Basterà l'amore di Clytie (/viewuser.php?uid=756102)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivelazioni ***
Capitolo 2: *** Reietto ***
Capitolo 3: *** L'istinto d'amare ***
Capitolo 4: *** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***
Capitolo 5: *** Colpa e dovere ***
Capitolo 6: *** Padre ***
Capitolo 1 *** Rivelazioni ***
Basterà
l’amore
I.
Rivelazioni
It could be wrong,
could be wrong,
but it
could’ve been right.
La notte era placida, la luna nient’altro che uno spicchio,
una sagoma eterea ed innocua, che emetteva bagliori di luce bianca
nell’oscurità.
Appostati
all’ombra di una grande quercia, Lupin e Tonks sorvegliavano
una casa di mattoncini rossi, che dava tutta l’idea di essere
disabitata.
Remus estrasse dalla borsa un termos colmo di caffè bollente
e lo porse a Tonks.
«Tieni» disse «ci aiuterà a
tenerci svegli».
«Cos’è?» domandò
lei, ispezionando con attenzione lo strano oggetto.
Remus
inarcò le labbra in un timido sorriso.
«È caffè, Dora. Sirius l’ha
preparato per noi, in vista della missione».
«Oh» fece lei, sorridente «premuroso da
parte sua».
Avvicinò
le labbra al collo del termos e bevve qualche sorso, poi la
restituì a Remus.
«Certo che è ancora carino, vero? Anche dopo
Azkaban…» esordì, poco
dopo, Tonks con aria noncurante.
Un nodo
si allacciò nella gola di Remus, mentre anche
l’ultimo frammento di speranza andava in frantumi. Per la
prima volta sperimentò la morsa bruciante della gelosia,
gelosia rivolta a nient’altri che il proprio migliore amico.
E prima che potesse meditare una risposta controllata,
sbuffò in tono amaro: «Lui
conquista sempre le donne».
A quelle
parole Tonks s’infuriò e i ciuffi rosa si tinsero
di un rosso anche più scuro di quello di cui si coloravano
quando qualcuno si rivolgeva a lei con l’irritante appellativo
di Ninfadora.
Remus la stette a
guardare, sbigottito, con gli occhi spalancati dallo stupore. La
piccola e buffa Tonks gli stava di fronte, con le braccia
minacciosamente incrociate al petto e un’espressione di
rimprovero dipinta in volto.
«Sapresti
benissimo di chi mi sono innamorata, se non fossi troppo impegnato a
sentirti dispiaciuto per te stesso per notarlo».
Fu
come ricevere una secchiata di acqua gelida per Remus: che ci credesse
o meno, Dora gli aveva appena, poco velatamente, confessato di
ricambiare i suoi sentimenti. Ma non disse nulla, finse di non aver
colto, finché lei non gli volse finalmente le spalle,
poggiandole all’albero.
E, senza
che se ne rendesse conto, un sorriso affiorò sul viso
emaciato di Remus.
{336}
Angolo dell'autrice:
So bene di avere una raccolta Jily ('Open
Your Heart, I'm Coming Home') in sospeso, che ho
revisionato e ripubblicherò, in forma migliore - si spera -,
a breve (si vi va, dateci un'occhiata e lasciatemi un parere sincero
^^), ma questa flash è nata spontaneamente.
Le frasi riportate in corsivo sono tratte da Pottermore, infatti la
Rowling ci rivela che Tonks confessò i suoi sentimenti a Remus
proprio mentre i due si trovavano in missione per sorvegliare la casa
di un Mangiamorte.
Ci saranno in totale 5 capitoli, che descrivono momenti condivisi dai
due.
La citazione in corsivo, come quelle nei prossimi capitoli,
è tratta da una delle mie canzoni preferite Resistance dei Muse.
Detto questo, spero vi piaccia e che mi farete l'enorme piacere di
lasciare un commento.
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Capitolo 2 *** Reietto ***
II.
Reietto
Take us away from hell,
protect
us from further harm.
Remus si
precipitò all’esterno e dovette reprimere con
tutte forze di cui disponeva l’urlo che gli affiorava dal
petto. Sopraffatto dalla rabbia e dal dolore, si abbandonò
sul marciapiede e si concesse il privilegio, fino ad allora trattenuto
a stento, di versare lacrime in onore dell’amico fedele.
