Attraction di Onedtales (/viewuser.php?uid=892596)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
prologo 5sos attraction
"Secondo te la valeriana la vendono qui?" esordì Abigail fissando
distrattamente lo squalo tigre che, oltre il vetro, per l'ennesima volta faceva
lo stesso giro dell'acquario.
"Non penso che tra i souvenir tu possa trovare della
valeriana"
"Scema, lo sai che per qui non intendevo qui-acquario ma qui-Genova"
disse spintonando con un braccio la cugina. Questa si massaggiò la parte lesa:
"Ma si che la vendono pure qua. La vendono dappertutto, non è che l'Italia
è fuori dal mondo. Poi devi spiegarmi come hai fatto a finire due scatole in
meno di tre mesi" i loro parenti le avevano regalato come regalo di laurea
un viaggio di tre mesi alla scoperta delle bellezze dell'Italia: questa era la
loro penultima settimana lì e avevano prenotato una crociera nel mediterraneo.
"E che ne so, con tutti gli aerei che abbiamo preso..."
"Che c'entra – la rimproverò Kimberly – te sei
drogata di quella cosa; dovresti imparare a smettere di prenderla e a goderti
di più il momento"
Abigail la scacciò via con un gesto della mano: "Non sono drogata di
valeriana"
"Si, come ti pare – tagliò corto Kim che sapeva benissimo quanto fosse
cocciuta la cugina; poi riprese – comunque ti conviene andarla a comprare
appena usciamo di qui perché dobbiamo ancora andare a prendere le valigie in
hotel che sennò non facciamo in tempo a prendere la nave"
"D'accordo mammina"
rispose Abigail facendo una foto alla vasca delle meduse.
Finito il giro dell'acquario e preso qualche souvenir anche da lì, le ragazze
si diressero in farmacia e poi in albergo a finire di sistemare le ultime cose
in valigia. Alle 3 meno venti avevano finito; stavano morendo di fame, non
avevano pranzato perché sapevano che se si fossero fermate a mangiare avrebbero
perso la nave. Nonostante ciò Abigail aveva insistito a prendere almeno un
pezzo di pizza perché altrimenti sarebbe morta lungo il tragitto.
"Abi, forza che mancano 5 minuti alle 4! Questi ci
lasciano qua! – urlò Kim quando aveva quasi raggiunto il ponte per salire
sull'imbarcazione – io te l'avevo detto di non fermarti a prendere da
mangiare" la scena a cui stava assistendo era quasi imbarazzante: la
cugina che correva con una valigia in una mano, il pezzo di pizza dall'altro,
lo zaino sulla schiena e la borsa che non ne voleva sapere di rimanere sulla
spalla. Non poté evitare di portarsi una mano sulla fronte e di scuotere la
testa. Dopo quella breve pausa decise di continuare e di andare a fare il
check-in nel mentre che la cugina la raggiungeva.
"Eccomi" disse Abigail appoggiandosi al bancone e riprendendo fiato.
"Allora, dicevo alla sua amica che questa è la tessera della camera; mi
raccomando portatela sempre con voi perché con questa potete risalire sulla
nave quando scendete per visitare la città; vi potrebbe servire anche nei
locali che ci sono a bordo per dichiarare la maggior età. Penso di avervi detto
tutto, ora Oscar vi accompagnerà alla stanza. Buona permanenza" disse la
ragazza che stava dietro la reception.
"Grazie, arrivederci" dissero all'unisono le ragazze prima di girarsi
ed immergersi nello sfarzo della nave. Già solo quell'ala era veramente
lussuosa: nel bel mezzo della sala c'era una maestosa fontana; tanti tavolini circoscrivevano
il percorso da fare e le scale in vetro, definite da tante lucine, erano
posizionate in modo tale da dare all'ambiente un'idea di leggerezza. Le due seguirono
Oscar e presero uno dei tanti ascensori in vetro che davano sul piano d'entrata
e arrivarono fino all'undicesimo piano. Si diressero verso poppa e dopo aver
svoltato un paio di volte su dei corridoi con dei mosaici incastonati nel
pavimento arrivarono in camera. Salutarono il gentilissimo membro
dell'equipaggio e, appena varcarono la porta, Kimberly si stese sul letto:
aveva camminato abbastanza quel giorno e voleva un po’ di relax prima di andare
a lavarsi per andare a cena. Abigail invece andò sul balconcino: "Madonna
mi manca l'aria, tu dici che è sicura questa nave?"
"Perché non dovrebbe?" chiese Kim mezza addormentata: il letto per
lei era come soporifero.
"Boh, hai visto come è andato a finire il Titanic"
disse alzando le spalle e rientrando per prendere una bottiglietta d'acqua.
"Senti see!!! Ma mica andiamo al polo nord, stiamo
nel mediterraneo, non ci sono iceberg; e poi con le nuove tecnologie ora è
tutto più sicuro"
"Se lo dici tu – disse dopo aver ingoiato un paio di pillole – ti lavi
prima tu o faccio prima io?"
"Vai tu" mugugnò Kim che stava già nel mondo
dei sogni.
Abigail aprì la valigia, prese l'accappatoio e poi se ne andò a farsi la
doccia. Adorava stare sotto il getto d'acqua, ci stette per una buona mezz'ora,
poi decise che era ora di andare a vestirsi. Dopo essersi messa la crema al
burro di karitè e dopo aver indossato la biancheria era ora di scegliere cosa
mettersi; spulciò un po’ tra i nuovi acquisti fatti e pensò che un vestito nero
sulla parte superiore con la gonna color crema potesse andare. Mise il vestito
sul letto e riandò in bagno ad asciugarsi i capelli; lei aveva i capelli lisci
e quindi per cambiare un po’ decise di farli mossi. Prima di indossare il
vestito decise, però, di chiamare la cugina che oramai stava al settimo sonno.
Erano le 6 e mezzo e lei sapeva quanto Kimberly ci mettesse per asciugarsi i
suoi lunghi capelli ricci.
"Mmm mo m'alzo, altri 5 minuti" e si rigirò
dall'altra parte.
"Dai Kim, poi non ce la fai a fare tutto; devi pure
scegliere cosa metterti"
"D'accordo, d'accordo, mi alzo – sbiascicò
stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere sul letto – te che ti
metti?"
"Questo" disse facendo svolazzare la gonna color crema del vestito
che aveva appena indossato.
"E con questo spacco sulle tette dove vorresti andare?" chiese
Kimberly alludendo alla parte superiore del vestito che aveva un vertiginoso
spacco sul decolté e un altro sulla schiena.
"Ma che vuoi? Magari incontro l'uomo della mia
vita"
"Seh. Contaci. E con la cazzata delle – controllò il telefono – 18:42 me
ne vado in bagno. Addio" disse chiudendosi la porta dietro di se con fare
teatrale.
Alle 8 erano entrambe pronte. Kimberly aveva optato per
un cocktail dress senza spalline a fantasia rosa e bianca nella parte
superiore. Le decolté nere riprendevano il nero della gonna così come gli
orecchini e la borsa riprendevano il rosa della fantasia.
"Possiamo andare" esordì Kim lisciandosi la gonna del vestito.
"Ecco" rispose Abigail facendo andare giù altre due pasticche di
valeriana e uscendo di corsa dalla stanza.
"Mo co tutta sta valeriana t'addormenti sul piatto" scherzò la cugina
chiudendo la porta della loro camera e, ancheggiando sui tacchi, si diressero
al ristorante incuranti di cosa le aspettasse.
note d'autrice: apriamo le
danze su Efp con questa storia, sperando che il prologo vi abbia
incuriosito e vi abbia messo voglia di scorprire cosa combineranno i
nostri protagonisti!
Lasciateci un commento se vi è piaciuta, lasciatelo anche se non
invece non mi ha entusiasmato, e ci vediamo alla prossima <3
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Capitolo 1 5sos
Per entrare al ristorante c'era una marea di fila; le due
stavano per lasciar perdere e andare al buffet quando finalmente il cameriere
all'entrata le servì: "Buonasera e benvenute al nostro ristorante; oggi
dato che è la prima sera del nostro viaggio nel mediterraneo abbiamo
organizzato una serata speciale tutta per voi; siete solo in due?"
Abigail e Kimberly si scambiarono uno guardo complice come a dire "scappiamo finché siamo in tempo"
però l'idea di liquidare così quel cameriere che probabilmente avrebbero dovuto
rivedere per un'intera settimana le fece passare l'idea di mente. Abi si fece
coraggio e fece uscire dalla sua bocca un timido sì.
"Benissimo, allora seguitemi! – riprese a dire tutto
pimpante il cameriere – vi spiego brevemente in cosa consisterà questa serata:
abbiamo deciso di fare delle grandi tavolate per far in modo che la gente
socializzi con le altre persone che stanno facendo questa crociera insieme a
loro. Non è fantastico? – le ragazze si limitarono ad annuire un po’ imbarazzate;
ma il vero imbarazzo lo provarono quando il cameriere si fermò ad un tavolo
pieno di ragazzi e disse – benissimo eccoci arrivati al vostro tavolo; ragazzi
queste sono..." disse indicando Kim e spronandola a parlare.
"Kimberly" rispose cercando di rendere naturale quel sorriso forzato
che si ritrovava stampato in faccia. Avrebbe preferito sotterrarsi che rimanere
un minuto di più lì.
"E.." continuò il cameriere questa volta
rivolgendosi a Abigail.
"Abigail" disse muovendo poco convinta la mano. Ma chi gliel'aveva
fatto fare a scegliere il ristorante come prima sera? Perché non erano
sgattaiolate al buffet quando erano ancora in tempo?
"Ora prendete posto, il menù è sul tavolo. Tra poco arriverà il mio
collega per prendere le ordinazioni"
"O-ok" rispose timidamente Kimberly cercando nel mentre di inquadrare
quali erano i posti liberi di quella tavolata. Rossa fino alla punta dei
capelli, vide che Abigail si era già seduta, così decise – se così si può dire
perché era l'unico posto libero rimasto – di sedersi di fronte a lei.
Le ragazze iniziarono a sbirciare cosa c'era sul menù ed Abi era così assorta
ad immaginarsi piatti super gustosi da non accorgersi che qualcuno stava
picchiettando sul suo braccio destro.
"Ehm...scusami..." esordì alla fine la misteriosa persona.
"Sì?" disse Abigail girandosi nella direzione da cui proveniva la
voce. Nel voltarsi, però, non si era preparata psicologicamente allo spettacolo
che si ritrovò davanti: un ragazzo che a suo avviso doveva essere l'ottava
meraviglia del mondo.
Era seduto accanto a lei quindi non riusciva a capire
quanto fosse alto. Ciò che poteva sicuramente costatare era che era bellissimo:
i capelli biondi un po’ spettinati tirati all'insù, gli occhi azzurri da far
invidia a all'oceano pacifico, il sorriso e i denti perfetti, le spalle da
nuotatore...e poi aveva un piercing sul labbro inferiore che coronava tutta
l'opera d'arte. "Complimenti ai
genitori" pensò Abigail che era così distratta ad ammirare tutta
quella bellezza che non si era nemmeno resa conto che proprio lui le stava
parlando.
"Eh? Come dici?"
"Ti stavo chiedendo se gentilmente potevi passarmi l'acqua" disse lui
cordiale indicando l'oggetto del desiderio.
"Oh s-sì. Ecco" e gliela porse mentre mimava a Kim con la bocca
"OH MIO DIO! MA L'HAI VISTO?" ricevendo dalla cugina uno sguardo
ammiccante che diceva tutto.
"Grazie"
"Prego – Abigail stava per fa concludere lì la
conversazione quando guardò la cugina che la spronava con lo sguardo a
continuare – ehm...scusami, tu potresti per favore passarmi la...ehm...la...coca
cola?" nominò la prima cosa che le capitò sott'occhio.
"Certo" – le prese la bibita e la poggio vicino
a lei – allora? Tu dovresti essere Abigail, giusto?" disse con una smorfia
in faccia come a dire "scusami tanto
se ho sbagliato".
