No sounds without silence

di MargaretMadison
(/viewuser.php?uid=168651)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** (0) ***
Capitolo 2: *** (1) ***
Capitolo 3: *** (2) ***
Capitolo 4: *** (3) ***
Capitolo 5: *** (4) ***
Capitolo 6: *** (5) ***
Capitolo 7: *** (6) ***
Capitolo 8: *** (7) ***
Capitolo 9: *** (8) ***
Capitolo 10: *** (9) ***
Capitolo 11: *** (10) ***
Capitolo 12: *** (12) ***
Capitolo 13: *** (13) ***



Capitolo 1
*** (0) ***


(0)
 
 
 
 
 
Don’t stop doin’ what you’re doin’
Every time you move to the beat
It gets harder for me
And you know it, know it, know it
Don’t stop ’cause you know that I like it
Every time you walk in the room
You got all eyes on you
And you know it, know it, know it

- Don’t stop

 
 
 
 

“La festa sta andando nei migliori dei modi” si disse Olivia osservando i volti sorridenti degli ospiti, celebrities e non che riempivano il salotto di casa sua. O, per meglio dire, casa sua e dei ragazzi.
Indossava un vestito rosso molto semplice, che la copriva il giusto e risaltava le sue forme eleganti degne di una ballerina. I piedi le facevano male per via dei tacchi ma la musica era troppo bella per non ballare, quindi era tutta colpa della nuova hit di Macklemore se, in quel momento, Olly stava dando spettacolo su un tavolino del soggiorno assieme alla sua amica Evelyn.
Olivia buttò la testa all’indietro, mostrando il collo elegante lasciato scoperto dalla coda alta e ancheggiò cercando di sembrare il meno brilla possibile. Evelyn dal canto suo, indossava degli shorts di jeans neri e un top crop bianco che le scopriva la pancia perché a suo avviso «Ora che ho il piercing all’ombelico è giusto che tutti lo notino» e sorrise nel ripensare alla faccia sconvolta che aveva fatto Calum quando la sua ragazza aveva detto quelle parole.
Evelyn Moss e Calum Hood erano il classico cliché: le loro mamme si erano conosciute al liceo e da lì non si erano più separate facendo crescere i loro figli – avuti con qualche mese di differenza – assieme e, beh, con la vicinanza e l’adolescenza il loro rapportò cambiò.
Ed era grazie alla loro relazione se Olivia conobbe il ragazzo che le cambiò la vita, Luke Hemmings.
Stavano assieme da quasi un anno e, certo, le cose non erano sempre andate bene come succedeva con Calum e Eve, ma alla fine riuscirono a superare tutti gli ostacoli, assieme.
Anche ora che le cose erano cambiate – la fama, i tour, le notti passate in studio per registrare, la distanza… - Olly sapeva di poter contare su Luke e lui su di lei e questo bastava.
Aspettò che la canzone finisse prima di allontanarsi dalla sua amica per andare a prendere una boccata d’aria e, dopo qualche spintone e “permesso” detto con tono un po’ acido, Olivia riuscì ad arrivare in cucina, stranamente vuota.
«Ah, ma che schifo» disse osservando le briciole di cibo sparse per terra e il vomito di qualcuno nel lavandino «Col cazzo che domani li aiuto a pulire»
Cercò un bicchiere pulito sul tavolo – un volta immacolato – e versò un po’ di vodka liscia che i ragazzi avevano portato direttamente dalla Russia, l’ultima tappa del loro tour.
All’improvviso due braccia forti le circondarono i fianchi snelli e il suo profumo forte le invase le narici.
«Dovresti smetterla di ballare in quel modo, sai che non mi piace quando gli altri ti guardano in quel modo»
Olivia sorrise perché - davvero – non aspettava altro che passare una serata sola con il suo Luke dopo mesi e mesi di distanza e chiamate interminabili su Skype.
«Ah sì? Beh allora potremmo sgattaiolare in camera così farò uno spettacolo solo per te, ci stai?» chiese Olivia con finta innocenza iniziando sbottonare la camicia a scacchi di Luke, facendo uscire i bottoni dalle asole in modo lento, dolorosamente lento.
Luke sorrise – e dall’alito si poteva benissimo sentire che avesse bevuto e forse anche fumato – e Olivia fece lo stesso, iniziando a fantasticare sulla reazione di Luke una volta visto il suo nuovo completo targato Victoria’s Secrets quando: «Mi piacerebbe, amore» sospirò stringendo la presa sui suoi fianchi «Ma ho promesso ad alcuni vecchi compagni di liceo di fare un giro di shot, appena finisce la festa non mi scappi»
Olivia annuì, leggermente delusa dalla risposta tant’è che Luke le alzò il viso con due dita facendo scontrare gli occhi verdi di lei con quelli azzurri di lui.
«Hey, i prossimi mesi resteremo qui in Australia. Abbiamo tutto il tempo per stare assieme e… pensare a noi» sussurrò osservando le labbra cuoriformi della sua ragazza che –Accidenti! – le erano mancate da morire.
Olivia sorrise perché Luke era davvero troppo bello anche con le occhiaie e un accenno di barba sul mento e sì, il piercing che prima non la convinceva ora l’aveva rapita completamente. Quando poi parlavano di cose intime, come in quel momento, le guance si andavano a colorare di rosso facendolo sembrare dolce e tremendamente sexy, anche se, in effetti lo era.
«Se poi ti annoi coi tuoi amichetti lì» parlò a bassa voce, scontrando il suo petto con quello di Luke che sussultò «Sarò in camera ad aspettarti» sussurrò lasciva prima di abbandonare il proprio ragazzo da solo in cucina.
Ancheggiò più del dovuto – perché sapeva che Luke la stesse ancora osservando imbambolato – e sì voltò un attimo solo per assicurarsi di non avere torto.
«Hey attenta!» esclamò una voce piuttosto squillante.
Olivia si girò nuovamente, osservando la figura di Michael che reggeva in mano un bicchiere vuoto e una macchia rosa – che si espandeva a vista d’occhio - sulla sua maglietta bianca.
«Non mi sembra di esserti venuta addosso» borbottò acida lei, poggiando le mani sui fianchi.
«Questo perché io ho cercato di evitare lo scontro e quindi mi sono rovesciato il drink sulla maglia» rispose il ragazzo a tono.
Che tra Olivia e Michael non ci fosse mai stato un ottimo rapporto come quello che la ragazza aveva con gli altri membri della band era chiaro a tutti, solo che nessuno sapeva quale fosse il motivo della loro ostilità. Ma ce n’era uno poi?
Olivia si portò una mano al cuore con fare teatrale e «Sei mancato molto anche a me, Clifford. Non offenderti se non ti abbraccio»
Michael la sorpassò borbottando un’imprecazione e in pochi passi fu fuori dalla sua visuale.
Olivia sospirò, indirizzandosi verso le scale «Stupido Clifford» sibilò a denti stretti.
 
***
L’orologio segnava l’una passata e di Luke nemmeno l’ombra. Olivia era stesa sul loro letto a una piazza e mezza che aspettava il biondo che sembrava essere sparito. Si era tolta i tacchi, per massaggiarsi i piedi doloranti e slegata i capelli biondo cenere dalla coda che si era fatta, facendoli ricadere sulla schiena snella.
Dopo l’uscita del primo disco, i ragazzi e i manager decisero di comprare una piccola villetta poco fuori città così, quando tornavano a Sidney, avevano un posto segreto dove andare senza essere scoperti dalle fans. A parte i famigliari e gli amici più stretti, nessuno era a conoscenza di quella casa, che vista dall’esterno pareva anonima.
Camera di Luke era semplice, aveva un letto – sempre sfatto, che profumava di loro – un armadio disordinato e una scrivania dove Luke aveva lasciato alcune bozze di canzoni e alcuni CD dei Blink e dei Green Day.
Olivia sbuffò annoiata e lanciò un’ultima occhiata alla sveglia prima di alzarsi dal letto, se Luke non voleva andare da lei, allora la bionda avrebbe facilitato le cose facendo il primo passo.
Raggiunse l’armadio dove prese un paio delle sue mutandine di pizzo, quelle che Luke tanto adorava e uscì dalla stanza con un sorriso malizioso, decisa a cercare il suo ragazzo e rinchiudersi in camera con lui per tutta la notte.
Lo trovò in piedi, appoggiato allo stipite della cucina mentre ridacchiava con Ashton e alcuni vecchi compagni del liceo che Olly riconobbe ma non salutò. Come la vide, Luke sorrise, un sorriso sghembo dovuto al troppo alcool ingerito. Olivia non perse la sua espressione lasciva e quando gli passò affianco, infilò le sue mutandine nella tasca dei jeans del ragazzo, senza preoccuparsi troppo di dare nell’occhio, anzi, era stata forse fin troppo indiscreta tant’è che riuscì a sentire la battutaccia che fece Ashton poco prima di sentire i passi di Luke correrle dietro e raggiungerla in cucina.
Olivia si girò verso la porta, trovandosi davanti a sé Luke con gli occhi lucidi per l’alcool e l’eccitazione in corpo che non esitò a baciarla con forza, prendendole il viso tra le mani.
Era un bacio urgente, quasi famelico. Olivia non si preoccupava se stava stringendo troppo coi denti le labbra del ragazzo e Luke palpò senza vergogna il fondoschiena della bionda che sospirò nel bacio.
«Ma trovatevi una stanza» urlò qualcuno facendoli ridere.
Olivia si staccò dal bacio – sempre sorridente – e dopo aver afferrato una bottiglia di vodka dal tavolo, prese Luke per mano, raggiungendo il piano superiore.
«Fate sesso protetto» continuò Ashton, che quella sera, stranamente, sembrava il più sobrio di tutti.
Olivia bevve un generoso sorso di vodka prima di rituffarsi sulle labbra del biondo «M-mi sei… man-mancato così tanto c-che» sussurrò tra i baci mentre Luke cercava a tentoni la maniglia della porta.
«Non sai quanto sei mancata a me, piccola» disse una volta dentro la stanza, barcollando un po’.
Olivia chiuse la porta con un calcio e Luke fece scontrare le spalle della ragazza contro il legno, schiacciandola col suo corpo.
Luke si staccò dal bacio e prese la bottiglia di vodka dalle mani di Olivia per poi buttarla a terra malamente una volta finita.
«Posso immaginare» sussurrò accarezzandogli il cavallo dei pantaloni leggermente gonfio.
Luke le baciò il collo, le clavicole, la parte di seno lasciata scoperta dal suo vestito mentre le sue mani le accarezzavano le gambe, avvicinandosi al suo centro. Un leggero odore di hashish le arrivò alle narici e sorrise perché l’idea di Luke che fumava l’eccitava da morire.
«Oh, Luke» sospirò sentendo le labbra del ragazzo succhiarle un lembo di pelle del collo «è tutto così bello»
Dal canto suo, Olivia iniziò a sbottonare lentamente la camicia di Luke, accarezzandogli il fisico asciutto ma non statuario e le braccia forti.
«Forse dovremmo postarci sul letto, non trovi?» biascicò lei mentre le mani di Luke andarono ad alzare il suo fondoschiena e il biondo si sedette sul letto portandosi con sé Olivia che gli fece scivolare la camicia sul letto, potendo finalmente osservare il corpo del suo ragazzo.
Si era irrobustito dall’ultima volta che l’aveva visto e sul suo petto si potevano intravedere alcuni peli biondi e sorrise, perché Olly era abituata a vedere Luke come il più piccolo e inesperto della coppia, forse perché lei era più grande di lui di due anni o forse perché si era sviluppato un pochino più tardi rispetto agli altri ragazzi.
«Con questo vestito sembri una dea» disse mentre cercava la zip del vestito.
Olivia si staccò dalle labbra di Luke per poter osservare le sue gote infiammate e la labbra rosee. Aprì la bocca come per parlare quando la porta si aprì e i due voltarono lo sguardo verso l’uscio.
«O-oh, ehm, scusatemi» balbettò Michael imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli rossi. Subito abbassò lo sguardo e Olivia notò le sue nocche farsi bianche da quanto stringeva la maniglia della porta.
Subito la bionda riportò lo sguardo su Luke, che le strinse una coscia.
«Ti serve qualcosa?» disse acida lei, ma il suo ragazzo le fece cenno di tacere con una mano.
«Ehm, ero passato per dirvi che… si, che la festa è finita. Tornate pure alla vostra, ehm, serata»
«Oh, tranquillo Mike. Unisciti pure» parlò Luke, palesemente ubriaco. Geloso com’era non si sarebbe mai permesso che Olivia venisse toccata da un altro uomo che non era lui.
Olly strabuzzò gli occhi, pensando che il ragazzo avesse fumato qualcosa di pesante perché da quando Luke faceva proposte del genere?
Il fidanzato sembrò leggerle nella mente e sorrise «Hai sempre detto di voler sperimentare qualcosa di nuovo, sarà divertente» la incoraggiò con lo sguardo, indicando con un cenno della testa Michael che stava ancora in piedi davanti alla porta.
“Ma fa sul serio?” si domandò.
Olivia guardò incerta Michael per poi osservare Luke che non la smetteva di sorridere e sospirò.
Sarà stata colpa dell’alcool, la prospettiva di provare qualcosa di nuovo mai sperimentato o la sua astinenza che la fece alzare dalle gambe di Luke per raggiungere Michael che non smetteva di osservare ogni centimetro del suo corpo.
Una volta vicini, la ragazza si alzò in punta di piedi per raggiungere le labbra del ragazzo baciandole appena. Erano soffici ed esperte, così la seconda volta che fece scontrare le loro bocche, Olivia approfondì il bacio, circondando il collo di Michael con le braccia e con una spinta lo portò dentro la stanza, chiudendo la porta con violenza.
La baciava con dolcezza, accarezzandole le guance e il collo sorprendendo Olivia che aveva sempre creduto che Michael fosse uno violento, poco attento ai particolari, che metteva il proprio piacere davanti a quello della partner.
Sentì le molle del letto muoversi e Luke farsi sempre più vicino a lei, facendo scontrare la schiena della giovane col suo petto nudo. Mentre le sue labbra erano rapite da quelle di Michael, Luke incominciò a baciarle il collo di nuovo e quando trovò la zip del vestito, non esitò un attimo a sfilarglielo aiutato anche dalle mani esperte dell’amico.
Era tutto così surreale, non avevano mai provato sensazioni del genere: chi confusione, chi eccitazione, chi amore o magari anche tutte e tre assieme.
Michael si staccò dalle soffici labbra di Olivia e osservò il suo corpo snello fasciato da un reggiseno a balconcino azzurro e gli slip di pizzo coordinati. Aveva il respiro pesante e si passò una mano tra i capelli mentre si mordeva nervosamente il labbro.
«S-Sei stupenda» balbettò Luke girando la ragazza verso di sé, in modo la sua bocca tornasse in proprio possesso.
Olivia si accorse subito di come i due ragazzi baciavano diversamente. Luke era più possessivo, aveva appoggiato una mano dietro la sua nuca e l’altra nella parte alta della schiena, poco sotto al gancetto del reggiseno, mentre Michael era più… più Michael, non sapeva come definire quel bacio e sì, le era piaciuto. Le era piaciuto il modo in cui Michael aveva giocato coi suoi capelli, tirandoglieli leggermente, o i cerchi immaginari che andava a disegnare sul suo fianco nudo, provocandole un piacevole brivido che le attraversò la schiena dorsale.
E, sinceramente, un po’ le mancavano quelle labbra morbide, il suo tocco delicato o il suo alito così, mentre Luke la baciava, Olivia prese la mano di Michael intrecciandola alla sua per portarla sopra al suo seno.
Gemette quando Michael iniziò a massaggiarle il seno e la sua bocca finì sapiente sul suo collo per poi scendere giù fino alle spalle. Morse il punto dove c’era la spallina del suo reggiseno e poi la fece scivolare coi denti, poi fece lo stesso con l’altra.
Olivia si girò di nuovo, tolse la maglietta – ancora bagnata dal loro scontro precedente - di Michael e iniziò ad accarezzargli il corpo, con attenzione, senza tralasciare niente. Era bello, bello da stare male. Se non fosse stato così acido e stronzo nei suoi confronti ci avrebbe fatto un pensierino su.
In seguito i due ragazzi si sfilarono velocemente i jeans scuri rimanendo così in boxer.
Olly si sentiva leggermente a disagio, non sapeva come muoversi e aveva paura di non riuscire a soddisfare entrambi e di trascurare uno dei due.
Luke si adagiò al suo corpo, sfilandole il reggiseno che cadde a terra assieme al resto dei vestiti.
Michael rimase a osservare il suo seno in silenzio, come in contemplazione. I suoi occhi vigili le stavano facendo una radiografia e Olivia sentì il bisogno di coprirsi con le mani, era quasi tentata di prendere i suoi vestiti e uscire di corsa quando Mike parlò.
«N-Non coprirti» sussurrò «sei bellissima»
Le mani di Michael percorsero il corpo snello di Olivia arrivando al suo seno che iniziò a studiare con le mani, dal canto suo, il biondo scese verso l’intimità della ragazza, accarezzandogliela prima da sopra le mutandine.
Olivia era completamente rapita dalle mani e dalle bocche dei due ragazzi che sotto i loro tocchi, la facevano sentire bella, quasi preziosa dal modo gentile e curato con cui la toccavano. Soprattutto il modo in cui Michael la toccava. La faceva sembrare una reliquia santa, non era affatto violento o rude, lasciava baci umidi su tutto il seno e quando la bionda buttò la testa all’indietro, Luke ne approfittò per catturare lembi di pelle del suo collo tra le labbra, facendola sospirare ‘che sapeva quanto la ragazza amasse i baci sul collo.
Amava fare l’amore con Luke, era una cosa che le riempiva il cuore fino farlo quasi scoppiare, ma Michael non le aveva mai dato attenzioni – soprattutto positive – e voleva godersi fino all’ultimo quel momento, certa che il giorno seguente le cose sarebbero tornate come prima.
«Mi-Michael» gemette giocando coi capelli di Luke quando una scossa di piacere la travolse facendola sgretolare in una pioggia di gemiti.
E subito si morse la lingua, perché si era accorta di aver fatto una cazzata. Ma forse la cazzata era iniziata nel momento in cui aveva lasciato il corpo di Luke per andare da Michael, in piedi sull’uscio della porta.
Olivia aprì gli occhi di scatto, per trovare Michael che la guardava sconvolto.
«Uhm, è… è meglio che vada» balbettò il ragazzo raccogliendo in fretta i suoi vestiti, per poi lasciare la stanza senza degnare gli altri due di uno sguardo.





























MY LITTLE TALK
Heilà, come state? Questa è la mia nuova Fan Fiction sui ragazzi rating rosso .
é la prima storia ad avere questo rating quindi vi chiedo pietà, non sono molto esperta quindi siate buone con me.
Allora, che posso dire riguardo alla storia? Tanto per iniziare Olivia la immagino come
rosie huntington-whiteley cioé 'sta meraviglia https://www.google.it/search?q=rosie+huntington-whiteley&tbm=isch&imgil=VpDvYpA0A7ArdM%253A%253Bxftg74EYSKRtqM%253Bhttp%25253A%25252F%25252Fwww.fashiongonerogue.com%25252Frosie-huntington-whiteley-stuns-modelco-spring-20132014-campaign%25252F&source=iu&pf=m&fir=VpDvYpA0A7ArdM%253A%252Cxftg74EYSKRtqM%252C_&usg=__5sHti63ucVDHOAmS6O7c4X8CDGI%3D&biw=1920&bih=945&ved=0CJUBEMo3&ei=4RQ9VdnEIavjywOO2AE#imgrc=FvBGAu7hlP0r7M%253A%3B4WxQmdNit2vU_M%3Bhttp%253A%252F%252Ffeelgrafix.com%252Fdata_images%252Fout%252F25%252F950683-rosie-huntington-whiteley.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Ffeelgrafix.com%252F950692-rosie-huntington-whiteley.html%3B960%3B1409, un link veramente corto, scusate.
Mentre Evelyn, che ha un ruolo importante nella storia (o, per lo meno, così immagino) prende il volto di naya Rivera https://www.google.it/search?q=naya+rivera&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=TxU9Vf7iEOLVygPP4IA4&ved=0CAcQ_AUoAQ&biw=1920&bih=945#imgrc=QfMmOagDAO_OJM%253A%3BlazGf1vllQqcPM%3Bhttps%253A%252F%252Fblondiesland.files.wordpress.com%252F2015%252F02%252Fnaya-rivera-karencivil.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fblondiesland.com%252F2015%252F02%252F04%252Fnaya-rivera-back-on-tv-after-the-end-of-glee-naya-rivera-torna-in-televisione-dopo-la-fine-di-glee%252F%3B724%3B1067
(un altro link molto corto).
é una storia che avevo in mente da tantissimo tempo e spero che vi piaccia :) per ora non aggiungo altro (anche perchè non saprei che dire e i miei spazio autore fanno davvero schifo),  aspetto che siate voi a giudicare <3
fatemi sapere cosa ne pensate (se continuarla o meno) con una recensioncina - ina -ina.
bacissimi
Megghy

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** (1) ***


(1)

 
 
 
 
 
 
I wish that I could wake up with amnesia
And forget about the stupid little things
Like the way it felt to fall asleep next to you
And the memories I never can escape

‘Cause I’m not fine at all
 
- Amnesia

 
 
 
 
 
 
Avevano fatto l’amore poi, lei e Luke.
Era stata diversa dalle altre volte, più meccanica, gesti eseguiti come se fossero un rituale, mani troppo ruvide che non provocavano più i brividi e le scintille di un tempo e baci diventati forse fin troppo lunghi che a stento venivano ricambiati da Olivia.
Non era nemmeno venuta, tra le altre cose. E Luke non se n’era accorto, non si era accorto di niente da quanto aveva bevuto e, probabilmente, fumato. Si sentiva uno schifo di ragazza e i sensi di colpa continuavano ad assalirla.
Si addormentò verso le sei della mattina, troppo stanca per tenere gli occhi aperti e poi perché più rimaneva nella dormiveglia, più ripensava agli avvenimenti della serata.
Con Michael sarebbe tornato tutto come prima?
No, assolutamente no.
Michael si sarebbe ricordato tutto e molto probabilmente avrebbe reso la sua vita un inferno riempiendola di frecciatine e cose varie.
Si risvegliò verso le dieci della mattina, con un mal di testa atroce e gli occhi gonfi dal pianto - ma giurava che le fossero uscite solo due lacrimucce, nulla di più – e quando trovò un post-it a occupare la parte di letto di Luke, tirò un sospiro di sollievo.
“Sono uscito coi ragazzi a fare un po’ di spesa, la casa fa schifo e tu sei bellissima quando dormi xx Luke”
Quando lesse quel bigliettino si sentì solamente peggio, tant’è che lo stracciò e, dopo essersi rivestita, scese al piando si sotto dove trovò Ashton a fare colazione.
Il riccio le sorrise, porgendole la guancia che andò ad indicare col dito. Olivia si sforzò di sorridere e lasciò un bacio sulla guancia liscia del riccio che tornò alla sua ciotola di latte e cereali e la bionda ne prese una pulita dal lavandino.
«Nessuna novità dal fronte “sesso violento”?» chiese Ash, col suo solito tono allegro e frizzante.
Olivia poté sentire il sangue nelle vene gelarsi e la presa sulla ciotola diminuì finché non le scivolò dalle mani.
«Merda» esclamò raccogliendo i cocci della ciotola frantumata.
E se li avesse sentiti?
D’altra parte la camera di Ashton era proprio adiacente a quella di Luke. Nella sua testa si creò mille castelli in aria immaginando già le possibili reazioni di Luke, Michael o anche di Eve e Calum.
Ashton rise, alzandosi dalla sedia per aiutare l’amica «Non ho sentito nulla, tranquilla. Sono crollato, sai, ieri sera io, Luke e Mike sono andati un po’giù pesanti e io ero così stanco che non ce l’ho fatta. Ma dai segni che vedo sul tuo collo, Luke di forze ne aveva ancora, o sbaglio?»
Olivia arrossì dalla vergogna, perché se Ash avesse saputo la vera versione dei fatti non l’avrebbe tratta in quel modo, anzi.
«Olly, non ti devi vergognare, alla fine Luke è il tuo ragazzo, non vi vedete da mesi ed è giusto che vogliate passare dei momenti di… ehm, intimità. È normale anche io e… va beh, hai capito» Ashton non terminò la frase e guardò altrove, Olivia poteva scommetterci che era sul punto di piangere.
Olivia appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, come a confortarlo «Ash, a volte parlarne con qualcuno ti fa stare meglio, sai? Non dico di farlo per forza con me ma Calum è stato molto male per quando… lo sai»
Ashton scosse la testa, girandosi verso l’mica «è solo che non riesco ad accettare il fatto che mi abbia scaricato. Io… vorrei sapere dove ho sbagliato. Insomma, Abby ti ha mai detto niente di noi? Eppure sembrava felice, io… ho fatto tutto quello che potevo per lei e, davvero, non capisco»
«A volte facciamo delle cose stupide e ci rendiamo conto troppo tardi dei danni che abbiamo combinato» e nel pronunciare quelle parole, subito le tornò in mente la sera prima e al piacere che Michael le aveva procurato.
Ashton sospirò, si scompigliò i ricci e senza guardare Olivia borbottò un «Penso che andrò a farmi un giro»
 

***

Una volta finita la colazione – ovvero una tazza di latte scaldata nel microonde – Olly decise di approfittare dell’assenza dei ragazzi per farsi una doccia calda e rigenerante.
In bagno, osservò allo specchio i segni rossi sul collo, le clavicole e sul seno cercando di capire quali fossero di Luke e quali di Michael. Passò lo sguardo lungo il suo corpo, dove altri segni erano impressi sul suo corpo. Era sempre stata una di quelle ragazze che andava matta per quel genere di cose, amava i baci, i morsi e i graffi sotto le coperte, in preda al piacere più estremo ma quella volta, li sentiva quasi stretti, come se le dessero fastidio. Così sotto la doccia s’insaponò per bene e cercò – invano, ovviamente – di togliere in qualche modo quei marchi.
“Userò il fard di Eve” si disse “ammesso che se lo sia portato dietro”
A differenza sua, Eve non si fermava mai per lunghi periodi in casa coi ragazzi, un po’ perché ai suoi non piaceva l’idea che vivesse con quattro ragazzi e poi perché gli esami universitari la portavano via molto tempo.
E lei ed Eve differenziavano più o meno in tutto, sia dal punto di vista estetico – Evelyn aveva i genitori ispanici da cui aveva ereditato i capelli neri e la carnagione color caramello – sia da quello caratteriale. Da sempre nella coppia la mora era stata quella più forte, quella riflessiva, l’ancora di Olivia che era più insicura, lunatica, quella che aveva sempre bisogno di essere rassicurata.
Passò le mani sulle braccia, la pancia, il seno giovane e sodo e più si toccava più ripensava a Michael al modo in cui l’aveva toccata, così delicato, si accarezzò il collo e gettò la testa all’indietro immaginando di averlo dietro di lei a baciarle il collo e le spalle. Inevitabilmente la sua mano destra scese più giù, raggiungendo il suo centro e si sfiorò sopprimendo un gemito.
Non sapeva cosa fosse successo e da dove nascesse quell’improvviso interesse nei confronti di Michael, nemmeno dopo mesi che non vedeva Luke si era toccata così intimamente da sola.
Tornò ad accarezzarsi, questa volta con più decisione, tant’è che dovette mordersi il labbro per non esalare un respiro. Andò avanti a toccarsi da sola fin quando, pochi istanti dopo, Ashton non bussò alla porta, avvisandola che sarebbe uscito a fare jogging e che i ragazzi sarebbero tornati a momenti.
Appena si rese conto dell’assurdità che stava combinando – perché fare sogni erotici sul migliore amico del proprio ragazzo rasentava l’assurdo per lei, soprattutto se si trattava di Michael – e, dopo essersi insaponata per bene col suo bagnoschiuma alla fragola e aver passato due volte lo shampoo sui suoi capelli, Olly uscì dalla doccia rigenerata e molto più rilassata rispetto a prima. Avvolse il corpo in un asciugamano, forse un po’ troppo piccola, che le arrivava al ginocchio.
Spazzolò i suoi capelli e li asciugò con il phon osservando come cadevano perfettamente lisci. Guardò il suo riflesso soddisfatta e dopo aver sorriso alla sua immagine, uscì dal bagno scontrandosi giusto con l’ultima persona che voleva incontrare.
«S-scusa» balbettò osservando di sfuggita Michael «Non ti avevo visto»
«Non ti preoccupare, piccola. A quanto pare siamo destinati a incontrarci in questo modo» sussurrò a voce bassa riferendosi allo scontro avvenuto la sera prima e con una mano le accarezzò il braccio facendola sussultare.
Olivia si ritrasse come scottata e questo provocò l’ilarità di Michael che non poté non ridere «Se non sbaglio ieri sera non ti dispiaceva il mio tocco, o sbaglio?»
La bionda aprì gli occhi di scatto. Lui ricordava?
«M-Michael, dobbiamo dimenticare quello che è successo ieri, è stata una follia» disse Olivia superando il ragazzo.
Michael l’afferrò per il braccio facendola voltare «E se io non volessi?»
«C-Cosa vuol dire “se io non volessi”? Alla fine… alla fine si tratta di un errore, eravamo ubriachi» urlò quasi, toccandosi nervosamente i capelli.
Michael si avvicinò di un passo e Olly indietreggiò finché le sue spalle non trovarono il muro e il petto il corpo del ragazzo, era in trappola «E se io non lo fossi stato? E se io fossi stato sobrio e mi ricordassi tutto? E se quella notte fosse stata la più bella della mia vita perché, anche se per poco e solo in parte, tu sei stata mia?»
Olivia deglutì a vuoto, con lo sguardo non osava spingersi oltre al collo del ragazzo perché le sue labbra e i suoi occhi erano calamite per lei in quel momento «E se io fossi la ragazza di uno dei tuoi migliori amici?
Michael ghignò, accarezzandole una guancia «Allora renderemo le cose più divertenti»
«Cioè? Che intendi dire?»
«Se non vieni a letto con me dirò a Luke quello che è successo ieri sera»
Se da un lato Olivia era contenta sapendo – o per lo meno immaginando -  che Luke non si ricordasse nulla della notte precedente, dall’altro si sentiva uno schifo perché Michael voleva solo peggiorare la situazione già complicata.
«Ma… ma questo è insensato. Eravamo ubriachi ed è stato lui a proporre quella… quella cosa e non puoi chiedermi di tradire il mio ragazzo, io… non ci riesco. Ieri è stato un errore, Michael. Ficcatelo in testa.»
«Penso che urlare il nome di un altro in presenza del proprio ragazzo si possa benissimo definire tradimento. E non fare quella faccia, principessa, so benissimo che ti sto chiedendo qualcosa che vuoi anche tu quindi togliti quell’espressione dalla faccia»
Olly si coprì il viso con le mani, in che accidenti di situazione si era cacciata? Doveva davvero scendere a patti col diavolo per salvare la sua relazione con Luke?
«Solo una volta» proseguì Michael «Solo una volta e poi io sparirò. In senso metaforico, ovvio, visto che abitiamo sotto lo stesso tetto» detto ciò le porse la mano invitandola a stringerla.
Olivia si morse l’interno della guancia e sospirò «Luke non ne deve sapere nulla, intesi?»
«Intesi, principessa»
La mano di Olivia andò a stringere quella di Michael che sorrise lascivo, il peggio doveva ancora arrivare.
 

