Posso tenerti con me?

di Monkey D Akiko
(/viewuser.php?uid=812231)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo I ***
Capitolo 2: *** capitolo II ***
Capitolo 3: *** capitolo III ***



Capitolo 1
*** capitolo I ***


 photo One Piece Halloween Event.png
http://i238.photobucket.com/albums/ff122/AlexielMihawk/One%20Piece%20Halloween%20Event.png

POSSO TENERTI CON ME?
*In cui X eredita un castello un po’ inquietante ed è costretto a trascorrerci almeno una settimana per poterne entrare in pieno possesso-Casper!AU*

Era una fredda giornata di ottobre, i viali alberati dipingevano la piccola cittadina di giallo e arancione e per le strade si sentiva un allegro vociare di persone che si preparavano a una grande festa, infatti mancava solo una settimana ad Halloween.
Nami però non sentiva con entusiasmo quella festività, oltre ad essere una grande fifona, quest’anno le era toccata una grande sfida. Aveva ereditato da uno zio, che neanche ricordava di avere, una vasta proprietà con un grande castello. All’inizio le era sembrato un colpo di fortuna perché avrebbe potuto ricavarci dei soldi ma ben presto si era resa conto che sarebbe stato più difficile del previsto. Per ottenere l’eredità doveva trascorrere almeno una settimana nel castello. Aveva sperato tanto in una villetta solo un pochino impolverata e con odore di chiuso in ogni stanza ma no, no quel castello sembrava appena uscito da un film horror. Era inquietante e l’atmosfera halloweeniana non aiutava.
“Andiamo Nami, pensa ai soldi, e poi un vecchio castello come questo ci saranno un mucchio di tesori!” si fece coraggio mentre era ancora al di là del cancello.
Con in testa il pensiero di un bel guadagno aprì il cancello, percorse qualche metro del vialetto e varcò la soglia dell’edificio. Davanti a lei si ritrovò un immenso salone d’entrata con ampie finestre e una sontuosa scalinata di fronte a lei. Era davvero magnifico, tralasciando polvere e ragnatele ovviamente. Iniziò a perlustrare tutta la casa in cui avrebbe vissuto per sette lunghi giorni, ma non si accorse che qualcuno seguiva tutti i suoi movimenti.
Salita al piano di sopra scelse la sua camera da letto, che era la più grande e sontuosa e aveva un bagno privato. Si avvicinò a un grande specchio e con una mano ne pulì una parte della superficie, all’improvviso lo specchio rifletté un’ombra muoversi dietro di lei e Nami si voltò di scatto. Non c’era nessuno. Si calmò pensando che fosse uno scherzo della sua immaginazione ma poi sentì un rumore provenire dal vecchio armadio.
Iniziò a sudare freddo e trattenne il fiato finché non si trovò davanti al mobile. Il rumore era cessato. Deglutendo a vuoto, spalancò con decisione un’anta, ma dentro con sua grande sorpresa non c’era nessuno. Tirò un sospiro di sollievo e un po’ più tranquilla tornò sui suoi passi.
“Ciao!”
Davanti a lei comparve un fantasma!
“AHHHHHHH!” gridò scoppiando in lacrime prima di svenire sul pavimento.
 
