tutta colpa di cupido

di never_say_forever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un angelo a casa ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** questioni di sguardo ***
Capitolo 4: *** Un incontro notturno (?) ***
Capitolo 5: *** Il gatto ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Rose e champagne ***
Capitolo 8: *** Diamanti ***
Capitolo 9: *** domande ***
Capitolo 10: *** cambio di look ***
Capitolo 11: *** Buongiorno Amy! ***
Capitolo 12: *** Sangue ... ***
Capitolo 13: *** l'interrogatorio ***
Capitolo 14: *** casa dolce casa ***
Capitolo 15: *** negli spogliatoi ***
Capitolo 16: *** Maledizioni ***
Capitolo 17: *** il ballo ***
Capitolo 18: *** ritorno ***



Capitolo 1
*** un angelo a casa ***


Sam POV
Gli occhi stanchi. Non potevo più continuare a guardare quelle immagini sullo schermo. Ma di andare a dormire non se ne parlava. C’era un aria strana quella notte. Non che abbia paura, ma c’ era sul serio qualcosa di insolito. Non riesco a capire cosa è. Sento uno strano peso sullo stomaco e un senso di sbandamento molto forte. No, Sam. Sei solo stanco. Non c’è nessun problema. Dean non mi avrebbe lasciato qui se non fosse stato sicurissimo che io fossi al sicuro. Parlando proprio di lui; probabilmente mentre io sono qui, lui è con una bella ragazza a bere e a … Bleah … Non ci voglio pensare. Se porta ancora una volta una di quelle stupide troiette senza cervello a casa …. Oh, la devo smettere. Non posso farci proprio niente. Lui è fatto così.  Ed è lui che comanda quando papà non è in casa; quindi sempre. Stavo pensando a cosa dire a Dean quando si sarebbe presentato alla porta; ma una luce attirò la mia attenzione. All’inizio pensavo che fossero i fari della macchina di mio fratello, ma non era così. Quella strana luce, si avvicinava sempre si più. Era entrata dentro le mura dell’abitazione e stava brillando al centro del salotto. In quel momento la televisione si è spenta, e la lampada continuava ad accendesi e spegnersi. Cosa diavolo stava succedendo? La luce si era fatta più intensa e piano piano prendeva la forma di un corpo. Un uomo. Subito presi la pistola che era sul tavolo; ricordando il solito consiglio di Dean “ Prima spari e poi fai le domande”. La luce si era affievolita, scomparsa dietro l’uomo con i capelli neri. Quando mi vide sgranò gli occhi.
-Sam …?- chiese un po’ dubbioso. Io avevo ancora la pistola stretta saldamente tra le mani. Ed ero deciso a non abbassarla. Forse uccidendo quel …… qualunque cosa era, Dean mi avrebbe portato a caccia con lui. Volevo fargli capire che non ero un peso e che sapevo difendermi; o almeno speravo.
- Sam, è piuttosto strano per me vederti così- disse accennando un lieve sorriso, ma vedendo che non avevo posato l’arma continuò a parlare.
- Sam, so che ancora non ci conosciamo, ma tu puoi fidarti di me. Abbassa questa arma, con me non funzionerà- mi stava sul serio chiedendo di non puntargli la pistola alla testa? Però, qualcosa, mi spingeva a fidarmi. Forse il suo aspetto tranquillo, nonostante avessi io la pistola. Eppure, mi sembrava di conoscerlo da una vita.
- Vattene da casa mia- gli urlai
- Non posso, devo parlarti- ma chi era? Non potevo farlo stare qui. Mi presi coraggio e sparai un colpo proprio sul petto. Ma il suo corpo non sembrava per niente intimorito dal proiettile. Perdeva un po’ di sangue, ma aveva sempre la sua solita faccia tranquilla e seria. Un altro colpo. Poi un altro. E via, fino ad altri 4 colpi. Ma niente, il suo petto, perforato dai proiettili non aveva subito quasi nessun cambiamento. Il cuore continuava a battere e non c’era nessuna emorragia. Non potevo crederci.
- Ora possiamo parlare?- mi chiese con voce amichevole. Perché no? In fondo non potevo fargli niente. Mi sedetti fingendo di essere calmo e di avere la situazione sottocontrollo, peccato che non fosse così.
- che cosa vuoi da me?-
- Capisco che tu non abbia la più pallida idea di chi sia io- Prese lentamente fiato – Il fatto è che siamo in un guaio- ma di cosa parlava? E perché “siamo”?
- io …. Non capisco.- volevo delle spiegazioni
- Sam, mi chiamo Castiel, sono un angelo, io sono … diciamo un vostro amico di famiglia.- esistono gli angeli? Sul serio? Era per questo che un proiettile non gli faceva effetto? Nonostante tutte queste domande decisi di non interromperlo
- Questo non è il nostro tempo- il “nostro tempo”? Che significa?
- Diciamo che nel mio tempo Dean ha 27 anni e tu 23.- cosa?? Io 23 anni?? Non poteva essere. 10 anni di differenza. Stavo per fargli tutte le domante che mi passavano per la mente, quando lui ricominciò a parlare
- e … Dean ha una ragazza.- Questa era la più difficile da credere. Solo una? L’angioletto deve aver sbagliato persona. Stavo per dirgli che è impossibile che mio fratello avesse solo una ragazza e anche per più di una notte, ma fui interrotto
- Incredibile ma vero- disse accennando il sorriso, non era proprio un espressione felice, non pensavo nemmeno che quel volto ne avesse mai avuta una, ma era un leggera curva all’ angolo delle labbra.
- Dicevo … Cupido ha deciso di fargli un dispetto … - e poi Castiel disse qualcosa sul fatto degli abbracci o del perché probabilmente il signor “pace e amore” si sia infastidito. Ma non lo ascoltavo più. Dean con una ragazza. Una relazione stabile. Sarà davvero così cambiato tra 10 anni? E io?
- Così Cupido ha mandato voi due nel vostro passato, 10 anni prima, aggiungendo Amy …- Amy? È il nome della ragazza? Lei è qui? Forse avrò l’onore di conoscere la ragazza che ha fatto perdere la testa a mio fratello . La prospettiva mi divertiva molto. Come potrà essere? Bionda? Mora?
- loro si dovranno ritrovare e innamorarsi ancora una volta- Cosa? Okay, capisco che mio fratello a 27 anni abbia deciso di trovarsi una ragazza, ma proprio adesso sarà impossibile.
- Non riesco a capire che cosa possiamo fare noi … -  come potevamo fare a farli incontrare? E addirittura innamorare! Non so nemmeno che aspetto ha.
- Dobbiamo cercare di farli incontrare … Amy ha i capelli arancioni e gli occhi blu. Non è molto comune come ragazza, dovresti riuscire a trovarla subito- Cosa? Non posso mica mettermi a cercare l’anima gemella per Dean!
- E tu? Cosa farai?-
- Non posso stare qui. Ho paura che Cupido scopra che sto cercando di aiutarvi … -  un rumore di motore ci zittì. Dean era arrivato.
- Non dire niente a tuo fratello- mi raccomandò. Detto questo sparì.
Dean spalancò la porta. Questa volta non c’era nessuna ragazza con lui.
-Ehy Sammy!- disse con il suo solito tono di voce allegro.
- Ciao Dean- dissi appoggiando la testa allo schienale della poltrona. Ero confuso.
- Che hai fratellino? Su,va a dormire!-
Stavo sul serio mentendo a mio fratello? Non gli nascondevo mai niente. Il piano di Castiel era buono, ma il vero problema era Dean.
 
Nota Autrice:
vi piace la mia storia? Ero indecisa tra questa e un’altra, ma lei mie amiche hanno deciso questa ( dovrei scegliere io che sono l’ autrice, ma dettagli ahah) Questa storia è tipo un extra. Bene, spero che vi piaccia e volevo dirvi che io sono felicissima di iniziare questa nuova avventura con voi! A presto!  

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


Amy point of view :
eccomi qui. Un’altra  lunga giornata. Cammino per il corridoio della scuola. Noto alcune ragazze che ridono mentre passo. “ Sarà un commento sui miei capelli o vestiti” penso. Non mi interessa quello che pensa la gente, le persone sono stupide e per questo che mi tengo alla larga da loro. Entro in classe. Mi siedo al mio solito posto. Prendo il libro e inizio a ripassare, come se ne avessi bisogno; so già tutto. Poi sento dei gridolini. Lentamente alzo la testa dal libro di storia. Come al solito è in ritardo. Dean Winchester. Ogni volta che entra in classe le ragazze danno di matto, tutte; tranne io. Passa accanto al mio banco e io continuo a guardare il mio libro, probabilmente molto più interessante di lui. Daisy, la ragazza con il banco più vicino al mio fa cadere il suo libro a terra. Lui si china e glielo posa sul banco sfoggiando il suo miglior sorriso. Sbuffo contrariata.
Le ore passano. E finalmente mi ritrovo seduta su una panchina con il telefono in mano. Vicino a me c’è un gruppo di ragazze che probabilmente si danno dei consigli sul trucco o parlano dei ragazzi più belli della scuola.
-Avete visto come mi ha sorriso quando ha preso il mio libro- dice Daisy tutta contenta. Davvero quelle ragazze si illudono di poter avere qualche speranza con uno così? Qualcosa che uri più di una notte? Sono delle stupide.
- secondo voi se domani lascio cadere il mio di libro, lui lo prenderà?- wow, si stanno davvero impegnando! Fanno anche dei piani.
- Non credo che lo farà. Puoi provare. Ma lui non si interessa a chiunque - Mentre il gridolino di Daisy mi spaccava i timpani; cerco di riconoscere la persona che ha parlato. Ma certo. Daniell Vangruver. Stronza di prima categoria. Lei e Dean sono stati insieme almeno 300 volte. Si sono lasciati, rimessi e così via! Probabilmente per ora si sono lasciati, e questo spiega la gelosia di Daniell.
- Almeno avrai l’onore di avere un suo sguardo, non come qualcuno che non riceve nemmeno un’attenzione- adesso lo sguardo di Daniell era passato su di me. Non capisco cosa c’entro io. Non mi interessa il suo ragazzo. Così tornai a guardare il cellulare.
- Ehy Amy, sto parlando con te- alzai lentamente la testa e posai i miei occhi blu sul suo volto. Daniell era una ragazza bionda, magra, insomma; le solite cheerleader senza cervello che stanno antipatiche a tutti.
- Che cosa vuoi Daniell?-
- Niente. Dico solo che nonostante tu mostri indifferenza …. – mi alzai, dimostrando che non mi interessava quello che diceva; se lo poteva tenere il suo ragazzo.
 
Dean pov:
Niente. Niente di niente. Non c’era nessuno. Erano giorni che sul giornale non parlavano di persone scomparse o uccise. Finalmente, oggi hanno trovato il cadavere di un uomo sull’ autostrada. Non vedevo l’ora di tornare a cacciare. Il mio telefono squillò. La forte luce quasi mi accecava in quel posto buio. Quando vidi chi era chiusi la chiamata. Daniell. Non volevo parlare con lei e questo non era nemmeno il momento giusto. Stavo posando il cellulare in tasca, quando qualcosa mi attacca da dietro. Cado a terra con un tonfo. L’essere che mi ha buttato a terra è sopra di me, blocca le mie mani che cercano disperatamente  di arrivare al paletto di frassino. All’improvviso deve essere successo qualcosa, perché l’essere sopra di me, viene scaraventato via, mi giro di scatto. Mi alzo in piedi e la vedo. Una ragazza. Con un solo movimento del braccio scaraventa il vampiro contro un albero. Con la mano cerco il paletto, che si dissolve tra le mie mani per apparire tra quelle della ragazza. In meno di 30 secondi il vampiro si ritrova a terra con il paletto conficcato precisamente 2 cm sotto il cuore. Mi avvicino a lei. Ora che un palo della luce la illumina posso vedere il suo aspetto. I capelli arancioni quasi ricci arrivano al suo bellissimo seno, che guardo un po’ troppo . Il mio sguardo viene attratto dai suoi bellissimi occhi blu, che sembrano quasi brillare, in modo che è possibile vederli anche al buio. Un piccolo ciuffo di capelli le è finito negli occhi, e vorrei tanto spostarglielo per poter vedere meglio quel blu intenso. I suoi occhi incrociano i miei, la sua espressione cambia, sembra conoscermi, ma io non conosco lei. Cerco di sforzarmi per trovarla da qualche parte, potrebbe essere una mia ex, o l’ ho conosciuta in un bar … poi ricordo di come ha steso il vampiro.
-Che cosa sei?- certo, non è il modo migliore per iniziare una conversazione, ma è impossibile che lei sia umana; non dopo quello che ha fatto . la ragazza spalanca gli occhi, apre leggermente la bocca. Sembra ferita da quella domanda. “ Cazzo Dean, è possibile che devi sempre insultare la gente” La ragazza si volta e se  ne va. Salto in piedi e la rincorro.
- Scusami, senti, non volevo offenderti, ma non sapevo che dire!- okay, fa schifo come scusa.
- Fammi pensare …. Uhm, forse un “grazie per avermi salvato la vita”?- però, che caratterino.
- Hai ragione … - aspetto che lei completi la mia frase con il suo nome. Sono davvero curioso di saperlo.
- Amy - dice quasi sussurrando. Amy … mi piace come nome. Mi ricorda qualcosa …?
- Bene, Amy, io sono … - 
- Dean Winchester, si lo so – davvero? Come fa a conoscermi? Vedendomi rimanere sorpreso continua a parlare
- Siamo nella stessa classe dei storia, inglese e matematica – stiamo scherzando? Come ho fatto a non notare una ragazza così bella?
- Che cos….?- no, Dean, di nuovo quel errore no! – Come hai fatto a fare quelle cose?-
- Io non sono umana … sono una fata … è una lunga storia – disse accennando un sorriso. Stavo per dirle che avevo tutto il tempo del mondo tanto avevo già detto a Sam di non aspettarmi sveglio. Quando il mio telefono squillò. Daniell. Cazzo, non poteva chiamare in un momento peggiore. Chiudo ancora una volta la chiamata e torno a guardare Amy. Lei è rossa in faccia, si vede anche al buio. Perfetto, momento rovinato.
- Senti scusami per prima, mi dispiace sul serio, ora devo andare. Ci vediamo domani!- volevo darle un luogo o un orario specifico, ma mi aveva lasciato senza parole.
 
Tornai a casa, Sam era seduto sulla poltrona a guardare la tv. Si accorse subito della mia presenza.
-Ehy Sammy, ti avevo detto di non aspettarmi sveglio- e quando mai fa quello che gli dico!
- Oh, finiscila Dean! Ho tredici anni!- scoppiai a ridere. Doveva ricontrollare la sua idea di essere grande.
- Com’è andata?-
- Bene. Tutto come al solito. Sono andato, l’ho ammazzato e sono tornato – gli dico ridendo.
- E non c’era nessuno?- perché Sam aveva fatto quella domanda? Non sapevo se parlargli di Amy. Ma in fondo, è solo una ragazza.
- Ho incontrato una ragazza … -  sul vago, sperando di non alimentare altre domande .
- Davvero?- Da quando gli interessava la mia vita sentimentale?
- E com’ era?-
- Aveva dei capelli arancioni e degli occhi blu- ho provato a fare una descrizione abbastanza oggettiva, non volevo dire che quegli occhi mi facevo impazzire. Dopo averla descritta, Sam ha dato di matto. Si è alzato dalla poltrona e ha iniziato a farmi domande:
- Era simpatica? Sapeva cacciare? È bella? Ti piace almeno un po’?-
- Oh, aspetta un attimo!- gli dissi ridendo – Come mai tutte queste domande?-
- Hai incontrato una ragazza, che sa cacciare e che a quanto pare è pure molto carina, dimmi, perché non è qui?- okay, forse mio fratello mi conosce un po’ troppo bene.
- Va bene, Sammy. Ora basta con le domande … -  ma lui era troppo eccitato per dormire
- Forse dovresti smetterla di fare lo sbruffone e essere più dolce con le ragazze!- Incredibile! Mio fratello che mi dava consigli su come conquistare le donne!
- domani le andrò a parlare, ma tu adesso vai a dormire sono le 2 passate!- dissi spingendolo verso il suo letto. Domani penserò cosa fare.
 

