Lato destro del cuore.

di ImmaEFP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho paura e ti amo. ***
Capitolo 2: *** Per sentire chi sono. ***



Capitolo 1
*** Ho paura e ti amo. ***


Nota autrice:
Ho ascoltato una canzone e mi è apparsa una scena tra Gaetano e Camilla. Non posso dirvi esattamente cosa succede,ma diciamo che la piopggia aiuterà la prof a fare chiarezza e a farsi avanti. Ovviamente mi è venuta lunga una decina di pagine che ho dovuto dividerla,quindi sarà divisa in due capitoli anche se inizialmente doveva essere una one shot,e vi avverto che il finale sarà aperto,quindi senza sapere come andrà a finire,spero però di pubblicare presto la seconda parte che non voglio finire scaraventata contro un muro. Spero vi piaccia. Buona lettura.


''Esco dal centro e ti vengo a cercare.''

Lo sai anche tu,sei lì,sotto quel portone dove tira l'aria gelida e una tempesta irrompe dentro di te,ma lo sai che sei lì perchè attendi,attendi che quel turbine che si era scatenato contro di te e che ti aveva fatta stare maledettamente bene ritorni a stravolgerti la vita,anche se non hai il coraggio,ti chiedi se riuscirai a farti guardare negli occhi,se mai dovesse respingerti e mandarti a quel paese,visto tutto il casino che gli hai creato. Ti chiedi stupidamente se sta ancora male. Ti stringi la pelle del braccio tra le dita perchè rimpiangi le parole che gli dicesti scioccamente,ti costringi a farti del male,a lasciarti un livido che non farà mai male come quello che hai lasciato a lui nel cuore.Sei lì,ma non hai la forza di ammettere che è la cosa giusta da fare, anche se ti batte nella testa un'emozione, se mai capirà perchè ti sei allontanata, col senno di poi che non avresti mai voluto. Vigliacca, egoista. E anche i respiri, oltre le tue mani, fanno fatica a starsene buoni, tremano,si bloccano all'altezza della gola. Sei uscita da lì e sei andata a cercarlo. Con la speranza di incontrarlo. Anzi, credi che ormai sia scontato, ovunque tu sia, ovunque lui è, il destino vi fa incontrare, e allora forse speri di impietrirlo quando ti scorge da lontano, come se vi stesse rivedendo dopo anni di distanza, perchè sai che in quel modo sai leggergli lo sguardo. E allora puoi capirlo. Puoi capire se anche a lui fa lo stesso effetto vederti, se anche a lui mancano le tue labbra e le notti trascorse insieme.

''Oggi un pò come ieri pensieri di corda si attorcigliano al cuore.''

E ti chiedi se anche lui ogni tanto fa capolino nel passato,se anche lui,come te,non riesce ancora a crederci che tutto è partito da una sera fredda e buia. Un po come te che quando di sera sei da sola sotto le coperte ripensi a tutte quelle volte che ti abbordava con una rosa o se ne usciva con frasi da poeta principiante,ma frasi che ti alleggerivano il cuore.E quel bacio voluto e sotterrato,ti chiedi se l'ha stampato come te negli occhi,perchè tu non l'hai mai dimenticato,il tuo inconscio l'ha sempre saputo che quel bacio si sarebbe trasformato in qualcosa di più forte e vero. Un'altro scroscio di vento ti attraversa le osse e le tue mani,bianche e secche,cercano il calore dentro le tasche del tuo cappotto blu. Ti chiedi perchè hai sempre tenuto a bada i tuoi sentimenti,come e perchè riuscivi a non cedere,come potevi pensare che incontrarlo ovunque,anche dopo anni fosse soltanto un caso.E poi ti sorge l'ennesima domanda. Come hai potuto fargli tanto male? E ti ricordi quando era alle tue spalle pronto a difenderti,quando ti stringeva per non farti spaventare,quando ti accoglieva a casa sua mentre cercavi una soluzione ai tuoi problemi? Ricordi quando lo allontanavi e ci hai mai pensato a come si sentiva lui quando doveva fingere di stare bene e reprimere quello che sentiva solo perchè tu eri la donna di un altro? 
Ma forse non importava,allora era anche comprensibile.Ma adesso no,ora stai provando una terribile sensazione. Ora che ti son passati i momenti più importanti davanti agli occhi,quelli che avete trascorso insieme,condiviso giorno e notte,e non i soliti incontri per risolvere il caso o per farti aiutare dal poliziotto. Ma di quei momenti dove il poliziotto era fuori servizio,dove il lavoro era terminato. Quella sera dove tutto cambiò,dove bastò una camomilla per bussare alla porta dell'uomo che subito dopo divenne quello della tua vita.Un percorso cominciato proprio tra quelle lenzuola grigie e quattro mura rosse,le sue mani a sfiorarti la pelle e i vostri respiri incastonati perfettamente.I vostri bacci trepidi e la voglia matta di fare l'amore.E il risveglio,un delicato e vero risveglio. Erano bastate due parole per accertarvi che quello fosse stato l'inizio della vostra nuova vita insieme,dove un amore represso per tanti anni poteva finalmente scoppiare e anche tu sapevi che se un giorno sarebbe tutto finito,anche se non te lo auguravi,niente poteva riprendere come prima. Vi sareste guardati negli occhi e avreste capito che continuare solo a guardarsi era un danno. E poi tutti quei baci avventati era la prova della verità. Un enorme viaggio nelle vostre bocche,nei vostri cuori,uno di quei viaggi dove la partenza è sempre eccitante,ma che resta a te scegliere come e dove proseguire. E poi,il finale dipende dalle scelte. Tu hai scelto di non scegliere,di dargli tutto e di non lasciargli niente,almeno irrazionalmente,perchè questo lo credi tu,tu che hai cercato di fare la forte e la donna libera e indipendente,quando invece avresti avuto bisogno di non essere oppressa,ma bastava farglielo capire,reagire in un altro modo,e invece gli hai fatto male,più del cazzotto che gli aveva tirato lo stronzo del tuo ex marito,che ex ancora non è. E ora,stai ritrovando dentro di te la donna che in quell'istante si era perduta sulla strada della paura e del esaurimento,perchè sai che il male che hai fatto a lui,ha fatto male anche a te,e tu non l'hai potuto sopportare,un male che di dosso non va via facilmente,e quindi ci hai pensato,non puoi e soprattutto non vuoi far la stessa cosa. Anche perchè ora lo sai,non hai amato mai nessuno come ami lui.

''Ho bisogno di capire,senza temere ne tremare.''

