Dieci passi insieme a te di Amor31 (/viewuser.php?uid=173773)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo passo: primo incontro ***
Capitolo 2: *** Secondo passo: incrociare gli sguardi ***
Capitolo 3: *** Terzo passo: primo appuntamento ***
Capitolo 4: *** Quarto passo: primo bacio ***
Capitolo 5: *** Quinto passo: tenersi per mano ***
Capitolo 6: *** Sesto passo: farsi le coccole ***
Capitolo 7: *** Settimo passo: fare l'amore ***
Capitolo 8: *** Ottavo passo: conoscere gli amici ***
Capitolo 9: *** Nono passo: cena in famiglia ***
Capitolo 10: *** Decimo passo: proposta di matrimonio ***
Capitolo 1 *** Primo passo: primo incontro ***
Dieci
passi insieme a te
Primo
passo
Primo
incontro
Il 104° Reggimento
è un raduno di
giovani ragazzi e ragazze che hanno abbandonato le proprie famiglie per
servire
un Re che nessuno di loro ha mai visto. Mikasa si guarda intorno e si
chiede
con quale coraggio – o chissà per quale esigenza
– la maggior parte dei suoi
compagni ha abbracciato la vita militare, quando a casa ci sono
entrambi i
genitori ad aspettarli.
Dal suo punto di
vista, comunque,
questa domanda non ha senso. Arruolarsi è stata una scelta
obbligata, legata
solo ed esclusivamente alla sopravvivenza. La sua e di Eren.
Nonostante sia
costretta alla
convivenza forzata con tanti suoi coetanei, Mikasa non ha amici. O
meglio, non
considera tali neanche le ragazze con cui condivide il dormitorio.
Continua ad
essere diffidente, a fidarsi solo di se stessa, e nessuno, in fondo,
osa mai
avvicinarsi a lei. Perciò, quando una voce alle sue spalle
cerca di attirare la
sua attenzione, se ne stupisce enormemente.
A metà
strada tra i tavoli della mensa
e la porta del refettorio, Mikasa si volta perché ha sentito
qualcuno
chiamarla. Ora davanti a lei c’è un ragazzo e non
uno qualsiasi: è la recluta
con cui Eren litiga sempre – le pare di aver capito che si
chiama Jean. Di
solito ha un’espressione strafottente, orgogliosa, e non
perde mai occasione di
attaccare – più o meno involontariamente
– il giovane Jaeger. Eppure, a lei
rivolge solo un complimento.
-Non ti ho mai
vista prima-, esala.
-Hai dei capelli neri
bellissimi-.
In una frazione di
secondo, cento
considerazioni diverse attraversano la testa di Mikasa: passa dal
chiedersi
cosa Jean voglia da lei al sentirsi lusingata –
perché è la prima volta in
tutta la vita che un ragazzo le parla in quel modo – fino a
domandarsi che cosa
è necessario rispondere in casi come quello.
-Grazie-, gli dice
semplicemente, dandogli
di nuovo le spalle e uscendo sulla scia di Eren, che l’ha
già preceduta
all’esterno del refettorio. Non bada
all’espressione ancora sognante di Jean,
ma dentro di sé sente il cuore sospirare e sbuffare un
soffio di gioia
frammista a timidezza.
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Capitolo 2 *** Secondo passo: incrociare gli sguardi ***
Dieci
passi insieme a te
Secondo
passo
Incrociare gli
sguardi
È cominciato
tutto come al solito:
Jean parla e immancabilmente ne approfitta per tirare una frecciatina a
Eren,
che va in fiamme con la stessa rapidità dello stoppino di
una candela
solleticato dal calore del fuoco. In un attimo si accapigliano,
l’uno che
afferra il bavero della camicia altrui, e il dibattito divampa.
-Sei un
irresponsabile!-, gli urla
Jean, mentre attorno a loro si forma un capannello di militari
che incita
entrambi alla lotta. -Quante volte saresti morto, se non avessi avuto
quei
poteri da Titano?-.
Si assestano
vicendevolmente un altro
pugno, dritto nello stomaco – Connie, invece di separarli, ha
consigliato loro
di non colpirsi in viso; in un istante di tregua, Jean continua a
parlare,
alimentando la foga distruttiva di Eren.