Pensò ad
Harry, al suo sguardo vacuo mentre vedeva Sirius scivolare oltre il
velo, a tutto il dolore che gli era stato inflitto sin da neonato, e
per un breve istante considerò di prendere il posto di
Sirius come padrino, di offrirgli di abitare con lui. Che idea stupida
condannare un ragazzino di quindici anni a condividere la vita di un
lupo mannaro!
Un’esile
figura dai capelli rosa si sedette silenziosamente accanto a lui e con
la piccola mano sfiorò delicatamente la sua.
«So come ti senti, Remus» pronunciò con
infinita dolcezza.
Dalla
gola di Remus provenne un rantolo tremendo, una risata intrisa
d’amarezza.
«Perdonami, Tonks, ma non
credo tu lo sappia».
Per un
istante gli parve che i capelli di Ninfadora avessero assunto una
sfumatura tendente al rosso scarlatto, ma dovette accadere in un
attimo, perché poco dopo lei gli sorrideva gentile.
Remus sentì
una fitta all’altezza dello stomaco e volse lo sguardo
altrove, alla notte buia e arida come il suo cuore, come era stata,
tanto a lungo, la sua vita.
«L’ho perso per la seconda volta, Dora»
ammise l’uomo, come un bimbo che confessa una marachella alla
madre «Quando sono stati uccisi Lily, James, Peter e Sirius
è stato condannato, io ho perso tutto, come se me ne fossi
andato con loro. Mi sentivo solo e tradito, ero nient’altro
che un reietto in questa terra che tanto ripugna la mia natura. Ma
quando ho scoperto la verità, che Sirius era innocente,
io…io ho creduto di avere un’altra
opportunità, ed anche Harry».
La
fissò nei suoi dolci occhi nocciola, mentre la vista veniva
offuscata dalle lacrime che gli rigavano il viso, copiose.
«Non posso credere di averlo perso, di averli persi tutti, di
nuovo. Loro mi amavano per quello che ero».
«Forse non te ne sei accorto, ma non sono gli unici ad averti
apprezzato per ciò che sei» disse e i suoi occhi
sorrisero.
E, prima
che Remus potesse aggiungere un’altra sola parola, Tonks gli
offrì una tavoletta di cioccolata, all’aroma di
agrumi – lo stesso di cui erano impregnati i suoi capelli.
«Ecco, prendi questa» aggiunse «ti
farà sentire meglio».
{400}
Angolo dell'autrice:
Eccomi qua con un nuovo
capitolo! Come credo abbiate intuito la scena è ambientata
immediatamente dopo la morte di Sirius. Per quanto ci siano diverse
percezioni del rapporto tra Sirius e Remus, dall'amicizia alla
relazione amorosa, credo che la profondità del loro legame
non possa lasciare indifferenti.
Un sentito grazie va a tutti quelli che hanno lasciato una graditissima
recensione, a chi ha inserito la storia tra le
preferite/ricordate/seguite e a chi ha solo letto.
Spero mi farete sapere che ne pensate anche stavolta. :3
Un bacio,
Hera
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Capitolo 3 *** L'istinto d'amare ***
III.
L’istinto
d’amare
Is this our last embrace
or
will the world stop caving in?
Tornare a contatto con il suo mondo, con l’Ordine, dopo mesi
spesi al seguito di un branco di Lupi Mannari, gli pareva irreale.
Negli ultimi tempi aveva fatto di tutto per evitare di uscire solo in
missione con Tonks e, quando gli si era profilata la
possibilità di un incarico in solitaria, non aveva esitato a
coglierla al volo.
Varcò la soglia del Quartiere Generale, aspettandosi, per un
breve istante, che fosse Sirius ad accoglierlo. Ma, prima che potesse
rendersene conto, due braccia lo circondarono, stringendolo a
sé con apprensione. Remus poté percepire
distintamente il dolce profumo di agrumi di Ninfadora e i corti capelli
solleticargli il naso.
Ricordava con dovizia di particolari il loro primo incontro, proprio
lì a Grimmauld Place. Era inciampata immancabilmente sul
portaombrelli a forma di zampa di troll in entrata, aveva imprecato
sottovoce e, con i capelli in disordine e un sorriso allegro sulle
labbra, gli aveva stretto la mano.