Ma immancabilmente un'altra ennesima domanda senza risposta. Se è tardi o meno per rimediare,se si sarà stancato di aspettarti,se si è sentito ferito,tradito,illuso,messo da parte e se tu facendo la stronza,sei diventata soltanto la sua avventura passionale. E questo ti sotterra.Hai bisogno di capire se la distanza è la certezza che da soli,l'uno senza l'altro non potete restare,che per vivere avete bisogno di guardarvi negli occhi prima di addormentarvi e sorridere. Hai bisogno di capire se le porte si chiuderanno lasciandovi alle spalle la vostra trasgressiva storia d'amore o se siarà la porta a chiudersi mentre vi trascinate nelle mura della vostra casa.Hai bisogno di capire se quello che senti tu quando ti poggi la mano sul cuore è lo stesso che sente lui. Ma stai tremando,e non vuoi.Hai paura e lo sai,hai sbagliato e temere,in questo caso,è una priorità.
Hai bisogno di vederlo negli occhi,di sentire la sua voce,di strappargli un sorriso quando si accorge che sei lì per lui,hai bisogno che ti venga incontro per non temere,ne tremare.
E poi chiudi gli occhi,senti il freddo gelarti i denti,le mani riscaldarsi lievemente e tornare ghiacciate al vento e ritrovarti sotto la pioggia quando li riapri e lo vedi,di fronte a te,immobile,pietrificato,con gli occhi puntati verso di te,uno sguardo indecifrabile che ti accupisce l'anima e ti scaraventa contro il muro,le ossa rotte per l'urto e un freddo alla quale non si può sopravvivere. Hai bisogno di parlare con lui,di andargli incontro,di fare questo benedetto primo passo.

''Sono il vento e l'istinto,oltre l'ombra che ho dentro,mi fotografi adesso.''

Ti scolli dall'asfalto e lo raggiungi sotto gli sghizzi leggeri della pioggia,con un sorriso che finge tranquillità,perchè senti mancarti il respiro,bruciare lo stomaco,e sai che tutto questo potrebbe finire,ma sai anche che tutto potrebbe ricominciare.Tocca a te scegliere. Ti sta guardando,ma non sorride,ti guarda come se non avrebbe mai voluto incontrarti e non perchè ti odia,ma perchè più ti guarda,più ti incontra,più lui sta male e sente la mancanza di te,e sai benissimo che non sa resisterti. Perchè vorrebbe dimenticarti ma tu,testarda comne sei irrompi nella sua vita.
-Gaetano..- ti sei limitata a guardargli le mani infilarsi in tasca e il suo sguardo spossato e deluso. E ora il bruciore è diventata un intossicazione alimentare.
-Ciao.- non ti chiama neppure più con il tuo nome.
Gli sghizzi sono aumentati e senti le gocce cascarti sul collo,un brivido che ti spinge a darti una mossa.
Respira,trattieni le lacrime,ma i suoi occhi sono rossi,probabilmente dopo i pianti isterici che avrà prodotto come una macchina da fabbrica.
-I tuoi occhi...- ma ti si attorciglia il cuore.La tua maledetta mano si avvinghia sulla sua guancia destra e sai che non dovresti perchè gli fa uno strano effetto,chiude gli occhi come se ti stesse desiderando,ma stavolta stringe le labbra verso l'interno e una lacrima casca dal suo viso,identificata tra quelle della pioggia.
-Maledetta lacrima..- gliela asciughi con il pollice ma questo viene rimosso dalle sue mani calde portandolo verso il vuoto lasciandoti congelare. 
-Camilla,non serve..- chiude gli occhi,deve prendere coraggio. -Mi hai ferito.- lo sapevi,cavolo e se lo sapevi,e forse sarebbe anche la decisione migliore allontanarsi da te,ma qualcosa ti dice che continuare a scappare o a lasciarsi scappare è da stupidi,insisti,resisti. 
-Lo so,ma ascolta..- ma continua a non volerne parlare,lo zittisci tu,quando ricominci a parlare. -Sta per arrivare una tempesta,sto per prendermi una terribile influenza,ho le mani e i piedi gelati e ti sto aspettando da 45 minuti,ma nonostante tu sia una pietra e probabilmente non mi ami più,io sono qui perchè niente è più freddo di quello che provo quando ti allontani o quando mi eviti,niente fa più male del ricordare quello che siamo stati e non poterlo più vivere.- ti eri anche preparata un discorso annebbiato ora dai suoi occhi e non potevi immaginare che guardandolo dritto negli occhi ti sarebbero venute da se. Respiri ma fai una fatica enorme nel trattenere le tua mani nelle tasche del cappotto quando l'unica cosa che vorresti è riscaldargli quel suo viso pallido. Ma ti sei scostata appena hai notato che si erano irrigiditi i suoi muscoli al tuo tocco sulla sua pelle. Sai che ti fa paura parlare con lui,a rischio e pericolo cerchi di trovare le parole giuste,di dargli una spiegazione valida. Di rimanere sconosciuti proprio non ti va,amici mai. 
-Voglio che tu mi ascolti,che tu mi dia solo il modo per dimostrarti che mi sono pentita,che ho sbagliato tutto.- emetti con le mani che tremano dall'emozione forte.
-Io credo sia un pò tardi Camilla.- e lui ribatte deciso,pronto a sconfiggerti.