***
 
Aprì piano gli occhi e si mise seduta, era ancora intontita e non ricordava bene ciò che era successo ma prima che potesse tornare lucida sentì nuovamente una voce.
“Meno male ti sei svegliata, che sollievo!”
Alzò piano gli occhi tremando come una foglia. Era lì, un fantasma era proprio davanti a lei! Allora non aveva sognato prima.
“Ahhhh! Aiuto un fantasma!!!! Ti prego non farmi del male!” piagnucolò gettandosi lontano da lui ma le forze l’avevano abbandonata e non riusciva a scappare.
“Ehi perché sei così spaventata? Ah già, sono un fantasma – se non fosse stata troppo terrorizzata, Nami avrebbe detto che quell’essere era veramente idiota – Beh, stai tranquilla non voglio farti del male! Diventiamo amici!” sorrise spensierato come se un incontro tra umani e fantasmi fosse la cosa più comune al mondo.
La ragazza si tranquillizzò un attimo e osservò meglio chi aveva davanti.
“T-tu, tu chi sei?”
“Mi chiamo Rufy e voglio diventare il re dei pirati fantasma! E tu invece?”
Re dei pirati fantasma? Ma che diavolo è?
Lo studiò attentamente. Era un fantasma con fattezze umane, era un bel ragazzo dai capelli e occhi neri con una cicatrice sotto l’occhio sinistro; era vestito con una camicetta rossa a maniche lunghe, un paio di pantaloni un po’ strappati e in vita aveva una fascia gialla, ma la cosa che più incuriosiva era che aveva un cappello di paglia.
Il suo corpo era trasparente come un riflesso, come quando ci si specchia in un corso d’acqua il cui fondo non è scuro e l’immagine che compare non è ben tersa.
“Io sono Nami” rispose ancora confusa.
“Nami? Mi piace! Cosa ci fai qui Nami?” chiese allegro.
“Ecco, questo castello adesso è mio, o meglio, lo sarà dopo che ci avrò passato una settimana” provò a spiegare.
“Anche tu sei una di quelli allora?” questa volta il tono del ragazzo era deluso.
“Di chi parli?”
“Di quelli che sono venuti prima di te, tutti volevano il castello ma nessuno è resistito così a lungo, il record è stato di tre giorni.”
“Perché? Cosa è successo?”
“Mmh avevano troppa paura e sono scappati. Tu però mi sembri più coraggiosa, anche tu vuoi il tesoro?”
“Ma no, cosa dici? Non mi permetterei mai di prendere qualcosa che non mi appartiene” si discolpò agitando le mani, ma intanto il suo cervello non faceva che pensare tesoro, tesoro, tesoro …
Rufy le sorrise e si avvicinò di più.
“Bene perché i miei tre compagni sono molto agguerriti e non si fanno scrupoli a difendere il nostro territorio”
“Ci sono altri fantasmi?”
Era un incubo vero?
“Sì shishishi”
Come se fossero stati richiamati, i tre spettri apparvero attraversando le pareti della stanza mentre si era alzato un forte vento.
“Ahahah ne è arrivato un altro!”
“Diamogli il benvenuto come solo noi sappiamo fare!”
“Sì facciamole vedere chi siamo!”
I tre si stavano preparando a compiere qualche loro scherzo ma Rufy si mise in mezzo.
“Fermi! Lei è mia amica!”
Nami, che era quasi svenuta di nuovo, si ridestò a quelle parole.
“Ha ragione! A me non interessa il vostro tesoro! Sono qui solo per non lasciare che il castello del mio adorato zio vada perso!” le scuse erano sempre state il suo forte.
“Mmh se questo è ciò che vuole il capitano …”
“Uuuahhhh! Che cosa commovente!”
“Già è davvero commovente!”
I tre fantasmi avevano subito cambiato atteggiamento, si vedeva che non erano cattivi.
“Ora ti presento la mia ciurma di pirati fantasma: Usop, Franky e Chopper! Ragazzi, lei è Nami” fece le presentazioni Rufy.
E fu così che iniziò una lunga convivenza.
 
NOTE DELL'AUTORE
Salveee a tutti! <3 Per festeggiare Halloween ho deciso di creare questa breve storia (massimo tre capitoli) seguendo l'iniziativa del gruppo di facebook EFP-Fandom One Piece di cui faccio parte e vi consiglio di entrare perchè è un gruppo in cui si può interagire con altri autori e scambiarsi consigli utili e non solo! Ma veniamo alla storia, spero che vi piaccia perchè è nata improvvisamente ahahah ^^
Ringrazio tutti coloro che leggeranno! <3
A presto!
Monkey D Akiko <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo II ***


 photo One Piece Halloween Event 2.png

POSSO TENERTI CON ME?
*In cui x eredita un castello un po' inquietante ed è costretto a trascorrerci almeno una settimana per entrarne in pieno possesso - Casper!AU*

