Al Potter: non tutto finisce

di IvanHpEw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Cappello e rifiuto ***
Capitolo 3: *** Prime lezioni e segreti nascosti ***
Capitolo 4: *** L'oggetto rubato ***
Capitolo 5: *** Un sogno senza perdono ***
Capitolo 6: *** Il legame inaspettato ***



Capitolo 1
*** Verso Hogwarts ***


Harry continuò a sorridere e a salutare, anche se era come un piccolo lutto vedere suo figlio allontanarsi...

L'ultima traccia di vapore svanì nell'aria autunnale. Il treno svoltò. La mano di Harry era ancora alzata in segno di saluto.

"Non avrà problemi" mormorò Ginny.

Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.

"Lo so"

Ginny lo guardò per qualche secondo, un sorriso che gli aleggiava sulle labbra.

"Anche se capiterà in Serpeverde, saremo sempre orgogliosi di nostro figlio".

Harry prese per mano Lily, e, insieme a Ron, Hermione, Ginny e Hugo, si allontanò dal binario 9 e 3/4, dove all'età di undici anni, insieme alla famiglia Weasley, vide per la prima volta la locomotiva scarlatta che lo portò ad Hogwarts, nonché la sua prima, vera casa.

"Cerchiamo uno scompartimento, Rose" Gli occhi di Albus Potter roteavano freneticamente in tutte le direzioni: c'erano ragazzi e ragazzi che lo guardavano curiosi, gli occhi fuori dalle orbite. "Perché mi fissano?"

"Oh, non so, forse perché sei il figlio di colui che ha sconfitto il mago più oscuro di tutti i tempi..." Gli rispose Rose con un sorrisino "... oh, eccolo, sediamoci" E si infilarono dentro uno scompartimento.

Il paesaggio che si mostrava dal finestrino era incantevole, e Rose si perse con gli occhi tra le vaste colline e i fiumi che scorrevano qua e là per le immense pianure. Albus si affacciò dalla portiera di vetro e in lontananza vide suo fratello James, un anno più grande di lui, con Lee Jordan Junior e Louis Weasley, il terzo figlio di Bill Weasley e Fleur Delacour. Albus chiuse la portiera e si mise a sedere, gli occhi chiusi, il pensiero della Cerimonia dello Smistamento che gli premeva minacciosamente sulla testa: Grifondoro o Serpeverde? La casa di suo padre e di Albus Dumbledore o la casa di Tom Riddle e dei Malfoy? La casa dove erano stati scelti i veri eroi o la casa dove si erano formati gli orribili Mangiamorte? Questo Albus non lo sapeva, doveva solo aspettare, aspettare quel cappello parlante dire "Un'altro Potter". E poi nei Grifondoro c'erano tutti i Weasley, che considerava come fratelli... Non avrebbe mai accettato di far parte della combriccola verde-argento.

"Albus Severus Potter" Tuonò la voce della professoressa McGonagall. Al si fece avanti, ansante. La Preside gli mise il cappello. Tutti gli sguardi della sala erano solamente per lui, come centinaia di pugnali affilatissimi. Dopo quello che avrebbe potuto essere un secondo, il cappello urlò "SERPEVERDE! "

"No, NO!"

"Al, Al, AL! " Urlò Rose scuotendogli il viso. Albus era sdraiato sul soffice sedile dello scompartimento: aveva sognato. La stanchezza gli aveva fatto uno bello scherzo.

"Che ti è successo? Cosa..."

"Un sogno... Solamente un sogno. Non preoccuparti, Rose"

Gli occhi di Rose indugiarono su quelli di Albus per qualche istante, sospettosi.

"Be', ok. Comunque guarda, ci sono le montagne! Ci stiamo avvicinando!" Squittì allegra mordendosi un labbro.

"Sì, ci stiamo avvicinando" Sibilò distrattamente Al, che stava pensando al sogno che aveva appena fatto; i brividi al pensiero del cappello che urlava "SERPEVERDE!".

Ad un tratto la portiera di vetro si spalancò, seguito da un rumore metallico, ed entrarono due ragazze: avrebbero potuto essere alte quanto Al, avevano dei capelli castani più lunghi di quanto si potesse immaginare e dei visi angelici, lisci, sembravano fatti di seta. Erano gemelle.

"Un'ora a cercare uno scompartimento! Folle, veramente folle, e un'altra ora a spiegare alla gente chi è Margarit e chi è Elly, basta!" diede un occhiata furtiva ad Albus e a Rose e riprese "Ah, piacere, io sono Elly, lei è la mia sorella gemella, Margarit, siamo del primo anno! Scusateci ma..."

Rose guardò le due figure davanti a lei divertita. "Ciao, Elly e Margarit! Io sono Rose, Rose Weasley, anch'io del primo anno"

"E tu saresti?" Chiese bruscamente una delle due ad Al con una vocina del tipo non-ti-scordar-mai-di-me.

"A-Albus Potter" Borbottò lui mentre si chiedeva da dove fossero spuntate quelle due ragazze.

"Potter? Potter! Oh caspita, sei il figlio di Harry Potter, straordinario" Urlò Elly sorridendo.

"Sì, e voi chi sareste?" Domandò Albus, curioso e allo stesso tempo divertito.

"Come ho già detto, io sono Elly e lei è Margarit, gemelle, Nate Babbane, quando è venuto quello del Ministero a casa nostra... "

"Qualcosa dal carrello? " La portiera si aprì di nuovo, e apparve una donna molto avanti con l'età, che portava un carrello contenente centinaia di dolci stranissimi. Albus stava aspettando quel momento da anni.

"Sì! " Risposero Rose ed Al all'unisono.

"Venti gelatine Tuttigusti +1 e dodici Bacchette alla liquirizia per me e... sì, anche due Cioccorane, spero di trovare Artemisia Lufkin..." Disse Al alla signora estraendo dalla tasca delle monete d'argento "Un regalino di papà mentre eravamo in macchina" Sussurrò alla Weasley.

"E per me cinque Bolle Bollenti e dieci Cioccorane gentilmente" Ordinò Rose estraendo a sua volta delle monete da un piccolo sacchetto marrone.

Al e Rose mangiarono le loro caramelle, scartando alcune figurine e riempiendosi la bocca di sostanze gommose e colorate. Dopo alcuni sguardi supplichevoli, Elly e Margarit si unirono a loro.

"Severus Snape, sulle Cioccorane, Al, guarda!" Albus prese la figurina e vide il volto di Severus Snape, il viso giallastro e i capelli unticci: Severus Snape, ex professore di Pozioni, ex Mangiamorte, ex membro dell'Ordine della Fenice ed ex Preside di Hogwarts, è noto per aver ucciso Albus Dumbledore incredibilmente sotto il suo permesso, ed è noto anche per il suo grande aiuto nei confronti di Dumbledore spiando i piani di Lord Voldermort, ex Mago Oscuro. Snape è considerato uno dei maghi più coraggiosi della storia della magia. Morì nel 1998 per mano di Voldermort.

"E tu porti il suo nome!" Esclamò Rose entusiasta.

"Sì, vorrei che fosse ancora vivo" Disse fiero Albus. Voleva davvero conoscere Snape, stringergli la mano e perché no, invitarlo a Casa Potter per una cena.

Dopo qualche minuto le due gemelle iniziarono a parlare con Rose dello smistamento facendosi delle strane idee, ed Al era nello scompartimento del fratello James, mentre cercavano di trasformare il topo di Louis in una scarpa.

Il tramonto era passato già da un pezzo, e il lungo viaggio per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era agli sgoccioli. La tensione divorò tutti gli studenti del primo anno, che borbottavano eccitati tra loro.

"E ora, assisteremo allo smistamento di Albus Severus Potter, che capiterà in Serpeverde! " Canticchiò James allargando le braccia.

"Se solo provi a dire un'altra sola parola riguardo il mio smistame... " Tutto si fece buio, tutte le risate si spensero e i vetri del treno si congelarono all'improvviso, come se il treno si fosse catapultato in un lago di acqua gelida. Una strana, triste sensazione invase Al, come se tutta la sua felicità fosse stata risucchiata dall'oggetto che i babbani chiamano "aspirapolvere". Non riusciva a sorridere... voleva accasciarsi a terra e chiudere gli occhi, come un neonato. Il freddo aumentava: faceva venire i brividi. Poi il treno si fermò, e tutti gli studenti videro fuori il finestrino, dove avanzavano fluttuando nell'aria gelida delle figure incappucciate, le mani putrefatte e il volto formato da una bocca che occupava gran parte del viso. Dopo quella che avrebbe potuto essere un'eternità il treno riprese a partire e tutti cominciarono a sussurrare con il loro compagno o da soli. Albus sentì il petto sciogliersi, come se fosse stato immerso in una vasca colma di acqua calda, ma sentiva ancora i brividi sulle braccia. Non osò parlare. Lee Jordan rimase lì, pietrificato.

"Di-dissenatori" Mormorò James tremando.

Al non li aveva mai visti, e si pentì di averlo fatto. Erano così... mostruosi. Harry gli aveva raccontato cos'erano, ma non com'erano fatti.

Ritornò lentamente nel suo scompartimento. Elly e Margarit si tenevano per mano, e Rose stava aguzzando gli occhi nell'oscurità aldilà del finestrino. Nessuno parlò finché il treno si fermò di nuovo e la voce magicamente amplificata di un alunno del quinto anno urlò "Arrivati!"

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Capitolo 2
*** Cappello e rifiuto ***


Al e Rose si guardarono per un attimo, e la felicità nei loro occhi si poteva scorgere anche da Godric's Hollow.

Con una folla incredibile nel corridoio dell'Hogwarts Express, Albus, Rose, Elly e Margarit scesero dal treno, dimenticando quasi del tutto l'improvvisa visita dei Dissennatori. Udirono una pesante voce urlare alla fine del binario "Primo anno, da questa parte. James non sei del primo anno, torna indietro! Primo anno, venite per favore!"

Albus ebbe un tuffo al cuore: era la voce di Rubeus Hagrid, il custode delle chiavi di Hogwarts. Era tre volte Albus e la sua barba avrebbe potuto ospitare per bene un cucciolo di un Ungaro Spinato.

