Attraction

di Onedtales
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo 5sos attraction

"Secondo te la valeriana la vendono qui?" esordì Abigail fissando distrattamente lo squalo tigre che, oltre il vetro, per l'ennesima volta faceva lo stesso giro dell'acquario.
"Non penso che tra i souvenir tu possa trovare della valeriana"
"Scema, lo sai che per qui non intendevo qui-acquario ma qui-Genova" disse spintonando con un braccio la cugina. Questa si massaggiò la parte lesa: "Ma si che la vendono pure qua. La vendono dappertutto, non è che l'Italia è fuori dal mondo. Poi devi spiegarmi come hai fatto a finire due scatole in meno di tre mesi" i loro parenti le avevano regalato come regalo di laurea un viaggio di tre mesi alla scoperta delle bellezze dell'Italia: questa era la loro penultima settimana lì e avevano prenotato una crociera nel mediterraneo.
"E che ne so, con tutti gli aerei che abbiamo preso..."
"Che c'entra – la rimproverò Kimberly – te sei drogata di quella cosa; dovresti imparare a smettere di prenderla e a goderti di più il momento"
Abigail la scacciò via con un gesto della mano: "Non sono drogata di valeriana"
"Si, come ti pare – tagliò corto Kim che sapeva benissimo quanto fosse cocciuta la cugina; poi riprese – comunque ti conviene andarla a comprare appena usciamo di qui perché dobbiamo ancora andare a prendere le valigie in hotel che sennò non facciamo in tempo a prendere la nave"
"D'accordo mammina" rispose Abigail facendo una foto alla vasca delle meduse.
Finito il giro dell'acquario e preso qualche souvenir anche da lì, le ragazze si diressero in farmacia e poi in albergo a finire di sistemare le ultime cose in valigia. Alle 3 meno venti avevano finito; stavano morendo di fame, non avevano pranzato perché sapevano che se si fossero fermate a mangiare avrebbero perso la nave. Nonostante ciò Abigail aveva insistito a prendere almeno un pezzo di pizza perché altrimenti sarebbe morta lungo il tragitto.
"Abi, forza che mancano 5 minuti alle 4! Questi ci lasciano qua! – urlò Kim quando aveva quasi raggiunto il ponte per salire sull'imbarcazione – io te l'avevo detto di non fermarti a prendere da mangiare" la scena a cui stava assistendo era quasi imbarazzante: la cugina che correva con una valigia in una mano, il pezzo di pizza dall'altro, lo zaino sulla schiena e la borsa che non ne voleva sapere di rimanere sulla spalla. Non poté evitare di portarsi una mano sulla fronte e di scuotere la testa. Dopo quella breve pausa decise di continuare e di andare a fare il check-in nel mentre che la cugina la raggiungeva.
"Eccomi" disse Abigail appoggiandosi al bancone e riprendendo fiato.
"Allora, dicevo alla sua amica che questa è la tessera della camera; mi raccomando portatela sempre con voi perché con questa potete risalire sulla nave quando scendete per visitare la città; vi potrebbe servire anche nei locali che ci sono a bordo per dichiarare la maggior età. Penso di avervi detto tutto, ora Oscar vi accompagnerà alla stanza. Buona permanenza" disse la ragazza che stava dietro la reception.
"Grazie, arrivederci" dissero all'unisono le ragazze prima di girarsi ed immergersi nello sfarzo della nave. Già solo quell'ala era veramente lussuosa: nel bel mezzo della sala c'era una maestosa fontana; tanti tavolini circoscrivevano il percorso da fare e le scale in vetro, definite da tante lucine, erano posizionate in modo tale da dare all'ambiente un'idea di leggerezza. Le due seguirono Oscar e presero uno dei tanti ascensori in vetro che davano sul piano d'entrata e arrivarono fino all'undicesimo piano. Si diressero verso poppa e dopo aver svoltato un paio di volte su dei corridoi con dei mosaici incastonati nel pavimento arrivarono in camera. Salutarono il gentilissimo membro dell'equipaggio e, appena varcarono la porta, Kimberly si stese sul letto: aveva camminato abbastanza quel giorno e voleva un po’ di relax prima di andare a lavarsi per andare a cena. Abigail invece andò sul balconcino: "Madonna mi manca l'aria, tu dici che è sicura questa nave?"
"Perché non dovrebbe?" chiese Kim mezza addormentata: il letto per lei era come soporifero.
"Boh, hai visto come è andato a finire il Titanic" disse alzando le spalle e rientrando per prendere una bottiglietta d'acqua.
"Senti see!!! Ma mica andiamo al polo nord, stiamo nel mediterraneo, non ci sono iceberg; e poi con le nuove tecnologie ora è tutto più sicuro"
"Se lo dici tu – disse dopo aver ingoiato un paio di pillole – ti lavi prima tu o faccio prima io?"
"Vai tu" mugugnò Kim che stava già nel mondo dei sogni.
Abigail aprì la valigia, prese l'accappatoio e poi se ne andò a farsi la doccia. Adorava stare sotto il getto d'acqua, ci stette per una buona mezz'ora, poi decise che era ora di andare a vestirsi. Dopo essersi messa la crema al burro di karitè e dopo aver indossato la biancheria era ora di scegliere cosa mettersi; spulciò un po’ tra i nuovi acquisti fatti e pensò che un vestito nero sulla parte superiore con la gonna color crema potesse andare. Mise il vestito sul letto e riandò in bagno ad asciugarsi i capelli; lei aveva i capelli lisci e quindi per cambiare un po’ decise di farli mossi. Prima di indossare il vestito decise, però, di chiamare la cugina che oramai stava al settimo sonno. Erano le 6 e mezzo e lei sapeva quanto Kimberly ci mettesse per asciugarsi i suoi lunghi capelli ricci.
"Mmm mo m'alzo, altri 5 minuti" e si rigirò dall'altra parte.
"Dai Kim, poi non ce la fai a fare tutto; devi pure scegliere cosa metterti"
"D'accordo, d'accordo, mi alzo – sbiascicò stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere sul letto – te che ti metti?"
"Questo" disse facendo svolazzare la gonna color crema del vestito che aveva appena indossato.
"E con questo spacco sulle tette dove vorresti andare?" chiese Kimberly alludendo alla parte superiore del vestito che aveva un vertiginoso spacco sul decolté e un altro sulla schiena.
"Ma che vuoi? Magari incontro l'uomo della mia vita"
"Seh. Contaci. E con la cazzata delle – controllò il telefono – 18:42 me ne vado in bagno. Addio" disse chiudendosi la porta dietro di se con fare teatrale.
Alle 8 erano entrambe pronte. Kimberly aveva optato per un cocktail dress senza spalline a fantasia rosa e bianca nella parte superiore. Le decolté nere riprendevano il nero della gonna così come gli orecchini e la borsa riprendevano il rosa della fantasia.
"Possiamo andare" esordì Kim lisciandosi la gonna del vestito.
"Ecco" rispose Abigail facendo andare giù altre due pasticche di valeriana e uscendo di corsa dalla stanza.
"Mo co tutta sta valeriana t'addormenti sul piatto" scherzò la cugina chiudendo la porta della loro camera e, ancheggiando sui tacchi, si diressero al ristorante incuranti di cosa le aspettasse.

note d'autrice: apriamo le danze su Efp con questa storia, sperando che il prologo vi abbia incuriosito e vi abbia messo voglia di scorprire cosa combineranno i nostri protagonisti!
Lasciateci un commento se vi è piaciuta, lasciatelo anche se non invece non mi ha entusiasmato, e ci vediamo alla prossima <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1 5sos