"Sì, sono io, tu, invece, sei?"
"Io sono Luke. Cioè in realtà mi chiamo Lucas, però
mi faccio chiamare Luke perché fa più
fico – disse lui stringendole la mano e strappandole un sorriso – sei qui da
sola?"
"Oh, no, no, sono qui con mia cugina – indicò la ragazza di fronte a lei
che era leggermente arrossita sulle guance – lei è Kimberly"
"Piacere Kimberly" disse porgendogli la mano un po’ tremante.
"Il piacere è tutto mio, sono Luke"
Per non far morire lì la conversazione Abigail rigirò a Luke la stessa domanda:
"Tu sei da solo o sei in compagnia di qualcuno?"
"Io sono con lui" disse indicando il ragazzo che aveva di fronte.
Questo aveva i capelli leggermente ricci color castano chiaro quasi biondo con
qualche ciocca che gli ricadeva sulla fronte e, quando sorrise alle ragazze,
sulle guance si formarono delle simpatiche fossette che trovarono adorabili. A
differenza dell'amico, lui aveva gli occhi marrone chiaro ma non per questo
meno belli. Una cosa che, invece, aveva in comune con Luke erano le spalle
larghe.
Ok. Kim pensò che molto probabilmente era solo un sogno e che tra un po’ la
sveglia l'avrebbe svegliata o che magari era solo uno scherzo organizzato
dall'equipaggio della nave perché non era possibile che loro due, le sfigate
per eccellenza in fatto di ragazzi, quella sera avevano incontrato non uno ma
ben due bonazzi!
Abi invece incrociò per un momento lo sguardo divertito
del ragazzo che ancora non aveva un nome e l'unica cosa a cui riusciva a
pensare era di uscire da quella stanza e buttarsi giù dal ponte della nave. Non
riusciva a credere di aver fatto tutte quelle facce ammiccanti alla cugina
riferite esplicitamente a Luke in presenza di un suo amico. Fece un respirone
per calmare i bollori e per evitare che il cuore le uscisse fuori dalla gabbia
toracica e, dopo che la cugina si presentò, lei fece la stessa cosa.
"Piacere di conoscervi, io mi chiamo Ashton"
Ecco, ora sapevano che il posto di ottava meraviglia del
mondo era conteso da Luke e Ashton.
"Di dove siete?" chiese Ash che si vedeva lontano un miglio che era
molto più spigliato del suo amico.
"Eeeh, veniamo da molto molto lontano" rispose Kim.
"Mmm da Molto Molto Lontano... – fece serio questo – Shrek e Fiona come
stanno?"
Inizialmente i tre non capirono, rimasero per qualche secondo accigliati, poi
gli si accese la lampadina e preferirono non aver capito. Luke, tutto
imbarazzato, si portò una mano in faccia mentre si chiedeva perché ancora
usciva con lui: "Scusatelo, ogni tanto se ne esce con battute tristi"
disse per cercare di rimediare alla situazione mentre Ashton se la rideva di
gusto.
Kim e Abigail stavano per alzarsi dal tavolo e mollarli
lì ma quando sentirono la risata di Ash cambiarono immediatamente decisione: si
poteva avere una risata più tenera della sua? Allora Kimberly si decise a rispondere:
"Guarda Shrek e Fiona ultimamente non li ho sentiti, ti posso dire, se ti
interessa, che Ciuchino sta bene"
"Mi fa piacere" disse ancora ridendo.
"Comunque veniamo dall'Australia" continuò Kim.
Gli occhi dei due ragazzi quasi si illuminarono, poi Luke
disse: "Davvero? Anche noi!"
"Da dove venite voi? Noi Melbourne"
"Sidney"
"Nooo!! L'estate scorsa sono andata a Sidney, è
proprio bella! Chissà, magari ci siamo pure incrociati" disse Abigail
tutta esuberante.
"Impossibile" disse Ashton facendo rimanere
male la ragazza.
"Perché?"
"Ti avrei ricordata" rispose sorridendole.
A quell'affermazione Kimberly lanciò alla cugina un'occhiata ammiccante al che
questa prese veramente in considerazione l'idea di buttarsi dal ponte. Non che
non le faceva piacere avere delle avance da un ragazzo carino, anzi; il fatto è
che non le piaceva che fosse così spudorato. Si stava vergognando a morte. Per
un certo verso non vedeva l'ora che quella serata finisse poi però vedeva
quanto erano belli i ragazzi con cui stavano parlando e l'idea le passava di
mente. Menomale che a salvare la situazione ci pensò, questa volta, il
cameriere che veniva a prendere le ordinazioni.
Tra occhiatine, risate e figuracce la cena si concluse. I
quattro, una volta fuori dal locale decisero di unirsi ad alcuni ragazzi della
tavolata per fare un giro della nave. Ashton aveva preso il comando del gruppo,
parlava e interagiva con tutti come un vero capobranco. Le due ragazze, al
contrario, preferivano stare sulle loro; non riuscivano a dare ad un estraneo
tutta quella confidenza che invece Ashton mostrava nei confronti del resto
della comitiva. Luke, ogni tanto parlava con qualche ragazzo ma poi se ne
tornava sempre dalle due ragazze perché le trovava molto più simpatiche e
carine.
"Quindi quale sarebbe il tuo compito esattamente?" chiese Luke un po’
dubbioso.
"Io faccio un primo controllo generico all'animale,
e se ce ne è bisogno faccio lastre, ecografie e tutte queste cose. In pratica
sono come l'infermiere che si occupa degli uomini solo che i miei pazienti sono
gli animali" rispose Kim fiera di se e della laurea che aveva scelto di
prendere.
"Capisco, è un lavoro molto interessante"
"Tu invece che fai? Studi o lavori?" chiese
distratta Abigail mentre cercava di capire di cosa stesse parlando Ashton
qualche passo più avanti.
"Io studio economia"
"Oh anche economia deve essere interessante. Quindi hai quasi finito, tra
poco dovresti laurearti, o no?" disse Kim che in quel momento era più
interessata della cugina a parlare con lui.
"Seeeee magari, ho finito il primo anno e devo fare il secondo"
"Ma ti sei preso qualche anno sabatico?"
"No, appena ho finito il liceo sono andato in università"
"Scusami allora ma devo chiedertelo: quanti anni hai?" chiese questa
confusa.
"19"
A Kimberly per poco non prese un colpo: diciannove anni? Lei gliene avrebbe
dati quanti ne aveva lei, ventidue, se non di più. E se lui ne aveva
diciannove, quanti anni avrebbe potuto avere l'amico Ashton? Non riusciva a
capacitarsene! Ma con che latte li avevano cresciuti? E cosa più importante:
aveva fatto veramente pensieri poco casti su uno più piccolo di lei di tre
anni? Non che fosse vietato dalla legge, in fondo erano tutti e due
maggiorenni, però le faceva così strano. E fu così che in un secondo tutti i
suoi castelli di sabbia crollarono.
"Penso che sia ora di andare" disse ad un certo
punto un ragazzo della comitiva di cui Kim non si ricordava il nome; questo la
distolse dai suoi pensieri e così iniziò a salutare la gente che pian piano
tornava alle loro cabine. Alla fine erano rimasti in pochi e una ragazza del
gruppo propose di andare sul ponte ad ammirare la nave di notte. Accettarono
tutti e, visto che avevano già i giacchetti a portata di mano dato che
sull'imbarcazione c'era l'aria condizionata sempre accesa, non dovettero
neanche andare in camera a prenderli. Se di giorno la nave era meravigliosa, di
notte era un vero spettacolo: milioni di luci che venivano riflesse dalle
piscine rendevano tutto più luminoso e suggestivo, il parquet del ponte, poi,
ti dava quell'idea di sontuosità che solo un hotel di lusso poteva darti. I
ragazzi rimasero impressionati da tanta bellezza, Ashton più di tutti perché
aveva sempre associato il nome nave
ai pescherecci quindi una volta visto tutto quello sfarzo non poté che rimanere
a bocca aperta. Si guardò intorno e poi raggiunse Luke: "Cavoli, man, è fantastico qui"
"C'eravate mai stati in crociera?" chiese Kim
curiosa.
"No" risposero all'unisono i due ancora in
adorazione.
"È veramente bello" disse Abigail togliendosi
le scarpe e sedendosi con i piedi a mollo sul bordo della piscina. Gli altri la
seguirono e stettero per un po’ così a parlottare del più e del meno finché non
iniziarono a sentire freddo; a quel punto alcuni ragazzi se ne andarono
direttamente a dormire, Luke, Ashton, Kimberly e Abigail, invece, decisero di
andare dentro uno dei pub della nave.
"Mamma mia, fuori si gelava" disse Abigail
sedendosi e strofinandosi le mani per far tornare in moto la circolazione.
Erano seduti in un tavolo da quattro, le due ragazze
erano sedute di fronte e non mancava occasione in cui si scambiavano sguardi
maliziosi. Appena il cameriere se ne andò con le ordinazioni prese, Kimberly
esclamò: "Sono veramente bravi quei ragazzi che stanno suonando"
riferita ad una band blues che stava allietando il locale con la propria
musica.
"La chitarra del tipo sulla destra ha una corda
scordata" disse Luke.
"E tu che ne sai?" domandò Abigail felice di aver trovato qualcuno
che aveva un orecchio così allenato da aver capito che una corda di una
specifica chitarra era scordata.
Luke si grattò la testa imbarazzato e le guance si
avvicinarono al colore rosso; Ashton lo vide così impacciato che decise di
risponde al posto suo: "Suona la chitarra e canta il signorino. E è pure
bravo"
"Seriooo? Devi farci sentire qualcosa!" Kimberly si era fomentata e
Luke iniziava a recuperare punti, la sua età sembrava non contare più. Lei
aveva una fissa per i chitarristi e questo Abi lo sapeva bene, ecco perché le
rivolse un'occhiata maliziosa appena si accorse che la stava guardando, poi
disse: "Devi essere tanto impegnato tra lo studio e la musica"
"Abbastanza, riesco a gestire bene le cose, sono abbastanza organizzato. È
Ash quello che entra nel panico quando decidiamo di incontrarci per farci una
suonata"
"Io non entro nel panico" disse offeso l'amico.
"Anche tu suoni?" Abigail sperava suonasse il
basso: se la cugina aveva una cotta per i chitarristi lei ce l'aveva per i
bassisti.
"Sì, suono la batteria" rispose questo gonfiando il petto. "Beh, percussionista, meglio di
niente" pensò la ragazza.
"Uhm...beh uno strumento utile" fu la risposta di Kim, la quale
ricevette subito dopo un'occhiataccia da parte dell'interessato.
"E che fai? Studi e suoni anche tu?" chiese Abigail cercando di
cacciare Kim dal guaio in cui si stava per cacciare.
"No, no, io non studio. Non mi è mai piaciuto
studiare. Appena ho finito la scuola ho iniziato a fare qualche lavoretto qua e
là e adesso faccio l'istruttore di surf"
"Allora dovrai insegnarci ad andare sulla tavola da
surf" affermò Abi.
"Ma quindi state prendendo in considerazione l'idea di venire a
Sidney" disse Ashton rivolto più a Abigail che a Kimberly. La ragazza
arrossì leggermente e poi rispose: "Mah, potremmo farci un pensierino; in
fondo era carina Sidney"
"Seh, Sidney;
dillo che sono i ragazzi di Sidney quelli che ti hanno colpita. Ma poi hai pure
paura del mare dove vuoi andare?" pensò Kim tra se e se trattenendo
anche una risata.
Le ordinazioni finalmente arrivarono e chiacchierando si
fece l'una di notte. Usciti fuori dal locale Abigail cercò di trattenere il suo
ennesimo sbadiglio facendo fare alla sua faccia una smorfia non proprio carina,
poi chiese agli altri: "Che facciamo?"