Erano passati un paio di giorni dall’arrivo di Nami al castello e già era riuscita a dettar legge sui fantasmi. Ben presto si era resa conto che non facevano poi così paura e che erano degli imbranati totali, così aveva iniziato a dare ordini a destra e a manca per fargli pulire la casa. Tuttavia la sua permanenza non era proprio piacevole, era continuamente vittima di scherzi stupidi di fantasmi stupidi: la spaventavano trasformandosi all’improvviso in mostri, le nascondevano le cose, le rovinavano i vestiti, sporcavano dove aveva appena pulito, ecc … Ogni volta però gliela faceva pagare obbligandoli a lavorare.
L’unico che non le faceva scherzi era Rufy, a lui non servivano, creava più problemi di tutti senza rendersene conto.
Nami si stava facendo un bagno caldo per rilassarsi, per ottenere la casa e il tesoro doveva mantenere i nervi saldi. In quei giorni aveva cercato il tesoro senza dare nell’occhio, ma non aveva trovato un solo indizio e non poteva certo chiedere ai fantasmi. Mentre si crucciava con questi pensieri, sentì uno strano rumore provenire dalle tubature del bagno. Sperava che non fosse un problema serio altrimenti il valore di mercato del castello si sarebbe abbassato. Il rumore si fece più forte.
“BOOH!” gridarono Franky, Usopp e Chopper sbucando dal rubinetto della vasca.
“AAAAHHHH!” gridò Nami terrorizzata.
In attimo scappò dal bagno avvolta in un asciugamano tra le risa dei fantasmi, poi ricomparve armata di aspirapolvere.
“Ora ve la faccio vedere io brutti spettri! Vediamo se vi piace la polvere!”
E detto questo li risucchiò intrappolandoli per un bel po’.
Dopo di che tornò in camera e si buttò sul letto.
“Ehi Nami, dove sono gli altri?” chiese Rufy comparendo dal nulla.
“Li ho chiusi nell’aspirapolvere!” gli rispose arrabbiata.
“Ahahahah sei davvero uno spasso, mi diverto da quando ci sei tu”
“Io un po’ meno!”
“Perché? Non ti piace stare con noi?” chiese con una faccia da cucciolo, alla quale anche Nami si sciolse.
“No è che a volte siete davvero pesanti, faccio fatica a sopportare i vostri scherzi …” ammise sospirando.
“Ma noi dobbiamo difendere il nostro tesoro dai possibili ladri”
“Siete i guardiani del tesoro?” domandò drizzando le orecchie.
“Il tesoro era nostro, quando eravamo in vita lo abbiamo nascosto ripromettendoci che lo avremmo protetto fino a quando …” si interruppe.
“Fino a quando?”
“Non lo ricordo, quando muori dimentichi la tua vita passata, puoi ricordare solo la faccenda in sospeso che ti trattiene nel mondo dei vivi. Credo che finché non recupereremo il nostro tesoro io e gli altri non troveremo mai pace” spiegò con una leggera nota malinconica.
“Mi dispiace tanto, deve essere dura. – Anche Nami si intristì, poi guardò il braccialetto che indossava – Molti anni fa ho perso mia madre, Rufy, credi che lei mi abbia dimenticata?”
“Certo che no, sono sicuro che lei sia un angelo del paradiso e che ti protegga da lassù” la rassicurò sorridendo e anche la ragazza sorrise.
“Adesso sono proprio stanca, buonanotte Rufy”
“Buonanotte”
Il fantasma restò ad ammirarla, gli piaceva stare in sua compagnia, si sentiva felice come non lo era da troppo tempo.
“Nami – sussurrò avvicinandosi al suo viso – posso tenerti con me?” e le accarezzò una guancia.
“Rufy chiudi la finestra per favore, ho freddo”
Il ragazzo si staccò da lei e triste rimase a vegliare su di lei tutta la notte.
 