Per entrare al ristorante c'era una marea di fila; le due stavano per lasciar perdere e andare al buffet quando finalmente il cameriere all'entrata le servì: "Buonasera e benvenute al nostro ristorante; oggi dato che è la prima sera del nostro viaggio nel mediterraneo abbiamo organizzato una serata speciale tutta per voi; siete solo in due?"
Abigail e Kimberly si scambiarono uno guardo complice come a dire "scappiamo finché siamo in tempo" però l'idea di liquidare così quel cameriere che probabilmente avrebbero dovuto rivedere per un'intera settimana le fece passare l'idea di mente. Abi si fece coraggio e fece uscire dalla sua bocca un timido sì.
"Benissimo, allora seguitemi! – riprese a dire tutto pimpante il cameriere – vi spiego brevemente in cosa consisterà questa serata: abbiamo deciso di fare delle grandi tavolate per far in modo che la gente socializzi con le altre persone che stanno facendo questa crociera insieme a loro. Non è fantastico? – le ragazze si limitarono ad annuire un po’ imbarazzate; ma il vero imbarazzo lo provarono quando il cameriere si fermò ad un tavolo pieno di ragazzi e disse – benissimo eccoci arrivati al vostro tavolo; ragazzi queste sono..." disse indicando Kim e spronandola a parlare.
"Kimberly" rispose cercando di rendere naturale quel sorriso forzato che si ritrovava stampato in faccia. Avrebbe preferito sotterrarsi che rimanere un minuto di più lì.
"E.." continuò il cameriere questa volta rivolgendosi a Abigail.
"Abigail" disse muovendo poco convinta la mano. Ma chi gliel'aveva fatto fare a scegliere il ristorante come prima sera? Perché non erano sgattaiolate al buffet quando erano ancora in tempo?
"Ora prendete posto, il menù è sul tavolo. Tra poco arriverà il mio collega per prendere le ordinazioni"
"O-ok" rispose timidamente Kimberly cercando nel mentre di inquadrare quali erano i posti liberi di quella tavolata. Rossa fino alla punta dei capelli, vide che Abigail si era già seduta, così decise – se così si può dire perché era l'unico posto libero rimasto – di sedersi di fronte a lei.
Le ragazze iniziarono a sbirciare cosa c'era sul menù ed Abi era così assorta ad immaginarsi piatti super gustosi da non accorgersi che qualcuno stava picchiettando sul suo braccio destro.
"Ehm...scusami..." esordì alla fine la misteriosa persona.
"Sì?" disse Abigail girandosi nella direzione da cui proveniva la voce. Nel voltarsi, però, non si era preparata psicologicamente allo spettacolo che si ritrovò davanti: un ragazzo che a suo avviso doveva essere l'ottava meraviglia del mondo.
Era seduto accanto a lei quindi non riusciva a capire quanto fosse alto. Ciò che poteva sicuramente costatare era che era bellissimo: i capelli biondi un po’ spettinati tirati all'insù, gli occhi azzurri da far invidia a all'oceano pacifico, il sorriso e i denti perfetti, le spalle da nuotatore...e poi aveva un piercing sul labbro inferiore che coronava tutta l'opera d'arte. "Complimenti ai genitori" pensò Abigail che era così distratta ad ammirare tutta quella bellezza che non si era nemmeno resa conto che proprio lui le stava parlando.
"Eh? Come dici?"
"Ti stavo chiedendo se gentilmente potevi passarmi l'acqua" disse lui cordiale indicando l'oggetto del desiderio.
"Oh s-sì. Ecco" e gliela porse mentre mimava a Kim con la bocca "OH MIO DIO! MA L'HAI VISTO?" ricevendo dalla cugina uno sguardo ammiccante che diceva tutto.
"Grazie"
"Prego – Abigail stava per fa concludere lì la conversazione quando guardò la cugina che la spronava con lo sguardo a continuare – ehm...scusami, tu potresti per favore passarmi la...ehm...la...coca cola?" nominò la prima cosa che le capitò sott'occhio.
"Certo" – le prese la bibita e la poggio vicino a lei – allora? Tu dovresti essere Abigail, giusto?" disse con una smorfia in faccia come a dire "scusami tanto se ho sbagliato".
"Sì, sono io, tu, invece, sei?"
"Io sono Luke. Cioè in realtà mi chiamo Lucas, però mi faccio chiamare Luke perché  fa più fico – disse lui stringendole la mano e strappandole un sorriso – sei qui da sola?"
"Oh, no, no, sono qui con mia cugina – indicò la ragazza di fronte a lei che era leggermente arrossita sulle guance – lei è Kimberly"
"Piacere Kimberly" disse porgendogli la mano un po’ tremante.
"Il piacere è tutto mio, sono Luke"
Per non far morire lì la conversazione Abigail rigirò a Luke la stessa domanda: "Tu sei da solo o sei in compagnia di qualcuno?"
"Io sono con lui" disse indicando il ragazzo che aveva di fronte. Questo aveva i capelli leggermente ricci color castano chiaro quasi biondo con qualche ciocca che gli ricadeva sulla fronte e, quando sorrise alle ragazze, sulle guance si formarono delle simpatiche fossette che trovarono adorabili. A differenza dell'amico, lui aveva gli occhi marrone chiaro ma non per questo meno belli. Una cosa che, invece, aveva in comune con Luke erano le spalle larghe.
Ok. Kim pensò che molto probabilmente era solo un sogno e che tra un po’ la sveglia l'avrebbe svegliata o che magari era solo uno scherzo organizzato dall'equipaggio della nave perché non era possibile che loro due, le sfigate per eccellenza in fatto di ragazzi, quella sera avevano incontrato non uno ma ben due bonazzi!
Abi invece incrociò per un momento lo sguardo divertito del ragazzo che ancora non aveva un nome e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era di uscire da quella stanza e buttarsi giù dal ponte della nave. Non riusciva a credere di aver fatto tutte quelle facce ammiccanti alla cugina riferite esplicitamente a Luke in presenza di un suo amico. Fece un respirone per calmare i bollori e per evitare che il cuore le uscisse fuori dalla gabbia toracica e, dopo che la cugina si presentò, lei fece la stessa cosa.
"Piacere di conoscervi, io mi chiamo Ashton"
Ecco, ora sapevano che il posto di ottava meraviglia del mondo era conteso da Luke e Ashton.
"Di dove siete?" chiese Ash che si vedeva lontano un miglio che era molto più spigliato del suo amico.
"Eeeh, veniamo da molto molto lontano" rispose Kim.
"Mmm da Molto Molto Lontano... – fece serio questo – Shrek e Fiona come stanno?"
Inizialmente i tre non capirono, rimasero per qualche secondo accigliati, poi gli si accese la lampadina e preferirono non aver capito. Luke, tutto imbarazzato, si portò una mano in faccia mentre si chiedeva perché ancora usciva con lui: "Scusatelo, ogni tanto se ne esce con battute tristi" disse per cercare di rimediare alla situazione mentre Ashton se la rideva di gusto.
Kim e Abigail stavano per alzarsi dal tavolo e mollarli lì ma quando sentirono la risata di Ash cambiarono immediatamente decisione: si poteva avere una risata più tenera della sua? Allora Kimberly si decise a rispondere: "Guarda Shrek e Fiona ultimamente non li ho sentiti, ti posso dire, se ti interessa, che Ciuchino sta bene"
"Mi fa piacere" disse ancora ridendo.
"Comunque veniamo dall'Australia" continuò Kim.
Gli occhi dei due ragazzi quasi si illuminarono, poi Luke disse: "Davvero? Anche noi!"
"Da dove venite voi? Noi Melbourne"
"Sidney"
"Nooo!! L'estate scorsa sono andata a Sidney, è proprio bella! Chissà, magari ci siamo pure incrociati" disse Abigail tutta esuberante.
"Impossibile" disse Ashton facendo rimanere male la ragazza.
"Perché?"
"Ti avrei ricordata" rispose sorridendole.
A quell'affermazione Kimberly lanciò alla cugina un'occhiata ammiccante al che questa prese veramente in considerazione l'idea di buttarsi dal ponte. Non che non le faceva piacere avere delle avance da un ragazzo carino, anzi; il fatto è che non le piaceva che fosse così spudorato. Si stava vergognando a morte. Per un certo verso non vedeva l'ora che quella serata finisse poi però vedeva quanto erano belli i ragazzi con cui stavano parlando e l'idea le passava di mente. Menomale che a salvare la situazione ci pensò, questa volta, il cameriere che veniva a prendere le ordinazioni.
Tra occhiatine, risate e figuracce la cena si concluse. I quattro, una volta fuori dal locale decisero di unirsi ad alcuni ragazzi della tavolata per fare un giro della nave. Ashton aveva preso il comando del gruppo, parlava e interagiva con tutti come un vero capobranco. Le due ragazze, al contrario, preferivano stare sulle loro; non riuscivano a dare ad un estraneo tutta quella confidenza che invece Ashton mostrava nei confronti del resto della comitiva. Luke, ogni tanto parlava con qualche ragazzo ma poi se ne tornava sempre dalle due ragazze perché le trovava molto più simpatiche e carine.
"Quindi quale sarebbe il tuo compito esattamente?" chiese Luke un po’ dubbioso.
"Io faccio un primo controllo generico all'animale, e se ce ne è bisogno faccio lastre, ecografie e tutte queste cose. In pratica sono come l'infermiere che si occupa degli uomini solo che i miei pazienti sono gli animali" rispose Kim fiera di se e della laurea che aveva scelto di prendere.
"Capisco, è un lavoro molto interessante"
"Tu invece che fai? Studi o lavori?" chiese distratta Abigail mentre cercava di capire di cosa stesse parlando Ashton qualche passo più avanti.
"Io studio economia"
"Oh anche economia deve essere interessante. Quindi hai quasi finito, tra poco dovresti laurearti, o no?" disse Kim che in quel momento era più interessata della cugina a parlare con lui.
"Seeeee magari, ho finito il primo anno e devo fare il secondo"
"Ma ti sei preso qualche anno sabatico?"
"No, appena ho finito il liceo sono andato in università"
"Scusami allora ma devo chiedertelo: quanti anni hai?" chiese questa confusa.
"19"
A Kimberly per poco non prese un colpo: diciannove anni? Lei gliene avrebbe dati quanti ne aveva lei, ventidue, se non di più. E se lui ne aveva diciannove, quanti anni avrebbe potuto avere l'amico Ashton? Non riusciva a capacitarsene! Ma con che latte li avevano cresciuti? E cosa più importante: aveva fatto veramente pensieri poco casti su uno più piccolo di lei di tre anni? Non che fosse vietato dalla legge, in fondo erano tutti e due maggiorenni, però le faceva così strano. E fu così che in un secondo tutti i suoi castelli di sabbia crollarono.
"Penso che sia ora di andare" disse ad un certo punto un ragazzo della comitiva di cui Kim non si ricordava il nome; questo la distolse dai suoi pensieri e così iniziò a salutare la gente che pian piano tornava alle loro cabine. Alla fine erano rimasti in pochi e una ragazza del gruppo propose di andare sul ponte ad ammirare la nave di notte. Accettarono tutti e, visto che avevano già i giacchetti a portata di mano dato che sull'imbarcazione c'era l'aria condizionata sempre accesa, non dovettero neanche andare in camera a prenderli. Se di giorno la nave era meravigliosa, di notte era un vero spettacolo: milioni di luci che venivano riflesse dalle piscine rendevano tutto più luminoso e suggestivo, il parquet del ponte, poi, ti dava quell'idea di sontuosità che solo un hotel di lusso poteva darti. I ragazzi rimasero impressionati da tanta bellezza, Ashton più di tutti perché aveva sempre associato il nome nave ai pescherecci quindi una volta visto tutto quello sfarzo non poté che rimanere a bocca aperta. Si guardò intorno e poi raggiunse Luke: "Cavoli, man, è fantastico qui"
"C'eravate mai stati in crociera?" chiese Kim curiosa.
"No" risposero all'unisono i due ancora in adorazione.
"È veramente bello" disse Abigail togliendosi le scarpe e sedendosi con i piedi a mollo sul bordo della piscina. Gli altri la seguirono e stettero per un po’ così a parlottare del più e del meno finché non iniziarono a sentire freddo; a quel punto alcuni ragazzi se ne andarono direttamente a dormire, Luke, Ashton, Kimberly e Abigail, invece, decisero di andare dentro uno dei pub della nave.
"Mamma mia, fuori si gelava" disse Abigail sedendosi e strofinandosi le mani per far tornare in moto la circolazione.
Erano seduti in un tavolo da quattro, le due ragazze erano sedute di fronte e non mancava occasione in cui si scambiavano sguardi maliziosi. Appena il cameriere se ne andò con le ordinazioni prese, Kimberly esclamò: "Sono veramente bravi quei ragazzi che stanno suonando" riferita ad una band blues che stava allietando il locale con la propria musica.
"La chitarra del tipo sulla destra ha una corda scordata" disse Luke.
"E tu che ne sai?" domandò Abigail felice di aver trovato qualcuno che aveva un orecchio così allenato da aver capito che una corda di una specifica chitarra era scordata.
Luke si grattò la testa imbarazzato e le guance si avvicinarono al colore rosso; Ashton lo vide così impacciato che decise di risponde al posto suo: "Suona la chitarra e canta il signorino. E è pure bravo"
"Seriooo? Devi farci sentire qualcosa!" Kimberly si era fomentata e Luke iniziava a recuperare punti, la sua età sembrava non contare più. Lei aveva una fissa per i chitarristi e questo Abi lo sapeva bene, ecco perché le rivolse un'occhiata maliziosa appena si accorse che la stava guardando, poi disse: "Devi essere tanto impegnato tra lo studio e la musica"
"Abbastanza, riesco a gestire bene le cose, sono abbastanza organizzato. È Ash quello che entra nel panico quando decidiamo di incontrarci per farci una suonata"
"Io non entro nel panico" disse offeso l'amico.
"Anche tu suoni?" Abigail sperava suonasse il basso: se la cugina aveva una cotta per i chitarristi lei ce l'aveva per i bassisti.
"Sì, suono la batteria" rispose questo gonfiando il petto. "Beh, percussionista, meglio di niente" pensò la ragazza.
"Uhm...beh uno strumento utile" fu la risposta di Kim, la quale ricevette subito dopo un'occhiataccia da parte dell'interessato.
"E che fai? Studi e suoni anche tu?" chiese Abigail cercando di cacciare Kim dal guaio in cui si stava per cacciare.
"No, no, io non studio. Non mi è mai piaciuto studiare. Appena ho finito la scuola ho iniziato a fare qualche lavoretto qua e là e adesso faccio l'istruttore di surf"
"Allora dovrai insegnarci ad andare sulla tavola da surf" affermò Abi.
"Ma quindi state prendendo in considerazione l'idea di venire a Sidney" disse Ashton rivolto più a Abigail che a Kimberly. La ragazza arrossì leggermente e poi rispose: "Mah, potremmo farci un pensierino; in fondo era carina Sidney"
"Seh, Sidney; dillo che sono i ragazzi di Sidney quelli che ti hanno colpita. Ma poi hai pure paura del mare dove vuoi andare?" pensò Kim tra se e se trattenendo anche una risata.
Le ordinazioni finalmente arrivarono e chiacchierando si fece l'una di notte. Usciti fuori dal locale Abigail cercò di trattenere il suo ennesimo sbadiglio facendo fare alla sua faccia una smorfia non proprio carina, poi chiese agli altri: "Che facciamo?"
"Io direi di iniziare ad avviarci in camera, domani noi volevamo svegliarci presto per andare a visitare Roma; dai vi accompagniamo nella vostra stanza  – rispose Ashton che subito dopo si avvicinò a Kim e le disse sottovoce – ma cos'ha tua cugina? Sbadiglia in continuazione, si sta annoiando?"
A Kimberly venne quasi da ridere perché lei l'aveva avvertita di non prendere tutte quelle pasticche: "No, se si fosse annoiata sarebbe già scappata via, il fatto è che si è letteralmente drogata di valeriana perché quando deve prendere un mezzo che non è lei stessa a guidare si agita, mettici pure che ha una gran fifa del mare aperto hai fatto trentuno. Già è tanto che è riuscita a resistere fino ad ora" cercò di spiegare.
I due si girarono a guardare Luke e Abigail che parlavano qualche passo dietro di loro e non poterono far altro che scoppiare a ridere quando lei fece una smorfia per reprimere un altro sbadiglio poco opportuno.
Arrivate davanti la stanza le due salutarono i loro nuovi amici e poi, dopo essere entrate in camera, si andarono a struccare.
Non appena furono sotto le coperte del loro lettone matrimoniale Kimberly si girò verso il lato della cugina e fece uno dei suoi sorrisi a trentadue denti che solo se la conoscevi bene sapevi benissimo a cosa voleva andare a parare.
"Che c'è?" fece Abi quasi disturbata da quello sguardo.
"Che ne pensi dei due ragazzi?" disse ammiccando con le sopracciglia.
"Mah, sono carini"
"SONO CARINI? Guarda che mi sono accorta delle facce che hai fatto quando li hai visti – la rimproverò la cugina – comunque mi dispiace proprio che con quel Luke non si possa fare"
"Perché? È già impegnato?"
"No, perché è più piccolo di noi di tre anni"
Abigail soppesò la cosa e poi disse "Embè? Che fa che è più piccolo? Se è bono è bono. E poi di che ti preoccupi te che sei pure fidanzata"
"Era un pensiero, non ci volevo combinare niente" si affrettò a giustificarsi Kimberly.
"Vabbè comunque occhio non vede, cuore non duole. Io fossi in te due bottarelle ce le avrei date"
"ABIGAIL!"
"Che c'è? È vero. E tu sai che a te dico sempre la verità nient'altro che la verità – disse Abi girandosi dall'altra parte, poi prima di spegnere la luce del comodino continuò – e comunque il ricciolino è già prenotato"
Kimberly rimase di sasso, non si aspettava un'affermazione del genere dalla cugina e dandole una spinta sulla schiena le disse quasi ridendo "Ma va va, addormentati che se dici un'altra cacchiata ti prendo e ti butto fuori dalla nave, buonanotte".