"Io direi di iniziare ad avviarci in camera, domani
noi volevamo svegliarci presto per andare a visitare Roma; dai vi accompagniamo
nella vostra stanza – rispose Ashton che
subito dopo si avvicinò a Kim e le disse sottovoce – ma cos'ha tua cugina?
Sbadiglia in continuazione, si sta annoiando?"
A Kimberly venne quasi da ridere perché lei l'aveva
avvertita di non prendere tutte quelle pasticche: "No, se si fosse
annoiata sarebbe già scappata via, il fatto è che si è letteralmente drogata di
valeriana perché quando deve prendere un mezzo che non è lei stessa a guidare
si agita, mettici pure che ha una gran fifa del mare aperto hai fatto trentuno.
Già è tanto che è riuscita a resistere fino ad ora" cercò di spiegare.
I due si girarono a guardare Luke e Abigail che parlavano qualche passo dietro
di loro e non poterono far altro che scoppiare a ridere quando lei fece una
smorfia per reprimere un altro sbadiglio poco opportuno.
Arrivate davanti la stanza le due salutarono i loro nuovi amici e poi, dopo
essere entrate in camera, si andarono a struccare.
Non appena furono sotto le coperte del loro lettone matrimoniale Kimberly si
girò verso il lato della cugina e fece uno dei suoi sorrisi a trentadue denti
che solo se la conoscevi bene sapevi benissimo a cosa voleva andare a parare.
"Che c'è?" fece Abi quasi disturbata da quello
sguardo.
"Che ne pensi dei due ragazzi?" disse
ammiccando con le sopracciglia.
"Mah, sono carini"
"SONO CARINI? Guarda che mi sono accorta delle facce che hai fatto quando
li hai visti – la rimproverò la cugina – comunque mi dispiace proprio che con
quel Luke non si possa fare"
"Perché? È già impegnato?"
"No, perché è più piccolo di noi di tre anni"
Abigail soppesò la cosa e poi disse "Embè? Che fa che è più piccolo? Se è bono è bono. E poi di che ti preoccupi te che sei pure fidanzata"
"Era un pensiero, non ci volevo combinare
niente" si affrettò a giustificarsi Kimberly.
"Vabbè comunque occhio non vede, cuore non duole. Io
fossi in te due bottarelle ce le avrei date"
"ABIGAIL!"
"Che c'è? È vero. E tu sai che a te dico sempre la verità nient'altro che
la verità – disse Abi girandosi dall'altra parte, poi prima di spegnere la luce
del comodino continuò – e comunque il ricciolino è già prenotato"
Kimberly rimase di sasso, non si aspettava un'affermazione del genere dalla
cugina e dandole una spinta sulla schiena le disse quasi ridendo "Ma va
va, addormentati che se dici un'altra cacchiata ti prendo e ti butto fuori
dalla nave, buonanotte".
note:
Eccoci con il primo capitolo, che ne pensate? I nostri
protagonisti si sono appena conosciuti, chissà cosa
succederà ora *risata malvagia* voi avete qualche idea?
Siamo curiose di scoprire cosa ne pensiate, se sia una storia carina
oppure no. Fatecelo sapere con un commento, sono sempre ben accette
anche le critiche costruttive <3
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Attraction capitolo 2
Il mattino seguente le ragazze si svegliarono
tranquillamente verso le 9, si lavarono, si vestirono comode ed andarono a fare
colazione. Decisero di andare al buffet e appena entrarono nella sala si
ritrovarono davanti un'enorme tavolata piena di leccornie: il tempo di leccarsi
i baffi e la assalirono letteralmente.
Abigail si aggirava tra i banconi alla ricerca di qualcosa al cioccolato che le
desse la forza di affrontare la nuova giornata ma probabilmente stava guardando
dalla parte sbagliata perché scorgeva solamente frutta e marmellate. Stufa di
cercare optò per una marmellata ai mirtilli: "Ma Evan l'hai più
sentito?" parlò mentre la prendeva e se la metteva nel piatto.
Kimberly scrollò le spalle molto più interessata a capire cosa le andava di
mangiare: "Mi ha inviato l'ultimo messaggio quando stavamo a Firenze e poi
è morto"
"Credi che la situazione possa tornare stabile? Cioè
tra tutti questi recenti tira e molla io mi sarei già rotta"
"Non lo so, adesso voglio solo divertirmi"
tagliò corto Kim mettendosi il the dentro la tazza e dirigendosi verso il loro
tavolo.
La cugina cercò di starle dietro ma aveva troppe cose nel
piatto e dovette rallentare il passo: "E pensi che sia una buona idea? Nel
senso che comunque dovresti approfittare di quest'occasione per chiarirti le
idee non per incasinarti ancora di più" disse sedendosi e iniziando a
trafficare con il cibo.
"Oppure – fece una pausa per
guardarla dritta negli occhi – con una scappatella potrei capire cosa voglio
davvero da un fidanzato"
"La parola scappatella mi fa pensare a qualcosa di
squallido"
"Ti fari fare una scappatella con quell'Ashton, poi voglio proprio vedere
se dici ancora che è squallido"
Che? Cosa aveva detto? Una scappatella con Ashton? Lei,
Ashton e una notte di fuoco? Forse la sera prima qualche pensierino sconcio
l'aveva fatto ma era rimasto quello: un pensiero e basta, non aveva mica
considerato seriamente l'idea di combinarci qualcosa insieme. Cioè non che
l'idea le dispiacesse però aveva una repulsione per quella che la gente
chiamava comunemente "una botta e
via", cavolo il sesso lo considerava come una tappa importante di una
relazione non come una cosa che prendi quando capita e soprattutto con il primo
che capita. La ragazza cercò di dire qualcosa ma le uscirono solo
incomprensibili farfugli.
"Lo sapevo, sei diventata tutta rossa"
"Ma cosa sapevi tu che non ho detto niente"
cercò di difendersi Abi.
"Dovresti imparare a leggere il linguaggio del corpo, mia cara – fece Kim
con aria saccente – comunque, seriamente, secondo te li rivedremo Ashton e
Luke?"
"Se proprio vuoi leggere il linguaggio del corpo leggi questo – disse
Abigail mostrandole il dito medio e ricevendo in cambio una linguaccia – in
ogni modo la nave è questa quindi penso proprio che li rincontreremo; se non li
ribecchiamo siamo proprio due mega sfigate"
Finito di mangiare decisero di fare un salto in palestra ma, arrivate lì, la
trovarono strapiena. Decisero, così, di andare a prendere un po’ di sole in
piscina, magari verso mezzogiorno avrebbero riprovato a vedere se c'era posto
sul tapis roulant.
"È veramente una bella giornata oggi, ti va di
andare a mangiare un gelato oggi pomeriggio? Il posto buono dove ci hanno
portate Alberto e Silvia stava qua, giusto? Com'è che si chiamava? Yogurtqualcosa tipo" disse Kimberly
girandosi verso la cugina. Questa si alzò di botto dal lettino e urlò:
"Yougurino! Serio? Era qui? E perché non me l'hai detto prima?" la
accusò.
"Pensavo te lo fossi ricordato" si giustificò
Kim.
"Beh, non è così" disse Abigail facendo la finta offesa.
"Sei proprio antipatica quando metti il broncio.
Allora? Ci andiamo?"
"Ovvio, ho proprio voglia di uno di quei frappè mega
giganti che fanno lì con tanta panna sopra"
Alle due ragazze vennero gli occhi a cuoricino solo a pensare a quanto erano buoni
i gelati di quella gelateria. Fantasticarono ancora un po’ su quello che
avrebbero preso da mangiare quel pomeriggio e poi si misero a spettegolare
sulla gente che stava lì a prendere il sole con loro.
"Oh. Mio. Dio. Ma l'hai visto quel cicciobombo con
il sedere di fuori?"
"Che schifo, Abi!! Io ti indico i superfighi e tu mi fai vedere ste
cose?" Kimberly fece una faccia disgustata nel vedere quel sedere peloso.
"Seh, vabbè, superfighi, mo non ci allarghiamo,
carini casomai. Madonna comunque s'è proprio cotto quello là. Secondo me è tipo
o un inglese o un tedesco" le due vivendo in un luogo di mare ogni tanto
riuscivano a ritagliarsi un momentino per andare in spiaggia e prendere un po’
di tintarella. Anche Kimberly, che era di carnagione più chiara rispetto ad
Abigail, aveva un colorito da essere vivente. Quei turisti invece le facevano
ridere perché bianchi peggio dei morti pretendevano di diventare di un colore
un po’ più sano stando sotto il sole nelle ore più calde della giornata finendo
invece con il diventare rossi come delle aragoste.
"È veramente una visione a cui avrei preferito non
assistere – commentò Kim – No, ma guarda invece quella come si atteggia – disse
facendo segno con la testa verso una signora sulla quarantina con un bikini
super striminzito che cercava di sgridare il figlio dall'alto del suo lettino
senza neanche muovere un muscolo – la diva di Hollywood c'abbiamo"
Abigail scoppiò a ridere di cuore perché il nome che le aveva affibbiato la
cugina le calzava a pennello. Ciò che riuscirono a capire, fissandola per una
buona mezz'oretta, era che non sapeva proprio cavarsela con i bambini: aveva
viziato il figlio così tanto che ora ogni minaccia che lei faceva era priva di
efficacia. Le due resistettero con tutte le loro forze al desiderio di andare
lì e dare sia a madre che a figlio una pizza in faccia, poi Kim, stanca di
commentare ogni cosa che faceva e che diceva la diva, propose di andare a pranzo perchè era quasi mezzogiorno e
mezzo e se avessero tardato ancora un po’ non avrebbero fatto in tempo né a
prendersi il gelato e né a farsi una tranquilla passeggiata in riva al mare.
Pranzarono velocemente al buffet e poi si andarono a cambiare in cabina.
Kimberly si mise una canotta a righe bianche e blu in stile marinaresco, degli
short, delle converse nere e uno zainetto nero. Abigail, invece, optò per un
vestitino estivo con delle stampe sopra, dei sandali marroni e uno zainetto di
pelle marrone. Non appena furono pronte si incamminarono verso l'uscita; fecero
qualche svolta a destra, qualche altra a sinistra, presero l'ascensore e quando
stavano per mettere piede fuori dalla nave videro due persone che si
divertivano a camminare come degli idioti. Per la precisione quelle due persone
erano due ragazzi; due ragazzi che Abi e Kim ricordavano molto bene: Ashton e
Luke. Le due si scambiarono sguardi complici e maliziosi.
"Ragazzi" li chiamò Kimberly al che i due
saltarono come petardi e smisero di colpo di fare gli scemi.
"Kimberly! Abigail!" si fece scappare Luke con
un tono di voce veramente stridulo mentre diventava tutto rosso per
l'imbarazzo.
"Ehi – disse, invece, Ash- dove andate di bello a
quest'ora sotto questo caldo?" domanda più che lecita visto che neanche la
bellezza del paesaggio italiano riusciva a fare qualcosa contro l'ondata di caldo
sahariano che era arrivata fin lì.
"Ci stavamo andando a prendere un gelato – rispose Abi che già stava
pensando a quali gusti prendere – voi?"
"Noi siamo appena tornati da Roma. Ci siamo svegliati stamattina presto e
abbiamo preso il treno. Abbiamo comprato un sacco di cose – disse Ashton
alzando orgoglioso le buste che aveva in mano e iniziando, tutto felice, ad
elencare i suoi acquisti – a mamma ho preso uno di quei piattini che si
appendono al muro, a mio fratello ho preso la maglia dell'Hard Rock che voleva
tanto, vi piace?" le ragazze annuirono non sapendo con'altro fare, poi Kim
senza rendersene realmente conto disse: "Che ne dite se continuiamo a
parlare del vostro shopping davanti un gelato?"
I due non se lo fecero ripetere due volte e accettarono
ma, dopo una vistosa odorata di ascelle, entrambi convennero che forse era
meglio se prima si andavano a fare una doccia se non volevano rischiare di far
rimanere secco qualcuno. Tra spintoni e dispetti raggiunsero la loro cabina.