***
 
Erano passati altri tre giorni e Nami stava andando in paese per delle commissioni.
“Perché non posso venire anche io?”
“Smettila di lamentarti, ti ho già detto che i fantasmi non se ne possono andare in giro come se niente fosse Rufy” rispose rassegnata.
“Uffa” mise il broncio, non voleva separarsi da Nami.
Con la promessa di tornare presto riuscì a svignarsela. Doveva trovare un modo per fare buoni affari, sistemare il castello le stava già costando un occhio della testa. La fortuna però era dalla sua parte: trovò un sacco di volantini che cercavano una location per festeggiare Halloween. Quale posto poteva essere migliore di casa sua?
Tornò a casa e propose l’idea ai suoi “coinquilini” che accettarono subito desiderosi di far festa e scherzi a tutti; così andò a rispondere all’annuncio che aveva letto. L’uomo che aveva contattato si chiamava Arlong ed era entusiasta all’idea di festeggiare al castello tanto che estese l’invito anche a lei.
Nami si mise all’opera per addobbare la casa, o meglio, mise all’opera il quartetto. I lavori continuarono fino ad Halloween, il giorno in cui fecero una grande scoperta.
Rovistando in alcuni scatoloni trovarono dei ricordi di quando i fantasmi erano vivi.
“Ragazzi avete visto? Allora, ricordate qualcosa?” chiese Nami su di giri per la felicità.
“Io … io ricordo … una mappa!” esclamò Chopper.
“Sì era la mappa del tesoro!” concordò Usopp.
“Se troviamo la mappa lo ritroveremo!” esultò Franky.
“Forza ciurma al lavoro!”
Rovistarono ovunque e finalmente la trovarono. Presi dall’euforia i tre spettri la presero e volarono verso il nascondiglio del tesoro senza aspettare nessuno.
Rufy però non si era mosso, era assorto nella lettura di un vecchio giornale. La ragazza gli si avvicinò curiosa.
“Ricordo tutto. Quel giorno noi e i nostri altri amici avevamo deciso di compiere una grande avventura, abbiamo preso delle barchette e siamo andati al lago. Faceva freddo e la corrente era forte ma noi ci spingevamo più lontani. Le barche si ruppero e cademmo in acqua. Quella sera eravamo tutti gravemente ammalati e non ci svegliammo più.”
Mentre raccontava tutto questo il suo sguardo era perso nel vuoto.
“Mio padre non si diede pace, da allora studiò a fondo un modo per riportarmi in vita”
“Riportare in vita i morti?”
“Sì e … e … ci è riuscito! Ricordo dov’è il suo laboratorio e ricordo dov’è il tesoro! Presto andiamo!”
E partirono all’inseguimento degli amici, senza sospettare che in casa c’era un altro intruso.
Arrivati nel laboratorio si ricongiunsero agli altri che tenevano in mano un piccolo forziere.
“Capitano, il nostro tesoro” riuscirono a dire trattenendo a stento le lacrime dalla gioia.
“Già, finalmente dopo tutti questi anni lo abbiamo ritrovato!”
“Cosa contiene?” chiese curiosa Nami.
“Lo abbiamo dimenticato” rispose Usopp con amarezza.
“Ragazzi prima di aprirlo ho una cosa importante da dirvi. Mio padre era riuscito a creare una macchina in grado di resuscitare le persone, forse c’è la possibilità di tornare a vivere!”
Rufy era entusiasta all’idea e volò a vedere se la macchina funzionasse. Era perfettamente intatta ma purtroppo il brodo primordiale che li avrebbe riportati in vita bastava per uno solo di loro. Quella scoperta lo demoralizzò.
I tre fantasmi si scambiarono un’occhiata d’intesa.
“Rufy usalo tu” disse Chopper.
“Ma io non posso se voi non potete!”
“Non preoccuparti, a noi sta bene così” rispose Franky.
“Infondo è stato tuo padre a crearlo e lo ha fatto per te!”
“Ragazzi grazie, non so cosa dire!”
“Non dire niente ed entra in quel coso!”
Rufy tenendo in mano la boccetta contenente il liquido si diresse verso la macchina, seguito dai suoi amici.
“Ahh! Fermo!” urlò Nami.
Tutti si girarono verso di lei e la videro lottare contro un uomo che tentava di impossessarsi del loro tesoro. Lo aveva riconosciuto, era Arlong.
“Arlong!”
“Oh ma guarda chi si rivede, i fantasmi che odio di più in assoluto. Per colpa vostra questo castello e il tesoro non sono miei!”
“Ma di cosa stai parlando?” chiese Nami confusa.
“Vedi mocciosa, anche io sono un erede del caro vecchio zietto ma per colpa loro ho perso la sfida e sono stato radiato dal testamento! – spiegò ricolmo di rabbia – Sapevo che questa settimana toccava a te e mi sono documentato, ho scoperto la tua fama di soldi e ti ho attirata nella mia trappola ahahah”
“Hai organizzato la festa solo per introdurti qui e rubare il tesoro?!”
“Esatto e ora me lo prendo!”
Arlong estrasse una pistola e sparò.
“Namiiii!!”
Nell’aria riecheggiava solo il suono dello sparo e della boccetta che si rompeva al suolo.
 