note:  Eccoci con il primo capitolo, che ne pensate? I nostri protagonisti si sono appena conosciuti, chissà cosa succederà ora *risata malvagia*  voi avete qualche idea? Siamo curiose di scoprire cosa ne pensiate, se sia una storia carina oppure no. Fatecelo sapere con un commento, sono sempre ben accette anche le critiche costruttive <3


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Attraction capitolo 2

Il mattino seguente le ragazze si svegliarono tranquillamente verso le 9, si lavarono, si vestirono comode ed andarono a fare colazione. Decisero di andare al buffet e appena entrarono nella sala si ritrovarono davanti un'enorme tavolata piena di leccornie: il tempo di leccarsi i baffi e la assalirono letteralmente.
Abigail si aggirava tra i banconi alla ricerca di qualcosa al cioccolato che le desse la forza di affrontare la nuova giornata ma probabilmente stava guardando dalla parte sbagliata perché scorgeva solamente frutta e marmellate. Stufa di cercare optò per una marmellata ai mirtilli: "Ma Evan l'hai più sentito?" parlò mentre la prendeva e se la metteva nel piatto.
Kimberly scrollò le spalle molto più interessata a capire cosa le andava di mangiare: "Mi ha inviato l'ultimo messaggio quando stavamo a Firenze e poi è morto"
"Credi che la situazione possa tornare stabile? Cioè tra tutti questi recenti tira e molla io mi sarei già rotta"
"Non lo so, adesso voglio solo divertirmi" tagliò corto Kim mettendosi il the dentro la tazza e dirigendosi verso il loro tavolo.
La cugina cercò di starle dietro ma aveva troppe cose nel piatto e dovette rallentare il passo: "E pensi che sia una buona idea? Nel senso che comunque dovresti approfittare di quest'occasione per chiarirti le idee non per incasinarti ancora di più" disse sedendosi e iniziando a trafficare con il cibo.
"Oppure  – fece una pausa per guardarla dritta negli occhi – con una scappatella potrei capire cosa voglio davvero da un fidanzato"
"La parola scappatella mi fa pensare a qualcosa di squallido"
"Ti fari fare una scappatella con quell'Ashton, poi voglio proprio vedere se dici ancora che è squallido"
Che? Cosa aveva detto? Una scappatella con Ashton? Lei, Ashton e una notte di fuoco? Forse la sera prima qualche pensierino sconcio l'aveva fatto ma era rimasto quello: un pensiero e basta, non aveva mica considerato seriamente l'idea di combinarci qualcosa insieme. Cioè non che l'idea le dispiacesse però aveva una repulsione per quella che la gente chiamava comunemente "una botta e via", cavolo il sesso lo considerava come una tappa importante di una relazione non come una cosa che prendi quando capita e soprattutto con il primo che capita. La ragazza cercò di dire qualcosa ma le uscirono solo incomprensibili farfugli.
"Lo sapevo, sei diventata tutta rossa"
"Ma cosa sapevi tu che non ho detto niente" cercò di difendersi Abi.
"Dovresti imparare a leggere il linguaggio del corpo, mia cara – fece Kim con aria saccente – comunque, seriamente, secondo te li rivedremo Ashton e Luke?"
"Se proprio vuoi leggere il linguaggio del corpo leggi questo – disse Abigail mostrandole il dito medio e ricevendo in cambio una linguaccia – in ogni modo la nave è questa quindi penso proprio che li rincontreremo; se non li ribecchiamo siamo proprio due mega sfigate"

Finito di mangiare decisero di fare un salto in palestra ma, arrivate lì, la trovarono strapiena. Decisero, così, di andare a prendere un po’ di sole in piscina, magari verso mezzogiorno avrebbero riprovato a vedere se c'era posto sul tapis roulant.
"È veramente una bella giornata oggi, ti va di andare a mangiare un gelato oggi pomeriggio? Il posto buono dove ci hanno portate Alberto e Silvia stava qua, giusto? Com'è che si chiamava? Yogurtqualcosa tipo" disse Kimberly girandosi verso la cugina. Questa si alzò di botto dal lettino e urlò: "Yougurino! Serio? Era qui? E perché non me l'hai detto prima?" la accusò.
"Pensavo te lo fossi ricordato" si giustificò Kim.
"Beh, non è così" disse Abigail facendo la finta offesa.
"Sei proprio antipatica quando metti il broncio. Allora? Ci andiamo?"
"Ovvio, ho proprio voglia di uno di quei frappè mega giganti che fanno lì con tanta panna sopra"
Alle due ragazze vennero gli occhi a cuoricino solo a pensare a quanto erano buoni i gelati di quella gelateria. Fantasticarono ancora un po’ su quello che avrebbero preso da mangiare quel pomeriggio e poi si misero a spettegolare sulla gente che stava lì a prendere il sole con loro.
"Oh. Mio. Dio. Ma l'hai visto quel cicciobombo con il sedere di fuori?"
"Che schifo, Abi!! Io ti indico i superfighi e tu mi fai vedere ste cose?" Kimberly fece una faccia disgustata nel vedere quel sedere peloso.
"Seh, vabbè, superfighi, mo non ci allarghiamo, carini casomai. Madonna comunque s'è proprio cotto quello là. Secondo me è tipo o un inglese o un tedesco" le due vivendo in un luogo di mare ogni tanto riuscivano a ritagliarsi un momentino per andare in spiaggia e prendere un po’ di tintarella. Anche Kimberly, che era di carnagione più chiara rispetto ad Abigail, aveva un colorito da essere vivente. Quei turisti invece le facevano ridere perché bianchi peggio dei morti pretendevano di diventare di un colore un po’ più sano stando sotto il sole nelle ore più calde della giornata finendo invece con il diventare rossi come delle aragoste.
"È veramente una visione a cui avrei preferito non assistere – commentò Kim – No, ma guarda invece quella come si atteggia – disse facendo segno con la testa verso una signora sulla quarantina con un bikini super striminzito che cercava di sgridare il figlio dall'alto del suo lettino senza neanche muovere un muscolo – la diva di Hollywood c'abbiamo"
Abigail scoppiò a ridere di cuore perché il nome che le aveva affibbiato la cugina le calzava a pennello. Ciò che riuscirono a capire, fissandola per una buona mezz'oretta, era che non sapeva proprio cavarsela con i bambini: aveva viziato il figlio così tanto che ora ogni minaccia che lei faceva era priva di efficacia. Le due resistettero con tutte le loro forze al desiderio di andare lì e dare sia a madre che a figlio una pizza in faccia, poi Kim, stanca di commentare ogni cosa che faceva e che diceva la diva, propose di andare a pranzo perchè era quasi mezzogiorno e mezzo e se avessero tardato ancora un po’ non avrebbero fatto in tempo né a prendersi il gelato e né a farsi una tranquilla passeggiata in riva al mare.
Pranzarono velocemente al buffet e poi si andarono a cambiare in cabina. Kimberly si mise una canotta a righe bianche e blu in stile marinaresco, degli short, delle converse nere e uno zainetto nero. Abigail, invece, optò per un vestitino estivo con delle stampe sopra, dei sandali marroni e uno zainetto di pelle marrone. Non appena furono pronte si incamminarono verso l'uscita; fecero qualche svolta a destra, qualche altra a sinistra, presero l'ascensore e quando stavano per mettere piede fuori dalla nave videro due persone che si divertivano a camminare come degli idioti. Per la precisione quelle due persone erano due ragazzi; due ragazzi che Abi e Kim ricordavano molto bene: Ashton e Luke. Le due si scambiarono sguardi complici e maliziosi.
"Ragazzi" li chiamò Kimberly al che i due saltarono come petardi e smisero di colpo di fare gli scemi.
"Kimberly! Abigail!" si fece scappare Luke con un tono di voce veramente stridulo mentre diventava tutto rosso per l'imbarazzo.
"Ehi – disse, invece, Ash- dove andate di bello a quest'ora sotto questo caldo?" domanda più che lecita visto che neanche la bellezza del paesaggio italiano riusciva a fare qualcosa contro l'ondata di caldo sahariano che era arrivata fin lì.
"Ci stavamo andando a prendere un gelato – rispose Abi che già stava pensando a quali gusti prendere – voi?"
"Noi siamo appena tornati da Roma. Ci siamo svegliati stamattina presto e abbiamo preso il treno. Abbiamo comprato un sacco di cose – disse Ashton alzando orgoglioso le buste che aveva in mano e iniziando, tutto felice, ad elencare i suoi acquisti – a mamma ho preso uno di quei piattini che si appendono al muro, a mio fratello ho preso la maglia dell'Hard Rock che voleva tanto, vi piace?" le ragazze annuirono non sapendo con'altro fare, poi Kim senza rendersene realmente conto disse: "Che ne dite se continuiamo a parlare del vostro shopping davanti un gelato?"
I due non se lo fecero ripetere due volte e accettarono ma, dopo una vistosa odorata di ascelle, entrambi convennero che forse era meglio se prima si andavano a fare una doccia se non volevano rischiare di far rimanere secco qualcuno. Tra spintoni e dispetti raggiunsero la loro cabina.
"Mi lavo prima io" disse Luke aprendo in fretta la porta e correndo verso il bagno lasciando Ashton come un pesce lesso all'ingresso. Non ebbe neanche il tempo di replicare che l'amico si era già chiuso la porta alle spalle; decise, così, di stendersi un po’ sul lettone matrimoniale e di vedere la tv. Vedere era proprio la parola giusta perché l'unica cosa che sembrava interessante la trasmettevano in spagnolo e lui di spagnolo non ci capiva niente: in poche parole vedeva le immagini e cercava di dargli un senso. Il canale trasmetteva una telenovela sudamericana e per quello che il riccio aveva capito c'era un triangolo amoroso e ora Juan, uno dei protagonisti, stava per cogliere in flagrante la sua ragazza che se la faceva con l'amante.
"Puoi andare" disse Luke uscendo dal bagno in boxer mentre si asciugava i capelli con l'asciugamano.
"Ssshhh – lo zittì immediatamente l'amico – Juan sta per scoprire che la fidanzata gli mette le corna e che quindi il figlio che hanno potrebbe non esse suo"
Luke rimase un po’ perplesso nel vedere l'amico steso in posizione prona sul letto con le mani sotto il mento così preso a vedere la telenovela. Scansò l'idea iniziale di prenderlo in giro, ci sarebbero state altre occasioni per farlo, e si limitò a dire: "Come diavolo hai capito tutto questo se di spagnolo non sai un tubo?"
Ashton fece la faccia offesa: "Sono un tipo sensibile io, certi argomenti mi toccano nel profondo"
Il biondo roteò gli occhi: "Certo, soprattutto se l'argomento è il sesso"
"È un argomento serio – fece il riccio alzandosi e dirigendosi verso il bagno – non capisci niente" e lo spintonò per farsi largo. Chiuse la porta, si spogliò e si infilò sotto il getto d'acqua tiepida. Iniziò ad insaponarsi i capelli quando il rumore della porta che si apriva gli fece prendere un colpo.
"Luke – starnazzò eliminando con la mano la condensa del vetro per vedere meglio – che fai?"
"Non ti sembra evidente? – disse prendendo lo spazzolino e il dentifricio – mi lavo i denti"
"Aaaah, capito – fece una pausa – vuoi pure le mie mentine?"
"Che ci devo fare con le mentine?" sbiascicò Luke mentre spazzolava i denti.
"Te ne metti un paio in bocca prima di baciarla" disse Ashton alzando ripetutamente le sopracciglia.
Per poco il ragazzo non si strozzava con il dentifricio: "Ma che ti sei fumato? – disse tossendo diverse volte – chi dovrei baciare?"
"Ma come chi? Kimberly"
"Ho solo detto che è carina non che la prenderei e la sbatterei al muro. E poi punto numero uno: non la conosco e punto numero due: finita la vacanza non la rivedrei più, non potrebbe mai diventare una cosa seria quindi a che scopo combinarci qualcosa?"
Ash si trattenne dall'uscire e prenderlo a sberle: "Madonna che vecchio. Sei proprio pronto al matrimonio. Siamo ragazzi, siamo venuti qua per divertirci e flirtare con le ragazze è divertente. Quindi o quando esci da questa stanza ci provi con Kimberly o la prossima volta che entri qui sarai un uomo morto! – disse agitando la bottiglietta del bagnoschiuma – e poi chi ti dice che non potrebbe diventare seria, ci sono un sacco di relazioni a distanza che durano, quindi fai meno l'imbecille e finisciti di preparare"
Luke fece come gli era stato detto e dieci minuti dopo erano entrambi fuori dalla cabina belli e profumati.

