E le stelle stanno a guardare...

di Mo0ny_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scheda e regole ***
Capitolo 2: *** OC scelti ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 26 La Fine ***



Capitolo 1
*** Scheda e regole ***


Chirone stava osservando i ragazzi del Campo e si soffermò a pensare che erano ormai cinquant’ anni che le Parche avevano lasciato i semidei liberi e senza  profezie talmente complicate da sconvolgergli la vita.   Erano passati cinquant’ anni dall’ ultima volta che una persona era morta durante una battaglia, anche se poi era risorto. Erano cinquant’ anni che la pace regnava sovrana al Campo Giove e Mezzosangue. Perché allora le Parche avevano deciso di spezzare quella pace e pronunciare una profezia che avrebbe cambiato la vita di molte persone che erano innocenti ? Perché volevano  mandare tutto così all’aria? Non c’era una vera risposta a tutto ciò. Era così e basta. E nessuno poteva cambiare  quello che orami era “La grande e nuova Profezia”


Salve a tutti gente di Internet! Questa è la mia prima interattiva e voglio precisare di non essere tanto esperta. Sarà aggiornata ogni sabato, perché ho ancora due storie in corso e non voglio abbandonarle. Le iscrizioni sono aperte fino a giovedì  29. Quello sarà l’ ultimo giorno in cui potrete mandarmi le vostre schede. Avrete sicuramente notato che non ho inserito un vero e proprio protagonista. Questo è perché il vero protagonista lo sceglierò io tra gli OC che mi invierete voi! Mi servono 2-3 maschi e 2-3 femmine, dipenderà da il sesso del protagonista.  Se avete intenzione di mandarmi un OC figlio dei  Pezzi Grossi domandate nelle recensioni. VI RACCOMANDO prima di inviarmi la scheda  scrivete in una recensione partecipo, altrimenti non sarete considerati. Non scrivete OC con figli di Dei troppo sconosciuti e se lo farete domandate prima.  Per tutti quelli che non saranno scelti cercherò di inserirli in qualche modo, ma non ve lo prometto!  Le schede fanno inviate come messaggio privato. Usate il copia e incolla e inserite  i dati. Credo di aver detto tutto. Vi lascio alla scheda.

Nome (niente Gary e Mary e nomi inesistenti!)

Secondo nome*

Cognome

Età

Sesso

Figlio-a di

Carattere(più dettagliato possibile vi prego! Non una lista di aggettivi)

Aspetto fisico(stessa cosa qui!)

Rapporti con il genitore mortale

Rapporto con il genitore divino

Storia (non troppo strappa lacrime)

Arma

Poteri (Vi ricordo che è un semidio e non un Dio)

Paure

Difetto fatale

Cosa ama e odia*

Prestavolto*

Curiosità*

Tutte le cose con * non sono obbligatorie. Spero parteciperete in tanti. Baci e Abbracci da unamoresolitario!!

 

 

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Capitolo 2
*** OC scelti ***


~~Salve a tutti zuccotti (?) di Internet!! Buon 31 ottobre a tutti! Avete prima visto gli OC e poi letto tutto questo eh? Eh va bè… lo facciamo tutti, ihihihih. In queste poche righe volevo ringraziare voi che avete partecipato all’ interattiva. Mi avete mandato tutti, ad eccezione di nessuno,  dei bellissimi OC è dir poco! Alcuni però li ho ritenuti più opportuni per quest’ interattiva e mi dispiace davvero non aver potuto inserire tutti come protagonisti. Siccome avete partecipato in pochi, ho cercato di aggiungere tutti quelli non scelti, come normali semidei! Non mi dilungo troppo perché so che volete leggere gli OC e andare a fare Dolcetto o Scherzetto! Alla prossima,
unamoresolitario!


OC Maschili

James David Shane, figlio di Zeus di AbbyGrace.

Nathan Haku  Owari, figli di Nemesi di  Sticcio

. Scott  Banyan, figlio di Efesto di Inazumiana01

OC Femminili

Cassandra McHolland, figlia di Ade di la ladra di libri

Rosemary Greyson, figlia di Demetra di principessac

Felicity Collins, figlia di Eos di Hogwart’s_ Expres 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


~~Quel giorno di luglio, tutti i semidei stavano svolgendo le loro solite attività. Rosemary Greyson era nella sua capanna, quella di Demetra. Si stava preparando per andare ad allenarsi con la spada. Si osservò allo specchio e si esaminò con attenzione, era  bassa, pelle rosea, labbra a cuoricino,  gli occhi verdi e i capelli neri. Il suo sguardo si posò poi su una penna poggiata sul pavimento. Cercò di raccoglierla ma al suo tocco, essa  si trasformò in una mela. Rosemary la lasciò cadere sussultando.  “ Sta calma, calma..” si ripeteva. In quel momento entrò una delle sue sorelle, Alexsandra Jenkins.
      -     Stai bene Rose? - chiese lei. Rosemary si riprese e gli sorrise
      -     Certo! Sto arrivando! –
Nessuno doveva sapere. Nessuno doveva rendersi conto del suo problema.

Nathan Haku Owari correva. Correva e non si fermava.  Avrebbe potuto farlo per ore e ore.  Gli piaceva sentire il vento tra le orecchie e scorgere ogni minimo particolare con tale velocità. Peccato che la sua corsa fosse finita. Erano le 9. Doveva sbrigarsi. Da lì a qualche minuto tutto il Campo avrebbe cominciato a consumare la colazione e lui non voleva perderselo.  Aveva una certa indipendenza dalle cialde calde che sfornavano solo lì al Campo… certo non erano paragonabili a quelle delle zie… Aveva smesso di correre. Era arrivato alla meta. I suoi occhi a mandorla avevano visto le tanto desiderate cialde. Andò a sedersi al proprio tavolo, prese qualche cialda e andò a sacrificarla a sua madre. Nemesis.
- Buon giorno ma’ -  la salutò, sorridendo il ragazzo di origini giapponesi.

Felicity Collins aveva appena  finito di leggere il suo libro. Aveva finalmente alzato gli occhi al cielo. Possibile non si fosse accorta che era quasi ora di colazione? Era rimasta lassù tutto questo tempo?  Ormai non si stupiva più. Aveva passato così tante mattinate a guardare l’ aurora boreale. A volte si portava qualche libro e si immergeva così tanto nella lettura da scordarsi di vivere.  Posò i suoi grandi occhi blu con strane sfumature, sul suo orologio. Le 9 in punto. Era ancora in tempo per uno spuntino. La figlia di Eos guardò per l’ ultima volta il sole e scese dal tetto della sua capanna.

Scott Banyan era al Bunker nove. Era da tanto tempo che nessuno ci metteva piede, l’ unico era lui. Là sapeva che nessuno lo avrebbe disturbato. Era da un po’ che aveva scoperto quel posto da alcuni veterani del Campo. Bè… anche lui si poteva considerare un veterano. Aveva 18 anni, era alto 1.80, capelli ricci e neri , occhi neri carnagione abbastanza abbronzata Era da un anno che Scott aveva scoperto vecchi progetti di qualche suo lontano fratello. Leo Valdez. Poi però guardo l’ orologio. 9:20.
- Oh, cavolo! La colazione!-  imprecò mentre raggiungeva il tavolo di Efesto.


Cassandra McHollan è la più strana di tutte le ragazze strane. È  bassina, gli occhi caleidoscopici, la pelle chiara, forti occhiaie  e i capelli lunghi scuri. È  molto superstiziosa ma ama i  gatti neri. Proprio in quel momento stava accarezzando un gattino randagio mentre rileggeva per la milionesima volta Death Note sotto un albero cavo. Ormai era tipo un’ ossessione. Lo adorava così tanto da desiderarne la maglietta con il logo.  Si era appena alzata. Aveva finito di leggere l’ ultimo capitolo dell’ ultimo libro. Non aveva voglia di andare a fare colazione. Era uno di quei giorni in cui non gli andava di stare in compagnia. In quel momento Cassandra ricordò una cosa.
- Non ho controllato l’ oroscopo! - e si mise a correre verso la casa di Ade.
 

 Il sedicenne James David Shane  stava osservando, con i suoi grandi occhi blu elettrico, gli altri semidei. Guardava quelle oche, figlie d’ Afrodite. Quante volte ci avevano provato con lui? Perché era dolce e simpatico? No. Semplicemente perché lui era bello ed era un figlio di Zeus. Questo non poteva che confermare quello James aveva sempre detto: mai affezionarsi alle persone! Eh chi poteva immaginarsi che quel ragazzo, da tutti reputato freddo e insolente, potesse essere così importante ?

In quel giorno al Campo ci sarebbe stata una partita a  Caccia alla Bandiera. Le case ormai, erano un tantino aumentate. Per questo giocavano ogni giorno squadre diverse. Oggi toccava alla casa di Eos, Ade e Demetra (squadra rossa)  giocare contro Zeus, Efesto e Nemesis (squadra blu).  Anche se non sembra le squadre erano molto equilibrate. Tutti stavano col fiato sospeso. Chi avrebbe vinto?
- La caccia alla bandiera sta per avere inizio! – annunciò Chirone – Vi ricordo che è severamente proibito far male agli altri volontariamente- si girò verso i figli di Nemesis e continuò – Ognuno di voi è libero di usare qualunque oggetto magico  regalatovi da un dio. Buona fortuna ! - concluse.

I sei ragazzi presentatovi prima, non amavano moltissimo giocare, ma questo tipo di cose erano un utile addestramento!  Nessuno poteva immaginare che quel momento avrebbe cambiato la vita di molti!
La squadra rossa aveva nascosto la bandiera sulla spiaggia di Long Island mentre la squadra blu l’ aveva nascosta al Bunker nove. Perché non iniziare col parlarvi del figlio della vendetta e dell’ aurora?

 La partita era iniziata. Nathan corse verso il territorio della squadra avversaria. Doveva trovarla e portarla nel suo di territorio, facile no? Peccato che lì lo aspettava la dolce Felicity. Era da circa 3 anni che la conosceva. Bè… conoscere non era proprio la parola giusta. Erano circa 3 anni che Felicity lo batteva nei combattimenti con il la spada-pugnale e non lo degnava neanche di uno sguardo. Dopo averlo sconfitto, tornava dalla sua cerchia di amiche fidate, del quale era il capo, e finiva lì. Ma questa volta sarebbe stato diverso. O almeno era quello che sperava. Forse si era immerso troppo nei pensieri perché Felicity lo attaccò con il suo bel pugnale facendo cadere la sua spada e i suoi occhiali da vista (si portava gli occhiali!). Ecco per Felicity il suo primo prigioniero.

Scott stava andando a cercare la bandiera della squadra rossa. Aveva una mezza idea sul dove fosse ma non ne era sicuro. Stava perlustrando la zona quando Cassandra McHolland gli apparve dietro le spalle.
- Cerchi qualcosa?- chiese essa facendo sussultare Scott.
- Tu che dici?- chiese esso azionando la sua trappola. Fece alzare una rete che imprigionò la povera Cassandra che gli urlava dietro. Ma essa aveva a suo vantaggio il viaggio ombra.
Gli ricomparve davanti facendolo sussultare di nuovo. Stavolta però fu lei che, sempre attraverso il viaggio ombra, lo portò nelle prigioni.

Rosemary era vicinissima alla bandiera. Mancava davvero pochissimo per arrivare al Bunker Nove. Doveva distrarre solo i ragazzi posti lì per farle da scudo. Ci mancava così poco… poi però qualcuno la prese da dietro piegandole il braccio da dietro la schiena.
- E tu dove vorresti andare?- chiese il figlio di Zeus stringendo di più.
- A prendere la bandiera?!- disse Rosemary sorridendo vedendo una delle sue sorelle che entrava. Doveva distrarre James, era lui il punto forte della squadra.
- Ah ah, divertente. Ora mi segui e andiamo in prigione.- disse James e Rosemary lo guardò per la prima volta negli occhi. James squadrò attentamente quegli occhi. Rallentò leggermente la prese. Questo po’, bastò alla figlia di Demetra per mandarlo a terra.
- Chi va in prigione adesso?- poi però si sentì  la conchiglia suonare. La squadra rossa aveva vinto.
- Sarà per la prossima volta, Shane- disse andando a festeggiare.

.**Angolo Autrice**
Salve a tutti gente! Benvenuti in questo nuovo capitolo!! È un po’ strano in realtà, ma se seguite le altre mie storie, saprete che ritengo importantissima la presentazione di personaggi . Avete trovato qualcosa che non corrisponde alla descrizione che mi avete mandato? Scrivetelo in una recensione se è così, ci tengo che il capitolo vi piaccia. Come ho fatto con le altre storie, ho deciso che non ci sarà un giorno prestabilito per la pubblicazione del capitolo, ma se non troverete un capitolo nella settimana, c’è ne sarà uno di sabato sicuramente! Il fatto dei prigionieri nella Caccia alla bandiera, viene detta da Annabeth, Silena, Percy e Beckendorf ne ‘Il libro segreto ’, non l’ ho inventata io! Ringrazio voi per la vostra disponibilità e per i consigli datemi. Credo di aver detto tutto.
alla prossima,
unamoresolitario.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


I raggi del sole, entrarono nella capanna di Nathan, svegliandolo. Erano le 6:00 del mattino, l’ orario perfetto per una corsetta. Si vestì di fretta e furia, cercando di non svegliare i suoi fratelli e sorelle. Non voleva immaginare cosa sarebbe successo se avrebbe anche solo svegliato i suoi fratelli, figli di Nemesis. Al contrario loro, lui non è un tipo a cui piace tanto vendicarsi. Velocemente andò in bagno a “sistemare” i suoi lunghi capelli, gli arrivavano fino al collo. Di fretta e furia si lavò la faccia e corse via dalla sua capanna. Il sole non era molto alto, c’era ancora un certo freschetto. Camminò per andare ai confini del Campo. Era vicino alla capanna dei figli di Eos quando gli cadde un libro in testa.

Felicity era sveglia di buon ora, le 5 per l’ appunto. Mancava ancora un’ ora all’ aurora e lei non voleva assolutamente perderla! Iniziò a vestirsi e a pettinarsi ascoltando la musica, tanto non c’ era il rischio di svegliare qualcuno. Lei abitava da sola in quella capanna. Una volta aveva un fratello ma dopo aver compiuto 18 anni se ne andò.  Sistemò i capelli rossi e andò a scegliere il suo libro. Decise di leggere “Merlino il destino di un giovane mago” per l’ ennesima volta. Doveva aggiornare la sua libreria. Erano le 5:30 quando salì sul tetto a guardare l’ aurora. In attesa di quest’ ultima, iniziò a leggere.
Era ormai al 26esimo capitolo quando fece uno strano movimento e il suo libro cadde in testa a qualcuno.


Ahi! – gridò qualcuno laggiù. Felicity si sporse a guardare. Non fu affatto sorpresa quando vide il figlio di Nemesis. Ogni mattina andava a correre ai confini del Campo. Perché gli piacesse poi così tanto, per Felicity era un mistero.
Scusa, scusa!- disse la figlia di Eos.  Nathan guardò in alto e vide la giovane figlia dell’ aurora che scendeva le scale per venire a prendere il suo libro.
- Ti chiedo scusa. Ero distratta!- disse lei cercando giustificarsi. – ti sei fatto male?-
- No no. Ehm non preoccuparti. Il tuo libro- gli disse porgendole il libro. – Cosa ci facevi sul tetto?
- Guardavo l’ aurora, no?- disse lei come se fosse ovvio prendendo il suo libro e andò via.
 “Ragazze” pensò Nathan che per parlare con lei aveva perso 10 minuti.

 Decise allora di correre  fino alle stalle e andare a fare una bella galoppata con il suo amato Speedy, il pegaso. Lui amava il suo Speedy, come tutti i pegasi.  “Siamo sicuri che sia figlio di Nemesis?” pensava sempre Nathan.
Era giunto finalmente alle stalle ed ecco che Speedy cominciava a nitrire e a saltare.
- Ehi! Caio bello!- lo salutò cortesemente. Il pegaso nitrì come adire “Perché ieri non sei venuto?”
- Scusami amico! Ho avuto da fare!-
- Questa è bella- disse qualcuno nell’ ombra – Ora parli anche con i pegasi?- completò la frase il giovane James David Shane, figlio del cielo.
- Eh tu che ci fai qui?- chiese Nathan stupito di vedere quell’ impertinente nelle stalle.
- Per il tuo stesso motivo- disse indicando un pegaso nero come la notte – Lui è Fulmine- continuò accarezzandolo e salendo su di esso. Se ne andò volando nel cielo azzurro e lanciando un urlo di gioia che Nathan da laggiù non udì.

James amava il suo Fulmine. Era veloce come i fulmine che scendono sulla terra. Per questo lo aveva chiamato Fulmine. James aveva una certa ossessione per tutto quello che era distruttivo: amava studiare gli tsunami e i cicloni mentre la sua stanza era  tappezzata di fotografie che rappresentavano  pioggia e fulmini. Inoltre aveva anche una strana ossessione per il blu scuro.
Dopo 5 minuti ritornò nella stalla dove non trovò Nathan che sicuramente era andato a correre con il Speedy. Non erano neanche le 8, cosa fare? Decise di andare in armeria per fare un po’ d’ allenamento con il suo Vèlos. Sul polso destro James portava il bracciale che gli aveva regalato Zeus, pensò con disprezzo. L’ unica cosa buna di quel braccialetto era che si trasformava in un’ affilatissima spada  a doppio taglio di bronzo celeste, col quale James, era abilissimo. Per sua sfortuna in armeria trovò quell’ odiosa di Rosemary. Non è che la odiasse. Semplicemente non sopportava il suo parlare di continuo. James l’ aveva inquadrata dal primo giorno che era arrivata al Campo. All’ apparenza timida e riservata, ma bastava averci un po’ di confidenza ed essa si trasformava in una parlantina e nessuno riusciva più a spegnerla.  E poi se vogliamo essere sinceri, ce l’ aveva ancora con lei per la sconfitta della notte scorsa. Decise per ciò di andarsene.

Rosemary non aveva neanche sentito  James. Era talmente immersa nei suoi pensieri da non sentire il resto. Fissava le foto dell’ album con le foto di suo padre e sua nonna. Sua nonna… una vera forza della natura. Aveva guardato tante telenovele insieme a lei e l’ aveva avvelenate innumerevoli volte con il “cibo” che preparava. Non poteva che sorridere pensando a lei e a suo padre. Guardò l’orario. Erano le 8:15.  Avrebbe fatto meglio ad andare nella sua capanna, doveva prepararsi e vestirsi in fretta. Non aveva intenzione di sentire le sue sorelle e fratelli se avessero dovuto aspettarla di nuovo.


Lievemente depressi, o se preferite malinconici, due chiacchiere con un amico o un piacevole cambiamento d’ambiente e vedrete già le cose da un’altra prospettiva. Oh mamma! Oggi devo assolutamente andare a fare colazione e parlare con qualcuno!- disse Cassandra mentre leggeva
 il suo oroscopo.
- Che hai da gridare tanto?- chiese suo fratello.
- L’ oroscopo non prevede niente di buono!- disse Cassandra.
 Suo fratello roteò gli occhi, ormai abituato alle stranezze della sorella.
- Morgan, questa è roba seria! Dovresti consultarlo anche tu, sai!-  disse convinta.
- Si si! Ora andiamo a fare colazione- disse il fratello minore di Cassandra spingendola.


L’ unico che quel giorno non fece colazione fu sicuramente Scott. ma infondo, poteva lasciare un progetto così importante per soli 1000 calorie di cibo?

 

Strano pensare che una giornata iniziata così così, potesse cambiare la sera davanti  al falò. I nostri amici avevano appena passato una delle solite giornate del Campo, tra allenamenti, corse coi pegasi e via dicendo. Erano davvero stremati quando tutti insieme si riunirono  davanti al falò a cantare le solite canzoni del Campo. Antonio Renna aveva appena iniziato a cantare seguito dagli altri suoi fratelli, figlio d’Apollo. Poi successe qualcosa di stranissimo. Allyson Cook, l’ oracolo di Delfi si immobilizzò. Gli occhi si aprirono e ne fuoriuscì dello strano fumo verde. Una profezia. Chirone lo sapeva bene. e in quel momento si soffermò a guardare i ragazzi del Campo e pensò che erano ormai cinquant’ anni che le Parche avevano lasciato i semidei liberi e senza  profezie talmente complicate da sconvolgergli la vita.   Erano passati cinquant’ anni dall’ ultima volta che una persona era morta durante una battaglia, anche se poi era risorto. Erano cinquant’ anni che la pace regnava sovrana al Campo Giove e Mezzosangue. Perché allora le Parche avevano deciso di spezzare quella pace e pronunciare una profezia che avrebbe cambiato la vita di molte persone che erano innocenti ? Perché volevano  mandare tutto così all’aria? Non c’era una vera risposta a tutto ciò. Era così e basta. E nessuno poteva cambiare  quello che orami era “La grande e nuova Profezia”.


Angolo Autrice.
Ehilà!!! Ciao a tutti ragazzi! Chiedo scusa per il finale lasciato in sospeso, in questo capitolo ho approfondito le descrizioni e vi ho svelato che la nuova profezia, sarà una grossa e grande profezia! Spero il capitolo vi abbia soddisfatto anche se non è molto lungo. Fino a sabato non aggiornerò, ci vediamo quindi nelle prossima settimana. Avvertitemi se avete trovato qualcosa che non rispetta il personaggio inviatomi. In questo capitolo è presente Antonio Renna, oc inviatomi da Antonio_Jackson.
Alla prossima.
Unamoresolitario.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


Allyson, aveva uno sguardo folle con quegli occhi che emettevano fumo verde, pensò James. Ma quello che disse fu ancora più inquietante.
6 semidei partiranno,
verso sud andranno.
Il più grande, figlio d’ Efesto sarà.
Guidarli esso saprà.
Il più veloce, figlio di Nemesis sarà.
Portarli sulla giusta via potrà.
La più saggia, figlia di Eos sarà.
Illuminarli con le sue idee potrà.
La più stravagante, figlia di Ade sarà.
L’ umore alto terrà.
La più gentile, figlia di Demetra sarà.
Farli gioire essa dovrà.
Il più importante, sarà il figlio del cielo.
Esso dal cuore gelo sarà
Fermare il risvegliò del Tartaro dovrà
e impedire alla nuova generazione
di rinascere
” Gli occhi di Allyson, divennero di nuovo normali ed essa svenne. Chirone guardava ancora stordito tutti i semidei.
- Che cosa significa?-  gridavano in molti e questo fece risvegliare Chirone.
- Andate tutti a dormire! Tutti! Tranne i capogruppo della casa di Demetra, Eos, Nemesis, Efesto, Zeus e Ade. Tutti gli altri vadano immediatamente nelle loro case!- disse Chirone con una certa urgenza.
Cassandra e Felicity rimasero lì insieme a Chirone, loro infatti erano le capogruppo delle loro case. Felicity abitava da sola, mentre il piccolo Morgan non poteva mica mettersi a prendere scelte importanti. Per questo Cassandra era diventata capogruppo. Si riunirono tutti nella casa grande.
 Il figlio d’ Efesto, Jordan, cominciò a parlare.
- Chirone cosa succede?- disse.
- Non l’ hai ancora capito? È stata pronunciata una nuova profezia!- gli rispose Cassandra.
- Oh grazie dell’ illuminazione!- protestò lui.
- Credo che Chirone stia cercando di parlare- intervenne Felicity mettendo tutti a tacere.
- Grazie! Quella che avete sentito, è sicuramente una Grande Profezia. Una di quelle grosse!- disse in tono grave.
- Chi partirà?- domandò Elsa, una figlia di Nemesis.
- Di sicuro saranno in sei!- disse Chirone e Cassandra si trattenne nel dire “grazie! Non l’ avevamo capito!”
- Iniziamo ad analizzarla!- propose  Alexsandra, la figlia di Demetra.
- Il più grande, figlio d’ Efesto sarà- recitò Joanne, la capogruppo figlia di Zeus. – Chi è il più grande della vostra casa?- chiese.
- Guarda che dice il più grande fra i ragazzi che partiranno!- intervenne Felicity e Joanne si imbarazzò un pochino. – Direi che quello lo vedremo per ultimo. Il più veloce figlio di Nemesis sarà… questo è sicuramente Nathan!
- deva essere il più veloce tra i sei, non tra i figli di Nemesis- disse maliziosa Joanne.
- Non hai considerato il fatto che esso sia il più veloce del Campo!- disse Elsa a cui Joanne non andava tanto a genio.
- Andiamo avanti. La figlia di Eos sono sicuramente io, poi…-
- C’è la stravagante figlia di Ade che sono io-  intervenne Cassandra.
- La figlia di Demetra invece?- chiese Alexsandra che tremava per paura di essere stata scelta.
- Anche quella va lasciata in sospeso.- tagliò corto Felicity.
- James- disse Joanne. Tutti si girarono a guardarla. –è sicuramente lui il figlio del cielo cha ha il cuore gelo! Non avete mai provato a parlargli? Prende in giro tutti e non si fa mai i fatti suoi! È un egoista, scorbutico…-
- Ok basta! Abbiamo capito il messaggio!- disse Elsa stanca di ascoltarla.
- Non dovresti criticarlo se non conosci la sua storia, Joanne!- la ribeccò Chirone ed essa, per la gioia di Elsa, arrossi violentemente.
- Ricapitolando sono: Felicity, Cassandra, James e Nathan. Il ragazzo d’ Efesto è sicuramente Scott. -disse Jordan.
- Scott è quel ragazzo alto con i capelli ricci… quello che sta sempre da solo… insomma la spilungone!- disse Cassandra.
- Si, proprio lui.  Tutti noi della casa di Efesto abbiamo 16 anni massimo come James, Scott invece ne ha 18.- disse Jordan.
- Ci manca solo la figlia di Demetra- disse Alexsandra.
- Quella la conosco io- disse Chirone e tutti si girarono verso di lui. –è Rosemary Greyson. La conosco bene e conosco debolezze e pregi. È lei sicuramente. Ora andate nelle vostre capanne. Non dite niente a nessuno di quello che abbiamo detto. Neanche alle persone interessate. Domani, ci penserò io a chiarire tutto. Buonanotte!
- Buonanotte!- esclamarono tutti  prima di andare dormire.


Appena Cassandra entrò nella casa numero 13, Morgan andò ad abbracciarla.
- Ciao!- disse allegro. Per terra, erano sparse le figurine di un cartone che esso guardava spesso.
- Come mai tutta questa gioia?- chiese Cassandra. In realtà il fratellino l’ accoglieva sempre così  ma a quest’ ora della notte, Cassandra pensava che esso stesse dormendo. Lui scrollò le spalle e andò a risistemare le figurine, infilò il pigiama e andò a letto. Aspettò il momento in cui la sorella più grande andasse a dargli il bacio della buonanotte e poi sprofondò in un sonno profondo. Cassandra invece rimase sveglia. Chirone sembrava turbato quando la profezia venne annunciata. Decise per questo di andare a leggere il suo oroscopo. Quale momento migliore per farlo?

James avrebbe tanto voluto dormire, come stava facendo Connor e Jessie ma proprio non ci riusciva. Voleva sapere quello che Chirone aveva detto alla sua odiatissima sorellastra. L’ unica con cui James avesse un rapporto civile era Jessie. Connor e Joanne invece lo odiavano e l’ odio era contraccambiato. Perciò non sperava in delle spiegazioni. Si stupì nel ricevere un bacio sulla guancia quando quest’ ultima rientrò, credendo che James stesse dormendo. Doveva essere qualcosa di davvero grave e in qualche modo, lui sapeva di essere coinvolto.

Quando Jordan rientrò trovò suo fratello, per la prima volta, steso nel suo letto che dormiva. Di solito o era fuori o aveva la testa poggiata sui suoi progetti.  “Goditi queste ore di sonno” pensò mentre anche lui si infilava nelle coperte.

Felicity non volle pensare a quello che si erano detti nella casa grande. Era tardi. Sapeva che non si sarebbe svegliata per guardare l’ aurora. In preda all’ ansia, decisa di fare la maratona di tutte le sue saghe preferite.

Ad Elsa, Nathan non era mai stato tanto simpatico. Aveva ancora alcune cose di cui vendicarsi.  Quale momento migliore per farlo visto che forse non l’ avrebbe più rivisto? Avrebbe pensato un qualsiasi figlio di Nemesis. Elsa invece si avvicinò, gli accarezzò i capelli lunghi e andò a dormire.

Rosemary non aveva chiuso occhio e quando la sorella rientrò le chiese subito spiegazioni. Ci rimase malissimo quando essa fece finta di non ascoltarla e infilandosi il pigiama e andando a dormire.  Cosa era successo? Rosemary voleva saperlo ma preferì andare a dormire. Infondo Alexsandra avrà avuto i suoi motivi per tacere, no?

 

[*Angolo Autrice*]
Ciao a tutti ragazzi!! Eccomi qui con un altro capitolo! È un tantino corto ma conto sul fatto di aggiornare di nuovo durante la settimana. Cosa ne pensate? Vi piace? Spero proprio di si. So che la profezia fa un po’ schifo, ma non ho molta fantasia con le rime. Sotto richiesta di Sticcio, ecco a voi i prestavolto dei personaggi.
Nathan Haku Owari: Lee Taemin.
Felicity Collins: Holland Roden
Cassandra McHolland: Zuzanna Tarnachi
James David Shane: Matthew Daddario
Rosemary Greyson: Lucy Hale
Scott Banyan: Tyler Posey.

Alla prossima,
unamoresolitario!!

 

 

 


 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 ***


~~- AHO!!! Ti decidi ad alzarti o no?!- disse Elsa, svegliando Nathan, molto delicatamente.
- Che ore sono?- chiese Nathan sonnecchiando.
- Le 7. Stamattina niente corsetta, eh?
- Ah, ah divertente Elsa!- disse Nathan alzandosi, ancora incredulo che fosse così tardi. Andò a vestirsi velocemente e corse via da quella capanna in cui tutti sembravano svitati. Si, Nathan adorava i suoi fratelli! In compenso aveva un buon rapporto con la madre. “Sono proprio strano” pensò tra sé e sé mentre faceva quattro passi sorridendo.

“Ma che fa? Ride solo?” pensò il figlio di Zeus mentre  Nathan passava da quelle parti.
- Strano il ragazzo, eh?- chiese Cassandra facendo sussultare James, che se ne stava all’ ombra.
- Eh che cavolo! Non puoi avvisare prima di spuntare così da dietro gli alberi!-disse furibondo.
- Oh, scusa! La prossima volta mi metto un campanello e poi esco dal luogo in cui mi reco sempre per leggere Death Note!- disse la figlia di Ade tutt’ ad un fiato e si guadagnò uno sguardo spaventato dal povero James.
- Ok, tu sei andata amica! Io andrei- disse il ragazzo andandosene.

Rosemary era super concentrata. Aveva davanti a se quello che una volta era un astuccio, ora era solo una mela. Doveva riuscirci. Non poteva non riuscirci.  Doveva ritrasformare assolutamente la mela in un astuccio. Doveva riuscirci. Doveva…. Eh allora, perché non ci riusciva?. Sentì dei passi e velocemente si diede alla fuga. Nessuno doveva sapere. Nessuno. Prima di andarsene, vide il figlio di Zeus che correva spensierato con il suo stallone nero come la notte. Per la prima volta, Rosemary lo vide sorridere e non poté fare a meno che ridere anche lei. Perché quel ragazzo non sorrideva mai? Lo avrebbe scoperto. Lo promise a se stessa. In quel momento si guardò la mano in cui c’era il suo solito astuccio rosa.

Per la prima volta nella sua vita, Scott cacciò via quella testa dal bunker nove.  Aveva ragionato, scritto e letto fino a tardi la notte precedente. Non aveva intenzione di chiudersi di nuovo là dentro, ora che aveva finito di lavorare alla sua nuova spada. Avrebbe fatto un figurone, ne era certo.

Felicity non era riuscita a guardare l’ aurora, come previsto. Si era addormentata mentre leggeva e si era svegliato di soprassalto. Aveva completamente dimenticato la Profezia fin quando qualcuno non bussò alla porta. Andò ad aprire la porta con i capelli  scompigliati e i vestiti stropicciati.
- Ciao! Chirone vuole parlarci. Tutti noi della Profezia.- disse Cassandra e dopo averla guardata disse – Forse dovresti cambiarti e magari pettinarti i capelli. Ciao, ciao!- completò la frase. Forse qualcuno si sarebbe anche offeso, ma ormai tutti erano abituati ai commenti di Cassandra.

Chirone avrebbe voluto tanto che quei poveri ragazzi avessero potuto vivere ed essere lasciati in pace. Ma era inutile rimandare il problema, prima o poi i 6 ragazzi avrebbero dovuto affrontare quello che ormai era “La Grande Nuova Profezia”. I suoi pensieri furono interrotti da Cassandra seguita da tutti gli altri ragazzi. Dai loro occhi si capiva che volevano sapere cosa stava succedendo.
- Allora, accomodatevi!- disse Chirone invitando i ragazzi a sedersi davanti al tavolo da ping-pong. Tutti si sedettero. Nessuno guardava in faccia nessuno. Si vedeva che quei ragazzi non erano amici. Veramente un buon inizio…
- Tutti avete senz’ altro sentito la profezia pronunciata dall’ oracolo di Delfi. Allyson, appunto – i ragazzi annuirono –Felicity, ti chiedo di recitarla di nuovo.-
6 semidei partiranno,
verso sud andranno.
Il più grande, figlio d’ Efesto sarà.
Guidarli esso saprà.
Il più veloce, figlio di Nemesis sarà.
Portarli sulla giusta via potrà.
La più saggia, figlia di Eos sarà.
Illuminarli con le sue idee potrà.
La più stravagante, figlia di Ade sarà.
L’ umore alto terrà.
La più gentile, figlia di Demetra sarà.
Farli gioire essa dovrà.
Il più importante, sarà il figlio del cielo.
Esso dal cuore gelo sarà
Fermare il risvegliò del Tartaro dovrà
e impedire alla nuova generazione
di rinascere- concluse Felicity.
- Eh noi cosa c’ entria…- Nathan si fermò di colpo capendo cosa legava lui e gli altri a quella stupida Profezia.
- Noi 6? Dovremo partire?- chiese ancora Scott. Chirone, annuì. Quello che sembrava più sconvolto era James. Lui? Il più importante? Anche Rosemary lo guardava capendo cosa pensava.
- Quando?- chiese semplicemente mettendo la parola fine ai suoi pensieri.
- Il più presto possibile.-
- Chirone… chi è la nuova generazione?- chiese Felicity. Chirone guardò i volti dei suoi ragazzi. Fece un respiro profondo e iniziò a raccontare.
- C’è una terza guerra di cui n’ è i libri e n’è gli dei stessi parlano. La guerra contro Tartaro e la nuova generazione. Durante gli anni, Medusa, Chimera, Lamia, Mida e tutti gli altri mostri, ebbero altri figli. Figli creati dall’unione di nuovi amori. Loro, sono stati esiliati nel Tartaro dove essi si sono riuniti, sotto protezione dello stesso tartaro per rinascere e creare scompiglio tra gli dei. Questo successe verso gli anni del Medioevo è per questo che vengono chiamati gli anni bui. Gli dei, uscirono vincitori da questo scontro e i figli della nuova generazione rinchiusi di nuovo. In qualche modo, ora sono usciti e secondo me, grazie all’ aiuto di Tartaro.- restarono qualche minuto in silenzio poi Cassandra chiese:
- Come facciamo a sconfiggere loro e Tartaro?-
- Gli dei, per sbarazzarsi di loro, hanno fuso i loro poteri in un’ unica arma. L’ Harmony. Una volta utilizzata venne spezzata in 3 e gettata nei tre regni degli dei: cielo, mare e terra.
- Se una parte è nascosta in cielo, sarà sull’ olimpo, giusto?- chiese Felicity e Chirone annuì.
- Quindi la prima parte è facile- disse Nathan.
- Per prenderla, dovrete sicuramente affrontare delle prove, ma niente in confronto a quello che affronterete quando sarete vicino a Tartaro.- disse Chirone, sempre molto allegramente. – Vi consiglio di preparare le vostre cose. Domani partirete verso l’ olimpo e vi farete dare delle informazioni sulle prossime tappe e poi andrete a sud, dove si trova Taratro.
E su queste note allegre, i ragazzi lasciarono la Casa Grande in attesa del domani.