-Non è mai troppo tardi Gaetano.- La pioggia continua a scendere sui vostri corpi e a bagnare i vostri volti. 
-Ti ho aspettato dieci anni Camilla,mi hai mollato senza darmi una spiegazione,senza capire il male che mi stavi facendo,io mi sono stancato,mi sono stancato di correrti dietro,di ignorare le tue indecisioni,le tue incertezze,mi sono stancato del tuo egoismo,perchè è questo che sei. Un'egoista.-
Non sai se fa più male il tono di voce che emette o le parole stesse. O forse entrambi.
-No! Ti sbagli,io ho capito tanto in queste settimane.- Perchè giurarti di andare a letto presto era impossibile,non servivano più le camomille,o la valeriana e nell'istante in cui tentavi di chiudere gli occhi il pensiero di lui a pochi passi da te,un pianerottolo a distanza,ti assottigliava sempre di più.
-E quando l'hai capito Camilla? Avevi bisogno di perdermi prima di capire che non avresti mai voluto fare e dire quello che hai fatto e detto?- il suo tono è seccato,deluso e tu ingoi la saliva impastata nella bocca da troppi minuti.
-Sono stata una stupida lo so,ma ti prego,lasciami spiegare.- lo fissi negli occhi non potendo fare a meno di notare la sua rabbia,il suo strazio. E quanto ci abbiano rimessi quegli occhi negli ultimi tempiche se ci pensi troppo ti riesce bene solo tirarti uno schiaffo. 
-Vorrei Camilla,vorrei se tra noi non fosse finita in quel modo,ma ora non ci riesco. Se ti guardo non vedo più in te la donna che desideravo una volta,quella che sembrava darmi il cuore oltre che il suo corpo di notte quando faceva l'amore con me,non riesco a perdonarti,a passarci sopra per l'ennesima volta.- Perchè lo sai,per lui andava anche bene il tuo rifiuto quando ti ammaliava,ma continuava a insistere,a non perdere l'occasione,perchè tanto non ti aveva mai avuta e non mollava la presa,non si arrendeva,finchè non ti avrebbe conquistata,ma poteva mai sapere cosa significava poi vivere l'amore che sentiva per te? Non poteva saperlo. Ma appunto fino a quel momento tutto ci andava. Ma stavolta è diverso. Non può continuare a convincersi che va tutto bene,che i tuoi tira e molla a lui fanno comodo,che per ora si gioca il ruolo di amante,che l'importante è riscaldare il letto assieme o baciarvi clandestinamente. A lui tutto questo non va giù. Perchè se non l'hai capito lui non scherza,non l'ha mai fatto altrimenti ti ci avrebbe lasciata nuda in quel letto la mattina subito dopo la vostra prima volta,perchè ormai aveva raggiunto il suo scopo e invece no,invece ti aveva tenuta stretta,anche con la paura di perderti,ma non ti aveva mai fatta sentire a disagio,non ti aveva mai scaricato la propria tensione,o le proprie paure,mentre tu,tu non ci avevi neppure pensato una seconda volta,nè a mollarlo,nè a NON trovare una spiegazione,nè a prevedere le conseguenze. E ora ti fa male quello che senti uscire dalla sua bocca. Ti guarda,i tuoi occhi,la tua bocca,i tuoi capelli,il tuo collo,ma forse ha solo un ricordo vago e lontano.
-Non pretendo di essere perdonata,nè tantomeno di fare la vittima o di trovare giustificazioni al mio comportamento,voglio solo che tu mi ascolti e dopo posso anche andare via,non voglio che tu mi risponda,ma devo dirtelo perchè è insopportabile tenerselo dentro.- ti scrolli via da dosso quel minimo di paura e ritorni a giocarti l'istinto,sperando di azzeccarci la mossa.
-Mi manchi Gaetano,mi manchi e non so come fartelo capire. Perchè proprio quando mi sono allontanata da te ho capito che mi mancavi da morire,credevo di essere forte e cavarmela anche da sola. Ma i miei giorni dipendevano dalla tua foto,dalla nostra foto,dai nostri ricordi,i miei giorni dipendevano dal pensiero di te. Non sapevo che per mancarsi,per desiderarsi c'era bisogno di stare così lontani,eppure io l'ho capito così,standoti lontano,mantenendo le distanze.- Perchè in quei giorni l'aveva proprio intuito tentando di ingoiare il groppo alla gola che quasi la soffocava. "Voglio essere libera e indipendente" almeno ci credevi,ne eri convinta, ma non potevi sapere che una volta tornata a casa ti saresti sentita in prigione,vuota e terribilmente sola. Che la distanza si sarebbe presa gioco di te,facendoti rimpiangere di tutte le cazzate che avevi fatto negli ultimi giorni. Non potevi immaginare che la parte forte e decisa di te poteva esistere solo se c'era lui accanto a te,e se credevi di poterla reggere anche da sola,ti sbagliavi di grosso,egoista anche con te stessa.
-Non riesco a crederci,tu non dipendi da me,tu dipendi solo dalle tue stupide scuse di cui io non so che farmene.-
Scuote il capo e lo sai che non scherza,che se ne sta convincendo ogni giorno di più che ormai sei solo da dimenticare,anche se sarà difficile.

