Step Into The Night (tradotta da arya87)

di The Ersatz Diplomat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - L'Auror precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - L'importanza di chiamarsi Sirius ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Conversation Galante ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Sublime ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - We tripped on the urge to feel alive ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Questo è il suono dell'assestamento ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Una ragazza dal nome bizzarro ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - L'Auror precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa ***


Eccomi di nuovo qui, anche se stavolta non con una mia creazione (anche se mi piacerebbe poter vantare un simile lavoro, :D) ma con la mia prima traduzione dall'inglese. Questa fic è opera dell'immensa The Ersatz Diplomat, vi consiglio di andare a dare un'occhiata al suo profilo su fanfiction.net, è davvero una scrittrice formidabile!

E' molto lunga, per ora sono stati scritti 25 capitoli ed è tutt'altro che conclusa, ma a mio parere ne vale la pena, è una delle fic più belle che abbia mai letto: scritta divinamente, completamente canon, caratterizzata da personaggi azzeccatissimi, citazioni letterarie e musicali e un adorabile senso dell'umorismo. Spero di averle reso giustizia con la mia traduzione!

Buona lettura e mi raccomando recensite, riferirò tutto all'autrice!

Step Into The Night

L'Auror precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa



“Ce l'hai fatta, finalmente, Lupin!” esclamò secco Moody. Una schiera di visi si voltò a guardarlo mentre varcava la soglia della cucina, fradicio e inzaccherato di fango.

“Ehm, scusate” sentì il volto bruciare leggermente mentre prendeva posto accanto a Sirius Black. “Ero fuori per una commissione, e sono stato sorpreso dalla pioggia... ovviamente.” Fece scivolare un pacchetto di carta dalla tasca del cappotto e lo passò a Sirius.

“Allora li hai trovati?” mormorò questi. L'uomo dai capelli corvini infilò l'involucro sotto il mantello. “Sono in debito con te, Lunastorta.”

E quante volte mi sono sorbito questa solfa da quando avevamo dodici anni, Felpato?

Si era perso le presentazioni, emergendo dall'acquazzone con una buona decina di minuti di ritardo, e ora cercava di aggiornarsi sugli ultimi dettagli del piano di Moody per andare a prendere Harry dai Dursley.

Più che altro per soccorrerlo... Da quello che Harry lascia trapelare, quei babbani sono terribili con lui...

C'erano alcuni nuovi membri che non conosceva di persona, sparsi tra ciò che rimaneva dell'Ordine originario, ma solo uno non riconosceva affatto, una giovane seduta tra Piton e Molly Weasley. La osservò per un po', dandone la colpa al fatto che la sua attenzione era inconsapevolmente attratta dal look colorato nel mezzo di mura grigie e mantelli neri. Aveva capelli di un'intensa sfumatura di rosa, ed indossava un trench giallo fluorescente su una maglietta verde acido con un incomprensibile slogan stampato davanti. La testa inclinata di lato, di tanto in tanto prendeva appunti su un pezzo di pergamena, o si protendeva verso la signora Weasley a sussurrarle qualcosa. Le sue labbra erano increspate in un piccolo sorriso, ad enfatizzare quanto fosse l'opposto dell'uomo seduto alla sua sinistra, che poteva essere facilmente descritto come la persona più tetra sulla faccia della Terra.

Piton dovrebbe prendere lezioni di moda da lei... illuminare un po' il guardaroba... magari un nuovo taglio di capelli...

Studiò i due membri giustapposti, la giovane così colorata da sembrare un dipinto di Andy Warhol... e accanto a lei Piton, avvolto in vesti nere, con un'espressione imbronciata e annoiata, come se stesse celebrando il rito funebre dello Shiv’ah ma senza essere realmente in lutto.

Promemoria : Non invitare Piton al tuo funerale...

La ragazza-dai-capelli-rosa alzò lo sguardo dalla sua celata conversazione con la signora Weasley e sorrise a Remus, sistemando una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Il suo ghigno a trentadue denti era familiare, sapeva di averlo visto da qualche parte prima d'ora, ma proprio non riusciva a ricordare. Lupin fissò il suo tè, rigirandolo pensoso. Non l'aveva mai incontrata prima di quella sera, era sicuro che avrebbe ricordato qualcuno con i capelli color zucchero filato, eppure aveva un'aria così familiare.

Lo sbuffo di una risata alla sua destra lo scosse dalle sue considerazioni. Sirius Black aveva il volto tra le mani e scuoteva il capo.

“Perché stai sghignazzando?” sibilò al ridacchiante ex prigioniero.

Sirius indicò vago la sala. La ragazza-dai-capelli-rosa ridacchiò nuovamente, ma questa volta non aveva più capelli rosa: le arrivavano alle spalle, neri e artisticamente spettinati. Mostrava lo stesso sorriso consapevole e birbante che lui aveva cercato di collocare per tutta la sera.

Aspetta un momento... Cosa...?

E improvvisamente seppe di chi si trattava.

“Tua... cugina.” Azzardò, rammentando una conversazione sulla famiglia di Sirius qualche settimana prima.

“Pffft! Sì, è lei.” bofonchiò lui, sorridendole di rimando.

“Tua cugina?”

Perché una cugina di Sirius dovrebbe essere nell'Ordine? Non sono tutte... in prigione? O sposate con Lucius Malfoy?

“Già. Non vedevo Tonksy da quando sua madre mi ha affatturato per averla portata a fare un giro in moto... Merlino, era anni fa!”

“Non mi avevi detto che tua cugina era nell'Ordine.”

“Lei voleva provare! Indossavamo quegli stupidi caschi e tutto il resto, era perfettamente sicuro. L'ho detto a 'Dromeda, ma lei non voleva sentir ragione...” Scosse la massa di capelli neri in costernazione.

“No, Sirius. Non mi avevi detto che tua cugina è nell'Ordine.

Sirius abbandonò la nostalgica elaborazione di una scusa.

“Mmmm, no, non l'ho fatto. E non ti ho detto che mia cugina Tonks è un auror... precisamente un auror in gonnella.” Sirius dimenò le sopracciglia in modo allusivo al di sopra della sua burrobirra. “ Ma ti ho detto che è una metamorfomagus. Davvero, Lunastorta, dovresti prestare più attenzione.”

Davvero, Felpato, dovresti essere meno ubriaco quando tenti di dirmi qualcosa.

Entrambi rimasero in silenzio per un momento, studiando l'auror Tonks, precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa, mentre continuava a fare smorfie a Sirius con il suo stesso aspetto, barba incolta a parte.

“Mi dispiace dirlo, Felpato, ma ha un aspetto migliore del tuo anche con la tua faccia.”

Sirius quasi si strozzò con la sua burrobirra e batté i denti contro la bottiglia. “Owww, dannazione!”

“C'E' QUALCOSA CHE VORRESTI AGGIUNGERE ALLA DISCUSSIONE, BLACK?” tuonò Moody.

“N-no” tossì lui tra risate strozzate.



*****



L'atmosfera nella stanza si fece esponenzialmente più allegra al termine del discorso di Moody, e in qualche modo Remus si ritrovò a farsi largo attraverso il salotto in direzione dell'auror Tonks, un piatto di biscotti e due tazze di cioccolata calda tra le mani. La trovò presto, seduta sul bracciolo del divano del salotto, intenta ad osservare quel gesticolante putiferio che era suo cugino mentre mimava scene da un aneddoto che coinvolgeva, così pareva, la piovra gigante, nel tentativo di far ridere Minerva McGranitt. Stava fallendo miseramente, come al solito.

Remus si sedette all'altro lato del divano, posando il piatto di biscotti sul tavolo con un thud. Lei si voltò verso di lui dolcemente. Lui la indicò con una tazza di cioccolata.

“Ti andrebbe-”

“-Oh, sicuro!” sprofondò nel divano accanto a lui, prendendo la cioccolata. “Grazie.” Sistemò il trench sui jeans stracciati. Il suo sguardo incrociò quello di Remus, e lui trovò difficile abbassare il proprio alla tazza.

Lunastorta, sei un imbecille. Sei un membro del dannatissimo Ordine della Fenice... un professore di Difesa Contro le Arti Oscure... un Malandrino, senza menzionare un Grifondoro... un maledetto lupo mannaro, per giunta... Non riesci neppure a parlare con una ragazza. Imbecille.

Ignorando la voce persistente all'interno della sua testa, la fissò sfoggiando la sua più amichevole espressione.

“Tu sei-” iniziò, ma lei lo interruppe.

“-la metamorfomagus. Sì, e...?” concluse, bevendo un sorso dalla sua tazza. La sua voce era quasi un sussurro, ma tagliente come un rasoio. Si sistemò sul divano, a gambe incrociate.

Sì, questo è davvero un membro dell'anticamente irritante e nobilmente malvagia Casata dei Black... Sorrise suo malgrado.

“Stavo per dire 'la cugina di Sirius', ma qualunque nom de guerre tu preferisca va bene” replicò, scoccandole un'occhiata di falso monito. Gli occhi di lei si spalancarono per l'imbarazzo.

“Mi dispiace!” sospirò “Sono stata scortese, non intendevo-” Il suo sguardo si abbassò fino agli stivali da combattimento “Non era necessario-”

“Ma considerevolmente divertente, ciononostante.” Scrollò le spalle, e lei rise, alzando lo sguardo per chiedere

“Tu non sei-” iniziò lei.

“Il lupo mannaro” udì le fatidiche parole prima di realizzare di averle, in effetti, pronunciate.

Oh, merda.

Non era che la gente non sapesse del suo... problema. In tutta la sua vita l'aveva solo rivelato di persona soltanto ai suoi quattro più cari amici, e adesso due di loro erano morti, uno sulla lista delle persone che avrebbe sinceramente voluto vedere morte, e l'ultimo si stava ancora dimenando follemente accanto al caminetto. Sentì il volto bruciargli per l'imbarazzo; aveva accidentalmente confidato il suo più oscuro segreto ad una qualunque sconosciuta.

Le sopracciglia di lei balzarono in alto. “Stavo per dire 'non sei offeso' ?” Gli si avvicinò, occhi scuri scintillanti alla luce della lampada. “Ma, sei davvero...?” la sua voce era quasi un sussurro.

Si è per caso avvicinata a me? Questo è uno sviluppo inaspettato...

Sentendosi la nuca in fiamme, si mosse nervosamente sul divano. Lo sguardo indagatore della giovane non lasciò il suo viso per un istante.

“Eh, no” sospirò. “Non sono offeso. E sì per quanto riguarda l'altra parte...”

“Beh, non l'avrei mai immaginato” si sedette nuovamente contro i cuscini del sofà, sorseggiando la sua cioccolata con quegli strani occhi scuri ancora puntati su di lui. Sorrise, le labbra sulla tazza, ma si trattava di un sorriso gentile, non sprezzante, come lui si era aspettato. Remus avvertì una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

“Non sei un auror?” rispose, la voce carica di non intenzionale derisione. “Dovresti essere in grado di riconoscere un lupo mannaro quando ne incontri uno.”

Sto solo tentando di recuperare ciò che resta della mia dignità, pensò Remus, cercando di giustificare il suo tono, anche se se ne pentì all'istante.

Gli occhi di lei si strinsero in... rabbia? Sperò di no.

Dannazione...

“Occhi azzurri e fossette non compaiono sulla lista di criteri che definiscono gli archetipici tratti di un lupo mannaro.” Il commento le uscì di bocca in modo buffo... Ma lei arrossì quando udì le proprie parole. Qualche istante di silenzio carico d'ansia passò tra i due come elettricità. Il collo di Remus era così cotto che lui dovette trattenersi dallo strattonare il colletto della camicia.

Ha forse appena detto quello?

Scoppiò in una risata mortificata.

E ora mi affatturerà...

“Per il bene della conversazione dovremmo far finta che io non abbia detto quello... ad alta voce” affermò lei, scrollando il capo “E assumere come dato di fatto che sono un’ idiota inconcludente.”

Beh, almeno non mi ha affatturato...

“Ritratteresti un così bel complimento?” Si sforzò di riprendersi dall'attacco di risolini che l'aveva sopraffatto. “Erano secoli che non avevo una decente carica al mio ego martoriato” le sorrise “soprattutto dopo la scoperta che, ehm, occhi azzurri e fossette, giusto?” Lei arrossì furiosamente “sono accompagnati da una personalità piuttosto noiosa e, occasionalmente, da pelliccia.” Scrollò le spalle e la fissò, un sopracciglio inarcato. Lei lo fissò di rimando con quegli strani occhi scuri.

“-E quanto ad essere un’ idiota inconcludente... Beh, suppongo di doverti un'occasione per smentire quella teoria.”

A volte devi lottare col fuoco...

La risata mista di Sirius e Arthur Weasley filtrò attraverso il loro silenzio quando Sirius si lanciò in un'altra barzelletta.

Lei gli rivolse un ampio sorriso e tese una mano ornata da pesanti anelli d'argento.

“Sono Tonks, a proposito” affermò, come se la precedente conversazione non avesse mai avuto luogo.

Strinse la sua mano, incapace di sopprimere una risata. “Remus Lupin... lieto di fornire le conversazioni tra completi sconosciuti dei faux pas sociali necessari per provocare la giusta dose di silenzi imbarazzanti.”

“Oh...?” Rise lei in ammirazione. Lieta di conoscerti formalmente, Remus... E' latino?”

Sta parlando con me? Suona fin troppo bene per essere il mio nome...

“Lo è?” si riscosse dal momento di distrazione “Quello che volevo dire è - non sei assolutamente disgustata al pensiero di bere cioccolata calda in compagnia di un lupo mannaro?”