Angolo Autrice
Salve ragazzi! Il capitolo l’ ho appena finito di scrivere e siccome è sera, ci saranno molti errori.  Sono stanca morta. Ci vediamo (spero) domenica!
Alla prossima,
unamoresolitario!

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***


- Cosa dici Atena?- tuonò il signore dei cielo contro sua figlia.

- Ti dico che è l’ unico modo padre!- esclamò lei indignata.
- Effettivamente non ha tutti i torti- disse Era guardando disgustata la propria figliastra.
- Lo credo anch’ io padre- disse Artemide. Se lei era d’ accordo il gioco era fatto.
- Padre ascoltami. Sono convinta che se uniamo in nostri poteri in un’ unica arma riusciremo a sconfiggere Tartaro!- disse Atena.
- E se qualcuno la trovasse- chiese Ade contrario a quello che Atena aveva appena detto.
- Dopo averla usata, la spezzeremo in tre pezzi e li nasconderemo. La chiameremo Harmony-
- NO NOOO! Così NO!!!-

I sei ragazzi si svegliarono ad un tratto. Avevano fatto un sogno terribile. Si ripromisero che domani avrebbero chiesto a Chirone quello che significava.

Rosemary si svegliò quando i raggi del sole entravano nella sua capanna. Per un attimo aveva scordato tutto. Il fatto di doveva partire per una missione. Ricordò tutto quando vide lo zainetto che l’ altra sera aveva iniziato a riempire di tutto il necessario. Si alzò e andò a sistemare i suoi capelli che legò in una semplice coda. Lavò i denti e la faccia e andò a cambiarsi. Indossò i pantaloncini, la maglia arancione del Campo  e le scarpe da ginnastica nere. Cercando di non svegliare le sue sorelle e fratelli, preparò le sue cose. All’ improvviso pensò a una cosa “Riuscirò a nascondere il mio segreto?”. Poi però ci ripensò e disse “non ci devo pensare!!” . corse fuori e andò a cercare Chirone.

Quella mattina Felicity non era andata a vedere l’ aurora. Infatti era super nervosissima. Ma il sogno l’ aveva turbata troppo. Stava consultando tutti i libri di storia che conosceva ma non c’era scritto niente di niente.
- BASTA!!!- urlò stanca di cercare. Chiuse di botto il libro e andò a farsi una treccia.si lavò faccia e denti e si cambiò indossando dei semplici jeans e la maglia arancione del campo. Poi corse via. Voleva sapere quello che succedeva.

Cassandra era molto turbata. L’ oroscopo non diceva niente di buono e il sogno l’ aveva messa in allerta. Non voleva però, dare pensieri al piccolo Morgan. Aveva solo 9 anni ed era già stato coinvolto in un mondo troppo grande per lui. Per la prima volta dopo tempo, ritornò a guardare il suo ciondolo a forma di quadrifoglio.  Glielo aveva regalato sua madre. Sorrise nel ricordare il bellissimo viso di sua madre. Forse per questo ci teneva così tanto a Morgan. Anche lui ha 9 anni… come lei… il giorno del…. NO! Non doveva ricordare. Non doveva soffrire. Si alzò dalla scrivania. Chirone lo avrebbe aiutata a capire cosa significato il suo sogno.

James si svegliò e velocemente andò a cambiarsi velocemente, lavarsi e pettinarsi quei capelli ribelli. Mentre si guardava allo specchio osservava la cicatrice al sopracciglio destro che non si notava molto. Se l’ aveva procurata per colpa di suo padre. Era finito anche in questa missione per colpa sua. L’ unica cosa buona era stata la spada che gli aveva donato. Vèlos. All’ improvviso si ricordò il suo sogno e si precipitò fuori dalla capanna per andare a parlare con Chirone.

Dovevano partire. Era per questo che Scott aveva messo appunto qualcosina prima di precipitarsi fuori. Voleva sapere cosa significava quel sogno. Doveva scoprirlo.
Nathan era uscito per la sua solita corsetta. Doveva un po’ sfogarsi e dare spazio ai suoi pensieri senza i matti dei suoi fratelli litigassero. Era appena arrivato ai confini del campo e si stava dirigendo alla Casa Grande. Si stupì molto quando vide gli altri della Profezia sulla porta della Casa che stavano entrando.

Erano dentro e Chirone si preoccupò un po’ quando li vide tutti là. Chiese, infatti:
- Cosa è successo?-
I sei ragazzi si guardarono per qualche secondo. Capirono che era lo stesso e identico motivo.
- Abbiamo fatto un sogno- disse Nathan.
- Che tipo di sogno?- chiese Chirone ormai preoccupatissimo.
- C’era Zeus insieme agli altri dei…- cominciò Cassandra.
- Stavano decidendo se costruire l’ arma oppure no…- continuò Rosemary.
- E quando tutti acconsentirono, Zeus gridò che non voleva chiamare l’ arma Harmony- terminò Scott.
- Volete sapere chi sia Harmony?- chiese Chirone e tutti annuirono.
- Harmony era una figlia di Gea e di Zeus. Era sempre stata dalla parte di Zeus e per esso fu un duro colpo quando si schiarò dalla parte del nemico. Zeus fu costretto ad ucciderla ma essa era sotto un incantesimo e quando Gea glielo disse lui non folle crederle per orgoglio.-
- Orgoglio…- sussurrò il figlio di Zeus e Nathan lo sentì, ma non disse niente.
- Ora andate a fare colazione. Pomeriggio dovete pertire. Buon appetito- disse Chirone prima di suonare la conchiglia.


Angolo Autrice
Non mi uccidete solo perché il capitolo è corto!! In questo piccolo capitolo ha solo voluto spiegare il perché di Harmony. Il prossimo, sarà una seconda parte quindi anche esso un po’ corto e poi ricominceranno quelli belli lunghi! Detto questo,
alla prossima,
unamoresolitario!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 ***


I sei ragazzi stavano facendo colazione. Tutti avevano notato lo sguardo perso nel vuoto che avevano quest’ ultimi. Avevano anche cercato di spronarli un po’ ma… è difficile essere attivi quando sai che stai per andare incontro a qualcosa che neanche conosci!

Nathan sembrava l’ unico che era riuscito a trovare il sorriso guardando quello che aveva nel piatto. “Cialde… GNAM, GNAM!!” pensava nella sua mente. Si stava praticamente abbuffando con tutta quella roba.
- Ti verrà un’ indigestione!- gli disse Allyson, una delle sue sorella.
- Sono anni che mi abbuffo è non mi è ancora successo niente!- disse alla sorella continuando. Lei roteò gli occhi e continuò a mangiare quello che aveva nel piatto.
- Quando dovete partire?- chiese.
- Oggi pomeriggio- gli rispose.
- E come avete intenzione di andarci? A piedi?- disse Allyson e quella fu la prima volta che Nathan poggiò la cialda senza averla terminata. –non lo so- disse quasi sussurrando. Poi gli venne in mente qual cos’ altro.
- Le valigie!- esclamò correndo verso la capanna di Nemesis che era completamente vuota. Afferrò il borsone e cominciò ad inserire  gli indumenti. Mise anche qualche lente a contatto, in caso fosse successo qualcosa agli occhiali, e qualche piccolo coltellino, non si sa mai nella vita! Sulla sua scrivania c’ era inoltre il suo album da disegno. Lui amava dipingere, disegnare e giocare con i colori. Effettivamente era qualche giorno che non disegnava e allora… perché non portarsi l’ album dietro? Prima, però, lo sfogliò un po’. C’ erano: le nature morte, il suo cavallo Speedy, il ritratto delle zie e anche uno di suo padre. Nathan guardò per un po’ il ritratto per poi strapparlo. Aveva chiuso ogni rapporto con esso, non voleva più che ci fosse qualche traccia di lui. Pensando alle cose negative, gli venne in mente quello che aveva  detto James. In quel momento  gli era successo di nuovo… aveva letto i suoi sentimenti. Ne aveva avvertito rabbia e solitudine. Non doveva farlo, era una cosa in giusta, ma cosa ci colpava lui se era un figlio di Nemesis?


Felicity, dopo aver mangiato velocemente, era andata nella sua capanna. Aveva chiesto il permesso di chiamare una persona a lei molto molto cara.
- Pronto?-
-  Ciao! Sono io Fe…-
- CIAO FELI!!! ma, insomma! Mi chiami dopo un mesa d’ assenza!- disse l’ amica con un tono scherzoso.
- Scusa Abigale. Sai che non è permesso usare il telefono in questa scuola.- disse Felicity cercando di mentire all’ amica.
- Lo so lo so! Ma non lo ritengo giusto!!-
- A chi lo dici!-
- Ma dimmi… hai adocchiato qualche ragazzo?- chiese Abigale.
- No-
- Ma non ce n’ era uno… quello giapponese?-
- Nathan?!! No!! Ho semplicemente detto che mi piace batterlo con l’ arco!- disse Felicity che aveva raccontato all’ amica di Nathan.
- Praticate arco??!- chiese stupita Abigale
- SI! E tu invece? Ragazzi?-
- Si… il secchione e cocco del prof mi insegue praticamente ovunque!!- esclamò Abigale.
- Si è innamorato di te?- chiese un po’ con malizia Felicity
- SI! Non so come liberarmene!- alle parole di Abigale, la figlia di Eos rise. Amava parlare con la sua amica anche se solo quella rare volte.
- Abby io ti lascio!-
- NO! Non così presto!- disse l’ amica che non sapeva i rischi che correva Felicity con solo 2 minuti in più di conversazione.
- Mi dispiace amica! Ma rischio l’ espulsione! Ci vediamo!-
- Ciao!- disse Abigale un po’ triste.
Quella conversazione aveva fatto molto bene a Felicity. Gli mancava Abby e i suoi amici… ma più di tutti, suo padre al quale scrisse solo una lettera aggiungendo uno di quegli adesivi che collezionava da anni.


Scott stava preparando le sue valigie quando, mentre riordinava, trovò nei suoi vecchi cassetti uno dei tanti disegni della madre. Lei era una meccanica e amava inventare, scrivere e studiare. Avevano passato così tante giornate insieme…
- Ehi Scott- lo chiamò il fratello.
- Dimmi!- disse distrattamente mentre metteva a posto il disegno della mamma.
- Abbiamo un piccolo problemino con…-
- Non dirmelo!-
- Si è rotta la centrale di comando- esclamarono tutti e due in coro. –Arrivo!- disse Scott.
Mentre il fratello usciva si soffermò a guardare alcuni progetti di Scott.
- Partite con questo?- chiese indicandogli un foglietto. – Mitico!-
- Hai visto che bomba fratello! Visto che non abbiamo altri mezzi…
- Approfittatore!-
- A me piace definirmi “ Gentil’ uomo.”- disse Scott prima di uscire.


Esattamente 4 anni fa, James era arrivato al Campo Mezzosangue e si era procurato quell’ orribile e minuscola cicatrice al sopracciglio destro per affrontare un lestrigone.  In quel momento lui si chiese “Se un lestrigone mi ha fatto a pezzi, cosa mi succederà quando combatterò con dei mostri di cui non conosco nemmeno il nome?”. No. Lui non doveva crollare. Non poteva togliere la maschera che si era costruito in ben 11 anni solo per una stupida missione. Non poteva mostrarsi debole. Non poteva. Si guardò allo specchio. Ecco riaffiorare il suo sorriso sarcastico che tutti odiavano. Tutti, ma non lui. Nessuno poteva immaginare quanti anni ci fossero voluti per creare quella maschera.  “riprenditi scemo!” si rimproverò da solo. Tirò un sospiro e andò via. Via da Fulmine.

Rosemary si trovava proprio nelle stalle. A volte anche lei aveva bisogno dei suoi spazi. Aveva bisogno di qualcuno con il quale parlare che però non la capisse. I pegasi erano perfetti, no? Aveva dato i nomi più stravaganti ad alcuni di essi; Penelope, Nimue, Coco e Macchia. Macchia era la sua preferita. Aveva un pelo di un bel color caramello con strane macchie bianche e una criniera sempre lucente.
- Come stai piccola? Ti ho portato le zollette di zucchero!- disse a Macchia. Il cavallo nitrì felice. Dall’ altro lato sentì qualcun’ altro con uno strano appetito. Uno stallone completamente nero tranne che per gli occhi. Le iridi erano blue scure.
- Ma che bello che sei! Ne vuoi un po’?- domandò e ed esso nutrì come a dire “Che lo chiedi a fare?”. Rosemary si avvicinò e le porse qualche zolla accarezzandolo.
- Hai già un nome?-
- Certo!- disse una voce che Rosemary conosceva. –si chiama fulmine!- disse il figlio di Zeus. Rosemary non disse nulla e continuò a dare qualche zolla al cavallo.
- Che ci fai qui?-
- Ho dato delle zolle a Macchia- gli rispose ancore distratta nel fissare il cavallo.
- Quell’ ammasso di pelo?- indicò Macchia mettendosi a ridere. Rosemary non gli diede retta e annuì tranquillamente.
- Mi dispiace ma le zolle sono finite. Quando torniamo te ne darò ancora.- disse Rosemary ancora intenda a parlare con Fulmine, di cui tanta bellezza, l’ avevano colpita.
- Ora posso avere il io Fulmine?- domando scocciato James.
- Gli animali non sono di nessuno! Vieni Macchia, ti ripulisco un po’ la stalla-
- La puliranno poi le arpie!-
- Macchia è mia amica e me ne occupo io!- disse fieramente Rosemary prima che James se ne andasse.


Cassandra non fece colazione e non volle incontrare nessuno! L’ unica eccezione era per suo fratello. Era l’ ultimo giorno che passava con lui. Se lo avrebbe goduto e non lo avrebbe di certo sprecato.
- Ho vinto  io!- tuonò la voce squillante di Morgan.
- Hai sicuramente imbrogliato!- gli disse la sorella un po’ umiliata dalla sconfitta.
- Come dici tu. Ma sta di fatto… CHE HO VINTO IO!!!- disse soddisfatto il fratellino. – Quando parti?- chiese in un sussurro.
- Pomeriggio- disse Cassandra mentre mischiava le carte.
- Devi proprio. Io voglio che tu resti qui con me! Non voglio che succeda come quel nostro fratello.-
Cassandra sorrise davanti a quelle parole.
- A me non succederà quello che è successo ai Di Angelo, lo prometto. Tu non mi perderai e io non perderò te!- gli promise la sorella più grande.
- Sei la migliore, Cassie!- gli disse Morgan prima di stamparle un bacio sulla guancia.


Verso le 17:00 tutti i ragazzi erano fuori dalla Casa Grande che aspettavano Chirone e Scott. Erano tutti insieme ma nessuno si guardava o si parlava, grandi amici davvero! All’ improvviso Scott arrivò da loro insieme a Chirone.
- Ragazzi abbiamo trovato il passaggio- disse indicando un Camper piccolissimo.
- E come ci entriamo tutti?- chiese Cassandra.
- Entrate dentro, semidei di poca fede!- disse Scott.
Quando vi entrarono, notarono che la stanza era praticamente più grande della capanna di Zeus e Poseidone messe assieme, due stanze, le camere da letto. C’ erano due bagni e una mini cucina. E poi una strana zona piena d’ aggeggi che solo Scott sarebbe mai riuscito a capire.
- Com’è possibile?- chiese Felicity.
- Bè… è tutta tecnologia questa qui!! Non credo ci capiresti molto.-
- Non dovevamo partire?- disse Nathan guardando torvo Scott che non se ne accorse.
- Si. Mettete i borsoni nelle vostre stanze, destra per le femmine e sinistra per i maschi, e poi.. bo, fate ciò che volete.-
- A questo punto io vi lascio semidei. Buona fortuna eroi!- disse Chirone andandosene.
- E che gli dei ce l’ ha mandino buona!- disse Scott prima di azionare i motori.




Angolo Autrice.
Ciao!!! Ha postato un po’ in anticipo perché non avevo compiti. Vi è piaciuto il capitolo? Ho cercato di farlo più lungo possibile. Ho cercato di mettere un po’ in evidenza la rivalità fra Scott e Nathan, giusto un accenno. Un po’ di rivalità ci sta, no? Vi ho anche accennato ad alcuni poteri di Nathan. Per chi l’ avesse scordato esso porta gli occhiali, l’ avevo accennato nel primo capitolo e non ne ho più parlato. Rileggendo le schede degli oc, mi sono accorta di Abigale, amica di Felicity, di cui ho voluto accennare. Che volevo dire più? Buuuu, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 7 ***


~~
- Hai degli occhi bellissimi- disse il giovane dagli occhi grigio luna e capelli biondi ossigenati.
- Come mai tutti questi complimenti Aaron?- chiese una fanciulla dagli occhi viola e sfumature grigiastre.
- Perché ti amo, Harmony!- disse il giovane Aaron stringendo Harmony accanto a sé.
- Anche io, Aaron- disse prima di stampargli un bacio sulle lebbra. Poi una risata. Una risata malvagia e crudele.
- Cosa succede?!- gridò Aaron mentre un forte vento si alzava dagli alberi.
- Non né ho idea.- poi gli occhi di Harmony cominciarono a diventare rosso. Un rosso fuoco. Rosso come il sangue.
- Harmony! Harmony HARMONY!!!- ruggì Aaron.

Un grido si sentì venire dalla stanza delle  ragazze. Rosemary aveva lanciato un urlo. Cassandra e Felicity si erano svegliate di colpo sentendo le urla di Rosemary. I ragazzi si precipitarono nella stanza delle ragazze. Scott si era piombato nella stanza con le ciabatte e il capello da notte.
- Che cosa è successo?- chiese. Prima di Rispondere, Rosemary lo guardò.
- Come sei conciato?- chiese notando il cappellino e la maschera da notte.
- Nathan vuole tenere una luce accesa mentre il signorino lì mentre dorme e russa, crea una leggera pioggierellina che fa a finire sulla mia testa!!- esclamò  indicando i due coincquilini.
- Non ci vedo!- disse Nathan che non aveva gli occhiali.
- E come ci sei arrivato qui?!- gli chiese Cassandra.
- Scott mi ha trascinato!- disse urlando furioso. Felicity rise.
- Vado a prenderti gli occhiali!- disse mentre si allontanava tenendo per mano Nathan che rischiava di andare a sbattere.
- Perché hai urlato?- chiese James.
Rosemary gli raccontò quello che aveva sognato. Descrisse  gli occhi rossi di quella ragazza che prima erano di un bellissimo color viola-grigio. Descrisse la disperazione di Aaron nel vedere Harmony  in trance. Lo descrisse talemente bene che a Cassandra vennero i brividi.
- Davvero un bellissimo sogno!!- disse ironicamente. James sbadigliò mentre Felicity tornava con Nathan che aveva gli occhiali.
- Sono le cinque! Non possiamo parlarne più tardi?- chiese James.
- LE 5!!! Sono in ritardo!!!!- esclamò Felicity come una pazza.
- Che ti è successo?- chiese Scott quasi intimorito della rossa.
- Tra mezz’ ora, c’è l’ aurora!!- disse cacciando i ragazzi fuori. Girava come una pazza alla ricerca di qualcosa da mettere e afferrò la prima cosa che gli capitò. Non si era portata i libri ma non poteva perdersi l’ aurora. Mentre usciva Cassandra e Rosemary si guardarono. Sorrisero, si stavano sbellicando.
- E con questo, gente, inauguriamo il Trio delle Sfigate!- disse Cassandra mentre si alzava.


La mattina, quando tutti si riunirono davanti al tavolo della cucina, parlarono del sogno, mentre consumavano la colazione.
- Racconta di nuovo il sogno per favore.- disse Felicity.  Rosemary raccontò di nuovo soffermandosi di più sui dettagli.  Quello che essa raccontò fece venire i brividi a tutti.
- Ricordami di non farmi raccontare mai più un sogno da te!- disse Cassandra che nonostante aveva già sentito il racconto, ne fu scossa di nuovo.
- Siccome non dice gran che, consiglierei di non scerverllarci. Siamo praticamente davanti l’ Empire State Building, chiederemo agli dei.- disse Scott.
- Oh ma che genio! Così mio padre ci folgora prima di dire Harmony!- disse James. -Io dico che è meglio farci i fatti nostri. Tanto questo non sarà il primo sogno. Piano piano ricomporremo il puzzle.
- Mi sembra la cosa più sensata!- acconsentì Felicity.


Qualche oretta dopo, i 6 erano davanti l’ Empire State Building.  Entrarono nella home dove c’ era uno strano uomo.
- 600° piano!- disse Cassandra. Il tizio alzò la testa. Lì squadrò  disgustato e disse:
- Non c’è nessun 600° piano! Ora smammate semidei.- disse. Poi si accorse di essersi tradito da solo. –Prendete l’ ascensore!- disse con molta delicatezza, la stessa di un toro in una stanza con bicchieri di vetro.
Entrarono nell’ ascensore.- simpatico il tizio. Voi non trovate?- disse ironicamente Scott. Cassandra lo guardò male. Gli aveva rubato la battuta!


Quando si trovarono davanti alla sala, James aveva lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva intenzione di incontrare suo padre.  Come avrebbe reagito Zeus guardando suo figlio. Istintivamente si toccò la cicatrice che aveva sul volto. Le porte dell’ olimpo si aprirono. Dodici Dei, erano seduti sui loro possenti troni. In confronto, James si sentiva una formica. Ed eccolo lì. Suo padre che si ereggeva possente sul suo trono. Aveva i capelli neri e gli occhi blu tempestosi come i suoi. La somiglianza finiva lì. James non aveva quella sicurezza in volto e di certo non aveva i lineamenti del padre, quelli erano tutti di sua madre. I sei si avvicinarono.
- Eroi! Chirone mi ha avvisato del vostro arrivo -esclamò Zeus impassibile. – Mi ha anche avvertito del motivo della vostra visita. Per motivi di sicurezza, abbiamo spostato l’ Harmony in un’ altro posto.- si fermò.
- Divino Zeus, dove si trova esattamente?- chiese gentilmente la dolce Rosemary.
- Vicino le cascate del Niagara. L’ abbiamo spostata lì quando l’ olimpo è stato attaccato. Vi aspettano delle prove ragazzi.
- Che tipo di prove, signore- chiese Felicity.
- Mi dispiace figlia di Eos, ma non posso rispondere a questo. Dovete sperimentare e conoscere da soli le varie prove.  Lasciatevi dire, che non sarà semplice! Tartaro  vi avrà mandato i suoi messaggeri più fidati. Anche loro sono sulle vostre tracce.-
- Padre! Forse dovremmo dargli una mano!- disse Atena.
- E come Atena?- gli chiese. I due si guardarono ed ebbero una discussione muta, vinse Zeus.
- Non posso darvi le informazione che Atena richiede  ma posso comunque chiedere a Poseidone di darvi qualcosa per prosciugare l’ acqua del Niagara.- disse Zeus.
“Immagino che anche questo si per orgoglio” pensò  James e Nathan sentì di nuovo i suoi pensieri.
- Certamente fratello!- disse Poseidone che creò con le mani delle piccole sfere.- Conterranno l’acqua solo per tre ore! Né un minuto in più né uno in meno, siate puntuali!- raccomandò Poseidone. Le sfere caddero sulle mani di Nathan e Cassandra.
- Grazie Divino Poseidone!- disse Cassandra.
- Vi avverto! La strada non è poi così tanto lunga vorrà comunque tanto tempo! I mostri che vi invieranno alle calcagna saranno tanti, a dire basta! Detto questo potete andare. Ci vediamo Eroi!- disse Zeus. I 6 si inchinarono e uscirono dalla sala, ammirando tutte le statue che sembravano essere nuove. Erano firmate con “Annabeth Chase”.
- Simpatici gli dei eh?- disse Cassandra guadagnandosi uno sguardo atroce dai compagni. –scherzavo!- disse come se fosse ovvio.


- Allora… da quando sapete di essere semidei?- disse Rosemary cercando di creare un rapporto con gli altri. Avevano deciso di ordinare da mangiare ad un McDonald’s ma erano andati a consumare il cibo nel camper, non potevano rischiare di essere  attaccati.
- NO NO NO NO!!!- disse Cassandra attirando l’ attenzione degli altri. –Sistema quelle posate immediatamente!- disse a Scott indicando le posate incrociate.
- Perché?- chiese con una strana espressione.
- Odio. Le. Posate. Incrociate. Ti è più chiaro adesso?- disse Cassandra.
- Uff come sei superstiziosa!- gli disse Nathan.
- Ehi, tu hai idea di quando gli oroscopi ci azzecchino sulla previsione del futuro!-
- Oh ma per favore! Hanno ragione perché tu plasmi la tua vita in modo che l’ abbiano!- disse Felicity.
- Ehm ragazzi…- cercò di intervenire Rosemary.
- Oh, oh, oh. Non puoi mica venirmi a fare lezioni di vita essendo che la tua è così monotona!- le disse.
- Forse stiamo un po’ esagerando- cercò di dire Nathan. Le due ragazze si girarono e lo guardarono con aria feroce.
- TU STANNE FUORI!!!- urlarono. Nathan si ritirò con leggera paura.
- Senti chi parla! L’ unica cosa che sai fare è rimanere chiusa con tuo fratello o semplicemente leggere vicino all’ albero cavo!- le disse Felicity.
- Uno, Morgan lo lasci stare, secondo non ti permetto di..-
- L’ HA SMETTETE!!!- urlò Rosemary rossa in viso. –COSì NON RIUSCIREMO AD AVERE UN RAPPORTO SOCIALE!!- URLò ANCORA. Stavano per ribattere ma Rosemary le guardò torve e se ne andarono senza aver finito.
- Come mi piacerebbe far zittire Joanne in questo modo!- disse James che non aveva mostrato interesse fino ad allora. Rosemary sembrò tornare in se stessa, di solito non si metteva ad urlare in quel modo.
- Oh cielo!! Sarà meglio andare a chiedere scusa, non voglio trovare strani esseri nel mio letto.- disse Rosemary sconvolta. I tre ragazzi si guardarono.
- Noi tre stiamo in silenzio ed evitiamo di fare belle figure come loro, ok?- disse Nathan e gli altri annuirono.
- Voi due fate quel che volete. Io vado ad invertire la rotta.- disse prima di andarsene.


Angolo Autrice.
Ciao! Premetto che non avevo il correttore automatico e sicuramente gli errori ce n’è saranno a milioni!! Allora, il capitolo vi è piaciuto? Si, sono abbastanza soddisfatta del risultato. Inizialmente volevo chiudere la questione Harmony ma poi mi sono venute alcune idee… Non vi spoilero  niente!
Alla prossima,
unamoresolitario!!

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 8 ***


È incredibile quando un viaggio di pochissime ore, 6 per la precisione, abbia tenuto occupati i nostri amici già un giorno. 

Cassandra e Felicity  ancora si tenevano il muso, Nathan le guardava impaurito, Scott si sbellicava dalle risate e James e Rosemary si facevano i fatti loro. James, spesso e volentieri, stava da solo e pensava alla missione, in cui lui avrebbe avuto un ruolo più che importante. Ancora no si era capacitato di questo enorme peso che doveva portare alle spalle. Il problema era uno. Non poteva parlarne con nessuno. O meglio non voleva. Non poteva aprirsi con la gente. La gente non ti vuole bene, riesce solo a farti soffrire… e lui lo sapeva bene.

Anche Nathan dal canto suo, era preoccupato per i suoi poteri. Non riusciva bene a controllarli. Leggeva le emozioni degli altri e non gli sembrava giusto. Tutti avevano diritto alla privacy e lui non era nessuno per invadere i loro momenti si riflessione. Purtroppo a quando sembrava, James non aveva questo diritto, visto che la sua mente aveva deciso di  leggere le sue emozioni dal primo giorno in cui si erano incontrati. Nathan aveva ricomposto quasi tutti i pezzi del puzzle, ma qualcosa mancava. Cosa doveva fare, parlare o tacere?
- Boom!!!- gli urlò Cassandra facendolo sussultare.
- MA CHE CAVOLO TI SALTA IN MENTE!!!- gli urlò.
- Era uno scherzo Nath!! –
- Nath??!!-
- È un diminutivo del tuo nome. Nathan, Nath. Nath, Nathan. Capisci, né?-
- Guarda che non parlo più in quel modo!- i primi anni che era arrivato al campo, Nathan iniziava o finiva ogni frase con il né. Ora questo orribile vizio se l’ era tolto.
- Anyway!-  disse Cassandra accomodandosi al tavolo della cucina dove Nathan era seduto. –siccome le perle, Poseidone le ha date a noi, saremo io e te a recuperare la prima parte dell’ Harmony. Giusto?- chiese. “come se io conoscessi la risposta” pensò Nathan
- Bè… credo di sì.-
- Non ti vado tanto a genio, eh?- disse con un tono di voce più che normale.
- No.. cioè no nel senso che non mi vai a genio, nel senso che mi vai a genio… cioè sei simpatica ma sei anche parecchio, parecchio strana!- gli disse Nathan tutt’ ad un fiato.
- Effettivamente si… ma pensa se tutti fossero uguali, non ci sarebbe gusto nel conoscere meglio l’ altro no?- disse lei come se fosse normale.
- Già- gli rispose Nathan.

Felicity leggeva nella sua stanza un libro che parlava della mitologia greca. Non sarebbe stato utile, ma era meglio questo che non far nulla.

Quelle prime tre ore passarono più o meno così. Poi Scott fece una delle sue mitiche annotazioni.
- Ehm… ragazzi?-chiese cercando si non sembrare troppo sbadato –Ecco… come posso dire… non ho preso la borsa con il cibo e le provviste.
- COSA???!!- esclamarono tutti alzando la testa.
- Ecco per la fretta di partire ho scordato di mettere su la borsa con tutto il cibo e l’ acqua. Ma tranquilli, come sapete il campo da qualcosina a chi parte per queste missioni e bè, ho trovato un supermarket.
- Perfetto! Allora scendiamo. Ti aiuto, così finiamo prima- intervenne Rosemary.
- Vengo anch’ io. E più comodo un aiuto in più, no?- disse Felicity.
- Ok. Let’s go!!!- annunciò felicemente Scott.

 

Mezz’ ora più tardi stavano facendo la fila al supermercato. Avevano acquistato di tutto: pane, insalata, pasta, pizza surgelata e Rosemary si era anche concessa il lusso di comprare un po’ di cialde per Nathan, che molto probabilmente soffriva per la mancanza di esse. Davanti a loro c’ erano ancora tre persone che non avevano fatto una grande spesa. La cassiera era davvero una donna strana. Aveva i capelli biondo scuro e portava degli occhiali scuri che non facevano vedere di che colore fossero gli occhi. La pelle era pallida. Scott vennero i brividi quando la vide. Davanti a loro ora c’ erano solo due persone. Scott cominciò a temere di avvicinarsi. Solo una persona davanti a loro.
- Ehm ragazze… non potremmo… andarcene?- ma ormai le ragazze stavano mettendo il cibo sulla lastra per pagarlo. Scott non poté far altro che aiutarle a mettere tutto a posto in minor tempo possibile.
- Sono 128 dollari ragazzi. Non si sente uno strano odore?- domandò mettendo in allarme Scott.
- No no. È tutto profumatissimo… si si… profumatissimo. Ecco a lei i 128 dollari, noi ce ne andiamo.- disse Scott portandosele praticamente via. Le ragazze si lamentarono un po’ e quando uscirono dal supermarket chiesero arrabbiate:
- Ma che cavolo ti è preso?!!- gli domandò Felicity.
- Scusate!- disse una voce femminile. Si girarono e si ritrovarono davanti la ragazze della cassa. – avete dimenticato la busta!- mostrò agli altri una busta contenente la pasta.
- Ehm grazie. Ora noi dobbiamo andare!-.
- Perché? Non potreste darmi una mano?
- NO!!!- disse Scott a cui la ragazza non piaceva per niente.
- Ehi Scott!!! Ma sei impazzito!- gli disse Rosemary-la signorina è stata tanto gentile! Vuoi almeno degnarti di dire grazie!
- Non c’è problema tranquilla. Nessuno vuole mai aiutarmi!
- A fare cosa?- chiese interessata Felicity.
- Bè… vedete quel campo di grano lì- disse indicando un campo di grano dietro il supermarket- C’è una cosa che ho perso e siccome ho un piccolo problema di vista non riesco a trovarla!
- Ma la cassa del negozio? E poi prima non c’era quel campo di grano! Ragazze svegliatevi!!- cercò di dissuaderle Scott.
- Scott Banyan, se non stai zitto di ridico ad una pianta di grano turco!!- gli disse Rosemary facendola sembrare una battuta. – Certo che possiamo aiutarti! Accompagnaci.
Le ragazze si allontanarono. Cosa doveva fare? Seguirle oppure no? Optò per la prima. Le seguì. Sapeva che questo voleva dire solo guai ma infondo erano sua compagne di viaggio, no? Scott aveva in mano la sua spada. L’ aveva forgiata e costruita lui stesso. Sembrava un semplice portachiavi a forma di spada, ma lo era davvero. Scott era tante cose, ma non uno sprovveduto.
- Eccoci qua!- annunciò la ragazza.
- Cosa dobbiamo cercare?- chiese Felicity.
- Una cosa semplicissima… ecco laggiù. Vedo qualcosa che brilla.- disse la ragazza bionda.
- Meno male che non ci vedevi tanto bene!- esclamò di nuovo il figlio d’ Efesto guadagnandosi un’ occhiataccia di Felicity, che si sporse per cercare qualcosa che neanche esisteva. Anche Rosemary si abbassò. Lo fece anche Scott per un motivo a lui sconosciuto. Quando esso alzò lo sguardo la ragazza aveva cambiato espressione. Sembrava arrabbiata. “ημίθεων” sentì dirgli. Semidei… questo aveva detto.
- RAGAZZE USCITE!!!- gridò Scott appena in tempo. La ragazza aveva cercato di mozzare la testa a Rosemary. Velocissimamente, il ragazzo prese la spada e la puntò alla gola della ragazza. Intanto Felicity e Rosemary si erano rialzate. Anche loro avevano preso le armi: Felicity il pugnale e Rosemary la sua spada a doppia lama.
- Chi sei?- domandò Rosemary. La ragazza dai capelli color grano si mise a ridere. Poi qualcosa in lei cambiò. Scosse la testa e i capelli cominciarono a mutare. Da bei capelli color giallo grano di stavano tramutando in serpenti. Fu allora che Felicity urlò.
- NON GUARDATELA!! PROBABILMENTE è UNA FIGLIA DI UNA DELLE TRE GORGONI!!!- urlò tutt’ ad un fiato. Oltre ai capelli aveva anche tolto gli occhiali scuri che ora mostravano gli occhi grigi.
- Ma che intuito!- sibilò. – sono la figlia di Medusa e di Trittolemo, il dio dell’ agricoltura. Come abbia fatto mia madre a mettersi insieme ad un sempliciotto del genere non lo so ma almeno adesso ha un controllo maggiore sulle varie piante. A proposito! Mi chiamo Imelda!- disse e mentre completava la frase una radice strinse forte Felicity ad una gamba. La tagliò con un colpo di pugnale tenendo sempre gli occhi chiusi.
- Separiamoci!!- gridò Rosemary.  “come ho fatto ad essere così stupida!!” pensava dentro di sé. Non riusciva a credere di non essersi accorta di tale mostro.
- Correte, correte! Tanto vi prenderò!!- urlò Imelda. Rosemary e gli altri correvano. A Felicity venne un’ idea.
- Scott!!- urlò e lui fece cenno di ascoltare –distraila!!!- E mentre Scott attirava l’ attenzione della ragazza Felicity si avvicinò  a Rosemary.
- Non abbiamo molto tempo! Riesci a controllare la terra?-chiese. Rosemary assunse un’ orribile cera.
- Qualche altro piano?- chiese ma poi si sentì un urlò. Scott era stato ferito.
- NO! Muoviti!- gridò Felicity. Scott urlò per la seconda volta. Rosemary si avvicinò e si concentrò. Immaginò la terra che si muoveva e racchiudeva Imelda in lei. Non accadde niente. “Mamma, se mi stai ascoltando… aiutami ti prego!” pregò Rosemary cercando un aiuto. Quando pensò tutto questo per la seconda volta tutto si esaudì. Mentre Imelda cercava di ferire al braccio per la terza volta Scott, la terra si mise a tremare e sbucò un enorme mucchio di terra che l’ afferrò per la vita e la sollevò dal suolo. Felicity non perse tempo, corse via velocemente e con il suo pugnale diede un ultimo colpo alla figlia di Medusa. Rosemary corse contemporaneamente dal povero figlio di Efesto che giaceva a terra con il braccio completamente ricoperto di sangue. La figlia Di Demetra si strappò un po’ di stoffa dalla maglia e cercò di ricoprire le ferite.
- Una povera cassiera biondina con problemi di vista e??!!!- disse Scott ansimando per il dolore.
- Non lamentarti Iron-man!!- gli disse rossa figlia di Eos che stava curando le sue ferite con l’ ambrosia.


