Basta la faccio.. (proiettile)
Basta la faccio finita (o almeno ci provo)
II parte -----------> Metodi tradizionali
Edward andò a “dormire” senza essere riuscito nel suo
intento: il suicidio.
In compenso in casa Cullen furono ritrovate schegge di legno
originarie del paletto per settimane, alcuni sostengono perfino per mesi!
Il giorno dopo Edward uscì di casa vestito da Man in Black,
ossia con occhialoni giganti e scurissimi, per dirigersi verso i bassifondi di
Phoenix. Arrivato davanti ad una porta blindata bussò per sette volte veloce e
due lentamente. Si aprì uno spioncino da cui uscì un biglietto ed una penna
-Parola d’ordine?-
-Sono il lupo mangiafrutta- scrisse Edward stupendosi per la
facilità con cui lo convinceva la gente a scrivere idiozie
-Che frutta vuoi?- recitò il biglietto uscito per la seconda
volta
“Cavolo- pensò Edward- questo non me l’hanno detto i miei
informatori. L’unica è sparare a caso.”
-Mela- scrisse come risposta
-Non c’è J- gli rispose il biglietto con tanto si faccina
sorridente
-Ehm… Pera?- provò il “giovane”
-No! Ricordati che: Se la parola d’ordine non sai, entrar
non potrai.-
-Dai, fatemi entrare. Pago in contanti! Lo giuro-
-Noooooo. Sei uno scemo se pensi di entrare, prima di la
parola d’ordine narrare.-
Edward era già molto nervoso e quello scambio di pizzini non
aveva affatto aiutato il suo umore a rilassarsi, fatto per cui non sembrò così
inappropriato il gesto che compì.
Prese infatti la porta e con la sua forza vampirica la
scardinò in meno di un secondo adagiandola sul muro a lato.
-E’ permesso?- chiese entrando e rivolgendosi all’uomo che
poco prima gli aveva mandato quei bigliettini così stupidi
-Ma certo, entri pure. Desidera?- rispose quello tutto
mellifluo scivolando dietro il bancone dove erano esposte armi di vario e
pericoloso genere.
-Desidero dei bussolotti… speciali.- aggiunse il vampiro
abbassandosi gli occhiali sul naso
-Ehm… di che genere di specialità?-
-Una specialità argentea- specificò alzando le sopracciglia
con fare losco
-Cioè?-
il vampiro sbuffò di rassegnazione e togliendosi gli
occhiali disse in tono piatto
-Proiettili, proiettili d’argento-
-Ah, si certo!- disse il commesso sparendo nel retrobottega
e tornando con una scatolina nera legata da un elegante nastro argentato.
Aperta la scatolina Edward vide che essa conteneva tre lunghi proiettili
d’argento.
-Sono quattrocento dollari- sentenziò il venditore notando
l’interesse di Edward - …a proiettile. Ve li posso vendere a trecento dollari
l’uno se mi dite a cosa vi servono però.
-Arrivederci- salutò Edward posando milleduecento dollari
sul bancone e nascondendo la scatolina all’interno della giacca. Si ricordò poi
di aver dimenticato una cosa.
-Ah, mi servirebbe anche una pistola per questi proiettili.-
-Capisco… Ma guardi che quella dei licantropi è una
leggenda. Non esistono al mondo bestie simili e se anche esistessero non credo
muoiano per un proiettile d’argento conficcato in corpo. Ma se la cosa le
interessa la pistola costa novecento dollari.-
Sperperato il conto corrente Cullen nell’armamentario Edward
tornò a casa e si chiuse in camera sua. Prese la pistola e la caricò del
proiettile puntandola verso il proprio cuore e ripetendosi sempre la stessa
frase
“Se funziona per i cani… Se funziona per i cani… Se funziona
per i cani… Se funziona per i cani… Se funziona per i cani…”
Di colpo premette il grilletto e contemporaneamente la porta
si spalancò.
-Nooooo- urlarono Jasper ed Alice
Edward aprì gli occhi e vide la coppia immobile davanti alla
porta che si scambiavano degli sguardi tra l’imbarazzato e il divertito. Resosi
conto di essere ancora “vivo” spostò lo sguardo sul suo petto marmoreo
sorprendendosi nel vederlo sporcato da una piccola macchia grigia.
Il proiettile si era letteralmente accartocciato sul suo
corpo diventando più simile ad un piccolo dischetto.
Mentre un sempre più furente Edward si gettava sul letto
iniziando a scalciare e battere i pugni per non essere riuscito nuovamente ad
uccidersi, Alice ritornò in cucina mentre Jasper chiuse la porta
fischiettando.
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