Basterà l'amore

di Clytie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivelazioni ***
Capitolo 2: *** Reietto ***
Capitolo 3: *** L'istinto d'amare ***
Capitolo 4: *** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***
Capitolo 5: *** Colpa e dovere ***
Capitolo 6: *** Padre ***



Capitolo 1
*** Rivelazioni ***


Basterà l’amore





I.

Rivelazioni



It could be wrong,

could be wrong,
but it could’ve been right.


    La notte era placida, la luna nient’altro che uno spicchio, una sagoma eterea ed innocua, che emetteva bagliori di luce bianca nell’oscurità.
Appostati all’ombra di una grande quercia, Lupin e Tonks sorvegliavano una casa di mattoncini rossi, che dava tutta l’idea di essere disabitata.

Remus estrasse dalla borsa un termos colmo di caffè bollente e lo porse a Tonks.

    «Tieni» disse «ci aiuterà a tenerci svegli».

    «Cos’è?» domandò lei, ispezionando con attenzione lo strano oggetto.

Remus inarcò le labbra in un timido sorriso. «È caffè, Dora. Sirius l’ha preparato per noi, in vista della missione».

    «Oh» fece lei, sorridente «premuroso da parte sua».

Avvicinò le labbra al collo del termos e bevve qualche sorso, poi la restituì a Remus.

    «Certo che è ancora carino, vero? Anche dopo Azkaban…» esordì, poco dopo, Tonks con aria noncurante.

Un nodo si allacciò nella gola di Remus, mentre anche l’ultimo frammento di speranza andava in frantumi. Per la prima volta sperimentò la morsa bruciante della gelosia, gelosia rivolta a nient’altri che il proprio migliore amico.

E prima che potesse meditare una risposta controllata, sbuffò in tono amaro: «Lui conquista sempre le donne».

A quelle parole Tonks s’infuriò e i ciuffi rosa si tinsero di un rosso anche più scuro di quello di cui si coloravano quando qualcuno si rivolgeva a lei con l’irritante appellativo di Ninfadora.
Remus la stette a guardare, sbigottito, con gli occhi spalancati dallo stupore. La piccola e buffa Tonks gli stava di fronte, con le braccia minacciosamente incrociate al petto e un’espressione di rimprovero dipinta in volto.

    «Sapresti benissimo di chi mi sono innamorata, se non fossi troppo impegnato a sentirti dispiaciuto per te stesso per notarlo».

Fu come ricevere una secchiata di acqua gelida per Remus: che ci credesse o meno, Dora gli aveva appena, poco velatamente, confessato di ricambiare i suoi sentimenti. Ma non disse nulla, finse di non aver colto, finché lei non gli volse finalmente le spalle, poggiandole all’albero.

E, senza che se ne rendesse conto, un sorriso affiorò sul viso emaciato di Remus.

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Angolo dell'autrice:


So bene di avere una raccolta Jily ('Open Your Heart, I'm Coming Home') in sospeso, che ho revisionato e ripubblicherò, in forma migliore - si spera -, a breve (si vi va, dateci un'occhiata e lasciatemi un parere sincero ^^), ma questa flash è nata spontaneamente.
Le frasi riportate in corsivo sono tratte da Pottermore, infatti la Rowling ci rivela che Tonks confessò i suoi sentimenti a Remus proprio mentre i due si trovavano in missione per sorvegliare la casa di un Mangiamorte.
Ci saranno in totale 5 capitoli, che descrivono momenti condivisi dai due.
La citazione in corsivo, come quelle nei prossimi capitoli, è tratta da una delle mie canzoni preferite Resistance dei Muse.
Detto questo, spero vi piaccia e che mi farete l'enorme piacere di lasciare un commento.

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Capitolo 2
*** Reietto ***



II.

Reietto




Take us away from hell,

protect us from further harm.