"Hagrid! " Urlò Albus, felice di vederlo.

"James ti ho detto di andare con quelli del secondo ann... Oh! Albus! Rose! Caspita! Venite qui! Fatevi vedere!" Trillò tutto eccitato. Teneva in mano una grande lanterna che illuminava fiocamente i visi dei pallidi ragazzini.

Il Mezzogigante diede un abbraccio spaccacostole ad Al e a Rose. La Weasley fu costretta a lisciarsi con le mani i lunghi, bellissimi capelli rossi con le mani dopo essersi liberata dalle grinfie dell'uomo.

"Non ti ci facevo così alto, Al, tuo padre mi ha mandato delle tue foto, e io ci scrivevo sempre che non vedevo l'ora di vederti, e Rose, che ragazza graziosa che sei!" Disse mentre seguiva con lo sguardo le piccole figure che raggiungevano a malapena il suo enorme pancione.

La folla di studenti davanti a lui aumentò, accompagnato da borbottii eccitati e carichi di tensione.

"Primo anno, seguitemi!" Ripeté sorridendo. Albus non gli chiese se sapesse qualcosa di quei Dissennatori, e camminò col sorriso stampato in volto, un po' confuso e un po' felice di stare lì.

Il Mezzogigante condusse gli alunni in una riva di terra battuta al Lago Nero, che rifletteva una magnifica mezza luna.

"Non vi preoccupate per i bauli, li troverete a scuola. Il primo giorno, per tradizione, ci si va in barca a scuola, ma da quest'anno ci si arriva in scopa!"

"Cosa? " Un elevato, agitato mormorio si levò dalla riva del lago.

"Ma non sappiamo volare!" Dissero alcuni ragazzi, sorpresi e stupiti.

"Oh, non ce ne sarà bisogno!" Rispose Hagrid ridendo. Fece schioccare le sue dita a forma di salsicce per ben due volte.

Dal nulla spuntarono centinaia di scope, le Nimbus 2012, vecchie di cinque anni.

"Salite, su, salite!" Li incoraggiò.

Tutti gli alunni si guardarono, accigliati, le fronti aggrottate, e dopo qualche secondo, che avrebbero potuto essere minuti, si misero in sella alla scopa più vicina. Automaticamente, ogni scopa iniziò a volare, dirette al castello. Non c'era bisogno di aggrapparsi al manico; forse c'era qualche incantesimo di equilibrio, pensò Al, i capelli tutti sparpagliati dalla forza del vento. La vista era di una bellezza unica: il lago nero illuminato da una luna più luminosa che mai, e lì, in fondo al lago, in cima ad una montagna, un enorme castello, con le finestre che rispecchiavano le tacite stelle. Ogni tanto le scope scendevano toccando delicatamente l'acqua: era una sensazione fantastica. Albus avrebbe potuto giurare di aver visto un piccolo tentacolo fuoriuscire dall'acqua nerastra.

Dopo una dozzina di minuti, le scope si diressero in un'immensa distesa di un prato umido e luccicante al lato del castello, lasciando gli alunni soddisfatti del volo verso Hogwarts.

"Ah, un arrivo ad Hogwarts con molto... stile!" Esclamò Patrick Finnigan mentre guardava le scope sparire nell'oscurità.

Una volta scesi tutti dalle Nimbus, e una volta sistemati in un unico gruppo davanti ad Hagrid, camminarono su un sentiero molto stretto per qualche minuto; poi arrivarono davanti a un enorme portone di quercia. Hagrid bussò fortemente e la porta si spalancò: apparve una strega, i capelli color topo con infilato un cerchietto rosa, come il vestito che indossava, era bassa, aveva una faccia pallida da rospo con qualche ruga ed un sorriso a trentasei denti. Albus la guardò cercando di trattenere un sorriso.

"Professoressa Umbridge, ecco gli alunni del primo" Disse Hagrid tossicchiando.

Esatto, Dolores Umbridge, la severissima professoressa che Harry aveva avuto 22 anni prima, ex Inquisitore Supremo ed ex Preside di Hogwarts. Lei, la professoressa che quasi torturava gli alunni durante le sue punizioni nel suo studio rosa, con piattini decorativi e tazze da tè. La professoressa che voleva usare la maledizione Cruciatus su Harry Potter. La donna che dopo la Seconda Guerra fu arrestata per i crimini contro i Sanguemarcio e i Nati Babbani. Ma questo, ovviamente, Al non lo sapeva, e la scambiò per una semplice professoressa, innocua e alquanto buffa.

"Grazie, Rubeus -e gli fece cenno di andare-. Ok, ragazzi seguitemi" Il suo sguardo indugiò su tutti gli studenti, e Al avrebbe potuto giurare che su di lui si fermò per qualche secondo in più. Gli studenti varcarono la soglia del portone e si ritrovarono nell'immensa Sala d'Ingresso, illuminata da fiamme sospese magicamente. La professoressa Umbridge li condusse in un corridoio, dove si fermarono davanti ad un'altra grande porta di quercia.

"Ehm ehm, benvenuti ad Hogwarts ragazzi, tra poco, prima del banchetto d'inizio anno, verrete smistati nelle vostre case: o Tassorosso o Corvonero o Grifondoro o Serpeverde. Per il tempo che resterete ad Hogwarts, dovrete accumolare punti ottenendo trionfi, e le violazioni delle regole faranno togliere punti alla vostra casa. Alla fine dell'anno la casa che avrà più punti vincerà la Coppa delle Case, e ora, seguitemi"

Con un lieve colpo di bacchetta la professoressa Umbridge spalancò il portone e mostrò a loro la Sala Grande. Al non poteva credere ai suoi occhi: era enorme, immensa, simile ad una cattedrale, migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghissimi tavoli. Il soffitto era trapunto di stelle e decorato con qualche nuvola grigiastra illuminata dalla luna. In fondo c'era un altro tavolo rivolto a tutta la sala: quello degli insegnanti. La donna accompagnò gli studenti vicino al tavolo dei professori, un sorriso ebete sul faccione. Ed eccolo lì, il Cappello Parlante, ricoperto di graffi e macchie, di un colore marrone scuro, sopra uno sgabello malridotto. Dopo gli sguardi curiosi di quelli del primo anno, uno squarcio si presentò sul cappello, e si cominciò a muovere, intonando una breve canzone di benvenuto.

"Ehm ehm, quando chiamerò il vostro nome vi siederete sullo sgabello e vi metterete il cappello. Vi informo anche del fatto che verrete chiamati casualmente, e non in ordine alfabetico" Disse la voce infantile della Umbridge. Sembrava un peluche andato a male, pensò Albus.

"Ordine, per favore, ordine. Harvey, Arsenio!"

Un ragazzo molto basso e timido si fece avanti, rischiando anche di inciampare, e si mise il cappello, le mani tremanti: "SERPEVERDE!"

Altri dieci ragazzi vennero smistati, poi toccò ad Elly Alamon che venne smistata in Grifondoro insieme alla sorella. Rose e tutti i Weasley in Grifondoro, poi toccò anche a Scorpius Hyperion Malfoy. Albus era pronto a giurare di averlo visto pochi minuti prima di fronte il portone di quercia della Sala d'Ingresso, poi notò un sorriso malizioso sul volto del ragazzino pallido, quasi a suggerire felicità o forse qualcos'altro.

Si mise seduto sullo sgabello, fissando un po' più del dovuto la Umbridge. Sembrava non essere teso, ma i suoi lineamenti erano scolpiti da un pizzico di quella che sembrava ansia.

"Un Malfoy, tutta la tua famiglia è Serpeverde, ma oggi io posso metterti a... GRIFONDORO!!"

Una folata di vento parve mozzare il respiro a tutti. La Sala Grande rimase in silenzio, un silenzio impenetrabile, freddo. Malfoy, ignorando tutti gli sguardi puntati su di lui, fece un grande sorriso e si mise seduto nel tavolo dei Grifondoro, passandosi una mano sui lunghi capelli biondo platino. Sembrava soddisfatto.

"E chi l'avrebbe detto, un Malfoy in Grifondoro... e ne va anche fiero! " Borbottò Rose a Margarit mentre cercavano di mettersi comode sulle lunghe panche di legno.

"Pritting, Alexander" "CORVONERO! "

"Bones, Jimmy" "TASSOROSSO! "

"Tom, Zayn!" "SERPEVERDE!"

"Slow, Lisandra! " "CORVONERO"

"Tomas, Cedric!" "GRIFONDORO! "

"Potter, Albus Severus! " Chiamò la Umbridge ridacchiando, ma non coinvolgendo gli occhi. Albus la guardò per un istante, chiedendosi cosa ci fosse di tanto divertente da farla ridere.

Tutta la Sala Grande trattenne il respiro.

Eccolo... il momento che aspettava da una vita, toccava a lui, e da lì a un minuto sarebbe stato smistato. Lentamente, Al si incamminò allo sgabello, prese il cappello e, con tutti gli sguardi fissi su di lui, se lo mise sopra la chioma nera come la pece.

"Mmh, un altro Potter, sempre decisioni difficili smistare i Potter. Sai, 26 anni fa, quando smistai tuo padre, gli dissi che Serpeverde era la casa che faceva per lui, ma a malincuore lo smistai in Grifondoro, e tuo fratello James Sirius, lo scorso anno, lo smistai in Grifondoro a sua richiesta..."

"Sai" disse Albus, il sussurro destinato solo al cappello "mio padre e mio fratello hanno potuto scegliere"

"...ma ora ho un nuovo Potter, e non commetterò l'errore che ho commesso con i tuoi parenti, per questo..."

"No, ti prego, tutto, ma non Serpeverde... ti prego... non Serpeverde" Sussurrò ancora Albus chiudendo gli occhi: sentiva ancora centinaia di sguardi fissi su di lui.

"Perché no? È una grande casa, dove si sono formati alcuni dei maghi più potenti, e tu lo sarai, questa è una certezza, no? Nella casa di Serpeverde diventerai famoso, più di chiunque altro, e sento che dovrai farne parte. Per questo.... SERP... "

"NO! " Urlò Al, aprendo gli occhi. Tutti i presenti lo fissarono con le orbite praticamente di fuori, ed anche la professoressa Umbridge, che si colorò di uno sgradevole rosso.

