Due fenici

di Hermlani
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tre ragazzi ***
Capitolo 2: *** Lacrime ***
Capitolo 3: *** I salvatori del mondo magico ***
Capitolo 4: *** Risveglio ***
Capitolo 5: *** Paragoni letterari ***
Capitolo 6: *** Andata e ritorno ***
Capitolo 7: *** Visite ***
Capitolo 8: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 9: *** Cicatrici ***
Capitolo 10: *** Halloween ***
Capitolo 11: *** La partita ***
Capitolo 12: *** Convocazione ***
Capitolo 13: *** Punizione ***
Capitolo 14: *** Mostro ***
Capitolo 15: *** Postumi ***
Capitolo 16: *** Inception ***
Capitolo 17: *** Tempo di agire! ***
Capitolo 18: *** Spacciata ***
Capitolo 19: *** Trasformazioni ***
Capitolo 20: *** In infermeria ***
Capitolo 21: *** Sentimentalismi ***
Capitolo 22: *** I M.A.G.O. ***
Capitolo 23: *** La scuola è finita ***
Capitolo 24: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Tre ragazzi ***


1.

-Nagini, uccidi.-

Era così che Voldemort aveva ordinato al suo ultimo Horcrux di prendersi la vita di colui che, come egli stesso diceva, era stato il suo più fedele servitore.

Tre ragazzi avevano sentito quelle parole.
Tre ragazzi sapevano che l’uomo che stava morendo era Severus Piton.
Tre ragazzi decisero di confortare il loro insegnante nel momento della morte.

Ma quando lei lo vide, disteso a terra in una pozza di sangue, seppe di non poterlo fare.

-Guar…da…mi- aveva detto il mago rivolto ad Harry, per poter vedere gli occhi della donna che amava per l’ultima volta, e poi era svenuto.

La prima volta che lo aveva visto gli era sembrato così severo nelle sue vesti nere, così sprezzante verso tutti, o meglio, verso coloro che non lo avvicinavano in intelligenza…e non erano in molti. L’aveva chiamata “saccente sottutto” ma a lei quella definizione non dispiaceva poi tanto. Lei voleva sapere TUTTO, per 11 anni non aveva saputo NULLA e ora doveva quanto meno mettersi in pari se non superare tutti i suoi coetanei. Una delle cose che sapeva, grazie all’intuito, era che quel mago era estremamente preparato, potente e potenzialmente letale, era un uomo colto ma schivo, elegante e affascinante. Durante le lezioni Hermione non si perdeva un movimento delle mani, grandi e forti, dell’insegnante. Era preciso e meticoloso e non era facile soddisfarlo, soprattutto se si apparteneva a Grifondoro. I suoi compagni lo detestavano, non capivano le battute piene di sarcasmo alle quali lei avrebbe riso volentieri (se non si fosse inimicata tutti i suoi compagni in un colpo). Capiva, anzi, sperava che quella fosse una maschera e probabilmente godeva nell’indossarla ma che sotto ci doveva essere dell’altro, qualcosa di più umano. Dopotutto chi aveva cercato di fermare Raptor? Chi si era frapposto tra un trio di marmocchi e un lupo mannaro? Chi aveva cercato di insegnare l’Occlumanzia ad Harry? Non si era dimenticata che era stato Piton a dire a Voldemort della profezia, che era stato lui ad uccidere Silente e che aveva tranciato un orecchio a George. Ma secondo lei doveva esserci una spiegazione, Silente non si sarebbe fidato, lei non ne sarebbe innamorata.

A tutto questo pensò Hermione vedendo Piton inerme nelle braccia di Harry. Era la prima volta che arrivava consciamente a quella conclusione. Strano arrivarci dopo che il ragazzo un po’ tonto e rude che le piaceva aveva finalmente trovato il coraggio di farsi avanti. Ma ora quello non aveva importanza. Lei doveva salvare Severus Piton.





Nota dell'autrice: Ciao, è la prima volta che uso il sito per pubblicare una mia storia. La data di pubblicazione non è scelta a caso, oggi infatti è il 31/10, data che simbolicamente ha dato il via a tutta la nostra storia preferita :) 
​Detto questo siate clementi! 

 

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Capitolo 2
*** Lacrime ***


2.

-Hermione non possiamo usarle! Sono le uniche che abbiamo. Se ci fosse qualche altro ferito…-

-Harry, lui è ferito e sta morendo ADESSO! Non funzionerebbero contro un Avada Kedavra mentre lui possiamo salvarlo!- lacrime segnavano le guance ormai sporche a causa della battaglia.

-Non è che non voglia, è che..-

-È che tu pensi che la sua vita non valga come quella di qualcun altro. Bè ti sbagli. Ti ha lasciato dei ricordi, dovresti guardarli prima di giudicare.- era ancora infervorata ma cercava di parlare con il cuore –Harry, lo so che anche tu hai capito che è sempre stato dalla nostra parte. Per favore.-

Harry annuì, in fondo era sempre stato il leader non dichiarato del loro gruppo. Hermione si avvicinò a quel corpo. Il battito era molto debole e lui ancora più pallido del solito. Stappò la boccetta e versò le poche lacrime di fenice che avevano raccolto da Fanny durante il funerale di Silente. Animale estremamente intelligente, sapeva che sarebbe iniziata una guerra e aveva fatto a Harry un grande regalo piangendo per lui. Iniziò anche a praticare un incantesimo per fargli recuperare il sangue versato, lo stesso che Piton aveva usato su Malfoy dopo il Sectumsempra, pensò Harry. Lui aveva notato come l’amica guardava l’insegnante, era sicuro che per lei fosse estremamente affascinante ma aveva sperato che durante l’ultimo anno lo avesse scordato, e invece eccola determinata a salvargli la vita.



Nota dell'autrice: dato che i primi capitoli sono molto concisi ho deciso di pubblicarli insieme per rendere la storia più fluida ;)

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Capitolo 3
*** I salvatori del mondo magico ***


3.

La battaglia era finita. Era immersa nella felicità, stava abbracciando i suoi due migliori amici tra cui figurava il Salvatore del Mondo Magico, come avrebbero iniziato a chiamarlo da lì a poco, quando si accorse che qualcosa rendeva quel momento imperfetto.
-Piton!-

-Piton? La battaglia è finita e tu pensi a Piton?- Ron non poteva credere alle sue orecchie.

-Dai Ron, è stata lei a portarlo in salvo- Harry stava già inconsciamente prendendo il posto di cuscinetto tra i due –e senza di lui non saremmo mai riusciti a fare tutto questo. Gli dobbiamo molto. Penso che andrò anche io in effetti. Tu cosa vuoi fare?-

-Io andrò dalla mia famiglia. Penso che siano tutti molto scossi.-

-Certo Ron, è giusto così.-

-Hermione, pensavo che io e te potessimo…-

-Io e te dobbiamo parlare, ma non adesso.- la ragazza prese per mano Harry che scambiò un cenno di saluto all’amico prima di sentirsi compresso in uno spazio minuscolo.

Quando ripresero a respirare erano al San Mungo. Dopo aver chiesto indicazioni e un gran girovagare arrivarono al reparto rianimazione da ferite magiche.

-Eccolo, è qua.- le disse Harry scorgendo un cartellino con il nome dell’insegnante.

In quel momento Hermione non sapeva se davvero entrare o no. Le lacrime della fenice avevano poteri miracolosi, lo sapeva ma se qualcosa era andato storto? O se invece era già sveglio e pronto ad inveire contro loro, stupidi Grifondoro? Non sapeva come affrontare entrambe le situazioni. Era un anno che non faceva altro che “affrontare”, voleva seriamente una pausa.
La scelta se entrare o no le fu evitata da un guaritore che, vedendoli lì impalati, sporchi e lievemente feriti, non poté astenersi dal chiedergli se avevano bisogno di aiuto. I ragazzi solo in quel momento si guardarono e capirono come mai tutti quelli a cui avevano chiesto indicazioni avevano storto il naso. Risero e si presentarono al guaritore.

-Siamo Harry Potter ed Hermione Granger e il signore in questa camera ci ha aiutati a salvare il mondo. Ci chiedevamo se potessimo fargli visita.-

L’altro rimase come colpito da un Petrificus Totalus ma quando vide la cicatrice sulla fronte del ragazzo e il suo sorriso seppe che non stava mentendo. Quella fu la prima persona a sapere che la guerra era finita. Avrebbe voluto mettersi a piangere come un ragazzino ma vedendo quanto erano giovani quei ragazzi resistette.

-Il professor Piton sta bene, è solo un po’ debole ma penso si rimetterà.Non dovete ringraziare noi guaritori però. Quando è arrivato al pronto soccorso, nonostante le evidenti e profonde ferite, non stava più sanguinando. Qualcuno lo ha guarito prima di noi. Un genio probabilmente perché a ferite del genere non si sopravvive di norma. Comunque lo teniamo in coma-magico-controllato per una settimana, cosicché non affatichi quel corpo martoriato. Quindi per oggi è impossibile visitarlo, se volete tornate domani ma sarà incosciente.-

Contenti perché erano riusciti nell’impresa ma sconfortati da non poterlo vedere, i due ragazzi decisero di dirigersi alla Tana, dove avrebbero trovato la famiglia Weasley ad aspettarli per la cena e un letto caldo dove poter finalmente dormire.

-Hermione, prima che arriviamo, c’è qualcosa che mi vuoi dire?-
-Sì, che hai preso troppo i modi di fare di Silente-

Il ragazzo sorrise, si rese conto che non lo aveva neanche fatto apposta –Seriamente, non saprei gestire un’altra situazione bomba tra te e Ron se non conosco cosa ti passa per la testa.-

-È così evidente?-

-Solo ad un buon osservatore. Dopotutto voglio diventare un Auror.- rispose Harry con fare gentile.

Alla ragazza vennero gli occhi lucidi vedendo la premura dell’amico. –Ti prego, non dirlo a Ron, non capirebbe. Non penso che sia necessario che lo sappia, non può succedere proprio niente tra me e…- era ancora troppo imbarazzante per dirlo ad alta voce.

-Farò come vuoi tu ma sappi che stai giocando con il fuoco. Nei ricordi che mi ha dato ho visto come è e sarà sempre legato a mia madre. Non voglio che tu soffra.-

-Grazie Harry. Probabilmente passerà ma non posso dare il mio cuore ad un altro adesso.-

-Cosa diremo a Ron?-

-Che gli voglio bene solo come amico.-

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Capitolo 4
*** Risveglio ***


4.

Ron la prese piuttosto bene. Non gli era sembrato che Hermione lo avesse ricambiato con la dovuta passione durante la battaglia e poi tutto sembrava ancora irreale. Se voleva che finisse era meglio troncare subito. (Quando rimase solo con Harry l’amico gli disse che ora che era un eroe di guerra non si sarebbe più dovuto preoccupare delle ragazze. Forse aveva ragione ma per lui era facile parlare, in fondo si portava a letto sua sorella, o meglio, non ancora, ma ci sarebbe voluto poco.)

Hermione tornò al San Mungo tutti i giorni. Si sedeva sullo scomodo sgabello per i visitatori, leggeva un paio di capitoli di un libro e poi andava. Rimaneva circa un’ora al giorno, non troppo perché le persone potessero insospettirsi, né troppo poco perché doveva vederlo. Non si accorse che così passò la sua prima settimana di “vacanze” e non si accorse neanche che quel giorno l’uomo aveva aperto gli occhi mentre lei leggeva. Egli non disse nulla, la osservò incredulo e corrucciato e anche leggermente seccato perché la ragazza sembrava immersa nella lettura quando sarebbe dovuta essere al capezzale di un malato. Finalmente finì il capitolo. Come tutti i giorni mise il segnalibro, alzò lo sguardo all’orologio sopra la porta della camera e si girò a guardare Piton.
Lo spavento fu tale che lanciò un breve gridolino.

-Ah, è così che si assiste un malato, Granger, o sono semplicemente finito in qualche girone dell’Inferno?- era riuscito a finire la frase ma la voce non era ferma, era rauca e il dolore gli fece portare una mano alla gola.

-O Merlino, mi scusi. Non si affatichi a parlare. Sono contenta che si sia svegliato, mi ero dimenticata che fosse oggi il giorno. Le chiamo subito qualcuno.- disse tutto molto velocemente. Non si aspettava che avrebbe ripreso conoscenza proprio nella sua ora di visita e ora non sapeva come comportarsi. Prese la bacchetta per azionare il dispositivo per chiamare i guaritori ma vide che l’uomo le faceva un cenno con la mano. Le stava chiedendo di rallentare.

-Prima racconta.- le posò una mano sul polso per non farla muovere.

-O giusto, vorrà sapere tutto. Harry si è fatto uccidere da Voldemort dopo aver visto i suoi ricordi-

L’altro alzò un sopracciglio e sversò gli occhi al cielo, Hermione si rese conto che questo lo aveva già capito. Sapeva di star arrossendo –ma dato che  Harry in quel momento possedeva i 3 doni della morte, Voldemort non ha ucciso lui ma la parte della sua anima che gli si era aggrappata da quella notte a Godrig’s Hollow. Penso che il professor Silente sapesse come si sarebbero svolti i fatti, aveva previsto ogni cosa…in fondo non lo ha allevato come carne da macello.- disse, sorridendo finalmente un po’ più rilassata.  –Uccidendo Nagini abbiamo finito gli Horcrux e Harry ha potuto porre fine alla guerra.- l’uomo era sorpreso che una saccente ragazzina parlasse così di quegli argomenti che erano tabù per tanti adulti. -Per quel che la riguarda, dopo averla trovata l’abbiamo lasciata qui al San Mungo dove miracolosamente sono riusciti a rimetterla in forze.- un’ombra di dubbio passò nel volto severo di Piton che non si era fatto convincere da quella bugia. Di nuovo ebbe la certezza di star arrossendo. –Durante la battaglia con Voldemort Harry ha detto di fronte a tutti quelli che stavano assistendo che lei è sempre stato dalla nostra parte, quindi ogni accusa contro di lei è caduta. È passata una settimana da tutto questo. Hogwarts è ancora in pessime condizioni ma tutti stanno dando una mano per ricostruirla. Non è morto nessuno dei suoi colleghi insegnanti e per ora non hanno ancora parlato della nomina di preside. Ci sono ancora dei mangiamorte liberi ma hanno gli Auror alle calcagna quindi sembra essere tutto tranquillo.- aveva finalmente finito il resoconto. Vide Piton che stava ancora pensando a ciò che aveva detto e approfittò della situazione per chiamare i guaritori. Arrivarono praticamente subito e lei poté dileguarsi.

Tornata alla Tana raccontò a tutti che Piton si era svegliato. I Weasley si dissero contenti ed Hermione sapeva che erano sinceri anche se non facevano i salti di gioia. Harry invece era decisamente eccitato dalla notizia, decise che sarebbe andato domani a fargli visita.

-Dai Herm, perché non vieni anche tu?-

-Perché non voglio sembrare fissata.-

-Ma tu lo sei- rise l’amico –no dai, lo mascheri bene tutto sommato. È solo che ci sarà una tale tensione…-

-Harry te la dovrai cavare da solo sta volta, mi dispiace.-

-Non importa…piuttosto volevo chiederti, è passata una settimana da quando siamo ospiti della Tana, ti andrebbe di venire con me a Grimmauld Place? Non voglio andarci da solo…- più che altro sapeva che fino a quando gli Auror non avessero trovato i suoi genitori Hermione non avrebbe voluto mettere piede a casa sua. La ragazza lo abbracciò.

-Grazie Harry.-

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Capitolo 5
*** Paragoni letterari ***


5.             

Hermione non seppe resistere a lungo. Era tornata a trovare il professore. Si erano rivolti i saluti, lei come al solito si era accomodata sullo sgabello mentre l’uomo la guardava disorientato.

-Mi chiedo se il mondo sia impazzito, ricevere in continuazione visite da studenti Grifondoro non era quello che mi aspettavo dopo la fine della guerra.-

-Si aspettava forse che l’avrebbero odiata tutti? O che noi Grifondoro avremmo finalmente passato le giornate a prendere il sole e giocare a Quidditch?-

-Entrambe le cose.- Hermione vide che aveva alzato un sopracciglio, probabilmente stupito dalla rapidità con cui gli aveva risposto a tono. Non lo aveva mai fatto a scuola.

-Ma a lei il sarcasmo lo prescrivono i guaritori?-

-No, è il mio corpo che ne ha bisogno e devo recuperare un’intera settimana persa.-

Hermione sorrise, era piacevole essere lì in quel momento.

-Mi ha fatto un resoconto alquanto superficiale l’altro giorno. Per esempio non ha detto che è stata lei in persona a salvarmi.-
La giovane arrossì –io bhe…-

-Non si aspetti che la ringrazi. Tra l’altro Potter ha pessime doti narrative quindi fargli ricostruire il corso della battaglia è stato debilitante.-

Hermione non riuscì a trovare niente con cui ribattere. Si sentiva ridicola davanti a Piton che indubbiamente per la prima volta la stava studiando. Era come star svolgendo un test in cui lui era l’esaminatore. Lei di solito era brillante in quelle situazioni ma sembrava proprio che l’abilità del professore di mettere a disagio le persone fosse aumentata dopo il periodo di frequentazione dei mangiamorte. Il silenzio si stava prolungando e lei decise che era meglio andarsene. Prese la sua borsa e si alzò dalla sedia.

-Granger, l’altro giorno, dandosi alla fuga ha dimenticato qui il suo libro.-

-Oh. Ecco dov’era. Grazie,- disse sporgendosi a prenderlo –lo avevo quasi finito e stavo impazzendo senza leggere il finale.-

-Cathy e Hareton decidono di sposarsi il giorno di Capodanno.- doveva pensare che fosse divertente rovinarle così il finale  –Ma secondo la mia modesta opinione l’amore, quello vero, è quello tra Heathcliff e Catherine.-

Ma la ragazza non sembrò turbata dal suo commento, anzi, aprì il suo luminoso sorriso, dedicato a quelli con cui poteva parlare di letteratura.

-Io non credo, è sicuramente una storia lunga e travagliata ma è anche enormemente distruttiva. Non si può amare un’unica persona in tutto il genere umano ma Heathcliff è un personaggio inventato…- avrebbe preferito mordersi la lingua. Sapeva bene che Piton si sarebbe potuto riconoscere in quel personaggio, così come l’amore verso Catherine era sullo stesso piano di quello che lui provava per Lily. L’altro però non batté ciglio, la sua maschera era imperscrutabile ma lei sapeva che stava nascondendo dolore e rabbia. Cercò di concludere velocemente il discorso per poi scappare da quella stanza. –Sono contenta che l’abbia letto, io ora devo proprio andare, arrivederci.-

-Dovrò pur passare in qualche modo le noiose giornate che mi offre questo posto, preferisco la compagnia di un libro a quella di guaritori ed ex studenti.-

-Allora prenda questo.- era “Orgoglio e Pregiudizio” –è il mio preferito. Lo stavo rileggendo in attesa di ritrovare “Cime tempestose”. Glielo lascio volentieri.-

Piton per tutta risposta alzò un sopracciglio e prese il libro.

-Arrivederci professore.-





Nota dell'autrice: buongiorno gente! volevo ringraziare tutti per i commenti e anche chi silenziosamente segue la storia =) mi date la motivazione per andare avanti. Lo so, il capitolo è un po' breve ma volevo ritagliare questo spazio solo per Herm e Sev che condividono una passione che spero ci accomuni tutti! Quella per la lettura ovviamente =)
Quindi faccio che augurarvi buona lettura anche per il prossimo capitolo (che sta arrivando)...e mi raccomando, recensite!! =) =)

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Capitolo 6
*** Andata e ritorno ***


6.

Hermione ed Harry vivevano da qualche tempo insieme a Grimmauld Place. Il posto era profondamente cambiato, Kreacher se ne prendeva cura in modo davvero esemplare e si comportava sempre gentilmente con il suo padrone, anche se Harry gli aveva impedito di chiamarlo così, e la sua amica. Era vecchio e affaticato così Hermione passava del tempo ad occuparsi insieme a lui delle faccende di casa. Harry invece era sempre indaffarato con conferenze e interviste varie. Fortunatamente quella casa era quasi segreta se no lo quelli della Gazzetta del Profeta lo avrebbero seguito anche in bagno. Spesso Ron e Ginny venivano a trovarli e in particolare Ginny si intratteneva a lungo. Con Harry. In camera da letto.

Hermione detestava quei momenti ma aveva preso l’abitudine di uscire di casa e andare a trovare il loro ex professore. Superato l’imbarazzo si erano abituati alla reciproca compagnia. Per lo più trascorrevano il tempo leggendo. La ragazza ogni volta gli portava libri che lui divorava. Si trattava di classici babbani ma dei generi più disparati. Lui non faceva mai rimostranze e leggeva tutto avidamente ma Hermione sospettava che qualcosa avesse già letto perché a volte faceva dei commenti decisamente troppo intuitivi.

Poi le era arrivato un gufo dagli Auror, spezzando la monotonia di quelle settimane.
I suoi genitori, che durante la guerra si erano rifugiati in Australia, potevano finalmente far ritorno a casa. Piccolo problema: erano stati obliviati dalla stessa Hermione proprio con l’intenzione di proteggerli. Nella lettera che aveva ricevuto le era stato comunicato il giorno e l’ora in cui farsi trovare al Centro Internazionale Passaporte per Arrivi e Partenze all’interno del Ministero. Gli Auror quindi ritenevano necessaria la sua presenza per il recupero dei signori Granger. Fortunatamente l’avrebbe accompagnata il signor Weasley, non solo come guida all’interno del Ministero, ma anche come supporto morale, visto che ai suoi amici non sarebbe stato permesso accompagnarla.

Quando arrivò il giorno della partenza Hermione era sia eccitata e felice di rivedere i suoi genitori sia piena di paure; non sapeva che effetto le avrebbe fatto incontrarli senza che loro si ricordassero di lei. Un piccolo team la stava aspettando. C’erano due Auror, una donna dai lineamenti asiatici e un uomo basso e grassottello dalla faccia simpatica. Dovevano essere stati loro a rintracciare i suoi genitori. Inoltre c’era quello che doveva essere un guaritore, portava il cartellino con una foto, non magica, il suo nome, Travis Lance, e una borsa professionale di cuoio. Sembrava un dottore babbano. Anzi, tutti e tre sembravano vestiti da babbani, anche se i risultati dei due Auror non erano altrettanto buoni.

-Molto piacere signorina Granger, mi chiamo Travis Lance e sono il guaritore incaricato di seguire i tuoi genitori durante il percorso di recupero.- il guaritore Lance sorrideva e sembrava tranquillo.

Hermione al contrario era un fascio di nervi. Aveva letto sull’argomento. Il recupero dei ricordi delle persone obliviate variava a seconda della potenza dell’incantesimo. Le bastava ricordarsi del povero Alloc, intento a scrivere il suo nome su ogni foglio di carta gli si parasse davanti, per farla andare fuori di testa. Tuttavia il suo era un caso a sé stante in quanto aveva scagliato l’incantesimo con la bacchetta rotta di Ron.

-Come penso tu sappia, esistono delle pozioni in grado di far tornare alla memoria i ricordi che l’incantesimo di obliviazione non cancella ma seppellisce nell’inconscio delle persone. Ho personalmente richiesto la tua presenza proprio per fruttare l’inconscio dei tuoi genitori. Probabilmente si fideranno più di te che di chiunque tra noi, soprattutto se ce ne andiamo in giro vestiti in questo modo.- l’accenno poco velato ai suoi compagni di missione fece arrossire gli altri due e fece pensare a Hermione che lui doveva essere un Nato Babbano o un Mezzosangue. Chissà se lo hanno affidato al caso proprio per questo…

-Mi dica tutto quello che devo fare.- Hermione strinse i pugni. Era determinata come non mai.
 
 

Dopo l’incontro con i suoi genitori Hermione si sentiva svuotata. Era riuscita a convincerli a toccare insieme il fermacarte a forma di gatto che avrebbe funzionato da Passaporta per il loro ritorno. Era vero, di lei si erano quasi subito fidati ma non aveva visto l’ombra di un ricordo nei loro occhi. Al loro arrivo dal viaggio attraverso la Passaporta erano svenuti e portati subito al San Mungo. Le fu chiesto dal guaritore Lance di lasciar riposare i suoi genitori e di tornare a fargli visita nei giorni dopo.
Harry e i Weasley furono pronti a consolarla. Molly le preparò la sua torta preferita e Ron cercò di rassicurarla. –Pensa che se quella testa di rapa di Alloc è già in grado di scrivere il suo nome i tuoi recupereranno in un baleno!.-

Talmente grande era il suo senso di colpa che quasi non aveva voglia di andare a trovarli al San Mungo. Poi si ricordò che lì c’era Piton che, al contrario dei genitori probabilmente la stava aspettando. Alla fine si decise ad andare.

-Chi si rivede. Non penserai che mi ci sia voluta una settimana per leggere “Delitto e Castigo”.-

-Mi scusi professore. Ho avuto problemi personali.-

-Qualcuno ha da ridire sul fatto che vieni a trovarmi?-

Hermione si rese conto in quel momento che Piton doveva trovare strane quelle visite. Non aveva mai ricevuto tante attenzioni e spesso era stato giudicato e additato, in primis dal suo migliore amico.

-No, si figuri. Lei è un eroe del mondo magico. I giornalisti non l’hanno presa d’assalto solo perché superare tutte le guardie del San Mungo è maledettamente difficile.-

-Fantastico, non vedevo l’ora di diventare una celebrità dalla storia straziante.- disse ironicamente l’uomo.

-Bhè lei, mi scusi il termine, è sempre il solito bastardo. Riuscirà a trovare il modo per tenere tutti alla larga come ha sempre fatto.-

-Se fossimo a scuola ti avrei tolto 50 punti per grave mancanza di rispetto.- si aspettava un sorriso dalla ragazza per quella frecciatina e invece il suo viso rimase cupo. Con pazienza esasperante per i suoi canoni, Piton sbuffò –mi vuoi dire che succede?-

La ragazza si sorprese per la sensibilità del mago ma era evidente che era palese che stesse male.