Merlino, spero non sia disgustata...

Una pausa carica di aspettativa saturò l'atmosfera mentre lei afferrò un biscotto dalla pila nel piatto.

“Tutti gli uomini sono cani, a volte, signor Lupin” canzonò, il tono scherzoso nuovamente nella sua voce, ad unirsi alla scintilla nei suoi occhi. “Almeno tu sei onesto ad ammetterlo” Rise chiassosamente ed addentò il biscotto con foga, e all'improvviso Remus avvertì un irragionevole tepore, come se avesse trangugiato un'intera tazza di cioccolata in un unico sorso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - L'importanza di chiamarsi Sirius ***


Step Into the Night

L'importanza di chiamarsi Sirius



La luce del mattino filtrava attraverso la finestra all'interno dello studio, velando di un'opaca tinta grigio-giallognola gli scaffali colmi di libri polverosi. Un uomo stava sdraiato comodamente sul divano, i piedi scalzi a penzolare dal bracciolo. Una mano dalle dita affusolate reggeva un libro aperto sul petto, l'altra era impegnata a scansare i folti capelli castani striati di grigio che ricadevano pesantemente su una fronte lievemente aggrottata. Gli occhi grigio azzurri scattavano avanti e indietro, seguendo il percorso delle parole lungo le pagine. Nel complesso era in uno stato di disordine generale, la camicia blu sbiadita sgualcita e fuori dai pantaloni color khaki, questi ultimi consumati e arrotolati alle caviglie. Una tazza di tè giaceva fumante sul pavimento; l'uomo si protese e l'afferrò senza interrompere la lettura.

“Ancora impegnato con quello, vedo” un uomo alto e magro si appoggiò allo stipite della porta, scuotendo la massa di capelli neri con un'espressione pietosa. Prese una cucchiaiata di cereali dalla tazza che aveva tra le mani e ruminò pensosamente.

Remus Lupin gli indirizzò un sopracciglio inarcato al di sopra della copertina del libro. “Il tè, o 'Sahara'?”

“Ma tu non dormi mai? “ domandò, inorridito, “o semplicemente vivi di romanzi tascabili babbani ed Earl Grey?”

“Buongiorno anche a te, Sirius.” Voltò una pagina.

“Devi trovarti una ragazza, amico.” Sirius sospirò e si accasciò su una sedia. “O magari...” proseguì, malizia nella sua voce “Ne hai già trovata una, e sei in tal caso incapace di corteggiare suddetta sgualdrina.”

Non ridere, Remus. Non farlo. Non dargli questa soddisfazione... 'Sgualdrina', però... Chi usa ancora quella parola?

Un altro sopracciglio castano si inarcò a raggiungere il primo. “Se comprendo correttamente la tua insidiosa insinuazione” affermò lentamente, sopprimendo una risata “hai appena definito tua cugina una sgualdrina.” Girò nuovamente pagina con deliberata calma.

Sandeckers sarà furioso quando scoprirà della sua barca... Dannato Dirk Pitt con il suo aspetto selvaggio e affascinante e i suoi capelli neri scintillanti. La scamperà anche stavolta. La scampa sempre.

“E tu hai appena ammesso di non riuscire a provarci!” Sirius scoppiò in una ristata simile ad un latrato.

'Provarci'? Com'è totalmente privo di tatto... Ma in effetti sei Sirius... E la scamperai. La scampi sempre.

Un sorriso tese gli angoli delle sue labbra, e fu lieto che il suo viso fosse celato dalla copertina del libro. Sapeva che quell'argomento sarebbe saltato fuori prima o poi, si era semplicemente chiesto quando sarebbe successo. Sirius l'aveva punzecchiato di nascosto ma senza tregua da quando l'aveva visto parlare con Tonks nel primo incontro dell'Ordine, ben quattro settimane prima.

“Non ho detto nulla del genere.”

“Allora, Tonks, eh? E' parecchio attraente.” Agitò il cucchiaio in aria, enfatizzando la sua arringa. “Voglio dire, se non fossimo cugini...” sogghignò pensieroso “-e se non fosse così terribilmente infatuata del mio miglior amico... Posa quell'assurdità babbana, Lunastorta, sto cercando di avere una conversazione con te!” Fissò Remus minaccioso, puntandogli contro il cucchiaio.

'Infatuata'? Dove raccoglie le sue informazioni? E chi usa più la parola 'infatuato'?

“Sirius” Remus gli scoccò un'occhiata colma di disapprovazione “Prima di tutto questo non è un'assurdità... è un romanzo storico.” Tamburellò sulla copertina del libro “Inoltre, se hai intenzione di parlare con me, abbassa quell'utensile da cucina. Non sei in cima alla lista delle persone da cui voglio essere cucchiaiato, al momento.”

“Ah, ma scommetto che mia cugina lo è... Scommetto che ti piacerebbe.” Sirius scosse il capo di nuovo, ghignando come se avesse vinto un premio. “E so per certo che non sei andato a letto ieri sera! Hai aspettato che lei tornasse dalla missione!”

“Sì, l'ho fatto.” Remus chiuse il libro. Era rimasto sveglio ad aspettare, tendendo l'orecchio un po' troppo ansiosamente nella speranza di sentire i goffi passi di lei nell'ingresso. Non voleva ammettere di fronte a Sirius che Tonks gli piaceva parecchio, abbastanza da prepararle una tazza di tè quando arrivò, esausta, abbastanza da lasciare che si addormentasse con la testa poggiata sulla sua spalla, abbastanza da portarla in braccio nella propria stanza e permettere che dormisse nel suo letto per dormire invece nello studio.

E' quello che qualunque buon amico farebbe... ed è ciò che siamo, nulla di più, davvero... Sfortunatamente.

“Aha! La verità viene a galla!” Sirius esclamò trionfante.

Non scoprirò mai cosa succederà ad Eva, ora...

“Allora. Avete...?” Sirius dimenò le sopracciglia e gesticolò in modo volgare, la tazza di cereali sospesa a mezz'aria.

“No!” Soppresse l'irresistibile impulso di scagliare un libro contro il cranio scarmigliato dell'amico.

Non devo. Danneggiare. La. Letteratura. Non importa quanto lui lo meriti...

“Non abbiamo neppure- voglio dire, non siamo- siamo solo amici” concluse fiaccamente.

Ma ci sto lavorando...

“Beh, avreste dovuto. Sei fastidiosamente stizzoso oggi, magari una buona scopata ti avrebbe tirato su di morale. Reso... più sopportabile.” Sirius si strinse nelle spalle, giocherellando con cucchiaio nella tazza. “Per Merlino, sii ragionevole! E' ovvio che le piaci, ed io potrò esigere il titolo di paraninfo. E se non le piaci, posso pur sempre inveirti contro a riguardo, quindi a me andrebbe bene in ogni caso.” sfoggiò il suo miglior ghigno alla Black.

“Già, beh, grazie per il prezioso suggerimento” ribatté Remus, aprendo nuovamente il libro.

Una cucchiaiata di cornflakes umidi lo colpì in fronte.

“Dispenso sempre buoni consigli, è l'unica cosa che posso farci... Non sono di alcuna utilità per me stesso.”





“Lunastorta è solo... Lunastorta, immagino.” Sirius preparò due tazze di tè e ne fece scorrere una lungo il tavolo verso una donna dai capelli rosa shocking. “E' un... beh, ti assomiglia.” Le passò un piatto di toast, stavano entrambi facendo una tarda colazione.

“Cosa intendi, mi assomiglia?” Tonks versò una ridicola quantità di zucchero nel proprio tè e lo rigirò con fervore.

“Siete entrambi un po'... poco convenzionali. Nessuno dei due rientra in una categoria, di per sé... Eccetto quella degli abomini mutaforma.” Le fece l'occhiolino. “Una coincidenza provvidenziale, direi. E so che sembra un vecchio strambo...”

“Non penso sia un vecchio strambo!” Scosse la chioma rosa con veemenza. “E' solo così... calmo.”

“Sì, è sempre stato così, ma credimi, c'è un senso dell'umorismo deliziosamente perverso, lì da qualche parte, me ne sono accertato. Remus è sempre stato in qualche modo... posato. Era sempre la piuttosto ignorata e sottovalutata voce della ragione nel nostro gruppo di amici.” Un'espressione triste oscurò il volto un tempo affascinante del mago. “Ma l'apprezzo ora, tutte le volte che ha detto 'Sirius, non accettare quel lavoro! Sirius, non sposare quell'arpia!', sai?”

Annuì pensierosa, osservando il proprio tè formare cerchi all'interno della tazza.

“Quello che sto cercando di dire è, non mette così soggezione come sembrerebbe.” L'uomo dalla chioma corvina la fissò intensamente. “E neanche tu. Senza offesa, ma è vero. Entrambi indossate una maschera di fronte a tutti gli altri; non che sia una cosa negativa, a volte è necessario. Comprensibilmente necessario per entrambi.” Sospirò.

“La cosa ha senso.” Replicò lei, in contemplazione “Se hai ragione, ma avere questo in comune è sufficiente perché valga la pena di tentare un rapporto più che platonico?”

“So di aver ragione. E penso che lui mi abbia detto la stessa identica cosa riguardo a te.” Le lanciò una briciola di toast. “Magari non sarà il catalizzatore di una relazione, ma rende le cose più facili capirvi a vicenda. Avete più cose in comune di quanto pensiate.”

Lei gli rilanciò la briciola, che finì nel piatto del burro.

“Gli piaci, sul serio. Ne sono sicuro, lo conosco da quando avevamo dodici anni. So come si comporta in presenza di una ragazza che gli piace.”

“Nello stesso modo in cui si comporta con tutti gli altri?” Si appoggiò allo schienale della sedia, fissandolo con un'espressione sardonica stampata sul volto.

“A dire la verità...sì.” Rispose lui semplicemente.





Qualcuno bussò alla porta dello studio, quella sera, mentre Remus era sdraiato sul tappeto accanto al caminetto, nuovamente assorto nella lettura del suo romanzo babbano. Sospirò tra sé.

Che c'è adesso, Felpato? Altri consigli fraterni? Altri cornflakes?

“Avanti.” Disse, sensibilmente scocciato dall'interruzione.

Un pallido viso incorniciato da capelli magenta spuntò da dietro la porta, gli occhi scintillanti. “Ehi!”

“Oh, scusa.” Si mise a sedere. “Entra pure.”

“Sei impegnato?” Aprì la porta con un piede, reggendo due bottiglie di burrobirra in una mano e un piatto di torta nell'altra. “Sirius mi ha detto che eri quassù e che avrei dovuto portarti uno spuntino, anche se non so se quello che ho portato corrisponda alla sua idea di 'spuntino'. Non tirarti su” Disse mentre lui faceva per alzarsi “Sembravi essere terribilmente comodo, mi siederò qui con te.”

Promemoria – Abbraccia Sirius.

Tonks si sedette a gambe incrociate, tentando disperatamente di bilanciare la torta e le bevande. Remus prese entrambe le burrobirre e le stappò, passandone una alla giovane. Lei posò il piatto con la torta sul pavimento, dolorosamente consapevole della sua goffaggine.

“Ho portato il pezzo più grande che era rimasto.” Affermò, estraendo due forchette dalle tasche. “Ma volevo limitarmi a rompere un piatto per oggi, quindi ci toccherà dividere.” Era colpito dalla sua abilità di ridere della propria sgraziataggine. “Dovrei indossare uno di quei cartelli babbani... 'Senza Rischio di Incidenti per Venti Secondi'.”

Lui rise, piantando la propria forchetta nella torta al cioccolato. Gli piaceva il suo strambo senso dell'umorismo, il modo in cui il suon naso si arricciava quando rideva. Gli piaceva addirittura la sgargiante maglietta arancione con la scritta “From Concentrate” e le scarpe da ginnastica celesti.

“Grazie per esserti preso cura di me ieri sera. Ero in un stato pietoso, ne sono sicura.” Infilzò la torta con la forchetta. “Ecco, prendi la glassa, a te piace più che a me... Mi dispiace che tu abbia dovuto dormire sul divano. L'avrei fatto io, sai, non sono una femminuccia.” Lo fissò con franchezza.

“Lo so. Ma sai bene che non te l'avrei permesso.”

“Lo so. Dannati Grifondoro.” Gli sorrise “Remus Lupin, prova vivente che la cavalleria non è morta.”

Sarà meglio che ti ci abitui, Ninfadora.

“Ha ha ha” rise beffardo, tendendo le gambe verso il fuoco e spostando il libro.

“Che cosa stai leggendo?” Lo raccolse, sbirciando tra le pagine. “Oh, è babbano!”

“E' carino. Un po' verboso.” Si appoggiò ai gomiti. “Ti piacciono le cose babbane?”

“Oh, sì” Rispose sorridendo. “Mi piace quella roba. Film, libri, musica, gadget. A dire la verità” Tirò un filo che spuntava dal tappeto “Ho studiato in un'università babbana...”

La fissò incredulo.

Quanto è forte? Oh, Merlino, ho appena pensato la parola 'forte'. Questo non è forte. Diamine.

“Solo per due trimestri, non per molto.” Tonks scosse il capo, facendo volare la chioma rosa. “Era per lavoro, quand'ero cadetto e studiavo per diventare un Auror.”

“Cosa studiavi?” domandò con interesse, e stranamente consapevole di quello che doveva essere un movimento inconscio verso di lei.

“Un po' di filosofia. Kingsley diceva che dovevo cercare di mantenere i miei pensieri più in forma dei miei piedi. Ma non penso abbia funzionato... E' passato un po', ma...” Si interruppe, riflettendo. “L'uomo ideale sopporta le avversità della vita con dignità e grazia, sfruttando al meglio le circostanze.”