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Capitolo 3
*** questioni di sguardo ***


Apro il libro di inglese. Quella settimana non l’ avevo neanche toccato. Ma, tra i vantaggi di avere dei poteri è che non ho bisogno di studiare. Le solite urla. Alzo la testa e lo vedo. È fermo sulla soglia, cerca qualcuno con lo sguardo. Tutte le ragazze si sono accorte di questo suo comportamento e ognuna di loro spera che il suo sguardo ricada su di loro. Quando i suoi occhi incrociano i miei torno a guardare il libro. Tutte le ragazze mi guardano e io sto diventando rossa come un pomodoro. Quando passa vicino al mio banco e mi fa l’ occhiolino, succede un casino. Daisy sta praticamente svenendo sul banco. Altre ragazze continuano a mordere la penna nervose e altre ancora iniziano a parlarsi all’orecchio. Lo ignoro e mi fingo interessata all’ immagine di uno scrittore raffigurato nel libro. L’arrivo del professore zittisce tutti. Durante la lezione sul mio banco c’era più carta che in una cartoleria! Tutti, sembravano interessati a capire perché, il “ bellissimo, fighissimo e meraviglioso Dean Winchester ” ( o almeno è così che lo definisce Daisy) avesse notato una come me. Come sei io sapessi il motivo! Se proprio lo volevano sapere erano pregate di andare dal principe azzurro in persona e chiederglielo. Le ragazze continuavano a mandarmi bigliettini con scritto : “ allora, uscirete insieme?” “ L’ avete già fatto?” “ Cosa è successo?” “ Dove vi siete incontrati?” “ Butterai quella orribile felpa e inizierai a vestirti più provocante per lui?” Ma scherzano? Mi aveva solo salutato! Non avevamo nemmeno parlato, o meglio, si, avevamo parlato e lui mi aveva data del mostro. Wow, questo si, che è l’inizio di una storia d’amore! Al suono della campanella fui la prima a uscire dalla classe. Mentre camminavo mi sento prendere a braccetto, rabbrividisco e guardo chi è stato. Daisy.
-Ehy ciao, senti ….- ma la interrompo subito
- Non voglio parlarne.- non possono fingere di essere state da sempre le mie più grandi amiche, questo lo dovevano capire.
- Oh, daii! Sono solo curiosa, tutto qua!- ora ero veramente stanca. Mi divincolo dalla sua presa e le dico:
- Senti, tra me e il vostro “idolo” non c’è niente. Ci siamo incontrati per caso e abbiamo parlato, e non è stato nemmeno tanto gentile. Quindi se ora vai a dire alle tue amiche che non so quello che lui vuole fare, né mi interessa; mi faresti un grande favore!- detto questo iniziai a camminare velocemente per raggiungere il mio armadietto.
Esausta, appoggiai la testa contro il freddo metallo azzurro. Mentre uno strano rumore mi distolse dai miei pensieri.
-Apriti stupido coso!- accanto a me una ragazza con i capelli castani e gli occhi verdi stava prendendo a pugni un armadietto. Più o meno, quello era il destino di ogni studente. Almeno una volta nella vita l’armadietto non si apriva, tranne per me , che usavo la magia. Oh, non potevo lasciarla così.
- Ehy! Serve aiuto? – mi stampai in faccia un sorriso .
- Grazie! Se vuoi puoi provare. Ma penso che nemmeno uno scassinatore riuscirebbe ad aprire questo aggeggio!- sorrise anche lei. Mi avvicinai al lucchetto e senza nemmeno sforzarmi lo tolsi e aprii l’anta.
- Taa-daa -
- Come hai fatto??- era chiaramente stupita.
- me la cavo - 
- Ti va di venire a pranzo con me, sono nuova, non so aprire gli armadietti e non so dove andare- scoppiai a ridere. Era nuova, quindi non sapeva nulla della storia di questa mattina. Non sapeva chi era Dean. Perfetto!
- Ne sarei felicissima- anche perché ho sempre mangiato sola a pranzo, un po’ di compagnia mi avrebbe fatto bene.
- Su, mostrami dove posso incontrare i ragazzi più carini della scuola!- apposto, lei voleva stare con i ragazzi e io, invece volevo tenerli lontani.
- Dai sbrigati o faremo tardi-
 
La mensa era sempre abbastanza affollata, ma trovammo presto un tavolo vuoto dove sederci.
-Non ci siamo ancora presentate, io sono Lucy Romerts , tu?-
- Mi chiamo Amy - Lucy si guardava intorno con i suoi occhi smeraldo cercava qualcuno.
- Devo dire che questa scuola è piena di ragazzi carini!- “già, e non hai ancora visto Dean Winchester” pensai. Quando entrò nella grande stanza mi paralizzai. “ Ti prego, non venire qui, non venire qui” purtroppo la magia non funzionava sulle decisioni degli altri.
- Cosa succede?- mi guardava curiosa, quando Dean arrivò al nostro tavolo, Lucy capì mi fece un sorrisetto. - Vedo che non te la cavi bene solo con gli armadietti!- ma doveva proprio dirlo davanti a lui!? Volevo scomparire, mi sono ripromessa che la prossima volta la lascerò con l’ armadietto chiuso! Dean rideva, perché aveva capito che stava parlando di lui. Avrei riso anche io, in altre circostanze …
- Non mi avevi detto che avevi delle amiche così simpatiche- Lucy, non era mia amica, cioè ci conosciamo solo da un giorno..
- Devo sul serio ricordarti la nostra conversazione di ieri?- gli domandai.
- hai ragione. Ti va se ricominciamo?- Non sapevo che dire, non volevo problemi con le altre ragazze, ma in fondo che importa a loro e poi stiamo solo parlando.
- Posso sedermi?- non potevo mica dire no, i posti sono di tutti.
- Va bene- eravamo faccia a faccia e per la prima volta guadai i suoi occhi. Non erano verdi come quelli di Lucy , erano molto più chiari, verde- grigio. Probabilmente si è accorto che lo stavo guardando.
- Si, me lo dicono spesso che ho dei bei occhi, ma in confronto ai tuoi, i miei non possono competere.- L’aveva detto davvero? O era solo un mio sogno? Non ero abituata a ricevere complimenti. Sorrisi leggermente e accennai a un - grazie -  Vedevo che intanto l’attenzione si era spostata su di noi. Parecchie persone ci fissavano.
- Perché ci fissano tutti?- forse lui mi sapeva dare una risposta.
- Allora, io ho 2 ipotesi, o guardano me, perché sono stupendo … -
-  modesto il ragazzo! -
- E ancora non hai visto niente! O …… guardano te che sei bellissima- Okay, ero decisa a non dargliela vinta solo perché mi faceva dei complimenti, doveva capire che non ero con le altre.
- Finiscila, piuttosto, tu non stai con Daniell?-
- Per ora no. Sono un ragazzo libero – in effetti Daniell doveva essere veramente assillante come ragazza
- Come mai me lo hai chiesto?- mi guardò con il suo solito sorriso provocante.
- Non ci sperare, era così per chiedere. Certo che il tuo ego non ha limiti!- dissi ridendo. Suonò la campana.
- è stato un piacere parlare con te Amy!- detto questo si alza mi fa l’occhiolino. Doveva finirla di farlo, mi faceva un effetto strano. Uscita dalla stanza, c’era Lucy che aveva un largo sorriso stampato in faccia.
- perché non mi hai detto che il tuo ragazzo è un figo assurdo!- Non sapevo se scoppiare a ridere o meno.
- Lui non è il mio ragazzo!-  dissi come se l’idea fosse disgustosa, in realtà non lo era per niente.
- Ma come no! Ci sono ragazze che erano pronte ad ammazzare per essere al posto tuo-
- Mi ha solo parlato, non mi ha chiesto di sposarlo!- ribattei ridendo
- Amy, quale parte della frase “ lui voleva passare del tempo con te” non capisci?-
- non lo so Lucy, io non voglio stare con lui … - perché era così facile parlare con lei?
- Ah ah allora sei tu il problema!-
- Ne parliamo dopo-
- Contaci!- mi fece un sorriso e si allontanò verso la sua classe.  

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Capitolo 4
*** Un incontro notturno (?) ***


Solita panchina. Solito orario. Solito telefono. Insolito messaggio …?
“ Stasera 11:30. Parcheggio sulla Vermount Street. Ti devo parlare. –Dean” Come ha fatto ad avere il mio numero. In pratica non l ho dato a nessuno.
“ Potevi dirmelo in mensa “ gli scrissi.
“ Non posso dirtelo davanti a tutti” Oddio, chissà cosa mi doveva dire.
“ Okay. Ci sarò. Ma dimmi … come hai fatto a avere il mio numero?”. Attesi un po’. Era una strana sensazione quella che provavo. L’ idea di stare sulle spine solo per uno stupido messaggio. Ecco di che cosa parlavano le altre ragazze.
“ Amy, Amy …. Ricordati chi sono” Ehm … fammi pensare.. Un ragazzo stronzo circondato da 200 ragazze, che sarebbero pronte a svenire ad ogni singola parola? Già, forse era questo. Le ragazze avrebbero fatto qualunque cosa per lui. Il telefono mi vibrò in tasca. Per un attimo sperai che fosse un suo messaggio. Invece era Lucy. Scacciai subito quel pensiero e lessi il suo messaggio:
“ Ehy! Dovevi spiegarmi la faccenda di oggi “
“ Bè , se sei così interessata, mi ha chiesto di vederlo questa sera …”
“ Un appuntamentoo???” non era un appuntamento …. Non sapevo nemmeno che cosa volesse.
“ Lucy, non lo so ….”
“ Sai già cosa metterti?” veramente pensavo di rimanere così com’ero. Con la mia felpa celeste e i jeans.
“ Amyyy! Scordatelo! Non puoi andarci come se fosse una cosa che capita tutti i giorni!” Non avevo intenzione di far vedere a Dean che mi interessava, quindi, mi dispiace, ma la mia bellissima felpa gli sarebbe bastata. Spensi il telefono. Ora basta. Dovevo prepararmi psicologicamente.
 
Erano le 11:30. Mi trovavo nel parcheggio. Certo che di sera non è proprio un posto accogliente. L’ansia mi stava logorando. Cosa mi doveva dire di tanto importante? Le 11:45. Era in ritardo. Non rispetta gli orari delle lezioni, figuriamoci degli appuntamenti! Oh, la dovevo smettere di chiamarlo così. Era solo un incontro … Un incontro notturno. Cosa c’era di male? Immagino che tanti “ conoscenti” facciano questo genere di cose. Stavo congelando; e poi stare sola in quel posto senza nemmeno un pugnale a portata di mano, non mi rassicurava affatto! Venni accecata da dei fari di una macchina. Dean scese dalla sua Impala.
-Sei in ritardo- gli feci notare subito.
- Si, lo so. Ma è dura quando tuo fratello ti fa cento domante al secondo per scoprire dove stai andando- sorrisi. Non pensavo avesse un fratello. Cioè, nessuno si aspetta che una persona così si possa occupare anche di un fratello più piccolo.
- Allora, perché mi hai fatto venire in un parcheggio a morire dal freddo?- gli dissi scherzando.
- Va bene. Mi serve il tuo aiuto- Alzai un sopracciglio.
- So quello che hai fatto in questi giorni, sei stata tu a mettere fuori uso qualsiasi mostro nella zona, per questo non c’erano vittime. Senti, mio padre è andato in un'altra città per un caso, e anche se spesso è difficile ammetterlo ho bisogno di un aiuto. Sei brava a cacciare e penso che le probabilità di non farci ammazzare sarebbero di meno se cacciassimo insieme.- Okay, adesso sapevo quello che mi doveva dire. Non so perché, ma sentivo un grosso peso alla bocca dello stomaco. Mannaggia a Lucy che mi aveva messo tutte quelle idee in testa. Quel patto per me era insignificante, io non potevo morire, quindi di fatto a me non sarebbe cambiato nulla. Ma ero sicura che un giorno quello stupido ragazzo avrebbe fatto una cazzata e gli sarebbe successo qualcosa.
- Va bene.- ma prima che lui potesse aggiungere altro gli chiesi
- Quindi, tutto quello che mi hai detto oggi era una tecnica per farmi accettare l’accordo?- finsi di ridere e scherzare, in realtà volevo sul serio sapere se le pensava davvero quelle cose.
- Praticamente si- disse facendo quel suo solito sorrisetto. – Ci vediamo domani.-  e poi entrò in macchina. Aspettai di vedere scomparire le due luci gialle della sua macchina. Sentivo ancora più freddo di prima. Questa faceva male. Un improvviso dolore allo stomaco mi colpì. Esausta e infreddolita caddi sulle ginocchia. È incredibile come la delusione laceri più di quanto possa fare un coltello. Invece di teletrasportarmi come facevo di solito, decisi che avevo bisogno di camminare un po’. Mentre camminavo sul buio marciapiede deserto continuavo a ripetermi che avevo accettato perché era giusto, perché avevo bisogno anche io di aiuto. Ma i motivi erano ben diversi, solo che ancora li dovevo comprendere.
 

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Capitolo 5
*** Il gatto ***


Non avevo assolutamente nessuna voglia di vederlo. Quando lui entrò in classe, non fu come ieri. Niente occhiolini; niente casino. Meglio. E invece no. Mi sentivo usata. Ferita e quanto altro. Continuavo a guardare il libro. Il battito del mio cuore era irregolare. Dovevo assolutamente calmarmi. Socchiusi gli occhi. Cercai di pensare a altro. Sentivo il suo sguardo su di me. Andiamo Amy! Finiscila di fare così. Ma non potevo farci niente, avevo perso il controllo sul mio corpo, sui miei pensieri, sulle mie emozioni. Amy, non ora! Mi continuavo a ripetere. Non so come ho fatto a resistere 3 ore senza svenire sul banco. Il suono della campanella mi sembrava la musica migliore del mondo. Con le mani tremanti, raccoglievo le mie cose, il più in fretta possibile. Uscita dalla classe mi sentivo sollevata. Finalmente fuori di lì. Quando una mano si appoggiò sulla mia spalla. Era una mano calda. Mi voltai di scatto. Mi sentivo morire.
-Ehy, stai bene?- oh, bè, carino a preoccuparsi per me, ma in quel momento non era proprio la persona con cui volevo parlare. 
- Tranquillo, ieri sono arrivata a casa tardi, sarà la mancanza di sonno!- Ti prego vai via … Ma a quanto pare la scusa della notte insonne non l’ha convinto. Forse perché sono una pessima attrice. Mi mette una mano sulla fronte. Oh, andiamo, sto bene, puoi andare!
- ma tu scotti … - ma che cosa è oggi? Il giorno del contrario?
- Sto bene. Sarà solo la stanchezza- Stavo andando via, quando sento la sua presa sul mio polso. Non era forte, ma era decisa.
- No, Amy. Non stai bene. Devi andare a casa, farti controllare, non lo so. Qualunque cosa, tranne restare a scuola-
- Adesso c’è il pranzo e poi altre due ore, posso farcela; e poi non sto così male- si può sapere cosa importa a lui della mia salute?
- Amy, non puoi stare così … -
- è solo un giramento di testa, non è una malattia mortale!- eravamo vicini, anche troppo. Le nostre labbra si levavano qualche centimetro. Sentivo la sua faccia avvicinarsi alla mia. Avevo gli occhi socchiusi. Ti prego, fallo. Sentivo il suo respiro sul volto. Le sue labbra sfiorarono le mie. Ora. Avanti!
- Deann!!!!!- Cazzo. Daniell saltò su Dean, come fa una tigre con la sua preda. Gli diede un lungo bacio sulle labbra. Intanto mi ero molto allontanata da lui. Stava per baciarmi. La mia mente elaborava tutte le parolacce che avrei tanto voluto dire a Daniell.
- Ehy, Amy! Cosa ci fai qua?- disse stringendo il braccio di Dean.
- Niente, stavo usc….. – fui interrotta da Dean.
- Sta male, dovrebbe andare in infermeria-
- Bè, se stai male non dovresti starci troppo vicino, non voglio che il mio amore si ammali!- in poche parole voleva dire “tocca il mio ragazzo e ti faccio arrivare in infermeria volando”
- Sto bene, sono solo un po’ stanca. Tranquilla non ci tengo proprio a starvi vicini- detto questo me ne andai. In mensa trovai Lucy seduta ad un tavolo ad aspettarmi. Quando mi vide spalancò i suoi occhi smeraldo.
- Amy! Cosa ti succede??-
- Ho solo dei giramenti di testa, niente di che - Dovevano finirla di preoccuparsi tutti per me. Volevo stare sola. Non chiedevo altro.
-  È successo qualcosa ieri, vero?-
- No, non è successo niente. Ora vado, mi è passata la fame- mi spiaceva lasciarla così, ma non avevo voglia di parlarne.
 