"No? Ti rifiuti? Ti rifiuti di essere un Serpeverde?" Urlò il cappello.

In quel mentre, si sentì un lieve rumore alle spalle di Albus e il cappello riprese "Ok, Potter, sarai un... GRIFONDORO!"

Applausi e fischi riempirono la Sala Grande ed Albus, le orecchie che echeggiavano qualunque rumore si generasse dai quattro lunghi tavoli, si sedette nel tavolo dei Grifondoro, dove Rose lo baciò sulla guancia e gli altri gli diedero la mano entusiasti.

Ce l'aveva fatta! Grifondoro, il suo sogno. Non vedeva l'ora di scrivere al padre, di scrivere che era capitato nella casa dove lui era cresciuto insieme a Ron e Hermione. La culla dei coraggiosi di cuore, la casa che richiedeva audacia, cavalleria, fegato...

"Nelson, George! " "SERPEVERDE!"

"Dumbwell, Niall!" "CORVONERO!"

E dopo una ventina di studenti, agitati e chiazzati di rosso sul viso, lo smistamento finì e la Preside di Hogwarts, la professoressa Minerva McGonagall, dopo aver sussurrato all'orecchio del professore di Erbologia Neville Longbottom, cominciò un discorso.

"Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima del banchetto, vorrei dire due parole. Nel viaggio dell'Hogwarts Express, un gruppo di Dissenatori sono passati accanto alla locomitiva, spaventando gran parte dei passeggeri: come sapete, tre anni fa, il Ministero della Magia richiamò i Dissenatori per la ricerca di Fox Matthews, noto mago criminale, ora morto a causa del bacio di un Dissenatore. Qualche settimana fa, qualcuno ha rubato un oggetto molto prezioso per Hogwarts e non sappiamo chi sia. Ora il Ministero si è messo a lavoro per delle indagini. I Dissenatori stanno facendo del loro meglio. Ma, come ripeto sempre, Hogwarts è un luogo sicuro e nessun ladro si trova all'interno di queste mura, quindi, godetevi il vostro anno scolastico! Vi informo a voi nuovi alunni che l'ingresso nella foresta qui intorno è proibito, ma anche i vecchi alunni farebbero bene a ricordarlo... Ricordo inoltre agli studenti del terzo anno in su che la materia Divinazione è stata abolita per il primo trimestre. Ah dimenticavo, CHE IL BANCHETTO ABBIA INIZIO!"

La preside batté le mani un paio di volte e, dal nulla, sui quattro lunghi tavoli delle case, spuntarono centinaia di deliziose pietanze, dagli antipasti ai dolci, dal roast beef al cheesecake.

Al non aveva mai visto così tanto cibo, nemmeno alle rigorose cene di nonna Molly. Albus, Rose, Elly e Margarit cominciarono a mangiare, ungendosi le dita con l'olio di alcuni pezzi di pollo fritto.

Accanto ad Albus era seduto Scorpius Malfoy, un Grifondoro non indifferente. Era uguale al padre Draco, i capelli color platino, una grande fronte e il mento appuntito. E ancora, sul suo volto pareva aleggiare un'ombra di un sorriso.

"Ciao, Albus, io sono Scorpius" Disse improvvisamente tendendo la mano.

"Oh, ciao Scorpius!" Albus, seppur esitante, la strinse, abbozzando un sorriso. Non conosceva bene la famiglia Malfoy, ma se doveva essere certo di una cosa, era che nessuno di loro aveva fatto parte di Grifondoro prima d'allora. Sapeva soltanto che Draco lavorava con Harry, e che si tenevano in buoni rapporti, se non discreti.

"Strano, vero?" Chiese Malfoy mentre si infilava in bocca del purè di piselli.

"Cosa?" Sibilò.

"Che sono capitato in Grifondoro... mio padre non ci crederà, in famiglia sono tutti Serpeverde. Ma a me non importa, mi piace questa casa" Disse allargando il petto. "Sono molto soddisfatto"

"Si, è davvero una bella casa... Tutta la mia famiglia è di Grifondoro" Rispose Albus cominciando a mangiare delle alette di pollo. Rose, accanto a lui, aveva cominciato a sorseggiare del succo di zucca, schioccando le labbra carnose e rosso sangue.

"Comunque, parlando di cose serie, sai cosa mi hai detto mio padre?" Disse Scorpius abbassando la voce affinché potesse sentire solo Albus.

"Cosa?" Domandò curioso Al. Il cambio d'argomento lo aveva colto alla sprovvista.

"Che l'oggetto rubato ad Hogwarts apparteneva a Dumbledore!"

"Scherzi? " Gli chiese Albus, certo che la risposta di Malfoy sarebbe stata un no.

"No, non mi ha voluto dire cosa fosse, ma deve essere qualcosa di molto importante" E si guardò intorno "Il Ministero sta facendo del suo meglio, ma la Gazzetta del Profeta non ne parla. Sai, devono esserne assolutamente certi"

"Mio padre lavora al Ministero, anche mia madre, posso farmi dire qualcosa! Però non capisco perché la McGonagall non ci abbia detto niente riguardo il furto! " Replicò Albus.

"Non capisco neanche io..."

E con questo, terminarono la loro prima conversazione. Albus era sorpreso dalla rapidità che impiegò nel parlare con qualcuno che non conoscesse. Qualcosa era stato rubato ad Hogwarts e gli alunni non sapevano né chi era stato né cos'era l'oggetto. Il Ministero era a conoscenza dell'oggetto? Perché dare la caccia ad un ladro sconosciuto usando addirittura i Dissenatori? Gran parte della popolazione magica ne era al corrente? L'oggetto apparteneva a Dumbledore, forse i genitori di Al lo sapevano... gli avrebbero potuto dire qualcosa... Bastava chiedere, domandare a qualche professore, ma ora, l'unica cosa che voleva fare Albus, era dormire nel suo grande, comodo baldacchino che lo attendeva nella Sala della casata che attendeva da una vita.

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Capitolo 3
*** Prime lezioni e segreti nascosti ***


Lucy Weasley, la seconda figlia di Percy, era un Prefetto, insieme a Cornelius Creevey, figlio di Dennis Creevey.

"Seguite mi per favore" Disse Lucy in tono febbrile ai nuovi arrivati.

"È mia cugina, è un Prefetto da due anni" Mormorò Rose ad Elly e Margarit mentre il gruppetto di ragazzini si incamminava verso un corridoio.

"Un prefe' cosa? " Domandarono le due in coro.

"Un Prefetto! Ve lo spiego dopo!"

Seguendo vari corridoi e salendo scale che si muovevano da un momento all'altro (facendo cadere Patrick Finnigan ripetutamente), gli studenti Grifondoro cercavano di stare al passo di Lucy e Cornelius. Ad Albus, Hogwarts, sembrava un labirinto, con centinaia di porte e corridoi a non finire. Non vedeva l'ora di immergersi nei segreti di Hogwarts, sempre se ce ne fossero stati...

"Questo quadro sarà il vostro accesso alla vostra Sala Comune, dovrete semplicemente dire la parola d'ordine, che cambierà ogni tre giorni. Statemi a vedere. LIMONATA GHIACCIATA". Alle parole di Cornelius, il quadro della Signora Grassa, un ritratto di una donna abbastanza grassa con un abito da sera rosa, si aprì, rivelando un piccolo e stretto tunnel scavato nel cemento. Dopo questo, un camino con un fuoco scoppiettante, delle soffici poltrone e dei mobiletti fatti su misura decoravano la Sala Comune Grifondoro.

"Wow" Esclamarono meravigliati alcuni ragazzi mentre si facevano strada nella stanza circolare.

"Ok, un ultimo secondo di attenzione per favore. A destra, salendo le scale, c'è il dormitorio dei ragazzi, a sinistra quello delle ragazze, ed è assolutamente vietato uscire dalla Sala Comune oltre la mezzanotte!" Spiegò Lucy, che somigliava tanto al padre nel suo stile da Prefetto. Teneva il busto diritto e il mento puntato all'insù.

Albus salì le scale a chiocciola, con Scorpius alle calcagna. Poggiò la mano sulla maniglia di ottone e spinse: il suo letto a baldacchino era semplicemente meraviglioso, tutto colorato d'oro e di rosso, e, soprattutto, cosa che Al sperimentò subito, comodo. Accanto al suo c'erano quelli di Cedric Tomas, che Al aveva visto nella Cerimonia dello Smistamento, Godys McDonald, suo cugino Fred II Weasley e Scorpius Malfoy.

Non aveva tanta voglia di parlare, aveva gli occhi socchiusi, tipo fosse stato colpito da un Bolide. Nel suo letto, con sua grande sorpresa, trovò i suoi due bauli e la sua civetta, Snow, bianca come la neve, che somigliava tanto alla defunta Edvige di suo padre. 

E prima di immergersi nei suoi soliti sogni notturni - ultimamente sognava spesso la cima del Big Ben di Londra - scrisse una lettera ad Harry e Ginny. Prese una pergamena da dentro il suo baule, una penna d'oca spezzata e un calamaio rovesciato.

Ciao mamma, ciao papà. Mi trovo in un letto a baldacchino e per entrare nella Sala Comune dobbiamo superare un quadro. Sono capitato in Grifondoro! Sono felicissimo. Il cappello mi stava mettendo in Serpeverde, ma mi sono rifiutato. Ganzo, eh? Tutti i Weasley in Grifondoro, e, non ci crederete, anche Scorpius Malfoy, il figlio di Draco, è capitato nella nostra casa. Incredibile, vero? Ora sono stanco morto. Salutatemi il resto della famiglia!

Ps. Dite a Lily che lo Smistamento mette molta ansia.

Arrotolò la pergamena e la legò con un laccetto alla zampa di Snow, che volò appena Albus aprì la finestra che dava su un paesaggio spettacolare: alte montagne chiazzate di un verde luccicante anche nella notte.

Si distese sul letto buttandosi pesantemente sui piumoni rosso-oro e chiuse gli occhi, con le labbra distese in un sorriso e la parola 'Grifondoro' che gli echeggiava nella testa.