Scesero dalla nave e il biondo continuava a pensare alle parole che l'amico gli aveva detto in bagno. Doveva sciogliersi un po’ se non voleva rimanere solo a vita. Ma perché con le ragazze carine era sempre difficile? Forse doveva immaginare che stava uscendo con uno dei suoi amici. Sì, forse. Appena, però, provò ad immaginarsi mano nella mano con uno dei suoi amici un brivido percorse la sua schiena e scansò immediatamente quell'idea che gli faceva venire il voltastomaco. Pensava, non faceva altro che pensare a cosa avrebbe dovuto dire, a cosa avrebbe dovuto fare, aveva pensato così tanto che stava per entrare nel pallone. Fece un respirone per calmarsi e una lampadina gli si accese. Purtroppo rimase accesa per neanche due secondi perchè non appena vide Kim nella sua mente comparve un buco nero che risucchiò tutto. Blackout. Le mani iniziarono a tremare, il passo era sempre meno sicuro. Guardò per un momento l'amico e invidiò la sua sicurezza, la sua disinvoltura. Poi si girò a vedere le ragazze, sembravano così spensierate. Kimberly stava in piedi e fingeva di dare dei cazzotti alla cugina che dall'alto del muretto dove era seduta la guardava rassegnata e ogni tanto accennava qualche calcio nella sua direzione. Era possibile che lui fosse l'unico agitato? Era possibile che lui fosse l'unico a cui lo stomaco si stava contorcendo su se stesso? Era possibile?
Abigail fu la prima ad accorgersi dei due ragazzi e con un cenno della testa fece capire alla sua compagna di smettere di fare la finta bulla e di ricomporsi se non voleva sembrare una scema.
"Allora? Andiamo a prendere questo gelato?" disse Ash mettendosi le mani in tasca.
"Certo" dissero in coro Abi e Kim.
"Forza, allora fateci strada" continuò lui facendo l'occhiolino a Abigail la quale non poté fare a meno di abbassare gli occhi ed arrossire.
Uscirono dal porto e iniziarono a camminare sul viale alberato che costeggiava il mare, dopo qualcosa come cento metri attraversarono la strada ed entrarono nella gelateria. L'aria condizionata del locale fece venire ai quattro un brivido di piacere alla schiena, il caldo che faceva quel giorno era veramente troppo. Si avvicinarono alla cassa e iniziarono a ordinare quello che volevano. Kimberly prese uno yogurt alla vaniglia con sopra fragole e ananas, Abigail un frappè al cioccolato con la panna, Luke un cono grande cioccolato, variegato alla nutella e fiordilatte con doppia panna e Ashton un cono grande vaniglia e mango. Decisero di sedersi in uno dei tavolini della gelateria e di chiacchierare un po’ lì.
Non appena Kim si sedette senti il cellulare suonare, lo prese da una delle tasche dello zaino e vide che le era arrivato un messaggio. Era di Evan. Lottò con tutta se stessa per non aprirlo, se lo avesse letto al cento per cento gli avrebbe rovinato la giornata, sarebbe stata tutto il tempo a pensare a lui. Guardò lo schermo indecisa sul da farsi ma alla fine cedette.

"Ehi – recitava il messaggio – come prosegue la vacanza? Non mi rispondi da più di un mese. Non ti sto chiedendo spiegazioni sul tuo recente comportamento; vorrei sapere solamente come stai. Questi mesi senza te mi stanno uccidendo. Mi manchi tanto, non vedo l'ora che torni per riabbracciarti"

La ragazza non sprecò il suo tempo neanche a cancellare il messaggio; spense direttamente il telefono e riportò la sua attenzione verso i tre ragazzi che stavano parlottando tra loro. Prese un altro po’ di yogurt dalla vaschetta e, indicando i suoi due nuovi amici con il cucchiaino, disse: "Come vi siete conosciuti?"
I due ci pensarono un po’ su e poi guardandosi scoppiarono a ridere. "Ci siamo conosciuti un giorno al mare" esordì Ashton.
"Sì – gli diede man forte Luke – di vista ci conoscevamo già perché frequentavamo la stessa scuola e, a dirla tutta ci stavamo pure un po’ sul cazzo, poi, però, quel giorno al mare volevamo cavalcare la stessa onda e ce ne siamo dette di tutti i colori per averla vinta. Alla fine abbiamo preso entrambi l'onda e vi dico solo che abbiamo rischiato di finire in ospedale"
"Voi due siete due pazzi" lo interruppe Abigail.
"Forse, ma se non l'avessimo fatto a quest'ora non eravamo qui a parlare con voi – disse Ashton – quel giorno poi, dopo aver rischiato la pelle, ci siamo seduti a riva, esausti, abbiamo iniziato ad elogiarci e a parlare dei nostri interessi finendo per diventare migliori amici"
"Che storia curiosa" disse Kimberly pulendosi la bocca.
"Abbastanza – rispose Luke – invece voi toglietemi una curiosità: come facevate a conoscere questo posto? Il gelato è veramente buono"
"Si vede che hai gradito" lo prese in giro Ashton alludendo al fatto che aveva il naso sporco di panna; Luke divenne immediatamente rosso e si sbrigò a pulirsi.

Abigail iniziò il suo racconto: gli disse della loro vacanza di tre mesi in Italia, gli disse di come raggiungevano le varie città, gli disse di Alberto e Silvia. Alberto e Silvia erano una coppia sposata sulla quarantina che si era conosciuta al lavoro. Facevano gli assicuratori e il loro lavoro li costringeva a fare molto spesso la tratta Roma-Firenze. Inizialmente avevano provato ad utilizzare l'aereo o il treno però la roba da portarsi dietro era troppa e una volta arrivati in stazione spostarsi era sempre un problema così, un giorno, parlando con degli amici scoprirono che andando con la macchina potevano affittare i posti che rimanevano alle persone che dovevano fare lo stesso loro percorso; in questo modo conoscevano persone nuove e la benzina non era più un problema. Si iscrissero su un sito e pian piano iniziarono a ricevere sempre più feedback positivi. È grazie a quel sito se Abi e Kim ora conoscevano due persone stupende come loro. Dovevano raggiungere Firenze e non volevano fare l'ennesimo viaggio in treno o in aereo così decisero di cercare qualcuno che offrisse un passaggio in macchina ad un prezzo conveniente e trovarono loro. A Silvia piaceva vedere il mare così ogni volta che dovevano andare a Firenze o che dovevano tornare a Roma facevano una deviazione a Civitavecchia. Si fermavano una o due orette, giusto il tempo per ricaricarsi e poi ripartivano. Il giorno in cui avevano accompagnato le ragazze avevano tutti voglia di gelato e così andarono nella gelateria dove stavano adesso i quattro e Abigail e Kimberly ne rimasero piacevolmente stupite: sapevano che il gelato italiano era buono ma non pensavano che ne esistesse di così buono.
"Fico, dovremmo provare anche noi a fare una vacanza così" disse Ashton al suo amico prima di alzarsi per andare a buttare il fazzoletto sporco; gli altri lo imitarono e di li a poco si ritrovarono di nuovo sotto il caldo torrido di quella giornata. Kimberly propose di andare a fare una passeggiata in riva al mare prima di risalire a bordo e, mentre si avviavano verso la spiaggia, raggiunse Luke e gli iniziò a parlare. L'aveva visto un po’ teso, aveva notato che ogni tanto se ne stava in disparte e voleva provare a scioglierlo un po’. Lei era fatta così: appena prendeva un po’ di confidenza non si faceva scrupoli a parlare di qualunque cosa pur di non vedere gente in disparte.
"Allora, che mi racconti?" esordì.
"Non so, che vuoi che ti dica?"
"Uhm – la ragazza si portò un dito sul mento – cibo preferito"
"Cosa?" chiese dubbioso Luke.
"Quale è il tuo cibo preferito?"
"Ehm...non so. Forse la pizza, il tuo?"
"Non ne ho uno preferito ma uno di quelli che merita di stare nella top ten è sicuramente la frittata con le patate – disse pensando alla frittata che le preparava ogni tanto la nonna – ora tocca a te. Chiedimi qualcosa"
Luke si guardò un po’ intorno alla ricerca di qualche spunto per qualche domanda. Alla fine vide un gabbiano: "Animale preferito"
"Questa domanda non vale, sono un infermiere veterinario non dovrei fare distinzioni – disse dando qualche botta alla spalla del ragazzo – comunque senza ombra di dubbio il cane è il mio preferito, però adoro tutti gli animali. Sentiamo un po’ quale è il tuo"
"Adoro i pinguini" disse con un filo di voce quasi vergognandosi di se stesso.
"Oddio, ma sono così carini – squittì Kim – con quella pancetta bianca sono così patatosi. Ieri li abbiamo visti all'acquario di Genova, erano veramente troppo carini"
"Davvero li trovi carini?" disse Luke illuminandosi in volto.
"Certo, perché non dovrei?"
Alzò le spalle: "Non so..."
Kimberly rimase a fissarlo per un paio di secondi. Si stava chiedendo per l'ennesima volta se Luke fosse vero. Lo trovava così dannatamente carino e tenero che sembrava quasi finto, un ologramma mandato per destabilizzarla. Le piaceva il modo in cui arrossiva quando era leggermente imbarazzato, le piaceva il modo in cui metteva le mani in tasca, le piacevano le sue spalle. Cavolo, si, le spalle, avrebbe potuto scrivere un romanzo solo su cosa erano per lei quelle spalle. Eppure una vocina dentro di lei continuava a dirle "No, Kim, no, è piccolo e non lo conosci". Diamine, come era possibile però che solo la sua vicinanza le facesse venire una strana sensazione alla bocca dello stomaco? Luke la attraeva? Doveva essere per forza così perché altrimenti non riusciva a trovare altre spiegazioni plausibili. Luke la attraeva punto e basta.