-I miei genitori. Li ho obliviati quando sono partita per cercare gli Horcrux. Gli ho fatto credere di non aver mai avuto una figlia, ho tolto dalla loro memoria ogni traccia della magia e ora che è tutto finito, nonostante le prime cure, loro non mi riconoscono.-

-Questo perché hai eseguito bene l’incantesimo.- Piton era serio, non c’era compassione. Sapeva che la ragazza aveva fatto ciò che doveva per proteggere chi amava di più e le voleva restituire le buone intenzioni  –Devi avere la coscienza cristallina per affrontare ciò che ti attende, ricordatelo. Far recuperare la memoria è sempre lungo e graduale se l’incantesimo era potente. Ci vorrà del tempo ma i tuoi genitori staranno bene.-

Non sapeva perché ma le parole del professore le furono molto più utili di quelle degli altri per alzare la testa e continuare a lottare.

-Grazie professore.- gli disse asciugandosi l’unica lacrima che si era fatta sfuggire. Gli consegnò un nuovo libro e si congedarono.

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Capitolo 7
*** Visite ***


7.

Harry aveva invitato Andromeda e suo marito in Grimmauld Place per fargli personalmente le sue condoglianze. Per l’occasione era presente tutto il trio. Kreacher aveva guardato malamente la cugina del suo ex padrone che come lui era stata cancellata dall’albero genealogico dei Black ma Harry gli aveva chiesto di comportarsi bene con i suoi ospiti.
Quello che poteva essere un incontro imbarazzante fu invece piacevole. Harry e Teddy si piacquero al primo sguardo. E quando Harry lo prese in braccio la prima volta gli occhi del piccolo cambiarono colore diventando dello stesso verde di quelli del ragazzo.

-Non lo aveva mai fatto prima!- esclamò Andromeda sorpresa.

 Fu poi la volta anche di Ron ed Hermione che però si passarono il fagottino come se fosse fatto di cristallo, con il solo risultato di farlo piangere. La nonna del bambino era così entusiasta dalla risposta positiva che aveva avuto Teddy nell’incontrare Harry che iniziò a far visita frequentemente a Grimmauld Place.

Era strano aver un bambino in giro per casa. Il piccolo Teddy in realtà non faceva altro che mangiare e dormire. Quando piangeva i capelli passavano dal loro colore naturale, la stessa sfumatura di castano di Remus, in un blu scuro se aveva sonno, in verde se aveva mal di pancia e in rosso se era arrabbiato. Hermione era contenta di vedere Harry comportarsi così bene con un bambino così piccolo e di come le sue attenzioni facessero emergere la magia di ques’ultimo. Ginny poi era diventata ancora più affettuosa con il moro. Ma il bambino piangeva. E il suo pianto la distraeva dalle sue letture come le visite di Ginny. Seriamente aveva bisogno di un po’ di tranquillità…
 

 
Quando Hermione tornò dal professore la prima cosa che notò fu una lettera sul comodino dell’insegnante.

-Avanti leggila, so che stai morendo dalla curiosità tipica di un Grifondoro.- le disse Piton con aria un po’ seccata dopo i veloci convenevoli.

-È dalla professoressa McGranitt! Le chiede se vuole tornare a scuola in qualità di preside o se rivuole il suo posto a Hogwarts come insegnate! È fantastico non trova?-

-Si dà il caso che anche io sappia leggere. Nonostante questo non ritengo sia una notizia sensazionale e inoltre non vedo come ti possa interessare visto che hai interrotto gli studi.-

La ragazza gli rivolse un gran sorriso –Questa volta si sbaglia. Io, Ron, Harry e altri studenti, soprattutto nati babbani, abbiamo la possibilità di frequentare l’ultimo anno scolastico poiché “a causa dei gravi fatti a cui siamo stati costretti a prendere parte” non abbiamo potuto frequentarlo l’anno scorso, come dice la lettera firmata dalla McGranitt e da Kingsley.- vide l’uomo alzare gli occhi al cielo con una faccia alla “cosa ho fatto di male” ma lei proseguì –in realtà tutti i ragazzi del nostro anno devono ancora dare i loro M.A.G.O. poiché la scuola era distrutta e, senza offesa, l’ultimo anno non gli è stata impartita l’educazione adeguata, ma si è deciso che sosterranno l’esame nel periodo natalizio, quando la scuola è semi-deserta, così hanno il tempo di prepararsi al meglio.-

-Davvero fantastico signorina Granger. Non vedo l’ora di tornare ad insegnare a Mr Celebrità, alla sottutto qui presente e al loro amico imbranato. Il magico trio, no?- disse ironicamente.

-Ron non è così imbranato…-

-Lo difendi solo perché sei la sua ragazza.-

-Ma per favore! Cosa ne sa lei! Non c’è niente tra noi e se mai c’è stato è finito.-

-Come vuoi, non è il caso di agitarsi.-

-Quindi ha intenzione di riprendere ad insegnare?- chiese la ragazza che aveva colto il punto della sua precedente frase.
-Non vorrei passare un anno come quello appena trascorso neanche sotto cruciatus, Granger.-

Hermione gli aveva portato un altro libro ma il loro tempo era quasi scaduto. Lei si affrettò a prendere le sue cose quando l’altro le disse che lo avrebbero dimesso il giorno dopo dall’ospedale.

-Mi sa che ci rivedremo a settembre allora.-

-Esatto professore. A proposito, in quale aula la troverò?- rispose lei senza smettere di sorridere.

-In quella di Difesa Contro le Arti Oscure per quest’anno. Sembra che la vostra preparazione sia altamente insufficiente per il livello M.A.G.O.-

-Quindi aver passato un anno a distruggere Horcrux non vale niente per lei?-

-Non regalerò voti agli eroi di guerra signorina Granger.- disse l’uomo con il solito ghigno.

-Non mi aspettavo niente di diverso da lei signore.- sorrise lei apertamente in risposta.

Congedandosi si avviò verso il reparto in cui continuavano ad essere ricoverati i suoi genitori. Faceva sempre male vederli. Loro le raccontavano tutte le strane cose che vedevano all’interno dell’ospedale –L’altro giorno mi è proprio sembrato di vedere la nostra cartella alzarsi in volo e essere presa da quel medico.- Ogni tanto infatti i guaritori esercitavano la magia davanti a loro per risvegliare dei ricordi inconsci, come le aveva spiegato Travis, ma il metodo non sembrava funzionare. Doveva stare tranquilla, stavano facendo tutto il possibile per i suoi genitori.

Presto mi riconosceranno.

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Capitolo 8
*** Ritorno ad Hogwarts ***


nota dell'autrice: nuovo capitolo! finalmente i nostri protagonisti tornano a scuola per il loro ultimo anno =) voi come ve lo aspettate? buona lettura e recensite! =)




8.

Quasi un mese senza vederlo. Harry non faceva altro che prenderla in giro perché il suo morale, giù nell’ultimo periodo, si era risollevato con l’avvicinarsi del primo di settembre.

-Sei più ancora eccitata per l’inizio della scuola rispetto agli altri anni se possibile.- non la smetteva di sghignazzare –comunque penso che dovresti dirlo a Ginny. Non ti giudicherà, è solo curiosa di sapere cosa ti passa per la testa e io non so per quanto manterrò il segreto con lei. Ogni tanto usa dei trucchetti per farmi parlare...-

-Non voglio saperlo sinceramente. Ok, le parlerò, devo solo trovare il modo giusto per dirglielo, ammesso che ne esista uno.-
 

 
Emozionati perché quello sarebbe stato l’ultimo anno in cui avrebbero accompagnato i figli al treno per la scuola, Mamma e Papà Weasley presero la metro polvere per arrivare a Grimmauld Place. Da lì avrebbero preso la metropolitana tutti insieme in direzione Kings Cross. Fu davvero faticoso, non solo cercare di dissimulare la poca familiarità ai mezzi babbani di Molly, Ron e Ginny ma soprattutto contenere l’euforia di Arthur. Alla fine arrivarono in orario.

L’Espresso per Hogwarts li attendeva al binario 9 e 3/4 come sempre fatto, ma ora avevano la consapevolezza che quello sarebbe stato l’ultimo anno in cui l’avrebbero preso.

-È un po’ strano, non trovate?- commentò Ron

-Guarda chi è in vena di sentimentalismi- lo schernì Hermione.

-Guarda che sei tu quella con gli occhi lucidi.-

Erano sereni come mai prima, quell’anno sarebbe stato perfetto anche se avrebbero sentito la mancanza di Neville, Seamus e Luna. Purtroppo chi aveva già seguito quell’anno scolastico non avrebbe preso parte alle lezioni ma si sarebbe preparato a casa per superare i M.A.G.O. che li attendevano nel periodo di Natale; Hogwarts sarebbe stata molto più affollata rispetto al solito in ogni caso. Hermione fu dispiaciuta doversi allontanare dagli amici per svolgere i suoi compiti di Capo Scuola, ruolo che le era stato assegnato direttamente dalla professoressa McGranitt. 

Quando la corsa del treno si concluse i ragazzi si trovarono ad affrontare i ricordi ancora freschi della guerra. Il trovarsi faccia a faccia della maggior parte dei ragazzi con i Thestral causò inevitabilmente un po’ di confusione. Hagrid si occupava di spiegare agli studenti cosa fossero le strane creature e il perché la maggior parte degli studenti non le avesse viste negli anni precedenti. Una volta compresa la natura di quegli esseri un po’ inquietanti, una ventata di tristezza si levò dai ragazzi. Alcuni si strinsero tra loro per farsi coraggio a vicenda, altri versarono qualche lacrima accarezzando i Thestral.

Dal sentiero poterono ammirare Hogwarts, la loro scuola perfettamente ricostruita, quella che per tanti era diventata una seconda casa. La guerra non poteva portarci via questo posto.

Quando arrivarono al castello fu strano vedere la McGrannit al posto di Silente. Inoltre c’erano un paio di facce sconosciute, la cui vista fece inevitabilmente iniziare un chiacchiericcio da parte degli studenti. Trasfigurazione e Babbanologia? Pensò Hermione. Piton però mancava alla tavolata degli insegnanti.

-Non mi direte che…- fece in tempo a commentare, quando una mandria di bambini entrarono nella Sala Grande, tenendo il passo veloce del professore che li guidava. Erano assolutamente zitti, alcuni stavano tremando e altri non avevano affatto un bel colorito. –Poveri, li ha terrorizzati.- sussurrò ad Harry. Così seppero che Piton era diventato vice preside e come tale si sarebbe anche dovuto occupare dello smistamento. Chiamando i nomi con voce piatta, non poteva fare a meno di mostrarsi tremendamente annoiato tranne quando vedeva qualche promettente serpeverde, ma Hermione ne era completamente rapita. Finalmente lo vedeva in forma, in piedi e scattante avvolto nel suo completo nero, non un ammalato a letto, anche se vederlo in camicia da letto… Come se le leggesse nel pensiero il mago intercettò il suo sguardo e, con sua grande sorpresa, le fece un cenno di saluto, al quale rispose con un sorriso.

-Herm, se continui così ti farai beccare da tutti.- scherzò sottovoce Harry.

La McGranitt fece il suo primo discorso in qualità di preside, presentò i nuovi insegnanti e mandò tutti nei loro dormitori. Hermione aiutò i Prefetti con i loro compiti e poi poté andare a coricarsi aspettando il primo giorno di lezione.
 
 
 
Fu un primo giorno particolarmente impegnativo; tutti i professori si aspettavano molto impegno e fu chiaro fin da subito che avrebbero avuto un carico di lavoro superiore persino a quello del quinto anno. Hermione non si era immaginata niente di diverso e poi l’esperienza della guerra le faceva amare ancora di più la possibilità che aveva di imparare ancora. Scoprì insieme ai suoi compagni di classe che il nuovo professore di trasfigurazione, Alan Foster, era meno severo della McGranitt ma neanche lontanamente bravo quanto lei. Un po’ in sovrappeso e leggermente stempiato, Foster non era un Animagus ma avrebbe insegnato la trasfigurazione umana quell’anno il che comprendeva la Disillusione (fortunatamente, perché il Mantello dell’Invisibilità ormai copriva solo una persona), trasformare una persona in un animale (peccato che non ci fosse Malfoy su cui fare pratica facendolo diventare un furetto, per esempio) e avrebbe anche dato cenni sulla trasformazione Animagus. Hermione sperò di non aver bisogno dell’infermeria a causa di quelle lezioni. Era comunque il nuovo Capo Casa dei Grifondoro quindi c’era stata subito simpatia tra lui e i ragazzi della Casa.

Ma la lezione che coinvolse di più Hermione quella mattina fu Difesa Contro le Arti Oscure. I suoi compagni non sapevano bene come reagire trovandosi faccia a faccia con quell’uomo che l’anno prima era stato il preside peggiore che Hogwarts avesse mai avuto e poi era stato proclamato eroe su tutti i giornali. Erano tutti spaventati tranne Harry ed Hermione.

-Bando ai convenevoli, siete qui per imparare dal migliore. Allontanatevi dai vostri banchi, prego.-

Quando tutti si ebbero finito di spostarsi, Piton agitò la bacchetta modificando la disposizione dei banchi. La maggior parte era addossata alle pareti ma quattro coppie di tavoli si fronteggiavano in mezzo alla classe. La cattedra, stranamente vuota, era invece rimasta vicina al professore.

-Oggi impareremo ad animare gli oggetti affinché ci forniscano protezione fisica, difendendoci e attaccando per noi.- fece un incantesimo alla cattedra che prese vita, si mosse e, come un cavallo impennato, si trasse su due “zampe” mostrando la sua grandezza, per poi risistemarsi affianco all’insegnante. –dividetevi in coppie e provate l’incantesimo sui vostri banchi. Nel caso in cui una coppia riesca a padroneggiare l’incantesimo vorrei che inducesse i due banchi a scontrarsi per il proprio padrone.-

Ovviamente le pretese del professore erano troppo elevate. Solo Harry ed Hermione alla fine della lezione erano riusciti a far prendere vita ai banchi ma solo per qualche secondo, inoltre Harry era in coppia con Ginny ed Hermione con Ron quindi non avevano potuto dar vita a nessuno scontro tra banchi. In ogni caso qualunque altro professore avrebbe assegnato punti a Grifondoro. Invece si video assegnare un tema di 50 centimetri di pergamena sulle famose battaglie in cui era stato usato quell’incanto.

-Silente mi ha protetto da Voldemort con una statua di un centauro al quinto anno, ora che ci penso- commentò Harry.

-Harry, non pensi che ti farai dare un voto basso se fai il tema su quella battaglia? Non dimenticare che Piton non sopporta che ti vanti della tua fama.- disse Hermione a denti stretti –Io invece non vedo l’ora di fare una bella ricerca in biblioteca.-.

Presa dall’eccitazione Hermione si trattenne un po’ di più finita la lezione sperando che Harry capisse.

-Cosa ci fai ancora qui Granger? La lezione è stata molto deprimente e dovrò già sopportarvi la settimana prossima…-

-Volevo solo darle il bentornato professore.- disse la ragazza con una leggera aria da cane bastonato.

-Sì, sì va bene, ora fila a pranzo o i tuoi amichetti si chiederanno che fine hai fatto.-

Hermione si voltò per andarsene.

-Granger, come stanno i tuoi genitori?-

-Meglio grazie, si ricordano di aver avuto una figlia al momento- gli sorrise.

Nessuna considerazione speciale quindi, solo normale cortesia. Ma se davvero era così perché durante il pranzo Hermione vide più volte il professore che la guardava?

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Capitolo 9
*** Cicatrici ***


9.

I giorni passavano senza tregua, c’erano le lezioni, i compiti, lo studio e per Hermione anche le ronde per il castello la notte per la sua veste di Capo Scuola. Sfruttò il sabato per finire i suoi compiti così da avere libera quella che probabilmente sarebbe stata l’ultima domenica calda e soleggiata dell’anno. Ovviamente alla fine si fece convincere dai suoi compagni a prestargli i compiti. “Per prendere spunto” dicevano, ma anche quella era una delle cose che le erano mancate durante la guerra. Purtroppo però la domenica i suoi amici le diedero buca, Harry e Ginny decisero di andare ad Hogsmeade e Ron era impegnato in un appuntamento con una ragazza del terzo anno. Era contenta che si desse da fare, ma non era un po’ troppo piccola la ragazza? Poi pensò per chi aveva una cotta e mise a tacere la sua parte critica nei confronti di Ron.

Lei sfruttò la bella giornata andando in riva al lago a prendere il Sole, lontano da tutti a godersi un po’ di tranquillità. Non poteva certo mettersi in costume ma quella mattina aveva indossato un paio di shorts e una camicetta con le maniche lunghe che si era tolta una volta arrivata in riva al lago rimanendo in canottioera…non voleva far vedere a tutti le proprie cicatrici, anche se le portava con orgoglio.

Si era talmente rilassata che si era addormentata al Sole, così quando sentì qualcuno schiarirsi la voce trasalì.

-Ricordati che ti trovi nei confini di una scuola e l’abbigliamento deve essere appropriato.-

A quelle parole la ragazza si mise a sedere e indossò velocemente la camicetta, prima ancora di salutare il professor Piton.

-Tranquilla non sono dell’umore giusto per togliere dei punti.-

-Buongiorno anche a lei professore. Com’è possibile? Lei che non toglie dei punti a Grifondoro?-

-Non ci fare l’abitudine. Cosa ci fai qui?-

-Prendo il Sole, cos’altro?- ridacchiò un po’ –non mi dica che anche lei è venuto a prendere il Sole!-

-Non vedo cosa ci sia di bello nel scottarsi la pelle con raggi nocivi. Ovviamente sono venuto a raccogliere le foglie di Belladonna che vive qui in riva al lago.-

-Ma non è possibile, il momento giusto per raccogliere la Belladonna è il pomeriggio, e ora…-

-Non mi dire che la signorina saccente non sa che ore sono.-

-Nooooooooo ho saltato il pranzo. Merlino! Stavo proprio dormendo di piombo. Potrei essermi scottata al Sole!-

-Per quel che riguarda il pranzo…Dappy!-

Crack! Un elfo si era materializzato vicino a loro. –In cosa posso esservi utile padron Piton?-

-Potresti portarmi qui un po’ di cibo per favore? Non esagerare come al solito!-

-Certo padrone- l’elfo fece un inchino e sparì.

-È uno degli elfi della scuola- spiegò il mago, ma Hermione era troppo esterrefatta per rispondere.

 Crack!

-Dappy ha trovato solo del pollo al forno con patate, un flan di verdura, e dei dolcetti al cioccolato. Spero che non sia troppo poco signore.-

-Grazie Dappy, puoi tornare al tuo lavoro.-

-Per servirla- un altro inchino accompagnato da un sonoro schiocco e l’elfo li lasciò soli.

Piton porse alla ragazza il bottino e lei lo guardò sbalordita.

-Cioè mi faccia capire, lei è stato gentile sia con me sia con un elfo domestico nella stessa giornata?-

-Vuoi piantarla e accettare il cibo? Te l’ho detto, oggi ho uno strano umore, non ti ci abituare.-

Lei iniziò a mangiare senza farselo ripetere e lui si mise al lavoro. Le piaceva guardarlo lavorare. Sapeva esattamente cosa fare, aveva profonda naturalezza nel suo lavoro e sembrava così concentrato.

-Non capisco come faccia a lavorare sotto questo Sole vestito così.-

-La mia veste è molto appropriata.-

-Lo è per qualunque occasione quindi?-

-Sostanzialmente- disse ironicamente l’altro.

-Lo sa che il nero assorbe tutti i raggi di luce? Sarebbe normale avere caldo…-

-Se mi tolgo la giacca starai zitta?-

Incredibile come la confidenza che si erano presi durante le lunghe ore in ospedale tornasse ora, a scuola…Hermione sorrise, le piaceva averla vinta contro un uomo così difficile, ma quel giorno era molto più trattabile del solito e lei non voleva perdere l’occasione di vederlo in camicia. Infatti, dopo che finì di sbottonare la veste nera, Piton rimase in camicia bianca, abbottonata fino al collo e lunga fino ai polsi, leggermente sudata sulla schiena.

Lo dicevo io che aveva caldo, pensò Hermione ma non lo disse, aveva paura di esagerare. Piton finì il suo lavoro in un’altra mezz’ora e poi si sedette di fianco alla ragazza. Quali altri strani fatti possono accadere oggi?

-Io…- iniziò l’uomo –mi dispiace ma non portavi la camicia mentre te ne stavi beatamente addormentata.- Hermione si colorì di rosso in un batter ciglia –e ho visto le cicatrici.- Ah, quelle. –Le hai fatte vedere da un guaritore? Anzi, mi stupisce che siano rimaste. Se curate con del dittamo in tempi brevi le ferite da taglio scompaiono.-

Forse aveva capito perché era stato gentile con lei per quella giornata. Hermione si tirò su una manica. La fastidiosa scritta Sanguesporco era incisa sulla sua pelle. Le lettere violacee dovevano ancora guarire perfettamente in effetti.

-Vede, la cicatrice non mi impressiona. Di notte non sogno la lama di quel bel pugnale che mi trafigge, né il sangue che cola dal braccio. Sogno invece lo sguardo impazzito di Bellatrix e a volte sento l’alito di Fenrir Greyback sul collo. Loro erano il problema, non io. Io non ho niente che non va. Sono orgogliosa di essere una Nata Babbana.- alla fine tirò su il volto e sorrise all’insegnante.

-Capisco..- arricciò le labbra, poi, con grande stupore di Hermione, le prese il braccio e tirò fuori la sua bacchetta. La passò sul braccio per un incantesimo di diagnosi, delicatamente come per una carezza, e poi dalla punta uscirono dei fasci di luce che formarono la scritta “POSSIBILITA’ DI GUARIGIONE TOTALE 98%”. –Bene Granger ma vedi di spostarti dal Sole. Ustionarsi non varrà come scusa per non consegnare il tema sui Giganti che deve essere consegnato entro domani.- si congedò ma lei aspettò che il Sole non fosse più caldo per abbandonare quell’angolo di Paradiso.
 
 

Harry e Ginny le portarono dei dolci da Mielandia e dissero di aver incontrato Ron e la ragazza ai Tre Manici di Scopa.

-Mi sembrava si stessero divertendo.- osservò Harry.

-Se guardarsi in modo imbarazzato lo chiami divertirsi…-

-E’ normale ad un primo appuntamento suppongo.- rise Hermione.

In effetti dirigendosi verso la torre Grifondoro videro il rosso mano nella mano con la ragazza. Sembrava terribilmente piccola rispetto a loro, il fatto che fosse minuta non aiutava data l’altezza di Ron. Gli occhi azzurri si stagliavano contro i capelli neri dandole uno sguardo elegante ma furbo. Hermione guardò meglio la sua divisa…possibile che fosse una serpeverde?! Una strana fitta le arrivò alla bocca dello stomaco.

-Cioè non mi avete detto la cosa più importante? Insomma come fa Ron ad uscire con una di loro? Sicuramente lo vorrà sfruttare per la fama, sicuramente…- ma fu interrotta dall’amico che si era schiarito la voce in modo molto eloquente. Ah già, a chi ho ammirato la schiena per tutto il pomeriggio? Sorrise tra sé e sé. Forse lei e Ron avevano qualche gusto in comune dopo tutto.
Dopo un tenero bacio sulla guancia scambiato alla ragazza serpeverde, Ron raggiunse i compagni.

-Bhe, cosa state lì impalati? Andiamo in Sala Comune?- Ron era raggiante.

Hermione si rimproverò mentalmente per aver pensato male troppo in fretta della ragazza. Ron raccontò a grandi linee il loro appuntamento e sembrava davvero che si fosse divertito. –Si chiama Ellen ed è una Mezzosangue. Mi ha detto che ha ammirato molto te Hermione per aver salvato Piton durante la guerra. In effetti mi ha parlato molto bene di lui come Capo Casa. Prima o poi vi farò conoscere, penso che andreste d’accordo, è molto sveglia, sai?-

La ragazza non sapeva cosa la stupisse di più, se la ragazza fosse una Mezzosangue, se l’ammirazione che Ellen provava verso di lei pur essendo una Serpeverde o se la popolarità di Piton stesse aumentando. In ogni caso erano tutte cose positive. Automaticamente le partì un abbraccio verso Ron.

-E bravo il mio Ron-Ron.- ridacchiò scompigliandogli i capelli.

-Dai ‘Mione…- ad un tratto si fece serio –non me la sento ancora di scherzare su Lavanda…-

Possibile che la guerra continui ad aleggiare su di noi? Probabilmente le ferite che ci ha inflitto non si rimargineranno mai completamente. E non sono ferite fisiche o individuali, eravamo compagni che combattevano insieme per un unico obiettivo. Tutta Hogwarts condivide le sue cicatrici.

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Capitolo 10
*** Halloween ***


10.

-Ginny, quale vestito mi sta meglio?-

-Hermione Granger che si fa bella per una festa?! Non succedeva dal Ballo del Ceppo e se mi ricordo bene c’era qualcuno su cui fare colpo in quell’occasione…- rispose l’amica in tono lascivo.

Era la sera di Halloween e come al solito ad Hogwarts ci sarebbe stato un gran banchetto, seguito da una festa in Sala Grande riservata ai maggiorenni. Il castello era addobbato a dovere, le zucche di Hagrid erano come al solito enormi, anche grazie a qualche tocco del suo ombrello, e non sembravano esserci incursioni di troll o di famosi ricercati né tanto meno cinquecentesimi anniversari di morte che rovinassero l’evento. Hermione era eccitata all’idea di potersi finalmente divertire come una ragazza della sua età e aveva preso la cosa molto sul serio, addirittura troppo a sentire Ginny.