-E quante volte-,
riprende nonostante
il fiato corto, ma sempre risoluto, -Mikasa avrebbe dovuto salvarti?-.
Per un secondo il
soldato rivolge gli
occhi in direzione della compagna e poi la rissa prosegue. Nessuno
ferma i due
giovani militari, nemmeno i loro amici più stretti.
-Non dovremmo
intervenire?-, domanda
Armin, indirizzando il quesito a Mikasa. E la risposta, lieve come il
battito
d’ali di una farfalla, lo coglie di sorpresa.
-No-, sussurra lei.
-Va bene-. E lo pensa
realmente: perché ascoltando le parole di Jean e incontrando
le sue iridi
castane per quell’unico secondo, sente di aver incrociato il
suo sguardo per la
prima volta in modo diverso, vero, pieno.
Come se quel contatto visivo le avesse fatto realizzare quanto il
ragazzo tiene
a lei.
Mikasa resta seduta
al suo posto ad
osservare la scena. E sebbene l’avversario sia Eren, non
può fare a meno di
pensare che ogni cosa detta e fatta da Jean sia per lei.
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Capitolo 3 *** Terzo passo: primo appuntamento ***
Dieci
passi insieme a te
Terzo
passo
Primo
appuntamento
Non sa dove ha trovato il
coraggio di
parlarle. Sarà che sono sfuggiti alla guerra,
sarà che la minaccia che
incombeva è stata finalmente sventata: Jean ha avanzato la
sua proposta. E
adesso, smessi per un pomeriggio i panni del soldato, aspetta il suo
arrivo con
la schiena e un piede appoggiati al muro esterno di un piccolo
negozietto
appena aperto nel centro di Trost.
Ha perso la
cognizione del tempo e non
saprebbe dire da quanto si trova lì e in quella posizione.
Sta di fatto che a
lui non interessa: minuto più o minuto meno non fa la
differenza. Non quando ha
atteso quell’occasione per tre anni.
-Ciao-, lo saluta
una voce femminile
che conosce benissimo. Si volta e se la ritrova davanti.
Mikasa è
sempre stata bella, ma oggi
lo è di più. Indossa un vestito celeste che le
giunge poco sotto al ginocchio e
ha le spalle coperte da un giacchetto blu. Attorno al collo,
immancabile,
figura la sua preziosa sciarpa rossa. Dettagli, questi, che Jean coglie
al
primo sguardo.
-Ciao-, la
ricambia, sentendo il
respiro mancare. -Vogliamo andare?-, le domanda subito dopo, cercando
di
trovare coraggio nelle sue stesse parole.
Mikasa annuisce con
un cenno della
testa e insieme si incamminano lungo le affollate vie cittadine. Ora
che la
guerra è finita, la vita è rifiorita e con essa
anche l’entusiasmo e gli scambi
commerciali. Finalmente l’umanità può
tornare ad essere quella di un tempo.
-Grazie per aver
accettato il mio
invito-, dice Jean, per spezzare il silenzio che li accompagna.
-Grazie a te per
avermi chiesto di
uscire-, replica lei, allentandosi appena la sciarpa.
-Dove ti piacerebbe
andare?-, le
chiede. Vuole renderla felice – l’ha sempre
desiderato, più di ogni altra cosa
– e spera che in questo modo Mikasa si senta più a
suo agio.
-Sasha mi ha detto
che hanno riaperto
una pasticceria e pensavo che sarebbe bello farci un salto. Ma se
preferisci
fare altro…-.
-No, no,
è perfetto! Davvero-, le
sorride, perché nello sguardo della ragazza ha colto una
scintilla di
entusiasmo. -Possiamo prendere del budino, se vuoi-.
Sa di aver
pronunciato la parola
magica e l’espressione di Mikasa glielo conferma:
-Sì, mi piacerebbe tanto-, dice.
-È il mio dolce preferito-.
Nel cuore di Jean
campane invisibili
suonano a festa. Quello è il momento in cui realizza che, di
lì in poi, andrà
tutto bene.
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Capitolo 4 *** Quarto passo: primo bacio ***
Dieci
passi insieme a te
Quarto
passo
Primo bacio
“Il
regolamento parla chiaro: i soldati non possono intrattenere relazioni
sentimentali tra di loro, pena l’allontanamento di uno o
entrambi
dall’esercito. Questo è quanto”.