«Remus…»
sussurrò al suo orecchio «ero così
preoccupata».
«Anche io lo ero, per
te» rispose lui, d’istinto. Si era così
abituato a servirsene nell’ultimo periodo, che lì
per lì non seppe frenarlo.
La felicità campeggiava in modo evidente sul volto di Tonks,
i cui capelli si erano fatti più brillanti e le cui gote si
erano imporporate di un lieve rossore.
Remus
fantasticò di prendere il viso di Tonks tra le mani e di
posarle sulle labbra un bacio che probabilmente avrebbe avuto il
dolceamaro sapore della brama e della disperazione.
Mi sei mancata, più che mai, arse dal desiderio
di dirgli, ma non lo fece mai.
Non poteva,
perché, da quando era soltanto un bimbo maturato
precocemente, la sua maggiore preoccupazione era quella di proteggere
le persone che gli stavano accanto dal mostro che riposava dentro di
lui, a costo di farsi violenza, reprimendo i propri sentimenti e
vivendoli con discrezione e vergogna.
Tonks avrebbe capito,
ne era convinto, avrebbe trovato un compagno degno di lei,
più giovane, più sano, più adatto.
Ma, nonostante le sue
più radicate convinzioni, il timore di separarsi nuovamente
da lei gli attanagliava le viscere.
Remus respinse, con quanta più decisione disponesse,
l’immagine delle loro bocche che si sfioravano; si sciolse
dunque dall’abbraccio freddamente e le diede le spalle per
salutare gli altri membri dell’Ordine della Fenice.
Il sorriso smorzato sulle labbra di Dora fu il colpo più
duro da incassare, dopo quei mesi di distanza.
{397}
Angolo
dell'autrice:
Eccomi di ritorno con un altra flashfic, ambientata nel momento in cui
Remus fa ritorno dalla missione presso i Lupi Mannari. Spero di essere
riuscita ad analizzare in modo credibile i sentimenti di Lupin, anche
se non sono convintissima del risultato.
In ogni caso, mi farebbe piacere sapere che ne pensate voi tramite una
recensione!
Ringrazio ancora chi mi segue e recensisce i capitoli <3
Baci,
Hera
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Capitolo 4 *** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***
IV.
Amor,
ch’a nullo amato amar perdona
Could be wrong
But
let our heart ignite
Nei libri letti e riletti nelle umide serate estive, quando la
compagnia dei testi scolastici scarseggiava, l’amore era
spesso dipinto come un tormento interiore, una malattia
dell’anima a cui non si poteva che soccombere, sovrastati
dalla portata della sua vastità.
Era quello che per troppo aveva sentito per Tonks: un insostenibile
peso all’altezza del petto, lì, proprio sopra il
cuore, un senso di inadeguatezza e nel contempo una gran voglia di
lasciarsi andare, lasciarsi
amare.
I pensieri
continuavano a ronzare rumorosamente nella sua testa, anche mentre le
sue labbra cercavano con insistenza quelle di Dora. È sbagliato,
è sbagliato, mormoravano notte e giorno. Ma il
contatto con la sua pelle morbida e con i capelli corti che gli
solleticavano il naso li costrinse per un po’ in un remoto
angolo della mente.
Dora gli insinuò le mani caldi sotto la maglia, tirandolo a
sé, come se avessero tetto sotto cui ripararsi e non fossero
appena fuori dal Quartier Generale. Remus le afferrò i polsi
e li allontanò da sé con la forza del lupo
mannaro che riposava dentro di lui; le loro labbra si allontanarono
all’improvviso.
Remus dovette
concedersi qualche secondo per riprendere fiato e lucidità.
«Non puoi evitare
l’amore come un morbo» la voce di Tonks era severa,
il viso contrito, i capelli avevano perso la consueta
vivacità.
Li conosceva bene ormai, quegli sprazzi di sconforto che visitavano
periodicamente il suo amato Remus.
«Sposami» disse lui
tutto d’un fiato.
Gli occhi di lei si sgranarono, il sopracciglio balzò in
alto. «Ti prendi gioco di me, Lupin?»
«Ti ho chiesto di sposarmi,
Dora» e non era mai stato più serio di
così.
«E dove? Quando?»
«Ora. Dove ti piacerebbe
andare?»