-Davvero Gin, voglio solo essere carina ecco.-

-Non dirmi che ti sei messa finalmente a cercare un ragazzo- rise la rossa. –Se proprio ti devo consigliare mi piace di più questo rosso che ti arriva sopra il ginocchio…scoprire un po’ le gambe è sempre una buona tattica.-

La ragazza più grande si sentì avvampare…stava facendo tutto questo per farsi notare da una persona…se proprio non doveva succedere nulla le piaceva l’idea che al professore fosse chiaro cosa si stava perdendo. In effetti si era sistemata i capelli in modo da rendere i suoi ricci incredibilmente setosi e si era truccata il giusto per far risaltare i grandi occhi.

-Ginevra Weasley, ti assicuro che non c’è nessun ragazzo all’orizzonte.- si divertiva a prenderla in giro dicendole in qualche modo la verità.

Si recarono alla Sala Grande solo un’ora più tardi, quando tutte le ragazze del dormitorio grifondoro furono pronte. I ragazzi le stavano aspettando, anche loro avevano cercato di vestirsi al meglio per l’occasione e la maggior parte rimase a bocca aperta quando scorsero le ragazze. Harry guardava rapito Ginny, avvolta in un abito piuttosto attillato e tirava gomitate a chiunque la guardasse troppo a suo parere.

Presero posto alle tavolate e la McGrannit fece comparire il banchetto sontuoso che tutti si aspettavano. Le rivolsero un applauso e con la foga di ragazzi in età di sviluppo iniziarono a mangiare. Hermione aveva guardato il tavolo degli insegnanti. Aveva persino incrociato il suo sguardo ma le era sembrato che lui fosse fisicamente presente tuttavia per il resto assente.
Concluso il banchetto ai Prefetti e Caposcuola fu dato il compito di accompagnare le classi degli studenti più piccoli ai dormitori mentre ai maggiorenni fu data la possibilità di rimanere a far festa in Sala Grande. Hermione non vedeva l’ora che la vera festa avesse inizio, tornando in Sala Grande sentiva già la musica e il baccano che l’anormale elevato numero di studenti maggiorenni produceva. Di sicuro avranno già tirato fuori l’idromele, pensò Hermione stupita dall’indulgenza della nuova preside che come Capo Casa era sempre stata molto severa. Era quasi arrivata quando lo vide: si stava indubbiamente allontanando dalla festa più veloce che poteva, la faccia scura e gli occhi vuoti non la videro neanche. Merda, oggi è il 31 ottobre!
 
 


Non poteva credere di non averci mai fatto caso. Dopotutto era l’anniversario della morte dei genitori del suo migliore amico ma Harry non aveva mai dato segno di malessere in quella giornata. Ma Piton era tutta un’altra cosa, non lasciava mai che i suoi sentimenti trasparissero e probabilmente avrebbe passato il resto della serata ad autocommiserarsi…e come biasimarlo? Forse però avrebbe potuto fare qualcosa per lui.

Lo seguì fino ai sotterranei dove lui entrò nel suo ufficio. Lei aspettò che le venisse in soccorso un po’ di coraggio grifondoro prima di bussare alla porta che si aprì al minimo tocco.

-Granger, non puoi davvero pensare che non mi sia accorto che mi stavi seguendo…ti dice niente la parola “spia”?-

-Io, bhè…insomma…- l’aveva colta alla sprovvista. Di nuovo.

-Se non hai nulla di più interessante da dire mi piacerebbe essere lasciato in pace.-

La ragazza si accorse in quel momento che il professore non indossava la giacca nera da insegnante ma solo la camicia bianca sempre chiusa fino all’ultimo bottone. Aveva in mano un bicchiere di quello che doveva essere Whisky Incendiario a suo parere.

-Io volevo solo dirle che ha il diritto di festeggiare come tutti in questa serata.- disse Hermione tutto d’un fiato.

-Sentiamo, cosa dovrei festeggiare? La sconfitta dell’Oscuro Signore? La ricostruzione di Hogwarts? L’aver riconquistato il titolo di insegnante per una mandria di ragazzini insolenti come te? O la morte di Lily Evans forse?- era molto alterato, quello non doveva essere stato il primo bicchiere della serata.

Ad Hermione non importava che urlasse, doveva fargli capire qualcosa che solo lei poteva dirgli. Gli si avvicinò abbastanza perché arrivasse ai bottoni della sua camicia. Al suo tocco il corpo di lui non si ritrasse, rimase semplicemente impietrito.
-Che fai Granger?- chiese, ma lei non gli diede retta –fermati o mi vedrò costretto a toglierti dei punti.- come se bastasse come minaccia. Intanto aveva finito. Aveva sbottonato solo i primi bottoni e quelli del braccio sinistro.

-Lei ha visto le mie cicatrici, ora io guardo le sue.- piena di coraggio gli aveva passato la mano sopra quel che restava dell’orrendo simbolo, una parte di pelle leggermente più chiara rispetto alla sua già pallidissima. -Il Marchio Nero che ha rovinato il suo braccio così a lungo finalmente non c’è più.- Piton la guardava sprezzante ma decise di continuare. –Lei può rincominciare. Harry è vivo e l’intero mondo magico anche grazie ai suoi sacrifici.- ora portò l’attenzione alle cicatrici sul collo, accarezzando i segni ben più evidenti dello scontro con il serpente. -Lei può rendere omaggio ai morti rincominciando ad essere vivo.-

-Perché mi hai salvato quella notte?- chiese lui di colpo più propenso al dialogo. La voce era ancora più profonda del solito. Deve essere l’alcool, pensò Hermione.

-Perché potevo e volevo farlo.- disse senza esitazioni.

-Quindi di norma fai tutto quello che vuoi fare?-

Sentiva l’odore dell’alcool nel suo respiro, sentiva il suo torace alzarsi ed abbassarsi ad ogni respiro, terribilmente regolare rispetto al suo. Ci siamo avvicinati nel frattempo o siamo sempre stati così vicini? Si stavano guardando negli occhi. Cosa avrebbe voluto fare in quel momento lo sapeva meglio il suo corpo rispetto al suo cervello. Ricacciò quei pensieri nel profondo, non voleva lasciar trapelare i suoi impulsi in quel momento. Cercò di formulare una frase tralasciando la domanda. –Volevo semplicemente dirle che lei è qui ed è vivo e si merita di esserlo come tutti quelli che ora stanno festeggiando…- le altre parole le morirono in bocca, lui si era di colpo allontanato. In compenso aveva versato ciò che rimaneva del suo bicchiere nel fuoco, dando così origine ad una vampata simile a quella che aveva provocato prima dentro Hermione.

-Granger penso che tu debba andare, i sotterranei non sono il posto in cui sfoggiare abiti così corti.-

Allora lo ha notato.

Sicura che il loro breve dialogo avesse fatto bene ad entrambi Hermione si avviò alla festa.

-Buonanotte professore.- si congedò.
 
 

 
-Hermione, ma dov’eri finita?- chiese Ginny mentre l’amica varcava la soglia della Sala Grande –Ero in pensiero per te.-
I ragazzi si stavano divertendo, li vedeva in mezzo alla sala intenti a inventarsi assurde nuove mosse di ballo. Harry si voltò, probabilmente in cerca della sua ragazza, così vide Hermione e le fece un cenno, come se volesse dire di approfittare della situazione. Grazie Harry, pensò la riccia.

-Vieni Gin, penso di doverti dire qualcosa.-

Così le due ragazze lasciarono la festa e si diressero verso il bagno di Mirtilla, dove era sicuro che nessuno le avrebbe sentite parlare…una volta cacciata Mirtilla!

-Dai Herm, lo sai che non mi piace questo posto…-

-E’ importante che non ci senta nessuno…ricordi quello che mi hai detto questa sera? Che volevo conquistare un ragazzo e io ti ho risposto di no?-

-Ecco, mi pareva che mentissi-

-Ma ti ho detto la verità – si lasciò scapare un sorriso vedendo l’espressione attonita dell’amica -…non è l’attenzione di un ragazzo che voglio attirare ma quella di un uomo.-

Ginny era palesemente presa alla sprovvista, Hermione poteva vedere che stava ragionando con massima urgenza per capire chi fosse l’interessato.

-UN PROFESSORE?-

-Ginny, piano per favore.-

-Escludendo Ruf, Vitous e Hagrid rimangono il Piton e Foster….sinceramente non so cosa potrebbe essere peggio.-

-Ecco perché non te l’ho detto prima- disse Hermione con l’aria un po’ delusa –so che è una follia ma non ci posso proprio fare niente, sento le farfalle nello stomaco ogni volta che lo vedo o anche solo se lo penso.-

-Sappi che ti vorrò sempre bene e ti appoggerò in ogni tua scelta…ma per favore non tenermi sulle spine! Dimmi di chi si tratta!-
La ragazza più grande sospirò, chiuse gli occhi e poi lasciò uscire il nome dalle sue labbra. –Il professor Piton.- Chiamarlo professore rende tutto ancora più assurdo, pensò.

Non ci fu bisogno che la rossa rispondesse, semplicemente abbracciò l’amica, per farle sapere che lei ci sarebbe stata.

-Tu sei fuori di testa Hermione Granger.- le sorrise alla fine.

Con gran sollievo di Hermione l’amica sembrava aver digerito abbastanza facilmente la notizia. Come mi ha sempre detto Harry. Con nuova carica poterono tornare alla festa dove scoprirono esserci in atto delle schermaglie tra grifondoro e serperverde…dopotutto si avvicinava la prima partita di Quiddicht dell’anno! Le ragazze presero subito posto tra le fila dei rosso oro e Hermione si sentì parte di una grande famiglia come non si sentiva da tempo. La guerra le aveva quasi fatto dimenticare la sensazione di appartenenza alle case di Hogwarts, ora quei sentimenti si erano rinnovati ed erano forti come non mai.

Adoro essere una strega.


Nota dell'autrice: salve a tutti! mi piace ripercorrere i momenti salienti dell'anno scolatico ad Hogwarts e Halloween nella storia è sempre stato molto importante. Quali sono i vostri momenti preferiti?...piccola anticipazione: sono sempre andata matta per il Quidditch xD
H.

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Capitolo 11
*** La partita ***


11.

Il sabato della partita la Sala Grande era in subbuglio. Non solo per l’imminente confronto sportivo ma per qualcosa di ben più sensazionale. Sulla copertina della prima pagina della Gazzetta del Profeta c’era l’immagine di un professore di Hogwarts e un titolo poco promettente:

“Spia o doppiogiochista? Mangiamorte o eroe di guerra?
Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton ma non avete mai osato chiedere.”

Hermione sapeva che quella era la cifra stilistica di una sola giornalista. La Skeeter, pensò, prima di leggere la firma dell’autrice al fondo dell’articolo lungo ben due pagine sulla sua copia del giornale. L’uomo fortunatamente non era presente, probabilmente avendo letto il giornale di buon ora quella mattina.

Era severamente indispettita. Dopotutto lei avrebbe potuto bloccare la Skeeter prima che scrivesse scempiaggini di quel calibro. Possibile che non ci avesse pensato prima? Avrebbe scritto alla Skeeter. Si fece un appunto mentale e prestò attenzione ai suoi compagni che non erano sconvolti dalla violenza dell’articolo quanto lei ma sinceramente incuriositi. Per quanto in molti avessero sentito in prima persona Harry raccontare la storia di Piton durante la battaglia finale non riuscivano ad esimersi dal parlucchiare sottovoce indicando il giornale o facendo apertamente il suo nome. Gli unici a rimanere fedeli a loro stessi furono i serpeverde che, ogni volta che qualcuno si lasciava sfuggire un commento ad alta voce, lo incalzavano con frasi del tipo “La tua è solo invidia perché il nostro Capo Casa è sul giornale!”. Hermione non ebbe il tempo di finire la sua colazione che ci fu il parapiglia. Piccole risse si scatenarono ovunque e la McGrannit fu costretta ad intervenire con un discorsetto molto particolareggiato su ciò che sarebbe successo a chi avesse impugnato la bacchetta fuori dall’orario delle lezioni. In quel frangente il Quidditch sarebbe stato una perfetta valvola di sfogo per la tensione accumulata.

Molti studenti si diressero così in anticipo al campo mentre i giocatori si incamminarono verso gli spogliatoi per prepararsi e pensare a qualche strategia dell’ultimo minuto. Hermione approfittò della calma nel castello in quel momento per poter consultare uno dei volumi più complessi e pesanti che la biblioteca della scuola ospitasse. Persa tra le pagine del libro, si era resa conto di ore fossero solo quando al fischio d’inizio della partita mancavano 5 minuti.

Merda.

Era clamorosamente in ritardo. Raggiungere il campo dalla biblioteca era impossibile se non correndo per i corridoi della scuola, cosa in teoria proibita dal regolamento. Ma d’altro canto sarebbero stati tutti alla partita…era quasi arrivata all’uscita della scuola, in pratica non c’erano rischi che le venissero tolti dei punti per quella piccola infrazione. Poi qualunque insegnante sarebbe comprensivo, si ritrovò a pensare, qualunque tranne…

-Cinque punti in meno a Grifondoro, signorina.- disse Piton ghignando.

Hermione si fermò di colpo e alzò lo sguardo. Lo stava guardando negli occhi mentre si ritrovò a pensare “ma che sfiga!”.

-No Granger, non è sfortuna, mi trovo qui apposta per cogliere sul fatto i soliti grifondoro ritardatari che corrono per non perdersi l’inizio della partita e poter togliere qualche punto extra.- rispose al pensiero della ragazza senza smettere di ghignare.

La riccia era sconvolta, aveva usato la Legilimanzia e lei non se n’era neppure accorta. Probabilmente perché ha semplicemente guardato il pensiero che mi balenava in testa in questo momento e non ha “spinto” per vedere dei ricordi. Harry glielo aveva sempre descritto come un processo doloroso. Ma allora quali altre volte lo ha fatto senza che me ne accorgessi? Ora stava guardando apposta il pavimento per evitare il contatto visivo.

-Be, ora non stare qui impalata o quando arriverai i miei avranno già stracciato quella insulsa squadra rossa e oro.-

-Lei non viene professore?- Nonostante l’articolo diffamatorio era strano che proprio lui fosse ancora in giro. Ci teneva al Quiddicht, le sue schermaglie con la McGrannit erano famose ad Hogwarts.

-Certamente, ma dopo di lei.- con un gesto elegante, per metà serio e per metà scherno, le fece oltrepassare l’uscita della scuola che portava allo stadio. Il secondo dopo Hermione notò che il mago stava afferrando il bordo del suo mantello nero e con un veloce gesto se lo avvolse intorno al corpo. Era come se un turbine nero lo avvolgesse e indubbiamente si stava alzando da terra. Hermione lo vide volare verso lo stadio; probabilmente sarebbe atterrato direttamente sul suo posto nella tribuna degli insegnanti.

Poteva anche darmi un passaggio. Rassegnata la ragazza riprese a correre e solo dopo un altro paio di minuti arrivò trafelata allo stadio. Lo stadio era più pieno rispetto al solito visto l’elevato numero di studenti di quell’anno scolastico. Al suo arrivo gli studenti serpeverde stavano ancora applaudendo l’entrata trionfale del loro Capo Casa che era in piedi e con una mano faceva cenno al pubblico, in modo non proprio concitato, di calmarsi.
 
 
 

Intanto la partita era cominciata. Harry era volato più in alto di tutti, teneva d’occhio i compagni di squadra, gli avversari e il boccino contemporaneamente. Era proprio diventato un capitano rispettato. Il cercatore della squadra opposta era un ragazzo a cui Harry non aveva mai fatto caso, Chris Laurie. Sarebbe stata la grande incognita della partita.

I serpeverde erano particolarmente in forma. Continuavano ad attaccare impegnando Ron a difesa dei cerchi più che in ogni altra partita. Lui si stava comportando splendidamente. La partecipazione alla guerra sembrava che gli avesse fatto allentare un po’ i nervi per una partita di Quiddicht. Ogni volta che recuperava palla incoraggiava i cacciatori ad attaccare. Si passavano velocemente la palla ma i loro schemi venivano schematicamente interrotti dai verde-argento. I primi a passare in vantaggio furono i serpeverde che si erano fatti spazio nel campo a suon di spallate.

Hermione vide Harry fare dei segni con le mani mentre si rivolgeva ai giocatori della sua squadra. Doveva trattarsi di qualche tattica. I risultati infatti arrivarono subito: i giocatori ora sfruttavano tutte le dimensioni del campo rendendo i loro passaggi molto più difficili da prevedere. Dieci pari. I cori per i grifondoro si levarono dalla folla. Solo in quel momento Hermione vide che Foster non era seduto nella tribuna degli insegnanti ma era in mezzo agli studenti della sua casa, che dirigeva il tifo. La cosa la fece sorridere e prese a cantare anche lei.

Fu allora che Harry iniziò a muovere meccanicamente la testa verso qualcosa che scorgeva solo lui. L’indecisione del moro diede il tempo a Laurie di lanciarsi nella presunta direzione del boccino prima che lo facesse l’avversario. Non conoscendone la posizione esatta andò troppo a sinistra; nel frattempo infatti anche Harry era partito a gran velocità nell’inseguimento del boccino. Quest’ultimo all’improvviso deviò con una curva molto stretta verso sinistra, favorendo Laurie. Harry però era più veloce sulla sua Firebolt e in poco tempo si ritrovarono spalla a spalla. Hermione era davvero in ansia, per sfogarsi stava urlando incoraggiamenti all’amico, pur sapendo che non avrebbe potuto sentirla.

Poi fu tutto molto concitato: il boccino scese a livello degli altri giocatori quindi i due cercatori influenzarono a loro malgrado l’andamento del resto della partita. Venti a dieci per serpeverde. Il boccino sfrecciava verso la porta grifondoro e attraversò un cerchio. Laurie decise di aggirare l’ostacolo, perdendo qualche secondo, mentre Harry compì la pazzia di passarci attraverso. Era magro ma ormai era diventato grande, chissà se ci sarebbe passato o avrebbe fatto perdere la partita alla squadra. Probabilmente Harry era riuscito a calcolare gli spazi meglio di chi guardava la partita perché passò attraverso l’anello senza evidenti problemi e, finalmente in vantaggio sull’avversario, riuscì ad acchiappare il boccino.

Quei momenti erano stati così concitati che lo stadio sembrava sotto un Silencio. Alla vittoria di grifondoro la maggior parte dello stadio esplose. Qualcuno doveva essere riuscito ad introdurre nella scuola alcuni dei Fuochi Forsennati di Tiri Vispi Weasley, che per l’occasione scoppiarono in diverse cascate colorate di rosso e oro.
 
 
 

I festeggiamenti e i cori andarono avanti ancora a lungo prima che gli insegnanti si decisero a far tornare gli studenti nel castello. Ovviamente la festa per la vittoria continuò nella Sala Comune di Grifondoro. Hermione si congratulò con gli amici, erano stati fantastici. Quando Foster oltrepassò il quadro della Signora Grassa alcuni studenti lo trascinarono nella baldoria. Dovette schiarirsi più volte la voce per farsi ascoltare. Con la McGrannit non sarebbe mai successo, pensò Hermione.

-Molto bravi, davvero molto bravi. Potter, mi avevano detto che eri un portento ma hai superato ogni mia speranza!- il professore strinse la mano a tutti i membri della squadra prima di continuare –Sono venuto qui anche a riferirvi che tu Potter insieme a Ronald Weasley ed Hermione Granger, siete convocati nell’ufficio della Preside. Raggiungetela al più presto. E ora chi mi offre una burrobirra? Tanto so che ce ne avete…-

I tre ragazzi si guardarono stupiti. Che cosa abbiamo fatto questa volta? Pensarono all’unisono.



nota dell'autrice: Salve a tutti! Nuovo capitolo in cui, come anticipato ho lasciato un po' di spazio anche allo sport magico per eccellenza (e non sto parlando delle gobbiglie). Volevo ringraziare chi segue la storia e chi ha lasciato qualche commento. Spero continuerete a farlo, quindi stay tuned!

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Capitolo 12
*** Convocazione ***


12.

-No dai non può essere per qualcosa che abbiamo fatto, non abbiamo infranto regole dall’inizio dell’anno!-

-Secondo me qualcuno avrà fatto uno scherzo a Mrs Purr e per abitudine Gazza ha dato la colpa a noi.- disse Ron con le mani in tasca e rivolgendo gli occhi al cielo –Deve per forza essere andata così.-

-E se invece fosse successo qualcosa a qualcuno dell’Ordine? Solo noi non ne saremmo a conoscenza dato che siamo a scuola.- Harry aveva aumentato il passo –Insomma non sappiamo quanti Mangiamorte sono scappati alla giustizia.-

-Harry, Piton ha fatto nomi e cognomi di tutte le persone coinvolte. Anche se qualcuno fosse riuscito a fuggire dubito che si farebbe vedere in giro così presto.- Hermione invece non sapeva proprio cosa pensare. Strano, di solito era lei ad avere idee. Ma non le era stato dato neanche un indizio su quello che stava accadendo. Spero solo non ci vogliano dare un altro premio per aver messo fine alla guerra. Grimmauld place ne è praticamente piena.

-A proposito di Piton, non è che vuole dare la colpa a te per aver raccontato la sua storia a tutti?- chiese Ron all’amico. –Spiegherebbe il tempismo della convocazione!-

Avevano continuato a parlare dei possibili motivi per cui erano stati convocati durante l’intero tragitto tra la Torre di Grifondoro e l’ufficio della Preside e in quel momento arrivarono davanti al Gargoyle di pietra.

-Soriano.- disse la ragazza del gruppo.

Attraversarono il varco che si aprì e le scale mobili li portarono proprio alla porta dell’ufficio. Dal vociare che proveniva dalle stanze fu subito chiaro che la Preside non era sola e questo contribuì a far aumentare l’ansia di Harry. Di impulso il ragazzo scattò ad aprire la porta per arrestarsi subito dopo.

-Sinceramente reputo i ragazzi ancora terribilmente impreparati nonostante i miei personali insegnamenti- Piton si interruppe appena Harry varcò la soglia.

Oltre alla McGranitt c’erano infatti il professore di Difesa Contro le Arti Oscure e Kingsley Shacklebolt, più altre due presone che non avevano mai incontrato, probabilmente gli Auror che gli fanno da guardia del corpo, pensò Hermione. Harry ancora si guardava intorno per cercare di capire mentre Kingsley gli sorrideva e Piton tirò su il sopracciglio. Hermione fu la prima del trio a riconquistare l’uso della parola dopo la sorpresa.

-Scusate l’irruzione, eravamo semplicemente preoccupati.- si voltò verso Harry che annuiva dispiaciuto  -Ministro, è un piacere vederla. Foster ci ha detto che voleva vederci, Preside Mcgrannit.- si rivolse all’anziana strega.

Questa sorrideva bonariamente –Cari ragazzi, prego sedetevi.- fece cenno alle tre poltroncine in mezzo alla stanza che dovevano essere state evocate per l’occasione.

Ad Hermione faceva strano togliere il posto a sedere a maghi e streghe più anziani e più importanti di lei. Si strinse le spalle mentre guardava i suoi amici che si sedevano anche loro un po’ a disagio. La McGrannit lo notò ed offrì ai ragazzi alcuni dei suoi biscotti. Stava per rifiutare quando ricordò come sapeva essere insistente la nuova preside quindi prese in mano un biscotto ma non lo morse.

-Reputo il caso di informare i ragazzi del motivo della loro presenza qui Preside.- Piton odiava i convenevoli.

-Ma certo Severus, ci stavo giusto arrivando.- Rispose la McGranitt con voce gentile ma fulminandolo con lo sguardo. –Ebbene, il Ministro Shacklebolt voleva parlare di persona con voi tre.- lasciò a sua volta la parola al mago vestito nelle sue vesti tradizionali africane.

-Potete stare tranquilli, nessuno si trova in pericolo. Questo in realtà lo dobbiamo molto a voi tre. Avete dimostrato non solo coraggio, ma anche lealtà e abilità nel corso degli anni passati ad Hogwarts. Ci è stato raccontato di come avete affrontato egregiamente le prove che difendevano la Pietra Filosofale, di come avete compreso che all’interno della Camera dei Segreti c’era un Basilisco e di come tu lo abbia ucciso,  Harry. Avete salvato degli innocenti e vi siete trovati a combattere contro lo stesso Ministero della Magia che avrebbe dovuto proteggervi. Nel corso dell’ultimo anno non solo siete riusciti a distruggere tutti quegli Horcrux ma anche a penetrare alla Gringott, sconfiggere numerosi Ghermidori e Mangiamorte, e, per Merlino, comprendere come usare ciò che Silente vi aveva lasciato in eredità. Penso che ci abbiate dimostrato quanto importante sia stato il vostro contributo e penso che continuerà ad essere fondamentale per il Mondo Magico avervi a disposizione nella lotta contro la Magia Oscura.-

I ragazzi erano senza fiato, Hermione aveva capito dove il Ministro sarebbe voluto arrivare e non era preparata ad una simile eventualità.

-Per questo vi chiedo se volete unirvi agli Auror. Non voglio in alcun modo forzarvi ma la Preside McGranitt ci ha riferito che il proposito di Potter e Weasley era proprio quello di diventare Auror quindi sono venuto di persona ad offrirvi l’opportunità di entrare nella squadra da gennaio.-

Harry e Ron erano al massimo della felicità, era evidente che non stavano nella pelle, non facevano altro che ringraziare. Era il loro sogno, non il suo. A ben pensarci lei ancora non sapeva cosa voleva fare nella vita. Al momento voleva semplicemente imparare. Conoscere la magia quanto più possibile. Strinse i pugni che teneva saldamente sulle ginocchia e si schiarì la voce.