Jean non ricorda
esattamente da chi ha
sentito queste parole, ma il semplice fatto di averle ascoltate lo
tormenta.
Ora che ha finalmente iniziato ad uscire regolarmente con Mikasa,
scopre che il
loro rapporto – lo chiama così, anche se non
stanno affatto insieme – è
illegale agli occhi della legge militare. E questo pensiero
è così devastante
che non può fare a meno di pronunciarlo a voce alta nel
corso del successivo
appuntamento con la ragazza.
-Sai,
c’è questa coppia di ragazzi che
si trova in difficoltà. Si sono conosciuti dopo
l’arruolamento e adesso, pur di
non lasciarsi, sono disposti ad abbandonare la Guarnigione-, racconta,
sondando
la reazione di Mikasa con la coda dell’occhio.
-Però l’esercito ha ancora
bisogno di loro. Insomma, è stupido che due soldati non
possano neanche uscire
insieme nei momenti liberi, no?-.
Jean si interrompe.
Aspetta che la
compagna dica qualcosa, ma sembra assorta tra i propri pensieri. Poi,
senza
alcun preavviso, arriva la sua risposta: -Io trovo più
stupido il fatto che noi
due usciamo insieme da un anno, ma ancora non mi hai mai baciata-.
Le sue parole gli
trafiggono il torace
come frecce acuminate. Si ferma di colpo, arrestando i propri passi, e
Mikasa
lo imita, fissandolo negli occhi.
-Tu…
Io… Cioè, noi…-, balbetta, mentre
la porpora gli risale lungo le guance e si espande sul suo collo. Ma
non ha
tempo di aggiungere altro, perché le labbra della ragazza
che ama hanno già
raggiunto le sue, sfiorandole e intrappolandole. La testa di Jean
vortica e
anche l’ultima scintilla della sua proverbiale
razionalità viene spenta
dall’acqua conosciuta con il nome di Mikasa Ackerman.
-Non preoccuparti
del regolamento, se
nemmeno tu sai cosa c’è tra di noi-, lo prende in
giro la compagna,
sussurrandogli sulla bocca quella manciata di parole. -Questo bacio era
solo un
suggerimento per fartelo capire-.
Si allontana di
pochi passi, lasciando
Jean immobile sul proprio posto. Il ragazzo impiega qualche minuto per
riprendersi dal cortocircuito che lo ha investito; non appena le sue
facoltà
intellettive tornano a funzionare, si dice che nessuno dovrà
mai scoprire che –
sì,
adesso può dirlo davvero – lui
e Mikasa stanno insieme.
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Capitolo 5 *** Quinto passo: tenersi per mano ***
Dieci
passi insieme a te
Quinto
passo
Tenersi per
mano
Davanti agli altri fingono
che nulla
sia cambiato. Mikasa tiene d’occhio Eren e con lui va a
pranzo, sedendo alla
sua sinistra; Armin li segue a ruota e prende posto di fronte
all’amico.
Parlottano tra loro, come hanno sempre fatto, e accolgono anche il
resto della
Squadra al loro stesso tavolo.
L’ultimo
che si unisce al gruppo è
sempre Jean. Sa che Sasha e Connie siedono l’uno accanto
all’altra, perciò
l’unica sedia a rimanere libera è quella che sta
al fianco di Mikasa; in questo
modo, senza dare nell’occhio, può comodamente
condividere il momento del pasto
con lei senza che gli altri sospettino nulla – ha paura che
qualcuno si
potrebbe lasciar scappare con i superiori che ora loro due stanno
insieme e
questo significherebbe lasciare la carriera militare o, peggio ancora,
la
ragazza per cui ha strenuamente lottato. Inoltre, per sembrare il
solito Jean,
non si lascia scappare mai l’occasione di poter entrare in
polemica con Eren,
che a sua volta replica alle parole del compagno alzando la voce e
dando di
matto. In quei momenti Mikasa interviene, riconduce il fratello alla
ragione e
lo costringe a terminare il cibo rimasto nel piatto senza aggiungere
una parola
di troppo. Perfettamente nel suo stile.
