Come tutti gli altri giorni

di Radamantia_chan
(/viewuser.php?uid=816802)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Storie di fantasmi ***
Capitolo 2: *** Arancione ***
Capitolo 3: *** Freddo ***
Capitolo 4: *** Film dell'orrore ***
Capitolo 5: *** Cioccolata calda ***
Capitolo 6: *** Incubi ***
Capitolo 7: *** Pozione magica ***
Capitolo 8: *** Sfortuna ***
Capitolo 9: *** Coccole ***
Capitolo 10: *** Luna piena ***
Capitolo 11: *** Sangue ***
Capitolo 12: *** Quel pazzo venerdì ***



Capitolo 1
*** Storie di fantasmi ***


Maledisse mentalmente chi offrì di giocare all'Hyakumonogatari Kaidankai, gioco risalente al periodo Edo in cui i giocatori si mettono a raccontare delle storie di fantasmi. Ad ogni racconto, si spegne una candela. La stanza diviene sempre più buia durante il gioco e quando l'ultima candele sarà spenta, arriverà un essere soprannaturale, Aoandon. Già a pensarci viene la pelle d'oca. Fatto sta che in questa stanza si trovarono i tre fratelli Arclight, Yuma e Ryoga. ''Più siamo, meglio è!'' disse un energetico Yuma tra gli sguardi assassini di tutti, che di voglia gi giocare tutti insieme non ne avevano. Il gioco iniziò e la stanza si riempì subito di tensione. Mentirei se dicessi che Kaito in quel momento era tranquillo. Tutti cercavano di non mostrarsi fifoni ma in quella stanza era impossibile farlo. Il primo a raccontare fu proprio Kaito che raccontò la storia chiamata ''Yotsuya Kaidan''. Prese un bel respiro e disse: 
 
- (...) Un giorno, il padre di Oume, decise di incontrare Iemon, dicendogli che sua figlia lo amava molto ma era disonorevole che egli fosse già sposato, di conseguenza Iemon non avrebbe mai potuto avere le ricchezze e la nobiltà di Oume, se fosse rimasto sposato con Oiwa. Iemon pensò a lungo alle parole dell’uomo e a poco a poco un’idea crudele iniziò a prendere forma nella sua mente, così decise che l’unico modo per sposare Oume e possedere i suoi avere, era sbarazzarsi di Oiwa e del figlio che la povera ragazza portava in grembo. Il modo più semplice era di avvelenarla. -
 
Fin qui tutto bene. Micheal si teneva stretto a Chris, in caso di emergenza, mentre Yuma cercava di trattenere la paura. 
 
- Oiwa mangiò la sua cena e poco dopo aver finito iniziò a sentirsi male. Iemon, nel frattempo, la guardava con uno sguardo gelido senza soccorrerla. Il viso di Oiwa iniziò a bruciarsi dall’interno, il veleno le bruciava la pelle, e a poco a poco il suo bel viso si sfigurò, e cadde a terra senza sensi. -
 
Kaito spense la sua candela, aumentando la tensione. Tutti erano pronti per il grand finale perché si sa, una storia sui fantasmi non è una storia sui fantasmi senza il colpo di scena finale.
 
- Beh, non so come finisce. -
 
Poggiò la sua candela, tra gli sguardi assassini di tutti. Compatiamolo, Kaito aveva paura perfino di finire la sua storia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Arancione ***


- Ti piace? -

Gli mostrò un maglione arancione, uno di quei maglioni tipici delle nonne nella vigilia di Natale. Un maglione arancione che era di una taglia più grande. Un maglione arancione che solo lei poteva adocchiare. 

- Uhm, grazie mille. - 
- Potresti mostrarti un po' più felice, no? -

Accennò un lieve sorriso. Kaito, d'altro canto, era poco amante di questi regali ma per farla felice accennò un sorriso. Chissà, l'avrà accontentata? La player sembrò un po' più contenta anche se sapeva benissimo che stava facendo tutto questo per tenerla a bada, senza che dopo si lamentasse.