Remus si precipitò all’esterno e dovette reprimere con tutte forze di cui disponeva l’urlo che gli affiorava dal petto. Sopraffatto dalla rabbia e dal dolore, si abbandonò sul marciapiede e si concesse il privilegio, fino ad allora trattenuto a stento, di versare lacrime in onore dell’amico fedele.
Pensò ad Harry, al suo sguardo vacuo mentre vedeva Sirius scivolare oltre il velo, a tutto il dolore che gli era stato inflitto sin da neonato, e per un breve istante considerò di prendere il posto di Sirius come padrino, di offrirgli di abitare con lui. Che idea stupida condannare un ragazzino di quindici anni a condividere la vita di un lupo mannaro!

Un’esile figura dai capelli rosa si sedette silenziosamente accanto a lui e con la piccola mano sfiorò delicatamente la sua.

    «So come ti senti, Remus» pronunciò con infinita dolcezza.

Dalla gola di Remus provenne un rantolo tremendo, una risata intrisa d’amarezza.

    «Perdonami, Tonks, ma non credo tu lo sappia».

Per un istante gli parve che i capelli di Ninfadora avessero assunto una sfumatura tendente al rosso scarlatto, ma dovette accadere in un attimo, perché poco dopo lei gli sorrideva gentile.
Remus sentì una fitta all’altezza dello stomaco e volse lo sguardo altrove, alla notte buia e arida come il suo cuore, come era stata, tanto a lungo, la sua vita.

    «L’ho perso per la seconda volta, Dora» ammise l’uomo, come un bimbo che confessa una marachella alla madre «Quando sono stati uccisi Lily, James, Peter e Sirius è stato condannato, io ho perso tutto, come se me ne fossi andato con loro. Mi sentivo solo e tradito, ero nient’altro che un reietto in questa terra che tanto ripugna la mia natura. Ma quando ho scoperto la verità, che Sirius era innocente, io…io ho creduto di avere un’altra opportunità, ed anche Harry».

La fissò nei suoi dolci occhi nocciola, mentre la vista veniva offuscata dalle lacrime che gli rigavano il viso, copiose.

    «Non posso credere di averlo perso, di averli persi tutti, di nuovo. Loro mi amavano per quello che ero».

    «Forse non te ne sei accorto, ma non sono gli unici ad averti apprezzato per ciò che sei» disse e i suoi occhi sorrisero.

E, prima che Remus potesse aggiungere un’altra sola parola, Tonks gli offrì una tavoletta di cioccolata, all’aroma di agrumi – lo stesso di cui erano impregnati i suoi capelli.

    «Ecco, prendi questa» aggiunse «ti farà sentire meglio».

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Angolo dell'autrice:

Eccomi qua con un nuovo capitolo! Come credo abbiate intuito la scena è ambientata immediatamente dopo la morte di Sirius. Per quanto ci siano diverse percezioni del rapporto tra Sirius e Remus, dall'amicizia alla relazione amorosa, credo che la profondità del loro legame non possa lasciare indifferenti.
Un sentito grazie va a tutti quelli che hanno lasciato una graditissima recensione, a chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite e a chi ha solo letto.
Spero mi farete sapere che ne pensate anche stavolta. :3
Un bacio,

Hera

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Capitolo 3
*** L'istinto d'amare ***



III.

L’istinto d’amare



Is this our last embrace

or will the world stop caving in?



Tornare a contatto con il suo mondo, con l’Ordine, dopo mesi spesi al seguito di un branco di Lupi Mannari, gli pareva irreale. Negli ultimi tempi aveva fatto di tutto per evitare di uscire solo in missione con Tonks e, quando gli si era profilata la possibilità di un incarico in solitaria, non aveva esitato a coglierla al volo.


Varcò la soglia del Quartiere Generale, aspettandosi, per un breve istante, che fosse Sirius ad accoglierlo. Ma, prima che potesse rendersene conto, due braccia lo circondarono, stringendolo a sé con apprensione. Remus poté percepire distintamente il dolce profumo di agrumi di Ninfadora e i corti capelli solleticargli il naso.


Ricordava con dovizia di particolari il loro primo incontro, proprio lì a Grimmauld Place. Era inciampata immancabilmente sul portaombrelli a forma di zampa di troll in entrata, aveva imprecato sottovoce e, con i capelli in disordine e un sorriso allegro sulle labbra, gli aveva stretto la mano.