Recitano entrambi
ruoli che ormai si
sono consolidati, ma è nel bel mezzo di questa farsa che
alimentano il loro
amore. Come quando Jean, nel modo più naturale possibile,
lascia scivolare la
mano destra lungo il proprio fianco; allora la sinistra di Mikasa la
raggiunge
sotto al tavolo e lì intrecciano le dita, che si cercano
tanto quanto le loro
labbra nelle rare occasioni in cui, al termine di una dura giornata di
lavoro,
hanno la possibilità di vedersi nell’ombra di un
corridoio deserto.
Trovano allo stesso
tempo divertente
ed eccitante tenersi per mano in presenza di tutti gli altri, ma senza
che
nessuno di loro ne sia consapevole. Pensano di essere grandi attori, ma
non si
sono ancora resi conto che Armin, Sasha e Connie non sono ciechi. O
almeno non
sono ingenui come Eren.
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Capitolo 6 *** Sesto passo: farsi le coccole ***
Dieci
passi insieme a te
Sesto
passo
Farsi le
coccole
La cena è
terminata da circa mezz’ora
e ormai la sala mensa è stata sgombrata. Non
c’è recluta o veterano che
attraversi l’ampio cortile d’accesso al campo
d’addestramento.
Jean è
andato a sedersi sui gradini
della veranda e fissa il cielo. È un’abitudine che
ha assunto solo di recente e
per un motivo che ha un nome ben preciso. Nel silenzio della sera,
aspetta
senza smettere di guardare le stelle. Poi la vista gli si oscura
all’improvviso.
-Indovina chi
è?-.
Un soffio caldo gli
solletica
l’orecchio e il ragazzo si lascia scappare un sorriso
compiaciuto. Mikasa lo ha
raggiunto di soppiatto, senza fare rumore. Nonostante si fosse
concentrato per
cogliere qualche segno del suo arrivo, non si è accorto dei
passi felpati della
compagna.
Jean non allontana
le sue piccole mani
bianche dai propri occhi. Lascia che le dita gli accarezzino ancora le
palpebre, che gli sfiorino la fronte e i capelli che ancora non ha
tagliato;
infine, colto da un’insperata intuizione, reclina indietro la
testa e offre il
proprio viso a Mikasa.
Le labbra della
ragazza lambiscono la
sua bocca con dolcezza, ne saggiano la consistenza e la consolano dopo
un
intenso giorno di fatica. Si allontanano solo dopo essere state
dissetate e
aver appagato quelle di Jean, che continua a tenere gli occhi chiusi
per
prolungare le sensazioni che lo scuotono.
Mikasa scende uno
scalino e si siede
alla sua destra, poggiandogli la testa sulla spalla. E quando anche lei
inizia
a osservare il cielo, sente la mano destra del ragazzo sfiorarle la
schiena e
raggiungerle il fianco. Percepisce il calore del suo palmo trapelare
attraverso
la camicia e si accoccola ancor di più contro di lui, che
ora la stringe a sé
nella notte rischiarata dalla luna. C’è solo il
silenzio a vegliare su di loro.
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Capitolo 7 *** Settimo passo: fare l'amore ***
Dieci
passi insieme a te
Settimo
passo
Fare l'amore
Fino a questo momento
l’intreccio
delle loro vite è stato scandito da tante piccole prime
volte. Quella che è
giunta adesso, però, è la più
importante di tutte.
È un
pomeriggio d’estate. Jean si è
fatto firmare un permesso per far visita ai suoi, Mikasa ha detto a
Eren e
Armin che una Squadra della Guarnigione le ha chiesto assistenza per il
turno
notturno di guardia.
-Tornerò
domani mattina-, ripete una
seconda volta, salutando i ragazzi con un cenno della mano. Confida che
nessuno
dei due verrà a cercarla – non lo fanno mai,
perché dovrebbero proprio quella
sera? Inspira profondamente, abbandona il campo e a testa alta affronta
le
strade di Trost, sapendo che ad aspettarla c’è lui.
Jean
l’accoglie con un bacio e Mikasa
sorride. Passeggiano come loro abitudine, facendo finta che quella sia
un’uscita identica alle altre, ma sanno benissimo che, dopo
la notte che sta
per arrivare, nulla sarà più come prima.