-Sono davvero lusingata dell’offerta signore, come so che lo sono anche Ron ed Harry. Ho tuttavia la certezza che la nostra istruzione magica non sia ancora volta al termine. Personalmente sento ancora il bisogno di apprendere e di ricevere insegnamenti proprio in questa scuola.- mentre parlava il suo sguardo si rivolse a Piton che distolse il suo. –Per quanto abbiamo affrontato molte battaglie insieme, ognuno di noi tre ha capacità proprie per cui credo che i ragazzi sarebbero molto più adatti nel ruolo di Auror di quanto non sarei io.-

-Ma ‘Mione! Non sai cosa dici! Di solito ci sono delle selezioni severissime per diventare Auror, non puoi declinare un’offerta del genere senza neanche pensarci.-

-Io ci ho pensato, Ron, questa per me non sarebbe la strada giusta. E se davvero di solito le selezioni sono così dure, a voi non darebbe fastidio entrare perché siete Ronald Weasley ed Harry Potter?-

-Non penso che qualcuno criticherebbe la vostra entrata negli Auror signorina Granger- li interruppe Kingsley. –Tuttavia ragazzi dovreste ascoltare attentamente l’opinione della vostra amica.-

-Abbiamo imparato sulla nostra pelle quanto fa in fretta a cambiare faccia il Ministero, vero Herm?- Harry sembrava così grande, aveva capito il concetto. -Entrare negli Auor senza completare la nostra istruzione sarebbe come darsi la zappa sui piedi da soli. Fortunatamente però penso che ci sia un altro modo per dare i M.A.G.O. e accettare la sua offerta Ministro Shacklebolt. Potremmo dare gli esami a dicembre come chi ha già frequentato il settimo anno l’anno scorso.-

La McGrannit accettò il compromesso, così l’offerta di Kingsley era quindi stata accolta da Harry e Ron che non vedevano l’ora di informare la famiglia Weasley. Il Ministro si era congedato ed era entrato nel camino dell’ufficio della Preside per tornare al Ministero. Hermione dal canto suo era preoccupata, come avrebbe fatto a creare un piano di studio che permettesse a quei due di prepararsi ai M.A.G.O. in poco più di un mese non lo sapeva neanche lei. Chiese ai ragazzi di poter parlare ancora un attimo con la loro ex insegnante di Trasfigurazione così i due corsero fuori dall’ufficio per andare a festeggiare con gli altri compagni grifondoro. Piton invece non si era mosso di un millimetro e non poteva certo chiedere a lui di abbandonare la stanza. Voleva fare una richiesta alla McGrannit ma non voleva che altri sapessero sei suoi progetti.

-Preside, le volevo ancora fare una richiesta personale...- le disse, stringendosi le spalle -si tratta di un progetto individuale per i M.A.G.O…-

-Severus, sono sicura che avevi capito quanto me che era bene che lasciassi la stanza- lo guardò storto –Potresti per favore tornare alle tue attività?-

Quello alzò un sopracciglio –Come vuole Preside.-

Finalmente sola con colei che definiva la sua mentore, Hermione le fece la sua proposta di progetto individuale per il M.A.G.O. in Trasfigurazione. Avrebbe avuto bisogno dell’aiuto della vecchia insegnante.

La McGrannit sorrideva raggiante.
 

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Capitolo 13
*** Punizione ***


13.

-Ancora non ci siamo.-

Ultima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure prima delle vacanze di Natale.

Da quando erano stati ammessi tra gli Auror, Harry e Ron non facevano altro che studiare ed esercitarsi (Harry era addirittura riuscito a declinare l’invito per la festa di Natale di Lumacorno, coinvolgendo nella scusa anche Hermione che lo ringraziò molte volte). Erbologia era solo da studiare. Incantesimi e Trasfigurazione non avrebbero creato troppi problemi, si sarebbero semplicemente dovuti esercitare. Per quanto riguardava pozioni, Harry sembrava ancora sapere a memoria il libro del Principe e svelava ogni trucco a Ron, cosicché anche Hermione faticava a stare al loro livello. In Difesa Contro la Arti Oscure i due erano sempre andati particolarmente bene, soprattutto Harry, e questo rendeva Piton più nervoso che mai.

Per quella lezione aveva predisposto l’aula di modo che gli studenti si potessero affrontare a coppie. Doveva essere una sorta di ripasso di ciò che era stato imparato fino in quel momento. In realtà fornì a Piton l’occasione per togliere un po’ di punti ai grifondoro che secondo lui non erano sufficientemente preparati.

Hermione e Ginny erano in coppia insieme e non avevano certo l’intenzione di farsi togliere dei punti, così, quando fu il loro turno, si dissero che avrebbero duellato senza esclusione di colpi. La riccia però si accorse velocemente che le fatture dell’amica erano ben più potenti delle sue. Stava decisamente subendo il duello, fino a che Ginny fece partire uno schiantesimo che Hermione sapeva non sarebbe riuscita a dissolvere (come aveva insegnato Piton quell’anno) e, per non rimanere colpita decise di deviarlo. Decisione pessima. Lo schiantesimo andò a finire contro una delle librerie dell’aula che rimase in bilico per un interminabile istante prima di cadere al suolo con un tonfo che avrebbero sentito fino ad Hogsmeade. Piton era furioso, fece terminare in anticipo la lezione (cosa che rallegrò molti studenti visto che era l’ultima della giornata), tolse 10 punti ad entrambe le ragazze e ordinò ad Hermione di trattenersi per rimettere a posto quel disastro. Le fu concesso di rimettere la struttura della libreria in piedi con la magia ma i libri li avrebbe dovuti mettere a posto uno ad uno a mano.

-Ma signore, senza magia ci potrei mettere un’eternità!- si lamentò appena i compagni furono usciti dall’aula.

-Ne sono assolutamente convinto signorina Granger, nondimeno ho davvero voglia di vederti faticare un po’ vista l’entità del danno. Sono tutti libri di un certo valore, sai?-

-Non avrei mai voluto danneggiare dei libri, signore mi creda, non avevo scelta.-

-Sai perché ti sei trovata in difficoltà? Perché Ginevra Weasley è molto più forte di te sul piano fisico. E ora rimboccati le maniche. Chissà se l’esercizio non gioverà anche ai tuoi muscoli.-

La ragazza dovette ingoiare la pillola. Sapeva che l’uomo aveva ragione, inoltre le dispiaceva davvero vedere quei libri sparsi a terra. Passò una mezz’ora a sollevare i pesanti volumi e ordinarli nella libreria. Le veniva difficile arrivare agli ultimi scaffali, così trasfigurò una sedia dell’aula in una scala. Non poteva utilizzare la magia per mettere a posto i libri, ma non c’era niente che vietasse di trasfigurare una sedia. Il professore, che stava correggendo dei compiti, sollevò la testa ed alzò un sopracciglio come se avesse colto la legger provocazione della studentessa. Di punto in bianco mise da parte i compiti e si avvicinò alla ragazza. Per prendermi in giro mentre fatico probabilmente.

-Ci sarebbe un modo per finire più velocemente di riordinare qui. Potresti persino fare cena con i tuoi amichetti…-

-Sentiamo, quale sarebbe?-

-Dimmi in cosa consiste il tuo progetto individuale per i M.A.G.O.-

-Sta scherzando?- Hermione posò i libri che aveva in mano.

L’uomo ghignò –Pensavo ormai sapessi distinguere quando faccio dell’ironia e quando sono serio.-

Non stava scherzando. Quindi la McGrannit non gli aveva riferito niente. Bene, meglio così. Non voleva che si sapesse, perché, nel caso in cui non fosse riuscita a portare a termine il suo proposito, la sconfitta sarebbe bruciata meno.

-Non ho intenzione di dirglielo, signore.- cercò di rimanere impassibile. Anche mentre lui si avvicinava lentamente. La guardava, anzi, la scrutava. Se lo avesse guardato negli occhi sapeva che lui sarebbe riuscito a leggerle dentro. –Non voglio parlarne con nessuno al momento e poi non sono affari suoi.- Era indietreggiata inconsapevolmente fino a che non si trovò con le spalle al muro, ancora intenta a guardare in un’altra direzione che non fosse quella degli occhi di lui. Maledetti pozzi neri.

-Farei meno la difficile fossi in te.- le prese il mento con una mano e le voltò la testa cosicché le fosse impossibile non guardarlo. –Sai che potrei prendermi ogni tuo ricordo con la forza. Dimmi ciò che voglio sapere e non ti farò niente.-

Hermione era terrorizzata, cercò di prendere la bacchetta ma Piton le bloccò il braccio contro il muro. Non si era mai rivolto a lei con questi toni. Pur sapendo che era un bastardo e conoscendo ciò che aveva dovuto fare in quegli anni non le era mai sembrato tanto pericoloso.

Come se le avesse letto nella mente, e in effetti con ogni probabilità lo aveva fatto, l’uomo lasciò la presa, si ritrasse e si voltò. Prese la sua bacchetta e finì di sistemare i libri in un batter d’occhio. Hermione ne approfittò per lasciare l’aula.
 


 
-Wow, Piton ti ha già lasciata andare! Pensavo non ti avremmo rivista fino a stanotte.- disse Ron quando l’amica si sedette a tavola con i compagni grifondoro. Il ragazzo si stava ingozzando, come al solito. La fece sorridere, lui era così semplice. L’uomo di cui si era innamorata invece non poteva essere più complicato. Le crebbe un po’ di malinconia. Tra poco i ragazzi non avrebbero più frequentato Hogwarts e lei sarebbe rimasta nella scuola con ben pochi amici.

A cena si stava parlando di uno degli argomenti clou dell’ultimo periodo: chi avrebbe sostituito Harry e Ron nella squadra di Quiddicht. Per quanto Ginny avrebbe potuto prendere il ruolo di cercatore e Dean (che come loro stava affrontando per la prima volta l’ultimo anno di Hogwarts) sarebbe diventato titolare come cacciatore, rimaneva il grosso problema del portiere. Il morale dell’intera Casa era particolarmente a terra pensando che una squadra improvvisata non avrebbe di sicuro potuto vincere la Coppa. Così, un po’ tutti demoralizzati tornarono in Sala Comune, dove Harry improvvisò un discorso per tirare su il morale a tutti.

Hermione non ne poteva più di sentire parlare di sport nonostante volesse un mondo di bene ai suoi amici, così si ritirò nel dormitorio femminile del settimo anno per ritrovare un po’ di tranquillità. Ad attenderla trovò una piccola pergamena piegata a metà. Aprendola riconobbe subito la scrittura spigolosa delle lettere incise con inchiostro nero. Il cuore minacciò seriamente di uscirle fuori dal corpo.

So di non essere stato molto piacevole  oggi pomeriggio.

Devi sapere che i progetti per i M.A.G.O. che assumono una certa rilevanza, e solo Minerva sa di cosa si tratta il tuo, vengono pubblicati sulla Gazzetta del Profeta alla fine dell’anno scolastico e in molti casi arrecano un po’ di fama al proprietario.
Rivedere sui giornali il volto della Nata Babbana che ha aiutato a sconfiggere il Signore Oscuro potrebbe istigare alcuni tra i miei ex colleghi meno preferiti a venire a congratularsi con te proprio quando saresti fuori dalla scuola e senza la protezione magica di cui avresti bisogno. Come se non bastasse non ci tengo a darti in pasto a Rita Skeeter come il tuo amico Potter ha fatto, involontariamente, con me.

In ogni caso fino a questo momento non te la sei cavata male in situazioni altrettanto pericolose. Inoltre, per tua fortuna, io sono ancora in circolazione.

S.P.

Era decisamente la cosa più dolce che qualcuno le avesse mai scritto. Doveva essere il suo modo di scusarsi. Le stava dicendo che l’avrebbe protetta. Tuttavia la ragazza era confusa continuava a non riuscire ad interpretare i segnali contrastanti che le dava il professore. Gli anni precedenti l’aveva presa di mira prendendosi gioco di lei. Nel periodo di ricovero in ospedale le era sembrato che gli facesse piacere la sua compagnia e ora si comportava in quel modo assurdo. Magari non voleva dire nulla e continuava ad essere indifferente all’uomo ed era l’alternativa che la faceva stare peggio. Infatti, nonostante i bruschi cambi di atteggiamento i suoi sentimenti nei confronti di Piton stavano crescendo e diventavano sempre più intensi.

Con il cuore sollevato e la testa decisamente altrove Hermione si mise a leggere e lesse qualche capitolo di un vecchio volume di Trasfigurazione prima di addormentarsi.




nota dell'autrice: Allora gente, il nostro Sev fa un po' il cattivello in questo capitolo! tra l'altro la Rowling ha da poco risposto su Twitter ad una delle diatribe del fandom "Piton santo o scellerato?"...non è facile capire le sfumature di questo personaggio ed io, aimè, mi trovo nella cattiva situazione di dover scrivere su di lui! Spero di non storpiarlo! Se vi piace lasciate un commento, ve ne sarò grata =)
A presto,
H.

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Capitolo 14
*** Mostro ***


14.

Le vacanze di Natale arrivarono e gli esami si avvicinavano per Ron e Harry. Avevano ancora una settimana per prepararsi al meglio. Hermione li aiutava come poteva: aveva preparato degli schemi per le materie che avrebbero visto una prova teorica e faceva ripassare i ragazzi con Incantesimi e Trasfigurazione. Le ultime notti le passarono praticamente in bianco tutti e tre. La tensione si faceva sentire. Il moro e il rosso avrebbero dovuto passare cinque M.A.G.O. con votazione Oltre Ogni Previsione, cosa già complessa normalmente ma Hermione non aveva mai fatto mancare il suo sostegno…potevano farcela.

La scuola in quei giorni era molto più tranquilla ma di certo non deserta come capitava normalmente. Rividero Neville, Luna, Seamus, Padma e tutti i compagni che l’anno precedente avevano frequentato la scuola, compreso Malfoy che però stette in disparte cercando di non farsi troppo notare dai vecchi amici/nemici. Erano tutti decisamente agitati e durante i ripassi comuni non sembravano essere più avanti rispetto ad Harry e Ron.

Gli esami si articolavano in più giornate che ad Hermione sembrarono volare via mentre i ragazzi si lamentavano di quanto fossero lunghe. Trovò il tempo di scrivere una breve lettera alla sua “giornalista preferita” ricordandole che se avesse nuovamente violato la privacy dei suoi amici e se avesse scritto cose infondate sulla guerra e sui suoi eroi lei avrebbe rivelato al mondo la sua trasformazione illegale di Animagus. Il giorno dopo le arrivò la concisa quanto enigmatica risposta:

Ride bene chi ride ultimo, signorina Granger.
R.S.

Ricordando le parole di Piton si domandò se avesse già preso di mira il suo progetto per il M.A.G.O. in Trasfigurazione. Durante le lezioni private con la McGrannit avrebbe fatto più attenzione alla presenza di scarabei.

Gli esami terminarono il giorno della vigilia così ne approfittarono per andare tutti a festeggiare ai Tre Manici di Scopa. Il giorno di Natale lo passarono a dormire fino a mezzogiorno, un po’ per la stanchezza accumulata un po’ a causa dell’alcool. Avrebbero saputo i risultati solo a gennaio. Avevano ancora un paio di settimane di vacanze, così si decise che sarebbero andati a casa Weasley per recuperare un po’ di spirito natalizio.

Alla Tana in effetti erano tutti particolarmente allegri. Charlie aveva invitato tutta la famiglia a trascorrere in Romania il Capodanno. Con l’occasione avrebbe fatto conoscere la sua fidanzata ai parenti. Molly infatti era agitata, probabilmente già in cerca di difetti da attribuire alla povera sfortunata. Il viaggio era offerto proprio da Charlie che nel campo di ricerca sui draghi ormai era diventato abbastanza noto. Per il resto avrebbe provveduto George che con la piccola fortuna che stava raccogliendo non mancava mai di apportare il suo contributo alla famiglia.

Hermione tuttavia non poté accettare l’offerta del viaggio, aveva lasciato in sospeso qualcosa di molto importante: la salute dei suoi genitori. Dalle lettere di aggiornamento che le aveva continuato a mandare Travis, i progressi dei suoi genitori sembravano incredibili. Non vedeva l’ora di poterli riabbracciare in qualità di loro figlia. Mentre i Weasley si smaterializzarono insieme alla volta del Centro Internazionale Passaporte per Arrivi e Partenze, lei si materializzò all’atrio del San Mungo. Arrivata nel reparto Janus Thickey per pazienti a lunga degenza, Travis la accolse con un caloroso saluto. Sembrava davvero entusiasta di poterle mostrare i risultati ottenuti con i suoi genitori, doveva essere un guaritore all’avanguardia nel suo campo e sperava che le sue scoperte venissero riconosciute.

-Allora, sembra davvero che si ricordino tutto. Il processo di guarigione è stato assai più rapido rispetto ai casi ad oggi documentati. Loro mi sono sembrati abbastanza scossi ma potrebbe essere perfettamente normale, dopotutto non abbiamo termini di paragone con cui fare un confronto.-

Hermione ascoltava le parole dell’ambizioso guaritore distrattamente, aveva assolutamente bisogno di vederlo con i propri occhi.

-Ok, puoi entrare da sola. Avessi bisogno di aiuto chiamami. Io sarò qui fuori a monitorare la loro reazione senza farmi vedere.-

Andava bene, non aveva bisogno di chissà quale privacy per salutare i suoi genitori.

Bussò, ricevette un “avanti” in risposta, al che varcò finalmente la soglia.

-H-Hermione…- disse suo padre vedendola. Gli tremava la voce.

-Papà?- chiese sorridendo. Era già lievemente commossa.

Susan guardò il marito, poi si girò verso la figlia. Sembrava spaventata.

-Hermione. Perché sei venuta?-

-Mamma! Come perché? Volevo vedervi, volevo abbracciarvi!- si lasciò andare e andò verso la madre a braccia aperte per poterla stringere forte.

-Stacci lontana!-

Hermione si fermò di colpo. Allibita, spaventata…cosa sta succedendo?

-Come osi avvicinarti tanto a noi? Prima non ci ricordavamo chi fossi e ti abbiamo lasciata fare, ma non pensare che ora, ora che ci ricordiamo, ti permetteremmo di nuovo di entrare nelle nostre vite!-

-Ma io sono parte delle vostre vite! Cosa dici? Ti ricordi davvero chi sono?- alla ragazza iniziò a tremare il labbro. Travis doveva essere stato troppo esaltato dal risultato per accorgersi di cosa non andava. I suoi genitori non erano scossi, avevano paura. Paura di lei.

-Certo, sei nostra figlia. E sei una strega.- Rispose sua madre prendendo coraggio.

-E sei un MOSTRO!-

Hermione scoppiò a piangere mentre Travis entrava nella stanza. La prese per le spalle e la fece uscire. Si prodigò in mille scuse, nessuna delle quali distolse la riccia dal pensiero delle parole dei genitori. Mostro.

-Quando si effettua un Oblivion, i ricordi dovrebbero semplicemente trasferirsi nell’inconscio, per questo un bravo Legilimens può vedere anche i ricordi rimossi. Una volta sottoposti al trattamento di recupero, i ricordi cancellati dovrebbero semplicemente riemergere rimanendo invariati.- continuava a spiegare Travis, più a se stesso che a Hermione.

Loro che l’avevano sempre incoraggiata, che non si erano mai dimostrati spaventati, che avevano provato a leggere i suoi libri di scuola per curiosità, ora erano terrorizzati. Forse è questo il prezzo da pagare per aver usato la magia contro di loro. Anche se solo per proteggerli.

-Qui al momento non puoi aiutare. Penso anzi che sarebbe controproducente farti rimanere.- Travis era dispiaciuto. Le sue intenzioni potevano essere state buone ma la situazione aveva preso una piega del tutto inaspettata. –Vai a casa e cerca di stare tranquilla. Mi consulterò con i migliori guaritori per capire cosa è successo.-

E così fece. Anche se la casa in cui tornò non era la sua ma il numero 12 di Grimmauld Place. Si sedette su una vecchia poltrona del salotto. Era da sola con la sua disperazione.




nota dell'autrice: ciao a tutti! allora, questo capitolo segnerà considerevolmente la nostra Hermione e un po' tutta la storia...se le cose sembravano filare liscie infatti ora è cambiato qualcosa... Hermione rimarrà se stessa o si lascerà andare in balia del dispiacere?
Baci,
H.

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Capitolo 15
*** Postumi ***


15.

Passò così due o tre giorni, non lo sapeva bene neanche lei. Soddisfaceva i suoi bisogni primari ma per il resto non faceva assolutamente nulla. Non era mai stata tanto tempo senza lavarsi, o peggio, senza leggere un libro. I suoi amici non le avevano scritto, ovvio, non potevano fare affidamento su Leotordo per i viaggi lunghi e Harry ancora non se la sentiva di sostituire Edvige. “Ci racconterai tutto quando torneremo” si erano detti. E così ora, nel momento del bisogno, era sola. Kreacher le portava da mangiare un paio di volte al giorno e lei sistematicamente rifiutava quasi tutto. Sembrava preoccupato, come se si aspettasse una punizione se non fosse riuscito a farla mangiare. Ad un certo punto di quelle giornate però Kreacher non si fece vedere per diverse ore. La ragazza prese la bottiglia di Idromele che l’elfo teneva nascosta e se ne bevve più della metà. Non era certamente abituata a bere alcool in quelle quantità e il suo corpo non reagì bene.

All’inizio la sensazione era persino piacevole. Concentrandosi sulle sensazioni procurate dall’Idromele si dimenticava un po’ dei suoi tormenti. Camminare divenne difficile, così si sedette sul divano ma davanti al camino acceso aveva troppo caldo. Le venne un’ottima idea per spegnere il fuoco senza alzarsi dal divano: usare un Aquamenti, ma in quel frangente l’operazione si rivelò più difficile del previsto. Rassegnata si ricordò che poteva togliersi qualche strato dei suoi vestiti pesanti. A quel punto però i giramenti di testa si fecero troppo forti da sopportare, diede di stomaco e alla fine si addormentò sul divano.

Fu svegliata non seppe quanto più tardi da un sonoro Crak! segno che Kreacher era tornato.

-Da questa parte signore. Kreacher sa che l’amica del padron Harry Potter è sul divano, non si muove mai. Kreacher pensa che sta per morire perché Kreacher non ha mai visto nessuno mangiare così poco. Il padron Harry Potter si arrabbierà tantissimo se la sua amica muore mentre io dovevo badare a lei. Il padrone è così buono con me, non voglio che si arrabbi.-

-Sta zitto ora, devo vederla da solo.- era una voce che conosceva…possibile?

Entrò nella stanza senza l’elfo al seguito di cui sentiva i lamenti dalla cucina. Era avvolto nella solita veste che usava a scuola. I suoi occhi neri come l’ossidiana riflettevano il fuoco del camino. Probabilmente era un sogno, si sentiva così annebbiata…
Lui si fece vicino, la aiutò a sedersi in maniera composta sul divano e si sedette vicino a lei.

-Ce la fai a raccontarmi che cosa è successo?-

La ragazza scosse la testa, questo le procurò un terribile dolore al cranio e subito dopo si rese conto che la stanza vorticava e la nausea salì. Proprio non riuscirei a mettere in fila due parole.

-Ok allora…guardami.-

Hermione sapeva cosa avrebbe fatto ma si voleva fidare, era certa che l’avrebbe aiutata. Alzò lo sguardo e gli diede il permesso di scavare nei suoi ricordi dei giorni precedenti. L’incursione del professore nei suoi ricordi non le procurò dolore. Era strano avere una così chiara coscienza dei suoi ricordi e di cosa l’altro stava vedendo mentre al di fuori della sua testa erano entrambi immobili a fissarsi. Inconsciamente spinse in avanti il ricordo che Piton stava cercando, quello della visita ai suoi genitori in ospedale, e glielo lasciò guardare. Dovette rivivere anche lei ogni istante e questo la fece quasi scoppiare a piangere con il rischio che si interrompesse il contatto visivo. Strinse i denti e il ricordò finì. Il professore non era ancora soddisfatto però perché continuò a cercare. Hermione non capiva cosa volesse fare e istintivamente chiuse la mente.

Male, terribilmente male. Non sapeva se stesse urlando o no nella realtà ma l’uomo continuava a spingere. Non sentiva nient’altro a parte il dolore. E poi di punto in bianco si arrestò. Hermione si ritrovò coricata sul divano con il professore sopra di lei che si ricompose e le tese una mano per rialzarsi. Lei non ce la poteva fare, si sentiva stremata. Al che Piton le sorrise o almeno così le parve…il suo mondo continuava a girare senza sosta.

-Aspettami qui.-

-Torna presto Severus.- non seppe mai se aveva davvero chiamato per nome il professore, né se le parole basse e tremolanti raggiunsero mai il destinatario. Si riaddormentò appena il professore ebbe lasciato la stanza.
 
 



 
- Ben tornata nel mondo dei vivi Granger. Forza bevi, ti rimetterà in sesto.-

Piton doveva averle preparato un rimedio contro il post sbornia. Quando si era svegliata infatti lui era lì, la stava guardando, aspettava che si svegliasse da sola. Chissà quanto tempo è passato. Stava già meglio rispetto alle ore precedenti e la pozione migliorò ancora il suo stato.

-Professore…la ringrazio per ciò che ha fatto per me…ma mi può spiegare come mai è venuto fino a qui?-

-Il vostro elfo domestico è venuto ad Hogwarts in cerca di Madama Chips. Malauguratamente durante il periodo natalizio non è a scuola mentre io nel pomeriggio sono passato in infermeria per fare l’inventario delle pozioni.- Lumacorno deve essere troppo impegnato con le sue cene per provvedere lui stesso. –Lo scocciatore doveva essere lì già da qualche ora e non la smetteva di lamentarsi, parlava ad alta voce e aveva paura che Potter lo punisse. Poi rincominciava il monologo su quanto fosse buono Potter. Tutto quel parlare del Ragazzo Che è Sopravvissuto per Darmi il Tormento mi ha causato un terribile mal di testa, così sono venuto soprattutto per farlo stare zitto.-

Hermione sorrise all’ironia del professore. Avendo ricevuto le informazioni che voleva finalmente trovò il coraggio per affrontare l’argomento che più le premeva.