    «Remus…» sussurrò al suo orecchio «ero così preoccupata».


    «Anche io lo ero, per te» rispose lui, d’istinto. Si era così abituato a servirsene nell’ultimo periodo, che lì per lì non seppe frenarlo.


La felicità campeggiava in modo evidente sul volto di Tonks, i cui capelli si erano fatti più brillanti e le cui gote si erano imporporate di un lieve rossore.

Remus fantasticò di prendere il viso di Tonks tra le mani e di posarle sulle labbra un bacio che probabilmente avrebbe avuto il dolceamaro sapore della brama e della disperazione.

Mi sei mancata, più che mai
, arse dal desiderio di dirgli, ma non lo fece mai.


Non poteva, perché, da quando era soltanto un bimbo maturato precocemente, la sua maggiore preoccupazione era quella di proteggere le persone che gli stavano accanto dal mostro che riposava dentro di lui, a costo di farsi violenza, reprimendo i propri sentimenti e vivendoli con discrezione e vergogna.

Tonks avrebbe capito, ne era convinto, avrebbe trovato un compagno degno di lei, più giovane, più sano, più adatto.
Ma, nonostante le sue più radicate convinzioni, il timore di separarsi nuovamente da lei gli attanagliava le viscere.

Remus respinse, con quanta più decisione disponesse, l’immagine delle loro bocche che si sfioravano; si sciolse dunque dall’abbraccio freddamente e le diede le spalle per salutare gli altri membri dell’Ordine della Fenice.


Il sorriso smorzato sulle labbra di Dora fu il colpo più duro da incassare, dopo quei mesi di distanza.



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Angolo dell'autrice:
Eccomi di ritorno con un altra flashfic, ambientata nel momento in cui Remus fa ritorno dalla missione presso i Lupi Mannari. Spero di essere riuscita ad analizzare in modo credibile i sentimenti di Lupin, anche se non sono convintissima del risultato.
In ogni caso, mi farebbe piacere sapere che ne pensate voi tramite una recensione!
Ringrazio ancora chi mi segue e recensisce i capitoli <3
Baci,

Hera

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Capitolo 4
*** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***



IV.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona





Could be wrong

But let our heart ignite




Nei libri letti e riletti nelle umide serate estive, quando la compagnia dei testi scolastici scarseggiava, l’amore era spesso dipinto come un tormento interiore, una malattia dell’anima a cui non si poteva che soccombere, sovrastati dalla portata della sua vastità.


Era quello che per troppo aveva sentito per Tonks: un insostenibile peso all’altezza del petto, lì, proprio sopra il cuore, un senso di inadeguatezza e nel contempo una gran voglia di lasciarsi andare, lasciarsi amare.

I pensieri continuavano a ronzare rumorosamente nella sua testa, anche mentre le sue labbra cercavano con insistenza quelle di Dora. È sbagliato, è sbagliato, mormoravano notte e giorno. Ma il contatto con la sua pelle morbida e con i capelli corti che gli solleticavano il naso li costrinse per un po’ in un remoto angolo della mente.

Dora gli insinuò le mani caldi sotto la maglia, tirandolo a sé, come se avessero tetto sotto cui ripararsi e non fossero appena fuori dal Quartier Generale. Remus le afferrò i polsi e li allontanò da sé con la forza del lupo mannaro che riposava dentro di lui; le loro labbra si allontanarono all’improvviso.

Remus dovette concedersi qualche secondo per riprendere fiato e lucidità.

    «Non puoi evitare l’amore come un morbo» la voce di Tonks era severa, il viso contrito, i capelli avevano perso la consueta vivacità.

Li conosceva bene ormai, quegli sprazzi di sconforto che visitavano periodicamente il suo amato Remus.


    «Sposami» disse lui tutto d’un fiato.


Gli occhi di lei si sgranarono, il sopracciglio balzò in alto. «Ti prendi gioco di me, Lupin?»


    «Ti ho chiesto di sposarmi, Dora» e non era mai stato più serio di così.


    «E dove? Quando?»


    «Ora. Dove ti piacerebbe andare?»


