Dieci passi insieme a te

di Amor31
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo passo: primo incontro ***
Capitolo 2: *** Secondo passo: incrociare gli sguardi ***
Capitolo 3: *** Terzo passo: primo appuntamento ***
Capitolo 4: *** Quarto passo: primo bacio ***
Capitolo 5: *** Quinto passo: tenersi per mano ***
Capitolo 6: *** Sesto passo: farsi le coccole ***
Capitolo 7: *** Settimo passo: fare l'amore ***
Capitolo 8: *** Ottavo passo: conoscere gli amici ***
Capitolo 9: *** Nono passo: cena in famiglia ***
Capitolo 10: *** Decimo passo: proposta di matrimonio ***



Capitolo 1
*** Primo passo: primo incontro ***


Dieci passi insieme a te

 

Primo passo
Primo incontro

Il 104° Reggimento è un raduno di giovani ragazzi e ragazze che hanno abbandonato le proprie famiglie per servire un Re che nessuno di loro ha mai visto. Mikasa si guarda intorno e si chiede con quale coraggio – o chissà per quale esigenza – la maggior parte dei suoi compagni ha abbracciato la vita militare, quando a casa ci sono entrambi i genitori ad aspettarli.
Dal suo punto di vista, comunque, questa domanda non ha senso. Arruolarsi è stata una scelta obbligata, legata solo ed esclusivamente alla sopravvivenza. La sua e di Eren.
Nonostante sia costretta alla convivenza forzata con tanti suoi coetanei, Mikasa non ha amici. O meglio, non considera tali neanche le ragazze con cui condivide il dormitorio. Continua ad essere diffidente, a fidarsi solo di se stessa, e nessuno, in fondo, osa mai avvicinarsi a lei. Perciò, quando una voce alle sue spalle cerca di attirare la sua attenzione, se ne stupisce enormemente.
A metà strada tra i tavoli della mensa e la porta del refettorio, Mikasa si volta perché ha sentito qualcuno chiamarla. Ora davanti a lei c’è un ragazzo e non uno qualsiasi: è la recluta con cui Eren litiga sempre – le pare di aver capito che si chiama Jean. Di solito ha un’espressione strafottente, orgogliosa, e non perde mai occasione di attaccare – più o meno involontariamente – il giovane Jaeger. Eppure, a lei rivolge solo un complimento.
-Non ti ho mai vista prima-, esala. -Hai dei capelli neri bellissimi-.
In una frazione di secondo, cento considerazioni diverse attraversano la testa di Mikasa: passa dal chiedersi cosa Jean voglia da lei al sentirsi lusingata – perché è la prima volta in tutta la vita che un ragazzo le parla in quel modo – fino a domandarsi che cosa è necessario rispondere in casi come quello.
-Grazie-, gli dice semplicemente, dandogli di nuovo le spalle e uscendo sulla scia di Eren, che l’ha già preceduta all’esterno del refettorio. Non bada all’espressione ancora sognante di Jean, ma dentro di sé sente il cuore sospirare e sbuffare un soffio di gioia frammista a timidezza.

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Capitolo 2
*** Secondo passo: incrociare gli sguardi ***


Dieci passi insieme a te

 