-C’è qualcosa che posso fare per i miei genitori? Oppure staranno così per sempre?-

-Non così in fretta signorina, prima dovresti darti una ripulita.-

In quel momento Hermione si rese conto di quanto il suo aspetto fosse sgradevole. Merda, non è proprio così che avrei voluto che mi vedesse. Si alzò dalla poltrona ma il mondo diventò nero. Rischiò di cadere ma Piton era abbastanza vicino da passarle una mano dietro la schiena e sostenerla. Camminarono così fino al bagno.

-Dici che ce la fai da sola di qui in poi?-

-Sì signore, mi sento già meglio.- e poi col cavolo che lo avrebbe fatto entrare in bagno.

Si fece un bel bagno, concedendosi qualche momento in più del solito per farsi bella. Oddio, più che altro per districare i nodi tra i suoi ricci. Tutto sommato alla fine del trattamento si trovava carina. Indossò abiti puliti e uscì dalla stanza.

Il professore la stava aspettando in cucina. Gli sorrise.

-Vedo che ti sei ripresa.-

-Grazie a lei.-

-Semplice pozione anti sbornia, non sai quante ne preparo. Siediti, ho preparato da mangiare.-

Incredibile, la tavola era apparecchiata per due, le pentole in cucina emanavano un buon profumino. Lui le servì un tanto delizioso quanto complicato da preparare filetto alla Wellington accompagnato da un purè di patate molto cremoso.

-Wow, sul serio, nessuno ha mai cucinato una tale prelibatezza per me. Ma perché si è dato tanto da fare?-

-Granger, possibile che tu non riesca stare zitta e goderti il pasto? Comunque se vuoi proprio saperlo oggi è il 31 dicembre, ho pensato che dovessimo celebrare il Capodanno anche noi.-

-Grazie signore.- non sapeva come mai ma stava arrossendo.

-Tornando a noi immagino che tu sia in pena per i tuoi genitori.-

La ragazza si strinse le spalle. –Non so cosa fare...posso fare qualcosa?-

-Il caso di tua madre e tuo padre è molto particolare. Che io sappia normalmente il processo di recupero della memoria è molto più lungo. Deve essere stato il guaritore a forzare il recupero ma questo ha provocato un danno collaterale. Attenta con quel Travis Lance, forzare la magia in quel modo da molti è già considerata magia oscura. Comunque potrebbe averlo fatto davvero solo a fin di bene.-

Non c’era vino in tavola, per fortuna, così bevve un gran sorso d’acqua per farsi coraggio.

-Quando sono entrato nei tuoi ricordi ho guardato anche il momento di quando hai scagliato l’incantesimo sui tuoi genitori…ti ricordi a cosa avevi pensato? È fondamentale che te lo ricordi.-

La ragazza scosse la testa. Si ricordava che aveva paura, che era la prima volta che usava quell’incanto, si ricordava cosa stavano facendo sua madre e suo padre in quel momento, uno dei pochi attimi di svago davanti al televisore, ma cos’altro?
In quel momento sembrò che in tutta Londra scoppiassero i festeggiamenti. Doveva essere arrivata la mezzanotte. Non le era mai successo di perdere così la nozione del tempo. Andò a sbirciare fuori dalla finestra. C’erano bambini in piazza a giocare, le loro famiglie si facevano gli auguri. Era strano starli a guardare quando sapeva di non poter essere vista. Anche Piton si avvicinò alla finestra. In lontananza dei fuochi d’artificio esplodevano illuminando il cielo di mille colori.

-Buon anno Granger.-

Si girò verso di lui e fu più forte di lei, lo abbracciò. –Buon anno anche a lei professore.- gli disse all’orecchio. Con la testa appoggiata sulla sua spalla e la sensazione delle braccia di lui che piano piano si decisero a stringerla di rimando si sentiva decisamente bene.

Non avrebbe voluto lasciarlo andare neanche quando lui le disse che sarebbe dovuto tornare ad Hogwarts. La riempì di raccomandazioni e le diede un compito preciso: cercare di ricordare cosa aveva pensato mentre obliviava i suoi genitori. Almeno avrebbe avuto la testa occupata.

-Ci vediamo a scuola.- le disse prima di smaterializzarsi.


nota dell'autrice: ciao a tutti! ecco che il nostro Sev arriva a soccorrere Hermione come aveva fatto lei nei suoi momenti difficili. Io me lo sono sempre immaginato bravo ai fornelli xD invece Hermione ubriaca ve la immaginate? 
A presto,
H.

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Capitolo 16
*** Inception ***


16.

Harry e tutta la famiglia Weasley tornarono dal loro viaggio in Romania. Molly sembrava seriamente preoccupata che la fidanzata di Charlie non fosse per niente adatta a suo figlio, tutti gli altri gliene parlarono molto bene.

Fu solo quando fu sola con i suoi amici che Hermione spiegò loro cosa era successo con i suoi genitori. Durante il racconto si trattenne per non piangere, anche se automaticamente Harry la abbracciò. Era proprio come avere un fratello. Con Ron ancora entrambi cercavano di evitare il contatto fisico ma anche lui ebbe un occhio di riguardo nei confronti della riccia. Entrambi erano rimasti davvero sconvolti, erano in pena per lei ma ovviamente non sapevano come aiutarla se non starle accanto il più possibile. La ragazza aveva omesso di raccontare il Capodanno passato con il professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Anche avessero saputo quel dettaglio non avrebbero potuto fare di più. Anche Kreacher contribuì mantenendo il piccolo segreto (più che altro spaventato che se il padron Potter avesse saputo che la sua amica era stata male mentre era proprio l’elfo a dover badare a lei lo avrebbe potuto punire, o peggio, non trattarlo più così bene).

Inoltre arrivarono i responsi dei M.A.G.O. che i due ragazzi avevano sostenuto: Harry se la cavò bene con i 3 Oltre Ogni Previsione per Incantesimi, Trasfigurazione ed Erbologia e ben due Eccezionale per Pozioni (con gran sorpresa di tutti) e Difesa Contro le Arti Oscure; anche Ron fece una bella figura con la sua famiglia portando a casa in tutte le materie Oltre Ogni Previsione. Voleva dire che potevano entrare di diritto nel corpo degli Auror. Sarebbero comunque stati sottoposti ad un severo addestramento della durata di un anno a partire dal 10 gennaio presso il Centro Reclutamento e Addestramento Auror del Ministero.

Hermione era sinceramente felice per loro ma non poteva che provare un po’ di malinconia per tutti quegli anni passati tra le mura di Hogwarts insieme ai due combina guai. E poi chi avrebbe pensato a farla ridere se non ci sarebbe stato Ron? E sulla spalla di chi avrebbe pianto se non su quella di Harry?

Quando si salutarono per il ritorno ad Hogwarts di Hermione, Harry le fece un regalo di Natale un po’ tardivo.

-Ho pensato che potrebbe esserti utile.- le disse porgendole un libro dall’aria vecchia, con la copertina di un anonimo color nero senza alcun titolo. Hermione lo guardò perplessa.

-Avanti aprilo.- le sorrise il ragazzo –spero che ora tu non abbia più alcun dubbio sulla natura di questo libro o del suo vecchio proprietario.-

Hermione aprì il vecchio libro. Questo libro è di proprietà del Principe Mezzosangue.

-Harry…ma quando..?-

-Quando ho capito che il diadema di Priscilla Corvonero si trovava nella Stanza delle Necessità, mi sono ricordato che in realtà io lo avevo già visto! Lo avevo preso come punto di riferimento per ritrovare il libro del Principe…non sapevo che le cose sarebbero andate per il verso opposto.- Harry era piuttosto divertito dalla faccia incredula di Hermione. –Quando ho preso il diadema ne ho approfittato per riprendermi il libro, cosa abbastanza stupida visto che non sapevo se sarei stato ancora vivo per leggerlo dopo quella notte. Fortunatamente così l’ho salvato dalla distruzione della Stanza delle Necessità. Gli ho di nuovo cambiato la copertina cosicché fosse irriconoscibile e l’ho usato per tutto l’anno. È solo grazie a questo che io e Ron abbiamo passato il M.A.G.O. di pozioni.-

-Sei incorreggibile Harry.- Hermione lo abbracciò. Gli sarebbe mancato da morire.
-Fanne buon uso!-

 


 
Tornare a scuola fu più penoso del previsto. Le lezioni ripresero con un ritmo incalzante, le nozioni si accumulavano senza sosta, i suoi turni di Capo Scuola divennero più difficili da affrontare  dato che le rubavano importanti ore di sonno e il suo progetto con la McGrannit non riusciva a prendere il volo. In tutto quello il professore di Difesa non le aveva più chiesto notizie o rivolto particolari attenzioni. Non la stava evitando ma manteneva accuratamente le distanze. O magari per lui non aveva significato niente quel Capodanno, magari lo avrebbe fatto per qualunque sua allieva o allievo ed era stata lei a forzarlo con quel abbraccio.
In ogni caso non aveva ancora risolto il piccolo enigma: a cosa stava pensando mentre obliviava i genitori? Questa domanda e la preoccupazione la assalivano nei momenti più disparati della giornata. Perdeva facilmente la concentrazione, mangiava e dormiva poco.

Ginny era molto preoccupata per l’amica così cercava di portarla con lei ovunque, la fece addirittura assisteva agli allenamenti di Quidditch. Insieme andarono anche a trovare Hagrid che preparò un the alle due ragazze, accompagnato da dei biscotti durissimi che rischiarono di scheggiare un dente a Hermione. Lei a questo avvenimento scoppiò in lacrime pensando a come si sarebbero arrabbiati i suoi genitori se fosse tornata con un dente rotto appena un paio di anni prima. Ginny cercò di deviare il discorso ricordandole di quando Malfoy le aveva fatto crescere dei denti da castoro. Questo non fece altro che aumentare i sensi di colpa di Hermione che non aveva mai raccontato l’avvenimento ai suoi genitori ma ne aveva approfittato per rimpicciolire la grandezza dei suoi denti.

E poi accadde il peggio.

Si era distratta durante la lezione di Foster che aveva appena spiegato quale fosse la corretta inclinazione che la bacchetta doveva assumere per trasfigurare un umano in animale.

-Se la bacchetta non è correttamente inclinata si rischia di trasfigurare solo parti del corpo del malcapitato. In rari casi la mutazione può essere persino permanente! Mi sa dire in quali casi signorina Granger?-

Ginny le diede una gomitata grazie alla quale la riccia si ricompose. Aveva sentito distrattamente la domanda ma per la prima volta non era in grado di rispondere. Ginny la guardò smarrita alzando le spalle…non sapeva neanche lei la risposta.

-Mi dispiace professore ma non so rispondere alla sua domanda.-

-Benissi… cosa? Pensavo tu fossi più preparata Granger, mi dispiace ma devo togliere cinque punti alla mia stessa Casa. Non tanto perché non ha saputo rispondere quanto perché è tutta la lezione che sei visibilmente con la testa altrove.-

Perdere punti in questo modo per Grifondoro non era proprio da lei.

Quella notte continuò a rigirarsi nel letto tormentandosi per la brutta figura che aveva fatto. I miei compagni contano su di me, non posso deluderli così. Non sono brava a niente, non riesco nello studio, non riesco ad aiutare i miei genitori andando avanti così. È causa mia se quelli a cui voglio bene stanno male. Sarebbe meglio se non esistessi. Sono un mostro.
Mostro.

Ora ricordava! Era tutto terribilmente chiaro! Arraffò il mantello della divisa e se lo mise sopra il pigiama. Fece attenzione a non fare troppo rumore per non svegliare le sue compagne. Si disilluse e prima di rendersene conto stava uscendo dal dormitorio e si stava dirigendo nei sotterranei. Doveva parlargli immediatamente.
 
 


 
Tolse l’incantesimo di disillusione e bussò qualche centinaio di volte. Non sapeva dalle sue stanze private il professore avrebbe potuto sentirla. Quando venne ad aprirle la porta quasi gli bussò sul torace.
-Granger stai cercando di svegliare tutto il castello? C’è un incantesimo di sorveglianza che mi permette di sentire e vedere cosa succede davanti la mia porta mentre sono nelle mie stanze.-

-Professore la prego, mi faccia entrare, le devo assolutamente parlare.-

L’uomo, che indossava un’elegante vestaglia nera, si fece da parte e lasciò entrare la ragazza nel suo ufficio. Hermione prese posto sulla sedia davanti alla scrivania che le indicava il professore. Lui passò dall’altro lato. Il loro rapporto sembrava essere così formale. L’ambiente non aiutava di certo ad essere espansivi; sulle pareti Piton teneva ancora la sua collezione di ingredienti per pozioni e più erano spaventosi e viscidi più erano messi ben in vista.

-Deduco che tu abbia capito cosa è successo ai tuoi genitori.-

-Io mi sono ricordata cosa ho pensato mentre li obliviavo ma non può essere…-

-Non può essere cosa?- era evidente che voleva che trovasse il coraggio per dire a voce alta ciò che aveva ipotizzato.
Hermione prese un respiro. –Quando ho capito che la mia famiglia sarebbe stata in pericolo a causa mia mi sono sentita tremendamente in colpa. Sapevo che mandandoli in Australia con una nuova identità sarebbero stati al sicuro. Presi la decisione che li avrei protetti anche al costo di non farmi più riconoscere da loro ma il senso di colpa che mi attanagliava non sparì. Quella era l’unica speranza per i mamma e papà ma li stavo anche privando della possibilità di piangere la mia morte, cosa che pensavo essere molto probabile ad essere onesta. Ho pensato che era colpa mia se loro si trovavano in quella situazione e che se fossi stata in grado di eseguire l’incantesimo contro di loro sarei stata un mostro.- la parte di cui era sicura finiva lì –Sembra che io abbia trasmesso quella convinzione ai miei genitori attraverso l’incantesimo. Ma non può essere così, vero?-

-Temo invece che tu abbia ragione. Hai instillato in loro quel pensiero che ha cambiato la loro realtà.-

La ragazza tremava. Perché nei sotterranei faceva freddo e perché era poco vestita, certo, ma anche perché Piton sembrava glaciale dicendole quelle cose senza giri di parole.

-Mi sta dicendo che ormai ho fatto il danno e non si può più tornare indietro?- Hermione batteva i denti.

L’insegnante si portò una mano alla fronte, alzò un sopracciglio, sospirò e le rispose -Forse un modo potrebbe esserci. Vieni di là con me, stai congelando qui.- finalmente avrebbe messo da parte quell’atteggiamento formale e l’avrebbe aiutata, Hermione ne era convinta.

Al tocco della bacchetta uno degli scaffali si spostò aprendo un varco verso un corridoio stretto e buio. C’erano due porte sulla sinistra e una sulla destra che era leggermente aperta. Intravide un letto a baldacchino e i colori di serpeverde. Il corridoio si apriva in un salotto abbastanza scarno, privo di decorazioni. C’era un camino al centro di una parete, quella che sembrava più una panca imbottita rispetto ad un divano di fronte ad esso, un pianoforte in un angolo e un quadro di una signora molto simile al professore. Eileen Price.

Accese il fuoco nel camino e le chiese di aspettarlo nella sala.

Non in molti dovevano essere stati in quell’appartamento. Si stava davvero aprendo con lei nonostante l’apparente distacco delle ultime settimane. Ritornò un paio di minuti dopo con una tazza di thè fumante per Hermione. Al primo sorso si sentì decisamente riscaldata. Lui si sedette sulla panca vicino a lei e riprese le fila del discorso.

-Vedi, la convinzione di tuo padre e di tua madre deriva dalla tua. Se tu ti libererai dal senso di colpa loro si riprenderanno. È l’unico modo di salvarli. Aver capito questa premessa da sola aiuterà sia te sia loro. Comprendere i propri errori è indispensabile per poterli correggere.- a questa informazione la ragazza fu leggermente sollevata e ritrovò la voce.

-Ma non capisco…cioè, io lo so che tutto ciò che ho fatto era per salvarli.- anche se il mio tentativo non ha fatto altro che procurargli danni…merda, ci risono.

-Non mi sembri convita delle parole che stai dicendo. Ti avverto, potrei fiutare il senso di colpa su chiunque, mi sento un esperto in materia, quindi non mentire a me e a te stessa Hermione.- ghignò, prendendola un po’ in giro.

Aveva sentito bene? L’aveva davvero chiamata per nome? Poteva davvero dare importanza a un particolare come quello mentre stavano discutendo di cose così importanti? E se la cosa importante fosse invece proprio che Piton si stava aprendo con lei? Severus.

Sentiva che quella sarebbe stata l’occasione per parlargli a cuore aperto. Voleva solo farlo sentire meglio, come lui aveva aiutato lei. -Non oso immaginare come si possa sentire. Da quel maledetto 31 ottobre non avrà fatto altro che tormentarsi.- posò la tazza di the finita per non far notare che le tremavano le mani. Affrontare l’argomento la innervosiva. 

-Ho sulla coscienza la morte di molte più persone di James e Lily Potter.- rivolse lo sguardo a terra.

-Hai ucciso, hai torturato. Ma non hai dimenticato per cosa lo stavi facendo. Hai portato a termine il tuo compito, hai protetto Harry, hai protetto tutti quanti.- gli prese il viso perché la guardasse.

-Salvare qualche vita e proteggere dei ragazzini non mi redime. Sono un uomo cattivo Hermione, convincitene.-

-Non ci crederò mai. Nonostante tutto quello che hai dovuto fare rimani una persona buona. Nonostante tutto hai qualcuno che ti ama.-

Si allungò verso l’uomo in un momento che sembrava non voler finire. Severus le stava guardando le labbra. Lo voleva anche lui, lo vedeva, ma non si mosse, aspettò che fosse la ragazza a poggiare la bocca sulla sua. Chiusero gli occhi e per un istante Hermione provò ad assaggiare il sapore dell’uomo che aveva tanto voluto durante quegli anni ma lui la interruppe. La allontanò con una mano e si alzò dalla panca.

-Tu non capisci, io non posso…-

Lei si sentiva decisamente troppo scossa per poter rispondere. C’erano un mare di ragioni per cui lui non avrebbe voluto ciò che voleva lei ma sopra di tutte aleggiava Lily. Trovò la forza di alzarsi.

-Perdonami.- gli disse e se ne andò dai sotterranei correndo verso la torre Grifondoro.




nota dell'autrice: che dire?? scrivere questo capitolo è stato un po' straziante, Hermione è così depressa e ci voleva solo più il colpo di grazia di Severus...chissà come reagira...
grazie a chi ha recensito e a chi ancora legge silenziosamente la storia!
-Hermlani

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Capitolo 17
*** Tempo di agire! ***


17.

Quella notte Hermione la passò insonne. Continuava a ripensare a quel bacio, non avrebbe dovuto osare tanto. Era ovvio che non sarebbe stata ricambiata, la sua era soltanto una bellissima illusione.

E poi c’era la questione dei suoi genitori. Più ci ripensava più non faceva altro che sentirsi in colpa. Se era davvero stata lei ad instillare quell’idea nella mente di suo padre e di sua madre, come avrebbe fatto ad autoconvincersi di non avere colpe? In quel momento avrebbe tanto avuto bisogno di qualcuno che credesse in lei, che le dimostrasse affetto, che la facesse di nuovo credere in se stessa. E magari qualcuno ci sarebbe stato, ma ho rovinato tutto…e quindi rincominciava a pensare a quel bacio.

Poco prima dell’alba però arrivò ad una decisione cruciale. Avrebbe dedicato tutta se stessa allo studio. Quello le pareva l’unico modo per dimostrare a se stessa di essere capace in qualcosa. Dare il massimo l’avrebbe aiutata a recuperare autostima e con essa un po’ del senso di colpa se ne sarebbe andato. Inoltre proprio i suoi genitori avrebbero voluto che la loro figlia ce la mettesse tutta nello studio.

Così i giorni successivi furono una sorta di full immersion di tutte le materie di studio. Per pozioni aveva alla fine deciso di fare affidamento al libro del Principe. Ogni volta che lo apriva doveva fare uno sforzo immane per non volare con l’immaginazione al proprietario ma appena leggeva i suggerimenti scritti con scrittura spigolosa le si apriva un mondo di possibilità in cui applicare le nuove conoscenze. In realtà il suggerimento del libro era assai più ampio: non doveva limitarsi a seguire le istruzioni dei testi ma avere il coraggio di apportare delle modifiche sperimentali laddove c’erano margini di miglioramento. In breve tempo recuperò il poco di arretrato, si portò avanti con il programma e fece apertamente richiesta di poter dimostrare le sue teorie nelle materie di Incantesimi e Trasfigurazione. Anche il progetto individuale seguito dalla McGrannit iniziò a funzionare, anche se le mancava ancora qualcosa per completarlo.

Cercava di non pensare a Piton, alle sue labbra, alla voglia che aveva provato standogli vicino. E ci riusciva abbastanza bene ma le occasioni in cui lo vedeva durante la giornata erano parecchie e ogni volta il cuore sembrava volerle esplodere e quei maledetti pensieri ritornavano. Lui dal canto suo era evidente che la stesse evitando. Hermione avrebbe anche potuto far esplodere l’aula che sarebbe rimasta impunita. Nonostante tutto, contenta che Ginny non fosse più così preoccupata per lei come nelle settimane precedenti, mantenne per sé cos’era successo quella notte con il professore.

Ad aiutarla arrivarono anche delle lettere da parte di Ron ed Harry che le raccontavano come se la passavano all’addestramento per Auror. Ron in particolare fu molto dolce ammettendo che senza di lei si sentivano persi alcune volte e che poi trovavano la forza di continuare pensando a cosa avrebbe fatto lei in quei momenti. Si sentì lusingata e felice ma sapeva che i pensieri negativi, sebbene fossero diminuiti di intensità, erano ancora lì, pronti a prenderla alla sprovvista.
 
 


 
Le settimane passarono senza sosta. Era uno dei primi giorni in cui Hogwarts si svegliava baciata da un sole tiepido. Come sempre Hermione si alzò di buon ora e si diresse in Sala Grande per iniziare la giornata con una buona colazione. Non poté fare a meno di notare che appena entrò nel salone gli studenti delle varie case si voltarono a guardarla. Molti avevano in mano una copia del giornale di quella mattina ma non riuscì a vedere la foto o il titolo in prima pagina. Si sedette al tavolo Grifondoro e attese il gufo della scuola con la sua copia della Gazzetta del Profeta. La McGrannit si stava alzando per parlarle quando arrivò la posta e fu tutto chiaro.

Quando il potere dà alla testa: la giovane strega che punta le armi contro i genitori babbani.

Al di sotto un’inequivocabile foto di lei che usciva dal San Mungo.

L’articolo continuava nella pagina successiva e aveva termini accusatori verso di lei.  Secondo il giornale il suo era stato un atto semplicemente egoistico: stufa dell’oppressione che i suoi genitori le rivolgevano, Hermione avrebbe deciso di liberarsene una volta per tutte. Questo avrebbe voluto dire violare una montagna di norme di restrizione della magia e quindi avrebbe raccontato a tutti una storia strappalacrime sul suo nobile tentativo di proteggerli da Voi Sapete Chi per passare impunita. Fortuna che c’è la Skeeter a proteggere la verità. A riprova di quanto affermava, la giornalista riportava l’intervista ai suoi genitori che, sempre secondo l’articolo, avevano riacquistato la memoria grazie alle straordinarie capacità di un giovane guaritore di nome Travis Lance.

“Abbiamo sempre reputato l’uso di quelle assurde pratiche un abominio, un insulto verso la normalità. Ci tiene rinchiusi qui per non farci raccontare al mondo cosa ci ha fatto!”

Ma l’articolo non si concludeva lì. La Skeeter sembrava particolarmente in forma con quel pezzo. A suo dire aveva indagato sulla vita scolastica della giovane strega, la cui ambizione si era già rivelata durante il suo quarto anno quando aveva infranto il cuore di Harry Potter per le braccia più possenti di Victor Krum. Ora ne dava ulteriore prova cimentandosi alla pratica della trasformazione di Animagus, cosa che tuttavia non le riusciva nonostante la supervisione della Preside della scuola.

Fantastico, ora se rivelo il segreto di quella schifosa tutti penseranno che parlo per invidia o per vendetta. Hermione si mangiò le mani per non avere nessuna prova schiacciante per denunciare la giornalista. A ben pensare non aveva niente neanche per respingere le accuse che le venivano mosse, il ché aggravava decisamente la sua situazione.

Quando alzò lo sguardo dal giornale la McGrannit era di fronte a lei e le chiese di seguirla nel suo ufficio.
 
 
 


-Abraham, per favore chiamami Severus e digli…- la professoressa stava parlando ad uno dei quadri appesi alle pareti quando la porta del suo ufficio si spalancò.

-Preside, bisogna agire in fretta.- era Piton che, nonostante il suo solito aplomb, doveva aver corso, o volato, dai sotterranei a lì.
-Benissimo Severus, ti stavo appunto facendo chiamare.-

-Scusate, agire per cosa?- chiese Hermione. Se si trattava di mandare una lettera alla Gazzetta del Profeta per chiedere di ritrattare l’articolo non servivano Preside e Vicepreside. Per chiamare Kingsley e chiarire tutto le sarebbe bastata la McGrannit che testimoniasse a suo favore. Aveva a che fare con quello che le aveva detto Piton riguardo alla possibile visita di alcuni Mangiamorte? Ma, dato che la notizia era trapelata prima del dovuto, nel castello sarebbe stata più che al sicuro.