 

Forse non aveva ancora realizzato tutto ciò.

 

 

"Buongiorno, Al!" Rose salutò Albus mentre la Sala Grande si riempiva di studenti spaesati ed eccitati per la colazione. Almeno per quelli del primo anno, quella sarebbe stata la prima colazione al castello.

"Oh Rose! Buongiorno" Esclamò lui dandole un bacio sulla guancia.

"Dormito bene?" Domandò la cugina, che aveva delle enormi borse sotto gli occhi.

"Benissimo, e tu?"

"Oh, io no. Louis e James nel cuor della notte hanno fatto esplodere dei Razzi Tira&Premi di George nel dormitorio delle ragazze. Li hanno rubati di nascosto dal negozio... se lo vengono a sapere zia Ginny e mia madre!"

"Un po' d'allegria non guasta"

"Sì ma non in piena notte, per Merlino! Io e Molly Jr. abbiamo fatto un incantesimo Acquatico e poi abbiamo asciugato tutto. Sono nera! Menomale che alcuni incantesimi li so già fare... Oh, sia benedetta mia madre!"

"Ciao ragazzi" Convenne Margarit con voce divertita, un'aringa affumicata tra le mani. "Sono arrivate le liste delle materie! Tenete" Distribuì delle pergamene giallastre ad Al e Rose, prima di mettersi seduto di fronte a loro.

Albus sgranò gli occhi alla vista di quelle materieTrasfigurazione, come sempre, era stata assegnata alla vecchia ma formidabile McGonagall, Erbologia a Neville Longbottom, Difesa contro le Arti Oscure a Dolores Umbridge "Uh, quella con la faccia da rospo!" Ridacchiò Albus. Incantesimi a Seamus Finnigan "Non ci credo, mio padre non me l'ha mai detto, era un pessimo alunno in Incantesimi!" Esclamò il figlio Patrick dall'altra parte del tavolo. La cattedra di Pozioni era rimasta al vecchio Horace Lumacorno, poi c'era Volo, Astronomia e Storia della Magia.

"Mamma al suo terzo anno seguiva anche Antiche Rune, Divinazione, Babbanologia ed Aritmanzia. Un vero genio" Esclamò Rose divertita. Prese del tè e del pane tostato. In quel mentreJames e Louis irruppero nella Sala Grande, un gran sorriso stampato in faccia. "Buongiorno Albus, buongiorno Rosichina piccolina..."

"James, non-chiamarmi-così-o-te-ne-pentirai" Rose scandì ogni parola con i pugni chiusi, pronta ad attaccare.

"Ehi, scusa, non volevo farti arrabbiare" Sghignazzò James. Era alto quanto Albus e i suoi capelli erano spettinati e nerastri. Era così uguale ad Harry... anche se gli occhi erano di Ginny.

"Sparisci" Ordinò Rose ficcandosi in bocca il pane.

"Aspetta devo fa..."

"SPARISCI O TI AFFATTURO TUTTE LE DITA, ANCHE SE NON SO COME SI FACCIA! "

James e Louis fecero alcuni passi indietro e andarono il più lontano possibile dall'infuriata Rose, ancora sghignazzando e coprendosi la mano.

Il pomeriggio passò come il Notte Tempo su un vicolo di Londra a trecento chilometri orari nel bel mezzo di un traffico infinito.

Era il secondo giorno per Albus ad Howgarts, ed era magnifico. Grifondoro, cibo stellare e letto da urlo. Il giorno dopo si sarebbe svolto il primo giorno di lezioni: Incantesimi, Storia della Magia e Difesa contro le Arti Oscure. 

Seppur lentamente, cominciava a realizzare il tutto.

Il mattino del 3 Settembre fu splendido. I raggi del sole baciavano delicatamente il corpo di Albus nel suo letto. Tormentato da una zanzara, si svegliò alle sette. Si lavò e scese nella Sala Comune, dove trovò Elly, Margarit e Rose pronte coi libri in grembo.

"Allora, prima ora... prima ora... Incantesimi! " Disse Margarit mentre scorreva l'indice sulla pergamena dell'orario. Dopo aver fatto colazione, il quartetto si avviò nella classe del professor Finnigan.

"Salve a tutti ragazzi e buona prima lezione!" Esclamò divertito. Era alto due teste in più di Albus, e indossava una camicia nera coi bottoni rossi.

"Buongiorno professor Finnigan" Risposero in coro i cinquanta presenti nell'aula.

"Bene ragazzi... oggi partiamo subito con degli incantesimi di mia invenzione, il Ministero mi ha concesso quest'onore" Tossicchiò arrossendo e riprese "Estraete le vostre bacchette gentilmente. Benissimo, ora, sul vostro tavolo avete dei semplici sassolini. Ora, se pronunciate correttamente e scandendo bene le parole Vitus Ogectum la pietra prenderà vita e camminerà: funziona su tutti gli oggetti! Con questo incantesimo date un... cervello all'oggetto, capito?"

Albus aveva una bacchetta da undici pollici, ebano e piume di fenice, abbastanza flessibile. Ricordava quando la aveva comprata da Ollivander, il vecchissimo fabbricatore di bacchette di Diagon Alley, che sarebbe andato in pensione molto presto.

 

"Non mi è sembrato molto utile questo incantesimo" Brontolò Rose al termine della lezione.

"Oh, per me sì. Se qualcuno ti volesse picchiare, gli scaglieresti delle pietre ai piedi, no?" Ridacchiò Elly metre imboccavano un corridoio pieno zeppo di quadri.

La lezione di Storia della Magia, con il professor-fantasma Curthbert Rüf, era stata alquanto noiosa, e dopo cinque minuti Albus si sentiva talmente stanco che si chiese se fosse il caso di dormire davanti a tutti. Il professore parlò delle guerre tra giganti irlandesi del diciottesimo secolo, riassumendone l'importanza di quest'evento con parole trascicate e lente. Le sue parole garantivano uno stato di sonnolenza assurdo.

"Difesa contro le Arti Oscure" Rispose Rose ad Elly dopo che quest'ultima chiese quale fosse la prossima materia.

"Ehi Albus!" Malfoy apparve da dietro un'armatura ostacolando il ragazzo. Aveva un piccolo graffio sulla tempia.

Albus gli sorrise e si mise bene la borsa sulla spalla. "Scorpius" Esclamò, abbastanza contento di vederlo: fino a quel momento era stato circondato da ragazze.

"Ho scritto a mio padre cercando di sapere qual è l'oggetto rubato, ma non mi ha voluto dire niente" Disse Malfoy sotto voce per non farsi sentire da Rose e compagne.

Albus ammirava molto la velocità con cui Malfoy cambiava o apriva un argomento.

Si incamminarono nell'aula della Umbridge.

"Ok... ehm... stasera, nel dormitorio, escogiteremo qualcosa. Se apparteneva a Dumbledore e il Ministero ha chiamato addirittura i Dissenatori, dovrebbe essere molto importante, no?"

Nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure trovarono la professoressa Umbridge seduta davanti la sua cattedra, il sorriso di una bambina stampato in faccia come sempre. Le sua soffici, rugose guance erano colorate di un rosa intenso, quasi fucsia.

"Buongiorno professoressa"

"Seduti ragazzi, seduti" Disse calma fissando un punto imprecisato nell'aula.

Nella lezione la donna fissò continuamente Al. Spiegò cos'erano i Dissenatori, visto che nel viaggio per Hogwarts tutti gli studenti avevano visto quelle ripugnanti figure incappucciate e dovevano ovviamente saperne di più. Parlò delle alleanze fra questi e il Ministero della Magia e fece un elenco di tutte le persone catturate, ed Albus abbassò lo sguardo per non far vedere gli occhi lucidi al nome di Sirius Black. Harry gli aveva raccontato chi era, cosa aveva fatto e da chi era stato ucciso. Albus avrebbe voluto conoscere Sirius: dopo Snape e i suoi nonni era la persona che avrebbe voluto incontrare. La definiva sempre una persona combattente e coraggiosa. Una persona che aveva subito tredici anni ad Azkaban da innocente... passando per quello che stava dalla parte del Signore Oscuro.

"So che non è assolutamente programma del primo anno, ma il prossimo mese cominceremo con le basi dei Patroni. Il Ministero ha approvato"

Albus, che non era sicuro di aver sentito bene, si guardò intorno. Tutti i presenti erano rimasti a bocca aperta. Scosse la testa, un po' stordito. Evocare Patrni era magia avanzatissima e richiedeva molta concentrazione. 

Alunni del primo che avrebbero evocato un Patronus, roba da matti.

Ma, improvvisamente, la lezione fu interrotta da una voce alquanto terrorizzata. Albus gemette.

"Correte nei vostri dormitori, tutti gli studenti nei propri dormitori, tutti gli insegnanti nella Sala Grande, entro dieci minuti" La voce preoccupata magicamente amplificata della McGonagall echeggiò per tutto il castello. Senza esitazioni, Albus si precipitò fuori. Tutti i corridoi si affollarono in pochi minuti di studenti spaventati che si strattonavano l'uno con l'altro, ognuno diretto nelle proprie Sale Comuni. Le borse e i libri cadevano a terra con tonfi sordi.

"Professoressa McGonagall, professoressa, cos'è successo?" Chiese Albus seguito da Rose, , ScorpiusElly e Margarit quando, per caso, incontrò l'insegnante correre verso la Sala d'Ingresso.

"Ragazzi andate nei vostri dormitori, è una faccenda che non vi riguarda, scusatemi!" Con queste parole girò i tacchi e filò via, sparendo tra i molti mantelli e divise nere degli alunni.

"Dai, andiamo"Ordinò Scorpius ai suoi tre amici.

Con uno sforzo incredibile, il quintetto arrivò al ritratto della Signora Grassa. Le scalinate erano ancora piene di studenti ansanti e terrrorizzati. La Sala Comune Grifondoro era piena di gente: alcuni borbottavano con il loro compagno ed altri erano seduti o a terra o sulle poltrone, aspettando che qualcuno dicesse cosa stava succedendo. Albus salì correndo nel suo dormitorio con Scorpius alle calcagna. Nella stanza c'era solo Godys McDonald, che stava origliando dalla porta di quercia.