"Mi lavo prima io" disse Luke aprendo in fretta la porta e correndo
verso il bagno lasciando Ashton come un pesce lesso all'ingresso. Non ebbe
neanche il tempo di replicare che l'amico si era già chiuso la porta alle
spalle; decise, così, di stendersi un po’ sul lettone matrimoniale e di vedere
la tv. Vedere era proprio la parola giusta perché l'unica cosa che sembrava
interessante la trasmettevano in spagnolo e lui di spagnolo non ci capiva
niente: in poche parole vedeva le immagini e cercava di dargli un senso. Il
canale trasmetteva una telenovela sudamericana e per quello che il riccio aveva
capito c'era un triangolo amoroso e ora Juan, uno dei protagonisti, stava per
cogliere in flagrante la sua ragazza che se la faceva con l'amante.
"Puoi andare" disse Luke uscendo dal bagno in
boxer mentre si asciugava i capelli con l'asciugamano.
"Ssshhh – lo zittì immediatamente l'amico – Juan sta
per scoprire che la fidanzata gli mette le corna e che quindi il figlio che
hanno potrebbe non esse suo"
Luke rimase un po’ perplesso nel vedere l'amico steso in posizione prona sul
letto con le mani sotto il mento così preso a vedere la telenovela. Scansò
l'idea iniziale di prenderlo in giro, ci sarebbero state altre occasioni per
farlo, e si limitò a dire: "Come diavolo hai capito tutto questo se di
spagnolo non sai un tubo?"
Ashton fece la faccia offesa: "Sono un tipo
sensibile io, certi argomenti mi toccano nel profondo"
Il biondo roteò gli occhi: "Certo, soprattutto se
l'argomento è il sesso"
"È un argomento serio – fece il riccio alzandosi e dirigendosi verso il
bagno – non capisci niente" e lo spintonò per farsi largo. Chiuse la
porta, si spogliò e si infilò sotto il getto d'acqua tiepida. Iniziò ad
insaponarsi i capelli quando il rumore della porta che si apriva gli fece
prendere un colpo.
"Luke – starnazzò eliminando con la mano la condensa del vetro per vedere
meglio – che fai?"
"Non ti sembra evidente? – disse prendendo lo spazzolino e il dentifricio
– mi lavo i denti"
"Aaaah, capito – fece una pausa – vuoi pure le mie
mentine?"
"Che ci devo fare con le mentine?" sbiascicò
Luke mentre spazzolava i denti.
"Te ne metti un paio in bocca prima di
baciarla" disse Ashton alzando ripetutamente le sopracciglia.
Per poco il ragazzo non si strozzava con il dentifricio: "Ma che ti sei
fumato? – disse tossendo diverse volte – chi dovrei baciare?"
"Ma come chi? Kimberly"
"Ho solo detto che è carina non che la prenderei e la sbatterei al muro. E
poi punto numero uno: non la conosco e punto numero due: finita la vacanza non
la rivedrei più, non potrebbe mai diventare una cosa seria quindi a che scopo
combinarci qualcosa?"
Ash si trattenne dall'uscire e prenderlo a sberle:
"Madonna che vecchio. Sei proprio pronto al matrimonio. Siamo ragazzi,
siamo venuti qua per divertirci e flirtare con le ragazze è divertente. Quindi
o quando esci da questa stanza ci provi con Kimberly o la prossima volta che
entri qui sarai un uomo morto! – disse agitando la bottiglietta del
bagnoschiuma – e poi chi ti dice che non potrebbe diventare seria, ci sono un
sacco di relazioni a distanza che durano, quindi fai meno l'imbecille e
finisciti di preparare"
Luke fece come gli era stato detto e dieci minuti dopo erano entrambi fuori
dalla cabina belli e profumati.
Scesero dalla nave e il biondo continuava a
pensare alle parole che l'amico gli aveva detto in bagno. Doveva sciogliersi un
po’ se non voleva rimanere solo a vita. Ma perché con le ragazze carine era
sempre difficile? Forse doveva immaginare che stava uscendo con uno dei suoi
amici. Sì, forse. Appena, però, provò ad immaginarsi mano nella mano con uno
dei suoi amici un brivido percorse la sua schiena e scansò immediatamente
quell'idea che gli faceva venire il voltastomaco. Pensava, non faceva altro che
pensare a cosa avrebbe dovuto dire, a cosa avrebbe dovuto fare, aveva pensato
così tanto che stava per entrare nel pallone. Fece un respirone per calmarsi e
una lampadina gli si accese. Purtroppo rimase accesa per neanche due secondi
perchè non appena vide Kim nella sua mente comparve un buco nero che risucchiò
tutto. Blackout. Le mani iniziarono a tremare, il passo era sempre meno sicuro.
Guardò per un momento l'amico e invidiò la sua sicurezza, la sua disinvoltura.
Poi si girò a vedere le ragazze, sembravano così spensierate. Kimberly stava in
piedi e fingeva di dare dei cazzotti alla cugina che dall'alto del muretto dove
era seduta la guardava rassegnata e ogni tanto accennava qualche calcio nella
sua direzione. Era possibile che lui fosse l'unico agitato? Era possibile che
lui fosse l'unico a cui lo stomaco si stava contorcendo su se stesso? Era
possibile?
Abigail fu la prima ad accorgersi dei due ragazzi e con un cenno della testa
fece capire alla sua compagna di smettere di fare la finta bulla e di
ricomporsi se non voleva sembrare una scema.
"Allora? Andiamo a prendere questo gelato?"
disse Ash mettendosi le mani in tasca.
"Certo" dissero in coro Abi e Kim.
"Forza, allora fateci strada" continuò lui facendo l'occhiolino a
Abigail la quale non poté fare a meno di abbassare gli occhi ed arrossire.
Uscirono dal porto e iniziarono a camminare sul viale alberato che costeggiava
il mare, dopo qualcosa come cento metri attraversarono la strada ed entrarono
nella gelateria. L'aria condizionata del locale fece venire ai quattro un
brivido di piacere alla schiena, il caldo che faceva quel giorno era veramente
troppo. Si avvicinarono alla cassa e iniziarono a ordinare quello che volevano.
Kimberly prese uno yogurt alla vaniglia con sopra fragole e ananas, Abigail un
frappè al cioccolato con la panna, Luke un cono grande cioccolato, variegato
alla nutella e fiordilatte con doppia panna e Ashton un cono grande vaniglia e
mango. Decisero di sedersi in uno dei tavolini della gelateria e di
chiacchierare un po’ lì.
Non appena Kim si sedette senti il cellulare suonare, lo prese da una delle
tasche dello zaino e vide che le era arrivato un messaggio. Era di Evan. Lottò
con tutta se stessa per non aprirlo, se lo avesse letto al cento per cento gli
avrebbe rovinato la giornata, sarebbe stata tutto il tempo a pensare a lui.
Guardò lo schermo indecisa sul da farsi ma alla fine cedette.
"Ehi –
recitava il messaggio – come prosegue la
vacanza? Non mi rispondi da più di un mese. Non ti sto chiedendo spiegazioni
sul tuo recente comportamento; vorrei sapere solamente come stai. Questi mesi
senza te mi stanno uccidendo. Mi manchi tanto, non vedo l'ora che torni per
riabbracciarti"
La ragazza non sprecò il suo tempo neanche a cancellare
il messaggio; spense direttamente il telefono e riportò la sua attenzione verso
i tre ragazzi che stavano parlottando tra loro. Prese un altro po’ di yogurt
dalla vaschetta e, indicando i suoi due nuovi amici con il cucchiaino, disse:
"Come vi siete conosciuti?"
I due ci pensarono un po’ su e poi guardandosi scoppiarono a ridere. "Ci
siamo conosciuti un giorno al mare" esordì Ashton.
"Sì – gli diede man forte Luke – di vista ci
conoscevamo già perché frequentavamo la stessa scuola e, a dirla tutta ci
stavamo pure un po’ sul cazzo, poi, però, quel giorno al mare volevamo
cavalcare la stessa onda e ce ne siamo dette di tutti i colori per averla
vinta. Alla fine abbiamo preso entrambi l'onda e vi dico solo che abbiamo
rischiato di finire in ospedale"
"Voi due siete due pazzi" lo interruppe Abigail.
"Forse, ma se non l'avessimo fatto a quest'ora non
eravamo qui a parlare con voi – disse Ashton – quel giorno poi, dopo aver
rischiato la pelle, ci siamo seduti a riva, esausti, abbiamo iniziato ad
elogiarci e a parlare dei nostri interessi finendo per diventare migliori
amici"
"Che storia curiosa" disse Kimberly pulendosi
la bocca.
"Abbastanza – rispose Luke – invece voi toglietemi
una curiosità: come facevate a conoscere questo posto? Il gelato è veramente
buono"
"Si vede che hai gradito" lo prese in giro
Ashton alludendo al fatto che aveva il naso sporco di panna; Luke divenne
immediatamente rosso e si sbrigò a pulirsi.
Abigail iniziò il suo racconto: gli disse della loro
vacanza di tre mesi in Italia, gli disse di come raggiungevano le varie città,
gli disse di Alberto e Silvia. Alberto e Silvia erano una coppia sposata sulla
quarantina che si era conosciuta al lavoro. Facevano gli assicuratori e il loro
lavoro li costringeva a fare molto spesso la tratta Roma-Firenze. Inizialmente
avevano provato ad utilizzare l'aereo o il treno però la roba da portarsi dietro
era troppa e una volta arrivati in stazione spostarsi era sempre un problema
così, un giorno, parlando con degli amici scoprirono che andando con la
macchina potevano affittare i posti che rimanevano alle persone che dovevano
fare lo stesso loro percorso; in questo modo conoscevano persone nuove e la
benzina non era più un problema. Si iscrissero su un sito e pian piano
iniziarono a ricevere sempre più feedback positivi. È grazie a quel sito se Abi
e Kim ora conoscevano due persone stupende come loro. Dovevano raggiungere
Firenze e non volevano fare l'ennesimo viaggio in treno o in aereo così
decisero di cercare qualcuno che offrisse un passaggio in macchina ad un prezzo
conveniente e trovarono loro. A Silvia piaceva vedere il mare così ogni volta
che dovevano andare a Firenze o che dovevano tornare a Roma facevano una
deviazione a Civitavecchia. Si fermavano una o due orette, giusto il tempo per
ricaricarsi e poi ripartivano. Il giorno in cui avevano accompagnato le ragazze
avevano tutti voglia di gelato e così andarono nella gelateria dove stavano
adesso i quattro e Abigail e Kimberly ne rimasero piacevolmente stupite:
sapevano che il gelato italiano era buono ma non pensavano che ne esistesse di
così buono.
"Fico, dovremmo provare anche noi a fare una vacanza
così" disse Ashton al suo amico prima di alzarsi per andare a buttare il
fazzoletto sporco; gli altri lo imitarono e di li a poco si ritrovarono di
nuovo sotto il caldo torrido di quella giornata. Kimberly propose di andare a
fare una passeggiata in riva al mare prima di risalire a bordo e, mentre si
avviavano verso la spiaggia, raggiunse Luke e gli iniziò a parlare. L'aveva
visto un po’ teso, aveva notato che ogni tanto se ne stava in disparte e voleva
provare a scioglierlo un po’. Lei era fatta così: appena prendeva un po’ di
confidenza non si faceva scrupoli a parlare di qualunque cosa pur di non vedere
gente in disparte.
"Allora, che mi racconti?" esordì.
"Non so, che vuoi che ti dica?"
"Uhm – la ragazza si portò un dito sul mento – cibo
preferito"
"Cosa?" chiese dubbioso Luke.
"Quale è il tuo cibo preferito?"
"Ehm...non so. Forse la pizza, il tuo?"