Due ore dopo, Scott riposava nella sua stanza, Felicity stava aggiornando il diario in cui aveva deciso di scrivere tutte le sue avventure e Rosemary raccontava l’ avventura. Al racconto della ragazza, James si stava preoccupando davvero per il suo destino e anche se non lo voleva ammettere né a lui e né a se stesso… anche per la vita degli altri 5. Una piccola cosa lo turbava di uno dei ragazzi: lo sguardo con cui Nathan lo osservava ogni volta, come se cercasse di esaminarlo e di riuscire a capire qualcosa di misterioso. Che avesse scoperto qualcosa? No, non poteva essere… o almeno sperava.


***Angolo Autrice***
Ciao!! Ok so che molti di voi mi vogliono uccidere, il problema è che ho parecchi compiti ultimamente! Vi prometto che il prossimo capitolo lo posto o martedì o mercoledì! In questo capitolo ho fatto affrontare il primo mostro, Imelda, figlia di Medusa e Trittolemo. In realtà avrebbe dovuto essere figlia a un altro dio che chiedeva aiuto per raccogliere il grano e poi… bè… mozzava le teste della gente, che allegria, eh? Ma poi non mi ricordavo il nome del tizio e ho cercato il nome di qualche altro dio legato all' agricolturo. Comunque ho aggiunto quel piccolo difetto di pronuncia di Nathan, perchè Sticcio l' aveva scritto nella scheda. infatti Nathan avrebbe dovuto parlare con il "nè" ad inizio o fine frase per tutta la durata del' interattiva ma ti giuro che non ci avevo fatto caso e così l' ho aggiunto adesso. spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
unamoresolitario!

P.s. Ho iniziato a scrivere un’ altra storia che si chiama “ A Christmas Nico” se vi va andate a darci un’ occhiata!

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Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


Erano le 7 del mattino quando tutti saltarono giù dai letti. Avevano deciso di rimanere a riposare lì dato che il figlio d’ Efesto non si era ripreso. Per loro fortuna ora era completamente guarito e Felicity e Rosemary si erano riprese dallo spavento.  Cassandra e Felicity avevano anche fatto pace e la tranquillità era tornata sovrana nel camper.  Era un viaggio di soli tre ore al massimo, ma nessuno sperava in un viaggetto di così poca durata. 

- Nathan, cerco di rispiegartelo, ok?- disse Cassandra che cercava di farsi capire dal suo nuovo “amico”.
- Devi proprio?- chiese il povero Nathan che avrebbe preferito essere ovunque tranne che lì.
- Allora, lui è Light Yagami.- disse indicando il poster con i personaggi di Death Note –Lui è Elle, Mello, Misa Amane e Near, chiaro?
- Si, ma….-
- Ti racconto la trama. Light Yagami è uno studente che è stanco di tutto ciò che lo circonda. Un giorno trova un quaderno nero con su scritto “Death Note” e..
- Posso chiederti perché mi stai raccontando tutto questo?
- Così diventi un fanboy  e facciamo i vari scleri da fangirlboy!!-  disse Cassandra eccitata.
- COSA?!!-
Alla scena assistevano  Rosemary e Felicity che guardavano la scena cercando di non sbellicarsi dalle risate.
- Che dici? Vado ad aiutarlo?- chiese Felicity. Le si voltarono a guardare Nathan.
- Ti ripeto che non ho idea di cosa tu stia dicendo!!- diceva Nathan.
- Bè se mi ascolti lo saprai!- cercava di dire Cassandra che ricominciò a parlare. Felicity e Rosemary si guardarono e dissero:
- Naah!!

James guardava dalla sua finestra il cielo. Quel giorno era limpido e senza nuvole. Quando gli sarebbe piaciuto che Fulmine fosse lì con lui. Avrebbero cavalcato quel cielo limpido con il vento fra l orecchie e avrebbe urlato di gioia. Poi sentì un rumore all’ improvviso. La porta della stanza si aprì e si chiuse all’ istante. Nathan era entrato e aveva chiuso la porta con la chiave e come se non bastasse si ci era buttato di sopra. James gli lanciò un’ occhiata interrogativa e Nathan disse semplicemente:
- Devi sapere che in questo camper ci sono molte persone svitate.-
- Ma non mi dire- disse James indicandolo.
- Ah, ah, ah, divertente! Vorrei vedere te mentre Cassandra cerca di spiegarti “gli scleri da fangirl”- disse quest’ ultima frase imitando la sua voce.
- Perché l’ ascolti?- chiese James.
- Mi è simpatica.
- Bè allora non lamentarti!!
-  Ci ho provato! Ma non ci riesco- disse assumendo una faccia disperata. James alzò gli occhi e andò a coricarsi sul suo letto sbruffando.
- Sai, non so sei più deprimente tu o Death Note!-
- E che cavolo è?- chiese James.
- Se vuoi te lo faccio spiegare da Cassandra così te la rifilo a te!
- NO!!! Mi basta Felicity che la mattina si posiziona vicino alla finestra della nostra stanza e inizia con Happy Flopper…
- Harry Potter. Sai che se ti sentisse Elsa ti ammazzerebbe, no?
- Elsa è quella psicopatica di tua sorella?
- Esattamente.
- Quella mora, con lentiggini… quella che mi ha messo la panna nel cuscino solo perché l’ avevo presa in giro perché era caduta dal pegaso?
- Esattamente! Un attimo… sei stato tu che l’ ha presa in giro? Sai che era talmente arrabbiata che mi ha quasi distrutto l’ album da disegno!
- L’ album da disegno?- James cercò di trattenere un risata.
- Si perché?
- Niente… disegno… roba da veri duri!
- Sai quante ragazze amano la mia arte?- disse facendo l’ occhiolino.
- Sai, credo che siano interessate solo a quello.-
- Sei davvero crudele!
- Non dirmi che  adesso ti sei offeso!
- No.- disse Nathan sdraiandosi sul letto con le mani incrociate dietro la testa e lo sguardo verso il cielo. – i miei fratelli sono un asso con le offese, ci sono abituato. - James si sentì un po’ in colpa per aver detto tutto quello che aveva detto. I due ragazzi  rimasero un po’ in silenzio.
- E tu?- chiese Nathan a James.
- E io cosa?- chiese James che non aveva capito.
- Ti trovi bene con i tuoi fratelli?-
- No. L’ unica con cui mi trovo bene è Jessie, per il semplice motivo che non mi degna neanche di uno sguardo.
- Jessie… quella che esce con Antonio Renna, il figlio d’ Apollo?- domandò James.
- Esattamente! Quell’ idiota che non accetta mai la sconfitta!
- Senti chi parla! Hai tenuto il muso a Rosemary perché ti aveva battuto a Caccia alla Bandiera!- James arrossì .
- Ok, tasto dolente, cambio discorso.- disse Nathan sempre guardando il soffitto. Altri minuti silenziosi.
- Hai fame?- chiese Nathan.
- Effettivamente…
- Andiamo a rifilarci qualche cialda!!- annunciò felice Nathan trascinandosi James. “Ma chi me l’ ha fatta fare…” pensò quest’ ultimo.

Scott era al comando del suo camper… o meglio era quello che stava facendo prima che Cassandra avesse finito l’ illuminante spiegazione a Nathan.
- Ciao!- disse lei allegra.
- Ciao- disse lui distratto,  poi la guardò. –Come mai sei così allegra?
- Ho praticamente cacciato pazzo Nathan! Avresti dovuto vedere la sua faccia!- disse ridendo.
- Sei diabolica!- disse mettendo il pilota automatico e girandosi a parlare con essa. –E come mai ora sei venuta qua da me?
- Perché Nathan è scappato, Rosemary e Felicity parlano per i  fatti loro e bè… tu sei l’ unico libero.
- Oh.- disse semplicemente.
- Vuoi cacciare pazzo anche me?- Cassandra lo squadrò.
- No. Sospetto che con te sia il contrario.
- Effettivamente…
- Come funziona questo coso?- chiese Cassandra con uno strano sguardo.
- Vuoi davvero che te lo spieghi? L’ ultima volta che me l’ ha chiesto un mio fratello e andato in infermeria con un terribile mal di testa.
- La mia testa è abbastanza tosta! Inizia capo!- disse e Scott iniziò con una delle sue illuminanti spiegazioni.

- Ma che bella!- esclamò Felicity. Rosemary gli aveva mostrato alcune foto di lei, sua nonna e di suo padre.

- Ti ringrazio! Anche se non ci vedo tutta questa bellezza in una piccola me con le mani piene di impasto per dolci nei capelli!

- Ma è proprio questa la cosa carina! Ehm… cosa stavi preparando?

- Un pizza… credo…

- E perché l’ impasto è viola?- domandò Felicity.

- Ho detto che mi piace cucinare ma non che sapevo farlo!- esclamò Rosemary.

- E quindi chi cucina tra noi ragazze?

- Perché non sai farlo neanche tu?

- Io non so neanche cosa sia una pentola!- disse Felicity. Le due si guardarono e urlarono:

- CASSANDRA!!- si sentirono rispondere con un:

- Venite voi! È in corso una battaglia!- le due si guardarono e pensarono:

- Meglio correre!


Quando arrivarono trovarono Scott e Cassandra che avevano tutti e due degli joystick tra le mani e il televisore a schermo piatto, mostrava il gioco di super Mario Kart. Nathan e James guardavano la scena. Nathan rideva e James guardava disorientato sia il suo compare che Scott e Cassandra.
- Che succede?- chiese Felicity
- Scott mi ha mostrato qualche funzionalità del Camper e abbiamo iniziato a giocare… figlio di un  MEZZO SATIRO!!- imprecò Cassandra quando Yoshi la superò.
- Voi due chi sareste?- chiese Rosemary.
- Io sono Tartosso- disse Cassandra.
- E io Toad!- disse Scott  -Maledetta figlia di Ade!!- disse quando venne superato da Tartosso alias Cassandra.
- Parlando di cose serie. Chi di voi sa cucinare?- chiese Rosemary.
- Io…no!- disse Scott.
- Neanch’ io- disse Cassandra.
- E io nemmeno!- aggiunse Nathan.
- Io si.- disse James facendo girare tutti, compresi Scott e Nathan che fecero cadere i loro avatar e risuonò quindi la canzoncina “game over”.
- Bè.. cosa avete da guardare? Nathan sa disegnare, Scott sa costruire camper in una settimana e io non posso saper cucinare!
- E quando avresti imparato?- domandò Cassandra ancora sconvolta. James assunse uno strano colorito.
- Io ho imparato… ehm… guardando mamma!- in parte era vero… e in parte no! Nathan capendo il disagio disse:
- Allora cucini tu?
- Oggi si. Poi domani provvedete da soli! Guardate e capite i vari procedimenti!!

Quel pomeriggio mangiarono tutti molto molto bene! Grazie a James naturalmente.  Mancava un’ ora al raggiungimento delle cascate del Niagara. Ci fu, però, un piccolo problemino! All’ improvviso il camper si fermò di botto.
- Cosa è successo?- chiesero i 5 ragazzi a Scott.
- Non lo so. “Gelinda, fai uno scanner”-
- Gelinda?- disse Rosemary.
- È il nome del Camper, naturalmente.
-  Sai che è patetico?- gli disse Cassandra.
- Si… Gelinda dice che qualcuno ha manomesso i fili!
- Qualcuno chi?- Domandò Nathan.
- Non lo so!
- Non c’è bisogno che ti agiti tanto!
- Non mi sono agitato!
- Hai praticamente urlato!
- RAGAZZI!- urlò Cassandra – Vieni Scottuccio e andiamo a vedere che cavolo è successo!
- Non vedo l’ ora- disse Scott girando gli occhi.

L’ unica cosa che sentirono i ragazzi pochi minuti dopo fu un urlo.


Angolo Autrice
Ciao! Capitolo un po’ di passaggio se devo essere sincera. Ho aggiunto qualcosina per tenervi in suspense. Alzassero le mani chi vuole uccidermi per il capitolo lasciato così in sospeso! Ok …vedo 6 mani alzate. Credo di aggiornare o sabato o venerdì.
Alla prossima,
unamoresolitario!!

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***


Quando Cassandra e Scott erano usciti fuori, essa aveva chiesto:
- Come mai Nathan non ti sta simpatico?-  disse sempre con lo sguardo fisso all’ orizzonte. Scott la guardò attentamente.
- Non è che non mi stia simpatico… Si nota tanto?
- No. Alcune volte lo guardi inarcando le sopracciglia e giri gli occhi verso l’ alto.- Scott la osservò prima di infilarsi sotto il Camper e andare a dare una piccola occhiata ai fili collegati alla centrale di controllo. Solo diversi minuti dopo si decisa a dare una risposta.
- Mi intimorisce.- disse semplicemente. Non sapeva se poteva fidarsi o no di Cassandra, infondo la conosceva solo da tre giorni. In realtà… Scott l’ aveva per la prima volta quando lei aveva  varcato la soglia del Campo Mezzosangue. Si ricordava della piccola bambina con occhi grandi e caleidoscopici  pieni d’ aspettative. Quando era arrivata aveva i capelli in disordine che gli arrivavano sulle spalle e il satiro che l’ accompagnava sembrava essere giunto sull’ orlo dell’ esaurimento. Così era fatta Cassandra. Maliziosa, chiacchierona e amante della verità. All’ epoca Scott aveva 14 anni e si era rispecchiato molto nella piccola Cassandra che nonostante il tempo non è cambiata affatto.  Sorrise.
- Che c’è?- chiese.
- Niente… Di Immortales!- aggiunse Scott quando vide uno dei fili più importanti staccati.
- Che è successo?- chiese Cassandra.
- Il cavo A7C e staccato da quello 1SA, il che vuol dire che il cavo 2DH non funzione e sta danneggiando anche…
- Si ok, ok! Concetto afferrato! Posso darti una mano?-
- Conosci i vari strumenti? Tipo martello, cacciavite…
- Per chi mi hai preso? Certo che li conosco! Non sono mica una figlia di Afrodite! Ordina che io eseguo!
- Perfetto! Prendi il cofanetto che sta dietro il cruscotto  e passami le pinze.- disse Scott che in pochi minuti aveva risistemato il camper.
- Ok, Gelinda è a posto!
- Posso chiederti perché hai scelto il nome Gelinda?
- Dimmi una cosa… io ti sembro normale?
- No!  Cosa ha fatto staccare i cavi?
- Non lo. Molto probabilmente si sono staccati da soli perché non facevano molta pressione sulla manopola…
- Ehi, ehi! Non ricominciare!- disse Cassandra.
- Ok! Scusa…AAAAAAHHHHH!!!!!!!- si mise ad urlare e a correre Scott.
- Che ti è successo?- chiese Cassandra esasperata.
- U-u-un s-s-serpente!!!- gridò indicando un’ orribile creaturina verde e strisciante. Cassandra rise, eccome se rise! Inoltre arrivarono James seguito gli altri muniti di  spade, pugnale e arco.
- Che succede?- chiese Felicity.
- Scott ha- si interruppe per continuare a ridere- visto un serpente- rise di nuovo.
- Per questo è entrato nel camper di corsa!- disse James – a questo punto… ritorno dentro!- disse svogliato seguito dagli altri che naturalmente ridevano.

Cassandra era nella sua stanza e stava leggendo il suo oroscopo.
- Non promette nulla di buono!- disse tra sé e sé. – “In questo giorno particolare dell’ anno, tutte le sciagure e sfortune saranno contro di voi…”- lesse.
- Che fai?- chiese Rosemary che era seduta sul suo letto.
- Leggo il mio oroscopo, che non dice nulla di buono!- disse con estrema leggerezza. Rosemary giro gli occhi con un sorrisetto e continuò le sue attività.

Nathan era seduto sul tavolo della cucina. Era impegnato da circa un’ ora nel suo disegno. Cancellava e disegnava, cancellava e disegnava. A volta si mordeva la lingua e inarcava le sopracciglia evidentemente concentrato. Felicity lo stava osservando da un bel po’ quando decise di alzarsi dal divano e di andare a chiedergli cosa stesse combinando. Nathan era talmente concentrato che quasi non notò la figlia di Eos sedersi accanto a lui.
- Che fai? –chiese.
- Disegno! –disse concentrato sul suo disegno. Sembrava proprio uno di quei secchioni con occhiali e papillon.
- Si ma cosa? –chiese ancora Felicity. Nathan alzò il disegno e Felicity rimase con la bocca aperta quando vide quella disegno che era davvero degno di Picasso. Era il ritratto del camper e vicino c’ erano 6 ragazzi. Uno occhialuto, uno con il muso lungo, una ragazza rossa, una ragazza sempre sorridente, un ragazzo alto e mingherlino e l’ ultima era una ragazza arrampicata ad un ramo.
- È semplicemente magnifico!
- Davvero? Grazie! –disse lui evidentemente soddisfatto forse poi cambiò subito espressione e disse:
- Cioè ci sono alcune cose che non vanno bene per niente ma…  -Felicity rise.
- Il ruolo del modesto non è mai calzato ad un figlio di Nemesis… tu sei l’evidente eccezione! –disse.
- È un complimento o un’ offesa? –chiese un po’ confuso.
- Un complimento! –disse senza malizia in voce. Proprio in quel momento entrò in stanza Scott. aveva in mano una cioccolata calda. Inciampò ad una scarpa lasciata in giro e tutto andò a posizionarsi sul disegno a cui Nathan aveva perso tanto tempo.
- Ma che cavolo! –gridarono sia Nathan e Scott.
- Mi hai rovinato il disegno!-
- Sono inciampato !
- Ah si! E a che cosa sentiamo!- disse Nathan
- A quella scar… -Scott si girò per indicarla ma essa era sparita. –C’ era una scarpa, lo giuro!
- Oh, ma smettila! Dillo che volevi rovinarlo invece di inventare tante scuse!
- Ma non è vero!
- Smettetela! Siete incorreggibili!- disse Felicity andandosene. Scott fece per seguirla e chiedergli scusa ma Nathan disse:
- Non ti conviene seguirla! È nervosa e arrabbiata, ti caccerebbe va in un minuto!
Scott lo guardò come a dire “e tu che ne sai?” Nathan si pentì di aver detto quella maledetta frase, forse qualcuno aveva capito i suoi segreti ma poi disse:
- Le ragazze sono tutte uguali!


Rosemary stava appuntando le cose che gli erano successe sul suo diario, quando entrò Felicity sbattendo la porta. Fece sobbalzare persino Cassandra che non badava mai a nessun rumore.
- Che ti è successo? –chiese la figlia di Ade.
- Niente di che! Ho semplicemente i nervi a mille! –disse Felicity in tutta risposta, cadendo sul letto.
- Che fate? –chiese.
- Niente di che! –dissero Cassandra e Rosemary girandosi verso la nuova amica.
- Volete farvi una partitella a carte? –chiese Cassandra.
- SI! –risposero euforiche le altre due. Rosemary si stava avvicinando al letto delle due quando  cadde con la le mani sul comò facendo cadere la bottiglietta d’ acqua che scivolò sulla rivista di Cassandra.
- Ah, ah! –disse trionfante Cassandra.
- Ahi, ahi!! –disse Rosemary.
- L’ avevo detto che gli oroscopi hanno ragione sul nostro destino! Ah, ah! –
- Ma non è ver…
- Qualcuno mi dà una mano? –disse Rosemary dolorante.
- Ma come hai fatto a cadere? –Chiese la figlia di Eos.
- Non lo so! È come se qualcuno mi avesse spinto!
- La sfortuna vi perseguiterà…- recitava la figlia di Ade.
Qualcuno bussò alla porta.
- Chi è? –chiesero le tre.
- Ragazze! Siamo arrivati! –era Scott e quello che disse non piacque per niente.

I sei erano fuori dal camper. Stavano camminando tutti insieme e osservavano il paesaggio, perché diciamocelo! Anche un semidio che sta andando incontro alla morte si ferma a guardare lo spettacolare movimento delle cascate che scendevano rumorosamente. Tutti ne avevano sentito parlare ma nessuno immaginava che fossero davvero così grandi e spettacolari.
- Dobbiamo scendere, giusto? –chiese James che era rimasto per tutta la mattinata in silenzio. Nathan annuì.
- E come facciamo? –chiese la figlia di Demetra.
- Come fanno tutte le persone normali! Con la nave dei turisti! –Disse Scott guardandola disgustato, come a dire “Perché i motori non hanno motori a propulsione?”

- 3 biglietti per favore! –disse Cassandra  alla bigliettaia. Avevano pensato che tre fossero più che sufficienti in quanto Felicity e Rosemary sarebbero rimaste su precauzione mentre gli altri quattro sarebbero scesi con la nave. A James il biglietto no serviva. Ci sarebbe arrivato volando!

- Ecco a lei! Grazie per aver scelto la nostra compagnia e si goda un buon viaggio! –le disse la bigliettaia.
Cassandra. arrivò dai ragazzi e vide che James era già partito.
- Andiamo! Si parte tra cinque minuti! –disse Cassandra.

Quando arrivarono giù, muniti di salvagente  e altre precauzioni, si stavano godendo il paesaggio aspettando che la nave si avvicinasse il più possibile alle cascate. James era arrivato ed era a bordo. Il piano era semplicissimo. Avrebbero aspettato il momento in cui la nave avrebbe raggiunto il punto più vicino alle cascate  e Nathan e Cassandra si sarebbero tuffati e Cassandra, grazie al suo arco, avrebbe spedito le due sfere mangia acqua e quando l’ acqua si sarebbe ritirata, Scott avrebbe proiettato delle immagini realistiche sulle cascate. Un piano molto semplice. Inoltre James e Scott avrebbero controllato da fuori e vicino le cascate mentre Rosemary e Felicity avrebbero tenuto sott’ occhio la situazione da sopra. Erano a 700 metri della cascate.
- Secondo Gelinda 2…
- Hai chiamato il tuo computer Gelinda 2?! –disse Nathan a Scott.
- Secondo Gelinda 2 -continuò Scott facendo finta di non sentire -la nave si avvicinerà solo di altri 100 m. Immobili ,  fermi, aspettate, SALTATE!! – disse Scott facendo saltare i due semidei.

Nathan odiò l’ impatto con l acqua gelida! La detestava! Cassandra sembrava altrettanto scontenta.
- La sfera! –gridò per farsi sentire, visto che la voce era sopraffatta dal rumore dell’ acqua. Nathan nuotò verso di lei e gliela porse.  Cassandra toccò il suo braccialetto di cuoi de volte e gli comparve un arco e faretra tra le mani. Fece dei nodi legando le sfere alle frecce e le scoccò una dopo l’ altra.
-  Wow! –disse Nathan sia per la precisione del colpo che per il risultato immediato della sfera.
Scott mise subito in attimo la sua idea quando vide le due frecce scoccate da Cassandra. L’  occhio di un comune mortale, mostrava le bellissime cascate del Niagara ma sia lui che James ammiravano le rocce bagnate su cui poco fa scorreva acqua. La stessa cosa vedevano le due ragazze sopra il ponte.

Cassandra e Nathan nuotarono fino ad arrivare vicino le rocce. Lì, nascosta tra le piante, c’ era un buco che sicuramente era l’ entrata per andare a prendere uno dei tre pezzi dell’ Harmony.



 

Angolo Autrice.
Mi scuso se il capitolo è un tantino corto e il finale è lasciato in sospeso. Nel prossimo approfondirò meglio tutte le varie situazioni, promesso!! *mette la mano sul cuore*. Vi raccomando di badare bene a questi piccoli incidenti e alle parole di Cassandra: la sfortuna vi perseguiterà… Comunque, mi scordo sempre di dirvi alcune cose.  Il carattere di Scott non l’ ho messo subito in evidenza poiché Inazumiana mi aveva detto che esso sembra timido e riservato ma tutti abbiamo visto che non lo è! A proposito! Grazie per le correzioni che mi hai fatto nel capitolo precedente! Ancora non ho raccontato della storia di tutti i personaggi ma fra qualche capitolo li scopriremo. Mi scordo sempre si ringraziare:
Tutti voi che seguite (6) , preferite (3) e ricordate (1) la mia storia.
Voi muti lettori.
Voi che trovate sempre il tempo di recensire ogni singolo capitolo.
Alla prossima,
unamoresolitario!!

P.S. molto probabilmente la storia avrà un seguito con i sei come protagonisti e qualche altro (sempre personaggi a storia interattiva). Lo dico adesso così se nell’ ultimo capitolo non metto qualcosa che vi faccia capire questo, voi potete lasciare bandierine arancioni a volontà!!

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***


~~Nathan e Cassandra si erano appena arrampicati sulla roccia ed erano riusciti a tagliare le radici che bloccavano il passaggio. Per fare questo, avevano impiegato circa 8 minuti. Davanti a loro c’ era un corridoio  circolare, buoi e stretto.
- Hai una torcia? –chiese Nathan.
- No. Aspetta! Ho qualcosa di meglio! –disse Cassandra. Essa si concentrò e cominciò a cantilenare qualcosa di strano. Non era ne greco e ne latino, era un lingua più antica. Per tutti era incomprensibile tranne che per i figli di Ade. Era infatti la lingua dei morti. Mentre Cassandra cantilenava, tutte le ombre si ritiravano lasciando spazio alla luce. Cassandra, però, perdeva sempre più colorito fino a quando, quasi non svenne. Nathan la prese in tempo e la sorresse.
- Stai bene? –chiese. Cassandra annuì e cercò di rialzarsi con scarsi risultati.
- Nella tasca del mio giubbotto dovrebbe esserci un po’ di ambrosia –disse a fatica la figlia di Ade. Nathan la poggiò delicatamente e andò a prendere l’ ambrosia. Appena Cassandra la mangiò, un calore improvviso avvolse il suo corpo. L’ ambrosia aveva per Cassandra, il sapore delle caramelle natalizie che sua madre gli comprava ogni anno per Natale.
- Ti senti meglio? –chiese ancora il figlio di Nemesis. Cassandra si alzò barcollando ma riuscì a proseguire. Avevano perso in tutto 3 minuti.
- Cosa hai fatto prima? –chiese Nathan.
- Un potere che non mi piace utilizzare. Risucchia le ombre e le riporta nel Tartaro . ci vuole un sacco di energia ma il risultato è immediato. Se fossimo tornati indietro a prendere una torcia correvamo il rischio di perdere tempo e di essere visti. –disse lei guardando sempre dritta.
- Wow! E cosa altro sai fare? –chiese con interesse il ragazzo.
- Il viaggio ombra.se mi riprendo utilizziamo questo per uscire da qui e riesco anche a dare una forma alle ombre. Cosa molto figa, ma richiede uno sforzo colossale!
- Mamma…
- Tu invece? –Nathan si fermò di botto. Si era fregato con le sue stesse mani.
- Io… ecco…
- Leggi le emozioni degli altri, vero? –continuò Cassandra con lo sguardò sempre verso avanti.
- Tu come fai a saperlo? –chiese lui.
- Non mi sembrava tanto un mistero! Ho avvertito la potenza delle tue capacità! Ti avverto! Con me non sarà tanto semplice! So chiudere la mente benissimo!
- Io non ne sarei così sicuro! –disse all’ improvviso.
- Cosa vuoi dire? –disse Cassandra spaventata. Non poteva aver scoperto il suo passato…
- Quando parli di Morgan, tuo fratello, perdi completamente il controllo delle tue emozioni! L’ ho notato quando hai litigato con Felicity. Ma tranquilla! L’ unica cosa che sono riuscito a capire è che sei legata a lui perché lui ha nove anni esattamente come te in un giorno triste. Sono riuscito a capire solo questo. Ma non pensare che lo faccia apposta! I miei poteri sono completamente andati! –disse Nathan. Fin da piccola Cassandra aveva apprezzato la verità. Ancora oggi non riusciva a capacitarsi del perché alla gente non piacesse ascoltare la verità. Capiva subito se quello che gli veniva detto era una bugia bella e buona o una verità. Nathan non stava mentendo!

Intanto, Scott stava bene attento a tutto quello che succedeva. Là era nascosta l’ Harmony. Era impossibile che gli dei non avessero messo protezioni o che i mostri non fossero ancora entrati in azione almeno che loro non fossero fortunati. Peccato che i semidei non lo erano mai…

Anche Felicity e Rosemary guardavano con il cannocchiale le cascate cercando di assicurarsi che nessun mortale vedesse qualcosa di strano.
- Qui anatroccolo-1, ripeto anatroccolo-1 –
- Che vuoi Scott!? –chiese Rosemary ascoltando la voce di Scott dal Walkietalkie.
- Niente! La stessa cosa di 3 minuti fa!
- Nessuno ha notato niente di strano. Un bambino prima ha detto “mamma guarda le cascate! Sono senza acqua!” fortuna che nessuno lo ha creduto!
- Semidio? –chiese James dal Walkietalkie.
- Probabile… Notizie di Nathan e Cassandra? –chiese Felicity.
- No! Ancora niente!
- Ma sono già 15 minuti che sono là dentro!

Camminavano in silenzio. Nathan e Cassandra non parlavano. Poi però, la figlia d Ade si seccò di quella atmosfera, non ci era abituata.
- A nove anni è morta mia madre. –disse camminando lentamente con gli lo sguardo puntato in avanti. Nathan s sentì n colpa.
- Mi disp…
- Fermo!! Non dire quella frase! È qualcosa di odioso! Che ne sanno gli altri di come mi sento io! Che diritto hanno d dire mi dispiace se non la conoscevano neanche! –disse ma era evidente che non era rivolto a lui.
- Come è morta? –chiese Nathan
- In un incidente stradale. Mancavano pochi giorni a Natale. Io sono sopravvissuta perché ha fatto in modo che la macchina andasse a sbattere dalla sua parte ed è rimasta ferita gravemente. –disse e la voce le si incrinò.
- Immagino ti volesse bene… -disse Nathan con un po’ di gelosia.
- Molto. Ora tocca a te! Dove sei nato?
- In Giappone, ma ho vissuto sempre con le mie zie, Asako e Hitomi, per via del lavoro di mio padre. Ha cambiato parecchie scuole, ma non sono dislessico, ma molto iperattivo. Poi a 12 anni ho cominciato a vedere degli spezzoni di vita degli altri e mi sono sentito male, mi hanno portato all’ ospedale e alla fine un satiro mi ha portato al Campo Mezzosangue. Da quel momento ho perso ogni contatto con mio padre e non ho intenzione d contattarlo! –disse con un po’ di disprezzo.
- Quel è il tuo altro nome?
- Haku
- E cosa significa? –disse Cassandra –Ho sempre avuto una passone per i nomi giapponesi!
- Se te lo dico tu non devi ridere! Significa “Vado a vomitare o indosserò un indumento!” –Cassandra rise.
- Ecco appunto!
- Muoviamoci che siamo in ritardo! Sono passati ben 20minuti!
Camminarono con un leggero sorriso sul volto.


- Anatroccolo-2 ci sei? Qui anatroccolo-1, rispondete! –disse di nuovo Scott chiamando Rosemary e Felicity.
- Vuoi smetterla con questi anatroccoli! La situazione e tranquilla e non è successo niente, ok?!
- Va bene! Calmati Feli! Passo e chiudo! –disse Scott. Rosemary guardava le cascate e anche se erano senz’ acqua,  non poteva che rimanere senza fiato.
- Belle vero? –disse una signora. Era bassa e magra, aveva i capelli legati dietro la testa con una coda di cavallo ed erano neri. Aveva le labbra sottili e chiare, così come le mani: affusolate e pallide come la pelle.
- Molto. –disse Rosemary, un po’ intimorita da essa.
- Soprattutto in questa stagione. Le ninfe corrono più velocemente e felici!
- Già… -“un momento! Ninfe?!”
- Proprio come voi semidei che non vi fate i fatti vostri e interferite n ciò che non vi riguarda! –disse la signora afferrando una sigaretta e dal fumo uscirono varie forme strane: serpenti, gatti, pipistrelli e vari animali che si materializzarono davanti alle due ragazze. Tutte e due presero le armi. Rosemary prese la sua spilla a forma di grano, vi soffiò sopra e ed essa si trasformò in una spada a doppia lama. Tutte e due si lanciarono all’ attacco. Poi notarono una cosa. La visione delle cascate stava svanendo.