Secondo passo
Incrociare gli sguardi

È cominciato tutto come al solito: Jean parla e immancabilmente ne approfitta per tirare una frecciatina a Eren, che va in fiamme con la stessa rapidità dello stoppino di una candela solleticato dal calore del fuoco. In un attimo si accapigliano, l’uno che afferra il bavero della camicia altrui, e il dibattito divampa.
-Sei un irresponsabile!-, gli urla Jean, mentre attorno a loro si forma un capannello di militari che incita entrambi alla lotta. -Quante volte saresti morto, se non avessi avuto quei poteri da Titano?-.
Si assestano vicendevolmente un altro pugno, dritto nello stomaco – Connie, invece di separarli, ha consigliato loro di non colpirsi in viso; in un istante di tregua, Jean continua a parlare, alimentando la foga distruttiva di Eren.
-E quante volte-, riprende nonostante il fiato corto, ma sempre risoluto, -Mikasa avrebbe dovuto salvarti?-.
Per un secondo il soldato rivolge gli occhi in direzione della compagna e poi la rissa prosegue. Nessuno ferma i due giovani militari, nemmeno i loro amici più stretti.
-Non dovremmo intervenire?-, domanda Armin, indirizzando il quesito a Mikasa. E la risposta, lieve come il battito d’ali di una farfalla, lo coglie di sorpresa.
-No-, sussurra lei. -Va bene-. E lo pensa realmente: perché ascoltando le parole di Jean e incontrando le sue iridi castane per quell’unico secondo, sente di aver incrociato il suo sguardo per la prima volta in modo diverso, vero, pieno. Come se quel contatto visivo le avesse fatto realizzare quanto il ragazzo tiene a lei.
Mikasa resta seduta al suo posto ad osservare la scena. E sebbene l’avversario sia Eren, non può fare a meno di pensare che ogni cosa detta e fatta da Jean sia per lei.

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Capitolo 3
*** Terzo passo: primo appuntamento ***


Dieci passi insieme a te

 

Terzo passo
Primo appuntamento

Non sa dove ha trovato il coraggio di parlarle. Sarà che sono sfuggiti alla guerra, sarà che la minaccia che incombeva è stata finalmente sventata: Jean ha avanzato la sua proposta. E adesso, smessi per un pomeriggio i panni del soldato, aspetta il suo arrivo con la schiena e un piede appoggiati al muro esterno di un piccolo negozietto appena aperto nel centro di Trost.
Ha perso la cognizione del tempo e non saprebbe dire da quanto si trova lì e in quella posizione. Sta di fatto che a lui non interessa: minuto più o minuto meno non fa la differenza. Non quando ha atteso quell’occasione per tre anni.
-Ciao-, lo saluta una voce femminile che conosce benissimo. Si volta e se la ritrova davanti.
Mikasa è sempre stata bella, ma oggi lo è di più. Indossa un vestito celeste che le giunge poco sotto al ginocchio e ha le spalle coperte da un giacchetto blu. Attorno al collo, immancabile, figura la sua preziosa sciarpa rossa. Dettagli, questi, che Jean coglie al primo sguardo.
-Ciao-, la ricambia, sentendo il respiro mancare. -Vogliamo andare?-, le domanda subito dopo, cercando di trovare coraggio nelle sue stesse parole.
Mikasa annuisce con un cenno della testa e insieme si incamminano lungo le affollate vie cittadine. Ora che la guerra è finita, la vita è rifiorita e con essa anche l’entusiasmo e gli scambi commerciali. Finalmente l’umanità può tornare ad essere quella di un tempo.
-Grazie per aver accettato il mio invito-, dice Jean, per spezzare il silenzio che li accompagna.
-Grazie a te per avermi chiesto di uscire-, replica lei, allentandosi appena la sciarpa.
-Dove ti piacerebbe andare?-, le chiede. Vuole renderla felice – l’ha sempre desiderato, più di ogni altra cosa – e spera che in questo modo Mikasa si senta più a suo agio.
-Sasha mi ha detto che hanno riaperto una pasticceria e pensavo che sarebbe bello farci un salto. Ma se preferisci fare altro…-.
-No, no, è perfetto! Davvero-, le sorride, perché nello sguardo della ragazza ha colto una scintilla di entusiasmo. -Possiamo prendere del budino, se vuoi-.
Sa di aver pronunciato la parola magica e l’espressione di Mikasa glielo conferma: -Sì, mi piacerebbe tanto-, dice. -È il mio dolce preferito-.
Nel cuore di Jean campane invisibili suonano a festa. Quello è il momento in cui realizza che, di lì in poi, andrà tutto bene.