Albus non seppe che fare. Rimase lì, impalato, il cuore che batteva fortissimo. Sembrava una faccenda grave... 

Perché la McGonagall avrebbe dovuto essere così preoccupata? Perché gli studenti furono costretti ad andare nei loro dormitori? Perché gli insegnanti erano stati chiamati in Sala Grande? E soprattutto, cos'era successo ad Hogwarts?

*********

*Nota alla traduzione: Per farvi chiarire le idee, ecco alcuni nomi che ho mantenuto col nome originale inglese:

Albus Silente: ALBUS DUMBLEDORE

Minerva McGranitt: MINERVA MCGONAGALL

Severus Piton: SEVERUS SNAPE

Neville Paciok: NEVILLE LONGBOTTOM

Dennis Canon: DENNIS CREEVEY

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Capitolo 4
*** L'oggetto rubato ***


I due, un po' perplessi, si misero sul baldacchino scoperto di Malfoy.

Al fissò il pavimento per qualche secondo, strane idee che gli attaversavano la mente, come se viaggiassero in dei piccoli Hogwarts Express.

"Dobbiamo assolutamente andare nella Sala Grande" Disse tutto ad un fiato. L'idea gli era venuta spontaneamente, perché prima stava pensando ad altre cose.

"Ma ci vedono, non siamo invisibili!" Rispose Malfoy accigliato.

"Oh, sì che lo siamo" Al si incamminò nel suo meraviglioso letto ed estrasse dal suo baule quello che sembrava un Mantello "Con questo!"

Il mantello era liscio e soffice come non lo poteva essere alcun altro oggetto, sembrava acqua. Pareva perfino brillare.

"Tu sai cos'è questo, vero?" Chiese allungando un angolo della bocca in un piccolo sorriso. Sentiva un liquido bollente salirgli in petto.

"I-il Mantello dell'Invisibilità. Non sono mica un pollo. Ma... Albus, chi te l'ha dato?" Domandò. Era stupefatto, e fissava il mantello con aria sognante.

"Un regalino di papà. Era suo, quando studiava qui gironzolava per Hogwarts durante la notte" La buttò lì incamminandosi verso la porta. Ma Scorpius rimase a fissare il mantello a bocca aperta, senza dire una parola.

"Dai, cosa stai aspettando? Andiamo!" Trillò Albus in un sussurro.

"No, non potete, dirò alla preside che avete un Mantello dell'Invisibilità! E poi... non avete sentito? Ha detto chiaro e forte di stare qui!" Godys, il loro compagno di stanza, spuntò dal nulla. Sembrava aver paura. Il suo faccino era illuminato fiocamente dal lampadario appeso al soffitto. I suoi capelli perfettamente pettinati luccicavano al bagliore della poca luce.

"Non sarai tu ad ostacolarci, Petrificus Totalus!" Godys si immobilizzò all'incantesimo di Malfoy. Albus si ricordò della necessità di respirare. Poi, in silenzio, aiutò il biondo a metterlo a letto, sotto le coperte, come se dormisse.

"Dai, vieni sotto" Lo esortò Albus frettoloso. Malfoy si chinò di poco e si mise accanto Al, le mani tese per sostenere il mantello. Cercando di non andare a sbattere contro qualcuno, sgaiattolarono fuori l'affollata Sala Comune Grifondoro, che sembrava un mercatino di Natale di Londra. C'erano persone e bocche aperte ovunque.

Con tutto quel chiasso era un gioco da ragazzi uscire passando per il quadro della Signora Grassa, ma Al avrebbe potuto giurare di aver visto una ragazza indicarlo, la fronte aggrottata.

I due corsero giù, scendendo le infinite scale due alla volta. Avevano il respiro affannoso. La curiosità dentro Albus ardeva come fuoco: voleva sapere cosa stava succedendo. Svoltarono vari corridoi finché non andarono a sbattere contro un uomo. Era gobbo e magrolino, aveva dei capelli unticci e dei vestiti abbastanza sporchi. Una gatta nerastra gli girava intorno scodinzolando la lunga coda.

"Chi va là?!" Chiese l'uomo, guardandosi in giro frettolosamente, gli occhi ridotti a due piccole fessure.

Albus e Scorpius fecero due passi indietro, e successe proprio quello che non avrebbe dovuto accaddere: Malfoy inciampò; il mantello scivolò sul suo corpo e rimase con una gamba fuori il tessuto. Filch aveva appena visto una gamba comparire dal nulla!

Non poteva di sicuro essere quell'uomo ad ostacolare i due ragazzi a spiare la riunione dei professori nella Sala Grande. Albus estrasse la propria bacchetta dalla tasca e, sperando nel meglio, la puntò verso una sedia "Vitus Ogectum". La sedia cominciò subito a muoversi e attaccò Filch il custode, distraendolo da Potter e Malfoy.

"Ottima mossa!" Si complimentò Scorpius mentre si alzava e si scrollava la polvere di dosso. 

"Grazie!" Gli rispose Al. Una volta sicuri che la gamba di Malfoy fosse ben nascosta, passarono di lato a Filch, che stava facendo del suo meglio per bloccare la sedia animata con le lunghe e pelose mani sudate. E poi scapparono via. Se Filch li avesse scoperti sarebbero stati nei guai fino al collo; pertanto avevano un Mantello dell'Invisibilità, cosa non indifferente.

Arrivarono davanti al grande portone di quercia della Sala Grande, sospirando rumorosamente e imprecando che non ci fosse nessuno.

"Cavolo! È chiuso!" Esclamarono i due sfilandosi il Mantello.

"Lasciate fare a me!" Il cuore di Al sobbalzò. Dietro di loro era appena comparsa Rose, la bacchetta in mano. Sorrideva.

"TU? Cosa ci fai qui?" Albus non poteva credere ai suoi occhi.

Rose lo guardò per un attimo, mentre faceva roteare la bacchetta tra le dita. "Orecchie Oblunge nel dormitorio dei maschi. Io l'avevo detto che servivano" Disse la Weasley a mo' di spiegazione.

"CI HAI SPIATI?" Albus era rosso come non lo era mai stato in vita sua. Si guardò per qualche istante intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno.

"Oh, sì" Rose era divertita, come se si stesse prendendo gioco dei due.

"Ma non ti hanno vista nei corridoi?" Chiese Malfoy stupito.

Rose avanzò verso di loro, spingendoli da parte.

"Sapete, non siete gli unici ad usare la Maledizione delle Pastoie Total Body"

"E sentiamo, chi avresti pietrificato?" Chiese Malfoy con un ghigno malefico.

"Oh, nessuno, proprio nessuno... Ora rimettetevi il mantello e fatemi abbastanza spazio per poter stare comodi. E fatemi aprire questa porta!"

Al e Scorpius erano storditi. Cercando di non sembrare troppo infantili, si infilarono il mantello e fecero sistemare Rose, un ombra di un sorriso sulle labbra rossastre.

"Alohomora!" Borbottò puntando la bacchetta sulla maniglia della porta.

E con un pizzico di sorpresa per AL, questa si aprì.

"Cavolo, devo dire a Filch di aggiustare questa maledetta porta!" Brontolò la McGonagall mentre si dirigeva verso il portone, che poi chiuse spazientita. Ritornò verso il tavolo degli insegnanti a passo svelto, reggendo con la mano la parte posteriore del mantello verde smeraldo.

Albus, Scorpius e Rose videro tutti i professori di Hogwarts seduti attorno al tavolo degli insegnanti. Avanzarono verso di loro, molto lentamente, cercando di far meno rumore possibile, e si misero seduti alla fine del tavolo Grigondoro.

"Minerva, perché ci hai chiamati? Cos'è successo?" Esordì il professor Longbottom sfregandosi con le dita la barba corta.

"È stato avvistato" Rispose lei fredda. Le rughe sul viso e le borse sotto gli occhi le attribuivano una certa età.

"Chi è stato avvistato, mia cara?" Chiese la Umbridge, ridacchiando, e dalla sua espressione sembrava che già sapesse la risposta.

"Il ladro dell'oggetto" Rispose la McGonagall con impazienza.

"Minerva, nessuno di noi è a conoscenza dell'oggetto, tranne te" Ringhiò il professor Lumacorno.

"Infatti, non capisco perché non vuoi darci ulteriori informazioni" Aggiunse il professor Frigan di Astronomia. Frigan era alto, più alto di quando un cinquantenne si potesse permettere, e aveva dei capelli lunghi raccolti in una coda.

"Ogni cosa a tempo debito... ora, vorrei proteggere Hogwarts da questo ladro, trenta minuti fa è stato avvistato ad Hogsmeade"

Una certa agitazione corse intorno al tavolo. "Ad Hogsmeade?" Il professor Finnigan spalancò gli occhi.

"Si, ma era incappucciato, e si è Smaterializzato appena Aberforth gli ha domandato chi fosse"

"Ma non ci si può..."

"Smaterializzare o Materializzare entro i confini di Hogwarts, sì, lo so, Horace" Sibilò interrompendolo chiudendo gli occhi.

"Ma potrebbe tornare in qualsiasi momento?" Chiese la professoressa Madam Hooch, di Volo. Era una donna abbastanza tozza ma anche molto forte, questo lo si poteva notare dai suoi occhi da gatto e gli zigomi molto definiti. 

"Suppongo di sì, è per questo che voglio proteggere la mia scuola. L'oggetto che ha questo ladro è molto potente, potentissimo"

"Scusa Minerva, Aberforth come ha fatto a riconoscere il ladro? Insomma, non si è mai visto, né in foto né da qualsiasi altra parte" Chiese Neville ragionando, grattandosi di nuovo la barba.

"Aveva l'oggetto in mano"

"Aberforth sa qual'è l'oggetto?" Chiese il professore di Antiche Rune John Delson, un vecchio con un gran cappello a forma di zucca che copriva dei biondi capelli cespugliosi.

"Be', Jonh, se quella cosa apparteneva ad Albus Dumbledore, il fratello avrebbe dovuto essere il primo a sapere del furto, no?"