"Ma se ci sediamo qui?" una voce la distolse dai suoi pensieri. Era Ashton che si era seduto sulla sabbia e invitava gli altri a fare lo stesso con un gesto della mano. Abigail si sedette vicino a lui, seguì lei e infine Luke che con le mani poggiate dietro e la testa rivolta all'insù guardava il cielo senza neanche una nuvola: "Vorrei essere in vacanza tutto l'anno" si lasciò scappare sospirando. Gli altri annuirono e poi Ashton dal nulla se ne uscì: "Questo caldo mi fa venire sonno" e senza neanche pensarci si sdraiò poggiando la testa sulle cosce di Abigail, che, a quel contatto, ebbe un sussulto che solo la cugina notò. Senza farsi vedere Kim le diede una leggera botticella al braccio per farla girare nella sua direzione e, quando ebbe la sua attenzione, alzò le sopracciglia ammiccandole e le fece intendere che quel discorso l'avrebbero fatto in cabina, lontano da orecchie indiscrete. Ma cosa provava in quel momento Abigail? Una quantità infinità di emozioni la stavano travolgendo in quell'istante. Senza farsi notare con la coda dell'occhio guardava il ragazzo che si riposava sulle sue gambe: era così bello. Avrebbe voluto spostare una ciocca di capelli dal suo viso perché stonava un po’ ma non poteva farlo, doveva trattenersi: non si tocca il volto di uno sconosciuto così come se nulla fosse, non avevano mica tutta questa confidenza, si conoscevano a malapena da un giorno. Sospirò e si mise a giocare con la sabbia per reprimere quel desiderio mentre le parole che le aveva detto la cugina a colazione le tornavano in mente: "Ti fari fare una scappatella con quell'Ashton, poi voglio proprio vedere se dici ancora che è squallido" possibile che stava già cedendo? La bellezza di quel ragazzo poteva fare tutto questo? Perché alla fine è di bellezza che si parlava, non sapeva nulla di lui, non sapeva se quello che le stava mostrando era il suo vero carattere, non sapeva quali erano i suoi gusti musicali, non sapeva che cosa gli piacesse mangiare, se andava in palestra, se aveva dei fratelli, come si chiamavano i genitori eppure lo guardava in quel momento e gli unici pensieri che le passavano per la mente erano tutto tranne che casti.
Dieci minuti dopo Abigail fece alzare a fatica Ashton che oramai aveva preso le sue cosce come cuscino personale e togliendosi le scarpe era andata a camminare a riva con i piedi ammollo: "Kim vieni anche tu, l'acqua è fantastica!" disse alla cugina. D'un tratto le scarpe di Kimberly le divennero strette e sentì il bisogno di togliersele. Ebbe un sussulto quando l'acqua gelida venne a contatto con i suoi piedi caldi; era una sensazione bellissima.
"Aspettatemi che vengo anche io – disse Luke togliendosi le scarpe – Ash vieni anche tu?"
Il ragazzo rimase seduto sulla sabbia: "Nah, non mi va, man, vi guardo da qui"
"Allora, Luke, hai fatto?" chiese Abi mentre cercava con il piede di alzare qualche schizzo d'acqua nella sua direzione.
"Non riesce a tirarsi su i jeans" rispose Ashton al posto dell'amico che era troppo preso a diventare rosso per lo sforzo immane che stava facendo.
"E ci credo, si è messo i skinny jeans, ma il sangue ai piedi almeno ci arriva?" scherzò Abi.
"Così impari a metterti i calzoni così stretti. Ma dove ci dovevi andare?" disse invece Kim.
"La volete smettere tutti quanti?" Luke cercò di trattenere le risate, quella situazione faceva ridere anche lui ma in quel momento doveva fare la parte dell'offeso e così si limitò a guardare male tutti.
"Fatteli più stretti la prossima volta" continuò Kimberly.
"Ora vi faccio vedere io" disse Luke che con tutti i calzoni, che alla fine non era riuscito a tirare su, entrò in mare. Iniziò a tirare calci all'acqua finendo per fare il bagno alle ragazze che di rimando zupparono anche lui. L'unico asciutto era rimasto Ashton che, a riva, si stava tenendo la pancia per il troppo ridere.
Dopo essersi assicurati di essere zuppi dalla testa ai piedi i tre decisero di tornarsene all'asciutto sulla nave perché si stava facendo tardi e perché volevano asciugarsi, non volevano rischiare di ammalarsi e passare in cabina il resto della crociera.
Salirono sulla nave e si incamminarono verso la stanza delle ragazze. Luke dopo l'episodio in spiaggia era riuscito a sciogliersi, infatti, mentre stavano in uno dei tanti corridoi dell'imbarcazione si era messo a dare fastidio a Kimberly. Ogni tanto le dava qualche pizzico su un fianco oppure le dava delle spintarelle con le spalle per farle perdere l'equilibrio. "Hai finito? – disse questa ridendo dopo l'ennesima spallata ricevuta che la fece quasi spiaccicare addosso ad un signore dell'equipaggio. Come risposta ricevette un'altra spinta – ma allora vuoi le botte"
"Attento che tira dei pugni potenti all'aria" Abigail si girò verso Luke e iniziò a imitare la cugina.
"Eh ho visto le sue potentissime mosse alla kung fu" scherzò Luke alludendo a qualche oretta prima quando le ragazze li stavano aspettando sul muretto.
"Luke cerca le botte" confermò Kim dando una spallata al biondo. Questo si morse il labbro inferiore per trattenere la risata e si voltò verso la ragazza. Le fece l'occhiolino. Si, magari Luke che si mordeva il labbro in quel modo così dannatamente sexy poteva anche riuscire a reggerlo ma la combo morso/occhiolino era veramente troppo. La botta non l'aveva ricevuta lui ma Kim e anche in pieno stomaco. Si sentiva andare in fiamme, non riusciva a ristabilire il battito cardiaco e probabilmente era diventata rossa come un'aragosta. La prossima volta che a Luke sarebbe venuto in mente di rifare un combo del genere era meglio se prima l'avvertiva o c'era i rischio che ci rimaneva secca. Un sorriso sghembo fu l'unica cosa che riuscì a fare e per questo si diede mentalmente della stupida.
A mettere il dito nella piaga ci pensò niente popo di meno che Ashton: "Siete fidanzate?"
 Kim per poco non si strozzò con la saliva. Ancora non aveva pensato di dire a Luke che era fidanzata. Doveva o non doveva dirglielo? Ora che finalmente iniziava a sciogliersi non poteva dirgli una cosa del genere, sarebbe di nuovo riandato sulle sue. Che poi in realtà stava bellamente ignorando Evan quindi era come se si fosse presa una pausa e questo si poteva benissimo aggiungere al fatto che Luke abitava a Sidney quindi anche se fosse successo qualcosa chi l'avrebbe mai più rivisto? La cosa sarebbe rimasta solo tra lei e Abigail e Kim sapeva che della cugina poteva fidarsi così si spicciò a dire "No, non siamo fidanzate" finendo per ricevere un'occhiata curiosa da Abi.
"Nemmeno noi" disse Ashton gongolando, i tre non vollero sapere cosa stava pensando quella mente bacata.
"Siamo arrivate" esordì Abigail prendendo dalla borsa la tessera magnetica per aprire la porta.
"Io la butto lì: che ne dite di cenare insieme stasera?" disse Luke lasciando un po’ tutti a bocca aperta. Una proposta del genere era più da Ashton, il biondo non sembrava il tipo.
"S-sì, v-va bene" rispose Kimberly per entrambe e così dicendo le due entrarono in camera lasciando i ragazzi in corridoio.

Cinque minuti dopo essersi sdraiata nel lettone Kim chiese a bassa voce: "Se ne sono andati?"
"Suppongo di si, non mi hanno dato l'aria di essere due maniaci stalker. Perché?"
"Perché volevo parlare un po’" disse rotolando sul letto come un felino felice.
"Riguardo?" la cugina si spostò con la sedia del balcone per vederla meglio.
Kim finse di fare la vaga: "Mah, non so...potremmo tipo parlare di questa vacanza, del mare, la sabbia, te, Ashton, i pesciolini, gli uccellini"
"Il Sole, la Luna, le stelle, te, Luke, il cosmo, la galassia, l'amore" continuò la cugina enfatizzando l'ultima parola.
"Cosa vorresti insinuare? È piccolo, non fa per me" si sbrigò a giustificarsi Kim.
"E illuminami era piccolo pure quando passeggiavate carini carini sulla sabbia a parlottare del più e del meno? Dai, sono tutte scuse. Comunque dimmi un po’: da quando non sei più fidanzata? – disse alzandosi dalla sedia e raggiungendola sul letto – credo di essermi persa qualche episodio"
"Sono in pausa quindi faccio quello che voglio e poi stai solamente deviando il discorso, io volevo parlare di te e Ashton" piagnucolò questa sbattendo mani e piedi sul materasso.
"Io non devio proprio niente signorina, qui quella che si è presa una bella cotta sei tu" disse rimproverandola con il dito.
"Seh, ha parlato MrsDiventoTuttaRossaQuandoAshtonMiStaVicino, ma per favore"
"Non è colpa mia se è carino" si giustificò Abi.
"E dai, combinaci qualcosa, si vede lontano un miglio che ci prova" Kim tentò di persuaderla.
"Quanto sei lagnosa quando ti ci metti. Lo sai che questo tipo di avventura non fa per me. Cioè dovrei darla a uno che tra un po’ non so neanche come si chiama? Ma non se ne parla proprio. La signorina, qui, prima deve conoscere bene il ragazzo e poi se le piace potrebbe pure prendere in considerazione il fatto di aprirsi a lui"
"Si, così sta sicura che rimarrai zitella a vita" la prese in giro la cugina che ricevette in cambio una cuscinata in faccia.