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Capitolo 4
*** Quarto passo: primo bacio ***


Dieci passi insieme a te

 

Quarto passo
Primo bacio

Il regolamento parla chiaro: i soldati non possono intrattenere relazioni sentimentali tra di loro, pena l’allontanamento di uno o entrambi dall’esercito. Questo è quanto”.
Jean non ricorda esattamente da chi ha sentito queste parole, ma il semplice fatto di averle ascoltate lo tormenta. Ora che ha finalmente iniziato ad uscire regolarmente con Mikasa, scopre che il loro rapporto – lo chiama così, anche se non stanno affatto insieme – è illegale agli occhi della legge militare. E questo pensiero è così devastante che non può fare a meno di pronunciarlo a voce alta nel corso del successivo appuntamento con la ragazza.
-Sai, c’è questa coppia di ragazzi che si trova in difficoltà. Si sono conosciuti dopo l’arruolamento e adesso, pur di non lasciarsi, sono disposti ad abbandonare la Guarnigione-, racconta, sondando la reazione di Mikasa con la coda dell’occhio. -Però l’esercito ha ancora bisogno di loro. Insomma, è stupido che due soldati non possano neanche uscire insieme nei momenti liberi, no?-.
Jean si interrompe. Aspetta che la compagna dica qualcosa, ma sembra assorta tra i propri pensieri. Poi, senza alcun preavviso, arriva la sua risposta: -Io trovo più stupido il fatto che noi due usciamo insieme da un anno, ma ancora non mi hai mai baciata-.
Le sue parole gli trafiggono il torace come frecce acuminate. Si ferma di colpo, arrestando i propri passi, e Mikasa lo imita, fissandolo negli occhi.
-Tu… Io… Cioè, noi…-, balbetta, mentre la porpora gli risale lungo le guance e si espande sul suo collo. Ma non ha tempo di aggiungere altro, perché le labbra della ragazza che ama hanno già raggiunto le sue, sfiorandole e intrappolandole. La testa di Jean vortica e anche l’ultima scintilla della sua proverbiale razionalità viene spenta dall’acqua conosciuta con il nome di Mikasa Ackerman.
-Non preoccuparti del regolamento, se nemmeno tu sai cosa c’è tra di noi-, lo prende in giro la compagna, sussurrandogli sulla bocca quella manciata di parole. -Questo bacio era solo un suggerimento per fartelo capire-.
Si allontana di pochi passi, lasciando Jean immobile sul proprio posto. Il ragazzo impiega qualche minuto per riprendersi dal cortocircuito che lo ha investito; non appena le sue facoltà intellettive tornano a funzionare, si dice che nessuno dovrà mai scoprire che – sì, adesso può dirlo davvero  – lui e Mikasa stanno insieme.

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Capitolo 5
*** Quinto passo: tenersi per mano ***


Dieci passi insieme a te

 

Quinto passo
Tenersi per mano

Davanti agli altri fingono che nulla sia cambiato. Mikasa tiene d’occhio Eren e con lui va a pranzo, sedendo alla sua sinistra; Armin li segue a ruota e prende posto di fronte all’amico. Parlottano tra loro, come hanno sempre fatto, e accolgono anche il resto della Squadra al loro stesso tavolo.
L’ultimo che si unisce al gruppo è sempre Jean. Sa che Sasha e Connie siedono l’uno accanto all’altra, perciò l’unica sedia a rimanere libera è quella che sta al fianco di Mikasa; in questo modo, senza dare nell’occhio, può comodamente condividere il momento del pasto con lei senza che gli altri sospettino nulla – ha paura che qualcuno si potrebbe lasciar scappare con i superiori che ora loro due stanno insieme e questo significherebbe lasciare la carriera militare o, peggio ancora, la ragazza per cui ha strenuamente lottato. Inoltre, per sembrare il solito Jean, non si lascia scappare mai l’occasione di poter entrare in polemica con Eren, che a sua volta replica alle parole del compagno alzando la voce e dando di matto. In quei momenti Mikasa interviene, riconduce il fratello alla ragione e lo costringe a terminare il cibo rimasto nel piatto senza aggiungere una parola di troppo. Perfettamente nel suo stile.
Recitano entrambi ruoli che ormai si sono consolidati, ma è nel bel mezzo di questa farsa che alimentano il loro amore. Come quando Jean, nel modo più naturale possibile, lascia scivolare la mano destra lungo il proprio fianco; allora la sinistra di Mikasa la raggiunge sotto al tavolo e lì intrecciano le dita, che si cercano tanto quanto le loro labbra nelle rare occasioni in cui, al termine di una dura giornata di lavoro, hanno la possibilità di vedersi nell’ombra di un corridoio deserto.
Trovano allo stesso tempo divertente ed eccitante tenersi per mano in presenza di tutti gli altri, ma senza che nessuno di loro ne sia consapevole. Pensano di essere grandi attori, ma non si sono ancora resi conto che Armin, Sasha e Connie non sono ciechi. O almeno non sono ingenui come Eren.