Perciò, quando il buio comincia ad
ammantare la città, decidono di trovare un riparo che li
ospiti fino alla
mattina successiva.
Jean, in abiti
civili e con un
cappello calcato sulla fronte, entra per primo in una locanda e riesce
ad
ottenere una stanza. Alle sue spalle, Mikasa, priva delle armi, ma
ancora in
tenuta militare, lo segue lungo le scale che conducono al primo piano
del basso
edificio e insieme si fermano di fronte ad una porta di legno
recentemente
verniciato.
È il
ragazzo, stavolta, a cederle il
passo e lei entra, gettando un’occhiata veloce
all’ambiente. È una camera come
tante, ma la presenza di lunghe tende colorate le conferisce un tocco
particolare. Mikasa guadagna il centro della stanza, mentre sente Jean
chiudere
con un doppio scatto la serratura, e poi si volta a guardarlo.
Non hanno cenato:
non c’è cibo che
possa estinguere la loro fame. Solo baci e carezze –
antipasto di questa lunga
notte – potranno appagare il loro appetito.
I ragazzi si
avvicinano e tengono gli
occhi fissi l’uno in quelli dell’altra. Si sfiorano
le mani, intrecciano le
dita, schiudono le labbra; serrano le palpebre e annullano il mondo
attorno a
loro. Sono agitati: per entrambi è la prima volta
– per entrambi è la prima
volta insieme – e si sentono
impacciati. Si spogliano piano, acquistando fiducia e studiandosi come
se i
loro fossero corpi di statue, poi tornano a cercarsi. Il letto dietro
di loro
pare improvvisamente comodo e su quello si distendono: toccarsi non
è mai stato
tanto difficile ed eccitante. I baci si susseguono, la pelle di
entrambi freme,
la passione si accende; e il fuoco, ad un certo punto, diventa
inestinguibile,
divora ogni cosa e brucia le loro emozioni. Dolore e piacere si
mescolano fino
a lasciarli senza fiato, nudi e serrati in un abbraccio.
Quella è
la notte in cui fondono anche
le loro anime.
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Capitolo 8 *** Ottavo passo: conoscere gli amici ***
Dieci
passi insieme a te
Ottavo
passo
Conoscere gli
amici
Non ricordano come siano
giunti alla
decisione di informare gli altri che, sì, stanno insieme da
due anni e di
nascosto. C’è stata una discussione, è
vero, e di comune accordo hanno
stabilito di confidare rispettivamente a Connie e Sasha che tipo di
sentimento
li lega.
-Sarò io
a dirlo a Eren e Armin-,
afferma con sicurezza Mikasa. -Ma solo dopo che…-.
-Va bene. Quando ne
rendiamo partecipi
gli altri?-, le chiede Jean.
-Stasera,
preferibilmente. O comunque
il prima possibile-.
-Allora domani
mattina ci aggiorneremo
su come è andata-.
I due amanti si
scambiano un bacio
fugace e si allontanano in direzioni opposte. Quando si incontrano di
nuovo,
circa dodici ore dopo, si fissano reciprocamente i visi stravolti.
-Come ha reagito?-,
gli domanda
Mikasa, la voce che le trema impercettibilmente.
-Connie mi ha detto
che lo aveva
capito da mesi. “Dai vostri occhi”,
questo mi ha risposto. Non lo facevo così intelligente-,
rivela Jean. -E
Sasha?-.
-Mi ha confermato
la stessa cosa-,
asserisce lei.
-Quindi gli unici
che mancano sono…-.
-Armin lo sa-, lo
blocca Mikasa,
facendolo ammutolire per la sorpresa. -È Eren che mi
preoccupa-.
Restano in silenzio
per un paio di
minuti, indecisi sul da farsi. Si sono indubbiamente tolti un peso sul
cuore –
soprattutto dopo aver constatato che nessuno dei loro amici
tradirà mai la
fiducia che gli è stata accordata – ma resta
ancora un ostacolo da rimuovere. E
ottenere il suo consenso – nell’ottica di Jean,
Eren potrà anche non accettare
la loro relazione, purché non minacci in qualche modo Mikasa
– non sarà affatto
facile.
-Sarà
meglio affrontarlo insieme-,
propone alla ragazza. -Non opporrà ulteriore resistenza
quando capirà quanto ci
amiamo-.