- Certo! Ora, provalo, su, su! -

Gli mise il maglione tra le mani e lo spinse in camerino. Dopo un paio di minuti uscì con quell'affare arancione addosso. Era talmente tanto grande che sembrasse che da un momento all'altro crollasse per il peso e per il soffocamento. Un giorno di questi il ragazzo dovrà chiedere la pensione come minimo.

- Kyaaa! Sembri un barbone. -
Ridacchiò e, sentendosi degli occhi minacciosi addosso, cercò di soffocare la risata, inutilmente. Kaito roteò gli occhi. 
- Ma stai benissimo! - 
E prima che Kaito potesse rispondere, la ragazza lo guardò con uno sguardo minaccioso che diceva ''dì grazie senza enfasi e domani non arrivi vivo'' o qualcosa del genere.

- Grazie. - 
Un lieve sorriso di dipinse sulle sue labbra per poi scomparire dopo un paio di secondi- Un giorno di questi l'avrebbe strozzata. Ritornò nel camerino a togliersi quel maglione che a guardarlo bene non era tanto brutto. L'unica cosa brutta di quella giornata era proprio il fare shopping con una ragazza. Dopo quella giornata non si sarebbe più permesso entrate in un negozio e Kaito è un uomo di parola. 

- Eddai! E dire che è anche un regalo! - sbuffò. 
- Nessuno ti ha chiesto nulla. - 
- Ah sì? Allora paghi te! - 
Gli fece la linguaccia e scappò via, raggiungendo la cassa. Kaito la raggiunse con eterna lentezza e sperò che almeno qualche spiccio gli fosse rimasto in tasca o avrebbe davvero lasciato tutto e se ne sarebbe andato via da solo. Pagò il maglione, ovviamente caro (non c'è mai una cosa economica che compra quella ragazza) e se ne andò, lasciando la busta della spesa alla ragazza. 


Ah, ma ora chi starete chiedendo: se la player alias scrittrice sta facendo shopping con Kaito, chi è quella che scrive? Beh, chi lo sa.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Freddo ***


Di certo l'inverno non è proprio una stagione ideale per uscire a fare una passeggiata ma questo i fratelli Tenjo poco lo capivano. Da bravi cosplayer di eschimesi, passeggiavano tranquilli per le vie innevate della città. Il freddo era talmente tanto pungente che superava perfino la spessa pelliccia però era bellissimo osservare il paesaggio innevato. Il bianco inghiottiva qualsiasi cosa e a stento si vedevano altri colori. Il cielo si abbinava perfettamente con il suo grigio alle lande bianche della città. 
Un impacciato Hart cercava di non rimanere nello spesso accumulo di ghiaccio, saltellando aggrappato al fratello maggiore che qualche volta rischiava di cadere. 
 
- Ti ricordi quando passeggiavamo insieme per queste vie, oniisan? - chiese lui, un pò malinconico. 
- Certo. -
 
 E con insieme intendeva Hart, Kaito e il padre. Se le ricordava eccome quelle lunghe passeggiate in mezzo al freddo, manco fossero dei pinguini!. Tutti e tre a passeggiare tra quelle vie intenti a lanciarsi le palle di neve, fare gli angeli di neve e i pupazzi di neve (ho detto troppe volte neve). Ma nonostante tutto, erano ricordi e come tali dovevano essere conservati. Ma il tempo del romanticismo non ce ne era, tant'è che il freddo era diventato quasi insopportabile per Kaito ma per il piccolo Hart il freddo non era niente di ché. 

Poi ne riparliamo quando starà nel letto con l'influenza.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Film dell'orrore ***