"Non ne ho uno preferito ma uno di quelli che merita
di stare nella top ten è sicuramente la frittata con le patate – disse pensando
alla frittata che le preparava ogni tanto la nonna – ora tocca a te. Chiedimi
qualcosa"
Luke si guardò un po’ intorno alla ricerca di qualche
spunto per qualche domanda. Alla fine vide un gabbiano: "Animale
preferito"
"Questa domanda non vale, sono un infermiere
veterinario non dovrei fare distinzioni – disse dando qualche botta alla spalla
del ragazzo – comunque senza ombra di dubbio il cane è il mio preferito, però
adoro tutti gli animali. Sentiamo un po’ quale è il tuo"
"Adoro i pinguini" disse con un filo di voce
quasi vergognandosi di se stesso.
"Oddio, ma sono così carini – squittì Kim – con
quella pancetta bianca sono così patatosi. Ieri li abbiamo visti all'acquario
di Genova, erano veramente troppo carini"
"Davvero li trovi carini?" disse Luke
illuminandosi in volto.
"Certo, perché non dovrei?"
Alzò le spalle: "Non so..."
Kimberly rimase a fissarlo per un paio di secondi. Si stava chiedendo per
l'ennesima volta se Luke fosse vero. Lo trovava così dannatamente carino e
tenero che sembrava quasi finto, un ologramma mandato per destabilizzarla. Le
piaceva il modo in cui arrossiva quando era leggermente imbarazzato, le piaceva
il modo in cui metteva le mani in tasca, le piacevano le sue spalle. Cavolo,
si, le spalle, avrebbe potuto scrivere un romanzo solo su cosa erano per lei
quelle spalle. Eppure una vocina dentro di lei continuava a dirle "No, Kim, no, è piccolo e non lo
conosci". Diamine, come era possibile però che solo la sua vicinanza
le facesse venire una strana sensazione alla bocca dello stomaco? Luke la
attraeva? Doveva essere per forza così perché altrimenti non riusciva a trovare
altre spiegazioni plausibili. Luke la attraeva punto e basta.
"Ma se ci sediamo qui?" una voce la distolse
dai suoi pensieri. Era Ashton che si era seduto sulla sabbia e invitava gli altri
a fare lo stesso con un gesto della mano. Abigail si sedette vicino a lui,
seguì lei e infine Luke che con le mani poggiate dietro e la testa rivolta
all'insù guardava il cielo senza neanche una nuvola: "Vorrei essere in
vacanza tutto l'anno" si lasciò scappare sospirando. Gli altri annuirono e
poi Ashton dal nulla se ne uscì: "Questo caldo mi fa venire sonno" e
senza neanche pensarci si sdraiò poggiando la testa sulle cosce di Abigail,
che, a quel contatto, ebbe un sussulto che solo la cugina notò. Senza farsi
vedere Kim le diede una leggera botticella al braccio per farla girare nella
sua direzione e, quando ebbe la sua attenzione, alzò le sopracciglia
ammiccandole e le fece intendere che quel discorso l'avrebbero fatto in cabina,
lontano da orecchie indiscrete. Ma cosa provava in quel momento Abigail? Una
quantità infinità di emozioni la stavano travolgendo in quell'istante. Senza
farsi notare con la coda dell'occhio guardava il ragazzo che si riposava sulle
sue gambe: era così bello. Avrebbe voluto spostare una ciocca di capelli dal
suo viso perché stonava un po’ ma non poteva farlo, doveva trattenersi: non si
tocca il volto di uno sconosciuto così come se nulla fosse, non avevano mica
tutta questa confidenza, si conoscevano a malapena da un giorno. Sospirò e si
mise a giocare con la sabbia per reprimere quel desiderio mentre le parole che
le aveva detto la cugina a colazione le tornavano in mente: "Ti fari fare una scappatella con
quell'Ashton, poi voglio proprio vedere se dici ancora che è squallido"
possibile che stava già cedendo? La bellezza di quel ragazzo poteva fare tutto
questo? Perché alla fine è di bellezza che si parlava, non sapeva nulla di lui,
non sapeva se quello che le stava mostrando era il suo vero carattere, non
sapeva quali erano i suoi gusti musicali, non sapeva che cosa gli piacesse
mangiare, se andava in palestra, se aveva dei fratelli, come si chiamavano i
genitori eppure lo guardava in quel momento e gli unici pensieri che le
passavano per la mente erano tutto tranne che casti.
Dieci minuti dopo Abigail fece alzare a fatica Ashton che oramai aveva preso le
sue cosce come cuscino personale e togliendosi le scarpe era andata a camminare
a riva con i piedi ammollo: "Kim vieni anche tu, l'acqua è
fantastica!" disse alla cugina. D'un tratto le scarpe di Kimberly le
divennero strette e sentì il bisogno di togliersele. Ebbe un sussulto quando
l'acqua gelida venne a contatto con i suoi piedi caldi; era una sensazione
bellissima.
"Aspettatemi che vengo anche io – disse Luke
togliendosi le scarpe – Ash vieni anche tu?"
Il ragazzo rimase seduto sulla sabbia: "Nah, non mi
va, man, vi guardo da qui"
"Allora, Luke, hai fatto?" chiese Abi mentre cercava con il piede di
alzare qualche schizzo d'acqua nella sua direzione.
"Non riesce a tirarsi su i jeans" rispose
Ashton al posto dell'amico che era troppo preso a diventare rosso per lo sforzo
immane che stava facendo.
"E ci credo, si è messo i skinny jeans, ma il sangue
ai piedi almeno ci arriva?" scherzò Abi.
"Così impari a metterti i calzoni così stretti. Ma dove ci dovevi
andare?" disse invece Kim.
"La volete smettere tutti quanti?" Luke cercò di trattenere le
risate, quella situazione faceva ridere anche lui ma in quel momento doveva
fare la parte dell'offeso e così si limitò a guardare male tutti.
"Fatteli più stretti la prossima volta"
continuò Kimberly.
"Ora vi faccio vedere io" disse Luke che con
tutti i calzoni, che alla fine non era riuscito a tirare su, entrò in mare.
Iniziò a tirare calci all'acqua finendo per fare il bagno alle ragazze che di
rimando zupparono anche lui. L'unico asciutto era rimasto Ashton che, a riva,
si stava tenendo la pancia per il troppo ridere.
Dopo essersi assicurati di essere zuppi dalla testa ai
piedi i tre decisero di tornarsene all'asciutto sulla nave perché si stava
facendo tardi e perché volevano asciugarsi, non volevano rischiare di ammalarsi
e passare in cabina il resto della crociera.
Salirono sulla nave e si incamminarono verso la stanza
delle ragazze. Luke dopo l'episodio in spiaggia era riuscito a sciogliersi,
infatti, mentre stavano in uno dei tanti corridoi dell'imbarcazione si era
messo a dare fastidio a Kimberly. Ogni tanto le dava qualche pizzico su un
fianco oppure le dava delle spintarelle con le spalle per farle perdere
l'equilibrio. "Hai finito? – disse questa ridendo dopo l'ennesima spallata
ricevuta che la fece quasi spiaccicare addosso ad un signore dell'equipaggio.
Come risposta ricevette un'altra spinta – ma allora vuoi le botte"
"Attento che tira dei pugni potenti all'aria"
Abigail si girò verso Luke e iniziò a imitare la cugina.
"Eh ho visto le sue potentissime mosse alla kung
fu" scherzò Luke alludendo a qualche oretta prima quando le ragazze li
stavano aspettando sul muretto.
"Luke cerca le botte" confermò Kim dando una
spallata al biondo. Questo si morse il labbro inferiore per trattenere la
risata e si voltò verso la ragazza. Le fece l'occhiolino. Si, magari Luke che
si mordeva il labbro in quel modo così dannatamente sexy poteva anche riuscire
a reggerlo ma la combo morso/occhiolino era veramente troppo. La botta non
l'aveva ricevuta lui ma Kim e anche in pieno stomaco. Si sentiva andare in
fiamme, non riusciva a ristabilire il battito cardiaco e probabilmente era
diventata rossa come un'aragosta. La prossima volta che a Luke sarebbe venuto in
mente di rifare un combo del genere era meglio se prima l'avvertiva o c'era i
rischio che ci rimaneva secca. Un sorriso sghembo fu l'unica cosa che riuscì a
fare e per questo si diede mentalmente della stupida.
A mettere il dito nella piaga ci pensò niente popo di
meno che Ashton: "Siete fidanzate?"
Kim per poco non
si strozzò con la saliva. Ancora non aveva pensato di dire a Luke che era
fidanzata. Doveva o non doveva dirglielo? Ora che finalmente iniziava a
sciogliersi non poteva dirgli una cosa del genere, sarebbe di nuovo riandato
sulle sue. Che poi in realtà stava bellamente ignorando Evan quindi era come se
si fosse presa una pausa e questo si poteva benissimo aggiungere al fatto che
Luke abitava a Sidney quindi anche se fosse successo qualcosa chi l'avrebbe mai
più rivisto? La cosa sarebbe rimasta solo tra lei e Abigail e Kim sapeva che
della cugina poteva fidarsi così si spicciò a dire "No, non siamo
fidanzate" finendo per ricevere un'occhiata curiosa da Abi.
"Nemmeno noi" disse Ashton gongolando, i tre
non vollero sapere cosa stava pensando quella mente bacata.
"Siamo arrivate" esordì Abigail prendendo dalla
borsa la tessera magnetica per aprire la porta.
"Io la butto lì: che ne dite di cenare insieme
stasera?" disse Luke lasciando un po’ tutti a bocca aperta. Una proposta
del genere era più da Ashton, il biondo non sembrava il tipo.
"S-sì, v-va bene" rispose Kimberly per entrambe
e così dicendo le due entrarono in camera lasciando i ragazzi in corridoio.
Cinque minuti dopo essersi sdraiata nel lettone Kim
chiese a bassa voce: "Se ne sono andati?"
"Suppongo di si, non mi hanno dato l'aria di essere
due maniaci stalker. Perché?"
"Perché volevo parlare un po’" disse rotolando
sul letto come un felino felice.
"Riguardo?" la cugina si spostò con la sedia
del balcone per vederla meglio.
Kim finse di fare la vaga: "Mah, non so...potremmo
tipo parlare di questa vacanza, del mare, la sabbia, te, Ashton, i pesciolini,
gli uccellini"
"Il Sole, la Luna, le stelle, te, Luke, il cosmo, la
galassia, l'amore" continuò la
cugina enfatizzando l'ultima parola.
"Cosa vorresti insinuare? È piccolo, non fa per
me" si sbrigò a giustificarsi Kim.
"E illuminami era piccolo pure quando passeggiavate
carini carini sulla sabbia a parlottare del più e del meno? Dai, sono tutte scuse.
Comunque dimmi un po’: da quando non sei più fidanzata? – disse alzandosi dalla sedia e
raggiungendola sul letto – credo di essermi persa qualche episodio"
"Sono in pausa quindi faccio quello che voglio e poi stai
solamente deviando il discorso, io volevo parlare di te e Ashton"
piagnucolò questa sbattendo mani e piedi sul materasso.
"Io non devio proprio niente signorina, qui quella che si è
presa una bella cotta sei tu" disse rimproverandola con il dito.
"Seh, ha parlato MrsDiventoTuttaRossaQuandoAshtonMiStaVicino,
ma per favore"
"Non è colpa mia se è carino" si giustificò Abi.
"E dai, combinaci qualcosa, si vede lontano un miglio che ci
prova" Kim tentò di persuaderla.
"Quanto sei lagnosa quando ti ci metti. Lo sai che questo
tipo di avventura non fa per me. Cioè dovrei darla a uno che tra un po’ non so
neanche come si chiama? Ma non se ne parla proprio. La signorina, qui, prima deve conoscere bene il ragazzo e poi se le
piace potrebbe pure prendere in considerazione il fatto di aprirsi a lui"
"Si, così sta sicura che rimarrai zitella a vita" la
prese in giro la cugina che ricevette in cambio una cuscinata in faccia.