- Non apprezzare gli anatroccoli! Queste sono matte! –disse Scott, dopo aver chiusa la chiamata con Walkietalkie.

- Già… sono loro le matte, non tu! –disse James con il suo solito sarcasmo e le sue solite braccia dietro la testa.

- Ovvio! –disse Scott, facendo l’ occhiolino.

- Okay… -rispose con esasperazione, poi guardò lo strano aggeggio di Scott. Stava emanando fumo. Poi guardò l’ immagine delle cascate.

- Scott!! Guarda le cascate! –disse con una certa urgenza.

- O no! No no no no no!! –urlò Scott che si gettò su quell’ arnese e mosse le sue mani più veloci del vento. Si muoveva talmente veloce che a James venne il mal di testa a guardarlo. Si voltò per questo dalla parte delle cascate, l’ immagine stava svanendo completamente.

- Scott…?

- Ci sto provando!! –disse ma quando toccò l’ ennesimo filo la macchina scoppiò.

- Scott!!!! –urlò James.

- Non so cosa sia successo! –

- Oh ma io lo so! –disse una donna che spuntò da dietro la nave. Era la stessa di Felicity e Rosemary, anche lei iniziò a fumare e anche da lì uscirono un sacco di serpenti

 

Cassandra e Nathan camminavano da ormai mezz’ ora quando finalmente trovarono una grande porta. Si guardarono e si diedero la mano, poi attraversarono. Quello che vi trovarono non fu esattamente quello che si aspettavano…




 

Angolo Autrice
Chiedo scusa per il capitolo lasciato in sospeso e per gli errori ma vado di fretta. Cerco di aggiornare martedì e commentiamo meglio i capitoli.
Alla prossima,
unamoresolitario!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 12 ***


L’ interno della stanza era stupenda. Era una di quelle stanza piene di cristalli che fanno vedere di solto nei film. Era molto luminosa e i cristalli che la circondavano la rendevano bella ma allo stesso tempo paurosa. La stanza era tutta ghiacciata ma era calda, caldissima. Al centro della stanza, c’era un tavolino rotondo con un centro tavola di picco bianco. Intorno al tavolino c’ era una signora alta con i capelli legati dietro e scuri. La pelle era pallida e bianca. Aveva le labbra sottili e chiare. Aveva un vestito lungo e nero con una scollatura abbastanza profonda e uno spacco che arrivava fino alla coscia, portava dei tacchi alti e bianchi. Inoltre, aveva tra le mani una sigaretta e il fumo creava varie forme d’ animali. La signora era seduta su una poltroncina vicino al tavolo e beveva un tazza di the, o almeno questo sembrava.
- Salve cari! –disse la signora. Cassandra mise mani al suo arco e così fece Nathan con la sua spada. –Suvvia! Non c’è bisogno di tutte queste mosse semidivine! –disse scoccando le mani e apparvero due sedie davanti al tavolino.
- Non fate complimenti, sedetevi! –disse lei.
- No grazie. Avremo un po’ di fretta…-disse Cassandra, che controllando l’ orologio aveva visto che mancavano  soli 27 minuti  e l’ acqua avrebbe continuato a scorrere.
- Figlia di Ade, giusto? Immagino che voi siate venuti qui per la prima parte dell’ Harmony. Vi dico solo che non sarà facile averla! –disse lei.
- Voi chi siete? –chiese Nathan
- Io sono Sfortuna. Può sembrare strano, ma sono una delle poche Dee della nuova generazione fedele a Zeus. Sono stata informata del vostro arrivo ma il mio compito è creare disagio, paura e sventure a tutti quelli che vogliono prendere l’ Harmony e non farò nessuna eccezione!
- È stata lei a far cadere Rosemary, vero?
- E non solo! Sono responsabile del serpente che ha spaventato il figlio d’ Efesto e dell’ acqua caduta sul tuo disegno –disse indicando Nathan.
- Ma perché? –chiese Nathan
- La tua amica lo sa, vero?
- Ha voluto creare dei disagi. Tu hai goduto della figura di Scott, Scott è stato più che felice del tuo disegno andato a male e bè… Rosemary è molto timida e non credo le sia piaciuta la sua figura!
- Ma ho fatto di più! –disse scoccando le dita e apparvero delle immagini. Rosemary e Felicity combattevano contro degli animali strani così come James mentre Scott cercava di riparare la sua macchina che emetteva solo fumo e l’ immagine delle cascate stava sparendo.
- Ma perché fai questo? –chiese ancora Nathan.
- Per impedirvi di prendere l Harmony!
- Ma gli stessi dei ti hanno detto che noi saremmo venuti a ritirare l’ arma.
- Si, questo è vero. Ma nessuno degli Dei può intervenire nel vostro destino, neanche i vostri stessi genitori!
- Va bene va bene! Cosa dobbiamo fare per poter prendere il primo pezzo dell’ arma? –chiese Cassandra. Mancavano soli 23 minuti. Sfortuna fece uno strano sorrisetto ai ragazzi, scoccò di nuovo le mani e apparvero tre cristalli davanti a loro: uno era grande, uno più piccolo e l’ altro piccolissimo, alto quando il palmo di una mano.
- Davanti a voi ci sono tre cristalli. Per poter capire qual’ è quello giusto dovete: togliere a Poseidone due terzi e mezzo  dell’ amanuense. A sua moglie Anfitrite dovete guardarne due  più avanti del centro. La fata Morgana non esiste nella mitologia ma le sue prime possono aiutarvi.
- E questo cos’ è?
- Un indovinello! Io sono nata dalle lacrime di Atena. La Dea aveva fatto una scommessa con Ares, ed esso, stanco della sua intelligenza la fece cadere in un tranello. Atena pianse così tanto per aver perso che dalle sue lacrime nacqui io. Sfortuna.
- Ora capisco la difficoltà dell’ indovinello! –borbottò Nathan. Cassandra era persa nei suo pensieri. Quell’ indovinello era insolito, ma non sembrava essere difficile.
- Posso chiederti, di prestarmi carta e penna? –disse Cassandra e gli apparve un taccuino davanti.
- Nathan, vieni qui! Ripetimi l’ indovinello! –disse Cassandra a Nathan che gliela ripeté parola per parola mentre la figlia di Ade scriveva.
- Nathan! Forse ho capito! –disse ancora e il figlio di Nemesis si avvicino. – “togliere a Poseidone due terzi e mezzo  dell’ amanuense”. L’ amanuense era chi scriveva a mano, quindi si riferisce alla parole scritta “Poseidone” e non al dio in se. Suddividiamo Poseidone in tre parti viene Pos-eid-one.  Togliamo “one” ed  “eid”  rimane “Pos”  al quale togliamo solo “os”, perché dobbiamo togliere i due terzi e mezzo. Il mezzo nelle frazioni vieni semplificato con 2. Quindi togliamo tutto questo e ci rimane la “P”.  “A sua moglie Anfitrite dovete guardarne due più avanti del centro”. Suddividiamo anche questa volta Anfitrite in 3 parti: Anfi-tri-te. Concentriamoci sul centro “tri” e togliamo la “T” perché dobbiamo guardarne due più aventi del centro. Avremo quindi “RI”. Poi c’ è Morgana.” La fata Morgana non esiste nella mitologia ma le sue prime possono aiutarvi.” Le uniche cose che ci servono sono le sue prime. Le prime lettere! Questo vuol dire che la parola è “PRIMO”.
- Cassandra! –disse Nathan guardandola a bocca aperta –Sei una forza!! –disse ed essa gli fece l’ occhiolino.
- Scegliamo il primo! –disse Cassandra.
- Complimenti figlia di Ade! Ecco a te il primo pezzo dell’ Harmony. I tuoi amici sono fuori pericolo e anche la macchina che trasmette le immagini delle cascate è  funzionante! Voglio però avvertirti!  D’ ora in poi molti di voi avrete incubi e sogni a non finire sulla povera Harmony.
- La conosceva? –chiese d’ istinto Nathan
- Dopo quello che ha fatto, tutti la conoscevano… Ora dovete andare! Tra 5 minuti le cascate ricominceranno a scorrere! Giuro sullo Stige che l’ arma si trova sul vostro camper, ora andate!
- 5 minuti!! Non ce la faremo mai! Io non ce l’ ha faccio con il viaggio ombra!
- Allora, dite “Io non voglio tornare sul camper!”
- Cosa?!
- DITELO E BASTA!!!
- Non vogliamo ritornare sul camper! –tutte e due chiusero gli occhi e quando li riaprirono erano sul loro camper. Vicino a loro, c’ era un diamante colorato al quale mancavano due pezzi. L’ Harmony.
- Ma come….? –
- Pensaci Nathan! Lei è la Dea della sfortuna, desiderando di rimanere lì ha potuto spostarci perché questa per noi era sfortuna…
- Ma in realtà è fortuna…
- FORZA!! DOBBIAMO DIRE AGLI ALTRI CHE SIAMO QUI!!! –disse Cassandra correndo ai comandi.

- Anatroccoli rispondete! –disse Scott dal walkietalkie.

- Anche voi siete stati attaccati? –chiese Felicity.

- Si ma improvvisamente se ne sono andati! Il nostro tour con la nave è finito! Appena in tempo direi! Ci è appena arrivato un messaggio da parte di Nathan e Cassandra. Sono appena arrivati al camper, non chiedetemi come ma sono lì. Ci troviamo al camper!


- Così abbiamo recuperato l’ Harmony! –disse Nathan quando tutti furono tornati. Cassandra era stanchissima e stava riposando mentre gli altri avevano poche ferite e non avevano neanche bisogno dell’ ambrosia.
- Hai lavorato molto Nathan! –disse James con il suo solito tono strafottente. Si guadagnò un cuscino in faccia.
- Si… sono abbastanza soddisfatto del mio lavoro! –disse scherzando.
- Dove lo mettiamo questo? –domandò Felicity prendendo l’ Harmony tra le mani.
- Lo nascondiamo nella cassaforte, per il momento. Forse potrei… -disse Scott afferrando l’ album di Nathan.
- Si prego usalo! –disse Nathan. Scott continuò a disegnare con la lingua fuori dalla bocca come uno scienziato. Si alzò e andò a fare una delle sue solite cose strambe. Rimasero Rosemary, James, Nathan e Felicity che li abbandonò per andare a farsi una doccia.
- E voi cosa avete fatto? –chiese Nathan a James e Rosemary.
- A parte cercare di far smettere Scott di parlare di anatroccoli… -iniziò Rosemary
- Anatroccoli?! –chiese Nathan alzando un sopracciglio.
- Storia lunga amico, te la spiego poi! –lo rassicurò James.
- Abbiamo impedito che degli animali inferociti ci uccidessero. Erano molto feroci…
- Wow! Una bella giornata davvero! –esclamò Nathan.
- Comunque è sera, io ho fame e non credo James sarà tanto cortese da cucinare questa sera, visto quella bella ferita al braccio! –disse Rosemary indicando un taglio abbastanza profondo –Quindi io vado a prenderti un bel po’ d’ ambrosia mentre Nathan andrà a chiedere agli altri come vogliono la pizza e poi andrà a comprarle! –disse Rosemary facendo l’ occhiolino a Nathan.
- Ok… vado io… tanto non ho mica affrontato Sfortuna! –borbottò mentre usciva.

 

- Ahi! Fai male! –disse James mentre Rosemary gli curava la ferita.
- Uffa come sei noioso! Bevi questa che ho finito! –disse porgendogli un bicchiere di ambrosia. James la bevve.
- Di cosa sa? –chiese Rosemary. James guardò il bicchiere per un po’ e poi disse sorridendo:
- Di Torta Sacher, quella cha faceva mamma. Perché questa domanda?
- Non lo so. È  divertente conoscere i gusti degli altri!–gli rispose Rosemary.
- Perché vorresti conoscermi?
- Forse perché dobbiamo stare insieme per molto tempo ancora? Ecco Nathan che è arrivato!! –esclamò Rosemary felice come una bambina. Questo fece sorridere James.

La sera, stavano mangiando ciascuno la loro pizza quando Felicity chiese:
- Qual è la prossima tappa?
- Non lo sappiamo! –dissero in coro Nathan e  Cassandra.
- COME NON LO SAPETE?!! –chiesero tutti gli altri.
- Lo sapremo presto, credo. Sfortuna ha detto che avremmo fatto un sacco di sogni su Harmony e ci scommetto quel che volete che stanotte qualcuno sogna qualcosa! –disse Nathan.

E dopo questo, non parlarono più di quello. Alcune cose non possono essere raccontate perché sono cose, che sono gli amici possono fare o sentire…

 


Angolo Autrice
Ciao!! Ok, non uccidetemi per il capitolo che l’ altra volta ho lasciato in sospeso ma avevo una fretta tremenda e non volevo lasciarvi senza niente per tutta la settimana. Ultimamente sto scrivendo capitoli più corti perché non ho avuto molto tempo ma ora con le vacanze di Natale vorrei riprendermi un pochino e scrivere di più.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!
P.S. se c’è qualcuno che segue  “A Christmas Nico” sappiate che l’ ultimo capitolo sarà postato o il 24 o il 25.

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Capitolo 15
*** Capitolo 13 ***


  • Non capisco. Perché vuoi nasconderla qui? –chiese un ragazzo dagli occhi grigio luna e capelli ossigenati.
  • Qui è il luogo dove sono nata, Aaron. –disse una ragazza con le iridi viola e sfumature grigiastre. I capelli scuri e la pelle delicata.
  • E perché ha nascosto quell’ altra parte nelle cascate? –chiese Aaron.
  • Lì è il luogo in cui i miei genitori hanno fatto… bè quel che serviva per farmi nascere! –disse la ragazza.
  • Io non capisco perché stiamo nascondendo le parti del tuo diamante! –disse ancora Aaron.
  • Pensaci! Sono figlia di Gea e Zeus e spesso mia madre prende il controllo del mio corpo. Adesso sto nascondendo tutto il mio potere in queste parti di diamante e se qualcuno le trova potrà capovolgere il mondo, mi sembra logico che io le voglia nascondere!
  • Ma i tuoi genitori potrebbero fare i tuoi stessi ragionamenti e venirli a prendere!
  • E cosa verranno a prendere? Poteri che già hanno? E poi nessuno verrà mai nel Grand Canyon a cercarli!
  • Gran cosa? –chiese confuso Aaron.
  • Lascia stare. Cose futuristiche….
  •  Ma Harmony! –disse adesso serio Aaron –Così infrangi la legge! Nessuno  può togliere i poteri agli altri, men che meno a sé stessi! Zeus sarà furioso…
  • Se ne farà una ragione! Io non ce l’ ha faccio ad essere sempre impossessata da mia madre per i suoi porci comodi! Io non posso non amarti per paura di farti del male! –disse con le lacrime agli occhi. Aaron la osservò per un po’ e poi la baciò.
  • Figlio di Selene! Non cominciare con i tuoi baci ruba cuori!
  • Scusami principessa. Non ho saputo resistere! Un momento! Ma se ti privi dei tuoi poteri…
  • Diventerò una mortale, si.
  • E ti va bene?! –chiese scioccato Aaron. –insomma sei una Dea e…-Harmony rise.
  • Sono una Dea giovane, ho solo 16 anni e non mi sono goduta per bene l’ immortalità. Io ti amo e voglio stare con te semidio, e almeno che tu non voglia essere un Dio io divento una mortale. –all’ improvviso la faccia di Harmony mutò. Era preoccupata.
  • Aaron scappa, si sta impossessando di me scappa!!! –e poi ci fu una risata.
 
James si svegliò di soprassalto.  La fronte era piena di sudore e la maglietta grigia e smanicata era completamente bagnata come i capelli neri e corti. Si guardò intorno e notò che anche qualcun altro era sveglio. Nathan era sveglio e stava scrivendo qualcosa sulla scrivania. Era talmente tanto assorto da quel che stava facendo che per non spaventarlo tossì. Nathan si girò e lo vide sgranando gli occhi.
  • Ehi amico…? Tutto ok? –chiese avvicinandosi. Aveva una tale gentilezza in viso che per un momento James si chiese se era davvero un figlio di Nemesis.
  • Si. Ho fatto un sogno su Harmony. Ne parliamo dopo quando si svegliano tutti. –decise poi guardò di nuovo Nathan e gli chiese –e tu perché sei ancora sveglio? –chiese.  Nathan sorrise.
  • Che ho detto? –chiese James che si era alzato e aveva invitato Nathan ad uscire dalla stanza per non svegliare Scott.
  • Poco fa c’ erano i lampi e i tuoni…
  • E che cavolo! Me li sono persi!
  • Ecco appunto. Io ho paura dei tuoni. –disse guardando avanti e mordendosi leggermente l’ indice. Si erano seduti sul divano.
  • Oh. –disse semplicemente. –Davvero? –Nathan annuì e sorrise di nuovo. –e perché ridi?
  • Ah non so! Forse perché ho davanti a me il figlio di Zeus che guarda caso è il signore dei cieli e scaglia saette quando è arrabbiato! E guarda sempre i casi della vita, è mio amico!
  • Come fai ad avere paura dei fulmini?
  • Come fai ad amare i cicloni? –chiese sorridendo. –Guarda sono le sei di mattina, io vado a farmi una corsetta perché non ce l’ ha faccio più a stare chiuso!
  • Vai perché non ce l’ ha fai a stare chiuso, o perché Felicity e già fuori ad aspettare l’ aurora? –chiede con il solito sarcasmo che Nathan sta cominciando ad odiare.
  • Tutte e due! –dice con un sarcasmo che non gli appartiene.  Corre via e si veste velocemente lasciando solo James con i suoi pensieri. Il sogno era stato molto molto reale. Lo aveva scosso e molto. Aveva sudato freddo come solo una volta aveva fatto nella sua vita. Quando era stato attaccato per la prima volta.
  • Buon giorno!! –disse euforica Rosemary facendolo sobbalzare.
  • Buon giorno un corno! –disse ma Rosemary fece finta di niente. James la osservò. Aveva i capelli lisci che gli arrivavano fino al seno sciolti e in disordine sulla maglia a maniche corte del pigiama gialla con un’ anguria che sorrideva e diceva “Hello!”. Il pantaloncino abbinato era giallo. Gli occhi erano verdi e cristallini.  Era davvero bella, pensò James. Poi si ricordo che quella era la stessa ragazza che l’ aveva battuta a caccia a la bandiera e che parlava in continuazione e che aveva dato delle zollette di zucchero a Fulmine. Rimise il muso.
  • Vuoi un thè? –chiese Rosemary. –perché hai quel muso lungo?
  • Si grazie. –disse semplicemente guadagnandosi un’ occhiata di Rosemary che stava a significare “okaaaaay”.
 
Quando tutti erano davanti al tavolo della cucina che facevano colazione, Scott chiese:
  • Qualcuno sa la prossima tappa? –James si era quasi dimenticato del sogno:
  • Forse lo so io  -disse raccontando il sogno.
  • Aspetta! Non può essere che il diamante fosse della stessa Harmony! Io ho sognato il momento in cui Atena e Zeus litigavano per la costruzione dell’ arma –intervenne Rosemary.
  • Non per forza l’ arma da costruire era il diamante. –disse Scott e tutti si girarono a guardarlo. –Ho esaminato insieme a Felicity… -Nathan si strozzò
  • Scusa, continua. –si scuso con le lacrime agli occhi per gli starnuti.
  • E abbiamo notato che il diamante ha una base che funziona ad incastro, quindi l’ arma che gli Dei hanno costruito, non è il diamante…
  • Ma lo scettro sul quale poggiava! –concluse Cassandra.
  • Esatto ragazza! –gli disse Scott.
  • In poche parole Harmony e questo Aaron che era il suo spasimante, hanno nascosto i poteri di Harmony in un diamante rotto in tre parti che hanno nascosto in tre luoghi significativa ad Harmony. Quando essa morì per strani motivi, che non credo siano quelli che già detto Chirone, gli Dei costruirono lo scettro sul quale hanno ricostruito il diamante e dopo averlo usato, l’ hanno disfatto e messo i pezzi a posto. Ho capito bene?? –chiese Nathan
  • Non avresti potuto dirlo meglio! –gli disse Felicity, che si era sistemata i rossi capelli color fuoco in una treccia.
  • E adesso, dobbiamo andare nel Grand canyon, esatto? –chiese Scott. James annuì. –ok. Gelinda! –gridò Scott.
  • Si signor capitano supremo? –disse una voce meccanica che veniva da dentro il Camper. Felicity si sbatté una mano  in fronte.
  • Capitano supremo? –chiese.
  • Siiiii –disse con la vocina da Alvin Super Star. –dicevo Gelinda! Si va nel Grand Canyon quindi inverti la rotta. Si va verso sud!
 
Erano in viaggio da tre ore. Con un po’ di fortuna, si avrebbero impiegato solo due giorni, ma la fortuna non va tanto d’ accordo con i semidei. Tutti stavano facendo delle piccole faccende quotidiane. Chi si stirava le magliette, chi puliva per terra, chi costruiva strani aggeggi e chi come Rosemary, puliva i piatti. Era da giorni che non aveva strani problemi con i suoi poteri e che non ci pensava. Erano successe troppe cose tutte insieme per pensare a quello. Si distraeva e in quei giorni non avevano mai pensato a tutto ciò. Erano le 12 del pomeriggio quando Scott venne in soggiorno e chiese:
  • Ragazzi! C’ è un McDonald’ s. Mi fermo o James non è talmente scorbutico e cucina? –tutti guardarono James e vedendo la sua espressione dissero:
  • McDonald’s! –annunciarono. Si misero qualcosa di decente ed uscirono dal Camper. 
 
Ognuno aveva ordinato un MC menù differente, i sei grandi classici per i sei semidei. Mangiavano in silenzio. Solo Scott e Cassandra parlavano, non si fermavano mai. In 15 minuti avevano scherzato 4 volte e litigato 6 volte. Rosemary li ascoltava e alcune volte veniva interpellata a risolvere i loro problemi che consistevano in: “secondo te è più divertente la battuta del cane o del pesce sordo?!”. Erano talmente pazzi che a Rosemary piaceva ascoltarli…. Era andata anche lei! James invece guardava Rosemary e poi di nuovo gli altri due ragazzi con una faccia parecchio interrogativo.
Felicity invece, era parecchio agitata. C’ era qualcosa in quel posto che la rendeva nervosa. C’ era qualcuno, ne era certa.
  • Scusate, vado in bagno! –annunciò. L’ unica cosa che voleva fare, era guardare chi era presente in quella stanza e vedere che tormentava i suoi pensieri. Però, non notò nessuno. Entrò in  bagno. Ci mise qualche minuto, non poteva mica tornare subito! Quando ebbe finito uscì e si scontrò con qualcuno. Era Nathan. Riconobbe i suoi enormi occhi e i capelli lunghi che avevano proprio bisogno di un taglio netto.
  • Che ci fai qui?! –chiese –Mi hai seguito?
  •  Io sono andato semplicemente in bagno e poi se volessi seguirti non lo farei certo a tre passi dal nostro tavolo! –esclamò. –E poi quando ci sono andato io, tu eri ancora seduta. –Felicity arrossì, poi vide qualcosa che non le piacque per niente.
  • Vieni qui! –disse prendendolo per un braccio e portandolo nel bagno dei disabili.
  • E ora che ti prende! Mi sequestri? –gli disse.
  • Zitto! –disse aprendo la porta di poco per sbirciare. Quello che aveva visto prima, c’era ancora. Era una donna normalissima con un unico difetto. Una gamba d’ acciaio.
  • Empusa –bisbiglia a Nathan che si fa subito serio.
  • Io avviso gli altri tu rimani qui! –dice seria a Nathan.
  • Perché tu?
  • Perché le empuse non ci mettono niente ad abbindolare un uomo! –dice facendo scattare la porta ed esce. Fa finta di nulla, come se l’ empusa non esistesse. Si avvicina al tavolo dei ragazzi e dice.
  • Ragazzi, tutti su Gelinda! Mostro a ore 12. Voi create un diversivo e io e Nathan ce n’ è occupiamo!
  • Ma…
  • Niente ma! È un’ operazione abbastanza delicata!
  • Ma… -Felicity sbruffò alla vista dei suoi amici che non  si muovevano. Quando vide l’ allarme anti- incendio andò suonarla e tutti uscirono. Tutti tranne loro 6(Nathan era uscito dal bagno quando sentì l’ allarme) e due ragazze.
  • Potete anche smettere di fare le normali persone civili! Mostratevi pe quello che siete! .esclamò Rosemary con un coraggio che non sapeva d’ avere.
  • Se ci tenete tanto… -dissero le due prima di trasformarsi in mostri con pelle pallida, occhi rossi, gamba d’ acciaio e l’ altra gamba aveva forme equine.
  • Bene! 1, 2, 3! – e tutti si fiondarono sulle empuse. Si vedeva che erano mostri esperti. Si muovevano con agilità estrema. Una aveva addosso: Cassandra, Felicity e James e l’ altra gli altri ragazzi. Cassandra cercava di bloccarla nelle ombre per riportarla nel Tartaro ma non ci riusciva per la bravura del mostro che correva velocemente.
  • Che c’ è semidei? Non riuscite a prenderci?! –dissero ridendo. Ancora combattevano. Felicity l’ aveva quasi colpita, ma l’ empusa si mosse velocemente e gli diede un calcio nel ventre con la gamba d’ acciaio. Cadde all’ indietro e si rialzò nonostante il dolore. Andò di nuovo all’ attacco e colpì con la spada. L’ empusa si spostò e Felicity cadde in avanti grazie ad una gomitata dell’ empusa. Gli altri non intervenivano perché avevano capito che quella era una battaglia fra lei e l’ empusa. Felicity si alzò di nuovo. Sentì qualcuno gradare ma non ci diede peso. Sapeva che era un mortale che chissà cosa vedeva. Prese di nuovo la spada con il fiatone e guardò intensamente l’ empusa che indietreggio. Non reggeva il confronto con quei grandi occhi peni di rabbia. Si accorse che anche la seconda la stava guardando. Si lanciò all’ attacco e stavolta riuscì a procurarle un piccolissimo taglio sulla gamba equina lanciandogli un calcio in un occhi. Cadde a terra e fece una capriola alzandosi velocemente e riattaccò. Anche lei si era abituata ai tempi delle due empuse. Si muoveva anche più in fretta delle due. Si fiondò sulla prima e riuscì a mandarla a tappeto. Lanciò un’ occhiata fulminante a Cassandra che capì al volo. La risucchiò nelle ombre spedendola nel Tartaro. Cadde a terra ma si rialzò velocemente afferrata da James.  Per guardare la scena perde tempo e l’ altra empusa ne approfitta. Si lancia su di lei e la fa cadere a terra dove gli morde il collo. Felicity grida dal dolore quando sente il freddo delle zanne canine affondarle nella pelle e grida. Poi il peso che sente sul suo torace non s’ è più lasciando il posto alla polvere gialla tipica dei mostri uccisi. La testa gli gira e l’ ultima cosa che vede è un ragazzo che la prende in braccio e la porta in qualche posto e poi sviene.
 
Si sveglia in un letto, il suo letto. Cassandra e anche stesa sul suo e poi guardando i due buchi profondi, ricorda quello che è successo poco prima. Il camper nonostante ciò è in moto ma è sera. Cominciano ad intravedersi le stelle e la luna  chiara che ha la forma di un sorriso quasi a voler sfottere, perché del dolore di quei denti nella pelle, Felicity non né ha un bel ricordo. Un empusa. Tutto ciò vuol dire che non è solo la nuova generazione ad andare contro agli dei ma anche i mostri antichi. Perlustra un po’ la stanza e nota un ragazzo con gli occhiali e i capelli lunghi caduti sul volto. È Nathan che riposa seduto sulla sedia della scrivania della stanza. Felicity a fatica si alza e gli dà un piccolo bacio sulla guancia prima di rendersi conto che il ragazzo che l’ ha salvata dall’empusa, è davanti a lei.
 
 
 
 
Angolo Autrice.
Salve gente! Ho pensato di mettere un po’ in risalto Felicity che poverina, non veniva nominata da molto come Rosemary quindi un capitolo un po’ dedicato a loro ma soprattutto a Feli e Nathan(Trovatemi un nome alla coppia!), rapporto poco messo in evidenza negli ultimi tempi. È presente anche il rapporto tra James e Rosemary(trovatemi un nome alla coppia! Odio dire “rapporto”) ma ripeto, piccolo! Ho approfondito molto il discorso su Harmony che vuole rinunciare all’ immortalità e bla bla bla!!!!! Un applauso grande a me che ho capito come si mettono le gif.
Alla prossima,
unamoresolitario!!

Cassandra McHolland



Nathan Haku Owari





Felicity Collins





James David Shane




Rosemary Greyson




Scott Banyan 

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Capitolo 16
*** Capitolo 14 ***


Quando Felicity  si alzò, trovò gli altri mezzi addormentati. C’ erano Rosemary e James, addormentati sul divano con la TV aperta che trasmetteva il telegiornale.  Si avvicinò e vide  la signora bionda, con i capelli corti e lisci. Aveva gli occhi azzurri e un vestito rosa. Aveva inoltre un viso che gli ricordava un rospo, era quasi identica a Dolores Umbrige di Harry Potter.
  • Ultime notizie dall’ autostrada di Niagara. –annunciò con in mano dei foglietti -6 ragazzi di provenienza sconosciuta, hanno creato il panico in un McDonald’s. Dei testimoni, garantiscono che una di queste ragazze –e mentre diceva questo, partirono le immagini di Felicity  con un coltello in mano che aggrediva una ragazza –Massima allerta in tutto il paese, ricercata la ragazza misteriosa e gli altri 5 ragazzi. Non c’è ancora traccia delle altre due ragazze aggredite. –Felicity chiuse la Tv cercando di non dire tutte le parolacce che conosceva.  Decise, invece, di ingozzarsi con le cialde di Nathan, era molto, molto meglio.
  • Ho la sensazione che domani non avrò nulla da mangiare –disse sorridendo Nathan che si era svegliato ed era sulla porta che la guardava divertito.
  • In questo momento, è la cosa di cui meno mi importa!!! –disse rabbiosa.
  • Come mai? –chiese sedendosi accanto a lei.
  • Hai visto i telegiornali in quest’ ultima mezz’ ora?!
  • A per quello! –disse Nathan.
  • Non è un buon motivo per essere arrabbiati! Io li salvo e quelli mettono l’ allarme in tutto il paese?! Cosa penserà Abigale di me?
  • Chi è Abigale? –chiese il figlio di Nemesis e la rossa sorrise.
  • È la mia migliore amica, anche se non ci vediamo spesso… cioè mai! Alcune volte in inverno ma quasi mai…
  • Bè tu almeno l’ amica ce l’ hai…
  • E tu vorresti armi credere che un figlio di Nemesis bello e dolce come te non ha amici? –disse tornando calma e sorridendo. Nathan arrossì per i complimenti della ragazza.
  • Un figlio di Nemesis che non ama la vendetta, ama il disegno, i pegasi e ha paura dei fulmini. Non credo che qualcuno lo voglia come amico. –disse lui con leggerezza e senza risentimento nella voce.
  • E Cassandra? E James? E Rosemary? Ed io? -chiese
  • Bè voi siete delle eccezioni –disse sorridendo. Anche Felicity rise con piacere.
  • Felicity, sono un genio! –disse Scott sedendosi tra Felicity e Nathan.
  • Come mai? –chiese lei.
  • Guarda qui! –disse indicando il disegno che aveva fatto sull’ album di Nathan. –Se facciamo diversi tipi di calcoli… -Nathan non continuò ad ascoltarli. Era tardi e non voleva svegliarsi con il mal di testa. Si alzò e andò a dormire. Notò che James era seduto sul divano e sul suo petto, Rosemary dormiva serenamente. Sorrise pensando “quando si svegliano voglio essere qui!”
 
 
  • Figlio della Luna! –esordì una voce fredda che usciva dalla bocca di Harmony, che sicuramente non era la sua. –Innamorato di una Dea! Che tenerezza!
  • Che vuoi Gea! Lasciala in pace! –disse lui con sicurezza nella voce.
  • Altrimenti? Cosa vuoi fare? Trafiggermi con la tua inutile spada? Fallo. Ma ricordati che colpirai la tua amata! –disse lei ridendo. Gli occhi viola-grigi di Harmony erano rossi.
  • Perché fai questo? –chiese Aaron
  • Perché Zeus ha fatto soffrire i miei bambini… mi sto vendicando su sua figlia, uno scambio equo no?
  • Ma è anche tua figlia! –gridò Aaron. Gea-Harmony rise ancora.
  • Ci sono figli e figli e Harmony è solo una pedina per me. Voglio far soffrire Zeus voglio… NOO! –La voce di Gea cambiò ancora. Adesso era quella di Harmony e i suoi occhi erano tornati viola-grigio.
  • Aaron, ti ha fatto qualcosa? –chiese Lei preoccupata.
  • No Tranquilla. Dimmi come stai tu piuttosto! -Esclamò lui .
  • Ci sono abituata! Dobbiamo darci una mossa! Altrimenti mia madre potrà di nuovo controllarmi!
 
Mentre James sognava questo, Rosemary aveva altri sogni tormentati.
 
  • Padre devi calmarti! Sappiamo bene che questo è il nome ideale per l’ arma! –esclamò Atena.
  • Perché mai dovrei chiamarla così!? Perché devo chiamarla come quell’ idiota di mia figlia…
  • Non ti permetto di continuare! –esclamò Era scioccando tutti. –Marito mio, la colpa delle azioni di Harmony è solo tua.
  • Tu più di tutti dovresti sostenermi e invece mi vieni contro! –disse rabbioso Zeus.
  • Harmony era anche frutto dell’ odio di Gea e di un tuo tradimento ma non per questo meritava la morte! Marito mio siamo in guerra! La colpa di quella povera fanciulla, era di essere impossessata da sua madre. Ti ha attaccato solo per quello!
  • E ha anche spezzato i suoi poteri in più parti!
  • Era costretta! Il tuo egoismo l’ ha uccisa e usare l’ ultimo pezzo del suo potere, ricostruire il suo diamante e permettere la costruzione dell’ arma è il minimo che tu possa fare! –disse Era e tutti gli altri annuirono.
  • E va bene! Ma sarete voi ad occuparvi della sua costruzione, io non ne voglio sapere!
  • A quello ci penso io! –disse Efesto. –Se volete avere più potere, sarebbe meglio che mi consegnate la spada del ragazzo.
  • Perché? –chiese Artemide. –Selene è già abbastanza triste e quella spada è l’ unica cosa che gli è rimasta del suo unico figlio di quest’ era!
  • Lo so, ma il potere dell’ amore che contiene quella spada può portare il potere di Harmony al doppio delle forze!
 