Erano le 22 passate e a casa di Yuma si erano già radunati dei coraggiosissimi combattenti, pronti a vedersi un film dell'orrore in tutta la tranquillità della sera. Kaito arrivò puntale grazie ad Orbital; Ryoga, con meno voglia di qualsiasi essere umano, arrivò terzo insieme alla sorella; successivamente anche i tre fratelli Arclight raggiunsero la dimora e ultime, ma meno importanti, anche Kotori e Cathy vennero a quello che si prospettava una serata che avrebbe lasciato il segno. Era una delle poche occasioni in cui tutti si riunivano a fare qualcosa appassionatamente. Yuma, eccitato come pochi, organizzò tutta la camera da letto. Aveva sigillato (nel vero senso della parola) le finestre, chiuso le tende, e unì altri letti al suo perché, in fondo, chi voleva stare per terra pur sapendo di vedere un film dell'orrore?
Astral, ma quello è un altro discorso. 
Il film era uno dei grandi classici dell'orrore ''The Shining'', film che avrebbe portato tutti ad avere paura degli hotel e dei gemelli, tant'è che dopo quel film Ryoga e Rio si sentivano poco ad agio.
Il film cominciò nel modo più calmo di sempre, cioè con la lotta dei cuscini per aggiudicarsi i posti più interni (quelli vicino la spalliera del letto per intenderci). Il vincitore fu Micheal che si sedette accanto a Christopher e a Kaito. Yuma, dopo un ennesimo sospiro, fece partire il video. La sala era tutta calma e ricca di tensione, poche volte si sentivano urla ma solo perché tutti avevano il cuscino di fronte (non si sa mai). Ryo si aggrappò a Thomas vicino il bordo del letto, proprio di fronte la tv, e oscurano la visione a Kotori che qualche volta ringraziava il cielo per non riuscire a vedere correttamente. Ryoga, rigorosamente seduto accanto alla sorella, lanciava della frecciatine al mezzo-biondino. Cathy fu quella che si spaventò maggiormente, aggrappandosi (anche lei) a Yuma che aveva più voglia di godersi il film che di fare il galantuomo. Astral se ne stava calmo, lassù, vicino al soffitto. Orbital, beh, lui, niente. Lui se ne stava in cucina ad aiutare la madre di Yuma nel preparare i pop-corn. 

- Dobbiamo passare un'altra serata così! - disse Yuma che si volle sotterrare vivo quando vide gli sguardi dei suoi amici, 


La serata finì che tutti se ne andarono in gruppo, ''per proteggerci'' ribadì una spaventata Kotori, e passarono la notte in bianco tant'è che l'indomani nessuno si volle alzare dal letto, maledicendo chi ebbe la meravigliosa idea della serata. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cioccolata calda ***


Erano dieci minuti che fissava quella brodaglia scura. L'odore era terrificante e si innalzava in uno spesso vapore bianchiccio che sbiadiva ogni cosa. Si sporse sopra quel vasto oceano scuro, chiedendosi il motivo per cui si trovava lì; poi alzò lo sguardo verso il suo interlocutore. Notò che non sembrava affatto infastidito da quell'odore dolciastro e pungente e si chiese come facesse; per lui era impensabile rimenere troppo tempo in presenza di quel liquido. Non riusciva a sopportare niente di lui, né la sua consistenza, né l'odore o il calore che emanava. Persino il suo colore non era dei più invitanti. Il suo interlocutore, però, sembrava non accorgersene; anzi gli chiese se avesse intenzione di finirla.

- Hart, lo sai che odio la cioccolata calda; perché me l'hai preparata?! E non dirmi che prima di giudicare la dovrei assaggiare, perché non ho intenzione di bere una bevanda di quel colore. -

Si alzò dalla sedia, lanciando un'altra occhiataccia al suo eterno nemico, il quale sghignazzava vittorioso dall'interno del recipiente di ceramica. Non era riuscito a vincere la sua repulsione per quell'aroma neanche quella volta; la cioccolata aveva vinto di nuovo. Per la decima volta. 
Hart sospiro divertito, bevendo entrambe le cioccolate. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incubi ***


La notte era silenziosa, cupa e tetra, ideale per i mostri del subconscio. La notte metteva un'ansia incredibile poiché non sai mai chi si potrebbe nascondere tra di essa. Essa abbraccia tutti incondizionatamente. Specialmente quella notte, in cui alta nel cielo, la regina bianca trionfava vittoriosa nell'ombra, seguita dai suoi guerrieri. La notte mostrava con enorme modestia la sua bellezza, sfoggiando una bellissima luna piena. Tutta quell'atmosfera era ideale per girarci qualche film dell'orrore. 
Kaito si rigirava interrottamente nel suo enorme piumone blu. Stava sudando freddo, sintomo che stava facendo un incubo. Non si sa di preciso che incubo fece ma si sa l'intensità visto che Kaito si alzò subito dal letto, mettendosi seduto. Si asciugava la fronte ansimando. Prendeva dei grossi respiri per tranquillizzarsi. Non faceva incubi da quando era bambino.