Respirai lentamente. Ero uscita durante l’ora di Geografia. Non mi sentivo per niente bene. Camminavo per il corridoio deserto. Ogni tanto mi appoggiavo a qualche armadietto. Quando sentii un urlo.
-Torna qua!- il bidello rincorreva un gatto nero. Ma il gatto era troppo veloce e agile per il vecchio signor Robert. La palla di pelo nera mi saltò addosso. Lo afferrai come potevo e lo strinsi al petto.
- Ah, finalmente si è fermato! Stupido gattaccio!- il gatto miagolava in risposta, come se avesse capito l’insulto. Robert avvicinò le mani per prendere il gatto, ma lui soffiò.
- Se vuole lo porto io fuori dalla scuola- mi avrebbe sicuramente distratto e avrebbe aiutato il povero bidello a non rimanere con dei graffi.
- Va bene- Iniziai a correre con il gatto in braccio. Aprii la porta che si affacciava sul cortile. Mi sedetti sul gradino di pietra e posai delicatamente il gatto sul l’erba. Egli iniziò a strofinarsi sulla mia gamba.
- Ah, allora sei affettuoso!- dissi facendogli qualche carezza sulla testa. Non so per quale motivo avevo iniziato una conversazione con il gatto, ma sapevo che almeno lui non mi avrebbe fatto domande. Il gatto si sedette davanti a me e inclinò la testa. Aveva gli occhi verdi come quelli di Lucy. Mi venne in mente come l’avevo trattata a pranzo. Mi dispiaceva, ma non volevo parlare con nessuno. Il gatto continuava a guardarmi, sembrava volesse dirmi “ Quale problema ti affligge?” risi un po’ al pensiero del gatto parlante. Poi decisi di vuotare il sacco.
- Non sono triste perché non mi ha fatto una dichiarazione d’amore. Questo non c’entra niente. A me lui non piace. È Arrogante, testardo, puttaniere e molto bello. Oh, ma non importa. È una questione di principio. Mi sentivo ascoltata, capita, la sensazione che a qualcuno importasse di me,che davvero mi trovasse bellissima, ma era solo una stupida strategia. Mi sento una stupida ad aver creduto a tutte quelle bugie. Il problema è … - guardai il gatto, sembrava mi ascoltasse. – Oh, probabilmente ti sei stancato di sentire me lamentarmi solo perchè non ho nessuno con cui parlare. Devo smetterla. Non mi riconosco nemmeno. Non può arrivare un ragazzo dal nulla, dirmi qualche parola gentile per accettare uno stupido patto e farmi stare così male. Che fine ha fatto la solita Amy? Quella che se ne frega delle persone?  Perfetto! Adesso ho anche problemi di identità!- il gatto si strofinò ancora una volta sulla mia gamba.
-Ora vado- gli feci un ultima carezza sulla testa per chiudere la porta dietro di me. Dovevo parlare con Lucy.
 
 
 
Nota Autrice:
Spero che abbiate capito il motivo di Amy, per quanto Dean sia bellissimo e seducente, non si può ancora parlare di amore. Si conoscono solo da qualche giorno. Sono molto realista su questo punto, ma non vi posso promettere che conoscendosi meglio non si accenda qualcosa ;)    

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


A quanto pare, stare ieri al freddo in un parcheggio buio mi aveva fatto venire la febbre.
-Amy, senti, mi dispiace per prima, non avevo impicciarmi così. Ma tu stai male, si vede da chilometri. Ti accompagno a casa?- forse aveva ragione, dovevo andare a casa …
- va bene.- Lucy accennò un sorriso e mi condusse fino alla sua macchina.
Dopo qualche minuto mi trovavo distesa sul divano di casa, mentre Lucy era seduta sul tappeto di fronte al divano. Mi aveva praticamente sotterrato tra le coperte.
-va meglio?-
- Un po’- in realtà no, ma volevo che fosse soddisfatta del suo lavoro.
- Ehy, se vuoi parlare io sono qui … - Non potevo ignorare l’argomento, non dopo tutto quello che stava facendo per me.
- Ieri non è successo niente … -
- Oh, mi dispiace! Non dovevo metterti tutte quelle idee in testa! -  mi aspettavo più domande, ma sembra sapere già tutto. Certo, che Lucy spesso è proprio strana …. Ha sempre una risposta per tutto. Ma non volevo pensare più a nulla ora. Chiusi gli occhi lentamente. Prima l’immagine di Lucy era chiara e precisa, poi iniziò a sgretolarsi fino a che non vidi più niente; solo buio.
 
Mi svegliai. Avevo un mal di testa tremendo, ma quello probabilmente era il sintomo che mi era passata la febbre. Alzai la testa; cercavo Lucy con lo sguardo.  Ma non la vedevo, al suo posto c’era un gatto nero. Aspetta …. Un gatto nero?? Che ci faceva in casa. Il gatto dormiva tranquillamente. Era molto simile a quello di questa mattina, anzi, era lo stesso. I miei movimenti improvvisi devono averlo svegliato; perché il gatto lentamente solleva la testa e mi guarda con quei bellissimi occhi verdi. Rimango ferma. L’immagine del gatto scompare e al suo posto è tornata Lucy . Lei ha gli occhi spalancati e sembra preoccupata.
-Amy! Lo so che ti sembrerà strano, ma lasciami spiegare!- era molto più agitata di me.
- Tu sei un mutaforma? – Sembrava più un’affermazione che una domanda. Lei sembrava sorpresa che lo sapessi.
- Si, ma come fai a …?- ma probabilmente non voleva sentire la risposta, perché mi interruppe subito – tu non sei umana … Hai qualcosa di diverso- E brava la mia Sherlock. Le raccontai tutta la storia.
- Quindi Dean è un cacciatore? –
- Esatto, da ieri, lo aiuto a cacciare.-
- Oh, quindi non vero che non è successo proprio niente!- ci risiamo, le solite idee romantiche.
- Non ti seguo, Lucy –
- Oh, non ti ha proprio mollato, anzi voleva passare del tempo con te per conoscerti meglio – Era tutta contenta della sua nuova ipotesi. Io invece non ne ero molto convinta.
- E con Daniell come la mettiamo? Sono tornati insieme.-
- Ah, lei … ce ne sbarazzeremo … -  Mi fece un sorrisetto.
- Ehm… Lucy? Mi fai paura quando parli così – scoppiai a ridere con lei.
- Senti, non commettiamo lo stesso errore di ieri sera, non illudiamoci, come andrà andrà!- rimase un po’ delusa da quella affermazione, so’ benissimo che fantasticare è meglio della realtà, però non volevo rimanerci male.
- Quindi, non ti dà fastidio che la tua migliore amica sia un gatto?- Avevo il presentimento che non fosse la parola gatto che lei volesse sottolineare.
- Per me va benissimo – Lucy esplose, mi saltò addosso, persi per un po’ l’equilibrio. Una migliore amica? Io?  Perché no!
 
Nota autrice:
Holaa : ) Questo capitolo non ha un nome perché non sapevo assolutamente che nome dare senza rovinarvi la sorpresa. Okay, ditemi che lo avevate capito e vi spedisco tanto di distintivo di investigatore a casa. Ahah. Sono felice che Amy abbia una migliore amica, era sempre così “ forever alone”. Baci e alla prossima :) ah, e ci tengo a sapere se avevate riconosciuto Lucy ;)    

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Capitolo 7
*** Rose e champagne ***


Il giorno seguente, Lucy mi costrinse a rimanere a casa.  Con la scusa “ sei troppo debole per assistere alle lezioni”. Sciocchezze! Camminavo barcollando leggermente e mi girava un po’ la testa, ma non stavo così male. Decisi di pulire la casa.  Di solito mi bastava uno schiocco di dita e tutto era sistemato, ma dovevo pur  passarmi il tempo. Mentre raccoglievo i peli che aveva lasciato Lucy sul tappeto, il mio sguardo si posò sul telefono che era appoggiato al tavolino in legno. Era da ieri mattina che non lo guardavo, ma dubito fortemente che qualcuno si sia interessato alla mia salute. Invece c’era un messaggio. Da Dean. Feci quasi volare il telefono, che passava da una mano all’altra senza volersi fermare. Lo lanciai in aria e ebbi quel secondo per calmarmi, per poi afferrarlo con mano decisa. Aveva lasciato un messaggio in segreteria. Respirai profondamente. Premetti il pulsante, che fece “ clic” e partì la sua voce.
“ Ehy Amy, volevo sapere come stavi. Mi hanno detto che oggi sei uscita prima con la tua amica. Sono contento che tu sia andata a casa, dovevi riposare. “ sentii il suo respiro profondo come se lui fosse stato vicino a me.
“ Se ti sei ripresa, vieni domani al bar vicino il fioraio sulla strada principale. Alle 4:30. Abbiamo un caso, se stai troppo male per venire, non osare alzarti nemmeno dal divano, posso farcela da solo. A presto .” Quando l’audio terminò, mi sentivo vuota. Lo riascoltai altre 3 volte. Le parole che diceva le sentivo scivolare su di me, senza che le assimilassi. Era come se parlasse un’altra lingua. “ Amy, cogliona, ha detto il bar vicino al fioraio sulla via principale, non è così difficile non credi?” Scossi la testa, dovevo svegliarmi. Sarei andata al bar. Stavo molto meglio di ieri, e poi volevo dimostrargli che non mi facevo abbattere da una febbriciattola. Mi aveva già vista debole ieri e non volevo dimostrarlo mai più.
 
 
Aprii la porta. Si sentii una campanella tintinnare. Speravo di passare inosservata, invece avevo attirato l’attenzione di tutti. Lo cercai con lo sguardo. Mi avvicinai al suo tavolo. Sembrava stupito di vedermi.
-Guarda un po’ chi si rivede!- disse scherzando, gli mollai un ceffone sul braccio.
- Sono mancata solo questa mattina, colpa di Lucy che mi ha minacciato; se mi azzardavo a scendere dal letto, mi ha promesso che sarebbe tornata e si sarebbe vendicata.- Non era esattamente quello che mi aveva detto, le sue parole esatte erano “ Guai se ti alzi dal letto e provi a venire a scuola, perché mi assicurerò personalmente che vi baciate, e Daniell la toglierò di mezzo con le unghie” aggiungendo il fatto che Lucy era anche un gatto, le sue parole fecero molto più effetto. Già mi immaginavo che mentre parlavo con Dean mi sarei ritrovata un gatto tra le gambe pronto a farmi cadere. Tornai alla realtà. Dean stava ancora ridendo e pensai se fosse stato il caso di parlare di Lucy … nah.
- Sei sicura di stare bene?-
- Si, tranquillo. Non mi sento un infarto e poi anche se svenissi; il barista figo laggiù, mi porterebbe all’ospedale.- Avevo notato da subito il modo in cui mi aveva guardato da quando ero entrata. E probabilmente lo faceva ancora. Vidi Dean lanciare un’occhiataccia a qualcosa dietro le mie spalle e poi mi disse – credi davvero che io ti lascio toccare da un maniaco come quello?- quella frase mi stava facendo arrossire, risi sincera e pensai alla scena.
- Allora, cosa abbiamo di tanto strano?- Dissi riferendomi al caso.
- vediamo se trovi l’articolo- disse lanciando il giornale. Lo afferrai. I miei occhi scorrevano velocemente da un titolo all’altro. Politica, gli ultimi pettegolezzi delle attrici famose, baseball, suicidio … Stavo passando alla seconda pagina, quando vidi in un piccolo angolo, un articolo, un omicidio. Diceva:
 
 
-Morto l’avvocato John Menrtes. Viene picchiato con le rose e lo champagne che stava portando alla ragazza. Fuori dal ristorante viene aggredito con lo stesso suo regalo. Sul braccio del uomo c’e una scritta “ Her isn’t me …”-
Alzai un sopracciglio. Davvero era un caso per noi?
-So cosa pensi, ma ho parlato con alcune persone del luogo e dicono che John aveva un felice matrimonio senza problemi o amanti … Si è risposato, e indovina? Sua moglie si è suicidata, 5 anni fa .- ero ancora perplessa
- okay, come mai sua moglie si è suicidata?-
- Non lo so, dobbiamo scoprirlo..- .
 
Raggiungemmo in fretta la casa di sua moglie. Ad aprirci alla porta trovammo una donna, capelli biondi raccolti con una pinza. Il viso consumato e triste.
-Salve, siamo gli agenti Sceller e Fox . Possiamo farle qualche domanda?-   
- Certo- la signora era così triste e sconvolta che non aveva notato che eravamo molto giovani. Ci fece accomodare su un divanetto bianco.
- Ci spieghi bene cosa è successo ….-
- Eravamo al ristorante, quando lui si alza; ha detto che doveva prendere una cosa in macchina. Ma non è più tornato. Preoccupata sono andata nel parcheggio e lo trovai lì. A terra. Pieno di sangue.- la donna iniziò a piangere.
- Non può essere stata un’aggressione! Avrebbe urlato, qualcuno l’avrebbe sentito! – La signora non aveva tutti  i torti. Ma allora cosa poteva essere?
- Lei ha qualche idea su cosa potrebbe essere successo quella sera? – le chiesi, in fondo, doveva essersi fatta un’idea.
- è stata lei!- mi allontanai leggermente per la tonalità alta della voce.
- lei chi?- chiese Dean.
- La sua ex moglie! Ne sono sicura! È da qualche giorno che in casa succedono cose strane. E poi la scritta. Quella sul braccio di mio marito! Lui non aveva un’amante ne sono sicura! L ho detto alla polizia e non mi ha creduto. Ma è la verità!- la signora era disperata. Squillò un telefono, quello di Dean.
- Pronto?- disse lui.
- si, va bene. Sto arrivando- chiuse la chiamata e si rivolse a me.
- Vado a vedere il corpo del signor Menrtes. Tu stai qui con la signora. Sai cosa fare – Feci un cenno con il capo. Dean si incamminò verso la porta, ma si fermò sulla soglia.
- L’ex moglie di suo marito è stata seppellita vero?-
- Si. Ma come mai lo vuole sapere?- Dean si chiuse la porta alle spalle senza rispondere alla domanda.
- Era uno scherzo? Una presa in giro?- mi chiese dubbiosa la signora.
- No, signora. Noi le crediamo.- Le dissi afferrandole la mano, per darle conforto.
- Scommetto che siete fidanzati, vero?-  La sua domanda mi incuriosì.
- da cosa lo ha dedotto?-
- Avrei detto che siete sposati, ma non portate la fede. Si vede da come vi guardate, vi fidate l’uno dell’altra- Sposati? Possibile che la signora non aveva ancora capito che avevamo 16 anni?
- oh, ma si sbaglia, noi siamo solo … colleghi- dissi all’improvviso, ricordandomi che ero un agente di qualche associazione.
- Come vuole. Ma io non credo che sia così – mi fa un piccolo sorriso e torna a guardare la sua tazza di tè.
- Ha una foto dell’ex moglie?-
- oh si, John la teneva sopra il comodino per ricordo. Vado a prenderla.- la donna salì le scale. La mia concentrazione venne attratta dal telefono che aveva iniziato a vibrare.
- Ehy – rispondo.
- Allora , sono andato a vedere il corpo del marito. È stato colpito alla testa con la bottiglia di champagne, e le spine delle rose sono state usate per accecarlo e per incidere la frase. Ma, non era ancora morto, il colpo di grazia glielo hanno dato stronzandolo.-
- Tu dici che non è un aggressione?- io e i miei soliti dubbi.
- Non può esserlo. Ho visto anche il filmato del parcheggio. Non c’era nessuno, gli oggetti se li è tirati in testa da solo. E come la metti con i segni sul collo?-
- Okay, okay. Io sto qua in caso il fantasma si presenti. Vai al cimitero?-
- Si. Ci vediamo tra 30 minuti. –
- Va bene.- Stavo per chiudere quando sento la sua voce.
- Ah, Amy …. Stai attenta.-
- Ricevuto, a dopo.-  Chiudo la chiamata e sento un urlo.