“Aristotele.” Fissò la sua bottiglia di burrobirra, sapendo che sarebbe stato un crimine contro natura non agire in base ai propri sentimenti per lei.

Lei annuì. “Definisce un paio di uomini che conosco.”

Sedettero in silenzio, l'unico suono era lo scoppiettio del fuoco. Lui posò la bottiglia sul pavimento e guardò Tonks intensamente.

“Tonks, mi stavo chiedendo” si schiarì la gola “se tu volessi-”

“Sicuro-” lo interruppe lei, con un ampio sorriso.

“Ma non mi hai-” si passò una mano tra i capelli, frustrato.

“Lasciato finire? Come puoi essere certo che io non sapessi già quello che stavi per chiedermi?” La voce velata di finta timidezza.

La osservò in silenzio. Lei sorrise gentilmente e prese la sua mano.

“Mi piacerebbe aiutarti a sfruttare al meglio le circostanze.” La mano di lei era calda al contatto con la sua. “Ma dovrai dividere la torta con me” aggiunse in un serio sussurro.







Translator's Corner:

Eccovi il secondo capitolo, ed incredibilmente ad una distanza decente dal primo... Non potrò garantirvi sempre questa rapidità tra i vari impegni universitari, ma prometto che farò del mio meglio!

Intanto spero che la storia vi stia appassionando! Ringrazio di cuore, anche da parte dell'autrice, i lettori e recensori del precedente capitolo, e coloro che hanno già inserito la storia tra i preferiti!

Per questa volta non ho tempo di ringraziarvi e rispondervi singolarmente perché sono un po' di fretta, recupererò al prossimo capitolo!

A presto!!!

Arya87

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Conversation Galante ***


Step Into the Night

Conversation Galante


Una coppia passeggiava nel parco al crepuscolo, foglie marroni svolazzanti attorno ai loro piedi e crepitanti al contatto col sentiero di cemento. Il braccio della donna era intrecciato a quello dell'uomo in una catena di vissuta pelle nera e lana logora; lei lo strinse qualche centimetro più vicino a sé. Quei centimetri lo colmarono di un tepore che non aveva nulla, e al contempo tutto, a che vedere col fatto che stessero camminando così vicini che le loro gambe si sfioravano e che lui poteva veder pulsare la vena sul collo di lei, e odorare il suo profumo – cioccolato e cannella. Un sorriso obliquo attraversò il suo volto.


Il cielo autunnale sovrastava gli alberi spogli – un viola nebbioso striato di nuvole argentate. Lui la guidò verso un lato del sentiero, dove si trovava una panchina di ferro battuto nascosta in una radura di giovani pini.


Penso proprio che mi piacciano gli appuntamenti con te, Lunastorta.” Rise la donna, stringendo tra le mani una tazza di polistirolo fumante mentre si sedevano insieme. Lo occhieggiò giocosa.


E' così che li chiamiamo adesso, Ninfadora?” Remus Lupin si appoggiò allo schienale della panchina, distendendo le lunghe gambe e scuotendo i capelli castani. “E io che pensavo fosse solo una pizza tra amici” Concluse cupamente, ma con una scintilla malandrina negli occhi.


-Seguita da drink in una caffetteria babbana, e da una passeggiata al parco al chiaro di luna? Remus, qualunque individuo dotato di spirito d'osservazione considererebbe questo più di una semplice amichevole capatina a dividere una pizza.” Gli scoccò un sorriso compiaciuto, attorcigliando distrattamente una ciocca di capelli attorno all'indice. “E smettila di usare quel nome orribile! Chiamami Tonks, per Merlino!”


Ritieni di essere dotata di spirito d'osservazione, eh?” Le diede una gomitata.


Vigile... costantemente.” Gli fece l'occhiolino, bevendo un sorso di tè.


Lui sollevò il bavero del vecchio cappotto attorno al collo, ammirando l'adorabile visione che era Ninfadora Tonks. Le guance della giovane erano tinte dalla brezza umida di una tonalità che si abbinava a quella dei capelli, la sua preferita sfumatura di rosa che tanto spesso esibiva. Sotto la giacca di pelle, che le arrivava alle ginocchia, indossava jeans e un maglione nero che lasciava provocantemente scoperte le spalle candide. Per i suoi standard era elegante, anche se portava i suoi preferiti, massicci Doc Martens. Sembrava proprio un appuntamento, per quanto non ufficiale, non ortodosso, e seguente un turno di guardia: lui lo sapeva, lei lo sapeva. Aveva sviluppato una certa parzialità nei confronti dell'esuberante giovane auror e del suo svitato senso dell'umorismo. Passavano sempre più tempo insieme, i loro nomi erano di continuo misteriosamente appaiati nei turni per gli incarichi dell'Ordine. Remus aveva i suoi sospetti sull'identità dell'individuo responsabile della manomissione dei turni, ma lasciò correre, attribuendo la cosa al fatto che lavorassero bene insieme e che qualcuno l'avesse notato.


Promemoria – Abbraccia Sirius. E regalagli una bottiglia di Ogden. E organizzagli una festa. Una grande festa.


Lei si era offerta volontaria per prendere la cena quella sera, e lui l'aveva lasciata con riluttanza, insistendo per la più economica pizzeria che conoscesse. “Oh, adoro quel posto! Hanno la miglior pizza formaggio e cipolla! E anche la diavola è piuttosto buona.” Il naso della ragazza si era arricciato in quel modo particolare che a lui piaceva tanto quando aveva afferrato il suo braccio e lo aveva strattonato per la strada, inciampando in una buca.


Se questo non è il tipo di 'appuntamento' al quale vai di solito, quale lo è? Dimmi, ti prego.” Le sue dita tracciarono nell'aria delle virgolette alla parola 'appuntamento', e inarcò un sopracciglio in direzione di lei, ridendo sotto i baffi. Una folata di vento le arruffò i capelli.


Io – ma... Mpf. E' soprattutto qualcosa tipo pub, bere e ballare.” Scrollò le spalle, passandosi una mano tra i capelli ingarbugliati. “Piuttosto infantile e per niente romantico, ne sono consapevole. E tu?”


Io cosa? Ah, la faccenda appuntamenti. Mmmm... è passato un po' di tempo. Lo sforzo non si è mai dimostrato fruttuoso, ovviamente, prendendo in considerazione il fatto che sono a corto dei fondi necessari. E che sono vecchio. E tutt'altro che attraente.” Rise senza convinzione.


Fondi, Remus? Tutt'altro che attraente? E' assurdo. Vecchio? Renditi un po' di merito per una volta.” Sbuffò. “Quindi è passato un po' di tempo?”


Più o meno due o tre anni.” Lo divertiva il modo in cui lei con ironia ficcava il naso nella sua vita privata.


Oh, giusto. Quel fatto a Hogwarts.” Annuì comprensiva. “Beh, tutta quella parte per me è ok. Lo sai, vero?”


Lo so. Dannati Tassorosso. Troppo maledettamente aperti e concilianti per il loro bene.” Disse rudemente. Lei gli sferrò un pugno al braccio.


Ehi! Non è vero!” Replicò indignata. “Io odio gli spaghetti! E non mi piacciono neppure le Spice Girls.”


Quale razza di persona non ama-” Si fermò quando lei gli scoccò un'occhiata minacciosa. “-gli spaghetti?”


Buon per te che tu non abbia detto 'le Spice Girls', Remus. Sarei stata costretta a venderti alla Umbridge.” La morbida chioma rosa si posò sulla sua spalla, e lui le passò un braccio attorno alle spalle, con la scusa di tenerla al caldo.


Sei un bastardo egoista, Lunastorta.


Ah, sì, le deplorevoli Spice Girls, quella truppa di donne scarlatte. Immagina cosa direbbe Molly.” Rise, stringendola un po' più a sé. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo di notte in un parco con una ragazza dodici anni più giovane di lui, del perché la stesse tenendo così stretta. Non aveva alcun senso logico, ma ad ogni modo lui si sentiva più felice di quanto non fosse stato per mesi. Non importava quanto sembrasse illogico, quando lei era nei paraggi non gli sembrava più di combattere invano. A volte non gli pareva neppure di essere in guerra.


Lei aveva provato a spiegargli la loro amicizia una sera, nello studio, affermando che era più profonda perché loro due erano troppo diversi dagli altri. Aveva notato che perfino alcuni membri dell'Ordine inconsapevolmente evitavano entrambi. “A chi posso parlare se non a te, Lunastorta? Non ho più amici al di fuori dell'Ordine. E queste persone sono più... colleghi.” Aveva pronunciato la parola con disgusto.


Lo so.”


Così almeno noi due dovremmo legare!” Gli effetti del suo abbraccio gli parvero durare per giorni, come la sensazione del capo sulla sua spalla mentre sedevano nel placido parco.


Ninfadora, cos'è questo tuo profumo?” Le domandò, riscuotendosi dal ricordo.


Oh, ehm, non mi ricordo come si chiama.” Si strofinò il collo impacciatamente. “Ginny ed Hermione me l'hanno spedito per il mio compleanno...”


Promemoria numero due – Metti in guardia Ron ed Harry. Queste donne in miniatura sono ingannevolmente smaliziate.


Mmm-hmm. E' molto... buono.” Si chinò ad annusarle deliberatamente il collo come un cane. “Cioccolato, vero?” Lei provò a ritrarsi ma lui l'afferrò con una mano, facendole il solletico con l'altra e tirando su col naso vicino al suo orecchio. Lei si dimenò e si contorse e ridacchiò, tentando di scacciarlo via.


Sì-” Ringhiò. “-Dannato! Finiscila di farmi il solletico! Osservazione molto sagace-” Gli spostò le mani dal torace. “-Bastardo.” Lo guardò torva da dietro la cortina di capelli aggrovigliati. Lui le ammiccò, appoggiandosi nuovamente allo schienale della panchina, le braccia dietro la testa, e per un istante la sua posa gli fece stranamente pensare a Sirius.


Sagace?” Sbuffò in una risata. “Che paroloni, Tonks” Fissò il cielo, osservando le nuvole argentate scivolare a ridosso della luna crescente. “Non mi piace.”


Cosa non ti piace?” La voce di lei era ricca quanto un caveau della Gringott, avrebbe potuto vivere di essa per sempre.


La nostra amica sentimentale, la luna,” Citò. “O magari (è fantastico, lo devo confessare), potrebbe essere il pallone di Prester John.


Lei rise dolcemente, appoggiandosi a lui.


O una vecchia lanterna ammaccata appesa in alto a illuminare i poveri viandanti nella loro pena. E lei-


Una nube scura fluttuò pigramente sullo spicchio luminoso del satellite.


Maledetta luna.


Come divaga!” La voce che sussurrò al suo orecchio era preoccupantemente vicina, piacevolmente vicina. Voltò il capo per guardarla e improvvisamente si ritrovò seduto in posizione eretta, incapace di controllare la mano che stava scostando i capelli dal viso di lei.


Dora...”


Non chiamarmi Dora, Remus.” Il respiro di Tonks era caldo sulla sua guancia, nebbia nell'aria gelida.


Okay.” L'altra mano trovò la guancia della ragazza di proprio accordo, il pollice a tracciare il contorno del labbro inferiore. La trasse a sé.


Che diavolo sto facendo?


Accostò la fronte a quella di lei.


Dora...”


Che sto facendo? Che sto facendo?


Sta' zitto, Remus.”


Okay.”


Prese il viso pallido, illuminato dalla luna, tra le mani e la baciò, e tutto attorno a loro si dissolse in un vortice nebuloso. Tonks sospirò, e il suono fece accelerare i battiti del cuore di Remus. Le sue labbra sapevano di tè e di zucchero, e lui approfondì il bacio, percepì il frenetico pulsare sotto le sue dita quando le mordicchiò dolcemente il labbro. Lei boccheggiò, le labbra ancora incollate a quelle dell'uomo, le sue mani scivolarono dal bavero del cappotto alla nuca, giù lungo il torace mentre lo baciava. Le labbra scesero al collo di lui, calde e umide, mentre le sue dita tracciavano la clavicola.


Porca vacca.


Soppresse un gemito, la pelle gli pareva in fiamme. Tonks poggiò il capo su di lui, la guancia bollente al contatto con la sua spalla.


Beh, la nostra amicizia è effettivamente rovinata...


Rimasero seduti nel parco silenzioso per un momento, e lei gli avvolse le braccia attorno al collo.


Mi dispiace.” Sussurrò lui, riprendendo fiato, sciogliendosi dal suo abbraccio e scostandola gentilmente da sé.


Perché?” Le dita si intrecciarono alle sue.


Dannazione Tonks, non sai perché?


Io... non avrei dovuto farlo.” Districò le dita dalle sue.


Perché no?” Gli cinse nuovamente il collo.


Perché tu sei- e io- è un po' ridicolo, non trovi?” Gli sfuggì un sospiro, e in un coraggioso sforzo di staccarla dal suo collo entrambi caddero dalla panchina sul suolo odoroso di pino.


E perché non dovrebbe essere ridicolo? Voglio dire, guardami!” Continuò come se non fossero caduti da una panchina, indicandosi, e poi puntò il dito accusatore contro di lui. “E tu! Citi vaghe poesie di T.S. Eliot a giovani donne vulnerabili in un parco nel cuore della notte! Come fa a non essere ridicolo? Ed è così sbagliato se io lo gradisco? Non penso proprio.” Sbuffò, incrociando le braccia, e lo guardò in cagnesco, seduta sulle ginocchia di lui.