Dora aggrottò la fronte e si grattò il mento con un dito. «Effettivamente, ho sempre desiderato vedere le Highlands. Un matrimonio improvvisato e segreto potrebbe essere l’occasione che aspettavo».


    «E Scozia sia» replicò Remus, tendendole la mano.


Dora lo scrutò incerta, mordicchiandosi il labbro inferiore – lo faceva sempre quand’era nervosa. «Remus, ne sei convinto? Insomma, tutti i tuoi dubbi e-».

Lupin le aveva portato un dito alle labbra, mettendo così a tacere quel flusso di parole che prometteva di fuoriuscire come un torrente in piena.

    «Ti amo, Dora» disse in un sussurro.


Gli angoli delle labbra della giovane s’inarcarono in un sorriso e le ciocche si tinsero del rosa più brillante che Remus gli avesse mai visto indosso.


    «Andromeda mi ucciderà, non appena lo saprà, ma almeno potrai ricordarmi come una buona moglie in quei pochi giorni in cui lo sono stata» ironizzò, ammiccando in direzione del mago.


Afferrò la mano di quello che sarebbe stato presto suo marito e, un attimo dopo, la smaterializzazione li colse.


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Angolo dell'autrice:


Parto col confessare che questo episodio non era in programma - originariamente i capitoli avrebbero dovuto essere cinque in totale -, ma ho sentito di scriverlo, ho immaginato questa scena e l'ho scritta di getto. Spero che il risultato non sia pessimo.
Se avete riconosciuto il titolo del capitolo, sì, ho osato servirmi del Sommo Poeta per una scemenza, ma non me ne vogliate, quel canto è bellissimo. *-*
Dunque, mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate, nel bene e nel male. Un enorme grazie a tutti quelli che hanno preferito/seguito/ricordato/letto/recensito questa raccolta. <3

Baci,

Hera

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Capitolo 5
*** Colpa e dovere ***



V.

Colpa e dovere





I’ll wait a thousand years,

just to see you smile again.



 


Remus Lupin rientrò a casa, chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle. Il profumo di pasticcio di rognone gli invase piacevolmente le narici e solo in quel momento realizzò di essere davvero molto affamato. Le notizie provenienti dall’Ordine non promettevano tempi rosei, ma chiudersi la realtà alle spalle ed essere avvolti dal calore famigliare davano un, se pur momentaneo, sollievo.

    «Tonks, sono a casa» annunciò.


Dopo appena qualche secondo, la moglie gli corse incontro con un sorriso pieno e lo baciò, come se non l’avesse visto per giorni.


    «Che succede?» chiese Remus, sollevando un sopracciglio.


    «Forse è meglio se ti siedi» propose Ninfadora, eccitata.

Il marito seguì il suo consiglio: si lasciò cadere mollemente sul divano e la fissò, curioso di sapere la notizia che tanto la elettrizzava.

    «Tra poco non saremmo solo io e te ad abitare in questa casa» annunciò lei, mentre gli occhi emanavano bagliori di luce ed emozione.


Remus parve disorientato e confuso. «Dobbiamo ospitare qualcuno dell’Ordine?»

La risata divertita di Tonks echeggiò, cristallina, tra le mura domestiche.

    «Come sei ingenuo, Remus» lo canzonò lei «Sono incinta, Rem! Aspettiamo un bambino».


La mano andò istintivamente a sfiorare il grembo e gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia.

Fortunatamente aveva accolto il consiglio della moglie di sedere, perché Remus sentì la pressione corporea abbassarsi e le ginocchia cedergli, in preda ad un tremore inspiegabile.
Dora lo strinse in un caloroso abbraccio, che taceva amore e gratitudine.

Per un istante fantasticò di stringere tra le braccia un piccolo frugoletto, innocente e vulnerabile, con un viso tondo e paffuto, di cullarlo e farlo addormentare sul suo petto. Ma poi ricordò sua madre in preda ai singhiozzi, celata tra le mura grigie della sua camera, e suo padre che fissava un punto indistinto della cucina durante i pasti, invecchiato dalla pena e dal senso di colpa. E sul volto del bimbo spuntarono zanne e le unghie di mani e piedi scorticavano la pelle.


