era andato via dalla sua camera senza dirgli nulla, però era talmente destabilizzato mentalmente che non poteva stare abbracciato al ragazzo che gli aveva detto quelle parole. Magari, se fosse rimasto, gliel’avrebbe dette in faccia e Fedez, ne era sicuro, avrebbe risposto solo con un misero grazie. E lui non voleva compromettere le cose tra di loro perché era veramente felice di come stava andando. C’erano loro due, i concorrenti e i loro fidanzati erano solo un’ombra lontana. Aveva paura che se non fosse stato in grado di rispondergli probabilmente Mika se ne sarebbe andato, o meglio, l’avrebbero fatta finita. Il che, forse, era anche la cosa giusta da fare, ma Fedez e le cose giuste decisamente non andavano d’accordo.
Si rigirò nel letto di casa sua mentre prendeva il cellulare per controllare i social. Valanghe e valanghe di messaggi di auguri per poco non gli mandarono in tilt il dispositivo. Ah, giusto, era il suo compleanno. Nemmeno a farlo apposta, Giulia entrò nella stanza con un sorriso bellissimo.
-Bebe, buon compleanno!- gli saltò addosso tra qualche risata e Federico sapeva cosa quello avrebbe comportato, ma non era sicuro di volerlo. La ragazza lo baciò sulle labbra, ma gli sembrò un bacio fin troppo strano. Quelle non erano le labbra a cui era abituato, quello non era il sapore che lo inebriava ogni volta.
-Che cosa c’è?- Giulia si staccò da lui guardandolo un po’ spiazzata. Lui non sapeva che risponderle.
-Niente.- disse appoggiando il cellulare sul comodino. Lei sorrise.
-Adesso ti faccio passare io questo “niente”, bebe.- lo baciò di nuovo, lui le strinse i fianchi. Non voleva, ma non aveva nemmeno la forza di dirglielo.
 
Uscì di casa con un peso all’altezza dello stomaco. Quello che aveva sempre adorato fare, non gli piaceva più. O meglio, non lo appagava più così tanto. E lui si sentiva male. Non riconosceva più sé stesso. Il fatto era che in quel momento aveva bisogno di vedere solo una persona ed era per quel motivo che era praticamente fuggito di casa. Camminò spedito fino al luogo in cui dovevano incontrare Mika. Pochi istanti prima, infatti, il libanese gli aveva scritto un messaggio nel quale lo invitava ad una chiacchierata. In un primo momento aveva pensato che volesse parlare di quello che era successo sul Monte Bianco, ma aveva talmente tanta da voglia di uscire di casa che non gliene sarebbe importato. Sembrava quasi morboso il modo in cui voleva vederlo. Come se non bastasse era agitato, tremendamente agitato e si sentiva male perché l’aveva appena fatto con Giulia e non era andata come al solito. Varcò la soglia del parco in cui erano stati quando l’altro si era presentato davanti alla porta di casa sua. Aveva il fiatone e il cuore gli martellava nel petto. Cercò Michael con lo sguardo e lo trovò seduto su un muretto graffitato intento a rigirarsi qualcosa tra le mani. Lo osservò per un attimo: era leggermente ingobbito in avanti e la gambe lunghe erano completamente distese, portava un giubbotto leggero scuro che gli copriva tutto il busto. Una lieve brezza gli scosse i capelli ricci, lui si sistemò il ciuffo e nel fare quel gesto si voltò. I loro sguardi si incontrarono e per qualche istante nessuno dei due mosse un muscolo, poi, nel giro di pochi istanti Michael gli sorrise e agitò la mano in segno di saluto. Fedez decise di avvicinarsi e ad ogni passo poteva avvertire il cuore battergli sempre più forte.
Non fece nemmeno in tempo a fermarsi davanti a Mika che l’altro schizzò in piedi abbracciandolo.
-Happy Birthday, Fede!- gli urlò in un orecchio, rischiando di assordarlo.
-Ehi, Mika, mi distruggi l’udito!- ridacchiò ricambiando l’abbraccio. Quello era il corpo che era abituato ad abbracciare. Michael fece una delle sue risatine prima di staccarsi da lui e frugare nella testa del giubbotto.
-Ho preso un regallo per tu.- lo disse con un tono di voce un basso come se si vergognasse un po’. Federico lo guardò sorpreso, non si aspettava che quell’incontro fosse per un regalo. Il ragazzo davanti a lui gli tese una scatolina cubica con un fiocchetto sulla cima e Fedez perse un battito. Aveva lo stesso aspetto della scatola con un anello di fidanzamento. Cosa significava? Dopo quel i love you, come erano arrivati a quello? E che ne sarebbe stato di Andy? E di Giulia?
Deglutì a vuoto un paio di volte, la gola gli si seccò completamente mentre una vampata di caldo gli diede l’impulso di liberarsi della sua giacca per rimanere in canottiera. Afferrò il regalo con le mani che gli tremavano e ad aumentare la sua agitazione c’era la sensazione dello sguardo di Mika che lo osservava inquisitorio. Alzò il coperchio con il terrore che gli irrigidiva le dita ma non appena vide il contenuto, tirò un lungo sospiro di sollievo. Alzò lo sguardo verso Michael che lo osservava a disagio come se avesse capito il perché di quella reazione. Le labbra di Fedez si aprirono in un sorriso sincero mentre si rigirava tra le mani i dilatatori che quasi brillavano a contatto con la tenue luce del sole.
-Ti piaciono?- azzardò Mika. Federico non disse nulla, ma semplicemente si tolse quelli che aveva addosso da chissà quanti anni e li sostituì con quelli nuovi. Questa volta fu il turno di Michael di tirare un sospiro di sollievo.
-Grazie, non dovevi, sul serio.- disse a quel punto il più basso dei due. Il libanese ridacchiò.
-Tu non sai che paura era la faccia del venditorre! Aveva piercing everywhere e occhi cattivi!- Fedez rise di gusto mentre Mika continuava a spiegargli che il ragazzo che glieli aveva venduti l’aveva così tanto spaventato che gli aveva lasciato una generosissima mancia. Si erano seduti sul muretto del parco e avevano parlato e parlato e Federico si era completamente dimenticato di quello che aveva detto Michael la sera degli Home Visit, aveva deciso di dimenticarlo. Quello era un compleanno bellissimo e lui non desiderava altro.
 
 
-Oook, stiamo partendo. Sto ricominciando a fare i Video Diary perché…così a caso.- Fedez si rigirò la telecamera tra le mani mentre cercava di uscire di casa. Giulia e sua madre lo avrebbero seguito anche agli studi di X Factor, cosa che gli aveva dato un po’ di fastidio visto che non avrebbe avuto la possibilità di stare da solo con Mika come avevano fatto durante le registrazioni precedenti.
Dopo svariati tentativi per riuscire a chiudere la porta di casa, salì in macchina e (facendo guidare sua madre, ovviamente) si diressero negli studi a fare le prove per il primo Live. Scambiarono qualche parola tra di loro, con la telecamera accesa e non, avrebbe deciso dopo se tenere le registrazioni o tagliarle. Come ogni volta, il tragitto da casa sua agli studi era troppo breve e senza nemmeno accorgersene si ritrovò tra i corridoi di un familiare back stage. Si era separato da Giulia e sua madre che lo aspettavano in platea. Stranamente non aveva ancora incrociato Mika. Esattamente davanti al suo camerino si bloccò e riprese la telecamera. Impiegò qualche istante, poi la lucina rossa si accese e lui cominciò a parlare con mezzo sorriso sulle labbra.
-E, siamo arrivati nel backstage e- proprio nel mezzo di quelle parole apparve Michael che si intrufolò nella scena posizionandosi esattamente dietro di lui. Lo prese per la vita sollevandolo. Fedez rise, sia perché non si aspettava la sua apparizione né tantomeno che lo prendesse in braccio facendogli fare il giro panoramico del corridoio. La voce gli uscì quasi con un ruggito quando ripeté la frase, forse per ricordare a sé stesso che ora era ad X Factor, ora c’era Mika. Il naso di Michael gli sfiorò il collo, ma fu solo per un breve istante, perché subito dopo si ritrovò a toccare di nuovo terra.
-E questo è il mio camerino, con la mia faccia tuttaa…- tentò di riprendersi velocemente. Mika già che dava i primi segni di volersene ritornare nel suo camerino.
–Ma secondo te ci assomiglio?- indicò la sua faccia nel cartellone sulla porta. Non voleva che l’altro ragazzo se ne andasse subito.
-No.- Michael gli regalò un sorriso dei suoi. –Sei un po’…sei un po’ shopping channel*.- ridacchiò alla sua battuta per poi girare la telecamera e inquadrare il camerino dell’altro. Fortunatamente li avevano messi uno davanti all’altro.
-Beh, no dai, lui sembra lui.- Mika fece una posa da duro accanto alla sua stessa immagine. Federico non riuscì a trattenere una risata. Spense la telecamera e la rispose dentro al suo zainetto tutto colorato.
-Ciao Fedéz.- disse Mika sbagliando volutamente l’accento. Il rapper lo guardò con un finto broncio, poi un sorrisetto piuttosto divertito gli prese dalle mani il cappello col frontino che aveva in testa.
-Ma dove vai con questo cappello che, tra le altre cose, mi è un po’ familiare.- il libanese si ravvivò i capelli.
-Tu lo hai dimenticato da me, te lo ho riportati.- sussurrò con un mezzo sorrisetto come se per quel gesto volesse un premio. Federico non riusciva davvero a togliersi il sorriso ebete dalla faccia. Il fatto era che Mika con il suo cappello era davvero adorabile.
-Vabbè, non fa niente.- glielo ricacciò in testa, appiattendo di nuovo i suoi ricci –Te lo regalo.-
Michael lo guardò con i suoi occhi grandi e sgranati, come se non avesse sentito bene. Fedez rise, per poi riprendere la telecamera e cominciare a girare di nuovo.
-Questo è il mio camerino.-
 
 
Le riprese del primo Live erano finite ed ora si ritrovava a brindare nel suo camerino. Sembrava che tutti i suoi conoscenti (o la maggior parte di loro) avessero deciso di concentrarsi lì, senza lasciargli un momento di pace. E lui un po’ rimpiangeva quei bei momenti durante le audizioni in cui se voleva poteva benissimo mettersi a dormire oppure (soprattutto) sgusciare dentro al camerino di Mika a fargli “compagnia”. Si, perché mentre da Fedez c’era tutta quella gente, probabilmente da lui non c’era nessuno. Non che la compagnia dei suoi amici gli dispiacesse, per carità, solo che ormai aveva associato l’idea di X Factor a quella di Michael e tutto quel casino un po’ lo frustrava.
Dovette aspettare fino all’una di notte per poter avere un attimo di pace. Gli altri, si erano decisi ad andare a casa o ad aspettarlo fuori mentre lo staff stava riordinando il palco scenico. Si buttò a peso morto sul divano e afferrò il cellulare la cui batteria sfiorava il dieci percento di autonomia. Senza nemmeno controllarle, le sue dita agirono per lui.
“Mika, sei già andato via?”
Attese pochi istanti per la risposta.
“No. Troppi gente.”
Un sorriso si dipinse sulle sue labbra.
“Vieni tu o vengo io?”
Gli propose con una faccina che faceva l’occhiolino. La risposta di Michael non arrivò, ma al suo posto qualcuno bussò alla porta del suo camerino. Scattò in piedi come se all’improvviso si fosse riempito di energia. Aprì la porta di plastica e si ritrovò davanti un Mika con due occhi stanchi ma ancora piuttosto reattivi che lo guardavano ammiccanti. Lo fece entrare, premurandosi di chiudere a chiave. Non fece nemmeno in tempo a girarsi che le mani grandi dell’altro lo presero per le spalle e lo sbatterono contro la porta. Si baciarono con la stessa foga che avevano durante le prime riprese, ma allo stesso tempo nei loro gesti c’era possessività e ossessione. Fedez gli avvolse le braccia attorno al collo mentre il più alto lo prendeva in braccio e lo schiacciava tra il suo corpo e la porta. Dio, quanto gli era mancato. All’improvviso, la superficie rigida della porta  gli mancò dalla schiena, solo in un secondo momento si accorse che Mika lo stava letteralmente trasportando da una parte all’altra del suo camerino.
-Cazzo.- si aggrappò alle spalle del più alto con una paura assurda di cadere. La risata di Michael lo fece tranquillizzare un po’. Non riusciva proprio a capire questa fissa che aveva il libanese di prenderlo ogni volta in braccio. Un rumore di oggetti che volavano per terra lo fece sobbalzare, poi, si senti appoggiare sulla scrivania. Solo in un secondo momento notò che trucchi vari, penne e fogli erano finiti sul pavimento.
-Tu stai male.- disse a Mika con sorrisetto complice per quel gesto decisamente da film porno. L’altro si infilò tra le sue gambe mentre già cominciava a strattonare via la t shirt bianca di Federico.
-Io ssto male di te.- e da quel momento in poi Federico Leonardo Lucia, detto Fedez, non ci capì più nulla.
 