***

Quando i Luke e Calum tornarono dalla spesa, il moro incominciò subito a prendere in giro il biondo e Olivia ammiccando ai segni viola sul suo collo.
Olly lanciò uno sguardo a Michael seduto sulla poltrona della sala a giocare ai videogames e lo trovò a sghignazzare.
Luke le circondò la vita con un braccio stringendola a sé «Shh, non lo ascoltare. Dice così solo perché non è ancora riuscito a scopare con Evelyn»
Olivia ridacchiò sentendo i capelli di Luke solleticarle il volto e quando il suo sguardo si posò nuovamente su Michael subito s’irrigidì.
Le parole del ragazzo continuavano a ronzarle in testa.
“E se quella notte fosse stata la più bella della mia vita perché, anche se per poco, tu sei stata mia?”
Possibile che Michael provasse qualcosa per lei? Insomma, non faceva altro che insultarla come poteva sentire qualcosa di più profondo?
Poi si ricordò che Michael era quello che durante il decimo anno, era stato beccato più volte nei bagni del liceo con delle ragazze, quello che non aveva mai avuto una relazione che durasse più di quindici giorni e allora scacciò via quei pensieri dichiarando che Michael e i ragazzi come lui non fossero in grado di amare e che, con quelle parole prive di significato, cercasse solo di portarla a letto.
«Olly, sei con noi?» disse Calum muovendo la sua mano davanti agli occhi verdi della bionda.
«Come?» chiese allora la bionda osservando l’amico
«Dopo domani vado a fare un salto a da Jack e Ben, vuoi venire?» chiese Luke, lasciandole un bacio umido sulla spalla.
«Oh, no tranquillo. Penso che tornerò a casa da papà per vedere come sta» spiegò Olly accennandogli un sorriso.
Probabilmente si sarebbe messa a vagare per le strade di Sidney senza meta perché entrambe le opzioni – vedere i fratelli di Luke o suo padre e la nuova compagna – non la entusiasmavano.
Rimasero a chiacchierare in soggiorno, mentre Michael continuava a guardare lo schermo del televisore, non degnando gli altri di uno sguardo.
Calum raccontò degli avvenimenti divertenti su tutti e quattro i ragazzi, facendo imbarazzare Luke ogni tanto quando il moro raccontò di averlo visto piangere perché lei gli mancava troppo. Poi parlarono di Ash, di quanto avesse sofferto dopo la rottura con Abby e di quella volta che trovarono Michael in camera con due modelle di una marca di intimo appena lanciata a cui loro avevano fatto da testimonial.
Appena sentì quelle parole, s’immobilizzò di colpo.
La sua teoria precedente su Michael era stata confermata da Calum e la sua parlantina vivace. Si voltò verso Michael notando che il ragazzo la stesse osservando con uno sguardo indecifrabile, sembrava quasi dispiaciuto e per nulla divertito dalle parole del moro.
«Va bene» parlò Olivia alzandosi dalla poltrona «Io vado in camera, non ho riposato a sufficienza» e subito si pentì di aver detto quelle cose perché subito Calum ricominciò a parlare, prendendo in giro Luke.
Lasciò la stanza con uno sbuffo e salì di corsa le scale pe non sentire altre parole di Calum sulla notte precedente.
Voleva chiedere a Luke cosa si ricordasse della sera precedente, forse avrebbe dovuto parlare con lui prima di parlare con Michael.
Michael.
I suoi occhi l’avevano trapassata, si sentiva nuda sotto lo sguardo vigile e attento del ragazzo.
Una volta in camera si buttò sul letto ancora sfatto, che profumava di lei e di Luke, del loro amore.
Sentì dei passi e le molle abbassarsi sotto il peso di Luke. Ringraziò mentalmente Dio che fosse il biondo e non Michael perché non sarebbe riuscita a reggerlo, non in quel momento.
«Hey» la salutò lui.
«Hey» rispose debolmente chiudendo gli occhi.
«Non stai bene?» chiese Luke visibilmente preoccupato.
Olivia sorrise, perché Luke passava dal ragazzo dolce e premuroso a quello che faceva proposte indecenti a lei e a uno dei suoi migliori amici.
«Ho solo dormito poco» spiegò atona
Luke annuì, accarezzandola una guancia e Olivia si buttò tra le sue braccia cercando il suo abbraccio.
Le era mancato da morire. Luke era sempre stato con lei in ogni momento, bello o brutto che sia e lo voleva più di qualsiasi altra cosa.
«M-Mi dispiace per ieri sera» balbettò.
Olivia si prese l’ennesimo infarto della giornata spalancando gli occhi. Ormai era certa che non sarebbe uscita viva da quella situazione, la paura di essere scoperta l’avrebbe uccisa prima.
«In che senso, Luke?»
«Beh, non ci vedevamo da mesi e non sai quante volte ho pensato di fare l’amore con te per la prima volta dopo tanto tempo invece mi sono ubriacato da fare schifo e ho smezzato una canna con Ashton, non ricordo praticamente niente»
Il respiro di Olivia tornò regolare «Hey, abbiamo ancora un sacco di tempo per stare assieme, no?»
Luke annuì, stringendo la bionda tra le sue braccia «Riposati amore, rimango qui finché non ti addormenti.
 

***

L’ora di cena arrivò alla svelta. Fu Michael a svegliargli.
Aveva lo stesso sguardo della sera precedente, i bellissimi occhi verdi puntati a terra e la presa stretta sulla maniglia.
Indossava i pantaloni della tuta e una maglia nera semplice e pure in quella mise così semplice e i capelli spettinati risultava attraente.
«Ashton vuole sapere se la pizza vi va bene, non ha voglia di cucinare» disse duro «E grazie per aver aiutato a sistemare casa»
Chiuse la porta dietro di sé con un tonfo, facendo sobbalzare Olivia.
«Uff, qualcuno si è svegliato male stamani» disse Luke divertito «Vado a farmi una doccia, ci vediamo a cena»
Le rubò un innocente bacio a stampo e poi uscì dalla stanza.
Olivia rimase sul letto pensierosa per un po’, prima di decidersi a prendere il pacchetto di Camel e l’accendino e scendere giù in cortile a fumare.
Uscì dalla stanza, cercando in tutti i modi di non beccare Michael e si guardò le spalle più volte lungo il corridoio e in cucina, prima di aprire la porta che dava sul giardino.
Aveva una paglia in bocca e l’accendino già pronto quando si accorse di Michael, seduto su una panchina in legno molto elegante che suonava la chitarra. Teneva gli occhi chiusi e lo sguardo leggermente alzato verso il cielo, sembrava così assortito dalla melodia di quella canzone – che Olly non riconobbe – che il ragazzo non si accorse della sua presenza.
Olivia indietreggiò attenta a non fare rumore quando il suo piede incontrò un rametto che scricchiolò sotto il suo peso.
Improvvisamente Michael aprì gli occhi, analizzando come sempre la figura di Olly.
«Fumare fa male» disse lui tornando a concentrarsi sulla sua chitarra.
«Fumo solo quando sono nervosa» spiegò «Ma vorrei smettere. Mia madre è morta quando ero piccola per via del cancro e Luke ha deciso di aiutarmi»
«Mi dispiace» parlò Michael sincero
«Anche a me» spostava il peso da un piede all’altro pensando che le sue vans fossero troppo rovinate e che fosse giunta l’ora di gettarle.
«Penso che dovremmo ehm… decidere una data per il nostro patto» Olly ruppe il silenzio, rigirandosi la sigaretta tra le mani, non aveva più bisogno di fumarla, ora.
«Martedì Luke andrà a casa e Ash e Calum volevano andare al mare. M’inventerò qualcosa per restare a casa, tu puoi benissimo passare nel pomeriggio» spiegò alzandosi e poggiando alla suo fianco la chitarra, riservando allo strumento la stessa cura che aveva conservato per lei.
«Per-perché non la mattina?» chiese di getto.
Michael ridacchiò «Sei così impaziente, piccola?»
Olivia corrucciò la fronte, cercando qualche insulto pesante da rifilargli quando Michael le accarezzò il viso avvicinandosi alle sue labbra «Di solito mi sveglio verso mezzogiorno, mezzogiorno e mezzo, e mi sveglio male. Per le tre andrà bene»
Olly annuì prima che Michael rientrasse in casa lasciandola sola coi suoi pensieri.













MY LITTLE SPACE
heylà.
Ecco il secondo capitolo!
La volta scorsa mi ero dimenticata di dirvi che il titolo NSWS prende il nome dall'ultimo album dei The Script, la mia band preferita per accellenza, album che vi consiglio di comprare ù.ù
Tornando alla storia:
Ashton qui sembra nascondere un segreto, qualcosa che viene celato dal suo essere freddo, che sarà mai? *musichetta*
Calum ed Eve sono l'amore, lo giuro. Non capite l'amore che provo per loro io... Ah.
Qui Mike se ne esce con la proposta e oh gosh, io lo amo immensamente che non capite.
Adesso non voglio aggiungere altro sulla storia.
Ho appena creato una pagina Facebook here:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100009646715736 aggiungetemi che ho tipo zero amici e mi sento una sfigata, lol. Altrimenti cercatemi come Margaret Madison EFP
Poooooi eccovi il link della mia altra storia http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1 Animales nuova di zecca :)
E bona, ho rotto abbastanza.
Addio.
bacissimi
Megghy

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** (2) ***


(2)

 
 
 
 
 
She said to me:
“Forget what you thought
‘Cause good girls are bad girls that haven’t been caught.
So just turn around and forget what you saw
‘Cause good girls are bad girls that haven’t been caught

 
- Good girls
 

 
 
 
 
Martedì arrivò presto, fin troppo presto.
Alla fine Olivia aveva fece quella che era la sua idea iniziale, ovvero dire a Luke che andava da suo padre mentre, in realtà, era andata a fare un giro per le strade di Sidney con Eve, che con la scusa di dover passare in biblioteca, la raggiunse da Costa.
«Devo ancora capire come fai a bere quell'acqua sporca» disse Evelyn con una smorfia appena si sedette.
Olivia rise nel vedere l'espressione schifata dell'amica mentre osservava il suo bicchiere di caffè fumante.
«A me piace» borbottò «Come stai? Non ci sentiamo da due giorni»
Evelyn sbuffò rubando il muffin ai mirtilli da sotto il naso dell'amica «Lo so, ma con gli esami alle porte non ho proprio tempo, non riesco nemmeno a vedere Calum più di tanto. Accidenti a me e al giorno in cui mi iscrissi alla facoltà di medicina»
Evelyn aveva raccolto i capelli mori in una treccia laterale, gli occhi scuri erano marcati da una sottile passata di mascara e le labbra carnose erano prive del solito rossetto troppo appariscente che si ostinava a mettere. Indossava i pantani di una tuta e la felpa firmata Jack Wills che le aveva visto addosso così tante volte da perdere il conto.
«Te come va con Luke? Calum mi ha detto certe cose...» proseguì maliziosa leccandosi via una briciola dal dito cercando di apparire sensuale.
Olivia rise e scosse la testa. Un po' le dispiaceva non potersi sfogare con lei - perché in fin dei conti era la sua migliore amica, la prima a sapere le cose – ma se solo avesse provato a raccontarle ciò che era successo avrebbe sicuramente ucciso sia lei che Michael.
Rimasero a parlare per un po’, fin quando l’orologio non segnò le due del pomeriggio allora Olivia salutò Evelyn e corse a prendere l’autobus.
Una volta preso posto, Olly si specchiò al finestrino, osservando il suo riflesso con una smorfia. I capelli biondi le cadevano disordinati sulle spalle e non le piaceva il modo in cui le incorniciassero il viso ovale. Aveva truccato leggermente gli occhi per far risaltare il verde prato delle pupille e le labbra erano leggermente più colorate del solito grazie al lucidalabbra che Eve le aveva prestato prima.
Indossava un vestito leggero a fiori, uno dei tanti che possedeva, che le calzava a pennello risaltando le forme senza farla apparire troppo volgare. Ai piedi le sue all star bianche comprate da poco, ancora immacolate.
Era nervosa, non sapeva cosa aspettarsi da quell’ “appuntamento” e l’idea di stare da sola in intimità con Michael la fece fremere.
Il ragazzo aveva ragione, sebbene fosse una cosa immorale tradire il suo ragazzo, Olivia non vedeva l’ora di essere toccata ancora da quelle mani e sentire le sue labbra sulla pelle.
Scosse la testa, Luke era il suo ragazzo, avrebbero festeggiato un anno tra pochi giorni e anche se non era totalmente sicura di amarlo, a lui ci teneva tantissimo e non avrebbe mai voluto vederlo soffrire, soprattutto se a causa sua.
Si ricordò della volta in cui, parlando con Evelyn, chiese all’amica cosa si sentisse ad essere innamorati, come fosse così sicura che Calum fosse fatto per lei.
«Non ci sono parole per descriverlo, Olly» parlò con gli occhi lucidi, riaccendendo la sigaretta che le si era spenta per il vento «Io… non lo so, ma tutte le volte che lo vedo sento il cuore scoppiarmi, sto bene con lui ma è un bene diverso da quello che provo stando con te o con gli altri. È un senso di completezza, appartenenza e complicità. Ma ci sono tantissime altre cose da dire, bisogna… bisogna trovare una propria definizione di amore nelle persone. Tu cosa provi stando con Luke?»
E adesso se lo chiedeva anche lei: che cosa provava stando con Luke?
Stava bene, sì, ma c’era qualcosa che non le faceva raggiungere il “bene” che Evelyn intendeva.
Diede la colpa alla distanza, perché in fin dei conti i due passarono solo tre mesi assieme a Sidney ‘ché poi il ragazzo partì per andare in tournée.
“Ci arriveremo” si disse “Col tempo il nostro rapporto cambierà allora io capirò di amarlo”.
Venti minuti dopo, Olivia scese dal pullman con le mani sudate e tremanti. Stava fissando il campanello da un paio di minuti nella speranza che suonasse da solo.
«Oh, accidenti» sbottò premendo il campanello.
Sentì la voce di Michael urlare un «Arrivo» e il rumore dei suoi passi pesanti farsi sempre più vicini.
Appena aprì la porta Olly sentì il fiato mancarle.
«Ciao» Michael l’accolse con un sorriso e si spostò di lato per farla entrare.
Indossava una camicia bianca infilata dentro a dei pantaloni scuri eleganti e si sorprese perché non si aspettava certo che Michael fosse il tipo di ragazzo che si vestiva così elegante.
Era la seconda volta che la sorprese, forse si era fatta una cattiva immagine di Michael, forse si era permessa di giudicarlo troppo in fretta.
Olivia non rispose al saluto ed entrò in casa titubante. Era tesa come una corda di violino, si sentiva come una vergine alla prima volta, spaventata, eccitata ed agitata.
La casa era stranamente in ordine – anche se era più che certa che Michael avesse nascosto le cose sporche da qualche parte – ma le piaceva l’idea che lui si fosse impegnato a rendere il soggiorno presentabile per lei.
Si aspettava che le braccia di Michael la circondassero per sbatterla da qualche parte quando Michael parlò.
«Hai fame? Sete? Calum ieri ha preso della pizza surgelata, non è il massimo ma sì… insomma»
Olivia interruppe quel lusso di parole con un gesto della mano «Sto… Sto bene così, al diavolo i convenevoli, siamo qui per altro»
Michael si fece immediatamente più serio, avvicinandosi lentamente verso Olivia che rimase immobile ad osservare i suoi occhi.
Le fronti si scontrarono, Michael strofinò il naso contro quello di Olivia e i loro respiri si mischiarono.
Osservò il ragazzo chiudere gli occhi e passarle una mano sul braccio, accarezzandoglielo e provocandole brividi su tutto il corpo. Fu Olivia a prendere l’iniziativa, si alzò in punta di piedi e fece scontrare le loro labbra in un dolce bacio al gusto di caffè e fumo.
Michael continuò ad accarezzarle le braccia mentre la bionda allacciò le braccia intorno al collo di lui, costringendolo a farsi sempre più vicino.
Il tempo scorreva lento, le labbra si facevano fameliche e le mani troppo curiose. Olivia non sapeva nemmeno spiegarsi l’improvviso cambiamento di Michael, fino al giorno prima la stuzzicava mentre in quel momento sembrava più nervoso di lei.
Senza dire una parola o perdere il contatto con le bocche, Michael sollevò Olivia pe i glutei portandola in camera sua. Olivia strinse le cosce, facendo gemere Michael che non vedeva l’ora di spogliarla lentamente e assaggiare ogni centimetro di quel corpo favoloso che lo aveva tenuto sveglio fin troppe notti.
Olly, dal canto suo, sentì un calore partire dal petto per poi diffondersi in tutto il corpo, facendola fremere non appena il ragazzo l’adagiò sul letto matrimoniale che troneggiava la sua stanza.
Il materasso era morbido, Olivia ci sprofondò quasi e non allentò la stretta nelle gambe.
Lo voleva, questa era la verità. E lui voleva lei.
Michael accarezzò la guancia di Olly, per poi scendere lungo il collo, il seno la pancia piatta e si fermò in basso, nascondendo la mano sotto il vestito.
Vezzeggiò il suo punto sensibile da sopra l’intimo, facendo sospirare la bionda sulle sue labbra.
«Michael…» sussurrò senza rendersene conto contro la sua bocca.
Il ragazzo scese, baciandole il collo, lambendo ogni centimetro della sua pelle calda e profumata.
«Dio Olivia, mi fai impazzire così tanto» rispose scendendo verso la scollatura del vestito.
In un attimo il vestito e la camicia giacevano per terra assieme alle loro scarpe, i loro sospiri riecheggiavano nell’aria e ora era Olivia ad avere il controllo della situazione, seduta sul bacino del ragazzo con le ginocchia ai lati del suo corpo.
Michael posò le sue mani sui fianchi magri di Olivia, facendole capire che voleva che si muovesse sopra di lui. I pantaloni si facevano sempre più stretti, tant’è che Michael dovette sbottonarli in fretta.
Non aveva gli stessi muscoli di Luke, anzi, ma il suo corpo rimaneva lo stesso eccitante.
Olivia aumentò il movimento, strofinandosi su di lui e scese, iniziando a baciargli il petto fermandosi una volta raggiunto il bordo dei boxer.
Sentire Michael sospirare sotto di lei, la fece sentire estremamente importante e questo sembrò incentivarla e improvvisamente perse la sua agitazione. Si disfò dei pantaloni e del suo intimo accarezzandogli il membro, per poi ritrarre la mano imbarazzata.
«Hey» la richiamò Michael incastrando la sua mano con quella più piccola di Olivia «Non ti devi vergognare, mi… mi piace»
Olivia si morse il labbro inferiore cercando di reprimere un sorriso vittorioso e lo toccò di nuovo, questa volta con più sicurezza.
Michael buttò la testa all’indietro, sussurrando più volte il suo nome che – Accidenti! – era ancora più bello detto da lui in un sospiro.
Spostò i suoi capelli chiari dietro la schiena e si chinò verso di lui per dargli piacere anche con la bocca, ma appena Michael sentì il suo respiro caldo avvolgerlo subito alzò lo sguardo e la bloccò.
«Va bene così, micia» spiegò, lasciandole un bacio veloce sulle labbra.
Con un colpo di reni, Michael ribaltò la situazione portandola sotto di lui.
«Sei così bella» sussurrò baciandole l’incavo tra i seni e con un abile gesto, le slacciò il reggiseno, assaporando il seno tondo.
Olivia si sentì avvampare sentendosi chiamare così.
Davvero Michael la trovava bella?
Un sorriso le sfuggì, incorniciandole il viso rilassato e le sue mani finirono tra i capelli di Michael come a pregarlo di non interrompere mai quella tortura così dannatamente piacevole.
I suoi baci scesero lungo il corpo, imitando il tragitto che Olivia aveva compiuto sul corpo del giovane, ma appena Michael raggiunse il margine delle sue mutandine di pizzo, le morse delicatamente un fianco, facendole scappare un urletto sorpreso.
Olivia giurò di averlo sentito sorridere sulla pelle, e lei non poté resistere, facendo lo stesso. Anche se a dire il vero aveva sorriso praticamente per tutto il tempo. Michael era diverso quando stavano così assieme. Il suo sguardo si addolciva, le sue mani la calmavano e ad ogni bacio ne desiderava un altro, come… come era possibile?
Ritornò immediatamente alla realtà non appena Michael le sfilò delicatamente gli slip, lasciandola così nuda davanti ai suoi occhi.
Non si sentiva a disagio, anzi, le sembrava quasi la cosa più naturale del mondo e dal modo in cui la guardava, Olivia si sentiva bella, speciale.
«N-Non coprirti» sussurrò «sei bellissima»
«Michael!» urlò inarcando la schiena quando il ragazzo la penetrò con un dito senza avvisarla.
Mentre faceva entrare e uscire il medio nella sua entrata, il pollice disegnava cerchi immaginari sulla clitoride. Olivia si accarezzò l’interno coscia, mordendosi il labbro inferiore per reprimere i gemiti e si sospiri.
«Voglio sentirti, Olivia» sussurrò Michael lasciandole un morso sotto l’ombelico.
Dopo pochi altri abili movimenti dentro di lei, Olivia si sgretolò sotto il suo tocco, urlando il suo nome senza vergogna.
Michael ridacchiò nel vederla così, per merito suo.
Appena si ricompose, Olivia decise che da quel momento sarebbe stata lei a giocare con lui così ribaltò la situazione, ritrovandosi sopra i lui a cavalcioni come poco prima. Michael smise immediatamente di sorridere, deglutendo a fatica perché Olivia, vista da quella posizione era ancora più bella.
Olly iniziò nuovamente a massaggiarlo beandosi dei sospiri di Michael.
«O-Olly, fermati o non durerò» sbiascicò anche se il tono di voce voleva far intendere ben altro.
La bionda non gli diede ascolto, continuando indisturbata il suo lavoro finché Michael non le bloccò il polso.
«Voglio venire con te, dentro di te» spiegò inchiodandola con il suo sguardo.
Olivia si sentì andare a fuoco non appena udì quelle parole e spostò lo sguardo altrove.
Sentì Michael muoversi sotto di lei e allungarsi verso il comodino per prendere un preservativo che indossò.
Olivia sospirò più volte, era davvero pronta?
La risposta le arrivò non appena incontrò gli occhi carichi di desiderio di Michael.
Prese in mano il membro del ragazzo e lo introdusse dentro di sé lentamente, in modo da abituarsi alla sua presenza.
Le mani di Michael viaggiarono lungo il busto di Olivia, raggiungendo i fianchi che pizzicò, quelle di Olivia andarono sul suo petto per poi salire lungo le spalle e per finire sulle braccia.
«Sono pronta» disse sicura.
Olivia iniziò a muoversi seguendo i movimenti dettati dalle mani di Michael e dai suoi fianchi, movimenti che si facevano sempre più veloci e profondi, portandoli sempre di più verso il limite.
La mano destra lasciò il suo fianco e raggiunse quella più piccola di Olivia, appoggiata sullo stomaco di Michael che la condusse lungo il suo petto, all’altezza del cuore che batteva all’impazzata. Olivia non seppe cosa volesse significare quel gesto ma sì, infondo, lo aveva trovato, dolce…?
«Mi-Michael…» ansimò buttando la testa all’indietro, le labbra schiuse arrossate per i baci.
Olivia si lasciò andare in una pioggia di gemiti quando il culmine la colpì, e così fece anche Michael qualche spinta più tardi.
La bionda si accasciò esausta al suo fianco, cercando di regolarizzare il respiro. Teneva gli occhi chiusi ma era certa che Michael la stesse osservando e quando lo sentì ridere, aprì gli occhi.
«Che hai da ridere?» chiese Olivia leggermente inacidita da quel suo comportamento così immaturo. Possibile che in ogni cosa trovasse qualcosa su cui ridere?
«Niente, è solo che… sei così tanto schizzinosa che, non pensavo fossi così audace a letto»
Olivia si aprì in un sorriso. In effetti era vero, lei, a differenza di Evelyn, era sempre stata molto più femminile e schizzinosa, passando molto spesso per snob.
«Caro Michael, ti ricordo che le brave ragazze sono cattive ragazze che non sono ancora state beccate»
E lì le venne in mente Luke, il fidanzato a cui aveva mentito e che aveva trascurato.
Il ragazzo che avrebbe dovuto amare e rispettare invece di tradirlo così.
«È… è meglio che vada, ora» disse Olivia alzandosi dal letto e cercando in fretta i suoi vestiti.
Michael si infilò un paio di boxer che estrasse dal comodino e si alzò, cercando di capire cosa fosse passato per la mente della ragazza.
«Olly, che hai? Ho… ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?» chiese cauto cercando di toccarla.
La bionda, che si era infilata malamente il vestito si girò, fulminandolo con lo sguardo «Tu che dici? Tu… tu mi hai costretto a venire a letto con te, ecco che hai fatto. Non… non potevi semplicemente dimenticarti di quello che era successo? Insomma, non è significato niente, non avevamo fatto niente invece così non abbiamo fatto altro che peggiorare la situazione»
Olivia era agitata, si passava nervosamente le mani tra i capelli e gli occhi erano lucidi, sul punto di lacrimare.
Il volto di Michael cambiò completamente: lo sguardo si fece duro e contrasse la mascella, serrando i pugni «Non scaricare le colpe su di me solo perché non sai essere fedele al tuo ragazzo. Le cose si fanno in due e non eri affatto dispiaciuta poco fa quando stavi per succhiarmi il pene, o sbaglio? E sai cosa? Se proprio vogliamo dirla tutta è principalmente colpa tua perché se amassi davvero Luke non avresti accettato il mio patto e tanto meno gli avresti dato ascolto l’altra sera dato che era ubriaco marcio. Perché non riesci ad ammettere questa ovv-»
Il flusso di parole di Michael venne interrotto dalla mano di Olivia che gli centrò la guancia.
«Non osare mai più giudicarmi, Michael. Chiaro?» urlò quasi, la voce rotta dal pianto e le lacrime che scendevano liberamente sulle sue guance come un fiume in piena.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e corse in quella di Luke, lanciandosi sul letto.
«Stupida, stupida, stupida» si ripeté tirandosi i capelli «Stupida che pensavi che Michael fosse diverso quando è il solito cretino, stupida che ti sei lasciata coinvolgere, stupida che ti sei lasciata abbindolare, stupida che eri coì maledettamente felice con lui prima, stupida perché Luke è l’unico che potrà darti tutto ciò che Michael non è capace di offrirti».
 