"Emh, giusto" Il professor Delson si grattò il mento, ragionando.

La Preside guardò ogni viso di ciascun professore, chiaramente ansante e preoccupato. Gli occhi di Horace Lumacorno erano freddi, vuoti. "Chiamerò più Dissennatori per pattugliare Hogsmeade, non voglio più omicidi o furti..." Disse convinta la Preside "dopo la morte di Madame Rosmerta..."

"COSA? Madame Rosmerta dei Tre Manici di Scopa è morta? Cos..." Neville si alzò.

"Oh, non lo dovevo dire" La Preside abbassò lo sguardo, poggiandosi una mano sulla fronte. Sembrava sul punto di svenire.

"Minerva, vogliamo delle spiegazioni!" Una manciata di professori si alzò, spaventata e confusa. Seamus Finnigan la guardava con aria addolorata, ferita.

La preside respirò profondamente.

"È stata u-uccisa da una Maledizione Senza Perdono" Confessò mormorando. Le sue labbra si muovevano appena.

Neville si avvicinò alla Preside, lentamente. Era più serio di chiunque altro in quella stanza.

"Un ladro ruba un oggetto, e l'unica persona qui dentro che sa cos'è sei te, Minerva, e diciamo anche il Ministero... Questo ladro va ad Hogsmeade ed uccide una persona, poi si Smaterializza. Noi professori abbiamo pochi indizi su cui basarci ed ora vogliamo una spiegazione... Minerva, ti prego" Neville esitò qualche secondo, guardando negli occhi la preside di Hogwarts, il volto pieno di preoccupazione "Qual'è l'oggetto? Noi dobbiamo sapere"

La McGonagall guardò tutti gli insegnanti, e i secondi in cui lo fece avrebbero ben potuto essere ore. Albus aveva il cuore che gli batteva a mille, il liquido dentro il petto espandersi per  tutto il corpo. Sentì Rose sussultare leggermente. Si chiedeva quando la Preside avrebbe parlato, visto che continuava a guardare gli insegnanti con uno sguardo assente. Poi mosse appena le labbra, ma il suono echeggiò forte e chiaro nella sala.

"La Bacchetta di Sambuco"

***

*nota alla traduzione:

Arugus Gazza: ARGUS FILCH

Madama Bumb: MADAM HOOCH

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Capitolo 5
*** Un sogno senza perdono ***


Tutti i presenti nella Sala spalancarono gli occhi, alcuni portarono la mano sulla bocca ed altri ancora borbottarono da soli, increduli, in preda al panico, schiacciati da quella tremenda notizia.

Albus rimase pietrificato alla notizia, Rose anche. Malfoy respirava profondamente, sembrava tremare.

La Bacchetta di Sambuco, La Stecca della Morte, La Bacchetta del Destino, aveva diversi nomi. Sì, era stata rubata, e non si sapeva da chi. Ultimi proprietari? Draco Malfoy, Harry Potter ed Albus Dumbledore. Ancora una volta la tomba dell'ex Preside di Hogwarts era stata violata. Ancora una volta, quella tomba bianca, dove diciannove anni prima Harry Potter ripose la Bacchetta di Sambuco, era stata soggetta ad un furto, e che furto. La bacchetta più potente che sia mai stata creata si trovava nelle mani di uno sconosciuto. Si trovava nelle sbagliate, mani già sporche di omicidio, o chissà che non ne avesse commessi altri. La mente di Al cominciò a lavorare freneticamente, pensando a cosa sarebbe successo in quel periodo in cui l'oggetto più potente del mondo si trovava in mani sbagliate, pensava alle conseguenze, ai morti... alla sua famiglia. E se questo ladro avrebbe avuto modo di entrare ad Hogwarts? O di ferire qualche suo caro?

Nessuno parlò per qualche secondo, tanto erano tutti sconcertati. Al sentiva la testa battere come il cuore.

"Minerva, scherzi?" La Umbdrige si alzò dalla sedia, il volto serissimo. Anche se era un po' pallida, non riusciva a far trapelare sconcerto dai suoi goffi lineamenti.

"Ti pare che sto mentendo? E anche se lo facessi, non mi inventerei una cosa così grave" 

"Ma... S-sei sicu-cura?" Balbettò il professor Longbottom. Era il più terrorizzato in quella combriccola di adulti.

"Sì. Kingsley deve riferirlo al Primo Ministro Babbano, o anche per loro sarà una brutta faccenda"

"Chi è Kingsley?" Sussurò Malfoy ad Albus sotto il mantello. Solo ora al si rese conto che stava ancora vivendo, che era tutto vero, che non era un sogno.

"Kingsley Shacklebolt, il Ministro della Magia! È in carica da diciannove anni!" Sussurrò con forza distratto. Malfoy annuì.

"Oltre a noi, chi lo sa?" Chiese Lumacorno, la fronte aggrottata e sudata. Si lisciava la giacca che indossava come se fosse un cucciolo di animale.

"Solo il Ministero. Potter sarà su tutte le furie, lui con quella bacchetta ha molti ricordi, e per dirla tutta, appartiene a lui. Il mondo magico non lo sa, nessuna famiglia, ma bisognerà avvertirli". La preside levò la bacchetta a mezz'aria e dalla punta uscì quello che sembrava un gatto soriano, bianco come la luce, illuminando ulteriormente la sala. L'animale oltrepassò la vetrata della Sala Grande e sparì.

"Perché non ce l'hai riferito prima?" Chiese debolmente la professoressa Gewerind di Babbanologia, una streghetta bassa e con capelli bianchi e bluastri.

"Avevo timore, che, che... Non lo so, ora vorrei solo una tazza di tè" Rispose esausta la McGonagall. 

"Oh, ci penso io cara" S'intromise ridacchiando la Umbridge. I colori rosei fecero di nuovo capolino sul suo volto.

Dopo quelli che avrebbero potuto essere due minuti, tutti i professori si alzarono dalle sedie e si incamminarono verso il grande portone di quercia.

"Ti aspetto nel mio studio, Minerva" Tuonò Dolores dall'altra parte della sala.

Albus, Rose e Scorpius rimasero a fissare la McGonagall, dietro il tavolo Grifondoro. Sembravano paralizzati dalla notizia, tranne Malfoy, che continuava a tremare.

"Ok ragazzi, potete levarvi il mantello"

I tre si guardarono stupiti, con un aria del tipo come-fa-a-saperlo. Albus non si mosse: forse lo avevano solamente immaginato. Forse lo shock per quello che era successo aveva giocato loro brutti scherzi.

"Dico a voi, sotto il mantello" La Preside indicò il punto esatto dove si trovavano Potter, Malfoy e la Weasley.

Lentamente, Al si tolse il Mantello dell'Invisibilità, scoprendo anche i due ragazzi paonazzi alla sua destra. I tre non parlarono. Rimasero lì, gli sguardi puntati sul pavimento.

"Bocca chiusa, non lo dite a nessuno, anche perché alcuni non sanno nemmeno cosa sia la Bacchetta di Sambuco". I tre spostarono lo sguardo sulla Preside.

"Ma, ma come.." Tentò di chiedere Malfoy.

Ma la McGonagall lo interruppe con un cenno della mano. "Come ho fatto a vedervi? Oh, anni di esperienza signor Malfoy, solo anni di esperienza"

"Non ci espellerà, vero?" Rose si inginocchiò piagnucolando.

La McGonagall la fissò stupita. Sembrava voler ridere. "No, signorina Weasley, tuttavia, temo che sia meglio che voi tre lo sappiate. Insomma... voi tre siete gli unici alunni che lo devono sapere"

Albus non osò chiedere il perché. Poi prese a parlare con un fil di voce. "Professoressa McGonagall, lei ha p-paura?"

"Sì, Potter, come tutto il Ministero. Non è cosa da tutti i giorni che uno sconosciuto vada in giro con la bacchetta più potente del mondo. Ora, se non vi dispiace, vado a prendermi la mia tazza di tè con infuso di lampone. Ho i miei anni per fare certe cose"

La preside si alzò dalla sedia e si incamminò verso il portone di quercia, il mantello verde smeraldo che svolazzava dietro di lei.

"Ah, Potter, scrivi a tuo padre" Disse prima che chiudesse il portone.

"Cosa?" Chiese lui confuso.

"Tutto" La McGonagall sparì.

Albus, Rose e Scorpius si guardarono per qualche secondo. Albus sentì il cervello di Rose ronzare.

"Ok, è stato rubato l'oggetto più potente al mondo" Sibilò Malfoy.

"Potrebbe uccidere" Rose guardò il pavimento.

"Potrebbe fare stragi" Aggiunse Scorpius.

"Potrebbe fare tutto, tutto. Uccidere, torturare, rubare. Questo è un bel guaio... Io... Non lo so... Chissà cos'ha in mente quello sconosciuto" Disse Albus distrattamente.

"Ok saliamo in Sala Comune" Rose si incamminò verso l'uscita, senza nemmeno aspettare i due.

Dopo aver pronunciato "Ragni soffritti", il trio attraversò il quadro della Signora Grassa ed entrò nella Sala Comune Grifondoro. Ma si bloccò di colpo. C'erano centinaia di sguardi fissi su di loro.

"Dove siete stati?" Chiese un alunno del terzo anno, rompendo il silenzio. 

"Sì, infatti, dove siete stati? Angelina ha visto Rose uscire dal quadro"

"Eravamo... In bagno, era urgente, abbiamo anche incontrato il professor Longbottom e ha detto che dovevamo sbrigarci" La buttò lì Rose colorandosi di rosso.

"Bugiardi!" S'intromise un alunno del quarto anno.

"E cosa te lo fa pensare?" Scorpius fece un passo avanti con aria di sfida. Fece scivolare la bacchetta in tasca e lanciò maledizioni con gli occhi a Mark Luscreb.

"Ehi piccoletto, non fare il cattivo o mamma ti sgrida"

In una frazione di secondo, Malfoy sfilò la bacchetta dalla tasca e la puntò verso Mark Luscreb, avvicinandosi sempre di più. La folla si fece da parte e al centro rimasero solo Mark e Scorpius.

"Un tuo incantesimo mi farebbe il solletico, patetico" Lo provocò Luscreb. La vena sul collo di Scorpius pulsava minacciosamente.