Non pensi che questo potrebbe diventare... strano?”


Più strano di te seduta sulle mie gambe, per terra, in un parco, nel cuore della notte, dopo che io ti ho baciata, a dirmi quanto io sia ridicolo, cosa del quale sono già perfettamente consapevole?


Oh, lo sarà.” Tonks si alzò e si sistemò il giubbotto. “Lo è già, a quanto pare.”


E a te sta bene?” Levò lo sguardo verso di lei, desiderando che fosse ancora per terra insieme a lui.


Sì.” Prese la sua mano e lo aiutò ad alzarsi.


Lupo mannaro.” Le uniche parole che gli vennero in mente mentre la osservava, combattendo l'impulso di prenderla in braccio e baciarla di nuovo.


Accompagnaci a casa, signor Lupin.” Disse lei di rimando, alzando gli occhi al cielo, intrecciando il braccio al suo ancora una volta. “E se hai intenzione di protestare, fammi almeno il favore di fare un valido tentativo. Affermare semplicemente 'lupo mannaro' e aspettarsi che io fugga in preda al terrore è un piano pietoso, considerando quanto poco il fatto mi secchi.”


Si alzò in punta di piedi per baciarlo sulla guancia. Il volto gli andò in fiamme nel punto in cui le sue labbra l'avevano sfiorato.


Come desideri.”


Attraversarono il parco e si diressero al numero 12 di Grimmauld Place. Lui la prese per mano, guidandola cautamente attorno al portaombrelli nell'ingresso. L'ultima cosa che voleva era Sirius Black a testimone del suo aspetto più trasandato e scarmigliato del solito.


Scortami alla mia stanza, d'accordo?” Gli sussurrò all'orecchio, facendogli correre un brivido lungo la schiena.


Okay.” Sempre tenendosi per mano salirono le scale diretti alla stanza che lei occupava nelle sere delle riunioni e dopo turni di guardia. Tonks fermò Remus alla porta, la mano lasciò quella di lui finendo a trattenere il bavero del suo cappotto.


Va tutto bene, Lunastorta?” Gli si parò di fronte, così vicina che le punte degli stivali sfioravano le punte delle sue scarpe.


Sì.” La fissò di rimando. “Stavo solo pensando.”


A cosa stai pensando?” Gli si avvicinò di qualche millimetro appena, e in qualche modo lui trovò le proprie mani nuovamente su di lei.


Al fatto che non mi hai lasciato finire la mia poesia.”


Remus caro, è per tua volontà che rimase incompleta.” Alzò lo sguardo verso di lui, la voce roca. “Ma se vuoi continuare, fallo assolutamente ora.”


La spinse contro la porta, un braccio attorno alla vita e una mano tra i suoi capelli, i loro corpi stretti l'uno all'altro.


Lei è, signora,” sussurrò al collo di lei “ L'eterna umorista, l'eterna nemica dell'assoluto.


Le braccia di lei si fecero strada sotto il suo cappotto, le dita strinsero la camicia.


Che dona ai nostri vagabondi stati d'animo la più sottile delle deviazioni.” proseguì con qualche difficoltà nel tentativo di ricordare il verso successivo. “Col suo atteggiamento indifferente e imperioso. Per confutare d'un colpo le nostre folli poetiche...” Posò le labbra sulle sue, baciandola con foga, incapace di rammentare il finale del verso.


E – siamo noi dunque tanto seri?” Rise lei soavemente, afferrandolo per il colletto della camicia, baciandolo con delicatezza. “Hai saltato un'intera strofa, Remus.” Tonks aprì la porta alle sue spalle e varcò la soglia. “Buonanotte.” Ammiccò e richiuse le porta.


Così ho fatto. Chiedo scusa.” Annuì alla superficie di quercia a chiazze scure con sguardo vacuo. “Buonanotte, Ninfadora.”


Non chiamarmi così!” Lo raggiunse un'ovattata voce severa quando si voltò per andarsene.


Okay.”


Barcollò nel pianerottolo, ritrovandosi seduto sul primo scalino.


Si massaggiò la mascella, notando che le sue mani erano impregnate del profumo dei capelli di lei.


Maledetta luna.







Translator's Corner:

Bene, e anche questo capitolo è concluso! Finalmente si entra nel vivo della storia, sempre tra le mille insicurezze di Remus (che come ben sapete sono appena all'inizio...).

La poesia citata è la splendida “Conversation Galante” di T.S. Eliot, da cui il titolo del capitolo. La traduzione della poesia non è mia, non sono tanto brava! L'ho presa da un volume di poesie in biblioteca... Ad ogni modo vi lascio la versione originale perché nessuna traduzione a mio parere può rendere la bellezza di questa poesia al 100%... E in più Remus ha saltato una strofa! ;)



I observe: "Our sentimental friend the moon!
Or possibly (fantastic, I confess)
It may be Prester John's balloon
Or an old battered lantern hung aloft
To light poor travellers to their distress."
She then: "How you digress!"

And I then: "Some one frames upon the keys
That exquisite nocturne, with which we explain
The night and moonshine; music which we seize
To body forth our vacuity."
She then: "Does this refer to me?"
“Oh no, it is I who am inane."

"You, madam, are the eternal humorist,
The eternal enemy of the absolute,
Giving our vagrant moods the slightest twist!
With your aid indifferent and imperious
At a stroke our mad poetics to confute--"
And--"Are we then so serious?"



Bene, ed ora... ringraziamenti!

Un grazie immenso a:

-blabs

-draco92

-drassel

-fri rapace

-Gemellina Dolly

-hp4e

-Joey Potter

-Lars Black

-LilyProngs

-Lily_Luna

-Lunastortalupin

-Lupinuccia

-lyrapotter

-Pan_Tere94

-PinkMoonlightPrincess

-puccalove90

-roby the best

-steg94

per aver inserito la storia tra i preferiti!


Inoltre grazie a fri rapace (e qui un doppio grazie per avermi fatto notare un errore di battitura che era sfuggito alla mia revisione, ops!), PinkMoonlightPrincess, Pan_Tere94, lyrapotter, LilyProngs e lupinuccia per le gentilissime recensioni!

L'autrice stessa è contentissima dell'accoglienza della storia, è rimasta sorpresa dal numero di recensioni e preferiti dopo 2 soli capitoli! Thanks!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Sublime ***


Step Into the Night

Sublime


I heard you crying loud” una voce femminile stava cantando al di sopra di una canzone densa di chitarre elettriche. Lui attraversò l'ingresso, tirando l'orlo della sua polo sbiadita nel tentativo di stirarne le pieghe. "All the way across town! You've been searching for that someone, and it's me out on the prowl, as you sit around feeling sorry for yourself."

Si appoggiò alla porta della cucina, osservando la fonte dell'esibizione operistica: una donna dai capelli viola lunghi fino alla vita, che danzava goffamente e suonava l'aria con la bacchetta e un cucchiaio, come se fosse una batteria.

"Well, don't get lonely now! And dry your whining eyes!" Abbandonò l'assolo all'immaginaria batteria per mescolare una tazza di tè, fermandosi quando si rese conto di stare per usare la bacchetta invece del cucchiaio. "I'm just roaming for the moment, sleazin' my back yard, so don't get so uptight you been thinking about ditching me.”

Remus Lupin infilò i pollici nelle tasche dei pantaloni, combattuto tra l'osservarla in silenzio e l'avvicinarsi furtivo alle sue spalle per testare quanto costantemente vigile fosse realmente.

Erano passate due settimane dal loro “appuntamento”, e lui ancora non era sicuro di quale fosse la sua opinione a riguardo. La desiderava, voleva stare con lei, pensava a lei costantemente, e sapeva che per lei era lo stesso. Solo che non riusciva a passare oltre la voce assillante che gli diceva quanto lei meritasse di meglio, e poi quell'altro pensiero insostenibile-

E se la perdessi come hai perso tutti gli altri?

Lei, d'altro canto, non stava né fingendo che non fosse accaduto nulla, né facendo pressione sull'argomento, e la cosa era piuttosto snervante. Infatti si stava comportando proprio come prima, l'allegra, amichevole, incredibile se stessa. Non lo ignorava, non lo cercava. Se non altro gli parlava più apertamente, lasciava la mano sulla sua spalla un po' più a lungo, lo abbracciava più forte.

"No time to search the world around, 'cause you know where I'll be found, when I come around!" Lei scosse la chioma, guardandosi alle spalle, in direzione di lui. “Tè, Remus? Sai, non è educato spiare la gente.”

Tè? Sì, grazie, Ninfadora.” Si sedette al tavolo e sfogliò le pagine della Gazzetta del Profeta lì posata, abbandonata dal lettore precedente.

Non chiamarmi così.” Versò acqua calda in una tazza, alzando gli occhi al cielo.

Ti chiamerò come voglio, Ninfadora.” Disse con gravità al giornale, trattenendo una risata.

Come vuoi. Zucchero?”

Non chiamarmi così.”

Ha.

Una manciata di zuccherò precipitò sul suo capo come un piccolo asteroide cristallino.

Mi stavi fissando. Non provare a negarlo.” S'infilò una zolletta di zucchero in bocca e si leccò le labbra, guardandolo. Lui sentì le proprie sopracciglia schizzare in alto sotto i capelli.

Okay. Quello... spiega parecchie cose. E non era carino, o sexy, o altro. Nemmeno un pochino...

Io... stavo ascoltando. Hai una bella voce.” Un altro po' di zucchero lo inondò mentre leggeva il giornale. “Come Carly Simon.”

Tonks gli scoccò uno sguardo incredulo sedendosi sul tavolo, poi gli sfilò il giornale dalle mani, sostituendolo con una calda tazza di tè. Le mani di lei si avvolsero alle sue e lì rimasero, il modo buffo in cui gli sorrideva era per metà irritante e per metà accattivante. Le lunghe gambe penzolavano dal bordo del tavolo, la coscia a meri centimetri di distanza dalle sue dita. Pelle candida spuntava da un gigantesco strappo nei jeans.

Okay. Rilassati.

Perché non dici mai quello che stai pensando?” Lo interrogò all'improvviso, come se già sapesse a cosa stava pensando.

La maggior parte della gente non vorrebbe sapere cosa passa per la testa di una Creatura Oscura.”

Le dita di lei tracciarono una cicatrice sul dorso della sua mano.

E' spazzatura, quella stronzata sul 'Creatura Oscura'.” Scosse la testa. “Sei un tipo a posto per quanto ne so... per quanto mi consenti di saperne.” La sua voce aveva un tono risoluto che lui non aveva mai udito prima. Lei sorrise di nuovo, scompigliandogli i capelli teneramente, spargendo una nube di asteroidi di zucchero sul tavolo. Prese il suo tè e se ne andò; lui la sentì imprecare sottovoce quando inciampò nel tappeto dell'ingresso.

Una parola, Lupin.” strascicò una voce, e lui alzò lo sguardo dalle profondità del suo tè per trovare alla porta di fronte a sé una figura ammantata di nero.

Buongiorno, Severus.” Non provava alcuna avversione nei confronti dell'uomo, Sirius lo odiava abbastanza per entrambi.

Così sembrerebbe.” Estrasse una bottiglia di Whisky Incendiario dalle vesti e la posò sul tavolo. “Pozione Antilupo- doveva apparire come altro, naturalmente.”

Sono molto obbligato.” Remus notò lo strano sorrisetto sul volto dell'ex compagno di scuola.

Merda. Mi chiedo da quanto tempo fosse lì...

Piton lo studiò, un sorriso fuori posto sul suo viso pallido, poi si voltò ed uscì, smaterializzandosi con un crack alla porta d'ingresso.

Bevve un sorso di tè. Aveva lo stesso sapore delle labbra di lei quella sera, seduta sulla panchina del parco all'altro lato della strada.

Maledizione.

Dodici ore dopo, si trovava nella spoglia, polverosa soffitta della dimora dei Black, facendo rotolare la bottiglia vuota tra le mani sul pavimento. Sedeva a gambe incrociate, sotto una finestra inondata d'arancio dal sole che tramontava. La pelle gli pareva già troppo stretta per il suo corpo. Aveva vissuto quattrocentotrentasette lune piene, quella notte era la quattrocentotrentottesima. Naturalmente su per giù quarantasei erano precedenti al morso inflittogli da Fenrir Greyback, aveva calcolato il numero delle lune una volta durante il terzo anno ad Hogwarts, e da allora aveva sempre tenuto il conto.

La testa gli sembrava come spezzata da un'ascia, il tutto accompagnato dalla disturbante sensazione di ogni suono amplificato, dalla nausea da sovraccarico sensoriale.

A quest'ora dovresti esserci abituato...

Si sbottonò la camicia e la gettò su una sedia rotta, seduto nel ridicolo pigiama regalatogli da Sirius per il suo compleanno- blu scuro, con piccole mucche saltellanti su delle lune. Sembrava più qualcosa che Ninfadora avrebbe indossato. Per un momento immaginò Tonks con lo stupido pigiama, i capelli rosa spettinati. Il pulsare nella sua testa si intensificò, ma lui stava già pensando a quella notte al parco, a quanto vicini fossero seduti, a quanto calda fosse lei, a come si fossero baciati.

Lei non sa con che vuole avere a che fare.

La sua mente iniziò ad annebbiarsi per il dolore quando la luna sorse alla finestra. Fu violento, anche con la pozione che aveva bevuto, ma non perse il controllo delle sue facoltà, seppure gli sembrasse di essere scuoiato vivo. Quella notte desiderò non avere di che pensare.

Non puoi imporle tutto questo. E' il tuo problema, non il suo.