Fuori dalla porta, Michael stava ascoltando le parole di Olivia. Si era rivestito in fretta, i pantaloni erano slacciati, la camicia era sbottonata e molto probabilmente i suoi capelli urlavano “sesso”. Ma non gli importava, voleva parlare con Olivia, scusarsi per come l’aveva trattata e baciarla ancora perché era stato sincero quando le aveva detto che era stata la notte più bella della sua vita e non la poteva dimenticare.
Appoggiò la schiena al muro adiacente alla porta e scivolò a terra.
«Oh, Olly» sussurrò chiudendo il gli occhi.






















































































MY LITTLE TALK.
SONOANDATAALCONCERTOIERISERAESONOVIVAPERMIRACOLOCIAO.
Ok, questa presentazione fa schifo ma sono troppo emozionata, il concerto è stato bello, anche se me lo immaginavo diverso e la mia macchina footgrafica è morta subito iniziato il concerto.
Ma va beh, sono sfigata, che ci posso fare?
Passiamo alla storia:
CARDINAL'S BURNING (?)
mi vergogno terribilmente, lol, spero di non essere sembrava volgare e di essere stata brava (?)
Michael bho, lo amo, e lo amo quando mostra il vero sé stesso ad Olly che continua ad odiarlo mentre lui... eheheh, le piace davvero o la vede come un gioco?
Questo é tutto da scoprire.
Il capitolo è moooolto lungo, tipo più di quattro pagine di word e si vede Eve mtdkrcng che dovete sapere che io amo Eve ma odio Olivia perché é un'insicura cagasotto, ma questo lo vedremo assieme nel prossimo capitolo, domenica prossima.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi prego di lasciare una recensioncina-ina-ina para mi.
Bacissimi,
Megghy

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** (3) ***


(3)

 
 
 
 
 
She looks so perfect standing there
In my American Apparel underwear
And I know now, that I’m so down
Your lipstick stain is a work of art
I’ve got your name tattooed in an arrow heart
And I know now, that I’m so down

(…)
While I was out, I found myself alone just thinking about
If I showed up with a plane ticket
And your shiny diamond ring with your name on it
Would you wanna run away too?
Cuz’ all I really want is you

 
- She looks so perfect

 
 
 
 
 
«Buon anniversario, amore mio» le sussurrò Luke all’orecchio, svegliandola dolcemente, accompagnando la frase con un bacio sulla guancia.
Olivia sorrise, nascondendo il viso sotto le lenzuola candide.
«Ma che fai, ti nascondi pure?» disse Luke mentre la osservava rintanarsi.
Luke alzò il lenzuolo, nascondendosi assieme a lei e le circondò la vita con le sue braccia forti, facendo sì che la schiena di lei si scontrasse contro il suo petto largo.
«Non vuoi fare colazione? Ti ho preparato i pancakes con la nutella» sussurrò nell’incavo del suo collo.
Olivia mugugnò qualcosa di incomprensibile, girandosi in modo da poter osservare Luke, perché il biondo di prima mattina era qualcosa di ancora più tenero e avrebbe voluto coccolarselo tutto il giorno.
«Coccolami un pochino, dai» rispose ricambiando l’abbraccio e i suoi capelli si sparsero sul corpo del ragazzo che sorrise, sentendo il dolce profumo di Olivia inebriarli la mente.
Olivia alzò il viso, così da incontrare le labbra di Luke, facendo sì che le loro bocche si scontrassero.
Lo sentì sorridere bel bacio e Olly s’immaginò la sua fossetta, quella che le piaceva ammirare o toccare con l’indice quando guardavano un film abbracciati assieme sul divano. Le mani di Luke scesero verso il bacino di Olivia, toccandole la pelle coi polpastrelli freddi, facendola rabbrividire.
«Faresti l’amore con me?» le chiese dolcemente.
Olivia sentì il cuore saltare un battito a quella richiesta, così innocente ma allo stesso tempo sporca.
Luke era ancora vergine quando lo fecero la prima volta, si ricordava ancora i suoi gesti impacciati, le mani tremanti che la toccavano e le sue labbra che non lasciavano mi quelle di lei. L’avevano fatto in totale undici volte, e in ognuna di quelle – eccetto quando Olly prendeva iniziativa-, lui le domandava se avesse voglia di fare l’amore con lui.
Olivia annuì, sfilandogli la maglietta del pigiama e gli accarezzò il corpo perché sapeva che a Luke piaceva il sesso lento, quello con tanti baci e parole sussurrate all’orecchio. Cercava in tutti i modi di farla sentire a proprio agio e spesso capitava che lui fosse troppo rigido nei movimenti e non si sciogliesse.
Ma a Olly andava bene così, o forse non più, perché, per quanto Luke la facesse stare bene, Michael la faceva stare meglio. Scacciò via quei pensieri, considerando la faccenda “Michael” archiviata.
Baciò Luke con trasporto, portandolo sotto di sé. Lo spogliò lentamente, mordendogli ogni lembo di pelle, decisa a lasciargli segni del suo passaggio.
Gli morse il labbro inferiore, succhiandolo e mordendoglielo, beandosi dei sospiri del biondo.
Quando le mani di Olivia raggiunsero i suoi jeans, Luke la fermò.
«Q-Qualcosa con va?» chiese preoccupata.
Luke sorrise scuotendo la testa «è che prima… vorrei darti il mio regalo»
Olivia sentì la guance andare in fiamma e si maledì per non aver escogitato qualcosa per lui. Aveva passato quattro giorni a rimuginare sulle parole di Michael, cercando di capire una volta per tutti i suoi sentimenti per Luke, che alla fine si era dimenticata di fargli una sorpresa.
«In realtà io… non ho preparato niente. Insomma, coi soldi che guadagni non ti manca nulla e non sapevo cosa farti»
Il ragazzo si sporse e la baciò ancora una volta sussurrandole che tutto ciò di cui aveva bisogno fosse lei e poi estrasse dal comodino un pacchettino quadrato molto elegante.
«Posso aprirlo?» chiese curiosa lei, come una bambina.
«Certo» rispose ovvio «è tuo»
Olivia sorrise contenta e n un attimo slegò la scatolina nera dal filo argentato e l’aprì, trovandosi dentro un anello con un piccolo diamantino sopra.
«L-Luke, ma questo è… è un anello di fidanzamento» balbettò rigirandosi il gioiello tra le mani.
Non se lo meritava affatto, non meritava un ragazzo come lui e tantomeno un regalo così prezioso.
«Ci ho fatto incidere sopra il tuo nome» spiegò sorridendo.
Olivia deglutì a vuoto, era serio?
Luke sembrò capire il flusso dei suoi pensieri osservando il volto pallido della ragazza così si affrettò a chiarire.
«Non ti voglio chiedere di sposarmi» e sentì il respiro di Olivia tornare ad essere regolare «Solo… solo fammi questa promessa. Promettimi che non mi abbandonerai mai perché… oh, dannazione, mi ero fatto un discorso ma l’ho dimenticato»
Olivia ridacchiò, mordendosi nervosamente l’interno guancia.
«Io… io penso di amarti, Olly. Non mi sono mai sentito così tanto bene con te e se non fossimo così giovani e spaventati allora ti chiederei davvero di sposarmi, di avere una famiglia assieme e una villetta fuori città con un Labrador, che so che ami. Solo, giurami che staremo assieme per sempre, che sarai il mio “per sempre felici e contenti”»
La ragazza accarezzò un’ultima volta la punta del gioiello per poi richiudere la scatola sotto lo sguardo deluso di Luke, che abbassò li occhi.
Olivia sospirò, cercando le parole giuste.
«Luke, è bellissimo quello che hai detto ma dei dodici mesi che sono passati, noi siamo stati assieme solo i primi tre, forse quattro mesi e per quanto io possa tenere a te, non sono ancora sicura di amarti e non voglio farti una promessa che so di non poter mantenere»
Luke annuì, senza guardarla. Olivia si alzò dalle sue gambe e iniziò a togliersi il pigiama – ovvero una maglietta di Luke - per indossare dei vestiti puliti.
«Ho bisogno di fare due passi e schiarirmi le idee, scusami» disse raccogliendo la sua borsa.
Luke non rispose, i passò una mano tra i capelli e annuì nuovamente. Osservò il suo profilo perfetto, gli occhi azzurri spenti e le labbra increspate verso il basso.
Lasciò la maniglia della porta per tornare sul letto e gli prese il viso tra le mani, costringendolo a osservarla.
«Dammi tempo, ti prometto che non ti abbandono, ok?»
«Va bene»
Olivia gli sorrise e lo salutò con un bacio.
Una volta uscita fuori di casa, senza salutare Ash e Calum che facevano colazione, cercò nella sua borsa il pacchetto di sigarette, sarebbe stata una lunga giornata.
 

***

Ottantacinque chiamate perse.
Centododici messaggi sul cellulare e più di trecento notifiche da Whatsapp.
Erano le dieci di sera e Olivia aveva in corpo fin troppo alcool. Approfittando della mancanza di suo padre, andò a casa sua a passare il resto della mattinata e il pomeriggio, finché non le venne in mente di andare alla nuova apertura del Blue’s.
Indossava gli stessi jeans e la maglietta dei Ramones che aveva da quando aveva lasciato casa, i capelli erano raccolti in una coda alta per il caldo e il trucco era sbavato sotto gli occhi.
«Dove hai lasciato il suo fidanzato rockstar, Olly?» le chiese Ben, il barista amico di suo padre.
«Sarà a casa a scrivere qualche canzone sulla sua stronza fidanzata» biascicò buttando giù l’ennesimo bicchierino di vodka.
«Hai qualcuno che ti può accompagnare a casa?» continuò l’uomo, asciugando un calice.
Olivia adorava Ben, da piccola gli aveva anche dato l’appellativo di “zio” visto che andava spesso a casa loro. Era un uomo sulla sessantina, i capelli brizzolati e gli occhi azzurri che avevano tenuto il loro luccichio nonostante gli anni.
«Tranquillo zio Ben, adesso faccio una chiamata e mi faccio portare a casa, non ci vorrà molto, no?»
Olivia guardò l’elenco delle chiamate a cui non aveva risposto. Erano principalmente di Luke, ma ce n’erano alcune anche di Eve, Ashton, Calum e… Michael.
Rimase a fissare il numero e poi si decise a chiamare, sperando che il ragazzo non sia in compagnai di Luke.
«Olivia» rispose «Dove accidenti sei?»
La ragazza ridacchiò, sentendo il tono preoccupato di Michael «Sei preoccupato per me?»
«Certo che lo sono, lo siamo tutti. Sei sparita senza avvertire nessuno, devi chiamare Luke, è davvero preoccupa-»
«No, ti prego, non dirgli che ti ho chiamato» lo interruppe bruscamente «Mi… mi potresti venire a prendere? Ho bisogno di tornare a casa ma da sola non ne sono capace»
Michael sospirò «Vuoi che ti porti qui a casa?»
Olivia chiuse gli occhi e si massaggiò una tempia. Voleva davvero tornare a casa e vedere Luke? No.
«Per me casa è dove sei tu. Mi sento stranamente protetta tra le tue braccia e… Dio, i tuoi baci mi mandano in ecstasy. Quando mi vieni a prendere mi bacerai, vero?» chiese imitando la voce di una bambina.
«Ma quanto hai bevuto? Anzi no, non dirmelo. Non voglio incazzarmi. Dammi l’indirizzo del locale, sarò da te il prima possibile»
Olivia gli dettò l’indirizzo del locale, promettendogli di aspettarlo al bancone del Blue’s.
«Sarò come quella che hai scopato l’altro giorno, ricordi?» disse prima di interrompere la chiamata con un sorriso ebete, classico di quando si ubriaca. Poi si girò verso la ragazza seduta affianco a lei e «Ha detto che mi viene a prendere» ridacchiò.

 
***

Passò un quarto d’ora e un altro giro di shot con la mora seduta al suo fianco, Savannah doveva chiamarsi.
Avevano chiacchierato un pochino, raccontando perché avessero deciso di ubriacarsi quella sera.
«Mio marito mi ha tradito» disse la mora, rigirandosi il Black Russian che aveva tra le mani.
«Il mio ragazzo ha detto di amarmi e sono scappata» spiegò invece Olivia, continuando a osservare il cellulare che non smetteva di vibrare.
«Non lo ami?» chiese l’altra scrutandola coi suoi occhi scuri, così in contrasto con la carnagione chiara.
«Con lui sto bene, ma c’è un altro ragazzo e con lui sto meglio»
Savannah annuì, «E quest’altro ragazzo com’è?»
Olivia aprì la bocca per parlare quando qualcun altro la precedette.
«Eccoti, finalmente» disse Michael, afferrandola per un braccio «Cristo Santo, Olly. Ma quanto hai bevuto? Puzzi come una distilleria! Forza andiamo a casa»
La ragazza si dimenò, senza riuscire a liberarsi dalla presa del ragazzo e «Michael, sto parlando con Savannah, lasciami finire il discorso. Le stavo dicendo di come mi hai usata e umiliata l’altro giorno»
Il ragazzo non ci vide più e stufo di quel suo comportamento così immaturo, se la caricò in spalla, facendola urlare.
«Saluta la tua amichetta e andiamocene» disse sbrigativo.
Olivia sbuffò, salutò la mora e incrociò le braccia al petto anche se le piaceva stare così.
Uscirono dal locale e Michael la fece tornare per terra, prendendola per mano e la guidò nel parcheggio fino alla sua macchina.
«Dove vuoi che ti porti?» chiese allacciandole la cintura.
Olivia teneva la testa premuta contro il vetro del finestrino, i capelli biondi le coprivano il volto «Saxon’s Street 83, la casa di mio padre»
Michael annuì e mise in moto senza proferire una parola. Olivia crollò in un sonno profondo.
 
«Olly, svegliati. Siamo arrivati» le sussurrò Michael all’orecchio facendola rabbrividire.
Olivia mugugnò qualcosa e poi si abbandonò alle braccia del ragazzo che l’aiutarono a scendere dalla macchina. La tenne stretta a sé fino al portone di casa e aspettò che lei aprisse la porta.
«Resti qui stanotte?» chiese in un sussurro.
Michael ci pensò un po’ su prima di accettare, come avrebbe fatto a resistere a Olly conciata in quel modo? Gli occhi lucidi, i capelli spettinate, il rossetto sbavato sulle sue labbra perfette e qui jeans così stretti che le fasciavano le gambe snelle…
Scosse la testa, Olivia da ubriaca era qualcosa di ancora più eccitante e si sarebbe dovuto ammazzare di docce fredde per non saltarle addosso.
«Va bene»
Una volta dentro casa, Olivia chiese di tenere le luci spente e Michael insistette di andare in cucina e bere dell’acqua. Stranamente Olivia ubbidì e si sentiva decisamente meglio.
Michael l’accompagnò al piano di sopra, caricandola come si fa con le spose e sentì Olly accoccolarsi al suo petto.
«Potresti dormire con me?» chiese innocentemente, giocando coi suoi capelli colorati.
«Farò tutto quello che vuoi, Olly»
Olivia sorrise contro il suo petto e quando Michael aprì la porta indicata dalla bionda, la stese delicatamente al centro del letto.
Olivia non gli permise di allontanarsi da lei e lo tirò per un braccio, portandolo sopra di sé.
«Olly, ma che combini?» chiese Michael osservando le labbra della ragazza così tremendamente vicine alle sue.
«So che lo vuoi, Michael. Lasciati andare» sussurrò toccandogli appena la labbra.
Era solo uno sfioramento, ma a Michael non bastò, ributtandosi sulle labbra della ragazza assaporandole ancora e ancora, senza mai esserne sazio.
Michael la toccava con la sua solita dolcezza che le riempiva il cuore, le baciò il collo facendola sospirare e buttare la testa all’indietro.
Poi fu il turno di Olivia a ricambiare quella dolce tortura, baciando la mascella di Michael fino ad arrivare dietro all’orecchio, punto che lo fece gemere più immensamente.
«Oops, ho trovato il tuo punto debole?» sussurrò succhiando più avidamente quel lembo di pelle lasciandogli un segno violaceo.
«Olivia, è meglio se ci fermiamo qui o non risponderò delle mie azioni»
Olly ghignò soddisfatta, conscia dell’effetto che faceva al ragazzo, allora andò a rintanarsi sotto le coperte, aspettando che Michael la imitasse.
Quando sentì il calore del corpo di Michael dietro di lei, chiuse gli occhi stanca e dentro di sé sorrise nel sentire le sue braccia stringerla.
«Perché sei così?» chiese Olly, girata di spalle.
«”Così” Come?» parlò Michael sistemandole i capelli sparsi sul cuscino.
«Così… incoerente. Io non, non capisco. Prima non mi guardi nemmeno, poi mi tratti come se fossi la cosa più preziosa in ‘sta merda di mondo» sbiascicò nascondendo il viso contro il cuscino
Michael dietro di lei ridacchiò accarezzandole una spalla, poi si avvicinò al suo orecchio e parlò piano, come se le stesse confessando un segreto «Perché questo è l’effetto che mi fai, Olivia. Mi rendi confuso e questa cosa mi spaventa perché non mi sono mai sentito così prima».
«Tu… tu con me ti trovi bene o bene bene?» Chiese poi ripensando alla conversazione con Eve e a quella con la ragazza del bar.
Sospirò passandosi una mano tra i capelli «Con te sto schifosamente bene»
Olivia annuì, girandosi in modo da osservare meglio Michael, gli accarezzò il viso assaporando il suo forte profumo così virile.
«Dovresti mandare un messaggio a Luke e dirgli che sei qui. È preoccupatissimo» disse Michael.
«Domani mattina gli scriverò, promesso. Ora voglio solo stare qui con te» disse, chiudendo nuovamente gli occhi «Perché tra le tue braccia è tutto più sicuro e bello»









































































MY LITTLE TALK.
salve salvino, lettrici!
Come state? Siete come me sommerse di studio o vi state godendo gli ultimi giorni di scuola?
(Spero vivamente per voi la seconda opzione, lol)
Anyway, dopo il capitolo 2 ho visto un booom di interessi da 5 preferiti siamo arrivate a 13 quindi facciamo un applaus alle new entry *batte le mani da sola* *uccide una mosca che passava di lì*
Tornando serie: Luke é un amore, e so che state tutte odiando Olly perché sì, è una stronza e la odio pure io e la parte dove fanno l'amore (o almeno iniziano) stavo per piangere perché lo vedo tutto impacciato e tenero (ma che si trasforma, raaaawr) vhe bho, vorrei che anche il mio futuro ragazzo sia così con me. Michael invece é un tesoro perché non si approfita di Olivia mezza umbriaca. Ma ci sono momenti in cui Michael non è un tesoro per me? No.
Detto ciò vi invito a passare dalla mia amica Madam Morgana che la sua storia mi ispira troppissimo ----> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3123057&i=1
E poi dalla mia seconda fan Fiction, "Animales" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1
Detto ciò vi saluto e grazie per aver letto, un cioccolatino a chi lascia una recensione (?)

p.s. vi piace questo colore?

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** (4) ***


(4)

 
 
 
 
 
You were mine for a night
I was out of my mind
You were mine for a night
I don’t know how to say goodbye


- Wrapped around your fingers

 
 
 
 
 
Olivia si svegliò tra le braccia di Michael. Lui dormiva ancora quando lei aprì gli occhi perché alcuni raggi del sole le arrivarono al viso.
Prima di alzarsi e preparare la colazione per entrambi, rimase ad osservarlo in silenzio, giocando coi suoi capelli e ridendo mentre mugugnava parole incomprensibili.
Si chiese a cosa stesse pensando, domandandosi se lei fosse presente nei suoi pensieri.
Lei era sicura di averlo sognato. Erano loro due su una spiaggia, al tramonto. Il cielo sfumato toccava tutte le tonalità del rosso rendendo così l’atmosfera romantica ed erotica al tempo stesso. Seduti su una sdraio, Michael le sussurrava quanto fosse bella, confessandole la voglia di possederla in quel momento e mentre il giorno dava spazio alla notte, lui la spogliò dai vestiti e dai sentimenti per poi sussurrare il suo nome…
«Olly» la sua voce la riportò alla realtà «Ti sei impallata»
«Cosa?» chiese lei
Lui rise leggermente «Ti sei incantata, a che pensavi?»
«A niente» mentì «Tu non dormivi?»
Michael si mise a sedere, stiracchiando le braccia «Si, fin quando un raggio del sole non mi ha colpito la faccia»
La ragazza annuì uscendo dal letto «Ti preparo la colazione»
 

***

Mangiarono silenziosamente sul tavolo della cucina, arredata in stile moderno proprio come piaceva a suo padre.
Olivia preparò i pancakes e il succo all’anice, sperando che a Michael piacesse.
«Allora» iniziò lui «Perché sei scappata da Luke? Non è stato un gentiluomo?»
Olly avvampò, decisamente non pronta ad affrontare quell’argomento, tanto meno con Michael visto che lui aveva avuto ragione fin da subito.
“Se proprio vogliamo dirla tutta è principalmente colpa tua perché se amassi davvero Luke non avresti accettato il mio patto e tanto meno gli avresti dato ascolto l’altra sera dato che era ubriaco marcio
«Ehm… lui… beh ha detto di amarmi e mi ha chiesto di diventare ufficialmente la sua fidanzata» spiegò giocando con la forchetta.
Sentì lo sguardo di Michael perforarla e subito si immobilizzò.
«Ah, e tu? Che gli hai detto?»
«Io… Non lo so. Alla fine è passato un anno ma è stato più il tempo che siamo stati lontani e io non ne sono sicura»
«È per colpa dell’altro ragazzo con cui stai meglio?» chiese alzandosi dalla sedia per avvicinarsi a lei. Olivia si raddrizzò sulla sedia non appena sentì la mani di Michael appoggiarsi sui suoi fianchi il suo respiro sul collo, provocandole una scia di brividi che la scosse «Di quel ragazzo che ti fa sentire a casa e protetta, vero? Di quello che chiami quando hai bisogno e ti fa godere di più?»
Olivia lasciò andare la presa sulla forchetta facendola cadere a terra e provocando un rumore metallico.
Ancora una volta Michael aveva ragione.
Michael strofinò il suo naso per tutta la lunghezza del collo di Olivia fino a raggiungere il lobo che succhiò e morse avidamente «Devi solo dirmi di no e io la smetterò»
«Mi-Michael» sussurrò non appena le mani del ragazzo scesero sotto la maglietta e le accarezzarono il corpo «Io… io sono la ragazza di Luke»
Non era un no come risposta, questo Michael lo sapeva e mentre con una mano disegnava dei cerchi immaginari lungo il suo fianco sinistro, con l’altra mano scese, intrufolandosi dentro i jeans di lei. L’accarezzò da sopra le mutandine trovandole umide e sorrise soddisfatto per averla provocata con così poco. Spostò le mutandine di lato iniziano a stuzzicarle l’entrata col dito medio.
Olivia gettò la testa all’indietro sulla spalla di Michael che ne approfittò per lanciarsi sul suo collo niveo, dove le lasciò un marchio, e iniziò a penetrarla con un dito.
«Dio, Olly» bisbigliò, la voce volutamente bassa «Non sai quante cose ho sognato di farti»
La bionda iniziò ad assecondare i movimenti di Michael muovendo i fianchi, sentendo il piacere massimo farsi sempre più vicino.
«O-oh, Michael» si morse il labbro per non far sfuggire altri gemiti mentre conficcava le unghie nel braccio del ragazzo.
«Continua a dire il mio nome, è così bello quando lo dici» la incitò, inserendo un secondo dito dentro di lei.
Olivia gemette senza ritegno quando l’orgasmo la travolse, liberandosi sulla mano di Michael.
«Sei ancora più bella quando vieni per me» le disse portandosi alla bocca le dita.
Olivia osservò la scena con occhi sbarrati e per poco non venne di nuovo. Michael a volte sapeva essere fin troppo eccitante per i suoi gusti.
Olivia cercò di non sorridere a quell’affermazione e saltò in aria sentendo il telefono di casa squillare all’improvviso sulla mensola vicino all’angolo cottura.
«Pronto?» rispose ancora incapace di regolarizzare il respiro.
«Olly, grazie al cielo sei a casa» Luke sospirò «Non sai quanto ero preoccupato per te, ti avrò chiamato un migliaio di volte a te e a Michael che è sparito all’improvviso»
«Luke, amore, tranquillo. Ieri sera… ieri sera sono stata male al Blue’s e ho chiamato Michael perché era l’ultimo numero ad avermi chiamata. Gli ho detto io di non avvisarti perché non volevo che ti allarmassi. Una volta a casa mi ha aiutato e siccome era tardi è rimasto qui a casa a dormire sul divano e accertarsi che stessi bene. Non… non sono scappata» mentì, sentendosi miserabile.
«Dovevate avvisarmi però, non ho chiuso occhio tutta notte. Ora stai meglio?» chiese ancora preoccupato.
«Oh sì, ora sto bene» e cercò di non fare caso alla risatina di Michael «Tra poco torniamo a casa»
«Va bene, ti aspetto» disse prima di chiudere la chiamata.
Olivia mise al posto il telefono sentendo Michael avvolgerla ancora una volta «Io direi che tu stai più che bene, no?»
La ragazza rispose piazzagli una gomitata nel costato facendolo gemere, non era stato affatto divertente, anzi.
«Come… come ne usciamo da questa situazione?» chiese Olivia, più a sé stessa che al ragazzo.
Michael si portò le mani in tasca «Potresti sempre mollare Luke»
«Non dire idiozie, Michael» lo riprese «Io non posso lasciarlo, diventerebbe tutto… imbarazzante e non voglio che lui soffra»
«Beh, soffrirà comunque non appena scoprirà quello che è successo tra di noi»
Olivia si passò una mano tra i capelli, imprecando «Accidenti a me e a quando ho deciso di stringere quel dannatissimo patto»
Il ragazzo sbiancò «T-te ne sei pentita?»
Olivia sospirò. No, non si era pentita assolutamente di niente. «Sì»
Michael le si fece più vicino, alzandole il viso con due dita «Non sei brava a dire bugie» disse senza perdere il suo sorrisetto lascivo «Perché non vuoi lasciare Luke per me
La bionda abbassò nuovamente lo sguardo. Aveva paura, molta. Luke era sicura che l’amasse, glielo aveva detto, glielo aveva dimostrato. Michael era una persona poco costante, l’aveva visto cambiare ragazze come se niente fosse e non se la sentiva di mandare all’aria tutto per lui, anche se, effettivamente, la relazione con Luke era già stata rovinata.
«È che… Luke è la mia certezza. Insomma, mi ha detto in faccia di voler stare con me sempre mentre tu… tu cambi ragazze come se niente fosse e non voglio rovinare tutto sapendo che per te non valgo niente»
Michael sembrò capire le sue parole e, a dire il vero, s’immaginava una reazione del genere e di certo non avrebbe demorso.
«Lascia che ti dimostri quanto vali per me. Concedimi una giornata con te, giuro che non ti deluderò e se ti avrò convinta… allora vedremo come risolvere la faccenda con Luke, altrimenti non ti darò più fastidio»
Roteò gli occhi «Avevi detto la stessa cosa nel patto precedente, invece ci siamo inguaiati ancora di più. Non sai mantenere le tue promesse, Clifford»
«Non quando si tratta di te» disse.
Olly si morse nervosamente il labbro inferiore e «Va bene, voglio vedere quello che sai fare»
Anche se dentro di sé ci sperava davvero che Michael si comportasse bene, il suo sesto senso le diceva che presto o tardi Michael ne avrebbe fatta una delle sue e allora lei sarebbe tornata da Luke, convinta di amarlo.
Era un piano stupido, lo sapeva, ma non si sarebbe mai immaginata che riuscisse a distruggerla.
 