 
Quel ventinove Ottobre era particolarmente freddo. Se quello, fino a quel momento, era stato un mese piuttosto temperato, ora Fedez riusciva a sentire chiaramente l’aria fresca violentargli la pelle del viso. In più, come se quel cazzo di freddo non bastasse, quel giorno c’era una nebbia che si tagliava con un coltello. Guidava piano, o meglio, a lui sembrava di stare guidando piano, e ad ogni dannato incrocio gli pareva di vedere macchine fantasma spuntare dal nulla. In pratica, aveva un paura folle che da un momento all’altro avrebbe fatto un incidente. Paura fondata visto la sua particolare bravura nel campo della guida.
Arrivò negli studi di X Factor, con un largo ritardo e trovò i giudici fermi ad aspettarlo in corridoio. Lo guardarono tutti con uno sguardo di rimprovero a cui lui rispose con un sorrisetto di scuse. Mika che già lo guardava con quel qualcosa di perverso.
Stranamente le riprese filarono veloci. Pochi Live, gli erano sembrati così spediti e rilassanti. Un’altra settimana era andata e la sua squadra era al completo. Era felice e parecchio soddisfatto delle sue scelte, ma stranamente il brusio all’interno del suo camerino non lo aiutava granché. Si rigirò il bicchiere di spumante tra le mani. Mika aveva perso un ragazzo e, dopo l’Extra Factor, si era defilato in camerino senza dirgli una parola. Un po’ lo aveva destabilizzato, come se il mondo avesse smesso di girare nel momento in cui l’altro non gli aveva regalato il suo sorriso. Ok, Mika era triste a causa dell’eliminazione di uno della sua squadra, forse era stanco perché, in fondo, la tensione accumulata era davvero tanta, ma questo, secondo Fedez, non lo giustificava dal non calcolarlo per nulla. Il suo era un comportamento egoistico, lo sapeva: tutti avevano giornate no o momenti difficili, lui ce li aveva avuti per tutto l’anno precedente, e doveva solo farsene una ragione…ma non ci riusciva. Bevve un sorso del liquido all’interno del suo bicchierino di plastica, poi, si alzò in piedi di scatto. Alcuni suoi amici si voltarono a guardarlo incuriositi, compresa Giulia che sembrava piuttosto preoccupata. Si avvicinò al tavolo in cui era riposta la bottiglia di spumante e notò che ce n’era ancora metà. Si riempì un po’ il bicchiere e un’idea gli attraversò la mente quando vide gli altri in plastica impilati uno sopra l’altro.
-Fede, tutto bene?- la sua ragazza gli appoggiò una mano sulla spalla. Lui abbozzò un sorriso mentre il suo cervello elaborava una scusa.
-Mika mi sembrava piuttosto giù. Vado ad offrirgli un bicchiere, che dici?- lei parve stupita per quella risposta, forse si aspettava che gli raccontasse qualcos’altro. Fedez si morse la lingua.
-S-Si, è una buona idea, vuoi che venga anche io?- Giulia si portò una ciocca di capelli corvini dietro all’orecchio forse per nascondere il suo imbarazzo. Lui scosse la testa.
-Non ti preoccupare, solo…dillo agli altri.- depositò un piccolo bacio sulla guancia alla sua ragazza per poi afferrare un bicchiere e la bottiglia e sgattaiolare fuori dal suo camerino.
Inspirò un paio di volte prima di bussare sulla porta di quello del suo collega. Nessuno gli rispose, così decise di entrare lo stesso.
-Mika?- domandò trovando il camerino completamente al buio. Accese la luce e un gemito strozzato giunse da dietro il divano in pelle. Michael si mise seduto stropicciandosi gli occhi leggermente arrossati.
-Tutto bene?- il libanese lo osservò per un attimo, poi si stravaccò di nuovo sul divano e richiuse gli occhi.
-Not much.- ammise in un sussurro. A Fedez si strinse il cuore. Non l’aveva mai visto così giù di morale. Decise di fare il Mika della situazione quindi, si diresse con un sicurezza che non aveva verso il divanetto. Scostò in malo modo le gambe talmente lunghe dell’altro che non ci stavano nemmeno sul divano e si sedette lì.
-Ehi!- protestò l’altro ragazzo girandosi e dandogli la schiena. –Lasciami in pace, io sono triste.-
-Bisogna fare qualcosa.- disse cercando di prendere le redini della situazione. Appoggiò i bicchieri e la bottiglia di spumante sul tavolino davanti a loro e riempì quello di Mika. Nel frattempo, l’altro ragazzo si era messo a sedere e come un bambino che viene costretto ad andare dal dentista, scrutava i suoi movimenti con un certo broncio. Federico gli tese il bicchiere di spumante e quasi glielo strinse tra le mani.
-Brindiamo.- disse solo guardandolo con mezzo sorriso.
-A cosa?- chiese scettico l’altro giudice. Fedez ci rifletté su. In realtà non aveva pensato a qualcosa di preciso su cui brindare. Lui, in realtà, non era nemmeno molto bravo a consolare la gente.
-Ehm…alle pannocchie**?- disse la prima cosa che gli passava per la testa ma solo dopo si accorse dell’immensa cazzata che aveva detto. Michael davanti a lui rimase impassibile per qualche istante come se le parole dell’altro fossero ancora nella sua testa in attesa di essere capite veramente, poi, all’improvviso scoppiò a ridere.
-Tu sei verramente cattivo a consolarmi.- i loro bicchieri si scontrarono e Mika buttò giù tutto d’un fiato lo spumante.
-Io ci sto provando, scusa!- lo disse con tono offeso. Lui si stava veramente impegnando per essere il più sensibile possibile, per essere il Mika della situazione, e l’altro rideva di lui. Si stava per rialzare e tornare da dov’era venuto quando Michael gli strinse il polso tra le mani come se avesse previsto la sua reazione.
-Grazie. Davveri.- il rapper incrociò il suo sguardo e per poco il cuore non gli scoppiò nel petto. Lo sguardo di Michael era così intenso che avrebbe potuto perdersi dentro a quei occhi semi verdi. Si schiarì la voce, cercando di raccogliere quel poco di autocontrollo e dignità che aveva.
-E’ davvero, non davveri.- lo informò. Il libanese fece una smorfia un momento prima di mollargli un leggero pugno sulla spalla.
-Stronzo.-
 
 
Era veramente un record personale, il suo. Riusciva a dimenticare le sue cose ovunque. Probabilmente lo studio di X Factor aveva fatto sistemare uno stanzino in cui raccoglievano tutte le cose che lui si dimenticava lì in ogni singola puntata. Per non contare il fatto che ormai l’asfalto della strada casa sua-studio di X factor, aveva preso la forma degli pneumatici delle sue gomme. Si accese una sigaretta, visto che, tanto per cambiare, si era dimenticato la sigaretta elettronica a casa, e aprì leggermente il finestrino. Doveva fare in fretta e passare completamente inosservato perché gli altri giudici stavano registrando i daily al Loft e se lo staff l’avesse trovato lì, sicuramente gli avrebbero fatto una strigliata epocale. E lui, sinceramente, di essere sgridato anche da loro, non aveva proprio voglia.
Parcheggiò al solito posto e con la sua corsetta molto virile entrò nel Loft di X Factor. Percorse i corridoi semi deserti guardandosi intorno leggermente spaesato. Aveva dimenticato i suoi occhiali da sole e non si ricordava se li aveva lasciati nello studio in cui si fanno le prove o nel Loft vero e proprio. Le note di un pianoforte per poco non lo fecero sobbalzare. Un ritmo cadenzato e tranquillo lo rilassò un po’. La voce di Leonardo lo colse alla sprovvista. Il che voleva dire che lì c’era anche Mika. Non resistette al desiderio e seguì il suono di quelle note. Scostò la porta in metallo che lo separava dal luogo in cui era sicuro di trovare Michael e i suoi concorrenti. Diede una sbirciatina all’interno, autoconvincendosi che ci avrebbe messo solo pochi istanti, ma non appena riuscì a guardare la stanza il suo cuore accelerò decisamente il ritmo. Mika aveva cominciato a cantare insieme all’altro ragazzo e la sua voce era talmente bella che gli venne la pelle d’oca. Non sentiva cantare Mika dal vivo da quando avevano scritto Beautiful Disaster e quella voce così acuta e così delicata gli aveva riportato alla memoria ricordi che credeva di aver sotterrato in un angolo lontano della sua mente. Sentire l’altro ragazzo cantare era qualcosa che lo impressionava ogni volta. Anche durante il suo primo X Factor, quando aveva deciso di lasciar perdere Michael, lui aveva fatto quella finta audizione che lo aveva fatto entrare in una sorta di conflitto.
E rimase così tanto incantato da quella voce che nemmeno si accorse di Aurora Ramazzotti che si avvicinava pericolosamente dietro di lui.
-Che cosa fai qui?- sussurrò una voce dietro di lui.
-Cazzo.- Federico trattene un urlo e il suo “cazzo” si trasformò in un ringhio basso. La musica cessò e la magia che l’aveva tenuto ancorato a Mika con tutti i suoi sensi, si era decisamente spezzata.
-Che sucede?- il libanese nel frattempo aveva aperto del tutto la porta guardando entrambi con un’occhiata tra lo scocciato e il sorpreso.
-Glielo stavo chiedendo anche io.- chiese la ragazza indicando un Fedez che già aveva cominciato a sudare. L’attenzione, a quel punto, fu tutta su di lui e l’unica cosa che gli venne da pensare in quel momento fu che avrebbe voluto sprofondare.
-Ehm- tossicchiò. –mi sono dimenticato gli occhiali qui da qualche parte e son venuto a riprenderli.- lo disse tutto d’un fiato sperando che gli altri credessero alle sue parole. Cosa che dovevano fare visto che in realtà era verità. Mika sospirò sonoramente.
-Tu ha interotto le prove.- affermò con un finto tono di rimprovero.
-Si, si, scusa, recupero gli occhiali e vado via subito.- ficcò le mani in tasca e subito cominciò a lanciare delle occhiate all’interno della stanza.
-Vabbe, ti aiuto.-
 
Un’altra cosa che Fedez dimenticava spesso era di usare il buon senso. Si, perché non contento di essersi fatto scoprire nel Loft di X Factor mentre un altro giudice faceva le prove, dopo che aveva ritrovato i suoi occhiali da sole, era rimasto appoggiato alla portiera della sua macchina per aspettare che Michael finisse le prove. Non sapeva spiegarsene il motivo (o forse si) ma aveva voglia di stare un po’ con lui. Probabilmente Mika aveva avuto la sua stessa idea perché appena era uscito dagli studi l’aveva subito individuato tra le macchine e senza nemmeno un po’ di pudore lo aveva invitato a casa sua. E quello, fondamentalmente era il motivo per cui, in quel momento, si trovava disteso sul letto (che ormai conosceva fin troppo bene) del suddetto cantante libanese. Forse era perché entrambi avevano fin troppa voglia, o forse era perché si, ma la verità era che quel giorno avevano saltato i preliminari per andare direttamente al sodo. Mika lo aveva preso con una certa frenesia e il letto sembrava risentirne parecchio visto i pericolosi cigolii che ad ogni spinta rilasciava. Inutile dire che Fedez era completamente in estasy. Non ci avrebbe mai fatto l’abitudine a farlo con un maschio, soprattutto se questo maschio era Mika.
Il libanese si buttò accanto a lui con il fiatone.
-Merda.- quello fu l’unico commento di Federico. L’altro rise e si raggomitolò al suo fianco.
-Tu ammetti che sei venuto al Loft per me?- chiese Mika osservandolo con sguardo furbo. Il rapper inspirò a pieni polmoni l’odore dell’altro ancora mischiato a quello di sesso.
-Io in realtà non sapevo che ci fossi tu.-
-Ma speravi.- concluse con il suo solito sorrisetto. Federico gli sorrise per poi mettersi a guardare il soffitto.
-Si, forse ci speravo.- proprio in quel momento una strana consapevolezza si insinuò nella sua mente. Effettivamente, lui ci aveva sperato e anche se non aveva il coraggio di ammetterlo a se stesso, si stava innamorando. Non credeva al vero concetto di amore, ma se il pensiero martellante di una persona, sognarla di notte, avere le vampate quando quella persona ti sorride, stare male quando lei stava male, vedere solo lei in un intreccio di sguardi, beh, se quello non era amore, davvero non sapeva cos’era. E come gli succedeva spesso, parlò senza riflettere.
-Sai Mik, ti ho sentito quella volta, la notte degli Home Visit.- il ragazzo accanto a lui si irrigidì di colpo.
-Beh, credo-
-Non dovresti dirmi qualcosa se non vuoi.- l’altro lo interruppe all’improvviso puntellandosi sul gomito. Si ritrovò i suoi occhioni grandi a guardarlo con un’agitazione che poche volte gli aveva visto addosso. Gli sfiorò una guancia con il pollice notando una leggera ricrescita di barba a pizzicargli il polpastrello.
Le sue labbra si schiusero, stava per rispondergli che si, il sentimento probabilmente era reciproco, ma qualcuno bussò alla porta e le parole gli morirono in bocca. Riuscì chiaramente a vedere il panico negli occhi di Michael e quell’agitazione quasi lo contagiò. Lo vide guardare la sveglia sul comodino e imprecare un paio di volte in una lingua strana. Si alzò in piedi di scatto e cominciò a rivestirsi con una velocità quasi febbrile.
-Fede, vestiti, vai.- Mika si portò le mani alla fronte come se stesse per avere un infarto.
-Mika che cazzo succede? Chi è?- chiese allarmato mentre cominciava a rivestirsi.
-Andy. Muoviti.- non se lo fece ripetere due volte e cominciò a infilarsi i vestiti a caso e probabilmente al contrario. Si sentiva uno sporco amante, si sentiva una merda perché il fidanzato secolare di Mika era fuori dalla porta e loro avevano appena fatto sesso. Prese tutte le sue cose e uscì dal terrazzino adiacente alla camera da letto. Fortunatamente il mega appartamento di Michael era al primo piano e non gli fu difficile saltare giù e finire in strada. Gettò un’occhiata in alto aspettandosi qualcosa, qualsiasi cosa che non lo facesse sentire male.
-Scusa.- sentì sussurrare dalle labbra dell’altro un momento prima che rientrasse in casa.
Strinse i pugni cercando di ingoiare quel nodo che sembrava volergli impedire di respirare. La sua bocca si aprì, ma da essa non uscì alcun suono.
Per quel ti amo, forse era troppo presto.


*Io ho scritto Shopping Channel perché ho sempre capito quello, ma visto che sono una capra in inglese (lol) se dice qualcos'altro fatemi sapere che correggo.
**Al secondo Extra Factor c'è Mara che fa un commento sugli Iron Mais e in particolare sulla "pannocchia". Mika inizialmente non capisce, poi Fedez glielo spiega e Mika gli dice che "il sesso è nella tua testa" (come se lui non ci pensasse sempre, maialino).