Anche in una cabina dall'altro lato della nave si stava svolgendo una conversazione simile.
"E bravo il nostro Lucas. Hai visto? Non ci voleva molto. Dovevi solo scioglierti un po’" l'interpellato si grattò la testa e arrossì leggermente mentre l'altro si buttava di peso sul letto.
"S-sì, all'inizio è stato un po’ difficile però poi lei è stata così carina con me e, sì, dai, ci voglio provare – Luke sospirò e si sdraiò vicino l'amico – quale è il prossimo passo?"
"Mi sembra ovvio – disse con aria saccente Ashton – ora si entra nel vivo: dovrai farla cadere ai tuoi piedi, dovrai conquistarla - Luke non rispose, non aveva mai provato a conquistare una ragazza in meno di una settimana. Dopo attimi di silenzio l'amico comprese i suoi pensieri e continuò – ma ti devo proprio dire tutto? Inizi con qualche sguardo complice, poi inizi a sfiorarla delicatamente per farle salire il desiderio finchè il contatto tra voi non diventa qualcosa di cui non puoi fare a meno e poi puff, è fatta. Non ci vuole tutta questa grande scienza"
Luke lo guardò di traverso: "Ma tu sei proprio sicuro che funziona? Cioè prendiamo te e Abigail: tu sei sicuro che anche lei vuole fare solo sesso. Non mi è parsa una ragazza da una botta e via...e neanche Kimberly"
A questo Ashton non aveva proprio pensato. Non si era mai trovato in una situazione del genere. Nessuna ragazza l'aveva mai rifiutato quando voleva portarla a letto. Sicuro era il fatto che le due ragazze non erano le solite galline che si incontravano nelle discoteche; sembravano avere la testa sulle spalle da quel poco che le conosceva. Stava assistendo, impotente, al crollo dei suoi castelli di sabbia; possibile che non aveva preso in considerazione il fatto che Abigail poteva benissimo rifiutarlo? Aspetta, una ragazza poteva veramente rifiutarlo? Forse il fatto che era uno dei surfisti più ambiti del litorale dove lavorava gli aveva fatto credere che poteva avere tutte le ragazze ai suoi piedi. Deglutì. Non poteva arrendersi senza averci neanche provato. No, non poteva.

Note: eccoci qui con il secondo capitolo! I ragazzi finalmente hanno avuto modo di passare un po' di tempo insieme e di conoscersi un po' di più, chissà ora cosa succederà. Ashton cerca solo diverimento ma Abigail non sembra volergliela dare vinta facilmente (in tutti i sensi), riuscirà Ashton nel suo intento? e tra Kim e Luke invece cosa succederà, il biondo scoprirà che la ragazza è fidanzata? Chissà ;)
Fateci sapere come vi sembra il capitolo e come pensate che la storia andrà avanti, siamo curiose <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 Attraction

Erano le 8 e Luke stranamente si era svegliato presto. La sera prima avevano fatto tardi: dopo cena erano andati in discoteca ed erano rimasti lì fino alle quattro e mezza del mattino. Fece un mega sbadiglio e si stiracchiò stando attento a non svegliare Ashton che se la dormiva a pancia sotto.
Si girò di colpo verso sinistra per potersi alzare ma un forte mal di testa lo fece rimanere sdraiato; si portò le mani sulle tempie e le massaggiò. Cos'aveva fatto ieri sera? Aveva bevuto, si, e poi? Si ricordava gli avvenimenti a tratti: aveva ballato, aveva visto dei ragazzi ballare con Kim e l'ultima cosa che gli veniva in mente era che ballava con lei. Aveva ballato con lei? L'aveva fatto veramente? Divenne d'un tratto tutto rosso e per nasconderlo istintivamente si portò le coperte fino sopra la fronte. Si stava vergognando a morte, non si ricordava tutto quello che aveva fatto: doveva chiedere ad Ashton. Sperava solo di non aver fatto cose sconvenienti.

"Ash – chiamò non ricevendo nessuna risposta – Ashton, svegliati"

Il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile al che Luke lo richiamò.

"Che c'è?" parlò l'amico con la voce ancora impastata dal sonno.

"Cos'ho fatto ieri sera? – Il riccio lo guardò accigliato non capendo a cosa volesse andare a parare l'amico. Luke non poteva pretendere che il suo criceto facesse funzionare gli ingranaggi del suo cervello alle 8 di mattina dopo aver dormito neanche quattro ore. Era rimasto in una sottospecie di trance indeciso se tornare a dormire o mandare l'amico a quel paese quando il biondo continuò – Mi fa male la testa. Ho bevuto?"
Ashton si girò a guardare il compagno di stanza e quasi spontaneamente le sue labbra si piegarono in un sorriso biricchino: "Oh sì, man, e come se hai bevuto. Eravate ubriachi tutti e due"

"Tutti e due?" chiese il ragazzo non capendo.

"Sì, tu e Kim. Ora posso dormire? Stavo facendo un bel sogno – l'unica cosa che Ash voleva fare era dormire. Quando aveva deciso di fare una vacanza con Luke aveva messo in conto le notti insonni però in quel momento aveva veramente bisogno di stare almeno altre due ore tra le braccia di Morfeo. Purtroppo, però, l'amico non era del suo stesso avviso così decise di raccontargli tutto. Prima lo faceva prima Luke l'avrebbe lasciato in pace. Si tirò su; poggiò i gomiti sul letto e mise la faccia tra le mani – allora ieri sera dopo cena siamo andati in discoteca. Inizialmente ho ordinato quattro cocktail, uno per ognuno. Ho offerto io perché sinceramente di 36 cocktail non so proprio che farmene. Che mi era passato in testa quando ho comprato quel pacchetto non lo so. Comunque stavo tutto tranquillo a lavorarmi Abigail quando ti avvicini e mi chiedi la tessera del pacchetto perché tu e Kim avevate finito quelli che vi avevo preso. Torni tutto feliciotto con due drink per ognuno ma tu non hai neanche il tempo di finirti il primo che lei si è già finita i suoi e si butta in pista. Ovviamente una ragazza tutta sola balla in pista è un bel bocconcino e alcuni egiziani non se la sono lasciata scappare. Così mezza intontita dai cocktail se la stava spassando con quelli quando ti alzi di botto, scacci quei tizi e ti metti a ballare con lei – Luke deglutì – un ballo molto sexy a mio avviso. E niente, avete continuato così per un po’ e poi io e Abi vi abbiamo dovuto riportare in camera che Kim non si sentiva affatto bene e tu non eri da meno"

"Oddio – esclamò Luke in preda all'imbarazzo. Era tutto rosso in faccia – dici che lei si ricorda? Che figuraccia. Ma che mi diceva la testa?"

"Vuoi sapere che ti diceva la testa? Beh ti basti sapere che prima di alzarti ed andare in pista hai detto testuali parole: l'alcol aiuta a sciogliere e poi hai mandato giù tutto d'un fiato quello che era rimasto del tuo drink"

"Perché non mi hai fermato? Sei mio amico! Devi evitare che io faccia cazzate" il tono di  Luke si era leggermente alzato.

"Man, non sono mica la tua badante. Avevo cose ben più importanti da fare"

"Come limonare con Abigail?" ammiccò il biondo scordandosi perché due secondi prima stava per sbroccare all'amico.

"Non abbiamo limonato"

"Ahi! E qui casca un mito! Ragazzi, il grande Ashton, dopo due incontri, ancora non riesce a far cadere ai suoi piedi Abigial. Fidati amico, questa non te la da"

"Ma la smetti? Mi svegli presto per una cazzata e rompi pure? E comunque entro oggi sarà cotta a puntino. Ora alzati che non ho più sonno. Andiamo a fare colazione e poi ce ne andiamo in palestra" disse Ashton un po’ scazzato mentre se ne andava in bagno. Questo riuscì a tenere il muso per soli cinque minuti, il tempo di andare in bagno e già l'incazzatura stava iniziando ad andare via. Non perché non fosse capace a stare incazzato per più di due minuti ma perché Luke era di una tenerezza tale che anche volendo nessuno sarebbe riuscito a tenere il muso per tanto tempo. I suoi subdoli sorrisi potevano incantare chiunque e lui lo sapeva bene; ecco perché per tutto il tragitto fino al buffet e mentre mangiavano non perdeva occasione di far cadere Ashton nella sua trappola.
"Ok, man, smettila di fare così" disse Ash mentre entravano in palestra.

"Così come?"

"Così come stai facendo adesso. Questi sorrisetti bastardi che non mi permettono di incazzarmi con te "
"Non capisco di cosa tu stia parlando" disse Luke facendo spallucce e impostando il tapis roulant in una delle modalità pre-impostate.

Ashton gli rivolse uno sguardo di fuoco; odiava quando faceva il finto tonto: "Spero che Kim si ricordi di ieri sera così non vorrà mai più combinare qualcosa con te"

A quelle parole Luke, che si era momentaneamente scordato di ciò che l'aveva turbato di prima mattina, iniziò a sudare freddo, iniziò a farsi mille paranoie pensando a Kim, a cosa gli avrebbe detto se si fosse ricordata di quello che era successo la sera prima. "Però Ashton ha detto che era sbronza come me, magari non ricorda nulla" pensò ma subito dopo si diede mentalmente una manata in fronte e si corresse "Abigail, non ho preso in considerazione Abigail. Sicuramente le ha raccontato tutto. Sono fottuto". Il ragazzo era così preso a ingarbugliarsi il cervello che non si era accorto che la protagonista di tutto quel trambusto che aveva in testa era appena entrata in palestra e lo stava raggiungendo.

"Ciao ragazzi" esordì.

Luke aveva rischiato di cadere dal tapis roulant dallo spavento. Si resse alle maniglie ricoperte di gomma dell'attrezzo che stava usando e con voce stridula disse: "K-Kimberly! Che ci fai qui?"

La ragazza guardò prima lui e poi l'amico, non era abbastanza evidente che voleva fare un po’ di sano sport? Quando una persona va in palestra si presuppone faccia questo. Si diede una rapida occhiata addosso: voleva essere sicura di portare la tuta, magari con il sonno che aveva mentre si vestiva si era messa i jeans. Ma, come volevasi dimostrare, era vestita in tenuta sportiva, non si era nemmeno truccata perché sapeva che avrebbe sudato e non voleva diventare kung fu panda, portava le trainers e la coda alta, che altro doveva mettersi? Un cartello con scritto "vado in palestra ad allenarmi"? sospirò e sorridendo disse: "Lo stesso che fai tu. Mi tengo in forma"

In quel momento i venti minuti a disposizione dei due ragazzi per usufruire del tapis roulant finirono. Ashton, visto che non c'era nessun altro a voler utilizzare l'attrezzo, impostò altri venti minuti; Luke invece lasciò il posto a Kim e se ne andò dalla parte delle cyclette: meno stava vicino a lei meglio era per la sua sanità mentale.
"Oggi ti sei svegliata presto, eh?" esordì Ashton con la voce spezzata dal fiatone.

"Si, avevo un mal di testa atroce, mi sa che ieri sera ho bevuto un po’"

"Eh si, hai alzato un po’ il gomito, ma niente di che – la tranquillizzò il ragazzo non accennando minimamente al fatto che si era strusciata contro un gruppo di egiziani e che aveva ballato in modo molto sensuale con Luke. Per non permettere all'amica di indagare oltre, decise di cambiare discorso; voleva bene a Luke e non avrebbe mai raccontato nulla a Kimberly della sera prima se lui non voleva che lo facesse – Abigail?"