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Capitolo 6
*** Sesto passo: farsi le coccole ***


Dieci passi insieme a te

 

Sesto passo
Farsi le coccole

La cena è terminata da circa mezz’ora e ormai la sala mensa è stata sgombrata. Non c’è recluta o veterano che attraversi l’ampio cortile d’accesso al campo d’addestramento.
Jean è andato a sedersi sui gradini della veranda e fissa il cielo. È un’abitudine che ha assunto solo di recente e per un motivo che ha un nome ben preciso. Nel silenzio della sera, aspetta senza smettere di guardare le stelle. Poi la vista gli si oscura all’improvviso.
-Indovina chi è?-.
Un soffio caldo gli solletica l’orecchio e il ragazzo si lascia scappare un sorriso compiaciuto. Mikasa lo ha raggiunto di soppiatto, senza fare rumore. Nonostante si fosse concentrato per cogliere qualche segno del suo arrivo, non si è accorto dei passi felpati della compagna.
Jean non allontana le sue piccole mani bianche dai propri occhi. Lascia che le dita gli accarezzino ancora le palpebre, che gli sfiorino la fronte e i capelli che ancora non ha tagliato; infine, colto da un’insperata intuizione, reclina indietro la testa e offre il proprio viso a Mikasa.
Le labbra della ragazza lambiscono la sua bocca con dolcezza, ne saggiano la consistenza e la consolano dopo un intenso giorno di fatica. Si allontanano solo dopo essere state dissetate e aver appagato quelle di Jean, che continua a tenere gli occhi chiusi per prolungare le sensazioni che lo scuotono.
Mikasa scende uno scalino e si siede alla sua destra, poggiandogli la testa sulla spalla. E quando anche lei inizia a osservare il cielo, sente la mano destra del ragazzo sfiorarle la schiena e raggiungerle il fianco. Percepisce il calore del suo palmo trapelare attraverso la camicia e si accoccola ancor di più contro di lui, che ora la stringe a sé nella notte rischiarata dalla luna. C’è solo il silenzio a vegliare su di loro.

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Capitolo 7
*** Settimo passo: fare l'amore ***


Dieci passi insieme a te

 