''Ho paura e ti amo e per questo ci sono,sono mani bagnate,sono lacrime uscite. Ho paura e non temo questo cambio di tempo,per natura mi spingo per vedere se ho perso.''

Non puoi accettare di chiudere qui la conversazione,non puoi rischiare di perderlo ancora.
-Ho paura.Ho paura di perderti per sempre,di doverti ricordare come l'uomo che ho incontrato per caso e ritrovato per scelta,nel mio cuore. Ho paura di continuare a sbagliare,di farti solo del male e di non poter rimediare. Perchè so che se dovessi perdereti per sempre mi mancheresti. E probabilmente rimpiangerei me stessa per averti portato a letto e mollato quando probabilmente avrei dovuto aspettare ancora un pò,essere consapevole delle conseguenze,esserne completamente certa,e resistere fino alla fine,fino all'esplosione totale di quello che sentivo.Ma con la certezza che non ti avrei mai lasciato. Ma probabilmente avevo paura anche di aspettare troppo,perchè una volta libera,una volta pronta saresti stato tu a respingermi.Ho paura perchè so che tutto quello che c'è stato tra di noi è così tremendamente vero,ho paura perchè temo di doverti tenere lontano,di sentirti distante,di ritrovarmi faccia a faccia con la donna che sposerai,che non sarò più io a dormire con te,a non fare più l'amore con te,a non stringerti e l'ho capito quando mi sono resa conto che stavo per perderti,ho paura di dirti che nonostante tutto io..Ti amo.-
Fai fatica a mantenere il controllo,e la tua ansia sta diventando un attacco di panico,e non sai se sotto la tempesta che ha preso il posto degli sghizzi riesci a non crollare.Non ti lasci intimidire dal tempo,perchè neanche quello ti fa più paura,neanche quello può impedirti di scappare.
Ti sei spinta,per la prima volta,a scoprirti davvero,a dichiarargli quello che senti. Perchè se credevi di averglielo dimostrato con i piccoli gesti o con le parole,o con la difensiva ne suoi confonti,o con tutti i modi possibili,allora ti sbagliavi. Allora in questo caso neppure il buio ti fa paura.
Gli poggi le dita sulle labbra per fargli capire che deve starsene in silenzio. Che ora è il tuo momento di parlare,e che lui,in qualsiasi modo,l'ha già fatto troppe volte.
-Ti amo ma non te l'ho mai detto,e non credevo che dirtelo potesse farti stare meglio.Darti la certezza che ti amavo e che ti amo davvero. Mi bastava averti al mio fianco,di giorno e di notte,rassicurarti con un sorriso o stringerti le mani quando dicevi di aver paura. Per me amarti significava svegliarmi accanto a te,trascorrere il tempo a guardarti negli occhi. Per me amarti significava fare l'amore con te,ma farlo sul serio e non come amanti,che non sapevano se si sarebbero ritrovati. Ero pronta ad amarti,a dirti che vedevo in noi un futuro,ma mi sono sentita pressata,ero solamente troppo impaurita. Non volevo del tempo per capire chi amare o se ti amavo sul serio,ma tempo per non scaricarti le mie paure,avrei preferito tenerti lontano che continuare a vederti star male mentre subivi in silenzio le mie torture,le mie paranoie.Ma sapevo che tanto sarei ritornata da te,solo che probabilmente il problema non era più la mia scelta,ma la tua. Non mi avresti più aspettata,e ti capisco. Ma se hai bisogno che te lo dica allor te lo dico,ti amo,ti amo e non riesco a fare a meno di te.- Ti poggi le mani sul viso bagnato dalla pioggia,è ghiacciato e le tue mani,bagnate anche quelle si fanno strada verso le sue labbra viola e tremolanti,le sfiori ma stai attenta a non insistere,perchè quello che ti basta e avergleilo detto,sotto la pioggia,con il freddo nelle ossa e nel cuore e il corpo stanco,il mal di testa lancinante e la mente pronta a ritornare di sopra,tra le mura calde di casa tua.
Non lo lasci parlare,o rispondere,ma non riesci neppure a decifrare la sua espressione. Lo sai,ora per lui è difficile,e sai anche che ti ama certo,che i sentimenti non si cancellano come una parola scritta a matita su un foglio bianco. Ne sei certa,perchè tu e lui vi siete sempre capiti,anche quando eravate solo amici (col senno di poi che tu l'amavi ma va bhe).