Angolo dell'autriciah:
E poi SBAM.
Vi aspettavate che sarebbe filato tutto liscio, eh. EH? E invecee, dopo un po' che va troppo bene, aspettatevi sempre un colpo di scena!
Andy è arrivato a rivendicare la sua posizione di boyfriend e me lo immagino troppo Mika impanicato perché si è fatto sgamare da suo moroso. 
E poi c'è Fedez che qua è un amante/filosofo coi controcazzi  fiocchi, che si cruccia sul significato dell'amore.
Beh, dunque, ne approfitto per ringraziarvi tutte careh lettrici, le vostre recensioni sono stupende e per avvisarvi che ho intenzione di pubblicare a breve un'altra fic midez. Non so quando, non so come, non so perché, state solo all'erta.
Bene, spero di aver detto tutto, a presto,
Road_sama

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Capitolo 12
*** The Origin of Love ***


Capitolo 12: The Origin of Love
 
 




Mika aveva aperto la porta del suo appartamento con le mani che gli tremavano. Aveva perso completamente la cognizione del tempo e si era dimenticato che Andreas sarebbe arrivato da lui. Glielo aveva detto al telefono qualche giorno prima e tutto sommato ne era stato felice perché a causa di X Factor non si vedevano quasi da un mese. E nonostante Federico, un po’ gli mancava. Inoltre gli aveva detto che avrebbe portato con lui Melachi e Amira, le sue due cagnoline (anche se di “-ine” non avevano proprio nulla), lui gli aveva risposto che gli avrebbe fatto piacere vederli. Gli aveva chiesto quanto sarebbe rimasto e Andy gli aveva detto che non poteva fermarsi poco più di una settimana. Michael, in quel momento aveva provato sentimenti contrastanti: da una parte non avrebbe potuto stare fuori fino a tardi con Fedez, dall’altra voleva che Andy si fermasse un po’ di più. In fondo, il suo era un atteggiamento più che normale, loro erano la sua famiglia e gli voleva bene. Era proprio per quel motivo che avrebbe voluto sprofondare quando aveva sentito qualcuno bussare alla porta. Se il suo fidanzato li avesse scoperti, lui avrebbe potuto dare di matto perché Andreas non sapeva nulla della sua relazione con Fedez e non lo avrebbe dovuto sapere
mai. Una parte di lui, ancora credeva che quella con Federico fosse solo una storiella, la parte più realista e responsabile di lui sapeva che la priorità era una relazione di nove anni e non una di qualche mese. Però, gli faceva male ammetterlo, era così egoista che voleva averli entrambi e si era sentito montare il disgusto verso sé stesso quando il rapper lo aveva guardato dalla strada con gli occhi feriti di chi sa di essere solo l’amante. Gli aveva chiesto scusa perché era il minimo che poteva fare in quel momento e poi era schizzato in casa alla ricerca di una giustificazione per il letto sfatto e il suo essere completamente in disordine. Si era spruzzato un po’ di profumo, nella fretta, perché sentiva ancora troppo intensamente l’odore di nicotina e di sesso che Fedez gli aveva impresso addosso come un marchio. Aveva nascosto un succhiotto sulla clavicola con una maglietta a collo un po’ più alto delle altre, poi aveva aperto la porta cercando di silenziare i sensi di colpa. Si, perché ogni fibra del suo corpo apparteneva a Federico ormai da tempo eppure si ostinava a tenere al dito quel dannato anello.
-Hi!- gli aveva detto lui abbracciandolo. Rispose a quell’abbraccio in modo quasi assente, come se il suo ragazzo fosse un estraneo. Gli lasciò un bacio sulle labbra, a stampo, e non la riconobbe quella bocca, non era calda e accogliente, ma solo una porzione di pelle fredda e strana. Melachi e Amira gli saltarono addosso sfilandolo dal quel bacio imbarazzante. Si abbassò su di loro e le accarezzò. Loro erano sempre le solite, non erano cambiate, non erano due estranee. I loro occhi erano calmi e sorridenti come sempre.
-Ci hai messo un po’…- constatò Andy entrando in casa. La voce che un tempo lo faceva sciogliere, ora gli graffiò le orecchie. Non aveva nulla a che fare con quella calda e profonda di Fedez.
-Si, mi ero addormentato.- inventò su due piedi e sperò che ci credesse. Andy gli sorrise e appoggiò la valigia vicino al divano.
-Tu lavori troppo.- ricambiò quel sorriso quasi con sollievo.
-Già. Hai fame?- l’altro annuì e si sedette sulla sedia sulla quale fin troppe volte c’era stato Federico.
-Preparo la cena, va bene?- Andreas annuì ancora una volta e lo guardò con lo stesso sguardo felice che si rivolge a chi si ama veramente. E Mika, non lo guardava così da troppo tempo.
 
Quel terzo Live trascorse con qualcosa di diverso dal solito. Tra lui e Fedez c’era qualcosa di strano e Mika non riusciva a capire cosa. O meglio, sperava che non fosse per quello che era successo a casa sua. Come se non bastasse Andy aveva insistito per seguirlo nel backstage e dopo le riprese, aveva avuto la fortuna di conoscere Giulia. Quell’incontro era stato parecchio imbarazzante perché poi si era aggiunto anche Federico e a quel punto era stato tutto come il peggiore dei loro incubi. Poteva benissimo vedere il disagio nei movimento di Federico e nei sorrisi di cortesia che rivolgeva ad Andy. Non riuscivano a guardarsi in faccia mentre i loro rispettivi fidanzati chiacchieravano in un mezzo inglese come se fossero due amici di vecchia data. Mika aveva continuato a guardare Fedez di sottecchi per tutto il tempo ma l’altro non aveva alzato gli occhi su di lui nemmeno una volta.
Mentre tornava nel suo appartamento con il fidanzato gli aveva mandato un messaggio. Gli aveva chiesto se andava tutto bene e il rapper gli aveva risposto con un semplice e secco si. Ma non andava per niente tutto bene e Mika lo sapeva: era colpa sua, un’altra volta. Dovevano parlarsi, ma lontano dalle loro case e dai loro fidanzati. Dovevano essere soli e solamente in quel modo, forse, Mika avrebbe potuto scaricare, almeno in parte, tutti i sensi di colpa che minacciavano di volerlo seppellire da un momento all’altro.
Si presentò davanti a casa di Federico proprio come qualche mese prima con l’unica differenza che questa volta non faceva per niente caldo. Era un pallido lunedì mattina, aveva appena accompagnato il suo fidanzato in aeroporto.  Lo aveva lasciato con un singolo bacio e un i love you poco convinto. Si strinse nel giubbotto, quel Novembre a Milano si stava rivelando parecchio freddo. Suonò un paio di volte e sperò vivamente che venisse ad aprirgli Fedez. Non avrebbe potuto sopportare una discussione con Giulia. Certo, lei era simpatica, nel backstage delle prove o alla fine dei Live riuscivano a scambiare qualche parola e non era difficile, in quei momenti, capire perché il rapper l’avesse scelta. Quello era un rapporto giusto e lui si sentiva il distruttore della loro armonia. Eppure, non poteva farne a meno.
Fece qualche passo avanti e indietro per riscaldarsi. Guardò l’orologio: erano le nove ed era da troppo tempo che aspettava lì fuori. Suonò un’altra volta sporgendosi un po’ per vedere se le finestre erano chiuse. Ovviamente, le persiane erano tirate completamente giù. Forse non c’erano, probabilmente non c’erano, però era troppo presto e Federico dormiva sempre fino a tardi quindi…
La porta si aprì di poco e ne spuntò la faccia assonnata del rapper. Portava un berretto nero in testa dal quale usciva un ciuffo disordinato di capelli. Michael gli rivolse un sorriso fin troppo luminoso.
-Ma che cazzo…?- chiese il più giovane strofinandosi gli occhi con le dita come se pensasse di non vederci bene. La voce roca di chi si è appena svegliato.
-Buongiorno, dormillione!- gli disse aprendo entrambe le braccia come se fosse un orsetto gigante. Fedez mugugnò qualcosa per poi dirgli che era un pazzo a venire da lui a quell’ora e che faceva un freddo cane là fuori.
-Entra, va’.- gli aprì il cancelletto e sparì dietro alla porta. Mika entrò in casa quasi correndo. Si chiuse la porta alle spalle strofinandosi le mani che si erano improvvisamente congelate. Fece qualche passo all’interno dell’abitazione, in quella penombra non riusciva a vedere quasi nulla, ma si ricordava di quelle pareti. Arrivò in salotto e si ritrovò a ridacchiare. Federico si era buttato a pancia in giù sul divano e da quello che riusciva a vedere, era a torso nudo. Dei pantaloni della tuta verdi gli ricadevano mollemente sulle gambe mentre il cappello gli ricopriva la testa e parte della nuca.
-Tu ancora vivo?- chiese aprendosi il cappotto. Federico mugugnò un si, o qualcosa che lo sembrava molto.
-Dov’è Giulia?- mosse qualche passo incerto guardandosi intorno.
-Boh, forse via.- la voce dell’altro gli arrivò ovattata dal cuscino in cui era immersa.
-Well, vestite. Andiamo fuori.- il ragazzo sdraiato un altro grugnito ma questa volta sembrava voler essere un no secco. Mika ricoprì lo spazio che li separava e appoggiò le sue mani ghiacciate sulla schiena del rapper. Quello sobbalzò mettendosi a sedere, per poco le loro teste non si scontrarono.
-Cazzo, porca troia, ma sei il ghiaccio!- gli rivolse un tono di voce più stridulo di quanto potesse permettersi causando una risatina in Michael.
-Daiii, muoviti, andiamo ad farre la colazione.- batté i piedi per terra come un bambino. Federico lo guardò stranito per un po’, poi si passò una mano sulla faccia cercando di darsi una svegliata.
-Mmm, vabbè, aspetta che recupero qualcosa da mettermi.-
Quel “recupero qualcosa da mettermi” aveva occupato venti minuti buoni. Mika si era trovato a doversi sedere malamente in quel divano che aveva lo stesso profumo di Giulia. Quindi, si era dovuto alzare per non starnutire, aveva cominciato a camminare intorno, decidendo di alzare le tapparelle e far entrare luce. Aveva urlato a Fedez qualche insulto in inglese tra cui un move that fuckin’ ass. A cui Federico aveva risposto con un non sono più abituato, di solito me lo muovi tu. Mika aveva arricciato le labbra in un sorrisetto compiaciuto subito dopo sostituito da un’espressione di terrore perché probabilmente i vicini di casa avevano sentito tutto. Quel teatrino era, quindi, finito con un Federico che fumava tranquillamente la sua sigaretta elettronica e lui che si rimetteva il giubbotto per uscire.
Avevano trascorso quasi in silenzio il tempo in macchina. Fedez che guardava fuori dal finestrino senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e Michael che gli lanciava delle occhiatine di tanto in tanto. Improvvisamente si era ricordato di quello che si erano detti poco prima che bussasse Andy alla porta del suo appartamento. Fedez aveva sentito quella sua confessione e probabilmente era per quello che il giorno dopo si era svegliato da solo nel letto della sua stanza d’albergo. Per due settimane non gli aveva detto nulla, poi improvvisamente era saltato fuori con quel discorso ed in quel momento…beh, in quel momento entrambi sembravano tutto fuorché in grado di affrontare un discorso sull’amore. Così, Mika decise di rimandare il più possibile quella discussione e di riempire quel silenzio surreale con qualcosa, qualsiasi cosa.
-So, come sono andati questi ggiorni?- gli chiese picchiettando le dita sul volante.
-E tu sei stato bene con Andy?- lo sentì chiaramente il modo acido in cui aveva detto il suo nome. Strinse la mano sul volante quasi come se volesse aggrapparcisi. Come sempre, andava dritto al punto.
-Mi disspiace, avevo dimenticato.- Federico sbuffò e si abbassò il cappello sulla testa.
-Non hai risposto alla mia domanda, comunque.- lo disse in modo piatto, incolore che fece stringere lo stomaco a Mika. Quell’atteggiamento strafottente e irriverente gli dava sui nervi.
-Tu no’ hai risposto alla mia.- affermò con lo stesso tono acido e ferito che poco prima aveva usato l’altro ragazzo per enfatizzare il nome di Andreas. Questa volta il rapper sospirò e si rilassò un pochino addosso alla portiera della sua macchina. Il silenzio piombò di nuovo con prepotenza tra di loro.
-Forse, alla fine dei conti, l’inedito di Eva* non era poi così male.- disse all’improvviso, dopo lunghi minuti. Le parole di quella canzone gli risuonarono nelle orecchio trascinandosi i ricordi delle Audizioni, in cui tutto era così facile. In quell’occasione si era guardati, i loro occhi avevano parlato per loro e non avevano sentito il bisogno di dirsi altro. Sapevano che prima o poi la realtà li avrebbe chiamati per fare i conti.
Qualcuno al posto mio, ti sta tenendo il cuore. Qualcuno al posto mio, ti sta chiamando amore.
-Yeah.-
 
Arrivarono ad un bar semi vuoto che erano quasi le dieci. Lo stomaco di Michael richiedeva cibo visto che lui era in piedi dalle sette e mezzo e non aveva ancora mangiato nulla. In un qualche modo si erano chiariti, anche se non si erano detti niente, in pratica, avevano detto tutto. Si poteva dire che loro due si spiegavano così, cosa che sentiva naturale ma allo stesso tempo diversa dal momento che non l’aveva mai condivisa con nessuno. In ogni caso, si sedettero al loro tavolino scherzando sul fatto che lo stomaco di Mika era terribilmente rumoroso e che in realtà fosse tutta colpa di Fedez.
Dopo svariate risate e battutine, avevano deciso di ordinare. Federico aveva preso un cappuccino con molto zucchero e un muffin rigorosamente al cioccolato mentre il libanese, guardandolo in modo disgustato, aveva chiesto un tè e una brioches alla marmellata.
-Inglesi.- aveva commentato poi il più piccolo dei due guadagnandosi un coppino non così leggero.
-Il cafè bisogna prenderrlo dopo un hangover , il tè c’è semprre!- lo aveva detto con quel tono fiero e altezzoso di chi è orgoglioso della sua nazione, ovviamente, l’Inghilterra.
-Vabbè, vabbè, ho capito.- Fedez alzò le mani al cielo in segno di resa per poi bere un sorso del suo cappuccino. Un po’ di schiuma gli ricoprì le labbra e a Mika venne l’impellente desiderio di succhiargliela via con un bacio. Il rapper parve aver capito le sue intenzioni perché si leccò le labbra lentamente guardando gli occhi dell’altro con uno sguardo divertito. Michael si era riscosso dopo un po’, lanciandogli un’occhiataccia, poi aveva deciso di ripagarlo con la stessa moneta. Infilò in bocca la punta del suo cornetto osservandolo provocatorio. L’altro aveva boccheggiato un momento, prima di distogliere lo sguardo e mormorare un bastardo. Il più alto aveva ridacchiato sotto i baffi.
-Well, quando giramo il video di Beautiful Disaster?- chiese non appena ebbe finito il suo tè. Federico lo aveva fissato spiazzato, poi si era portato le dita al piercing sul sopracciglio cominciando a giochicchiarci.
-Mmm, che ne dici di mercoledì? Magari la mattina che poi abbiamo le prove.- il libanese aveva annuito soddisfatto.
-Hai già pensato cosa farre?- il ragazzo davanti a lui aveva sbuffato.
-Pensavo alla fine del mondo. Non so, che tipo tutte le persone fanno le cose che vogliono fare veramente fregandosene altamente che sia giusto o sbagliato perché tutto sta per finire.- lo disse tutto d’un fiato e Mika non poté fare a meno di sorridere. Quella canzone, fin dall’inizio, era stata lo specchio della loro relazione e fare un video del genere era proprio quello che loro avrebbero voluto nella realtà. Se ci fosse stata una fine del mondo, se solo avessero avuto la possibilità di spezzare quegli schemi, avrebbero potuto disfarsi della maschera di Fedez, il rapper italiano, e Mika, la star internazionale, per essere felici, per poter fare quello che volevano senza la paura di essere scoperti.
-Mi piacerrebe.- affermò puntando i suoi occhi in quelli scuri dell’altro. Già, quanto gli sarebbe piaciuto.
 