Era una tortura peggiore, sentirsi vicini alla morte ed essere così lucidi.





Una soffice, fresca mano sulla sua fronte lo svegliò da un incubo su un lupo.

No, quello non era un incubo. E' accaduto realmente. E' già accaduto prima. Ed accadrà nuovamente ben presto...

Ehi, Lunastorta...” La voce era dolce e familiare, e prolungò il suo soprannome come a farne una domanda.

Hmm?” Capì di essere al piano di sotto, nella sua stanza, nel suo letto matrimoniale, disteso a pancia in giù, il viso premuto contro un cuscino. Il letto affondò, le molle cigolarono, quando qualcuno si sedette su di esso accanto a lui.

Sei sveglio?” La mano gli scostò gentilmente i capelli dalla fronte, e lui aprì gli occhi. Un volto pallido e grazioso era premurosamente aggrottato.

Dora-” Tentò di alzarsi, con la sensazione di essere stato investito dal Nottetempo.

No, resta sdraiato.” Le mani di lei lo spinsero giù delicatamente. “Sirius ti ha portato qui, ha detto che eri un po' scorticato, ti ho portato qualcosa-”

Starò bene-”

Lo so.”

Dora, non devi-”

Sì. Sì che devo.” Calciò via gli stivali, portando i piedi dai calzini viola sul letto per sedersi accanto a lui. “Ero preoccupata per te.” Gli passò le dita tra i capelli. “Dio, sei tutto lacerato.” Le sue mani trovarono l'orlo del lenzuolo e tirarono.

Oi! No, io- nudo!” La sua voce era semi soffocata dal cuscino, e le dita armeggiarono verso l'orlo del lenzuolo, troppo deboli per protestare oltre. Tutto il suo corpo era dolorante.

Nudo, eh? Non preoccuparti, sarò professionale.” Poteva avvertire il riso nella sua voce.

Lui sghignazzò pigramente, biascicando “Sei professionale? Ho diritto ad uno sconto?”

Zitto, Remus.” Intimò Tonks, dandogli un colpetto al braccio.

Scostò il lenzuolo fino ai fianchi di lui, che avvertì un brivido per il freddo nella stanza. Un dito affusolato tracciò uno della dozzina di graffi che attraversavano la sua schiena e le sue braccia, intrecciati a vecchie cicatrici. “Hmm.” Con un guizzo distratto della bacchetta verso il caminetto la stanza non sembrò più l'interno di un freezer. Lei postò il proprio peso vicino a lui, che sentì le sue mani nuovamente sulla propria schiena, a spalmare qualcosa al contempo caldo e gelido sulle sue spalle.

Era strano essere sdraiato a letto, nudo eccezion fatta per un lenzuolo, a lasciare con riluttanza che la ragazza che gli piaceva medicasse le sue ferite. Si sentiva un po' a disagio, un po' eccitato, ma per lo più gli pareva ancora di essere caduto da un manico di scopa e poi travolto da un branco di furibondi centauri in rivolta.

Cosa stai facendo?” Le sue mani odoravano di alcol e di un qualche fiore.

Ti faccio stare meglio.” Scosse un piccolo flacone in sua direzione. “Questo è una specie di antidolorifico che papà ha preparato. Ne teniamo una bella riserva, lui è tanto goffo quanto me. E' essenzialmente vodka e, tipo, camomilla o qualcosa. Papà è un mostro con le pozioni.”

Questo spiega l'odore. Mi farà ubriacare per osmosi?”

Rise debolmente. Le mani di lei erano calde sulla sua schiena, o forse era la pozione, o forse era tutto nella sua testa. Stranamente gli venne in mente l'occasione in cui Lily Evans l'aveva curato dopo una trasformazione, mentre James e Sirius stavano ponendo in tutta fretta incantesimi protettivi sulla loro casa.

Hai bisogno di una ragazza, tesoro. Una che si prenda cura di te quando tu non puoi.”

Le ragazze non amano i Lupi Mannari, Lil'.”

Troverai qualcuno, ne sono sicura.” Gli aveva arruffato i capelli nella stessa maniera gentile di Tonks. “Spero solo sia alla tua altezza.”

Possiamo solo sperare.” Ridacchiò Tonks. “Questo potrebbe bruciare un po'.” Le sue dita seguirono le lacerazioni sulle costole. La osservò con la coda dell'occhio, prendendo nota dell'espressione preoccupata sul suo volto. Lei si s'inginocchiò accanto a lui sul letto, i capelli rosa le coprirono gli occhi quando si sporse verso di lui.

Mi piace la tua maglietta.”

Indossava i soliti pantaloni strappati ad arte, ma quel giorno la sua maglietta era aderente e di un semplice bianco, con una singola parola stampata audacemente davanti, in un'area che lui trovò particolarmente appropriata per tale parola.

Ascolti i Sublime.”

No...?” Si sentiva fiacco, e caldo, e quasi comodo.

Lei si accucciò a pancia in giù accanto a lui, a braccia conserte, il mento poggiato sulla piega del gomito. I suoi occhi scuri gli sorridevano.

Sono contenta che ti piaccia.”

Credevo descrivesse te, Ninfadora.”

Oh. Beh, non sei dolcissimo?”

Come lo zucchero.”

Sì. Esattamente come lo zucchero. Vuoi schiacciare un pisolino?”

Sicuro.” Gli rimboccò il lenzuolo attorno alle spalle, poi gentilmente lo prese tra le braccia, la schiena contro il suo torace.

Ma- ehi. Noi non- e tu continua a-” Tonks posò il capo su di lui, la guancia morbida contro la sua barba ispida.

-Zitto, Remus.” Lo tenne più stretto. “Ora dormi, maledizione.”

D'accordo.” Sospirò, chiudendo gli occhi, insonnolito, costringendosi a non baciarla, o buttarla giù dal letto in un moto di stizza.

Si svegliò più tardi quella sera, da solo, così scroccò un paio di pantaloni color khaki e un maglione dal suo baule e si vestì. Sirius era nel salotto, intento a prendersi cura di una bottiglia di Ogden. Lanciò a Remus un'occhiata d'apprezzamento.

Ehi, egli vive!” Felpato alzò la bottiglia in un brindisi. “E' fuori di testa.” Aggiunse indicando la porta della cucina.

"Early in the morning, risin' to the street,
Light me up that cigarette and I strap shoes on my feet.
Got to find a reason, a reason things went wrong...
Got to find a reason why my money's all gone-
I got a Dalmation, and I can still get high.
I can play the guitar like a motherfucking riot."

Era in cucina, a cantare ed eseguire un assolo d'air-guitar con una scopa. Lui rimase sulla soglia e la osservò, ridendo.

"Well, life's too short, so love the one you got-
'Cause you might get run over or you might get shot..
Never start no static I just get it off my chest-.
Never had to battle with no bulletproof vest
Take a small example, take a tip from me
Take all of your money, give it all to charity
Love is what I got, it's within my reach..."

E questo cos'è?”

Lei si indicò il petto.

E' Sublime.” Appoggiò la scopa al tavolo e si fermò a fargli un buffetto sulla guancia quando gli passò accanto.

Beh, quello avrei potuto dirlo anch'io.”



Translator's corner:

Eccomi a meno di un mese dal precedente capitolo, con una sorta di ritardatario regalo di Pasqua per voi lettori!

Devo ammettere che meno avrei il tempo di dedicarmi alla traduzione e più sono prolifica... Una contraddizione umana. Sì, perché in teoria c'è un saggio di 2000 parole di Sociolinguistics che incombe per lunedì, e io candida candida ne ho finora scritto meno della metà. Se spendessi la metà del tempo che passo a scribacchiare o leggere per diletto a studiare come si deve sarei probabilmente quasi laureata, ma perché privarmi di un passatempo che mi dà tanta gioia? :D

Anyway, bando alle ciance, in questo capitolo prima luna piena per Tonks, tenerissima nel prendersi cura di un altrettanto tenero Remus. ^^ E si comincia anche con le citazioni musicali, per cui d'ora in poi inserirò a fine capitolo i link ai brani menzionati/cantati, così se siete interessati potete ascoltarli.

In questo caso la prima canzone è “When I Come Around” dei Green Day, la seconda “What I Got”, ovviamente dei Sublime:

http://www.youtube.com/watch?v=imNJntb-qkA

http://www.lastfm.it/music/Sublime/_/What+I+Got



Grazie ancora a tutti i meravigliosi lettori e recensori e coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti (siamo già a quota 27)! Come traduttrice non posso che sentirmi onorata!

Al prossimo capitolo!

Arya87



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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - We tripped on the urge to feel alive ***


Step Into the Night

We Tripped On the Urge to Feel Alive



Ehi Lunastorta.” L'uomo trasandato seduto su una sedia dallo schienale alato posò i piedi su un ottomano, tenendo in equilibrio un bicchiere colmo di whisky incendiario in una mano e una fetta di torta nell'altra. Indossava una corona di carta dorata di traverso in cima alla chioma spettinata, e sogghignava sornione.

Cosa?” Sospirò un altro uomo, seduto a gambe incrociate sul tappeto polveroso. Reggeva una bottiglia per il collo, appoggiandosi al divano. Stanchi occhi azzurri fissarono il compagno con scetticismo, ma le sue labbra erano ricurve in un sorriso.

Verità o sfida?”

Nessuna delle due!”

Ma Lunastorta... è il mio compleanno!” La sua voce assunse un tono falsamente ferito mentre puntava un dito con enfasi verso la corona sul suo capo. “Non è troppo tardi, sono solo...” Controllò l'orologio. “Le due.”

D'accordo, allora. Verità.”

Sembra che la qualità dell'intrattenimento si sia deteriorata ben più rapidamente di quanto mi aspettassi.

Sirius Black gli scoccò un'occhiata diabolica, massaggiandosi il mento.

E' vero che lei, professor Lupin, in un'occasione si è quasi scolato un'intera bottiglia di assenzio ed è stato sfidato da James Potter a correre nudo oltre il cottage di Bathilda Bath, sotto la neve?”

Proprio quando ero finalmente riuscito a rimuovere quello dalla mia memoria.

Cosa!?!” La donna sul divano si voltò nuovamente verso di loro, sconvolta. Si sdraiò sul sofà, i capelli blu-neri ricaddero in boccoli oltre i cuscini, a pochi centimetri dal pavimento. “L'hai fatto davvero?”

Ninfadora Tonks esibiva quel giorno il suo stile vintage rock, in onore di Sirius: lunghi capelli neri, una maglietta aderente degli Who e jeans strappati sul retro all'altezza delle ginocchia. Le sue dita erano ancorate al bicchiere che stringeva al petto, lasciando un anello di condensa attorno al volto stampato di Pete Townshend. Era sempre carina, ma ancor di più alla luce ardente del camino. Per un istante Remus considerò l'idea di lasciare la sala e chiudersi nello studio per il resto della sera, lei era così irritante! Fissò le proprie scarpe, sentendosi a metà tra l'infatuato e l'infuriato.

Semplicemente non guardarla, o ascoltarla, o pensare a lei, o sedere vicino a lei, e starai benone...

Io-uh. Sta' zitto, Felpato.” Scrutò il collo della bottiglia di burrobirra mezza vuota come se si fosse trattato di un microscopio, come a cercare di trovare la cura per festeggiamenti inebriati di compleanni nelle profondità della propria bevanda. “Non prestargli attenzione, Dora,. E' ubriaco.” In tutta risposta lei rise quella sua risata allegra e sguaiata che lui tanto amava.

Alla faccia del piano...

Non era la sua presenza a vessare i suoi nervi tanto crudelmente, era il modo in cui lei si comportava in sua presenza. Era così disinvolta e cordiale con lui, affettuosa fino a quel limite che inconsapevolmente avevano stabilito, cosa che lui odiava furiosamente. Aveva le proprie ragioni per abolire tale limite, ma c'erano motivi più logici per tenersi al riparo, e la logica era l'unica cosa che possedeva da sempre, anche se non aveva un lavoro, o Galeoni in banca, o un posto in cui vivere.

Ubriaco? Non è vero!” lo raggiunse la replica indignata, seguita dal tintinnio di ghiaccio all'interno di un bicchiere. “Okay, magari un pochino.”

Suvvia, Remus. L'hai fatto?” Lo squadrò lei a testa in giù dal divano, occhi spalancati ed impazienti.

Annuì lentamente.

Sì, ed era pure dannatamente freddo, fuori.

Ha! Questo è spassoso! Si tirò su a sedere, ridendo un po' troppo forte per essere completamente sobria. “Sei andato in giro nudo per Godric's Hollow?”

Annuì di nuovo. “Sarebbe corretto. Non lo consiglio, soprattutto d'inverno. Verità o sfida, Ninfadora.”

Cosa? Sfida.” Gli scoccò un'occhiata sospettosa. “No, aspetta, verità! Sì. Mi è permesso cambiare idea? Ho dimenticato le regole.”

Stiamo giocando secondo le regole della Sala Comune di Grifondoro.” Un altro tintinnio di ghiaccio e cristallo risuonò al di sopra dello scoppiettare del fuoco.

Che significa?” Tonks alzò una mano dubbiosa, sorseggiando dal suo bicchiere. Calò le gambe dal sofà e si sedette per terra accanto a Remus.

Nessun limite a Verità o Sfida. Puoi chiedere o sfidare a qualunque cosa tu voglia, ma nel caso la persona sfidata si rifiuti di rispondere o attuare la sfida, ci saranno serie conseguenze e ripercussioni.” Sirius latrò in una risata.

Conseguenze e ripercussioni?” Rise lei.

Sì. Vuoi giocare ora?”