"Ah si? Expellia..."

"NO, SCORPIUS!" Rose prese Malfoy e lo allontanò da Mark.

"E l'Expelliarmus come lo conosci?" Mormorò la Weasley a Malfoy così che la potesse sentire solo lui.

"Quest'estate mio padre me l'ha insegnato, in caso qualcuno mi dovrebbe dar fastidio" Urlò per farsi sentire da tutti e seguendo con lo sguardo Luscreb. Rose lo guardò arrabbiata. "Per precauzione" Aggiunse lui sulla difensiva.

Le voci ricominciarono a echeggiare nella Sala Comune e sembrava quasi che non fosse successo nulla.

 

"Ne hai di coraggio per minacciare un alunno del quarto anno" Rise Albus mentre si infilava il pigiama.

"Sono un Malfoy!"

Albus, che aveva appena finito di infilarsi il pezzo di sotto, vide una lettera sul suo letto e Snow in cima alla gabbia, che era accanto alla finestra.

"Vieni qui, Snow!" Albus allargò il braccio. Snow vi si posò sopra e mangiò un pezzo di cioccolata fondente, che adorava.

Al srotolò la pergamena e lesse:

Ciao campione! Siamo contentissimi che sei capitato in Grifondoro, è la casa dei Potter! Anche Lily dice che capiterà in Grifondoro senza problemi. Riguardo a Malfoy, be', non ci posso credere, è incredibile. Suo padre era, diciamo, un mio celebre nemico ai tempi della scuola, ma ora lavoriamo molto bene al Ministero. Una curiosità, quali professori ci sono che non conoscevi?

Tuoi, mamma e papà

Albus abbozzò un sorriso. Prese una penna d'oca e una pergamena giallastra.

"Scrivi a tuo padre?" Chiese Scorpius puntando gli occhi sulle mani di Al. "Io scrivo al mio, che ho scoperto tutto, ma non posso certo dirgli che ho spiato una riunione segreta nella Sala Grande col Mantello dell'Invisibilità" Concluse sorridendo.

"Giusto"Albus si mise seduto sul suo letto e scrisse:

Ciao papà. Professori che non conoscevo? La professoressa Gewerind di Babbanologia, Seamus Finnigan di Incantesimi e una professoressa molto buffa amante del rosa, Dolores Umbridge, di Difesa contro le Arti Oscure... per caso la conosci? Oggi ho saputo una cosa: la Bacchetta di Sambuco è stata rubata. I professori sono molto preoccupati, la McGonagall vuole proteggere Hogwarts. Ha detto che chiamerà più Dissennatori. Papà, tu lo sapevi? Perché non me lo hai mai detto?

Arrotolò la pergamena che, di certo, non poteva dare all'esausta Snow. Si mise un mantello e, controvoglia, andò in Guferia, dove prese un barbagianni grigiastro. Gli legò la pergamena sulla zampetta con un filo marroncino e lo vide spiccare il volo, verso le montagne che facevano da sfondo ad Hogwarts.

Scese dalla torretta, percorse vari corridoi e salì in Sala Comune. Erano le undici passate e la sala era vuota, eccetto per due alunni del terzo anno che si stavano sbaciucchiando animatamente. Allora salì nel dormitorio, salutò Scorpius e si addormentò di colpo. Era stanchissimo.

Si trovava in un luogo a lui sconosciuto, era solo. Le foglie svolazzavano a causa del forte vento autunnale. C'erano una dozzina di alberi. I neri capelli di Albus furono sparpagliati dalla forza dell'aria. Aveva una bacchetta in mano, ma non era la sua. Era strana, lunga, di un color marrone chiaro. Aveva dei rigonfiamenti ogni cinque centimetri. Albus aveva in mano la Bacchetta di Sambuco. Sentì un lieve calore alla mano con cui la teneva... e sentì il petto bruciare. Non sapeva perché ce l'aveva in mano, ma aveva un forte intuito che da un momento all'altro gli sarebbe servita. Era certo... lo sentiva... gli sarebbe servita... non poteva alzarsi e andarsene... doveva rimanere lì. Il vento aumentò e davanti a lui, ad una ventina di metri, comparve un uomo, sembrava stanco, aveva paura e borbottava parole strane.

Dentro Albus crebbe una rabbia incredibile, una rabbia incontrollabile verso quell'uomo. Al provò a parlare, e capì che non era la sua voce. Si controllò le mani: era rimasto se stesso. Ma la voce non era la sua...  L'uomo si avvicinò sempre di più, la testa china. Albus levò la Bacchetta di Sambuco. Doveva farlo. Sentiva il bisogno di farlo, perché la rabbia gli ribolliva nel corpo, come una creatura in fuga da una gabbia. L'uomo alzò il capo. Nemmeno fosse passato un secondo che Albus urlò "AVADA KEDAVRA!"

Era sudato, il letto in disordine e vicino a lui c'erano Scorpius e Cedric, ansanti e il volto preoccupato.

"Al, che cosa ti è successo?" Chiese Cedric mentre gli poggiava una mano sulla fronte.

La testa di Al sembrava esplodere. Non aveva mai provato un dolore così forte. Era così confuso...

"Co...sa? Oh, n-non lo s-so, c-c-cosa mi è successo?"

"Parlavi nel sonno, hai detto tipo ada cavra... se non sbaglio" Disse nuovamente Cedric.

"Ok, Cedric, ora vai a dormire, penso io ad Albus" Ordinò Malfoy che, dopo essersi assicurato che l'altro compagno si fosse addormentato, si avvicinò ad Al con il viso. "Io so cosa hai detto, hai pronunciato una Maledizione Senza Perdono, di notte, nel tuo letto, nei tuoi sogni"

Albus lo guardò spaventato. Tremava. Era madido di sudore e la testa gli continuava a pulsare incontrollabilmente.

"Al, cos'hai sognato?" Sussurrò Scorpius con gli occhi che sembravano due spicchi di oscurità.

Albus respirò profondamente, cercando di ricordare. Poi, mentre si asciugava la fronte con la manica del pigiama, disse tutto ad un fiato "Ho ucciso una persona con la Bacchetta di Sambuco".

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Capitolo 6
*** Il legame inaspettato ***


"Cosa?!" Al vide gli occhi di Scorpius diventare rossi, iniettati di sangue: era spaventato quanto lo era lui. E tutto questo subito dopo un paio di secondi. 

Ci vollero un pòdi minuti prima che Al e Scorpius parlassero, e i soli rumori in quella stanza erano i loro forti battiti del cuore e i respiri profondi dei compagni che dormivano.

"Ma... ma... chi era la vittima?" Chiese Scorpius balbettando.

Albus elaborò le parole dell'amico, poi, giungendo alla conclusione che non poteva starsene zitto per sempre, decise di parlare. "No-non lo so, quando ha alzato la testa... lui... e... non mi ricordo tanto, mi sembra che l'ho ucciso subito"

"Non ricordi niente?"

"No. Insomma... mi sembra di... ricordo qua-qualcosa, ma poco"

"Racconta" Scorpius assunse un'aria più seria e si mise seduto sul letto di Al.

"Ehm... C'era un uomo, era stanco, l'ho ammazzato... no, ho la testa che mi scoppia" Sudava ininterrottamente. Non ce la faceva a continuare, e più cercava di aggrapparsi a quei pochi ricordi, piùquesti si allontavano da lui.

"Non ricordi altro?" Lo esortò cominciando a sudare anche lui.

"No..." Confessò esausto: voleva buttarsi dentro un lago ghiacciato e poi dormire. Voleva dormire, voleva dimenticare tutto. Quella notte stava diventando sempre più oscura. Prese la bottiglietta d'acqua sul comodino e bevve, cercando di farla cascare un po' sul collo e sul petto. E in quel momento la maniglia della porta del dormitorio girò lentamente, creando un rumore inquietante. Albus, madido di sudore, posò l'acqua e afferrò la sua bacchetta, pronto ad attaccare. Malfoy fece lo stesso alzandosi e facendo un passo indietro verso il comodino. La porta si spalancò, molto lentamente, e davanti ai due comparve una figura bassa, lucente e con lunghi capelli rossi.

"Rose!" Albus posò la bacchetta sul comodino alla sua destra, Malfoy lo imitò.

"Ancora? Cosa ci fai qui?" Malfoy alzò la voce, ma sembrava sollevato.

Rose rise. Chiuse la porta alle sue spalle e avanzò verso i due, ancora ansanti.

"Che hai fatto? Perché sei qui?" Chiese Al rapidamente, mentre si asciugava il sudore.

"Oh, io niente. Tu cosa hai fatto, vorresti dire" Aggrottò le sopracciglia.

"Io, i-o? Cosa ho fatto?" Albus si mosse di scatto, come se percorso da una scossa elettrica. Cercò di sembrare il meno sospetto possibile. Per il momento, non doveva far trapelare espressioni ingannevoli. Ci sarebbe stato il tempo per parlare con Rose più avanti.

Rose lo guardò per alcuni secondi, poi aprì la bocca e la richiuse. Poi disse "Be', di certo io non sogno che uccido una persona con la Bacchetta di Sambuco"

Albus e Scorpius spalancarono gli occhi. Al si asciugò di nuovo il sudore e sbuffò. Ma come faceva Rose a sapere sempre tutto? Albus detestava l'idea che la cugina sapesse del suo strano e sinistro sogno. Ormai era inutile cercare di sforzarsi di mantenere i lineamenti morbidi e rilassati. Quella Weasley lo ingannava sempre. Ma non si arrese.

"Ma... cosa dici?" Fece il vago di nuovo.

Rose si chinò e si mise carponi; prese da sotto il letto di Al delle grandi orecchie di gomma, che misuravano quanto una mano.

"Orecchie Oblunghe. Ho sentito tutta la vostra interessantissima conversazione, non riuscivo a dormire e, per purissimo caso, ho sentito Albus che parlava nel sonno, credo. Sono subito corsa da voi"

"Ma perché metti queste maledette Orecchie Oblunghe!? È... è... in-incivile!" Disse velocemente Malfoy mordendosi le labbra. Il dolore alla testa di Al continuava a farlo soffrire in silenzio...