Settimo passo
Fare l'amore

Fino a questo momento l’intreccio delle loro vite è stato scandito da tante piccole prime volte. Quella che è giunta adesso, però, è la più importante di tutte.
È un pomeriggio d’estate. Jean si è fatto firmare un permesso per far visita ai suoi, Mikasa ha detto a Eren e Armin che una Squadra della Guarnigione le ha chiesto assistenza per il turno notturno di guardia.
-Tornerò domani mattina-, ripete una seconda volta, salutando i ragazzi con un cenno della mano. Confida che nessuno dei due verrà a cercarla – non lo fanno mai, perché dovrebbero proprio quella sera? Inspira profondamente, abbandona il campo e a testa alta affronta le strade di Trost, sapendo che ad aspettarla c’è lui.
Jean l’accoglie con un bacio e Mikasa sorride. Passeggiano come loro abitudine, facendo finta che quella sia un’uscita identica alle altre, ma sanno benissimo che, dopo la notte che sta per arrivare, nulla sarà più come prima. Perciò, quando il buio comincia ad ammantare la città, decidono di trovare un riparo che li ospiti fino alla mattina successiva.
Jean, in abiti civili e con un cappello calcato sulla fronte, entra per primo in una locanda e riesce ad ottenere una stanza. Alle sue spalle, Mikasa, priva delle armi, ma ancora in tenuta militare, lo segue lungo le scale che conducono al primo piano del basso edificio e insieme si fermano di fronte ad una porta di legno recentemente verniciato.
È il ragazzo, stavolta, a cederle il passo e lei entra, gettando un’occhiata veloce all’ambiente. È una camera come tante, ma la presenza di lunghe tende colorate le conferisce un tocco particolare. Mikasa guadagna il centro della stanza, mentre sente Jean chiudere con un doppio scatto la serratura, e poi si volta a guardarlo.
Non hanno cenato: non c’è cibo che possa estinguere la loro fame. Solo baci e carezze – antipasto di questa lunga notte – potranno appagare il loro appetito.
I ragazzi si avvicinano e tengono gli occhi fissi l’uno in quelli dell’altra. Si sfiorano le mani, intrecciano le dita, schiudono le labbra; serrano le palpebre e annullano il mondo attorno a loro. Sono agitati: per entrambi è la prima volta – per entrambi è la prima volta insieme – e si sentono impacciati. Si spogliano piano, acquistando fiducia e studiandosi come se i loro fossero corpi di statue, poi tornano a cercarsi. Il letto dietro di loro pare improvvisamente comodo e su quello si distendono: toccarsi non è mai stato tanto difficile ed eccitante. I baci si susseguono, la pelle di entrambi freme, la passione si accende; e il fuoco, ad un certo punto, diventa inestinguibile, divora ogni cosa e brucia le loro emozioni. Dolore e piacere si mescolano fino a lasciarli senza fiato, nudi e serrati in un abbraccio.
Quella è la notte in cui fondono anche le loro anime.

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Capitolo 8
*** Ottavo passo: conoscere gli amici ***


Dieci passi insieme a te

 

Ottavo passo
Conoscere gli amici

Non ricordano come siano giunti alla decisione di informare gli altri che, sì, stanno insieme da due anni e di nascosto. C’è stata una discussione, è vero, e di comune accordo hanno stabilito di confidare rispettivamente a Connie e Sasha che tipo di sentimento li lega.
-Sarò io a dirlo a Eren e Armin-, afferma con sicurezza Mikasa. -Ma solo dopo che…-.
-Va bene. Quando ne rendiamo partecipi gli altri?-, le chiede Jean.
-Stasera, preferibilmente. O comunque il prima possibile-.
-Allora domani mattina ci aggiorneremo su come è andata-.
I due amanti si scambiano un bacio fugace e si allontanano in direzioni opposte. Quando si incontrano di nuovo, circa dodici ore dopo, si fissano reciprocamente i visi stravolti.
-Come ha reagito?-, gli domanda Mikasa, la voce che le trema impercettibilmente.
-Connie mi ha detto che lo aveva capito da mesi. “Dai vostri occhi”, questo mi ha risposto. Non lo facevo così intelligente-, rivela Jean. -E Sasha?-.
-Mi ha confermato la stessa cosa-, asserisce lei.
-Quindi gli unici che mancano sono…-.
-Armin lo sa-, lo blocca Mikasa, facendolo ammutolire per la sorpresa. -È Eren che mi preoccupa-.
Restano in silenzio per un paio di minuti, indecisi sul da farsi. Si sono indubbiamente tolti un peso sul cuore – soprattutto dopo aver constatato che nessuno dei loro amici tradirà mai la fiducia che gli è stata accordata – ma resta ancora un ostacolo da rimuovere. E ottenere il suo consenso – nell’ottica di Jean, Eren potrà anche non accettare la loro relazione, purché non minacci in qualche modo Mikasa – non sarà affatto facile.
-Sarà meglio affrontarlo insieme-, propone alla ragazza. -Non opporrà ulteriore resistenza quando capirà quanto ci amiamo-.
Le afferra le mani e le tiene strette tra le proprie, infondendole la spinta di coraggio che ancora le manca. Così quella sera stessa, dopo cena, chiamano in disparte Eren e gli raccontano ogni cosa. Il giovane quasi strepita per l’ira, ma Mikasa gli tappa la bocca con una mano, pregandolo di restare in silenzio. Lei e Jean impiegano oltre due ore per spiegare cosa è successo e quanto siano profondamente legati; di tanto in tanto l’altro strabuzza gli occhi, li alza al cielo, fa smorfie di disgusto e si passa le mani sul viso in segno di disperazione. Alla fine del discorso, guarda i due ragazzi che gli siedono davanti e pronuncia una sola frase intimidatoria: -Osa ferirla e giuro che verrò a spaccarti quella dannata Faccia da Cavallo, maledetto bastardo-.
Non aggiunge altro. Si alza e abbandona in silenzio la stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Jean e Mikasa, con il cuore palpitante per la gioia selvaggia che li ha investiti a quelle parole, si stringono in un abbraccio caldo, avvolgente, finalmente liberi di essere loro stessi agli occhi dei loro amici.