Le afferra le mani
e le tiene strette
tra le proprie, infondendole la spinta di coraggio che ancora le manca.
Così
quella sera stessa, dopo cena, chiamano in disparte Eren e gli
raccontano ogni
cosa. Il giovane quasi strepita per l’ira, ma Mikasa gli
tappa la bocca con una
mano, pregandolo di restare in silenzio. Lei e Jean impiegano oltre due
ore per
spiegare cosa è successo e quanto siano profondamente
legati; di tanto in tanto
l’altro strabuzza gli occhi, li alza al cielo, fa smorfie di
disgusto e si
passa le mani sul viso in segno di disperazione. Alla fine del
discorso, guarda
i due ragazzi che gli siedono davanti e pronuncia una sola frase
intimidatoria:
-Osa ferirla e giuro che verrò a spaccarti quella dannata
Faccia da Cavallo,
maledetto bastardo-.
Non aggiunge altro.
Si alza e
abbandona in silenzio la stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Jean e
Mikasa, con il cuore palpitante per la gioia selvaggia che li ha
investiti a
quelle parole, si stringono in un abbraccio caldo, avvolgente,
finalmente
liberi di essere loro stessi agli occhi dei loro amici.
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Capitolo 9 *** Nono passo: cena in famiglia ***
Dieci
passi insieme a te
Nono
passo
Cena in
famiglia
L’ultima volta
che Jean è tornato a
casa per far visita ai propri genitori, durante il pranzo ha
approfittato di un
momento di silenzio per annunciare con una serenità solo
mascherata di aver
conosciuto una ragazza. A quella notizia, la forchetta di sua madre
è ricaduta
nel piatto con un tonfo squillante e suo padre ha alzato gli occhi come
a dire
“Era
ora”.
-Una giovane
perbene, spero-, sibila
la donna dopo lo shock momentaneo.
-La migliore che
possa esistere-,
afferma con ardore Jean. -Anche lei è
nell’esercito. Ai tempi dell’addestramento
è arrivata prima nella graduatoria del nostro Reggimento-.
Il ragazzo sposta
lo sguardo da un
genitore all’altro, sentendo il sudore colargli lungo la
schiena. Il silenzio
che si è venuto a creare lo preoccupa, ma mai quanto
ciò che propone suo padre
un istante dopo: -Perché non ce la fai conoscere? Invitala a
cena qui da noi,
una di queste sere-.
E la sera designata
è giunta. Ha detto
a Mikasa di stare tranquilla – in realtà non fa
altro che ripeterlo per auto
convincersene – e di non badare troppo a ciò che
succederà; ma la tensione
arriva al culmine quando apre il cancelletto di casa e bussa al portone
di
ingresso.
-Andrà
tutto bene-, sentenzia ancora
una volta, mentre sente all’interno i passi di qualcuno
avvicinarsi alla porta.
Getta un’ultima occhiata a Mikasa, ferma dietro di lui con
un’espressione
rilassata e allo stesso tempo incuriosita, e poi si ritrova faccia a
faccia con
suo padre.
-Ben arrivati-, li
saluta l’uomo,
abbracciando il figlio e guardando la giovane, a cui tende la mano
l’attimo
successivo. -È un piacere conoscerti. Ma via, entrate!-.
Si accomodano
nell’ingresso e il
portone viene richiuso. La voce del padrone di casa richiama sua moglie
e la
donna arriva con passo lento. Ha i capelli scarmigliati – un
po’ per via dei
vapori della cucina, un po’ per l’ansia –
e si avvicina alla coppia studiando
da lontano l’estranea che è appena entrata nella
sua dimora.
-Mamma, questa
è Mikasa-, inizia Jean,
le mani coperte da un sudore gelido. -È la mia ragazza-.
Per il soldato
quello è il minuto più
lungo di tutta la sua vita. Non ricorda di essere mai stato tanto
agitato
neppure di fronte a un Titano.
Sua madre guarda
Mikasa, che le
restituisce una delle sue migliori occhiate enigmatiche. Poi la giovane
avanza
di un passo, tendendo la mano alla donna e accompagnando il gesto con
un
semplice "Piacere di conoscerla, signora Kirschtein".