Anche in una cabina dall'altro lato della nave si stava svolgendo
una conversazione simile.
"E bravo il nostro Lucas. Hai visto? Non ci voleva molto.
Dovevi solo scioglierti un po’" l'interpellato si grattò la testa e
arrossì leggermente mentre l'altro si buttava di peso sul letto.
"S-sì, all'inizio è stato un po’ difficile però poi lei è
stata così carina con me e, sì, dai, ci voglio provare – Luke sospirò e si
sdraiò vicino l'amico – quale è il prossimo passo?"
"Mi sembra ovvio – disse con aria saccente Ashton – ora si entra nel vivo:
dovrai farla cadere ai tuoi piedi, dovrai conquistarla - Luke non rispose, non
aveva mai provato a conquistare una ragazza in meno di una settimana. Dopo
attimi di silenzio l'amico comprese i suoi pensieri e continuò – ma ti devo
proprio dire tutto? Inizi con qualche sguardo complice, poi inizi a sfiorarla
delicatamente per farle salire il desiderio finchè il contatto tra voi non
diventa qualcosa di cui non puoi fare a meno e poi puff, è fatta. Non ci vuole
tutta questa grande scienza"
Luke lo guardò di traverso: "Ma tu sei proprio sicuro che
funziona? Cioè prendiamo te e Abigail: tu sei sicuro che anche lei vuole fare
solo sesso. Non mi è parsa una ragazza da una botta e via...e neanche Kimberly"
A questo Ashton non aveva proprio pensato. Non si era mai trovato in una
situazione del genere. Nessuna ragazza l'aveva mai rifiutato quando voleva
portarla a letto. Sicuro era il fatto che le due ragazze non erano le solite
galline che si incontravano nelle discoteche; sembravano avere la testa sulle
spalle da quel poco che le conosceva. Stava assistendo, impotente, al crollo
dei suoi castelli di sabbia; possibile che non aveva preso in considerazione il
fatto che Abigail poteva benissimo rifiutarlo? Aspetta, una ragazza poteva
veramente rifiutarlo? Forse il fatto che era uno dei surfisti più ambiti del
litorale dove lavorava gli aveva fatto credere che poteva avere tutte le
ragazze ai suoi piedi. Deglutì. Non poteva arrendersi senza averci neanche
provato. No, non poteva.
Note:
eccoci qui con il secondo capitolo! I ragazzi finalmente hanno avuto
modo di passare un po' di tempo insieme e di conoscersi un po' di
più, chissà ora cosa succederà. Ashton cerca solo
diverimento ma Abigail non sembra volergliela dare vinta facilmente (in
tutti i sensi), riuscirà Ashton nel suo intento? e tra Kim e
Luke invece cosa succederà, il biondo scoprirà che la
ragazza è fidanzata? Chissà ;)
Fateci sapere come vi sembra il capitolo e come pensate che la storia andrà avanti, siamo curiose <3
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3 Attraction
Erano le 8 e Luke stranamente si era svegliato presto. La sera
prima avevano fatto tardi: dopo cena erano andati in discoteca ed erano rimasti
lì fino alle quattro e mezza del mattino. Fece un mega sbadiglio e si
stiracchiò stando attento a non svegliare Ashton che se la dormiva a pancia
sotto.
Si girò di colpo verso sinistra per potersi alzare ma un forte mal di testa lo
fece rimanere sdraiato; si portò le mani sulle tempie e le massaggiò. Cos'aveva
fatto ieri sera? Aveva bevuto, si, e poi? Si ricordava gli avvenimenti a
tratti: aveva ballato, aveva visto dei ragazzi ballare con Kim e l'ultima cosa
che gli veniva in mente era che ballava con lei. Aveva ballato con lei? L'aveva
fatto veramente? Divenne d'un tratto tutto rosso e per nasconderlo istintivamente
si portò le coperte fino sopra la fronte. Si stava vergognando a morte, non si
ricordava tutto quello che aveva fatto: doveva chiedere ad Ashton. Sperava solo
di non aver fatto cose sconvenienti.
"Ash – chiamò non ricevendo nessuna risposta – Ashton,
svegliati"
Il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile al che Luke lo
richiamò.
"Che c'è?" parlò l'amico con la voce ancora impastata
dal sonno.
"Cos'ho fatto ieri sera? – Il riccio lo guardò accigliato non
capendo a cosa volesse andare a parare l'amico. Luke non poteva pretendere che
il suo criceto facesse funzionare gli ingranaggi del suo cervello alle 8 di
mattina dopo aver dormito neanche quattro ore. Era rimasto in una sottospecie
di trance indeciso se tornare a dormire o mandare l'amico a quel paese quando
il biondo continuò – Mi fa male la testa. Ho bevuto?"
Ashton si girò a guardare il compagno di stanza e quasi spontaneamente le sue
labbra si piegarono in un sorriso biricchino: "Oh sì, man, e come se hai bevuto. Eravate ubriachi tutti e due"
"Tutti e due?" chiese il ragazzo non capendo.
"Sì, tu e Kim. Ora posso dormire? Stavo facendo un bel sogno
– l'unica cosa che Ash voleva fare era dormire. Quando aveva deciso di fare una
vacanza con Luke aveva messo in conto le notti insonni però in quel momento
aveva veramente bisogno di stare almeno altre due ore tra le braccia di Morfeo.
Purtroppo, però, l'amico non era del suo stesso avviso così decise di
raccontargli tutto. Prima lo faceva prima Luke l'avrebbe lasciato in pace. Si
tirò su; poggiò i gomiti sul letto e mise la faccia tra le mani – allora ieri
sera dopo cena siamo andati in discoteca. Inizialmente ho ordinato quattro
cocktail, uno per ognuno. Ho offerto io perché sinceramente di 36 cocktail non
so proprio che farmene. Che mi era passato in testa quando ho comprato quel
pacchetto non lo so. Comunque stavo tutto tranquillo a lavorarmi Abigail quando
ti avvicini e mi chiedi la tessera del pacchetto perché tu e Kim avevate finito
quelli che vi avevo preso. Torni tutto feliciotto con due drink per ognuno ma
tu non hai neanche il tempo di finirti il primo che lei si è già finita i suoi
e si butta in pista. Ovviamente una ragazza tutta sola balla in pista è un bel
bocconcino e alcuni egiziani non se la sono lasciata scappare. Così mezza intontita
dai cocktail se la stava spassando con quelli quando ti alzi di botto, scacci
quei tizi e ti metti a ballare con lei – Luke deglutì – un ballo molto sexy a
mio avviso. E niente, avete continuato così per un po’ e poi io e Abi vi
abbiamo dovuto riportare in camera che Kim non si sentiva affatto bene e tu non
eri da meno"
"Oddio – esclamò Luke in preda all'imbarazzo. Era tutto rosso
in faccia – dici che lei si ricorda? Che figuraccia. Ma che mi diceva la
testa?"
"Vuoi sapere che ti diceva la testa? Beh ti basti sapere che
prima di alzarti ed andare in pista hai detto testuali parole: l'alcol aiuta a sciogliere e poi hai
mandato giù tutto d'un fiato quello che era rimasto del tuo drink"
"Perché non mi hai fermato? Sei mio amico! Devi evitare che
io faccia cazzate" il tono di Luke
si era leggermente alzato.
"Man, non sono mica
la tua badante. Avevo cose ben più importanti da fare"
"Come limonare con Abigail?" ammiccò il biondo
scordandosi perché due secondi prima stava per sbroccare all'amico.
"Non abbiamo limonato"
"Ahi! E qui casca un mito! Ragazzi, il grande Ashton, dopo
due incontri, ancora non riesce a far cadere ai suoi piedi Abigial. Fidati
amico, questa non te la da"
"Ma la smetti? Mi svegli presto per una cazzata e rompi pure?
E comunque entro oggi sarà cotta a puntino. Ora alzati che non ho più sonno.
Andiamo a fare colazione e poi ce ne andiamo in palestra" disse Ashton un
po’ scazzato mentre se ne andava in bagno. Questo riuscì a tenere il muso per
soli cinque minuti, il tempo di andare in bagno e già l'incazzatura stava
iniziando ad andare via. Non perché non fosse capace a stare incazzato per più
di due minuti ma perché Luke era di una tenerezza tale che anche volendo
nessuno sarebbe riuscito a tenere il muso per tanto tempo. I suoi subdoli sorrisi
potevano incantare chiunque e lui lo sapeva bene; ecco perché per tutto il
tragitto fino al buffet e mentre mangiavano non perdeva occasione di far cadere
Ashton nella sua trappola.
"Ok, man, smettila di fare
così" disse Ash mentre entravano in palestra.
"Così come?"
"Così come stai facendo adesso. Questi sorrisetti bastardi
che non mi permettono di incazzarmi con te "
"Non capisco di cosa tu stia parlando" disse Luke facendo spallucce e
impostando il tapis roulant in una delle modalità pre-impostate.
Ashton gli rivolse uno sguardo di fuoco; odiava quando faceva il
finto tonto: "Spero che Kim si ricordi di ieri sera così non vorrà mai più
combinare qualcosa con te"
A quelle parole Luke, che si era momentaneamente scordato di ciò
che l'aveva turbato di prima mattina, iniziò a sudare freddo, iniziò a farsi
mille paranoie pensando a Kim, a cosa gli avrebbe detto se si fosse ricordata
di quello che era successo la sera prima. "Però
Ashton ha detto che era sbronza come me, magari non ricorda nulla"
pensò ma subito dopo si diede mentalmente una manata in fronte e si corresse "Abigail, non ho preso in
considerazione Abigail. Sicuramente le ha raccontato tutto. Sono fottuto".
Il ragazzo era così preso a ingarbugliarsi il cervello che non si era accorto
che la protagonista di tutto quel trambusto che aveva in testa era appena
entrata in palestra e lo stava raggiungendo.
"Ciao ragazzi" esordì.
Luke aveva rischiato di cadere dal tapis roulant dallo spavento.
Si resse alle maniglie ricoperte di gomma dell'attrezzo che stava usando e con
voce stridula disse: "K-Kimberly! Che ci fai qui?"
La ragazza guardò prima lui e poi l'amico, non era abbastanza
evidente che voleva fare un po’ di sano sport? Quando una persona va in
palestra si presuppone faccia questo. Si diede una rapida occhiata addosso:
voleva essere sicura di portare la tuta, magari con il sonno che aveva mentre
si vestiva si era messa i jeans. Ma, come volevasi dimostrare, era vestita in
tenuta sportiva, non si era nemmeno truccata perché sapeva che avrebbe sudato e
non voleva diventare kung fu panda, portava le trainers e la coda alta, che
altro doveva mettersi? Un cartello con scritto "vado in palestra ad allenarmi"? sospirò e sorridendo
disse: "Lo stesso che fai tu. Mi tengo in forma"
In quel momento i venti minuti a disposizione dei due ragazzi per
usufruire del tapis roulant finirono. Ashton, visto che non c'era nessun altro
a voler utilizzare l'attrezzo, impostò altri venti minuti; Luke invece lasciò
il posto a Kim e se ne andò dalla parte delle cyclette: meno stava vicino a lei
meglio era per la sua sanità mentale.
"Oggi ti sei svegliata presto, eh?" esordì Ashton con la voce
spezzata dal fiatone.
"Si, avevo un mal di testa atroce, mi sa che ieri sera ho
bevuto un po’"
"Eh si, hai alzato un po’ il gomito, ma niente di che – la
tranquillizzò il ragazzo non accennando minimamente al fatto che si era
strusciata contro un gruppo di egiziani e che aveva ballato in modo molto
sensuale con Luke. Per non permettere all'amica di indagare oltre, decise di
cambiare discorso; voleva bene a Luke e non avrebbe mai raccontato nulla a
Kimberly della sera prima se lui non voleva che lo facesse – Abigail?"
"Lei, per sua fortuna, si trova ancora nel mondo dei sogni.