Sicuro.” Scrollò le spalle sorridendo, un brillio negli occhi.

Va bene, allora. Ti sfido,” disse placidamente, bevendo un sorso di burrobirra, “a mostrarci qual è il tuo aspetto quando non sei trasformata.”

Sì! Fallo! Fallo!” La torta di Sirius scivolò dal piatto e cadde sul pavimento con un tonfo. Lui fissò la torta, disorientato, e agitò la bacchetta in sua direzione, facendola svanire dal tappeto.

Okay.” Tonks lanciò a Remus uno sguardo ansioso. In un istante i suoi capelli erano di un morbido castano, lunghi fino alle spalle, e i tratti del viso ricordavano quelli della famiglia Black più che mai. Gli occhi erano ancora di quell'indistinguibile colore scuro di sempre.

Merlino, sei uguale a tua madre.” Tossì Sirius nel mezzo di una sorsata di whisky incendiario, osservandola con curiosità.

Lei si guardò attorno, rigirando nervosamente il bicchiere tra le mani.

Tua madre dev'essere assolutamente uno schianto.” Affermò Remus rimirandola, e per quanto si sforzasse di guardare a terra l'azione gli riusciva impossibile. Lei lo fissò di rimando, poi scosse il capo, riassumendo le sembianze di prima. Boccoli corvini le oscurarono il viso, mascherando qualunque emozione visibile. Il silenzio che seguì acquietò persino lo scoppiettio del fuoco.

Vado a prendere altro alcol.” Sbottò Sirius, balzando in piedi. “Volete-”

-Con ghiaccio.”

-Liscio, per favore.”

Felpato si precipitò in cucina, sollevato.

Sei bellissima, sai.” Non capiva come riuscisse a parlare, la sua gola pareva così costipata.

Non c'è bisogno di mentire, non ti porterà a nulla... Nulla che non ti darei comunque.” Rispose con voce bassa e gelida, alzandosi e fiondandosi fuori dalla stanza.

Nulla che non mi daresti comunque? Che diavolo vorrebbe di... oh.



L'opportunità non bussa una volta per poi bussare ancora e lasciare un biglietto con scritto 'Scusa, ti ho mancato'.” Sirius si sedette al tavolo della cucina, dondolandosi sulla sedia avanti e indietro. Abbandonato il bicchiere, beveva ora direttamente dalla bottiglia. “Non credo che tu capisca realmente cosa potresti avere, qui.”

No, lo capisco. E ti sbagli, comprendo pienamente cosa non posso avere, qui.”

Non iniziare a spararmi la cazzata del martire, so chi sei.” Ammiccò Sirius. “La mia vista è buona come al solito, giusto perché tu lo sappia. Vi ho visti insieme, lei ti adora, e tu la segui in giro come un... un cane.” Si scusò con una smorfia.

Sì, lei adora questo me, non quello che deve rinchiudersi in cantina ogni tot settimane per non uccidere lei, te, e tutti gli altri nel quartiere.” Remus si sedette al contrario su una sedia, incrociando le braccia sullo schienale, la bottiglia di whisky incendiario stretta in una morsa d'acciaio.

Non credo che a lei importi, non è così che ti pensa.”

Dovrebbe importarle.”

Non è mai importato nemmeno a me, lo sai.”

Va bene, ma non ho mai voluto scoparti.

Allora un appassionato celibato è tutto ciò a cui entrambi possiamo aspirare.” Ghignò Sirius al di sopra della bottiglia.

Non citarmi Oscar Wilde, bastardo ubriaco.”

Non vedo dove l'essere un lupo mannaro avrebbe effetti negativi sugli aspetti, ehm, fisici di una relazione.”

Non è solo quello.” Sospirò pesantemente.

Lo so, lo so, lo so.” Sirius bevve una lunga sorsata. “Non puoi trovare un lavoro, non hai denaro, e diventi leggermente peloso di tanto in tanto. Gran problema del cavolo. Da' un'occhiata al lato positivo, okay? Hai me, naturalmente. Ed Harry.” Sirius contò sulle dita. “Hai l'Ordine. Un posto in cui vivere. Abbondanza di alcol.” Scosse la bottiglia in direzione di Remus, e il contenuto schizzò contro il vetro. “Oh, e una folle strega dai capelli rosa a cui non interessa se sei povero, o peloso, o tormentato, e che probabilmente ti si farebbe proprio qui, proprio adesso, sul tavolo della cucina, se fosse quello che vuoi. Sembra che i pro battano i contro alla grande.” Annuì saggiamente.

Non pensi che sia-”

Hey Jude, cosa ti preoccupa, il tuo aspetto? Ho sempre pensato fossi sexy. Un sacco di gente lo pensa. Molly Weasley lo pensa.”

Oh, Merlino.”

Sirius si morse il labbro, pensieroso “Anche Ginny Weasley lo pensa.”

Questo non mi fa sentire affatto meglio!”

Sai cosa ci farà sentir meglio? Ubriacarci e incolpare altra gente per i nostri problemi.” Sghignazzò Sirius. “Io do la colpa a Bellatrix e Kreacher, dovrai trovare qualcun altro.”

Do la colpa a te.”

Compleanno.” Indicò la corona gongolante.

Bene, allora darò la colpa a tua madre.” Ringhiò.

Ottima scelta.” Commentò Sirius allegro.

Vado a letto.”

No che non ci vai. Andrai a scusarti con Tonksy per averla fatta infuriare perché non puoi sopportare il pensiero di lei arrabbiata con te, e poi andrai a sederti nello studio a immusonirti.” Annuì, compiaciuto di se stesso.

Remus scoccò al suo miglior amico un'occhiata fulminante e uscì dalla cucina, domandandosi se fosse sempre stato così trasparente, o se Sirius avesse imparato la Legilimenzia ad Azkaban.





Dopo aver setacciato il primo e il secondo piano senza trovare alcuna traccia dell'auror, si rassegnò con riluttanza allo studio. Aprì la porta con violenza. La stanza era buia se non per il caminetto, e sul divano di fronte ad esso sedeva Tonks, i gomiti sulle ginocchia, il viso tra le mani.

Mi dispiace.”

Fantastico.” Rispose lei attraverso le mani.

Si sedette accanto a lei.

Volevo scusarmi.” Poteva quasi udire la risata simile a un latrato di Sirius. “Non intendevo, uh...”

Che cosa ho fatto?

Lei scrollò le spalle, guardando finalmente verso di lui. Aveva gli occhi rossi.

Oh mio Dio, l'ho fatta piangere...

Mi dispiace davvero.” Le si avvicinò, prendendole le mani.

Sei sempre dispiaciuto.” La sua voce era triste, e lui sapeva che aveva ragione. Si scusava in continuazione, persino per cose che non aveva fatto, situazioni su cui non aveva controllo.

Lo so.”

Non devi esserlo.”

Così mi è stato detto.” La prese tra le braccia, posandosela in grembo.

Remus-” Gli occhi di lei erano spalancati.

Non ti mentirei mai, Dora.”

Non mi stimi di meno perché fingo costantemente di essere qualcun altro?” Sussurrò, appoggiando il capo a lui.

Solo se tu mi stimi di meno per ciò che non posso cambiare di me.”

Balle.” La sentì sorridere contro la sua spalla.

Sono d'accordo.” Le accarezzò i capelli e le baciò la fronte teneramente.





Un picchiettio sulla sua spalla lo svegliò, e alzò lo sguardo trovandosi fluttuare dinanzi una faccia sorridente, dagli occhi grigi.

Niente broncio, vedo? Il miglior regalo di sempre!” Bisbigliò una voce, e una mano gli scarmigliò i capelli castani rudemente. Rispose con un'espressione assonnata e perplessa. La mano spettinatrice indicò la ragazza che ancora gli dormiva tra le braccia.

Oh. Giusto.” Lei gli si accoccolò ancor più vicino e mugugnò qualcosa di inintelligibile contro il suo torace, i capelli scuri striati di un rosa brillante.

Sirius Black mormorò la propria approvazione, poi si voltò e uscì dalla stanza proprio mentre i primi raggi de sole mattutino iniziavano a illuminare le finestre.





Translator's Corner:

Ehm, salve a tutti! Mi scuso per la lunga assenza, ma questo periodo è parecchio intenso tra esami, preparazione tesi e fine Erasmus-rientro in Italia. Sono stata costretta a trascurare la traduzione e un paio di progetti che avevo in cantiere (per non parlare della lettura... Ho perso tante magnifiche fic... Devo recuperare!). Non posso fare promesse per quanto riguarda il prossimo capitolo, ci sto lavorando, farò tutto il possibile ma non ho idea di quando riuscirò effettivamente a postarlo.

Quindi per il momento vi lascio a questo capitolo (il cui titolo è estrapolato dalla canzone “Semi-Charmed Life”, dei Third Eye Blind, e significa pressapoco "siamo inciampati nella foga di sentirci vivi"), sperando che vi piaccia, e ringraziando ancora una volta tutti, tra lettori, recensori e coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti. Thank you very much e alla prossima!

Arya87

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Questo è il suono dell'assestamento ***


Step Into the Night

Questo è il suono dell'assestamento*



Una giovane donna sedeva in un boschetto di pini, rannicchiata all'estremità di una panchina di ferro battuto, tamburellando nervosamente un piede sul cemento gelato. Il fascio dorato di luce proveniente dal lampione sovrastante attraversava l'oscurità e scintillava sui fiocchi che vorticavano attorno a lei, allestendo lo scenario per una sorta di globo con la neve punk-rock. Dita tastarono all'interno di una tasca della sua giacca di pelle, riemergendone con un ammaccato pacchetto di sigarette e un accendino. Le sue mani annasparono nel tentativo di accenderne una, voltando la schiena controvento.

Qui.” Un uomo alto in un soprabito rattoppato si sedette accanto a lei, prendendo sigaretta e accendino dalle mani tremanti della ragazza. Lo scoppio della fiamma dell'accendino illuminò il suo volto, la scintilla negli occhi grigio-azzurri in netto contrasto con l'ombra nera che ricadeva al di sotto di una frangia scura. Tirò una boccata, poi tenne la mano di lei nella sua, facendole scorrere la sigaretta tra le dita. Il bagliore rossastro aderì alle curve della giovane quando inspirò. “Non sapevo che fumassi, Dora.”

Le sue labbra si dischiusero in un sospiro, una nuvola di fumo misto a fiato nebbioso. “Non lo sapevo nemmeno io.” Si passò il dorso della mano sugli occhi. Lui le sorrise dolcemente mentre lei gli si avvicinò di più sulla panchina, e avvolse un braccio attorno alle sue esili spalle. “Arthur starà bene, ho appena visto Molly.”

Grazie a dio.” Abbassò il volto tra le mani, pericolosamente vicina a dar fuoco ad una ciocca di capelli castani dalla punta rosa. “Non potevo più guardare Ginny in faccia, Remus, non ce la facevo proprio.”

Un'altra insicurezza segreta, e Remus era certo che non fossero molti a sapere la ragione per cui si fosse precipitata fuori dalla casa alla vista dei ragazzi Weasley, i quattro pallidi visi tesi in un'espressione di muto panico. Lui stesso era stato a malapena in grado di affrontare i ragazzi, soprattutto Ginny, che l'aveva implorato di “trovare Tonks e farla tornare, a te darà ascolto.” Era l'unica nel gruppo la cui espressione non tradisse il completo terrore che le cose fossero andate per il peggio; invece era uno sguardo duro, impossibile da decifrare.

E' tutto a posto, sta bene ora.” Estrasse dalla tasca una tavoletta di cioccolato leggermente schiacciata e la spezzò in due. “Ecco.” Lei fece un piccolo sorriso, prendendone un pezzo. L'espressione turbata sul suo viso si trasformò in una di puro sollievo. “E tu, starai bene?” Le prese il mento tra le mani, fissandola negli occhi scuri. Era stata una dei primi sulla scena a trovare Arthur al Ministero, coperto di sangue e ad un passo dalla morte. Remus l'aveva individuata mentre, abbattuta, seguiva Kingsley, le ginocchia e gli stinchi dei jeans inzuppati e macchiati di cremisi. La sua vista gli aveva stretto lo stomaco in una morsa. Sapeva che Tonks era affezionata ai Weasley, ad Arthur, che l'aveva aiutata al Ministero fin da quando aveva iniziato l'addestramento per diventare Auror, e specialmente a Ginny, che considerava una sorella minore.

Chi pensano che le abbia insegnato la Fattura Orcovolante, comunque?

Starò bene.” Tonks sorrise e giocherellò distrattamente con il bottone sul polsino del cappotto di lui, poi avvolse le dita attorno al suo polso. Remus si chiese se stesse pensando anche lei alla stessa cosa – l'ultima volta che si erano seduti insieme su quella panchina. Le tracciò la mascella con il pollice. Il pesante sospiro che stava trattenendo trovò il modo di emergere nell'aria gelida, e lui abbassò di colpo la mano dal viso di lei. La sua relazione con Ninfadora si era evoluta in qualcosa di piacevole ma difficile da definire; c'era più tenerezza ed intimità nel modo in cui gli teneva la mano o scompigliava i capelli, più di quanto avesse mai sperimentato con altre ragazze, ma finiva lì, con un occasionale bacio sulla guancia.

Hai voglia di-”

Tornare dentro e bere della cioccolata? Fa dannatamente freddo qua fuori. A meno che tu non preferisca girare nudo.” Gli occhi di lei saettarono verso i suoi, brillando maliziosi.

Uh, non particolarmente. Non ho bevuto abbastanza stasera da garantire quel tipo di comportamento.”