 
E alla fine era successo davvero. Fedez lo aveva chiamato martedì sera per dirgli luogo e ora dell’incontro. Aveva una voce estremamente eccitata mentre gli raccontava che aveva visto l’esibizione di alcuni artisti di strada che si esibivano con un pianoforte sopra cui volteggiava un ballerina. A Mika era sembrata un’idea assurda e terribilmente da Federico. E gli era piaciuta perché lui stesso era stravagante e assurdo. Aveva detto che sarebbe stato fantastico ed era veramente felice perché il pianoforte-ballerina lo avrebbe suonato lui. Quello sarebbe stato l’incontro tra i loro due mondi, tra i loro due generi musicali, quella sarebbe stata il loro ricordo più bello.
 
Quella mattina si era svegliato presto, stranamente non riusciva a dormire. Pensare che da lì a qualche ora avrebbe girato un video musicale con Fedez, lo rendeva nervoso. E lui solitamente non era nervoso, anzi. Solo che oltre a lui ci sarebbe stata anche la madre del rapper e avrebbero parlato ed in realtà sarebbe stata la prima volta che le avrebbe parlato da semi-fidanzato-di-suo-figlio. Per calmarsi si fece un tè e quando gli arrivò il messaggio di Federico in cui gli chiedeva se era pronto, se ne preparò un altro. Non ci aveva propriamente fatto caso, ma avrebbe passato una giornata intera (o quasi) insieme a lui dopo gli Home Visit.
Si vestì, facendo attenzione di mettere il completo che si era preparato due giorni prima, e nel giro di una decina di minuti fu pronto. Si infilò nella macchina nera che lo attendeva fuori dal suo appartamento e salutò cordialmente l’autista che lo avrebbe portato al luogo dell’incontro. Cominciò a guardare la città fuori dal finestrino, ogni volta gli sembrava la prima volta, ogni volta la associava al volto di Fedez.
Arrivò nel palazzo che erano le dieci e mezzo di mattina. Un’innumerevole quantità di fotografi, cameramen, truccatori e scenografi lo attendevano. Scese dall’auto e un vociare alquanto rumoroso lo disorientò per un attimo. Cercò tra quella massa di persone il rapper e quando non lo vide afferrò istintivamente il cellulare. Era perennemente in ritardo. Poi, come se lo avesse sentito, una mano si posò sulla sua spalla. Si voltò e una folata di fumo biancastro per poco non lo fece tossire.
-Speravi che fossi in ritardo, eh? Sono qui già da dieci minuti.- gli disse con un sorriso compiaciuto.
-Non è vero, siamo appena arrivati.- precisò Tatiana, la donna bionda che mollò una pacca affettuosa sulla spalla del rapper. Mika sospirò.
-Si, tu sempre in ritardo.- rivolse un sorriso d’intesa alla donna. Lei le fece l’occhiolino. Vide Fedez aprir bocca per protestare, ma la voce di un tecnico che li invitava a salire sul palazzo li interruppe.
-Cominciamo.-
 
Provarono per quattro ore. Non continuative perché, ovviamente, Fedez doveva andare in bagno, ma in ogni caso era stato sfiancante. Sopra a quel maledetto palazzo faceva abbastanza caldo, probabilmente era per il fatto che continuavano a fare dei mini passi di danza proprio come gli diceva lo scenografo. In più, Mika doveva ammettere, che Federico era proprio pessimo a ballare. Mentre cantava in playback faceva dei gesti con le mani che al posto di farlo sembrare un “duro” causavano svariati risolini in gran parte dei presenti.
Crollò su un divanetto rosso in pelle in cui poco prima c’erano stati dei costumisti e chi lo sa che tecnici. Chiuse gli occhi per un attimo massaggiandosi le tempie con le dita. L’ansia per il Live del giorno dopo cominciò a montargli in testa. Come se non bastasse, ad accentuare il tutto, c’era tutta quella stanchezza che si portava appresso nonché la forza che doveva trovare ogni volta per mentire ad Andy.
-Ti è spuntata una rughetta qua. Stai diventando vecchio.- le parole di Fedez gli arrivarono vicino all’orecchio, il suo dito piantato appena sotto l’occhio. Nemmeno si era reso conto che l’altro si fosse seduto accanto a lui.
-Non sono vechio!- disse offeso aprendo gli occhi di scatto per toccarsi il punto in cui il rapper aveva indicato.
-Ma hai le rughe.- insistette l’altro ridacchiando. Si divertiva un mondo a farlo andare in paranoia.
-Toca a tu, tra un po’.- Federico strabuzzò gli occhi.
-Tra un po’ tanto, tu rimani più vecchio.- Michael gli mollò un pugnetto sulla spalla.
-Stronzo.- l’altro rise di gusto e non appena si riprese si appoggiò del tutto allo schienale del divano.
-Ti piace la ballerina sul piano?-
-Si, lei più bela di come la immaginavo.- lo vide sorridere, come se fosse un complimento indiretto a lui, poi, prese la telecamera.
-Dai che devo finire il Daily.-
 
Altre due ore abbondanti di prove li avevano trattenuti agli studi di X Factor ma nonostante la stanchezza si era divertito molto. Non lo avrebbe mai detto a Fedez, ma stava sviluppando un amore incondizionato per le scelte di Tommasini. Aveva deciso di fargli fare Batman e Robin (e Mika era Batman, ovviamente) ovvero i personaggi dei fumetti più facilmente fraintendibili. Si sarebbero dati la mano, avrebbero sceso insieme le scale e poi avrebbero volteggiato sul palco come una coppietta perfetta. La prima volta che avevano provato il balletto era stato parecchio imbarazzante. Quel “Mika facciamo che tu provi a baciare Fedez e poi lui fa così” lo aveva un po’ destabilizzato. Innanzitutto, era davvero così palese il tipo di rapporto che c’era tra loro due? E in secondo luogo, Federico non si sarebbe mai ritratto ad un suo bacio. Punto. In ogni caso, il disagio era reciproco, perché il sorrisetto tirato del rapper e i suoi commentini del tipo “non posso farlo con Ilaria?” erano il suo tipico atteggiamento-sulla-difensiva che aveva sempre quando si sentiva braccato. Da un lato, gli dava fastidio, ma lo trovava un comportamento quasi adorabile. Anche se Mika aveva sempre avuto uno strano concetto di “adorabile”, in realtà. Si ritrovarono nei camerini degli studi. Il personale era interamente concentrato sul palco e il backstage era quasi vuoto, compreso il corridoio che portava ai loro camerini. Fedez se ne stava appoggiato con la schiena al muro, in una mano la sigaretta elettronica e nell’altra il cellulare. Non appena Mika lo vide non riuscì a trattenere un sorrisetto. Non sapeva spiegarsi come e perché, ma era felice di quell’X Factor. Lo guardò da lontano per un po’, poi il rapper alzò gli occhi sui i suoi regalandogli in un mezzo sorriso.
-Sembri il tipo di Shining, non è che adesso tiri fuori l’accetta?- buttò fuori una boccata di fumo.
-Wendyyy!- disse Mika avvicinandosi furtivo. Il sorriso di Fedez questa volta si accentuò. Ficcò il cellulare in tasca e si guardò intorno un attimo.
-Ma perché devo fare io la donna??- questa volta fu il turno di Michael di ridere. Alzò le mani in alto in un misero tentativo di fare la parte del cattivo.
-Ti prendo!-
-Ma che è??- la risata di Fedez gli accarezzò le orecchie, poi, lo vide girarsi e correre per il corridoio degli studi. Lo seguì ridendo con altrettanto slancio e con qualche falcata lo raggiunse. Sembravano due bambini a ricreazione, quello era un teatrino decisamente stupido, ma forse troppo divertente. Lo bloccò tra la parete e il suo corpo. Un leggero fiatone e qualche risata scuoteva i loro petti. Solo dopo una manciata di secondi notò che di fianco a loro c’era la porta con scritto “solo staff”. E come se fosse un ragionamento più che logico, gli venne in mente che era da quasi una settimana che non lo facevano. Fedez parve capire tutto perché lanciò un’occhiata alla porta e gli scoccò un’occhiata maliziosa. Si sentì prendere per un polso e trascinare dentro ad uno stanzino. Il buio li avvolse, ma fu questione di attimo perché subito le mani dell’altro erano andate a strattonare via la maglietta.
-You’re a dirty boy.- gli sussurrò in un orecchio mentre si liberava dell’indumento.
-E parla italiano cazzo.- un bacio carico di urgenza e desiderio gli bloccò la risata in gola.
 
 
Il tempo ricominciò a scorrere correttamente il 13 Novembre. Mika era appena tornato da Loft quando sentì la notizia degli attentati a Parigi ai telegiornali italiani. L’angoscia di quell’evento gli si scaricò addosso rischiando di opprimerlo. Una parte della sua famiglia viveva proprio in Francia e lui non poteva fare nulla per loro. Fece mille telefonate e tutti cercarono di rassicurarlo, ma lui non riusciva a calmarsi. Verso l’una di notte decise di prepararsi una piccola valigia e prendere il primo volo per Parigi. Solo in un secondo momento si accorse che effettivamente era troppo tardi, quindi si mise a letto. Riuscì a dormire solo dopo un’ora, ma il suo sonno rimaneva leggero e agitato.
Si svegliò alle cinque, quel mattino. Si preparò un tè veloce e afferrò la valigia che si era preparato poche ore prima. Chiamò un taxi e con l’ansia che gli attanagliava lo stomaco aspettò che arrivasse. Solo dopo essere salito e aver cominciato a picchiettare il tallone sui tappetini della macchina rischiando di consumarli, decise di mandare un messaggio a Fedez per dirgli che stava andando in Francia.
Arrivò in aeroporto alle sei di mattino, non c’era praticamente nessuno, ma decise di imbarcarsi lo stesso. Fu proprio nel momento in cui stava per fare i controlli di sicurezza che il cellulare gli squillò nella tasca.
Era Federico.
-Pron-
-Mika dove cazzo sei?- la voce del rapper gli arrivò fin troppo agitata.
-In aeroporrto. Tutto ok?- si chiese come mai fosse sveglio a quell’ora  e perché avesse chiamato proprio lui, poi però, si ricordò del messaggio che gli aveva appena scritto.
-Torna a casa.- lo disse subito, con una sicurezza che tradiva il suo tono di voce leggermente tremante. Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra del libanese.
-I can’t, devo andare da i miei parenti. Parigi è come un mia secondo casa.- tentò di spiegare mordicchiandosi le unghie.
-Non me ne frega chi c’è o chi non c’è o che cazzo è Parigi. Tu non puoi andare, hanno appena fatto esplodere della gente. Tu non puoi andare.- il suo tono di voce era serio, quasi da far paura. Un po’ se lo immaginava: fuori, nel terrazzino di casa sua, in mano una delle sue sigarette perché quando era nervoso aveva bisogno di qualcosa di forte, che andava avanti e indietro, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Una parte di lui voleva ascoltarlo, voleva tornare indietro perché effettivamente era rischioso. Una vocina dentro di lui gli diceva di non importarsi di Parigi, ma di andare da Federico e dirgli che doveva stare tranquillo, loro stavano bene. Ma quella parte di lui era irresponsabile, ingiusta verso gli altri.
-Everything is going to be ok, non preoccuparrti, tornerò presto.- cercò di rassicurarlo come meglio poteva, combattendo con l’istinto di chiudergli il telefono in faccia e spegnerlo per non farsi più rintracciare. Il silenzio che seguì alle sue parole gli raggelò il sangue nelle vene mentre le parole fragili di Fedez gli risuonavano nelle orecchie.
Tu non puoi andare.
-Se non torni per lunedì, giuro che vengo lì e rubo i cani.- una risatina nervosa uscì quasi come un verso forzato dalle labbra del cantante inglese.
-Te lo ho promesso.- mormorò sperando che il vero significato delle sue parole arrivassero a Fedez.
Un sussurro flebile gli arrivò dall’altro capo del cellulare, ma il brusio dell’aeroporto e le voci degli altri passeggeri lo sovrastarono.
-Cosa?-
-Nulla, sono stanco, ho sonno e tu devi prendere un aereo. Fatti sentire.- la chiamata terminò in quel modo. E a Mika, quel “nulla” un po’ spaventava.
 
“Just landed in Paris amidst all the confusion, bombings and attacks. It’s horrible.”**




*Parlo della canzone che canta Eva alle Audizioni. Se vi ricordate ad un certo punto c'è un'intense-eye tra Mika e Fedez e poi c'è Fedez che rovina il momento dicendo "a me non piace" (lel)
**E' un tweet di Mika pubblicato sabato, subito dopo l'attentato.



Angolo Autriciah:

Perdonate l'enormissimo ritardo ma la fine di X Factor mi ha ammazzata. Sul serio, quell'abbraccio...le cose che pubblica su twitter Fedez ultimamente...Beautiful Disaster  dal vivo.......Per non parlare del fatto che Efp sembra avercela con me e ogni volta che tento di pubblicare il capitolo mi dice che non posso (anche al sito fa schifo tutto lol).
In più questo capitolo è stato un parto, veramente. E quello che è venuto fuori non mi convince per niente. Si, disconosco questo capitolo ahaha non voglio più saperne dopo averlo pubblicato.
In ogni caso, vi avviso che questo è il terz'ultimo capitolo della storia. (SBAM)
Regalatemi un Mika plz.
Al (spero molto presto) prossimo capitolo,
Road

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Capitolo 13
*** 21 Grammi ***


Capitolo 13: 21 Grammi

 



Fedez si morse la lingua mentre con il pollice un po’ indolenzito dal freddo chiudeva la chiamata con Mika. Non sapeva cosa gli era preso. Probabilmente era la stanchezza, non era più abituato a fare after e gestire gli impegni di X Factor contemporaneamente. In più quando Mika gli aveva mandato quel messaggio, proprio a lui, lui che si agita persino quando è in bagno, non ci aveva più visto. Aveva sentito la notizia di Parigi ed era rimasto basito, alla fine dei conti, si era verificata una strage di tale portata in un luogo veramente vicino a lui, poi però era arrivato Ax e non ci aveva pensato più di tanto. Dopo il messaggio di Michael si era letteralmente buttato giù dal divano di J Ax su cui stava agonizzante a causa di una nottata di birre (ma non troppe) e partite infinite alla wii. Stava per addormentarsi, sul serio, proprio come tutti gli altri ma dopo quel momento si era svegliato del tutto. Aveva rischiato di inciampare sulle masse informi che erano i corpi dei suoi amici, poi aveva preso il primo pacchetto di sigarette che aveva trovato sul pavimento (per una volta aveva ringraziato i suoi amici fumatori incalliti) e si era fiondato fuori dalla porta di casa. Se l’era accostata alle spalle e si era acceso la sigaretta. Le dita che quasi gli tremavano perché, solo dopo aver digitato il numero di Mika, si era reso conto che fuori faceva un freddo assurdo per la sua misera magliettina a maniche corte. Aveva aspettato e aspettato, e mentre il cellulare dell’altro squillava con due tiri era già arrivato a metà sigaretta. Dopo lunghissimi secondi gli aveva risposto, ma lui non era esattamente dell’umore ad adatto per starlo a sentire visto l’orario e in più, cosa molto importante, Michael gli aveva scritto via messaggio una cosa così seria. Non gli aveva lasciato il tempo di rispondere, lo aveva aggredito volutamente per fargli capire che stava sbagliando ma che allo stesso tempo lui, Federico Leonardo Lucia detto Fedez, era fottutamente preoccupato per la sua incolumità. La decisione di partire per la Francia non spettava più solo a lui, non era una cosa da prendere così alla leggera. La vita di Mika non era più solo affare suo, ma anche di Fedez dal momento in cui…beh, dal momento in cui si erano conosciuti lasciando indefinito il loro rapporto.