Dora aggrottò la fronte e si grattò il mento con
un dito. «Effettivamente, ho sempre desiderato vedere le
Highlands. Un matrimonio improvvisato e segreto potrebbe essere
l’occasione che aspettavo».
«E Scozia sia»
replicò Remus, tendendole la mano.
Dora lo scrutò incerta, mordicchiandosi il labbro inferiore
– lo faceva sempre quand’era nervosa.
«Remus, ne sei convinto? Insomma, tutti i tuoi dubbi
e-».
Lupin le aveva portato
un dito alle labbra, mettendo così a tacere quel flusso di
parole che prometteva di fuoriuscire come un torrente in piena.
«Ti amo, Dora» disse
in un sussurro.
Gli angoli delle labbra della giovane s’inarcarono in un
sorriso e le ciocche si tinsero del rosa più brillante che
Remus gli avesse mai visto indosso.
«Andromeda mi
ucciderà, non appena lo saprà, ma almeno potrai
ricordarmi come una buona moglie in quei pochi giorni in cui lo sono
stata» ironizzò, ammiccando in direzione del mago.
Afferrò la mano di quello che sarebbe stato presto suo
marito e, un attimo dopo, la smaterializzazione li colse.
{448}
Angolo dell'autrice:
Parto col confessare che questo episodio non era in programma -
originariamente i capitoli avrebbero dovuto essere cinque in totale -,
ma ho sentito di
scriverlo, ho immaginato questa scena e l'ho scritta di getto. Spero
che il risultato non sia pessimo.
Se avete riconosciuto il titolo del capitolo, sì, ho osato servirmi del
Sommo Poeta per una scemenza, ma non me ne vogliate, quel canto
è bellissimo. *-*
Dunque, mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate, nel bene e nel
male. Un enorme grazie a tutti quelli che hanno
preferito/seguito/ricordato/letto/recensito questa raccolta. <3
Baci,
Hera
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Capitolo 5 *** Colpa e dovere ***
V.
Colpa
e dovere
I’ll wait a thousand years,
just
to see you smile again.
Remus Lupin rientrò
a casa, chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle. Il
profumo di pasticcio di rognone gli invase piacevolmente le narici e
solo in quel momento realizzò di essere davvero molto
affamato. Le notizie provenienti dall’Ordine non promettevano
tempi rosei, ma chiudersi la realtà alle spalle ed essere
avvolti dal calore famigliare davano un, se pur momentaneo, sollievo.
«Tonks, sono a casa»
annunciò.
Dopo appena qualche secondo, la moglie gli corse incontro con un
sorriso pieno e lo baciò, come se non l’avesse
visto per giorni.
«Che succede?»
chiese Remus, sollevando un sopracciglio.
«Forse è meglio se
ti siedi» propose Ninfadora, eccitata.
Il marito
seguì il suo consiglio: si lasciò cadere
mollemente sul divano e la fissò, curioso di sapere la
notizia che tanto la elettrizzava.
«Tra poco non saremmo solo io
e te ad abitare in questa casa» annunciò lei,
mentre gli occhi emanavano bagliori di luce ed emozione.
Remus parve disorientato e confuso. «Dobbiamo ospitare
qualcuno dell’Ordine?»
La risata
divertita di Tonks echeggiò, cristallina, tra le mura
domestiche.
«Come sei ingenuo,
Remus» lo canzonò lei «Sono incinta,
Rem! Aspettiamo un bambino».
La mano andò istintivamente a sfiorare il grembo e gli occhi
le si riempirono di lacrime di gioia.
Fortunatamente
aveva accolto il consiglio della moglie di sedere, perché
Remus sentì la pressione corporea abbassarsi e le ginocchia
cedergli, in preda ad un tremore inspiegabile.
Dora lo
strinse in un caloroso abbraccio, che taceva amore e gratitudine.
Per un istante fantasticò di stringere tra le braccia un
piccolo frugoletto, innocente e vulnerabile, con un viso tondo e
paffuto, di cullarlo e farlo addormentare sul suo petto. Ma poi
ricordò sua madre in preda ai singhiozzi, celata tra le mura
grigie della sua camera, e suo padre che fissava un punto indistinto
della cucina durante i pasti, invecchiato dalla pena e dal senso di
colpa. E sul volto del bimbo spuntarono zanne e le unghie di mani e
piedi scorticavano la pelle.