-Granger, se tu eri quella sveglia del trio mi domando come abbiate fatto a sopravvivere alla guerra.- il sarcasmo del professore era particolarmente ispirato dalle cattive notizie –La Skeeter non ti ha semplicemente denigrata con quell’articolo ma ha reso un bersaglio te, che comunque sei sotto la nostra protezione, e i tuoi genitori. Ora tutti sanno dove sono e stai tranquilla che sarebbero abbastanza meschini da colpire loro per far del male a te.-

-Ma i Mangiamorte rimasti erano pochi e gli Auror sulle loro tracce. Insomma, mamma e papà non possono essere in grave pericolo!-

-Gli annunci sulla Gazzetta del Profeta erano un po’ troppo ottimistici. Il governo ha preferito tranquillizzare la popolazione per portare avanti le indagini con cura e non iniziare una “caccia alle streghe”. Kingsley ha tenuto informato l’Ordine degli avanzamenti ma purtroppo i fuggitivi sono ancora molti e la Skeeter gli ha appena offerto la possibilità di vendicarsi con la sanguesporco che più di tutti ha influenzato la caduta dell’Oscuro Signore e con i suoi genitori babbani.-

-Esatto, per questo io devo andare con la ragazza al San Mungo. L’obiettivo principale ora deve essere quello di portarvi tutti al sicuro. Dobbiamo essere veloci e passare a prelevarli prima che ci arrivi qualcun altro. Una volta presi andremo al vecchio Quartier Generale prima di trovare un’altra soluzione.-

-Concordo, ma con la Granger dovrei andarci io. Io conosco ancora i volti dei Mangiamorte e potrei aiutare ad identificarli.-

-No, tu mi servi qui come Vicepreside. Non si sa se decideranno di attaccare direttamente Hogwarst o se andranno al San Mungo.-

Mentre i due maghi più anziani discutevano Hermione si sentì presa dal panico. Avrebbe dovuto proteggerli da simili situazioni e invece eccoli di nuovo in pericolo. Maledetti sensi di colpa. Quella volta però avrebbe rimediato. Non poteva perdere tempo ad ascoltare i due che si contendevano il posto di sua guardia personale, lei non aveva bisogno di una guardia. Sapeva dove la McGrannit teneva la metropolvere e ad un tratto le sembrò così a portata di mano… Scattò a prenderne un pugno e si infilò nel camino. Mentre gli insegnanti le urlavano dietro qualcosa di incomprensibile, lei pronunciò il nome della destinazione.

-San Mungo!-




nota dell'autrice: eccoci qui, Hermione dovrà intervenire per tenere al sicuro i suoi genitori. quando ho pensato alla fanfiction non avevo idea che ci sarebbe stata una parte di azione ma andando avanti un po' si è formata da sola e un po' ho capito che era indispensabile...dopo tutto la notte è sempre più buia prima dell'alba! 
grazie a chi segue sempre la storia e ditemi cosa ne pensate!
-H.

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Capitolo 18
*** Spacciata ***


18.

Si ritrovò catapultata nel camino dell’accettazione del San Mungo che si trovava al pian terreno. Lei doveva raggiungere velocemente il quarto piano ma decise di non dare nell’occhio. Camminò disinvolta fino all’ascensore quando una mano l’afferrò dalla spalla. Lei istintivamente prese in mano la bacchetta e si girò fulminea dietro di lei. Era Piton.

-Mettila via ma tienila a portata di mano, non si sa mai. Potrebbero già essere arrivati.- poi aggiunse, alzando un sopracciglio –e non fare altre stupidaggini in stile “Harry Potter”, intesi?-

Era quindi riuscito a convincere la McGrannit o l’aveva semplicemente inseguita? Una parte di Hermione si concesse di pensare che l’uomo stava dimostrando di tenere a lei forse anche di più di quanto non volesse ammettere a se stesso. I quattro piani in ascensore furono interminabili. Quando arrivarono a destinazione tutto sembrava tranquillo. Dovettero solo più oltrepassare il reparto Lesioni da Incantesimo, dove era stato ricoverato Piton quell’estate, per arrivare al Janus Thickey.

Capirono subito che qualcosa non andava dalla porta del piccolo reparto, stranamente aperta. I pazienti si trovavano fuori dalle loro stanze, in corridoio. Hermione vide i genitori di Neville seduti per terra con lo sguardo perso. Altri si stringevano tra loro tremando di paura. Allock cercava di attirare l’attenzione su di lui dicendo frasi del tipo “Tranquilli, devono essere miei fans!”. La ragazza corse verso la camera dei suoi genitori in preda al panico. Capì che Piton non avrebbe voluto che fosse così avventata ma quella era la sua famiglia e il pensiero di poterli perdere era insopportabile, più di quanto fosse stato scoprire di essere considerata un mostro da chi le aveva dato la vita.

Entrò con la bacchetta sguainata. Erano dentro. Due uomini con il cappuccio sul volto. Li avrebbe riconosciuti ovunque. Mangiamorte. Con un incantesimo non verbale atterrò il primo che le si parava davanti. L’altro era proprio al capezzale dei due Granger. Hermione non ebbe il tempo di capire in che condizioni di salute fossero che il secondo uomo incappucciato si smaterializzò portandoseli via. Avrebbe voluto inseguirli ma si rese conto che non aveva nessun indizio su dove il Mangiamorte sarebbe andato. Si mangiò le mani…se avesse dato retta a Piton le cose sarebbero andate diversamente? Avrebbe potuto fermare il rapimento? L’insegnante arrivò subito ma non si diresse da lei. Andò invece al fondo della stanza dove era rimasto steso il primo Mangiamorte. Prendendolo per la collottola lo mise seduto e lo fece rinvenire. Il cappuccio gli era caduto lasciandogli il volto scoperto.

-Jugson, feccia. Ancora a piede libero?-

-Severus, che piacere.- gli sputò sulle scarpe –Tu schifosa Sanguesporco! È la seconda volta che mi colpisci con le tue stupide maledizioni! Per me è una vendetta personale. Sono stato ad Azkaban per colpa tua! Ma ora imparerai cosa vuol dire essere disperati…ho reclutato qualche amico dalla prigione…–

-Che vuoi dire? Chi era l’altro? Dove sono diretti?- aveva puntato la bacchetta al collo dell’ex collega Mangiamorte. L’altro però rimaneva inflessibile.

-Che vuoi fare, torturarmi? È la tua specialità, vero?-

-Quella è una cosa lenta, me la riserverò per dopo. Ora ho in mente qualcos’altro.- gli prese la faccia per guardarlo bene negli occhi –Legilimens!-

Il contatto visivo durò meno di un minuto ma quando Piton si staccò l’altro cadde inerme al suolo. Non ci doveva essere andato leggero.

-So dove è andato l’altro.- era estremamente cupo.

-Mi vuole spiegare cosa ha scoperto?-

-Il secondo Mangiamorte è Mulciber. Eravamo amici al tempo della scuola. Il loro piano era quello di rapire i tuoi genitori e portarli nella sua villa per poi costringerti ad andare da sola. In cambio della loro vita avresti dovuto dare la tua. So dov’è la villa.-

-Li abbiamo anticipati e siamo in superiorità numerica, sembra essere a nostro vantaggio…quindi perché sembri sconvolto? È perché lui era un tuo amico?-

-No, è perché gli amici a cui si riferiva Jugson non sono umani, sono Dissennatori.-

Ad Hermione quasi cadde di mano la bacchetta. Dissennatori? Staranno già torturando i miei? Per quanto potranno resistere? Sarò in grado di salvarli? Avrebbe voluto piangere. Avrebbe voluto farsi abbracciare da Severus ma al contrario strinse più forte la bacchetta.

L’uomo non aveva finito –Inoltre c’era qualcun altro coinvolto. Ma era tutto molto confuso, annebbiato. Potrei anche sbagliarmi…-
La ragazza lo interruppe -Portami da Mulciber, devo occuparmene io. Devo salvarli io. Per favore.- sentiva dentro di sé ardere tutto il coraggio e la cavalleria Grifondoro. Sperava che l’uomo capisse quindi lo guardava con la determinazione negli occhi.

-Va bene, ma stammi vicino. Non fare assurdità come quella di metterti a correre verso i tuoi genitori appena li vedi, potrebbe essere la nostra fine e non sono certo scampato al Signore Oscuro per farmi sconfiggere da Mulciber!- ghignava, anche lui aveva riacquistato un po’ di fiducia. Era come se si alimentassero a vicenda.

-Ehm, scusate.- da sotto uno dei lettini dell’ospedale si tirò su una vecchia conoscenza: Travis Lance.

-Cosa ci fa lei qui?- chiese Severus.

-Quando sono arrivati io ero qui e non sono riuscito a far altro che nascondermi. Sono un vigliacco, me ne rendo conto, ma potrei esservi utile.-

-E come? Nascondendoti?- lo incalzò Hermione, con l’approvazione del professore che alzò le sopracciglia.

-Ho sentito che hanno dei Dissennatori, i signori Granger potrebbero essere molto deboli e aver bisogno delle prime cure…inoltre una bacchetta in più potrebbe servirvi, potrei proteggere la signorina Granger.- disse rivolto a Severus.

-La signorina Granger sa proteggersi da sola.- disse Hermione, sentendosi stupida a parlare di sé in terza persona. Non le piaceva l’atteggiamento di Travis, sembrava quasi manipolatore facendo leva sulle intenzioni di Severus di proteggerla.

-Ok, ma anche lei dovrà fare quello che le dico, intesi?-

Hermione era contrariata ma in quella missione era decisamente Severus quello con più esperienza e decise di fidarsi. Incatenarono Jugson, si presero per mano tutti e tre e si smaterializzarono.
 
 


 
La ragazza, pur essendo abituata a materializzarsi, ebbe un moto di nausea quando ricomparvero. I due maghi più anziani sembravano star meglio rispetto a lei e stavano fissando la tenuta di Mulciber. Dietro ad uno sfarzoso cancello, il maniero sembrava incombere su di loro con due alte torri gotiche. La pietra scura con cui era stato costruito gli conferiva un’aria un po’ spettrale. Deve essere più piccolo di quello dei Malfoy, ma non meno antico, si disse Hermione.

-Li terrà nelle segrete sotterranee.- disse Piton come a voler rispondere ad una domanda lasciata inespressa dalla giovane strega –Deve rispettare le tradizioni di famiglia.-

Non sembravano esserci particolari barriere di difesa ma il professore per precauzione scagliò un incantesimo. Potevano proseguire.

Il nemico si aspettava che l’avrebbero seguito, avrebbe potuto disilludersi, nascondersi o comunque celare la sua presenza, così Hermione, quando arrivarono alle scale davanti al portone d’ingresso del maniero, pronunciò il difficile incantesimo -Homenum revelio!-

Questo si rivelò totalmente inutile perché fu proprio il proprietario di casa ad aprigli la porta. Sorrideva malefico.

-Complimenti, mi avete già trovato!- sembrò prenderli in giro –Severus, da quanto tempo non sei più mio ospite… Vedo che hai portato un’amichetta… ma certo, hai sempre avuto un debole per le sanguesporco, vero?-

Hermione alzò la bacchetta ma Severus le fece cenno con la mano di riabbassarla.

-Me la vedo io con lui Hermione, tu vai a liberare i tuoi, quello è un tuo compito. Lance, vada anche lei.-

Decise di dargli ascolto, c’erano cose a cui doveva dare la priorità e soddisfare la sete di vendetta verso Mulciber non era neanche lontanamente importante come salvare i suoi genitori. Il professore sarebbe stato più che sufficiente per fermare quel pazzo una volta per tutte. Travis sarebbe stato fondamentale se i suoi avessero avuto bisogno di un primo soccorso.
Mulciber si fece quasi da parte per farla passare. Si ritrovò così nell’ingresso della villa, con un prezioso pavimento in marmo. Vide le scale che portavano nei sotterranei e iniziò a scenderle seguita da uno spaventato Travis. Dall’esterno provenivano i tipici suoni di incantesimi che si infrangevano, rimbalzavano e andavano a segno: il duello era cominciato. Hermione scoprì che non avrebbe voluto lasciare il professore così presto. La sua fiducia verso di lui era enorme ma la paura era tanta ugualmente. Ora doveva fare la sua parte. La bacchetta reagì ancora in preda all’incantesimo lanciato precedentemente e mai andato a segno. La avvisava che oltre ai suoi genitori c’erano altre due persone o forse Dissennatori. Le scale condussero ad una cella. Dietro le spesse barre di metallo i signori Granger in preda alla disperazione. Era sicuramente l’effetto dei due Dissennatori che volteggiavano sopra di loro. Le mani le tremavano, un po’ per la paura e un po’ per il freddo che faceva in quell’antro.

-Mio Dio, vi prego, resistete, sono qua…- ma sua voce non era abbastanza forte per raggiungere i suoi genitori in quello stato. Neanche si rendevano conto della sua presenza, assorti in un altro mondo, dentro le loro sofferenze più grandi.

Travis la aiutò ad aprire il lucchetto con un Alohomora ben piazzato. Lei provò ad evocare un Patronus ma la cosa non le era mai particolarmente riuscita e in quel momento trovare ricordi felice era davvero difficile. Entrò nella cella per prendere i suoi genitori senza una protezione, facendo affidamento su Travis che invece rimase all’esterno. Il piano era quello di far rimanere i Dissennatori all’interno della cella mentre lei avrebbe portato al di fuori i suoi genitori per poi far richiudere velocemente il portone con il lucchetto al giovane guaritore. Hermione sollevò di peso sua madre e la portò in salvo fuori dalla cella. Lo stesso avrebbe dovuto fare con suo padre ma lui era decisamente più pesante e i Dissennatori riuscirono ad attaccarla proprio mentre si trovava in difficoltà. Travis scagliò un incantesimo per allontanarle l’orrida creatura così la ragazza riuscì a fatica a liberare anche suo padre. Ce l’aveva praticamente fatta ma mentre stava varcando la soglia, Travis strattonò il signor Granger staccandolo dalla presa di Hermione e le diede un calcio a causa del quale ricadde all’indietro nella cella.

-Expelliarmus!- urlò Travis, la bacchetta della ragazza gli arrivò dritta nella mano sinistra. Infine chiuse il cancello.

Hermione era sotto shock. Travis è sempre stato dalla loro parte. Brutto bastardo, pensò mentre si alzava in piedi. Nella caduta si era ferita ad un braccio. Avrai ben altro di che preoccuparti se non apri subito quella porta, Granger, si disse. Senza magia il lucchetto non voleva saperne di aprirsi e la risata di Travis non la aiutava. Si sorprese ad urlare, finalmente si lasciò invadere dalla paura.

Sono spacciata.



nota dell'autrice: ta-dan! del genere "come faranno i nostri eroi?"...va be, almeno ci provo xD Severus arriverà in tempo? Lo scopriremo nel prossimo episodio! ahah
A presto,
-H

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Capitolo 19
*** Trasformazioni ***


19.

-HERMIONE!-  Era Severus che urlava da in cima alle scale. –Che cosa..?..Tu!- puntò la bacchetta verso Travis –Chi sei??-

-Ha ragione Piton, non abbiamo avuto il piacere di presentarci a dovere. Mi chiamo Travis Lance, un ammiratore del Signore Oscuro. È un piacere per me incontrare e togliere di mezzo il servitore che lo ha tradito e la sanguesporco più famosa della guerra.-

I Dissennatori iniziarono ad attaccare. La vicinanza di quegli esseri la faceva sentire disperata come mai in vita sua. Tutti i suoi ricordi felici sembravano lontani anni luce. I suoi genitori erano svenuti, uno vicino all’altro appoggiati contro una parete di quel sudicio sotterraneo. Quella vista non la aiutava per niente a resistere ai Dissenntori –Ti prego portali in salvo, salva almeno loro Severus...- Sentiva solo un grande freddo.

Come se ignorasse il significato di quelle parole il mago tentò di aprire magicamente il cancello ma il lucchetto rimase immutato.
Il ragazzo rise, di una risata che metteva i brividi. –Sciocchi, è ovvio che l’ho incantato. Tutto questo è un mio piano e voi siete solo delle pedine, esattamente come Jugson e Mulciber!!-

Severus lo guardò con tale odio negli occhi che Hermione ebbe paura.

-Non ucciderlo, Severus, tu sei migliore di così!- pure in quel momento la bontà d’animo della ragazza non vacillava. Poteva avere paura ma non avrebbe fatto sporcare le mani di sangue all’uomo che amava, la sua anima non si sarebbe lacerata ancora per colpa sua.

Reso più lucido dalla voce della ragazza, l’uomo iniziò ad attaccare il nuovo nemico. Hermione non sapeva per quanto avrebbe potuto resistere… ad Azkaban i Dissennatori ci mettevano anni prima di far uscire di senno un mago condannato e non davano il loro bacio se non sotto l’ordine del Ministero. Ma in quelle condizioni, senza qualcuno a controllare il loro appetito, era impossibile dire quanto ci avrebbero messo a finirla. L’avversario però non ne voleva sapere di cedere sotto i colpi di Severus, né tanto meno riusciva a starsene zitto.

-Io stesso sono un sanguesporco, per questo mi sono sempre nascosto ai Lord Voldemort, temevo non mi avrebbe accettato. Io desidero solo che maghi e streghe vivano separatamente dai babbani. Loro non ci comprendono e lei dovrebbe saperlo bene. - incredibilmente riusciva a parare tutti gli attacchi che nel frattempo gli rivolgeva il professore –I babbani che mi hanno cresciuto sono stati molto gentili con me fino a quando non hanno iniziato a rivelarsi i miei poteri. Quando feci scoppiare il forno di casa ferendo il mio fratellino mi rinchiusero in camera mia. Era stato un incidente! Rimasi isolato dagli amici che avevo avuto fino al giorno prima. Questo per anni, fino a quando non hanno potuto liberarsi di me mandandomi ad Hogwarts. In tutto quel tempo mi ero esercitato con le mie capacità diventando più potente di molti miei coetanei al primo anno. Ho scoperto di essere molto abile con i ricordi delle persone così iniziai a sperimentare nuovi incantesimi non solo per cancellarli ma per modificarli. Riuscii ad instillare nei miei la convinzione che si erano comportati molto male con me e questo senso di colpa si aggravò sempre di più spingendoli al suicidio. Nessuno sospettò di me ed io portai avanti la mia vita facendomi assumere dal San Mungo appena terminati gli studi. Quando arrivarono quei Mangiamorte a cercarmi, in quanto sanguesporco, li sconfissi e gli modificai la memoria e ora OBBEDISCONO A ME!-

-Sectumsempra!- gli incantesimi di Severus si facevano sempre più feroci ma l’assalto frontale sembrava non avere effetto. Era un mago davvero potente quello che aveva davanti.

-Incontrare i signori Granger è stata per me una grande fortuna. La ragazzina aveva già instillato accidentalmente in loro la convinzione che il genere magico fosse pericoloso. Io ho semplicemente dovuto riportarla alla luce per far vedere al mondo magico come i genitori di un’eroina di guerra siano disgustati dalla magia. Quella ficcanaso della Skeeter ha fatto accelerare i tempi del mio piano. E ha in parte rovinato l’immagine pubblica della Granger. Ma nessun problema, modificherò la memoria di quella giornalista da strapazzo e le farò scrivere la triste storia della coraggiosa Nata Babbana morta non per mano del Signore Oscuro ma per mano degli stessi genitori. Diventerà una martire e i piccoli maghi verranno finalmente sottratti dalle grinfie dei babbani.-

Era davvero troppo per Severus, si alzò in volo per passargli sopra la testa e provare a colpirlo dall’alto e alle spalle. Non fece in tempo perché un incantesimo dell’avversario lo fece cadere bruscamente e l’attimo dopo aveva la bacchetta di Travis alla gola. La ragazza poteva vedere il volto del professore mentre il nemico le dava le spalle. Moriremo qui entrambi.

-Sai, mi aspettavo di meglio dal braccio destro di Lord Voldemort. Anche io mi devo trovare un nome d’arte…-

Hermione in quel momento urlò. I Dissennatori erano su di lei, stesa a terra. Il volto ormai rigato dalle lacrime era una maschera di disgusto. Il cappuccio di uno dei mostri era abbassato e quella che doveva essere la bocca si stava velocemente avvicinando a quella di lei. Fu l’urlo della ragazza a far voltare Travis.

-Expecto Patronum!-

Il professore aveva approfittato di quella distrazione dell’avversario per puntare la sua bacchetta e scagliare un ultimo incantesimo prima che il giovane lo tramortisse schiantandolo da distanza molto ravvicinata.

Dai filamenti argentati partiti dalla bacchetta si andò a formare una splendida creatura alata formata di luce che oltrepassò le sbarre della cella e allontanò i Dissennatori dalla ragazza. Una Fenice.

Hermione riuscì a rialzarsi. Era meravigliata da quel patronus. Con quell’incantesimo Severus aveva coscientemente rinunciato a scagliare l’Anatema che Uccide verso quello psicopatico che si era rivelato essere Travis Lance. Aveva posto tutta la sua fiducia in lei, perché ora era la sola a poterli far uscire da quella situazione. In più, il suo patronus aveva cambiato forma, cosa che poteva sembrare irrilevante in quel momento, ma che si rivelò cruciale per la salvezza di entrambi.

La cerva non era un semplice animale, il tuo patronus simboleggiava il legame che ti teneva aggrappato al ricordo di Lily. Ora il tuo debito è saldato, dovevi proteggere qualcun altro, me. Faresti qualsiasi cosa per riuscirci, vero? Compreso rivelare che Lily non ti tiene più legato. Ti sei quindi innamorato della saccente sottutto?

Pensava a tutto questo e sorrideva. I Dissennatori impegnati a trovare riparo dalla fenice di luce che li attaccava non avevano più effetto. Ora si sentiva amata e protetta. Avrebbe ricambiato la fiducia che era stata posta in lei. Avrebbe salvato tutti. Come andava fiera delle cicatrici sul suo braccio, ora si rendeva conto che non era colpa sua se erano in quella situazione, non era un problema suo ma di Travis.

Infiammata da nuova passione avrebbe dimostrato che sbaglio enorme avesse fatto il nemico a sottovalutarla. Si concentrò sulla fiducia in se stessa, sulle sue capacità, sulle vittorie che aveva portato a casa con Harry e Ron, si concentrò su tutta la fiducia che aveva ricevuto, sapeva che poteva farcela. Non c’era bisogno di una bacchetta o di un incantesimo ma era un processo estremamente complesso: doveva cambiare forma.

Una forza mai sentita si sprigionava da dentro di lei, la avvolgeva e la cambiava dall’interno verso l’esterno. Le braccia divennero ali e si librò in aria mentre la trasformazione si completava ed Hermione diventava una splendida fenice le cui code svolazzavano disordinatamente come i suoi capelli nella sua forma umana. La sensazione era meravigliosa: avere una nuova potente forma ma continuare a pensare con il proprio cervello era assurdo!

Travis Lance la guardava esterrefatto. Non aveva chiuso bocca da quando si era rialzata in piedi e aveva iniziato a trasformarsi.

-Non è possibile…sull’articolo c’era scritto che non ci eri mai riuscita…-

Perché non avevo mai avuto una motivazione così forte, né una piena fiducia nelle mie capacità, tutte cose che mi hai dato tu e questa situazione, voleva rispondergli ma invece le uscì un verso animale dal becco dorato.

Si scagliò contro il lucchetto, che, sotto la potenza dei nuovi artigli da rapace di Hermione cedette. Travis iniziò ad indietreggiare tenendo la bacchetta ben alzata. Non che gli servisse a molto visto che la magia si rivelò inefficace sulla fenice. Hermione gli fu addosso in un lampo. Lo artigliò dalle spalle, si librò più in alto più in alto che poté in quel sotterraneo e lo lasciò cadere. La caduta tramortì abbastanza il mago che perse le bacchette in suo possesso. Hermione intanto percepì che stava nuovamente cambiando forma senza il suo controllo. Toccò terra con le gambe da umana. Era già stata straordinaria come prima trasformazione e lo sapeva quindi riprese velocemente l’equilibrio sulle due gambe e si tuffò a prendere la sua bacchetta. Allontanò con un incantesimo quella del nemico che si era ripreso e si stava avvicinando al corpo svenuto di Severus per prendergli la bacchetta ma Hermione fu più veloce.

-Incarceramus!- urlò e delle grosse funi uscirono dalla sua bacchetta, andando ad avvilupparsi intorno a Travis che iniziava ad urlare cose senza senso.

-Me la pagherai! Non sai cosa hai fatto! Loro non fanno altro che trattarci come mostri ma lo sono loro!-

-Silencio!-…così andava meglio.

Si occupò di richiudere il cancello della cella per non far uscire i Dissennatori ora che il patronus di Severus stava svanendo. Si sentiva stremata ma non era ancora finita, doveva portare tutti via di lì. Smaterializzarsi portandosi dietro tre persone incoscienti era assolutamente fuori discussione in quel momento. Doveva chiamare aiuto ma non avrebbe lasciato soli gli altri. C’era un solo modo: doveva evocare il suo patronus e fargli recapitare un messaggio. La teoria la conosceva, era la pratica che la spaventava. Per prima cosa doveva concentrarsi su un ricordo felice abbastanza potente… bè, ne aveva uno abbastanza fresco a dir la verità: Severus che faceva comparire il suo nuovo patronus per salvarla e dirle che era libero da Lily…funzionò! La sua lontra prese forma davanti a sé, si schiarì la voce e dettò un messaggio.

-Recapitalo alla McGrannit ad Hogwarst, ok?-

Tenne gli occhi aperti fin quando non arrivarono i soccorsi, poi anche lei, sfinita, perse i sensi.

 

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Capitolo 20
*** In infermeria ***


20.

-Per favore, dobbiamo vederla!-

-Ha bisogno di riposo e di stare tranquilla.-

-Dobbiamo assicurarci che stia bene!-

Voci in lontananza stavano emergendo da un mondo ovattato e si facevano sempre più vicine.