Ovviamente tutte queste considerazioni, il rapper, si premurò di tenersele per sé.

Alla fine aveva ceduto. Mika era testardo, estremamente testardo e da questo punto di vista erano molto simili. Quando si impuntava di fare una cosa, la faceva e basta. Si accese la seconda sigaretta tenendo il cellulare tra la spalla e l’orecchio.

Everything is going to be ok, gli aveva detto. E lui si fidava, sul serio, ma era spaventato. Cos’avrebbe fatto se nel peggiore dei casi Mika fosse stato coinvolto in un altro attentato? Cos’avrebbe potuto fare, lui che non poteva avere alcuna pretesa sull’altro perché…beh, lui teoricamente era solo un “collega” o solo un “amante”?

Era nel panico più totale perché quella sarebbe potuta essere l’ultima volta che si sentivano. Quella sarebbe potuta essere la sua ultima occasione di…

-Io credo di amarti, cazzo.-

-Cosa?- un momento di lucidità gli attraversò la mente. No, no. Mika non sarebbe morto, lui non credeva veramente di essere innamorato e tutta quella situazione era assurda.

-Nulla, sono stanco, ho sonno e tu devi prendere un aereo. Fatti sentire.-

Aspirò una boccata di fumo mentre con lo sguardo guardava lo schermo spento del suo cellulare. Per fortuna non lo aveva sentito.

Un applauso leggero lo fece sobbalzare, il telefono rischiò di scivolargli via  dalle mani. Sulla porta di casa sua se ne stava un J Ax con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

-“Credo di amarti, cazzo” un libro di Federico Leonardo Lucia sui peggiori modi possibili per dire “ti amo”.- la voce gracchiante dell’amico gli giunse decisamente sarcastica alle orecchie.

-Vaffanculo.- disse girandosi dall’altra parte. L’altro rapper gli si avvicinò, prese una sigaretta dal pacchetto che aveva in mano Federico e se la accese con molta tranquillità.

-Vuoi parlarne?- chiese aspirando un po’ di fumo.

-Non lo so.- il silenzio calò per qualche attimo tra di loro. I primi raggi dell’alba li illuminarono causandogli un leggero dolore agli occhi stanchi.

-Non riesco a capire che mi succede, in realtà. Prima era semplice: si trattava di sesso occasionale e basta, né io né lui volevamo di più. Era un modo per scaricare la tensione, per stare bene. E poi lui mi ha detto I love you e io ho cominciato a pensarci veramente.- poteva sentire chiaramente la presenza dell’amico accanto a lui, ma stranamente non lo infastidiva.

-E non so, credo di essermi innamorato davvero, in qualche assurdo modo, grazie a qualche scherzo del destino, che cazzo ne so, forse è tutto un complotto di Signorini per la canzone che ho fatto.- J Ax ridacchiò accanto a lui.

-Sicuramente è colpa di Signorini, zio. Il suo secondo nome è ovviamente “Cupido”.- Fedez gli mollò una spallata leggera. Spense la sigaretta sul metallo del corrimano di quella specie di terrazzino.

-Il problema è che siamo solo degli schifosi amanti che tradiscono a vicenda.-

-Questo non vuol dire niente.- anche Ax spense la sigaretta, esalando l’ultima boccata di fumo.

-O forse vuol dire tutto.-

 

Si videro dopo cinque giorni. Furono i cinque giorni più lunghi della sua vita. Mika gli aveva scritto praticamente ogni dieci minuti e appena aveva un momento libero per stare da solo lo chiamava. Parlavano al telefono del nulla, la maggior parte delle volte. Si facevano delle battutine stupide, si punzecchiavano, parlavano esattamente come accadeva durante i Live. Era come se loro due fossero una coppia di sposini e Mika fosse momentaneamente via di casa per lavoro. Sembrava che quella casa che Fedez condivideva con Giulia in realtà fosse quella sua e di Michael. In quei giorni saggiarono cosa voleva dire avere una relazione a distanza. E in quei momenti, entrambi, si illusero che sarebbe potuta andare a finire così. Le loro menti, quasi in contemporanea, si erano messe a fantasticare sul loro futuro. Alla fine di X Factor Federico avrebbe fatto coming out e avrebbe lasciato Giulia mentre Mika avrebbe dovuto soltanto dirlo ad Andy. Poi, sarebbero andati a vivere da qualche parte e avrebbero continuato a fare le star, in giro per l’Italia e per il mondo con i loro tour. E quando non sarebbero stati insieme  si sarebbero sentiti per cellulare, o magari qualche videochiamata. Avrebbero potuto farcela così. Ogni cosa sarebbe andata come sentivano che dovesse andare. Fedez non era uno che sapeva esternare bene le sue emozioni, a parte quando si trattava di commuoversi per l’esibizione di un concorrente, quindi, quando aveva visto Mika alle prove gli era venuto l’impulso di abbracciarlo, lì davanti a tutto lo staff di X Factor. Solo in un secondo momento si era reso conto di quello che aveva pensato e si era dato dello stupido per una ventina di volte. Quel genere di persona tutta abbracci e arcobaleni era Michael, non lui. Lo aveva salutato con un sorriso a cui l’altro aveva risposto stancamente. Delle leggere occhiaie gli circondavano gli occhi e, vederlo così provato, fece male a Fedez. Mika era quello sempre allegro e instancabile, non era così.

Le prove erano volate via velocemente. Erano tutti troppo stanchi per fare qualsiasi cosa e ognuno era ritornato a casa propria quasi subito. Il giorno successivo ci sarebbe stato il Live con la “roulette russa” e già si sentiva il nervosismo dilagare negli studi.

 

 

Fedez alzò il bicchierino di plastica al cui interno si agitava un liquido ambrato.

-Ai LandLord! E che questi ragazzi possano continuare ad andare avanti.- la sua voce suonò indistinta sulle altre. La band se ne stava davanti a lui, circondato dai suoi amici, nel suo camerino, gli occhi gonfi per le lacrime e dei sorrisi tirati. Lo stesso sorriso che campeggiava sulle sue labbra. Arrivare al quinto Live con la squadra al completo lo aveva fatto affezionare a quei ragazzi. Lasciare andare qualcuno come loro era difficile. L’eliminazione dei LandLord era stata un duro colpo. E la birra che ora stava bevendo era  più amara del solito. Mischiata a quella sostanza c’era la sconfitta, il sapore acido della consapevolezza di non aver fatto abbastanza.

Si gettò sul divanetto insieme ad altri due suoi amici. Rise, affrontò quella situazione con un sorriso per celare la rabbia e la tristezza che invece aveva dentro. Troppa tensione, troppo nervosismo, troppa paura di essere scoperto, troppo tutto. E l’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era starsene da solo.

-Tutto bene?- Giulia gli si sedette sulle ginocchia. Lui la guardò e pensò a quello che aveva con lei. Immaginò la sua vita senza di lei. Come avrebbe vissuto? Come sarebbe stata viverla con Mika?

Annuì con un sorriso spento. Lei le accarezzò una guancia.

-Sei un po’ strano ultimamente.- gli disse tranquillamente tra la gente. Fedez puntò gli occhi nei suoi come se volesse cercare di capire se sospettasse qualcosa di lui e Mika.

-Non è niente…sono solo stanco.- si accese la sigaretta elettronica e distolse lo sguardo. Sperava che la conversazione morisse la. Sperò che lei smettesse di fargli domande perché lui già ne aveva troppe per conto suo.

-C’è un’altra?- e quella domanda per poco non lo fece strozzare con la sua stessa saliva. Sputò fuori il fumo piegandosi in due. Tutti gli occhi furono su di lui. Qualcuno gli chiese se stava bene, altri gli domandarono di non soffocarsi e nel giro di pochi istanti di nuovo il vociare nella stanza si fece intenso.

-Dobbiamo parlare di queste cose proprio ora? Sei paranoica.- Giulia si alzò dalle sue gambe e lo guardò con sguardo gelido, gli occhi azzurri che sembravano volerlo accusare da lontano.

-A casa non ci sei mai praticamente, passi le notti fuori la maggior parte delle volte, quando provo a parlarti scappi. Cosa dovrei fare?- lui si guardò intorno, nessuno sembrava averli sentiti, qualcuno stava addirittura andando via. Sbuffò sonoramente.

-Continuo a pensare che non sia il luogo adatto.- lei si ravvivò i capelli, bevve un sorso di birra.

-Continuo a pensare che tu sia strano. Rispondi a questa domanda: mi tradisci?- le lanciò un’occhiata stralunata. Quella situazione era assurda e ridicola. Lei era ridicola e lui si sentiva braccato, fin troppo. Giulia non doveva saperlo. Si alzò in piedi di scatto non interrompendo per un secondo il contatto visivo.

-Tu sei pazza.- abbandonò il bicchiere sul tavolino e prese la prima felpa comoda che aveva a portata di mano prima di uscire dal suo camerino sbattendo la porta. Rimase solo per un istante incerto su dove andare, poi, prestando attenzione a non farsi vedere, entrò nel camerino di Mika. Come al solito non c’era nessuno. Era vuoto e silenzioso proprio come avrebbe voluto che fosse il proprio. Le luci erano accese solo su modalità bassa, il che immergeva la stanza in una penombra alquanto rilassante. Solo dopo una decina di secondi dalla sua entrata, qualcuno si mosse sul divano. Due occhi stanchi e un po’ gonfi, gli occhi verdi della persona che amava lo guardarono. Rimase immobile sull’entrata ad osservarlo come se solo stare lì gli desse pace. Cosa che peraltro era vera.

-Che fai?- la sua voce gli giunse bassa alle orecchie.

-Sto in piedi.-

-Potresti venirre qui, se vuoi.- mormorò l’altro scompigliandosi i capelli. Nel momento in cui un ricciolo gli ricadde sulla fronte, lui decise di muoversi. Mika gli fece un po’ di posto accanto a lui. Federico non lo guardò nemmeno per un istante. Si mise a fissare un punto indistinto del muro davanti a lui.

-Sono usciti i LandLord.- lo disse completamente a caso, seguendo un suo filo di pensieri. Michael si appoggiò allo schienale del divano.

-Welcome in my club.- alle sue parole anche Fedez si appoggiò allo schienale.

-E’ un po’ triste.-

-Lo so.- sospirò Mika.

-Nessuno capisce.- disse continuando a tenere lo sguardo fisso davanti a lui. Entrambi avevano perso un concorrente quella sera, un concorrente a cui tenevano molto. Per Mika era già il secondo eliminato, ora avrebbe avuto solo Luca in squadra. Per lui era ancora più difficile.

-Lo so.- eppure andava avanti. Michael era forte. Riusciva a gestire la sua relazione con Andy da lontano e riusciva a non farsi scoprire. E invece lui scappava, Giulia sospettava di qualcosa e l’unica cosa che sapeva fare era scappare via. Tutta la sua vita era un casino da due anni a quella parte e non faceva altro che fingere, mentire, illudersi. Ma a lui piaceva stare con Mika, gli piaceva veramente e il tempo stava scivolando via e lui lo stava lasciando andare.

-Abbracciami.- il silenzio che seguì gli fece venire voglia di rimangiarsi tutto. Ma la verità era che era da tutta la sera che voleva starsene tranquillo, tra le braccia di qualcuno che non lo accusava di tradimento. Era probabilmente da una vita intera che aspettava di stare tra le braccia di qualcuno che lo capiva veramente. Ed era così stanco di aspettare, era così stanco di non poter stare insieme a lui, era così terribilmente stanco di nascondersi. Una braccio gli circondò le spalle sospingendolo un po’ di lato mentre una mano gli guidava la testa nella medesima direzione. Non ci volle molto per incontrare il corpo caldo e spigoloso di Mika. Non ci mise molto ad essere inondato del suo profumo. Il suo respiro gli accarezzava la fronte ed era così bello, era tutto perfetto, era tutto proprio come voleva. Le dita del riccio si infilarono tra i suoi capelli, le sentirono muoversi sulla sua testa, sulla sua guancia e poi sul suo collo e poi di nuovo su fino al mento. Chiuse gli occhi, rimanendo cullato da quelle carezze. Avrebbe voluto viverci dentro, a quelle mani. Avrebbe voluto passare il resto della sua vita tra quelle braccia. Michael appoggiò la guancia sulla sua testa, le carezze si fecero più lente e più leggere. La stanchezza sempre più pesante. I suoi tocchi cessarono del tutto e il suo rispero si fece regolare. Fedez si addormentò così in quella notte di Novembre. Di tornare a casa, proprio non aveva voglia.

 

 

Per caso (ma forse no) si ritrovò a girovagare per il quartiere in cui abitava Mika. Aveva appena dato le assegnazioni dei nuovi brani per il sesto Live, e prima di uscire per andare ad X Factor aveva litigato con Giulia. In pratica, non aveva voglia di tornare a casa e probabilmente, se ci avesse anche solo tentato, la sua ragazza gli avrebbe sbattuto la porta in faccia. Il problema era sempre quello: lei lo accusava di tradimento. Le donne avevano questo strano sesto senso grazie al quale riuscivano a capire se le sei fedele o no. A Fedez spaventava tremendamente questa situazione perché continuare così significava solo una cosa: lasciarsi. E lui era codardo, lui era un vigliacco che voleva andare sempre sul sicuro e non poteva immaginare una vita senza Giulia. Non poteva lasciarla, non aveva la forza né tantomeno il coraggio. Sperava che questa situazione si aggiustasse da sola, che Giulia cominciasse a credere alle sue bugie e che non venisse a sapere nulla di Mika. In fondo, lei gli aveva chiesto se ci fosse un’altra  e di tutto quello che lui Michael si lasciavano scappare ad X Factor non ci aveva nemmeno fatto caso.