***

 
 
Quando Michael parcheggiò nel vialetto di casa, Olivia vide subito Luke aspettarla in veranda e come li vide, il biondo si alzò di scatto dalla panchina per andare ad aprire la portiera ad Olly.
«Non sai quanto sono stato male, mi dispiace se ti ho spaventato, io… io volevo solo essere romantico e dimostrarti quanto ci tengo a noi» disse stritolandola in un abbraccio.
«Luke io… è colpa mia, non dovevo comportarmi così. Ho sbagliato e mi dispiace, non lo farò più, lo giuro» disse ricambiando la stretta.
Luke la baciò con forza, cercando di infonderle tutto il proprio amore in quel bacio che venne interrotto da un forzato colpo di tosse di Michael.
«Grazie, Michael» disse Luke sorridendogli «Ha fatto la brava?»
Michael cercò di non fare commenti azzardati «Sì, dai» rispose lasciando uno sguardo d’intesa ad Olly che si strinse a Luke.
Olivia osservò la figura di Michael entrare in casa e si sentì vuota.
«Oggi voglio stare solo con te. Mi sei mancata troppissimo» le disse Luke stringendola a sé.
Olly cercò di sorridere al ragazzo e gli lasciò un bacio a fior di labbra «Tutto ciò che vuoi, ma prima vado a chiedere scusa ai ragazzi per essere sparita in questo modo»
 

***

 
Avevano deciso di fare un bagno assieme con tanta, tantissima schiuma. Anche se a dire il vero era stato Luke a insistere tanto per fare quel benedetto bagno assieme, così si ritrovavano stretti in quella vasca fin troppo piccola a lavarsi.
Erano seduti uno dietro l’altro, il petto di Luke che l’aveva accolta stringendola nuovamente a sé, baciandole una tempia per poi sussurrarle «Sei così bella» affondando il viso trai suoi capelli profumati. E un po’ a Olly dispiaceva lavarsi, perché dopo aver passato la notte tra le braccia di Michael si sentiva il suo profumo addosso e sì, le piaceva.
Luke non la lasciava un attimo, cercava sempre di avere un contatto fisico con lei, prima massaggiandole le spalle, poi passando lo shampoo sui capelli e passare delicatamente le mani sui fianchi snelli di lei.
«Cos’è questo?» chiese Luke passando un dito sul collo di Olivia nel punto esatto dove Michael le aveva lasciato un succhiotto.
«Oh, è uno dei tuoi succhiotti» mentì cercando di mascherare l’acutezza nella sua voce.
«Non mi ricordavo di avertelo fatto» rispose sitante.
Olivia sospirò, alzandosi e uscendo dalla doccia sotto lo sguardo contrariato del ragazzo che la invitò a tornare seduta.
«Cosa c’è, Luke? Ora non mi credi nemmeno? Pensi… pensi che io… io possa fare qualcosa alle tue spalle?» lo sguardo si spostava velocemente da una parte all’altra della stanza senza mai incontrare la figura del ragazzo, troppo vergognosa, troppo colpevole per guardarlo in faccia e mentigli.
«Io… Olly, certo che non penso questo» si alzò dalla vasca e Olly sorrise imbarazzata nel vederlo coperto solo dalla schiuma nonostante l’avesse già visto senza vestiti «Non dubiterei mai di te perché so che ci tieni a me, magari il tuo non sarà amore come il mio ma so che provi qualcosa di forte per me e non faresti mai niente in grado di ferirmi. Sei la persona di cui mi fido di più al mondo»
Luke aprì le braccia, raccogliendo tra esse l’esile figura di Olivia che in quel momento di fece ancora più piccola.
Quelle parole la colpirono, Luke non si meritava una persona del genere, una persona che non lo amasse come doveva, una traditrice, una bugiarda.
«Mi prometti che qualsiasi cosa succeda tu non mi abbandonerai? Ho troppa paura di essere sola» sussurrò Olly tra le lacrime.
Luke le baciò la testa, giurando di non lasciarla mai.
Olivia aveva sofferto quando la madre era morta, quando il padre cambiò a seguito della scomparsa della moglie e quando suo fratello partì per l’America. Aveva sofferto quando scoprì che suo padre stava con un’altra donna, quando formò una famiglia con lei dimenticandosi della figlia biologica. Aveva sofferto quando aveva visto Eve fidanzarsi con Calum e concedere al moro ogni pomeriggio.
Poi era arrivato Luke e portò via a tristezza e la solitudine dalla sua vita, l’aveva fatta stare bene e quando le disse che doveva partire giurò di non fare come gli altri, di restare affianco a lei nonostante tutti gli ostacoli che dovevano separare.
«Sono intrappolato tra le tue dita» le disse all’aeroporto prima di partire «Dove vai tu, vado io»
Ma l’amore va e viene, soprattutto quando si è così giovani e Olly ci prova a stare male - sentendo la scintilla per Luke indebolirsi giorno dopo giorno – ma proprio non ci riesce, perché adesso è lei a essere intrappolata, ma le dita non sono quelle di Luke.







































































MY LITTLE TALK
Heylà, oggi per chi mi segue è la loro giornata (s)fortunata perchè pubblico due volte in un giorno :)
*schiva un pomodoro*
Allooora: qui Michael e Olivia si ficcano ancora di più nei guai ma (attenzione!) capiamo uno dei motivi per cui Olly non vuole lasciare Luke. luke è la sua roccia, un appiglio sempre presente che le infonde insucirezza mentre michael, essendo poco costante, la spaventa ma l'affascina al tempo stesso.
E Michael? Quel piccolo furfante? Cosa prova davvero per Olivia? dan dan daaaaan va beh, penso che qui si capisca davvero cosa vuole (o forse lo capisco io perché so come prosegue la storia icsdi)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Vi ringrazio per aver letto, recensito i vecchi capitoli, 14 preferiti, 4 ricordati e 8 seguiti, henfgdftknf siete fantastiche!
fatemi saper se la storia continua a picervi,
bacissimi
Megghy
p.s. i miei link:
Fix it (mini long finita su Luke) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3126821&i=1
5:15 (one shot su calum) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3132176&i=1
Animales (long in corso) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** (5) ***


(5)

 
 
 
 
 
Taking every breath away 
With all of the mistakes I’ve made 
From all the letters that I’ve saved 
This is everything I didn’t say 
I wish I could’ve made you stay 
And I’m the only one to blame 
I know that it’s a little too late 
This is everything I didn’t say 

 
- Everything I didn’t say

 
 
 
 
 
A dire il vero Luke non era molto convinto che Olivia passasse un’intera giornata sola con Michael. Un po’ perché nei suoi confronti era davvero troppo geloso e un po’ perché non capiva come e quando quei due fossero diventati così amici.
«La sera del nostro anniversario, quando è venuto a salvarmi, abbiamo parlato e abbiamo capito che il nostro odio è infondato, così stiamo cercando di conoscerci meglio e diventare amici» disse Olivia raccogliendo il cellulare e il portafoglio nella sua borsa beige.
Indossava una gonna nera a vita alta e un crop top a fiori rosa e bianco che risaltava la sua carnagione rosea.
Luke osservava attentamente i suoi gesti, passando lo sguardo sulle gambe snelle e «P-puoi coprirti di più? Non voglio che gli altri ti vedano così, insomma, sei bellissima e la cosa mi spaventa»
Olivia sapeva che con “gli altri” intendeva Michael.
“Oh, Luke” si disse “se solo sapessi quante volte mi ha guardata Michael non mi parleresti così”.
«Luke, non hai alcun motivo per essere geloso» si girò, osservando il volto perfetto del ragazzo «Adesso vado che sono in ritardo, Michael mi sta aspettando giù»
«Non pensi che dovrei venire anche io? Solo per assicurarmi che non vi scanniate»
Olivia scosse la testa ridacchiando, «Tranquillo, nessuno spargimento di sangue. Ci vediamo stasera» lo salutò con un bacio sulla guancia e poi scese di fretta le scale, facendo un cenno del capo a Ashton e Calum in cucina. Uscì in fretta di casa trovando Michael appoggiato al cofano della macchina, gli occhiali da sole a coprirli i bellissimi occhi e il ciuffo, ora blu, sparato in aria. Aveva un sottile strato di barba che lo faceva sembrare ancora più sexy e pensava di impazzire nel vedere le braccia, non eccessivamente muscolose, scoperte dalla canottiera nera dei Sex Pistols.
«Ciao» la salutò, togliendosi gli occhiali per esaminarla meglio e «Sei bellissima»
Olly sorrise lasciva, passando lo sguardo dagli occhi alle labbra del ragazzo. Michael, che aveva imparato a conoscerla solo osservandola di nascosto, capì subito che voleva essere baciata così si sporse verso la bionda, chiudendo gli occhi. Olivia fece lo stesso, aspettando che le labbra di Michael si poggiassero sulle sue ma, quando quest’ultime finirono sulla sua guancia, aprì di scatto gli occhi indignata.
«Pensavi davvero che ti avrei baciata qui davanti a casa?» chiese divertito.
Olivia gli tirò una gomitata nel costato e salì in macchina senza parlargli.
Michael, dal canto suo, continuava ad avere il suo classico sorriso impertinente, quello che Olivia voleva strappargli via a furia di baciarlo passionatamente.
Il ragazzo mise in moto, uscendo dal vialetto e percorrendo a velocità forse fin troppo elevata i primi duecento metri per poi fermarsi al lato della strada, senza dire una parola a Olivia che lo osservava confusa.
«Michael ma che-» la sua frase fu interrotta dalle labbra di Michael che si unirono alle sue in maniera urgente, come se da quel bacio dipendesse la sua vita. Olivia slacciò la cintura di sicurezza e passò al sedile di Michael sedendosi sulle sue gambe.
Il ragazzo passò le sue mani sulle gambe di Olly che fremette quando Michael iniziò a disegnare dei cerchi immaginari lungo le sue cosce, spostandosi sempre di più verso il suo centro.
«Tre giorni» disse lui tra un bacio e l’altro «Tre giorni che ti posso guardare senza toccarti. Mi stai facendo impazzire»
Olivia sorrise nel bacio, stringendo le cosce intorno alla sua vita «Allora io sono già da manicomio»
Andarono avanti a baciarsi e sfiorarsi senza vergogna, perché in quella strada così isolata non ci passa mai nessuno, ma non si sarebbero fermati per nessuna ragiona al mondo.
«Forse è meglio se ripartiamo, non vorrei sporcare i sedili» disse Michael facendola ridacchiare.
Olivia si finse scocciata, così si alzò – a malincuore – dal corpo di Michael per tornare seduta composta.
 

***

Casa Clifford era piccola e accogliente, un po’ in disordine ma tutto sommato non era poi così tanto male.
Passarono la mattinata a giocare alla wii, più precisamente a Just dance e, inutile dirlo, Olivia lo stacciò.
«Sì, ho vinto!» urlò Olivia salutando una folla invisibile e poi «Grazie, grazie davvero, troppo gentili» disse facendo due piccoli inchini.
Michael la osservava con un sorriso dolce stampato sulle labbra perché Olly non si era mai comportata così con lui. Mentre con gli altri faceva la pagliaccia raccontando scemenze a tutto spiano, tutta la sua freddezza e accidità era riservata per lui.
Quando Olivia finì il suo spettacolo, Michael la prese per mano portandola in cucina e «Ti vanno i muffin?»
La bionda annuì felice, incastrando le proprie dita tra quelle lunghe di Michael. Con Luke, tutte quelle cose non le faceva mai. Di solito loro stavano a casa, magari a guardare un film mentre si coccolavano, oppure uscivano la sera con gli altri.
Presero tutto il necessario per preparare i muffins e lo distribuirono sul tavolo della cucina. In realtà aveva fatto tutto Oliva, perché Michael era un vero casino ai fornelli.
Mentre Olly mescolava l’impasto, Michael si posizionò dietro di lei, schiacciandola contro il tavolo e «Prova a mescolare più velocemente» così appoggiò la sua mano sopra quella più piccola di lei, velocizzando il movimento.
Olivia sorride, perché i capelli di Michael le facevano il solletico e sentiva il suo respiro colpirle il collo.
«Evita di lasciarmi succhiotti la prossima volta» lo avvisò «Luke l’altro giorno mi ha fatto spaventare, ho paura che sospetti qualcosa»
«Non sospetta niente, te l’assicuro. Non è poi così tanto sveglio e di te si fida ciecamente anche se fai schifo a mentire»
Olivia sospirò «Dovrebbe essere sbagliato, invece a me sembra così giusto»
«A me sembra sbagliato che non mi hai ancora dato un bacio da quando siamo arrivati in casa» sussurrò Michael.
Olivia ridacchiò, lasciò andare i cucchiaio e si girò, facendo scontrare le loro fronti.
Si baciarono dolcemente, assaporando le labbra dell’altro, sperando che quegli attimi fossero infiniti, sperando di poter stare assieme per sempre, senza doversi nascondere.
«Mi-Michael, io ti piaccio? Intendo, ti piaccio davvero?» chiese flebilmente lei, spaventata per la risposta.
«Sarebbe molto più facile se non mi piacessi, almeno non così tanto» rispose tornando a baciarla, questa volta con più intensità, leccandole il labbro inferiore per sollecitarla a schiudere le labbra.
Olly poggiò le sua mani sul petto, staccando il ragazzo da sé.
«Perché non mi hai mai fatto capire niente?»
«Avevi Luke e vedevo che con lui eri felice, non volevo intromettermi. Allora aspettavo, sperando che ti accorgessi di me, ma nulla. Comportandomi da stronzo ti avrei tenuto a distanza e mi sarei trattenuto»
Lo guardò confusa «Trattenuto da cosa?»
«Da questo»
E le loro labbra si incontrarono nuovamente, come se fossero pezzi di puzzle che combinavano perfettamente e sembrava così ingiusto farle separare.
Era tutto perfetto, i loro cuori battevano in sincrono e le loro labbra sembravano insaziabili.
«Michael…» miagolò nel bacio, sovrastata da quel mare di emozioni che la sovrastavano. Con la mano cercò il sacco della farina e ne prese una manciata, Michael, dal canto suo, era troppo preso dalle labbra di Olivia che non fece caso ai movimenti della ragazza.
«Sono qui, piccola» sussurrò passando al collo di lei che inarcò la schiena.
«Michael… Michael, guardami» lo pregò quasi.
Il ragazzo obbedì, staccandosi dal collo niveo di lei. Olivia sorrise e gli lanciò la farina in testa, sporcandogli i capelli appena tinti.
«Penso che tu abbia un po’ troppa forfora in quei capelli, eh, Michael?» lo schernì ridacchiando.
Michael aprì e chiuse la bocca più volte, visibilmente sorpreso dal gesto della ragazza. Il suo sguardo venne rapito dalle uova e sorrise maligno. Olivia sembrò collegare le cose e cercò di liberarsi dalla presa ferrea del ragazzo senza però riuscirci. Mentre con una mano teneva ferma Olivia, con l’altra prese un uovo e glielo ruppe sulla testa, rovinandole i capelli.
«Sei proprio uno stronzo, Clifford» disse indignata.
Da quel momento iniziò una vera a propria guerra col cibo tant’è che si dimenticarono di infornare l’impasto. I loro vestiti erano sporchi di uova, farina, burro e cacao e Olivia fece una smorfia nel vedere come avevano conciato la cucina e «Pulisci tu, dopo»
Michael ridacchiò e con un’abile mossa si caricò Olivia sulle spalle. La bionda cacciò un urletto spaventata e si dimenò proprio come fece la sera in cui Michael la riportò a casa quando scappò.
«Michael, ma dove accidenti vai? Stiamo sporcando tutto» lo sgridò mentre il ragazzo saliva le scale senza rispondere.
Aprì la seconda porta a sinistra e, quando la luce si accese, Olivia capì di essere in bagno.
«Ma che-?»
«Fatti una doccia» disse lui interrompendola e adagiandola a terra «Ti darò dei miei vestiti, tu intanto lavati, usa pure quell’accappatoio blu»
Olivia si guardò attorno e annuì, come a ringraziarlo. Michael le sorrise e uscì dalla stanza chiudendo la porta.
La bionda fece come gli era stato detto, si spogliò e mise i suoi vestiti nel lavandino e poi si buttò letteralmente sotto la doccia per togliersi quello schifoso miscuglio di dosso. L’acqua calda la rilassò, si massaggiò il corpo col bagnoschiuma e intonò qualche nota di una delle loro canzoni.
«Taking every breath away, with all of the mistakes I’ve made from all the letters that I’ve saved, this is everything I didn’t – Michael? »
Così presa dai benefici dell’acqua scrosciante e dalle parole della canzone, non si accorse che Michael era entrato in bagno, spogliato e ora anche unito a lei sotto la doccia.
D’istinto Olivia si coprì come meglio riuscì, ricordandosi dopo che Michael aveva probabilmente memorizzato ogni centimetro del suo corpo.
«Non ti fermare, canti benissimo» la invitò con un sorriso.
Olivia fece una smorfia, nessuno l’aveva mai sentita cantare. Sapeva di non avere una brutta voce ma l’idea di doversi esporre così la spaventava, eppure andò avanti, finendo la canzone perché davanti a quegli occhi così belli e verdi non riusciva proprio a dirgli di “no”.
«Non sapevo cantassi così bene» disse lui.
«Nessuno mi hai mai sentito cantare» confessò.
«Sei brava, dovresti coltivare il tuo talento, sai? Potremmo fare una canzone assieme»
Olivia scosse la testa e lo baciò perché Michael era troppo bello e dolce.
Michael prese il bagnoschiuma e iniziò a massaggiare la schiena di Olivia che fremette sotto il suo tocco, le passò anche lo shampoo cercando senza risultati soddisfacenti di farle una treccia.
«Dai, ora tocca a me» disse Olivia rubandogli il bagnoschiuma che – accidenti! – sapeva di lui.
Michael sorrise lascivo e si lasciò accarezzare da Olivia, perché le sue mani riuscivano a infondergli amore e un senso di pace, portando via tutta la sofferenza.
«Sai» lo distrasse dai suo pensieri riportandolo alla realtà «Ora che ci penso devo ancora ricambiarti un favore» disse mordendosi il labbro con forse fin troppa malizia.
Michael deglutì a vuoto sentendosi avvolgere da lei, la ragazza del suo migliore amico, la ragazza di cui è segretamente innamorato, l’unica con cui abbia fatto l’amore.
«Olly, non devi sentirti obbligata… lo sai vero?» balbettò sentendo il piacere invaderlo lentamente.
Olivia accarezzò tutta la sua lunghezza lentamente, aspettando di sentirsi implorare da lui.
«Io… io lo voglio ma devi essere tu a chiedermelo» disse ingenuamente.
Michael sorrise compiaciuto, Olivia gli piaceva sempre di più «Allora fallo, Olivia. Portami via la sofferenza e portami al limite come solo tu riesci a fare»
Soddisfatta dalla risposta, Olivia velocizzò i movimenti beandosi dei gemiti di Michael.
«D-Dio… Olly» sussurrò lasciandosi andare su di lei «Fossi Luke ti chiuderei in camera da letto e non ti lascerei uscire mai.
Olivia cercò di non ridere e «Sbrighiamoci ora, abbiamo una cucina da pulire»
 

***

Avvolti nel tepore della coperta, Michael e Olivia guardavano assieme “la verità è che non gli piaci abbastanza”, nella casetta sull’albero che lui aveva sistemato apposta per lei.
La casetta era piccola - dovevano fare attenzione a non alzare troppo la testa altrimenti avrebbero preso una zuccata – e illuminata dalle luci che si mettono sull’albero a Natale. Michael aveva posizionato in un angolo un materassino ad acqua che continuava a muoversi sotto i loro pesi e poi, sparsi qua e là aveva disposto vari cuscini. Il film in streaming si vedeva male, troppo sgranato e spesso si impallava ma Olivia sapeva le battuta a memoria di quel film quindi non ci fece molto caso.
Michael la stringeva a sé affondando appena poteva il viso tra i suoi capelli respirando a pieni polmoni il suo profumo. Le aveva prestato un paio di suoi boxer e una maglietta che le scopriva le cosce magre, quelle che continuava a toccare perché «La tua pelle è così bella e liscia, non posso non toccarla, dai»
E Olivia ridacchiava perché i baci di Michael sul collo la facevano stare troppo bene e non poteva davvero chiedere altro.
In realtà Michael non stava seguendo molto la trama del film, troppo complicata per lui che non si ricordava nessun nome dei personaggi, allora si era messo ad analizzare il titolo e i lineamenti della ragazza al suo fianco.
Olivia gli piaceva tanto, fin troppo.
Il modo in cui camminava, il modo in cui spostava i capelli di lato mostrando il collo, il modo in cui lo baciava stringendolo a sé e il modo in cui faceva l’amore. Ok, era successo una volta sola e sotto ricatto, ma era sicuro che di quel passo sarebbe riuscito a farla innamorare di sé come Luke non era riuscito a fare. Perché Michael ascoltava poco ma osservava tanto e aveva visto il luccichio negli occhi di Luke tutte le volte che la guardava e aveva anche notato che a lei mancava. Che quando partivano Luke stava malissimo e lei normale, sopravviveva. E sapeva anche che Luke non era in grado di farle provare tutte le emozioni che lui le provocava anche solo sfiorandola. Rabbrividiva, si contorceva dal piacere e le brillavano gli occhi. Assieme erano passione, amore, ardore, complici di uno strano rapporto che non sapevano definire.
Così, senza pensarci, Michael parlò e «Lascia Luke per me» bisbigliò, per la seconda volta in quella settimana perché non voleva condividerla più con nessuno.
Olivia strabuzzò gli occhi, non dando più attenzione al film «Non… non posso»
«Perché? Mi sembra di averti dimostrato oggi che per me questo “noi” è una cosa seria»
Olly rabbrividì nel sentire la parola “noi” e cercò di non darlo a vedere «Ok, forse mi hai convinto» calcò bene il “forse” «Ma non è solo questo. Pensa anche alla band, Luke non vorrà più avere nulla a che fare con te e allora vi scioglierete e avete fatto tanto per arrivare fino a questo punto, non voglio che mandiate tutto all’aria per me»
Michael le prese il viso tra le mani, facendo scontrare i loro sguardi «Tu vali assolutamente la pena di rischiare. Se dovessi citare il film che stiamo guardando ti direi che “sei la mia eccezione” e si, sono pronto ad andare contro tutto e tutti per te. Tu non… non ti preoccupare, quando sarà il momento adatto allora diremo la verità, ok? Intanto cercherò di convincerti che a te tengo davvero, davvero tanto»
La bionda sospirò, spostando lo sguardo. Ancora una volta i sensi di colpa la stavano divorando «Io… Io penso che voglio davvero provare a stare con te solo che Luke soffrirebbe e io non me lo perdonerei mai»
«Lascia che ti faccia dimenticare di Luke per stasera» sussurrò baciandole languidamente il collo.
Olivia gemette sentendo i denti di Michael morderle il collo facendola sospirare «Come faremo a non farci scoprire quando saremo a casa?»
«Dovremo stare attenti e farci tante docce fredde» sussurrò lui.
Olivia ridacchiò in risposta e «Sei senza speranze, Clifford»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
MY LITTLE TALK
Sono appena tornata a casa da Barcellona, gente! Ch città mervagliosa, dovete assolutamente andacarci!
Passando alla storia, non ho molto da dire, alla fine si capisce che MICHAEL è INNAMORATO PERSO DI OLIVIA E IO LI AMO COSì TANTO ASSIEME NONOSTANTE LEI SIA UNA STRONZA.
Sono stanca morta che ho preso il volo alle 4 della mattina, quindi vi lascio questo bel (speriamo!) capitolo e vi lascio i miei link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492 la mia Long :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** (6) ***


Please don't judge me.





(6)


 

 

 Ad Aurora, che ci siamo presentate dopo mezz'ora che ci siamo incontrate per la prima volta e per averle fatto (accidentalmente) uno spoiler, spero di rivederti, piccolina.

 
 
 
 
She sleeps alone.
My heart wants to come home.
I wish I was, I wish I was beside you.
She lies awake.
I’m trying to find the words to say.
I wish I was, I wish I was beside you

 
- Beside you
 

 
 
 
 
I ragazzi erano usciti per andare a fare un’intervista per una importante stazione radiofonica del paese, che Olivia aveva sentito nominare ma non ricordava il nome.
Le cose con Luke non stavano andando per il meglio, anzi. Litigavano in continuazione per cose stupide – perché lui lasciava la tavoletta del water alzata, lei invece non toglieva i capelli dal lavandino, intasandolo per la seconda volta, i turni per lavare i piatti, fare il bucato e altre cose che non ricordava – e capitava che non si parlassero per tutta la giornata.
E quando Luke usciva di casa incazzato, Olly si rifugiava in camera di Michael, accolta tra le sua braccia e tranquillizzata dalle sua labbra.
«Te la senti di lasciare Luke?» le chiedeva allora, una volta massaggiandole la schiena e l’altra mordicchiandole il lobo dell’orecchio.
«Non ancora, stasera come al solito si scuserà e mi chiederà di fare l’amore con lui. Aspettiamo ancora un pochino, ok?»
E anche il sesso con Luke non la soddisfaceva più. Non dormivano più abbracciati, non facevano più la doccia assieme la mattina e Olivia si rifiutava di preparargli la colazione. Erano due sconosciuti oramai.
Luke quella mattina le aveva lasciato un messaggino dove si scusava per il suo comportamento di ieri sera e Olivia lo accartocciò, lanciandolo lontano da sé.
Si spogliò e indossò una maglia lunga che aveva rubato a uno dei ragazzi – probabilmente ad Ashton visto che riusciva a riconoscere il suo profumo – e iniziò a girare per casa, i piedi nudi che si scontravano sul pavimento freddo.
Decise di entrare in camera di quest’ultimo e sbriciare un po’ come fosse arredata. In effetti non aveva mai visto le stanze dei ragazzi – eccetto quelle di Luke e Michael – e voleva verificare che il ragazzo fosse così disordinato come diceva Luke.
«Dovresti vedere com’è ridotto il nostro povero tour bus» diceva giocando col suo piercing nero «Butta per terra i vestiti e poi li calpesta il mattino seguente»
E, come pensava, la camera era un disastro. Il letto era sfatto, le tapparelle abbassate e sparsi sul pavimento trovò dei cd e le sue bacchette della batteria.
Si avvicinò verso il comodino dove trovò una foto che lo ritraeva assieme ad Abby. Nell’immagine sorridevano, Ashton la teneva stretta a sé e la baciava una guancia mentre lei si lasciava cullare dalla sua stretta.
Erano bellissimi assieme, molto più di quanto lo fossero stati Calum ed Eve.
Abby era un prolungamento di Ashton, e lui di lei. Parlavano, ridevano, si comportavano nella stessa maniera e se eri la vittima di uno scherzo, potevi essere sicuro che erano loro due glie artefici.
Poi Abby era sparita lasciando un vuoto nei cuori di tutti, soprattutto in quello di Ashton che dopo mesi non si era ancora ripreso del tutto.
«Non ti hanno mai detto che è maleducazione entrare nelle stanze degli altri?»
Olivia si girò di scatto e, colta di sorpresa, si lasciò sfuggire la cornice dalle mani, facendola cadere.
«Accidenti, Michael» disse affrettandosi a raccogliere la foto, accertandosi di non aver rotto il vetro «Mi hai fatto morire di paura, che ci fai qui?»
Il ragazzo rise e si portò le mani nelle tasche dei jeans «Diciamo che non ero in vena di fare l’intervista così mi sono detto “ma ehi, Olly è a casa tutta da sola e potrebbe annoiarsi” allora ho detto di non sentirmi bene e sono tornato qui, sorprendendoti a spiare in camera di Ashton»
Olly arrossì e sorrise come a ringraziare Michael del gesto. Non stavano assieme da soli da un paio di giorni ed erano riusciti a scambiarsi alcuni bacetti innocenti la sera quando nessuno li guardava.
«Manca anche a te?» chiese lui indicando la foto.
Olly annuì «Lei ed Ashton erano bellissimi assieme, non so cosa le sia successo»
Michael l’abbracciò, facendo scontare i loro respiri e i loro cuori «Ashton l’ha cercata per mesi, ancora oggi la cerca. È innamorato perso di lei»
«Tu… tu mi cercheresti se io sparissi?» chiese lei titubante.
«Non ti lascerei andare nemmeno» sussurrò aumentando la presa.
Olivia alzò lo sguardo incontrando gli occhi di Michael, quel giorno di un vedere liquido. Si alzò sulle punte in modo da annullare la distanza tra le loro bocche, baciandosi dopo un tempo che pareva infinito.
«Sono… sono pronta per te, Michael» balbettò «Voglio… voglio farlo perché ti voglio, ti necessito. Senza patti, senza alcool in corpo o sostanze stupefacenti. Voglio che mi ami»
E quelle parole sembrarono scatenare una tempesta nel cuore di Michael, che venne sopraffatto dalle emozioni.
Allora la baciò, la baciò e l’amò, l’assaporò e decise di infonderle il piacere più intenso che avrebbe mai ricevuto nella sua vita.
«Non ci credo che sia tutto reale» disse sul collo di lei. Le mani di Michael vagavano sul corpo snello di Olivia che si morse il labbro per reprimere i gemiti. Presto si liberarono delle proprie magliette e Michael sorrise compiaciuto nel constatare che – beh – non indossava il reggiseno.
Iniziò a baciarle la mascella, per poi tornare al collo e scendere verso il petto.
«Oh, Mi-Michael» gemette quando lui le morse delicatamente un capezzolo mentre l’atro era tra le sua mani.
«Non sai davvero quante cose ho sempre sognato di farti» le sussurrò scendendo verso il basso ventre.
«Possiamo an-andare direttamente al sodo?» chiese lei scossa da un brivido quando la toccò «Non ce la faccio ad aspettare ancora»
Michael annuì a malincuore, aveva in mente così tanti modi per provocarle piacere che un po’ gli dispiaceva saltare la parte in cui la poteva stuzzicare fino a farla supplicare.
Olivia l’aiutò a disfarsi dei jeans e dei boxer e lui le sfilò velocemente la biancheria. La fece stendere sul letto di Ashton «Dobbiamo essere attraenti e non sporcare nulla» le disse baciandola ancora e cercò un preservativo nel primo cassetto del comodino perché sapeva che li nascondesse lì.
«I-Il mattino del nostro accordo, sotto… sotto la doccia ho immaginato che mi stessi toccando» confessò lei imbarazzata, cercando di coprirsi il volto con le mani.
«Dio, Olly» gemette «è la cosa più eccitante che mi abbiano mai detto, potrei venire solo immaginandoti»
Olivia, fattasi più sicura e intraprendente, si portò un dito alla bocca e lo leccò.
«Olly» disse lui con gli occhi sbarrati «C-che vuoi fare?»
«Solo un assaggio di quello che ti sei perso» disse lasciva scendendo verso il basso ventre del suo corpo.
Vezzeggiò il suo punto sensibile sotto lo sguardo incredulo di Michael che non sapeva se guardare le mani di lei o il suo volto.
Olivia gemette il suo nome, ripensando a tutte le scariche di piacere che le aveva fatto provare quando sentì la sua mano bloccarle il polso. Aprì di scatto gli occhi per vedere la reazione di Michael.
I suoi occhi erano più scuri del solito e si andavano a mischiare assieme all’iride scura. Sorrideva malizioso e Olly non seppe dire se era un bene o un male.
«Non fare mai più una cosa del genere, chiaro? Solo io posso darti piacere. Né Luke e tanto meno te stessa. Tu mi appartieni»
Una scarica elettrica le attraversò la spina dorsale nel vederlo tenere in mano una delle tante bende di Ashton.
Michael le afferrò i polsi avvicinandoli e li legò con la bandana.
Con Luke il sesso era sempre ripetitivo, raramente cambiavano posizioni e, sebbene lei avesse più volte cercato di aggiungere un po’ di brio nella loro vita di letto, alla fine si trovavano sempre a fare le stesse cose. E l’unica volta che aveva voluto sperimentare qualcosa, si era imbattuta in Michael e il suo piano per portarla a letto.
Invece ora era con Michael, in un letto non loro e con le mani legate per averlo provocato.
E sì, tutte queste cose nuove le piacevano.
«Poggia le braccia in alto contro la testata del letto. Solo io potrò toccarti, chiaro?» disse in tono solenne.
Se da un lato il fatto di essere legata la eccitava, dall’altro le dispiaceva non poterlo toccare dopo tanto tempo. Voleva graffiargli la schiena mentre sentiva i suoi muscoli guizzare, toccare il suoi capelli e accarezzargli il viso sussurrandogli quanto fosse bello e speciale per lei.
Michael le allargò le gambe intrufolandosi e l’osservò un’ultima volta «Sei così bella, legata davanti a me, è una di quelle immagini che vorrei rimanessero indelebili nella mia mente»
Olivia arrossì «Sono pronta» ripeté.
Il ragazzo le sorrise ed entrò delicatamente in lei, aspettò che si abituasse alla sua presenza prima di iniziare a spingersi dentro.
«Dimmi come lo vuoi fare, principessa»
Olly abbassò lo sguardo imbarazzata anche se aveva capito che con Michael non doveva vergognarsi di niente perché con lei era tutto naturale «Voglio farlo violento, è qualcosa che ho sempre voluto provare» ammise sentendo le guance andare a fuoco.
E Michael, a una richiesta del genere, non si sarebbe tirato indietro. Olivia aveva quel strano potere su di lui che riusciva ad eccitarlo e farlo venire solo a parole o immaginandosela soltanto e mai in vita sua era stato così attratto da una ragazza.
I loro corpi si muovevano in sincrono, come se non avessero fatto altro in tutta la vita. Erano una cosa sola, si stavano appartenendo e anche se non riuscì a decifrare quel mare di emozione, riuscì a trovarci anche del sentimento perché da quella fatidica sera qualcosa era cambiato in loro. Era cambiato il loro modo di guardarsi, quando si toccavano, anche se accidentalmente, una scarica di brividi attraversava le loro spine dorsali. E che dire delle notti che Michael aveva passato sveglio a sognarla?
Fu in quel momento che Olivia capì che Michael era il meglio che stava cercando.
Michael aumentò i movimenti, aggrappandosi alla testata del letto in modo da potersi spingere più in profondità dentro lei.
«Oh, Dio Michael» gridò quasi sentendo un calore diffondersi dal suo centro in tutto il corpo «M-Mikey»
Dopo un altro paio di spinte, entrambi erano sudati e soddisfatti, abbracciati nel letto di Ashton che probabilmente li avrebbe uccisi se avesse scoperto quello che avevano appena combinato.
Michael la slegò e Olivia si buttò subito tra le sua braccia, stringendolo e baciandolo ovunque.
«Sei in assoluto il miglior sesso della mia vita» ammise baciandogli le labbra.
Il ragazzo sorrise soddisfatto e la baciò a sua volta «Come mi hai chiamato prima?»
«Mikey, non ti piace?»
Michael rise scuotendo la testa «Certo che no, solo che nessuno mi aveva mai chiamato così, tano meno mentre facevo sesso con qualcuna»
Olly allora si avvicinò al volto del ragazzo cercando di essere il più sensuale possibile e, provando a non ridere, disse «Potrei chiamarti così mentre lo facciamo»
Per tutta risposta lui ridacchiò, stringendola a sé ancora più forte in modo che Olly appoggiasse la testa sul suo petto «Tutto quello che combini mi fa impazzire e Mikey mi piace come nome, sai?»
Rimasero un pochino a coccolarsi nel letto e quando l’orologio segnò mezzogiorno, i due decisero di iniziare a vestirsi perché tra poco sarebbero arrivati i ragazzi.
«Mi sono sempre dimenticato di chiederti cosa significa il tatuaggio che hai sotto il seno» disse Michael passandole la maglietta.
Olivia abbassò lo sguardo sul suo corpo e accarezzò con le dita la scritta “panta rei”, poi parlò «Significa “tutto scorre”, è greco. Me lo sono fatta dopo la morte di mia mamma come per ricordarmi che tutto scorre»
Michael si avvicinò fino a fare scontrare le loro fronti e le sue mani si appoggiarono sui fianchi di lei «Tutto scorre, ma io voglio restare»
Olivia fece per ribattere quando all’improvviso sentì la porta sbattere e la voce squillante di Ashton urlare «Siamo a casa» e in sottofondo le risate degli altri.
Olly si rivestì in fretta senza badare a Michael e uscì dalla stanza per accogliere i ragazzi giù i cucina.
L’avevano vista brutta.
 