Scusate il ritardooo. Spero che non mi cruciate ( solo io posso parlare di Harry potter in supernatural, sto diventando davvero cogliona :))

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Capitolo 8
*** Diamanti ***


Corro su per le scale. Trovo del vetro per terra. Lì vicino una foto incorniciata giace a terra. Raffigura un uomo e una donna. Probabilmente il signor Menrtes e la sua ex moglie.  Un altro urlo. Lascio perdere la foto e corro nella stanza accanto. Una donna dai lunghi capelli neri, bianca e con un aspetto alquanto lugubre, era comparsa nella stanza. L’urlo della signora Menrtes mi spacca i timpani. , mentre il fantasma inizia a scrivere una frase sul muro “ give me back my … “ il rumore delle sue unghie sul vetro mi fanno rabbrividire. Non finisce di scrivere la frase, si volta verso di me e fa un sorriso che mi fa venire la pelle d’oca. In 30 secondi mi trovo con le spalle al muro e con delle dita ghiacciate strette alla mia gola. I suoi occhi sono pieni di rabbia e odio. La signora Menrtes si era nascosta in un angolo e tremava dalla paura. Muovo le braccia invano cercando di farle togliere le dita dal mio collo. Ma niente da fare, quella non mollava. Poi apre la bocca e lancia un urlo, compare in una nube di fiamme scoppiettanti.
 
Dopo 5 minuti lei non c’è più. Anche se nell’aria aleggia ancora l’odore di bruciato. Sento un rumore di passi. Mi calmo solo quando vedo Dean apparire sulla soglia, pieno di terra.
-Tutto apposto?- ci chiede. Annuisco. Lo mi sguardo ricade sulla signora. I capelli biondi disordinati, alcuni attaccati alla faccia per il sudore. Il suo ciondolo brilla come il sole. Diamanti. Non so perché ma mi ricorda qualcosa … Cerco di ripercorrere gli avvenimenti della giornata, ma non si vedono collane di diamanti così brillanti e grosse ogni giorno. La foto. La signora della foto! Aveva la stessa collana. “ Lei non è me …” “ Restituiscimi il mio … Diamante..” Mi giro verso Dean.
- Abbiamo un problema- gli dico. Lui mi guarda e alza il sopracciglio
- Ovvero?-
- Non penso che sia finita … - mi guarda preoccupato
- Come? Ho bruciato il corpo.-
- Lei voleva quello- indico la collana. Mentre Dean inizia a collegare tutti i punti, io mi avvicino alla signora.
- Cosa? La mia collana? Cosa c’entra!- Si stringe al collo il diamante.
- Mi dica, quella collana è un regalo di suo marito?-
- Si. Me l’ha regalata da poco. Qualche giorno. –
- Bene. La collana era della sua ex moglie –  ma la signora sembrava sapere già tutto.
- Lo so, La settima scorsa ha sistemato la sua vecchia casa. Il mese prossimo sarà in vendita. Ha trovato questo bellissimo diamante e me lo ha regalato. Adesso, È uno dei ricordi di mio marito –
- Bè, a quanto pare non solo per lei – lancio un’occhiataccia Dean, la sua finezza non ci aiutava, la signora non ci avrebbe mai dato la collana. Mi alzo da terra ed esco dalla stanza con Dean.
- Torniamo subito- dico alla signora; che non aveva nessuna intenzione di muoversi dall’angolino.
- Dobbiamo distruggere quel diamante prima che il fantasma ritorni –  dice lui
- Peccato che la signora non sia d’accordo – .
- La ragazza sei tu … -
- Guarda, questo l’avevo notato anche io -  si mette a ridere.
- Nel senso che solo tu puoi riuscire a convincerla a darti il diamante-
- Ma non posso mica andare da lei e dirle “ Ehy, siccome siamo entrambe femmine, perché non mi dai il tuo diamante?” – Dean stava per dire qualcosa di altrettanto idiota. Quando miss fantasma compare nella stanza . Corro verso la signora.
- mi dia il diamante!- e allungo la mano.
- N-n-no - .
 Dean è a terra, il fantasma lo guarda dall’alto in basso, poi, come ha fatto con me gli mette una mano al collo.
-Senta, non abbiamo molto tempo. Preferisce morire?-
- Ma è un ricordo di mio marito!!-
- Suo marito ha rubato un diamante alla sua ex moglie!- la supplico con gli occhi. Con la mano tremante si slega la collana e me la mette in mano. Stringo il diamante tra le mani e lo lancio a terra. Si frantuma in mille pezzi, il fantasma lascia la presa su Dean e guarda lo spettacolo del suo prezioso gioiello ormai distrutto. Grida disperata e scompare. Ma questa volta, senza lasciare traccia. Dean è ancora a terra, con le mani si tocca il collo, come per essere sicuro che non ci sia nessuna mano.
- ma allora è proprio vero che i migliori amici di una donna sono i diamanti!- dice lui. È incredibile come dopo essere stato quasi str4ozzato abbia ancora voglia di fare battute. rido e aiuto la signora ad alzarsi.
- G-Grazie- mi dice, le sorrido.
- Oh cielo!- dice guardando Dean che ha un graffio sul braccio.
- Tranquilla, sta bene. È solo un graffio. Sopravvivrà!- gli faccio l’occhiolino.
- Ma grazie tante dell’attenzione.- Scuoto la testa e accompagno la signora al piano di sotto.
 
 
-arrivederci- dico io alla signora.
- Forse è meglio dire addio – dice Dean, facendo l’occhiolino. Ha ragione, se noi siamo nei paraggi vuol dire che c’è qualcosa che non va. La signora ci sorride e chiude la porta. Bene. Tutto finito. Stavo andando via quando sento la sua voce.
- Non siamo male. Come squadra. –
Rido. – noi non siamo niente- all’improvviso mi faccio seria. Davvero non eravamo niente?
-Bè, siamo alleati … - risponde semplicemente lui
- Forse- dico io dubbiosa. “ no, non siamo solo questo. Ma lo deve dire lui”
- io vado- gli faccio un cenno di saluto e scompaio.    




Holaaa! Eccomi. Per farmi perdonare ecco un altro capitolo. E poi, non potevo lasciarvi a metà caso, Spero che vi sia piaciuto :) Un grazie a tutte quelle persone che hanno messo la mia storia tra le preferite . Al prossimo capitolo bacii.

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Capitolo 9
*** domande ***


-Buongiorno!-  Lucy mi aspettava al tavolo della mensa.  Mi sedetti di fronte a lei.
- Buongiorno- senza darmi il tempo di mettere in bocca una patatina, iniziò con le domande.
- Allora, hai qualche novità da raccontarmi? Magari qualcosa di piccante?-  stavo per sputarle la mia coca cola in faccia. Mi ci volle tutta la mia buona volontà per trattenermi dal ridere.
- Cosa c’è? Tu sei una bella ragazza, lui è un bel ragazzo. È normale che … - la interruppi prima che potesse aggiungere altro di ridicolo.
- Tra di noi non c’è niente! Figuriamoci rapporti sessuali!-
- Ma per ora parlate sempre! Siete sempre in biblioteca confabulare qualcosa.- risi ricordando che avevo dovuto trascinare Dean fino alla biblioteca. Probabilmente non ci era mai entrato; perché la sua prima affermazione fu “ Non pensavo che ci fossero così tanti libri”.
- Abbiamo avuto dei casi. Tutto qua- le feci un gesto con la mano in segno che erano solo sciocchezze e niente di interessante come si aspettava lei. Decisi di cambiare discorso.
- Però, ho notato che anche tu sei stata occupata in questi giorni – Lucy arrossì di scatto. Il mio sguardo si posò su un ragazzo seduto a un tavolo in fondo.
- Non mi dici niente?- le dissi fingendomi delusa.
- bè …. Il suo gatto è figo - non ci credevo. Usciva con un ragazzo solo per il gatto!
- come fai a sapere com’è il suo gatto? Ti ha già portato a casa sua, da quanto vi conoscete, 3 giorni?-
- oh, lo sai che odio le relazioni serie. E poi potrei avere padrone e animale in una volta sola- alzai un sopracciglio, il suo modo di pensare era leggermente particolare.
- non dirmi che ti piace solo il gatto.- iniziavo a provare un po’ di pena per quel povero ragazzo.
- Lui … è carino. Mi piace. Ma non penso che lui.. ecco … si sia innamorato di me. Non abbiamo parlato molto. –
- Aspetta, hai fatto sesso con un ragazzo e non conoscevi nemmeno il suo nome o qualcosa di personale?-
- il suo nome lo so … Robert … credo- mi misi una mano sulla fronte, per fargli capire che aveva fatto una cosa stupida.
- Che c’è, tutte le ragazze umane fanno così!- Ehm … non proprio.
- Non sono la persona migliore a cui chiedere. Ma, diciamo che le ragazze umane che fanno così non sono considerate molto bene dalla gente – Lucy sembrava stupita.
- Quindi che dovrei fare?-
- Fare un po’ di conversazione. Sapere quello che gli piace, quello che odia, il suo cibo preferito, il colore e il carattere- ripensandoci, l’avrei dovuto fare anche io con Dean. Il suono della campanella interruppe i miei pensieri. Appuntamento. Dean. Biblioteca. Adesso.
-poi ti faccio sapere – mi disse allontanandosi.
 
Facevo zig-zag tra gli studenti nel corridoio. Dopo essermi parata davanti circa 10 persone, finalmente la mia corsa terminò. Aprii lentamente la porta. Lui era seduto nel tavolo in fondo, con una mano tra i capelli.
-Ehy !- mi avvicino al tavolo. Lui alza lentamente la testa e mi sorride.
-Allora, avrei qualcosa da proporti ..- lasciò perdere il libro e il suoi occhi grigi-verdi si posarono su di me. Nel suo volto comparve un sorriso malizioso. Alzai gli occhi al cielo.
- Avrei delle domande da farti –  lui mi guardava perplesso
- come posso fidarmi ciecamente di una persona che nemmeno conosco?-
- va bene. A una condizione … - cosa poteva essere di così terribile?
- Anche io ti farò delle domande –
- ehm… va bene. Colore preferito? –
- Blu- perfetto. Anche il mio.
- Sei vergine?- cazzo. Dovevo aspettarmi queste domande. Il mio sguardo gli lanciava tutte le parolacce che conoscevo e lui lo capiva. Mi fece un ampio sorriso e inclinò leggermente la testa, come per dire “ Devi rispondere”. Scossi la testa.
- come si chiama tuo fratello?- sembrava stupito da quella domanda.
- Sam. Non pensavo che tu ti ricordassi che avevo un fratello.- gli rivolsi un sorriso sincero.
- non hai genitori?- mi chiese.
- No- . toccava a me. Cosa potevo chiedergli?
- Perché stai con Daniell?- fottuta. Ero fottuta. Perché gli avevo fatto quella domanda!?
- bè, lei è bella, è una cheerleader ed è tra le ragazze più popolari della scuola, posso chiedere di meglio?- SI. Pensai così forte, che per un attimo ho temuto di averlo detto davvero. Invece Dean mi guardava divertito. “ io non sono gelosa!” .
- hai mai avuto un fidanzato?-
- no –
- è l’unica risposta che sai dare?- mi disse scherzando.
- Ah ah!! Questa è un’altra domanda!- gli feci notare.
 
Il pomeriggio passò così. Pieno di sorrisi e risate. Uscita dalla biblioteca io sapevo il suo colore preferito, la sua opinione sulle ragazze ( e da lì era nata una divertente discussione su chi era meglio tra i maschi e le femmine). Mentre lui di me sapeva cose molto più personali, ma nonostante tutto non ero così imbarazzata per avergliele dette.
-Un’ultima domanda!- mi disse
- E va bene … spara- gli dissi arrendendomi
- Cosa faresti se adesso succedesse qualcosa di inaspettato?-
- Dipende cosa è- gli risposi. Sentivo la sua mano appoggiata al mio braccio. Avevo capito. Mi sbrigai subito ad aggiungere – Bè, l’unico modo per saperlo è far succedere questo “qualcosa”-  mi sorrise e si avvicinò a me. Sentivo il suo fiato caldo sulla faccia e ….
- Ciao Dean!- Chiusi gli occhi infastidita. È incredibile di come in 10 secondi si possa rovinare un’atmosfera. Se prima odiavo Daniell, adesso non so come chiamare il sentimento che provo verso di lei.  Non doveva farlo. Spesso mi chiedevo se lei mi seguisse per poi saltare fuori nel momento meno opportuno.
- Amore, non ti ho visto per niente questa settimana – Disse lei saltandogli addosso come al solito. Possessiva la ragazza.
- Ho interrotto qualcosa?- disse fingendo di essere una bimba innocente, come che se sapesse quello che io e Dean stavamo per fare non mi avrebbe ammazzato.
- no, no niente; tranquilla.- “Un bacio non è niente” esclamai infuriata nella mia mente.
- Va bene, io vado … - volevo dileguarmi il prima possibile.
- No, Amy. Stai qua- ma chi si credeva di essere? Non poteva obbligarmi a rimanere. Ma decisi di non fare resistenza, sapevamo entrambe ( lei non so, ma io sicuramente) che usare le maniere forti con me non le sarebbe servito; con tutta la rabbia che provavo sarebbe finita all’ospedale in qualche secondo. Mi voltai verso di lei.
- Vorrei sapere perché vedo sempre te e Dean insieme, ti ricordo che è il mio ragazzo- Con una calma sorprendente le risposi – Questo lo so- e alzai un sopracciglio come per dire “ Non vedo dove vuoi arrivare”.
- Mi chiedevo il motivo della vostra amicizia- quasi dimenticando che Dean fosse lì presente; le risposi:
- Io non ti devo nessuna spiegazione-
- io dico di si- Sembrava sul punto di esplodere.
- Lei si è offerta di guardare mio fratello mentre sono fuori- disse Dean.
- Già. Sam .- dissi ricordando il nome. Daniell sembrava sorpresa dalle nostre risposte.
- Adesso che hai finito di fare la fidanzata gelosa, posso andare?- Dean si stava sforzando per trattenere una risata.
- Si, vai. I devo stare un po’ da sola con il mio Dean - detto questo lo baciò sulle labbra. Mi girai di scatto e mi allontanai schifata.
 