Si fermò davanti alla casa del libanese. Il giardino perfettamente curato, il colore biancastro delle pareti, le tende che non lasciavano intravedere nulla di quello che succedeva all’interno, osservò ogni minimo particolare e provò ad immaginare come fosse vivere lì. Non doveva essere poi così male. Sfilò le mani dalle tasche strofinandole un po’ tra di loro perché anche se era solo il primo pomeriggio faceva un freddo terribile. Si avvicinò al suo campanello, non si premurò nemmeno di mandargli un messaggio per sapere se fosse in casa, non poteva essere da nessun’altra parte e sinceramente non gli importava perché non aveva altro luogo in cui andare. Sfiorò appena il pulsantino di plastica ma lo ritrasse quasi subito quando sentì la porta aprirsi. Un riflesso involontario lo fece abbassare di scatto per farsi coprire dal muretto che circondava la casa. La voce di Mika gli arrivò nitida alle orecchie, stava parlando inglese, il suo accento era inconfondibile, poi però sentì un’altra voce, che aveva sentito solo una volta per telefono e che probabilmente, molto probabilmente, apparteneva ad Andy. Si sporse un po’ di lato perché  voleva vedere ogni cosa di quei due. Ok, forse aveva cercato su google un paio di volte delle loro foto, ma quel ragazzo sembrava un fantasma e su di loro insieme c’era veramente poco materiale. Guardò nella direzione delle due voci e li incontrò lì, sul vialetto di casa di Michael, due figure tremendamente alte, che parlavano animatamente. Andreas se ne stava lì con i suoi capelli biondicci e con abbastanza barba, cosa che fece storcere il naso a Fedez perché lui quando vedeva che la sua raggiungeva una lunghezza preoccupante, decideva di radersela. Era magro, ma non troppo, sicuramente non ai livelli di Michael, probabilmente era robusto, ecco, e aveva il collo lungo, sembrava un tacchino. Si, anche la prima volta che l’aveva incontrato aveva pensato ad un tacchino biondiccio e con un marcato accento inglese. Federico ringhiò, come poteva piacere a Mika uno del genere? Non aveva nulla di particolare, era un patetico damerino inglese che con lo smoking probabilmente diventava un pinguino del cazzo. Il rapper cominciò a zampettare di lato quando li vide avvicinarsi al cancello. Il cuore che sembrava volergli scoppiare nel petto. Se Andy l’avesse beccato lì, avrebbe messo nei casini più totali sia Michael che lui e a lui, quelli più alti non piacevano perché automaticamente si sentiva inferiore. Fortunatamente trovò un cespuglio piuttosto rigoglioso oltre al muretto di casa di Mika, l’ideale per acquattarcisi dietro. Scavalcò facendo attenzioni a non farsi vedere né sentire e nel giro di qualche istante si ritrovò con le ginocchia affondate nel prato verde del giardino della star internazionale che, in quel momento, sembrava stesse pedinando. Spostò qualche ramo, giusto in tempo per vedere Andy che si prodigava a baciare in modo appassionato Mika. Una rabbia cieca cominciò a scorrergli nelle vene, la gelosia per quel bacio, per quelle mani che nel frattempo si erano avvolte attorno alla vita del riccio, per poco non lo fecero scoppiare. Aveva una voglia matta di uscire da quel cespuglio e prendere a pugni Andreas, sul serio, e magari, mentre lo stendeva a terra con uno dei colpi che aveva imparato a Boxe, aggiungere anche una frase del tipo lui è mio. Un cliché insomma.

Ma nel momento esatto in cui lui aveva formulato quell’ipotesi (alquanto plausibile per inciso) i due fidanzati si erano già lasciati, si erano sussurrati qualcosa che li aveva fatti ridacchiare entrambi e poi Andy se n’era andato.

Attese qualche istante prima di uscire allo scoperto, sia perché doveva sbollire la rabbia, sia perché doveva assicurarsi che Andreas fosse abbastanza lontano dalla casa. Proprio quando decise di saltare fuori Mika si stava girando per tornarsene dentro. Non appena notò la sua presenza si voltò nella sua direzione. Sulla sua faccia si alternarono espressioni sconcertate, piene di disagio e alquanto sorprese.

-Ehii.- fu l’unica cosa che Federico riuscì a dire mentre si ripuliva le ginocchia dal terriccio. Michael aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo, inclinò la testa di lato ed emise un gridolino indistinto, proprio come quelli che faceva prima di commentare un’esibizione ad X Factor.

-What were you doing there?- gli chiese ad un certo punto guardandosi intorno con circospezione.

-Parla italiano, plis, non sei più con Andy.- disse sistemandosi meglio il giubbotto. Michael gli lanciò un’occhiataccia.

-Cossa facevi la?-

-Stavo controllando la salute di quel cespuglio, mi sembra parecchio giù di tono.- Fedez non era molto bravo in quelle situazioni, in più, era ancora arrabbiato, o meglio, ingelosito da quello che aveva visto ed era piuttosto scosso dal fatto che l’altro non gli avesse detto che a casa sua c’era Andreas. Il più alto dei due incrociò le braccia al petto e gli scoccò un’occhiata offesa.

-Idiotta.- disse un momento prima di girarsi e andare verso la porta di casa sua. Federico si morse la lingua prima di correre nella sua direzione per fermarlo. Lo prese per una spalla e lo costrinse a girarsi.

-Scusa…ero venuto a…uhm, trovarti, credo.- Michael sorrise vittorioso come se quello fosse stato tutto una semplice recita.

-Perché?- gli domandò a bruciapelo con uno sguardo saccente.

-Ho litigato ancora con Giulia.- dopo quell’affermazione il sorriso sparì dalle labbra di Mika e venne sostituita da un’espressione comprensiva.

-Dai, vieni dentri.-

 

Si sedette su una sedia al tavolo della cucina di Mika mentre quest’ultimo gli preparava una tisana. Si, perché Fede deve calmarsi e se lo diceva il padrone di casa, non si fiatava. Si guardò intorno e notò quasi con disgusto che c’erano tracce di Andy ovunque. La valigia vicino all’appendiabiti, i cuscini non perfettamente in ordine del divano, un paio di scarpe in più poco lontano dalla porta e poi c’era il suo odore mischiato a quello di limone e a quello di Michael. Sbuffò sonoramente mentre appoggiava il pacchetto di Malboro sul tavolo. Si era dimenticato, di nuovo, la sigaretta elettronica a casa e di stare senza fumare, dopo una sfuriata con Giulia, proprio non se ne parlava. Soppesò per un istante se fumare oppure no, però i suoi pensieri vennero interrotti da le due cagnoline del libanese. Le aveva viste per la prima volta ad X Factor 8 e non era stato in grado di astenersi dall’accarezzarle. Anche se erano un pochino troppo grandi per i suoi standard, lui li adorava i cani, di qualsiasi misura e razza. Sospinse la sedia all’indietro in modo da poter “giocare” con quella che, molto probabilmente, doveva essere Amira. Lei gli saltò sulle gambe, rischiando di farlo cadere all’indietro, ma fu solo per un istante perché poi, lui stesso cominciò d accarezzarla in modo piuttosto animato. Sentì il sospiro di Mika come qualcosa di lontano e alquanto assorto. Si voltò per un attimo e incontrò i suoi occhi verdi che lo fissavano. Lui se ne stava con le braccia incrociate al petto e appoggiato al piano cottura mentre aspettava che la tisana si scaldasse.

-Che c’è?- gli chiese schivando una leccata da parte di Amira. Il più altro stirò le labbra in un sorriso malinconico.

-Gli piacci.- mormorò ravvivandosi i capelli. Fedez sorrise prima di spostare di nuovo l’attenzione sulla cagnolina.

-Lo so.- sentì Michael ridacchiare e qualche istante dopo si trovò una tazza fumante davanti agli occhi.

-Perché hai litigati?- Federico bevve un sorso.

-Crede che la tradisca con un’altra ragazza.- vide il libanese stringere le dita attorno alla tazza fino a far sbiancare le nocche.

-E tu?-

-Beh, io le dico che non è vero, cosa dovrei dirle? Le passerà, come le sono passate le altre “paranoie”.- sbuffò prima di bere un altro sorso.

-Mi disspiace.- il sussurro di Mika gli arrivò come il più triste dei suoni. Alzò lo sguardo su di lui fino ad incontrare i suoi occhi tristi. Gli sorrise, perché vederlo così giù di morale rendeva triste anche lui.

-E di che? Anche tu non devi passartela bene visto come Andy ti viene a controllare.- gli strappò una risata.

-Andreas è qui per lavorro.- Federico bevve un altro sorso, quella tisana era davvero buona anche se lui era più tipo da cioccolata calda.

-Quando torna?- chiese nel modo più innocente possibile mentre un’idea gli si faceva largo in testa. L’altro parve pensarci per un po’.

-For dinner, penso.- il rapper finì del tutto la tisana, si alzò, scavalcando Amira e Melachi che gli si erano distese ai piedi, e andò verso a Mika. Gli sfilò la tazza dalle mani e poggiò entrambe sul lavandino, poi tornò a lui con un sorrisetto divertito.

-No, no, non può.- cercò di rimproverarlo il più grande dei due, ma invano perché Fedez tirò indietro la sedia e lo prese per i polsi dirigendolo verso la camera da letto.

-E se torna?- gli chiese mentre si sbottonava la camicia.

-Scappo dal terrazzino, tanto ho imparato.- Michael rise, rise in modo diverso da come aveva fatto poco prima con Andy, rise come faceva solo con lui. Fedez venne letteralmente buttato sul letto prima che l’altro gli gattonasse sopra.

-Je t’aime tant.- fu un sussurro appena, in quello che doveva essere francese, lui francese non lo aveva mai fatto eppure sapeva cosa significava…era la stessa cosa che aveva sulla punta della lingua anche lui.

Ti amo, ti amo, ti amo.

 

 

Era sera tardi quando si ritrovò a camminare per le strade di una Milano piuttosto fredda. Ma non gli importava, probabilmente per la prima volta non sentiva veramente freddo. Era felice e leggero. Si sentiva bene e in pace con sé stesso. Tra pochi minuti sarebbe stato a casa da Giulia e mentirle non sarebbe stato così difficile come pensava. L’unica cosa che ci voleva in quel momento era una buona sigaretta, poi sarebbe stato pronto per affrontare l’ennesima sfuriata della ragazza. Cercò nella tasca del giubbotto, ma non le trovò, allora si spostò in quelle dei pantaloni, ma non le trovò. Il sorriso si incrinò sulle sue labbra mentre come un pazzo si tastava ogni tasca di ogni indumento che aveva addosso. Delle sigarette neanche l’ombra.

Il sangue gli si gelò nelle vene quando il suono di un messaggio gli arrivò alle orecchie. E poi un altro suono, e un altro ancora. Gli parve di impazzire perché quel suono gli stava dando ai nervi. Quando lesse il nome del mittente i suoi peggiori sospetti vennero confermati.

“Cazzo”

“Dove hai lassciato tue sigarete?”

“Fuck”

“Andy lo sa”









Angolo autriciah:

E per la serie "chi è il cretino di turno" il premio va a *rullo di tamburi* Fedez! Che si dimentica le robe in giro con Andy nei paraggii! Evviva.

No, okay, povero Mika, amore mio, si ritrova tra le mani proprio Fede, e vabbe, si amano, cari miei.

Dunque, che ve ne pae come penultimo capitolo? Cosa pensate che succederà? Cosa combineranno maii?? Mah.

Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, sappiate che questo capitlo invece mi piace. Ahahaha, non lo disconosco come l'altro. 

Bene, la smetto di farneticare, solite cose: se ci sono errori segnalatemeli, è tardi, e boh leggete :')

A prestissimo (?),

Road

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Capitolo 14
*** Happy Ending ***


Capitolo 14: Happy Ending
 
 
 


Quanto era paradossale la vita alle volte. Pensi di essere arrivato ad un punto di equilibrio e poi da un giorno all’altro ti fa crollare tutto come se tutto ciò su cui si basava la tua esistenza fosse un mero castello di sabbia. Forse si era illuso che il giorno della resa dei conti non sarebbe mai arrivato. Forse Mika aveva sperato che Andy non lo scoprisse e che la sua relazione con Fedez sarebbe andata avanti per sempre. Era così assurdo: a distruggere il suo castello di sabbia era stato un coso dipinto.
 