Al riparo di quella stretta familiare, Remus celò il viso sconvolto da un turbinio d’emozioni: gioia, commozione, senso di colpa. La colpa imperdonabile di aver concepito un innocente, sul cui capo incombeva una maledizione ineluttabile, e di avere già condannato una donna, che non avrebbe dovuto sposare.



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Angolo dell'autrice:


Et voilà, seppur in ritardo, sono tornata con un nuovo - scarso - capitolo. Avrei voluto scriverlo meglio - vorrei sempre scrivere meglio di quanto non faccia, ma pazienza. E poi, sbagliando si impara.
Mi auguro possa piacervi comunque e che vorrete farmi sapere che ne pensate.
Vorrei ringraziare immensamente tutti voi che mi seguite con pazienza e assiduità, ve ne sono immensamente grata. In particolare grazie a vampiretta98, che ha recensito sin dal primo episodio,  _chocolate_ e tutti quelli che mi hanno dedicato una recensione e stanno seguendo la raccolta, in un modo o nell'altro.
Baci,

Hera

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Capitolo 6
*** Padre ***



VI.
Padre



Love is our resistance,

they’ll keep us apart
and they won’t stop
breaking us down.




Remus Lupin pensò che probabilmente fosse il dono più bello che la vita gli avesse concesso.

Sul volto pieno e paffuto si apriva un sorriso curioso, gli occhi vispi si aggiravano all’esplorazione di un mondo nuovo, per posarsi infine sulle persone dal cui amore era stato concepito. Aveva ereditato i suoi stessi occhi, grandi e color nocciola, che campeggiavano su un viso a forma di cuore, identico a quello di Ninfadora e Andromeda.

«È bellissimo, Dora» sussurrò Remus, mentre il piccolo s’aggrappava al suo dito con la manina pallida.


Tonks, esausta per il parto e con il viso esangue, li fissava dolcemente.


«Il nostro piccolo Teddy» precisò, con infinito amore.


«Andromeda ne sarà entusiasta, aspettava con tanta ansia un nipotino, e anche Ted ne sarebbe stato felice» assicurò Remus.
Tonks annuì sorridendo.


«Guarda» disse poi, indicando il capo del neonato.


Dei ciuffi, tra i capelli castano chiaro, si stavano tingendo di un azzurro vivace.


«È anche lui un Metamorfomagus, come la mamma» aggiunse, fiera.


Remus tornò a contemplare quel piccolo frugoletto che giaceva inerme tra le sue braccia e capì che nessuna ombra avrebbe potuto oscurare la felicità di quel giorno. Nulla avrebbe impedito al piccolo Ted di ricevere tutto l’amore e il sostegno che ogni bimbo meritava.


«Non avrà problemi, vedrai» disse Tonks, ma Remus già lo sapeva.


Le accarezzò la guancia con il dorso della mano, un gesto, quello, carico di dolcezza e devozione nei confronti di colei che l’aveva salvato e aveva dato alla sua vita il significato che aveva tanto a lungo atteso.


«Basterà l’amore» aggiunse lui.


Il suo pensiero corse ad Harry, alla sua precoce maturità, all’indignazione che aveva espresso di fronte alla sua intenzione di abbandonare la moglie incinta e alla caparbietà attraverso la quale l’aveva indotto a vergognarsi della sua codardia.

Gli doveva molto, tutto, perché era grazie a lui se aveva aperto gli occhi, era grazie a lui se ora poteva dirsi padre.

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Love is our resistance.






Angolo dell'autrice:

Questo capitolo conclude la mia raccolta su questa bellissima coppia, con la viva speranza di aver trasmesso qualcosa attraverso la scrittura.
Un ringraziamento speciale e dovuto va a tutti quelli che mi hanno seguita fedelmente in questo percorso: le vostre parole di sostegno hanno significato tanto per me e mi hanno strappato, in diverse occasioni, un sorriso.
Spero di avere l'opportunità - e l'ispirazione -, in futuro, di scrivere ancora sui miei amati Tonks e Remus e che, magari, incrocerò di nuovo qualcuno di voi.

Un abbraccio.

Hera

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