Hola! Okay, probabilmente adesso mi ritroverò qualcuna di voi a casa per ammazzarmi. Non l’ho fatto apposta. Cioè si, le scrivo io le storie, ma … io do’ solo il via, poi il carattere dei personaggi fa il resto. Cmq, penso che avrete notato che ho modificato un po’ la storia di Amy ( parlo con chi ha letto la prima storia). Diciamo che Cupido ha modificato i suoi ricordi ( non so se lo avete notato, ma Amy non parla mai del suo passato, appunto perché non lo ricorda e non è vergine, anche perché cupido rimandato indietro la Amy del presente, che già lo aveva fatto con Dean.)  Si, lo so; è complicato. Io e Cupido siamo litigati, gli avevo chiesto Jensen per il compleanno ma non me lo ha portato :(
P. s. per una volta le mie NA ( note autore) servono a qualcosa e non ha sentire i miei scleri quotidiani :)
 

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Capitolo 10
*** cambio di look ***


-Com’è andato il colloquio con Robert?- chiesi a Lucy.Eravamo a casa sua.
- Ehm … okay, non ridere. Ma ho scoperto che si chiama Shawn - Scoppiai a ridere.
- Ehy!!! Avevi detto … - era diventata tutta rossa.
- Io non ti ho promesso niente!- ribattei ridendo.
- E tu? Non dirmi che hai scoperto che Dean ha altri trenta nomi?-
- No no, solo uno- le risposi sorridendo.
- E dimmi, com’è andata? Vi siete baciati o altro?- ecco, adesso riconoscevo Lucy. Le raccontai di quel piccolo tentativo di baciarmi e Lucy iniziò a cantare.
- Amy è innamorata! Amy è innamorata!-  sembravamo delle bambine di 7 anni.
- Cosa? No, io non sono niente!-
- Certo, ma dimmi se lui ti avesse baciato tu che avresti fatto?-
- Avrei risposto al bacio- Bene, mi ero fregata da sola!
- Hai visto! La mia Amy è innamorata-
- è solo una tua impressione- le dissi.
- Allora, dato che ti piace, devi conquistarlo.-
- Conquistarlo? Ma che cosa?- non ci stavo capendo niente.
- Ci sono! Devi cambiare look- la guardai come se avesse detto che dovevo bruciare casa mia.
- Io non cambio proprio niente- dissi stringendomi la mia felpa celeste al petto.
- invece si! Dai, vediamo cosa ti posso prestare- Mi trascinò nella sua stanza. Aprì la cabina-armadio e iniziò a prendere le prime cose che le sembravano adatte. Sfortunatamente per me, io e Lucy avevamo la stessa taglia, quindi tutto il suo guardaroba mi entrava.
- Questi!- urlò come se avesse trovato il petrolio. Mi porse un paio di pantaloncini e io li guardai come se mi avesse dato qualcosa di orribile.
- Dai provateli, non ti mordono mica, eh!- mi disse scherzando.
- Ma io non mi vesto così!-
- Sei l’unica che porta ancora i jeans con questo caldo! Quindi, ora ti provi questi innocenti e casti pantaloncini che non sono  nemmeno tanto corti.-
- ma … - senza lasciarmi il tempo di ribattere mi indicò la porta del bagno. Presi quei cosi e andai a cambiarmi.
 
 Quando la porta del bagno si aprì, sentii un rumore.
- Miao- disse Lucy.
- Cosa significa?- le chiesi curiosa
- Che ti stanno bene!-
- Grazie- Lucy aveva ragione, non erano così corti come sembravano, ma erano pur sempre dei pantaloncini.
- Domani vai a scuola così!-
- Lucy, non lo so, non mi sento … me-
- ma sono solo dei vestiti, Amy! E poi devi attirare la sua attenzione- Stavo per risponderle quando sentii il telefono squillare.
 
- Pronto?-
- Ehy, Amy. Ti devo chiedere un favore.- era Dean.
- Si, dimmi.- intanto Lucy mi guardava curiosa.
- Ti ricordi della bugia che abbiamo detto oggi? Bene, Daniell ci crede. Ma questa sera mi ha chiesto di uscire con lei, ma io non so se posso lasciare solo Sam e lei si è ricordata di oggi … - lo interruppi.
- Capito. Devo controllare Sam. Tranquillo, lo farò .-
- Senti, sono davvero mortificato per quello che ti sto chiedendo, non dovrei trattarti così, ma … -
- Ehy. Calmati okay? Ci penso io. È tutto apposto- lui ci teneva davvero a come mi sentivo.
- grazie. Davvero.-
- Di nulla – chiusi la chiamata. Lucy mi guardava divertita.
- Vai a conoscere il cognatino?-
- Oh! Ma smettila!- le dissi ridendo.
 
Il posto era quello. La casa era quella. Non mi restava altro che bussare. Con mia grande sorpresa, trovai la porta aperta. Entrai lentamente e mi diedi un occhiata intorno. Bè, si notava l’assenza di una donna in casa. Mentre osservavo la stanza, con la coda dell’occhio notai un ragazzo. Rabbrividii di scatto vedendo che imbracciava un fucile. Sentii qualcosa passarmi sulla pelle. Un proiettile mi aveva preso di striscio.
-Chi sei?- mi chiese il ragazzo.
- Ehm … mi chiamo Amy. – Il ragazzo spalancò gli occhi, posò il fucile e si avvicinò a me.
- Tu sei Amy? Quella Amy?- ehm …. Okaaay.
- Penso di si. Tuo fratello ti ha parlato di me?-
- Ehm … si si.- mi prese per un braccio e mi fece sedere su una vecchia poltrona.
- Allora, sei la ragazza di mio fratello?-
- Eh? No … -
- Ah … - sembrava deluso.
- Aspetta, che ti ha detto tuo fratello di me?-
- Niente di speciale. Che hai i capelli arancioni e gli occhi blu. E che cacciate insieme –  fece un respiro profondo.
- A te lui piace?-
- è complicato.- rispondo con un sorriso.
- è perché non è gentile? Glielo dico sempre di essere più gentile con le ragazze!-
- No, no, lui è gentile, Solo che ha una ragazza –
- Quella bionda e isterica?-
- Esatto- risi.
- Non mi piace per niente. È una troia!-
- Tu ragazzo, mi piaci- gli dissi sorridendo. Battemmo il pugno e poi scoppiammo a ridere.
- Senti, Dean è un po’ particolare, ma ti assicuro che è un bravo ragazzo. Si, lo so è stronzo e egocentrico, però farebbe di tutto per le persone a cui tiene.- Era vero. Non so come mai , ma io lo sapevo. “ vidi un bosco, alberi, un licantropo a terra, sangue … cosa stava succedendo? Lacrime sulle mie guance, ma non erano mie ..” Scossi la testa. Sam mi guardava preoccupato.
- tutto bene?- mi chiese.
- Si, tutto apposto-  Cosa era quello? Un Flashback? Un ricordo?
 
 Dean’s POV:
 
-Dean! Che hai?- mi chiese leggermente infastidita.
- Niente Daniell. È stata una lunga giornata. Sono solo stanco.- Mentre lei mi massaggiava il petto.
- Posso cercare di tirarti su il morale?- Sapendo la risposta mi baciò sulle labbra. Ricambiai il suo bacio prendendole il volto fra le mani. Con le dita le accarezzavo i lunghi capelli biondi. Daniell è una bella ragazza. Nessuno le direbbe mai di no, era magra, abbastanza alta e agile. Popolare nella scuola e brava nello studio. Cosa si poteva chiedere di meglio? Eppure, le labbra che io desideravo erano altre. Mentre pensavo non mi ero accorto che le labbra di Daniell erano scese sul mio collo. Tra di noi c’era passione; ma non amore. Per quanto un nostro bacio possa essere passionale e sensuale, non sarebbe mai stato soddisfacente. Eravamo bravi a fingere. Lei probabilmente lo è ancora; ma io non più. Non riesco più a fingere che ogni cosa che facciamo, ogni suo bacio, ogni suo tocco;  riescano a soddisfarmi. Non mi verrebbe mai la sensazione di fermarmi per il corridoio e correre da lei per baciarla. Durante la giornata niente mi fa ricordare lei o me la fa mancare. Forse perché fra noi due non c’è nessun sentimento. Niente di niente. Invece con Amy è diverso. Mi sforzo di concentrarmi su Daniell, che intanto mi sfila la maglia.   Non posso fare altro che pensare a quanto sia stato stronzo con lei, lasciarla sola con Sam. Daniell mi costringe a guardarla e mi da un altro bacio.
 
 
 È tardi. Le 3 passate. Entro in casa. È tutto buio, tranne nel salotto una lampada illumina due corpi  sul divano. Amy e Sam dormono profondamente. Amy circonda la pancia di Sam con il braccio, mentre la testa del mio fratellino è appoggiata al suo petto. A quanto pare mio fratello è davvero bravo con le donne, in una sera è riuscito fare più di quello che ho fatto io in un mese. Sono così teneri, che neanche sembrano veri. E poi, chi sono io per svegliarli e dire ad Amy di tornare a casa? La guardo con più attenzione. I capelli arancioni sono scompigliati sul cuscino, ha un ciuffo al centro del viso. Con una mano tremante glielo sposto per metterlo dietro l’orecchio. Guardo per un ultima volta le due persone che amo di più al mondo e spengo la luce.

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Capitolo 11
*** Buongiorno Amy! ***


Mi sveglio su un divano antico. Giro la testa e trovo la faccia di Sam. Probabilmente io e lui ci siamo addormentati dopo il 4 film che ci siamo visti. Devo tornare a casa. Lentamente scendo dal divano senza svegliarlo. Schiocco le dita e tutto e sistemato. Niente patatine per terra e tutti i cuscini sono sulle poltrone. Soddisfatta del mio lavoro mi dirigo verso la porta. Prima, però do un bacetto a Sam sulla fronte. È proprio un bravo bambino. Solo ora mi ricordo di Dean; probabilmente sta dormendo in qualche stanza della casa. “vai via. Non è casa tua, non puoi curiosare” mi dico. Ma io non cerco oggetti, cerco una persona. Mi avvicino verso una stanza buia. Non riesco a vedere niente. Una figura dorme nel letto. Probabilmente è lui. Mi avvicino cercando di non fare rumore. “ Basta Amy! Cosa ci fai qua! Sembri una malata che fissa le persone mentre dormono” , ignoro la vocina. Eppure, anche al buio, riesco a vedere i suoi lineamenti perfetti. Il suo viso, i suoi occhi e le sue labbra. Mi costringo ad andare, chiudo lentamente la porta pensando bene a quello che dovevo fare oggi. Mi feci una domanda importante: “A te piace davvero?” e la risposta era: si.
 
Dean’s pov:
Aprii gli occhi.
-Saaam!- urlai. Sentii un tonfo. Perfetto, era sveglio. Poi, qualcosa si buttò sopra di me. Arrivò con le ginocchia sulla mia pancia.
- Ah! Piano, non sono mica fatto di metallo.- ma probabilmente a Sam non importava. Iniziò a tastare il materasso con le mani.
- Cosa fai?-
- Lei non c’è-  disse deluso.
- Sai, ce l’ha anche lei una casa-  gli dissi sorridendo.
- Pensavo fosse con te-
- Con me? E che cosa ci doveva fare nel mio letto?- Sam alzò un sopracciglio. Okay, quel bambino sapeva fin troppe cose.
- Tu, fratellino mio, ti fai troppi film mentali – gli dissi ridendo. Ma lui sembrava ancora deluso.
- Ma lei che problema ha? È una ragazza come le altre. Quindi … -
- Le cose sono molto più complicate di quanto sembra- gli risposi.
- Io dico di no. È semplice, basta lasciare la bionda e stare con lei-
- Non posso lasciare Daniell senza un valido motivo. “ Scusami, mi piace un’altra ragazza, lasciamoci”-
- Ah Ah! Allora ti piace!- stava diventando un po’ troppo intelligente.
- Dai, muoviti. Che faccio tardi-
- Tu fai tardi ogni giorno-
- A volte è saggio fare silenzio e ignorare certi dettagli- 
- Detto da te, è proprio il colmo!- Si mise a ridere. Ah Si? Iniziai a lanciargli dei cuscini. Sollevammo tutte le lenzuola. Era iniziata una guerra, ma molto probabilmente avrei vinto io.
 
Amy’s pov:
Camminavo per il corridoio, cercando di ignorare le persone. Molte facevano delle facce sorprese, mentre altri mi guardavano per la prima volta. Fino a quando non incrociai lo sguardo di Lucy. Le corsi incontro, era la mia unica salvezza.
-Non pensavo che te li saresti messa!- già, l’errore più grande della via vita.
- Ohh! Non fare quella faccia, stai benissimo- Mentre lei parlava, mi toccavo le gambe nude, ero troppo scoperta.
- Finiscila con i tuoi ragionamenti dell’800! Ti sei solo scoperta le gambe, poi penseremo a una maglietta un po’ più scollata- che cosa? Ma scherza?
- Amy … -
- Cosa c’è?- le chiesi curiosa. Mi fece un sorriso.
- è arrivato!-
- Che cosa!? Devo andare in bagno!- Corsi verso la porta senza dare il tempo a Lucy di fermarmi. Mi chiusi la porta alle spalle e appoggiai la testa al legno colorato. Feci un respiro profondo. 1… 2 … 3… Aprii la porta. Quasi tutti erano andati nella mensa a mangiare. Meglio.
- Ehy!- Rabbrividisco. Mi giro ed eccolo lì.
- Ehy!- rispondo. Mi guarda, sento il suo sguardo percorrermi il corpo.
- Mi piaci così- il suo sorriso è grande quanto tutta la muraglia cinese. Divento subito rossa in volto. Iniziamo a camminare per il corridoio.
- E che fine ha fatto la tua bellissima felpa celeste?-
- è a lavare- Nessuno dei due si era bevuto questa scusa.  
- Cos’hai fatto al braccio?- Indica la striscia rossa del proiettile di ieri.
- Tuo fratello mi ha sparato-
- “prima spara e poi fai domande”-
- Bè, è bravo- Quanti anni aveva 13? E sapeva già usare un arma!
- Tanto bravo non lo è, non ti ha nemmeno preso!- dice passando il pollice sulla ferita. Gli lancio un’occhiata omicida. Lui scoppia a ridere.
- Sam è troppo buono per essere tuo fratello … - ma ormai la sua risata aveva contagiato anche me.
- ci è rimasto male questa mattina, quando non ti ha trovato-
- che dolce. E tu che gli hai detto?-
- Che hai anche tu una casa. Lui probabilmente sperava che ti trasferissi da noi. Ieri si è divertito.-
- e secondo la sua immaginazione, dove avrei dormito?- risi. Volevo sentire quello che Sam pensava.
- Ah, non lo so. Questa mattina è venuto a cercarti nel mio letto!- esclamò ridendo.
- E cosa ci dovevo fare lì?- questa conversazione stava prendendo una strana piega.
- Ti assicuro che sa più cose di quello che sembra.-
- Cosa? Lui è davvero convinto che noi ..- non ne ero tanto stupita, ieri mi aveva chiesto se eravamo fidanzati.
- Si, è convinto. E non ha tutti i torti tutte le persone che sono venute a casa nostra ..- Mi sbattei violentemente una mano sulla fronte.
- Felice di essere la prima persona che non è venuta a casa tua per fare sesso con te- lui stava per dire qualcosa, suonò la campanella.
 