-Ehi, com’è andata a lavoro?- borbottò mentre si sistemava la maglietta. Andreas entrò in casa con un sorriso stanco ma compiaciuto. Appoggiò il borsone con tutte le sue attrezzature accanto al divano prima di andare verso Mika e dargli un leggero bacio sulla guancia. Michael l’aveva visto storcere il naso come se si fosse appena punto con qualcosa ma non ci fece caso più di tanto. Fedez se n’era andato da poco e le sensazioni del sesso con lui gli stavano ancora scombussolando la mente.
-Bene, bene. Te che hai fatto?- il biondo lo aveva guardato un po’ male mentre il sorriso continuava a rimanere un po’ tirato sulla sua bocca.
-Niente, in realtà. Ho bevuto una tisana e lavorato sul pezzo per Luca.- la disse con disinvoltura quella bugia. Ormai non gli tremavano più le labbra, non si tormentava più le mani, era diventato bravo a mentire. Si poteva dire che si fosse abituato, proprio come guidare o lavarsi i denti dopo mangiato.
Andy annuì distrattamente, ma non smise un secondo di guardarlo negli occhi. Un po’ di sentiva in soggezione, quella volta non era come le altre. Il suo ragazzo era strano. Michael cercò di non badarci troppo, di non farsi prendere dal panico. Aveva tutto sotto controllo, non poteva sospettare di nulla. Lo vide sedersi al tavolo, era ora di cena quindi era una reazione più che normale. Lui nel frattempo si diresse al lavandino premurandosi di mettere nel mobiletto la tazza da cui poche ore prima aveva bevuto Federico. Gli stava dando le spalle quando il suo ragazzo parlò.
-Da quanto fumi?- una domanda semplice e stupida. Mika si chiese come mai gli avesse fatto una domanda così assurda proprio in quel momento.
-No, non fumo.- gli rispose con un sorriso divertito sulle labbra. Si girò per guardare in faccia Andy e ridere con lui di quella domanda. Ok, Fedez fumava parecchio ma a lui le sigarette facevano tossire molto, troppo e gli davano alla testa. Si girò e nel momento in cui incontrò la figura seduta al tavolo si pentì immediatamente di tutto.
-Ah no? E queste?- Andreas se ne stava lì, seduto a capotavola, stringendo tra le mani un pacchetto di sigarette, il pacchetto di sigarette di Federico. I suoi occhi erano calmi, il suo tono di voce tranquillo e questo fece gelare il sangue a Mika. Non lo aveva mai visto così glaciale, nemmeno quando avevano litigato le altre volte. Nemmeno quando l’aveva lasciato per telefono poco prima di incontrare il suddetto rapper.
E’ la calma prima della tempesta, pensò.
Michael si passò la lingua tra le labbra in un patetico tentativo di farsi passare la secchezza della sua gola. Aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma nulla uscì, nessun suono. Furono secondi interminabili, istanti in cui si guardarono negli occhi, istanti in cui il suo ragazzo si rendeva conto che qualcuno era stato in quella casa quel pomeriggio e lui non gliel’aveva detto.
-Un mio amico è stato qui prima, deve essersi dimenticato il pacchetto.- disse dopo un po’, non seppe quantificare esattamente dopo quanto, solamente, il panico aveva cominciato ad impadronirsi di lui. Si diresse verso di lui con un mezzo sorriso, quasi a volerlo rassicurare.
-Dammi, glielo riporterò.- allungò le dita verso il pacchetto ma a pochi centimetri da esso Andy ritrasse il braccio. Nessuna emozione attraversava il suo volto. Non c’era rabbia, dolore, tristezza. Nulla.
-Puzzi di fumo.- mormorò guardandolo dritto negli occhi. Michael avrebbe voluto morire, si era dimenticato di mettersi il profumo, si era dimenticato che l’odore di Fedez fosse parecchio intenso.
-Ha fumato vicino a-
-Avevi detto che eri stato a casa solo, prima.- lo aggredì interrompendo la sua frase.
-Mi sono sbaglia-
-Chi è?- la domanda gli fece male al cuore. Gli occhi dell’altro che in quel momento erano feriti per poco non lo fecero piangere. Non rispose, la voce non voleva uscirgli dalla gola. Non si mosse, non ne era capace, era pietrificato dall’angoscia che il suo fidanzamento potesse sgretolarsi sotto di lui.
-Michael.- le labbra di Andreas si piegarono in un sorriso amaro mentre si alzava in piedi per fronteggiarlo. –Dimmelo, me lo devi.-
E lui non poteva resistere a quella supplica, non ne era più in grado. All’improvviso non aveva più la forza di mentire.
-Fedez.- fu un sussurro appena, un respiro che fece improvvisamente rilassare le spalle al suo ragazzo. Sul suo viso ora c’era comprensione come se avesse appena infilato l’ultimo tesserino del puzzle.
-Ok.- sbatté le palpebre un paio di volte.
-Ok.- si girò tenendo il pacchetto di sigarette talmente stretto nella mano da deformarlo.
-Va bene.- riprese il giubbotto che pochi minuti prima aveva appoggiato sul divano. Mika, che per tutto quel tempo era stato zitto tentò di fermarlo prendendolo per una spalla. Andy si liberò dalla sua presa senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Aprì la porta di casa e non si girò neanche una volta mentre scendeva i pochi scalini. Michael guardò le sue spalle diventare sempre più piccole all’orizzonte, lo vide allontanarsi e solo quando Amira si strusciò contro la sua gamba si riscosse. Prese il cellulare tentando di trattenere le lacrime.
Era arrivato il momento di decidere. Era arrivato il momento di parlarne prima che fosse troppo tardi.
 
 
Fedez lo raggiunse in camerino dopo il sesto Live. Mika non era esattamente dell’umore giusto per affrontare un discorso del genere ma era giusto così. Il ragazzo entrò di soppiatto come al solito, come facevano sin dalle Audizioni. Lui lo aspettava in piedi, dall’altra parte della stanza ticchettando le dita sulla scrivania.
-Dobiamo parlarre.- lo disse con la voce che gli tremava un po’. Fedez prese una boccata dalla sua sigaretta elettronica ma annuì lo stesso. Mosse qualche passo all’interno della stanza, pochi e incerti erano i suoi movimenti. Era rigido e nervoso, si vedeva chiaramente. Mika poteva immaginare le sue mani sudate nelle tasche dei pantaloni neri perché lui era così, perennemente agitato.
-Io ho deto ad Andy di te.- Fedez fece roteare gli occhi.
-Come gliel’hai detto tu?!- il suo tono era leggermente alterato.
-C’erano tue sigarete sul tavolo, non potevo dire che sono mie!- alzò il tono anche Michael questa volta.
-Ah, adesso è colpa mia, no?- il rapper cominciò ad andare avanti e indietro per la stanza. Se l’obiettivo di Fedez era farlo arrabbiare, beh, ci stava riuscendo. Si massaggiò le tempie cercando di non urlargli contro qualcosa. L’ultima cosa che voleva era che lo venisse a sapere tutto lo studio di X Factor.
-Scusa. Vai avanti.- l’affermazione di Federico lo sorprese. Non era abituato a “litigare” in quel modo. Michael sospirò. Un’altra caratteristica difficile a cui fare a meno.
-Ora è a Londra…mi ha insultati e tu anche.- le parole sprezzanti di Andy gli risuonarono nelle orecchie. Aveva definito il rapper italiano con i peggiori insulti che avesse mai sentito uscire dalle labbra del suo fidanzato. Ma era giusto così, se lo meritavano entrambi. Fece una piccola pausa perché effettivamente non sapeva come dirglielo. Sembrava che si fosse dimenticato come parlare in italiano.
-E…io no’ ho concorenti, quindi, pensavo di tornare a Londra…da lui.- il ragazzo davanti a lui si bloccò come se una lancia lo avesse appena trapassato da parte a parte e stesse per crollare da un momento all’altro. Vederlo così faceva male. Tutto quel silenzio faceva era ancora peggio di litigare con Andy.
-Quindi, mi stai dicendo che vai a salvare il tuo fidanzamento?- la voce roca di Fedez lo fece rabbrividire, i suoi occhi scuri puntati nei suoi lo misero in soggezione. Deglutì piano prima di annuire.
-Io...mi disspiace, sai-
-Mik.- Federico lo interruppe con un tono di voce basso. Distolse di nuovo lo sguardo da lui. –Lo so. Lo sto facendo anche io con Giulia.-
Fece una pausa. Tra di loro calò il silenzio. Michael riuscì a sentire il suo stesso cuore battergli nelle orecchie. Un groppo di rabbia e dolore gli strinse la gola. L’avrebbe più trovata una persona come Fedez? Avrebbe mai potuto amare Andy almeno metà di quanto aveva amato quel rapper italiano?
-Solo…- il più basso ruppe il silenzio, si gettò sul divanetto del suo camerino. Il divanetto su cui l’avevano fatto non sapeva più quante volte. –Avevo bisogno di qualcuno che lo dicesse ad alta voce.-
Si girò verso di lui, un sorriso triste a stirargli le labbra. Le stesse labbra che aveva baciato innumerevoli volte e che non si sarebbe mai stancato di baciare, ne era sicuro. Lentamente, con passi leggeri andò verso di lui come se avesse paura che potesse scappare, che potesse sfuggirgli dalle mani in un attimo come i mesi che avevano passato insieme. Come quell’estate a cui voleva tornare più di ogni altra cosa al mondo.
Si sedette accanto a lui puntando lo sguardo dritto davanti a lui.
-L’altro giorno, ho sognato di fare coming out e di diventare ‘na cosa tipo Tiziano Ferro, cominciavo a fare musica strappalacrime che piace un sacco alle ragazzine e poi, appena finivo di lavorare tornavo a casa. Quella mia e di Giulia, hai presente? Solo che la dividevo con te. C’era Chew ma anche Amira e Melachi ed era così disgustosamente smielato, come gay ingenui, ma eravamo felici, credo.- fecero entrambi una risata strozzata perché era l’unica cosa che gli rimaneva da fare. Loro non erano da lacrime, non era da suppliche. Se anche uno dei due avesse dato segni di cedimento, sarebbero tornati indietro e probabilmente se ne sarebbero pentiti.
-Io ho sognato di lassciare Andreas e mi trasfferivo in Italia. Imparavo bene l’italiano, ma…tornavo da te.-
Il silenzio calò tra di loro per lunghi minuti prima che Fedez potesse parlare di nuovo.
-E’ così sbagliato quello che abbiamo fatto?- Mika attese prima di rispondere. Aspettò di trovare una risposta a quella domanda silenziosa che lo tormentava dalla prima sera in cui si erano visti.
-Non lo so.- cercò la mano di Federico per stringerla, per sugellare una specie di contratto: non sarebbero tornati indietro. La trovò più vicino alla sua di quanto si aspettasse, calda e sudaticcia, la mano che aveva stretto molte volte, la mano che lo aveva accarezzato con desiderio, la stessa mano che lo aveva fatto impazzire. Fu solo un istante perché sfuggì subito dalla sua presa. Fedez si alzò in piedi, prese una boccata di fumo dalla sigaretta elettronica e gli rivolse uno dei suoi sorrisi luminosi. Lui era forte all’esterno. Già cominciava ad erigere quelle stesse barriere che era riuscito ad oltrepassare dopo lunghi mesi. Lui era così, loro erano così: si tenevano tutto dentro.
-Ci vediamo la settimana prossima, mh?- lo disse distrattamente, prendendo il suo cellulare tra le mani come se non si fossero appena ufficialmente lasciati.
-Abbiamo appena fato discorso serio, stop watching twitter!- lo rimproverò sorridendo mentre cercava la cosa più vicina da lanciargli. Il malcapitato oggetto fu un cuscinetto del divano che si spiaccicò sulla faccia del rapper.
-Io faccio quello che voglio, perché ho ancora dei concorrenti in gara.- gli fece una mezza linguaccia prima di chiudersi la porta del camerino alle spalle. Il libanese rise a quella battutina strafottente che un po’ (ma solo un po’) l’aveva punto nell’orgoglio. Il silenzio piombò di nuovo pesante nella stanza. Il sorriso di Mika si spense. Tutto quello gli sarebbe mancato terribilmente. Gli sarebbe mancato così tanto che già stava male da morire. Ma lui aveva un aereo da prendere e un fidanzamento da salvare.
 
 
Fu la settimana più lunga della sua vita. Da una parte era così perché dopo aver lavorato tutti i giorni per due mesi, non gli sembrava possibile poter avere del tempo libero; dall’altra non incrociare Fedez fuori dal Loft durante i Daily o anche solo potergli telefonare gli mancava. Con Andy aveva sistemato le cose, più o meno. Si era inventato le solite scuse con il fondo di verità come “è stato solo un errore” oppure “abbiamo sbagliato entrambi, lui ha una ragazza” o ancora “dopo X Factor non ci vedremo mai più”. E al suo fidanzato era bastato per rassicurarlo. Gli era sembrato ancora piuttosto scettico, ma almeno lo aveva riaccolto in casa. Certo, gli aveva impedito di avere qualsiasi contatto con Federico, dalle chiamate al fatto di ritornare in Italia prima di mercoledì pomeriggio. Era una reazione più che normale, segno che ci teneva parecchio a lui, segno che era disposto a perdonarlo anche se il tradimento è la cosa peggiore che ci possa essere in una relazione. Era difficile comunque. Tutto quello era un po’ come disintossicarsi: doveva imparare a stargli lontano, all’inizio per pochi giorni fino ad arrivare a non vedersi più.
Non appena arrivò alle prove quel mercoledì e lo vide, il suo cuore venne stretto in una morsa dolorosa. Si erano guardati, quando Fedez si era accorto di lui, e lo aveva fatto nel modo più intenso con cui gli aveva visto guardare qualcuno. Aveva sospirato a fondo come se dovesse calmarsi e gli aveva fatto un cenno con la mano. Si sarebbero rivisti sul palco, il backstage sapeva troppo di loro.
 
-E così Andy ti ha segregato in casa, eh?- Federico ridacchiò un po’ mentre diceva quelle parole. Mika lo guardò confuso.
-Segreghegato?-
-Si…uhm, rinchiuso in casa.- Michael capì e gli mollò una gomitata offeso.
-No’ ridere, io non dovrei parlarrti ora.- borbottò lanciandogli delle occhiate di sottecchi. Il rapper questa volta scoppiò in una risata facendo voltare molti dello staff.
-Ehi, state ascoltando? Dopo ai Live combinate un disastro.- li richiamò uno degli scenografi con un finto tono di rimprovero. I due si guardarono un’altra volta e per poco non scoppiarono di nuovo a ridere. Era come se fossero due studenti durante un comunissimo giorno di scuola.
-Senti, che ne dici se pubblichiamo il video di Beautiful Disaster venerdì?- gli chiese all’improvviso l’altro, guardando da un’altra parte. Michael lo squadrò per qualche secondo. Era strano come quella canzone si mettesse in mezzo tra loro ogni volta che c’era qualcosa che non andava nella loro “relazione”.
-Si è ok…ma nella finale?- Fedez tornò a guardarlo sbuffando.
-Beh, i fan hanno parlato, dovremo cantarla.- Mika non riuscì a trattenere un sorriso che però subito si spense. Era felice, si, avrebbe potuto cantare di nuovo da non sapeva più quanto tempo, ma la loro esibizione non avrebbe fatto altro che aumentare la rabbia di Andy nei suoi confronti.
-E Andy?- il rapper si infilò le mani nei pantaloni scuri che indossava. Non tentennò per un secondo, non distolse lo sguardo, non fece l’arrabbiato né il geloso, lo disse e basta.
-Che si fotta, è l’ultima settimana e chissà quando avremo la possibilità di cantarlo di nuovo, vaffanculo ecco.-
Mika lo guardò sorpreso prima che le sue labbra potessero aprirsi in un sorriso furbo. Il comportamento di Fedez non lo stava aiutando per niente a separarsi da lui, ma chi se ne frega, quella era la loro ultima settimana, ci avrebbero pensato alla fine.
-Ok, let’s do it.-
 