Rosemary e James si  svegliarono in contemporanea. Avevano tutti e due i volti pieni di sudore e le magliette bagnate così come i capelli. Avevano il fiato corto e quando si guardarono, capirono di aver fatto sogni differenti ma tutti e due erano collegati. Solo in seguito capirono di aver dormito uno sul petto dell’ altro e arrossirono.
  • Questo non è mai successo! –dissero in coro i due alzandosi e andando a dormire.
 
 
La mattina seguente, quando tutti si svegliarono, ascoltarono il racconto del sogno su Harmony e sugli Dei. Rosemary e James non si guardavano e Nathan, Felicity e Scott li guardavano cercando di non ridere.
  • Ragazzi se vi interessa, ho messo delle protezioni su Gelinda. Ora c’è un sistema che nasconde il nostro odore, non del tutto ma depista leggermente i mostri. Con un figlio di Zeus e una di Ade, certe precauzioni sono necessarie!
  • Comunque è chiaro che a prendere la seconda parte del diamante sarete voi due, ragazzi! –disse Felicity con un sorriso a James e Rosemary. Tutti e due stavano bevendo della cioccolata quando la figlia di Eos disse questo e sputarono tutta la cioccolata fuori dalla bocca andando a finire sulla faccia della povera rossa.
  • NOI?! –chiesero in coro. A quel punto non ce la fecero. Sia Nathan che Scott risero, mentre Felicity tornava furiosa.
  • Che avete da ridere voi due?! –chiesero James e Rosemary.
  • Niente –dissero ridendo ancora. L’ unica che non ci capiva niente era Cassandra che beveva la sua cioccolata come se nulla fosse successo.
  • Non per qualcosa… -cominciò la rossa –Ma uno “scusa” è d’ obbligo!! –disse furiosa indicando lo schifo che avevano fatto sputando la cioccolata.
  • Scusa –dissero tutti e due assenti.
 
 
 
  • Su via Jay, non sarà tutta questa tragedia stare un po’ con Rosemary che per la cronaca è molto simpatica! –disse Nathan nella loro stanza  a James.
  • 1) non chiamarmi Jay 2) e questo il problema! Non voglio che la gente sia simpatica e gentile con me! –disse lui.
  • Perché? –Nathan la risposta la sapeva, ma non voleva sembrare un impiccione.
  • Perché le persone sono tutto tranne che gentili! –
  • Non so se prenderla come un’ offesa o un complimento!
  • Ma tu sei una cosa a parte! Tanto lo so che sai tutto di me dalla A alla Z.
  • E tu come fai a saperlo?!
  • Quando dormi, parli nel sonno. E poi si capisce da come mi guardi, sembra che tu voglia perforarmi l’ anima.
  • E Non ti da fastidio?
  • Non sai quando! Ma meglio averti come amico che come nemico, giusto?
  • Giusto –disse Nathan che sapeva più di tutti quello che aveva passato James e che aveva bisogno di un amico e chissà, magari anche di un amica… o qualcosa di più.
 
 
 
  • Io non capisco perché sei così nervosa Rose -gli disse Cassandra leggendo Death Note. Incredibile quella ragazza, sapeva leggere e ascoltare i contemporanea!
  • James è l’ ultima persona al mondo che deve conoscere alcuni… problemi!
  • Perché? –chiese con voce distaccata ma interessata allo stesso tempo.
  • Perché è pettegolo, sarcastico e freddo! Ti basta o devo continuare?
  • Non vorrei dirtelo, ma non è oro tutto quello che luccica! –disse Cassandra. Rosemary rimase zitta. E se Cassandra avesse avuto ragione?
  • E poi mancano ancora 5-6 ore all’ arrivo. Con la fortuna che abbiamo saremo fermati dalla CIA, flagellati dall’ FBI, faremo da aperitivo a qualche mostro, poi digeriti e lasciati in pace. Ora smettila di camminare avanti e indietro che sto cercando di concentrarmi. Caccia quelle matite incrociate sulla scrivania e bè… poi fai quello che vuoi.
  • Grazie, sempre disponibile!
  • Ma figurati! Sono qui a posta!
 
 
 
 
♦Angolo Autrice♦
Ciao! Ok scusate per il capitolo di passaggio, ma vi giuro sto morendo dalla noia. In questo capitolo ho lasciato spazio alla Jamary (grazie per il nome!). tutti e due hanno paura di stare insieme. James sa che Rosemary è una persona sempre allegra e felice e che quindi possa scaldarle il cuore mentre Rose ha paura che Jay scopra i suoi poteri e vada a raccontarli al mondo intero. C’ è anche un po’ di Felithan (grazie per il nome) perché questi due io li amo! Ora mi parte la ship…  Sappiate che il povero Scott, non interrompe i loro momenti apposta! A lui Felicity non importa!  Non so se mettere qualche mostro durante il tragitto o mentre la Jamary va in missione gli altri hanno dei problemi con la polizia. Penso la seconda.  Allora vi lascio,
alla prossima,
unamoresolitario!!








 

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Capitolo 17
*** Capitolo 15 ***


Appena sveglia Rosemary corse a prepararsi. Indossò la solita maglietta del campo,  i pantaloncini di jeans  e le All Stars nere prima di andare ad acconciarsi i capelli lisci in una coda di cavallo. Mentre si lavava i denti si fece alcuni promemoria mentali. Non aveva nessuna intenzione di proferire parola sui suoi poteri o su qualunque cosa che non fosse l’ Harmony a James. Come non doveva saperlo lui, nessun altro! James aveva due grandi occhi blu scuro che perforavano l’ anima di chiunque lo guardasse. Inoltre era davvero bello: corpo atletico, occhi blu, capelli neri e una piccola cicatrice sul sopracciglio destro che lo rendeva ancora più bello di quando già non fosse. Al campo, infatti, era sempre circondato di figlie di Afrodite che cercavano in ogni modo di guadagnarsi l’ amore di James. Rosemary era certa che se c’ era qualche ragazzo in grado farla parlare con uno sguardo, quello era il figlio di Zeus.
 
Anche James appena sveglio, corse a prepararsi. Indossò una maglietta smanicata bianca, gli jeans neri e le scarpe da ginnastica bianche. Mentre faceva qualche esercizietto per tenersi in forma, si fece una promessa muta. Non si sarebbe fatto ammaliare dagli occhi verdi della figlia di Demetra e men che meno della sua risata dolce. Rosemary era una ragazza gentile e questo James lo sapeva. L’ unico problema era la sua maschera che aveva faticato tanto a costruire. Ora che era in missione non poteva permettersi di farla crollare. Lui sapeva che le persone sono cattive e senza cuore. Nessuno aveva la più pallida idea del dolore che provava quel ragazzo e James era sicuro, che Rosemary era la ragazza più indicata a rovinare quel che lui aveva costruito.
 
Tutti stavano facendo colazione. Scott e Cassandra oggi erano di ottimo umore dato che parlavano senza litigare. Così era anche per Felicity e Nathan, non che quei due litigassero mai, ma oggi sembravano addirittura più felici del solito. Solo James e Rosemary si guardavano sott’ occhi. Non proferivano parola da ore ormai.
  • Ragazzi! Siamo arrivati. Ora dobbiamo studiare un piano visto che tutto il paese ci sta cercando! –disse Scott.
  • Io ho un’ idea! –disse Cassandra con il suo solito sorriso malizioso che a Scott aveva sempre dato profonde preoccupazioni.
  • Spara! –disse comunque.
  • Ok, vi illustro la mia idea. Qui vicino c’è un emporio dove lavora una vecchina che non credo riconoscerebbe me o Scott visto che non siamo stati inquadrati proprio benissimo. Comunque dobbiamo comprare solo 5 parrucche e un bel po’ di trucco! –disse Cassandra continuando a dire agli altri la sua illuminante idea.
 
Quando Scott e Cassandra tornarono, portarono quattro parrucche: una era bionda con un taglio corto che indossò Felicity, una nera con le punte rosa e taglio lungo e la prese Rosemary, una nera e taglio cortissimo la prese Nathan e l’ ultima castana e un po’ più lunga venne presa da James. Cassandra e Scott avrebbero controllato la situazione da lì e in caso di problemi sarebbero intervenuti. Operazione uno riuscita!
 
Operazione n° 2.
Fecero sedere Felicity e Cassandra iniziò con la trasformazione. Gli disegnò un po’ di lentiggini e le mise le lenti  a contatto azzurre mettendole in evidenza con dell’ ombretto blu. Rosemary mise le lenti a contatto nere e cos’ fu per il rossetto, la matita e l’ eyeliner. L’ avevano trasformata in una punk. I due ragazzi non subirono molte trasformazioni se non un po’ di lentiggini a James e le lenti a contatto grigie per Nathan.
 
Operazione n° 3
Felicity indossò una camicia chiara sotto al quale aveva una canotta bianca e mise anche dei pinocchietti di jeans. Sembrava una ragazza di strada. Rosemary indossò una giacca nera con le borchie con il quale moriva di caldo e sotto una canotta rosa, più comoda per combattere. Inoltre aveva i leggins neri e le scarpe dello stesso colore. James indossò una maglia smanicata grigia e un paio di Jeans. Nathan lasciò i vestiti che aveva, andavano benone!
 
Operazione n° 4.
Dovevano nascondere le armi. Per James e Rosemary non fu un problema dato che la spada  di James si trasformava in un anello  e quella di Rosemary in una spilla a forma di grano. A Felicity venne così prestato l’ arco di Cassandra che si trasformava in un bracciale di cuoio mentre a Nathan venne data la spada di Scott che si trasformava tranquillamente in un portachiavi.
 
  • Perfetto ragazzi! Siete irriconoscibili! –disse Cassandra abbastanza soddisfatta del suo lavoro. –Ricordate il paino vero? –chiese e gli altri annuirono. –Perfetto! Rosemary prendi questa –disse indicando dandogli una borsetta a tracolle. –dentro ci sono delle salviettine struccanti. Non credo che ti piaccia combattere con tutto quell’ eyeliner ma ti raccomando poi rimettitelo!
  • E come faccio se mi rincorre un mostro?!
  •  Ora filate!
 
  • Ecco qui! Ho comprato quattro biglietti. Conservateli perché poi non so come facciate  poi ad uscire. –disse Nathan dando i biglietti per visitare il Grand Canyon.
 
  • Perfetto! Io e Nathan andiamo a farci un giro per fatti nostri, mettete questi in modo da tenerci sempre in contatto –disse Felicity mettendosi delle auricolari e dandoli anche agli altri. –Buona fortuna! –dissero prima di allontanarsi.
 
James e Rosemary stavano osservando le pareti rocciose del Grand Canyon che erano talmente belle da mozzare il fiato! James amava quel tipo di cose spaventosamente pericolose! Quando arrivarono in un punto abbastanza basso, si distaccarono da tutti e si assicurarono che nessuno li potesse vedere.
  • Perfetto! Ora come scendiamo? –chiese Rosemary. A James la sua idea non piaceva, ma non potevano di certo tornare indietro a prendere una corda!
  • Non ti piacerà! –l’ avvertì prima di stringerla in un abbraccio e calarsi giù in volo come Peter Pan. Quando furono a terra Rosemary si struccò e tolse tutto quello che avrebbe potuto darle fastidio. Stessa cosa fece James.
  • La prossima volta, avvertimi prima di gettarti dal Grand Canyon! –disse quando iniziarono a camminare. –Comunque, meglio non andare sulla riva del fiume. Alcuni turisti potrebbero notarci. Meglio stare qui!
  • Concordo! Anche perché Harmony ha nascosto la sua arma in un posto buio e non alla luce. Non credo sia vicino alla riva. –disse guardando avanti.–Sta giù! –disse tirandola a se   vedendo due turisti scattare una foto. Quando furono abbastanza lontani la lasciò. –Andiamo.
Camminavano in silenzio. Un silenzio che per due iperattivi non andava per niente bene. Cercavano di distrarsi in qualsiasi modo possibili quando Rosemary vide qualcosa che non la convinse affatto.
  • Ehi James! Guarda là! –disse indicandogli un punto dove la roccia era molto più scura. I Due si avvicinarono. Con riluttanza toccarono la parete. In qualche strano modo, furono risucchiati da una specie di portale che fuoriuscì da quel punto. James aveva la mano di Rosemary tra la sua e viceversa. Si tenevano stretti quando finalmente caddero su un suolo duro e roccioso. Aprirono gli occhi e videro che erano in una strana caverna. Le pareti erano rocciose e non si vedevano vie d’ uscita se non una porta ma era chiusa.
  • Dove siamo? –chiese Rosemary con un filo di voce. Per qualche strano motivo, strinse fortissimo la mano di James.
  • Dove Harmony ha nascosto la sua arma! –disse una voce che non era certamente di James. I due si girarono e videro una ragazza dai capelli biondi e verdi che gli arrivavano fino al seno. Aveva degli occhiali scuri e tondi che coprivano i suoi occhi. Il rossetto era rigorosamente nero così come il vestito che indossava. James prese la spada e anche Rosemary anche se molto debolmente. Perché si comportava così James non lo capiva.
  • Su via, le spade non sono necessarie! –disse scoccando le dite e facendole cadere. Rosemary tremava come una foglia e strinse ancor di più la mano di James.
  • Non credo voi mi conosciate! Sono Angst, la dea della paura. È un piacere conoscervi semidei!
  • Non credo di aver mai sentito parlare di te! –disse James. Angst rise.
  • Certo che no semidio! Io sono una delle dee più giovani della vostra epoca! Conoscete tutti  Jason Grace, Piper Mclean e Leo Valdez?
  • Certo! Sono i semidei che hanno salvato Era e i primi tre della profezia dei Sette.
  • Perspicace il figlio di Zeus! –disse facendo l’ occhiolino. –Io sono nata dalle paure e dalle insicurezze che ha provato Era quando è stata rapita dai giganti, ho soli cinquant’ anni.
  • Non possiamo sbrigarci? –disse ancora tremante Rosemary. Angst sorrise.
  • Figlia di Demetra tu stai già affrontando la prova! E ti chiedo scusa ma per aver l’ Harmony ho bisogno che tu soffra un pochino! –disse scoccando le dita. Ora James e Rosemary si trovavano in una stanza ancora più piccola e senza nessuna via d’ uscita ma in compenso era illuminata.
  • Non capisco, dov’ è la prova? –chiese James. Poi si accorse che Rosemary era accovacciata a terra e tremava. Non solo, si stava mordendo anche molto forte il labbro.
  • Non dirmi che sei claustrofobica? –disse James che ora capiva la paura di Rosemary e il motivo per il quale lo stringeva forte.
  • Ok, cosa si fa in questi casi? Di Immortales! Andiamo James! –bisbigliava a sé stesso. Si sedette vicino a lei e cercò di tranquillizzarla.
  • Rosemary, guardami –disse prendendole il volto tra le mani. Rosemary cercò rassicurazione in quegli occhi blu elettrico dove di solito c’ era solo odio. Stavolta no! Questa era preoccupazione! Eccome se lo era! –Respira e stai tranquilla ok? –disse James. Per la prima volta vide in lei, la stessa paura che aveva visto solo 4 anni sempre in quegli occhi verdi. Rosemary era appena arrivata al campo e gli era stata affidata subito una missione. Avrebbe dovuto recuperare la falce di Crono e volle partire da sola. Era intimorita ma non voleva mettere in repentaglio la vita di qualcun altro. Inutile dire che la recuperò in soli due settimane. Il palpito del cuore di Rosemary era accelerato e lei era in crisi.
  • Stammi lontano!! –disse con delle lacrime solitarie che gli si posarono sugli occhi. –non voglio trasformarti in una pianta di grano turco!
  • Cosa…?
  • Non avvicinarti!!! –urlò ancora. Rosemary era irriconoscibile. Era impaurita. Davanti a lei cominciarono a crescere piante di qualsiasi genere e dimensioni. James doveva fare qualcosa.
  • Non avvicinarti! Non voglio farti del male! Non voglio!! –urlava ancora ma nonostante ciò, James le si avvicinò. Le prese i polsi e li strinse nelle sue mani senza farle male e l’ obbligò a guardarlo dritto negli occhi. Rosemary non riuscì a capire quello che i suoi occhi trasmettevano. Lo guardò per qualche secondo e poi lui disse:
  • Visto? Non ho paura di avvicinarmi! So che sei maledettamente gentile e dolce. Non faresti del male ad una mosca. Io mi fido d te! –disse sorridendo. A Rosemary batteva il cuore, ma non per la paura. Forse non avrebbe dovuto farlo ma si slanciò su di lui e lo abbracciò. James all’ inizio era tentato a staccarsi ma poi si rese conte che il calore dell’ abbraccio di Rosemary era l’ unica cosa che gli serviva. Aveva bisogno di quell’ abbraccio e contraccambiò.
  • Non credevo che fossi così sentimentalista figlio di Zeus! –scherzò Rosemary dopo che si staccarono e lei si era calmata.
  • Doti nascoste! –scherzò anche lui. –Rosemary…? –lei alzò il capo. –Posso farti una domanda?
  • Suppongo che te lo deva. Spara!
  • Che ti è successo prima? –chiese con riluttanza. Rosemary guardò dritta con lo sguardo perso nel vuoto.
  • Diciamo che ho qualche problemino con i miei poteri… ok, parecchi problemi. Non riesco proprio a controllarli. –disse aspettando che questo ridesse o facesse qualche battutina sarcastica.
  • Oh –disse semplicemente. – Da quando?
  • Da quando ho scoperto di averli, credo. E tu hai mai avuto di questi problemi?
  • No –disse lui.
  • Ci avrei scommesso! –disse lui ridendo.
  • In che senso?
  • Sei il solito ragazzo figo circondato dalle stupide oche figlie d’ Afrodite. Che razza di problemi vuoi avere?
  • Ma non so dimmelo tu! A cinque anni mia madre è morta uccisa dalla persona che amava, sono stato 3 anni a girovagare per case famiglie a destra e a sinistra imparando a vivere da solo e a 12 anni arrivo al Campo dove mi procuro questa! –disse indicando la cicatrice sul volto –e sai perché? Per inseguire un uomo in giacca e cravatta che quando mi ha visto in difficoltà mi ha dato un anello e se n’è scappato! –disse con risentimento e odio.
  • Ce l’ ho fatta a farti parlare! –disse Rosemary. –Io ho vissuto una vita abbastanza felice. Ho una nonna che in Texas che si prende cura di me e mio padre è un vecchio soldato andato in pensione con una gamba di metallo per un incidente. Non posso di certo lamentarmi!
  • No non puoi. –gli  disse. –Immagino che dopo questo, è tregua? –disse porgendogli la mano. Rosemary sorrise e disse anche lei:
  • Tregua –stringendogli la mano. All’ improvviso la stanza piccola e luminosa scomparve lasciando il posto alla caverna buia di prima. Al centro c’ era Angst che masticava una gomma quando si accorse che i due erano tornati.
 
  • Uff… Siete già di ritorno? Non ci avete messo tanto ad affrontare le vostre paure! Ecco a voi la seconda parte dell’ Harmony.  –disse mentre una parte di diamante si materializzava davanti a Rosemary che la prese -Oggi mi sento generosa. Chiudete gli occhi se non volete mettere i vostri amici nei guai più di quando già non lo siano. I due eseguirono gli ordini.
 
 
Quando tornarono sul Camper trovarono Scott e Cassandra abbastanza agitati. Le uniche parole che dissero furono “Nathan. Felicity. Scoperti!!”
 
 
Angolo Autrice.
Ciao! Questa è l’ ultimo aggiornamento dell’ anno. Molto probabilmente non ci vedremo quindi buon anno nuovo e spero che questo duemila quindici sia stato un anno bellissimo! Ora parliamo del Capitolo. C’ è molta Jamary come si è notato. Tutto quello che si erano promessi all’ inizio del capitolo è stato nullo perché Rosemary si è lasciata ammaliare dagli occhi di James ed esso dalla risata della ragazza. Nel prossimo capitolo ci sarà invece un sacco di Felithan che si sono cacciati nei guai! Nei prossimi daremo spazio a Scott e Cassandra. La prima immagine è la ragazza che ha ispirato Angst.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!




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Capitolo 18
*** Capitolo 16 ***


Quando Rosemary e James se ne andarono, Felicity e Nathan seguirono un gruppo di turisti per assicurarsi che nessuno vedesse James o Rosemary e per controllare che non ci fossero incompromessi.  Scott e Cassandra invece, erano sul camper alias Gelinda, che si tenevano in contatto con gli altri attraverso gli auricolari che il figlio d’ Efesto aveva costruito apposta per loro. Erano delle auricolari speciali che trasmettevano il suono e lo assorbivano facendolo ascoltare a tutti senza rovinare le orecchie e inoltre non davano quel solito fastidio degli auricolari normali. Cassandra le trovava molto comode!
  • Ragazzi! Come procede? –chiese la figlia di Ade che aveva proibito a Scott di parlare di anatroccoli o chiunque altro animale.
  • Hai notato Allyson come sia tranquilla questa gita al Grand Canyon? –Disse Nathan. I nomi erano camuffati e cercavano di camuffare la risposta da dare a Scott e Cassandra, parlando tra di loro.
  • Si una gita davvero piacevole Tyson! –disse Felicity alias Allyson  per dare una risposta a Cassandra.
  • Ok, allora io stacco per qualche minuto! Se tengo per troppo tempo aperta la connessione c’è la possibilità  dell’ 0,11 che ci scoprano! –disse Scott.
  • E tu chiudi per l’ 0,11 di probabilità che ci scoprano!? –disse Cassandra scettica e poi chiusero la connessione. Nathan e Felicity si guardarono e risero. Le stranezze di quei due erano tante ma ancora non si erano abituati del tutto. Gli altri turisti li guardarono e loro improvvisarono qualche battuta fra loro. Nathan la guardava mentre Felicity sorrideva. Nonostante i capelli biondi e corti che gli arrivavano fino al collo, le lentiggini, gli occhi azzurri e l’ ombretto un po’ troppo scuro, era comunque bellissima.  Mentre la guardava vide qualcosa che non gli quadrava affatto.
  • Ehi, Allyson. –disse Nathan e Allyson alias Felicity si girò con circospezione. Vide una ragazza con i capelli biondi con lo shatush verde, gonfi e lunghi. Le labbra erano completamente nere e  aveva gli occhi incorniciati dagli occhiali rotondi e lenti nere. Inoltre aveva un vestito lungo e nero. Non era la ragazza in sé a dare preoccupazioni ma ciò succedeva a chi gli stava vicino. Sembravano tutti sul punto di avere un attacco di panico. Sembravano sul punto di morire sul colpo.
  • Avviciniamoci –sussurrò Felicity vicino all’ orecchio di Nathan che annuì. Facendo sempre finta di essere turisti, si avvicinarono con cautela. Quando furono abbastanza vicini, la ragazza parlò.
  • Sapete i vostri amici sono così noiosi! Hanno paura di cose fin troppo stupide!
  • Tu chi sei? –chiese Felicity con il suo solito coraggio che l’ aveva sempre caratterizzata.
  • Sono Angst. La dea della paura. I vostri amici stanno affrontando le loro paure ma mi secca ascoltarli. Sono troppo banali. Io voglio vere paure!
  • E se James e Rosemary non ti soddisfano come credi che lo possiamo fare noi? –chiese il figlio di Nemesis che conosceva tutti le paure di tutto l’ equipaggio.
  • Ne sei sicuro figlio di Nemesis? –chiese lei schioccando le mani. Erano apparsi due mostri che avevano un’ aria familiare. Erano tutti incappucciati e si vedeva solamente la bocca. Fluttuavano come…
  • Dissennatori?! –chiese scioccata Felicity. –Ma questi cosi non dovrebbero esistere!
  • Sai come è! Questi mostri creati semplicemente fantastici! –disse come Cassandra quando parla di Death Note. –Ora io starò qui buona, buona ad osservare quello che fate.
  • E come facciamo a sconfiggerli! Non abbiamo mica la bacchetta! –disse rabbiosa Felicity.
  • Uffa! Sei una semidea davvero odiosa! Colpiteli al late destro, dove c’è il “cuore” –aggiunse all’ ultima parola le virgolette. Nathan avrebbe voluto ribattere ma quando vide un turista a terra e piangere dicendo “i ragni vogliono uccidermi!” si gettò con Felicity all’ attacco.
Ogni passo che faceva si sentiva sempre di più avvolto dalla paura. Le gambe sembravano essere paralizzate dalla paura ma nonostante ciò, camminava. Si sentiva quando ascoltava i tuoni e i fulmini. Felicity ancora correva trascinandolo ma aveva gli occhi lucidi come se stesse per piangere. Lei estrasse l’ arco e lui la spada. Il dissennatore stanco dell’ uomo, vide i semidei e si gettò su di loro. I due si staccarono e andarono uno a destra e uno a sinistra. Nathan si alzò  e provò a infilare la spada nel cuore. Quando però si avvicinò fu sopraffatto da una sacco di emozioni diverse. Si sentiva strano. Aveva voglia di morire come se il mondo non avesse più importanza. Aveva voglia di far cadere la spada e di morire.
  • NATHAN!! –urlò Felicity risvegliandolo prima che il mostro potesse colpirlo con le mani. Nathan raggiunse la figlia di Eos che spostava un bambino dal pericolo.
  • È impossibile avvicinarsi! –disse Nathan. Poi si accorse dell’ arco di Felicity. Glielo strappò dalle spalle e pregò tutti gli dei possibile e immaginabili del mondo che la freccia toccasse il cuore di quell’ essere. Scoccò la freccia e sentì il rumore dell’ elastico mentre la freccia andava a segno.
  • Wow! –esclamò. Per la prima volta dopo secoli aveva fatto segno. Si girò a guardare l’ altro e senza pensare, colpì anche quello e la freccia andò a segno. Non ce ne erano più.
  • Si siete stati un pubblico meraviglioso! –disse Angst, la dea della paura. –Ora vado, i vostri amici super noiosi sono tornati. Grazie ancora per l’ intrattenimento! –disse prima di sparire. Ma Felicity non l’ ascoltava. Stava mandando praticamente scintille di fumo dalla rabbia.
  • Tu! –disse indicando Nathan. –Come hai osato rubarmi l’ arco e uccidere i mostri al posto mio!
  • Adesso non credo proprio sia il momento adatto! –disse lui prendendola per un polso e trascinandola via.
  • E adesso che fai? –chiese.
  • Non so se te ne sei accorta ma hai perso la parrucca! La polizia è vicina e per di più mi hai chiamato Nathan. –disse con urgenza.
  • Ciao ragazzi! Abbiamo avuto qualche problema di linea ma ….
  • Scott alza il sedere e vieni a prenderci! Siamo nei guai! –disse Nathan con troppo urgenza.
  • Noto che la garbatezza non è tra le tue doti!
  • SCOTT! –urlarono tutti e due quando un poliziotto prese la  pistola e disse.
  • Siete circondati! Lasciate andare le pistole o  spariamo! – “Dunque le vedono come pistole” pensò Nathan. Prese la sua spada di fretta e la mise al collo di Felicity avvolgendola con le braccia. “scusa” gli sussurrò in modo che nessuno lo sentisse tranne lei.
  • Lasciateci andare o la sparo –disse cercando di sembrare un vero criminale.
  • Ragazzo… ascolta…
  • Lasciateci passare o la sparo disse avvicinando un po’ più la spada. Felicity era bravissima a fingere di essere la vittima.
  • Vi prego lasciateci passare! –disse quasi con le lacrime.
  • Passate! –disse il poliziotto abbassando l’ arma lentamente. I ragazzi passarono lentamente sorpassandoli. Poi si girarono e l' ultima cosa che Nathan sentì, fu uno sparo e poi il buio.
 
 
Quando si risvegliò, era tarda notte. La testa gli girava forte e la vista era leggermente sfocata anche dopo che indossò gli occhiali alzandosi. Era sudato ma nonostante questo aveva un terribile freddo. Era molto pallido, più del solito. Aveva un dolore lacerante alla gambe, non riusciva a muoverla. Nella camera non c’ era nessuno tranne una zattera di capelli rossi poggiata sul letto con le mani incrociate sotto la testa. Quando sentì che Nathan  si era svegliato, Felicity alzò la testa. Il figlio di Nemesis vide che i suoi occhi erano rossi dal pianto.
  • Nathan!!! –disse euforica mettendo le braccia la collo.
  • Cos’è successo? –chiese lui.
  • Ti hanno sparato. Quell’ idiota di un poliziotto ci ha lasciati andare poi quando ci siamo girati ti ha sparato alla gamba. Ho azionato i miei poteri oscurando il cielo e a quel punto è venuto Scott che ci ha presi e portati via. James e Rosemary ci hanno portato la seconda parte dell’ Harmony. –disse lei con la voce di chi ha pianto molto.
  • Perché hai pianto? –chiese lui.
  • Pensavo non ti saresti svegliato! –disse ricominciando a piangere e abbracciandolo di nuovo. – E tutto per colpa mia… -sussurrò.
  • Non era per colpa tua –cercò di consolarla.
  • Vuoi dire che non lo hai fatto perché tutti pensassero che io ero innocente? –chiese lei, ma era una risposta più che una domanda.
  • Tu hai un padre e delle amiche. Io ho solo delle zie che sono in Florida e non guardano mai la Tv. E ti chiedo scusa se ti ho rubato l’ arco ma ti ho visto strizzare gli occhi quando hai visto quei cosi e ho pensato che era meglio se mi avvicinavo io e non tu… -Fu interrotto dall’ abbraccio di Felicity che ora sorrideva mentre sussurrava “grazie”.
  • Vado a prenderti dell’ ambrosia –disse andando via dalla stanza. Fu felice di vedere che c’ erano James e Rosemary seduti sul divano che giocavano a Mario Kart.
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao! Scusate per l’ attesa ma non so se avete presente quando scrivete qualcosa ma non vi piace e la riscrivete una o più volte. Il capitolo non è molto lungo ma sono soddisfatta del risultato. Buon anno nuovo,
unamoresolitario!!! 



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Capitolo 19
*** Capitolo 17 ***


 
Quando James andò a dormire, sognò qualcosa di insolito.
 
 
  • Dopo tutto questo, sarò finalmente immortale! –disse una ragazza dai capelli scuri e gli occhi viola-grigio.
  • Ne sei sicura? –chiese per l’ ennesima volta il figlio di Selene con estrema dolcezza.
  • Ne abbiamo già parlato, Aaron! Tranquillo, non mi succederà niente! –disse lei iniziando a cantilenare qualcosa. Aaron non era affatto sicuro. Qualcosa in lui, gli diceva che tutto sarebbe andato storto. Proprio in quel momento, un fulmine a ciel sereno, ruppe la quiete di quel giorno. Harmony smise di cantilenare e si guardò intorno. Poi, vide un’ aquila che voleva nel cielo e sussurrò –padre… -la figura si materializzo e apparve un uomo con gli occhi blu elettrico e freddi. Non avevano nulla a che fare con quelli viola-grigio e dolci di Harmony. Aveva i capelli neri e lo sguardo severo e arrabbiato. Zeus. Capì Aaron. In quel momento, non seppe se inginocchiarsi o ascoltare, perché sicuramente non era venuto per lui.
  • Cosa stai facendo? –chiese rabbioso.
  • Rinuncio all’ immortalità! –disse lei con la stessa rabbia.
  • Perché mai? –chiese ancora lui.
  • Perché? Tu mi chiedi il perché?! –chiese lei cercando di non piangere. –Il fatto che mia madre si impossessi di me ti sembra poco?
  • Non è un buon motivo per rinunciare ai tuoi poteri! Vai contro le antiche leggi!
  • Padre, io ti sono sempre stata vicina, fin da quando avevo soli 14 anni….
  • Fin che non hai conosciuto questo ragazzo!! –indicò Aaron. –Non avrei mai dovuto mandarti al Campo Mezzosangue come prime esperienze con i semidei e dei!
  • Quella è stata la cosa più bella che abbia mai fatto, padre! –contestò. –Ma non capisci? Da quando sono scesa dall’ olimpo, mia madre prende il controllo della mia mente. Sono sempre a contatto con la terra! Per lei non è difficile! –disse lei.
  • Allora tornatene sull’ olimpo e non avrai più di questi problemi! –disse lui. Poi di nuovo la risata e gli occhi di Harmony diventarono di nuovo rossi come il sangue.
  • HARMONY!! –gridò Aaron. Gli occhi questa volta, erano più rossi che mai.
  • Cosa succede? –chiese Zeus con aria confusa.
  • O Zeus, sei sempre stato così ingenuo. Non capisci! Tua figlia non è servita ad altro che a creare una delle Dee più potenti di tutte, per poi usarla e ricattarti come si deve! –disse Gea con il corpo di Harmony  –Ma a quando sembra a te non è mai importato nulla di lei. Tu avevi bisogno solo di una bambolina che ti rispettassi e lei lo è stata per abbastanza tempo! –disse poi successe qualcosa di insolito. Harmony emise una forte luce blu. Zeus si irrigidì,  poi successe tutto in fretta. Il signore del cielo creò un fulmine e lo scaraventò contro Harmony. La luce sparì e lei cadde a terra. Aaron si gettò su di lei.
  • Harmony! Harmony!!! –cercò di risvegliarla. Quando aprì gli occhi, prese il volto di Aaron fra le mani e le disse con urgenza:
  • Aaron, Gea mi ha mostrato una parte del futuro. Prendi questo e nascondilo, dove tu sai! Nel futuro, servirà non solo a noi. –disse lei iniziando a mettere il suo potere nel diamante.
  • No Harmony! Fermati! Se fai questo muori! Ferma, Ferma!!!! –ma troppo tardi. Harmony se n’ era andata. Zeus guardava la scena. Anche lui aveva visto quello che Gea gli aveva mostrato ed era sicuro, che il suo sacrifici, sarebbe servito a qualcosa. Aaron ricacciò le lacrime e prese il diamante. Se quello era che Harmony desiderava, lui lo avrebbe fatto. Raccolse la sua spada che aveva lasciato precedentemente a terra. “Nascondilo dove tu sai...” Il viaggio sarebbe stato lungo, ma ad Aaron non importava. Ce l’ avrebbe fatta.
“Non ce la fece” –disse un’ ombra nella testa di James. Harmony. La riconobbe quando si materializzò davanti a lui. Aveva i capelli scuri lunghi che cadevano sulle spalle, coperte da una tunica di lino. Era circondata da una luce biancastra.
“Cosa gli successe?” –chiese lui.
“Nascosa il diamante, ma fu ucciso da un mostro.”
“Cosa ti aveva mostrato Gea?”-chiese lui. La faccia di Harmony mutò leggermente.
“Mi mostrò la guerra contro Tartaro. Mi mostrò che l’ unico modo per impedirla era che io morissi” –rispose lei. A James venne spontaneo chiedere:
“Perché ti sei fidata?”
“Perché Gea aveva bisogno che Tartaro non vincesse quella guerra. Aveva previsto che sarebbe risorta durante il tempo della profezia dei sette. Ora dorme, ed è per questo che non è intervenuta”
“Non è l’ unico motivo per cui io sto parlando con te vero?” chiese lui. Harmony scosse la testa.
“Ricordi il verso della profezia che parla di te? Il più importante, sarà il figlio del cielo. Esso dal cuore gelo sarà. Fermare il risvegliò del Tartaro dovrà e impedire alla nuova generazione di rinascere. Tu sei il figlio del Cielo, gli altri ti hanno aiutato durante il ritrovamento dei pezzi, ma l’ ultimo scontro toccherà a te. Nessuno potrà intervenire”
“Manca ancora un pezzo”
“E non solo, vi manca lo scettro!” disse lei. Alzò la mano e una luce improvvisa fece perdere l’ equilibrio a James che chiuse gli occhi. Quando li riaprì vide Harmony stringere tanti piccoli pezzi.
“Questo era lo scettro di tanto tempo fa, ma è andato distrutto durante la battaglia. Credo che il figlio d’ Efesto possa fare qualcosa!”
“ E l’ ultimo pezzo?” –chiese James.
“Lo troverai, dove tutto è cominciato. Dove la vita di ogni semidio è cominciata…” disse prima di sparire.
 