"Lei, per sua fortuna, si trova ancora nel mondo dei sogni. Probabilmente quando tornerò in camera la troverò ancora sotto le lenzuola"
Ashton rimase in silenzio per un po’ e poi disse: "Perché non vi unite a noi per pranzo? Magari poi andiamo tutti insieme ad esplorare la nave. Ho troppa voglia di andare alla sala giochi o al cinema 4D"
"Nooo, che fico! Sembra troppo divertente. Appena vedo Abi glielo dico ma, conoscendola, accetterà sicuramente"
Per il riccio un altro giro sul tapis roulant era finito così decise di andare insieme a Luke sul bilanciere. Notò lo sguardo preoccupato dell'amico e così gli chiese cosa c'era che non andasse.

"Si ricorda qualcosa di ieri sera?"

Ashton, che voleva vendicarsi del fatto che l'aveva svegliato presto, decise di raccontargli una bugia e di farlo soffrire un po’, così gli posò una mano sulla spalla e disse "Sei nella merda, man" facendo impallidire di colpo Luke.

"Abigaaaaail – urlò felice Kim aprendo la porta della sua stanza aspettandosi di trovare la cugina già sveglia e pimpante che si finiva di sistemare. L'interpellata, al contrario delle sue aspettative, stava ancora sotto le lenzuola, in pigiama, un po’ sudaticcia, con i capelli legati a formare uno pseudo chignon che tutto faceva tranne che tenere i capelli – ancora così stai? Sbrigati! Spegni la tv. Dobbiamo prepararci o si farà tardi"  aggiunse quasi presa da un attacco isterico.
La ragazza la guardò accigliata, non capiva il perché di tutta quella scenata. Scavò in ogni angolo della sua mente per cercare di ricordare se la cugina le avesse detto qualcosa oltre il fatto che se ne andava in palestra ma non ricordava niente. Non si arrese e cominciò a scavare più a fondo perché era consapevole che la maggior parte delle volte, per distrazione, dimenticava quello che le dicevano di fare. Dal tono di voce di Kim sembrava una cosa importante ma cercò di non farci caso e con tutta la tranquillità del mondo si girò verso il comodino alla sua sinistra per prendere il telefono e vedere l'ora: mezzogiorno meno venti. Non le diceva proprio niente di niente quell'orario a parte che tra un'oretta dovevano presentarsi al ristorante per pranzare. E ora che ci rifletteva su il suo stomaco iniziava a farsi sentire: non aveva mangiato più nulla dalla sera prima a cena.
Rassegnata Kim sbuffò e la raggiunse sul letto. La guardò per qualche secondo senza dire niente, poi un sorriso comparve sul suo viso. Abigail conosceva bene quell'espressione: ogni volta che faceva quel sorrisetto voleva dire che c'era qualcosa di losco sotto. Da piccole ogni singola volta che dovevano combinare qualcosa di nascosto era quello il sorriso che le si stampava in faccia.
"Mi arrendo, sputa il rospo. Che cosa mi sono persa? Ti conosco troppo bene"
Kimberly si sistemò meglio sul letto: "Allora come sai questa mattina sono andata in palestra e fin qui niente di nuovo. Arrivo in sala, mi fanno firmare la liberatoria, alzo gli occhi e chi mi ritrovo davanti? Ashton e Luke – Abigail era rimasta a bocca aperta. Era possibile che per una volta che era rimasta a dormire aveva sprecato una simile occasione? Chi dorme non piglia pesci le ricordò una vocina nella sua testa al che lei annuì rassegnata e continuò a sentire il racconto della cugina – li raggiungo e li saluto. Poi non ho ben capito perché Luke se ne va e mi lascia da sola con Ashton"
"Luke ti ha lasciata da sola con Ashton – ripetè Abigail sconcertata – ma io pensavo che a Luke tu piacessi"
"Ma pure io. E poi si vede chiaro come il sole che Ashton ci prova con te. Qui le cose sono due: o siamo noi che non sappiamo più interpretare i segnali da parte dell'altro sesso o sono loro i cretini che sbagliano approccio. Guarda non ho parole. Ci sono rimasta un po’ male sinceramente, poi, però mi è subito passato di mente. Indovina perché?"
"Cosa? Che è successo? Oh mio dio, non mi dire che Ashton e Luke stanno insieme"
Kimberly scansò la cugina con un gesto della mano: "Ma la smetti di dire cacchiate? Non stanno insieme...almeno credo. Comunque penso di no perché poi Ashton ci ha invitate a pranzo e a passare il resto della giornata in loro compagnia. Abbiamo l'appuntamento tra una cinquantina di minuti"
Per poco Abigail non si strozzò con la sua stessa saliva. Si diede qualche colpo sul torace e poi urlò: "CHE COSA? E me lo dici così? Oddio e cosa mi metto adesso? È tardissimo e devo anche lavarmi i capelli. Kimberly io ti odio, potevi dirmelo direttamente cinque minuti prima d'andare eh" in un nano secondo la ragazza si era alzata dal letto, era andata a rovistare nell'armadio e si era chiusa in bagno a lavarsi.
Tutta la tranquillità che aveva mentre stava guardando il programma in tv era svanita. Mentre si spogliava iniziò a sudare più di quanto non stesse già facendo per il caldo; il cuore iniziò a pompare più sangue alle arterie e una strana sensazione alla bocca dello stomaco le fece venire un po’ d'ansia. Aprì il getto d'acqua e lo impostò su freddo: doveva in qualche modo calmarsi, doveva in qualche modo cercare di non pesare a cosa l'aspettasse ma più se lo ripeteva e più la voglia di vedere Ashton si impossessava di lei.

Benissimo era cotta di un perfetto sconosciuto.
Prima di uscire dalla stanza si rimirarono per l'ennesima volta nelle grandi ante vetrate dell'armadio che arrivavano fino sopra il soffitto; tutto sommato si erano vestite comode: pantaloni corti e maglietta. Abigail era rimasta sul neutro scegliendo dei calzoncini di jeans a vita alta e una maglia grigia che finiva poco più sopra dell'ombelico. Kimberly era andata su un look più colorato optando per dei pantaloncini arancioni che riprendevano il colore delle ciliegie sopra la maglietta.
Le due erano elettrizzate all'idea di pranzare con i ragazzi. Avevano già mangiato insieme la sera prima e quella prima ancora ma stavolta erano agitate come se fosse il loro primo vero appuntamento; non sapevano spiegare il perché ma avevano una buona sensazione.
Appurato che stessero bene e che fossero presentabili uscirono dalla stanza, chiusero la porta e si incamminarono verso l'ascensore con il sorriso stampato in faccia. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano scoppiavano a ridere senza avere un motivo preciso. Erano troppo felici.
Fecero il percorso che le avrebbe portate al buffet in modo meccanico, neanche vedevano dove stavano andando come se una qualche forza magnetica le stesse guidando e attirando verso Ashton e Luke. Avevano la testa tra le nuvole; pensavano a cosa avrebbero dovuto dire, a cosa avrebbero dovuto fare, a come avrebbero dovuto comportarsi. Erano così prese dai loro pensieri che quasi non si accorsero di essere arrivate. Tornate con i piedi per terra li videro: stavano in piedi davanti l'entrata a parlottare. Sentivano Ashton ridere di cuore, probabilmente Luke aveva fatto qualche battuta idiota o magari aveva fatto qualche figuraccia.
"Buongiorno" salutò Abigail quando fu abbastanza vicina da essere sentita.
"Buongiorno dormigliona" la canzonò Ashton prima di avvicinarla a se e darle due baci sulle guance che la fecero un po’ arrossire. Poi si girò a salutare Kim e Luke fece lo stesso.
Continuava a fare un po’ il sostenuto e Kimberly se ne accorse immediatamente ma provò a non dargli peso, magari aveva bisticciato con Ashton o aveva qualche problema suo, avrebbe indagato più tardi, provando a parlargli un po’. Ora non voleva farsi guastare il malumore.
"Allora, andiamo a mangiare? Ho una fame!" disse, indicando il ristorante alle loro spalle.
"Sì! – esultò Ashton, prendendo sotto braccio Luke e Abigail ed entrando – cerchiamo di mangiare in fretta, così possiamo fare molte più cose in giro per la nave!"
Li trascinò all'interno senza minimamente preoccuparsi, poi si divisero per prendersi da mangiare. Abigail e Kim si lanciarono un'occhiata piena di sottointesi, elettrizzate al pensiero del pomeriggio che stavano per trascorrere.

"Allora, da dove vogliamo iniziare?" esordì Luke stiracchiandosi appena uscirono dal locale esprimendo al contempo i pensieri delle due ragazze. Quasi in maniera automatica gli sguardi si spostarono su Ashton; in fondo era stata sua l'idea di esplorare la nave: "Non so – disse grattandosi la testa – che ne dite di iniziare dalla sala giochi? Magari poi potremmo andare al casinò o al cinema 4D. Vi piace come idea?"

"Si, mi piace come idea – disse Kimberly mentre incominciava ad avviarsi all'ascensore per andare al settimo piano. Poi si girò verso i compagni e indicandoli continuò – quindi iniziatevi a preparare psicologicamente al fatto che verrete battuti"
"Questa dovrebbe essere una sfida?" domandò Luke con tono provocatorio lasciando la ragazza un po’ disorientata visto che per tutto il pranzo non aveva fatto altro che rispondergli a monosillabi.

"Forse" rispose lei ammiccando con le sopracciglia.
I quattro presero l'ascensore e scesero al settimo piano. Il livello, al contrario degli altri, era pieno di gente; c'era un via vai continuo dato probabilmente dalla presenza sia della sala giochi per i ragazzi che dal casinò per i più grandi.
I ragazzi, entrati nella sala giochi, rimasero estasiati: c'erano così tante cose da poter fare che non sapevano da che parte iniziare. Ashton in quel momento si sentiva molto il maschio alpha della situazione, colui che doveva prendere le redini del gruppo e risolvere l'arduo problema. Scrutò attentamente il locale e vide che la gente era posizionata strategicamente attorno ai giochi in modo tale da prendere il controllo di questi non appena il giocatore precedente lo lasciava per qualcos'altro di più interessante. Non erano persone, erano avvoltoi in attesa del proprio turno. Il ragazzo stava per rassegnarsi all'idea di fare una fila che arrivava fino a poppa solo per farsi una partita al simulatore di formula uno, quando riuscì ad intravedere tra la folla un paio di ragazzini che giocavano a biliardino. Fece segno ai suoi compagni di seguirlo e, non appena raggiunsero i due ragazzi, notarono che nessun altro stava facendo la fila per quel gioco.
"Sapete giocare a biliardino?" chiese alle ragazze mentre aspettavano il proprio turno. Queste inizialmente si guardarono dubbiose, poi all'unisono risposero: "Più o meno"