''Kaito, calmo, era solo un comune incubo.''

Cercò di calmarsi ma era poco aiutante visto che i suoi occhi vennero catturati dall'oscurità. Non sapeva se facesse più paura l'incubo e quella strana tensione nell'aria notturna. Stava incominciando ad odiare le notte! Si rimise di nuovo a dormire, cercando di non fare di nuovo quell'incubo ma inutile: sognò di essere inghiottito nell'ombra e di non riuscire più a vedere, ma di riuscire solo a emettere qualche grido e di sentire delle voci chiamarlo. 
Si svegliò di nuovo. 
Mandò tutto a quel paese, accese la luce e rimase così, a fissare il soffitto, prima di addormentarsi con la luce accesa alle 5:00 del mattino.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pozione magica ***


Passando tra le vie affollate della città, Kaito passava indisturbato. Heartland City non sembrava più Heartland City. Era diventata più affollata, con un ingente numero di negozi e ragazzi raggruppati agli angoli della città. Kaito scrutava tutto, dai negozi di costumi a quella specie di negozio più avanti. Si fermò lì vicino. Non si ricordava che ci fosse un negozio che a quanto pare aveva visto giorni migliori. L'insegna era malandata, oramai tutte le A di ''Magical Pozion'' stavano cadendo giù. 
Già il nome attirava ma esteticamente no, nonostante ciò vide due ragazze entrarci. Dopo un po' di minuti uscirono con in mano delle bocchette rosse fumanti qualche strano gas anch'esso rosso. 
Non si lasciò impressionare e camminò avanti sentendosi, però, osservato. Una strana vecchia era sull'uscio della porta del negozio, osservandolo attentamente con i suoi occhi neri come la pece. Si fermò due secondi contati e svoltò l'angolo quando un ''pss, pss'' lo fece ritornare indietro. La vecchietta lo stava chiamando. Kaito alzò una sopracciglia, cercando di capire il motivo del richiamo.

- Entra, giovane, entra. - 
 Ci mise un paio di minuti prima di prendere la scelta finale e decise di rimanere sull'uscio.

- Non avere paura. - 

E prese quell'affermazione come una sfida. Entrò, a passo lento e deciso. Non vi dico cosa c'era, perchè non c'era nulla oltre al buio e una puzza tremenda di bruciato. 
Ne uscì con una bocchetta blu fumante con un gas azzurro. Sospirò e lasciò la bocchette all'angolo.* 

''Una pozione magica d'amore'' aveva detto e lui non ne aveva bisogno /forse/.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sfortuna ***


- Io non credo alla sfortuna, quindi non essere spaventato. - 

Disse Kaito guardando un preoccupato fratello davanti a uno specchio rotto. Purtroppo lo specchio cadde perché il sostenimento non era come una volta. Kaito non credeva nelle superstizioni che giravano intorno a oggetti o animali comuni. Anche se, ironia della sorte, oggi era la seconda sventura incontrata poiché, prima, Orbital riuscì a buttare il sale a terra. Chiamasi sfortuna, Kaito.

- Orbital, potresti pulire? -
- Certo capo! - 

E quatto quatto aspirò tutti i pezzetti di vetro per poi buttarli nell'apposito cestino.

- Attento, Orbital! - 

Urlò il fratello minore. Orbital si fermò in tempo prima di passare sotto la scala.

- Menomale! - sospirò. 

E Kaito, che non credeva nelle superstizioni, si ritrovò con il conto corrente quasi svuotato e un debito dal negozio accanto di vestiti. Sospirò e strinse le mani in pugni. Se questa non si chiama sfortuna!
 