 
 

James si risvegliò in un mare di sudore e con in mano alcuni pezzi. “Dove la vita di ogni semidio è iniziata…” aveva detto Harmony. Si alzò e andò a dire a Scott di mettersi in moto verso il Campo Mezzosangue.

 
 
Angolo Autrice.
Ciao! Capitolo corto, ma è solo un sogno dal quale partirà la vera e proprio guerra!! James fa un sogno, in cui si scoprono molte cose. Non sapevo come metterlo ma sappiate che Zeus ha lanciato il fulmine per cercare di fermare la connessione tra Gea e Harmony, essendo lei immortale infatti, non avrebbe subito danni. Ora vi lascio e vi ringrazio perché abbiamo raggiunto le 100 recensioni!!! Vi lascio le gif di Harmony e Aaron che me le scordo sempre!
Grazie,
unamoresolitario!!
Colore degli occhi di Harmony che la caratterizzano!








 

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Capitolo 20
*** Capitolo 18 ***


  • COSA?! –esclamarono tutti in coro quando James diede la notizia che il terzo pezzo dell’ Harmony si trovava al Campo Mezzosangue. Tutti, tranne Nathan che si era ripreso. Non avendo le stampelle, James lo aiutava ma grazie al nettare e all’ ambrosia, si era ristabilizzato. Lui, guardava il figlio di Zeus e poi disse:
  • Non ti ha detto nient’ altro? –chiese con faccia da chi ne sa più del diavolo.
  • Niente –rispose.  Primo, non voleva che gli altri sapessero che toccava a lui sconfiggere Tartaro e secondo perché non glielo avrebbero lasciato fare. Meno che  tutti, Nathan e Rosemary.
  • Niente, niente? –chiese ancora.
  • Niente –gli ridisse. Nathan restò in silenzio, ma era evidente che voleva ribattere. Scott stava osservando i pezzi quando disse:
  • Non sarà un lavoro facile ricostruirli!
  • Perché? –chiese Cassandra che quel giorno era particolarmente triste. Aveva letto nel suo oroscopo che oggi non sarebbe stata di buon umore e per questo aveva mutato il suo umore.
  • È realizzata con un materiale molto potente! Molto potente! Non ho neanche i miei attrezzi specifici e un progetto. –disse lui assumendo la sua solita espressione da “forse cos, no così… ricominciamo!” Cassandra si avvicinò a guardare i pezzi. Spalancò gli occhi quando li vide e con voce tremante disse:
  • Credo di averlo io il progetto –poi prese carta e penna e si mise a disegnare una specie di scettro. Era a forma di luna crescente e al centro si poteva incastonare perfettamente il loro diamante che grande quanto una mano. Poi il manico era decorato con delle foglie e fulmini. Scott lo guardò per qualche momento e poi guardò i pezzi che aveva tra le mani e basandosi su quel disegno, provo ad agganciare alcuni pezzi che si incastonarono perfettamente.
  • Fantastico! Ma come…
  • Te lo spiego dopo! –disse lei semplicemente. Non gli andava di parlarne. Non gli piaceva raccontare di come suo padre si intromettesse nei suoi sogni e gli dava consigli. Nathan sembrava l’ unico ad averla capita perché non la guardava. Di solito quando leggeva emozioni che non doveva si vergognava e non guardava la persona interessata anche se Cassandra le aveva sempre detto di non preoccuparsi, non era colpa sua. Scott si mise all’ opera e James aiutò Nathan ad andare di nuovo a letto mentre Felicity andò a prendere altro nettare e ambrosia.
  • Grazie –disse una volta seduto sul letto. Non amava che gli altri dovessero aiutarlo, non vedeva l’ ora di guarire. Nessuno più di James lo capiva. Aveva sempre odiato essere aiutato.
  • Figurati! Ancora non mi avete spiegato cosa sia successo esattamente –disse sedendosi sul letto.
  • Te lo dico dopo. Sta arrivando Feli –disse lui. Felicity entrò. James che non riusciva a placare la sua sete di conoscenza disse alla figlia di Eos che ci avrebbe pensato lui personalmente. Felicity ringraziò, parecchio colpita da questa improvvisa gentilezza. Nathan iniziò a raccontare di come la Dea Angst si presentò a lui e di come avesse creato quei mostri strani. Raccontò di come aveva rubato l’ arco a Felicity e di come avesse scoccato la freccia che era andata a segno. Raccontò della sua strana idea del fare di Felicity un “ostaggio” e di come grazie a questo si era preso una pallottola nella gamba!
  • Oh… -disse semplicemente il figlio di Zeus.
  • E a te come è andata? –chiese a sua volta.
  • Mi sono lasciato fregare da Rosemary… gli ho raccontato tutto.
  • Tutto, tutto? –
  • Tutto. Di come mia madre sia morta per colpa del suo nuovo compagno e di come io sia scappato da diverse case famiglia e  abbia imparato  a badare da solo a me stesso e anche di come mi sia procurato questa –disse indicando la cicatrice sul sopracciglio. Nathan fece uno strano sorriso, simile a quello delle ragazze quando vedono Harry Style… che poi cosa ci troveranno James non lo aveva mai capito. –Prenditi questa altrimenti Felicity mi ammazza – Nathan bevve il bicchierino di ambrosia e dopo che ebbe  finito un calore lo avvolse. Specialmente nella parte dove la gamba era ferita. Era sicurissimo che tra qualche ora sarebbe guarito.
 
 
 
  • Per l’ ennesima volta! Mi serve il martello piccolo! –disse Scott per la centesima volta quando Cassandra gli passò il martello grande il doppio di quello che gli serviva.
  • Ma più piccolo di questo non ce n’è so… oh eccolo! –disse felice quando vide un martellino piccolo grande quando il suo mignolo e lei aveva sia mano che piedi piccoli! Gli passò il martellino e lui iniziò delicatamente a ricostruire lo scettro. Ultimamente Cassandra aveva un pallino in testa che doveva assolutamente togliersi! Nessuno sapeva niente della vita di Scott. Lui era un ragazzo che dapprima ti dava l’ impressione di una ragazzo silenzioso e timido. Lei stessa lo pensava, dato che spariva sempre dal Campo per andare al Bunker 9. Oh, quando si era sbagliata!! Lo aveva capito subito dopo le prime due battute. “Entrate semidei di poca fede!” aveva detto con il sorriso sarcastico che si può amare o semplicemente odiare. Ecco, lei lo amava. Non era una tipa che si fermava a pensare ai ragazzi. Riteneva piuttosto stupide le ragazze che perdevano la testa così in fretta. Lei voleva sentirsi libera. Libera dai pensieri delle ragazze della sua età. Si vestiva spesso di nero perché al Campo sembravano tutte degli arcobaleni. Odiava i gioielli di ogni tipo tranne, naturalmente, il bracciale di cuoio e la catenella con il ciondolo a forma di quadrifoglio. Il bracciale glielo aveva regalato il suo migliore amico… o quello che lei pensava essere un amico. Lui era Ade, suo padre. La collana invece, gliela aveva data sua madre prima di morire. vi era particolarmente attaccata. A parte questi, non amava i gioielli. Erano troppo fastidiosi e lei non amava sentirsi rinchiusa. Lei era uno spirito libero. Era come una leonessa che correva a perdifiato, aggressiva se veniva attaccata ma fedele al suo branco. Questa era Cassandra. Lei… era soltanto lei.
  • Ho capito che oggi non è giornata per te –disse Scott che finalmente riuscì a farsi sentire da Cassandra, immersa nel mondo nei sogni.
  • Hai detto qualcosa? –chiese ancora lei in trance. Scott la guardò mettendosi una mano sulla fronte.
  • Lasciamo stare, ok? –gli rispose riprendendo i suoi attrezzi e lavorando. Aveva la lingua di fuori con le mani affusolate che lavoravano molto delicatamente, quasi avesse avuto paura di romperlo. Cassandra sbadigliò annoiata.
  • Ho voglia di un chupa-chups. –disse all’ improvviso. Scott non ebbe nemmeno il tempo di ribattere perché se l’ ho trascinò via fino al mini frigo del Camper. Prese tutte le caramelle che trovò inclusi i Chupa-chups e iniziò a mangiare offrendone anche a Scott che non rifiutò.
 
Felicity e Rosemary, invece, erano nella loro stanza. Felicity leggeva tranquillamente e Rosemary guardava il paesaggio dalla sua finestra. Le piaceva guardare i paesaggi che la circondavano, forse centrava il fatto che era figlia di Demetra. Le piaceva ancor di più guardarli insieme a Macchia, la sua amica Pegaso. Era una bella sensazione: il vento tra le orecchi, i capelli all’ aria, gli occhi chiuse e le mani aperte. Tutto questo gli fece venire una grande nostalgia. Tra poco avrebbe rivisto i suoi amici del Campo Mezzosangue. Le sua famiglia. Ma in quel momento c’ erano delle priorità… e il suo stomaco che brontolava era una di queste. Vide in lontananza un “Old Wild West” all’ uscita dell’ autostrada. Uscì dalla sua stanza e ordinò a Scott di fermarsi, almeno che non volesse essere strozzato con una radice. Inutile dire che gli altri annuirono, trovandosi d’accordo.
 
Non potendo scendere tutti per paura di essere scoperti dalla polizia, scese soltanto Cassandra e Scott che non erano ancora stati visti o inquadrati dalla telecamere. Quando tornarono, avevano in mano di tutto: panini con hamburger, carne grigliata, patatine e ketchup e maionese.  Si sedettero al tavolo e iniziarono a mangiare, scherzando e ridendo. Finirono il tutto in  una mezz’ ora e ripartirono veloci come il vento in cerca di un supermercato perché le scorte di acqua e bibite varie, stavano terminando Trovarono questo famoso supermercato, vicino all’ autogrill e vicino c’ era anche una ferramenta. Scott né approfitto per acquistare degli oggetti che potevano essergli utili per la ricostruzione dello scettro. Cassandra lo seguì mentre Rosemary e Felicity andavano a fare la spesa. Non dovevano impiegarci più di una quindicina di minuti per non attirare troppi mostri. Scott entrò nella ferramenta. Inutile dire che appena vide tutti quegli arnesi gli occhi gli brillarono come ad un bambino di 5 anni quando vede un giocattolo. Cominciò a prendere… ehm… oggetti! Neanche Cassandra capì bene quel che fantasticava. “E poi dicono che i fanboy sono una razza estinta!” pensò. Prese di tutto e di più. Quando andò a pagare il commesso lo guardò come se fosse pazzo. Il commesso era basso, massimo un metro e trenta, occhi piccoli e verdi scintillanti, sciarpa e cappello coprivano il suo volto, indossava giacca e cravatta. Sembrava più tosto vecchio. Non fu quello a mettere in allerta Cassandra. Fu più tosto la frase “10 dracme, grazie!”. Scott estrasse la spada e Cassandra il suo arco maestoso. Il “commesso” rise.
  • Non credo possiate sconfiggermi con quelle! –disse il nanetto togliendosi la sciarpa. Aveva il naso come quello delle streghe, la pelle rugosa e un grosso e orribile neo sul naso. La figlia di Ade stava con l’ arco teso e avrebbe anche scoccato la freccia, me Scott la trattenne.
  • Chi sei?
  • Forse sarebbe meglio chiedergli cosa sia! –esclamò Cassandra.
  • Moderiamo il linguaggio signorina! Io sono Ed e sono un… bè… diciamo messaggero!
  • Che tipo di messaggero? –chiese ancora Scott con la spada tesa. Il nanetto si sedette su uno sgabello bello alto per poter parlare con loro.
  • Sono il messaggero personale di Selene. La prova che affronterete è stata scelta da lei. Vi consegno queste tre chiavi. Una sola apre lo scrigno con l’ Harmony.
  • Perché? Lei non sarà presente? –chiese sfacciatamente Cassandra.
  • No. La mia signora è presente solo quando la luna sorge.
  • Aspetteremo che la luna sorga allora!
  • Quando arriverete al Campo non credo vorrete aspettare! Prendete! –disse il… coso! Aveva le mani orribilmente lunghe con gli artigli lunghi. Scott prese le tre chiavi.
  • Bene! Ora andate e prendete quello che vi serve e buona fortuna! –disse scoccando le dite e scomparendo. I due presero il necessario e salirono immediatamente sul Camper dove naturalmente raccontarono tutto ai loro amici.
 
 
 
 
Angolo Autrice.
Ciao!!!! Come state? Io ho un po’ di raffreddore e mal di testa, ma parlando di altro! Il Capitolo non è lunghissimo e credo che farò arrivare i semidei subito al Campo. Molto probabilmente li vedremo già nel prossimo capitolo lì. Anche perché adesso iniziano un sacco di bel… diciamo solo un sacco di cose!!
Alla prossima.
unamoresolitario!!!

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Capitolo 21
*** Capitolo 19 ***


Mentre Scott raccontava del loro strano incontro… Cassandra si era fermata a pensare a quello che Ed aveva detto. “Quando arriverete al Campo non credo vorrete aspettare!”.  Quelle parole erano riuscite a mettere agitazione in agitazione Cassandra. E se fosse successo qualcosa di grave? Qualcosa di brutto? O peggio, se qualcuno aveva fatto del male a Morgan?! Cassandra si sentiva morire dentro. Il Campo era la sua casa. Non riusciva ad immaginarsi una vita all’ infuori da tutto questo. Non riusciva ad immaginarsi una vita senza pegasi o spada e cavalli-umani. Perché ormai quella vita era una parte di loro…
Anche Rosemary era molto preoccupata. Lei, aveva sempre avuto un sorriso a trentadue denti in faccia, ora era sempre pensierosa, perché aveva capito quanto realmente fosse difficile la vita lì fuori. E poi… c’ era un sogno che la perseguitava. Un sogno che agli altri non aveva rivelato. Non voleva credere che tutto quello fosse realtà. D’ istinto, guardò il figlio di Zeus, che ascoltava ogni parola. Non ne avevano mai parlato… ma in fondo tutti sapevano che era lui a guidare la missione. La missione era sua! Loro erano un di più e forse… anche gli altri avevano gli stessi incubi che spesso Rosemary, almeno così sperava. Ma non ci credeva. Tutti erano più  tranquilli rispetto a lei. Solo lei aveva sognato Tartaro e James. Solo lei. Perché? Si chiedeva in continuazione. Sentendosi lo sguardo addossò di James, cercò di non pensarci. Lei non poteva credere a tutto quello che aveva visto. Non poteva e non doveva.
 
  • Mancano pochi minuti! –aveva annunciato Scott ai ragazzi. Tutti avevano un misto di gioia e preoccupazione. Cosa avrebbe potuto spingere una dea a mandare il proprio messaggero, perché lei non poteva essere lì di persona?
Qual senso di vuoto svanì, quando videro la grande arcata con su scritto “Campo Mezzosangue” che apriva le porte ai semidei. Riapparì, quando videro che più di 30 ragazzi del Campo, sorvegliavano le entrate. Crebbe, quando videro che il Vello d’ Oro era sparito. I ragazzi erano tutti armati e per questo Nathan, che si era ristabilito, di scendere lasciando il Camper. Scesero veloci come il vento e subito andarono dai ragazzi. Quando li videro, spalancarono gli occhi dallo stupore. Tutti bisbigliavano e qualcuno andò a chiamare Chirone. C’ era qualcosa che non andava. Questo era certo! Si avvicinò una ragazza scura di capelli e mossi, occhi totalmente neri e la pelle abbastanza chiara. La spada impugnata e con ferocia chiese.
  • Cosa ci fate voi qui!? –Elsa. Era lei, la sorella di Nathan, figlia di Nemesis.  Come mai fosse tanto arrabbiata nessuno lo aveva capito.
  • Abbiamo scoperto che per ricostruire una parte dell’ Arma ci serve un pezzo che è nascosto proprio qui al Campo –disse Nathan.
  • Quindi tornate senza aver concluso un cavolo giusto?! –Chiese rabbiosissima.
  • Abbiamo ricostruito lo scettro e le due parti del diamante, ci manca solo quest’ ultima parte e poi…
  • E poi cosa!! –disse ancora. Indicò le porte del Campo e tutti videro il motivo di tanta rabbia. C’ erano persone ferite e aggeggi della casa d’ Efesto, completamente distrutti –da quando ve ne siete andati i mostri qui attaccano a go-go! Abbiamo dovuto togliere il Vello d’ Oro per evitare che lo rubassero –le lacrime cominciarono a rigare il suo viso.  -Abbiamo dovuto metterci a combattere.  Tutti! Le figlie d’ Afrodite, i figli di Ipnhos. Allyson… è morta –Nathan rimase sotto shock quando accolse la notizia. Allyson, era l’ unica figlia di Nemesis che non lo prendesse in giro. Vendicativa, certo. Ma sempre gentile e con un cuore che neanche le figlie di Eros.  In quel momento entrò Chirone che quando li vide lì, si chiese anche lui per quale assurdo motivo fossero lì. Disse solo semplicemente:
  • Venite presto! –disse. I sei corsero guardando tutti i ragazzi feriti aiutati da quei pochi figli di Apollo. Velocemente entrarono nella casa grande. Furono riuniti tutti i Capocabina. Lì tutti ascoltarono quello che i 6 avevano da dire. Raccontò Rosemary che era quella che riusciva a coinvolgere più persone. Tutti la stavano ascoltando. Quando spiegarono il motivo del perché erano lì Chirone sembrò sorpreso. Era evidente che neanche lui conosceva la storia di Harmony.  Alla fine disse:
  • Da quando siete partiti, gli attacchi dei mostri sono aumentati. Sono deboli ma continui e hanno portato alla morte di molte persone… la morte di Jessie la figlia di Zeus. –James ne fu colpito dalla sua morte. Jessie aveva i capelli scuri e gli occhi azzurri. Era una ragazza semplice ed era l’ unica delle sue sorelle che si fosse mai presa cura di lui e che l’ avesse accolta.
  • Un’ altra persona che ci ha lasciato è Alexsandra Jenkis. Figlia di Demetra –A Rosemary salirono subito le lacrime agli occhi. Fu scossa da un brivido e fu tristissima della sua morte.  Alexsandra aveva i capelli scuri, spesso legati, neri e mossi. Era alta e gli occhi erano scuri. Era la prima persona a cui Rosemary si era legata.
 
Passati questi piccoli traumi. Andarono nella capanna di Selena alla ricerca di qualche prova dell’ Harmony ma purtroppo non c’ era nella. Tentarono anche nella capanna di Zeus, vista che Harmony era una sua figlia ma niente. Poi però, a Chirone venne un’ illuminazione. Si ricordarono infatti che all’ epoca di Aaron e Harmony, i figli degli dei non erano riconosciuti spesso e anche se fosse stato riconosciuto ed era figlio degli dei minori, andavano comunque nella capanna di Hermes. Cassandra e Scott, corsero quindi in quella capanna. Erano stati loro a vedere Ed, quindi era chiaro che dovevano essere loro a scoprire quello che sarebbe successo. Entrarono e iniziarono a cercare il più piccolo indizio. Cassandra cercava come una matta, invece, Scott metteva le orecchie al muro e con le mani tastava la parete.  Cassandra lo osservò per qualche secondo. Di nuovo le mani affusolate che lavoravano delicatamente e la lingua in fuori. In qual momento non lo amò.
  • Scott… CHE CAVOLO FAI?! –chiese. All’ improvviso, qualcosa scattò e la parete si divise in due e si aprì un passaggio. Scott la guardò sarcastico e poi disse:
  • Andiamo? –attraversò con le mani nelle tasche e camminando con falsa spavalderia. Cassandra sbuffò, ma lo seguì. I due corsero. Corsero veloce. Velocissimo.  Il tunnel era circolare e non molto alto. Scott non sbatteva per un pelo! I due ancora correvano. Dovevano sbrigarsi. Dovevano muoversi, il Campo non avrebbe retto per più di tre giorni. Cassandra ne era certa. Chirone, prima di fare un’ accurata ricerca nelle varie case di Zeus e di Selene, aveva detto a Cassandra che il piccolo Morgan era stato mandato al Campo Giove con un satiro. Era stata strafelice della notizia! Sapere che suo fratello fosse al sicuro, era la cosa più importante per lei. Finalmente si fermarono. C’ era un ingresso, sempre circolare ma decisamente più grande. I due si guardarono e annuirono. Fecero un sospiro ed entrarono. Era una stanza enormemente grande ma era molto fredda. Sembrava un igloo, sia per la forma che per il freddo. Al centro c’ erano tre piccoli scrigni. Uno era decorato con fiori di tutti  i tipi, al centro. Un altro, quello a sinistra, era decorato con dei disegni astratti mentre quello a destra era decorato con un sacco si   pois. Scott prese le chiavi. Ce n’ erano esattamente tre. Una decorata con un fiore, una con disegni astratti e l’ ultima, con i pois.
  • Ehm… quale apriamo? –chiese Scott evidentemente perplesso.
  • Benvenuti! –disse una voce allegra e felice. Cassandra saltò dalla paura appena la udì. Si girarono e videro una nanetta con due occhioni grigi e pieni di energia. La pelle era candida e le guance erano rossicce per il freddo. I capelli biondi e lunghi fino ai glutei e un vestitino bianco con il pizzo azzurro.  Era davvero bellissima.
  • Sono Seira!
  • Ovvero? –chiese Cassandra che nella mitologia greca, non aveva mai sentito parlare di questa Seira.
  • Era una semidea del Campo Mezzosangue. Partecipai ad un’ impresa per conto di mia madre e alla fine gli Dei per ricompensarmi mi nominarono Dea degli scrigni. Può sembrare assurdo ma gli scrigni sono una specie di metafora. Stanno ad indicare i desideri che la gente a volte sotterra o che non fa conoscere a nessuno. Li chiude in uno scrigno per così dire! Ma voi non siete qui per questo.
  • Infatti. Noi vorremmo sapere quale di questi scrigni dobbiamo aprire per…
  • Lascia che te li mostri figlio d’ Efesto. –indicò lo scrigno a fiori. –Quello contiene la parte dell’ Harmony
  • Perfetto, grazie davvero tan…
  • Non così in fretta! –disse la nanetta sempre sorridendo –Quello a sinistra, potrebbe riportare una persona persa in vita –e quelle parole bastarono per far cadere il silenzio nella stanza. Quello più sotto shock fu Scott. La sua mente lavorava veloce come una furia. “mia madre, la sua voce, i suoi occhi, i suoi rimproveri e canti…”
  • Quello a destra invece, porta alla felicità –A quel punto fu Cassandra a fermarsi. Era quello che aveva sempre desiderato. La felicità… essere libera come piaceva a lei e non pensare a nulla. Solo essere lei. Voleva solo essere felice.  Nella stanza cadde il silenzio assoluto. Potevano aprire un solo scrigno e
ben tre contenevano i sogni e le speranze di tutti. Tutti e due strinsero i pugni fino a far sbiancare le nocche. Sapevano cosa scegliere. Ne andava della vita di tutti.
  • Scegliamo quello al centro –disse Scott parlando per tutti e due. Loro si conoscevano e ormai avevano imparato a parlare attraverso un solo sguardo.
  • Se sicuro Scott. sai perfettamente che lo scrigno di sinistra potrebbe essere la chiave per riavere tua madre. Potresti rivederla e passare con lei  tutto il tempo di cui necessiti. –la voce di Seira era suadente. Assomigliava alla lingua ammaliatrice delle figlie di Afrodite.
  • Quello al centro –ripeté con insistenza Cassandra.
  • Ne sei proprio sicura? Vuoi davvero rinunciare alla tua felicità per delle persone che non ti hanno mai capito? Che non ti hanno mai apprezzata?
  • Ci sai fare con le parole –iniziò Scott –Ma le bugie non sono il tuo forte. Cassandra è speciale, è fantastica. Non è assolutamente vero che non è apprezzata. È come la colla che ci tiene tutti uniti, non potrei farne a meno –finì lui. Per la prima volta in 2 settimane, Scott era serio. Non stava sorridendo e sfottendo qualcuno. Era serio. Cassandra si impose di non dar retta alle farfalle nello stomaco.
  • Quello al centro –ripeté per l’ ennesima volta Cassandra. Seira preso lo scrigno al centro e Scott lo aprì con la chiave decorata a forma di fiore.  Esso si aprì. Uscì la terza parte dell’ Harmony. Cassandra la prese e si accorse che si agganciava perfettamente alle altre. Scott prese lo scettro a forma di luna crescente e agganciò la parte. Una luce, proveniente dall’ Harmony, illuminò la stanza e quando smise, i ragazzi andarono via, notando la scomparsa di Seira. Ripercorsero il tunnel in silenzio quando poi Cassandra chiese:
  • Pensi davvero quelle cose su di me?
  • Certo! Perché, tu no?
  • Non me n’è mai importato tanto se devo essere sincera. Posso farti una domanda personale? Parecchio personale?
  • Chiedi pure. Non è assicurata la risposta!
  • Che tipo era tua madre? –la risposta non arrivò subito. Ci mise qualche minuto.
  • Era strepitosa. Sempre sorridente, creativa, spiritosa, gentile e una grande lavoratrice
  • Come il figlio! –disse sorridendo. Scott sembrò sorpreso dalla risposta ma sorrise e mettendo un braccio sulle sue spalle, continuò a camminare fino all’ uscita.
 
 
Mancavano tre giorni e il Campo non avrebbe retto più.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao! Devo andare al cinema e quindi non mi dilungo. Sappiamo che la madre di Scott è morta e a lui manca tanto. Non gli piace parlare di lei. Non ama rivivere le ombre del suo passato così come Cassandra. Tutto quello che Seira ha detto su Cassandra non sono i suoi pensieri, di Cassandra intendo. Lei non ha mai pensato queste cose di sé. Abbiamo anche visto che il Campo sta crollando e non reggerà più di tre giorni. Detto questo ecco le gif di  Elsa
Alla prossima,
unamoresolitario!!!

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Capitolo 22
*** Capitolo 20 ***


  • Signore, lei deve sapere che… ecco… i semidei sono riusciti a… -nessuno udì più la sua voce. Dell’ empusa che prima era lì ora non era rimasto nulla. Incenerita. Era in un baratro. Davanti a lei c’ era un grande buco dal quale proveniva una voce dura e cattiva come nessuno.
  • Se hanno le tre parti dell’ Harmony, tutto il lavoro che ho fatto in queste due settimane sarà vano! –la voce che era all’ interno di quel baratro rise forte e poi disse.
  • Una giovane semidea è venuta a farci visita! Avete recuperato l’ Harmony, ma non riuscirete ad uccidermi! –disse ancora più forte di prima. –se ci tieni tanto ad intrometterti nei miei affari, eccoti una bella visione di quello che succederà – Rosemary, vide James seduto per terra. Era ferito, aveva il naso sanguinante e le braccia piene di graffi. Respirava a fatica e non si muoveva.
 
Rosemary si svegliò in un mare di sudore. Era riuscita a non gridare e Felicity e Cassandra non si erano svegliate. Fece qualche lungo sospiro prima di riprendersi. Erano in viaggio per Los Angeles. Lì c’era un ingresso per gl’ inferi e da lì sarebbero entrati nel Tartaro. Tutti avevano paura. Si respirava un aria cattiva e i sogni erano aumentati. O meglio, i sogni di Rosemary erano aumentati! Era da un po’ che Rosemary sognava queste cose su James. Ma perché solo lei? Eppure, lei e James avevano cominciato a rivolgersi la parola da pochissimi giorni. Perché non Nathan ma solo lei? Si alzò. Prese le ciabatte e si alzò. Aveva i capelli in disordine e alcuni erano impastati dalla saliva. Il pigiama a pois viola e blu, era tutto stropicciato. Non aveva voglia di rivivere i sogni di quella sera. Aprì lentamente la porta della stanza ed uscì indisturbata. Scott aveva lasciato il pilota automatico ed era andato a dormire. Aprì il frigo e prese dell’ acqua fresca. Bevette e riconquistò energia. La quiete di quella notte era quasi irreale. Girò un po’ gli occhi e osservò la stanza. Fu solo in quel momento che vide James vicino all’ enorme finestra da cui si vedevano le stelle e i suoi muscoli e il tutto, erano messi in risalto dalla luce della luna. Si tormentava le mani in maniera assurda mentre gli occhi erano puntati al cielo che era identico al colore dei suoi occhi blu. Finalmente anche lui la notò. James era convinto che una qualsiasi ragazza con i capelli in disordine e il pigiama stropicciato in quel modo, non sarebbe mai stata bella quando Rosemary in quel momento. I suoi occhi verdi erano talmente belli che esso si sarebbe perso molto volentieri in loro!
  • Successo qualcosa? –chiese attorcigliando le sopracciglia come lui solo sapeva fare. Da quando era così gentile? Doc’ era il suo sarcasmo? Nathan lo aveva cambiato e di parecchio!
  • Niente di particolarmente preoccupante –mentiva. Il figlio di Zeus lo sapeva. Era chiaro, ma non indagò.
  • Ok… vuoi sederti? –diceva a lei? Si domandò Rosemary. Non vedendo altre ragazze, preferì andare a sedersi. Mise le gambe piegate e la braccia su di esse. La testa poggiata al muro e n quel momento, capì cosa faceva James steso a terra. Le stelle era particolarmente brillanti, come diamanti su una stoffa di seta. Le stelle erano molto più belle, visto come riflesso sugli occhi di James. Restarono in silenzio per diversi minuti. Non per timidezza o perché non sapevano cosa dirsi, ma nessuno dei due aveva voglia di litigare. Ma alla fine, Rosemary azzardò.
  • Posso farti una domanda personale? –James alzò lo sguardo e annuì. -Com’ era tua madre?
  • Difficile descriverla… estroversa, gentile, una brava cuoca. Era bravissima… quando non ti mettevi nei guai! –Rosemary rise pensando ad un piccolo James combina guai. –Poi quello stronzo del suo compagno l’ ha uccisa! Lei voleva farsi solo una nuova vita…
  • Posso dirti che non è facile neanche quando tuo padre è un militare in guerra. Ogni lettera, chiamata, messaggio, hai sempre paura che qualcuno stia per dirti “suo padre è morto” messo insieme a quell’ odioso…
  • “Mi dispiace!” –dissero in coro tutti e due guardandosi.
  • Già… ho sempre odiato quando in tutte le case famiglia mi guardavano con pietà. Grandi e bambini. Questo è uno dei motivi per cui sono scappato, tuti mi trattavano come se fossi diverso.
  • Anch’ io ho odiato gli anni in cui tutti mi consideravano un problema. È stato così fino ai miei 12 anni. È per questo che considero il Campo come la mia casa…
  • Nessuno ti guarda come un estraneo o come se tu fossi un errore. –completò per lei la frase. Dopo questo, Rosemary non ricordò quasi niente ma la mattina dopo, si svegliò con la testa poggiata al petto di James e non poté fare a meno di pensare che forse, aveva trovato un amico.
 
Dopo un lungo sbadiglio, Cassandra si alzò e andò a prepararsi. Sistemò i capelli lunghi in una coda, non amava portarli scioli. Indossò una maglietta nera e i jeans scuri stretti. Corse verso la cucina vista la tanta fame e trovò tutti seduti intorno al tavolo che mangiavano salsicce e waffle a volontà! Evidentemente James aveva una voglia matta di stare ai fornelli. Si sedette e cominciò a mangiare. Tutti erano in completo silenzio e nessuno aveva voglia di parlare. Ma dovevano comunque farlo.
  • Qual’ è il piano? –chiese Cassandra. Per qualche strano motivo James si strozzò con il pezzo di salsiccia masticata.
  • Scusate! –disse con le lacrime bevendo acqua.
  • Dicevo, una volta arrivati ad Hollywood, cosa facciamo? –richiese. Silenzio.
  • Bè… credo che prima dovremmo andare da Ade. Giusto? –disse Felicity e stavolta fu Cassandra a strozzarsi.
  • COSA?! –chiese con sorpresa.
  • Dico che forse dovremo andare da Ade essendo che saremo sul suo territorio. –disse Felicity timidamente vedendo il disagio di Cassandra.
  • Wow! Ho sempre desiderato vedere la casa di mio padre! Forse ci sarà anche la mia cameretta! –disse sarcastica e gli altri si misero a ridere. Ma Scott vedeva il suo disagio, era certo che non l’ avesse mai conosciuto. All’ improvviso una frenata molto forte fece cadere tutti e sei.
  • Che succede? –chiese Nathan.
  • Non lo so! –disse Scott alzandosi di fretta e correndo ai comandi. Gelinda non funzionava e i motori erano tutti in tilt. Cercò di maneggiare un po’ i comandi con il risultato di far spegnere tutto. Intanto gli altri lo raggiunsero.
  • Scott…? –chiamo James. Vedendo l’ amico sbattere la mani sulla tastiera e imprecando. Prese immediatamente tutti gli attrezzi e smontò il controllo principale. Per poco non gli prese un colpo. Tutti i cavi erano smontati e quello non era stato sicuramente un incidente.
  • No, no, no! –esclamò vedendo i fili perdere colorito.
  • Ehm, Scott? –esclamò Cassandra.
  • Tutti i cavi sono smontati e non ne capisco la causa. Sicuramente non è accidentale! –
  • Forse dovremo fare un giro qua intorno! Sicuramente qua, il Camper, non ci può stare! Rischiamo che la polizia mandi un carroattrezzi! –per la prima volta, Scott si trovò d’accordo con Nathan. I due uscirono dal Camper e cercarono di spostarli verso il bosco. Fortunatamente non erano sull’ autostrada! Riuscirono a spostarlo in modo che nessuno lo vedesse e poi, Scott si mise a controllare anche il motore esterno. Il figlio d’ Efesto fece una faccia strana. Qualcosa non gli quadrava.
  • Successo qualcosa? –chiese Nathan.
  • Vieni un momento qua! –ordinò a Nathan. Il ragazzo si avvicinò e vide i milioni di fili che sembravano impazziti. Tutti ruotavano per i fatti loro.  Anche un figlio di Nemesis si sarebbe accorto di quelle stranezze. Scott lo guardava come a dire “Hai capito?” e lui annuì. Ma non capiva come mai Scott fosse preoccupato in quel modo.
  • Tempo fa io e Jordan abbiamo lavorato ad un progetto. Per fare un dispetto a un ragazzo che prendeva in giro Cassandra, abbiamo costruito un’ apparecchio che riuscisse a controllare gli apparecchi tecnologici e farli muovere a nostro piacimento per rompergli lo stereo. Ma il nostro era un apparecchietto piccolissimo!
  • Dove vuoi arrivare?
  • Ho paura che qualcuno abbia copiato il progetto! Guardalo è praticamente identico! –disse Scott parecchio sconvolto.  –gli effetti sono quelli!
  • A3F 5HT –disse una voce roca facendo sobbalzare i due. Videro un Robot, identico a quelli che si vedono nei film. Alti un 1,90 circa, quadrati a due piani e le braccia meccaniche che finiscono con una mano meccanica a due dita. Il tutto era in piombo.
  • AS3. 56Y. RUOTA. –disse e due cavi si staccarono dal Camper. Aveva un piccolo stemma sulla pancia. Era lo stesso della casa di Efesto!  Nathan vide Scott arrabbiarsi e di parecchio.
  • A8O. STACCATEVI –e così fu. Non sembrava dannoso per loro, ma per il Camper parecchio. Scott prese Nathan per un braccio e lo trascinò via da lì.
  • Che succede? –chiese sussurrando il figlio di Nemesis. Era la prima volta che quei due “collaboravano” ed era strano.
  • Vedi, spesso a mio padre piace rubare le mie idee. Il problema e che spesso fa dei  prototipi. Questo è la mia idea parecchio ingrandita. Quando gli oggetti non gli vengono bene, li getta nella discarica. Evidentemente Tartaro l’ avrà rubato!
  • E come facciamo a sconfiggerlo?
  • Non è complicato. Entro nel sistema centrale e blocco i comandi. Il problema è dopo. Ci vorranno almeno 7 ore per riparare i danni. Il che vuol dire…
  • Che non partiremo prima delle 19! –imprecarono. –Comunque per farti entrare nel sistema, io dovrei fare l’ esca, giusto?
 