''C'è qualcosa che vola, lato destro del cuore.''
 
E ora giri i tacchi,e lo molli impietrito e senza parole. E che ti sta fissando l'hai capito pure tu. Ma forse una volta lo faceva perchè sentiva il forte desiderio di correrti incontro e baciarti o perchè non riusciva più a reprimere quello che sentiva e ti guardava capendo che forse ti avrebbe persa per sempre. Ma ora,ora non sai cosa significa. Se è disgustato,o se ti ama ancora e gli serve tempo per rielaborare la tua ipotesi. E ti auguri la seconda. Perchè in quel caso,basta mettervi la mano sul cuore e riscaldarvi.

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Capitolo 2
*** Per sentire chi sono. ***


‘’Oggi dietro la porta negli angoli sporchi mi conosco davvero.’’


Sfinita, bagnata dalla pioggia e gelata prendi le scale, un gradino, un altro, non terminano più, e tutto perché sei tu a fermarti a voltarti indietro con la speranza che possa inseguirti. Ma ti convinci che forse l’ha fatto già troppe volte, e che tu, sei costretta a rimangiarti quelle parole che fino a un secondo fa ti frullavano nella testa “Potrebbe essere l’inizio di una nuova vita”. Prenditela solo con te stessa, forse te lo meriti, hai sempre fatto la vittima, hai pianto di nascosto quando irrimediabilmente il tuo matrimonio era caduto in frantumi. L’hai odiato, gli hai sbattuto in faccia le sue responsabilità, le sue colpe e tu? Stai facendo esattamente la stessa cosa. Come può guardarti negli occhi ancora e ancora? Si fidava di te, ti aveva dato tutto quello che in dieci anni aveva desiderato fosse solo tuo, te lo sei presa, scrupolosamente e ne hai fatto quello che volevi, forse inizialmente anche ciò che sentivi, ma allora perché? Perché hai accettato di tenerlo lontano? Di mollarlo senza una spiegazione? Ci stai pensando ora poggiata alla parete della scala, mentre tenti di salirci piano piano. Pensi che lui non se lo meritava, che in fondo bastava solo rassicurarlo, dirgli quello che sentivi e se non eri pronta ti avrebbe capita, come ha sempre fatto, ti sarebbe stato comunque accanto, senza pretendere nulla, si sarebbe anche trattenuto, ma ti avrebbe tenuta stretta a sé. Egoista e vigliacca. Ti sei approfittata di lui e dei suoi sentimenti. “Tanto mi corre dietro da dieci anni non può mica fermarsi ora?” allora sei proprio stronza. Ma ora, ora che l’hai guardato, che hai visto i suoi occhi lucidi e delusi l’hai capito. Lui senza di te non ci sa stare. Hai Capito che lui ti ha dato tutto e tu, NIENTE.
Non sai come ci sei arrivata, ma ti senti fottutamente persa, questo posto non ti va più bene, e un nodo ti si attorciglia alla gola quando ti volti verso la porta di fronte alla tua. In quegli ultimi giorni ti era mancato bussarci di notte. Vederlo uscire con il suo splendido sorriso, avviarsi verso di te e sentirgli dire che gli eri mancata.  Quella porta è chiusa. Da due lunghe settimane, e poche sono state le volte in cui l’hai incontrato sul pianerottolo, anzi forse solo una. C’era Tommy con lui, ma stranamente quel piccolo ometto dai capelli biondi, bello come suo padre, si era limitato a fissarti con un viso triste, ma legato alla mano di suo padre che invece ti stava evitando, chissà cosa gli aveva detto. Sai soltanto che quei due piccoli occhi ti stavano abbracciando.  Hai deglutito e sei entrata dentro restando a guardarli dallo spioncino. Resistevi. Poi di giorno o di notte quando eri chiusa nelle tue quattro mura sporche, vuote senza di lui, leggevi un libro o bevevi una tisana, avevi preferito stare alla larga dalla camomilla, ma non potevi startene buona e far finta di non aver sentito la sua porta sbattere come se fosse un normale e sconosciuto vicino di casa. Avevi quella voglia matta e disperata di raggiungerlo. Un po’ come quando si era fatto crollare la libreria addosso, poco prima di fare l’amore. Quel trambusto che avevi sentito ti aveva fatto dannatamente sentir male, e lui lo sa che “è sempre stato una tua preoccupazione”.  Ora giri le chiavi nella toppa, lasciandoti tutto alle spalle, quella vita che hai vissuto per poco tempo e che anche se ti aveva travolta in pieno s’era sempre fatta notare e che tu, inconsciamente hai cercato di tener lontano. Sei stata tu a scegliere di sceglierlo, perché eri oltre che attratta maledettamente innamorata di lui, solo che ti faceva strano, avevi così paura che tutto questo non fosse stato alla tua altezza, che saresti crollata, che dopo essere fallita non lo meritavi, eppure guardati, nei tuoi difetti e nell’imperfezione lui ti ha amata. Sei stata tu a scegliere di non sceglierlo e solo perché cavolo, ci eri finita proprio tutta nell’immensa voragine dell’amore che provava per te e a differenza sua ti sentivi nulla, perché sapevi che non avresti potuto ricambiare quell’amore come lui stava facendo. Almeno così credevi. Gli bastava la certezza, una sola e ti avrebbe aspettata ma con te e lui insieme. Ti lasci cadere lungo la porta di legno, tormentandoti i capelli, e ormai hai la certezza che sei un disastro, che se non hai lui non puoi sopravvivere. E te ne sei resa conto, quando ormai hai capito chi sei davvero. Il tuo cuore, è sporco come quella casa che ormai non riconosci più. Tutto questo per te non ha senso, e quest’angolo buio e freddo ti fa rabbrividire.