"Oh, no, metti caso succedesse qualcosa, io dovrei aiutarvi, no? E ora, se non vi dispiace, c'è una persona che ci sta aspettando, su, muovetevi capre!" Disse alzandosi dal pavimento e scrollandosi la polvere di dosso. Avanzò verso la porta e la spalancò, assicurandosi che Fred, Godys e Cedric fossero ben addormentati.

"Quale persona, dove? Ma di che cosa stai parlando?" Albus si alzò dal letto, prese la bacchetta e se la ficcò in tasca. Ma che stava dicendo Rose? Un groviglio di sensazioni confuse fece capolino nella sua testa.

"Non preoccuparti" Mormorò calma.

"In piena notte?! Qualcuno ci sta aspettando a quest'ora? Perché mai lo dovrebbe fare?" Malfoy era incredulo. Una lieve sfumatura rossastra era padrona del suo viso.

"Sì! In piena notte! E se non ti importa, rimani qui. Dai, seguitemi"

Dopo uno sguardo assassino di Rose, i due, sbuffando, la seguirono. Dopo aver oltrepassato il quadro della Signora Grassa, che stava stranamente discutendo con un Principe del quadro accanto, percorsero vari corridoi e scalinate. Albus si guardava intorno come se avvertisse la costante presenza di Filch il custode. Di sicuro, non voleva rivederlo di nuovo. Camminarono per cinque lunghi minuti e nella sua testa c'era la confusione più totale. Le immagini del sogno gli ostacolavano di pensare a dove Rose li stesse portando... quel lampo di luce verde... quell'uomo... non gli aveva visto il viso...

"Mi spieghi dove ci stai portando?" Scorpius tentò di mantenere la calma mentre svoltavano in un altro corridoio illuminato da quelle che avrebbero potuto essere cinquanta torce bluastre.

"Da un Occlumante"

"Un cosa?" Chiesero i due all'unisono. Albus era certo di non aver mai sentito una parola del genere.

"Un Occlumante, ora vedrete, state zitti. Oh, ma volete seguirmi e basta?"

Arrivarono davanti a una porticina di quercia. Rose bussò due volte e, improvvisamente, davanti a loro comparve una donna, bassa, con un pigiama rosa in pizzo. I suoi capelli erano perfettamente pettinati.

"Salve professoressa Umbridge" Rose sorrise.

"Oh, cara, ho ricevuto il tuo Patronus" Borbottò come se la stesse avvertendo di aver ricevuto una lettera via gufo.

"COSA? SAI FARE UN PATRONUS? E LO SAI FAR PARLARE?" Albus era rosso ed incredulo. Era praticamente impossibile che sua cugina, di undici anni, sapesse fare un Patronus Corporeo e farlo parlare. Era magia avanzatissima, e, per un lunghissimo istante, Albus suppose che fosse tutto un sogno. O forse magari un'allucinazione.

"Oh sì, in fondo, sono la figlia di Hermione Granger" Mormorò fiera a mo' di spiegazione.

"Signor Potter, si sieda" La Umbridge lo fissò, aggrottando la fronte. Pareva serissima, e, notò Al, non aveva quel sorrisino da ebete che aveva sempre.

"Perché?!" Chiese Al con tono di sfida. Perché mai avrebbe dovuto entrare nell'ufficio della sua professoressa nel cuor della notte dopo aver sognato un assassinio?

"Signor Potter, si sieda, per favore" Continuò con un tono di voce sereno ma serio.

Albus, controvoglia, obbedì. Entrò nell'ufficio seguito da Scorpius, che guardava le pareti della stanzetta a bocca aperta: erano coperte da piattini che raffiguravano gattini di tutte le specie, dai Siamese ai Persiani. Si mise seduto su una poltrona rossastra davanti la cattedra della Umbridge e trasse un lungo, potente sospiro, mentre una decina di rumori di fusa gli accarezzavano le orecchie.

"Ok, Potter, ora, senza domande, dica cosa ha sognato circa dieci minuti fa"

Al spalancò gli occhi: come faceva la Umbridge a sapere che aveva fatto un sogno qualche minuto prima? Gliela aveva detto Rose? Dopo aver origliato la conversazione di Al e Scorpius aveva mandato un Patronus dalla Umbridge?

Potter esitò qualche secondo, poi, balbettando, disse "Ehm.. non ricordo tanto... mi ricordo che avevo la Bacchetta di Sambuco, ero... ero in u-una foresta! Sì! In una foresta... poi è a-apparso un uomo, l'ho uccis-so..." Esitò. Non riusciva a ricordarsi nient'altro. I ricordi gli sfuggivano dalla mente, come se questi si stessero divertendo a non farsi acchiappare.

"Bene signor Potter, ora dobbiamo scoprire più su questo sogno. Indagherò io in persona" La Vicepreside prese la sua bacchetta dal comodino e la puntò sulla testa di Albus "Libera la mente, svuotala, scaccia ogni pensiero" Ad Al sembrò difficile riuscirci, aveva troppi pensieri in testa. Perché aveva fatto quel sogno? Perché si trovava nello studio della Umbridge alle tre di notte con una bacchetta puntata contro? Cos'era un Occlumante? Chiuse gli occhi e sospirò a fondo l'aria dolciastra dell'ufficio.

"Disciplina la mente, Potter!" Albus fece uno sforzo enorme e la Umbridge, calma, borbottò "Legilimens!"

L'ufficio della vicepreside svanì, era tutto buio, la mente di Albus lavorava freneticamente, poi, un susseguirsi di immagini, l'arrivo ad Hogwarts, lo Smistamento... Ed eccolo lì, Albus, in una foresta con pochissimi alberi, la Bacchetta di Sambuco in mano. La scena, stavolta, si vedeva dall'alto. Era come vederla da un albero lì intorno. Centinaia di foglie ruotavano intorno ad Al. La forza del vento gli muoveva gli abiti che aveva indosso. Poi, davanti a lui, comparve un uomo, alto, magrolino, tremava, la testa china, aveva dei capelli biondi, quasi bianchi, borbottava parole strane, riusciva a stento a camminare. Il volto di Al si irrigidì, l'uomo riuscì appena ad alzare lo sguardo che uno zampillo di luce verde uscì dalla Bacchetta di Sambuco.

Lo studio riapparve. Al era stordito. Non riusciva a distinguere le figure davanti a lui. Sforzò la vista e vide la Umbridge, il viso freddo e pallidissimo.

"Signorina Weasley, vada a chiamare la professoressa McGonagall, di corsa" Disse fissando un punto vuoto nella stanza. Era immobile.

"Professoressa... Cosa... cosa è successo?" Anche Albus era preoccupato.

"Signor Potter, ho appena visto il suo sogno"

"Come?" Chiese lui curioso.

"Legilimanzia, signor Potter"

"Cosa?" Chiese ancora, confuso più che mai. La testa riprendeva a pulsare... come se dentro ci fosse un cuore.

"Le spiegazioni avranno tempo più tardi"

Malfoy era seduto su una sedia, concentrato a non perdersi nulla. Circa dieci minuti dopo Rose riapparve con la McGonagall, con indosso una una veste da notte scozzese.

"Minerva" Sibilò.

"Dolores, cosa è successo? Sono le tre e mezzo del mattino!" Disse spostando lo sguardo da Al alla Umbridge, come se stesse assistendo ad un incontro dello sport babbano 'tennis'. "Cosa ci fa qui con degli alunni...?"

"Potter ha fatto un sogno, sulla Bacchetta di Sambuco"

La McGonagall la fissò, stupita. "Cosa?"

"Ed ha ucciso D... Una persona!" Si corresse la Umbridge, che stava per dire un'altra cosa. Albus sudava, e la testa pulsava... forte... non riusciva a sopportare il dolore.

"Per l'amor del cielo, ci risiamo... è una cosa da Potter fare sogni strani. Chi ha ucciso?"

"Non lo so" La Umbridge abbassò lo sguardo, le mani tremanti.

"Ok, meglio che i ragazzi vadano a letto. Potter, domani nel tardo pomeriggio nel mio ufficio" Si sistemò il colletto della veste e scosse la testa.

Albus, Rose e Scorpius uscirono dalla piccola stanza rosa e, preoccupati e spaventati, andarono su in Sala Comune, deserta.

"Dolores, voglio i dettagli!" Tuonò la Preside.

"Un sogno davvero molto strano, Minerva. Si trovava in una foresta, con la Bacchetta di Sambuco in mano. Poi è apparso un uomo, non so chi, e l'ha ucciso" La Umbridge guardava fissa il pavimento.

"Può essere un fatto già accaduto, Dolores?"

"Non so, può essere anche un fatto che deve avvenire" Ragionò confusa.

"In questo ultimo caso, scoprendo chi è la vittima, possiamo salvare una vita"

"Minerva, credi che sia stato un sogno casuale, o un sogno che vuole dirci qualcosa?" Chiese con un'espressione alquanto addolorata.

"L'ultima, suppongo, e se non scopriamo chi è la vittima, essa morirà" Disse convinta.

"In tal caso, dobbiamo avviare subito le ricerche" La Umbridge era intenta ad evocare un Patrone, diretto agli Auror del Ministero.

"No! Ancora non sappiamo chi è la vittima" Le bloccò il braccio e sospirò.

Dolores arricciò le labbra "Se è un avvenimento già accaduto?"

"Dobbiamo solamente recuperare il corpo..." Mormorò tristemente.

"E il padre di Albus? Cosa gli diciamo?"

"Dolores non ti preoccupare del signor Potter, appena arrivo nel mio studio gli mando una lettera. Bisogna accettarsi solo che quello che ha sognato questa notte Albus Potter sia un fatto futuro o no, e scoprire chi è la vittima. Potremmo salvare una vita"

Le due professoresse, entrambe con due borse sotto gli occhi che avrebbero potuto essere visibili dalla torre di Astronomia, si guardarono per qualche secondo. La Umbridge si morse un labbro. "Minerva, pensi quello che penso io?"

"Che ci sia un legame con la mente di Albus Potter e il ladro della Bacchetta di Sambuco? Suppongo di sì".

 

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