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Capitolo 9
*** Nono passo: cena in famiglia ***


Dieci passi insieme a te

 

Nono passo
Cena in famiglia

L’ultima volta che Jean è tornato a casa per far visita ai propri genitori, durante il pranzo ha approfittato di un momento di silenzio per annunciare con una serenità solo mascherata di aver conosciuto una ragazza. A quella notizia, la forchetta di sua madre è ricaduta nel piatto con un tonfo squillante e suo padre ha alzato gli occhi come a dire “Era ora”.
-Una giovane perbene, spero-, sibila la donna dopo lo shock momentaneo.
-La migliore che possa esistere-, afferma con ardore Jean. -Anche lei è nell’esercito. Ai tempi dell’addestramento è arrivata prima nella graduatoria del nostro Reggimento-.
Il ragazzo sposta lo sguardo da un genitore all’altro, sentendo il sudore colargli lungo la schiena. Il silenzio che si è venuto a creare lo preoccupa, ma mai quanto ciò che propone suo padre un istante dopo: -Perché non ce la fai conoscere? Invitala a cena qui da noi, una di queste sere-.
E la sera designata è giunta. Ha detto a Mikasa di stare tranquilla – in realtà non fa altro che ripeterlo per auto convincersene – e di non badare troppo a ciò che succederà; ma la tensione arriva al culmine quando apre il cancelletto di casa e bussa al portone di ingresso.
-Andrà tutto bene-, sentenzia ancora una volta, mentre sente all’interno i passi di qualcuno avvicinarsi alla porta. Getta un’ultima occhiata a Mikasa, ferma dietro di lui con un’espressione rilassata e allo stesso tempo incuriosita, e poi si ritrova faccia a faccia con suo padre.
-Ben arrivati-, li saluta l’uomo, abbracciando il figlio e guardando la giovane, a cui tende la mano l’attimo successivo. -È un piacere conoscerti. Ma via, entrate!-.
Si accomodano nell’ingresso e il portone viene richiuso. La voce del padrone di casa richiama sua moglie e la donna arriva con passo lento. Ha i capelli scarmigliati – un po’ per via dei vapori della cucina, un po’ per l’ansia – e si avvicina alla coppia studiando da lontano l’estranea che è appena entrata nella sua dimora.
-Mamma, questa è Mikasa-, inizia Jean, le mani coperte da un sudore gelido. -È la mia ragazza-.
Per il soldato quello è il minuto più lungo di tutta la sua vita. Non ricorda di essere mai stato tanto agitato neppure di fronte a un Titano.
Sua madre guarda Mikasa, che le restituisce una delle sue migliori occhiate enigmatiche. Poi la giovane avanza di un passo, tendendo la mano alla donna e accompagnando il gesto con un semplice "Piacere di conoscerla, signora Kirschtein".
Jean fissa preoccupato sua madre: continua a scrutare la ragazza, spostando lentamente gli occhi dal suo viso alla mano porta. Poi, con un movimento tanto repentino quanto inaspettato, le stringe le dita e l'abbraccia, mormorando un ben udibile "Benvenuta in famiglia, figlia mia".
Il miracolo sta avvenendo. La tensione che Jean ha accumulato inizia a scemare e scompare completamente quando la donna dice: -La cena è quasi pronta. Mikasa, saresti così gentile da aiutarmi?-.
Vedere le due allontanarsi insieme lo fa finalmente sentire a casa.