‘’E tu, voce infinita, mi mostri chi sei quando vieni a capirmi.” 

Neanche più le coccole del tuo cane, della tua coscienza, possono farti star meglio. I pensieri fanno a botte dentro di te, ti accecano la vista, e quel lieve dolore alla testa esplode. Ti sollevi e con un conato di vomito che ti raggiunge la gola ti trascini come un vecchio straccio verso la porta del bagno. Tutto di ricorda lui, nient’altro che lui e tutte quelle volte che gironzolava tranquillamente per casa, ed era felice, splendeva. Gli esplodeva il cuore di gioia, e ti ci metti un attimo nei suoi vestiti, aveva potuto liberare i suoi sentimenti chiusi da una vita in gabbia, e tu, egoista e vigliacca, li hai gettati altrove senza farglieli più ritrovare. Che lui poi quando era con te si guardava allo specchio e sospirava, non avrebbe più smesso di amarti, e poteva dirtelo, poteva dimostrartelo , non aveva più quella malinconia, quell’angoscia come quando si accontentava di spiarti dalla finestra, di non poterti sfiorare, ora eri diventata concreta, almeno fino a quel mattino quando davanti a un caffè schifoso gli hai detto sfacciatamente che volevi restar da sola. Ti sta bene, ti sta bene sentire quel peso sullo stomaco, raggiungerti alla gola e riscendere, senza dargli la forza di liberarsi. Non sei mai stata così male. E quando raggiunge il limite, le forze si concentrano per cacciarlo via, sporcandoti della disperazione. Sei sfinita. I tuoi indumenti sono diventati fastidiosi, sembrano appiccicosi e la tua pelle gelida cerca insistentemente calore, nient’altro che questo, ma tu non gliene dai la possibilità. Vuoi farti del male. Ma infondo c’è qualcuno che non potrebbe sopportarlo. E forse tu ancora non lo sai. Tutto diventa sciatto e invisibile, ci sei solo tu e lo specchio. Ti guardi e pensi che sei diventata una persona orribile, che non ha niente di così bello come lui diceva. Ti manca la certezza, perché se solo l’avessi trattenuto, gli avresti permesso di far parte della tua vita, ora ti sentiresti bene, ti vedresti bella anche con qualche ruga in più, con i capelli bianchi e con il titolo di nonna Camilla. E guarda che lo eccitava parecchio. Non si sarebbe mai stancato di te. Si sarebbe sforzato per far uscire anche quel minimo che non poteva darti. La sua vita eri tu, da sempre. Porti le mani screpolate e fredde al viso, quelle mani che solo lui sapeva riscaldarti e sprofondi nell’abisso non facendo neppure attenzione o almeno percepire quello che sta accadendo fuori dalla porta di casa tua. Tu, non credi neppure a quello che senti, voce infinita. 
-Camilla! Apri questa maledetta porta!- e ancora una volta credi sia solo il frutto della tua immaginazione. Non ti scosti, riprendi a guardarti, non sai neanche quanto tempo ci resti, e ormai il resto del mondo l’hai scordato, se ti sfondassero la porta e mettessero casa sotto sopra tu staresti ancora a fissare quell’immagine irriconoscibile che hai di te.  Quello che esce dalla tua bocca è un respiro affaticato e distrutto, non hai neppure la forza di gettarti sotto la doccia calda. Prendi te stessa, ma neanche più quello sai fare, ti ci vorrebbe una corda per tirarti dall’altra parte della casa, nella tua cucina. “Una tisana, mi ci vuole una tisana” pensi tirando verso di te la porta. Ormai ti è anche passato il dubbio se quella voce fosse stata solo la tua coscienza o se sul serio qualcuno stava urlando il tuo nome.  Eri arrivata all’esasperazione. Un fornello acceso, l’odore del gas finito accidentalmente nell’aria che tu stessa ti costringi a respirare a narici spalancate, ma ti siedi su uno degli sgabelli per reggerti almeno in piedi. E aspetti fissando quella parete stanca e spoglia di fronte a te. Perché la pioggia continua a battere contro il vetro della tua finestra, il cielo diventa buio e tuoni e lampi prendono il posto dei tuoi pensieri. Fuori come dentro. E ora il tuo unico pensiero sono le sue braccia che in momenti come questi facevano tornare il sereno, non importava il temporale, il diluvio universale se eravate stretti l’uno nell’altro. Ora più di prima ti manca da morire e tu, aria assente, ti trascini verso la porta, un po’ come quella sera tranquilla in cui l’unico dubbio era andare o non andare a chiedergli la camomilla che mancava nella tua dispensa. Quella sera che, non potevi immaginarlo, sarebbe diventata la vostra sera, dove i corpi si svestivano dalle paure oltre che dai vestiti. E il suono del silenzio irrompe quando in un solo colpo afferri la maniglia della porta. Fuori diluvia, lui però è qui, ad aspettare che tu aprissi, bagnato fradicio e infreddolito. Era stato lui ad urlare il tuo nome, e tu, ancora una volta l’avevi colpito all’altezza del cuore. Vorresti prenderti a botte. Lo guardi, ha gli occhi stanchi e che insistono di chiudersi, ma che si sforzano per guardarti. Quella voglia matta di chiudere la porta e trascinarlo dentro. Ma forse è venuto per mollarti uno schiaffo. Quello che meriteresti. Non dici niente. Lui invece insiste, resisti e poi crolla. Si accosta sul ciglio di casa tua, ti osserva per bene, ma la prima cosa che nota è il tuo viso. Ti sfiora le guance, con la paura di amarti anche in quel preciso momento e di fartelo capire quando in realtà vorrebbe solo rimproverarti, farti sentire una schifezza, prendersi la soddisfazione di farti aspettare e soffrire esattamente come lui. 
-Guardati, sei gelata.- ma tu sai che non ce la fa. Ti guarda e piega le sue labbra verso l’interno per trattenere il pianto. 
-E tu sei bagnato fradicio, quanto tempo sei rimasto sotto la pioggia?- ti fa pena, sempre e solo colpa tue se fa queste cazzate.
-Tutto il tempo necessario per capire se dovevo raggiungerti.- se l’ha fatto per quello che pensi non ti azzardare a saltargli addosso, non fare l’idiota, parla con lui.
-Non capisco perché sei venuto visto che non lo merito.- inizi a ragionare ma lui ti distoglie dal resto del mondo, dalla ricerca razionale di te stessa.
-Mi fai entrare?- ti chiede con pietà dopo l’ennesimo colpo di tosse. Gli fai spazio e finalmente sospira ora che nelle tue mura di casa lui comincia a riscaldarsi. Con la tenerezza che ti sta iniettando gli prepari una tisana calda, se la merita tutta. E come se fosse di casa si siede su quel divano, quello che ti ricorda tanto i vostri momenti di effusione, dove la passione stava per esplodere, appunto stava. E ora hai capito che devi mantenere le distanze, due posti lontano da lui, ma pur sempre riesci a guardarlo negli occhi. 
-Prendila tutta che stai tremando.-  lo osservi mentre sorseggia cercando di non scottarsi, tanto per quello ci hai già pensato tu. 
-Ho sempre saputo che avevi un rimedio per tutto, strano però non ce l’avessi per i casini che combini.- quell’espressione non sai decifrarla, se era ancora deluso o se ti stava accusando con la speranza di sotterrarti.
-Quello di averti costretto ad ascoltarmi e aver scelto il posto e il momento sbagliato o quello di averti mollato mentre Livietta stava per partorire?- non hai alternative, o altre ipotesi. Scuote il capo, e menomale che tu eri la più intelligente.
-Quello di avermi fatto innamorare di te.- ti si spezza la voce in gola, il respiro e quel corpo freddo si congela. –perché con tutte le cose che dovrei rinfacciarti, per tutto il male che mi stai facendo, io la cura giusta non l’ho trovata, anzi forse non l’ho neppure cercata.-  
-Gaetano io…- abbassi lo sguardo stringendo le palpebre, quanto male ti fa vederlo così. Ma ti costringe a star zitta. 
-E sai qual è la cosa più strana? Che questo casino a me piace da morire, e senza il quale non potrei stare.- intanto la tisana si sta raffreddando fra le sue mani. 
Ti sta capendo, ti sta amando anche nel modo più bello che una donna possa meritare, ma tu credi di essere quella sbagliata, e certo, hai fatto un bel casino ma ti ha perdonato solo guardandoti negli occhi. E solo ora hai capito che quello è l’uomo della tua vita (diciamo che hai avuto la certezza, perché l’hai sempre saputo). Nessuno ti aveva mai coinvolta in quel modo, ne Renzo ne Michele, che avevi deciso di mollare quando era cominciato il tuo tormento. Non ci stavi insieme ma avevi deciso di restare in buoni rapporti con lui, e avevi provato a sorridere ma ti faceva strano, non stavi bene, non la sentivi quella forza di attrazione e questo voleva dire che non eri compatibile, che ti mancava qualcosa (o qualcuno), che credevi pure di poter restare senza Gaetano, che tanto non l’avresti rimpianto, volevi fare la forte. Che non avevi bisogno di lui per star bene con te stessa. “Tanto non si ha mai bisogno di una sola persona per essere felici” e invece continuavi a pensarlo. Sentivi di tradirlo anche solo sorridendo con Michele, pur se avevi deciso di fare la nonna libera e indipendente, ma tu volevi o meno, dipendevi da Gaetano. E quella mattina dovevi incontrarlo, voleva portarti al bar, ma tu l’hai fermato mentre ti salutava affettuosamente, forse anche troppo, e glielo hai detto “IO NON STO BENE CON TE”. E lì ti sei sentita libera e sicura. Era passata l’ebbrezza di rivedere il vecchio amore. E ora guardalo, per te lui si è fatto travolgere dal diluvio, ti è venuto a cercare e ora ti sta parlando, di quello che nonostante tutto non smette di provare per te. E l’hai capito. Potranno passare mesi, anni o decenni, ma lui non smetterà di provare esattamente le stesso cose, e devi ritenerti fortunata, un uomo come lui non lo trovi, non esiste. Potrai litigarci, sarete costretti a dormire in due stanze separate, ma vi mancherete da morire e farete l’amore. Ma sicura che lui non potrebbe mai rinunciare a te, a voi. Dagli la possibilità di dimostrartelo e dagli la certezza che nella tua vita lo vuoi davvero. Con tutta te stessa.