***
 
«Numeri uno nella classifica inglese!» urlava Calum, le braccia alzate al cielo e i fianchi che ondeggiavano freneticamente.
Dietro di lui, Eve ridacchiava spostandosi i capelli neri da una spalla all’altra.
Olivia osservava la scena sulle scale divertita nel vedere il moro scatenarsi in quel modo. Ashton uscì dalla cucina per raggiungere gli altri in salotto con in mano una bottiglia di spumante e dei bicchieri di plastica, probabilmente quelli avanzati dalla festa precedente.
«Coraggio, Olly» la richiamò Calum «balla con me» le tese la mano il moro.
Olivia prese la mano dell’amico che le fece scendere di fretta gli ultimi gradini e poi iniziarono a ballare mano nella mano. Le piaceva il carattere allegro e spontaneo di Calum, il modo in cui riuscisse a far sciogliere anche la persona più rigida e seria, come Luke in certi momenti.
Luke, lo stesso Luke che ora teneva lo sguardo basso e si mordicchiava nervosamente il labbro.
Olly interruppe bruscamente il balletto per concentrarsi sul biondo.
«Ehm…»
Eve tappò la bocca ad Ashton e continuò la frase per lui, spingendolo verso la cucina «Noi andiamo in cucina a festeggiare, avete tanto da dirvi»
E Calum li seguì sconsolato borbottando un «Ma io mi stavo divertendo»
Oliva fece qualche passo in avanti e due indietro perché non riusciva davvero a stare nella stessa stanza col suo ragazzo.
«Mi dispiace» disse semplicemente lui, fermo affianco al divano «è che non so più cosa mi stia succedendo ultimamente, non so cosa stia succedendo a noi. A dire il vero le cose andavano meglio quando non ci vedevamo mai»
Olivia rimase zitta, spostava il peso da un piede all’altro e scacciò via le lacrime.
«Solo… io non voglio che tutto questo finisca, Olivia. E ho paura che tu non mi voglia più. Quindi te lo chiedo ora e voglio che tu sia sincera» si avvicinò alla ragazza e incastrò le proprie mani tra le sue «Vuoi ancora stare con me?»
«Io… io non lo so, Luke»
La presa di Luke si affievolì e lasciò cadere le sue braccia lungo i fianchi «Forse… forse una pausa ci farà bene» propose allora lei cercando di sorridergli.
«Non capisco dove ho sbagliato. Vorrei poter tornare indietro e rimediare i miei errori» borbottò lui, lo sguardo basso puntano sulla punta delle scarpe.
“Oh Luke, non sei l’unico a voler tornare indietro e cancellare i propri errori”.
«Non hai sbagliato nulla, Luke. Sono io il problema – e Olly voleva alzare gli occhi alla sua stessa affermazione, una frase fatta non faceva proprio al caso, ora – quindi perdonami ma non sono più sicura di voler andare avanti. Penso che per un po’ è meglio se torno a casa mia, solo per pensare»
«Sembra quasi che tu abbia già fatto una scelta» disse Luke tagliente.
«Io… I-»
Luke sospirò e la precedette «Intendo dire, se tu mi dici di aspettarti io lo farò, non mi importa il tempo che ci metterai. Se invece hai già scelto, beh, allora penso che tra di noi sia finita, giusto?»
«Prendiamoci solo un po’ di tempo per pensare e capire dove abbiamo sbagliato, Luke. Ti prometto che questo non è un addio»
Luke annuì e le baciò una guancia prima di raggiungere gli altri in cucina.
Merda, merda, merda!






















MI LITTLE TALK.
Vi prego, non mi odiate çwç
E soprattutto non vi scandalizzate per la parte
hot Mi vergogno di me stessa e della mia mente perversa (?)
Tornando alla storia, su Michael non mi esprimo (non vorreste sentirmi) e LukepatatososcemoidiotaHemmings NON HA CAPITO ANCORA UN'EMERITA FAVA!
Scusatemi ma io penso che Luke sia il più fessacchiotto dei quattro e bho, volevo dirvi le mie motivazioni del perché ho scelto lui come cornuto (scusate la finezza)
Ora passiamo alle brutte notizie çwç Domenica parto e starò via due settimane quindi per due settimane non potrò aggiornare (sorratemi) quindiiii per farmi perdonare, vi lascio uno spoiler del prossimo capitolo:

 

«Pensi che io si arrabbiato?» chiese lui senza guardarla.
«Dovresti esserlo, mi sono comportata male con te»
«Hai ragione, eppure non ci riesco. Mi piaci troppo. Sono solo confuso. Insomma, perché quando succede qualcosa che non va bene a te, tu scappi? Perché devi sempre fare la bambina viziata? Pensavo fosse Luke quello senza palle tra voi due. Invece mi sbagliavo» fa una piccola pausa dove si passa le mani tra i capelli




Poiii, vi lascio i miei link:
Long in corso http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1
Mini Long su Luke, completa (che forsè è una delle mie storie, senza contare le OS, preferita) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3126821&i=1

E il banner di una long che pubblicherò a settembre assieme ad una seconda long e una mini long di 7 capitoli, dovete amarmi! IL banner l'ho fatto io, spero che vi piaccia!
Bacissimi
Meghhy

P.s. quando torno voglio tanteeee visualizzazioni, oke? Fatemi sapere se vi piace :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** (7) ***


(7)

 



'Cause I've been from place to place
Trying to bring you back
I've walked for days and days
'Cause I can't face the fact
That nothing is better than you
-Lost boy

 
 
 
Era passata una settimana da quell’incontro e non stava affatto bene.
Si era trasferita – in gran segreto – a casa di Eve, nel piccolo bilocale nella periferia nord. Era un appartamento piccolo ma accogliente, con le pareti tinte di color senape e il divano in pelle nera affianco a un piccolo caminetto che la mora non aveva mai provato ad accendere.
Ogni tanto messaggiava con Luke, si davano il buongiorno e la buonanotte e qualche foto tramite wechat.
Anche Michael le aveva scritto – molte più volte di quelle di Luke – ma non aveva mai risposto. Era infuriato con lei perché era sparita – di nuovo – senza dire niente a nessuno, senza dire niente a lui che aveva trovato la casa molto più triste e vuota senza la sua chioma bionda in cucina o il suo profumo dolce in giro per l’abitazione.
Si era arrabbiato perché “Non hai lasciato Luke quado ti si era presentata l’occasione”, messaggio che continuava a inviarle almeno una volta al giorno.
Era finito tutto con lei che scoppiava a piangere sul divano – erano le 2/3 a.m. – e Eve che correva verso di lei ad abbracciarla forte.
Le aveva raccontato tutto. Della sera in cui i ragazzi erano tornati dal tour, del patto e di come non era più riuscita a levarsi Michael dalla testa.
Eve si era arrabbiata, parecchio anche, perché era quel tipo di ragazza anche non tollerava i tradimenti ma poi si era addolcita allora le aveva fatto i pancakes e la manicure verso le prime ore del mattino.
Quando Olly raccontò come si sentiva protetta e viva quando faceva sesso – era tentata a dire “fare l’amore” -  Eve le sorrise dolcemente e le fece la domanda che Olivia si domandava da tempo.
«È lui il tuo “bene, bene”» disse riferendosi alla loro conversazione sull’amore.
E Olly poteva mentire a sé stessa, Luke, Michael o a chiunque altro ma non davanti i profondi occhi scuri di Evelyn.
«Sì, lui è la persona con cui sto meglio al mondo»
Eve sorrise – perché aveva capito cosa volesse intendere – «E lui lo sa?»
Olly abbassò lo sguardo sulle sue unghie smaltate di nero «Non ho ancora avuto modo di dirglielo»
«Secondo me dovresti dire la verità a Luke e lasciarlo. Poi, dopo un po’ di tempo, ti metterai con Michael. Ma devi mantenere questa relazione segreta perché se Luke lo venisse a scoprire mollerebbe la band e allora si scioglieranno mandando all’aria anni e anni di sacrifici e duri lavori» spiegò l’amica.
«È quello che mi spaventa di più, non voglio che la band si sciolga a causa mia. Il fatto è che io ci provo a lasciare Luke ma appena mi si presenta l’occasione sento un nodo alla bocca dello stomaco e non riesco a farlo»
Eve sembrò comprenderla «è normale, Olly. Dopotutto è il tuo ragazzo, con lui hai passato dei momenti indimenticabili di cui non ti dimenticherai mai. Anche a me è successo, ti ricordi? Non riuscivo a lasciare quell’idiota di James per Calum ma poi il tempo passa e guarisce le ferite. Allora ti accorgerai di aver fatto la scelta migliore, se effettivamente lo è. Questo fine settimana vado a stare dai ragazzi, potresti venire anche tu, non trovi?
Olivia annuì, «Forse gli dico anche quello che ho detto prima a te»
Evelyn si aprì in un sorriso «Perfetto, ora che hai delle belle mani e il pancino pieno, andiamo a dormire che stasera ti porto a ballare»
«Posso dormire con te? Come quando avevamo undici anni» chiese la bionda sporgendo il labbro inferiore per fare tenerezza all’amica»
Evelyn sbuffò fingendosi scocciata, poi acconsentì sorridendo. Olly si alzò in fretta dalla sedia emettendo un urletto eccitato e cose ad abbracciare l’amica.
Si andarono a rifugiare sotto le lenzuola, le loro fronti scontrate e due sorrisi che sembravano non voler abbandonare i loro visi.
«Ti voglio bene, Evelyn»
«Anche io, Olly. Ora dormi, che la notte porta consiglio»
 
***
E la sera non tardò ad arrivare.
Evelyn aveva trovato le prevendite della discoteca grazie a un suo compagno di università e non vedeva l’ora di andare a divertirsi un po’.
«Calum non ti dice nulla?» chiese Olly osservando il vestito nero aderente che Evelyn si stava rigirando tra le mani.
La mora, avvolta nel suo accappatoio color crema, scosse la testa «Certo che no. Alla fine sa che lo amo sopra ogni cosa ed è giusto che io mi diverta proprio come fa lui, l’importante è non farsi coinvolgere troppo dall’enfasi del momento. Poi non mi permetterei ma di fargli del male»
Olivia annuì, Evelyn stava dicendo tutto ciò che lei non era stata in grado di fare e si sentiva davvero male.
«Comunque questo vestito è per te» disse lanciandole un abito nero completamente ricamato di pizzo.
«Wow» si lasciò sfuggire «è bellissimo»
«E non sai quanto sarà bello su di te» le strizzò l’occhio.
Olivia sorrise e corse in bagno a lavarsi, non vedendo l’ora di mettersi quel vestito.
Si buttò sotto la doccia azionando il getto dell’acqua calda in modo da rilassarsi.
E subito venne invasa da flashback. Di quando si toccò immaginando Michael, di quando fecero la doccia assieme dopo la guerra di cibo e di come lo prese in…
«Olly, i servizi sono un bene inalienabile per tutti. Muoviti sotto la doccia che devo fare pipì» urlò Evelyn da dietro la porta.
Olivia frizionò velocemente i capelli e tolse lo shampoo e il bagnoschiuma dal suo corpo per poi uscire in fretta e avvolgere il corpo in un asciugamano.
Fece tutto di fretta, incurante di aver bagnato il pavimento, e uscì dalla stanza trovandosi davanti Evelyn stretta in un vestito color pesca che le stringeva il corpo formoso facendo risaltare le sue curve sexy per cui Calum stravedeva.
«Wow» si lasciò sfuggire Olly «Evelyn, sei… sei davvero…»
«In orario. A differenza tua. Muoviti che il taxi passa tra mezz’ora»
Olivia alzò gli occhi al cielo perché a Evelyn non si poteva mai fare un complimento. Gli trovava falsi – eccetto quelli del suo Calum – e pensava ci fosse sotto qualcosa.
«Va bene, mi muovo» sbottò mentre la mora si chiuse in bagno per truccarsi.
Lasciò scivolare la salvietta lungo il suo corpo e s’ infilò in fretta l’intimo – un reggiseno a balconcino e la brasiliana in seta nera per cui Luke stravedeva – e il vestito che Evelyn le aveva prestato.
Le stava bene, forse lo giudicò un po’ troppo sexy ma l’effetto vedo non vedo le piaceva davvero molto.
Asciugò i capelli e, grazie alla piastra, arricciò le punte facendo cadere i boccoli sul seno e le scapole.
Era bella, bella da mozzare il fiato. Subitò si immaginò la reazione di Michael nel vederla vestita in quel modo. Chiuse gli occhi e riuscì quasi ad immaginare i suoi occhi verdi passarle sopra il corpo, le sua labbra carnose aprirsi in un sorriso per poi bagnarle con la lingua.
Avrebbe fatto di tutto per riaverlo, ne era certa.
 
 
 

***

 
 
 
 
Il locale non era affatto male, i drink erano ottimi, il dj se la cavava bene e l’ultima hit di Martin Garrix le piaceva ancora di più quella sera.
Stavano ballando sul cubo della discoteca da venti minuti scarsi quando un ragazzo si avvicinò a Olly accarezzandole i fianchi. Iniziò a strusciarsi su di lei, ignorando il fatto che la bionda cercava di uscire dalla sua stretta.
Olivia spostò le mani del ragazzo dai suoi fianchi e con lo sguardo cercava Evelyn che era andata a prendere i drink ma le luci e le mani dei presenti le oscuravano la visuale.
«Piccola, chi cerchi? Non ti va di stare un po’ con me?» sbiascicò l’ubriaco facendola voltare verso di lui.
Era un ragazzo alto e magro, per nulla muscoloso con i capelli a spazzola marroni e gli occhi verdi, verdi come quelli di Michael.
Subito la mente la riportò sul ragazzo che non vedeva da tempo, le cose che doveva dirgli e che mai gli avrebbe detto, molto probabilmente.
Il castano la prese nuovamente per i fianchi avvicinandola a sé. Quel gesto fece risvegliare Olly dai suoi pensieri e subito portò le sue mani sul torace del ragazzo per allontanarsi.
«Sparisci» sibilò seria cercando di apparire minacciosa e affatto preoccupata o spaventata da quelle attenzioni poco gradite.
Per tutta risposta lo sconosciuto ridacchiò e «Avanti, piccola» disse lascivo «lascia che ti porti in un posticino tranquillo»
Olivia aprì la bocca per ribattere quando qualcuno, dietro di lei la precedette «Non hai capito che devi sparire, amico?»
Non ci volle molto a riconoscere quella voce. Quella voce che aveva sentito troppo spesso nell’ultimo periodo e che aveva imparato poco a poco ad amare, conoscendo ogni sua sfumatura.
Il ragazzo scosse la testa sconsolato e si allontanò masticando un’imprecazione.
Olivia rimase immobile, lo sguardo perso chissà dove. Deglutì a fatica, troppo spaventata per girarsi e osservare quegli occhi che tanto bramava.
«Ciao Olivia» parlò Michael, il tono duro e la mascella contratta. I suoi occhi cangianti si erano fatti scuri come ogni volta che si arrabbiava.
La bionda si girò verso la figura possente di Michael. Sembrava di vivere una scena al rallentatore, lentamente le persone affianco a lei iniziarono a sparire e così anche la musica. Erano solo loro due.
Indossava i soliti skinny jeans strappati sulle ginocchia, una maglia bianca coperta dalla giacca di pelle nera che contrastava la sua carnagione lattea.
Olly iniziò ad aprire e chiudere la bocca senza spiccicare una parola. Che poteva dirgli? Confessare il suo amore per lui o dargli delle spiegazioni?
«Olivia» la voce di Evelyn la fece sobbalzare e si girò di scatto.
“Ma perché poi le persone devono apparire nei momenti meno opportuni o all’improvviso?” si chiese scuotendo la testa.
«Olly, dobbiamo andarcene, ho visto Ashton, Luke e Mike qui, se ti vedono siamo fre- Oh, troppo tardi» arrossì immediatamente non appena puntò gli occhi scuri su Michael, poi si rivolse ancora alla sua amica «Dovete sparire, se vi vedono anche gli altri sono guai, ok? Ci vediamo direttamente a casa e mi raccomando, fai ciò che devi fare»
Olivia annuì e così fece Michael prima di prenderla per mano e condurla verso l’uscita del parcheggio.
Nessuno fiatò, l’aria fredda della notte la fece rabbrividire e si strinse nella spalle. Si sentì strana ad avere nuovamente Michael affianco a sé, completa.
Era tentata di chiedergli di rallentare perché coi tacchi non riusciva a correre ma Michael rallentò una volta vicino alla sua macchina nera.
«Entra» disse duro aprendo la portiera ed entrò nel posto del guidatore. Olivia ubbidì e si affrettò ad entrare.
Michael sbuffò, lasciando cadere la schiena contro lo schienale.
«Pensi che io si arrabbiato?» chiese lui senza guardarla.
«Dovresti esserlo, mi sono comportata male con te»
«Hai ragione, eppure non ci riesco. Mi piaci troppo. Sono solo confuso. Insomma, perché quando succede qualcosa che non va bene a te, tu scappi? Perché devi sempre fare la bambina viziata? Pensavo fosse Luke quello senza palle tra voi due. Invece mi sbagliavo» fa una piccola pausa dove si passa le mani tra i capelli e sospira «Che poi non capisco. Tu non vuoi essere abbandonata ma sei la prima che sparisce. Secondo me dovresti prenderti un po’ di tempo e pensare a ciò che veramente vuoi»
Olivia sentì gli occhi pizzicarle e un singhiozzo spezzarle in gola «Io… Io sono scappata apposta per questo. Volevo capire e ora mi è tutto più chiaro. Sei tu ciò di cui ho bisogno, ciò che voglio. Sono pronta a chiudere con Luke per stare con te, com’è giusto che sia»
Le parole le uscirono come un fiume in piena, le labbra si muovevano indipendentemente come se fosse tutto naturale. E sorrise, sorrise perché vide gli occhi di Michael accendersi di nuovo e farsi più chiari.
«Non sai quanto speravo che mi dicessi queste cose, Olly. Ho anche pensato di non sentirlo mai dire» sussurrò lui, sorridente «ma vedi, c’è un problema»
«Un problema?» domandò accigliata «Che problema?»
Michael sospirò e abbassò lo sguardo «Senti Olly, per quanto mi faccia stare male ammetterlo tu… tu devi tornare con Luke. Tra poco partiremo per il tour europeo e lui si rifiuta di partire se non ha la certezza di aver messo a posto le cose con te, ci andrebbero di mezzo anche Calum ed Ashton e loro non c’entrano nulla in ‘sta storia. Ma tu puoi seguirci, puoi venire con noi. Andremo avanti così come abbiamo sempre fatto e appena sarà arrivato il momento giusto la verità verrà fuori»
Olivia abbassò lo sguardo a sua volta scoraggiata. Sentì Michael avvicinarsi e il suo respiro sul collo «Hai solo una regola da rispettare: niente sesso con Luke altrimenti verrai punita e ti assicuro che non ti piacerà»
 