-Signori Granger, per farvi entrare nel castello sono già state infrante molte delle nostre regole. Ora per favore, rispettiamo le indicazioni di Madama Chips.-

Hermione aprì gli occhi. Mise lentamente a fuoco i suoi genitori che erano tenuti sulla soglia dell’infermeria dalla preside e dall’infermiera della scuola.

-Mamma? Papà?- riuscì a dire.

-Grazie al cielo, Hermione!- disse suo padre mentre si fece largo tra le due streghe seguito da sua madre –Eravamo così preoccupati!-

-Ma allora voi state bene? Vi ricordate tutto?-

-Certo bambina mia, sei stata così coraggiosa.- disse sua madre.

-Siamo fieri di te e ci dispiace per tutti i guai che ti abbiamo causato.-

Le vennero le lacrime agli occhi. Finalmente riaveva i suoi genitori. L’iniezione di fiducia in se stessa che le aveva donato quell’avventura era servita anche per scacciare via i sensi di colpa. Sua madre e suo padre la abbracciarono pur non capendo se le lacrime della ragazza fossero di gioia o causate dallo stress degli ultimi avvenimenti.

Si fecero avanti anche le due streghe che gli avevano concesso qualche momento di privacy.

-Come ti senti cara Hermione?- le chiese la preside.

-Io mi sento bene ma Sev…il professor Piton? Dov’è? Cosa gli è successo?- fece per tirarsi su dal letto ma Madama Chips la trattenne.

-Il professor Piton è proprio dietro quelle tende. È ancora molto debole ma si rimetterà. Anche tu però hai bisogno di riposo. Avevi solo un’escoriazione su un braccio che ti ho già curato ma voglio tenerti sotto controllo stanotte.-

-Ma i miei genitori sono già in piedi…-

-Sono stati meno tempo di te con i dissennatori ed essendosi ripresi prima hanno già preso la loro cura. Ecco la tua.- le disse, porgendole mezza tavoletta di cioccolato.

-È davvero ottimo Hermione, mangialo!- le venne da sorridere sapendo che normalmente i suoi genitori non sarebbero stati contenti di farle mangiare così tanto cioccolato.

I suoi genitori stettero ancora un po’ di tempo per coccolare la loro eroina e farsi sentire vicini. Hermione apprezzava quelle attenzioni e sapeva che avrebbero dovuto recuperare un po’ del loro rapporto. Non c’erano solo cose belle da raccontarsi. Hermione fece un resoconto molto veloce dell’accaduto in modo da non sconvolgere ancora di più i suoi. Scoprì che ovviamente i colpevoli erano già stati arrestati e fra poco sarebbero stati sottoposti alla prova del Veritaserum.

Arrivò comunque troppo velocemente il momento in cui la McGrannit spiegò a tutti che i signori Granger sarebbero dovuti tornare a casa loro. Degli Auror li avrebbero accompagnati e messo delle protezioni sulla loro dimora per ogni evenienza.

Salutarli di nuovo fu doloroso ma ora sapeva che li avrebbe rivisti a casa e non in ospedale. Questo la aiutò a non scoppiare nuovamente in lacrime e come antidoto alla tristezza mangiò un pezzo di cioccolato.

Solo quando rimase sola con la McGrannit le raccontò della sua trasformazione.

-Una fenice?...è molto raro, davvero stupefacente Hermione! Devi aver trovato la forza per superare un momento molto doloroso e ritornare più forte di prima.- la vecchia strega era decisamente su di giri. Hermione capì che avrebbe voluto festeggiare ma anche per la preside sarebbe stato sconveniente portare dell’idromele in infermeria, visto come rigidamente seguiva le regole Madama Chips. Rimandarono il tutto al superamento dei M.A.G.O., la McGrannit si diceva sicura che li avrebbe passati a pieni voti. E lei per una volta era d’accordo.
 

 


 
Ginny passò a trovarla appena finirono le lezioni. Era davvero in ansia, nonostante Foster l’avesse informata che si stava riprendendo. Al suo capezzale arrivarono più persone di quante potesse immaginare…un po’ era merito della fama conferitale dalla guerra ma in molti erano veri amici. Hagrid le portò addirittura dei fiori, non preoccupandosi del fatto che fossero carnivori (Madama Chips li fece sparire in un batter d’occhio).

Finalmente anche quella giornata volgeva al termine. Scese il buio, più nessuno si aggirava nell’infermeria, compresa Madama Chips, che si era ritirata nel suo ufficio. Cercando di fare attenzione a non emettere nessun rumore, Hermione scese dal suo letto e si diresse verso quello del professore in punta di piedi. Scostò le tende ed ebbe un tremendo déjà vu.

L’uomo era profondamente addormentato. Aveva delle fasciature sul petto, là dove lo schiantesimo lo aveva colpito da vicino. Madama Chips era una straordinaria medimaga ma per Hermione era straziante rivederlo in un letto d’ospedale: lo voleva in piedi al più presto. Si risveglierà a momenti, si disse. Così stette lì ad aspettare. Si sedette su uno sgabello che poi trasfigurò in qualcosa di più comodo e, infine, appoggiò la testa sul comodo letto di Severus, in un dormiveglia abbastanza ansioso perché non voleva farsi scoprire da Madama Chips fuori dal suo letto.

Fu così che ci mise un po’ a rendersi conto che qualcuno le stava accarezzando i capelli. Severus era così delicato con la sua mano immersa nei ricci che non avrebbe voluto fargli capire che era sveglia solo perché continuasse. Ma la voglia di parlargli era troppa, così si girò verso di lui e gli sorrise. L’uomo le sorrideva di rimando senza togliere la mano dalla chioma della ragazza.

-Ciao- le sussurrò.

-Ciao.- gli rispose piano.

Era come se fosse la prima volta che si incontravano. E in effetti ogni maschera era ormai caduta, tutte le finzioni erano messe da parte e potevano mostrarsi uno all’altra come non avevano fatto con nessun altro prima.

Si avvicinò di più per non dover alzare il volume della voce. –Come ti senti?-

-Bene come se mi avessero schiantato a cinquanta centimetri di distanza.- al ché Hermione dovette sembrare preoccupata perché l’altro aggiunse –Tranquilla, sono stato peggio di così.-

-Direi che è meglio se vado a chiamare Madama Chips.- disse la ragazza facendo che andare ma l’uomo le prese la mano fermandola. Altro déjà vu.

-Non vorrai farti sorprendere alzata da Poppy!- gli scappò un ghigno alla faccia interdetta di Hermione. -E poi mi devi raccontare…in che cosa ti sei trasformata?-

-Non ci credo, sei curioso!- dovette soffocare una risata mentre ritornava vicino a lui.

-Guarda che se non me lo dici per me è lo stesso…- lo ammutolì poggiandogli un dito sulle labbra.

-Seveus, ti ringrazio per tutta la fiducia che mi hai dato, mi ha fatto trovare la forza per…risorgere dalle ceneri...-

-E senza di te non avrei trovato la mia.- le accarezzò il viso.

-Mi piace il tuo nuovo patronus, sai?-

-Ci speravo…-

La ragazza non riusciva a capire se si stava avvicinando da sola o era guidata dalla mano di lui ancora sul suo viso ma in quel momento la distanza rimasta tra i due si annullò ed entrambi cedettero alla voglia di baciarsi. Le labbra soffici di lei incontrarono quelle sottili di lui ma, a differenza della prima volta, rimasero serrate per poco. Erano pronti ad accogliersi a vicenda e a lasciarsi andare. Hermione non aveva mai provato una sensazione simile, avrebbe potuto perdersi in quel bacio e sperava che lui stesse provando lo stesso. Non solo labbra e lingua erano in fermento ma anche il cuore, che non ne voleva sapere di starsene al suo posto. Quando Severus le passò l’altro braccio dietro la schiena sentì il suo intero corpo reagire in cerca di maggiore contatto. Fu con un immenso sforzo di volontà che il cervello della ragazza rincominciò a ragionare e si trattenne dal saltare sopra quel maledetto lettino, su di lui…lentamente si allontanarono.

Si guardarono negli occhi e, nonostante fosse buio, Hermione vide l’ossidiana risplendere.

Ci volle un attimo prima che ritrovassero le parole e la voce con cui dirle.

-I tuoi genitori come stanno?-

-Hanno di nuovo una figlia a cui voler bene e soprattutto che non si sente in colpa per averli salvati…mi sa che la mia autostima è sensibilmente cresciuta nelle ultime…- 24 ore. Interruppe la frase perché il professore le fece cenno di star zitta. Era evidente che Madama Chips si stava appropinquando verso l’infermeria dalle sue stanze private.

Severus le fece cenno di andare e velocemente Hermione tornò al suo letto. Madama Chips passò prima dal mago ferito, vide che era sveglio e lo visitò per poi cambiargli le bende. La ragazza non dovette neanche fingere di dormire con la medimaga perché quando arrivò a controllarla lei era già tra le braccia di Morfeo.



nota dell'autrice: ciao gente! nuovo capitolo; questa brutta esperienza sembra finalmente finita ma ora i nostri protagonisti devono fare i conti con i propri sentimenti...
a presto,
-Hermlani

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Capitolo 21
*** Sentimentalismi ***


nota dell'autrice: noterete che questa volta la nota precede il capitolo..questo perché in realtà è anche un AVVERTIMENTO! insomma, le cose si fanno piccanti quindi fan avvisati mezzi salvati! xD e miraccomando, non fate troppi pensieri impuri che è Natale! come regalo chiedo solo sapere se vi continua a piacere la storia =)
Allora, tanti auguri e buone feste =)
A presto,
-Hermlani




21.

Ci pensò Ginny ad informare la sua famiglia dell’accaduto, così il giorno dopo Hermione si ritrovò Harry e i Weasley al completo ad Hogwarts. Aveva il permesso di alzarsi ma non poteva ancora lasciare l’infermeria, cosa che permise a Molly di soffocarla quasi sotto il suo abbraccio. Severus fece finta di dormire in modo molto convincente, così tutte le attenzioni si concentrarono su di lei.

-Sto bene, davvero!- non faceva altro che ripetere.

-Eravamo così in pensiero cara!-

Dopo circa mezz’ora Ginny riuscì a portar via il resto della famiglia concedendo qualche momento al trio.

-Non sai quanto mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare tutto questo da sola…quando ero io ad aver bisogno di aiuto tu mi sei sempre stata vicino.-

-Se solo lo avessimo saputo prima saremmo subito venuti ad aiutarti! Chi se ne frega del corso, tu sei più importante.- rincarò la dose Ron.

-Ragazzi, tranquilli, è andato tutto per il meglio e quella dei miei genitori era una cosa esclusivamente mia…-

-Eri tu a dire che qualunque cosa fosse l’avremmo affrontata insieme.- Ron sembrava molto maturato, le rivolgeva contro le sue stesse parole.

-Ma questa volta era diverso…e poi non ero sola, con me c’è sempre stato…-

-Lui è sveglio, vero?- le chiese Harry interrompendola.

Hermione rimase piuttosto spiazzata e di rimando annuì.

-Professor Piton?- lo incalzò Harry.

Lui rimase fermo e con gli occhi chiusi ma rispose. –Potter, ti prego, continua a far finta che io stia dormendo.-

-Professore, mi guardi. Ho bisogno di dirle grazie.-

-Non sono in vena di sentimentalismi al momento, passa tra una decina d’anni.-

-Prima o poi si dovrà far ringraziare per tutto ciò che ha fatto per noi…se no sarò costretto a dare il suo nome a mio figlio!-

-Bravo, tienitelo a mente.-

Fu Madama Chips ad interrompere il simpatico scambio di battute. Infatti arrivò ad annunciare che doveva visitare i suoi pazienti e che i visitatori sarebbero dovuti andare via. Ad Hermione e i suoi amici fu concesso qualche minuto per i saluti poi loro sarebbero ripartiti per l’addestramento. La prima ad essere visitata fu appunto la riccia. La medimaga fece un rapido controllo medico magico con il quale decretò che le condizioni di salute della ragazza erano perfette. La dimise subito dopo la visita.
Prima di uscire Hermione avrebbe voluto salutare Severus che probabilmente sarebbe dovuto rimanere in infermeria un po’ più a lungo.

-Riavrai il professore di Difesa Contro le Arti Oscure prima di quanto immagini.- le disse Madama Chips vedendola indecisa su cosa fare.
Hermione colse l’invito a lasciare la stanza anche se lo fece a malincuore.
 
 




 
 
Mancavano ormai solo più un paio di settimane prima degli esami. Hermione ovviamente aveva pianificato ogni attimo del suo tempo per riuscire a stare al passo con lo studio. Più che altro si trattava di ripasso perché in qualunque materia era sensibilmente più avanti, non solo dei compagni di corso ma anche del programma.

Con la McGrannit stava perfezionando la sua trasformazione; era sempre difficoltoso ma già dopo un paio di volte riuscì a mantenere la sua nuova forma più a lungo e poté esercitarsi nel volo (che preferiva alle scope). L’anziana preside aveva stappato una bottiglia di vino elfico per festeggiare ma non l’aveva ancora voluta iscrivere al registro degli Animagus per non rivelare a tutti l’animale in cui si trasformava. Avrebbe sicuramente creato un maggiore effetto scenico al momento dell’esame di Trasfigurazione.

Severus venne dimesso appena due giorni dopo Hermione. La McGrannit infatti non aveva a disposizione nessuno che lo potesse sostituire in un momento così cruciale dell’anno scolastico. Madama Chips, che non era proprio d’accordo, raccomandò più volte al professore di non compiere alcun tipo di sforzo. Così durante le lezioni cercava di mantenere la calma e non arrabbiarsi con i suoi alunni ma era un arduo compito. La prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure che Hermione seguì dopo il ricovero del professore fu infatti un ripasso generale…per lei abbastanza noioso ma utile a molti suoi compagni. Poteva vedere come l’uomo ce la mettesse tutta per non inveire contro chi non riusciva ancora ad eseguire un Patronus o a dissolvere le maledizioni più semplici. In realtà proprio grazie questa sua nuova e forzata calma in molti riuscirono a comprendere meglio le correzioni che aveva sempre rivolto agli allievi. Hermione lo osservava da lontano. Era chiaro che avrebbe dovuto occultare ogni genere di interesse verso l’uomo però nessuno si sarebbe accorto di qualche occhiata in più si diceva…invece lui, lui se ne accorgeva. Quasi lo poteva veder arrossire sotto le sue attenzioni (o meglio, le sue guance ritrovavano un vago color rosato che nessun altro avrebbe notato).

Quando fu il suo turno di cimentarsi con un paio degli incantesimi imparati quell’anno, il professore ne approfittò per correggerle la postura del braccio. L’inevitabile contatto fisico procurò ad Hermione un violento moto nella circolazione del sangue che sembrò convergere tutto nelle guance. Quella era stata decisamente una vendetta.

A quel punto cercò di mantenere un basso profilo ma quando la lezione finì sfruttò l’occasione per rimanere un po’ di più nella classe.

-Gin, gli devo parlare, ci vediamo a cena…tranquilla, poi ti dico.- sussurrò all’amica mentre i ragazzi fluivano fuori dalla classe.
Quando l’ultimo compagno lasciò l’aula, Hermione chiuse la porta. Severus le dava le spalle intento a sistemare i compiti che gli avevano lasciato disordinatamente sulla sua cattedra.

-Come mai ancora qui Granger?- le chiese senza voltarsi a guardarla.

-Volevo vedere come stavi.- gli sorrise anche se non poteva vederla –Non ti sforzi troppo per le lezioni, vero?-

Si avvicinò alla cattedra mentre lui finalmente si girava.

-Cercare di spiegare qualcosa a dei ragazzini ottusi non migliora di certo la mia giornata, se è questo che intendi. Ma non dipende assolutamente dal mio stato di salute fisica.-

La ragazza rise e si appoggiò ad un banco in prima fila –Bhé io non sono poi così male…-

L’uomo le andò vicino, le scostò i capelli dal viso e le parlò all’orecchio.

-Spero che tu non sia qui per avere una lezione privata.-

Le diede un bacio a fior di pelle sul collo. Le procurò un brivido. Da lì risalì fino alla bocca. Non fu un solo bacio ma infiniti, sembravano non volersi più allontanare. Fu decisamente intenso, passionale e più sciolto rispetto al precedente. Severus teneva un braccio dietro la schiena della ragazza mentre l’altra mano correva lungo il suo fianco destro. Ci volle un attimo per sollevarla e farla sedere sul banco. Hermione si sentiva invasa da qualcosa più forte di lei e voleva semplicemente abbandonarsi alla corrente. Era pronta, lo voleva…per Merlino se lo voglio! Le mani della ragazza erano impegnate della complicata operazione di sbottonare la casacca del professore. Lui le venne in soccorso utilizzando un incantesimo non verbale che completò il lavoro molto velocemente. Togliere il golfino dell’uniforme da scolara fu molto più semplice. Venne la volta della camicia, rigorosamente bianca dell’uomo e tenuta dentro i pantaloni. Se la sbottonò da solo per i primi bottoni mentre Hermione gliela sfilava dal basso. Fu inevitabile un contatto…O mio Dio…la camicia a quel punto volò via ancora più velocemente.

Il busto dell’uomo era asciutto, i muscoli erano definiti sotto uno strato di pelle pallida. Pochi peli neri risaltavano sul petto largo che al momento ospitava anche un bel livido di color violaceo.

Severus continuò a baciarla mentre allargava la cravatta rossa e oro della ragazza che finì per terra molto rapidamente. La guardò negli occhi, quasi a chiederle il permesso di proseguire. Lei in risposta lo tirò più vicino a sé. Poteva sentire l’erezione dell’uomo premere contro di lei. La camicetta della divisa scolastica venne aperta. Sentire su di sé quelle mani che aveva ammirato tanto a lungo era fantastico. Hermione stava ringraziando mentalmente il cielo di essersi messa un bel reggiseno bianco quella mattina, con un po’ di push-up e una leggera trama di pizzo, quando sentì il distinto suono  della porta che si apriva.

Severus si staccò di colpo e lei si girò verso l’entrata ma non vide nessuno. Lui aveva chiamato a sé la camicia ma la offrì a lei per coprirsi.

-Meow!!!!-

Oddio, è la McGrannit, siamo fregati, sarò espulsa, non finirò mai la scuola e lui sarà licenziato…
-È Mrs. Purr.-convenne lui dopo essersi affacciato sul corridoio.

La maledetta gattaccia aveva dimostrato nel corso degli anni di possedere un sesto senso per avvertire tutte le regole che vengono infrante nel castello…e qualcuno ne stava infrangendo una bella grossa.

Severus andò a cacciare la gatta fuori dall’aula in modo poco gentile per poi tornare dalla ragazza. La guardò negli occhi, lei stava ancora tremando –Forse dovremmo aspettare, sai?-

Hermione si limitò ad annuire, ancora troppo presa dal panico. La aiutò a rivestirsi e lui si rimise la camicia. Quando furono nuovamente presentabili le prese il viso, le diede un bacio sulle labbra e le parlò di nuovo all’orecchio.

-Usciti da qui niente ti potrà salvare da quello che ti voglio fare…- le disse in modo lascivo.

Lei arrossì violentemente, sentì ogni parte della sua pelle ricoperta da brividi. Era sicura di volere ogni cosa da lui e allontanarsi ora faceva male. In fondo però è giusto, pensò, non voglio essere una sua studentessa quando succederà, voglio vivere tutto questo alla luce del sole.

-Ci si vede in giro allora…- la salutò.

Quei pochi giorni prima della fine della scuola sarebbero stati decisamente tesi.

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Capitolo 22
*** I M.A.G.O. ***


22.

Era arrivato il momento di dare delle spiegazioni a Ginny. L’amica non poteva immaginare quanto si era evoluta la situazione dall’ultima volta che ne avevano parlato.

-Quindi il suo patronus ha cambiato forma? Ma questo vuol dire che ha trovato il modo di spezzare quel legame, ammettiamolo, un po’ malato che lo teneva attaccato a Lily?-

Era davvero presa dal racconto di ciò che era successo tra di loro e si dimostrò sinceramente contenta quando Hermione le disse che dopo gli avvenimenti al di fuori della scuola entrambi non nascondevano i sentimenti che provavano.

Le diede addirittura qualche consiglio su come procedere, su che cosa sarebbe piaciuto a lui.

-Lo faresti impazzire così!-

-Dai, smettila, te l’ho detto, non succederà niente finché saremo ad Hogwarts…-

-Ci staremo ancora per poco cara mia- le sorrise con un po’ di malizia.

Aveva ragione in effetti. Ormai era pronta per gli esami e non vedeva l’ora di togliersi il pensiero.

Il dormitorio delle ragazze, che fino a quel momento era stato deserto, iniziò a riempirsi delle studentesse della stessa età di Ginny. Hermione non aveva legato molto ma ringraziò il loro arrivo che l’aveva salvata da un’altra lezione di educazione sessuale.
 




 
 
L’ultima settimana di lezioni passò in fretta, tuttavia ogni volta che incrociava l’insegnante di Difesa sentiva le farfalle nello stomaco e un moto nel basso ventre. Lui spesso la guardava ghignando, indubbiamente conscio di ciò che provocava in lei.
Gli esami per lei sarebbero durati quattro giorni. Aveva infatti portato molte materie al livello M.A.G.O. e aveva alte ambizioni in tutte: Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni, Difesa, Aritmanzia, Antiche Rune ed Erbologia. La sessione esami si apriva con gli scritti per poi passare alla pratica. Hermione si rimproverò ripensando che un simbolo runico poteva avere due interpretazioni e lei ne aveva scelta una non accennando all’altra possibilità nella traduzione. Quello che però la preoccupava maggiormente era per l’esame pratico di Trasfigurazione. Al suo esame, oltre agli esaminatori esterni d’ordinanza, erano presenti anche la preside, vice preside e un funzionario del Ministero. Se fosse andato tutto bene da quel giorno sarebbe stata iscritta nel registro di Animagus. Faticava a rimanere calma nonostante la McGrannit provasse a tranquillizzarla. Il fatto che ci fosse anche Severus a guardarla non aiutava di certo.

-Bene signorina Granger, prima di tutto partiamo con qualcosa di semplice. Le chiedo di accomodarsi.- l’esaminatore che le aveva parlato le indicò uno sgabello dall’aria alquanto scomoda.

È un tranello, pensò Hermione. La preside l’aveva infatti avvertita che i parametri con coi giudicavano i M.A.G.O. non era solo la preparazione scolastica ma anche la prontezza nell’uso della magia.

Senza pensarci troppo a lungo, la ragazza trasformò la sedia in una bella poltrona rossa, avvolgente e morbida, sulla quale si sedette.

-Molto bene, davvero.-

Le fecero sostenere altre prove, come trasformare un giurato in un pappagallo e vice versa, prima che un esaminatore, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, parlò –Mi sono giunte voci di una sua particolare capacità. È o non è in grado di trasformarsi volontariamente in un animale?-

-Sì signore.-

-Allora fora, ce lo dimostri.- aveva quasi un’aria di sfida. Non era bonario come l’altro esaminatore o cordiale come quello che si era prestato per la trasfigurazione. Sembrava piuttosto seccato che una ragazzina fosse così in gamba.

Hermione odiava quando non la prendevano sul serio ormai e tutta la sua paura svanì. La trasformazione iniziò, gradualmente il suo corpo perse le fattezze umane per coprirsi sempre di più di piume e penne colorate di un rosso acceso. Tre lunghe code ricce le spuntarono non appena prese il volo. In aria mostrò tutta la sua apertura alare per poi scendere verso la cattedra dei giudici. Visto di cosa sono capace? pensò, emettendo versi da rapace.  Ancora in volo vide Severus. Il nero dei suoi occhi brillava di emozione ma il resto del corpo non tradiva emozioni. Lei gli girò attorno prima di tornare al centro dell’aula e trasfigurarsi nuovamente.

Partirono gli applausi. I giudici seduti si erano alzati in piedi, anche quello meno gentile era rimasto impressionato. Il funzionario del Ministero le andò subito incontro per farle firmare il registro degli Animagus.

HERMIONE GRANGER – FENICE

Era una bellissima sensazione. La McGrannit si vantava di lei con Severus che si mordeva la lingua per non rivelare quanto lui fosse partecipe in quella trasformazione. Le venne da ridere e lo fece. La risata la distese, era andato tutto per il meglio.
 
 




 
Dopo la fine degli esami aveva festeggiato insieme a tutti i compagni dell’ultimo anno di Hogwarts. Era stato molto divertente: c’era chi si era ubriacato, dando un po’ di spettacolo. Lei aveva preferito ballare insieme ai suoi amici. Fortunatamente non c’erano professori in vista perché avrebbero potuto togliere qualche punto dell’ultimo minuto sovvertendo quello che sarebbe stato il risultato. Ancora una volta la Coppa delle Case finiva nelle mani di Grifondoro grazie all’apporto di qualche studentessa modello. La Coppa di Quidditch invece era andata a Serpeverde. Il distacco con cui i rosso-oro avevano battuto le serpi era troppo poco per mettere la coppa al sicuro, soprattutto dal momento che Serpeverde aveva vinto sia Tassorosso sia Corvonero con molti punti di vantaggio, mentre nell’ultima di campionato Grifondoro aveva pareggiato con Corvonero (anche perché la squadra improvvisata non era ben coesa).

Era il giorno della partenza. Hermione aveva finito di preparare il suo baule quella mattina. Era un po’ triste di dover lasciare la scuola, teatro dei momenti più belli della sua vita ma anche di alcuni decisamente meno piacevoli. Tutto contribuiva a renderlo un posto magico…nell’accezione babbana del termine.