Ghignò, afferrando la sua mano per aiutarla ad alzarsi. Lei rise, lasciò cadere la sigaretta e la ridusse in cenere con la punta dello stivale. “Starai con m- voglio dire con noi, stanotte?”

Oops.

Immagino, se t- voglio dire, se non è un problema.” Gli occhi di lei erano sorridenti, ma continuò a guardare davanti a sé mentre attraversavano un mucchio di neve in mezzo alla strada che arrivava loro alle caviglie.

Non è mai un problema.”

Remus le cinse la vita con un braccio e insieme salirono i gradini, e quando lei scivolò su una lastra di ghiaccio lui la sostenne, stringendola forte al petto. Gli occhi di lei cercarono i suoi, spalancati per il terrore al cigolio che accompagnava l'apertura della porta. Lui si sentì raggelare, e non per l'aria fredda.

Maledizione.

Ehilà, Gin.” Esclamò allegramente Tonks, senza muoversi se non per un'occhiata verso l'entrata. Ginny Weasley rivolse loro uno sguardo indecifrabile, occhieggiando rapidamente la posizione imbarazzante, poi fece un ampio sorriso e chiuse la porta.

Oh, merda.

Remus lasciò la presa lentamente e infilò le mani nelle tasche del cappotto. Tonks si piegò in due, in preda ad un attacco di risolini.

L'espressione” boccheggiò tra le risa “sulla tua faccia non ha prezzo! Era così buffa! Oh mio dio, è stato fantastico!”

Non lo è stato affatto!” Scosse il capo indignato, fissando il portico in pietra ghiacciato. “Ora penserà probabilmente che stessimo qua fuori a pomiciare o qualcosa del genere.”

E allora, se anche lo pensasse?” ridacchiò Tonks. “Entriamo.” Infilò la mano nel cappotto di lui e intrecciò la mano alla sua.

Dora?”

Sì, che c'è?”

Sei davvero carina quando ridi. Anche se ridi di me.”Le sorrise.

Oh, stai zitto.”

Dico davvero.”

Gli tirò la mano fuori dal cappotto e lo guidò all'interno, arrossendo. Nella penombra dell'ingresso afferrò il bavero del cappotto e lo baciò goffamente, poi si voltò e incespicò su per le scale più veloce che poté. Lui non la rivide fino alla sera seguente.





Dunque sei tu il responsabile! Il ladro! Il mentecatto che ha rubato il mio stereo dalla cucina!”

Uhm, suppongo di sì?” La porta della stanza di Remus si era spalancata, e nel pianerottolo comparvero due donne, una dai capelli rosa, le mani sui fianchi, l'altra dai capelli rossi, una versione in miniatura della prima. Lui era sdraiato sul letto a pancia in giù, i piedi nudi in aria, intento a leggere ed ascoltare la collezione musicale di Tonks, che aveva requisito precedentemente quel giorno. Lo stereo babbano in questione, incantato da Arthur, si trovava ora su uno scaffale di fronte al letto, insieme ad una pila di custodie in plastica di cd alta più di mezzo metro.

Posso spedirti ad Azkaban per quello.”

Veramente tu potresti essere mandata ad Azkaban per quello.” Guardò al di sopra del libro, in sua direzione, indicando lo stereo. “Ricordami solo di farmi tatuare da Sirius la via di fuga sul braccio la prossima volta che decido di rendermi latitante con i tuoi effetti personali.”

Sì, beh, ho sentito che voi due ci sapete fare con le mappe.” Sospirò. “E io che stavo per insegnare a Ginny il ballo che mi ha fatta bandire dal Ballo di San Valentino ad Hogwarts. Sarà meglio per te che tu non abbia sfasato la sistemazione dei miei album. Vanno in uno specifico ordine. Davvero. Conseguenze disastrose.”

Non c'è un Ballo di San Valentino ad Hogwarts.” Ginny guardò Tonks, confusa.

No, non più.” Il tono della voce e l'espressione suggerivano che la colpa di ciò fosse, con tutta probabilità, sua. “Ma non è questo il punto. Se stai ascoltando, Lunastorta, continua pure. Ho voglia di un bagno, comunque. Cosa stai ascoltando? I Chili Peppers? Lo sapevo.” Ridacchiò. “Che ne pensi?”

Penso che un bagno sia una buona idea. Il primo che arriva ottiene di poter usare il sapone senza peli di cane sopra, ti do un vantaggio di cinque secondi.” Tornò alla sua copia de 'La Macchina del Tempo', reprimendo un ghigno diabolico.

Ginny rise, e se ne andò scuotendo il capo. Tonks si avvicinò al letto e si lasciò cadere accanto a lui, la testa inclinata.

Intendevo i Peppers, scemo. Sì, l'infame 'Blood, Sugar, Sex, Magik'. Avrei pensato ti potesse piacere 'One Hot Minute'.”

L'ho già ascoltata.” Sogghignò al libro. “Questa è meglio, credo.”

Beh. Ok.” Gli rivolse un sorrisetto scettico. “Sono al bagno, allora, visto che preferisci educarti da solo sul mondo del rock moderno. E' un campo pericoloso - dovresti avere con te tutto il tempo un Auror che si sta specializzando sul soggetto, così che tu non faccia decisioni avventate, come acquistare un album vintage dei Flaming Lips per la tua boriosa megera bionda invece di consegnarlo alle vere autorità.” Tossì qualcosa che suonava stranamente come 'Bill Weasley'.

Mi piacciono i Flaming Lips. Ma non ho una megera bionda.”

Beh, non è che non potresti averne una se la volessi. 'Notte, Lunastorta.”

Buonanotte Ninfa-” Alzò lo sguardo in tempo per notare un altro sorrisetto, seminascosto in una frangia di lucenti capelli biondo platino. Lei gli fece un occhiolino e uscì dalla stanza, cantando il ritornello di 'Give It Away'. La porta sbatté alle sue spalle.

Buonanotte, Dora.” Scagliò il libro sullo scaffale e si accasciò sul letto con un sospiro.

Maledizione.





Lunastorta. Sveglia. Lunastorta, sveglia. Svegliati!” Un dito puntuto lo colpì alle costole. “Remus. Sveglia. Non riesco a dormire.”

Vavvia.” Si rigirò e si coprì la testa col cuscino. “Shantodiofelpatoshtodormendoquiquindichiudiquellaboccasciaperfavore.”

Non lo farò.” Il dito colpì più forte. “E sono Tonks, non Sirius. E' altamente offensivo.”

Dora?” Si sedette, stropicciandosi gli occhi.

Cosa ci fa qui?

Ovviamente.” Poteva vederla in piedi nel sottile raggio di luce giallognola che filtrava attraverso i tendaggi. I capelli le svettavano in tutte le direzioni, e la sua camicia da notte era di traverso sulle spalle, e Remus avrebbe tanto voluto afferrarla e trascinarla a letto con sé, ma non era sicuro se stesse ancora dormendo o no.

Beh, di certo indossa più vestiti ora che nella maggior parte dei miei sogni...

Cosa ci fai qui?” Fece scivolare i piedi oltre il bordo del letto, una gamba del pigiama grigio di plaid arrotolata fin sopra al ginocchio. Lei non rispose, rimase semplicemente lì con le braccia avvolte attorno a sé, gli occhi scuri fissi su di lui in un'espressione bizzarra. “Perché non sei a dormire?” Si morse il labbro, combattendo l'impulso di allungare il braccio e verificare se lei fosse realmente lì.

Oh. Uhm.” Sbatté le palpebre, poi abbassò lo sguardo alle dita dei piedi. “Non riesco a dormire.”

Perché no?” Si passò una mano tra i capelli, rendendosi improvvisamente conto di essere sveglio, e di dover probabilmente accendere le luci, e mettersi una maglia. Afferrò la bacchetta dal tavolo accanto al letto e la puntò verso le lampade sul muro. Queste emisero un bagliore pallido di cui non era totalmente soddisfatto, aveva impiegato un intero pomeriggio a cercare di capire come incantare la fiamma delle lampade da un nauseante verde Serpeverde ad un normale rosso-arancio. La luce danzava sul viso di lei, i capelli le brillavano, era decisamente reale.

Ehm, Ginny russa.” Le sue dita giocherellarono con le troppo lunghe maniche della camicia da notte turchese. “Quello, e ho fatto un sogno davvero orrido.” Si sedette sul letto vicino a lui, i suoi piedi non toccavano il pavimento, ma penzolavano qualche centimetro più sopra.

Stai bene?” Si sporse dietro di sé, alla ricerca della sua maglietta. Era sparita, probabilmente arrotolata sotto un cuscino. “Hai voglia di parlarne?” Indietreggiò fino al centro del letto e si sedette con le gambe incrociate.

Non molto. Era davvero spaventoso, preferisco semplicemente provare a non pensarci.”

Così brutto?”

Già.”

Hai voglia di parlare di qualcos'altro, allora?”

A dire la verità sì. Se non ti dispiace.” Gli lanciò un'occhiata dubbiosa. “Ma posso andare...”

Non mi dispiace. Giuro che non mi dispiace...

No, va bene.”

Okay. Solo ricordati che l'hai voluto tu.”Tirò su i piedi e si sedette di fronte a lui, con un cipiglio incredibilmente adorabile. “Avrei un problemino. Io- ho un'amica, che ha un amico, e la prima ha qualcosa di piuttosto importante da dire al secondo, ma non sa proprio come dirt- dirgli quello che deve dire.”

Promemoria: Dora è ancora sconcertante alle tre del mattino.

Sono cattive notizie?”

Questo amico potrebbe considerarle cattive notizie.” Arricciò il naso. “Ma non sono sicura di come potrest- potrebbe prenderle.” Gli si avvicinò, le loro ginocchia si sfiorarono.

Sono buoni amici?”

I migliori, sono molto intimi, ma le cose sarebbero... diverse, se io- lei dicesse cosa prova.” Si esaminò attentamente le unghie, la voce poco più di un sussurro.

Oh, ho capito.

Beh, vuoi sapere cosa penso?”

Sicuro.” Annuì Tonks, tirando un filo dall'orlo del suo pigiama.

Penso che la tua amica dovrebbe dire al suo amico quello che deve, anche se ciò significa svegliarlo nel cuore della notte e riempire la sua povera testa intontita dal sonno di tante, complesse situazioni ipotetiche quante necessarie.”

Lo pensi davvero?” Gli si accostò, allungando una mano e scostandogli i capelli dalla fronte.

Sì.” Sospirò e chiuse gli occhi, e non fu né scioccato né sorpreso quando percepì le labbra di lei sulle sue.





* “This is the sound of settling”, dalla canzone “The Sound of Settling” dei Death Cab For Cutie.



Translator's Corner:

No, no davvero. Non si tratta di un'allucinazione, giuro. E' un aggiornamento. Un nuovo capitolo a distanza di quasi un anno dall'ultimo! So che probabilmente le scuse a questo punto sono quasi superflue, ma ci provo lo stesso... Ho passato un periodo terribilmente intenso e stressante sia in ambito universitario che personale, un autentico inferno. Stavo quasi per mollare del tutto traduzioni e fic varie, ho stracciato molti progetti... In fondo erano un altro impegno che andava a sommarsi a tutto il resto. Non avevo né il tempo né la forza per dedicarmici.

Finché, di recente, non ho riscoperto in un raro momento di relax il piacere di leggere fanfic, e mi sono ricordata di quanto mi piaceva scribacchiare nel tempo libero, per non parlare di tradurre, e così ho riaperto sul pc la cartella abbandonata contenente le mie creazioni/traduzioni e ho ricominciato. E mi ha dato una soddisfazione immensa.

Quindi rieccomi qui. Per il momento non posso ancora promettere aggiornamenti a intervalli regolari (tesi da ultimare, ahimè), ma sicuramente mi si vedrà un po' più spesso. Nel frattempo un grazie enorme a chi ha letto e sta seguendo questa storia (995 visite in totale, siete grandi!!!). Spero che questo capitolo non deluda le aspettative!

A presto!

Arya87

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Una ragazza dal nome bizzarro ***


Step Into the Night

Una ragazza dal nome bizzarro



Aspetta, non occorre che te ne vada.” La fermò mentre si protendeva verso la porta, facendola girare verso di sé. Una ciocca di capelli rosa le ricadde sul viso, e lei a soffiò via dagli occhi, arricciando il naso.

Chi ha detto che me ne stavo andando?” La porta si chiuse con uno scatto, e il suono gli mozzò il fiato in gola. Un migliaio di scenari differenti gli si attraversò la mente ancora assonnata, nessuno dei quali terminava nel modo in cui pensava dovesse terminare, o nel modo in cui voleva che terminasse, dal momento che si trattava di due cose totalmente opposte.

Oh. D'accordo. Scusa.” Fece un passo indietro, infilando le mani nelle tasche del pigiama in preda al terrore assoluto.

Lei avanzò, spostandosi i capelli dietro le orecchie. “Tu non russi, Remus, vero?”

No?”

Bene, allora resterò qui.” Concluse Tonks, annuendo sinceramente.

Qui...dentro?”

No, no, no. Non puoi rimanere qui. Mi rimangio tutto, devi andartene.

Quella era l'idea. Ho bisogno del mio sonno di bellezza, sai. Abbastanza impossibile da avere con una Weasley che ti sibila nell'orecchio.” Ghignò e lo superò.

E io dove dormo?” Remus le rivolse l'agitato sguardo minaccioso che di solito riservava a suo cugino. Lei si accomodò sui cuscini, si avvolse nelle lenzuola e chiuse gli occhi, sorridendo dolcemente.

Bella domanda.”