***

 
Michael parcheggiò malamente la macchina davanti casa di Olivia, non appena slacciò la cintura si catapultò sulle labbra di Olivia per baciarla con foga. Slacciò anche la cintura di lei e la portò su di sé, le gambe di lei a stringergli le cosce.
«Non sai quanto mi sono mancate le tue labbra, Olivia. Pensavo seriamente di impazzire. Voglio sentirle ovunque sul mio corpo, voglio assaggiarti ancora perché non sarò mai sazio di te. Voglio sentirti ancora mia»
Olivia rabbrividì nel sentire quella parole e una scarica di eccitazione le attraversò la spina dorsale.
«M-Michael, ti voglio anche io da… da tr-troppo tempo» sussurrò cercando frettolosamente la cintura per slacciargliela e lanciarla nei sedili posteriori della macchina.
«Entriamo in casa, non dovrebbe esserci nessuno oggi» continuò lei interrompendo il bacio.
Michael annuì e in un attimo furono fuori dalla macchina, davanti al portone di casa.
«Le chiavi?» chiese lui.
Olivia si piegò e alzò lo zerbino, prendendo la chiave che giaceva a terra. Sorrise soddisfatta e le mostrò il tesoro soddisfatta.
Michael le sorrise a sua volta – Dio, se le era mancato quel sorriso bellissimo – prima di baciarla con foga, quella foga che riusciva a trasportarla in un’altra dimensione «Non sai quante cose ho in mente di farti» passò le mani lungo il suo corpo «Con questo vestito mi hai fatto venire in mente un sacco di fantasie e» le strizzò il fondoschiena facendola sospirare sulle sue labbra «vorrei spaccare la faccia a tutti quelli che ti hanno guardato che sei solo mia»
Le parole uscirono ad intermittenza, interrotte dalle labbra di Olivia che sembrava non volersi staccare da quelle del ragazzo.
«Dovresti aprire la porta, sai?» mormorò lui sulla pelle calda della giovane che tremava come una foglia sotto il suo tocco.
Successe tutto rapidamente, appena misero piede in casa, Michael la trascinò in camera sua senza perdere il contatto dalle labbra delle giovane, la sua droga preferita.
Erano stesi sul letto, l’uno nelle braccia dell’altro, com’era giusto che fosse.
«Come mi vuoi, piccola?» chiese Michael leccandole il lobo dell’orecchio, gesto che la fece fremere.
«V-Voglio che tu sia dominante. È una cosa che ho sempre desiderato ma Luke si rifiutava» ammise arrossendo, vergognandosi per avergli fatto una proposta simile.
Il viso di Michael si aprì in un sorriso «Oh, Olly. Non smetterai mai di stupirmi» disse prima di ribaciarla «Se è questo quello che vuoi ti accontenterò, solo… ti spiace se registriamo?»
“Registrare?” si chiese, incerta di aver capito bene.
Olivia aprì gli occhi e cercò di spezzare il bacio senza sembrare brusca nei movimenti «Intendi, registrare quello che stiamo per fare col telefono?» domandò titubante.
Michael annuì passando a baciarle il collo, sorvolando l’insicurezza della voce di Olly.
«E… E se qualcuno lo trovasse?»
Michael si staccò e puntò i suoi occhi chiari e lucidi dall’eccitazione in quelli verdi di lei «Piccola, nessuno vedrà mai questo video oltre a me. Lo guarderò quando la fantasia non mi sarà più d’aiuto, se capisci cosa intendo»
Olivia arrossì e si morse l’interno guancia imbarazzata. Non era ancora del tutto convinta ma come dire di no a Michael?
Michael estrasse il cellulare dai jeans e lo posizionò sul comodino cercando di riprendere nello schermo i loro corpi, poi lo fece partire.
«Ti devi fidare di me, amore mio. Nessuno vedrà mai questo video» sussurrò baciandole le labbra mentre con una mano scese verso l’orlo del vestito per poi intrufolarsi sotto la gonna.
Le accarezzò le gambe con una dolorosa lentezza fino a raggiungere il suo centro. Scostò gli slip di lato iniziando a stuzzicare l’entrata con un dito. Olivia gettò la testa all’indietro pregustando già il piacere che da lì a poco Michael le avrebbe fatto provare.
«Mi vuoi, piccola?» chiese in un sussurro appena udibile.
Olivia annuì, gli occhi chiusi e il fiato corto non appena iniziò a disegnare cerchi sulla pelle sensibile.
«Supplicami e mi avrai» rispose ghignando e lasciò un morso sul suo collo.
«Oh, Michael, ti prego. Ti voglio da morire, ho bisogno di te» parlò Olly, la voce incrinata dai movimenti sempre più veloci e nei posti sempre più giusti.
«Mi vuoi dominante? Ebbene, dominante mi avrai» improvvisamente la mano di Michael abbandonò la pelle calda di Olivia che si lasciò sfuggire un verso di disapprovazione «Spogliami, Olly»
Michael era inginocchio sul letto e Olly, da sotto di lui, copiò la sua posizione iniziando a spogliarlo lentamente. Quando la maglia e la cintura dei jeans furono sul pavimento, Olivia accarezzò il torso non eccessivamente muscoloso di lui baciandogli le clavicole perché sapeva che gli piaceva. Con un’abile mossa dei piedi, Michael si tolse la scarpe mentre Olly continuava il suo lavoro indisturbata.
«Ho detto che potevi toccarmi?» le chiese duro quando la ragazza gli accarezzò il principio di erezione da sopra il tessuto dei boxer.
«I-io non…» balbettò incerta su cosa dire.
Michael sorrise lascivo e le sua mani s’intrufolarono nuovamente sotto il vestito di lei accarezzandole dolcemente il fondoschiena per poi schiaffeggiarlo all’improvviso, prendendo Olly alla sprovvista che sussultò.
«Non devi più prendere iniziativa, chiaro? Sono io che comando»
Olivia annuì sopraffatta dalle emozioni e si lasciò toccare nuovamente da Michael che le strappò quasi il vestito di dosso. Preferì quindi concentrarsi sulle mani di Michael che giocavano con suo seno piuttosto che immaginare la faccia di Eve una volta visti i brandelli del vestito.
«Michael!» urlò quando la penetrò con due dita senza avvisarla.
Michael si godette fino all’ultimo le suppliche e i gemiti di Olivia, gli spasmi e le sue unghie conficcate nel braccio. Lo faceva stare bene, perché vedere Olivia raggiungere il massimo del piacere – grazie a lui – lo soddisfaceva a sua volta.
Le baciò la testa, appoggiata sulla sua spalla, e la strinse a sé ancora più forte mentre sentiva il respiro farsi sempre più regolare. Aveva gli occhi lucidi, la labbra gonfie e dischiuse mentre i capelli biondi imperlati di sudore le coprivano la fronte alta. L’aveva vista più volte in quello stato e più l’osservava più sentiva qualcosa all’interno del suo cuore divampare in tutto il corpo.
«Sei stanca, piccola?» chiese lui baciandole nuovamente la tempia.
Olivia annuì, le gambe ancora tremanti dall’orgasmo che l’aveva travolta, e si strinse maggiormente al petto di Michael.
Michael sorrise sui capelli di lei e parlò. «Continueremo dopo quando ti sarai ripresa, adesso saluta la videocamera»
In quel momento Olly si ricordò del telefono di Michael che stava riprendendola scena e, rossa in viso per lo sforzo e per l’imbarazzo, si girò verso il comodino e salutò l’obbiettivo.
Michael spense la registrazione e si sdraiò sul letto invitando lei a fare lo stesso. Olly si accoccolò immediatamente sul petto di lui e iniziò a disegnare figure immaginarie sul suo corpo.
«Mi dispiace che non abbia fatto nulla per te» bisbigliò lei.
Michael scoppiò a ridere «Hey, a me va bene anche così. A me sta bene anche così, piccola. Non sai quanto mi piace quando vieni per me»
Arrossì Olly, Luke non le diceva mai queste cose e non era abituata a ricevere quel genere di complimenti «Ma non è giusto»
Michael si spostò di lato in modo da poterla osservare negli occhi e le scostò una ciocca sudata dalla fronte posizionandogliela dietro l’orecchio «Shhh, adesso riposati. Quando sarai sveglia e carica di energie faremo il secondo round. Ora dormi che mi era mancato averti tra le mie braccia così»
«Non riuscivo a dormire in questi giorni» ammise lei «Continuavo a pensare a te»
«Anche io, ero completamente perso senza di te»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
MY LITTLE TALK
Eccomi qua in lutto, reduce dalla vacanza più bella della mia vita!
Che dire? Ho riscritto il capitolo in spiaggia perché mi è balzata in testa una nuova idea e ho cancellato i vecchi capitoli, se tutto va secondo i miei calcoli l’ho anche allungata (amatemi, dai).
Ok questo capitolo è red ma così tanto red che mi sono guadagnata un posto all’Inferno ahahahah.
E vogliamo parlare della scena finale? Dove Michael da dominante – che tra i quattro vedo meglio Ashton e Michael, lol – diventa uno zucchero filato? Che per me poi lui ne sarebbe anche capace nella vita reale, nel senso passare da Sex God a orso abbraccia-tutti che ti fa le coccole.
Sono davvero di corsa e vorrei fermarmi a raccontare della mia vacanza, se mi avete coe amica di facebook già sapete bene o male come sono andate le cose lì e nada, mi dileguo,
bacissimi
Megghy

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** (8) ***


 

(8)

 
 
 
Are we wasting time
Talking on a broken line?
Telling you I haven't seen your face in ages
I feel like we're as close as strangers
Won't give up
Even though it hurts so much
Every night I'm losing you in a thousand faces
Now it feels we're as close as strangers

 
- Close as strangers

 
 
 
Erano passati altri tre mesi.
Tre mesi pieni di bugie e di avvenimenti.
Era tornata con Luke – o, almeno così dicevano le varie riviste di gossip – quando in realtà si stavano a poco a poco riavvicinando. Con Michael le cose procedevano bene, si sentivano di nascosto quando gli altri della band dormivano, lontano quindi da occhi indiscreti.
«Non ci credo, andiamo a Londra. Londra, Olly. L-O-N-D-R-A. Lo capisci, vero?» Evelyn strinse al petto il biglietto aereo iniziando a saltellare come una bambina a cui erano state date delle caramelle.
Indossava una maglietta a righe blu e bianche mentre i jeans boyfriend le calzavano alla perfezione facendo quasi invidia a Olivia che le curve sexy dell’amica se le sognava di notte.
«Certo che me ne rendo conto e anche io non sto più nella pelle. Da quanto ho sentito i ragazzi si sono trasferiti a Camden Town» ridacchiò sistemandosi il vestito a fiori che le si era alzato «E poi parteciperemo ai primi MTV Awards dei ragazzi e sono davvero orgogliosa di loro» sorrise sincera.
Qualche settimana prima, i ragazzi le chiamarono per telefono invitandole ai loro primi Awards dove erano stati candidati in tre differenti categorie ed erano tutti e sei super emozionati.
Olivia sentì il cellulare nella borsa e si affrettò a ripescarlo dalla sua borsa fin troppo piena.
«Il tuo romeo non sta più nella pelle per vederti?» la beffeggiò Evelyn quando lesse il nome sul display.
Olly scosse la testa divertita e dopo aver rifilato una linguaccia all’amica si allontanò un po’ per parlare «Pronto?»
«O-Olly» il suo nome uscì smorzato da un gemito e da sospiri.
«Michael tutto bene? Sono le tre di mattina a Londra» chiese preoccupata, la bocca coperta da una mano per non farsi sentire.
«No, non va tutto bene perché mi sono svegliato con una grandissima voglia di te ma tu non sei qui e aiutarmi da solo mi deprime» rispose Michael dall’altra parte del telefono che continuava ad accarezzarsi da sopra i boxer «Ho ispezionato il nostro hotel ieri e ho già scelto i posti dove voglio fare l’amore con te»
Olivia alzò gli occhi al cielo, certa che Michael non sarebbe mai cambiato «Tra cinque minuti mi devo imbarcare, Tra quattordici ore sono da te»
Il ragazzo strabuzzò gli occhi verdi e si alzò di scatto dal letto «Vorresti veramente che resti con un’erezione per quattordici ore? Sei crudele».
«Se vuoi davvero che facciamo sesso telefonico la risposta è no. Lo trovo squallido, usa l’immaginazione»
Michael sbuffò, ributtandosi sul letto «Allora posso dire io che ti farei. Sono passati tre mesi dall’ultima volta e l’immaginazione non mi aiuta più. Ho davvero, davvero bisogno di te»
«Allora illuminami genio, cosa posso fare per te?» Olivia era davvero al limite della sopportazione e la hostess aveva appena chiamato il suo volo.
«Ho bisogno di una tua foto, ti prego»
La bionda passò lo sguardo dalla coda che avanzava alla porta del bagno poco distante da lei.
«Per favore» insistette, la sua mano di nuovo su di sé a darsi un po’ di piacere.
«D’accordo, d’accordo. Adesso vado, ci vediamo quando arrivo» disse prima di salutarlo e riattaccare.
Tornò in coda e lasciò la sua borsa ed Eve che la guardò curiosa di capire cosa l’amica stessa tramando e «Dove pensi di andare, signorina? Ci stiamo imbarcando» la riprese.
Olivia si spostò i capelli dal volto e cercò di ricomporsi perché solo ora si era accorta di ciò che stava facendo Michael.
«Devo andare un attimo in bagno, sarò velocissima, giuro» disse sbrigativa e subito si avviò a passo svelto verso i bagni, ignorando Evelyn che continuava a parlarle.
Una volta nella toilette femminile, Olivia si chiuse nel bagno per i disabili, decisamente molto più spazioso.
Si specchiò i capelli di lato, poi provò a raccoglierli in una coda un po’ disordinata ma alla fine decise di lasciarli sciolti lungo le spalle. Sospirò prima di slacciare la cerniera laterale del vestito e dopo diche lasciò scivolare il vestito lungo il suo corpo.
Indossava un completo di seta color prugna che risaltava la carnagione ormai non più abbronzata come nei precedenti mesi estivi. Prese il cellulare e iniziò a scattare un paio di foto cambiando posizione e spogliandosi di volta in volta -  una dove si mordeva il labbro, un’altra dove i capelli le coprivano il seno… - e continuò, quasi divertita a scattare foto fin quando non sentì qualcuno bussare pesantemente alla porta.
«Olivia Amanda Brown, se non esci immediatamente da questo cazzuto bagno giuro che parto senza di te» tuonò Evelyn minacciosa, spaventando l’amica.
«A-Arrivo subito» disse Olivia imbarazzata iniziando a rivestirsi in fretta.
«Hai trenta secondi» sibilò Evelyn da dietro la porta, le braccia conserte sotto il seno e il viso imbronciato «E non pensare che non sappia cosa stavi facendo»
Olly si morse il labbro imbarazzata e la guance le andarono a fuoco mentre chiudeva la zip del vestito, pii aprì la porta a testa bassa.
«Siete due schifosi, adesso muoviti che abbiamo un aereo da prendere»
 
***
Il volo fu estenuante.
Un bambino, seduto affianco a loro, non smise per un secondo di frignare mentre Evelyn sobbalzava a ogni turbolenza, afferrando e stritolando la mano di Olivia che pregò l’hostess di darle un’aspirina per il mal di testa.
«Io al ritorno chiedo un posto molto, molto, molto lontano dal tuo. Intesi? Non mi hai fatto riposare nemmeno un secondo» disse Olivia una volta recuperati i bagagli da stiva.
Evelyn sorrise colpevole e cercò di non ridere nel vedere l’espressione buffa dell’amica quando le passò davanti il bambino che aveva pianto tutto il tempo assieme ai genitori, lo stava incenerendo con lo sguardo.
«Forza, Erode. Ci aspetta il taxi per arrivare in hotel. Non sei contenta?»
«A dire il vero preferirei tornare su quell’aereo insieme a quel piccolo mostriciattolo che frigna» rispose la bionda sconsolata.
«E non vuoi vedere Michael?» chiese Evelyn.
Le ragazze si avviarono verso l’uscita dell’aeroporto dove ad attenderle c’era un autista vestito di tutto punto che reggeva in mano un cartello con scritto i loro nomi.
«Sì ma… sarà tutto complicato» borbottò per non farsi sentire e poi sorrise educatamente all’autista una volta vicini.
«Ben arrivate, i ragazzi vi stanno aspettando all’hotel a Regent Street, una delle vie più importanti per lo shopping» disse l’uomo, molto probabilmente sulla trentina, con un buffo accento inglese.
Gli occhi di Evelyn s’illuminarono all’improvviso e iniziò a farsi consigliare negozi e via dall’autista che le accompagnò alla macchina una BMW nera lucida.
Salì in macchina, rifugiandosi nel suo mondo mentre Evelyn continuava a chiacchierare indisturbata con l’uomo sedendosi affianco a lui. Olivia, dal canto suo, ammirava la città, i colori delle tipiche villette inglesi e alcuni impiegati vestiti in giacca e cravatta che correva verso la metro reggendo in mano la loro ventiquattrore.
Fu quando arrivarono a Piccadilly Circus che il suo sorriso si spense nel vedere una coppia di giovani baciarsi, le mani intrecciati i sorrisi che comunicavano quanto quei due si amassero.
E si chiese, quando succederà anche a me?

 
***


Il Victoria’s Hotel ea uno degli Hotel più famosi di tutta Londra che aveva ospitato un sacco di Celebrities tra cui Michael Jackson, Madonna e Lady Gaga. Appena la macchina parcheggiò, Olivia impallidì alla vista di tutte le fan che erano lì ad attendere i propri idoli – fuori c’erano solo Calum ed Ash - mentre la security cercava di reprimere la folla.
Non fece nemmeno in tempo a parlare con Evelyn e chiederle di rimanerle vicina che subito la sua amica era uscita dalla macchina per buttarsi tra le braccia del moro.
«Calum!» urlò Evelyn dopo aver chiuso violentemente la portiera della macchina. I suoi occhi s’illuminarono alla vista del suo ragazzo che scendeva le scale dell’hotel per andarle incontro e abbracciarla forte.
Si fece coraggio e uscì dalla macchina. Improvvisamente fu colpita da flash e da una raffica di domande riguardanti lei e Luke.
«State ancora assieme?»
«È vero che vi sposerete?»
«Confermi le voci che dicono che sei incinta?»
Olivia si guardò in giro confusa, non sapendo cosa stesse succedendo e cosa le stessero dicendo.
Davvero c’era chi pensava fosse incinta? Ci mancava solo questo!
Si girò dove vide Calum ed Evelyn scambiarsi un bacio, scatenando gli applausi della folla.
«Ma trovatevi una camera» parlò Ashton che si stava avvicinando ad Olivia che rise all’affermazione dell’amico.
«Oh, Ash» disse la bionda avvolgendo il ragazzo in un abbraccio «mi sei mancato così tanto, sai?»
«Anche tu piccola e appena puoi dobbiamo parlare di un paio di cose molto importanti»
Olivia sorrise e spezzò l’abbraccio in modo da poter osservare il ragazzo nei suoi splendidi occhi «Ah sì, del tipo?»
«Del tipo che so tutta la storia» rispose accennando un sorriso.
Olivia s’irrigidì una volta collegato tutto. Come faceva a spere la storia sua e di Michael? Per un attimo pensò che forse si stesse riferendo a un’altra questione ma lo sguardo duro di Ashton le diede conferma alla sua teoria.
«Ma non è pos-»
Ashton le fece cenno di stare zitta e la prese per mano «è meglio se ne parliamo dentro, lontano da tutti»
Olly annuì e dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Calum ed Evelyn che salutavano i fan, entrò seguita dell’amico.
La hall dell’hotel era veramente grande ed elegante.
La pareti erano dipinte di rosso scuro mentre dal soffitto bianco pendevano preziosi lampadari in vetro molto elaborati. I dipendenti erano vestiti in giacca e cravatta e sorridevano a chiunque passasse per la hall.
«Sediamoci qui» disse Ashton indicandole un piccolo divano rivestito da un lenzuolo rosa «Luke doveva farsi bello per te e Michael probabilmente starà ancora dormendo»
Olivia si sforzò di sorridere e prese posto in parte ad Ashton.
«Come l’hai scoperto?» chiese lei andando dritta al punto.
Ashton sospirò e passò lo sguardo sul corpo di Olly. Aveva le gambe accavallate, le labbra increspate e continuava a strofinare le mani sulle cosce, in segno di rifiuto e nervosismo per quella situazione che era diventata fin troppo stretta per lei.
«Una sera volevamo uscire, eravamo ad Amsterdam e avevamo finito un concerto. Luke però non si sentiva bene allora Calum decise di accompagnarlo a casa e poi raggiungere me e Michael in un locale tranquillo vicino all’hotel» iniziò lui calmo «E tutto stava procedendo bene fin quando Calum non è tornato. Abbiamo iniziato a bere, come sempre solo che Michael deve aver alzato il gomito perché una volta usciti si è messo ad urlare per strada, ad urlare il tuo nome. Noi ovviamente non capivamo il motivo perché non siete mai andati molto d’accordo ma poi ha iniziato a parlare della sera in cui siamo tornati, del vostro patto e di come è rimasto fregato. Noi all’inizio non capivamo ma poi abbiamo collegato i tasselli e allora abbiamo capito molte cose. Ad esempio, le vostre assenze quando eravamo in compagnia. Come all’aeroporto quando siamo partiti, ricordi? Ti sei allontanata un attimo e improvvisamente anche Michael era sparito. Io non sono nessuno per giudicarvi ma questa, chiamiamola “relazione”, sta diventando troppo malsana»
«Si dà il caso che la “relazione malsana” come la chiami tu, sia la cosa più bella che mi sia mai accaduta e ovviamente mi sento uno schifo per fare questo a Luke ma vedi, Ash, io… io penso di essermi innamorata per davvero. E so che Michael non è uno da questo genere di cose ma… io lo accetto. All’inizio avevo paura di soffrire e starci male ma poi ho capito che sto male senza di lui. Non guardarmi in quel modo, Ash. Anche tu sei stato innamorato e lo sai che diventiamo tutti pazzi per amore»
Ashton sospirò e si passò una mano tra i capelli.
Non riusciva ad alzare gli occhi e osservare la sua amica. Era confuso, a ripensarci ora sembrava tutto così palese che proprio non capiva come mai non ci era arrivato prima.
«È veramente una situazione di merda, lo sai vero? Se Luke lo viene a sapere sei spacciata, ok?» riprese il discorso Ash dopo qualche attimo di silenzio.
«Parli del diavolo» lo sguardo di Olly andò oltre la figura di Ashton.
Luke Hemmings fece il suo ingresso nella hall dell’hotel con una canottiera nera dei Ramones e un paio di jeans scuri a fasciargli le gambe lunghe e magre che Olly segretamente gli invidiava.
«Olly!» la salutò spalancando le braccia con un sorrisone sulle labbra.
Olivia si alzò e sentì Ashton borbottare un «Il discorso non finisce qui» a cui non diede molto peso.
Alla fine sapeva che Ashton non l’avrebbe mai giudicata ma, al contrario, voleva sapere tutte le dinamiche per darle consigli e metterla in guardi.
Si lasciò stringere dalle braccia forti e muscolose del biondo, nascondendo il viso nel suo petto.
«Ti sono mancata?» chiese lei poco distante dalle sue labbra.
Luke si chinò facendo scontrare le loro labbra che da troppo tempo non si univano in quel modo. Stavano assieme, più o meno, e Luke aveva deciso che avrebbe fatto l’impossibile per riconquistarla.
«Certo che mi sei mancata, babe» le sorrise «Ti ho pensato tutto il tempo»
Olivia sorrise di riflesso, poco convinta e non più così comoda e protetta tra quelle braccia, tant’è che cercò il più educatamente possibile di sciogliere l’abbraccio.
«Ti va di fare un giro per Londra? Ashton proponeva di tornare a Camden Town e mangiare lì, vieni?» propose il biondo riportandola affianco a sé.
«Oh, in realtà io sono molto stanca e pensavo di andare a riposarmi. Il viaggio è stato lungo e Eve non mi ha lasciato dormire» buttò lì Olivia.
Luke annuì comprensivo e l’accompagnò a prendere le chiavi della camera «Sei sicura di volere una camera singola?» le chiese mentre la bionda firmava le ultime carte da firmare «Insomma, ora che stiamo assieme pensavo volessi stare in stanza con me»
Olivia sospirò e alzò gli occhi al cielo, ringraziò la receptionist e, con un sorriso, afferrò le chiavi. Poi si girò e si avviò a passo svelto verso l’ascensore, seguita, ovviamente da Luke, che non capiva il motivo del suo improvviso cambiamento.
«Ne abbiamo già parlato, Luke. Non stiamo ancora assieme» sbottò Olivia una volta dentro l’ascensore, fortunatamente vuoto. «Devo ancora pensarci» disse premendo il pulsante per salire al secondo piano.
«E quanto tempo ancora ci vorrà? Sono passati tre mesi, Olivia. Io sono ancora innamorato di te e ho bisogno di te al mio fianco per andare avanti» urlò quasi, Luke.
«Lule io… io non lo so, davvero. Mi dispiace, non penso di farcela»
«Non ci stai nemmeno provando!» urlò nell’esatto istante in cui le porte dell’ascensore si aprirono.
Davanti a loro, una coppia di vecchietti li guardava stranito.
Olivia abbassò lo sguardo imbarazzata e iniziò a cercare la sua stanza, 27A, cercando di non dare troppo peso alla figuraccia appena fatta.
«Facciamo così, Olly» Luke l’afferrò per un braccio facendola voltare verso di sé e Olivia gli si spalmò addosso, un po’ perché perse l’equilibrio e un po’ per via dei corridoi troppo stretti «Una volta per tutte, dimmi cosa vuoi fare con me, con noi. Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più, ammesso che tu mi abbia mai amato»
Olivia aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono. Ora, davanti agli occhi azzurri di Luke che la fissavano non poteva mentigli, non ancora una volta «I-io… mi dispiace, Luke»
Luke sospirò, i pugni serrate e le spalle ricurve «Va bene allora… presumo sia tutto finito. Ci vediamo, Olly»
Il biondo si girò immediatamente dandole le spalle, dirigendosi a passo svelto verso l’ascensore.
Olivia guardò la scena con la bocca schiusa, incerta se parlare o meno e soprattutto cosa dire.
La suoneria del suo cellulare la fece riprendere e si affrettò a recuperarlo e leggere il messaggio appena ricevuto.
In che camera sei? Non vedo l’ora di baciarti.



















 

MY LITTLE TALK
SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Lo so, soo in STRA RITARDO ma ho avuto molti ripensamenti su questa storia ma poi mi sono detta "siamo in ballo, no? Allora balliamo" poi sono rimasta senza wifi per un'infinità di tempo e forse una amica ha trovato il mio profilo quindi (davvero) ne ho passate di ogni ç.ç Inoltre ora sono più o meno nella stessa situazione di Olivia e va beh, è un periodo de mierda.
Anyway, Luke e Olivia tira e molla continuo, Evelyn stufa della situazione, Calum e Ash che sanno tutto e Michael sempre più porchello (raawr) capitolo ricco, no?
bene, fatemi sapere se la storia vi piace ancora, tra due settimane (devo praticamente iniziare i compiti, aiuto) aggiorno, se riesco anche prima, niente più attese così lunghe, I swear!
bacissimi
megghy
P.s. vi va di passare dalla mia nuova fan Fiction?
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3230373
e qui una OS su Luke: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3239195&i=1
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** (9) ***


(9)

 
 
 
 
 
When the lights go out
She's all I ever think about
The picture burning in my brain
Kissing in the rain
I can't forget my English love affair
Today,
I'm seven thousand miles away
The movie playing in my head
Of her king size bed
Means I can't forget my English love affair
My English love affair

 
- English love affaire

 
 
 
 
 
Olivia faceva avanti e indietro nel piccolo corridoio che partiva dalla porta alla finestra della sua stanza. La valigia era poggiata sul letto, ancora da disfare ma molto probabilmente l’avrebbe lasciata così.
Aveva detto a Michael il numero della sua stanza e ora lo stava aspettando nervosa mordicchiandosi la pellicina attorno al pollice.
Aveva chiuso con Luke, definitivamente.
Ovviamente si sentiva in colpa per tutte le bugie e i tradimenti degli ultimi mesi ma non poteva negare di essersi finalmente tolta un peso. Adesso poteva concentrarsi meglio su Michael e dedicarsi a lui com’era giusto che fosse.
Stufa di girovagare senza meta, Olivia decise di stendersi sul letto affianco alla propria valigia e chiuse gli occhi. L’unica cosa che riusciva a vedere era Michael, il suo sorriso, i suoi capelli sempre colorati e scompigliati, le sue mani grandi e ruvide.
Ma erano i suoi occhi la sua parte preferita.
Aveva passato pomeriggi a osservargli, imparando a riconoscere le varie sfumature.
A come diventavano quasi grigi, tutte le volte che si arrabbiava.
Delle sfumature azzurre che prendevano quando stava controsole.
Oppure la tonalità più scura che assumevano quando la guardava in quel modo che solo riusciva a fare.
Di come riuscisse a farla sentire perfetta sotto il suo sguardo attento, a tutti i messaggi che le lanciava. Messaggi d’amore, perché alla fine l’aveva capito. Aveva capito che lei si era innamorata di lui e lui di lei, oppure ci sperava.
Il loro amore era partito come una leggera pioggerella per poi trasformarsi in un uragano che era riuscito a travolgergli e a scombussolare le loro vite.
Non si erano ancora dichiarati apertamente – e dubitava che sarebbe successo, Michael non è mai stato bravo con le parole – ma era più che certa di ciò: aveva finalmente trovato il “bene” che stava cercando.
Due forti colpi alla porta la svegliarono dal suo stato di trance.
Si alzò di scatto dal letto e corse ad aprire la porta dove trovò la figura di Michael ad attenderla.
Aveva il suo solito sorriso sghembo, gli occhi lucidi più verdi del solito e la camicia a scacchi nera e rossa, quella per la quale Olly stravedeva.
«Che fai non mi saluti?» chiese lui.
Quelle parole la fecero scattare, tant’è che corse tra le sue braccia stringendolo forte a sé. Michael l’alzò da terra e Olivia circondò il suo bacino con le gambe per non rischiare di cadere.
Era tutto così giusto.
Non dovevano nascondersi, non più. Potevano anche loro essere quei due ragazzi che aveva visto in taxi a Piccadilly.
Le loro labbra s’incontrarono dopo mesi di agonia. Si ritrovarono in un bacio urgente sull’uscio di una camera d’albergo mentre due donne delle pulizie che passarono accanto li guardavano commosse.
«H-Ho lasciato Luke» farfugliò nel bacio.
«Lo so» e Olivia giurò di averlo sentito ridere nel bacio «Ore sei finalmente tutta mia»
Michael fece scendere Olivia da sé e chiuse la porta sbattendola con noncuranza, poi l’esaminò attentamente dall’alto verso il basso.
«Dio» si lasciò sfuggire «Sei diventata ancora più bella»
Olivia arrossì «Ho ripreso ad andare in palestra»
Michael s’avvicinò, sovrastandola con la sua figura dominante. Le accarezzò le braccia, per poi passare ai fianchi un tempo più tondeggianti fino ai glutei che tastò per bene.
«Mi piace ancora di più» le sussurrò all’orecchio facendola ridere.
«Allora? Ti va di farmi vedere i posti dove vuoi farlo?»
 