Era rituale che i professori salutassero gli studenti dell’ultimo anno. Uno per uno stringevano la mano a chi si apprestava ad intraprendere una splendida carriera nel mondo del lavoro. Toccò anche ad Hermione, salutata con particolare affetto dalla Vector (Aritmanzia) a cui aveva dato molte soddisfazioni e dalla McGranitt, era sempre stata la sua pupilla. Severus recitò la parte del freddo professore fino all’ultimo e alla ragazza pianse il cuore non poterlo salutare come avrebbe voluto. Si sarebbero scritti presto, avrebbero organizzato un modo per vedersi e magari per uscire allo scoperto, ma avrebbe dovuto aspettare.
Quando salì sul treno un po’ di quella pesantezza svanì al pensiero che alla stazione l’avrebbero aspettata i suoi genitori. Inoltre i suoi ormai ex compagni di corso erano molto presi a discutere su quale strada avrebbero preso nell’immediato futuro. Ginny era su di giri: aveva già fissato appuntamento per un provino per una squadra di Quidditch.

-Sono davvero emozionata. Non pensavo sarei mai arrivata a questo livello…cioè, io! Che nella mia famiglia ho imparato a volare di nascosto da mamma e papà!- tuttavia cercava di non illudersi troppo –Lo so che per giocare da professionisti bisogna essere davvero in gamba…ma io ci spero e se non va continuerò a mandare gufo a qualsiasi strada per avere un’occasione.-

Hermoine ammirava la sua determinazione. Anche lei aveva però fatto chiarezza nella sua mente. Ovviamente le possibilità per lei erano tante ma avrebbe voluto dedicarsi ad una causa che sentiva “sua”. Era stato il C.R.E.P.A. a darle l’idea: avrebbe voluto difendere i diritti di tutte le creature magiche. Sentirsi discriminata per il proprio stato di sangue durante quegli anni non aveva fatto che accrescere la naturale propensione che la ragazza aveva nel proteggere i più deboli.

I risultati dei M.A.G.O. sarebbero arrivati a fine agosto e, una volta ricevuti, avrebbe spedito qualche gufo per assicurarsi la possibilità di svolgere un tirocinio nel Dipartimento della Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.

Il treno non arrivò mai abbastanza in fretta a destinazione. Eccoli là, sua madre e suo padre che allargavano le braccia vedendola. Le spettarono baci e carezze e una buona dose di domande sulla sua salute. Lei contraccambiò in maniera altrettanto premurosa, ma era sicura di una cosa: i suoi genitori la amavano come avevano sempre fatto.

Arrivati a casa la ragazza fece in tempo a portare la sua valigia nella sua stanza quando il campanello di casa suonò.

-Vai ad aprire tu cara, ho il sospetto che sia per te.-

E così fece, aprì la porta e lui era lì. Vestito maniera babbana, pantaloni neri, maglietta e giubbotto di pelle nero, l’espressione sul volto leggermente tesa e mazzo di fiori stretto in mano.

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Capitolo 23
*** La scuola è finita ***


23.

-Cosa…?-

-Mi vuoi invitare ad entrare o dobbiamo rimanere qui fuori?-

Lei si fece da parte e lo invitò ad entrare con un gesto della mano. Alla ragazza per poco non cadde la mascella quando il suo ormai ex professore fu salutato dai suoi genitori come se già si conoscessero.

-Grazie mille Severus, sono bellissimi ma non dovevi!- disse sua madre ricevendo il mazzo di fiori e sistemandolo in un vaso.

Suo padre gli offrì una grappa da degustare mentre sua madre portò lei in cucina.

-Ci ha telefonato sai?-

-Telefonato?-

-Sì, ha chiesto il permesso di portarti a cena fuori…è stato molto cordiale.-

-Ok, ma ha usato un telefono?-

-Ehm…sì- rispose sua madre non capendo cosa ci fosse di tanto strano –comunque Hermione, perché non mi hai raccontato niente? Abbiamo sempre parlato di queste cose e lo sai che né io né tuo padre avremmo mai messo in discussione una tua decisione…-

-Neanche se lui è stato un mio professore?-

-È stato, appunto, tempo passato.-

-Neanche se lui ha vent’anni in più di me?- Hermione non è che volesse darsi la zappa sui piedi ma, benché i suoi fossero sempre stati sempre abbastanza libertini (l’avevano lasciata tranquillamente andare in Bulgaria ospitata dal suo ragazzo…), non si aspettava una reazione tanto incoraggiante.

-Bhè, ovviamente mi sono informata…mi pareva che il vostro preside, Albus Silente, fosse molto anziano quando è stato ucciso- a quelle parole Hermione sbiancò…chissà se sua madre sapeva che era stato proprio Severus ad ucciderlo?...non era il caso di sollevare la questione in quel momento –così sono andata a ricontrollare tra le vecchie copie della Gazzetta del profeta che tieni in camera e ho scoperto che a 115 anni non era neanche considerato troppo anziano per il mondo magico. Insomma dato che vivrete più a lungo rispetto a noi io e tuo padre pensiamo sia ammissibile come cosa.-

A sentire quelle parole Hermione si rilassò. –Quindi posso uscire con lui stasera?-

-Certo tesoro.- le sorrise e la abbracciò –Se lui ti piace davvero non troverai nessun tipo di impedimento da parte nostra.-

-Grazie mamma…sai, penso che lui mi piaccia davvero molto.- era arrossita dicendolo a voce alta.

-Ok, ora vai a prepararti. Ci penso io a intrattenere Severus prima che tuo padre racconti l’aneddoto di Robbie Fenwick.-
Andò in camera sua, si cambiò ma rimase sul semplice, vestitino e giacca, dopotutto anche lui era vestito casual. Accomodò i suoi ricci su un lato e mise un filo di trucco come le aveva insegnato Ginny. Prima di scendere prese ancora un libro dalle cose della scuola e se lo mise in borsa.

Quando tornò in salotto i due uomini e sua madre stavano amabilmente parlando di musica. Piton aveva infatti visto la considerevole collezione di dischi di suo padre e commentava con assoluta padronanza dell’argomento. La stupiva ogni volta.

-Bene, ora dovremmo andare. È stato un piacere vedervi in un contesto più felice.- disse l’uomo vedendo Hermione.

-Buona serata.- le augurò sua madre.

-Fai la brava.- si premurò di ricordarle suo padre.

Una volta usciti Hermione voleva porgli un sacco di domande ma fu ancora fermata da un altro fatto strabiliante: lui le aprì la porta di una macchina. Era una Merchedes metallica piuttosto vecchia ma elegante e tenuta bene.

-Cioè, non dirmi che sai anche guidare…- disse mentre si accomodava.

-Bhè, non avendo l’intenzione di mangiare in macchina, dovrai sopportare la mia guida fino al ristorante.-

Appena mise in moto la ragazza iniziò a tempestarlo di domande–Come hai chiamato i miei? Da quanto tempo ci stavi pensando? Perché non mi hai detto niente? Dove stiamo andando?-

-Granger, se non stai zitta giuro che ti faccio un incantesimo Silecio e dico a tutti che sei diventata improvvisamente muta.-

La guida di Severus si dimostrò fluida ma prudente. Gli piace avere il controllo della situazione, pensò. Ed era un’altra cosa che avevano in comune.

Il locale scelto da Severus era piccolo, non pretenzioso e accogliente. Sarebbero stati lontani da occhi indiscreti e avrebbero potuto comportarsi in modo naturale.

Ordinarono una pietanza a testa e lui scelse per entrambi una bottiglia di vino. Severus si dimostrò un amante della buona cucina (e dalla conversazione la ragazza capì che la cosa si estendeva ad ogni bene terreno) ma morigerato. Hermione si rese conto che, nonostante le paresse di conoscerlo, sapeva ben poco su quell’uomo. E la cosa in una certa misura la spaventava perché si era ormai fatta travolgere da dei sentimenti intensi verso di lui ma soprattutto la eccitava, era tutto una sorpresa. Voleva scoprirlo, voleva svelare ogni suo mistero. Non resistette.

-Qual è il tuo colore preferito?- gli chiese ad un tratto e subito dopo volle mordersi la lingua. Cavolo, sarà il verde, come ho fatto a non pensarci…

-Argento.- gli rispose inaspettatamente lui senza esitare.

Hermione tentò di nascondere il suo imbarazzo sommergendolo di parole –Ero convinta sarebbe stato nero. Insomma ti vesti sempre di nero…ma poi effettivamente nero non è neanche un colore quindi…-

-Granger, non mentirmi, pensavi al verde.-  Colta in flagrante. -Pensavi al verde per Lily…- ne stava parlando, l’argomento scottava nonostante Severus avesse in qualche modo parlato con i fatti non aveva mai detto niente a voce alta –Vedi, io amerò per sempre Lily, ha significato tanto per me. Ma quel sentimento lo associo a molte cose negative. Il rifiuto, la gelosia, la morte. Quando penso al mio futuro, chi sono adesso e con chi voglio stare, io penso a te.-

Wow, era troppo. Sentirsi dire quelle cose la fece diventare paonazza. Ancora una volta gli fece una domanda per distrarlo dalla sua reazione.

-E dimmi, come mai l’argento?-

-Perché è un bel colore, illumina nel buio, un po’ come un patronus.-

-E come mai non lo indossi mai?-

-Sai, è un po’ più difficile da tener pulito rispetto al nero facendo pozioni tutto il giorno…-

Intanto servirono il dolce. Un semplice tortino al cioccolato con cuore caldo.

-Altra domanda, cosa senti quando annusi l’Amortentia?-

-È l’ultima domanda del genere a cui rispondo, sappilo. Il resto dovrai scoprirlo da sola.- disse pulendosi i lati della bocca con il tovagliolo –Allora, odore di libro antico, sai, di quelli rimasti chiusi per troppo tempo, odore di strada appena bagnata dalla pioggia e di calderone in rame.-

Arrivò il conto e Severus pagò con denaro babbano nonostante le proteste di Hermione. La serata era decisamente volata. Parlare con lui era stupendo. La sua voce profonda, di seta, e le pause calibrate erano tremendamente affascinanti, più di quanto non lo fossero mai state a lezione. Risalirono in macchina e si diressero verso Spinner’s End.

La conversazione li portò a discutere dei cambiamenti che avrebbero investito Hogwarts l’anno successivo.

-Quindi la McGrannit sta valutando nuovi insegnanti?-

-Ovviamente. Foster è provvisorio, certo, ma Minerva sa di non avere speranza di trovare facilmente qualcuno al suo livello. Inoltre Foster è onesto e leale, cosa rara per i nuovi professori. Invece Lumacorno è ben intenzionato ad andarsene.-

-Quindi cosa vuoi fare? Riprenderai il tuo posto di Potion Master?

-Immagino mi dovrò sacrificare. Non in molti sono in grado di comprendere la delicata arte di fare pozioni e ad Hogwarts non possiamo permetterci di crescere una nuova generazione di maghi incompetenti.-

Hermione sapeva che sotto tutto quel sarcasmo c’era una grande passione per le pozioni. Conoscere proprietà e dosaggi, trovare il modo di ottenere quello che si desidera dai diversi ingredienti. Le lezioni del suo ex professore l’avevano sempre affascinata.

-Quindi rimane la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure…-

-Sto cercando di convincere la McGrannit verso la scelta più opportuna.-

-E chi sarebbe?-

-Narcissa Malfoy.-

La ragazza lo guardò allibita -È uno scherzo?-

-Niente affatto.-

-Ma come, insomma era dalla parte di Voldemort…-

-Ha sempre e solo difeso gli interessi della sua famiglia. È una serpeverde, non è malvagia.- avevano appena parcheggiato davanti alla casa e lui la guardò negli occhi –Ascoltami, conosco i Malfoy. Sanno essere particolarmente seccanti con quella loro aria di superiorità. Lucius ha appoggiato la causa del Signore Oscuro perché gli avrebbe portato dei vantaggi. Lui senza dubbio ha commesso crimini orribili e si merita di passare un bel po’ di tempo ai domiciliari.- sai che domiciliari in quel castello che si ritrova –Narcissa si è ritrovata in mezzo a questa storia senza mai davvero appoggiarla. So che le è sempre dispiaciuto non poter più frequentare sua sorella Andromeda e Tonks. Non ha mai ricevuto il marchio nero e alla fine ha dimostrato un certo distacco dalla causa del Signore Oscuro.-

-Dici che sarebbe una buona insegnante?-

-Ne sono certo. Ora la sua famiglia è devastata anche economicamente e lei è decisa a prendere in mano la situazione. Difesa è la cattedra giusta per lei. Ha una propensione naturale alla difesa ed è un’ottima occlumante. Le piacciono i marmocchi e dovrebbe essere in grado di tenerli a bada.- le disse, mentre varcavano la soglia di casa.

L’ingresso, stretto e buio, si apriva su un piccolo salotto pieno zeppo di libri. Sembrava quasi che le vecchie librerie avrebbero ceduto sotto il peso della carta. Immancabile nelle case inglesi, il camino occupava buona parte di una parete e davanti ad esso vecchio divano. Una poltrona e un tavolo traballante completavano la stanza.

-Perdona la trascuratezza. Non ci vengo quasi mai.-

Ma lei era incantata. Chissà cosa nascondevano tutti quei volumi?

-Ah, Severus. Allora immagino che dovremmo festeggiare il tuo “nuovo” lavoro.- gli disse sorridendo -Ti ho portato una cosa. Penso che sia ora che tu lo riabbia.-

Gli porse il libro con la copertina nera che Harry le aveva regalato dopo Natale. L’ex professore lo aprì con aria interrogativa e rilesse le sue parole. Il suo sguardò si illuminò.

-Ormai pensavo che quel ragazzo idiota lo avesse usato come carta per accendere il fuoco.-

-Invece proprio quel ragazzo, che non è idiota ed è il mio migliore amico, lo ha salvato dalla distruzione certa e lo ha regalato a me. E non sai quanto mi abbia aiutata durante l’ultimo semestre.-

-Potrei stare a sindacare sul fatto che tecnicamente non si può regalare ciò che non ci appartiene. Invece ti ringrazio.- la tirò a sé e le diede un bacio.

Hermione fu presa alla sprovvista, chiuse gli occhi e fece cadere la borsa. Chissà se lui ha mai…avuto altre donne, si permise di pensare. Lei doveva le sue poche esperienze a Victor. Ogni dubbio svanì quando il bacio si intensificò e sentì le sue mani calde correre lungo il suo corpo. La facevano sentire desiderata. Gli tolse facilmente la giacca di pelle mentre una mano di lui risalì lungo una coscia, al di sotto del vestitino. Arrivò con tutta calma al punto che lei bramava. Si sentì sollevare, lui la prese in braccio e lei incrociò le gambe dietro la sua schiena in un gesto naturale. Sentiva l’erezione dell’uomo contro di lei ma lui prese a camminare e a salire le scale con lei in braccio. Arrivarono fin in una camera da letto. Hermione si guardò velocemente intorno. Era scura anche questa stanza, ma alcuni elementi argentati le davano un po’ di luce. Lui la rimise a terra e riprese da dove era rimasto. Sfiorarla attraverso lo strato di stoffa però non bastava più. La ragazza sentì le dita esplorarla e si lasciò andare ad un gemito. Il suo corpo reagiva automaticamente andando a cercare sempre maggior contatto.

-Sei così pronta per me…- le disse con quella sua voce bassa che la faceva impazzire.

Interruppe quel meraviglioso contatto per sfilarle le mutandine e chinarsi davanti a lei. Al di sotto del vestito Hermione poté solo immaginare cosa stava avvenendo. La baciò per un tempo che le sembrò infinito, completamente immersa nel piacere che le provocava.

Quando Severus si rimise in piedi le sussurrò all’orecchio -In classe fantasticavi che te lo facessi, vero?-

Ed era proprio così. Hermione non aveva mai confidato a nessuno quelle sue fantasie ma ormai conosceva la legilimanzia dell’ex professore. Non avrebbe mai potuto nascondergli niente. Lo guardò fisso negli occhi sperando che lui capisse.

-Ne vuoi ancora?-

In risposta lei fece cadere il vestitino a terra dalle spalline. Non portava reggiseno quella sera quindi si ritrovò nuda di fronte all’uomo. Anche lui aveva ormai perso la calma. Si spogliò per lei. Nudi si contemplarono, ormai complici e pronti l’uno per l’altra.
Lui la fece accomodare sul letto, dove poco dopo la seguì ricoprendola con il suo corpo. Si scambiarono infiniti baci mentre le loro parti intime sfregavano, provocando piacere ad entrambi. Poi lui le prese le mani, le sollevò al di sopra della testa e la tenne ferma. Con un movimento del bacino entrò in lei. Il dolore la pervase ma quando aprì gli occhi trovò i suoi neri a guardarla disperato. Il dolore si trasformò in piacere e lui iniziò a muoversi lentamente dentro di lei. Si persero, uno dentro l’altro uniti con i corpi e con gli occhi. Il ritmo aumentò. I loro corpi si mossero sinuosamente insieme fino all’ogasmo di lei. Le sue pareti si strinsero intorno al membro ospite un numero illimitato di volte e il piacere che ne scaturì fu insopportabile per Severus, che finalmente si svuotò in lei.

Erano sfiniti. Esausti ma felici. Si ritrovarono una tra le braccia dell’altro e, mentre la ragazza si lasciò cullare dalle braccia del sonno, le parve di sentire due distinte parole.

-Ti amo.-




nota  dell'autrice: ebbene, come alcuni avevano già ipotizzato la storia è arrivata alla sua conclusione! (a proposito, spero che vi piacciano gli happy ending xD) ma NON DISPERATE perché esiste ancora un epilogo che verrà pubblicato prossimamente. Detto ciò qualcuno aveva anche ipotizzato la scena "piccante" xD ho cercato di renderla meno descrittiva possibile per non offendere la sensibilità di nessuno (insomma almeno di chi sa come si fanno i bambini).
I ringraziamenti e cose varie me le riservo per l'epilogo ma voi commentate, commentate, commentate! xD
Un bacione,
-H.

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Capitolo 24
*** EPILOGO ***


Era quasi tutto pronto per quella serata. Si divertiranno tutti, si ripeté Hermione, guardandosi allo specchio, si stava infilando gli orecchini. Poteva vedere intorno agli occhi qualche segno del tempo ma tutto sommato gli anni erano stati clementi. Non le piaceva truccarsi, non le era mai piaciuto e fortunatamente continuava a non averne bisogno. Si mise semplicemente un filo di rossetto. Dopotutto era la padrona di casa e voleva apparire al meglio. Era il 31 di dicembre e aveva invitato un po’ di amici a casa sua per passare la serata di capodanno in compagnia. Improvvisamente però sentì un colpo violento dalla camera vicina. Corse immediatamente, non curandosi del rossetto sbavato.

Si ritrovò nella cameretta di Rose chela guardava con sorrisino colpevole. Uno scatolone, che normalmente stava sopra l’alto armadio, era finito per terra, spargendo in giro per la camera il suo contenuto.

-Ehm scusa mamma, volevo solo prendere il vecchio album di foto per riguardarle prima della cena ma era troppo in alto…- iniziò la bambina, con le mani dietro la schiena. Capelli ricci e castani le contornavano il viso, facendola assomigliare molto alla madre. Ma il candore della sua pelle era uguale a quello di suo padre.

-Rose quante volte ti devo dire che non devi usare la magia volontariamente quando sei da sola? Pensa se ti fosse caduto addosso!-

-Ma mamma, io sapevo che potevo far scendere lo scatolone…non sono solo riuscita a controllare l’atterraggio.-

-Ci riuscirai, prometto che appena andrai a Hogwarts l’anno prossimo imparerai un sacco di cose nuove e riuscirai a gestire la tua magia. Fino a quel momento però…

-Lo so, lo so…niente magia senza uno di voi che mi guarda.-

-Ecco brava…a proposito, dov’è tuo padre?-

La piccola alzò le spalle ed Hermione alzò gli occhi al cielo. La donna scese le scale per arrivare al pian terreno della propria abitazione. Uno spazioso soggiorno con un’immensa libreria ospitava un lungo tavolo da pranzo completamente apparecchiato. Una porta conduceva alla cucina, da cui sentiva provenire i tipici suoni di stoviglie.

-Sevesus Tobias Piton, non mi avevi detto che era tutto pronto ormai?-

Hermione lo vide assumere la stessa aria colpevole che le aveva rivolto la figlia qualche momento prima.

-Sì, bè, è tutto pronto, la guarnizione del dolce non influisce sulla possibilità di mangiarlo.-

Severus mentre le parlava non aveva smesso di agitare velocemente la frusta per montare la panna. Hermione guardò il marito, non le sembrò invecchiato di un giorno da quando le aveva chiesto in ginocchio di sposarla (scoprendo in seguito che aveva prima chiesto la sua mano a suo padre). Fortunatamente aveva quasi finito di guarnire le varie porzioni di dolce. Gli si avvicinò per vedere il lavoro svolto.

-Cosa c’è? Non ti fidi?-

-Volevo solo sapere se era buona quanto bella.- disse lei, prendendo un po’ di panna con un dito per poi leccarselo.

-Granger, non si tocca il cibo se non si è il cuoco.-

-Bè, meno male che non mi puoi più togliere dei punti…- rispose, prendendone ancora un po’.

Questa volta però lui le afferrò la mano –Qualche punizione però te la posso infliggere.- le leccò il dito sporco di panna continuando a fissarla –Magari più tardi, stanotte.-

Hermione sapeva benissimo che non scherzava e si ritrovò a fremere. Non lo avrebbe ammesso con nessun altro ma le piacevano quelle “punizioni”.

-Mamma, papà, è vero che io sono più brava a fare magie rispetto ad Albus?- chiese Rose che era appena sbucata dalla porta con in mano una foto molto eloquente. Hermione aveva fotografato i due bambini che giocavano insieme quando avevano all’incirca due anni. Nella foto Rose attirava a sé tutti i giocattoli prima che Albus li potesse prendere e il bambino dagli occhi verdi immancabilmente si metteva a piangere.

-Certo Rose.- le rispose suo padre.

-Allora perché non posso andare ad Hogwarts prima di lui?-

-Tutti i maghi e le streghe accedono ad Hogwarts al compimento dei loro undici anni, è la regola. Ma potrai dimostrare di essere la più brava prendendo voti migliori.- le disse lui –Vuoi assaggiare un po’ di panna?- le sorrise prendendola in braccio.

Non pensava sarebbe stato così calmo, al contrario si aspettava che sarebbe stato scontroso quella serata, d’altro canto tra poco un esercito di bambini avrebbe irrotto nel suo soggiorno. Suonarono alla porta, i primi ospiti erano finalmente arrivati. Ron ed Ellen entrarono in casa seguiti dal piccolo Hugo, tutto suo padre. Ellen e Severus andavano d’accordo, lei lo aveva sempre ammirato come Capo Scuola ed Hermione era leggermente gelosa, cosa che piaceva al professore. Hugo e Rose si comportavano come fratelli, lei la maggiore che premurosa gli spiegava tutto e lui che combinava mille marachelle.

Poi fu la volta dei Potter, sempre con il solito ritardo con i loro tre figli. Il maggiore, James ormai era ad Hogwarts da un anno e mezzo e, alla vista di Severus, si irrigidì immediatamente. Una passione per gli scherzi e la popolarità lo facevano assomigliare terribilmente al nonno paterno…insomma, dire che l’insegnante di pozioni lo aveva preso di mira era un eufemismo. Albus invece era più schivo e riflessivo e, avendo la stessa età di Rose, era il suo compagno di giochi preferito. Severus poteva far finta con tutti che non gli andasse a genio ma Hermione aveva visto come Albus fosse diverso dal fratello maggiore e forse aveva qualche tratto di serpeverde che a suo marito non dispiaceva per niente. Infine Lily, la preferita da suo padre. Incredibilmente coccolata, era una peste appena Harry si girava. Aveva i capelli rossi di Ginny, i suoi occhi azzurri e i lineamenti del padre. Assomigliava molto alla nonna paterna ma Severus non ci dava nessun peso. Quando aveva scoperto il nome della bambina aveva semplicemente commentato “La finiranno mai di dare nomi assurdi a quei poveri bambini?”.

-Quindi Teddy verrà ad insegnare ad Hogwarts il prossimo anno?-

-Potter, per te sarà il professor Lupin.-

-Ha ragione James, dovrai portargli rispetto come fai con il professor Paciock, intesi?- lo ammonì Ginny.

-Ma è sempre a casa nostra e ora esce con nostra cugina…insomma come farò?-

-Potrai continuare ad essere suo amico ma fuori dalle lezioni- gli disse dolcemente Hermione prendendo la mano a Severus che alzò un sopracciglio –Tu concentrati solo sulle lezioni di Trasfigurazione, è una materia stupenda!-

-Facile a dirsi per te, zia Hermione, tu sei uno dei 7 animagus registrati!-

-James Sirius Potter, tu porti il nome di mio padre e del mio padrino, ed erano entrambi animagus…impegnati anche tu in Trasfigurazione e vedrai che lo potrai diventare anche tu.- gli disse Harry scompigliandogli i capelli.
 
 


 
 
I suoi amici erano diventati maturi, dei padri di famiglia. Un po’ meno inclini alle avventure ma d’altronde ne avevano passate tante…erano semplicemente invecchiati. Harry aveva qualche capello grigio, Ron ne stava perdendo, Ginny invece era ammaliante come sempre ma la carriera come giocatrice ormai terminata per prendersi più cura di quella che stava diventando una famiglia numerosa. Quella sera si divertirono. La cucina di Severus era apprezzata da tutti e il vino elfico portato da Harry lo era altrettanto. I bambini giocavano insieme da scalmanati…qualcosa le diceva che sarebbero rimasti amici fino alla fine come lo erano i loro genitori.



nota dell'autrice: ecco, questo momento è arrivato prestissimo. esattamente due mesi fa ho pubblicato il primo capitolo...un po' per gioco e un po' per sfida. il mio obiettivo era di portarlo a termine e questo lo devo a tutti quelli che hanno letto la storia. voi l'avete fatta crescere e diventare migliore di quanto sperassi. ok, ora basta se no mi commuovo xD 
insomma, grazie mille a tutti e se avete letto volentieri la storia fatemelo sapere!
Un bacione a tutti e buon capodanno!!
A presto,
-Hermlani

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