Probabilmente quando tornerò in camera la troverò ancora sotto le lenzuola"
Ashton rimase in silenzio per un po’ e poi disse: "Perché non vi unite a
noi per pranzo? Magari poi andiamo tutti insieme ad esplorare la nave. Ho
troppa voglia di andare alla sala giochi o al cinema 4D"
"Nooo, che fico! Sembra troppo divertente. Appena vedo Abi glielo dico ma,
conoscendola, accetterà sicuramente"
Per il riccio un altro giro sul tapis roulant era finito così decise di andare
insieme a Luke sul bilanciere. Notò lo sguardo preoccupato dell'amico e così
gli chiese cosa c'era che non andasse.
"Si ricorda qualcosa di ieri sera?"
Ashton, che voleva vendicarsi del fatto che l'aveva svegliato
presto, decise di raccontargli una bugia e di farlo soffrire un po’, così gli
posò una mano sulla spalla e disse "Sei nella merda, man" facendo impallidire di colpo Luke.
"Abigaaaaail – urlò felice Kim aprendo la porta della sua stanza
aspettandosi di trovare la cugina già sveglia e pimpante che si finiva di
sistemare. L'interpellata, al contrario delle sue aspettative, stava ancora
sotto le lenzuola, in pigiama, un po’ sudaticcia, con i capelli legati a
formare uno pseudo chignon che tutto faceva tranne che tenere i capelli –
ancora così stai? Sbrigati! Spegni la tv. Dobbiamo prepararci o si farà
tardi" aggiunse quasi presa da un
attacco isterico.
La ragazza la guardò accigliata, non capiva il perché di tutta quella scenata.
Scavò in ogni angolo della sua mente per cercare di ricordare se la cugina le
avesse detto qualcosa oltre il fatto che se ne andava in palestra ma non
ricordava niente. Non si arrese e cominciò a scavare più a fondo perché era
consapevole che la maggior parte delle volte, per distrazione, dimenticava
quello che le dicevano di fare. Dal tono di voce di Kim sembrava una cosa
importante ma cercò di non farci caso e con tutta la tranquillità del mondo si
girò verso il comodino alla sua sinistra per prendere il telefono e vedere
l'ora: mezzogiorno meno venti. Non le diceva proprio niente di niente
quell'orario a parte che tra un'oretta dovevano presentarsi al ristorante per
pranzare. E ora che ci rifletteva su il suo stomaco iniziava a farsi sentire:
non aveva mangiato più nulla dalla sera prima a cena.
Rassegnata Kim sbuffò e la raggiunse sul letto. La guardò per qualche secondo
senza dire niente, poi un sorriso comparve sul suo viso. Abigail conosceva bene
quell'espressione: ogni volta che faceva quel sorrisetto voleva dire che c'era
qualcosa di losco sotto. Da piccole ogni singola volta che dovevano combinare
qualcosa di nascosto era quello il sorriso che le si stampava in faccia.
"Mi arrendo, sputa il rospo. Che cosa mi sono persa? Ti conosco troppo
bene"
Kimberly si sistemò meglio sul letto: "Allora come sai questa mattina sono
andata in palestra e fin qui niente di nuovo. Arrivo in sala, mi fanno firmare
la liberatoria, alzo gli occhi e chi mi ritrovo davanti? Ashton e Luke –
Abigail era rimasta a bocca aperta. Era possibile che per una volta che era
rimasta a dormire aveva sprecato una simile occasione? Chi dorme non piglia
pesci le ricordò una vocina nella sua testa al che lei annuì rassegnata e
continuò a sentire il racconto della cugina – li raggiungo e li saluto. Poi non
ho ben capito perché Luke se ne va e mi lascia da sola con Ashton"
"Luke ti ha lasciata da sola con Ashton – ripetè Abigail sconcertata – ma
io pensavo che a Luke tu piacessi"
"Ma pure io. E poi si vede chiaro come il sole che Ashton ci prova con te.
Qui le cose sono due: o siamo noi che non sappiamo più interpretare i segnali
da parte dell'altro sesso o sono loro i cretini che sbagliano approccio. Guarda
non ho parole. Ci sono rimasta un po’ male sinceramente, poi, però mi è subito
passato di mente. Indovina perché?"
"Cosa? Che è successo? Oh mio dio, non mi dire che Ashton e Luke stanno
insieme"
Kimberly scansò la cugina con un gesto della mano: "Ma la smetti di dire
cacchiate? Non stanno insieme...almeno credo. Comunque penso di no perché poi
Ashton ci ha invitate a pranzo e a passare il resto della giornata in loro
compagnia. Abbiamo l'appuntamento tra una cinquantina di minuti"
Per poco Abigail non si strozzò con la sua stessa saliva. Si diede qualche
colpo sul torace e poi urlò: "CHE COSA? E me lo dici così? Oddio e cosa mi
metto adesso? È tardissimo e devo anche lavarmi i capelli. Kimberly io ti odio,
potevi dirmelo direttamente cinque minuti prima d'andare eh" in un nano
secondo la ragazza si era alzata dal letto, era andata a rovistare nell'armadio
e si era chiusa in bagno a lavarsi.
Tutta la tranquillità che aveva mentre stava guardando il programma in tv era
svanita. Mentre si spogliava iniziò a sudare più di quanto non stesse già
facendo per il caldo; il cuore iniziò a pompare più sangue alle arterie e una
strana sensazione alla bocca dello stomaco le fece venire un po’ d'ansia. Aprì
il getto d'acqua e lo impostò su freddo: doveva in qualche modo calmarsi, doveva
in qualche modo cercare di non pesare a cosa l'aspettasse ma più se lo ripeteva
e più la voglia di vedere Ashton si impossessava di lei.
Benissimo era cotta di un perfetto sconosciuto.
Prima di uscire dalla stanza si rimirarono per l'ennesima volta nelle grandi
ante vetrate dell'armadio che arrivavano fino sopra il soffitto; tutto sommato
si erano vestite comode: pantaloni corti e maglietta. Abigail era rimasta sul
neutro scegliendo dei calzoncini di jeans a vita alta e una maglia grigia che
finiva poco più sopra dell'ombelico. Kimberly era andata su un look più
colorato optando per dei pantaloncini arancioni che riprendevano il colore
delle ciliegie sopra la maglietta.
Le due erano elettrizzate all'idea di pranzare con i ragazzi. Avevano già
mangiato insieme la sera prima e quella prima ancora ma stavolta erano agitate
come se fosse il loro primo vero appuntamento; non sapevano spiegare il perché
ma avevano una buona sensazione.
Appurato che stessero bene e che fossero presentabili uscirono dalla stanza,
chiusero la porta e si incamminarono verso l'ascensore con il sorriso stampato
in faccia. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano scoppiavano a ridere
senza avere un motivo preciso. Erano troppo felici.
Fecero il percorso che le avrebbe portate al buffet in modo meccanico, neanche
vedevano dove stavano andando come se una qualche forza magnetica le stesse
guidando e attirando verso Ashton e Luke. Avevano la testa tra le nuvole;
pensavano a cosa avrebbero dovuto dire, a cosa avrebbero dovuto fare, a come
avrebbero dovuto comportarsi. Erano così prese dai loro pensieri che quasi non
si accorsero di essere arrivate. Tornate con i piedi per terra li videro:
stavano in piedi davanti l'entrata a parlottare. Sentivano Ashton ridere di
cuore, probabilmente Luke aveva fatto qualche battuta idiota o magari aveva
fatto qualche figuraccia.
"Buongiorno" salutò Abigail quando fu abbastanza vicina da essere
sentita.
"Buongiorno dormigliona" la canzonò Ashton prima di avvicinarla a se
e darle due baci sulle guance che la fecero un po’ arrossire. Poi si girò a
salutare Kim e Luke fece lo stesso.
Continuava a fare un po’ il sostenuto e Kimberly se ne accorse immediatamente
ma provò a non dargli peso, magari aveva bisticciato con Ashton o aveva qualche
problema suo, avrebbe indagato più tardi, provando a parlargli un po’. Ora non
voleva farsi guastare il malumore.
"Allora, andiamo a mangiare? Ho una fame!" disse, indicando il
ristorante alle loro spalle.
"Sì! – esultò Ashton, prendendo sotto braccio Luke e Abigail ed entrando –
cerchiamo di mangiare in fretta, così possiamo fare molte più cose in giro per
la nave!"
Li trascinò all'interno senza minimamente preoccuparsi, poi si divisero per
prendersi da mangiare. Abigail e Kim si lanciarono un'occhiata piena di
sottointesi, elettrizzate al pensiero del pomeriggio che stavano per
trascorrere.
"Allora, da dove vogliamo iniziare?" esordì Luke stiracchiandosi
appena uscirono dal locale esprimendo al contempo i pensieri delle due ragazze.
Quasi in maniera automatica gli sguardi si spostarono su Ashton; in fondo era
stata sua l'idea di esplorare la nave: "Non so – disse grattandosi la
testa – che ne dite di iniziare dalla sala giochi? Magari poi potremmo andare
al casinò o al cinema 4D. Vi piace come idea?"
"Si, mi piace come idea – disse Kimberly mentre incominciava
ad avviarsi all'ascensore per andare al settimo piano. Poi si girò verso i
compagni e indicandoli continuò – quindi iniziatevi a preparare
psicologicamente al fatto che verrete battuti"
"Questa dovrebbe essere una sfida?" domandò Luke con tono
provocatorio lasciando la ragazza un po’ disorientata visto che per tutto il
pranzo non aveva fatto altro che rispondergli a monosillabi.
"Forse" rispose lei ammiccando con le sopracciglia.
I quattro presero l'ascensore e scesero al settimo piano. Il livello, al
contrario degli altri, era pieno di gente; c'era un via vai continuo dato
probabilmente dalla presenza sia della sala giochi per i ragazzi che dal casinò
per i più grandi.
I ragazzi, entrati nella sala giochi, rimasero estasiati: c'erano così tante
cose da poter fare che non sapevano da che parte iniziare. Ashton in quel
momento si sentiva molto il maschio alpha della situazione, colui che doveva
prendere le redini del gruppo e risolvere l'arduo problema. Scrutò attentamente
il locale e vide che la gente era posizionata strategicamente attorno ai giochi
in modo tale da prendere il controllo di questi non appena il giocatore
precedente lo lasciava per qualcos'altro di più interessante. Non erano
persone, erano avvoltoi in attesa del proprio turno. Il ragazzo stava per
rassegnarsi all'idea di fare una fila che arrivava fino a poppa solo per farsi
una partita al simulatore di formula uno, quando riuscì ad intravedere tra la
folla un paio di ragazzini che giocavano a biliardino. Fece segno ai suoi
compagni di seguirlo e, non appena raggiunsero i due ragazzi, notarono che
nessun altro stava facendo la fila per quel gioco.
"Sapete giocare a biliardino?" chiese alle ragazze mentre aspettavano
il proprio turno. Queste inizialmente si guardarono dubbiose, poi all'unisono
risposero: "Più o meno"
"Dai, allora vi insegniamo noi – Ashton si avventò sul gioco
appena i ragazzini se ne andarono – vediamo...Kim tu vai con Luke, Abigail
starà in squadra con me"
Nonostante le due non fossero degli assi nel biliardino possiamo
tranquillamente affermare che, dopo aver ricevuto qualche piccolo aiutino, se
la cavarono. Inizialmente Ashton e Luke le avevano piazzate in porta: in
sostanza giocavano solo loro due in attacco; quando la pallina raggiungeva gli
estremi del campo la maggior parte delle volte finiva in porta senza neanche
aver dato la possibilità a Kim e ad Abi di controbattere. Stanche di stare in
piedi a guardare gli altri due giocare chiesero ai ragazzi se potessero fare a
cambio di posizioni, almeno avrebbero toccato qualche pallina in più e non
sarebbero state a braccia conserte ad aspettare che la palla arrivasse nella
loro parte di campo. In quel preciso istante, quando la zona d'attacco diventò
la loro, i loro spiriti combattivi vennero a galla. Ce la misero tutta per
cercare di sembrare delle brave ed educate giocatrici; in fondo erano anche
delle donne, dovevano mantenere un certo contegno ma, evidentemente, girare una
stecca di metallo era troppo complesso per le loro capacità. Iniziarono a bassa
voce, senza farsi sentire troppo, con delle imprecazioni dette in mezzo ai
denti stretti; poi, dopo l'ennesima palla persa, Kimberly inveì ad alta voce
lasciando un po’ tutti esterrefatti. Immediatamente si giustificò dicendo che
non era per niente capace e Luke si offrì volontario per aiutarla mentre Ashton
spiegava ad Abigail la strategia da attuare per vincere la partita.