Jean fissa
preoccupato sua madre:
continua a scrutare la ragazza, spostando lentamente gli occhi dal suo
viso
alla mano porta. Poi, con un movimento tanto repentino quanto
inaspettato, le
stringe le dita e l'abbraccia, mormorando un ben udibile "Benvenuta in famiglia,
figlia mia".
Il miracolo sta
avvenendo. La tensione
che Jean ha accumulato inizia a scemare e scompare completamente quando
la
donna dice: -La cena è quasi pronta. Mikasa, saresti
così gentile da
aiutarmi?-.
Vedere le due
allontanarsi insieme lo
fa finalmente sentire a casa.
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Capitolo 10 *** Decimo passo: proposta di matrimonio ***
Dieci
passi insieme a te
Decimo
e ultimo passo
Proposta di
matrimonio
Sono trascorsi due mesi dal
rientro
della Squadra dall’ultima missione. Sotto il comando del
Capitano Levi, le ex
reclute hanno supportato i civili nella fondazione di una nuova colonia
oltre
Shingashina, a più di ottocento chilometri
dall’ormai distrutto Wall Maria, e
adesso aspettano nuovi ordini dal Comandante Erwin.
In una sera di
inizio autunno, una
circolare interrompe il pasto dei militari. Il refettorio cade nel
silenzio
quando un messo del superiore Smith annuncia che i soldati Ackerman,
Arlert,
Braus, Jaeger, Kirschtein e Springer sono convocati per il giorno dopo.
I
ragazzi si chiedono a cosa possa essere dovuta quell’urgenza
e trascorrono il
resto della cena speculando su quali saranno le parole che il
Comandante dirà
loro tra poche ore.
Al mattino, i primi
ad essere chiamati
sono Eren e Armin. Agli altri sono assegnati compiti svariati che li
tengono
impegnati, così che non possano sapere in anticipo
ciò che Erwin ha comunicato
loro. Viene poi il turno di Sasha e Connie ed infine, in tardo
pomeriggio,
quello di Jean e Mikasa.
È il
ragazzo ad essere ammesso per
primo nella stanza del superiore. Il colloquio non dura molto, ma
l’importanza
dell’informazione trasmessa fa sì che per il
soldato i minuti si dilatino in
secoli: alle sue orecchie, le frasi del Comandante si scindono in
sillabe che
poco alla volta ricostruiscono il senso del messaggio. In un primo
momento,
dunque, non gli è facile capire cosa l’uomo ha
appena detto; cogliendone il
significato, però, spalanca gli occhi, incredulo, e si
scioglie in un largo
sorriso.
Quando gli viene
concesso il permesso
di uscire dalla stanza, Jean apre la porta e vede Mikasa lì,
in attesa. Le fa
segno di entrare e, al suo passaggio, le sussurra un inudibile
“Ti aspetto
qui”. La ragazza annuisce con un cenno della testa e scompare
all’interno.
Rimanere in
silenzio per conoscere il
responso è logorante; trascorrono di nuovo pochi minuti, in
realtà, ma la
giovane sembra essere stata risucchiata dall’ufficio del
Comandante. Jean
misura a grandi passi la lunghezza del corridoio, facendo dietrofront
una volta
raggiunta la fine e tenendo le braccia incrociate sul petto: si chiede
se Erwin
dirà a Mikasa la stessa cosa che è stata a
riferita a lui. E la risposta non
tarda ad arrivare.
Non appena sente la
porta del
superiore dischiudersi e serrarsi di nuovo con un leggero stridio, alza
lo
sguardo sulla compagna e nota una luce brillare nei suoi occhi.
-Mi hanno
congedata-, dice lei con
voce esitante ed emozionata.
-Anch’io
ho il permesso di andare-,
conferma lui.
Si corrono incontro
e si abbracciano
forte, perché sanno che ora non c’è
più alcun impedimento al loro amore.
C’è
posto solo per la felicità che entrambi meritano.
-Mikasa-, le
mormora Jean in un
orecchio, inginocchiandosi subito dopo e stringendole una mano tra le
proprie.
-Vuoi diventare mia moglie?-.
Il consenso, che
non ha bisogno di
essere esplicitato a voce alta, è racchiuso nel bacio
più bello che si siano
mai scambiati.
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