‘’Ho bisogno di cambiare e te lo voglio raccontare.’’


-E vorrei farti male, vorrei farti soffrire, farti aspettare dieci anni ma io senza di te non ci so stare.- Ti sorride malinconicamente, ma una cosa è certa, non è facile farlo cedere, almeno non così, non ora. –E che tu mi hai dato tanto, ma ti sei presa tutto. Non riesco a sentire quello che provi per me, non riesco a vedere che mi ami. Non mi hai dato la certezza di volerlo vivere davvero il nostro amore.- ne vale la pena chiarire la situazione, dargli delle spiegazioni, farti perdonare.
-Io devo darti molto di più Gaetano.- in tutto questo noti come è mal ridotto, dalla testa ai piedi. Si limita a guardarti e a bifonchiare una risata come se non riuscisse a crederci. –Voglio dimostrarti che mi hai cambiata, che da quando ti conosco non riesco a fare a meno di te, non ho mai fatto a meno di te, quando ti incontravo mi sentivo esplodere di gioia, e probabilmente già ti amavo, ma tu sai…- 
-Il passato è passato e lo comprendo e lo sotterro, quella era la fase della repressione e della resistenza, ma io ti sto parlando della nostra vita, di quella che ci siamo giurati di vivere assieme.- accenni col capo, è passato lui dalla parte della ragione.
-Permettimi di dimostrarti che neanche io so stare senza di te.- e basta un solo sguardo, un solo riflesso negli occhi per meritarti il suo sorriso, piccolo ma sempre il suo bellissimo sorriso.
-Devo crederci? Tu sai stare solo con te stessa.- una pugnalata? Devi prenderla così? C’ha ragione.
-No, io non so stare neanche con me stessa se non ci sei tu. Ho bisogno che tu mi regali un’ ananas tutti i giorni perché io possa avere la certezza di essere perfetta, almeno per te.- sei ironica, cerchi di non demoralizzare la situazione  gli scappa un sorriso, più grande di quelli che ti mettono gioia fino dentro l’anima. 
-Farò la scorta.- almeno è servito a farlo riscaldare, ora che sul suo viso sono comparse quelle due meravigliose fossette.
Ti sei giurata di cambiare. E lo sai anche tu, bisogna riprendere da dove vi eravate lasciati. Sei sicura, e forse per la prima volta hai la certezza che questa è la tua vita, che non hai più paura che questa possa essere la svolta definitiva, che certo lui non potrà mai tradirti o farti piangere, perché ti ha aspettato e continuerà ad aspettarti.  E quindi ti liberi di tutte le tue insicurezze, di tutte le paure e le paranoie, sorridi perché ora andresti anche in capo al mondo per lui, lo rincorreresti in aeroporto o semplicemente sulla spiaggia, perché dovunque lui vada, tu vai con lui. Hai bisogno di poco per essere felice. Avete sorriso in sintonia, vi siete innamorati di quello sguardo, vi siete incontrati con gli occhi ed in un attimo siete esplosi dentro di voi. Ha annullato le distanze, evidente che non potete stare l’uno senza l’altro. Quella maledetta tazza bianca ha macchiato il tavolino ma che ti importa se in ricompensa ti sta avvicinando a lui? Come se ti stesse dando la certezza che anche se hai sbagliato, se probabilmente sei stata una deficiente, lui ti ha perdonata, come ha sempre fatto, ti sta permettendo di continuare ad amarlo e solo perché vuole fidarsi dei tuoi occhi. Perché lui lo sa quando sei sincera. E ti guarda prima di sfiorarti il viso e spostarti una ciocca di capelli umida. 
-Sei ancora tutta bagnata.- e ride, e tu, indubbiamente, sei felice. Ti mancava così tanto. -Credo che dovresti andare a cambiarti.- continua alternando lo sguardo tra le tue labbra e i tuoi occhi. Non sai cosa rispondergli, forse le parole stavolta non bastano e anche lui sinceramente ha bisogno di sistemarsi. 
-E tu? Sei un pezzo di ghiaccio.- l’istinto ti spinge a poggiargli una mano sulla mascella, una delle tante volte che l’hai fatto. E lui, irrimediabilmente si fida di te, e stavolta non ti lascia scappare. Gli è bastato guardarti negli occhi per capire che eri pronta, che ti ci era voluto un bel po’ certo, ma nessuno poteva fargli credere diversamente. Ti conosce bene, conosce le tue indecisioni e capisce pure quando ti passano, conosce i tuoi segreti, le tue follie, conosce il tuo corpo nel minimo dettaglio e ha la certezza che tutto questo non finirà, perché glielo hai provato e non sarebbe neppure venuto a rincorrerti se non ne era sicuro. Quegli occhi azzurri nei tuoi cioccolato, ti imprigionano. 
-Hai la pelle così fredda.- ti sussurra spostando le labbra sul palmo della tua mano ancora inchiodata al suo viso e cerca di trattenersi chiudendo gli occhi ma quando li riapre tu sei ancora di fronte a lui con gli occhi lucidi e riesce a percepire il tuo sguardo confuso, tra il malinconico e il dispiaciuto e l’ha capito che ti senti terribilmente in colpa, e per lui hai sofferto abbastanza. Non c’è scusa per tenerti ancora lontana, anche se, se l’era augurato. Ma giusto il tempo che non ti incontrava, perché tu quello strano effetto glielo fai ancora. Ora scegli. Accosti lentamente la mano nei suoi capelli a rischio e pericolo di entrambi, e la forza vi attira l’uno contro l’altro proprio come due calamite. Ma siete ancora troppo distanti, i secondi, i minuti per restare a guardarvi negli occhi sono fondamentali per fare pace. Lo rapisci con un bacio prima che possa farlo lui, zittirgli tutte le sue paure e le sue incertezze, i dubbi, dare una risposta alle sue domande, leccargli l’orgoglio (degli ultimi giorni) e sacrificare la vostra astinenza. Ti butta le braccia al collo con delicatezza trasportandoti lentamente sulle sue gambe e stringendoti contro il suo bacino. E quando sei a cavalcioni su di lui che tutto intorno a te si spegne, e quel temporale che ha invaso la città e quei fulmini che proiettano una luce sulla parete bianca, giusto il motivo per tenervi ancora più stretti e far scorrere questa maledetta sera fredda e tempestosa. Ma col freddo che si imprigiona nelle mura di casa e i corpi a temperatura ambiente vi coinvolgete nello stesso identico desiderio. Con le labbra ancora aggrovigliate ti solleva, inchiodandoti le gambe al suo bacino e a passo cauto si avvicina verso la porta del bagno che sbatte sulla parete con poca delicatezza. E quello che è un assetante bacio diventa uno sguardo di liberazione, dove quello che conta è il modo in cui gli occhi tornano a parlarsi, dove le mani tornano a cercarsi. E come non aveva mai fatto prima ti piazza sul marmo del lavandino facendoti sobbalzare all’impatto con il freddo, ma le sue mani sono già sul tuo collo prima delle labbra che ti implorano di arrivare all’altezza dello scollo di quella terribile maglietta verde, scoprendoti una gran parte e leccandola lievemente con la punta della lingua, lato destro del cuore, lì dove tutto impazzisce. 
-Aspetta..- si imbatte di nuovo nel tuo sguardo. Ed è lì che sparisei la consapevolezza che tutto sta accadendo, la paura torna a impossessarti di te. O forse, è appunto la paura stessa che devi temere, perché non ti lascia, non ti permette di scendere, anzi ti controlla mentre infila le mani nel tuo borsello rosa sfilandoci due batuffoli bianchi e cospargendoli di acqua struccante. E’ stato incapace di cucinare figurati se ora sa da dove cominciare a pulire il tuo viso. Ma in un modo o nell’altro deve ritrovare in te la donna di cui si è innamorato, quella naturale. E tu, bifonchiando una risata tra le labbra chiuse, stai al suo gioco e quando ha terminato ti fissa per bene passandoci una mano sopra per assicurarsi che la tua pelle sia morbida e profumata.
-Ora sei perfetta.- ti sazia con un bacio ardente e dal gusto dolceamaro, in contemporanea al movimento delle mani che ti liberano con estrema forza dei tuoi indumenti e tu, coinvolta come la prima volta, ti ritrovi a fare lo stesso con la sua camicia, e questi cadono sul pavimento impregnati di acqua. Stavolta tutto scrolla via dai corpi, la paura che tutto possa ricominciare e finire esattamente come era capitato, cessa la sensazione di smarrimento o di insicurezza, quella ormai è morta e sepolta, perché questo non è un gioco di seduzione. Questa è la prova che lontani o vicini, nel bene o nel male, stanchi, distrutti, in qualsiasi stato, vi cercherete, vi guarderete negli occhi, vi assomiglierete, sarete compatibili e vi completerete. Ed ora che hai ammesso finalmente a te stessa che non hai più bisogno di tempo (che forse non ne avresti mai avuto veramente bisogno) ora che non può non definirvi una coppia, spogliatevi dei vostri pensieri, della realtà che vi circonda, e liberatevi dalla prigione di questi giorni, con la certezza che l’ergastolo dei vostri cuori è obbligatorio. Fatti trasportare dai suoi movimenti, resta ai suoi tentativi di stringerti attorno al suo bacino, e quando ti riesce sentirlo sussultare mentre le tue unghia finiscono per graffiargli la schiena allora con forza e decisione lasciati andare, lascia che ora sia la passione a dirigervi sotto il getto di acqua calda. E scordati di esistere da sola, perché la vita assieme al tuo uomo è garantita. 