 
NOTE DELL'AUTORE
Salveeee a tuttiii! <3 Eccomi con il secondo capitolo di questa storia, domani pubblicherò l'ultimo ^^ Spero che vi piaccia anche se è solo un condensato di fatti, quello di domani sarà pieno di emozioni per compensare ahahah XD
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia e l'hanno messa tra le seguite, inoltre ringrazio Elenami55, Kuria Blanche_Rose e Sabryna_001 per aver recensito il capitolo precedente <3
A presto!
Monkey D Akiko <3


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo III ***


http://oi59.tinypic.com/imi0cw.jpg

POSSO TENERTI CON ME?

*In cui X eredita un castello un po’ inquietante ed è costretto a trascorrerci almeno una settimana per poterne entrare in pieno possesso- Casper!AU*

“Nami stai bene?!” chiese Rufy allarmato.
“Ru-Rufy? Mi hai salvato la vita!” rispose la ragazza in lacrime.
Il fantasma al momento dello sparo le si era parato davanti e con il suo potere era riuscito a fermare il proiettile a mezz’aria, poi lo rispedì indietro colpendo Arlong di striscio.
“Ahh! Maledetto fantasma! Vattene all’altro mondo!” gridò furente di rabbia impugnando nuovamente la pistola, intenzionato a uccidere Nami.
“Fermo non ti permetteremo di far del male alla nostra amica!” esclamarono in coro i tre fantasmi, pronti ad aiutare il loro capitano.
“Cosa potete farmi? Io sono vivo e voi no!”
“Noi siamo pirati fantasma e siamo invincibili!” proclamò Usop
“Facciamogli vedere di cosa siamo capaci!” esclamò Chopper.
“Unione dei quattro pirati fantasma! Grande Generale!” gridò Franky.
I fantasmi si unirono formando un grande fantasma, Arlong e Nami rimasero a bocca aperta. Improvvisamente si scatenò un enorme tornado che imprigionò l’uomo e lo fece volare in aria, Nami dovette reggersi forte per non essere trascinata via. Il tornado si fece sempre più forte finché ruppe una parete e si levò in cielo portando via con sé Arlong.
“Ragazzi è stata una cosa dell’altro mondo!” esclamò Nami in preda all’eccitazione del momento.
“Beh ovvio, siamo fantasmi ahaha” rise Franky.
Il Grande Generale si sciolse e si avvicinarono tutti attorno alla ragazza.
“Ora Rufy puoi tornare umano!” si entusiasmò Usop.
“Oh no!” a quelle parole si agitò e andò verso la boccetta.
Rotta. Per salvare Nami l’aveva lasciata cadere a terra.
“Rufy mi dispiace, per colpa mia non potrai tornare a vivere” Nami era davvero mortificata.
“Non importa, infondo io sono morto ed è giusto così. La tua vita è più importante!” affermò sorridendo.
Ciò che aveva detto era vero ma in cuor suo stava soffrendo, dopo così tanti anni senza lamentarsi del suo destino aveva trovato una ragione per voler vivere, ma le sue speranze erano andate in fumo. Non avrebbe potuto stare con Nami come un ragazzo sta con la sua amata, non avrebbe mai potuto stringerla a sé e baciarla.
L’atmosfera era tesa nel laboratorio, ma Chopper provò a risollevare il morale del capitano.
“Ragazzi abbiamo ancora il nostro tesoro ed è ciò che conta!”
“Hai ragione, che aspettiamo? Apriamo il forziere!”
Con il fiato sospeso aprirono il piccolo forziere. Al suo interno c’era il tesoro più importante di tutti.
“La nostra bandiera!” esclamarono i pirati con grande commozione.
Era una bandiera pirata con raffigurato un teschio con un cappello di paglia.
“Era questo il tesoro?” chiese Nami mal celando un po’ di delusione.
“Certo! Per un pirata la bandiera è più importante della propria vita!” spiegò con orgoglio Rufy.