"Il movimento da fare è questo" disse Luke facendo scorrere con
potenza la mano verso il basso e bloccandola quando il manico della stecca era
arrivato alla fine del palmo. Un po’ goffamente Kim cercò di imitarlo al che
lui le si avvicinò, le prese la mano e l'accompagno nel movimento. In quel
momento una qualsiasi persona si sarebbe fatta gli affari suoi ma Ashton non
era una qualsiasi persona e infatti se ne uscì fuori: "Ehi, man, che sei
rimasto in discoteca?"
"In che senso?" chiese il ragazzo aggrottando la fronte.
"Beh, le stai appiccicato come una cozza" disse ovvio lui.
Luke si staccò subito come se avesse scoperto che Kimberly fosse affetta da
ebola. Senti il mondo cadergli addosso; sbiancò di colpo per poi diventare di
un intenso color rosso. Dentro di se una marea di emozioni stavano lottando per
avere la meglio su di lui: disperazione, imbarazzo, rabbia, vendetta. Ma come
era saltato in mente a Ash di dire una cosa del genere; avrebbe preferito
morire che sentirsi addosso lo sguardo curioso di Kim. Ma perché? Perché
l'aveva fatto? Gli piaceva così tanto vederlo in difficoltà? Lui non gli aveva
mai fatto niente di male, era sempre stato gentile e cosa riceveva in cambio?
Figuracce che preferiva evitare, specialmente se così imbarazzanti. Fece un
respiro profondo deciso a dirgliene quattro quando sarebbero tornati in camera.
Di sicuro non avrebbe fatto una scenata in quel momento, non voleva mettere il
dito nella piaga.
"Forza riprendiamo la partita, stavamo quattro a due per noi" disse
Abigail cercando di smorzare quell'atmosfera imbarazzante che si era creata.
Ricominciarono a giocare e, grazie al colpo che Luke aveva insegnato a
Kimberly, i due recuperarono e addirittura vinsero la partita. Per festeggiare
si abbracciarono felici e Ashton, che ovviamente non si faceva sfuggire nulla,
ma proprio nulla, disse: "Oh come coppia, però, funzionate bene".
Abigail, che aveva visto lo sguardo di fuoco che Luke stava rivolgendo
all'amico mentre era stretto nell'abbraccio, diede una botta a Ash per fargli
capire di finirla. Questo, invece, come se nulla fosse fece l'occhiolino a Luke
e invitò la ragazza a farsi una partita al simulatore di formula uno.
La giornata passò velocemente e in un batter d'occhio Abi e Kim si ritrovarono
in camera a sistemarsi per la cena di gala che l'aspettava quella sera. Come
dei veri gentiluomini Ashton e Luke si erano proposti di passarle a prendere alle
20 in camera loro e le ragazze non stavano più nella pelle: li avrebbero visti
vestiti eleganti, con lo smoking e, si sa, un uomo in smoking è qualcosa a cui
non si può resistere, soprattutto poi se è già bello vestito casual.
I primi dieci minuti li passarono a discutere su chi dovesse entrare in bagno
per prima incuranti che così stavano solamente perdendo tempo prezioso; era la
prima volta che si incaponivano su una cosa così frivola ma entrambe volevano
essere bellissime quella sera, volevano stupire i ragazzi, e stare venti minuti
sdraiate sul letto a guardare il soffitto non era un buon inizio. Decisero di
giocarsela a morra cinese e, con la solita fortuna che aveva Abigail, aveva
finito per ritrovarsi davanti la tv a vedere la replica del programma che aveva
visto quella mattina. Fece un po’ di zapping ma poi, stanca di cercare ancora,
lasciò la tv sintonizzata su un programma musicale russo e andò in bagno a dare
fastidio a Kimberly.
Bussò alla porta e senza aspettare una risposta aprì la porta ed entrò. Abbassò
la tavoletta del wc e si sedette li sopra. Kim la guardò per tutto il tragitto:
"No, ma fai pure" disse scherzando.
"Che c'è?" chiese Abi prendendo dal beautycase lo specchietto per
controllare se nel corso della giornata si era presentato qualche brufolo
inatteso.
"Prendi e entri così" rispose Kimberly facendo la parte della finta
indignata.
Abigail prima la guardò storto, poi, accompagnata da un eclatante gesto della
mano, disse: "Ma zitta! Come se non ti avessi mai visto nuda! – la cugina
rimase un secondo in silenzio poi iniziò a ridere e come risposta le fece un
bel dito medio – passando ad argomenti più seri: secondo me a Luke piaci
proprio. Cioè con tutte quelle frecciatine che Ashton gli ha fatto non potrebbe
essere altrimenti"
"Si me ne sono accorta anche io però non riesco a capire perché prima mi
rispondeva a monosillabi; io credevo che dopo ieri un po’ si era sbloccato e
invece oggi sembrava che neanche volesse parlarmi. Non lo capisco proprio: se
gli piaccio dovrebbe fare conversazione con me non dovrebbe comportarsi in quel
modo, o sbaglio?"
"No, no, non sbagli, sono d'accordo con te. Ma a te piace? Con tutta la
faccenda di Evan non vorrei che poi si illudesse per niente, mi fa tanta
tenerezza. Ha un faccino così carino, a parte quando rimane incantato a pensare
a chissà cosa nel suo mondo fatto di arcobaleni e unicorni" disse Abigail
portandosi le mani sulle guance e stringendole.
"In che senso?" chiese trattenendo una risata la cugina.
"Nel senso che quando si incanta fa una faccia stupidotta, carina ma
stupidotta; dai non posso credere che tu, che noti perfino se l'attaccatura del
collo alla spalla è bella o brutta, non abbia fatto caso a questa cosa"
"D'accordo, d'accordo, lo ammetto, l'ho notato ma è così tenero e carino
che uno ci passa sopra – disse la ragazza uscendo dalla doccia e infilandosi
l'accappatoio – che poi ti sei persa una scena mentre stavamo al casinò. In
pratica avevo un po’ di sete così, visto che la roulette era occupata, gli ho
chiesto se gli andava di prendersi qualcosa da bere. Ci mettiamo in fila e
quando stavamo arrivando davanti al barman lui mi sussurra all'orecchio "Non so se ti danno da bere, mi sa che
chiedono la carta d'identità" al che io gli chiedo che problema ci
fosse e lui "Non possiamo bere, non
abbiamo 21 anni" allora io gli faccio "Parla per te e aspettami qua" – Abigail stava per morire
soffocata dal troppo ridere. A lei sembrava che sia lei che Kim dimostrassero
la loro vera età ma invece sembrava non essere così. Un sacco di volte le era capitato
di dover mostrare la carta d'identità per prendere un drink o semplicemente per
dimostrare alla gente che lei in realtà fosse una ventiduenne – arrivo davanti
al tipo che, effettivamente, mi chiede la carta d'identità e mi da i due drink.
Raggiungo Luke e mi fa "Ma ti sei
portata la carta d'identità falsa?". Ti giuro in quel momento non ce
l'ho fatta più e sono scoppiata a ridere come una matta. Gli ho detto che era
vera e lui l'ha voluta vedere a tutti i costi; avresti dovuto vedere la sua
faccia quando ha realizzato che ero più grande di lui di tre anni. Avrei voluto
fargli una foto per fartelo vedere, troppo divertente. Poi gli ho chiesto
perché pensava che avessi meno di 21 anni visto che lavoro e lui mi ha risposto
che non aveva realizzato il fatto che per fare il tecnico veterinario serviva
una laurea. È proprio un ragazzo distratto, vive sulle nuvole".
Abi si asciugò le lacrime che le erano uscite dal troppo ridere e mentre si
spogliava disse "Beh almeno adesso possiamo affermare che tutte le ore
spese a fare massaggi, a mettere creme, a bere acqua e a fare sport sono
servite a qualcosa; abbiamo trovato la formula della giovinezza"
"In effetti non devo darti tutti i torti – disse Kimberly indossando
l'intimo che aveva portato in bagno – tu invece che hai combinato con
Ashton?"
"Niente di che a parte il fatto che avrei voluto ucciderlo
perché mi ha portato a vedere un film horror al cinema 4D"
"A te non piacciono gli horror" affermò la cugina.
"Infatti, però lui è tutto scemo e avevamo fatto una scommessa, che
ovviamente ho perso, e quindi ho dovuto accettare"
Kimberly la guardò male per un secondo prima di abbassare la testa e iniziare
ad asciugarsi i capelli: "Non capisco perché insisti a fare scommesse se
poi tanto le perdi sempre" urlò questa per sovrastare il rumore del phon e
quello dell'acqua che scorreva.
"Lo so ma è più forte di me, mi piace fare scommesse; prima o poi
vincerò"
"Convinta te" tagliò corto Kim che aveva sentito già troppe volte
quella frase uscire fuori dalla bocca della cugina.
Dopo essersi lavate ed asciugate le ragazze stavano sedute sulla moquette della
stanza davanti lo specchio a finire di truccarsi.
"Oh ma poi non mi hai più finito di raccontare di come è stato al cinema
con Ashton. Che ha combinato? Ti ha stretto tra le sue possenti braccia? Su
racconta" esordì Kimberly mentre cercava di fare dritta la riga
dell'eyeliner.
Abigail era alle prese con un trucco nude, aveva già un vestito impegnativo non
le andava di esagerare con il trucco. "In realtà mi ci sono buttata io tra
le sue braccia – disse la ragazza mettendo il mascara; con la coda dell'occhio
vide la faccia sorpresa della cugina così continuò – non è stato voluto – si
affrettò a giustificare – era veramente pauroso quel film perché in pratica tu
vedevi con gli occhi del protagonista e a un certo punto è saltato fuori uno
zombie dal nulla e mi sono messa paura. Ho fatto un urlo e mi sono
letteralmente buttata su Ashton. Cacchio a me piacciono i cartoni animati non
queste cose horror, io ho un animo sensibile"
"Sì, hai un animo sensibile solo quando pare a te" disse Kim
facendole l'occhiolino e allontanandosi da lei per evitare di ricevere un pugno
sul braccio.
"Non è vero! Quanto sei scema! E comunque poi mi ha tenuta stretta a se
tutto il tempo" rispose con un sorriso da ebete stampato in faccia.
"Guarda che sorriso da pesce lesso hai, allora ti piace! Lo sapevo!"
Urlò la cugina in preda all'euforia. In quel momento Abi avrebbe voluto
risponderle che, si, le piaceva Ashton, le piaceva un ragazzo che conosceva da
due giorni e di cui non sapeva neanche il cognome, le piaceva perché non era un
peso stare in sua compagnia, la faceva ridere e soprattutto la faceva sentire
speciale ma, proprio in quell'attimo, qualcuno bussò alla porta: erano arrivati
i ragazzi e Abigail dovette tenere per se le sue confessioni.
Note: Ed eccoci finalmente: la cena di gala sta per iniziare, cosa succederà? Eheh ;)
Finalmente vediamo i ragazzi interagire un po' di più e
conoscersi un po' meglio. Luke scopre che Kim è più
grande di tre anni, mentre Ashton e Abigail passano un po' di tempo
insieme: dite che la ragazza cederà, prima o poi?
Se il capitolo vi è piaciuto, fateci sapere cosa ne pensate <3
Un bacio
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