Buongiorno, professore.” Fece una voce alle sue spalle, facendolo sussultare e quasi precipitare dall'ultimo gradino della scalinata, su cui era seduto. La mezza mangiata e per lo più squagliata tavoletta di cioccolato che teneva tra le mani cadde e atterrò con uno splat sul gradino polveroso. Un corpo accompagnava la voce, con i capelli rossi, una maglia dei Cannoni di Chudley decisamente troppo larga e un paio di pantaloni del pigiama verdi; zampettò oltre senza attendere una risposta.

Sospirò, appoggiando la testa al muro. La più giovane Weasley si fermò al fondo delle scale e si voltò.

Per caso hai visto Tonks? E' ancora qui?”

Oh. Miseriaccia.

Non so.” Scrollò le spalle, nel tentativo di risultare disinvolto.

Oh.” Ginny annuì e fece per voltarsi, poi si fermò a metà scalino, grattandosi il capo in evidente perplessità. Remus si alzò rapidamente e si precipitò nella sua stanza prima che potesse rivolgerli un'altra domanda, e per poco non inciampò in una pila di libri.

Ehi.” Un paio di occhi assonnati, dalle lunghe ciglia, sbirciò dall'orlo del lenzuolo verso di lui.

Ciao.” Un cuscino lo colpì in pieno volto.

Sì, 'ciao' è l'unica cosa appropriata da dire alla ragazza con un pigiama decorato a paperelle che si è infiltrata nella tua stanza nel cuore della notte allo scopo di rubarti tutte le coperte, rifiutando di restituirtele finché non avesse recitato a memoria 'Buonanotte luna; edizione Tonks'.

Si lasciò cadere accanto a lei, sistemandosi a pancia in giù. A differenza della sua compagna di letto, non aveva dormito affatto da quando Ninfadora l'aveva punzecchiato per svegliarlo... Tranne che per la mezz'oretta in cui si era appisolato, ritrovandosi al risveglio con le braccia avvolte attorno a lei, il volto premuto sul suo collo e semiaffondato nei capelli rosa. Aveva evocato un'emozione assurdamente spaesante – cercare di dormire vicino a qualcuno con cui vuoi disperatamente dormire, ma al contempo con cui ti terrorizza star solo.

La tua compagna di stanza mi ha teso un agguato sul pianerottolo. Voleva sapere dov'eri.”

Qualcuno dovrebbe mettere un campanello addosso a quella ragazza. E' come Mrs. Purr...

Non le hai detto che ti ho detto che russa, vero?” Chiese Tonks con uno sbadiglio. La ragazza di cui era follemente innamorato era ancora nel suo letto, e non poteva né farla uscire, né farla... urlare il suo nome.

Questo sarebbe un insulto alla mia integrità. Non potrei divulgare alcun tipo di informazione che qualcuno come te mi dicesse in confidenza, Dora.”

Che?” Una fronte pallida si aggrottò sopra occhi bruni. “E' troppo presto per paroloni, professore.”

Ginny probabilmente sarà giunta alla conclusione che stessi facendo qualcosa un briciolo meno innocente di recitare 'poemi epici' ed usurparmi il mio stesso letto. Solo perché tu lo sappia.” Non intendeva suonare brusco, ma dopotutto lei lo aveva cacciato fuori dal letto – era sicuro si trattasse di un test di qualche tipo.

Come se avessi bisogno di essere messo alla prova. Ho avuto abbastanza processi, grazie.

Com'è gentile da parte tua. Magari la prossima volta le sue supposizioni saranno corrette. Perché te ne sei andato?”

Colazione. Aspetta, cosa?”

Nieeeeeente.” Replicò Tonks, la voce maliziosa. “Cosa ne pensi di seconde colazioni? E terze colazioni?” Domandò allegramente, ruotando sulla pancia. Si tirò su appoggiandosi ai gomiti, le maniche della camicia da notte attorcigliate attorno ai polsi.

E' un concetto interessante, ma trovo leggermente inquietante il fatto che tu possa citare Tolkien così presto la mattina-”

-Eppure il giorno è a malapena iniziato. E' l'aspetto più spaventoso, non trovi?” Si avvicinò e gli stampò un umido bacio sulla guancia, poi rotolò fuori dal letto e inciampò fuori dalla porta.

Sì. Sì, lo è.” Remus si protese, si coprì la testa con un cuscino, sforzandosi di ignorare il nido caldo e dal profumo floreale che lei aveva creato nelle sue coperte, e tentando di addormentarsi.





Ho davvero bisogno di sapere come la pensi, sai, qualcuno al di fuori della mia testa.”

Il fruscio di carta e allegre voci femminili si insinuarono al di sotto della porta fino al pianerottolo. Remus sapeva che Tonks e Ginny si erano chiuse nello studio per impacchettare i regali di Natale, e sapeva anche che pericolo comportasse disturbare la procedura, ma era stato mandato a chiamarle per la cena dalla matriarca Weasley, una donna che aveva passato l'intera giornata a cucinare e con cui non si poteva certo scherzare. Si fermò di colpo, lievemente timoroso della fattura che avrebbe ricevuto se avesse tentato di aprire la porta. Precedentemente in giornata era già stata tentata un'invasione da Fred e George, anche se aveva l'impressione che la loro missione non fosse così innocente come i due avevano candidamente sostenuto mentre vomitavano lumache nel lavandino.

Qui. Fiocco, per favore, uno verde- no, d'oro. Grazie. Allora, giusto per essere sicure che siamo sulla stesso piano, qui... ed evitare imbarazzante confusione da parte mia, finiamola con la sciocchezza ipotetica e dimmi semplicemente cosa intendi.”

La voce in risposta si abbassò al di sotto del livello della musica calma e allegra che risuonava di sottofondo.

Oh. Davvero? Da quest'estate, addirittura?”

Sì, davvero. Sì.”

Beh, immaginavo che voi due foste già oltre quella fase... Visto che eri nella sua stanza stanotte.”

La mano di Remus si paralizzò a pochi centimetri dalla porta, e calore cominciò a diffondersi sul suo collo, nonostante fosse completamente solo, e non scoperto, nel pianerottolo buio.

Miseriaccia!

Non abbiamo fatto nulla, Gin. E come facevi a saperlo?”

Sì, come se ci credessi. Non sono un'Auror, ma non sono un'idiota.”

No, sul serio, non abbiamo- voglio dire, non stiamo nemmeno insieme-”

Amici con vantaggi?” Stuzzicò la ragazza più giovane.

Potrei trarne più vantaggi se solo lui me lo permettesse.” Ammise.

Cosa?!

Cavolo, Tonks! Non ho bisogno di saperlo! Era un mio insegnante. Non voglio sentir parlare di queste cose. Niente dettagli. Sii più vaga che puoi.”

Hai chiesto tu! E poi, voglio solo la tua opinione, tutto qui. Dal momento che sei l'esperta di casa sull'amore non corrisposto.”

Non corrisposto? Ora questo non è giusto...

Quello era un colpo basso. E peraltro ho superato quello. Lui, intendo.”

Pensavi che fosse divertente. Guarda le tue orecchie, sono tutte rosse!”

Sei crudele con me, Tonks. E cosa ti fa pensare che non sia corrisposto? Per te, intendo.”

Vedi? Ascolta la rossa! La rossa dice il vero!

Ma lui semplicemente non-”

-Oh, ho capito! E' per via di quella licancosa, vero? E' per quello che non vuole uscire con te, giusto?”

Licancosa? Ma che diavolo?

Trattenne una risata. Ginny Weasley era acuta quanto la madre e neppure minimamente dotata di tatto come lei, corredata di un temperamento spaventoso, una mente penetrante e un senso dell'umorismo svitato. Ebbe paura per chiunque si fosse trovato a contrariarla.

Tonks non rise, ma replicò amaramente “Già, qualcosa del genere. Passami lo scotch, per favore.”

Maledetti, stupidi, nobili Grifondoro, eh?”

Lo so.” Sospirò. “Non pensi che questo sia... folle?”

Certo che lo è. E' per questo che è così fantastico. E non preoccuparti, se stai cercando di essere, sai, “riservata” a riguardo, sono la ragazza per te. Non lo dirò a nessuno. Nemmeno a Hermione. Che ne sarebbe elettrizzata, a proposito.”

Che cosa ne pensi, di lui?”

Perché ti importa tanto la mia opinione?”

Beh, numero uno sei l'unica donna qui oltre a tua madre, e non esiste-

E' un-”

Ti prego?”

-Insegnante.”

Onestamente.”

Okay, onestamente è attraente. Il professore più attraente che abbiamo avuto, a dire la verità. Ed è molto gentile, ed educato, e divertente. Sirius dice che è segretamente un combinaguai.”

Sentì il volto andargli in fiamme per quella che era probabilmente la quarta volta.

Lascia perdere, a te piacciono comunque i ragazzi con cicatrici, come posso fidarmi del tuo parere?”

E a te piace solo colpire al di sotto della cintura.” Ginny rise. “Tonks, ne sei innamorata, ne sono sicura.”

E' molto peggio.”

Allora diglielo.”

Ci sto provando! Voglio dirglielo. Non vuole ascoltare.” La sua voce assunse un tono disperato. Era quello che voleva dirgli l'altra notte, ma non l'aveva fatto, o almeno non con tante parole. Lui lo sapeva. Remus era sempre stato più bravo a capire le parole. Le azioni, soprattutto le azioni sconcertanti del gentil sesso, lo avevano sempre fatto sentire un idiota, ma in questo caso era stato intenzionalmente cieco, e ciò lo faceva sentire... un verme. Un verme idiota della peggior specie. La colpa di averla deliberatamente resa infelice era un dolore acuto nella coscienza, gli rendeva il torace orribilmente vuoto.

La ami... Perché non glielo dici?

Beh, allora possiamo solo sperare che superi l'essere un nobile idiota.” Sghignazzò Ginny. “Nobili idioti Grifondoro con cicatrici sono il flagello della nostra esistenza. Dovremmo fondare un club. Una società segreta, avremo regolamenti e complicate strette di mani e tutto il resto.”

Bussò alla porta. Ci fu un rimestio di carta e scatole, e un tonfo, seguito da un “Merda!”

Ehilà.” Disse Tonks, aprendo la porta e guardando i giro. “Remus.” Si morse il labbro e gli rivolse un ampio sorriso. Ginny era seduta al centro del pavimento, intenta a infilare frettolosamente fiocchi dentro una scatola di cartone, un sorriso malandrino sulle labbra.

Posso scambiare una parola con te, Ninfadora?”

Uh, sicuro. Arrivo subito, okay?” Ginny annuì in assenso, sempre ghignando e infilando risoluta i fiocchi nella scatola mentre Tonks si richiuse la porta alle spalle. “Che c'è?” Strappò distrattamente un pezzo di magiscotch che si era attaccato alla manica della sua maglietta. Aveva un fiocco rosso a un lato del capo, e del nastro intrecciato al collo; pareva come se qualcuno avesse cercato di spedirla come un regalo. I capelli erano raccolti in due corti codini blu, legati con del festone argentato. Sorrise vivacemente. Un nodo d'ansia si sostituì al senso di vuoto nel torace.

Dovevo dirti qualcosa e ora tu sei così- e non mi ricordo cosa, così-”

La afferrò per le spalle e la baciò, la percepì sorridere contro le sue labbra. Era calda, e felice, e così viva, e lui la baciò nuovamente.

Ora ricordo. Quello che dovevo dirti.”

Cos'è?”

Che... che ti amo. E anche, è ora di cena.”

Sei così idiota.” Ridacchiò lei premendo le labbra sulle sue.

Lo so. Possiamo, uhm... parlare più tardi? Ci stanno aspettando, di sotto.”

Certo.” Lo baciò ancora e si voltò.

Aspetta.” Le prese un braccio.

Stavolta vado. Sul serio.” Rise.

Hai un-” Le tolse dalla spalla un pezzo di carta appiccicosa.

Cos'è?” Voltò la testa, cercando di guardare.

Solo un pezzo di scotch.”

Oh, okay. Ci vediamo tra poco, allora?”

Sì.” Ghignò all'etichetta babbana per regali attaccata alle sue dita, i nomi scribacchiati in una calligrafia disordinata, con macchie d'inchiostro, che pareva stranamente familiare.

Per: Professor R.J. Lupin

Da: Ginny Weasley

Buone Vacanze e tutto un po', ecc. ecc.






Translator's Corner:

Ta-dah! Nuovo capitolo...E ci sto prendendo davvero gusto a pubblicare in tempi, se non proprio rapidissimi, almeno dignitosi, quindi potrebbe arrivare “presto” dell'altro :D

Ma veniamo alla storia: Tonks non sa più come fare con Remus, Ginny è un'adorabile consulente sentimentale, e Remus è sempre Remus, insicuro fino all'estremo. Ma ha finalmente messo da parte le mille paranoie e detto le due paroline magiche... Era anche ora!

Il titolo originale del capitolo è “Girl with a peculiar name”, preso in prestito da “Haushinka”, una canzone dei Green Day, di cui - è ormai evidente – The Ersatz Diplomat (aka l'autrice) è una grandissima fan.

Grazie, grazie, grazie ancora una volta ai tantissimi lettori, e a chi ha aggiunto la storia tra le preferite o le seguite, e in particolare a fri rapace per la recensione (spero che ti sia piaciuta l'interazione tra Ginny e Tonks in questo capitolo, è una delle particolarità di questa autrice che adoro, ovviamente insieme al delizioso humour e ai riferimenti musicali – sono impossibilmente musicadipendente XD) Thanks a lot, continuate a seguire e recensire numerosi!

Un bacio

Arya87

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