“Andiamo a innalzarla!” propose Franky.
Salirono tutti sulla cima del castello dove c’era una grande asta e vi appesero la bandiera. Rimasero a osservarla sventolare con le lacrime agli occhi, dopo un’eternità avevano ricordato la loro vita passata, i loro compagni e il loro immenso tesoro.
All’improvviso si propagò una luce luminosissima e calda, proveniva dai corpi di Chopper, Franky e Usop. Erano pronti a lasciare quel mondo, non avevano più faccende in sospeso.
“Ragazzi è bellissimo, vedo i nostri amici che ci aspettano!” pianse Usop.
“Stiamo per raggiungerli!”
“Rufy ma perché tu non ti illumini?” chiese preoccupata Nami.
“Io, io non lo so” il fantasma non sapeva cosa dire, ma aveva capito cosa lo stava trattenendo.
“Rufy noi non possiamo lasciarti da solo!” pianse Chopper.
“No ragazzi non rinunciate alla luce per me! Sono il vostro capitano e vi ordino di essere felici! Io vi raggiungerò presto!” li salutò tra le lacrime.
“Noi ti aspettiamo!”
“Addio ragazzi, proteggeteci da lassù!” li salutò anche Nami commossa, anche se era stata con loro per poco si era affezionata.
E così in un tardo pomeriggio d’autunno tre spiriti luminosi salirono al cielo, rischiarando le nuvole cupe, mentre la loro bandiera volava a ritmo dello stesso vento.
Nami e Rufy restarono a contemplare quel miracolo finché anche l’ultimo barlume non si spense tra le tenebre di Halloween.
“Rufy adesso che farai?” chiese Nami preoccupata.
“Stai tranquilla me la caverò!” sorrise.
Nell’aria riecheggiarono i suoni della festa che era appena iniziata.
“Devi andare adesso, c’è una festa che ti aspetta. Su vai!” la spinse.
“Ma non posso lasciarti da solo” protestò la ragazza.
“Te l'ho detto, io sto bene, vai”
Poco convinta la rossa andò a prepararsi.
Rufy rimase vicino alla sua bandiera e si fece cupo come la notte. Ora non sapeva più che fare, aveva trovato il tesoro ma non era riuscito a liberarsi. Lui voleva restare con Nami, aveva bisogno di lei, la amava. Avrebbe voluto nascere nello stesso anno della ragazza, avrebbe voluto conoscerla da vivo.
Non potendo continuare a disperarsi per il destino avverso, si ripromise che avrebbe vegliato per sempre su Nami. Decise di andare alla festa per proteggerla da possibili pericoli ma qualcosa lo frenava. Se fosse andato l’avrebbe vista ballare tra le braccia di un altro e questo non poteva sopportarlo. Si ricordò però che Arlong non era l’unico che potesse attentare alla sua vita; ora che Nami era effettivamente la proprietaria del castello, tutti gli altri eredi potevano farle del male per avere il tesoro.
Per lei avrebbe sofferto qualunque pena, anche quelle d’amore.
In quel momento il cielo si illuminò e tra una melodia dolce apparve un bellissimo angelo.
“Ciao Rufy – lo salutò sorridendo – io sono la madre di Nami, Bellemere. Ti sono davvero grata per aver salvato mia figlia rinunciando alla tua vita.”
“Per Nami farei questo e altro”
“Lo so, so tutto, ecco perché sono qui. Sappi che i tuoi cari non ti vogliono con loro adesso, hanno detto che devi arrivare il più tardi possibile e che loro veglieranno su di te fino al vostro ricongiungimento.”
“Io non capisco …”
“Rufy, io realizzerò il tuo più grande desiderio: tornerai a vivere, ma aspetta ad esultare. Il brodo primordiale che credevi perso del tutto in realtà ne è rimasta una piccola parte che però non è sufficiente a resuscitarti”
 