Beh, ora vi saluto! Scappo prima che lui mi ritrovi!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Coccole ***


- Oniisan, oniisan, guarda! -
 
E tra le mani aveva un piccolo fagotto peloso con un paio di orecchie, una coda e uno sguardo di chi voleva solo coccole, cibo e un posto in cui dormire. Il bel micio era stretto tra le braccia del minore che guardava il più grande, come per dirgli ''lo teniamo?''. Per quanto a Kaito piacessero i gatti ne era ironicamente allergico e dovette accarezzargli la testolina bianca da distanza di sicurezza.
 
- Vuole solo un po' di coccole. - 
- Però te ne occupi tu.- 
- Certamente! -
 
Sorrise allegro, lasciando il gatto a terra. Il suo manto era di un bianco puro. Aveva un corpo esile, una lunga coda e un pelo vaporoso tant'è che già aveva lasciato del pelo sulla moquette. Il gatto andò a strusciarsi sulle gambe di Kaito, chiedendo a voce alta (si fa per dire) le coccole. Il ragazzo dovette concedersi a quella piccola bestiolina e incominciò a grattarli il mento. Emise delle fuse, continuando a muovere la coda. A unirsi ci fu Hart. Lui incominciò a grattarli la pancia e il piccolo palla di pelo incominciò a rotolare.
 
- Una domanda: come si chiama? - 
- Non lo so ancora ma avevo pensato per Kumo. Guardarlo, sembra una nuvoletta! - 
- Una nuvole che vuole le coccole... - E detto questo starnutì per colpa dell'allergia. Prese un fazzoletto e se ne andò, lasciandoli giocare beatamente. 
Tanto toccherà al povero Orbital pulire tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Luna piena ***


Erano più o meno le 22 di sera e fuori c'era un silenzio tetro. Solo alcuni rombi di macchine si sentivano per poi scomparire nel silenzio. Qualche civetta faceva la sua entrata in scena. Tutti stavano beatamente a dormire, cullati dalla dolce e tenue luce della luna piena, tranne i nostri due protagonisti di questa bellissima serata (si fa per dire). Kaito era sul terrazzo, da solo, ad ammirare quella sfera bianca perfettamente rotonda che, maestosamente, regnava nel cielo tempestato da stelle. Passarono pochi second prima che una misteriosa ragazza dai lunghi capelli castani, occhi dello stesso colore e un pesante pigiama addosso, raggiunse il ragazzo. 

- Non trovi che sia bellissima la luna piena? - si rigirò una ciocca di capelli. 
- Per niente e poi io voglio dormire. - 
- Aaaah, Kaito! Per una buona volta che mi auto-metto in una storia devi sempre rovinare tutto. Guastafeste. - 

Mise il broncio e Kaito la fulminò con lo sguardo. Sospirò anche lui, immaginandosi di stare sotto le coperta per resistere al freddo pungente della sera.

- Appunto, io non volevo fare questo spettacolino. - 
- Sssh! - tossì per finta. - Rifacciamolo! - 

Si risistemò i capelli e si mise in posa, poggiandosi sul balconcino della terrazza.

- Non trovi che sia bellissima la luna piena? - si rigirò una ciocca di capelli. 
- Sì ma c'è qualcosa di ancora più bello stasera. - 
- S-Sarebbe...? - E fu così che divenne rossa come un pomodoro. 
- Orbital. - 
- EH? - 
- Ora ti lascio, addio. - 
E se ne andò, lasciando la povera player a bocca aperta. Questa volta fu Kaito ad avere il coltello dalla parte del manico. Giurò a se stessa che l'avrebbe pagata cara. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Sangue ***