***

 
«Mi mancava così tanto» disse Michael rigirandosi nelle lenzuola «Stare sdraiato nel letto con te, dopo averlo fatto. Mi mancava avere il suo profumo addosso»
Olivia si avvicinò al ragazzo e poggiò la testa sul suo petto, passando l’indice sul leggero strato di peluria biondiccia.
Si lasciò sfuggire un sospirò e poi parlò «Tra quanto potremo ufficializzare la cosa? Insomma, ora che sei mio e non abbiamo il problema di Luke voglio che tutti sappiano che Michael Clifford è fuori dal mercato»
Michael ridacchiò, depositando poi un leggero bacio sulla chioma bionda di Olivia.
«Calum ed Ashton lo sanno già»
«Lo so, ho parlato con Ash prima. Penso che voglia continuare il suo discorsetto»
Michael sì passò una mano trai capelli stropicciandoli «Che situazione. Sono stati mesi difficili per Ash. È riuscito a trovare Abby, lo sai?»
Olivia si alzò di scatto per guardarlo negli occhi, lasciando cadere il lenzuolo che la copriva «Stai scherzando?»
«Affatto, l’abbiamo ritrovata a Rotterdam e sai il bello? L’abbiamo portata qui, è con noi»
Olly cinguettò felice, ributtandosi sul letto.
Era contenta perché lei, Abby e Eve erano sempre state molto amiche e sentiva che stranamente, le cose stavano andando per il verso giusto.
«Sono così felice, Mikey. Ma perché ha lasciato Ash per scappare a Rotterdam?»
Michael le accarezzò il ventre piatto, dal basso verso l’alto fino ad arrivare al seno sinistro e stringerlo dolcemente «Penso sia più giusto che sia lei a dirtelo, non vede l’ora di rivedervi»
Olivia annuì e si spinse verso le labbra di Michael per farle combaciare ancora una volta prima che delle risate e un forte vociare proveniente da dietro la loro porta li fermassero.
«Siete presentabili? C’è gente che vuole salutare una certa Olivia Brown» le voce squillante di Abby riempì le orecchie di Olivia che si alzò subito a cercare le sue mutandine e la camicia di Michael allacciando qualche bottone.
Appena aprì la porta venne invasa da una chioma castana e due braccia la strinsero forte.
«Abby!» urlò felice mentre Evelyn s’intrufolò nella stanza senza dare troppo nell’occhio osservando commossa la scena.
Abigail era rimasta la stessa di sempre, o quasi. I capelli ricci le arrivavano fin sotto il seno e al naso aveva aggiunto un anellino.
«Mi sei mancata da morire» squittì Abby, abbracciandola di nuovo.
«Anche tu, ma adesso devi raccontarmi cos’è successo. Sei sparita all’improvviso»
Il volto di Abby si fece serio e giocò coi lacci della felpa con fare nervoso «Lo so, è una storia parecchio lunga quindi ora ci sediamo tutti e quattro sul letto e ti racconto la storia»
Olivia fece come gli era stato detto e si sedette affianco a Michael che si era messo i boxer e aveva recuperato i jeans. Una volta vicini, circondò le spalle della bionda con il suo braccio attirandola a sé come a voler ricordare alle ragazze che fosse sua. Non gli era piaciuto il modo in cui l’aveva ignorato poco prima, non dopo che avevano fatto l’amore per la prima volta in tre mesi.
Abby spiegò che aveva scoperto di essere incinta e di quanto reagirono male i genitori una volta venuti a conoscenza del fatto.
«Quindi avevo la mia famiglia che mi aveva voltato le spalle e poi, dirlo o non dirlo ad Ash? Stava per partire per il tour e una gravidanza proprio in quel momento non ci stava. I miei zii a Rotterdam mi avevano offerto di andare da loro per qualche tempo e lavorare nel loro bar. Allora accettai e una volta lì presi la decisione di proseguire con la gravidanza. All’inizio era solo un scappare da un ambiente non più ospitale ma poi lì ci pensai su molto e decisi di dare il bambino in affidamento a degli amici dei miei zii che non possono avere figli. Si chiama Andrew, ha un mese e gli stessi occhi di Ashton. Appena lo vide scoppiò a piangere» Abigail parlava piano, gli occhi lucidi e un tremolio nella voce. Teneva le mani impegnate torturando l’anello d’argento nell’indice della mano destra, togliendolo e rimettendolo più e più volte.
«Volete vedere le foto?» chiese ad Olly e Eve, Michael aveva già avuto modo di vederle e di commuoversi giorni prima. Le ragazze annuirono felici ed emozionate.
«E Ashton che cos’ha detto riguardo l’adozione?» chiese Eve mentre Abby recuperava le foto sul cellulare.
«E come ti ha trovata?» domandò invece Olivia, stretta al petto di Michael.
«Molte fan mi avevano visto girare col pancione a Rotterdam e avevano mandato le foto ad Ashton, così insospettito dal numero di avvistamenti chiamò un investigatore privato e trovò il bar dei miei zii. Quando i ragazzi arrivarono in Olanda per un concerto la prima cosa che fece Ash fu correre al bar e… lì mi trovò. Gli raccontai tutta e la storia e… mi capì. Non era il momento adatto per avere figlie e siamo entrambi contro l’aborto. L’unica cosa che mi chiese fu “quando posso vedere il piccolo?”. Non mi perdonò subito, non sono tuttora perdonata ma… ci stiamo lavorando» concluse con un sorriso.
Olivia rimase a osservare meravigliata la schermata del cellulare di Abby. C’era Ash che teneva in braccio il piccolo Andrew che era avvolto i una copertina azzurra. Non poteva credere che quel pargoletto fosse il risultato del loro amore.
«E poi mi sono giunte voci su una nuova coppia. Davvero ragazzi, siete matti? Dovete solo sperare che Luke non scopra mai di essere stato preso in giro così altrimenti lascerà la band e addio sogni di gloria. Quando me l’hanno raccontato non riuscivo a crederci»
Olivia sospirò massaggiandosi le tempie «Lo sappiamo ma siamo stati bravissimi fino ad ora non farci scoprire e poi ora non sto più con Luke, quindi siamo salvi»
«Non cantare vittoria, bionda. Il male potrebbe essere sempre dietro l’angolo» disse incerta per poi prendere per mano Eve e «Ho voglia di shopping a Regent Street»
 
***
«Ma dimmi un po’» disse Abby nel camerino affianco a quello di Olly «Almeno è bravo Clifford a letto?»
Olivia arrossì di botto e ringraziò il cielo che le altre non potessero vederla. Era più che certa che i suoi occhi si erano illuminati nel sentire una domanda del genere perché sì, Michael era indubbiamente bravo.
«Non puoi immaginare quanto» si lasciò sfuggire arrossendo ancora di più mentre Eve, che le aspettava fuori in corridoio se ne uscì con un verso di ammirazione tipo “ooooh”.
«E brava Olly. Con tutte le ragazze che si è passato al liceo c’era da aspettarselo che fosse un esperto in materia» continuò la castana infilandosi un paio di jeans a vita alta.
Quelle parole, dette con così tanta nonchalance arrestarono i movimenti di Olly.
Che Abby stesse insinuando i sentimenti di Michael per lei?
Ebbene sì, Michael aveva cambiato letto con la stessa velocità con cui cambia colore ai capelli ma in quegli ultimi mesi era riuscito a dimostrarle più e più volte quanto ci tenesse a lei.
«Oh ma tranquilla Abby. Michael ha messo la testa a posto, è innamorato perso di Olly. Chiunque lo noterebbe» disse Evelyn che aveva capito dove volesse arrivare l’amica.
«E vi siete già dichiarati?» proseguì Abigail uscendo dal camerino con finto erotismo per provocare Evelyn che ridacchiò e mimò un “ti stanno da Dio”.
«No ma me lo dimostra ogni giorno coi gesti. È un insieme di tante piccole cose che me lo hanno fatto capire. Insomma, già che mi abbia messo prima della sua amicizia con Luke e della band significa tanto, non trovate?» chiese sistemandosi il tubino nero sui fianchi «E a me va bene così perché non saprei come dirglielo e ho paura della sua reazione».
Le ragazze annuirono e passarono il resto del pomeriggio a fare shopping e scherzare come non facevano da troppo tempo.
 
***
 
 Il Wembley Arena non era mai stato così pieno di gente.
Olivia, stretta in un mini abito nero comprato da Primark sotto consiglio di Abby, era convinta di fossero circa venti mila persone o giù di lì e osservava ammaliata le luci provenienti dai flash delle macchine fotografiche e la miriade si cartelloni e dediche sparse tra gli spalti.
Avevano raggiunto i ragazzi nel backstage dove si sarebbero esibiti a momenti. Avevano già cantato molti artisti e Ashton le aveva presentato Ed Sheeran rendendo lei ed Abby le persone più felici del pianeta.
«Sappi che ci sono rimasto davvero male che non mi hai calcolato per tutto il giorno» sussurrò Michael alle sue spalle non appena Calum lasciò Olly da sola.
Olivia si girò rimanendo senza parole davanti al suo ragazzo – perché stavano assieme ora, vero? – perché era fin troppo bello per una come lei.
Indossava dei banalissimi jeans – ma che su di lui riuscivano ad apparire come un capo d’alta moda – e la famosa maglietta con la scritta “Idiot” sotto una giacca di jeans-
«Mi dispiace, Mikey ma lo sai che io Abby ed Eve eravamo una cosa sola e rivederla dopo tutto quel tempo mi ha reso così felice che non potevo non stare con lei»
Michael annuì poco convinto. In realtà non aveva ascoltato una parola di quello che gli aveva detto, si era concentrato a osservare le labbra di Olivia muoversi perché il glos di Abby le stava da Dio.
«Adesso ti dico come andranno le cose, piccola. Ora mi esibirò sul palco per te, dopodiché annunceranno i vincitori della categoria “best push” e se vinciamo almeno questo premio finiti i ringraziamenti torniamo direttamente in hotel e ti dimostro quanto mi è mancato averti con me nel pomeriggio» disse Michael mordendosi le labbra nel vedere Olivia stretta nel suo tubino nero che le faceva sembrare il seno ancora più prosperoso.
Olly deglutì a fatica e sentì le gambe tremare.
«Ho una voglia pazza di baciarti, Olly» proseguì, la voce volutamente bassa perché sapeva quanto la facesse rabbrividire.
«Spero che tu vinca il premio, e non solo per quello che verrà dopo ma anche perché ve lo siete meritati» disse sorridente.
Michael sorrise imbarazzato a sua volta e si sporse per baciarla quando Olly lo fermò.
«Potrebbero vederci» si giustificò osservando lo sguardo confuso di Michael.
«E sai quanto me ne importa?» sorrise «Tu sei mia»
Olivia non fece in tempo a rispondere che le labbra di Michael erano già sulle sue a toglierle il fiato. Nessuno, eccetto qualche addetto alla sicurezza o responsabili tecnici, passò in quell’istante ma come disse Abby scherzosamente qualche ora prima “Il male potrebbe essere sempre dietro l’angolo”.
«È meglio che tu vada adesso» suggerì Olivia «O rischio di non lasciarti più andare dopo»
Michael non riuscì a reprimere la sua contentezza e le accarezzò le guance «Va bene, ma prima» si sfilò la giacca goffamente «Mettiti la mia giacca, non voglio che qualcun altro ti veda»
Olly alzò gli occhi al cielo prima di accettare e «Sì ma adesso corri o iniziano senza di te»
La ribaciò un’ultima volta prima di decidersi a voltarle le spalle e dirigersi verso il palco.
Olivia l’osservò allontanarsi, la gambe magre e le spalle non esageratamente larghe e non resistì a richiamarlo per dirgli con gli occhi lucidi e il cuore in gola «Ti amo»
 
Non gli diede tempo per rispondere. Strinse la giacca al petto e si avviò a passo svelto diretta sotto il palco dove ad aspettarla c’erano Abigail ed Evelyn che ridacchiavano.
Aveva fatto la scelta giusta a dichiararsi così? Forse. Così facendo non era riuscita a vedere la sua reazione. Che sia schioccato? Probabile. Felice, orgoglioso, realizzato, rassicurato? Chi lo sa. La vera paura di Olly era che lui non ci tenesse a lei tanto come voleva e se si fosse immaginata tutto? Analizzò ogni loro gesto, momento passato assieme cercando di captare segnali e capire se anche lui poteva amarla.
«Olly, sei con noi?» chiese Evelyn notando Olly pensierosa.
«Ho detto a Michael di amarlo» confessò senza nemmeno pensarci, lasciando le amiche a bocca aperta.
«Oddio, Olly è grandioso. E lui che ha detto?» chiese Abby abbracciandola forte.
«Io… Io sono scappata. E se invece fossi solo un ripiego? MI sto riempiendo di dubbi ora» mugugnò.
Evelyn scosse la testa «Lo hai cambiato, Olly. Lo hai fatto diventare un ragazzo serio, un uomo. È impossibile che non ti ami. Come hai detto tu stessa da Primark ti ha messo davanti a tutto. Sei la solita paranoica, vedrai che finito lo spettacolo ti dirà che prova lo stesso»
Abby, ancora stretta alla vita della bionda annuì e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio «è pazzo di te»
Le luci si spensero all’improvviso, solo una rimase accesa e passava dal pubblico al palco dove Ashton fece il suo ingresso trionfante.
«Andiamo a sederci» disse Evelyn indicando i posti a sedere riservati a lor tre, quelli laterali al palco: Eve per prima, seguita da Olly e infine Abby.
Dopo Ashton arrivarono anche Calum – che si posizionò nella parte sinistra del palco, vicino alla ragazze che salutò con un occhiolino – Michael – che era nel lato opposto – e Luke al centro che salutò il pubblico e iniziò a toccare la chitarra, suonandole prima note di Amnesia.
La voce calda di Calum abbracciò il pubblico già in delirio per loro.
Era una delle canzoni preferite di Olly nonostante Michael non cantasse molto.
La voce di Luke era incrinata e i suoi occhi lucidi risplendevano sotto le luci e i flash delle macchine fotografiche. Lucidi tanto quanto quelli di Abby perché sapeva che la canzone fosse su di lei e su Ashton, a come la loro relazione era iniziata male per poi diventare una delle storie d’amore più belle che Olly conoscesse. E forse Ash era ancora arrabbiato con lei, doveva ancora perdonarla ma sapeva, con certezza, che era ancora innamorato di Abby, la ragazza che era riuscita sempre a tenergli testa.
Tra gli spalti c’erano fan in delirio, chi diceva di amarli, chi piangeva e chi cantava a squarciagola.
«Calum non la smette di guardarti» ridacchiò Olly sussurrando quelle parole nell’orecchio di Eve che arrossì.
«Non per dire ma anche Luke ti sta fissando, sei una spezza-cuori, Olly»
Olivia finse che quelle parole non la colpirono, non era nemmeno riuscita a guardare in faccia Luke.
«‘Cause I’m really not fine at all» terminò Luke sotto una pioggia di applausi.
«Grazie, Londra» esclamò Ashton in piedi sul suo sgabello rischiando quasi di cadere.
«Ragazze, io… io voglio parlare con Michael, ci vediamo fuori» disse Olly sbrigativa appoggiando la giacca di Michael sulla sua sedia «Ho bisogno che mi dica che mi ama e che non ho mandato all’aria la relazione con Luke per niente io… scusate»
Sorpassò Abby che la lasciò passare con un sorriso smagliante mentre Evelyn cercava di farle cambiare idea.
Come avrebbe fatto a parlare con Michael se ora annunciavano i vincitori?
Olivia si tolse i tacchi per riuscire a correre più velocemente e ritornò nel backstage dove aveva lasciato Michael prima.
Si guardava attorno vigile, alla ricerca dei suoi occhi e di una chioma blu disordinata.
«Olivia» si sentì chiamare alle spalle e il sangue le gelò nelle vene quando sentì i passi di Luke farsi sempre più vicini.
“E ora?” si chiese “Sono in trappola”.
Si girò lentamente trovandoselo difronte, il suo sguardo non osava andare oltre il collo di Luke che giocava nervosamente col piercing al labbro. Gli sudavano le mani e aveva il fiatone come se avesse corso una maratona quando in realtà aveva fatto appena tre metri.
«Io… io devo parlarti. Sono stato un deficiente prima, mi dispiace. Mi dispiace davvero perché mi sono reso conto di non averti mai dimostrato fino in fondo quanto io sia innamorato di te e ho corso troppo facendoti quella folle richiesta. Non ti dovevo far scappare così senza lottare davvero. Sento che avrei potuto fare di più per salvare la relazione e mentre cantavo ho preso la mia decisione»
Olivia era rimasta di pietra non appena Luke le prese una mano per portarla verso il suo petto, all’altezza del cuore «Lascio la band»
«C-cosa?» rimase accigliata.
«Ti ricordi i primi tre mesi assieme? Quanto stavamo bene assieme? Lì si che ci amavamo. Voglio tornare a quel periodo, voglio tornare indietro e dimenticare tutto quanto. Per te sono disposto a mollare tutto e tornare alla normalità» parlò lui, la voce tremolante come quando era sul palco.
«Luke, tu… tu non puoi fare questo. Io non ti merito. Non hai bisogno di una persona come me al mio fianco. Io non… non ti amo»
Quelle parole colpirono Luke come uno schiaffo e lasciò andare la mano di Olly. Olivia era il suo mondo, l’ancora che lo teneva a terra, l’ossigeno che lo teneva in vita. Senza di lei era completamente perso.
«Perdonami» sussurrò prima di superarlo e tornare indietro dalle sue amiche, non sarebbe mai dovuta andare in Inghilterra, non avrebbe mai dovuto mettersi in un guaio tale.
E ancora una volta si trovava a scappare dalle sue responsabilità mentre nella sua testa rimbombava una sola parola: Codarda.


















































MY LITTLE TALK.
sempre in ritardo ma ci sono!
come penso avrete intuito questa storia non mi prende più quindi vedrò di finirla al più presto, anche se mancano un bel po' di capitoli (che ho scritto ma dimentico di pubblicare). Diamo il benvenuto a Abby, un nuovo personaggio *yeeeee* che bho, è una cucciola. Voi che ne pensate?
Luke è un osso duro e olivia merita la forca ma voi lo spaete che sono la prima haters di olivia. sinceramente odio anche Michael in questa storia per essere così stronzo ma va beh, quando l'ho iniziata ero presa bene con questa Fan Fiction!
parlando di fan fiction, vi propongo una nuova mini long che ho postato da poco http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3230373&i=1
sperando che il capitolo vi piaccia, vi saluto!
bacissimi
megghy


 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** (10) ***


 (10)
 
 
 
 
 
Oh everyday
You feel a little bit further away
And I don't know what to say
Are we wasting time
talking on a broken line
Telling you I haven't seen your face in ages
I feel like we're as close as strangers
I won't give up
even though it hurts so much
Every night I'm losing you in a thousand faces
Now it feels we're as close as strangers


- Close as strangers
 

 
 
Erano tornate tutte assieme in camera, Eve aveva mandato un messaggio a Calum dicendo che li avrebbero aspettati in hotel.
Avevano litigato poi, Olivia ed Evelyn, una volta entrate nella stanza della bionda.
Aveva ragione Evelyn, come sempre d’altronde.
«Olivia non devi scappare quando la situazione che ti si presenta davanti diventa troppo difficile questo fa capire quanto ti importava di Luke e quanto ti importa di Michael. E basta coi tuoi soliti drammi, il tuo essere così insicura e codarda. Hai voluto tradire il tuo ragazzo? Dovevi dirglielo in faccia appena ti si è presentata l’occasione, ne avrai avute un’infinità»
«Non mi giudicare, Evelyn. Non tutti sono forti e coraggiosi come te» le aveva urlato addosso, le lacrime agli occhi e la voce alzata di un’ottava.
Evelyn le aveva lasciato uno sguardo carico di delusione e rimprovero prima di uscire dalla stanza, lasciandola da sola con Abigail che aveva assistito alla scena impotente.
«Se continui a scappare e mentire a te stessa e alle persone a te vicine rimarrai sola e sappiamo entrambe quanto tu abbia paura della solitudine»
Abby era rimasta a consolarla per un po’ finché Ashton non la chiamò sul cellulare e Olly si addormentò sul letto, stringendo forte le lenzuola.
In fin dei conti anche lei era scappata e un po’ la capiva e giustificava il suo continuo fuggire, aveva paura di soffrire e fare del male agli altri.
Prima di andarsene le baciò una guancia e la coprì con una coperta leggera.
«Sii forte, Olly» sussurrò «Non scappare più come ho fatto io»
 
Dei forti battiti contro la porta risvegliarono Olivia di soprassalto, facendola sussultare nel sonno.
«Olivia, so che sei lì dentro. Apri questa dannata porta o la butto giù»
Olly sfregò gli occhi col polso e lanciò un’occhiata all’orologio che segnava le due del mattino.
«Olivia, muoviti mi sto spazientendo»
A quel punto decise di alzarsi dal letto e dirigersi a passo svelto verso la porta. Michael l’attendeva a braccia conserte, lo sguardo duro.
Fece un passo dentro casa e Olivia indietreggiò senza perdere il contatto visivo coi suoi occhi che la stavano incenerendo. Senza alcun preavviso, Michael fece sbattere la porta e Olivia sobbalzò.
Non l’aveva mai visto così serio e, sinceramente, questa cosa la spaventava parecchio.
«Non devi dirmi nulla?» chiese lui rompendo quell’imbarazzante momento che si stava creando.
«I-Io…»
«Mi hai detto che mi ami, Olivia. Hai detto che mi ami e finito il concerto Evelyn mi dice che sei tornata in hotel. Sganci la bomba e poi sparisci. E non voglio stare con una persona che alla prima difficoltà scappa senza lottare per me, per noi.» disse duro «Ho messo a rischio tutto ciò che mi sta più a cuore per te mentre tu che hai fatto? Hai lasciato un ragazzo che non amavi nemmeno e non ti rendeva felice come faccio io»
Era come se il cuore di Olivia venisse trafitto più e più volte da una lama. Non si era mai sentita così vuota come in quel momento. La mattina si sentiva la regina del mondo, con Michael al suo fianco che la stingeva forte mentre ora… beh, il mondo le stava crollando addosso.
«Lasciare Luke è stato difficile per me, lo sai benissimo che non volevo spezzargli il cuore. Non era facile rimanere con lui quando continuavo a desiderare te» rispose, le lacrime che le rigavano il volto. Non si era nemmeno accorta che stava piangendo e che le sue spalle toccavano il muro della parete.
«Oh, lo immagino. Deve essere stato difficile per te scoparsi entrambi, non è cos-»
Le parole gli morirono in gola non appena la mano di Olivia gli colpì la guancia.
Dopo attimi interminabili di urla, nella stanza piombò il silenzio, si riusciva a malapena a sentire i singhiozzi di Olivia che si lasciò scivolare per terra.
Michael teneva lo sguardo basso e rifletteva. Sapeva esattamente cosa dire ma non riusciva a trovare un modo per dirle così improvvisò cercando di rimediare alla situazione.
«Mi dispiace, sono un cretino. Ho parlato senza riflettere e lo schiaffo me lo meritavo. Non ti avrei mai detto quelle parole se non fossi stato arrabbiato, so esattamente quanto ti sentivi in colpa e ti capisco»
Michael s’inginocchiò, in modo da raggiungere la figura di Olivia che in quel momento gli sembrava ancora più piccola del solito.
«Ti giuro che da quando stiamo assieme ho fatto l’amore solo con te. Non volevo essere toccata da mani che non erano le tue» singhiozzò «Come siamo arrivati fino a qui, Mikey?»
«Non ne ho idea, magari era il destino, non trovi?»
Olivia si asciugò le lacrime coi suoi polsi sottili, senza rivolgere lo sguardo verso il ragazzo. Dal canto suo, michael si sedette meglio, imitando la posizione di Olivia e con un braccio le circondò le spalle, attirandola a sé.
Lasciò andare la testa sulla spalle del ragazzo e sospirò, in quel momento aveva dannatamente bisogno di una sigaretta ma era come se le gambe non rispondessero e così rimase seduta, stretta nell’abbraccio di Michael.
«Se potessimo tornare indietro rifaresti tutto da capo?» domandò voltandosi verso di lui.
«Ovvio che lo farei» rispose senza pensarci, perché, in fin dei conti, era la verità «Mi lancerei di nuovo nel vuoto per te»
Olivia accennò un sorriso «Beh, direi che ora stiamo precipitando».
Rimasero zitti poi, Michael passava gentilmente il pollice sulla guancia di Olivia che, dal canto suo, chiuse gli occhi e si lasciò coccolare.
Il cuore di Olia sembrò inclinarsi «Quindi… Non mi ami?» chiese affranta, le parole che le uscirono in un sussurro. Erano passate ore dalla sua confessione e ancora non si era dichiarato.
Che dopo quella litigata non l’amasse più era la sua paura più grande al momento.
«Ma è ovvio che ti amo, Olivia. Ho messo a repentaglio la mia amicizia con Luke, la carriera della band per te. Solo non voglio che scappi, non si scappa da chi si ama, insomma, dammi una dimostrazione che mi ami»
Olivia aprì gli occhi e si girò verso il ragazzo «Dillo ancora»
Michael si fece più vicino, le loro fronti orami si scontravano e Olivia si rispecchiava nello sguardo di lui ora più addolcito.
L’aveva detto davvero, l’amava e lei amava lui. Cosa poteva esserci di meglio?
«Di che mi ami» ripeté «Ho bisogno di sentirmelo dire»
Michael non riuscì a trattenere un sorriso «Ti amo, Olly. L’ho sempre fatto» rispose «Eri così bella stasera»
Olly si sorse, ancora incerta, verso le labbra di Michael «Mi piace quando sussurri il mio nome» bisbigliò prima di baciarlo.
Michael iniziò a ripetere il suo nome più e più volte contro la sua pelle, mentre l’atmosfera si faceva più calda e la tensione scivolava via.
«Ho… Ho dimenticato la tua giacca al Wembley» confessò mordendogli il labbro inferiore.
«Ti amo lo stesso»
Olivia lasciò che le sua mani scendessero fino al lembo della maglia di Michael, accarezzandogli l’addome e sentendo i suoi peli solleticarle i palmi. Passò a baciargli il collo, le spalle e le clavicole poco sporgenti. Era una di quelle rare volte in cui era lei ad avere il coltello dalla part del manico e avrebbe fatto di tutto per torturarlo, portarlo al limite e sentirlo implorare.
Passò all’orlo dei jeans e slacciò il bottone per poi calarli aiutata da Michael che sospirò, pregustando quello che sarebbe successo dopo.
«Mi vuoi?» lo provocò sulle sue labbra.
Michael, incapace di parlare, annuì.
Aveva la gola secca, la esta gli girava perché Olly era così vicina a lui che il suo profumo dolce lo inebriava.
Era la sua droga preferita, una droga troppo potente dalla quale non ne uscivi più una volta averla assunta.
Le mani di Michael viaggiarono lungo il busto di Olivia e quando raggiunse i fianchi glieli strinse forte.
«F-fallo di nuovo» la supplicò quasi.
Olivia sorrise e fece scontrare i loro bacini un’altra volta, facendolo mugugnare qualcosa di incomprensibile.
«Allora, vuoi che ti dimostri quanto ti amo?» sussurrò lasciva al suo orecchio, prima di mordergli il lobo.
Michael per tutta risposta grugnì e si alzò da terra coi lei in braccio.
 

 
***
 

Avevano fatto l’amore due volte, rotolando in quel letto troppo piccolo per due e troppo grande per una persona sola, così si erano fatti stretti e verso le cinque del mattino si addormentarono. Olivia era praticamente distesa su Michael che la stringeva a sé come se avesse paura di perderla.
Perché lui sapeva che prima o poi sarebbe scappata ancora, com’era a conoscenza che non sempre sarebbe riuscito a trovarla e la cosa lo spaventava.
Non gliel’aveva mai detto ma spesso, durante il tour, si ritrovava a sognare di tornare a casa e trovare un bigliettino dove Olivia diceva che se ne andava. Si risvegliava sudato, poi, e la prima cosa che faceva era chiamare Olly sul telefono e appena sentiva la sua voce il battito si regolarizzava e tornava a respirare.
«Non dormi?» chiese Olivia, gli occhi semi chiusi dalla stanchezza e dalle lacrime versate prima.
«Non ho sonno» mentì, in realtà moriva dal sonno ma osservare Olivia stretta a sé lo tranquillizzava.
Olly si fece più stretta e borbottò qualcosa prima di chiudere nuovamente gli occhi.
«Domani hai un’intervista, lo sai? Perché non provi a riposarti?» domandò richiudendo gli occhi.
«Voglio parlare»
«E di cosa?»
«Di te»
«Di me?»
«Del futuro assieme» precisò allora Michael «Ad esempio, il tuo anno sabbatico sta per finire signorina, cosa pensi di fare poi?»
Olivia si stiracchiò, lasciandosi scappare uno sbadiglio «Hai davvero un tempismo di merda»
Rise. «Sono serio, cosa vedi nel tuo futuro?»
Ci pensò su un po’ «Vedo me, una famiglia, un lavoretto part time così da potermi dedicare ai miei figli e al mio cane»
Michael si appoggiò su un lato e la osservò attentamente «Quanti figli vuoi avere?»
«Uhm, tre»
«Tre?» ripeté sorpreso «perché proprio tre?»
«Perché è il numero perfetto»
«Possiamo sempre portarci avanti» propose avvicinandola a sé per i fianchi. Olivia ridacchiò leggermente ma non appena Michael aumentò la presa, la sua risata si trasformò in un gemito mal trattenuto.
«Ti ho fatto male?» chiese indicando i lividi violacei che costellavano i suoi fianchi stretti.
Olivia fece di no con la testa «Ne vale la pena» rispose, gli occhi ancora chiusi mentre il sonno si avvicinava sempre di più.
«Tu dici?»
«Io dico»
Non parlò più, Michael. Rimase silenzioso ad osservare Olivia sprofondare nel sonno e così, si fece accogliere dalle braccia di morfeo.
 