 
Sembrava esserci una qualche strana teoria per cui ogni ora che passava con Fedez equivaleva ad un secondo. Come quando sei in vacanza e il tempo passa decisamente troppo velocemente. Del resto erano passati veramente troppo velocemente quei mesi e loro se ne erano resi conto troppo tardi. Era esattamente come se la loro canzone avesse previsto esattamente come sarebbe andata a finire la loro relazione, come si sarebbero dovuti lasciare. O forse lo sapevano fin dall’inizio che non sarebbe durata ma avevano fatto tutto quello che aveva fatto cercando di ignorare quella consapevolezza.
Quella sera si trovarono per caso nei corridoi del backstage di X Factor. Non si erano scritti alcun messaggio, non si erano chiamati né tantomeno parlati. Si erano solamente trovati l’uno davanti all’altro mentre chiudevano la porta dei reciproci camerini. Si erano guardati a lungo, quasi come se si stessero studiando, quasi come la prima volta che si erano visti in quel bar di Milano. Quando non era per loro volontà, era un’assurda coincidenza a farli incontrare.
-Mi disspiace per Moseek, erano bravi.- disse Michael tentando di rendere quel momento meno imbarazzante. Lui tendeva a straparlare quando voleva riempire il silenzio. Fedez fece spallucce mentre si dirigeva lentamente verso l’uscita. Mika lo affiancò.
-Anche a me dispiace, ma almeno sono riusciti a suonare il loro inedito.- fece una piccola pausa per sistemarsi meglio la zip del giubbotto –Spero che gli Urban arrivino fino in fondo.-
-Urban Strangers ariveranno fino in fondo.- tentò di rassicurarlo e proprio in quel momento l’altro si fermò di colpo. Pensava di aver detto qualcosa di sbagliato, di essere risultato troppo dolce ma quando Fedez gli fece un cenno con gli occhi capì subito. Accanto a lui campeggiava a caratteri cubitali la porta con su scritto “solo staff”. Nelle sue iridi c’era una muta richiesta.
Loro erano fatti così. Incoerenti, cedevoli, bramosi di contatto, erano esseri umani e non riuscivano a lasciarsi andare. Non ancora. Mika si dimenticò delle promesse che aveva fatto ad Andy quando si spinse dentro a quello stanzino con Fedez. Dimenticò la sensazione orribile che aveva provato quando il suo ragazzo aveva scoperto della sua relazione clandestina nell’istante in cui fece aderire il suo corpo a quello dell’altro. La sua mente era sgombra da ogni preoccupazione mentre baciava le sue labbra piene, le labbra a cui senza rendersene conto era diventato dipendente. Semplicemente non pensò a nulla mentre le sue dita lo spogliavano rivelando il corpo che ormai aveva imparato a conoscere in ogni sua singola particolarità. Tracciò di nuovo quei percorsi che le sue labbra avevano ormai imparato a memoria ma che nonostante tutto gli regalavano sempre emozioni diverse e intense. Il sapore di sigaretta che tanto aveva odiato sentire in gola ora era fuso con il suo in un impasto mai più divisibile. I loro gemiti ancora una volta riempirono quella stanza che appena un anno prima li aveva sentiti rifiutarsi a vicenda. Si baciarono e si toccarono ancora e ancora con una voracità quasi disperata perché quella era l’ultima volta di tutto. Non pensarono a niente quando le loro mani si strinsero e i loro corpi si tesero. Non dissero una parola mentre si rivestivano. Si guardarono a malapena prima di uscire da quella stanza. Perché loro erano così: incoerenti e incostanti, umani. Loro erano un disastro in qualsiasi cosa e quello che avevano passato insieme in quei mesi era stato un bellissimo disastro.
 
 
-Allora…cazzo, e se mi dimentico le parole?- Fedez cominciò a torturare con le mani il microfono.
-Non dimenticcherai parole.- tentò di rassicurarlo mentre varie microfoniste li preparavano.
-E se mi va via la voce?- Michael roteò gli occhi. Gli metteva una tale ansia quel ragazzo, anzi, quel ragazzo era un concentrato di ansia pura. Non se l’era minimamente aspettato quando qualche giorno prima si era visto arrivare la chiamata di Federico. Inutile dire che Andy lo aveva guardato malissimo quando lui era uscito nel terrazzino per rispondere. Mika lo aveva rimproverato numerose volte, anche in inglese, ma l’altro era completamente partito. Da quando avevano pubblicato il video della loro canzone non faceva altro che starsene ossessivamente attaccato a youtube. Lo aveva visto dai tweet e dalle foto che metteva su Instagram ma non era difficile immaginarselo chiuso in casa davanti al cellulare. Fedez lo aveva interrotto bruscamente dicendogli che forse avevano un problema, o meglio, lui aveva un problema perché avevano bloccato il social e avevano raggiunto il milione. Questo voleva dire solo una cosa: fare l’esibizione alla finale…nudi. Cosa che peraltro non era giusta visto che a suggerirgli di dire “nudi” era stato proprio il rapper.                Lui l’aveva detto perché…beh, era uno scherzo e voleva dimostrare a Fedez che non aveva paura di parlare. Non si sarebbe mai aspettato che potesse succedere veramente. A quel punto l’unica cosa da fare era decidere come sarebbe andata l’esibizione.
-Dai, facciamola nudi, cazzo, in diretta, una figata.- gli aveva detto Federico con lo stesso tono emozionato di chi ha appena ricevuto un regalo bellissimo.
-Ma tu sei pazzo.- aveva ribadito Michael dando occhiate all’interno di casa sua. Andy non aveva smesso nemmeno per un attimo di guardarlo.
-Ma dai, si, dopo ci mettono i pixel e non si vede niente.- aveva continuato l’altro tra le risate.
-Se Andy vede, mi uccide.- rispose Mika tentando di celare un sorrisetto
-Che palle Mikaaa!- Sicuramente non si sarebbe denudato sul palco di X Factor, non poteva, ma scherzare andava bene.
-Non va via voce, stupido.- lo vide sistemarsi il cappello nero sulla testa. Le mani gli tramavano. Anche se era ansioso e lo stava contagiando con tutta quell’ansia, non riusciva a vederlo così. Cattelan stava per finire il suo discorso e loro dovevano entrare per non arrivare tardi. Lo fece senza pensarci troppo, un po’ per tranquillizzare se stesso un po’ per calmare Fedez. Gli prese la mano nella sua con delicatezza per fare in modo che nessuno potesse vederli. Sentì gli occhi del rapper su di lui e fu veramente tentato di guardarlo di rimando, ma loro dovevano entrare, loro dovevano cantare. Gli lasciò la mano sudata e con passi decisi andò al pianoforte. Lo vide correre col suo modo strano fino al centro del palco, poi prese un lungo sospiro e cominciò a suonare.
Già, il meglio deve ancora svanire.
 
 
 

 
 
Mika osserva per un attimo l’ora nello schermo del cellulare. Tra poco dovrebbe fare i controlli di sicurezza altrimenti potrebbe perdere il volo per Londra. Se ne sarebbe tornato per un po’ a casa e poi sarebbe andato in Francia per cominciare a girare The Voice. Almeno sarebbe stato impegnato con il lavoro e ciò gli avrebbe permesso di non pensare troppo. Si mette un po’ di zucchero nel caffè macchiato, il suo preferito, ringraziando il barista dell’aeroporto che lo ha appena servito. Non si toglie nemmeno gli spessi occhiali da sole, sa di avere un aspetto orribile. Da poche ore è finito l’after party di X Factor e lui ha ancora una mezza sbornia addosso. Fortunatamente non deve guidare e questo decisamente gli facilita le cose. Non ha avuto modo di salutare Fedez, erano tutti e due troppo ubriachi per salutarsi in modo serio. Quel ricordo gli dà ancora un po’ di amarezza, ma è meglio così. Nessun ripensamento, nessun addio strappalacrime, è giusto così, continua a ripetersi. Trattiene uno sbadiglio un momento prima di bere un sorso del suo caffè. E’ un’arte quella degli italiani, sanno fare bene il caffè in qualsiasi luogo, che sia un bar importante o una tavola calda in aeroporto. E’ ancora un po’ intontito quando sente la sedia accanto a lui muoversi, a qualcuno servirà, pensa, e non si gira nemmeno. Grande errore perché due mani gli afferrano il braccio destro.
-Buu!- una voce fin troppo familiare per poco non lo fa cadere dalla sedia.
-Cazzi, sei fuori come un balcone?- Fedez ridacchia accanto a lui cercando di non attirare troppo l’attenzione delle altre persone. Anche lui porta degli occhiali da sole, forse per non farsi riconoscere o forse perché è ridotto ancora peggio di lui.
-Sono venuto a salutarti, ringraziami, dai.- lo dice con un sorriso stampato in faccia e Mika non può fare a meno di prendere un paio di respiri perché il cuore sembra volergli uscire dal petto.
-Vaffanculo, sul serio.- inveisce contro di lui cercando di trattenere un sorriso. E’ piuttosto felice di quella sorpresa anche se per poco non ha avuto un infarto.
-Beh…adesso che farai?- lo sente borbottare mentre giochicchia con una bustina di zucchero. Michael beve un sorso del suo caffè. Il cuore gli rimbomba nel petto e non è più per lo spavento. Non pensava che avrebbe potuto rivederlo, che avrebbe avuto l’occasione di stare un'altra volta vicino a lui.
-Torno a Londra per qualche giorni e poi comincio The Voice.- agita un po’ la tazza di caffè quasi vuota. Vede Fedez sbuffare, guardarsi intorno per un attimo e sbuffare di nuovo.
-Tu?- gli domanda cercando di prendere tempo.
-Mm, concerti di qua e di là, mi metterò a scrivere qualcosa, è da una vita che non scrivo qualcosa e basta, cose normali.- Mika annuisce prima di finire del tutto il liquido davanti a lui.
-Well, è ora che vado.- dice dopo qualche istante di silenzio. Si alza in piedi e appoggia una banconota sul tavolino, sposta la sedia indietro e si riprende il trolley. Si gira verso Federico a guardarlo per salutarlo lui lo scruta da dietro ai suoi spessi occhiali da sole con un mezzo sorriso. Non vorrebbe salutarlo in quel modo ma ha paura che se aspetta ancora, sarà ancora più difficile lasciarlo andare.
-Quindi-
-Dai ti accompagno fino ai controlli.- il libanese annuisce e si gira dandogli la schiena. Fedez lo segue con le mani in tasca.
-Tornerai ad X Factor l’anno prossimo?- gli chiede il rapper all’improvviso senza neanche guardarlo.
-Non lo so, tu?- dice semplicemente la verità. Il lavoro ad X Factor occupano gran parte dell’anno ed è così impegnativo da non lasciargli il tempo per lavorare alle sue canzoni. In più c’è Andy e non sa quanto potrebbe andargli bene un altro anno in Italia…con Federico.
-Non lo so.- mormora l’altro fermandosi accanto a lui non appena arrivano di fronte ai controlli. Mika fa un sorrisetto di circostanza perché le loro chiacchiere non sono mai state così piatte ed incolori e forse sarebbe stato meglio non salutarsi per niente. Si sente a disagio ed è strano visto che non capita da molto tempo di sentirsi così in presenza di Fedez. Distoglie lo sguardo da lui per mettere via gli occhiali da sole ed estrarre il passaporto. Sta per salutarlo, sul serio, e dirgli di andare a casa a dormire quando si sente trascinare dietro ad una colonna. La mano di Federico è stretta attorno al suo avambraccio con l’altra si toglie gli occhiali. I suoi occhi scuri e leggermente arrossati si posano nei suoi mettendolo in soggezione. Un brivido gli percorre la schiena quando nota che nessuno può vederli. Non si rende nemmeno conto di avergli preso il viso tra le mani e di averlo baciato. Ne ha bisogno e basta. Lo fa e basta. Fedez non si oppone, anzi, affonda le dita nei suoi ricci. Le loro labbra si sfiorano appena, ma poi si cercano, si incastrano le une sulle altre in quel modo perfetto che capita solamente a loro. E’ lento il loro bacio e a tratti più veloce, sa di birra e di caffè macchiato, sa di sigaretta elettronica e di dolci. E poi quella magia viene interrotta dalla voce elettronica che annuncia il volo di Mika. Federico impreca a mezza voce scatenando una risatina nell’altro. Ma nonostante questo non si separano, le loro mani sono ancora incrociate, le une sulle guance dell’altro. Le loro fronti aderiscono perfettamente. Quella posizione è scomoda per Mika, ma non importa perché è l’ultima volta.
-I love you.- lo dice senza pensarci, o forse si illude di non averci pensato, ma il fatto è che ci crede veramente. Ci crede veramente dagli Home Visit e anche se il rapper non gli darà una risposta non gli interessa perché lui non può più starsene zitto. Perché è l’ultima volta.
-Dillo in italiano.- è un respiro, un rantolo, che si abbatte sulle sue labbra e Michael si ritrova a sorridere e stringergli le guance tra le mani.
-Io ti amo.- questa volta lo dice ad alta voce. Probabilmente qualcuno l’ha sentito ma non se ne cura perché in quel momento ci sono solo loro due e i loro respiri. In quel momento sono in una bolla che non può essere rotta. Per troppo tempo è stato zitto, per troppo tempo ha tentato di accantonare quel sentimento fin troppo vero per essere dimenticato. Non lo rinnega e non lo rinnegherà mai più quel ti amo perché sarebbe come mentire a se stesso e lui è stanco di mentire.
-Ti amo anch’io.- la voce di Fedez è sicura, non c’è un attimo di esitazione. E questo, beh, questo  è uno dei momenti che Mika vorrebbe non passassero mai. Vorrebbe rimanere lì in eterno, o almeno fare in modo che quella non sia la loro dannata ultima volta. Vorrebbe tornare indietro, fregarsene di Andy e fregarsene del mondo intero perché è lì che lui sta bene. E’ Federico che in qualche assurdo modo lui ama. Potranno esserci Nazioni o fidanzati o mas media a tenerli lontani ma non potranno impedirgli di provare queste sensazioni. Non potranno mai portargli via i loro ricordi.
Ma è un attimo, è solo un istante, è tutto talmente veloce che non c’è spazio per ripensamenti. Fedez si separa da lui, si allontana e lo guarda. Si rimette gli occhiali da sole prima di fargli un mezzo sorriso. Poi si gira definitivamente e gli dà le spalle. Mika lo guarda allontanarsi senza muoversi e senza dire una parola, non può fare nulla perché loro sono così: incoerenti e incostanti, umani. Loro sono un disastro in qualsiasi cosa e quello che avevano passato insieme in quei mesi era stato un bellissimo disastro ma questa è la loro ultima volta ed è giusto così.
 
 

Oh, if I can’t help falling in love with you.


 


Angolo Autriciah:
Buonasera a tutti! E quando si dice iniziare l'anno bene, eccovi questo capitolo molto sbam (?)
Non trucidatemi, lo so che molte di voi avrebbero voluto un finale bello e felice (anche io l'avrei voluto), ma io sono del parere che i midez siano così...e questa mia versione spiegherebbe molte cose (?)
Che dire, pensavo che le canzoni non mi bastassero perché non so se avete notato ma il titolo di ogni capitolo corrispondeva in alternanza ad una canzone di Fedez e ad una di Mika e, beh, pensavo che non ci fossero abbastanza canzoni d'amore nel repertorio di Fedez.
Ed ora passo ai ringraziamenti: dico un grazie di cuore a tutte quelle che hanno recensito la storia con regolarità e che con le loro supposizioni molte volte hanno indovinato le mie intenzioni (lol), ringrazio tutte le 31 persone che hanno messo la storia tra le preferite facendomi guadagnare un buon posto tra le ff più popolari del fandom. Infine, ma non per importanza, ringrazio tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite e ricordate.
Spero di non avervi deluse con questo mio finale e, tra le altre cose, è probabile che un giorno (non so quando) me ne salti fuori con un'altra fanfic rigorosamente midez.
Bene, grazie a tutti quanti ancora e che la midez possa tornare anche ad XF10.
Alla prossima,
Road

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