Non era di certo la prima volta che Kaito dovette assistere a quello che lui chiamava ''ritardo mentale''. La sua /amata/ player era intenta a mescolare del miele con del colorante rosso per fare del sangue finto fatto a casa, e fin qui tutto bene, ma la cosa peggiorò quando coinvolse anche Hart nel suo piccolo teatrino. 
Lo scopo principale era di fare uno scherzo a Kaito ma quello che non sapevano e che Kaito sapeva tutto, grazie all'intelligenza sopraffina della player nel lasciare la porta della stanza aperta. 
Fatto ciò il teatrino si aprì e un urlo disperato della ragazza richiamò l'attenzione del giovane. Corse subito dalla provenienza dell'urlo (chiamata comunemente cucina). La scena che si aprì davanti ai suoi occhi era a dir poco strana, tra l'imbarazzante e il demenziale. Hart era steso a terra, tra una pozza di sangue che odorava di ketchup e miele, con la ragazza in lacrime che non si sapeva bene se stessi piangendo o pure se stesse ridendo. Orbital stava girando intorno alla finta scena del crimine. Kaito sapeva tutto del trucco ma fece comunque la parte del bravo fesso.

- HART! Che diamine è successo?! - si avvicinò subito al fratello che dovette chiudere gli occhi. Bocciato come attore.
- I-Io... non.... - e cercava di nascondere le risate. Pure lei come attrice era una frana completa. 
- Dammi subito delle spiegazioni! - si avvicinò a passo minaccioso. Kaito era un attore nato. 1 a 0 per Kaito. 
- NON VOLEVO. - 
- Non volevi cosa?! - 
- Non volevo utilizzare i tuoi soldi per co- per ucciderlo! - 
- Se la mettiamo su questo piano, neanche io volevo. - Hart intanto si era alzato, ridendo. 
- Cosa? - 
- Riprendermi tutti i soldi che avevi in debito. - 
- EH? -
- Ora Orbital, ti prego, pulisci tutto. E tu Hart, lavati. Stai incominciando a puzzare. E tu, player, sii più furba la prossima volta. - conservò le braccia all'altezza del petto, lanciandole le chiavi della stanza.
La vendetta della player non era ancora conclusa. 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Quel pazzo venerdì ***


- Uffa, Kaito! Vorrei un po' più di considerazioni! - La ragazza incrociò le braccia al petto, sbuffando. 
- E io vorrei un più di disciplina da parte tua. - 
- Senti, tizio, se tu mi consideri di più io non farò la scema! - 
- Come no. - 
E la voglia di tirargli uno schiaffo era tanta ma dovette frenare i suoi istinti prima di fare una brutta fine. 
La player stette zitta per non complicare ultimamente le cose, andando poi a prendere un biscotto della fortuna cinese. Stessa cosa fece il ragazzo. Lessero con calma, cercando di formulare con decenza quello che avessero appene letto. Prima sgranarono gli occhi, dopo non ci fecero caso e lo accartocciarono, buttandolo nel cestino con un bel volo da 10. Cosa sbagliata visto che l'indomani...
 
- KAITO, HO UNA BANANA - E indicò la sotto, mentre Kaito, beh... 
- E io ho due mele, coma la mettiamo? - 
- Possiamo aprire un negozio di frutte e verdura! - cercò di 
sdrammatizzare  la ragazza ma Kaito era di tutt'altra allegria. 
- Smettila. - tirò corto. 
- Ma non voglio avere una banana là sotto! E poi c'è l'ha- le diede una gomitata prima che pronunciasse parole indesiderate. 
- E ora? Io sono te, tu sei me. - 
- Ho notato. - sbuffò. L'ultimo dei suoi pensieri era proprio quello di essere Kaito. 
- E' come quel film: ''Quel pazzo venerdì'' - 
- Davvero?! Allora basta guardarlo e vedremo come si torna indietro! - 
- Peccato solo che 1) non l'ho mai visto e 2) non ho quel DVD e 3) non possiamo vederlo in streaming visto che il mio pc si è rotto ed Orbital l'ho sta ancora aggiustando e ci vorrà del tempo. - 
- Ah.. sarò costretta a fare i bisogni in piedi. -
- E io da sedut/a/. -
- Tu hai un'anti-stress, almeno. -
- Scherzi? Qui tu hai la pianura padana. - questa volta fu la player a colpire Kaito dove non batte il sole.
Ebbene, volete sapere come è finita? 
Sono stati una settimana in quella situazione scomoda finché non hanno capito il nesso della maledizione. E bravi la nostra Kaita e il nostro player.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3282930