  • TRALLALLERU ULLALLERU ULLALLA!  QUESTO MOSTRO…mi ucciderà! –cantò Nemesis cercando di distrarre il mostro. “promemoria! Ammazzare Scott appena possibile”. Ma almeno funzionò.  Scott aveva spiegato che per via dei troppi cavi e consumo di elettricità, il mostro sarebbe entrato subito in tilt per cercare di dare una spiegazione logica a quello che stava succedendo. “Tu concentrati sono a fare il matto, ok?” aveva detto Scott.
 
  • La gallina fa COCO! –urlava. Il… coso. Lo guardava incuriosito. Non capiva cosa stava facendo e quindi lo osservava. Nathan vide i suoi occhi lavorare velocemente. Intanto, Scott si avvicinava.
 
  • Ehm… L’ ANGURIA BALLA! –Scott lo guardò come a dire “Ma che dici! Inventati qualcos’ altro!”. Così cominciò ad esibirsi in un buffo rap! Il coso ancora lo guardava e non capiva. Scott ormai era sotto il… coso. Stava smontando i pezzi da sotto e piano piano, tolse il coperchio.
 
  • LA PECORA FA BEEE! –intanto vide che James e gli altri si erano affacciati. “Oh ti prego! Non dirmi che c’è anche Felicity!” Scott intanto era entrato nel coso.
 
  • Ti può interessare il fatto che l’ asino faccia iho- iho? –disse accorto di idee ma proprio in quel momento il coso si spense e Scott uscì.
 
  • Senti un po’! Ricordati che io sono un figlio di Nemesis!
 
  • Ma…
 
  • tu ricorda solo questo! –Scott vide i ragazzi che stavano sbirciando e vide la rossa figlia di Eos e poi disse
 
  • Ahhhh
 
  • Non è per quello!
 
  • Si certo!
 
  • Ma… ma. Oh, lasciamo stare!
 
 Due giorni e il Campo non avrebbe resistito più.
 

 

Angolo Autrice
Ciao! Da me è nevicato e non vado a scuola da 2 giorni e domani è il terzo, yeah!!! Vi dirò che ho sonno e non ho idea d quello che abbia scritto! Quindi, alla prossima,
unamoresolitario!!!



 

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Capitolo 23
*** Capitolo 21 ***


Alla fine, non erano riusciti a partire per l’ ora prevista. I danni causati, erano parecchi. Erano le due quando Scott ebbe finito i vari lavori. L’ unico a essere rimasto sveglio ad aiutarlo era stato Nathan mentre gli altri dormivano, o nel caso di Cassandra, aiutavano in altri modi.
  • I fari sono accesi –gridò Cassandra e Scott finalmente si buttò sul divano esausto. Era tutto sporco di olio e fuliggine e i capelli, di solito ricci, erano talmente sporchi da risultare lisci. Nathan non era sistemato meglio. Le unghie erano nere e i capelli non avevano una forma precisa. Un ciuffo andava a destra, uno a sinistra, uno in alto e uno in basso. Non aveva  sistemato il pilota automatico e quindi Scott doveva mettersi seduto a guidare, lo avrebbe anche fatto Cassandra non lo avesse obbligato ad andare a farsi una doccia e mettersi subito le coperte e andare a dormire. Sprofondò immediatamente in un sonno profondo.
 
La mattina, si svegliò alle 10 e gli prese un colpo quando vide l’ orario. Si vestì di fretta e furia e andò subito ai comandi. Fu sorpreso di trovare Cassandra seduta che guidava come se niente fosse. “Sveglia la ragazza!” pensò.
  • Buon giorno! –salutò educatamente Felicity.
  • Ciao… -Scott ancora guardava Cassandra. Anche lei poi lo notò e gli sorrise dicendo:
  • Porta su le chiappe e guida questo coso!
  • Si signore! –disse portando la mano sulla fronte, come un saluto militare. Scott si diresse sul posto di guida e notò che cassandra aveva azionato proprio tutti i motori necessari.
  • Vado a prenderti un cornetto. Cioccolato, crema o amarena? –
  • Cioccolato! Naturale Cassie! Ma dove li avete presi?
  • Ad un bar qui vicino, ci mancava poco che la polizia non ci vedesse! –disse correndo a prendere il cornetto.
 
Due ore dopo si trovavano sull’ autostrada. Mancavano poche ore e sarebbero arrivati. Felicity leggeva per distrarsi da quel che sarebbe successo da lì a poche ore. Mancava solo un giorno e il Campo sarebbe stato distrutto. Amava leggere i racconti in cui tutto finiva bene. lo amava, perché nella vita reale non era possibile. Nella loro vita non era possibile. Erano semidei, sarebbero potuti crollare da un momento all’ altro. Erano passate solo due o tre settimane da quando aveva conosciuto quei ragazzi magnifici. Era sicura che, se sarebbe sopravvissuta, non avrebbe mai dimenticato la loro amicizia. Non avrebbe mai dimenticato il sorriso di Cassandra, la timidezza di Rosemary, il coraggio di James e la simpatia di Scott. Ma soprattutto non avrebbe dimenticato Nathan. Si ricordava i primi giorni che era arrivata al Campo. Quella era stata la prima volta che i suoi occhi l’ avevano incontrato.
 
  • Quindi io sono una semidea? –chiedeva ancora confusa Felicity.
  • Esatto –le disse gentilmente Chirone. –Vieni! Ti faccio vedere un po’ il Campo. –Felicity guardava i campi di pallavolo, l’ arena, la mensa e ancora aveva paura. Vedeva tutti quei ragazzi che combattevano come diavoli. Persino i bambini di 9 anni sapevano padroneggiare una spada! Lei sarebbe stata in grado di fare questo?
  • Questa è la stalla…
  • Chirone! –disse una ragazza dai capelli scuri e gli occhi verdi. Era una figlia di Demetra. Alexsandra Jenkis si chiamava.  –Abbiamo un problema! I figli di Ares hanno bruciato le nostre piantine e ora stanno litigando…
  • Arrivo! Felicity tu stai qui buona, buona! –disse lo stallone bianco correndo insieme alla ragazza. Buona, buona io? Bluff! Si disse nella sua testa. Si incamminò nelle stalle e vide un bellissimo stallone marrone. Non si ricordava bene cosa avesse fatto ma il cavallo si era parecchio infuriato. Lei era caduta a terra il  cavallo si era alzato su due zampe. Non sapeva cosa sarebbe successo se un ragazzo dai capelli lunghi e gli occhi a mandarla, si fosse messo in mezzo tranquillizzando il cavallo.
  • Buono Speedy! –aveva urlato lanciandogli una zolletta dalla parte opposta. Il cavallo se ne andò lasciando soli i due. –Stai bene? –disse avvicinandosi.
  • Ehm… si, si! Sto bene.
  • Sicura?
  • HO DETTO CHE STO BENE! –disse gridando e andando via piangendo. Era stata una giornata pesante e non aveva voglia di parlare. Da allora, Felicity non era mai salita su un pegaso.
 
Ritornò in se, quando Scott si mise a correre come un pazzo sull’ autostrada inseguito da due macchine. Le sirene erano accese e le luci che splendevano sulla strada e Felicity le guardava dai finestrini. Era la polizia. Scott correva come un pazzo su quella strada.
  • Come cavolo è successo??!! –chiese rabbiosa.
  • Ci hanno fermato ad un posto di blocco! –disse Nathan che si teneva mentre i capelli gli svolazzavano al vento. Cominciarono ad udire anche degli spari. Stavano sparando a Gelinda! Nathan si fece viola in faccia dalla paura. Non aveva una bella esperienza con le pallottole. Da come imprecava Scott, avevano colpito qualcosa di importante.
  • Ragazzi! –gridò con aria urgente. –Preparatevi a saltare!
  • COSA!!! –gridarono tutti in coro.
  • 1, 2, 3!!!!! –urlarono prima di andare dritti giù per la curva che avevano difronte e cadendo giù per il precipizio.  
  • Prendete questi! –disse passando dei paracadute a tutti. I 4 se li misero sulle spalle. Tutti tranne Cassandra che era rimasta immobile.
  • CASSANDRA! –gridò Scott che vide la mora farsi piccola, piccola.  Tre secondi prima di cadere, Scott la prese e si fiondarono giù.
 
Quando Cassandra aprì gli occhi., si trovava stesa per terra in un sacco a pelo. Aveva dei piccoli graffi sul volto. Gli altri erano seduti intorno ad un fuoco che si asciugavano. Cosa è successo?, si chiese guardandoli. Poi, si ricordò la caduta, la curva, la polizia, gli spari e le urla disperate di un qualche figlio d’ Efesto.  La testa gli scoppiava. Sentiva dolori atroci in qualsiasi parte del corpo. Non aveva più forze per pensare a quello che stava accadendo o a quello che sarebbe successo. Provò a parlare ma fu inutile. Poi Scott la vide. Si alzò subito e andò verso di lei. La figlia di Ade fu felice di vederlo. Gli porse una borraccia con il nettare e fu invasa dal sapore delle caramelle rosse e bianche natalizie.
  • Ehy! Come va? –chiese lui.
  • Non bene. –pensava di aver superato la cosa, ma non era così. Dove cacchio è Nathan quando non voglio parlare con Scott!?, pensò.
  • Perché ti sei bloccata in quel modo? –non le piaceva parlarne ma Scott gli aveva comunque rivelato che sua madre era morta e che lui ea cresciuto da solo.
  • Mi madre è morta in un incidente stradale. Io ero con lei quando è successo. Non mi piace saltare da curve pericolose e cadere in un precipizio… -alcuni minuti di silenzio.
  • Senti, so che non sei in forma. Ma tra un’ ora dobbiamo partire. Gelinda è completamente andata, e dobbiamo procedere a piedi.
  • Non c’è problema. Mi sento già meglio! –e lo pensava davvero. Il mal di testa era completamente sparito.
  • Perfetto! Sono le 13. Mangia qualcosa e poi partiamo.
 
 

 
Angolo Autrice!!
Ciao! Chiedo scusa per il capitolo cortissimo che tra l’ altro è arrivato dopo una settimana. Dovevo continuarlo ma non ho avuto tempo. Scusatemi!! Cerco di aggiornare con una capitolo più lungo al più presto. Vi chiedo scusa se in questa settimana ci saranno meno aggiornamenti ma ho parecchie interrogazioni e sono in terza quindi ho anche gli esami!! Comunque ho sviluppato gli eventi del continuo di “E le stelle stanno a guardare…” sono sicura che la mia idea vi piacerà! Si chiamerà appunto “E le stelle brillano…” Non vedo l’ ora che leggiate il prologo!!
Alla prossima,
unamoresolitario!!


 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 22 ***


Cassandra si alzò e si avvicinò agli altri 4 ragazzi che si asciugavano davanti ad un fuoco improvvisato. Si, come se non bastasse cadere in precipizio erano atterrati in un fiume. Sentì lo stomaco che gli faceva male dalla fame e quando la gentilissima Rosemary gli passò qualche mela, la divorò come niente. Erano riusciti a conservare i soldi e alcune dracme ma il resto era completamente stato perso nel fiume.
  • Dobbiamo muoverci! Con due figli dei Pezzi Grossi e altri 4 semidei non voglio immaginare la quantità di mostri che attireremo! –disse saggiamente il figlio di Zeus. Negli ultimi giorni, Nathan notava che James era particolarmente spaventato. Da quando aveva avuto quel sogno con Harmony, non era più lo stesso. Decise per ciò di affrontarlo una volta per tutte.
  • Ragazzi, io e James andiamo a cercare altra legna! –disse trascinandosi dietro il figlio del re dei cieli prima che esso potesse solo capire quello Nathan stava facendo. Quando furono abbastanza distanti, Nathan chiese:
  • Che ti succede? –chiese. James non lo guardava ma rispose comunque:
  • A che ti riferisci?
  • Smettila di fare il finto tondo! Leggo le emozioni degli altri quindi dimmi la verità e non rompere. Saprò se menti!
  • Nathan, a volte dovresti proprio farti i fatti tuoi! –ruggì. Era da circa due notti che non riusciva a dormire e cercava in tutti i modi di evitare di parlargli. Con Rosemary non sapeva come comportarsi. Doveva parlargli e dirgli quello che provava e fargli capire che lui non voleva solo la sua amicizia o stare in silenzio ed evitarla? Era difficile, molto difficile! Nathan si avvicinò all’ amico e lo prese per la maglietta e strinse i pugni dicendo:
  • Senti amico, non so se hai notato ma tutti stiamo seguendo quello tu dici, pesino Scott che è il più grande di tutti, perché ci fidiamo. Sappiamo che questa missione in qualche modo è tua e vogliamo aiutarti! Ma tu devi darcene la possibilità –disse l’ ultima frase e si staccò da lui. Era un tantino irritato dal modo di fare di James.
  • Credimi Nathan, faresti meglio a non saperlo… -
  • A non sapere cosa?! –questa era la voce di Rosemary. Era lì davanti a loro e aveva un mucchietto di legno in mano. Molto probabilmente era andata prima di loro e aveva ascoltato tutto quello che avevano detto. La cosa peggiore e che i suoi bellissimi occhi, di solito sorridenti e allegri, stavano lacrimando. James si maledisse da solo per non essere stato attento a chi ci fosse nei paraggi.
  • Allora James? –domandò infastidita, arrabbiata e peggio ancora delusa. Nathan capì che quello era il momento più adeguato per andarsene.
  • Ma cosa avete tutti contro di me! Sto solo cercando di non mettervi nei guai, cavolo!
  • Lo siamo già! –gridò con tutta la forza che aveva singhiozzando. James restò impassibile. –siamo semidei, tutta la nostra vita è un guaio! Quando siamo partiti con te, eravamo più che consapevoli cosa ci attendeva una volta fuori! –singhiozzò. –Credevo fossimo amici e che tra noi on ci fossero più segreti! Ti ho rivelato cose che nessuno sapeva di me! –cominciarono a crescere strane piante intorno a Rosemary, proprio come era successo nella grotta del Gran canyon. –Ma che mi lamento! Neanche io sono stata leale con te! Avrei dovuto dirtelo subito che tu non eri un amico e basta… non sei mai stato il classico stronzetto dal quale diffidare per me… infondo io l’ ho sempre saputo che io… io… IO TI AMO JAMES! –disse ricominciando a piangere. Un nodo si sciolse dal cuore di James. Aveva appena scoperto che i suoi sentimenti erano ricambiati, ma non gli piaceva averlo scoperto così… gli sarebbe piaciuto dire “Si anch’ io ti amo!” ma non era così semplice. Aveva paura che sarebbe potuto succedergli qualcosa durante la missione e lui sarebbe morto, lasciandola da sola. Tremava. Tremava quando disse:
  • Mi dispiace… ma per me sei solo un amica… -disse con voce spenta. Quasi in un sussurro. Ma Rosemary lo capì e rise freddamente:
  • Lo sapevo… non sei cambiato come credevo –le piante cresciute si prosciugarono e non rimase niente di quello che prima era lì, solo delle radici appassite. –Dimentica tutto quello che ti ho detto, e quando avrai bisogno di me, ricordati che troverai una porta chiusa
  • Rosemary io non… -cominciò a pentirsi di quello che aveva detto ma non voleva farla soffrire… che confusione!
  • ZITTO! Non me ne importa un accidenti e non perché non hai detto che anche io ti piacevo ma per il semplice fatto… che sei stato così stupido da mentire a te stesso! –disse prima di iniziare a correre. Correre via da lui. Correre via da quegli occhi che un giorno la mentivano e l’ altro la facevano innamorare. Scappò via. James voleva rincorrerla ma non lo fece. La seguì comunque con lo sguardo mentre correva e andava sulla riva del fiume là vicino ad asciugarsi il viso. Appoggiò la schiena ad un muro e scivolò lentamente e quando fu giù, chiuse le gambe e vi poggiò la testa. “Sei uno stronzo James!” si rimproverava da solo.
 
Nathan si sentiva in colpa. Aveva appena fatto litigare Rosemary e James. Si sentiva come se avesse tradito uno dei suoi migliori amici. Ancora nessuno dei due era tornato ma aveva visto Rosemary correre verso il fiume per bagnarsi il viso. Aveva paura della reazione che avrebbe avuto James. Si sentiva così… così sploff! Non che lui sapesse bene cosa significava, ma Felicity lo ripeteva in continuazione!
  • Cosa succede? –aveva chiesto la rossa distogliendolo dai suoi pensieri.
  • Credo di aver fatto un danno!
  • Se ti riferisci al fatto che James abbia litigato con Rose puoi stare tranquillo! Non è colpa tua se hanno detto quello che realmente pensavano. E se te lo stessi chiedendo non ha origliato! I due gridano come matti!
 
Dopo qualche minuto, presero tutto quello che avevano e iniziarono a camminare. Con la macchina, non mancavano più di 2 ore ma a piedi ci volevano almeno 5 ore e mezzo per raggiungere Hollywood. Camminavano in silenzio e senza dire niente. Nessuno parlava. James camminava con la testa bassa e Nathan cercava di non guardarlo in faccia. Cassandra e Scott avrebbero voluto tanto spezzare il silenzio (cosa per loro innaturale) ma a giudicare dall’ espressioni di tutti, era meglio starsene zitti. All’ improvviso, il silenzio sparì come era iniziato.  Il vento cominciò a farsi forte, troppo forte per i gusti di James. Stava accadendo qualcosa. Ma cosa? Nathan prese la spada seguito dagli altri. Si sentivano i rumori di metallo farsi sempre più forti. Erano bloccati dal terrore e non sapevano cosa stesse accadendo. Poi, un grido. Qualcosa di orribile squarciò l’ aria. Un artiglio affondato nella carne di qualcuno. Cassandra cadde a terra per poi vedere una faccia verdognola e piena di brufoli che la scrutava. Chiuse gli occhi e non vide più nulla. Davanti a loro c’ era una strana creatura. Faccia verde e brufoli sul corpo. Occhi senza iridi e gambe di metallo. Sembrava una strana fusione di empuse e mostri di Efesto e Scott, ebbe paura che era davvero quello che sospettava. Si lanciò in avanti. Qual coso aveva ferito Cassandra.  Non aveva proprio diritto a vivere. Ma aveva fatto male i conti. Quel coso era veloce, più di quando sembrasse. Anche Nathan si lanciò su di lui ma venne anch’ esso mandato a tappeto. Felicity, ebbe un’ idea.
  • Rose, bloccalo! –gli disse. Era lo stesso piano che avevano usato settimane fa, ma stavolta Rosemary era convinta che non avrebbe ricevuto aiuti divini. Doveva concentrarsi. Mentre Felicity lo distraeva, lei doveva combattere contro le sue paure. Tristezza, odio e amore, dovevano essere trasformate in piante. Orribili piante nocive che catturavano i mostri. Fu a questo che pensò quando le radici spuntarono dal terreno e catturavano quel coso orrendo che si dimenava e cercava in tutti i modi di non lasciarsi andare. Rosemary lo trovò un po’ egoista, ma scaricò tutte le sue emozioni su di lui stringendo le piante fino ad ucciderlo. La polverina gialla, tipica dei mostri morti, era comparsa e scivolava via nel Tartaro.
  • Non era proprio questo che avevo in mente ma ok –disse cacciando via l’ arco.
  • Occupiamoci di Cassandra…
  • Non possiamo darle altra ambrosia altrimenti troveremo un bel mucchietto di cenere –disse Scott. Cassandra si alzò a fatica, come se il taglio non era poi così profondo.
  • Camminiamo. La prenderò più tardi… se non ce l’ ha faccio mi lasciate qui, ok? –disse seria.
  • Ma… cosa vai a farneticare! Non ti lasciamo qui! –disse Scott in tono autoritario. Poi Nathan ebbe quasi un colpo di genio.
  • Ovvio che in questo momento non puoi, ma successivamente non potresti trasportarci tu con il viaggio ombra? –Cassandra lo guardò come a dire, perché non ci ho pensato prima?
  • Si… ma non ora. Camminiamo, quando non ce l’ ha faccio più ci fermiamo e riposo. In questo modo avanziamo e io risparmio meno energie per il viaggio ombra. Capito? –tutti annuirono. Ricominciarono a camminare. James guardava Rosemary… non l’ aveva mai vista così. Gli venne da pensare “Ho fatto la scelta giusta?”. Rosemary invece pensava “Forse, avrei dovuto dirgli dei sogni…”

 
 
Angolo Autrice
Ciao!! Ok, sono riuscita a pubblicare il nuovo capitolo e sono,  come dire…. Soddisfatta e triste allo stesso tempo! “Ho fatto la scelta giusta?”  non lo pensava James, dubbi dell’ autrice. Però che capitolo! Se mi verrà l’ influenza o qualche altro danno, saprò chi mi ha mandato diverse maledizioni! “guarda i suoi lettori con fare sospetto”. Comunque ci tengo a dirvi che la storia ha superato le 670  visualizzazioni. Wow!!! Sono troppo felice! Ho letto tutte le vostre recensioni ma per motivi di tempo non vi ho risposto e vi chiedo scusa! *faccia triste con lacrimuccia” ma la scuola mi sta uccidendo! Vi prometto che nelle prossime recensioni tutti avrete delle risposte.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!

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Capitolo 25
*** Capitolo 23 ***


Stavano camminando da circa tre ore. Cassandra non era proprio in ottime condizioni ma ancora reggeva grazie anche a Scott, si intende.  Decisero perciò di fermarsi. Neanche gli altri erano proprio in ottime condizioni! Avevano combattuto con circa 7 mostri che avevano forme diverse e stravaganti. Solo 2 erano i classici mostri che avevano sempre combattuto. Fermandosi, diedero a Cassandra del nettare e dell’ ambrosia ed essa riacquistò sempre più colorito, fin quando non gli tornò il sorriso tra le labbra per poi mettersi a dormire insieme a tutti gli altri mentre Nathan e Rosemary avrebbero fatto la guardia. Rosemary non voleva dirlo, ma confidò a Nathan alcuni dubbi.
  • Nathan –disse guardandolo dritto negli occhi e con grande serietà. –Tu non hai avuto qualche sogno, ultimamente? –Nathan la scrutò come non aveva mai fatto con nessuno.
  • No. Rose… cosa hai sognato? –chiese abbastanza allarmato. Rosemary parlò. Raccontò di come Tartaro torturasse James e di come lui non si muovesse ricoperto di sangue.  Il figlio di Nemesis chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
  • Tartaro è bravo a fare questi strani giochi di parole e sogni. Non preoccuparti… o almeno provaci –gli disse sorridendo. Cercava di rassicurarla ma neanche lui ci credeva molto.
 
  • Ehi… James! –disse una voce dolce svegliando il figlio di Zeus. Cioè… non l’ aveva proprio svegliato. L’ aveva chiamato dal mondo dei sogni.
  • Harmony! –gridò James un po’ scioccato di vedere la ragazza dai bellissimi occhi viola e i capelli scuri e mossi alle punte. Aveva un sorriso smagliante, come se non fosse mai morta.
  • Ciao, fratellino! –lo prese in giro sorridendo –Sei stato bravo! Sono felice che tu sia riuscito a ricostruire, grazie ai tuoi amici, l’ Harmony. Ma hai capito come azionarla? –James la scrutò. Poi fece di no con la testa. Harmony alzò le mani e apparve lo scettro a forma di mezza luna sul quale appariva il diamante bello grande. Lo diede nelle mani di James e disse una semplice frase:
  • Non tutto si aziona con questa –indicando la testa –a volte bisogna utilizzare anche questo –indicò il cuore.
  • Ancora non ho capito…
  • Lo capirai, James. Lo capirai! Quando sarai nel Tartaro, io ti guiderò. Ora vai, altrimenti ti lasciano qui…
 
James si svegliò. Vide tutti seduti intorno ad un fuoco, costruito sul momento, mentre mangiavano un cornetto. C’ era Cassandra che si era decisamente ripresa! Non invidiava per niente il povero Nathan che le stava accanto. Sorrise. Questo era l’ ultimo giorno in cui sarebbe stato possibile  salvare il Campo. Ma ci sarebbero riusciti? Ma soprattutto, ci sarebbe riuscito?
  • Se non ti avvicini non troverai niente!! –gli urlò Felicity che, contrariamente al suo solito, era proprio allegra. Forse era la convinzione che ce l’ avrebbero fatta, al quale decise di aggrapparsi anche lui. Si avvicinò agli altri e consumò la colazione in silenzio mentre gli altri scherzavano. Notava che Nathan non lo stava guardando in faccia, aveva sicuramente  paura che James lo accusasse del litigio con Rosemary. Gli mandò una piccola scintilla e lui prese la scossa elettrica. Lo guardò e pensò “sai, dovresti smetterla di abbassare lo sguardo”  sicuro che lui stesse leggendo le sue emozioni. “Ci penserò due volte prima di rifarlo!” disse una voce nella sua testa. “Come fai a fare sta cosa? Cioè come riesci a parlarmi?” chiese il figlio di Zeus.  “Non lo so! Ci riesco e basta!” rispose Nathan abbastanza rabbioso. “Conservala per dopo sta genialata. Ho l’ impressione che ci servirà!”
      Cinque minuti dopo avevano tutti finito di mangiare e Cassandra era più che felice. Aveva un sorriso                      particolarmente allegro.
  • Allora semidei! Tutti qui in cerchio e prendetevi tutti per mano, ehm Nathan, tu vieni qua! Ho bisogno di un favorino.
  • Che tipo di favore…
  • Grazie! Ok vieni qui – quando tutti si sistemarono intorno all’ albero dal quale veniva una grande ombra, il terreno sparì per lasciare posto al buio e all’ oscurità.
Quando rividero il sole, erano davanti alla grande scritta “Hollywood”. Si godeva un paesaggio a dir poco stupendo! Nathan e Cassandra si accovacciarono a terra. Sembravano due che avevano appena corso ad una maratona.
  • Un favore eh? –disse sarcasticamente Nathan con il fiatone. Cassandra, per non svenire e perdere troppe energie, aveva preso un po’ di forza da Nathan. Scott e Felicity diedero un cubetto d’ Ambrosia a tutti e due che si ristabilizzarono quasi subito.
  • Bene! pronti per entrare nel Lugar de la Muerte?  -chiese Cassandra ricevendo solo brutti brusii –Suvvia ragazzi! È pur sempre casa mia! Vi faccio fare un giro in camera mia! –disse sempre più sarcastica. Poi scovarono un’ entrata e l’ attraversarono.  Il posto non era esattamente dei migliori. Un po’ troppo scuro e paludoso, c’ era una puzza orribile. Dopo pochi minuti, si trovarono davanti un uomo con una toga che copriva tutto il corpo. Era chiaro che fosse Caronte, il Dio traghettatore delle anime. Per qualche strano motivo fece un sorrisetto davvero accattivante, prima di dire:
  • Ade vi stava aspettando. –disse prima di farli salire sulla barca senza nemmeno chiedere le famose dracme. Neanche Cassandra aveva capito se fosse perché lei era una figlia di Ade o se davvero Ade aveva richiesto di loro. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno quando superarono Cerbero come se niente fosse.  
Finalmente si trovarono davanti a lui. Cassandra aveva un sacco di domande che gli passavano per la testa che non si ricordava né quando fosse scesa dalla barca o quando fosse entrata in quella stanza, dove c’ era un uomo con la barba nera e i capelli abbastanza scuri. Gli occhi neri, avrebbero fatto invidia al più buio degli universi. Indossava un abito nero che sembrava morto, spento. Come se quel vestito fosse fatto delle anime dell’ inferno in persona.
  • Semidei! –disse quasi svogliato. L’ assenza di Persefone si faceva sentire. –come mai siete qui? –
  • Divino Ade –disse James inchinandosi e gli altri seguirono il suo esempio. –Siamo venuti a porgerle i…
  • Si si! Salta la tiritera! Dove siete diretti? –
  • Nel Tartaro –disse diretta Cassandra che per la prima volta scrutò il padre e lui fece lo stesso.
  • Ragazzi, se vi buttereste dal Baratro ci mettereste 9 giorni per arrivare lì e non credo voi abbiate tutto questo tempo! –disse con aria distaccata ma allo stesso tempo pensierosa.  –attraverso il viaggio Ombra, vi porterò vicino alle Porte Della Morte. Lì vicino c’ è un’ altra entrata che non viene quasi mai usata ma Thanatos farà un’ eccezione per la figlia di Ade. –disse alzandosi. –A proposito Cassandra, prima che andiate è importante che ti dica alcune cose. –
  • Che tipo di cose? –chiese un po’ preoccupata.
  • Secondo te? –chiese Ade. Cassandra capì ma gli altri no. Padre e figlio si chiusero in una specie di nebbia fatta di ombre e gli altri cinque si sentirono indifesi o quasi vulnerabili.
 
10 minuti dopo, Cassandra finì il suo colloquio con il padre. Tutti gli altri, in particolare Scott, aveva intenzione di chiedergli cosa gli avesse detto ma dall’ aria seria della figlia di Ade preferirono non proferir parola.  Tutti insieme si misero in cerchio e insieme ad Ade furono risucchiati dalle ombre e pochi secondi erano fuori dall’ oscurità per trovarsi in un posto ancora più buio. Non sapevano dove fossero, neanche Cassandra lo sapeva per certo. Nathan era quello che più si stava sforzando per vedere in quel buco di oscurità, essendo che aveva gli occhiali. Vedendolo strizzare più volte gli occhi, Felicity gli diede la mano.
  • Ragazzi, Ade mi ha mandato un messaggio –disse una voce che non si capiva bene da dove venisse. Era dolce e gentile ma terrificante allo stesso tempo. –Sono Thanatos. Non posso mostrarmi a voi poiché non posso lasciare la mia postazione. Sto per aprire una porta che vi condurrà dritti nel Tartaro. Pronti…1,2,3!!!! –disse e una porticina luminosa si aprì in quell’ oscurità. La attraversarono più veloci della luce e quella infatti si chiuse all’ istante.
Erano nel Tartaro. Il posto più terrificante esistente nell’ intero universo. Tremavano. Tutti. James, Rosemary, Nathan… Sapevano tutti che in quel posto la loro vita era paragonabili alle foglie degli alberi in autunno. Sarebbero potuti cadere da un momento all’ altro. “Tartaro non è lontano” disse la voce melodiosa di Harmony nella sua testa. “Dividetevi. Qui restano due persone. Altre due si fermeranno quando te lo dico io.”
  • Ragazzi, so che può sembrare assurdo che io ve lo dica, ma dobbiamo dividerci.  Ci vuole qualcuno che ci protegga dai mostri che arrivano da est. Chi vuole rimanere? –chiese James anche se si sentiva il cuore abbastanza pesante. E se fosse successo qualcosa ai suoi amici? No. Non doveva pensarci. Doveva pensare a qualcos’ altro. Qualsiasi cosa, ma non quello. –So che ti chiedo troppo Nathan, ma tu vieni con me. –disse. Grazie a qual loro trucchetto telepatico avrebbero avuto meno problemi a comunicare.
  • Rimango io –si offrì Scott.
  • Ed io –disse Felicity. Notava dall’ espressione di Cassandra che lei si sarebbe fermata alla prossima.
  • Siate prudenti ragazzi! Andiamo –disse James correndo dalla direzione opposto. Anche Nathan stava andando.
  • Nathan… -lo chiamò Felicity. Lui si voltò a guardarla e vide, anche se a fatica, la sua espressione seria. Sembrava quasi che volesse mollarle un pugno. Invece si avvicinò sempre di più e finche i loro nasi non furono a una distanza quasi nulla e poi le loro labbra si trovarono incollate dandosi un dolce bacio a stampo.
  • Buona fortuna –disse quando si staccarono. Nathan rimase qualche secondo fermo e poi si decise a darsi una mossa ringraziando Felicity.
 
 
 

Angolo Autrice
Ciao! Scusatemi se non mi sono fatta sentire! Mancano pochi capitoli alla fine. 3/5 circa. Non dimenticate nessun dettaglio di questo bel capitolo, soprattutto la parte di Cassandra con il padre Ade. Mi sono ricordata che per entrare nel Tartaro ci volevano 9 giorni e ho cercato una scorciatoia! Avete notato il bel bacio Felithan? AWWW…
Alla prossima,
unamoresolitario!!
 
Sta ragazza non assomiglia ad Holland?
 