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Capitolo 10
*** Decimo passo: proposta di matrimonio ***


Dieci passi insieme a te

 

Decimo e ultimo passo
Proposta di matrimonio

Sono trascorsi due mesi dal rientro della Squadra dall’ultima missione. Sotto il comando del Capitano Levi, le ex reclute hanno supportato i civili nella fondazione di una nuova colonia oltre Shingashina, a più di ottocento chilometri dall’ormai distrutto Wall Maria, e adesso aspettano nuovi ordini dal Comandante Erwin.
In una sera di inizio autunno, una circolare interrompe il pasto dei militari. Il refettorio cade nel silenzio quando un messo del superiore Smith annuncia che i soldati Ackerman, Arlert, Braus, Jaeger, Kirschtein e Springer sono convocati per il giorno dopo. I ragazzi si chiedono a cosa possa essere dovuta quell’urgenza e trascorrono il resto della cena speculando su quali saranno le parole che il Comandante dirà loro tra poche ore.
Al mattino, i primi ad essere chiamati sono Eren e Armin. Agli altri sono assegnati compiti svariati che li tengono impegnati, così che non possano sapere in anticipo ciò che Erwin ha comunicato loro. Viene poi il turno di Sasha e Connie ed infine, in tardo pomeriggio, quello di Jean e Mikasa.
È il ragazzo ad essere ammesso per primo nella stanza del superiore. Il colloquio non dura molto, ma l’importanza dell’informazione trasmessa fa sì che per il soldato i minuti si dilatino in secoli: alle sue orecchie, le frasi del Comandante si scindono in sillabe che poco alla volta ricostruiscono il senso del messaggio. In un primo momento, dunque, non gli è facile capire cosa l’uomo ha appena detto; cogliendone il significato, però, spalanca gli occhi, incredulo, e si scioglie in un largo sorriso.
Quando gli viene concesso il permesso di uscire dalla stanza, Jean apre la porta e vede Mikasa lì, in attesa. Le fa segno di entrare e, al suo passaggio, le sussurra un inudibile “Ti aspetto qui”. La ragazza annuisce con un cenno della testa e scompare all’interno.
Rimanere in silenzio per conoscere il responso è logorante; trascorrono di nuovo pochi minuti, in realtà, ma la giovane sembra essere stata risucchiata dall’ufficio del Comandante. Jean misura a grandi passi la lunghezza del corridoio, facendo dietrofront una volta raggiunta la fine e tenendo le braccia incrociate sul petto: si chiede se Erwin dirà a Mikasa la stessa cosa che è stata a riferita a lui. E la risposta non tarda ad arrivare.
Non appena sente la porta del superiore dischiudersi e serrarsi di nuovo con un leggero stridio, alza lo sguardo sulla compagna e nota una luce brillare nei suoi occhi.
-Mi hanno congedata-, dice lei con voce esitante ed emozionata.
-Anch’io ho il permesso di andare-, conferma lui.
Si corrono incontro e si abbracciano forte, perché sanno che ora non c’è più alcun impedimento al loro amore. C’è posto solo per la felicità che entrambi meritano.
-Mikasa-, le mormora Jean in un orecchio, inginocchiandosi subito dopo e stringendole una mano tra le proprie. -Vuoi diventare mia moglie?-.
Il consenso, che non ha bisogno di essere esplicitato a voce alta, è racchiuso nel bacio più bello che si siano mai scambiati.

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