- okay, forse è meglio che vado. Sono in ritardo e non ho mangiato ancora niente!- dico sorridendo. Lui è diretto dal lato opposto al mio. Poi si gira e mi chiama.
- Eri bellissima anche prima!- mi fermo di scatto, aspetto di non udire più i suoi passi. Cerco di tenere i libri, ma le mie dita sembrano atrofizzate, non hanno alcuna intenzione di muoversi. Sento la copertina dei quaderni percorrermi il palmo della mano senza fermarsi. Cerco di prenderli, vorrei muovere le dita, ma non ricevono gli impulsi del cervello. Ma non mi importa, in fondo cosa mi servono i quaderni. Mi ha detto … Forse, o … l’ho immaginato. No, l’ha detto davvero. Il rumore dell’impatto dei libri con il freddo pavimento della scuola mi risveglia. Vedo i quaderni a terra. “ Devi raccoglierli” mi dico. Sto ferma a guardare il pavimento. “ Amy! Risvegliati! Prendi i libri. Muoviti, sei anche in ritardo” Dopo 5 minuti decido di piegarmi e raccogliere le mie cose.
 
- Buongiorno!- Alzo la testa. Un ragazzo, capelli neri, occhi marroni.
- Buongiorno- dico continuando a raccogliere le mie cose.
- Ti posso aiutare?- mi chiede. Raccolgo in fretta tutto e mi alzo.
- No no. Tranquillo- accenno a un sorriso. Quel ragazzo mi inquietava.
- Piacere, Jeff – gli stringo la mano. “ Devi andartene”
- Amy. Scusami Jeff, ma sono in ritardo – Ma lui appoggia una mano sugli armadietti sbarrandomi la strada.
- Bè, ormai che sei in ritardo tanto vale rimanere un po’- Mi afferra la vita con entrambe le mani, che poi scivolano sul mio sedere. – Stai ferma- mi sussurra all’orecchio. Mi abbassa la spallina della maglia. Alzo gli occhi al cielo. Ho ammazzato cose molto più terrificanti di lui, si aspetta sul serio che io rimanga traumatizzata da qualche minaccia? Gli do’ uno schiaffo, poi, con un colpo deciso della gamba lo faccio cadere a terra. Mi rialzo la spallina e scuoto la testa infastidita. Da dietro il suo braccio mi circonda la gola. Volevo evitare di fargli male, ma se proprio devo … Con il gomito colpisco la sua gabbia toracica. Urla di dolore; ma nel modo di cadere mi colpisce sotto l’occhio. Mi porto una mano al livido. Jeff è steso a terra, con entrambe le braccia che si cingono la pancia. Mi piego accanto a lui.
- La prossima volta provaci con una ragazza più sprovveduta. Non ti voglio più vedere, Hai capito? Non provarci più né con me né con Lucy. La prossima volta potrei non essere così clemente – gli lancio un’occhiataccia e lui muove leggermente la testa per dimostrare che ha capito. Prendo i miei libri da terra e continuo a camminare per il corridoio.      


Perdonatemi il ritardo. Ma sono in una cittadina sperduta dai miei nonni e non c'è molta connessione. Ho paura che fino al 18 non potrò postare, vi faccio sapere :) Baci e buone vacanze.

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Capitolo 12
*** Sangue ... ***


-Ma cosa hai fatto?- mi chiede Dean. Alzo un sopracciglio; non capisco.
- Lì, sotto l’occhio- con il pollice, delicatamente mi tocca il livido. Ma per quanto cerca di essere delicato, appena il suo dito lo tocca; rabbrividisco.
- Ah- esclamo. lui toglie subito la mano.
- scusami. Ma si può sapere com’è che ti lascio tre ore sola e torni con un livido in volto?- mi sorride.
- Oh, ma non è niente. Ho solo picchiato un ragazzo-  lo dico se facesse parte della mia routine quotidiana.
- Cosa hai fatto?- lui è più che sorpreso.
- Ho. picchiato. Un. Ragazzo. Che. Non. Teneva. le. Mani. Al. Loro. Posto.- dico scandendo ogni singola parola.
- E chi era?-
- Boh, non abbiamo parlato molto. È passato direttamente alle mani, Credo Jeff … - Alzo le spalle, non mi importa il suo nome.
- Jeff Jones? Il capitano della squadra di basket della scuola?- Poteva essere anche il preside, l’avrei picchiato comunque.
- Alto, capelli neri e occhi castani?- Dean cercava di fare l’identikit del mio aggressore?
-Lui- Torno a mangiare il panino.
- Come l’hai steso? Sarà il doppio di te! E poi sei una ragazza ..-
- Sono una ragazza, non significa cretina e indifesa.-
- Giusto.- ammette lui. – Sei sicura che non devi andare in infermeria per quello- indica il livido.
- Nah. Quel bastardo mi ha colpito per sbaglio. Dovevo stare più attenta. Comunque a lui è finita peggio.- Sorrido soddisfatta.
- non dirmi che farò la stessa fine!- dice ridendo.
- No, basta che tieni le mani al loro posto- gli dico ridendo. Ma probabilmente non riuscirei mai a fargli male.
- Si signora!- Dice facendo il saluto militare.
- Sei un idiota!- esclamo lanciandogli una patatina.
- Come hai osato fare ciò!- mi lancia a sua volta le sue patatine. La mensa è vuota, ci siamo solo noi due.
- Non hai già picchiato abbastanza persone oggi? – mi dice scherzando.
- Ah, al diavolo. Le guerre di patatine non valgono!- dopo 15 minuti di guerra, ci guardiamo intorno.
- La signora Grace, ci ammazzerà! Non dirmi che hai intenzione di picchiare anche lei … - dice con il suo solito sarcasmo. Io schiocco le dita e tutte le patatine sono scomparse.
- Nah, niente più spargimenti di sangue oggi- lo guardo e rido. È impossibile non farlo. Nel suo viso c’è qualcosa, di dolce, di misterioso e ..si, anche di buffo; che ti fa sorridere. Sento un urlo. Io e Dean scattiamo in piedi e corriamo verso il corridoio. Una folla di persone circonda la porta del bagno delle ragazze. Le voci si confondono, tutti parlano spaventati. Mi avvicino al bagno, ma sento il braccio di Dean che mi trattiene.
- Dove credi di andare?- Con la testa indico destra.
- Là-
- Vengo con te-
- Non penso che puoi … - Lui mi guarda dubbioso.
- Perché?-
- è il bagno delle ragazze! Fino a quando non ti spunteranno le tette non potrai entrare- mi sorride, ma poi torna serio. – Se vedi qualcosa, esci subito. Non mi interessa se è la bidella o un fantasma, tu esci-
- Okay-
 mi faccio largo tra la folla e entro nel bagno. A quanto pare mi sbagliavo. “ Niente più spargimenti di sangue oggi”. Invece no. Sangue, ovunque. Pareti, specchi, pavimento. Vicino al lavandino, giaceva il corpo di una ragazza. Lo scopino del water aveva perforato il suo corpo. La pancia per la precisione. La visione era spaventosa. Cercavo di riconoscerla, ma non mi ricordava niente. Probabilmente non era tanto popolare. Mi avvicino a lei. Era una ragazza carina.
-Mi dispiace- le sussurro come se potesse sentirmi. Esco dal bagno. La prima ragazza che trovo la fermo e le chiedo:
- Vai a chiamare la bidella- Le annuisce spaventata e corre per il corridoio. Intanto Dean mi viene incontro.
- Com’è la situazione?- mi chiede.
- Ha lo scopino del water infilato nel pancia.- dico senza troppi giri di parole.
- Tu pensi che ...-  
-Non lo so. Ma sicuramente non si è suicidata. Scopriremo cosa è stato, mostro o umano che sia.-
- Okay- fa un cenno con il capo. Mi guardo, sono sporca di sangue.
- Sono così inguardabile?- mi sorride.
- No, solo un po’ sporca.-
- Vado a cambiarmi, non voglio far spaventare qualcuno- Mi incammino, quando sento la sua voce.
- Quindi è l’ultima volta che ti vedo con i pantaloncini?-
- Non lo so. Probabilmente no- sorrido e vado verso il mio armadietto.
 
La palestra era un posto inquietante quando era vuoto. Ero negli spogliatoi. Usci dalla doccia e mi misi i vestiti puliti. Posai quelli macchiati di sangue nella borsa. Presi la mia felpa celeste. Inspirai il suo profumo. Odorava di casa, di familiare, di … me. Stavo uscendo dalla scuola. Tutti erano già andati via. Camminavo lungo il cortile, quando sento una mano sulla spalla.
-Signorina … Lei ha visto quello che è accaduto?- era un agente di polizia.
- Si, sono entrata nel bagno. Quando l’ho vista, ho detto a una ragazza di chiamare la bidella – non mi piaceva il suo tono.
- Può venire con noi? Vorremmo capire cosa è successo.-
- Non penso di potervi essere d’aiuto, ma se proprio vuole … -
Evviva, una gita in carcere!


Ta daaa!! Ecco il mio regalo per ferragosto!! Sono riuscita a trovare la connessione :) Spero che passiate una bella giornata e spero che il caldo non mi faccia impazzire completamente. Bacionii. E ancora " Buon ferragosto!"  

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Capitolo 13
*** l'interrogatorio ***


 
Dean’s pov :
Era là. Dentro una stanza. La ragazza con la felpa celeste e gli occhi quasi dello stesso colore. Era seduta dietro un tavolo grigio. Lei con la sua felpa e i capelli arancioni era l’unica nota di colore nella stanza. Un uomo entrò.
-Come ha detto di chiamarsi?- le chiede.
- Amy –
- Amy … come?- Lei lo guarda come se avesse appena detto che ha visto un ufo e si mette le braccia conserte.
- okay, va bene lo stesso. Mi dica, Come ha trovato la vittima?-
- Ho sentito delle urla. C’era una folla davanti al bagno e nessuno si decideva entrare, quindi, ho aperto la porta.-
- Conosceva la ragazza?-
-No-  è fredda e non ha intenzione di collaborare.
- Penso che non sia vero-
- Mi dica, lei conosce tutti i poliziotti del suo dipartimento?- Questa risposta sembrava aver zittito l’agente. La ragazza era brava.
- Cosa ha fatto lì?- si riferiva al livido violaceo che lei aveva sotto l’occhio.
- Niente che la possa interessare- L’uomo spazientito le prese il volto con due dita, con cui premeva le guance. In quel momento avrei voluto entrare in quella stanza e fare un casino. Ma non era la cosa più saggia da fare. Amy invece, era impassibile.
- Le ho chiesto che cosa ha fatto-
- Ho picchiato un ragazzo-
- Lei si crede furba signorina Amy?-
- Si, e molto- gli disse sorridendo. L’uomo le lasciò il volto.
- Sa che cosa penso di lei? Che è una di quelle ragazze stronze che credono di sapere tutto, ma non è così- Lo sguardo dell’uomo era minaccioso.
- Mi dispiace, è fuori strada- disse lei appoggiando le braccia al tavolo.
- Ha sentito liti, discussioni o comportamenti sospetti da parte di alcuni suoi compagni?-
- Non penso che dovrebbe chiedere a me. Sa’, io non passo il tempo con persone del genere-  Quel uomo non aveva per niente capito come prenderla. Infatti, arrivò una signora sulla trentina.
- Lascia fare a me- Disse al primo investigatore. Si sedette davanti ad Amy.
- capisco che sei sconvolta. Penso che in questo momento tu non sappia cosa fa e ..- Ma fu interrotta. Non avevano capito per niente con chi avevano a che fare. Amy sconvolta per un omicidio; mai.
- Non capisco perché tutti qua dentro stanno provando a indovinare cosa sono o non sono. Non dovrei essere io l’argomento di conversazione- Sembrava quasi un rimprovero.
- Ascoltami, io sono convinta che tu sai qualcosa, perché non parli?- Amy alzò gli occhi al cielo, era stanca, chissà da quanto tempo era là dentro. Però, se l’era cavata bene, aveva risposto con astuzia alle domande. Incrociò le gambe, ero convinto che tutti sapevano che lei aveva la situazione in pugno.
- Non so niente –
- perché non si fida di noi?- Le chiese la donna. Di colpo l’espressione di Amy cambiò. Si avvicinò alla donna come per dirle un segreto.
- Quello che il suo collega non ha capito, è che siete voi a non sapere niente. Credete che potete controllare tutto, oh, ma non è così. Là fuori ci sono cose che neanche immagina.- La signora spalancò gli occhi stupita. Poi si calmò. Una calma innaturale direi, per una persona che ha appena sentito queste parole.
- Okay. Fatelo entrare.-
Amy’s point of view:
Entrare? A chi? La porta si spalancò. Davanti a me un agente mi guardò e disse :
-è arrivato il tuo ragazzo!- Cosa?? L’agente si spostò e comparve Dean. “ è uno scherzo” mi dicevo.
- Lui non … - Stavo per dire, ma Dean si buttò su di me e mi baciò. Le sue labbra erano calde, ma probabilmente anche le mie, ero lì dentro da chissà quanto tempo. D’istinto gli misi le mani tra i morbidi capelli. Lui teneva il mio viso fra le sue mani. Desideravo tanto quel bacio e ora che lo avevo me lo sarei tenuto stretto. Certo il luogo non era il migliore, ma non mi importava. Nessuno ci avrebbe interrotti, niente Daniel, niente persone. E invece no.
- Che cosa? Lui non … dovrebbe essere qui? Ti ama, è venuto a prenderti.- disse l’agente. Le labbra di Dean si straccarono dalle mie. Maledissi l’uomo con lo sguardo. Io e Dean uscimmo dall’ edificio, lui appoggiava una mano sulla mia spalla. Feci un respiro profondo.
- Si può sapere cosa è successo là dentro?- chiesi a lui. Finalmente ero io che facevo le domande.
- Stavi per mandare a monte tutto e io ti ho fermato- mi sorride. Wow, se questo è il suo modo di fermarmi farò più cazzate d’ora in poi.
- Bè, usi metodi molto … particolari -
- Dovresti ringraziarmi, se scoprivano che non era vero, saremmo stati rinchiusi là per altre ore –  L’aveva fatto solo per mantenere la bugia? Non riuscivo più a guardarlo in faccia. Mi girai dall’altro lato.
- Ammettilo che ti è piaciuto – ecco che entrava in gioco il suo ego smisurato.
- bé, non male.- Invece era stato fantastico. Ma ero decisa a non dargli soddisfazione. Cambiai argomento.
-  Domani la scuola è chiusa?- lui annuì.
- Bene, dobbiamo parlare dell’ omicidio. Cercare di scoprire qualcosa … -  non sapevo nemmeno da dove iniziare.
-  okay, a domani.- fu la sua risposta. Stavo per andare via, quando lui mi prende per un braccio e mi da’ un piccolo e casto bacio sulla guancia.
- ciao … - riesco a dire, dopo essermi girata. Vado via rossa come un pomodoro.         

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Capitolo 14
*** casa dolce casa ***


Alla fine, avevamo indagato su un altro caso. E adesso, eravamo in un bosco di notte a cercare un licantropo. Anche se odiavo l’idea di lasciare perdere per un po’ l’omicidio a scuola, avevo capito che non potevamo fare niente finché la scuola era chiusa. Domani avremmo chiesto agli studenti. Ma per ora era meglio non sprecare tempo.
-Hai idea di che cosa abbia ucciso quella ragazza?- chiesi a Dean.
- No. Qualunque cosa è, noi non la conosciamo- Nuovi mostri? No, non era possibile.
- Non credo. E se fosse un incantesimo?- mi puntò la torcia in faccia. Serrai gli occhi.
- Potrebbe essere-  più ci pensavo, più mi davo ragione.
- Lo so di essere un genio. Non c’è bisogno che me lo ricordi – lui rise. Lo stavo guardando quando sentii un rumore. Le nostre torce si spostarono contemporaneamente verso sinistra. Una creatura uscì dal buio. Si lanciò verso me. A quanto pare faccio simpatia a molti mostri, visto che tendono sempre a buttarsi su di me. Finii a terra, sbattendo forte la schiena contro il terreno. Il licantropo mi stava di sopra, continuava a muoversi, io cercavo di allontanarlo con un pugnale. Nell’oscurità, la lama argento era l’unica cosa che si vedeva. Stavo iniziando a scalciare per distrarlo, quando sentii un suono. Il suono che diceva che era finita. Il suono che segnava il coltello nella carne. Nell’aria c’era odore di sangue, foglie secche e morte. Uscii da sotto il corpo morto del licantropo. Un po’ del suo sangue era schizzato sulla mia maglietta. Mi porse la mano.
- Grazie … - sentii il caldo sangue passare dal suo al mio palmo. Eravamo davvero inguardabili. Sembravamo usciti da un film horror.
- Ehy, senti, siamo davvero … - risi, non c’era una parola per definirci. Sporchi? Indecenti?
- wow! Come lo hai notato?-  
- Mi rifiuto di farmi vedere da Sam così. Possiamo andare a casa tua a darci una lavata?-
- Certo-  Dean Winchester a casa mia!? Cazzo, spero di aver sistemato.
 