 
 
 
 

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Capitolo 26
*** Capitolo 24 ***


James e gli altri correvano. Correvano da circa 20 minuti. Il Tartaro non era esattamente quello che si può definire “casa”. Avevano incontrato circa 12 mostri e solo 7 erano i soliti mostri della mitologia. Gli altri avevano forme e colori diversi e il figlio di Zeus, si chiese se aveva fatto bene a lasciare due dei suoi amici da soli e vicino alle porte della morte. Si sentiva terribilmente in colpa. Nathan era preoccupatissimo per Felicity, soprattutto dopo che essa le aveva dato un bacio sulle labbra. Non credeva fosse possibile che qualcuno riuscisse ad essere allegro e preoccupato allo stesso tempo felice come una pasqua.
“James! Ora devi proprio fermarti!” disse la voce calda e dolce di Harmony nella sua mente. Si fermò e anche i suoi amici seguirono il suo esempio.
  • Ragazze, so che vi chiedo troppo. Parecchio troppo! –disse stringendo i pugni e cercando in tutti i modi di far trapelare sicurezza –Ma voi dovete rimanere qui!
  • James non c’è bisogno di scusarti. Rimaniamo se tu ce l’ho chiedi. –disse Cassandra con un sorriso stanco.
  • Grazie ragazze! –disse e in quel momento sarebbe anche scoppiato a piangere.  Poi vide Rosemary. Anch’ ella sorrideva. In un certo senso, si sentì protetto da quella risata. Anche lui sarebbe voluto andare lì, darle un bacio e poi comportarsi come due perfette persone normali. Ma lui non poteva farla soffrire.
  • Andiamo Nathan –disse ancora il figlio di Zeus. Anche Nathan stava per corrergli dietro ma si girò verso Rosemary e gli disse:
  • Sta tranquilla! Te lo riporterò intero! –disse prima di andare verso James. Lui correva veloce come non aveva mai fatto. Era sicuro che fosse ancora pieno di sensi di colpa verso Rosemary ma cercava di respingere tutto.
 
Erano 35 minuti che correvano e i mostri non avevano perso tempo ad attaccarli. Sapere che gli altri li stavano proteggendo da altri mostri ancora più grandi e mostruosi non facevano sentire proprio benissimo James e Nathan. Era qualcosa di orribile il modo in cui bruciavano dentro di preoccupazione.  D’ improvviso, videro che lo zainetto di James qualcosa brillava. Paura e preoccupazione si rifecero spazio nel cuore dei due. Presero lo zainetto e con cautelo lo aprirono. Videro che era l’ Harmony che brillava. Il diamante si illuminava e grazie alla sua luce i due riuscirono a vedere qualcosa.
“Com’ è possibile?” si chiese James
“Hai pensato col cuore e non con la mente”  rispose sempre gentilmente la voce di Harmony. Ancora James non capiva cosa significasse ma decise comunque di prendere l’ Harmony  e di aiutarsi con quella luce per vedere meglio al buio. Ancora avevano un sacco di paura. Soprattutto quando videro quell’ orribile empusa che si era buttata sul collo di Nathan ma James l’ aveva tolta giusto poco prima che sfiorasse il collo con quegli orribili denti. Nathan si alzò più veloce del vento e colpì brutalmente l’ empusa che si disintegrò.
  • Grazie amico –disse Nathan con il fiatone per la paura.
  • Andiamo. L’ empuse non si muovono mai da sole e poi questa era sicuramente una novellina. –disse ancora il figlio di Zeus riiniziando a correre veloce seguito dall’ amico. Questo era uno dei tanti motivi perché aveva scelto Nathan. Correva veloce come nessuno e aveva la capacità di capirlo senza parlare. Corsero a perdifiato persoli 5 minuti quando la voce di Harmony disse:
“Fermo!” un attimo prima che i due cadessero in uno strano fiume. “Stavi per cadere nel fiume Lete e credimi non è una bella esperienza!”
  • Grazie Harmony! –la ringraziò James ad alta voce con il fiatone grosso.
“Figurati! Ora svolta a sinistra e corri per altri 4 minuti. Caprai da solo dove andare” disse per poi non dare più risposte.
 
 
 
Rosemary e Cassandra intanto andavano a destra e a sinistra cercando di non farsi cogliere alla sprovvista da mostri strani.  Ne avevano combattuti troppi, davvero troppi. Ma infondo erano nel Tartaro e non potevano aspettarsi di meglio… o di peggio. La figlia di Demetra era preoccupatissima. Temeva per James. I sogni e la profezia non la convincevano.  Non l’ avevano ripetuta tante volte eppure dentro di sé l’ aveva ripetuta fino allo svenimento. Cassandra d’ altronde, era sempre allegra e cercava in qualsiasi modo di alleggerire la tensione ma anche lei era spaventata, troppo spaventata.
  • Cassandra, stai bene? –le chiese viste le ferite e gli sforzi colossali che aveva compiuto in pochi giorni.
  • Rose… io non ce l’ ha faccio più! –disse come se avesse riflettuto tanto prima di pronunciare quelle parole.
  • Che vuoi dire? –
  • Hai visto che mio padre mi ha chiamato per parlare da soli? Ecco mi ha detto… -Rosemary ascoltò e dovette fare grandi sforzi per non infilzare Cassandra con la spada per non averglielo detto prima. Le lacrime stavano per salirgli ma si impose di rimanere calma. I motivi del silenzio della figlia di Ade erano plausibili ma Rosemary non ce l’ avrebbe fatta a stare lì, ferma e immobile ad aspettare. Fu come se l’ istinto avesse avuto la meglio su di lei. Non si ricordava di avere così tanta velocità in corpo fi quando le gambe non iniziarono a correre sull’ asfalto paludoso. Sentiva Cassandra che da dietro gli urlava qualcosa ma neanche lei riusciva a fermarla. Rosemary era partita e doveva assolutamente raggiungere la sua meta. Doveva e poteva.
  • A volte è difficile parlare con te! –disse la figlia di Ade raggiungendola. Rosemary non sarebbe rimasta ferma ad aspettare, ne era sicura. L’ unico modo per farlo, era lasciarla correre e seguirla. Solo così avrebbe fatto a lei del bene.
 
 
  • Secondo Harmony è qui che dobbiamo andare –disse James che con il fiatone in gola, era finalmente riuscito a capire quale fosse la giusta strada. Era da circa un’ ora che la paura si impossessava di loro e adesso era a livelli estremi. Le gambe tremavano ma nonostante questo, andavano avanti. Dovevano farlo per tutte le persone che erano morte per salvare il Campo. Dovevano farlo per le persone che erano rimaste vive. Dovevano farlo per loro. Davanti ai ragazzi c’ era una “porta”, o meglio, un quadrato dal quale proveniva una luce assai accecante per lor abituati ormai al buio del Tartaro. Per la prima volta si guardarono davvero negli occhi. Nathan aveva gli occhiali ormai pieni di graffi ma se li avesse tolti non avrebbe visto nulla. James aveva il volto coperto da graffi superficiali e un tagli un po’ più profondo sotto l’ occhi sinistro che ancora sanguinava. Annuirono guardandosi ed entrarono.
 
Si ritrovarono in una stanza con molta luce e il soffitto sembrava non esserci. Era grande quando il Campo Mezzosangue ma era vuota. Completamente. C’ era solo un grande sarcofago semplicemente nero. Era grande come quattro tavoli lunghi. Sopra c’ erano delle incisioni antiche. Sembravano più vecchie del greco o del latino stesso.  Erano talmente complicate che ai due girava la testa solo a guardarle quelle incisioni. Provavano strane emozioni. Senso di vuoto e disperazione. Paura e desolazione. Avevano solo voglia di prendere le spade e porre fine a tutto quello che avevano provato. Dire basta e non pensarci più. Era strano il modo in cui il loro cuore batteva con battiti irregolari e veloci.  Poi, una voce squarciò l’ aria. Era fredda ed echeggiava nella stanza luminosa e grande.
  • Il figli di Zeus! Ma che piacere incontrarti! –non veniva da una parte precisa o particolare. Echeggiava nella stanza come un fulmine a ciel sereno. La paura si fece patrona nel cuore di James e Nathan.
  • Perché fai questo? –gridò James con un po’ di tremolio nella voce.  Lui rise. Una risata che avrebbe fatto tremare Zeus e l’ intero olimpo.
  • Per il potere! Per la vendetta! Chiamala come vuoi!
  • Ma perché attacchi il nostro Campo? –chiese Nathan. James si stupì del coraggio del suo amico.
Per semplice divertimento! –e furono quelle parole a far arrabbiare in modo pesante James. Divertimento.
Quella non era esattamente la parola che James voleva sentire.
Jessie, Alexsandra, Allyson, Harmony Aaron…
No. Divertimento non poteva essere una risposta.
Poi, accade tutto in fretta. Una scia di lampi invase la stanza nel quale si trovavano.  Si sentiva tuonare e il vento sbatteva nella stanza.
Tartaro rise ancora.
Fermo James. Lo fa apposta., disse Nathan nella mente di James. Ma lui non lo stava facendo apposta. Era tutto una risposta involontaria.  
  • Figlio di Zeus, credi davvero che un po’ di vento mi spaventi! Povero sciocco… -disse e all’ improvviso Nathan cominciò a contorcersi dal dolore. Sentiva come se le sue budella e osa stessere facendo un giro di valzer.
  • SMETTILA! –gridava in preda alla paura. Sudava. La fronte era bagnata e i capelli totalmente inzuppati. James portò le mani alla spada e l’ alzò.
  • Lascia stare Nathan! Lui non c’ entra niente! –Tartaro rise ancora più forte.
  • Cosa pensi di fare con quello stuzzicadenti! Guarda come ho piegato il tuo amico e sono dentro ad un sarcofago. –James non sapeva cosa fare, così decise di usare una tattica che le figlie di Atena usavano spesso.
  • Perché sei dentro ad un sarcofago?
  • Sentiti onorato ragazzo! Mai nessuno ha visto questa stanza. Qua ho rinchiusa parte delle mie stese parti del corpo ed emozioni. In questo modo sarò in grado di risorgere con una forma ed un corpo. –rise ancora. il figlio del Cielo cominciò ad odiare quella risata. –Parlare non ti servirà a niente se era questo lo scopo.
Che facciamo?, chiese nella sua testa il figlio di Nemesis.
Non lo so, rispose.
“James, l’ Harmony!” disse la voce dolce di Harmony.
  • Ah, vedo che anche la Dea che mi sconfisse tempo fa è qui! Lascia che ti mostri cosa farò ai tuoi semidei! –disse. Dopo qualche secondo, James si sentì svenire. Ogni muscolo del suo corpo gli faceva male. Aveva solo voglia di urlare e morire.  
Dolore, male, sangue…
Queste erano le uniche parole a cui James riusciva ad aggrapparsi.
James! Non ti arrendere!
Il figlio di Zeus fu sicuro di aver sentito la voce di Rosemary nella sua testa. Si aggrappò a quella voce e vide finalmente la speranza. Vide come far funzionare l’ Harmony. Vide il futuro. Vide il domani.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao semidei!!!! Quante belle cose succedono in questo capitolo?! Chiedo scusa per il ritardo ma come sapete io sono stra-negata per descrivere i combattimenti corpo a corpo e quindi c’è voluto un bel po’ per far venire un capitolo decente e sensato. Il risultato mi piace abbastanza (viva la modestia!). Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 25 ***


James si rialzò da terra tremante cercando di non darla vinta a Tartaro. Nonostante il dolore che provava si rialzò. Aveva più o meno capito come funzionasse l’ Harmony e aveva ricostruito l’ ultimo tassello che mancava nella storia di Harmony. Il problema rimaneva comunque uno.  Come attivare l’ Harmony? Suo padre, Zeus,  ci era riuscito quando…
  • Allora semidio, ne hai abbastanza? –disse ancora Tartaro con la sua risata malefica e arrogante. James aveva ancora il fiatone e la pelle sudava. Non era facile descrivere il dolore che provava in quel momento. Nathan non se la passava meglio. Anche lui aveva il fiatone e il viso ricoperto di sudore. Gli occhiali poi erano pieni di rigature e non era molto facile vedere in quelle condizioni.
  • Sembra di no –disse Tartaro quando James si rialzò completamente. Ancora quel dolore lacerante al petto e allo stomaco. Si accovacciò di nuovo a terra e si dimenava cercando di far passare tutto il dolore che provava.
  • James! –disse Nathan cercando di aiutarlo ma Tartaro voleva far soffrire anche lui. Nathan si buttò a terra dolorante pieno di lividi per via dell’ impatto con il pavimento duro e paludoso. James non voleva che il suo amico soffrisse, assolutamente no. Doveva combattere e far scivolare tutto come se non fosse niente.
Non fa male. Non fa male. Non fa male. Si ripeteva. In questo modo il dolore si addolciva di poco, pochissimo.  Cercava di reggersi sulle gambe e alzarsi senza badare al terribile dolore. Ci riuscì e poi alzò anche il capo fino a reggersi in posizione eretta. Il dolore finì così come era iniziato.
  • Hai fegato ragazzo! Vediamo quando duri in un combattimento corpo a corpo! –disse. Nathan si alzò ma fu subito mandato a tappeto come se delle catene invisibile gli impedissero il movimento. Davanti a loro si materializzò una figura o meglio un ombra. Aveva delle braccia e delle gambe come un uomo ma era completamente nero come un’ ombra ma solido come un uomo. James ebbe paura appena lo vide. Le gambe cominciarono a tremargli e anche Vèlos che aveva estrapolato prima, gli sembrava pesante. Il corpo si irrigidì e fu la voce di Tartaro a risvegliarlo e a portarlo alla realtà.
  • Forza semidio, combatti! –la voce non proveniva però dall’ ombra-figura ma dal sarcofago nero. James capì che quello era come una marionetta che Tartaro comandava alzando e abbassando i fili. E se Tartaro lo avesse fatto anche lui? E se avesse cominciato a comandarlo? Non doveva pensarci! Doveva solo combattere. doveva farlo per sopravvivere. Improvvisamente si sentì come quando era piccolo, in mezzo a tanti bulletti della casa famiglia dove era stato trasferito un tempo.
 
  • Dagliene un altro, Robbie! –diceva il capobanda al ragazzino che stava ammazzando di botte il piccolo James. La banda era composta da tre ragazzi. Robbie, 12 anni. Denti storti e più gialli del formaggio. Occhi marroni e grandi. Aveva sempre i capelli castani davanti agli occhi. Tyler, 16 anni, il capobanda. Occhi castani e capelli neri con la cresta alta. Aveva la strana abitudine dello stuzzicadenti tra i denti e se lo toglieva raramente. Infine c’ era Douglas, 13 anni. Capelli lunghi e neri che gli coprivano il volto pieno zeppo di lentiggini. Gli occhi li aveva azzurri.
  • Lasciatemi stare! –li supplicava James. All’ epoca aveva solo 10 anni. Si beccò un altro calcio nello stomaco e i piccoli delinquenti lo lasciarono stare. Dopo questi litigi, James era solito a nascondere la testa fra le ginocchia e a piangere. Un pianto muto che esprimeva bene il dolore e la solitudine. “Le persone sanno solo far male. Non devo affezionarmici mai!” si ripeteva spesso e non lo faceva solo per i tre tempisti ma anche per il compagno di sua madre che un giorno la uccise a sangue freddo. Quell’ uomo aveva sempre cercato di instaurare un rapporto con James e c’ era riuscito per poi pugnalarlo con la morte di sua madre. Era in questi momenti di disperazione che architettava i suoi piani di fuga che gli riuscivano sempre bene. Aveva ormai imparato a vivere a sua agio con quello che la natura offriva e rubando in giro qua e là. Spesso veniva rimesso di nuovo nelle case famiglia per poi scappare di nuovo e poi ancora un’ altra volta.
 
James sentì la spada farsi improvvisamente leggera. Ricordare aveva fatto in modo che lui scaricasse paura, rabbia e tristezza in un unico sentimento. La determinazione. Sapeva che Nathan in qualche modo lo stava scrutando e che aveva capito a cosa lui avesse pensato. Guardò l’ ombra-figura di Tartaro che reggeva davanti a lui. Attaccò.  Non aveva senso resistere a quell’ impulso. Impugnò Vèlos e si buttò alla carica. Anche la figura-ombra Tartaro estrasse la sua spada. Era completamente fatta di ferro dello Stige. James cercò di colpire ma figura-ombra Tartaro schivò cercando di colpirlo al fianco. James lo fermò spingendolo verso il basso. Ombra-figura Tartaro gli diede un calcio e lo fece cadere a terra. Cercò di fiondarsi sul figlio di Zeus ma non ci riuscì perché esso si spostò verso la sinistra e si alzò velocemente. Andò di nuovo all’ attacco e si fiondò sul fianco destro della figura-ombra Tartaro e riuscì a colpirlo. Svanì. Si disintegrò come un qualsiasi mostro del Tartaro.
  • Non male ragazzo –disse con la sua voce roca Tartaro. Qualcosa disse a James che lui stesse solo giocando in modo da farlo stancare il più possibile. Si sentì di novo la voce crudele di Tartaro. Doveva assolutamente sbrigarsi a capire come attivare l’ Harmony.
Stai bene?, pensò sperando che il suo amico lo stesse ascoltando.
Puoi scommetterci amico! Disse e James si voltò verso di lui. No. Non stava affatto bene. Si stava alzando e ci riuscì. Aveva un orribile graffio sulla guancia sinistra e una gamba zoppicava.
  • Tartaro! –gridò il figlio di Zeus. Lo fece 1) per attirare l’ attenzione di Tartaro e fargli capire che era stufo di quella situazione e 2) per scaricare la paura e i sensi di colpa che lo bruciavano.  –Smettiamola con questi giochetti!
  • D’accordo figlio di Zeus. Facciamo a modo tuo! –disse e fu allora che James pregò tutti gli Dei possibili e inimmaginabili di trovarsi al Campo nel suo letto e desiderò tanto che tutto quello che vedeva non fosse altro che un sogno. Il corpo cominciò a fargli ancora male. Le ossa delle braccia e delle gambe bruciavano come se avessero preso fuoco. Cadde a terra e sbatté la faccia a terra marchiando ancora di più il graffio sotto l’ occhio. Si dimenava e cercava in tutti i modi di gridare ma le parole non gli uscivano dalla bocca. Presto le forze lo abbandonarono e chiuse gli occhi.
“Reagisci James!” gridava Harmony nella sua mente. “Alzati e combatti!”
James alzati! Diceva anche Nathan. James però non ce la faceva davvero. Si sentiva stanco e l’ unica cosa che voleva fare era chiudere gli occhi e dire basta a tutto quel dolore e sofferenza.
 
 
 
Felicity e Scott era distrutti. Arrivavano mostri da ogni parte e ne avevano uccisi circa 24, e no non stavano esagerando. Portavano i segni sul volto, sulle braccia e anche sulle gambe. I vestiti erano a tratti pieni di buchi e sporchi di sangue. Avevano appena ucciso qualche Dracena e le ferite erano aumentate e di molto! Inoltre nel Tartaro tutte le paure, le ansie e la confusione sembravano essere raddoppiate.
“Ragazzi…”  disse una voce nella testa dei due ragazzi che si misero subito in allerta. “Non vi allarmate. Sono Harmony” risuonò dolce la voce della Dea.
  • L’ hai sentita anche tu? –chiese Felicity ad uno Scott incredulo. Lui annuì e subito dopo Harmony parlò ancora.
“James ha bisogno di voi! E anche gli altri!” Scott guardò la rossa negli occhi, anche se era molto difficile con la poca luce del Tartaro e chiese
  • Possiamo fidarci? Insomma… siamo nel Tartaro! –esclamò il figlio d’ Efesto.
“So che è difficile da credere ma io sono Harmony. Vi prego ragazzi, andate ad aiutarli! Vi guiderò io!...Lo giuro sullo Stige!” Dalla voce preoccupata e dal giuramento appena fatto, si capiva che non aveva cattive intenzioni così dopo vari sguardi e discussioni mute, partirono guidati da Harmony.
 
 
 
Resisti James… Resisti ti prego!, pensava  Rosemary  mentre correva con a suo fianco Cassandra.
 
 
Resisti James… Resisti ti prego! James si risvegliò. Aprì gli occhi di scatto e si alzò ritrovando le energie.  Non riusciva a capire come facesse ad ascoltare i pensieri di Rosemary ma era grazie a lei che era riuscito ad alzarsi e capire quando quella situazione lo stesse stufando. Non ce l’ ha faceva più. Voleva mettere un punto e la parola “fine” a tutta quella storia. Si sentiva arrabbiato con tutti. Con gli Dei, con Tartaro e con se stesso. Una luce argentea cominciò ad alzarsi dal suo zaino e lui lo aprì velocemente. Vide lo scettro a mezza luna che si era illuminato ed emetteva splendore.
  • Mettilo giù! –gridava Tartaro che aveva una voce meno dura rispetto a prima. James guardò il sarcofago nero e lo scettro. Lo scettro e il sarcofago nero. Poi rise.
  • Cosa hai da ridere idiota? –disse ancora Tartaro.
  • La vera domanda è, come mai ancora non ti ho sconfitto? –
Suo padre c’ era riuscito perché Harmony si era sacrificata e il dolore lo aveva sopraffatto ma lui non si era arreso. Aveva trasformato il dolore in forza, la morte in vita.  Per farlo anche lui doveva…
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao! Questa volta sono stata puntualissima con l’ aggiornamento! *si fa un applauso da sola*. Okay, il capitolo l’ ho scritto senza mai cancellare niente perché le idee che mi sono venute mi piacevano abbastanza quindi non sono proprio sicurissima del risultato.  Ma che carini i Jamary *w*. Scusatemi se non vi ho risposto nelle recensioni. Non ho un motivo valido in realtà, mi sono scordata e basta!
Alla prossima,
unamoresolitario!!!! 


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Capitolo 28
*** Capitolo 26 La Fine ***


James si diede stupido. Come aveva fatto a non pensarci prima! Eppure era così semplice e tremendamente doloroso! Nathan lo guardava e James era sicuro che si stesse chiedendo che cosa aveva n mente.
  • Cosa vuoi dire semidio! –disse Tartaro e il figlio di Zeus notò una nota di insicurezza nella sua voce o addirittura paura. Il sarcofago nero era il punto da colpire. Guardò Nathan negli occhi e corse in fretta verso di lui.
  • Amico tieni questo –disse porgendogli lo scettro a mezzaluna con il diamante di Harmony che brillava.
  • Che cosa hai… James fermo! –gridò quando vide il suo amico che si mise a correre verso il sarcofago nero e facendo leva con la spada aprì il coperchio. Non era stata proprio un’ idea felicemente bella. James si sentì invadere da un ondata di forza oscura. Da un doloro insopportabile. Qualcosa che non si poteva descrivere. Lo aveva colpito sia emotivamente che fisicamente.
  • NOOO! –aveva appena urlato Tartaro. –Cosa hai fatto idiota! –aprendo il sarcofago infatti, aveva lasciato che tutti i suoi poteri maligni uscissero via. La voce non veniva dal sarcofago ma dal Tartaro stesso. Il Tartaro, inteso come luogo, non era nient’ altro che il corpo di Tartaro stesso. Non poteva ucciderlo altrimenti i mostri sarebbero anche ritornati sulla Terra e sarebbero stati impossibili da uccidere. Ora aveva compreso cosa aveva fatto suo padre quando la prima volta aveva sconfitto Tartaro. Lo aveva semplicemente addormentato e gli avvenimenti della guerra di Gea lo avevano risvegliato. Era chiaro. Tutto filava liscio.
  • Se io non potrò tornare in vita, tu morirai con me!! –gridò e prima che anche l’ ultimo granello di quell’ orribile dolore potesse smettere, James sentì come una lama affilata nel petto trafiggergli il cuore. Poi sentì Nathan gridare e una voce femminile urlare e piangere. E dopo tutto questo, non vide altro che il buio.
 
 
Nathan stava piangendo. Le lacrime gli coprirono il viso.  Nel momento in cui James aveva chiuso gli occhi per l’ ultima volta erano entrati gli altri 4. Tutti insieme. Contemporaneamente.  Le urla di Rosemary erano troppo forti e dolorose. Si era avvicinata a lui e l’ aveva accarezzato il viso. Cassandra era straziata come Nathan e Felicity e Scott non trattennero le lacrime.
  • Ha ottenuto quello che si meritava! –esclamò Tartaro ridendo davanti al dolore dei 5. Nathan sentì la rabbia nel petto crescergli sempre di più. Vide l’ Harmony che James gli aveva affidato brillare intensamente. Molto intensamente. La alzò al cielo e sentì la risata di Tartaro vacillare. Rosemary si avvicinò a lui e prese l’ Harmony con la mano destra. Ricordò tutti i momenti passati a litigare e a battibeccare. Ricordò il momento in cui l’ aveva invitata a sedersi insieme a lui a guardare le stelle e quando l’ aveva protetta e aiutata a superare l’ attacco di follia che aveva avuto con i suoi poteri.
L’ Harmony brillava di più.
Anche Cassandra si avvicinò e ricordò le volte in cui l’ aveva visto cavalcare Fulmine nel cielo e volare alto. Ricordò quando l’ aveva spaventato solo per annunciargli che sarebbero partiti per un’ assurda missione suicida.
L’ Harmony brillava di più.
  • Smettetela basta!!! –urlava Tartaro.
Scott si avvicinò e lo ricordò nei momenti in cui avevano fatto squadra insieme a caccia alla bandiera non riuscendo a battere le ragazze. Si ricordò di lui quando a bordo della nave turistica avevano combattuto cercando di non far notare l’ assenza delle Cascate del Niagara.
L’ Harmony brillava di più.
Tartaro si lamentava come se stesse soffrendo un sacco.
Felicity si avvicinò e ricordò quando la mattina guardava l’ aurora e leggeva Harry Potter e James si lamentava di continuo perché lui voleva dormire.
Una luce invase tutta la stanza.
Si sentì la voce di Tartaro lanciare un grido orribile e poi dire una frase:
  • Non vi libererete mai di me e della nuova generazione! Ce ne sono degli altri. Come me. Come v… -e poi non sentirono più niente.
Poi furono rinchiusi dalla luce emanata dall’ Harmony e chiusero gli occhi.
 
 
Quando li riaprirono si trovarono in una stanza completamente diversa. Non era il Tartaro e nemmeno l’ Ade. Tutti e 5 erano là in piedi e James di fianco a loro, era steso per terra. Nathan reggeva ancora in mano l’ Harmony.
  • Eroi! –disse una voce possente che proveniva da un grande trono. Ora i 5 si orientarono meglio. Quello era l’ Olimpo e la voce che aveva appena parlato era Zeus, il Dio del Cielo. –Avete completato la vostra missione salvando noi e i vostri amici del Campo..-
  • Ma  non James… -sussurrò la voce di Rosemary marchiata dal dolore. Anche Zeus la udì e la ragazza fu sicura che avesse appena respinto un singhiozzo.
  • Cassandra McHolland –tuonò la voce del re dei Cieli. –Riportalo in vita – Inizialmente nessuno sembrava aver capito, tranne la stessa Cassandra che si avvicinò al corpo senza vita di James e gli versò un liquidò in bocca.
 
James era sicuro di essere morto, quindi come faceva a sentire quello strano sapere che tra parentesi era disgustoso? Starnutì e aprì gli occhi. Inizialmente la vista era annebbiata e non riusciva a distinguere niente. Piano piano la vista tornò e vide due grandi occhi verdi che lo scrutavano. Piangevano anche.
  • Di solito le principesse non piangono… -bisbigliò riconoscendo gli occhi di Rosemary e si alzò lentamente.
  • JAMES! –urlò la ragazza prima di rinchiuderlo in un abbraccio seguito dai pianti degli altri. Poi Rosemary lo lasciò e lo guardò intensamente negli occhi per poi dargli uno schiaffo.
  • E ora che ho fatto! –chiese –Mi vuoi rimandare tra i morti!
  • Sei un idiota Shane! Come cavolo hai osato morire! Sei uno stupido –disse picchiandolo di nuovo ma vide che sorrideva. Se per farla sorridere bastavano degli schiaffi, James era disposto anche a farsi uccidere da lei. Si sentì qualcuno tossicchiare. Gli Dei si guardavano in giro un tantino imbarazzati. James guardò suo padre dritto negli occhi e chiese.
  • Come ho fatto a tornare in vita?
  • Ho chiesto un piccolo favorino ad Ade
  • E Tartaro?
  • Sconfitto. O meglio si è addormentato. Se nessuna guerra intralcerà il vostro cammino, non avrete problemi per un bel po’. James, gradirei parlare con te da solo! –disse e gli altri Dei si dileguarono. I ragazzi lo guardarono dritto negli occhi e lui annuì. Voleva parlare con suo padre. Era un suo profondo desiderio. Quando gli altri uscirono dalla stanza i due rimasero da soli e Zeus iniziò.
  • Non ti ho mai lasciato da solo figliolo. Mai. Harmony… io non…
  • Tranquillo. Lo so. Sono io che devo chiederti scusa… ci sei sempre stato per me è io non l’ ho mai voluto riconoscere. C’ eri quando ero indifeso e senza mamma e c’eri quando Robbie e company mi voleva picchiare. Avvertivo la tua presenza. –
  • Figlio, il destino che ti attende ancora è duro. Divertiti in questi mesi che passeranno perché questa non è la fine
  • Cosa vuoi dire. Lo scoprirai… lo scoprirai. Ora va. Ho l’ impressone che tu abbia qualcosa da aggiustare. C’è Argo che vi porterà al Campo.
  • E l’ Harmony?
  • La distruggerò di nuovo. Non voglio che vada nelle mani sbagliate.
Detto questo James lasciò il 600° piano dell’ Empire State Building e scese giù dove i suoi amici già lo aspettavano nella macchina con Argo. Il ritorno al Campo fu qualcosa di magnifico. Tutti li acclamarono e riuscirono a sollevare il morale a dei semidei caduti nel Tartaro. Tutti entrarono nelle loro case per risalutare i propri fratelli. Quella sera organizzarono una grande festa. I sei raccontarono quello che era successo loro raccogliendo i complimenti e i fischi della gente. Poi se ne andarono, senza sapere che tutti e 6 l’ avevano fatto contemporaneamente. Volevano stare da soli. Loro e basta.
 
  • Ehi ciao! –disse Nathan a Speedy il pegaso. Era da tanto che non lo vedeva e fu felicissimo di rivederlo. Il cavallo saltò e nitri troppo felice. Nathan aprì la porta della stalla ed entrò preparandolo per un’ uscita notturna. Mentre lo faceva Felicity lo vide e corse da lui. Era vestito in modo molto semplice. Una maglietta scura e i jeans chiari ma per lei era perfetto. Nessuno poteva essere bello come lui o dolce come lui.
  • Ehy! –lo salutò e anche Nathan fu invaso dalla felicità. Lei correva verso di lui nonostante le brutte esperienze con i pegasi.
  • Ciao! Come mai via dalla festa?
  • Non mi andava di festeggiare tutto qui. –sorrise Felicity guardando Speedy.
  • Vuoi salire? –le propose Nathan.
  • Cosa? No.. forse è meglio di no! –disse sicuramente per le esperienze passate.
  • Questa volta non sarà come l’ ultima, te lo prometto –disse rassicurante e porgendogli una mano in modo da farla salire. Lei un po’ diffidente accettò di salire e insieme si sollevarono da terra. Felicity aveva le mani intorno alla vita di Nathan e la testa poggiata sulla schiena con gli occhi chiusi. Piano piano decise di aprirli e vide il Campo Mezzosangue dall’ alto e non poté fare altro che rimanere senza parole. Salirono su fino alle nuvole. Vide la luna piena da lontano che si affacciava sul mare e disse:
  • Wow, è così bello! –Nathan la guardò e la vide sorridere e anche lui rise. Piano piano si sporsero fino a far toccare le loro labbra e si diedero un bacio a stampo. Poi si guardarono e fu allora che si diedero un vero e proprio bacio con la lingua. Fu un momento magico e che sicuramente segnò qualcosa di fantastico.
  • Feli, guarda le stelle sembra che…
 
 
  • Cassie! –la chiamò Scott vedendola passeggiare in giro per il bosco.
  • Ehi Scott. che ci fai qui? –disse sorpresa di vederlo da quelle parti.
  • Vuoi venire con me? Ti faccio vedere una cosa! –esclamò prendendola per mano e portandola dentro i Bunker 9. Quando entrarono Cassandra vide i grandi progetti di Scott appesi su grandi lavagne e su un tavolo erano disposti progetti firmati da Leo Valdez. –Wow –Esclamò Cassandra realmente affascinata da quel luogo. Tutto gli sembrava magnifico. La precisione dei disegni e dell’ ordine di alcuni macchinari sistemati là.  Scott rise nel vederla così a suo agio in quel luogo che era un po’ troppo comune per una ragazza complicata come lei.
  • Guarda qui! –disse invitandola a venire vicino al tavolo dove era lui. Là sopra c’ era una piccola fatina meccanica che svolazzava riempendo l’ aria di polvere gialla. Era bellissima. Le ali erano azzurre così come il vestitino e i lunghi capelli invece erano neri e gli occhi caleidoscopici.
  • Ma è fantastica! –esclamò davvero felice
  • Falla volare fuori al buio, vedrai che meraviglia! Dovevo dartela prima che partissimo ma… -fu interrotto da un bacio dato da Cassandra che si era trattenuta troppe volte. Le loro lingue esplorarono la bocca dell’ altro e fu in quel momento che decisero che loro dovevano stare insieme. Uscirono fuori abbracciati e fecero volare la piccola fatina.
  • Guarda le stelle Scott. sembra che…
 
 
Rosemary era seduta sulla spiaggia di Long Island che ascoltava le onde dell’ oceano muoversi e sentendo l’ odore di una bellissima brezza marina. James la guardava da lontano indeciso se andare a parlargli oppure no. Dopo lunghi minuti di riflessione decise che era troppo tardi per pensare ulteriormente e andò da Rosemary. Camminava lentamente mentre si faceva film mentali su cosa sarebbe successo dopo che avrebbe espresso i suoi veri sentimenti. Cercò di scacciare via i pensieri che dicevano che lui sarebbe finito su una sedia a rotelle a vita.
  • Ciao –la salutò quando fu di fianco a lei
  • Ciao! Accomodati –disse un po’ imbarazzata ma stranamente contenta. James si accomodò e dopo diversi minuti di silenzio disse:
  • Rosemary… quando tu mi hai detto che mi amavi e io ho risposto che per me eri solo un’ amica… ecco… io… io non ero –lei rise e James si sentì ancora più in imbarazzo. –Sto cercando dirti qualcosa di importante! –disse ma poi Rosemary lo bloccò con un bacio e James fu felicissimo di lasciare che la sua lingua cominciasse a esplorare la bocca della ragazza. Quando si staccarono sorrisero. Tutti e due e guardarono il cielo.
  • Hai notato le stelle? Sembra che…
 
  • …Stiano qui a guardare! –dissero insieme inconsciamente.
 
 
TO BE CONTINUE…
 
 

Angolo Autrice.
È stato difficile premere il tasto “completa” dopo 5 mesi che scrivo questa fanfiction e che sto a stretto contatto con voi che leggete e recensite i miei capitoli che magari a volte mi hanno deluso e non erano esattamente come vi aspettavate. Ringrazio quindi Sticcio, la ladra di libri, Clarissa_fairchild, Inazumiana, principessac, AbbyGrac e a te che sei stato sempre con me!
Questo è stato e sarà: E le stelle stanno a guardare…
Grazie!
Alla prossima,
unamoresolitario!!!
 
Il continuo uscirà questo mercoledì. Vi raccomando! Attendo le vostre schede! Si sarà un interattiva!





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