‘’Si son sicura, mi addormento e vengo a prenderti ora […]e giochiamo a star bene. Ho paura e ti amo e per questo ti dono, accarezzami adesso per sentire chi sono.’’


E ti ricordi di quei pomeriggi chiusa in camera, disperata tra le lenzuola e i mille sporchi fazzoletti mentre cercavi di ‘prenderti’ a schiaffi, augurandoti di pagarla, di soffrire per quello che, involontariamente o comunque senza alcuna intenzione, gli avevi fatto, portandoti un peso a partire dalla stessa sera in cui tutto era successo. E così, eri fallita sul serio, avevi capito che donna eri diventata per colpa del tuo essere stata troppo fedele e nello stesso tempo ingenua in tempi lontani. Il tuo vivere nel rimpianto, il tuo aver fallito come donna e come moglie ti aveva fatta precipitare, ricordandoti che se eri fallita nessuno poteva ricostruire i pezzi di te, neppure un uomo che in fondo ti stava solo amando da una vita e che dapprima stava facendo di tutto per allontanarti dalla prospettiva che avevi di te, e che poi, lentamente e con rispetto ti aveva fatta innamorare. Ha vissuto quei momenti con te come se la vita gli stesse offrendo un’ennesima possibilità, stavolta (almeno inizialmente) senza dover rimuginare nulla, e quindi il suo cuore esplodeva di gioia, ma poi ha cominciato a vivere nella sua ombra, nella tua incertezza, e la paura di perderti, di non sentirti sicura di voi,l’aveva divorato..sperava di sbagliarsi, e certe volte se ne convinceva, ma poi arrivava la tempesta a scatenarsi su di lui facendo riaffiorare le mille domande a cui faceva fatica trovare una risposta. Avrebbe preferito non aver cominciato nulla con te, gli avrebbe fatto bene restare quello che eravate, perché ti aveva accusata di averlo usato, di averci fatto quello che ti pareva (anche col senno di poi che non ci credeva affatto), avrebbe mille volte accettato l’ennesimo rifiuto, di quelli che si erano sempre visti, anziché accettare di perderti dopo quello che era successo, ammettere a se stesso che dieci anni li aveva calpestati sotto le scarpe e che non sarebbe servito a nulla la pausa di riflessione tanto non avresti mai cambiato idea, e se ne convinceva, tanto che la sua vita non valeva più niente. Ma ora, non sa come, tu gli hai dato la certezza che si era esageratamente sbagliato. “Se vuoi provarci fallo fino in fondo, altrimenti non iniziare”. Questo si sta ripetendo mentre continua a prenderci gusto con le tue labbra. E orgoglioso e testardo come lo era stato in quei giorni ci voleva un motivo valido per ricominciare a provarci. E il motivo è stata proprio la tua certezza. 
E qui corpi ora bagnati dall’acqua calda, si sono finalmente riscaldati, sentendo ogni punto del corpo formicolare per il proprio cambio di temperatura e a rendere le cose più complicate sono i baci tratti dalla serie “intrugli omeopatici”. E la sensazione di perversione vi riporta entrambi nella sfera di Agatha Christie e dei suoi finali a sorpresa. Una doccia così immensa e capiente fino a dieci persone diventa il vostro piccolo e ristretto rifugio. Un angolo riscaldato dal calore dei vostri corpi e tu, assetata, gli permetti di esplorarti con delicatezza. I baci aggressivi e sazianti, le mani che ti blocca sul capo per attizzare la passione, fino a stravolgerti i pensieri. La persuasione che si cela dietro all’apparenza di voler fare solo l’amore, diventa sinonimo di viversi, sentirsi liberi e considerarsi completi e soddisfatti. Ti si strofina contro senza darti la possibilità di farti sentire rilassata, perché la tensione si è resa partecipe della gara a cui i tuoi muscoli sono sottoposti, assieme alle contrazioni che ti raggiungono il basso ventre quando con forza ti proietta nell’atto estremo di sentirti nuovamente sua e poi, magicamente ti riporta alla realtà, fermando i suoi delicati ma razionali movimenti, guardandoti negli occhi e riprendere fiato, per affermare un attimo dopo che già gli manchi, e stavolta sei tu a dargli certezza, l’ennesima, che ti senti esplodere della vita che sta continuando grazie a lui. E le tue mani ti fanno male. 
E tutte le volte che vi siete ritrovati a fare l’amore non vi siete mai sentiti così lontani da ciò che stava accadendo fuori dalle mura di casa, stavolta c’è un principio primo a considerarvi uniti e a dipendere l’uno dall’altro, la profonda consapevolezza di non potervi più abbandonare, dove va uno va l’altro, in qualsiasi situazione, di non poter fare a meno dei rispettivi respiri. E basta una mano a tracciarti le linee del tuo perfetto corpo per farti capire chi sei veramente. E l’ennesima dimostrazione di ciò, quando la tensione, il dolore, lo sfinimento aumentano raggiungendo la soglia del piacere e lasciarvi guidare dalla leggerezza dell’acqua che scorre delicatamente sui vostri corpi, ansimando insieme. Lì dove batte il cuore, vi basta toccarvi con mano per riscaldarvi.
‘’Non dimentico niente e per questo mi salvo, perché ho direzione, voglio dirti che ho vinto, voglio dirti ti amo.’’
E hai vinto contro la tempesta che si era scatenata dentro di te, hai scrollato di dosso tutte le paure, i turbamenti, dagli inganni, dal terrore che avevi di te stessa, e glielo fai sentire donandoti a lui. E ora glielo puoi anche urlare, ma forse non ora, non ora che tra i gemiti e i sussulti state implorando i vostri corpi di non fermarsi e di empire i vostri animi di ciò che mancava. E allora schiacciata dal suo peso contro il muro nel tentativo di assaporarti, glielo puoi sussurrare.
-Ti amo.-

''C'è qualcosa che vola,lato destro del cuore.''

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