"Dai, allora vi insegniamo noi – Ashton si avventò sul gioco appena i ragazzini se ne andarono – vediamo...Kim tu vai con Luke, Abigail starà in squadra con me"
Nonostante le due non fossero degli assi nel biliardino possiamo tranquillamente affermare che, dopo aver ricevuto qualche piccolo aiutino, se la cavarono. Inizialmente Ashton e Luke le avevano piazzate in porta: in sostanza giocavano solo loro due in attacco; quando la pallina raggiungeva gli estremi del campo la maggior parte delle volte finiva in porta senza neanche aver dato la possibilità a Kim e ad Abi di controbattere. Stanche di stare in piedi a guardare gli altri due giocare chiesero ai ragazzi se potessero fare a cambio di posizioni, almeno avrebbero toccato qualche pallina in più e non sarebbero state a braccia conserte ad aspettare che la palla arrivasse nella loro parte di campo. In quel preciso istante, quando la zona d'attacco diventò la loro, i loro spiriti combattivi vennero a galla. Ce la misero tutta per cercare di sembrare delle brave ed educate giocatrici; in fondo erano anche delle donne, dovevano mantenere un certo contegno ma, evidentemente, girare una stecca di metallo era troppo complesso per le loro capacità. Iniziarono a bassa voce, senza farsi sentire troppo, con delle imprecazioni dette in mezzo ai denti stretti; poi, dopo l'ennesima palla persa, Kimberly inveì ad alta voce lasciando un po’ tutti esterrefatti. Immediatamente si giustificò dicendo che non era per niente capace e Luke si offrì volontario per aiutarla mentre Ashton spiegava ad Abigail la strategia da attuare per vincere la partita.
"Il movimento da fare è questo" disse Luke facendo scorrere con potenza la mano verso il basso e bloccandola quando il manico della stecca era arrivato alla fine del palmo. Un po’ goffamente Kim cercò di imitarlo al che lui le si avvicinò, le prese la mano e l'accompagno nel movimento. In quel momento una qualsiasi persona si sarebbe fatta gli affari suoi ma Ashton non era una qualsiasi persona e infatti se ne uscì fuori: "Ehi, man, che sei rimasto in discoteca?"
"In che senso?" chiese il ragazzo aggrottando la fronte.
"Beh, le stai appiccicato come una cozza" disse ovvio lui.
Luke si staccò subito come se avesse scoperto che Kimberly fosse affetta da ebola. Senti il mondo cadergli addosso; sbiancò di colpo per poi diventare di un intenso color rosso. Dentro di se una marea di emozioni stavano lottando per avere la meglio su di lui: disperazione, imbarazzo, rabbia, vendetta. Ma come era saltato in mente a Ash di dire una cosa del genere; avrebbe preferito morire che sentirsi addosso lo sguardo curioso di Kim. Ma perché? Perché l'aveva fatto? Gli piaceva così tanto vederlo in difficoltà? Lui non gli aveva mai fatto niente di male, era sempre stato gentile e cosa riceveva in cambio? Figuracce che preferiva evitare, specialmente se così imbarazzanti. Fece un respiro profondo deciso a dirgliene quattro quando sarebbero tornati in camera. Di sicuro non avrebbe fatto una scenata in quel momento, non voleva mettere il dito nella piaga.
"Forza riprendiamo la partita, stavamo quattro a due per noi" disse Abigail cercando di smorzare quell'atmosfera imbarazzante che si era creata.
Ricominciarono a giocare e, grazie al colpo che Luke aveva insegnato a Kimberly, i due recuperarono e addirittura vinsero la partita. Per festeggiare si abbracciarono felici e Ashton, che ovviamente non si faceva sfuggire nulla, ma proprio nulla, disse: "Oh come coppia, però, funzionate bene".
Abigail, che aveva visto lo sguardo di fuoco che Luke stava rivolgendo all'amico mentre era stretto nell'abbraccio, diede una botta a Ash per fargli capire di finirla. Questo, invece, come se nulla fosse fece l'occhiolino a Luke e invitò la ragazza a farsi una partita al simulatore di formula uno.

La giornata passò velocemente e in un batter d'occhio Abi e Kim si ritrovarono in camera a sistemarsi per la cena di gala che l'aspettava quella sera. Come dei veri gentiluomini Ashton e Luke si erano proposti di passarle a prendere alle 20 in camera loro e le ragazze non stavano più nella pelle: li avrebbero visti vestiti eleganti, con lo smoking e, si sa, un uomo in smoking è qualcosa a cui non si può resistere, soprattutto poi se è già bello vestito casual.
I primi dieci minuti li passarono a discutere su chi dovesse entrare in bagno per prima incuranti che così stavano solamente perdendo tempo prezioso; era la prima volta che si incaponivano su una cosa così frivola ma entrambe volevano essere bellissime quella sera, volevano stupire i ragazzi, e stare venti minuti sdraiate sul letto a guardare il soffitto non era un buon inizio. Decisero di giocarsela a morra cinese e, con la solita fortuna che aveva Abigail, aveva finito per ritrovarsi davanti la tv a vedere la replica del programma che aveva visto quella mattina. Fece un po’ di zapping ma poi, stanca di cercare ancora, lasciò la tv sintonizzata su un programma musicale russo e andò in bagno a dare fastidio a Kimberly.
Bussò alla porta e senza aspettare una risposta aprì la porta ed entrò. Abbassò la tavoletta del wc e si sedette li sopra. Kim la guardò per tutto il tragitto: "No, ma fai pure" disse scherzando.
"Che c'è?" chiese Abi prendendo dal beautycase lo specchietto per controllare se nel corso della giornata si era presentato qualche brufolo inatteso.
"Prendi e entri così" rispose Kimberly facendo la parte della finta indignata.
Abigail prima la guardò storto, poi, accompagnata da un eclatante gesto della mano, disse: "Ma zitta! Come se non ti avessi mai visto nuda! – la cugina rimase un secondo in silenzio poi iniziò a ridere e come risposta le fece un bel dito medio – passando ad argomenti più seri: secondo me a Luke piaci proprio. Cioè con tutte quelle frecciatine che Ashton gli ha fatto non potrebbe essere altrimenti"
"Si me ne sono accorta anche io però non riesco a capire perché prima mi rispondeva a monosillabi; io credevo che dopo ieri un po’ si era sbloccato e invece oggi sembrava che neanche volesse parlarmi. Non lo capisco proprio: se gli piaccio dovrebbe fare conversazione con me non dovrebbe comportarsi in quel modo, o sbaglio?"
"No, no, non sbagli, sono d'accordo con te. Ma a te piace? Con tutta la faccenda di Evan non vorrei che poi si illudesse per niente, mi fa tanta tenerezza. Ha un faccino così carino, a parte quando rimane incantato a pensare a chissà cosa nel suo mondo fatto di arcobaleni e unicorni" disse Abigail portandosi le mani sulle guance e stringendole.
"In che senso?" chiese trattenendo una risata la cugina.
"Nel senso che quando si incanta fa una faccia stupidotta, carina ma stupidotta; dai non posso credere che tu, che noti perfino se l'attaccatura del collo alla spalla è bella o brutta, non abbia fatto caso a questa cosa"
"D'accordo, d'accordo, lo ammetto, l'ho notato ma è così tenero e carino che uno ci passa sopra – disse la ragazza uscendo dalla doccia e infilandosi l'accappatoio – che poi ti sei persa una scena mentre stavamo al casinò. In pratica avevo un po’ di sete così, visto che la roulette era occupata, gli ho chiesto se gli andava di prendersi qualcosa da bere. Ci mettiamo in fila e quando stavamo arrivando davanti al barman lui mi sussurra all'orecchio "Non so se ti danno da bere, mi sa che chiedono la carta d'identità" al che io gli chiedo che problema ci fosse e lui "Non possiamo bere, non abbiamo 21 anni" allora io gli faccio "Parla per te e aspettami qua" – Abigail stava per morire soffocata dal troppo ridere. A lei sembrava che sia lei che Kim dimostrassero la loro vera età ma invece sembrava non essere così. Un sacco di volte le era capitato di dover mostrare la carta d'identità per prendere un drink o semplicemente per dimostrare alla gente che lei in realtà fosse una ventiduenne – arrivo davanti al tipo che, effettivamente, mi chiede la carta d'identità e mi da i due drink. Raggiungo Luke e mi fa "Ma ti sei portata la carta d'identità falsa?". Ti giuro in quel momento non ce l'ho fatta più e sono scoppiata a ridere come una matta. Gli ho detto che era vera e lui l'ha voluta vedere a tutti i costi; avresti dovuto vedere la sua faccia quando ha realizzato che ero più grande di lui di tre anni. Avrei voluto fargli una foto per fartelo vedere, troppo divertente. Poi gli ho chiesto perché pensava che avessi meno di 21 anni visto che lavoro e lui mi ha risposto che non aveva realizzato il fatto che per fare il tecnico veterinario serviva una laurea. È proprio un ragazzo distratto, vive sulle nuvole".
Abi si asciugò le lacrime che le erano uscite dal troppo ridere e mentre si spogliava disse "Beh almeno adesso possiamo affermare che tutte le ore spese a fare massaggi, a mettere creme, a bere acqua e a fare sport sono servite a qualcosa; abbiamo trovato la formula della giovinezza"
"In effetti non devo darti tutti i torti – disse Kimberly indossando l'intimo che aveva portato in bagno – tu invece che hai combinato con Ashton?"

"Niente di che a parte il fatto che avrei voluto ucciderlo perché mi ha portato a vedere un film horror al cinema 4D"
"A te non piacciono gli horror" affermò la cugina.
"Infatti, però lui è tutto scemo e avevamo fatto una scommessa, che ovviamente ho perso, e quindi ho dovuto accettare"
Kimberly la guardò male per un secondo prima di abbassare la testa e iniziare ad asciugarsi i capelli: "Non capisco perché insisti a fare scommesse se poi tanto le perdi sempre" urlò questa per sovrastare il rumore del phon e quello dell'acqua che scorreva.
"Lo so ma è più forte di me, mi piace fare scommesse; prima o poi vincerò"
"Convinta te" tagliò corto Kim che aveva sentito già troppe volte quella frase uscire fuori dalla bocca della cugina.
Dopo essersi lavate ed asciugate le ragazze stavano sedute sulla moquette della stanza davanti lo specchio a finire di truccarsi.
"Oh ma poi non mi hai più finito di raccontare di come è stato al cinema con Ashton. Che ha combinato? Ti ha stretto tra le sue possenti braccia? Su racconta" esordì Kimberly mentre cercava di fare dritta la riga dell'eyeliner.
Abigail era alle prese con un trucco nude, aveva già un vestito impegnativo non le andava di esagerare con il trucco. "In realtà mi ci sono buttata io tra le sue braccia – disse la ragazza mettendo il mascara; con la coda dell'occhio vide la faccia sorpresa della cugina così continuò – non è stato voluto – si affrettò a giustificare – era veramente pauroso quel film perché in pratica tu vedevi con gli occhi del protagonista e a un certo punto è saltato fuori uno zombie dal nulla e mi sono messa paura. Ho fatto un urlo e mi sono letteralmente buttata su Ashton. Cacchio a me piacciono i cartoni animati non queste cose horror, io ho un animo sensibile"
"Sì, hai un animo sensibile solo quando pare a te" disse Kim facendole l'occhiolino e allontanandosi da lei per evitare di ricevere un pugno sul braccio.
"Non è vero! Quanto sei scema! E comunque poi mi ha tenuta stretta a se tutto il tempo" rispose con un sorriso da ebete stampato in faccia.
"Guarda che sorriso da pesce lesso hai, allora ti piace! Lo sapevo!" Urlò la cugina in preda all'euforia. In quel momento Abi avrebbe voluto risponderle che, si, le piaceva Ashton, le piaceva un ragazzo che conosceva da due giorni e di cui non sapeva neanche il cognome, le piaceva perché non era un peso stare in sua compagnia, la faceva ridere e soprattutto la faceva sentire speciale ma, proprio in quell'attimo, qualcuno bussò alla porta: erano arrivati i ragazzi e Abigail dovette tenere per se le sue confessioni.

 

Note: Ed eccoci finalmente: la cena di gala sta per iniziare, cosa succederà? Eheh ;)
Finalmente vediamo i ragazzi interagire un po' di più e conoscersi un po' meglio. Luke scopre che Kim è più grande di tre anni, mentre Ashton e Abigail passano un po' di tempo insieme: dite che la ragazza cederà, prima o poi?
Se il capitolo vi è piaciuto, fateci sapere cosa ne pensate <3
Un bacio

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