Vestiti puliti. Evviva. Lanciai quelli sporchi in un angolino nella stanza.  Ero felice di indossare vestiti che non puzzavano di sangue. Erano freschi, morbidi e odoravano di casa. Ero stata la prima a farmi la doccia, ma avevo ancora i capelli bagnati, phon era in bagno e non potevo entrare se c’era Dean che si stava lavando. Avevo lavato i suoi vestiti, perché aveva solo quelli da mettere. Non sembrava casa mia; cercavo di non toccare niente, di non fare rumore e di camminare in silenzio. No, no. Non posso farcela. Cioè lui era nell’altra stanza, esattamente a qualche cm da me. “ Ora basta Amy, capisco che il tuo cervello ormai è andato, ma fa’ finta di essere normale” Era tutto troppo veloce. Prima il bacio di ieri, adesso è a casa mia, cos’è? Domani mi chiederà di sposarlo!? “ Intanto; è a casa tua perché avevate un aspetto pessimo e tu lo hai ospitato; secondo, ieri ti ha baciato per non  farti parlare e smentire la bugia che aveva detto.” Okay, forse la mia coscienza aveva ragione … anche se speravo di più che la prima ipotesi si realizzasse.
 
La porta del bagno si aprì. Mi sedetti subito sul divano.
“Oh mio … “
Dean era davanti a me, passava una asciugamano sui i capelli ancora bagnati. Camminava tranquillamente per la stanza a petto nudo. Lui si accorse che lo guardavo, e rideva soddisfatto. Diventai subito rossa e per sbaglio mi morsi il labbro così forte, che provocai un piccolo taglio. Mi maledissi per averlo fissato per così tanto tempo e per essermi morsa il labbro inferiore, possibile che non ne combinavo mai una giusta! Dean invece, era visibilmente divertito. Si sedette accanto a me sul divano.
-Sai, le magliette sono state create-
- E ti dovrei negare questo piacere? Nah – stavo per rispondergli per le rime. quando lui notò il sangue sul labbro.
- Cosa hai fatto lì?-
- Ehm … niente, mi sono sol … - Non finii la frase che sentii il suo pollice sul mio labbro. Il suo dito scorreva lentamente lungo la superficie morbida. Toccò il taglio e trattenni il respiro. Restammo fermi a guardarci. E in meno di un secondo, lo vidi avvicinarsi e baciarmi. Chiusi gli occhi, sperando che potesse durare in eterno. Ci staccammo senza fiato.
- Mi sono mancate le tue labbra … - arrossi, si riferiva al bacio di ieri, che non era neanche lontanamente paragonabile a questo. Feci un respiro profondo e lo avvicinai a me. Questo bacio era meno intenso. Lo stupore e la sorpresa erano andati via. Era come se avessimo solo 10 secondi di tempo, e non passavamo un solo secondo staccati. Tutto quello che avevo atteso e sperato era lì, davanti a me. Eppure, quelle labbra che non mollavo nemmeno per un attimo, quelle che cercavano la mia pelle; non le sentivo del tutto mie. Gli misi una mano sul petto, per fermarlo.
- Aspetta, non credi che dovresti parlare con Daniell? Cioè, io non voglio essere l’amante di nessuno- bene, Amy. Rovina pure quello che hai sempre desiderato, dove lo ritrovi un ragazzo così? Mi aspettavo un “no”, o semplicemente che mi dicesse che amava di più Daniell o … bè di certo non mi aspettavo che lui mi guardò negli occhi e mi disse:
- Hai ragione. Domani le parlerò. Ci vediamo a pranzo?- ci teneva davvero?
- è un appuntamento?- sorrisi. Mi spiace, ma non volevo dargliela vinta, doveva dirmelo chiaro e forte.
- Direi di si; lo accetti?- mi sorrise. Soddisfatta gli diedi un bacio e sussurrai:
- Non me lo perderei per niente al mondo –
Lo guardai mettersi la maglietta e arrivato alla porta mi disse:
-Buonanotte; Amy –
- Buonanotte; Dean -   
 
Perdono il ritardo, ma spero che dopo questo capitolo mi vogliate risparmiare :) Non sono abituata a scrivere cose così romantiche; per  questo ci ho messo un po’. Comunque, spero che vi sia piaciuto e che mi sia riuscito bene. Baci.    

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Capitolo 15
*** negli spogliatoi ***


Ero negli spogliatoi. Buttavo tutto nella borsa, sperando di poterla chiudere. Quando, sentii una botta sulla guancia.
-Sta lontana dal mio ragazzo, rossa!- era Daniell. Mi aveva dato uno schiaffo. Portai la mano sopra il segno rosso sulla guancia.
- Vedo che ti ha parlato -  
- Ancora no. Mi ha chiesto di vederlo dopo le lezioni.- stavo per parlare, ma lei mi sbatté violentemente contro il muro.
- Credi che io sia stupida?-
- Sinceramente? Si. - l’avrei pagata per quella risposta. Come prevedevo, iniziò a tirarmi i capelli per la rabbia. La lasciavo fare, se mi fossi impegnata non le sarebbe finita bene.
- Ti avevo detto di stargli lontana-
- Sai, non ascolto mai quando le persone mi parlano- Daniell strinse il mio braccio e mi guardò.
- Oh, questo lo sentirai, chiaro e forte. Avvicinati a lui un’altra volta e … - sembrava non trovare le parole.
- E … cosa?- doveva capire che non avevo paura di lei.
- questo- mi buttò a terra e mi diede un pugno sul naso. Subito, con la mano cercai di vedere se era rotto. No, perfetto. Usciva solo un po’ di sangue, ma niente di che.
- Credi che facendo così cambierai qualcosa?- le chiesi.
- Io … non capisco come lui abbia ad innamorarsi di te! Cioè sei carina, forse non tanto magra, troppo alta e con dei capelli che sembrano un maglione di lana … -
- Ti ricordo che sono ancora qua!-  mi ignorò, si avvicinò agli armadietti e gli diede un forte pugno.
- Voi … no … siete l’opposto! Lui è bello, divertente, sexy e affascinate … -  mi sembrava di essere in una serie tv per adolescenti. Però mentre elencava tutti i pregi di Dean, mi accorsi che erano tutti fisici, cioè niente riguardava il suo carattere.
- Ma dimmi un po’ sai almeno qualcosa di lui!? Oltre al fatto che si chiama Dean Winchester e ha 17 anni?- Daniell sembra stupida da quella domanda, ma ancora tutta la sua rabbia non si era placata.
- Non dirmi che a te importa davvero!?- la guardavo perplessa …
- Oh, tesoro, non fare l’angioletto, sappiamo entrambe che te lo vuoi portare a letto anche tu!- la afferrai per la gamba e la feci cadere a terra. Iniziammo a rotolare sul freddo pavimento dello spogliatoio. Le bloccavo entrambe le mani, visto che tentava sempre di darmi un pugno in faccia.
- Siamo stati insieme anni, non credere che adesso arrivi tu e si sgretola tutto!-
- Stati insieme! Parola grossa, visto che vi lasciavate almeno ogni settimana.-
- lo vedremo … Hai appena iniziato una guerra con me, rossa.- adesso sembra essere tornata tranquilla.
- Non ho paura di te – mi alzai in piedi. Lo stesso fece subito lei. Quasi non la riconoscevo, piena di lividi in faccia, i capelli spettinati e uno sguardo omicida sul volto.
- Nemmeno io – stavo andando via, quando pensai che non era finita. Mi voltai di scatto e le diedi un calcio. Cadde a terra sulle ginocchia. Mi piegai e le sussurrai
- Questo è per avermi dato della troia – uscii dalla stanza soddisfatta.
 
Camminavo per il corridoio, cercavo di nascondere il sangue dal naso con un fazzoletto.
-ehy … - mi voltai verso Dean
- Ehy – cercando di fingere che non era successo niente, ma mi guardava come se avessi appena ammazzato qualcuno.
- Si può sapere quello che è successo questa mattina?-
- Niente di speciale – dissi camminando velocemente, ma lui riusciva benissimo a tenere il mio passo.
- Daniell mi ha chiamato dicendomi che era in infermeria. Che avete fatto!?-  cercavo di non guardarlo, di concentrarmi sugli armadietti, sulle finestre o su qualsiasi cosa non fosse la sua faccia.
- Amy … guardami – feci uno sforzo enorme per girare il viso verso la sua direzione.
- Non è niente di grave – dissi continuando a camminare
- Vi siete picchiate, mi sembra grave!-
- Non l’ho mica pestata a sangue! È stato solo un piccolo litigio- non farmi altre domande, ti prego, non farmi altre domande.
- E perché avete litigato?-  strinsi i denti infastidita. Mi rifiutavo di dirgli che lui era il motivo del nostro litigio. Sembrava una cosa così stupida..
- Cose tra ragazze – ma ovviamente la scusa non lo convince. Mi mette due dita sotto il mento, alza la mia testa. I suoi occhi incrociano i miei. Mi sforzo per reggere il suo sguardo.
- Amy!- chiudo gli occhi aspettandomi un rimprovero. Ma la voce non è di Dean. Lucy mi viene incontro correndo. Guarda Dean per un secondo e poi torna a guardare me.
- Sento …. Un …. Odore … strano …. – diceva respirando affannosamente. Sembrava avere l’asma.
- Lucy, ma che succede?- le presi la mano, ma mi accorsi che dei peli neri stavano crescendo sul dorso e dei cuscinetti rosa sul palmo.
- Non qui- le dissi agitata quanto lei. Intanto Dean non sapeva a chi guardare, il suo sguardo si spostava dalla mani di Lucy a me.
- Dobbiamo andare in bagno- le dissi trascinandola via . Prima di andare, mi rivolsi a Dean:
- ne parliamo dopo!-
 
Mi chiusi la porta alle spalle. I miei occhi erano fissi su Lucy, che passava da gatto a umano.
-Cosa ti succede?- ma a quel che vedevo, nemmeno lei sapeva darmi una spiegazione.
- C’ è un odore pungente. Mi bruciano i polmoni – iniziò a tossire. Ero disperata, come potevo aiutarla. Decisi di prendere dell’acqua dal lavandino. Ma una volta fatta girare la manopola, non usciva niente. Mi inginocchiai e guardai l’impianto e i tubi. Incastrato c’era uno strano sacchettino. Avevo ragione, ma non era quello il modo in cui lo volevo scoprire. Il mio palmo prese fuoco e lentamente bruciai il sacchettino. Lucy era a terra, continuava a tossire.
- Avanti! Bruciati stupido coso!- ebbi la certezza che tutto finì, solo quando sentii un miagolio.
- Lucy? Stai bene?- le chiesi preoccupata.
- Miao-
- Dimmi che vuol dire si!- dissi esausta e appoggiai sfinita la testa al muro di mattonelle bianche.  
 
scusate infinite, ma questi giorni mi stavo organizzando ( compiti, diario, libri ecc..) per la scuola. Non ho avuto molto tempo per scrivere,. Spero di essere perdonata con questo capitolo, so che molte aspettavate da tanto questo momento :) 

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Capitolo 16
*** Maledizioni ***


-Lucy?-
- Sto bene, credo.-  si siede vicino a me.
- Cosa è successo?-
- un sacchettino per le maledizioni-
- perché!? Perché qualcuno dovrebbe lanciarmi una maledizione?- Già … bella domanda.
- Non lo so … hai fatto qualcosa di non tanto simpatico a qualcuno?-
- Ho litigato con Natalie, rubato l’elastico di Jade e … - okay, quella domanda era troppo generica per Lucy.
- Dico qualcosa di un po’ più grave … -
- Ehm … - beccata.
- Parla ..-
- Io ho passato la notte con il fidanzato di Abigail – le lancio un’occhiataccia.
- E Shawn?-
- Non faceva per me … - mi alzo da terra e le porgo la mano per aiutarla.
- Quindi, adesso una persona non può baciare il fidanzato di un’altra che rischia la morte?-
- Si chiama tradimento. E credo  che tu abbia scelto il fidanzato della persona sbagliata- Lucy fece una smorfia.
- Ho interrotto qualcosa quando stavi parlando con Dean?-
- No, tranquilla.- non sembrava crederci molto.
- Aspetta; ma il tuo naso sanguina!- mi portai una mano sotto il naso e sentii il liquido rosso tra le mani.
- Cazzo … - mi girai verso il lavandino e iniziai a lavarmi la faccia.
- Che cosa hai fatto?-
- oh, Daniell mi ha dato un pugno. Ma sto bene, tranquilla-
- Hai picchiato Daniell!?- La sua espressione da preoccupata cambiò in eccitata.
- Non proprio. Diciamo che lei hai provato a picchiare me … - Sorrisi ricordando questa mattina negli spogliatoi. Quella ragazza sarebbe stata spacciata contro un licantropo.
- Wow, Giornata piena oggi eh?-
- Già... E non è ancora finita. Adesso mi subirò il 4° grado di Dean; ora che sa che sei una mutaforma -  
- Scusami … io … - stava per iniziare con la lista di scuse o qualche altro motivo per deprimersi.
- è tutto okay. Ci vado a parlare e poi ci sentiamo – do un bacio sulla guancia a Lucy ed esco dal bagno. Niente sembra cambiato. Nessuno si è accorto della trasformazione di Lucy e gli studenti camminano tranquilli per il corridoio.
- Amy … - Bene. Pronta ad affrontare la conversazione peggiore della tua vita? 3 … 2… 1… Mi giro e accenno un sorriso;
- Dean … - mi fa un cenno di andare fuori. Stringo la mia borsa a tracolla e lo seguo.
- Potevi dirmelo che Lucy era una mutaforma! –
- Ma non ha fatto niente di male! Può solo diventare un gatto – ribattei. Lucy era più innocua di un peluche.
- Non possiamo ucciderla solo perché non è umana! Non lo sono neanche io – odiavo ammettere di non esserlo.
- Amy, potrebbe fare del male a qualcuno … - Lucy? Ma scherza!?
- Tu non la conosci –
- E tu sei sua amica!-
- Ma non a fatto niente! Non ha mai ucciso nessuno –
- Come fai a saperlo? È venuta in questa scuola da qualche mese – no. Non volevo crederci. Lucy era buona. Non era un mostro.
- Non voglio parlarne. Non faremo niente a Lucy. Fine del discorso – mi giro e vado via, ma lui mi prende per il braccio e mi tira a se.
- Stalle lontano. Non sai cosa potrebbe succedere … -
- Non mi succederà niente. Ah, dimenticavo. Avevo ragione io. Maledizioni. Oggi ci vediamo per indagare?- Serra gli occhi infastidito.
- Devo andare a trovare Daniell in infermeria … - Addirittura in infermeria! Non le ho fatto niente di grave.
- Oh … pensavo che vi foste lasciati … - stupida. Stupida.
- Si, infatti la vado a trovare come amico. Farei lo stesso per te -  
- Quindi noi siamo amici? – volevo pugnalarmi per questa domanda.
- Si, credo. A meno che tu non abbia altre idee – io? È stato lui che mi ha baciato ieri.
- No, nessuna idea. A domani – lo guardo e scompaio.
 