Al riparo di quella stretta familiare, Remus celò il viso
sconvolto da un turbinio d’emozioni: gioia, commozione, senso
di colpa. La colpa imperdonabile di aver concepito un innocente, sul
cui capo incombeva una maledizione ineluttabile, e di avere
già condannato una donna, che non avrebbe dovuto sposare.
{371}
Angolo dell'autrice:
Et voilà, seppur in ritardo, sono tornata con un nuovo -
scarso - capitolo. Avrei voluto scriverlo meglio - vorrei sempre scrivere
meglio di quanto non faccia, ma pazienza. E poi, sbagliando si impara.
Mi auguro possa piacervi comunque e che vorrete farmi sapere che ne
pensate.
Vorrei ringraziare immensamente tutti voi che mi seguite con pazienza e
assiduità, ve ne sono immensamente grata. In particolare
grazie a vampiretta98,
che ha recensito sin dal primo episodio, _chocolate_ e
tutti quelli che mi hanno dedicato una recensione e stanno seguendo la
raccolta, in un modo o nell'altro.
Baci,
Hera
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Capitolo 6 *** Padre ***
VI.
Padre
Love is our resistance,
they’ll keep us apart
and they won’t stop
breaking us down.
Remus Lupin pensò che probabilmente fosse il dono
più bello che la vita gli avesse concesso.
Sul volto pieno e
paffuto si apriva un sorriso curioso, gli occhi vispi si aggiravano
all’esplorazione di un mondo nuovo, per posarsi infine sulle
persone dal cui amore era stato concepito. Aveva ereditato i suoi
stessi occhi, grandi e color nocciola, che campeggiavano su un viso a
forma di cuore, identico a quello di Ninfadora e Andromeda.
«È bellissimo, Dora» sussurrò
Remus, mentre il piccolo s’aggrappava al suo dito con la
manina pallida.
Tonks, esausta per il parto e con il viso esangue, li fissava
dolcemente.
«Il nostro piccolo Teddy» precisò, con
infinito amore.
«Andromeda ne sarà entusiasta, aspettava con tanta
ansia un nipotino, e anche Ted ne sarebbe stato felice»
assicurò Remus.
Tonks annuì sorridendo.
«Guarda» disse poi, indicando il capo del neonato.
Dei ciuffi, tra i capelli castano chiaro, si stavano tingendo di un
azzurro vivace.
«È anche lui un Metamorfomagus, come la
mamma» aggiunse, fiera.
Remus tornò a contemplare quel piccolo frugoletto che
giaceva inerme tra le sue braccia e capì che nessuna ombra
avrebbe potuto oscurare la felicità di quel giorno. Nulla
avrebbe impedito al piccolo Ted di ricevere tutto l’amore e
il sostegno che ogni bimbo meritava.
«Non avrà problemi, vedrai» disse Tonks,
ma Remus già lo sapeva.
Le accarezzò la guancia con il dorso della mano, un gesto,
quello, carico di dolcezza e devozione nei confronti di colei che
l’aveva salvato e aveva dato alla sua vita il significato che
aveva tanto a lungo atteso.
«Basterà l’amore» aggiunse lui.
Il suo pensiero corse ad Harry, alla sua precoce maturità,
all’indignazione che aveva espresso di fronte alla sua
intenzione di abbandonare la moglie incinta e alla
caparbietà attraverso la quale l’aveva indotto a
vergognarsi della sua codardia.
Gli doveva molto,
tutto, perché era grazie a lui se aveva aperto gli occhi,
era grazie a lui se ora poteva dirsi padre.
{321}
Love is our resistance.
Angolo
dell'autrice:
Questo capitolo conclude la mia raccolta su questa bellissima coppia,
con la viva speranza di aver trasmesso qualcosa attraverso la
scrittura.
Un ringraziamento speciale e dovuto va a tutti quelli che mi hanno
seguita fedelmente in questo percorso: le vostre parole di sostegno
hanno significato tanto per me e mi hanno strappato, in diverse
occasioni, un sorriso.
Spero di avere l'opportunità - e l'ispirazione -, in futuro,
di scrivere ancora sui miei amati Tonks e Remus e che, magari,
incrocerò di nuovo qualcuno di voi.
Un abbraccio.
Hera
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