***
 
Nami era seduta su una sedia, non era dell’umore giusto per festeggiare. Pensava a Rufy, al fatto che fosse solo e che per lei avesse perso la possibilità di tornare a vivere. Si chiedeva come sarebbe stato se fossero vissuti nello stesso tempo, sicuramente sarebbe stata un’esperienza fantastica, ma non si sarebbe mai realizzata. Le dispiaceva, provava un certo affetto per lui ma sapeva che era sbagliato.
La musica cambiò improvvisamente in un lento, si formarono le coppie e lei rimase da sola. Si chiese come sarebbe stato ballare con Rufy …
Dalla grande scalinata scese un ragazzo con una maschera rossa e si diresse verso di lei chiedendole di ballare. Nami era come ipnotizzata dai suoi occhi e accettò. Si portarono al centro della pista e iniziarono a danzare sulle note di Remember me this way. Mentre ballavano pian piano si sollevarono da terra, quando Nami se ne accorse si aggrappò con forza al suo cavaliere.
“Non aver paura, non ti faccio cadere”
Quella voce le era familiare.
“Rufy?” domandò incredula.
Il ragazzo si tolse la maschera e Nami vide chiaramente il suo amico fantasma in carne e ossa.
 “Ma come è possibile? La boccetta …”
“È merito di tua madre, mi ha dato di nuovo un corpo ma non sono vivo, è temporaneo. Il liquido che può riportarmi in vita non è sufficiente, mi serve il tuo aiuto” le spiegò ciò che Bellemere gli aveva detto.
“Cosa posso fare? Ma, aspetta, hai davvero visto mia madre?” chiese speranzosa.
“Sì e mi ha detto di dirti che è fiera di te, che ti vuole bene e che non smetterà mai di vegliare su di te.”
Nami a quelle parole strinse forte Rufy dalla gioia.
“Nami devo confessarti una cosa. Io sono innamorato di te, non faccio che pensarti, non riesco a starti lontano, è per questo che non posso andarmene perché voglio vivere con te. Senza il tuo aiuto però non posso.”
“Rufy io non so cosa dire” rispose incredula.
Stava succedendo tutto così in fretta, era tra le braccia di Rufy, in quel corpo così caldo, e non si era mai sentita così bene. Ripensò a tutti i momenti trascorsi con lui e si convinse che se c’era la possibilità di vivere al suo fianco avrebbe fatto qualsiasi cosa.
“Anche io sono innamorata di te, dimmi cosa devo fare perché tu viva.”
“Questo corpo svanirà all’ultimo rintocco della mezzanotte, ma se prima di allora mi donerai dieci anni di vita con un giuramento d’amore eterno, io resterò per sempre al tuo fianco e saremo liberi di amarci.” Spiegò Rufy, felice che la ragazza lo ricambiasse.
Dieci anni non sono che un soffio rispetto a una vita con quel pazzo di Rufy, gliene avrebbe donati anche venti se fosse necessario. Il problema è che non sapeva come fare il giuramento.
In quel momento l’orologio iniziò a suonare i dodici rintocchi.
“Rufy sono pronta a donarti tutti gli anni che ti servono, ma non so cosa devo dire per il giuramento” disse con un groppo alla gola, spaventata dall’idea che il tempo non bastasse.
“Rispondi solo a questo. Posso tenerti con me?” sussurrò al suo orecchio.
“Sì!”
E suggellarono la promessa con un bacio, all’ultimo rintocco.
Il corpo di Rufy si illuminò e pian piano la coppia tornò a terra sotto lo sguardo attonito dei presenti. La luce si dissolse e Rufy mantenne il suo corpo.
Ora era vivo e avrebbe vissuto con la sua amata Nami. Si sposarono esattamente un anno dopo e vissero un mare di avventure fino alla fine dei loro giorni.

NOTE DELL'AUTORE
Salveeee a tutti! <3 Buon Halloween!!! <3 Ecco l'ultimo capitolo di questa storia, spero vi si piaciuto ^^ Il finale è sicuramente diverso dal film Casper perchè io amo il lieto fine *^* e poi secondo me se Casper e la ragazza fossero stati più grandi sarebbe potuto finire diversamente...
Cooomunque, la canzone è la stessa della scena del ballo, mi vengono i brividi quando la vedo *^*
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia, l'hanno messa tra le preferite, seguite e ricordate e Elenami55 che ha recensito il capitolo precedente <3
A presto!
Monkey D Akiko <3

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3299541