Scusate, scusate, scusate per il ritardo. Ma sono in trauma da scuola. Non so perché ma non voglio tornarci. Non per il fatto di studiare o i compiti ( no, okay. Quelli li odio) . In classe mia ci sono solo babbani e mondani … cioè … una povera ragazza con chi deve fangirlare!? Con il muro? Tagliando i miei problemi da ritorno a scuola , ho taaanta paura che la scuola mi tolga molto tempo per scrivere. Ma non temete! Io, Gaia; conosciuta come never_say_forever ; venuta da pandalandia; mi impegnerò per scrivere ( in pratica la scrittura sta prendendo posto all’ossigeno) anche nei giorni di scuola. E niente e nessuno ( mamma, papà, professori, amici babbani ) potrà fermarmi. Un bacio .  

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Capitolo 17
*** il ballo ***


Arrivata a scuola c’era qualcosa di strano. Tutti sembravano stranamente felici ed emozionati. Probabilmente in mensa servivano dei muffin o qualcosa di diverso dal solito. Aprii l’armadietto e una decina di biglietti volarono fuori. Lo raccolsi da terra e li guardai. Erano dei volantini. Questo sabato avrebbero organizzato un ballo scolastico. Stavo per buttarli nel cestino quando sentii una mano picchiettarmi sulla spalla. Era Dean.
-L’hai saputo eh?-
- Come se fosse possibile non accorgersene. Il mio armadietto è pieno di volantini – sorrisi. Parlare di un ballo con un ragazzo alludeva a solo una domanda.
- Tu ci vuoi andare? –  dipende chi mi invita …
- non lo so … non credo di essere fatta per un ballo- intanto continuavo a camminare.  
- Io … - cerca di dire lui.  suona la campanella. Mi porto una mano all’orecchio :
- Scusa, non ho sentito … -  rido e vado via.
 
Oggi a lezione le ragazze non facevano altro che parlare tra loro, ogni tanto alternavano le parole stupide a dei gridolini isterici. A questo gruppo faceva parte la mia compagna di arte, che aveva passato tutto il tempo a disegnare sul suo foglio il vestito che avrebbe indossato al ballo.
-Non sei emozionata?- mi diceva con occhi sognanti mentre baciava il disegno dell’abito. Senza distogliere gli occhi dal mio disegno le risposi:
- No … perché dovrei esserlo? –
- Ma come! È il sogno di tutte le ragazze andare al ballo – Significava che non ero una ragazza? Cioè .. che razza di ragionamenti sono?
- Ti ha invitato qualcuno?- non mi aveva invitato, non sapevo nemmeno quello che stava per dire …
- E chi la dovrebbe invitare?- era arrivata Daniell.    
- E tu con chi ci andrai? – volevo sapere con quale altro ragazzo bello e interessante aveva sostituito Dean.
- Ovviamente con Dean ! – la mia mano fece uno scatto e rovinai tutto il disegno.
- Che?-
- Con chi altri ci dovrei andare? Con il mio ragazzo no? – e poi assunse la solita faccia di quelle persone che stanno dicendo la cosa più ovvia del mondo.
- ex ragazzo – precisai. La mia compagna di banco scomparve, lasciandomi sola a chiacchierare con Daniell.
-   vedremo … a te ha detto niente? Oh giusto, tu non vai al ballo!- mi alzai, in modo da essere più alta di lei.
- Ci vediamo sabato sera – e uscii dalla classe.
 
-No.No.No. Non posso farlo. – iniziavo davvero bene.
- è solo un vestito!- mi urlò Lucy con una gruccia in mano.
- Non ha spalline ed è … lungo e … -
- Sembra che non hai mai visto un vestito in vita tua!-  Si era avvicinata a me minacciandomi con una gruccia, che in quel momento sembrava una arma di distruzione di massa.
- Tu ti proverai questo vestito!- che? Dove ho firmato?
- Amy!-
- Si? – Mi indicò ancora una volta la porta del bagno. Presi il vestito e mi trascinai fino alla stanza.
 
-Amy! Esci subito, o entro!Ed è meglio per te che tu sia vestita!- uscii lentamente dal bagno.
- Oh … - sembrava essersi calmata.
- Com’è?- iniziai a sistemare la gonna lunga dell’abito azzurrino.
- Wow – mi trascinò fino ad uno specchio e mi vidi. L’abito lungo con uno scollo a cuore, mi stava decisamente bene.
- è carino … - L’azzurro stava davvero bene con i capelli arancioni.
-Pronta?-  annuii con un cenno della testa.
 
Allora, era fatto così un ballo! Tante, troppe persone vestite eleganti che parlano e ballano insieme. Erano tutti così emozionati, me compresa. Cosa dovevo fare? Lucy non mi aveva dato nessun consiglio. C’erano davvero tante persone. Con lo sguardo cercavo Dean. I miei occhi si muovevano vivacemente da una persona all’altra. Da una giacca alla faccia. Quando, mi sentii prendere da dietro. Qualcuno mi teneva per i fianchi.
-Avevi detto che non venivi – mi sussurrò all’orecchio. Come aveva fatto a trovarmi tra tutte quelle persone?
- Tu non mi avevi invitato – ribattei, la sua stretta si fece più decisa.
- Volevo vedere che cosa avresti fatto – Sentivo le sue labbra sul mio orecchio, mi faceva venire i brividi.
- Ti va di ballare?- Amy? Pronta a fare una figura di merda?
- Dean … io non ho mai ballato in vita mia – mi fece voltare e finalmente lo vidi. Vestito elegante; completamente un’altra persona. Prese la mia mano sinistra, l’altra la lasciò sul fianco.
- Ti insegno io … - mi fece girare su me stessa, facendo sollevare leggermente la gonna leggera del vestito. Speravo di avere un innato talento per la danza e non fare brutta figura. Lui si muoveva dolcemente, io sembravo un elefante obeso. Però rideva e ogni tanto mi faceva girare. Finì la canzone, okay, bene, potevo andare. Invece Dean mi teneva ancora, cosa altro c’era ancora? Delle ragazze fecero dei gridolini e si attaccarono al compagno di danza. Partì una musica lenta, che faceva venire il sonno. D’istinto appoggiai la testa sul petto di Dean; notando che molte ragazze avevano fatto lo stesso. Fosse stato per me, mi sarei addormentata così, tanto; Dean era molto comodo. Quando, un urlo agghiacciante rovinò l’atmosfera.
 
Ciao a tutte :) scusate tantissimo il ritardo. Chiedo perdono a Nicol … che probabilmente mi vuole uccidere ….  Alloraa, ho scritto questo capitolo tra ieri ( fino all’una (di notte)) e oggi ( ho ricominciato alle 7:40). Ieri ero a casa del mio amico ( ha il Wi-Fi ehehehe, dovevo approfittarne) tutti mi guardavano. Quindi … già che io dovevo trovare la concentrazione ( sembro una che fa yoga ahah.) ci mancavano solo le persone che mi spiavano e vedevano cosa scrivevo, spesso chiedendo dettagli. No eh, ma anche no. Quindi, dopo che sono tornata a casa, mi sono seduta sul letto e ho iniziato a scrivere. Mi hanno scoperto e fatto spegnere il computer :( Oggi, mi sono svegliata con il pensiero di finire il capitolo e … eccomi qua! Okay, so che mi volete lanciare pomodori ( preferirei qualcosa per fare la colazione, visto che ancora non l’ho fatta). Non so quando uscirà il prossimo capitolo, spero il prossimo sabato o domenica. Allora, visto che non sentite i miei scleri da un po’ ( so che vi sono mancata, me lo sento), vi racconterò un po’ di cose.  Sono tornata a scuola e va tutto bene ( non mi credete vero? Bravi ragazzi.) okay, scherzo, è stato un trauma tornare. Mi addormento ogni cinque secondi e passo il tempo a disegnare angeli ( si, sto male, ma adoro disegnare Cas *^*) e Dean e Amy … vorrei farvi vedere i miei disegni, anche per chiedervi un parere … ma boh.. non so come fare, cercherò di informarmi per mettere le immagini per i capitoli :) E … questo. A presto, un bacio a tutti ( specialmente a Nicol, con l’augurio che non abbia già creato una bambola wodoo che mi rappresenta e adesso sta scegliendo dove puntare gli spilli) .
P.S. scusate se all'inizio, il capitolo è un po’ bruttino; ma è quello che si ottiene mescolando me e 5 persone che mi guardano mentre scrivo ;( 

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Capitolo 18
*** ritorno ***


Il silenzio durò qualche secondo. Quello strano momento in cui tutto sembra pietrificato, nessuno si muove o fa rumore. Poi arriva quel suono che spezza la magia. Tutti iniziarono ad urlare e a correre da una parte all’altra della stanza. Guardo Dean e lui mi fa cenno di andare verso il rumore. Mi muovo veloce tra le persone, ne urto qualcuna ma continuo a camminare verso la porta in fondo alla sala. Esco dalla stanza affollata e mi incrocio con Dean in corridoio. Sta per dire qualcosa, lo interrompo:
-io a destra e tu a sinistra. Ci vediamo dopo e si, starò attenta – indico le direzioni, lui ride e ci dividiamo. Corro tra gli armadietti azzurri, cercando di notare qualcosa di strano, ma tutto sembra tranquillo e normale. Senza accorgermene sbatto contro una persona, mentre mi sbilancio all’indietro sento delle unghie afferrarmi le braccia e stabilizzarmi. Riconosco subito Daniell, abito arancione e trucco molto pesante. I capelli accuratamente raccolti che aveva quando era arrivata si sono rovinati, adesso i ciuffi biondi uscivano dall’acconciatura.
- Amy.Oh mi spiace. Tanto. Io non volevo … Se tu non … -
- Daniell adesso non ho tempo di parlare di vestiti da ballo … devo andare.- faccio qualche passo, ma sento la sua stretta decisa sul mio braccio.
- è importante- Sbuffo contrariata e mi giro verso di lei.
-Sentiamo .. – incrocio le braccia al petto.
- Ecco … qualche giorno fa, ho saputo di una ragazza che faceva incantesimi. Ovviamente non ci credevo, ma dopo che quella ragazza è morta, ho saputo da John che era il suo ragazzo, che l aveva voluta punire perché lo tradiva. Mi disse che aveva chiesto un incantesimo a questa ragazza. Lui mi avvertì, mi disse di non farlo, che lui ora si sentiva logorato dei sensi di colpa, ma ero arrabbiata con te. Non l ho ascoltato, sono andata dalla ragazza e le ho chiesto un incantesimo. Il traditore morirà. Ma adesso … mi sto pentendo, mi sento orribile. So che mi prenderai per pazza, ma morirai, dovevo avvertirti … - io non la stavo guardando, guardavo un punto fisso nel vuoto, stavo pensando …
- Amy! È una cosa seria! Devi credermi-
- non sono io la traditrice … - dissi quasi sussurrando. Intanto le mie labbra si muovevano, cercando di afferrare le parole che giravano nella mia testa.
 - Cosa hai detto?- mi chiese lei stupita.
- Non sono io la traditrice … non avevo nessuno da tradire, quindi … - Daniell si coprì la bocca con le mani.
 
Iniziai a correre nella direzione opposta. Questa volta non mi importava delle persone, le spingevo via per riuscire a passare. Oh andiamo... Dove sei? Scorgo qualcosa muoversi ed entrare in un aula. Lo seguo e mi chiudo la porta alle spalle. Ed eccolo lì, uguale a come lo avevo lasciato. Forse Daniell era stata imbrogliata, o era uno stupido scherzo.
-Trovato niente?- mi chiede. Sto per rispondere, quando sento un tonfo. Dean si è accasciato a terra e continua a tossire. Mi avvicino velocemente gli afferro le spalle e lo faccio distendere sul pavimento. Non so che fare, gli sbottono i primi bottoni della camicia per farlo respirare meglio. Lui mi prende il polso e mi guarda.
- Non serve a niente … - non tossisce più, ma respira a fatica.
- Invece si, devi provare a reagire … non puoi morire- lui però non mi ascolta, sembra ignorarmi.
- Ricordi quando ti ho baciata in quel locale, ero divento geloso, non volevo che nessuno ti toccasse- ma cosa stava dicendo?
- Dean, noi non siamo mai stati in un locale … solo in quel bar, e non mi risulta che tu mi abbia baciata –
- Una volta si sei arrabbiata perché mi ero ferito e non ti avevo detto niente … - lui continuava a sorridere.
- Dean, non ricordo niente di tutto questo … - Perché stava inventando delle cose che non avevamo mai fatto?
- Ricorderai, e tutto tornerà come prima … - stava stringendo la mia mano, poi non vidi più niente, tutto diventò chiaro.
 
-Andiamo, svegliatevi. È tutto il giorno che dormite!- qualcuno, una voce familiare, mi muoveva la mano. Cercai di aprire gli occhi, che sembravano incollati. Mi svegliai sopra Dean. Eravamo in una stanza di un hotel. Sam e Castiel ci guardavano.
- Allora non siete morti!- rise sedendosi nella poltrona di fronte al divano dove ci trovavamo. Mi alzai lentamente cercando di non svegliare Dean. Quasi non riuscivo a camminare, mi aggrappai a Castiel per non cadere.
- Vado a ordinare la cena – detto questo, Sam uscì dalla stanza. Castiel mi fece cenno di andare fuori.
 
Fuori faceva freddo. Anche troppo per una persona che aveva dormito tutto il giorno.
-Tu ricordi tutto vero?- mi chiese lui sorridendo. Annuii. Ricordavo ogni singola cosa. La faccia di Dean da giovane, la scuola, Lucy …
- ma non capisco perché Cupido ci abbia mandati indietro … - mi strinsi le spalle cercando di riscaldarmi.
- E chi le conosce le ragioni di Cupido, probabilmente voleva solo divertirsi … - E cosa ci trovava di divertente nel mandare nel passato due persone!?
- Cas … - lui si gira verso di me.
- Si?-
- Può considerarsi un angelo morto – Ridiamo insieme. Le nostre risate riecheggiano nella notte, come una farfalla. Di cui le ali portano il fascino del passato, la bellezza del presente e il mistero del futuro.
 
RINGRAZIAMENTI: Allora, Sarò breve …( mio nonno dice sempre così prima di iniziare i suoi discorsi partendo dal 1940) Ringrazio Nicol, come al solito, perché lei è ahdihffvhgbirh ( Capiscimi, la mia sanità mentale è andata a farsi friggere al mc donalds). Gaia, che a scuola ha iniziato a scrivere sul mio diario “Amy+Dean” e roba del genere, grazie davvero, senza di te mi avrebbero già ricoverato al manicomio. Grazie Rossy, perché ti sei fatta “supernaturalizzare” e perché mi rompi le scatole in chat per sapere come continua la storia ( ovviamente questo mi fa felice). Ringrazio tutte le persone che hanno recensito perché voi mi fate piangere (di gioia eh) e siete super importanti ( non so i vostri nomi :( Ditemeli nelle recensioni). Ringrazio tutte quelle persone che hanno messo la mia storia tra le preferite, e sono obbligate a recensire ( ci tengo). Voglio sapere le solite cose.. come era scritta, i personaggi,la storia, insomma ormai lo conoscete il mio 4 grado :) Non so quando ci risentiremo, spero il prima possibile. Il tempo di sistemarmi con la scuola e finire una cosina hihi ( No, tranquilli, non ammazzo nessuno!) Avrete mie notizie, perché quando scriverò l’altra storia ( credo che farò il continuo della prima) vi romperò le scatole con le mie e-mail. A prestoo ragazze. Vi voglio bene.              

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