***
Si svegliarono per le 8AM, uno più stordito dell’altro, tant’è che a colazione Calum ed Ashton sghignazzavano sussurrandosi battutine per non essere sentiti dai diretti interessati o da Luk che, seduto in disparte provava a fare colazione.
La prima persona che Olivia vide fu Abigail che le corse incontro abbracciandola forte e «Stai meglio?» chiese premurosa.
Olivia annuì e lanciò uno sguardo a Michael che sghignazzava perché quella sera l’aveva fatta stare decisamente più che bene ma forse era meglio se quello restasse tra di loro.
Fece un po’ di colazione con latte e cereali quando Calum, senza smettere di sghignazzare con il riccio sussurrandosi parole che Olivia non colse davvero ma era certa che parlassero di lei, Michael e quello che avevano fatto ieri sera.
Evelyn nemmeno la guardava, troppo impegnata a controllare Instagram.
L’aveva delusa, come aveva deluso Luke. Un altro che non riusciva nemmeno a guardarla in faccia.
Sentì sotto il tavolo la mano di Michael stringerle una coscia, Olly alzò lo sguardo verso il ragazzo che le lanciò uno sguardo come a dirle “che succede?”.
Olivia dileguò la faccenda scuotendo la testa e riportò la concentrazione sulla colazione.
«A che ora inizia l’intervista?» chiese Abigail al fidanzato con uno sguardo di rimprovero. Se lui e il moro fossero andati avanti a sghignazzare molto probabilmente Luke avrebbe intuito qualcosa.
«Tra una ventina di minuti nella sala riunioni dell’hotel, voi potete rimanere nella sala affianco» rispose sorridente riferendosi alle tre ragazze.
Olly cercò di ricambiare il sorriso e a momenti si strozzò quando sentì la mano di Michael accarezzarla sotto la gonna nera.
«Non qui» disse a bassa voce cercando di non farsi sentire.
Ma per tutta risposta Michael ridacchiò e dopo aver intavolato una conversazione sul calcio con Calum, la sua mano riprese il suo percorso sulla pelle della giovane che cercava in tutti i modi di mantenere la calma.
Olly gli pizzicò il braccio provando ad apparire discreta nei gesti, che figura ci avrebbe fatto se qualcuno – soprattutto Luke – l’avesse beccata a togliere la mano di Michael dalla sua coscia?
«Michael smettila» disse tra i denti quando Ashton s’intromise nella conversazione.
«Di fare cosa?»
«Lo sai»
«Dici questo?» chiese accarezzandola da sopra gli slip.
Olly cercò di trattenere un gemito «Sì»
Michael ghignò e si leccò il labbro inferiore, riportando lo sguardo su Calum ed Ashton che discutevano su quale squadra fosse più forte: Machester City o Manchester United.
Manchester City, pensa, ovviamente.
Olivia aprì la bocca per ribattere e intrufolarsi nella conversazione per non pensare alle mani di Michael sul suo corpo ma fu subito costretta a richiudere le labbra quando un dito di Michael s’intrufolò dentro di lei.
«Olly» parlò Abigail guardandola preoccupata «Sei paonazza, tutto bene?»
«Una meraviglia» rispose falsamente provocando la risata di Michael che subito si ricompose con un finto colpo di tosse «Sono solo un po’ accaldata»
L’amica annuì e tornò a parlare con Eve.
«Non pensare di averla fatta franca» disse Olivia avvicinandosi sensualmente all’orecchio di Michael che ritrasse la mano dalle cosce della ragazza.
«Ah sì? E che vorresti fare?»
Olivia gli lanciò un’occhiata d’intesa e si alzò da tavola.
«Vado in camera a lavarmi i denti, ci vediamo nella hall?» chiese ai due amici difronte a lei, troppo presi a parlare che risposero con un veloce “ok”.
«A dopo» sussurrò a Michael guardandolo lasciva perché con quella frase intendeva dire “corri in camera, immediatamente”.
Ed è quello che accadde.
Appena uscì dalla sala sentì i pesanti passi di Michael farsi sempre più vicina e sorrise vittoriosa.
Che la vendetta abbia inizio!
 

 
***



Si stavano baciando contro la porta della stanza, le spalle di Michael contro di essa e i loro petti che si scontravano.
E parlavano.
E si amavano.
Quel bacio, come gli altri, sembrava racchiudere un insieme di pensieri e parole che non avrebbero mai detto ad alta voce.
Le mani di Olivia corsero tra i capelli di lui, tirandoglieli leggermente perché sapeva quanto gli piaceva mentre Michael le accarezzava la vita.
Sorridevano nel bacio, stretti l’uno nelle braccia dell’altro ‘che alla fine l’unica cosa che sapevano fare era amarsi.
«Spostiamoci di là» sussurrò Michael sulla guancia di Olivia per poi salire e baciarle lo zigomo alto.
«Hai un’intervista» gli ricordò.
Scosse la testa «Può aspettare» rispose facendo scontrare i bacini per farle intendere quanto necessitava di lei in quel momento.
Sorrise sulle labbra carnose del ragazzo e si avvicinarono di qualche passo verso il letto quando la porta bussò e «Siete nudi?» chiese Ashton da dietro la porta con il suo classico sorriso impertinente.
Michael alzò gli occhi al cielo prima di guardare Olivia e «Ti prego, fingiamo di non essere qui dentro»
La bionda scosse la testa divertita «Dopo l’intervista, amore»
Il ragazzo sbuffò «Sarà l’intervista più lunga della mia vita»
































































 


MY LITTLE TALK
SONO VIVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
lol
stavo quasi pensando di mollare questa storia quando é arrivata una ragazza che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere e postare questo capitolo già pronto.
spero che vi piaccia perché i drammi INIZIANO DAL PROSISMO CAPITOLO MUAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHA
Vi lascio poi i link della mia nuove storie:
TEACH ME: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3277006
WHAT ABOUT US: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3270412&i=1
che dire poi? recensite, recensite, recensite!
bacissimi
Megghy


PUBBLICITà: passate dalla mia amichetta qui ------> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3274060

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** (12) ***


(11)





Started out like in the movies
But it ended like a bad dream
Curtain opened, heard the crowd roar
This one's a repeat, seen it before
(...)
 This ain't a movie that I wanna see
A tragic story, starring you and me
Yell "cut", we're stuck inside this scene
This is heartache on the big screen
The clock is ticking, and I'm out of time
The camera's rolling, and I forgot my lines
My script is ripped and now I see

- Heartache on big screen




 
«Mi sei mancata così tanto» soffiò Calum sul collo di Evelyn, la testa poggiata sulla spalla della mora che sospirò.
«Anche tu, l’università mi sta portando via da te» si lagnò.
Amava medicina, era da quando aveva dieci anni che sogna di fare il medico e andare in missione in Africa, ma le sarebbe piaciuto anche avere una storia diversa con Calum. Niente tour, niente fans, niente distanza.
Sospira ancora una volta prima di allontanarsi dal ragazzo e stendersi sul letto della loro stanza.
«Non stai bene?» chiese allarmato.
«Non ne posso più di questa situazione, vederci una settimana e salutarci per quattro mesi. Insomma, è il tuo sogno e rispetto la tua decisione di intraprendere la carriera da musicista ma… fa male»
Calum prese posto affianco alla ragazza e le alzò il viso con due dita «Fa male anche a me, ma alla fine questa distanza sta rafforzando il rapporto, no? Insomma, quante coppie riescono a mantenere questo stile di vita?»
Eve abbozzò un sorriso perché sapeva a chi si stava riferendo Calum, in quei giorni avevano parlato molto del triangolo amoroso che si era formato nella loro cerchia di amici.
Calum si passò le mani sui jeans neri bucati, quelli che porta dai tempi del liceo quando ancora sperava di stare assieme a lei, e sospirò nevoso.
«Sai, stavo pensando che potr-»
«Se mi vuoi proporre ancora di partire in tour con te la risposta è ancora no. Voglio finire l’università» lo interruppe bruscamente.
«No, quella volta al ristorante cinese sei stata molto chiara» ridacchiò, ripensando a com’era andata la serata.
La sera prima la partenza del tour erano usciti a cenare fuori, nel ristorante cinese in fondo alla via, il posto in cui Calum la portò al loro primo appuntamento e Evelyn si era messa ad urlare in mezzo alla sala tutto il suo disappunto sull’idea folle di Calum.
«Stavo pensando che presto la relazione tra Michael ed Olly verrà fuori e allora scoppierà il finimondo. E guarda Ash, da quando è tornato con Abby parla solo di mettere su famiglia con lei. Pensi davvero che andremo avanti così ancora per molto?»
Evelyn lo guardò interrogativa, non capendo cosa Calum stesse intendendo «che intendi dire?»
«Che la band ha le ore contate. È una situazione un po’ simile al domino, se ci pensi. Prima Michael e Olly vengono scoperti, poi Luke si arrabbia e lascerà la band perché sappiamo che sarà così e allora Ashton coglierà al balzo l’occasione per mollare tutto e dedicarsi completamente ad Abby» spiegò tristemente «E io ho te. E mi va bene così»
«Ma… Cal, questo è il tuo sogno»
«Lo so. È stato fantastico. Abbiamo fatto un album, un tour, riempito stadi ed arene e conosciuto i più grandi artisti del nostro tempo. Non rimpiango nulla di tutto ciò ma io voglio anche te e se per averti devo rinunciare a qualcosa allora rinuncerò per te. Per noi»
Evelyn lo guardava con gli occhi lucidi e un sorriso sulle labbra carnose.
Lui era il ragazzo per lei. L’aveva sempre saputo anche quando stava assieme al suo ex, la persona che l’aveva distrutta.
«Per sempre?»
«Sempre»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Michael ed Olivia raggiunsero la hall assieme ad Ashton che non smetteva di prendergli in giro.
«Eccoci arrivati» disse il riccio una volta assieme agli altri.
Davanti a loro, una ragazza bionda e stava dando dei microfoni ai ragazzi che dovevano attaccar sulle loro maglietta.
Era una ragazza giovane, la pelle diafana e due grandissimi occhi azzurri pesantemente truccati. Indossava una camicia bianca di seta e una gonna alta nera che accarezzava sensualmente ogni sua curva.
«Oh, eccoli arrivati» esclamò osservando attentamente Ashton e Michael «Questi sono i vostri microfoni, attaccateveli al bavaro della malia e ditemi se riuscita a parlare. Andiamo in onda tra cinque minuti. Per quanto riguarda le vostre ragazze potranno osservare l’intervista nella sala affianco. Vi aspetto in sala ragazzi»
Il primo a seguirla nella stanza fu Luke, seguito da Ashton, Calum e infine da Michael che lanciò un ultimo sguardo a Olivia.
«È meglio se andiamo anche noi» disse Abby prendendo per mano Olivia.
Un membro della security condusse le ragazze nella stanza affianco che era stata arredata apposta per l’occasione: al centro della stanza c’era un ampio televisore di quelli nuovi ed erano state disposte varie file di sedie, tutte rivolte verso lo schermo.
«Dovrebbero esserci alcuni giornalisti e delle fans che hanno vinto un concorso su internet» spiegò Abby nell’orecchio di Olivia.
«Evelyn è ancora arrabbiata con me?» chiese la bionda titubante.
Abigail alzò le spalle «Le passerà, ne sono certa»
Le tre ragazze presero posto difronte al televisore con Abigail in mezzo a separare le due amiche.
Arrivarono subito un gruppo di giornalisti e le cinque fans che avevano vinto il premio che corsero subito da Abby e Evelyn a chiedere foto e autografi o a chiedere semplicemente dei loro amatissimi idoli.
Olivia sbuffò e tenne lo sguardo fermo sul televisore aspettando pazientemente che la pubblicità finisse e che le ragazze prendessero posto.
Era tesa come la corda di un violino. Aveva un cattivo presentimento, come se una parte di lei sapesse che la sua felicità era arrivata al capolinea.
Improvvisamente le luci si abbassarono, proprio come nei cinema, e le fans corsero ai loro posti emettendo dei versetti eccitati che nessuno colse pienamente: l’attenzione di tutti i presenti era sul televisore e sulla ragazza bionda che presentava gli ospiti del “Charry Show”.
La stanza era grande e molto elegante: c’era un divano enorme dove erano seduti i ragazzi e una poltrona dove era seduta la ragazza che teneva in mano le domande da porre. Dietro di loro, poi c’era un televisore piccolino su un tavolino da caffè in mogano, molto raffinato.
«Bene ragazzi, ho saputo che siete qui a Londra da qualche giorno. Come vi sembra l’Inghilterra?» chiese accavallando le gambe.
Il primo a prendere la parole fu Ashton «Fredda e… umida. Ma ci sono le nostre fans che ci caricano e ci danno la forza di andare avanti»
Abigail si avvicinò all’orecchio di Olivia «Il solito lecchino» ridacchiarono.
«Parlando di fans, come sapete nella stanza affianco ci sono le cinque vincitrici del vostro 5SOScontest cosa ne pensate delle vostre fans e della loro dedizione alla band?» proseguì osservando Michael.
«Sono davvero fantastiche, sanno sempre come trovarci e dove trovarci. Senza di loro saremo ancora nel garage di Calum a fare cover e bere birre scadenti» scherza Michael facendo ridacchiare tutti i presenti «Quindi siamo sinceri quando diciamo che senza di loro non saremmo niente»
«Ma non è tutto merito delle vostre fans, vero? Da quanto ho visto poco fa ci sono anche le vostre splendide fidanzate che vi seguono» disse accennando un sorriso.
«Sono più che certa che questa domanda l’ha aggiunta lei» borbottò Abigail mentre Olivia si faceva sempre più tesa.
Era come se il soffitto si abbassasse sempre di più e la sedia su cui era seduta si faceva più scomoda.
«Quanti di voi sono fidanzati? Alzate la mani» proseguì guardando Ashton e Calum alzare le mani «Solo voi due? Siete sicuri?» chiese fintamente sorpresa.
«Io mi sono lasciato da poco con la mia ragazza» parlò per la prima volta Luke che finalmente si decise ad alzare lo sguardo da terra.
Olivia l’osservò attentamente: indossava una maglietta nera sotto una felpa grigio topo, i suoi storici jeans neri con gli strappi sulle ginocchia e le vans.
Era sempre attraente, lo riconosceva, ma nel suo sguardo mancava il suo solito luccichio quello che non vedeva da tempo, ormai.
L’intervistatrice annuì poco convinta e iniziò a porre le solite domande di routine.
«Ma parliamo di cosa è successo ieri sera, ragazzi. Una serata ricca di avvenimenti, no? Per essere la prima volta agli MTV awards vi è andata bene. Ho visto che avete vinto ben due premi, congratulazioni! Miglior video dell’anno e miglior artista emergente. Che avete fatto per festeggiare?»
«Nulla di che, ci siamo fermati io, Ashton e Luke in un locale prima di tornare in hotel mentre Michael è andato subito in camera» spiegò Calum con un sorriso.
Il sorriso della bionda si assottigliò ancora di più «Uhm, io ho quale sospetto di come ha passato Michael la serata» disse voltandosi dietro di sé e puntò l’indice contro lo schermo del piccolo televisore dove comparve una foto di Michael assieme a una ragazza.
Olivia trattenne il respiro e il sangue si gelò nelle vene. Non era possibile: qualcuno li aveva visti nel backstage e fotografati.
La videocamera rimase ferma sul viso di Luke che sembrava distrutto da quella scoperta mentre Ashton e Calum si scambiarono uno sguardo veloce.
«Ma qui abbiamo anche qualcosa di meno recente» proseguì la bionda mostrando altre foto.
Foto personali che solo loro due avevano. Foto di loro due a casa di Michael, le foto che Olivia aveva mandato nel bagno dell’aeroporto che la ritraevano in intimo, foto di loro due all’acquario, al lune park e in tutti altri momenti che ora vorrebbe cancellare dalla memoria.
Ma, com’era possibile ciò?
«Se non siete riusciti a vedere bene queste foto, le potrete benissimo trovare in rete assieme al nuovo video hot di Michael Clifford e Olivia Simmons»
Successe tutto in un istante, poi.
La figura slanciata di Luke che si lanciò su Michael e parole di odio che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire dal proprio migliore amico.
Olivia era immobile, sulla sua sedia. Tutto quanto si muoveva al rallentatore e non riusciva a metabolizzare ciò che era appena successo.
Era stata scoperta. Adesso il mondo poteva conoscere la sua storia e solo ora, si accorse di quante vite era riuscita a rovinare: quella di Luke, che probabilmente non sarà più in grado di amare, quella di Calum ed Ashton che non potranno più vivere il loro sogno e quella delle fans che non avranno più nulla in cui credere.
E si sentiva così triste, così in colpa per aver distrutto tutto ciò a cui teneva che vorrebbe solo scappare che, forse, è l’unica cosa che riesce a fare.












































MY LITTLE TALK.
io so che mi odiate, perché sono una stronza e che forse mi odierete ancora di più dicendovi che il prossmo capitolo è l'epilogo.
ho davvero tante cose da dire su questa fan fiction, che l'ho amata davvero tanto e odiata con altrattanta intensità e ora che sta giungendo al termine vorrei piangere.
non è una delle storie che mi è uscita meglio (penso che sia una delle più brutte, anzi) ma sono sddistaffa di essere riuscita a terminarla.
abbiamo visto un pochino meglio la storia tra Calum e Evelyn che non ho approfondito molto perché vorrei fare alcune missing moments sulle coppie (soprattutto Abby/Ash) quindi non perdete di vista il mio profilo.
in più si scopre la verità tra Michael e Olivia, voi come vi immaginavate questa scena? pensavate che glielo dicessero?
sinceramente provo molta pena per Luke ma soprattutto per Olivia che, in fin dei conti, non è cattiva ma solo una persona fragile che non sa cosa vuole.
spero di riuscire a pubblicare in fretta l'epilogo e nel entre, se avete voglia, cercatevi la mia nuova Fan Fiction che si intitola "teach me" sperando che vi piaccia.
bene, direiche mi sono dilungata abbastanza,
bacissimi
Megghy


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** (13) ***


 

(13)

 
 
 
 
Torn in two
And I know I shouldn't tell you
But I just can't stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Every night I almost call you
Just to say it always will be you
Wherever you are
You can say we'll be together
Someday
Nothing lasts forever
Nothing stays the same
So why can't I stop feeling this way
 
- Wherever you are

 
 
 
Olivia era senza parole, l’avevano privata di tutto ed era rimasta senza nient’altro da distruggere.
Sentì le mani piccole di Abby sollevarla dalla sedia e poi quelle di Evelyn che, sorreggendola per le braccia, la portarono fuori dalla stanza dove si sentivano solo le urla delle fans e i flash dei fotografi e giornalisti presenti.
Vuota.
Un corpo priva di ossa, svuotata di tutto.
Aveva lo sguardo fisso nel vuoto che nemmeno si accorse di essere arrivata nella sua camera d’hotel.
«Mi puoi spiegare come mai il mondo intero sa il tuo segreto?» chiese Evelyn urlandole contro.
«Eve, non l’attaccare. Non vedi che è abbastanza stremata? Lasciala riprendere un po’» la difese Abby sedendosi sul letto vicino ad Olivia che aveva poggiato la testa tra le mani cercando di metabolizzare la cosa una volte per tutte.
Lo sapeva benissimo che, prima o poi, avrebbe dovuto dire tutta la verità ma non si sarebbe mai aspettata di farlo in questo modo.
«Accendete la TV» disse Olivia autoritaria.
«Olly, non…»
«Fallo, ho detto!» alzò la voce di un’ottava sovrastando quella di Abby.
Fu Evelyn a prendere in mano il telecomando dalla mensola e accendere la TV, cercando il canale che mandava in onda il programma ma trovarono solo la pubblicità.
«Magari hanno smesso di trasmettere il programma» suggerì Abby.
«Ma il danno rimane e il video si starà espandendo in rete, come le foto, del resto.» proseguì Evelyn sedendosi sul letto, distante dalle due.
Abigail lanciò alla mora uno sguardò truce e mimò un “smettila” che Olivia riuscì a captare.
«Ha ragione Evelyn. Sono stata una cretina, ho giocato col fuoco e mi sono scottata. Mi merito questa umiliazione, sono stata stronza e insensibile nei confronti di Luke e del resto della band. Ma gli altri non si meritano di finire nei casini per colpa mia, e questa è la cosa che mi fa più male. Ho distrutto me stessa e ho distrutto gli altri.» disse tristemente Olivia, gli occhi pieni di lacrime e la voce inclinata.
Iniziò a piangere silenziosamente finché non sentì le braccia di Abby e quelle di Evelyn circondarle il corpo. Allora iniziò a piangere ancora più forte, maledicendosi in tutte le lingue nel mondo.
Nessuna parlava, perché non c’erano bisogno di parole, non c’erano bisogno di chiarimenti tra Evelyn e Olivia o tra Abby e il resto del gruppo.
A volte è vero che un abbraccio dice più di mille parole.
Il loro silenzio venne interrotto da tre forti colpi alla porta ed Evelyn si alzò dal letto per aprire.
«Lei è qui?» chiese Michael entrando nella stanza senza nemmeno aspettare una risposta.
Dietro di lui c’erano anche Ashton e Calum che cercavano di calmare Luke.
«Non penso che sia una buona idea parlare ora di quello che è successo» suggerì Evelyn tornando al proprio posto, affianco ad Olivia.
«Ho bisogno di riposte, Evelyn.» disse Luke duro «penso di meritarmelo dopo mesi e mesi di bugie e tradimenti»
Michael, nel mentre, raggiunse Olivia e s’inginocchiò davanti a lei. Si accorse subito di come gli occhi vispi di lei rispecchiassero il suo umore: vuoti e tristi.
Olivia, invece, riusciva a malapena a guardarlo negli occhi.
Anche in quel momento, Olly lo trovava bellissimo con il labbro gonfio e sanguinante. Non si sarebbe mai immaginata che Luke fosse un pugile mancato. Ma d’altra parte, non si smette mai di conoscere una persona fino in fondo, no?
«Voi lo sapevate, no?» continuò Luke avvicinandosi al centro della stanza «Lo sapevate tutti cosa facevano questi due alle mie spalle e non mi avete detto un cazzo!»
La sua voce era altissima, il viso paonazzo e le vene sul collo si fecero sporgenti.
Abby era convinta che da lì a poco sarebbe scoppiato a piangere o avrebbe distrutto la stanza.
«Luke, noi non voleva-»
«Zitto, Calum» disse fermo, poi si rivolse verso Michael e Olivia ed il suo sguardo era carico d’odio «Non avete nulla da dirmi voi due?»
Olivia resse il suo sguardo per pochi secondi e così Michael. Olly ricordava ancora lo sguardo dolce che Luke le rivolgeva la mattina, appena svegli, i sorrisi e i gesti pieni d’amore che facevano parte della routine.
«Io mi fidavo di voi. Io mi fidavo di tutti voi!» proseguì «Perché mi avete fatto questo?» Si voltò verso Michael «Tu eri come un fratello per me»
«Luke, io la amo davvero» disse Michael a bassa voce «So che ti sembrerà strano, ma io mi sono davvero innamorato di Olivia»
Luke non rispose, si limitò a voltare lo sguardo verso Olivia che era immobile come una statua «Tu invece? Non hai proprio nulla da dirmi? Ero forse un mezzo per arrivare a Michael, vero? È stato così dall’inizio?»
Olivia alzò lentamente lo sguardo sulla figura di Luke che, nel mentre, si era abbassato al suo livello.
«No» disse scuotendo la testa «Lo giuro, Luke. Quando stavamo assieme pensavo solo a te. La cosa con Michael è nata dopo. Non sei mai stato un mezzo per arrivare a lui, assolutamente. Io ero innamorata di te. Ma poi…»
«Poi? hai deciso che non ti bastavo più e hai iniziato a scopare con Michael. Sbaglio qualcosa? Ricevevi attenzioni da entrambi, ti sentivi al centro dell’attenzione ed amata quando tu ti divertivi a prendere tutti per il culo» urlò alzandosi da terra «Mi fai schifo. Mi fate schifo tutti voi che avete complottato questa cosa alle mie spalle. Fanculo tutto, io sono fuori dalla band»
 
 
 

***

 
 
 
Era rimasta sola con Michael, poi.
Luke se n’era andato sbattendo la porta ed Evelyn, accompagnata da Ash, era andata a cercarlo. Calum li seguì lasciando la stanza senza dire una parola.
Negli occhi di tutti si notava la tristezza, la paura per le sorti della band e il vuoto di chi non ha nulla di restante.
Abby era rimasta un pochino con loro, aveva aiutato Olivia a medicare la ferita sul labbro di Michael ma quando Ashton la chiamò sul cellulare tornò nella loro stanza.
Michael raggiunse Olivia sul letto, stendendosi sul letto.
«Ciao» disse stupidamente.
Olivia cercò di fingere un sorriso «Sei arrabbiato con me?» chiese lei.
«Tu non c’entri nulla. È colpa di quei bastardi che hanno pubblicato tutto. Stai tranquilla che quegli stronzi non la passeranno liscia, ho già parlato con la polizia postale, appena avrò notizie ti farò sapere.»
Gli accarezzò il viso, mentre parlava, e finalmente riuscì a sorridere di nuovo.
Questa era l’effetto che Michael aveva su di lei, riusciva a farla stare bene con poco, facendole dimenticare tutte le cose brutte.
«Com’è successo?»
Sospirò «Quando hai lasciato la mia giacca all’Arena, il mio… cellulare era nella tasca interna. Chi ha trovato la giacca deve aver trovato anche il cellulare e… la storia poi la sai»
Tutto prese senso, ora.
Nella sua testa ripassarono le immagini della sera precedente e tutto fu più chiaro.
«Mi domando chi sia in grado di fare una cosa del genere» disse tirando su col naso.
Aveva smesso di piangere poco fa ed era così stanca che non riusciva nemmeno più a piangere per sfogarsi.
«Me lo chiedo anche io» sbuffò Michael «Vieni qui, ora. Ho bisogno di un abbraccio»
Olivia si intrufolò tra le braccia del ragazzo e si strinse forte al suo petto.
«Lo sai che qualunque cosa succeda ti amerò per sempre, vero?» chiese Olivia in un sussurrò.
«Tu hai il mio cuore, Olivia. Fanne buon uso» rispose Michael stringendola ancora più forte, poi chiuse gli occhi e in poco tempo si addormentò.
 
 
 

***

 
 
 
 
Olivia, a differenza di Michael, non chiuse occhio.
L’aveva osservato dormire attentamente, cercando di memorizzare ogni sfaccettatura del suo viso angelico perché probabilmente sarebbe stata l’ultima volta in cui l’avrebbe visto.
Si alzò dal letto e prese la sua valigia e i vestiti dall’armadio e dal pavimento. Buttò tutto dentro alla rinfusa perché nessuno poteva scoprirla, non ora che era riuscita a prendere una decisione.
Osservò la stanza semivuota e raccolse da terra una maglietta di Michael che portò al viso e annusò a pieni polmoni il suo profumo. Chiuse gli occhi, poi, è lasciò che il tessuto le scivolasse dalle mani finché non cadde ai suoi piedi.
Non era tempo per fare la nostalgica, di piangere o rimpiangere scelte fatte. Chiuse la valigia e si avviò verso la porta.
Sfiorò appena la maniglia, come se fosse bollente e avesse paura di bruciarsi.
L’orologio segnava le 4.12p.m. e Michael dormiva profondamente.
Avrebbe capito la scelta di Olivia o anche lui l’avrebbe odiata come gli altri?
Olivia si fermò, tornò indietro verso la scrivania dove le donne delle pulizie avevano lasciato un block notes e una penna con scritto sopra il nome dell’hotel.
Si lasciò andare, scrivendo tutte le parole che non era riuscita a dirgli di persona e che mai gli dirà.
Arriva un momento, nella vita, dove le strade di due persone si separano: quello era il loro momento.
«Addio, Michael» sussurrò prima di dedicarsi a prendere le sue borse e uscire dalla stanza.
Percorse i corridoi dell’hotel a testa bassa per non vedere nessuno e per non essere vista, voleva andarsene dalla vita di tutti in silenzio, di casini, ne aveva fatti fin troppi.
«Te ne vai?» si sentì dire alle spalle.
Evelyn era proprio dietro di lei, l’aveva vista uscire dalla stanza di Michael con le valige e voleva sapere se i suoi sospetti fossero fondati.
«Ho un volo per l’America tra tre ore, mio fratello è riuscito a prenotarmi un volo» spiegò Olivia che non riusciva a osservare la sua migliore amica.
Evelyn annuì soltanto, prima di voltarle le spalle e tornare sui suoi passi in camera di Calum.
Non avrebbe più sprecato il fiato per una persona che era solo in grado di scappare, mettendo sempre sé stessa prima degli altri.
Olivia aspettò che Evelyn volasse l’angolo prima di incamminarsi nuovamente verso la sua nuova vita.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
MY LITTLE TALK
Probabilmente mi odierete, ora. Lo immagino, nessuno si attendeva un finale del genere e vi sorprenderò dicendo che QUESTO NON è UN FINALE: ho in mente di fare un seguito (moooolto breve) della storia ma ci vorrà un po’ di tempo perché ho in corso una Fan Fiction (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3270412&i=1) e sto scrivendo una long che pubblicherò a metà novembre quindi tenete sempre d’occhio il mio profilo che non si sa mai ù.ù.
In teoria volevo finire questa storia tra due capitoli e fare che Michael raggiungeva Olivia sull’aereo e assieme andavano in America ma questa storia sta diventando la trama della mia vita (ma il rating è verde pallido qui ahahah) e sinceramente non me la sentivo di andare avanti perché essere in un triangolo amoroso è una cosa bruttissima e mi sento così tanto Olivia in questo momento che vorrei morire.
Tornando alla storia, l’ho amata, l’ho odiata, ho pensato fosse la cosa più bella che avessi e avrei voluto cancellarla un milione di volte ma alla fine sono riuscita a concluderla (dopo quasi sette mesi che ci lavoravo e manco sono soddisfatta, lol) ed è anche merito di chi ha preferito, ricordato, scelto, recensito o soltanto letto la storia.
GRAZIE MILLE A TUTTE VOI.
Se poi volete sono su facebook, ask, snapchat, tumblr, instagram e chi più ne ha ne metta! Spero di sentirvi ancora.
Bacissimi
Megghy

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3105743